1
Massimo P.
Ciacole e altro 2 1. 2020-2016
2
sabato 4 aprile 2020 Quarantena Anche se fuori c'è un sole invitante, ubbidendo a uno dei tanti DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, cioè di chi è solitamente detto Premier o Presidente del Consiglio o Giuseppe Conte o Conte o anche Giuseppi) e agli infiniti inviti (raccomandazioni o precetti) televisivi me ne resto chiuso in casa, per il bene comune e mio. E così faccio da un mese e più. In uno di questi ultimi giorni ho pensato di fare una "fugassa" ripescando la ricetta da me scritta nel 1984 a imitazione di quella mai saputa di mia suocera. Non lo facevo da oltre cinque anni, cioè da quando, secondo mia moglie, era fra i cibi sconsigliatemi dai medici. Ma visto che in casa avevo tutti gli ingredienti necessari ho fatto due "fugasse". Non "focacce" alla ligure (fugasse, in ligure), ma "fugasse" alla veneta. C'è stato qualche problema: mia figlia al supermercato non aveva trovato né farina né lievito, il forno non ha più il termostato funzionante da almeno 20 anni e io non sono più allenato come un tempo a fare fugasse, strudel, krapfen. Ma di farina bianca ce n'era più di un kg, un cubetto di lievito di birra era nel congelatore da qualche mese, il telefonino ha il timer e non ho perso del tutto la "manina". E così ho fatto quanto dovevo usando tutto il tempo necessario a impastarla e farla lievitare. Per la cottura ho regolato la temperatura col timer: 5 minuti acceso e 5 minuti spento. Peccato che a metà cottura
3
rispondendo a una telefonata di mio figlio e ho perso un po' i conti. È venuta così: sembra un po' bruciacchiata ma vi assicuro che era ottima, anche a parere di moglie e figlia. giovedì 2 aprile 2020 Cognomi Dev'essere una mia fissazione: o per un motivo o per un altro torno spesso a parlare di cognomi. Finché lo nominavano tutti i giorni ero infastidito da come tutti pronunciavano il nome dell'allora ministro dell'economia e delle finanze: Pàdoan. Anche il dizionario della Crusca diceva che "la pronuncia corretta è Padoàn, ma se il ministro dice che è Pàdoan, così sia". Perché allora non dire Giorgio Napolìtano? A me dava particolarmente fastidio perché il cognome di mio nonno e di 7 miei parenti suoi discendenti, della moglie di mio fratello, di mia suocera e di altri parenti termina con "in", quello di mia moglie, di mio suocero, di 6 miei parenti suoi discendenti e altri termina in "an", quello di mio consuocero e 4 miei parenti suoi discendenti in "on" e ho avuto amici e conoscenti col cognome terminante in in/an/on e tutti con l'accento sull'ultima sillaba come s'addice alle parole tronche e a quei cognomi veneti. Secondo cognomix il mio cognome è 1° per popolarità nel comune del paese dei miei genitori e così per distinguere usavano i soprannomi: io ne conosco almeno 5 e Bèparle è uno di quelli.
4
Avevo 5 cugini che da sempre portavano il cognome della madre, essendo uguale a quello del padre con soprannome diverso. Altri 4 cugini avevano il cognome di mia madre che era quello del loro padre mentre noi avevamo il cognome della loro madre che era quello di nostro padre. Tempo fa avevo scritto qualcosa sul fatto che nelle vecchie pagelle di me erano scritti Cognome, Nome, Comune e data di nascita, il nome di mio padre e cognome e nome di mia madre. Cose ora proibite, ricordano troppo la famiglia. Chissà se ora nelle pagelle mettono solo 16 caratteri: 3 cognome, 3 nome, 5 data e 4 Comune di nascita, 1 controllo, il codice fiscale. Recentemente avevo notato che tre bavaresi, il cui nome da ragazze conosco da anni, in Facebook usano il cognome del marito mentre pensavo che le italiane usassero il cognome paterno. In realtà non è sempre cosÏ: so di almeno una italiana che usa il cognome del marito. Credo di non avere mai detto che le donne sposate perdevano il proprio cognome, ma solo che assumevano (anche) il cognome del marito. In effetti ho sempre conosciuto nonne, zie e madre col cognome originale e probabilmente nei documenti ufficiali usavano solo quello. Magari, come mi capita talvolta, confondo il prima con il dopo ma ho l'impressione che, anche se venivano registrate con i soli dati di nascita, prima le donne si presentassero col cognome del marito e lo aggiungessero nei documenti. Mi pare di ricordare, per esempio, Maria Negro in Bianco (o Maria Neri nei Bianchi a Pisa) o Maria Negro ved. Bianco. Forse era solo un uso perso quando è diventato un diritto.
5
Dal 1975 In Italia, anche se sposata, la donna mantiene il cognome da nubile. L'art. 143-bis del codice civile stabilisce che "la moglie aggiunge al proprio cognome quello del marito e lo conserva durante lo stato vedovile, fino a che passi a nuove nozze". Quindi Maria Negro sarebbe Maria Negro Bianco. Non so per quale motivo questo succeda quasi mai, forse anche perché il codice fiscale contiene solo il cognome di nascita e resta immutato, almeno per le persone che si accontentano del sesso originale. Però mi ronzava in testa un "assume il cognome (del marito)" e volevo capire il perché. Ho cercato e trovato in internet. Nel 1865, il Codice civile del Regno d'Italia recitava all'art.144: "Potestà maritale - Il marito è capo della famiglia: la moglie segue la condizione civile di lui, ne assume il cognome, ed è obbligata ad accompagnarlo dovunque egli creda". Nel 1942 cambia il numero dell'articolo, ma il risultato è lo stesso: la legge continua a dire che "la moglie segue la condizione civile capofamiglia di cui assume il cognome" E a quanto ne so così è rimasta fino alla riforma del diritto di famiglia del 1975. Le cose più recenti risalgono a 45 anni fa, io ne ho molti di più ma forse non ricordavo del tutto male. Pare che in UK e USA le donne sposate cambino cognome, resta il fatto che Merkel, Thatcher, Curie sono conosciute col cognome del marito, come le tre mie conoscenti
6
bavaresi.
giovedì 18 aprile 2019 Gli ipocriti e la Costituzione. Dicono che è la Costituzione più bella del mondo ed essendo tale non va cambiata. Però la rispettano solo quando gli conviene e vogliono sia interpretata nel modo che preferisconoPer esempio: "Art. 29. La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio e ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare." Siamo sicuri che i padri costituenti parlando di matrimonio non si riferissero solo a quello tra uomo e donna e non a anche a quello per loro impensabile tra uomo e uomo, donna e donna, uomo e gallina? Solo falsando lo spirito della Costituzione si può pensare che non sia così, ma i difensori ad oltranza della Costituzione sono prontissimi a violarne lo spirito pur di piegarla al loro tornaconto. "Art. 53. Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività."
7
Sempre secondo i soliti ipocriti, la tassa piatta non si può fare perché manca la progressività. Ma mentre affermano questo si scordano di leggere tutto l'articolo. Se si passa allo scaglione superiore dell'irpef o si paga il ticket solo perché grazie all'inflazione si superano limiti mai tempestivamente adeguati vi sarà sì progressività ma non in ragione della capacità contributiva. Per effetto dell'inflazione infatti il reddito nominale aumenta ma la capacità contributiva può diminuire. Ma i proclamatori della bellezza e immutabilità della Costituzione fingono di non capire, lasciano immutati i limiti progressivi di reddito e in tempi più o meno lunghi a seconda della percentuale di inflazione tutti si troveranno ad essere considerati fiscalmente ricchi anche se in realtà più poveri e alla fine saranno tutti nello scaglione d'imposta previsto per la capacità contributiva più alta e nessuna progressività. lunedì 26 novembre 2018 Se piove Notoriamente i negozianti espongono la merce nelle vetrine per invogliare la gente a comprarla, rischiando però di incentivare i ladri a rubarla. Magari le donne espongono le loro grazie solo per essere ammirate da gentiluomini, ma rischiano di incentivare mascalzoni. Libere le donne di svestirsi come vogliono. Magari dicono che lo fanno per piacere a se stesse ma con i tempi che corrono è difficile crederle ingenue santerelline che non lo
8
fanno per provocare ed eccitare i maschi. Non si scandalizzino se poi gli uomini si eccitano e non sono tutti santi. Con pericolo di pioggia se non si è prudenti e si esce senza ombrello o impermeabile ci si può bagnare, con i pericoli esistenti se non si è prudenti si può finire in guai: se succede si deve prendersela anche con se stessi. Oggidì solo le musulmane si coprono completamente o quasi, anche per come sono i loro uomini. Un tempo anche in occidente le donne usavano gonne fino ai piedi, ma non usavano pantaloni e d'inverno andavano bene. Però, penso, erano impaccianti e scomode da portare. Era sicuramente più comodo portarle più corte, ma una volta giunte più o meno al ginocchio ulteriori accorciamenti non erano più questione di pratica comodità ma di esposizione, magari solo per ragioni climatiche, magari per provocare o eccitare, magari per attrarre persone gradite e, involontariamente o no, chiunque. Essere attraente può comportare dei rischi desiderati o indesiderati. Prima magari bastava mostrare una caviglia per eccitare gli uomini, poi servivano belle gambe dal ginocchio in giù, ora sembra non basti nemmeno esibire le cosce. E molte donne agiscono di conseguenza, ma non si meraviglino delle conseguenze non gradite. Ieri giornata mondiale contro la violenza sulle donne. C'è ormai una giornata mondiale per tutto. In quella di ieri mi sarei aspettato composte manifestazioni di pietà per le donne e contro i violenti. Ho avuto l'impressione che si trattasse delle solite rancorose
9
manifestazioni per la supremazia femminile. I cartelli dicevano "amar no es matar", "uccisa dalla persona che diceva di amarla". Mi pare che non si distingua più tra amare e fare sesso, magari sfrenato. Le due ragazzine massacrate da spacciatori non chiedevano e non ottenevano amore ma droga e sesso. Oltre al fatto di essere donne spesso le vittime hanno poco in comune: la prostituta che per soldi fa un mestiere pericoloso, la madre dedita alla famiglia e quella che pensa solo a se stessa, la donna con l'amante sposato, le ragazze disposte a tutto pur di far carriera che dopo anni protestano per avere dato senza avere ottenuto. Dell'imprudenza e delle provocazioni femminili nulla si deve dire e tutto si riduce alla generica violenza maschile contro le donne. Dire qualcosa contro quelle culture e quegli immigrati che considerano normale la violenza contro le donne non si può, non è di sinistra, non è politicamente corretto. martedì 20 novembre 2018 Quelli che la Costituzione Cosa dicono quelli che la Costituzione italiana la considerano la più bella del mondo, che tanto la citano quando gli fa comodo e la ignorano bellamente quando non gli interessa, cosa dicono della norma che regola l'esenzione dalla tassa sanitaria (ticket)? È in evidente contrasto con la norma costituzionale ma non interessa a nessuno, nessuno ne parla.
10
Riporto quello che prevede la Costituzione e quello che invece è previsto per l'esenzione dal ticket dei minori di anni 6 e dei maggiori di anni 65 con reddito familiare lordo annuo inferiore a 36151,98 euro (VEDERE ) Costituzione Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Esenzioni per reddito. Mentre per tutti gli altri cittadini il reddito del nucleo familiare è dato dalla somma dei singoli redditi complessivi prodotti dall'interessato e dagli altri familiari fiscalmente a carico, per i cittadini sposati il coniuge fa sempre parte del nucleo fiscale anche se è fiscalmente indipendente o non convivente. In pratica due cittadini non sposati sono esenti da ticket anche con reddito di 36151,97 euro ciascuno mentre quelli sposati solo con reddito medio pro capite inferiore a 18076,99 Costituzione Art. 29. La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio e ` ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unita ` familiare. Costituzione Art. 31. La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento
11
dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternita `, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo . Esenzioni per reddito Viene penalizzato il matrimonio e conseguentemente la famiglia "fondata sul matrimonio" e non è a garanzia dell'unità familiare privilegiando i coniugi legalmente separati. Costituzione Art. 53. Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacita contributiva. Il sistema tributario e informato a criteri di progressivita. Esenzioni per reddito Il limite di reddito cui si fa riferimento per il riconoscimento del diritto all'esenzione è fissato dalla legge e può essere aggiornato solo con una modifica legislativa. Il problema dell'adeguamento del limite di reddito previsto per l'esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria al crescente costo della vita è, tuttavia, da tempo all'attenzione del Ministro della salute e di tutto il Governo. In 25 anni il limite non è mai stato adeguato, chissà quando tempo ci vuole ancora perché il problema sia affrontato e risolto. Nel frattempo succede che con un adeguamento inferiore al tasso di inflazione il reddito nominale superi quel limite mentre il reddito reale e la capacità contributiva diminuiscono. Una specie di progressività inversa: diventando più poveri si pagano più tasse.
