Poesia Incivile

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A Mara

che mi ha supportato e sopportato in questo progetto malsano.

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DIO ODI IL MIO ODIO Dio, Odi il mio odio. Anima persa come sasso affondato, corpo abbandonato alla deriva dello stesso mare. La scintilla è già spenta all'alba, una nuova politica clericale. Se fossi tutto orecchi sarei nel labirinto, il timpano mi imprigiona, ma tu odi il mio odio o Dio. Siamo esseri e non servi, serviamo il nostro corpo per non perire, e non ingrassiamo in ville da saccheggio. Non esistiamo per essere soggiogati, ne soggioghiamo per essere. Se fossi tutto occhi sarei nella pupilla, L’iride mi imprigiona, ma tu odi il mio odio o Dio. La voce crolla silente in bandiere e arazzi, la folla urla, agita cogiti ideologici. Crollano muri, crescono trincee di carne, palazzi di catrame dorato, la moneta del cambiamento è già depositata. Odi, o Dio il mio Odio. 3


IL PONTE Ci sono notti in cui senti il dolore del vento, ci sono giorni in cui vorresti osservare la tua immagine morente nello specchio. Solo adesso puoi accorgerti del nesso tra quel ponte e la tua Incapacità a solcarlo, solo adesso che hai comprato una nuova macchina super potente, ora puoi sentirti più maschio di quello che in realtà hai. Ci sono incubi che non riposano nella notte, ci sono orecchie che grondano parole inascoltate bagnate dei tuoi giorni. Solo adesso puoi gustare la barretta al sesamo imbustata nella confezione color chic, solo adesso puoi accarezzare la nudità della sua carne, essendo un nuovo eroe da sacrificare. O forse sei solo morto, un inutile merdoso essere rotto in culo, comprato dalle falsità popolari. Odiati, ucciditi definitivamente, abbattiti, usa il ponte; tuffati. 4


SUICIDIO Abbacinato dal tuo grottesco essere domestico, trasporti il tuo grasso lembo di pelle nel via vai, distratto come se fossi l’unico a capire. Ma nel tetro terrazzo ti affacci aspettando il tonfo del tuo capo. Trascinato dalla tachicardia del momento poni le mani sul divano; ti rialzi. Ti siedi su quella sedia atrofizzata dal tuo corpo; di nuovo in piedi. Freneticamente ti avvicini, ti allontani e ora sei in strada.

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GONFIORE I semi sepolti fra unghie e carne hanno attecchito in poco tempo. Il caldo dolore porta dentro di sĂŠ germogli di fiori meravigliosi. Con la lentezza del divenire viva radici si insinuano negli arti. E i fiori sbocciano dal mio corpo come estensioni neoplastiche.

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PELLICCIA Carogne immacolate, decapitando l’orgoglio del beneficio del tuo benessere, pelli dissanguate, strappando l’incanto del tuo divenire divina. Pellicce di cadaveri appese al cappio del tuo amabile calore emotivo, mutilata e ricucita l’essenza del valore del prestigio d’innocenza. Carcasse morenti, scuoiate nel sonno dei tuoi desideri terreni, foderati d’arroganza, strappando sguardi inumani alla passeggiata dell’ecidio.

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URLO EUNUCO Dico a voi, insolenti! Decadenti e puerili individui, vi siete mai prostrati alla misericordia? Non solo non posso possederla, ma in me il seme mentale esplode. Un’eiaculazione meccanica; pensiero e non desiderio. Sono stato cresciuto e condizionato, sono stato evirato, con perfezione maniacale, un bisturi, ago, e la carne crolla. Un mentore, un servo, guardiano della verginità altrui, un paciere dei sensi; osservo e non immagino. Ora giudicatemi, Vigliacchi! Sono colpevole delle vostre beffe, vi siete mai sentiti spogliati nell’intimo?

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CREDO Nell’anticamera del male, il segreto Divino si consuma; conservato e sigillato, stantio e rarefatto l’aroma si disperde alla soglia del peccato.

