Interno I

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SENSO DI COLPA Doppio piano, piano irrisorio di linee; le intersezioni bilanciano la statica presenza; l’occhio che osserva ciò che dista dal tuo dolore vacilla il mite calcolo del rimorso.

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ESPLOSIONE GIALLA Ho bisogno della luna stanotte, non della sua luce, non del suo apparire: chiedo ed imploro il suo silenzio; lo specchio di ombre simula movimenti, un lieve soffio di aria, davanti ad esso la mia anima si scompone e l’immagine si nutre di oscuritĂ , il freddo penetra ogni fessura e la luna scoppia in frammenti gialli. Ed il suo boato è udibile Nel colore delle stelle.

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RIMORSO Visioni esterne dal mio essere, interagiscono nella coscienza; ali di ghiaccio rubano sogni altrui, vagano o si spezzano su nidi di cemento; corrono piccoli esseri verso paradisi utopistici, baciano la terra e sibilano nell’oscurità ; si allontanano ora cavalieri armati.

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DI PIETRA Ergonomico spazio, sensore mnemonico. La scia del mio Ego, scava nelle membra. Silicio nelle ossa, conduttore del mio agitarmi: friabile, fragile; istruzione neurovegetativa, eppur se fossi pietra vomiterei roccia. Sono solo un uomo di sassi e contrappesi; sospesi verso il profondo.

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GENTE DI NOTTE Strappo il frullio d'ala imponendo la mia frustrazione. Avvolgo nel plexiglass le ultime luci della notte. Osservo le maree che si smorzano in canti di sabbia. Nella quiete diurna la voracitĂ della cittĂ pretende un risveglio. Io non dormo , ascolto il moto degli uomini come voli di foglie autunnali. La vita si nutre di morte, cosĂŹ come la notte ingoia la luce.

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COLORI PRIMARI PSICOLOGICI: IL GIALLO Il giallo enigmatico del tuo continuo pensare, assassino e colpevole come un pungiglione nell’addome. Taxi accanto al marciapiede come in attesa della fine del tuo breve tradimento. La tua scelta radicale ti fa attendere ferito all’ospedale da tuo figlio. Il giallo è crudele e odioso, prima o poi si scopre chi è stato.

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MOSAICO DEI SENSI Riverso sul mio giaciglio, scosto le lacrime; il cielo si tinge di rosso, disegna ombre che si proiettano sul muro, come angosce che divorano il cuore. Scruto nel vacuo spazio i miei pensieri. L’oscurità che nutre la mia tristezza, un freddo mosaico dei sensi; futile come lo scorrere del tempo. Caldo riflesso nell’acqua mite, imbevuto di coscienza; tiepida resina lega le mie speranze, ambra che include le mie certezze, solitudine che ripone le mie domande.

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AMORE SCANSATO Ora e adesso, se fosse un istante sarei gelido abbraccio, fremo nel dedicarti il mio grido, solo per sentire in lontananza il calore di un amore scansato.

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DIMENTICA Dimenticati di quello che non ho ricordato; escludimi dal passaggio del sole alla luna, imprimi in te solo la luce dei minuti perduti; io saprò perdonare i miei perdono mancati. e cosÏ sarà solo ora di scusarmi della mia dimenticanza, ora e sempre.

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LACRIME TRISTI Vanno ora, semplici istanti; vicini o lontani; ora sembrano instabili; sottili ma deformi; capita a volte di soffrire.

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CANZONE DAL PIANETA OCCHI La mia astronave digitale ingoia mondi ingorda e sterile. Ti ho portata sul pianeta occhi stanotte, ti ho lasciata ai loro sguardi. Le dune si mutano e la notte non è notte Il cielo fuma di colori. Ti ho portata sul pianeta occhi stanotte, ti ho lasciata ai loro sguardi. Il ritorno alla realtà non è mai indolore pulsano i tendini sotto cute. Ti ho portata sul pianeta occhi stanotte, ti ho lasciata ai loro sguardi. E loro ti hanno guardata.

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ANTILIBERTA’ Gorgoglio pettorale di incandescente presenza, mobilità la mia coscienza e sprona senza dimora la più nobile reazione di antilibertà, fortificata nelle profondità del mio stato subconscio acrilico.

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SEPOLTURA Bagnato il ponte della tua amabilità scivola la pelle nel fiocco di sale, e la gelida frescura del bosco ha con se la brina del calice sacro. E’ costante il moto del mio fruire senso alla mia giocondità, per questo sono solo doveroso nel coprire il tuo cadavere: è dovuto al caso degli eventi.