12
martedì 23 ottobre 2018 Progressività Sempre pronti ad invocare la Costituzione quando gli fa comodo e ad ignorarla bellamente nel resto, notoriamente sono per la progressività dell'imposta. Per loro deve essere talmente progressiva da aumentare man mano che diminuisce la capacità contributiva. Ed è per questo che per anni si sono rifiutati di rivedere la norma che regola la tassa sanitaria, amorevolmente chiamata ticket. Credo sia fuori discussione che chi non ha goduto di vincite alla lotteria ma solo di un parziale adeguamento del proprio reddito al costo della vita oggi sia più povero di prima, ma siccome nominalmente è più ricco si trova a superare quel limite di 36151,98 euro calcolato un quarto di secolo fa e quindi va tassato. Non importa poi se la più bella Costituzione del mondo oltre a dire che "Il sistema tributario e informato a criteri di progressività" dica anche che "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacita contributiva" e che "La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio." e " agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia". Per il criterio della progressività chi diventa più vecchio, più malato, più povero deve essere più tassato mentre per agevolare matrimonio e famiglia penalizzano le coppie sposate. Per questo una coppia di sposi vecchia maniera, regolarmente sposata,
13
deve pagare i ticket sanitari con un reddito lordo medio pro capite di 18076 euro mentre due persone conviventi (fratelli, amici, amanti) godono dell'esenzione dal ticket con un reddito poco meno che doppio. Sto parlando di persone ultra65enni, ma il discorso vale anche per figli con meno di 6 anni, mutatis mutandis. Lo chiamino pure razzismo, se li fa contenti, ma non posso dire di non essere infastidito o irritato vedendo tante persone che mai hanno pagato un euro d'imposta non dovere nemmeno mettersi in fila per pagare il ticket mentre io devo pagare una tassa (nemmeno tanto piccola) per consentire loro di godere dell'assistenza sanitaria gratuita a noi negata. Arrivano, si presentano all'ospedale, non devono neppure dire il loro vero nome e vengono curati gratuitamente mentre io devo dare il mio nome e conseguentemente pagare. Infatti sanno che sono sposato, che la pensione di mia moglie negli anni è passato da 430 a 500 euro mensili, che anche la mia è aumentata seppur meno del costo della vita e che sommando i nostri redditi nominali ora superiamo quel limite immutato dal 1994 mentre la nostra capacità contributiva è diminuita. Chissà se solo io trovo la cosa scandalosa, assurda, iniqua e immorale; sicuramente sull'argomento sono tornato molte volte. martedì 21 agosto 2018 Considerazioni.
14
Quasi quotidianamente si ha notizia di violenza sessuale su donne, spesso ad opera di uomini di "civiltà" in cui la donna deve sottostare al volere del maschio e convinti di poter abusare di ogni donna che non abbia un "padrone" che se ne possa offendere. Ma può capitare che succeda anche per altri motivi. Per timore di peccare o di rimanere gravide o delle chiacchiere della gente, un tempo le donne forse erano più prudenti con gli uomini. Ora, salvo eccezioni, quei timori non esistono più e anche le ragazze si vantano delle loro avventure come un tempo forse facevano solo i maschi e non tutti. Se prudenza, pudore e modestia sono diffusi e comuni suppongo che gli stupratori siano meno convincenti nel dichiarare "erano consenzienti": non sarebbero credibili e nella maggioranza dei casi lo sarebbero invece le loro vittime, almeno per motivi statistici. Quando invece è o si ritiene prevalente la mancanza di freni inibitori e remore può capitare che quasi sempre si dia anche per molto probabile il consenso, ancor più se i comportamenti e precedenti personali testimoniano in questo senso. Si sente anche sovente parlare di violenze fisiche sulle donne, di femminicidi, che il più delle volte avvengono in ambito domestico o - come viene detto - da "parte di chi diceva di amarle". Ma se si pensa che "piuttosto di niente è meglio piuttosto" e si accettano compagni senza la necessaria prudenza, una scelta affrettata può risultare sbagliata, pericolosa e difficilmente rimediabile. Se si sta con qualcuno perché è violento non ci si può lamentare che lo sia. Non è sempre
15
solo questione di sfortuna. Anche se può capitare e capita che la persona che si crede di conoscere non sia come si crede, maggiore prudenza e attenzione potrebbero evitare i malintesi. Oggi sono cambiati i tempi e i modi di dire e di fare Un tempo non se ne parlava, poi si diceva di fare all'amore, poi di uscire, ora piÚ onestamente e senza pudore si dice di fare sesso, una cosa non molto diversa dal mangiare o espletare altre funzioni corporali. Avendo perso di valore e cessata quasi del tutto la funzione riproduttiva è diventato un gioco, un passatempo come un altro, piÚ o meno piacevole. E in questo gioco le donne sono brave a sfruttare le debolezze maschili a proprio vantaggio. Da qualche tempo molte donne denunciano di avere subito molestie sessuali e non solo da potenti o famosi. Non penso fossero tutte innocenti verginelle, pecorelle preda del lupo cattivo. Certi modi di fare, di agire, di vestirsi, di offrirsi sono provocazione sessuale e non sono sicuro che queste donne che si lamentano non ne fossero consapevoli e non la usassero anche per averne vantaggi di diversa natura. Magari ora si lagnano per non avere ottenuto pienamente quanto si aspettavano. Ad ogni modo non necessita coraggio, quando si sa come sono andate realmente le cose non serve fegato per fare certe affermazioni, basta una faccia di bronzo. domenica 24 giugno 2018 Chiarezza
16
Forse è il caso di cominciare a chiamare le cose col loro nome, dire la realtà com'è, essere coerenti con quanto si dice ed avere il senso del ridicolo. Va bene che i politici non amano chiarezza, verità e coerenza, ma come fa Sandro Gozi (PD) ad affermare che quando un "profugo" vien accolto su una nave italiana è in territotorio italiano e l'Italia deve occuparsene me se viene accolto da una nave tedesca va sbarcato in porto italiano e non se ne deve occupare la Germania? Salvataggi Dicono che le ONG organizzano il salvataggio in mare, ma chissà se organizzano anche il naufragio in modo che avvenga quando una loro nave è pronta al soccorso. Nei decenni precedenti la tratta dei "profughi" non ho avuto notizia di naufragi nel Mediterraneo. Magari qualcuno ci sarà pure stato e i naufraghi debitamente soccorsi, non so. Poi, con il grande esodo, non è passato giorno che non ci fosse naufragio e l'intervento di qualche nave. Quando chi è in pericolo viene tratto su una grossa nave non rischia più di affogare, salvo casi eccezionali. I cosidetti salvataggi sono prevalentemente semplici trasferimenti da barconi insicuri cui dovrebbe essere vietato navigare a navi più sicure. Quasi sempre si tratta non di salvare ma di traghettare i "profughi" dall'Africa all'Italia. Per carità, puo capitare che si facciano male i conti, che si sbaglino i tempi o le manovre e che persone facciano davvero naufragio e anneghino. Più sono quelli che, fidando nel soccorso promesso, affrontano il rischio e più può capitare: meglio diminuire le vite in pericolo che
17
aumentare le vite salvate. Se un giorno in una valle c'è grave pericolo di frane o valanghe si salvano più persone vietando l'accesso alle zone pericolose e facendo rispettare il divieto che potenziando il soccorso alpino. I soccorsi in mare e in montagna sono necessari ma non devono essere motivo per incrementare i pericoli. Il servizio delle ONG nel Mediterraneo è solitamente più simile, seppure con modalità sicuramente più gravose e pericolose, a quello degli autobus di linea che raccolgono i passeggeri alle fermate evitando loro il pericolo di fare la strada a piedi o di essere travolti da veicoli di passaggio che non a quello dei pompieri impegnati nel soccorso delle vittime di inondazioni. Stranamente i "salvataggi" in mare non avvengono quando il mare è in burrasca e i naufragi più probabili, ma quando il mare è calmo e più probabile è l'avventurarsi in mare di persone in cerca di traghetto: compito delle ONG è di portarle in Italia. Non salvataggio ma trasporto più sicuro. Profughi Chi è favorevole alla loro accoglienza li chiama sempre "profughi", chi è contrario li chiama "clandestini". Se con "profugo" s'intende chi fugge da guerre o persecuzioni in un barcone di "disperati" è ormai pacifico che i profughi sono una minoranza. A voler essere ottimisti si può parlare al massimo di "sedicenti profughi" o "presunti profughi" o al contrario di "presunti clandestini" e magari affermare che in misura più o meno maggiore possono anche essere "presunti delinquenti". Le cronache non aiutano a dissipare questa ipotesi.
18
Dire "migranti" fa pensare a un esodo per trovare lavoro, alquanto improbabile quando il paese di arrivo soffre di alta disoccupazione e di evidente impossibilità di dar lavoro a nuovi disoccupati. Non è usuale ma potrebbero essere definiti "transumanti", persone che lasciano un posto per cercare più verdi pascoli, altre opportunità. E quale migliore opportunità di godersi un paio d'anni di vacanze gratis e usufruire senza nulla dare dei benefci sociali creati dal lavoro di generazioni? Dicono che gli stranieri, quando lavorano, fanno il lavoro che gli italiani non vogliono più fare, magari perché sottopagato. Un tempo quei lavoratori dalla sinistra erano detti con disprezzo crumiri. Ma erano bianchi e si poteva dire, oggi sono "di colore" e sarebbe razzismo. Finora la regola è stata salviamo tutti, accogliamo tutti. Va bene, le persone in pericolo vanno salvate, anche se in pericolo si mettono volontariamente. Vanno salvate e sbarcate in porto sicuro. Chissà se la sempre citata legge del mare considera sicuri solo i porti italiani o solo quelli dove oltre che mettere al sicuro dai pericoli del mare assicurano anche vitto e alloggio sine die. Ma non facciamoci pendere in giro. Non diamo accoglienza a persone che non dimostrino la loro identità e provenienza con documenti o prove valide Da subito si deve sapere chi non può richiedere asilo e ridurre il numero di quelli che potrebbero averne diritto. A chi non può essere concesso va negato l'asilo, addebitati i benefici indebitamente goduti, sanzionato per eventuale dolo e permesso di far ricorso solo presentando nuove prove. Parlando di tutti non si dovrebbe chiamarli profughi perché
19
non tutti fuggono da guerre o persecuzioni, non migranti perché non tutti cercamo un lavoro, non transumanti perhè non si usa: si dovrebbero chiamare invasori per come arrivano e molti si comportano. Mare e cielo Ovviamente quelli che non hanno documenti o non possono chiedere asilo o permesso di soggiorno non non devono entrare in Italia. Le frontiere italiane sono per la maggior parte marine e non si può semplicemente impedire l'ingresso in Italia o riportare gli indesiderati nel Paese donde sono venuti come fanno Francia, Austria ecc.. Oltre il confine non c'è una terra ma il mare e non si possono ributtare in mare. Come i Paesi confinanti riportano in Italia gli indesiderati che sanno arrivare dall'Italia non vedo perché noi non riportiamo in Libia quelli che sappiamo arrivare dalla Libia. Sarà più lungo e costoso ma è la stessa cosa: si riportano da dove arrivano. Si può anche impedire che entrino nel nostro territorio restando al sicuro sul territorio straniero di una nave straniera. Ma le ONG potrebbero fare meglio il loro lavoro, senza cambiarne gli scopi. Invece di obbligare coloro che dall'Africa vogliono arrivare in Europa a rischiare di annegare per salire sulle loro navi, si dotino di aerei. Invece di andare con le navi a "salvare" chi si mette in mare vadano con aerei sulla terraferma a caricare senza pericolo quante più persone possono. Invece di portarle tutte in porti italiani obbligando l'Italia a chiuderli, atterrino in un aeroporto dei tanti Paesi europei che criticano l'Italia. Di
20
sicuro non chiuderanno gli aeroporti, accoglieranno tutti quelli che arriveranno e certamente non vorranno che restino su aerei in cielo come non vogliono che restino su navi in mare: è vomitevole. mercoledì 16 maggio 2018 Assurdità. Le leggi, pur originate da logiche politiche diverse, non dovrebbero essere in contrasto con la logica razionale. E invece spesso sono assurde, irrazionali, illogiche e inique. Limiti di reddito È assurdo che nel 2018 siano ancora validi valori di reddito calcolati nel 93 del secolo scorso, ai tempi della lira. L'avvento dell'euro ha cambiato non poco il valore dei redditi percepiti. Per esperienza comune quello che costava 1000 lire è costato da subito 1 euro e per l'indice ISTAT in questi 25 anni il costo della vita è passato da 100 a più di 150. Ma i limiti di reddito per beneficiare di agevolazioni fiscali sono rimasti esattamente quelli che erano, ovviamente oggi espressi in euro al cambio di 1936,27, come se quello che allora si aveva con mille lire oggi si potesse avere con 52 centesimi di euro. E così quelli che erano importi evidentemente tondi (70 mln, 5.5 mln, ecc.) sono diventati ridicoli valori "arrotondati" al centesimo che manifestano la loro vetustà:
21
36151.98, 2840.51, ecc. . Aspettando È assurdo che nel 2018 siano ancora validi valori di reddito calcolati nel 1993. Sul sito del Ministero della Salute per anni c'è stato: "il problema dell'adeguamento dei limiti di reddito al costo della vita è da tempo all'attenzione di questo ministero e del governo tutto". Non so se c'è ancora, ma in 25 anni non sono riusciti ad affrontare e tanto meno a risolvere il problema, che tuttavia avrà sempre la loro attenzione chissà per quanto tempo ancora. La trappola È assurdo che nel 2018 i limiti di reddito per benefici fiscali siano sempre quelli calcolati in base al costo della vita di 25 anni fa. Anche se nel 1993 fossero stati correttamente calcolati, nel 2018 non possono che risultare inadeguati perché il valore reale non corrisponde più alla capacità contributiva di allora. Anche se si vogliono maggiori entrate è assurdo non aggiornare i parametri limitandosi ad aspettare che l'inflazione faccia il suo corso e che la gente diventando in realtà più povera finisca col diventare nominalmente più ricca, superi i limiti e non abbia più diritto alle agevolazioni. È una trappola, un modo subdolo e vigliacco di affrontare il problema. La regola è stata "non facciamo niente e tutti quelli con
22
agevolazioni per basso reddito avranno fra 5, 25 o 50 anni il reddito nominale che supererà il limite mentre il reddito reale diminuirà: saranno più poveri ma più tassati". Se sapendosi più poveri non si accorgeranno di essere diventati ricchi per il fisco e non più esenti, saranno anche considerati evasori "furbetti" e sanzionati. Per rispetto verso i contribuenti sarebbe meglio dire esplicitamente che si abbassano i limiti (reali) perché i costi aumentano e da tutto il mondo arrivano persone da assistere e curare gratuitamente e che non pagano nemmeno imposte e tasse. Reddito familiare Per il calcolo dell'imposta e delle detrazioni si considera il reddito personale. Se uno non supera 8000€ di reddito lordo annuo non può beneficiare delle riduzioni d'imposta per spese detraibili non avendo imposta da pagare. È un modo per favorire i meno poveri fra i poveri, favorire chi ha possibilità e non chi ha necessità. Se con tale reddito vive solo dovrà rassegnarsi a pagare cose e servizi più cari di chi ha reddito superiore o familiari che possono godere in sua vece dei benefici fiscali. Ma se quel reddito supera euro 2840,51 nessun familiare puo farlo. In pratica se il reddito di una persona è compreso tra 2840.51 e 8000 euro lordi annui le "spese deraibili" ad essa relative non sono detraibili da nessuno. È evidentemente un'assurda iniquità. Ma ancor più iniquo e assurdo è il fatto che per determinare il diritto all'esenzione dal pagamento del ticket sanitario non si considera il reddito personale ma
23
quello familiare. Una persona ultra65nne è esente da ticket se il suo reddito lordo annuo non supera 36151,98€ ma non è esente se è sposata e sommando al suo il reddito del coniuge supera quel limite. Anche se entrambi i coniugi devono pagare i tiket uno solo ha riduzione dell'Irpef per le proprie spese. Tassa matrimoniale Due persone conviventi ultra65nni non sposate (fratelli, compagni, amanti o altro) non pagano ticket se singolarmente non superano il limite di reddito previsto mentre due persone sposate lo pagano con reddito medio appena superiore alla metà di quello. Non so se le nuove unioni sottostanno alla stessa regola valida per le vecchie coppie di sposi: forse no, forse non hanno l'età, forse hanno alti redditi individuali; di fatto non hanno protestato come loro sanno. È anche assurdo fare la somma dei redditi per avere un importo tassabile e non la somma delle spese detraibili fatte con quella somma per aver l'importo deducibile. La nostra Costituzione recita "Art.31 - La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose" e per famiglia intende "Art.29 - La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio." e con "matrimonio" i padri costituenti non pensavano a quelle stravaganti, effimere e sterili unioni oggi di moda.
