maldive alternative
numero 3
maggio 2010
Il racconto di Anna&Michela
parte seconda!
...Si, perché anche il nostro piccolo atollo ha il suo torneo di pallavolo come si deve. A quanto sembra qui ci tengono molto, e a noi ha fatto “strano” vedere le donne del paese, tutte rigorosamente in una abbinata originale pantaloni da ginnastica-velo sul capo, allenarsi tra palleggi e schiacciate nel mezzo dell’oceano indiano al canto del muezzin (sempre lui, quello delle 4:00 del mattino e delle 4:00 del pomeriggio). Dimenticavo di dire la nota originale e fortunata della giornata: abbiamo portato in barchetta una tartaruga gigante! Le abbiamo fatto tante foto e poi l’abbiamo ributtata nella sua casa-mare… ci rimane il dubbio legittimo del suo destino: sarà mica morta di paura o sarà ancora viva e libera di sguazzare come l’aragosta??? Del resto si sa, qui poche certezze e tante sorprese, una dopo l’altra. Se poi le sorprese sono tutte come quelle che abbiamo vissuto in questo 5 di marzo del 2010 allora non abbiamo più dubbi: vogliamo vivere qui!!! (magari in compagnia, non come Kioko potendo scegliere! ).
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A domani
Aggiungo una piccola cosina. La barca di legno con la quale siamo andate a pesca pare fosse la seconda barca di Mario; “Mario tante barche”, dice lui! Bè, a vederla ci si chiede se sia uno scherzo o se galleggi davvero, se non si smonterà nel bel mezzo del mare perché uno scarafaggio è salito sopra l’asse sbagliata… ma forse anche queste tavole traballanti hanno dato i loro contributo alla magia di quel momento. Il mare piatto come una pista da bowling, un cielo limpidissimo quasi disorientante da quante stelle si scorgono, il dondolio della barca a marcare ogni nostro minimo movimento, il silenzio tutto particolare e le ombre di Mario ed Idris nella loro massima espressione di pescatori maldiviani … roba da restarci secchi dalla felicità insomma… credo che, come quando con la macchina fotografica scegli di selezionare alcune immagini per non perderne il ricordo, la mia anima selezionerà questo momento tra quelli da mettere nell’album della vita, quello dove dentro di te ritrovi le sensazioni più forti... Ecco tutto, ora posso andare a nanna anch’io. Ah, piccola nota: a sorpresa, io ed Idris abbiamo battuto Anna e Mario all’ultimo anche questa sera a Carrom!!! Yeah!!
06.03.2010 -curunoufushi finolo’ Oggi gita a Curunoufushi Finolò, è quasi più grande il nome dell’isola! “Finolò” in maldiviano significa “lingua di sabbia” il che rappresenta fedelmente il luogo privo di vegetazione dove passiamo la giornata. Arrivati alla lingua di sabbia il paesaggio, ancora una volta, è spettacolare. Oggi sembra di essere dentro la scala pantone del blu! Per arrivare alla spiaggia camminiamo un po’ in mezzo al mare tenendo gli zaini e la macchina sopra la testa (non potevamo mica rinunciare a fare le nostre foto???) perché il fondale è troppo basso perché il dhoni arrivi fino a riva. Siamo noi, i nostri zaini, il dhoni, Idris, Alibè e una lunga distesa di sabbia. Nient’altro!
La voglia di nuotare in questo mare incantevole vince ogni altra intenzione e, mentre io ed Anna inseguiamo i pesciolini che ci nuotano accanto, Idris si prodiga per costruire la versione beach di “Casa Due Palme” con dei mezzi di fortuna. Il venticello caldo non facilita il lavoro, così gli diamo una mano a completare l’opera, trasformando la nostra capanna in una specie di suggestiva vela. A mezzogiorno Idris ed Alibè ci preparano il solito pranzetto con i fiocchi: noodle al sugo di pesce (bunissimi!!!) e un pesce al curry (ottimo pure questo!). Alibè, il fratello di Idris, non scende mai dalla barca e si chiude nella sua bolla di sapone fatta di silenzi. Idris, al contrario, dopo pranzo viene in spiaggia con noi.
