Sono come Suono, il suono come requisito di progetto

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Politecnico di Torino

Corso di Laurea in Design e Comunicazione Visiva Tesi di Laurea

Sono come Suono

Il suono come requisito di progetto

Tutor

Candidate

Claudia De Giorgi Beatrice Lerma

Marta Barducchi Livia Chiani Febbraio 2014



Politecnico di Torino

Corso di Laurea in Design e Comunicazione Visiva Tesi di Laurea

Sono come Suono

Il suono come requisito di progetto

Tutor Claudia De Giorgi Beatrice Lerma

Candidate Marta Barducchi Livia Chiani

Febbraio 2014


Sono come Suono

Il suono come requisito di progetto Font Akkurat Stampa in CMYK Stampato nel febbraio 2014


Politecnico di Torino

Corso di Laurea in Design e Comunicazione Visiva Tesi di Laurea

Sono come Suono

Il suono come requisito di progetto

Tutor Claudia De Giorgi Beatrice Lerma

Candidate Marta Barducchi Livia Chiani

Febbraio 2014



INDICE

Indice

11 INTRODUZIONE 13 CAPITOLO 1 – IL SUONO 15 1.1 Grandezze caratteristiche - L’altezza - L’intensità - Il timbro - La durata - La frequenza - La lunghezza d’onda - La velocità di propagazione 16 1.2 Il suono e il rumore - La soglia di udibilità - Le soglie differenziali - La psicoacustica - Acusmatico 19 1.3 L’area di udibilità - Lo spettro di frequenza - Le curve isofoniche - La soglia del dolore - Il rumore colorato 23 1.4 I mezzi di trasmissione del suono 25 1.5 La trasmissione del suono - La riflessione, la riverberazione, l’eco - La rifrazione - La diffrazione - L’interferenza

- Il rimbombo - L’effetto doppler 32 1.6 Suono e cultura - Il paesaggio sonoro - Lo spazio acustico 34 1.7 Design e Sensorialità 41 CAPITOLO 2 – INDIVIDUARE I SUONI 42 2.1 La fisiologia dell’udito 45 2.2 La notte uterina - La formazione dell’orecchio nelle ere - La formazione dell’orecchio nel feto - Iniziare a percepire il suono - Casi studio 53 2.3 I quattro ascolti 55 2.4 Il suono e l’elettronica 61 CAPITOLO 3 – LA MUSICA 61 3.1 Il suono e la musica - Armonia e ritmo - Note, pentagramma e scala musicale - Strumenti musicali - Risonanza - Anamorfosi 68 3.2 Esperienze musicali - La musica e il rumore

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Sono come Suono

- La musica concreta e il solfeggio sperimentale - La musica elettroacustica 72 3.3 Il suono nello spettacolo - Il sound design - Music from a Dry Cleaner - Public Resonance - Il cinema - Il videoclip musicale - Il progetto Zerovolume 81 CAPITOLO 4 – LA COMPONENTE SONORA NELL’ARCHITETTURA 83 4.1 L’architettura degli elementi acustici nell’antichità - Il teatro greco - Il teatro romano - Il teatro dell’epoca elisabettiana - L’acustica nelle chiese 85 4.2 L’architettura e gli elementi acustici nella modernità - La Biblioteca dei Viipuri di Alvar Aalto - Il Parco della Musica di Roma di Renzo Piano - Il Padiglione Philips, Bruxelles - Un edificio che suona

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89 4.3 Elementi acustici come parte del paesaggio - I giardini, l’acqua e i giardini giapponesi - La Villa d’Este - L’ecologia acustica - Percorsi sensoriali - Il Soundwalking - Computer Sound Zoo, California - Soundscape design: la progettazione di spazi sonori - Barriere acustiche - ESO, un libro sospeso tra architettura e musica 97 CAPITOLO 5 – IL SUONO NEL DESIGN 98 5.1 L’impronta sonora di un oggetto di design 99 101 102 104 108

5.1.1 Cibi sonori 5.1.2 Packaging sonori 5.1.3 Minimizzare il suono 5.1.4 Altri casi studio 5.1.5 Errori di progettazione - Sun Chips - Lo spazzolino elettrico

110 5.2 Mostre e installazioni 110

5.2.1 Mostre


INDICE

- DOS, Disegnare oggetti sonori - Oggetti sonori, la dimensione invisibile del design - Giardino dei suoni - Dialogo nel buio - The Singuhr Sound Gallery 118

5.2.2 Installazioni - Sonic Garden, NY - Singing Ringing Tree - La Pozzanghera - Teoria del divertimento - Organo marino - Parlapà, installazione di arte urbana - Fine Collection of Curious Sound Objects - Cymatics - Future Self - Liquid Space

125 CAPITOLO 6 – EXPLORING DESIGN 125 6.1 Il metodo progettuale 126 6.2 Il designer esploratore - Il corso di Design dell’Esplorazione - MATto 129 6.3 Sono come suono, progettare oggetti sonori, A.A. 2013-2014

- Contributi esterni al corso - Doriana Dal Palù: Il suono nel design, una guida per il progettista di oggetti sonori - Ergonomia Cognitiva, Workshop - Patrizia Scarzella, Workshop 143 CAPITOLO 7 – I LAVORI 145 7.1 Scenari 148 01 - Suono come movimento, energia e potenza 151 02 - Silenzio, non suoni e non rumori 154 03 - Suono e tempo, suono mutevole 157 04 - Suono e spazi 159 05 - Suono come benessere, armonia, terapia 161 06 - Suono emotivo 163 07 - Suono come rifugio 165 08 - Suono da mangiare 167 09 - Suono identificativo, riconoscibile 169 10 - Suono visibile, tangibile, tattile, materiale 11 - Suono interattivo, tecnologico, 3D 171 173 12 - Suono come allarme 175 13 - Suono come linguaggio 178 14 - Suono come magia, mistero 180 15 - Suono e sinestesie

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Sono come Suono

183 185 187 189 191

16 17 18 19 20 -

Suoni e luoghi Suono ricreato Suono per intrattenere Suono da indossare Suono come luce

195 CAPITOLO 8 – PROGETTI 271 CAPITOLO 9 – “UNA MOSTRA SONORA” 283 CAPITOLO 10 – CONCLUSIONI 285

Glossario

309

Riferimenti bibliografici - Bibliografia - Sitografia - Filmografia Ringraziamenti

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INTRODUZIONE

Introduzione

La tesi che avete tra le mani e che vi apprestate a leggere è frutto dell’incontro tra la progettazione e l’ambito del suono. “Sono come Suono, il suono come requisito di progetto”, è una tesi critica che vuole indagare un argomento interessante e vasto come quello del “suono” per mezzo del corso di Design per l’Esplorazione, prendendo a piene mani l’argomento e da questo riproporre un progetto che voglia rappresentare idealmente l’iter della tesi stessa e voglia racchiudere tutti i valori e le emozioni raccolte durante l’anno di lavoro. Il corso prevede di approcciarsi alla vasta tematica progettuale in modo totalmente libero, inizialmente tramite l’impiego di tecniche creative e successivamente esplorando a fondo le aree tematiche individuate. Di seguito riportiamo alcune informazioni che riassumono il corso e tutto ciò che da esso è scaturito: 71 Studenti 37 Gruppi di lavoro 20 Scenari 50 Progetti Perché interessarsi al suono? Questa è la prima domanda a cui si tenterà di dare una risposta. Ci circonda nella vita di tutti i giorni ma fin troppo spesso non gli viene attribuita l’importanza che merita ed anche in ambito progettuale solo da poco si è cominciato a comprenderne il vero valore. Cos’è il suono? Perché è importante nella progettazione? È davvero importante nella progettazione? Che cosa fa sì che un prodotto “suoni” bene o meno? Il suono può fare la differenza? Il suono può fare la differenza, ed è su questo che si basa la tesi: l’importanza del suono in ambito progettuale, non fermandosi al “progettare i rumori di funzionamento”di un oggetto ma facendo un passo ancora antecedente e chiedendosi se un oggetto deve avere un suono e se questo può dargli un valore aggiunto o essere lui stesso protagonista.

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Co-protagonista del suono è il corso di Exploring Design, Design dell’esplorazione, un corso che viene affrontato dagli studenti del Collegio di Design del Politecnico di Torino nel primo semestre del terzo anno. L’analisi del percorso di studio di questo corso costituirà il principale strumento utilizzato per comprendere la tematica del suono, ma cosa differenzia il corso di Exploring da qualsiasi altro corso sulla progettazione? Il corso è molto particolare in quanto permette, come dice il nome, di esplorare un ambito in ogni sua forma, a differenza di altri corsi che presentano un brief più restrittivo e indirizzato. Questo lascia al progettista quasi illimitata libertà di azione e porta allo sbocciare di progetti vari e sempre diversi, andando a sviscerare l’argomento in ogni sua parte utile. Dal connubio tra queste due tematiche nasce la tesi: una tesi di ricerca, in quanto per esplorare l’ambito del suono bisogna ricercarne i suoi significati e possibili declinazioni, critica, in quanto la tesi presenterà dei capitoli relativi ai lavori portati avanti dagli studenti nell’anno accademico 2013-2014 e proverà ad analizzarne l’essenza e lo spirito, e progetto, in quanto verrà infine presentato un progetto curato dalle tesiste che ha lo scopo di tirare le somme di ciò che è stato detto in precedenza. La tesi, a differenza di altre, è stata portata avanti di pari passo con il corso e si è evoluta con lui in un’ottica di condivisione: in un primo momento c’è stata una ricerca solitaria, i risultati di questa ricerca sono stati presentati agli studenti che li hanno liberamente ampliati e rielaborati. Queste rielaborazioni sono confluite nella tesi, si è passati poi alla progettazione vera e propria che è stata seguita passo passo così da documentarne le fasi al meglio, una volta conclusi i progetti questi sono stati raccolti e si è proceduto a una lettura critica tentando di capire quale siano state le molle del corso, le sue linee guida, in seguito ancora una scelta tra i progetti migliori da presentare uno ad uno e per finire tutte queste esperienze si sono unite per dar vita a un progetto che vede il suono ed il corso nel suo insieme come protagonisti principali. Il volume, dunque, si articolerà in due parti: una parte che riguarderà la ricerca, presentata in capitoli tematici: dal suono nella fisica fino al suono nel design, ed una parte invece riguarderà il corso nello specifico, presentandone in dettaglio metodologie e strutturazione, fino alla presentazione dei lavori portati a termine dagli studenti, correlati da un’analisi degli stessi. Nell’ultima parte verrà presentata una nostra proposta progettuale: una mostra sonora che vuole presentare al meglio i progetti degli studenti.

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Capitolo 1 - Il suono

Capitolo 1 IL SUONO

Prima di passare alla tesi vera e propria, e quindi al ruolo del suono nell’ambito progettuale, è bene avere una mezza idea di che cosa sia, oggettivamente, il suono. Queste non vogliono essere delle dispense di fisica, bensì una serie di conoscenze generali, più o meno semplificate, delle caratteristiche principali del suono, come è fatto, come si può indagare, come si trasmette, quali sono i fenomeni che lo vedono protagonista...una serie di informazioni, dunque, per capire non solo, fisicamente, cos’è il suono, ma anche cosa sia possibile fare con questo...prima di passare al procedimento di una ricetta bisogna leggerne gli ingredienti e così qui: prima di passare ai progetti è bene avere una mezza idea dell’argomento di cui si va a parlare.

Tutti i suoni sono dovuti a movimenti vibratori compiuti da corpi che sono la sorgente dei suoni

Genericamente, con il termine suono, intendiamo indicare la causa delle sensazioni percepite dal nostro orecchio. Tutti i suoni sono dovuti a movimenti vibratori compiuti da corpi che sono la sorgente dei suoni stessi: il cinguettio degli uccellini, il rombare del motore di un’auto, la musica di uno strumento musicale etc. nascono perché l’aria è messa in vibrazione dalla sorgente di un suono. Tanto maggiore è la velocità di vibrazione, tanto più acuto è il suono che sentiamo: se un oggetto vibra alcune decine di volte al secondo, il suono prodotto è basso; se vibra

centinaia di migliaia di volte è acuto. Sono definite “udibili” le vibrazioni che l’apparato acustico umano è in grado di recepire e le frequenze di queste vibrazioni sono dette audio-frequenze o “frequenze udibili”. Alcuni animali, come ad esempio i cani o i pipistrelli possono sentire vibrazioni con picchi di frequenza molto più alti di quelle che l’orecchio umano può percepire, definite “frequenze ultrasoniche”. Le frequenze percepibili dall’orecchio umano differiscono lievemente da persona a persona, come anche dall’età dell’individuo: più gli anni

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Sono come Suono

Fischietto a ultrasuoni per cani

avanzano meno frequenze saranno percepibili. Comunemente un essere umano percepisce frequenze che spaziano da 20 vibrazioni/secondo a 20.000, è su queste frequenze che tutti i file audio sono settati, ma per riprodurle tutte è comunque necessario un mezzo tecnologico molto avanzato. Quando la cassa di un altoparlante vibra produce due movimenti: uno avanti ed uno indietro. Quando va in avanti l’aria davanti a questa si comprime, quando va indietro l’aria diventa rarefatta, nel caso di una vibrazione costante, di un suono, si alternano regioni successive di aria compressa e rarefatta che si muovono dalla fonte sonora

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I pipistrelli utilizzano gli ultrasuoni per orientersi nel buio

alla velocità del suono senza però implicare un movimento dell’aria stessa, al pari del movimento dell’acqua prodotto in una vasca dall’immersione di un corpo. La rarefazione e la compressione delle particelle sonore disegnano un’onda la cui lunghezza corrisponde alla velocità di propagazione delle molecole, mentre il suo verso mostra in che direzione si muovono le particelle. I tre parametri essenziali del suono, “altezza” ,”intensità e timbro”, causati da “frequenza”, “ampiezza” e “forma” dell’onda sonora, si influenzano reciprocamente, vediamoli in modo più approfondito.


Capitolo 1 - Il suono

1.1 Le grandezze caratteristiche L’altezza è, innanzitutto,

un attributo soggettivo del suono, ed è la caratteristica sonora che permette di distinguere tra suono “acuto” (alto) e “grave” (basso): consente quindi di ordinare i suoni in una graduatoria dal basso verso l’alto. Viene misurata in mel (da “melodia”), che corrisponde alla misura della sensazione dell’altezza per i suoni puri in successione melodica, sebbene molto più spesso le si attribuisca come unità di misura l’Hertz (hz) ed è intrinsecamente legata alla frequenza, definita in seguito; studi sui suoni puri hanno ampiamente dimostrato che esiste una relazione tra altezza e frequenza per i suoni puri: si può dire infatti che per una determinata pressione acustica l’altezza cresca con la frequenza seguendo una legge approssimativamente logaritmica. Quanto sono più numerose le vibrazioni tanto più sarà acuto il suono.

L’intensità definisce, quello

che viene indicato come “volume sonoro”, si riferisce quindi al livello di percettibilità dei suoni. Questa caratteristica viene influenzata dalla distanza tra la fonte sonora e l’ascoltatore e viene misurata in decibel (db).

influenzato da diversi fattori quali la grandezza del corpo che produce il suono, il materiale che lo costituisce e la modalità in cui il suono è stato prodotto (percuotendo, pizzicando, etc.) In termini fisici si introduca il concetto di frequenza (f), misurata in hertz (Hz), come il numero di oscillazioni dell’onda sonora che si ripete nell’unità di tempo, il secondo (s).

1 f= s Si può definire come lunghezza d’onda (l) la distanza tra due creste dell’onda stessa, data la velocità di propagazione (n)

E poiché alla velocità della luce possiamo dire che la frequenza f di un’onda acustica è uguale alla relazione tra la velocità della luce e la lunghezza d’onda, in altre parole, in un’onda elettromagnetica tra lunghezza d’onda e frequenza esiste un rapporto di proporzionalità inversa.

Il timbro è ciò che caratterizza un

suono e conseguentemente permette di individuarne la fonte, viene

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Sono come Suono

La durata del suono

è determinata dal periodo di tempo in cui l’oggetto sonoro emette vibrazioni. Quando un corpo sonoro smette di vibrare non viene più prodotto alcun suono. Il perdurare delle vibrazioni dipende da vari fattori tra cui l’elasticità

del corpo sonoro (ad esempio osserviamo che una piastra di metallo risuona più a lungo che una di legno), la forza impiegata per innescare il moto vibratorio, la durata e la modalità con cui avviene la sollecitazione.

1.2 Il suono e il Rumore

Il suono si propaga tramite un’onda, con movimento ondulatorio, e tale movimento determina sul piano fisico ciò che è definito “suono” e ciò che è definito “rumore”. Un suono è difatti prodotto da oscillazioni regolari e rapide, mentre un rumore da oscillazioni irregolari e irripetibili, da qui la sua possibile definizione fisica sarebbe, come già detto “un suono complesso che non ha periodicità o che ne ha poca”. Tuttavia, non esiste un confine netto tra suono e rumore, poiché molto dipende da chi sta ascoltando, difficilmente qualcuno direbbe che una goccia che si infrange al suolo (un suono che di per sé non ha periodicità) è più rumorosa di una radio che trasmette a tutto volume musica classica (un insieme di suoni armonici e periodici). Una definizione più curiosa del rumore, data dal professore Bürk, direttore del Politecnico di Monaco di Baviera, lo vede come “ciò che

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Un suono è tutto ciò che trasmette una sensazione piacevole, un rumore comprende tutti quegli eventi sonori indesiderati e molesti,che trasmettono una sensazione sgradevole.

producono gli altri”, mentre in un contesto psicologico un suono è tutto ciò che trasmette una sensazione piacevole, un rumore comprende tutti quegli eventi sonori indesiderati e molesti,che trasmettono una sensazione sgradevole. Curiosamente secondo lo psicologo prof. Meschieri, determinati stimoli ripetuti con continuità possono produrre un “trascinamento delle onde elettriche cerebrali”. Quando i ritmi elettronici del cervello, per esempio quelli che riguardano lo stato di sonno, vengono alterati da uno stimolo acustico, l’individuo non riesce più ad addormentarsi, addirittura se il soggetto già si trovava in stato di sonno se percepisce degli stimoli sonori indesiderati ne soffre, nonostante la riduzione apportata dal sonno alla coscienza. Alla luce di quanto appena appreso si può tornare a parlare dello spettro delle frequenze udibili e del fatto che


Capitolo 1 - Il suono

sia possibile dividerlo in diverse zone, a seconda delle frequenze prese in considerazione.

Soglia di udibilità Lo strumento principale nello studio delle sensazioni sonore è la “soglia di udibilità” di una data frequenza, definita come il valore dello stimolo sonoro in corrispondenza del minimo di percezione a livello sensoriale, ovvero la media statistica (prendendo in considerazione solo soggetti con udito normale) del minimo di energia occorrente perché quella frequenza possa essere udita in una situazione di completo silenzio.

Soglie differenziali La soglia di udibilità può essere vista come una “soglia assoluta”, interessante però accennare alle “soglie differenziali” legate alla misura della sensazione, infatti vengono definite come le minime differenze quantitative tra due stimoli, necessarie affinché queste

possano essere avvertite al livello della percezione. Per spiegare meglio questa definizione si comparino due suoni a due oggetti uguali, ma diversi per grandezza; per percepire questa differenza, ponendosi ad una certa distanza, se uno è, supponiamo, lungo 50 cm, l’altro deve essere lungo almeno 52,5 cm. Ugualmente succede nella percezione del sonoro.

La Psicoacustica La Psicoacustica è una branca della psicofisica che si occupa di studiare il rapporto che intercorre tra le grandezze fisiche che caratterizzano il suono ed il come queste vengano percepite dall’uomo. La Psicoacustica ha due grandi branche di studio: la capacità dell’udito di cogliere le caratteristiche fisiche del suono e quella di carpirne le variazioni. I suoni che vengono utilizzati prevalentemente nelle ricerche di psicoacustica sono suoni puri, detti toni, o particolari rumori, come ad esempio il rumore bianco, meglio descritto più avanti. I due paradigmi

dB 140

110 100

100

120

90 80

80 Intensità dB

100 80 60 40

70 60 50 40

60 40

30 20 10 0

20

20

0

0 20Hz

50 100 200 500 1kHz 2

Il grafico mostra il Campo di udibilità. Fonte [2], figura 12.8, p.166

5

10 20

20

50

100

500 1000 Frequenza (Hz)

5000 10.000 20k

Curve di Fletcher-Munson. Fonte [2], figura 12.9, p.167

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Sono come Suono

più importanti della psicoacustica sono il campo di udibilità e le curve di Fletcher e Munson. Il campo di udibilità si potrebbe definire in maniera sintetica come l’ambito compreso tra infrasuoni, ultrasuoni, soglia di udibilità e dolore. Le curve di Fletcher-Munson mostrano l’andamento della sensazione sonora al variare della frequenza e a parità di intensità oggettiva del suono. [2]

Acusmatico Acusmatico, rumore del quale non si conosce la fonte sonora

Termine derivante dal greco antico che indica un rumore del quale non si conosce la fonte sonora. Il termine è stato poi ripreso da Perre Schaeffer e Jérome Peignot per indicare l’ascolto di radio, dischi o conversazioni telefoniche, in cui,

appunto, non si vede la fonte sonora. Questo tipo di ascolto si oppone all’ascolto diretto e mette l’accento su un “ascolto ridotto” che interessa il suono per se stesso, favorendo quindi l’ascolto delle forme sonore per loro stesse dissociando la vista dalla sensazione uditiva.

Nel mondo greco la parola designava una setta di discepoli di Pitagora che, in funzione di un suo insegnamento, si nascondevano dietro una tenda quando dialogavano, così da evitare la loro attenzione dal suo aspetto corporeo. L’esperienza acusmatica ha quindi come obbiettivo quello di mettere l’uditore in condizione di prendere coscienza sia dalla sua attività percettiva che dell’oggetto sonoro. [1.4]

Livello di intensità dB

Condizione ambientale

Effetto sull’uomo

140 120 110 100 90 80 75 70 60 50 40 30 20 0

Soglia del dolore

Lesioni dell’orecchio nel caso di ascolto prolungato

Clacson potente, a un metro Picchi d’intensità di una grande orchestra Interno della metropolitana

Via a circolazione media Voce forte, a un metro Conversazione normale, a un metro

Zona di fatica

Ufficio commerciale Salotto calmo Biblioteca

Zona di riposo (giorno)

Camera da letto molto calma (notte) Studio di radiodiffusine Soglia di udibilità

Tabella del rapporto tra condizioni ambientali del suono ed effetti sull’uomo [3.4]

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Zona pericolosa per l’orecchio

Picchi d’intensità di un pianoforte

Zona di riposo (notte)


Capitolo 1 - Il suono

1.3 Area di udibilità

Per un orecchio normale medio il limite inferiore di udibilità corrisponde a 16 hz, mentre quello superiore tocca i 16000 hz.

Poiché una vibrazione acustica possa essere percepita dall’orecchio umano, i valori della sua ampiezza (intensità) e della sua frequenza (altezza) devono essere compresi entro certi limiti. Per un orecchio normale medio il limite inferiore di udibilità corrisponde a 16 hz, mentre quello superiore tocca i 16000 hz. Per l’ampiezza si fa riferimento abitualmente alla “pressione sonora”, ovvero all’aspetto meccanico esterno del fenomeno acustico. Prendendo in considerazione una frequenza pari a 1000Hz, detta pressione, ad esempio, questa può variare 2x10 -4 μ barie (in questo caso si tratta di un limite inferiore) a 202 barie (limite superiore). Quando il livello di pressione sonora supera il limite superiore, il suono può ancora essere udito, ma la sensazione sonora si accompagna ad effetti di dolore vero e proprio, per questo il limite superiore viene anche detto “soglia del dolore”. Opposta alla soglia del dolore è la soglia di udibilità, il limite inferiore, interessante notare come il valore di 2x10 -4 μ barie (che corrisponde, come già visto, a 1000 hz) venga assunto come pressione di riferimento per le misure acustiche. Si può affermare che a frequenze basse occorrono livelli di pressione molto elevati affinché il suono risulti udibile.

Spettro di frequenza Qua di seguito proponiamo ciò che viene definito “spettro di frequenza”. 1-20 Hz, Frequenze Subsoniche, estensione massima di 4 ottave (un’ottava è l’intervallo tra le stesse note posizionate a livelli di frequenza doppia nella scala musicale, comprendente le frequenze intermedie delle altre sei note pure. L’intervallo, contando entrambe le estremità, è composto da 8 note, da cui il nome); come anticipato in precedenza non sono propriamente frequenze udibili dall’orecchio umano ma sono in qualche modo percepibili, comprendono le frequenze generate da un terremoto o dalle note più basse di un organo di chiesa, fenomeni che toccano note non udibili ma che è possibile sentire vibrare dentro di sé. 20 -40 Hz, Frequenze Bassissime, 1 ottava, frequenza più bassa percepibile dall’orecchio umano, Cadono in questa zona le armoniche più basse della cassa della batteria e le note basse del pianoforte nonché il rumore di tuono e quello dell’aria condizionata. 40-160 Hz, Frequenze Basse, 2 ottave, comprendono tutte le frequenze più basse della musica 160-315 Hz, Frequenze Medio- Basse, 1 ottava, cade in questa zona il Do centrale del pianoforte (261 Hz).

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Sono come Suono

Musicalmente parlando questa zona contiene molte delle informazioni del segnale sonoro che può essere pesantemente alterato con una sbagliata equalizzazione. 315-2.500 Hz, Frequenze Medie, 3 ottave, l’orecchio è sensibile a questa zona. Questa banda, se presa singolarmente, restituisce un suono di qualità simile a quella telefonica. 2.500-5.000 Hz, Frequenze Medio- Alte, 1 ottava, zona in cui l’orecchio è più sensibile. Equalizzare uno strumento in questa zona ne aumenta la presenza nel mix facendolo risultare di primo piano rispetto agli altri. 5.000-10.000 Hz, Frequenze Alte, 1 ottava, è la zona in cui si percepisce la brillantezza anche perché contiene molte delle armoniche delle note generate nelle fasce precedenti. Il tasso di energia acustica contenuta in questa zona è molto basso. Troviamo in questa zona alcune consonanti come la ‘s’, la ‘t’ e la ‘c’. 10.000-20.000 Hz, Frequenze Molto Alte, 1 ottava, in questa fascia sono presenti solo le armoniche più alte di alcuni strumenti.

Curve Isofoniche Vista la divisione tra le diverse frequenze possiamo introdurre le curve isofoniche, ovvero la rappresentazione grafica di come l’orecchio umano reagisce alle diverse frequenze in termini di intensità sonora percepita. I grafici sono stati ricavati elaborando i dati su un campione statistico sottoposto

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ad una serie suoni prodotti in una camera anecoica, una camera disegnata con lo scopo di ridurre al minimo le riflessioni sulle pareti in modo che l’ascoltatore sia raggiunto unicamente dal segnale diretto. Si supponga di far ascoltare ad un ascoltatore un’onda sinusoidale con ampiezza costante e frequenza pari a 80decibel (dBspl, ovvero il livello di pressione sonora); l’ascoltatore percepisce le basse frequenze come aventi un volume molto basso e man mano che frequenza viene aumentata avrebbe la percezione che anche il volume sia in aumento (mentre la pressione sonora realmente generata è sempre di 80 dBspl ).

Soglia del Dolore L’orecchio umano ha una percezione diversa dell’intensità sonora al variare della frequenza. Le curve isofoniche infatti indicano il livello espresso in dBspl necessario a percepire un suono sempre allo stesso volume lungo una curva. Con le curve isofoniche si parla di Phon, ovvero quel valore che identifica una particolare curva. Si parla di Soglia di Udibilità (0 phons) quando ci si riferisce alla curva isofonica più bassa di tutte ed indica la più piccola variazione di pressione che l’orecchio è in grado di individuare alle diverse frequenze. Poiché le curve isofoniche, come già detto, derivano da esperienze derivate dall’analisi di un campione di persone, quindi i dati possono variare notevolmente da individuo ad individuo. Si parla invece di Soglia del Dolore (120 phons) per tutti quei


Capitolo 1 - Il suono

suoni che superano il valore di questa curva e che provocano quindi dolore fisico, se si è esposti per molto tempo a questo tipo di suoni è possibile andare incontro a danni fisici non reversibili.

Prelevando da un oscillatore un suono puro di intensità notevole a una frequenza pari a 1000 Hz ed ascoltando questo suono attraverso un solo auricolare di una cuffia che consenta la separazione acustica fra destra e sinistra mentre, contemporaneamente, l’altro auricolare resta muto se, dopo qualche minuto di ascolto ed una pausa brevissima, nei due auricolari viene rimesso, con alternanza tra destra e sinistra, lo stesso tono, con intensità considerevolmente attenuata, ma con identico valore tra le due cuffie la sensazione sarà di una maggior forza sonora per l’orecchio rimasto a riposo e con forza minore per l’orecchio affaticato. Il volume ideale per eseguire un missaggio in musica è intorno agli 80- 90 phons, a questi valori il bilanciamento dei volumi delle frequenze è abbastanza uniforme. Se ci si tenesse sui 40 phons si avrebbe un volume troppo basso con conseguente perdita di tutti i suoni gravi.

Sembra che le frequenze basse affatichino l’orecchio molto meno di quelle alte, anche quando la qualità degli stimoli è contenuta nei limiti della normalità e quando siano di debole intensità, un lavoro viene comunque compiuto dall’orecchio con successivo affaticamento; si racconta che un crudele imperatore cinese usasse torturare i suoi prigionieri fino al sopraggiungere della morte facendoli legare a terra, mentre una campana posta vicino al malcapitato veniva battuta senza alcuna pausa in maniera ritmata. Anche per un udito normale si possono avere sensazioni differenziate da un orecchio all’altro, sia per differenziazioni oggettive tra gli stimoli, sia per ragioni soggettive. Si tratta del “dilemma” delle tre bacinelle: vi sono tre bacinelle, una contenente acqua calda, una contenente acqua fredda e una contenente acqua a media temperatura. Se si lascia per qualche minuto una mano nell’acqua fredda e una nell’acqua calda, poi le si porta entrambe nel recipiente con l’acqua a media temperatura per la mano che è stata nella bacinella dell’acqua calda sembrerà che la nuova acqua sia fredda, mentre per la mano immersa nell’acqua calda la stessa acqua sarà percepita come irrimediabilmente bollente; per l’udito valgono queste medesime considerazioni.

Il rumore colorato In campo acustico vi sono tre “accoppiamenti suono-colore” codificati: il Rumore Rosa (Pink Noise), il Rumore Marrone (Brown Noise) ed il Rumore Bianco (White Noise).

Si può pensare al rumore come ad una tavolozza di colori, ed inconsciamente si andranno ad associare determinati rumori a determinati colori, questa scelta sarà dettata dalle diverse caratteristiche del suono stesso, dal fatto di avere alcune componenti dello spettro prevalenti sulle altre. In campo acustico però vi sono tre “accoppiamenti suono-colore” codificati: il Rumore Rosa (Pink Noise), il Rumore Marrone (Brown Noise) ed il Rumore Bianco (White Noise).

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Sono come Suono

WARM DAY

COLD DAY

Andamento del suono nei giorni caldi e nei giorni freddi. Fonte: [16], figura 183

Il Rumore Rosa presenta un’intensità (o ampiezza delle armoniche) a bassa frequenza rilevante. Sembra che il rumore rosa abbia proprietà rilassanti, assomigliando a molti rumori naturali (pioggia, fogliame, etc.) difatti esistono sul mercato diversi CD di rumore rosa, è anche utilizzato per “risvegliare” il nostro orecchio; a basse frequenze infatti il nostro orecchio è portato ad un calo di prestazioni che il rumore rosa sembra riattivare. Il Rumore Marrone presenta un’accentuazione, ancora maggiore rispetto al Rumore Rosa, delle basse frequenze e questo rumore assomiglia ad un rombo di tuono. I due rumori colorati di cui si è parlato necessitano dell’applicazione di regole matematiche precise per crearli, altri rumori, come quello Rosso (rimbombo molto basso), quello Blu (stridio) o quello violetto (sibilo), che accentuano rispettivamente basse frequenze, 1

alte frequenze con incremento di intensità pari a 3 dB per ottava, e con incremento delle intensità di alte frequenze con 6 dB per ottava, non rispondono a nessuna regola precisa. [78.3] Un cerchio che presenta ogni colore dell’arcobaleno, che viene fatto ruotare velocemente, produrrà un effetto cromatico simile al bianco, così anche l’unione di ogni rumore colorato andrà a formare il Rumore Bianco. <<Si definisce Rumore Bianco, Suono Bianco o Rumore Tout Court, un suono la cui massa contiene tutte le frequenze sonore accumulate statisticamente.>>1 Da qui si evince che la definizione di Rumore Colorato può essere descritta come il Rumore Bianco disaccoppiato e filtrato in porzioni. [1.4]

[1.4] Guida agli oggetti sonori, riduzione e traduzione di Michel Chion (Milano, novembre 2005), Guide des objets sonores. Pierre Shaffer et la recherche musicale (1983), a sua volta lavoro di sintesi di: Pierre Shaffer, Traité des objets musicaux (1966), cit. pag.27

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1.4 I Mezzi di Trasmissione del suono Il suono per propagarsi ha bisogno di un mezzo, in questa sezione si indagheranno i diversi mezzi di trasmissione delle onde sonore.

I Gas Sulla terra il mezzo di trasmissione più comune è l’aria, quando un suono passa attraverso questo mezzo porta con sé un dato ammontare di energia; questo è stato dimostrato dai movimenti ondulatori di una fiammella in presenza di suoni ad alta frequenza. L’energia trasmessa dalle onde sonore è molto blanda rispetto a quella utilizzata per accendere una luce o per scaldare una stanza. Per esempio l’ammontare di energia richiesta per scaldare un piccolo locale con un radiatore semplice corrisponde a 1000 Watts, per illuminarla servono 100 Watts, mentre per riempirla di rumore basta l’equivalente di 1 Watt. Più di 300 anni fa Martin Mersenne, un monaco francese, scoprì che il suono viaggiava a circa 330 metri al secondo, attraverso la misurazione dell’eco prodotto da battiti ritmati. All’inizio del XVIII secolo, in Inghilterra, furono condotti studi più accurati dal Vicario dell’Abbazia di Upminster, misurando il tempo di intervallo tra la luce di un cannone che faceva fuoco a 20 chilometri di distanza e l’arrivo del suono, aiutandosi con un pendolo per raggiungere una maggior precisione.

Fu così che si scoprì che il suono viaggia a 340 metri al secondo. Per inciso, la velocità di propagazione del suono non dipende dalla sua frequenza o dalla sua “ampiezza”, se così fosse, in una conversazione, all’ascoltatore arriverebbero prima i suoni acuti o quelli gravi.

I Liquidi Von Guericke, circa trecento anni fa, scoprì che i pesci erano attratti dal suono di una campana che suonava sott’acqua, i moderni pescatori ancora oggi utilizzano degli strumenti che producono un rumore cadenzato per attirare i pesci nelle loro reti. Curiosamente sembra che alcuni pesci nuotino in coppia quando “ascoltano” una determinata musica. Il suono si trasmette anche attraverso i liquidi, nel 1826 due scienziati svizzeri, Colladum e Strum, misurarono la velocità di trasmissione del suono in acqua sul lago di Ginevra. Uno dei due suonò con un martello una campagna che si trovava sotto la superficie dell’acqua, mentre in contemporanea sparava in aria un colpo di pistola. L’altro scienziato si trovava a 1,5 km, su un’altra barca, con un corno acustico situato sotto il livello dell’acqua e misurava l’arco di tempo trascorso fra il flash del colpo di pistola e l’arrivo del suono della campana. Nei moderni esperimenti in questo campo, il suono è stato

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captato da microfoni subacquei posizionati in punti strategici e si è confermato che il suono viaggia ad una velocità pari a 1650 metri al secondo, 5 volte più veloce in acqua che nell’aria.

I Solidi Le onde sonore viaggiano attraverso mezzi gassosi e liquidi, anche i mezzi solidi possono essere mezzi di trasmissione delle onde sonore, e questa proprietà viene utilizzata in diversi oggetti, come ad esempio lo stetoscopio, ovvero lo strumento che utilizza il medico per ascoltare i battiti del cuore di un paziente, esso sfrutta la grandissima proprietà di trasmissione del suono dei solidi.

Il Vuoto Al contrario di ciò che potrebbero far pensare i film di fantascienza, in assenza di un mezzo, i suoni sono assenti.

Le onde sonore, quindi, possono viaggiare attraverso mezzi gassosi, liquidi o solidi, ma non possono viaggiare attraverso il vuoto, nello spazio difatti, al contrario di ciò che potrebbero far pensare i film di fantascienza, in assenza di un mezzo, i suoni sono completamente assenti. Quando un oggetto vibra, le molecole della materia che lo compongono si muovono, tendendo all’esterno e all’interno del materiale stesso, “rarefacendosi” e “comprimendosi” in modo alternato. La compressione e la rarefazione influenzano l’area circostante, espandendosi al pari di cerchi d’acqua. Nell’aria le onde sonore producono dei “cerchi” che si propagano dalla fonte del rumore viaggiando attraverso di essa, in assenza di questa il movimento non avviene.

L’esperienza degli astronauti è unica e spiazzante in quanto nello spazio non sono presenti suoni.

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1.5 La trasmissione del suono La Riflessione, la Riverberazione e l’eco Uno degli esperimenti per analizzare la velocità del suono consiste nel misurare il tempo che impiega un suono, la cui sorgente è posta a 100 metri da un muro, a venire riflesso e a tornare indietro. Questo fenomeno di riflessione nell’ambito del suono viene chiamato “eco”. È possibile pensare all’eco come ai cerchi d’acqua prodotti da un sasso gettato in un laghetto: quando questi cerchi d’acqua raggiungono la riva, retrocedono assumendo raggi crescenti, come se avessero continuato a viaggiare nella stessa direzione. Per percepire l’eco le onde sonore riflesse devono avere un certo ritardo rispetto al suono diretto. Tale ritardo deve essere inferiore a 1/10 di secondo. Si può parlare di eco “desiderato”, per quello prodotto ad esempio dai sonar, o di eco “indesiderato”, come quello che disturba le comunicazioni telefoniche.

L’angolo di riflessione delle onde sonore è uguale a quello di incidenza, ovvero: se le onde sonore incontrano un ostacolo colpendolo con una certa inclinazione (angolo di incidenza) e vengono da esse respinte, formano un angolo uguale (angolo di riflessione). Se il suono viene riflesso da un muro posto a meno di 15 metri dalla sorgente non verrà percepito alcun eco; al suo posto il suono originale sembrerà essere stato prolungato. In questo caso si parla di Riverbero. La riflessione sonora per mezzo di edifici è molto complicata: gli architetti generalmente spendono molta cura per eliminare le possibili fonti di riflessione di suono non desiderate. La Cattedrale di St. Paul a Londra o il Mausoleo ad Hamilton sono invece degli esempi di natura opposta, ovvero luoghi in cui i progettisti hanno studiato con attenzione l’architettura in modo tale da generare dei fenomeni di riflessione sonora strabilianti.

curiosità L’ecografo Con l’ecografia è possibile ottenere l’immagine di un feto nel ventre della madre, misurando i tempi di riflessione degli ultrasuoni inviati sul suo corpo passando attraverso la pancia della madre.

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curiosità Il sonar Vengono utilizzate apparecchiature basate sul principio dell’eco per calcolare la profondità dei fondali marini, ad esempio per identificare i relitti di navi affondate. In questo caso vengono utilizzati degli ultrasuoni che risultano facilmente orientabili nella direzione desiderata. Il sonar misura la distanza dei relitti sommersi calcolando il tempo di andata e ritorno degli ultrasuoni che si riflettono sull’oggetto. Impianto di mixeraggio, studio di registrazione

Quando un suono si propaga in una stanza, raggiunge l’ascoltatore in diversi modi. Il primo segnale che arriva all’ascoltatore è anche il più forte ed è quello del segnale diretto ossia quello che compie il percorso minore dalla sorgente sonora all’ascoltatore. Dopo il segnale diretto arrivano, con un breve sfasamento, i segnali che hanno subito una sola riflessione su una parete e dunque hanno ampiezza minore rispetto al segnale diretto a causa della perdita parziale di energia dovuta alla riflessione. Chiamiamo tali segnali prime riflessioni, in alcuni testi chiamato “suono precoce”. Dopo un ulteriore ritardo arrivano tutti i segnali che hanno subito più di una riflessione, di ampiezza ancora minore rispetto alle prime riflessioni. Questi segnali vengono chiamati grappolo di riverberazione, reverber cluster, per indicare che essi non vanno considerati singolarmente ma piuttosto come un corpo unico. Definita anche come “effetto

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ambiente”, la Riverberazione dunque consiste nella persistenza più o meno prolungata del suono dopo che la sorgente sonora ha cessato di agire. Sebbene avvenga ovunque è solo in ambienti chiusi che questo fenomeno può raggiungere valori alti. La durata della persistenza sonora, detta “tempo di riverberazione” dipende dalla struttura delle superfici riflettenti, e può anche durare per molti secondi. Il tempo “standard” di riverberazione è quello necessario affinché la densità energetica esistente nell’ambiente all’istante in cui la sorgente sonora cessa di agire diminuisca di 60 db, quindi che sia ridotta al milionesimo iniziale. Come accennato nella sezione precedente lo stetoscopio di un dottore deve la sua efficacia alle proprietà di trasmissione del materiale solido, ma anche l’eco fa la sua parte: i tubi metallici che collegano il corpo centrale dello stetoscopio alle orecchie del medico trasportano il suono grazie alla


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riflessione dello stesso contro le loro pareti interne. Se facciamo riferimento all’applicazione di questo fenomeno nel mondo animale, osserveremo che i pipistrelli riescono ad orientarsi volando, pur essendo praticamente ciechi, grazie alla riflessione delle onde sonore che vanno a sbattere contro gli ostacoli posti sul loro cammino e che loro riescono a captare grazie alle grandi orecchie sensibili. Mentre alcuni materiali riflettono la stragrande maggioranza dei suoni che li colpiscono, altri assorbono la maggior parte dell’energia sonora. Il feltro, per esempio, assorbe circa la metà dell’energia sonora che lo raggiunge. Quando un suono viene assorbito l’andatura regolare delle particelle che componevano quel suono viene stravolta in una di tipo irregolare. Questo moto irregolare delle particelle che viene assorbito viene poi riemesso sotto forma di calore. Quando un suono colpisce il muro di una stanza, per esempio, verrà parzialmente assorbito, questo farà anche sì che la temperatura dei muri si alzi in maniera infinitesimale. Le superfici concave vengono evitate in acustica in quanto tendono a concentrare il suono in un preciso punto (focalizzazione) creando distribuzioni sonore disomogenee. Vengono invece utilizzate per la costruzione di microfoni direzionali in quanto consentono di amplificare segnali anche molto deboli. Viceversa le superfici convesse hanno la proprietà di diffondere il suono (dispersione) e dunque sono ampiamente usate per migliorare l’acustica degli ambienti. Quando un’onda che si riflette su una superficie convessa, il prolungamento dell’onda riflessa passa per il fuoco della superficie.

La Rifrazione Quando si parla di suono si parla di onde sonore, e l’onda sonora si comporta a tutti gli effetti come un’onda, mantenendone tutte le caratteristiche, quindi anche un’onda sonora può cambiare direzione quando passa attraverso un mezzo diverso. Questo cambio di direzione è chiamato rifrazione. La dimostrazione più lampante di questo fenomeno è la rifrazione che avviene quando vi è come mezzo l’aria, la velocità cambia al cambiare del gradiente di temperatura: in una giornata afosa il sole scalderà la superficie terrestre e di conseguenza l’aria vicino ad essa, in questo caso la velocità del suono in concomitanza alla crosta terrestre aumenta. L’aria calda tende a salire verso l’alto e le onde sonore verranno trasportate con essa, allontanandosi dalla superficie terrestre, ecco perché nella stagione più calda l’acustica è peggiore. In giorni invernali o di notte, invece, il livello d’aria vicino alla terra è caldo e la velocità del suono è conseguentemente ridotta. In questo caso le onde sonore sono trascinate verso il basso ed il suono stesso può essere udito da grande distanza. Curiosamente quando si sente il rumore prodotto da un aereo questo giunge spesso irregolare anche se il mezzo si sta muovendo con velocità costante: questo effetto può essere spiegato mediante il fenomeno della rifrazione se si ricorda che il suono per giungere a terra dall’aereo deve attraversare masse d’aria spesso turbolente, caratterizzate da temperature differenti. Il fenomeno è del tutto analogo, anche se su altra scala, al fenomeno dello scintillio delle stelle, che si verifica a causa

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della rifrazione, questa volta dei raggi luminosi, da parte dell’atmosfera. Anche il fenomeno del suono “trasportato dal vento” è riconducibile al fenomeno della rifrazione. Si parta dal presupposto che un vento di natura costante non potrà trasportare alcun suono: il suono si muove ad una velocità di 1200 km/h ed il vento si “muove” ad una velocità 10 volte inferiore anche in caso di fenomeni estremi quali gli uragani, mantenendosi normalmente ad una velocità 100/1000 volte inferiore. Tuttavia l’intensità del vento è mediamente minore vicino al suolo che in quota, a causa dell’attrito e degli ostacoli presenti vicino a terra. Un “raggio sonoro” orizzontale che si propaga in favore di vento viene perciò piegato verso il basso, mentre, se si propaga controvento, viene deflesso verso l’alto. Il suono che si propaga in favore del vento, come nel caso del suono analizzato in giornate fredde, viaggia rasente alla superficie terrestre e sembra quindi che viaggi più lontano. Naturalmente si ha rifrazione anche al passaggio del suono tra mezzi diversi, in questo caso la velocità del suono come anche la sua direzione cambierà a seconda delle proprietà e della natura del mezzo in cui dovrà passare. Come per l’aria anche la temperatura delle masse d’acqua cambia con li cambiare della profondità, è quindi chiaro che la rifrazione sonora avvenga anche in acqua, questo fenomeno è inoltre particolarmente importante per gli animali che utilizzano le onde sonore per orientarsi. La rifrazione, in fatti, deviando le onde sonore dal loro cammino rettilineo, le può concentrare o far divergere, esattamente come le lenti fanno con le onde elettromagnetiche, creando

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illusioni acustiche ed ingannando i sonar (siano essi artificiali o naturali). La temperatura dell’acqua inoltre può subire brusche variazioni locali a causa della presenza di correnti termiche. Diversamente dall’aria però l’acqua è incomprimibile e la pressione da essa esercitata contribuisce a cambiare la velocità del suono. Si può quindi desumere che le variazioni di velocità del suono in acqua causate dal cambio di temperatura siano più sensibili vicino alla superficie mentre quelle causate dalla pressione siano più presenti nelle profondità marine. Da ciò risulta che la velocità del suono nell’oceano in funzione della profondità dapprima decresce poi, raggiunto un valore minimo, torna a crescere fino a raggiungere il valore massimo sul fondo. Come già detto le onde sonore vengono “rimbalzate” dalla regione in cui il suono è più veloce a quelle in cui il suono è più lento, ne consegue che negli oceani i suoni vengono convogliati in un “canale” in cui la velocità del suono ha un valore minimo. Questo canale sonoro sottomarino, chiamato SOFAR (SOund Fixing and Ranging) si trova a una profondità pari a 600-1200 m alle medie latitudini, mentre si sposta più in profondità ai tropici, ed è più in superficie alle alte latitudini. Questo canale permette al suono di propagarsi sott’acqua a grandissime distanze. Fino ad ora si è visto come la rifrazione del suono in presenza di aria o acqua derivi per lo più dal cambio di gradienti termici, in seguito si prendono in esame i suoni prodotti in aria che si trovano ad interagire


Capitolo 1 - Il suono

Il suono si muove molto più velocemente in acqua che in aria (circa 5 volte più veloce) ma bisogna anche considerare la diversa densità dei due mezzi presi in esame: la densità dell’acqua è circa 1000 volte superiore a quella dell’aria.

con l’acqua o viceversa. Come già detto il suono si muove molto più velocemente in acqua che in aria (circa 5 volte più veloce) ma bisogna anche considerare la diversa densità dei due mezzi presi in esame: la densità dell’acqua è circa 1000 volte superiore a quella dell’aria. Quest’ultimo fattore fa sì che sia estremamente difficile trasferire energia elastica dall’aria all’acqua e viceversa tramite le onde sonore, si potrebbe dire quindi che il coefficiente di trasmissione del suono tra l’aria e l’acqua sia molto basso. Quando un suono viene prodotto in aria e colpisce l’acqua, o viceversa, accade che l’onda sia quasi completamente riflessa: non è quindi possibile, ad esempio, spaventare i pesci gridando posti fuori dell’acqua, diversa è la situazione se i piedi si trovano in acqua, il corpo in tal caso funge da adattatore di impedenza e può trasmettere parte delle vibrazioni da un mezzo all’altro. Alla luce di quanto detto fino ad ora sarebbe logico domandarsi come mai l’ecografo funzioni. Bisogna qui notare come il medico applichi un gel sul ventre della paziente: il gel serve ad adattare l’impedenza dell’emettitore di ultrasuoni a quella del corpo umano, consentendo agli ultrasuoni di propagarsi all’interno.

La Diffrazione Se un’onda sonora durante il suo percorso incontra un ostacolo ha un comportamento peculiare: essa (e con essa l’energia che porta con sé) idealmente si spezza e si ricompone sparpagliandosi al di là dell’ostacolo o della fenditura.

Idealmente se l’ostacolo è molto più grande della lunghezza dell’onda sonora questa viene riflessa, se l’ostacolo è più piccolo della lunghezza d’onda questa riuscirà ad “aggirarlo”, spezzandosi e ricomponendosi oltre l’ostacolo stesso utilizzando un poco dell’energia che porta con sé. I suoni con più grande lunghezza d’onda (quindi con bassa frequenza) superano con più facilità gli ostacoli, questo è il motivo per il quale, in caso un suono venga attenuato, le prime a farne le spese sono le frequenze alte, mentre quelle basse si propagano a distanze molto maggiori, un esempio è costituito dal rumore delle onde del mare, a bassa frequenza, udibile dalla cima di una scogliera, ma il cinguettio “ad alta frequenza” degli uccelli può essere sentito solo da vicino. Questo fatto ha una serie di conseguenze da non sottovalutare, parlando in termini più pratici: la maggior parte dei suoni gravi riesce a superare un ostacolo rappresentato dalla testa di una persona, questo vuol dire che ogni qualvolta veniamo “colpiti” da un suono grave possiamo essere in difficoltà nella localizzazione della sorgente, ma poiché questo suono è in grado di raggiungere entrambe le orecchie, “aggirando” la testa, il nostro sistema percettivo valutando inconsciamente i tempi di ritardo tra l’arrivo del suono da un orecchio all’altro, è in grado di ricavare informazioni sulla locazione della sorgente sonora. Se si ascolta una persona che parla ponendosi alle sue spalle si faticherà a comprendere ciò che sta dicendo. Questo perché, come già detto, solo le onde a bassa frequenza riescono ad aggirare il capo di chi sta parlando

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e pervenire al nostro orecchio. Per amor di cronaca, in ogni caso, gli ostacoli della vita di tutti i giorni hanno dimensioni ridotte rispetto a gran parte dei suoni usati nel parlato e nella musica.

Interferenza Quando si ascolta un concerto è possibile aver notato che, se ci si sposta, il suono percepito può subire variazioni di intensità; nei programmi radiofonici se vi è un collegamento tramite telefono con il conduttore del programma, spesso quest’ultimo invita la persona che interviene ad abbassare il volume della propria radio per evitare fischi, inneschi etc. ed ancora, tenendo il cellulare nelle vicinanze del computer e rispondendo ad una chiamata è possibile sentire un “gracchio” o uno “sfarfallio” che fa da sottofondo alle conversazioni. La spiegazione di tali fenomeni è legata al principio di sovrapposizione ed al fenomeno dell’interferenza: quando due onde sonore si incontrano si sovrappongono in maniera tale che l’onda sonora risultante è la somma delle due onde. Se le onde hanno la stessa frequenza e sono “in fase”, dunque sono due onde progressive che non si disturbano a vicenda propagandosi nello stesso mezzo, l’ampiezza dell’onda risultante è data dalla somma delle ampiezze, in questo caso si parla di interferenza costruttiva; se al contrario le due onde sono sfasate di mezzo periodo, quindi se una delle due onde è in fase “positiva” e l’altra in fase”negativa”, le ampiezze si sottraggono, dando vita ad un’interferenza distruttiva. Se le due onde vibratorie sono uguali,

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la loro somma nel punto di incontro porta un caso di “opposizione di fase” e dunque ad un annullamento del moto vibratorio. In altre parole, due suoni uguali sovrapponendosi in determinate condizioni, possono annullarsi reciprocamente e dar luogo al silenzio, invece che a un suono più forte come sarebbe naturale presupporre. Ciò avviene perché le onde sonore, come già detto, sono costituite da una successione di compressioni e rarefazioni: se le compressioni di una nota coincidono con le rarefazioni dell’altra, l’aria rimane immota, tranquilla e non viene avvertito alcun suono. Se i due suoni non sono uguali, invece, ne verrà creato un terzo; ad esempio se due persone, poste l’una di fronte all’altra, emettono con l’ausilio di uno strumento musicale due note uguali si sentirà un suono solo, se invece uno dei due prova a spostarsi gradualmente sulla scala musicale, si sentirà un terzo suono. Supponiamo che una persona emetta una nota di 500 vibrazioni, un’altra invece ne emetterà una di 570 vibrazioni, la vibrazione “fantasma” corrisponderà a 70 vibrazioni al secondo, infatti la sorgente di questo suono “extra” è il movimento delle particelle d’aria nelle onde sonore provocate dalle altre due note. Il suo numero di vibrazioni è dato dalla differenza fra le vibrazioni delle due note originarie (570-500=70 vibrazioni/secondo).

Il Rimbombo Il rimbombo è un fenomeno ibrido tra l’Eco e la Riverberazione, caratterizzato anche


Capitolo 1 - Il suono

Il famoso Orecchio di Dioniso, una caverna naturale chiamata così a causa della forma tortuosa che ricorda la coclea dell’orecchio, è un esempio perfetto del fenomeno del rimbombo: un semplice battito di mani si tramuta, tra le sue pareti, in un fragoroso tuono.

dall’ingigantimento dell’intensità sonora: un complesso gioco di riflessioni produce effetti acustici caotici ed imprevedibili. La quantità di energia del suono iniziale non viene ingigantita dal rimbombo; l’aumentare dell’intensità è dovuta ad una grande concentrazione di fenomeni di riflessione e diffusione delle onde sonore. Il famoso Orecchio di Dioniso, una caverna naturale che si addentra tortuosamente in una collina situata nei pressi di Siracusa, chiamata così a causa della forma tortuosa che ricorda la coclea dell’orecchio, è un esempio perfetto di questo fenomeno: ad esempio un semplice battito di mani si tramuta, tra le sue pareti, in un fragoroso tuono. Leggenda vuole che nell’antichità la grotta fosse utilizzata per rinchiudervi i prigionieri, i carcerieri riuscivano ad ascoltare, da un pertugio lontano, i sussurri dei carcerati, a causa del rimbombo, venendo così a conoscenza dei piani dei nemici e dei loro segreti.