24
La norma vigente penalizza invece il matrimonio favorendo con una tassa matrimoniale i non sposati e penalizza le famiglie numerose non considerando il numero dei componenti nel calcolo del limite di reddito esente. Una famiglia non ha la stessa capacità contributiva se con 100 deve provvedere a una, tre o a cinque persone. Non capisco come un Presidente della Repubblica garante del rispetto della Costituzione possa avere avallato una tale assurdità. Progressività "Costituzione della Repubblica Italiana - Art. 53. Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacita ` contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività" Sarà per questo che quando il reddito supera anche di un solo centesimo quei limiti eterni di 36151.98 euro le persone prima esenti pagano centinaia di euro di tassa sanitaria, compresi 10 euro fissi per ogni ricetta per consentire le esenzioni a chi non li supera. Anche a prescindere dall'assurda disparità di trattamento dei coniugati per i quali il limite scende a 18076 di reddito lordo medio pro-capite, mi sembra un modo un po' distorto, esagerato e capzioso di applicare la norma, un'altra assurdità. Se il reddito lordo è un euro sopra i limiti esenti la capacità contributiva non può essere più di tanto superiore a quella di un contribuente esente. Si dovrebbe quindi pagare non più del netto corrispondente a un euro lordo. Non
25
considerando netto e detrazioni, se il reddito supera di 500 euro il limite e le tasse da pagare sono 1000 euro chi è tenuto a pagare avrà un reddito di 500 euro inferiore a quello di chi è esente. Non è nemmeno progressività ma solo altra assurdità. Anche la progressività dell'Irpef comporta aliquote superiori non per aumentata capacità contributiva ma per il mancato adeguamento dei limiti al costo della vita. Anche questo calcolo è punitivo per le famiglie. A parità di reddito lordo complessivo è più tassata la famiglia in cui uno dei coniugi per badare ai figli deve rinunciare ad un lavoro retribuito o accontentarsi di uno poco remunerativo mentre l'altro sarà tassato con aliquote più alte. Resta comunque l'iniquo trattamento per i redditi da 2840.51 e 8000 euro annui Interesse Nonostante l'attuale norma che per l'esenzione dal ticket fa riferimento a limiti di reddito calcolati 25 anni fa, penalizza le coppie sposate, prevede una tassazione esageratamente progressiva sia palesemente assurda e iniqua, nessuno sembra interessarsene. I casi sono due: o gli interessati sono tanti o sono pochi. Se sono tanti porvi rimedio e renderla meno assurda comporta una spesa notevole, insostenibile dal governo e magari sanzionabile da Bruxelles. Se sono pochi non vale la pena interessarsene perché non comporta molti voti riconoscenti. Io propendo per quest'ultima ipotesi: il problema riguarda
26
un'esigua minoranza ed è ben più piccolo dei grandi problemi interni o internazionali. Un'inezia di cui non occuparsi. Sarà così, ma resta un'iniqua assurdità e per le poche o tante persone coinvolte è tutt'altro che un piccolo problema. Ma chi se ne frega. martedì 1 maggio 2018 Progressisti Diciotto mesi lontano dai nostri cari a patire freddo e caldo, a fare quello che ci ordinavano, a fare il nostro dovere di cittadini e difendere la Patria da eventuali invasori. Oltre ad armi e vestiario militare lo Stato ci forniva vitto, alloggio e 110 lire di diaria. Ora le invasioni non si devono impedire ma favorire e gli invasori non si respingono ma si accolgono, anche andandoli a prendere dove a loro fa più comodo. E, se lo vogliono, per diciotto mesi diamo loro vitto, alloggio e diaria senza nulla chiedere in cambio, liberi di fare quello che preferiscono, anche delinquere, e di godere di tutto quanto lo Stato sociale fornisce. E il vitto deve essere di loro gradimento, non come il nostro rancio comunque "buono e abbondante". E l'alloggio dev'essere confortevole, pulito e curato dal personale appositamente da noi pagato, non come le nostre caserme, le nostre camerate che dovevamo tenere pulite e in ordine, le nostre brande a castello e relativo cubo. Se tutto non viene loro fornito come vogliono protestano anche
27
violentemente. Nel vitto niente vino o suino o ci accusano di offendere l'islam. Se tutto non è come vogliono quelli di carnagione scura ci accusano di razzismo, gli altri solo di xenofobia, per gli islamici che hanno il dovere religioso di odiarci siamo tutti infedeli islamofobi. E la diaria non son le nostre 110 lire, cioè euro 0,057. Ovviamente si poteva avere qualcosa di più di quanto si può avere oggi con 0,057€ (che rivalutati sono 1,49), ma erano sempre quasi niente e non avevamo ricariche telefoniche. Eravamo lì per difendere l'Italia dagli invasori ricevendo dallo Stato molto meno di quanto dia agli invasori, a chi chiede "asilo politico" ben sapendo di non averne diritto. Dicono che è questione di progresso, questione di civiltà. Basta intendersi sul significato. Per chi si dice progressista il progresso è tornare alle civiltà del passato, alle barbarie del passato. "La moneta cattiva caccia quella buona" e forse non vale solo per le monete. Gli italiani vengono sostituti dagli africani, i cristiani dai musulmani, l'amore per il prossimo del cristianesimo dall'odio per gli infedeli dell'Islam. I vizi diventano diritti e cacciano le virtù. E il progresso diventa imbarbarimento: tornano aborto, eugenetica, poligamia, perversioni e altre amenità che si pensava fossero passato remoto. sabato 3 marzo 2018 Figli Penalizzare i matrimoni regolari e favorire i matrimoni sterili non può giovare alla natalità. Dicono che è questione
28
di civiltà, ma se si si favoriscono unioni omosessuali, occasionali o temporanee e si sanzionano pesantemente le coppie naturali sposate non si agevola la nascita di figli. Desiderare dei figli è un progetto a lungo termine che necessita o almeno è favorito dalla stabilità della cooperazione fra genitori. Se una coppia non è disposta a sopportare i vincoli matrimoniali difficilmente potrà accettare i vincoli genitoriali. Ma il matrimonio regolare comporta penalizzazioni che le altre unioni non hanno. Il trattamento fiscale considera il matrimonio un vincolo sempre valido se comporta più imposte ma non sempre se ne comporta meno, sempre per la somma dei redditi ma non per quella delle spese. Mentre i due coniugi concorrono al reddito familiare non succede lo stesso per le spese, quelle dell'uno non sono sempre cumulabili con quelle dell'altro e restano indetraibili per l'incapiente. Così quando le pensioni minime furono portate a un milione di lire non tutte le sposate ne beneficiarono. C'è esenzione dal ticket sanitario per chi ha meno di 6 anni o più di 65 a condizione che il reddito familiare non superi un limite, immutato da 25 anni. Ma mentre i non coniugati sono esenti con un reddito lordo annuo di 36151€, i coniugati lo sono solo con reddito medio pro-capite inferiore a 18076€. Essere sposati non conviene, disincentivare le unioni stabili equivale a disincentivare famiglia e figli. sabato 3 marzo 2018 Stranezze Si dicono PD, Partito Democratico. Democratico non è
29
sinonimo di populista solo per la valenza negativa che essi attribuiscono a questo aggettivo. E combattono i "populisti" perché sono concorrenti che intaccano il loro monopolio e attirano i loro elettori. Se la popolazione è di persone oneste, laboriose, brave e buone non c'è niente di meglio della democrazia. Ma se così non è, se in una comunità di 100 persone ce n'è solo una che lavora e produce ricchezza, i restanti 99 possono democraticamente votare che 99,9% della ricchezza che produce sia distribuita fra tutti. Non credo che questo sia giusto e che quell'unica persona se non è un santo continui a sacrificarsi per tutti gli inattivi. Se solo una minoranza delle persone è brava e buona può essere preferibile una oligarchia o al limite una monarchia. Ma non sempre oligarchi e monarchi sono buoni e bravi, e allora è peggio. Si dicono LeU, Liberi e Uguali. E sono per la progressività esasperata della tassazione. Trovano equo e giusto che ci sia chi debba lavorare per il fisco 12 minuti all'ora e chi ne debba lavorare 30. Se fossero davvero per l'eguaglianza non troverebbero iniquo che chi guadagna 50 paghi 10 e chi guadagna il doppio paghi 20. Invece non siamo tutti uguali e trovano giusto che chi guadagna il doppio paghi più del doppio, paghi 30 e dopo aver pagato più imposte debba anche pagare più tasse. Succede che se uno vuole avere 80 di netto non chieda 100 ma 115 e la maggiore tassazione ricade sul datore di lavoro privato o pubblico che sia. Dicono anche "per i molti non per i pochi" e si preoccupano di rom, omosessuali, immigrati, ecc. che probabilmente non sono i molti ma i pochi, minoranze.
