Hulme Crescents 1972-1994 Manchester
Marco Andreola | Martina Ciceri | Lucia Croci Candiani | Gianni Suigo
Appendici
II_bis
simboli
Trellik tower concetto_linguaggio_struttura
I
Park Hill concetto_ linguaggio_struttura
III
Robin Hood Gardens concetto_linguaggio_struttura
IV
Indice
0.
abstract
00.
contesto
05 cronologia politica
06 welfare state
09
right-to-buy
10 12
rebranding cittĂ
slum
15
tabula rasa I tabula rasa II I.
The Crescents
teoria storia
II.
simbolo
16 20
preludio
27
declino
28
rinascita
29
morte
38
third time lucky?
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The People Republic of Hulme
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East Berlin Vibe Demolizione, ovvero New New Hulme
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English Bantustan
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New Jerusalem
Abstract
Hulme Crescents (1972-1994) è un complesso di edilizia sovvenzionata costruito dallo stato inglese a cavallo tra lo statalismo del welfare state e le politiche liberiste tatcheriste. Attraverso la storia di questi edifici si possono leggere i cambiamenti socioeconomici e culturali che hanno caratterizzato la seconda metà dell’ ventesimo secolo in Inghilterra. L’immagine del complesso negli anni ha assunto nella mentalità collettiva diversi significati: dall’utopia socialista a un manifesto del fallimento del movimento moderno, da un modello di comunità anarchica autoregolata a un ghetto di violenza e povertà. Il dibattito sul significato e il destino degli edifici modernisti è un tema quantomai attuale, fra ricostruzioni e riattualizzazioni, estetica e ideologia_
deindustrializzazione
WW2
INTERVENTISMO DELLO STATO IN ECONOMIA
Welfare State 1945-51 nazionalizzazioni - dreaming a new jerusalem -
1940-41 the blitz
ricostruzione post bellica
L’era degli high rise 1964-68
1947 creazione del National Health Service
FINE IMPERIALISMO
1945 dichiarazione di Berlino
1966 Trellik tower
1956 spedizione anglo francese a suez
HULME worst council of UK Churchill 1951-55
Eden
1955-57
Macmillan Douglas-home 1957-63
NEOTORISMO Attlee
1964-70
Giorgio VI 1936-52
1950 LEGENDA:
Labour
Tory
TAX AND SPENDING Wilson
1945-51
1940
1963-64
Reali
1960 Politiche della casa
Hulme Crescents
15:32 PM 15.07.1972 FINE MOVIMENTO MODERNO ¹
NEO LIBERALISMO ECONOMIA DEI SERVIZI
RIGHT TO BUY
DEPRESSIONE ECONOMICA
provatizzazione fine stato sociale
1992 trattato di Maastrict
1976 crisi della sterlina
1973 crisi petrolifera
1991 Poundbury
Ian Curtis 1956-80
1984 attentato dell’IRA a Brighton
1978-9 winter of discontent
1968 disastro di Ronan Point
HAÇIENDA
1976 sex pistols al lesser free trade hall
1981 inner city riots
1974 HC inadatto per famiglie 1972 inaugurazione Hulme 5 aka Hulme Crescents
RIGORE + STATO SOCIALE
PROGRAMMI DI RIGENERAZIONE URBANA architetture come icone
1996 attentato dell’IRA a M.
NEW MANCHESTER
1982 guerra delle Falkland
THE PEOPLE REPUBLIC OF HULME
2004 beetham tower
NEW NEW HULME
1992 fine demolizione Hulme 5
Blair
Wilson Gallaghan 1974-76
1997-2007
1976-79
Heath
Tatcher
1970-74
2002 urbis
Major
1979-90
1990-97
LAISSEZ_FAIRE
Elisabetta II 1936-52
1970
1980
1990
¹ “Modern architecture died in St Louis, Missouri on July 15, 1972, at 3.32pm (or thereabouts)when the infamous Pruitt Igoe scheme, or rather several of its slab blocks, were given the final coup de grace by dynamite." CHARLES JENKS, The lenguage of Post-modern Architecture, Wisbech, Balding and Mansell, pag.9
8
Your Bretain - fight for it now , Abram Games, diffuso da Army Bureau of Current affairs, 1942
Politica
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principali avvenimenti sul piano politico, socio-economico, in particolare le politiche della casa
l’esponente dei conservatori con cui l’Inghilterra usciva vincente dalla Seconda Guerra Mondiale. Uno dei primi provvedimenti è quello relativo all’approvvigionamento delle risorse necessarie per sopperire al baby boom e alle necessità post belliche.
L’Inghilterra, dopo la vittoria della Seconda Guerra Mondiale, deve affrontare i problemi legati alla distruzione bellica. La ricostruzione di quegli anni è però vista come un modo per poter far fronte ai problemi che affliggevano la nazione anche prima del conflitto. Questo perchè, in quegli anni, vi è un clima di fervore ed ottimismo e più in generale il periodo che va dai primi anni ’50 fino alla crisi petrolifera del 1973 è un’epoca di ampia crescita economica (definita Golden Age).
Tra gli obbiettivi politici c’è quello di favorire la ricostruzione, per questo viene attuata una politica di rigore che mira a un contenimento dei costi e più in generale ad un controllo su come vengono gestite le risorse economiche. Senz’altro però quello a cui punta il governo Attlee è lo sviluppo di riforme che portato alla costituzione di un forte stato sociale (Welfare State).
WELFARE STATE In Inghilterra nel dopoguerra il livello di ricchezza nazionale aumenta e grazie alle politiche sociali (che vedremo più dettagliatamente nel seguito), si assiste a un proporzionale miglioramento della qualità della vita degli inglesi. Un tema fondamentale che emerge in questo periodo è quello legato alla necessità di crescita del patrimonio edilizio, data la sempre maggiore crescita demografica e alla conseguente necessità bitative. La questione ruota intorno alle modalità di ricostruzione post bellica. Ci si interroga su quale possa essere il miglior modo per realizzarla. NEW JERUSALEM Si procede quindi con la demolizione degli slum vittoriani esistenti (anche quelli non danneggiati dai bombardamenti) e la ricostruzione di un edificato di maggiore qualità. Attraverso queste operazioni si cerca di costruire uno stato sociale che potesse, sia socialmente che architettonicamente, migliorare le condizioni di vita degli inglesi. Per la costruzione di questa “Nuova Gerusalemme”, (William Blake, Jerusalem, 1804) si utilizzano linguaggi architettonici nuovi, lontani dalle treeaced houses vittoriane, importando dall’Europa i caratteri dei progetti modernisti che proponevano una nuova idea di città. Il primo grosso cambiamento politico avviene con le elezioni del 1945 dove a vincere sono i laburisti con Attlee che spodestano Wiston Churchill,
Tra queste troviamo: -sanità pubblica -pensioni sociali e sussidi per disoccupati ed indigenti -politica abitativa con la calmierazione dei prezzi degli affitti e di vendita delle case (Furnished Houses (Rent Control) Act). -Nazionalizzazione di molte imprese fino ad oggi private a garanzia dei posti di lavoro dei dipendenti e nella direzione dello sviluppo di un protezionismo dell’economia Inglese. -l‘istituzione di società pubbliche per la pianificazione ed edificazione in alcune aree del Paese delle new towns. Al fine di decongestionare le situazioni più critiche nelle aree urbane per quanto riguarda le questioni abitative e, anche, quelle igienico-sanitarie. Tra gli esempi più riusciti possiamo osservare Milton Keynes che qualche anno più tardi viene costruita praticamente da zero, una vera e propria città di neo fondazione. Con le successive elezioni nel 1951 i conservatori salgono nuovamente al governo con Winston Churchill. Nonostante lo schieramento ha tendenzialmente idee opposte a quelle dei laburisti, non avviene uno stravolgimento del Welfare State sviluppato dal governo precedente, dato il consenso di queste riforme in favore del popolo. Avvengono alcune variazioni in chiave conservativa che portano a una riprivatizzazione delle imprese ed a una più generale liberalizzazione dell’economia, tra queste la parziale liberalizzazione del mercato abitativo avviate con il Rent Act del 1957. Nel 1964 il fronte di governo passa nelle mani dei Laburisti (Harnold Wilson). Data la sempre maggiore necessità abitativa di
questi anni, tra i primi provvedimenti presi dal governo c’è quello di limitare i casi di abitazioni sfitte, è infatti di questo periodo il censimento per verificare il numero sul territorio nazionale di abitazioni sfitte. Al fine di risolvere questa piaga il governo istituisce il “Central Housing Advisory Committee”. Si cerca anche di migliorare la salubrità degli edifici esistenti con interventi di recupero negli slums la demolizione dei quartieri più degrati. L’ERA DEGLI HIGH RISE Grazie ai progressi in campo industriale, si sceglie di puntare ad una tipologia costruttiva diversa dalla precedente in quanto si pensa che la costruzione alta possa garantire spazi di maggiore qualità riducendo drasticamente i costi di costruzione. Gli edifici passano dall’edilizzia bassa compatta degli slum vittoriani a edifici alti (high-rise) distanziati tra loto. Un’edificazione veloce (parte della costruzione avveniva lontano dal cantiere), economica e teoricamente di qualità. Una fase di sperimentazione architettonica che vede l’architettura trasformata non solo dal punto di vista tecnologico; un’architettura riformata che assume un ruolo come risolutrice dei problemi della società. Di fatto però ben presto ci si accorge che quanto decantato dalle imprese costruttrici non è la realtà: la maggior parte degli edifici multipiano costruiti con queste tecniche di prefabbricazione hanno gravi problemi strutturali, vi è una scarsa qualità abitativa interna e i costi di manutenzione risultano molto maggiori di quelli attesi. RIGHT TO BUY “L’epoca delle case alte si chiuse con l’introduzione di nuovi criteri di controllo dei costi da parte del Ministry of Housing and Local Government nel 1965. [...] La mazzata decisiva fu inferta dal disastro Ronan Point, un nuovo quartiere municipale di Londra, che si verificò nel maggio del 1968, quando l’esplosione conseguente a una fuga di gas sbriciolò un alloggio sito in uno degli ultimi piani di un edificio a torre, trascinando nella rovina gli alloggi soprastanti e sottostanti, con morti e feriti”. Rigenerare la città - Guido Morbelli - Alinea - Firenze – 2001
La golden age giunge al termine negli anni ’70. Nello specifico, il primo segno di rottura del lungo periodo di prosperità, avviene con lo shock petrolifero del 1973 (poco dopo la costruzione di Hulme Crescents). La crisi petrolifera di quell’anno è dovuta
all’improvvisa e inaspettata interruzione degli approvvigionamenti di petrolio causato dallo scoppio della guerra tra Egitto, Siria e Israele. Questa interruzione del flusso di petrolio verso l’Europa ha dei risvolti disastrosi sui paesi le cui industrie sono riuscite a crescere proprio grazie a questa risorsa comprata in quantità illimitata e a bassissimo prezzo. In concomitanza, e in parte anche a causa, dello shock petrolifero avviene un aumento dell’inflazione che fa dilagare la crisi dell’Inghilterra. Il decennio 1970-80 è dunque un decennio dove le rosee prospettive di crescita del ventennio precedente vengono meno. Un periodo in cui l’aumento dei prezzi e l’incertezza fa dilagare le proteste di piazza e più in generale aumentano le rivolte sindacali per garantire i diritti dei lavoratori. In questo periodo al governo troviamo un primo governo conservatore (1970-1974) seguito nuovamente da un governo laburista (fino al 1976 Harnold Wilson, poi fino al 1979 Callaghan). “Ben presto però fu chiaro come il ricorso dei laburisti alle tradizionali politiche di interventismo statale in economia fosse incapace di contrastare il nuovo fenomeno della stagflazione (compresenza di stagnazione economica ed inflazione)”.1 Per cercare di far fronte alla crisi dilagante, viene attuata una politica di maggior rigore che vede necessari tagli ai sussidi ed alla spesa pubblica, arrestando di conseguenza lo sviluppo dello stato sociale. Vi è una crescita del malcontento che si scatena sotto forma di manifestazioni che culminano nel cosiddetto Inverno del Malcontento (1978) portando alla caduta il governo laburista. Ad aggravare maggiormente questa situazione c’è la concomitanza, negli anni ’70, di un ampio processo di de-industrializzazione provocato dalla concorrenza delle industrie asiatiche. Per una città fortemente basata su di una economia industriale, come Manchester, questo processo porta ad una crescente povertà della classe operaia e ad un tasso crescente di spopolamento. “Il punto più basso del declino è stato segnato dalle violente sommosse nei distretti di Moss Side di Manchester e di Toxteth di Liverpool nel 1981”.2 Le successive elezioni (1979) vedono la vittoria di Margaret Thatcher alla guida di un, riformato, 1 http://www.giannisilei.it/?p=713 2 http://www.cluster.eu/it/shrinking-citiescitta-che-si-spopolono/
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Ronan Point 1968
governo conservatore. I punti chiave del suo programma politico (New Right) sono: -Scardinare i, non più funzionanti, meccanismi del Welfare State. -Politica liberista, con drastici tagli alla spesa pubblica. -Privatizzazione delle imprese pubbliche. -Revisione del sistema previdenziale con integrazione di polizze private. -Revisione del sistema sanitario nazionale con una parziale privatizzazione con l’intento di ridurre i costi ed aumentare la qualità dei servizi. Per quanto concerne l’ambito sociale, il governo prende drastici provvedimenti (cura neomanchesteriana) con la vendita delle case popolari e la liberalizzazione degli affitti. Inoltre, la gestione dei servizi sociali e la concessione dei sussidi per le abitazioni, vengono trasferite dallo Stato alle amministrazioni locali, nel tentativo di avere una migliore sorveglianza sugli specifici casi. I beneficiari delle esenzioni sulle imposte vengono drasticamente ridotti e molti dei contributi precedentemente erogati vengono trasformati in prestiti. “Tutto ciò, oltre a mettere in seria difficoltà molte delle famiglie meno abbienti, provoca una forte contrazione della spesa (e della proprietà) pubblica in campo abitativo”.3 Le politiche di rigore della “Lady di Ferro” consentono all’Inghilterra, dopo un primo periodo di contrazione economica, un’espansione in grado di far fronte alle recessioni degli anni seguenti.