Peschiamo assieme qualche pesciolino, facciamo qualche foto giocando con le prospettive e facciamo un lungo bagno tra le chiacchiere! Provo anche io a pescare, ma i movimenti che sembrano così semplici e banali fatti da lui, per me sono irriproducibili ed il risultato è che la mia esca non supera i due metri di distanza dalla spiaggia… :-( Prima di lasciare l’isola raccolgo un po’ di uova di pesce fossilizzate da portare a casa mentre Anna finisce di abbrustolirsi al sole. Il ritorno è tranquillo e silenzioso, c’è chi sta sul tetto del dhoni a prendere il sole e chi cede alle suppliche della pelle che invoca pietà e decide di rimanere di sotto a leggere un libro. Il silenzio si rompe solo quando lungo la strada incontriamo Mario che va a pesca con la sua barchetta (“una delle tante”).
Let’s go to school! Il sistema scolastico delle isole Maldive, a differenza di quanto può sembrare, è molto ben organizzato e segue il metodo inglese. I piccoli maldiviani, all’età di 3 anni iniziano la scuola materna e solo un anno dopo iniziano ad imparare a leggere e a scrivere, contemporaneamente in inglese e in dhivehi. Gli insegnanti sono maldiviani o indiani e tengono la maggior parte delle lezioni in inglese. La “maestra” della scuola materna è quindi chiamata “auntie” (letteralmente “zietta”) e il rapporto che si instaura tra alunno e insegnante è di profondo rispetto.
Tutti gli studenti della “Keyodhoo school” hanno la divisa bianca e blu, i colori che la rappresentano. Nelle immagini vedete una lezione dove l’insegnante aiuta i piccoli negli esercizi di inglese. L’isola di Keyodhoo è piccola, ma i bambini che ci vivono sono circa 200 e le classi sono piuttosto numerose. Viste le alte temperature, la campanella suona alle 07,00 e ogni mattina, prima di iniziare le lezioni vengono cantati l’inno nazionale, e l’inno della scuola, accompagnati dall’alza bandiera.
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A casa prepariamo uno spuntino con i frutti della passione e la papaia che abbiamo acquistato dalla barca della frutta della sera prima. Buonissimi!! mentre anna si rilassa io vado a fare un giretto “foto” per il villaggio. Adoro la luce del tramonto e non posso andare via da qui senza aver sfruttato al meglio gli scorci e le occasioni che ci sono in queste ore del giorno. Mi prende una stretta al cuore quando scopro che l’isola è invasa da una trentina di turisti francesi che urlano, schiamazzano e fanno finta di essere gli amici del cuore della gente di Keyodhoo. Gli abitanti si trasformano, si mettono in modalità “turisti” e vogliono che entri nei loro negozi per vedere che cosa hanno da offrirmi. La sensazione non mi piace, mi si rompe un po’ la magia di sentirmi parte di loro e decido di tornare a casa. Allungo un po’ la strada e passo per il molo, dove incontro Kyoko che suona di fronte al tramonto in compagnia di una piccola bimba. Scambiamo due chiacchiere e lei mi chiede di passare una serata assieme. La invito a casa nostra, ma alla sera non si fa vedere. A casa trovo Iba e Sofoora che stanno chiacchierando con Anna, dopo un po’ ci raggiunge anche Idris. Giochiamo a Carrom con Iba questa partita maccheronica in cui nessuno riesce a buttare una pedina in buca, ma va bene così, Iba sembra divertirsi un sacco e le sue risate sono decisamente abbastanza per noi! Sofoora è entusiasta del mio bottino della giornata così le regalo metà delle conchiglie e delle uova fossilizzate che ho raccolto. A cena questa sera la tavola è ben preparata ed Idris insiste per andare a prendere la macchina fotografica che, per una volta, avevo deciso di lasciare a casa. Mangiamo granchio oggi, ma, rispetto al resto, non è un gran che.
