GiornaledelleGiudicarieAgosto2021

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Giudi iudicarie

il È NATA Adamello Giudicarie Valsabbia Paganella

Le buone azioni per la crescita del nostro territorio www.lacassarurale.it

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iornale delle

AGOSTO 2021 - pag.

L’EDITORIALE

Draghi, chapeau al ritorno dell’autorevolezza al potere di Adelino Amistadi

Sarà perché non ha problemi di consenso elettorale. Sarà perché il suo governo deriva la sua forza dal fatto che un’alternativa seria oggi non c’è, perchè l’alternativa sarebbe il fallimento del Paese. Sarà perché un uomo di alto lignaggio politico nazionale ed internazionale ben sa che i governi, così come la democrazia, muoiono di non decisioni, a maggior ragione in tempo di guerra com’è quello che stiamo attraversando. Sarà un po’ per tutte queste ragioni, ma la conferenza stampa di Draghi di giovedì 22 luglio è stato il più straordinario esempio di consapevolezza e di responsabilità politica che si sia visto da un po’ di tempo a questa parte. Responsabilità intesa come capacità di scelte sulla base di una concreta visione dell’interesse nazionale. Scelte annunciate con estrema convinzione: il decreto che estende il green pass nella nostra quotidianità e la decisione di chiedere la fiducia sulla legge di modifica del sistema della giustizia. Vorrei rivivere il suo discorso con voi cercando di interpretarne le motivazioni, gli obiettivi, i sogni e le speranze. “L’economia italiana è ripartita bene, sta andando meglio di altri importanti Paesi, perché la campagna di vaccinazione ha funzionato. Perchè tutti gli obiettivi programmati sono stati raggiunti e superati. Perchè abbiamo fatto tutto quello che si doveva fare e faremo tutto quello che si deve fare. Il green pass non è un arbitrio, è una condizione per tenere aperte le attività economiche e procedere normalmente nella propria vita...” A pag, 10

solida vicina cooperativa Le buone azioni per la crescita del nostro territorio

Mensile di informazione e di approfondimento

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ANNO 19 - AGOSTO 2021- N. 8 - MENSILE

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Adamello Giudicarie Valsabbia Paganella

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FONDATO NEL 2002 - Distribuito da

La tavola rotonda del GDG

Sport in valle, bene le infrastrutture male la viabilità

Alle pagine 4 , 5, 6 e 7

EUROPA

Al via i piani di ripresa di Paolo Magagnotti Un grande tema di attualità politica ed economica è rappresentato in queste settimane dalla concessione all’Italia e agli altri 26 paesi dell’Unione europea dei mezzi finanziari messi a disposizione dallo straordinario e storico piano europeo “New Generation EU”. Un piano, un programma voluto a livello europeo per aiutare la ripresa socioeconomica di realtà gravemente colpite in seguito alla pandemia. A pag. 11

Cultura

Fiavè, l’Archeo Park è realtà

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Territorio

Le difficoltà dell’ospedale A PAGINA 8

SOCIETÀ Cana alpine A pag. 12 ATTUALITÀ Il Bi alleanze A pag. 6

Territorio

La pr giovenche in Rendena

tutti i giorni dal 25 luglio al 5 settembre dalle 09.00 alle 17.00

A PAGINA 18

Un viaggio alla scoperta della tradizione Sanitàcasearia di montagna in Valle del Chiese

Osp carta

SPORT Giul rosa MALGA NUDOLE Valle di Daone • MALGA D’ARNÒ Valle di Breguzzo • MALGA BAITE Boniprati A MALGA pag. 32 ALPO Bondone • MALGA CAINO Borgo Chiese • MALGA TABLE Boniprati

A PAG. 11

ESTATE Le proposte culturali della Valle del Chiese A pag 34 PORTO FRANCO Orsi sì, orsi no A pag. 8 GIOVANI InPrendi, sei giovani per sei idee d’azienda A pag 17

PER LA VOSTRA PUBBLICITÀ SUL GIORNALE DELLE GIUDICARIE sponsorgdg@yahoo.it - 3356628973 - 338 9357093


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Rassegna Stampa

AGOSTO 2021

A cura della REDAZIONE

RASSEGNA STAMPA LUGLIO 2021

DALLE GIUDICARIE DALLA PROVINCIA

Il tristissimo e doloroso addio a Federico, il campione di sci di sedici anni morto in moto - Occhi che tracimano di lacrime, sguardi colmi di tristezza ed un silenzio assordante sotto un cielo nero e gonfio di pioggia. Sono stati permeati da un dolore enorme i funerali celebrati a Sant’Antonio di Mavignola all’indomani della tragedia sui tornanti della strada statale 239 dove è morto a soli sedici anni Federico Collini. STORO. Pubblicata la gara per la nuova scuola elementare.Opera da 5,8 milioni di euro. L’Agenzia Provinciale per gli Appalti e Contratti (APAC) ha pubblicato il bando di gara di appalto dei “lavori di realizzazione del nuovo edificio scolastico sede della scuola elementare di Storo”. L’importo dei lavori è di 5.889.015,04 euro e il sistema di aggiudicazione è quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Il termine di esecuzione è fissato in 595 giorni naturali consecutivi alla consegna dei lavori. Gianfranco Pederzolli è il nuovo presidente di Federbim Con 40 voti a favore, 12 astenuti e un voto contrario, l’Assemblea ordinaria della Federazione nazionale dei Consorzi di Bacino Imbrifero Montano, riunita venerdì 23 luglio a Roma, ha eletto l’ingegnere Gianfranco Pederzolli come nuovo presidente per il quinquennio 20212026. Pederzolli, di Stenico, è attuale vicepresidente del Bim del Sarca, ente che ha guidato per molti anni. A Tione un centro di ricerca per le energie rinnovabili L’accordo è stato siglato fra Innova, azienda di Storo guidata da Oreste Bottaro che ha anche una controllata a Tione, e la Provincia, la quale metterà sul piatto 1,5 milioni di euro. Il primo obiettivo è fare un passo in più nell’ambito delle pompe di calore, mercato che oggi è mo-

nopolio quasi esclusivo di Giappone e Cina. Rifugio Zangola di Boniprati, un futuro con saune, bar e ristorante Il rifugio “Zangola”, che sorge nel cuore dell’Altopiano di Boniprati, nel territorio comunale di Castel Condino, rialzerà presto le serrande. E non sarà l’unico esercizio di media montagna ad accogliere i turisti: a questo si aggiungerà infatti in luglio, se le procedure andranno a buon fine, anche la struttura “agrituristica” adiacente a Malga Table, in modalità di “esercizio rurale”, come punto di ristoro e affittacamere. Cuspide squarciata dal fulmine, il campanile di San Vigilio a Pinzolo è a rischio Preoccupazione per i danni causati da un fulmine che, durante un temporale ha colpito il tetto del campanile della chiesa di San Vigilio, squarciandolo. Il sindaco Michele Cereghini ha subito emesso un’ordinanza per impedire precauzionalmente l’accesso alla chiesa, tempio cimiteriale noto per la Danza Macabra dei Baschenis. L’allarme è scattato quando il fulmine ha colpito la croce in metallo che si trova sulla sommità del tetto del campanile. La scarica ha fatto schizzare a metri di distanza le pietre che ricoprono il tetto del campanile, danneggiando una quindicina di lapidi del cimitero ma, fortunatamente, non provocando danni a persone, auto in sosta o in transito.

2021 Direttore Sanitario: ���������Cristantielli Patrizia

Sfoglia il Giornale delle Giudicarie su www.giornaledellegiudicarie.it Si ricorda che è possibile sfogliare il Giornale delle Giudicarie sul sito www. giornaledellegiudicarie.it aggiornato ogni mese con le notizie più importanti che accadono in Giudicarie.

L’azienda sanitaria invia le lettere agli operatori sanitari non vaccinati Entro tre giorni dalla somministrazione della prima dose i sanitari dovranno inviare ad Apss la certificazione di avvenuta vaccinazione; in caso contrario verrà dato corso agli adempimenti previsti dalla legge per l’inosservanza dell’obbligo vaccinale. Oltre agli operatori che riceveranno la lettera ci sono poi circa altri mille sanitari che hanno risposto formalmente ad Apss motivando la mancata vaccinazione: a partire dalla settimana prossima saranno sentiti da una commissione interna di Apss che valuterà le varie giustificazioni e potrà confermare o meno l’esonero dall’obbligo di vaccinazione. Se la motivazione non sarà considerata sufficiente saranno invitati formalmente alla vaccinazione con una prenotazione d’ufficio. Entrando nel dettaglio dei numeri, gli operatori non vaccinati che lavorano in strutture sanitarie di Apss sono circa 500 (150 circa non hanno mai risposto alle comunicazioni di Apss e riceveranno la lettera d’invito). Al via TRent, il portale per proporre o trovare alloggi per studenti È online TRent, il nuovo portale di ricerca immobili per gli studenti universitari, una bacheca virtuale nata per favorire l’incontro tra la domanda di alloggi da parte degli studenti e tutta l’offerta presente nelle città di Trento e Rovereto. Realizzata da Opera universitaria, che vuole semplificare e dare un ulteriore impulso alla ricerca di alloggi sul territorio oltre a rispondere al bisogno abitativo degli studenti con le proprie residenze e appartamenti ai quali si accede attraverso i bandi destinati ai capaci e meritevoli privi di mezzi, la piattaforma supporta gli studenti nella delicata fase della scelta dell’alloggio, attraverso un’offerta di soluzioni abitative varia, aggiornata, con informazioni chiare e dettagliate. Allo stesso tempo, TRent intende dare ai proprietari la possibilità di presentare la propria offerta in una sorta di “vetrina” moderna, intuitiva e semplice nella navigazione. Torna in autunno il Festival dello Sport Con il titolo “L’attimo vincente” torna a Trento dal 7 al 10 ottobre la quarta edizione de il Festival dello Sport. La città accoglierà il Festival dello Sport in tutti i suoi spazi: teatri e palazzi storici, piazze, atenei, musei, aree allestite appositamente per il Festival, come la grande libreria in piazza duomo. Tanti gli appuntamenti indoor e attività outdoor che offriranno informazione, spettacolo, mostre, divertimento e tanto sport durante le quattro giornate. Le piazze saranno dedicate allo sport praticato, con campi di gioco e palestre per divertirsi e allenarsi affiancati da coach professionisti e atleti di grande livello. I camp di arrampicata, basket, skateboard, tennis e padel saranno realizzati in collaborazione con le federazioni e associazioni locali dei vari sport.

Aperte le iscrizioni ai corsi di laurea delle professioni sanitarie Sono aperte le iscrizioni ai corsi di laurea triennali delle professioni sanitarie della Scuola di medicina e chirurgia dell’Università degli Studi di Verona. Nelle sedi di Trento e Rovereto del Servizio Polo universitario delle professioni sanitarie sono attivati, per l’anno accademico 2021/2022, cinque corsi per un totale di 225 posti. Per la laurea in infermieristica sono disponibili 140 posti, per quella in fisioterapia 25, per il corso di laurea in tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro 20, per quello in tecnica della riabilitazione psichiatrica 20 e per il corso di laurea in igiene dentale 20. Il test di ammissione, unico per tutti i corsi di laurea delle professioni sanitarie, si terrà il 14 settembre. Sul sito dell’Apss all’indirizzo https://bit. ly/3iizccw sono disponibili informazioni sui corsi e le risposte alle domande più frequenti relative all’iscrizione, immatricolazione, modalità di frequenza ai corsi e agevolazioni per gli studenti. La domanda si presenta online, nella sezione «bandi di ammissione» del sito dell’Università di Verona all’indirizzo https://www.univr.it/it/iscrizioni. Il caso Sara Pedri scuote l’azienda sanitaria trentina Il caso della scomparsa della dottoressa Sara Pedri, scuote l’azienda sanitaria trentina: dopo la commissione interna il primario di Ginecologia del S.Chiara di Trento Saverio Tateo è stato trasferito al ruolo di coordinatore territoriale del percorso nascita di Pergine Valsugana, al pari della sua collaboratrice Liliana Mereu, anche lei trasferita. Intanto il reparto del Santa Chiara è stato affidato al direttore della struttura complessa di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Rovereto. La sanità trentina ha perso anche il dirigente generale Pier Paolo Benetollo, dimissionario, ed è retta temporaneamente, in attesa che venga fatto un nuovo bando, dal dottor Antonio Ferro. Festival della famiglia: quali indicatori per misurare le politiche “post-Covid”? La decima edizione si terrà da lunedì 29 novembre a venerdì 3 dicembre 2021. Al centro dell’edizione 2021 del Festival della famiglia l’analisi socio-economica della società post-Covid. A dare impulso ai dibattiti della cinque giorni di kermesse il tema che farà da leitmotiv a tutti i seminari: “Le “misure” della sostenibilità sociale, economica e demografica nel post Covid19. Politiche e indicatori per la competitività dei territori e la qualità della vita”. La sfida North Cape 4000 è partita da Rovereto Da Rovereto a Capo Nord in bicicletta, senza supporto, in 22 giorni attraversando undici nazioni per un totale di 4 mila chilometri. È questa la sfida che si apprestano a compiere i 190 partecipanti alla NorthCape4000. La spettacolare competizione di bikepacking, giunta alla quarta edizione, che quest’anno è partita da Rovereto.

Giornale delle Giudicarie, distribuito dalla Cooperativa Lavoro Il Giornale delle Giudicarie viene distribuito dalla Cooperativa sociale Lavoro, con sede in località Copera a Zuclo. Per segnalare critiche, suggerimenti, disguidi nella spedizione è possibile chiamare il numero della cooperativa: 0465-326420 oppure quello del Giornale delle Giudicarie, 0465322934, oppure via mail all’indirizzo: redazionegdg@yahoo.it.


AGOSTO 2021 - pag. Maurizio Fuga

Ribalto

VECCHIA SEDE

etri 100 m

NUOVA SEDE

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Tavola Rotonda: lo sport in Giudicarie

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Il presidente dell’Asd Settaurense Ferruccio Moneghini

“Essere distanti dai grandi centri responsabilizza i nostri volontari” Quali difficoltà si incontrano e quali sono gli aspetti positivi nell’organizzare un’attività sportiva in Giudicarie? Ci piacerebbe ribaltare il sostantivo “difficoltà” in “opportunità” sottolineando come la distanza dai grandi centri abitati ed il bacino d’utenza contingentato possa essere un modo per responsabilizzare molto tutti i nostri volontari facendoci assumere e vivere un ruolo importantissimo nel tessuto sociale del nostro territorio. Aiutandoci, spesso, a gettare il cuore oltre i piccoli ostacoli quotidiani dell’attività. Gli aspetti positivi? Il sogno e la consapevolezza di essere fondamentali nel welfare dei nostri comuni e nelle famiglie che li vivono. Le strutture sportive sono adeguate alle vostre

necessità e ai programmi che avete avviato? Se ci voltiamo indietro e guardiamo l’album delle fotografie alle strutture del passato, si! Possiamo dire che di strada se n’è fatta tanta. Grazie al lavoro dei volontari e alla loro lungimiranza, con il contributo delle istituzioni, oggi abbiamo delle ottime strutture sia in termini tecnico sportivi che educativi. Un aspetto che desidereremmo migliorasse in futuro, dove c’è un grande margine di sviluppo, sono i collegamenti sul territorio comunale ed extracomunale in modo da permettere a tutti gli atleti di tutte le tipologie di attività di raggiungere il luogo di destinazione andando incontro alle esigenze dei genitori, spesso oberati di impegni famigliari in determinati orari.

Come valutate la partecipazione dei giovani alle varie attività sportive che vengono organizzate sul territorio? Diteci un buon motivo per convincere un giovane a praticare un’attività sportiva. Possiamo registrare che i tempi sono cambiati: oggi la fruibilità delle informazioni e le offerte sono molte più di anni fa, registriamo però ancora un grande attenzione alle attività che proponiamo. Un buon motivo per praticare sport? «Lo sport non è solo una forma d’intrattenimento - ha detto il Santo Padre in occasione dell’apertura della Coppa del Mondo 2014 in Brasile - ma anche uno strumento per comunicare valori che promuovono il bene della persona umana e contribuiscono alla costruzione di una società più pacifica e fraterna».

Quali sono le maggiori difficoltà che avete affrontato in questo anno e mezzo di pandemia e quali sono le principali attività che state organizzando per i prossimi mesi? Come per tutti, convivere con l’emergenza ha portato a modificare le proprie abitudini e aver dovuto cambiare anche il modo di relazionarsi tra di noi, certo che il rispetto delle normative anti covid-19 dal punto di vista dell’assorbimento di risorse umane e di tempo ci ha impegnato non poco ma stiamo lavorando attivamente per farci trovare pronti con l’inizio della prossima stagione con occhi e orecchie ben aperti per recepire le indicazioni che istituzioni e federazione ci indicheranno.

Marco Perottino, presidente di Sci Club Bolbeno

“Gli orari scolastici sono improponibili per attività sportive che richiedono l’intero pomeriggio” Quali difficoltà si incontrano e quali sono gli aspetti positivi nell’organizzare un’attività sportiva in Giudicarie? La difficoltà principale è data dalla situazione scolastica, nello specifico dall’orario delle lezioni; infatti gli studenti delle medie tornano a casa con i mezzi pubblici ad orari improponibili per l’organizzazione di attività sportive che richiedono l’intero pomeriggio. Inoltre per quanto riguarda i più piccoli delle elementari al pomeriggio vengono spesso organizzate attività ludiche e opzionali che potrebbero essere sostituite per coloro che praticano sport in allenamenti in modo tale da ottimizzare i tempi. Gli aspetti positivi sono sicuramente la volontà dei ragazzi, la disponibilità dei genitori nell’accompagnare i bambini e i molti componenti delle

associazioni sempre pronti a collaborare.

ritorio. Un buon motivo che spinge i ragazzi a partecipare sono sicuramente le amicizie e il buon clima che si instaura tra di loro durante le attività ma soprattutto la grande varietà di sport presente in valle.

Le strutture sportive sono adeguate alle vostre necessità e ai programmi che avete avviato? Le strutture sportive invernali sono disponibili e adeguate ma soprattutto tengono conto delle esigenze dei ragazzi. Ciò non è sicuramente riscontrabile durante il periodo estivo visto che non ci è possibile utilizzare il campo sportivo e quindi la pista d’atletica; pertanto abbiamo dovuto organizzarci in modo differente, cambiando completamente gli allenamenti o integrando con nuove formule. Come valutate la partecipazione dei giovani alle varie attività sportive che vengono organizzate sul territorio? Diteci un buon motivo per convincere un

giovane a praticare un’attività sportiva Un numero sempre più con-

sistente di giovani è interessato e propenso all’attività sportiva organizzata sul ter-

Quali sono le maggiori difficoltà che avete affrontato in questo anno e mezzo di pandemia e quali sono le principali attività che state organizzando per i prossimi mesi? Lo svantaggio principale di non praticare sport in questo periodo, per i ragazzi che ormai sono con noi da anni, è il deperimento del fisico, in quanto la loro preparazione atletica è di un certo livello e il non poterla mantenere potrebbe provocare danni ai muscoli. Uno svantaggio che interessa invece la fascia dei più piccoli è quello di non poter far

squadra quindi ritrovarsi con i compagni e gli allenatori i quali sono una figura comunque importante per loro. Alcune tra le maggiori difficoltà che abbiamo affrontato sono state: capire come potessero svolgersi gli allenamenti senza che si creassero assembramenti, reperire le strutture e le piste di allenamento e ritrovare lo spirito che ci guidava prima della pandemia. Quest’ultima è stata la cosa più semplice visto che i nostri ragazzi non vedevano l’ora di ritornare a fare sport e per il resto siamo stati comunque supportati dagli enti regionali, quindi direi che tutto è stato superato. Adesso, come sempre, stiamo lavorando per dare il massimo supporto ai ragazzi e sostenerli in questo periodo che comunque li sta ancora penalizzando più di tutti.


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Paolo Zanlucchi, direttore di Upt Tione

“Asettembr

Francesca Rinaldi, direttrice Cfp-Enaip di Tione

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Tavola Rotonda: lo sport in Giudicarie

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Quali difficoltà si incontrano e quali sono gli aspetti positivi nell’organizzare un’attività sportiva in Giudicarie? Lo sport nelle Giudicarie risente in primis delle difficoltà geografiche e logistiche. Gli spostamenti non sono facili e i mezzi non sempre disponibili. La stretta dipendenza dal trasporto genitoriale mette a dura prova la tenuta del sistema sport-atleta. Notiamo infatti che spesso l’abbandono parte dai genitori prima ancora che dall’atleta. Le strutture sportive sono adeguate alle vostre necessità e ai programmi che avete avviato? Fortunatamente la struttura in cui proponiamo le nostre attività è datata 2013, quindi piuttosto recente. L’ampliamento a 6 corsie rispetto alle 5 precedenti e la costruzione della sala pesi ha permesso di proporre attività ad ampio spettro, permettendo di portare diversi atleti alla ribalta nazionale pur continuando a proporre attività per ogni livello. Come valutate la partecipazione dei giovani alle varie

Valentina Mattioli, presidente di Asd Brenta Nuoto

“La vallata risente molto delle difficoltà geografiche e logistiche” attività sportive che vengono organizzate sul territorio? Diteci un buon motivo per convincere un giovane a praticare un’attività sportiva Lo sport in generale (e la pratica del nuoto non fa eccezione) richiede impegno in termini di tempo. Purtroppo le numerose attività scolastiche ed extrascolastiche limitano la partecipazione alle attività agonistiche ai pochi veramente motivati. Da diversi anni stiamo quindi proponendo anche attività non agonistiche, all’interno dei circuiti Scuole Nuoto Federali FIN e nei campionati CSI, che permettono di nuotare e gareggiare con un limitato impegno in termini di sedute

questi ritroveranno la stessa caparbietà nell’affrontare le difficoltà scolastiche e quelle lavorative. Insegniamo che praticare uno sport aiuta prima di tutto ad affrontare le sconfitte, a rialzarsi dopo essere caduti, a gestire le vittorie e a dare il giusto peso alle opportunità e difficoltà che si vivono quotidianamente.

di allenamento. Siamo infatti assolutamente convinti che la pratica sportiva sia un aiuto

allo studio e non un impedimento. Motivando i ragazzi a impegnarsi nello sport,

Quali sono le maggiori difficoltà che avete affrontato in questo anno e mezzo di pandemia e quali sono le principali attività che state organizzando per i prossimi mesi? La chiusura di tutte le attività formative (corsi nuoto, corsi scolastici, ecc) ha fortemente

minato la struttura e il percorso formativo che avevamo intrapreso con successo negli ultimi anni. L’alfabetizzazione motoria a subìto un duro arresto, ci aspettiamo che alla ripartenza dei corsi scolastici molti bambini saranno in difficoltà nell’approccio all’acqua. Per questo motivo stiamo spingendo sull’acceleratore nei mesi estivi proponendo corsi sia mattutini sia pomeridiani per tutti i ragazzi in età scolare. Non bisogna assolutamente dimenticare che al di là dell’aspetto sportivo saper nuotare è una necessità per la sopravvivenza. Non c’è però possibilità di didattica a distanza, si impara a nuotare solo andando in piscina!

