GUIDA AI LUOGHI E AI PERCORSI DEL BIELLESE LANIERO
GUIDA AI LUOGHI E AI PERCORSI DEL BIELLESE LANIERO
DELLA STESSA LANA Finito di stampare nel marzo 2017
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PASTORIZIA
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La Burcina
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Museo Della Transumanza
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La strada dell’Alpe
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Alpe Artignaga
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Ecomuseo della civiltà montanara
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Duomo di Biella
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ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE
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Ex Mulino Susta
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La Trappa
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La Machina Brusà
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Strada dell’oro
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Lanificio Botto Giuseppe - Batòr
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Centrale Idroelettrica del Piancone
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Diga Delle Mischie
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Ex Pettinature Rivetti
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Cappellificio Cervo
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Ex Casa del Popolo di Crocemosso
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Lanificio Scuola Piacenza
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Villaggio Operaio Trossi-Rivetti
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Palazzo Ronco
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Unione Industriale Biellese
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Ex Lanificio Pria
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Ex Lanificio Sella
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La Fabbrica della Ruota
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Cittadellarte
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INDUSTRIA LANIERA
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Lanificio Giletti
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Dopolavoro Zegna
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Lanificio Ermenegildo Zegna
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Mappa riassuntiva
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Riferimenti iconografici e attribuzioni
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Riferimenti bibliografici
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Confini del parco Sentieri
sezione pastorizia la burcina #StessalanaBurcina
01.
la burcina
Riserva naturale speciale del Parco Burcina Felice Piacenza 13814 Pollone BI
Il nome Burcina deriva dall’antico termine dialettale “bru” che significa erica, la pianta che nell’antichità ricopriva la collina dove ora si trova il parco. Nel 1959 degli scavi riportarono alla luce un vaso di bronzo, alcuni utensili in ferro, contrappesi in terracotta per telai e una serie di altri oggetti presumibilmente risalenti all’età del ferro. Nella parte più alta del colle riemerse un muretto a secco a forma di ferro di cavallo, probabilmente una tomba. Questi ritrovamenti indicano che la parte alta del colle fu abitata per diversi secoli da genti dedite alla pastorizia, alla caccia e alla tessitura e filatura della lana. Utilizzato inizialmente come zona di pascolo, per un lungo periodo il colle rimase in condizioni di degrado, fino all’acquisto dei terreni da parte di Giovanni Piacenza che iniziò un’opera di rimboschimento e avviò la realizzazione di strade, sentieri, laghetti e cascine. La famiglia Piacenza aveva l’intento di realizzare un giardino all’inglese con lembi di bosco alternati a prati, in cui fossero inserite specie esotiche di alberi e cespugli.
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sezione pastorizia museo della transumanza #StessalanaTransumanza
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museo della transumanza Ecomuseo della Transumanza Frazione Barbato 13835 Trivero BI
La frazione Barbato di Trivero in provincia di Biella è considerata la patria dei mandriani seminomadi, ovvero coloro che trascorrevano gran parte dell’anno lontani dalle proprie abitazioni. Nel periodo invernale, dopo aver stipulato un accordo con le famiglie di contadini proprietarie delle cascine, essi trasferivano le mandrie e le greggi nella pianura Vercellese e Pavese. Era proprio da quei luoghi che in primavera iniziavano il lungo percorso della transumanza per avvicinarsi ai pascoli alpestri che raggiungevano passando da Barbato, dove sostavano il tempo necessario per la tosa delle pecore. Il museo è stato ricavato in una ex stalla e racconta lo stile di vita dei pastori attraverso una serie di attrezzi raccolti ed organizzati attorno ad un’area centrale in cui è presente una mappa. Essa riporta il percorso, compiuto per la transumanza, che collega Barbato a Scopello in Valsesia. È una delle più antiche “strade dell’alpe”, ed ebbe un ruolo fondamentale per i trasporti.