L’effetto Doppler Effetto descritto per la prima volta da C. Doppler, astronomo, nel 1842 che consiste in una variazione di altezza del suono a causa dello stato di moto sia della sorgente che dell’ascoltatore. Sebbene la definizione possa sembrare ostica l’effetto circonda ognuno di noi nella vita quotidiana, basti pensare al tipo di effetto dato dal passaggio della sirena di un’ambulanza o dal passaggio di un treno: nel momento in cui la sorgente sonora si avvicina la percezione della frequenza del suono risulterà molto maggiore

rispetto a quando, una volta passata, questa si allontana. Tutto ciò è dovuto al fatto che i fronti d’onda avranno intervalli tra loro molto brevi, causati dal moto della fonte sonora, mentre quando la sorgente sonora si allontana i fronti d’onda si distanzieranno gli uni dagli altri, causando quindi un’alterazione della frequenza percepita in quanto la percezione della lunghezza d’onda non coincide con quella originale. Interessante notare che questo effetto si riferisce alla velocità radiale relativa tra sorgente e ascoltatore, ovvero considerando un moto in cui la distanza non è costante ma dapprima aumenta poi diminuisce, non si avvertirà invece l’effetto Doppler se la sorgente sonora girerà in cerchio, in quanto la distanza rimarrebbe costante. [5.4] Quando la velocità della sorgente supera quella del suono non si ha più l’effetto Doppler ma si assiste alla creazione della così detta onda balistica o sonic bang dalla classica forma a V. Quando un aereo in volo supera la velocità del suono si crea la caratteristica onda a V e in quell’istante nasce il boato noto come “bang”, allo stesso modo se il velivolo diminuisce la velocità, tornando ad una inferiore a quella del suono si ascolterà ugualmente il “bang”. [1.a]

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1.6 Suono e Cultura

Uno degli aspetti fondamentali della nostra storia è il retaggio culturale che ciascun individuo si porta dietro. Non si può capire un evento se non si analizza prima la storia, i valori o l’apparato sociologico del popolo che vi sta dietro; allo stesso modo non si può capire un brano musicale senza conoscerne i retroscena. Parlando di “suono” in senso lato, e non di musica o di armonia è interessante notare come non si possa immaginare un luogo o un’epoca senza pensare ai suoni ed ai rumori che ne fanno parte: nello spazio come già visto non vi è alcun suono, questo fatto ha dato a molti astronauti un senso di irrealtà e di alienazione.

Il Paesaggio Sonoro

Il suono si evolve di pari passo con l’uomo. Se si pensa al paleolitico la mente si riempirà di paesaggi ferini, selvaggi, di uomini vestiti di pelliccia, del rumore di qualche animale nella savana o degli attrezzi che battono sulle pietre. Viaggiando ancor più indietro con la mente, a circa 130 milioni di anni fa, nell’era Mesozoica, vedremo la terra popolata da dinosauri e ci potremmo immaginare i loro versi, suoni ormai scomparsi. Avvicinandoci ai giorni d’oggi, nel periodo della Rivoluzione Industriale, inizi del

Il Paesaggio Sonoro è formato da diverse componenti, quelle materiali (come ad esempio gli elementi naturali, i beni artistici monumentali come le campane, e quelli non monumentali, come i lavatoi, gli opifici....) e immateriali (che comprendono il retaggio musicale, il sapere tecnologico-produttivo e la tradizione).

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1800, “sentiremo” il mondo riempirsi degli sbuffi delle macchine a vapore, oppure senza arrivare ad esempi estremi, solo 50 anni fa, girando per strada sarebbe risultato alieno sentire una delle nostre moderne suonerie dei cellulari.

La definizione di Paesaggio Sonoro, introdotto per la prima volta da Murray Schaffer, nel 1977, si ricollega alla definizione di Bene Paesaggistico << […] un bene culturale, una risorsa, un patrimonio ereditato dal passato da tramandare alle generazioni future >>2 e difatti tale definizione vale anche per il Paesaggio Sonoro, in quanto si può parlare di “bene culturale diffuso” (Zerbi,2013).

Gli elementi sonori costituiscono uno tra i più delicati componenti

[2] ANDREA MINIDIO, I suoni del mondo, studi geografici sul paesaggio sonoro, pag, 27

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Capitolo 1 - Il suono

dei beni paesaggistici ed hanno valore solo in funzione del tempo, in contrapposizione ai tempi “lunghi” che permettono di modificare l’apparenza di un paesaggio, gli “elementi paesaggistici sonori” esistono solo in un tempo breve, nell’istante che impiegano ad essere prodotti, e <<Sfuggono alla concettualizzazione se non attraverso un’adeguata formazione ed educazione all’ascolto critico>> (Turri, 1998 e 2004) Questi patrimoni intangibili si manifestano in una serie di domini tematici: le tradizioni orali ed espressioni, le “performing art”, le pratiche sociali, rituali o gli eventi festivi, la conoscenza e pratica concernenti la natura e l’universo e per finire i mestieri tradizionali. In tutto questo la fenomenologia sonora e musicale risulta di straordinaria importanza per gli studi sui paesaggi sonori. (Vedi capitolo 4.3, Elementi acustici come parte del paesaggio) Il paesaggio sonoro è dipendente dal sistema culturale. Da parte della fisica il suono può essere espresso in grandezze determinate, ma questo, come già visto, non è abbastanza per definire, ad esempio, un “rumore”. L’apparato culturale attorno ad un individuo lo aiuterà a definire se quel suono è o meno rumoroso, è o meno fastidioso, o come appena detto, con lo sviluppo tecnologico si sono apportati cambiamenti culturali e quindi si è cambiata radicalmente la percezione degli eventi sonori.

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Esistono due diverse tipologie di Paesaggio Sonoro: HiFi, in cui tutti i suoni sono individuabili chiaramente, un paesaggio Lo-Fi, ovvero un paesaggio sonoro in cui i suoni si confondono l’uno con l’altro.

(Schafer 1997) La musica si è evoluta grazie, ed a causa, del cambiamento della società, così come gli strumenti per ascoltarla sono mutati: dalle sale da musica, ai giradischi, dai giradischi alle radio per finire ai walkman e ai lettori mp3. [2] Affinché un paesaggio sonoro esista serve qualcuno che ascolti, ovvero una relazione tra un ambiente e le attività sensoriali. <<Il paesaggio sonoro è una relazione dinamica tra un ascoltatore e un ambiente, relazione localizzata geograficamente e storicamente.>>3

Lo Spazio Acustico <<Lo spazio acustico è un area cui un individuo associa uno specifico soundscape (o paesaggio sonoro.)>> [2] Cogliamo qui l’occasione per definire due diverse tipologie di Paesaggio Sonoro: Hi-Fi, in cui tutti i suoni sono individuabili e uditi chiaramente, ovvero in cui un essere umano può orientarsi soltanto per mezzo degli stimoli uditivi, ed un paesaggio Lo-Fi, ovvero un paesaggio sonoro in cui il rapporto tra segnale sonoro e rumore è uguale a uno, ovvero un paesaggio sonoro confuso in cui i suoni si confondono l’uno con l’altro. (Vedi Capitolo 4.3, Elementi acustici come parte del paesaggio). Portando adesso l’attenzione sul soggetto che recepisce il messaggio sonoro si può parlare di orizzonte acustico (<<acustic horizon>>, Truax, 1999) ovvero la distanza massima con

[2] 2ANDREA MINIDIO, I suoni del mondo. Studi geografici sul paesaggio sonoro, «Guerrino scientifica. Scienze umane dell’ambiente», Milano, Angelo Guerrini e Associati s.p.a., 2009 (I edizione 2005).

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cui un soggetto recepisce un suono. L’orizzonte acustico dipende da due fattori: dalla capacità specifica del soggetto di ascoltare e dall’ambiente sonoro circostante che può influenzare le percezioni del soggetto. (Vedi capitolo 2) Per ambience si intende un suono

composto che caratterizza un ambiente, può essere assimilato al brusio che fa da sfondo a molti luoghi e che lo caratterizza, il vociare dei commercianti in un mercato, ad esempio, o lo scoppiettio del fuoco per un falò sulla spiaggia. [2]

1.7 Design e Sensorialità

Al giorno d’oggi il mondo del design si trova ad essere sempre più privato di stimoli sensoriali. Al mondo dei media e a quello tecnologico in particolare ci si approccia sempre di più con un ottica di de-materializzazione, ormai gran parte di ciò che concerne questi ambiti viene fruita attraverso uno schermo. D’altro canto compare davanti ai nostri occhi una realtà sempre più caotica e rumorosa, molto spesso infatti si va incontro ad un eccesso di comunicazione, di rumori, di informazioni che creano talvolta situazioni di forte disagio. Questa condizione è ormai così consolidata da aver acquisito il nome di «inquinamento multisensoriale»4. [5] Il designer dovrebbe a questo punto operare per semplificazione, ovvero

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occuparsi di eliminare gli elementi ridondanti in modo da creare nuovi prodotti in grado di soddisfare le richieste degli utenti senza apparire incompleti. Gli oggetti non sono da intendere solo per il loro rapporto forma-funzione ma anche come elementi che provocano delle sensazioni in chi li utilizza, a questo scopo è utile sapere come le persone del nostro tempo utilizzano i propri sensi e quanto fanno affidamento su di essi per far fronte a determinate situazioni. Parlando dell’importanza di una progettazione totale dell’oggetto che non si ferma soltanto al fattore visivo, Bruno Munari (1907-1998) scrive:

Dina Riccò, Sinestesie per il Design, cit. p.XI riga 5

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Capitolo 1 - Il suono

curiosità I sensi nell’handicap Nel momento in cui un senso viene totalmente a mancare, i restanti vanno a coprire tutte le necessità percettive e immancabilmente affinano le loro capacità. Il campo dell’handicap è quello dove vi è maggiore possibilità di applicazione e sviluppo delle teorie sinestetiche, proprio perché un senso dovrà andare a supplire l’abilità mancante. Basti pensare al Braille, ovvero un metodo tattile per sostituire la lettura, evolutosi poi nei display Braille piezoelettrici (dispositivi che traducono in alfabeto Braille quanto è visualizzato sul monitor di un computer). Ciò che appare chiaro fin da subito è che questi sistemi richiedono l’applicazione di un preciso codice di trasposizione sinestetica. Se i ciechi possono in qualche modo sostituire il senso dalla vista con il tatto, non è possibile fare altrettanto per i sordi, non è quindi possibile sostituire l’udito con un altro senso e talvolta si sono registrati eventi particolari in cui alcuni sordi postlinguistici, ossia coloro che hanno perso l’udito dopo aver acquisito il linguaggio, tendevano a ad avere la sensazione di percepire ancora delle voci, cosiddette “fantasma” durante i dialoghi con persone udenti. Queste voci vengono evocate dal movimento delle labbra dell’interlocutore e ciò avviene perché il cervello collega ancora in automatico i movimenti labiali a determinati fonemi, questa riminiscenza mentale può essere definita come un «Ricordo fonico neurosinestetico». [5] L’udito d’altro canto risulta essere un senso fondamentale per i ciechi, poiché li aiuta ad orientarsi nello spazio e a riconoscere cose e persone anche a distanza o a rilevarne il movimento e la direzione di provenienza.

«Molti designer progettano ancora oggi solo per il senso della vista, si preoccupano unicamente di produrre qualcosa di bello da vedere [ … ] Una cosa che ho imparato in Giappone è proprio questo aspetto progettuale che deve tenere conto di tutti i sensi, poiché quando egli, [il fruitore] è di fronte ad un oggetto o lo prova, lo sente con tutti i sensi e, anche se a prima vista l’oggetto può piacere, se non piace anche agli altri sensi l’oggetto sarà scartato a favore di un altro [ … ]»5

5

Per lungo tempo la vista è stato il senso privilegiato e quindi quello maggiormente soddisfatto dall’indagine progettuale. Progettare un oggetto finiva spesso per ridursi alla quasi sola realizzazione della sua forma oppure alla variazione dell’estetica di oggetti già esistenti. Oggi è in atto un cambiamento che deriva dalla necessità di vedere e vivere gli oggetti in modo differente, questo motivo ha portato al ridimensionamento della componente visiva. Tornando a quanto detto in precedenza,

BRUNO MUNARI, Da cosa nasce cosa, Roma-Bari, Laterza, 1997 (I edizione 1981).

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Sono come Suono

si nota sempre più una necessità di ricorrere ad elementi semplici ed essenziali poiché gli stessi utenti spesso lamentano la presenza di luci fastidiose e colori aggressivi.

dei sensi, ovvero si verificano quando due o più sensi vengono attivati da uno stimolo che riguarda soltanto uno di essi. Questo processo avviene in genere a livello inconscio fatta eccezione per quegli individui particolari definiti - sinesteti – che percepiscono queste interazioni tra le informazioni provenienti da sensi differenti in modo conscio. [5] Il processo di interazione tra i sensi contribuisce in modo assolutamente essenziale alla percezione di qualunque elemento. L’azione di un senso, interagendo con le sensazioni raccolte da un altro, né può modificare anche sensibilmente la percezione, infatti le sensazioni che percepiamo sono quasi sempre il frutto della collaborazione di più sistemi sensoriali.

L’olfatto ha una funzione predominante nella caratterizzazione degli ambienti, in quanto generalmente sono preferiti ambienti che presentano un profumo leggero e diffuso. In particolare i profumi preferiti sono quelli dalle note fresche e tenui, ovvero quelli discreti e non aggressivi ma che permangono all’interno dell’ambiente. Il tatto è un senso che viene costantemente sollecitato poiché gran parte dei rapporti che si hanno con l’ambiente circostante avvengono tramite contatto, senza contare che questo senso risulta essere fondamentale per la conoscenza di cose o persone. Le persone amano maggiormente le sensazioni soft, dolci, leggere, ovvero quelle legate a superfici lisce e a pressioni modeste. L’udito ha certamente un ruolo di grande rilievo, basti pensare al fatto che suoni e rumori sono considerati tra le maggiori cause di disturbo, infatti quasi l’80% degli italiani dichiara di soffrire per via dell’inquinamento acustico, tendono ad essere identificate come piacevoli le aree silenziose o insonorizzate.6

Sinestesie Le sinestesie sono il frutto del processo di interazione e integrazione

6 7

Secondo Aristotele l’udito è secondo soltanto al tatto per importanza e riveste un ruolo essenziale nelle attività conoscitive e nelle funzioni primarie.

Sinestesie uditive Secondo Aristotele il senso dell’udito è secondo soltanto al tatto per importanza e riveste un ruolo essenziale nelle attività conoscitive e nelle funzioni primarie. «Di queste sensazioni, poi, in rapporto ai bisogni indispensabili, migliore è, per sé la vista ma in rapporto all’intelligenza, accidentalmente, l’udito. [ … ] Per ciò, degli uomini privi fin dalla nascita dell’uno o dell’altro senso, i ciechi sono più intelligenti dei sordomuti.»7 A seguire l’udito quindi per Aristotele è la vista in quanto questi sono gli unici due sensi che consentono di percepire oggetti lontani.

Informazioni tratte dalle slide del corso di Exploring Design, A.A. 2013-2014 Aristotele, Del senso e dei sensibili, cit. p.561, v.437a

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Capitolo 1 - Il suono

curiosità Il rapporto tra suono e colore Un esperimento condotto da R.H. Simpson, M. Quinn e D.P. Ausubel su un campione di 995 bambini delle scuole elementari ha mostrato che esiste un’effettiva relazione tra le altezze dei suoni e i colori ad essi associati. Nel corso della sperimentazione i bambini sono stati invitati ad indicare un colore subito dopo aver sentito sentito un tono puro. Le scelte effettuate dai bambini si sono rivelate conformi a quelle fatte dai soggetti adulti, per cui è possibile affermare che all’aumentare dell’altezza il colore che maggiormente viene associato al suono è il giallo, mentre a quello più basso si attribuisce il blu.* Corrispondenza Colore-frequenza del suono: giallo e verde, frequenze alte: 8000 e 12000 Hz arancio e rosso-arancio, frequenze medie: 4000 e 1000 Hz blu e violetto, frequenze basse: 250 e 125 Hz

* Cfr.: Ray H. Simpson , Marian Quinn, David P. Ausubel, Synesthesia in Children: Association of colors with pure tone frequencies, in The Journal of Genetic Psychology, n.89, 1956, pp. 95-103

Vediamo ora le principali modalità di interazione dell’udito con gli altri sensi: [5] Gusto – Udito: La riconoscibilità gustativa di una sostanza può essere compromessa qualora ne venisse a mancare la componente sonora. Basti pensare al fatto che anche solo un “crack” più o meno deciso può influire sulla percezione della freschezza e della fragranza di un alimento. Olfatto – Udito: Alcuni studi hanno dimostrato che la soglia dell’udito può risultare alterata in presenza di particolari odori (ad esempio si è notato che il geranio e il benzolo portano ad un abbassamento della soglia uditiva). Vista – Udito: La percezione cromatica sembra essere in qualche

modo influenzata dalla stimolazione sonora, la presenza di suoni aumenterebbe la sensibilità alla luce verde-blu ma ridurrebbe quella alla luce rosso-arancio. L’esposizione a suoni di intensità superiore alla media invece, ridurrebbe la sensibilità visiva periferica, mentre la stessa è aumentata dalle frequenze ultrasoniche. Udito – Vista: La visione è fortemente influenzata dall’udito, basti pensare a come le musiche inquietanti di un film horror possono farci sobbalzare all’improvviso, più raramente avviene una contaminazione nel senso inverso ovvero dal senso dell’udito a quello della vista. Tatto – Udito: Questo tipo di interazione è riscontrata maggiormente nell’atto dell’assunzione dei cibi, le vibrazioni

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Sono come Suono

prodotte dalla masticazione e il rumore prodotto dall’alimento influiscono sulla valutazione delle sue proprietà. Nei processi sinestetici si assiste spesso alla combinazione a livello percettivo di suoni e colori. Si può dire in questo caso che i suoni fungano da stimoli induttori, ovvero quelli che sollecitano le sensazioni, mentre i colori risultano essere le sensazioni indotte dagli stessi suoni. Capita ad alcune persone che la percezione di un suono, di un brano musicale o di voci e rumori, sia accompagnata da una specifica sensazione cromatica, si parla in questo caso di una sinestesia Visivo/Uditiva. [5] Un esempio potrebbero essere le note acute che risultano essere accompagnate da colori brillanti, così come le note gravi sono accompagnate da colori scuri, allo stesso tempo però, l’associazione di colori e suoni è mediata dalle esperienze personali e da fattori culturali. Siccome il suono risulta essere più ricorrente degli altri sensi nei processi sinestetici, dev’essere per forza di cose connaturata in esso una forte carica evocativa che lo porta a richiamare in qualche modo gli altri sensi. In effetti, se ci fermiamo un attimo a pensare, arriveremo alla conclusione che il processo fisiologico dell’udire non è limitato all’orecchio, il fenomeno auditivo causa infatti l’attivazione di altri stimoli sensoriali come il tatto, attraverso le vibrazioni del corpo e la vista, nel caso si tratti di uno spettacolo dal vivo. Allo stesso modo possono crearsi delle sinestesie tra la musica e una possibile rappresentazione dell’evento musicale, infatti è differente ascoltare della musica

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dal vivo piuttosto che la stessa registrata su un supporto poiché vengono a mancare i riferimenti visivi dei musicisti e quelli tattili delle vibrazioni e dell’ambiente circostante; allo stesso modo anche ascoltare una musica guardandone la partitura, ovviamente per chi comprende la notazione musicale, avrà un effetto totalmente diverso poiché sarà quasi come avvertire la musica ancora prima di sentirla effettivamente. [5]

Nei primi decenni del Novecento, in Germania, all’interno del Bauhaus vengono messe in pratica le teorie sinestetiche.

Nei primi decenni del Novecento, in Germania, all’interno del Bauhaus vengono messe in pratica le teorie sinestetiche, è qui che Gertrud Grunow, appoggiandosi alle teorie di Johannes Itten, definisce che ad ogni forma vivente e quindi anche ad ogni colore appartiene un suono. Questa teoria non vuole creare una relazione fisica tra suoni e colori ma si basa semplicemente sulle sensazioni che nascono spontaneamente nelle persone. [5] Le potenzialità del suono come elemento chiave per l’evocazione di sinestesie sono state ulteriormente enfatizzate da tutti quei prodotti che in un certo senso hanno voce propria, per citarne alcuni: la radio, il grammofono, il walkman ma anche tutti quegli oggetti che anche se non sono stati progettati per trasmettere o diffondere musica, possiedono una qualche sonorità e comprendono delle componenti audio, come i portachiavi sonori, la segreteria telefonica, il computer, a questo scopo è bene citare la mostra Talk To Me presentata tra luglio e novembre 2011 al MoMA di New York. La mostra presenta una rassegna di oggetti che, grazie alla presenza di dispositivi elettronici, ha acquisito la capacità di


Capitolo 1 - Il suono

“parlare”, ovvero di interagire con le persone. Talk To Me rifiuta il freddo razionalismo novecentesco e il concetto restrittivo di forma-funzione e ritorna in un certo senso alla fecondità degli anni Sessanta. Se oggi con l’avvento del digitale tutto risulta più semplice, bisogna però tener conto che un eccessivo “parlare” degli oggetti può portare ad un eccesso di comunicazione. Numerosi sono stati gli esperimenti sinestetici nel campo musicale e artistico, un esempio è quello dato dallo studio del rapporto tra suono e colore di Luigi Veronesi (19081998), astrattista e grafico milanese. L’intento di Veronesi è quello di riuscire a percepire la musica attraverso l’osservazione di immagini colorate. Entrambi, suoni e colori, si propagano nello spazio attraverso fenomeni vibratori. Comparando le rispettive lunghezze d’onda

Suoni

Colori

Do Re Mi Fa Sol La Si

violetto indaco blu verde giallo arancio rosso

è possibile creare un rapporto diretto tra i due differenti registri sensoriali. Veronesi rappresenta il suono utilizzando dodici colori dello spettro cromatico rapportandoli alla scala musicale, e li racchiude in forme rettangolari che con la loro larghezza definiscono la durata temporale, l’altezza dei rettangoli invece è direttamente collegata all’intensità dei suoni. Le pause invece sono indicate con il colore grigio poiché questo colore determina nell’occhio uno stato di riposo. [5] Come Veronesi, anche Wassily Kandinsky indaga il campo sinestetico attribuendo ad ogni colore una qualità acustica, quindi instaura un rapporto tra i suoni emessi dagli strumenti musicali e determinati valori cromatici. Le teorie di Kandinsky non sono basate su dati scientifici ma su elaborazioni psichiche teoriche. Come per i colori, l’artista crea

L. Veronesi, corrispondenze suoni/colori [5]

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Sono come Suono

un collegamento tra le forme e i suoni, in particolare riferendosi alle forme di base come il punto e la linea, in riferimento a questa corrispondenza afferma: «L’altezza del suono dei diversi strumenti corrisponde alla larghezza della linea [ … ] la linea offre la più grande provvista di mezzi espressivi. [ … ] svolge un’attività spaziale

8

e temporale proprio come nella pittura. [ … ] Le diverse intensità dal pianissimo al fortissimo possono trovare la loro espressione nella maggiore o minore nitidezza della linea, oppure nel suo grado di luminosità. [ … ]»8

WASSILY KANDINSKY, Punto, linea, superficie, cit., pp. 107-108.

Kandinsky, Trascrizione in punti delle prime battute della Quinta Sinfonia di L. Beethoven (Fonte: W. Kandinsky, Punto,linea, superficie, p. 44)

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Colori

Timbri musicali

Giallo Azzurro Blu Blu scuro Blu molto scuro Verde Bianco Nero Grigio Rosso cinabro Arancione Viola

Tromba Flauto Suoni gravi dell’organo Violoncello Contrabbasso Toni medi del violino Pausa temporanea Pausa conclusiva Privo di suono Rullo di tamburo Forte voce di contralto Zampogna, Corno inglese

Schematizzazione delle corrispondenze tra colori e timbri musicali (Fonte: W. Kandinsky, Lo spirituale nell’arte, pp. 47/76)


Capitolo 2 - INDIVIDUARE I SUONi

Capitolo 2 INDIVIDUARE I SUONI

Una volta appurato che cosa sia il suono, ed in che modo questo si trasmetta, è bene fare una parentesi anche su come viene captato il suono stesso, dopotutto se non potessimo “recepire” il suono non interesserebbe averlo come requisito di progetto. Il capitolo tratterà principalmente l’orecchio umano e come il cervello recepisca il fenomeno “suono” e l’ultima parte sarà dedicata a come il suono viene trasposto nella tecnologia. Individuare i suoni, dunque, per poter progettare con coscienza.

L’energia sonora è trasmessa attraverso l’aria da cambi di pressione.

L’uomo è misura di tutte le cose

che “ fisicamente parlando, il suono non ha esistenza nel mondo esterno”), ovvero che “l’uomo è misura di tutte le cose”. [14]

Le molecole d’aria vibrano in modo tale che l’aria sia compressa (pressione più alta) e poi rarefatta (pressione più bassa) ma si è anche visto che “la cosmos n’a ni son, ni couleur, ni parfum” e che “phisiquement parlant, le son n’a pas d’existance dans le monde extérieur” (A.Cuvelier, La Musique et l’Homme, “Il cosmo non ha nessun suono, nessun colore, nessun profumo “ e

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Sono come Suono

2.1 La fisiologia dell’udito

Molti degli strumenti che si occupano di individuare i suoni si basano sulla vibrazione di una membrana causata dalle onde sonore; si può comparare nell’orecchio umano a un trasduttore acustico per ciò che concerne il ruolo dell’orecchio esterno e quello medio nel meccanismo dell’udito, ovvero nel trasferimento dell’energia dell’onda acustica dall’aria (comprimibile) al liquido (incomprimibile) che riempie la coclea. [14] Già Teofrasto, nel primo secolo a.C. diceva che “L’ascolto dipende dalla penetrazione del suono fino al cervello...l’orecchio è unito fisicamente all’aria, e dato che è nell’aria, l’aria dentro è mossa in accordo con l’aria che è fuori”, dunque l’ascolto doveva partire dall’orecchio per arrivare al cervello. [12] L’orecchio si struttura in tre parti: orecchio esterno, medio ed interno.

L’orecchio Esterno

formato dal padiglione si occupa di captare i suoni e trasportarli, attraverso una cavità chiamata Meato all’orecchio medio.

L’orecchio Medio,

che comprende il timpano, una membrana tesa tra il canale uditivo e una cornice ossea, martello, incudine e staffa, non ha solo la funzione, come già detto in precedenza, di trasformare

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l’energia acustica dall’aria al materiale liquido, ma ha anche una funzione protettiva dell’orecchio interno, protezione dagli stimoli sonori troppo intensi che si attua mediante dissipazione parziale della loro energia. [12] Dalla parte opposta rispetto al timpano, nell’orecchio Medio, è presente il Canale d’Eustachio, o Tuba di Eustachio: questo condotto mette in comunicazione orecchio e bocca, così da mantenere la pressione dell’aria costante sia all’esterno che all’interno dell’orecchio, in caso contrario il timpano verrebbe sfondato dalle vibrazioni sonore. [5]

L’orecchio Interno

va considerato invece come un dispositivo di trasformazione del suono operando una discriminazione degli stimoli e codificandoli nel modo più opportuno in rapporto alle caratteristiche di trasmissione del sistema nervoso. [12] Le vibrazioni sonore giungono a 3 ossicini: prima al martello, poi all’incudine ed infine alla staffa che poggia sulla membrana ovale che mette in movimento i liquidi labirintici della coclea.[5, 81.3] La coclea è collegata a tre canali nei quali ha sede il senso dell’equilibrio, i tre canali e la coclea formano quello che viene detto “Labirinto”. [5] Nell’orecchio interno sono stati scoperti alcuni neuroni specializzati, chiamati cellule ciliate esterne che


Capitolo 2 - Individuare i suoni

Orecchio esterno

Orecchio medio

Orecchio interno

Ossicini

Nervo uditivo

Elice

Padiglione

Antelice Trago

Condotto uditivo

Conca

Antitrago

Timpano Coclea

Lobo Fronte

Tromba di eustacchio

Lobo Lato

Dietro

Fisiologia dell’orecchio

hanno doppia funzione: produrre segnali nervosi di tipo elettrico nel caso vengano piegate dal movimento dell’organo di Corti all’interno della coclea, ovvero trasformano movimenti meccanici in segnali elettronici, agendo come microfoni; e viceversa: trasformano segnali elettrici in movimenti meccanici, agendo come altoparlanti; in questo modo possono modificare localmente il comportamento della coclea. Questi neuroni sono distribuiti lungo la coclea in tre file parallele raggiungendo circa le 15.000 unità, invisibili a occhio nudo, essi si presentano come ciglia impalpabili, i cui estremi sono legati a “molle” biologiche 100 volte più piccole delle ciglia stesse. Se queste molle vengono messe in tensione rilasciano sostanze chimiche in grado di produrre una contrazione automatica del corpo cellulare ad una velocità elevatissima, questa è la risposta più veloce che il nostro corpo può dare ad uno stimolo. Per finire le cellule ciliate esterne non si riproducono, essendo neuroni,

Ancora oggi non è ben chiaro come lo stimolo sonoro venga trasmesso al sistema nervoso

pertanto quando muoiono viene prodotto un danno irreversibile al sistema uditivo. [12]

L’orecchio e il cervello Nei primi anni del 900 diversi studiosi hanno teorizzato come lo stimolo sonoro viene trasmesso al sistema nervoso, ed ancora oggi non è ben chiaro come avvenga questo passaggio. Di seguito riportiamo tre interessanti teorie sviluppate in quegli anni.

Teoria della Localizzazione Enunciata da Knile nel 1900, questa teoria ipotizza l’esistenza di una zona sulla membrana basilare responsabile della percezione dell’altezza sonora e della frequenza dello stimolo. Secondo Knile i suoni complessi eccitano la membrana in diversi punti a seconda della frequenza dei toni semplici che li compongono, da questo se ne potrebbe dedurre che l’analisi

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Sono come Suono

del suono avverrebbe principalmente nella coclea (Orecchio Interno).

Teoria Telefonica o della Frequenza Teorizzata da Hardesty nel 1908, definisce l’Orecchio Interno come una sorta di trasmettitore telefonico, quindi bisognerebbe ammettere l’esistenza di un qualche meccanismo sconosciuto del cervello che gli permetta di percepire altezza e timbro. L’analisi dello stimolo è quindi per Hardesty quasi interamente cerebrale.

Teoria Analitica della Frequenza Nel 1918 Wrightson afferma che tutte le particelle del fluido e della membrana presenti nella coclea si muovono simultaneamente, così che non vi possa essere differenziazione spaziale per le diverse frequenze. Per ogni ciclo dell’onda, formata dal movimento del liquido, vi sono quattro impulsi nervosi, corrispondenti ai punti di pressione massima, minima e nulla. Per le onde complesse vi sono delle particolari composizioni di impulsi che permettono di determinarne il periodo e le frequenze dei toni componenti. Le due teorie delle frequenze tuttavia non hanno mai trovato alcun sostegno nell’indagine anatomofisiologica dell’organo uditivo, la quale sembra avvalorare invece, fin dai primi studi di Corti (A.Corti, anatomista ed istologo lombardo, 1822-1876), il principio della

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Localizzazione. La teoria della Frequenza però è stata riproposta da Wever sotto il nome di “Teoria dell’Ascolto” nel 1953 per spiegare il meccanismo di trasmissione dell’intensità lungo le fibre nervose. Secondo questa teoria il numero medio degli impulsi liberati dallo stimolo sonoro in una singola fibra nervosa dipende dall’intensità dello stimolo stesso. Con questa dicitura va inteso che non è certo il numero massimo degli impulsi che possono venire trasmessi in un secondo lungo una singola fibra, ma dovrebbe trattarsi di un numero limitato, compreso tra 300 e 1000. Il limite è imposto dallo studio del gatto in cui ad ogni impulso segue un determinato arco di tempo durante il quale la fibra è refrattaria e non può essere attivata nuovamente. Va inoltre aggiunto che questa teoria non è incompatibile con la moderna teoria della localizzazione rivisitata da Békésy, teoria universalmente accettata, secondo la quale eccitando la finestra ovale con un’onda sinusoidale si genera un’onda progressiva sulla membrana basilare, onda che si muove dalla base verso l’apice e che raggiunge la massima ampiezza in un determinato punto definito dalla frequenza. Per frequenze alte il punto è vicino alla finestra ovale, per quelle basse è vicino all’elicotrema. Per conciliare le due teorie, ammettendo la teoria della “Frequenza” per gli stimoli corrispondenti alle frequenze più gravi e della “Localizzazione” per le frequenze medio-alte, si pensa che i centri uditivi del cervello integrino le risposte, costituenti una


Capitolo 2 - Individuare i suoni

determinata rappresentazione dello stimolo sonoro, fornite dall’orecchio producendo la relativa percezione. Non è però ancora chiaro come si possa tradurre in termini fisici

questa rappresentazione, ancora oggi materia di studio per molti ricercatori. [16]

2.2 La notte uterina

“La Notte Uterina, La vita prima della nascita e il suo universo” è un’interessante saggio di Alfred Tomatis che vide la sua prima edizione nel 1996, esso pone l’accento sulla questione uditiva del feto. Avendo parlato dell’orecchio è senz’alcun dubbio importante soffermarsi su questa piccola parentesi dedicata alla nascita dell’orecchio e alla prima percezione dei suoni.

L’ascolto è il frutto di un’azione volontaria, quest’attività risulta essere fondamentale per lo sviluppo del linguaggio che è alla base della comunicazione.

L’ascolto è il frutto di un’azione volontaria e può essere messo in atto attraverso l’apparato uditivo, quest’attività risulta essere fondamentale per lo sviluppo del linguaggio che è alla base della comunicazione. Lo stesso processo evolutivo trova il suo pieno compimento grazie alla possibilità di comunicare tra gli individui. Da sempre c’è stato il sentore che nel ventre della madre avvenga una parte essenziale del processo di creazione, non solo di un corpo ma anche di una conoscenza di base, si può dire in effetti che la vita non cominci al momento della

nascita, bensì in un momento precedente. Alcuni studi condotti sulle galline da Alfred Tomatis, di professione otorinolaringoiatra e uno dei maggiori studiosi della voce e dell’emissione vocale, nonché docente di audiopsicofonologia (disciplina da lui stesso fondata), attestano che è possibile una trasmissione di informazioni in ovo, ossia direttamente dalla mamma chioccia al pulcino ancora chiuso nell’uovo. Uno studio rappresentativo dimostra infatti che le uova di uccelli appartenenti a una specie canterina, covate da uccelli privi di questa facoltà (il canto), danno alla luce pulcini che a loro volta non saranno in grado di cantare. Naturalmente salta subito all’occhio la somiglianza tra l’uovo e l’utero della madre, se è possibile trasmettere tali informazioni attraverso un guscio, allora è molto probabile che questo avvenga anche attraverso la parete uterina. Successivi studi di Tomatis riguardo l’audizione fetale portarono a una descrizione più accurata dell’ambiente sonoro in cui il feto vive durante il periodo di gestazione e,

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Sono come Suono

cosa ancora più importante, si riuscì a definire un po’ meglio quali fossero le effettive reazioni del feto all’ambiente circostante.

Fin dalle prime ore di vita il neonato risponde in modo inequivocabile alla chiamata della madre cercandola con lo sguardo.

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Il neurologo e pediatra Andrè Thomas condusse importanti studi sull’effetto della voce materna. Le reazioni del neonato alla voce della madre sono a dir poco sorprendenti, infatti il neonato, fin dalle prime ore di vita risponde in modo assolutamente inequivocabile alla chiamata della madre, cercandola con lo sguardo, quasi volesse rivivere un’esperienza sensoriale piacevole a lui ben nota. Se chiunque altro avesse chiamato il neonato non si sarebbe mai arrivati ad un risultato di questo tipo, ciò attesta quindi che il feto può sentire e riconoscere la voce della madre. Thomas, definisce questa esperienza e il relativo comportamento ad essa collegato con l’appellativo di “Segno del Nome”. La gravidanza può essere definita come la straordinaria esperienza di essere in due in un corpo solo, questo rapporto unico nel suo genere offre anche la trasmissione della capacità di comunicare. Tomatis, tramite un apparecchio chiamato “Orecchio Elettronico” inizia così a sottoporre dei suoni realizzati tramite registrazioni di voci materne filtrate sia a bambini che ad adulti con problemi di comunicazione, in questo modo egli cercava di riprodurre una sensazione sonora simile a quella che si potrebbe trovare all’interno del grembo della madre. I soggetti sottoposti a questo tipo di “cura”, conobbero importanti risultati: nell’arco di poco tempo i disturbi del sonno sparivano, disfunzioni come anoressia e bulimia si attenuavano, nei soggetti cresceva il desiderio di comunicare

e migliorava l’attività di ascolto, spesso si riscontrava un sensibile aumento dell’attenzione e della creatività. [1]

La formazione dell’orecchio nelle ere Il principale organo dell’udito, come già visto è la cellula di Corti che si occupa di tradurre gli stimoli sonori, e dunque meccanici, in stimoli psico-chimici capaci di comunicare con il nostro cervello, quello che forse non si è detto è che la cellula di Corti è una delle prime cellule a essersi specializzate all’interno di un corpo, nonché presenta caratteristiche molto peculiari. Facendo un piccolo excursus sulla nascita dell’apparato uditivo si può pensare di trovare un predecessore del Labirinto presente nell’orecchio umano nel nervo laterale disseminato di statociti della medusa Obelia, che permette all’animale di muoversi nell’acqua (si ricordi che la cellula di Corti lavora in un ambiente pieno di liquido), di localizzarsi nello spazio e di orientarsi rispetto all’ambiente. Un passo più evoluto rispetto al nervo laterale è la “linea laterale”, presente in alcuni pesci che permette loro di entrare in rapporto con l’ambiente circostante, raccogliendo gli stimoli dal contatto e dalla pressione dell’acqua circostante e trasformandoli in energia che il pesce utilizza per spostarsi e assicurare la sua dinamica posturale. Oltre a ciò è interessante notare sulla parte anteriore del corpo del pesce come, al di sotto della pinna laterale, inizi ad abbozzarsi un sistema di centralizzazione nervosa, collegata a questo organo. Gli elementi della linea laterale


Capitolo 2 - Individuare i suoni

Fig. 1

Fig. 2

6 1 4

2 1

1

2

2

3

Fig. 3 5

7

DIDASCALIE IMMAGINI

7

6

1

1

2

4

8

Fig. 1 1 Membrana, 2 Citoplasma, 3 Nucleo, 4 Mitocondri, 5 Base, 6 Ciglia, 7 Fibre nervose periferiche. Fig. 2 La Medusa Obelia: 1 Nervo laterale, 2 Statocita. Fig. 3 1 Linea laterale, 2 Apertura, 3 Cellule ciliate isolate, 4 Ciglia, 5 Cellule nervose, 6 Abbozzo di cervello, 7 Pinna, 8 Liquido. (Fonte [1], pp. 49, 52 ,53)

5

3

47


Sono come Suono

Fig. 4

Fig. 6

2

3

urticulo

pesce

sacculo

rettile

lagena

uccello

coclea

uomo

1

Fig. 4 1 Vescicola otolitica, 2 Centralizzazione del sistema nervoso, 3 Pinna. Fig. 5 Vescicola otolitica: 1 Liquidi, 2 Cellule ciliate, 3 Cellule nervose, 4 Otolita. Fig. 6 Stadi dell’urticolo, del sacculo, della lagena, della coclea (da Vers l’écoute humaine, di A.A. Tomatis).

Fig. 7

Fig. 7

1

Labirinto osseo: 1 Canale semicircolare superiore, 2 Canale semicircolare posteriore, 3 Canale semicircolare orizzontale, 4 Coclea, 5 Finestra ovale, 6 Finestra rotonda. Fig.8 Orecchio esterno: 1 Padiglione, 2 Condotto uditivo eterno, 3 Membrana del timpano.

2 4

(Fonte [1], pp. 54, 55 ,56 , 60, 62)

3 1

Fig. 5

5 6 4

Fig. 8

1

2 2

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3

3


Capitolo 2 - Individuare i suoni

curiosità L’antenato della catena ossicolare Curiosità L’antenato della catena ossicolare La membrana timpanica è protetta da un pistone osseo che la protegge dagli stimoli troppo forti provenienti dall’esterno. Questo osso detto columella è particolarmente sviluppato negli uccelli ed è un antenato della catena ossicolare dell’orecchio medio umano. [1]

verranno poi centralizzati sotto forma di “vescica otolitica”, definibile come un primo abbozzo di vescicola labirintica, progressivamente infatti tutte le cellule che formavano la linea laterale si raggrupperanno in un solo punto, migliorando la loro organizzazione e presentando tutte le caratteristiche proprie della cellula di Corti. Nel passaggio dal mondo marino a quello terrestre classicamente si attribuisce ai primi anfibi il merito di aver superato questo problema, creando quegli apparati che creano energia attraverso la ricezione degli stimoli, occludendo la prima fessura branchiale con una membrana timpanica. La localizzazione nello spazio sarà consentita dalla comparsa di due piccole sacche inserite nella vescica otolitica: l’utricolo e il sacculo; l’utricolo opera sul piano orizzontale mentre il sacculo su quello verticale, permettendo all’asse testa-collo di superare l’orizzonalità precedente. Soluzione più raffinata a cui si giunge in seguito è la lagena, una sorta di predecessore della coclea: gli esseri viventi con questo organo presentavano un raddrizzamento

nella parte anteriore del corpo. La coclea, con la sua forma elicoidale, consente di convogliare gli afflussi di energia in direzione della corteccia e di rafforzare le posture corporee, ottenendo una migliore comunicazione con l’ambiente. Si può dire che prima di ogni altra cosa sia uno strumento di comunicazione con l’esterno. Racchiusa in un guscio che si ossifica progressivamente e che la protegge chiamato labirinto osseo, la coclea deve riuscire a non captare come primari i rumori prodotti dal corpo umano, isolandoli per poter permettere all’individuo di comunicare con l’esterno. Non è ancora ben chiaro come queste si siano formate nelle diverse ere, poiché come sappiamo, il processo evolutivo interviene certamente per ovviare a delle problematiche ma opera in modo totalmente casuale, ragion per cui non esiste un disegno preciso di ciò che l’evoluzione porterà in futuro. [1]

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Sono come Suono

Il bambino nella pancia inizia a percepire i suoni già dal quarto mese di gravidanza.

La formazione dell’orecchio nel feto Nonostante i numerosi studi risultava sempre difficile definire a quale età il feto iniziasse effettivamente a sentire. L’inizio della percezione fu quindi fissato intorno al quarto mese e mezzo di gravidanza, poiché in questa fase di sviluppo il feto risulta essere reattivo ai suoni che gli vengono indirizzati. Intorno al quarto mese infatti il feto inizia ad essere sufficientemente formato per muoversi, l’orecchio si può dire formato anatomicamente parlando, sono già presenti l’orecchio interno con gli ossicini e l’apparato labirintico. In particolare l’apparato uditivo del feto sembra captare preferibilmente quei suoni per i quali sembra essere predestinato, ovvero suoni che è in grado di codificare e decifrare, quindi non necessariamente ciò che riceve il feto corrisponde con ciò che egli effettivamente sente. Infatti come sappiamo, una delle maggiori capacità dell’orecchio sta nel poter decidere a cosa prestare attenzione ed è proprio su questa facoltà

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selettiva che si basa l’intera fisiologia uditiva. Come sappiamo l’orecchio non è limitato a questo solo organo, proseguendo oltre l’orecchio interno si giunge al nervo uditivo e da qui, si può raggiungere l’intero sistema nervoso. In particolare è bene prestare una particolare attenzione alla Cellula del Corti, poiché svolge un ruolo fondamentale nel processo evolutivo e di formazione dell’orecchio. Come tutte le cellule, si tratta di un unità viva separata dall’ambiente in cui è immersa per mezzo di una membrana dalla forma allungata, il suo nucleo è immerso nel citoplasma nel quale sono presenti inclusioni chiamate mitocondri. La cellula mette in atto degli scambi con ciò che la circonda che possono avvenire sotto diverse forme (per filtrazione attraverso la membrana o per diffusione di particelle ioniche), è proprio attraverso questi scambi che la cellula riesce a ricevere i nutrimenti di cui necessita (sali minerali e acqua) e a eliminare i prodotti di scarto. Nel corso del tempo e del processo evolutivo,


Capitolo 2 - Individuare i suoni

si giunse all’ottenimento di cellule altamente differenziate adatte anche al rapporto con l’esterno. Queste cellule hanno la funzione di tradurre le sensazioni di cui sono partecipi in stimoli di tipo vibratorio che vanno a definire un primordiale sistema di comunicazione. L’antenata della cellula del Corti è stata descritta come una cellula sensibile della papilla sensoria di Huschka, che dopo il 1851 venne definita come Organo del Corti, niente di meno che l’organo dell’udito. L’eccezionale capacità di quest’organo è quella di trasformare una sollecitazione meccanica ricevuta in informazioni psico-chimiche che verranno trasferite al nervo uditivo, in altre parole ha la capacità di ricevere un’informazione, di tradurla e trasmetterla in un modo differente da quello in cui è stata percepita. [1]

Iniziare a percepire il suono Le numerose considerazioni avanzate riguardo la vita prenatale e in particolare all’atto dell’ascolto sono state approfondite negli anni e con il susseguirsi di numerosi studi, già nel 1927 H.S. e H.B. Forbes avevano pubblicato un articolo nel quale veniva specificato che il feto risponde ai suoni con reazioni motorie, nel 1935 L.W. Sontag e R.F. Wallace approfondivano ulteriormente il concetto di sensibilità e di risposta del feto rispetto agli stimoli sonori. Ma fu solo nel 1962 che un audiologo, K.P. Murphey e un ostetrico, C.M. Smyth dichiararono che la trasmissione di suoni puri (stimolazione audiogenica utilizzando suoni di 500 e 4000 Hz) attraverso la parete addominale della madre portavano ad un aumento delle pulsazioni cardiache del feto.

La percezione del suono ci consente di avere particolari contatti con gli oggetti del mondo.

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Sono come Suono

Casi studio

Questi studi si sono rivelati fondamentali nello studio della sordità congenita nonché nella definizione dello stato di salute del feto. Ponendo l’attenzione sui versetti prodotti dai neonati si può osservare come essi non siano altro che una forma primitiva di linguaggio anche se ancora “alinguistica”. H.M. Truby e O.C. Irving lo definiscono come un “pre-linguaggio” che pone le basi della comunicazione effettiva fin dai primi istanti di vita, essi derivano da una sorta di “imprinting” che avviene già a livello fetale, quindi si può affermare che il feto non solo ode ma ascolta, cioè pone attenzione a determinati stimoli selezionandoli rispetto ad altri. Alfred Tomatis iniziò a chiedersi allora quali suoni potesse percepire il feto nell’utero: sicuramente suoni filtrati, poiché la voce della madre come anche altri suoni debbono essere percepiti attraverso il liquido amniotico. Creò dunque un Orecchio Elettronico, una sorta di “simulatore uditivo”, ovvero una macchina capace di funzionare similmente all’orecchio umano e attraverso questo il neuro-pediatra fece ascoltare dei suoni filtrati a bambini ed adulti recatisi nel suo studio per problemi di ascolto e comunicazione. Questi suoni erano voci materne filtrate progressivamente fino a raggiungere gli 8000Hz. Con numerosi test Tomatis provò che il feto non sentiva soltanto suoni gravi, come invece si pensava, ma anche quelli acuti. [1]

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La bambina durante la sua vita fetale, sentiva la voce della madre ma, cosa più importante percepiva e elaborava già i suoni.

Isabella, una bambina di 4 anni con problemi di ascolto fu condotta nello studio di Tomatis perchè non parlava. Anche se fisicamente non avesse nulla che non andava, sembrava vivere isolata in un suo mondo in cui non riusciva ad avere alcuna relazione con gli altri. La terapia proposta da Tomatis fu quella di sottoporre la bambina a sessioni intensive di educazione all’ascolto, utilizzando la voce materna per risvegliare il desiderio di comunicare con la madre. In breve tempo si ebbero dei promettenti risultati, la bambina divenne attenta e vigile e cominciò anche a balbettare. Tuttavia a distanza di tempo i genitori riportarono un fatto interessante osservato durante la vita quotidiana, Isabella sembrava capire meglio quando le si parlava in inglese, la conclusione di Tomatis fu che probabilmente la madre, durante il periodo della gravidanza aveva parlato inglese. Durante i primi tre mesi di gravidanza la donna, aveva lavorato in un’azienda dove si doveva esprimere praticamente sempre in inglese. La bambina quindi, durante la sua vita fetale, sentiva la voce della madre ma, cosa più importante percepiva e immagazzinava già informazioni. Nel 1960 seguirono altri importanti esperimenti condotti da K.P. Murphey, audiologo e C.M. Smyth, ostetrico, tra questi risulta particolarmente interessante il caso delle osservazioni fatte su due madri diabetiche in cui, utilizzando la stimolazione audiogenica, ovvero facendo ascoltare tramite delle cuffie dei suoni puri che variavano dai 500 ai 4000 Hz ai feti attraverso la parete


Capitolo 2 - Individuare i suoni

uterina, si notarono apprezzabili modifiche della frequenza cardiaca a trenta settimane dal concepimento. A trentaquattro settimane invece, utilizzando la stessa tecnica, non si sono ottenuti risultati significativi sebbene le pulsazioni cardiache

fossero rilevabili dall’ECG. Al termine delle gravidanze i due bambini sono nati morti, da quest’avvenimento si può constatare che la mancata risposta del feto alle stimolazioni sonore è sentore di qualcosa che non funziona come dovrebbe. [1]

2.3 I quattro ascolti

In qualsiasi attività percettiva vi sono due dualismi da incrociare: l’Astratto/Concreto e l’Oggettivo/ Soggettivo. Dalle diverse combinazioni di queste tipologie avremo quattro forme di ascolto.

Ascoltare è la forma Concreta-

Oggettiva di pensare il fenomeno uditivo, esso consiste nel “prestare orecchio” a qualcuno, concentrarsi nel capire ciò che ci viene detto, capire ciò che l’interlocutore vuol dirci.

Udire, dato dal binomio Concreto/

Soggettivo, è ascoltare tramite l’orecchio, si ascoltano anche cose che non si vogliono sentire o che si sentono passivamente, è il livello più basilare della percezione uditiva.

Sentire, deriva dal rapporto tra Astratto/Soggettivo, significa intendere, accade quando si sente qualcosa a cui si è interessati, nel termine vi è la volontà propria dell’ascoltatore di prestare attenzione alle parole.

Capire, dal lato Astratto/ Oggettivo, si occupa di quell’ascolto che va oltre, di quell’atto che fa proprie le parole ascoltate e ne acquisisce il senso, i valori. [1.4] Ascoltare

Nell’atto di ascoltare, il suono è indice di qualcosa, esso stesso è un mezzo per trasmettere dei concetti che andranno appresi o meno dal singolo individuo. Di seguito riportiamo un’analisi di cinque possibili forme di ascolto. [1.4]

L’ascolto Banale e Pratico L’ascolto banale consiste nell’accorgersi subito del soggetto che parla ma senza andare oltre, soffermandosi poco, acquisendone il significato grezzo, mentre invece l’ascolto Pratico accoppierà al significato grezzo del termine un aspetto ben più profondo, un’informazione aggiuntiva che dipenderà dall’ascoltatore stesso.

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Sono come Suono

L’ascolto è un’attività fondamentale legata al senso dell’udito, esso permette di carpire le informazioni che provengono dal mondo.