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REBRANDING Negli anni ’80, il processo di deindustrializzazione, porta l’Inghilterra a dover cambiare rotta economica. Si giunge progressivamente ad una economia dei servizi (informazione, cultura, finanza, comunicazione). A Manchester, nello specifico, si osserva una fortissima crescita del settore terziario a discapito di quello produttivo largamente sviluppato in loco. Il governo do Margaret Thatcher permane per diverse legislature fino al 1990. Gli succede un altro governo conservatore (19901997) guidato da John Major che verrà ricordato per la firma del Trattato di Maastricht (1992) “che fissa le regole politiche e i parametri economici e sociali necessari per l’ingresso dei vari Stati aderenti alla comunità Europea”.4 Nel 1997 Tony Blair vince le elezioni con un riformato governo laburista, il New Labour. 3 http://www.giannisilei.it/?p=713 5 https://it.wikipedia.org/wiki/Trattato_di_Maastricht
Dall’alto: Distributore senza benzina durante la crisi petrolifera,1973 Manifesto elettoraledel partito conservatore che evidenzia le mancanze del sistema laburista nel far fronte al problema della disoccupazione, 1979 Manifestazione contro la Poll Tax un moderno testatico, introdotta da M.Tatcher, 1989
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Margareth Tatcher , 1987
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Dall’alto: Viollet Street, Manchester, 1914 Vista dei tetti della periferia di Manchester, 1870 ca Foto aerea del quartiere di Hulme, FAF, 1930
Città principali vicende di Hulme attraverso tre fasi: -slum -first regeneration -second regeneration
Hulme è uno dei trentadue quartieri in cui è suddivisa la città di Manchester localizzato a sud del centro cittadino. Il nome deriva dal danese antico hulm o hulme che indica una piccola isola o un promontorio circondato da una fitta rete idrica. SLUM
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Fino al XVIII secolo l’area di Hulme è contraddistinta da insediamenti agricoli sparsi. La situazione muta con l’avvento della rivoluzione industriale e la costruzione del canale Bridgewater che collega Manchester a Runcorn e Leigh. L’area presenta durante il XIX secolo un forte sviluppo a carattere industriale: nascono numerosi cotonifici e viene realizzato un ramo ferroviario che collega il quartiere con la rete ferroviaria già esistente. Questo porta numerose persone a spostarsi a Hulme da Manchester o dalle aree agricole circostanti. Oltre alla costruzione di numerose fabbriche e industrie, in diretta conseguenza, un numero sempre maggiore di persone si stabilisce in modo permanente nell’area. Il tessuto residenziale che viene a crearsi in poco tempo risulta essere estremamente fitto e presenta per lo più alloggi di scarsa qualità, molto affollati. La situazione di Hulme è analoga alle condizioni delle periferie delle maggiori città inglesi e europee. La nascita e lo sviluppo di quartieri popolari senza alcuna pianificazione urbana ai margini delle città originarie è una caratteristica comune della maggior parte dei centri urbani durante la Rivoluzione industriale. Gli slum sono caratterizzati dalla mancanza di servizi igienico sanitari e di opere di fognatura e scarico efficienti oltre che da una pessima qualità dell’aria provocata dalle combustioni e dagli scarichi delle fabbriche. Spesso gli stabilimenti industriali si trovano all’interno degli slum stessi rendendo proibitive le condizioni di vita. Dal 1850 si cerca di porre un limite all’ulteriore densificazione dell’abitato che permuterà le sue condizioni anche durante la prima parte del Novecento. Le abitazioni sono pensate in obiettivi di economicità e di massimo sfruttamento del suolo. Friedrich Engels, economista e filosofo tedesco, trascorre parte della sua vita a Manchester e
descrive le condizioni abitative di quel periodo facendo riferimento a Hulme e a un quartiere limitrofo, Little Ireland: “The cottages are old, dirty and of the smallest sort, the streets uneven, fallen into ruts and in part without drains or pavement; masses of refuse, offal and sickening filth lie among standing pools in all directions; the atmosphere is poisoned by the effluvia from these, and laden and darkened by the smoke of a dozen tall factory chimneys. A horde of ragged women and children swarm about here, as filthy as the swine that thrive upon the garbage heaps and in the puddles.” 1 TABULA RASA I Dopo la prima guerra mondiale, l’intero edificato del quartiere viene acquistato dall’amministrazione di Manchester e dal 1934, fino al 1960, inizia il graduale sgombero delle abitazioni e la loro successiva demolizione, con il trasferimento degli abitanti in altri quartieri riqualificati della città, come Wythenshawe. In quel momento Hulme è abitata da ben 130.000 persone. Dopo la Seconda Guerra Mondiale quando gli amministratori della città contattarono J.S.Millar, responsabile della realizzazione del quartiere di Park Hill a Sheffield, per affidargli la direzione dell’ufficio di pianificazione urbanistica di Manchester. Per il quartiere di Hulme vengono coinvolti Womersley e Wilson, già attivi nella progettazione e realizzazione di Park Hill. Viene effettuata una vera e propria tabula rasa: nell’area, colpita anche dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, vengono risparmiate solo quattro chiese, alcuni complessi residenziali pubblici e una porzione di quartiere già riprogettata e ricostruita negli anni ‘30. Nell’area viene richiesto di creare un ambiente urbano su scala cittadina. Il progetto, suddiviso in cinque distinti lotti, prevede la realizzazione di appartamenti su uno o due livelli in edifici che vanno dai tre agli otto piani. All’interno di uno dei lotti, il numero 5, vengono realizzati i Crescents: quattro blocchi ininterrotti di appartamenti, alcuni dei quali su due livelli, per un’altezza di sei piani con distribuzione a ballatoio. La lunghezza dei corpi, la forma a mezzaluna dei blocchi e l’elevazione in altezza è volta a liberare il suolo e a permettere la creazione di spazi aperti molto ampi. Nel 1966
1. Engels, Friedrich, The Condition of the Working Class in England, Chapter: “The Great Towns” German edition Leipzig 1845, English translation New York 1887.
viene presentato il progetto al consiglio comunale e già sei anni dopo i primi residenti si insediano nei Crescents. Gran parte della maglia stradale esistente viene cancellata arriva in favore di isolati di dimensioni più elevate. Per la realizzazione dei Crescents viene cancellata Stretfort Road, una delle arterie principali del quartiere novecentesco. All’interno dell’isolato dei Crescent si prevede una circolazione esclusivamente pedonale. Lo spazio aperto, di dimensioni ragguardevoli, è contraddistinto da pochi percorsi pedonali ed elementi di vegetazione sporadici. Tra le mezzelune sono collocati una serie di corpi bassi di servizi per la comunità. La scala monumentale del complesso, in contrasto con il tessuto delle altre part di città, lo rende visibile dall’esterno del quartiere. Già a partire dagli anni ’70 il complesso iniziò a presentare sia problemi tecnici che problemi di natura gestionale. Il settanta per cento dei residenti nei Crescents proveniva da una bonifica urbana avvenuta in diverse parti della città e ben il trenta per cento, percentuale che aumentò con il passare degli anni, dipendeva da sussidi erogati dal comune di Manchester. L’esclusione delle famiglie del 1975 e l’introduzione di inquilini singoli, coppie senza figli e studenti porta a una grave situazione di abusivismo. La perdita totale di controllo sul complesso da parte delle autorità spinge il consiglio comunale di Manchester, già nel 1986, a indire una conferenza durante la quale si discute del futuro del quartiere. Le prospettive per i Crescents non sono ottimistiche e a partire dal 1993 si inizia la demolizione del complesso.
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SECOND REGENERATION A partire dal 1991 iniziano infatti a concretizzarsi l’intenzione sorta a partire dagli anni ’80 di una nuova riprogettazione del quartiere con la cancellazione degli interventi degli anni ’60. Il progetto di rigenerazione urbana, concretizzatasi a partire dal 1995, è permessa dalla collaborazione tra il Consiglio cittadino di Manchester, diverse cooperative edilizie, associazioni locali e privati. Grazie ad un primo stanziamento di 37,5 milioni di sterline dal Governo centrale, all’interno del programma del City Challenge, viene pianificata la demolizione di gran parte dell’edificato esistente, tra cui i Crescents, e la costruzione di tremila nuove abitazioni, nuovi spazi commerciali, strade e servizi per la comunità. Intervengono diversi studi di progettisti e sia cooperative edilizie che privati nella loro realizzazione. Il masterplan è opera di uno studio locale – Mills Beaumont Leavey Channon (MBLC) Architects and Urbanists. I progettisti propongono un tessuto
Dall’alto: John Nash Crescent, 1976 Foto area di Hulme nel 1990 A destra dall’alto: Foto di parte del nuovo quartiere, 2000 ca Foto area di Hulme nel 2011
a griglia che faceva in parte riferimento alla conformazione viaria originale di inizio Novecento. Vengono infatti riproposte alcune delle strade originarie, cancellate in seguito alla riprogettazione degli anni ’60. Assieme al masterplan sono previste delle linee guida, dei principi di disegno urbano, adottate dal consiglio comunale per coordinare i lavori dei differenti imprenditori privati e pubblici. Alcuni dei principi fondamentali in “A Guide To
Lungo le strade, pensate privilegiamene per la viabilità pedonale, devono affacciarsi diverse tipologie di edifici, con accessi posti non oltre i 15 metri di distanza l’uno dall’altro. Le abitazioni presentano due giardini, uno sul retro dell’abitazione, che dà su strade interne adibite a parcheggio privato dei residenti e uno, di dimensioni molto contenute, su strada principale. La distanza limitata tra edificio e strada era pensato come un modo per promuovere un controllo diretto delle strade da parte dei residenti e aumentare così il senso di sicurezza. Agli angoli degli isolati sono previsti degli edifici più alti e in una prima fase erano previste sperimentazioni tipologiche all’interno dei medesimi blocchi. Con l’aumentare delle realizzazioni da parte di privati queste differenze vengono man mano appiattite portando a un’uniformità diffusa. La densità abitativa è vista come uno degli aspetti fondamentali per il nuovo quartiere: garantisce un senso di coesione e comunità e favorisce una positiva vitalità all’area. Il nuovo quartiere viene immaginato in diretta comunicazione e integrato con il resto della città e nello specifico con il centro di Manchester. Oltre ad essere collegato fisicamente attraverso nuovi assi viari e efficienti mezzi di trasporto l’area deve risultare attrattiva per le utenze esterne al quartiere. Viene immaginato un luogo strutturato non per un singolo uso, per una classe di età o per un gruppo specifico di persone ma una mixitè di luoghi pubblici, commerciali o edifici dedicati ad attività di terziario all’interno del tessuto residenziale. Un aspetto fondamentale della riprogettazione dell’area è la riconfermazione della Stretford Road, presente ad inizio Novecento, lungo la quale trovano sede numerose attività commerciali e pubbliche. Nel punto in cui il nuovo asse si collega agli altri quartieri ad est, incontrando Princess Road, viene posizionato l’Hulme Arch, diventato uno dei landmark del quartiere.