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ANSIMI MALATI Gracido eco filiforme, atroce balia di nervi, frange il male crudo, assimilo il dolore nel corpo con aghi ghiacciati; turgido strappo di pelle, testicoli atrofizzati, inibizione corporea.

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CHIESA Croci tatuate a fuoco in emblemi roboanti, tuniche incensate, orinali dorati in lista di attesa, confessami padre di mille figli e untore di sperma; la parola divina divide la folla, la trinità disegna triangoli per non comprendere la madre eterna, un quadrato ha spigoli più lievi, e nel dolore del corpo vergine violentato piega la testa sul seno flaccido; costruisci contenitori di fede, parole che rimbombano in crani vuoti, fragili da temere la superstizione delle tenebre o la mistificazione di miracoli veicolati dai soldi, parlami signore, attendo la tua voce, sovrasta il pianto di creature morenti, mi inginocchierò solo quando tu ti alzerai sul mondo, pregherò appena potrai ascoltare il silenzio del tuo esistere; raccolgo soldi per non costruire altre barriere di fede, nutro le mie speranze e i miei sogni dall’interminabile sacrificio del lavoro, congiungo le mani solo per potermi nutrire di certezze, mai di finzioni astratte; bancali di carne in attesa il sacro gesto di cannibalismo estremo, 11


ingerire cristo e il suo corpo, per poi defecarlo negli abissi; ho peccato nel credere che si possa peccare, ho provato odio e amore per quello che vivo, ho pagato le conseguenze, vivendo di imprecisata incertezza sul rimorso o il senso di colpa, tutti sono colpevoli e tutti sono dei bersagli, tu o gli altri da prospettive diverse, ma raggiungibili, il sangue versato per la fede nutre ancora il santo padre, si ingrassa sull’esistenza del divino non ponendosi domande, accettando solo inutili dogmi.

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S.B. Muori servo lapidario, muori incanalato nella nuda pietra, muori sepolto dai tumulti giornalieri; Rimanda alla terra il seme della carne, i cieli ne sono pieni della tua merda, santificando il cemento, devoto al marmo, alzo lode a te o diabolo immondo, che il cuore tuo cessi ora i rintocchi, per sempre nei secoli dei secoli.

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SEZIONE DI UN AMICIZIA PERDUTA Amico muori, tra abbracci sparsi, stanco, deluso; semplicemente abbacinato al volere accondiscendente, mentre dal ventre libellule dalle ali bruciate si dimenano in folli corse in circolo, tra dipartita di focolai morenti di addii assenti.

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FOTTITI, FATTI FOTTERE Fottiti, fatti fottere ruba al giorno le virtĂš, trascinati in pubblica piazza; Fottiti, fatti fottere risplendi di luce elettrica, schermi digitali putridi; Fottiti, fottiti, fottiti. Cunicoli di carne, lingua, cazzo, ano, vagina, seni, selezione di anatomia perversa. Fottiti, fatti fottere pompose proposte assolte, pubblicitĂ bagnate in liquidi di piacere. Fottiti, fottiti, fatti fottere.

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PLUTONIO Radiazioni! Il nocciolo del problema, radiazioni! Fisso nel potere la fusione cerebrale; radiazioni! L’energia umana disgrega la carne, mutazioni genetiche, mostri creati e divorai dal plutonio; radiazioni! Metastasi monetarie tentacolari. Cancro, tumore, Radiazioni! Città fantasma di cadaveri dimenticati; dissolvi il nucleare che ti annienta!

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IL MONDO DEL DIO PORCO BASTARDO Voglio conoscere Dio, se esiste; ucciderlo, torturarlo fino a vederlo morto. voglio essere il suo assassino. se Gesù Cristo vorrà aiutarmi porterà la croce per la Madonna che salirà in cielo con le piaghe al seno. Voglio vedere nel cielo buio un sole all’improvviso che risplende nella notte: Un principio della fine del mondo. Voglio un nuovo mondo non ipocrita non preconfezionato, odio il mondo odio gli umani, odio la commercializzazione del pensiero comune, odio la gente che parla per fotocopia vocale, odio la moda che impone la riluttante forma identica espressiva. Voglio vedere nel cielo buio un sole all’improvviso che risplende nella notte: Un principio della fine del mondo. Voglio che la gente pianga lacrime di fuoco per bruciarsi il volto. voglio che il mondo collassi e risucchi merda fino a puzzare l’intero cosmo. se esiste un sogno non esiste il suo creatore, se esiste il suo creatore è solo uno stolto o un dio in una realtà perversa. 17


