t rame emers e un’isola fondaco come laboratorio di cultura nella laguna di venezia
ra l a to r i : p ro f . V. Tro n ch i n , p ro f . s s a R. A l b i e ro c o r r e l a to r e : G. Bi a s i
l a u r e a n d o M a rc o Ga g g i o _ m at r. 2 3 3 9 4 7 Is ti tu ro Un i ve r s i ta r i o d i Archit et t ura di Venezia AA. 20010/2011
Altino
monastero di S. Michele
1. Equilense - limitatio Altinum III - 35° N
III m i nu Al t en
se -
- Pa
ui l
trina
Mestre taviu
S.Simeon piccolo
Angelo Raffaele
S.Marta
S.Basilio
3/4 di
ia, 15
centur
S.Maria Nova SS. Giovanni e Paolo
S.Marina S.Lio
S.Bortolomio
S. Severo
S.Salvador S.Zulian S.Paterniano ex chiesa di S. Teodoro e "castellum"
Regione di Gemino
Arsenale Vecchio S.Pietro
S.Antonin
S.Provolo
Monastero San Daniele
S.Giovanni in Bragora
S.Fantin
San Samuele Rio Terà Canal e Rio S.Stefano della Scoazera San Barnaba Calle lunga San Barnaba S.Vidal Ponte dell'Avogaria S.Trovaso S.Vio Ognissanti Carità
S.Ternità
S.Lorenzo
S.M.Formosa
Fava
S.Tomà
0m.)
Palazzo Ducale
Nov e
S.Canciano
San Silvestro
S. Margherita
m) (32,80
Fondamenta de l'Arzere
San Nicolò dei Mendicoli
ctu
s
S. Pantalon
ente
La "Cason"
S.Giacometto S.Mattio S.Giovanni Elemosinaro Rialto
S.Beneto
actus
Per un totale di 18 parrocchie e 12 monasteri. Si identifica come reticolo degli insediamenti Marciani, è assente a Cannaregio (eccezion fatta per un piccolo accenno ai SS. Apostoli)
ia M S. Mar
S.Sofia
Campo delle Beccarie
Aree di bonifica del '300 (Lacus badovarius)
ia, 15
Immagine satellitare di Venezia e il suo entroterra fino a Padova con la provenienza delle trame agrimensorie
giore
centur
Mestrina 22°
ri
Pensie
Lupri o
S.Cassiano S.Maria Materdomini
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S.Rocco
3/4 di
Marciana 76°
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arta
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Equilense 35°
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Castellum bizantino? 1/3
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ex chiesa di S. Teodoro e "castellum"
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S. Stae
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lle
2. Marciana - limitatio Patavium IV - 76° N
Padova
Rio Marin
1/3
S.Andrea della Zirada (Confine centurie)
Il passo della centuria è determinato dall’incrocio del cardo e del decumano esattamente sulla Porta della Carta tra il Palazzo Ducale e la Basilica di San Marco.
S.Giacomo dall'Orio S.Boldo
S.Croce in Luprio 1/3
am
S. Fosca S. Felice
Fondaco dei Turchi
ex monastero di S. Lucia
definizione equilense
Fon d
Convento S. M. dei Servi S. Marcuola
1/ 3
m III
Venezia
S. Marziale
tessuto tra il canale di Cannaregio e S. Lucia
1/ 3
E’ la trama più antica, con un totale di 15 parrocchie e una limitata ampiezza nel territorio, comprende la “Trama agraria di Luprio” e si estende per 3 centurie e 1/4 esatte dai confini della chiesa di Sant’Andrea alla chiesa di S. Ternità.
Eq
Mes
sutura del Campo dei Mori
confini calli Ghetto vecchio
S.Andrea della Zirada (Conf ine centurie)
5a
Il passo della centuriazione è determinato sull’asse della chiesa di Sant’Andrea della Girada che si fissa a 3/4 del limite del decumano.
SS.Sergio e Bacco
Ca' di Dio
Palazzo Ducale
S.Biagio
S.Moisé
S. Anna
S.Andrea della Certosa
S. Isepo ed ex-paludo Sant'Antonio
S.Agnese
32,8 tus (5
ac
Rio delle Torreselle
S. Giorgio
definizione marciana
Diametralmente opposto e per questo complementare, è lo studio effettuato su Venezia dallo storico Wladimiro Dorigo nel libro “Venezia-Origini. Ipotesi e ricerche sulla formazione della città”. L’analisi ridisegna completamente le <<vicende epocali delle configurazioni geomorfologiche del territorio lagunare>> [Fabbri, Architetture in luoghi limite], facendo riemergere dall’immediato entroterra del veneziano quelle trame agrimensorie, dette anche limitationes, che sarebbero dirette discendenti della centuriazione romana avvenuta ai tempi della colonizzazione della regio X venetia et histria.
Sant'Elena S.Eufemia
Patavium IV > detta “marciana” - inclinazione di 76° rispetto al nord
L’analisi utilizza principalmente l’elemento chiesa, oltre che alcune volte canali e campi, come fattore sottomesso alla griglia nel comporsi al suo interno, rispettando determinati limiti e marcandone spesse volte i confini tra centuria e centuria.
Altinum III > detta “equilense” - inclinazione di 35° rispetto al nord Patavium III > detta “mestrina” - inclinazione di 22° rispetto al nord
355,68 m.
centuria romana
Conta un totale di 19 parrocchie e 8 monasteri ed è quella che investe più ampiamente e generalmente delle altre tutto il sedime urbano.
Arsenale Vecchio
1 actus
35,56 m.
1 centuria = 400 actus quadratus 1 lato centuria = 711, 36 m. 1 lato actus = 120 piedi = 35,56 m.
M
definizione mestrina
Trama agrimensoria Equilense
San Servolo 35,56 m.