30
sabato 24 febbraio 2018 Nessuno ne parla Tutti riconoscono l'impossibilità di vivere come ai tempi della lira con l'equivalente in euro del reddito lordo di allora. Per anni e anni ho trovato sul sito del Ministero della Salute: "3. Il limite di reddito cui si fa riferimento per il riconoscimento del diritto all'esenzione viene periodicamente aggiornato? No, è fissato dalla legge e può essere aggiornato solo con una modifica legislativa. Il problema dell'adeguamento del limite di reddito previsto per l'esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria al crescente costo della vita è, tuttavia, da tempo all'attenzione del Ministro della salute e di tutto il Governo." Si sono succeduti i governi, si sono succeduti i ministri ma ci stanno ancora pensando. In base a quanto previsto dalla Legge 537/1993 e successive modificazioni (art. 8, comma 16) hanno diritto a tale tipo di esenzione Cittadini di età inferiore a sei anni e superiore a sessantacinque anni, appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo non superiore a 36.151,98 euro (CODICE E01) Da allora sono passati 20 anni e il limite è rimasto sempre
31
quello, il costo della vita no. E immutati sono rimasti i criteri che penalizzano la famiglia stabilendo un reddito lordo pro-capite non superiore a 36151,99 euro per singoli e unioni di fatto, 18076 euro per una coppia sposata e 9038 euro se questa ha due figli minori. Chi arriva dall'Africa è di regola esente e magari è convinto che le spese per l'assistenza sanitaria siano comprese nell'importo pagato ai trafficanti per farlo entrare nel Paese. Per i residenti il discorso è un po' diverso: pagano imposte quando stanno bene e in più tasse quando si ammalano. Anni fa scrivevo: "venerdì 3 gennaio 2014 Ufficialmente con quello che nel 1994 si comprava 100 oggi si compra 64, ma tutti sanno che con l'euro (DM=1300Lit, Euro=1DM=1936Lit) tutto (tranne gli articoli elettronici) costa almeno il doppio del 1994, cioè si ha meno di 50 invece di 100. 70 milioni di lire del 1994 equivalgono a 56758 euro di oggi, ma il limite per benefici fiscali è fermo a 36151,98 euro esattamente quello di 20 anni fa, allora in lire oggi in euro. Senza accorgersene si finisce nella trappola tesa dallo stato: si diventa più poveri ma il reddito lordo aumenta e non si ha più diritto all'esenzione, si viene sanzionati e tacciati di furbetti. Chissà se è per la progressività dell'imposta che se il reddito è 36151€ non si paga niente, se è 36152 si paga tutto e tanto." Ci sono vecchietti con 36151 € lordi annui esenti da ticket e
32
vecchietti con 18076 € lordi annui che lo devono pagare, basta siano sposati: è equo e giusto? La regola è molto semplice. C'è chi paga e chi non paga, chi paga è abituato a pagare e chi non paga è abituato a non pagare. E così chi dichiara 1 euro in più del limite paga la tassa sanitaria maggiorata di 10€ euro fissi per ogni ricetta per consentire a chi dichiara 1 euro in meno di non pagare niente, e il limite è quello di 20 anni fa come se 1€ di oggi valesse quanto 1936,27 lire di 20 anni fa. Visto che del problema non ne parla nessuno, devo ritenere che riguardi pochi elettori e che rimediarvi porti pochi voti e poca spesa per lo Stato. Per chi paga sono però centinaia o migliaia di euro di tasse annue, ma il suo voto non interessa a nessuno. venerdì 15 dicembre 2017 Illegalità Non so se in tutta Italia è come nella mia città. Basta osservare i pedoni per capire che il rispetto delle regole non fa parte delle loro abitudini. Nessuno aspetta l'omino verde per attraversare se non ci sono veicoli molto prossimi. Ne deduco che nessuno conosce le norme del codice stradale o se le conosce non intende rispettarle. Si può pensare che l'illegalità sia insita nel carettere, ma forse non è cosi. Forse non rispettano le regole perché le ritengono manifestamente sbagliate e tante volte lo sono,
33
trovano stupido osservare norme per loro evidentemente stupide e non le osservano. E chi dovrebbe far rispettare le leggi la pensa allo stesso modo, ma invece di adoprarsi per renderle meno stupide si limita ad ignorarle. Questo non capita solo per i semafori pedonali e i comportamenti dei pedoni non sono i più riprovevoli. L'idea che le leggi non siano fatte per essere osservate né fatte osservare probabilmente è molto diffusa e le leggi mal fatte e considerate da tutti non meritevoli di rispetto sono abbondanti e in continua crescita. Nella mia città basterebbe fare un giro a piedi per accorgersi di quanto siano illogici i percorsi pedonali: inutili prolungamenti, omino rosso anche quando le auto non possono passare, inutile durata semaforica. Se la legge fosse meno perentoria (l'omino rosso è “con significato di arresto e non consente ai pedoni di effettuare l’attraversamento, né di impegnare la carreggiata”) e la segnaletica più intelligente la gente si sentirebbe meno stupida a rispettarla e sarebbe più portata ad osservarla. E magari a non pensare che l'omino rosso significhi solo “guarda se non ci sono veicoli molto prossimi prima di effettuare l’attraversamento”. giovedì 14 dicembre 2017 Per equità Forse non hanno fatto esattamente il contrario di Robin Hood che toglieva ai ricchi per dare ai poveri, forse non
34
hanno tolto ai poveri per dare ai ricchi ma sicuramente i governi di sinistra hanno tolto ai più poveri per dare ai meno ricchi, ai meno poveri. Per equità, secondo loro, come lo stravolgimento etico è sempre per civiltà. Per questioni di equità hanno dato 80 euro mensili a chi già ne aveva 1500 e il doppio alle famiglie di più persone con due redditi da 1500 ma non a chi ne aveva meno di 800 euro e alle famiglie di più persone con un solo reddito di 1550 euro o uno di 1550 e uno di 300. Io penso che per chiunque dare 100, non ricevere 100 o sprecare 100 si equivalga. Ma per i governi di sinistra non è così: sprecano 100, concedono di pagare 100 in meno, ma non ci pensano nemmeno di dare 100 a chi non ha niente e niente da pagare. E così concedono sconti sulle spese per per questo e per quello a chi ha abbastanza reddito da pagare irpef e non a chi non ne ha. Concedono rimborsi a chi ha abbastanza soldi da poter fare certe spese ma chi non ne ha abbastanza paga le tasse che servono ai rimborsi e nulla riceve. Sempre per questioni di equità. E per equità due sposi pagano le tasse sanitarie (ticket) guadagnando insieme 36152 euro lordi annui e un singolo che ne guadagna 36151 è esente. E le tasse sanitarie sono centinaia di euro annui, e il limite di reddito è stato calcolato 25 anni fa e mai rivalutato. Per equità si danno 500 euro a chi compie 18 anni in un periodo limitato e non a chi è nato prima (abbastanza logico) o dopo (meno logico). Per equità e antirazzismo spendono per ogni persona che senza invito arriva dall'Africa quanto un italiano a malapena guadagna per mantenere una famiglia di più persone.
35
Sempre per equità e antirazzismo permettono ai meno pallidi di vendere quello che vogliono senza licenza, senza pagare tasse, senza dare ricevuta e viaggiare sui trasporti pubblici senza pagare biglietto. Agli autoctoni è severamente vietato, ma ovviamente se possono eludono il divieto, per equità. Per equità e antirazzismo chi non ha mai pagato tasse e contributi ha più diritti di chi li ha pagati per generazioni. Per equità e giustizia condannano alla galera e al risarcimento chi si difende da rapina o furto ma non chi questi reati commette. Forse perché chi subisce il reato è sempre reperibile e chi lo commette no, forse perché prendere la roba altrui è un diritto e impedirlo è un delitto. Per equità e prodigalità tassano e ritassano il reddito da lavoro. Una prima volta quando si riceve, una seconda quando si compra qualsiasi cosa legalmente, una terza quando si risparmia per le necessità future e non contenti di prendere più d'un quarto degli eventuali interessi a difesa del potere d'acquisto pretendono ogni anno il 2 per mille del capitale. E non per fornire adeguati servizi ma per comportarsi come uno che toglie alla sua famiglia per fare il prodigo con questo e con quello e con gli estranei al bar. giovedì 23 novembre 2017 Cattolici Devono averla combinata ben grossa, devono essere stati molto cattivi i cristiani cattolici europei se il loro capo auspica e incoraggia l'invasione musulmana dell'Europa e la
36
conseguente sottomissione all'Islam dei cristiani. E pensare che è evidente la superiorità morale dei vangeli cristiani sul Corano islamico, un trattato politico del VII secolo dopo Cristo spacciato per testo divino al solo scopo di renderlo immutabile e incensurabile e inattaccabile, uno strumento legislativo ideale per governanti dispotici e tirannici. Se nello statuto fondativo di qualche associazione si trovasse contro i non soci "Uccideteli ovunque li incontriate" sicuramente sarebbe considerata un'associazione a delinquere. Ma questo sta scritto contro i "miscredenti" (tutti i non islamici) nella Sura V del Corano, documento fondativo dell'Islam. E si continua invece a considerarlo una religione. Chissà per quali interessi personali o di parte molti politici italiani non denunciano l'evidente incompatibilità tra Corano e Costituzione e vogliono dare a tutti la cittadinanza italiana, anche a chi considera assolutamente prevalente il primo sulla seconda, la legge "divina" su quella umana. E il capo della Chiesa Cattolica non invita i cristiani a far conoscere il Vangelo, a evidenziare quanto sia moralmente superiore ed accettabile un testo che non stabilisce regole e sanzioni come fa il Corano (documento politico) ma indica comportamenti etico-morali (documento religioso), ma invita i fedeli ad accogliere indiscriminatamente tutti gli invasori, senza escludere quelli che ritengono loro dovere uccidere chi non è islamico o non vuole più esserlo. Per persone libere da minacce e pregiudizi basterebbe confrontare i testi evangelici e quelli coranici per scegliere quello più umano ed esclusivamente religioso e meno
37
strumento politico totalitario, quello per gente pacifica e quello per gente bellicosa. VANGELI « Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la Terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli » (Matteo 5,3-12) « Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti » (Matteo 22,37-40) CORANO 33. La ricompensa di coloro che fanno la guerra ad Allah e al Suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla terra
38
è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra: ecco l'ignominia che li toccherà in questa vita; nell'altra vita avranno castigo immenso" [Sura V, Al-Mâ'ida (La Tavola Imbandita)] Corano, 191. Uccideteli ovunque li incontriate, e scacciateli da dove vi hanno scacciati: la persecuzione è peggiore dell'omicidio. Ma non attaccateli vicino alla Santa Moschea, fino a che essi non vi abbiano aggredito. Se vi assalgono, uccideteli. Questa è la ricompensa dei miscredenti. [Sura II, Al-Baqara (La Giovenca)] Chissà di cosa sono colpevoli i cristiani europei per meritare di essere islamizzati. E come l'islam si è sempre espanto Benedetto XVI l'ha ricordato ma è stato zittito e non sembra preoccupare Francesco. martedì 21 novembre 2017 Promesse Caro Berlusconi, in vista delle prossime elezioni lei promette di portare le pensioni minime a 1000 euro mensili per 13 mensilità. A garanzia di questo lei afferma che aveva promesso di portare le pensioni minime a 1 milione di lire mensili e questo il suo governo ha fatto. Un milione di lire sono 516€ al mese. La mia pensione mensile è di 499,45€ e solo grazie a governo diverso dal suo c'è una "14ma mensilità". Vorrei capire se si tratta di un errore o se non è
39
vero che tutte le pensioni sono state portate a 516€ al mese. Nel primo caso dovrei far presente l'errore all'INPS e chiedere rettifiche e conguagli, nel secondo caso non posso crederle quando afferma che saranno portate tutte a 1000€. Siccome anche mia sorella si trova nella mia condizione, stento a credere alla coincidenza di due errori simili e penso che per altri motivi le nostre pensioni pagate con anni di contributi siano appena confrontabili con quelle di persone che mai ne hanno pagati e magari sono venute qui solo per beneficiare di quelli altrui. Ma anche ammesso che si avveri la sua promessa, per quelle di noi sposate si presenterà un altro problema. Salvo errori, per una pensione netta di 1000€ euro quella lorda è 1120€. Se il marito ha una pensione lorda di 1665 euro insieme superano i 36151,98 euro lordi annui, limite di reddito oltre il quale non hanno più diritto all'esenzione dal ticket sanitario. Questo in forza di una norma calcolata ai tempi in cui lei è entrato in politica e mai aggiornata da allora. Norma che non considera la perdita del potere d'acquisto in questo quarto di secolo, punisce le famiglie più numerose non considerando il numero dei componenti e discrimina i coniugi, tassati quando il loro reddito medio supera la metà del limite per i non sposati. Una vera e propria tassa sul matrimonio e in contrasto con gli articoli 29 e 31 della Costituzione. Le tasse sanitarie non sono poca cosa e crescono col crescere degli anni di età. Va bene che la Costituzione prevede la progressività della tassazione, ma mi sembra un tantino esagerato che aumenti col diminuire della capacità contributiva e col crescere dell'età. Ma questo è successo: grazie all'inflazione abbiamo
40
superato il limite di reddito per l'esenzione dal ticket, siamo diventati più poveri ma dobbiamo pagare una tassa prima non dovuta, siamo diventati più vecchi e malati e dobbiamo pagare più ticket. Paradossalmente lo Stato considera il matrimonio comunione delle entrate ma non delle spese: se la somma dei redditi supera il limite si paga il ticket, ma le spese sostenute per il coniuge con pensione tra 2840,52 e 7750 euro non possono essere da lui detratte perché incapiente né dal coniuge perché non ne è a carico. Magari, signor Berlusconi, potrebbe anche impegnarsi di rimediare a questi obbrobri, anche se forse non riguardano moltissimi elettori e rimediarvi non costa moltissimo. Sinceri saluti O. C. martedì 21 novembre 2017 Egoisti Mi pare pacifico che mentre i giovani hanno buone possibilità di diventare vecchi, i vecchi non hanno assolutamente nessuna possibilità di diventare giovani. Non capisco il risentimento degli attuali giovani verso chi più non lo è, considerato che loro saranno i vecchi del futuro. I "giovani" di 40 anni forse non pensano che quelli che ora di anni ne hanno 75 alla loro età avevano già lavorato per 20-25 anni e che per più di 40 anni hanno pagato contributi per avere una pensione.
