SABINA numero dicembre 2021

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periodico di informazione del centro italia anno 98 N. 3 OTT-DIC 2021

€ 2,00

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Sommario 4 Barbara Una come noi

di Redazione in collaborazione con Beatrice Andreani

Dal 1923 Fondatore: Giuseppe Lolli Rifondato da Maria Grazia Di Mario

Anno 98 numero 3 ottobre-dicembre 2021 Direttore responsabile Maria Grazia Di Mario mgraziadimario@gmail.com tel. 347 3628200 Vicedirettore Onorario Ettore Nuara Caporedattore Daniela Delli Noci Editore Associazione Angelo Di Mario Via S. Antonio, 1 Vallecupola di Rocca Sinibalda (Rieti) Redazione Via G. Mameli 48b - 02047 Poggio Mirteto (Rieti) hanno collaborato: Beatrice Andreani, Daniela Delli Noci, Giorgio Giannini foto: Enrico Meloccaro, Massimo Renzi, Diego Valentini Progetto: Francesco Cristino Stampa: RiStampa srl Via Salaria per l’Aquila km 91,350 - 02015 Santa Rufina di Cittaducale (Rieti) - tel. 0746 606732 Registrazione al tribunale di Rieti n. 3 del 09/11/2016 La collaborazione è gratuita La rivista si può sfogliare anche su www.sabinamagazine.it Tutto il materiale, foto, articoli, pubblicità sono soggetti a copyright In copertina: Castello Orsini (Ponticelli Sabino), di proprietà dell’Università Agraria di Ponticelli Sabino e immagine della festa di Santa Barbara

12 50 anni di petali d’arte di Daniela Delli Noci

16 [e]Motion con würth 18 Magica castelnuovo di farfa di Beatrice Andreani

26 Il bello di ludovica di Beatrice Andreani

30 AMITERNUM una cenerentola di Giorgio Giannini

info 347 36 28 200 - bibliotecasamuseoangelodimario.com

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Maria Grazia Abbamonte Psicologa Piscoterapeuta Consulente Familiare Specialista in Scienze dell’Educazione consulenza psicologica psicoterapia consulenza familiare

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Roma, Studio Mosaico, via A. Fogazzaro, 101

Cell. 351.7664632 mgrazia.abbamonte@libero.it www.mariagraziaabbamonte.it 3


Sabina

barbara UNA come noi I

l Il fuoco (inteso come rigenerazione), la torre (trasformata da prigione in luogo di sicurezza), il libro (quale strumento di crescita professionale e spirituale). La storia di Santa Barbara è legata a queste simbologie e a valori universali ed ancora attuali quali la forza d’animo, la libertà religiosa, la ricerca della verità, dell’essere e non dell’avere, la tolleranza, l’unità, il superamento delle differenze. Santa Barbara ci invita a conoscere la storia ed a custodire la memoria, per difenderci da soprusi e dittature. Secondo la tradizione, la Santa, nata nel 273 d.C. in Nicodemia (nell’attuale Turchia), avrebbe trascorso a Scandriglia una parte della sua vita fino al martirio, provocato dal suo stesso padre. Un martirio feroce, dato che le furono strappati anche i seni, ed anche in questo caso come non pensa-

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re ai fatti di attualità, alle tante Barbare afgane e alle vittime di femminicidio. Proprio per onorare i luoghi della santa (Scandriglia è luogo della sua testimonianza e Rieti la città che accoglie il suo corpo, di entrambe è la patrona), l’Associazione Santa Barbara nel Mondo ha deciso di ripartire con la XXIII edizione della Manifestazione proprio dalla Sabina e in particolare da Ponticelli e Scandriglia, grazie ad una partnership con l’Università Agraria di Ponticelli Sabino. La scelta non è casuale, si vuole restituire rispetto e attenzione per il territorio che vide la Santa manifestare il proprio martirio, il miracolo cristiano e indicare con forza i suoi principi ispiratori: amore, giustizia, libertà, verità. “Per questa edizione abbiamo scelto di partire dalla Sabina e non da Rieti capoluogo – spiega il presidente dell’Asso-


Tra Tradizione e Attualità

Vassallo (fratello di Angelo, sindaco La XXIII di Acciaroli, testimone della Legalità e Edizione della promotore della valorizzazione dell’Amucciso dalla criminalità organizManifestazione biente, zata). Il 2 dicembre, presso il Comune grazie alla disponibilità Santa Barbara didelScandriglia, Sindaco Lorenzo Ferrante, sarà consegnato nel pomeriggio il Ricononel Mondo scimento alla carriera giornalistica a BARBARA PREMOLI, giornalista parte il 27 sportiva direttrice / editrice di Motori novembre da No Limites, peraltro già premiata al mattino nella sala consiliare del Comune di Ponticelli e Rieti, con il nostro importante Premio Valore Donna “BRAVA BARBARA”. Scandriglia Sempre Scandriglia è protagonista di un altro evento cruciale, il 5 dicembre verrà per tornare inaugurato il PERCORSO DI SANTA a cura di CAR RIETI. “ a rivalorizzare BARBARA LA FIACCOLA DELLA RINASCITA “, con partenza alle ore 10,00 da Ponticelli i luoghi Sabino, trasferimento a Scandriglia per della Santa, l’accensione della fiaccola, tappa successiva a Rieti ed arrivo ad Amatrice”. grazie ad una La manifestazione si sposterà poi a Rieti 3 e 4 dicembre, con, il 3 dicembre, l’apartnership ilpertura della tradizionale Fiera, al mattino; dalle ore 16 alle ore 17, in collaboracon l’Università zione con il FAI, l’incontro in streaming con l’architetto Sabrina Aloisi, sul Agraria di tema Conosciamo la Cappella di Santa Barbara; dalle ore 17 alle 18, sulla GradiPonticelli nata della Cattedrale di Rieti , l’esibizione della Fanfara degli Alpini diretta Sabino

noi ciazione Santa Barbara nel Mondo, Pino Strinati – Sabato 27 novembre (ore 12) a Ponticelli Sabino, presso l’Auditorium “Antica Via del Sale” annesso al Castello Orsini, entrambi di proprietà dell’Università Agraria di Ponticelli, dopo l’inaugurazione dello stesso, verrà conferito il Premio di Cultura COME BARBARA all’ opera letteraria “Icaro, il volo su Roma”, del giornalista e Direttore dell’Ufficio Stampa della Presidenza della Repubblica Italiana Giovanni Grasso. Grasso sarà intervistato dal caporedattore de “La Stampa” Paolo Festuccia. A Ponticelli e Scandriglia altri tre eventi importanti: a Ponticelli il 1 ° dicembre, alle ore 18,00, presso l’Auditorium, alla presenza del Sindaco, sarà invece conferito il Premio di Cultura COME BARBARA all’opera letteraria “La verità Negata”, presente l’autore Dario

Nelle foto: alcune immagini durante la Festa di Santa Barbara nella Città di Rieti

dal M° Rossella Scopigno; alle ore 18, il “Discorso alla città’” da parte del vescovo di Rieti monsignor Domenico Pompili ed alle ore 21, in collaborazione con Coop Centro Italia, a Rieti, presso il Teatro Flavio Vespasiano, il Concerto di beneficenza a favore dell’ ALCLI, in ricordo del cantautore Andrea Salini, con il gruppo reatino TRIO MUSI’ (musicisti Maria Rosaria De Rossi, Sandro Sacco, Paolo Paniconi). Il 4 dicembre (giorno del martirio) prosegue l’appuntamento con la tradizionale Fiera e deposizione, nel cimitero, di una corona al monumento dei caduti, da parte del Corpo VVF; alle ore 11, nella Cattedrale, celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo monsignor Domenico Pompili, con la partecipazione dei VVF, delle autorità e della cittadinanza e discorso dell’ingegnere Paolo Mariantoni, comandante Vigili del Fuoco di Rieti; dalle ore 17 alle 18, sulla Gradinata

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Sabina Nella foto: esibizione dei Vigili del Fuoco di Rieti, presso Piazza Vittorio Emanuele

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della Cattedrale di Rieti, esibizione della Banda Musicale di Lisciano Giuseppe Verdi, diretta dal maestro David Giovannelli; alle ore 18, in Cattedrale celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo di Rieti, con i sacerdoti della diocesi. Altri importanti eventi toccheranno altri luoghi della Sabina, alta e bassa, l’obiettivo principale è quello di promuovere il territorio su larga scala, dando visibilità alle piccole realtà presenti, realtà quali Cantalice, Montopoli in Sabina ed Amatrice. A Cantalice, il 29 novembre, alle ore 18,00, nella sala consiliare, sarà conferito un Riconoscimento all’Associazione La Saletta della Memoria, nel corso dell’evento dal titolo Testi e testimoni della libertà. A Montopoli in Sabina, il 1 dicembre, alle ore 15, in collaborazione con Coop Centro Italia, è prevista la piantumazione di 11 alberi in memoria del “ Sindaco pescatore Angelo Vassallo”, alla presenza del fratello Dario, del sindaco di Montopoli e degli alunni delle scuole. Domenica 5 dicembre, alle ore 17, ad Amatrice, presso l’Auditorium della Laga, Concerto per la rinascita - Amatrice per non dimenticare, con la Banda musicale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco diretta dal M° Donato Di Martile, con il Conferimento del Premio Internazionale di Solidarietà “NEL FUOCO” FONDAZIONE VARRONE, a Fabrizio Curcio, Capo del Dipartimento della