Delle numerose trame agrimensorie identificate, Dorigo raggruppa, per similarità di inclinazione, in 3 principali quelle più significative:
Monastero della Croce
Il passo della centuria è dato dall’Arsenale vecchio che segna il cardo sul suo limite occidentale e il decumano dividendo in due la darsena tra l’Arsenale novo e novissimo.
711,36 m.
L’equilense è la trama agricola nei dintorni della città di Altino a nord della laguna Veneta; la mestrina è la trama agrimensoria (ancora visibile) dei territori agricoli che si estendono tra Mestre, Dolo e Camposampiero; la marciana è la trama proveniente dalle terre a sud di Padova;
3. Mestrina - limitatio Patavium III - 22° N
355,68 m.
Queste sarebbero state fonte di ispirazione per i profughi veneti nella scelta dell’allineamento di molte chiese (soprattutto le più antiche) e successivamente di strade e ‘isolati’ urbani.
Fondamenta di S. Biagio
Schema risultante dalla sovrapposizione delle tre centuriazioni
Trama agrimensoria Marciana
Sestier di Castello
9. Fondamente Nove 10. S. Maria Nova
1. S. Ternità 2. fra ca’ di Dio e la calle di S. Domenico Sestier di S.Croce (definisce la maglia perfetta del cuore di Sestier di Cannaregio Luprio) 3. 4. 5. 6.
S. Marziale S. Fosca S. Sofia fra il canale di Cannaregio e S.Lucia (prima del 1315 S.Lucia era di S.Croce) 7. confini calli del Ghetto vecchio 8. monastero di S.Lucia
11. fra S. Stae e il campo delle Beccarie 12. S. M. Materdomini 13. S. Boldo 14. S. Agostino 15. S. Cassiano 16. S. Mattio 17. S. Giacometto 18. San Giovanni Elemosinaro
19. area nord di S.Andrea - è il limes meridionale della centuriazione con tanto di colonne a segnare il confine della città (fonte Nicolò dal Cortivo 1534) non appartenenti alla trama di Luprio 20. Rio Marin 21. S. Stin 22. S. Simeon piccolo 23. S. Rocco 24. Ponte di Rialto
25. Calli fra S.Vidal, S.Samuele e S.Angelo 26. Chiesa di S.Zulian Sestier di Dorsoduro 27. Chiesa della Carità 28. Ri o di San Trovaso
Sestier di S.Marco
Trama agrimensoria Mestrina
Sestier di Dorsoduro
S.Marta è di 15 actus - 3/4 di centuria, 532,50m.) 9. I Rii delle Burchielle, Pensieri e S.M.Maggiore (distano 3/4 di centuria dal ponte de l’Avogaria) 10. S.Basilio
1. Chiesa di San Barnaba e Calle Lunga 2. San Samuele 3. l’asse della calle dell’Avogaria, poi Longa, poi del Traghetto 4. Rio Terà Canal e della Scoazzera 5. Chiesa dell’Angelo Raffaele 6. S.Nicolò dei Mendicoli (forse “cason” di Dorsoduro) 7. Fondamenta dell’Arzere (forse cardo scendente da Campalto a 2 centurie e mezza dal palatium) 8. Chiesa di S. Marta (la distanza tra la fondamenta de l’Arzere e la punta di
Sestier di Castello 11. S.Anna 12. S.Elena e S.Servolo (a 1 centuria di distanza) 13. S.M.Formosa 14. S.Lorenzo 15. S.Severo
16. S. Isepo e ex-paludo S.Antonio Sestier di San Marco 17. Castellum “palatium” (preesistenza bizantina) con annessa chiesa di S.Teodoro (VIII°) 18. La “cason” (tradizionalmente sede tribunalizia bizantina) tra SS.Apostoli e S.Canciano (dista esattamente una centuria (711m) dal “palatium” (cioé dall’affaccio sul canale alla porta della Carta) ed è anch’esso circondato da chiese antiche. 19. San Canciano
Sestier di Cannaregio
Sestier di San Polo 20. S.Polo 21. S.Silvestro Sestier di Santa Croce 22. S.Croce in Luprio 23. Purgo (monastero sulle muraglie del castellum bizantino. Una delle 3 edificazioni castrensi bizantine) VIII° sec.
