Roadbook ciclovia München-Venezia italiano

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Ciclovia M端nchen-Venezia

Ciclovia M端nchen-Venezia


Editore: Provincia di Belluno Coordinamento: Servizio Economia e Politiche Comunitarie Provincia di Belluno Testi: Alberto Fiorin Pubblicazione realizzata nell’ambito del Progetto Interreg IV Italia-Austria 2007-2013 “Ciclovia dell’amicizia – Da Monaco di Baviera a Venezia – lo sviluppo del bike tourism e la valorizzazione dei territori transfrontalieri “(6162) e Progetto Interreg BayernÖsterreich 2007-2013 ”Freundschaftsradroute - ein systemischer Prozess” (J00325) co-finanziati dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale (FESR). La riproduzione è consentita solo su espressa autorizzazione dell’Editore con obbligatoria menzione dei progetti, dei programmi Interreg e dei finanziamenti del Fondo europeo per lo sviluppo regionale.

© 2015 Provincia di Belluno ISBN: 9788888744506

Cartografia: General Solutions Steiner GmbH, Bruggfeldstrasse 5/3, 6500 Landeck (A) Fotografie: archivio fotografico www.muenchen-venezia.info, archivio fotografico Dolomites Bike Club, archivio Provincia di Belluno - foto Diego Gaspari Bandion © www.bandion.it (foto pag. 88), Christian Bäck (foto pag. 23) Stampato presso: Grafiche Antiga Via delle Industrie 1, Crocetta del Montello 31035 (Tv) Agosto 2015 Realizzazione e grafica a cura di: Ediciclo editore srl, via Cesare Beccaria 13/15, 30026 Portogruaro (Ve) www.ediciclo.it, ufficio.stampa@ediciclo.it


INDICE

La ciclovia München-Venezia: il progetto

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La ciclovia München-Venezia: il percorso 5 attraverso le Alpi fino all’Adriatico in bicicletta

IL PERCORSO 10

1. ESPERIENZA ACQUA Monaco-Jenbach 124,6 km

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2. I TESORI DEL TIROLO

50

3. UNO STILE DI VITA ALPINO-MEDITERRANEO

64

(versante ovest)

(versante est)

Passo del Brennero-Dobbiaco 109,8 km

Dobbiaco-Sella di Fadalto 112,8 km

82

Verso Belluno deviazione consigliata 11,8 km

102

Belluno-Feltre-Belluno (Paiane)

104

5. I GIARDINI DI VENEZIA E LE CITTÀ D’ARTE

116

Treviso-Punta Sabbioni-Venezia variante litoranea 88,9 km

142

escursione 101,3 km

1. ESPERIENZA ACQUA Monaco-Jenbach 129,9 km

Jenbach-Passo del Brennero 77,2 km

4. DOLOMITI PATRIMONIO DELL’UNESCO

Sella di Fadalto-Treviso-Venezia 136,2 km


La ciclovia München-Venezia: il progetto

La ciclovia München- Venezia è un percorso che attraversa tre nazioni per un totale di 570 chilometri (900 varianti incluse). Inizia dal centro storico di Monaco di Baviera, valica le Alpi al Passo del Brennero e – attraverso il meraviglioso patrimonio Unesco delle Dolomiti e le colline trevigiane – raggiunge la laguna di Venezia. Diventata realtà nell’estate 2015, offre la possibilità a migliaia di cicloturisti e appassionati di bicicletta di vivere un’emozione autentica nella natura, scoprendo ogni giorno paesaggi nuovi, scorci indimenticabili, laghi alpini, castelli, monasteri, ponti antichi, musei, vie romane, fiumi, reperti archeologici. Due programmi finanziati dall’Unione Europea nell’ambito del “Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale” – Interreg Baviera Austria 20072013 e Interreg Italia Austria 2007-2013 – si sono uniti in un progetto trinazionale per la realizzazione di un percorso cicloturistico che, utilizzando piste ciclabili già esistenti e strade secondarie, unisca Germania, Austria e Italia.

Il progetto è nato dal desiderio di offrire ai sempre più numerosi amanti della bicicletta non solo percorsi funzionali, sicuri e accoglienti ma un percorso unico che colleghi idealmente due città da sogno, attraversando territori di struggente bellezza, superando la frammentarietà dei diversi tracciati, per un’esperienza che oltrepassa i confini, diventando piacere, avventura, scoperta e cultura. La stretta collaborazione tra i partner di progetto – Provincia di Belluno e Landkreis Bad Tölz-Wolfratshausen (i Leadpartner), Tourismusverband Achensee, Comunità Comprensoriale Valle Isarco di Bressanone, GECT Euroregione Tirolo-Alto Adige-Trentino, Provincia di Treviso e Provincia di Venezia – e il coinvolgimento attivo di enti ed operatori, Club di prodotto e Consorzi Turistici, ha portato al raggiungimento degli obiettivi prefissati: ∆ individuazione, georeferenziazione e tabellazione dei circa 900 km del tracciato (varianti comprese); ∆ realizzazione del sito www.muenchen-venezia.info in tre lingue (italiano, tedesco ed inglese);

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realizzazione di una mappa interattiva integrata con le indicazioni infrastrutturali di dettaglio, le attrattive turistiche e gli operatori bike friendly per una programmazione personalizzata dell’itinerario; ∆ promozione integrata, campagne di webmarketing, educational con coinvolgimento di mass media delle tre nazioni, organizzazione di eventi/inaugurazione di nuovi tratti ciclabili; ∆ realizzazione di materiale promozionale e informativo: vari gadget, una cartina pieghevole e la presente guida tascabile (road-book), riccamente illustrata e corredata da mappe dettagliate. ∆

Per saperne di più sui due programmi europei transfrontalieri: www.interreg-bayaut.net, www.interreg.net

La ciclovia München-Venezia: il percorso attraverso le Alpi fino all’Adriatico in bicicletta Ora è possibile trovare un percorso unitario, strutturato e ben segnalato che mette in collegamento la Baviera con l’Adriatico e conseguentemente Monaco con Venezia permettendoci di affrontare l’approfondita conoscenza del territorio circostante grazie alla bicicletta, il mezzo ecologico per eccellenza. La bici, infatti, col suo approccio non invasivo e con la sua bassa velocità, ci consente di apprezzare appieno tutti gli stimoli culturali, gastronomici e naturalistici che questo percorso è in grado di evocare – nelle sue varie sfumature – ce li fa decantare e interiorizzare senza fretta, a un ritmo più a misura d’uomo. La ciclovia München-Venezia attraversa tre nazioni – Germania, Austria, Italia – con un percorso di circa 570 chilometri (900 varianti incluse) che oltrepassa le Alpi e porta dalla Mitteleuropa al Mediterraneo – specificatamente nel mare Adriatico – passando per le affascinanti Dolomiti, patrimonio mondiale dell’Unesco. L’itinerario è stato suddiviso in cinque capitoli, cinque grandi aree tematiche, cinque suggestioni (che non devono per forza essere intese come tappe perché possono ovviamente essere frazionate in più giornate di viaggio).

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Il primo è chiamato Esperienza acqua ed è relativo al tratto da Monaco a Jenbach, che prevede anche l’attraversamento della frontiera tra Germania e Austria e offre due differenti percorsi, uno occidentale e uno orientale. Il primo (km 129,9) segue il corso del fiume Isar utilizzando l’omonima pista ciclabile (Isar-Radweg) e il secondo (km 124,6) invece porta sul lago del Tegernsee e al valico alpino dell’Achenpass. Nella discesa dell’Achenpass i due percorsi si riunificano per poi portarsi sulle rive dello splendido lago di Achen. Il secondo è denominato I Tesori del Tirolo e porta da Jenbach al Passo del Brennero (km 77,2); si svolge interamente in Austria – prevalentemente lungo la conosciuta pista ciclabile dell’Inn – e ci conduce a splendide città medievali tirolesi e alle loro antiche miniere. Arrivati a Innsbruck si sale lungo la Wipptal (in alternativa è consigliato il comodo treno fino al Passo del Brennero) per giungere per l’appunto al confine con l’Italia, a quota 1372 m slm. Qui comincia il terzo capitolo Uno stile di vita alpino-mediterraneo, dal Passo del Brennero a Dobbiaco (km 109,8 km): un percorso attraverso le bellezze dell’Alto Adige, un luogo in cui il clima alpino si fonde con uno stile di vita più mediterraneo, ospitalità e attenzione per i gusti e i piaceri della buona tavola. Superato Vipiteno, una brevissima deviazione ci porterà a Bressanone, quindi si risalirà la Val Pusteria fino a Dobbiaco.

Il quarto capitolo, Dolomiti patrimonio dell’Unesco, va da Dobbiaco alla sella di Fadalto (km 112,8) ci conduce nel cuore delle Dolomiti passando sotto le Tre Cime di Lavaredo e le più belle vette dell’Ampezzo e del Bellunese, attraversando cittadine come Cortina d’Ampezzo e Pieve di Cadore, sfiorando Longarone e lo splendido capoluogo di provincia Belluno, raggiungibile con una breve deviazione di 11,8 km. Si prosegue poi verso il Lago di Santa Croce, paradiso degli sport acquatici, e si giunge alla Sella di Fadalto, al confine con la provincia di Treviso. Da Belluno è suggerita anche un’escursione circolare, il Tour della Val Belluna (km 101,3) verso la suggestiva cittadina di Feltre, con ritorno a Belluno e alla ciclopista München-Venezia pedalando lungo la sinistra del fiume Piave. L’ultimo capitolo, I giardini di Venezia e le città d’arte, va dalla Sella di Fadalto a Venezia (km 136,2) attraversa splendide città come Vittorio Veneto, Conegliano, Treviso passando per i famosi vigneti di prosecco, il Montello e toccando l’importante area archeologica di Altino prima di raggiungere l’ambita meta della laguna di Venezia. Giunti nei pressi di Treviso, a Silea, si può effettuare un’ulteriore variante (km 88,9) per raggiungere la laguna di Venezia attraverso il fiume Piave e il litorale di Jesolo e Cavallino passando per cittadine come Roncade, Noventa di Piave, San Donà di Piave, Jesolo, Cavallino fino ad arrivare a Punta Sabbioni, da dove ci si può imbarcare in motonave verso Venezia. A voi la scelta.

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Per rientrare a München da Venezia si può prendere l’aereo dal vicino aeroporto di Venezia, Tessera Marco Polo, o in alternativa utilizzare il treno: ci sono collegamenti diretti giornalieri Venezia-Monaco (www. trenitalia.com o www.bahn.de). Lungo tutto il percorso gli escursionisti in bicicletta vengono accolti con estremo calore ed ospitalità. Il territorio infatti offre numerose infrastrutture specifiche (aree picnic, parchi giochi, parcheggi, aree ristoro), una notevole disponibilità alberghiera molto variegata per tutte le esigenze (dai campeggi alle residenze storiche), una rete di meccanici e noleggiatori di biciclette che rende semplice superare qualsiasi difficoltà tecnica. Inoltre lungo tutto gran parte del tragitto c’è anche la possibilità di effettuare alcuni spostamenti in treno (assolutamente consigliato quello da Innsbruck al Passo del Brennero) . In questa guida troverete alla fine di ogni capitolo tutte le informazioni (numeri telefonici e indirizzi web) relative agli uffici turistici delle varie località attraversate, mentre per maggiori dettagli riguardo l’accoglienza alberghiera, il ristoro, i meccanici e tanto altro ancora si rimanda alla consultazione del dettagliato sito ufficiale www.muenchen-venezia.info.

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Il percorso



950 - Maurach

916 - Achenkirch

835 - confine con Austria e incrocio con versante est

1000

10 900

800

679 - Lenggries

700

526 - Jenbach

658 - Bad Tölz

m

129,9

120,9

106,2

95,4

67,6

600

57,6

576 - Marienbrücke verso Wolfratshausen 31,3

538 - Grünwald 13,7

Durante il primo tratto della pista ciclabile Monaco-Venezia l’elemento caratterizzante è sicuramente l’acqua. Avete voglia di un veloce tuffo in un laghetto o di una pausa in un tranquillo Biergarten (birreria all’aperto) nelle vicinanze di un fresco torrente? Il percorso vi porta dalla metropoli bavarese di Monaco, con le sue belle spiagge cittadine lungo l’Isar – il fiume dai riflessi verdi – passando per Bad Tölz, il “più bel salone delle feste” dell’altopiano bavarese, oltre il pittoresco Tegernsee, fino

520 - Monaco

Monaco-Jenbach 129,9 km (versante ovest)

km 0

Monaco-Jenbach (versante ovest)

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ESPERIENZA ACQUA


Monaco-Jenbach (versante ovest)

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al Sylvensteinsee e proseguendo fino al lago di Achen, il leggendario “mare tirolese”. Lungo il tragitto potrete ammirare gli orsi polari dello zoo di Monaco mentre fanno il bagno, e alla Kugler Alm – presunto luogo di nascita della Radlermass, una bevanda a basso tenore alcolico a base di birra – o nei numerosi altri locali all’aperto potrete ristorarvi con piacere. Il monastero di Schäftlarn attira

con la cultura, il Wallberg, la montagna del Tegernsee, vi entusiasmerà con numerose possibilità di effettuare tour sportivi, mentre il lago di Achen vi colpirà con lo splendido specchio d’acqua ideale per il nuoto e per gli sport acquatici. Con 1305 tipi di piante, 3035 specie animali note e ben 350 sorgenti, il parco naturale Karwendel offre innumerevoli piaceri naturali.

Relax, divertimento, sfide sportive, cultura e ricchezza di acque rendono un vero sogno per ciclisti sia il versante ovest che costeggia l’Isar che quello est lungo la costa occidentale del Tegernsee.

Bad Tölz

Il lago di Achen

Wiesnherzen

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Monaco-Jenbach (versante ovest)

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Monaco capitale della bicicletta: scoprire Monaco sulle due ruote Una rete di 1200 km di apposite piste fa di Monaco una tra le città più ciclabili d’Europa. Nella zona centrale, tra il verde o lungo i corsi d’acqua, gli amanti delle due ruote hanno a disposizione itinerari ben marcati, sentieri, piste ciclabili e anche zone a traffico limitato per raggiungere i luoghi e le attrazioni più incantevoli della città. Il piacere di muoversi in bici, spingere con più o meno energia sui pedali e fermarsi ogni qualvolta si desideri assaporare l’atmosfera di un quartiere particolare, sorseggiare una Radler rinfrescante su una terrazza soleggiata: Monaco si fa apprezzare al meglio anche dal sellino. La rete di sentieri ciclabili ben marcati che partono proprio dalla Marienplatz, il cuore della città, e conducono in tutte le direzioni è ideale

per visitare la città sulle due ruote. Gli itinerari attraverso il centro cittadino sono molto invitanti: bastano brevi tragitti per raggiungere collezioni d’arte e musei di fama mondiale, edifici storici e autentiche perle dell’architettura moderna. Appena al di fuori delle mura del castello, delle porte cittadine e delle circonvallazioni interne ci si può immergere nel verde e pedalare tra campi e boschi: lungo il fiume Isar – che scorre attraverso la città per una lunghezza di circa 14 km, costeggiato da prati golenali e rive ghiaiose – oppure nel famoso Englischer Garten, il giardino inglese, che si estende su ben 417 ettari ed è uno tra i parchi cittadini più grandi al mondo. Andare in bicicletta mantiene in forma ed è divertentissimo. Cosa sarebbe un tour sulle due ruote senza qualche piacevole sosta lungo il percorso per bersi una Radler in un bar all’aperto, mangiare

un ottimo gelato in uno dei tanti chioschi, fare un picnic nel verde o ammirare un suggestivo tramonto da una bella terrazza? 12

Deutsches Museum: toccare con mano scienza e tecnica Istituito da oltre un secolo, il Deutsches Museum si trova nel cuore di Monaco ed è uno dei più importanti musei della scienza e della tecnica al mondo, apprezzato sia dai bambini che dagli adulti. Nelle sue numerose sezioni (c’è anche un suggestivo planetario) vengono illustrate e spiegate le leggi naturali e fisiche, tutte le principali invenzioni e scoperte scientifiche dell’uomo. Orari: tutti i giorni, 9-17, www.deutsches-museum.de


Monaco-Jenbach (versante ovest)

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Dopo la doverosa visita a Monaco (520 m slm), capitale della Baviera, si parte dal cuore della città, davanti all’imponente palazzo che ospita il Deutsches Museum – il museo della scienza e della tecnica – sulla cosiddetta Isola del Museo, in mezzo all’Isar. Ci dirigiamo verso il ponte e dopo 100 metri attraversiamo il fiume girando a destra, portandoci sulla sua destra orografica (riva orien-

Monaco, Deutsches Museum: si parte

tale dell’Isar), lungo Zeppelin Strasse. Stiamo già pedalando su pista ciclabile asfaltata sotto i frondosi alberi che sorgono sulle rive, tra parchi e giardini rigogliosi, sempre dritti, sottopassando numerosi ponti, di cui uno ferroviario al km 2,3 e uno autostradale al km 3,0. Si seguono anche le indicazioni per Tierpark Hellabrunn, lo zoo di Monaco. Si procede sempre dritti in mezzo al verde, in un’atmosfera molto rilassante, con accanto le fresche acque cristalline che stiamo risalendo. Al km 5,5 si piega a destra oltrepassando il Marienklausenbrücke, passerella ciclopedonale che porta sulla sponda opposta dell’Isar, quindi si gira a sinistra e poi a destra superando un campeggio per proseguire dritti per Zentrallandstrasse e per Conwentzstrasse, finché al km 8,0 si affronta una ripida salita che ci porta al Großhesselohe Brücke, il ponte ferroviario sull’Isar con spettacolare pista ciclabile appe-

L’Isar: chiare, fresche e verdi acque Con le sue acque trasparenti e dai riflessi verdi l’Isar invita a rilassarsi e a concedersi un picnic lungo le sue rive, frequentate da famiglie con bambini, studenti, persone che portano a spasso il cane o che praticano il footing. Locali e turisti possono concludere piacevolmente le tiepide serate estive presso le numerose aree per barbecue debitamente segnalate. Sulle sue sponde si trova pure lo storico zoo Tierpark Hellabrunn.

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Monaco-Jenbach (versante ovest)

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Monaco-Jenbach (versante ovest)

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sa sotto i binari, che ci porta nuovamente sulla riva destra. Si prosegue su ciclabile e al km 8,8 si sovrappassa la ferrovia e poi si tiene la sinistra lungo la strada Hochleite, finché al km 9,2 si giunge nel punto in cui si diparte il percorso orientale che porta verso il Tegernsee [vedi versante est da pag. 36]. Noi continuiamo dritti e poco dopo ci troviamo a pedalare su pista ciclabile a fianco della statale 2027, finché al km 11,1 si gira a destra per Dr. Max strasse che – dopo averci fatto transitare anche davanti a un centro sportivo e ricreativo con campi da tennis – ci porta nel centro di Grünwald (538 m slm), esattamente in Markt Platz, al km 13,7. Qui c’è da vedere l’imponente castello medievale, del XIII secolo, eretto da Ludovico II il Severo, molto spettacolare e in posizione dominante sull’Isar. Ora ospita il Burgmuseum Grünwald, sezione distaccata del Museo archeologico di Monaco. Di fronte al ca-

stello si trova anche la moderna chiesa di San Pietro e Paolo. Da Markt Platz si imbocca la ciclabile che costeggia la Tolzerstrasse in leggera salita, quindi all’altezza del grande cimitero, al km 14,7, si prende a destra una ciclabile sterrata a fondo naturale che s’insinua nella fitta e scenografica foresta di Grünwald. Al km 16,9 si arriva a un gruppo di case – l’abitato di Frundsbergerhöhe – e il percorso torna per un breve tratto asfaltato, ma dopo 200 metri riappare lo sterrato e nuovamente si torna nel fitto bosco: è il trionfo della natura, ci troviamo a pedalare lungo il Weg im Esterholz. Al km 18,1 bisogna prestare ATTENZIONE: a un bivio si gira a destra seguendo le indicazioni dell’«Isarradweg», quindi inizia un tratto in discesa e al km 18,4 si volta ancora a destra. Continua la divertente discesa in mezzo al verde con ampie curve su sterrato (da affrontare con

la dovuta cautela); al km 20,4 si giunge su strada asfaltata e si piega a destra, ancora in bella discesa, superando una bella chiesetta isolata per poi arrivare sulla sponda sinistra del canale dell’Isar, nei pressi di una grande chiusa. Si prosegue lungo lo stretto e panoramico canale, pennellando qualche morbida curva, finché al km 23,5 si giunge ai piedi di un ponte: noi qui continuiamo dritti, ma vale assolutamente la

Chiesetta isolata presso Strasslach

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Monaco-Jenbach (versante ovest)

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pena effettuare la breve deviazione di 1,2 km (solo andata) – oltrepassando in rapida successione due ponti, uno sul canale e uno sull’Isar – per raggiungere il notevole monastero di Schäftlarn. Proseguendo lungo il canale su stradina poco frequentata e in mezzo al verde, si giunge al km 25,9 presso Aumühle, e a un pittoresco ponte coperto in legno. Si sorpassa prima una grande

segheria e poi alcuni laghetti da pesca seguendo sempre la sponda del canale su scorrevole strada asfaltata, finché si giunge alla chiusa di Icking al km 28,3, nel punto esatto dove finisce il canale Isar. Anche qui si trova una suggestiva diga in legno. Ora si percorre la Wehrbaustrasse, che attraversa un’altra ampia area boschiva nella zona naturalistica Pupplinger Au; quindi al km 30,9

Il Monastero di Schäftlarn

Ponte di legno a Aumühle

Monastero di Schäftlarn Il monastero di Schäftlarn, con la sua chiesa conventuale dedicata ai santi Dioniso e Giuliana, appartiene ai principali monumenti culturali dell’Alta Baviera ed è ancora oggi un centro estremamente vivace. Ancora oggi, il monastero è abitato da monaci benedettini; al suo interno sono presenti un liceo, alcuni negozi, diverse trattorie, una bella birreria all’aperto, una rivendita di miele e una distilleria di acquavite. La chiesa è una costruzione tardo-barocca degli inizi del XVIII secolo cui hanno contribuito artisti importanti come Johann Michael Fischer, Johann Baptist Zimmermann e Johann Baptist Straub. Nel meraviglioso giardino, fioriscono oltre ottanta tipi di rose profumate. La passeggiata che lo attraversa si conclude nella cappella “Maria Rast”, con splendida vista sulla valle dell’Isar. Possibilità di alloggio e di ristoro.

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Monaco-Jenbach (versante ovest)

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ci s’immette in una strada e al km 31,3 si svolta a destra su ciclabile lungo la statale 2070, che subito dopo attraversa l’Isar grazie all’ampio Marienbrücke. Quindi si gira a destra su ciclabile e si sottopassa il ponte stesso, tenendo ora la sponda destra del fiume. Andando dritti oltre il ponte, invece, si raggiunge il centro di Wolfratshausen (576 m slm) con una deviazione di circa 2 km. Wolfratshausen, menzionata

Zattera a Wolfratshausen

per la prima volta nel 1003, ottenne nel XIII secolo il permesso di tenere mercato e divenne strategica per il trasporto fluviale: qui infatti si sviluppò l’arte del trasporto su zattera, legata alla fluitazione del legname e al commercio fluviale (la birra di Tölz, il sale, i minerali estratti dalle locali miniere e altro ancora). L’attività del trasporto fluviale è stata assai fiorente e ha arricchito la cittadina – riconosciuta come città nel 1961 –, come si può vedere tuttora dalle belle case affrescate lungo la centralissima Marktstrasse. Sono interessanti anche la chiesa parrocchiale di Sant’Andrea, che presenta un bell’altare barocco, un’interessante pala e un campanile dal pittoresco tetto a cipolla, il Museo locale di storia cittadina, Untermarkt 10, tel. +49.8171.267838, la settecentesca cappella della Trinità presso la foresta di Wolfratshausen, da dove è possibile gettare uno sguardo panoramico alla corona

Wolfratshausen: la capitale degli zatterieri Da maggio a settembre si può rivivere l’esperienza di viaggiare sulle zattere, come per secoli è avvenuto lungo la Loisach e l’Isar, percorrendo i 28 km tra Wolfratshausen e Monaco-Thalkirchen. L’imbarcazione, costituita da tronchi d’abete legati tra loro, è una perfetta ricostruzione di quelle che nei secoli scorsi hanno solcato la Loisach e l’Isar trasportando sale e altri prodotti locali. La tradizione degli zatterieri viene mantenuta in vita da tre famiglie. A bordo si trovano anche un’orchestra e gli immancabili fusti di birra...

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montana, le tradizionali escursioni in zattera. Per le famiglie, la visita del bosco delle fiabe nella valle dell’Isar è un must per ogni visita a Wolfratshausen. Tornati al ponte Marienbrücke, lo si sottopassa e si prosegue su pista ciclabile sterrata passando per il quartiere periferico di Waldram e il luogo d’imbarco delle zattere per Monaco, quindi al km 33,5 si percorre una stretta passerella metallica che oltrepassa il canale Loisach-Isar; successivamente si supera una zona con alcuni campi sportivi e al km 33,9 si tiene la sinistra per Bad Tölz immergendosi in un fitto bosco con numerose panchine e aree di sosta. Quindi, al km 35,7, a un incrocio si prende ancora a sinistra; poco dopo il percorso torna asfaltato e al km 37,2 ci troviamo a Gartenberg, frazione di Geretsried. Ci sono da visitare il Museo della città, la chiesa della Sacra Famiglia, la chiesa di San Pietro, il Sentiero della Storia nord.