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Anna ha la “ridarola” sta sera, e il clima di ilarità viene aumentato dal fatto che mi metto a raccontare la barzelletta della tartaruga. Idris non la capisce, ma la mia imitazione della tartaruga basta a farlo schiattare dalle risate. Mi filma persino con il telefonino. Gli racconto anche la barzelletta di Luca “chi xe che ga na moto come de mi”” revisionata nella versione Idris che guida la barca (che ci sta tutta!!). Idris ride, ma ci rimane il dubbio se l’abbia capita o meno. (Secondo noi no!). A casa due palme più tardi Idris mi chiede il bis per Mario…la cosa più divertente è dover dire “È finita!” alla fine perché loro capiscano che è il momento di ridere, io ed Anna abbiamo i lacrimoni dalle risate! Questa sera niente Carrom! Osserviamo Mario che sfoggia le sue doti di mago e concludiamo la serata con una partita Machiavelli vinta da Anna. La semplicità di Mario, il suo sorriso sempre stampato ci fanno sentire a casa. Andiamo a letto intorno a mezzanotte e mezza e, infilandoci sotto le lenzuola, buttiamo l’occhio sulla nostra pelle color peperoncino. Sarà una notte decisamente calda! 07.03.2010 - HULIDHOO Oggi si torna a Hulhidhoo con la barchetta di Mario. Prima di arrivare si fa una breve tappa a Felidhoo, dove Mario porta a destinazione tre piccole tartarughe. Arriviamo ad Hulhidhoo che l’isola è deserta, ma ben presto sbarcano qui anche alcuni italiani. Io ed Anna riconosciamo la loro provenienza da lontano. Scambiamo quattro chiacchiere con loro e scopriamo che alloggiano a “casa Barabaro” a Tinadhoo, l’isola che si vede proprio di fronte alla spiaggia.
Tinadhoo noi non l’abbiamo vista, ma ha l’aria di avere una bella spiaggia, è un peccato che non ci si possa andare quando ci sono ospiti nel’isola. Idris ci racconta che il villaggio si è svuotato piano piano, che ora ci vivono circa 20 persone e che non ci sono bambini. Ancora una volta ci sentiamo più fortunate di loro.. non riuscirei ad immaginare un villaggio senza i magici occhi dei bambini di Keyodhoo ora. Gli italiani ci invitano al barbecue che hanno preparato per loro qui ad Hulhidhoo, ma noi preferiamo continuare la nostra immersione tra la gente del posto, con i nostri amici maldiviani e con Musabè che ci porta i suoi piatti silenziosi, perciò decliniamo l’invito. Facciamo un giro attorno all’isola raccogliendo conchiglie, gli occhi attenti ed esperti di Mario ed Idris ci danno una mano nella ricerca e torniamo alla nostra spiaggia con un bel bottino. Prima del consueto snorkeling i nostri due amici ci procurano dei curumbà da bere ed un po’ di cocco da mangiare. Il programma prevede qualche ora di relax e poi si parte per la pesca al bolentino con il dhoni. Io ed Anna usiamo il nostro tempo libero per rubare ancora qualche scatto a Keyodhoo, questa volta per fortuna non ci sono turisti nell’isola!! La pesca questa sera è ghiotta di pesci. Usciamo con il dhoni in cinque: io, Anna, Idris, Mario ed Alibè. Mentre Alibè pesca silenzioso, la gara “Michy-Idris” contro “Anna-Mario” si fa interessante. Mario è supercompetitivo. I pesci abboccano di continuo e a volte sono così pesanti che io ed Anna riusciamo a tirarli su con fatica. Il bottino totale è di 27 enormi pescioni!
Al ritorno guardiamo le stelle sul tetto del dhoni, ricapitolando tutti i bei momenti vissuti in questo viaggio con un po’ di stretta al cuore per questa fine che ormai vediamo sempre più vicina. Dopo cena, si passa a Casa Due Palme, come di consueto. È l’ultima volta che dormiamo in questa splendida dimora. Domani si torna a fare l’ultima notte cullate dal mare, nelle camere del club. Idris, con la scusa di andare a vedere una tartaruga che pare sia stata avvistata nell’isola, ci trascina fuori casa. Andiamo alla spiaggia vicino alla “casa del sindaco” ed ovviamente la tartaruga non c’è … ma la verità è che non sembriamo essere particolarmente interessate alla cosa. Sono l’atmosfera che si respira in quella spiaggia silenziosa, le risate fatte in compagnia sedute in quelli sdraio sgangherati, e le foto scattate con l’autoscatto a scaldarci il cuore. Torniamo a casa a mezzanotte e prima di dormire facciamo, come vuole la tradizione oramai, una partita a Carrom… Mario ed Anna stravincono questa volta!! Quando andiamo a nanna troviamo l’ennesima bella sorpresa della giornata: il letto è completamente decorato con un enorme cuore di fiori!! Non c’è che dire, i maldiviani ci sanno fare! 08.03.2010 - HULIDHOO Ultimo giorno sull’isola, domani si parte! Oggi il programma è molto libero: snorkeling davanti ad Aarah, un’isola privata, dall’aspetto invitante, nella quale non si può entrare. I fondali sono come sempre molto belli, ma la corrente a sprazzi è forte e ci stanchiamo presto di nuotare. Usciamo dall’acqua non prima di aver visto una tartaruga sul fondo.