1. Tetrans (ovvero l’incrocio centrale della centuria) del monastero di S.Michele 2. Basilica dei SS.Giovanni e Paolo e Monastero annesso 3. S. Felice 4. S.Marcuola (limitaneo tra 4 centurie) 5. ex convento deiServi di Maria
8. S.Giovanni in Bragora (Area di Gemino) 9. S.Biagio (Area di Gemino) 10. Arsenale (fronte occidentale darsena vecchia, la separazione tra la darsena nova e la novissima segue un decumano) 11. Monastero di S.Daniele 12. Campanile S.Pietro e chiesa SS.Sergio e Bacco (da riconoscere nel vecchio battistero castellano)
Sestier di Castello
Sestier di Santa Croce
Sestieri di Dorsoduro e San Polo
6. S.Provolo (Area di Gemino) 7. S.Antonin (Area di Gemino)
13. S.Giacomo dell’Orio 14. Fontego dei Turchi
22. S.Margherita 23. S.Pantalon
24. Lacus Badovarius (terreni di bonifica tra i Frari e S.Tomà) 25. Ognissanti 26. S.Trovaso 27. S.Agnese 28. S.Vio 29. Rio Terà Foscarini, Rio di S.Vio e Rio delle Torreselle 30. riflettendosi alla Giudecca: fondamenta di S.Biagio, S.Eufemia 31. Monastero della Croce (in isola autonoma poi inglobata nella Giudecca nel XIV) 32. S.Giorgio in isola
Sestier di San Marco 15. nucleo S.Salvador 16. S.Bortolomio 17. estensione S.Lio 18. S.Marina 19. Chiesa della Fava 20. S.Vidal 21 S.Stefano
1
7
6
3
5
4 8
5
11 22
15
14
19
18 17 16
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9 19
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1
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16
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27
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9 2
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3
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16
21
26 27
12 9
28 32
29
12
11
8
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2
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17 15 19
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17
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14
13
23 28
2
13
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26
3
14
30
31
Equilense: distribuzione delle centurie sulla città e realtivi edifici o tessuti che ne seguono l’inclinazione
T. 02
nascita della città _ trame romane sommerse
Marciana: distribuzione delle centurie sulla città e realtivi edifici o tessuti che ne seguono l’inclinazione
Mestrina: distribuzione delle centurie sulla città e realtivi edifici o tessuti che ne seguono l’inclinazione
tra m e e m e r s e _ u n f o n d a c o p e r i ve n e z i a n i ra l a to r i : p ro f . V. Tro n ch i n , p ro f . s s a R. A l b i e ro c o r r e l a to r e : G. Bi a s i
l a u r e a n d o : M a rc o Ga g g io _ m at r. 2 3 3 9 4 7 Is ti tu ro Un i ve r s i ta r i o d i Archit et t ura di Venezia AA. 20010/2011
La città di Venezia si è formata per aggregazione di diverse comunità minori di veneti provenienti da diversi città dell’entroterra e nate come entità distinte. Questo accadde tra i IX e l’XI secolo, quando le genti si spostarono via fiume cercando rifugio al mare. I futuri veneziani si insediarono in un grappolo di nuovi nuclei abitativi intorno al mercato di Rialto e vicino al palazzo-fortezza detto “palatium” del doge che governava l’intera laguna. Ciascun nucleo sorse su un’isola con uno schema tipico: nella piazza centrale c’era da un lato la chiesa, dall’altro un molo, piccoli cantieri e officine; sugli altri due lati le abitazioni delle famiglie sia umili che benestanti. A Venezia le dimore dei ricchi e dei poveri non furono mai divise così che ricchi e poveri vivevano gomito a gomito. Questi nuclei inizialmente distinti e ciascuno con il loro santo, le loro feste, il loro campanile e il loro mercato, andarono via via unendosi in una rete di collegamenti sia acquei attraverso i traghetti che pedonali con ponti e calli, pur mantenendo ciascuno la loro vitalità individuale originaria.
Venezia rappresenta l’essenza del doppio. Fin dalle sue origini incarna e fonde in sé i caratteri apollinei e dionisiaci. Secondo la tradizione venetica il mito della memoria delle origini è incarnato dalla figura di Orfeo, figura della mitologia greca alla quale <<appartiene la capacità di placare, con i mezzi dell’arte, gli elementi e le forze brute della natura>> [E. Concina, Storia dell’architettura di Venezia dal VII al XX secolo]. Orfeo è il mito della parola, nella capacità di influenzare le azioni dell’uomo attraverso le sue doti oratorie. Si fondono pertanto poesia, musica e retorica in una sintesi capace di sedurre chiunque lo ascolti. Orfeo è apollineo nella promozione delle arti, mentre è dionisiaco nel rapporto simpatetico con il mondo naturale del quale possiede un’intima comprensione del ciclo della natura.
1
La laguna veneta è stata, per i primi insediati che rifuggivano le campagne devastate dalle invasioni barbariche, l’inizio della ricerca della realizzazione dell’idea di ‘Venezia’. Orfeo è, nei primi testi venetici medievali, <<l’autore dell’idea urbana, del primo costruttore di città e castelli. Il potere divino e sacrale dell’armonia musicale. [...] Fa si che pietra salga su pietra, che così venga edificata la sua città, la prima città della storia. [...] E l’eroe le impone il nome prefiguratore di Neptunia Menia (città delle Nettunie Mura) il cui principio urbano è associato a un elemento marittimo. Questo sta alla base della civiltà e della storia per i costruttori di Venezia>> [E. Concina, Storia dell’architettura di Venezia dal VII al XX secolo]. Venezia è translatio e ricreatio della cultura romana sia d’occidente che d’oriente, nel tentativo di trasferire archetipi ideali attraverso la rielaborazione di modelli architettonici come la domus tardo romana (così detta casa a torreselle) e materiali quali l’utilizzo sistematico di marmi d’oriente, le policromie, i preziosismi, i cromatismi lapidei dei marmi della Tessalonica e del Proconnesio. Nella continuità del mito di Antenore, colui il quale fondò, una volta scappato da Troia, Aquileia (Aqui Legia, legata alle acque).
Chiese originarie Pre-Dogali VII-VIII sec. (ovvero prima della traslazione del dogado da Malamocco a Rialto nell’813) Sono 14 in tutto (per un totale di 10-15.000 abitanti) con schieramenti embrionali disposti parallelamente o ortogonalmente la fondamenta, suddivise in tre nuclei principali dipendenti dalla sede vescovile, più 4 sparse.
Si è considerata la chiesa come elemento architettonico determinante nella moltiplicazione delle cellule insediative nello sviluppo del tessuto urbano che sfrutta le condizioni orografiche lagunari delle poche terre paludose emerse e dei canali navigabili lagunari preesistenti, nel lento processo di bonifica e urbanizzazione.
La sede vescovile:
Le Rialtine:
1. SS. Sergio e Bacco* sull’isola di Olivolo (630-670), poi S. Pietro
4. 5. 6 7.
3 nuclei dipendenti da questo:
2. 3.
8. 9. 10. 670)
S.Nicolò dei Mendigoli (600~) Angelo Raffaele* (630-670)
2
4 sparse:
SS. Apostoli* (630-670) S.M. Formosa* (630-670) S. Zaccaria* (630-670) S. Salvador* (630-670)
11. 12. 13. 14. 15.