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Development for Hulme” prevedono il rispetto della continuità della cortina edilizia su strada, la densità costruttiva, usi e tipologie abitative differenziate. La nuova Hulme è basata su una rete viaria tradizionale con isolati a blocco. Il disegno della rete viaria e delle abitazioni immaginato è fortemente legato alla tradizione costruttiva inglese: case private a due piani e case basse a schiera, preferibilmente in muratura.
Molti degli edifici esistenti, residenze e servizi pubblici come lo Zion Centre, l’Ippodromo e la Chiesa di St. Mary vengono ristrutturati e rifunzionalizzati grazie agli incentivi statali stanziati nel 1995. La vicinanza ad una delle sedi dell’università di Manchester ha portato a Hulme, a partire dagli anni ’80, una forte presenza di studenti e giovani. Il mix sociale è uno degli obiettivi dell’ultima riprogettazione dell’area: sono presenti alcuni studentati nell’area, come risposta alla forte domanda di alloggi temporanei, sedi di uffici e un discreto numero di attività commerciali.
The Crescents
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Wilson
1972 inaugurazione Hulme 5 aka Hulme Crescents
1970-74
Wilson 1974-76
Gallaghan 1976-79
1974 bambino muore cadendo da un ballatoio HC inadatto per famiglie
1973 crisi petrolifera
compartimentazione city walk 1975 Sondaggio: 96.3% delle persone voglio andare via dai Crescents
1975 Fondazione Hulme 5 Rehousing campaign
privatiz zazi oni
municipalità smette di far pagare gli affitti
1978-9 winter of discontent
Tatcher 1979-90
1980 piani per il risviluppo dell’area
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THE PEOPLE REPUBLIC OF HULME 1984 attentato dell’IRA a Brighton
E I RVIZ I SE DE IA OM N CO
Major
1990-97
1994 fine demolizione Hulme 5 - Inizio ricostruzione
Blair
1997-2007
2002 Termine ricostruzione di Hulme
UY OB T T GH I R
Heath
RIGORE + STATO SOCIALE
WELFARE STATE
1964-70
1990-92 city challenge 1993 HRL A guide to development for Hulme
1997 Costruzione di Hulme Arch Bridge
Teoria introduzione Wilson e Womersley nel 1965 propongono un piano per l’area di Hulme a Manchester di 4 milioni di sterline, a seguito alla rapidissima demolizione e risanamento del sito, precedentemente occupato dai quartieri vittoriani della periferia di Manchester. La Manchester degli anni ‘70 risente di uno scenario sociale e politico estremamente singolare nella storia britannica. Gran parte della popolazione soffre della sempre crescente “emergenza della casa”, vivendo in condizioni il più delle volte inaccettabili per gli standard di vita raggiunti all’epoca. E’ il caso delle slum vittoriane e dei quartieri periferici eretti nella seconda metà del XIX secolo in gran parte delle città inglesi, dove le persone vivevano in strutture insalubri e profondamente degradate, a causa delle pessime condizioni igieniche e dall’affollamento disumano delle abitazioni. In questo contesto si afferma sempre più il modello politico di “walfare”, strumento efficace per far fronte all’emergenza da parte dell’amministrazione pubblica. Lo stato avrebbe offerto soluzioni residenziali e ridisegnato le sue periferie, politici contemporaneamente promettevano un tetto a tutti acquistando consensi e approvazione. L’edificazione dei nuovi quartieri residenziali era quindi una questione polica e sociale strettamente gestita dall’amministrazione pubblica, che delegava l’elaborazione del progetto ad architetti impiegati negli uffici municipali della città. Tale situazione necessitava di un modello architettonico inedito, di un impianto innovativo che potesse sopperire all’espansione e rappresentare la nuova immagine della città. La ricerca per l’edificio popolare, si concentrava, oltre che su questioni di natura tipologica e compositiva, sulla logica costruttiva con la quale potesse essere concepito. Nascono quindi i primi complessi realizzati tramite elementi prefabbricati (tipicamente in calcestruzzio), e dopo una serie di eventi fallimentari, cresceva sempre più la necessità di sdcbjkhjfvsjsjkb Il politico, e conseguentemente l’architetto, proponevano soluzioni residenziali sperimentali per le classi sociali più disagiate, determinando e imponendo inevitabilmente un modello di vita sociale alle masse. Effetto Bilbao Nonostante si stia parlando di un fenomeno che ha interessato il territorio inglese intorno agli anni Sessanta (circa 30/40 anni dopo la formulazione delle prime teorie del movimento moderno),
Rappresentazione del Royal Crescent a Bath, Londra in un dipinto. La raffigurazione inserisce nella scena aristocratici con cavalli e carrozze.
si può dire che in questo senso la situazione viene affrontata con un approccio tipicamente modernista, che prevede il rifacimento totale di un pezzo di città per poi riprogettarla attraverso nuovi caratteri, rappresentativi di una nuova epoca. Si tratta di un’azione severa che vuole demolire parte della città (piuttosto che manutenerla e optare per un risanamento) per poi poter sovrascrivere la propria immagine e cancellare quella vecchia, ripensando sempre a nuove soluzioni che potessero rimediare alla crescita demografica della città e contemporaneamente offrire migliori condizioni di vita agli abitanti. Come già citato la stessa costruzione dei Crescent mirava a sconvolgere un’immagine della città non più adeguata al suo tempo, e la loro demolizione a cancellare da Hulme il fallimento che ne è seguito. Questa tendenza sfocia ai giorni nostri in un comportamento, se si vuole, opposto. Come recentemente ha affermato da Reinier de Graaf nell’ esposizione “The century that never happened” tale logica attualmente si sta ribaltando. Dubai è stata costruita dal nulla in un lasso temporale veramente breve ed ha tutt’ora una crescita smisurata. Ma questa non nasce da nessun insediamento precedente caratterizzato da altre tipologie architettoniche e insediative o una storia. I grattacieli e le grandi infrastrutture sono stati i primi elementi a colonizzare il territorio funzionando come oggetti attrattivi. La città viene quindi costruita e le persone successivamente persuase ad abitarla, e non nasce più dall’esigenza di fornire una soluzione a chi invece risiede già in un dato territorio. il movimento moderno Si intende però specificare la posizione del caso Hulme Crescent all’interno della discussione sul movimento moderno e le sue ideologie. Tal progetto infatti non è noto per i suoi caratteri architettonici o per la sua qualità compositiva, nè quindi strettamente per la fisicità dell’edificio.1 Hulme non rientra di certo tra i “masterpiece” del movimento moderno, non incarna l’emblema più
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chiaro e assoluto dei principi e delle sofisticate filosofie moderne sulla città, nè può essere definito una progetto particolarmente “ambizioso” per quanto concerne una ricerca architettonica e formale. Sui crescent di Manchester si trattano comunque i temi relativi ai casi più celebri e noti poichè concepiti sulla scia dello stesso fervore e clima culturale, e la stessa filosofia relativa il rapporti architetto - società - utopia è ciò che sta alla base del concepimento del complesso da parte dei due progettisti (e che quindi è sicuramente causa del suo fallimento).E’ importante specificare che non è questa la peculiarità che ha reso Hulme Crescent un’immagine iconica e immortale. Il vero scopo del movimento moderno non è mai stato quello di assecondare e trovare una sistemazione comoda all’euforia e all’entusiasmo borghese, invece, il suo ideale, che era ritenuto molto più importante, era quello di mostrare le virtù di una povertà apostolica, di un’esistenza minima quasi francescana, e per fare ciò, si concentrava sulle masse. L’architetto promuove uno stile di vita umile, da qui l’austerità manifestata nel ventesimo secolo dal progettista, che però sembrava premonire nel presente la grandiosità e l’ordine perfetto che il futuro avrebbe dischiuso (d’altrocanto sarebbe stato impossibile ipotizzare soluzioni residenziali sperimentali e radicali e convincere la classe borghese a viverci dentro). Architettura moderna come l’annuncio della buona novella. Ciò che investe l’architetto moderno è un sentimento di dovere nei confronti della società e dell’uomo, ansia di portare a termine l’opera del mondo. L’esigenza e un senso di responsabilità del plasmare l’uomo moderno (la massa moderna) ancora inesistente, a causa dell’arretratezza della società, delle strutture e infrastrutture, della città, e quindi dell’architettura.
“Quando la società contemporanea, oggi così malata, sarà divenuta propriamente cosciente che soltanto l’architettura e la pianificazione urbana possono dare soluzioni ai suoi problemi, allora sarà giunto il momento di mettere in moto la macchina” Le Corbusier
“ il compito dell’architettura è quello di entrare in sintonia con le tendenze della sua epoca [...]” Walter Gropius
“L’architettura è la volontà di un’epoca tradotta nello spazio. E’ vita cambiamento e novità” Mies Van Der Rohe
“ La nuova architettura [...] è l’inevetabile e logico prodotto [...] del nostro tempo”
Le Corbusier
Si deduce inoltre un’estrema fiducia nell’architettura (come nelle arti, “arte come avanguardia rivelatrice” 3 ), strumento capace di modificare la società e l’uomo. La presunzione dell’architetto moderno porta ad uno stato psicologico in cui l’impossibile domina la realtà, l’utopia diventa uno stato delle cose necessario che doveva solo essere realizzato. Nuovo ordine imminente e radicalmente rivoluzionario, che avrebbe inciso fortemente il mondo reale. Si parla di un’utopia estremamente distante da quella classica cinquecentesca, più definita come un oggetto di contemplazione, irraggiungibile, e per questo ideale. Immagine sacra di un mondo migliore, “città della mente” 2. Questo era un modello destinato chiaramente ad una ristretta cerchia di intellettuali, sicuramente critica sociale, ma che proponeva un ideale ipotetico più che un ideale futuro.
