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AC/DC, il rapporto tra Bon Scott e Angus Young

“ALCOOL, DONNE, SESSO E ROCK ’N’ ROLL. ECCO DI COSA È FATTA LA VITA”

In alcune dichiarazioni rilasciate nel 1977, Bon Scott e Angus Young spiegarono la filosofia della band

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Sesso, droga e rock ‘n’ roll: sono questi tre elementi a essere considerati come i pilastri della musica rock perché la maggior parte delle band della storia ha vissuto all’insegna degli eccessi e dei vizi.

Tra queste, anche se forse meno di altre, ci sono anche gli AC/DC: in un articolo pubblicato su Classick Rock, il giornalista esperto del settore musicale Harry Doherty racconta di quando, nel 1977, la band approdò per la prima volta in Gran Bretagna dall’Australia e lui ne intuì subito il potenziale.

Oltre al talento musicale, degli AC/DC il giornalista non riuscì a fare a meno di notare anche la loro passione per l’alcool. La prima volta che incontrò Bon Scott, ad esempio, scoprì subito l’attitudine del cantante a bere molto: per riprendersi dal jet-lag, il frontman bevve svariati drink a base di bourbon e vodka prima di prendere un treno che lo avrebbe portato a Cardiff per un concerto con la band. “Non c’è niente di meglio di un drink – disse – prima di un noioso viaggio in treno”.

A causa della sbornia, Scott prese il treno sbagliato ma non gliene importò più di tanto: “Mi piace bere – disse al giornalista – deve essere lo scozzese che è in me. Come dico spesso, sono un ubriacone speciale, bevo troppo”. Era questa la sua filosofia e in quel periodo era soddisfatto della sua vita proprio grazie agli AC/DC, che gli permettevano di andare in giro a fare concerti: “Non so cosa farei senza questa band – confessò – vivo per questo. Siamo davvero dei tipacci e le canzoni riflettono semplicemente quello che siamo. Alcool, donne, sesso e rock ’n’ roll. Ecco di cosa è fatta la vita”.

Tralasciando alcool e donne, ciò che interessava di più la band in quel periodo era proprio suonare il rock ‘n’ roll e farlo bene, facendo divertire il pubblico e non annoiandolo come, invece, facevano secondo loro tanti altri gruppi dell’epoca. “Noi ci prendiamo sul serio fino a un certo punto – disse, invece, Angus Young al giornalista - se tutti prendessero la musica troppo sul serio, saremmo tutti finiti.

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