Per esempio, si pensi al galoppare dei cavalli, per l’ascolto banale questa non sarà nient’altro che un galoppare, mentre per un ascoltatore “pratico” potrebbe essere: il galoppare di un gruppo di persone ostili, se si parla di un pellerossa, ad esempio, un esperto di fisicaacustica invece vorrebbe captarne la frequenza o il timbro. Si potrebbe dire che l’ascolto banale si fermi ad una risposta imprecisa e automatica, quello pratico invece sviscera la questione ma solo su un fronte. [1.4]

L’ascolto Naturale e Culturale L’ascolto naturale è espressione del bisogno che sentiamo quando ci si vuole informare di qualcosa, risponde infatti alle domande “Che cos’è? Chi è? Che cosa succede?”, mentre

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quello culturale è il tipo di ascolto che non si ferma alle parole in sé ma ne cerca il significato recondito, legato ai valori. [1.4]

L’ascolto Ridotto Si parla di Ascolto ridotto quando si ascolta qualcosa non per il messaggio che questi veicola, ma per il suono in se stesso, come oggetto sonoro. I valori captati non saranno quelli del messaggio dal suono trasmesso, ma i valori che esso stesso ha in sé. In un ascolto normale il suono è visto come un veicolo, l’ascolto ridotto si pone come “antinaturale”, questo tipo di ascolto si occupa di togliere infatti alla percezione del suono tutto ciò che non riguardi strettamente l’evento sonoro stesso. [1.4]


Capitolo 2 - Individuare i suoni

2.4 I suoni e l’elettronica

I suoni vengono captati dall’orecchio ma esistono solo in quel preciso attimo, ovvero quando vengono emessi. Per riascoltare i suoni, infatti, l’uomo ha dovuto attrezzarsi, creando supporti che gli permettessero di incidere il suono per poterlo poi riascoltare. Sembra che sia stato Galileo Galilei a registrare per la prima volta una in modo chiaro e perfetto un’onda sonora, mentre Thomas Edison è riconosciuto in genere come il primo ad aver realizzato una registrazione della voce umana, registrando se stesso nel 1877 mentre recitava “Mary had a little Lamb”, una nota filastrocca. La prima trasmissione elettronica del suono avvenne il 10 marzo del 1876 nell’appartamento di Aexander

Graham Bell, come dimostrazione ai suoi studenti. [7]

Microfoni Il termine microfono venne coniato nel 1827 da Sir Charles Wheatstone. [7] Il microfono è uno strumento che trasforma l’energia sonora in energia elettrica. Poiché questo passaggio di stato può essere fatto in svariati modi esistono diversi modelli di microfono. [14] Vi sono sostanzialmente quattro categorie di microfoni: quelli dinamici, atti a riprendere fonti sonore con volumi molto alti, i microfoni a condensatore, che trovano la loro caratteristica principale nella sensibilità dell’apparecchio. [85.3]

Microfoni

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Sono come Suono

Altri due tipi di microfono sono quelli a carbone, non più utilizzati, che sfruttavano la resistività dei granuli di carbone sottoposti ad agitazione meccanica da parte della sottile membrana che chiudeva la capsula che li conteneva, a sua volta messa in vibrazione dall’onda sonora. Erano molto economici da costruire ma coprivano un campo di frequenza molto limitato e infine riportiamo i radiomicrofoni, inventati per ovviare al problema dei fili, che incorporano oltre a una normale capsula microfonica un circuito trasmettitore

che modula il segnale portante radio e un’antenna che trasmette il segnale a un ricevitore. [86.3] In un microfono a nastro, per esempio, una sottile membrana di alluminio, che funge da diaframma, è sospesa tra i poli di un magnete. Il nastro in metallo vibra in risposta alla vibrazione sonora nell’aria e così genera brevi segnali elettrici che dipenderanno dalla frequenza e dall’ampiezza della curva sonora. [14] Questo tipo di microfono è molto delicato, è difatti sconsigliato nelle

film lens

lamp

lens

amplifier

photo cel

LS

sound track Sound Track sulla pellicola cinematografica. (Fonte [14], fig. 192)

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Capitolo 2 - Individuare i suoni

Pellicola cinematografica e musicassetta

applicazioni “live”, ma ha un suono molto equilibrato e delicato, con frequenze alte morbide, inoltre presenta un volume più basso degli altri microfoni dinamici. Vengono usati per registrare chitarre elettriche poiché riescono a ridurre l’eccesso di ruvidezza del suono grazie agli alti delicati. Può anche essere usato come microfono ambientale e per la voce. [85.3]

Pellicole Quando si pensa a un nastro cinematografico viene alla mente un lungo nastro che presenta al centro delle immagini e ai lati, sul bordo nero, piccole scanalature per permettere alla pellicola di scorrere; ponendo attenzione però tra queste e l’immagine stessa si noterà che è riportata un’altra linea, chiamata soundtrack. Durante la proiezione del film o della cassetta un raggio di luce passa attraverso questa traccia e finisce in una cellula fotoelettrica che registra le variazioni di intensità luminosa, trasformandole

in stimoli elettrici. Questi stimoli sono a loro volta amplificati e trasmessi da una cassa, posta accanto allo schermo. [14] Parlando invece solo di pellicole sonore il Registratore a Bobine aperte è stato per luongo tempo l’unico registratore di tipo magnetico. Se ne faceva largo uso: negli spettacoli teatrali per la riproduzione delle basi registrate, ad esempio, si usavano principalmente registratori a bobine della Studer-Revox, tanto che nelle richieste di materiale non si chiedeva un registratore a bobina ma un Revox. Questo tipo di registrazione utilizza un nastro con un’altezza di 6,3 millimetri e a seconda del tipo di testine montate era possibile registrare una traccia mono, due tracce stereo o due tracce stereo con possibilità di girare il nastro e registrare sull’altro lato. Nel 1969 la Philips introdusse le musicassette, con lo scopo di diffondere anche tra i meno esperti questo tipo di registrazione/

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Sono come Suono

riproduzione in quanto i registratori a bobine avevano un che di macchinoso. Il nuovo supporto puntava infatti alla praticità e non troppo alla qualità, la cassetta richiudeva in un unico contenitore le bobine con il nastro e questo faceva sì che non fosse più necessario, come accadeva in precedenza, prendere il nastro, inserirlo tra un gruppo di testine e avvolgerlo nell’altra bobina (detta di raccolta), era sufficiente inserire la cassetta nell’apposito vano del registratore e l’apparecchio era pronto per registrare o riprodurre. Inizialmente era impensabile introdurre le musicassette nei teatri, in quanto la qualità del suono riprodotta era accettabile a livello amatoriale, ma presto, grazie a studi e all’evoluzione della tecnologia si arrivò a un’ottima resa. [2.4]

CD Era il 1982 quando venne lanciato sul mercato il Compact Disc e a quel tempo sembrò forse un esperimento fallimentare in quanto le tecniche di produzione erano più laboriose di quelle di un vinile e, addirittura, negli stabilimenti si doveva lavorare in ambienti sterili. L’avvento del CD, comunque, portò una grande rottura con il modo tradizionale di intendere la musica riprodotta, infatti presto si diffuse in tutto il mondo, soppiantando i dischi di vinile. È negli anni ‘90 che il CD ha una seconda nascita con l’avvento della masterizzazione: non era più necessario produrre CD per grandi tirature, bastava un piccolo accessorio del personal computer per produrre in studio ed in casa propria il CD, con costi inferiori alla musicassetta ma soprattutto senza il bisogno di stabilimenti appositi. Il CD ha un diametro di 120 mm, con un foro centrale di 15 mm ed uno

Compact Disc e Vinile

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Capitolo 2 - Individuare i suoni

spessore di 1,2 mm. Le informazioni sono memorizzate fisicamente sul disco mediante piccoli forellini chiamati “pit” mentre le zone senza fori sono dette “land”. I pit e i land sono letti, partendo dal centro del disco, in una traccia a spirale. Tutto il CD è formato da policarbonato, il suo aspetto a specchio è dato da una vernice metallica riflettente che serve a proteggerlo. Per leggere i dati un raggio laser viene fatto passare sulla traccia: quando colpisce un land il raggio viene riflesso verso un fonorilevatore, quando invece passa per un pit la luce viene assorbita e diffusa. La Sony fece uscire un prodotto chiamato Minidisc con l’intento di accoppiare alla qualità del CD la piccolezza della musicassetta e la versatilità dei registratori a bobine. Sembra però che lo scarso interesse con cui il pubblico accolse il prodotto sia derivato dai costi eccessivi del supporto e degli apparecchi per la riproduzione, trovando applicazione solo in teatro ed in ambito professionale, anche grazie alla possibilità di compiere alcune forme di montaggio del materiale registrato. [2.4]

Mp3 e file audio Se dieci persone scaricassero, da un sito, la solita canzone, queste sarebbero certe di avere tra le mani la canzone identica in tutto e per tutto, questo perché il segnale sonoro viene scomposto in numeri, per la precisione nel codice binario. Tutto ciò sembra ovvio a prima vista ma così non è: basti pensare a due dischi in vinile, i solchi di entrambi gli oggetti non potranno mai coincidere alla perfezione. Altra caratteristica dei file digitali è che devono essere più leggeri possibili ma, trasformando i suoni analogici in digitali, tenendo la massima accuratezza. Pensiamo solo che un file Mp3 è creato scrivendo 128 000 bits al secondo ed il file così creato risulta essere 10 volte più piccolo dello stesso riportato come file audio in un CD. [7]

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Capitolo 3 - LA MUSICA

Capitolo 3 LA MUSICA

Se si dice “suono” si pensa subito a “musica”. Sebbene nel brief progettuale siano stati esclusi arrangiamenti musicali o il re-design di strumenti musicali è bene avere un’idea di come si compone una melodia e di come la musica possa influenzare l’atmosfera, così come essere coscienti di ciò che distingue un’armonia piacevole da un rumore sgradevole. Quello che segue non è una lezione di solfeggio o di teoria musicale, ma un insieme di linee guida che dovrebbero servire al progettista a dare un’idea di ciò che è comunemente apprezzato e cosa meno. Nell’ultima parte del capitolo si parla della musica nello spettacolo e nella pubblicità, una musica per veicolare un messaggio o un prodotto.

3.1 Il suono e la musica Il suono può essere classificato anche come musicale e non musicale ma non è così semplice tracciare una linea di separazione tra le due categorie. I rumori ad esempio sono qualcosa che non può essere definito interamente come non musicale mentre le stesse note non sono sempre così distanti dall’influenza del rumore. [13] I suoni servono all’uomo

per comunicare con i suoi simili e se certamente la prima invenzione acustica dell’uomo è stata la parola, la seconda è stata forse la musica. [16] Secondo il Vocabolario Zanichelli dal 1967 la musica è l’arte di combinare più suoni in base a regole definite, diverse a seconda dei luoghi e delle epoche. Prima di quella data la musica era definita come l’arte di

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Sono come Suono

Sembra che la percezione della musica non abbia una collocazione precisa nel cervello ma che essa coinvolga allo stesso modo entrambi gli emisferi cerebrali.

Mixer e Cuffie

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combinare i suoni in modo che nella forma di melodia, armonia, polifonia, strumentazione, etc., rendano gli affetti dell’animo o immagini e visioni ideali. Osservando queste due definizioni salta subito all’occhio come in quella più recente, il concetto di musica non sia più associato a quello di melodia, armonia, polifonia ma a regole definite soltanto dai luoghi o dalle epoche, ovvero dal contesto di appartenenza. Nel mondo non esiste civiltà che non abbia sviluppato un proprio linguaggio musicale, la musica infatti può essere considerata un tipo di linguaggio universale. Quando si parla di musica è importante soffermarsi anche sulla percezione della stessa in quanto sembra che essa non abbia una collocazione precisa nel cervello ma che coinvolga allo stesso modo entrambi gli emisferi celebrali. Un particolare fenomeno legato alla capacità di percepire la musica è quello dell’orecchio assoluto. Chi possiede l’orecchio assoluto

è in grado di indicare istantaneamente la nota precisa che ha ascoltato. Non si sa esattamente se questa capacità sia innata oppure se possa essere acquisita nel tempo, quello che è certo è che la maggior parte dei musicisti che lo possiedono, hanno iniziato a suonare in età molto giovane, tra i due e i quattro anni, quindi è possibile che l’orecchio assoluto sia in qualche modo acquisibile ma ciò avverrebbe più facilmente da bambini e diventerebbe molto più difficile da grandi. In particolare, un bambino con genitori musicisti ha probabilità decisamente maggiori di sviluppare questa capacità poiché cresce in un ambiente favorevole. [28.3] Da sempre gli eventi di tipo musicale sono stati caratterizzati dalla musica hanno richiesto la presenza di un ordinamento che è iniziato con l’applicazione di schemi primitivi e si è man mano evoluto. [16]


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Note e pentagramma

Armonia e ritmo Il ritmo considerabile forse come la prima forma di ordinamento musicale mai nata. Anche se armonia e melodia possono venire accantonati, non è possibile slegare il ritmo dalla manifestazione musicale. Il ritmo è legato alla periodicità e tuttavia non è nient’altro che un concetto creato dalla mente umana attribuendo agli eventi fisici percepiti un’importanza ritmica. [2.2] Infatti se guardiamo agli elementi del mondo e ai possibili fenomeni periodici, non troveremo mai una componente ritmica, si può dire quindi che il ritmo sia proprio dell’uomo. Da sempre si è cercato di dare una definizione più precisa di ciò che fosse esattamente il ritmo: Platone affermava che il ritmo è l’ordine nel movimento, Rousseau paragonava la concezione di ritmo a quella di misura. «Il ritmo musicale

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è il movimento dei suoni ordinato nel tempo. L’evento ritmico si manifesta col ritorno periodico degli stessi valori, pause comprese, mentre la distribuzione temporale dei singoli elementi è correlata con cadenze la cui regolarità dipende da fattori emotivi e da valutazioni psicologiche [...]»1 L’armonia invece consiste nello studio della sovrapposizione dei suoni e del rapporto che può nascere tra gli stessi, essa è utile per la costruzione degli accordi. [16]

Note, pentagramma e scala musicale Un brano di musica è composto da una successione di suoni di varie frequenze chiamati note musicali. Le frequenze musicali sono comprese tra 27 e 4500 Hz.

Edgar Willems, Le Rythme Musical, Parigi, 1954, edizione italiana SEI Torino, 1996.

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Sono come Suono

La scala musicale tiene in conto la sensibilità dell’orecchio umano poiché esso distingue due suoni non tanto in base alla differenza delle loro frequenze quanto in base al rapporto che c’è tra loro.

è il caratteristico intervallo che definisce l’ottava (Ottava= 2:1, Quinto= 3:2, Quarto= 4:3). [13]

Se indichiamo con f la frequenza e consideriamo le seguenti note di frequenze: f, 27/24 f, 30/24 f, 32/24 f, 36/24 f, 36/24 f, 40/24 f, 45/24 f, 48/24 f. Definiremo quella che prende il nome di scala maggiore o gamma nella quale, le note corrispondenti alle varie frequenze costituiscono un’ottava e prendono il nome di: do, re, mi, fa, sol, la, si, fa, mi, re, do2, dove la nota do2 ha frequenza doppia del do. [1.a] Si può quindi dire che due note stiano tra loro in un rapporto fisso così non è importante in quale parte della scala siano situate poiché i loro periodi si trovano in una relazione costante e lo stesso si può dire delle loro frequenze. Il rapporto 2:1

La costruzione di una scala musicale richiede di adottare una frequenza fondamentale di riferimento.

Il raporto dell’uomo con la musica è cambiato negli anni.

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Per colmare gli intervalli tra una nota e l’altra, visto che l’orecchio è in grado di distinguere anche intervalli sonori minori, sono stati introdotti i diesis e bemolle definiti come semitoni. Siccome gli intervalli tra due note consecutive non sono uguali, non risulta possibile trascrivere un brano musicale partendo da un tono qualsiasi dell’ottava, è proprio per questo motivo che i compositori accanto al titolo del brano indicano il tono dal quale dovrà iniziare la composizione. La costruzione di una scala musicale richiede di adottare una frequenza fondamentale di riferimento. Nel 1883 venne adottata come fondamentale la frequenza di 435 Hz, corrispondente a un la3, prodotta da un diapason particolare, ora conservato presso gli archivi dell’Ufficio Internazionale di Pesi e Misure di Sèvres, presso Parigi. L’operazione di accordatura dipende dalla regolazione di uno strumento


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Quando ascoltiamo un brano musicale siamo soggetti alla percezione contemporanea di più suoni che possono infonderci un senso di piacere o di fastidio.

musicale secondo questa frequenza fondamentale. Questa risulta essere un’operazione fondamentale in particolare nel momento in cui dovranno essere suonati più strumenti musicali insieme, come ad esempio in un’orchestra. L’accordatura consente inoltre di non modificare la composizione da eseguire e quindi di riprodurla esattamente come il compositore l’aveva immaginata. È importante tenere presente che quando ascoltiamo un brano musicale, siamo soggetti alla percezione contemporanea di più suoni che possono infonderci un senso di piacere o di fastidio, nel primo caso si parlerà di consonanza, nel secondo di dissonanza. [1.a] La nota rappresenta il più piccolo elemento musicale avente significato ed è il minimo componente da cui si struttura il discorso musicale. In un certo senso è possibile pensare alla nota in rapporto alla composizione musicale come al fonema in rapporto alla lingua scritta o parlata. Il fonema infatti

è la più piccola unità sonora che serve per distinguere una parola dall’altra. [1.4] La nota quindi è il segno tramite cui si rappresentano i suoni utilizzati nella musica. Essa si presenta generalmente come un cerchietto vuoto o pieno dotato talvolta di altri segni specifici segnati su un pentagramma, le parti che compongono la nota musicale sono il gambo, la testa e la codetta. Il Pentagramma o rigo musicale è un elemento composto da cinque linee parallele tra le quali intercorrono degli spazi, su di esso vengono scritte ed organizzate le note in modo da rendere possibile la loro esecuzione. Il suo nome deriva dal greco: penta=cinque e gramma=linea. [88.3]

Strumenti musicali Al mondo esistono un’infinità di strumenti musicali differenti ma è possibile raggrupparli in due grandi categorie che ben definiscono le loro

Organo da chiesa e Chitarra elettrica

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Sono come Suono

caratteristiche principali.

le dita dei fori presenti sul corpo dello strumento.

Esistono quindi strumenti a corde sonore e strumenti a canne sonore, ed è possibile suddividere entrambi ulteriormente in strumenti a note fisse e strumenti a note variabili. Negli strumenti a corde il suono è prodotto dalla vibrazione di una corda, i fattori che influenzano la tipologia di suono emesso sono la lunghezza della corda, la tensione e la densità lineare. In questa categoria distinguiamo strumenti a note fisse come il pianoforte e l’arpa che vengono accordati prima dell’uso in modo da emettere suoni a determinate frequenze. In particolare nel pianoforte, i tasti bianchi corrispondono alle 7 note principali, i tasti neri alle 5 note intermedie e la vibrazione è generata da un martelletto che percuote la corda. Gli strumenti a note variabili di questa categoria, invece, possono emettere note diverse a seconda della lunghezza del tratto di corda che viene fatto vibrare. Così accade per la chitarra, il violino, la viola, il violoncello, il mandolino, etc. Negli strumenti a canne sonore la frequenza emessa dipende dalla lunghezza della colonna d’aria che entra in vibrazione. Tra questi distinguiamo come strumenti a note fisse quelli che come l’organo immettono aria all’interno di una canna di lunghezza predefinita tramite un tasto di comando. Negli strumenti a note variabili come l’oboe, il flauto, il trombone, il sassofono e il clarino, quindi primariamente strumenti a fiato, la lunghezza della colonna d’aria può essere variata chiudendo con

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Negli strumenti a canne sonore il rinforzo dell’intensità sonora avviene tramite la stessa vibrazione della colonna d’aria, in quelli a corde è necessaria la presenza di una cassa armonica in cui il suono possa risuonare, la forma di tale cassa varia a seconda dello strumento. [1.a]

Risonanza La risonanza si verifica quando la frequenza della forza esterna coincide con una delle frequenze proprie del sistema vibrante.

La risonanza è un fenomeno che si verifica quando la frequenza della forza esterna coincide con una delle frequenze proprie del sistema vibrante. Esistono fondamentalmente due tipi di vibrazioni, quelle libere che avvengono per risonanza e quelle che avvengono in modo forzato. Le vibrazioni libere si verificano quando l’energia che agisce sul sistema viene fornita solo nel momento iniziale sotto forma di lavoro di deformazione. Le vibrazioni forzate avvengono per via dell’applicazione di una forza esterna, che mette un punto materiale in vibrazione con frequenza differente da quella propria. Non appena la forza esterna viene a cessare il sistema compie ancora qualche vibrazione libera prima di tornare alla propria frequenza di base. La sensazione uditiva è generata dalle vibrazioni forzate del timpano indotte dalle vibrazioni forzate delle particelle d’aria, a loro volta provocate dalle vibrazioni prodotte dalla sorgente sonora. [16] Quasi tutti i suoni musicali sono generati dalla risonanza dello strumento musicale che viene mantenuto in vibrazione ad una data frequenza. [2.2]


Capitolo 3 - LA MUSICA

Anamorfosi L’anamorfosi è un particolare caso di correlazione tra segnale fisico e oggetto sonoro e riguardano delle alterazioni nella percezione del suono. Le più frequenti sono quelle che si riferiscono alla dimensione temporale che vengono definite anamorfosi temporali. Un primo esempio è costituito dall’attacco del suono che spesso è associato dall’ascoltatore con l’inizio del suono stesso. Esistono però degli esperimenti che hanno dimostrato che questa percezione è soltanto il frutto di un’operazione di sintesi dell’orecchio. Tuttavia un esempio lampante di anamorfosi

ci è dato dalla percezione della durata, sembrerebbe infatti che non sempre la durata percepita corrisponda esattamente alla durata oggettiva del suono. Studi dimostrano che un suono ricco di informazioni tenderà ad essere percepito come più lungo di un suono povero di informazioni e prevedibile. Basterebbe ascoltare un suono di pianoforte all’inverso per accorgerci che il nuovo suono sembra durare di più dell’originale, prodotto con le stesse identiche note. Il suono insolito stimola l’orecchio in modo totalmente differente e lo rende più attivo in quanto deve sforzarsi maggiormente per comprendere ciò che sta ascoltando. [1.4]

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3.2 Esperienze musicali

Il concetto di musica da sempre è stato ispiratore per campi che a prima vista sembravano totalmente distinti, un esempio ci è dato da quegli artisti che hanno tentato di riprodurre la sensazione sonora attraverso rappresentazioni pittoriche. I tentativi possono essere distinti in rappresentazioni di strumenti e performance musicali, in coloro che tentano di tradurre l’opera musicale in un quadro e infine nei tentativi di rappresentare attraverso elementi pittorici le sensazioni provate dall’artista durante l’ascolto musicale. Ricordiamo in particolare le esperienze condotte all’interno del Bauhaus da Wassily Kandinsky e da Paul Klee. [5]

Pink Floyd

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La musica e il rumore A tutti è capitato almeno una volta di sentire suonare un gruppo noiseoriented, basti pensare ai Pink Floyd che introducevano nelle loro canzoni rumori come quello delle pale di un elicottero in movimento, tuttavia, anche se molti non ne sono a conoscenza, quest’idea nasce decisamente prima di molti gruppi musicali di questo genere. Molto spesso non prestiamo affatto attenzione alla ricchezza e varietà dell’ambiente sensoriale che ci circonda poiché siamo ormai impermeabilizzati ai suoi stimoli e non riusciamo più a coglierne le sfumature. In epoca futurista si mirò alla sollecitazione percettiva attraverso la varietà rumoristica


Capitolo 3 - LA MUSICA

Luigi Russolo, Intonarumori

presente nell’habitat sonoro per contrapporsi all’assuefazione dell’individuo ai suoni frequenti e ormai metabolizzati dalla sua sfera percettiva. Si può dire quindi che il movimento futurista fu quello maggiormente coinvolto nel processo di trasposizione del rumore nel campo artistico e in particolare in quello musicale. [2] Nel 1913 fu pubblicato il manifesto futurista -L’arte dei rumori- che sottolineò da subito l’onnipresenza invadente del rumore provocato dagli apparecchi tecnologici, un rumore totalmente artificiale e del tutto contrapposto al concetto di “suono”. Talvolta il brusio prodotto dalle macchine sormonta il suono a tal punto da renderlo addirittura meno interessante di quest’ultimo dal punto di vista espressivo. È possibile definire il rumore come un ready-made in quanto, a differenza del suono, preesiste nella fonosfera in modo assolutamente democratico, chiunque può individuarlo e disporne

a proprio piacimento, per arrivare ad utilizzarlo basta raggiungere la giusta predisposizione mentale.

Russolo è considerato il primo uomo ad aver teorizzato e praticato il concetto di “noise music”.

Indagando il rapporto tra musica e rumore non si può non parlare anche di Luigi Russolo, (Portogruaro, 30 aprile 1885 – Laveno-Mombello, 4 febbraio 1947) compositore e pittore italiano futurista, fu firmatario del manifesto -L’arte dei rumori- (11 marzo 1913) in cui si teorizzava l’impiego del rumore nel contesto musicale. E’ considerato il primo uomo ad aver teorizzato e praticato il concetto di “noise music” sostenendo che la musica doveva essere composta prevalentemente di rumori piuttosto che di suoni armonici. Russolo getta le basi della discografia contemporanea, campionando e remixando i suoni proprio come fa un deejay. [9] Il compositore si fida totalmente della macchina, come comunemente accadeva in epoca futurista, egli la considera necessaria per l’esistenza dei rumori. Fu proprio in relazione al concetto di

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John Cage, 4i 33ii

Gli intonarumori si possono definire come i primi sintetizzatori nella storia della musica.

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noise-music che nel 1913 nacquero gli Intonarumori, definibili come i primi sintetizzatori nella storia della musica, si trattava di apparecchi in grado di assorbire i suoni dall’ambiente, elaborarli e ritrasmetterli creando particolari effetti musicali. Erano formati da generatori di suoni acustici che permettevano di controllare la dinamica, il volume, la lunghezza d’onda di diversi tipi di suono. Ogni strumento era formato da un parallelepipedo di legno con un altoparlante di cartone o di metallo posizionato nella parte anteriore. Il suonatore schiacciava bottoni e azionava le leve per mettere in funzione il macchinario e controllarne le funzioni. All’interno degli intonarumori, lastre di metallo, ingranaggi e corde metalliche venivano fatte vibrare producendo un suono. A seconda del rumore prodotto, gli strumenti erano classificati in famiglie (crepitatori, gorgogliatori, rombatori, ronzatori, scoppiatori, sibilatori, stropicciatori e ululatori), ciascuna delle quali comprendeva a sua volta le tipologie: soprano,

contralto, tenore e basso. [8.3] Russolo mise a punto anche un sistema speciale di notazione musicale per poter fornire alla sua particolare orchestra di intonarumori una partitura da seguire. [2] Il primo debutto degli intonarumori fu al Teatro Storchi di Modena nel 1913, come risultato si ottennero solo fischi e ingiurie da parte del pubblico ma, se il pubblico italiano si rivelò particolarmente astioso, a Londra Russolo riscosse grande successo e molto presto venne acclamato come una star.

La musica concreta e il solfeggio sperimentale La musica concreta è un espressione utilizzata in campo musicale che si riferisce alla musica contemporanea, essa ebbe origine nel 1948 dalle esperienze condotte dal compositore francese Pierre Schaeffer che può essere definito come suo effettivo inventore. La musica concreta si basa sull’atonalità e utilizza suoni pre-esistenti, essa può trovare


Capitolo 3 - LA MUSICA

definizione come primo tentativo di manipolazione dei suoni per fini compositivi. I suoni venivano modificati tramite apparecchi definiti magnetofoni, si può ricondurre a questa esperienza un primo passo verso la musica elettronica. Il processo partiva dalla registrazione dei suoni, poi si passava alla manipolazione dei loro parametri (altezza, timbro, velocità, etc.). I suoni così trattati possono provenire dalle fonti più varie (rumori, strumenti tradizionali, voci, etc.). L’esperienza della musica concreta venne a concludersi nei primi anni Sessanta, quando con l’avvento dei computer e dei sintetizzatori di suoni si passò a quella che può essere definita come musica elettronica. [90.3] Il solfeggio consiste nell’esercitarsi ad ascoltare meglio le note prodotte. Il solfeggio sperimentale mette in discussione i principi del solfeggio tradizionale, esso definisce infatti la notazione musicale come un punto di arrivo piuttosto che come un punto di partenza. [1.4]

La musica elettroacustica il termine musica elettroacustica si riferisce a un tipo di musica realizzata tramite l’ausilio dell’elettricità, la registrazione e la sintesi dei suoni utilizzando apparecchiature analogiche e digitali. [2] Le nuove tecniche di registrazione e sintesi consentono di manipolare agevolmente ogni espressione audio, questo è il motivo per cui l’elettronica riveste un ruolo sempre più ampio nella musica. Con Brian Eno (sound designer) si è giunti addirittura alla realizzazione di una musica d’ambiente per mezzo della quale gli stessi luoghi assumono una propria sonorità. Agli spazi sonori pubblici si contrappone poi la dimensione privata dell’ascolto musicale apportata dall’introduzione del walkman, visto come una nuova possibilità di isolarsi dal mondo per ritrovare il proprio spazio sonoro. [5]

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3.3 Il suono nello spettacolo

Abbiamo precedentemente accennato come gli artisti abbiano tentato di riprodurre in opere pittoriche la sensazione musicale ma ciò che salta all’occhio in questo tipo di rappresentazioni e l’assenza di una dimensione temporale. Il cinema offriva invece possibilità più ad ampio spettro in quanto rappresentazione dinamica che svolge nel tempo. In questo campo è bene ricordare Oskar Fishinger (1900-1967), famoso per i suoi Studien, brevi filmati di 2-4 minuti in bianco e nero ma con il sonoro, costituiti su brani di musica classica, popolare o jazz. Questa esperienza lo fece approdare alla collaborazione al film Fantasia della Disney. [5]

Music from a Dry Cleaner, Diego Stocco

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Il sound design Con il termine progettista del suono (sound designer) ci si riferisce a una persona che svolge una professione legata alla creazione o modificazione del suono. Questa figura professionale non a caso deriva dal mestiere del rumorista ma si può dire che sia nata con l’avvento delle nuove tecnologie, compone musiche e suoni per diversi settori, come quello della televisione, della radio, del cinema, della pubblicità e dei videogiochi. A tutt’oggi esistono veri e propri corsi di livello universitario che formano i giovani per la professione di Sound Designer, come il corso triennale presente presso lo IED di Milano. Un altro corso che mira alla formazione di figure professionali


Capitolo 3 - LA MUSICA

nei settori della progettazione acustica è la Laurea Magistrale in Ingegneria e Design del suono presso il polo di Como del Politecnico di Milano in collaborazione con il Conservatorio Giuseppe Verdi di Como, nel campo accademico invece ricordiamo il Master in Sound Design and Drama alla NABA. [15] Nel campo del sound design è importante ricordare importanti studi multimediali come “Tempo reale” a Firenze o “Studio Azzurro” a Milano, e personalità come Brian Eno che fra le altre cose ha creato il jingle che milioni di persone in tutto il mondo sentono ogni volta che avviano Windows. Di seguito presentiamo alcune esperienze condotte da famosi sound designer che hanno portato alla realizzazione di performance e di installazioni sonore:

Music From A Dry Cleaner Il sound designer Diego Stocco, ispirato dai suoni prodotti

da una tintoria, chiede ai proprietari di registrare un brano musicale realizzato utilizzando i macchinari come strumenti musicali, il risultato è particolare e sorprendente, oggetti comuni diventano elementi fondamentali con cui costruire una melodia composta dagli stessi suoni creati dal loro funzionamento. [25.3]

Public Resonance Agli studenti del Royal College of Art di Londra nel corso di Products Design è stato chiesto di lavorare su una serie di concept promossi da Yamaha per progettare oltre i confini tra audience e musicisti, incoraggiandone la collaborazione e la partecipazione. Le opere realizzate sono state installate nel quartiere di Soho durante il “London Design Festival”. Uno dei lavori presentati è “Public Resonance”, un’installazione sonora di Sam Weller che consiste in una serie di microfoni collegati a morse da banco, fissate ad oggetti del panorama urbano (scale, panchine, ecc.). Ai passanti è stato poi chiesto

Public Resonance, Sam Weller

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Sono come Suono

di percuotere liberamente le varie superfici, i microfoni collegati ad un amplificatore hanno contribuito alla produzione del suono. Un modo per sviluppare una maggiore consapevolezza del suono che ci circonda. [25.3]

Il cinema Il cinema nasce muto, le nuove possibilità portate dall’introduzione del sonoro furono molto gradite dal pubblico e i primi film sonori ebbero grande successo. Il sonoro ha il potere di coinvolgere maggiormente il pubblico e con l’avvento del sonoro sincronizzato fu possibile realizzare il tanto atteso cinema parlato. Gli effetti sonori si sono rivelati di estrema importanza per comunicare sensazioni ben precise agli spettatori. Quando si pensa al sonoro di un film si è portati a credere che ciò che sentiamo sia effettivamente quello che è stato ripreso sulla scena, invece molti degli effetti che sentiamo vengono aggiunti in un tempo successivo. In un film infatti non ci sono soltanto le voci degli attori ma anche la musica di fondo e gli effetti sonori. Esistono quattro figure professionali principali in questo ambiente e sono il fonico e il microfonista che si occupano delle riprese sul set, il montatore che si occupa del montaggio del suono ripreso sul set e cerca di escludere tutti i rumori indesiderati, il rumorista si occupa della realizzazione degli effetti sonori. Alla fine il fonico di mix si occupa di mettere insieme tutti gli elementi prodotti in modo che tra

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di loro ci siano i giusti rapporti. I luoghi in cui si gira una scena e gli oggetti che si utilizzano spesso non hanno il suono che dovrebbero avere, ciò in particolare è dovuto al fatto che le riprese spesso non avvengono in un ambiente reale ma in un set finto ricreato, basti pensare a un film di fantascienza ambientato nello spazio o su navi spaziali. Uno dei motivi principali per cui i suoni vengono ricostruiti è la creazione della colonna internazionale, ovvero una struttura di base che comprende soltanto la musica e gli effetti che viene utilizzata nei paesi esteri per procedere al doppiaggio delle voci. La componente audio ha ad ogni modo un ruolo fondamentale, basti pensare a quei film in cui gli autori si sono trovati a dover caratterizzare dei personaggi privi di volto o di espressione, un esempio ben noto è quello dei Droidi del film fantascientifico Star Wars (nella produzione italiana, Guerre Stellari), prendiamo come esempio il droide R2-D2 (noto nella traduzione della vecchia trilogia come C1-P8), il nome originale, con la pronuncia inglese della sigla R2 (“artoo”) vuole ricordare il nome anglosassone Arthur. Questo personaggio, per l’appunto privo di espressione, emerge con un carattere ben definito grazie ai suoni prodotti che variano sensibilmente in base alle situazioni e agli “stati d’animo” del personaggio. [11.3, 26.3] Oltre alla caratterizzazione dei personaggi, i suoni concorrono anche all’inquadramento della scena in un periodo storico, oppure consentono di collegare tra loro più scene, ad esempio se abbiamo due scene


Capitolo 3 - LA MUSICA

Star Wars, droidi R2-D2 e C3PO

consecutive in cui vengono presentati rispettivamente l’interno di una casa e una sequenza che avviene all’esterno, basterà introdurre il suono di una campana o il rumore di un cane che abbaia che passano da fuori dentro per avere una sensazione di contemporaneità delle due scene. I suoni servono ancora una volta per dare consistenza e realismo agli oggetti di scena, ad esempio, un bastone di ferro che colpisce qualcuno dovrebbe emettere un certo tipo di rumore ma nella finzione scenica sarà fatto di un materiale differente per esempio di plastica o di gommapiuma. La cosa interessante è che chi guarda un film si aspetta di sentire il suono in una determinata maniera e se non si viene a creare questa situazione, l’effetto di finzione salterà subito all’occhio, mentre se al contrario il lavoro è stato fatto bene, per assurdo, nessuno si accorgerà di nulla. [24.3, 27.3]

La colonna sonora La colonna sonora è la componente sonora di un’opera composta da immagini e suono, come un film, un telefilm, o un videogioco. Nel complesso comprende musica, voci e rumori. In genere però con questo termine si indica soltanto la componente musicale. [87.3] Nei film la musica di fondo può accompagnare le immagini che compaiono sullo schermo oppure si può scegliere musiche in netto contrasto con esse, questo particolare accorgimento ha lo scopo di comunicare allo spettatore delle emozioni particolari o più semplicemente può essere un tentativo di spiazzamento. Basti pensare ai famosi film di guerra Platoon di Oliver Stone e Full Metal Jacket di Stanley Kubrick, in particolare in quest’ultimo, durante una scena di guerra compare la musica di Mikey Mouse, cantata dagli stessi soldati che marciano a ritmo, una scena che dovrebbe essere seria in un contesto drammatico, montata su una musica assolutamente

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Sono come Suono

Gli effetti speciali nei film di fantascienza, caratteristico suono delle spade laser in Star Wars.

contrastante, infantile e giocosa, crea un effetto di spiazzamento ma allo stesso tempo attira l’attenzione dello spettatore su quel preciso momento.2

Il montaggio e il missaggio Come già accennato, il ruolo della musica in un film è di estrema importanza, essa non solo contribuisce a trasmettere determinate emozioni ma lega le immagini tra loro e le racchiude in un unico flusso continuo. Il suono nell’ambito cinematografico è sottoposto a un attento processo di selezione e combinazione (a seconda del luogo in cui si svolge una scena o un dialogo, verranno selezionati soltanto certi tipi di suoni, che aiutano ad inquadrare ulteriormente la scena in un preciso contesto o ambiente).

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Una volta selezionati, i suoni, vengono combinati fra loro dando vita al tanto sospirato montaggio sonoro. A questo punto viene regolato il volume di ogni suono in modo da porre alcuni suoni in evidenza rispetto ad altri che invece resteranno in secondo piano. Il montaggio dei suoni e la regolazione del loro volume vanno a definire un’operazione particolare detta missaggio. Suoni e immagini instaurano un rapporto così stretto che il montaggio sonoro e quello visivo finiscono col dar vita a un’unica forma di montaggio detta montaggio audio-visivo.[6.4] Per quanto riguarda il trattamento del suono nell’ambito cinematografico, è interessante anche citare la tecnica cinematografica Mickey Mousing che si ottiene sincronizzando le azioni sullo schermo con gli effetti sonori e la musica. Il sistema prende il nome dal personaggio di Topolino,

Tratto dalle slide del corso Immagine e Suono del Politecnico di Torino, tenuto dal professor Andrea Di Salvo.

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Capitolo 3 - LA MUSICA

Mickey Mouse per l’appunto. Questa tecnica, sperimentata da Walt Disney, risultava ricca di suoni “onomatopeici” che favorivano un effetto umoristico. Un esempio lampante sono i cartoni animati di Tom & Jerry in cui i personaggi raramente parlano ma i suoni e la musica descrivono perfettamente le azioni che avvengono sullo schermo e attribuiscono un ritmo alle scene.3 Nel montaggio audiovisivo è possibile pensare a due grandi aree organizzative che riguardano il suono e le immagini, in particolare esse definiscono i rapporti tra spazio e suono e tempo e suono. Vediamoli più nel dettaglio:

Il suono dal punto di vista dello spazio Se consideriamo il suono analizzandolo dal punto di vista dello spazio, è possibile distinguere fra: Suono diegetico che riguarda tutti i suoni che fanno parte della diegesi del film, come la voce delle persone, il traffico stradale, etc. Esso a sua volta può essere distinto in suono in campo (suono in) che rappresenta la fonte sonora è all’interno dell’inquadratura e suono fuori campo (suono off), ovvero la fonte sonora che si trova all’esterno dell’inquadratura. Essa ha la funzione di estendere lo spazio dell’inquadratura per consentire allo spettatore di contestualizzarla meglio, inoltre ha la funzione di creare un senso d’attesa nello

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spettatore e di invitarlo a fare ipotesi sul possibile svolgimento della storia. Suono extradiegetico (definito anche come suono over) che racchiude tutti quei suoni che vengono sentiti dallo spettatore che però non si collocano nello spazio della storia. Quando si parla di spazialità, è facile osservare come il suono possa anche suggerire la distanza della sua sorgente, la presenza di un suono fuori campo che progressivamente si intensifica darà l’impressione dell’avvicinarsi di qualcosa o qualcuno. [6.4]

Il suono dal punto di vista del tempo Se consideriamo il suono analizzandolo dal punto di vista del tempo è possibile distinguere fra: Suono simultaneo, ovvero quel tipo di suono che si genera quando il sonoro e l’immagine compaiono in uno stesso tempo narrativo. Suono non simultaneo, ossia quell’effetto sonoro che presenta il suono scollegato dalle immagini che stiamo guardando in quel momento e che quindi anticipa ciò che vedremo nell’inquadratura successiva. Un esempio frequente è quello del “ponte sonoro” che compare quando vengono presentate delle brevi anticipazioni sonore in cui le parole, le musiche o i rumori della scena immediatamente successiva a quella presente sullo schermo, iniziano già a sentirsi prima che se ne vedano le immagini. [6.4]

Informazioni tratte dalle slide delle lezioni del corso di Immagine e Suono tenuto dal professor Di Salvo presso il Politecnico di Torino.

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Sono come Suono

La dizione

I jingle delle pubblicità

La dizione è il modo in cui vengono articolati i suoni che compongono il linguaggio. Con questo termine si intende, non solo la pronuncia delle parole ma l’insieme dei meccanismi della fonetica e in generale la fisiologia della produzione del linguaggio orale. Questa pratica riveste una notevole importanza nella recitazione, in ambito politico e nel giornalismo radiotelevisivo. I suoni della maggior parte delle lingue, si creano mediante l’aria di che proviene dai polmoni in fase di espirazione. L’aria nel canale espiratorio in corrispondenza della laringe interagisce con le corde vocali che delimitano uno spazio detto glottide.

Il jingle (in inglese “tintinnio”), è un breve motivo musicale che in genere viene utilizzato per annunciare o accompagnare uno spot pubblicitario. Ha lo scopo di attirare l’attenzione dello spettatore verso il messaggio promozionale e, nel lungo termine, di richiamare alla memoria il prodotto reclamizzato. Nato nel XX secolo, il jingle era spesso unito ad un breve testo in rima e facilmente ricordabile, mentre la parte musicale nel tempo andava e identificare il prodotto o la marca. In alcuni casi i jingle sono frutto di composizioni musicali realizzate ad hoc, in altri riprendono musiche o canzoni famose. Anche se magari non tutti l’abbiamo vissuto personalmente come periodo storico della televisione, come possiamo non ricordare la trasmissione Carosello, dove le pubblicità accompagnate dai jingle rivestivano un ruolo fondamentale e attiravano e tenevano incollati allo schermo i bambini e le loro famiglie. È importante soprattutto sottolineare l’importanza del suono nell’ambiente di marketing poiché una composizione musicale o sonora può legarsi spesso ad un oggetto e può essere utilizzata dall’azienda come vera e propria strategia per fare in modo che il cliente associ una determinata successione di suoni ad un particolare prodotto. Questo collegamento involontario può essere di estrema importanza, infatti ogni volta che il soggetto in questione sentirà quel suono associato a un determinato prodotto, farà riemergere una serie di ricordi e di impressioni positive o negative. È interessante vedere come sia immediata l’associazione tra

Questa può assumere tre posizioni: - posizione espiratoria o neutra: si ha nella normale respirazione e nell’articolazione sorda. - posizione chiusa: in questa posizione le corde vocali aderiscono fino a impedire il passaggio dell’aria, in alcune lingue come l’arabo anche questa posizione ha un valore fonetico. - posizione di sonorità: le corde vocali vibrano e si urtano con specifica frequenza, essa mette in atto l’articolazione dei suoni. Le vocali sono caratterizzate da vibrazioni meccaniche periodiche dell’aria per le quali il cavo orale svolge la funzione di cassa di risonanza, cioè attenua le frequenze più basse e rinforza quelle più elevate. Le consonanti sono invece caratterizzate per la loro aperiodicità nelle vibrazioni e rientrano quindi nella più ampia categoria dei rumori. [83.3]

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Una composizione musicale o sonora può legarsi ad un oggetto e può essere utilizzata dall’azienda produttrice come strategia commerciale.


Capitolo 3 - LA MUSICA

un theme musicale ed un particolare prodotto o una particolare sequenza di immagini, basti pensare alle sigle delle serie televisive, come il celebre motivetto della Famiglia Addams e agli ancor più celebri due film Disney: Fantasia e Fantasia 2000, entrambi costituiti da una serie di cortometraggi che mostrano l’interpretazione da parte dei disegnatori Disney di importanti brani di musica classica internazionale. [84.3]

Il videoclip musicale Il videoclip è una tipologia di filmato che inizialmente presentava semplicemente delle performance di musicisti su un palco, in registrazioni dal vivo oppure su un set appositamente predisposto. Lo scopo del videoclip era quello di diffondere il più possibile il prodotto musicale senza che la band dovesse per forza fare un tour e tenere degli spettacoli in tutto il mondo, i costi erano più contenuti e la registrazione poteva essere fatta in un tempo contenuto. Successivamente il videoclip assunse aspetti più particolari, molto spesso infatti non presentava più una performance musicale ma una breve storia oppure una successione di immagini suggestive che cambiavano a tempo di musica. Il I agosto del 1981 negli Stati Uniti nasce MTV, un programma TV interamente dedicato alla trasmissione dei video musicali. Oltre alla più ampia diffusione della musica, si assistette anche ad un fenomeno di contaminazione dei

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look, poiché i giovani, vedendo gli artisti in TV potevano “copiare” il loro modo di vestire. Il videoclip diventa così il mezzo più forte per creare un contatto tra i musicisti e il pubblico, l’avvento di questo nuovo mezzo di comunicazione ha portato gli spettatori ad avere due tipi di memoria, una uditiva e una visiva, un messaggio trasmesso in questo modo fa molta più presa sul pubblico e verrà ricordato più agevolmente. Ma come nasce un videoclip? Spesso un gruppo musicale sceglie una canzone dal disco che intende commercializzare per usarla come mezzo promozionale, e si rivolge a uno studio che produrrà la sceneggiatura e lo storyboard, il regista potrà successivamente occuparsi di girare le scene che in ultimo verranno montate. L’aspetto più interessante risulta infatti spesso essere il montaggio, il termine “clip” significa ritagliare e come sappiamo le immagini di un video musicale difficilmente si limitano a riprodurre ciò di cui parla la canzone, la scelta di presentare visivamente concetti diversi rispetto a quelli trasmessi dalla componente audio ha lo scopo di raddoppiare le sensazioni, rafforzando l’efficacia del messaggio.4

Il progetto Zerovolume Il gruppo musicale Subsonica nell’anno 2000, in occasione dell’uscita del suo singolo “Discolabirinto” tratto dall’album Microchip Emozionale realizza, in collaborazione con i Bluevertigo, un videoclip sperimentale per non udenti prodotto dalla casa

Tratto dalle slide del corso Immagine e Suono del Politecnico di Torino, tenuto dal professor Andrea Di Salvo.

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Sono come Suono

discografica Mescal. Nasce così “Disco Labirinto” in “Zerovolume”, un progetto assolutamente innovativo. Il videoclip si compone di immagini ritmate e vibrazioni percettibili dai sordomuti associate ad una coreografia creata con il linguaggio dei segni. Si tratta quindi di un brano musicale ascoltabile anche a “zerovolume” e quindi fruibile da tutti. Non si tratta di una semplice traduzione di un brano musicale in lingua dei segni, ma di una composizione totalmente nuova realizzata appositamente per persone non udenti. Può essere definito come un progetto artistico senza precedenti che coinvolge totalmente il campo sociale, è il primo prodotto realizzato nel suo genere. Il progetto Zerovolume è stato ideato e sviluppato dallo studio Elastico di Torino. La regia del filmato è di Luca Pastore, autore di numerosi videoclip. L’istituto dei Sordomuti di Torino-Pianezza invece ha dato il supporto scientifico relativo al mondo senza suoni. Il tentativo è quello di trasformare il suono in immagine, in questo modo, come

un cieco può immaginare paesaggi ascoltando un brano, una persona non udente potrà percepire una melodia guardando il video. Da una parte si è cercato quindi di rendere accessibile alle persone sorde il senso della musica, dall’altra parte l’intento era quello di ricordare al pubblico normodotato che non esiste nessuno con cui non sia possibile comunicare. [82.3, 2.2]

Zerovolume, Discolabirinto, Subsonica e Bluevertigo.

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Capitolo 4 - LA COMPONENTE SONORA NELL’ARCHITETTURA

Capitolo 4 LA COMPONENTE SONORA NELL’ARCHITETTURA Da sempre l’architettura presta particolare attenzione all’ambito “suono”. I teatri greci avevano un’ottima acustica, come anche le chiese, e fin da subito gli uomini si sono accorti che in certe grotte vi erano riflessioni acustiche particolari. Negli ultimi anni questi studi sono aumentati, complice la crescente coscienza da parte degli architetti di quanto il suono sia importante negli spazi, ed è proprio per questa consapevolezza che qui viene trattato l’argomento “suono e architettura”. Oltre a presentare diversi esempi interessanti da cui si è preso spunto in fase progettuale è bene capire quali siano le “reazioni”del suono in grandi ambienti, così da esserne consci quando si va a “progettare nel piccolo”.

Sin dai primi teatri all’aperto fino ai più moderni edifici di Aalto e Le Corbusier è evidente una costante contaminazione tra musica e architettura. Ciò che più di ogni cosa è da tener presente in campo architettonico è il rapporto tra massa e spazio, possiamo osservare ad esempio che l’architettura si sviluppa inevitabilmente in uno spazio e si pone ai nostri occhi con dei volumi che presentano una propria massa. La musica invece, come possiamo facilmente osservare, essendo di fatto “incorporea” si pone

in una dimensione che si sviluppa nel tempo più che nello spazio e si può dire che la sua manifestazione fisica sia identificabile come una qualche forma di energia. Quindi come può esistere un nesso tra musica e architettura se agiscono in campi così differenti? Se pensiamo ad esempio alla teoria della relatività di Einstein, noteremo che nella famosa formula E=mc2 mostra il rapporto esistente tra massa ed energia poiché di fatto lo spazio in cui viviamo è costituito anche da una dimensione temporale. Platone a sua volta definiva lo spazio

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Sono come Suono

come una manifestazione di ciò che è in esso contenuto, se di fatto non contenesse né massa né energia, né tempo, né distanze sarebbe per noi impossibile da percepire. Esso è quindi una specie di contenitore della realtà percepibile e possiamo affermare che i sensi coinvolti nella percezione dell’architettura siano vista e udito, poiché esiste sia una percezione dello spazio fisico che una dello spazio acustico. [2.2] Il fenomeno più facilmente riscontrabile quando si parla di suono e spazio architettonico è certamente la riflessione delle onde sonore. Quando un raggio sonoro incide su una superficie, torna indietro seguendo la legge della riflessione. (vedi capitolo 1.5 La trasmissione del suono) Come già detto si può in questi casi andare incontro al fenomeno dell’eco, in alcune chiese invece l’onda riflessa si sovrappone parzialmente a quella diretta impedendone così il nitido ascolto, in questo caso si parla di coda sonora o rimbombo. Due ambienti dove si possono riscontrare fenomeni simili sono sicuramente L’Orecchio di Dioniso (vedi capitolo 1, Il rimbombo) e la Loggia dei Mercanti a Milano, le cui volte sono costruite in modo

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Il parametro da cui dipende la buona sonorità di un locale è il tempo di riverberazione.

che se una persona parla, anche se a bassa voce, in prossimità di una colonna può essere udita nitidamente da chi si trova in prossimità della colonna antistante ma non viene udita per nulla da chiunque si trovi sotto il portico, anche se posto a una distanza più breve. Quando si parla di acustica degli ambienti, tra i problemi maggiori da risolvere troviamo l’isolamento acustico tra locali attigui oppure tra interno e esterno di un edificio. Una volta si faceva ricorso all’uso di tappezzerie in stoffa, oggi è più comune l’utilizzo di materiali porosi, fibrosi e soffici che consentono di raggiungere un isolamento migliore anche con pochi millimetri di spessore. Per alcune tipologie di ambienti, come auditorium, aule scolastiche e sale di teatro, invece risulta importante assicurare una diffusione uniforme del suono è una buona audizione in tutte le zone del locale. Il parametro da cui dipende la buona sonorità di un locale è il tempo di riverberazione, se nel locale l’assorbimento acustico è notevole esso risulta troppo breve e il suono viene udito con difficoltà, al contrario, se l’assorbimento è basso, si avrà un tempo di riverberazione troppo grande che porterà al fenomeno del rimbombo. [1.a]


Capitolo 4 - LA COMPONENTE SONORA NELL’ARCHITETTURA

4.1 L’architettura degli elementi acustici nell’antichità Si sente spesso dire che architetti e i tecnici acustici del passato fossero più competenti di quelli dei giorni d’oggi, infatti anche se lo studio in questi settori è progredito di molto, non si può dire che gli accorgimenti adottati nell’antichità abbiano perso la loro validità con il passare del tempo. [16]

Il teatro greco Già nell’antichità Vitruvio descriveva la possibilità di adottare particolari accorgimenti acustici in ambito architettonico per aumentare la potenza della voce. Sottolineava inoltre la necessità di avere un suono che muore dolcemente senza

fastidiosi ritorni di onda che creano confusione per le orecchie. I greci utilizzavano primariamente due tipi di teatri: l’Odeon da prima scoperto e poi coperto realizzato con una struttura di legno e il Teatro che è sempre stato realizzato senza copertura. Nell’Odeon la capienza era di qualche migliaio di persone e alle spalle degli attori era sempre presente una parete riflettente che aiutava a rinforzare le voci, la stessa posizione della scena rialzata rispetto alle platee, contribuiva a irraggiare la vibrazioni verso gli spettatori. Nel Teatro invece non erano presenti pareti riflettenti alle spalle degli spettatori, in questo modo la voce degli attori giungeva

Teatro greco e teatro romano

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Il teatro dell’epoca elisabettiana

senza disturbi anche piuttosto distante, particolare attenzione era posta alla costruzione delle gradinate in modo che la voce non incontrasse ostacoli lungo la sua traiettoria verso gli spettatori. [16]

Il teatro romano Nel teatro romano la scena era più ampia e profonda, ai fianchi della scena venivano collocate delle “quinte” dette periakti, ovvero dei prismi rettangolari che potevano ruotare sul loro asse, i piani di ciascuna delle tre facce la cui superficie era estremamente riflettente venivano disposti con angolazione di 45° rispetto all’asse della scena in modo da indirizzare la voce degli attori verso le gradinate. I cantanti indirizzavano così la voce verso i periakti per ottenere la migliore udibilità possibile grazie alle onde riflesse. [16]

Teatro dell’epoca elisabettiana

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Nel teatro elisabettiano, le opere teatrali si svolgevano nella corte interna .

Nel Cinquecento a Londra sorsero i primi teatri costruiti fuori dalla città, in genere venivano ricavati dai circhi dell’epoca oppure dagli “inn”, locande economiche di provincia, l’edificio teatrale consisteva in una semplice struttura in legno o in pietra, spesso di forma circolare e dotata di un’ampia corte interna chiusa tutt’intorno ma senza tetto. Le rappresentazioni si svolgevano nella corte, il palcoscenico si addentrava in una platea che lo circondava da tre lati, così gli attori si trovavano a recitare in mezzo al pubblico e non davanti ad esso, solo la parte posteriore del teatro era riservata unicamente agli attori. Questa conformazione consentiva al pubblico di non essere semplice spettatore, ma di partecipare al dramma. [77.3]


Capitolo 4 - LA COMPONENTE SONORA NELL’ARCHITETTURA

L’acustica nelle chiese Il termine “effetto cattedrale” viene impiegato per indicare il lunghissimo tempo di riverberazione che caratterizza l’acustica all’interno delle chiese. Anche se questi ambienti di ordine religioso finiscono con il contenere sia momenti cantati che parlati, si può osservare come le tipologie architettoniche si adattino al tipo di linguaggio del luogo di appartenenza, come ad esempio la lingua tedesca piena di consonanti, oppure quella latina con una maggioranza di vocali.

Risulta spesso difficile conciliare ad esempio il parlato di un oratore con la musica prodotta da un organo in quanto o l’uno o l’altro saranno sicuramente penalizzati dalla struttura che li ospita. In parte questi problemi potrebbero essere risolti con l’applicazione di pannelli sulle pareti ma trattandosi di un edificio religioso, esse saranno sicuramente coperte di affreschi e opere d’arte, quindi spesso si deve accantonare l’idea di intervenire in questo senso e rinunciare al trattamento acustico delle pareti. [16]

4.2 L’architettura degli elementi acustici nella modernità Nel campo architettonico il concetto di acustica ha da sempre rivestito una notevole importanza ma è nell’epoca moderna che compaiono precise disposizioni relative alla tutela delle condizioni acustiche degli ambienti. È importante citare ad esempio quelli che sono definiti come Requisiti acustici passivi di un edificio che sono: il tempo di riverberazione che è definito dalla norma ISO 3382:1957, il potere fonoisolante di un ambiente relativo alla parete di separazione tra due ambienti che è definito dalla norma UNI 8270:1987, l’isolamento acustico di facciata, l’isolamento al calpestio della pavimentazione, l’isolamento dal rumore prodotto dagli scarichi

idraulici e dagli impianti tecnologici, riscaldamento, condizionatori, ecc. Nel 1995 venne introdotta la “Legge quadro sull’inquinamento acustico” (n. 447) che stabilisce i principi fondamentali per la tutela del rumore prodotto dall’ambiente esterno e da quello abitativo. Tutti questi accorgimenti sono stati introdotti per far fronte al problema dell’inquinamento acustico ovvero l’introduzione di rumore nell’ambiente abitativo o in quello esterno tale da provocare disturbo al riposo o alle attività umane e, nei casi più estremi, pericolo per la salute umana, per gli ecosistemi, per i beni materiali. L’inquinamento acustico è portatore

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di innumerevoli problematiche che contrastano con lo stato di salute e di benessere dell’individuo. Tra le più gravi abbiamo danni fisici di varie entità e tra le meno gravi ma più comuni abbiamo gli effetti di disturbo e l’annoyance che è caratterizzata da una sensazione di scontento o di fastidio generico. [1.3, 17.3] Così dall’antichità ad oggi abbiamo assistito all’applicazione di nuove conoscenze e accorgimenti al fine di creare un ambiente di vita migliore per l’uomo anche e soprattutto nel rispetto dell’ambiente che ci circonda. Di seguito riportiamo alcuni esempi di architettura moderna in cui i concetti di acustica, sonorità e benessere sono stati ampiamente presi in considerazione.

La biblioteca di Viipuri di Alvar Aalto La biblioteca di Viipuri è una biblioteca comunale situata nella città di Vyborg in Russia, fu costruita su progetto dell’architetto finlandese

Alvar Aalto per un concorso tenutosi nel 1927 e fu realizzata tra il 1930 e il 1935. La biblioteca comprendeva sale di lettura a forma di anfiteatro, un piccolo auditorium e degli uffici. L’edificio fu realizzato in cemento armato, in modo che risaltasse tra gli alberi del parco circostante, fu poi completamente intonacato di bianco, rimasero a vista solo le pietre azzurrine che facevano da cornice agli accessi della biblioteca. Gli ambienti avevano altezze variabili; nelle sale di lettura, per contrastare il diretto irraggiamento del sole e per evitare l’utilizzo di vetri opachi, sul soffitto vennero posti dei lucernari a forma di imbuto che consentivano un’adeguata illuminazione del locale durante il giorno. Un’attenzione particolare dal punto di vista acustico fu riservata per il piccolo auditorium che presentava un soffitto ondulato, realizzato tramite l’accostamento di listelli di legno, la forma del soffitto fu studiata con estrema attenzione in modo tale che l’oratore potesse godere di un’acustica ottimale qualsiasi fosse stata la sua posizione all’interno dell’auditorium. [89.3]

Interno della Biblioteca di Viipuri, Alvar Aalto (Vyborg, Russia).

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Capitolo 4 - LA COMPONENTE SONORA NELL’ARCHITETTURA

Auditorium, Parco della Musica, Renzo Piano (Roma)

Il Parco della Musica di Roma di Renzo Piano Piano non progetta semplicemente strutture che contengono sale per la musica, cerca di rappresentare la forma dei suoni che abiteranno i suoi spazi.