Stefano Parolari, presidente dell’Asd Brenta Volley

“Lo sport ha un ruolo sociale ma dà anche un contributo economico” Quali difficoltà si incontrano e quali sono gli aspetti positivi nell’organizzare un’attività sportiva in Giudicarie? Le difficoltà che abbiamo sono quelle tipiche di un’associazione di volontariato, servono tante risorse, persone volenterose e tempo disponibile. E nel nostro ambito sportivo, la scarsità di allenatori di pallavolo è un limite strutturale non indifferente. Se per le realtà di pallavolo cittadine questo aspetto può essere superato “contattando” qualche allenatore disponibile sulla “piazza”, nelle valli non è possibile se non a costi importanti. Per cui in questi anni abbiamo sempre cercato di creare “nuovi allenatori locali” a cui paghiamo i costi dei corsi di formazione. Siamo convinti dell’importanza della nostra proposta sportiva per il nostro territorio, in particolare di uno sport di squadra con i suoi valori, le sue difficoltà e le sue regole. Un ruolo sociale che da sempre caratterizza la nostra attività a favore dei nostri atleti fatta di tanto sport, di emozioni e di incontri positivi. Possiamo anche evidenziare un piccolo contributo positivo alla crescita economica del territorio. Delle tante risorse spese tutti gli anni per la realizzazione dell’attività, gran parte tornano sul territorio sottoforma di rimborsi agli

allenatori, occasioni di incontro in pizzeria, rifornimento carburanti al distributore e tanto altro. In un sistema di reciprocità con alcuni sponsor avevamo coniato il concetto di “Acquista presso chi ci sostiene” proprio per favorite questo sistema virtuoso. Le strutture sportive sono adeguate alle vostre necessità e ai programmi che avete avviato? Il territorio su cui opera l’Asd Brenta Volley dispone di importanti impianti vocati alla pallavolo (a Spiazzo, a Tione e Sella Giudicarie) e di palestre “minori” comunque funzionali all’attività di allenamento (a Borgo Lares e Porte di Rendena). Negli ultimi anni, l’ampiezza dell’attività praticata e il rifacimento della palestra delle Scuole medie di Tione, ci ha portato a dover usare tutte le strutture menzionate; di qui una forte complessità organizzativa dell’attività di allenamento e una grande disponibilità degli atleti a muoversi sul territorio con costi annuali per circa 18 / 20mila euro. Con la recente riapertura della nuova palestra di Tione, avremo la possibilità di utilizzare 2 impianti pienamente funzionali per la nostra attività sportiva e di favorire quindi una maggiore concentrazione dell’attività. Siamo quindi soddisfatti dell’attuale dispo-

nibilità di strutture sportive vocate alla pallavolo e ringraziamo gli enti proprietari e gestori per la disponibilità e collaborazione verso l’Asd Brenta Volley avuta in questi anni di attività. Come valutate la partecipazione dei giovani alle varie attività sportive che vengono organizzate sul territorio? Diteci un buon motivo per convincere un giovane a praticare un’attività sportiva Viviamo in un territorio ricchissimo di attività sportive; tutti i nostri ragazzi dovrebbero essere impegnati in un percorso sportivo in giovane età perché lo sport è salute e scuola di vita. Per i più piccoli, la spinta deve arrivare dalla famiglia consapevole che l’attività sportiva è necessaria per migliorare le capacità fisiche dei giovani e un indispen-

sabile strumento di inclusione sociale. Un’attività sportiva come la pallavolo richiede un impegno di almeno 9 mesi all’anno, più allenamenti infrasettimanali, le partite nel week end. A volte c’è una certa ritrosia nell’affrontare un percorso impegnativo dove apprendere i valori dell’impegno, dell’educazione, del rispetto delle persone adulte e delle regole, dell’applicazione ripetuta nel fare gli esercizi, dell’umiltà, del massimo impegno per il raggiungimento dell’obiettivo, della voglia di vincere ma anche del riconoscimento dei propri limiti, di accettare le sconfitte, lo stare in palestra, luogo di sport e di divertimento, il concetto di squadra e di gruppo. Tutto questo è fare sport e regala emozioni uniche! Quali sono le maggiori difficoltà che avete affrontato

in questo anno e mezzo di pandemia e quali sono le principali attività che state organizzando per i prossimi mesi? Non dobbiamo dimenticare i mesi difficili che abbiamo alle spalle e le conseguenze che ne sono derivate: calo di entusiasmo e di motivazioni nei volontari, impossibilità di fare attività sportiva per una parte del settore giovanile, dispersione delle relazioni nel nostro interno e con le famiglie, difficoltà a sostituire gli abituali momenti di incontro con i nuovi strumenti di comunicazione. In questo tempo, è stato difficile prendere le decisioni giuste! Quando sospendere l’attività? Quando ripartire e come ripartire? Dobbiamo ringraziare i nostri allenatori che in primis hanno condiviso il rischio della ripartenza! Grazie a loro, l’aspetto di socialità dell’attività sportiva ha avuto il sopravvento sui rischi del contagio in palestra (attività svolta nel rispetto dei protocolli Covid vigenti). Col senno del poi, possiamo dire di avere fatto le scelte giuste nel momento giusto! E a fine stagione ricevere il ringraziamento di alcuni genitori, per aver riportato le atlete in palestra, è stato molto gratificante. Nonostante tutto abbiamo avuto un’annata ricca di importanti risultati sportivi: in finale con la Serie C Ma-

schile per la promozione alla B Nazionale; in finale con le 3 squadre del settore Maschile giovanile (U13, 15J e U17) e prestigioso 2^ posto finale per l’under 15 femminile. Di questi giorni anche la convocazione di un nostro giovane atleta ad uno stage estivo della nazionale di pallavolo allievi a Roma. Per quanto riguarda le attività future auspichiamo di poter riprendere senza più intoppi la regolare attività sportiva. Già ad agosto 2021 è in programma il Brenta Summer Camp, 2 settimane di intensa pallavolo per una cinquantina di ragazzi e ragazze, seguiti in questo percorso da Christian Tammone, allenatore nazionale con esperienze anche in Serie A, coadiuvato da allenatori dell’associazione. Stiamo poi avviando un percorso di riorganizzazione dell’associazione finalizzato ad avere nuovi dirigenti e collaboratori per rinforzare la struttura dirigenziale della nostra attività sportiva, cerchiamo volontari convinti e di buona volontà. Ci troviamo poi di fronte ad una inattesa riorganizzazione del settore allenatori da cui dipenderà l’attività che potremo realizzare nella prossima stagione sportiva che come sempre sarà indirizzata al settore giovanile, con il minivolley per i bambini e bambine delle 2 e 3 classi elementari e a seguire poi le varie squadre giovanili.


Tavola Rotonda: lo sport in Giudicarie

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Walter Maestri, presidente A.D. Unione Sportiva Carisolo

“Soddisfazione impagabile fare sport nella nostra bellissima vallata” Quali difficoltà si incontrano e quali sono gli aspetti positivi nell’organizzare un’attività sportiva in Giudicarie? In base all’esperienza dell’A.D. Unione Sportiva Carisolo le difficoltà maggiori sono date dalla mancanza di risorse economiche. Il lato positivo dell’organizzare attività sportive invece è dato dall’impagabile soddisfazione che deriva dal far arrivare persone nella nostra bellissima vallata e far in modo che esse possano praticare sport tra le nostre montagne. Le strutture sportive sono adeguate alle vostre necessità e ai programmi che avete avviato? Sì, noi a Carisolo siamo fortunati perché abbiamo strutture adeguate: dal campo da calcio al palasport, alle piste di fondo abbiamo un ampio ventaglio di possibilità per i nostri allenamenti. Stiamo

inoltre procedendo con la realizzazione di una pista di skiroll che per i fondisti è molto importante. Come valutate la partecipazione dei giovani alle varie attività sportive che vengono organizzate sul territorio? Diteci un buon motivo per convincere un giovane a praticare un’attività sportiva.

Le iniziative che vengono organizzate sul territorio secondo me sono interessanti ed apprezzate da parecchi giovani. I ragazzi hanno bisogno di fare movimento e lo sport, soprattutto se seguito per passione, è molto importante perché permette loro di salvaguardare la loro salute divertendosi.

VUOI E R A R U T T U R T RIS ? O N G A B O U IL T

Quali sono le maggiori difficoltà che avete affrontato in questo anno e mezzo di pandemia e quali sono le principali attività che state organizzando per i

prossimi mesi? Pur avendo potuto svolgere l’attività con i ragazzi dello sci nordico, abbiamo riscontrato difficoltà nel trasporto dei giovani con i pulmini

alle piste per gli allenamenti. Per la stagione estiva stiamo proseguendo l’attività degli allenamenti estivi con i ragazzi della squadra agonistica di sci nordico.

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Territorio

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Fallite le Case della Salute a Storo e Pinzolo

Le ferite della sanità Ma come sta la sanità giudicariese? Come al solito le posizioni divergono. In un’interrogazione assai allarmata l’ex assessore provinciale alla sanità Luca Zeni si è tolto più di un sassolino dalle scarpe, ricordando ad un paio di assessori attuali (Mario Tonina e Mattia Gottardi) che quando erano rispettivamente consigliere provinciale di opposizione e sindaco di Tione si erano battuti contro lo smantellamento del nosocomio tionese, mentre ora non alzano un dito e non proferiscono verbo rispetto alla situazione che si sta deteriorando. Rese dei conti politiche che possono anche non interessare fuori dall’anfiteatro degli addetti ai lavori. Di sicuro la situazione non è felice, né all’ospedale, né sul territorio Partiamo dall’ospedale, dove il commissario della Comunità di Valle Giorgio Butterini, ricordando di aver firmato con la Provincia un protocollo di intesa cinque anni fa, ne lamentava il mancato rispetto. Ricordiamo che il protocollo prevedeva che in cambio della chiusura del punto nascita sarebbe stato potenziato il reparto di ortopedia. L’assessora Stefania Segnana rispose piccata, rivendicando un “intervento globale sull’ospedale pari a 4 milioni. Partiti i lavori per l’antincendio: prima tranche per un milione e 345.000 euro, seconda (con conclusione prevista per il 30 luglio) un milione 150.000 euro”. Non sappiamo se a fine luglio l’impegno sia stato onorato. Ma in luglio le questioni certamente si sono evolute,

D

di Giuliano Beltrami

urissimo l’ultimo anno e mezzo. Tutti concordi nel pensare di aver attraversato un periodo di guerra. E a questo punto anche tutti convinti che la guerra non sia finita, sebbene ci siano modi completamente diversi, anzi, opposti, per affrontarla. Di sicuro la pandemia ha insegnato una cosa fonda-

e non in modo positivo. Anzitutto il reparto anestesisti. Sempre stando all’interrogazione di Zeni, su quattro in pianta organica ce n’è uno solo. Da aggiungere il pensionamento di Egidio Dipede, primario di medicina. E poi il territorio. L’ex assessore alla sanità della Provincia denuncia la chiusura della Casa della salute di Pinzolo e del servizio di medicina dello sport inserito nella Casa della salute di Storo. Il territorio Ecco, le Case della salute. Quella di Storo fu inaugurata in una domenica di luglio del 2008 con l’intervento dello stato maggiore dell’Azienda sanitaria e di politici locali e provinciali. In quella sede, come si usa, furono dispensate pa-

role dolci come zuccherini, affermando fra l’altro che la Casa di Storo era prima del genere in Trentino: “Un modello cui faranno riferimento in altre zone”. Una struttura definita da tutti bella, moderna e funzionale, capace di ospitare una serie di servizi, in un territorio di confine che tende a cercare risposte fuori provincia. Una struttura che “vuole dare una risposta integrata ai bisogni della popolazione e che vuole operare in stretto collegamento con l’ospedale di Tione”. Fantastico! Un altro mese di luglio, sei anni dopo l’inaugurazione di quella di Storo, veniva appaltata all’impresa Pinamonti la costruzione della Casa di Pinzolo. Ciò mentre qualche scricchio-

mentale: l’importanza del rapporto fra ospedali e territorio, ossia fra reparti ospedalieri e medici di famiglia. Perché se vuoi curare a 360 gradi devi avere la capacità di non ingolfare gli ospedali. Ma per non ingolfare gli ospedali (detta in soldoni) serve una cura attenta a casa.

lio si avvertiva proprio nel paesone del basso Chiese, dove la malinconia avvolgeva come un velo la Casa della salute. Ricordiamo l’elenco ufficiale dei due piani dedicati alla salute (sotterraneo e sottotetto erano per i sottoservizi). Piano terra: atrio ampio e vetrato a tutta altezza con desk (il bancone, ora vuoto); ufficio del direttore sanitario, sala riunioni, ufficio amministrazione (è rimasto un unico grande locale per l’accettazione dei prelievi); sei ambulatori per medici di base, servizio infermieristico del territorio, pediatria, neurologico-fisiatrico-diabetologico,

igiene pubblica, ortopedico-chirurgico-dermatologico, sala infermieri con bagno personale, altro bagno per il prelievo; doppio servizio per utenti e doppio per dipendenti e le due ampie sale di attesa. Primo piano: cinque ambulatori per cardiologicomedicina dello sport, neuropsichiatrico pediatrico, psicologia-psichiatria, otorino, oculistico, ostetrico ginecologico con stanzetta per l’ecografo e bagno riservato; stanza per caposala con bagno e altri due bagni doppi. A parte i medici di base e i prelievi, poco altro. «Medicina dello sport? La face-

vamo io ed un collega«, ha confessato il primario Dipede. Non ha detto quando avevamo tempo perché è elegante. E Pinzolo? «Chiusa», denuncia Zeni. «Vero – ammette lo stesso Dipede – ma in realtà è stata chiusa una Casa che non è mai stata aperta: infatti, al di là dell’aggregazione dei medici non si è andati». E allora torniamo al punto di partenza, come al gioco dell’oca. Rapporto ospedale-territorio. Proprio Dipede, per qualche anno coordinatore dell’integrazione ospedale-territorio, ha le idee chiare quando spiega alla stampa: «Bisogna fare una scelta politica per rendere il Trentino attrattivo. Problema: qui c’è un numero di laureati inferiore ad altre regioni in rapporto alla popolazione. Se trovi da lavorare a diciotto anni chi te lo fa fare di iscriverti all’università? Allora si devono cercare professionisti fuori. Ma se non ci sono motivazioni economiche forti, chi te lo fa fare di arrivare a Tione, a Cavalese o a Cles? La Provincia dovrebbe dire: ‘Vuoi venire a lavorare da noi? Ti garantisco una indennità trentina’. Fra l’altro il tempo per farlo è questo, non fra cinque anni». Motivo? «Si stanno facendo concorsi in giro per l’Italia, e noi perderemo medici che si avvicinano al territorio d’origine. È indispensabile ed urgente - conclude Egidio Dipede - fare una scelta di bilancio».


Attualità Approvato con una serie di particolari circostanze: portato a sorpresa dal presidente Josef Noggler in una seduta già molto piena è stato votato senza alcun passaggio in commissione e con voto segreto. L’emendamento è passato con i voti di Svp e Lega con le minoranze che hanno abbandonato l’aula e Fratelli d’Italia che ha votato contro. Lo stipendio dei consiglieri regionali è di 9.800 euro lordi al mese, più i 700 di diaria. Quindi si arriva a circa 5.400 euro netti ai quali aggiungere eventuali i rimborsi spese. Altro passaggio: come previsto da una legge del 2012 c’è un adeguamento all’indennità mensile sulla base di una rivalutazione automatica degli indici Istat. Con l’approvazione dell’emendamento cosa cambia? Per la metà della legislatura rimanente non si farà più un calcolo annuale ma con la media aritmetica quinquennale che verrà calcolata usando gli indici Istat nei comuni di Trento e Bolzano, storicamente i più cari d’Italia. Di fronte alla protesta delle opposizioni per l’emendamento il presidente Noggler e il leghista Roberto Paccher hanno difeso il provve-

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Minoranze, sindacati e Fratelli d’Italia protestano

Regione, blitz sulle indennità: aumento per i consiglieri di Denise Rocca In una seduta estiva, poco prima delle vacanze, mentre il dibattito nazionale e locale è tutto su vaccini e Green pass, i consiglieri regionali hanno deciso di votare l’aumento delle proprie indennità e dei dimento: «È la legge 6 del 2012 a stabilire che l’indennità mensile lorda va rivalutata, e l’Avvocatura di Stato lo conferma. L’adeguamento Istat va liquidato anno per anno», ha spiegato Paccher. Il punto, per i votanti, è che c’era un tesoretto di denaro bloccato che non si sarebbe potuto cancellare retroattivamente: quei soldi erano dovuti, e ora si è proceduto a sbloccarli. Si tratta di circa 600 euro al mese, per consigliere, per il quinquennio di legislatura: oltre 2 milioni di euro dopo le dovute moltiplicazioni. Ma le opposizioni, e con loro

i sindacati e le Acli che immediatamente hanno reagito alla notizia, contestano la spiegazione, perché «l’aula poteva ridiscutere e modificare la legge del 2012 evitando di confermare l’aumento di stipendio». Tant’è, l’emendamento è passato con i voti di Lega ed Svp. Si chiama fuori dal voto di Svp e Fratelli d’Italia. «L’arretrato maturato fino ad allora non poteva essere cancellato questo è vero e lo ha detto anche l’Avvocatura dello Stato - spiega Claudio Cia ma fin dal primo giorno del consiglio regionale si poteva bloccare l’ac-

rimborsi spese. L’emendamento è stato presentato dalla Svp all’interno alla legge di bilancio e permette di sbloccare le rivalutazioni Istat agli stipendi dei consiglieri regionali bloccate dal 2012. cantonamento dell’adeguamento invece che farlo proseguire, pur liquidando a quel punto il maturato che non si poteva più toccare. Eliminare l’adeguamento automatico e collegare un eventuale incremento dell’indennità all’adeguamento dei contratti dei dipendenti regionali è quello che chiedevamo noi, in modo che non si facesse un’ingiustizia a quei lavoratori che non si vedono adeguati i contratti. Quindi abbiamo votato contro nel merito e nel metodo. Anche la modalità di presentazione di questo emendamento hanno lasciato

a desiderare: è arrivato in aula alle 12, con un consiglio iniziato alle 10, chiaramente portato così tardi per impedire ai consiglieri di presentare osservazioni che avrebbero potuto affossarlo. Una furbizia per la quale ora paga tutta la politica: per i cittadini è davvero poco comprensibile una scelta del genere. Oltretutto ora la questione rimane aperta anche per la prossima legislatura perché a chi arriverà dopo di noi è stato demandato di decidere sull’adeguamento Istat». È sempre Cia, però, a offrire un riconoscimento alla Lega,

nonostante il voto contrario: «La mia impressione è che su questa materia la Lega sia un po’ ostaggio dell’Svp aggiunge - non ha saputo prendere in mano la questione e imporre una linea. La Svp usa la regione come un bancomat da anni e continua con questo atteggiamento, la Lega non ha saputo gestire la cosa da protagonista ma ha subito. Devo riconoscere il lavoro del presidente Paccher che ha cercato, per quello che ha potuto, di trovare una soluzione rispettosa del diritto ma anche delle difficoltà dei cittadini dopo questo periodo di pandemia. Mi pare che sia rimasto un po’ solo nel mondo leghista a gestire la patata bollente».


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Cooperando

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LatteTrento, bilancio 2020 da record Ma il direttivo di spacca nella sfida per il vertice di Concast Trentingrana e Carlo Graziadei si dimette L’allevamento di bovini da latte è la nostra produzione zootecnica più importante, e rappresenta più della metà dell’intera zootecnia provinciale. In provincia di Trento, in media ogni anno vengono prodotti circa 60 quintali di latte per capo. La razza più diffusa è la Razza Bruna, adatta ai pascoli di montagna, che ha una buona produzione di latte e una discreta longevità. Seguono la Frisona, la Rendena, la Grigio-Alpina e la Pezzata Rossa. Fino a poco tempo fa il latte veniva pagato ai produttori in base al peso e al volume, senza considerarne la qualità, che poteva variare da capo a capo e da pascolo a pascolo. Oggi invece viene pagato in base alle caratteristiche organolettiche (percentuale di grasso, proteine, carica microbica,

di Alberto Carli Il bilancio approvato da Latte Trento è il secondo migliore di sempre, approvato all’unanimità, con il fatturato che sfiora i 50 milioni (erano 47 nel 2019), liquidazioni ai soci in crescita a 28 milioni e investimenti in programma per altri 3,4 milioni. Liquidato ai soci 0,56 euro al litro di ecc.), incentivando l’allevatore a selezionare le migliori vacche, ad alimentarle bene e a conservare il latte nel migliore dei modi. Circa il 90% del latte bovino prodotto (in totale 1.400.000 quintali l’anno) è trasformato dai caseifici sociali riuniti nel consorzio Concast-Trentingrana, il consorzio che riunisce i 17 caseifici del Trentino (fra cui Latte Trento). Poco meno della metà del latte prodotto è destinata a Grana Trentino (protetto dalla DOP Grana Padano). Tra gli altri formaggi vi è la Spressa delle Giudicarie. Il latte destinato alla pro-

duzione di Spressa delle Giudicarie DOP proviene principalmente da vacche di razza Rendena, l’unica razza bovina autoctona del Trentino, il cui allevamento è caratterizzato dall’alpeggio estivo in alta quota. L’area di allevamento della razza interessa in prevalenza le Giudicarie, per circa 60-65.000 ettari e comprende la Val Rendena, la conca di Tione fino a Breguzzo, Bondo, Roncone e, in parte, il Bleggio e il Banale su un totale (dato al 2017) di 4.068 vacche e 216 allevamenti controllati per la produzione. Il Consorzio Produttori Latte

latte conferito. Ma non mancano le divisioni. Non esiste un’immagine di montagna senza una mucca che pascola e nella nostra provincia la realtà è ancora questa. Razze Brune, Frisone, Rendene, Grigio-Alpine, Pezzate Rosse che pascolano al suono dei loro campanacci. delle Valli Trentine “Latte Trento”, nonostante il crollo del consumo del latte fresco durante la pandemia da Covid-19, ha chiuso il bilancio 2020 non lontano dal record storico. Nonostante l’annata molto complessa, il totale dei ricavi sfiora i 50 milioni di euro (47 nel 2019), che sommato al fatturato di Trevilatte (società costituita con Latterie Vicentine) porta a oltre 58 milioni il bilancio aggregato. Il conferimento dei soci ha raggiunto i 54,8 milioni di litri, contro i 52 del 2019, con un aumento del 5,4%. Le vendite degli spacci hanno raggiunto i

3,8 milioni con un incremento dell’8,5%. Il liquidato ai soci è pari a 0,56 euro a litro e liquidazioni totali per circa 28 milioni. La pandemia non ha fermato gli investimenti per un valore complessivo superiore ai 3,5 milioni. Un obiettivo importante per il 2021-2022 sarà il miglioramento della qualità del latte prodotto dai soci che andrà nella direzione di nuove filiere eco compatibili, basso consumo energetico senza uso di antibiotici e con alimentazione controllata e attenzione al benessere animale. Per il mondo del latte quindi

un quadro positivo nei numeri ma che ha vissuto nel giro di poche settimane un doppio ribaltone. La prima spaccatura si è consumata non più tardi di un mese fa, quando, alla guida del Concast Trentingrana, è stato eletto Stefano Albasini. Per certi versi Albasini, presidente del caseificio Cercen, era considerato un outsider ma ciò non gli ha impedito di imporsi, per 9 voti a 8, su Renzo Marchesi, il numero uno uscente. La seconda rottura è andata in scena all’interno del Consiglio d’amministrazione di Latte Trento, cooperativa che produce circa il 35% del latte trentino, quando il presidente uscente Carlo Graziadei ha rassegnato le dimissioni. Insomma una spaccatura che dovrà essere ricucita.