Si prosegue lungo la Isardamm, asfaltata, ai margini di una fitta zona boscosa golenale e oasi naturalistica, la foresta di Wolfratshausen, caratterizzata dalla presenza di alcuni meandri dell’Isar, quindi si pedala lungo la stradina Fuchsgraben e al km 40,4 si attraversa una strada trafficata (ATTENZIONE!), girando subito dopo a sinistra, ancora su sterrato. Andando dritti invece si può raggiungere il centro di Geretsried (605 m slm). Dopo aver preso a sinistra, il percorso diventa un po’ più tortuoso (prestare ATTENZIONE alle deviazioni): si prosegue lungo la stradina sterrata che tiene sulla sinistra la trafficata strada 2369, quindi si attraversa un’altra strada, Jeskenstrasse, e si continua in leggera salita. Dopo un po’ la via torna asfaltata e al km 41,8 si gira a sinistra per Schönlinderstrasse, quindi dopo 400 metri si prende nuovamente a sinistra e poi si imbocca la prima a destra, una stradina sterrata che

al km 42,9 s’immette in Sudetenstrasse, dove si tiene la destra e poi al km 43,1 si gira a sinistra su ciclabile sterrata. Si mantiene la sinistra al km 43,3 e qui inizia una salita impegnativa, da affrontare con la dovuta calma. Al km 44,8 si giunge a un bel punto panoramico con spettacolare vista sull’Isar (dotato di panchina) e poco dopo comincia una discesa ripida, sempre su sterrato. Si ol-

Indicazioni lungo la pista ciclabile

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trepassa un’azienda agricola e, al km 45,5, ATTENZIONE perché si deve girare nettamente a sinistra e si torna in un fittissimo bosco, ancora in discesa, quindi si supera una grande legnaia e al km 46,8 si svolta seccamente a sinistra, ritrovando l’asfalto. In questo tratto la valle è ampia, panoramica, addolcita dalla presenza di bei prati: al km 48,1 si sorpassa un piccolo ponte e dopo il parcheggio la strada piega a destra, giungendo a Rothmühle, presso un grande centro giovanile. Quindi, in discesa, al km 48,9 si confluisce su strada trafficata tenendo la destra e poi al km 49,3 si prende la prima a sinistra, in direzione Rothenrain. Si procede affrontando una salita abbastanza dura, si raggiungono le prime case di Rothenrain e poi si prosegue; al km 51,7 comincia una piacevole discesa ma poi si ritrova una salita importante che al km 53,4 ci fa passare per il borgo di Nodern; poco dopo si tiene

la sinistra finché, sempre in discesa, al km 54,4 si attraversa una strada e si continua a destra su una bella pista ciclabile a fianco della strada statale. Qui si pedala sul lato sinistro della strada trafficata, poi al km 56,3 la ciclabile abbandona la strada piegando a sinistra in ripida ma brevissima discesa che ci fa raggiungere la riva del fiume; assai piacevolmente si procede fino a

sottopassare, al km 57,6, il ponte sull’Isar. Una visita alla splendida cittadina di Bad Tölz (658 m slm), il cui centro storico si trova sulla sponda sinistra dell’Isar, è assolutamente necessaria... È stata scelta come luogo di villeggiatura estiva, tra i molti altri, anche da Thomas Mann. Da non perdere la duecentesca chiesa di Santa Maria Assunta, la Franziskanerkirche e il Museo cittadino.

Il centro di Bad Tölz

Bad Tölz: la “pittura d’aria”

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Proseguendo lungo la piacevole pista ciclopedonale asfaltata, al km 58,4 si sottopassa un ponte stradale e immediatamente dopo il percorso si trasforma in sterrato, sempre immerso nel verde, accondiscendendo all’andamento sinuoso dell’Isar, particolarmente suggestivo per l’intenso colore verde delle acque che contrasta piacevolmente con il candore delle sue spiagge sassose. Si pedala in ambiente rilassante lungo

l’area golenale, di grande pregio naturalistico, finché al km 63,7 giungiamo nei pressi del paese di Arzbach e teniamo la sinistra. Quindi poco dopo, al km 64,2, si oltrepassa l’Isar grazie a una passerella ciclopedonale e si gira subito a destra su ciclabile sterrata lungo la riva opposta. Si procede sempre con grande tranquillità, finché al km 65,7 si confluisce per un brevissimo tratto sulla strada traffi-

Pedalando lungo l’Isar

Il paesino di Wackersberg

Bad Tölz: tradizione, cultura e modo di vivere lungo l’Isar Nel centro del luogo di cura ricco di tradizione ai piedi delle Alpi si trova una miscela unica di fascino cittadino e vicinanza alla natura. Da vedere sono, lungo la storica Marktstrasse, le facciate barocche decorate con la tecnica della “pittura d’aria”. Da qui si possono scoprire con piacere le stradine e le piazze dell’idilliaca cittadina con i suoi invitanti caffè, locali all’aperto e ristoranti. Da visitare sono anche il Gries – un quartiere artigianale medievale con dedalo di vicoli – e il Monte Kalvarienberg, da dove si gode una vista panoramica sulla valle dell’Isar.

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cata (il tempo di oltrepassare un torrente, ma su marciapiede ciclabile) e poi si torna sulla bella ciclabile sterrata, che al km 67,0 ci porta ad ammirare delle rapide sul fiume (nei pressi di un’area attrezzata per picnic) e quindi ci fa transitare sotto il ponte di Lenggries (679 m slm), al km 67,6. La località, ricca di tradizioni, gode di una pittoresca posizione lungo l’Isar, circondata dal paradiso montano ed escursionistico costituito dal Brauneck e da molte altre cime panoramiche. Turisti della bicicletta, dell’escursionismo e degli sport invernali godono qui in ogni stagione della natura pura in un soleggiato angolo dell’Isar. Da vedere: il Museo di Storia locale, la chiesa di San Giacomo. Visitato il bel paese di Lenggries, che è il centro più importante dell’Isarwinkel – regione alpina tra Bad Tölz e Wallgau – si continua a risalire l’Isar: al km 70,6 si sottopassa la statale e procediamo su pista asfaltata in sede

autonoma, tenendo la strada alla nostra destra fino a giungere al km 71,9 presso la chiesetta del piccolo centro di Fleck (dove c’è la presenza di un meccanico); al km 73,4 si giunge presso l’abitato di Winkel. Si continua tranquillamente finché al km 74,1 si sottopassa nuovamente la statale e si prosegue tenendola alla sinistra. Dopo un po’ si comincia a salire, su stradina asfaltata e separata, in maniera costante e senza particolari strappi, quindi s’incontra, in rapida successione, dapprima una piazzola di sosta e poi, al km 77,1, una colonna culminante in uno stambecco, da ammirare riposandosi presso un’altra strategica area di sosta. Il percorso continua a salire leggermente e al km 77,8 si passa sull’altro lato della strada statale grazie a un ardito ponticello. Ora la pista si allontana definitivamente dalla statale e comincia a innalzarsi in maniera decisa, finché si giunge con un ultimo strappo al km 80,6 e a

un breve tunnel che ci fa superare la montagna. All’uscita ci godiamo la spettacolare vista del lago di Sylvenstein (767 m slm). Merita un momento di sosta, anche per tirare il fiato perché ci aspetta il tratto più impegnativo: in salita e in gran parte su sterrato, in alcuni tratti un po’ sconnesso... Niente di drammatico, ma è bene saperlo. Da qui al confine sono circa 15 km abbastanza ostici: chi volesse evitarli

La chiesa di Lenggries

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Monaco-Jenbach (versante ovest)

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può percorrere la statale (trafficata ma molto meno impervia), solo 7 km lungo la sponda nord del lago. Noi descriviamo il percorso ufficiale, quello su sterrato. Usciti dal tunnel si deve pedalare per un breve tratto sulla statale B307, un po’ trafficata (FARE ATTENZIONE), quindi al km 82,3 si percorre la spettacolare arcata del ponte che attraversa il lago artificiale nel suo punto più stretto e al km 83,1 giriamo a sinistra abbandonando la statale per entrare nel paesino di Fall, con bella chiesetta. Dal centro del borgo si riparte pedalando in discesa lungo una strada forestale sterrata ma ben battuta, quindi al km 84,9 si oltrepassa un ponte su torrente e subito dopo si tiene la sinistra, quindi si supera una sbarra e la strada comincia a salire in maniera molto impegnativa. Si prosegue in mezzo alla natura incontaminata, con qualche contropendenza in un ampio

pascolo erboso, poi al km 86,7, a un bivio si gira a destra e si torna a pedalare all’interno di un fitto bosco, ancora in salita. Al km 88,7 inizia una ripida e spettacolare discesa che ci porta, al km 89,4, nei pressi del lago e qui si gira nettamente a destra; continuano i saliscendi e si giunge, al km 90,1, a un magnifico punto panoramico con vista sul lago. Proseguendo si passa una sbarra e al km 91,6 si supera un ponte di legno e poco prima di raggiungere (con faticosa salita sterrata) la statale B307 si gira a destra lungo una strada che la segue parallelamente. Si continua su quest’ultima fino al confine che superiamo al km 95,4: ci troviamo esattamente nel punto di congiunzione con il versante orientale. Giunti in Austria proseguiamo lungo la stretta valle di Achen che seguiremo fino a Maurach, dopo essere passati per il magnifico Achensee, racchiuso da alte e spettacolari cime.

Sylvensteinsee, il gioiello dell’Isarwinkel Il Sylvensteinsee è un pittoresco lago artificiale, lungo 7 km e largo 2, formato nel 1954; l’Isar e diversi torrenti lo alimentano. Nella sua acqua turchese si specchiano rigogliose pendici boscose e numerose vette alpine. Noto è l’ardito ponte che unisce le rive. I percorsi ciclabili intorno a questo lago alpino offrono uno stupendo panorama e sono vivamente consigliati, così come un rinfrescante bagno con una sosta sulla bianca spiaggia ghiaiosa.

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Monaco-Jenbach (versante ovest)

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Monaco-Jenbach (versante ovest)

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La ciclabile continua sul lato sinistro della statale B181, in leggera discesa, puntando verso Achenwald, poi al km 97,3 appare un breve strappo in salita, quindi al km 97,6 si abbandona la strada e si segue il fiume, per poi, al km 98,1, piegare sulla destra tornando a fianco della statale. Successivamente, al km 98,9, si gira a sinistra, si oltrepassa il ponte e si entra ad Achenwald (per evitare l’impegnativa salita

La frontiera tra Germania e Austria

su sterrato si potrebbe proseguire dritti lungo la statale fino al punto in cui i due percorsi si ricongiungono: sono 3,2 km asfaltati ma abbastanza trafficati contro i 5 km del percorso ufficiale, quasi tutti sterrati. A voi la scelta. Noi descriviamo il tracciato ufficiale, quello di 5 km...). Alla caserma dei pompieri si gira a destra e poi ancora a destra al km 99,2, quindi si attraversa un ponticello e su strada sterrata comincia una ripida salita, impegnativa. Al km 100,1 si piega a destra e dopo un po’ comincia una piacevole discesa che ci porta, al km 103,6, ad attraversare il ponte sul torrente per poi pedalare a fianco della B181 per un tratto di circa 300 metri. Al km 103,9 si attraversa la statale (ATTENZIONE) e si prosegue dritti giungendo presso le prime case di Achental. Continuando lungo la bella stradina secondaria, che corre parallela alla statale ma a un paio di centina-

ia di metri di distanza, si pedala in una bella zona residenziale attraversando numerose frazioni fino ad arrivare, al km 106,2, nel centro di Achenkirch (916 m slm), rinomato centro di villeggiatura ormai da un paio di secoli. Ci sono da vedere il Museo Etnografico Sixenhof, la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, la quattrocentesca Casa del Vino, le quattordici cappelle disseminate

Verso Achenkirch

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Monaco-Jenbach (versante ovest)

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nelle varie frazioni – tra cui la cappella del Monte Calvario con la scala santa –, mentre si può attraversare il lago grazie a un servizio di navigazione. Proseguiamo lungo la strada, quindi al km 109,1 si giunge sulle rive del lago e si piega a sinistra superando un ponticello color fucsia per tenersi sulla riva orientale; al km 109,4 si nota l’ex hotel Scholastika. Siamo ai piedi del

L’ex hotel Scholastika

magnifico parco naturale Karwendel. Si continua sulla riva di questo splendido lago lungo 9 km e profondo 134 metri, caratterizzato dalla rinfrescante temperatura dell’acqua. Il vento sempre teso favorisce gli sport nautici come il windsurf e la vela. Si transita su stradina asfaltata a fianco di due campeggi – ogni tanto fa la sua comparsa qualche leggera ondulazione, come al km 110,9 – costeggiando pedissequamente la riva del lago che offre spunti panoramici indimenticabili. Al km 111,6 si aggira un lungo tunnel e poi si continua piacevolmente finché al km 117,3, nei pressi di Buchau, si prosegue lungo il lago a fianco di curatissimi prati e stabilimenti balneari. Al km 119,1, nel punto più a sud del lago, si gira bruscamente a sinistra (mentre dritti si andrebbe nel bel centro di Pertisau, distante 3

Achensee: nel Fiordo delle Alpi Il più grande lago balneabile del Tirolo si è guadagnato il titolo di “Fiordo delle Alpi” non solo per la sua forma allungata: i velisti ne apprezzano i venti, i nuotatori le rive ovunque accessibili e gli amanti della natura il gioco di colori delle sue acque trasparenti. Da non perdere il tour con la più vecchia ferrovia a cremagliera a vapore europea, da Jenbach fino a Maurach, sul lago.

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km), proprio all’altezza dei binari ferroviari, e la ciclabile punta verso Maurach. Si prosegue in direzione Maurach sempre a fianco dei binari, in leggera salita, quando al km 119,6 la ciclabile attraversa sia la ferrovia che la strada regionale portandosi sul lato opposto. Quindi al km 120,9 si giunge nel centro di Maurach (950 m slm), bella cittadina turistica, che ha una sua importanza anche come

Uno sguardo verso l’Achensee

località invernale, dato che da qui parte la funivia che porta al Monte Rofan e al suo esteso comprensorio sciistico. C’è da vedere il Museo Etnografico del lago di Achen. C’è da dire che da Maurach si può anche prendere il trenino a scartamento ridotto che ci porta direttamente a Jenbach, la ferrovia Achensee a vapore, per aggiungere un pizzico di esotismo al nostro viaggio (e per evitare un tratto in impegnativa discesa...). Dal centro di Maurach si prosegue lungo la Ebenerstrasse lasciando la ferrovia a sinistra, si affronta prima una discesa seguita subito da una salitina e quindi al km 122,0 siamo nel centro di Eben am Achensee (940 m slm). Qui si trovano la chiesa di Santa Notburga – una delle chiese barocche più belle del Tirolo con interessanti affreschi –, dove sono custodite le spoglie della santa, come pure il Museo di Santa Notburga, che conserva i documenti

Petrolio tirolese: sostanze attive uniche da tempi remoti Fin dal 1902 sopra il lago di Achen si estrae petrolio da scisto bituminoso con il quale si producono creme, unguenti, lozioni e shampoo. Chi desiderasse saperne di più sugli effetti curativi può visitare il centro Erlebniszentrum Tiroler Steinöl Vitalberg, a Pertisau, oppure sperimentare l’ebbrezza di impacchi, bagni o massaggi al petrolio. Orari di apertura del museo: maggio-novembre, tutti i giorni, 9-17.30; dicembre-aprile, 10-16.30

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sulla sua vita e sui vari miracoli, come quello famoso “dei trucioli”. Al km 122,1 si oltrepassano i binari e quindi si gira immediatamente a destra per una strada sterrata, forestale, in fortissima discesa: bisogna affrontarla con la giusta cautela. Si scende in mezzo a un bel bosco, con numerosi tornanti che ci fanno perdere velocemente quota, finché al km 123,9 si sottopassa la stra-

Festa di paese a Wiesing

da statale B181 e si continua su sterrato, ancora in discesa. Quindi si raggiunge un tratto asfaltato, poi si gira a sinistra, quindi a destra e nuovamente si prende la prima a destra per sottopassare ancora una volta – al km 124,7 – la strada statale, sempre in bella discesa. Si continua la piacevole planata fino ad arrivare alla bella chiesa di San Martino e San Nicola, della fine del XVIII secolo, a Wiesing (566 m slm), al km 126,2. Subito dopo la chiesa si gira a destra e poi si prende la prima a sinistra – al km 126,4 – in direzione del vivaio forestale; quindi al km 126,7 si sottopassa il viadotto autostradale e poco dopo, ancora in leggera discesa, anche quello ferroviario. Ora, al km 127,1, si giunge piacevolmente sulla riva dell’Inn, che cominceremo a seguire per qualche chilometro lungo l’omonima pista ciclabile che lo pedina. Procedendo rigorosamente accanto al fiume,

Parco naturale Karwendel Sulla riva occidentale del lago di Achen si trova l’enorme parco naturale Karwendel, che si estende tra Tirolo e Baviera, e fa parte del progetto Natura 2000, associazione di aree protette europee. I numerosissimi sentieri da percorrere a piedi o in mountain bike vi porteranno a contatto con flora e fauna incontaminate: qui, ad esempio, si trova la più grande densità di aquile reali di tutte le Alpi.

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sempre a fianco dell’autostrada, al km 129,4 si arriva nei pressi di un grande impianto sportivo e al km 129,9 siamo sotto un grande ponte: a destra si va verso il centro di Jenbach (563 slm) e la sua famosa stazione ferroviaria. Questa è assai particolare perché presenta tre ferrovie con tre scartamenti diversi, quello normale (1435 mm) della OBB, le ferrovie austriache, quello metrico (1000 mm) della

Il Castello di Tratzberg

ferrovia dell’Achensee e quello bosniaco (760 mm) della ferrovia della Zillertal. In centro c’è da vedere il Museo di Jenbach (www.jenbachermuseum.at), sulla storia delle miniere e della lavorazione dei metalli. Proseguendo dritti invece si continua lungo la pista ciclabile Monaco-Venezia seguendo l’Inn in direzione di Innsbruck (per giungere al capoluogo del Tirolo ci vogliono circa 35 km). Assai interessante da visitare, nel comune di Stans, un paio di chilometri verso ovest, il Castello di Tratzberg (www.schloss-tratzberg.at), splendida opera rinascimentale che domina la valle dall’alto della sua posizione arroccata.

Esperienze ferroviarie: punto nodale delle ferrovie tirolesi Da Jenbach si dipartono una linea ferroviaria a scartamento normale e due a diverso scartamento ridotto, una verso l’Achensee e l’altra verso la Zillertal. La prima è una delle più vecchie ferrovie a cremagliera a vapore del mondo e in quarantacinque minuti porta sulle rive del lago di Achen, mentre in quella della Zillertal – lunga 32 km – ci si può godere il tragitto anche in un vagone all’aperto. In quest’ultima il trasporto delle bici è gratuito.

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INFO Monaco Informazioni turistiche: (Marienplatz 8 – Stazione ferroviaria) tel. + 49.89.23396500, www.muenchen.de/tam, tourismus@muenchen.de Ufficio turistico Circondario di Monaco di Baviera: Mariahilfplatz 17, tel. +49.89.62210 Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di meccanici. Grünwald Informazioni comune: Rathausstrasse 3, tel. +49.89.641620, www.gemeinde-gruenwald.de, info@gemeinde-gruenwald.de Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di un meccanico. Wolfratshausen Informazioni turistiche: Marienplatz 1,

tel. +49.8171.2140, info@wolfratshausen.de www.tourismus.wolfratshausen.de, Possibilità di alloggio e di ristoro. Geretsried Informazioni comune: Karl-Lederer Platz 1, tel. +49.8171.62980, www.tourismus.geretsried. de, info@geretsried.de Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di un meccanico. Bad Tölz Informazioni turistiche regione: Tölzer Land Tourismus, Prof. Max-Lange Platz 1, tel.+49.800.8635937, +49.8041.505206, www.toelzer-land.de, info@toelzer-land.de Informazioni turistiche per la città: MaxHöfler-Platz 1, tel +49.8041.78670, www.bad-toelz.de, info@bad-toelz.de Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di meccanici.

Arzbach (Comune di Wackersberg) Informazioni comune: Bachstrasse 8, Wackersberg, tel. +49.8041.799280, www.wackersberg.de Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di un meccanico. Lenggries Informazioni turistiche: Rathausplatz 2, tel. +49.8042.5008800, www.lenggries.de, info@lenggries.de Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di un meccanico. Achenkirch Informazioni turistiche: Achenkirch, im Rathaus 387, tel. +43.5246.53210, www.achensee.com/tirol/achenkirch, achenkirch@achensee.com Possibilità di alloggio e di ristoro.

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Maurach Informazioni turistiche: Achenseestrasse 5, tel. +43.5243.53550, maurach@achensee.com www.achensee.com/tirol/maurach Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di meccanici. Wiesing Informazioni turistiche: Dorf 19, tel. +43.5244.625100, www.achensee.com/tirol/wiesing wiesing@achensee.com Possibilità di alloggio e di ristoro. Jenbach Informazioni comune: Silberregion Karwendel, Münchnerstrasse 11, tel. +43.5242.63240, www.silberregion-karwendel.com, info@silberregion-karwendel.com. Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di meccanici.

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950 - Maurach

916 - Achenkirch

835 - Achenwald

941 - Achen Pass

1000

36 900

787 - Kreuth

800

526 - Jenbach

740 - Bad Wiessee

744 - Warngau

675 - Otterfing 691 - Holzkirchen

618- Sauerlach

700

124,6

115,6

106,2

98,9

86,4

73,8

57,4

42,1

30,7 34,9

14

m

600

23,5

570- inrcocio con versante ovest

576- Oberhaching

9,2

Dal punto di partenza davanti al Deutsches Museum si percorre il primo tratto di strada in comune con il versante ovest (vedi pag. 13), finché al km 9,2 si gira a sinistra abbandonando il fiume Isar e seguendo le indicazioni ciclabili «Wasserweg», che sostanzialmente corrisponde al versante est della pista ciclabile Monaco-Venezia. Questo tragitto ci farà penetrare in alcune fitte foreste, quindi ci condurrà lungo la sponda occidentale del Tegernsee per portarci al confine

520 - Monaco

Monaco-Jenbach 124,6 km (versante est)

km 0

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ESPERIENZA ACQUA


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con l’Austria attraverso il valico alpino dell’Achen Pass; nella discesa, proprio al confine, i due percorsi si riunificano. Al km 9,3 si giunge sulla statale 2072 che si attraversa con molta ATTENZIONE (non c’è semaforo!), quindi si continua dritti su percorso inizialmente sterrato ma che poco dopo torna asfaltato: si passa accanto agli studi cinematografici della Bavaria Film, la Hollywood lungo

Kugler Alm: sosta obbligata...

l’Isar, dalla storia ricca di tradizione (possibilità di visita: www.filmstadt.de), in mezzo al verde dell’enorme foresta Perlacher. Al km 11,1 il tracciato raggiunge la ferrovia seguendone la massicciata e torna a essere sterrato, finché al km 12,8 se ne discosta brevemente in occasione di una salita, quindi ci si riavvicina ai binari e al km 14,0 si entra nell’abitato di Oberhaching (576 m slm), dove si trova la celebre Kugler Alm, storica birreria dove si dice sia stata creata per la prima volta la Radler, una rinfrescante bevanda a basso tenore alcolico a base di birra. Proseguendo dritti, al km 15,9 si passa davanti alla stazione ferroviaria di Oberhaching, quindi si punta verso sud tenendo la ferrovia sulla sinistra sempre su percorso sterrato e al km 22,7, nei pressi di Sauerlach, si gira a destra in Deisenhofenerstrasse, quindi al km 23,2 si tiene la destra in Kirchstrasse giungendo, al km

Kugler Alm: la patria della Radler Avete voglia di musica e di un sensazionale brasato di bue di malga, cotto in forno per quarantotto ore? Allora la Kugler Alm presso Oberhaching fa al caso vostro, con la sua birreria all’aperto sotto ampi castagni. Il tutto annaffiato dalla Radler, mix di birra e limonata che si dice sia stata inventata proprio qui agli inizi del Novecento. Per i bambini c’è un grande parco giochi mentre nelle vicinanze, a Sauerlach, ci sono da vedere le belle cappelle di St.-Ulrich e St.-Anna.

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23,5, in Wolfratshausenerstrasse, nel centro di Sauerlach (618 m slm). Si continua sulla via principale e al km 23,9 si va a destra per poi prendere la prima a sinistra, quindi al km 24,6 si gira ancora a sinistra, si oltrepassa la ferrovia e si svolta immediatamente a destra, seguendone il tracciato su strada sterrata. Al km 30,7, a Otterfing (675 m slm), superiamo i binari piegando

Lanzenhaar, Sauerlach: la cappella di St. Ulrich

a destra e poi subito prendiamo a sinistra, quindi si gira a destra per Bahnhofstrasse; al km 31,4 si va a sinistra per Landkramerweg, poi a destra per Kreuzstrasse, e al km 31,8 si gira a sinistra su pista ciclabile protetta che punta verso sud. In paese ci sono da visitare la chiesa parrocchiale di San Giorgio e anche l’Arca degli animali Schlickenrieder (www.archehof-schlickenrieder.de), un’idilliaca zona di protezione per specie esposte al rischio di estinzione. Si prosegue su ciclabile tenendo la strada sulla destra. Al km 33,0 troviamo uno strappo in discesa, poi al km 33,6 uno in salita, finché al km 34,9 – già all’interno del bel centro di Holzkirchen (691 m slm) – abbandoniamo la strada principale piegando a destra per Krankenhausstrasse, quindi a sinistra per Marxbauerstrasse. Qui c’è da visitare la bella chiesa di San Lorenzo, che è la più antica

del paese, come è da vedere la piazza principale con i suoi molti edifici storici. Del resto Holzkirchen era un punto strategico: proprio qui s’incrociavano antiche vie romane, quella che da Augusta portava a Salisburgo e quella che conduceva all’Achensee. Ancor oggi Holzkirchen è il paese più ricco e popoloso della provincia. Al km 35,4 si va a sinistra per Haidstrasse e poi si prende la prima a destra, quindi la prima a sinistra e ancora la prima a destra, Am Olivberg, quindi al km 36,1 si gira a sinistra per Roggersdorferstrasse. Proseguendo dritti si attraversa la statale B13 al km 36,6 e si prosegue dritti per Thannerstrasse. Dopo alcuni metri comincia sul lato sinistro una ciclabile che conduce fuori dal paese e che al km 37,4 passa poi sul lato destro. Al km 38,9, nell’abitato di Thann giriamo nettamente a sinistra e poi al km 39,2, all’al-

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tezza della ferrovia, pieghiamo a destra su una strada sterrata che segue i binari fino a raggiungere il centro di Warngau (744 m slm) e la sua stazione ferroviaria al km 42,1. Poco più avanti, si gira a sinistra per Bahnhofstrasse, si attraversano i binari, si prosegue e poco prima dell’incrocio con la statale ci si tiene a destra e al km 42,7 si supera la statale B318 utilizzando il sottopasso. Si continua

Pedalando nella Baviera...

seguendo questa direzione con la strada che piega poi a destra. Si oltrepassa una chiesa immettendoci, al km 43,3, sulla Lindenstrasse, quindi in leggera salita si esce dal paese, e al km 44,0 si gira a sinistra sulla statale e su ciclabile si raggiunge, al km 44,5, il Santuario di Tutti i Santi. Subito dopo si svolta a destra verso Reitham, in leggera salita e al km 45,2 si giunge nel centro di questo paesino. Al km 45,5 si gira a sinistra in discesa, poi subito a destra e si continua su strada sterrata verso Einhaus. Ora appaiono frequenti ondulazioni; al km 47,2 arriviamo nei pressi della chiesa di Einhaus e proseguiamo dritti fino a raggiungere il paesino di Bernloh. Al km 48,6 si gira seccamente a destra sulla statale in direzione di Schaftlach e quindi la si abbandona subito dopo voltando a sinistra verso Bürg. Affrontando qualche ondulazione si supera

Warngau: Santuario di Tutti i Santi Protezione dai pericoli del viaggio Nel XV secolo nei pressi di questo centro venne eretta una piccola cappella a protezione dei viaggiatori, dei mercanti e dei pellegrini dalle insidie del viaggio. Con gli anni venne ingrandita fino a diventare un’importante chiesa barocca e a distanza di oltre cinque secoli è ancora sede di un sentito pellegrinaggio. È molto pittoresca e assai partecipata la processione con carrozze trainate da cavalli il giorno di San Leonardo, il 6 novembre di ogni anno.

