Magabagarre 05

n°5

RECENSIONI

Gli Altri & Uragano Franco Gullotta Cani dei Portici LA COLPA E’ DEL FONICO VOGLIO FARE IL MUSICISTA

CISCO

L’ex “Modena City Ramblers” racconta il suo ultimo dico

L’arte del niente come la intendo io è l’arte del “parlare senza dire niente”; è quello in cui vorrei prendere una specialistica ma non trovo corsi adatti a questo tipo di formazione; è quello che occorre per occupare ruoli dirigenziali; è quello che occorre per fare politica; è quello che per molti è motivo di vanto e per alcuni motivo di orgoglio. E’ facile secondo questo mio punto di vista pensare che ci sono carriere basate sul niente e più ideologicamente che ci sono vite basate sul niente. Il prezzo da pagare per chi pratica questa arte non è una conseguenza prettamente “terrena” se vogliamo, bensì un effetto collaterale astratto, che colpisce solo la coscienza; l’effetto però svanisce dopo i primi pochi sensi di colpa più o meno grandi in base a quello che si riesce ad ottenere, smorzati forse dalla comprensibile analisi dell’artista che domandandosi se giusto o sbagliato sia il suo operato risponde a stesso: “un inganno? Infondo.. non ho detto niente”. Predicare, divulgare e lottare per qualcosa che non

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esiste implica uno sforzo notevole dal punto di vista psico-emotivo, tale da giustificare evidentemente il precorso iniziato. Sappiamo bene, noi che viviamo in Italia, che il nostro paese è il principale esponente di questa virtù; il leader mondiale nel settore che vanta un notevole distacco dalle forze concorrenti e questo la dice lunga sulla reputazione che di rimbalzo ci portiamo dietro: un intera popolazione che ascolta e predica il niente.

L’unica certezza che ho, dopo anni di ricerche ed esperienze sul campo, è che questo tipo di arte funge da anestetico del principio piuttosto che dell’ideologia; li raffredda li congela tenendo a bada la voglia di reagire, di resistere e di insistere sulla propria voce fuori dal coro, ma che rientra poi mite, in un niente.

Ho voluto parlare di questa realtà perché sono un tirocinante di questa scuola ideologica e come inizio di un percorso mi sono preso il rischio scrivere questa pagina, senza dire niente.

Steve Crofford

AgneseMonacoOfficial Agnese1979 OnlyAgnese agnese.emme@hotmail.it

Parte del ricavato della vendita sarĂ devoluto ad ANIMALIBERI Onlus a tutela degli animali.

FREE DOWNLOAD CISCO - “MATRIMONI E FUNERALI” Materiali Musicali / Universal “Matrimoni e Funerali” e’ il nuovo album di Cisco. Un concept sulla vita? Definizione che potrebbe ingabbiare il nostro Cisco, semplicemente un lavoro tanto lucido quanto dissacrante su quello che incontriamo, tocchiamo e conosciamo durante la nostra esistenza, un album che viaggia piu’ veloce di un auto senza freni, lontano dai soliti slogan, con testi che presentano una rinnovata capacita’ di scrittura da parte di Cisco, divertito a tirare il sasso senza nascondere la mano. Molti i guest: Pierpaolo Capovilla, Massimo Zamboni, Angela Baraldi, Le Mondine di Novi e il Piotta che duettano con la corposa voce del cantautore. Un album scritto insieme all’amico Ex-Ramblers, Giovanni Rubbiani e al sempreverde Kaba Arcangelo Cavazzuti, che lo vede anche impegnato nella produzione artistica del disco.

GIOVANNI TRUPPI - “GIOVANNI TRUPPI” Woodworm Rock, avanguardia, e canzone d’autore; poesia e ironia, potenza espressiva e leggerezza, complessita’ e ingenuita’ sono i poli attraverso i quali si muovono le sue canzoni, in cui c’e’ una collaborazione con Antonio Moresco (tra i piu’ importanti ed accreditati scrittori italiani contemporanei) in “Lettera a Papa Francesco I”: potentissimo inno rock di una portata d’altri tempi, un brano che sottolinea quanto abbia rilevanza oltre la musica, la componente letteraria. Da ogni canzone emergono vividi personaggi e situazioni che si concretizzano e si insediano nell’immaginazione dell’ascoltatore. E’ un disco psichedelico perche’ e’ un viaggio dentro, intorno e fuori la coscienza di un uomo e dell’Uomo, ed e’ un disco di musica complessa che arriva dritta al cuore e al cervello.

IL PAN DEL DIAVOLO - “FOLKROCKABOOM” La Tempesta Dischi “Folkrockaboom” e’ il terzo album de Il Pan del Diavolo; la band ha registrato il disco insieme ad Antonio Gramentieri (Sacri Cuori) e ha realizzato mix e mastering a Tucson, Arizona, USA, con una leggenda vivente della musica americana (Craig Schumacher, giu’ al lavoro con Calexico, Giant Sand, Bob Dylan, candidato ai Grammy con Neko Case). L’ultimo singolo di successo e’ “I Peggiori”.

BUNDAMOVE - “CONNECTION” Fiorirari / Universal “Connection” e’ il secondo album pubblicato dai Bundamove.

Il disco e’ entrato subito nella Top Ten dei dischi piu’ venduti.

All’album hanno partecipato guest di grande caratura come Sud Sound System, Roberto Angelini, Cico e altri. Questo lavoro esprime sin dal titolo l’anima artistica della band salentina, nella quale il funk incontra l’intero universo musicale contemporaneo, dal rock al reggae, passando per l’electro ed il pop. Un viaggio intenso tra generi e culture musicali differenti ma tra loro “connesse”, un mix variegato e complesso, reso tuttavia naturale dalla propensione “live” della band salentina, per la quale l’ingresso in studio di registrazione non e’ altro che la necessaria prosecuzione dell’immensa attivita’ on stage.

CARNEIGRA - “A VITA BASSA” Bandcamp Dopo due anni di silenzio Carneigra tornano a fare musica. La formazione e’ nuovamente cambiata e adesso il trio e’ formato da Emiliano Nigi (fondatore del gruppo) alla voce e al clavinet, Francesco Canavese alla chitarra elettrica e Daniele Paoletti alla batteria. “A Vita Bassa” non e’ un album semplice, le tematiche trattate sono, com’e’ nel loro stile, analisi del nostro tempo, della situazione sociale, politica ed economica che stiamo attraversando, di cosa significa essere quarantenni oggi. Non e’ un disco leggero, ne’ nelle parole, ne’ nella musica. Perche’ Carneigra da sempre vanno avanti a “vita bassa”.