Protezione Civile. “La ricostruzione di Amatrice deve tornare ad essere una delle priorità di chi ci governa, e non esiste forma migliore dell’arte per veicolare messaggi propositivi che coinvolgano chi, in quella terra, si sente abbandonato e messo da parte – precisa Strinati -. Dopo il clamore dei primi tempi successivi al sisma si è messo da parte l’unico obiettivo davvero importante, che non è il racconto sensazionalistico della catastrofe proposto dai media, ma la reale vicinanza alla popolazione e il concreto agire. Nel nostro piccolo abbiamo così organizzato un concerto dedicato proprio alla rinascita del posto, coinvolgendo la banda del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Ci ospiterà l’Auditorium della Laga e sarà l’occasione per conferire il prestigioso Premio Internazionale di Solidarietà “Nel Fuoco” al Capo del Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio, in prima linea nella notte di quel 24 Agosto e nei giorni successivi al disastro. Per noi Amatrice è una meta imprescindibile e anche quest’anno, al quinto anniversario, ci teniamo a lanciare un messaggio di supporto, puntando i riflettori e sperando si sollecitare le Istituzioni”. “Ci tengo a ribadire – prosegue il presidente – che gli eventi si aprono a Ponticelli e chiudono ad Amatrice. Si tratta quindi di una programmazione che tende da una parte ad una vera e propria


Tra Storia e Mito

Nella foto: traversata del fiume Velino in occasione delle passate edizioni della festa di Santa Barbara, che quest’anno non potrà essere effettuata a causa del COVID-19

riqualificazione del territorio sabino e delle sue bellezze storico-artistiche, dall’altra alla condivisione di scenari altri da quelli strettamente legati al territorio. Il coinvolgimento di personaggi di vario spessore e di diversa provenienza geografica conferisce alla festività stessa una rilevanza morale e culturale non indifferente. Chiaro esempio di questa strategia tutte le opere premiate, compresa l’opera letteraria di Giuseppe Mastromarino su “Don Giovanni Minozzi”, presentata il 13 novembre scorso. Nell’occasione si è parlato anche dell’importanza del progetto dell’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani, “Dai luoghi degli esili, alla Costituzione Repubblicana, alla costruzione dell’Europa” ed è stato conferito il riconoscimento “Una vita per la promozione della Cultura” alla Vice Presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani, Silvia Costa. Il ricordo di Don Giovanni Minozzi, figura fortemente sentita tra gli amatriciani, ha riportato uno sguardo diretto su Amatrice stessa. Insomma, quest’anno Santa Barbara nel Mondo abbraccia una vasta area che parte dalla Sabina, sino alla provincia di Rieti. Ad Amatrice i ragazzi del Liceo Sociale hanno realizzato per l’occasione delle opere originali, a partire proprio da uno scritto di Don Minozzi”. I premi, come al solito, sono conferiti a personaggi che incarnano i valori rappresentati da Santa Barbara. A Mastromarino si affiancano, per questa edizione, Dario Vassallo, Barbara Premoli, Fabrizio Curcio, Giovanni Grasso. “In particolare Vassallo fu paladino della

legalità e dell’ambiente. Sarà un piacere e un prestigio per noi ricordarne la memoria, soprattutto davanti a dei ragazzi che rappresentano le nuove generazioni da sensibilizzare su queste tematiche continua Strinati -. l’Associazione inoltre ha deciso di assegnare il Premio “Brava Barbara” alla giornalista sportiva Barbara Premoli, perché ha alle spalle un’importante carriera anche come direttrice di mensili legati al mondo sportivo e, nello specifico, a quello motociclismo. Negli ultimi anni ha dato vita ad un blog (“Motori No Limits”) completamente dedicato al tema dei motori. Si tratta di una delle firme più autorevoli nel campo del giornalismo sportivo ed ha accettato con entusiasmo questo riconoscimento. Avremo il piacere, venerdì 3 dicembre, di assistere ad una sua lectio magistralis tenuta per gli studenti del Liceo Scientifico Sportivo di Amatrice, l’Istituto Omnicomprensivo “Sergio Marchionne”. Nel pomeriggio del 2 dicembre si terrà un ricevimento presso la Sala Consiliare del Comune di Scandriglia, durante il quale le verrà assegnato un riconoscimento alla carriera giornalistica”. Altre iniziative sono legate alla promozione del territorio, sabato 4 dicembre, alle ore 16, nel Comune di Rieti (sala consiliare), avverrà la stipula del gemellaggio tra il CAMMINO DI SAN FRANCESCO e il CAMMINO MINERARIO DI SANTA BARBARA della SARDEGNA. Per l’occasione si parlerà dei neonati Cammini di Santa Barbara in Sabina. “Abbiamo cercato di offrire qualcosa di nuovo che permettesse di coinvolgere ancora di più la popolazione. È nato così 7


Sabina Sabina Nelle foto: in basso panorama di Scandriglia visto dal Castello Orsini di Ponticelli, nella pagina a destra l’interno del Castello Orsini e la Mola Carducci, sempre nella frazione di Ponticelli. I Beni menzionati sono di proprietà dell’Università Agraria di Ponticelli Sabino. A seguire l’ingresso del Castello ed un affresco al suo interno

il Cammino di Santa Barbara, sulla scia del Cammino di San Francesco. Partirà da Scandriglia e arriverà sino alla Cattedrale di Rieti. Si tratta di un progetto del tutto nuovo sul quale vogliamo puntare i riflettori in quanto simbolo di dialogo tra le varie comunità presenti sul territorio sabino e fonte di interazione con gli spazi naturali esistenti. Un secondo percorso simile, ma questa volta a percorrenza stradale, “La Via di Santa Barbara”, verrà invece inaugurato il 5 dicembre. Le preziose vetture del Club Autostoriche Car di Rieti, presieduto dall’Avvocato Costanzo Truini, si raduneranno per percorrere insieme il tratto che va da Scandriglia a Rieti”, spiega Pino Strinati. “Abbiamo messo in conto che quest’anno non sarà possibile organizzare la consueta processione sul Fiume Velino – conclude il Presidente dell’Associazione Santa Barbara nel Mondo – Ma, possiamo dire, in senso figurato, che lo stesso Cammino di Santa Barbara simboleggerà in parte la processione dei devoti”. La Manifestazione si sposta a Ponticelli Sabino, grazie alla partnership con l’Università Agraria Altra importante novità di decentramento in Sabina è il coinvolgimento dell’Università Agraria di Ponticelli Sabino nell’organizzazione della Festa.

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L’Università Agraria, che fu costituita nel 1905 per provvedere all’amministrazione dei beni di dominio collettivo, oggi rappresenta un centro nodale per la comunità. In concomitanza con la presentazione del libro di Giovanni Grasso, “Icaro, Il volo su Roma”, sarà ufficialmente aperto al pubblico l’Auditorium di Ponticelli, situato all’interno della chiesa, assieme al Castello Orsini oggetto di numerosi restauri. Vito Fioroni, il Presidente, illustra i numerosi interventi di rilancio delle strutture appartenenti all’Ente, spiegandoci come quest’ultimo abbia assunto un ruolo fondamentale per la riqualificazione dei beni culturali del territorio. “Tra le strutture che mettiamo a disposizione ed abbiamo ristrutturato segnalo il Castello Orsini – spiega Fioroni –. L’operazione, che ha reso necessari diversi restauri, anche antisismici, sull’intero complesso, è iniziata, nel 1994 ed è terminata nel 2007. Alcuni problemi tecnici, tra cui il completamento del tetto ai fini del collaudo, hanno fatto sì che i lavori si protraessero fino al 2018. Oggi, collaudato, è finalmente fruibile e l’inaugurazione del 27 novembre porterà sicuramente grande visibilità. L’Università Agraria sta cercando di rilanciare, con proprie risorse, attraverso un ambizioso progetto dell’archeologo Carlo Virili, diverse strutture collocate lungo la Via del Sale/