“Make no little plans; they have no magic to stir men’s blood remembering that a noble diagram, once recorded will never die”
Daniel Burnham
Gli architetti di Hulme crescent prendono come diretto riferimento un celebre caso di Housing britannico a Londra, il Royal Crescent di Bath, costruito nella seconda metà del XVIII secolo dal progettista John Wood, nonchè celebre esempio di architettura georgiana. Si tratta però evidentemente di una situazione
totalmente diversa: il complesso londinese è infatti composto in prima analisi da residenze a schiera su più piani, dotate ciascuna di uno stretto giardino privato sul retro, inoltre le abitazioni erano destinate ad un ceto borghese / aristocratico. I royal Crscent sfruttano la propria geometria relazionandola strettamente con l’intorno, per avere un fronte più privato nell’estradosso e ricavare un fronte monumentale e rappresentativo nell’intradosso, nel quale viene ricavato un giardino pubblico aperto alla città. Il progetto di Hulme invece ne riprende solo la geometria e non i ragionamenti. Il complesso risulta infatti svincolato da qualsiasi riferimento con il costruito circostante poichè isolato dal contesto e immerso negli immensi parchi previsti dal progetto. Inoltre non vengono instaurate particolari relazioni tra i fronti dei vari crescent e lo spazio aperto che viene di conseguenza disegnato. Oltre ai principi che stanno alla base delle scelte urbanistiche dell’impianto, il disegno planimetrico sembra un esercizio puramente compositivo.
“We feel that the analogy we have made with georgian London and Bath is entirily valid. By the use of similar shapes and proportions, large scale building groups and open spaces, and above all, by skillful landscaping and extensive tree planting, it is our endeavour to achievve, at Hulme, a solution to the problems of 20th Century living which would be the equivalent in quality of that reached for the requirements of the 18th Century in Bloomsbury and Bath.’’ Hugh wilson e J Lewis Womersley, ottobre1965 al Housing Committee di Manchester
Come evidenziato dalla descrizione del progetto da parte di Wilson e Womersley si intuisce tuttavia un’attenta analisi delle proporzioni e della forma del riferimento preso, riposizionate in un contesto, se si vuole, opposto. L’oggetto architettonico, da solo, avrebbe dovuto
avere la forza di creare le medesime condizioni di Londra e sarebbe stato in grado di assicurare un determinato stile di vita, uno stile di vita ideale. Questo per dire che ad ogni modo il modello aristocratico rimane comunque un riferimento ideale per la progettazione moderna britannica nonchè eterno riferimento ad un periodo di splendore e benessere del Regno. Si tratta quindi una filosofia di progetto che comporta l’utilizzo di riferimenti, se non ad una grande idea ipotetica di mondo possibile, a opere simboliche esistenti. Il modernismo inglese è infatti un contesto per molti aspetti diverso da tutto il resto d’Europa; questo, più di altri, cerca di rifarsi a modelli già esistiti sul territorio Britannico, modelli rappresentativi di tempi migliori, contrariamente a quanto succede in Francia: dove il progetto della ricostruzione del paese prevede complessi di edifici e costruzioni totalmente innovative e sovversive, capaci di incarnare lo spirito e il fervore dell’epoca per l’ingresso in una nuova era tecnologica. Un’architettura mai vista. Nel XIX secolo Charles Fourier esplicitando la sua idea di utopia socialista con il progetto del Falansterio vuole offrire al popolo una Versailles proletaria. In senso analogo il richiamo non formale ma puramente retorico, del movimento moderno a
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grandi opere del passato: adottare letteralmente una dimensione aristocratica e monumentale per complessi destinati alle classi sociali più povere. Hulme come il Falansterio si concretizzano come la democratizzazione di grandi opere del passato, emblema delle filosofie politiche e delle teorie del proprio tempo. Proprio questa matrice filosofica/politica è una delle questioni che partecipano a determinare il declino delle teorie e delle architetture moderniste, che incarnando determinati ideali ne diventano molte volte l’esplicita rappresentazione fisica e materiale. Indipendentemente dal più concreto, tecnico e fisico fallimento (che sia questo più o meno clamoroso) degli edifici modernisti (dettati come vedremo anche dall’incapacità di gestire e manutenere complessi di tali dimensioni e complessità e i suoi impianti) anche le teorie che stanno alla base del concepimento dell’edificio hanno dettato in quegli anni il tramonto del movimento moderno.
“Modern architecture died in St Louis, Missouri on July 15, 1972, at 3.32pm (or thereabouts).” 23
Così scrive il polemista Charles Jencks a proposito della demolizione del complesso di Pruit Igoe, progetto che comprendeva 57 acri di terreno, realizzato a Saint Louis solo vent’anni prima. Il declino del Movimento Moderno negli Stati Uniti collabora direttamente con il declino del modello socialista di Welfare: la demolizione di grandi edifici di ispirazione modernista assume i caratteri di un evento pubblico ufficiale, a cui le autorità politiche prendevano parte solennemente a rappresentare simbolicamente la disfatta di un modello politico e sociale finalmente decaduto. I grandi edifici residenziali popolari venivano giudicati anti-Americani oltre che in contrasto con l’economia liberista del paese, privando compagnie private e grandi imprenditori di molte opportunità. Il riferimento ad un modello, o ad un’utopia necessariamente distacca il progettista dal reale contesto, distraendolo dalla specificità del sito. Si effettua un’operazione di estraneazione “volontaria” dalla situazione reale fisica, sociale e politica. Quanto detto sta alla base dell’inadeguatezza del progetto per Hulme e di molti altri casi del periodo moderno. New Brutalism e gli Smithson Come anticipato, Hulme Crecsent si colloca in un periodo storico estremamente particolare e
risente di influenze molto articolate (sarebbe sommario parlare semplicemente di “periodo di transizione” tra il declino del movimento moderno e la formulazione di nuove teorie che potessero aggiustare il tiro dettato dalle nuove sperimentazioni tipologiche). Alla base del progetto di Hulme Crescent c’è sicuramente un riferimento esplicito al lavoro di Alison e Peter Smithson, che in quegli anni pianificavano la costruzione di grandi opere residenziali britanniche raccogliendo numerosi consensi e dando il via ad una polemica che metteva in discussione alcune delle consetuedini redicate dal movimento moderno. Nella loro produzione partono fondamentalmente da una matrice modernista partecipando anche ad alcuni CIAM, successivamente però la coppia decide di non aderire più alle teorie del movimento moderno per approciarsi a nuove riflessioni urbanistiche iscrivendosi anche all’Independet group, e partecipando attivamente al Team Ten. Questi consistevano in gruppi e associazioni artistiche-architettoniche in cui si discutevano gli esiti della filosofia del movimento moderno applicata alla realtà e osservavano con occhio critico gli effetti di questa sulla propria contemporaneità. Associazioni intellettuali che quindi collaboravano a contrastare le teorie urbanistiche moderniste e la conseguente alienazione e mancanza di senso di comunità all’interno delle nuove periferie. I temi del Team 10 spaziavano dalla mobilità all’identità dell’ individuo e della collettività alle dinamiche e le strategie per la crescita e il cambiamento della città. Gli Smithson hanno una posizione molto rilevante all’interno della discussione sociale e architettonica del tempo, ma nonostante ciò la produzione architettonica degli Smithson sembra essere più teorica che fisica, furono pochi infatti gli incarichi affidati alla coppia, mentre invece i due portano avanti una discussione critica sul proprio presente attraverso le attività didattiche all’interno delle università ( di Peter principalmente) e appunto la partecipazione al Team 10 e all’Independent Group. Il lavoro degli Smithson fu definitivamente commentato dallo storico Reyner Banham, il quale, nel celebre testo “The New Brutalism” cita per la prima volta il movimento brutalista attribuendo agli Smithson un’importante ruolo nella sua affermazione e divulgazione. I due ambivano principalmente a ridefinire il concetto di dimensione collettiva dell’architettura nella pianificazione urbana e di affrontare l’aspetto estetico delle soluzioni architettoniche sperimentali del proprio tempo.
Questo tipo di ricerca insisteva con tono critico sugli errori che il movimento moderno aveva commesso qualche decennio prima nel teorizzare soluzioni abitative che andavano a comporre interi quartieri residenziali. Per questo motivo cominciano ad essere proposte soluzioni in cui la dimensione più vernacolare e popolare dello slum (se così la si può definire) doveva essere riprodotta all’interno dell’edificio tramite l’inserimento di elementi distributivi che prendevano le dimensioni delle strette vie vittoriane. Famosi sono gli “Skywalk” ripresi anche da Wilson e Womersley nel progetto per Hulme, elemento caratterizzante la distribuzione dell’intero complesso e immaginati come passaggi poetici e panoramici che si distaccano dal suolo per portare la circolazione pedonale “nel cielo”. Banham descrive efficacemente come secondo lui potessero esser stati concepiti gli stessi Skywalk inseriti però nel progetto di Park Hill, poco dopo la sua apertura:
“When one looks out from some part of it and sees another of its limbs swinging across the view, the effect is like that of suddenly realising that the railway lines on the other side of some valley in Switzerland are the same that one’s own train has just traversed a few moments before“
dall’alto: rappresentazione di progetto per Hulme di Wilson e Womersley dove la forma di un crescent viene paragonata alle proporzioni del royal crescent di bath; Disegno raffigurante Ronìbin Hood Garden degli Smithson, in evidenza il ballatoio che simula la dimensione delle vie vittoriane; Foto di uno skywalk a Hulme Crescent che connette due corpi; Scatto dell’istallazione della mostra “Parallel of Life and Art”, 1953
In questo senso la ricerca degli Smithson si concretizza nella realizzazione del complesso di Golden Lane e del Robin Hood Garden, oltre che allo studio sul design degli interni, che rappresenta una maggiore attenzione all’aspetto “umano” delle residenze generate dalla logica del walfare. Durante il CIAM del 1953 di Aix En Provence, il Team 10 critica apertamente il linguaggio di Gropius e Le Corbusier davanti a tutti i presenti. Di fronte alle proposte della generazione precedente di quartieri residenziali indipendenti dalla città che si configuravano come enormi torri isolate tra loro, il Team 10 chiedeva un maggior interesse verso l’interazione fra individui ed edifici, il superamento del dogma funzionalista e un’architettura più in contatto con la complessa dialettica dei centri urbani. Il “New Brutalism” tuttavia è una corrente di pensiero che verte molto su questioni formali e estetiche in relazione alla produzione architettonica del tempo, non definita più unicamente come “macchina” ma come qualcosa che ha anche un impatto estetico (il quale non viene deviato, ma più semplicemente ricercato e approfondito) e un effetto sul paesaggio e l’emotività della persona. Le mostre collettive Parallel of Life (1954) e This
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is Tomorrow (1956) hanno un carattere polemico e sovversivo, per molti aspetti anche volgare, e gettano le basi per l’inizio di una discussione su di una nuova estetica, brutalista appunto. Tuttavia la coppia non rinuncia ad una residenza vittoriana che sceglie per sè nell’elegante quartiere di Chelsea a Londra, e per questo vennero additati da molti loro contemporanei di ipocrisia. La notizia comunque è più un ulteriore sintomo dell’inadeguatezza di un’utopia, che per quanto adattata e aggiustata, si continuava a rivelare sbagliata. il progetto
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Le autorità quindi accolgono la proposta estremamente moderna di Wilson e Womersley, che prevedeva la costruzione di un complesso totalmente privato di servizi commerciali autonomi, ma che si riferiva direttamente al centro della città tramite dei collegamenti pedonali, nell’ottica di rendere Manchester un centro città polivalente circondato da quartieri residenziali ad alta densità. I crescent erano fortemente caratterizzati dalla presenza di “skywalk”, letteralmente dei “passaggi nel cielo”, ballatoi che distribuivano i vari alloggi e permettevano di potersi muovere tra i crescent senza potenzialmente mai toccare terra. Gran parte del progetto dedicava molta attenzione ai percorsi pedonali, totalmente separati e isolati dalle reti viarie autostradali e carrabili, in contrapposizione alle strette, corte e buie vie degli insediamenti precedenti. Il nuovo complesso prevedeva l’inserimento di grandi parchi e spazi verdi che circondavano gli edifici e dapprima assenti nel tessuto urbano. In particolare sarebbero stati costruiti quattro blocchi di alloggi, i “crescent”, di geometria
1.Tale affermazione risulta ambigua se si considera con “fisicità” di fatto l’aspetto degli Hulme Crescent dettato dal materiale di cui è interamente costituito. Non è infatti il caso di un manufatto in marmo o pietra “eterno” ma invece di un complesso realizzato in calcestruzzo, che durante il suo periodo di abbandono acquista un aspetto decadente sicuramente responsabile dell’atmosfera e della sottocultura che si instaurerà a Hulme; catalizzatore per i giovani bohemiani di Manchester che vi rivedono per molti versi l’immagine della Berlino est del tempo.