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Monaco-Jenbach (versante est)

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Bürg al km 49,6, quindi al km 50,5 si sottopassa la statale e in discesa si giunge al paese di Festenbach. Al km 51,3 ci si immette sulla via principale tenendo la destra, quindi al km 52,0 la si abbandona girando a sinistra verso Rainmühle. Al km 52,6 si prende a sinistra e poi si oltrepassa un torrente proseguendo sempre dritti fino al giungere a Gmund am Tegernsee (740 m slm): esattamente al km

Il Tegernsee

54,7 transitiamo davanti alla stazione ferroviaria. Situata a nord del bel lago, Gmund è una piacevole cittadina turistica: ci sono da vedere la chiesa parrocchiale di Sant’Egidio, la chiesa evangelica del Salvatore e il Museo Etnografico – Jagerhaus. Inoltre a Gmund c’è un servizio di navigazione lungo il lago. Siamo giunti sulle sponde del Tegernsee, notevole attrazione turistica: bisognerà stare molto attenti perché il traffico è particolarmente intenso. Il nostro percorso seguirà la sponda occidentale, un po’ meno trafficata. Pedalando a fianco della B318 cominciamo a seguire il lato occidentale del lago e al km 55,5 ci portiamo sul lato sinistro della strada, seppur ben separati, e il percorso va dapprima in leggera discesa e poi, al km 57,4, appare un tratto in salita, finché si giunge alle prime case di Bad Wiessee (740 m slm). Bad

Tegernsee: un lago da favola Presso il Tegernsee ogni week-end vengono organizzati diversi eventi, sia feste tradizionali che competizioni sportive oppure concerti; qui inoltre troverete un’eccellente gastronomia, varie locande, boutique raffinate. Se desiderate fare una nuotata o anche una sauna non c’è che da scegliere. Inoltre c’è la possibilità di acquistare il famoso formaggio Heukäse direttamente dal consorzio di produttori locali (apertura: tutti i giorni, 9-17).

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Wiessee è conosciuto come località termale già dal 1922 e offre le fonti più ricche di iodio e di zolfo della Germania. Inoltre il comune è attrezzato anche con un casinò modernissimo. Al km 58,5 si gira bruscamente a sinistra, in discesa, si arriva al lago, si oltrepassa una sbarra e si prosegue su sterrato sulla riva. Si oltrepassa la statua di bronzo di Thomas

Sulle rive del Tegernsee

Mann, si prosegue dritti in un tratto suggestivo e riposante con giardini, fiori, fontane e al km 61,5, in Sonnenfeldweg, si oltrepassa un torrente, quindi si costeggia il lago fino a giungere, al km 62,8, nuovamente sulla statale B318, sulla pista ciclabile che l’affianca. Al km 63,4 si piega bruscamente a sinistra su sterrato, si attraversa un primo ponticello e, al km 63,9, anche il torrente Weissbach, quindi si raggiunge la panoramica sponda del lago e la si segue transitando per l’abitato di Egern, finché al km 66,6, all’incrocio tra Seestrasse e Hauptstrasse, nel cuore di Rottach (736 m slm), ci troviamo nel punto più meridionale del lago, dove si incrocia la strada che proviene dalla sponda orientale. A Rottach-Egern, c’è da vedere la chiesa di San Lorenzo e il Museo dei carri e delle slitte, ospitato in un ex convento benedettino. Girando a destra sulla via principale si prose-

Wallberg e Wallbergbahn: la montagna di casa presso il Tegernsee Il Wallberg è una montagna che si affaccia sul Tegernsee; si può raggiungerne la vetta sia a piedi sia con un impegnativo percorso in mountain bike, o anche utilizzando una comoda funivia che parte da Rottach-Egern. Da qui ci si gode il magnifico panorama che spazia dal Großglockner fino a Monaco e con un po’ di fortuna si possono ammirare le maestose aquile reali. Orari cabinovia: dalle 8.45 alle 16.30.

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gue dritti, con un po’ di attenzione per il traffico, e quindi al km 67,0 si gira nettamente a sinistra per Sonnenmoostrasse; al km 68,2 si prende a sinistra per Glaslstrasse, poi al km 68,8 si va a sinistra sulla Karl Theodor Strasse e al successivo incrocio si piega a destra per la Kappellenweg, quindi ancora a sinistra. Poco dopo c’è un breve strappo in salita e poi si entra in un bel bosco su strada a fondo na-

Una buona birra rinfrescante...

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turale. Costeggiando il Weissbach, al km 73,8 raggiungiamo Kreuth (787 m slm), immersa nelle bellezze della natura. Le sue diciassette frazioni si stendono in una zona che va dalla riva del Tegernsee fino all’interno delle montagne: Kreuth è il comune più meridionale della valle del Tegernsee, si trova presso il confine austriaco ed è una apprezzatissima località turistica alpina.

Pedali e relax...

Si prosegue fiancheggiando il notevole Parco delle Terme, quindi la ciclabile diventa sterrata ed entra in un bel bosco, in salita; poi torna l’asfalto, ma al km 75,8 si oltrepassa un piccolo ponte e la strada riprende a essere sterrata. Poco dopo si giunge alla località turistica di Wildbad Kreuth, luogo di cura incassato tra i monti dove si erge il vecchio edificio termale, del XVI secolo, che ha accolto molti illustri ospiti tra cui svariati zar e l’imperatore Francesco Giuseppe. Al km 77,1 si gira a destra oltrepassando un ponte, quindi al km 77,7 si raggiunge nuovamente il fiume Weissbach (senza oltrepassarlo) e lo si costeggia su sterrata che sale in maniera decisa in un bellissimo panorama montano. Al km 84,5 si raggiunge la B307, dopo aver superato il fiume; ora proseguiamo sulla pista ciclabile a fianco della strada arrivando,

al km 84,8, alla Glashütte. Superato il ristorante si gira a sinistra al km 85,1, oltrepassando un ponte, e al km 85,3 si transita sotto la statale. Quindi si sale duramente e poi ci si immette nuovamente sulla strada per giungere, sempre salendo in maniera decisa, fino alla cima dell’Achen Pass (941 m slm), al km 86,4. Qui si gira a sinistra su strada forestale in netta discesa, al km 88,2 si entra in Austria, mentre al km 90,1 si giunge al punto di intersezione con il percorso che viene da ovest. Per i restanti 34,5 km da qui a Jenbach si veda la descrizione alle pagg. 25-33

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Monaco-Jenbach (versante est)

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INFO

Oberhaching Informazioni comune: Alpenstrasse 11, tel. +49.89.613770, www.oberhaching.de, redaktionsteam@oberhaching.de Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di un meccanico. Sauerlach Informazioni comune: Bahnofstrasse 1, tel. +49.8104.66460, www.sauerlach.de, gemeinde.sauerlach@sauerlach.bayern.de Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di un meccanico. Otterfing Informazioni comune: Münchnerstrasse 13, tel. +49.8024.906322,

www.otterfing-tourismus.de, ingrid.eder@otterfing.de Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di un meccanico. Holzkirchen Informazioni turistiche: Marktplatz 2, tel. +49.8024.642320, www.holzkirchen-tourismus.de, schmitze@holzkirchen.de Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di meccanici. Warngau Informazioni comune: Taubenbergstrasse 33, tel. +49.8021.901512, www.warngau-tourismus. de, wwagner@warngau.de Gmund Informazioni turistiche: Wiesseerstrasse 11,

tel. +49.8022.7060350, www.gmund.de, gmund@tegernsee.com Possibilità di alloggio e di ristoro. Bad Wiessee Informazioni turistiche: Lindenplatz 6, tel. +49.8022.86030, www.bad-wiessee.de, badwiessee@tegernsee.com Possibilità di alloggio e di ristoro. Rottach-Egern Informazioni turistiche: Nördliche Hauptstrasse 9, tel. +49.8022.673100, www.rottach-egern.de, rottach-egern@tegernsee.com Possibilità di alloggio e di ristoro. Kreuth am Tegernsee Informazioni turistiche: Nördliche Hauptstrasse 3, tel. +49.8029.9979080, www.kreuth.de, kreuth@tegernsee.com

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Monaco-Jenbach (versante est)

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1372 - Passo del Brennero

1048 - Steinach am Brenner

998 - Patsch

1043 - Pfons 992 - Matrei am Brenner

50 1200

1000

77,2

65,2

57,7 60

574- Innsbruck 38

1400

600

47,5

574 - Hall in Tirol 27,5

m

800

43,5

564 - Wattens 19,8

545 - Schwaz 7,5

526 - Jenbach

L’industria mineraria tirolese, ma anche numerosi tesori culturali e naturali lungo il percorso, sono protagonisti di questo tratto della pista ciclabile Monaco-Venezia. Dal punto di partenza di Jenbach, nella valle dell’Inn, si passa per splendide città ricche di storia e monumenti come Schwaz, Hall-Wattens e Innsbruck, salendo fino alla Wipptal tirolese, e si arriva poi al confine con l’Italia, al Passo del Brennero. Gli occhi di grandi e piccini brilleranno per le escursioni con la ferrovia a scartamento ri-

870 - Igls

Jenbach-Passo del Brennero 77,2 km

km 0

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I TESORI DEL TIROLO


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dotto nella Zillertal o per il viaggio nel mondo luccicante dei cristalli di Swarovski. Lo spirito avventuroso si risveglierà con il Münze Hall, mentre la gola Wolfsklamm garantisce un’esperienza romanticamente selvatica. Arrivati a Innsbruck, con il suo leggendario Goldenes Dachl (Tettuccio d’oro) e la roccaforte imperiale, ecco apparire un punto clou dell’architettura moderna: il trampolino olimpionico sul Monte Isel. Dal 1669 città universitaria, oggi Innsbruck ospita 24.000 studenti da tutto il mondo, che portano nella capitale delle Alpi una ventata d’aria fresca e di vivacità. La Wipptal tirolese costituisce il passaggio naturale dal Tirolo all’Alto Adige e offre altri tesori, molto diversi: a sinistra e a destra della valle principale, innumerevoli pascoli alpini offrono scorci meravigliosi delle montagne circostanti, nonché straordinarie esperienze culinarie nei loro rifugi e nelle malghe. Ad esem-

pio sull’altopiano di Nösslach, presso Gries, un percorso a tema consente di conoscere la storia dell’estrazione del carbone in Tirolo. Partendo dalla stazione ferroviaria di Jenbach (563 m slm) si raggiunge immediatamente la riva sinistra dell’Inn e se ne risale la corrente su bella pista ciclabile asfaltata fino a Innsbruck: è la ciclabile dell’Inn, che dall’Engadina, in Svizzera, giunge fino a Passau, dove il fiume sfocia nel Danubio, con uno sviluppo di oltre 500 km. Molto praticata da cicloturisti e viaggiatori europei, in questo tratto che porta a Innsbruck è pianeggiante e assai panoramica. Per i primi chilometri si corre a fianco dell’autostrada, poi al km 4,7 – sorpassando un ponticello che scavalca un affluente dell’Inn – incrociamo una deviazione a destra per andare a Stans (possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di meccanici), ma il tracciato prose-

Gola Wolfsklamm: un suggestivo monumento naturale La Gola Wolfsklamm è tra le più belle delle Alpi: s’insinua tra montagne selvagge, fragorose cascate e acque color smeraldo e dalle numerose passerelle in legno e lungo i 354 gradini che la risalgono si gode un panorama mozzafiato. Si parte dalla cittadina di Stans per giungere al monastero St. Georgenberg, la più antica sede di pellegrinaggio del Tirolo. Il tredicesimo giorno del mese, da maggio a ottobre, vi si svolgono suggestivi pellegrinaggi notturni.

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gue dritto. Continuando lungo il fiume, al km 7,5 arriviamo ai piedi di una grande chiesa – la Spitalskirche – e di un ponte: siamo all’ingresso della splendida cittadina di Schwaz (545 m slm). Attraversiamo il ponte e andiamo a visitarla: lo merita davvero. Famosa per le sue miniere d’argento, Schwaz giocò per secoli un ruolo importante nella storia del Tirolo e le sue abitazioni rispecchiano il grado di agiatezza

Il centro storico di Schwaz

degli abitanti. Bella la quattrocentesca chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta (dotata di due campanili) e la Fuggerhaus, la casa dei famosi banchieri Fugger. Sono assai interessanti la Galleria d’arte contemporanea – ospitata nello storico Palazzo Enzenberg – e la miniera d’argento, la più grande d’Europa nel Medioevo. Tornati lungo il fiume si prosegue a pedalare in totale tranquillità: ora la vallata è spaziosa, al km 10,6 si transita per il centro di Altmahd, quindi al km 12,0 si sottopassa l’autostrada e si procede transitando, al km 12,6, davanti al bel laghetto Weisslahn, nei pressi della cittadina di Terfens (591 m slm), situata ai piedi dei monti del Karwendel. Il suo nome, di origini celtiche, significa “bosco di querce”. Proseguendo, al km 14,5 si transita davanti alla stazione ferroviaria di Terfens-Weer, poi si gira a sinistra e al km 15,0 si raggiunge il ponte

Lago balneabile Weisslahn: un tuffo con vista sui monti Dalla pista ciclabile potrete concedervi una pausa rilassante presso il lago di Weisslahn, a sud di Terfens. È circondato da verdissimi prati e attrezzato con trampolini, aree per bambini, piattaforme, numerosi campi sportivi e ristori. Inoltre ci si può pure dedicare alla pesca (permessi presso il chiosco della pesca). Orari di apertura: tutto l’anno, balneazione con ingresso da maggio a settembre.

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I Mondi di cristallo Swarovski: una brillante magia L’attrazione dei Mondi di cristallo Swarovski di Wattens – una delle più frequentate dell’Austria – dal 2015 brilla di nuova luce grazie all’innovativa torre gioco per i bambini, alla gigantesca nuvola di cristallo fluttuante, ad alcune installazioni artistiche uniche al mondo e alle rinnovate “camere delle meraviglie”. I visitatori continueranno a trovare manifestazioni classiche, culinarie e workshop per bambini. Orari: ogni giorno, 9-18.30.

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sull’Inn: lo si attraversa passando sulla sponda opposta. Al km 15,7 si prende a sinistra, al km 16,6 a destra, poi ancora a destra e al km 17,8 a sinistra, fino a tornare, al km 19,1, lungo l’Inn nei pressi del bel centro di Wattens (564 m slm). Si attraversa Wattens, girando al km 20,4 a sinistra (si tiene sulla destra la sede dell’ÖAMTC, l’Automobil Club Austriaco), quindi al km 21,1 lasciamo alla nostra sinistra un campo sporti-

La Chiesa di San Carlo a Volders

vo e si prosegue tra campi coltivati e numerose serre. Siamo giunti nei pressi della cittadina di Volders (558 m slm), del cui castello intravediamo la sagoma. Al km 23,0 giriamo a destra sottopassando l’autostrada e torniamo a pedalare accanto all’acqua, transitando al km 23,7 davanti alla chiesa di San Carlo, una delle più belle in stile rococò dell’intero Tirolo. Quindi al km 25,0 sottopassiamo anche un ponte ferroviario e poi, al km 27,5, percorriamo il bel ponte in legno che attraversa l’Inn all’altezza della città di Hall in Tirol (574 m slm), che ha costruito le sue fortune sul commercio del sale al punto di essere stata il centro economico più importante del Tirolo. Il suo splendido centro storico medievale è uno dei più caratteristici e meglio conservati dell’intero Tirolo. Oltrepassato il bel ponte in legno, la ciclabile continua a sinistra, quindi si passa per la zona industriale di Hall. Al km 29,6 si attraversano i

Museo del Münze Hall & Münzerturm: la culla del dollaro Oltre cinquecento anni fa Sigismondo Francesco di Austria-Tirolo, vescovo di Augusta, trasferì la zecca ad Hall e proprio qui fu coniato il primo tallero, l’antenato del dollaro moderno. Con l’aiuto di audio-guide il personale della zecca racconta ai visitatori la nascita di questa moneta illustrando la gigantesca e – per i tempi – innovativa pressa utilizzata per coniarla. Non si può perdere la visita alla Münzerturm, emblema di Hall, da cui si gode una spettacolare vista sull’Inn. Orari: martedì-domenica, 1017, chiuso da gennaio a metà marzo.

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binari girando a sinistra su un tracciato stretto, quindi al km 30,4 si sottopassa l’autostrada e si prosegue dritti. Pedaliamo in una zona molto verde; al km 32,5 appare un parco acquatico e poi si procede in una piacevole zona periferica di Innsbruck, tra molti parchi e giardini. Al km 36,0 si attraversa l’Inn grazie al Mühlauer Brücke, su pista ciclabile, poi si svolta a destra e si prosegue lungo la sponda opposta del fiume,

Innsbruck

raggiungendo al km 36,5 una bella passerella in legno sull’Inn. Continuando a pedalare lungo il fiume, al km 38,0 si arriva alla Marktplatz e si gira a sinistra entrando nel cuore della città. Dopo la sosta a Innsbruck (574 m slm) ci aspetta la salita lungo la Wipptal fino al Passo del Brennero (1372 m slm). Sinceramente, consigliamo questa soluzione solo ai ciclisti più convinti e volenterosi: sono 39 km di salita, con oltre 1000 metri di dislivello, il tutto non su piste ciclabili protette ma su strada a traffico promiscuo, di cui gli ultimi 10 km sono lungo la statale del Brennero. Decidete voi: è innegabile che lo splendido panorama e la grande soddisfazione che si prova giungendo in cima alla salita possano senz’altro giustificare la fatica. A tutti gli altri suggeriamo di prendere il treno (stazione centrale di Innsbruck, Südtiroler Platz 7, tel. +43.5.1717) fino al Passo del Brennero (i convogli sono molto frequenti, il viaggio dura

Goldenes Dachl (Tettuccio d’oro) Il Kaiser Massimiliano I (1459-1519) ha lasciato a Innsbruck numerose tracce, tra cui il Tettuccio d’oro, l’emblema della città, sulla facciata del palazzo dei Conti del Tirolo. È ricoperto da ben 2657 scandole in rame dorate a fuoco, che sembra quasi di poter toccare con mano; un altro tesoro d’arte da non perdere è l’Hofburg imperiale, del 1350, che ora risplende nella veste barocca. Orari Goldenes Dachl: maggio-settembre, lunedì-domenica, 10-17; ottobre-aprile, martedì-domenica, 10-17.

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una quarantina di minuti e in Austria è molto facile trasportare le bici al seguito) e da qui riprendere la splendida ciclabile italiana che ci porta verso Vipiteno, Fortezza, Bressanone e la Val Pusteria. Un’ulteriore alternativa è offerta dalla linea tramviaria 6. Chi invece vuole affrontare la salita e la strada trafficata, può ripartire pure dal punto in cui eravamo arrivati, cioè in Marktplatz, al km

38,0, quindi prosegue per Museumstrasse e attraversa il ponte sul Sill al km 39,2. Successivamente si gira a destra e si risale questo corso d’acqua che scende dal Brennero. Al km 40,5 si passa sotto un imponente viadotto autostradale nei pressi dello scenografico trampolino olimpico di Innsbruck. Quindi al km 40,9 si gira a destra sulla Inglerstrasse e si comincia a salire lentamente ma inesorabilmente. Al km 43,2

Pedalando lungo la Wipptal

Il trampolino olimpico di Innsbruck

Trampolino olimpico sul Monte Isel: il simbolo sportivo di Innsbruck Il celebre trampolino olimpico di Innsbruck, che ha ospitato i giochi invernali nel 1964 e nel 1976, è un impianto costruito negli anni Trenta ma è stato recentemente restaurato, nel 2001, dall’architetto Zaha Hadid. L’archistar inglese di origine irachena ha dato un’impronta onirica alla struttura, che culmina nel ristorante panoramico Bergisel Ski. Un pranzo indimenticabile! Orari di apertura: giugno-ottobre, tutti i giorni, 9-18; novembre-maggio, mercoledì-lunedì, 10-17.

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si passa per Vill e poco dopo per Igls (870 m slm). Al km 47,5 si transita per il centro di Patsch (998 m slm) e sempre con impegnativi su e giù si procede lungo l’antica via del sale che da Hall in Tirol portava a Matrei am Brenner, lungo la parte orientale della Wipptal. Al km 57,7 si passa per Pfons (1043 m slm), quindi al km 60,0 eccoci nella bella cittadina di Matrei am Brenner (992 m slm), con le sue belle case

Valle di Navis: dodici pascoli nella Val di Sole Lungo la “Naviser Almenrunde”, un sentiero di 15 km nella Valle di Navis, sarà possibile visitare alcune splendide malghe. Una strada forestale in leggera salita conduce prima alla Peeralm, poi si giunge alla Klammalm (1974 m), quindi eccoci alla malga Polten e poi alla Stöcklalm, da dove ci si gode la vista panoramica su quasi tutte le malghe e i monti circostanti. In tutte le malghe è possibile mangiare.

Monastero Maria Waldrast: ai piedi del Serles

La malga Laponesalm

Incastonato in un bel bacino vallivo ai piedi del Serles (2718 metri) si trova Maria Waldrast il luogo di pellegrinaggio più in quota del Tirolo (1641 metri). Il sito è dotato di ristorante ed è raggiungibile in bici o in auto da Matrei am Bren-

ner con una strada a pagamento ben asfaltata di circa 6,5 km. Percorsi escursionistici e tematici nei dintorni del monastero conducono nell’ambiente naturale e culturale (Ochsenalm) e fino in cima alla vetta del Serles, l’altare del Tirolo.

Gschnitztal: la malga Laponesalm Verso la fine della Gschnitztal, una laterale della Wipptal, si trova il paese di Gschnitz, circondato da splendidi prati e da ruscelli cristallini. Tra le varie passeggiate consigliamo quella che inizia al Mühlendorf con la cascata di Sandes e porta alla Laponesalm, dove si possono gustare le specialità gastronomiche tirolesi godendosi una vista da sogno sul grandioso fondovalle. A Steinach am Brenner, inoltre, si trova lo spettacolare parco ciclabile downhill Bikepark Tirol con impianto di risalita.

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decorate. Qui si aprono importanti valli laterali come la Valle dello Stubai, la Valle di Navis e la Gschnitztal. Siamo a pochi passi dalla statale del Brennero ma ancora su una strada parallela che ci consente di tenere alla nostra destra la statale. Al km 65,2 si passa per Steinach am Brenner (1048 m slm) lungo il fiume Sill: qui ci s’immette definitivamente sulla statale del Brennero che in circa 12 km, esattamente al km 77,2, ci porta al Passo del Brennero (1372 m slm). Da qui comincerà la nostra planata dalle splendide vette alpine, attraverso le Dolomiti, verso l’Adriatico: la nostra meta, Venezia, ora è già più vicina.

INFO

Schwaz Informazioni turistiche: Silberregion Karwendel, Münchner Strasse 11, tel. +43.5242.63240, www.silberregion-karwendel.com, info@silberregion-karwendel.com Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di meccanici. Wattens Informazioni turistiche: Dr. Felix Bunzl Strasse 1, tel. +43.5224.52904, www.hall-wattens.at, office@hall-wattens.at Possibilità di alloggio e di ristoro.

Hall in Tirol Informazioni turistiche Regione Hall-Wattens: Wallpachgasse 5, tel. +43.5223.455440, www.hall-wattens.at, office@hall-wattens.at Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di un meccanico. Innsbruck Informazioni turistiche: Burggraben 3, tel. +43.512.59850, www.innsbruck.info, office@innsbruck.info Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di meccanici. Steinach Informazioni turistiche: TVB Wipptal, Brennerstrasse 67, tel. +43.5272.6270 www.wipptal.at, tourismus@wipptal.at

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1245 - Dobbiaco (Toblach)

1158 - Villabassa (Niederdorf)

1087 - Monguelfo (Welsberg)

835 - Brunico (Bruneck)

805 - Casteldarne (Ehrenburg)

750 - Vandoies di Sotto (Niedervintl)

777 - Rio di Pusteria (Mühlbach)

749 - Fortezza (Franzensfeste)

948 - Vipiteno (Sterzing)

1098 - Colle Isarco (Gossensass)

1372 - Passo del Brennero

1326 - Terme di Brennero (Brennerbad)

64 m 1400

1200

1000

800

109,8

103,8

98

79,7

70,2

58,8

53,8

44,6

22,5

600

17,2

Quando ci si lascia alle spalle il Passo del Brennero, s’incontra il paesaggio alpino altoatesino, unico nel suo fascino legato al mix alpino-mediterraneo che si rispecchia, ad esempio, in città storiche come Vipiteno (Sterzing), Bressanone (Brixen) e Brunico (Bruneck), ma anche sul Plan de Corones e nel Messner Mountain Museum Ripa a Brunico. I caffè con tavolini all’aperto, le gelaterie e i ristoranti tipici e italiani invitano a gustare le specialità regionali, come gli Schlutzkrapfen, e le viuzze di queste tre affa-

3,9

Passo del Brennero-Dobbiaco 109,8 km

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UNO STILE DI VITA ALPINO-MEDITERRANEO


Passo del Brennero-Dobbiaco

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scinanti cittadine conquistano con la loro atmosfera di gusto mediterraneo. Mentre in cima ai monti troneggiano castelli suggestivi come Castel Tasso, il forte di Fortezza (Franzensfeste) (o il castello di Brunico, che ospita uno dei Messner Mountain Museum, i visitatori nelle valli sono circondati da graziosi paesaggi impreziositi da vigneti e frutteti. Le imponenti rocce delle Dolomiti salutano in lontananza, ma prima ancora s’incontra l’Alta Val Pusteria, patria delle Tre Cime di Lavaredo. Avete voglia di un tuffo nel passato asburgico, di conoscere la storia del tempo e del turismo alpino e di visitare il Parco naturale Tre Cime? Il Grand Hotel Toblach, situato nella Val Pusteria, vi offre tutto questo. Con il suo moderno centro culturale e per congressi, organizza concerti e festival celebri ben oltre i confini del paese. Il Passo del Brennero (1372 m slm) corrispon-

de allo spartiacque tra il bacino dell’Adriatico e quello del Mar Nero e costituisce da secoli il collegamento più immediato tra la penisola italiana e l’Europa centro-settentrionale. Oltrepassato l’immenso valico di confine – retaggio di un mondo in cui non esisteva la cosiddetta “area Schengen” –, al km 1,0 inizia immediatamente la bella pista ciclabile della Valle Isarco, annunciata da un totem turistico sulla destra della strada, all’altezza di un grande parcheggio. È l’inizio della Ciclopista del Sole – che dovrebbe attraversare tutta l’Italia e giungere fino in Calabria per poi proseguire in Sicilia – e utilizza i binari della vecchia ferrovia dismessa, come si vedrà dalle numerose gallerie e ponti che si attraverseranno. Entriamo nella Valle Isarco e più in generale in Alto Adige, regione che in questi ultimi anni ha dedicato tanta attenzione allo sviluppo del turismo lento, a piedi e in bicicletta, creando una

notevole rete di percorsi ciclabili in connessione tra loro. Si pedala su bel percorso asfaltato e ottimamente segnalato a fianco della strada statale 12 del Brennero, quindi al km 3,9 si passa per Terme di Brennero (Brennerbad) e, imboccando un paio di gallerie in discesa abbastanza accentuata, ci si allontana dalla strada statale inoltrandosi per un breve tratto nella Val di Fleres, per giungere

Seguendo le indicazioni non ci si può sbagliare...