L’EDITORIALE - di Adelino Amistadi

Draghi, chapeau al ritorno dell’autorevolezza al potere

Continua dalla Prima Questo per sottolineare che la politica si fa con le decisioni e che il suo non è un governo della destra o della sinistra, ma è un governo di unità nazionale, un governo per il Paese. Dicano quel cavolo che vogliono Salvini e Conte, sembra dire, ma io faccio quello che devo, il governo deve fare il bene del Paese senza dare troppo spazio ai giochetti della politica. A cominciare dal green pass. E sul green pass Draghi si sofferma con grande convinzione. Anche perché l’obbligo del green pass per l’accesso a diverse attività è il tema centrale del nuovo decreto contro il Coronavirus approvato dal consiglio dei ministri, anche se la sua introduzione è posticipata di due settimane per dare a tutti il tempo necessario per adeguarsi. “Il green pass entrerà in vigore il 6 agosto. Il certificato verde (green pass) sarà necessario per ristoranti al chiuso, spettacoli all’aperto, centri termali, piscine, palestre, fiere, congressi e concorsi. Servirà anche nei bar, ma non per consumare al banco, anche al chiuso. Il green

pass si ottiene già con la prima dose di vaccino o con tampone fatto nelle 48 ore precedenti...” E sul certificato verde Draghi è stato chiaro, incisivo, con evidente angoscia carica di responsabilità: “Il green pass è l’unica garanzia per un’estate serena e che vogliamo rimanga tale: non è un arbitrio ma la condizione indispensabile per consentire alle attività economiche di rimanere aperte, divertirsi, andare al ristorante o a uno spettacolo all’aperto o al chiuso con la garanzia di ritrovarsi tra persone non contagiose.” Ha riconosciuto che sarà difficile da applicare, “ma dà serenità e non che toglie la serenità...è l’unico modo per far si che i non vaccinati siano messi in condizione di non fare del male agli altri….” Draghi parla il linguaggio che capiscono tutti. Questo la gente ora lo sa, non è più solo una percezione. Ed ancor più netto è quando affronta il tema dei no vax. Ad una domanda dei giornalisti che chiedevano cosa ne pensasse dei politici che proprio in questo periodo si dichiarano contrari alla

vaccinazione, non vogliono saperne di green pass, e dispensano prescrizioni su chi dovrebbe vaccinarsi e chi no, risponde in maniera efficace ed incisiva: “L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente. Se non ti vaccini e ti ammali, muori. Oppure fai morire...” Parole dentro le quali c’è un giudizio definitivo sul cinico gioco, per procurarsi qualche voto in più, sulla pelle delle persone. Dietro a questo linguaggio diretto, mai ampolloso, che distingue le “monade” dalla sostanza, c’è la politica che vuol rispondere ai bisogni della gente con decisioni soppesate, con-

divise, ma concretizzate. Chi fa propaganda contro il vaccino lancia messaggi di morte, questo insegna la storia. E non ci sono scuse, in questo periodo tutti quelli che hanno chiesto di vaccinarsi hanno trovato una fiala disponibile, in tutta Italia. I non vaccinati, a questo punto, lo saranno per loro scelta. Ed io faccio fatica a capirli. Capisco un po’ di più i giovani che, comunque vada, hanno più probabilità di farla franca, ma non capisco i più di due milioni e mezzo di anziani che non ne vogliono sapere di farsi iniettare. Ma questi anziani no vax chi sono? Perchè non hanno sentito e

non sentono la responsabilità, proteggendo loro stessi, di proteggere la comunità? Quella che sta accadendo a Londra ci fa capire in anticipo dove anche noi saremo fra un paio di mesi, forse prima. In inghilterra hanno superato in questi giorni i sessantamila casi per la prima volta da gennaio con una settantina di morti. Ci stiamo avviando sulla stessa strada, ma a differenza dello scorso autunno possiamo contare su due aiuti in più, due alleati formidabili: il vaccino e il green pass. Sono questi gli unici strumenti (con le mascherine s’intende) per evitare l’incubo già vissuto delle zone rosse e del ritorno del famigerato lockdown. Anche se forse inutilmente, vorrei lanciare un ultimo messaggio ai no vax: “Amico mio, sei libero di non vaccinarti e di giocare alla roulette con la tua vita, ma non puoi mettere in pericolo la vita degli altri...pensaci...” Mi rendo conto, e me ne vergogno, d’essermi lasciato prendere la mano e d’aver in qualche modo trascurato il presidente Draghi, ma ho cercato solo di interpretare al meglio le sue parole.

Per finire la sua conferenza stampa Draghi ha dedicato poche parole alla giustizia e al decreto Cartabia, su cui è stata chiesta la fiducia per superare le discordanze delle forze politiche fra di loro, anche se questo non significa che il governo non sia aperto a eventuali miglioramenti. Una gran bella conferenza stampa, un grande uomo il nostro Presidente, chiaro, sincero, preoccupato, sempre sul pezzo, per niente polemico, severo nel chiarire le cose, un grande leader e non vorrei esagerare. Un leader lo si riconosce da quel che dice, ma sopratutto da quel fa, non ha bisogno d’essere osannato, né di essere sempre nella pancia della gente, perchè i veri leader politici devono andare anche controcorrente quando serve, e se ne deve sentire il peso. Anche il nostro Degasperi andava un po’ controcorrente e non tutti rinunciavano alla polemica o alla propaganda. Dopo, però, tutti lo hanno capito e tutti hanno capito che era una fortuna essere guidati da lui. È quello che capiterà anche a Draghi. Ne sono sicuro.


Europa Un piano, un programma voluto a livello europeo per aiutare la ripresa socioeconomica di realtà gravemente colpite in seguito alla pandemia. L’Unione europea raccoglierà i circa 750 miliardi previsti per i vari interventi sul mercato finanziario con la condivisione del debito assunto da parte di tutti i Paesi membri dell’Unione, il che rappresenta un’eccezionale ed inedito fatto positivo. Per ottenere finanziamenti, previsti parzialmente a fondo perduto ed in parte a tasso agevolato, ogni Paese deve presentare un “Piano nazionale di ripresa resilienza”, ormai comunemente noto con la sigla PNRR, con il quale indica le iniziative che vuole intraprendere con il finanziamento dei fondi dell’Unione. È necessario evidenziare che si tratta non di interventi assistenziali ma di finanziamenti di significativa valenza produttiva soprattutto in alcuni settori funzionali a garantire quella sostenibilità che dia garanzie anche alle future generazioni. Come sappiamo l’Italia è il paese che otterrà l’aiuto più consistente. Da parte europea vengono poste evidentemente alcune precise condizioni riguardanti anche riforme strutturali che i singoli

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Al via i piani di ripresa di Paolo Magagnotti

Un grande tema di attualità politica ed economica è rappresentato in queste settimane dalla concessione all’Italia e agli altri 26 paesi dell’Unione

europea dei mezzi finanziari messi a disposizione dallo straordinario e storico piano europeo “New Generation EU”.

Paesi beneficiari devono realizzare. Come tutti noi sappiamo in questi giorni è stato molto acceso il dibattito sulla riforma italiana della Giustizia. Una riforma che deve consentire processi giusti ed in tempi ragionevoli; tempo ragionevole in quanto, visto che l’uomo non vive molte centinaia di anni, è necessario che nel realizzare i propri investimenti, le proprie iniziative ed i propri progetti di vita, qualora per vari motivi si trovi a dover affrontare un processo possa conoscere in tempi accettabili l’esito del procedimento a lui positivo o negativo. Il nostro governo è stato fra i primi nell’Unione a presentare il Piano di ripresa resilienza e fra non molto potrà iniziare ad utilizzare i primi finanziamenti concessi. Dopo che lo scorso 26 luglio l’Ecofin, ossia il Consiglio dell’Unione europea che riunisce i ministri dell’economia e delle finanze dei 27 Stati

tazione fino a tutto settembre. Condizione posta da Bruxelles per la concessione di 7 miliardi di contributo sarà soprattutto il rafforzamento delle norme anticorruzione, il meccanismo di controllo dei conti. Il presidente del consiglio dei ministri ungherese Viktor Orban ha respinto la proposta della commissione, affermando che “questi soldi sono nostri, in merito non c’è niente da dibattere, possono ritardare ma non possono non darci soldi”. La situazione è diventata in questi ultimi giorni ulteriormente tesa in seguito all’entrata in vigore in Ungheria di una norma sull’omosessualità ritenuta lesiva dei principi dell’Unione europea.

membri hanno approvato quattro nuovi PNRR, attualmente le approvazioni sono in totale edici: Austria, Belgio, Croazia, Cipro, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna. Fino ad ora solamente i Paesi Bassi e la Bulgaria non hanno presentato i loro programmi come conseguenza del ritardo nella formazione dei rispettivi governi nazionali. Rimane il problema scottante di Ungheria e Polonia, due Paesi dell’Unione europea che si sono ormai posti in una cronica situazione di violazione di basilari principi e valori posti alla base dell’Unione e di ogni sistema democratico. La Polonia ha accettato l’estensione a fine agosto del giudizio da parte della Commissione europea, la quale ha pure offerto al governo di Budapest un’estensione della valu-

All’inizio gli Stati riceveranno un prefinanziamento del 13% sull’importo totale messo a loro disposizione. La concessione dei fondi sarà gestita dalla Commissione europea,

la quale vigilerà anche sul loro corretto impiego. Fino ad ora la Commissione europea ha raccolto sul mercato 45 miliardi di euro; serviranno ancora 6 miliardi necessari per coprire almeno i primi dodici PNRR approvati, il che potrà avvenire entro le prossime settimane e per alcuni casi sarà pure questione di giorni. Le posizioni dei governi di Budapest e Varsavia, sempre più orientate a percorrere una via nazionale e nazionalista che si discosta da principi e valori dell’Unione europea, con la volontà di pretendere che Bruxelles elargisca sovvenzioni da essere utilizzate senza il rispetto delle norme europee sta creando gravi problemi all’interno dell’intero progetto europeo. L’orientamento che si fa sempre più concreto di bloccare ogni finanziamento a Paesi dell’Unione europea che non rispetta-

no principi e norme che fanno parte del sistema democratico del Progetto europeo dovrà essere indubbiamente sempre più determinato e rigido. Purtroppo, con l’attuale sistema istituzionale dell’Unione europea nel quale è previsto che il Consiglio europeo - l’insieme dei capi di Stato di governo dell’Unione - decide all’unanimità, posizioni come quelle dell’autoritario Viktor Orban possono sempre esercitare un “ricatto” e bloccare fondamentali avanzamenti dell’integrazione europea. È da augurarsi che a conclusione della Conferenza sul futuro dell’Europa, inaugurata lo scorso 9 maggio e la cui conclusione è prevista per la prossima primavera, si possa arrivare a modifiche dei trattati europei tali da eliminare o quantomeno limitare l’unanimità di voto; nel caso contrario sarà difficile per le nuove generazioni di europei prevedere un futuro che si meritano.


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Il Saltaro delle Giudicarie

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Giudicarie in sofferenza È un po’ triste, vorrebbe andare al mare, ma in Italia le cose sono messe male, Covid, non Covid, “green pass”, ed altre cose strane, non gli permettono di muoversi. Al mare c’è stata una sola volta un paio d’anni fa. Una cosa mai vista, da quelle parti ne parlano ancora. La ricordano un po’ tutti, andava in spiaggia vestita come dovesse andare alla messa di Natale, con mutandoni di lana e mille cianfrusaglie che la coprivano come una zingara, con un ghigno di orsa insoddisfatta, ma compiaciuta perché un po’ da tutti ammirata (?), convinta com’era che la guardassero perché diversa, più elegante, più trendy...l’Abele l’ha consolata, meglio così, meglio stare a casa, “se poi ti prendi anche il virus, non sappiamo più dove metterti...” le dice bruscamente. Tutto sommato meglio la Giorgietta, sfacciata, che si fa bella seminuda nel giardino di casa ed il vecchio sporcaccione Osvaldo, caccola, le passa avanti e indietro per carpirne le grazie ed un sorriso...povero illuso! Il vostro Saltaro, desolato, sorveglia paesi in gran parte abbandonati, ma dove sono tutti? Non si vede girare nessuno... era tutt’altra vita nei tempi andati. Le genti salivano nelle baite di montagna per la fienagione con la “stirpa” e l’intera famiglia, ne discendevano il sabato per risalire la domenica mattina dopo la Messa delle cinque per rimanerci tutta la settimana. Erano estati di lavoro e di fatiche. Allora come adesso arrivavano i pochi villeggianti che i giudicariesi chiamavano “taliani”, quasi sempre, o “gabin” e “gosc” nei momenti peggiori, e con loro si condivideva qualche momento di diversità. Altri tempi! Ora la piazza è vuota, niente personaggi, niente ragazzi, niente bambini che giocano, niente cani... maledetto virus, maledetto Covid-19 hai chiuso i rubinetti della vita dei nostri paesi. Per fortuna son rimasti aperti i tappi delle damigiane della Maroca, la sua osteria è l’unico asilo rimasto per i pochi randagi che anco-

Le Giudicarie stanno soffrendo. Non che le cose vadano male, il Covid sembra essersi calmato, pare, anche se quel maledetto virus sembra nascondersi sotto altre spoglie e giri ancora, si dice possa tornare pericoloso, soprattutto per chi non si è vaccinato. Gli altri potrebbero farla franca, ma i non vaccinati rischiano forte e sono pericolosi per sé e per gli altri, e sono ancora molti, purtroppo. Non c’è niente da fare, all’immaturità di certi personaggi non c’è rimedio. E le Giudicarie ne soffrono. Non lo danno a vedere, ma ra osano muoversi. Scrupolosamente vaccinati, è gente di buon senso, non come quei saputelli che te la raccontano, ma loro magari non si vaccinano mettendo a rischio la loro vita, ma anche la vita degli altri. A dir il vero la Maroca non guarda in faccia a nessuno, vaccinati o non vaccinati, l’importante è che abbiano soldi per pagare, proprio una belva, la Maroca, per pochi centesimi ti venderebbe anche la tomba di sua madre. L’Abele, l’Osvaldo caccola, l’Archimede, il Massenzio se la ridono allegramente. Loro ci sono per il consueto incontro giornaliero per discutere delle cose che capitano in Italia e all’estero, è tutta gente che la sa lunga e sanno quel che dicono. Dipende dal beveraggio, ma dopo un paio di fiaschi sono meglio di Vittorio Sgarbi, ormai di casa in Trentino, che sta insegnando l’educazione artistica e sentimentale ai nostri conterranei. A dir il vero, non hanno grandi argomenti, sempre la solita solfa, la pandemia, la Meloni, il Salvini, Letta e compagnia, poco in tutto... per fortuna irrompe il sindaco Filippo, ex, ma tutti lo chiamano ancora sindaco, che introduce: “Mi son rotto le palle, vaccini, non vaccini, green pass, a chi? dove? Come? Per cosa? Non si capisce più niente. Intanto la variante del virus dilaga in Italia, fra pochi giorni torneranno i colori delle zone e le restrizioni...siamo ancora nella m...” L’Archimede, il saggio, concorda: “ Hai ragione...Non c’è niente da fare, siamo ancora nei guai, torneranno le chiusure e torneremo come in primavera...” “Ma è possibile che non si possa farci niente? Ci sarà pur qualcosa che freni ‘sta roba?” chiede l’Osvaldo, caccola, piuttosto ignorante di virus e tutto il resto. “Certo che c’è ... è il vaccino, solo il vaccino può salvarci, fossimo tutti

vaccinati non ci sarebbero problemi, ma ci sono ancora molti che non ne vogliono sapere, primo fra tutti qualche nostro politico...” “Il problema, dice ancora il Sindaco Filippo, non riguarda solo chi non si vaccina, se uno non si vaccina sono affari suoi, dicono, ma non è cosi, chi non si vaccina è un pericolo per tutti, è un pericolo per gli altri, sono dei veri e proprio untori, come quelli che diffondevano la peste nei Promessi Sposi, sono loro che impediscono agli Stati di uscirne...siamo in guerra, e la guerra riguarda tutti, e chi non si vaccina è un disertore...” Porca vacca! “E i disertori venivano fucilati nell’interesse di tutti...” osa dire il Massenzio. “Non esageriamo...basterebbe prenderli a calci in culo come si faceva una volta...devo andare a cercare i miei scarponi con le “broche”, potrebbero

soffrono, Non solo per il caldo, anche, dal caldo non c’è riparo se non rifugiarsi in qualche baita di montagna alla giusta altezza. Ma all’Abele non gliene frega niente, lui, estate ed inverno, indossa la sua giacca di velluto grigio, secondo le sue convinzioni quel che tiene lontano il freddo, protegge anche dal caldo, mah... intanto suda come un cane, vallo a capire! L’Orsolina, rimasuglio di donna d’altri tempi, si scopre le caviglie seduta sui gradini di casa, in bella mostra.

servire...” dice l’Osvaldo caccola. “E i virologi che dicono?” chiede il dotto Archimede. “Che dicono? dicono tutti la stessa cosa, è il vaccino l’unica ancora di salvezza…, dice il Sindaco Filippo, solo che ultimamente sono usciti dall’università, dalla porta di dietro, s’intende, due scienziati di non poco conto, tal Salvini, professore esimio laureatosi la scorsa settimana, e un certo Lollobrigida, agente più o meno segreto di una certa Meloni e che niente ha a che vedere con la dolce Gina, anche lui da poco laureato in virologia (si fa per dire!) che ce la raccontano alla loro maniera. Per questi nuovi scienziati il vaccino serve a poco o niente, sotto i quaranta (sessanta?) proprio non serve a niente, e se lo dicono loro non può che essere così... anche se fino a qualche giorno fa, invitavano tut-

ti a vaccinarsi, ma allora non s’erano ancora laureati...” “ Ma allora sono due disertori...vado a cercare gli scarponi...”dice l’Osvaldo. “Pazzesco!, il sindaco Filippo non si ferma più, e così per colpa della gente come loro se nei prossimi giorni saremo di nuovo relegati in casa, si potrà uscire solo con il green pass, nelle osterie, nei ristoranti, sui treni, sui tram e in tutte le altre occasioni d’incontro...salvo s’intende dove si incontrano loro, Salvini e c., per i loro comizi, lì va bene tutto, niente mascherine, niente tamponi, nessuno chiederà il green pass, tutti ad ascoltare i nuovi santoni della medicina mondiale….” Così interviene l’Archimede: “Grazie Sindaco, ce l’hai raccontata giusta, non so cosa gli sia capitato al Salvini, fino a qualche giorno fa tutto tutto lui e vaccini, eppure esponenti della Lega im-

portanti si sono vaccinati e stanno lavorando per i loro conterranei si vaccinino. Penso a Zaia, il nostro Fugatti, il presidente del Friuli, e tanti altri...” “Già, ma loro non si sono laureati al bar...loro si sono laureati a suo tempo in università serie... e allora che si può fare per andarcene fuori...” osa l’Abele che neanche sa cosa sia l’università. “Allora io spero che quando uscirà l’obbligo di avere il green pass per andare al ristorante, al supermercato, in albergo, all’estero, il green pass sia obbligatorio anche per i comizi dei politici e soprattutto per andare in Parlamento...(o in Consiglio Provinciale), ma come, per stare a tavola occorre il green pass e per stare in circa 900 nell’aula del Parlamento o del Senato ( o 35 in Consiglio Provinciale), ci si può stare senza? Liberi tutti? Questa è un’infamia, diano il buon esempio...il green pass per la povera gente, il green pass anche per i lavoratori, il green pass dev’essere obbligatorio anche per i deputati (anche se come lavoratori non sono un gran che!), in caso non lo facessero dovrebbe intervenire la magistratura, che poi sarebbe anche l’occasione per salvarsi dalla legge di riforma della Giustizia...e poi, sia chiaro a tutti, se un non vaccinato si ammala di Covid e lo si cura all’ospedale, non capisco perché io, tutti, la comunità dobbiamo pagare il costo per le cure per un untore...se l’è cercata, ne paghi le conseguenze...” Il sindaco Filippo conclude così, quasi senza fiato, il suo ragionamento niente male, condiviso da tutti compresi quelli che non l’hanno del tutto capito...a me non resta che passare la mano a voi perché facciate le vostre considerazioni. Mai come stavolta il Sindaco Filippo ha parlato come un libro stampato!!! Bravo.


Porto franco

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Oltre cento hotel in vendita o all’asta

Se la sanità piange, il turismo non ride Tanti sono in vendita per ragioni varie (cambio generazionale ecc.). Nel caso delle aste però si tratta di una vera e propria svendita. Un paio di esempi: in val di Sole un complesso alberghiero con 116 camere, che sul mercato vale 8 milioni, è stato acquistato per 2 milioni 900 mila euro; un altro valutato 4 milioni è finito in mani nuove per 2 milioni 250 mila euro. Perché siamo arrivati a questa situazione disastrosa? Il Covid con la chiusura forzata (praticamente nell’estate scorsa e tutto l’inverno) ha dato una mazzata, facendo crollare bilanci ed schiacciando gli hotel con esposizioni bancarie insostenibili. Ma non è solo questione di Covid. Tanti hotel erano in difficoltà anche prima della pandemia. Ci sono ragioni riconducibili alla gestione ed alle difficoltà di certe strutture a stare sul mercato, alla politica

di Ettore Zampiccoli In Trentino se la sanità piange, il turismo di certo non ride. Per la sanità basta sfogliare i giornali delle ultime settimane e bene si comprende la crisi che ha investito il settore. Per il turismo la dice lunga la notizia bomba confezionata dal giornale l’Adige: in Trentino oltre cento hotel sono in vendita o all’asta. Si tratta di un vero e proprio “sboom”, del delle banche, a promozioni insufficienti. Per capire meglio sarebbe utile un’indagine approfondita sulle cause. In attesa che qualcuno approfondisca, qualche considerazione è però opportuna. La prima è questa: già lo scorso anno, alla luce degli scenari possibili, sarebbe stato auspicabile un Piano straordinario per salvare gli alberghi. Più voci si erano alzate per chiederlo. Se si fosse intervenuti uno o due anni fa forse la situazione sarebbe meno drammatica. Ora l’assessore all’industria Spinelli ha messo sul piatto 25 milioni per aiutare gli alberghi in difficoltà. Bene. Ma le dif-

ficoltà del turismo arrivano da molto più lontano. Covid a parte, che cosa è mancato? Come abbiamo detto ci vorrebbe un’analisi serie e approfondita anche per evitare così errori di programmazione per il futuro. Forse può aiutare anche un paragone con l’Alto Adige. Qualche cifra: in Alto Adige gli alberghi sono circa 3.900 con 151 mila posti letto, gli alloggi privati 3.200 con 25 mila posti letto e in totale l’extralberghiero fa 76 mila posti letto. In Trentino gli hotel sono poco più di 1.400 con 92 mila letto, gli alloggi privati 25 mila con 114 mila posti letto, le seconde case 42 mila con 199 mila

resto nell’aria già da mesi e periodicamente preannunciato dal past presidente degli albergatori Natale Rigotti. Ora il “nodo” profetizzato da Natale Rigotti presenta il conto. E non è poco se si pensa che cento alberghi sono poco meno del 10 per cento di quelli presenti sul territorio. Occorre precisare: non tutti gli hotel sono all’asta. posti letto. Cosa significa questo raffronto? Vuol dire che in Alto Adige è prevalsa in questi anni la cultura dell’ospitalità, che ha favorito la crescita del settore alberghiero. In Trentino ha avuto invece un forte peso la cultura della residenzialità, legata poi ad interessi immobiliari non secondari, che ha fatto crescere a dismisura le strutture ricettive extra alberghiere. Questo ha portato ad uno sbilanciamento tra settore alberghiero e settore extra alberghiero, Basti pensare agli alloggi turistici, che da soli fanno 114 mila posti letto ( in Alto Adige sono 25 mila ) o alle seconda case, cresciute come funghi, con 199 mila posti letto. Dietro queste cifre trentine ancora una volta sta il dilemma: turismo di qualità o di quantità? Gran parte dell’extra alberghiero, proprio per la natura e per i modesti servizi offerti, significa prezzi bassi e clientela medio-bassa, significa una concorrenza forte verso gli alberghi e la ristorazione, significa una scarsa ricaduta economica sul territorio. Chi a livello politico in passato ha scritto i percorsi del turismo trentino for-

se ha sottovalutato questi aspetti. Basti pensare al proliferare di seconde case (199 mila posti letto), giustamente bloccate qualche anno fa dall’ex assessore Mauro Gilmozzi. Ma anche oggi non si rema verso la qualità. Ci sono un paio di recenti provvedimenti che lo dimostrano. Ci siamo inventati i condhotel, ovvero la possibilità per gli alberghi di trasformare una parte delle stanze dell’hotel in alloggi turistici o comunque di gestire, da parte dell’hotel, degli alloggi turistici vicini all’hotel stesso. Ce n’era proprio bisogno? E l’assessore Tonina dal canto suo nell’agosto scorso ha permesso ai Comuni di trasformare un dieci per cento della volumetria residenziale in appartamenti e alloggi turistici. Indirettamente un altro colpo basso agli hotel ed alla qualità del turismo e dei clienti. Per fortuna non tutti i Comuni (vedi Pinzolo, Arco, Riva e altri turisticamente importanti) hanno recepito questa norma. Poi a mettere il turbo agli appartamenti turistici è arrivato anche il fenomeno Airbnb, player definito il più grande affittaca-

mere del mondo (prima del Covid ogni notte nel mondo un milione di turisti soggiornava in strutture proposte da Airbnb ). Parliamo di Airbnb ma in effetti le piattaforme similari sono una decina. Che peso ha Airbnb in Trentino? Forse nessuno lo sa esattamente. Peraltro una breve indagine su Rovereto permette di accertare che il costo medio di strutture tipo Airbnb è per notte/persona di circa 17/20 euro. L’università di Venezia, per conto della Regione, ha realizzato tempo fa una interessante ricerca: i turisti tipo Airbnb spendono mediamente al giorno 30/40 euro, quelli degli hotel 150/180 euro. Non c’è bisogno di commenti. Proprio in Veneto si stanno valutando provvedimenti utili per arginare questi fenomeni, prevedendo anche per gli alloggi turistici alcuni parametri essenziali (superficie della stanza, sicurezza, igiene ecc.). Non è possibile che chi dispone di un divano in casa propria possa diventare un operatore turistico! Come uscire da questa spirale, che avvita il turismo trentino verso il basso non è facile e ci vorrà del tempo. Sicuramente ci vuole un ripensamento della politica turistica, cosa non facile in questi tempi. Intanto sarebbe già buono e sufficiente cominciare a dare una regolata agli alloggi privati, come stanno facendo appunto Veneto e Toscana.


