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Mensile delle Chiese Cristiane Evangeliche Assemblee di Dio in Italia Anno XXIX n.4 - aprile 2010
osservatorio cristiano
Acqua: un bene supremo Il 22 marzo 2010 si è celebrata in tutto il mondo la giornata dell’acqua. Questo avviene ogni anno dal 1993, quando l’Onu ha stabilito di dedicare un giorno a tale problema per sensibilizzare tutti gli uomini, affinché vi sia maggiore attenzione nell’uso di questo bene supremo. Basti pensare che ancora oggi oltre un miliardo e mezzo di persone, nel mondo, non ha accesso all’acqua potabile. Sono, invece, più di due miliardi e mezzo le persone che non hanno accesso ai servizi igienico-sanitari di base; cinque milioni di persone muoiono ogni anno per malattie legate all’acqua. Gli esperti del settore dicono che nel futuro ci saranno delle guerre tra popoli per accaparrarsi la possibilità di accedere all’acqua. Tutto questo deve portare le persone a considerare maggiormente questo bene, per alcuni così “scontato”, ma altresì così prezioso. Fa riflettere lo slogan usato quest’anno: “Acqua pulita per un mondo sano”. Se tutti potessero avere acqua pura, molte malattie potrebbero essere debellate. Vi è nel mondo una malattia più grave, quella dell’anima, che
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Monologo o dialogo con Dio?
“Allora il Signore rispose a blemi di Giobbe, tre suoi amici Giobbe dal seno della tempesta, e corrono a casa sua con l’intento disse…” (Libro di Giobbe 38:1) di consolarlo. In realtà lo accusano ingiuNel momento della soffestamente di essere lui stesso la renza l’uomo si rivolge a Dio causa dei suoi guai. per attribuirGli la colpa, senza Tra Giobbe e i tre amici si aspettare risposta. sviluppa un lungo dibattito, Di fatto è solo un monologo pieno di accuse, manifestazioni in cui l’uomo parla e Dio tace. di sapienza umana, repliche, diLa vicenda di Giobbe affronta fese… Più volte Giobbe accusa il mistero della sofferenza per Dio di averlo abbandonato al dare risposta all’interrogativo suo destino. E Dio tace. d’ogni tempo: “Perché il giusto Ad un certo punto, però, soffre?”. Giobbe tace. Messi a conoscenza dei proIl suo silenzio permette l’inha colpito tutti gli uomini, causata dal peccato. Essa conduce alla morte eterna. Tutti abbiamo bevuto questa “acqua inquinata”. La Bibbia dice: “… Per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e così la morte è passata su tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato” (Lettera ai Romani 5:12). Vi è però un’altra fonte alla quale poter attingere. Il profeta Zaccaria proclama: “… Vi sarà una fonte aperta per la casa di Davide e per gli abitanti di Gerusalemme, per il peccato e per l’iniquità” (13:1).
