Viaggio nella Storia dell’Arte con le opere di Mimino Toma
L’impronta che un uomo lascia del suo passaggio terreno ha una forma non sempre semplice da interpretare; nell’arco temporale produttivo, o per passione o per necessità, si trova a svolgere una serie di attività che lo caratterizzano e che, molto spesso, rappresentano ciò che di lui rimarrà. Mimino Toma, nella sua operosa stagione terrena, di ruoli ne ha svolti diversi, lasciando sempre, in coloro che ne hanno incrociato il cammino, un segno profondo e significativo. La Pittura è stata uno dei suoi interessi maggiori, soprattutto dopo che la scuola, raggiunta l’età pensionabile, ha finito di essere il suo pensiero lavorativo predominante; non l’unico, essendo una persona con una grandissima voglia di fare e tanta curiosità per ciò che non fosse per lui abitudinario, ma sicuramente quello che ha fatto sì che la famosa impronta, cui si accennava, fosse ancora più profonda. (Luciano Toma)
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Il ricordo di un amico Schivo e riservato, concedeva a soli pochi intimi, oltre che ai suoi familiari, le sue confidenze, le sue passioni per la ricerca artistica, che spaziava su tutta l'arte dal Rinascimento ai giorni nostri. Particolarmente affascinato dai risvolti pi첫 segreti che avevano mosso le composizioni dei grandi, ne traeva delle copie che non erano delle semplici copie, ma rifacevano tutti i passaggi, i tormenti ed i significati che erano sottesi alle grandi opere originali. Di ognuna di esse conduceva uno studio attento e meticoloso, una indagine intima, prima di stendere e tormentare con le tecniche pi첫 varie, dall'olio alle tempere, tele, fondi di tavole, cartoni e tutti gli altri supporti che voleva sperimentare. Non era contento di tecniche e metodi tradizionali, ma la ricerca di nuove maniere e sistemi di pittura lo affascinava sino a fargli trascorrere notti insonni per risolvere intenti inusitati. Le chiese di Galatina e di vari paesi della provincia fanno bella mostra del suo indefesso lavoro. (Prof. Alfredo Sanasi)
La chiesa dei Cappuccini a Galatina, con i quadri di Mimino Toma 2
La mostra La mostra delle opere di Mimino Toma è un utile momento di riflessione e confronto sulla storia dell'arte come storia dell'uomo. Mimino Toma è stato una persona molto amata a Galatina e non solo. Il suo amore per l'insegnamento prima e l'arte poi lo ha accompagnato sempre lungo la sua vita. Queste opere sono un tentativo, tra l'altro ottimamente riuscito, di comprendere appieno il percorso degli artisti che hanno segnato la storia in tutti questi secoli. La mostra offre uno sguardo sulle opere di grandi artisti del passato cogliendo anche le dimensioni reali dei dipinti. Partendo dalla concezione medievale ancora impregnata di una visione fortemente simbolica del reale, come nel Giudizio Universale di Hans Memling gli occhi scorrono verso la forma pura del Rinascimento, dove l'attore principale è l'uomo come misura di tutte le cose. Ed è qui che si può ammirare il ritratto a tre quarti de "La dama con l'ermellino" di Leonardo.
Un momento dell’inaugurazione della mostra, il 15 dicembre 2012 3
E ancora cavalchiamo i secoli fino al Caravaggio, dove le linee prospettiche dello spazio sono annullate dal colore che modella e scolpisce attraverso il gioco dei chiaro/scuri e le architetture sono gli stessi soggetti della scena. Caravaggio e la sua potenza verranno rimodulatialla fine del ‘700 e con l’800 ritorna la riscoperta della forma, della simmetria, del decoro. Gli elementi architettonici e le figure umane sono in perfetto equilibrio fino alla rottura degli Impressionisti e la necessità di Gauguin di restituire all'arte un carattere autonomo. In piena sintonia con le rivoluzioni industriali dell'epoca, dove tutto sembrava possibile, vedi la voce Belle époque, l'epoca del positivismo della piena fiducia nell'uomo e nelle sue possibilità. Un ottimismo stroncato dal I conflitto mondiale e soprattutto dal II conflitto mondiale. Emblematiche le piazze vuote con personaggi onirici di Giorgio De Chirico. ( Le Muse inquietanti, 1917) (Angela Beccarisi)
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Un auspicio Ufficialmente “'Viaggio nella Storia dell’Arte”', la mostra dedicata a Mimino Toma, si è conclusa lo scorso 6 gennaio ma in realtà è rimasta a disposizione di visite guidate ancora per qualche giorno. Numerose, infatti, sono state le richieste da parte di molte scuole di visitare la mostra, per cui, grazie alla prorogata disponibilità delle belle sale in cui si possono ammirare le opere, è stato possibile realizzare quello che davvero era nella mente e nel cuore dell’artista, scomparso pochi mesi fa, e cioè rendere possibile un percorso didattico capace di accompagnare studenti di ogni età, insieme ai docenti, in un vero e proprio viaggio nella Storia dell’Arte, attraverso la visione di numerosi capolavori della pittura italiana e straniera, riprodotti fedelmente dal Toma. Partendo dal Rinascimento e arrivando fino al ‘900, nelle varie sale si potevano ammirare opere che vanno, solo per citarne alcune, dal magnifico “Trittico del Giudizio Universale”di Hans Memling, alla famosissima “Dama con l’ermellino” di Leonardo, dal “Bacco” di Caravaggio alla “Venere d’Urbino” di Tiziano. Il percorso si concludeva con Gioacchino Toma e De Chirico che sembravano accompagnare il visitatore nell’ultima sala, quella delle opere originali di Mimino Toma, al cospetto delle quali non si può rimanere indifferenti per la bellezza delle immagini e per la profondità del pensiero che esse trasmettono. Emoziona sostare davanti all’opera incompiuta che dimostra come solo la morte ha potuto separare l’artista dalla sua passione per la pittura, ed è bella così, lasciata a metà quella Venere, come se da un momento all’altro qualcuno possa riprendere il pennello in mano e continuare a dipingere. Mimino Toma sembra dirci che il copiare opere dei grandi maestri del passato con meticolosità e passione sia stato per lui un mezzo per giungere alla più profonda conoscenza dei vari artisti, del loro stile, della loro tecnica, della loro fantasia, della loro originalità da cui è stato conquistato.