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Economia

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A Borgo Chiese

Alpicapital, una nuova società dedicata alle rinnovabili A Condino, nello stabilimento che fu della “Legno Più Case” (esperienza finita malinconicamente) oggi c’è un gruppo che a dispetto della localizzazione periferica ha saputo entrare nel mondo della globalizzazione. Si tratta di BM Group: BM dalle iniziali del fondatore, Mirko Bottini, diploma (orgogliosamente rivendicato) all’Enaip di Tione, idee chiare e coraggio da vendere. Non lo si dice per incensare, ma se parti da un paese della valle del Chiese, al confine dell’impero, e riesci ad inserirti nel mercato dell’automazione industriale e della robotica, significa che hai dei numeri. Se poi, ci metti pure investimenti nelle energie rinnovabili, attraverso l’acquisto e nella realizzazione di impianti fotovoltaici, di centrali idroelettriche e di impianti eolici...Oggi BM Group ha qualcosa come duecento collaboratori e ha creato una serie di società che supportano un’attività capace di realizzare un fatturato che si aggira attorno ai sessanta milioni di euro, con interventi sotto vari paralleli e meridiani e con i piedi ben piantati sul terreno di più di un continente: dall’Europa alle Americhe. Alpicapital è l’ultima scommessa di Bottini. Metà luglio 2021: Mirko Bottini non c’è. ha lasciato i suoi collaboratori a raccontare la nuova impresa. Si chia-

di Giuliano Beltrami Energie rinnovabili. Ormai la “transizione ecologica” è diventata lo slogan del momento, e speriamo non solo lo slogan. Tanto che il governo Draghi le ha dedicato pure un ministero. Le stanno dedicando incontri internazionali del G20 (gli Stati più importanti del mondo), del G7 (il salotto buono del G20). L’Unione europea si sta impegnando molto sull’argomento, anche perché si è capito (per molti si è capito troppo tardi) che il cambiamento climatico è una via senza uscita. Basti pensare al disastro di luglio che ha colpito Germania, Belgio ma Alpicapital ed è una società per azioni ambiziosa. E’ partita nel maggio del 2020 fra due soci: BM (90% del capitale sociale di 500.000 euro) e uno che le imprese le aveva viste per qualche decennio dall’altra parte della scrivania: Davide Donati, fino al maggio dell’anno scorso direttore della Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella. A maggio 2020 la svolta. Le strategie del credito cooperativo italiano e trentino sono chiare: fusioni, fusioni e ancora fusioni. E’ così che nell’autunno 2019 si sono fuse prima Adamello Brenta con Val Rendena e Pinzolo, poi, in rapida successione, Adamello con Giudicarie Valsabbia Paganella. Spazio per Donati non ce n’era più, come del resto per i vertici della più grossa, GVP, perciò Donati lascia. Per poco tempo. Anzi, per poche ore. E’ lo stesso ex direttore a raccontare che “l’8 maggio 2020, giorno delle mie dimissioni, mi ha chiamato Mirko per propormi di lavorare assieme.

In fondo non era una telefonata inaspettata, perché con Mirko avevamo lavorato bene come Cassa Rurale”. L’avventura inizia così, ma lo abbiamo detto, è ambiziosa. Meno di un anno dopo i due pensano di fon-

e Olanda, flagellate dalle alluvioni che si sono portate via paesi e città, mietendo vittime come si miete il grano. Tutti (a dire il vero tutti è una parola grossa) diciamo tanti, parlano di energia rinnovabile e di sviluppo sostenibile. L’Unione europea dice addirittura che nel 2035 potrebbe accadere che si vietino i motori a benzina e diesel in favore dell’elettrico. Sembra un progetto utopistico, anche se l’uomo ha sempre dimostrato un istinto di conservazione che lo ha salvato più volte dalle catastrofi. Sarà ancora a tempo stavolta?

dare una società per azioni, attingendo a capitali trentini e bresciani. E dove attingere se non a chi conosci? Viene costituita una società di 17 soci. Entrano così BM Group con il 20%, fra gli altri il gruppo Feralpi (11% delle azioni attra-

verso la controllata Feralpi Farm), Aelle Immobiliare (11%, della famiglia di Andrea Niboli, Gruppo Silmar), la Dall’Era Valerio di Sabbio Chiese, HSO di Roè Volciano, Solideng di Darfo Boario Terme. I trentini: Nuova Saimpa

di Borgo Chiese, CMV di Sella Giudicarie, Eneretica di Storo, OMB di Stenico e Solesco di Taio. Coinvolti anche alcuni noti professionisti giudicariesi, fra cui Paolo Beretta (manager di Borgo Chiese), Valter Paoli (ingegnere di Tione, presidente della Geas, la società in house di comuni giudicariesi e non) e Giorgio Rossi (ingegnere pure lui, presidente del Consorzio Elettrico di Storo). Capitale sociale di 4 milioni, più un finanziamento soci di 8 milioni, che permetteranno di investire nei prossimi tre anni, entro il 2024 (facendo leva finanziaria) 50 milioni di euro. Per l’occasione sono state costituite sei società. Essendo figlie di Alpicapital, potevano non chiamarsi con nomi di montagne alpine? Bianco, Monviso, Rosa, Cervino, Ortles e Bernina. Si vuole andare in fretta, ma come afferma il vicepresidente Giovanni Pasini (Feralpi), “siamo indietro, nonostante le dichiarazioni europee di abbattere del 55% le emissioni di CO2 entro il 2030 e totalmente entro il 2050”. Tanto per cominciare, la nuova società ha già lanciato alcuni progetti: fotovoltaici ad Ancona e nel Lazio. Poi si andrà pure nel resto d’Italia, con preferenza per il meridione, dove il sole brilla più che da noi.


Turismo

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La Giunta provinciale e l’emergenza economica causata dalla pandemia Un insieme coordinato di misure con le quali si sono poste le basi del rilancio della nostra economia nella fase post-pandemia. Il portale #riparitrentino è la “casa” di tutti i numerosi interventi di sostegno alle attività economiche elaborate dal nostro territorio in risposta al Covid-19. Le risorse, naturalmente, sono un tema centrale. La Giunta provinciale si è adoperata da subito per mettere insieme il più ampio spettro di risorse con l’obiettivo di ampliare e rendere ancora più capillare l’intervento dello Stato centrale. La manovra provinciale dell’aprile scorso assegnato a imprese e lavoratori 500 milioni di €, 220 milioni di € dei quali di risorse provinciali. Tra le misure provinciali più rilevanti ci sono senza dubbio i contributi a fondo perduto 2021 a sostegno delle attività economiche danneggiate dal Covid-19 nel periodo invernale. Un sostegno importante che ha dimostrato di essere concreto, efficace e tempestivo. Nel dettaglio, gli aiuti sono destinati alle imprese e ai lavoratori autonomi che hanno perso il 30% del fatturato nel periodo dal 1 novembre 2020 al 30 aprile 2021 rispetto al corrispondente periodo della stagione 2018/2019. Due le modalità di sostegno che tanti operatori hanno già avuto modo di conoscere: una per le imprese e gli operatori professionali più piccoli, su base forfettaria di 4.000 euro e 6.000 euro, l’altra per le imprese e operatori più grandi, ai quali è corrisposto un sostegno calcolato sui costi fissi sostenuti per un contributo massimo di 40.000 euro. Il termine ultimo per le domande è il 31 agosto 2021, quindi consigliamo a tutti di contattare il proprio commercialista per effettuare la domanda visti i tempi molto rapidi di risposta. Del resto i numeri di luglio ci parlano di circa duemila domande evase, con pagamenti rapidissimi in 72 ore dalla presentazione della domanda, una tempistica mai vista prima. Ma non solo, con orgoglio occorre rimarcare come il Trentino sia il primo e unico in Italia ad erogare aiuti

di Roberto Failoni* Sappiamo quanto la pandemia da Coronavirus abbia colpito duramente il tessuto economico trentino e in particolare alcuni settori, come il turismo, la ristorazione e i servizi in generale, dei comparti che sono una parte importantissima dell’economia del Trentino. In questo quadro drammatico, non è mai mancata la coagli operatori economici, avendo superato nei fatti anche gli annunci dei cugini altoatesini. Sempre nell’ambito della manovra, un altro intervento straordinario ha interessato i lavoratori stagionali dei settori del turismo, degli stabilimenti termali, degli impianti a fune e, nelle aree del territorio provinciale a prevalente vocazione turistica, del commercio, occupati con contratto di lavoro a tempo determinato, intermittente a tempo determinato o in somministrazione. A tali lavoratori - collaboratori che sono fondamentali per l’offerta del nostro territorio - è riconosciuto, in base ai requisiti, un sostegno una tantum, il cui importo varia da 800 euro, 1.000 euro o 1.500 euro, in base al numero di giornate lavorate nella stagione invernale scorsa. Grazie ad una recentissima modifica normativa ottenuta dai nostri deputati trentini in Parlamento sarà possibile erogare tali compensi esentasse, pertanto sarà integrata la differenza tra lordo e netto a chi ha già ottenuto l’indennità nelle scorse settimane. La Giunta provinciale si è inoltre preoccupata di accompagnare nel migliore dei modi gli interventi nazionali, un ambito nel quale sono stati previsti interventi per i lavoratori in difficoltà, sostegni per le aziende e le risorse del Fondo montagna rivolte ad aiutare gli impiantisti, i maestri di sci e gli operatori economici che

insistono sulle aree sciistiche, un risultato quest’ultimo che cuba circa 150 milioni di € per il Trentino raggiunto grazie al coordinamento tra le

stante attenzione da parte dell’amministrazione provinciale che si è attivata fin da subito per elaborare le azioni più efficaci, al fine di sostenere le imprese e i lavoratori danneggiati, e per costruire una risposta efficace ed esauriente del sistema Trentino al protrarsi delle criticità.

Regioni dell’arco alpino che ha visto la nostra Provincia come protagonista. Ma non è finita qui. In questo ampio programma a favore di imprese e con-

tribuenti trovano spazio anche misure di natura fiscale e ulteriori interventi per rilanciare l’economia e gli investimenti. Pensiamo alle risorse per il

rafforzamento della promozione turistica e industriale, alle misure per la riqualificazione delle strutture del settore vitivinicolo ed enoturistico, al completo finanziamento dei Bandi Qualità in Trentino, senza dimenticare gli incentivi straordinari per le assunzioni a tempo indeterminato e altro ancora. Come abbiamo visto, sono davvero numerosi i sostegni che formano la risposta del Trentino all’emergenza pandemica e consentono al nostro territorio di affrontare con slancio la ripartenza. Con queste basi possiamo guardare insieme, con positività, alla stagione estiva in corso e al prossimo autunno-inverno, nel quale la Provincia autonoma di Trento condurrà ogni sforzo per tutelare il sistema economico trentino, le sue aziende e i suoi lavoratori. *Assessore all’artigianato, commercio, promozione, sport e turismo della Provincia autonoma di Trento


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Territorio

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Fiavè, il nuovo Parco Archeo Natura è realtà di Denise Rocca A presentare l’allestimento e le attività del nuovo percorso all’aria aperta che completa e arricchisce il Museo delle Palafitte, nel centro di Fiavè, è stato Franco Marzatico, archeologo e soprintendente per i beni culturali che ha elaborato il concept del parco e ha portato avanti il lavoro di Perini. «Le palafitte di Fiavé sono uno fra i più importanti e spettacolari insediamenti della preistoria europea» ha sottolineato. Il parco fiavetano si estende per 12mila metri quadrati, in un’area che è al contempo riserva naturale e spazio archeologico, dal 2011 Patrimonio mondiale dell’umanità. Qui si possono ancora vedere i resti delle palafitte spuntare dal lago che le ha conservate per 3.500 anni. Un labirinto circolare di pali di larice e castagno, che riprende la decorazione di un vaso dell’età del Bronzo rinvenuto durante gli scavi nella torbiera, apre la visita che prosegue su una passerella sospesa sull’acqua e nelle capanne ricostruite sulla base dei dati e delle ipotesi degli archeologici. Pannelli informativi e installazioni ricordano la vita del villaggio e illustrano le occupazioni quotidiane dei preistorici. Tutto è strettamente correlato alla ricchezza di manufatti ritro-

È arrivato il taglio del nastro per il Parco Archeo Natura di Fiavè, salutato da una folla di gente e un ricco parterre di ospiti istituzionali accolti dalla sindaca Nicoletta Aloisi che per la giornata ha riservato anche una sorpresa al pubblico. «Il Consiglio comunale di Fiavè - ha annunciato - ha approvato all’unanimità la proposta, da condividere con la Provincia, di intitolazione dell’intero patri-

vati a Fiavè nel corso degli scavi e dello studio del sito: una parte sono conservati nel Museo delle Palafitte, in paese, dove si trovano esposte numerose testimonianze della vita quotidiana dell’età del Bronzo, fra i quali diver-

Il Giornale delle Giudicarie mensile di informazione e approfondimento

Anno 19 n° 8 agosto 2021 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Presidente: Oreste Bottaro Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Coordinatore di Redazione: Denise Rocca Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Denise Rocca Hanno collaborato: Gianni Ambrosini, Achille Amistadi, Adelino Amistadi, Virginio Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Giuliano Beltrami, Dario Beltramolli, Giacomo Bonazza, Alberto Carli, Massimo Ceccherini Podio, Francesca Cristoforetti, Chiara Garroni, Enrico Gasperi, Marco Maestri, Mariachiara Rizzonelli, Tiziano Salvaterra, Alessandro Togni, Ettore Zampiccoli, gli studenti dell’Istituto Guetti Per la pubblicità 3356628973 - 338 9357093 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3286821545) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 28 luglio 2021 da Athesia - Bolzano Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129

si oggetti in legno conservati grazie all’azione protettiva dell’acqua. Il Museo propone un’esperienza immersiva grazie anche alla presenza di un plastico che restituisce l’idea dell’ultima fase di vita del villaggio palafitticolo Fiavé 6, che viene ora proposta anche a grandezza naturale nelle ricostruzioni del Parco Archeo Natura. «La scelta consente di proporre al pubblico precisi spaccati di vita quotidiana del II millennio a.C. che hanno una stretta connessione con la realtà emersa durante le ricerche - ha spiegato l’archeologo Franco Marzatico -. In questo modo è possibile conferire al parco di Fiavé una forte, specifica connotazione, basata proprio sull’attinenza, il più possibile “filologica”, con i dati di scavo del luogo. Questa stretta relazione permetter di distinguere nettamente gli allestimenti di Fiavé da quelli realizzati in altri siti dove sono state pure riedificate palafitte, come la vicina Ledro o altri siti europei». L’inaugurazione del Parco Archeo Natura è un giorno storico per Fiavè al quale ci si preparava da anni. «Fin da giovane - ha ricordato la sindaca Aloisi rimasi affascinata dagli scavi archeologici, dalla riscoperta della memoria storica della nostra civiltà, sentivo l’or-

monio archeologico a Renato Perini perché rimanga sempre vivo il ricordo del maestro, padre delle Palafitte di Fiavé». Museo delle Palafitte e Parco Archeo Natura di Fiavé Renato Perini, così si chiamerà il complesso culturale e archeologico fiavetano, in onore dello studioso che per primo avviò, negli anni Sessanta, le ricerche archeologiche nella torbiera.

goglio di questa unicità, di quei continui ritrovamenti presentati con tanta passione dal maestro Perini nelle serate informative per i paesani e gli ospiti. In quegli anni i quotidiani riempivano le pagine con articoli, foto sui preziosi ritrovamenti, interviste a Peri-

ni, ai politici che fin da subito, riconosciuto l’alto valore dei ritrovamenti e delle ricerche, promettevano la realizzazione di un Museo e di un parco preistorico in loco. Ricordo anche in quel periodo il ruolo propositivo, stimolante e determinante nei confronti delle

istituzioni per una concreta valorizzazione delle palafitte del professore Graziano Riccadonna sia come presidente del gruppo culturale sia come consigliere comunale». All’appuntamento con l’inaugurazione c’erano gli assessori provinciali alla cultura Mirko Bisesti, agli enti locali Mattia Gottardi e al turismo Roberto Failoni, il presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder, il vicepresidente provinciale Mario Tonina e il presidente di Apt Garda Dolomiti Silvio Rigatti. «È un momento importante - ha sottolineato Tonina -. Che corona un percorso durato tanti anni nel quale la comunità di Fiavè in primis ha creduto e la Provincia ha investito molte risorse. Si creano delle opportunità ora per un distretto culturale, ambientale e turistico di grande valore. Credo che unito al riconoscimento di Patrimonio Unesco, di cui ricorre il decennale, è tempo adesso di crederci e lavorare su un’adeguata promozione perché siti come questi sono delle eccellenze uniche che catalizzano l’interesse dei visitatori. Credo che ci saranno molte opportunità, magari anche per qualche iniziativa nuova, di giovani, ai quali consegniamo il futuro di questo parco e museo per il quale Franco Marzatico e tante persone hanno lavorato con grande impegno e competenza».

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LA NOCICOLTURA DA FRUTTO NELLE GIUDICARIE ED IN TRENTINO. OPPORTUNITA’ IMPRENDITORIALE E SVILUPPI ECONOMICI.

SABATO 14 AGOSTO 2021 ORE 10.00 Presso la sede di CO.P.A.G. sca Dasindo - via G. Prati, 1 – Comano Terme

PROGRAMMA del CONVEGNO, APERTO A TUTTI GLI INTERESSATI: 

CONFRATERNITA DELLA NOCE DEL BLEGGIO

ASPETTI AGRONOMICI E TECNICHE COLTURALI

MERCATO ED OPPORTUNITA’ COMMERCIALI

VALUTAZIONE E PIANIFICAZIONE ECONOMICA

Pranzo organizzato dall’Associazione Festa dell’Agricoltura – Palio dei 7 Comuni (sarà richiesto un piccolo contributo di € 7,00 a partecipante) 

VISITA AD UN FRUTTETO DI NOCI IN PRODUZIONE (ore 15.30)

Il convegno si svolgerà all’aperto, sotto le tettoie di Co.P.A.G. sca. Durante la manifestazione verranno adottate tutte le disposizioni in materia di contenimento della diffusione dell’emergenza Covid-19.


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Rubrica salute

AGOSTO 2021

Quasi un chilo e mezzo di batteri lavorano nel nostro intestino

Diverticolosi, la malattia di Francesco di Gianni Ambrosini - oncologo Allora questa volta parliamo di diverticoli, che riguardano l’ultima parte dell’intestino crasso, quello che termina nel retto. Non c’entra nulla lo stomaco, come quel povero giornalista vaticanista che il giorno del ricovero del papa, sorpreso dalla notizia, aveva confusamente affermato. L’argomento è un po’ pesante però dobbiamo chiamare le cose col loro nome altrimenti non ci capiamo. Tutto quello che mangiamo si dice che viene digerito e alla fine del percorso eliminiamo la cacca, che non è altro che il residuo, tutto quello che non serve più. Il percorso è lungo e ci vuole del tempo per farlo tutto e non sempre riesce bene, perché possiamo avere quella che si chiama una digestione difficile. Diciamo che un boccone partendo dalla bocca attraversa l’esofago, arriva nello stomaco vi si ferma per un po’, poi passa nell’intestino tenue dove le cose si complicano molto ma alla fine avviene la selezione più raffinata e si assorbono tutte le sostanze nobili; si arriva finalmente nel grosso intestino dove ci sono milioni di batteri che lavorano per noi, selezionano gli scarti, ne ricavano prodotti per noi indispensabili come alcune vitamine, aiutano il sistema immunitario, aiutano le funzioni di riassorbimento dell’acqua e fanno molte altre cose che stiamo scoprendo negli ultimi anni: tutti questi batteri, quasi un chilo e mezzo, si chiamano microbiota. Ma non è finita perché quello che resta, la cacca, deve essere eliminato. Ed è qui che che le cose possono complicarsi. Siamo nella parte terminale del grosso intestino, quello che chiamiamo retto. È sempre ben chiuso perché c’è un muscolo che si chiama sfintere che si contrae su nostro comando e impedisce che la cacca venga fuori, se non quando noi vogliamo perché avvertiamo lo stimolo impellente. Ma c’è un altro sfintere più interno che non è comandato da noi, ma si apre automaticamente e che collabora strettamente con lo sfintere esterno, come se si parlassero. Manda dei piccoli messaggi di prova, anche dei messaggi di gas che decidiamo noi se far

Siamo abituati alla visione delle persone importanti e simboliche come fisse, incorruttibili, ferme nella loro iconografia. E quando vengono colpite da eventi che quotidianamente riguardano le persone comuni, allora le avvertiamo più fragili, più umane, più vicine come se fossero della nostra stessa famiglia. La sofferenza riduce le distanze fra le persone e magnifica i sentimenti che diventano più veri e più immediati. uscire o no perché valutiamo l’ambiente, gestiamo la situazione, perché potremmo anche trovarci non in un momento propizio e allora rimandiamo. E rimandiamo: non ci piace il posto, il bagno non è pulito, siamo nel mezzo di una riunione; le situazioni sono tante. Pensate a quello che succede fra i due sfinteri; litigano, non sono più coordinati, la pressione locale aumenta, la pancia brontola, la parte a monte dell’intestino che si chiama sigma e che era già pronta a liberarsi del carico di residui del pranzo del giorno prima spinge, si sfianca, si gonfia e se la cosa si ripete perde l’elasticità delle pareti ed è allora che si creano dei piccoli recessi, delle piccole estroflessioni, i diverticoli appunto; pensate come a delle piccolissime lampadine. Dai e dai se ne creano uno, due, tre, tanti e danno fastidio. Dapprima il mal di pancia generico, poi dolori importanti, poi le cure perché insorge la diverticolosi e poi interviene il nostro sistema immunitario che nel tentativo di riparare la regione malata esagera e provoca un indurimento fibrotico che non fa più progredire la cacca in modo ordinato; perché l’intestino non è più morbido ed elastico. Si soffre, non vale più la regola del terzo giorno; non si sa più cosa mangiare; si vive male e la soluzione alcune volte è quella dell’intervento. E mi viene da chiedere ci sediamo in maniera corretta sul water? Lasciamo perdere quelle volte che quando siamo fuori casa facciamo il giro al water con chilometri di carta igienica e stiamo attenti a non sfiorare la tazza. Ma esiste anche un problema di posizione, perché quando siamo in piedi o in posizione seduta esiste un muscolo che stringe l’intestino e lo tira da una parte come per creare una strozzatura che rafforza la posizione degli sfinteri. Quindi seduti sul water non favoriamo il rilasciamento di

questo muscolo, la strozzatura rimane e la pressione aumenta con le conseguenze che conosciamo. La posizione che rilassa completamente il muscolo, che raddrizza l’intestino e che fa defluire le feci molto più liberamente è la posizione accovacciata. Eureka: il bagno alla turca ! Il water è un’acquisizione moderna, da che mondo è mondo l’abbiamo sempre fatta accovacciati. Pensate che quando i piemontesi il secolo scorso fecero l’inventario della reggia di Caserta non c’erano le tazze e di fronte al bidet della sala da bagno della regina scrissero : “oggetto a forma di chitarra di incerto significato !!!” Quindi seduti sul water ma “accovacciati” magari con uno sgabello sotto i piedi per

“Come ? Francesco si è ricoverato per operarsi? Nello stesso ospedale, nella stessa stanza, nello stesso piano dell’altro papa che tanto aveva sofferto.” Il papa ha i diverticoli che gli hanno provocato la diverticolosi, che gli ha ristretto l’intestino. Allora è come me che “devo stare attento quando mangio la frutta coi semi”, mi ha detto un mio paziente molto meravigliato di una simile evenienza.

flettere meglio le gambe. È il modo più corretto per ridurre il rischio di emorroidi e diverticoli, perché l’ultima parte dell’intestino si raddrizza, le feci progre-

discono molto facilmente, diminuisce la pressione e gli sfinteri lavorano in sintonia. Avrete sicuramente letto che Francesco è stato inizialmente operato in laparoscopia ma che poi l’intervento è stato completato in aperto. Cioè a dire che le tecniche di intervento sull’intestino a tutt’oggi si fanno con dei semplici buchi attraverso cui con degli strumenti particolari si porta via la parte malata da operare. Il vantaggio è che non essendoci il taglio, come una volta, si guarisce prima, non si hanno complicanze, le funzioni intestinali riprendono in

fretta e si soffre di meno. Qualche volta però bisogna ricorrere al taglio classico dell’addome perché il campo operatorio non è ben controllabile. Comunque Francesco ha superato brillantemente l’intervento, l’analisi anatomica del pezzo asportato non ha evidenziato problemi, ha ripreso ad alimentarsi normalmente, e sicuramente gli avranno raccomandato di bere acqua in abbondanza, di mangiare fibre tutti i giorni e magari di adottare alcuni accorgimenti per mantenere in salute il suo sistema digestivo.