41
Se poi i contributi che pagavano sono serviti invece per pagare le pensioni ai loro padri non se ne può fare una colpa. Altro consueto addebito è che la loro pensione non è contributiva ma retributiva. In realtà questa tiene sì conto delle ultime retribuzioni ma anche del numero di contributi versati, se non del loro ammontare. Sono sempre stato contrario a un sistema pensionistico che ha permesso a non pochi furbetti di gonfiare la loro pensione gonfiando le ultime retribuzioni, specialmente nel settore pubblico o semipubblico. Sarebbe stato molto più equo un sistema che considerava i contributi versati purchè equamente rivalutati. Avendo avuto problemi negli ultimi anni di lavoro, io credo di essere stato danneggiato dal calcolo su retribuzione reale inferiore rispetto a quella percepita negli anni precedenti, ma sarebbe stato peggio considerare senza equa rivalutazione i contributi versati nei miei primi anni di lavoro, quando la mia retribuzione era l'equivalente di 18,08 euro al mese, lavorando 44 ore alla settimana per 50 settimane all'anno. Non credo che i giovani attuali la accetterebbero, ma molti di quei vecchi egoisti non se la sentivano di rifiutarla. giovedì 19 ottobre 2017 VOTATEVI Cari deputati e senatori della maggioranza, alle prossime elezioni votatevi pure: io non lo farò. Sono passati i tempi in cui dicevate che se le cose andavano male era tutta colpa di Berlusconi che aveva governato
42
mille anni negli ultimi cinque. Da anni avete governato voi ed è tutta colpa vostra. Magari l'opposizione avrebbe potuto farsi di più sentire, anche se contro la vostra incostituzionale ma legittima maggioranza ben poco poteva fare. Vi impegnate nel Rosatellum, nello ius soli, nelle beghe pro e contro Renzi, nella rottamazione e riesumazione di vecchi esponenti, vi occupate della Banca d'Italia, di partito, di padreboschi e padrerenzi, della tutela delle vostre poltrone e prebende. Vi vantate di avere creato mille nuove leggi che si aggiungono ai milioni di leggi esistenti, prevalentemente sbagliate, inutili o dannose, dimenticate, inosservate, complicate. Vi vantate di avere reso ancor più intricata la foresta legislativa e non di averla sfoltita e resa più praticabile dai cittadini. Nessuna persona normale può attraversarla senza pagare qualcuno che le faccia da guida. Tante leggi sono fatte apposta per rendere indispensabili avvocati o patronati dei sindacati che ovviamente non lavorano gratis. E mentre siete in tutt'altre faccende affacendati non potete pensare all'INPS, che pure qualcosa costa ma non riesce a far bene il suo lavoro. Sento di innumerevoli errori da essa commessi nel calcolo delle pensioni e di conseguenti richieste ai pensionati di rimborsi per migliaia di euro e di pensionati che hanno chiesto e ottenuto dall'INPS rimborsi. Ma mentre l'INPS cerca e trova gli errori che hanno comportato pensioni superiori al dovuto non fa altrettanto per quelle liquidate in misura inferiore. La leggi sono tante e complicate, ma ci si aspetta che l'INPS sappia almeno calcolare il giusto: errori possono esserci, ma l'intervento dei patronati dovrebbero essere
43
l'eccezione. Poi si scopre che chi, nato o arrivato in Italia, non ha versato all'INPS un centesimo e gode di pensione sociale a carico della comunità può percepire grazie ai patronati anche 650 euro mensili mentre chi ha lavorato e versato i contributi per anni non arriva ai 500 (499,43). Chissà se è per l'assurdità della legge o solo perché sbagliando si fida dell'INPS e non ritiene giusto foraggiare i sindacati. Non vi voterò, cari parlamentari di maggioranza, perché tutti impegnati ad approvare leggi che dite di equità e civiltà non trovate il tempo per leggi eque e civili. Avete detto questione di equità dedicare tempo e trovare il modo per dare i famosi 80 euro al mese a chi ne aveva 800 ma non per darli a chi ne aveva meno, per darne 160 alle famiglie che ne avevano 1400+1400 e zero a quelle con 1600+zero o 650+650. Lo stesso per dare 500 euro per il divertimento e avere il voto di chi diventava maggiorenne nell'anno ma non per il vitto di chi non arrivava a fine mese. Dite questione di civiltà approvare a tappe forzate lo ius soli, cioè sostituire l'esistente legge sulla cittadinanza con una molto più permissiva e molto meno meritoria ma non trovate il tempo per superare il fatto che "Il problema dell'adeguamento del limite di reddito previsto per l'esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria al crescente costo della vita è, tuttavia, da tempo all'attenzione del Ministro della salute e di tutto il Governo." e per civiltà aggiornare i limiti calcolati 25 anni fa. Dite questione di civiltà avere trovato tempo e modo di approvare le unioni civili, ma non lo avete trovato per modificare la norma sui ticket sanitari che penalizza il
44
matrimonio esentando dal pagamento le persone singole o non sposate con reddito annuo lordo fino a 36151,98€ mentre per le persone sposate tale limite è raggiunto sommando quelli dei due coniugi. In pratica le persone sposate sono esenti solo con reddito medio pari alla metà di quello delle persone non sposate, in evidente contrasto con la bella costituzione che dice: "Art. 29.La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Art. 31. La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia". Cari deputati e senatori dei partiti di governo votatevi pure. martedì 3 ottobre 2017 FAQ Uno va sul sito internet del ministero della salute e trova "Il problema dell'adeguamento del limite di reddito previsto per l'esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria al crescente costo della vita è, tuttavia, da tempo all'attenzione del Ministro della salute e di tutto il Governo." Pensa allora: "Ma che bravi quelli del Ministero della Salute e quelli del governo tutto, che bravi la ministra Lorenzin e il primo ministro Gentiloni: si preoccupano per evitare iniquità, per evitare che la progressività dell'imposta significhi che, per colpa dell'inflazione, uno più diventa povero e più tasse deve pagare." Poi scopre che quella cosa là è sul sito ministeriale almeno da un decennio e che Lorenzin e Gentiloni non sono
45
migliori dei ministri e primiministri che li hanno preceduti. Come quelli continuano a prenderci in giro e a non fare niente, a meno che i collaboratori del ministero della sanità e del governo non siano talmente pigri o incapaci da impiegare decenni per risolvere un problema non molto complicato. Ma se davvero la soluzione richiede moltissimo tempo ne spieghino i motivi: di bilancio, di voti o di semplice calcolo proporzionale.
lunedì 25 settembre 2017 Cittadinanza Un tempo la cittadinanza era una cosa seria, questione di nascita, questione di patria, questione di sangue. Ora è solo una questione elettorale. Non importa se l'allogeno non è riconoscente per i benefici che ha senza merito e solo grazie al lavoro di generazioni di italiani. Non importa se pensa che tutto gli sia dovuto, magari solo per avere pagato lo scafista. Non importa se non si sente italiano. L'importante è che sia riconoscente verso chi gli da diritto di votare regalandogli la cittadinanza italiana ed europea e alla prima occasioni gli dia il suo voto. Il voto è l'unico diritto che ora non ha e che comunque non potrà far valere prima della maggiore età, praticamente come ora se davvero vuole. Ma ogni promessa è un debito e il PD deve aver promesso lo "ius soli" alla sua rappresentante africana in Europa e ius
46
soli deve essere, anche se non assoluto: questione di civiltà, non importa quale. Non basta che casualmente uno sia nato in Italia, che capisca e parli l'italiano e magari il dialetto locale, che abbia frequentato le elementari italiane se non si sente italiano, se la sua idea di civiltà è incompatibile con la civiltà italiana che disprezza, se la fede in cui crede è in contrasto con la nostra civiltà e la nostra Costituzione. Se è un bravo credente l'unica legge che rispetta è quella pensata quattordici secoli fa per bellicosi maschi desiderosi di sottomettere donne e infedeli. Con o senza la cittadinanza italiana, un credente non vuole e non può integrarsi con noi miscredenti, ma dominarci o eliminarci. I miei bisnonni erano veneti da prima che il Veneto fosse Italia; poi sono stati anche italiani come i miei nonni e i miei genitori perché il Veneto era Italia. Io che non vivo in Veneto da più di 40 anni mi sento sempre veneto e quindi italiano se il Veneto è Italia ed europeo se l'Italia è Europa. Penso che anche per gli afroasiatici sia la stessa cosa, ma mentre il Veneto è parte della storia e della civiltà d'Italia e d'Europa non so se si può dire lo stesso delle patrie africane o asiatiche. sabato 26 agosto 2017 Papi Non mi aspetto che Papa Francesco indìca crociate contro i musulmani come fecero suoi lontani predecessori, non mi aspetto che promuova sante alleanze per contrastare il
47
dominio islamico come fece Pio V ma che almeno pensi ai cristiani e non favorisca senza se e senza ma l'invasione islamica e la trasformazione dell'Italia e dell'Europa da paese cristiano a paese musulmano. Già l'Europa e l'Italia si stanno scristianizzando o non sono più cristiane da tempo, ma non è proprio il caso che la svanente religione cristiana sia sostituita da quella islamica, una religione palesemente pacifica da una palesemente bellicosa, una religione che dice "date a Dio quel che è di Dio e a Cesare quello che è di Cesare" da una in cui questa distinzione è inimmaginabile, a prescindere dai comportamenti effettivi di cristiani e islamici. L'eventualità di assimilazione di musulmani e di loro conversione al cristianesimo è quasi inesistente ed è molto più facile che un cristiano in cerca di religiosità si converta all'islam anche perché il sentimento fideistico è forte presso i seguaci di Maometto e debole fra quelli di Cristo e questo dovrebbe preoccupare il capo della cristianità. Ma il motivo principale è che l'Islam è religione violenta che si impone con la forza e con la forza impedisce la conversione ad altre religioni. Benedetto XVI aveva chiara questa caratteristica islamica ma Francesco sembra subirla senza opporsi. Basta leggere i Vangeli e il Corano per capire quanto siano moralmente superiori i primi al secondo, che, a parer mio, non è nemmeno un testo religioso ma una raccolta di regole politiche presentate come dettate da Dio per essere osservate dai credenti. Regole fatte per un popolo di guerrieri conquistatori di 14 secoli fa, un'ideologia da imporre con la forza come il nazismo e marxismo. Il cristianesimo si fonda sulla forza
48
della ragione di persone pacifiche, l'Islam sulla ragione della forza di persone bellicose. Il capo dei cristiani non dovrebbe accettare il prevalere di queste regole violente e del tutto contrarie ai principi cristiani, invocare l'accoglienza indiscriminata senza nemmeno un cenno di condanna dei precetti coranici, non solo contrari al cristianesimo ma anche inaccettabili e anacronistici nel mondo occidentale. Pur auspicando l'accoglienza dovrebbe mettere in guardia i cristiani dai pericoli dell'islamizzazione, dovrebbe chiedere agli islamici non di non credere in Allah ma di considerare Corano e Maometto per quello che evidentemente sono: un programma politico e un capopolo. Libero Francesco di pensarla come vuole sullo ius soli, libero di applicarlo nello Stato di cui è monarca, però i governanti italiani non possono pensare all'intero mondo come deve fare il capo della Chiesa Cattolica ma prima di tutto agli interessi dei cittadini italiani, anche ricordandosi delle parole di Cristo: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini» (Marco 7,27). giovedì 27 luglio 2017 Dire e fare Uno apre la Costituzione della Repubblica Italiana e trova: "Art. 29. La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio......Art. 31. La Repubblica agevola con
49
misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose......". Pensa sia bene che nella Costituzione sia scritto questo ed è certo che il legislatore abbia fatto e faccia di tutto per osservare il dettato costituzionale. Ma poi si rende conto che l'unica famiglia di cui i politici attuali si siano occupati per favorirla è quella fondata sul matrimonio uomo-uomo o donna-donna, cui sicuramente settanta anni fa i costituenti non avevano pensato. Si sono sì occupati anche di quella fondata sul matrimonio cui pensavano i padri costituenti come tutti al mondo, ma certamente non per favorirla. Settant'anni fa non immaginavano che i figli si scegliessero e ordinassero in internet: è questione di civiltà, ci dicono. Ma i nostri padri costituenti erano incivili, come tutti a quel tempo. A quel tempo tutti ma proprio tutti con matrimonio intendevano quello uomo-donna, quello da cui possono nascere figli; a quel tempo pensavano che il matrimonio dava una certa stabilità alla famiglia e maggior tutela ai minori . Per la legge italiana vigente quel matrimonio è qualcosa di abominevole da punire quanto più possibile. E così il matrimonio vale per sommare i redditi dei coniugi ed escludere per eccesso di reddito la famiglia dai benefici che senza matrimonio altrimenti avrebbe. Ma non vale per sommare le spese dei coniugi e considerare sempre a carico del coniuge "capiente" le spese sostenute per il coniuge "incapiente". E così le persone sposate sono penalizzate rispetto a quelle con uguale reddito non sposate: capita per la tassa sanitaria (ticket), per il trattamento pensionistico,
50
per le spese sanitarie, per le spese di ristrutturazione e per tutte quelle che prevedono agevolazioni fiscali (di cui peraltro non godono nemmeno i non sposati a basso reddito). Considerando che nel matrimonio all'antica spesso capitava che per dedicarsi alla famiglia e crescere i figli uno dei coniugi non potesse prestare normale lavoro retribuito, il matrimonio (per ora) vale per la pensione di reversibilità e gli omossessuali lo pretendono. L'unica speranza è che gli sposi gay si trovino danneggiati come gli altri, che si facciano sentire come loro sanno ben fare e che quanto subito otterranno sia esteso anche agli sposi all'antica.
