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STORIA RECENTE DELL'ORATORIO DI SANTA MONICA DI CARASSAI

Da decenni la struttura edilizia della chiesa di Santa Monica versava in condizioni pietose. Nel 2002 l’allora parroco di Carassai, don Emilio Tassi, decise di raccogliere fondi e di impegnarsi al fine di ridare decoro all’edificio sacro presente sulla piazza del paese. Occorrevano tanti soldi per i molteplici e costosi interventi edilizi: la facciata, soprattutto nella parte superiore, era fatiscente e la cimasa minacciava di crollare; il pavimento sottostante all’altare aveva ceduto causando danni e lesioni importanti a tutta la struttura cultuale; la volta in camorcanna era in vari punti crollata; il pavimento completamente sconnesso. L’attivo parroco don Emilio Tassi ci mise molto del suo, ma trovò una attiva e significativa partecipazione dei Carassanesi. La popolazione contribuì in maniera generosa sia economicamente sia operativamente.

Iscrizione commemorativa dei lavori conclusi nel 2004

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La confraternita di Santa Monica, la polisportiva carassanese, l’amministrazione provinciale non fecero mancare il loro contributo. Nei primi mesi del 2003 si poterono iniziare i lavori: - fu restaurata la facciata, consolidata la cimasa ed eseguita la stuccatura della muratura; - venne smantellata la volta in camorcanna, tale elemento architettonico fu eliminato, poiché da un documento dell’archivio parrocchiale risultava aggiunto nel secondo decennio del Novecento; - fu restaurata la struttura interna a capriata del tetto e rifatto il massetto dell’intero pavimento; - venne messa in opera una pregevole pavimentazione in cotto antico.

Parete sinistra dell'Oratorio di Santa Monica

La parte più difficile e delicata del lavoro fu quella del consolidamento del pavimento sotto l’altare. Dopo aver bloccato opportunamente la parte superiore dell’ornato e la cimasa e dopo aver smontato la mensa, i gradini e le colonne dell’ornato, fu possibile rifare la gettata di quella parte del pavimento che aveva ceduto. La ricostruzione della mensa, dei gradini e delle colonne è stata la parte più lunga e complessa di tutto il lavoro di restauro. L’amministrazione comunale presieduta da Tiziana Pallottini e quella di Luigi Polini facilitarono l’opera fornendo i mezzi tecnici necessari. Tutto il lavoro manuale fu eseguito da Ferracuti Augusto con una abnegazione e una dedizione straordinarie e diretto dall’architetto Francesco Mariucci.

Interno dell'Oratorio di Santa Monica

La ricostruzione e il consolidamento della chiesa di Santa Monica hanno rappresentato uno straordinario esempio di partecipazione popolare. Il contributo dei Carassanesi e la generosità di don Emilio Tassi hanno consentito di conservare un edificio sacro che la pietà e la religiosità dei nostri padri ci hanno tramandato. L’oratorio di S. Monica da trecento anni è parte integrante della piazza più importante di Carassai. Si è conservato per secoli testimoniando l’adesione convinta dei nostri antenati a valori religiosi sociali e civili pienamente condivisi. La riprova dell’attaccamento dei Carassanesi a tale manufatto è evidenziata in un documento delle prime decadi del Novecento.

In quegli anni l’allora sindaco di Carassai propose la demolizione dell’edificio di S. Monica per collegare la piazza con la strada sottostante. In quella occasione probabilmente furono le rimostranze della popolazione ad impedire che venisse cancellato un luogo di culto voluto nel 1670-80 dai confratelli della pia associazione di S. Monica e ricostruito sistematicamente con devozione dopo i ricorrenti sismi e in seguito all’azione demolitrice del tempo.

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