Eventi & Mostre

Salaria, tra cui il Ponte del Diavolo, un antico bastione dell’epoca preromana e l’antico mulino ad acqua denominato Mola Carducci, che contiamo di ripristinare il prima possibile, contenente ancora le macine di granito originarie”. Fioroni illustra in breve storia e progetti futuri dell’Università Agraria di Ponticelli Sabino, per la rivalutazione del proprio territorio. “L’Ente è stato creato nel 1905 da Leggi Nazionali, con l’assegnazione delle terre agli utenti, i quali cominciarono a beneficiarne avvalendosi dell’uso civico e quindi della possibilità della raccolta del legname e del pascolo degli animali, a costo di un canone mensile. All’Ente è stata poi assegnata una vastissima proprietà di circa 260 ettari. Il Presidente e il Consiglio di amministrazione vengono eletti ogni cinque anni. Molti dei terreni assegnati agli utenti sono poi stati riscattati dagli eredi con il pagamento di un canone finale di affrancazione, che ha permesso a questi ultimi di divenirne proprietari a tutti gli effetti - spiega-. L’Università possiede ancora molte proprietà, tra cui diversi boschi, una cava (i cui proventi vengono destinati poi alle attività istituzionali), alcuni fontanili e lo stesso Castello Orsini che vorremmo poter mettere a disposizione per eventi e manifestazioni, quale incubatore. Ponticelli si trova in una zona baricentrica del territorio, contornata da vari Comuni con i quali abbiamo intenzione di crea-

re un circuito culturale su larga scala. È di estremo interesse scoprire le bellezze della Sabina e trovare interconnessioni tra i paesi e i centri urbani meno conosciuti. Dare voce alle realtà del nostro territorio sarà la nostra missione e quella sin qui raccontata può rappresentare una valida occasione per compiere un passo in avanti, sposando una nuova capacità di osservazione aperta a stimoli esterni, verso i quali è necessario proiettarsi per ottenere una crescita intellettuale e territoriale. La ricorrenza del 4 dicembre, Festa di Santa Barbara, racchiude in sé l’aspetto religioso e folcloristico da un lato, e quello culturale e artistico dall’altro. Essa rappresenta, per i nostri territori, un valido ed efficace esempio di sintesi tra spinte sociali e antropologiche differenti, che ne fanno un gioiello della cultura locale da tutelare, riscoprire e valorizzare”.

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Sabina

Le testimonianze DARIO VASSALLO “Angelo fa parte della storia di questo paese perché ha creduto in una politica diversa di cui oggi, forse, ci siamo dimenticati. Questo libro narra il percorso che la Fondazione, che porta il suo nome, ha compiuto per reclamare la necessità di portare a galla la verità. La piantumazione degli undici alberi racchiude il simbolo del nostro operato. Anche in Albania, ad aprile, è stato dedicato un giardino ad Angelo, alla presenza di delegati delle Ambasciate degli Stati Uniti e dei Paesi Bassi, per volere del Presidente del Parco Ardian Koci. Il legame con la Sabina ha inizio nel 2014 con l’intitolazione della biblioteca comunale di Montopoli a nome di mio fratello, per volere del Sindaco Antimo Grilli. Nel mio caso il legame che mi unisce al territorio reatino arriva da Amatrice, in cui ho svolto la professione di medico per quasi quindici anni. Ciò che è accaduto con il sisma del 2016 mi ha molto provato. Per questo credo nella riqualificazione dei territori lasciati a se stessi. Un obiettivo che caratterizza la Fondazione Angelo Vassallo, già in prima linea per la pulizia dei fondali marini. Si tratta di un progetto giunto sino a Washington, dopo l’invito di John Kerry. Tuttavia, abbiamo constatato con amarezza che le nostre richieste presso alcuni Comuni campani di intitolare simbolicamente un albero, o un fiore, ad Angelo Vassallo sono state rifiutate. Mi rincuora sapere, però, che ci sono amministrazioni illuminate. È il caso del Comune di Trezzano sul Naviglio, in cui è stata intitolata ad Angelo la Sala Consiliare. Ci terrei a ricordare infine come proprio l’undici novembre, il Presidente del Consiglio Mario Draghi abbia ricordato Angelo in occasione dell’assemblea dei sindaci tenutasi a Parma”. PAOLO MARIANTONI Un’occasione importante per ricordare Amatrice, concorda Paolo Mariantoni, Comandante dei Vigili del Fuoco di Rieti. Per questo la banda della sezione di Rieti parteciperà al concerto dell’ultima data di programmazione. Nelle giornate del 3 e del 5 dicembre sarà reso omaggio al ricordo di due vigili, Fazzini e Colasanti, venuti a mancare durante il servizio a seguito di un grave incidente boschivo nei pressi di Petrella Salto e a causa di un’esplosione in cui perse la vita anche un civile. Nella giornata del 4 dicembre, invece, prima della Messa Solenne officiata in Cattedrale dal Vescovo Domenico Pompili, con l’Associazione Nazionale dei Vigili del Fuoco in congedo, verrà posta una corona di fiori in ricordo del monumento ai caduti presso il cimitero di Rieti. Alcuni degli eventi previsti non avranno luogo per evitare assembramenti. GIOVANNI GRASSO “Icaro, Il volo su Roma” riprende la storia di Lauro De Bosis che, il 3 ottobre di 90anni fa, guida un piccolo aereo su Roma, passando totalmente inosservato, con l’intenzione di lanciare 400mila volantini contro il fascismo. L’impresa riesce ma al ritorno dal viaggio, verso la Corsica, probabilmente per un’avaria, l’aereo precipita nel Tirreno. Da quel momento si perdono le tracce sia del velivolo che, in un certo senso, dell’impresa stessa di Lauro De Bosis. Com’è nata l’idea di questo romanzo? “Ho scritto il romanzo durante la pandemia, ma coltivavo da anni l’interesse per questo eroe. Nel 2009, quando ho avuto modo di curare il Carteggio Salvemini-Sturzo, nel riordinare le lettere ne trovai una del 1937 in cui Gaetano Salvemini, storico e politico antifascista, chiedeva a Sturzo di raccontargli della sua conoscenza con Lauro De Bosis, perché interessato a scrivere una sorta di opuscolo su questo personaggio – spiega Grasso -. Ho scoperto Lauro De Bosis in questo modo, vent’anni fa, dopodiché l’ho portato sempre nel mio cuore, curiosità alimentata dal materiale d’archivio raccolto e dalle epistole. Dell’antifascismo ne parlai anche in un documentario che scrissi per la Rai, citando lo stesso De Bosis e altre figure di spicco, come Giuseppe Donati, direttore de “Il Popolo” e Nello Rosselli. In “Icaro, Il volo su Roma” la storia, le date e le documentazioni sono integrate con il racconto tridimensionale della vita privata del protagonista, ed è proprio questo che dona spessore alla narrazione”.

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Tra Tradizione e Attualità Nel 2015 ha già ricevuto un premio durante la programmazione della Festa di Santa Barbara per il volume “Piersanti Mattarella: da solo contro la mafia”. Lei crede nel fatto che la storia non si ripeta, ma che esistano delle predisposizioni ad atteggiamenti negativi che inevitabilmente portino ad una conclusione già vista. La bolla d’assuefazione dovuta al potere comunicativo che assumeva un importante ruolo anche durante la propaganda nazi-fascista, rendeva gli individui certi di essere nel giusto. Cosa ci salva oggi dalla possibilità che la storia si ripeta? “Il Fascismo, come il Nazismo e le altre dittature moderne del Novecento, ha fatto un uso efficace e pervasivo dei mezzi di comunicazione di massa, dalla radio ai manifesti, sino ai giornali e così via. Che il consenso al Fascismo, sin dalla fine degli anni Venti, fosse abbastanza rilevante è un fatto storico innegabile, ma non bisogna dimenticare che si trattava di un consenso forzato, certamente estorto non solo con la mera censura. Ci salva sicuramente ciò di cui i nostri predecessori erano sprovvisti, ovvero la reale possibilità di esprimere le proprie opinioni”. Tornando al libro, De Bosis lascia un testamento spirituale, “Storia della mia morte”, in cui trapela la convinzione che successivamente al suo gesto si sarebbe creata una scia di ribellione alla dittatura fascista. Sappiamo in realtà che questo non accadrà, anzi la sua impresa verrà parzialmente dimenticata. Quanto può valere oggi un gesto di questa portata con quegli stessi ideali? “Vorrei rispondere citando la lunga lettera in francese che scrisse di suo pugno, prima di partire per il volo su Roma. Era destinata alla pubblicazione sul giornale belga “Le Soir” che finanziò questa missione, chiedendo in cambio un’intervista rilasciata al suo ritorno. Si tratta di un testamento spirituale, un documento con un contenuto molto nobile la cui lettura consiglio fortemente soprattutto ai ragazzi. Tuttavia non ho voluto inserirlo nel libro, perché si tratta di un testo talmente bello che dovrebbe essere pubblicato per intero. Sono convinto che gli stessi ideali che mossero De Bosis, siano quelli che ritroviamo alla base della libertà di opinione e di scelta. Il suo gesto, sicuramente, va oltre il contesto storico e pervade i valori nati dopo la Guerra, con la Ricostruzione e con la Repubblica Italiana”. Il programma completo della manifestazione si può scaricare su www.sabinamagazine.it Articolo di redazione con testimonianze raccolte da Beatrice Andreani, foto di Enrico Meloccaro e Massimo Renzi