Foto di uno Skywalk all’interno del complesso di Hulme Crescent. LEE FINCH, Residential Thoughts, 1992, Hulme , Manchester
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Dall’alto: Vista di progetto dei Crescent, 1972 Bambini che giocano nel parco giochi davanti al Crescent Robert Adams, 1972 “Skillfull Landscaping” nella corte del John Nash, 1973
Storia sunto della vita e declino dei Crescents
PRELUDIO
“Hulme was an urban dream designed along Corbusien architectural concepts; modern proletariat cities in the sky. He said:’space and light and order, those are the things man need as much as bread or a place to sleep.” More worryin’, he also said: “Designing is like playing with objects on your breakfast table” .” Al Baker (ex abitante di Hulme) exhulme.com
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“I went for a walk whith my grandad before the Crescents started to get bad. And they were wonderful places. Full of really new ideas and loads of hope for the people living in them. People talked to each other. And i can remember laughter with a family that lived in them. They asked me and my grandad in for a cup of tea. Showed us round the strange way the flats were designed. But the flat was so clean and nice and they were so proud of iy. Then suddenly , about 1972 I think it was, things started to go wrong.” Carl (ex abitante di Hulme) Dove non altrimenti specificato tutte le testimonianze fanno riferimento a “Views from the crescents, The Hulme Progect, Manchester, 1991” una raccolta di testimonianze e fotografie degli ex abitanti dei crescents
Il complesso venne inaugurato nel 1972. Durante i primi mesi di permanenza i nuovi inquilini erano entusiasti delle comodità della loro nuova casa. Le grandi vetrate che illuminavano i locali che non erano piu costretti a dovere condividere con altre famiglie e i servizi igienici privati, dei loro appartamenti suscitarono approvazione e elogi tra gli abitanti. Dopo pochi mesi l’iniziale ottimismo, venne meno con il palesarsi dei primi problemi all’interno del complesso. La necessità di costruire molto velocememente per riallocare gli abitanti delle coree, provocò una serie di sviste a livello tecnico e di cantiere, come la mancata disinfestazione dei terreni prima della costruzione, che provocò fin da subito l’infestazione degli appartamenti da parte di ratti e scarafaggi . Altri errori furono proprio di concetto, l’idea mutata dagli Smithson di replicare le strade delle coree vittoriane nelle skywalk si rivelò controproducente, non si creò mai quel senso di comunità che nella mente dei progettisti stava alla base del progetto e anzi incentivò il diffondersi della criminalità, non avendo la sicurezza mezzi sufficienti per patturgliarle. Inoltre i ballatoi ai piani superiori in molte parti erano scoperti, scelta non molto adatta alle piogge inglesi. Le condizioni degli slum erano sicuramente pessime (no elettricità o fognatura), ma la loro demolizione provocò anche la distruzione della comunità e della rete di solidarietà che negli anni si era venuta a creare fra vicini. Il crescent annullava quel poco di individualità che caratterizzava il modulo della terraced house da corea e l’alienzione e la mancanza di identificazione degli abitanti nei propri alloggi non contribui di certo a fare fronte alle gravi falle della municipalità nell’affrontare le opere di manutenzione dell’edificio. La mentalità della gente cominciava a cambiare, l’ottimismo dato dal progresso inarrestabile che aveva caratterizzato il boom economico e il welfare state stava per scontrarsi con la crisi petrolifera e il Tatcherismo.
DECLINO Nel 1974 un bambino cadde da un balcone dopo essersi sporto dalla balaustra, che era stata evidentemente progettata senza tenere conto che i fori nell’elemento prefabbricato permettevano ai bambini di arrampicarvicisi sopra facilmente. Le famiglie con prole vennero quindi trasferite al piano terra e gli alloggi ai piani superiori vennero assegnati a coppie, single e studenti. L’impiano di riscaldamento a gas, uno dei primi esempi applicati in un complesso edilizio cosi grande, si rivelò presto un problema. Più costoso del tradizionale riscaldamento a carbone, era ben oltre le possibilità economiche delle famiglie alloggiate nel complesso che non potevano permettersi di accenderlo, specialmente dopo il notevole aumento dei costi dopo la crisi petrolifera del 1973. I problemi già presenti dall’inauguazione, vennero ulteriormente aggravati dall’incapacità della municipalità, cosi come della polizia di fare fornte alle richieste di un complesso grande come quello dei crescents: gli ascensori erano spesso fuori servizi e la manutenzione e la pulizia approssimative.
(the problems of the crescents span ) “
from heating inadequacies to pest infestation andfrom child safety to symptoms of depression, isolation and ill-health” (Hulme Regeneration Limited 1994)
(The deck access dwellings) “are
inhuman in scale, forbidding in presence, unsafe and wholly unsuitable for families with children” (Manchester City Council 1992 p.4 para. 4.2)
(in the crescents) “crime
rates are high”
(Manchester City Concil 1992 p.4 para. 5.1)
Nel 1975, da un sondaggio effettuato dal comune solo tre anni dopo l’apertura il 96.3% dei residenti si dichiarava di volere andarsene o di essere riallocato in altre parti di città.
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Venne quindi fondata la “Hulme 5 rehousing Campaign” per la riallocazione degli inquilini che desideravano essere spostati. Ben presto buona parte degli abitanti fecero richiesta di essere spostati in altri complessi residenziali sovvenzionati in altre parti della città, lasciando numerosi alloggi sfitti. Nell’ottobre del 1975 i condomini presentarono(con 643 firme dei condomini) una petizione al Housing Committee:
“We want all those families in the Crescents who want to leace to get rehoused. We want houses with gardens. Do not waste your moneyon improvments for the Crescents. The Crescents should never been built. (...) why should we have to pay to live here in this dangerous prisons? REHOUSING MUST START NOW”
Articolo di giornale circa la morte del bambino morto caduto dal balcone di un crescent 1974
RINASCITA Progressivamente gli abitanti dei crescents vennero spostati. A onor del vero la municipalità prima di arrendersi e lasciare gli alloggi sfitti tentò di apportare delle migliorie all’interno del complesso, principalemente sul lato della sicurezza come la compartimentazione dei citywalk, operazione che non fece altro che ostacolare le già poco agevoli operazioni di sorveglianza. Gli alloggi sfitti vennero occupati illegalmente e dopo alcuni deboli tentativi della polizia di sgomberare gli squatters, la municipalità si arrese e fece si che anche gli ultimi inquilini che occupavano legalmente gli appartamneti non dovessero più versare l’affitto o le bollette. In mancanza di manutenzione e sorveglianza i Crescents divennerò rifugio di criminali e emarginati che non potevano permettersi di vivere da nessuna altra parte ma vi abitavano diversi studenti attirati dalla vicinanza con l’università e la possibilità di avere un alloggio a costo zero, a patto di presentarsi nel vicino ufficio di allocazione a Moss Side e dichiararsi senza tetto.
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Sebbene i tassi di criminalità e di suicidi fossero ben superiori alla media cittadina, presto tutti gli alloggi del complesso vennero riabitati, più o meno legalmente. Gli appartamenti vennero sventrati e adeguate alle nuove esigenze: naquero locali, come the kitchen nato dall’unione di tre appartamenti, studi di registrazione, studi grafici e cominciarono a essere pubblicate zines. Nel 1978 venne fondata da Tony Wilson, Martin Hannett, Alan Erasmus and Rob Gretton la Factory Records che in un primo momento sceglie il Russel Club, un locale di fianco ai crescent (poi PSV Club) per fare esibire le proprie band, prima di fondare la Hacienda nel 1982, sempre a Hulme. Al Russel Club si esibirono prima i Joy Dvision, A certain Ratio, Frantic Elevetros etc. Praticamente tutte le band attive a Manchester (o che vi si trasferirono) tra il 1970 e il 1990 abitarono o registrarono il proprio materiale nei pressi del Crescents. Band con stili e influenze diverse registravano e si esibivano a poca distanza e si contaminavano tra loro, dal post-punk al free jazz,dall’ eletroica alla new wave e all’hip hop, e cominciarono a formarsene degli altri come l’acid house e in generale la scena di Madchester.
The Russell Club in Royce Road, Hulme, Manchester, 22nd August 1979. The venue was also known as The Factory on club nights run by Factory Records founders Tony Wilson and Alan Erasmus “It’s quite unlike anywhere that I’d ever lived before.
It looked like a fascist dystopian nightmare. Only one peopled by rastas and anarchists. “ Clive, ex abitante dei Crescents ‘So a bunch of us had moved up from North Wales and we squatted in a at in Hulme, because the Hulme and Moss Side estates were getting ready for demolition. So I lived there for about three years. We squatted somewhere for a bit and then we got a tenancy’. ‘It was a very heavy area and a heavy point in time. Manchester City Council had rent amnesties occasionally because they’re quite a progressive council. But the rest house I lived in was completely insane. It was more like a mental hospital, care in the community... It was...’ he struggles for the word, ‘...challenging.
No, actually, it was a f **king nightmare.’ Gruff Rhys (Super Furry Animals) “As a band we loved practising. We built a practice room in the flats. I moved to Elmin Walk [Hulme 2] to get a room. I wandered round and found an empty at with an extra bedroom in it, so that’s where we rehearsed. We
stapled carpets to the walls... Anyone who wanted to be in a band had loads of space in Hulme to do it”
Greg Keeffe (Big Flame)
citazioni da: “G. KEEFFE, Compost city, paper, 2009”
“The best thing about Hulme is the people… they let you get on with your own life and don’t judge you” Lisa (ex abitante dei Crescents)
“I prefer Hulme to any other area because it is a place where status and greed and yuppies don’t exist.” Darran (DJ di una ex radio pirata dei Crescents)
“I feel very much that the ‘problems’ associated with Hulme and the Crescents are really a reflection on the state of society as a whole. Until there is a change ( and a massive change at that) such places as Hulme and the Crescents will always exist.” Clive, ex-abitante di Hulme
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BAND O ARTISTI CHE VISSERO O REGISTRARONO NEI CRESCENT
Stone Roses The Jam The Smiths Joy Division A Certain Ratio Kalima, James Jazz Defectors the Inca Babies Nico My American Wife Tools You Can Trust New Fast Automatic Daffodils Ruthless Rap Assassins 808 State inspiral carpets Geno Washington Grahame Massey
New Order Mick Hucknall Super Furry Animals Big Flame M-People Oasis Ian Brown, Ian Tilton Frantic Elevators Dislocation Dance Morissey The Fall Happy Mondays Dave Haslam A Guy Called Gerald Simply red Dub Sex Edward Barton etc.