La Bragora:
La Mendigola:
Otto delle chiese citate da Muratori sono le così dette chiese della leggendaria tradizione di San Magno, il vescovo di Oderzo.
LEGGENDA DI SAN MAGNO
2 Cima da Conegliano, Incredulità di San Tommaso (XVI sec.) - Accademia di Belli Arti Venezia - (san magno a destra)
SAVERIO MURATORI
1 Orfeo e gli animali, mosaico di epoca romana palermo museo archeologico
L’analisi riprende lo studio effettuato da Saverio Muratori che prevede quattro fasi di sviluppo degli insediamenti veneziani: il primo considera le chiese edificate prima della traslazione del dogado da Malamocco alle isole realitine avvenuto nell‘813, il secondo le chiese formatesi nel primo secolo di dogado, il terzo la densificazione delle parrocchie avvenuta durante il IX secolo; e infine la conclusione del moto di colonizzazione dell’XI secolo.
S.Martino (inizio VII° sec.) S.Antonin (VII°-IX° sec) S.Giovanni in Bragora* (630-
S.Trovaso S.Pantalon S.Croce in Luprio 774 S.Giustina* (630-670) S.Giacometto
*Chiese appartenenti alla tradizione San Magno
Secondo la storia quando la città di Oderzo fu invasa dai Longobardi nel 638-39, il suo vescovo, insieme alla maggior parte degli abitanti, si rifugiò nelle vicine isole della laguna veneta che facevano allora parte della diocesi di Oderzo - e trasferendovi la sede
S. Fosca
S.Leonardo S. Marcuola
S.M.Maddalena
S.Geremia S. Felice
S.Zan Degolà
S.Stae
S.Simeon Grando S.Simeon piccolo S.Giacomo dall'Orio
S.Chiara
S.Sofia
S.Giacometto
S.Aponal
San Polo
S.Stin
S.Maria Nova
S.Giovanni Elemosinaro
S.Agostin
S.Croce in Luprio
S.Canciano
S.Cassiano
S.Boldo
S.Andrea
SS.Apostoli
S.M.Materdomini
S.Giovanni Grisostomo
S.Bortolomio
San Silvestro
S.Marina
S.Tomà
S.Beneto
S.Angelo
San Barnaba
Angelo Raffaele S.Marta
S.Provolo
S.Basso
S.Fantin
San Samuele
S.Vidal
San Nicolò dei Mendicoli
S.Severo
S.Giovanni Nuovo S.Zulian
S.Luca S.Paterniano
S. Margherita
S.Ternità
S.Lorenzo
S.Salvador S. Pantalon
S.Giustina S.M.Formosa
S.Lio
S.Antonin
S.Martino Monastero di San Daniele
SS. Filippo e Giacomo
S.Zaccaria
S.Giovanni in Bragora
SS.Sergio e Bacco
S.Moisé
S.Biagio
S.Maurizio S.Maria Zobenigo
S.Trovaso S.Basilio
San Gregorio
S.Vio S.Agnese
vescovile. La tradizione lo fa fondatore, in un periodo presunto tra il 630 e il 670, per “divina ispirazione”, di otto chiese in quella zona realtina dove sorgerà Venezia. espansione città al VII - VIII sec. espansione città al IX sec. espansione città all’XI sec.
risultante dello sviluppo della città con le parrocchie dal secolo VII al XI
Secolo IX - Nuclei a corti affiancate
Tra Rialto e San Marco:
A ovest delle Mercerie:
8 Sparse:
Chiese formatesi nel I° secolo di dogado realtino. Struttura lineare quanto mai chiara nella sua ripetizione lungo la fondamenta, struttura più ricca dei nuclei antichi, con brevi schiere con sviluppo costante disposte ai lati di corti (campi) ortogonali al rio e alternate a calli per un totale di 25-30.000 abitanti.
1. 2.
8. 9.
13. 14.
S.Bortolo (840) S.Zulian (829)
S.Paterniano (IX sec.) S.Moisé (797)
Settore nord:
A est delle Mercerie:
3. 4. 5. 6. 7.
10. 11. 12.
S.Canciano (864) S.ta Sofia (886) S.ta Fosca (873) S.Ermagora e S.Fortunato (810) S.Geremia (813)
Fino all’anno 1000 - Nuclei a campi quadrangolari
S. Basegio (870) alla Mendigola S.Daniele (820) di fronte san pietro
di cui 6 sul lato destro del canal grande:
S.Procolo (814) S.Severo (820) S.Lorenzo (854)
16. 17. 18. 19. 20. 21.
S.Barnaba (809) S.ta Margherita (837) S.Polo (837) S.Simeone Piccolo (sec.IX) S.Silvestro (884) S.Gregorio (884)
1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15.
Il X° sec. presenta altre 25 nuove parrocchie distribuite con il criterio di un arcipelago ben ritmato sul territorio dell’intera città, soprattutto sulle parti periferiche, costituenti un corpo distribuito e formato. Non ci sono più tessuti lineari come le antecedenti, bensì campi quadrangolari con un lato occupato dalla chiesa. Totale di 59 parrocchie per una popolazione di circa 40-50.000 abitanti
S.Fantin S.Maria del Giglio S.Maurizio S.Angelo S.Samuele S.Vidal S.Benedetto S.Cassiano S.Maria Mater Domini S.Stae S.Simeon Grande S.Giovanni Evangelista S.Stin S.Agostino S.Giovanni Elemosinario
5
7
28
16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23.
S.Giacomo dall’Orio S.Giovanni Decollato S.Vio S.Tomà S.Felice S.Maria Nova S.Chiara S.Andrea
XI secolo Conclusione del moto di colonizzazione con un totale di 72 parrocchie per circa 70-100.000 abitanti.