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DUE MINUTI D’ODIO - “ROVINATI” Zimbalam Dalle ceneri di una band come Peacebreakers nasce Due Minuti d’Odio, gruppo che lancia il suo primo album “Rovinati”. I testi, ispirati al contesto contemporaneo attraverso il quale l’uomo post-moderno da insofferente e reattivo e’ reso indifferente e impotente, si distendono su solide tracce rock impregnate di musica pop ed elettronica, in un esperimento del tutto personale: supporto ideale per le liriche d’autore di Cristiano, soggetti dalle atmosfere rassegnate, spunti reazionari e un persistente senso d’oppressione. Un assaggio di questo particolare mix di suggestioni e’ il primo singolo estratto, “Le Ore”, al quale e’ dedicato anche un videoclip, in cui e’ inserita una citazione tratta dal film “Orwell 1984” di Michael Redford (adattamento cinematografico dell’opera “1984” di George Orwell, a cui l’album e’ ispirato).

ELETTRONOIR - “E CHE NON SE NE PARLI PIU’” Autoproduzione Terzo, ed ultimo capitolo della trilogia “Tutta Colpa Vostra!”. e’ un “concept” di storie di ragazzi di vita e, come nei dischi precedenti “Dal Fronte Dei Colpevoli” e “Non Un Passo Indietro”, anche questo album e’ ragionato come se fosse un romanzo o un film, dove ogni canzone e’ (anche) un episodio, un personaggio, un evento, ed i brani strumentali ne costituiscono una colonna sonora. Musicalmente e’ un’interpretazione del cantautorato nostrano piu’ classico e della new wave “colta”, affiancati ad un’elettronica che scandisce e sottolinea i tempi di narrazione, sia letteraria che musicale.

SIMONE PIVA & i VIOLA VELLUTO - “SP&iVV” Blue Tattoo Music / Gartin Records Hanno vinto il PREMIO PIVI (miglior documentario) con “Ai Confini del Rock”, suonato in giro per tutta Italia su palchi prestigiosi. Dopo un album e un EP ritornano con un nuovo disco. E questo disco e’ un viaggio. Dove una volta esistevano le Province ora sono rimaste solo Frontiere.

La Rivoluzione sta nell’Evoluzione all’interno della quale l’uomo e’ rimasto per troppo tempo Scimmia. Il viaggio ripercorre varie citta’ europee e cerca di riportare all’interno delle canzoni sensazioni e sentimenti di quei luoghi così riconosciuti e poco apprezzati da tutti.

Il disco e’ ispirato da Sergio Leone ed Ennio Morricone cercando di portare il Rock ad un immaginario Western, sia nelle musiche che nei testi.

IOMMI - “L’ABBRACCIO” I dischi di Leo Otto pezzi, trenta minuti. Forse puo’ sembrare poco ma i dischi pop devono bruciare in fretta. Alessio e Francesco non si vergognano certo ad ammetterlo: il loro e’ un disco pop, o meglio un disco Pop con la P maiuscola. E’ un disco Pop colorato e ricco, costruito su giri di chitarra classici ma inossidabili. E’ un disco Pop che ama nascondere le citazioni musicali, alcune sottili, altre un po’ meno. E’ un disco Pop che si diverte, e che vuole farti divertire. E’ un disco Pop come sono stati Pop i Teenage Fanclub, o gli Auteurs. E’ un disco Pop per chi si ricorda i Teenage Fanclub, o gli Auteurs. E’ un disco Pop per chi si ricorda cos’e’ stato il pop degli anni ‘90: gli overdrive nei chorus (Surreale - Nuova Dimensione), le ballad sospese e acustiche (Il Colore della Notte - Maria) i brani con i ritornelli killer (Nuova Stagione).

NERANEVE - “EDERE” Distribuzione: Zimbalam Con una naturale attitudine a scrivere canzoni catchy molto pop, e una grande capacita’ di lavorare sui testi con in testa il cantautorato classico, NERANEVE ci regalano 11 brani di grande intensita’. 11 brani in cui la tradizione della canzone italiana viene resettata grazie alla indubbia capacita’ compositiva nei testi di Claudio, e grazie anche a un impianto sonoro che guarda dritto in faccia alle grandi ed emozionali aperture rock di certo rock inglese classico (U2 su tutti) e all’indie sognante, per niente lo-fi, per niente loser. Registrato in completa autonomia dalla band romana, ha un suono cristallino, senza sbavature.

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ALBUM: Slip EP ARTISTA: Gli altri / Uragano IN UNA PAROLA: moneta Lupix Ho pensato: una collaborazione di due gruppi in un EP … due gruppi , due generi , sarà come lanciare in aria un moneta.

Ed effettivamente è stato così ma con la sorpresa di scoprire che è una moneta con due facce uguali.

Due gruppi carichi e aggressivi.

Guardando la copertina dell’EP , una barca di carta in mezzo al mare in balia delle onde , non so perchè mi ha fatto pensare a un sound aggressivo si ma non troppo.

Sbagliavo. Quanta carica!

Partiamo da “Gli altri”. Cinque ragazzi di Savona che sanno il fatto loro.

Le sonorità quasi noise, a tratti comunque graffianti e a tratti comunque hard core aprono la strada a una voce carica e aggressiva.

Dispiace quasi che abbiamo messo solo tre brani.

“Disegnare il moto” ha una marcia in più. Strumentalmente un passo avanti. Unica “pecca” voce un po’ troppo in sottofondo. E peccato perchè meritano.

Poi arrivano gli “Uragano” e … BAM! Quale nome potevano scegliere se non questo?

Quando parte “Amy” ti senti letteralmente sbalzato via.

Quanta cattiveria. Poi parte la voce ed è la botta finale.

Siceramente non saprei a quale genere accostarli di preciso di sicuro avessi avuto una mazza in mano avrei sfasciato casa … può essere un genere questo?

Una pecca anche qui però. Su tre brani la scelta di “Interludio” lascia un vuoto.

GLI ALTRI Gabriele Lugaro / Chitarra e Voce Andrea Nocco / Chitarra e Cori Andrea Avalli / Basso Lorenzo Colonna / Batteria Manuel Rosso / Violino Elettrico https://www.facebook.com/glialtrisavona?ref=ts&fref=ts http://glialtri.bandcamp.com/

URAGANO Luca Francesco Alekos https://www.facebook.com/uraganolaband?ref=ts&fref=ts http://uragano.bandcamp.com/ http://www.mediafire.com/view/feuatnzqqqfpnze/Gli_Altri_Uragano_Split_(2014)

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Come vorresti

addormentarti ora, ma, complice il silenzio, il vuoto ti divora e come vorresti cadere nello stesso sonno profondo della gente per bene di questo buco del culo del mondo.

E urlate sirene, suonate campane, gridate allarmi, a devastare questa quiete, perchè tu non dormi.

Non dormi - Giorgio Canali & Rossofuoco

Zac – hei Giò stavo pensando a quanto sia difficile studiare la geografia: tutte quelle nazioni, quegli stati, quelle città, è una vera palla. Qual è invece, secondo te, la materia più difficile da studiare?

Giò – hai ragione la geografia non è semplice ma secondo me la Matematica è peggio: ha più problemi!

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ALBUM: Città Perdute ARTISTA: Franco Gullotta IN UNA PAROLA: ipnotico Lupix Inizio l’ascolto del disco. “Deserto Segreto” è il primo brano.

