IL VISCONTE DIMEZZATO
TRAMA Medardo, visconte di Terralba, un ducato del Genovesato, si trova a cavalcare per la pianura di Boemia insieme a Curzio suo scudiero,va in guerra contro i turchi,essendo lui cristiano, per conto di certi duchi suoi vicini di casa. Percorrendo la pianura di Boemia sente subito un senso di curiosità e paura poiché vede davanti a sé una orrenda carneficina di uomini, donne, cavalli e volatili, sventrati, o mutilati. Arrivato all’accampamento, al suo ingresso vede donne vestite di broccato ma poco pulite messe li per tenere compagnia ai soldati, vede che fanno cuocere il rancio sulle spingarde dei cannoni, poi viene ricevuto
dall’Imperatore che ha degli spilli in bocca per appuntare i territori di nuova conquista. Il giorno seguente, inizia anche per lui la battaglia sul campo, vede i turchi uomini piccoli che tagliano la pancia dei cavalli con le loro scimitarre, questi stramazzano al suolo, come molti cavalieri. Medardo, prima uccide un turco piccolo, poi volendo ucciderne altri, si mette per sbaglio davanti la bocca di un cannone che spara e lo divide a metà. All’Ospedale da campo, la parte che riescono a ritrovare è una sola, e così, dopo mesi di permanenza all’ospedale, Medardo, ritorna su una nave mercantile a Terralba. Qui viene accolto da famiglia e paesani felici, che lo accolgono con stupore e incredulità, poiché, vedono che di lui è rimasta solo una metà, egli porta infatti un mantello nero di velluto, che gli copre l’altra metà del corpo mancante e li guarda con sguardo fisso e luccicante con un unico occhio. Vogliono aiutarlo, ma lui con un’unica mano fa un
cenno di diniego, si alza dalla lettiga dove è adagiato e parte con la sua stampella verso il cancello del castello, dove lo attende il padre a cui non presta attenzione,lo vede anche il bambino nipote di Medardo,come la balia Sebastiana che esclama ! Oh meschinello! Tutti sono esterrefatti. Lui si chiude nelle sue stanze , senza vedere nessuno. Quando finalmente inizia a uscire dal castello, comincia a fare una serie di cattiverie inaudite come quella di uccidere un’averla, che suo padre aveva addestrato per farla arrivare alla finestrella del suo appartamento,quando il padre ode un gran tonfo e vede la sua averla uccisa dal figlio divisa in due parti ne ha un forte dispiacere e muore poco dopo. A questa cattiveria ne seguono altre dato che alla morte del padre toccava a lui decidere, fa uccidere certi briganti capitanati da Fiorifero che volevano rubare i raccolti di certi cavalieri toscani ma poi decide di fare impiccare anche loro alla forca costruita da Mastropietrochiodo, il
carpentiere.Queste cose succedevano poiché Medardo, alla morte del padre aveva cominciato a uscire dal castello, e a seminare cattiveria e danno a chiunque, e qualunque cosa si imbattesse in lui. La prova ne era, che anche nel bosco delle monache gli abitanti di Terralba trovarono alberi con pere divise a metà,margherite e rane che facevano la stessa fine, insomma uno scempio della natura. In questo frangente, il bambino suo nipote fa la conoscenza del dott. Trelawney che ama la natura e gli animali che guarisce da ogni malattia, ma si tiene alla larga dagli uomini. Medardo intanto continua le sue malefatte e incendia i campi distrugge raccolti la gente è disperata. L’unico posto dove pare regni apparente serenità è Pratofungo dove vive una comunità di lebbrosi che per non pensare alla loro malattia suonano e cantano tutto il giorno.( Nella mente dello scrittore costoro sono gli artisti decadenti che vivono nel loro mondo perché non sono compresi dagli altri) Galateo il capo di lebbrosi ogni tanto va a
Terralba, a raccogliere elemosine e trova sempre qualcosa poiché al suo arrivo tutti scappano a gambe levate, lasciando in terra sporte di verdura e uova. Fra le malefatte di Medardo vi è anche che viene bruciata la parte di castello dove dorme Sebastiana. Il visconte fa credere al dott. Trelaway che Sebastiana abbia la lebbra e lui inorridito non la vuole curare, così Sebastiana viene portata a Pratofungo. Oui la vita a lei pare troppo libera, sia nel lavoro che nei costumi, e considera questa gente, buona solo a fare i suoi comodi, e senza morale. Deluso dal comportamento del dott. Trelawney il bambino (nipote di Medardo) va a vedere la vita che svolgono gli ugonotti a Col Gerbido.Gli ugonotti sono gente venuta dalla Francia a cui il re voleva tagliare la testa per il loro Credo; allora si rifugiano lì, i componenti sono molto ligi ai loro lavori nei campi, si esortano l’un, l’altro la loro guida è Ezechiele.