Il celebre architetto ha condotto da sempre ricerche sulla spazialità del suono, nell’opera architettonica del Parco Della Musica di Roma abbiamo un esempio di come Piano non disegni semplicemente strutture che contengono sale per la musica, piuttosto di come egli cerchi di rappresentare la forma dei suoni che abiteranno i suoi spazi acustici. La musica, propagandosi, disegna delle forme che con il progetto si materializzano e diventano abitabili. [21.3]

Il Padiglione Philips, Bruxelles (1957/58) Il padiglione Philps realizzato per l’Expo di Bruxelles del 1958 realizzato da Le Corbusier e Jannis Xenakis è considerato come il primo elemento architettonico multimediale dell’era elettronica. Fu commissionato per scopi

pubblicitari ma diventò allo stesso tempo un’architettura che racchiudeva una sua poetica. La struttura si compone di volumi realizzati con gusci incurvati di cemento armato e in essa sono utilizzati tutti gli accorgimenti elettronici possibili dall’illuminazione alle componenti acustiche. Al suo interno erano previste delle performance visive della durata di otto minuti durante le quali dovevano essere ospitate circa seicento persone. La struttura interna non prevedeva distinzione tra soffitto e pareti ma si concretizzava in una forma unitaria e continua. La performance metteva lo spettatore al centro di una serie di eventi visuali mentre i dispositivi acustici diffondevano la componente sonora. A questo proposito si può quasi dire che l’organicità dell’edificio non avesse soltanto il ruolo di cassa di risonanza ma che esso stesso diventasse origine del suono. [6.2, 2.2]

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Padiglione Philips, Expo Bruxelles 1957/58, Le Corbusier e Jannis Xenakis

Un edificio che suona In Germania, nel quartiere studentesco di Dresda, esiste un curioso edificio chiamato Neustadt Kunsthofpassage, la sua particolarità si esplicita nelle giornate di pioggia. Infatti, quando piove, si può dire che l’intero edificio cominci a suonare. Questa struttura è opera di tre artisti: Christoph Rossner, Annette Paul

e Andre Tempel che hanno avuto l’idea di coprire una parete con delle grondaie e degli imbuti che ricordano nella forma degli strumenti musicali creando un efficace sistema di smaltimento dell’acqua che allo stesso tempo produce una interessante sinfonia di suoni, una vera e propria melodia realizzata con l’acqua. [76.3]

Neustadt Kunsthofpassage (Casa della Musica), Germania, Dresda

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Capitolo 4 - LA COMPONENTE SONORA NELL’ARCHITETTURA

4.3 Elementi acustici come parte del paesaggio Il paesaggio sonoro dall’inglese soundscape, spesso utilizzato in performance musicali, è definibile come una composizione di suoni, musica o voci che accompagna un evento, è composto generalmente da diversi elementi, come le toniche (keynote), i segnali (signals) e le impronte sonore (soundmarks). Le toniche sono suoni creati dalla natura: il vento, l’acqua, le foreste, gli uccelli, gli insetti, gli animali, mentre in molte aree urbane anche il traffico può essere considerato una tonica, in sostanza sono quegli elementi sonori di base su cui si basa l’ambiente sonoro. Nel tempo le keynote sono cambiate, infatti con l’avvento della modernità si avverte sempre più spesso un brusio elettrico o meccanico di fondo, anche quando sono presenti suoni provenienti dal mondo naturale. I segnali sono suoni “in primo piano” come i dispositivi d’allarme, le campane, i fischietti e le sirene. La differenza tra il segnale e il rumore sta nella volontarietà del primo e nella involontarietà del secondo. Un segnale è sempre pensato per essere udito, infatti tiene sempre conto dell’ambiente in cui si inserisce, ad esempio le sirene di emergenza hanno progressivamente aumentato la pressione sonora in base all’aumentare del rumore di fondo dell’ambiente urbano. Le impronte sonore invece non sono altro che il suono caratteristico di un’area e contribuiscono a renderla

unica e identificabile, infatti i suoni della natura e delle comunità umane possono variare anche in modo considerevole a seconda delle caratteristiche storiche, climatiche, geografiche e sociali. Il paesaggio sonoro è il frutto di una relazione dinamica tra un ascoltatore e un ambiente ed è da considerasi parte integrante del patrimonio culturale, un elemento essenziale che aiuta a definire l’identità di un luogo, che è memoria dei tempi passati e che allo stesso tempo è importante tramandare alle generazioni future. Si può parlare di un vero e proprio “patrimonio immateriale” che comprende il retaggio musicale e quindi tutto ciò che concerne la tradizione musicale popolare, le tecniche vocali, ecc. ma anche il sapere tecnologico-produttivo delle popolazioni locali, quindi i rumori prodotti da strumenti e tecniche di lavorazione tipici, nonché ogni componente legata alla tradizione come le feste, i canti popolari, le sagre, ed ogni evento caratteristico presente sul territorio. Parlando di patrimonio culturale, gli elementi sonori sono stati oggetto di attenzione dell’UNESCO che si è attivata per creare specifici programmi di tutela e valorizzazione. A questo proposito è molto importante considerare l’estrema fragilità dell’elemento sonoro tra i vari componenti paesaggistici. I paesaggi sonori hanno infatti un

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valore solo se considerati in relazione al contesto temporale e poiché gli elementi immateriali della cultura risultano talvolta essere più importanti degli elementi fisici in quanto comprendono: le tradizioni orali, le lingue locali (dialetti), le pratiche sociali, i rituali e i mestieri tradizionali, è fondamentale trovare il modo di ricordarli nel tempo. Come precedentemente accennato, un paesaggio sonoro si definisce “Lo-Fi” se in esso il rapporto tra segnale sonoro e rumore tende all’unità, ovvero se i suoni si accavallano tra loro creando una sensazione caotica. Un ambiente è definito “Hi-Fi” se tutti i suoni in esso possono essere uditi chiaramente e si possono con facilità individuare provenienza, direzione e distanza dell’evento sonoro In un ambiente di questo tipo le persone possono orientarsi anche solo affidandosi alle indicazioni fornite dalla direzione di provenienza degli eventi acustici. (Vedi capitolo 1.6, Suono e cultura) [2]

Giardini giapponesi e giochi d’acqua.

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I giardini, l’acqua e i giardini giapponesi

L’idraulica è definita come l’arte di modellare il paesaggio delle acque.

L’acqua fu forse il primo elemento naturale ad essere utilizzato per produrre effetti sonori, basti pensare all’organo idraulico. (Capitolo 5.2.2) L’idraulica è definita appunto come l’arte di modellare il paesaggio delle acque e anche il De Architectura di Vitruvio riportava precise indicazioni per la costruzione di organi idraulici. Nell’arte dei giardini furono i romani a raggiungere esiti molto avanzati dal punto di vista dei meccanismi idraulici, basti pensare alle innumerevoli fontane e alle statue da cui zampillavano differenti getti d’acqua che sia dai luoghi pubblici come le piazze, sia dai giardini privati, generavano una sinfonia di scrosci d’acqua. I giardini nel loro complesso sono da sempre stati oggetto di un’attenzione particolare per quanto riguarda le qualità sonore dell’ambiente. [2] Anche la tradizione orientale ha da sempre dato estrema importanza ai giardini, il giardino giapponese in


Capitolo 4 - LA COMPONENTE SONORA NELL’ARCHITETTURA

Villa d’Este, Tivoli (Roma)

particolare si pone l’obbiettivo di creare dei paesaggi ideali in miniatura in cui, attraverso il contatto con la natura, raggiungere la pace dei sensi. Esistono diverse tipologie di giardino giapponese, quelli destinati ai nobili e agli imperatori sono progettati per la ricreazione e il piacere estetico, mentre i giardini dei templi buddisti sono progettati sul principio della contemplazione e della mediazione, in essi gli elementi naturali come l’acqua e le piante vengono sostituiti da ghiaia e pietre che talvolta,anche se in modo stilizzato, ne ricordano l’aspetto. Questi sono i Karesansui Teien o giardini secchi. L’acqua all’interno del giardino giapponese è considerata un elemento importantissimo poiché considerato fondamentale per creare un’armonia di base. Il suo scopo è quello di contrapporsi alla staticità delle rocce, della sabbia e della natura con il suo essere dinamico e in continuo fluire. Questo elemento compare nei giardini sotto forma di laghetti, cascate,

ruscelli oppure è metaforicamente rappresentato dalla ghiaia. Spesso nei laghetti dei giardini è possibile trovare anche delle carpe che in Giappone sono simbolo di armonia, fortuna, forza e determinazione. L’acqua può anche essere presente tramite fontane, le principali sono due, chiamate Shishiodoshi e Tsukubai. La prima si compone di due canne di bambù e genera un movimento costante tramite la caduta dell’acqua. La seconda è costituita da un enorme catino da cui si può prelevare l’acqua tramite un mestolo. L’elemento dell’acqua in un giardino giapponese non ha solo lo scopo di creare armonia ed equilibrio contrapponendosi alla staticità degli altri elementi ma grazie al suono che produce, genera un effetto di armonia che aiuta il visitatore a rimanere più a contatto con l’ambiente naturale favorendo il raggiungimento dello stato di quiete, pace e benessere. [80.3]

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La Villa d’Este

Il giardino della Villa d’Este era caratterizzato da fontane, grotte e giochi d’acqua e addirittura un organo idraulico che contribuivano a creare particolari sonorità.

La Villa d’Este a Tivoli è senz’altro uno dei più grandi capolavori dei giardini italiani, è anche inserita nella lista dell’UNESCO che la definisce come patrimonio mondiale dell’umanità. La villa, voluta da Ippolito II d’Este, è realizzata sul progetto di Pirro Ligorio (1607-1674), la costruzione ebbe inizio negli anni Sessanta del Cinquecento e terminò nella prima metà degli anni Settanta. Il giardino era caratterizzato dalla presenza di un grandissimo numero di fontane, grotte e giochi d’acqua e addirittura un organo idraulico che contribuivano a creare particolari sonorità e musiche idrauliche. I visitatori rimanevano oltremodo stupiti da questi accorgimenti, in special modo dalle loro qualità acustiche e in generale dal favoloso paesaggio sonoro che veniva a crearsi nei giardini della villa. Purtroppo quando la villa cadde in rovina e passò agli Asburgo i giochi idraulici e con essi gli effetti sonori andarono perduti. [2]

L’ecologia acustica L’ecologia studia le relazioni tra gli individui, I gruppi di individui e l’ambiente. L’ecologia acustica o ecologia del paesaggio sonoro si occupa invece dello studio degli effetti dell’ambiente sonoro o paesaggio sonoro su coloro che vi sono immersi, attraverso le loro reazioni fisiche o il comportamento. L’obiettivo principale è di rilevare i disequilibri provocati su un individuo dall’ambiente sonoro ostile o insano. Il più grande sostenitore dell’ecologia acustica è R. Murray Schafer, musicista, compositore e Professore

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di Scienza della Comunicazione alla Simon Fraser University nella Columbia Britannica. Schafer osserva che nella cultura odierna la predominanza delle sensazioni ha un’origine di tipo visivo e, proprio per questo le capacità di ascolto si stanno affievolendo. Egli cercò di ovviare a questo problema introducendo un programma che prevedeva un processo di “ear clearing” ovvero di pulizia dell’orecchio attuato anche tramite “soundwalks” ovvero passeggiate durante le quali veniva data assoluta importanza all’ascolto dell’ambiente circostante. Schafer suggerisce che ci sono due modi di migliorare il paesaggio sonoro. Il primo è quello di aumentare la competenza nel campo sonoro attraverso un programma educativo appositamente studiato per infondere nelle nuove generazioni l’interesse verso il suono ambientale. Questo sistema, secondo Schaefer, promuoverà anche un nuovo approccio al design che integrerà la il concetto di qualità del suono. Oggi, l’interesse per l’Ecologia Acustica è in crescita anche grazie alle attività promosse dalla Fondazione mondiale per l’Ecologia Acustica (World Foundation for Acoustic Ecology WFAE). [2, 7.4]

Percorsi sensoriali La percezione in generale può essere considerata come la prima forma di apprendimento, ovvero il modo in cui l’individuo fin da bambino, estrae le informazioni dal contesto circostante. Il mondo dei suoni in particolare, è familiare al bambino, che è in grado di percepire l’ambiente che lo circonda attraverso il suono già dal quarto mese di gestazione.


Capitolo 4 - LA COMPONENTE SONORA NELL’ARCHITETTURA

I bambini hanno buone capacità di ascolto e spesso sono disponibili ad entrare in relazione con gli altri. Sperimentare le sonorità e il silenzio significa entrare in contatto con il mondo degli oggetti, con gli altri, ma anche con se stessi e le proprie emozioni. Per questo motivo generalmente il concetto di percorso sensoriale viene associato ai bambini, un esempio ci è dato dal comune di Scandicci in provincia di Firenze che organizza percorsi sensoriali studiati per i più piccoli. Questa esperienza prevede un approccio ai suoni, ai rumori e al silenzio provenienti da diversi continenti, musiche derivate da varie tradizioni da ascoltare e ballare, un approccio agli strumenti musicali e infine una parte dedicata ai rumori del corpo e alla voce. [79.3]

Il Soundwalking Il Soundwlaking è una pratica molto semplice, consiste sostanzialmente in due azioni: camminare e ascoltare. Anche se detto così può sembrare banale poiché entrambe sono azioni che normalmente compiamo, soltanto un ascoltatore attento e preparato può riconoscere e comprendere le principali caratteristiche di un paesaggio sonoro. Il Soundwalking può essere impiegato come pratica pedagogica e di educazione all’ascolto, ma soprattutto per la sensibilizzazione delle persone riguardo le caratteristiche acustiche degli ambienti in cui viviamo. Le tre principali funzioni del Soundwalking sono: l’orientamento, in quanto anche i suoni possono aiutare le persone a orientarsi nello spazio e a riconoscere percorsi e luoghi; il dialogo, in quanto questa

pratica non è confinata all’ascolto, anche rispondere ai richiami degli animali, agli eventi sonori o crearne di nuovi può risultare interessante per interagire con il contesto in cui si è immersi; in ultimo la composizione, poiché i suoni di un ambiente se opportunamente recepiti possono essere alla base di un processo compositivo. Il Soundwalking in pratica consiste nella partecipazione attiva all’interno del paesaggio sonoro. [2]

Computer Sound Zoo California Sempre più spesso ci si trova di fronte a paesaggi sonori artificiali che si propongono di riprodurre elementi naturali, essi possono essere definiti come una sorta di realtà virtuale dei suoni. Le ricostruzioni sonore del compositore australiano Gilbert sono state utilizzate per richiamare l’ambiente naturale all’interno dello Zoo di San Diego in California. Attraverso un sistema interattivo di computer sound, vengono riprodotte le registrazioni di vari ambienti selvaggi in modo da ricreare il paesaggio sonoro di provenienza degli animali in modo da giovare agli stessi e anche ai visitatori che possono vivere così un’esperienza più completa. [2]

Soundscape design: la progettazione degli spazi sonori Le onde sonore si propagano nello spazio in cui l’uomo si trova fisicamente e quindi inevitabilmente influenzano la sua vita. I suoni quindi

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possono diventare un vero e proprio elemento di progettazione architettonica e paesaggistica. Generalmente per via della società caotica in cui sempre più spesso ci troviamo a vivere, capita che venga posta particolare importanza all’inquinamento acustico e quindi vengono sviluppate soluzioni per la tutela e il miglioramento delle condizioni acustiche. In merito alle qualità acustiche degli ambienti, la direttiva UE del 25 giugno 2002 impone agli stati che ne fanno parte di attuare una rilevazione cartografica dei livelli acustici e la legge italiana 447/95 prevede che i comuni operino una zoonizzazione acustica del territorio. Tutte queste attenzioni hanno generato interesse per la progettazione in questo settore e hanno contribuito alla creazione di sapere e tecnologia. Il soundscape design racchiude una serie di tecniche che spaziano dalla sfera culturale a quella ingegneristica e riguarda il rapporto tra gli esseri umani e i loro ambiento di vita. L’attenzione è rivolta sia allo studio dei nuovi suoni e al loro possibile

Barriere acustiche autostradali.

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impatto sull’ambiente sia alla riduzione, eliminazione e controllo di alcune emissioni sonore considerate eccessive. [2]

Barriere acustiche L’aumento improvviso dei veicoli sulle strade nel dopo guerra ha portato allo sviluppo della rete stradale e ferroviaria. Conseguentemente allo sviluppo dei trasporti emerse la necessità di isolare le zone abitate dal rumore sempre crescente causato dal transitare dei veicoli. Iniziò così la costruzione delle prime barriere acustiche, utilizzate in particolare per rendere meno rumorose le autostrade e i passanti ferroviari in prossimità delle abitazioni. Esistono principalmente due tipi di barriere acustiche, quelle a pannelli e quelle a terrapieno. Quelle a pannelli sono realizzate con materiali compositi o lastre, in particolare con elementi modulari facili da assemblare. Questa tipologia risulta particolarmente efficiente per la collocazione all’interno delle


Capitolo 4 - LA COMPONENTE SONORA NELL’ARCHITETTURA

Libro ESO (copertina), Eso concerto (schizzi progettuali)

città ma rimane sempre il problema dell’impatto sul paesaggio poiché l’aspetto delle barriere è freddo e fortemente artificiale. Le barriere a terrapieno hanno invece un aspetto più “naturale” poiché sono realizzate con degli argini di terra o argilla oppure impiegando dei filari di alberi. Come possiamo immaginare però questa tipologia risulta essere molto meno efficace dal punto di vista dell’isolamento acustico e le grandi dimensioni ne consentono l’utilizzo solo lontano dai centri urbani. Furono questi i motivi che nel 2006 portarono la DDE de la Loire in Francia a progettare una nuova tecnologia per lo sviluppo di altre soluzioni per le barriere acustiche. L’idea di base era quella di realizzare delle nuove barriere con buon potere isolante ma meno impattanti sul paesaggio. La soluzione venne dall’introduzione della “piega” come elemento strutturale, questo elemento avrebbe anche consentito un più facile adattamento alle differenti condizioni territoriali. Il susseguirsi delle pieghe creano anche un gioco di sporgenze e

rientranze che vanno a generare degli spazi pubblici per chi abita nei dintorni dell’autostrada. [2.2]

ESO un libro sospeso tra architettura e musica A volte la musica può servire da stimolo per giungere alla rappresentazione tridimensionale e alla costruzione architettonica, fin dall’antichità infatti le arti basate sui numeri sono state ricondotte in qualche modo all’armonia musicale. Il concetto di base era quello che legava la piacevolezza di una composizione musicale alla bellezza visiva degli elementi architettonici. Già dal tardo medioevo c’erano stati esempi di applicazione dei rapporti musicali alle costruzioni ma ancora più interessante è il rapporto inverso, ovvero quello che collega la musica all’architettura, infatti alcuni musicisti nel comporre le loro opere hanno adottato sistemi che sembrano essere ispirati ad una dimensione spaziale piuttosto che

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a riferimenti acustici. Grandi musicisti come Beethoven, Mozart, Brahms e Schönberg per definire le durate dei segmenti delle loro composizioni si sono affidati ai rapporti dettati dalla sezione aurea. [5] Parlando dell’importanza che il suono può rivestire nell’architettura, è interessante citare la Tesi triennale di Architettura realizzata da Caterina Barioglio con il titolo: “Tra suono e significato, lo spazio architettonico di Ezio Bosso”, il cui obiettivo è quello di provare ad immaginare lo spazio di una composizione musicale. [6.2] La tesi ha visto un suo ampliamento e l’effettiva concretizzazione nel libro “ESO” (Autori: Alessandra Morra e Valeria Minucciani; saggi critici: Edoardo Piccoli, Alessandra Coppa, Michela Costantini; edizioni Lybra

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Immagine. Il libro parla della musica di Ezio Bosso1, in particolare del suo “Esoconcerto” (concerto per violino) che ha ispirato e portato alla realizzazione di un allestimento, reale connubio tra architettura e musica, all’interno di Stephansdom, cattedrale di Vienna, il luogo destinato ad accogliere la melodia. Lo spazio creato dalla musica di Ezio Bosso è a quattro dimensioni, chi ascolta la melodia e chi la produce viene proiettato in quella che viene definita come la quarta dimensione, luogo in cui riaffiorano i pensieri e le esperienze della vita, portati alla luce dagli stessi suoni. [9.3]

Acclamato come compositore innovativo per la musica del film “Io non ho Paura”, fondatore del Buxusconsort, unico compositore classico italiano ad aver vinto l’Italian Music Award (Italian Grammy).

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Capitolo 5 - IL SUONO NEL DESIGN

Capitolo 5 IL SUONO NEL DESIGN Il design solo negli ultimi tempi si sta avvicinando con consapevolezza all’ambito sonoro. La componente sonora, difatti, è sempre stata posta in secondo piano rispetto a diverse cose: la funzione, la forma, la sostanza...e solo negli ultimi periodi si è cominciato a vedere come il suono in realtà sia parte integrante del prodotto stesso, di come un ottimo prodotto possa dare una percezione sbagliata se produce un rumore disturbante, o di come un rumore suadente possa agire da “esca del ricordo” più di un’immagine o una réclame. Vi vengono quindi presentati casi studio particolarmente interessanti o esperimenti sonori da cui prendere spunto.

Il rapporto tra suono e design non è sempre stato lo stesso, inizialmente si tendeva a considerare il suono come un fattore da eliminare, oggi alcuni suoni sono addirittura diventati rappresentativi di alcuni oggetti al punto di renderli riconoscibili e talvolta addirittura catalogabili in categorie sonore precise. Si può dire che al giorno d’oggi il suono sia effettivamente entrato a far parte del processo di progetto, e spesso viene utilizzato per ricordare suoni famigliari ormai perduti perché appartenenti a meccanismi obsoleti, un esempio

è il “click” della macchina fotografica analogica riprodotto giusto per “il gusto di sentirlo” negli apparecchi digitali. [15] Ma se apparecchi come i telefoni cellulari si limitano a proporre una varietà di suoni che ci consentono di personalizzare lo squillo e quindi per riconoscere il nostro apparecchio che suona in mezzo a tanti altri, altre volte il suono arriva a creare un rapporto vero e proprio tra utente e oggetto. Con l’avvento delle nuove tecnologie si è un po’ persa la dimensione autentica ovvero quella che collegava inequivocabilmente

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forma e funzione, infatti oggi una tastiera può emettere suoni che simulano un pianoforte come anche un fagotto o una batteria. Il designer a questo punto ha la possibilità di creare o meno questo

rapporto tra l’identità visiva e quella timbrica dell’oggetto e deve allo stesso tempo tenere sempre conto dell’usabilità e della funzionalità del prodotto. [5]

5.1 L’impronta sonora di un oggetto di design

Il suono di processo, ovvero il suono che produce l’oggetto per funzionare è spesso definito rumore.

Abbiamo detto che il suono riveste ormai un’importanza essenziale per alcuni progetti e che si è giunti nel tempo a categorizzare i prodotti a seconda dei suoni da essi prodotti, ad esempio distinguiamo: Il suono di processo, ovvero il suono che produce l’oggetto per funzionare e spesso è definito rumore. Questo suono è parte integrante dell’oggetto ed è dovuto alle sue caratteristiche funzionali, costruttive e funzionali, ai materiali di cui è costituito e alle sue modalità di utilizzo. Il suono progettato, ovvero quel suono che viene appositamente studiato per attirare l’attenzione dell’utente, per segnalare funzioni avvenute o in corso di svolgimento. Si tratta di un suono atto a comunicare con l’utente e spesso aiuta a rendere caratteristico e distintivo un oggetto.

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All’interno del suono progettato distinguiamo ancora: - I suoni di attenzione, ovvero tutti quei suoni che servono per avvertire l’utente sul corretto uso e funzionamento dell’oggetto, in particolare è bene citare i suoni prodotti dagli elettrodomestici che facilitano notevolmente il loro utilizzo, consentendo sovente di velocizzare le azioni da compiere. Il campo in cui i suoni di attenzione si sono più evoluti è certamente quello dell’automotive, basti pensare a quelli che segnalano l’allacciamento delle cinture o la chiusura delle portiere o ancora ai sensori di parcheggio. - I suoni identificativi, ovvero quelli che consentono di collegare un oggetto con uno specifico ambito di appartenenza. Essi fanno in modo che un prodotto, materiale o immateriale che sia, possa essere riconosciuto tra tanti in modo da essere di riferimento per


Capitolo 5 - IL SUONO NEL DESIGN

curiosità La registrazione di marchi sonori Esistono numerosi problemi relativi alla registrazione dei Marchi Sonori i quanto il Marchio è definito come qualcosa che presenta una rappresentazione grafica, suoni e rumori non sono riproducibili graficamente come lo è la musica sul pentagramma. Tuttavia oggi ci sono nuove possibilità anche in questo campo, poiché è stato introdotto un nuovo sistema e-filing che consente di allegare un file mp3 del suono che si vuole registrare come marchio. [15]

l’utente che lo conosce. Basti pensare al suono di attivazione di Skype®, si è giunti ad un punto in cui gli stessi suoni diventano

oggetto di brevetto proprio per via della loro stretta connessione con l’oggetto che caratterizzano. [15]

5.1.1 Cibi sonori

Il suono riveste un ‘importanza fondamentale nella percezione del gusto e talvolta può diventare un elemento distintivo del prodotto.

La cucina è forse il luogo più sonoro della casa, un ambiente in cui semplici e comuni gestualità producono i suoni più svariati ed interessanti. Il suono riveste inoltre un’importanza fondamentale nella percezione del gusto e talvolta può anche diventare un elemento distintivo del prodotto. Ormai sempre più spesso, il suono dei prodotti o dei packaging, viene progettato in modo da rendere il prodotto più attrattivo. Il professor Malcom Povey, docente di Fisica del cibo presso l’Università di Leeds, ha condotto degli studi sul rumore prodotto dai cibi ed è giunto alla conclusione che quando

si addenta un cibo croccante, non si percepisce soltanto il gusto ma anche delle sensazioni tattili legate alle vibrazioni e alla masticazione, nonché degli impulsi ultrasonici che vengono istantaneamente analizzati dalle nostre orecchie. Queste informazioni rivestono un ruolo di estrema importanza rispetto al giudizio della qualità e della piacevolezza del cibo. Al giorno d’oggi le aziende di prodotti alimentari croccanti pongono grande attenzione alla studio del “crock” o del “crunch”, la Nestlè® ad esempio impiega uno strumento definito Crostimetro per valutare il suono prodotto dai suoi cereali. [15]

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Pringles Queste celebri patatine sono conosciute per essere differenti dalle altre sul mercato per la loro forma e consistenza ma anche per il suono da esse prodotto, in proposito vogliamo citare un aneddoto interessante legato ad una ricerca che vede il suono di queste particolari patatine come centro d’interesse. Il professore di Psicologia Massimiliano Zampini dell’Università di Trento e il professore di Psicologia presso l’Università di Oxford, Charles Spence, nel 2008 hanno vinto il Premio Nobel per la ricerca scientifica più insolita e bizzarra, dimostrando che il suono del cibo ne determina una diversa percezione. La loro ricerca si basa su una sperimentazione avvenuta su dei volontari che dovevano mordere 180 patatine Pringles® tutte identiche fra loro indossando una cuffia, dalla quale, al momento del morso, veniva trasmesso un rumore di “crunch” che ogni volta veniva modificato. Il solo rumore del morso portò

Pringles, Tronky Ferrero

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i volontari e definire le patatine come differenti tra loro e soprattutto di freschezze diverse. [15]

Tic Tac La pubblicizzazione delle celebri caramelle a forma di confetto, fa leva sul suono che producono quando la confezione viene agitata, il nome stesso del prodotto rimanda al suono che emettono scontrandosi tra loro. Il jingle presente nella pubblicità richiama ancora una volta il tictac prodotto dai confetti con una canzoncina appositamente studiata per essere musicale e piacevole ma allo stesso tempo mantenere un chiaro rimando alle caratteristiche sonore del prodotto. In questo caso si può proprio dire che il suono diventi un segno di riconoscimento delle caramelle.

Tronky Lo snack prodotto da Ferrero viene pubblicizzato come una pausa golosa


Capitolo 5 - IL SUONO NEL DESIGN

Caramelle Tic Tac

perché croccante, la frase utilizzata per la presentazione dello stesso è “Non sporca ma crocca.”

5.1.2 Packaging sonori

Non solo gli oggetti sono interessanti dal punto di vista del suono, molto spesso anzi, non è il prodotto effettivo ad avere particolari

caratteristiche sonore, è piuttosto la sua confezione a distinguersi sul mercato per le sue caratteristiche sonorità.

Coca Cola Concept per un flauto

uno spunzone metallico per praticare i fori sulla bottiglia. Grazie a questa semplice ma allo stesso tempo ingegnosa idea, è possibile ottenere un flauto quasi artigianale recuperando una bottiglietta vuota di Coca-Cola, dietro all’etichetta verranno riportate le istruzioni per comporre la musica.

L’idea è quella di commerciare le bottigliette in plastica di CocaCola con un tappo un po’ differente dal solito composto da due parti: quella superiore che è il becco con fischietto, e quella inferiore che ha

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Sono come Suono

Una simile invenzione, sicuramente porterebbe ad un aumento dei costi di produzione, probabilmente è anche per questo motivo che per ora è rimasto un concept. L’idea contribuisce alla creazione di un aspetto ludico e allo stesso tempo supporta anche il concetto di riutilizzo di un materiale che altrimenti andrebbe buttato. [67.3]

vine stappato con un “popp” per mimare il rumore delle bottiglie tradizionali, questo anche per sottolineare che nonostante la confezione di norma più economica, il vino Ronco non è da ritenersi di qualità inferiore. Ancora una volta il suono è strettamente connesso con il concetto di qualità e la sua percezione effettiva. [61.3]

Vino Ronco Il vino da tavola Ronco nel 1996 si propone sul mercato con una pubblicità in cui il cartone del vino

5.1.3 Minimizzare il suono

Sempre più spesso si presta attenzione alle problematiche relative all’inquinamento acustico e quindi alla possibilità di realizzare oggetti silenziosi, come avviene ad esempio nei settori dell’arredamento

oppure dell’automobile. in altri casi si mira più che all’eliminazione del suono al suo miglioramento, ovvero si cerca di rendere i suoni più gradevoli o tenui. [15]

Aspirapolvere Ultrasilencer Electrolux

il resto della famiglia, i vicini e nemmeno se stessi. Non solo minimizza il disturbo ma ci consente anche di compiere altre azioni mentre lo utilizziamo, come parlare al telefono o ascoltare la musica. Alcuni apparecchi riescono addirittura a ridurre il rumore della metà. Il livello di emissione sonora di un aspirapolvere standard è di circa 78 decibel, mentre un aspirapolvere silenzioso come

Pace e tranquillità sono importanti, a questo scopo sono stati inventati sempre più spesso prodotti che cercano di ridurre il suono durante il funzionamento, uno dei prodotti più caratteristici di questo settore progettuale è l’aspirapolvere, con un aspirapolvere silenzioso si può pulire quando si vuole senza disturbare

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Capitolo 5 - IL SUONO NEL DESIGN

l’UltraSilencer della Electrolux ne emette solo 68 (un livello di emissione sonora pari a quello di una normale conversazione). [64.3]

Lavatrice Ecologixx 8 di Bosch Gli elettrodomestici si evolvono, non solo dal punto di vista delle prestazioni e della riduzione dei consumi, ma anche dell’abbattimento dell’inquinamento acustico. La bassa rumorosità è, in generale, una qualità apprezzata per qualsiasi tipologia di elettrodomestico, per quanto riguarda le lavatrici, tutte le principali aziende produttrici

hanno cercato di introdurre un elemento impensabile sino a qualche anno fa: il silenzio.
 Questa condizione è stata conquistata attraverso meccanismi tecnologici che controllano le vibrazioni causate dalla centrifuga. Le nuove lavatrici EcoLogixx 8 di Bosch, ad esempio, presentano un motore Ecosilence drive che sostituisce le normali spazzole con un’alimentazione a magnete permanente. Si evitano così gli attriti meccanici, riducendo in questo modo l’usura e la dispersione energetica, ma anche il rumore ne risulta sensibilmente ridotto: in fase di centrifuga si emettono solo 67 dB a 1.400 giri. [65.3]

Emettitore di White noise

curiosità La riduzione del suono e gli elettrodomestici Anche la LG ha presentato recentemente una nuova serie di lavatrici dotate di tecnologia Direct Drive, un motore rivoluzionario che promette grande silenziosità e anche un considerevole risparmio energetico. Un apposito sistema di sospensioni riduce di molto le vibrazioni, fonte di rumorosità e dell’instabilità della lavatrice. [65.3]

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Sono come Suono

5.1.4 Altri casi studio

Walkman Sony

Giubbotto per soundwalking

Il Sony Walkman era un lettore di musicassette creato da Akio Morita, Masaru Ibuka e Kozo Ohsone. Il primo fu venduto il 1º luglio del 1979 e si diffuse al punto che il termine Walkman arrivò a rappresentare qualsiasi lettore di audiocassette portatile, anche se non prodotto dalla Sony. Questo nuovo prodotto, icona rappresentativa degli anni Ottanta, consentiva di portare tutta la propria musica preferita in giro con sé per ascoltarla ovunque si desiderasse senza per forza farla sentire anche alle altre persone, si viene a creare così un nuovo spazio sonoro: quello privato, del singolo individuo. [68.3]

Il Future Applications Lab del Viktoria Institute di Göteborg ha sviluppato un apparecchio che può essere indossato come un giubbotto e che permette di utilizzare l’ambiente urbano come interfaccia di riferimento per la creazione di musica elettronica in tempo reale mentre si cammina in città o si interagisce con essa. [2]

Walkman Sony, Natura morta

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Natura Morta, la frutta che suona A metà strada tra sound design e installazione, “Natura Morta” è il tentativo che Fabio Di Salvo e Bernardo Vercelli di Quiet Ensemble mettono in atto per ricavare suoni da alcuni frutti. La frutta contiene dell’acido che può


Capitolo 5 - IL SUONO NEL DESIGN

Turntable Drawing Machine, Megaphone

essere usato per produrre tensione elettrica. L’utilizzo di una tecnica speciale consente di amplificare le frequenze in modo da rendere udibile il suono dell’energia vitale della natura. Grazie a dei controller MIDI, inoltre, i designer assemblano i suoni per creare brani tecno. [66.3]

Turntable Drawing Machine Robert Howsare, uno studente di grafica e printmaking alla Ohio University, ha realizzato questo progetto unendo due giradischi, vari pezzi di legno che formano dei bracci e altri materiali. I due giradischi si muovono a differenti velocità (giri al minuto), il loro movimento, trasmesso ad un elemento scrivente consente la creazione di particolari disegni. Un metodo originale per trasporre il suono sulla carta sfruttando la rotazione dei dischi in vinile. Si tratta in sintesi di una piattaforma girevole con un controllo che consente di regolare dimensione e forma dei disegni prodotti. [69.3]

Megaphone Dal primo sguardo è evidente che i fattori che colpiscono sono la presenza scenica e la presenza plastica oltre alla funzione amplificatrice indotta dalla stessa forma. Realizzato da Isabella Lovero ed Enrico Bosa, due designer italiani, MegaPhone ha la capacità di amplificare passivamente il suono, ossia senza l’utilizzo di corrente elettrica, grazie alla sua forma appositamente studiata. [70.3]

Nessun Dorma, un’ opera lirica diventa un mosaico: Il miliardario cinese Adam Yu, amante di Puccini e in particolare della celebre aria “Nessun Dorma” tratta dall’opera la Turandot, chiede all’artista Chen Yifei di realizzarne una trasposizione grafica che si concretizza in un meraviglioso e coloratissimo mosaico. Yifei dichiara di essere stato attratto

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Sono come Suono

Camerata de Lausanne

dalla Turandot perchĂŠ racconta una storia cinese, colori e forme creano uno spazio fantastico in cui musica e immagine si fondono nella creazione di un perfetto e originale connubio. [71.3]

Bollitire 9091 per Alessi Questo particolare bollitore realizzato da Richard Sapper per AlessiŽ nel 1983, produce un suono ispirato a quello dei battelli a vapore e delle chiatte che scorrevano sul Reno. Il bollitore ha come elemento centrale un fischietto in ottone nelle cui canne sono stati inseriti due coristi accordati in mi e in si che al momento dell’uscita del vapore producono una

Mosaico Nessun Dorma, Turandot, Bollitore 9091 Alessi

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Capitolo 5 - IL SUONO NEL DESIGN

Nintendo Electroplancton

simpatica melodia. L’intento di Sapper era quello di evitare il classico, ansiogeno suono dei comuni bollitori, grazie a questo accorgimento, nasce uno dei primi oggetti polisensoriali di Alessi®. [15]

Camerata de Lausanne Il tipografo e designer Emmanuel Rey, con l’aiuto del programmatore Mathieu Rudaz rivisita l’immagine della concert hall “Camerata de Lausanne” servendosi della tecnica pittorica WROP, per la quale, una polvere viene disposta su di un foglio sovrapposto ad un trasmettitore di suoni, nel momento in cui il trasmettitore viene azionato, la polvere si dispone creando delle curiose geometrie che variano a seconda della frequenza e della tipologia di suono. I disegni ottenuti, sono stati campionati da un software che crea dei pattern digitali, grazie a questi elementi grafici è stato possibile costruire una nuova immagine coordinata per la Concert Hall interamente basata sul suono. [2.3, 3.3]

Electroplankton Electroplankton è un videogioco interattivo musicale sviluppato da Toshio Iwai e prodotto da Nintendo per la console Nintendo DS, realizzato prima in Giappone e successivamente in Nord America e in Europa, questo divertente giochino consente di interagire con diversi tipi di plancton animati e di creare musica con dieci differenti interfacce a tema. [15, 73.3]

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5.1.5 Errori di progettazione

Sun Chips Le patatine Sun Chips della Frito-Lay sono diventate una sorta di fenomeno nazionale per via della rumorosità del loro sacchetto, realizzato in materiale biodegradabile. La società, al momento del lancio sul mercato insistette molto sul nuovo aspetto “ecologico” del prodotto e impiegò delle nuove confezioni biodegradabili. Gli spot pubblicitari puntarono tutti sulla componente “verde” del prodotto. Ma si può dire che sbagliarono assolutamente impostazione di marketing. A rendere famose le Sun Chips è stato infatti il «rumore pazzesco» prodotto dal sacchetto, decisamente superiore a qualsiasi altra confezione mai utilizzata in America. Proprio a causa di quel rumore anche il Wall Street Journal dedicò alle Sun

Su Facebook nacque il gruppo: “Scusa ma non riesco a sentirti con il rumore di questo sacchetto di Sun Chips”.

Sun Chips Patatine, Sacchetto biodegradabile e Spazzolino elettrico

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Chips un servizio in prima pagina. Un pilota dell’aeronautica si appassionò al punto a quel rumore da decidere di misurarlo, prendendo in mano il sacchetto di Sun Chips e accartocciandolo, misurò un rumore pari a 95 decibel, contro i 77 di un qualsiasi altro sacchetto di patatine. Il rumore delle Sun Chips si è fatto strada anche sui social network, ad esempio su Facebook è nato il gruppo “Scusa, ma non riesco a sentirti con il rumore di questo sacchetto di Sun Chips”. La società produttrice ha spiegato che il rumore deriva dalla particolare composizione della pellicola biodegradabile a base di acido polilactico che è in grado di decomporsi completamente in 14 settimane. Il risultato paradossalmente fu che l’aspetto “verde” delle patatine


Capitolo 5 - IL SUONO NEL DESIGN

passò piuttosto inosservato, mentre le persone si appassionavano al prodotto e lo compravano per sentire quel rumore prodotto dal sacchetto. [72.3]

Spazzolino elettrico Alcuni studi condotti sul rumore prodotto da specifici prodotti hanno portato a conclusioni molto diverse da quelle che si sarebbero potute immaginare. Un esempio è quello dello spazzolino elettrico, un oggetto ormai piuttosto comune e conosciuto, questo tipo di studi viene messo in atto facendo ascoltare ad un gruppo di persone (gruppo campione) dei rumori prodotti da diversi oggetti non potendo però vederne la fonte e quindi escludendo completamente il riferimento visivo. In seguito viene chiesto alle persone di descrivere le sensazioni che scaturiscono da questo ascolto. Uno dei metodi più utilizzati è quello delle analogie, ovvero chiedere alle persone

1

L’evocato ideale dello spazzolino elettrico (freschezza, pulizia, salute), è ben distante da ciò che effettivamente viene collegato al rumore di funzionamento.

di associare il suono/rumore sentito con diversi elementi del mondo, ad esempio: se questo suono fosse un colore cosa sarebbe? E se fosse un animale? E così via. Analizzando in questo modo il rumore prodotto dallo spazzolino elettrico si è giunti a definire un’evocato piuttosto negativo legato alle sensazioni di diffidenza e inaffidabilità, fastidio, aggressività, monotonia, mancanza di sentimenti, squallore, desolazione e addirittura paura. Ne risulta quindi che l’evocato ideale dello spazzolino che dovrebbe rimandare a freschezza, pulizia, salute e benessere è ben distante da ciò che effettivamente viene collegato al rumore di funzionamento. Questo si può definire come un errore progettuale in quanto sensazioni così profondamente negative e sgradevoli possono influenzare anche di molto il giudizio del consumatore sul prodotto, incidendo notevolmente sulla gradevolezza dell’utilizzo.1

Slide del Corso di Ergonomia Cognitiva per il Design, professoressa Eleonora Buiatti, Politecnico di Torino.

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Sono come Suono

5.2 Mostre e installazioni

Il suono riveste ormai un ruolo cosĂŹ fondamentale che lo ritroviamo non solo negli oggetti delle case produttrici ma in veri e propri eventi. Sempre piĂš mostre, installazioni e workshop fanno appello alla dimensione sonora, spesso con

il tentativo di far conoscere alle persone il mondo sotto aspetti differenti e innovativi, a volte per riavvicinare la gente a dimensioni che ormai si credevano perdute, in modo da riscoprire l’autenticità degli oggetti di uso quotidiano.

5.2.1 Mostre

DOS Disegnare Oggetti Sonori

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Workshop Color Chaser, Yuri Suzuki; Radiofonografo Brionvega, F.lli Castiglioni

Gli oggetti di DOS parlano, si esprimono con un proprio linguaggio.

Fondazione Musica per Roma e IMF Foundation presentano “DOS, Disegnare Oggetti Sonori”, la prima mostra incentrata sul rapporto tra design e suono. (Progetto, a cura di Domitilla Dardi ed Elisabetta Pisu). Si tratta di un percorso musicale tra oggetti, prodotti, installazioni e performance realizzati da grandi nomi del panorama internazionale del design come Zanuso, Arad,

Starck, Mendini, Lovegrove, Marelli, Ragni, Cocksedge, Sapper con il suo bollitore che cinguetta per Alessi, l’Air Piano di Omer Yosha e giovani come il duo austriaco Mischer’traxler. La mostra racconta un’altra faccia del design, quella della sensorialità, viene focalizzata l’attenzione sull’interazione con oggetti che parlano e che si esprimono con un proprio linguaggio.

Mischer Traxler, Trapped Flies

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Sono come Suono

Bruno Munari e Davide Mosconi, Invece del campanello

Un suono può far riaffiorare in modo immediato nella mente eventi, oggetti e sensazioni

Il design è troppo spesso associato solo al concetto della vista, produzione di oggetti utili e soprattutto con un bell’aspetto. Unendo al concetto di vista quello del suono si viene a creare uno scenario che rende la fruizione stessa dell’oggetto più consapevole. Se la vista può essere considerata il senso della cultura alfabetica, l’udito ha una connotazione più antica, quasi primordiale, un suono infatti può far riaffiorare istantaneamente nella mente eventi, oggetti e sensazioni. [20.3, 10.3] I Mischer Traxler realizzano “Trapped flies”, un’installazione composta da 52 calici di vetro diversi nei quali è intrappolata una piccola mosca di plastica azionata da un motore, esse sono controllate da un software su scheda Arduino, a ogni mosca è associato un movimento diverso. Ronzando nei bicchieri le mosche generano un paesaggio sonoro. Tobia Repossi ha creato delle pistole con un puntatore laser nel quale i visitatori possono pronunciare

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una parola la cui vibrazione viene ‘sparata’ sul muro creando una forma irregolare che si materializza in una sorta di impronta sonora visibile. Nell’ambito della mostra, Yuri Suzuki, un talento dell’interaction design, realizza un workshop dal nome “Color Chaser” per bambini e adulti nel quale utilizza un dispositivo elettronico capace di leggere i colori e di tradurli in suoni. I partecipanti possono disegnare con speciali pennarelli su un foglio e poi un piccolo robot legge segni e colori emettendo suoni alti o gravi a seconda della tonalità cromatica incontrata. Non è un caso che si parli di ‘toni’ sia per i colori che per i suoni. Brionvega, RR226 “Radiofonografo”, disegno originale dei F.lli PierGiacomo e Achille Castiglioni, 1965 Nick Ross, “Confession”, 2012 Il progetto è diretto ai vasti spazi comuni, consente di mescolare la dimensione privata con quella pubblica creando un microambiente,


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Nick Ross, Confession; Leslie Borg e Anita Silva, _scape; Ross Lovegrove, Altoparlanti Muon

una piccola zona privata dove rifugiarsi dal brusio della gente che caratterizza gli spazi comuni. Un nuovo pezzo d’arredamento che risolve il problema della privacy nei luoghi pubblici. [22.3] Leslie Borg e Anita Silva, “_scape”, cuffie sensoriali, 2012 Si tratta di un oggetto interattivo che stimola il viaggiatore con suoni,

odori e sensazioni tattili. Il progetto, commissionato dalla compagnia di bandiera islandese Icelandair, propone un’esperienza di volo interattiva e sensoriale. “_scape” riproduce fedelmente una roccia ma ad uno sguardo più attento, rivela una forma selvaggia composta di molti strati. Una proposta innovativa per cambiare le abitudini dei voli

The Alarming Colck, Natalie Duckett; Helio, radio solare, Lèa Longis

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Sono come Suono

commerciali, riducendo le ansie da volo e trasformando il viaggio in un’esperienza emozionale. Bruno Munari e Davide Mosconi, “Invece del campanello”, Lualdi, 1991, il progetto presenta delle porte con applicati oggetti e strumenti sonori di diverso genere in sostituzione dei campanelli. Natalie Duckett, “The Alarming Clock”, 2010 Si tratta di una sveglia che fa il suono di un picchio che martella delicatamente il legno, ha un segnale per la sveglia mattutina e uno serale per ricordarci di rispettare il nostro bisogno di riposo. Paul Cocksedge, “Change the Record”, 2011 Questo progetto riguarda la realizzazione di un amplificazione per smartphone utilizzando vecchi vinili, si tratta di un semplice ma

Change the record, Paul Cocksedge

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ingegnoso procedimento che consiste nel riscaldarli e modellarli a forma di imbuto per poi posizionare al loro interno il proprio smartphone. Léa Longis, “Helio”, radio solare, 2009 Il progetto utilizza pannelli solari trasparenti, colorati a inchiostro vegetale. Il pannello a LED e gli altoparlanti completano la radio e sono in perfetta sintonia con la forma. Ross Lovegrove: “Altoparlanti Muon”, KEF, 2007 Sinuosi e belli come sculture dalla forma organica, i diffusori acustici Muon non passano inosservati. Questi totem sonori alti 2 metri, promettono performance audio di assoluta qualità.


Capitolo 5 - IL SUONO NEL DESIGN

Oggetti sonori, la dimensione invisibile del design

Oggetti Sonori, una mostra che “non mostra”

La mostra Oggetti Sonori, realizzata presso il Triennale Design Museum di Milano nel 2009, si propone di presentare al pubblico degli oggetti in modo nuovo e inusuale. Si può parlare infatti di una mostra che “non mostra” in quanto si entra

in contatto con eteree ombre di oggetti e suggestioni di vario genere ma si arriva a conoscere l’oggetto soltanto attraverso il suo suono e non attraverso la vista come sempre accade. In Oggetti Sonori è l’ascolto a ricoprire la maggior importanza, infatti esso ci porta a relazionarci con gli oggetti, il fatto di eliminare il dato visivo in effetti non è però così strano se si pensa appunto all’atto dell’ascolto, molto spesso quest’azione porta infatti verso una condizione “invisibile” come ad esempio accade nel confessionale con il prete dietro alla grata o con il telefono azzurro. L’allestimento si compone di piccoli cornetti acustici, ai quali ci si deve accostare per sentire i suoni caratteristici degli oggetti. La mostra pone l’accento sui suoni degli oggetti quotidiani, ovvero quelli con cui entriamo continuamente in contatto e forse proprio per questo non prestiamo loro troppa attenzione. [15]

Mostra Oggetti sonori, la dimensione invisibile del design, Triennale di Milano

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Sono come Suono

Mostra Dialogo nel buio, Milano

Giardino dei suoni Si tratta di un giardino privato situato presso Boccheggiano, Massa Marittima, provincia di Grosseto, una sorta di oasi fuori dal tempo in cui suono e natura dialogano in un rapporto di stretta compenetrazione e di rispetto reciproco. All’interno del parco sono presenti venticinque mobiles realizzati dall’artista Paul Fuchs, si tratta di sculture in ferro,

Giardino dei Suoni, Toscana

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bronzo e rame che si ergono a decine di metri dal suolo, esse sono il risultato di attenti studi matematici, appaiono esili, leggerissime e in un certo senso vitali, infatti per azione del vento, emettono suoni che si concretizzano in uno strano e suggestivo linguaggio accompagnato da movimenti fluttuanti. Nel parco sono presenti anche altri tipi di sculture sonore, costituite da opere in legno o in pietra


Capitolo 5 - IL SUONO NEL DESIGN

The Singuhr Sound Gallery, Berlino

con parvenze più figurative rispetto a quelle precedentemente citate. [14.3]

Dialogo nel Buio La sede dell’Istituto dei Ciechi di Milano ospita la mostra “Dialogo nel Buio”, un percorso da compiere in totale assenza di luce, accompagnati da guide non vedenti. Si tratta di un viaggio di oltre un’ora nella completa oscurità che consente di sperimentare un nuovo modo di “vedere”, attraverso l’utilizzo degli altri sensi. La mostra non è una semplice simulazione di cecità, ma un invito a sperimentare come percezione della realtà e comunicazione possano essere addirittura più profonde e intense in assenza di luce. [13.3]

The Singuhr Sound Gallery La galleria del suono Singuhr di Berlino è stata per oltre dieci anni la sede principale per la Sound Art. Ha partecipato alla realizzazione a livello nazionale e internazionale di almeno 80 mostre d’arte audiovisive Le esposizioni della galleria si estendono da oggetti sonori e sculture cinetiche a spazi di suono puro. La galleria del suono Singuhr forgia legami tra i più famosi artisti del suono e con la futura generazione artistica e offre un’importante panoramica della situazione attuale delle produzioni artistiche nel campo eterogeneo della Sound Art . Dal 2010 singuhr è partner del network Resonace, una collaborazione a livello europeo che si concentra sulla produzione, la presentazione, la documentazione e lo scambio di esperienze nel campo della Sound Art contemporanea. [75.3]

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Sono come Suono

5.2.2 Installazioni

Sonic Garden NY Il Sonic Garden è una sorta di installazione realizzata presso il World Finanacial Center Arts and Events Program and Creative Time a New York, l’installazione realizzata dai progettisti Laurie Anderson, David Byrne, Marina Rosenfeld e Ben Rubin durò da ottobre a novembre 2002. Si tratta di un’installazione sonora realizzata per creare un’esperienza sensoriale particolare in modo da offrire un’alternativa all’ambiente rumoroso della metropoli. I suoni, dal rumore di sassi che rimbalzano sull’acqua alla registrazione

Sonic Garden, New York

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di voci di famosi attori comici, si diffondono tutto intorno, dagli alberi di palma, dalle scale, dalle prese di ventilazione e dall’alto del sistema di diffusione sonora del Winter Garden, creando un’ambiente fantastico totalmente scollegato dal contesto urbano caotico e chiassoso. [2]

The Singing Ringing Tree Questa bizzarra installazione artistica realizzata da Tonkin Liu Architects è composta da una struttura di tubi che si innalza verso il cielo, la forma ricorda vagamente


Capitolo 5 - IL SUONO NEL DESIGN

Singing Ringing Tree

quella di un albero e produce dei suoni estremamente interessanti al passare del vento. [59.3]

La Pozzanghera Studio Azzurro nasce nel 1982 grazie all’intuizione di Fabio Cirifino, Paolo Rosa e Leonardo Sangiorgi di utilizzare le nuove tecnologie in modo creativo; nel 1995 a loro si aggiunge Stefano Roveda. Attraverso la realizzazione di videoambienti, ambienti sensibili e interattivi, percorsi museali, performance teatrali e film, disegnano un percorso artistico unico e formano un gruppo di lavoro aperto anche a importanti collaborazioni. L’ambiente sensibile “La Pozzanghera”, ideata da Paolo Rosa e realizzata a Monza nel 2006, presenta uno in particolare tra i numerosi microcosmi legati all’infanzia, il paesaggio della pozzanghera. Tutti da bambini abbiamo almeno una volta sprofondato i piedi nell’acqua di una pozzanghera. Questa installazione crea una

pozzanghera virtuale sul pavimento, generata da videoproiezioni, essa si rapporta con i bambini reagendo interattivamente alle loro azioni rispondendo alle loro fantasie. La pozzanghera interattiva reagisce al calpestio senza sporcare, producendo suoni e immagini che generano vere e proprie storie. [60.3]

Teoria del Divertimento I divulgatori svedesi della “Teoria del divertimento”, sponsorizzati da Volkswagen, hanno allestito un scala molto particolare nella stazione Odenplan della metropolitana di Stoccolma. I piani d’appoggio dei gradini sono diventati i tasti di un pianoforte, mentre le alzate sono diventate i tasti neri, la particolarità è che i tasti suonano davvero quando li si calpesta. Questa divertente installazione ha portato a un duplice risultato: la gente fa più movimento perché le persone, che in genere preferiscono la scala mobile, scelgono di salire i gradini a

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Sono come Suono

La Pozzanghera, Studio Azzurro, Monza

piedi e le persone che prendono la metropolitana lo fanno con il sorriso. [63.3]

Organo marino L’organo marino di Zara in Croazia, realizzato su progetto dell’architetto Nikola Basic e aperto al pubblico nell’aprile del 2005, è situato nell’angolo nord-occidentale della banchina che circonda il centro storico. È formato da 35 canne che hanno diversa inclinazione, forma e lunghezza e che pescano l’acqua nel tratto di mare antistante,

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terminando in corrispondenza di una scala di pietra che degrada verso l’acqua. Grazie al moto ondoso del mare le canne producono suoni continuamente diversi modulati secondo sette accordi e cinque tonalità. [62.3]

Parlapà, installazione di arte urbana Parlapà è un’installazione di arte urbana realizzata da Giovanni Quattroccolo per Zooincittà nel 2012 in Via Roma a Cuneo. Si tratta


Capitolo 5 - IL SUONO NEL DESIGN

Installazione per Teoria del Divertimento, incentivare comportamenti etici.

di quello che potremmo definire un “amplificatore di relazioni” che restituisce alla strada la sua funzione primaria, ovvero quella dell’aggregazione. L’installazione favorisce la sosta e la relazione all’interno dello spazio pubblico, contrastando l’abitudine di utilizzare la strada soltanto come luogo di passaggio. La strada è intesa come fosse una sorta di social network

reale dove incontrarsi e scambiare informazioni. [57.3]

Fine Collection of Curious Sound Objects L’installazione è un progetto di Georg Reil e Katy Scheuring e include sei pezzi esposti, si tratta di sei oggetti quotidiani opportunamente

Organo marino, Croazia

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Sono come Suono

Parlapà, Giovanni Quattroccolo

modificati in modo da stupire l’osservatore con le loro particolari caratteristiche musicali. Ogni oggetto è è accompagnato da una piccola storia scritta su un cartellino ed è collegato ad un’abilità sonora particolare che si esplica attraverso sensori e altoparlanti nascosti all’interno in modo da non rovinare

Fine Collection of Curious Sound Objects

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l’effetto “magico”. [74.3]

Cymatics Cymatics (del compositore, musicista, inventore e artista Suguru Goto) è una scultura cinetica sonora realizzata presso la Camera di commercio di Torino, Palazzo Birago


Capitolo 5 - IL SUONO NEL DESIGN

Cymatics, Suguru Goto, Torino

tra ottobre e novembre del 2011, l’installazione mostra la visione che l’artista ha della natura, utilizzando alcuni elementi simbolo inseriti in un contesto tecnologico. Le onde sonore agiscono su due materiali (acqua e fluido non-newtoniano) posti all’interno di due stanze e li mettono in moto per creare

suggestioni. L’installazione crea un luogo dove arte, natura e tecnologia si incontrano. Il movimento dei materiali crea una musica da vedere e delle immagini sonore che portano ad una rappresentazione sensoriale della complessità della percezione umana. [5.2]

Future Self, Random International

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Sono come Suono

Future Self

Liquid Space

Future Self è una performance di Random Intarnational coreografata da Wayne Mc Gregor e accompagnata da un’installazione luminosa e sonora. Future Self studia i movimenti del corpo umano e rivela la relazione che abbiamo con il nostro stesso corpo. L’installazione cattura i movimenti del corpo con elementi luminosi creando delle sculture tridimensionali. [5.2]

Liquid Space è una creatura interattiva (commissionata dal Yamaguchi Center for Arts and Media, JP, e dall’Atelier Oerol, Terschelling, NL) che può diventare fisicamente più grande o più piccola in relazione al comportamento umano. Ha una forma organica creata assemblando meccanismi elettronici, led e emettitori di suoni che instaurano un dialogo giocoso con il visitatore. [5.2]

Liquid Space,Yamaguchi Center for Arts and Media

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Capitolo 6 - EXPLORING DESIGN

Capitolo 6 Exploring Design

Il corso di Exploring Design è un modulo dell’omonimo laboratorio, appoggiato dalle discipline di Nuovi Materiali per il Design e di Valutazione Economica del Prodotto. Cosa ci ha spinte però a fare una tesi su questo corso, rispetto a un qualsiasi altro? Come dice il nome, l’Exploring Design parte dal presupposto di esplorare un nuovo mondo progettandoci qualcosa. A differenza degli altri corsi in questo non si ha un brief restrittivo, non viene chiesto di progettare un determinato oggetto per un determinato ambiente, bensì, una volta lanciato un macro tema, il suono in questo caso, la sfida e la ricchezza del corso stesso è l’esplorazione dello stesso come meglio si crede, sviscerarlo in ogni sua minima parte per trovare terreno fertile in cui progettare, imboccare diverse strade progettuali che vengono poi abbandonate, riprese e rimescolate per dare vita a innumerevoli possibilità. Esplorare l’ambito del suono così da vedersi aperte tutte le opportunità progettuali che si riescono a scorgere, spaziare e vedere nuovi orizzonti.