Io sono stolto. Voglio vedere nel cielo buio un sole all’improvviso che risplende nella notte: Un principio della fine del mondo. Voglio non pensare, esiste un metodo per non pensare, per essere considerato intelligente per la mancanza di pensiero? se esisti Dio io ti cercherò fino a farti impazzire, ti torturerò nella carne e nello spirito del Santo cazzo. mondo Implodi, ora, adesso, macina carne, divora il cielo e vomita all’infinito sangue. Voglio vedere nel cielo buio un sole all’improvviso che risplende nella notte: Un principio della fine del mondo. Il resto lo lascio al dolore. Alla rabbia. Alla tristezza. Mondo ti prego implodi.

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PREZZO Terra unta da muschio e menzogne, prezzo; mari bagnati da oli e cadaveri, prezzo; aria pesante da gas e idiozia, prezzo; carne in vetrina, prezzo; vagine in affitto, prezzo; idee, prezzo; abbracci, prezzo; baci, prezzo; Cartoline piegate Dal fronte, prezzo; catrame e cemento nei boschi, prezzo; amianto e diossina nelle scuole, prezzo; Culi a noleggio, 19


prezzo; religione imposta, prezzo; lavoro richiesto, prezzo; carezze, prezzo; tette, prezzo; sogni, prezzo. Tv non pensante, espressioni telecomandate; politica reietta, sapore dei soldi, PREZZO! Indolenza alimentare, surplus umano; educazione malsana, politica clericale, PREZZO! Ora sei in vendita, datti un prezzo.

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AMORE Ho strappato petali ai fiori per vederli sanguinare, pronunciando la parola amore, ancora una volta nel simulacro tetro di un passato; ho accartocciato le mie speranze divorando buchi di carne vuoti, atavica scoperta del corpo ignudo, ancora una volta nella camera abbagliante di un presente; ed ora nel futuro razionale, rincorro odi di addii assecondanti.

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DESIDERIO CLERICALE Suora stuprata, dal sacrificio di carità divina, immacolata concezione di sto cazzo! Nella verginità terrestre dell’umiltà di seghe banchi di genuflessioni, su e giù peni benedicono gli altari di sperma. Ti sei toccato stanotte? Pensi mai alla figa? Non posso giudicare coloro che dovrebbero non giudicare, seguendo una giustizia divina, dovrei piegarmi in sacrifici eterei non in penetrazioni clericali. Carnale esercizio di professione, la fede immolata al cristo redento, nascondendosi tra parche e porche celebrazioni del corpo.

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ODE A PAM Dovrei stare fermo, quando mi dicono cosa fare. Dovrei stare zitto, quando mi chiedono di parlare. Dovrei stare calmo, quanto sento che mi dovrei agitare. Il mio amico chimico, non occorre pregare, il mio amico chimico, solo lui mi può aiutare, il mio amico chimico. Vedrò il lato dolce della rugiada morta, udirò il canto dei desideri assopiti tra carezze agli occhi, baciati di fuliggine colorata; mi accorgerò dei sogni congelati in bicchieri sporchi, al risveglio con il mio amico chimico sul comodino.

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INFERNO E PARADISO Angeli incatenati, decapitati sull’orlo del giudizio, grondano speranze assorte in vessilli di tendini divelti a bastonate, ferocia e rabbia, odio, e dolore, frantumi di fede assopiti, cerchi ed enormi baratri contenitori sazi di reliquie putride, candele sazie di parole, mani unte che si accoppiano, genuflessioni generali su lastre di cadaveri immolati e arsi vivi. Ferocia, angosce, dimentica il tuo confessore colpevole di essere umano e carnale, ingrassato ed arricchito di pessimi consigli, implora pietà al cielo ribaltato tra le fiamme di un luogo inesistente, che si rispecchia nella terra arsa dal sudore e stupidità umana.