Partono questi suoni aspri, quasi mi entrano nella testa, rimango un po’ perplesso poi arriva lui.

Il basso emerge dal sottofondo, morbido e impercettibilmente funky.

Dopo pochi secondi tutto torna a suo posto e tutto suona alla perfezione … si crea un sound che ricorda ambientazioni post apocalittiche il che spiega (per quanto riguarda me per lo meno) la scelta del titolo “Città Perdute” e l’immagine Maya usata!

L’assenza di voce si fa sentire purtroppo. Più che altro per la durata dell’album.

Mi è piaciuto molto ma non son riuscito ad ascoltarlo tutto “d’un fiato” .ho dovuto suddividerlo in tre ascolti.

Ci vuole coraggio a fare una scelta del genere ma penso che Franco Gullotta susciterà l’attenzione di qualsiasi amante della musica.

Se mai un giorno girerò un film alla “Mad Max” questo disco soddisferebbe l’intera mia scelta della colonna sonora.

“Karma” è un brano che vorrò sempre in macchina. Insieme a “Nuvole Nere” e ovviamente a “Desreto Segreto”.

Un buon disco che potrà far da base per ognuno che ha bisogno di un momento di sregolatezza allo stato puro.

Franco Gullotta http://totenschwan.bandcamp.com/album/citta-sepolte

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1) Il Nulla - The Zen Circus 2) Pertanto - Il Pan del Diavolo 3) Tempi Bui - Ministri 4) Dimentica - sick tamburo 5) Non dormi - Giorgio Canali & Rossofuoco 6) Charlie fa surf - Baustelle 7) Velleità – I Cani 8) Evoluzione - Shandon 9) C’è Crisi - Bugo 10) Ubriaco canta amore - Bandabardò

Zac e Giò seduti in un autobus Zac – hei Giò! Giò! Togli quelle cuffie! È appena entrato un tizio con una pistola urlando: Fermi questa è una rapina!

Giò – Maroooooò Zac! La devi smettere di farmi prendere di questi colpi, pensavo fosse il controllore!!

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A cura della Dott.ssa Agnese Monaco 1. Matrimoni e Funerali è il tuo ultimo lavoro. Talento, una calda voce, esperienza, musicalità sono le qualità che spiccano nell’immediato in questo nuovo e spettacolare lavoro. Vuoi parlarci del perchè hai accostato la gioia e il dolore di questi eventi? Forse per descrivere il percorso di ogni individuo? Quanto dunque si barcamena l’uomo nel turbine di questi eventi?

Tutto nasce dall’idea di scrivere un concept album, anche se proprio concept non lo è, nel classico utilizzo del termine. Una sorta di disco che parlava della vita e della morte.

Quindi dalla nascita alla fine della vita, e dunque alla morte.

Infatti il primo pezzo s’intitola come agnelli in mezzo ai lupi e l’ultimo cenere alla cenere . In mezzo c’erano varie situazioni che nella vita si possono presentare. Ho voluto anche giocare in maniera ironica e dissacrante su questi argomenti, un po’ per esorcizzare l’argomento morte, nonostante esso sia sempre molto delicato. Ma soprattuto per far capire come tutto sia legato, come tutto abbia un inizio e una fine, come sia ciclico, come veniamo al mondo quasi per caso, anzi assolutamente per caso! Viviamo la nostra vita bella o brutta che sia, poi siamo destinati a terminarla e lasciare spazio a qualcuno che verrà al nostro posto dopo di noi. La cosa migliore che possiamo fare è quella di vivere in maniera dignitosa, la nostra vita e di lasciare il mondo che ci è stato dato, nel miglior modo possibile. Quindi diciamo così , è una sorta di gioco - scherzo su quanto sia sottile e casuale tutto ciò che ci circonda, la nostra vita stessa ed il valore che diamo ad essa. Ho voluto prendere spunto da culture diverse dalla nostra, dove la morte è vista in maniera differente, come ad esempio nella cultura messicana. Infatti nel giorno dei santi e dei morti, tutto viene esorcizzato con delle maschere colorate e scheletriche, dove alla fine in qualche modo si prende in giro il fatto stesso di morire. Questo non significa che poi non avvenga, la vita dice che noi abbiamo un inizio alla fine. Mi riferisco alle maschere che ho inserito nella copertina dell’album.

2. Proprio nella canzone Matrimoni e Funerali che da il nome all’album, percorri l’esistenza dalla nascita fino a come dici tu nel testo “poi diventi cibo per i vermi”, cosa dovrebbe fare l’uomo per sfuggire a questa tragica esistenza del ciclo della vita?

No, guarda non può far niente, può vivere al meglio, può dare il meglio di se stesso, o comunque ognuno vive la sua PAG 9

vita come può e come riesce. C’è una grande frase che mi ha aiutato a scrivere questo disco. Ed è di un grande pensatore del nostro tempo, secondo me, uno dei più grandi, si chiama Woody Allen. Lui dice che :”La vita è terribile, orribile e miserrima, però è terribilmente corta”. Cosa vuol dire questo? Significa che la vita può essere ricca di orrori, però purtroppo è sempre troppo corta. Qualunque tipo di vita abbiamo da vivere, essendo più o meno fortunato, comunque in tutti i casi la fine arriverà. Noi possiamo dare il meglio di noi stessi, cercare di rispettare gli altri, ma il significato è che quello che ha inizio ha anche una fine. Noi non possiamo fuggire all’ineluttabile storia che la vita ha.

3. “Dimmi quale è il tuo altare” , ... dimmi in che cosa ti rifugi... in che cosa credi...da che cosa ti distingui o in che cosa ti riconosci?” … “ti hanno insegnato a non pensare...”? Cisco queste alcune parole estratte dalla canzone “Il tuo altare” , mi rivolgo a te, in cosa credi? Quanto è fondamentale pensare nonostante l’ottenebramento cerebrale giunga vorace sulle nostre teste?

Io credo fortemente nelle persone, credo in quello che è concreto, in quello che è reale. Come una sorta di San Tommaso, cerco di toccare con concretezza quello che vedo e in qualche modo ad assaporarne tutti gli odori e tutti i sapori.

In quelle cose lì io credo. Più vado avanti e più faccio fatica a pensare a quello che non c’è ed a quello che mi hanno indottrinato a pensare da bambino, sia esso religioso e sia esso politico. Non faccio solo un discorso religioso. Credo che spesso perdiamo come società e come persone il senso concreto delle cose. Tendiamo a rifugiarci in cose che ci danno sicurezza, che ci danno tranquillità, ma che non hanno secondo me alcun valore, non solo in riferimento a cose religiose o spirituali, penso anche a quelli che passano la vita credendo nella propria squadra di calcio, nel proprio partito, buttando tutti i valori all’interno di questa “fede” religiosa, come in una sorta di rito. Forse per un periodo della mia vita ho fatto anche io questo errore. Adesso credo di avere la mente più libera per non commettere questi sbagli. Quindi bisogna stare attenti a quello che ci vogliono far credere, a quello che ci vogliono far pensare sia giusto ed a quello che sia sbagliato. Perchè in quel momento in cui cadiamo in quel tranello, smettiamo di pensare con la nostra testa. Infondo se ci pensiamo, la geografia è destino, noi siamo nati qui in Italia e pensiamo in un certo modo, ma se fossimo nati in Africa probabilmente avremo altri valori ed altre cose. Se fossimo nati in Asia altri ancora, in America PAG 10

ancora altri diversi. Quindi quella sottile, o grande , differenza che trovo nel pensare in questo modo, deduco che alla fine la cosa migliore sia ragionare sempre con la propria testa.