6.1 Il metodo progettuale A seguire il Brief, individuiamo due principali fasi di progettazione, quella metaprogettuale, all’interno della quale viene prodotto uno Scenario in cui vengono analizzati finemente il contesto ed i possibili target. Al termine delle indagini preliminari vengono individuati i primi per-concept e in seguito vengono scelti i veri e propri concept sui quali si baserà

la successiva indagine progettuale. Unitamente allo scenario e tenendo presente il target, vengono analizzate le condizioni base per la realizzazione del progetto, ovvero le linee guida legate al sistema prestazionale. La seconda fase principale del processo è quella progettuale nella quale avviene lo sviluppo del progetto con tutte le indagini necessarie all’effettiva

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Sono come Suono

realizzazione. Infine si giunge allo step esecutivo in cui si passa all’ingegnerizzazione,

alla prototipazione del prodotto e successivamente ai primi test di produzione.

6.2 Il designer esploratore

Il designer esploratore ha il compito di ricercare nuovi ambiti e significati per la ricerca progettuale, ampliando l’orizzonte dell’innovazione

Il designer esploratore ha il compito di ricercare nuovi ambiti e significati per la ricerca progettuale, ampliando l’orizzonte dell’innovazione. Il Designer Esploratore 1 risponde al Brief Come fare, How to do e parte da delle tipologie e da delle funzioni date. Il Designer Esploratore 2 risponde al Brief Cosa fare, What to do e parte da materiali e tecnologie date. Il Designer Esploratore 3 risponde al Brief Dove fare, Where to do e parte da un ambito d’indagine allargato, ovvero una macro-area all’interno della quale verranno individuati più possibili campi d’azione dai quali si andranno a definire tanti differenti scenari. Questo metodo consente di giungere alla definizione di soluzioni non ordinarie e non confinate nella consuetudine, senza isolarsi dal contesto di partenza. [3]

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Corso di Design dell’Esplorazione Il corso prevede l’approfondimento teorico-pratico di modi del “fare progettuale” , prestando una particolare attenzione al mondo dei materiali, e lo sviluppo progettuale di prodotti o di famiglie di prodotti le cui caratteristiche dovranno rispettare i requisiti di: • Ricerca di innovazione (materiali, processi, linguaggi) • Attenzione alla sensorialità • Sostenibilità (produttiva, sociale, economica, ambientale) • Valorizzazione dei materiali e delle loro potenzialità. Una particolare attenzione verrà posta allo sviluppo di progetti consapevoli delle esigenze di mercato, del target di riferimento e delle tecnologie disponibili.


Capitolo 6 - EXPLORING DESIGN

Designer Esploratore

Il lavoro progettuale del corso, accompagnato dalle lezioni teoricopratiche di Cultura del progetto, si articola in due macro-fasi progettuali principali: L’analisi di scenario e la definizione del Brief (fase analitica in cui vengono definite le caratteristiche dell’ambito ed i requisiti di prodotto) Il metaprogetto e il progetto (fase propositiva, in cui verranno definite le possibili linee guida, presentati ed approfonditi i concept, le caratteristiche e prestazioni del prodotto. Sono inoltre previste delle fasi intermedie soggette a valutazione per monitorare l’avanzamento dei progetti. Gli studenti sono stati invitati a svolgere in aula il lavoro di ricerca e progetto in modalità workshop, dapprima in macro-gruppi, grazie ai quali si è giunti alla definizione degli scenari e dei possibili campi d’azione, in seguito in gruppi da 3 o 4 persone.

I docenti hanno fissato settimanalmente delle correzioni garantendo una supervisione a ogni gruppo di lavoro. Per accedere all’esame finale era necessario aver partecipato alle correzioni. La verifica del corso di Design 3 è stata articolata in: - valutazione degli elaborati di scenario - valutazione della progressione del progetto - valutazione della preparazione riguardo alle lezioni di Cultura del progetto e agli approfondimenti trattati in aula Il tutto per raggiungere un voto finale unico comprensivo anche degli altri moduli previsti per il laboratorio di Design. Esplorare significa non soltanto indagare ma anche giocare,sperimentare nuovi campi d’applicazione, immaginare nuovi orizzonti progettuali. Parlando di “esplorazione” possiamo

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Sono come Suono

Materioteca MATto

vedere come l’approccio al progetto avvenga anche attraverso la scelta dei materiali; passando attraverso una visione macroscopica, ovvero un’osservazione d’insieme del rapporto dei materiali con la cultura, la società e gli stessi individui ed una visione microscopica ossia un’osservazione puntuale delle caratteristiche e del comportamento dei materiali. Oltre al materiale costituente l’oggetto risulta essere estremamente importante la lavorazione e quindi sia il processo produttivo in se che la lavorazione superficiale. Una volta definiti i Concept di progetto, gli studenti, oltre al supporto dei docenti che li hanno aiutati a identificare nuovi materiali appropriati per il progetto, hanno avuto la possibilità di consultare i campioni contenuti nella Materioteca MATto del Politecnico di Torino.

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MATto

Le materioteche sono strutture che espongono campioni dei più diversi materiali e raccolgono documenti tecnici e pubblicazioni informative su di essi.

Cos’è una materioteca? Il termine materioteca è stato introdotto da una decina di anni o poco più, per indicare delle strutture che espongono campioni dei più diversi materiali e raccolgono documentazione tecnica e pubblicazioni informative su di essi. Le materioteche consentono un approccio diretto ai materiali, in modo da valutarne la dimensione tattile e percettiva, i materiali archiviati, infatti, possono essere visionati, toccati ed esplorati nelle loro caratteristiche e proprietà estetiche e sensoriali. [56.3] La materitoteca MATto è un servizio che il Politecnico di Torino, il Corso di Studi in Design e Comunicazione Visiva e la Camera di commercio di Torino mettono gratuitamente a disposizione delle aziende manifatturiere del territorio per sostenere l’innovazione nelle realtà industriali e artigianali del territorio. Il servizio cerca di rispondere alle richieste delle aziende, rispetto


Capitolo 6 - EXPLORING DESIGN

a criticità di prodotto, materiali, processi di produzione, sostenibilità ambientale, innovazione nel proprio settore e possibili nuovi mercati d’interesse. Il servizio della materioteca aiuta a individuare materiali o semilavorati e tecnologie che potrebbero aiutare le aziende nello sviluppo di nuovi prodotti oppure evidenziare nuove potenzialità per quelli già in produzione, è anche previsto un servizio di consulenza che organizza colloqui con le aziende allo scopo di inquadrare le loro necessità. La materioteca conta oggi oltre 600 materiali e semilavorati di nuova generazione, tra questi: metalli leggeri e a memoria di forma, ceramiche flessibili, plastiche

profumate, cementi trasparenti, legni morbidi e flessibili, tessuti 3D, fibre antibatteriche e vetri autopulenti. I materiali sono stati selezionati e raccolti, in funzione delle loro qualità innovative, e successivamente sono stati schedati dai ricercatori attraverso un sistema di check list prestazionali che raccolgono vari parametri di valutazione: chimici, fisici e meccanici, comportamento al fuoco, agli agenti atmosferici e all’aggressione chimica, durabilità e fascia di costo. MATto si è inoltre preoccupata di inserire nelle sue schede dei giudizi in merito a: eco-compatibilità, percezione sensoriale in rapporto alle potenzialità espressive, principali impieghi del materiale e possibili nuovi utilizzi. [55.3]

6.3 Sono come Suono, progettare prodotti sonori Anno 2013/2014

Troppo spesso la componente sonora è stata trascurata e considerata in un certo senso di secondaria importanza nel percorso progettuale, il corso di Design dell’Esplorazione propone agli studenti come obiettivo la realizzazione di un prodotto o di un servizio in cui il suono sia assolutamente protagonista. All’inizio del percorso progettuale è stato specificato dai docenti del

corso che gli studenti non avrebbero dovuto in alcun modo progettare strumenti musicali, oggetti che contenessero citazioni a forme degli strumenti stessi, installazioni sonore e artistiche, composizioni e melodie, redesign di strumenti musicali o di altri prodotti già esistenti. Gli aspetti fondamentali da tenere presenti per il progetto invece sono stati identificati come i seguenti:

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Sono come Suono

- Messa a fuoco delle motivazioni progettuali e veicolazione dei contenuti significativi del progetto (cosa si vuole trasmettere, quale vuole essere l’utilità del nuovo prodotto/servizio). - Scelta dei requisiti sonori che valorizzino il prodotto e il suo uso (il suono non deve essere una mera aggiunta al prodotto ma deve costituire il suo punto cardine, senza il quale non avrebbe senso di essere o perderebbe la sua utilità). - Studio del suono condotto attraverso una scelta corretta dei riferimenti (ispirazioni

progettuali e funzionamento del suono e delle apparecchiature) e dei materiali (anche con il supporto dell’archivio della materioteca del Politecnico di Torino). - Valorizzazione delle caratteristiche tecniche e delle qualità espressive del materiale scelto per il progetto. - Semplicità esecutiva che, il più possibile, nel caso di prodotti reali non richieda la produzione di stampi e prediliga l’utilizzo di semilavorati che possano essere lavorati e trasformati con processi semi-industriali.

Contributi esterni al corso

Doriana Dal Palù: Il suono nel design. Una guida per il progettista di “oggetti sonori”. Nell’ambito del corso è stata mostrata agli studenti la tesi triennale di Francesca Arato e Doriana Dal Palù, presentata nel corso dell’anno accademico 2009-2010, all’interno del corso di laurea in Disegno Industriale al Politecnico di Torino, dal titolo: Il suono nel design. Una guida per il progettista di “oggetti sonori”. (Relatore: Claudia De Giorgi,

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correlatori: Arianna Astolfi, Beatrice Lerma, Eleonora Buiatti). Dopo una breve panoramica sul Paesaggio sonoro, la tesi analizza la tematica del suono nella sua complessità, anche attraverso interessanti casi studio come il Telefono Grillo di Marco Zanuso per Siemens del 1966 o il Bollitore 9091 di Ricchard Sapper per Alessi del 1983 passando poi a progetti meno materiali, come il suono dell’avvio del sistema operativo Windows 95 realizzato da Brian Eno appunto nel 1995. Si passa quindi all’analisi del “non suono” citando un prodotto dell’anno 2008, la lavatrice Lavamat,


Capitolo 6 - EXPLORING DESIGN

AEG Elecrolux che minimizza i rumori emessi durante il ciclo di lavaggio. Il passo successivo è dedicato ad un’analisi del comportamento umano e in particolare della sua mente in fase di apprendimento, i collegamenti che la mente umana crea tra stimoli e conoscenze già acquisite facilita l’apprendimento, questa organizzazione mentale prendo il nome di Categorizzazione. Si arriva a evidenziare come un suono sia sovente collegato ad un preciso significato che la mente ha già da tempo appreso e categorizzato. Alcuni studi, fatti sottoponendo dei suoni a delle persone che non potevano vederne la fonte, hanno enormemente aiutato nella definizione dell’evocato che quel determinato suono può suscitare. Questo tipo di analisi può aiutare a identificare i suoni che producono un evocato negativo o fortemente contrastante con l’oggetto, risulta così più semplice intervenire per modificarli e migliorarli, rendendoli più efficaci e comunicativi. Nella tesi è riportato l’esempio del rumore prodotto dallo spazzolino da denti elettrico mentre è in funzione. Questo oggetto piuttosto comune non risulta avere un suono gradevole, anzi, spesso viene ricondotto a situazioni fastidiose o addirittura di pericolo, mentre l’evocato corretto dovrebbe essere di tutt’altro stampo. La finalità della tesi è quella di giungere alla realizzazione di uno strumento che consenta ai designer (progettisti di oggetti sonori) di approcciarsi al design del suono in modo consapevole, evitando di essere travolti dalla soggettività dell’aspetto acustico. A questo proposito è interessante citare un

progetto (anch’esso analizzato nella tesi) risalente al 2004, anno in cui la Nestlè inventa il Crostimetro, uno strumento per valutare la croccantezza dei cibi. Il progetto realizzato nell’ambito di tesi è SoundBe®, un kit, in cui sono contenuti dei semplici strumenti, (bacchette di vari materiali, tavolette, ecc.) scelti in base ai tre elementi fondamentali che caratterizzano un sistema sonoro: materiale, forma e gestualità. Questi strumenti consentono di interagire con i materiali in modo diretto, in questo modo è possibile identificare i suoni prodotti e categorizzarli, in modo da creare una raccolta di informazioni utile per i futuri progettisti e facile da consultare. Tramite questo strumento sono stati registrati 90 suoni ai quali sono stati attribuiti degli aggettivi significativi che aiuteranno i designer nella scelta del materiale più opportuno per il loro progetto. SoundBe®: strumento progettato per MATto e brevettato dal gruppo di ricerca: De Giorgi C., Astolfi A., Buiatti E., Lerma B., Arato F., Dal Palù D. Lo strumento nasce dalla necessità di sollecitare i materiali in modo ripetibile: diversi materiali, diverse forme,diverse modalità di manipolazione. In questo modo è possibile definire le qualità sonore di uno specifico materiale e classificarlo secondo dei criteri più oggettivi. La scelta di determinati aggettivi aiuta la giusta collocazione degli oggetti e dei materiali nel panorama sonoro. [3.2]

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Sono come Suono

Ergonomia Cognitiva, Workshop Un altro contributo esterno estremamente stimolante è stato quello apportato dalla professoressa di Ergonomia Cognitiva per il Design presso il Politecnico di Torino, Eleonora Buiatti. Già nel corso dell’anno precedente si era rivelata interessante questa contaminazione tra corsi differenti, così si è pensato di riproporla nell’anno accademico 2013/2014. La professoressa Buiatti ha presentato agli studenti delle tecniche di supporto alla generazione di nuove idee, definite anche sessioni qualitative, in cui vengono impiegate varie tecniche creative in cui viene inizialmente dato libero sfogo alla fantasia e successivamente le idee generate vengono ricondotte a una forma applicabile. - Il primo metodo è quello della mappa cognitiva: questo esercizio ha lo scopo di fornire una visione complessiva delle aree semantiche e delle credenze che il gruppo ha nei confronti di un determinato stimolo. Vengono così facilmente evidenziati i legami semantici allo stimolo che possono essere fonte di partenza per ulteriori approfondimenti. - Il secondo metodo è quello del pianeta immaginario: in questa fase viene chiesto agli studenti di immaginare un mondo fantastico, i suoi abitanti e tutto ciò che si può pensare legato ad esso. - Il terzo metodo è quello delle analogie: ai partecipanti viene chiesto di mettere in atto una

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serie di analogie legate ad un input preciso, ad esempio si richiede loro di associare allo stimolo un colore, un animale, un mezzo di trasporto, etc. Questa tecnica si rivela particolarmente utile allo sviluppo della comunicazione in quanto è in grado di reperire le associazioni cromatiche, gli aspetti di dinamismo e staticità e i sentimenti suscitati dallo stimolo, conferendo degli spunti creativi che possono notevolmente supportare la comunicazione. Le analogie identificate vanno poi raggruppate intorno a temi importanti in modo da condurre un’analisi più approfondita. - Il quarto e ultimo metodo utilizzato è il collage: si richiede ai partecipanti di rappresentare attraverso la selezione e l’associazione di immagini differenti, l’oggetto di studio della ricerca. Il collage in genere definisce gli ambiti emotivi legati agli oggetti presi in considerazione e raramente assume connotazioni particolarmente negative, quando ciò avviene è indice di un profondo rifiuto. Gli studenti del corso sono stati suddivisi in maxigruppi all’interno dei quali sono stati assegnati compiti differenti. I due gruppi atti alla realizzazione delle mappe cognitive hanno avuto come input iniziale rispettivamente: il concetto di “ascoltare la casa” e di “ascoltare la natura”. I due gruppi atti alla realizzazione delle analogie hanno avuto rispettivamente come partenza i due input di “suono” e “rumore”.


Capitolo 6 - EXPLORING DESIGN

Ai due gruppi atti alla descrizione del pianeta immaginario è stato detto di partire dal concetto di “Pianeta sonoro”. Gli ultimi due gruppi che si sono dedicati ai collages sono partiti dai concetti di “suono del presente” e “suono del futuro”. - Dall’analisi dalla prima mappa cognitiva sul tema “ascoltare la casa” sono emerse delle aree di interesse ben definite come: Il suono degli elettrodomestici (fastidiosi e non) I suoni della casa stessa o delle sue parti (cigolio, gocciolio, …) I suoni legati alla paura (rumore di passi, ladri, …) I suoni legati ai litigi (urla, piatti rotti, …) I suoni dell’infanzia (ninna nanna, capricci, cartoni animati, …) Azioni scandite nei vari momenti della giornata, ovvero tutti quei rumori legati ad azioni compiute in particolari ambienti, come la cucina o il bagno. Suoni legati all’area notte (materasso, puff, lenzuola, …) Suoni delle festività (cin cin, pranzo, voci, Natale, …) Elementi legati al silenzio ( feltrini delle sedie, tappeto, ovattare, …) Rumori degli infissi (porte, spifferi, serrande, corrente, vento, …) Rumori esterni (del cortile, dei vicini, delle auto, …) Animali domestici (miagolio, fusa, insetti, abbaiare, …) Materiali ( parquet, marmo, tessuti, …) - Dall’analisi della seconda mappa cognitiva sul tema “ascoltare la natura” invece sono state

evidenziate le seguenti aree: Suoni naturali (conchiglie, grotte, eco nella valle, bastone della pioggia, vento, ruscello, …) Il rapporto tra l’uomo e i suoni naturali (battito cardiaco, sospiri, respiro, risate, grida, …) Rumori della città (piccioni, mercato, …) Rumori legati alla sfera dell’ horror (ringhio, tuono, ruggito, uragani, tempeste, terremoti,...) Rumori legati al tempo (canto del gallo – rimanda all’alba, cicale - rimando a una stagione particolare, grillo, …) Il non suono dello spazio I suoni legati alla religione, al mistero, ai culti (meditazione, tempio, sciamano, …) Le analogie relative al concetto di “suono” hanno evidenziato le seguenti suggestioni: Forma: onda, sfera, spirale, cono, tridimensionale Sapore: delicato, fresco, frizzante Animale: serpente, gatto, pipistrello, picchio, balena, cavallo Cibo: patatine, frittura, caffè Paesaggio: canyon, cascata, sottomarino, innevato Materiale: feltro, legno, pluriball, carta, alluminio Sentimento: felicità, passione, noia, nostalgia Strumento: arpa, basso, tastiera Profumo: fiori, avvolgente, spray, intenso Cinque sensi: gusto

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Sono come Suono

Colore: nero, bianco, blu elettrico Abbigliamento: tacchi, giacca a vento, zip Colonna sonora: Into the wild, Super Mario, Star Wars Mezzi di trasporto: Rollerblade, treno, bicicletta Le analogie sul concetto di “rumore” hanno invece evidenziato questi principali concetti: Forma: zig zag, stella, triangolo, spirale, circonferenza Sapore: aspro, piccante, acido, frizzante Animale: mosca, calabrone, stormo di uccelli, toro, cornacchia, cicala, pipistrello Cibo: nachos, corn flakes Paesaggio: montagna, città Materiale: carta vetro, legno grezzo, cemento, plastilina Sentimento: odio, spavento, ansia, rabbia, inquietudine Strumento: batteria, violino scordato, maracas, piatti, nacchere, xilofono Profumo: artico, arancio, foglie secche, corteccia Cinque sensi: tatto Colore: rosso, fluo, grigio, blu, nero Abbigliamento: maglia con borchie, maglia con zip Colonna sonora: Psycho, Lo squalo, Apocalypse now, Futurama Mezzi di trasporto: ruspa, trattore, locomotiva, motorino, ufo, jet, motoscafo

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In questo caso l’analisi ha portato a individuare dei fattori primari che aiutano a definire il concetto di rumore e il suo evocato: - Pungente: qualcosa di penetrante che raggiunge, come le forme appuntite, le borchie, la forma a stella, il calabrone. - Ruvido: caotico, che stimola i sensi in modo inaspettato, come i materiali grezzi (il legno, il cemento), la corteccia, la carta a vetro. - Urbano: relativo al traffico, all’inquinamento, alla città, come il cemento, Futurama, l’ansia legata al caos cittadino e i mezzi di trasporto (la locomotiva, il motorino). - Vivace: il rumore può essere anche interpretato come qualcosa di positivo ( calcio balilla, zoccoli, stormo di uccelli, …) - Forte: qualcosa di deciso che colpisce (esplosivo, piccante, rabbia, toro). - Futuro: alcuni termini hanno chiaramente evidenziato una tendenza verso il rumore del futuro e quello legato all’evoluzione della città ( jet, ufo, Futurama, acido, Apocaypse now). Compare inoltre un aspetto interessante, ovvero il rapporto del rumore con l’aspetto tattile e quindi la sua dimensione tangibile attraverso le vibrazioni.


Capitolo 6 - EXPLORING DESIGN

I due gruppi di studenti che hanno lavorato sul Pianeta Sonoro hanno descritto lo scenario che è riportato di seguito: Il pianeta sonoro non ha un nome perché contiene così tanti suoni e rumori che il nome ormai si è perso nel frastuono. Il pianeta è dotato di enormi casse sonore, posizionate nell’esosfera, che emettono onde sonore che permettono al pianeta di muoversi nello spazio alla ricerca dell’energia di cui ha bisogno. Gli abitanti del pianeta hanno forma umanoide, ad eccezione della testa che è costituita da un amplificatore di suoni, il tipo di amplificatore varia a seconda del ceto sociale e dell’età, varia ad esempio la grandezza e il livello tecnologico (es: vecchietto = grammofono, giovane = radio, etc.). Gli abitanti per potersi riprodurre devono trovare qualcuno che abbia una frequenza d’onda interna uguale alla propria. Come cibo si consumano supporti sonori di vario genere (CD, nastri di

audiocassette, ecc.), gli abitanti sono dotati di una o più entrate per CD, Cassette, Floppy Disck, etc., dai quali traggono energia. Chi nasce senza uno o più ingressi sarà intollerante al supporto che non può assumere. Su questo pianeta non si lavora, la maggiore occupazione degli abitanti è quella di rubare i suoni ai pianeti vicini tramite ricettori poiché è il suono che viene impiegato come forma di energia e per sostenere comunicazioni. Proprio per via del furto di suoni, il pianeta finisce per non avere un linguaggio proprio, è quindi “Suono-dipendente”. I mezzi di trasporto sono a levitazione sonora, le città sono sommerse dall’inquinamento acustico. Gli abitanti vivono in “case di risonanza”, strutture che hanno forma concava e funzionano come casse di risonanza in modo da sfruttare meglio il suono proveniente dalla città. Il livello di ricchezza si calcola in base alla quantità di suono che si riesce a produrre e a sfruttare, e non in base alla sua

Pianeta Sonoro e abitanti

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Sono come Suono

Le abitazioni e i mezzi di trasporto

qualità. Poiché chi vive su questo pianeta è suono dipendente i criminali vengono rinchiusi in prigioni insonorizzate di sughero dove il silenzio viene usato come una forma di tortura. La religione degli abitanti è basata sul principio della trinità, vengono adorati la Chiave di violino, il Bemolle e il Diesis. Per evadere la monotonia

Cibi del Pianeta Sonoro

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della vita gli abitanti fanno uso di droghe a frequenza melodica che provocano allucinazioni di viaggi spirituali e fanno percepire le onde sonore come dei colori consentendo un’esperienza impossibile normalmente dato che nessun abitante è dotato di organi visivi. Esiste anche una comunità di ribelli che vive nel sottosuolo, essi sono


Capitolo 6 - EXPLORING DESIGN

contrari al furto di suoni e si sono organizzati in gruppi di terrorismoarmonioso, questa comunità produce i suoni autonomamente. Spesso mettono in atto delle proteste e attentati durante le quali provocano terremoti e buttano bombe silenziose per provocare il “noise-out” che manda in tilt le fabbriche che lavorano i suoni.

ovvero un’attenzione verso le caratteristiche qualitative più che verso quelle quantitative, infatti il pianeta che è costantemente sommerso di una quantità abnorme di suoni che non rende di certo la vita semplice ai suoi abitanti.

Pochissima natura è sopravvissuta su questo pianeta, infatti molte delle forme originarie si sono estinte per via dell’esagerata quantità di rumore, si sono salvati solo gli animali senza le orecchie simili ai serpenti. Ci sono anche piante che, al contrario degli abitanti, producono suoni armonici in quantità insufficienti per essere sfruttati come fonte di energia. Da una successiva analisi emerge principalmente il desiderio di spostare l’attenzione verso il concetto di “qualità del suono”,

La religione, il lavoro e i ribelli

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Sono come Suono

Per quanto riguarda il primo collage, realizzato sul concetto di “Suono del presente”, sono state evidenziate le seguenti aree: -Natura: area in cui sono riportati rumori riferibili alla quiete, quindi non fastidiosi come gli zoccoli sul terreno e le bolle d’acqua. Città: area in cui vengono evidenziati i suoni quotidiani (rumori di cibi, della strada, ecc.) e quelli tecnologici (fon, telefoni, etc.).

Collage, Il Suono del Futuro

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Il suono dei rifiuti, lo scricchiolio della plastica, ovvero tutti quei rumori che se inseriti in un contesto naturalistico stonano di molto e sono spesso causa di sconforto. Si può notare quindi come i suoni della natura portino spesso ad uno stato di quiete e di benessere, possono diventare in un certo senso protettivi, cioè proteggerci dai rumori molesti, mentre i suoni artificiali sono per lo più disturbanti e ci bombardano ogni giorno senza sosta.


Capitolo 6 - EXPLORING DESIGN

Il secondo e ultimo collage invece era basato sul concetto di “Suono del futuro”, in esso possiamo vedere chiaramente come il futuro che ci si prospetta è più spesso collegato al concetto di rumore piuttosto che a quello di suono, si nota una prima distinzione, ovvero quella tra rigido (forme aguzze, appuntite, capelli a punta, ecc.) ed organico (atomi, molecole). Compaiono anche delle onomatopee, slogan, urla e l’immancabile suono tecnologico: orologio, strumenti musicali elettrici/elettronici, casse per la

riproduzione del suono, amplificatori, meccanismi di vario genere, apparecchi elettrici, ingranaggi. L’elemento più interessante in questo caso è sicuramente la distinzione in forme rigide e organiche del suono, le forme di tipo organico conducono ad un’umanizzazione del suono, alle diverse forme biologiche che si trovano in natura. Si può parlare quindi di “biodiversità sonore” che possono sempre essere ispiratrici di nuove idee.

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Sono come Suono

Patrizia Scarzella, Workshop Il corso ha ospitato anche altri importanti contributi esterni che hanno portato a nuove ed interessanti esperienze, uno di questi è stato l’incontro con l’architetto Patrizia Scarzella ex redattrice di Domus e vicepresidente dell’associazione “DcomeDesign” che promuove la creatività delle donne in contesti di difficoltà economica e sociale in paesi come il Kenya, le Filippine e la Tailandia. Il fine dell’associazione è quello di trasmettere le conoscenze nell’ambito del design in modo da promuovere forme di artigianato locale di qualità giungendo alla produzione dalla Dignity Design Collection. Sono stati presentati alcuni dei principali lavori a cui l’architetto Scarzella ha collaborato come “A world full of colors”, esperienza legata anche alla pubblicazione del libro “I colori del design, il progetto del colore come fattore di successo dei prodotti industriali”, nella serie di architettura di Francoangeli editore; “Smell, the scent of materials” ricerca basata sul concetto di sinestesia mirata ad un Design Olfattivo. Sulla tematica del suono viene presentata invece la mostra “Oggetti sonori, the invisible dimension of design”, realizzata alla Triennale di Milano nel 2009. Essa viene definita come una mostra “immateriale” in cui non vengono presentati degli oggetti ma soltanto i loro suoni trasmessi da degli altoparlanti a cui l’utente si deve accostare. Questo espediente vuole porre l’accento sul suono come elemento importante e fondante di alcuni

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oggetti. [15] Questi tre progetti possono essere ricondotti ad un filone principale che è quello degli aspetti invisibili o incorporei del design, ovvero: suono, colore e odore dei materiali. Durante l’incontro con Patrizia Scarzella gli studenti del corso di Design dell’Esplorazione hanno avuto modo di mettere in atto delle tecniche creative condotte in forma di workshop. L’argomento cardine del workshop sono suoni e profumi, ovvero quegli elementi immateriali che possono in alcuni casi stimolare sensazioni e ricordi particolari, anche legati all’infanzia. Ogni studente ha scritto le proprie sensazioni su dei post-it che sono stati raccolti ed organizzati in tabelloni in modo da formare una sorta di mappa mentale. Da questo esercizio assolutamente libero di vincoli sono emersi quei suoni che generalmente suscitano la maggior parte dei ricordi come i suoni legati alla casa, ai veicoli: il papà che ritorna dal lavoro, la casa della nonna; l’area del tempo: il tic tac dell’orologio, il trillo della sveglia e tutti quei suoni che creano un’atmosfera, un ambiente; ecc... La fase successiva del workshop prevedeva invece una raccolta di desideri, speranze e sogni, anch’esse scritte su foglietti dagli studenti e raccolte in tre distinti cartelloni. I desideri in genere sono quegli eventi che dipendono più che altro da noi stessi e sono di solito abbastanza realizzabili, le speranze non dipendono soltanto da noi ma anche da circostanze esterne e quindi sono di solito più difficili da realizzare, i sogni risultano essere molto più ad


Capitolo 6 - EXPLORING DESIGN

Raccolta di sensazioni e ricordi legati ai suoni, successiva organizzazione in mappe mentali.

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Sono come Suono

ampio raggio dei precedenti e di solito non sono realizzabili ma indicano qualcosa del carattere della persona che li ha espressi. Nei desideri troviamo così frasi del tipo: vorrei passare gli esami, vorrei laurearmi, girare il mondo, trovare un lavoro, lavorare all’estero, imparare l’inglese, … Nelle speranze troviamo: avere un lavoro che mi piaccia, essere felice, non avere mai rimpianti, che l’Italia e gli italiani migliorino, … Nei sogni invece troviamo: avere i super poteri, saper volare, cambiare il mondo, fare un viaggio nello spazio,

Desideri, Speranze e Sogni

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avere un ufficio di design, … è interessante notare come questi concetti cambino e anche di molto, a seconda del contesto in cui le persone vivono, se per noi è scontato vivere in un paese senza guerre, e quindi difficilmente questa speranza verrà espressa da qualcuno, per persone provenienti da paesi più poveri questo concetto non è assolutamente dato per scontato.


SCENARI - SUONO COME ... movimento, energia e potenza

silenzio, non suoni e non rumori

tempo, suono mutevole

spazi

benessere, armonia, terapia

emotivo

rifugio

da mangiare

identificativo, riconoscibile

visibile, tangibile, tattile, materiale

interattivo, tecnologico, 3D

allarme

linguaggio

magia, mistero

ricreato

per intrattenere

sinestesie

da indossare

luoghi

luce



Capitolo 7 - scenari

Capitolo 7 SCENARI

Progettare tenendo conto di un argomento vasto e complesso come il suono non è facile, anzi, è quasi impossibile; proprio per questo il primo lavoro di un progettista, dopo aver analizzato un fenomeno, è quello di tirare le somme e definire, in base al fenomeno stesso, quali siano gli ambiti progettuali in cui andare a lavorare, in quali ambienti andare ad intervenire, questo è ciò che viene definito scenario. Perchè lo scenario è importante, progettualmente parlando? Perchè dà un’idea di quale sia l’ambito progettuale in cui andare ad intervenire, quali siano le sue possibilità, le sue potenzialità e le sue carenze o mancanze. Di seguito verranno proposti gli scenari individuati nel corso dell’anno. Si tiene a far presente che uno scenario rappresenta delle possibilità, non dei paletti imposti: il progettista è libero di prendere da questo o da quello scenario, saltando da uno all’altro come più preferisce, a patto che lo faccia con cognizione di causa; i progetti che verranno poi presentati nel capitolo 8, difatti, difficilmente sono riconducibili a uno scenario ben preciso.

7.1 Analisi degli scenari Al giorno d’oggi il termine “design” non indica più soltanto la produzione di oggetti e servizi, accanto alla progettazione dei cosiddetti beni materiali che popolano il nostro mondo si è sempre più fatta strada la componente emozionale. Le nuove idee di progetto volgono la loro attenzione verso campi sempre più legati a valori “impalpabili” con

l’intento di andare a interagire non soltanto con il corpo ma anche con l’animo delle persone con cui si interfacceranno. Tutti i settori sono volti all’innovazione, il campo del design in particolare cerca di migliorare non soltanto dal punto di vista tecnologico ma di trovare nuove

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Sono come Suono

soluzioni per rendere possibile la risoluzione delle problematiche del vivere quotidiano. I prodotti dovrebbero non solo essere correttamente sviluppati dal punto di vista tecnico e formale ma veicolare nuovi valori poiché sarebbero l’esito di un discorso più ampio che tiene in conto anche il fattore culturale e il contesto di appartenenza. Indagando il campo del “design sonoro” è possibile notare come molto spesso il tutto tenda ad essere ricondotto alla progettazione di toni e melodie o di prodotti che producono e riproducono suoni. In realtà esistono molte più vie che si potrebbero intraprendere per arrivare alla realizzazione di progetti innovativi in questo settore. Il processo di design è direttamente legato al processo di ricerca e cos’è la ricerca se non “esplorazione”. L’Exploring Design si propone di individuare un possibile campo d’azione anche se estremamente vasto e di indagare ogni possibile via progettuale, scavando a fondo per scoprire quali siano le necessità, le problematiche e le aree tematiche che ogni ambito racchiude. A questo scopo gli studenti del corso di Exploring hanno indagato la tematica del suono arrivando alla definizione di scenari che sono la base del metodo progettuale, essi racchiudono tutte quelle informazioni fondamentali per la progettazione e arrivano a descrivere approfonditamente la tematica trattata. Il lavoro, svolto da più gruppi di persone è stato poi messo in comune in modo da creare una raccolta di suggestioni, esperienze e dati oggettivi che è risultata fondamentale per decidere in quali campi fosse meglio operare.

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Il suono è stato così analizzato in ogni sua possibile forma, da fenomeno fisico che veicola un’energia che può arrivare anche a muovere gli oggetti, a elemento suggestivo che richiama ora il ricordo, ora un paese lontano e differenti culture, a sensazione negata per coloro che vogliono semplicemente chiudere fuori il resto del mondo per un istante, oppure per coloro che non possiedono effettivamente il senso dell’udito. Il suono, elemento di fatto incorporeo, presenta due fronti diametralmente opposti, infatti nel campo del design è in parte trascurato e in parte abusato. Per questo negli scenari notiamo primariamente due spinte differenti: una che mira all’eliminazione o attenuazione della componente sonora, rendendo silenti quegli oggetti che normalmente ci infastidiscono, o ancora isolando acusticamente persone e ambienti, e una che mira invece a creare suoni gradevoli oppure a conferire un suono particolare a oggetti che normalmente non ne possiedono uno. Lo scopo di quest’ultima scelta progettuale è certamente quello di creare un valore aggiunto attorno all’oggetto che con la gestualità e l’utilizzo diventa di fatto un elemento con una propria anima, e quindi insostituibile. Il suono può essere anche inteso come portatore di significati culturali e temporali, in quanto la nostra società e il nostro stesso modo di vivere sono scanditi da suoni particolari e ben precisi. La componente sonora può aiutarci a comprendere l’ambiente circostante come può anche essere avvertimento di un prossimo pericolo, può spingere a determinati comportamenti e influenzare la percezione effettiva della realtà, basti pensare a come


Capitolo 7 - SCENARI

in un film horror sia primariamente la musica a creare spavento e ansia, le stesse immagini proiettate senza il sonoro non sortirebbero certamente li medesimo effetto. Ciò accade anche per via dell’effetto immersivo in cui il suono può spingerci, può creare atmosfere, influenzare stati d’animo, può entrarci dentro e scuotere radicalmente le nostre emozioni. Anche se potrebbe sembrare un campo già ampiamente esplorato, è importante porre anche attenzione alla dimensione pubblica e privata del suono, questa distinzione va a definire infatti quali occasioni, quali eventi sonori tendono ad allontanare o ad avvicinare tra loro le persone. Ecco che il suono diventa allora elemento da condividere, partecipe di momenti di aggregazione e di vita, oppure diventa un modo per distaccarsi dagli altri, dall’ambiente circostante e talvolta dal mondo stesso, basti pensare ai mantra utilizzati durante la meditazione, il

suono ripetitivo e profondo porta a estraniarsi dal mondo, a trascendere a una dimensione spirituale e interiore. D’altro canto anche il silenzio può portare a un distaccamento dalla realtà, come succede ad esempio durante i momenti di preghiera. In questo caso è proprio l’assenza di suono a creare il collegamento con la spiritualità, ecco quindi che l’influenza del suono avviene non soltanto quando esso è presente ma anche quando vi è la sua totale negazione. Partendo da queste considerazioni di base, andiamo ora ad analizzare nello specifico gli scenari individuati per l’ambito “suono” e a sottolineare tutti quegli elementi fondamentali che li caratterizzano.

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7.2 Gli scenari individuati 01) SUONO COME MOVIMENTO, ENERGIA E POTENZA

Questo scenario si occupa di osservare il suono da un punto di vista sicuramente tecnico ma in un certo senso ne evidenzia anche il dato “corporeo”. Il suono effettivamente è energia e può provocare delle reazioni effettive e misurabili, basti pensare all’onda d’urto generata da una bomba. L’energia sonora può così operare sulla materia, spostando oggetti (levitazione sonora), muovendo sostanze fluide e, in casi estremi, rompendo oggetti sottili e fragili tramite eccessi di vibrazioni. Il movimento però può essere inteso anche come un’azione indotta dal suono, in questo campo può rientrare la danza, oppure esso può diventare elemento “guida” come ad esempio

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accade con i segnali sonori dei sensori di parcheggio che troviamo sulle auto. Un altro aspetto interessante ma di fatto ancora poco sfruttabile dal punto di vista progettuale è l’intenzione di utilizzare l’energia del suono per produrre energia di altro tipo, quindi in un certo senso un’idea di base di “riciclo dei suoni” che nasce con tutte le buone intenzioni di cercare di migliorare l’ambiente circostante, o almeno, di trarre beneficio anche da situazioni acustiche non ottimali. Al suono inoltre è attribuibile un altro “potere” ovvero quello di infondere energia influenzando le prestazioni fisiche, si potrebbe quasi definirlo come “doping sonoro”. Quindi non si tratta soltanto dei possibili effetti che il fenomeno sonoro può avere sulla materia ma anche di tutti quegli effetti di influenzamento a livello emotivo-prestazionale. Esplorando invece le possibilità che possono offrire le differenti frequenze sonore, si giunge presto ad individuare come gli ultrasuoni, se opportunamente trattati, possano trasformarsi in energia termica, utilizzabile ad esempio nel campo della ristorazione per riscaldare i cibi. Analizzando invece l’aspetto comunicativo del suono, notiamo come esso risulti di fatto fondamentale per trasmettere sensazioni e stati d’animo ma anche veri e propri modi


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di essere. Il rombo di un’automobile comunica indubbiamente la sua prestanza, il ruggito di un leone definisce la sua posizione nel branco e, allo stesso tempo, se pensiamo a tutti quei fenomeni che manifestano la potenza della natura e la sua magnificenza ci accorgeremo che sovente sono accompagnati da importanti manifestazioni sonore (tuoni, terremoti, venti, etc.).

Queste considerazioni pongono quindi l’accento sulla natura energetica del suono, sia in termini delle effettive reazioni che può provocare sulla materia, sia riguardo l’aspetto comunicativo che mira a conferire potenza e forza, infine riguardo a tutti quei fenomeni per i quali il suono vuole essere “motore” e guida di particolari movimenti e azioni.

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Levitazione Acustica Un’onda sonora emessa da una superficie e riflessa da un’altra superficie posta di fronte riesce a tenere sospese delle piccole quantità di materia, ad esempio è possibile sollevare piccole bollicine di liquido che rimangono sospese fisse in punti precisi denominati nodi.

Theremin Il theremin inizialmente denominato eterofono, è uno strumento musicale elettronico che non prevede il contatto fisico dell’esecutore con lo strumento. Fu inventato nel 1919 dal fisico sovietico Lev Sergeevic Termen e si basa su degli oscillatori che, lavorando al di fuori dello spettro udibile, producono, per alterazioni delle loro caratteristiche a seguito della presenza delle mani del musicista nel campo d’onda, dei suoni nel campo delle frequenze udibili.

Spegnere gli incendi sfruttando l’onda di shock DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency), 2008 Un campo acustico generato da diffusori posti su entrambi i lati dell’incendio può generare un assottigliamento dello strato di gas e metano che alimenta la fiamma. Inoltre, il campo acustico porta alla vaporizzazione del carburante, un processo che allarga la fiamma ma ne abbassa la temperatura.

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02) SILENZIO, NON SUONI, NON RUMORI

Quando pensiamo al silenzio, la prima suggestione che salta alla mente è quella della solitudine, forse perché difficilmente riusciremo a raggiungere una condizione di silenzio se non trovandoci completamente soli. Una considerazione interessante può essere anche il fatto che il silenzio di fatto non esiste poiché anche venendosi a trovare in un ambiente completamente isolato dal mondo circostante, che a sua volta non consente la produzione di suoni, come avviene in una stanza anecoica, il nostro cuore continuerebbe a battere e a pulsare e il nostro respiro di certo non cesserebbe. Di fatto finché si è in presenza di un essere vivente, anche se si trattasse di noi stessi, le condizioni di silenzio totale non verrebbero mai a crearsi. Anche se si realizzasse un ambiente completamente silenzioso, esso lo sarebbe soltanto quando nessuno si trovasse al suo interno,

quindi è possibile di fatto creare questa condizione ma sarà sempre impossibile per percepirla in quanto noi stessi siamo produttori di rumori in modo costante. In realtà delle effettive condizioni di silenzio esistono, basti pensare a coloro che non possiedono il senso dell’udito, sia che questa condizione perduri dalla nascita sia che derivi da un qualche spiacevole incidente. Le persone con questo tipo di disabilità in effetti vivono in un modo silenzioso che talvolta può costituire per loro un pericolo effettivo, per comprendere questa condizione è sufficiente pensare a tutti quegli apparecchi dei quali in genere identifichiamo la pericolosità proprio basandoci sul rumore che prodotto durante il funzionamento. Basti pensare al timer del forno che ci avvisa di estrarre le pietanze in modo che non brucino, una persona non udente non avrà mai la possibilità di recepire questo tipo di avviso e, purtroppo per loro, la maggior parte dei prodotti in commercio comunica proprio in questo modo. Un luogo dove effettivamente non avviene la trasmissione del suono è lo spazio, questo fenomeno alquanto curioso si manifesta in quanto le onde sonore non possono propagarsi nel vuoto, esse devono necessariamente avere un mezzo tramite il quale diffondersi nello spazio. Pensando a cosa potrebbe significare il termine “non suono”, la mente viene inevitabilmente ricondotta a tutte quelle frequenze che l’orecchio umano non è in grado di

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recepire. Un esempio sono gli ultrasuoni che vengono però recepiti da altre specie animali e spesso impiegati per orientarsi nello spazio. Prendendo esempio dal mondo animale, l’uomo ha iniziato ad utilizzare gli ultrasuoni per rilevare la presenza di oggetti ad esempio sul fondale marino, o ancora per identificare i banchi di pesci. Il silenzio può essere anche inteso come un valore aggiunto, è facile identificare questo aspetto pensando ai film muti che ancora oggi conservano un fascino tutto loro, in queste opere cinematografiche viene posta enfasi alle gestualità e alle espressioni del volto, valorizzando i personaggi e facendo in qualche modo emergere il loro carattere. Altro esempio interessante sono le pause musicali, senza le quali una composizione non avrebbe certo la stessa gradevolezza, si può quasi dire che quello spazio silenzioso sia proprio ciò che pone enfasi sul componimento.

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Sempre silenziosamente si presenzia alle funzioni religiose, in particolare ai funerali in cui questo comportamento è considerato rispettoso e significativo di dolore interiore. Il silenzio oltretutto è spesso sentore di cose non dette, e quindi spesso va i un certo senso a “coprire” tutto ciò che deve rimanere segreto e nascosto. Qui fanno la loro comparsa i primi tentativi di isolarsi dal mondo, quindi viene posto l’accento sulla necessità di silenzio da parte di coloro che desiderano riposare o, più semplicemente di non essere disturbati. L’altra maggiore area di interesse è quella che ruota intorno alle disabilità, e che quindi mira a sostituire un senso mancante con un altro, esattamente come può fare l’alfabeto dei segni. Il silenzio inoltre potrebbe essere utilizzato per nascondere sentimenti e stati d’animo, oppure per entrare in contatto con la propria interiorità.


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Christine Sun Kim, è un’artista sordo-muta. Questa donna, grazie a strumenti elettronici registra i più disparati suoni e li traduce in quadri o immagini astratte che realizza, ad esempio, facendo ballare dei chiodi intrisi di inchiostro su una tela bianca grazie alle vibrazioni prodotte da una cassa.

Il compositore John Cage nella sua

esecuzione “4.33 minuti” (1952), presenta uno spartito senza alcuna nota, soltanto pause di silenzio. Il compositore parte dal concetto che i musicisti utilizzino solo una stretta gamma di “strumenti”, le note musicali, escludendo i rumori ed i suoni del mondo esterno, in questo brano il silenzio non esiste, il pubblico stesso con i suoi rumori è l’esecutore di una “musica involontaria”.

The Sound of Silence è il titolo di una delle

canzoni più famose di Simon & Garfunkel, essa descrive quella cappa di silenzio che può venirsi a creare in momenti di particolare difficoltà e che richiedono un profondo cambiamento. All’inizio era intitolata “The sounds of silence” (“I suoni del silenzio”), divenne più avanti “The sound of silence” (“Il suono del silenzio”). Si dice che il testo sia stato scritto dal Paul Simon in seguito all’assassinio del Presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy avvenuto il 22 novembre 1963, quasi a rappresentare lo sgomento del popolo americano per la tragica ed improvvisa scomparsa di una persona molto amata. In alcune occasioni, invece, Garfunkel ha sottolineato che il tema dominante della canzone è l’incapacità dell’uomo di comunicare con il mondo, infatti, nonostante esso sia popolato da milioni di altri simili, molto spesso si tende ad isolarsi, incapaci di comunicare, chiudendosi così in un silenzio assordante, a volte molto più rumoroso delle stesse parole. (“People talking without speaking, people hearing without listening” “Persone che parlavano senza dire nulla, persone che ascoltavano senza capire”.) Le persone molto spesso hanno paura del silenzio, anche e soprattutto di quello che si crea per mancanza di comunicazione, il silenzio portato dalla solitudine a volte cresce dentro le persone e le corrode dall’interno come una malattia.

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03) SUONO E TEMPO - SUONO MUTEVOLE

Ciò che appare subito chiaro di questo scenario è che il suono può indubbiamente essere considerato come elemento rappresentativo del tempo che passa. Esistono infatti molti suoni che ci comunicano lo scorrere del tempo come il ticchettio delle lancette dell’orologio, il suono delle campane di una chiesa che scandisce le ore trascorse. Esistono anche suoni che comunicano l’iniziare o il concludersi di un particolare momento della giornata, e si può osservare come essi siano sempre legati al contesto al quale appartengono, come il suono della campanella a scuola o della sirena di una fabbrica. I suoni sono inoltre portatori di esperienze e ricordi, essi rimangono radicati nella nostra mente e quando si ripresentano o ne sentiamo una riproduzione, consentono il riaffiorare di momenti precisi del passato e con essi delle sensazioni correlate a quegli attimi. Si può dire quindi che tutti quei

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suoni che ci ricordano qualcosa di particolare rimangano per noi invariati nel tempo e ben fissi nella nostra memoria. Allo stesso modo, anche se per motivi differenti, rimangono invariati i suoni legati agli eventi naturali, come la pioggia o il vento, e con essi tutti quei suoni caratteristici che riguardano gli esseri viventi. Ad esempio, tutti i bambini piangono, tutti emettiamo un rumore simile quando respiriamo come a tutti è rilevabile il battito cardiaco. Rimangono nel tempo anche tutti quei suoni legati alle esperienze comuni come le ricorrenze e le festività, oppure quelli legati ai culti e a tutti quegli avvenimenti che come i matrimoni, hanno precisi codici sonori anche se questi variano in base alle usanze del posto (come le lattine attaccate dietro all’automobile, oppure l’incessante suonare del clacson che avvisa del passaggio degli sposi). I suoni quindi ci possono dire molto della situazione in cui si è, del momento della giornata che si sta vivendo oppure scandiscono il nostro vivere ricordandoci di compiere delle azioni, l’esempio più ovvio in questo caso è la sveglia che ci consente di alzarci al mattino, senza di essa risulterebbe davvero difficoltoso definire un momento giusto per svegliarsi. Esistono poi quei suoni che cambiano nel tempo poiché con esso cambiano anche gli usi e i costumi e, proprio per questo, diventano dunque suoni caratteristici di un periodo. Per capire questo concetto è sufficiente pensare a come la musica sia cambiata negli


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anni e a come il sentire ora un brano di musica classica o di altro genere, ci ricordi inevitabilmente un dato periodo storico. Così sono cambiati anche i rumori degli strumenti di lavoro utilizzati e sono cambiati i rumori dei mezzi di trasporto, dallo scalpiccio degli zoccoli del cavallo, alle ruote del carro e lo sbuffo del treno a vapore, al rumore delle auto moderne. Altro fattore interessante è come il suono influenzi lo scorrere del tempo, molto più spesso di quanto crediamo in effetti produciamo suoni per il solo gusto di intrattenerci e di far passare più velocemente i momenti di noia. In questo scenario viene messo in evidenza anche il rapporto tra suono e ambiente, o più che altro come diverse sonorità possano diventare distintive per specifiche aree della casa o per momenti particolari della giornata. Il suono della caffettiera rimanda inevitabilmente ad un momento di pausa, alla fine di un pasto o alla colazione, la campana che suona nella vicina chiesa richiama alla messa della domenica. É il suono quindi che identifica e suddivide gli ambienti e i momenti della giornata, aiuta a riconoscerli e a categorizzarli. Esiste inoltre una forte interazione tra l’ambiente e il suono in esso contenuto o generato, infatti determinati luoghi ci suggeriscono o talvolta impongono determinati comportamenti che sfociano sempre e comunque in un certo tipo di sonorità. Ad esempio, se veniamo posti di fronte ad una fotografia che ritrae uno stadio di calcio, difficilmente ci immagineremo un ambiente silenzioso come accadrebbe invece per una biblioteca, anzi, probabilmente saremmo portati a pensare a un vociare di fondo confuso, a delle urla e a dei cori

cantati da molte voci insieme, il fischio dell’arbitro e tutto un universo sonoro che può essere collegato a quel preciso ambiente e non ad un altro. Questo scenario pone l’accento in particolare sul desiderio di conservare i ricordi tramite i suoni in modo da poterli rivivere in qualunque momento lo desideriamo, raccogliere le impronte sonore di elementi legati al nostro passato potrebbe certamente aiutarci a ricordare eventi vissuti, persone e momenti speciali. Grande attenzione viene posta anche a tutte quelle sonorità che provengono dal vivere quotidiano, quei suoni che magari non siamo più abituati ad ascoltare o che si perdono tra il frastuono causato da aggeggi che “parlano troppo”. L’intenzione qui è quella di tentare di riscoprire il piacere dei gesti semplici e di quei suoni genuini legati alla vita di tutti i giorni.

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4) SUONO E SPAZI

Questo scenario parla della relazione tra suono e spazi che possono essere intesi sia come luoghi fisici, sia con un’accezione più interiore. Esistono suoni che riguardano il vivere in senso stretto ovvero il corpo stesso della persona, si tratta di tutti quei rumori prodotti dalle nostre funzioni vitali oppure i suoni che possiamo emettere in particolare quando parliamo, ridiamo, etc. Il suono può aiutarci a creare anche degli spazi immaginari ovvero delle condizioni psico-fisiche per le quali riusciamo ad entrare in contatto con la nostra interiorità e a ritrovare uno stato di benessere, come la musica che spesso ci aiuta ad isolarci e in un qualche modo a fuggire momentaneamente dai problemi. Tutto ciò definisce quello che potremo definire come suono interiore, ovvero qualcosa che rimane o che va ad agire nel profondo, capita spesso ai sordi postlinguistici ad esempio di sentire ancora delle voci durante le

conversazioni con udenti, ma di fatto queste voci sono collegate soltanto al ricordo che si ha delle stesse, si tratta in parole povere di qualcosa che agisce dall’interno ad un livello più profondo. Il suono sicuramente può definire una condizione individuale come abbiamo appena detto ma molto spesso va a creare anche situazioni di scambio e comunicazione, i suoni possono interagire con cose e persone e contribuire a trasmettere messaggi di vario genere. Il suono può anche coinvolgere più individui in uno stesso pensiero, momento o sensazione. Questo rimanda alla condizione collettiva della fruizione sonora, ovvero tutte quelle sonorità che sono condivise in luoghi pubblici oppure da persone che stanno vivendo la stessa esperienza. Tutto ciò non toglie che il suono possa talvolta delineare delle condizioni negative, ovvero che possa portare ad un senso di fastidio o ancora di disorientamento e confusione. Talvolta un suono sgradevole può essere anche generato volutamente in modo da comunicare messaggi precisi a chi ci sta intorno. Esiste poi una visione che guarda più all’aspetto globale della sfera sonora, e riguarda tutti quei suoni che abbracciano in mondo a livelli più ampi come il brusio di fondo delle apparecchiature elettriche, delle ventole, del traffico, della stessa natura, delle condizioni atmosferiche, ovvero tutti quei suoni che definiscono l’impronta di un ambiente o di un luogo e delle sue condizioni.