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BOCCHETTO SESSERA
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SANTUARIO DEL MAZZUCCO
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BORGATA CERALE CAMANDONA
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Percorso
sezione pastorizia la strada dell’alpe #StessalanaStradaAlpe
03.
la strada dell’alpe Borgata Cerale Camandona 13821 BI Bocchetto Sessera SP 232
La Strada dell’alpe un tempo era percorsa dai pastori in compagnia degli armenti e del mulo, con il cestone sulle spalle, oggi la si percorre con lo zaino in spalla nel tentativo di riappropriarsi delle antiche memorie di questa parte del territorio biellese, seguendo le tracce lasciate delle antiche generazioni. Il percorso si svolge lungo una mulattiera che dalla borgata Cerale di Camandona raggiunge il Bocchetto Sessera, da dove prosegue verso gli alpeggi dell’Alta Valle. Lungo il percorso, pannelli didascalici aiutano a ricostruire le attività che caratterizzavano la vita delle popolazioni montane. Nel mese di maggio su questo percorso si svolge la manifestazione Transumando, una giornata in cui si attende il passaggio della mandria di Valter Croso per ripercorrere insieme il tratto della transumanza tra la frazione Cerale di Camandona e il Bocchetto Sessera. Questa iniziativa fa parte del programma di riscoperta e valorizzazione della civiltà alpina e del mondo alpigiano, elementi essenziali dell’identità biellese.
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ALPE ARTIGNAGA
CASA DEL PESCATORE
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DRUETTO SUPERIORE
ALPE MONTUCCIA
BOCCHETTO SESSERA
Alpe Artignaga di sopra
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Alpe Artignaga di sotto
Sentiero F3 (partenza Bocchetto Sessera)
Sentiero
sezione pastorizia alpe artignaga #StessalanaArtignaga
04.
alpe artignaga Partenza sentiero Bocchetto Sessera 13811 Tavigliano BI
Situata in alta Valsessera tra i 1300 e i 2000 metri, l’Alpe Artignaga ospita un alpeggio le cui baite sono andate incontro a diversi interventi di ricostruzione in seguito a due disastrosi eventi: una valanga e un incendio. Nonostante questo territorio appaia disabitato e inospitale, esso è stato per secoli fonte di lavoro e sopravvivenza per tante famiglie che nel periodo estivo si recavano in alpeggio con gli armenti. All’inizio del ‘900 salivano all’Artignaga da maggio a ottobre otre 70 persone, tutte provenienti da Mosso. L’alpe è raggiungibile a piedi tramite un comodo percorso di 4,5 km. Ora nel mese di agosto qui si svolge una tradizionale festa, durante la quale vengono distribuiti prodotti tipici delle valli biellesi come la polenta concia e il formaggio del Macagn.
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05 Bagneri
Limiti della borgata
sezione pastorizia ecomuseo della civitlĂ montnara #StessalanaCiviltaMontanara
05.
ecomuseo della civiltà montanara Frazione Bagneri 13895 Muzzano BI
La borgata Bagneri del comune di Muzzano, situata a 900 metri di quota, testimonia il lavoro di generazioni di alpigiani che gradualmente trasformarono l’ambiente originario. Oggi l’associazione Amici di Bagneri si impegna nel mantenere viva questa piccola comunità. La borgata è raggiungibile tramite due percorsi: dalla SP512, lasciando l’auto a 5 km a est della località Bossola e scendendo a piedi lungo una mulattiera per una breve passeggiata di circa 10 minuti, oppure dalla SP511 che collega Muzzano al Santuario di Graglia, proseguendo con la macchina su una strada, in parte sterrata, fino a raggiungere la mulattiera. Qui sono state conservate molte abitazioni in cui sono ricostruiti alcuni ambienti del passato: botteghe di artigiani come la falegnameria e la vecchia scuola elementare, tramite cimeli e testimonianze raccolti nell’arco del tempo.
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duomo di biella Piazza Duomo 13900 Biella BI
La Cattedrale di Santo Stefano è il più importante edificio sacro di Biella, essa sorge sui resti di una piccola chiesetta del XI secolo, di cui oggi possiamo ancora ammirare alcuni capitelli. Nel 1402 fu edificata la nuova chiesa, dedicata a Santa Maria Maggiore in seguito ad un voto fatto dalla popolazione per scongiurare la pestilenza del 1399. Il monumento venne restaurato in modo importante, acquisendo l’odierno aspetto gotico. La Chiesa di Santa Maria Maggiore venne dedicata a Santo Stefano nel 1872, anno della demolizione della Chiesa di Santo Stefano, uno dei più antichi edifici sacri cittadini. Il Duomo di Biella ospita un affresco che riflette la tradizione laniera del territorio, si tratta del “Cristo della Domenica”, chiamto anche “Cristo dei Tessitori”. Questo particolare tipo di iconografia diffusasi in Europa tra la metà del Trecento e l’inizio del Cinquecento, vuole richiamare i fedeli all’osservanza della festività, mettendo al bando il lavoro domenicale.