mercoledì 28 giugno 2017 Vorrei capire Vorrei capire, vorrei che qualcuno mi spiegasse per quale motivo nessuno si preoccupa di rimediare ad una norma palesemenente ingiusta. Parlo dell'esenzione dal pagamento della tassa sulle prestazioni sanitarie (detta ticket) per i minori di 6 e i maggiori di 65 anni di età. Ammesso che sia opportuno un trattamento di favore per queste fasce di età, la norma vigente, che fissa in 36151,98 euro il reddito complessivo famigliare lordo annuo (RCFLA) superato il quale non spetta l'esenzione, è palesemente ingiusta perché:
51
applica a redditi del 2017 un valore calcolato per redditi anteriori al 1994; dal dicembre 1994 a maggio 2017 l'indice del costo della vita in Italia è aumentato del 53,8% (vedi); il limite che allora era Lit 70 milioni è ora € 36151,98, cioè lo stesso di allora ma espresso in euro (70.000.000/1936,27); un valore anche se giustamente calcolato che era valido per il 1994 non può esserlo nel 2017, o era giusto allora e sbagliato ora o viceversa; tenendo conto dell'inflazione il limite attuale dovrebbe essere € 55600; 36151,98 oltre a non essere rivalutato, anche se "il problema dell'adeguamento al costo della vita è da tempo (10-15 anni) all'attenzione del Ministero della Salute e del governo tutto", è pure ridicolo, non è nemmeno arrotondato e manifesta la sua origine novecentesca pre-euro; una persona o una coppia sposata o una famiglia che nel 1994 era esente perché il suo RCFLA era ben 30% sotto il limite se è ancora viva nel 2017 deve pagare il ticket, bastando avere avuto da allora un aumento del reddito del 45%, insufficiente per adeguarlo al costo della vita ma più che sufficiente per superare il limite mai rivisto, in pratica è diventata più vecchia, più malata, più povera e più tassata; con RCFLA 36151,98€ si è esenti, con 36152€ si paga la tassa e se questa in un anno supera € 0,02 (e lo supera sicuramente) il tassato diventa più povero dell'esentato per tutta l'eccedenza; essendo il limite uguale sia per famiglie di 1, 2 o più persone più queste sono numerose e più basso è il reddito
52
medio oltre il quale sono tassate; un pensionato non sposato è esente con il doppio del reddito medio di una coppia sposata; le coppie regolarmente sposate pagano la tassa mentre non la pagano quelle con uguale reddito non sposate, in disprezzo alla Costituzione della Repubblica Italiana che recita "Art. 29. La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio......Art. 31. La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose......". Poichè nessuno parla di modificare questa norma (e altre, vedi) vorrei sapere se qualcuno mi può chiarire: se mi sbaglio a ritenerla iniqua essendo invece giusta e non anacronistica; se pur considerandola sbagliata a nessuno interessa renderla più equa in quanto riguarda un numero troppo piccolo di persone, troppo pochi elettori; se, al contrario, non si vuole modificarla perché riguarda un grandissimo numero di persone e renderla equa comporterebbe un enorme costo, insopportabile per le casse statali. Io sono convinto che ai politici non interessa se una cosa è giusta o sbagliata, non interessa se grava molto o poco sul bilancio statale, interessa solamanete quanti voti può fruttare. E non mi piace. mercoledì 24 maggio 2017
53
Lotta alla povertà Ora tutti i politici di ogni colore si riempiono la bocca con "lotta alla povertà" da fare così o cosà. Per il momento si continua invece la lotta ai poveri, come si fa da sempre, con i governi di ogni colore. Capita tutti i giorni di essere troppo poveri e di non potere conseguentemente beneficiare dei vantaggi concessi a chi è meno povero. Così con un provvedimento definito di equità dai governanti si è dato ottanta euro al mese a chi aveva un certo reddito ma non a chi aveva meno: lotta ai poveri. Così se uno deve ristrutturare la casa dove vive ma non è abbastanza ricco da pagare abbastanza Irpef per potervi detrarre le agevolazione previste non ha alcuna agevolazione: troppo povero. E la lotta ai poveri continua con mille altre agevolazioni riservate ai ricchi o ai meno poveri: se uno compra una poltrona, una caldaia, un condizionatore e non so cos'altro lo pagherà di più di chi non è povero quanto lui: lotta ai poveri. E per potere dare le agevolazioni agli altri deve pagare più di IVA e di tasse: il danno e la beffa. Anche se si ammala non potrà avere i rimborsi concessi ai più ricchi perché troppo povero e nemmeno le esenzioni dalla tassa sulla salute (in italiano detta ticket) concessa ai più poveri o autoproclamatisi tali perché non abbastanza povero. Se poi ha avuto la malaugurata idea di sposarsi e mettere su famiglia peggio per lui. Se non è abbastanza ricco da potersi permettere le detrazioni potrebbe beneficiarne un familiare ma con più di 2840,51€ all'anno non si può essere a carico di nessuno e nessuno può addossarsi spese e detrazioni. 2840,51€ all'anno sono 7,78€ al giorno, un
54
quinto di quelli che servono per mantenere un finto profugo, un decimo di quelli necessari per un minore straniero: ma per un italiano sono considerati bastanti per poter essere autosufficienti. Naturalmente se sei un italiano onesto e il reddito è 2840,52€ lo stato lo sa e nessuno avrà i benefici spettanti, ma se sei un africano in Africa nessuno può sapere quanto guadagni e il tuo familiare in Italia continuerà ad avantaggiarsene. 2840,51 sono il valore in euro di 5.500.000 lire calcolate 25 anni fa e da allora mai aggiornato. Anche ammettendo che fosse congruo allora non lo può essere ora: per potere essere considerati a carico si deve essere più poveri di 25 anni fa. Risale a quel tempo anche il limite di 36151.98€ di reddito familiare complessivo annuo sotto il quale chi ha meno di 6 anni o più di 65 è esente dalle tasse sanitarie. Erano lire 90.000.000 nel 1994, un limite piuttosto alto per quel tempo ma anche allora iniquo valendo parimenti per famiglie di una, due o più persone: evidentemente quante più persone vivono con un certo reddito complessivo tanto più basso è il reddito medio pro-capite e tanto più povere sono. Al cambio di 1936,27 lire per un euro quell'importo è ora 36151.98€, nemmeno arrotondato a 36152, ma con questo reddito si è molto più poveri che nel 1994. Ma nient'altro è cambiato: una persona non sposata ultrasessantacinquenne con 36151€ di reddito non paga "ticket" mentre due coniugi ultrasessantacinquenni con reddito di 18075€ ciascuno o 30000€ l'uno e 6152€ l'altro lo pagano entrambi. Sempre lotta ai più poveri. Mi piacerebbe che invece di parlare inutilmente di lotta alla
55
povertà si abolisse la lotta ai poveri. sabato 20 maggio 2017 Vodafone addio? Credo che non metterò più piede in un negozio Vodafone, sicuramente non andrò mai più nel negozio Vodafone de "il Gabbiano" di Savona. Credo che appena potrò non sarò mai più cliente di Vodafone, dopo 18 anni. Ho linea fissa, uso poco il telefono, abbastanza Internet (10 Giga/mese) e per qualche mese all'anno non sono dove ho la linea e non la posso usare per niente. Penso di disdirla e passare a rete mobile. Sul telefonino ricevo un sms: "17:11 10/02/17 Da Vodafone. Solo per te, in eclusiva, Giga Extra Special:10GB in 4G a 10 euro ogni 4 settimane! E a soli 10 euro hai anche il Mobile Wi-Fi incluso, fino a esurimento scorte. Offerta valida su nuova SIM dati entro il 26/02. Approfittane subito nei negozi Vodafone". Mi interessa. vado in un negozio Vodafone e ne parlo con un addetto. Avevo però visto anche un'offerta "15 Gb al mese, 149 euro per un anno, 40 euro per il Mobile Wi-Fi". Chiedo all'addetto se posso attivare questa offerta pagando però 10 euro il Mobile Wi-Fi. Mi risponde affermativamente e mi va benissimo: costa qualcosa in più ma con 15 Gb mensili, posso star tranquillo. Scoprirò poi che questa mia richiesta è stata una pessima idea, ma allora mi parve ottima cosa. Non avevo con me il pc e non ho potuto controllare come fosse realmente l'offerta. Molto tempo dopo mi è
56
stato detto che valeva solo se fatta direttamente da me on line. Allora non sapevo e ora non so se davvero fosse così, ma in un negozio Vodafone mi aspetto che l'esperto lo sappia e me lo faccia presente, che mi dica che l'offerta non è 15 Giga al mese ma 7 ogni quattro settimane. In ogni caso non mi aspetto che possa davvero capire che preferisco avere 30% di Giga in meno pagando il 15% in più, non mi aspetto che a mia insaputa mi venda un'offerta evidentemente impropo-nibile e inaccettabile. Sbagliando, gli sono grato per avermi fatto avere 15 Giga e il Mobile Wi-Fi a 10 euro, ma in realtà i Giga sono 7 e l'aggeggio l'avrei avuto comunque a 10 euro anche con 10 Giga a 10 euro ogni quattro settimane. Solo dopo avere staccato la linea fissa e cominciato a usare la rete ho scoperto la fregatura: avevo pagato 160 (149+102+x) per avere 3Gb meno di quello che potevo avere con 140 (10*13+10) e non so a cosa sia dovuto +x. Naturalmento ho protestato in negozio,in fb Vodafone, in Reclami Vodafone. Niente da fare, sembra proprio che per Vodafone il cliente abbia sempre torto. Per carità, con un po' di accortezza, di connetti e sconnetti, anche 7 Giga si possono far bastare, ma non è quello che ho chiesto e neppure almeno quello offertomi con sms: l'esperto Vodafone non poteva assolutamente pensare che fosse quello che volevo. Dopo questo trattamento trovo una beffa le varie offerte Vodafone "10 Giga a 10 Euro" o "10 Giga a 7 euro" che non ho nemmeno modo di accettare. Peccato, perché VodafoneMobileWiFi mi piace. Sarebbe bastato poco e potrei essere soddisfatto: corretta
57
informazione in negozio prima o riconoscimento e correzione dell'errore dopo. mercoledì 8 marzo 2017 Vergogna Uno stato che tassa pesantemente il reddito e quando viene prodotto e quando viene speso e quando viene risparmiato e sugli interessi e sul capitale e sull'inflazione non ha titolo per chiedere ai cittadini tassati di vergognarsi se non pagano tutte le tasse ma dovrebbe vergognarsi di essere così esoso per non sapere usare con giudizio il denaro altrui. Dico stato per dire quelli che di stato vivono e che non si vergognano a pretendere lauti stipendi pagati da cittadini molto più poveri senza fornire loro un servizio adeguato. Parlo di governanti e politici attuali o passati che hanno creato una montagna di leggi inapplicate, inapplicabili, inutili o dannose un mare magnum dove sguazzano furbi e furbetti e gli onesti affogano. Parlo di tutti quelli inutilmente strapagati col pubblico denaro, non di quelli che hanno un giusto compenso per un utile lavoro. Uno stato che non difende il suo territorio dalle invasione straniere ma le favorisce, che si vanta di salvare vite straniere e non difende le vite dei suoi cittadini non può chiedere la loro fiducia. Uno stato che più i suoi cittadini diventano poveri e più li tassa non ha titolo per chiedere la loro lealtà. Chi vent'anni fa non doveva pagare tasse sanitarie (ticket) oggi è più povero, più vecchio e più malato e le deve pagare solo perché furbescamente lo stato
58
non ha adeguato al costo della vita il limite di reddito per esserne esenti: uno stato che si comporta furbescamente non ha titolo per chiedere ai cittadini di non fare i furbetti. Uno stato razzista che antepone il mondo intero ai propri cittadini, che favorisce spudoratamente stranieri e minoranze d'ogni etnia a danno dei propri contribuenti non ha titolo per chiedere loro di accettare entusiasti questa discriminazione o di accusarli di razzismo.Uno stato in cui i ladri hanno diritto ad essere indennizzati e le vittime rischiano il carcere non è uno stato serio. venerdì 3 febbraio 2017 Avidità Dopo avere lavorato una vita e pagato tributi e contributi, una pensione lorda di 100 diventa netta 75. Usando metà di questa per le necessità quotidiane si spende 37,5 e si paga 8,25 di IVA. Il valore netto utilizzato o utilizzabile per se stessi scende a 66,75. Se si deposita in banca il restante 37,5 su quest'importo verrà pagato 0,075 di imposta di bollo. Una piccola cifra ma pagata non sul reddito bensì sul patrimonio, su importi che già hanno pagato imposta. Il netto sarà 66 dopo 10 anni , 65,25 dopo 20 e 64,5 dopo 30 e ancor meno per tasse e accise mentre il valore reale diminuirà ulteriormente per effetto dell'inflazione. Chissà se "governo ladro" è solo un modo di dire. Avido lo è. E poi dicono disonesto chi magari riesce solo a non essere derubato. A quanto pare, l'imposta patrimoniale è impostata a criteri
59
di equità all'italiana. Se non ho capito male, su un deposito di 6000 euro é 34,20€ (0,57%), su uno di 30000€ è 60€ (0,20%). Per chi è abituato a difendersi dal fisco o può permettersi validi consulenti, sapendo quando viene calcolata l'imposta (2 per mille sul saldo del conto), è facile ridurne l'importo riducendo il saldo. Un poverocristo che confida in un improbabile fisco onesto paga di brutto. Sarà opportuno verificare come stanno realmente le cose. venerdì 20 gennaio 2017 Equità all'taliana Tutti o quasi, maggioranza e opposizione, affermano di operare per l'equità. Tutti prima o poi hanno governato, eppure l'equità in Italia mi pare piuttosto strana. Se sei abbastanza ricco, se hai abbastanza reddito puoi beneficiare di agevolazioni statali per acquisti o interventi di ristrutturazione, Se invece non sei abbastanza ricco o ricca dovrai sostenere utte le spese senza agevolazione alcuna, penso per castigo della tua incapacità di far soldi. D'accordo: se non hai abbastanza Irpef da pagare non puoi ridurla più di tanto, se non ne hai da pagare non puoi ridurla ulteriormente. Ma se lo Stato vuole agevolare chi compra bicchieri o case che costano 100 rimborsando il 30% dovrebbe essere del tutto indifferente ricevere 30 in meno di Irpef o togliere 30 dall'Irpef ricevuta. Almeno per me e credo per tutti è indifferente ricevere 70 invece di 100 o ricevere 100 e dare 30 o ricevere 85 e dare 15: in ogni caso
60