4. La collaborazione con Pierpaolo Capovilla, Massimo Zamboni, Angela Baraldi, Le Mondine di Novi, il Piotta, Giovanni Rubbiani e Kaba Arcangelo Cavazzuti, cosa ti ha donato in termini interiori? Quanto è stato piacevole collaborare con loro?

Alcuni erano persone amiche che conosco da tanto tempo come Massimo Zamboni e Angela Baraldi con cui ho condiviso il palco diverse volte negli ultimi due/tre anni. Con loro c’è un continuo scambio di vedute, idee, di punti di vista anche diversi con cui ci si confronta sulla musica, su quello che ci circonda e non solo. La sorpresa più grossa delle mie collaborazioni di questo disco è stata quella con Pierpaolo Capovilla, perchè è stato di una disponibilità e di una gentilezza che raramente ho trovato in colleghi di ambito musicale. Noi ci eravamo visti un paio di volte in situazioni live, dove le nostre strade si incrociavano. E quando ho scritto questo pezzo “Supermarket” ho pensato che lui avrebbe potuto fare la sua parte in quel pezzo lì, visto gli argomenti e i valori toccati. L’ho chiamato, gli ho inviato il pezzo ed ho trovato una disponibilità che davvero rarissimamente ho avuto in cantanti, anche meno impegnati e meno famosi di lui. Quindi sono rimasto colpito favorevolmente dalla sua disponibilità per essere coinvolto in un progetto dove poteva tranquillamente dire di no o non sentirlo suo. Alla fine ha fatto una ottima parte ed ha arricchito il pezzo in una maniera incredibile. Stessa cosa vale con Piotta che conosco già da tempo, ci siamo incrociati varie volte, però anche lui ha avuto una disponibilità di massima pregevole sul brano “il tuo altare” , addirittura scrivendo la sua parte rappata, centrando benissimo gli argomenti trattati nel brano.

5. Ogni canzone è davvero un capolavoro, il comunicato stampa esordiva dicendo che il tuo album fosse una sorta di concept sulla vita. Sinceramente io lo reputo di più un concept sull’interiorità dell’uomo e solo consequenzialmente l’ampliamento all’esterno. Sbaglio?

No , non sbagli, dici bene , perchè parte da quello che ognuno di noi prova internamente, con i sentimenti, con la propria testa, con il proprio stato d’animo. E quindi se vogliamo fare un breve tragitto è questo sentire “dentro di se stesso” che si trasforma in canzoni di vita e di morte. Matrimoni e funerali è quello, è la metafora della vita e della morte, però nasce, come hai detto tu, da un grande ragionamento interiore e da una grande riflessione. Non a caso i miei album escono ogni 3 o 4 anni. Non faccio un disco all’anno, come fanno spesso altri cantanti o gruppi, perchè magari devono mantenere un fatturato che li possa mantenere. Io scrivo e faccio album solo quando ho qualcosa da comunicare o da dire. Quando non avrò più quell’urgenza, quella foga comunicativa, smetterò di far dischi. Spero che questo non accada mai, però fare dischi inutili per un semplicemente fatturato, credo sia un danno per se stessi, per l’economia in generale e per la cultura soprattutto. Tornando alla tua domanda, dico di sì, parte da considerazioni molto interiori, forse è un album più interiore di quanto io stesso riesca ad PAG 11

immaginare. Io ho cercato di concretizzare molto a livello di testi per non renderlo troppo personale, troppo privato e difficile; diciamo più sulla concretezza, però hai letto bene.

6. Nella canzone “Chiagne e fotte”, secondo te si piange di più o si raggira di più il prossimo?

In questo periodo penso che vadano di pari passo. Ovviamente è una canzone dedicata al nostro paese come si evince. Entrambe le cose vanno di pari passo, sembra che sia diventato uno sport nazionale quello di lamentarsi con tutti. Soprattutto lamentarsi e spesso cercando di fottere gli altri, i tuoi vicini, i tuoi concittadini, perchè è meglio fregare che essere fregati. Questa è una cosa che ho sentito troppo spesso e ciò mi da molto fastidio. Credo che uno dei grandi limiti dell’Italia sia proprio questo modo di ragionare e questo modo di fare, “piango, piango, intanto fotto”. In questi periodi di crisi soprattutto, anche se è una parola che non sopporto più, e non mi piace sentire. Questo continuo lamentarsi di ogni cosa e aspettare che altri facciano per te o comunque trovare un modo per fottere qualcun altro con la scusa della lamentela è una cosa disgustosa.

7.Piedi stanchi, Cisco il suo porto l’ha trovato nella vita?

Che ruolo ha per te la speranza in questo ciclo di vita?

Io ho sempre creduto nella curiosità, nell’interesse, nel girovagare, questo vuol dire essere curiosi anche nel nostro quartiere non necessariamente all’estero. Non barricarsi in casa. Ho sempre creduto che questa cosa sia fondamentale per crescere come uomo, come cittadino. Ho sentito il bisogno di cantare una canzone che forse non è molto chiara nel testo, ma è figlia anche di alcune delusioni ottenute, umanamente parlando nella vita. Quando sei provato, hai preso delle bastonate, non hai più la forza di quando avevi venti anni, senti il bisogno di avere un porto sicuro, un posto sicuro dove ricostruirti e ripartire. Non il fermarsi e nascondersi ma il cercare di ricostruirsi per poi ripartire.

Ecco fondamentalmente quello che la canzone vuole dire, anche se magari è meno chiara di altre. C’è una parte della canzone che dice: ”ci sono stati troppi tradimenti vissuti” e quindi dopo tanti tradimenti ho bisogno di trovare un po’ di pace. Questo è un qualcosa che proviamo tutti ad un certo punto della nostra vita. Secondo me è importante trovare delle basi su cui ricostruire se stessi, ritrovare i propri valori e poi andare avanti. Ripartire e non fermarsi mai. La vita infondo è anche questo, andare in giro, conoscere gente, essere curioso, confrontarsi con altre culture, non aver paura del diverso, ma confrontarsi con gli altri per migliorare e per crescere.

8. Perchè accostare il mondo ad un girarrosto? Per sottolineare lo smarrimento ed il marasma di questa terra?

Sinceramente questo album dalla prima all’ultima traccia a me pare pura poesia di consapevolezza. Con semplicità ed allegorie cerchi di razionalizzare ciò che nel mondo ci circonda, dove qualsiasi religione ha la sua importanza.