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Qui compare la necessità di isolarsi da un ambiente troppo rumoroso per ritrovare una dimensione interiore, per eliminare tutti quegli elementi considerati di disturbo o di forte fastidio per ristabilire una condizione di quiete. Quindi viene posto l’accento su quegli accorgimenti che si occupano di ridurre il rumore, d’altro canto invece si definisce una volontà di valorizzare lo spazio attraverso il suo suono e quella di creare momenti di partecipazione tra le presone tramite eventi di tipo sonoro che possono essere condivisi

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in appositi spazi. Infine si arriva ad un suono che “plasma” a tutti gli effetti lo spazio circostante, quindi un luogo costruito dal suono stesso e quindi concatenato ad esso in tutto e per tutto.


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5) SUONO COME BENESSERE, ARMONIA, TERAPIA

Lo scenario ora presentato si propone di indagare quella parte di suoni che in qualche modo incide sul nostro stato d’animo e talvolta persino sulla nostra salute. In particolare esistono suoni che incidono sulle sensazioni che proviamo e quindi anche sull’umore, ciò può avvenire sia con suoni che ascoltiamo volutamente sia con quelli che percepiamo per caso, non prevedendolo. Molto spesso lo stesso comportamento è influenzato dai suoni, basti pensare ai fast food, alla loro musica frenetica, e alla caoticità generale dell’ambiente che ci invita a mangiare più in fretta in modo da liberare il tavolo per i prossimi clienti, oppure alla musica presente in certi negozi che ci accompagna nell’atto della scelta dei prodotti, che ci trattiene all’interno del negozio facendo aumentare inevitabilmente le probabilità di acquisto. Il suono può inoltre creare un ambiente di fondo che arriva ad farci immergere

totalmente, e magari insieme alle luci, ai colori e ai profumi di quello specifico luogo, va a creare un’atmosfera particolare, questo contribuirà alla percezione positiva o negativa dell’ambiente stesso. Allo stesso modo anche il non suono può contribuire alla creazione di condizioni particolari che possono essere intese come un tentativo di isolarsi dal mondo per ritrovare uno stato di tranquillità, oppure come il desiderio di proteggere l’udito da fonti sonore eccessivamente pericolose. Fino ad ora abbiamo parlato di suoni che in qualche modo influenzano la nostra sfera emozionale, è importante però sottolineare che esistono anche suoni che agiscono sul corpo in modo benefico, non soltanto da un punto di vista psicologico ma anche sul piano fisico. Determinate sonorità possono provocare veri e propri effetti fisiologici sia nell’uomo (aumento del battito cardiaco) che nelle piante, nel caso di queste ultime ad esempio sembra in particolare che influenzi la crescita. In ultimo è bene prestare attenzione a tutti quei segnali sonori che in questo caso definiremo di feedback che comunicano uno stato di benessere, basti pensare in questo caso alle fusa prodotte da un gatto, questo suono è estremamente comune per la nostra sfera percettiva ma allo stesso tempo particolare per quanto riguarda l’intero mondo animale, è sentore di uno stato di tranquillità e piacevolezza provato dall’animale, infatti viene genericamente prodotto prima di addormentarsi o mentre

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lo si sta accarezzando. In questo scenario viene evidenziato ancora il desiderio di ricordare i momenti piacevoli e quindi di poterli portare con se in modo da riviverli ogni volta che se ne sente la necessità, il benessere quindi non passa soltanto attraverso l’attimo effettivo ma può essere indotto anche dai ricordi. D’altro canto invece emerge un interesse all’influenzamento delle condizioni vitali e di crescita tramite

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apposite sonorità. Il concetto di benessere porta poi inevitabilmente al desiderio di trasformare le sensazioni che possono provocare effetti sgradevoli in qualcosa di piacevole e quindi il tentativo di trasformare il rumore in suono.


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06) IL SUONO EMOTIVO si allontana che può arrivare a creare stati di nostalgia oppure di preoccupazione. Esistono in oltre specifici suoni associati precisi stati d’animo o che allo stesso tempo li inducono, come una risata felice richiamerà sempre ad uno stato di piacevolezza divertimento, un urlo di un certo genere rimanderà sempre alla paura, all’inaspettato o al dolore. Esistono anche qui delle componenti soggettive che possono alterare la percezione ma d’altro canto è possibile quasi sempre ricondurre un suono, come visto, a emozioni di un certo tipo. Quando si parla di emozioni è inevitabile ricondursi ancora una volta ai ricordi, è vero che le emozioni sono importanti nel momento in cui vengono vissute, ma spesso il ricordo delle stesse può avere un valore ancora più grande poiché ci fa ripiombare istantaneamente in quello preciso stato emozionale. Allo stesso modo ricompare ancora una volta la distinzione tra individualità e collettività del suono e quindi anche delle possibilità di condividere le stesse emozioni con altri, oppure il desiderio di ritagliarsi un angolo privato in cui viverle singolarmente. Unitamente a questo si ricorda che i suoni possono allontanare o avvicinare le persone, ad esempio tenderanno ad unire quando provocheranno uno stato d’animo comune in modo diffuso. Un esempio potrebbero essere i cori cantati all’interno di un corteo che manifesta dissenso, o ancora il rumore di qualcosa che si avvicina o

In particolare qui viene evidenziata la necessità di modificare la percezione degli ambienti sgradevoli come potrebbero essere gli ospedali, attraverso nuove sonorità, in modo da renderli più piacevoli. Questo intervento andrebbe ad incidere non soltanto sullo stato di benessere generale ma anche sui comportamenti, quindi i suoni potrebbero diventare un veicolo per invogliare a compiere determinate azioni poco gradevoli o che genericamente non si ha voglia di fare o di portare a termine, basti pensare ai bambini che fanno i capricci perché non vogliono mangiare determinate cose. Le giuste sonorità potrebbero portare anche alla riduzione degli stati di stress infondendo sensazioni piacevoli e calmanti. In ultimo, rin riferimento alle emozioni, compare il desiderio di portare e tenere con se le emozioni che abbiamo provato in modo da poterle rivivere quando si desidera o quando ne si avverte la necessità.

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07) SUONO COME RIFUGIO

Il concetto di rifugio deriva inevitabilmente da tutte quelle condizioni acustiche, prevalentemente private, che fanno in modo di infonderci un senso di sicurezza e tranquillità, oppure che ci “nascondono” in termini sonori da ciò che abbiamo intorno. Il rifugio può essere inteso quindi come una “bolla” che non ci stacca completamente dal contesto ma ci consente di mantenerci in un ambiente tranquillo e sicuro in cui non è possibile essere disturbati dagli agenti esterni. Si tratta comunque di una forma di isolamento in quanto, anche se non si parla di un distacco totale, la tendenza è quella di creare un’area in cui poter stare da soli. Se non si fa riferimento ad un rifugio fisico, tramite le suggestioni create dal suono è possibile invece immaginarne uno di tipo spirituale, dove ritrovare la propria interiorità. Questa condizione fa riferimento a tutte quelle pratiche meditative

che si appoggiano al suono per raggiungere determinati stati psico-fisici. In questo campo possono rientrare tutti quei suoni dal carattere rilassante, come i suoni della natura, e quelli continui tipo mantra che consentono di distaccarsi dal contesto per porre attenzione alla propria individualità. Ciò che salta inevitabilmente all’occhio è che esistono due differenti possibilità per creare un senso di distacco dal contesto, è possibile creare questo distanziamento sia tramite la musica sia creando un ambiente estremamente silenzioso. Il concetto di rifugio però non è da essere inteso soltanto come la volontà di isolarsi, infatti molto spesso ciò che infonde sicurezza è tranquillità ci rimanda a sensazioni famigliari che riportano alla luce il vissuto personale legato a ciò che più ci è caro. Tutte queste sensazioni ci derivano da suoni che ricordano le nostre origini, la nostra casa, i nostri affetti e vanno a creare non più una bolla di separazione dal mondo ma un vero e proprio “nido” accogliente e protettore. Da questo scenario emerge sia il desiderio di isolamento dal contesto attraverso barriere prevalentemente di tipo acustico che vanno a definire appunto una sorta di bolla protettiva, sia la volontà di creare un ambiente che infonda una sensazione di base che ci riconduce a casa, se non fisicamente, almeno attraverso la suggestione e il ricordo. A questo scopo viene espresso il desiderio di avvolgersi in una “coperta di suoni” che da un lato ci scalda, da un lato

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ci coccola e ci infonde sicurezza. Ecco che ritorna il concetto di nido, di calore, sicurezza e comfort, fisico

e acustico che ha il potere di farci sentire a casa ovunque ci troviamo.

Distributed Acoustic Conversation Shielding System Grazie a questo dispositivo due interlocutori possono parlare senza essere sentiti poichĂŠ prevede la presenza di altoparlanti che avvolgono le persone interessate in una nuvola di brusio.

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08) SUONO DA MANGIARE

Quando ci ai approccia al settore del cibo è bene tenere presenti tutte le fasi del processo di consumo, non soltanto quelle legate all’effettiva assunzione del cibo ma anche quelle relative allo smaltimento e alla preparazione dello stesso alla consumazione. La componente sonora ha da sempre rivestito un ruolo di estrema importanza in questo settore, in quanto lo stesso suono prodotto dal cibo durante l’atto di consumo può comunicarci molto delle caratteristiche e delle qualità che presenta. Gli stessi nomi onomatopeici dati ai cibi o gli appellativi con cui ci si rivolge ad essi vanno a delineare in tutto e per tutto la sensazione che proveremo mangiando quel cibo, in particolare se sarà croccante oppure soffice. Le sonorità prodotte dalla masticazione possono invogliarci al consumo e allo stesso tempo far scattare in noi il desiderio di acquistare un determinato prodotto.

Gli stessi rumori e suoni prodotti durante le fasi di preparazione del cibo e degli utensili utilizzati possono portare ad immaginare il gusto che avrà la pietanza quando sarà pronta. È importante anche ricordare che il cibo molto spesso porta alla creazione di situazioni di convivialità e aggregazione, basti pensare alle cene di famiglia o all’aperitivo con gli amici, alla pausa pranzo nella mensa dell’università o con i colleghi di lavoro. In questo caso i suoni sono creati dallo stare insieme e dalle gestualità oltre che dal consumo del cibo. In alcuni casi, anche i packaging, che già normalmente posseggono una propria sonorità come nell’atto dell’apertura o della chiusura, nel trasporto, etc., possono essere progettati appositamente per produrre determinati suoni anche in fase di post-consumo. Molto spesso il contenitore vuoto o un elemento del prodotto sono studiati in modo da diventare un giocattolo semplice e intuitivo, un esempio può essere lo stecco del gelato che diventa un fischietto, oppure come già visto nel capitolo 5, la bottiglietta di Coca-Cola che diventa un flauto. Questo campo d’indagine ha focalizzato l’attenzione su due aree diametralmente opposte ovvero il desiderio di rendere cibi e packaging silenziosi e quello invece di valorizzare le sonorità e crearne di nuove che accentuino il senso di convivialità e condivisione. Un occhio di riguardo è stato posto anche alle qualità e condizioni di conservazione del cibo, il suono in questo senso

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potrebbe aiutare a ricordare le scadenze, ritrovare facilmente i prodotti che finiscono sul fondo del frigo e in questo modo ci farebbe anche sprecare molto di meno. Il packaging risulta essere un ottimo

trampolino di lancio per lanciarsi nella progettazione di riutilizzi con finalità sonore che accrescerebbero li senso di affetto e attaccamento verso l’oggetto che a quel punto non verrebbe più buttato.

Gelato Ciao, Sanson il gelato Ciao prodotto da Sanson consisteva in uno stecco gelato al gusto chewing-gum alla fragola. Lo stecco però è anche un fischietto rosso, pensato per poter supportare la squadra del cuore, da soli o in compagnia della famiglia o degli amici, durante le partite di calcio.

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09) SUONO IDENTIFICATIVO, RICONOSCIBILE

Il suono può diventare un fattore talmente fondamentale e caratterizzante da essere esso stesso l’elemento chiave per il quale un oggetto viene riconosciuto o ricordato. L’identità del prodotto può essere intesa come di un singolo elemento, entità, prodotto o marca oppure di una intera categoria di oggetti, persone, eventi. Alcuni esempi di identità sonora singola possono essere ad esempio la voce, che caratterizza ogni persona dalle altre, il suono progettato per applicazioni e programmi come Skype® che ci comunicano l’avvenuta accensione oppure quale funzione è stata attivata, e ancora i loghi sonori delle aziende, come quello della 20th Century Fox®. Invece quando si parla di identità sonora collettiva ci si riferisce a tutti quegli eventi a cui si partecipa in gruppo come i cori delle manifestazioni, oppure a quei segnali sonori o allarmi che vengono

riconosciuti da tutti e a cui tutti attribuiamo lo stesso significato, come ad esempio le sirene antiaeree o l’allarme antincendio. Esistono poi suoni che hanno il compito di simulare la presenza di qualcuno o un’identità non esistente, basti pensare alla segreteria telefonica che sostituisce il padrone di casa quando è assente, oppure a tutti quei giocattoli per bambini che riproducono i versi degli animali, in ogni caso lo scopo è quello di aiutare in situazioni scomode o difficili oppure di insegnare qualcosa in modo intuitivo e semplice. Il suono o il silenzio possono in certi casi arrivare a nascondere un’identità oppure a falsarla, un esempio caratteristico di questa categoria è costituito dalle auto elettriche che di fatto sono dei mezzi di trasporto su ruote, come tutte le comuni automobili, ma si distinguono per un motore altamente silenzioso. In effetti questo fattore porta le persone che ascoltano a non identificarle più come delle autovetture e ciò può diventare anche un problema serio di sicurezza, infatti molto spesso per attraversare la strada, ci si affida al rumore che sentiamo per poter definire se stia arrivando o meno una macchina in corsa. Da questo scenario emerge la volontà di conferire all’udito, in quanto senso che opera a 360 gradi, un potere maggiore rispetto agli altri sensi, andando talvolta addirittura a sostituirli. Un’attenzione particolare è tuttavia rivolta alla volontà di

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ridurre suoni e rumori emessi ma, cosa più interessante, si vuole ottenere questo risultato attraverso altri suoni e quindi urge uno studio più approfondito per definire quali sono i suoni che invitano al silenzio. Un esempio che può spiegare

certamente meglio questo tipo di approccio è quello semplice quanto efficace del pugno battuto sulla cattedra da parte di un insegnante oppure il tin-tin che si produce con una posata su un bicchiere per chiedere l’attenzione dei presenti.

20th Century Fox La Twentieth (20th) Century Fox è uno degli studi cinematografici statunitensi più importanti del mondo. La famosa ed inconfondibile composizione sonora della Fox venne composta da Alfred Newman e da allora accompagnò sempre il logo dello studio nei film, per le produzioni in CinemaScope, venne realizzata una versione più lunga, ancora oggi in uso.

Auto Elettriche Nonostante queste nuove vetture consentano di ridurre in modo effettivo l’inquinamento acustico sulle autostrade e nelle città, l’alta silenziosità dei mezzi elettrici (motocicli e scooter inclusi) comporta anche un maggiore rischio d’investimento per i pedoni e i ciclisti a causa dell’assenza di rumori udibili durante l’avvicinamento del veicolo. Proprio per questo motivo si è pensato di porre sulle autovetture dei generatori di suoni che risolvono parte del problema.

Fake Call “Ricevi una chiamata falsa e togliti da qualsiasi situazione!” Questa è la descrizione fornita dal Google Store che dispensa gratuitamente quest’applicazione per smartphone. Essa consente di togliersi dalle situazioni imbarazzanti o indesiderate simulando la chiamata di qualcuno che ci chiede di andarcene, poiché possiamo anche registrare la voce di chi vogliamo.

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Capitolo 7 - SCENARI

10) SUONO VISIBILE, TANGIBILE, TATTILE E MATERIALE

Questo scenario indaga un tema particolare e piuttosto complesso che in un qualche modo può essere legato anche al concetto si suono come fenomeno energetico. Infatti questa categoria si propone di studiare la percezione del suono dal punto di vista della sua possibile trasposizione sul piano tattile. Questi fenomeni percettivi possono derivare da sensazioni del tutto soggettive e quindi con una forte carica espressiva, oppure da fenomeni di tipo oggettivo e quindi che non sono mediati dalla sfera sensoriale dell’individuo. I fenomeni di tipo oggettivo comprendono ad esempio tutte quelle manifestazioni sonore che fungono da segnale di feedback in quanto in genere sono progettate ad hoc per una specifica situazione e si ripetono sempre uguali al ripresentarsi di quest’ultima.

Il suono può oggettivamente curare delle disfunzioni e delle problematiche fisiche, anche ad esempio puntando sul concetto di supplire con l’udito altri sensi mancanti, esso può all’occorrenza trasformarsi in vista e in tatto ed è in questo modo, con la trasposizione da un senso all’altro, che viene a manifestarsi la sua natura tattile e materiale. In ultimo esiste un altro tipo di trasposizione del suono, esso si concretizza attraverso i diversi tipi di linguaggio, come il braille, che si manifestano attraverso una dimensione tangibile effettiva. Questo significa che un elemento come il suono può essere a tutti gli effetti tradotto e che esistono dei linguaggi di questo genere universalmente riconosciuti. I fenomeni di tipo soggettivo invece non derivano, come abbiamo già detto, da codici scritti o da regole definite, bensì da interpretazioni individuali. Per comprendere questo concetto è sufficiente pensare a tutti quegli artisti che nel tempo hanno cercato di rappresentare il suono attraverso immagini, forme e colori e alla musica che può avere una forte componente soggettiva. Esistono poi delle relazioni strette tra il suono e le altre sfere del percepibile che inducono delle sensazioni e dei ricordi. Questi finiranno sempre con l’evocarsi l’un l’altro, nel momento in cui uno dei due non sarà presente, ci penserà l’altro a richiamarlo. Tutti questi richiami tra i sensi fanno in modo che si arrivi al desiderio

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di raccontare tutto il percorso compiuto dai suoni ovvero la loro storia, il come si sono evoluti nel tempo e quali suggestioni abbiano suscitato e connesso tra loro. Un altro aspetto importante

che è stato evidenziato è quello dell’importanza della sonorità dei materiali, interagire con essi attraverso il tatto può portare alla creazione di particolari sensazioni sonore.

Alfabeto braille Il braille è un sistema di scrittura e lettura, realizzato a rilievo, appositamente studiato per non vedenti ed ipovedenti messo a punto dal francese Louis Braille nella prima metà del XIX secolo. Consiste in simboli formati da un massimo di sei punti impressi su superfici un po’ rigide come fogli di carta spessi oppure plastiche e metalli.

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Capitolo 7 - SCENARI

11) SUONO INTERATTIVO, TECNOLOGICO, 3D

Questo scenario pone l’accento sul fatto che il suono non ha tanto valore di per se quanto per le risposte che suscita, infatti l’interazione risulta essere alla base di tutti i prodotti e i servizi in cui c’è sempre qualcosa che reagisce in risposta a qualcos’altro. Possiamo distinguere differenti obiettivi che può raggiungere questo tipo di suono, a partire dall’aspetto ludico che consente alle persone di spezzare la propria routine anche se non dovrebbe trasformarsi in semplice distrazione. È possibile anche distinguere una funzione didattica del suono, in quanto la sua immediatezza ne fa il mezzo adatto per veicolare informazioni e risulta essere più stimolante e meno impegnativo rispetto ad altre possibili soluzioni. Il livello di interazione più facilmente osservabile invece è quello tra musica, suoni e movimenti del corpo, come sappiamo è il ritmo a indurci a fare certi movimenti piuttosto che altri,

nessuno ad esempio ballerà un lento con movimenti nervosi e veloci. Il suono inoltre può intervenire nella vita di tutti i giorni guidando delle azioni che compiamo continuamente, come parcheggiare e spostarsi. Tuttavia se è vero che questi accorgimenti, tecnologici e non, semplificano di molto il compimento delle azioni più svariate, si va incontro al rischio di ridurre di molto la propria autonomia nel compiere gesti anche piuttosto semplici. Si può dire anche che il suono interagisca col corpo non soltanto attraverso l’organo uditivo in cui provoca una reazione, ma anche con altre parti del corpo. Come sappiamo infatti esistono delle particolari frequenze di suoni che possono essere usate per curare dolori muscolari e altri tipi di problematiche. Anche qui ritroviamo il rapporto con gli altri sensi e quindi un’interattività intesa come collegamento tra gli stessi. Il concetto di interazione tocca poi quella che è definibile come universalità percettiva, che va a definire quei suoni la cui comprensibilità supera anche le barriere linguistiche, da un punto di vista opposto invece è possibile pensare allo sviluppo di suoni talmente soggettivi e privati da acquisire un significato soltanto per una persona. Ciò contribuirebbe alla creazione di un sistema di comunicazione individuale che può mantenere segrete le nostre intenzioni. Questo scenario rimanda a tematiche già indagate precedentemente

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come quella dell’aiuto in momenti di difficoltà e per compiere azioni particolari, e quindi di un segnale sonoro che indichi come portare a termine il compito in modo corretto. I nuovi concetti che scaturiscono da questa indagine sono invece

legati all’universalità e quindi a una possibilità di comunicare con tutti allo stesso modo e la necessità di introdurre una sonorità anche per quelle azioni semplici e estremamente radicate nel quotidiano come la scrittura.

Terapia a ultrasuoni Gli ultrasuoni sono onde acustiche con frequenze superiori ai 20.000 Hertz. Possono essere generate per sollecitazione di un quarzo con un campo elettrico, per effetto del campo elettromagnetico che viene a crearsi, il quarzo si comprime ed espande, generando delle vibrazioni meccaniche che provocano queste particolari onde acustiche. Penetrando in un sistema biologico che può essere un tendine, un muscolo o un osso, a profondità comprese tra 1,5 e 5 cm, le onde perdono energia, cedendola al sistema che attraversano. La cessione di energia genera calore, le cui proprietà terapeutiche sono ben note. L’uso degli ultrasuoni a scopo terapeutico in ortopedia è stato sfruttato fin dalla metà del ventesimo secolo. Unitamente alla produzione di calore si ha anche una sollecitazione meccanica che produce un movimento delle molecole dei tessuti, inducendo variazioni di pressione. Queste permettono di muovere il liquido all’interno dei tessuti biologici e quindi ha effetto nel caso di presenza di versamenti. Un ulteriore effetto delle onde acustiche sui sistemi biologici è che modificano il pH e la permeabilità delle membrane cellulari, facilitando lo scambio e la migrazione di liquidi.

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12) SUONO COME ALLARME

In questo scenario vengono analizzati tutti quei suoni che in qualche modo creano nella persona uno stato di allerta e comunicano una situazione di pericolo imminente o possibile, oppure in altri casi avvisano di un avvenimento che sta per accadere. Per quanto riguarda gli allarmi sonori è possibile distinguere tra quelli che vengono appositamente progettati come potrebbe essere l’antifurto di un’auto o di un’abitazione e quei suoni particolari ma non progettati appositamente che invece ci pongono istintivamente in uno stato di allerta come potrebbe fare il pianto di un bambino. Il suono, come prima accennato, può anche aiutarci a ricordare scadenze e ricorrenze, in questo caso funge da avviso e non costituisce più un segnale di pericolo, alcuni esempi sono il timer del forno, la sveglia, il campanello. Parlando di “avvisi” è bene citare anche tutti quei suoni che comunicano l’accensione e lo spegnimento di meccanismi

o ancora il compimento di precise funzioni e il malfunzionamento degli apparecchi elettronici. Se ci pensiamo in effetti praticamente tutti i segnali di errore, come ad esempio quelli che possono comparire su un monitor, sono sempre accompagnati da un suono specifico che, una volta memorizzato, ci rimanderà a quel particolare tipo di errore. Anche qui il silenzio può giocare una parte fondamentale, poiché gli stati di allerta non sempre vengono percepiti per via dei suoni. Un animale impaurito o insospettito da un rumore sentito nel bosco reagirà ad esempio restando immobile e in silenzio, scrutando con lo sguardo alla ricerca di una possibile minaccia. Una situazione troppo silenziosa rispetto al contesto di riferimento, in genere ci mette in guardia che qualcosa non funziona come dovrebbe. Allo stesso modo un rumore improvviso in una situazione di assoluto silenzio tende a spaventare e allarmare chiunque si trovi nelle vicinanze. Oltretutto, possiamo osservare come la rappresentazione stessa di una situazione rumorosa possa farci percepire quel rumore anche se di fatto si tratta soltanto di un processo di immaginazione. Un esempio in riferimento a quanto appena detto può essere la rappresentazione di una persona che urla in forma di statua, anche se non produce nessun suono, noi saremo portati ad immaginarlo poiché conosciamo bene cosa si sente in quel tipo di situazione. Come sappiamo, anche il background

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culturale può notevolmente influire sul significato che attribuiamo ai suoni, è possibile infatti che non tutti siano percepiti allo stesso modo da popolazioni di paesi con abitudini e origini differenti. Lo scenario mette in evidenza come talvolta si possa avere la necessità di un allarme che comunica uno stato di pericolo ma in modo silenzioso, un modo quindi per non influire in negativamente sulle situazioni che già di per se contengono una forte componente di stress. Accanto a

questa necessità compare quella di un allarme personalizzato, ovvero uno modo per mantenere un certo distacco dagli altri, o per ricordare appuntamenti privati che non si ha semplicemente il piacere o la necessità di condividere. In ultimo viene posto l’accento su come potrebbe anche essere lo stesso rumore prodotto dall’allarme sonoro a scacciare un possibile pericolo come un assalitore o un animale feroce.

Allarme di evacuazione Questo allarme indica una situazione di pericolo reale che richiede di evacuare l’edificio. Si presenta come una sirena o una campanella a suono continuo. Tutte le volte che viene udito bisogna mettere in atto le procedure di evacuazione previste dalla struttura in cui ci si trova, in modo da raggiungere un luogo sicuro esterno a distanza di sicurezza dall’edificio.

Campanello della bicicletta Uno strumento come il campanello della bicicletta ci consente di segnalare la nostra presenza e quindi di sgombrare il percorso evitando sgradevoli incidenti con i pedoni.

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13) SUONO COME LINGUAGGIO

Quando pensiamo al suono, ovviamente siamo portati innanzitutto a osservare che esso è alla base del processo di comunicazione. Come vedremo, il linguaggio è un elemento fondamentale per rapportarsi con altri individui e non solo. Esistono infatti diverse forme di linguaggio, non soltanto perché esistono lingue differenti ma anche poiché esistono modi differenti di comunicare intesi come modalità che si staccano dal linguaggio normalmente utilizzato. Al primo posto troviamo ovviamente il linguaggio tra esseri viventi, che non necessariamente riguarda la comunicazione tra umani. Tralasciando quindi le infinite sonorità che è possibile creare con le corde vocali, ricordiamo anche tutte quelle altre sonorizzazioni che è possibile produrre con il corpo, come il fischio e il battito delle mani, gesti e suoni che entrano a tutti gli effetti a far parte del processo di

comunicazione. Anche gli animali, come è ovvio che sia, hanno un loro modo di comunicare e producono una moltitudine di suoni differenti, a chi non è mai capitato poi di cercare di dialogare col proprio animale domestico cercando di imitare i versi prodotti dalla sua specie? La comunicazione è possibile anche attraverso apposite strumentazioni che producono suoni seguendo precisi codici di interpretazione, un esempio fra tutti è il vecchio telegrafo e quindi l’alfabeto morse. Al secondo posto troviamo il linguaggio uomo oggetto che specialmente negli ultimi anni ha raggiunto un posto di notevole importanza. Sempre più spesso ormai l’uomo si trova a dover effettivamente “dialogare” con le macchine, utilizzando la propria voce oppure tramite appositi comandi in modo che l’oggetto metta in atto una reazione di qualche genere. Al contrario, quando è l’oggetto ad avere necessità di dialogare con l’uomo per comunicare ad esempio il compimento di un’azione, si arrivano ad avere ad esempio dei messaggi sonori di notifica (come avviene per gli sms o le mail), di allerta (come nel caso del semaforo con allarme sonoro incorporato per non vedenti), oppure quei messaggi sonori che indicano stati di emergenza e quindi ci invitano a tenere un ceto tipo di comportamento come le sirene delle ambulanze. Come succede esplorando la maggior parte degli scenari, anche nel linguaggio il “non suono” ha una sua parte:

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ad esempio se pensiamo alla scrittura, ci renderemo conto che nulla è se non la trascrizione del suono trasformato in segni grafici. In quest’ambito è bene anche citare l’alfabeto dei segni utilizzato dai non udenti che segue lo stesso principio di traduzione in una differente forma della scrittura ma va a sostituire fisicamente l’effettivo parlato.

Tra le possibilità progettuali qui individuiamo quella della trasposizione della scrittura in suono, vi è anche la volontà sempre crescente di comunicare con gli elettrodomestici e i macchinari che ci circondano, ciò ci consentirebbe di semplificare le azioni quotidiane e di lavoro. In ultimo però viene espresso il desiderio di poter comunicare in silenzio, in modo da non essere uditi o capiti dagli altri.

Alfabeto dei segni La lingua dei segni è un linguaggio che veicola i propri significati attraverso un sistema composto di segni delle mani, espressioni del viso e movimenti del corpo. È utilizzata dalle comunità dei segnanti a cui appartengono in maggioranza persone affette da sordità. Il primo a descrivere in modo più sistematico la lingua dei segni è l’educatore e fondatore della Scuola di Parigi per sordi, l’ Abbè de L’Epèe, che, nella seconda metà del 700, decide di utilizzare questa forma di comunicazione per insegnare la lingua scritta e parlata.

Onomatopee L’onomatopea è una figura retorica che riproduce, attraverso i suoni linguistici il rumore o il suono associato a un elemento o a cui si vuole fare riferimento, mediante un procedimento iconico.

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Il canto delle balene Prima del 1960 nessuno sospettava dell’esistenza del canto delle balene. Il musicista David Rothenberg, nel suo libro Thousand mile song, Whale music in a sea of Sound, racconta il tentativo di scienziati e musicisti di creare una musica “interspecie” suonando con le balene direttamente nel loro habitat naturale. Il canto delle balene viene ascoltato e registrato tramite un’apposita apparecchiatura posta su una barca grazie ad un microfono subacqueo collegato a delle casse. Tuttavia, grazie alla straordinaria capacità del suono di propagarsi in acqua, se si viaggiasse sotto il livello del mare sarebbe possibile sentire questi suoni anche senza l’impiego di particolari apparecchiature. La balena è il più grande animale che abita la terra, per un lungo periodo è stato sfruttato per la produzione di carne e di olio, impiegato nei combustibili, ora la percezione che l’uomo ha di questi animali è molto cambiata. Allo stato attuale gli uomini non sanno ancora con esattezza la ragione di questo canto poiché non sembra aderire ai comuni comportamenti animali. I suoni prodotti da questi animali sono classificati come “biologici”, essi aiutano le balene anche a muoversi ed orientarsi sott’acqua. Una beluga può identificare l’esatta forma di un oggetto sott’acqua posto dietro ad uno schermo opaco, nessuna macchina costruita dall’uomo può attualmente raggiungere questo risultato. Come le balene, anche i delfini utilizzano le onde sonore per orientarsi, essi possono distinguere la forma degli oggetti sott’acqua e dare loro una precisa collocazione.

La cosa più strabiliante è che, come noi memorizziamo le immagini di ciò che vediamo, i delfini immagazzinano quelle che definiremo come “Sound pictures”, ovvero le rappresentazioni degli oggetti ottenute tramite la riflessione delle onde sonore. La registrazione “Songs of the Humpback Whales” uscì per la prima volta nella primavera del 1970, pubblicata dalla Communications Research Machines (California) allegata ad un libretto di 36 pagine. Sono stati compiuti numerosi tentativi di realizzare una musica fatta da umani e balene insieme e, tra gli innumerevoli studi, è stato osservato che la musico-terapia può anche curare la depressione degli animali in cattività. Si è inoltre osservato che anche le orche producono suoni particolari e, oltretutto, esse sembrano rispondere meglio delle balene alla musica prodotta dall’uomo. Le canzoni delle balene cambiano in ogni oceano, non solo in base alla collocazione geografica, ma anche in base alle diverse stagioni. Potremmo quasi arrivare a pensare che questi canti cambino un po’ per la stessa ragione per cui le nostre “hits” del momento cambiano, ovvero perché semplicemente passano di moda o non piacciono più. Il Whalesong Project portò a pensare a come trasmettere il canto delle balene, così venne messo a punto un sistema che consentiva di ascoltare il canto delle balene “live”, 24 ore su 24, direttamente dall’acqua delle Hawaii (da gennaio ad aprile). Il progetto fu messo a punto dall’ingegnere Dan Sythe, proprietario di una compagnia che produce radiation detectors. Il canto delle balene diventò così accessibile in internet da dove era possibile appunto ascoltarlo in diretta. [4]

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14) SUONO COME MAGIA, MISTERO

In questo scenario il suono non viene considerato dal punto di vista del fenomeno fisico, lascia piuttosto spazio ad una componente misteriosa ed eterea. Il concetto di magia è sempre collegato di fatti a qualcosa di incorporeo, come anche lo è il suono, oppure si lega a qualcosa che non si può conoscere con esattezza, quindi tutto ciò che risulta in qualche modo inspiegato. Poniamo così l’accento su quei suoni rilevati in certe circostanze ma di cui non si conosce l’esatta causa, ovvero tutti quei dubbi scientifici irrisolti come The Hum, The Bloop, Brontidi, Quacker e gli Anelli di Saturno. Il suono può essere anche considerato come un elemento ammaliatore, ovvero qualcosa di incantato che rapisce l’attenzione dell’ascoltatore. Basti pensare al cobra che rimane incantato dal suono del flauto. Allo stesso modo si può individuare una componente misteriosa anche negli effetti che il

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suono può provocare sul corpo e all’influenza che possono avere su di esso. La magia può risiedere inoltre nei suoni inaspettati, ovvero tutti quelli a cui non si riesce subito a dare una spiegazione logica e che possono anche arrivare a suggestionarci. È sufficiente pensare a quando siamo soli in casa e all’improvviso sentiamo chiudersi una porta oppure ci sembra di sentire dei passi al piano di sopra, si tratta di suoni assolutamente normali ma che allontanati da un contesto razionale possono invece rivelarsi misteriosi e anche spaventosi. Infine è possibile fare un ulteriore collegamento tra il suono e le tradizioni orali popolari, come le musiche, le leggende e le filastrocche, tramandate nell’arco dei decenni e che quando presentano origini antiche iniziano ad essere avvolte da un alone di mistero. Lo scenario appena descritto evidenzia il desiderio comune un po’ a tutti gli uomini di scoprire cose nuove ma anche di dare una spiegazione a quei fenomeni ancora inspiegati e misteriosi con i quali ci scontriamo piuttosto spesso. Pensiamo ad esempio alle registrazioni delle voci dei fantasmi, probabilmente non è facile spiegare un fenomeno di questo tipo e probabilmente molti scettici negherebbero addirittura che il fenomeno effettivamente possa esistere. D’altro canto continua l’interesse per le tradizioni e con esso anche quello per le usanze provenienti da culture differenti.


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Anelli di Saturno I suoni registrati nel Luglio 2004 nell’atmosfera di Saturno dalla sonda spaziale Cassini sono misteriosi e surreali. Questi suoni, convertiti dai tecnici della NASA ad una frequenza udibile hanno dato un risultato a dir poco strabiliante. Una vera e propria sinfonia, composta da note ben distinte che nel complesso creano un’armonia.

The Bloop Nel 1997 i rivelatori ad alta profondità dell’istituto oceanografico, registrarono un suono, della durata di circa 1 minuto nell’Oceano Pacifico. I dispositivi che rivelarono questi suoni sono posizionati, nella zona chiamata “Deep Sound Channel” e, durante la guerra fredda, erano utilizzati per captare segnali provenienti dai sottomarini Sovietici. Il suono nelle registrazioni, cresce rapidamente di frequenza per poi scomparire lentamente nelle profondità dell’Oceano. Si esclude che il suono possa essere stato prodotto dall’uomo o da qualche animale conosciuto. Si ipotizza che possa provenire da qualche sconosciuta creatura delle profondità marine di grandezza enormemente maggiore rispetto a quella della Balenottera Azzurra.

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15) SUONO E SINESTESIE

Il suono è strettamente collegato, come è ovvio che sia, con il senso dell’udito ma ciò non significa che esso non possa avere dei collegamenti anche con gli altri sensi. Più spesso di quanto pensiamo si provano sensazioni che sono frutto di una stimolazione diffusa a più sensi, oppure ancora accade che sia il senso primariamente coinvolto a provocare delle reazioni anche a nelle altre sfere sensibili. La sinestesia forse più frequente è quella tra vista e udito, negli studi dello psicologo inglese Mudge troviamo ad esempio una suddivisione che definisce come luminosi i suoni alti e squillanti e come scuri i suoni bassi e gravi. Nell’ambito artistico si è riscontrata invece molto spesso la tendenza a ricercare il possibile collegamento tra suono e colore, come avviene ad esempio negli studi di Kandinsky e di Veronesi. (Vedi capitolo 1.7 Design e sensorialità) Effettivamente il tentativo di

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attribuire al suono una qualche componente visiva trova ampie e differenziate risposte, pensiamo ad esempio alle onomatopee, esse non sono nient’altro che il tentativo di trasporre nel linguaggio scritto versi di animali, suoni e rumori, sensazioni che si potrebbero definire come normalmente appartenenti alla sola sfera uditiva. Spostandoci nell’ambito del design, pensiamo anche a tutti quei prodotti, in particolare ai cibi e alle bevande che tramite il fonosimbolismo cercano di creare dei collegamenti effettivi tra il proprio nome e le caratteristiche stesse del prodotto, pensiamo ad esempio alla Schweppes®, il solo pronunciare questo nome rimanda inevitabilmente al rumore prodotto dalle bollicine quando la bottiglietta viene stappata. Per capire l’importanza del suono in relazione alla componente visiva è sufficiente osservare come esso molto più spesso di quanto crediamo, si riveli fondamentale per ricostruire interi scenari e contesti, ad esempio un suono che riproduce esplosioni e urla sarà automaticamente associato ad uno scenario di guerra, mentre automobili, clacson e rumore di passi saranno inevitabilmente collegabili a un contesto urbano. Anche il senso del gusto molto spesso può essere associato in modo diretto alle sensazioni uditive e ciò avviene in particolar modo in relazione ai cibi. Alcuni tipi di cibo infatti possono godere di un maggiore apprezzamento da parte dei consumatori proprio perché essi stessi oppure il packaging producono


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determinate sonorità nell’atto di consumo, apertura e manipolazione. Anche le caratteristiche stesse di qualità, freschezza e bontà dei cibi sono fortemente influenzate dal rumore prodotto durante la masticazione e in particolare dal primo morso. Esistono poi un’infinità di suoni che possono essere associati al cibo anche se di fatto sono prodotti dall’interazione tra la persona e il packaging oppure dalla gestualità richiesta per il consumo, un esempio che efficacemente descrive questa particolare interazione è il rumore prodotto dalla cannuccia del succo di frutta quando si arriva ad avere poco prodotto sul fondo del pack. Più difficile è descrivere le interazioni che avvengono tra olfatto e suono, in quanto probabilmente esse finiscono molto spesso con l’attingere dai ricordi determinate suggestioni, si può anche dire però che in alcuni casi sia il suono stesso, riferito ad esempio ad un particolare processo, a diventare premonitore del profumo da esso sprigionato. Quando sentiamo il gorgogliare della caffettiera, capita infatti di avere un rimando immediato al profumo del caffè, ancora prima che questo sia effettivamente percepibile. Ciò che risulta forse più complesso è tuttavia il collegamento tra il concetto di suono e le sensazioni tattili, in effetti questo fenomeno è ben riscontrabile in quelle situazioni dove il volume elevato del suono arriva a “toccarci” letteralmente poiché arriviamo a sentire le vibrazioni prodotte diffondersi all’interno del nostro corpo. Esistono invece delle gestualità che prevedono un contatto diretto con un materiale o un qualche altro elemento che implica la produzione di un suono, pensiamo ad esempio al bussare,

al battito di mani, allo strofinare e anche allo stesso atto di suonare uno strumento musicale, si tratta di fatto di azioni che implicano uno stretto collegamento tra la componente tattile e quella sonora. Ciò che maggiormente emerge da questo scenario è la volontà di rafforzare tramite le percezioni sinestetiche le identità dei prodotti, e le caratteristiche effettive degli stessi, in particolare per quanto riguarda i cibi e i loro pack. Altro interessante spunto è quello che si propone di annullare tutte quelle associazioni che provocano sensazioni negative come i rimandi tra le apparecchiature mediche e il dolore, arrivando poi al concetto che identifica la sinestesia stessa come cura.

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Takete e Maluma Le parole Takete e Maluma identificano un famoso esperimento sinestetico condotto nel 1929 da Wolfgang Kohler, sull’isola di Tenerife. L’esperimento consiste nel chiedere ad un campione di persone di associare questi due nomi a due diverse forme, una composta da linee rette e spigolose, l’altra da linee curve e morbide. Nella maggior parte dei casi Takete verrà associata alla figura dalle linee spezzate mentre Maluma a quella con linee curve. Questo perché ogni parola viene recepita dal cervello come un’immagine, a cui successivamente viene fornito un significato. Il suono prodotto nella pronuncia della parola Takete risulta pungente e spigoloso rispetto alla parola Maluma, più morbida e tondeggiante.

Il colore rosso, Locke 1960 La prima testimonianza di un caso di sinestesia sembra essere quella descritta dal filosofo inglese Locke nel 1690. Egli racconta un curioso episodio: un giorno un cieco si era vantato con un amico di essere in grado di poter capire cosa fosse il colore rosso poiché per lui quel colore era paragonabile al suono di una tromba.

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16) SUONI E LUOGHI

Abbiamo prima parlato di come i suoni possano essere un forte rimando a spazi precisi, intesi anche come aree della casa oppure ambienti in cui siamo soliti svolgere determinate azioni con sonorità caratteristiche. Analizzando più in profondità ci accorgeremo anche di come tipiche sonorità possano descrivere anche luoghi specifici del mondo, per comprendere questo concetto è sufficiente pensare a come le differenti culture, relative ai popoli delle varie parti del mondo, contengano sempre elementi sonori unici e caratterizzanti. Un esempio sono i suoni legati agli avvenimenti, come le festività locali e le ricorrenze o ancora tutte quelle esperienze sonore come le lingue, i dialetti e la musica locale che vanno a creare un’atmosfera diffusa tipica di un paese o di una parte del mondo. In particolare ciò che distingue un luogo dal punto di vista sonoro è il rapporto tra naturale e artificiale,

ovvero tutti quei suoni caratteristici che vanno a fare da sfondo a paesaggi selvaggi e naturalistici come il rumore prodotto dalle cascate, i versi degli animali in rapporto a tutti quei rumori che definiscono invece una presenza predominante dell’uomo, come il rumore di apparecchiature di vario genere in funzione, quello del traffico e delle voci in generale. Esistono poi alcuni luoghi specifici che si distinguono dagli altri per una “impronta sonora” particolare come la città di Venezia, che si differenzia dalle altre città d’Italia e da molte altre del mondo per la totale assenza del rumore prodotto dal traffico, poiché i trasporti avvengono primariamente per mezzo di imbarcazioni. Ricordiamo anche la città di Amsterdam che, più di molte altre città, si presenta alle orecchie con la preponderanza di un brusio continuo prodotto dai campanelli delle biciclette. Esistono anche tutta una serie di accorgimenti e veri e propri progetti atti alla scoperta dei suoni nascosti delle città oppure che tentano di instaurare collegamenti sonori tra luoghi lontani, come l’installazione “Vicino più vicino”, realizzata dagli architetti Giovanni D’Angelo, Luca Ponsi, Olivia Giorgi e Paolo Gaeta che si propone di collegare acusticamente Firenze e Lisbona. In ultimo è bene citare tutte quelle sonorità legate ai cosiddetti “non luoghi” ovvero ambienti costruiti con specifiche funzioni, seguendo un format che consente di trovare luoghi simili per identità, funzioni e spazi, nelle varie parti del mondo. Un esempio sono i supermercati,

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gli aeroporti e i centri commerciali, tutti luoghi in cui il transito delle persone è costantemente controllato e scandito da musiche e suoni atti a creare atmosfere, a trattenere i clienti e a indurre a stati psicologici che facilitino l’acquisto. La maggiore spinta conferita da questo scenario è quella che alimenta il desiderio di conoscere nuove sonorità, che possono essere sia locali, ovvero quelle che si è smesso di ascoltare o alle quali non si è mai prestata particolare attenzione, oppure quelle provenienti da paesi lontani. Una spinta quindi

a conoscere e identificare i luoghi tramite i suoni che ne definiscono l’identità, oppure semplicemente a sbirciare nelle culture e nelle tradizioni sonore di paesi lontani senza dovere per forza viaggiare. Questi accorgimenti vogliono dare a tutti le medesime possibilità di conoscenza e vogliono stimolare la curiosità verso ciò che è differente o estraneo al nostro comune vivere. Altra interessante volontà espressa è quella di raccogliere e collezionare i suoni del mondo, di intervenire alla creazione di comunità sonore internazionali, mappando il territorio tramite le particolarità sonore locali.

Train, Paul kalkbrenner Il DJ tedesco riprende il caratteristico suono dell’apertura delle porte della metropolitana di Berlino e ne realizza una traccia audio.

Soundcities è un database contenente suoni provenienti da tutto il mondo. Grazie alle tracce posizionate sulla mappa, gli utenti possono ascoltare liberamente qualsiasi suono inerente ad un luogo specifico. Gli utenti che possono caricare nuove tracce sonore.

Noisli.com Si tratta di un sito che consente di ascoltare suoni ad alta qualità che aiutano a concentrarsi sul lavoro o a ridurre l’ansia, lo sfondo cambia colore per far beneficiare l’utente degli effetti positivi della cromoterapia.

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Capitolo 7 - SCENARI

17) SUONO RICREATO

Il suono indubbiamente ha esito da un evento collocato nel tempo e nello spazio, e quindi è presente soltanto finché la fonte continua a produrlo. Per ovviare a questo problema che confina il suono a momenti precisi, sono state create apparecchiature che consentono di ricreare i suoni in modo da consentire di fruire quella data esperienza ogni qualvolta lo si desideri. Questi suoni vengono generati volontariamente per suscitare determinate emozioni, per stupire, spaventare e anche intimorire. Un esempio potrebbe essere il sonoro dei film in cui musica e effetti sonori convergono a creare un tutt’uno atto a generare negli spettatori determinate reazioni. I suoni ricreati possono anche avere lo scopo di attivare ricordi, come quando due innamorati sentono passare alla radio la canzone del loro primo appuntamento. Un altro motivo che spinge a riprodurre suoni, è il tentativo di ricreare situazioni

naturali, ad esempio per infondere stati di benessere, rilassamento e serenità. Come abbiamo già visto nei precedenti scenari, in particolare, in quello legato alle sinestesie, il suono ricreato può cercare di riprodurre sonorità del mondo che diventano anche un valido ausilio per l’apprendimento dei bambini (giocattoli sonori e educativi). In particolare sono proprio i bambini che, per giocare, si trovano spesso a ricreare suoni per simulare qualcosa che non c’è come il rumore di un’automobile o della sirena della polizia. In ultimo, la riproduzione del suono risulta fondamentale quando si cerca di rappresentarlo, come avviene con la raffigurazione grafica del battito cardiaco o con lo spettrogramma. Da questo scenario emerge la volontà di creare suggestioni particolari tramite la riproduzione di suoni appartenenti a realtà differenti, l’intento è quello di modificare e migliorare la percezione del luogo in cui si diffondono i suoni. La riproduzione può anche portare a nuovi metodi di rappresentare il suono, in modo da poter portare esperienze sonore sempre con noi oppure comunicare messaggi particolari.

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Waveform Waveform è la collezione di gioielli realizzata da Sakurako Shimizu che include pezzi di varia natura, tra cui collane, bracciali, spille e orecchini creati utilizzando le registrazioni di suoni emessi dalle persone mentre ridono o sbadigliano. Ha progettato anche anelli nuziali che rappresentano mediante un intaglio realizzato al laser le onde sonore di alcune parti di registrazione della cerimonia di nozze.

Inchiostro conduttivo Questo particolare tipo di inchiostro è realizzato mischiando particelle conduttive a una soluzione simile all’inchiostro di una penna a gel. L’inchiostro consente di disegnare dei circuiti che condurranno corrente se alimentati da una batteria, questa tecnologia è sfruttabile sia per illuminare piccoli led che per attivare degli emettitori di suoni.

Un poster che suona A Cambridge un team di 7 persone composto da scienziati, programmatori e designer, capitanati da Kate Stone ha sviluppato un poster interattivo che suona se toccato. Il progetto lanciato su Kickstarter ha come obiettivo quello di trasformare la carta in una piattaforma multi esperienziale. Sul poster in questione è stampato il disegno di una batteria, è possibile riprodurre 7 suoni diversi in base al punto toccato. Sul del supporto di carta avviene il collegamento dei sensori tattili con l’inchiostro inchiostro conduttivo che permette di dare vita ai disegni del circuito che controlla l’emissione dei suoni.

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18) SUONO PER INTRATTENERE

Il suono ha un potere particolare, ovvero quello di modificare la percezione del tempo. Tutti sappiamo che il solo atto di ascoltare musica può incidere non solo sulle prestazioni fisiche e sulla frequenza cardiaca ma anche sull’effettiva percezione della realtà. Il suono può intrattenerci nei momenti di svago, gli stessi atti di ballare, suonare e ascoltare sono legati all’emissione sonora. A questo proposito potremmo citare anche tutti quegli oggetti che non nascono con una finalità musicale o sonora ma che vengono adoperati in modo da produrre suoni, come quando si soffia nel collo di una bottiglia di vetro per produrre una qualche melodia. Si tratta di atti compiuti volutamente con lo scopo di intrattenere. Il suono accompagna i momenti di pausa, di divertimento e talvolta anche di lavoro, guida e aiuta ad orientarsi, aiuta a creare associazioni con gli ambienti.

Il suono e la musica sono una soluzione alla noia, riempiono l’attesa e fanno compagnia, talvolta però viene anche impiegato con lo scopo di trattenere le persone, di prolungare la permanenza all’interno di un ambiente o di indurre a determinati tipi di comportamenti. A questo fenomeno assistiamo in particolare all’interno delle sale gioco, nei casinò e nei cosiddetti “non luoghi”, come descritto precedentemente. È importante citare anche tutte quelle gestualità che compiamo volontariamente o in modo involontario per intrattenerci mentre aspettiamo, il ticchettare della penna sul tavolo, il tamburellare delle dita. Da questo scenario emerge la volontà di creare suoni appositamente per accompagnare le attività quotidiane e aiutare nello svolgimento delle stesse. Un altro possibile tentativo è quello di creare nuove sonorità per intrattenere le persone durante i tempi di attesa. Infine fa la sua comparsa il desiderio di orientarsi nel buio tramite i suoni dei quali si può provare a identificare la fonte e la direzione.

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19) SUONO DA INDOSSARE

Se pensiamo al walkman, inevitabilmente arriveremo a capire come esso abbia contribuito a cambiare la realtà musicale in quanto per la prima volta ha proposto un modo del tutto privato di usufruire della componente sonora. Con esso la musica poteva venire sempre con noi e poteva essere fruita in qualunque momento la desiderassimo. Col passare del tempo dal walkman si è passati al lettore CD e da questo si è passati al lettore mp3. Si può dire però che con la dimensione privata dell’ascolto musicale abbia fatto la sua comparsa anche un nuovo modo di “indossare” il suono, poiché le cuffiette e gli auricolari sono diventate un elemento caratterizzante e talvolta anche un accessorio vero e proprio da coordinare al vestiario. Tuttavia il concetto di “suono indossato”, quindi inteso anche come la produzione del suono o della musica tramite il movimento del proprio corpo ha

origini più antiche, radicate nella cultura orientale. In particolare erano le danzatrici del ventre a indossare appositi accessori come foulard, cinture e cavigliere con pendenti metallici che generavano piacevoli sonorità durante la danza. Tra gli strumenti musicali più antichi troviamo anche le nacchere spagnole che effettivamente vengono indossate infilando il pollice nel cordino che ne unisce le due estremità, la sonorità invece è generata dall’apertura e chiusura della mano che fa sbattere due gusci di legno uno contro l’altro. Queste osservazioni ci portano a definire che esistono differenti modi di “indossare il suono”, il principale di questi, che probabilmente è anche il più diffuso ai giorni nostri è quello che consente il trasporto del suono, ovvero di portare ovunque desideriamo generatori di suoni in modo da poter fruire di essi qualunque volta ne sentiamo la necessità. A questo scopo le apparecchiature che riproducono o trasmettono suoni sono diventate sempre più piccole e meno invasive in modo da poter effettivamente adattarsi a qualunque situazione. Al contrario però, negli ultimi anni c’è stato per alcuni elementi un ritorno “alle origini”, pensiamo ad esempio agli auricolari che man mano avevano assistito alla smaterializzazione della loro forma in modo da diventare sempre più piccoli e leggeri, ultimamente si è osservata una spinta inversa, ovvero un ritorno alla forma della cuffia originale, molto più ingombrante dell’auricolare. Questa tendenza potrebbe forse

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derivare da una nuova ricerca di espressività che vuole trovare un riscontro nella componente visiva, è così che il suono, e tutto ciò che ruota intorno ad esso, diventano veri e propri accessori di stile. D’altro canto abbiamo invece il “suono indossato” inteso come l’indossare

accessori, apparecchiature e strumenti musicali in modo da poter generare noi stessi musiche e sonorità oppure anche in modo da poter registrare gli eventi sonori che avvengono intorno a noi. (Vedi capitolo 5, Giubbotto per Soundwalking)

Cavigliere Fin dal Paleolitico, nella cultura Cro-Magnon venivano utilizzati semplici materiali per realizzare strumenti sonori e musicali, per esempio le conchiglie bucate erano impiegate come ornamenti sonori. Nelle caverne della Liguria, in particolare ai Balzi Rossi, e nel Finalese sono state trovate sepolture di uomini, donne e bambini che indossavano centinaia di conchiglie, disposte come braccialetti, cavigliere, collane, cuffie, cinture e gonnellini. Troviamo una variante di questi ornamenti sonori nelle cavigliere tipiche indiane che sono realizzate tramite l’unione di sonagli e pendenti metallici.

Ritmo Advanced Sound System Sappiamo che prima della nascita i bambini riescono a sentire i suoni provenienti dall’ambiente che li circonda. Ecco così che Nuvo propone un curiosissimo stereo pensato per far ascoltare musica ai bambini ancora nella pancia della mamma. Quest’oggetto si presenta come un cinturone dotato di casse da indossare direttamente sul corpo, esso presenta un’acustica studiata appositamente per consentire al suono di essere percepito in modo ottimale all’interno della pancia.