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archeologia industriale
Frazione Vioglio
Soprana
Frazione Lanvario
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Frazione Molinengo
sezione archeologia industriale ex mulino susta #StessalanaMulino
07.
ex mulino susta Strada provinciale 231 13834 Soprana BI
L’ex Mulino Susta è una delle poche testimonianze idrauliche che ritroviamo nel Mortigliengo, sorge sul torrente Ostola, a partire dal 1627 per circa due secoli fu impiegato per la pesta della canapa ed era di proprietà della parrocchia di Soprana, che lo cedette in seguito alla famiglia Susta. La struttura si presenta come un insieme di edifici costruiti in periodi diversi per potersi adattare alle nuove esigenze produttive, il corpo primario del mulino agli inizi del ’900 è stato ampliato con una nuova costruzione che ha la caratteristica conformazione delle fabbriche multipiano. Nel 1940 il mulino cessò definitivamente la sua attività, fu acquistato dalla famiglia Giletti che nel 1996 lo diede in dono al comune di Soprana che avviò un progetto di recupero dell’edificio, con il desiderio di tenere viva una testimonianza di cultura fortemente legata al territorio. Oggi il Mulino Susta è inserito nel circuito degli Ecomusei del biellese e ospita mostre temporanee e attività didattiche.
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LA TRAPPA
TORRENTE ELVO
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sezione archeologia industriale la trappa #StessalanaTrappa
SORDEVOLO
08.
la trappa
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La Trappa di Sordevolo fu inizialmente un ospizio per i pastori e un ricovero per le greggi, essa deve il suo nome a una congregazione di monaci Trappisti in fuga dalla Francia rivoluzionaria. L’edificio fu costruito nella seconda metà del 1700 a opera dei lanieri Ambrosetti, fu abitato dai Trappisti dal 1796 al 1802, anno in cui venne estesa al Piemonte la soppressione degli ordini religiosi messa in atto da Napoleone. Dopo essere stata abbandonata dai monaci venne utilizzata prima come opificio industriale, per poi passare, in seguito al cambiamento dei sistemi produttivi, nonché al fenomeno di pianurizzazione che portò i lanifici a spostarsi nei fondovalle, ad ospitare attività di tipo agricolo. Fino a quel momento la Trappa aveva saputo coniugare efficacemente il mondo della pastorizia e quello della manifattura, poiché i pannilana qui erano lavorati e prodotti a stretto contatto con la materia prima: la lana delle greggi. Dopo 200 anni di abbandono, l’edificio è stato restaurato dall’Associazione della Trappa e oggi ospita l’Ecomuseo della tradizione costruttiva.
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sezione archeologia industriale la machina brusĂ #StessalanaMachinaBrusa
Sentiero
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la machina brusà Comune di Pettinengo 13843 BI
L’ex Fabbrica Serra, detta Machina brusà a causa dell’incendio che la distrusse nel 1898, fu costruita nel 1835 sui resti del vecchio mulino Faccio del 1798. Essa è situata a Pettinengo, su di un sentiero poco prima che la valle del Tamarone si stringa con un’ampia curva e si arrivi in regione Gora. Essa è una tappa del “Sentiero dei tessitori”, un percorso di elevato interesse culturale e sociale. Dopo essere giunti alla Machina brusà è possibile infatti proseguire in un percorso ad anello, arrivati in Regione Molinetto di Pianezze, si risale a Livera per la strada “della Gava”. Anello da Livera alla machina brusà, Pianezze e ritorno. La camminata prosegue fino a Sant’Eurosia.
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Santuario della Novareja
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Percorso
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strada dell’oro Portula, frazione Castagnea 13833 BI
Nella seconda metà dell’Ottocento e per circa un secolo, gli operai furono costretti ad abbandonare il lavoro domestico per spostarsi tutti i giorni verso le fabbriche della zona che spesso si trovavano piuttosto distanti dalle abitazioni. Le persone si muovevano a piedi e questo portò alla realizzazione di una rete di sentieri, che consentivano di raggiungere in minor tempo il luogo di lavoro. La strada dell’oro era tra le più frequentate, essa collegava Castagnea a Masseranga, sede di alcuni importanti opifici tessili. Lungo il percorso sono rimasti alcuni segni che richiamano il passato come le cappelle votive, le pietre incise e i muri a secco. A breve distanza dal ponte che attraversa il Rio Carnasco sorgono ancora i ruderi del lanificio Bozzalla Pel che fu edificato nel 1835, successivamente distrutto da un incendio e mai più ricostruito, oggi appare quasi completamente inglobato dalla vegetazione. Sul tracciato sono presenti anche delle tavole informative posizionate in punti di interesse.