Gesù, venendo in questo mondo malato, ha dichiarato: “… Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno” (Vangelo di Giovanni 7:37,38). Cristo Gesù, morendo sulla croce, ci ha aperto questa fonte. È una fonte inesauribile e inalterabile. Egli, infatti, promette di dare a tutti gratuitamente dell’acqua della vita (cfr. Apocalisse 21:6). Caro lettore, se continuerai a bere dalle “cisterne screpolate” di questa terra, sarai sempre ammalato e insoddisfatto,
attualità
tervento di Dio. Perché ora l’uomo tace e ascolta. Dio può ristabilire i ruoli: Lui è Dio! Ogni uomo deve tornare al proprio posto e riconoscerne la sovranità. Per quanto riguarda noi, uomini del terzo millennio, è cambiato qualcosa? No, perché anche oggi nel monologo perdiamo, ma nel dialogo con Lui vinciamo! l’approfondimento è a pagina 4 ma se berrai dalla “Sorgente di acqua viva”, che è Cristo Gesù, tu sarai guarito e pienamente ristorato. Gesù un giorno disse ad una donna che stava attingendo acqua da un pozzo: “… Chiunque beve di quest’acqua avrà sete di nuovo; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi l’acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d’acqua che scaturisce in vita eterna” (Vangelo di Giovanni 4:13,14). Come questa donna, anche noi vogliamo esclamare: “Signore, dammi di quest’acqua”. Abele Trosino
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c’è un messaggio per te
Una bella notizia per te: non sei solo Bisogna ammettere che la vita di ogni individuo è fatta di numerose difficoltà e spesso gli ostacoli che si presentano sono davvero insormontabili. Le difficoltà della vita non fanno discriminazioni: “Tutto succede ugualmente a tutti; la medesima sorte attende il giusto e l’empio, il buono e il puro e l’impuro; chi offre sacrifici e chi non li offre; tanto è il buono quanto il peccatore, tanto è colui che giura quanto chi teme di giurare” (Ecclesiaste 9:2). Le persone di oggi non sono più felici di quelle di una volta. Si vedono giovani, ad esempio, che vanno incontro al loro futuro sorridenti e disincantati. Immersi talvolta in una bolla di sapone fatta di musica, cellulare, televisione, computer, sempre collegati a qualcosa, sempre in rete, pronti a ricevere segnali e a rispondere. Questo “libero” stile di vita, ad esempio, è solo una moda o una necessità ineluttabile dell’era tecnologica? Questo stare costantemente online, in contatto, con la testa piena di voci, di suoni, di immagini; in bocca sempre qualcosa da masticare da bere o da fumare è davvero in grado di appagare? O è un sintomo di qualcosa che manca e dietro l’apparenza positiva e brillante di una persona si nasconde una forte difficoltà, come quella dell’insicurezza?
L’impotenza dell’uomo di fronte a ferenze quotidiane dell’uomo. La famiglia, ad esempio, è allo sfadeterminate difficoltà
Purtroppo assistiamo spesso ad una certa impotenza da parte dell’uomo di fronte a certe difficoltà, in maniera particolare quando queste tendono a divenire “sofferenze silenziose”; tali sofferenze danno poi vita a comportamenti aggressivi, trasgressivi, e talvolta distruttivi, facendo sfociare gli individui in stati depressivi molto gravi. Purtroppo di fronte a certe difficoltà l’uomo si sente impreparato, ovvero non più capace di “vedersela da solo”; allora, vittima di qualsiasi problema e incatenato da una assurda paura, cade nello sconforto più totale. Ci sono poi difficoltà meno eclatanti, che giorno dopo giorno tolgono la serenità e nel tempo causano atteggiamenti di chiusura verso gli altri. Non di rado si vedono persone “chiuse” nei loro pensieri, proprio perché (nel loro tempo) non sono riusciti a trovare la soluzione ad alcuni dei loro problemi. Di fronte alle difficoltà in generale che cosa può fare l’uomo? La nostra società, a riguardo, può aiutarci? Purtroppo, dobbiamo ammettere che non viviamo in una società in grado di rispondere a questi bisogni, anzi, più volte ci rendiamo conto che questa è una società che ammortizza, ma non è in grado di risolvere le sof-
scio! Essa dovrebbe essere l’istituzione in grado di risolvere o almeno aiutare l’individuo, proprio per la capacità comunicativa che è chiamata ad avere. Ma anch’essa è diventata impotente, perché nella maggior parte dei casi manca la comunicazione fra i suoi membri; quando ci si ritrova, e spesso non ci si chiede più che cosa si è fatto durante la giornata, sul lavoro o a scuola. Tutto questo sembra appartenere ad una generazione vecchia e retrograda. Per raggiungere un alto livello di vita o soddisfare ambizioni particolari per i figli, si rincorre il denaro come unica fonte di felicità; le prime insormontabili difficoltà nascono proprio quando entrambi i genitori sono costretti a lavorare; si affidano i propri figli ad una persona che magari non si conosce, si torna a casa stanchi e senza la voglia di parlare; il divano o la poltrona diventano il luogo di rifugio dalla stanchezza e la televisione, che chiude la porta ad ogni dialogo, diventa l’ultima attrattiva, chiudendoci al confronto e alle possibili opportunità di affrontare insieme le difficoltà. La gente ha bisogno di certezze, di veri ideali, di essere capita, amata, ascoltata. In un mondo così, quale può essere la soluzione?
