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Persone che praticano autocateterismo
Valutazione multidimensionale e multidisciplinare del servizio di consegna domiciliare dei presidi medici per stomia e incontinenza
Persone che praticano autocateterismo
Il cateterismo intermittente (C.I.) consiste nello svuotamento della vescica mediante l’inserimento di un catetere attraverso l’uretra (o più raramente attraverso stomia addominale) e rimozione dello stesso al termine dello svuotamento. Il cateterismo intermittente può essere gestito come autocateterismo o cateterismo da parte di terzi. Oggi i cateteri per cateterismo intermittente debbono essere sterili e monouso; sono disponibili in diversi materiali, modelli e misure, e possono essere divisi nelle seguenti tre categorie: 1. Cateteri autolubrificanti idrofili, si autolubrificano previa immersione in acqua o soluzione fisiologica. Possono essere forniti con o senza liquido acquoso incorporato, con o senza sacca integrata e/o graduata per la raccolta delle urine. 2.Cateteri con gel lubrificante incorporato nella confezione, si lubrificano con il gel presente nella confezione. Possono essere forniti con o senza sacca integrata per la raccolta delle urine. 3.Cateteri semplici (Nelaton), si lubrificano con gel fornito a parte. Nelle persone che abbisognano continuativamente del cateterismo intermittente il dispositivo consigliato è quello autolubrificato perché è di maggiore efficacia e di minor traumatismo (è compreso nel Nomenclatore tariffario dei presidi forniti dal Ministero della Salute per le invalidità). Le indicazioni del Ministero della Salute sulla scelta del catetere sono le seguenti: “Per ridurre il rischio di lesioni, utilizzare il catetere delle dimensioni più piccole possibili, in grado di assicurare un buon drenaggio (Cat.II MdS )”. Il materiale del catetere deve essere scelto in base alle indicazioni al cateterismo e nel rispetto delle indicazioni del fabbricante6. Quelli maggiormente utilizzati sono in: •Lattice siliconato: è un materiale morbido, flessibile ed economico. Per questo è considerato ideale per i cateterismi a breve termine (in genere 7 – 14 giorni). La tendenza a sviluppare allergie, traumi uretrali e incrostazioni sono considerati limiti del materiale (il DL 46/97 prevede che il fabbricante indichi la classe di appartenenza del dispositivo del catetere). Generalmente il catetere vescicale in lattice è classificato 2A, per cui è previsto un tempo di permanenza massimo non superiore ai 28 giorni. •Silicone: meno flessibile del lattice, è considerato maggiormente biocompatibile. Consigliato per le persone con allergia al lattice, il silicone è indicato per cateteri a lungo termine (12 settimane); (secondo DL 46/976 il catete-
re vescicale in silicone è generalmente classificato 2B, per cui è previsto un tempo di permanenza superiore ai 30 giorni. •Pvc: utilizzato principalmente per la fabbricazione dei cateteri a breve termine, in particolare per il cateterismo ad intermittenza (sono rigidi e senza il palloncino di fissaggio) e nel post-operatorio urologico (a tre vie con palloncino). Il calibro del catetere deve sempre essere il minore possibile per evitare di traumatizzare la mucosa uretrale: sulla mucosa lesa si possono sviluppare più facilmente processi infettivi e reazioni flogistiche a seguito di lesione o compressione della mucosa che possono portare a esiti stenotici. Inoltre, la pressione sulla parete uretrale può ridurre il fisiologico drenaggio dalle ghiandole periuretrali che può esitare in un’uretrite o in un’altra infezione ascendente
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