Nelle foto: le copertine dei libri premiati, il lavoro svolto dai ragazzi del Liceo Sociale di Amatrice. In basso il Ponte del Diavolo nella frazione di Ponticelli Sabino

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Sabina Sabina

50 anni di petali d’arte di DANIELa delli noci

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reare quadri con i fiori è una vera e propria arte dal valore storico, culturale e antropologico. E’ quanto messo in luce dalle manifestazioni per il cinquantennale dell’Infiorata del Sacro Cuore di Poggio Moiano, iniziate la scorsa estate e che si chiuderanno il 4 e 5 dicembre prossimi. Gli eventi celebrativi costituiscono il punto di arrivo – e al tempo stesso la ripartenza – di un percorso che ha lo scopo di rievocare le esperienze del passato e di studiare i cambiamenti di una tradizione che, nata con finalità di devozione religiosa, si è trasformata nel tempo in un rito di aggregazione della comunità locale. Il progetto, realizzato con i contributi del Comune e della Regione Lazio, è stato

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promosso dalla Pro Loco di Poggio Moiano, che da cinquant’anni è impegnata a promuovere e a perpetuare questa particolare manifestazione, ora proiettata verso riconoscimenti che travalicano il territorio nazionale. L’iniziativa ha preso il via il 26 e 27 giugno con l’Infiorata del Sacro Cuore; la fase conclusiva prevede proiezioni, mostre e la presentazione del libro “Il fiore e la roccia. L’effimero e l’eterno” scritto da Flavia Braconi, l’antropologa che da anni è impegnata nelle ricerche e nella raccolta d’interviste e altri materiali relativi all’Infiorata di Poggio Moiano. Il libro sarà presentato domenica 5 dicembre alle 17,30 alla presenza del Sindaco di Poggio Moiano, Sandro Grossi, di Andrea Melilli, presidente di Infioritalia, (Associazione degli infioratori italiani), della presidente della Pro Loco, Tania Negri e del


Natale con i fiori

Si chiudono il 5 dicembre i La roccia si considera eterna, mentre si che il fiore sia effimero. La pietra festeggiamenti pensa può però sgretolarsi e, di fatto, mutare la propria essenza, mentre il fiore può per il perpetuarsi mediante la riproduzione e diventare infinito. cinquantennale Melilli ritiene che il libro possa costituire un importante documento per attestare valenza dell’Infiorata quale ricchezza dell’Infiorata di laculturale mondiale. collabora con le analoghe Poggio Moiano. “Infioritalia associazioni di molte nazioni e in particocon la Polonia, che ha già presentato Un libro e un lare la richiesta all’UNESCO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, docufilm la Scienza e la Cultura) affinché i riti e tradizioni del Corpus Domini siano inripercorrono leseriti nel patrimonio immateriale dell’umanità” ha precisato Andrea Melilli. le fasi di La domanda, per ciò che riguarda la Polonia, è stata presentata dal Comune di quest’arte, Uniejow per i tappeti floreali del villaggio di Spycimierz ed ha superato la priselezione, facendo ben sperare anche tra eterno ed ma per quanto riguarda le Infiorate italiane, per le quali gli Infioratori vogliono aveffimero. viare la pratica per l’ottenimento del riUnesco. A breve sarà conoscimento Tornando al programma della manifestazione, alle ore 17 del 4 dicembre è preallestita vista l’inaugurazione di due mostre, una delle quali, “Cinquant’anni di Infiorate l’Infiorata Artistiche” è stata allestita presso il Museo dell’Infiorata. Alla collezione fotonatalizia grafica già esistente sono stati aggiunti presidente dei Maestri Infioratori, Alessandro Melilli. È stato inoltre invitato Giovanni Meloni, presidente della giuria del concorso dell’Infiorata e memoria storica della manifestazione, perché si deve a lui – e prima ancora a suo padre – la documentazione fotografica dell’Infiorata di Poggio Moiano. Parteciperanno, inoltre, vari delegati nazionali di Infioritalia. “Il titolo del libro – ha detto Andrea Me- Nelle foto: lilli – si riferisce a due elementi importanti della cultura locale: i fiori, che si utilizzano per i quadri dell’Infiorata e il travertino, che è un prodotto locale molto apprezzato.” La Regione Lazio, infatti, ha riconosciuto il travertino di Poggio Moiano quale prodotto di pregio, impiegato, tra l’altro, per realizzare la tomba del presidente americano John Kennedy e la Porta del Giubileo di Fiano Romano.

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Nelle foto: alcune immagini, delle passate edizioni, delle infiorate a Poggio Moiano

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i tappeti dei Rosoni realizzati per l’Infiorata di quest’anno, con l’indicazione dei motivi della scelta di quei particolari quadri da parte dei Gruppi degli Infioratori. La mostra “Erbe di campagna” è stata invece approntata nel cortile Tiberti e realizzata con la collaborazione dell’Associazione culturale Circola Pensiero di Poggio Moiano. Lo scopo è far conoscere ai visitatori le erbe locali; vengono, infatti, mostrati gli esemplari essiccati con l’indicazione del loro nome dialettale e di quello botanico, corredati di quadri realizzati da un pittore locale Pablo Masci. Grazie alla presenza di una biologa, inoltre, sarà possibile avere informazio-

ni sulle proprietà e sulle caratteristiche di ciascuna pianta. Le mostre sono visitabili anche il 5 dicembre dalle 10 alle 13 e dalle 17,30 in poi. Alle 18,30 di sabato 4, presso il Teatro Comunale, è prevista la proiezione del docufilm “Mezzo secolo di Infiorate Artistiche”, realizzato dal videomaker poggiomoianese Federico Braconi. La pellicola costituisce un’importante testimonianza, grazie alle interviste fatte ai Maestri Infioratori nel corso degli anni. A breve sarà allestita l’Infiorata Natalizia, che sta diventando una tradizione; il relativo tappeto sarà visitabile presso il Museo dell’Infiorata.


Nuove Generazioni

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[E]motion con WüRTH F

ino all’8 ottobre 2022 l’Art Forum Würth Capena ospita la mostra “[E]MOTION. Op Art, Arte Cinetica e Light Art nella Collezione Würth”. Il titolo mette in evidenza uno dei temi chiave del progetto espositivo, ovvero il movimento, inteso sia come reale - quello presente nelle opere cinetiche - sia come illusorio nelle opere optical e programmate. Altra protagonista è la luce elettrica, che si fa materia espressiva e coinvolge i sensi. La mostra racconta tre correnti sviluppatesi a partire dalla fine degli anni Cinquanta – Op Art, Arte Cinetica e Light Art – nate in concomitanza con il processo di industrializzazione e del

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conseguente mutamento della struttura sociale. Fortemente legate tra loro, hanno indagato le potenzialità di luce, spazio, colore, prospettiva e, soprattutto, movimento. Con l’utilizzo di materiali e tecnologie avanzate, meccanismi e strutture industriali, i loro esponenti hanno cercato collegamenti tra mondo e arte, tra funzionalità dell’opera e il suo valore estetico. Nelle sale dell’Art Forum Würth Capena si possono ammirare 35 lavori di 24 grandi protagonisti ed importanti esponenti di questi movimenti: Yaacov Agam, Josef Albers, Alexander Calder, Omar Carreño, Carlos Cruz-Diez, Lucio Fontana, Karl Gerstner, Gun Gordillo, Hans Hartung, Auguste Herbin, Patrick Hughes, Norbert Huwer, Robert Ja-


“[E]MOTION. Op Art, Arte Cinetica e Light Art nella Collezione Würth”, durante le vacanze natalizie e fino all’8 di ottobre 2022 sarà possibile visitare la mostra presso l’Art Forum Würth Capena, che offre movimento, emozione, luce e sorpresa cobsen, František Kupka, Clyde Lynds, François Morellet, Darío Pérez-Flores, Lothar Quinte, Niki de Saint Phalle e Jean Tinguely, Jesús Rafael Soto, Anton Stankowski, Günther Uecker, Victor Vasarely. Se le opere optical, forme mutevoli provenienti dalla grafica e dalla matematica, disturbano e stimolano il sistema visivo, come le composizioni di Victor Vasarely o le strutture vibrazionali di Jesús Rafael Soto; in altri casi lo spettatore è indotto a muoversi e, cambiando punto di vista, influenza direttamente l’aspetto ed il contenuto di ciò che osserva, come nei lavori di Yaacov Agam e Carlos Cruz-Diez. La presenza delle opere di Patrick Hu-