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sezione archeologia industriale lanificio botto giuseppe - batòr #StessalanaBator
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lanificio botto giuseppe batòr Via Bartolomeo Sella 166 13825 Valle Mosso BI
A Valle Mosso in provincia di Biella, Giuseppe Botto, fondò nel 1876 l’omonimo lanificio, esso sorge dove una volta era la “Macchina Vecchia” o “Batòr”, il più importante lanificio ottocentesco della Valle Strona, nel quale Pietro Sella introdusse, già nel 1816, le prime macchine meccaniche per la lavorazione della lana, dando origine al “sistema di fabbrica”. Altro merito di Pietro Sella fu quello di avere per primo sviluppato la lavorazione dei panni fini grazie alle lane pregiate che personalmente si recava ad acquistare nei paesi dell’Est Europa. Nel 1831 due fratelli di Pietro, Giò Battista e Vincenzo Sella fondarono a Campore un nuovo lanificio denominato la “Macchina Nuova”.
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DIGA DELLE MISCHIE
CENTRALE IDROELETTRICA DEL PIANCONE
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Percorso
sezione archeologia industriale centrale idroelettrica del piancone #StessalanaPiancone
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centrale idroelettrica del piancone Raggiungibile da Castagnea passando per il Santuario della Novareja, strada della Valsessera
Nei primi decenni del Novecento, i nuovi macchinari introdotti nei lanifici comportarono una maggior richiesta di energia necessaria per il loro funzionamento. I fratelli Mario ed Ermenegildo Zegna ottennero negli anni Trenta il permesso per impiantare una centrale idroelettrica in località Piancone, a 7 km da Trivero, dove si incontrano il torrente Sessera e il rio Confienzo. L’opera era destinata ad alimentare il lanificio “Fratelli Zegna di Angelo”. I lavori iniziarono nel 1938 e furono ultimati nel dicembre di quello stesso anno. Prima di poter procedere alla costruzione della centrale fu necessario realizzare una via d’accesso: la “strada della Valsessera”, che dalla frazione Castagnea di Trivero arriva al Piancone. La centrale è un edificio sobrio con grandi vetrate, posto a pochi metri dalla galleria dalla quale esce la condotta forzata che convoglia le acque dei torrenti Sessera e Dolca. In seguito all’alluvione del 1968, si resero necessari alcuni interventi per ripristinare la completa funzionalità della centrale e sistemare i danni causati alla struttura.
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DIGA DELLE MISCHIE
CENTRALE IDROELETTRICA DEL PIANCONE
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Percorso
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diga delle mischie Raggiungibile dalla strada della Valsessera proseguendo dopo la Centrale del Piancone
La famiglia Zegna, per alimentare la centrale idroelettrica del Piancone e produrre l’energia necessaria ai propri stabilimenti industriali di Trivero, fece costruire uno sbarramento alto 44 m a valle della confluenza del Dolca e del Sessera, creando un invaso capace di regolare il deflusso delle acque. Tale progetto fu realizzato solo anni dopo la costruzione della centrale idroelettrica, tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta. Dall’invaso parte una condotta forzata lunga 4 km che collega il lago artificiale con la centrale.
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ex pettinature rivetti Via Carso 13900 Biella BI
La fabbrica è un complesso di notevoli dimensioni realizzato in cemento armato e strutturato in un corpo multipiano per la lavatura, l’essicazione e la preparazione della lana, e un corpo orizzontale a shed utilizzato per la pettinatura. Il progetto dell’edificio è dell’architetto Giuseppe Pagano che ritenne necessario realizzare in quest’opera un’unione efficace tra forma e contenuto. Oggi l’area industriale lungo via Carso è completamente abbandonata ed esposta al degrado, tuttavia uno dei due edifici della fabbrica sito in Via Repubblica è stato recuperato e denominato Palazzo Rivetti.
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sezione archeologia industriale cappellificio cervo #StessalanaCervo
Tavigliano
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cappellificio cervo Via Libertà 16 13816 Sagliano Micca BI
Nato nel 1897 come cooperativa, presso l’omonimo torrente, il Cappellificio oggi racchiude nelle sue creazioni la grandezza dei due celebri marchi: Barbisio e Bantam. Esso è situato a Sagliano Micca in provincia di Biella. Qui negli anni Cinquanta si producevano fino a 1300 cappelli al giorno. Il cappellificio esporta le proprie collezioni in Europa, Stati Uniti e Giappone. Il feltro qui è esclusivamente lavorato a mano e forgiato con le originali forme in legno per tenere viva la tradizione e garantire l’inimitabile eccellenza dei prodotti Cervo.