Prima di tornare a casa si fa una piccola tappa ad Hulhidhoo per prendere il nostro ultimo sole. Alibè rimane in barca, come di consueto. Idris invece pulisce la spiaggia. La nostra spiaggia “abituale”, sotto il palmeto, è occupata dal passaggio di pescatori locali impegnati nell’arte della pesca così io ed Anna andiamo a scattare un po’ di foto con i nostri nuovi parei nella lingua di sabbia dell’isola. A pranzo c’è Sofoora ad aspettarci. Sofoora non parla italiano, ma parla inglese meglio di noi, quindi comunicare non è un problema. Passeggiando sulla strada verso casa le chiedo se è felice della sua vita, di vivere qui e lei mi risponde che non potrebbe desiderare di meglio … allora lo sanno di vivere in un paradiso! Sanno che questa è un’isola felice, senza stress, senza cattiverie, dove i bambini possono scorrazzare liberi senza il pericolo di venire investiti da auto, moto o di capitare nelle mani di malintenzionati … lo sanno … ed io che per tutto il tempo mi chiedevo se se ne rendessero davvero conto … Per il pomeriggio non ci sono programmi, ma io ed Anna siamo ben felici di rimanere a Keyodhoo, abbiamo un’intera isola da salutare oggi! Dopo pranzo tentiamo, con scarsi risultati, di seguire gli insegnamenti di Idris su come far uscire un pesciolino, una stella ed una cavalletta dalle foglie di palma … pane per i miei denti!! Peccato che in Italia siamo un po’ carenti di foglie di palma per non dimenticarmi in fretta come si fa! Le ultime ore prima del tramonto trascorrono alla ricerca del materiale per improvvisare un quadretto di ringraziamento ad Idris. Mentre Anna non può resistere alla tentazione di prendersi gli ultimi sprazzi di sole, io recupero da una spiaggetta “poco raccoman-
dabile” quattro bastoncini levigati dal mare, alcune foglie di palma e uno spago dalla casa di Idris. Nel frattempo dal mare compare Idris con un aragosta … la NOSTRA aragosta!! Gnam gnam! Passando per casa di Mario facciamo sosta al palmento di “Mario’s Park”. Ci sono Sheefu ed il suo babbo ad accoglierci. Mario, ancora una volta, è speciale con noi. Ci regala un sacchetto di mini-noci di cocco da portare a casa. In piazza all’imbrunire ci sono tutte le donne del villaggio. Oggi è l’8 marzo, la festa della donna, e anche qui le ragazze festeggiano a proprio modo questa ricorrenza: giochi di squadra, staffette di nuoto … bellissimo, ma oramai io ed Anna non siamo più sorprese dall’intraprendenza di queste donne maldiviane che nascondono dietro al loro velo la loro apparente timidezza. Torniamo a casa e iniziamo a lavorare: io mi occupo della creazione del quadro, Anna di che cosa scriverci all’interno. È pronto giusto giusto per l’ora di cena. Si mangia con Sofoora e d Idris questa ultima sera. Il cibo ovviamente abbonda. L’aragosta è economica e deliziosa! Sofoora finito di mangiare torna a casa, mentre Idris e Mario ci accompagnano dentro la piccola palestra del club. C’è una bellissima sorpresa per noi questa sera!!! Si, un’altra!!! Questo viaggio è tutto un susseguirsi di colpi di scena! Alcune persone del villaggio si sono riunite e ci accolgono al ritmo di BoduBeru. Ma la sorpresa maggiore è il riscatto dei silenzi di Alibè. Lo sapevamo che aveva in serbo il colpo di scena finale!!! È Alibè infatti, con una voce bellissima, ad intonare tutti i canti della serata. Il primo ad invitarci a ballare è un vecchio signore scatenato.
