L’acchiappare, le prede, lo teneva per la maggior parte del tempo all’erta, l’unica cosa di cui forse non era molto consapevole, era il fatto di essere sospeso tra cielo e terra. La Il
Ragno Teodoro
Il ragno Teodoro, era un ragno molto laborioso, passava tutto il giorno a tessere la sua tela, senza sosta, gli pareva che se si fosse fermato, non avrebbe saputo più da che parte cominciare. Il suo corpo, coperto di piccoli peli, gli permetteva di recepire, ogni minima vibrazione proveniente dall’ esterno, il vento,il sole caldo del giorno, come la pioggia sferzante. I suoi compagni erano gli alberi, i tetti delle baite in montagna, prediligeva stare all’aria aperta, magari nei pressi di un roseto, o sopra un albero, a sentire il profumo della primavera. La natura lo aveva fornito di capacità per cui percepiva ogni minimo cambiamento atmosferico, di notte poteva vedere il chiarore della luna, che a lui piaceva tanto, poiché egli possedeva, non due ma +occhi, due laterali, due sopra e due al giusto posto,catturando e triturando gli insetti, come mosche e cosi via, che fossero nel raggio della sua visione. sua sensorialità,lo metteva però in condizione di essere felice, ma anche di sentire la precarietà del suo esistere, poiché bastava un colpo d’aria perché lui si sentisse in pericolo. No, lui barcollava, ma non mollava proprio come un alpino,sulle alte vette,lui viveva con tutte le intemperie e lavorava senza sosta. Non era la sicurezza che lui conosceva, ma conosceva l’ebbrezza dell’acrobata, alla gravità, preferiva la leggerezza dell’essere. Il vento, anche se freddo, la pioggia scrosciante, il sole caldo,gli alberi, i roseti, con i loro profumi, ormai tutto conosceva, e sapeva difendersi bene, meno che dalla mano dell’uomo, che forse prima o poi non gli avrebbe lasciato scampo.