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sezione archeologia industriale ex casa del popolo di crocemosso #StessalanaCasadelpopolo
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ex casa del popolo di crocemosso Via Giuseppe Mazzini 13 13825 Valle Mosso BI
Crocemosso era uno dei centri industriali più importanti del Biellese. Fu proprio qui che venne inaugurata il 30 aprile 1911 la Casa del Popolo. Questo luogo fu un polo di aggregazione sociale e culturale, esso rappresentò il cuore del movimento operaio per la gente delle vallate dello Strona, del Ponzone e del Sessera divulgando ideali di progresso e di solidarietà. Fu un vero e proprio centro sociale, volto all’istruzione delle classi deboli, alla riduzione dell’analfabetismo. Qui nacquero la Biblioteca e la Filodrammatica che furono attive fino all’insorgere del Fascismo. Ebbe poi un ruolo importante nell’ambito delle lotte operaie e degli scioperi indetti nel tentativo di migliorare la situazione dei lavoratori del tessile. Tra queste è bene ricordare il periodo di astensione dal lavoro durato quasi tre mesi del 1921, conclusosi poi con una sconfitta della classe operaia, che dovette rimettersi al volere e alle disposizioni degli industriali. Nel 1923, e per il successiovo ventennio, la Casa del Popolo venne occupata dai fascisti.
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sezione archeologia industriale lanificio scuola piacenza #StessalanaScuolaPiacenza
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lanificio scuola piacenza Piazza Lamarmora 5 13900 Biella BI
Per trasmettere le conoscenze di fabbrica, si usava affiancare il giovane e inesperto operaio a uno anziano ed esperto e dopo un certo tempo affidargli mansioni analoghe, questa modalità in Inghilterra era definita “Standing by Nelly”. Tuttavia con il sopraggiungere di tecnologie più avanzate soggette a continui aggiornamenti e che richiedevano una manodopera qualificata, l’istruzione professionale si spostò gradualmente in scuole specializzate, sempre affiancate da laboratori. I prodotti realizzati nelle scuole erano equiparabili a manufatti professionali, infatti essi venivano presentati anche durante le Esposizioni industriali. Il Lanificio Scuola Piacenza, realizzato nel 1911, si proponeva di integrare la scuola professionale del Chiosco di San Sebastiano con l’attività industriale fornendo attrezzature per esercitazioni specifiche. Il complesso si componeva di una palazzina, ispirata al revival del Rinascimento toscano, e di una serie di capannoni a shed destinati ai reparti di carderia, filatura, tessitura e tintoria per le esercitazioni pratiche.
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sezione archeologia industriale villaggio operaio trossi-rivetti #StessalanaVillaggio
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villaggio operaio trossirivetti Vigliano Biellese BI
Tramite la costruzione dei villaggi operai si voleva operare una sostanziosa trasformazione del territorio volta in particolar modo al raggiungimento di un maggior controllo sociale. Il villaggio operaio in genere si insediava in zone vicine alla fabbrica ma decentrate rispetto alla città, su terreni a basso costo abitativo. Si affermò come tipologia di residenza il modello della casa isolata o villino mono o bifamigliare. Gli spazi collettivi previsti per il villaggio: la scuola, il teatro, la chiesa, sono rigidamente funzionalizzati. L’imprenditore Felice Trossi, accanto ai suoi opifici di Vigliano Biellese, realizzò un centinaio di villette destinate agli operai, e una serie di servizi assistenziali. Il villaggio si compone di 39 edifici residenziali ognuno dei quali possiede un orto privato. Seguì la costruzione in una zona limitrofa del villaggio Rivetti, esso conta 20 palazzine, la Chiesa di San Giuseppe (1928) e un convitto femminile. La massiccia industrializzazione di questa zona era dovuta in particolare alla presenza del torrente Cervo.
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palazzo ronco Via Giuseppe Mazzini 3 13900 Biella BI
Il palazzo risale al 1925, fu ideato dall’architetto Gottardo Gussoni e si affaccia sui Giardini Zumaglini di Biella. Nella facciata principale si possono notare caratteri neo-rinascimentali e alcuni elementi che si rifanno al neogotico, ai lati invece si notano due grandi torri merlate. Nel complesso la sensazione trasmessa è di una certa severità dovuta anche all’allestimento dei suoi interni, dove le grandi finestre colorate, che ricordano quelle di una cattedrale, filtrano in modo particolare la luce. Questo luogo fu anche sede dell’Industria laniera italiana dal 1925 al 1984.