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La potenza di Dio di fronte a tutte gni della nostra coscienza e del nostro cuore. le difficoltà
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sulla morte e cominciamo a gustare e a condividere la Sua vera vita. Gesù è Iddio ci invita a non caricarci di sof- l’unico che ha saputo diagnosticare il La gente ha bisogno di Dio! ferenze fisiche e psicologiche, ma a vi- vero male dell’umanità, indicandone Una società che, di fatto, ha escluso vere la nostra vita affidando a Lui ogni l’origine. “Dal di dentro, dal cuore degli la Sua esistenza, che non avverte miuomini, che escono cattivi pensieri, fornimamente il bisogno di cercarLo e di nostro problema. “Venite a me, voi conoscerLo, non ha alcuna alternativa tutti che siete aggravati e oppressi, ed io nicazioni, furti, omicidi, adulteri, cupivi darò riposo. Prendete su di voi il mio digie, malvagità, frode, lascivia, sguardo o soluzione. maligno, calunnia, superbia, stoltezza. Il fallimento visibile dell’uomo è do- giogo e imparate da me, perché io sono umile e mansueto di cuore; e voi troveTutte queste cose escono dal di dentro e vuto alla voluta assenza di Dio nella contaminano l’uomo” (Marco 7:21-23). sua vita. “Lo stolto ha detto in cuor suo: rete riposo alle vostre anime; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggeLasciamo allora che le difficoltà, «Non c’è Dio». Sono corrotti, commetro” (Matteo 11: 28-30). spesso generate da una vita e da sceltono iniquità, non c’è nessuno che faccia Portiamo i nostri bisogni esistente senza Dio, diventino opportunità il bene. Dio guarda dal cielo i figli degli uomini per vedere se c’è una persona in- ziali e le nostre difficoltà a Gesù; Egli, per conoscerLo e per amarLo, e allomorendo sulla croce, ha gettato una ra potremo anche noi esclamare: “Sia telligente che ricerchi Dio. Tutti si sono testa di ponte fra la terra e il cielo, fra benedetto il nome del Signore! Giorno sviati, tutti sono corrotti, non c’è nessul’uomo e Dio. Fidando in Gesù posper giorno porta per noi il nostro peno che faccia il bene, neppure uno. Sono siamo ricominciare da capo, anche se so, il Dio della nostra salvezza” (Salmo dunque senza conoscenza questi malqualche problema ci ha gettato nella 68:19). vagi, che divorano il mio popolo come disperazione. se fosse pane, e non invocano Dio? Ma C’è una buona notizia per te: non ecco che sono presi da grande spavento, Le promesse di Dio nel giorno del- sei solo. Nelle difficoltà della vita, se là dove non c’era da temere…” (Salmo hai donato a Dio il tuo cuore, se Gesù 53:1-5). la difficoltà è diventato il tuo personale Salvatore, La Bibbia afferma che, sebbene l’uoFintanto che vivremo, ogni giorno Lui sarà con te, sempre! mo possa vivere enormi e insormonavremo “un affanno” da vivere (Mat“Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, tabili difficoltà, la soluzione c’è ed è teo 6:34); allora lasciamo che questi sino alla fine dell’età presente” (Matteo perfetta per ogni suo bisogno. “Io alzo affanni diventino riposo, che la notte gli occhi verso i monti…da dove mi ver- divenga giorno, che nel deserto scorra 28:20). rà l’aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore acqua; lasciamo che le nostre difficoltà Gennaro Chiocca che ha fatto il cielo e la terra!” (Salmo divengano opportunità e che il mo121:1). mento che stiamo vivendo dia spazio Se anche fossero le tue difficoltà alte alla smisurata grazia di Dio. come i monti, Egli è in grado di spoLasciamo la nostra vita peccaminostare ogni montagna dal tuo sentiero. sa al Calvario e realizziamo tutto il Egli è la sola grande risposta ai bisobeneficio del Suo trionfo sul peccato e