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Dall’alto a sinistra: 808 State_Ninety, A Certain Ratio_Knife Slits Water, Ruthless Rap Assassins_Justice (Just us), Happy Mondays_Bummed, New Order_Power, Corruption and Lies, Buzzcocks_Orgasm Addict, Dubsex_Push!, The Durutti Column_Short Stories for Pauline New Order_Substance
LA PSICOGEOGRAFIA DI HULME
analogie tra gli avvenimenti dei Crescents e le teorie urbane proposte dai situazionisti
Per quanto il determinismo che caratterizza l’impianto modernista e l’idea di fondo del progetto siano quanto più lontano si possa immaginare dall’ idea della New Babylon immaginata dai Situazionisti, è indubbio che le analogie con i Crescents occupati siano notevoli. La varietà delle attività e l’imprevedibilità di ciò che si sarebbe potuto trovare a qualche appartamento di distanza dal proprio, la creatività e l’anarchia generale, richiamano la città utopica immaginata da Nieuwenhuis o dalle successioni di spazi delle poesie di Chtcheglov. New Babylon, una città in cui il lavoro è superato e non più necessario, una città nomade in continua evoluzione, senza simboli dell’imprenditoria borghese, una città senza strade tradizionali , ma passaggi tra un edificio e l’altro, per favorire gli incontri accidentali;elementi tra l’altro che ricordano comunque le idee degli Smithon, e a maggior raglione Hulme dopo l’occupazione. Nei Crescents si crea un micro-mondo autosufficiente, una comunità, che anche se spesso violenta, è autoregolata e indipendente dal resto della città, come contemporaneamente stava avvenendo a Berlino a Kreuzberg o a Copenhagen a Christania.
“Pictures of Hulme in that era make it look like Blade Runner after the Blitz and that’s how it felt. It did feel like a unique landscape really, all these blocks were falling apart and they stank. It was dangerous to walk around but you would hear great music from the windows: walk on a bit further it would be a great dance record; walk a bit further and you would hear some kind of dub”
Dave Haslam (ex dj dell’Hacienda
“It’s 1989 and everyone is off their tits on E listening to Acid House, the Mondays and the Roses. The Hacienda might be banging, but John Robb says the real action is taking place in The Kitchen, a club made from three box flats knocked together on a Hulme council estate...” Al Baker (ex abitante di Hulme) exhulme.com
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Dall’alto Ruthless Rap Assassin davanti a un Crescent, 1990 Punx picnic, 1987 A sinistra: New Babylon, Constant Nieuwenhuis
DALLA MAISON DOMINO AL THE KITCHEN La struttura dei Crescents o in generale della stragrande maggioranza degli edifici in calcestruzzo si puà facilmente ricondurre alla ripetizione del modulo supergenerico della Maison Domino. La riproposizione di piani paralleli sostenuti da elementi portanti verticali è forse il sistema più e versatile e utilizzato in architettura dalle funzioni più varie, dalle scuole alle fabbriche, dalle abitazioni a uffici. Nei Crescents occupati ciò che rimane del progetto originario ( a parte ovviamente l’impianto) è principalmente la struttura. Le partizioni e in alcuni casi anche le solette bucate per adattare gli alloggi alle varie esigenze delle attività, come la “kitchen”, locale creato grazie alla demolizione delle partizioni tra appartamenti e piani diversi, definito come l’alternativa più radicale dell’Haçienda. È paradossale come in realtà i progetti modernisti nella loro presuntuosa e pretestuosa ultradeterminazione dei comportamenti delle persona abbiano si basino su uno dei sistemi più trasformabili e generici della storia.
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Dall’alto:Maison Domino, Le Corbusier Highrise of Homes, James Wines, 1972 Scuola abbandonata, Crema, 2017 A sinistra: LEE FINCH, residential thoughts, 1992, Hulme , Manhester
LA NUOVA NUOVA HULME Dopo le proteste del 1981, vennero affidati Michael Heseltine, il ministro dell’ambiente del governo conservatore poteri più ampi per risolvere la situazione apparentemente ingovernabile delle aree urbane più problematiche d’Inghilterra. Hulme era una di quelle. Dal 1980 cominciarono a essere presentati i primi piani per il risviluppo dell’area. Nel 1987 “Hulme Project Office” commissionò un analisi sullo stato del calcestruzzo della struttura che ebbe come risultato che la vita strutturale dell’edificio era compresa tra i cinque e i dieci anni di esercizio. Le condizioni peggiori si trovavano all’interno di Charles Berry Crescent, seguito dal John Nash, Eilliam Kent e infine Robert Adam. Nel 1990 l’Housing Committee approvò un rapporto sul futuro di Hulme 5, in cui si metteva in dubbio il ruolo del complesso all’interno delle proprietà comunali, e se ne proponeva la demolizione In risposta, ne febbraio del 1991 venne effettuato un’altro sondaggio ( in cui parteciparono 108 abitanti su 352) in cui: 27% degli abitanti si espresse a favore della demolizione 77% voleva continuare a rimanere nell’edificio. Ma ormai il complesso era gia inserito all’interno del “City Challenge”, il programma di rinnovamento della città di Manchester.
“The Crescents symbolise Hulme as it is today, and demolition within the first eighteen months of the city challenge programme is considered essential to altering the external and internal perceptions of the area.” Non ci sono dubbi che i crescents fossero un fallimento come edificio di abitazioni in affitto a basso costo per famiglie , ma quello che è certo è che i Crescents offrivano una casa a molte persone, magari altrimenti senzatetto, ma comunque persone. Nel 1994 il complesso fu svuotato e dopo una cerimonia commemorativa abbattuto.
Dall’alto: in tutto le immagini sono riportate fasi della demolizione dei Crescents, 1993-1994
La demolizione dei Crescents fu principalmente una scelta politica: la municipalità cercava di ricreare un’immagine nuova di Manchester.
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THIRD TIME LUCKY? Dal 1991 si apre una nuova fase della storia dell’intera area di Hulme: iniziano infatti a concretizzarsi l’intezione sorta a partire dagli anni ’80 di una nuova rigenerazione e riprogettazione del quartiere dopo quella avvenuta negli anni ’60. La rigenerazione urbana, concretizzatasi a partire dal 1995, è permessa dalla collaborazione tra il Consiglio cittadino di Manchester e diverse cooperative edilizie, associazioni locali e privati. Il processo si inserisce nella più ampia iniziativa statale dei City Challenge. Nel Regno Unito dal 1990 vengono stanziati ingenti fondi volti alla rigenerazione urbana di aree periferiche potenziali che versavano però in pessime condizioni. L’enorme espansione della città nel Dopoguerra ha trasformato Hulme, da un quartiere marginale di periferia, in un’area centrale della città metropolitana di Manchester. Nel 1992, su richiesta del Consiglio cittadino di Manchester, attraverso la “City Challenge” vengono stanziati 37,5 milioni di sterline per la rigenerazione del quartiere.
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Viene quindi fondato un collettivo, Hulme Regeneration Ltd (HRL), con obiettivo il coordinamento dei diversi enti e utenze interessati nella rigenerazione e riprogettazione dell’area. Sono infatti coinvolti organizzazioni quali Bellway Homes, differenti cooperative e rappresentanti della comunità locale, tra cui vi erano anche gli inquilini dei Crescents. Il nuovo quartiere infatti, secondo l’idea del Consiglio comunale, doveva essere progettato tenendo conto dei desideri e delle necessità dei residenti. Gli obiettivi principali che vengono stabiliti sono: _la demolizione degli alloggi non più idonei a standard abitativi minimi _l’introduzione di una mixitè di usi e scelte abitative _il rafforzamento l’economia locale _la riduzione della criminalità _la scelta di una precisa immagine urbana per Hulme Per opera dell’HRL e dello studio locale di progettisti MBLC, incaricato di redigere il masterplan, vengono elaborate delle linee guida per la riprogettazione dell’area: “A Guide To Development for Hulme”. Viene pianificata la costruzione di tremila nuove abitazioni, nuovi spazi commerciali, strade e servizi per la società. Il nuovo nucleo viene immaginato in diretta comunicazione e integrato con il resto della città e nello specifico con il centro cittadino. “The new Hulme will be physically and socially integrated with the rest of the city, encouraging
Dall’alto: Incontro di pianificazione del quartiere con la partecipazione degli abitanti del quartiere, 1992 “A Guide To Development for Hulme”, 1994
the exchanges of movement and resources that stimulate economic activity.” Il disegno della rete viaria e delle abitazioni è fortemente legato alla tradizione costruttiva inglese: case private a due piani e case basse a schiera. Come affermato nel documento stesso “ […] the purpose is to create a diverse and secure community that can attract people from many backgrounds, but one that also preserves and builds upon the strong sense of neighbournhood which has survived from the days of the old gridiron terraces.” Il masterplan è opera di uno studio locale – Mills Beaumont Leavey Channon (MBLC) Architects and Urbanists. I progettisti propongono un tessuto a griglia con isolati a blocco. È esplicito il riferimento alla conformazione originale del quartiere prima degli anni Sessanta. Vengono riproposte alcune delle strade originarie, cancellate con la prima riprogettazione dell’area. In “A Guide To Development for Hulme” il collettivo prevede delle linee guida di cui se ne riportano in seguito gli aspetti principali. Streets “A variety of streets will define the urban structure of Hulme. These streets will serve equitably the needs of all pedestrians, cyclists, public transport and the private car without being dominated by the motor vehicle. Streets will be defined and animated by buildings
and their occupants.” Uno dei principi presenti nelle linee guida riguarda la nuova maglia stradale, pensata in vista della fruizione e della sicurezza pedonale e ciclabile e come un luogo sociale, di incontro. Il traffico automobilistico deve acquisire un’importanza minore: viene prevista la riduzione della velocità dei veicoli grazie alla precisa conformazione delle strade e vengono posizionati stalli per i parcheggi in numero imitato e in posizioni specifiche, non lungo le strade principali. Vengono fatti dei ragionamenti anche sulla cortina edilizia che dialoga con la strada: per garantire la vitalità sufficiente lungo le strade i singoli accessi alle abitazioni o alle funzioni pubbliche non devono distare più di 15 metri. Per garantire comunque la privacy e indurre un senso di controllo e sicurezza nei pedoni viene previso un piano di calpestio degli edifici sopraelevato di 45 centimetri rispetto alla strada. Integration “Hulme should be tied back once more into the fabric of the city. It should be conceived as a whole rather thas as a collection of housing estates, industrial estates and business parks.” Nelle intenzioni del collettivo, Hulme, per la sua posizione all’interno di Manchester, necessita di un maggiore legame con il centro della città e con i quartieri limitrofi. Oltre a rafforzare i collegamenti fisici, come la proposta di ricostituire Stretford Road, l’area deve risultare attrattiva per le utenze esterne al quartiere: un luogo strutturato non per un singolo uso, per una classe di età o per un gruppo specifico di persone. L’introduzione di luoghi pubblici, commerciali o dedicate ad attività di terziario all’interno del tessuto residenziale prevalente garantisce maggiore vitalità all’area, maggiore controllo e quindi un senso generale di maggiore sicurezza. Vengono inoltre previsti dei lotti vuoti in modo da poter accogliere usi e funzioni futuri, in previsione anche della nuova caratterizzazione dell’area successivamente all’intervento. Density “New buildings in Hulme should be sufficiently dense on the ground to enable anyone to walk to facilities within 5-10 minutes. It should have a suffIcients density of population to sustain a wide range of services and facilities and to animate streets, squares and parks. The built form should be designed so as to create a visually dense urban environment.” Parti della nuova nuova hulme Stretfort Road
Si prevede una densità pari a 90 unità abitative per
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ettaro in vista di due obiettivi principali: creare una comunità locale costituita da un sufficiente numero di persone in grado di garantire sufficiente vitalità e costituire un’immagine urbana specifica, unitaria, non costituita da edifici sparsi e grandi vuoti.
Definition of space
Permeability
Vien prevista una cortina edilizia compatta e continua lungo le strade e sui perimetri delle piazze. L’altezza delle abitazioni deve essere rapportata alle dimensioni delle strade e si prevede un’altezza maggiore verso gli spazi pubblici di maggiori dimensioni. Tutte queste scelte sono legate alla volontà di creare degli spazi urbani definiti, piacevoli, ad una scala adeguata. Lo schema base proposto per le abitazioni presenta due giardini, uno sul retro dell’abitazione, che dà su strade interne adibite a parcheggio privato dei residenti e uno, di dimensioni molto contenute, su strada principale.