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unione industriale biellese Via Torino 56 13900 Biella BI
Nel 1864 a Biella nacque una delle prime organizzazioni imprenditoriali italiane: la “Società dei fabbricanti di pannilana” e nel 1901 un buon numero di imprese biellesi diede vita alla “Lega Industriale di Biella”, fondata da Felice Piacenza. Nel 1924 le associazioni industriali dei comuni del circondario di Biella si unirono e fondarono la “Federazione industriale biellese, per la tutela dell’industria”. Soppressa dopo due anni, venne ricostituita come “Unione industriale fascista biellese”, la cui sede si trovava a Biella in un no dei più importanti edifici storici, oggi conosciuto come il palazzo dell’Unione Industriale Biellese. L’edificio progettato dall’architetto Nicola Mosso, costruito durante il periodo fascista, si presenta in tipico stile razionalista. L’accesso principale è caratterizzato da un propileo che affaccia su via Torino. La maggior parte degli arredi e delle lampade o dell’illuminazione fu ideata e progettata dallo stesso architetto Mosso e parecchi dei pezzi originari sono ancora presenti nell’edificio.
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ex lanificio pria Via Tollegno 2 13900 Biella BI
L’ex Lanificio Alfredo Pria, come molti opifici sorti a Biella nello stesso periodo, si trova sulle sponde del fiume Cervo. Fin dal 1150 la zona era nota per il Ponte della Maddalena che collegava Biella con la pianura del levante dove sorgeva il convento di Santa Maria Maddalena, dove visse una comunità di suore di clausura, dette Signore del ponte. Nel 1820 Louis Boussu, di origini francesi, osservò che in quel tratto del Cervo la forza dell’acqua era ideale per produrre l’energia utile al funzionamento dei primi telai meccanizzati. Realizzò quindi una fabbrica che ai tempi spiccava per la sua modernità. Alla fine dell’800 il figlio di Bossu entrò in società con Alfredo Pria che successivamente rileverà l’intera azienda. Il Lanificio arrivò ad avere oltre mille operai, diventando un nome di riferimento per la produzione di tessuti di laneria, lavorando per i più prestigiosi nomi e marchi della moda internazionale. Qui sono ancora conservati in un archivio di grande interesse per studiosi e stilisti, oltre mille volumi di storia della produzione tessile.
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L’Ex Lanificio Maurizio Sella nasce da una serie di vicende che vedono la sua origine nella cartiera Mondella, risalente al 1548, che fu trasformata in filatoio da seta dalla Congregazione del Santuario d’Oropa nel 1695. L’edificio fu successivamente ristrutturato per realizzare un mulino da affiancare alla cartiera e al filatoio, fino a che nel 1867, Maurizio Sella iniziò l’ampliamento dell’edificio, per realizzare la tessitura. Oggi di proprietà della Banca Sella, il lanificio è stato oggetto di lavori di restauro. In una parte del complesso sono collocati il Centro elaborazione dati e l’Università aziendale del Gruppo Banca Sella, dal 1991 vi ha sede la Fondazione Sella Onlus con i suoi fondi archivistici e numerosi fondi fotografici dalle origini della fotografia ad oggi. La struttura oggi ospita anche il Fablab di Biella, un luogo di progettazione e realizzazione di idee per designer e per tutti coloro che vogliano sperimentare, creare, imparare.
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la fabbrica della ruota Regione Valle Fredda 13867 Pray Biellese BI
L’Ex lanificio Zignone, oggi noto come “Fabbrica della Ruota”, fu edificato nel 1878. Rappresenta un importante esempio di archeologia industriale poiché conserva intatto l’impianto ottocentesco di derivazione manchesteriana e il sistema “telodinamico” di trasmissione dell’energia. L’edificio è situato al centro della “Strada della Lana”, percorso tematico di archeologia industriale che collega Biella a Borgosesia. La struttura ospita oggi il Centro di Documentazione dell’Industria Tessile che comprende una biblioteca specializzata con oltre 1500 volumi e un archivio costituito da 58 fondi di provenienza industriale. La biblioteca “generalista” ospita invece oltre 5000 volumi. Al pian terreno dell’edificio sono esposti alcuni macchinari restaurati e funzionanti e una serie di attrezzi legati alle lavorazioni tessili. La fabbrica è visitabile tutte le domeniche pomeriggio dalle 15 alle 18 da giugno a settembre e su settimana dalle 9 alle 13 tutto l’anno, spesso qui sono ospitate mostre temporanee.