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PENSIERO Coltivasti la tua passione, riflesso di luce rifratto nella mia mente; illumina, segnala la tua presenza e non renderti vano.

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GIOSTRA Frase nel mio periscopio siderale, dovunque vada, assioma celebrale! Fallica ventola cosmica dal potere fotonico, gronda il sangue, del mio penetrare! Girandola incastrata sottocute, elimina la crosta nel ricordo, dal vetro opaco! La mia giostra ha rotto una corda, se vuoi un giro è solo un’in bilico e mostruoso idillio.

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SOSTEGNO ETERNO Se la luna non ti sorregge Uccidi il sole. Obbliga nei raggi Il gelo dei giorni, la luna sarà gelosa e si calerà in suo aiuto; afferrala con cavi di acciaio ed imbragati ad essa. Non piangerà, sarà indaffarata ad essere l’unico appiglio del mondo.

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DESIDERIO Vorrei che sia; cosi facile ora, ma basterà? L’impressione, il mio stupore verso l’infinito.

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COLORI PRIMARI PSICOLOGICI: IL NERO Il nero attende all’ingresso, paziente, oscuro e spaventoso, come il buio della notte. Ossidiana tagliente come il bisturi che divide la tua ignoranza dalla ragione. La corsa è terminata e puoi finalmente farti risucchiare dal buco. Il nero è cieco e fedele, puoi nasconderti facilmente.

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ANIMA Aiutami, nel profondo di questo corpo, risiede il demone del silenzio e solo quando potrà parlare, avrà con se la saggezza dell’umanità, per ora è solo un piccolo fiato in un bicchiere vuoto, appannato e senza liquido.

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SONO FELICE Sono felice, oggi posso stare tranquillo, osservare carovane impolverate solcare sabbia consumata dal tempo; potrei tirare sassi a vetri e sentirli cantare. Seduto all’ombra di un trattore allungo il mio corpo e inspiro quel ricordo del granoturco, le corse tra gli insetti e il pensiero di essere persi in quel mondo vegetale. Mi posso rotolare, inebriare nell’erba, inseguire una farfalla e urlare dalla collina, come un richiamo per risvegliare il Mondo. Mi accontento solo di aver raccolto un fiore da portare al risveglio del nuovo giorno.

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MARE La soglia dell’onda è muta In un mare ghiacciato; e non posso udire il respiro dei pesci. Dormirò abbracciato al freddo vetro profondo, aspettando l’estate.

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PERDONO Volutamente Non mi distaccai; larve in crescita, mancai di rispetto, colui che mi rinnega; lava, bagna, inonda, ampiamente ripuliti, di nuovo l’inizio.

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IL DORMIENTE Avrei voluto rincorrerti nella tua decisione, vivere l’attimo che il dormiente si sia svegliato, contraddirti per la tua fermezza, o giovane creatura vaga nella valle in cerca della luce.

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PETALO DI SANGUE Opacizzato dalla repressione corporea, mi staglio nel raggio tagliente di un petalo di sangue, intaglio il mio busto con perfetta precisione, non nutro rancore, incido e ripiego, creo solo portali nella carne, calde e dolorose divergenze di udito; ora non posso piÚ parlare, solo con la pazienza si può dare ascolto a quello che la mia carne si sta densificando nel colore del fiore.

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PARLAMI Eccomi, ricoperto da quella brina del giorno. Siccome tu non parli, lo farò io, con gesti e silenzi. E se solo vorrai fissare in te quegli attimi, quei movimenti io saprò di aver saputo amare. Altrimenti i miei atti, saranno solo il riverbero di quello che tu non vuoi proferirmi.

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COLORI PRIMARI PSICOLOGICI: IL ROSSO Il rosso della tua pelle accaldata, amore e soldi come carne incastrata. Comune idea rivoluzionaria come Fuoco che brucia martelli e stelle. Il tuo amore sospira e il sangue pompa all’orgasmo. Il rosso è caldo e sensuale, si riempie di passione.

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OVALI CONCEZIONI Come ovali concezioni mi insidiano il corpo. Ora vedo, ora sento; cado nel cerchio ovale quadrato, triangolare, informe.

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PRIGIONE Aspiro, inspiro; escogito la mia fuga; un bisbiglio echeggia; accarezzo le pietre; apro il cielo; la luce muore. E' un altra notte, accanto a me il silenzio. Cenere che brucia; condensa sullo specchio; mi bagno le dita; cigola il letto; il lenzuolo mi ingoia; il sonno tarda.