A tal proposito che ne pensi dei turpi avvenimenti terroristici?

Il mondo è un girarrosto metaforicamente parlando. Storicamente è ciclica la vita ed è ciclica anche la sicurezza che ci siamo costruiti intorno a noi. Può essere che noi pensiamo PAG 12

di vivere nel più sicuro dei mondi, per poi essere costretti a ridiscutere tutte le nostre certezze e poi trovare altri lidi dove andare a costruire la propria vita. Probabilmente nell’800 gli immigranti italiani non pensavano di dover migrare in America o in altri continenti per costruire il proprio futuro.

Però la storia ha voluto questo. Adesso stiamo vivendo la migrazione contraria, cioè i migranti africani e dell’est che sono venuti da noi. Chi lo dice che tra trenta anni non sia il contrario e quindi che noi dovremmo chiedere aiuto a loro? Un po’ sta già accadendo in piccola parte. Molti italiani stanno andando all’estero a cercare fortuna. Questa è una cosa concreta, che è in atto. Cerchiamo di capire che il migrante che viene qui a cercare aiuto, potremo essere noi tra qualche anno oppure sono i nostri nonni o bisnonni che lo hanno fatto andando in America in cerca di fortuna. Se la storia è questa, mi fa capire che il mondo è un girarrosto, che oggi tocca a noi , domani tocca a loro e dopodomani tocca ancora a noi. L’importante secondo me è esser pronti ed essere elastici nel capire che le cose potrebbero andar così.

Riguardo agli eventi terroristici è un argomento su cui ho sentito parlare troppo a vanvera. Siamo stati tutti bravissimi a spendere solidarietà per i disegnatori di Charlie, quando magari ci siamo dimenticati molto in fretta di altre situazioni che ancora esistono nel mondo. Trovo veramente di una ipocrisia insopportabile questo modo di fare del mondo occidentale, che quando siamo toccati noi in prima persona, siamo tutti , diciamo così, pronti ad una finta solidarietà che dura l’attimo di un tweet o l’istante di un messaggio su facebook. Io credo che la solidarietà sia fatta in un altro modo, sia nella concretezza e sia nella coerenza di come si è vissuti e di come si vive. Il terrorismo andrebbe combattuto con cultura e con valori e non con finte solidarietà da tweet o da facebook. Credo che sia un modo sbagliato di porre la questione. Poi il mondo sappiamo che è così. A molta gente va bene che sia così. C’è chi lavora per creare terrore e non per diminuirlo, perchè esso può far gioco alle varie società ed ai vari stili di vita. Il pericolo che trovo peggiore è quello inerente all’ipocrisia su queste cose.

9. Cosa è nel senso più aulico per te il supermarket? Mi riferisco al messaggio del consumismo che ci asfissia.

Con la canzone Supermarket infatti ci mostri la folle corsa verso la mania di comprare. Cosa a tuo avviso ancora non si riesce a comprare? Oppure è tutto acquistabile?

Io credo che sia tutto acquistabile. La cosa terribile è quello che anche le cose più bieche, che è meglio non sapere, sono acquistabili. Io credo che la vita umana sia acquistabile. Se questa è la società in cui viviamo oggi allora io mi tiro fuori.

La critica è proprio riguardo a questo modo di ragionare, ossia che viviamo in una società consumistica e questa è l’unica soluzione. Io credo che non sia vero. Ritengo che prima o poi metteremo in dubbio anche questo tipo di società. E’ stato messo in discussione, e cancellato il sistema comunista, ma credo che sia altrettanto terribile il sistema consumistico n cui stiamo vivendo e questa cosa apparirà prima o poi sotto gli occhi di tutti e verrà messa in discussione. Io credo che non sia pensabile un mondo dove tu puoi acquistare e cambiare cose ogni giorno. Ma dalle cose più semplici. Prima duravano più le scarpe che le persone, ora invece PAG 13

se non cambi scarpe quasi ogni giorno sei considerato un pezzente. Ecco io sono fuori da quel mondo lì. Questa cosa è terribile per me e non credo sia giusto costruire una società su questi valori di consumo smoderato, ma da tutto, dalle micro cose a quelle più ingombranti. Per fare tutto questo togliamo ad altri e magari proprio ad altri rifiliamo rifiuti.

Ma credo che prima o poi tutto questo verrà alla luce e sarà modificato, perchè è insostenibile.

10. Come agnelli in mezzo ai lupi è la canzone che apre il tuo ultimo lavoro, cito: “...disarmati in questa guerra... per ogni evoluzione c’è un prezzo da pagare, mentre i padri ci sorridono e ci insegnano a pregare. Con le mani instancabili, trasformando la nostra realtà... abbandonati in questa terra... sacrificati in questa terra... tra il fuoco in questa guerra...” . Quale è secondo te la guerra più grande? Chi al giorno d’oggi è ancora un agnello? Quanti lupi e lupi travestiti da agnelli hai conosciuto nella tua vita?

La guerra in questo concetto è la vita. Noi veniamo buttati in questo campo di battaglia che è la vita e siamo abbandonati a noi stessi. Poi in qualche modo ognuno viene cresciuto secondo alcuni valori ed aiuti. Però anche gli indottrinamenti che subiamo sono forzature che l’uomo subisce da bambino e poi lo segnano per tutta la vita. Quindi voglio dire che noi veniamo scaraventati qui, in questo modo, nel mondo e bisogna cercare di mantenere la rotta e gli occhi aperti, cercando sempre di ragionare con la propria testa.

Ok, veniamo instradati ed indottrinati in certe e determinate situazioni, ma quando diventiamo adulti dobbiamo avere la lucidità di ragionare e confrontare sempre senza dogmi e restrizioni. So che è difficile ma questo credo sia il modo più sincero ed onesto per mantenere la rotta ed avere una vita dignitosa, in questa guerra che è in questo caso la vita.

I lupi sono tanti, perchè sono quelli che ti vogliono indottrinare e farti stare dalla loro parte. Partendo dalle religioni, dai sistemi socio-politici, ecc. Sono tutti metaforicamente lupi. Ognuno secondo me ha la forza e la capacità di ragionare con la propria testa. E questa secondo me è l’arma più importante che abbiamo per combattere questi lupi. Magari ascoltiamo, ma, poi ragioniamo con il nostro cervello e questo ci può salvare dall’indottrinamento forzato e dalle cose che ci vogliono far credere.

11.”Sangue, sudore, sangue, merda questa è la vita è così se vi piace... è così se vi pare...” , in realtà in una chiave molto pragmatica, biologicamente è questo che accade durante la nostra vita. Tu nei vari testi la stai ripercorrendo sotto molti aspetti, da quello religioso a quello biologico. Passando per le relazioni interpersonali. Ora mi chiedo in tutto ciò cosa per te spinge l’uomo ad andare oltre?