24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35. 36.
S.Giovanni Grisostomo (1080) S.Lio (1054) S.Marina (1030) S.Basso (1076) S.Leonardo (1025) S.M.Maddalena (1025) S.Luca S.Aponal(1043) S.Boldo S.Agnese (1081) S.Ternità (1030) S.Biagio (1052) S.Marta (1018) alla Mendigola
29 20
19
4
6
17 3
22
11
14 7
18
9 6
9
10
8
1
20
2
8
1
12
23
11 10
21
8 31
13
19
7
9
16
5
27 35
3 2
6
3
34
1
4
2
26 25
30
14
17
24
15
14
5 12
10 32
16
15
13
4
36
11
13
21
18 33
schema chiese primitive costruite prima della traslazione del dogado nell’813
T. 01
n a s c i t a d e l l a c i t t à _ o r o g r a fi a l a g u n a r e
espansione città
schema chiese costruite nel IX sec.
espansione città
schema chiese costruite nel X e XI sec.
tra m e e m e r s e _ u n f o n d a c o p e r i ve n e z i a n i ra l a to r i : p ro f . V. Tro n ch i n , p ro f . s s a R. A l b i e ro c o r r e l a to r e : G. Bi a s i
espansione città
l a u r e a n d o : M a rc o Ga g g io _ m at r. 2 3 3 9 4 7 Is ti tu ro Un i ve r s i ta r i o d i Archit et t ura di Venezia AA. 20010/2011
l’asse della trama marciana intersecante San Marco è stato scelto come vettore di progetto velme
la centuriazione determina la posizione di 2 edifici storici i 2 edifici distano tra di loro la misura esatta di una centuria (711,36 metri)
canali navigabili
l’idea nasce dal tentativo di sovrapporre le due ipotesi di fondazione della città
le insulae primigenie
il vettore-cardo principale interseca la velma determinando il luogo del progetto
le prime 15 chiese Venezia attuale gli assi marciani, in marcato l’asse scelto la velma scelta il punto di incrocio tra l’asse e la velma gli edifici storici che determinano l’asse
sovrapposizione delle due trame: organica e centuriata
Diagramma del vettore-cardo dorighiano scelto _ l’asse romano individuato da Dorigo diventa vettore spazio-temporale del progetto
1
_ i tre edifici poggiano sulla centuriazione marciana prendendone la direzione _ la “cason” (1) (non più esistente) è l’edificio più antico e prima sede tribunalizia di Venezia _ il palazzo Ducale (2) con annessa chiesa sono la successiva sede in ordine temporale _ il sito del progetto (3) è la nuova ‘sede’ per i veneziani _ lo sviluppo nello spazio verso sud diventa una successione anche in termini temporali
2 La scelta del sito progettuale è determinata dalla sovrapposizione delle due interpretazioni sulla nascita della città di Venezia. La scelta cade quasi obbligata sul cardo più importante della città, ovvero quello che interseca partendo da nord la ‘mitica’ cason dei SS. Apostoli (tradizionalmente l’antica prima sede tribunalizia bizantina), seguito dal “palatium”, successiva sede dogale, poi diventato il Palazzo Ducale odierno. Quest’asse determina un vettore spazio-temporale in espansione verso sud e verso il bacino San Marco, tagliando in due il sistema chiuso di triangolazione degli elementi Ducale-Salute-San Giorgio che fa del Bacino il centro di una cosmografia mitologica. 1. Antica “Cason”: secondo gli scritti di W. Dorigo sarebbe stata in quella posizione la prima sede tribunalizia bizantina di Venezia.
3
2. La successiva sede del potere, anticamente detta ‘palatium’, odierno Palazzo Ducale con annessa chiesa di San Marco 3. il sito del progetto
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sovrapposizione delle due analisi per la scelta del sito
Continuando la traiettoria a sud la velma che si interseca con tale sistema diventa sede del progetto che acquista così una valenza simbolica nel contesto storico veneziano determinando l’apertura ad una nuova possibilità di espansione della città intesa non solo come ampliamento urbano, ma soprattutto come ideale diffusione della propria cultura, storia e stile di vita legato all’acqua. Trovandosi al di là di questa “omotetia” veneziana il cui centro simbolico è il bacino San Marco e rispecchiandosi simmetricamente nello spazio lagunare meridionale.
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<<Fondaco: la voce, fortemente evocativa, itinerante attraverso il Mediterraneo fino ben oltre il medioevo, e i manufatti che a questa corrispondono, appartengono a lungo alla storia di Venezia, del suo spazio urbano, dei suoi stati da tera e da mar>>. E. Concina, Fondaci
<<nella Serenissima, il nuovo fosse accettato soltanto qualora esso rinunciasse a pretese di assolutezza. Vale a dire, qualora esso fosse disposto a colloquiare con la consuetudo, entrando a far parte di un universo in cui le opposizioni risultino dissolte>> Tafuri, Venezia rinascimento
Il fondaco sintetizza l’idea degli opposti, portando con sé il fascino di un oggetto dalle funzioni ibride, un’opera aperta dai confini immateriali non segnati
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1. pianta del caravanser raglio interurbano di Sergiopolis nella Siria settentrionale, VI° sec. 2. Han omayyade di Qasr al-Hayr al Sarqi, inizio VIII° sec
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3. pianta del ‘han’ (era così chiamato l’antenato del fondaco) di Umm al-Walid nel sud della Siria, VII° sec. 4. pianta di Kurşunlu Han a Manisa 5. funduq, miniatura di Wasiti, da al-Maqamat di Hariri, XIII° sec. Paris, Bibliothèque Nationale
il fondaco nei territori medio-orientali
il fondaco odierno a Venezia
La parola fondaco deriva dall’arabo funduq (casamagazzino) a sua volta originata dal greco πŦανδοκειον [pandokeion], che contiene in sé la parola pan (tutto) e il verbo dokemai (accogliere)
Oggi il fondaco raccoglie in sé il paradosso della progressiva estraneità che gli abitanti di Venezia assumono nei confronti della loro stessa città, diventando così il fondaco dei veneziani.