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Monologo o dialogo Soprattutto nel tempo della sofferenza, l’uomo è portato a parlare a Dio per attribuirGli tutte le colpe possibili, ma spesso non si aspetta una risposta. È un monologo. E Dio tace. Fino a quando l’uomo riconosce la propria condizione e chi sia davvero Dio, e si dispone ad ascoltare. Allora Dio può finalmente parlare e inizia il dialogo. Nell’affrontare questo aspetto prenderemo spunto dall’esperienza di Giobbe, noto personaggio della Bibbia, conosciuto per la proverbiale pazienza che ha accompagnato la prova della sua fede, mentre lui si trovava nel crogiolo divino (vedi il testo “Cristo in tutte le Scritture”, di A.M. Hodgkin, pubblicato da ADIMedia a cura dell’Istituto Biblico Italiano). La storia di Giobbe si svolge al tempo dei patriarchi e pertanto il suo è ritenuto il più antico dei libri della Bibbia. Dalla sua lettura non si può non rimanere catturati dalla bellezza delle sue espressioni verbali, dalla sapienza straordinaria, dall’accuratezza scientifica. Esso affronta e svela il mistero della sofferenza per dare risposta all’interrogativo d’ogni tempo: “Perché il giusto soffre?”. Inoltre rivela con straordinaria chiarezza la risurrezione dalla morte e, al di sopra di tutto, prefigura la redenzione dell’uomo operata attraverso il sacrificio di Gesù a beneficio di ogni uomo di ogni tempo. Il tutto è avvenuto alcune migliaia di anni fa, ben prima che la Bibbia venisse scritta e fosse disponibile, come oggi, per comprendere i piani di Dio.
Dio non manda il male ma permette la prova
La Bibbia ci dice che Giobbe aveva accesso a Dio attraverso la fede nei sacrifici che ripetutamente Gli offriva ed era un uomo dabbene. Il Signore stesso di lui dice che “... non ce n’è un altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Dio e fugga il male” (Libro di Giobbe 1:8). Quindi possiamo dire che era la persona adatta ad affrontare la prova della sofferenza, per divenire un esempio per le generazioni future. E aggiungere, come garanzia per chi ama Dio, che nessuna calamità può sfiorarci se il Signore non lo permette e che
Lui non ammetterà che siamo tentati oltre le nostre forze. Il crogiolo e la fornace non andranno mai al di là di quanto possiamo sopportare: la Bibbia (cfr. Prima Lettera di Paolo ai Corinzi 10:13) e l’esperienza ce lo confermano. Nel libro di Giobbe non troviamo soltanto la teoria della sofferenza, ma un esempio reale di un figlio di Dio sottoposto alla prova, con tutte le conseguenze che ne derivano. Dio ama ha fiducia in lui e lo sottopone a disciplina; e proprio nel mezzo del suo dolore Giobbe riconosce che soltanto l’oro può passare la prova del fuoco. A causa della sua prosperità, dirittura morale e benevolenza, egli potrebbe finire con il confidare in se stesso, senza riconoscere che la sua posizione deriva dalla sua fiducia in Dio. Ma man mano che affronta la prova lo vediamo colpito, spezzato, “fuso” come oro e umiliato.
Quel parlare che non consola il cuore
Messi a conoscenza dei problemi di Giobbe, tre suoi amici corrono a casa sua con l’intento di consolarlo. In realtà lo accusano ingiustamente di essere lui stesso la causa dei suoi guai, concludendo che, per produrre una simile sofferenza, il peccato di Giobbe contro Dio deve essere davvero tanto grande. Ma Giobbe non accetta le accuse dei suoi “amici” e fa di tutto per dimostrare la falsità delle loro conclusioni. Allo stesso tempo è così maltrattato, che alla fine – come preso per stanchezza – si convince di essere oggetto di una punizione divina: “Dio mi ha gettato nel fango, e rassomiglio alla polvere e alla cenere. Io grido a te, ma tu non mi rispondi” (Libro di Giobbe 30:10-20).