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Azienda sanitaria

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116 117: il nuovo numero per contattare la Guardia medica e prenotare le ambulanze per i trasporti programmati La Centrale operativa integrata 116117 gestisce anche i trasporti sanitari non urgenti, dalla prenotazione del viaggio al coordinamento dei mezzi. Alla chiamata del cittadino risponde un operatore tecnico che, dopo aver raccolto generalità e localizzazione, analizza la richiesta dell’utente per indirizzarlo al servizio più adeguato. La centrale è completamente informatizzata con un software che permette la registrazione e la tracciabilità delle comunicazioni oltre ad un collegamento attraverso cellulare e ta-

A

nche in Trentino è arrivato 116117, il numero per chi ha bisogno di cure mediche non urgenti attivo su tutto il territorio trentino dalla fine di giugno. Tramite il numero unico europeo 116117 si accede rapidamente al servizio di continuità assistenziale e si vieblet per la gestione del paziente da parte del medico di guardia medica. In caso di necessità è disponibile anche un servizio di interpretariato telefonico in 14 lingue e prossimamente verrà attivato un servizio per l’accesso da parte di audiolesi. Il 116117 è attivo 24 ore su 24, sette giorni su sette, e può essere chiamato gratuitamente da telefono fisso o mobile.

NUOVO NUMERO UNICO 116117 è il numero unico europeo per l’accesso alle cure mediche non urgenti e ad altri servizi della sanità trentina. CHIAMA IL 116117 PER contattare la guardia medica ricevere informazioni sulla guardia medica turistica prenotare le ambulanze per i trasporti non urgenti LE CHIAMATE SONO GRATUITE DA TELEFONO FISSO E MOBILE Ricorda: per le URGENZE sanitarie chiama il numero 112 o utilizza l’App “Where are U”

7 giorni su 7

ASSISTENZA SANITARIA NON URGENTE PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

Aperte le iscrizioni ai corsi di laurea delle professioni sanitarie: disponibili 225 posti per cinque corsi C’è tempo fino a lunedì 17 agosto per iscriversi ai corsi di laurea triennali delle professioni sanitarie. Per l’anno accademico 2021/2022 il Polo universitario delle professioni sanitarie di Trento – in collaborazione con l’Università di Verona – ha attivato cinque corsi di laurea, per un totale di 225 posti disponibili. Per la laurea in infermieristica sono disponibili 140 posti, per quella in fisioterapia 25, per il corso di laurea in tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro 20, per quello in tecnica della riabilitazione psichiatrica 20 e per il corso di laurea in igiene dentale 20. Si tratta di percorsi formativi e professioni che richiedono elevate competenze, arricchiscono dal punto di vista umano, portano a lavorare con persone di tutte le età, sane e/o malate, e che non conoscono la parola «monotonia». Le professioni sanitarie offrono grandi opportunità di lavoro immediatamente dopo la laurea e la possibilità di proseguire con la formazione: laurea magistrale, master, dottorato di ricerca. Le professioni sanitarie offrono opportunità di sviluppo professionale e carriera nella clinica, nella formazione, nella ricerca e nell’organizzazione. I laureati trovano opportunità lavorative all’interno di ospedali, cure domiciliari, ambulatori pubblici e privati, strutture per la

riabilitazione ed enti o aziende che si occupano di promozione e tutela della salute pubblica negli ambienti di vita, lavoro e prevenzione ambientale. In base agli ultimi dati Alma Laurea e Istat, tra le lauree triennali a un anno dalla laurea i migliori esiti occupazionali si riscontrano proprio per i corsi delle professioni sanitarie con una percentuale che arriva al 98,9% di occupati. In particolare, per i laureati del Servizio Polo universitario delle professioni sanitarie i dati raccolti evidenziano ottime prospettive lavorative: il tasso di occupazione ad un anno dalla laurea in igiene dentale è del 92%, in infermieristica è del 99%, in fisioterapia del 96%, in tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro del 72% e, infine, per Tecnica della riabilitazione psichiatrica del 77%. La domanda di iscrizione va fatta online sul sito dell’Università degli studi di Verona ed è necessario avere lo SPID (https://www.univr.it/it/iscrizioni). Il test di ammissione, unico per tutti i corsi di laurea, sarà il 14 settembre. La Provincia autonoma di Trento organizza un webinar gratuito di 16 ore per la preparazione al test dal 30 agosto al 2 settembre. Informazioni e iscrizioni (entro il 17 agosto) al link: Corsi delle professioni sanitarie 2021/2022. Seminario propedeutico - Trentino Salute

ne messi in contatto direttamente con la guardia medica più vicina. Il 116 117 fornisce anche informazioni sulla guardia medica turistica, le farmacie di turno e altre informazioni sanitarie che verranno progressivamente implementate.

Informazioni Continuità assistenziale guardia medica) Negli orari di apertura del servizio (tutte le notti dalle 20 alle 8; sabato, domenica e festivi dalle 8 alle 20; prefestivi dalle 10 alle 20) gestisce tutte le richieste per il Servizio di continuità assistenziale. Le chiamate vengono processate da operatori tecnici adeguatamente formati che, con il supporto di applicativi tecnologici e algoritmi decisionali, valutano la richiesta dell’utente inoltrando alla Centrale operativa emergenza-urgenza di Trentino Emergenza i casi più gravi e al medico del Servizio di continuità assistenziale le richieste pertinenti. Assistenza sanitaria ai villeggianti (guardia medica turistica) Per il turista in vacanza in Trentino è il riferimento per l’assistenza sanitaria non urgente in orario diurno. Identificato il luogo di provenienza della richiesta, il personale della Centrale operativa integrata fornisce all’utente le informazioni necessarie (sede, recapiti, orari di apertura e modalità di prenotazione) per accedere al servizio di Assistenza sanitaria ai villeggianti (Guardia medica turistica).

Trasporti sanitari programmati Sostituisce l’attuale numero verde per la prenotazione di trasporti programmati in ambulanza. Il personale della Centrale operativa integrata valuta la pertinenza della richiesta e gestisce l’organizzazione dei trasporti sanitari programmati. Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì, festivi esclusi, dalle 8 alle 15. Informazioni sanitarie In questa prima fase fornisce indicazioni sulla modalità di accesso al medico di medicina generale e al pediatra di libera scelta (recapiti e orari dell’ambulatorio) e alle farmacie di turno. Per i non residenti è il numero da contattare per ricevere informazioni sui luoghi e gli orari della guardia medica turistica. A regime il servizio verrà implementato e fornirà info utili anche su altri ambiti: integrazione socio-sanitaria (assistenza non autosufficienti, Spazio argento, agevolazioni ecc.), anagrafe sanitaria (iscrizione al Servizio sanitario nazionale, Fascicolo sanitario elettronico, accesso ai servizi ecc.), consultorio familiare, reclami (modalità di accesso all’Urp) e molto altro.

Ospedale Tione: Gabriela Andrea Clementi è il nuovo primario di anestesia e rianimazione È la dottoressa Gabriela Andrea Clementi a guidare dal luglio scorso l’Unità operativa di anestesia e rianimazione dell’ospedale di Tione. Dopo oltre 13 anni di servizio nell’Azienda sanitaria trentina, prima all’ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto e dal 2017 all’ospedale Santa Chiara di Trento, la professionista è arrivata a dirigere una struttura complessa. Clementi si è laureata in medicina e chirurgia all’Università di Verona dove, nel 2005, si è specializzata in anestesia e rianimazione.


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Cultura

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Grandi nomi per la rassegna, spiccano Carlo Cottarelli, Erri De Luca, Luca Barbarossa, Stefania Auci

Trentino d’Autore torna a Comano Terme @comanodolomiti. Ma la rassegna segna il ritorno degli eventi culturali in presenza. Il salotto letterario ha aperto i battenti con l’economista Carlo Cottarelli, ex direttore del Fondo Monetario Internazionale, e il suo “All’inferno e ritorno.

TRENTINO D’AUTORE Dove i libri mettono radici… ��������������

PROGRAMMA 2021 TRENTINO D’AUTORE ����������������������������������������

Per la nostra rinascita sociale ed economica” (Feltrinelli) e Antonella Pergol con “ Eredità Luminosa” ( Women Plot). Il 7 agosto Ta Comano arriva Erri De Luca con “A grandezza naturale”, (Feltrinelli) e il 10 Mariapia Veladiano che propone “Adesso che sei qui” (Guanda editore) un delicato romanzo sulla nuova realtà di zia Camilla, caratterizzata dall’Alzheimer. In “ Soldati di sventura. Nella legione straniera dall’Alto Adige al Vietnam” (Athesia editore) si scopre con Luca Fregona, giornalista dell’Alto Adige, che anche l’Italia ha avuto il “suo” Vietnam. Come i francesi e gli americani. Dal 1946 al 1954 almeno 7 mila giovani italiani hanno combattuto in Indocina per la Francia con la Legione straniera contro il Viet Minh, l’esercito di liberazione del Vietnam. Erano ragazzi in fuga dalla fame, dalla miseria e dalle scorie tossiche della Seconda Guerra Mondiale e fra loro anche tre ventenni altoatesini. Il cantautore Luca Barbarossa, anche apprezzato speaker radiofonico, il 14 agosto porta il suo romanzo autobiografico “ Non perderti niente” ( Mondadori). E ci si immerge nel mondo dei cambiamenti personali tre giorni dopo, il 17 agosto,

Venerdì 30 luglio

Venerdì 20 agosto

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CARLO COTTARELLI �����������

Martedì 3 agosto

ANTONELLA PERGOL ���������������� ����������

Sabato 7 agosto

ERRI DE LUCA �������������������� �����������

con il libro “Accendere il buio, dominare il vulcano. Come trasformatele emozioni negative in preziose alleate” ( Mondadori) scritto da Alberto Pellai e Barbara Tamborini. Il 20 agosto è un volto televisivo, il vincitore di MasterChef Francesco Aquila, con “ My way. Zio Bricco che ricette” (Baldini e Castoldi) ad accompagnare il pubblico nei segreti di oltre cento ricette che attraversano lo stivale. E poi L’attore Enrico Ianniello, il Commissario Nappi nella serie televisiva “Un passo dal cielo” con un libro che fa rivivere a tragedia vissuta da una generazione in diretta televisiva di Alfredino Rampi, con il romanzo “Alfredino, laggiù” (Feltrinelli). Il fenomeno letterario Stefania Auci arriva a Comano il 27 agosto con il seguito di “I leoni di Sicilia”, ovvero “L’inverno dei leoni. La saga dei Florio”, romanzo

storico che segue le vicende della famiglia Florio tra la fine del XIX secolo e i primi decenni del XX. Il primo volume fu un caso editoriale nel 2019, oggi l’atteso seguito. E ancora storia, ma ben più recente, quella di “Solo” (Mondadori), romanzo del senatore Riccardo Nencini che ricostruisce un vivacce ritratto di Giacomo Matteotti. Gli ultimi due appuntamenti, a settembre, sono il primo con il giornalista Paolo Morando con “Eugenio Cefis. Una storia italiana di potere e misteri” (Laterza) che ricostruisce storia di una figura dibattuta e circondata da leggende come quella di Cefis nel centenario della sua nascita. E il secondo con Filippo Boni e il suo “L’ultimo sopravvissuto di Cefalonia” (Longanesi) con i ricordi di Bruno Bertoldi, 102 anni compiuti, che è rimasto l’ultimo a poter raccontare l’eccidio.

FRANCESCO AQUILA �����������������

Martedì 24 agosto

ENRICO IANNIELLO ����������������� �����������

Venerdì 27 agosto

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Martedì 10 agosto

Martedì 31 agosto

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RICCARDO NENCINI ���������

Venerdì 13 agosto

Venerdì 3 settembre

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LUCA FREGONA

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Sabato 14 agosto

LUCA BARBAROSSA ������������������� ���������

Martedì 17 agosto

ALBERTO PELLAI E BARBARA TAMBORINI

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PAOLO MORANDO �������

Mercoledì 8 settembre

FILIPPO BONI

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TRENTINO D’AUTORE SOLIDALE

ROSARIO SALA ��������������������

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������� ���������������������������������������������������������������������������� Nel rispetto delle norme di sicurezza anti-Covid ������������������������������������� �������������������������������������������� T. +39 0465 702626 - ����������������������������������������������

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2021

Trentino d’Autore torna ad accogliere libri, pensieri, scrittori e pubblico alle Terme di Comano. È consigliat a prenotazione, perchè i posti in sala sono limitati, e verrà mantenuta un’abitudine dal periodo Covid come la diretta streaming dalla pagina


Giudicarie in numeri

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Censimento Permanente della Popolazione: forze lavoro per cittadinanza italiana e straniera di Virginio Amistadi In questo numero riprendiamo i dati tratti dal Censimento Permanente della Popolazione 2019 relativi alle “Forze di lavoro” dandone una lettura per cittadinanza e concentrando l’attenzione sulle forze di lavoro occupate o in cerca di occupazione. I dati sono tratti dalla Rispetto a quanto già pubblicato nell’articolo del maggio scorso, riportiamo in tabella solo i dati relativi alle forze lavoro occupate o in cerca di occupazione, italiane e straniere, residenti in Giudicarie, nelle città di Trento e Rovereto e su tutto il territorio provinciale. Sebbene i dati presenti sul datawarehouse del censimento siano disaggregati per Comune, per questa volta abbiamo preferito, per i dati relativi a occupazione e disoccupazione, mantenere una esposizione per ambito territoriale onde evitare inutili esercizi di individuazione delle persone interessate. Questo in considerazione del fatto che in alcuni comuni giudicariese i disoccupati italiani o stranieri possono ammontare a singole unità. Come ultima notazione ricordiamo che le forze lavoro, o attive, sono “Persone di 15 anni e più, occupate e disoccupate” ben distinte dalle forze

nuova tabella “Istruzione, lavoro e spostamenti per studio o lavoro: Condizione professionale, cittadinanza - Provincia Autonoma Trento” pubblicata sul datawarehouse dei censimenti permanenti (http://dati-censimentipermanenti.istat.it/).

Condizione professionale della popolazione residente attiva (Forze lavoro) con più di 15 anni - Anno 2019 Forze lavoro In cerca di occupazione Totale Stranieri Incidenza Italiani Stranieri % pop In cerca % su pop. attiva In cerca % su pop. attiva straniera di occupazione italiana di occupazione straniera Giudicarie Centrali 2.695 225 8,3% 115 4,7% 39 17,3% Valle del Chiese 5.986 220 3,7% 185 3,2% 25 11,4% Giudicarie Esteriori 3.772 287 7,6% 159 4,6% 36 12,5% Valle Rendena 4.582 340 7,4% 246 5,8% 92 27,1% Giudicarie 17.035 1.072 6,3% 705 4,4% 192 17,9% Trento 59.071 7.968 13,5% 3.368 6,6% 1.725 21,6% Rovereto 19.217 2.418 12,6% 1.376 8,2% 562 23,2% P. Aut. Trento 264.048 25.165 9,5% 12.877 5,4% 4.733 18,8% Fonte: Censimenti Permanenti DataWarehouse. Dataset: Istruzione, lavoro, spostamenti pendolari. Dati elaborati. non di lavoro o inattive che comprendono, per semplificare, percettori di una o più pensioni o di redditi da capitale, studenti, casalinghe, o persone in altra condizione. Per un approfondimento, il glossario dei termini statistici è consultabile all’indirizzo https://www.istat. it/it/metodi-e-strumenti/glossario

Nelle Valli Giudicarie le forze lavoro nel 2019 raggiungevano le 17.035 unità di cui il 6,3% (1.072 unità) rappresentate da residenti con cittadinanza straniera. Il dato relativo all’incidenza straniera in Giudicarie (6,3%) risulta inferiore al dato provinciale (9,5%) e quasi dimezzato rispetto alle città di Trento (13,5%) e Ro-

vereto (12,6%). La percentuale assoluta di soggetti in cerca di occupazione nelle Valli Giudicarie arriva al 5,3% del totale delle forze lavoro presenti sul territorio e risulta di nuovo tendenzialmente inferiore e sicuramente in linea con il dato provinciale (6.7%). Disaggregando i dati relativi

alle forze lavoro per italiani e stranieri, si può notare come la difficoltà per gli stranieri di trovare una occupazione in Giudicarie, come nel resto del Trentino, risulti notevolmente superiore rispetto agli italiani con valori percentuali sostanzialmente tripli. In Giudicarie è in cerca di occupazione il 4,4% della forza lavoro italia-

Totale % su Totale 5,8% 3,5% 5,1% 7,4% 5,3% 8,6% 10,1% 6,7%

na (705 unità) contro il 17,9% della forza lavoro straniera (192 unità). A livello di ambito, la Valle Rendena (in cerca di occupazione: 5,8% italiani; 21,7% stranieri) presenta il dato complessivamente peggiore mentre la Valle del Chiese (in cerca di occupazione: 3,2% italiani; 11,4%) il migliore.

Trio Enrico Bertoldi


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CEDIS si è proposto come produttore terzo, offrendo le proprie conoscenze nell’ambito sia normativo che tecnico per la realizzazione, in collaborazione con la neo costituita APS La Buona Fonte, della CER Riccomassimo, Comunità Energetica Rinnovabile. I rappresentanti de La Buona Fonte, supporto giuridico su cui è fondata la CER, hanno contattato tutti i titolari di utenze elettriche illustrando l’opportunità di associarsi, impegnandosi ad utilizzare l’energia elettrica nelle ore in cui è possibile condividere la produzione dell’impianto. L’iniziativa è stata accolta con molto favore, andando ad incastrarsi nel progetto già avviato anche dall’Amministrazione del Comune di Storo di recupero dello stabile dove si è realizzato l’impianto fotovoltaico, con l’obiettivo in futuro di creare spazi di socializzazione all’interno dello stesso ed un parco giochi all’esterno. CEDIS ha commissionato alla Elettro M2 di Ledro un impianto fotovoltaico da 18 kWp, entrato in esercizio il 23 aprile 2021. Il sistema è formato da pannelli SunPower Performance, prodotti da Maxeon Solar Technologies. Ciascun pannello è abbinato a un ottimizzatore SolarEdge posizionato sul retro (per ottimizzare la produzione). L’inverter della Solar Edge ha una potenza di picco in uscita pari a 15 kW. Il sistema Tesla Powerwall accumula l’eccesso di energia pulita garantendo alle abitazioni del borgo di sfruttarla anche quando il sole non c’è. Produzione e consumo vengono monitorati attraverso la app Tesla, che permette il controllo in tempo reale e l’ottimizzazione istantanea dei flussi di energia per ridurre al massimo la dipendenza dalla rete elettrica. Il monitoraggio in tempo

Messaggio promozionale

CER Comunità Energia Rinnovabile Riccomassimo Il Consorzio Elettrico di Storo Soc. Coop. - CEDIS, partner di RSE Ricerca sul Sistema Energetico S.p.A., in quanto partner del Mise per il recepimento delle Direttive europee su rinnovabili (RED II) e mercato dell’energia (IEM), ha promosso la co-

stituzione della prima comunità energetica del Trentino nella frazione di Riccomassimo, un borgo di montagna di 51 abitanti, di cui 13 bambini e ragazzi, all’interno del proprio territorio sociale. reale dell’impianto è garantito dalla connessione alla rete in Fibra Ottica del CEDIS. In data 21 giugno 2021 la CER è stata configurata sul portale autoconsumo del GSE. L’energia prodotta dall’impianto resta nella disponibilità commerciale di CEDIS. Gli utenti facenti parte della CER continuano a ricevere la bolletta normalmente dall’abituale fornitore. Il GSE incentiva invece l’energia fisicamente condivisa (minore tra l’energia prodotta e consumata nella stessa ora), riconoscendo un incentivo di 0,110

€/kWh e un’agevolazione tariffaria di 0,008 €/kWh. Tale incentivo viene riconosciuto direttamente alla CER, che riconosce poi una piccola quota a CEDIS per la messa in condivisione dell’impianto. L’evento inaugurale del 16 luglio 2021 ha visto oltre al classico taglio del nastro, anche l’occasione per organizzare una tavola rotonda trasmessa in webinar, alla quale hanno partecipato il Presidente CEDIS Giorgio Rossi, il presidente La Buona Fonte Stefano Lombardi, l’Onorevole Deputato Riccardo Fraccaro, l’Onorevole Senatore Gianni Girotto, il Vicepresidente della Provincia Autonoma di Trento Mario Tonina, il Direttore di Confcooperative Consumo e Utenza Antonio Amato, il Sostituto Direttore dell’Ufficio Studi e Pianificazione delle Risorse Energetiche di A.P.R.I.E Sara Verones, il Direttore Vicario del DICAM dell’Università di Trento Paolo Baggio, il Responsabile del Progetto Comunità Energetiche e Autoconsumo Collettivo di RSE Fabio Armanasco e l’Amministratore Delegato di RSE Ricerca sul Sistema Energetico S.p.A. Maurizio Delfanti, moderatore Laura Borsieri. https://www.cedis.info/ inaugurazione-cer-riccomassimo-16-07-2021/


Arte Intenti certamente condivisibili che non possono risolversi, però, dentro la spettacolarità di un’accattivante messinscena, se non vengono accompagnati da parallele azioni di seria, capillare divulgazione, che un museo pubblico deve darsi come primo, democratico, istituzionale, obiettivo; tanto più in questa fase di urgenza culturale, non meno grave di quella sanitaria, anzi a quest’ultima inestricabilmente connessa, avendo a che fare, in entrambi i casi, con i bisogni primari delle persone come quelli della salute fisica e, per quanto riguarda specificamente l’arte, della vita interiore e della salute spirituale. Scriveva Antonio Gramsci nei suoi “Quaderni del carcere” che i musei sono “servizi pubblici intellettuali”, come la scuola, i teatri, le biblioteche, rivendicandone la loro funzione civile ed educativa, non precisamente a servizio del mero intrattenimento o, ancor peggio, del superficiale consumo come capita spesso di questi tempi dove “l’aspetto ludico e appariscente dell’architettura mette in second’ordine il fattore scientifico, culturale e formativo”(Carlo Giulio Argan, storico dell’arte). Il ‘nostro’ Mart (Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto), che identifichiamo nello splendido contenitore di Rovereto opera di Mario Botta, architetto ticinese di fama mondiale, sta per compiere vent’anni, essendo stato inaugurato il 15 dicembre del 2002, anche se nasce formalmente come ente funzionale della Provincia autonoma di Trento ancora nel 1987, mettendo assieme due istituzioni museali già presenti sul territorio: la Sezione d’Arte Contemporanea del Museo Provinciale d’Arte di Trento, con sede nel rinascimentale Palazzo delle Albere e la Casa d’Arte Futurista Depero di Rovereto, localizzata nel centro storico medievale di Rovereto, dopo che il grande artista, alla fine degli anni ‘50, intristito ed emarginato per le sue simpatie al trascorso regime, in cambio dell’ospitalità delle sue opere in un prestigioso spazio pubblico, dona al Comune di Rovereto la sua produzione artistica (oltre tremila opere) prima della sua morte avvenuta nel 1960. È quest’ultima straordinaria acquisizione che costituisce il nucleo primigenio sul quale si andrà a sviluppare, qualche decennio più tardi, nelle sue articolazioni di Trento e Rovereto, il museo dedicato allo studio e alla valorizzazione dell’arte moderna e contemporanea, affiancando il museo del Castello del Buoncon-

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C’è vita su Mart? di Giacomo Bonazza Ni!, per dire che non è tutto oro quello che luccica, nonostante i pezzi da novanta che trovano esposizione in questi mesi estivi nelle mostre-monstre in transito a Rovereto, da Raffaello a Picasso, da De Chirico siglio, specializzato nelle raccolte d’arte antica della Provincia. Ad oggi il Mart comprende il museo di Rovereto, la Casa d’Arte Futurista Depero, sempre a Rovereto, e la Galleria Civica di Trento. Molti trentini, tra cui parecchi giudicariesi, pensano ancora che il Mart coincida unicamente con le mega mostre temporanee, più o meno eclatanti, ivi attivate, ignorando che il vero cuore pulsante del

due distinti percorsi espositivi: “L’invenzione del moderno”(dall’’800 dalla alla prima metà del Novecento, al primo piano del museo), e “L’irruzione del contemporaneo”(dalla fine dell’’800 ad oggi, al secondo piano del museo); il tutto integrato con l’Archivio del ‘900 (Archivi storici, comprendenti circa ottantamila documenti e Biblioteca specializzata in storia dell’arte moderna e contemporanea, nel pia-

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1. Mart di Rovereto 2. Mart -Collezioni - L’invenzione del moderno 3. Mart -Collezioni - L’invenzione del moderno

museo sono le Collezioni permanenti, un patrimonio di circa ventimila opere che ridisegnano due secoli di storia dell’arte italiana ed internazionale, dall’Ottocento alla prima metà del Novecento (Romanticismo, Secessione, Futurismo, Novecento, Astrattismo, Informale), frutto di acquisizioni, lasciti e donazioni accumulati negli anni e sintetizzate cronologicamente, tramite una selezione di capolavori, in

a Dalì, da Botticelli a Guttuso, un manipolo di incontestabili fuoriclasse, messi a dialogo in nome di una (scontata?) eterna contemporaneità, com’è quella dei creatori di un immaginario di respiro universale.