Originariamente è assimilabile all’idea di caravanserraglio, diventando edificio di snodo sulle traiettorie mercantili e di pellegrinaggio che attraversano il medio-oriente, dalla Siria alla Mesopotamia, da Gerusalemme a Gerico.
Il nuovo fondaco mantiene il carattere storico di contenitore versatile, accogliendo in sé tutte quelle funzioni necessarie per una continuità vitale del tessuto sociale della città.
Fin dall’inizio la forma del fondaco è definita in un recinto quadrato che ne contiene sul perimetro i locali adibiti allo stoccaggio della merce, lasciando libero lo spazio centrale che diventa un cortile interno.
prendere parte alla vita di una comunità per un nuovo status di cittadino digitale
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In questi ultimi anni si è visto come numerosi movimenti cittadini abbiano manifestato l’esigenza di esternare queste potenzialità locali, lamentando l’odierna gestione cittadina, la progressiva cancellazione del tessuto locale per via del turismo di massa, l’esodo degli abitanti verso la terraferma, oltre che ai pericoli legati all’innalzamento del livello del mare.
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Il fondaco nasce come: luogo di sosta di approvvigionamento dell’acqua di temporaneo ricovero per il viandante di mercato di deposito di circolazione mercantile di servizio postale
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sede e luogo di incontri per associazioni quali 40xvenezia e social network come venessia.com
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punto di riferimento per dibattiti e tavole rotonde di movimenti e comitati nati intorno alla tutela e salvaguardia di Venezia
Il fondaco dei veneziani vuole diventare luogo tangibile d’incontro, insieme alla piattaforma informatica, di idee, mobilitazioni, proposte. Un incubatore culturale e fucina di idee nell’ambito della progettazione e dell’azione per stimolare la città attraverso la creatività sociale delle reti. Oltre che luogo della conservazione dalla spiccata vocazione digitale, è luogo per reinventare lo spazio pubblico tra web e territorio.
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eventi, spettacoli, performance e feste organizzate
6. pianta di Pirinç Han a Bursa
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Il fondaco è fin dall’inizio un edificio quadrato sul quale recinto si inseriscono i locali di deposito a Venezia il fondaco è un deposito al quale si affiancano attività commerciali o amministrative
il fondaco a Venezia A Venezia l’idea di fondaco evolve in due modelli specifici, uno gestito dai veneziani con funzioni di deposito, l’altro concesso in gestione a comunità straniere aventi importanti scambi commerciali con la città.
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1. gli uffici amministrativi 2. la sede del ministero preposto 3. il deposito di stoccaggio 4. il controllo e garanzia di qualità del prodotto 5. un luogo dove si fissa il prezzo e si disciplina la vendita
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1. pianta del primo fondaco dei Tedeschi a due cortili, tratta dalla veduta del de’ Barbari, XV sec., fonte Perocco - Salvadori, Storia di Venezia, ed. La Stamperia di Venezia Editrice, 1976 2. pianta attuale del fondaco dei Tedeschi, fonte Perocco - Salvadori, Storia di Venezia, ed. La Stamperia di Venezia Editrice, 1976 6
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supporti utilizzati: tavolo Interattivo multitouch, ledwall mutitouch
1. TIPO DI FONDACO DEPOSITO: Il nuovo fondaco della farina ne è un esempio, costruito nel 1492-93, esso incorpora come funzioni:
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archivio documentale interattivo e biblioteca virtuale come deposito digitale: documenti archivio di stato, cartografia lagunare, banca dati lagunare, dizionario veneziano
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esposizioni interattive multimediali temporanee: sugli argomenti in dibattito, artisti che trattano il tema di venezia, storia di venezia. supporti utilizzati: proiezioni olografiche interattive, software di navigazione virtuale 3D, proiezioni senza schermo, ologrammi 3D con ricostruzioni architettoniche
2. TIPO DI FONDACO PER LE COMUNITA’ STRANIERE: Il fondaco dei tedeschi è l’esempio più conosciuto, una sorta di ‘duty-free’ ante litteram, esso incorpora come funzioni: 20
1. il commercio della merce straniera 2. gli uffici amministrativi della comunità ospitata 3. il deposito di stoccaggio
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stage, workshop e attività di studio per brevi permanenze
3. pianta primo piano del fondaco dei Turchi in un rilievo del ‘700, Venezia, Archivio di Stato, fonte E. Concina, Fondaci ed. saggi Marsilio, 1997
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4. il fondaco vecchio della farina a Rialto, XII-XIII sec, particolare veduta de’ Barbari, 1500
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bazar commerciali
5. fondaco del miglio, prima metà del XV sec. 6. il fondaco nuovo della farina a San Marco, 1492-93 8
7. “il fonteghetto della farina”, il Canaletto, 1735-40, collezione Giustiniani 8. fondaco dei Persiani nel particolare de Il miracolo della Croce, di V. Carpaccio, 1496, Gallerie dell’Accademia 9. il fondaco dei turchi prima dei restauri ottocenteschi