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LA SUA MORTE Sospinto dal gelido fiato, mi espongo verso di te; non voglio guardare, ne essere vinto dal tuo non essere. Memorie intagliate, schegge impazzite, mi sembrano i ricordi dei tuoi sogni. E immobile non osservi, non respiri, non mi abbracci. Ed è calarti nel buio.

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DESIDERIO NASCOSTO Cosa pensavo? Un sussurro nel silenzio, un sole senza calore; desiderio un unico desiderio, baciare le tue labbra; come un niente nella vastitĂ di un sentimento; gioire o piangere, non ha importanza; nulla desta preoccupazioni; le nuvole amano farci sognare.

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VUOTO Questa notte ho posato Il mio spazio in altre dimensioni. VOLA VOLA VOLA VOLA VOLA VOLA VOLA Vuoi raggiungermi? Vuoi veramente aprirti a quello? Odio, mi odio e addio a Dio, oggi ho vagato, oggi è un passaggio, a braccetto, a tentoni; strisciando. CAPIRE CAPIRE CAPIRE CAPIRE CAPIRE Verso di loro, verso da bere e riverso, mi copro le orecchie, ancora, vorrei; non si può. RICORDO RICORDO RICORDO RICORDO E poi tutto scompare, in quel posto potrei ritrovarlo, non ora, adesso; mai più. 33


LONTANO DALLA GIOIA Vicino, allontanato, saprò perchÊ ora? Continuerai a ridere, ma non ti vedrò se piangerai. Come ad un passo il cammino si placa, si osserva e cade inerme la solitudine, ora vaga. A pazienza poca, a coraggio alcuno a paura sincera; si onda bagnerai la folla, un giorno forse.

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PREGHIERA Ricongiungo le mani, in un gesto sadico fingo di pregare. Annoio la mia mente per potermi assopire, addormentare di vuoto. Allontano le dita e raccolgo le mie parole, crollano sulle lenzuola intrise di sangue; mi addormento ripulendo tutto e annegando di nuovo nelle mie domande.

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AL PASSATO Lascito al passato; fondamentalmente superfluo, irrisorio, plasmato dal senso; volontà affogate nell’oblio, onori e glorie per non perire.

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SONO NUDO Stai dormendo? Io no, gli orchi mi divorano il cervello; vorrei averlo come quel tale, ricordi? Continua a dormire non avrei dovuto svegliarti; il tuo pigiama accarezza il sonno ed io sono nudo. A volte piango la notte, le lacrime non escono dal loro nido ed io abbasso la testa, non voglio che piova. Mai come ora vorrei un coniglio parlante. Non riposo nel sonno che verrà , ma lieviterò quel poco che serve per non volare via, dopo tutto sono nudo, sono nudo.

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VITA Abbandonati alla deriva dai nostri peccati, ci culliamo di sensazioni rubate; colpevoli di essere nati, in gabbie argentate imprigionati.

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GOCCIA BAGNATA DI MELODIA Adagio, ma non troppo, solo il poco che manca a trarne un’emozione; come una goccia cade, lenta e calma, sola nel fondo, nel vuoto; una melodia insipida bagna la goccia. Lenta, ma non molto, abbastanza per trarne un sogno; come un fiore vacilla, lento e calmo, solo nel vento, nel verde; un profumo dolce bagna la goccia insipida di melodia.] Veloce, ma non troppo, solo il poco che manca a trarne un incubo; vaga, veloce e agitato; solo nel sonno, 39


nella notte; un gusto amaro bagna il profumo dolce della goccia insipida di melodia.] Rapido, ma non molto, abbastanza per trarne un’angoscia, persa, veloce ed agitata, sola nella mente, nella paura; Una visione calda bagna il gusto amaro e il profumo dolce della goccia insipida di melodia.] Calma e veloce, non troppo, alquanto per toccarne il fondo freddo, caldo, freddo, amaro e dolce; insipida come una goccia bagnata di melodia.

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CAPPIO Come dedurre ciò che potrò udire, un giorno nella nebbia più cupa del mio vagare. Inginocchiato osservo la distanza dal soffitto, il pavimento freddo e obliquo mi fa oscillare, il peso dei miei sogni infranti mi trascina verso l’alto, un ballo dello sgabello, l’ultimo sospiro.