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no interrato del museo). A sottolineare l’importanza delle Collezioni permanenti è la stessa Gabriella Belli, storica direttrice del Mart dal 1987 al 2011, che le considera “come il bene più prezioso e come il luogo vocato all’esercizio di un’attività critica e di ricerca, capace di portare ad un vero avanzamento degli studi e ad una sempre più approfondita conoscenza, attraverso l’arte, del mondo in cui viviamo o siamo vissuti”. Non si pretende che a fruire di quel patrimonio sia un pubblico larghissimo, di non addetti ai lavori, ma renderne più diffusa la sua esistenza, dissequestrarlo da un utilizzo meramente specialistico, reinserirlo in un sano e vitale circuito divulgativo, a partire dalle scuole. Nel nostro caso le mostre temporanee hanno senso, verrebbe da dire provocatoriamente, solo a fronte di una preventiva conoscenza dei trentini del loro retroterra storico artistico, antico e moderno: un museo serio dovrebbe prestarsi ad anche a quest’opera di formazione di massa, dove anche il cittadino ci mette il suo impegno e la sua fatica. Diceva ancora Gramsci: “Occorre persuadere molta gente che anche lo studio è un mestiere, e molto faticoso, con un suo speciale tirocinio, oltre che intellettuale, anche muscolare-nervoso: è un processo di adattamento, è un abito acquisito con lo sforzo, la noia e anche la sofferenza”. Anche la bellezza non ammette scorciatoie!


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Attualità

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Il lavoro fotografico diAttilio Zontini, “El Nani” di Gianpaolo Capelli Attilio Zontini, classe 1953, nasce a Storo e la sua vita lavorativa l’ha trascorsa in fabbrica nella borgata natia.La sua passione per la fotografia nasce ancora alle elementari, da scolaro, quando con una macchina fotografica in plastica da poche lire, rice-

vuta in dono a Santa Lucia, si divertiva a fotografare i compagni di classe. Negli anni le sue macchine fotografiche saranno sostituite da modelli sempre più evoluti che gli permettono scatti sempre più belli ed esclusivi.

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Comunità delle Giudicarie

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Aggiudicato l’appalto del servizio integrato per i rifiuti La ditta SOGAP Srl di Tre Ville si è aggiudicata la gara, per un periodo di 39 mesi, con un ribasso del 19,56% su una base d’asta imponibile di Euro 11.809.335,82. La ditta SOGAP si è aggiudicato l’appalto con un ribasso del 19,56% su una base d’asta imponibile di € 11.809.335,82.per un importo di € 9.499.686,17. La gara, bandita in ambito europeo, data la complessità e la delicatezza dell’argomento e gli importi in gioco, ha comportato un notevole sforzo di studio e redazione, sia amministrativo che tecnico, che si è protratto per circa 18 mesi e prevede ulteriori verifiche che verranno ultimate nelle prossime settimane. L’elaborazione della gara è stata a totale carico della Comunità delle Giudicarie, che si è avvalsa all’uopo dei propri dipendenti, con l’unico appoggio - naturalmente a titolo gratuito - dell’APAC – Agenzia Provinciale per gli Appalti e

Recentemente è stato aggiudicato alla ditta SOGAP S.r.l. di Tre Ville l’appalto per il servizio integrato di raccolta, trasporto, conferimento e smaltimento dei rifiuti urbani nella Comunità delle Giudicarie, per un periodo di 39 mesi. La gara, affidata con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, è stata valutata tenendo in considerazione migliorie tecniche manendo incardinate sulla raccolta stradale nelle isole pubbliche e sul conferimento ai Centri di Raccolta. La durata limitata dell’appalto ha come prospettiva una eventuale evoluzione del servizio verso un sistema di raccolta porta a porta che si sta attentamente valutando onde consentire una qualità maggiore della raccolta differenziata, attualmente molto bassa, anche in linea con le recenti richieste a livello nazionale. Concetto sottolineato anche dal Commissario Giorgio Butterini: “L’aggiudicazione

sono essere superate solo con politiche innovative e coraggiose”.

riguardanti l’ottimizzazione dei trasporti, le caratteristiche ambientali dei mezzi (Euro 6), lo spazzamento stradale, le certificazioni ambientali, la qualità del trattamento del rifiuto organico e la salubrità dell’impresa dedicata al suo trattamento, nonché numerose migliorie offerte spontaneamente dalle Ditte concorrenti.

In definitiva, pur in un periodo di estrema incertezza istituzionale per le

Comunità, la presenza sul territorio di un servizio efficace ed efficiente

di igiene urbana sarà garantita.

BONUS ALIMENTARE Nuovi criteri da giugno 2021 PER CHI: nuclei familiari RESIDENTI in uno dei Comuni della Comunità delle Giudicarie. E’ ammessa una sola domanda al mese per ogni nucleo familiare. REQUISITI: 1) entrate mensili riferite al mese antecedente alla domanda non superiori a: Nr. componenti 1 componente 2 componenti 3 componenti 4 componenti

Importo complessivo entrate mensili Euro 693,00 Euro 955,00 Euro 1.213,00 Euro 1.316,00

Nr. componenti 5 componenti 6 componenti 7 componenti 8 componenti e più

Importo complessivo entrate mensili Euro 1.461,00 Euro 1.578,00 Euro 1.697,00 Euro 1.813,00

NB: A questi importi va aggiunto l’eventuale canone di affitto relativo alla casa di abitazione del nucleo (escluse le spese condominiali) o la rata del mutuo prima casa (quota capitale + interessi).

2) disponibilità finanziarie liquide complessive riferite al mese antecedente alla domanda (su conti correnti, carte prepagate ecc) inferiori o uguali a 3.000,00 euro IMPORTO MASSIMO EROGABILE:

Contratti. Il nuovo appalto vede un’evoluzione qualitativa del servizio che prende in considerazione le nuove direttive dell’Autorità di Regolazione nazionale (ARERA) e i nuovi criteri ambientali, stabiliti sempre a livello nazionale, che prevedono una sempre maggiore attenzione sia per l’ambiente sia per la soddisfazione dell’utente del servizio. Le modalità di raccolta e conferimento non cambieranno la loro struttura nei prossimi tre anni, ri-

risponde alle esigenze del breve periodo, ma già nel medio si dovranno valutare ulteriori opportunità di raccolta per il futuro. Il ‘porta a porta’ rappresenta certamente il metodo qualitativamente migliore ed è già al vaglio la possibilità di sperimentarlo in alcuni comuni che si sono resi disponibili. Detto ciò, è essenziale che la Conferenza dei Sindaci persegua una logica evolutiva, poiché l’attuale impostazione evidenzia lacune e problematiche che pos-

Numero componenti Importo erogato 1 componente Euro 150,00 2 componenti Euro 250,00

Numero componenti 3 componenti 4 o più componenti

Importo erogato Euro 350,00 Euro 500,00

COME: La domanda potrà essere presentata previo colloquio con l'assistente sociale, richiedendo un appuntamento presso l'ufficio del Servizio Sociale della propria zona:

Polo Sociale 1 - Valle del Chiese Polo Sociale 2 - Giudicarie Esteriori Polo Sociale 3 - Val Rendena Sede di Tione

Tel: 0465 - 621 844 Tel: 0465 - 702 544 Tel: 0465 - 801 990 Tel: 0465 - 339 526

Per maggiori informazioni è possibile telefonare o consultare l’informativa completa sul sito web della Comunità delle Giudicarie www.comunitadellegiudicarie.it


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Associazioni

AGOSTO 2021 Litigi, v


Cultura Così, il Festival culturale 2021, con il titolo “A Dante. Dilettosi monti”, coglie dalla Divina Commedia occasioni per introdurre pensieri, esperienze, testimonianze, progetti, libri, dialoghi, film dell’oggi attraverso la voce di scrittori, studiosi, scienziati, artisti, alpinisti. Dal primo al 13 agosto, con gli incontri presso il Salone Hofer dell’Hotel Des Alpes a Madonna di Campiglio, numerosi saranno gli interventi proposti per conoscere il mondo dantesco oppure lasciarsi condurre dai suoi temi e simboli per scoprire altro e confrontarsi sui temi del presente. Tra gli altri, ci saranno l’alpinista Maurizio Zanolla-Manolo, il professore di storia Alessandro Scafi, lo scienziato trentino Roberto Battiston, lo storico trentino Fabrizio Rasera, il ricercatore e docente in gestione e pianificazione forestale Giorgio Vacchiano e il giornalista scientifico del “Corriere della Sera” Giovanni Caprara. Il calendario si apre Domenica 1 agosto (ritrovo ore 6 presso il parcheggio dello Chalet Carlo Magno a Campo Carlo Magno) con l’attore Alessio Kogoj e un’esperienza di ascolto e di cammino accompagnati dalla lettura di alcuni versi della Comedìa. Poi, Martedì 3 agosto, a malga Zeledria ore 17, sarà

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A Campiglio, dal primo al 13 agosto, la diciannovesima edizione del Festival culturale

Un Mistero dedicato a Dante La 19esima edizione del Festival culturale “Mistero dei Monti”, con inizio il primo agosto a Madonna di Campiglio, quest’anno si lascia ispirare dalla letteratura italiana inserendosi nel celebratissimo anniversario dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. I monti del Festival, ideato e curato da Roberta Bonazza e Giacomo Bonazza quasi vent’anni fa, incontrano il molteplice simbolismo della montagna, in particolare Nicola Cozzio, scrittore, scultore e accompagnatore di media montagna, ad introdurre il pubblico nell’affascinante mondo degli alberi (nell’Inferno Dante incontra Pier delle Vigne e gli uomini-alberi) attraverso il suo libro “Tredici Alberi”, fresco di stampa (ed. Biblioteca dell’Immagine). Si passa quindi a Giovedì 5 agosto (Salone Hofer ore 17.30, ingresso dalle ore 17) con l’intervento degli alpinisti paralimpici Simone Salvagnin e Urko Carmona e della giovane scalatrice Nicolle Boroni, testimoni di un legame tra la montagna e la disabilità fatto di determinazione, volontà, sogni realizzati e da realizzare. In scena, Venerdì 6 agosto (Salone Hofer

ore 17.30, ingresso dalle ore 17), l’alpinista Maurizio Zanolla “Manolo” mentre Sabato 7 agosto (Salone Hofer ore 17.30, ingresso dalle ore 17) con Alessandro Scafi, professore di Storia della cultura nel Medioevo e nel Rinascimento presso il War-

quello dantesco. Dante colloca il Paradiso terrestre sulla cima della montagna del Purgatorio (il dilettoso monte) e già nel primo Canto dell’Inferno Virgilio, che ha appena svelato la sua presenza, si rivolge al sommo poeta invitandolo a compiere un cammino di conoscenza, trasformazione e salvezza con l’invito: “Perché non sali il dilettoso monte ch’è principio e cagion di tutta gioia?”. burg Institute di Londra si viaggerà alla scoperta delle tre cantiche della Divina Commedia prima di passare, Domenica 8 agosto (Salone Hofer ore 17.30, ingresso dalle ore 17), con Roberto Battiston, al viaggio scientifico nell’infinito Universo. Lunedì 9 agosto (Salone Hofer ore 17.30, ingresso dalle ore 17) lo storico Fabrizio Rasera illustrerà il contesto culturale del culto di Dante in Trentino. Martedì 10 agosto doppio appuntamento, presso il Salone Hofer, con “Ricordando Cesare” dedicato al “Ragno delle Dolomiti” scomparso il 21 Gennaio di quest’anno. Alle 17.30 (ingresso dalle ore 17) sarà presentato il libro “Sulle vette più alte” (ed.

Alpine Studio) con Lorenzo Carpanè, una biografia di Cesare Maestri autorizzata dalla famiglia. Poi, alle 21.30 (ingresso dalle ore 21), “Duemila metri della nostra vita” con Chiara Turrini, Mario Cagol e Michelangelo Felicetti: un recital a due voci accompagnato dalla fisarmonica e dedicato a Cesare Maestri che diventa un viaggio nella sua vita non solo alpinistica. Verso gli ultimi appuntamenti Mercoledì 11 agosto a Sant’Antonio di Mavignola, in Val Brenta (piazzale delle Bore, ore 10), con l’incontro “Mi ritrovai in una selva oscura” condotto dal ricercatore e docente in gestione e pianificazione forestale all’Università Statale di

Milano Giorgio Vacchiano. Infine, Venerdì 13 agosto (Salone Hofer ore 17.30, ingresso dalle ore 17), “Dai cieli di Dante, al viaggio nello spazio” con il giornalista scientifico del Corriere della Sera Giovanni Caprara. Insieme al Parco Naturale Adamello Brenta Geopark, Mercoledì 4 agosto (Malga Ritorto ore 21.30), ci sarà la possibilità di partecipare a “Superpark - Cinema all’aperto” ed assistere alla proiezione del film “La cordigliera dei sogni”. Con Trentofilmfestival sarà invece proposta la visione dei documentari “Dear Werner Walking on cinema” (venerdì 6 agosto, ore 21.30, Sala della cultura) e “The wall of shadows” (venerdì 13 agosto, ore 21.30, Sala della cultura). Tutte le informazioni sulla 19esima edizione del “Mistero dei monti” e le modalità di accesso agli incontri si trovano su www.campigliodolomiti. it/mistero.


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Personaggi

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Il lavoro fotografico diAttilio Zontini, “El Nani” “El Nani” è un po un solitario della fotografia anche se nel 1986, con Elvino Poletti e pochi altri, ha fondato il “Il Lodron Fotoclub”. Attilio fotografa di tutto, ma predilige le foto in bianco e nero, che ritocca elettronicamente con pazienza certosina, senza mai snaturare lo scatto. Splendide le sue foto sugli ultimi carbonai di Bondone: per anni li ha seguiti di giorno e di notte, sulla “Jal”, il loro posto di lavoro. Sono immortalati nelle fasi del momento più duro delle loro fatiche, ripresi con i loro pochi attrezzi manuali. Attilio si immerge con la macchina fotografica nel’”Inferno dantesco” della cavata del “poiat”, la catasta di legna che dopo giorni di bruciatura lenta si trasforma in carbone, da cui i carbonai aprendolo ne estraggono il carbone di legna. È tornata anche quest’anno in mostra a Santo Stefano di Carisolo “Vetrocenacolo”, la rappresentazione in vetro soffiato dell’ultima cena, affresco dipinto all’interno della chiesa. Una vera “chicca” a beneficio di residenti e turisti che, in questo anno che speriamo sia davvero di rinascita, passano le loro vacanze nella nostra valle. L’artista è il maestro vetraio Stefano Signoretto, che ha creato questo splendido e particolare lavoro nel suo laboratorio di Murano. È una originale riproduzione in vetro dell’affresco dell’Ultima Cena dei Baschenis che si trova nella parete sud all’interno della chiesa. L’opera d’arte in vetro soffiato è composta di oltre duecento pezzi tra bottiglie di vino, trote, gamberi di fiume, pani, coltelli e bicchieri: tutto quello che è dipinto sulla tavola imbandita dell’ultima cena è stato fedelmente riprodotto in vetro soffiato, compreso l’agnellino arrostito nel piatto a centro tavola ed il gamberetto che è caduto a terra. Capita spesso che i visitatori si premurino di avvisare i volontari che tengono aperta la chiesa, segnalando che è caduto a terra un gamberetto. «Deve stare a terra, perché è così nell’affresco!» la risposta scontata dei custodi. Dopo essere stata esposta, tra gli

di Gianpaolo Capelli Attilio Zontini, classe 1953, nasce a Storo e la sua vita lavorativa l’ha trascorsa in fabbrica nella borgata natia.La sua passione per la fotografia nasce ancora alle elementari, da scolaro, quando con una macchina fotografica in plastica da poche lire, rice-

vuta in dono a Santa Lucia, si divertiva a fotografare i compagni di classe. Negli anni le sue macchine fotografiche saranno sostituite da modelli sempre più evoluti che gli permettono scatti sempre più belli ed esclusivi. Altro lavoro fotografico e storico a cui Attilio tiene molto è quello sulle ultime contadine anziane di Baitoni, riprese nelle loro fasi del loro lavoro in primavera fino all’autunno, nella piana dei “Gregi” di Idroland. Quelle mani screpolate e piene di rughe che accarezzano la terra testimoniano il lor lavoro atavico. Da questi due importanti ricerche fotografiche di Attilio Zontini ne sono scaturite mostre belle e importanti: al Castello San Giovanni di Bondone e nelle sale del Municipio di Baitoni. Stupenda, partecipata e molto ammirata quella sui carbonai di Bondone, tenuta a Tione, al centro Judicaria.

Attilio Zontini ha fatto un lavoro di ricerca molto importante anche per il suo paese natio, Storo. Ha fatto aprire dai proprietari le case chiuse in attesa di vendita o restauro e in quelle case disabitate è andato a cercare quei luoghi dimenticati che i giovani di oggi non sanno neanche che esistano. Vecchie stalle dove una volta si faceva filò, i tanti “vau”, avvolti, dimenticati, i poveri lavatoi in graniglia, una ricchezza negli anni ‘50. La sua documentazione non si ferma qui. Tanti gli scorci della sua Storo, ripresi nelle varie stagioni: le nevicate sulle tante fontane nelle penombre

nebbiose, i lampioni con la loro luce quasi mortuaria in autunno, pieni di ragnatele, la chiesetta di San Lorenzo fotografata con le prime nevicate, attorniata dai pini coperti di neve: splendida. Attilio è sempre disponibile a collaborare con tutti quelli che hanno bisogno della sua “arte”: circolo pensionati, Comune di Storo, associazioni varie. Egli nel suo dna ha la passione per foto esclusive che oltre a creare stupore, facciano riflettere. Questo non è poco per un’autodidatta della fotografia, il cui unico maestro è la sua fantasia In chiusura si può senz’altro affermare che Attilio Zontini, nella sua umiltà caratteriale, viene esaltato dalla sua arte fotografica, che fa dire a chi vede le sue foto.”Bravo... bravo... fotoamatore... Nani Zontini!”

ASanto Stefano, è tornata la mostra Vetrocenacolo altri luoghi, al Castello del Buonconsiglio di Trento, a Milano, al museo Maillol di Parigi e nella Cattedrale di Notre Dame a Strasburgo, e già a Carisolo nel

2013, 2015 e 2018, questa estate l’opera di Signoretto è tornata a Santo Stefano, la sua casa naturale, ai piedi dell’affresco che rappresenta. Arroccata su uno sperone di roccia del paese dell’alta Rendena, la chiesa è stata edificata intorno al 1100, poi ampliata e decorata nei secoli successivi. Affrescata dai pittori itineranti Baschenis tra il 1461 e il 1532,

vede sulle pareti esterne la famosa “Danza Macabra” splendido esempio di tema iconografico tardo medievale. L’Ultima Cena, all’interno, spicca

per l’immediatezza: il tavolo è apparecchiato con numeroso vasellame, piatti con pesce e abbondanza di pane e vino, che è posto in particolari antiche bottiglie dette “angastare”. I molti gamberi di fiume, che diventano rossi dopo la cottura, testimoniano come fossero all’epoca cibo popolare quotidiano, e conferiscono al banchetto una nota colorata di particolare bellezza. Fu Manuela Bonfioli della Fondazione “Maria Pernici Antica Vetreria di Carisolo”, che ebbe l’intuizione di realizzare in vetro la riproduzione dell’antico affresco, e Anna

Moratelli, guida ai beni culturali ecclesiastici dell’Associazione Anastasia. La mostra resterà aperta fino al 12 settembre, con

orario dalle 10 alle 11.30 e dalle 16 alle 18. Chiuso domenica mattina e lunedì tutto il giorno. Chiara Garroni


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Territorio

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Seduto sulla panca in località la Croce, che segna il confine tra Roncone e Bondo, osservavo con interesse il progredire dello sfalcio meccanico nel prato di fondovalle e subivo le dirompenti accelerazioni dei centauri sulla nazionale. Pur affascinato dalla rotante che posta a fianco della trattrice recide l’alto erbatico lasciando una spessa andana, la mia mente si apre sul passato. Ecco apparirmi l’immagine di un anziano con una falce e gli attrezzi per la sua battitura in spalla, mentre fissati alla cintura porta quelli necessari per l’affilatura. Raggiunto l’appezzamento, si cimenta nella ricerca dei termini di proprietà. Solo dopo averli individuati e resi evidenti con un calpestio, dà corso allo sfalcio. A metà mattinata viene raggiunto da un familiare al quale è demandato il compito della seconda operazione in cui si articola la lunga filiera della fienagione e cioè lo spargimento delle andane. Il congiunto porta al falciatore anche la colazione che si conclude sorseggiando un gustoso zabaglione. Al frugale pasto segue il tintinnio della battitura del ferro. Un processo difficile. La percussione dove essere cadenzata, cosi da produrre sulla linea di taglio una regolare micro dentatura. Quando il sole si fa troppo “Ricordi di Campiglio in cartolina” è il titolo di un’interessante e suggestiva mostra allestita presso la sala congressi dello Chalet Laghetto a Madonna di Campiglio. L’esposizione riprende il filo lasciato cinque anni fa da un’altra collezione di cartoline della località delle Dolomiti e che copre un periodo lungo ben oltre un secolo. Centinaia di immagini, da quelle più antiche (datate 1900 e 1903) a quelle più attuali, che non solo rendono testimonianza di com’era urbanisticamente Campiglio e di come è cambiata nel corso dei decenni, ma che si propongono anche di offrire una conoscenza dell’evoluzione dei mezzi di trasporto, degli

Il fascino antico della falce rimpiazzato dalla meccanizzazione

Lo sfalcio del maggengo di Giovanni Bazzoli

Per l’azienda zootecnica lo sfalcio del maggengo è una delle operazioni più impegnative. Si tratta del primo sfalcio dei nostri prati stabili asciutti. A seconda poi dell’altitudine, della temperature e delle precipitazioni, possono seguire sullo stesso fondo altri due sfalci noti come agostano “còrt” e terzuolo “bascòrt” quartirolo. Le precipitazioni di fine maggio e quelle della prima decade di giugno, hanno ritardato insistente lo sfalcio viene sospeso per essere ripreso al tramonto. Sfalcio, spargimento delle andane, sono le due prime operazione cui seguono il rivoltamento, l’andanamento e l’accumulo del fieno, il trasporto e l’accatastamento. Ogni operazione è legata ad un attrezzo. La falce per lo sfalcio, la forca per lo spargimento delle andane, il rastrello per il rivoltamento del fieno e per la formazione dei cumuli, il lenzuolo di drappo per il confezionamento del fieno e sovente le schiena per il suo trasporto. Vi era poco di tecnologico nella attrezzatura per la fienagione nelle piccole aziende agricole. Ogni azienda è in grado di disporre del proprio parco attrezzi. L’acclività non costituiva un insormontabile

limite, anzi in alcuni casi era una condizione che favoriva l’operazione di sfalcio e raccolta del foraggio. Non sono passati secoli ma solo alcuni decenni da quando la mec-

l’avvio della fienagione 2021. Da tempo i nostri agricoltori attendevano lo stabilizzarsi dell’alta pressione, circostanza che è stata confermata nelle previsioni meteorologiche. Questa previsione è stata come il solenne via libera ad una grande competizione. Il rumore della falciatrice e di un trattore con rotante si mescolavano con l’assordante rombo delle moto che sfrecciano sulla statale.

canizzazione si è appropriata della filiera della fienagione. Quella che sto vedendo ora è la prima operazione completamente automatizzata. È lo sfalcio dell’erba. Quelle

due macchine, la trattrice e la barra rotante, hanno sostituito la falce. All’indomani sarà la volta dello spargitore meccanico, un attrezzo anch’esso fissato alla trattrice e dotato di girelli i cui movimento circolari dissolvono l’andana e rivoltano il fieno. Trattrice e voltafieno sostituiscono la forca. Altra tecnologia è il ranghinatore, un attrezzo trainato o portato dalla trattrice. Il movimento dei girelli raccoglie il fieno in andane, pronte per la raccolta. Le operazioni di spargimento e di raccolta in andane del foraggio secco sostituiscono forca e rastrello. A foraggio secco ed andanato dal ranghinatore seguono due operazione particolarmente onerose: la raccolta automatica del foraggio con l’autocaricante,

trainato o portato, oppure con la rotoimballatrice. Nel primo caso il foraggio viene raccolto, trasportato e accatastato su cumulo; nel secondo caso viene confezionato in campo in rotoballe cilindriche o prismatiche. Queste due operazioni sostituiscono forca, rastrello, drappo e fatica. Nella piccola azienda si parla di deposito attrezzi, individuato a volte in una semplice tettoia, nella grande azienda si parla di parco macchine. Ma sia la piccola che la grande azienda zootecnica montana sono due imprese in affanno. La grande per gli elevati costi di ammortamento legati agli onerosi investimenti, la piccola per la scarsa produzione. Per ambedue inoltre pesa il basso prezzo dei prodotti.