Qui il nipote di Medardo viene coinvolto in una bricconata da parte di Esaù, figlio di Ezechiele, infatti stanno fuori tutta notte a bere bere, e fumare tabacco. Quando Esaù torna a casa subisce la ramanzina del padre e il muto assenso della madre. Anche questa esperienza, segna il bambino, che torna nel bosco. Qui, conosce Pamela, che presto diverrà oggetto d’amore da parte di Medardo che la vuole portare al castello. Lei si rifiuta, e si rifugia in una grotta alla richiesta di Medardo di averla per sposa i genitori però dicono di si, poiché lo temono. Il bambino diventa amico di Pamela poiché le porta cibo nella grotta segreta dove vive con due capre e un’oca. Nel frattempo arriva nella città di Terralba la parte opposta di Medardo, che si credeva perduta in battaglia,questi soccorre le persone, elargisce soldi, è gentile con Sebastiana, infatti la va a trovare a Pratofungo, dove ella gli svela di non aver preso la lebbra per essersi cosparsa il corpo di
pece e aver preso certi decotti particolari, ma mentre per i paesani è chiaro che sono due metà distinte, una che fa il bene,l’altra il male Sebastiana confonde le due metà, sgrida uno, quando dovrebbe elogiarlo, elogia l’altro quando dovrebbe sgridarlo. Pamela è attratta da tutti e due i Medardi. Gli ugonotti lo ospitano nella loro casa ,come avevano ospitato il Gramo cattivo una notte di pioggia timorosi della sua personalità imprevedibile, trovano questo buono, per parte loro un po’ pedante con le sue continue prediche sui loro comportamenti ormai consolidati. Pamela deve decidere chi dei due Medardi, preferisce dato che entrambi la corteggiano, l’uno quello cattivo, disperato e tormentato, l’altro gentile romantico, premuroso e comprensivo. Decide per il buono, in paese c’erano grossi preparativi per questo matrimonio: finalmente in chiesa Pamela sta sposando il buono quando arriva il Gramo c’è un duello tra spargimento di sangue le due
metà vengono unite dal dott. Trelawney, che nel frattempo ha imparato dal Medardo Buono a soccorrere la gente ammalata, e non solo gli animali e la natura, così Pamela e Medardo vissero felici e contenti ed ebbero molti figli. Personaggi Medardo Visconte di Terralba ducato del Genovesato Curzio suo scudiero L’Imperatore I turchi, le donne, i soldati dell’accampamento Fiorifero capo di una banda di briganti Sebastiana balia di Medardo Il conte Aiolfo padre di Medardo Il bambino nipote di Medardo IL dott. Trelawney dott.scienziato I paesani Il carpentiere Mastropietrochiodo I briganti capitanati da Fiorfiero I servi del castello di Medardo
Galateo lebbroso abitante di Pratofungo Gli ugonotti abitanti di Col Gerbido Ezechiele loro guida Pamela innamorata di Medardo PapĂ e mamma di Pamela LUOGHI La pianura di Boemia dove si svolge la guerra dei cristiani contro i turchi Terralba Luogo di nascita di Medardo Il salto della Ghigna dove si recano il dott. Trelawney con il bambino per scappare da Medardo Il bosco delle monache posto dove il bambino si ritrova con diversi personaggi, Medardo, buono e cattivo, il dott. Trelawney, scienziato, appunto amante di animali e fuochi fatui, Pamela, innamorata dei due Medardi Pratofungo villaggio dove vivono solo i lebbrosi
Col Gerbido Luogo dove vivono gli ugonotti Tempo Questo racconto si svolge nel Medioevo Spazio Tra la Boemia e l’Italia Frasi 1) Ogni incontro di due esseri al mondo, è uno sbranarsi. 2)Se mai tu diventassi, metà di te stesso, la metà rimasta, sarà mille volte più preziosa e profonda. Pag. 44 3) Ero intero e tutte le cose per me erano naturali e confuse, stupide, come l’aria, credevo di vedere tutto e non era che la scorza.Pag 43 4) Non deridere la vecchiaia, figlio tu che hai avuto la giovinezza offesa Pag. 33
5) Ognuno di noi, ha la propria incompletezza. Io ero intero, e non capivo, mi muovevo, sordo e incomunicabile tra i dolori e le ferite seminate ovunque. Pag, 65 6) Così si potesse dimezzare ogni cosa intera, così ognuno potesse uscire dalla sua ottusa e ignorante interezza. Pag. 43 7) Così mio zio Medardo ritornò uomo intero, né cattivo, né buono, un miscuglio di cattiveria e bontà. Pag 89 Conclusione Questo libro, mette in luce, la lotta fra il bene e il male, che rappresenta uno dei crucci principali della società. Tale problema si presenta in modo accentuato ai nostri giorni, in cui l’avanzare del progresso ci ha portato in un vortice caotico dal quale è difficile uscire, per fare delle
scelte. A volte l’uomo vuole superare con la scienza le leggi della natura, sarà mai possibile questo, senza danneggiare un ordine naturale già così perfetto.?