Quando il parlare è un monologo
Tra Giobbe e i tre amici si sviluppa un lungo dibattito, pieno di accuse, manifestazioni di sapienza umana, repliche, difese… Più volte Giobbe accusa Dio di averlo abbandonato al suo destino. E Dio tace. Giobbe dice “Ma io vorrei parlare con l’Onnipotente, ci terrei a ragionare con Dio” (Libro di Giobbe 13:3), ma il suo fiume di parole è un monologo che im-
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go con Dio?
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“Allora il Signore rispose a Giobbe dal seno della tempesta, e disse…” (Libro di Giobbe 38:1)
voluto da Dio, che induce Giobbe però, quanto alla rivelazione dia pentirsi, ad umiliarsi, come testiretta di Dio: Gesù, il Figlio, è stato monianza concreta di un autentimandato dal Padre, si è fatto carne, co ravvedimento. Giobbe risponde è morto per noi ed ora vive per inal Signore: “Ecco, io sono troppo me- tercedere per chi crede in Lui. Oggi schino; che ti potrei rispondere? Io mi abbiamo la Bibbia, che è la Sua Pametto la mano sulla bocca” (Libro di rola, la “voce scritta” di Dio, che Giobbe 40:4), e Dio può continuadi Gesù dice: “… Non abbiamo un re a trattare con lui fino a che Giob- sommo sacerdote che non possa simFinalmente l’uomo tace! be raggiunge il fondo ed esclama: patizzare con noi nelle nostre deboIl silenzio di Giobbe permette l’in- “Sì, ne ho parlato; ma non lo capivo; lezze, poiché egli è stato tentato come tervento di Dio. Inizia con l’espres- sono cose per me troppo meraviglionoi in ogni cosa, senza commettere sione intelligente e sapiente dello se e io non le conosco… Il mio orecpeccato”. (Lettera agli Ebrei 4:15). Spirito di Dio che è in un quarto chio aveva sentito parlare di te ma Colui che ben ci comprende, vuoamico, che ascolta pazientemente le ora l’occhio mio ti ha visto. Perciò mi le continuare a dialogare con ognuargomentazioni di Giobbe e dei suoi ravvedo, mi pento sulla polvere e sulla no di noi. amici. cenere” (Libro di Giobbe 42:1-6). Facciamolo, perché ancora oggi Nel suo intervento li condanna Ci troviamo ora davanti a un nuo- nel monologo perdiamo, col dialogo per aver accusato Dio senza ragione; vo Giobbe, con il cuore ammorbinoi e il Signore vinciamo! annuncia la Sua salvezza, così tanto dito dall’aver conosciuto più in proinascoltata; proclama la Sua sovrafondità il suo Signore, ma anche se Elio Varricchione nità e la Sua giustizia; esorta Giobstesso. be a ricercare il Signore; descrive la Ristabilito il suo rappordifferenza tra la sorte dei giusti e dei to con Dio e con i suoi colpevoli. amici, vedrà il Signore In sostanza il suo messaggio ispi- a lui favorevole, che trarato prepara la strada alla rivelazio- sforma la sua situazione ne diretta di Dio stesso. e gli provvede di nuovo ogni bene, persino in Finalmente misura doppia di quella Dio può parlare! precedente, soprattutSe hai ricevuto in dono questa copia di Cristiani Oggi for“Allora il Signore rispose a Giobto per ciò che va al di là se ti sei posto alcune domande riguardo il messaggio propobe dal seno della tempesta, e disdella vita terrena. sto dagli articoli di questo numero. Molte sono le risposte che se…” (Libro di Giobbe 38:1). Allopotrebbero essere fornite in merito ai quesiti che ti poni, ma la ra… dopo tanto argomentare, ecco Dio parla risposta più puntuale, precisa e completa è possibile trovarla la svolta! ancora oggi: solamente nella Parola di Dio. La tempesta non è ancora finita, dialoghiamo con Se desideri ricevere gratuitamente una copia del Vangelo ma il Signore è finalmente libero di Lui! di Giovanni compila questo coupon, ritaglialo lungo la linea parlare! Per quanto riguarda tratteggiata o fotocopialo e, dopo averlo inserito in una busta Perché ora l’uomo tace e ascolta. noi, uomini del terzo affrancata, invia la tua richiesta a: redazione di Cristiani Oggi, Dio può ristabilire i ruoli: Lui è Dio! Giobbe, dopo aver così a lungo millennio, è cambiato Via Altichieri da Zevio 1, 35132 Padova. conteso con Lui deve tornare al suo qualcosa? È possibile inviare il coupon per fax al numero 049.612565 Assolutamente no! posto e riconoscerne la sovranità. Se non ci