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poi senza alcuna fatica, al km 17,2, nel bel centro di Colle Isarco (Gossensass) (1098 m slm), posto all’incrocio tra l’Alta Valle Isarco e la Val di Fleres, nel cuore di quella che fu nei secoli scorsi un’importante zona mineraria, soprattutto per l’estrazione dell’argento. È sede del comune di Brennero e un’importante stazione di soggiorno estivo e di sport invernali; sono assolutamente da ammirare le antiche case affrescate del cen-

Vipiteno (Sterzing)

tro storico, tra cui la Casa dei Minatori, la chiesa parrocchiale dell’Immacolata Concezione, la cinquecentesca cappella di Santa Barbara. Proseguendo ancora in discesa, al km 18,0 si sottopassa l’autostrada portandosi sul lato sinistro della valle e si pedala lungo lo stretto nastro perfettamente asfaltato transitando per i paesini di Novale di Sopra (Oberried), Novale di Sotto (Unterried) e, al km 20,5, per Novale (Ried), [possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di un meccanico], fino a giungere al km 22,5 all’ingresso di Vipiteno (Sterzing) (948 m slm), sotto la scenografica Torre delle Dodici (Zwölferturm). Questo pittoresco centro sudtirolese, inserito nella lista dei “Borghi più belli d’Italia”, offre numerosissimi spunti culturali, come il bel Municipio, la grande chiesa Madonna della Palude, il Museo Multscher e il Museo Civico, entrambi presso la casa dell’ordine Teutonico.

Vipiteno e Castel Tasso: città alpina di grande fascino Vipiteno, la più importante cittadina dell’Alta Valle Isarco, offre diversi stimoli: arte e storia nel suo museo cittadino, relax nelle numerose saune e piscine, arte gastronomica nei ristoranti stellati e nelle molte locande, un antico castello arroccato come quello di Reifenstein (Castel Tasso), a sud-ovest del centro abitato. Inizialmente era un possedimento dell’ordine cavalleresco tedesco, fino a quando non è stato acquisito dalla famiglia Thurn und Taxis. Scenografico!

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Proseguendo sulla via principale dell’affascinante centro della città sudtirolese, al km 23,8 si esce sottopassando la statale, quindi alla nostra destra appare in alto Castel Tasso e alla sinistra, dalla parte opposta della valle, Castel Pietra. Si prosegue per qualche chilometro allo scoperto, a fianco dell’autostrada e del fiume Isarco, poi al km 28,4 – all’altezza del paesino di Campo di Trens (Freienfeld) (937

L’interno del forte di Fortezza (Franzensfeste)

m slm) [possibilità di alloggio e di ristoro] – si sovrappassano entrambi e poi si transita per il paesino di Stilves (Stilfes) (963 m slm). Ora la stradina a traffico promiscuo sfiora alcuni bei boschi, quindi passa per alcune località, come Fuldres (Pfulters), finché al km 32,9 si riaffianca all’autostrada e alla ferrovia, che rimangono entrambe alla nostra sinistra; ora si continua a scendere la valle dell’Isarco, fiume di cui teniamo la destra orografica finché al km 40,5 – all’altezza di Mezzaselva (Mittewald) (801 m slm) – oltrepassiamo il ponte proseguendo sulla sponda opposta. Si continua a pedalare piacevolmente su ciclabile fino a quando al km 44,6 ci troviamo davanti alla stazione ferroviaria di Fortezza (Franzensfeste) (749 m slm), cittadina sorta attorno all’importante snodo ferroviario e alla massiccia fortificazione ottocentesca voluta dagli Asburgo. Si prosegue costeggiando il lago

Fortezza: cattedrale nel deserto L’imponente struttura di Fortezza è stata costruita tra il 1833 e il 1838 dall’Impero austroungarico per proteggere il Sud Tirolo da eventuali attacchi da sud; la fortezza ricorda nella sua struttura un antico castello medievale, mentre la parte inferiore, il Talwerk, con i suoi singoli fortini, appare molto più moderna. Tra il 1943 e il 1945 la Wehrmacht vi ha custodito l’intero tesoro statale italiano costituito da diversi vagoni pieni d’oro. Orari di apertura: dal 1o maggio al 31 ottobre, martedì-sabato, 10-18.

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artificiale di Fortezza, poi al km 46,4 la pista affianca per pochi metri la statale – proprio all’altezza del mastodontico forte – per poi attraversarla al km 46,6 e piegare a sinistra puntando verso il paesino di Aica e la Val Pusteria. ATTENZIONE: il nostro percorso verso la Val Pusteria, le Dolomiti, Cortina e Venezia continua di qua. Invece, proseguendo dritti su ciclabile, che passa per Varna (Vahrn) (671 m slm) e nei pressi della splendida Abbazia di Novacella (Neustift) – www.abbazianovacella.it – si giunge nel centro di Bressanone (Brixen) (559 m slm), che val bene una deviazione dal percorso ufficiale (11 km solo andata). L’importante città, fondata più di 1100 anni fa, è situata alla confluenza dell’Isarco con la Rienza, il fiume che nasce ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo e attraversa tutta la Val Pusteria. Sono da vedere la notevole cinta muraria con le sue tre porte (Porta Sabiona, Porta San Michele, Por-

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ta Sole), il centro storico con i numerosi portici, il Municipio, il Palazzo Vescovile (Hofburg), il Duomo, il Battistero, la Torre Bianca. Tornati invece al km 46,6, alla deviazione per la Val Pusteria, al km 47,0 si oltrepassa l’Isarco su strada a traffico promiscuo, che ogni tanto comunque presenta ampi tratti di pista ciclabile a fianco. Si sale verso Aica (Aicha) (730 m slm), frazione di Naz-Sciaves (Natz-Schabs), quindi

Il Duomo di Bressanone

si seguono le numerose indicazioni ciclabili restando sempre nelle vicinanze della statale 49 della Pusteria, finché al km 51,5 la ciclabile se ne separa piegando verso sinistra e inerpicandosi sul Stöcklvaterweg fino ad arrivare a Rio di Pusteria (Mühlbach) (777 m slm), che raggiungiamo al km 53,8, località posta all’ingresso della Val Pusteria, centro di villeggiatura e sport invernali. Qui inizia la risalita della valle utilizzando l’omonima Pista ciclabile della Val Pusteria e già al km 55,9 ci imbattiamo in uno strepitoso edificio, la Chiusa di Rio di Pusteria (Mühlbacher Klause), antica fortezza del XV secolo che costituiva il confine e la stazione doganale dei principi del Tirolo. Si prosegue e la ciclabile s’insinua nella valle, che in questo punto è particolarmente angusta, risalendo il fiume Rienza: al km 56,9 lo si attraversa grazie a un bel ponte in legno completo di tetto e quindi ci si inoltra in un fitto bosco

Bressanone: dove l’atmosfera alpina si sposa col clima mediterraneo Bressanone è stata una potente città vescovile e ciò ha lasciato il segno nell’affascinante centro storico, caratterizzato da tortuose viuzze, bei porticati e ampie piazze su cui si affacciano caffè, gelaterie e bar alla moda. Un’ampia offerta culturale rende più completo il soggiorno, tra cui spicca la visita guidata serale al museo diocesano: s’inizia con un bicchiere di vino e si prosegue attraverso l’incantevole Hofburg di Bressanone.

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incantato, con felci e un intenso aroma di sottobosco. Poi al km 58,8 si giunge a un bivio e si procede dritti, mentre a sinistra si andrebbe al paesino di Vandoies di Sotto (Niedervintl) (750 m slm), “paese amico delle bambine e dei bambini” grazie alle numerose e ampie zone ricreative. Proseguendo tra piacevoli ondulazioni, si tiene sempre la sinistra orografica della Rienza in un tratto che s’insinua tra prati, boschi e anche alcuni biotopi, sempre su percorso perfettamente asfaltato e panoramico. Al km 65,4 superiamo un passaggio a livello della ferrovia e poi giriamo subito a destra, mentre dritti si giungerebbe nel paesino di San Sigismondo (St. Sigmund); si continua in un panorama incantato, tenendo sempre a vista i binari, lungo un tratto un po’ vallonato. Al km 68,4, nei pressi di Chienes (Kiens), si affronta uno strappo in salita e poi un altro importante al km 70,2, dopo aver oltrepas-

sato la stazione ferroviaria di Casteldarne (Ehrenburg) (805 m slm), cittadina dove svetta l’imponente castello medievale – con ampliamento barocco – che fu antica residenza dei conti Künigl. Continuiamo ancora immersi nel verde più intenso e si giunge, sempre superando qualche dolce avvallamento, al km 75,0 presso Floronzo (Pflaurenz) (800 m slm). Qui si gira a destra

Castel Badia (Sonnenburg)

affiancando per 100 metri la statale, per poi abbandonarla nuovamente piegando a destra per oltrepassare la ferrovia e giungere nei pressi di San Lorenzo di Sebato (St. Lorenzen). Alla nostra sinistra, sul lato opposto della valle, vediamo far capolino il poderoso Castel Badia (Sonnenburg), del X secolo, trasformato successivamente in abbazia. Proseguendo dritti si pedala attraverso la zona industriale di Brunico e al km 79,7 giungiamo nel centro di Brunico (Bruneck) (835 m slm), esattamente sul ponte sulla Rienza, che non superiamo piegando nettamente a destra. Brunico – fondata da Bruno principe-vescovo di Bressanone, che ha anche costruito il castello della città – è stata menzionata per la prima volta in un documento ufficiale del 1256, diventando in seguito il centro più importante della Val Pusteria grazie al commercio e all’artigianato. Questa opulenza traspare ancor oggi dai suoi pittoreschi edifici

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medievali, dai resti delle possenti mura e dalle porte affrescate. Da non perdere il Museo Civico, la chiesa parrocchiale di Nostra Signora, il Museo Etnografico di Teodone, il Castello di Brunico. Bisogna segnalare che da Brunico si diparte in direzione nord la bella pista ciclabile che percorre la Val di Tures (Tauferer Tal) – vallata perpendicolare alla Val Pusteria) – che in 17

Il centro di Brunico (Bruneck)

gradevolissimi chilometri (solo andata), pressoché pianeggianti, ci conduce a Campo Tures (Sand in Taufers) (862 m slm), a sua volta affacciata all’imbocco della Val Aurina, che porta fin sotto la Vetta d’Italia. Una volta tornati a Brunico, pedalando lungo la Rienza ci si allontana dal centro e al km 81,1 si passa sotto un ardito viadotto della statale, quindi subito dopo si attraversa il fiume con bel ponte in legno e si penetra all’interno di un fittissimo bosco – il percorso è arricchito da panchine –, quindi al km 82,2 appaiono un paio di gallerie illuminate e sterrate. Al km 83,2 si transita davanti alla Centrale idroelettrica di Brunico e poi in leggera salita, con qualche breve tratto sterrato, la pista prosegue verso Perca (Percha). Al km 87,9 si percorre un ponte sulla Rienza e si giunge nei pressi di Valdaora di Sotto (Niederolang); in salita, al km 88,6 si sottopassa la ferrovia e si gira

Castello di Brunico: Messner Mountain Museum Ripa Il castello di Brunico ospita oggi il quinto dei sei Messner Mountain Museum, il MMM Ripa, raggiungibile anche in bicicletta, che si occupa del confronto tra l’uomo e la montagna, illustrando stili di vita e differenti culture delle popolazioni che abitano le montagne nei diversi continenti. L’esposizione comprende numerose opere e oggetti d’uso quotidiano delle più importanti culture di montagna del mondo. Orari di apertura: ogni giorno, 10-18.

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Il castello di Monguelfo (Welsperg)

subito a sinistra, continuando a salire. Si prosegue dritti e al km 90,3 – a Valdaora di Mezzo (Mitterolang) – si piega nettamente a sinistra e si transita per il piccolo centro abitato su strada con fondo in pavé; poi al km 91,3 si passa per Valdaora di Sopra (Oberolang) (1083 m slm). Qui si può visitare la Lipper Säge, la sega veneziana, una vecchia segheria ad acqua frutto dell’ingegno di Leonardo da Vinci, ora restaurata e visibile al pubblico. Quindi si supera il cimitero e davanti a un panorama grandioso, molto aperto, si scende tenendo la sinistra. Al km 92,3, dopo aver sottopassato la linea ferroviaria, si tiene la destra per giungere presso la sponda del pittoresco lago artificiale di Valdaora e si procede lungo la riva destra in mezzo al bosco, tra i riflessi delle placide acque: è uno dei tratti più incantevoli del percorso. Attorno al km 94,5 lasciamo il lago avanzando sempre su sterrato nel fitto bosco lungo la Rienza; al

Castello di Welsperg: noblesse oblige Su uno sperone di roccia sopra la cittadina troneggia il castello che da oltre ottocento anni appartiene ai signori di Welsperg, una delle più importanti famiglie nobili del Tirolo. Questa straordinaria fortezza è raggiungibile dal centro di Monguelfo grazie a un piacevole sentiero impreziosito da opere d’arte. Nei mesi estivi il castello ospita numerose e prestigiose manifestazioni, come pure importanti concerti. Orari di apertura: lunedì-venerdì, 10-17; domenica, 15-18 (fine giugno-inizio settembre)

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km 96,2 sottopassiamo la statale per giungere su asfalto, al km 98,0, davanti alla stazione di Monguelfo (Welsberg) (1087 m slm), cittadina impreziosita da un suggestivo tabernacolo gotico riccamente affrescato (considerato il più bello dell’intero Alto Adige) e dal massiccio castello. Da Monguelfo, ancora verso nord, c’è la possibilità di affrontare la pista ciclabile che percorre

Il lago di Dobbiaco (Toblach)

un’altra valle perpendicolare alla Val Pusteria, la Val di Casies (Gsiesertal), che porta in salita fino al paese di Santa Maddalena Vallalta (1470 m slm). Sono esattamente 18 km (solo andata), di cui i primi 3 e gli ultimi 3 sono abbastanza impegnativi. Proseguendo sempre su pista ciclabile in sede autonoma, al km 101,0 si sovrappassa la strada che porta verso il lago di Braies e pedalando su verdissimi prati si punta in direzione di Villabassa (Niederdorf) (1158 m slm), la cui bella piazza Von Kurz raggiungiamo al km 103,8. Curiosità: all’angolo tra la piazza Von Kurz e via Stazione, esattamente di fronte all’Hotel Adler, c’è una cassetta marrone con la scritta «Service Station» che contiene attrezzi per riparare le biciclette, una sorta di officina self-service, con tanto di pompa. Si segue la via principale del paese e quindi la ciclabile continua a fianco della statale, tenendola sulla sinistra, quindi

Dobbiaco: Grand Hotel, un hotel di lusso in stile asburgico Vivere come al tempo degli Asburgo? Nel maestoso Grand Hotel, costruito nel 1878, è tuttora possibile: l’elegante struttura emana ancor oggi una nobiltà raffinata e rimanda ai tempi in cui Dobbiaco ospitava conti, principi, famiglie reali e persone di cultura come il compositore Gustav Mahler. Oggi è anche un centro culturale e congressuale, con un ricchissimo programma musicale offerto ai numerosissimi villeggianti che ancor oggi affollano la splendida cittadina.

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al km 105,0 si oltrepassa il cartello di uscita di Villabassa e si pedala stretti tra la strada e la ferrovia finché al km 105,7 troviamo sulla destra le indicazioni per girare a destra e sottopassare sia la ferrovia che la statale e poi svoltare subito ancora a destra verso San Candido (Innichen). Si supera un breve strappetto in salita e quindi si pedala tra magnifici prati finché al km 107,1 si sottopassa nuovamente la ferrovia per poi girare subito a destra, ancora in direzione di San Candido. Al km 108,1 giungiamo a un importante bivio: a destra si va verso San Candido e poi dopo 600 metri si prende a destra la deviazione verso Cortina d’Ampezzo, mentre noi gireremo a sinistra per via Tiefen con lo scopo di visitare il centro di Dobbiaco. Si transita al km 108, 5 davanti al Museo della latteria Mondolatte sulla storia della produzione del formaggio, www.mondolattetrecime. com, e quindi al km 109,8, raggiungiamo l’im-

perdibile centro di Dobbiaco (Toblach) (1245 m slm), arrivando proprio sotto l’imponente chiesa parrocchiale San Giovanni Battista. Risale all’anno 827 la prima citazione della cittadina come “vicus” Duplago, che passò quindi di mano dai duchi bavari ai conti di Gorizia, dai conti del Tirolo all’Austria degli Asburgo e infine all’Italia nel 1919. Già nella seconda metà del XIX secolo divenne un luogo famoso di cura e di soggiorno grazie anche al nuovo collegamento ferroviario con Vienna, e nella seconda metà del XX secolo ha perfezionato definitivamente la sua vocazione turistica. È suddivisa nel nucleo storico e in Dobbiaco Nuova, dove si trova la stazione ferroviaria. Sono da vedere, oltre alla chiesa parrocchiale, il bel castello, la Torre Rossa, la Via crucis più antica del Tirolo, il Santuario di Santa Maria, la casa di Gustav Mahler e la sua casetta di composizione, oltre al Museo storico

all’aperto di Monte Piana sulla Prima guerra mondiale. Dobbiaco è un punto nevralgico, uno snodo importante per i percorsi in bici: infatti si può prendere, come faremo noi, la pista ciclabile denominata la Lunga Via delle Dolomiti che porta verso Cimabanche, Cortina d’Ampezzo e Calalzo, ma nello stesso tempo c’è pure la possibilità di continuare dritti lungo la ciclabile

Le Dolomiti verso Dobbiaco (Toblach)

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della Val Pusteria in direzione San Candido e da qui continuare lungo la bellissima Pista ciclabile della Drava, che conduce in Austria e successivamente in Slovenia, a Maribor, con uno stimolante percorso di circa 370 km. Come si può vedere, qui in Alto Adige ce n’è per tutti i gusti...

INFO

Colle Isarco (Gossensass) Informazioni turistiche: piazza Ibsen 2, tel. +39.0472.632372, www.colleisarco.org, info@gossensass.org Possibilità di alloggio e di ristoro. Vipiteno (Sterzing) Informazioni turistiche: via Piazza Città 3, tel.+39.0472.765325, www.sterzing.com, info@infosterzing.com Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di meccanici.

Scorcio dell’Alta Pusteria

Bressanone (Brixen) Informazioni turistiche: viale Ratisbona 9, tel. +39.0472.836401, www.brixen.org, info@brixen.org

Rio di Pusteria (Mühlbach) Informazioni turistiche: via Katharina-Lanz 90, tel. +39.0472.886048, www.gitschberg-jochtal.com, info@gitschberg-jochtal.com Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di meccanici. San Lorenzo di Sebato (St. Lorenzen) Informazioni turistiche: via Josef Renzler 9, tel. + 39.0474.474092, www.bruneck.com, info@st-lorenzen.com Brunico (Bruneck) Informazioni turistiche: piazza Municipio 7, tel. +39.0474.555722, www.bruneck.com, info@bruneck.com

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Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di meccanici.

Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di un meccanico.

Valdaora (Olang) Informazioni turistiche: via Floriani 19, tel. +39.0474.496277, www.olang.info, info@olang.com Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di un meccanico.

Dobbiaco (Toblach) Informazioni turistiche: via Dolomiti 3, tel. +39.0474.972132, www.dobbiaco.info, info@dobbiaco.info Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di un meccanico.

Monguelfo (Welsberg) Informazioni turistiche: via Pusteria 16, tel. +39.0474.944118, www.welsberg.com, info@welsberg.com Possibilità di alloggio e di ristoro. Villabassa (Niederdorf) Informazioni turistiche: via Stazione 3 tel. +39.0474.745136, www.villabassa.it, info@villabassa.it

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1600

488 - Sella di Fadalto

395 - Farra d’Alpago

396 - Soverzene

490 - Ospitale di Cadore 462 - Termine di Cadore

1400

699 - inizio Cavallera 532 - Perarolo di Cadore

851 - Valle di Cadore

831 - bivio per Pieve di Cadore

1011 - San Vito di Cadore 942 - Borca di Cadore

1224 - Cortina d’Ampezzo

1529 - Passo Cimabanche (Gemärk)

1276 - Lago di Dobbiaco

1245 - Dobbiaco (Toblach)

m

1200 1000 800 600 400

112,8

106,6

95,1

78

81,8

67,8 69,4

62,8

58,6

47,1

43,2

31,4

200 18

Sono le montagne più belle del mondo! Oltre a vette dai nomi altisonanti come Cristallo, Tofane e Antelao, saranno soprattutto le Tre Cime di Lavaredo ad affascinare alpinisti e amanti della natura. Le Dolomiti, patrimonio dell’UNESCO sono al centro del quarto tratto della pista. In bicicletta si attraversa Cortina d’Ampezzo alla volta di Pieve di Cadore, verso il lago di Santa Croce, poi ancora verso Belluno e, per chi lo desidera, si può fare una breve sosta nella splendida cittadina rinascimentale di Feltre.

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km 0

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DOLOMITI PATRIMONIO DELL’UNESCO

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Quando nel 2009 le Dolomiti, insieme ad altre catene montuose mondiali, sono state inserite nella lista dei patrimoni Unesco, il comitato ha motivato la sua decisione, tra l’altro, con la loro «bellezza monumentale e unica». Anche la provincia di Belluno, con l’omonimo capoluogo di provincia, rientra nei patrimoni dell’Unesco: al suo interno, il Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi è un sogno per escursionisti, alpini-

sti, arrampicatori, appassionati della mountain bike e della bicicletta da strada. Il lago di Santa Croce è una perfetta fonte di refrigerio dopo le impegnative pedalate e il celebre distretto per windsurf e kitesurf accoglierà con piacere anche i principianti. Nella valle del Piave, ai piedi delle Dolomiti Feltrine, è situata la meravigliosa cittadina medievale di Feltre, sulle pendici di un colle. Assolutamente

da vedere i palazzi e le case rinascimentali dalle splendide facciate decorate.

Le Tre Cime di Lavaredo

Cortina d’Ampezzo

Il lago di Santa Croce

Dal centro di Dobbiaco, davanti alla barocca chiesa di San Giovanni Battista, si va dritti per piazza Mercato e per via Conti Künigl, quindi al km 0,5 si tiene la sinistra seguendo le indicazioni ciclabili per San Candido (Innichen) lungo via Tiefen.

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Al km 1,5 si passa sotto la ferrovia e si prende a sinistra, mentre al km 2,1, dopo aver sottopassato anche la statale, si gira immediatamente a destra imboccando la Lunga Via delle Dolomiti che porta a Cimabanche e quindi a Cortina lungo il tracciato della vecchia ferrovia delle Dolomiti. Ora abbiamo salutato definitivamente la Val Pusteria e stiamo incuneandoci nella stretta

Il lago di Dobbiaco

Val di Landro (Höhlensteintal); al km 3,0 pieghiamo leggermente a sinistra abbandonando l’asfalto e pedaliamo lungo uno scorrevole sterrato, finché al km 4,4 ci si porta sulla sponda sinistra del cristallino e scenografico lago di Dobbiaco, con un bel percorso impreziosito da numerose panchine e tavoli da picnic. Si sale abbastanza leggermente (la pendenza media è del 2%) su strada sterrata separata dalla sede stradale ma molto vicina alla statale, fino a quando al km 7,8 transitiamo davanti al Cimitero di guerra di Sorgenti (Nasswand), che ospita 1259 soldati dell’Impero austroungarico di lingua diversa da quella tedesca. Al km 8,4 si sottopassa la statale e la si tiene sulla destra, sempre su sterrato in leggera salita ma non certo impegnativa, quindi al km 10,1 appare un ulteriore sottopasso e al km 11,5 un altro ancora, fino a giungere, al km 12,0, a un’ampia spianata panoramica da dove si può

Tre Cime di Lavaredo: la magia del triangolo Sono il simbolo stesso delle Dolomiti, patrimonio dell’Unesco, e giungere ai loro piedi in bicicletta lungo la mitica salita più volte proposta al Giro d’Italia è un’esperienza unica. Le imponenti pareti giallo oro si stagliano nel cielo e attraggono gli scalatori di tutto il mondo con le loro impegnative vie che hanno fatto la storia dell’alpinismo moderno: la Cima Grande (2999 m), la Cima Ovest (2973 m) e la Cima Piccola (2857).