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20) SUONO COME LUCE

Suono e luce sono due elementi percepibili tramite sensi specifici, rispettivamente udito e vista, e hanno una caratteristica comune ovvero il fatto di essere incorporei e quindi intangibili. Risulta difficile rappresentare il suono ma lo stesso si potrebbe dire della luce, di fatto entrambi sono pienamente apprezzabili dai sensi solo nel momento specifico in cui sono generati. Il rapporto luce-suono è ben evidente nel campo della comunicazione, in quanto molto spesso è l’insieme di luce, immagini e suoni che genera un effettivo e completo messaggio, in particolare per quanto riguarda il mondo dei media. Il mondo pubblicitario invece adotta sempre più spesso accorgimenti, interattivi e non, per attrarre l’attenzione attraverso luci e suoni appositamente studiati. Nel campo dello spettacolo poi notiamo come le performance

dal vivo e, in particolare quelle che si tengono su un palco, siano effettivamente accompagnate e completate da luci e suoni che si “muovono” all’unisono creando un unico “corpo” atto a segure il movimento delle persone sulla scena. Un campo di applicazione in cui il rapporto luce-suono si rivela come essenziale è quello dei segnali, degli allarmi e delle spie luminose, infatti se ci soffermiamo un momento, avremo modo di osservare che la maggior parte di questi vede la compresenza di suono e luce, al fine di rafforzare il messaggio comunicato e di raggiungere il maggior numero di persone possibili. Un esempio è il faro, come sappiamo esso emette una luce intermittente che segnala alle navi la distanza e la posizione della costa, tuttavia, in caso di nebbia, esso emette un suono di avviso, in modo da avvertire della sua presenza anche coloro che non riescono ancora a vederlo. Anche la componente tecnologica e il campo fantascientifico vedono una propria migliore realizzazione nel momento in cui musica e suono collaborano, pensiamo anche solo alle spade laser del film Star Wars e di come l’effetto sonoro sia stato studiato appositamente per essere collegato al fascio laser luminoso. I laser sono utilizzati comunque anche nella realtà, per creare stupefacenti show dal vivo, è bene poi citare tutti quegli eventi studiati per unire alla componente visiva una sonora, come ad esempio avviene negli spettacoli pirotecnici. Esistono poi tutti quei tentativi più o meno riusciti

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di unire suono e luce in modo da generare sensazioni piacevoli come la cromo-musico terapia. Questi si antepongono a tutti quei fenomeni in genere non voluti che invece gerano sensazioni di fastidio, come il ronzio emesso dalle lampade al neon. Anche il campo dell’educazione può in qualche modo beneficiare del binomio suono-luce, basti pensare all’apprendimento assistito, come avviene in alcuni strumenti musicali che si illuminano in modo da guidare l’utente mentre sta imparando a suonare. Come tutti avremmo ormai avuto modo di constatare, anche la religiosità e tutto ciò che ruota intorno ad una dimensione spirituale, prevede una presenza costante di suoni e luci che, in un certo senso hanno lo scopo di avvicinare l’uomo a Dio. La divinità infatti è spesso definita come una luce, lo stesso paradiso e la vita dopo la morte sono ad essa visivamente collegati, e quale modo migliore di protendersi verso Dio se non cantando, pregando e creando atmosfere mistiche e religiose? (Cori Gospel, organo a canne, etc.) In ultimo è bene soffermarsi su tutti

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quegli eventi naturali che vedono come protagonisti il suono e la luce e che, molto spesso, li collegano così strettamente da renderli caratterizzanti di quello stesso evento. Un esempio può essere il fuoco che scoppietta sulla legna oppure il temporale in cui luce e suono vanno a creare quell’evento particolare che termina con il rumore del tuono. Questo scenario si propone in particolare di unire le due differenti sensazioni del suono e della luce allo scopo di creare atmosfere suggestive oppure di ricreare contesti naturalistici. Una forte spinta è quella verso le disabilità e quindi la volontà di supplire a carenze sensoriali tramite luci e suoni convertiti in appositi segnali. In secondo luogo invece si osserva il desiderio di ovviare a problematiche quali l’inquinamento acustico utilizzando messaggi e segnali percepibili da altre sfere sensoriali, come quella visiva. Segnali luminosi appositamente studiati potrebbero comunicare l’eccesso di rumore e invitare ad emissioni sonore più contenute e ragionevoli.


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Aurora boreale L’aurora boreale è un effetto ottico che si verifica nell’atmosfera terrestre, generato dalle particelle che colpiscono la ionosfera. Esso è caratterizzato da bande luminose di colore rosso-verde-azzurro. A volte, durante l’apparizione di un’aurora, è possibile udire dei suoni che simili a dei sibili. L’origine di questi suoni è ancora non chiara, si ritiene che sia dovuta a perturbazioni del campo magnetico terrestre causate da un aumento di ionizzazione nell’atmosfera sovrastante.

Tuono Il tuono è il rumore provocato da un fulmine, esso può manifestarsi come un colpo secco o come come un rombo basso e prolungato. Questo rumore è causato da un forte aumento di pressione e temperatura che provoca la rapida espansione del canale ionizzato prodotto dal fulmine, l’espansione dell’aria produce un’onda d’urto che genera il tuono.

Arpa Laser L’arpa laser è uno strumento musicale elettronico formato da una serie di raggi laser che possono essere suonati e simulano le corde di un’arpa. al fine di produrre suono. Questo particolare strumento inventato da Bernard Szajner nel 1981 e reso noto dai concerti di Jean Michel Jarre, non produce suono da se ma ha bisogno di un sintetizzatore.

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Capitolo 8 - I PROGETTI

Capitolo 8, I PROGETTI

Analisi dei progetti selezionati

“Non c’è mai fine. Ci sono sempre dei suoni nuovi da immaginare, nuovi sentimenti da sperimentare. Solo così riusciamo a dare a chi ci ascolta l’essenza, il meglio di ciò che siamo.” John Coltrane

Dai 50 progetti realizzati dagli studenti ne sono stati selezionati 20 da proporre nella Mostra Sonora, 8 dei quali sono stati trasposti in formato pop-up. La scelta dei progetti è stata dettata in parte dalle tempistiche in quanto alcuni progetti non erano ancora stati presentati in forma definitiva, in parte dall’effettiva fattibilità e dalle possibilità di resa dei progetti stessi in forma di pop-up. Nella Mostra Sonora i progetti sono presentati seguendo una scala di “sonorità”, ovvero in ordine dal più “sonoro” al più silenzioso, ciò aiuta anche a evidenziare le differenti modalità con cui gli studenti si sono approcciati alla tematica del suono. Il pop-up conferisce al progetto un aspetto materiale che però non va ad interferire con la componente sonora, vera protagonista della mostra.

Il Progetto e la sua analisi La società occidentale di oggi, se si dovesse descrivere con un aggettivo, è intasata. Intasata di comunicazione, di rumori, di persone...vi è una moltitudine di cose tra cui scegliere, tra cui destreggiarsi, ma questa ricchezza di stimoli finisce troppo spesso per esasperare, “il troppo stroppia”. I vincoli affettivi si fanno più stretti, tutte le persone sono chiuse in un

micro-cosmo in cui loro stessi ne sono il sole, in cui ruotano gli affetti più stretti e le cose che costituiscono la loro vita, ma i ritmi sempre più pressanti della vita lavorativa e degli impegni vari erodono pian piano il tempo libero dell’uomo, riducendolo al limite estremo, un vecchio osso ormai scarnificato. Tornati a casa dal lavoro, dopo 12 ore alle casse di un supermercato, o dietro una scrivania, le persone hanno ben poca voglia di coltivare momenti

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per sé, desiderando forse andare in letargo, in un sogno idealistico di cui difficilmente si ha voglia di mettere reali basi, così facendo sciolgono i legami con la realtà, vivendo in un limbo casa-lavoro.

Il Corso di Exploring Design quest’anno ha visto partecipi 71 Studenti che suddivisi in 37 Gruppi di lavoro hanno individuato 20 Scenari dai quali sono stati realizzati 50 Progetti Da questi, sono stati selezionati 20 progetti da proporre nella mostra sonora e tra di essi, 8 sono stati realizzati in formato pop-up

Il progettista progetta tenendo conto di questo mondo, ecco quindi come questo, in un corso che ha come requisito di progetto il suono, svisceri l’argomento in diversi ambiti, rimescolando il suo calderone di conoscenze fino a trovare la quadra giusta per un progetto, ma perchè un progettista dovrebbe interessarsi al fattore “suono”? Cosa lo rende così importante? Il suono circonda ognuno di noi, in ogni momento della nostra vita. Sebbene sia la vista il senso più sviluppato in un essere umano il suono ci aiuta a percepire, fa da complemento agli occhi, ed arriva dove questi non possono arrivare. È quindi importante tenerlo a mente. Che suono progettare per far chiudere una scatola? Ed ancora: che suono produrrà questa scatola quando verrà posata sul tavolo? Che non-suono deve fare? Sono tutte domande che un progettista di pone. Al termine del corso di Exploring Design gli studenti hanno presentato svariati progetti di cui, in seguito, verrà presentata una selezione tra quelli dell’appello del 06 febbraio. Prima di vederli uno per uno, però, è bene ribadire dei tratti comuni tra tutti i progetti. I progetti possono essere divisi, in prima analisi, in due categorie: i progetti “sonori” e quelli “silenziosi”. I progetti sonori ricercano, per il progetto stesso,

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di cogliere sonorità nuove, utilizzando il suono non solo come feedback funzionale, ma come valore aggiunto, centrale; scoprire nuovi suoni ed introdurli nella vita di tutti i giorni, far riscoprire suoni dimenticati o porre l’accento su suoni che da sempre sono esistiti ma mai indagati o a cui mai è stata data attenzione, ad esempio: nell’ambito dei prodotti sfusi per alimenti, massimizzando i suoni generati da sementi che vengono versate da un barattolo, anziché smorzarne il tintinnio si è deciso di ampliarlo, di ricreare una nuova versione di bastone della pioggia. Altri progetti parlano invece di “togliere il suono”, ma non nell’accezione negativa del termine: non un togliere il suono per zittire qualcuno, ma un far diminuire il rumore fastidioso così da permettere un approccio più sereno. La maggior parte dei progetti che riguardano il non-suono sono da riferirsi all’ambito urbano: ricreare un’oasi di pace o rendere coscienti gli altri del rumore che stanno provocando, per esempio attraverso una lampada da biblioteca fonoassorbente che non solo è progettata per ridurre il rumore, grazie al materiale di cui è composta, ma anche per far diminuire l’intensità della luce da essa prodotta con l’aumentare del volume della conversazione. Una progettazione etica, dunque, che unisce tutti i progetti, una progettazione che guarda il benessere dell’individuo immerso nella società, la creazione di una “fase zen” in cui risvegliare le persone dal torpore con gentili imput sonori. Il suono è vincolato, quasi più dell’immagine, ai ricordi, con il suono


Capitolo 8 - I PROGETTI

giusto si aprono degli interi universi che possono vincolare messaggi ben più pregnanti e universalmente personali di una mera immagine, ecco quindi che il progettista tenta di ritrovare un suono per ogni oggetto, di ridare un’identità a questi:evita oggetti tecnologici, con l’ormai onnipresente”bip”, una tecnologia che ha impregnato ogni aspetto della vita, un “bip” universale che toglie carattere a ciò che ha intorno. Il progettista vuole mettere l’accento su ciascun oggetto, dandogli una voce: non vi sono 10 bottiglie uguali, create con un unico stampo che si differenziano solo dall’etichetta, ma 10 sonorità diverse che danno imprimono carattere al prodotto. Dalla lettura critica di questi progetti sembra che vi sia una forte volontà di crere “momenti per le persone”, mettere l’accento sui microsuoni che normalmente vengono surclassati da tutto il resto, ignorati, ma che nella loro infinita piccolezza pongono l’accento sull’unicità delle cose, dei momenti, dell’individuo stesso, “carpe diem”: cogli l’attimo, sembrano suggerire molti progetti, coglilo e stringilo a te. Si tenta di portare suoni naturali, analogici, nella vita di tutti i giorni o far scoprire quelli inascoltati. La natura ci parla di genuina bellezza, di tranquilla coscienza, rende consapevole dell’atto che si sta compiendo e del mondo che c’è intorno all’individuo, forse proprio per questo molti progetti prendono e ricreano questi suoni, le foglie al vento, il picchiettare della pioggia, il calpestare pozzanghere d’acqua...altri, invece, preferiscono far sgorgare suoni sconosciuti ed inascoltati,

riportare lo stupore nella vita di tutti i giorni, lavando via la patina di grigiore che a volte sembra accompagnare le giornate, stupendo l’utente con un suono nuovo e inaspettato che fa sorridere e fa vedere il mondo con gli occhi spalancati di un bambino.

Tutti i progetti hanno indagato in maniera differente il suono ed il suo universo, arrivando a definirlo in nuove maniere, ognuno di essi lo presenta secondo una sfumatura unica e originale, sinonimo della visione del mondo dei progettisti e dei loro imput per il futuro. Quello che segue non è un mero elenco, ma neppure un’ Enciclopedia del Progetto; si è cercato di capire i punti di forza e di debolezza dei progetti e mettere in luce ciò che questi, nell’ambito del suono, rappresentino. I progetti sono stati raggruppati per argomenti tematici. Ogni progetto porta con sè una caratteristica di quel che è stato il corso e dell’ottica in cui si è svolto, della sua ricchezza e dell’impegno messo per affrontarlo. Si consiglia di non guardare i progetti uno per uno ma di considerarli anche nel loro insieme, così da avere un’ottica esaustiva e generale di ciò che significa “suono come requisito di progetto“, una tematica che non si ferma al “semplice” progettare un nuovo suono ma all’attenzione della componente sonora in ogni sua forma: non solo di come possa “suonare“un rossetto quando viene aperto ma anche se sia necessario che vi sia questo feedback sonoro e che messaggio vincola in sè.

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Gruppo Inaspettato, ANALOGICALLY V. Molina, V. P. Rispoli, A. Stante, R. C. Ussello

Un’auto elettrica a bassa velocità produce appena 3 decibel: impercettibile

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Il Progetto L’auto elettrica non produce alcun suono quando è in movimento, a fronte di questo problema il gruppo Inaspettato ha deciso di indagare la questione e trovare diverse soluzioni che non prevedano l’utilizzo della tecnologia ma soltanto l’interazione tra la macchina in movimento e tutto il resto. Le possibile zone d’azione erano molteplici ma il gruppo ha deciso di focalizzarsi sull’interazione vento/ specchietto e pneumatici/asfalto.

- Creare Nuovi Suoni - Porta ad un comoportamento etico involontario in quanto il rumore prodotto avverte i pedoni dell’arrivo della macchina


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Sono come Suono

Gruppo Disarmonico, CARILLON BIKE S. Nichele, P. Pettigiani, F. Puyana, A. Trolese

Suona la tua città., il tuo viaggio, la tua bici con Carillon Bike

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Il Progetto Carillon per bicicletta: una scocca in acciaio andrà fermata alla forcella della bici in corrispondenza della ruota anteriore, questo carter presenterà una lamina a pettine. Fermando a distanze regolari, sui raggi della bicicletta, delle fascette queste, mentre si pedala, andranno a stuzzicare il pettine, producendo una melodia. Il carter può essere allontanato dalla ruota grazie ad una leva posta sul manubrio così da poter scegliere se e quando “suonare“.

- Personalizzabile - Condividere il suono - Creare nuovi suoni e nuove melodie - Viaggiare con il suono - Tramite una leva si può decidere di interrompere il “flusso sonoro“


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Sono come Suono

Gruppo Tambureggiante,

KNOTE P. Marinho Pereira, S. Panetta, E. Salvadori, A. Turturro

Knote è un full-range speaker con collegamento Bluetooth e batteria ricaricabile al litio contenuto all’interno di una pelle elasticizzata Spandex

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Il Progetto Casse fai da te trasportabili e appendibili, la presenza di una batteria al litio fa sì che non vi sia bisogno di una fonte di energia elettrica a cui attaccarsi mentre si ascoltano i brani scelti. Il progetto sarà reso disponibile in versione retail e open source. Eliminando la scocca di protezione si vuol giocare sul concetto di “rompere le scatole“, fisicamente, e metaforicamente, facendo sentire la propria musica a tutti.

- Trasportabile - Essendo una cassa espande i suoni - È possibile orientare la cassa, e quindi il flusso sonoro, con facilità


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Sono come Suono

Gruppo Corale, URBAN SOUND A. Pereira Silva, R. Pomponio, F. Rovera, A. Savina

Progettare un arredo urbano differente, unico e caratteristico per PIazzale Valdo Fusi, con il suono come centro del progetto

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Il Progetto Serie di arredi urbani modulabili realizzati per Piazzale Valdo Fusi. Tutto l’arredo è pensato per il mondo degli skaters, utenza di riferimento della piazza di Torino, difatti i diversi moduli possono aiutare la costruzione di un percorso sempre nuovo. L’apporto sonoro è dato da alcuni interventi su piani quali gli schienali delle sedute, o le rampe stesse che divengono “strumenti musicali da usare con i piedi“

- Interattivo: i fattori atmosferici o l’intervento dell’utente fa sì che il suono venga prodotto - Crea suoni e melodie sempre nuovi a seconda di come viene usato l’arredo


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Sono come Suono

Gruppo Coinvolgente, SEDIA SONORA F. Liviello, C. Matta, S. Nicolosi, M. Rizzetto

Cerca il tuo vento ed ascolta la sua melodia

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Il Progetto Seduta per esterni ispirata al flauto di Pan che, mediante l’interazione con il vento, ricrea una melodia godibile e rilassante. Le “canule” del flauto, che fanno anche da seduta, sono in bambù, intrecciate tra di loro con vimini o rattan, fibra derivante da una palma. La seduta può essere orientata con facilità, così da permettere all’utente di direzionarla verso il vento. La base è in cemento, così da non far volar via la seduta al primo alito di vento.

- Interattivo - Crea nuovi suoni - Rilassare - Ecosostenibile per il materiale usato, il bamboo, a patto che sia reperibile vicino ai luoghi di produzione della seduta


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Sono come Suono

Gruppo Coinvolgente, SEDIA SONORA F. Liviello, C. Matta, S. Nicolosi, M. Rizzetto

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Sono come Suono

Gruppo Interattivo, WELCOMEAR M. Angelo Branco, A. A. Audifreddi, M. Dugoni, G. Gasco

Welcomear, i suoni del mondo direttamente a casa tua

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Il Progetto Servizio che offre tramite un sito web la possibilità di ascoltare in tempo reale i suoni che provengono da diversi luoghi del mondo, così da viaggiare in un universo sonoro raggiungendo le località più disparate. Nei luoghi “ascoltati“ viene piazzato un microfono ad un’altezza tale da non permettere atti di vandalismo, atto a captare i rumori del luogo e ad inviarli ad un server, non prima di averli passati in un amplificatore per migliorarne la qualità.

- Viaggiare con il suono - Condivisibile - Ecologico - Interattivo


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Gruppo Interattivo, WELCOMEAR M. Angelo Branco, A. A. Audifreddi, M. Dugoni, G. Gasco

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Gruppo Comunicativo, PRODUCT STORYTELLING M. Mantello, A. Serra , M. Tampone

Diamo voce agli oggetti, creando un servizio per dare voce ad un oggetto in modo da farci dire da dove viene e come è stato creato

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Il Progetto Progetto di marchiatura di oggetti di arredo tramite codice QR in modo tale che questi, se riutilizzati per creare nuovi suppelletti di arredo, portino su di sè una traccia di ciò che erano stati. Il cordice QR infatti rimanda a un sito internet completo di traccia audio che narrerà la storia del prodotto, rendendo partecipe l’utente del percorso che questi ha fatto per giungere fino a lui, tentando così di creare un “oggetto di affezione“

- Ecologico, prevede il riuso e, nel caso diventi oggetto di affezione, la vita del prodotto verrà allungata - Etico, spinge al riuso - Ricrea un “viaggio“ nella memoria dell’oggetto


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Sono come Suono

Gruppo Comunicativo, PRODUCT STORYTELLING M. Mantello, A. Serra , M. Tampone

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Sono come Suono

Gruppo Onomatopeico, DEGUSTAZIONE SONORA M. Mazzurco, S. Rezazadeh, Z. Zhang

Il suono diventa guida in una degustazione di piatti etnici, evocando luoghi sconosciuti.

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Il Progetto Evento che unisce la degustazione al suono: ai partecipanti verranno serviti dei piatti etnici che non potranno osservare grazie ad un paio di occhiali offuscanti, di cui verranno forniti. Mentre gusteranno i cibi verrà trasmessa musica la cui provenienza non coinciderà con quella del cibo nei piatti, così da non creare pregiudizi. Solo in un secondo momento gli utenti verranno invitati a togliersi gli occhiali e a gustare i cibi con la musica giusta di sottofondo.

- Condivisione, l’evento crea un momento di condivisione tra i diversi utenti che scopriranno sapori e musiche nuove in compagnia - Viaggiare con il suono ricreando atmosfere caratteristiche di altre parti del mondo


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Gruppo Tintinnante, ARMONIA D. Armenzoni, S. Brignolo, C. Colosi

Un’armonia per potersi rilassare in situazioni stressanti

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Il Progetto Armonia è una collana sonora progettata per la marca BREIL che ricorda le pietre utilizzate nei massaggi. Essendo una collana trasformabile può essere indossata chiusa o aperta, se indossata in quest’ultimo modo, i ciondoli, liberi, tintinneranno quando ci si andrà a giocareproducendo armonie, il suono piacevole è assicurato dal materiale in cui è prodotta: l’acciaio armonico. Il packaging è pensato per ricordare i vassoi del bonseki.

- Interattivo: per creare nuovi suoni si deve giocare con la collana, nel caso non si voglia produrre alcun rumore basterà chiudere la stessa - Crea nuovi suoni ed armonie - Pensato per rilassare


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Gruppo Stimolante, FIÚ, BICCHIERE SONORO A. Baldi, N. D’Agostino, E. R. Faraci, L. Hernandez

“How deep is the ocean?“ Ray Charles

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Il Progetto Il bicchiere si rifà al principio dei vasi comunicanti; per sapere a che livello è l’acqua basterà soffiare dolcemente nella canula: così facendo si creerà una nota che varierà al variare del livello del liquido all’interno del bicchiere. Per facilitare ai non vedenti o agli ipovedenti, target a cui è dedicato il progetto, l’individuazione della canula è presente una piccola sporgenza sul bordo esterno del bicchiere.

- Design for all - Crea nuovi suoni a seconda del livello dell’acqua - Massimizza i suoni prodotti


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Gruppo Intrecciato, SOFT SOUND M. Mantovani, D. Pilati, M Truffa Giachet, S. Zerbinati

Una coperta, che non solo trasmetta calore, ma che circondi chi la utilizza con suoni e relative suggestioni

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Il Progetto Serie di coperte sonore componibili, nel dettaglio: Naud ricrea suoni rilassanti mediante la presenza di sacchettini pieni di elementi naturali, è personalizzabile in quanto il contenuto dei sacchetti è a scelta dell’utente. Shound, patckwork sonoro, molto simile a Naud è realizzato in cotone cerato. Tec-So, coperta dedicata agli innamorati: attraverso un dispositivo tecnologico sarà possibile ascoltare i suoni che sta ascoltando il partner.

- Condivisione - Personalizzazione - Creare nuovi suoni analogicamente (no per Tec-So) -Ricreare un ambiente rilassante


Capitolo 8 - I PROGETTI


Sono come Suono


Capitolo 8 - I PROGETTI


Sono come Suono

Gruppo Esplosivo, EARTH I. Aguaded, M. Attardo, A. Dadone, U. Gnocchi

Non sentire l’isolamento, cambiando percezione di un ambiente e riducendo lo stress metropolitano

232

Il Progetto Dispositivo pensato per i centri commerciali, gli areoporti o quei luoghi pubblici in cui passano molte persone e che, di conseguenza, sono molto rumorosi. Earth viene collegato al meccaniscmo di una scala mobile e ,grazie a degli elementi naturali quali granuli o acqua, posti nelle tre ruote girevoli cave, produce rumore bianco, nelle intenzioni progettuali, cercando di ricreare un ambiente meno caotico e rilassante, portando una bolla di pace.

- Crea Relax - Ecologico poichè si aggancia a un meccanismo già esistente


Capitolo 8 - I PROGETTI




Sono come Suono

Gruppo Naturale, ZERBINO SONORO F. Macchia, L. Mariz, E. Morini, V.G. Mulas

Un benvenuto acustico che accompagnerà l’ingresso in casa di visitatori e non

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Il Progetto Serie di quattro zerbini sonori che, in modo analogico, vogliono rendere piacevole e accogliente il primo gesto che si fa entrando in casa: calpestare lo zerbino. I suoni ricreati vengono tutti associati al mondo naturale: il ticchettio della pioggia, il frusciare delle foglie o il caplestare una pozzanghera d’acqua, oltre al tintinnante suono di campanellini, un “benvenuto“ sonoro che fa sorridere.

- Crea nuovi suoni - Massimizza i suoni prodotti da movimenti altrimenti silenziosi - Interattivo, in quanto prevede il calpestio


Capitolo 8 - I PROGETTI


2.

Sono come Suono


Capitolo 8 - I PROGETTI


Sono come Suono


Capitolo 8 - I PROGETTI

241


Sono come Suono

Gruppo Tangibile, ARMONIA DEL TRATTO L. Collignan, M. D’Urzo, B. Deus Bouzas

Libro di esercizi per bambini disgrafici e non, il suono viene ricreato dal tratto dello stilo sulle pagine del libro

242

Il Progetto Progetto pensato per bambini disgrafici, grazie a uno stilo per amplificare i suoni i bambini saranno portati a ripassare dei percorsi presenti sulle pagine: questi hanno duplice funzione di ricreare, attraverso l’interazione tra materiali e texture il suono corrispondente all’immagine presente sulla pagina e il fluidificare la scrittura del bambino attraverso esercizi specifici. Le pagine sono riorganizzabili per creare nuove storie.

-Design for all -Crea nuovi suoni -Massimizza i suoni prodotti -Interattivo -Personalizzabile


Capitolo 8 - I PROGETTI


Sono come Suono

Gruppo Emotivo, SHHTOVIGLIE A. Pelliccia, F. Petruso, G. Rolle, E. Turrini

L’acciottolio può risultare fastidioso, l’oggiettivo è quello di eliminare o ridurre il suono creato dal contatto

244

Il Progetto Studio pensato per i luoghi di ristoro pubblico per produrre meno rumore possibile. Shhtoviglie non presenta un prodotto finito vero e proprio ma è una raccolta di soluzioni progettuali studiate fin nei minimi dettagli su come produrre poco rumore, andando a intervenire sui materiali, su aggiunte di materiali o sulla forma stessa stoviglie.

-Eliminare i suoni dovuti al battere dalle stoviglie - Tentare di rendere più confortevole un ambiente di per sè ricco di inquinamento acustico - Far sì che ci si renda conto, grazie alla mancanza di suono, di quanti suoni si produca trattando con poca grazia le stoviglie


Capitolo 8 - I PROGETTI


Sono come Suono


Capitolo 8 - I PROGETTI

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Sono come Suono

Gruppo Corposo, SAFE & SOUND L. Adolfato Sanchez, G. Ferrauto, C. Ferrero, T. Grillo

Sii totalmente muto e sordo, anche solo per pochi istanti. Non potrai andare da nessun’altra parte, se non dentro te stesso. Osho Rajneesh

248

Il Progetto Cuffie “isolanti ma non troppo“, atte a cancellare i suoni che disturbano ma senza estraniare completamente il soggetto dall’ambiente circostante; la grafica graffiante comunica al vicino il proprio disagio per i suoni troppo forti. Il prodotto è formato da un’anima di Memory Foam rivestita in tessuto per il massimo comfort. Il prodotto presenta 4 linee che fanno capo alla personalizzazione, alla discrezione, all’ironia o al gigantismo.

- Ironico - Critico - Crea una bolla personale - Personalizzabile - Rende consci gli altri del l’inquinamento acustico che stanno producendo


Capitolo 8 - I PROGETTI


Sono come Suono

Gruppo Narrativo, ALFABETO DEL SILENZIO A. Confuorto, M. Carletti, A. D’Errico, M. Estepa

Suono visibile, tangibile, tattile e materiale; come rappresentare la mancanza di suono?

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Il Progetto L’alfabeto del Silenzio, progetto declinato poi nello “SHH Book“ si bassa sulla ricerca di simboli che ricordano il non-suono. Individati 8 simboli questi sono stati declinati in un vero e proprio linguaggio, presentato nel già citato libro che, sul fondo, presenterà gli stessi sotto forma di adesivi, invitando gli utenti ad attaccarli dove la comunicazione visiva diventa inquinamento visivo. Il progetto è pensato per avere una forte connotazione “viral”.

- Interagisce con comunicazione già esistente - Elimina i suoni - Comunica l’eccesso di comunicazione visiva - Porta a un comportamento etico - Critico


Capitolo 8 - I PROGETTI


Sono come Suono

Gruppo Narrativo, ALFABETO DEL SILENZIO A. Confuorto, M. Carletti, A. D’Errico, M. Estepa

252


Capitolo 8 - I PROGETTI


Sono come Suono

Gruppo Nascosto, SPICCHIO DI SILENZIO E. Mori, G. Pesce, L. Vellar

Per non guastare momenti piacevoli attraverso un packaging funzionale che garantisca qualità e sostenibilità sonora e alimentare

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Il Progetto Pack e Snack silenzioso pensato per il cinema: lo snack è rappresentato da delle gelatine di frutta ricoperte di cioccolato, sfiziose e salutari, mentre il packaging è invece un involucro di cera con uno stoppino, il suo modo di apertura ricorda lo sbucciare di un’arancia e, al termine del suo utilizzo come pack, può essere riutilizzato per creare una candela, sciogliendo la cera ed inserendo lo stoppino al suo interno.

- Elimina i suoni fastidiosi durante la visione di un film - Grazie al riutilizzo quasi completo del pack porta ad un comportamento etico - Ecologico


Capitolo 8 - I PROGETTI




Sono come Suono

Gruppo Sfrigolante, NO CROCK R. Bastita, A. Baulai, L. Cerri

No Crock, lo snack furvivo che ti fa sentire... solo il gusto!

260

Il Progetto No Crock, pack e snack silenziosi: lo snack consiste in una patatina di mais al formaggio, scelta per il suo “non-croccare”, e la forma è studiata per essere facilmente estraibile, grazie al foro. Il pack, a sezione triangolare per facilitarne la distribuzione, è formato da due monodosi separabili e fruibili separatamente. Il tutto è pensato per luoghi “silenziosi“, come ad esempio le biblioteche, o per spuntini nascosti.

- Elimina i suoni del packaging e dello snack - Ecologico grazie alla bioplastica Apinat DP2125


Capitolo 8 - I PROGETTI




Sono come Suono

Gruppo Ausiliare, FELL IN’ SILENCE P. Menotti, F. Morra, P. Porro

È possibile inoltre leggere il testo della canzone che si sta ascoltando in modo da poter avere un “ascolto” completo del brano

264

Il Progetto Applicazione per Smartphone pensata per non udenti per “fargli provare la musica“: sul display verrà visualizzato il brano scelto sotto forma di grafico a colori, i colori baseranno l’intensità sull’intensità della nota ed il brano sarà inserito in formato MIDI così da permettere all’applicazione di individuare i diversi strumenti che compongono la musica ed assegnare ad ogniuno un colore, permettendone il riconoscimento visivo.

- Design For All: attaccando delle cuffie al dispositivo sarà possibile non solo vedere la musica ma anche ascoltarla


Capitolo 8 - I PROGETTI


Sono come Suono

Gruppo Ausiliare, FELL IN’ SILENCE P. Menotti, F. Morra, P. Porro

266


Capitolo 8 - I PROGETTI



Capitolo 9 - “una mostra sonora”

Capitolo 9 UNA MOSTRA SONORA L’ultima parte della tesi riguarda il nostro progetto: una mostra sonora che vuole mostrare ed illustrare i progetti degli studenti stessi ponendo il suono al centro della progettazione. Perchè una mostra e non qualcos’altro? Si è riflettuto con attenzione su che cosa progettare, poiché la volontà progettuale non era quella di creare un ulteriore progetto da unire a quello degli studenti, magari scegliendo un ambito poco indagato, ma quella di mostrare al meglio le potenzialità dell’ambito suono, sottolineando la sua importanza. Presto ci si è resi conto che difficilmente si sarebbe riuscito a racchiudere in un unico progetto la ricchezza espressiva e varia che ha portato alla luce il corso di Exploring Design, quindi si è preferito lasciare che i progetti parlassero da soli, riservandoci il compito di ritagliare per loro uno spazio ulteriore in cui raccontarsi, una mostra sonora che volesse racchiudere tutte le esperienze del corso mantenendo intatta la sua modalità espressiva. La mostra non è pensata per avere un luogo espositivo fisico, prendendo spunto dalla caratteristica di incorporeità del suono, bensì vi è la volontà di far “parlare la tesi”, in quanto ricettacolo delle fatiche del corso e elaborato fisico al termine della ricerca.

271


Sono come Suono

Mostra sonora

Come dare

“voce” ai progetti?

Ovunque

Volontà progettuale è che, la mostra sonora, sia fruibile ovunque ed in qualunque momento, nonché che “dia voce”ai progetti degli studenti. I primi due punti presentano subito una problematica nei confronti dell’argomento suono, data dalla sua componente puntuale; perchè dunque prenderli come requisito progettuale? Nel concetto classico di mostra questa deve essere fruibile per un certo periodo di tempo a un certo numero di visitatori, nel caso sia fruibile soltanto in un momento preciso si tratterà di uno spettacolo o di un’installazione. La volontà

272

In qualunque momento

qui presentata è quella di rendere la componente sonora dei progetti sempre ascoltabile. L’ “ovunque” a cui si fa riferimento indica la volontà di non realizzare una mostra fisica comunemente intesa. Ci è sembrato limitante per le potenzialità che il fattore “suono” presentava proporre una mostra racchiusa tra quattro mura, inoltre presentare oggetti fisici rappresentava un controsenso alla qualità immateriale del rumore, volevamo far sì che le orecchie fossero messe al primo posto, rispetto alla vista.


Capitolo 9 - “una mostra sonora”

Mostra sonora - Il suono

INTANGIBILE

EVOCATIVO

Il suono è fruibile solo nel momento stesso in cui viene prodotto (o nel momento in cui arriva all’ascoltatore) e nel luogo in cui viene prodotto, non è possibile, analogicamente, portarlo da un luogo all’altro, non lo stesso identico suono, per lo meno, è possibile riprodurre un suono simile ma non il medesimo. Questa è una delle caratteristiche del suono: il fatto che sia puntuale. A questa si aggiunge la componente non materiale dello stesso e quella evocativa. La componente sonora, difatti, stimola il ricordo più della componente visiva: nel dormiveglia di una domenica mattina il borbottio della moka sul fornello ci preparerà ad un dolce risveglio, e quante volte,

PUNTUALE

sentendo una canzone, si ricordano momenti impressi a fuoco nella memoria che l’hanno vista aleggiare nell’atmosfera? Il suono vincola ricordi e fa viaggiare ad occhi aperti, stimolando la fantasia con collegamenti mentali che la componente visiva troppo spesso trattiene: davanti a un piatto di pasta dal brutto aspetto molti storceranno il naso senza neppure assaggiarla, quando magari l’aspetto era sì triste ma il sapore ottimo. Non essendo abituati a basare le nostre impressioni sulla componente uditiva questa presenta molti meno preconcetti e barriere rispetto a quella visiva.

273


Sono come Suono

Mostra sonora - Scenario

Come si può

Oggetti Sonori, Milano

“mostrare” il suono? DOS, Disegnare Oggetti Sonori, Roma

Museo del Suono, Vienna

Prima di passare al progetto vero e proprio è bene vedere quali sono state le mostre che, fino ad adesso, hanno avuto un occhio di riguardo al fattore “suono”. Principalmente possiamo dividere due gruppi: le mostre che presentano oggetti sonori o le installazioni che fanno del suono la componente emozionale. Tra le numerose mostre che parlano di oggetti sonori si è deciso di presentarne due: “D.O.S., disegnare oggetti sonori”, e “Oggetti Sonori,

274

Museo Ebraico, Berlino

la dimensione invisibile del design” già presentate in questa tesi nel Capitolo 5, che presentano la prima una selezione di oggetti o installazioni attinenti al mondo del suono e del design, la seconda una mostra priva di oggetti fisici ma ricca di informazioni sonore, accompagnate da alcuni semplici riferimenti visivi che non tolgono però importanza alla componente sonora, una sorta di “fantasmi di oggetti” che vogliono suggerire ma mai descrivere visivamente. In questo modo è il suono stesso prodotto dagli oggetti a diventare protagonista della mostra.


Capitolo 9 - “una mostra sonora”

Un’installazione di cui non si è ancora parlato ma di primaria importanza nell’ambito delle mostre sonore è la ricerca svolta per la realizzazione del Museo Ebraico, a Berlino. In questo museo la componente sonora vuol ricreare il clima di angoscia derivante dagli orrori della Seconda Guerra Mondiale, i suoni prodotti dai visitatori sono spesso gli unici presenti, per indicare la desolazione e l’impotenza davanti a una delle più grandi atrocità perpetrate. Il suono che, unito al non-suono, che crea un’atmosfera. Nell’immagine della tavola qui accanto viene riproposto un corridoio delimitato da alti muri in cemento, già di per sé claustrofobico, ed i visitatori sono invitati, per proseguire la loro visita, a camminare su dei dischi in metallo con incisi tratti di facce antropomorfe. Il calpestio fa scivolare questi dischi metallici, riproducendo un suono difficilmente ricollegabile che, in quell’atmosfera, suggerisce un lamento, o forse un lavoro meccanico. Sempre nella stessa mostra sono presenti altre installazioni sonore che utilizzano l’apporto di apparati tecnologici.

(Massachusetts Institute of Technology), in esclusiva per la casa della musica. I suoni e le intonazioni creati dai visitatori attraverso un gioco interattivo con gli “iperstrumenti musicali” del Mind Forest tramite movimento, tocco e voce, restano immagazzinati, fondendosi con le idee degli altri visitatori del Future Music Blender per produrre dei mondi sonori sempre nuovi. Questa foresta artificiale dall’aria strana e vagamente inquietante rappresenta in realtà un’enorme insieme di connessioni neurali, in cui il visitatore viene letteralmente immerso in un mondo di suoni da percepire con ogni senso.

Il Museo del Suono di Vienna, detto anche “Casa della Musica” è un edificio di 6 piani in onore dei grandi musicisti che hanno reso Vienna famosa. Oltre ad un “classico museo”con teche e oggetti esposti vi sono numerose installazioni atte a coinvolgere il visitatore: fare l’esperienza di essere direttore d’orchestra per un giorno, provare a comporre il proprio valzer tirando dei dadi particolari o ancora provare strumenti vecchi e nuovi, creando nuove melodie. L’immagine proposta mostra una parte dell’istallazione “Brain Opera”, realizzata dal M.I.T.

275


Sono come Suono

Da qui le linee guida presentate: vi è la volontà di dar voce ai progetti ed ai progettisti, sono loro i protagonisti del corso e come tali meritano di essere al centro dell’attenzione, al centro dell’ascolto, ma come fare se non sono presenti? Giocando con il suono e con ciò che esso comporta: il suono non solo come supporto visivo ma come protagonista principale, provando a porre la componente visiva in secondo piano e quella sonora in primis. Mostrare i progetti degli studenti non soltanto descrivendoli con tavole e con l’apporto sonoro, andare oltre per dare un’idea ma permettendo alle persone di sviluppare i propri pensieri, di evocare nuovi appunti. Si vuole realizzare un qualcosa che abbia nell’espressività la sua forma principale: non solo dare, con le tavole progettuali, un’idea puntuale e precisa di ciò che il progetto significhi tecnicamente parlando, ma lasciare il progetto ed i progettisti liberi di esprimersi e parlare liberamente. Utilizzando linguaggi differenti, come già specificato: quello visivo quello acustico, ma anche andare a studiare il rapporto che intercorre tra analogico e digitale: è davvero necessario scegliere una delle due vie? Di è scelta una via di mezzo tra ciò che offre il digitale, ovvero la possibilità di riproporre un suono, e l’analogico, la sua potenza espressiva nel dare un’idea di ciò che sia un progetto con immediatezza.

Nella scelta di utilizzare una componente digitale per il progetto si è optato per l’applicazione Aurasma. A differenza del codice QR (Quick response code, codice a risposta veloce), che permette di visualizzare immagini oppure di collegarsi a siti internet, Aurasma è un’applicazione di realtà aumentata che consente di visualizzare contenuti multimediali raccolti in un database. Nella tavola di pagina 273 sono riportate informazioni dettagliate su Aurasma.

Mentre si sfoglia la tesi ci si trova di fronte ad alcuni pop-up che ritraggono più o meno fedelemente i progetti degli studenti. La mostra sonora, come già detto, si compone complessivamente di 20 progetti, selezionati tra i 50 realizzati dagli studenti. Tre i 20, 8 sono presentati in forma di pop-up, essi sono stati selezionati in quanto idonei ad essere realizzati con questa tecnica particolare. Alcuni progetti infatti, sebbene completi e interessanti, sono risultati troppo articolati e complessi per essere trasposti in forma di pop-up, inoltre per alcuni di essi risultava difficile comunicare correttamente l’effettivo funzionamento. Come già accennato nel capitolo 8, i progetti sono presentati seguendo un ordine realizzato in base ad una scala di “sonorità” che li dispone dal più “sonoro” al più silenzioso, in questo modo si evidenziano anche i vari metodi di approccio alla tematica del suono da parte degli studenti. Il pop-up vuole dare un’idea semplificata di ciò che il progetto

276


DARE VOCE

MOSTRARE

GIOCARE COL SUONO

LINEE GUIDA

Mostra sonora - Scenario

Linguaggi differenti

(Gratis su Google Play Store e su Apple Store)

Espressività

Il QR Code (Quick Response) è un codice a barre bidimensionale composto da moduli neri disposti all'interno di un quadrato. Il codice contiene dati che possono essere velocemente visualizzati o memorizzati sul proprio smartphone.

QR code

TECNOLOGIA ALTERNATIVA

Aurasma è un'applicazione di realtà aumentata tramite la quale è possibile contrassegnare immagini con contenuti digitali interattivi, come video, contenuti audio, animazioni e scene 3D chiamate Auras. Un esempio di applicazione è inviare un video messaggio legato a quello che altrimenti sarebbe stato un semplice biglietto di auguri.

Aurasma

TECNOLOGIA DI SUPPORTO SCELTA

Rapporto analogico/digitale


Sono come Suono

rappresenta, senza scendere nei dettagli che possono invece essere trovati nelle tavole di progetto precedenti al pop-up, così da dare un’idea visiva di ciò di cui si sta parlando ma senza fornire troppi dettagli che distrarrebbero l’attenzione dell’utente stesso. Il pop-up inoltre è stato individuato come metodo valido in quanto può conferire al progetto un valore aggiunto, e può reglarare ad esso Wuna maggiore espressività. Il tentativo è anche quello di unire alla componente “eterea” del suono una parte materiale in modo da dare consistenza ai progetti senza tuttavia togliere importanza alla zomponente sonora. Ecco così che vediamo uniti due linguaggi completamente differenti, quello dei pop-up e quello digitale, tramite l’applicazione Aurasma e le traccie audio. Attraverso Aurasma, un’applicazione per smartphone, è possibile andare a recuperare una traccia audio in cui i progettisti stessi parleranno del loro progetto. Per fare ciò, dopo aver scaricato l’applicazione e creato un account Aurasma, basterà inquadrare la foto presente sulla pagina, foto degli studenti che hanno portato avanti il progetto. Sarà qundi possibile fruire di una traccia sonora che spiegherà in breve le caratteristiche del progetto ed i suoi punti di forza raccontati dai progettisti stessi mentre si ha una rappresentazione 3D semplificata di quel che è il progetto.

278

PUNTI DI DEBOLEZZA DEL PROGETTO Il progetto è fruibile solo da chi possiede uno smartphone o un tablet di ultima generazione in quanto Aurasma può dare problemi nei vecchi dispositivi. Le tracce audio sono state registrate senza strumenti di registrazione professionali ma solo con il supporto di un computer portatile e un microfono a cono, questo fa sì che risultino intellegibili e chiare, ma, nel caso di prove sonore del progetto in questione, il suono potrebbe essere alterato da questo e dalle casse del dispositivo che si sta usando, non progettate per una riproduzione fedele del suono. In quest’ultimo caso si consiglia l’utilizzo di cuffie per migliorare almeno un poco la percezione. Sempre per motivi tecnologici una traccia audio può cambiare leggermente da dispositivo a dispositivo. L’utilizzo di Pop-up ha portato alla semplificazione di alcuni progetti, sia per la riduzione della scala, sia per una semplificazione dettata dalla cartotecnica. Questo punto è ambivalente: un punto debole del progetto, in quanto potrebbero mancare elementi puntuali del progetto stesso, su cui si sarebbe posta attenzione in caso di modello reale, ed un punto di forza, in quando meno dettagli sono presenti più si farà attenzione alle parole dei progettisti, immaginando e non fermandosi alla mera percezione visiva.


2

1

www.aurasma.studio.com

CREARE UN’AURAS

Mostra sonora - Aurasma

7

5

4

3

di riferimento

3 Inquadrare la foto o l’oggetto

al canale nel browser dello smarphone (solo la prima volta che si accede al canale)

2 Inserire il link relativo

smartphone

1 Scaricare l’applicazione sullo

VISUALIZZARE UN’AURAS

a un file multimediale Overlay e inserirlo nel canale prescelto

7 Creare un’Auras, ovvero scegliere e abbinare una Trigger Image

6 Visualizzare il link che servirà per accedere al canale

5 Creare un canale che conterrà le Auras e renderlo pubblico

4 Caricare il file multimediale che vogliamo sovrapporre al’immagine

che vorremo inquadrare con lo smartphone

3 Caricare sul sito una trigger image, ovvero l’immagine di base

direttamente dall’applicazione sullo smartphone

2 Creare un account sul sito www.aurasma.studio.come, oppure

1 Scaricare l’applicazione Aurasma sul proprio smartphone

6


Come fruire la mostra sonora? Di seguito riportiamo in breve dei semplici passaggi da compiere per poter fruire correttamente la mostra sonora presente in questa tesi. Scarica l’applicazione di Aurasma sul tuo smarphone. Crea un account Aurasma sul sito www.studio.aurasma.com oppure direttamente dall’applicazione sul tuo smarphone. Inserisci nella barra di ricerca internet dello smartphone il seguente link

http://auras.ma/s/P8pu6 Goditi la mostra sonora!

274


Il logo aurasma vicino alla foto degli studenti indica che c’è un contenuto multimediale

Una traccia audio in cui sono gli stessi gruppi di studenti a parlare, spiega il progetto

Sfogliando la tesi emergono dei pop up che raffigurano i progetti degli studenti

Si accede all’applicazione (la prima volta si crea l’account e si inserisce il link del canale

Mostra sonora - Storyboard

Ad accompagnare l’audio, un video in cui è presente la stessa foto e una barra che indica la lunghezza della traccia

Si scarica l’applicazione Aurasma e si inquadra la foto con lo smartphone per visualizzare il contenuto multimediale



glossario

Capitolo 10 conclusioni

È necessario progettare il suono, e può il suono, a questo punto, essere l’elemento che fa la differenza tra due prodotti? La risposta è sì, indubbiamente. Non solo il fattore “suono”è importante in quanto può influenzare o meno il nostro modo di porci rispetto a un qualcosa, ma può far risultare un oggetto banale un qualcosa di nuovo, basti guardare i progetti proposti in questa tesi, i primi venti usciti dal corso: non solo si è indagato il suono sotto molteplici maniere: come componente di avviso, come nel caso di “Analogically”, il progetto sull’ auto elettrica, come elemento di caratterizzazione, come i due progetti sull’arredo sonoro, “Urban Sound” e “Sedia sonora”; come elemento di ausilio, come nel caso di “l’Armonia del Tratto” o ancora di conforto, come in “Soft Sound”, come elemento che fa la differenza con la sua mancanza, come nell’ “Alfabeto del Silenzio”... tutti questi progetti, che torniamo a ribadire, sono solo i primi usciti dal corso, mostrano come l’elemento “suono” sia declinabile e applicabile per i fini e con gli esiti più disparati. I progetti presentati in questa laurea e quelli che sono stati bypassati, in quanto ancora in fase di lavorazione, mostrano le numerose possibilità nel progettare esplorando un ambito ancora poco conosciuto ed anche come, se non si sta attenti al fattore “suono”, questi possa rovinare dei progetti altrimenti godibili. Bisogna inoltre menzionare come l’ambito del suono possa essere anche adattato a lavorare per persone non udenti, come nel caso di “Feel ‘IN Silence”, e quindi come il “suono come requisito di progetto” riesca a raggiungere anche l’utenza che, in teoria, non potrebbe raggiungere. Che cosa dovrebbe però spingere una ditta a progettare tenendo conto del suono? Si vuole ribadire ancora una volta l’importanza dell’impatto sonoro sull’utente, basti pensare alla ditta ”Sun Chips”, presentata nel Capitolo 5, il suono nel Design: a causa del rumore sgradevole del pacchetto di patatine, progettato dopo diverse ricerche sull’eco-compatibilità, dovette tornare al vecchio sacchetto, perdendo soldi e denaro per la ricerca condotta. I motivi però non si fermano al mero terrore di sprecare soldi e denaro: il suono ha la capacità

283


Sono come Suono

di rivoluzionare degli oggetti, dandogli nuovo appeal e integrandone le funzioni. I progetti presentati sono innumerevoli, come anche i settori di cui si occupano, è quindi difficile mostrare come, nei diversi campi trattati, l’apporto del suono potrebbe interessare ricerche future o a che sbocchi progettuali possa portare, come ad esempio la rivoluzione dell’analogico nella macchina digitale, o l’ironia proposta per gli amanti delle piante con un vaso da fiori che invoglia a dialogare con la fauna, o ancora l’impronta ecologica ed etica che porta uno dei progetti non presentati: un portafrutta in cui mettere a bagno le mele che, stimato un tempo utile per il loro lavaggio, inizierà a produrre, sfruttando il principio dello Suikinkutsu giapponese, una melodia rilassante quando le mele saranno pulite. La ricerca sul suono non è conclusa a questi progetti, sicuramente questo rappresenta in minima parte le potenzialità dell’ambito “suono”, non è mai stata, difatti, nostra intenzione quella di presentare un compendio completo di ciò che “Progettare con il suono” voglia dire. Molte strade sono state aperte e molti progetti rappresentano un valido filone progettuale se li si volesse continuare, come ad esempio la ricerca delle ShhToviglie, utilizzabile come ricerca quando si progettano stoviglie, o possibile trampolino di lancio per altre sperimentazioni.

284


glossario

Glossario Termine

Definizione

A Accordo

Termine tecnico dell’armonia: è dato dalla esecuzione simultanea di più suoni secondo le regole di un sistema musicale.[16]

Acusmatico

Si dice di un rumore che si sente senza vedere la fonte da cui proviene. Il termine venne utilizzato anche per indicare l’ascolto attraverso il telefono, la radio, il disco, etc., di suoni la cui fonte è invisibile. L’ascolto acusmatico si oppone all’ascolto diretto che è la situazione in cui le fonti del suono sono presenti e visibili. La situazione acusmatica modifica le condizioni dell’ascolto dando origine a certi effetti caratteristici tra cui la soppressione del supporto dato dalla vista per identificare la natura delle fonti sonore, nonché la dissociazione della vista dall’udito, situazione per la quale si tende a favorire l’ascolto delle forme sonore per loro stesse.

Ambience

Si tratta di un suono composto che caratterizza un’ambiente e può in qualche modo essere assimilato al rumore di fondo. L’ambience determina la qualità dominante di uno spazio acustico.

Ampiezza del suono

L’ampiezza di un’onda sonora rappresenta il massimo spostamento, rispetto alla posizione di equilibrio, che le molecole del mezzo di propagazione compiono al passaggio dell’onda; al crescere dell’ampiezza, aumenta la forza con la quale viene colpito il timpano dell’orecchio e quindi l’intensità con cui il suono è percepito.

Anamorfosi

Nella teoria schaefferiana, il termine è utilizzato per indicare “alcune irregolarità” che si riscontrano nel passaggio dalla vibrazione fisica al suono percepito, si può parlare quasi di una deformazione psicologica della realtà fisica. Ciò è dimostrazione che la percezione non può essere ridotta solamente ad una misura fisica. Per esempio, un suono di pianoforte ascoltato all’inverso, appare più lungo dell’originale perché la versione modificata risulta insolita e allerta l’orecchio in maniera differente.

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Sono come Suono

Le anamorfosi che riguardano la dimensione del tempo vengono definite anamorfosi temporali, in quanto la durata musicale percepita non è omologa alla durata oggettiva. (Guide des Objets Sonores. Eds. Buchet/Chastel, Paris. 1995 translation by John Dack/Christine North.)

Altezza

L’altezza è la qualità che fa distinguere un suono acuto da uno grave. Dipende in massima parte dalla frequenza ma anche dalla intensità e dal timbro del suono. L’orecchio umano percepisce solo i suoni che vanno da 16 a 20.000 oscillazioni al secondo. Al di sotto abbiamo gli infrasuoni, al di sopra gli ultrasuoni. Il sonar, ma anche i delfini ed i pipistrelli percepiscono gli ultrasuoni mentre gli elefanti, i pesci ed i cetacei percepiscono gli infrasuoni.[16]

Area o Campo di udibilità

Comprende le frequenze acustiche udibili dall’orecchio umano, dalle più basse (attorno ai 16 Hz), sino alle più alte (16.000 circa), la cui intensità va dalla “soglia di udibilità” (intensità minima necessaria per poter udire le varie frequenze), sino alla “soglia del dolore” (intensità massima che può sopportare l’organo dell’udito). [16]

Armonia

Si tratta dell’effetto prodotto da più suoni simultanei. In musica è quella parte della disciplina che regola la formazione ed il concatenamento degli accordi. [16]

Armoniche

Suoni puri sinusoidali appartenenti ad una serie i cui termini sono in rapporto armonico con la frequenza fondamentale. [16]

Ascoltare

Si parla di ascolto quando si presta orecchio a qualcuno o a qualcosa, l’ascoltatore trae indizio dal suono emesso da una determinata fonte.

Ascolto banale

Viene definito ascolto banale quello che va immediatamente alla causa del suono, alla sua provenienza oltre che al suo significato, ma si interroga poco su se stesso e sul proprio funzionamento. Ad esempio: per l’ascolto banale, il rumore di galoppo viene identificato unicamente come galoppo di cavallo. (*)

Ascolto pratico

Viene definito ascolto pratico quello che è specializzato in una direzione d’ascolto specifica. Ad esempio: (*) i differenti ascolti pratici identificherebbero un rumore di galoppo come il pericolo di un possibile incontro ostile (nel caso di indiani pellerossa), oppure come un insieme di gruppi ritmici (per un musicista).

Ascolto naturale

Viene definito ascolto naturale la tendenza a servirsi del suono

286


glossario

per raccogliere delle informazioni relative all’avvenimento, ponendosi le domande: Che cos’è? Chi è? Che cosa succede? (si può definire come un atteggiamento primitivo e prioritario).

Ascolto culturale

Viene definito ascolto culturale quello che si distoglie dall’avvenimento sonoro in se e che mira all’identificazione di un messaggio, un significato, dei valori particolari.

Ascolto ridotto

Nella teoria schaefferiana (Pierre Schaeffer), l’ascolto ridotto è l’attitudine che consiste nell’ascoltare un suono astraendosi dalla sua origine, da qualsiasi preconcetto e dal senso di cui può essere portatore, in modo tale da diventare coscienti del materiale musicale, facendo riferimento solo a ciò che viene udito.