aspettiaDesidero ricevere una copia gratuita del Vangelo di Giovanni. Inviatela a: È coinvolto da quelli che Dio non mo una risposta, non ascolta, ma il suo [e nostro] Signocognome re non è lontano, anzi: “Là gridano, la udremo neppure se Dio dovesse urlarla nelnome ma egli non risponde, a motivo della le nostre orecchie. superbia dei malvagi. Certo, Dio non via Lo stesso vale se siadà ascolto a lamenti vani; l’Onnin. civico potente non ne fa caso. E tu, quando mo disponibili a ricevecap dici che non lo scorgi, la tua causa gli re solo e soltanto quella città sta davanti; sappilo aspettare! (Libro risposta che noi vogliamo, ma che non è la ridi Giobbe 35:12-14). provincia sposta di Dio. Il monologo è finito. Col dialoMolto è cambiato, go ci si capisce! E produce l’effetto
pedisce il dialogo… un continuo attribuire a Dio ogni responsabilità dell’accaduto e dichiarare di non aver nulla da rimproverarsi, con le orecchie del cuore chiuse. Ad un certo punto, però, Giobbe tace: “Qui finiscono i discorsi di Giobbe” (Libro di Giobbe 31:40).
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“La via, la verità e la vita...”
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FACCIAMO DEL BENE A TUTTI CON L’OTTO PER MILLE
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Firma per esprimere la tua scelta di destinare l’otto per mille dell’IRPEF alle Assemblee di Dio in Italia, è una opportunità per fare del bene a quanti hanno bisogno, per mezzo dei nostri programmi di aiuto umanitario.
Come fare la propria scelta A quanti ricevono i modelli C.U.D. (ex 101, 201, certificati di pensione...) e non sono tenuti a presentarli, suggeriamo di attenersi alla seguente procedura: 1. Firmare la copia del modello nella casella: ASSEMBLEE DI DIO IN ITALIA 2. Firmare in fondo alla copia del modello dove è scritto: “FIRMA” 3. Inserire la copia in una busta dove deve essere scritto: “SCELTA PER LA DESTINAZIONE DELL’OTTO PER MILLE DELL’IRPEF”, oppure munirsi della busta prestampata reperibile presso tabaccai o negozi specializzati 4. Sulla busta che verrà utilizzata scrivere il proprio codice fiscale, cognome, nome e indirizzo 5. Consegnare la busta chiusa allo sportello di una banca o di un ufficio postale dopo averla firmata in corrispondenza dei lembi di chiusura. Nel caso che venga presentato il Modello 730 o Unico (ex 740), compilare l’apposito modulo che si troverà all’interno dello stesso e inserirlo nella busta, come sopra. Le scelte non determinano un aumento delle imposte da pagare
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SOSTIENI IL CENTRO KADES CON IL 5 PER MILLE
Lo Stato Italiano offre a tutti i contribuenti, dipendenti, autonomi e pensionati la possibilità di scegliere a quale associazione senza scopo di lucro destinare il 5 per mille dell’IRPEF. Sostieni il Centro Kades indicando la scelta nel Modello Unico, nel Modello 730 o nel CUD apponendo la firma nel riquadro “Sostegno del volontariato, delle Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale...” e indicando il Codice Fiscale del Centro Kades Il Centro Kades opera da oltre 30 anni nel campo delle tossicodipendenze, dell’alcolismo e dei comportamenti patologici. Al Centro Kades si adotta un programma simile ad altre comunità terapeutiche, con la differenza che si affrontano le problematiche degli utenti con l’aiuto dell’efficace Parola di Dio. Dal 2002 ha preso vita l’attività dell’Unità di Strada: degli operatori escono tutte le settimane con un camper a vanno “per le piazze... per le vie della città... e lungo le siepi...” affinché tutti possano ricevere l’invito del Signore a sperimentare la vera libertà. Dal 2003 ha preso il via l’attività del centro femminile Beser. Ringraziamo Dio per come ci ha dato modo di vedere la vita di molte donne trasformata dall’efficace opera dello Spirito Santo. La realizzazione di questi servizi di assistenza ha richiesto notevoli risorse umane ed economiche, ma Dio ci ha sempre sostenuto. Una opportunità di sostegno Sostieni il Centro Kades compilando la scheda per la scelta della destinazione del 5 per mille dell’IRPEF del Modello Unico, del Modello 730 o del CUD.