“No part of Hulme should become a no-go zone. All parts of the area should be equally accessible for all people, including women, children, the disabled, the elderly, and people from different social and ethnic groups.” Si decide di evitare strade a cul-de-sac e garantire la maggiore permeabilità possibile all’area in modo da permettere lo spostamento da un punto all’altro dell’area senza incontrare ostacoli e garantendo itinerari differenti. Routes And Transport
“Hulme will be characterised by attractive public streets and spaces defined by appropriately scales buildings.”
“The design of Hulme should cater adequately for the car without encouraging its use. The emphasis should be on reducing traffic speed rather than easing traffic-flow. Journeys by foot, cycle and public transport should be given priority.”
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La viabilità del nuovo quartiere viene studiata in modo da ridurre la velocità dei veicoli e dare la priorità ai pedoni: cambi di pavimentazioni, carreggiate ristrette, marciapiedi di grandi dimensioni e spazi per il posteggio delimitati e in numero limitato. Landmarks “Landmarks should visually punctuate Hulme’s urban structure, providing orientation and a sense of place. Vistas should create viual links within and outside the area.” Nell’area vengono previste due “tipologie” di landmarks. Gli angoli degli isolati vengono rafforzati attraverso l’introduzione di edifici più alti con possibilmente un piano terra lasciato a spazi commerciali o pubblici. Gli edifici esistenti, considerati già dei fulcri all’interno del quartiere, quali lo Zion centre, la chiesa di St. Mary e l’Ippodromo devono essere integrati nel nuovo sistema e valorizzati nella loro specificità anche attraverso la costituzione di altri spazi pubblici. Se vengono imposte delle limitazioni nell’altezza delle abitazioni, l’altezza degli edifici pubblici può variare in modo da costituire nuovi punti di vista e permettere l’orientamento all’interno e all’esterno del quartiere.
Dall’alto: Il masterplan di progetto dello studio MBLC, 1994 Hulme Arch Bridge, 1997
Identity “Diversity should be created in both building use and forma to create an urban area with a strong identity which adds to the identity of the city.” Viene ricercata una nuova immagine del quartiere, dopo la tabula rasa dei Crescents, più tradizionale e legata ai caratteri costruttivi inglesi. Anche se vengono privilegiate le costruzioni in muratura si lascia comunque una certa libertà nella scelta dei materiali e nelle soluzioni costruttive e architettoniche in modo da garantire una certa diversità senza andare in contrasto con l’immagine generale del quartiere. Hierarchy “Hulme should contain a recognisable hierarchy of streets. These should forma a structure within which a hierarcht of buildings anduses can fit in a logical and democratic pattern.” Il quartiere viene organizzato in base a una specifica gerarchia di strade e di edifici che si affiacciano su di esse.
La nuova Hulme che viene costruita è basata su una rete viaria tradizionale con isolati a blocco. Le dimensioni di questi ultimi e delle strade è basata su regole pratiche applicate in molti casi contemporanei britannici che porta inevitabilmente a una certa uniformità nelle periferie di molte città inglesi. La realizzazione delle abitazioni è affidata a cooperative edilizie, aziende immobiliari e privati. In una prima fase erano previste sperimentazioni tipologiche delle abitazioni all’interno dei medesimi blocchi ma con l’aumentare delle realizzazioni da parte di privati a discapito delle cooperative queste differenze vengono man mano appiattite portando a un’uniformità diffusa. Molti degli edifici esistenti, residenze e servizi pubblici, vengono ristrutturati e rifunzionalizzati grazie agli incentivi statali stanziati nel 1995. Tra di essi sono fondamentali lo Zion Centre, l’Ippodromo e la Chiesa di St. Mary. Con l’approvazione del masterplan e delle linee guida contenute in “A Guide To Development for Hulme” dal 1993 fino al 2002 l’Hulme Regeneration Ltd dirige tutti i diversi interventi di urbanizzazione, costruzione e ristrutturazione che portano alla conformazione attuale dell’area. Nei diversi isolati è possibile riconoscere le diverse scelte fatte dai differenti protagonisti intervenuti nella progettazione e nella realizzazione degli stessi. Pur in una generale diversità tra i diversi isolati essi mantengono un carattere urbano preciso, uno degli obiettivi principali presenti nelle linee guida. Un aspetto fondamentale della riprogettazione dell’area è la riconfermazione della Stretford Road, presente ad inizio Novecento, lungo la quale vengono posizionate numerose attività commerciali e pubbliche. La strada passa al di sopra di Princess Road e collega direttamente Hulme con i quartieri ad est. In questo punto viene posizionato l’Hulme Arch, progetto di Chris Wilkinson, diventato uno dei landmark del quartiere. La vicinanza ad una delle sedi dell’università di Manchester ha portato a Hulme, a partire dagli anni ’80, una forte presenza di studenti e giovani. Il mix sociale è uno degli obiettivi dell’ultima riprogettazione dell’area: sono presenti alcuni studentati nell’area, come risposta alla forte domanda di alloggi temporanei.
Esempio di strada e cortina edilizia all’interno del nuovo quartiere Lo Zion Centre dopo la ristrutturazione, 2000 ca
Molti dei principi fondamentali della seconda riprogettazione di Hulme fanno riferimento ad aspetti della corrente del “New Urbanism”, sviluppatosi inizialmente negli Stati Uniti e poi diffusasi anche in Europa e in Gran Bretagna. Nell’ottica del New Urbanism la struttura del territorio è analizzata partendo dal generale
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(pianificazione a livello intercittadino) e procedendo verso il particolare (l’isolato urbano e le infrastrutture relative) in vista dello studio del modello di quartiere che diventa la cellula fondamentale dell’apparato urbano. Il quartiere viene immaginato come il vero nucleo vitale delle città, il luogo in cui si svolge la vita delle persone e che come tale dovrà avere tutti i requisiti per costituire un ambiente favorevole a tutte le attività lavorative e ricreative che vi si svolgono. La rete viaria, la collocazione degli edifici pubblici e di quelli residenziali, le tipologie urbane e la morfologia edilizia dovrebbero essere progettate secondo parametri che massimizzano la qualità della vita e facilitino lo sviluppo economico e sociale, determinando così un tessuto urbano appetibile da privati e aziende. La linea di principio seguita mira a rafforzare i rapporti interpersonali con la creazione di spazi pubblici (piazze, giardini e parchi) in cui gli scambi sociali e culturali tra persone di differente estrazione sociale, diversa razza ed età siano incentivati al fine di creare un’autentica comunità di persone che collaborano al fine comune di sviluppo e prosperità diffusa. A questo scopo serve creare una densità sufficiente a permettere l’insediamento di reti di mezzi pubblici, serve prevedere locali ai piani terra degli edifici destinati agli esercizi commerciali e serve pianificare una serie di infrastrutture e servizi pubblici. Uno degli aspetti fondamentali del New Urbanism è l’elevato numero di tipologie abitatve offerte al pubblico, che varia dalla casa monofamigliare all’edificio per appartamenti lasciando la libertà a chiunque di scegliere dove abitare. Questo è importante perché tiene conto del fatto che le persone hanno differenti bisogni e necessità, dipendenti dell’età e delle condizioni economiche, ed è utopistico pensare di poter offrire a tutti un’unica tipologia abitativa. Il modello urbano proposto è quello tradizionale ad alta densità urbana focalizzato alla creazione di una comunità integrata di negozi, aziende e privati e di edilizia popolare, cercando di evitare il fenomeno della zonizzazione. L’esempio legato al New Urbanism più famoso in Inghilterra è il quartiere di Poundbury: una nuova città di sperimentazione alla periferia di Dorchester sui terreni di proprietà del Principe di Galles Carlo, figlio maggiore della Regina Elisabetta II. Grazie ai principi del New Urbanism, Poundbury, realizzata a partire dal 1991, è destinata a ridurre la dipendenza dalle auto, incoraggiando i cittadini a spostarsi a piedi o in bicicletta e favorendo l’uso dei trasporti pubblici. Questa teoria mira ad aumentare la percorribilità pedonale del quartiere e la possibilità di accogliere diversi tipi di residenze e di offerte lavorative in un ambiente a sviluppo equilibrato.
È presente una grande varietà di abitazioni in relazione alle esigenze della popolazione (giovani, anziani, single, famiglie più o meno abbienti): tipologia a terrazza; a tetto spiovente; appartamenti. I grandi edifici pubblici spiccano per dimensioni nel profilo delle abitazioni private. Lo stile architettonico riprende quello tipico delle architetture inglesi georgiane ottocesche.
Dall’alto: Cortina edilizia e conformazione urbana di Poundbury Rappresentazione idilliaca di Poundbury, 1991 ca
SIMBOLO Significati che l’edificio ha rivestito nel corso negli anni nell’immaginario di gruppi diversi di persone
Il progetto di Hulme Crescent, nonostante la sua breve vita, arriva fino a noi e diventa un’architettura estremamente nota e emblematica e di una serie di eventi, situazioni e valori che lo rendono celebre. La vita di questo monumento consiste infatti in una serie di associazioni di immagini al fisico edificio e complesso, che non incarna un’unica immagine ma che assume un diverso valore nel corso del tempo; che varia nel corso del tempo e in funzione del punto di vista delle persone che abitavano quel tempo. Hulme è quindi un monumento per svariati motivi, che rappresenta molte questioni e mai una nello specifico.
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The People Republic of Hulme the sub culture
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Il complesso di Hulme Crescent diventa ufficialmente il luogo di ritrovo e di vita di tutta quella parte di popolazione della Manchester degli anni ‘70 che costituiva in quegli anni quella che verrà poi definita come la sotto - cultura punk. “Sotto cultura” poichè si tratta di uno sviluppo delle arti “non ufficiale”, che anzi genera critiche da gran parte dell’opinione pubblica dell’epoca, contrariata da uno stile di vita sregolato e devoto alla vocazione artistica e anche, per molti versi a nuove teorie politiche e sociali a sfondo anarchico. L’assenza di un sentimento di proprietà insieme allo stato di degrado e di abbandono di questi spazi diventano terreno fertile per la nascita e lo sviluppo di nuovi gruppi musicali di Manchester. La matericità propria dell’edificio è uno degli elementi generatori del riconoscimento, da parte dei giovani bohemiani della zona, dei Crescent come una culla dove poter praticare e vivere secondo nuovi ideali. Contrariamente ad un palazzo in marmo o in pietra, il complesso di Wilson e Womersley, pensato interamente in calcestruzzo, risente immediatamente e in maniera particolarmente evidente del degrado materico, accentuato se si vuole se si considerano le mancanze del progetto sul punto di vista e tecnico. Nel momento in cui le autorità pubbliche acconsentono all’occupazione dell’edificio da parte di chiunque lo volesse abitare Hulme Crescent si libera del proprio programma e diventa suolo, la sua struttura ambigua viene convertita e comincia a seguire una propria inclinazione, predisposizione, e ad ospitare delle utenze totalmente diverse da quelle pensate dai progettisti ed uno stile di vita letteralmente opposto. Oltretutto la configurazione del quartiere, le proporzioni degli edifici e il senso di slancio verticale dei vari corpi contribuiva a rendere Hulme un luogo straordinario. L’apparenza, l’estetica dei Crescent potrebbe oggi essere definita come estremamente “affascinante” e molto evocativa inoltre di un’atmosfera altra agli occhi della popolazione più giovane e polemica del tempo. Est Berlin Vibe “the heavy bombings (of WW2) along whith the hill concieved 1960s regeneration programme , conspired to make manchester redolent of an easternEuropean city. Revisiting my photographs, I see the bleakness of a city slowly dying. A single image taken from a bridge in Hulme of Perincess Parkway,the major road of Manchester, features no car” Kevin Cummings
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a sinistra: foto del Charles Barry Crescent dal parco che circondava tutto il complesso (in alto); East Berlin apartment blocks nel 1975, con un poster che mostra il leader politico Erich Honecker.