potrò disporre solo di 70. Ma per lo Stato italiano trattare allo stesso modo abbienti e meno abbienti è contrario al suo senso di equità: chi può dare può dare meno, ma chi non può dare non deve ricevere. Parimenti funziona per le spese mediche. Se hai abbastanza reddito puoi chiedere il rimborso di una parte della spesa, se non ne hai no. Magari se sei disoccupato o disoccupata e non hai reddito non devi pagare il ticket nemmeno per il coniuge se guadagna meno di 2840,51euro all'anno, Se ne guadagna di più ma meno di 11362,05 tu sei esente ma la moglie non è a carico, deve pagare ticket e se guadagna meno di 7500 euro annui non "è capiente" per eventuali detrazioni. Anche se vivi sola o solo e hai più di 65 anni puoi essere esente da ticket e puoi detrarre parte delle spese se hai reddito lordo tra 7500 e 36151,98 euro annui, ma se sei sposato o sposata e sommando il reddito del coniuge arrivi a 36151,99 euro entrambi dovete pagare il ticket, mentre se guadagni più dt €2840,51 non sei a carico del coniuge che non può detrarre le tue spese e se guadagni meno di €7500 non hai Irpef da pagare su cui effettuare le detrazioni. Tutto chiaro, semplice ed equo. Altrettanto equo è per lo Stato italiano non adeguare i limiti di reddito, calcolati quasi un quarto di secolo fa ai tempi della Lira, in ragione dell'aumento del costo della vita che nel periodo è stato di oltre il 50% Si può dire che questo anomalo senso di equità viene dal passato, ma i governi recenti non vi hanno posto rimedio, anzi si sono comportati egualmente anche con provvedimenti recenti. I famosissimi 80 euro ("grande momento di equità" secondo il governo che li ha elargiti) sono finiti solo
61
a chi aveva sì meno di 24000 (parzialmente fino a 26000) ma più di 8000 euro annui. Due comiugi con reddito totale di 7999+26001 non hanno avuto niente, con 23999+23999 hanno avuto il doppio, coerentemente col criterio italiano di equità. Così lo Stato italiano trova equo spendere per profughi e truffatori stranieri 35 euro al giono e il doppio per i minori, ma da oltre 20 anni considera che moglie e figli nostrani possono mantenersi con 7,78 euro giornalieri: 2840,51 euro lordi anni è infatti il limite oltre il quale non possono più essere considerati a carico di un familiare. Per equità ed essere trattata come una famiglia di profughi o sedicentt tali, la mia famiglia di 5 persne avrebbe dovuto disporre di 12775 euro netti mensili e non pagare tasse: assolutamente mai successo. Pare anche che una persona in Italia non dalla nascita ma solo da qualche tempo e che mai ha versato un centesimo di contributi o imposte al superamento di una certa età abbia diritto alla pensione sociale mentre un italiano figlio di italiani che qui sempre è vissuto e per molti anni ha pagato contributi e imposte abbia solo diritto ad una pensione uguale o di poco superiore. Un trattamento speciale è poi riservato agli sposati, forse in considerazione della Costituzione che prevede agevolazioni per le famiglie come società naturali fondate sul matrimonio- Pare esista l'integrazione al minimo della pensione, ma non per una persona sposata e se il coniuge ha un reddito decente la sua pensione può essere di soli 250 euro mensili. Si sommano i redditi dei coniugi per il raggiungimento della soglia oltre la quale non spettano
62
esenzioni dalle tasse sanitarie, ma le spese dei coniugi sono cumalabili per eventuali detrazione solo se il reddito di uno dei due non supera 2840,51 euro lordi annui, ben 7,78 euro giornalieri sempre che risultino conviventi anagraficamente e non solo di fatto. Probabilmente rientra nel concetto nazionale di equità tassare il reddito man mano che si forma e ritassarlo qualora si decidesse di depositarlo in banca anziché sotto il materasso, magari solo per evitare molto possibili rapine. giovedì 28 luglio 2016 Impudenti E non si vergognano nemmeno. Un'azienda può anche dare stipendi astronomici, se chi li percepisce ritiene di meritarseli e non si vergogna ad essere superpagato. Può farlo se nonostante stipendi esagerati riesce a stare sul mercato, probabilmente sono giustificati dai risultati. Se il prodotto è buono e la gente lo compra e paga volentieri il prezzo, va benissimo dare il giusto compenso a chi se lo merita, possibilmente senza esagerare per non offendere gli altri. Ma la RAI senza il canone sarebbe fuori mercato. Senza l'imposta pagata dai cittadini non potrebbe sopravvivere alla sua opulenza. Cinque anni fa entrò nel linguaggio dei politici un termine inglese: "spending review". Riempiva la bocca dei politici, ma lasciava vuote le tasche dei cittadini. Chi si aspettava riduzione della spesa pubblica pensa significhi invece "spendi di più".
63
Ci vuole una bella faccia tosta proclamarsi in difesa dei più deboli, richiedere contributi per questa o quella opera benefica, condannare chi non paga il canone, non paga le imposte. Con che faccia si può pretendere spudoratamente da chi guadagna si e no 1000 euro al mese di contribuire immotivatamente a pagare stipendi 10, 20, 50, 100 volte tanto? Chi non paga ingiuste imposte non è sicuramente più da biasimare di chi da quelle imposte ricava ingiuste retribuzioni. venerdì 15 luglio 2016 Uccideteli Se io riferendomi ai musulmani scrivessi o proclamassi "Uccideteli tutti ovunque li incontriate" sicuramente sarei tacciato di "islamofobia", sarei incriminato per istigazione all'odio razziale e probabilmente condannato. Se un'associazione o un partito avesse sul suo programma o statuto quella frase riferendosi a neri o cinesi sarebbe considerato pericoloso razzista e messo fuori legge. Nel Corano, libro sacro dell'Islam che un vero musulmano considera scritto da Dio tramite il profeta Maometto e quindi da osservare senza obiezioni o dubbi, riferendosi a tutti i non musulmani sta scritto: 191. Uccideteli ovunque li incontriate, 193. Combatteteli finché non ci sia più persecuzione e il culto sia [reso solo] ad Allah Sura II Al-Baqara (La Giovenca)
64
È indiscutibilmente istigazione all'odio razziale religioso, ma noi non solo non mettiamo fuori legge questa religione ma la difendiamo, inventiamo l'islamofobia, auspichiamo la creazione di moschee dove inculcare quei concetti che in ogni altra organizzazione sociale la farebbero definire associazione a delinquere. E parimenti tolleriamo l'odio contro gli ebrei e chi considera eroi i terroristi assassini palestinesi. “Sciagurati cittadini, quale così grande follia? Credete partiti i nemici? O stimate alcun dono dei Danai privo d’inganni? Così conoscete Ulisse? O chiusi in questo legno si tengono nascosti Achei, o questa macchina è fabbricata a danno delle nostre mura, per spiare le case e sorprendere dall’alto la città, o cela un’altra insidia: Troiani, non credete al cavallo. Di qualunque cosa si tratti, ho timore dei Danai anche se recano doni. (Publio Virgilio Marone, Eneide, libro II, vv. 40-50) Da millenni sappiamo la storia dei nemici inconsciamente accolti dentro le mura di Ilio che ne causarono la distruzione. Eppure continuiamo ad accogliere quelli che si dichiarano nostri nemici, che vogliono la nostra distruzione, che invece di impedirne lo sbarco sul nostro territorio andiamo a raccogliere quasi sul loro. Si presentano come profughi, c'ingannano e ci prendono in giro e noi come i troiani non vogliamo vedere l'inganno. Si dice che - in fin dei conti - non sono moltissimi, come non moltissimi erano i greci dentro il cavallo. Ma vogliono la nostra distruzione, vogliono imporci la loro visione del
65
mondo, vogliono conquistarci. Lo hanno tentato per secoli, ma allora in Europa c'erano gli europei cristiani. Bruxelles, capitale dell'Eurapa, è caposaldo islamico; Parigi e Vienna se non lo sono lo saranno; Roma è nel mirino. Europa, addio sabato 14 maggio 2016 Misteri sanitari Parlano di servizio sanitario pubblico, che si occupa della salute di chi si trova in Italia: autoctoni che da generazioni pagano tasse e imposte, allogeni capitati qui senza arte né parte che mai hanno versato un centesimo, anzi. Per questi ultimi e per molti altri, forse la maggioranza, il servizio é gratuito (cioè pagato da chi paga imposte e tassa), essendo a vario titolo esentati dal concorrere alla spesa con la tassa detta ticket. A qualcuno può anche capitare di credersi esente senza esserlo e magari erroneamente attestarlo. Gli danno un modulo da firmare dichiarando di avere età superiore a 65 anni e di appartenere ad un nucleo familiare con un reddito complessivo lordo inferiore a 36.151,98 euro. Ha più di 65 anni, immagina che quel limite di reddito non sia mensile ma annuo però nessuno sa ben dirgli come si calcoli. Cercando nel web trova: 2. Cosa si intende per reddito complessivo del nucleo familiare?
66
Il reddito del nucleo familiare è dato dalla somma dei singoli redditi complessivi prodotti dai componenti il nucleo. Il nucleo familiare è costituito dall’ interessato, dal coniuge non legalmente separato e dagli altri familiari fiscalmente a carico. E’ assolutamente irrilevante il fatto che i diversi componenti convivano. Non è legalmente separato dalla moglie che però, avendo residenza anagrafica in altro Comune, per l'Agenzia delle Entrate non fa parte del suo nucleo famigliare, non è a suo carico e non può beneficiare di detrazioni fiscali per le spese per lei sostenute. Capisce che per il fisco il coniuge fa sempre parte del nucleo familiare se questo comporta maggiori oneri e ne fa parte solo a certe condizioni se può comportare benefici. Parendogli la cosa piuttosto illogica per il senso comune vorrebbe avere chiarimenti, ma non trova chi glieli fornisca. Per qualche tempo prima la cosa non lo preoccupava più di tanto. Trovava discriminante che i non sposati potessero essere esentati dalla tassa sanitaria (ticket) con reddito fino a 36151,98 euro mentre due coniugi solo se non raggiungono quel limite in due, cioè 18076 pro-capite. Ma anche sommando il suo reddito con quello della moglie non raggiungeva quel limite e non aveva bisogno di cure mediche particolari. Col passare del tempo però mentre i prezzi salivano diventando sempre più povero anche la pensione sua e quella della moglie crescevano. Non abbastanza da neutralizzare l'aumento dei prezzi ma bastantemente per superare in due quei i 36151,98 euro lordi annui, invariati dal 1995.
67
Pur avendo molti dubbi in merito si rassegna a pagare il ticket: "Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare ». Qualsiasi sia la tariffa per il servizio ci sono sempre 10 euro fissi da pagare in più per ogni ricetta: se possono tassarti ti tartassano e se hai poco più del reddito esente fai presto con qualche prescrizione ad averne parecchio meno. Un brutto giorno è colpito da infarto. Gli viene detto che per questo può avere "esenzione dal ticket per patologia", la chiede e l'ottiene. Pensa che questa esenzione valga per tutte le cure connesse con la sua patologia e poi scopre che non deve pagare tassa per l'elettrocardiogramma ma deve pagarla per la visita di controllo, sebbene entrambe riguardino la stessa malattia e siano collegate tra loro. E si convince che conviene non essere italiani o comunque non avere mai pagato imposte. sabato 9 aprile 2016 La trappola Lo stato italiano ha messo una trappola in cui prima o poi cadranno molti cittadini. Mostrando magnanimità e comprensione nel lontano 1994 stabilì che "A decorrere dal 1° gennaio 1995 sono esentati dalla partecipazione alla spesa sanitaria di cui ai commi 14 e 15 i cittadini di età inferiore a sei anni e di età superiore a sessantacinque anni, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo riferito all’anno precedente non
68
superiore a lire 70 milioni (€ 36.151,98)." Da allora sono passati più di 20 anni e quel limite non è stato mai aggiornato e forse non lo sarà mai, anche se da anni si trova nel sito del Ministero della Salute "Il problema dell'adeguamento del limite di reddito previsto per l'esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria al crescente costo della vita è, tuttavia, da tempo all'attenzione del Ministro della salute e di tutto il Governo." A prescindere dall'iniquità di considerare il limite egualmente valido sia per un "nucleo familiare" costituito da una sola persona che per uno di due o dieci, è del tutto evidente che se il reddito aumenta con l'aumentare dell'indice del costo della vita mentre il limite oltre il quale cessa l'esenzione resta invariato, prima o poi tutti i redditi sotto tale limite finiranno per superarlo e dovranno essere pagate più tasse senza alcun aumento del potere d'acquisto, della capacità contributiva. Di regola succede che sono considerati fiscalmente più ricchi pur essendo in realtà più poveri. Il grafico sottostante evidenzia che mentre il limite k resta invariato i redditi a, b, c rivalutati in base all'inflazione dal 1995 al 2016 finiranno per superarlo:
69
k era 36.151.98 euro nel 1995 (70.000.000 lire), resta 36.151,98 a era 25.306 euro nel 1995 (49.000.000 lire, 70% di k) è 36.239 nel 2011 b era 21.691 euro nel 1995 (42.000.000 lire, 60% di k) sarà 36.773 nel 2022 c era 18.076 euro nel 1995 (35.000.000 lire, 50% di k) sarà 36.311 nel 2031 Ovviamente non è la stessa cosa e non c'è la stessa capacità conributiva se con 36.000 euro lordi annui deve vivere una sola persona oppure due, una coppia con un figlio oppure una con tre figli, ma per il fisco italiano invece sì. mercoledì 16 marzo 2016
70
8 marzo L'8 marzo tutti dicono di essere dalla parte delle donne, di difendere le donne e che devono cessare violenze e ingiustizie contro le donne. E poi? Poi c'è magari qualcuno che si preoccupa di quelle donne con la pensione che non arriva ai 500 euro al mese? Donne che quand'erano giovani non trovavano lavoro o non potevano lavorare per badare a figli e famiglia ma che ora hanno quella poca pensione solo grazie ai contributi volontari e al lavoro fatto quando i figli eran cresciuti. Nemmeno 500 euro mensili, forse poco più di quanto la generosa Italia dà a chiunque arrivato da qualsiasi parte del mondo abbia più di 65 anni e viva in Italia senza mai avervi lavorato e contribuito purché dichiari di continuare a viverci senza lavorare e senza contribuire. Donne che hanno molto meno della metà di quanto lo stato spende per l'accoglienza di ogni straniero ne faccia richiesta ma più del doppio di quanto lo stato italiano consideri sufficiente perché una donna possa vivere autonomamente senza l'aiuto di familiari, cioè 2840,51€ lordi annui. E nessuno trova indecoroso e anacronistico questo antico limite superato il quale nessuno può considerarla a proprio carico e beneficiare di eventuali agevolazioni fiscali. Per lo stato italiano mentre per lo straniero servono almeno 35 euro al giorno una cittadina italiana può benissimo vivere con 7,78 euro giornalieri senza l'aiuto del marito o altri. E se nessuno in famiglia può avere le agevolazioni fiscali esistenti, questa donna dovrà far quadrare i conti con meno risorse familiari.