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COLORI PRIMARI PSICOLOGICI: IL VERDE Il verde prato del tuo giardino assetato, bruciato e ubriaco come trifogli Irlandesi. Dollari accumulati per acquistare vecchi profeti e perfetti paradisi. Lo schermo proietta forme modificabili Per essere super uomini. Il verde è piacevole e vivo, si trova un po’ ovunque.

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PERSO Ho perso strade assolate, nel contemplare sassi che rotolano, ho calpestato terra sabbiosa ricercando dove iniziasse il mare. Ho cavalcato onde iniettate di riflessi, inabissandomi nel ventre bluastro, ho assaporato folate di ghiaccio scalando dalle vette i confini del cielo. Ho perso nel tempo lo spazio percorso, nell’aria ho abbandonato passi e sospiri, ho scagliato spiritualitĂ oltre i margini sperando inutilmente di ritrovare se stessi. Ho perso la grazia di essere salvato, ho perso l’invocazione atavica, ho perso ogni singola parte di me. Nel tentativo di ritrovare ciò che ho perso.

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TRADIMENTO Ho chiamato il tuo nome nelle vie dopo quel chiosco, eri appena partita, la tua macchina in lontananza sbuffava nuvole grigie, e io correvo, ho incontrato molta gente quella sera nel paese, volevano me, quel piccolo corpo come mi chiamavi tu giaceva a terra, senza respiro, e infine loro osservavano quello che ero, il perfetto amante di una donna dimenticata, o la dimenticanza di una donna di nuovo abbandonata.

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CRISTALLINO ERMETICO Ho lasciato sul tavolo le mie orbite colloidali, ripeto a me stesso di non voler capire, ripeto a me stesso di non aver capito; ma riflette dentro di me solo quello che vorrei sapere. La gratitudine del segreto è in me come un cancro senza fine, mi divora negli occhi e mi implode nell'intestino.

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LA MIA GIOVINEZZA Questo risveglio,opaco, abbracciato al ricordo del respiro infante, accarezzando il volto di un sonno mortale a me vicino. Questo corpo, fragile, assopito da anni, in virt첫 di una giovinezza abbandonata in un vortice di impressioni adulte. Vorrei oggi, ritrovare, sguardi innocenti, parole dolci e lievi pendii dove urlare al destino del giovine, al cammino della vita. Vorrei domani, affacciarmi, al canto dei sogni, intrecciando destini, al calore dell'amore, incantato dalle maree dei giorni vissuti, come un fragile uomo. 46


E quando questo verrà , saprò che la mia giovinezza ha portato voci e speranze, conscio di aver raccolto lo stato del mio esistere.

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TARDIVA ESTATE Nella tardiva estate nuvole color caramello si addensano in volo; come fiori si baciano sottili steli d’erba. In lontananza il gracidare triste d’infinite rane.

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RIMANI IN SILENZIO Non parlarmi adesso, sto ricamando i tuoi sogni congelati nella nebbia accecante. Potrei ascoltare i tuoi passi, ponderosi e sicuri sulla porta ma ho perduto la mia passione, per un flebile alito di vento. Potresti accarezzare Questo manto di polvere, se le tue mani sanno piangere idiomi distratti.

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LENTI, PERSI E SOLI Siete anime appese, ganci irrisori verso paradisi artificiali, lenti, persi e soli. Sporchi del vostro odio, salati dalle lacrime altrui versate.

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IL MIO CORPO AldilĂ di quello che osservi, si posa un bicchiere svuotato dalla frenesia del giorno; lo roteo fino a vederlo in frantumi. Nonostante il mio corpo sparisce e si nasconde nel tonfo, i miei occhi rimangono sazi, incuranti del male che sopportano. E solo allora, alzandomi e scaraventando lontano la sedia, mi accorgo che tutti mi stanno guardando, e i miei occhi assorbono i morsi dello stomaco, e si abbassano mentre il mio corpo si allontana esausto.

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MALINCONIA Non ho pi첫 voglia di scrivere il mio presente; non ho pi첫 voglia di ricordare il mio passato; adesso non ha pi첫 senso neanche il futuro.

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ANSIA Orgogli incastrati nelle metastasi siderali; navigo in flussi medianici, portali neurovegetativi, occlusi i sensi bidirezionali. Il giudizio è un dubbio insistente, si insinua nell’addome, alimenta il caldo sibilo astrale.

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GUERRA Sprofonda nelle memorie, bava lasciva che si addentra; creature sollevano corpi, bambole gonfie di sangue; Origami prendono vita e sanguinano, urlano nella materia; corpi inermi immersi nella terra umida, intrisa di lacrime; vento chiama follia, risponde distruzione.