Come fare la propria scelta della destinazione del 5 per mille 1. Indica il beneficiario della ripartizione del 5 per mille riportando il Codice Fiscale del Centro Kades 01361460064 2. Ricorda di firmare il modulo 3. Inseriscilo in una busta avente la dicitura “SCELTE PER LA DESTINAZIONE DELL’OTTO PER MILLE E DEL CINQUE PER MILLE DELL’IRPEF” avendo cura di scrivere all’esterno i tuoi cognome, nome e codice fiscale 4. Consegna la busta chiusa, controfirmata sui lembi di chiusura, al sostituto d’imposta o allo sportello di una banca o in un ufficio postale che ne daranno gratuitamente ricevuta.
01361460064 codice fiscale del Centro Kades
la scelta che non ti costa nulla
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io so in Chi ho creduto
Un passo prima del punto di non ritorno Mi chiamo Andrea e ho 27 anni. Sono nato in una famiglia cristiana, che non mi ha mai fatto mancare i buoni insegnamenti e la frequenza della Scuola Domenicale. Ben presto mi trovai costretto a fare i conti con l’inoppugnabile realtà che la salvezza non si ottiene per eredità. Prima o dopo devi scegliere da che parte vuoi stare. Non è l’ambiente da cui provieni, nemmeno le buone opere dei tuoi genitori che possono garantirti un posto in cielo a “buon prezzo”. Questa consapevolezza generò in me una percezione distorta di Dio. Mi allontanai da Lui a tal punto che non ero più in grado di riconoscerLo come il Creatore del cielo e della terra, che mi conosceva fin dal grembo di mia madre. Non credevo quasi più che Dio mi ha così tanto amato che ha dato il Suo unigenito Figlio per la mia salvezza; ero arrivato a pensare che fosse, piuttosto, un terribile padrone che vuole sottometterti ed esige le tue lacrime. Da questa serie di presupposti sbagliati non poteva che scaturire una mia personale, ed errata, convinzione in quel tempo: “La chiesa è per i deboli,
per quelli che si arrendono, perché non ce la fanno da soli. Io sono un duro e non ho bisogno di aiuto, tanto meno di Dio”. Con questa idea nel cuore smisi di frequentare la chiesa e, per sottolineare la mia distanza da quell’ambiente, iniziai a fumare. Purtroppo dalla sigaretta passai velocemente allo spinello. Già a quattordici anni ne facevo uso con regolarità. Quella vita inizialmente mi appagava: mi sentivo un vero protagonista delle mie azioni e una persona da annoverare tra la gente che conta. Questo sentimento euforico è andato consolidandosi quando, a diciassette anni, ho iniziato a suonare in una band il cui successo sembrava confermarmi che in fondo avevo fatto bene a intraprendere quella strada, la mia strada. Nel giro di pochi anni mi sono addentrato nel circuito dei “centri sociali” nei quali, imbottito di ideologie infondate, la mia coscienza si anestetizzava sempre di più. Le droghe dalle quali fin da bambino i miei genitori avevano cercato di mettermi in guardia, ben presto divennero una presenza costante nella mia vita, senza che questo modo di fare mi facesse avvertire alcun