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La Venere del Botticelli rimasta incompiuta
Il successo della mostra, confermato dall’affluenza dei visitatori e dall’entusiasmo degli studenti sia dei licei sia delle scuole primarie, che in questi ultimi giorni hanno avuto l’opportunità' di visitarla, mette in evidenza il controsenso per cui tali opere, nate per regalare un’esperienza di grande valore didattico, non possano essere viste se non da una ristretta cerchia di parenti ed amici dell’artista. Sarebbe invece auspicabile che una parte di esse, in una mostra ridotta ma significativa, fosse accolta in una delle sale del Museo Cavoti, proprio per consentire visite guidate per un tempo non più limitato. La proposta di un prestito per un lungo periodo potrebbe essere ben accolta dalla famiglia Toma e offrirebbe al Comune di Galatina l’opportunità di rendere omaggio alla persona di Mimino Toma, facendo in modo che le sue opere vengano conosciute da un pubblico sempre più folto. (Marisa Fortuzzi)
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Molte scuole di Galatina hanno chiesto di visitare la mostra, al punto che si è reso necessario prolungarla oltre i termini previsti inizialmente.
Anche la Gazzetta del Mezzogiorno ha dedicato un articolo alla mostra.
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Immagini della mostra Le immagini che seguono sono copie di opere famose eseguite da Mimino Toma rispettando la tecnica, la dimensione e, nei limiti del possibile, il supporto di quelle originali. Rappresentano un estratto delle tante opere esposte in occasione della mostra “Tributo a Mimino Toma”, inaugurata a Galatina il 15 dicembre del 2012, e ripercorrono la storia dell’Arte dal 1400 all’epoca moderna.
Jan Van Eyck, L’uomo dal turbante rosso (part.)
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Bramantino, Vir dolorum (1485)
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Jan Van Eyck, I coniugi Arnolfini (1434)
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Hans Memling, Giudizio Universale (part.)
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Hans Memling, Trittico Donne (1470)
Hans Memling, Giudizio Universale (1473) 12
Andrea Mantegna, Pala di san Zeno (part.)
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Caravaggio, Bacco (1596)
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George De La Tour, Maddalena penitente (1640)
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Velazquez, Acquaiolo di Siviglia (part.)
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Uno scorcio della mostra con la Venere di Urbino di Tiziano in primo piano
Domenichino, Sibilla (1610) 19
Jan Vermeer, La ragazza con l’orecchino (1665)
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La Sala dedicata al 1800 con Gioacchino Toma sullo sfondo
Luigi Mussini, Decamerone senese (part.) 21
Theodore Gericault, Ufficiale a cavallo (1812)
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Gioacchino Toma, Luisa Sanfelice in carcere (1874)
Giorgio De Chirico, Le Muse inquietanti (1917) 23
Ricostruzione ideale dell’atelier di Mimino Toma, con acquerelli, modelli in terracotta ed effetti personali.
Mimino Toma, Requiem per un ideale (1998) 24
Mimino Toma, Senza titolo (1978)
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Ringraziamenti Cogliamo l’occasione per ringraziare, con questa breve nota, coloro che ci hanno aiutato ad allestire la mostra, e sono veramente tanti. Grazie a Angela Beccarisi, Carla Orlando, Gianpiero Quaranta, Dolores De Matteis, Francesca Toma, Carlo Fitto, Gianluigi Romano, Rocio Calonge, Sergio Nobile, Maurizio Gabrieli, Bruno Dollorenzo e i ragazzi della casa-famiglia “L’Aquilone”. Infine grazie anche a Clementina Gorgoni e Luigi Micheli che ci hanno dato l’opportunità di utilizzare le sale al pianterreno del Palazzo Micheli, permettendoci anche di prolungare di qualche giorno la durata della mostra.
Approfondimenti Per chi fosse interessato ad altri contributi realizzati a supporto della mostra, indichiamo due video, reperibili in rete, su You Tube, ai seguenti indirizzi: https://www.youtube.com/watch?v=6If0E1V-szY (servizio-intervista di Mauro Longo per myboxtv.com) https://www.youtube.com/watch?v=xhL_880eKWM (servizio-intervista di Dino Valente per galatina.it) Può essere interessante anche la consultazione del sito www.artetoma.it nella sezione “Copie d’autore”.
Crediti Le fotografie utilizzate per questa pubblicazione sono di: Sergio De Riccardis, Gianpiero Quaranta, Luciano Toma, Sarah Greco, Francesca Toma, Marcello Toma e Gabriele Malerba, allievo del prof. Antonio Villani del Liceo Artistico “Gioacchino Toma” di Galatina.
A nostr o pad r e Luciano, Ma r cello e Stefania Galatina, maggio 2013 26