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Bianco&nerO
1000 sfumature di grigio
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fotografie di Mario De Marinis
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Bianco&nerO
1000 sfumature di grigio
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fotografie di Mario De Marinis
Bianco&nerO
1000 sfumature di grigio
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Nelle stanze della scuola Michele Fanoli si insegnava che le foto in bianco e nero per essere corrette nella realizzazione dovevano contenere fra il bianco ed il nero assoluti tutte le sfumature di grigio. Nel laboratorio di stampa fotografica si arrivava sempre di fretta, due ore erano a malapena sufficienti per sviluppare il negativo, asciugarlo e passare alla stampa su carta. Come minatori affronatavamo il buio del laboratorio attendendo pazientemente che la nostra vista si abituasse alla tenue luce rossa, poi tutto spariva per lasciare il posto al “miracolo della stampa”: a sinistra la scatola che racchiudeva la busta contenente la carta ai sali d’argento, di fronte l’ingranditore, a destra il grande cronometro con le lancette fluorescenti, poi le bacinelle con lo sviluppo, l’arresto ed il fissaggio, infine l’acqua per il lavaggio. Fatto il provino per determinare i corretti tempi di esposizione, si passava allo sviluppo, successivamente con i dati ottenuti direttamente alla stampa della foto in formato. Si contavano i secondi con il cronometro e con la voce si scandiva il tempo, 133, 133, 133, 133 poi si spegneva la luce dell’ingranditore e si passava ad immergere velocemente il cartoncino fotosensibile nello sviluppo. Facendo ondeggiare il liquido di sviluppo, piano piano, si cercava di tenere il cartoncino completamente immerso fino all’apparire dell’immagine, prima le parti che sarebbero diventate le più scure, poi via via tutte le altre sfumature di grigio. Quando eravamo sicuri che l’immagine si presentava completa in ogni suo particolare, si interrompeva lo sviluppo immergendo l’immagine nella seconda bacinella di arresto per poi passare al fissaggio e successivamente al lavaggio. Ecco il miracolo della fotografia: uscire dalla camera oscura con la trasposizione su carta di un’interpretazione, di un sogno documentato fotograficamente, qualcosa di unico, isolati i colori ed eliminato il superfluo, il bianco e nero ci restituiva una nuova realtà o meglio una nuova visione della stessa realtà.
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