rimorso o senso di colpa. Questo cammino verso l’autodistruzione è continuato per undici anni, durante i quali il Signore mi ha preservato molte volte bloccandomi, puntualmente, un passo prima del punto di non ritorno. Tuttavia, intorno ai ventitré anni, l’euforia dei primi tempi e la spensieratezza con cui avevo intrapreso quel mio percorso vennero meno per lasciare il posto alla delusione e all’insoddisfazione. Nonostante questo sentimento non vedevo altra scelta per me se non continuare in quel cammino, con un indescrivibile e sempre più grande vuoto nel cuore. Una sera, mentre stavo ritornando a casa stordito dagli effetti della droga, in un attimo di lucidità realizzai di essere schiavo dei miei vizi. Senza sapere perché, sentii il bisogno di esternare ad alta voce i miei sentimenti ed esclamai: “Se solo riuscissi a liberarmi dalla droga! Ma com’è possibile farlo?”. Volevo dare un taglio netto a quello che mi stava distruggendo, ma avevo paura che senza droga mi sarei sentito ancora più vuoto. Quella paura mi attanagliava, ma il Signore non ha tardato a venirmi in aiuto proprio nel momento opportuno. Il mattino successivo lessi la breve meditazione di un calendario biblico. Attraverso quelle parole il Signore ha fatto breccia nel mio cuore. “Io voglio dare un senso alla tua vita”. Sono bastate queste parole per mettermi in crisi, perché non potevo fare
altro che riconoscere lo squallore della mia vita e accettare l’amore che Gesù era pronto a donarmi. Non capivo bene che cosa stesse succedendo ma, mentre piangevo a dirotto, mi tornò alla mente che mi sarebbe bastato credere con tutto il cuore in Gesù per essere salvato. Innalzai a Dio una preghiera singhiozzata, ma spontanea, dicendo: “Se sei veramente quel Gesù vivente di cui mi raccontavano da piccolo e non una teoria fra le tante che ho sentito fino ad oggi, io ti voglio conoscere. Cambia la mia vita!” Da quel momento tutto è cambiato veramente perché avevo appena fatto entrare Gesù nel mio cuore. Tutti i miei vizi, in un istante, furono solo un brutto ricordo. Iniziai a leggere la Bibbia, convinto che Gesù è davvero vivente e la Sua Parola è veramente efficace. Quella Parola ha modellato il mio cuore fin quando ho deciso di fare pubblica confessione della mia fede scendendo nelle acque battesimali e alcuni mesi dopo il Signore mi ha battezzato con lo Spirito Santo. Mi preme dirti che se, mentre leggi, pensi che forse sei sceso più in basso di me, o forse la tua vicenda è più ingarbugliata della mia, non hai più speranza e hai toccato il fondo, sappi che nessun luogo è troppo lontano dalla presenza del Signore e nessuna circostanza è troppo oscura perché Lui non possa illuminarla. C’è speranza al Calvario anche per te! Andrea
Cristiani Oggi - nel prossimo numero: Assalti contro l’anima - Per prenotare copie aggiuntive telefonate allo 049.605127 o inviate un fax allo 049.612565 Cristiani Oggi - Mensile delle Chiese Cristiane e mail: cristiani.oggi@assembleedidio.org In conformità al D.Lgs.196/2003 sulla tutela dei questa copia ti è stata offerta da: Evangeliche “Assemblee di Dio in Italia”. Direttore Responsabile: Vincenzo Specchi. Comitato di Redazione di Cristiani Oggi - Risveglio Pentecostale: Vincenzo Specchi (sostituto del presidente ex officio), Salvatore Esposito, Lorenzo Framarin, Domenico Modugno, Elio Varricchione. Redazione e Amministrazione: Via Altichieri da Zevio 1, 35132 Padova Tel. 049.605127, fax 049.612565
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