Il migliorarsi, il non fermarsi e l’andare oltre. Ma se tu parti dal fatto che la vita è sangue, sudore e merda e non esiste la vita da favola perfetta e fuori dai guai, allora con questo concetto hai un arma in più per difenderti dal resto. Io per anni, devo dire anche in maniera molto ingenua, e qui faccio una piccola autocritica, ho sempre pensato, lavorato e sperato in un mondo migliore dove tutti fossero felici. Ecco questa cosa qui è una vera ipocrisia. E’ un errore perchè la PAG 14

vita è sangue, sudore e merda ed anche nel migliore dei mondi ci sarà chi ti fotterà, e chi piangerà per fotterti. Una volta che hai appreso che la vita è sangue sudore e merda hai un arma in più per difenderti in questo percorso che ci aspetta. Ti può capitare di trovare quelli che pensi che fanno per te qualcosa, e poi li trovi dall’altra parte della barricata. Questa cosa in Italia è sotto gli occhi di tutti politicamente parlando e non solo. Quindi Sangue sudore e merda è la vita. E’ uno dei modi più concreti, pragmatici come hai detto tu, se vogliamo un po’ cinici per descrivere cosa è la vita ad uno che si approcia a viverla, ad un ragazzino, questo però cercando di comunicare il valore, l’importanza della vita ed il rispetto per le altre persone. Non c’è bisogno di creare altra merda nella vita, ce n’è già troppa. Una volta che lo sai cerca di viverla con quella consapevolezza senza crearne altra.

12 “...Tutti a finire sotto terra... muoiono alla fine tutti quanti...” Queste le parole estratte dal testo di “Cenere alla cenere” , canzone con cui concludi l’album. “...Si vive e poi si muore, per rivivere, per ricominciare...”

Quanto è importante per te il ricominciare in questo ciclo perenne che si evince dai tuoi testi? Perchè si dovrebbe ricominciare poi?

Perchè siamo esseri viventi e quindi, siamo qui nel mondo per procreare e lasciare spazio ad altre generazioni. E’ ovvio che da esseri umani abbiamo la possibilità, attraverso l’intelletto ed il libero arbitrio, di goderci a pieno quello che ci è concesso di questa vita. Ma non dimentichiamoci mai che il principale motivo per cui siamo al mondo è procreare e andare avanti come specie e come genere tra virgolette animale. In questo caso il genere umano. E che la vita è un ciclo, cioè si nasce, si cresce e poi si muore per rivivere e ricominciare. Noi diventiamo cibo per i vermi e concime per la terra che ci ha ospitato e che ospiterà altre vite. Magari un giorno arriverà la fine del genere umano, ma questo io non lo posso sapere. Poi magari si evolverà e creerà una specie nuova, in questo senso qua sono molto Darwiniano. Spero che il genere umano possa procreare a lungo e creare condizioni sempre migliori per vivere.

Però nel frattempo quello è il nostro compito. Quello di procreare e di dare continuità al genere umano. Una cosa che forse non ho detto ma che è sottolineato nel disco ossia che c’ è una via di salvezza a tutto questo che è l’arte in generale, l’intelletto e la cultura, che può dare quel senso di immortalità a chi la crea, penso ai grandi inventori, ai grandi scrittori, ai grandi musicisti della storia e questo può arricchire l’umanità intera e così è la storia della nostra vita. Ma noi siamo fatti anche per arrivare ad un nostro ciclo finale ed è andare sotto terra. Dove spesso si va a finire alla fine del nostro ciclo.

Un sentito grazie per il tempo concessomi.

Album stupendo!!!

Per maggiori info su CISCO potete visitare il suo sito ufficiale “http://www.ciscovox.it/”

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Pollario - provincia di Cutolo - Pianura Lavava Una band emergente della scena locale, i Kakatsu Bui, accorda una data per un live con Bellolio il proprietario del “PostoKePosto”, famoso locale di Pollario.

Il concerto è fissato per il 28-05-2015, soundcheck ore 16:30, concerto ore 22:30.

I Kakatsu Bui, forti di questa nuova data da aggiungersi al loro strepitoso tour primaverile (la terza data in 3 mesi), decidono che è il momento di fare il salto di qualità e cercano un gruppo che gli faccia da spalla per quest’evento! I Formula2, collaudata band della zona ma con un bacino di pubblico molto basso, sembrano proprio fare al caso dei K.B. che propongono subito la serata al gruppo scelto immaginandosi un naturale distacco di seguito e qualità tra i due complessi musicali.

Bellolio sorride ma approva la scelta dei K.B. di aggiungere un gruppo alla serata che a livello teorico avrebbe potuto aumentare gli incassi dell’evento portando più pubblico al locale. La locandina è presto pronta con tanto di scritte: Formula2 Opening – Kakatsu Bui Special Guest!

Il giorno del concerto è arrivato e i kakatsu Bui arrivano al soundcheck con 55 minuti di ritardo con la sicurezza e l’arroganza del migliore Bob Dylan, manco fossero un gruppo navigato con 30 anni

di concerti alle spalle, avvallando spocchiosi la tesi che il soundcheck si poteva anche evitare perchè tanto avrebbero regolato suoni e volumi a loro piacimento.

Bellolio, forte di una discreta esperienza maturata con la gestione di diversi locali con musica dal vivo ed avendo una buona formazione da fonico, cerca di far raionare i K.B. spiegandogli le dinamiche e le discriminanti utili a far uscire un buon suono durante il concerto; il gruppo decide allora di fare il benedetto soundcheck ma lo fa con poca convinzione e soprattutto poca fiducia nel proprietario che invano chiede l’aggiustamento di alcuni volumi per ottimizzare l’uscita del suono in sala. Dopo un ora di estenuanti battibecchi i Formula2, che nel frattempo avevano assistito attoniti e infastiditi alla scena, sono finalmente chiamati al soundcheck (anche loro) e dopo 5 minuti di prove, seguiti alla lettera i consigli di Bellolio, prendono le loro borse e vanno a mangiarsi un panino prima del concerto!

Sono le 23:05 e i Formula2 chiedono di iniziare nonostante il locale non sia del tutto pieno, i K.B. però vogliono il massimo dalla serata e cercano di ritardare il più possibile per ottenere l’esclusività di suonare e mezzanotte inoltrata con il pienone! Alle 23:30, i K.B. non sono ancora sicuri di far partire il concerto ma i PAG 16

Formula2, stanchi dell’attesa e degli atteggiamenti del gruppo che li ha invitati, decidono di attaccare gli strumenti e partire in accordo con Bellolio!