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cittadellarte Via Serralunga 27 13900 Biella BI
Gli edifici dell’Ex Lanificio Trombetta di Biella, oggi ospitano non più una fabbrica di panni di lana ma quella che può essere definita una “fabbrica di idee”, un laboratorio dove la creatività artistica entra in relazione con le strutture del tessuto socio-economico per l’ideazione e realizzazione di progetti volti ad una trasformazione responsabile a livello locale e globale.
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sezione industria laniera lanificio giletti #StessalanaGiletti
25.
lanificio giletti Frazione Ponzone 13835 Trivero BI
Nata nel 1884 con sede a Ponzone Biellese, la Giletti spa è oggi un’azienda leader nel mondo della produzione di filati. Più di un secolo fa, ad opera di Anselmo Giletti, nella vallata attraversata dal torrente Ponzone, prese l’avvio quella che divenne l’attuale azienda, che si sviluppò fino a raggiungere i 36000 mq di superficie. A Ponzone inoltre si trovano una serie di altre strutture realizzate ad opera o con il contributo della famiglia Giletti: un cineteatro, un asilo, una serie di case popolari, infine Villa Giletti la dimora dell’imprenditore. Quest’ultima è stata edificata accanto alla fabbrica, come usavano un tempo gli industriali biellesi, sul lato opposto della strada principale di Ponzone che la separa dallo stabilimento.
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sezione industria laniera dopolavoro zegna #StessalanaDopolavoro
Regione Canchioso
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dopolavoro zegna Via Guglielmo Marconi 13835 Trivero BI
L’imprenditore Ermenegildo Zegna puntava al miglioramento della qualità della vita dell’intera comunità. Realizzò così il centro socio assistenziale di Trivero, dove erano riuniti diversi servizi tra i quali: un cine-teatro, una stanza per il biliardo, una sala da ballo, un ristorante, un albergo, la biblioteca pubblica, l’asilo, una palestra e una piscina all’aperto (sostituita in seguito da una piscina coperta). Successivamente si aggiunse la “Cooperativa di Consumo Fratelli Zegna di Angelo”, che rimase in attività fino alla seconda metà degli anni Settanta. Essa ospitava la panetteria, la macelleria, la salumeria, la cantina, la drogheria e la rivendita di alimentari. Nel 1938 incominciarono i lavori per la costruzione di un nuovo edificio destinato alle cure mediche, a cui si aggiunse una scuola di avviamento professionale con quattro indirizzi. Oggi la Fondazione Zegna porta avanti gli intenti del suo fondatore, alcuni servizi sono rimasti, altri spazi si sono invece evoluti con nuove destinazioni d’uso.
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sezione industria laniera lanificio ermenegildo zegna #StessalanaZegna
Regione Canchioso
27.
lanificio ermenegildo zegna Via Roma 99 13835 Trivero BI
Ermenegildo Zegna è una casa di moda di lusso italiano che produce abbigliamento e accessori maschili. Il ciclo produttivo del Lanificio è completo e comprende diverse fasi, dalla selezione delle materie prime al finissaggio. La ditta risale alla seconda metà dell’Ottocento, periodo in cui l’orologiaio Angelo Zegna decise di aprire un laboratorio tessile. Sarà l’ultimo dei suoi dieci figli, Ermenegildo Zegna, a prendere in mano le sorti di quella che diventerà una delle realtà più note dell’imprenditoria familiare italiana. Il Lanificio Zegna venne fondato a Trivero nel 1910 con l’obiettivo di produrre tessuti di alta qualità per abbigliamento maschile con materie prime selezionate importate dall’Australia e dal Sudafrica. La produzione fu ampliata con la creazione di nuove linee di abbigliamento sportivo e accessori. Nel 1999, il Gruppo Zegna acquisì la casa di moda Agnona, nel 2002 l’azienda Guida, nel 2003 assunse il controllo del 50% dell’azienda SharMoon. ll gruppo Zegna conta oggi oltre 7000 dipendenti e 525 negozi monomarca.