Nelle foto: immagini della mostra [E]motion, che si potrà visitare presso l’Art Forum Würth di Capena fino all’8 ottobre 2022

Natale con Arte ghes, eccentrico artista britannico, conquistano e destabilizzano il visitatore ricorrendo ad elementi architettonici, paesaggi ed ambienti dove ci si imbatte in un mondo che si dissolve implacabilmente allo sguardo successivo. Infine, i rappresentanti dell’arte cinetica, che non si accontentano di trattare il movimento simulato, mettono in moto i loro oggetti attraverso i motori come nel caso dei lavori di Jean Tiguely e Niki de Saint Phalle o Darío Pérez-Flores, o sfruttando gli spostamenti d’aria nello spazio come nei popolari “Mobiles” di Alexander Calder. La Light art rilascia luce nello spazio: un elemento che François Morellet fa proprio nelle sue opere minimaliste, di cui la Collezione Würth possiede esempi straordinari. Tra i primi ad impiegare la luce elettrica, quale mezzo per esplorare lo spazio, è stato Lucio Fontana; Omar Carreño la combina con elementi cinetici per creare giochi caleidoscopici molto suggestivi, mentre Gun Gordillo e Clyde Lynds la rendono inusuale e poetica. La mostra offre movimento, luce, ma anche emozione e sorpresa, invitando il visitatore ad una partecipazione attiva, ad una vera e propria esperienza interattiva, appagante per gli occhi e per la mente. Shopping al museo I visitatori dell’Art Forum Würth Capena possono poi dedicarsi un momento di piacevole shopping grazie alla presenza del bookshop. Acquistare al museo rappresenta una scelta alternativa e divertente non solo per chi ama avere un ricordo emozionale della mostra appena vista, ma anche per chi è alla ricerca di idee originali, potendo scegliere tra diverse proposte di articoli selezionati ed esclusivi, tra i quali oggetti di design per la casa, la persona ed il tempo libero, giochi creativi per i più piccoli e molto altro. In particolare nel periodo natalizio, l’offerta si amplia e, oltre ai gadget a marchio Würth, ai cataloghi, alle monografie, ai poster ed alle cartoline dedicate agli artisti della Collezione Würth, è possibile trovare originali idee regalo come i presepi etnici e tante decorazioni a tema natalizio. 17


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L’apertura al pubblico dell’Art Forum Würth Capena è soggetta alle disposizioni governative per il contenimento della pandemia. La prenotazione è obbligatoria e l’ingresso contingentato nel rispetto della normativa per il contenimento del Covid-19. Per accedere, è obbligatorio esibire all’ingresso la Certificazione verde Covid-19 (Green Pass).

Ingresso gratuito solo su prenotazione Per prenotazioni: art.forum@wuerth.it 06/90103800

Art Forum Würth Capena Viale della Buona Fortuna, 2 00060 Capena (Rm)

www.artforumwuerth.it facebook.com/artforumwuerthcapena instagram: @artforumwurthcapena

Orario di apertura al pubblico: lunedì – venerdì: 10.00 – 17.00 le aperture straordinarie nel fine settimana per eventi e laboratori creativi vengono comunicate tramite newsletter e sulle pagine social


Nuove Generazioni

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MAgica castelnuovo di Farfa di Beatrice Andreani

Foto di Diego valentini

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e siete alla ricerca di un’abitazione e di una vita tranquilla, lontana dai disagi, dai rumori e dai ritmi della grande città, è un piccolo paese di campagna la meta più vantaggiosa e non solo sul piano economico”. Giuseppe Manzo descrive così nel suo nuovo libro “Sabina magica. Il borgo di Castelnuovo di Farfa” (Funambolo Editore) la carta vincente dei piccoli borghi della provincia di Rieti. Secondo una delle ipotesi storiche sulle origini di Castelnuovo di Farfa, il primo insediamento fu il Castrum Sancti Donati nel 977 d.C., nei pressi di una chiesa intitolata al Vescovo di Viterbo San Donato. La posizione geografica di Castelnuovo di Farfa, quasi a metà tra il Mar Tirreno e l’Adriatico e la vicinanza alla Via Salaria, sono fattori che giocano un ruolo strategico anche oggi.

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L’autore descrive i luoghi invogliando il lettore a visitarli e racconta alcuni eventi organizzati negli ultimi anni dal Comune, restituendone l’atmosfera vivace e coinvolgente, rivolgendosi in primis anche ai cittadini delle grandi città: “Se siete alla ricerca di un’abitazione e di una vita tranquilla, lontana dai disagi, dai rumori e dai ritmi della grande città, è un piccolo paese di campagna la meta più vantaggiosa e non solo sul piano economico”. Durante il lockdown della primavera del 2020 i castelnovesi hanno dimostrato di saper fare rete sociale, aiutando nella totale discrezione quanti versavano in una difficile situazione economica, sposando il motto “chi può metta, chi non ha prenda” e supportando la fascia della popolazione più anziana, grazie ad una significativa iniziativa del Centro Anziani basata sull’assistenza telefonica agli


Itinerari

Se siete alla ricerca di una vita tranquilla, lontana dai disagi, dai rumori e dai ritmi della grande città, questo brgo di campagna è la meta più vantaggiosa e non solo sul piano economico

a anziani soli. Giuseppe Manzo racconta le numerose iniziative che hanno avuto il concreto appoggio dell’amministrazione comunale, come la presentazione, nel 2016, del libro “Gocce di Ossidiana”, dell’autrice Donatella Manzocchi, o come l’evento che nello stesso anno ha coinvolto la Onlus “Telefono Azzurro” per la sensibilizzazione sul tema del bullismo infantile, promosso dal Gruppo Avis locale. Ma è nel 2021, dopo il Covid, che riprendono le attività: riapre il teatro comunale “Luigi Cianni” e tornano le programmazioni degli eventi, come la Festa della Liberazione del 25 aprile in occasione della quale furono commemorate le vittime della Shoah e fu ricordata la storia del Campo d’internamento di Farfa con la manifestazione “Per non dimenticare”. Il libro non è solo il racconto di episodi storici avvenuti a Castelnuovo, ma anche

Nelle foto: la campagna di Castelnuovo di Farfa, nelle foto piccole l’autore Giuseppe Manzo e la copertina del suo ultimo libro

una piccola guida per i turisti. L’autore presenta infatti palazzi e luoghi di culto da visitare, come la chiesa della Madonna degli Angeli, la chiesa parrocchiale di San Nicola da Bari, Palazzo Salustri Galli e Palazzo Perelli. In quest’ultima struttura del Cinquecento è ospitato il Museo dell’Olio inaugurato nel 2001, ufficialmente riaperto al pubblico, dopo il Covid, dal primo maggio 2021, Museo premiato con il primo posto nella categoria “Musei dell’Olio” al Concorso Nazionale Turismo dell’Olio. La visita al Museo è un’importante esperienza culturale e sensoriale. Al suo interno è possibile ammirare una sezione dedicata a cinque artisti di fama mondiale, come Alik Cavaliere, Gianandrea Gazzola, Hidetoshi Nagasawa, Ille Strazza e Maria Lai, un’artista contemporanea molto legata alla Sabina e alla sua storia, che hanno celebrato la produzione dell’olio sabino attraverso sculture e musica. Del museo fanno parte anche un frantoio con una mola a trazione animale del XVII s. e il sito archeologico altomedievale di San Donato. “Prima che mi trasferissi qui a Castelnuovo di Farfa nel 2008, mi capitava di visitare il mio paese per turismo – racconta l’autore - Ho iniziato così ad amare la Sabina e a promuoverla, avvertendo la necessità di godere delle risorse di questa terra e di farle conoscere il più possibile. Vivo qui da tredici anni ormai e amo questo territorio. Sono nato a Napoli, città in cui sono rimasto fino ai venticinque anni per motivi di studio. Dopo la laurea in Scienze Politiche, a partire dalla metà degli anni Ottanta, ho conseguito un master in comunicazione e giornalismo che mi ha dato l’opportunità e gli strumenti per iniziare a scrivere. Ma ho potuto occuparmi della promozione del territorio e del mio paese solo dal 2016, ovvero dopo il pensionamento. L’amministrazione comunale propone da diversi anni un’ampia scelta di eventi, promuovendo spettacoli dal vivo, tour museali e iniziative di vario tipo, che spesso ho avuto il piacere di promuovere sulla stampa locale. Cerco di scrivere con un linguaggio semplice e accessibile anche a chi non ha avuto la fortuna di studiare. Ho scritto “Sabina Magica per far conoscere meglio il borgo di Castelnuovo di Farfa e la Sa21


Sabina Nella foto in piccolo Pacifico Malfranci, pilota di caccia della Prima Guerra Mondiale. In basso: Palazzo Salustri-Galli

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bina che, come tutta la nostra regione, il Lazio, è uno scrigno di tesori naturali e culturali incantevoli e in gran parte poco conosciuti”.