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PRETI PEDOFILI Cado dall’altare cedendo il posto ai santi; inumidisco gli spettri del seme di Dio, aspettando il calice rovesciato e vuoto. I miei occhi deglutiscono i peccati del mio corpo, svuotando i miei sensi in sussurri ed angosce; mi nutro di Dio, mi disseto pregando e ingrasso il mio corpo di puro odio. La croce difende ciò che albeggia tra le menti, per la colpa di adorare il corpo fragile e tenero.

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FALLATIO! Succhia e stringi troia indomita, assorbi nella cavitĂ la semenza del mio membro. Fallatio! Fallatio! Fallatio! Sibila e ingoia sgualdrina sognatrice, domina il mio santo Grall di carne estesa.

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PEDOCRISTIALIA Lucido spiraglio di fede indotta; padroni ai servizi occulti svelati e cuciti sulla geometria ancestrale; carezze dipinte tra lenzuoli feroci e friabili nel credo illuminato da luci variabili dall’intensità rosacea. Tendenti al rosso, fragranze incensate sradicate in vasi dorati. La croce si ripudia, tradendo le fantasie opposte nei giorni. Verrà il giorno, dove le federe parleranno agli occhi della gente.

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STRISCIARE Strisciare, tra le mangrovie umide, abbaglianti tesi su auto in sosta. Strisciare, vertigine insistente, elogio all’alcool asperso . Strisciare tra file umane gelide, declino della socializzazione. Strisciare, indotti pensieri ipocriti, legacci di stracci colorati parlanti. Strisciare, In abbracci sterili, scale imponenti al potere. Strisciare, verso l’orizzonte, carri armati petroliferi. Strisciare, con il volto nel fango, assoldati da politici assordanti. Strisciare, per poi affondare, strisciare, per poi non guardare, strisciare, per poter di nuovo strisciare.

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CREATURE VUOTE Decesso, ascesso del male supremo, compromesso benevolo al cuore dismesso. Fruisci del ticchettio insistente, frattura le membra in caroselli quotidiani, allieta al maligno la tua esistenza versando le tue orazioni per vivere nella libertà di essere morto. Nutri nell’orgoglio le piante del tuo ben pensare, gratifica l’immane dazio del tuo destino. Manifesti appesi a pareti di muscoli atrofizzati, mastica la sostanza mantenendoti libero di urinare sul pensiero astratto.

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PENETRAZIONE Il mio testosterone affacciato alla finestra, distratto; indotto dal desiderio, consumato; vigila al crepuscolo, nascente. Fottere, fottere innanzi ad essere fottuti. Il risveglio percuote appoggiato al letto, vibrazioni; testicoli ribollono turgidi, attivi; erezione congegno pulsante, carnivoro. Penetrazione, penetrazione! CavitĂ recluse, implodono piacere; impongono piacere. Aaaaaaaaaah! Spasmi muscolari, godono, godono, godono.

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Nel mentre divampa orgasmo cellulare. Neurotrasmettitori, segnali ON segnali OFF. Fine delle trasmissioni.

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TELEVISIONE Ho lacerato al feto il pensiero primario, trascinando i suoi sogni in caverne tenebrose . Ho bruciato ai bambini la speranza nei giorni, Infilando certezze in recipienti di dubbi. Ho distrutto ai giovani la voglia di cambiamento, intrappolando gli ormoni in celle mediatiche. Ho evirato agli uomini la sensibilitĂ delle cose, ponendo la realtĂ in cittĂ di carne putrida. Ho atrofizzato agli anziani i dolci ricordi del tempo, avvolgendo la noia in paradisi delle ore morte.