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ammirare sulla sinistra una straordinaria veduta delle Tre Cime di Lavaredo, ai cui piedi si trova la sorgente della Rienza, che ora abbandoneremo dopo averla accompagnata per tanti chilometri. Si continua sempre dritti e al km 12,9 si lambisce la sponda del lago di Landro, quindi al km 14,9 si transita per la località Carbonin, da dove si gode una magnifica vista del Cristallo (girando a sinistra su strada statale in 6 km di salita si giunge al lago di Misurina...), e si prosegue sempre dritti in mezzo a un fitto bosco per giungere, al km 18,0, presso il Passo di Cimabanche (Gemärk) (1529 m slm) che segna il confine tra Trentino-Alto Adige e Veneto (in cima si trova, oltre al rifugio, anche un servizio di noleggio bici con meccanico). Ora comincia la discesa verso Cortina d’Ampezzo lungo la ciclabile sterrata – sempre sul tracciato della ex ferrovia – e al km 21,7 si staglia

dall’alto l’antica mole della duecentesca chiesa dei Santi Biagio e Nicolò a Ospitale, antica stazione di sosta per viandanti, quindi al km 22,3 appare la vecchia stazione di Ospitale. Quindi si attraversano in discesa un paio di ponti e un paio di gallerie, per poi giungere a una posizione panoramica sulla valle correndo a mezza costa sotto le splendide vette dolomitiche. Si prosegue in questa atmosfera incantata attraversando una foresta di conifere nel cuore delle Dolomiti d’Ampezzo e al km 27,4 si raggiunge la vecchia stazione ferroviaria di Fiames; procedendo in piacevole discesa, al km 29,7 la ciclabile torna a essere asfaltata e poco dopo si transita davanti all’Ospedale Codivilla. Ora sulla pista appaiono molte panchine in posizione panoramica che permettono di godere dall’alto la vista sulla splendida conca ampezzana. Si continua imperterriti e al km 31,4 si arriva nei pressi della vecchia stazione,

Parco naturale delle Dolomiti d’Ampezzo: riserva naturale di flora e fauna Istituito nel 1990 il Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo si estende su un’area di 11.200 ettari a nord del centro abitato di Cortina. Un mondo straordinario, un viaggio attraverso l’evolversi delle ere, lungo orizzonti e panorami mozzafiato, pendii e radure, boschi secolari, sorgenti, laghetti, canyon, cascate e spettacolari vie ferrate alla scoperta di una flora e di una fauna tanto delicata quanto preziosa tra le vette dolomitiche più conosciute: il Cristallo, le Tofane, le Punte di Fanes, il Col Bechei, la Croda Rossa.

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nel centro di Cortina d’Ampezzo (1224 m slm). Adagiata nella conca incorniciata da Tofane, Pomagagnon, Cristallo, Faloria, Sorapis, Becco di Mezzodì, Croda da Lago, Cinque Torri e Nuvolau, Cortina è una delle località di villeggiatura più prestigiose del mondo. Oltre alle straordinarie bellezze naturali, offre notevoli stimoli culturali e importanti manifestazioni. Ci sono da vedere la chiesa parrocchiale dei

Cortina d’Ampezzo

Santi Filippo e Giacomo (con notevole tabernacolo ligneo di Andrea Brustolon), la Ciasa de ra Regoles, il Museo Paleontologico Rinaldo Zardini, il Museo Etnografico d’Ampezzo e il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi, pinacoteca con opere dei maggiori pittori del primo Novecento. Si esce dalla Regina delle Dolomiti su pista ciclabile asfaltata e perfettamente segnalata, quindi al km 33,3 si attraversa la statale e ci s’inoltra nei prati transitando davanti al magnifico trampolino olimpico di Zuel (che in qualche modo ci fa ripensare a quello visto qualche giorno prima a Innsbruck). Si prosegue ancora sulla ciclabile che al km 35,0 affianca la strada principale, quindi al km 35,8 – all’altezza del bivio a destra per Socol/Pian da Lago – si consiglia di proseguire dritti lungo l’ampia statale e al km 36,5 riappare la pista. Al km 39,2 si giunge nei pressi di Dogana Vecchia

Cortina d’Ampezzo: la città olimpica dall’atmosfera internazionale Cortina d’Ampezzo offre un perfetto mix di natura, storia, arte e cultura che la rende unica al mondo e ambita meta del jet-set internazionale. Non solo shopping, glamour e una serie d’importantissime manifestazioni culturali e sportive: Cortina offre molto di più, possedendo anche un patrimonio naturalistico e paesaggistico di assoluta bellezza come il Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo che comprende il gruppo delle Tofane e il Monte Cristallo e si estende fino al Parco di Fanes - Sennes - Braies. Il territorio dell’Ampezzano è un vero e proprio parco outdoor al centro delle Dolomiti e si presta perfettamente all’escursionismo e all’alpinismo: qui sono nate le guide che hanno accompagnato gli esploratori delle Dolomiti, provenienti da tutto il mondo, alla conquista delle vette più prestigiose.

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(1116 m slm), località che fino al 1915 segnalava il vecchio confine tra Italia e Austria. Da qui si gode una straordinaria vista dell’Antelao. Successivamente, al km 41,1 si sottopassa la statale, e la bella ciclabile – assai frequentata in estate da cicloturisti italiani e stranieri – transita dapprima, al km 41,8, per la vecchia stazione di Chiappuzza e poi, al km 43,2, davanti alle due belle chiese di San Vito di Cadore (1011 m slm). Sono da visitare la chiesa parrocchiale, la chiesa della Madonna della Difesa – che all’interno custodisce alcuni interessanti affreschi cinquecenteschi – e il Museo Etnografico (www.museosanvitodicadore.eu). Proseguendo sulla pista ciclabile si giunge, al km 47,1, nei pressi della piccola stazione di Borca di Cadore (942 m slm) che presenta pure un’ospitale area di sosta e una rinfrescante fontana. Si continua dritti e al km 49,8 si passa per Vodo di Cadore, mentre al km 50,6 si sottopassa la

statale tenendola ora sulla sinistra. Poco dopo si transita per la frazione di Peaio e – pedalando sempre in piacevole discesa con vista straordinaria sul Monte Pelmo – al km 54,0 si incrocia la strada provinciale 347 che – andando a destra – porta verso Cibiana di Cadore (a 4 km di salita) che è punto di partenza per l’escursione (ovviamente non in bicicletta!) fino alla cima al Monte Rite (2181 m) per vedere l’onirico MMM Dolomites, il Museo nelle nuvole (www.messner-mountain-museum.it), uno dei sei musei ideati da Reinhold Messner. Al km 54,9 si giunge a Venas di Cadore, sotto la grande chiesa parrocchiale di San Marco, che custodisce un bel trittico di Francesco Vecellio, fratello di Tiziano; al km 56,7 si affrontano in rapida successione una bella galleria illuminata e un ardito viadotto prima di giungere, al km 58,6, a Valle di Cadore (851 m slm), davanti a un bel punto informativo per ciclisti dotato di ri-

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storo, poco prima della stazioncina ferroviaria. Poi al km 60,5 si attraversa la statale e al km 61,4 si transita per Tai di Cadore (848 m slm) per arrivare, sempre sulla ciclabile, al km 62,8, nei pressi di Sottocastello, frazione di Pieve di Cadore, all’incrocio con via dell’Arsenale, che punta a destra. Siamo nelle vicinanze di uno strategico trivio: a sinistra, con una deviazione di 500 metri in dura salita, giungiamo nel cuo-

re della splendida cittadina di Pieve di Cadore, patria di Tiziano Vecellio, andando dritti, invece, per la ciclabile in 4,5 km e mezzo si arriva a Calalzo di Cadore e alla sua nevralgica stazione ferroviaria, mentre andando a destra in discesa per Sottocastello, su strada al momento a traffico promiscuo, proseguiamo il nostro percorso ufficiale verso Perarolo e Belluno. Il cuore dell’abitato di Pieve di Cadore, storico

Sulla pista ciclabile presso Cortina

Pieve di Cadore, piazza Tiziano

capoluogo della regione cadorina, è costituito da piazza Tiziano, in cui troneggia la statua bronzea di Tiziano Vecellio: vi si affacciano anche la merlata Torre civica, il cinquecentesco Palazzo della Magnifica Comunità di Cadore (www.magnificacomunitadicadore.it), che ospita al secondo piano l’interessante Museo archeologico cadorino, la Casa di Tiziano l’Oratore (con la Fondazione Centro studi Tiziano e Cadore) e il seicentesco Palazzo Jacobi-Solero. Merita una sosta il Gran Caffè Tiziano, locale storico con archi gotici e travi a vista, al pianterreno del Palazzo della Magnifica Comunità. Notevole la chiesa di Santa Maria Nascente, con numerosi quadri che portano la firma di vari membri della prestigiosa famiglia dei Vecellio. C’è anche l’edificio quattrocentesco che la tradizione vuole sia la casa natale di Tiziano. In via Arsenale 15 si trova il Museo dell’occhiale (www. museodellocchiale.it) che racconta la storia di

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questo oggetto – dal XVI secolo ai giorni nostri – con un’incursione nel lontano Oriente. [Per chi proviene da Calalzo di Cadore, all’altezza del cimitero si scende per ripida stradina – via Montericco – fino all’incrocio con via Valentino. Quindi si gira a sinistra per largo Monsignor Benedet, arrivando poi a un trivio con bella fontana, e si prende a sinistra per la stretta via Caduti del Lavoro...] Tornati al km 62,8 al trivio in località Sottocastello, lasciamo la ciclabile che porta verso Calalzo di Cadore e pieghiamo decisamente a destra – in netta discesa – quindi si tiene la destra e poi al km 63,1 si gira a sinistra per via Vedorcia, che ci porta nel borgo di Sottocastello; al km 63,5 si giunge a un trivio, con bella fontana, e si prende a sinistra per la stretta via Caduti del Lavoro, poi al km 65,8 sempre in discesa si va a sinistra imboccando la larga via Saccon, ora perfettamente asfaltata.

Pieve di Cadore: Dolomiti, arte e cultura Capoluogo storico del Cadore e meglio conosciuto come il paese di Tiziano, Pieve di Cadore (878 m) è il centro culturale della zona. Adagiato sulle rive del Lago di Centro Cadore offre una veduta pittoresca sul Monte Antelao, sul gruppo montuoso delle Marmarole, sul Sassolungo di Cibiana e sulle Dolomiti d’Oltrepiave. Paese natale di Tiziano Vecellio, custodisce testimonianze e opere d’arte del celebre pittore rinascimentale: meritano una visita la casa natale con il museo dedicato all’artista e gli affreschi conservati gelosamente all’interno delle strutture di culto. Attrattiva del territorio comunale sono inoltre le opere monumentali dedicate all’illustre Tiziano Vecellio e al valoroso patriota risorgimentale Pietro Fortunato Calvi e il Palazzo della Magnifica Comunità risalente al 1477, con l’annessa

torre edificata qualche decennio più tardi. Lo storico palazzo presenta lo stemma del Cadore “Justitia et fide conservabitur” ed è sede del Museo Archeologico Cadorino che conserva resti di epoca romana. Il Museo dell’occhiale di Pieve di Cadore rappresenta una prestigiosa realtà, tra le più importanti a livello mondiale, dedicata al tema dell’occhialeria, attività sviluppatasi in maniera capillare in tutto il Cadore a partire dalla fine dell’Ottocento.

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Pedalando in mezzo al bosco si giunge, al km 67,1, presso un nuovissimo manufatto, una passerella ciclabile aggettante a fianco della trafficata statale che ci immette, al km 67,8, nella vecchia Cavallera, ardita strada costruita nel 1828 sotto il dominio austriaco – dove il traffico è consentito solo ai frontisti e in casi di emergenza – che in ripida discesa e con due ampi tornanti ci porta, al km 69,4, nel centro

Perarolo di Cadore, il Museo del cìdolo e del legname

di Perarolo di Cadore (532 m slm), situato alla confluenza del torrente Boite col fiume Piave. Questa è una località assai importante perché qui cominciava l’avventurosa navigazione su zattere lungo il fiume diventato sacro alla patria in direzione della laguna di Venezia. Qui a Perarolo infatti ci ricorderemo degli zattieri di Wolfratshausen visitando l’interessante Museo del cìdolo e del legname, ospitato nella Casa dei Trofei adiacente al bel Palazzo Lazzaris-Costantini, dalla facciata riccamente affrescata; assai interessante è anche la grande chiesa di San Nicolò, patrono dei marinai. Ora Perarolo ha perso quel ruolo centrale che ha giocato per tanti anni, tagliato fuori dal traffico commerciale dal nuovo viadotto che lo bypassa, destino comune a tutti i paesini di questa parte dell’alto corso del Piave. Si prosegue su questa ampia strada dismessa, l’ex statale Alemagna, ampia, larga, un’enorme

pista ciclabile, praticamente deserta; al km 69,7 si transita davanti alla stazione di Perarolo, una delle tre situate sulla tratta ferroviaria Ponte nelle Alpi-Calalzo, quindi al km 73,7 passiamo davanti alla cappella votiva di Santa Maria della Salute in località Macchietto. Ora la valle è particolarmente stretta tanto che questo tratto, fino a Castellavazzo, è chiamato “Canale del Piave”, di cui ci godiamo dall’alto i guizzi argentei finché al km 78,0 voltiamo a destra entrando nel piccolo borgo di Ospitale di Cadore (490 m slm), impreziosito da alcuni bei palazzi con finestre gotiche e dalla presenza di un antico ospedale, nel borgo antico, che accoglieva pellegrini e viandanti. Uscendo dal centro si oltrepassa la stazione ferroviaria del paese al km 78,5 e poi si continua sempre lungo la valle: al km 80,2 passiamo davanti al borgo di Davestra, unico paesino situato sulla sponda opposta, sovrastato da un

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incombente bosco, dove sono stati rinvenuti i resti dell’antico villaggio metallurgico altomedievale di Paluc. Al km 81,8 si entra a Termine di Cadore (462 m slm), l’antico confine del Cadore, centro che ha avuto una sua importanza legata al mondo del traffico e della trasformazione del legname, come si vede dalle belle abitazioni signorili, e che ha ospitato la Magnifica Regola di Termi-

Il Piave tra Castellavazzo e Codissago

ne. Quindi ci s’immette nuovamente sull’ampia strada e al km 82,8, al momento dell’immissione sulla nuova statale, appare per fortuna sulla sinistra un nuovissimo tratto di ciclabile aperto nel maggio 2015, con spettacolari e ardite porzioni di pista a sbalzo, che in sicurezza ci porta all’uscita in strada comunale, via Giovanni Uberti, e da qui in discesa, svoltando decisamente a sinistra, fino al ponte Malcom sul Piave, transitando al km 84,7 sotto la Torre della Gardona, resti di un antico castello nei pressi di Castellavazzo. Poco più su si trova il bel centro di Castellavazzo (498 m slm), noto per le sue cave di pietra, che merita certamente una visita per la presenza di alcuni prestigiosi palazzi e per l’interessante Museo della pietra e degli scalpellini (www.museipiavemae.com). Attraversato il ponte, siamo sulla sponda opposta del fiume e al km 85,3 eccoci nella frazione di Codissago (460 m slm), davanti all’importan-

Zattere e zattieri Il Piave è stato per secoli una vera e propria autostrada in cui transitavano 350.000 tronchi all’anno trasportati da circa 3000 “tir” acquei che, grazie proprio alla possibilità di disporre di un’enorme quantità di legname, hanno consentito alla Repubblica Serenissima di essere ciò che è stata, la regina dei mari. I pregiati alberi provenienti dal Cadore e dalle valli limitrofe, attraverso le sapienti maestranze dell’Arsenale veneziano, già nel XIII secolo il più grande opificio d’Europa, venivano trasformate in remi, alberature (pennoni, bompressi, antenne) e possenti imbarcazioni.

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te Museo Etnografico degli zattieri del Piave (www.museipiavemae.com) che racconta la secolare e travagliata storia di questi marinai d’acqua dolce, esposti a tanti rischi e protagonisti di mille peripezie durante il lungo e avventuroso viaggio a filo d’acqua dalle Dolomiti fino alla laguna di Venezia. Si prosegue sulla sponda sinistra del Piave lungo una stradina a traffico promiscuo ma molto limitato e al km 86,5 ci troviamo ai piedi del ponte che sulla destra ci porterebbe a Longarone; noi procediamo dritti e subito dopo si oltrepassa un piccolo ponte che attraversa il torrente Vajont. Alzando gli occhi verso l’alto si vede, perfettamente intatta, la grande diga il cui nome evoca immediatamente il disastro avvenuto nel 1963, quando un’enorme frana si è staccata dal Monte Toc ed è precipitata nel bacino artificiale formato dalla gigantesca diga ultimata da poco, provocando la tracimazione di circa cinquanta

milioni di metri cubi d’acqua e la conseguente disastrosa ondata che ha cancellato in gran parte i paesi del fondovalle – Longarone su tutti – e provocato quasi duemila vittime. È comunque consigliata una brevissima digressione per vedere il paese ricostruito di Longarone, toccare con mano la tragedia vissuta più di cinquant’anni fa e visitare il Cimitero monumentale di Fortogna, 4 km a valle rispetto al centro cittadino,

Il cimitero monumentale di Fortogna

dove è visibile la distesa di 1910 piccoli cippi marmorei bianchi, tutti perfettamente uguali, che lascia sgomenti e stupiti. Si continua sulla sponda sinistra – opposta a quella dove si trova Longarone – e al km 87,2 si passa per il piccolo centro di Dogna e poi, al km 88,9, per quello di Provagna; usciti dal paese, al km 89,5 si percorre in discesa una grande curva verso destra, quindi al km 89,9 si svolta immediatamente a destra per sottopassare un grande ponte che collega le due sponde del Piave, proseguendo sempre sulla riva sinistra. Con frequenti e piacevoli ondulazioni si pedala tenendo sempre il fiume alla nostra destra e al km 95,1 giungiamo, dopo una breve discesa con tornanti, davanti al monumentale ingresso della Centrale Elettrica di Soverzene, dal grandioso frontone in stile razionalista. Qui il nostro percorso prosegue diritto, invece piegando a destra si può effettuare una varian-

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te, certamente consigliata: si attraversa cioè il lungo e stretto ponte-diga (a senso unico alternato) che ci porta sulla sponda destra del Piave facendoci raggiungere Pian di Vedoia e successivamente la splendida Belluno, capoluogo di provincia, in 11,8 km (ein Weg, siehe Seiten 102-104). Dalla Centrale di Soverzene – al km 95,1 – non s’imbocca il grande ponte che attraversa il Piave ma ci si tiene sulla sinistra su strada sterrata: inizia il suggestivo nuovo percorso ciclabile, la cosiddetta Via Regia, che ci porta all’interno della zona di presa della centrale. Si prosegue su tratto sterrato, quindi si percorre una galleria abbastanza bassa (da fare con bici a mano), si superano alcuni gradoni e un paio di suggestive passerelle a sbalzo sul Piave, poi si pedala dapprima vicino al Piave e successivamente si costeggia il canale di Soccher. Al km 97,8 – all’altezza della frazione di Soccher

– si attraversa il canale portandosi sulla sponda sinistra per poi tornare momentaneamente su quella destra al km 99,3; quindi al km 100,0 si torna definitivamente sul lato destro dell’ampio corso d’acqua che ora si chiama canale Cellina. Al km 102,2, in località Paludi, non attraversiamo il ponte sulla sinistra ma proseguiamo dritti su bel percorso sterrato naturalistico, denominato “Alpago Natura”, che al km 104,5 ci porta nel

centro del borgo di Bastia di Puos d’Alpago. Dopo 100 metri si attraversa la strada provinciale 422 che conduce a Farra d’Alpago e si continua sul bel percorso ciclabile, sterrato, della Via Regia. Al km 106,6 si attraversa l’ardita passerella ciclopedonale sul torrente Tesa, quindi si passa a fianco di un frequentatissimo campeggio sulle rive del lago – popolato soprattutto dagli appassionati di surf – e piegando a sinistra in pochi

Passerella ciclabile presso Farra d’Alpago

Sulle rive del Lago di Santa Croce

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metri si raggiunge il bel centro di Farra d’Alpago (395 m slm), ai piedi della grande foresta del Cansiglio. Qui sono da vedere alcuni antichi cortili del vecchio centro paesano, la chiesa parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo, l’arco d’ingresso di un presunto Monastero di Santa Fara. Proseguendo sulla recentissima ciclabile sterrata Via Regia, che costeggia panoramicamente il lago, al km 109,2 si transita per la frazione di Poiatte, località prediletta dagli amanti del windsurf e della vela, dove si trova il locale circolo velico. Qui ci si congiunge con la strada provinciale, comunque poco trafficata, che con qualche piacevole ondulazione e l’attraversamento di un paio di gallerie si immette a sua volta, al km 112,2, sulla strada statale di Alemagna; in leggera salita si giunge, poco dopo, al km 112,8, presso la Sella di Fadalto (488 m slm), al confine con la provincia di Treviso, il valico alpino che collega l’Alpago alla Val Lapisina.

Lago di Santa Croce: l’Eldorado degli sport acquatici Ai piedi dell’Alpago e dei monti Pascolet e Faverghera, vicino a Belluno, lo splendido lago di Santa Croce è il luogo ideale per chi vuole passare una vacanza tra i monti all’insegna di sport acquatici come vela, windsurf e kitesurf. L’Alpago dispone di una vasta offerta culturale: a Chies il museo di Storia naturale, a Valdenogher la Casa dell’Alchimista, in Cansiglio i villaggi cimbri, l’orto botanico alpino Lorenzoni, il museo ecologico Zanardo e il Museo dell’Uomo.

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INFO Dobbiaco (Toblach) Informazioni turistiche: via Dolomiti 3, tel. +39.0474.972132, www.dobbiaco.info, info@dobbiaco.info Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di meccanici. Cortina d’Ampezzo Informazioni turistiche: corso Italia 81, tel. +39.0436.869086, www.cortina.dolomiti.org, www.serviziampezzo.it, infocortina@dolomiti.org, infopoint@serviziampezzo.it Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di meccanici. San Vito di Cadore Informazioni turistiche: corso Italia 92/94, tel. +39.0436.9119, www.cadoredolomiti.it,

sanvito@dolomiti.org Possibilità di alloggio e di ristoro.

pieve@dolomiti.org Possibilità di alloggio e di ristoro.

Borca di Cadore Informazioni turistiche: via Roma 74, tel. +39.0435.482015, www.cadoredolomiti.it, infoborca@libero.it Possibilità di alloggio e di ristoro.

Calalzo di Cadore Informazioni turistiche: piazza IV Novembre, tel. +39.0435.501603, www.dolomititerme.it, prolococalalzo@dolomititerme.it Possibilità di alloggio e di ristoro.

Valle di Cadore Informazioni turistiche: via XX Settembre 79/a, tel. +39.0435.501527, www.cadoredolomiti.it, www.valledicadoredolomiti.it, prolocovalledicadore@casadolomiti.it Possibilità di alloggio e di ristoro.

Longarone Informazioni turistiche: piazza Gonzaga 1, tel. + 39.0437.770119, www.prolocolongarone.it, info@prolocolongarone.it Possibilità di alloggio e di ristoro.

Pieve di Cadore Informazioni turistiche: Consorzio “Cadore Dolomiti”, piazza Municipio, tel.+39.0435.500372, www.cadoredolomiti.it,

Ponte nelle Alpi Informazioni turistiche: piazzale al Bivio 14, tel. +39.0437.981792, www.prolocopna.it, info@prolocopna.it Possibilità di alloggio e di ristoro.

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Farra d’Alpago Informazioni turistiche: viale al Lago, tel. +39.0437.46448, www.prolocoalpago.it, ufficioturisticofarra@gmail.com Possibilità di alloggio e di ristoro. Belluno Club di prodotto: Dolomites Bike Club, c/o Consorzio Dolomiti, via San Lucano 36, tel. +39.0437.941148, www.3dolomiti.it, bikeclub@belledolomiti.it Informazioni turistiche: Consorzio Dolomiti, via San Lucano 36, tel. +39.0437.941148, www.belledolomiti.it, info@belledolomiti.it Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di meccanici.

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Verso Belluno (deviazione consigliata)

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Verso Belluno

deviazione consigliata 11,8 km

Partendo dalla Centrale di Soverzene, si percorre il ponte-diga di Soverzene sul Piave, lungo e stretto, regolato da impianto semaforico; al km 1,0 si sovrappassa l’autostrada e poi – a una grande rotonda – si gira a destra e quindi subito a sinistra seguendo le indicazioni ciclabili. Successivamente si sottopassa la statale al km 1,5, quindi al km 1,9 si sovrappassa la ferrovia e poi si gira a sinistra, pedalando su un nastro d’asfalto appoggiato sopra un magnifico prato con vista panoramica sulla Valbelluna. Si prosegue con qualche piacevole ondulazione e appaiono alcune panchine lungo il percorso, poi al km 4,2 si giunge davanti alla settecen-

tesca chiesa dell’Addolorata (o Madonna di Vedoia) a Polpet, frazione di Ponte nelle Alpi. Al km 4,7 si piega a sinistra per via Nuova Erto, poi si seguono le indicazioni ciclabili che mandano verso destra; quindi si corre in piacevole discesa tra verdi prati a fianco dei binari, che si attraversano al km 6,3. Dopo 200 metri giungiamo all’altezza di Safforze e transitiamo a fianco della seicentesca villa veneta Fulcis Montalban (ci si arriva da dietro con nuova bretellina), circondata da un grande prato, quindi si continua a destra attraversando nuovamente la ferrovia al km 7,2 e transitando poi per la frazione di Fiammoi. Al km 9,4 si arriva a Cusighe, alla cui rotatoria si prende la terza uscita, via Cusighe. La strada diventa a senso unico con ciclopedonale ben segnata che porta alla frazione di Cavarzano e – al km 11,2 – presso il ponte degli Alpini, ristrutturato di recente e anticipato da un’artistica riproduzione

di cappello da alpino. Ultimato il ponte si prende il sottopassaggio per arrivare in sicurezza sul lato opposto e bypassare la rotatoria, s’imbocca poi viale Fantuzzi e attraversando la strada ci si immette su percorso ciclopedonale che conduce alla stazione ferroviaria di Belluno, al km 11,8. Da qui, piegando a sinistra, in pochissimo si raggiunge il centro città e piazza dei Martiri, il cosiddetto Campedel.

Belluno, pedalando in Piazza del Duomo

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Verso Belluno (deviazione consigliata)

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Belluno: appuntamenti storici affascinanti Belluno, capoluogo dell’omonima provincia, è un’incantevole città arroccata sopra il fiume Piave; il suo ricco centro storico ospita prestigiosi palazzi antichi e affrescati, belle porte monumentali, vie porticate, scorci affascinanti, il Duomo, interessanti musei come il Museo Civico, la vasta piazza dei Martiri, il palazzo dei Rettori. Piacevoli caffè con vista panoramica invitano a concedersi una sosta e a godere delle bellezze della città.