è visitabile il Museo Civico Archeologico che presenta e celebra la storia del popolo sabino dalle sue origini alla fondazione di Roma”.

Quali sono i motivi per cui un turista dovrebbe venire a visitare Castelnuovo di Farfa? “Mi ha sorpreso e fatto riflettere in questi anni il fatto che molti romani non conoscessero bene la Sabina, così quando ho cominciato ad avere più tempo mi sono dedicato alla promozione di questo territorio e del mio paese, lavorando come un ufficio stampa. Castelnuovo di Farfa si estende su una collina di 358 metri medi ed è circondata da due fiumi. Il terreno è molto fertile e da secoli è votato alla coltivazione di olivi e produzione di un ottimo olio extravergine dop, che ha ricevuto grandi riconoscimenti. I castelnovesi ne vanno giustamente fieri. La sacralità di questo prodotto è ben rappresentata dal Museo dell’Olio, inaugurato nel 2001, che raccoglie la storia della produzione dell’olio e ne mostra per intero il processo di lavorazione. A Fara Sabina, invece,

Nel suo libro “Sabina Magica” ha ripreso in parte le ricerche fatte per la realizzazione del volume “I Giovani e la Memoria”. Quanto è importante la memoria per l’identità di una popolazione? “Durante i miei studi mi meravigliava il fatto che nei testi di storia contemporanea e nei saggi non vi fossero molti riferimenti ai sanguinosi episodi della Resistenza in Sabina, che rischiavano per questo l’oblio. Appena mi è stato possibile, ho deciso quindi di approfondire questo tema, anche grazie alle testimonianze di protagonisti allora ancora viventi, dai quali ho appreso racconti di grande coraggio e di sacrificio dei partigiani che avevano operato sul territorio contro i nazifascisti. Era importante scrivere per fissare le vicende e metterle a disposizione in particolare dei giovani. Una grande opportunità è stata per me nel 2019 il


In alto una foto della mostra permanente, presente all’interno del museo dell’olio di Castelnuovo di Farfa

Concorso I Giovani e la Memoria, organizzato dalla CGIL e dall’Anpi e dagli organi scolastici di Rieti. Ho iniziato quindi a lavorare sul tema del dovere della memoria. Gli studenti di Rieti e provincia hanno avuto l’occasione per studiare la Resistenza e creare delle opere prime che sono contenute nel mio primo libro che porta il nome del concorso. Dall’ottobre 2019 al febbraio 2020 la presentazione nei comuni e nelle scuole del libro I Giovani e la Memoria è stata una grande esperienza per me ed una formidabile occasione per battere l’oblio. Poi nel marzo 2020 l’arrivo del Covid, che ha fermato la nostra vita ed interrotto una meravigliosa esperienza che spero di poter riprendere con le scuole appena possibile. Intanto la vita in casa di questi ultimi due anni mi ha dato il tempo di scrivere il secondo libro, senza mai interrompere lo studio del periodo storico compreso tra l’armistizio dell’8 settembre 1943 e la liberazione di Rieti del 13 giugno 1944”. Come hanno affrontato i castelnovesi il periodo del lockdown e quanto è stato proficuo per la realizzazione di “Sabina Magica”?

“Come ho detto, il tempo dei lockdown più o meno totali, è stato un periodo di riflessione, ho letto e mi sono documentato sui temi che mi appassionano, in particolare la Resistenza. Con la pandemia gli spazi di vita fuori di casa si erano pressoché azzerati e così ho deciso di scrivere un secondo libro, che come il precedente, ha a che fare con la memoria, ma ha anche l’obiettivo di promuovere il paese e il territorio e quello di far rivivere ai miei concittadini i bellissimi eventi organizzati in paese negli ultimi anni prima del Covid. Eventi che speriamo di far rivivere presto. E così mi sono mi sono imbattuto nella storia di Pacifico Malfranci, pilota di caccia della Prima Guerra Mondiale, premiato per l’alto contributo a supporto delle truppe dell’esercito italiano nell’ultimo attacco alle trincee austriache nel 1918 e, successivamente, nella storia di Giovanni Martorelli, nato a Castelnuovo nel 1927 e ricordato per la sua carriera calcistica. Gianni comincia a giocare nelle squadre della regione per poi trasferirsi a Lecco, dove gioca con il glorioso team portandolo in serie B. Diventa infine un allenatore, una sorta di talent scout, e contri23


Sabina Nelle foto: immagini del centro storico di Castelnuovo di Farfa

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buisce al successo della Lazio dal 1971 al 1974, fino a quando passerà alla Federazione Gioco Calcio in cui si occuperà di supportare gli allenatori giovanili. Martorelli è spesso tornato a Castelnuovo e tutti lo ricordano con ammirazione. Ho inserito nel libro anche una storia non molto conosciuta che riguarda il territorio e che mi ha impressionato. Dopo aver visitato il monumento di Superga a Torino, luogo dell’incidente aereo che coinvolse la squadra di calcio del Gran Torino nel 1949, ho avuto modo di scoprire che proprio a Rieti, qualche anno dopo nel febbraio del 1955, era avvenuta una tragedia simile. Ho ritrovato dei giornali dell’epoca tra cui la notizia data dalla Domenica del Corriere con una significativa copertina dell’illustratore Valter Molino. Un volo belga proveniente da Bruxelles diretto in Congo con scalo a Ciampino, con una ventina di passeggeri a bordo, aveva perso la sua aerovia a causa del forte maltempo e credendo di essere vicino alla capitale si schiantò invece contro il monte Terminillo a 1.700 metri. Tra i passeggeri, oltre ad alcuni

bambini, c’era anche Marcella Mariani, Miss Italia 1953, di ritorno da un evento internazionale al quale avrebbe dovuto presenziare in verità Sofia Loren, che all’ultimo momento aveva rinunciato. L’aereo, ricercato in tutto il centro Italia, venne ritrovato solo otto giorni dopo. Valter Molino, nell’illustrare la prima pagina del Corriere, mise in primo piano il viso della giovane donna, con una didascalia davvero toccante: “La prima visione che i soccorritori hanno avuto è stata quella di una bellissima fanciulla chiusa in una bara di ghiaccio, Marcella Mariani, Miss Italia 1953. La ragazza giaceva supina con gli occhi aperti, la mano destra, stretta a pugno, dinanzi alla bocca”. Oggi c’è un ceppo a ricordare le vittime del disastro”. Tornando al tema della Resistenza, quali eventi e personaggi storici ha scoperto grazie alla documentazione rintracciata? “Voglio ricordare alcuni nomi che hanno fatto la storia della Resistenza in Sabina. In primis Eugenio Meneghino, venuto


Itinerari a mancare di recente, che ha partecipato alla battaglia del Tancia. Ho avuto l’occasione di conoscerlo durante una delle sue testimonianze agli studenti presso la biblioteca di Poggio Mirteto. Una storia simile è quella di Amaranto Bonacasata, era un bambino quando in quell’aprile del ’44 la sua famiglia venne sterminata. Dare voce a queste persone è un modo per rendere loro onore con il mio primo libro. “Sabina Magica” invece è un dono che ho voluto fare al mio paese e alla sua comunità, ai miei concittadini. Nel libro sono inserite immagini storiche e fotografie del territorio davvero suggestive, queste ultime sono state scattate da Diego Valentini, giovane fotografo capace di raccontare la Sabina cogliendone gli aspetti più significativi. I castelnovesi stessi si meravigliano per la bellezza delle foto dei tramonti che si vedono dal nostro paese verso il Monte Soratte, tramonti che tingono di rosso e di arancio i monti sabini”. Spesso dimentichiamo che i piccoli

centri sono composti perlopiù da persone non più particolarmente giovani. In che modo la popolazione più anziana prende parte alle iniziative promosse dal Comune? “Oggi l’informazione corre velocissima. Non bastano più la televisione e la radio, mentre i giornali sono poco acquistati. Mi sono reso conto dell’importanza che possono avere i social per raggiungere e informare tempestivamente almeno le persone connesse. Gli abitanti di Castelnuovo hanno a disposizione alcuni siti creati per lo scopo. Per quel che mi riguarda cerco di aiutare il più possibile in questa attività, credo sia fondamentale far circolare le informazioni senza dimenticare coloro che non utilizzano i social, come molti anzianissimi che rappresentano una fascia debole della popolazione. Nel mio paese periodicamente facciamo in modo che nelle cassette postali di ogni cittadino ci siano dei comunicati sulle iniziative proposte e in progetto. Molti anzianissimi fanno fatica ad inserirsi nella nuova realtà digitale e bisogna tenerne conto nell’attività di comunicazione ai cittadini”. Cosa si augura per i suoi concittadini e per la Sabina in questo momento di rinascita? “Mentre parlo ho davanti a me il borgo di Mompeo e alla mia sinistra Salisano: sono paesi stupendi come il mio, che meritano una maggiore e più decisa promozione. Sarebbe auspicabile che i piccoli “campanili” della Sabina lavorassero di più insieme. Sono paesi che da soli possono fare poco ma insieme potrebbero diventare una realtà culturale e turistica assai competitiva. Le potenzialità della Sabina sono a mio avviso in parte inespresse. Manca la forza di un sistema, di una rete nella quale far confluire i punti forti di ogni comune: musei, teatri, accoglienza, monumenti artistici e naturali per realizzare una vera forza di attrazione verso la capitale, verso l’Italia e i paesi esteri. Il Covid ha reso queste piccole realtà di collina, vicine alla grande città, molto appetibili. Diamoci pertanto una mossa perché, come ha detto il grande architetto e urbanista Stefano Boeri: “Via dalle città, nei borghi storici c’è il nostro futuro”. 25


