Specialist, stomaterapista) possa procedere ad una loro valutazione, classificazione e adeguato trattamento. Le lesioni peristomali rispetto all’entità del danno tessutale, secondo alla scala SACS 2.024 sono classificate in: • L1 - lesione iperemica; • L2 - lesione erosiva; • L3 - lesione ulcerativa oltre il derma; • L4 - lesione ulcerativa fibrinosa/necrotica; • L5 - lesione che interessa i piani oltre la fascia muscolare; • LX - lesione proliferativa. La gestione della cute peristomale L’insorgenza di lesioni peristomali è dovuta quasi sempre all’inadeguata gestione della cute perilesionale e si può ricondurre alle seguenti cause: • carenza igienica; • contatto prolungato delle fuoriuscite (urine, feci) con la cute; • pulizia inidonea (eccessiva o con prodotti non adeguati); • uso di dispositivi del tipo/misura sbagliata o la loro sostituzione maldestra; • reazione allergica ai prodotti utilizzati; • infezioni. Per la persona stomizzata è spesso difficile riuscire a gestire in modo ottimale lo stoma e la cute circostante nei primi mesi dopo l’intervento se non riceve una buona educazione terapeutica da personale specializzato. Rispetto alle normali cure di igiene intima, la pulizia dello stoma è diversa in quanto si devono rispettare le condizioni fisiologiche di due zone molto diverse tra loro: • lo stoma – che non è una semplice mucosa, ma parte dell’intestino che ha un pH acido (3.5), ha la capacità di assorbire alcune delle sostanze con le quali viene a contatto, è facilmente irritabile se toccato in modo aggressivo, non è protetto da cellule cheratosiche come la cute dunque non deve venire a contatto con soluzioni citotossiche o istolesive; • la cute – che nonostante protetta da uno strato corneo viene facilmente aggredita dai suchi digestivi o dalle urine, ha di solito un pH intorno a 5.5 che tende a diventare alcalino con l’avanzamento dell’età, ha bisogno di essere costantemente idratata per ripristinare il fisiologico film lipo-lipidico conti29