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È divertente ballare con lui. Il modo di ballare dei maldiviani ricorda vagamente i movimenti di un volatile, così io ed Anna imitiamo i loro movimenti senza riuscire a fermarci dal ridere davanti allo sguardo sorridente di Mario che non si schioda dalla sedia. Le ragazze, a differenza degli uomini, che si lasciano letteralmente trasportare dal ritmo marcato della musica, sono timide e non ballano. Solo insistendo un po’, dopo aver letto negli occhi di una ragazza la voglia di ballare, riesco a vincere i suoi “I would like to dance but I’m too shy” e trascinarla in pista per un ballo assieme a me. Finito lo spettacolo rispettiamo le tradizioni e, nonostante l’ultima notte si dorma al club, utilizziamo il giardino di Casa due Palme per la nostra ultima partita a Carrom. Vincono ancora Anna e Mario, nonostante i numerosi tentativi di imbrogliare da parte nostra. Finita la partita chiedo ai due maldiviani di portarci a vedere le stelle. Ho in qualche modo bisogno di salutare questo cielo stellato che mi ha dato tante emozioni in questi giorni. Il cielo è una meraviglia anche sta sera e finalmente realizzo che non sono mai riuscita a vedere la Stella Polare perché dalla parte opposta riconosco la Croce de Sud, ovvero, siamo sotto l’equatore! Bè meglio tardi che mai no? Questo è un altro momento magico della vacanza. Sdraiati sulla sabbia guardiamo le stelle cadenti. Terminiamo la serata a giocare ad “Acum Bacum”, un gioco per bambini in cui nascondi una conchiglia sotto la sabbia recitando una filastrocca e l’altro la deve trovare. La filastrocca recita più o meno così:
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“ACUM BACUM DELICOLA CUM HAARI MINA’ BAHARI IACUM GHEGHE DOSHU TANDO ALOWA PAS KAMA PIS” Abbiamo provato a farci spiegare il significato delle parole, ma pare che nemmeno loro avessero le idee ben chiare a riguardo. Torniamo verso il club verso le 2:00 del mattino … arrivederci bellissimo cielo stellato, arrivederci a questo magico silenzio notturno di Keyodhoo, interrotto solo da qualche canto d’uccello … e grazie di tutto! Buona notte. 09.03.2010 - PARTENZA SI PARTE! Ci rimangono poche ore prima di salutare Keyodhoo e tutti i suoi abitanti. Oramai le valigie sono pronte, siamo riuscite a farci stare tutto (per fortuna che ho portato la valigia grande e mezza vuota!) ed io ed Anna siamo entrate in clima “partenza”. Abbiamo ancora l’intera mattinata da passare a Keyodhoo, ma oggi siamo diverse, siamo sospese, in attesa, ed il tempo quando ormai stai solo aspettando di partire sembra non passare mai … Sofoora ci ospita in aula con i suoi ragazzi. È bello vederla lavorare. I bimbi avranno circa 5 anni, ci sorprende che tutti gli esercizi siano scritti in inglese. Ecco perché qui i giovani sanno così bene l’inglese, partono già da così piccini! Qui amano essere fotografati ed io ed Anna ci sentiamo un po’ la “novità”, i bimbi si distraggono a guardarci e si mettono in posa per farsi scattare una foto, così io ed Anna decidiamo di uscire per non creare troppo scompiglio alla lezione.