Sabina

IL bello di ludovica di BEATRICE ANDREANI

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el sisma del 2016 sono rimasti i prefabbricati utili alla popolazione colpita e qualche buon proposito da realizzare entro una data di scadenza prorogata all’infinito. Ma facciamo un passo avanti. Prendiamo ad esempio Accumoli, i moduli abitativi divenuti le residenze fisse di chi ha perso tutto, prendiamo una giovane donna di Rieti, Ludovica Gregori, che ha completato i suoi studi in architettura, impegnata in un dottorato di ricerca in tema di sostenibilità e innovazione per l’ambiente e, infine, consideriamo tutto nell’ottica di un programma europeo, il “New European Bauhaus”, la cui premiazione si è tenuta lo scorso 16 settembre a

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Bruxelles, volto a sostenere le intuizioni delle ultime generazioni sulla tematica ambientale e istituito dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Il concorso, che pone l’accento sui cambiamenti climatici e sul degrado che minaccia non solo l’Unione Europea ma anche il resto del pianeta, si propone degli obiettivi precisi tra i quali l’azzeramento entro il 2050 delle emissioni nette di gas a effetto serra, la scissione tra la relazione che esiste tra crescita economica e sfruttamento delle risorse e la rivalutazione delle aree europee dimenticate e trascurate. Questo “accordo verde” prevede finanziamenti derivanti da un terzo dei 1800 miliardi di euro del pia-


Premiata a Bruxelles Ludovica Gregori è tra i vincitori del concorso “New European Bauhaus”, grazie ad un progetto e studio su Accumuli e ad una nuova concezione di futuro eco-sostenibile a livello abitativo che privilegia l’idea del bello no per la ripresa di “NextGenerationEU” e del bilancio settennale dell’UE (fonte sito ufficiale dell’Unione Europea). Von der Leyen ha presentato gli obiettivi nella speranza che i propositi facciano partire “un’ondata di ristrutturazioni in tutta Europa” rendendo l’Unione “capofila dell’economia circolare” e infine ha aggiunto: “Non è solo un progetto ambientale o economico: dev’essere un nuovo progetto culturale europeo”. Il “New European Bauhaus” dal punto di vista creativo porta con sé una nuova concezione di futuro eco-sostenibile attraverso una concezione del “bello” che include una serie di significati e prevede spazi più inclusivi e accessibili, soluzioni ed esperienze che attingano i contenuti

Nelle foto: immagine di bambini che giocano tra le rovine di Accumoli, In basso l’Architetto Ludovica Gregori

Nuove Generazioni dall’arte e dal mondo della cultura. L’architetto di Rieti Ludovica Gregori con la proposta “Ricostruzione Sociale Post-Emergenza” è risultata vincitrice insieme ad altri diciannove candidati in totale, specificatamente nella categoria “Luoghi ripensati per incontrarsi e condividere”. L’abbiamo contattata e ci ha spiegato che in architettura l’identità di un luogo dovrebbe essere costantemente e strettamente consequenziale all’ambiente in cui la popolazione vive, evidenziando come un fenomeno simile al terremoto non rappresenti solo distruzione e annientamento ma anche isolamento e disumanizzazione. “Il caso studio di Accumoli, in particolare i villaggi temporanei, porta con sé un lungo percorso di ricerca; avvertivo infatti la necessità di compiere un’indagine propositiva della complessa situazione esistente - spiega il neo architetto - . Nel 2016 ho vissuto il terremoto a Rieti e ho svolto attività di volontariato. Nel 2017 ho visitato il territorio tra Accumoli e Arquata del Tronto con dei membri della Protezione Civile: qui ho capito che volevo fare qualcosa per chi resiste in queste zone. Quando nel 2018 sono tornata nel comune colpito dal sisma non avevo ancora chiara la direzione che volevo dare al progetto, in occasione della tesi magistrale di tipo sperimentale. Non c’è stata una progettazione intesa nel senso materiale (un edificio e relativi disegni tecnici): ho cercato un’idea che avrebbe potuto fare da traino. Sono partita quindi dal sistema sociale esistente e da tutto ciò che concerne un’indagine demografica e sociologica. Mi interessava capire se esistessero dei gruppi sociali e in che modalità si esprimessero, se fossero formali o informali e così via. Credo fortemente che l’architettura nasca per le persone ed è fondamentale partire da loro per poi espandere le proprie ricerche verso altri canali. Senza la popolazione del luogo il piano di lavoro avrebbe perso completamente il senso intrinseco per il quale l’ho pensato e il disagio che ho percepito tra gli abitanti dei prefabbricati di Accumoli me ne ha dato contezza”. Nel 2018 ha avuto l’occasione di poter svolgere un tirocinio Erasmus in 27


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Nella foto: il paese di Accumuli dopo il terremoto.

Scozia, che poi si è trasformato in un contratto di lavoro della durata di un anno e mezzo. Cosa le ha lasciato questa esperienza? “Ho potuto assorbire una concezione del lavoro molto diversa da quella percepita qui in Italia. Collaborare all’interno di uno studio di architettura strutturato a livello orizzontale, quindi molto dinamico e partecipativo sia tra i colleghi che con i clienti, mi ha lasciato un approccio totalmente innovativo e strutturato. È grazie a questa esperienza che ho imparato ad attribuire una forte importanza al senso di interazione con i residenti degli spazi in cui si opera e della raccolta dei feedback degli stessi prima di agire con un intervento strutturale a scala urbana e architettonica. Mentre in alcune zone d’Europa questo modus operandi è una prerogativa a livello normativo, passando necessariamente per una fase di processo partecipativo, in Italia se ne parla ancora su un piano strettamente sperimentale”. Lavorare con, e per gli abitanti rimasti in quelle zone, rappresenta in principio uno stimolo per fare ripartire le idee. Che tipo di difficoltà ha incontrato nel processo di realizzazione? “Tra il 2018 e il 2020 ho portato avanti la ricerca di tesi contemporaneamente al lavoro all’estero, rientravo spesso in Italia per svolgere sopralluoghi, raccogliere dati e fare interviste. All’inizio credevo che la comunità fosse più unita e solida, invece mi sono trovata davanti ad una realtà già fragile tipica delle “aree interne” e ad una vulnerabilità sociale molto elevata. Ciò mi ha portato a rielaborare la proposta della tesi e, proprio in quel frangente, ho realizzato che non c’era bi-

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sogno di proporre l’ennesimo studio sulle possibilità legate alla ricostruzione o di parlare della fase di prima emergenza e dei moduli abitativi, seppur questa sia una questione di fondamentale importanza. Spesso chi si occupa di architettura in dinamiche simili si pone domande del tipo “in che modo ricostruiamo?” oppure “ricostruiamo com’era prima?”, ho messo da parte queste domande e ho cercato di individuare il momento in cui l’architetto può intervenire e agire sulle problematiche sociali. Per me questo frangente è la vita durante il post-emergenza nei villaggi temporanei. È un momento davvero fragile, la popolazione è sì fortemente provata, ma conserva ancora un potenziale nettamente vantaggioso. I cittadini rimanendo nella zona colpita possono ricostruire i legami di comunità che permettono all’ambiente stesso di rivalorizzarsi”. L’aspetto sociologico gioca un ruolo fondamentale quando si parla di riprendere il normale corso della vita, lo abbiamo capito bene in questo ultimo periodo. Quanto ha inciso l’arrivo del Covid-19 sulla comunità già decisamente provata? “Quando ho presentato la tesi, durante la discussione, ho proposto un’intervista ad un’anziana signora del luogo la quale sosteneva che il problema reale non fosse il Covid, ma la scarsa coesione presente già da prima, la mancanza di spazi idonei e l’abbandono delle istituzioni. Sicuramente la pandemia ha peggiorato le condizioni di vita di queste persone, sappiamo però che partire già da una condizione di svantaggio può risultare doppiamente difficile. Non ci sono gli spazi idonei per la socializzazione ed è questo ciò che pesa di più, ho quindi lavorato sulla ridefinizione degli spazi all’aperto ed anche se il tema della sostenibilità sociale non era esplicito tra le prospettive del Green Deal, negli ultimi anni si è parlato della sua prerogativa imprescindibile assieme all’assetto economico, per sostenere poi la sostenibilità ambientale. È stato apprezzato lo sguardo trasversale sul tema e ne sono felice. Essendo il concorso suddiviso per fasce d’età (la mia categoria era Under30) sono certa che vi fossero molti progetti in cui