La mostra allo Chalet Laghetto è aperta fino a fine agosto

La storia di Campiglio in cartolina impianti di risalita, delle mode e delle attrezzature sciistiche. Un vero e proprio viaggio nel passato, una macchina del tempo sulla quale sedersi comodi e stupirsi. Una passeggiata nella memoria che risveglierà dolci ricordi in coloro che in quegli anni possono dire “io c’ero” e capace inoltre, nei visitatori più giovani, di attivare una didattica visiva del ‘miracolo’ Campiglio, reso possibile dal lavoro e dai sacrifici dei loro nonni. A tal fine la curatrice della mostra, l’artista Terri Maffei Gueret, ha selezionato 458 cartoline da una mole di ben 1.700 pezzi tutti appartenenti alla collezione privata dei coniugi Barbara e Francesco Ballardini. «La mia riconoscenza va anzitutto a loro - afferma l’artista - che accettando di condividere la loro collezione ci rendono partecipi di questa singolare raccolta e ne aumentano il valore». All’interno della rassegna anche un breve

ma significativo excursus su coloro che sono, o sono stati, gli Azzurri e prima ancora i pionieri degli sport invernali sulle nevi di Campiglio contribuendo con le loro gesta a dare risalto alla località dell’Alta Rendena. Un elenco di 43 sportivi molti dei quali, personalmente o le loro famiglie, hanno accettato di prestare oggetti e testimonianze delle loro imprese sulle nevi e che è possibile ammirare nel luminoso spazio espositivo. Medaglie, trofei e pettorali, divise olimpiche e foto in bianco e nero che immortalano gesti tecnici degli atleti durante le gare. All’interno della sala anche preziosi oggetti che assurgono a dignità di vere e proprie ‘reliquie’ sportive. Ad esempio, i primi scarponi in cuoio con ganci e piastre d’acciaio utilizzati da Michele Stefani nel 1966, o gli scietti in legno datati 1954 realizzati da suo zio Primo. E ancora, tra gli oggetti più

recenti (e vincenti) i pattini da short track con cui la pinzolera Cecilia Maffei ha vinto la medaglia di bronzo a Sochi (Russia) e la tavola da snowboard con cui il roveretano Alberto Schiavon ha trionfato in Coppa del Mondo a Telluride (USA) nel 2010. Un racconto, dunque, che raccoglie spunti e materiali di epoche profondamente diverse e che, senza la presunzione di voler essere documento storico, si auspica di suscitare interesse, curiosità, ricordi ed emozioni. La speranza è che la mostra, che ben si integra con una visita al vicino Museo delle Guide Alpine, possa essere lo sprone affinché il Comune e gli enti preposti possano pianificare e realizzare una mostra permanente all’interno del paese. L’esposizione, inaugurata il 18 luglio, resterà aperta fino al 29 agosto con orario dalle 16 alle 20. Lunedì e martedì chiuso. (M.C.)


Territorio

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Sport

AGOSTO 2021 La coppa Europa torna a casa, non a Wembley, ma in Italia

It’s coming... Roma di Adelino Amistadi

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on bastate due poderose parate di Donnaruma ai rigori per mandare all’aria il sogno inglese. Dopo 53 anni siamo di nuovo campioni europei, in barba a chi ci considerava una squadra di ragazzini imberbi e di poco conto. E alla fine ce la fanno, riescono a ritornare in gioco, pareggiano e si va ai tempi supplementari. Poi la coda avvelenata dei calci di rigori. E infine il campo premia la squadra migliore e corona il sogno degli Italiani. Un sogno diventato realtà e festeggiato con grande partecipazione in tutta Italia. Non so se l’Italia fosse realmente la miglior squadra presente agli Europei. So,

però, di certo, che è stata la più coraggiosa e la più unita, la meglio guidata. Con Mancini abbiamo vinto alla grande. Punto. L’Inghilterra ha pagato la sua stupida presunzione. Giocando a Wembley, in casa, con più di cinquantamila tifosi contro i tredicimila italiani, era convinta di avere partita facile. S’era illusa con il rapido gol di Shaw, convinta più che mai di avere un gruppo di gioca-

Mancini ha messo insieme i suoi soldatini e li ha fatti diventare eroi. Una finale vissuta nell’ansia più snervante, con l’Italia costretta ad inseguire con tenacia, forza e passione dopo un gol subito a pochi minuti dall’inizio partita.

tori fra i più forti del mondo, che hanno, alla fine, dimostrato di essere giocatori discreti, ma che non meritavano più di noi di entrare nella storia del calcio. E più ancora si sono dimostrati indegni della coppa gli imprevedibili tifosi inglesi che hanno sempre dato l’impressione di essere totalmente fuori gioco. Il tutto non ha guastato la felicità degli Italiani. Anzi. In Italia, all’improvviso

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sono scomparsi i campanili e ci siamo sentiti, per una volta, un popolo unito. Niente più trentini, napoletani, milanesi, siciliani, fiorentini, genovesi. Solo Italiani. E quando dico Italiani ritorno a girare il mondo. Di colpo, milioni di nostri compatrioti, emigrati per necessità o per scelta, son potuti andare al lavoro, fischiettando orgogliosamente l’Inno di Mameli. E sai che goduria farlo in Germania (che di solito a calcio li freghiamo sempre), in Francia (dov’erano convinti di vincere facile), in Svizzera (dove neanche ci consideravano), in Inghilterra ( dove cantavano vittoria già il giorno prima) per non parlare di Svezia e Danimarca ( dove ci riconoscono solo una buona cucina e nulla più)? E sai il gusto di sventolare il tricolore sulle nostre spiagge finalmente ripopolate anche di stranieri. Ma quel che più ha stupito mezzo mondo è l’istantanea di un popolo (inglese) che credevamo fosse diverso e del cui cambiamento non si era accorto quasi nessuno. Ciò che non sapevamo è che il tanto decantato “stile british”, fatto di ironia, di tatto, di eleganza, di signorilità, non esista più. Ancor meno non esiste più il “fairplay” che da sempre ha regolato la correttezza in campo e fuori fino ai giorni nostri. Prima e dopo la partita se ne sono visti di tutti i colori. A cominciare dai fischi all’Inno di Mameli, Una “bullata” stupida che è servito solo a creare tensioni e risentimenti. Oltretutto a Wembley, con un rapporto di 1 a 10 fra Italiani e inglesi, non c’era bisogno di arrivare a tanto. Come se non bastasse, il poco riguardo avuto per il nostro Presidente della Repubblica, Mattarella, per il quale il dovere di ospitalità avrebbe voluto che gli fosse stato riservato il posto in tribuna accanto all’erede al trono, e non solo una capatina di Boris Johnson a dargli la mano come fosse uno qualunque, non il simbolo della nostra Nazione, dell’Italia. E per tornare al campo, come possiamo dimenticare i tuffi e le scorrettezze di Sterling e dei suoi compagni, il tentativo maldestro di migliaia di ultras di entrare nello stadio senza biglietto, gli assalti ai tifosi Italiani prima e dopo la partita e con l’intervento della polizia con più di 50 arresti. Ma il massimo dell’insipienza resta il rifiuto della medaglia avuta per il secondo posto conquistato. I calciatori inglesi se la sono sfilata dal collo con aria disinvolta, subito dopo la consegna, con assoluto dispregio dell’intero campionato europeo appena concluso. Alla fine sembra strano che il “fairplay” sia nato proprio da quelle parti. Mattarella invece, con il suo stile moderato e la sua compostezza, ha dimostrato come si possa interpretare il gioco del calcio con spirito diverso. Ha interpretato al meglio lo stile della nostra squadra: lo “stile Italy” batte 4 a 3 il decadente “stile british”. Grande Italia!


Territorio

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Tornano le iniziative riservate ai soci de La Cassa Rurale con uno sguardo anche al territorio!

Cassa dei Bambini e Passaggiando Due le iniziative rivolte ai soci per l’Estate 2021: La Cassa dei Bambini e Passaggiando. L’obiettivo è quello di offrire un momento di svago ai soci, facendo contemporaneamente conoscere il territorio in cui opera la Cassa Rurale e favorendo, per gli adulti, la riscoperta di luoghi di interesse ambientale, storico e culturale, mentre per i più piccoli

Adamello Giudicarie Valsabbia Paganella

Pinzolo

Spormaggiore

PAGANELLA Molveno

13. A CAVALLO CON LARA

7. BREG ADVENTURE PARK

GIUDICARIE

6. AQUACLUB VALLE DEL CHIESE

Condino Forte Ampola

ro Id

TRENTO 9. SCUDERIA RANCH FIORE

8. VILLAGGINO

Storo

2. PARCO DELLE FUCINE E DELLE FERRATE

11. FOREST PARK

Lago di Molveno Vigo Rendena S. Lorenzo Dorsino Villa Rendena 10. PICCOLI SCALATORI Comano Terme SULLA ROCCIA Breguzzo

5. PARCO FORTE AMPOLA

4. JUNGLE CANYONING ar

Idro

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Casto

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go

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1. GIOCABOSCO V A L S A B B I A Gavardo

BRESCIA

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VIENI AI NOSTRI SPORTELLI ritira la mappa con i buoni e... Inizia il tour!

15. PALAGHIACCIO 14. PESCA AL LAGHETTO “IL SALMERINO ALPINO”

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La Cassa offre a tutti i bambini figli o nipoti di soci fino ai 13 anni compiuti un BUONO OMAGGIO per le attività riportate nella mappa utilizzabile fino al 19 settembre.

12. PARCO FAUNISTICO SPORMAGGIORE

La

LA CASSA DEI BAMBINI 2021 Torna La Cassa dei bambini, l’iniziativa riservata a figli e nipoti dei soci della nostra Cassa Rurale, con l’obiettivo di offrire loro una giornata in famiglia scoprendo le bellezze del territorio in cui la Cassa Rurale opera. La Cassa dei Bambini sarà anche per quest’anno itinerante: grazie alla collaborazione con alcune realtà del nostro territorio, fino al 19 settembre la Cassa offre a tutti i bambini fino ai 13 anni compiuti un buono omaggio per 15 attività: il Giocabosco di Gavardo (BS); il Parco delle Ferrate e Fucine di Casto (Bs); la Fattoria Esperienziale la Mirtilla di Idro (Bs); il Jungle Canyoning di Storo (Tn); il Parco Forte Ampola a Passo Ampola (Tn); l’Aquaclub Valle del Chiese di Borgo Chiese (Tn); il Breg Adventure Park in Val di Breguzzo (Tn); il VillagGino a Comano Terme (Tn); il Ranch Fiore di Comano Terme (Tn); l’attività “Piccoli Scalatori sulla Roccia” a San Lorenzo Dorsino (Tn); il Forest Park di Molveno (Tn); il Parco faunistico di Spormaggiore (Tn); “A cavallo con Lara” a Porte di Rendena (Tn); la Pesca Al Laghetto “Il Salmerino Alpino” di Vigo Rendena (Tn); il Palaghiaccio di Pinzolo (Tn). Per partecipare è necessario richiedere allo sportello il libretto contenente la mappa ed i buoni omag-

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3. FATTORIA ESPERIENZIALE LA MIRTILLA

Per tutte le info: www.lacassarurale.it

gio. Per ogni attività svolta sarà consegnata una monetina adesiva: tutti i bambini che avranno guadagnato e incollato sulla

mappa almeno 3 monetine, potranno riportare il libretto in Cassa Rurale entro il 31/10/2021 e ricevere un regalino.

alcune attrazioni ricreative e sportive del territorio. “Con questa iniziativa estiva proseguono le attività rivolte ai soci. L’obiettivo è quello di incentivare il turismo locale favorendo anche tutte quelle attività che operano in questo settore, come bar, ristoranti e attività commerciali in genere” – commenta la Presidente Monia Bonenti. PASSAGGIANDO 2021 Passaggiando è l’iniziativa riservata ai soci de La Cassa Rurale Adamello Giudicarie Valsabbia Paganella che hanno partecipato all’Assemblea Generale 2021 ed ha l’obiettivo di favorire la conoscenza del territorio in cui opera la Cassa Rurale. La Cassa offre infatti ai propri soci l’opportunità di visitare in modo autonomo alcuni luoghi del territorio con valenza storica, culturale e paesaggistica. Tutti i soci che lo scorso Aprile 2021 hanno partecipato all’Assemblea Generale consegnando “la delega e le istruzioni di voto” allo sportello o inviando la documentazione a mezzo PEC, potranno accedere gratuitamente a 2 diverse attività tra quelle di seguito proposte: visita guidata al Museo Della Carta Di Toscolano Maderno (Bs);

visita guidata alla Rocca D’anfo (Bs); visita guidata alle Miniere di Darzo (Tn); visita guidata alle Malghe della Valle Del Chiese con escursione; visita guidata sul Sentiero Etnografico del Rio Caino di Borgo Chiese tn; visita guidata a Boscoartestenico di Stenico (tn); escursione alla Terrazza Fiorita Di Prada di San Lorenzo Dorsino (Tn); risalita con la funi-

via a Molveno (Tn); risalita con la funivia ad Andalo (Tn); escursioni guidata in e-bike in Val Rendena (Tn); risalita con la funivia a Madonna di Campiglio (Tn); risalita con la funivia a Pinzolo (Tn). E’ possibile richiedere i 2 buoni omaggio allo sportello, oppure contattando l’Ufficio Relazioni via mail a relazioni@lacassarurale. it o telefonicamente ai numeri 0465 896510 0465 896511. Maggiori informazioni su entrambe le iniziative sono disponibili su www. lacassarurale.it.


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state!

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TRENTINO TRENTINO TRENTINO BARBECUE BARBECUE BARBECUE AGOSTO 2021

Tanto arrosto e poco fumo Tanto arrosto e poco fumo Tanto arrosto epiùpoco fumodell’estate! per l’evento rovente per perl’evento l’eventopiù piùrovente roventedell’estate! dell’estate!

LUGLIO LUGLIO Mercoledì Mercoledì LUGLIO 1 - 8 - 15 - 22 - 29 1Mercoledì - 8 - 15 - 22 - 29 AGOSTO 1 8 15 22 29 AGOSTO Mercoledì Mercoledì 5 - 19 - 26 AGOSTO 5Mercoledì - 19 - 26

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Messaggio promozionale Grazie all’adesione volontaria e alla disponibilità di svolgere ore straordinarie di lavoro del medico dott. Davide Mussi e del personale infermieristico della struttura, coordinato da Nicoletta Giovanelli, l’attività di somministrazione ha preso il via lo scorso 14 aprile. Il servizio prestato è stato fornito in forma totalmente gratuita previa prenotazione al portale provinciale del Cup. Per i primi quaranta giorni, dal martedì al venerdì dalle 15 alle 17, sono state somministrate unicamente le prime dosi. Nel mese di maggio, invece, si sono aggiunte le erogazioni dei richiami implementando gli orari fino alle 19. Dal 22 giugno in poi, gli orari sono stati ulteriormente modificati con l’esclusiva distribuzione di seconde dosi dalle 17 alle 19. A regolamentare l’accesso degli utenti, garantendo ordine, sicurezza e rispetto delle normative anti-Covid, si sono resi disponibili i membri volontari dell’Ambulanza di Storo, dell’Associazione Carabinieri in Congedo, della Croce Rossa Valle del Chiese e della Sezione degli Alpini di Condino e della zona. Un contributo fondamentale per permettere che le

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L’operato del centro vaccinale alla Rosa dei Venti di Condino Sono stati complessivamente più di tremila i vaccini Pfizer inoculati a Borgo Chiese, nel Punto di vaccinazione allestito presso la Casa Sanitaria di Condino. Il Centro è stato organizzato dalla locale Apsp «Rosa dei Venti» presso gli ambulatori al primo piano della struttura di via Roma, già in uso dal Rsa per l’afflusso di utenti esterni ai servizi di fisioterapia e prelievi. Un anno come vaccinazioni della popolazione si intensifichino e proseguano in maniera più veloce possibile. «Il centro vaccinale– raccontano, dalla struttura assistenziale condinese, il presidente Daniele Pizzini e il direttore Matteo Radoani- ha sempre funzionato perfettamente, senza alcun intoppo o disagio particolare.». Un’iniziativa molto apprezzata che ha dato la possibilità alla gente del posto di risparmiare viaggi verso altri centri vaccinali maggiormente lontani. «Siamo partiti un po’ al buio, prendendoci a carico tutte le spese. Poi, con la grandiosa collaborazione dimostrata da enti e aziende soste-

nitrici della zona dovrebbe restare una somma piuttosto modesta a carico nostro. Per questo vale la pena fare un caloroso ringraziamento al Comune di Borgo Chiese, alla Cassa Rurale, alla BM, alla Nuova Saimpa, a

questo, ha insegnato quanto la salute sia il bene più prezioso e quanto sia necessario un sistema sanitario che garantisca cura, assistenza e prevenzione. Proprio partendo da tali motivazioni, l’Apsp ha immediatamente accolto la richiesta dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Trento per sostenere la campagna vaccinale contro il Covid-19.

Galante Legnami, a Balduzzi Tullio, ad Innova, ad Eurofer, alla Segheria Lombardi, a G.fer carpenteria e a Scavi Nord.». Insomma, un’esperienza funzionale simbolo della sinergia tra enti, associazioni e aziende terri-

toriali: «Collaborazioni come queste- continuano gli organizzatori- sono la dimostrazione che in momenti di necessità, il territorio riesce ad unire tutte le forze in maniera efficace, facendo sistema per dare, in questo caso, un aiuto concreto nel contrasto alla pandemia. Ancora grazie a tutti.». Al momento manca ancora l’ufficialità, ma è pressoché certo che il Centro Vaccinale di Borgo Chiese terminerà la sua attività istituzionale con la chiusura nella giornata di venerdì 30 luglio. «Auspicavamo che l’apertura venisse prorogata anche oltre la data decisa con la convenzione – proseguono i due

vertici del Rsa - ma ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta e tanto meno nuove disposizioni da parte dell’Azienda Sanitaria Provinciale. Il rammarico nel dover interrompere un progetto che ormai funzionava alla grande ovviamente c’è. È un peccato non si possa continuare soprattutto perché siamo in un momento delicato, in cui il cittadino dovrebbe venire agevolato e stimolato nel fruire di questo servizio. Sospendendo il tutto, invece, c’è il rischio che la campagna vaccinale rallenti ulteriormente.». Proprio ora che è stato introdotto l’obbligo di Green Pass ed è prevista la corsa ai vaccini, chiude i battenti un servizio prezioso, legato alla speranza che questa campagna di vaccinazione possa riportarci presto alla tanto desiderata normalità e alla vita piena di un tempo.


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Parlando giudicariese

AGOSTO 2021

La “scossa” dell’inatteso obbliga al rinnovarsi

Le Giudicarie in fermento ma “ensèma” di Mario Antolini Musón

Nel chiuso della mia mansarda, mentre compivo i 100 anni e pure il 101° anno, il coronavirus non si è fatto vedere né sentire e, conseguentemente, non ha inciso per niente né sul mio esistere e né sul mio fare; soltanto indirettamente me ne è giunta l’eco per cui ho potuto partecipare, pur indirettamente, a quanto stava e sta avvenendo nel mondo. Ed è ugualmente così che vivo quanto è avvenuto e sta avvenendo in Giudicarie. Infatti, pur essendo impossibilitato di partecipare alla vita quotidiana dell’intera popolazione, tuttavia mi sento partecipe del vivere comune attraverso le voci dei famigliari e delle numerose amicizie, nonché attraverso i massmedia sia cartacei che online. Pertanto, sento l’ansia che in società si vive nel dover superare gli intoppi conseguenti all’espandersi della pandemia, specie nelle famiglie, nei contesti scolastici, così come nel mondo del lavoro, con riflessi allarmanti nel settore turistico. Nel contempo, tuttavia, percepisco la vivacità del volontariato che, in diversi settori, sta organizzando, ad ogni stagione, numerose iniziative a favore della popolazione; così come pure mi trovo presente e documentata l’attiva vitalità degli Enti pubblici che, ad ogni livello, stanno rinnovando, al loro interno, la compagine degli amministratori con l’avvento dei giovani che provengono dalle nuove generazioni. Percepisco, da vecchio centenario, la netta diversificazione generazionale che incide nettamente e chiaramente sul come stanno andando le cose: ossia mi rendo conto che il cambiamento ed il rinnovamento, anche in Giudicarie, sono in atto e sotto gli occhi specialmente di coloro che sanno ben osservare ed equamente giudicare. Ed infatti, sono stati resi noti ed evidenziati dagli organi di stampa i cambiamenti avvenuti fra i dirigenti responsabili della Comunità di Valle, dei due Bim della Sarca e del Chiese, del Parco Naturale Adamello Brenta, dell’Istituzione delle Terme di

Il lacerante evento pandemico che dal 2020 sta avendo incisive conseguenze sull’umanità, sta lasciando il segno anche in Giudicarie, obbligando sia ciascun cittadino, che gli Enti pubblici e privati, a rimboccarsi le maniche (come si suol dire) nel rivedere la propria posizione per impostare un Comano, delle rivoluzionate Aziende di Soggiorno e Turismo, della Società delle Funivie, degli Organi cooperativi a tutti i livelli. Col secolo di vita che mi trovo sulle spalle mi rendo conto che attraverso tali persone “nuove” tutto si è rinnovato. La compagine di persone che, durante quasi un secolo (anche con me), si è alternata nei vari organismi e istituzioni in Giudicarie, si sta dileguando e le persone che io trovo nominate nelle cronache quotidiane mi presentano nominativi del tutto sconosciuti, poiché effettivamente fanno parte delle “nuove generazioni” con le quali io non ho più contatti diretti ed interpersonali. È evidente l’avanzare e l’imporsi dell’evoluzione generazionale, con tutte le conseguenze e le problematiche del caso. Una generazione non è e non deve essere la “copia carbone” della precedente; per forza di cose la differenza c’è e ci deve essere. Pertanto credo di non essere fuori luogo se mi chiedo se i Giudicariesi di oggi siano rimasti con la stessa mentalità dei Giudicariesi del passato, se abbiano le stesse conoscenze del passato, se vedano e intendano le Giudicarie, nel loro complesso specie antropologico, con la stessa visione con cui l’hanno vista le generazioni che hanno visto le Giudicarie passare dall’amministrazione “asburgica” a quella “italiana” (sfaccettata poi nella “regionale” prima e nella “provinciale” poi). Ovviamente i cambiamenti possono e debbono esserci. Personalmente rivedo i ricordi delle discussioni nelle riunioni che si tenevano nell’ambito del Consorzio dei Comuni Giudicariesi (prima edizione), negli anni Cinquanta, ossia quando si combatteva contro le manovre nazionali che, in campo idroelettrico, stavano facendo man bassa delle nostre “acque”. In quegli pur accesi incontri fra rappresentanti di tutte

le parti delle Giudicarie, non ho mai sentito nominare un qualsiasi Comune locale; si parlava soltanto di Giudicarie e di Giudicariesi, poiché i problemi erano comprensoriali e non ristretti a ciascun Comune amministrativo. Ed in quello spirito era nata e portata avanti l’istituzione dei Consorzi dei Comuni dei Bacini Imbriferi Montani (appunto poi ristretti nella sigla BIM) poi istituiti con legge nazionale nel 1953. Oggi i responsabili di settore, a tutti i livelli e nell’ambito di ciascuna istituzione, possono avere la stessa visione delle Giudicarie e dei problemi dei Giudicariesi considerati nel loro insieme comprensoriale? Io ho avuto la fortuna di poter vivere le Giudicarie nel loro “insieme”, ossia a livello comprensoriale, sia come pubblicista che poi come coinvolto direttamente nella nascita dei Bim e, successivamente ma indirettamente, nell’istituzione del Comprensorio e della Comunità delle Giudicarie. Mi sono letta gran parte della ricca documentazione sulle Giudicarie predisposta negli anni Sessanta e Settanta da parte ed a cura del Comprensorio: quale immensa ricchezza conoscitiva che oggi giace impolverata negli archivi a tutti sconosciuti e mai consultati. Credo che questa mia vissuta esperienza,