Continuiamo il nostro tour passando davanti alle altre aule della scuola, dove ci sono i ragazzi più grandi, non ci sono finestre, tutto è aperto. C’è solo un tetto per ripararsi quando piove, così possiamo ascoltare qualche spezzone di lezione senza disturbare. Tutti gli insegnati in aula parlano rigorosamente inglese. Nei muri della scuola ci sono un sacco di frasi interessanti, una delle quali dice “Think, speak read and write in English”. Se si pensa che siamo in una piccola isola, persa in un piccolo atollo, perso nell’arcipelago delle Maldive, perso nell’oceano indiano, è sorprendente quanto siano avanti qui con il sistema scolastico. Dopo la visita alla scuola vaghiamo, un po’ perse, per Keyodhoo; quasi a lasciare il nostro personale saluto ad ogni luogo di quest’isola come tributo alle emozioni che abbiamo vissuto. Alla fine approdiamo sotto le palme di Mario. Sheefu si sta preparando per andare a scuola e ci accoglie in una divisa bianca e con due fiocchi di raso azzurri tra i capelli. È bellissima! Mario ci accompagna al bar davanti al porto dove ci offre il corrispondente dello spriz, ovvero una CocaCola, visto che a Keyodhoo non si vendono alcolici. Il nostro ultimo pranzo, per la prima volta, è a base di carne, quasi a reinserirci piano piano nella realtà che ci sta oramai aspettando. La barca veloce è già arrivata, salutiamo Musabè e siamo pronti a partire. Nella piazza ci attendono per salutarci Iba e Sofoora, Sheefu con la sua mamma e, giusto per finire di sorprenderci, Alibè con il piccolo Alco. Ci accompagnano tutti alla barca e rimangono a guardare mentre ci allontaniamo. Io ed Anna salutiamo con le lacrime agli occhi. È un momento intenso ed emozionante… Mario ed Idris, ci accompagnano all’aeroporto, ancora un’ora e mezza e qualche km di mare ci separano anche dal loro “arrivederci”. Quante emozioni oggi! Il viaggio verso Malè è tutto in mare aperto (Anna sembra non accusare il colpo, oramai è quasi un lupo di mare!) quindi abbastanza monotono. Mario ogni tanto riesce a scacciare la malinconia che si legge nei nostri occhi e a farci ridere con le sue trovate, usando il suo cellulare come una pedina di Carrom. Arrivati all’aeroporto le nostre due guide ci portano le valigie fino al checkin. È giunto il momento di salutarci. Vorremmo abbracciarli forte come si fa in Italia con le persone a cui tieni, ma siamo un po’ frenate da come possa essere interpretata la cosa in questi luoghi, così ci limitiamo a due baci sulle guance e ci diciamo che non è un “addio” ma un “arrivederci”. Quando giriamo le spalle e ci dirigiamo verso le partenze quella malinconia che ci si porta dentro alla fine di un viaggio così intenso e particolare, all’improvviso, ci invade.
Marco e Neviana
per il compleanno di Idrees... hanno tutti un uovo in mano, come vuole la tradizione...
dal 28 marzo al 9 aprile
“Personaggi famosi e S-P-L-E-N-D-I-D-I !!!!!!!” “Loro rendono davvero speciale la vacanza.....”
Marco&Neviana
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Keyodhoo, cosa rimane
(sempre di Michela&Anna!)
Siamo sul definitivo volo verso casa: Dubai -Venezia. Quasi due ore di ritardo, ma per noi è tempo utile, tempo “in-mezzo”, sospeso, tempo per fissare le emozioni prima di essere ricatapultate nella nostra realtà, tempo prezioso cristallizzato dentro una bolla di sapone che è l’aeroporto. Grande, gigantesco, rumoroso, colorato. Gente che arriva e gente che se ne va. Volti felici, pensierosi, pallidi o abbronzati, in attesa di sogni esotici o assorti nel ricapitolare giorni vissuti, attenti a prolungare il più possibile il non-momento del ritorno a casa. E nello spazio magnifico dell’aeroporto ancora si può fare. Pensare all’isola di Keyodoo come la “nostra isola felice” riassume immediatamente il senso di appartenenza che tutto, nell’isola, ci ha fatto crescere dentro. Tutti cercano di appartenere a qualcosa, a qualcuno. Noi ci siamo sentite di appartenere per un attimo alla sabbia bianca-calda, al sapore della polpa dei cocchi, alle risate e agli occhi dei bambini maldiviani, alla curiosità-educata degli uomini e delle donne di Keyodhoo, all’amicizia, alla vicinanza ed al calore delle nostre due guide speciali. Non c’è modo di ringraziare abbastanza chi riesce a darti il calore dell’appartenenza.E per questo saremo sempre un po’ in debito con un puntino di sabbia perso nell’oceano indiano. Non sappiamo se torneremo mai a calpestare quella sabbia, ma ciò che è importante, è averla conosciuta e amata. È importante sapere che il regno dei resort è il regno del “sorriso” e che il regno delle bomboniere di lusso scompare dentro una minuscola barca di legno lambita dalle minuscole onde di un mare tranquillo, caldo del sole che vi si è tuffato dentro da poco. È vero, nel cielo, da quella minuscola barca, si leggeva Orione e la Croce del Sud, e le Pleiadi e il grande carro, come nel cielo che conosciamo e sul quale ci sappiamo orientare.