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riferimenti iconografici e attribuzioni Mappe: Immagini ©2017 Google. Dati cartografici ©2017 Google Immagini CARTO© [ https://carto.com/ ] copertina: Copertina: Pastore Pietro Lanza di fronte alla Machina Brusà - foto Alfonso Sella pag. 7: http://www.atl.biella.it/parco-burcina pag. 9: Foto di Marta Barducchi, 2016 pag. 11: Foto di Marta Barducchi, 2016 pag. 13: http://www.loscarpone.cai.it/news/items/allalpe-artignaga-in-festa-con-il-cai-trivero.html pag. 15: Fotografie Marcello Rossi / Roberto Moretto / Paolo Coda, 30-07-2012 [http://www.biellaclub.it/cultura/Ecomuseo-Bagneri/index.php] pag. 17: Ilda Casati, Duomo di Santo Stefano - G.A.P. di Biella, 19-06-2010, Attribution-NonCommercial-NoDerivs 3.0 Unported (CC BY-NC-ND 3.0) [link immagine: http://www.panoramio.com/photo/36928463, link licenza: https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/] pag. 21: Fotografie Marcello Rossi / Roberto Moretto / Paolo Coda, 30-07-2012 [http://www.biellaclub.it/cultura/Soprana-MulinoSusta/index.php] pag. 23: Franco1457, La Trappa con il Mucrone, 08-01-12 [http://www.gulliver. it/itinerario-foto/53951/#!/uploaded/2012/large/20120212165513. jpg||grid2] pag. 25: Seconda passeggiata del ciclo “La Maglia dei Sentieri” tra cultura e storia nel comune di Pettinengo [https://vimeo.com/139166315] pag. 27: Panorama di castagnea [http://www.trivero-italy.com/economia/1economia.html] pag. 29: http://www.bottogiuseppe.com/azienda/ pag. 31: Centrale idro-elettrica del Piancone in Alta Valsessera, in territorio di Portula [http://www.trivero-italy.com/geologia/immagini/piancone_centrale800.gif] pag. 33: Diga del Piancone, paodave © panoramio, 29-03-2008 [http://postidavisitare.com/s?as=foto&fp=8953022]
pag. 35: Google Street View [https://www.google.it/maps/@45.5599615,8.064 1363,3a,75y,62.03h,94.53t/data=!3m6!1e1!3m4!1sdr9D7vLzvYxHDW v-opH1SQ!2e0!7i13312!8i6656!6m1!1e1] pag. 37: https://squarcidisilenzio.wordpress.com/2015/10/19/ pag. 39: Crocemosso Ex Casa del Popolo, foto di F. Ceragioli, Attribuzione - Condividi allo stesso modo 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0) [link immagine: http:// enhancedwiki.altervista.org/?title=File:Croce_mosso_ex_casa_del_popolo. jpg, link licenza: https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.it] pag. 41: Lanificio Scuola Piacenza, foto di Twice25, 12-02-2010, Attribuzione - Condividi allo stesso modo 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0) [link immagine: https:// commons.wikimedia.org/wiki/File:Lanificio_Scuola_Piacenza_-_IMG_7801. JPG, link licenza CC: https://creativecommons.org/licenses/by/3.0/deed.en, link licenza: https://creativecommons.org/licenses/by/3.0/deed.en] pag. 43: Google Street View [https://www.google.it/maps/place/13900+Biella+BI /@45.5594684,8.0876652,3a,60y,90t/data=!3m6!1e1!3m4!1s41VZ_ SAyUv-J28fpIgeFhA!2e0!7i13312!8i6656!4m5!3m4!1s0x478620dfc7f0a109:0xa1320b29c3229611!8m2!3d45.5785611!4d8.036505!6m1!1e1] pag. 45: foto di Andrea Battagin ©, 2016 [https://50sfumaturedibiella. com/2016/08/03/edificibiellesi-tra-la-parte-nuova-e-quella-vecchia-di-biella-troviamo-una-vera-opera-darte-palazzo-ronco/] pag. 47: http://www.ilperiodicodibiella.com/news/?p=10222 pag. 49: Lanificio Pria, Copyright © 2016 Biella Accoglie - Consorzio Operatori Turistici del Biellese [http://www.discoverbiella.com/scheda.php?id=34] pag. 51: Foto di Marta Barducchi, 2016 pag. 53: Foto di Marta Barducchi, 2016 pag. 55: Foto di Enrico Amici [http://www.cittadellarte.it/info.php?inf=5] pag. 59: COPYRIGHT © 2015 GILETTI S.P.A [http://www.giletti.it/azienda.php] pag. 61: Foto di Marta Barducchi, 2016 pag. 63: http://www.trivero-italy.com/home/oasizegna/allaperto2013.html#thumb
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