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10. il primo fondaco dei tedesci, particolare veduta de’ Barbari, 1500
1. portale web di 40xVenezia (www.40xvenezia.it) 2. Venezia Camp 2010, Arsenale di Venezia 3. dal blog “la Venezia che vorrei” (https://baronixvenezia.wordpress.com) 4. "AAA aspiranti veneziani cercasi" proposta di raccolta firme per aspiranti cittadini lanciata dal sito venessia.com, 2009 5. “Veneziani in vendita su ebay”
performance provocatoria di venessia.com, 2008 6. pietre di venezia aggredite dallo zolfo, tratto dal sito di Umberto Sartori (http://www.veneziadoc.net/ ourvenice)
9. laboratorio propedeutico TOTEM, a cura della compagnia teatrale Farmacia Zoo, nell’ambito del progetto VIvacittà, Marghera 2010
13. Led Multitouch reale di Touchwindow ®
10.Dancing Engine, un viaggio danzante tra Venezia e Mestre, performance del gruppo teatrale Mano Nuda, 2010
15. Tavolo Interattivo Multi-touch all in one di Touchwindow ®
7. Festa di San Pietro di Castello 2011 8. Dancing Engine, un viaggio danzante tra Venezia e Mestre, performance del gruppo teatrale Mano Nuda, Venezia 2010
11. “no vivacittà no party”. festa delle associazioni di Vivacittà, Venezia 2010 12. Tavolo Interattivo Multi-touch all in one di Touchwindow ®
14. Tavolo Interattivo Multi-touch all in one di Touchwindow ®
16. Soluzione Vetrina Immobiliare di Touchwindow ®
18. “don’t come ti venice”, Benedetta Panisson, Tese della Biennale, Venezia 2008
Brunzin in collaborazione con la Cooperativa Sociale Rio terà dei pensieri, Venezia 2010
19. “Tamo. Tutta l’avventura del mosaico”, museo Tamo, Ravenna 2011
23. catalogo oggetti di “ILT I Love Tourism Shop”, 2011
20. Workshop Fotogra! a di paesaggio, con Roberto Masotti, IED Venezia 2010/2011
24. progetto “le malefatte di città di venezia”, in collaborazione con la Cooperativa Sociale Rio terà dei pensieri, Venezia 2010
21. Photoart Workshop, IED Venezia, 2010/2011
17. BluLab, “tappeto magico” di Modidi, Udine 2010
22. “Design in gabbia”, progetto di Anthony Knight, studio IMEGADITO e Raffaella
le funzioni sono distinte: al piano terra i commerci e gli spazi pubblici, ai piani superiori gli ufffici, gli alloggi privati
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l’idea di fondaco nella storia e oggi
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· quota -6,00 e +0,00 · superficie complessiva 500 mq · capienza 324 posti a sedere
L’accesso prevede un ingresso posto a quota +0.00 dell’edificio in una hall provvista di bar, guardaroba e servizi igienici. Successivamente si scende attraverso due rampe che costeggiano la cavea dell’auditorio permettendo di prendere visione dello spazio verso il quale si procede. A quota -6.00, ovvero la quota del palco, sono previsti tutti una serie di servizi correlati all’attività quali magazzi, camerini, servizi igienici e collegamenti con i pani superiori. L’auditorio prende luce dal soffitto attraverso 3 ‘pozzi’ vetrati posti a quota +4,00 m. sulla piazza del fondaco. Dalla hall è previsto l’accesso privato agli uffici amministrativi e agli spazi tecnici che gestiscono sia l’auditorio che lo spazio espositivo.
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schema funzionale 13
5
9 - 1.70
3 2
6 7
16
+ 0.00
4
- 1.70
quota +0,00 (fondamenta)
Esposizioni
· quota +4.00 e +7.50 · superficie complessiva 560 mq · esposizioni temporanee · servizio bar e bookshop
B
E’ la parte più versatile dell’edificio. Uno spazio libero e componibile si apre sulla piazza a quota +4.00 in una grande hall a doppia altezza. La hall accoglie un bar con affaccio e plateatico sulla piazza, affiancato dal bookshop. Il resto degli spazi è adibito ad esposizioni multimediali attraverso l’uso di proiezioni interattive e schermi led multitouch sempre aggiornabili. Il piano superiore è aperto con un ballatoio che permette la vista della hall. Il piano inferiore occupa una superficie di 330 mq., mentre il piano superiore di 230 mq., per un totale di 560 mq.
0
1
3
6
legenda
8.
ingresso uffici amministrativi
9.
accesso acqueo
spazi pubblici spazi semi-privati
1.
auditorio
10.
sala di regia
2.
ingresso biblioteca
11.
magazzino
spazi privati
3.
ingresso auditorio
12.
bazar
collegamenti verticali
4.
uffici amministrativi
13.
ingresso foresterie
5.
guardaroba
14.
uscite di sicurezza
6.
bar
15.
accesso acqueo principale
7.
ingresso privato auditorio e uf uffici
16.
locale tecnico
attività commerciali servizi
1
B
2
sezione D_D
T. 08
1:200 1. 2. 3. 4.
pi a nta 1:200 se zi o ne B_B 1:200 vi sta i ngre sso e sp o si zi o ni vi sta a ffa cci o d a gl i spa zi e sp o si ti vi
tra m e e m e r s e _ u n f o n d a c o p e r i ve n e z i a n i ra l a to r i : p ro f . V. Tro n ch i n , p ro f . s s a R. A l b i e ro c o r r e l a to r e : G. Bi a s i
l a u r e a n d o : M a rc o Ga g g io _ m at r. 2 3 3 9 4 7 Is ti tu ro Un i ve r s i ta r i o d i Archit et t ura di Venezia AA. 20010/2011
key map 10
9
5
5
5
coperture
+4.00
3
P. 02
1
6
P. 01
2 6
P. 00
3
6
6
8
P. -01
6 4 6
+4.00
schema funzionale
3 +4.00
6
+2.00
4
1
Biblioteca
· quota +0,00, +4,00 e +7,50 · superficie complessiva 1370 mq · 64 posti lettura · 22 postazioni interattive · servizio caffetteria e armadietti
0
1
6
6
6
6
7
quota +4,00 (corte/piazza)
3
6
legenda
8.
corte/piazza
9.