Ai primi accordi di riscaldamento la gente inizia ad avvicinarsi al palco, in prima fila gli amici dei Forrmula2 e via via tutti gli altri. I primi 2 pezzi sono una bomba e la gente incuriosita ha letteralmente invaso il locale e il concerto prende una piega esagerata! I F.2 galvanizzati dal pubblico, spingono sull’accelleratore e danno vita ad uno spettacolo incredibile che esalta Bellolio e il pubblico. I K.B. sono gasatissimi al pensiero univoco dei membri: “se stanno avendo questo successo i Formula2 figuriamoci quando toccherà a noi!!”. Intanto l’esibizione dei F.2. È terminata dopo il primo e il secondo BIS chiesto in sala dal pubblico divertito che si complimenta con la band che ne approfitta per vendere un centinaio di CD. Anche Bellolio incredulo è soddisfatto della prova ma è il momento del main event!! i K.B. salgono sul palco e ignorando completamente i consigli di Bellolio durante il soundcheck del pomeriggio, alzano tutti i volumi al massimo e iniziano la loro serata: il risultato è catastrofico. I suoni sono troppo alti, non si capisce la musica, non si capiscono le parole, quello che si avverte è solo rumore. Bellolio cerca invano di sbracciarsi e far abbassare un po i volumi al gruppo

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che però non ne vuole sapere e con gesti di stizza invitano il proprietario del locale a togliersi di mezzo e lasciarli fare. Presto anche il pubblico infastidito dalla musica troppo alta e quasi intontito, abbandona pian piano il locale e quando ormai arriva l’1:15 del mattino il locale è semivuoto e mancano ancora 2 pezzi. Il cantante dei K.B. inizia a dare segni di nervosismo e appena finito l’ultimo pezzo corre via senza salutare lasciando tutto sul palco.

Bellolio cerca di spiegare con toni calmi cosa probabilmente era accaduto ma i componenti dei K.B. trascinati evidentemente dal gesto del loro leader offendono il proprietario del locale dando a lui tutta la colpa del fiasco completo della loro performance. I giorni a seguire i K.B. sui social network si scusano con i loro fan spiegando che è stata tutta colpa del fonico. I Formula2 nel frattempo, che grazie a quella serata avevano ottenuto importante visibilità, vengono contattati da una piccola etichetta indipendente e iniziano una carriera di tutto rispetto. 2 anni più tardi i F.2. Organizzano un tour nazionale che li porta a diventare una band affermata e come ultimo live del tour scelgono proprio il PostoKePosto che è subito sold out dopo sole 2 settimane dall’annuncio della data. I Formula2 invitano i K.B. ad aprire il concerto con il consenso di Bellolio ma la band rifiuta.

Zak

GIOVANNI A cura della Dott.ssa

TRUPPI Agnese Monaco

1. “GIOVANNI TRUPPI” è il tuo ultimo lavoro. Empatia, padronanza e coinvolgimento con il pubblico, sono alla base del tuo modus vivendi. Ma chi è Giovanni Truppi sul palco e nella vita quotidiana?

E’ difficile dirlo al di fuori delle canzoni, probabilmente le canzoni e i concerti sono un buon modo per farsi un’idea.

2. La copertina dell’album è formata da una serie di disegni. Molti i nudi, tra le facce umane, risalta agli occhi una aliena. Le immagini sono abbastanza irriverenti, cosa rappresentano per te? Una genesi umana sotto una diversa luce?

Sicuramente la genesi può essere un riferimento per la copertina disegnata da Cristina Portolano. In realtà il punto di partenza era una semplice foto di gruppo con tutti i personaggi del disco, mi sa che poi si è fatta un po’ prendere la mano.

3. L’album affronta svariati temi ed illustra le tue considerazioni su ciò che stiamo vivendo. Di singolare entità è la canzone “Lettera a Papa Francesco I”, un inno alla salvezza dedicato al nostro Santo Padre, splendide le parole : “...Passano come nuvole di cavallette e non resta più niente...” e “Siamo naufraghi nello spazio...”. Concludendo con : “ … dei sogni sognati da tutti...”, Vorresti approfondire ulteriormente il concetto espresso?

E’ difficile per me fare più di quello che con molti sforzi faccio attraverso le canzoni, inoltre il testo a cui fai riferimento è quasi del tutto scritto da Antonio Moresco. Io mi ci sono trovato in sintonia e gli ho chiesto di poterlo cantare.

4. La collaborazione con lo scrittore Antonio Moresco quanto ti ha arricchito? Quanto è importante la coesione tra testo e musica?

Quando ti troveremo nuovamente in tour? Dove potremo seguire tutte le tue novità ?

Mi ha arricchito un bel po’, la coesione è importante, questo mese parte il tour e le novità si possono seguire su Facebook e sul mio sito.

5. Termini “GIOVANNI TRUPPI” con la canzone “Eva”. E’ più lenta rispetto alle altre. Quasi come un ritorno all’origine. Sembra quasi un circuito che riporta il tutto all’equilibrio iniziale. Apri l’album con una sorta di esortazione a te stesso, con la canzone “Stai andando bene Giovanni”, come se percorressi un tortuoso percorso, durante questo viaggio tra le note, enuclei la nostra situazione attuale, sotto più punti di vista e sotto svariati temi, per poi appunto ritornare alla quiete prima della tempesta. In tutto questo cammino cosa consideri essere la tua “Eva”?

Dal mio punto di vista Eva potrebbe essere tutti noi, quindi innanzitutto io. Soprattutto se il Paradiso rappresenta le cose perdute di ognuno di noi.

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Zac & Giò ARIETE I nati sotto questo segno in questo periodo si guadagneranno l’insolita ma sempre entusiasmante fama di pezzo di merda. Armatevi di coraggio e Arnica Gel!

TORO Nonostante un’ ottima condizione atletica, i Tori saranno assaliti nelle prossime due settimane da un onda anomala di scoglionaggine globale e letale!

Caffeina a gogò

GEMELLI L’ Allegria caratterizza le giornate dei gemelli. Sarete sorridenti sempre senza motivo, tipo assuefatti, tipo drogati, tipo..controllate bene che sia farina quella nella dispensa!

CANCRO O madonna che segno di merda! Noi continuiamo a pensare che dovrebbero cambiare nome a questo segno. Cioè porta sfiga, firmiamo una petizione per cambiargli il nome!

LEONE E qui inginocchiatevi e abbassate la testa in segno di rispetto nei confronti di questo segno: Avrete lunghi giorni di gloria, infiniti, bellissimi, indimenticabili, una figata!

VERGINE I Vergine da che mondo e mondo sono soggetti antipatici, con la puzza sotto il naso, infidi, viscidi, non c’è motivo per cui abbiano dei giorni felici. Attendiamo smentite ma nel frattempo godetevi almeno un paio di settimane di merda

BILANCIA Per i Bilancia sarà un periodo di incomprensioni, qualsiasi cosa diciate sarà interpretata male. State zitti o alla più puttana parlate Ungherese per un po’

SCORPIONE Gli scorpione avranno un sacco di ottimi “business plan” tra le mani e tante prospettive lavorative; peccato che nulla di tutto questo andrà a buon fine nei prossimi 45 anni

SAGITTARIO Poche parole e tanti fatti per questo segno che vive un momento insolitamente felice. Dovrete dividere questa beatitudine con un piccolo fastidio che poi si rivelerà un vero e proprio bastone nel culo. Aia!