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Hulme come simbolo ma anche come immagine che rimanda e rievoca una determinata atmosfera. Non pochi erano a rivedere in Hulme l’immagine della Berlino est del tempo. La citazione sopra riporta le parole di Kevin Cummings, autore degli scatti protagonisti della grafica di CD e immagini dei Joy Division, che ritraggono questi ultimi nella Hulme del periodo post industriale. Cummings descrive Hulme come un paesaggio sbiadito, di una città “quasi morta” per effetto del degrado e apparenza decadente e fatiscente delle sue costruzioni. “Adesso, per quanto l’idea continui ad avere il suo peso, abbiamo una città ridotta a ben poco: alle misere banalità dell’edilizia pubblica che ci circondano come gli asfittici simboli di un nuovo mondo che si è riufiutato di nascere”1 New New Hulme “The Crescents symbolise Hulme as it is today, and demolition within the first eighteen months of the city challenge programme is considered essential to altering the external and internal perceptions of the area.” La creazione di una nuova immagine rappresentativa della città, e quindi della “New New Hulme” è più una questione abbinata alla fisica demolizione del complesso dei Crescents. Essa rappresenta infatti la definitiva liberazione della città da un grosso errore architettonico-edilizio che pesava gravemente sulla città e la sua “reputazione”, nonchè sulla sicurezza e, almeno per il primo periodo, sul bilancio economico. Non sarebbe stato lo stesso smontare l’edificio prefabbricato pezzo per pezzo o più semplicemente risanare ove possibile rimediando agli errori tecnologici del progetto: demolire senza
dall’alto: Foto aerea del complesso di Hulme Crescemt, manchester; Nuovo ponte della periferia di Hulme, Manchester
lasciare alcuna traccia avrebbe voluto dire fare un passo indietro e cancellare definitivamente un evidentissimo sbaglio. La nuova Hulme è quindi la terza reinvenzione, da parte delle autorità, di una delle periferie di Manchester, sotto la quale seppellire il ricordo di quanto era successo immediatamente prima. Paradossalmente la demolizione di Hulme Crescent è un fattore che ha contribuito a renderla altrettato nota circondandola di un’aura “leggendaria”. La scomparsa del complesso che fu la culla del movimento punk ha reso la sua esistenza ancora più tragica e disperata, come se la distruzione fosse l’inevitabile fine, conclusione perfetta, di un’esperienza e di una storia, senza tempo. Come già detto fu realizzato un vero e proprio evento che segnasse la fine dell’avventura di Hulme, un addio alla struttura, che somigliava più ad un vero e proprio funerale. Del resto non era difficile immaginare ad una sorte simile degli edifici, vista la posizione presa, sin dall’inizio dalle autorità; difficile era invece prefigurare un destino diverso per un luogo del genere che poi avesse potuto mantenere la stessa forza e In un certo senso il funerale definiva in ultimo l’identità di quegli edifici, che non avrebbero
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Demolizione dei Crescent , 1994 a sinistra dall’alto: fermoimmagine di alcune scene dello scenografico funerale di Hulme Crescent, organizzato dal gruppo Dogs of Heaven nel 1994; Immagine di Hulme durante il suo perioo di abbandono; Vista di progetto di Hulme Crescent raffigurante l’armonico complesso dei crescent come i progettisti lo avevano immaginato
più vissuto nessun altra esperienza che potesse sovrascrivere quanto già successo, e far sbiadire così gli anni del sovversivo movimento punk di Manchester. Hulme Crescent sorge già in un periodo in cui il modello del Welfare state era quasi del tutto tramontato, e quindi la sua demolizione seguì, quasi spontaneamente, svariati altri casi di demolizioni. Come già anticipato la demolizione diventa un rito pubblico, anch’esso un evento simbolico, emblematico. English Batustan
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Hulme incarana agli occhi di molti anche il vero e proprio simbolo del fallimento del movimento moderno, pur non essendo un progetto tipicamente modernista. Scomparso quando ormai il fallimento delle teorie moderniste non era più una novità, Hulme contiene in sè anche molti dei caratteri indagati negli anni successivi, e il suo progetto risultò essere un “azzardo” sotto ogni aspetto. In sintesi, il fallimento di Hulme fu di tali dimensioni da finir per essere associato a quello di delle teorie ben più celebri che comunque non lo rappresentano pienamente. Si tratta di un’associazione superficiale e ingenua, ma quello dei Crescent potrebbe essere definito veramente come un progetto fuori scala rispetto al suo contesto, o meglio quasi totalmente inadeguato, e “l’inadeguatezza” è una peculiarità che sta alla base delle critiche al movimento moderno. La progettazione dei particolari tecnologici e impiantistici non risultò così efficace e approfondita, la questione manutentiva pesava molto sull’amministrazione pubblica, che non aveva le competenze adatte a gestire un complesso di simili dimensioni e caratteristiche, che sorgeva per la prima volta sul territorio di Manchester. Così un’architettura (il suo progetto) che, secondo precedenti teorie, era pensata per essere l’evoluzione che avrebbe portato la società alla pari del progresso tecnologico (realizzando un’imminente benessere), risultava inadeguata e poco adatta al tessuto sociale, alla struttura amministrativa pubblica, al panorama socio politico (in cui il welfare stava ormai decadendo) e alla realtà dei fatti in generale. New Jerusalem Prima del suo declino e dell’evidente fallimento, i Crescents furono concepiti come unica soluzione per rimediare ad una situazione di disagio e di degrado. Il walfare di per sè era percepito come un modello finalmente arrivato, che avrebbe risolto i mali della società e portato un benessere generale e diffuso. Architettura moderna come l’annuncio della buona novella.
La prima reinvenzione del quartiere di Hulme potrebbe essere paragonabile alla realizzazione della nuova Gerusalemme di Manchester, in cui le autorità della città ponevano molta fiducia. Si tratta quindi di un’immagine associata per un brevissimo tempo nella storia del complesso, praticamente durante la sua progettazione e la sua costruzione, poichè il sistema nel suo complesso non tardò a mostrare i propri difetti.
WHERE WILL THE BUILDING GO?
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TRELLIK TOWER concetto_linguaggio_struttura Grade II* listed building £ 32 188,introito lordo medio annuo di un cittadino inglese £152 000,-prestito massimo per questa fascia di reddito (da ripagare in 25 anni) £ 333 000 costo di un monolocale all’interno della Trellik Tower
dati da:” AMO, RAINER DE GRAAF, “The century that never happened”, 2017
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Simboli
PARK HILL concetto_linguaggio_struttura
analogie e commenti sulla vita di altri edifici rappresentativi del Modernismo Inglese
1961_Sheffield_supervisione di J. L. Womersley
TRELLIK TOWER concetto_linguaggio_struttura Londra_1972 _Erno Goldfinger La torre appartiene al periodo degli “High rise” realizzati nel secondo dopoguerra. A differenza di molti edifici contemporanei realizzati con lo stesso concetto presenta una migliore qualita abitativa ed è esente da parecchie di quelle lacune tecniche che hanno reso gli altri complessi brutalisti, in elementi prefabbricati, un fallimento. Questa qualità deriva soprattutto dall’esperienza acquisita dal suo progettista. Trellick Tower infatti è una copia migliorata del progetto Balfron da lui realizzato nel 1967. La costruzione della torre Trellick è però successiva al disastro Ronan Point e questo è bastato per associare a questo edificio l’idea del fallimento architettonico che ha caratterizzato la maggior parte degli High Rise del tempo. L’edificio è stato più volte oggetto di vandalismo. Questa idea dilagata velocemente nella società ha portato la torre ad assumere il nomignolo “La Torre del Terrore” che ha decretato il fallimento del progetto. Scampata la demolizione negli anni ‘80 le cose iniziano a cambiare. Viene maggiorata la sicurezza e il controllo della torre. Nel 1986 alla vendita degli alloggi è stata affiancata una politica radicale che permette di vendere gli alloggi solamente a chi desidera vivere in quella particolare tipologia di edificio, diventando un oggetto del desiderio di un’elite culturale alla moda. Questo ha velocemente fatto mutare la considerazione riguardo all’edificio che nel 1998 è stato inserito nella Grade II* (“particularly important buildings of more than special interest”)1. Negli ultimi anni è definitivamente diventato un simbolo chic della Londra contemporanea, un set per diversi film e campagne pubblicitarie con il conseguente aumento del prezzo di vendita degli appartamenti che ad oggi ha raggiunto valori strabilianti. L’idea progettuale è pertanto oggi snaturata avendo completamente perso la posibilità di essere accessibile ad un livello medio/basso della società.
Come molti progetti residenziali di questo periodo diventa in poco tempo un esempio del fallimento della politica britannica di edilizia sociale. Dopo parecchi anni di decadenza nel 1998 entra a far parte del Grade II* (“particularly important buildings of more than special interest”)2. Parte del complesso subisce una rigenerazione tra il 2007 ed il 2011 attuata dagli studi Hawkins/ Brown e Egret West.Il progetto mantiene la massa e le strutture originarie andando completamente a trasformare la facciata e l’organizzazione interna. Viene realizzata una nuova pelle per mutare l’aspetto austero del vecchio complesso. Un vero e prorio intervento di “chirurgia estetica”, molto più spinto dei down topping eseguiti sugli edifici bassi del quartiere di Hulme che similmente a questo puntano ad una trasformazione estetica delle abitazioni con l’aggiunta di un tipico tetto spiovente.Insieme al face-lift avviene anche una radicale trasformazione del concetto alla base della sua edificazione. La calcellazione della residenza a basso prezzo. ROBIN HOOD GARDEN concetto_linguaggio_struttura 1972 _Londra_Alison and Peter Smithson È un complesso di alloggi pubblici realizzato in elementi prefabbricati in calcestruzzo armato a vista composto da due elementi lineari si sviluppano in lunghezza sui due fianchi di un grande parco. Nel complesso si possono riconoscere le streets in the sky tipiche dell’architettura degli Smithson. Il progetto però da li a poco viene additato come un enorme fallimento. Nel 2008 è stata indetta una campagna per l’inserimento di questo complesso nella lista degli edifici vincolati che però non ha avuto esito positivo. Nel 2012 è stato approvato un grande progetto di rigenerazione urbana che prevede la demolizione e successiva ricostruzione del quartiere e di un più grande area denominata Blackwall Reach. Questo progetto però non è ancora partito e tuttora alcuni alloggi sono occupati dagli abitanti. La critica che viene portata al nuovo progetto di riqualifacazione è quella di non tenere minimamente conto dell’esistente e di fondarsi solo su di una speculazione edilizia, senza alcuna qualità architettonica. Il rischio è che come il progetto degli Smithson in pochi anni si è trasformato in un slum, allo stesso modo tra 50 anni Blackwall Reach potrebbe fare la stessa fine.
III
slum of 2050?
ROBIN HOOD GARDEN concetto_linguaggio_struttura Da sinistra: Robin Hood Gardens vista di progetto Blackwall Reach regeneration project Swan Housing Group and Tower Hamlets Council
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PARK HILL concetto_linguaggio_struttura Da sinistra: particolare di facciata prospetto originale prima dell’intervento, facciata dopo la demolizione degli elementi prefabbricati, particolare di facciata dopo il progetto di Hawkins/Brown, Studio Egret West (2007-2011)
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Hulme Crescents 1978
youtube.com/watch?v=a-y05b40eMs
Hulme, What went wrong
youtube.com/watch?v=Iy_4ZPPD-cE
Hulme - City Challenge
youtube.com/watch?v=o3SWMUq9lNs
Hulme: A Changing Cityscape 1990-2015
youtube.com/watch?v=zimzU33r3P8
Hulme Crescent Decks
youtube.com/watch?v=7tVEyrUcuaM
Hulme Crescents - The End
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