bookshop
10.
uscita di sicurezza
spazi aperti pubblici spazi semi-privati
1.
ingresso esposizioni
2.
sala biblioteca multimediale
spazi privati
3.
bar/caffetteria
collegamenti verticali
4.
reception desk e armadietti
5.
sale espositive multimediali
6.
foresteria
7.
cucine
attività commerciali servizi igienici
1
A
C
C
E’ il cuore dell’edificio, con i suoi 1370 mq la biblioteca rappresenta la memoria storica e documentale del fondaco grazie al suo archivio digitale in continuo aggiornamento. Gli spazi sono distribuiti su due livelli e avranno due funzioni diverse ma complementari. Al primo livello c’è la biblioteca vera e propria (superficie di 770 mq) con le attrezzature tecnologiche per la consultazione di documenti, carte e materiali d’archivio provenienti dalla digitalizzazione dei patrimoni presenti nelle varie biblioteche della città e posti di lettura; mentre al piano superiore (superficie di 600 mq), il cervello del fondaco, ovvero le sale per incontri, discussioni e decisioni delle associazioni e spazi più riservati per riunioni di carattere più privato. L’ingresso è posto al piano terra, sul quale si affaccia dal piano superiore la caffetteria.
6
+4.00
2
T. 09
A
1. 2. 3. 4.
pi a nta 1:200 se zi o ne C_C 1:200 vi sta i ngre sso bi bl i o te ca vi sta sa l e bi bl i o te ca mul ti me d i a l e
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l a u r e a n d o : M a rc o Ga g g io _ m at r. 2 3 3 9 4 7 Is ti tu ro Un i ve r s i ta r i o d i Archit et t ura di Venezia AA. 20010/2011
key map
5 1
1
1
1
coperture
+7.50
6
2
P. 02
3
P. 01
3
3
P. 00 3 6 3
P. -01
3 5 3
schema funzionale
+7.50
3
3
3
3
3
3
4
4 quota +7,50
Foresteria
· quota +4,00 e +7,50 · superficie complessiva 1200 mq · 24 alloggi da 30 mq l’uno · 24 posti letto raddoppiabili fino a 48
D
La foresteria rappresenta lo spazio per chi avesse necessità di alloggiare per brevi periodi sull’isola, questa è pensata per chi partecipa a stage, workshop o attività di ricerca promossi dal fondaco. La foresteria è autonoma con 1200 mq disposti su due livelli per un totale di 24 alloggi da 30 mq ciascuno e 2 cucine comuni. Dispone di 5 ingressi diversi, uno, il principale, è posto al piano terra e vi si accede da un ingresso privato, gli altri quattro si affacciano sulla piazza al piano superiore. Dalla foresteria si ha accesso diretto sia alla biblioteca che agli spazi espositivi.
0
1
3
6
spazi semi-privati
legenda
spazi privati 1.
sale espositive multimediali
2.
deposito
3.
foresteria
4.
cucine
5.
biblioteca/spazi studio
6.
sale incontri
collegamenti verticali
1
D
2
T. 10
1. 2. 3. 4.
pi a nta 1:200 se zi o ne D_D 1:200 vi sta fo re ste ri e da l l a co rte vi sta co rri do i o fo re ste ri a
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l a u r e a n d o : M a rc o Ga g g io _ m at r. 2 3 3 9 4 7 Is ti tu ro Un i ve r s i ta r i o d i Archit et t ura di Venezia AA. 20010/2011
key map 6
coperture
P. 02 5
P. 01
3
P. 00
7
3
2
P. -01
3
5
4
1
legenda
0
1
3
6
1
T. 11
1. co pe rtu re 1:200
tra m e e m e r s e _ u n f o n d a c o p e r i ve n e z i a n i ra l a to r i : p ro f . V. Tro n ch i n , p ro f . s s a R. A l b i e ro c o r r e l a to r e : G. Bi a s i
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1.
copertura di pannelli solari tecu solar system速
2.
campo/piazza
3.
pozzi di luce/sedute
4.
accesso acqueo
5.
darsena per i visitatori
6.
accesso acqueo principale
7.
fitodepurazione
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2
5
materiali particolare della facciata interna sulla corte del fondaco, la struttura è pensata
Le due pelli del fondaco, la principale esterna e quella interna alla corte, sono state pensate con due rivestimenti differenti. La prima è in lastre di pietra d’Istria, la seconda è idealmente trattata con lastre di marmo proconnesio tagliate fini (spessore 3cm) così da permettere una diafanicità della parete. Come un diaframma le lastre di proconnesio si appoggiano ad una struttura metallica, sulla quale sono posti dei montanti dove vengono inserite a secco e a scorrimento le lastre opportunamente fresate.
su un modulo di 4mx4m (la metà del modulo della pianta) e con una ripetizione seriale degli elementi lapidei con un ritmo a-b-b-c-a-d-b-e.
3
6
7 4
T. 12 08
1. 2. 3. 4.
pro spe tto pro spe tto pro spe tto pro spe tto
o ve st n o rd e st sud
1:200 1:200 1:200 1:200
5 . pa rt i c o l a re di f a c c i a t a 1 : 5 0 6 . v i st a i n di sc e sa de l l a ra m pa c o n sc o rc i o su S a n M a rc o 7 . v i st a c o nt ro c a m po i n sa l i t a de l l a ra m pa
tra m e e m e r s e _ u n f o n d a c o p e r i ve n e z i a n i ra l a to r i : p ro f . V. Tro n ch i n , p ro f . s s a R. A l b i e ro c o r r e l a to r e : G. Bi a s i
l a u r e a n d o M a rc o Ga g g i o _ m at r. 2 3 3 9 4 7 Is ti tu ro Un i ve r s i ta r i o d i Archit et t ura di Venezia AA. 20010/2011