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P. P. Cado dall’altare cedendo il posto ai santi; inumidisco gli spettri del seme di Dio, aspettando il calice rovesciato e vuoto. I miei occhi deglutiscono i peccati del mio corpo, svuotando i miei sensi in sussurri ed angosce; mi nutro di Dio, mi disseto pregando e ingrasso il mio corpo di puro odio. La croce difende ciò che albeggia tra le menti, per la colpa di adorare il corpo fragile e tenero.

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PERSO Ho perso strade assolate, nel contemplare sassi che rotolano, ho calpestato terra sabbiosa ricercando dove iniziasse il mare. Ho cavalcato onde iniettate di riflessi, inabissandomi nel ventre bluastro, ho assaporato folate di ghiaccio scalando dalle vette i confini del cielo. Ho perso nel tempo lo spazio percorso, nell’aria ho abbandonato passi e sospiri, ho scagliato spiritualitĂ oltre i margini sperando inutilmente di ritrovare se stessi. Ho perso la grazia di essere salvato, ho perso l’invocazione atavica, ho perso ogni singola parte di me. Nel tentativo di ritrovare ciò che ho perso.

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CORVI II Corvi gracchiano nel divisorio della stasi frenetica del domino umano. Uno, due, tre, quattro. Schegge di gabbie toraciche implose infettano cervelli. Bocche assecondano dialoghi: decessi di ascessi al male supremo compromessi benevoli al pensiero dismesso. Cinque: freme la fame. Abbacinato dal tuo grottesco essere domestico, distratto, atrofizzato dal comune senso unico dei sensi, trascinato dal branco. Sei, sette: avvolti in piume tiepide, assecondati in sussurri flebili, ci adagiamo. Accogli le voci del cammino lungo l’argine del vuoto, affacciato al destino comune del quotidiano. Otto: Le ali frullano, strappano lembi di carne, masticano i corvi cortecce celebrali decadenti. Fruisci del ticchettio insistente, frattura le membra in caroselli quotidiani, nutri nell’orgoglio le piante del tuo ben pensare, gratifica l’immane dazio del tuo destino.

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Nove: inseminano appuntiti becchi la non coscienza, assetano la conoscenza rigurgitando spore avvelenate. Sopravvivi ora, oscillati al tempo divenuto infinito e statico, lasciati divorare, lentamente, molto lentamente‌ lentamente‌ Dieci: pascoliamo ora tra prati identici.

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RIVOLTARE Esseri rettili sibilano politiche asettiche, E ADESSO? Costruisci sfere di incubi neri, carni marce ideologia del ricordo regolare, E ADESSO? Sistema al collasso verticale l’eccesso del decesso sistemico! E ADESSO? Massacro imminente gente impotente al gesto eclatante. E ADESSO? Mi alzo al richiamo di rossi tamburi bucati 37


adagiati a terra. E ADESSO? Nulla, E’ ADESSO! Ora E’ ADESSO!

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TI STO SVEGLIANDO (O MUORI!) Strofina i genitali sul lastricato della tua miseria, abbagliati dal nutrire rancore verso il surplus del benessere umano aggroviglia le membra in forme assurde tra coiti di pilates IO MI SCOLO LA TUA ESSENZA! Rimanda la tua preghiera da santo bestemmiatore gratifica l’aumento del tuo capo, membro onorifico colante insemina le tue piante notturne affamate SPILLARE LA TUA CARNE! SPILLARE LA TUA MENTE! SPILLARE E BRINDARE AL TUO ESSERE! Asseconda la sete ignorante incollato a led provocanti non digiunare dal potere dei tuoi vuoti discorsi frammenta le immagini radicali mischiandoti in cocktail di pensieri comuni ASSORTO TRA LE CARCASSE DI MEDIOCRITA’ ADDORMENTATO NELLA MONDANA RICERCA 39


DEL VIVERE ORDINARIO COMATOSO E GENUFLESSO ALLA MATERIALITA’ Svegliati! SVEGLIATI! Destati dal tuo stato vegetativo di larva fetida, SVEGLIATI! Freddo agghiacciante d’essere inutile SVEGLIATI! SVEGLIATI! SVEGLIATI!