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COLORI PRIMARI PSICOLOGICI: IL BLU Il blu del tuo viso impaurito, congelato e immobile come ghiaccio eterno. Omini con tute e armi come piccoli servi dove combatti o muori o sei solo uno dei tanti. L’oceano ha inghiottito abbastanza cielo ingordamente e senza incertezze. Il blu è profondo e intimo, si immerge in ogni fluido come musica.

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NASCITA Allagato dal bisogno sublime di toccare il tuo corpo, inconsapevole della distanza del freno del tempo, mi induco al volere del gioire per essere concepito: Siamo carne al cospetto della natura, siamo sostanza e putrida attesa.

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CRISTALLO Leggero, come un cristallo incastonato nella profonditĂ del sangue; lucente, sfaccettato nel singolo strato della parola. Non concerne il battito del mio dolore, trattiene la linfa del mio semplice sorriso. Vorrei estrarlo ma non conosco il suo suono, sono muto e sordo, mi cullo nel suo intenso bagliore.

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VERTIGINE Se avessimo quel piccolo ed inutile istinto, se solo io potessi cullarmi nel poderoso senso di angoscia, potrei ora dedicare dei versi al tempo nascente invece di rimpiangere i giorni di vertigine ed oblio.

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ALCOOL Vigilo nel dormiveglia per placare quel sonno indotto dal liquido che mi vuole bene. La serpe dai lunghi denti è in attesa, mi assopisco e lei colpisce da lontano, comparendo all’improvviso, per poi svanire, apro gli occhi, mi osservo, ora posso finalmente dormire.

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SORRISO Oggi è quel giorno, potrei vivere sentendo dentro di me la nascita del mio formicolio, ma devo ammettere che non è solo questo; è la causa che impone, il risveglio che nutre e la quiete che impone al sorriso di non morire.

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COLORI PRIMARI PSICOLOGICI: IL BIANCO Il bianco candore del tuo stato Apatico, freddo e luminoso Come neve accecante. Latte troppo salato come il mare dove galleggi a braccia e gambe aperte. La sposa è gravida e il vestito la fascia rendendola deforme. Il bianco è falso e ipocrita, si sporca facilmente.

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FREDDO INVERNO Si ghiaccia come inverno bagnato di neve; ad occhi chiusi roteo le braccia, movimenti rapidi in una stanza asettica; i nervi si tendono sino a suonare note di carne, le ossa di sottofondo uniscono la melodia del mio corpo nudo; le dita si espandono in rami caldi, ed il resto di me ascolta ora il silenzio.

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PARTENZA Quel continuo vagare nelle brughiere, vesti stese sull’altare del giudizio. Salire sul traliccio per osservare l’altezza delle maree, assicurati con fili invisibili. Il piacere porta a compromessi, e quel tuo volteggiare tramuta il vento in grano, ora allarga le braccia. Bagnarsi il corpo con disdette e addii, domani torno, domani parto, domani puoi iniziare a dimenticarmi. Ed ora seguo Il sorgere del sole, il calare della luna nei giorni che aspetto per arrivare, non nego il tuo seguirmi nel mio triste pellegrinare. 63


FOTOSINTESI Divenire luce, sopraffatta da un flebile sospiro; dinanzi a me, l’abisso del cielo contrastato dal blu accecante. Accarezzo i filamenti del sole, spegnendomi in alito di pioppi.

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SONNO PROFONDO Avvertimi quando mi sveglio, non vorrei trovarmi assorto; parlami lentamente, accarezzando ogni spigolo di me. Quel sonno si acquieta, mi asciugo da esso e ora posso vestirmi, cosa potrei indossare nel giorno del mio funerale?

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SBORNIA Seduto sul bordo del mio desiderio, inarco il corpo, inclinandomi abbastanza per aggrapparmi ad esso, e in quella moltitudine di tempo, mi accorgo che sono sospeso tra le mie risate.

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BACIO Il riverbero ha note calde in un luglio spento; avvicinandomi percepisco il soffio del tuo bacio, nell’attesa prima e nel sogno poi di possederlo davvero.

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CIPRESSI Sussurrando nel tiepido Manto erboso, sdraiato nell’estasi del mio risveglio, mi avvicino al tuo dolore, mi inginocchio tra il blu espanso del cielo diurno e tra il viola dei fiori addormentati. Solo allora, con gli arti umidi di brina sento in me quel caldo abbraccio di un cipresso che mi culla.