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387 - Paiane

443 - Castion

351 - Pieve di Limana

352 - Mel

600

500

400

101,3

90

77,1

262 - Lentiai 59,9

m

300

66,5

250 - Busche 55,1

356 - Pedavena

325 - Feltre 251 - Anzù 44,5 47,6

40,6

479 - Cesiomaggiore

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29,1

526 - San Gregorio nelle Alpi 23,8

447 - Sospirolo 16,2

376 - Ponte Mas 405 - Certosa di Verdana 10,1 12,3

Da Belluno si può decidere di effettuare un’interessante digressione che ci permette di conoscere la Valbelluna e la splendida cittadina di Feltre, proseguendo poi sulla sinistra del Piave fino a ricollegarci sulla ciclovia Monaco-Venezia poco dopo Soverzene, in località Paiane, verso il lago di Santa Croce. Il percorso è decisamente interessante ma anche abbastanza impegnativo. Partendo da piazza dei Martiri, il Campedel, di fronte all’ottocentesco Teatro Comunale, ci si inoltra per le viuzze del centro (via Sebastiano Ricci e via Jacopo Tasso) per proseguire dritti per viale Fantuzzi. Al km 0,6 si giunge alla Rotonda della Cerva (all’incrocio col ponte degli Alpini), si procede per via Col di Lana e poi per via Gregorio

389 - Belluno

escursione 101,3 km

km 0

Belluno-Feltre-Belluno (Paiane) (escursione)

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Belluno-Feltre-Belluno (Paiane)


Belluno-Feltre-Belluno (Paiane) (escursione)

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Parco nazionale Dolomiti Bellunesi La parte più meridionale delle Dolomiti fa parte del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi: un ambiente con tesori naturali d’inestimabile valore, riconosciuti dal 2009 Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO. La varietà dei paesaggi offerta da queste montagne diventa particolarmente suggestiva in estate, quando i dolci altipiani e le cime erbose, per le prorompenti fioriture, diventano una tavolozza di colori. I Monti del Sole rappresentano il cuore più selvaggio delle Dolomiti Bellunesi e riservano spettacoli di grande bellezza come le cascate della Soffia. Attraggono il visitatore, in modo particolare, i fenomeni geologici e geomorfologici di cui il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi è ricchissimo, come le marmitte del torrente Brenton, e i circhi delle vette Feltrine, tracce di ghiacciai oggi scomparsi.

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Belluno-Feltre-Belluno (Paiane) (escursione)

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XVI, quindi al km 1,4 si gira a destra per via Travazzoi e si prosegue diritti per la via principale che ci conduce presso la frazione di Vezzano. Pedalando sulla bella stradina a traffico promiscuo, si giunge a Bolzano Bellunese e al km 3,7 si gira nettamente a sinistra in direzione Tisoi, frazione che si raggiunge con bel percorso panoramico al km 5,2, quando si arriva davanti alla chiesa. Qui si prende subito a sinistra in leggera discesa e dopo 100 metri si tiene la destra, in direzione Libano e Mas. Ora la strada ci porta con piacevoli ondulazioni prima a Bolago – km 7,4 – e poi fino a Ponte Mas, che raggiungiamo al km 10,1. Ci immettiamo sulla strada regionale Agordina tenendo la destra e immediatamente dopo – al km 10,2 – giriamo a sinistra attraversando il ponte sul torrente Cordevole e subito dopo, al bivio successivo, si tiene la destra e ci s’immerge nel verde delle Dolomiti Feltrine, all’interno del Parco nazionale delle Do-

lomiti Bellunesi. Ora la strada è assai spettacolare, con molti su e giù abbastanza impegnativi, a traffico promiscuo ma assai limitato; al km 12,3 si giunge nei pressi dell’importante Certosa di Vedana (405 m slm), nel comune di Sospirolo. L’ampio complesso monastico (attualmente monastero di clausura e quindi interdetto alla visita) è sorto nel XV secolo sull’antico ospizio di San Marco ed è inserito in un ambiente incontamina-

Belluno, Piazza dei Martiri (o Campedel)

to e aspro, ai piedi di massi ciclopici e circondato da una folta vegetazione. Proseguendo si lascia alla nostra sinistra il lago di Vedana e poi, tra frequenti ondulazioni, al km 14,0 si oltrepassa il torrente Mis, nei pressi della frazione di Regolanova e subito dopo ci si tiene a destra per la provinciale 2 in direzione di Sospirolo; al km 15,0, in leggera salita, si tiene la sinistra (andando a destra si raggiunge la suggestiva Valle del Mis con il bel lago) e si pedala fino a giungere davanti alla grande chiesa di Sospirolo (447 m slm), al km 16,2. Al km 16,4, alla rotonda si gira a destra in direzione Feltre e si procede nella media Valbelluna; al km 19,1 si transita per il borgo di San Zenon, quindi si sale fino a raggiungere la località Carazzai al km 22,2 e infine si passa, al km 23,8, per il paese di San Gregorio nelle Alpi (526 m slm), ai piedi del Monte Pizzocco. Si segue sempre la provinciale 12 che ci conduce, con un tracciato abbastanza mosso ma

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Belluno-Feltre-Belluno (Paiane) (escursione)

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panoramico, al km 26,8, presso la frazione di Cergnai. Al km 27,3 si abbandona la provinciale 12 girando a destra per via Morzanch, che in salita ci fa raggiungere, al km 29,1, il centro di Cesiomaggiore (479 m slm), diventato il paese del ciclismo: tutte le vie sono intestate ad altrettanti campioni, affiancando la nuova titolazione a quella tradizionale. Qui si trovano due interessanti musei: uno è il Museo Storico della Bicicletta Toni Bevilacqua (www.museostoricodellabicicletta. it), con una notevole collezione di oltre 170 biciclette storiche, dal celerifero al velocipede, dalle bici usate durante la Grande Guerra a quelle da lavoro, da quelle dei campioni del passato a quelle avveniristiche dei campioni del presente. L’altro, nella frazione di Seravella, è il Museo Etnografico della Provincia di Belluno e del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi (www.museoetnograficodolomiti.it), che offre uno spaccato delle tradizioni popolari di quest’area alpina e

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Belluno-Feltre-Belluno (Paiane) (escursione)

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prealpina con esposizione di oggetti e materiali documentari assai curiosi e interessanti. Tornati sulla provinciale 12, si prosegue il bel percorso panoramico lungo la Valbelluna, ciclisticamente sempre impegnativo per le continue ondulazioni; si transita poi per i borghi di Cesiominore al km 29,9, di Can al km 31,0, di Soranzen al km 32,5, di Fianema al km 33,9, di Villabruna al km 35,4. Al km 37,7 si lascia la provinciale e si tiene la destra per via Foen, passando al km 38,3 per il borgo di Foen, quindi si tiene la destra per via Vallina, che corre nel verde, fino a giungere, al km 39,4, al cartello di ingresso di Murle. Quindi si prosegue dritti e al km 40,6 si arriva a Pedavena (356 m slm), girando a sinistra per viale Vittorio Veneto; al km 41,1 si transita davanti alla storica Birreria Pedavena, che ha oltre centodieci anni di vita. Oltre a sorbire la schiumeggiante birra, c’è da vedere la magnifica sala cottura con le decorazioni liberty, i mosaici, gli stucchi e le enormi

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Belluno-Feltre-Belluno (Paiane) (escursione)

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caldaie di rame; è possibile, su prenotazione, visitare la fabbrica e il vasto parco adiacente. Siamo ormai alle porte di Feltre (325 m slm), il cui magnifico centro storico raggiungiamo al km 44,5. Dopo la doverosa visita alla splendida cittadina (da non perdere il Museo Civico, la Galleria d’Arte Moderna Carlo Rizzarda, il Museo Diocesano e l’area archeologica di Piazza Duomo), ripartiamo al km 44,5 dai piedi della notevole cinta muraria, pedalando per la principale via 31 Ottobre su acciottolato e quindi proseguiamo per viale del Piave. Procedendo dritti si giunge alla rotatoria, dove si svolta a sinistra (terza uscita), in salita fino alla svolta in via Cavour (seguendo le indicazione per il cimitero germanico). La carreggiata diventa sempre piĂš ridotta man mano che si esce dalla cittadina e ci si inoltra nel verde; al km 46,2 si arriva a un bivio e si tiene la destra, quindi dopo 100 metri il percorso diventa una vera e propria ciclabile che al km 46,6 si im-

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Belluno-Feltre-Belluno (Paiane) (escursione)

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mette a sinistra su via Vigne Basse, nella località di Anzù. Al km 47,6, dopo aver sottopassato la ferrovia, ci si immette sulla provinciale piegando a sinistra: siamo proprio ai piedi del Santuario dei Santi Vittore e Corona (344 m slm), scenograficamente posto sopra una roccia a strapiombo, raggiungibile con bel percorso a piedi con scalinata oppure attraverso un’impegnativa salita asfaltata. Costruito all’inizio del XII secolo in stile romanico con influssi bizantini, è abbellito da un chiostro mentre l’interno presenta dei notevoli affreschi dai vivacissimi colori (www.santivittoreecorona.it). Si prosegue sulla provinciale e al km 48,2 si gira a destra superando un ponte su un canale e immettendosi subito dopo in via Celarda, finché al km 50,1 si gira seccamente a sinistra per via Eccelino da Celarda: ci troviamo a pochi passi dall’importante Riserva naturale Vincheto di Celarda, po-

sta sulle rive del Piave, riserva naturale biogenetica e zona umida di valore internazionale. Continuando dritti, al km 51,0 si gira a destra alla rotonda e si transita per la zona industriale di Villapaiera, quindi al km 53,0 si svolta bruscamente a sinistra seguendo le indicazioni per Belluno/ Feltre, poi si sottopassa la ferrovia e si procede lungo la provinciale che si insinua in questa bella e raccolta vallata, finché al km 54,2 ci si immette sulla statale piegando a destra e puntando verso il centro di Busche, frazione di Cesiomaggiore. Al km 55,1, poco prima della rotonda e proprio nei pressi dell’enorme caseificio Lattebusche – che produce tra gli altri l’apprezzatissimo formaggio Piave – si gira a destra e si percorre il vecchio ponte sul Piave, ora esclusivamente ciclabile e in corrispondenza della diga che forma il bacino artificiale di Busche. Al km 57,5 si transita per la località Ronchena, quindi si va a sinistra per via Antonio Solagna per poi giungere al km 59,9 nel

Feltre, vivace città rinascimentale Feltre è una splendida cittadina rinascimentale dalla tipica impronta veneta, con la lunga via principale, su cui si affacciano molti prestigiosi palazzi, che sale nella scenografica Piazza Maggiore, adornata dalla Colonna di San Marco e dalle statue di Vittorino da Feltre e di Panfilo Castaldi, illustri cittadini. Inoltre qui si affaccia il bel Palazzo della Ragione, la cui ampia sala nel XVII secolo è stata trasformata in un teatro che ospita tuttora interessanti spettacoli.

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Belluno-Feltre-Belluno (Paiane) (escursione)

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centro di Lentiai (262 m slm), in piazza Crivellaro, dove si erge la chiesa di Santa Maria Assunta, che custodisce numerose opere della famiglia Vecellio – Cesare, Francesco e anche un polittico della scuola di Tiziano – oltre a dipinti di Palma il Giovane e di Giovanni da Mel. Merita attenzione il soffitto a cassettoni, di Cesare Vecellio: non è certo un caso che questo edificio religioso sia stato dichiarato monumento nazionale!

Busche, paese del formaggio

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Belluno-Feltre-Belluno (Paiane) (escursione)

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Si continua per via Vecellio e al km 60,6 si transita per la località Bardies e poi si segue una stretta e panoramica strada che s’inoltra nel verde fino a giungere, al km 62,3, a Tallandino; qui si gira nettamente a sinistra per via Corte e al km 63,5 si passa per il borgo allungato di San Candido. Ci troviamo sulla sinistra Piave e stiamo risalendo la corrente del fiume in direzione di Mel: alzando gli occhi alla nostra destra possiamo vedere far capolino dall’alto il magnifico Castello di Zumelle, in località Villa di Villa. Di origini romane (a protezione e controllo della Via Claudia Augusta Altinate), perno di tutto il sistema difensivo locale, perfettamente restaurato, è il maniero meglio conservato di tutta la Valbelluna. Per ammirarlo da vicino c’è da fare una dura salita: solo per i più convinti... Si passa quindi per la frazione di Nave, poi al km 65,2 si attraversa il torrente Terche, dall’enorme letto di ghiaia, quindi appare una salita con

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Belluno-Feltre-Belluno (Paiane) (escursione)

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un paio di tornanti e al km 66,5 si giunge a Mel (352 m slm), esattamente in piazza Luciani, la piazza centrale su cui si affacciano eleganti palazzi in stile gotico-veneziano. Nel centro storico spiccano il Palazzo della Magnifica Comunità, Palazzo Del Zotto, la Casa Fulcis-Zadra, l’affrescato Palazzetto Barbuio-Francescon, la chiesa parrocchiale di Santa Maria Annunciata del XVIII secolo, il palazzo che ospita l’antica Locanda Cappello, attiva già nel XVIII secolo, che accoglie i suoi clienti in un locale storico tra stucchi e affreschi. Passando a fianco della chiesa parrocchiale si imbocca via Giovanni da Melo e al km 66,9 la si lascia prendendo un percorso ciclabile su erba, il sentiero Baden Powell, che dopo 300 metri ci conduce su strada asfaltata, tenendo la sinistra, poi al km 67,4 si tiene la destra e al km 68,6 si giunge nell’abitato di Pagogna. L’obiettivo è di evitare la più trafficata provin-

ciale 1 Sinistra Piave a favore di stradine con viabilità minore; proseguendo dritti si arriva nei pressi di Farra al km 70,0, quindi si punta verso sud risalendo un tratto del torrente Ardo, che si supera al km 71,2 con un ponte parallelo alla strada provinciale. Si corre affiancati alla provinciale finché al km 71,7 si gira a sinistra per via Ponte Ardo, al km 72,4 si transita per la località Pialdier e al km

Mel, il palazzo municipale

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Belluno-Feltre-Belluno (Paiane) (escursione)

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73,8 per San Felice; qui si gira a destra e al km 74,7 si attraversa la provinciale per puntare verso Cavassico Superiore (frazione di Trichiana), che si raggiunge al km 75,3 svoltando a sinistra sulla strada principale. Si sorpassa il torrente Limana e al km 76,0 pieghiamo a sinistra, quindi riattraversiamo la provinciale e al km 77,1 giungiamo a Pieve di Limana, dove si può vedere l’antica chiesa di Santa Barbara, dell’XI secolo. Da qui si imbocca un piacevolissimo percorso ciclabile, ben segnalato, che ci porta, al km 78,7, presso Cesa di Limana, dove si transita davanti alla settecentesca Villa Piloni-Castello, circondata da un vasto parco disegnato personalmente dal noto giardiniere di Versailles, Alexandre Poiteau. Proseguendo dritti si percorre via Matteo Cesa e poi via degli Alpini, quindi al km 80,1 si piega a destra su ciclabile sterrata, si sovrappassa la provinciale e si giunge al km 81,5 nel centro di Limana, ameno paese che per secoli è stato luo-

go di villeggiatura ideale per le famiglie bellunesi che fecero costruire palazzi, ville e residenze sparse nelle sue numerose frazioni. Continuando sempre dritti, al km 82,5 ci si immette sulla provinciale, che al km 82,8 ci fa superare il torrente Cicogna, quindi al km 83,0 ci si tiene sulla destra in direzione Visome e poco dopo sottopassiamo la provinciale stessa; quindi al km 83,5 si gira a destra per via San Martino

Il Castello di Zumelle

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Belluno-Feltre-Belluno (Paiane) (escursione)

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in direzione Castoi/Cet sovrappassando nuovamente la provinciale. Al km 85,2 giungiamo nei pressi della chiesa di Castoi, quindi si continua in mezzo al verde per via Sotcal e al km 86,0 si piega bruscamente a sinistra entrando nel borgo di Cet. Successivamente la strada principale ci porta per i pittoreschi borghi di Madeago e Faverga fino ad arrivare, al km 90,0, a Castion, frazione di Belluno (il capoluogo di provincia dista poco più di 3 km) adagiata ai piedi del Nevegal. Giunti sulla provinciale 31 in direzione di Belluno, al km 90,1 si gira a destra per via Pedecastello che si insinua nel verde tra qualche ondulazione, quindi al km 94,0 si transita per la frazione di Sagrogna e al km 94,5 si svolta a destra, in salita abbastanza impegnativa, pedalando in una zona caratterizzata dalla presenza di acque curative e oligominerali. Al km 95,7 si tiene la sinistra, la salita finisce e ci si inoltra in direzione di Ponte nelle Alpi; giunti

nella frazione di Piaia, a uno stop, al km 98,7, si gira a sinistra, quindi in leggera discesa si punta verso Canevoi e successivamente al km 100,0, prima di un grande bivio, si prende una stradina sulla destra in salita. Dopo qualche centinaio di metri si gira a sinistra e scendendo si arriva prima nei pressi del cimitero e poi, al km 100,7, nelle vicinanze della grande chiesa di Cadola. Qui si attraversa la statale, si tiene la destra, al km 100,9 si sottopassa l’autostrada e al km 101,3 giungiamo nella frazione di Paiane, nei pressi del canale Cellina, che oltrepassiamo. Qui subito ritroviamo la nostra pista ciclabile Monaco-Venezia che nel giro di una quindicina di chilometri ci conduce sulla Sella di Fadalto, passando prima per Farra d’Alpago e poi per il lago di Santa Croce.

INFO

Feltre Informazioni turistiche: www.dolomitiprealpi.it, info@dolomitiprealpi.it Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di meccanici. Mel Informazioni turistiche: Ufficio turistico Sinistra Piave, piazza Papa Luciani 1, tel. +39.0437.544294, turismo.mel@valbelluna.bl.it Possibilità di alloggio e di ristoro.

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Sella di Fadalto-Treviso-Venezia 136,2 km 15 - Treviso 14 - deviazione variante litoranea Punta Sabbioni 5 - Casier

6 - Casale sul Sile

4 - Quarto d’Altino

0 - Dese

4 - Mestre, stazione FFSS

0 - Venezia, Piazzale Roma

79

96

104,3

115,6

127,6

136,2

83,6 86,6

26 - Villorba 68,2

66 - Ponte della Priula 78 - Nervesa della Battaglia 40,5 44,7

94 - Volpago del Montello

76 - Susegana 34,7

78 - Giavera del Montello

72 - Conegliano 29,5

50

170 - Carpesica 20,5

55,5

138 - Vittorio Veneto (fraz. Serravalle) 11,7

488 - Sella di Fadalto

Al termine dell’ultimo tratto che attraversa la pianura veneta, i ciclisti si immergono nell’atmosfera incantata della celeberrima città lagunare oppure – chi lo desidera – nel mare di Jesolo. Lungo la strada, le incantevoli cittadine di Vittorio Veneto e Conegliano, la splendida città di Treviso e il sito archeologico di Altino nel comune di Quarto d’Altino meritano senz’altro una visita approfondita. Con questo tour dall’andamento pianeggiante e quindi rilassante, i viaggiatori scopriranno

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km 0

Sella di Fadalto-Treviso-Venezia

5

I GIARDINI DI VENEZIA E LE CITTÀ D’ARTE

m 600 400 200 0


Sella di Fadalto-Treviso-Venezia

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non solo i vari negozi di specialità regionali con i loro gustosissimi prodotti ma anche gli straordinari parchi e giardini. Questi parchi storici sono nati con le loro ville nel XVI e nel XVII secolo, quando i ricchi patrizi veneziani si trasferivano in campagna per trascorrere serene villeggiature. Venezia è una città ricca di giardini: molti nascosti dietro le alte mura dei palazzi privati e

altri invece fruibili dai visitatori, come i piccoli e silenziosi Giardini Reali, distanti solo 50 metri da piazza San Marco, che offrono un’oasi di relax con una vista spettacolare sul bacino di San Marco. Venezia è una delle “Art Cities in Europe” e gode quindi di grande fama internazionale. È inoltre sede della prestigiosa Fondazione La Biennale che tra giugno e novembre, con i fe-

Treviso, acque e portici

Venezia, la meta finale del nostro viaggio

stival, le esposizioni, l’arte, la musica, la danza, il teatro, il cinema e l’architettura si presenta a un raffinato pubblico internazionale. Volete di più? La città con oltre cento isole vi invita a visitare musei noti in tutto il mondo, come Palazzo Grassi, Peggy Guggenheim, Gallerie dell’Accademia e Ca’ Rezzonico. Si parte dalla Sella di Fadalto (487 m slm), che segna il confine tra la provincia di Belluno e quella di Treviso, in cui si entra dopo 200 metri dall’inizio della discesa. La statale 51 di Alemagna è ampia e abbastanza poco trafficata poiché la maggior parte della circolazione avviene sul viadotto autostradale in funzione dal 1995 lungo la Val Lapisina, la valle che mette in comunicazione l’Alta Marca Trevigiana con l’Alpago. Resta comunque indispensabile tenere alto il livello di ATTENZIONE anche e soprattutto perché qui si raggiungono velocità piut-

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Sella di Fadalto-Treviso-Venezia

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tosto elevate: c’è inoltre una notevole frequentazione di moto, spesso in piega sulle curve. Si plana con facilità, ma raccomandiamo sempre la debita attenzione, verso il fondovalle, affrontando alcuni tornanti; al km 3,8 s’incrocia sulla destra una stradina che scende verso il Lago Morto, alimentato da bacini carsici sotterranei e che vediamo già apparire alla nostra destra. Si prosegue sempre in discesa e s’incontrano i piccoli centri abitati di Nove, Negrisiola e San Floriano, e anche qualche leggera contropendenza. Al km 11,7, nei pressi dell’abitato di Serravalle – subito dopo aver incrociato la provinciale 35 che porta verso il lago di Revine, Pieve di Soligo e Valdobbiadene – in corrispondenza di un grande parcheggio si abbandona la statale tenendo la destra e ci si inoltra nella bella e stretta via Caprera, in pavé, che ci porta nel centro storico di Serravalle, uno dei quartieri più caratteristici di Vittorio Veneto (138 m slm).

Bei palazzi, case antiche, qualche osteria; al km 12,1 sulla sinistra appare la casa natale di Alessandro Tandura, il primo paracadutista al mondo in azione di guerra. Subito dopo si passa davanti alla chiesa di San Giovanni Battista e su ciottolato in salita, in senso vietato, termina via Mazzini e si va da Porta San Giovanni lungo via Roma, antica via ricca di bei palazzi, che vede la presenza sul lato sinistro dell’antico Castrum, a difesa della città storica. Quindi in discesa (un po’ sconnessa, fare attenzione) si passa davanti al Castello di Serravalle, poi al km 12,6 ecco lo splendido Palazzo della Comunità che ospita il Museo del Cenedese e apre lo sguardo su piazza Flaminio. Si tiene la destra per la via principale, via Martiri della Libertà (l’antica “Cal Grande”), con bei portici e su pavé, affaccio di splendidi palazzi importanti (tra cui spicca Palazzo Minucci), il Teatro Da Ponte, dedicato a Lorenzo Da Ponte, il librettista di Mozart, qui nato nel 1749.

Vittorio Veneto: gioiello pittorico La città nasce nel 1866 (ma verrà denominata come Vittorio Veneto solo dopo la Prima guerra mondiale) dall’unione delle due storiche località di Serravalle e Ceneda. La prima era molto importante al tempo dei romani, la seconda durante le dominazioni longobarde, quindi entrambe passarono sotto la Repubblica di Venezia. A Serravalle si ammirano numerosi palazzi medievali in stile veneziano lungo il corso Cal Grande e la Loggia del Cenedese, a Ceneda invece spiccano la Cattedrale, il Palazzo Vescovile e il rinnovato Museo della Battaglia di Vittorio Veneto.

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Si oltrepassa l’interessante chiesa di San Lorenzo dei Battuti, poi al km 12,8 si gira a sinistra per piazza Foro Boario – dove vediamo ergersi solitaria la chiesa di San Giuseppe, sacrario delle bandiere – e si prende la stradina ciclabile lungo il fiume Meschio, via Francesco da Milano. La pista è sterrata, sulla sponda destra del corso d’acqua, poi al km 13,4 si piega a sinistra attraversando la strada e successivamente la statale e si prosegue tenendo ancora il fiume sulla sinistra, ora su bella stradina asfaltata. Al km 13,8 si sorpassa un ponticello in legno passando sulla sponda opposta, quindi al km 14,1 si attraversa una strada (ATTENZIONE!) e si prosegue su via Vittorino Favaro, bel percorso ciclopedonale. Al km 14,9 si gira a sinistra e poi a destra davanti alla piscina comunale, quindi subito dopo si giunge davanti a un istituto professionale; si segue la strada, si gira a sinistra, si entra in un

grande parcheggio e si svolta a destra seguendo le indicazioni dell’Ippovia (segnalata con codifica TV5). Quindi si sorpassa un ponticello sul Meschio e al km 15,3 si piega a sinistra per via del Maniero tenendo il fiume alla sinistra: si lambisce piazza Meschio e la grande chiesa, e al km 15,6 si entra in una zona industriale abbandonata. Subito dopo si gira a sinistra per via Vittorino Favaro, superando due piccoli ponti in legno consecutivi e poi si sottopassa la statale: ora la ciclabile corre in mezzo al verde e tra splendidi vigneti. È veramente un bel procedere, si possono incontrare ogni tanto dei pescatori sulla riva del fiume, che teniamo sempre alla nostra destra; appaiono invitanti panchine, alcune cascatelle, morbide curve tra i vigneti, quindi al km 16,8 si gira a destra e poi subito a sinistra e si riprende a pedinare il fiume Meschio che s’insinua nella ridente campagna.

Al km 18,0 la ciclabile finisce, si attraversa un ponte sulla destra, ci si tiene a destra per via Postumia e ci s’immette al km 18,1 sulla statale girando a destra e dopo 20 metri, al semaforo, la si attraversa svoltando a sinistra per via Cal de Livera. Ora si pedala su una sorta di marciapiede ciclabile che dopo un po’ scompare e si continua su strada a traffico promiscuo che conduce an-

Vigneti di prosecco

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che all’imbocco del casello Vittorio Veneto Sud dell’Autostrada A27. Al km 19,4 si attraversano i binari ferroviari. Al km 20,5 si comincia a salire per sovrappassare l’autostrada e si giunge a Carpesica (170 m slm): sono 300 metri al 10%, un tratto decisamente impegnativo. Si continua a salire, seppur più leggermente, e al km 21,5 si arriva sulla provinciale 103; tenendo la sinistra e in

Il castello di Conegliano

discesa al km 21,9 si piega a destra per Ogliano e Conegliano. Al km 23,0 appare un altro piccolo strappo in salita e dopo, per fortuna, ecco la corrispondente discesa, con panoramica vista sulla distesa di vigneti; quindi al km 24,6 – ancora in bella discesa – si passa per Ogliano (152 m slm), esattamente sotto la svettante chiesa dell’Assunzione di Maria. Si procede dritti seguendo le indicazioni per Conegliano, sempre su strada a traffico promiscuo, con qualche ondulazione, quindi si giunge a un gruppo di case, il borgo di Calpena, e al km 27,2 c’è uno strappo duro in salita. Al km 28,1 si gira a sinistra per il centro, appare una ciclabile a fianco del fiume Monticano che continua per via Carpenè, e al km 28,9, a una rotonda, si gira a destra per via Madonna che ci porta nel bel centro cittadino; al km 29,3 si attraversa il fiume Monticano. Si prosegue per la via principale di Conegliano (72 m slm), lascian-

Conegliano: la tradizione della viticoltura presso le propaggini alpine La città di Conegliano è dominata dal suo pittoresco castello: ai suoi piedi si stende il centro storico con i bei palazzi, piazza Cima, la Scuola dei Battuti e il Duomo, che ospita una magnifica pala d’altare della gloria locale, il pittore Cima da Conegliano. Interessantissima è anche la locale Scuola enologica di Conegliano, la più antica scuola di viticoltura italiana, essendo questa zona un’eccezionale terra di produzione vinicola: patria del prosecco e di altri vini di pregio.