CAPRICORNO Il gioco d’azzardo vi toglierà parecchie soddisfazioni: giocate, azzardate, non abbiate paura di sperperare patrimoni!!! (gestisco un piccolo casinò a rimini..contattatemi)

ACQUARIO Visto che fate tanto i fenomeni vi svelerò un segreto per riuscire in tutto ciò in cui vi vogliate cimentare nella vita e lo farò come se parlassi sott’acqua: GLFTRWEWEWGF

PESCI Certo avete passato periodi migliori e sicuramente non saranno giorni indimenticabili ma vogliamo stimolarvi: sarà così per tutto il resto della vostra vita!

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ALBUM: Cane Cavem ARTISTA: Cani dei Portici IN UNA PAROLA: pogo Lupix Terrò d’occhio Bologna perché devo vederli assolutamente dal vivo.

Suoni bilanciati e prepotenti.

Non so se i “Cani dei Portici” saranno daccordo o se era il loro intento ma dopo un paio di brani avevo una voglia malsana di pogare con tutte le mie forze.

Una impulso irrefrenabile che solo poche band mi riescono a svegliare.

A parte una traccia: Septem.

Septem va ascolta (a mio parere) in una stanza buia, sdraiati e da soli. Gran pezzo!

Parti strumentali davvero curate. Anche a livello di qualità di registrazione.

Quando è partita la voce però son rimasto stupito. Testi più parlati che altro.

Non ci sta male. E i testi non sono casuali e mi piace.

Però con una voce più melodica, che si mescolerebbe meglio con la parte strumentale, l’intero album avrebbe guadagnato qualche punto in più.

A prescindere che comunque han fatto un bel lavoro.

Una nota anche alla copertina.

Semplice e curiosa , comunque colpisce subito l’attenzione Sta di fatto che DEVO riuscire a vederli dal vivo.

CANI DEI PORTICI Demetrio Sposato / Batteria Claudio Adamo / Chitarra e voce http://canideiportici.blogspot.it/ https://www.facebook.com/canideiportici/info?tab=page_info

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La situazione musicale italiana è soggetta a diverse critiche da parte dei musicisti, ma qual è il motivo?

Il problema principale è che si investe troppo poco sulle nuove proposte musicali. Di conseguenza, i musicisti emergenti che hanno qualcosa di nuovo da dire si trovano a percorrere una strada davvero difficile, fin dai loro primi “mesi di vita”. Infatti, già dopo aver tirato su una scaletta per i live si presenta il primo problema: i live.

Riuscire ad ottenere una data in cui suonare è un’impresa abbastanza ardua, perché molti locali preferiscono proporre cover band che (suonando canzoni già conosciute) sono in grado di garantirgli un maggiore afflusso di gente. Quando si trova un locale in cui suonare, invece, si presenta un altro problema: la paga. Personalmente, poche volte ho avuto il piacere di proporre un cachet e sentirmi rispondere: “Si, va bene”. Ci si ritrova puntualmente a trattare per cifre al limite dell’immaginazione umana. Il culmine lo si raggiunge quando si paga un musicista al pari (o addirittura meno) di un dj. Questo avviene perché in Italia non vediamo il musicista come un lavoratore, pensiamo che gli basti starsene lì a strimpellare quando non ha niente da fare, quindi perché fare differenze tra i due? Magari fosse così!

Se a suonare è un musicista degno di questo nome, dietro a quei brani che si PAG 21

sentono durante i concerti ci sono tantissime ore di studio e di lavoro, ficchiamocelo in testa. È assurdo che nel 2015 in Italia se dici di voler fare il musicista ti guardano come se fossi un alieno.

Se, quindi, è difficile trovare date in cui suonare, lo è ancor più cercare di farsi notare dalle etichette discografiche. Lasciate ogni speranza, voi che ci provate. Anche a loro piace vincere facile e puntano su artisti che hanno già una certa popolarità e che gli porteranno guadagno in tempi brevi. Ricordo di un articolo in cui lessi che se anni fa le etichette discografiche avessero lavorato come ora, molti musicisti diventati fondamentali nella storia della musica sarebbero rimasti sconosciuti, perché purtroppo si tende a far emergere artisti che propongono un determinato tipo di musica (standardizzato, direi) di facile ascolto e che conquista subito la maggior parte degli ascoltatori e questo è molto accentuato nella nostra nazione.

Lo vivo anch’io in prima persona in quanto, suonando un tipo di musica fortemente di nicchia, mi rendo conto che i principali musicisti del mio genere sono molto attivi all’estero, mentre quelli che si mantengono all’interno dell’Italia rimangono in una penombra dalla quale meriterebbero di uscire. Questo, purtroppo, avviene per troppi musicisti davvero bravi.

Un amico che vive a Londra mi disse che la differenza tra l’Italia e l’Inghilterra è che se vai a fare un provino lì ti chiedono di sederti e suonare. A loro interessa quello, il resto

non conta. È così che bisognerebbe lavorare.

Questo è uno dei motivi della fuga di cervelli che ricordiamoci, non riguarda solo gli universitari e i laureati, ma anche i musicisti. Io stesso, finito il liceo, avrei voluto trasferirmi all’estero, perché purtroppo noi giovani non vediamo un futuro sereno in Italia e la situazione non promette di migliorare. È davvero un peccato, perché la musica si sta evolvendo in modo impressionante. Avendo un potente mezzo come internet a disposizione, i musicisti si stanno sbizzarrendo e trovano soluzioni musicali che qualche anno fa non avremmo neanche immaginato. Stanno nascendo artisti con un’originalità creativa unica, ma come tutte le cose belle in Italia, non li sappiamo apprezzare. Ciò avviene perché non investiamo più, non ci si prende più la briga di correre il rischio di puntare su qualcosa di nuovo e sconosciuto, si preferisce andare sul guadagno veloce e sicuro, forse anche a causa della crisi. Però avete mai fatto caso che la musica passata in radio al giorno d’oggi ha vita breve? Spesso dei brani (soprattutto i tormentoni) ci vengono “somministrati” ossessivamente per un certo periodo e poi spariscono dalla circolazione.

In pratica sono spremuti per ricavarne il massimo guadagno e poi chi s’è visto s’è visto. Invece i brani di qualche anno fa, che invece di essere spremuti sono stati lasciati gocciolare, vivono ancora, anche se non hanno un successo mediatico come quelli sfornati di recente.

Nel mio piccolo, l’unica cosa che mi sento di dire a coloro che vogliono proporre musica inedita in Italia, è di non lasciarsi scoraggiare, armarsi di tanta pazienza e non demordere, ma soprattutto di suonare la musica che piace a loro, non quella che piace agli altri! Troppe band fanno l’errore di suonare un determinato tipo di musica solo per attirare la gente e l’interesse dei locali. È importante avere una propria personalità, bisogna lavorare sodo e non focalizzarsi solo sull’Italia, ma cercare di far arrivare la propria musica anche all’estero, magari sfruttando internet.

Proprio questo potente mezzo, il web, permette a tanti artisti di avere una loro piccola attività e se tutti lo utilizzassimo per andare alla ricerca di un po’ di musica diversa da quella con cui ci tartassano i media, daremmo un enorme aiuto ai tanti musicisti costretti nella penombra.

Marco Ielpo PAG 22