Acustica

Il termine deriva dal greco e significa “attinente all’udito”, anticamente comprendeva anche la musica come arte dei suoni. Si tratta di quella parte della fisica che studia il suono ed i fenomeni ad esso connessi. L’acustica comprende le specializzazioni: fisiologica, musicale, architettonica o ambientale e la psicoacustica. [16]

Aculogia

Studio della possibilità che nei suoni percepiti emergano dei tratti distintivi per un’organizzazione musicale.

B Bar

Il bar (plur. Barie) è un’unità di misura della pressione. Non è un’unità di misura del Sistema internazionale, sebbene il suo uso, anche se sconsigliato, sia comunque tollerato all’interno di esso, purché nei documenti in cui si usa si riporti anche l’equivalenza in unità del SI, (l’unità di misura della pressione, secondo il Sistema Internazionale è il pascal, simbolo Pa). 1 bar = 105 Pa = 100 kPa = 0,1 MPa 1 bar = 10 N/cm2 Un suo sottomultiplo è il millibar, simbolo mbar (o mb): 1 mbar = 10−3 bar = 0,001 bar = 100 Pa = 1 hPa (ettopascal) In acustica viene usato il microbar (μbar): 1 μbar= 10−6 bar = 10−3 mbar = 0,1 Pa La pressione atmosferica normale è pari a: 1 atm = 1,01325 bar = 1013,25 mbar = 1013,25 hPa = 760 torr = 760 mm Hg 1 bar = 0,9869 atm.

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Sono come Suono

Battimenti

Questo fenomeno si genera quando si sommano due suoni aventi frequenza leggermente differente.

Brown noise

Scoperto da Robert Brown che scoprì il moto Browniano, da qui il suo nome, il Brown noise è un suono in cui il cambiamento nel segnale audio da un momento all’altro è casuale. A differenza del Rumore Bianco, la cui densità spettrale è omogenea lungo tutte le frequenze, nel Brown noise si ha una densità spettrale che è inversamente proporzionale al quadrato della sua frequenza, in altre parole quando la sua potenza diminuisce significativamente la sua frequenza aumenta.

C Campo libero

Campo acustico privo di ostacoli di riverberazione. Può essere idealizzato all’aperto dove sia annullata anche la riverberazione del terreno. [16]

Capire

Il termine capire viene utilizzato per indicare il tentativo di dare un senso a un suono in funzione di un linguaggio specifico o di un codice.

Cellule ciliate

Le cellule ciliate sono un tipo di cellule presenti all’interno della coclea. Poggiano sulla membrana basilare e si dividono in cellule ciliate esterne ed interne. Sono circa 16000 per orecchio e servono a trasformare gli impulsi meccanici, generati dalle onde sonore, in impulsi nervosi, elettrici. In caso di danneggiamento, le cellule ciliate non sono in grado di rigenerarsi, perciò il danneggiamento causa sordità parziale o totale e altre gravi patologie.

Colonna sonora

La colonna sonora è il suono di un’opera composta da una successione di immagini (ad esempio un film, un telefilm, un videogioco, ecc.). in questo senso il suono è considerato come “il contenuto”, cioè l’insieme della voce, della musica e dei rumori. Spesso è indicata con la sigla inglese OST (Original Soundtrack, “traccia sonora originale”, dove “originale” indica che è stata composta espressamente per una determinata opera). In ambito tecnico, la colonna sonora è l’area della pellicola cinematografica in cui è registrato il suono.

Conduzione aerotimpanica

Indica la via normale di trasmissione del suono dall’esterno all’interno dell’orecchio. [16]

Conduzione ossea

Indica la via attraverso la quale il suono può essere trasmesso

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glossario

all’orecchio interno tramite le ossa del cranio. [16]

Correlazione

Viene definita correlazione la relazione tra il segnale fisico che produce l’impressione sonora e il suono stesso percepito, tale relazione non è automatica e regolare ma viene mediata dalla percezione.

Corpo sonoro

Il corpo sonoro è inteso come la sorgente materiale del suono che talvolta è identificabile attraverso lo stesso suono.

Curva isofonica

Le curve isofoniche sono grafici molto importanti che permettono di avere un riferimento su come l’orecchio umano reagisca alle diverse frequenze. Sono state ricavate elaborando i dati su un campione statistico sottoposto ad una serie suoni prodotti in una camera anecoica. Le curve indicano come l’orecchio umano reagisca diversamente alle varie frequenze in termini di intensità sonora percepita. Supponiamo di avere una sorgente sonora in grado di generare onde sinusoidali con frequenza variabile e ampiezza costante. Fissando l’ampiezza per esempio a 80 dBspl noteremmo che un ascoltatore percepisce le basse frequenze come aventi un volume molto basso e man mano che frequenza viene aumentata avrebbe la percezione che anche il volume aumenta (mentre la pressione sonora realmente generata è sempre di 80 dBspl). Questo comportamento si spiega con il fatto che l’orecchio umano ha una percezione diversa dell’intensità sonora al variare della frequenza. Le curve isofoniche sono dette tali in quanto indicano il valore di dBspl necessario per percepire un suono sempre allo stesso volume lungo ogni curva. La frequenza di riferimento per ogni curva è 1KHz e a tale frequenza, il valore di dBspl è pari al valore che identifica una particolare curva e che prende il nome di phon.

Camera anecoica

Camera anecoica, dal greco “privo di eco”, è un ambiente di laboratorio strutturato in modo da ridurre il più possibile la riflessione di segnali sulle pareti, è particolarmente utile per studi che comportano la necessità di ricreare, in un ambiente chiuso, condizioni simulate di spazio aperto di dimensione infinita, come conseguenza dell’assenza di riflessioni, per effettuare ad esempio misure di precisione, in questo modo l’ascoltatore è raggiunto unicamente dal segnale diretto. [16]

Camera riverberante

Ambiente nel quale è realizzato un tempo di riverberazione molto lungo e uniformemente diffuso. [16]

Cartografia a isofone

Grazie a questo tipo di catalogazione è possibile evidenziare le linee di demarcazione tra aree territoriali che possiedono lo stesso numero di decibel. La linea isofona è dunque una linea

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Sono come Suono

del tutto simile alle isoipse utilizzate in geografia, esse collegano tra loro tutti i punti in cui è possibile registrare lo stesso Livello di Pressione Sonora (LPS).

Cimatica

Scienza che studia i fenomeni ondulatori e dimostra la relazione che sussiste tra forma e frequenza di un’onda sonora.

Coclea

La coclea, chiamata anche chiocciola è una componente dell’orecchio interno e fa parte dell’organo dell’udito. La sua forma ricorda il guscio di una lumaca, da qui la sua denominazione. La coclea di destra presenta un avvolgimento in senso antiorario, mentre quella di sinistra in senso orario. Si divide in tre scale, o rampe: scala vestibolare, scala media (che prevede il condotto cocleare) e la scala timpanica, divise da membrane. La scala vestibolare e la timpanica sono messe in comunicazione dall’elicotrema e sono piene di perilinfa, un liquido con la funzione di trasmettere le vibrazioni che provengono dalla catena degli ossicini alla scala media nella quale è posto l’organo del Corti, il vero organo neuro-sensoriale uditivo, responsabile della trasduzione dell’impulso cinetico in elettro-chimico.

Curve isofone

Le curve isofone sono curve che vengono registrate in appositi grafici e indicano che due suoni di frequenza differente, pur non avendo lo stesso valore di intensità acustica, vengono giudicati equivalenti quando nell’orecchio producono la stessa sensazione uditiva.

D Decibel (dBspl)

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Il decibel (simbolo dB) è un decimo di bel (simbolo B): 10 dB = 1 B. Il bel è ormai caduto in disuso, ma rimane l’unità di misura fondamentale da cui il decibel deriva, inoltre le corrispondenti misure sono numeri puri e precisamente vengono ottenute come logaritmo del rapporto fra due grandezze omogenee (esprimibili cioè nella stessa unità di misura, e tali, quindi, che il loro rapporto è un numero puro adimensionale). In acustica vengono usati i dBspl per indicare il livello di pressione sonora. La sigla SPL, infatti, sta a indicare Sound Pressure Level. Nonostante sia tra le più comuni misure foniche, si tratta di una misura di rapporto priva di una grandezza specifica, infatti non si può dire che un suono ha un livello di tanti dB poiché manca un punto di riferimento: è invece esatto dire che quel suono è a tanti dB al di sopra o al di sotto di una data pressione acustica o di un altro termine assunto come riferimento. [16]


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Diapason

Il diapason è uno strumento costruito appositamente per produrre suoni, è costituito da una verga di acciaio a sezione rettangolare piegata con forma a U e saldata a un manico, anch’esso di acciaio. Il diapason, quando sollecitato, emette un suono puro ed è usato per accordare gli strumenti musicali. [16]

Diffrazione

Questo fenomeno si verifica quando un’onda incontra sulla sua strada un ostacolo o è costretta a passare attraverso una piccola fenditura. Un’onda è in grado di passare attraverso una fenditura senza modificare apprezzabilmente la forma dei suoi fronti d’onda se la dimensione della fenditura è molto maggiore della lunghezza d’onda dell’onda in questione. Nel caso in cui la fenditura sia di dimensioni molto minori della lunghezza d’onda, il fronte d’onda dell’onda incidente si deforma.

Dissonanza

Dato soggettivo dell’ascolto musicale, contrario a quello della consonanza e che al pari di questo è evoluto ed evolve col tempo e non è traducibile in dati costanti, se non in senso puramente convenzionale. [16]

Distorsione

In elettroacustica indica che un segnale, nel transitare attraverso le apparecchiature ha subito qualche variazione di forma. Il parametro più interessato ai fini dell’ascolto musicale è il timbro che può essere modificato anche di molto dall’ampiezza delle vibrazioni. Un amplificatore di qualità molto buona non dovrebbe dare distorsioni oltre le tolleranze ammesse: il cattivo uso di un amplificatore è sempre causa di distorsioni. [16]

E Eco

In fisica e acustica l’eco è un fenomeno prodotto dalla riflessione di onde sonore contro un ostacolo che vengono a loro volta nuovamente “percepite” dall’emettitore più o meno immutate e con un certo ritardo rispetto al suono diretto. Tale ritardo non dev’essere inferiore ad 1/10 di secondo. Al di sotto di tale valore non si può più parlare di eco, ma di riverbero. Un tipico esempio di riverbero è quello prodotto in una stanza dalla riflessione di onde sonore sulle pareti perimetrali. L’eco può essere definita come un’onda che viene riflessa da una discontinuità nel mezzo di propagazione, e che ritorna con una intensità e ritardo sufficiente per essere percepita. L’eco può essere multipla, ciò avviene quando si ha una successione di echi semplici così ravvicinati da non poterli distinguere separatamente. [16]

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Sono come Suono

Ecologia acustica

L’ecologia studia le relazioni tra gli individui, I gruppi di individui e l’ambiente. L’ecologia acustica o ecologia del paesaggio sonoro si occupa dello studio degli effetti dell’ambiente sonoro o paesaggio sonoro su coloro che vi sono immersi, attraverso le loro reazioni fisiche o il comportamento. L’obiettivo principale è di rilevare i disequilibri provocati su un individuo dall’ambiente sonoro ostile o insano (Fonte - Barry Truax - Handbook for Acoustic Ecology CD-ROM Edition. Cambridge Street Publishing, 1999 - CSR-CDR 9901).

Energia elastica

In fisica, l’energia elastica è l’energia potenziale associata alla deformazione elastica di un solido o un fluido. L’energia elastica è l’energia interna (U) che può essere convertita in energia meccanica (lavoro).

Effetto Doppler

L’effetto Doppler fu analizzato per la prima volta da Christian Andreas Doppler nel 1845 ed è un fenomeno fisico che consiste nel cambiamento apparente della frequenza o della lunghezza d’onda di un fenomeno sonoro percepito da un osservatore che si trova in movimento o in quiete rispetto alla sorgente delle onde, anch’essa può essere in movimento o in quiete. Per quelle onde che si trasmettono in un mezzo, le onde sonore vanno considerate in relazione alla velocità delle stesse nel mezzo in cui sono trasmesse.

Equalizzazione

In elettronica e telecomunicazioni il termine equalizzazione indica l’insieme delle modalità e tecniche atte alla riduzione della distorsione di un segnale elettrico per rendere il segnale d’uscita il più possibile fedele a quello di ingresso. Il dispositivo elettronico che attua l’equalizzazione è detto equalizzatore.

F Frequenza

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In acustica frequenza è il numero che definisce quante volte al secondo oscilla un onda sonora, si misura in cicli al secondo, detti più comunemente Hertz (Hz) in onore del noto fisico tedesco Heinrich Hertz che scoprì le onde elettromagnetiche (anch’esse si misurano in questo modo ma oscillano per lo più a frequenze ben maggiori). Suoni acuti, alti, come quelli suonati da un violino, come un fischio o un sibilo, hanno frequenze dal numero alto (alte frequenze), suoni gravi, bassi, come un trombone, un basso elettrico o un tuono in lontananza, hanno numeri di frequenza piccoli (basse frequenze). Nell’audio si definiscono 4 zone, dette tecnicamente bande di frequenza: i bassi (20-200 Hz), i medio-bassi (200-1000 Hz),


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i medio-alti (1000-5000 Hz) e gli alti (5000-20000 Hz). Il nostro apparato uditivo è infatti in grado di percepire suoni compresi tra i 20 e i 20000 Hz. Ciò ci permette di definire come ultrasuoni quelli che oscillano a più di 20000 Hz e infrasuoni quelli sotto i 20 Hz.

Focalizzazione

Descrive una caratteristica molto importante del suono stereofonico: la capacità di una registrazione o di un sistema hi-fi di ricostruire immagini stereofoniche ben ancorate nello spazio, precise, salde, di dimensioni realistiche, con contorni ben definiti e circondate di aria. Si potrebbe definire come la “capacità di messa a fuoco” del suono.

Fonema

Particella minima del linguaggio consistente in una emissione vocale avente la caratteristica di impulso completo. [16]

Fonetica

Studio della realizzazione concreta dei suoni del linguaggio.

Fonico

Il fonico è una figura professionale che si occupa della gestione dell’audio in ogni attività o evento che preveda l’utilizzo di microfoni, mixer, diffusori acustici e registratori.

Fonofobia

Paura persistente anormale e ingiustificata dei suoni e dei rumori. Chi presenta questo disordine ha spesso timore della propria voce e di parlare con un tono alto. Alcune persone che presentano fonofobia soffrono anche di balbuzie.

Fonologia

Studio dei suoni del linguaggio secondo la loro funzione nel sistema della langue saussuriana.

Fondamentale

Primo suono di una serie armonica. Il fondamentale di un suono complesso corrisponde alla sua componente più bassa. In un accordo musicale il fondamentale è il suono sul quale le note dell’accordo stesso trovano disposizione mediante la sovrapposizione di intervalli di “terza” consecutivi. Questa disposizione può trovare analogia nell’ambito della serie armonica naturale, salvo le piccole differenze di frequenza dovute al tipo di scala desiderato. [16]

G Gradiente termico

Il gradiente termico è il valore con cui cambia la temperatura dell’aria al variare della quota. In atmosfera standard, equivale a - 6,5 °C ogni 1000 metri (o 1,98 °C ogni 1000 piedi, ovvero quasi 2

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Sono come Suono

°C ogni 305 metri circa), tuttavia può discostarsi molto da questo valore a seconda delle condizioni atmosferiche e del luogo considerato.

Grana

La grana è la microstruttura della materia sonora, può essere più o meno spessa ed evoca in un certo senso la grana di un tessuto o di un minerale o, più semplicemente, quella visibile di una fotografia o di una qualunque superficie. Essa corrisponde alla percezione globale qualitativa delle irregolarità e della superficie dell’oggetto. Nel suono vengono generalmente individuati tre tipi differenti di grana: la grana di risonanza, la grana di sfregamento e la grana di iterazione.

Grappolo di riverberazione

Le ultime riflessioni di un suono riverberato, ovvero quelle che hanno incontrato più di una superficie, arrivano sovrapponendosi l’una con l’altra generando un suono mediamente continuo. Le ultime riflessioni, per il loro carattere ravvicinato nel tempo, prendono anche il nome di grappolo di riverberazione. In inglese RC: reverb cluster.

H Hertz (Hz)

L’hertz (simbolo Hz) è l’unità di misura del Sistema Internazionale della frequenza. Prende il nome dal fisico tedesco Heinrich Rudolf Hertz (1857-1894) che portò importanti contributi alla scienza, nel campo dell’elettromagnetismo. L’hertz è definito come l’inverso del secondo, per cui si indica come: Hz [=] 1/s oppure: Hz [=] s-1 Nelle vecchie pubblicazioni si trova l’unità equivalente cicli per secondo (cps). 25 e 150 Hz: le fusa dei gatti 20 Hz: frequenza minima udibile dall’uomo. 440 Hz: Il LA usato per accordare gli strumenti musicali (Diapason). 16 ÷ 20 kHz: limite superiore delle frequenze udibili dall’uomo.

I Incudine

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L’incudine è un piccolo osso (circa 0,7cm) contenuto all’interno dell’orecchio medio. Fa parte della catena degli ossicini legati al sistema uditivo, si frappone tra il martello e la staffa e trasmette le vibrazioni prodotte dalle onde sonore a quest’ultima.


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Impedenza

L’impedenza acustica è il rapporto fra la pressione sonora e la velocità di vibrazione delle particelle in un punto. È una proprietà caratteristica del mezzo in cui l’onda si propaga. L’impedenza acustica si indica con Z. L’unità di misura dell’impedenza acustica è il rayl.

Impulso

Si dicono impulsi i suoni molto brevi la cui tenuta è nulla o effimera e si oppongono a quei suoni che si prolungano in modo continuo (suoni tenuti) o in modo discontinuo, per ripetizione di impulsi (suoni iterativi). Alcuni esempi di impulsi possono essere: i colpi di frusta, l’impatto della pallina su una racchetta.

Infrasuono

Vibrazione acustica di frequenza troppo bassa per poter essere udita. In senso pratico si dicono infrasoniche le vibrazioni acustiche di frequenza inferiore ai 16 Hz. [16]

Interferenza

In acustica è la coesistenza, in uno stesso corpo elastico o in uno stesso punto dello spazio, di più vibrazioni. Il significato di questo termine non implica necessariamente (come spesso si crede) una opposizione di energie, ma vuol dire semplicemente coesistenza nel senso prima precisato. Dall’interferenza possono conseguire fenomeni negativi (interferenza distruttiva) se le forze agenti sono in opposizione di fase, oppure positivi (interferenza costruttiva) se le forze stesse sono in fase concordante. [16]

Intensità

Attributo della sensazione uditiva per il quale i suoni possono essere ordinati dal debole al forte: essa dipende soprattutto dall’ampiezza delle vibrazioni, ma è influenzata anche dal timbro e dall’altezza del suono. [16]

L Levitazione acustica

La levitazione è un tecnica per muovere e manipolare gli oggetti nell’aria senza un contatto meccanico, ha numerose potenziali applicazioni in diverse discipline, dalla lavorazione dei materiali alla biochimica. Nella levitazione acustica, un’onda sonora, emessa da una superficie e riflessa da un’altra posta di fronte, è in grado di tenere sospese piccole quantità di materia, come goccioline di liquido, che rimangono intrappolate in punti fissati dello spazio denominati nodi.

Lunghezza d’onda

La lunghezza d’onda è la distanza fisica, espressa in metri, tra due creste o due gole di un segnale variabile nel tempo. Se il segnale rimane invariato nel tempo, non c’è moto armonico,

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e se non c’è moto armonico non c’è pulsazione, e se non c’è pulsazione non c’è frequenza, e se non c’è frequenza non c’è lunghezza d’onda. Il suono ha una lunghezza d’onda che va da 1,7 cm (suoni acutissimi a 20000 Hz alla soglia di udibilità superiore) fino a 17 metri (suoni gravissimi a 20 Hz alla soglia di udibilità inferiore).

M Martello

Il martello è un piccolo osso (circa 0,8 cm) contenuto all’interno dell’orecchio medio ed è il maggiore della catena degli ossicini del sistema uditivo. Trasmette le vibrazioni prodotte dalle onde sonore dalla superficie interna della membrana timpanica all’incudine. Presenta una testa, un collo, un manico.

Meato uditivo

Il condotto o meato uditivo esterno è un canale facente parte dell’orecchio esterno che mette in comunicazione la conca del padiglione auricolare con l’orecchio medio terminando a livello del timpano. Insieme al padiglione auricolare raccoglie le onde sonore e le convoglia verso il timpano; inoltre le sue pareti sono provviste di ghiandole che producono il cerume, sostanza con funzione lubrificante e protettiva.

Mel

Unità di misura della scala soggettiva di altezza per suoni puri in successione melodica (da cui il nome mel). Per definizione un suono puro, di 1000 Hz e con intensità di 40 dB al di sopra della soglia di udibilità per detta frequenza ha un’altezza di 1000 mel. Al raddoppio del numero dei mel corrisponde il raddoppio della sensazione soggettiva di altezza ossia un’ottava melodica. [16]

Melodia

Effetto prodotto da suoni successivi. Successione di suoni il cui insieme costituisce un elemento essenziale del linguaggio musicale. [16]

Missaggio

Con il termine “missaggio audio”, si intende l’arte di miscelare, equalizzare, ottimizzare a livello di volume, timbro e spazialità suoni diversi tra loro, provenienti generalmente da strumenti diversi, precedentemente registrati su un supporto, analogico o digitale, o direttamente dal vivo durante concerti e spettacoli teatrali. Lo strumento che permette di portare a compimento questa fase di lavorazione è il mixer. Anche nei concerti dal vivo i tecnici del suono utilizzano mixer per ottimizzare e miscelare i segnali audio provenienti da strumenti musicali o voce.

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Modulazione

Nella tecnica musicale, è il passaggio da una tonalità ad un’altra. In elettroacustica consiste nel variare nel tempo l’andamento di uno o più parametri del suono. Generalmente si tratta della frequenza o dell’ampiezza, ma anche il timbro, particolarmente nello Studio di Fonologia, può essere soggetto a modulazione. [16]

Montaggio sonoro

Il montaggio è la principale fase della post-produzione di un film, durante la quale il materiale disponibile è visionato, analizzato e ricomposto in base ad esigenze narrative, strutturali, ritmiche ed espressive. Al “montaggio scena”, in cui si dispongono le singole inquadrature nell’ordine narrativo previsto dalla sceneggiatura, segue il montaggio del suono, che si occupa della rielaborazione dell’audio. Fase preliminare del montaggio è la sincronizzazione, ovvero l’accoppiamento delle immagini ai rispettivi suoni, registrati separatamente in fase di ripresa.

Morfologia dei suoni

Indica lo studio delle forme e delle strutture degli eventi sonori. La morfologia sonora si occupa di evidenziare le differenziazioni tra forme e funzioni dei suoni in termini storici e geografici (“morphology”, Truax, 1999).

Musica concreta

La musica concreta (dal francese musique concrète) è un’espressione musicale correlata alla musica contemporanea che ebbe origine dalle esperienze del compositore francese Pierre Schaeffer che la inventò nel 1948. Basata sull’atonalità e su suoni preesistenti, la musica concreta inaugurò uno dei primi modelli di manipolazione del suono per fini compositivi e fu probabilmente ciò che più si avvicinava all’odierna musica elettronica. La musica concreta veniva realizzata tramite un magnetofono, dopo aver registrato i suoni, i loro parametri venivano manipolati. Il procedimento di manipolazione poteva essere basato su un metodo meccanico (montaggio sonoro o modifica della velocità di scorrimento del nastro) o elettrico (filtraggio sonoro e amplificazione).

Musica elettroacustica

Questo termine, coniato negli anni Sessanta si riferisce alla musica creata con l’elettricità, alla registrazione e sintesi dei suoni con apparecchiature analogiche o digitali.

N Nota

Si tratta di una figura ideata per significare sul pentagramma la durata e l’altezza di un suono musicale. La nota non è sinonimo di suono, bensì un semplice equivalente semiografico del

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Sono come Suono

medesimo. Si può anche definire come il più piccolo elemento musicale significativo, al partire dal quale si genera l’intero –discorsomusicale. In termine di paragone si può avvicinare in un certo senso la nota al fonema nella lingua scritta e parlata. [16]

Nervo acustico

Si tratta di un paio di nervi cranici ognuno formato a sua volta da due nervi, il cocleare e il vestibolare aventi funzioni distinte. Il primo si occupa della trasmissione degli stimoli uditivi, il secondo si occupa degli stimoli connessi all’equilibrio e alla posizione del capo e del corpo nello spazio

O Oggetto sonoro

Si definisce oggetto sonoro ogni fenomeno e/o avvenimento sonoro percepito come un insieme, indipendentemente dalla sua provenienza o dal suo significato.

Onda longitudinale

Si ha un’onda longitudinale quando le particelle del mezzo in cui si propaga l’onda oscillano lungo la direzione di propagazione.

Onda stazionaria

Un’onda stazionaria è una perturbazione periodica di un mezzo, le cui oscillazioni sono limitate nello spazio: in pratica non c’è propagazione lungo una certa direzione nello spazio, ma solo un’oscillazione nel tempo. Pertanto, è soltanto il profilo dell’onda stazionaria a muoversi, oscillando “su e giù” in alcuni punti.

Orizzonte acustico

Può essere definito come la più grande distanza da cui un suono può raggiungere le orecchie di un individuo o di una comunità e dipende per la maggior parte dalle qualità generali dall’ambiente acustico in cui l’ascoltatore si trova.

Ottave

Un ottava è una banda (un ‘gruppo’ continuo di frequenze attigue) compresa tra un numero di frequenza e il suo doppio. Il motivo di tutto ciò deriva dalla natura e dalla musica: un suono e il suo doppio in frequenza vengono percepiti dal nostro orecchio così simili da farci dire che rappresentano la stessa nota. [16]

Opposizione di fase

Si indicano con questa definizione due punti nello spazio che subiscono degli spostamenti oscillatori opposti, (vedi il concetto di interferenza).

Orecchio esterno

L’orecchio esterno è la parte dell’orecchio costituita dal padiglione auricolare e dal condotto uditivo esterno, ha la

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funzione di raccogliere l’informazione sonora e di convogliarla verso il timpano. Il condotto uditivo esterno è un canale che si estende in profondità per circa 24 mm. Presenta un andamento non rettilineo, in profondità è chiuso dalla membrana timpanica ed è rivestito in tutto il suo decorso da cute.

Orecchio medio

L’orecchio medio è una cavità compresa fra le tre ossa che formano l’osso temporale, tra il condotto uditivo esterno e l’orecchio interno. Questa cavità, detta cassa del timpano, contiene tre piccoli ossicini disposti regolarmente in modo da formare la catena degli ossicini dell’udito. La cassa del timpano comunica con la faringe attraverso un canale detto tromba di Eustachio. In breve, l’orecchio medio è costituito dalla cassa del timpano, dalla catena degli ossicini (martello, incudine, staffa), dalla mucosa timpanica, dai vasi e nervi della cassa del timpano, dalle cavità mastoidee e dalla tuba uditiva.

Orecchio interno

L’orecchio interno è la parte più interna dell’orecchio dei vertebrati; esso è costituito dal labirinto auricolare (o labirinto osseo), un sistema composto da due parti: l’organo dell’udito, o coclea e l’organo dell’equilibrio, o apparato vestibolare, composto da tre canali semicircolari e dal vestibolo.

P Padiglione auricolare

Il padiglione auricolare è la parte visibile dell’orecchio esterno. Ha una forma ovaleggiante e raggiunge le dimensioni definitive intorno ai sette anni di età. La forma può differire anche di molto da un individuo a un altro ma generalmente presenta un asse maggiore verticale leggermente inclinato verso il basso e in avanti, con una lunghezza media di 60-65 mm e un asse minore lungo circa 30-35 mm. Possiede una struttura cartilaginea che gli dona notevole elasticità ed è ricoperto dalla cute. Insieme al condotto uditivo esterno svolge la funzione di raccogliere le onde sonore e convogliarle verso il timpano. Viene comunemente chiamato orecchio, ma anatomicamente parlando per orecchio si intende l’intero organo deputato alla ricezione delle onde sonore e non solo la sua parte esterna.

Pausa musicale

Periodo di silenzio prescritto per una o più parti nel corso di una composizione musicale. [16]

Partitura

Insieme di pentagrammi tracciati parallelamente su appositi fogli, dove sono rappresentate con sincronismo tutte le parti, vocali e strumentali di una composizione musicale. [16]

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Sono come Suono

Pentagramma

Detto anche “rigo”, consiste in cinque righe parallele, sulle quali e sui quattro interspazi che le righe stesse formano, vengono segnate le note musicali, le pause e le altre indicazioni necessarie all’esecuzione musicale. Le note possono essere scritte anche sopra e sotto il rigo. [16]

Phon

Il phon è l’unità di misura dell’intensità percepita, e quindi della soglia di udibilità di un suono. Si tratta di un’unità senza dimensioni utilizzata in rapporto ad un valore fisico o elettrico prestabilito. [16]

Pink noise

Si definisce Pink noise (talvolta chiamato anche rumore flicker) un segnale con uno spettro di frequenza tale che la densità spettrale di potenza è inversamente proporzionale alla frequenza. Il nome deriva dalla luce color rosa di che si presenta con questo spettro di potenza.

Periodo

Durata del ciclo di un fenomeno periodico: per esempio, quella completa di una vibrazione di una corda elastica, quella di una oscillazione completa nel pendolo, ecc. Il periodo è in rapporto inverso con la frequenza. [16]

Prime riflessioni

Il primo suono che raggiunge l’ascoltatore è sempre il segnale diretto (Direct Signal). In riferimento al fenomeno del Riverbero, appena dopo la percezione del segnale diretto (Direct Signal), l’ascoltatore, dopo una breve pausa denominata ritardo iniziale (pre-delay) percepisce le “prime riflessioni” (early reflections) che sono quelle che hanno incontrato una sola superficie prima di arrivare all’ascoltatore.

Pressione sonora

La pressione sonora è l’ampiezza dell’onda di pressione, o onda sonora. La pressione sonora può essere misurata usando un microfono (misura in aria), un idrofono (misura in acqua) o un catodofono. L’unità di misura del Sistema Internazionale della pressione acustica è il pascal (simbolo Pa). La pressione sonora istantanea è la variazione di pressione causata da un’onda sonora in un certo istante e in un certo punto dello spazio.

Periodico

I fenomeni periodici sono quelli che si ripetono con analogia di modo e di tempo, o anche ad intervalli uguali di tempo. Le vibrazioni acustiche rientrano in questa classe di fenomeni. [16]

Psicoacustica

Scienza che si occupa di indagare il rapporto tra le caratteristiche fisiche dei segnali acustici e il modo in cui l’uomo li percepisce.

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R Riverbero

Il riverbero è il suono che permane in un ambiente quando il segnale diretto si è esaurito. Questo suono è originato dalle riflessioni del suono originario sulle superfici che incontra, infatti una parte dell’energia associata all’onda sonora viene assorbita e un’altra parte viene riflessa, ad ogni riflessione l’onda sonora perde una parte di energia fino a che questa non si estingue.

Riflessione

La riflessione dell’onda sonora avviene quando essa incontra un ostacolo, tuttavia, la presenza di un ostacolo non è di per sé condizione sufficiente a garantire la presenza di un apprezzabile fenomeno di riflessione sonora. Per il verificarsi della riflessione, gioca un ruolo fondamentale la dimensione dell’ostacolo rispetto alla lunghezza d’onda dell’onda sonora: il fenomeno della riflessione è significativo solo se la dimensione dell’ostacolo è molto maggiore della lunghezza d’onda dell’onda sonora che incide su di esso. Questo fenomeno è di massima importanza nella progettazione di ambienti aventi determinate caratteristiche acustiche. L’onda riflessa può originarsi anche in presenza di variazioni delle caratteristiche fisiche del mezzo di propagazione dell’onda (riassunte nel concetto di impedenza) senza che vi sia necessariamente la presenza di un ostacolo.

Rifrazione

L’onda sonora cambia direzione di propagazione quando attraversa regioni in cui si propaga con diverse velocità. Si ha rifrazione anche al passaggio del suono tra mezzi diversi.

Risonanza

La risonanza è una condizione fisica che si verifica quando un sistema oscillante forzato viene sottoposto a sollecitazione periodica di frequenza pari all’oscillazione propria del sistema stesso. Se si percuote un diapason, che produce onde alla frequenza fissa di 440 Hz, e lo si pone vicino a un secondo diapason ‘silenzioso’, dopo un breve intervallo quest’ultimo comincia anch’esso a vibrare, la vibrazione in questo caso è detta risonanza. Un fenomeno di risonanza provoca in genere un aumento significativo dell’ampiezza delle oscillazioni, che corrisponde ad un notevole accumulo di energia all’interno del sistema sollecitato.

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S Scala musicale

Costituita da una serie di note corrispondenti ai suoni di altezza progressiva, il cui numero ed i cui intervalli risultano da una determinata divisione del rapporto di ottava (2/1). Le note della scala si ripetono analogamente nelle varie ottave. [16]

Sentire

L’atto del sentire indica il manifestare un’intenzione di ascolto, è l’atto di selezionare in quello che si ode ciò che ci interessa.

Spettro di frequenza

Lo spettro sonoro è un grafico che si utilizza nell’analisi di un rumore o di un suono, in esso sono riportati i livelli sonori in funzione della frequenza.

Soglia di udibilità

I suoni sono prodotti da corpi che vibrano . Ma non è vero che ogni vibrazione è in grado di emettere un suono. Perchè il nostro orecchio percepisca un’onda elastica come suono è necessario che la sorgente vibri con una frequenza compresa circa tra 16 e 12000 Hz. Le due frequenze estreme si chiamano limiti di udibilità. Al di fuori di questo intervallo di frequenza il nostro apparato uditivo è “sordo”. La sensibilità dell’udito varia alle diverse frequenze, è massima fra i 2000 e i 5000 Hz mentre è nulla sotto dei 16-20 Hz e al di sopra dei 16.000-20.000 Hz. Le frequenze inferiori ai 16-20 Hz costituiscono gli infrasuoni; quelle superiori ai 16.000-20.000 Hz gli ultrasuoni. La sensibilità uditiva alle alte frequenze cala progressivamente col progredire dell’età e questo fenomeno, affatto fisiologico, viene detto presbiacusia ( = audizione senile). [16]

Soglia del dolore

Corrisponde alla massima pressione acustica che l’orecchio può sopportare, dopo di che la sensazione sonora comporta dolore. Anche la soglia del dolore varia al variare della frequenza. Le minorazioni patologiche o senili dell’orecchio influiscono anche sulla soglia del dolore, si dice infatti che in questi casi si ha un “abbassamento della soglia del dolore”, poiché l’orecchio, che è diventato meno efficiente sotto ogni punto di vista, richiede minor energia acustica per raggiungere il limite del dolore. [16]

Soglia differenziale

Indica l’incremento minimo che ciascun parametro del suono (essenzialmente: altezza, intensità, timbro, durata) richiede affinchè la sensazione uditiva possa rilevare una differenza tra due stimoli successivi. [16]

Sonar

Il termine sonar, nasce come acronimo dell’espressione inglese sound navigation and ranging, è una tecnica che utilizza

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la propagazione del suono (sott’acqua) per la navigazione, comunicazione o per rilevare la presenza e la posizione di imbarcazioni. Il sonar può essere usato come mezzo di localizzazione acustica. Lo studio della propagazione del suono sottacqua è noto come acustica subacquea o idroacustica.

Sonografia

Arte di descrivere graficamente i paesaggi sonori ad esempio tramite spettrogrammi.

SOFAR (Sound Fixing And Ranging)

Il canale SOFAR (Sound Fixing and Ranging channel, “canale di fissazione ed oscillazione sonora”), è uno strato orizzontale di acqua nell’oceano ad una profondità in cui la velocità del suono è minima. Le onde sonore a bassa frequenza all’interno del canale possono viaggiare per migliaia di miglia prima di dissiparsi. Questo fenomeno è un importante fattore nella guerra sottomarina. Il canale sonoro profondo fu scoperto e descritto indipendentemente da Maurice Ewing e Leonid Brekhovskikh negli anni 1940. Il canale SOFAR è imperniato sulla profondità dove l’effetto cumulativo della temperatura e della pressione idrostatica (e, in minor misura, della salinità) si combinano per creare la regione di minima velocità del suono nella colonna d’acqua. Come risultato, le onde sonore tracciano un percorso che oscilla da un capo all’altro dell’asse del canale SOFAR. Questo principio è simile alla trasmissione a lunga distanza della luce in una fibra ottica.

Segnale diretto

Il segnale diretto è il primo suono ad essere percepito dall’ascoltatore in quanto coincidente con il percorso più breve percorso dalle onde sonore (dal punto di emissione all’orecchi dell’ascoltatore). Il segnale diretto fornisce anche un’informazione relativa alla posizione della sorgente acustica rispetto a chi sta ascoltando.

Segnale fisico

Il segnale fisico è il suono inteso come fenomeno energetico in azione in un contesto fisico che esiste indipendentemente dall’ascoltatore.

Sinestesia

Dal greco syn (unione) ed aisthesis (sensazione). Fenomeno in cui due o più sensi sono attivati da uno stimolo che riguarda uno di essi. La combinazione di qualsiasi tipologia di sensazione può dar luogo a fenomeni sinestetici.

Sirena di Savart

La sirena di Savart è uno strumento realizzato appositamente per produrre suoni particolari, è composta da una ruota dentata che viene fatta ruotare da una seconda ruota alla quale la prima è collegata per mezzo di una cinghia, comandata da una manovella. Tra un dente e l’altro della ruota vengono posti dei

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cartoncini, quando la velocità di rotazione è sufficiente a far scontrare il cartoncino con almeno 16 denti, ovvero subisce almeno 16 vibrazioni/s si ode un suono grave, all’aumentare della velocità il suono diventa più acuto fino a produrre un fischio fastidioso a 30.000 Hz. La cosa interessante è che il fischio, a velocità ancora maggiori, scompare, questo esperimento dimostra quindi che l’orecchio umano non è in grado di rivelare suoni di frequenza superiore a 30 kHz.

Sirena di Seebeck

La sirena di Seebeck è un disco di metallo sul quale sono praticati dei fori equidistanti disposti lungo una linea circolare. Mentre il disco è in rotazione, viene indirizzato un getto d’aria verso di esso, l’aria subisce delle interruzioni in corrispondenza dei tratti pieni del disco. Dall’altro lato del disco si genera una successione di impulsi che produce una vibrazione sonora. Come nella sirena di Savart, all’aumentare della velocità del disco, il suono emesso diventa più acuto.

Solfeggio

Il solfeggio (da “solfa” composto dalle note musicali Sol e Fa) è una pratica che consiste nel leggere, ad alta voce e a tempo, uno spartito: nel solfeggio parlato le note sono lette ritmicamente con il proprio nome, ma non intonate nel solfeggio cantato le note sono anche intonate. La pratica del solfeggio è utile per i musicisti neofiti, ed aiuta a prendere dimestichezza con lo spartito. Tale pratica è comunque utile anche ai musicisti più esperti, nello studio di passaggi particolarmente elaborati.

Sonoro

Il sonoro, detto anche sonoro cinematografico è il suono del film considerato nei suoi aspetti tecnici. Uno dei primi film proiettati con il sonoro fu “Il cantante di jazz” di Crosland nel 1927.

Soundwalking

Questa semplice pratica consiste in due azioni svolte in contemporanea: camminare a ascoltare, può apparire banale ma soltanto un osservatore attento è in grado di scoprire le immagini significative di un luogo, allo stesso modo solo un attento e preparato ascoltatore può riconoscere e scoprire le caratteristiche principali di un paesaggio sonoro. Il soundwalking è quindi una forma di partecipazione attiva all’interno di un paesaggio sonoro.

Spettrogramma

Uno spettrogramma è la rappresentazione grafica dell’intensità di un suono in funzione del tempo e della frequenza.

Suono ambientale / Musica ambient

Il suono ambientale è, in ambito cinematografico, quel suono di fondo che si sente durante il susseguirsi delle scene sullo schermo, la sua funzione è quella di unificare il flusso delle immagini. La musica ambient o musica d’ambiente è un genere musicale in cui l’atmosfera può assumere più importanza delle

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note. È un genere musicale caratterizzato da suoni ampiamente atmosferici e naturali, la funzionalità principale della musica è quella di catturare lo stato d’animo dell’ascoltatore, e farlo uscire dalla propria coscienza.

Suono puro o sinusoidale

Suono privo di componenti armoniche, composto dalla sola vibrazione fondamentale la cui forma è appunto sinusoidale. [16]

Suono complesso

Suono composto da più vibrazioni armoniche, il cui numero e la cui ampiezza dipende dalle caratteristiche fisiche della sorgente sonora e dalla modalità dell’eccitazione. [16]

Suono diegetico / extradiegetico

Nell’ambito cinematografico l’aggettivo “diegetico” riferito al sonoro è utilizzato per definire il suono avvertito dai personaggi della narrazione. Tale specificazione è fondamentale per distinguere tra sonoro fuori campo e il suono non percepito dal personaggio. Il suono avvertito dal solo spettatore e non dai protagonisti della narrazione è detto “extradiegetico”. Un esempio interessante di spiazzamento fra suono diegetico e suono extradiegetico si ha in una scena del film di Woody Allen “Il dittatore dello stato libero di Bananas”, in cui lo spettatore viene tratto in inganno da una tipica musica di commento che si rivela invece essere udita anche dal protagonista (Fielding Mellish, interpretato dallo stesso Allen), il quale infine ne scopre la fonte: un’arpista nascosta in un armadio.

Suono non simultaneo

Il suono non simultaneo indica quell’effetto sonoro che anticipa o segue le immagini che lo spettatore sta visualizzando in un dato momento. Un esempio ricorrente è quello del “ponte sonoro” che consiste in brevi anticipazioni sonore in cui parole, musiche e rumori appartenenti alla scena immediatamente successiva a quella che si sta visionando, iniziano già a sentirsi ancora prima che si vedano le immagini della relativa scena.

Suono simultaneo

Il suono simultaneo si realizza quando sonoro e immagine seguono uno stesso tempo narrativo.

T Tecnico del suono

Un tecnico del suono, o tecnico audio, è una persona esperta nell’utilizzo di dispositivi di produzione e nella manipolazione di onde sonore. Il suo compito è quello di diffondere il suono da una qualsiasi sorgente in un ambiente molto più grande di quello della sorgente sonora. Nel compito, viene aiutato da apparecchi di trasduzione, quali microfoni, amplificatori e altoparlanti. Le specializzazioni dell’tecnico del suono variano a

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seconda dei campi di applicazione; per citarne alcuni abbiamo tecnici specializzati nella ripresa del suono, nel mixaggio del suono (la regolazione dei volumi), nel mastering del suono (la tecnica che permette di rendere il suono il più fruibile possibile psicoacusticamente parlando)..

Tessitura

Indica il campo normale delle frequenze musicali proprio di ciascuno strumento e di ciascuna voce. [16]

Timbro

Il timbro è quella particolare qualità del suono che permette di distinguere due suoni con uguale intensità e altezza. Il timbro rappresenta, dunque, quell’attributo della sensazione uditiva che consente all’ascoltatore d’identificare la fonte sonora, rendendola distinguibile da ogni altra. Il timbro viene designato come colore del suono tanto in inglese (tone-colour) quanto in tedesco (Klangfarbe). Il timbro della voce, identifica ogni persona quasi come può fare un’impronta digitale.

Timpano

Il timpano o membrana timpanica è una sottile membrana semitrasparente facente parte dell’orecchio medio situata al termine del condotto uditivo esterno. La sua funzione consiste nel trasmettere le vibrazioni generate dalle onde sonore alla catena degli ossicini, costituita da martello, incudine e staffa. Presenta una forma ad imbuto ellittico con un asse verticale maggiore di 9-10 mm, un asse orizzontale di circa 8-9 mm. Nell’essere umano ha uno spessore di circa 0,1 mm.

Tonalità

Principio essenziale che caratterizza la musica tonale e che deriva dalla scala usata (es: DO maggiore, RE minore, SOL maggiore, SI bemolle minore; ecc.). [16]

Toni binaurali

I toni binaurali sono dei battimenti che vengono percepiti dal cervello quando due suoni con frequenza inferiore ai 1500 Hz e con differenza inferiore ai 30 Hz vengono ascoltati separatamente attraverso degli auricolari. Tali battimenti non sono conseguenza, come normalmente accade, di una sovrapposizione fisica delle onde sonore ma vengono generati direttamente nel cervello. Il fenomeno è stato identificato nel 1839 da Heinrich Wilhelm Dove. I campi di utilizzo dei toni binaurali sembrerebbero essere molteplici, tuttavia non esiste una documentazione che definisca esattamente quale effetto essi possano avere sul cervello.

Trasduttore acustico

Il trasduttore acustico è un diffusore acustico che trasforma il segnale elettrico proveniente da un amplificatore acustico in suono.

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Tromba di Eustacchio

La tromba di Eustachio (o tuba uditiva) è un condotto che collega l’orecchio medio alla faringe. Prende il nome dall’anatomista del XVI secolo Bartolomeo Eustachi.

Tempo di riverbero

Si definisce come il tempo necessario in secondi affinché il livello di pressione acustica scenda di 60 dB dopo l’interruzione della sorgente sonora. Nella maggior parte delle situazioni, un basso tempo di riverbero migliora il comfort acustico. Le conversazioni sono più intelligibili in assenza di eco. Tuttavia, non è sempre vero. In alcuni casi, durante un concerto o una conferenza per esempio, può rivelarsi necessario un tempo di riverbero più lungo per un ascolto più confortevole. Il tempo di riverbero dipende dalla dimensione e dalla configurazione del locale, oltre che dalla quantità, la qualità e il posizionamento delle superfici assorbenti. Maggiore è l’assorbimento acustico nel locale, più breve sarà il tempo di riverbero.

Terapia cimatica

La terapia cimatica, si fonda sul principio che tutte le unità della materia (atomi, molecole, cellule, organi) sono in uno stato di continua vibrazione. Ogni unità ha una propria frequenza di vibrazione che produce una sua caratteristica forma d’onda. In base alla terapia cimatica la malattia è causata dal mutamento della frequenza di vibrazione fondamentale. La terapia vuole restituire all’intera unità la sua velocità di vibrazione naturale raddoppiando la frequenza con oscillatori elettronici. Per l’applicazione della terapia cimatica è stato costruito uno strumento chiamato Applicatore che viene messo a contatto diretto con la pelle. L’effetto di penetrazione delle frequenze trasmette al paziente una sensazione piacevole simile a quella prodotta da un massaggiatore elettrico ma, in questo caso i suoni prodotti sono le frequenze naturali del corpo. Questo tipo di terapia è stata impiegata nella cura di dolori reumatici, artriti, fratture, ricostruzione delle articolazioni, strappi muscolari, colpi di frusta, ernia al disco, fibrosità e paralisi.

Tessuto fonotrasparente

Si tratta di un particolare tipo di tessuto normalmente utilizzato per rivestire pannelli fonoisolanti in modo da renderli meno invasivi sull’ambiente in cui sono inseriti, questo materiale non influisce sulla diffusione o sull’assorbimento del suono da parte del materiale che va a ricoprire.

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U Udire

Udire è percepire attraverso l’orecchio, essere colpiti dai suoni, può essere definito come il livello più grezzo della percezione poiché in questo modo si odono passivamente anche suoni che non si desidera sentire, ascoltare o comprendere.

Ultrasuono

Vibrazione acustica di frequenza troppo alta per poter essere udita. In senso pratico si dicono ultrasoniche le vibrazioni acustiche di frequenza superiore ai 16.000 Hz. [16]

V Velocità della luce

In fisica, la velocità della luce è la velocità di propagazione di un’onda elettromagnetica che nel vuoto ha un valore pari a c0=299 792,458 km/s (spesso approssimato a 300 000 km/s). È indicata con la lettera c, dal latino celeritas (velocità). Questa è considerata come la velocità massima a cui può viaggiare tutta l’informazione nell’universo (energia e/o materia).

Velocità di propagazione

La velocità del suono è la velocità con cui un suono si propaga in un mezzo. La velocità del suono varia a seconda del mezzo (ad esempio, il suono si propaga più velocemente nell’acqua che non nell’aria), e varia anche al variare delle proprietà del mezzo, specialmente in base alla sua temperatura. Il suono si propaga in modi diversi a seconda che sia in un solido, in cui tutte le molecole sono collegate solidamente fra loro, oppure in un fluido (liquido o gas), che invece è incoerente. Questa grandezza è molto importante, perché è anche la velocità con cui si propagano l’energia cinetica e le sollecitazioni meccaniche in una determinata sostanza.

W Watt(s)

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Il watt (simbolo: W) prende il nome da James Watt ed è l’unità di misura della potenza del Sistema Internazionale. Un watt equivale a 1 joule al secondo (1 J/s) ed è equivalente, in unità elettriche, a un volt per ampere (1 V • A), o a 1 N • m/s (newton per metri al secondo).


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TESI 1.2) Dal workshop alla produzione, analisi dei risultati e sviluppo di strumenti di supporto alla progettazione di prodotti in polipropilene in lastra aderenti alle richieste dell’azienda. Candidata: Francesca Anna Maria Macrì Relatore: Claudia De Giorgi e Claudio Germak Anno Accademico 2005/2006 Politecnico di Torino. 2.2) Il rapporto del suono nel design, linee guida per la visualizzazione del suono. Candidato: Oliviero Aldo Relatore: Prof.ssa Anna Pellegrino Corso di studi in Disegno Industriale, Facoltà di Architettura 1 Politecnico di Torino.

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3.2) Il suono nel design, una guida per il progettista di “oggetti sonori” Candidate: Doriana dal Palù, Francesca Arato Relatore: Claudia De Giorgi, Correlatori: Arianna Astolfi, Beatrice Lerma, Eleonora Buiatti Corso di Laurea in Disegno Industriale Anno Accademico 2009-2010 Politecnico di Torino 4.2) Mangiare tra globale e locale, valorizzare la tipicità attraverso gastronomia e artigianato Candidata: Marcella Toniello Relatore: Claudia De Giorgi Anno Accademico 2008/2009 Politecnico di Torino. 5.2) Suono Concreto. Analisi, critica e linee guida progettuali sulla relazione uomo-suono volta a un’esperienza sensoriale attiva Candidata: Claudia Garrone Relatore: Andrea Di Salvo Corso di studi in Design e Comunicazione Visiva Dipartimento di Architettura e Design Anno Accademico 2012-2013 Politecnico di Torino. 6.2) Tra suono e significato, lo spazio architettonico delle composizioni musicali di Ezio Bosso Candidata: Caterina Barioglio Relatore: Prof. Arch. Valeria Minucciani Correlatore: Arch. Alessandra Morra Facoltà di Architettura I, Corso di laurea in Scienze dell’Architettura Politecnico di Torino.

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Sono come Suono

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Sono come Suono

DOCUMENTI ONLINE 1.4) http://it.scribd.com/doc/90998492/Guida-Agli-Oggetti-Sonori Guida agli oggetti sonori, riduzione e traduzione di Michel Chion (Milano, novembre 2005), Guide des objets sonores. Pierre Shaffer et la recherche musicale (1983), a sua volta lavoro di sintesi di: Pierre Shaffer, Traité des objets musicaux (1966) consultato il 16/01/2014 2.4) http://www.aradio.it/docz/registratori.pdf Scheda fonica 7, a cura di Pietro di Mascolo consultato il 16/01/2014 3.4) http://www.fmboschetto.it/didattica/pdf/il_suono.pdf Scheda fonica 2, a cura di Pietro Di Mascolo. consultato il 16/01/2014 4.4) http://www.oradimusica.it/sitopub/prima/suono/suono.PDF Caratteristiche fisiche del suono, Unità di Educazione Musicale, classi prime consultato il 16/01/2014 5.4) http://xoomer.virgilio.it/e.giordani/docs/spat_a.PDF Elementi di spazializzazione del suono, E. Giordani. consultato il 16/01/2014 6.4) http://www.ilcorto.it/Tecnica_AV/SONORO_st.pdf Il sonoro, appunti per l’esame di Istituzione di Storia del Cinema al DAMS di Torino, 2004, tratto dal libro: Manuale del film, linguaggio, racconto, analisi, di Gianni Rondolino, Dario Tomasi, libreiria UTET. consultato il 16/01/2014 7.4) http://www.musicheria.net/ScaricaFile.asp?IDF=1590&Name=Kendall%20 Wrightson%20-%20Un%E2%80%99Introduzione%2all%E2%80%99Eco logia%20Acustica Un’introduzione all’ecologia acustica, titolo originale: An introduction to Acoustic Ecology consultato il 17/01/2014

FILMOGRAFIA 1.5) MAURIZIO NICHETTI, Ratataplan, Italia, 1979. 2.5) WIM WENDERS, Lisbon Story, Germania-Portogallo, 1994.

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RIngraziamenti

RINGRAZIAMENTI

Vogliamo cogliere l’occasione per ringraziare le docenti del Corso di Exploring Design, nonchè nostre tutor: Claudia De Giorgi e Beatrice Lerma, per averci concesso di realizzare questa tesi relativa al corso stesso. Ringraziamo non solo per l’opportunità che ci è stata data ma anche per il modo in cui siamo state coinvolte, partecipando alle revisioni dei progetti ai workshop e alle lezioni. Ringraziamo anche gli assistenti e i borsisti del corso in quanto si sono sempre rivelati gentili e disponbili nei nostri confronti. Grazie anche al Professor Andrea Di Salvo del Corso di Immagine e Suono per i preziosi consigli. Vogliamo rivolgere un grazie speciale agli studenti del Corso di Exploring che si sono mostrati collaborativi, disponibili e sempre gentili. Abbiamo apprezzato anche la serietà cn cui molti di loro si sono approcciati al nostro progetto di tesi, fornendoci materiale e aiutandoci a raccogliere le informazioni sui loro progetti necessarie alla realizzazione della tesi. Vogliamo ringraziare inoltre i nostri genitori, senza i quali non saremmo mai arrivate a questo importante traguardo, un grazie speciale anche agli zii Ramella e alla cugina Elena per il loro aiuto in tutti questi tre anni passati a Torino, a Loris che nonostante gli impegni e il lavoro ha trovato il tempo di aiutarci in questo progetto di tesi, a Gabriele poichè senza il suo aiuto non saremo riuscite a portare a compimento il progetto così come lo vedete. Ricordiamo in particolare una notte passata insieme nel tentativo di capire il funzionamento di Aurasma. Grazie anche a Davide Annovi per averci prestato il microfono con cui abbiamo realizzato le registrazioni audio. Infine ringraziamo tutti, ma proprio tutti coloro che in qualche modo hanno contribuito a far si che la nostra avventura universitaria avesse luogo. Grazie a tutti!

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“Sono come Suono, il suono come requisito di progetto”, è una tesi critica che vuole indagare un argomento interessante e vasto come quello del “suono” per mezzo del corso di Design per l’Esplorazione, prende a piene mani l’argomento e da questo ripropone un progetto che vuole rappresentare idealmente l’iter della tesi stessa e racchiude tutti i valori e le emozioni raccolte durante l’anno di lavoro. Perché interessarsi al suono? È sempre presente, nella vita di tutti i giorni ma fin troppo spesso non gli viene attribuita l’importanza che merita ed anche in ambito progettuale solo da poco si è cominciato a comprenderne il vero valore. Cos’è il suono? Perché è importante nella progettazione? Il suono può fare la differenza? Sì, il suono può fare la differenza, ed è su quello che ci apprestiamo a raccontare con questa tesi, chiedendoci se un oggetto debba necessariamente avere un suono, se questo può dargli un valore aggiunto oppure se è il suono stesso a poter diventare protagonista del progetto.


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