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do a sinistra la stazione ferroviaria al km 29,7. Alla nostra destra si distende il borgo antico e la Contrada Granda, su cui si affacciano splendidi palazzi patrizi; da non tralasciare una visita al Duomo e allo spettacolare Castello. Usciamo dalla cittadina in direzione sud-ovest seguendo le indicazioni stradali per Treviso e pedalando su ciclabile a fianco dell’Ospedale, quindi al km 30,9 – a un semaforo – procediamo dritti lasciando sulla destra la deviazione per l’importante Scuola enologica di Conegliano, oltrepassiamo una grande rotonda e procediamo ancora dritti su ciclabile. Poco dopo, al km 31,7 – all’altezza di un distributore di benzina – si gira a destra per via Marescalchi e immediatamente a sinistra per via Belluno e quindi ancora a sinistra per via Einaudi che ci porta nel centro della frazione di Parè, in cui si trovano alcune interessanti ville venete. Proseguendo dritti si pedala nel verde intenso,

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con i morbidi profili collinari a delimitare il nostro orizzonte, quindi al km 33,2 si sorpassa il torrente Crevada: da qui si può osservare, alla nostra destra, l’arco sbrecciato di un bel ponte medievale – chiamato Ponte Romano – posto sulla via che collegava i feudi dei conti di Collalto con il Libero Comune di Conegliano. Si continua dritti e si avvicina sempre più la mole del grande castello di San Salvatore, a

Susegana, Castello San Salvatore

Susegana, splendido esempio di borgo fortificato, del XIV secolo, di proprietà della storica famiglia Collalto. Al km 34,2, su ciclabile, arriviamo a un bivio con via Barriera, sulla destra: noi proseguiamo dritti ma voltando a destra in 1 km di deviazione si giunge, con qualche duro strappo in salita, all’interessante Museo dell’Uomo (www.museodelluomo.altervista. org), una collezione etnografica sulla vita contadina e sugli antichi mestieri artigianali ospitata in una affascinante casa colonica. Al km 34,7 si entra nel centro di Susegana, dove c’è da vedere anche la neoclassica chiesa della Visitazione della Beata Vergine Maria, quindi al km 35,8, a una prima rotonda appare la deviazione a destra per il Castello San Salvatore, imperdibile, con una salita impegnativa di circa 700 metri. Proseguendo dritti, alla rotonda successiva, al km 36,0, si prende la prima strada a destra,

Castello San Salvatore Questo notevole complesso monumentale (www. castellosansalvatore.it), splendido esempio di borgo fortificato del XIV secolo, si articola nel borgo murato e nella Rocca vera e propria, con tanto di ponte levatoio; ha fatto molto spesso da sfondo ai paesaggi delle opere del pittore Cima da Conegliano. Durante la Grande Guerra ha subito pesantissimi danni e ha dovuto essere restaurato radicalmente; spiccano il settecentesco Palazzo Odoardo, fastosa residenza e centro del borgo, la svettante Turris Magna, la chiesa di San Giovanni e la chiesa di Santa Croce. All’interno del borgo vivono ancora i proprietari e alcuni dipendenti della grande azienda agricola, la cui vastità si può ammirare dallo splendido terrazzo con vista panoramica sui vigneti e sui pascoli a perdita d’occhio in cui si vedono scorrazzare liberamente mucche, cavalli e asini.

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via Barca I, che ci porta tra vigneti in direzione di Collalto, ai piedi delle estese tenute del castello. Si continua dritti lungo la provinciale 138 e al km 37,8 – proprio all’altezza del cartello stradale di Collalto – si piega a sinistra per via Maglio, che al km 38,9 s’innesta, su pista ciclabile, sulla provinciale 34. Qui ancora su ciclabile si gira a sinistra e al km 39,3 si piega a sinistra utilizzando uno stretto percorso ciclopedonale che dopo 100 metri ci porta in via dei Pascoli, dove si tiene la sinistra. Ci troviamo a Ponte della Priula, ai piedi dell’argine del Piave, fiume sacro alla Patria, e al km 40,5 si giunge ai piedi del grande ponte, che attraversiamo. Alla nostra sinistra vediamo spuntare l’alto campanile del Tempio Votivo alla Fraternità Europea. Arrivati sull’altra sponda, al km 41,2 si gira immediatamente a destra e si procede lungo il fiume su strada molto larga e poco frequentata, transitando vi-

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cino ad alcune grandi cave di estrazione della ghiaia del Piave, fino a giungere, al km 44,7, nel centro di Nervesa della Battaglia. A Nervesa merita una visita l’hangar di aerei riprodotti della Prima guerra mondiale (www. jonathanaereistorici.it). Al semaforo si gira a destra e poi si segue la prima a sinistra, via Luzzati, che in intensa salita ci fa giungere, al km 45,5, su una strada un po’ più

trafficata di cui teniamo la sinistra. Ora siamo in discesa, al primo bivio si prende a destra e si passa davanti alla stradina che porta all’importante Sacrario Militare di Nervesa della Battaglia, che da qualche chilometro si staglia in vetta al colle: qui riposano le spoglie di ben 9235 soldati italiani deceduti in buona parte durante la cosiddetta Battaglia del Solstizio (giugno 1918), l’ultima disperata offensiva austriaca.

Nervesa della Battaglia, Sacrario Militare

Nervesa della Battaglia, i resti dell’Abbazia di Sant’Eustachio

Si prosegue sempre dritti e al km 46,4 si giunge davanti ai resti della celebre e antica abbazia di Sant’Eustachio, importante monastero benedettino che nel corso dei secoli ha ospitato parecchi personaggi influenti e potenti, da Pietro Aretino a Gaspara Stampa a monsignor Giovanni Della Casa, che qui compose la sua opera immortale, il Galateo. Successivamente il monastero è stato soppresso, trasformato in prepositura, quindi abbandonato, per finire definitivamente in rovina durante la Prima guerra mondiale; vi si accede grazie a un breve sentiero e regala scorci piranesiani. Proseguendo ancora dritti, al km 47,0 si giunge all’attacco della prima presa (qui sul Montello sono chiamate prese le ventuno brevi ma impegnative rampe trasversali che giungono in cima), che porta al sacello di Francesco Baracca, nei pressi del luogo dove questo pioniere dell’aviazione italiana precipitò il 19 giugno

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1918, proprio durante la Battaglia del Solstizio. Si continua sempre ai piedi del Montello, questo strano rilievo che più che una collina è una piccola montagna, il cui bosco (di rovere) fu strategico per la Repubblica di Venezia, data la fondamentale importanza del legname, indispensabile per la costruzione di navi. Al km 50,3 si transita davanti al Cimitero britannico di Giavera del Montello, perfettamen-

Ai piedi del Montello, lo “Stradon del Bosco”

te curato, che ospita 417 lapidi bianche, tutte rigorosamente uguali, di altrettanti caduti sul fronte italiano. Si prosegue lungo lo splendido Stradon del Bosco che corre ai piedi del rilievo a fianco di uno scenografico corso d’acqua, il Canale del Bosco. Al km 53,8 si transita davanti alla grande Barchessa Loredan e poi al km 54,0 si gira a sinistra per via Leo­nardo Da Vinci, nel comune di Volpago del Montello; si costeggia il campo sportivo in via Carlo Scarpa, quindi al km 55,0 si piega a sinistra e ci s’immette subito dopo sulla provinciale 248, dove teniamo la destra su ciclabile. Al km 55,5, nell’abitato di Volpago del Montello, alla rotonda abbandoniamo la provinciale e giriamo a sinistra per via San Pio X e al km 55,8 prendiamo a sinistra per via Indipendenza, che si inoltra immediatamente nella morbida campagna. Ora è necessario prestare una certa

Il Montello Spunta quasi all’improvviso nel bel mezzo della pianura trevigiana irrorata dal Piave ed è un vero e proprio paradiso per i ciclisti veneti. Palestra ideale per gli amanti delle due ruote, le sue pendici boscose offrono una quantità di percorsi per tutti i gusti, potendo scegliere tra brevi ma impegnative rampe (le ventuno “prese” trasversali che giungono in cima), o morbide ondulazioni (la cosiddetta “dorsale” che corre sulla cresta), oppure il piacevole periplo, la “panoramica”, che si sviluppa ai suoi piedi (in parte lungo il suggestivo canale della Brentella), consentendo di apprezzare i boschi della Serenissima e sfiorando i bei centri di Nervesa, Giavera, Volpago, Venegazzù, Montebelluna e Crocetta. Il periplo completo si svolge lungo 35 gradevolissimi chilometri.

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attenzione: il percorso in direzione di Treviso non è sempre lineare, bisogna seguirne i cambi di direzione. Infatti al km 56,1 si abbandona la strada e si procede dritti sottopassando un pertugio su fondo sterrato, una vecchia massicciata ferroviaria, e si giunge in via Pestegada, asfaltata, una bella strada di campagna in mezzo a campi coltivati e vigneti: al km 56,5 la stradina diventa sterrata, seppure scorrevole e pedalabile. Al km 56,9 si attraversa la via Schiavonesca Vecchia e si prosegue dritti sempre su sterrato e al km 58,2 si incrocia una strada asfaltata, si va a sinistra e al km 58,4 si gira a destra per via Fornace Vecchia e si continua dritti. Poco dopo – al km 58,8 – la strada diventa sterrata con un fondo abbastanza sconnesso (prestare ATTENZIONE), quindi si scavalca un torrente e al km 59,3 si giunge a un incrocio, nei pressi di una casa abbandonata: si piega a sinistra e sempre

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su sterrato disagevole si prosegue dritti finché al km 59,7 riappare finalmente l’asfalto. Nel complesso la strada con fondo difficile è lunga meno di un chilometro. Si pedala tenendo sulla destra una grande cava, quindi al km 60,5 si gira a destra per via Postioma e al km 61,2, a una rotonda, si va a sinistra per via Volpago Nord, in direzione Ponzano Veneto. Si continua dritti e al km 62,8 si svolta a

Treviso, Ponte Dante

sinistra per via Schiavonesca Vecchia, quindi al km 63,6 si attraversa la provinciale 55 e si prosegue dritti per via Barrucchella transitando infine per Santandrà, nel cui centro, al km 65,2, giriamo a destra lungo la provinciale 48. Al km 65,8 si passa davanti alla grande parrocchiale, quindi si continua dritti in direzione Villorba, poi al km 68,2 si prende a destra entrando nel centro cittadino; su pista ciclabile proseguiamo per via Trento e al km 68,8 si oltrepassa il grande cimitero, quindi al km 69,2 attraversiamo la provinciale 102, continuando dritti, su ciclabile separata, lungo via Trieste. Al km 70,4 si abbandona la ciclabile piegando seccamente a destra per via Colombero, che seguiamo nelle sue numerose curve finché a un bivio, al km 71,1, prendiamo a sinistra e poi, al km 71,9, a destra per via Pola e quindi a sinistra, al km 72,3, per via del Mason fino a imboccare – al km 73,0 – via Fontane. Si continua

Treviso: la città dei canali silenziosi Il centro storico di Treviso, con i suoi idilliaci canali, è circondato da un’integra cinta muraria: le case storiche, i pergolati e le piazze suggestive rendono Treviso un capolavoro di cui piazza dei Signori costituisce il fulcro centrale. I palazzi, i portici, i piccoli negozi e i numerosi locali fanno della città un punto d’incontro molto amato, dalla piacevolissima atmosfera. Anche la provincia non è da meno, con le ville palladiane, il Montello, i vigneti di prosecco...

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dritti per via Pegorile finché al km 74,7 si gira a destra e al km 75,0 ci s’immette su pista ciclabile in via Fontane, nel borgo di Fontane, comune di Villorba. Quindi si passa per la frazione di Fontane Chiesa Vecchia e successivamente al km 76,2 si costeggia sulla sinistra l’Ippodromo di Sant’Artemio, quindi il parco storico della bella Villa Zorzi Farsetti Veronese Felissent. Al km 77,1 si raggiunge la statale 13 Pontebbana svoltando a sinistra su ciclabile. Proseguendo su percorso ciclabile si pedala sempre dritti fino a giungere, al km 79,0, davanti alla magnifica e marmorea Porta San Tomaso, una delle splendide porte di Treviso. Il centro storico di Treviso è iscritto all’interno di una cinquecentesca cinta muraria eretta dai veneziani, e il suo cuore pulsante è certamente piazza dei Signori con il Palazzo dei Trecento (o della Ragione). Da non perdere la romanica Loggia dei Cavalieri, Ca’ dei Carraresi e il suo

importante spazio espositivo, le porte monumentali, il Monte di Pietà, la medievale Ca’ da Noal, il Duomo, la chiesa di San Francesco, la chiesa di San Nicolò con i suoi importantissimi affreschi conservati nell’annesso convento, il Complesso di Santa Caterina, il Museo Diocesano, il Museo del Seminario vescovile. Entrati nel centro storico di Treviso, città che ha un rapporto consolidato con il mondo della

bicicletta e della sua produzione essendo la patria di uno dei marchi ciclistici più conosciuti a livello mondiale, si procede lungo le numerose ciclabili cittadine. Attraversato longitudinalmente Borgo Mazzini, un ampio piazzale, al km 79,3 si gira a destra per la stretta via Sant’Agostino, in pavé, quindi giunti davanti alla settecentesca chiesa di Sant’Agostino si volta a sinistra, poi al km 79,5 – in via San Leonardo

Treviso, in centro lungo il Sile

Treviso, scorcio del Canale Buranelli

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– si tiene la destra e dopo 100 metri si gira a sinistra per giungere in piazza Santa Maria dei Battuti. Qui si piega a destra per via Sant’Agata che si segue fino ad arrivare, al km 80,0, sulle rive del Sile, in riviera Garibaldi, proprio nei pressi del Ponte Dante, nel luogo esatto di confluenza col canale Cagnan, con tanto di monumento al sommo poeta che indica questo preciso luogo con il verso «dove Sile e Cagnan s’accompagna» nel canto IX del Paradiso. Proseguendo lungo il Sile, che teniamo alla nostra destra, c’immettiamo sull’ampio viale Torquato Tasso per poi abbandonarlo definitivamente al km 80,4 (disegna infatti un’ampia curva a sinistra), per continuare dritti per la stretta via Alzaia, asfaltata, da dove comincia il bel percorso segnalato delle cosiddette “restére” del Sile, cioè le alzaie lungo le quali i buoi trascinavano controcorrente – con l’ausilio di

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grosse funi dette “reste” – i barconi adibiti al trasporto della merce, i “burci”. Dopo poco, al km 80,6 si sottopassa il ponte ferroviario (“Ponte della Gobba”) e si pedala immersi nella natura, tra salici piangenti, anatre, cigni, panchine sulle rive, frequenti pontili in legno affacciati sulle placide acque del fiume. S’incontra un tratto di sterrato leggero della lunghezza di 500 metri circa, poi il percorso ritorna a essere asfaltato e al km 82,0 si giunge alla località Porto di Fiera, con alcune casette raccolte intorno, un tempo semplici abitazioni di barcaioli e mugnai. Qui si possono notare la chiesa arcipretale di Sant’Ambrogio e qualche bella villa veneta, tra cui spicca Villa Ninni Carrisi col suo bel parco. Si prosegue lungo l’incantevole percorso sulla riva sinistra, al km 83,4 si sottopassano due viadotti della tangenziale in prossimità del paese di Silea e al km 83,6 sulla destra appare uno stretto ponticello

in cemento che oltrepassiamo, portandoci sulla sponda opposta del fiume e girando immediatamente a sinistra, lungo via Tappi, asfaltata. Invece procedendo dritti senza fare il ponte si diparte la variante che porta verso Roncade, Monastier, Zenson di Piave, Fossalta di Piave, San Donà di Piave, Caposile, Jesolo, Cavallino, Punta Sabbioni, per giungere a Venezia via motonave (vedi pagg. 142-156). Poco oltre, al km

84,2, alla nostra sinistra lasciamo la Centrale di Silea e proseguiamo dritti finché al km 84,7 abbandoniamo via Tappi girando a sinistra per inoltrarci in quello che è il tratto forse più suggestivo del percorso lungo il Sile, la celebre passerella in legno che fa pedalare proprio sopra il corso principale del fiume, all’altezza di una specie di grande meandro, a ridosso di quello che è chiamato il “cimitero dei burci” poiché ne-

Lungo il Sile a remi...

Casier, il “cimitero dei burci”

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gli anni Settanta del XX secolo queste barche da trasporto, soppiantate dal trasporto su gomma, vennero affondate come forma di protesta da parte dei loro proprietari. E tuttora emergono gli scheletri delle imbarcazioni. Il tratto sospeso sull’acqua è lungo circa 500 metri: comincia al km 84,8 e si conclude al km 85,3, da godersi appieno anche per effettuare numerosi scatti che quest’ambientazione particolarissima ci offre. Terminata la passerella in legno, si riprende a pedalare su sterrato leggero, poi al km 86,3, all’altezza di un parcheggio, il percorso torna a essere asfaltato e già si vede svettare l’alto campanile di Casier, il cui bel centro raggiungiamo poco dopo, al km 86,6, in piazza San Pio X. Si prosegue fiancheggiando il vecchio porto di Casier e la pista torna a insinuarsi lungo il fiume tra i salici piangenti, poi al km 87,5 si transita davanti al moderno P.AR.CO. Padiglione di Arte contemporanea, quindi si superano

un paio di aree di sosta attrezzate e un’ampia darsena con noleggio di house-boat (www.houseboat.it). Al km 88,2 si sottopassa l’autostrada e si procede dritti lungo un tracciato recentissimo che costeggia il Sile all’altezza dell’abitato di Cendon, che si trova sulla sponda opposta. Qui si trova un “passo a barca” (Passo a barca di Cendon, tel. +39.377.4453153, www.parcodelsile.it) che durante il week end e su prenota-

Casier, il centro

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zione traghetta bici e ciclisti sull’altra sponda, dove si può continuare la discesa del Sile verso Casale sul Sile. Eventualmente... Si prosegue invece dritti, su un bellissimo percorso su terreno stabilizzato che disegna qualche bella serpentina, poi si attraversa un nuovo ponte al km 90,0 e si transita all’interno della zona industriale di Lughignano, dove si trova la storica Pieve di Lughignano, già citata nel

Casale sul Sile, pedalando lungo il centro

1152, con abside romanica e campanile. Quindi al km 91,0 si rientra sull’alzaia del Sile e si continua su sterrato costeggiando il sinuoso corso d’acqua su cui si affacciano splendide ville settecentesche; è un tratto molto piacevole, con salici, arbusti, canne, molti uccelli, continue anse del fiume. Al km 94,5 si abbandona il Sile piegando bruscamente a destra per via Rivalta, asfaltata, al km 95,1 si svolta a sinistra per via Vicinale Rivalta (seguendo l’indicazione «Campi sportivi»), al km 95,5 si arriva al campo di rugby, sport “nazionale” a Casale su Sile, si affronta un breve tratto sterrato e successivamente raggiungiamo al km 96,0 la provinciale. Qui si gira a sinistra (il centro di Casale sul Sile si trova invece a 300 metri sulla destra...), si supera il ponte sul Sile su nuovissima passerella ciclabile, si scende per via Francesco d’Assisi e si continua sul lato opposto del fiume, cioè la

sponda sinistra, su amplissima strada sterrata ma molto scorrevole. Al km 97,7 ci troviamo di fronte (sul lato opposto) alla grande chiesa parrocchiale di San Nicolò di Casale sul Sile, che custodisce una tela di Gian Domenico Tiepolo, e proseguiamo piacevolmente sempre sulla sponda sinistra del Sile, fiume che in questo tratto è particolarmente sinuoso. Al km 99,1 inizia un percorso recentissimo, anch’esso

Casale sul Sile, il porto

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in terreno stabilizzato, che ci porta a pedalare a fianco di una grande fornace, quindi al km 101,6 si procede per 100 metri lungo una provinciale per poi riprendere il percorso sterrato che porta, al km 103,6, nel bel centro di Musestre di Roncade. Proseguendo dritti si giunge all’altezza del ponte sul Sile, che si attraversa al km 103,9 piegando a destra ed entrando nella provincia di Venezia, nello specifico nel

Altino, resti archeologici

comune di Quarto d’Altino. Al km 104,0, oltrepassato il ponte, se si gira a sinistra si comincia un bel percorso sterrato che continua ad accompagnare il Sile in direzione di Portegrandi (circa 9 km) per poi proseguire verso Caposile e Jesolo, mentre prendendo la strada principale che gira a destra si raggiunge, al km 104,3, la rotonda davanti alla chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo a Quarto d’Altino. Si prosegue dritti per via Stazione, poi al km 104,7 si gira a sinistra sottopassando la ferrovia e si continua sulla provinciale, quindi al km 105,9 si affronta una rotonda e al km 106,4 si volta a destra lungo viale della Resistenza, verso la località Le Crete. Si procede lungo la via principale, al km 107,5 si sorpassa un ponticello sul fiume Zero e al km 108,0 si ritorna lungo la provinciale, che abbandoniamo nuovamente al km 109,2 – a San Liberale di Marcon – girando a sinistra per via Zuccarello.

Quarto d’Altino e il gioiello archeologico di Altino La cittadina di oltre ottomila abitanti si trova tra Treviso, Venezia e le spiagge di Jesolo, esattamente a un quarto di miglio dalla città romana di Altino, come rivela il nome. Punto di partenza della Via Claudia Augusta e collocata lungo le importanti strade che portavano verso Oderzo e Treviso, Altino fu un importante centro commerciale anche per il suo accesso all’Adriatico. Oggi è nota per il notevole museo archeologico nazionale; è inoltre un’ottima base per un’escursione a Venezia, raggiungibile da qui via acqua.

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Pedalando in mezzo alla verde campagna, al km 110,9 appare una grande curva a destra e poco dopo si affronta – al km 111,3 – il bel Ponte Alto che supera il fiume Dese, quindi poco più avanti si gira a destra lungo la stretta via Litomarino, un lunghissimo rettilineo che taglia longitudinalmente la campagna veneziana – in cui è frequente vedere qualche uccello di laguna – e che termina al km 114,2 con un’ampia curva a sinistra. Subito dopo si sottopassa la tangenziale, si prosegue per la stradina principale e al km 115,6, poco prima di entrare nell’abitato di Dese, si gira nettamente a sinistra transitando poi sotto la medievale torre di Dese, provvista di merlatura alla sommità, che venne costruita originariamente attorno al IX secolo come torre di avvistamento e doveva far parte di un sistema difensivo dei territori in prossimità di Venezia. Si continua lasciando alla

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nostra destra il cimitero di Dese – al km 115,9 – quindi si segue la sinuosa via Ca’ Colombera, assai poco frequentata, che ci conduce tra campi coltivati e alcune zone adibite a bosco planiziale, sfiorando il Bosco Querini-Ottolenghi e il Bosco Zaher. La bella stradina ci porta al km 119,1 a congiungerci con la provinciale che attraversa Favaro Veneto, nei pressi di Mestre: qui si gira

Mestre, il Parco di San Giuliano

a destra e poi immediatamente a sinistra al km 119,2, per via Ca’ Solaro. Si prosegue dritti fino al km 120,5 e alla rotonda si prende la prima a destra che poi s’infila in un sottopasso, quindi alla rotonda successiva si prende la seconda a destra, aperta ai frontisti, continuando fino al km 122,3, per immettersi in via Vallon girando a sinistra. Ora la stradina affianca il bel Forte di Carpenedo – una delle fortificazioni ottocentesche che faceva parte del campo trincerato di Mestre, sorto per difendere la terraferma e la laguna di Venezia – quindi al km 123,5 si percorre sempre su ciclabile un ulteriore sottopasso, ultimato il quale, al km 123,8, si abbandona via Vallon svoltando a destra per via Benelli. Al km 124,3 s’incontra uno sbarramento per auto e motorini e si prosegue dritti fino a raggiungere, al km 124,6, la piazza principale di

Mestre L’itinerario attraversa la città di Mestre, vivacissimo centro commerciale e industriale, oltre che importante nodo ferroviario. Particolari attrattive sono la centrale Piazza Ferretto con la torre medievale, unico resto delle antiche mura della città e il grande parco di San Giuliano che offre una splendida vista della laguna e della città di Venezia.

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Carpenedo, dove sorge l’ottocentesca chiesa dei Santi Gervasio e Protasio. Qui s’imbocca l’alberato viale Garibaldi, su pista ciclabile, che al km 125,7 ci porta nel cuore di Mestre, davanti alla sede municipale di via Palazzo. Si prosegue dritti per via Palazzo e si attraversa piazza Ferretto (zone pedonali vietate alle bici), per poi girare a sinistra al km 126,2, verso via Poerio. Prendendo la prima a destra, via

Venezia, il Ponte dei Sospiri

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Brenta Vecchia, si arriva, al km 126,5, in via Cappuccina; dopo 150 metri si svolta a destra per via Dante e pedalando sempre dritti su ciclabile si giunge, al km 127,6, nei pressi della stazione ferroviaria di Mestre. Qui si può parcheggiare la bicicletta nell’ampio Bici Park e raggiungere in treno (10 minuti di viaggio) la città lagunare. Chi volesse arrivare in bicicletta fino in laguna deve prendere la direzione Venezia su strada abbastanza trafficata, transitando per la piccola stazione ferroviaria di Porto Marghera al km 129,7, per poi giungere, al km 132,0, ai piedi del lungo ponte translagunare, dove esiste una pista ciclabile bidirezionale in via di completamento. Al km 136,2 si arriva a piazzale Roma, il terminal automobilistico della splendida città di Venezia. Siamo giunti alla fine del nostro viaggio.