Nuove Generazioni Nelle foto: Ludovica Gregori durante la premiazione a Bruxellles, nell’ambito del New European Bauhaus

fosse presente questa concezione e ciò è molto importante. Ho avuto il supporto accademico dei miei due relatori di tesi, due docenti dell’Università di Firenze e dei residenti stessi di Accumuli e delle frazioni, senza i quali non sarebbe stato possibile portare a termine l’idea sostenuta a monte. Qual è il punto di forza del tuo progetto e quali sono i propositi che ti riservi per il futuro? “C’è un aspetto che ritengo fortemente funzionale per redigere un modello di intervento, consiste sostanzialmente nel raccogliere tutte le informazioni per poi inserirle in un software consultabile dalle professioni chiamate in causa in questo tipo di emergenze, nello specifico penso al ruolo assunto dalla Protezione Civile. È probabilmente questa la proposta che ha interessato maggiormente la giuria di valutazione. Mi dispiace che a causa delle restrizioni non abbia potuto incontrare tutti i partecipanti, in compenso sono rimasta in contatto con i vincitori italiani, provenienti da Milano, Bari e la vicina Terni. È stato bello vedere qualcuno del mio territorio portarsi al centro dell’Europa quando il centro dell’Italia resta spesso in sordina. Saremo presenti al laboratorio collegato alla Festa dell’Architetto organizzato dal Consiglio Nazionale Ar-

chitetti PPC il 26 ottobre al Museo900 di Mestre: uno dei più importanti momenti politico-culturali annuali degli Architetti PPC Italiani. Recentemente i responsabili del New European Bauhaus ci hanno richiesto dei commenti come critica positiva per le prossime edizioni. Infatti annualmente verrà riproposto il concorso e svariate iniziative saranno organizzate sotto la sua egida, alla stregua di un nuovo movimento culturale. Proprio il giorno prima della cerimonia di premiazione sono stati stanziati altri 85 milioni di euro. Al momento sta nascendo il “NEBLab”, un incubatore europeo di idee e sviluppatore di strategie di azione dove finalisti e vincitori potranno dare un contributo concreto a prescindere dal proprio progetto. In ogni caso proseguirò con il dottorato e spero che questa vittoria mi dia quel biglietto da visita necessario e utile alla credibilità e allo sviluppo di un tema che spesso è dimenticato, quello della difficoltà della vita in un ambiente temporaneo e del trauma causato da un’emergenza”.

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Sabina Sabina

AMITERNUM una cenerentola di Giorgio giannini

L’importante zona archeologica di Amiternum non è adeguatamente valorizzata, proprio come Alba Fucens e Pueltinum

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l 9 settembre sono andato a visitare, con mia moglie, la zona archeologica di Amiternum, l’importante città (che è stata anche sede di una Prefettura) ri-fondata dai Romani dopo la conquista, nel 290 a. C., della Sabina e della omonima antica città (identificata quale capoluogo dei Sabini), che era nelle vicinanze. Il sito si trova nella Frazione di S. Vittorino de L’Aquila, lungo la Strada Statale n. 80. Purtroppo ho dovuto constatare che anche questo sito archeologico dell’Abruzzo non è adeguatamente “valorizzato”, come anche quelli di Alba Fucens e di Pueltinum, che ho segnalato nei giorni scorsi. Innanzitutto tutto ho saputo che in genere c’è un solo custode che deve alternarsi tra il Teatro romano e l’Anfiteatro, aprendo un giorno l’area in cui si trova il primo ed il giorno successivo l’area in cui si trova l’altro. Inoltre la segnaletica stradale è molto carente. Al riguardo credo che sia opportuno apporre una adeguata segnaletica per raggiungere il sito a partire dall’uscita L’Aquila Ovest dell’autostrada A 24 (Roma-Teramo), come è all’uscita Avezzano dell’autostrada A 25 (Strada dei Parchi e Roma-Pescara) per il sito di Alba Fucens. Infine manca un adeguato depliant informativo a stampa, che i visitatori possono prendere e conservare. Il sito è sicuramente un “gioiello arche-

ologico”, anche perché era attraversato da un fiume, l’Aterno, cosa rarissima. Al riguardo il nome Amiternum significa appunto “sui lati dell’Aterno”. Credo che ci sia ancora molto da fare per riportare alla luce l’intero abitato, che era molto esteso, eventualmente utilizzando fondi europei, anche in collaborazione con qualche Istituto di ricerca straniero. Amiternum è anche un “gioiello storico-urbanistico” perché è stato abitato per quasi un millennio e mezzo, fino al XIII secolo, quando, con la fondazione de L’Aquila è stato progressivamente abbandonato dagli abitanti. In pratica il sito è stato “soppiantato” dal capoluogo abruzzese. Pertanto, gli aquilani dovrebbero averlo “molto a cuore” in quanto rappresenta la storia “precedente” della loro città. Inoltre Amiternum andrebbe adeguatamente valorizzato perché è la patria dello storico Gaio Sallustio Crispo, nato nella città sabina il primo ottobre dell’anno 86 a. C., che è stato anche un politico, ricoprendo la carica di Senatore. Al riguardo sarebbe opportuno costituire un “Parco letterario” intitolato all’autore delle famose Historiae (Storie), in collaborazione tra la Sovrintendenza archeologica, il Comune de L’Aquila e l’Università locale. Confido che la nuova Sovrintendente provveda a risolvere i problemi segnalati.


Natale con i fiori

Nelle foto:

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Angelo di mario aps

PREMIO INTERNAZIONALE ANGELO DI MARIO Prima Edizione POESIA, RACCONTO, RICERCA E TESI DI LAUREA Presidente onorario (in memoria): Giorgio Bàrberi Squarotti A crocchi mormoravano sopra i muretti; li avresti detti stagioni ferme, edera di uomini, oppure i pupazzi, or violenti, ora dolci dietro i palchi di meraviglia, a ridire cose eterne. Si spegnevano i mormorii nella valle notturna; balzava dalla quiete solo l’abbaio campestre. tratto da Poesie di Angelo Di Mario editore Gabrieli 1975

Il Premio è organizzato e promosso dalla Angelo Di Mario APS e dalla Biblioteca Casa Museo Angelo Di Mario. Alla necessità di diffondere l’opera di Angelo Di Mario (poeta, linguista, scultore) per la rilevanza internazionale del valore artistico, si affianca l’obiettivo, attraverso la cultura e l’arte, di tutelare, promuovere, valorizzare le cose d’interesse artistico, storico, archeologico, naturalistico, presenti nel borgo di Vallecupola e nelle due Vallate dei Laghi del Salto e del Turano, zone svantaggiate di montagna, nell’ambito del Festival già operativo dal 2014 dal titolo Vallecupola Borgo di Poesia, considerando la poesia volano artistico in grado di ispirare ogni produzione artistico-letteraria, ma anche di porre in primo piano, con le parole sincere dell’arte, i grandi problemi ambientali. Tra gli obiettivi anche quello di promuovere la ricerca in ambito storico e linguistico nel territorio dell’Etruria. è un premio dedicato a tutti coloro per i quali “è fondamentale conoscere la verità, avere chiaro il multiplo e il complesso; sapere che sei diverso e singolo, che sei forma e te la possono uccidere, alterarla, con moti innaturali, scuotere gli elementi in lungo e in largo, mutare il tuo arbitrio, farti schiavo. E siccome puoi scegliere resisti alle forze, ad opporti pronto, sempre, come la vela che va dove vuole; non la ventola dei campanili” (brano tratto da Il Libro – poesie di Angelo Di Mario)

SCADENZA iscrizioni entro le ore 24 del giorno 31/12/2021 Con il patrocinio di: Sistema territoriale Integrato dei Musei e delle Biblioteche dell’Alta Sabina

Comune di Rocca Sinibalda

Media partners e Associazioni amiche:

Edizioni Fili d’Aquilone

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Il Regolamento è online sul sito www.bibliotecasamuseoangelodimario.com Contatti Ufficio Stampa e invio materiali via mail: associazioneangelodimario@legalmail.it Cellulare Segreteria 3473628200


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