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Scendono le lacrime in questo viaggio di ritorno ripensando alla pienezza di tutte le emozioni vissute. È difficile trovare un modo per riassumere tutto perché le parole hanno un inizio ed una fine ed hanno bisogno di un confine che non sappiamo trovare. Come dicevamo in una delle nostre lunghe chiacchierate in spiaggia forse questa esperienza ha riassunto lo stereotipo di “isola”. È proprio vero che in qualche strano ed incomprensibile modo, arrivati qui, si lascia fuori tutto e si vive il presente. Almeno a noi due è successo così e ci siamo accorte solo alla fine della vacanza che delle nostre vite italiane non abbiamo quasi mai parlato, il presente ci assorbiva! Credo che questa sia stata la vera magia di Keyodhoo: assaporare il presente senza pensare a nulla, perdersi negli occhi della gente, nelle colorate e calde acque maldiviane e sentirsi parte dello stesso cielo stellato. Ed alla fine ti chiedi se riuscirai a tenere vivo tutto questo anche nel tuo presente o se la tua vita ti riprenderà come faceva prima e ti riassorbirà completamente. È inevitabile che sarà la seconda ipotesi ad avere la meglio, ma c’è una differenza, oggi...
ora sappiamo che la “nostra piccola isola felice” c’è! C’è, ed è in mezzo all’oceano Indiano e se un giorno avremo bisogno di lei, della sua energia e del calore che ha saputo darci...beh , sapremo come trovarla! Grazie Maldive Alternative, grazie a Claudia, grazie a Keyodhoo, alla spiaggia bianca, al mare dalle mille sfumature, all’ombra delle palme, al nostro coloratissimo dhoni, ai pesci pescati e a quelli non pescati, alla piccola barchetta di legno di Mario, grazie ad Alibè e Musabè per i loro silenzi gentili, grazie a Sheefu, Iba, Alco, Aki e tutti i meravigliosi sorrisi dei bambini dell’isola, grazie a Sofoora ed alla sua elegante compagnia, grazie a Casa Due Palme, al canto del muezzin, a Carrom e alle sfide all’ultimo sangue. Grazie al pesce fresco mangiato ogni giorno, grazie al sole che è stato moderatamente indulgente, alle nuvole che non sono mai arrivate ed infine... grazie a Idris e Mario, i nostri due piccoli grandi angeli custodi!
Nadia&Francesco, Stefania eSusana
dal 27 marzo al 4 aprile
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Mario “Oltre ad offrire molteplici bellezze naturali, le Maldive sono un posto da ricordare per la gentilezza e per la spontaneità della gente locale. Gli abitanti del villaggio di Keydhoo ci hanno reso partecipi per una settimana della loro semplice esistenza,
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Alibè
ci hanno guidato alla ricerca di isole stupende, ci hanno fatto visitare le loro case,condividere i loro giochi, insomma, ci hanno ricordato come la vita possa essere pienamente vissuta in tutte le parti del mondo,per quello che si è a prescindere da quello che si ha.
01-09 aprile Le foto che riportiamo vogliono essere un ringraziamento alle persone che ci hanno assistito durante la nostra fantastica permanenza alle Maldive!!!!!!!!!!!!!!!!”
Roberta, Riccardo, Elia e Virginia
Nel blu dipinto di blu...
dalle foto di Matteo e Francesca
Due Palme
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1° Concorso di Maldive Alternative
Ho Bisogno di una Vacanza... Vinci un viaggio alle Maldive!
COSA SI VINCE?
COME PARTECIPARE
DATE
E’ partita la corsa per vincere un soggiorno a Keyodhoo e anche tu puoi essere il vincitore!
Partecipare è facilissimo! Devi darci un buon motivo per cui noi dobbiamo scegliere te, un valido motivo per cui tu meriti un viaggio a Keyodhoo più di altri. Puoi scegliere tu in quale forma esprimere meglio la tua motivazione. Puoi inviarci un video, una foto, una mail, una poesia, una canzone, insomma, tutto ciò che ti rappresenta e tutto ciò che ci può convincere.
Puoi inviarci il materiale all’indirizzo claudia@maldivealternative.com fino al 31 dicembre 2010 e il vincitore sarà deciso entro il 10 gennaio 2011.
Tutti possono partecipare e il concorso è gratuito. Il vincitore avrà un soggiorno di una settimana a Keyodhoo, per una persona con escursioni e uscite di pesca; le date verranno concordate assieme.
Il materiale inviato potrà essere poi utilizzato e divulgato sui nostri canali Facebook, You Tube, Maldive Alternative Magazine.
Partecipa al concorso e vinci le Maldive
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