Venezia: la città sulla laguna

Laguna di Venezia: capolavoro di luce e acqua

I leggendari canali con le loro famose gondole e i suggestivi edifici storici fanno di Venezia un luogo unico. Tra le innumerevoli attrazioni, segnaliamo il Ponte di Rialto, piazza San Marco con la Basilica, la chiesa di Santa Maria della Salute, il Fondaco dei Turchi, il Palazzo Ducale, la Libreria Sansoviniana, la Ca’ d’Oro. La sua posizione sul mare, le sue isole e gli edifici bellissimi sono valsi a Venezia e alla sua laguna l’inserimento nel patrimonio dell’Unesco.

La laguna di Venezia è un delicatissimo ecosistema di oltre cinquecento chilometri quadrati che comprende isole, isolotti e banchi di sabbia percorsi da una rete intricata di canali: fa parte anch’essa del patrimonio dell’Unesco. Si consiglia di fare una sosta al Lido, dove si tiene il famoso Festival del Cinema, un’altra a Murano, l’isola del vetro, un’altra ancora alla pittoresca isola dei pescatori, Burano; molto affascinanti sono anche Torcello, San Lazzaro degli Armeni e San Francesco del Deserto.

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INFO

Vittorio Veneto Informazioni turistiche: viale della Vittoria 110, tel. + 39.0438.57243, www.visittreviso.it, iatvittorioveneto@provincia.treviso.it Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di meccanici. Conegliano Informazioni turistiche: via XX settembre 132, tel.+ 39.0438.21230, www.visittreviso.it, iatconegliano@provincia.treviso.it Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di meccanici. Susegana Informazioni turistiche: www.visittreviso.it Possibilità di alloggio e di ristoro.

Nervesa della Battaglia Informazioni turistiche: www.visittreviso.it Possibilità di alloggio e di ristoro. Giavera del Montello Informazioni turistiche: www.visittreviso.it Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di meccanici. Volpago del Montello Informazioni turistiche: www.visittreviso.it Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di meccanici. Villorba Informazioni turistiche: www.visittreviso.it Possibilità di alloggio e di ristoro.

Ponzano Veneto Informazioni turistiche: www.visittreviso.it Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di meccanici. Treviso Informazioni turistiche: via Fiumicelli 30, tel. +39.0422.547632, www.visittreviso.it, iattreviso@provincia.treviso.it Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di meccanici. Silea Informazioni turistiche: www.visittreviso.it Possibilità di alloggio e di ristoro.

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Casier Informazioni turistiche: www.visittreviso.it Possibilità di alloggio e di ristoro. Casale sul Sile Informazioni turistiche: www.visittreviso.it Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di meccanici. Quarto d’Altino Informazioni turistiche: www.comune.quartodaltino.ve.it Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di meccanici. Venezia Informazioni turistiche: www.turismovenezia.it Possibilità di alloggio e di ristoro. L’uso di velocipedi è vietato in centro storico.

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variante litoranea 88,9 km

2 - Treporti

1 - Punta Sabbioni imbarco per Venezia

2 - Porte di Cavallino 71,7

84,8

3 - Jesolo paese 61,6

88,9

2 - Caposile 51,6

5 - Fossalta di Piave (stele Hemingway) 36

3 - San Donà di Piave

7 - Zenson di Piave 30

42,2

6 - Monastier di Treviso

8 - Roncade 15,5

22

14 - Silea deviazione percorso principale 4,6

15 - Treviso

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Entrati nel centro storico di Treviso da Porta San Tomaso, si procede lungo le numerose ciclabili attraversando le principali arterie cittadine. Percorso longitudinalmente Borgo Mazzini, l’ampio piazzale, al km 0,3 si gira a destra per la stretta via Sant’Agostino, in pavé, quindi, giunti davanti alla settecentesca chiesa di Sant’Agostino, si svolta a sinistra, poi al km 0,5 – in via San Leonardo – si tiene la destra e dopo 100 metri si gira a sinistra per giungere in piazza Santa Maria dei Battuti. Qui si prende a destra per via Sant’Agata, che si segue fino ad arrivare, al km 1,0, sulle rive del Sile, in riviera Garibaldi, proprio nei pressi del Ponte Dante, nel luogo esatto di confluenza col Canale Ca-

km 0

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Treviso-Punta Sabbioni-Venezia

m 0


Treviso-Punta Sabbioni-Venezia (variante litoranea)

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Treviso-Punta Sabbioni-Venezia (variante litoranea)

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gnan, con tanto di monumento al sommo poeta che indica questo preciso luogo con il verso «dove Sile e Cagnan s’accompagna», nel canto IX del Paradiso. Proseguendo lungo il Sile, che teniamo alla nostra destra, c’immettiamo sull’ampio viale Torquato Tasso, per poi abbandonarlo definitivamente al km 1,4 (fa infatti un’ampia curva a sinistra) e procedere dritti per la stretta via

Treviso, Piazza dei Signori

Alzaia, asfaltata, da dove comincia il bel percorso segnalato delle cosiddette “restére” del Sile, cioè le alzaie lungo le quali i buoi trascinavano controcorrente – con l’ausilio di grosse funi dette “reste” – i barconi adibiti al trasporto della merce, i “burci”. Dopo poco, al km 1,6 si sottopassa il ponte ferroviario (“Ponte della Gobba”) e si pedala immersi nella natura, tra salici piangenti, anatre, cigni, panchine sulle rive, frequenti pontili in legno affacciati sulle placide acque del fiume. S’incontra un tratto di sterrato leggero della lunghezza di 500 metri circa, poi il percorso ritorna a essere asfaltato e al km 3,0 si giunge alla località Porto di Fiera, con alcune casette raccolte intorno, un tempo semplici abitazioni di barcaioli e mugnai. Qui si possono notare la chiesa arcipretale di Sant’Ambrogio e alcune belle ville venete, tra cui spicca Villa Ninni Carrisi col suo bel parco. Si prosegue lungo l’in-

cantevole percorso sulla riva sinistra, al km 4,4 si sottopassano due viadotti della tangenziale e al km 4,6 sulla destra appare un ponticello in cemento, stretto: siamo a un importante bivio del percorso. Noi procediamo dritti senza oltrepassarlo innestandoci sulla variante che da Silea porta a Roncade, Monastier, Zenson di Piave, Fossalta di Piave, Noventa di Piave, San Donà di Piave,

Il radicchio di Treviso, prelibatezza gastronomica

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Treviso-Punta Sabbioni-Venezia (variante litoranea)

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Caposile, Jesolo, Cavallino e Punta Sabbioni, mentre girando a destra si segue il percorso principale che porta verso Quarto d’Altino, Mestre, Venezia (descrizione alle pagg. 132-141). Continuando sulla sponda sinistra del Sile, al km 5,2 si passa davanti alla Centrale di Silea e si continua sempre dritti; al km 5,8 al bivio si piega a destra, poi al km 6,6 si sottopassa la statale Treviso-Mare e si prosegue lungo una stradina secondaria. Quindi al km 6,9 si piega a destra per via Roma, poi al km 7,1 – davanti a una bella chiesetta di Silea – si tiene ancora la destra e si sottopassa nuovamente, al km 7,4, la statale Treviso-Mare. Si prosegue dritti finché la strada al km 9,0 sovrappassa l’autostrada e poi al km 9,5 si gira a destra per via Chiesa e si passa davanti alla chiesa parrocchiale di Cendon di Silea, scenograficamente affacciata sul Sile. All’altezza della settecentesca Villa Fanio Cer-

vellini si gira a sinistra per via Capitello e al km 10,5 si rientra sulla provinciale girando a destra, quindi al km 11,2 – nei pressi dell’abitato di Sant’Elena – a un bivio si prende a sinistra per via Pozzetto che al km 14,1 ci fa transitare per la località di Franceniga di Silea. Dopo essersi innestati al km 14,7 sulla provinciale 64 – puntiamo verso Roncade, che raggiungiamo al km 15,5.

Roncade, Villa Giustinian

Roncade è un bel centro noto per la produzione vitivinicola, ci troviamo nella zona dei vini del Piave, ed è attraversato dal fiume Musestre. Qui si erge la grandiosa Villa Giustinian, il castello di Roncade, con tanto di torri merlate e mura, particolare struttura dalla storia complicata: donata da Ottone II alla potente famiglia dei Collalto, venne demolita da Cangrande della Scala e quindi ricostruita come villa nei primi del Cinquecento dalla famiglia patrizia veneziana dei Giustiniani, rifacendosi alla precedente struttura del castello, con il grande recinto quadrato, chiuso da un’alta cortina merlata e turrita, circondata da un fossato. È il primo esempio di villa veneta in stile classico, quello che verrà successivamente codificato da Andrea Palladio. Dal centro di Roncade, all’altezza della rotonda a fianco del castello, si prosegue lungo la provinciale 64 in direzione Monastier-San Donà di

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Treviso-Punta Sabbioni-Venezia (variante litoranea)

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Piave su una sorta di marciapiede ciclabile che si trasforma successivamente in bella pista ciclabile separata e protetta, finché al km 18,4 si affianca – sempre su ciclabile separata – la trafficata statale Treviso-Mare. Si prosegue in sicurezza fino a quando, al km 19,1, si piega a sinistra passando sotto l’arteria e imbocchiamo la prima strada a destra, via San Nicolò; ora si procede dritti finché allo stop del km 19,6 si gira bruscamente a destra, si transita sotto la chiesa parrocchiale di Vallio e poco dopo si affronta una passerella ciclabile sul fiume Vallio. Si prosegue su sterrato scorrevole e al km 20,3 si prende a sinistra per la stretta via Brusoni, asfaltata, che ci porta dolcemente nel centro di Monastier, che raggiungiamo al km 22,0. Monastier deve il nome all’antico monastero benedettino di Santa Maria del Pero, fondato nel 958 da Ottone I, futuro imperatore del Sacro Romano Impero. Rimangono ben visibili il

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Treviso-Punta Sabbioni-Venezia (variante litoranea)

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campanile della chiesa e alcuni resti del monastero, inglobati in una villa veneta. A Monastier si possono seguire le indicazioni dell’itinerario «I luoghi di Hemingway», percorso cicloturistico tabellato con codifica TV4; infatti lo scrittore, che era giovane ausiliario dell’American Red Cross durante la Prima guerra mondiale, proprio qui ricevette le prime cure dopo il ferimento avvenuto sul fiume

Monastier

Piave, nell’ospedale allestito nell’edificio che ospitò in seguito la scuola elementare. Si gira a sinistra lungo la provinciale 61, quindi alla prima rotonda, al km 22,6, si prende a destra su pista ciclabile separata e nei pressi di San Pietro Novello, alla rotonda si svolta a destra, al km 24,2, sulla provinciale 60 in direzione Zenson di Piave, lungo un bel percorso sinuoso che corrisponde alla Strada dei vini del Piave. Al km 29,3 si giunge sulla provinciale 57, all’altezza del cimitero di Zenson; girando a destra e poi subito a sinistra si arriva, al km 30,0, davanti al municipio di Zenson di Piave. La località è ricordata soprattutto per gli aspri combattimenti avvenuti dopo la rotta di Caporetto lungo le limitrofe anse del Piave. Qui si prende la prima strada a sinistra e dopo 100 metri ci troviamo a pedalare lungo l’argine sterrato del fiume Piave, che seguiremo a lungo. Si procede sempre su sterrato, al km 33,4 si

sottopassa l’autostrada e al km 33,9 il percorso torna asfaltato, sempre a fianco delle anse del fiume: siamo all’interno del territorio comunale di Fossalta di Piave, lungo un percorso ciclopedonale dove è stato realizzato l’ecomuseo “La guerra di Hemingway” (www.laguerradihemingway.it) che ci conduce nei luoghi dove il grande scrittore fu ferito nel luglio del 1918 durante la Grande Guerra. È un interessante

Fossalta di Piave, il ponte di barche

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Treviso-Punta Sabbioni-Venezia (variante litoranea)

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tragitto strutturato in diciannove diverse stazioni di sosta ognuna delle quali offre approfondimenti testuali, iconografici e anche audio (scaricabili tramite QR code). Al km 36,0 si giunge nel luogo esatto dove sorge una stele che ricorda il ferimento dello scrittore americano – nei pressi del Battistero dei Caduti – e dopo 100 metri si affronta il passaggio sul pittoresco ponte di barche di Fossalta, a pe-

Fossalta di Piave, il Battistero dei Caduti

daggio (ma gratuito per pedoni e biciclette...). Continuando dritti, senza oltrepassare il ponte e allungando solo un po’ il tempo del percorso, si può visitare una suggestiva area golenale di circa 10 ettari adibita a parco fluviale, con notevoli esempi di fauna e flora autoctoni tipicamente fluviali e tra le meglio conservate dal punto di vista naturalistico (ansa del Gonfo). Ritornati sui propri passi e oltrepassato il ponte, proseguiamo dritti su ciclabile verso Noventa di Piave, fino a quando al km 37,0 svoltiamo a destra per via Redentore e quindi a sinistra in via Berlese, che seguiamo finché non ci si immette, al km 39,2, sulla trafficata provinciale 83, girando ancora a destra, in direzione di San Donà di Piave. Si procede sempre dritti (al km 40,0 svoltando a destra si trova un’area picnic con annesso supermercato), poi al km 41,1 sottopassiamo la ferrovia e al km 42,2, in pieno centro, giriamo a

Fossalta di Piave: sulle tracce di Ernest Hemingway Fossalta di Piave è collocata sulla sponda destra del fiume Piave, 30 km a nord di Venezia. È diventata famosa perché durante la Prima guerra mondiale il giovane Ernest Hemingway vi rimase ferito gravemente: questa sua esperienza venne raccontata nel celebre romanzo Addio alle armi. In suo onore, sulla riva del Piave è stato eretto un monumento con citazione di Hemingway – «Io sono un ragazzo del basso Piave» – e realizzato un percorso audio-guidato ciclopedonale sui luoghi che lo hanno visto protagonista.

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Treviso-Punta Sabbioni-Venezia (variante litoranea)

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destra in zona pedonale San Trentin, introdotta da una dimora storica: Villa De Faveri. Si giunge quindi di fronte al Duomo cittadino, che in una teca del pronao custodisce il crocifisso che fu rinvenuto sulle rovine dell’edificio sacro distrutto durante la Grande Guerra; proseguendo su corso Trentin si arriva a piazza Indipendenza, con il Monumento alla Medaglia d’Oro Giannino Ancillotto, aviatore sandonate-

San Donà di Piave, Museo della Bonifica

se della Grande Guerra. Sulla piazza si affacciano i due palazzi storici del Municipio (1923) e del Consorzio di Bonifica; quest’ultimo ricorda l’importantissimo ruolo di trasformazione svolto dal territorio del Basso Piave: San Donà di Piave nel 1922 fu sede di un grande convegno che assunse rilievo nazionale sul tema della bonifica. Molto interessante è il Museo della Bonifica (www.museobonifica.sandonadipiave.net) che racconta la millenaria storia della città e le numerose trasformazioni subite dal territorio ed è suddiviso in cinque sezioni: archeologia, etnografia, guerra, natura, bonifica. La parte del leone la fa quest’ultima e tratta la particolareggiata storia degli interventi di bonifica del Veneto orientale, iniziati a fine Ottocento e completati entro metà Novecento, che hanno ridisegnato completamente l’ambiente e l’economia del Basso Piave, trasformando un terri-

Noventa di Piave: una lingua verde nella provincia di Venezia A circa 50 km da Venezia sorge Noventa di Piave, sulle rive dell’omonimo fiume lungo 220 km, che nasce nelle Alpi presso Sappada (Bl), ai piedi del Monte Peralba, e sfocia a Jesolo (Ve), nell’Alto Adriatico. Chi visita Noventa di Piave apprezza soprattutto la zona attraversata dal fiume, trasformata in parco fluviale, una delle superfici verdi più suggestive del Veneto col suo paesaggio unico in Italia, apprezzata oasi verde, con una flora e una fauna particolari.

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Treviso-Punta Sabbioni-Venezia (variante litoranea)

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torio malsano e acquitrinoso in una campagna rigogliosa e lussureggiante. Pedalando per corso Silvio Trentin si raggiunge al km 42,9 il celebre ponte della Vittoria, che collega San Donà a Musile di Piave; percorrendo la passerella ciclabile sul lato destro del ponte stesso si percorre il sottopasso e si sbuca all’altezza di un bronzeo Monumento al Bersagliere, riproduzione della statua esistente a

Musile di Piave, Monumento al Bersagliere

Roma presso Porta Pia. Da notare che il basamento è costituito da un bunker della Seconda guerra mondiale. Il territorio di Musile di Piave è il risultato di imponenti interventi di bonifica idraulica fin dai tempi della Repubblica di Venezia e nel contempo è stato teatro di sanguinosi combattimenti durante la Grande Guerra, memoria per sempre inscindibile da queste terre. Proprio all’altezza della statua si piega a sinistra, al km 43,1, e dopo 200 metri si abbandona l’argine e si scende a destra attraversando l’abitato di Musile di Piave, lungo via XXIX aprile, fino a raggiungere al km 44,6 la via Intestadura, nei pressi di quella Conca dell’Intestadura di Musile che a fine XIX secolo ha reso navigabile il vecchio corso della Piave vecchia, il cui alveo era stato precedentemente deviato dalla Serenissima per evitare l’interramento della laguna di Venezia.

San Donà di Piave: il parco fluviale e il Parco della Scultura in Architettura San Donà di Piave è una ridente e operosa cittadina distesa sulle rive del Piave, il fiume sacro alla patria. La città dispone di diverse aree verdi e parchi cittadini, tra i quali l’ampio “parco fluviale” – nella Golena del Piave – e il Parco della Scultura in Architettura – assai conosciuto a livello internazionale dagli studiosi di arte e di architettura – un’area verde dove sono disposte numerose installazioni e sculture di artisti, architetti e designer di fama internazionale (Aldo Rossi, Bruno Munari, Toni Follina, Sol LeWitt...). Il parco è un capolavoro architettonico liberamente accessibile a tutti.

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Al km 44,8 si abbandona la strada principale girando a sinistra e la stradina diventa poco dopo sterrata e nel verde intenso si pedala lungo l’antica “restera dei burci”, fiancheggiando le anse sinuose del fiume. È uno dei tratti più spettacolari del fiume, che offre notevoli bellezze naturalistiche. Bisogna fare un po’ di attenzione al fondo sterrato finché al km 50,7 si giunge a Castaldia, località di Caposile di Musile di Piave, dove sulla destra, leggermente scostato di 50 metri dal percorso, si trova l’interessante Laboratorio Territoriale di Educazione Ambientale “La Piave Vecchia”, che svolge importanti attività didattico naturalistiche (tel. +39.0421.65060, www.ilpendolino.it/castaldia.html) in tutto il territorio circostante. Poco dopo – al km 51,6 – si passa davanti al caratteristico e storico ponte a bilanciere, il ponte dei Salsi, anche questo a pedaggio (ma non

per le biciclette...) nel punto in cui confluiscono le acque della Piave Vecchia con quelle del Taglio del Sile. Oltrepassato il ponte si gira a destra e dopo 200 metri a sinistra, lungo un nuovo percorso ciclabile sterrato che corre a ridosso della gronda lagunare offrendo scorci panoramici e naturalistici notevolissimi. Al km 54,9 si gira a sinistra fino ad arrivare, al km 55,1, su via Sal-

Caposile, il ponte di barche

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si, asfaltata. Si piega a destra e dopo 50 metri si svolta a sinistra, salendo sull’argine destro del Sile, e qui prosegue il nuovo percorso sterrato, sempre in terra battuta, che ci porta a transitare, al km 58,7, davanti ai resti della Torre Caligo, antico presidio doganale veneziano. Ora si continua dritti per l’asfaltata via Dragojesolo e la bella strada sinuosa ci porta a sottopassare la statale al km 61,6, ormai nei pressi di Jesolo

Jesolo, Torre Caligo

Paese. Si continua sempre a pedalare lungo via Sant’Antonio aggirando la moderna struttura del Municipio: ci troviamo ancora sulla sponda destra del Sile, seguendone pedissequamente le acque. Al km 63,4 ci immettiamo in via Parco della Rimembranza e poco dopo, al km 63,6 si gira a sinistra per via Cristo Re, che continua a pedinare il corso del Sile; la bella stradina – assai panoramica e poco trafficata – attorno al km 65,8 si trasforma in sterrata, pur molto scorrevole, conducendoci tra panorami incantati al km 71,7, presso le storiche Porte di Cavallino, antiche chiuse costruite dalla Serenissima per evitare l’afflusso del Sile nella laguna. Oltrepassate le stesse con una serie di passerelle metalliche (bici a mano), ci si porta lungo il Canale Casson, che teniamo alla nostra destra, e se ne percorre l’argine su strada sterrata fino a giungere al km 74,1 nei pressi del centro abitato di Cavallino – frazione del comune Ca-

vallino-Treporti – e girando immediatamente a sinistra per via del Finanziere; dopo 100 metri si svolta a sinistra su percorso ciclabile con fondo in mattonelle rosse per giungere, al km 74,4, in via Equilia, dove si tiene la sinistra. Giunti poco dopo in via Fausta, la strada principale del litorale, sempre su ciclabile separata, si procede finché al km 74,9 – poco prima di giungere a un distributore di benzina – si gira

Cavallino, pedalando a fianco della laguna

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a destra e pedalando per via Alberti Giovanni Matteo si arriva in via Pordelio, al km 75,6. Il territorio di Cavallino è costituito da una striscia di terra, il Litorale del Cavallino, che separa la laguna nord di Venezia dal Mare Adriatico; storicamente a vocazione agricola e ortofrutticola, negli ultimi decenni ha sviluppato l’attività turistico-balneare che l’ha portato ai primi posti tra le località adriatiche come numero di presenze, soprattutto di turisti del Nord Europa. Svoltato a sinistra, dopo 50 metri si prende la prima a destra, un percorso sterrato che costeggia la laguna regalando squarci di bellezza mozzafiato, in quanto si affaccia su canali, laguna e barene (terre periodicamente sommerse dalle maree e che presentano una caratteristica vegetazione e una ricchissima avifauna). Si procede su sterrato (in alternativa avremmo potuto continuare sull’asfaltata via Pordelio, che però non offre la stessa vista panoramica sulla lagu-

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na e nello specifico su Valle Falconera), finché al km 77,6 ci si immette nuovamente su via Pordelio – che fiancheggia l’omonimo canale – a traffico promiscuo ma sempre assai panoramica. Al km 78,9 siamo nei pressi di Ca’ Ballarin e invece di continuare dritti per via Pordelio, si piega a sinistra per via della Fonte che al km 79,8 ci porta ad affiancarci a via Fausta, la principale arteria del litorale; ora si svolta a destra lungo

Il litorale del Cavallino

la bella ciclabile protetta da molti pini marittimi, fino a giungere nei pressi di Treporti e al km 84,4, a una rotonda, si prende a destra via Trepontina per rientrare nuovamente su via Pordelio al km 84,8, piegando a sinistra e continuando verso Punta Sabbioni. Se a questo punto si attraversa il ponte sul canale Saccagnana si arriva in breve al bel borgo di Treporti, a sua volta a poca distanza dalla magnifica isola di Burano, a cui è collegato con un traghetto. Si continua a costeggiare l’acqua lasciando alla nostra sinistra una distesa di orti, tipici di questo litorale (soprattutto i carciofi sono molto apprezzati, ma pure pomodori e anche frutta), e si prosegue utilizzando una sorta di marciapiede ciclabile. Al km 86,0 la strada piega a sinistra, ma noi procediamo dritti su percorso ciclopedonale con fondo in pavé, Lungomare San Felice, quindi al km 86,9 ci immettiamo nuovamente

sulla strada principale transitando, al km 87,3, nei pressi della attrezzatissima Marina di Lio Grande, grande porto turistico lagunare. Si continua sempre dritti finché si arriva, al km 88,9, a Punta Sabbioni, altra località molto rinomata per le attività turistico-balneari e conosciuta soprattutto per i molti campeggi, tra cui spicca uno dei più grandi d’Italia e d’Europa. Qui siamo giunti a destinazione, all’estremità

Da Punta Sabbioni a Venezia in motonave...

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meridionale del Litorale del Cavallino, esattamente di fronte a Venezia, cui è collegato con un servizio di motonavi di linea (ACTV, linea 14) che in poco più di 30 minuti di viaggio ci porta a due passi da piazza San Marco. Attenzione perché il trasporto delle biciclette è subordinato all’imbarco dei passeggeri ed è possibile in numero limitato e – comunque – a discrezione del comandante. È quindi consigliato, anche per essere più liberi nei movimenti (ricordiamo che a Venezia è assolutamente vietata la circolazione della bici), lasciare il mezzo a Punta Sabbioni e recarsi a Venezia senza.

INFO Silea Informazioni turistiche: www.visittreviso.it Possibilità di alloggio e di ristoro. Roncade Informazioni turistiche: www.visittreviso.it Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di meccanici. Monastier Informazioni turistiche: www.visittreviso.it Possibilità di alloggio e di ristoro. Zenson di Piave Informazioni turistiche: www.visittreviso.it Possibilità di alloggio e di ristoro.

Fossalta di Piave Informazioni turistiche: www.comunefossaltadipiave.it Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di un meccanico. Noventa di Piave Informazioni turistiche: tel. +39.0421.65212, www.comunenoventadipiave.it Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di un meccanico. San Donà di Piave Informazioni turistiche: U.R.P. Comune di San Donà di Piave, tel. +39.0421.590735, 800.267867, www.sandonadipiave.net, info@sandonadipiave.net. È in previsione l’apertura di un punto infor-

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mazioni in piazza Indipendenza dove sarà possibile reperire indicazioni sul territorio e sui servizi disponibili. Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di un meccanico. Musile di Piave Informazioni turistiche: Biblioteca Comunale, tel. +39.0421.592220, +39.0421.592236, www.comune.musile.ve.it, biblioteca@comune.musile.ve.it Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di un meccanico. Caposile di Musile di Piave Informazioni turistiche: vedi Musile di Piave Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di un meccanico. Jesolo Informazioni turistiche: piazza Brescia 13,

tel. 041.5298711, info@turismovenezia.it Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di meccanici. Cavallino Informazioni turistiche: via Fausta 406 a, tel. +39.041.8626322, www.cavallino.info, info@cavallino.info Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di un meccanico. Treporti Informazioni turistiche: vedi Cavallino Possibilità di alloggio e di ristoro. Punta Sabbioni Informazioni turistiche: piazzale Punta Sabbioni 2, tel. +39.041.966010, info@cavallino.info Possibilità di alloggio e di ristoro, presenza di un meccanico.

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Finito di stampare nel mese di agosto 2015 DISTRIBUZIONE GRATUITA


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