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CUORE SOSPESO In quel cielo dove le nuvole scorrono distratte e il tiepido sole si acquieta in attesa di altre nuvole piÚ scure e meno disinvolte, la vela del tuo cuore si inarca verso la soglia dell’azzurro. Imbriglia le ali piumate del giorno e cavalca nel solco del buio la notte. E se allungando la mano verso di essa, tra le dita mi sembra di stringere per poco quel volo, Sospeso delicatamente.

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MONDO Acqua, nel fondale intimo del mio fanatico annaspare. Con la bellezza dell’atavico senso di sopravvivenza indotto. Ma ora, con frenesia attracco al bordo ogni sensore di paura. CosĂŹ nel tempo troverò quel poco che serve per sentirmi incomparabile al mio perenne calcolo del mondo.

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DOLCE FIORE DI CRISTALLO Dolce fiore di cristallo, docile al suo interno ma ricco di euforia, passioni racchiuse nel tuo sottile stelo; emozioni, sensazioni nuove ancora da scoprire; piccole gocce ti bagnano i petali, l’allegria distacca la tristezza facendoti ritornare il sorriso, come ogni giorno, piccolo fiore racchiuso nel giardino dell’amore.

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BRINDISI Fresco esco dal desco apparecchiato, distrattamente strappo lo spazio destinato al nostro brindisi: Alzo il calice rotto e brindo al liquido vetrificato.

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PARTITO Partito, con quel frenetico e assordante brusio, immerso in una viscida calotta polare fragile. Con me quel bagaglio dal peso incongruo, stipato di ogni carezza e sigillato da baci di carta vetrata usata. E nella strada, con ogni sorta di dubbio intravedo le onde, imbrigliate da nubi sottili ma ingombranti.

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VELOCITA = SPAZIO FRATTO TEMPO Come l’estensione del mio corpo, volteggi aggrappata all’illusione del tempo, agiti selvaggiamente nello spazio di un sospiro; e nei tuoi occhi, il mio infinito vuoto.

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E ORA L’AUTUNNO Foglie gialle, rosso sangue, crollano urlando alle mie radici, l’altezza è relativa al peso del tuo vagare, nella frescura del giorno. Aghi immobili, verdi e aguzzi contano i rami spezzati, secchi e morenti, e nel tramonto echeggia il concerto dei legni. Un rifugio per la notte per i sogni, per l’inverno tra muschi spugnosi di brina odorosi di morte, un buco nascosto. All’alba si desta il freddo adesivo al pelo robusto e fa di collage le mani di alberi morenti a terra, tra nidi di quiete.

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SOGNARE Capovolgendo lo stato mnemonico, è il desiderare una carezza, nel sonno veglia, la realtà di un suono dal profondo. Nulla turba quello che il sogno crea nel leggero assioma dell’inconscio più astratto.

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LA MORTE La morte riposa in ossa di cervo, solleva nidi di vespe e nutre falene dal grembo di un bue. Il giorno si spoglia di buio e incorona la folla, per il verso del lato del tempo vissuto nel braccio ghiacciato dei giorni mancati, nella mite stagione del solstizio di inverno. La falce risplende di ogni candore, sibila nel greto uno schizzo di fiato, e come per gioco un corpo di uomo rimane immobile sul bordo dell’oceano. Piange in soffitta un bimbo pensato, un sogno di cicogna nel tubo del camino, un poco di spazio, dall’alto ora vede, come se la morte si fosse destata. 77


NON LO SO Abbacinato dal riflesso del tuo Ego, mi copro la bocca, le mie labbra non sussurrano altro che: “Non lo so” “Non lo so” “Non lo so” “Non lo so” E oso alzare lo sguardo, fissare i tuoi occhi e crollare tra le tue braccia.

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(LIETO) FINE La fine non è tutto, non è la parte peggiore. Basta conoscere, com’è stato l’inizio.

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23/ LUGLIO / 2014 Questo “Libro” è l’unione di alcune vecchie poesie scritte Negli anni 90, una breve raccolta dal titolo “Puro e Putrido” e diverse poesie scritte e pubblicate su fanzine e riviste negli anni successivi, non penso vedranno mai una LUCE Editoriale, e quindi le dono al pubblico così come sono, “un abbraccio malinconico alla vita, ove la poesia si tramuta in un vortice di delusioni, apatia, tristezza e ricerca continua della felicità, dispersa negli anni.” Se volete contattarmi mi trovate su Fb: Marco Deliri Buggio 81


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