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BANCHETTI DI BANCHE Filiali di debiti umanitari crollano sotto l’assedio esplosivo di borse cariche di inflazioni. DEPOSITA PER SEMPRE LA TUA VITA, FINO ALLA MORTE! Conti aperti alla speculazione travolti dalle condizioni essenziali in commerci armati di bombe liberatrici. BANCHETTANO CON I TUOI RISPARMI SUDATI! Mutui tentacolari estirpano vite all’infinito versano sangue in liquidi da versare allo sportello. SFRUTTANO POPOLAZIONI, DISTRUGGONO NAZIONI! Interessi congelati al riciclo costante del contante dosi di potere in polvere acquistate e rivendute al mercato nero di sostanze bianche. LA TUA BANCA INVESTE PERSONE, LE MACELLA, LE SPOLPA, LE DISINTEGRA! Capitali in capi malavitosi esportati rimpatriano all’onore del capo del governo politicamente asciutti dal mare contaminato. 41


MASSICCI MASSONI GOVERNANO IL POTERE DELLE BANCHE, AL BENEFICIO DELLA POLITICA DELLE NAZIONI AL SINGOLO STATO ESISTENZIALE DEL POLITICO CORROTTO, UN INDIVIDUO SPINTO DAL FINE DI POSSEDERE IL CONTROLLO DELLA NAZIONE STESSA E DELLA POPOLAZIONE IGNARA, INGRANAGGI DI SISTEMI FALLATI AL COSPETTO MONETARIO GLOBALE.

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A TE Ed ora come se fosse ora, addio, respingo insonne il mutare assiduo; frugo distrattamente nel rovescio della mia epidermide mi rivesto alla nuditĂ del malessere, cucirò di nastri corrosivi gli occhi, fonderò i canali auditivi con il piacere di un dolore, di un altro indistinto dolore. Ed ora, arrivederci a mai piĂš, al mattino preso in prestito al sonno gelido, al risveglio, dannato destarsi ancora ed ancora. A te invoco in loco la colpa, essere o avere dell’essere senza colpa, dormi e non destarti; agli orrori, agli errori, alla forma ferma della vita, alla morte, dispersa nella tua bruma. 43


DOMANI MI SUICIDO NON CHIAMATEMI Credo sia ora, adesso potrei sopportare il malessere del mondo. E saggiamente, appoggiando la testa precipito nel vuoto, senza rimorsi. La mia carne vibra, nuda e ghiacciata sprofonda piÚ sotto, nel vento mattutino come le foglie, cado. Ora sono acqua piÚ di quanto lo fossi prima, il mare mi inghiotte e quel tempo è solo porzione di spazio infinito, il vento insiste e io, finalmente, nelle onde posso trovare il lento scorrere dei miei pensieri.

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INDICE: 3 – Dio odi il mio odio 4 – Il ponte 5 – Suicidio 6 – Gonfiore 7 – Pelliccia 8 – Urlo eunuco 9 – Credo 10 – Ansimi malati 11 – Chiesa 13 – S.B. 14 – Sezione di un amicizia perduta 15 – Fottiti, fatti fottere 16 – Plutonio 17 – Il mondo del dio porco bastardo 19 – Prezzo 21 – Amore 22 – Desiderio clericale 23 – Ode a Pam 24 – Inferno e paradiso 25 – Preti pedofili 26 – Fallatio! 27 – Pedocristialia 28 – Strisciare 29 – Creature vuote 30 – Penetrazione 31 – Televisione 32 – P.P. 33 – Perso 34 – Corvi II 36 – Rivoltare 38 – Ti sto svegliando (O muori!) 56


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Banchetti di banche A te Domani mi suicido non chiamatemi Alcune locandine dei reading

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GRUPPO FACEBOOK: https://www.facebook.com/groups/POESIAinCIVILE /

Un ringraziamento a chi ha condiviso il “palco” con me: Dana Drunk Alessandro Ettore Cimò Fabio Barcellandi Dave Lordan Un enorme ringraziamento a chi ci ha accompagnato musicalmente in questi anni! Un grazie a chi ci ha ospitati!

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