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La gestione della cute peristomale

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Appendice II

Appendice II

Specialist, stomaterapista) possa procedere ad una loro valutazione, classificazione e adeguato trattamento. Le lesioni peristomali rispetto all’entità del danno tessutale, secondo alla scala SACS 2.024 sono classificate in: •L1 - lesione iperemica; •L2 - lesione erosiva; •L3 - lesione ulcerativa oltre il derma; •L4 - lesione ulcerativa fibrinosa/necrotica; •L5 - lesione che interessa i piani oltre la fascia muscolare; •LX - lesione proliferativa.

La gestione della cute peristomale

L’insorgenza di lesioni peristomali è dovuta quasi sempre all’inadeguata gestione della cute perilesionale e si può ricondurre alle seguenti cause: •carenza igienica; •contatto prolungato delle fuoriuscite (urine, feci) con la cute; •pulizia inidonea (eccessiva o con prodotti non adeguati); •uso di dispositivi del tipo/misura sbagliata o la loro sostituzione maldestra; •reazione allergica ai prodotti utilizzati; •infezioni.

Per la persona stomizzata è spesso difficile riuscire a gestire in modo ottimale lo stoma e la cute circostante nei primi mesi dopo l’intervento se non riceve una buona educazione terapeutica da personale specializzato. Rispetto alle normali cure di igiene intima, la pulizia dello stoma è diversa in quanto si devono rispettare le condizioni fisiologiche di due zone molto diverse tra loro:

•lo stoma – che non è una semplice mucosa, ma parte dell’intestino che ha un pH acido (3.5), ha la capacità di assorbire alcune delle sostanze con le quali viene a contatto, è facilmente irritabile se toccato in modo aggressivo, non è protetto da cellule cheratosiche come la cute dunque non deve venire a contatto con soluzioni citotossiche o istolesive; •la cute – che nonostante protetta da uno strato corneo viene facilmente aggredita dai suchi digestivi o dalle urine, ha di solito un pH intorno a 5.5 che tende a diventare alcalino con l’avanzamento dell’età, ha bisogno di essere costantemente idratata per ripristinare il fisiologico film lipo-lipidico conti-

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