71
Poiché disponendo di un tale reddito (2841€ annui) una donna può benissimo campare senza aiuti, il marito ovviamente non può addurre spese per la moglie che a sua volta non ha abbastanza reddito imponibile e imposta per godere di eventuali benefici fiscali. Pur affermando la donna autosufficiente con 7,78 euro giornalieri e non a carico del marito lo stato ritiene che la moglie possa disporre liberamente del reddito del coniuge e quindi sia conseguentemente ricca della sua ricchezza tanto da essere esclusa dalle esenzioni che spettano a chi magari è più ricco di lei ma non ha coniuge o ha coniuge più povero e di dovere anche pagare le tasse sanitarie (il concorso alla spesa sanitaria detto ticket) che suoi coetanei più capienti non sono tenuti a pagare. Cosi capita che le donne tanto ipocritamente osannate e sostenute a parole l'8 di marzo si trovino tutto l'anno ad accontentarsi del poco che hanno e dipendere dal marito per pagare ticket, spese ordinarie e straordinarie senza nemmeno poter godere delle agevolazioni concesse a stranieri e ai concittadini con reddito maggiore. E gli stessi che dicono di difendere le donne in realtà si preoccupano di più di accontentare omosessuli possibilmente ricchi e disposti a spendere un capitale per comprare un figlio che di aiutare (o almeno non penalizzare) madri di famiglia che con un reddito misero per aver anteposto la crescita dei figli all'agiatezza personale. E mentre pensano di ridurre la pensione di reversibilità per le vedove madri parlano di concederla al sodale superstite. Chissà se per compensare gli omofili di non so quali sacrifici patiti a vantaggio della comunità o del guadagno perso per partecipare alle
72
orgogliose parate gay e per punire le anziane madri per non avere preteso a suo tempo più possibilità, maggiore tutela e aiuto. lunedì 22 febbraio 2016 Senza risposta Mi sono rivolto all'URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico) della Regione Piemonte e all'URP della Regione Liguria sperando di avere una risposta alle domande in merito ad evidente contraddizione tra quanto specifica l'Agenzia delle Entrate nelle istruzioni per la compilazione del mod. 730 e quanto precisa l'ASL per la compilazione della dichiarazione per l'esenzione dalla tassa sanitaria (ticket). Il testo della mail inviata ai due Enti praticamente ricalca il dubbio già espresso nel precedente post . In sintesi , nel caso di coniugi A e B non legalmente ed effettivamente separati con reddito lordo di 3151,99€ A e 33000,00€ B posso capire: 1. A non è fiscalmente a carico di B per le detrazioni Irpef perché il reddito lordo di A supera 2840,81€ ma concorre al reddito familiare "indipendentemente dalla sua situazione reddituale" e A e B non sono esenti dalla partecipazione alla spesa sanitaria in quanto il reddito familiare supera 36151,98€. 2. Il reddito di A concorre al reddito familiare ma è da considerarsi a carico di B perché è " da considerarsi a
73
carico" " il coniuge non legalmente ed effettivamente separato indipendentemente dalla sua situazione reddituale" 3. A non concorre al reddito familiare perché "Compongono il nucleo, le persone per le quali spettano le detrazioni per carichi di famiglia (familiari a carico)" e per A non spettano le detrazioni perché il suo reddito lordo supera 2840,81. Considerato poi che per la P.A. non sono comunque "conviventi" i coniugi che hanno residenza in Comuni diversi, chiedo se conseguentemente sono da considerare "legalmente ed effettivamente separati" e i loro redditi non cumulabili. Il caso ipotizzato si riferisce all'esenzione dalla tassa sanitaria (ticket) di due coniugi oltre i 65 anni di età, ma ovviamente vale anche per quella di un figlio di due giovani coniugi minore di sei anni. Il problema riguarda anche le tanto publicizzate detrazioni per spese energetiche o di ristrutturazione che A non può fare perché incapiente e B perché A non è a carico o anagraficamente "convivente". Come sempre "piove sul bagnato": ottantaeuro e detrazioni vanno solo a chi ha sufficiente reddito. Dalla Regione Liguria non ho avuto risposta mentre dalla Regione Piemonte ho avuto il consiglio di rivolgermi ad altro indirizzo della Regione (cosa che oggi ho fatto) oppure a un CAF (che mi pare come se per risolvere dubbi
74
religiosi il parroco mi consigliasse di rivolgermi alla perpetua). Se, come penso, la risposta giusta è la n.1 si deve riconoscere che lo Stato considera l'unità familiare esistente quando la famiglia deve dare e inesistente quando deve avere, senza alcun senso di equità e coerenza si considerano "familiari" i ricavi e non i costi. Tutto questo senza badare al fatto che i limiti di reddito di riferimento sono stati calcolati più di venti anni fa e mai rivalutati. Anche ammettendo che fossero giusti, congrui ed equi allora non possono assolutamente esserlo oggi dopo che il costo della vita è aumentato più del 50%. Ma, a quanto pare, di queste cose nessuno si preoccupa: magari cominceranno a preoccuparsene se e quando riguarderanno anche le unioni omosessuali, la famiglia e gli artt.29 e 31 della Costituzione non contano nulla. giovedì 21 gennaio 2016 Il dubbio Ho un dubbio che non so risolvere e non so a chi posso rivolgermi per risolverlo. Nelle istruzioni per la compilazione del modello 730 trovo: Sono considerati familiari a carico dal punto di vista fiscale: il coniuge non legalmente ed effettivamente separato; ecc. I familiari possono essere considerati a carico solo se
75
non dispongono di un reddito proprio superiore 2.840,51 euro al lordo degli oneri deducibili Nel modulo per la richiesta di "Esenzione partecipazione spesa sanitaria" (ticket) trovo DICHIARA E01 □ di avere età superiore a 65 anni con reddito familiare lordo, riferito all’anno precedente, non superiore a Euro 36.151,98 Il reddito è’ dato dalla somma dei redditi riferiti all’anno precedente di tutti i componenti del nucleo familiare. Compongono il nucleo, le persone per le quali spettano le detrazioni per carichi di famiglia (familiari a carico).Si ribadisce che sono da considerarsi a carico i familiari per i quali .. spettano le detrazioni per carichi di famiglia, vale a dire quando non possiedano redditi propri di ammontare superiore a € 2840,51 al lordo degli oneri deducibili, i seguenti membri del nucleo familiare: - il coniuge non legalmente ed effettivamente separato indipendentemente dalla sua situazione reddituale ecc. Nel caso di coniugi A e B non legalmente ed effettivamente separati con reddito lordo di 3151,99€ A e 33000.00€ B posso capire: A non è fiscalmente a carico di B per le detrazioni Irpef perché il reddito lordo di A supera 2840,81€ ma concorre al reddito familiare "indipendentemente dalla sua situazione reddituale" e A e B non sono esenti dalla partecipazione
76
alla spesa sanitaria in quanto il reddito familiare supera 36151,98€. Il reddito di A concorre al reddito familiare ma è da considerarsi a carico di B perché è " da considerarsi a carico" " il coniuge non legalmente ed effettivamente separato indipendentemente dalla sua situazione reddituale" A non concorre al reddito familiare perché "Compongono il nucleo, le persone per le quali spettano le detrazioni per carichi di famiglia (familiari a carico)" e per A non spettano le detrazioni il suo reddito lordo supera 2840.81. Considerata l'ingordigia e l'iniquità dello stato italiano ritengo che la risposta giusta sia la n. 1, cioè i coniugi sono un nucleo familiare quando ne hanno un danno e non lo sono quando ne avrebbero un beneficio. La n. 2 è valida se "indipendentemente dalla sua situazione reddituale" è l'eccezione alla regola e si deve intendere che sono da considerarsi a carico i familiari con reddito non superiore a 2840,81€ e "il coniuge non legalmente ed effettivamente separato indipendentemente dalla sua situazione reddituale" La n. 3 è valida se "Compongono il nucleo, le persone per le quali spettano le detrazioni per carichi di famiglia" e per A non spettano se non vale "indipendentemente dalla sua situazione reddituale" venerdì 15 gennaio 2016 Unioni incivili Non so, ma pare che le nuove unioni civili aspirino alle
77
stesse "tutele" costituzionali delle vecchie unioni incivili. E cosi scopriranno che se un membro della coppia ha mediamente ben 236,71 euro al mese (2840,52 annui) l'altro non potrà considerarlo a suo carico. Sicuramente lo Stato ritiene che con un reddito di 7,89€ giornalieri un italiano possa provvedere a tutte le sue necessità mentre per quelle di un allogeno non ne bastano 35, più di quattro volte tanto. Considerato che quel limite è in vigore da almeno 21 anni (era 5.500.000 lire nel 1995) è da ritenere che, inflazione o no, lo sarà anche nei prossimi trenta. E scopriranno che quando avranno più di 65 anni, mentre i non uniti sono esenti da ticket se hanno mediamente meno di 3012,67 euro lordi al mese (36151,98 annui), se un membro della coppia guadagna mensilmente 237 euro basta che l'altro ne guadagni 2276 lordi (33312 annui) e nessuno dei due sarà esente dal pagamento dei ticket, superando insieme 36151.98 euro lordi annui (2840+33312), stesso limite già in vigore 1995 (lire 70.000.000). Non essendo ciò abbastanza strano per il legislatore, scopriranno non solo di pagare tasse che altri con reddito doppio non pagano ("esenti per reddito") ma che eventuali spese sanitarie di quello che guadagna 237 euro al mese non potranno in alcun modo essere in parte recuperate: né da lui perché non ha imposta irpef da cui detrarle né dall'unito perché non è fiscalmente a suo carico. E si accorgeranno che di questa assurda iniquità non si preoccupa nessuno: ma se la cosa riguarderà anche gli uniti civili sapranno sicuramente come fare perché tutti allora se ne occupino.
78
Indice analitico
8 marzo...............................................................................70 Aspettando..........................................................................21 Assurdità.............................................................................20 Avidità................................................................................58 Cattolici..............................................................................35 Chiarezza............................................................................15 Cittadinanza........................................................................45 Cognomi...............................................................................3 Considerazioni....................................................................13 Dire e fare...........................................................................48 Egoisti.................................................................................40 Equità all'taliana.................................................................59 FAQ....................................................................................44 Figli....................................................................................27 Gli ipocriti e la Costituzione................................................6 Il dubbio.............................................................................74 Illegalità..............................................................................32 Impudenti...........................................................................62 Interesse..............................................................................25 La trappola....................................................................21, 67 Limiti di reddito.................................................................20 Lotta alla povertà................................................................53 Mare e cielo........................................................................19 Misteri sanitari....................................................................65 Nessuno ne parla................................................................30 Papi.....................................................................................46 Per equità............................................................................33 Profughi..............................................................................17 Progressisti.........................................................................26
79
ProgressivitĂ .................................................................12, 24 Promesse.............................................................................38 Quarantena...........................................................................2 Quelli che la Costituzione....................................................9 Reddito familiare................................................................22 Salvataggi...........................................................................16 Se piove................................................................................7 Senza risposta.....................................................................72 Stranezze............................................................................28 Tassa matrimoniale.............................................................23 Uccideteli...........................................................................63 Unioni incivili....................................................................76 Vergogna.............................................................................57 Vodafone addio?.................................................................55 Vorrei capire.......................................................................50 VOTATEVI........................................................................41
80