“da fare” che, sotto molteplici aspetti, sta prospettandosi, in buona parte, diverso da come stavano le cose prima che il coronavirus si diffondesse in tutto il mondo e, pertanto, facendosi sentire pure nelle nostre vallate bagnate dalle acque dei bacini montani della Sarca e del Chiese.

mi permetta di prendermi la libertà di chiedermi: «I “nuovi” Giudicariesi che oggi responsabilmente hanno in mano le redini della pubblica amministrazione, della sanità, dell’assistenza, delle attività scolastiche, dell’economia, del mondo del lavoro, della comunità sociale… quale visione, quale idea e conoscenza hanno delle Giudicarie e dei Giudicariesi? Sono rimasti avvinghiati al campanilismo che ci ha visti vivere per secoli da “separati in casa” o, invece, si sentono razionalmente ed emotivamente spinti ad incontrarsi per progettare insieme (il più tempestivamente possibile) un “bene comune” così come i nostri antenati ci hanno insegnato a gestire insieme la “proprietà collettiva” che tuttora

rimane l’asse portante del nostro territorio? E ancora: sta almeno circolando nella mente di qualcuno il desiderio di incontrarsi, di scambiarsi idee e prospettive, di escogitare quel “qualcosa di nuovo” che, tempestivamente ed adeguatamente, assicuri il pane quotidiano all’intera popolazione e a tutti i livelli?». Penso a quante cose belle, produttive e sostanziose si potrebbero fare “insieme” con benefica ripercussione, temporanea e futura, su ciascun cittadino! L’ho sempre detto, anche su queste colonne, ma mi preme ripeterlo ancora una volta: noi che viviamo nell’ambito raccolto delle Giudicarie (in soli 37.000 abitanti) ci troviamo davvero in un’oasi incantata, in cui durante i secoli

non si è mai combattuto e sparso sangue, in cui la gente è sempre stata laboriosa ed ha faticato a vivere, in cui regna il vicendevole rispetto, ove esiste un tetto per tutti, ove anche un pezzo di pane e il bere non mancano a nessuna persona, ove si gode di una scolarità e di un’assistenza sanitaria e sociale che possono considerarsi eccezionali, dove il territorio risulta proprietà collettiva con la possibilità di muoversi liberamente in tutte le direzioni senza alcun divieto di sorta. Se riuscissimo anche a tenerci per mano, a guardarci negli occhi e ad essere e sentirci “insieme”, a tutti i livelli; potremmo proprio dire di trovarci in un gran bel “eden” per di più dai paesaggi e dai panorami più belli al mondo. Mi permetto di dire a gran voce che ai Giudicariesi manca soltanto “il sentirsi e l’operare insieme”. Sono un illuso - a cent’anni suonati - se me lo sogno e me lo auguro di tutto cuore un “incontro periodico continuato” a tutti i livelli possibili? Ovviamente non sono e resto che l’eterno e povero Mario Musón con in mano soltanto delle sole parole prive di autorità. I miei sogni li sto mettendo e lasciando nelle mani degli amati Giudicariesi, che hanno animato e animano la mia esistenza in Giudicarie e che colgo l’occasione di ringraziare da queste colonne che da due decenni mi stanno benevolmente dando voce e cara compagnia. Non posso che continuare a gridare a gran voce: «Ensèma!».


La lettera Seppur carente in inglese afferro immediatamente che è un messaggio di avvertimento. Clicco sulla traduzione e dalla lettura comprendo che qualcuno si sta infilando nel mio cellulare per carpire i segreti che in esso si celano per utilizzarli in attività sicuramente poco lecite. In un battibaleno la seconda scritta visualizzata sullo schermo e’: sim bloccata”. Da quel preciso momento comincia il dramma. Una scalata in montagna, un tuffo nell’oceano, una discesa con il paracadute per chi non è avvezzo a tali gesti atletici è niente rispetto al vortice che mi avrebbe inghiottito e fatto girare come una trottola incapace di trovare una via di uscita. Dovete sapere che ho un cellulare, un computer ed un telefono fisso. Tutto ruota attorno a questi strumenti che ognuno di noi ha in casa e che dovrebbero essere ampiamente sufficienti a far fronte ad una situazione di emergenza. Ed invece no. Siamo arrivati al blocco della sim. Poco male, penso. Recupero il puk e sono a posto. Primo errore. Sapevo che la piccola scheda sulla quale è iscritto il pin ed il puk del cellulare l’avevo messa in un faldone pieno anche di altre cose. Ero sicura di trovarla lì dentro. Prendo il faldone e guardo in ogni teca senza trovare alcun che. Ferma nella mia convinzione riguardo ma non trovo nulla. Poco male, penso. Cerco in internet i contatti con il mio gestore telefonico. Accedo ad internet ma in quel momento non c’e’ connessione. Al terzo Immerse nella natura caratteristica ed incontaminata della Valle del Chiese, le malghe alpine sono dei concentrati di esperienze per tutti i sensi. Come da tradizione, all’inizio dell’estate i malgari si trasferiscono sugli alpeggi con gli animali per trascorrervi i mesi più caldi e sfruttare i verdi pascoli d’altura. La montagna quindi si popola di vita, profumi e suoni caratteristici, che accolgono i visitatori di passaggio. Il Consorzio dei comuni del BIM del Chiese, per valorizzare al meglio questa opportunità territoriale e per far conoscere il contesto delle malghe alpine, da qualche anno, ha ideato e promosso “Malghe aperte”, un progetto che ha riscosso grande successo, con un afflusso sempre crescente di partecipanti, tanto da superare le 10 mila presenze registrate nel 2019 e nel 2020. Per il triennio 20192021 la gestione dell’iniziativa è stata affidata alla società cooperativa Iniziative e Sviluppo, che ha portato avanti il programma con innovazione ed impegno, incentivandone la partecipazione e garantendo la qualità del servizio. L’iniziativa prevede il coinvolgimento di una quindicina di ragaz-

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L’uomo tecnologico, sempre sotto l’occhio costante dei social Ci sono cose che accadono che sentite raccontare lasciano sconcertati e senza parole. Quanto sto per illustrare è una di queste storie che stenterei a credere se non fosse accaduta proprio a me. Tutto inizia una sera qualsiasi. Dopo essere tornata dal lavoro, aver acceso il fuoco ed essermi seduta sul divano, mi accingo ad aprire i messaggi di whatsapp sul cellulare, per rilassarmi un po’ ed anche per visualizzare se qualcuno mi tentativo riesco a collegarmi. Così recupero due numeri telefonici da comporre per chiedere lo sblocco della sim. Il primo è un numero verde ... comincia con 800 etc. , il secondo è un numero breve. Me li annoto entrambi e poi da telefono fisso compongo i numeri. Il primo che digito è il numero verde. Una vocina all’altro capo del telefono su un nastro registrato mi dice: questo numero è solo per gli utenti che hanno comprato la sim on line”. Io l’ho comprata in un negozio. Quindi abbandono. Digito l’altro numero telefonico e una vocina all’altro capo del telefono su un nastro registrato mi dice: “ non abilitata a chiamare questo numero telefonico da questo apparecchio”. E già lì hanno cominciato a girarmi gli attributi che non posseggo.

Penso ad un’altra soluzione. Vado in internet sul sito del mio gestore telefonico e vedo quello che posso fare. Giustamente, non essendo mai entrata, mi chiede la registrazione. Comincio a digitare i dati e terminata l’operazione un messaggio mi informa che la password mi verrà inviata via sms sul mio cellulare...bloccato. Porcacchia eva...... questo è veramente un gatto che si morde la coda. Allora ritorno alla carta..... estraggo nuovamente dal coperchio il mio faldone di carte e comincio a far passare con perizia ogni foglio finchè, in mezzo ad alcune matrici di blocchetti di assegni staccati trovo finalmente l’oggetto dei miei desideri: il tesserino della sim con sopra stampati il pin ma soprattutto il puk. Con questo codice ripristino la sim

avesse cercata. Fra questi messaggi, proveniente da fonte conosciuta, c’è un link che mi porta in un sito internet. In realtà non so di che cosa tratta perché a quel sito non sono riuscita ad accedere. Infatti, dopo aver cliccato sul link che appariva e dopo ulteriori click mi esce a caratteri cubitali la scritta “warning” seguita da un testo a caratteri un po’ piu’ piccoli ma non meno inquietante.

e tutto torna in ordine. Sono passate due ore ma poco importa. A bocce ferme, rifletto e penso: ma tutta questa tecnologia benedetta quando funziona e maledetta quando qualcosa va storto, dove ci porterà?? Ho fatto il giro dell’oca e la soluzione l’ho trovata tornando a scartabellare il cartaceo. Un giorno rimpiangeremo la carta? In realtà, seppur diversamente giovane, mi sembra di aver ben compreso la direzione presa dal mondo. Andiamo verso una tecnologia totalizzante senza possibilità di ritorno. Siamo nel pieno della rivoluzione digitale, un nuovo uomo nascerà: l’homo technologicus. Gli acquisti sono quasi tutti on line, come pure la spesa che ci viene consegnata in fretta e furia come un pacco postale, non è più necessario uscire

di casa. Hai le voglie..... ti arriva per vie brevi un cannolo siciliano proprio dalla Sicilia. Hai bisogno di un idraulico? Cerca in internet e lo troverai ...potrai anche vedere se ha un fisico palestrato. Ha postato le foto su instagram. Per non parlare dei fidanzati. Sui social potremmo fare qualsiasi conoscenza. Tutti uomini e donne interessanti.... Belli e belle.... Sexy, macho men, ricchi, simpatici, attraenti. L’importante è non incontrarli mai de visu. La delusione potrebbe essere cocente. Anche se siamo persone riservate, non c’è segreto per lo Stato. Basta un click e sanno tutto di noi. Le nostre proprietà, le macchine, quante volte siamo stati in farmacia, se abbiamo un mutuo, se siamo in affitto, se abbiamo ristrutturato, se siamo stati in vancanza... e la

lista è ancora lunga. I social intercettano i nostri gusti e ci guidano nelle scelte politiche con campagne di notizie false appositamente confezionate alle quali noi abbocchiamo come pesci. Non ci rimarrà nulla di privato. Nemmeno i pensieri. Che bel mondo...questo mondo. Vorrei tanto abbracciare la mia vicina di casa... stringere la mano e guardare negli occhi il mio prossimo.... Dare un pizzicotto a qualcuno solo per la soddisfazione di sentirgli dire “: ahi...” , scrivere un biglietto con una penna, come si faceva una volta, per dire ti amo al mio compagno. Vorrei anche avere il diritto di cadere nell’oblio senza dover attendere l’ultimo respiro. Antonia Marascalchi

Progetto Malghe Aperte 2021

zi della Valle del Chiese, principalmente studenti tra i 18 e i 35 anni, che trovano così un opportunità per approfondire la propria conoscenza del territorio, diventandone promotori e svolgendo allo stesso tempo un’ attività nei mesi estivi. Gli operatori trascorrono la giornata in malga con l’obiettivo di accogliere i passanti, fornendo informazioni ed offrendo la possibilità di esplorare i locali della malga. I visitatori trovano quindi un punto di informazione rispetto alle opportunità fruibili sul territorio, ma principalmente la

possibilità di apprendere il funzionamento del sistema malga e le sue caratteristiche, oltre all’occasione di acquistare prodotti freschi, locali e di qualità. Per l’estate 2021 il progetto prevede l’apertura di sei malghe nel periodo che va dal 25 luglio al 5 settembre, tutti i giorni dalle 9 alle 17. Le malghe attive coprono tutto il territorio della Valle del Chiese e sono nello specifico: Malga Alpo (Bondone), Malga Caino (Borgo Chiese), Malga Baite (Pieve di Bono-Prezzo), Malga Table (Castel-Condino), Malga Nudole (Val-

daone), Malga Arnò (Sella Giudicarie). In ognuna di esse, come novità introdotta nell’edizione 2020, è presente un animale caratteristico, al quale sono legate le attività per i più piccoli. Per i bambini che si recano in malga infatti è disponibile un libretto con giochi ed immagini da colorare legati all’ambiente montano e della malga. In ogni alpeggio è prevista la possibilità di assistere ad un’attività tradizionale, programmata settimanalmente secondo un calendario prestabilito. Le dimostrazioni aperte al pubblico sono: la ca-

seificazione, processo di trasformazione del latte in prodotti caseari, che è forse l’attività più rappresentativa del lavoro che si svolge in malga, ed è in programma tutti i martedì alle ore 9:30 a Malga D’arnò, ogni mercoledì e sabato alle ore 9:30 a Malga Baite ed ogni venerdì e domenica alle 14:30 a Malga Table. A Malga Caino ogni martedì alle ore 15:00 è prevista una presentazione dell’Asino nelle sue caratteristiche e peculiarità mentre ogni venerdì alle ore 15:00 una descrizione di alcune erbe spontanee locali. A Malga

Alpo è organizzata tutti i mercoledì alle ore 15:00 la dimostrazione della tosatura della pecora con metodo tradizionale. A Malga Nudole tutti i lunedì e giovedì alle ore 15:30 è in programma la presentazione del cavallo, con possibilità per i più piccoli di effettuare una breve passeggiata in sella. Le attività sono pensate per tutte le età in modo da incentivare e soddisfare la curiosità di tutti. Inoltre, per chi raggiunge le località in bicicletta o e-bike, è previsto un gadget, mentre un kit di riparazione è sempre a disposizione in caso di necessità. L’iniziativa “Malghe Aperte” offre quindi un’esperienza genuina alla scoperta di prodotti e tradizioni locali, ma anche una finestra sulle opportunità uniche di cui è ricca la Valle del Chiese, con il desiderio di stuzzicare la curiosità dei visitatori a scoprire un po’ di più questa splendida parte di Trentino.


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Tutti giù per terra

AGOSTO 2021

Dacci oggi il nostro bollettino quotidiano

C.V.D. Come volevasi dimostrare. I campionati europei di calcio si sono rivelati un’efficacissima arma di ‘distrazione’ di massa. Per un mese intero il popolo tricolore ha potuto finalmente staccare la spina dai quotidiani bollettini di morti e contagi. Disintossicarsi dall’ansia da covid per concentrarsi sulla più rigenerante delle terapie per noi italiani. Quella del tifo pallonaro. E alla fine festa fu. La festa dopo la tempesta, altro che quiete. A noi, figli dello spritz e delle notti magiche del 90, la quiete non ci garba mica tanto. I volti raggianti e vigorosi di Mancini e Chiellini, di Insigne e Donnarumma hanno spazzato via i faccioni tristissimi e corrucciati di immunologi e virologi virali in tv e sul web. Dei Galli e dei Burioni, dei Bassetti e dei Capua, dei Zangrillo e dei Pregliasco. E poi di infermieri, barellieri, portantini, oss e cuoche delle mense ospedaliere. Un esercito di star iperpresenzialiste così numeroso che la Panini ci può ricavare un album delle figurine. Allenatore: il professor Galli, onnipresente Grillo Parlante a dispensare non schemi tattici ma cazziatoni a festaioli e ottimisti. La prima competizione

sportiva retroattiva della storia (Euro 2020 giocato nel 2021) ha avuto lo stesso effetto di un centro wellness. Niente di più che una parentesi energizzante, prima aperta e poi chiusa. Sapevamo bene che terminata la fiesta ci saremmo risvegliati nel solito tran tran quotidiano, nel medesimo brusìo di sottofondo fatto di ritrite discussioni su restrizioni e allentamenti e piani vaccinali. La Restaurazione dopo la Rivoluzione. Con l’aggravante del Green Pass a dividere politica e opinione pubblica. Dopo la sbornia per il trionfo azzurro si è registrato un aumento dei contagi. Di qui l’estensione dell’obbligatorietà del lasciapassere per accedere su aerei, navi e treni a lunga percorrenza, a concerti, stadi, piscine, discoteche, palestre. E forse, seguendo l’esempio dei cugini francesi, anche per entrare in bar e ristoranti. Dio, anzi Figliuolo, ce ne liberi. Intanto la Ferragni ha fatto di recente visita al castello di Avio. L’evento, e il conseguente rimbalzo della notizia sui media, è stato l’ennesima occasione per i suoi detrattori, leoni da tastiera poco coraggiosi e molto invidiosi, per affilare zanne e artigli. Vomitare odio e livore su

una ragazza qualunque che diventa imprenditrice, crea un’azienda dal nulla che dà lavoro a decine di persone, che muove capitali e flussi commerciali, che strafattura e paga pure le tasse (cosa non da poco) , è qualcosa che ahimè non capirò mai. Un esempio vero di ‘self-made woman’.

Tutta la mia stima. Chi la disprezza e sminuisce, tra cui tante donne, se ne faccia una ragione. A proposito di donne. La cantante Emma Marrone ha festeggiato gli Europei condividendo su Instagram un autoscatto che la ritrae in completino intimo e posa sexy. ‘Come la grande

Tutti giù per terra di Massimo Ceccherini Podio

di raccattare qualche like in più? Fare pubblicità alla tournée estiva?

Sabrina Ferilli‘, ha scritto sul post, ricordando il precedente dell’attrice che nel 2001 si spogliò al Circo Massimo durante la festa per la Roma scudettata. Fermo restando che ciascuno di noi può fare del proprio corpo ciò che vuole, perché spogliarsi? Esibizionismo vuoto? Volontà

A volte le peggiori nemiche delle donne sono le donne stesse. Che mercificano il proprio corpo e lo fanno così, con l’aggravante dei futili motivi. Che con un click vanificano le loro sacrosante battaglie contro discriminazione femminile e sessismo. Anni di campagne ‘MeeToo’ e contro il cat-calling sacrificate in nome di un bikini e uno stacco di coscia. Tra l’altro non richiesti. Il paradosso della sig. ra Marrone è che proprio lei, negli anni, si è sempre schierata contro ciò che adesso ha alimentato. E’ il classico autogol, per rimanere in gergo calcistico. Goffo e involontario. Speriamo si tratti solo di un inciampo dal quale ripartire con una maggiore consapevolezza, maturità, responsabilità. La coerenza intellettuale, soprattutto quando si è personaggi pubblici, va praticata con maggior cura e rigore. Perché purtroppo l’argomento è terribilmente serio. Le donne meritano vere paladine a difesa dei propri diritti e non semplici pin-up e bimbeminkia.

È nata l’Associazione Apicoltori Val Rendena Negli ultimi tempi, complice il cambiamento climatico, l’inquinamento atmosferico, l’utilizzo di particolari sostanze in agricoltura e l’arrivo dall’estero di nuove specie vegetali ed animali, molti problemi stanno affliggendo colture ed allevamenti tradizionali autoctoni. Tra questi l’allevamento delle api, da sempre praticato nelle nostre valli e in altri ambiti alpini. Però recentemente questa attività sta beneficiando di un nuovo interesse da parte di giovani e meno giovani, che fortunatamente sta facendo “spuntare” nelle campagne e boschi attorno ai paesi giudicariesi decine e decine di variopinte arnie. Tanti appassionati che, da soli o

in gruppi, si dedicano in modo amatoriale (ma con sempre più professionalità) all’apicoltura. Tanto che, negli scorsi mesi hanno costituito una associazione per conoscersi, scambiarsi esperienze e conoscenze per far crescere qualitativamente questa attività. L’Associazione Apicoltori Val Rendena vuole diffondere interesse ed informazioni sull’affascinante mondo delle api attraverso incontri, iniziative, convenzioni con fornitori per acquisto a prezzi scontati di materiali ed attrezzature, assistenza tecnica e burocratica agli affiliati così come ai semplici appassionati che vogliono avvicinarsi a questo

particolare allevamento. Organizza anche corsi base ed avanzati come il “Corso pratico sull’allevamento delle api regine” tenutosi alla fine di giugno scorso, collegamenti con la FAT (Federazione Apicoltori Trentini) e con altre associazioni trentine, ad esempio con l’Associazione Apicoltori Val di Sole e con il suo attivo e competente Presidente Francesco Moratti). La neonata associazione ha sede al municipio di Bocenago. Il primo direttivo dell’Associazione è così formato: Elvio Masè (presidente), Mauro Villi (vicepresidente ed esperto apistico provinciale), Valentina Marzoli (Segretaria), Mauro Salvaterra, Manuel Lucchini, Paolo Alimonta e Mauro Olivieri. (A.G.)


Opinioni a confronto BOTTA E RISPOSTA

vilgiat@yahoo.it

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Draghi riuscirà a resistere agli scricchiolii della maggioranza?

Caro Adelino, parliamo di vaccini, Draghi riuscirà a resistere agli scricchiolii della maggioranza? Non c’è giorno in cui i media, giornali e tv, non diano notizie di fibrillazioni e tensioni sempre più pressanti attorno al governo Draghi. Gli scontri fra partiti e fra gli stessi leader sono quotidiani e non sempre facili da capire. Ormai sono un po’ tutti in campagna elettorale, ognuno tira l’acqua al suo mulino, spesse volte fre-

gandosene del bene comune. Ho l’impressione che fino alle prossime elezioni del 2023 le cose andranno sempre peggio...e Draghi riuscirà a resistere? Gli amici del bar Avete ragione, ma diciamola tutta. Mi sembra evidente che nè le convulsioni interne ai partiti, né gli scontri fra le forze politiche

che sostengono il governo hanno fin’ora condizionato Draghi e il suo governo. Draghi, da uomo navigato, sa quel che vuole e dove vuole arrivare per l’esclusivo bene del Paese. Non ha interessi elettorali o personali, è stato incaricato da Mattarella di mettere ordine nelle cose italiane che stavano per andare a rotoli. Quello è il suo compito, il resto sono beghe che lo riguardano solo parzialmente, alcune

Sempre attenti, ma le cose vanno meglio È arrivata l’estate, i nostri paesi sono tornati a vivere, le Giudicarie son tornate ad essere belle come lo sono sempre state. Purtroppo siamo ancora sotto lo spauracchio di una pandemia che sembrava sconfitta, ma che sembra tornata, seppur non più pericolosa come lo è stata nei mesi scorsi. Ora siamo un po’ tutti più sereni, sono stati riaperti bar, ristoranti, negozi, e l’economia sta riprendendo anche nelle nostre valli. Certo, dobbiamo stare attenti, attenerci alle regole, ma per fortuna i locali, i ristoranti si stanno riempiendo di nuovo. Paolo L’Italia ha riaperto, dopo essere rimasta chiusa in casa per molti mesi, i turisti sono tornati, non numerosi come negli anni scorsi, ma sufficienti a far riprendere le nostre attività economiche. Bar, locali, ristoranti, alberghi, supermercati sono al loro per riportarci quanto prima alla normalità, anche se la lotta al virus non è ancora finita. Probabilmente la variante Delta ci darà ancora molto filo da torcere. In questa euforia della riapertura c’è stato un imprevisto davvero incredibile. La manodopera non si trova. Lo dicono gli esercenti, ma anche le associazioni di categoria. Siamo ripartiti un po’ tutti, ma in molti hotel, in molti ristoranti, manca il personale. Si è rimediato in qualche modo, ma non è stato facile. Colpa delle chiusure indiscriminate causate dal Covid-19, anche, ma sotto accusa è la politica del lavoro messa in campo dal governo Conte: il reddito di cittadinanza e la cassa integrazione hanno reso molti disoccupati pienamente soddisfatti delle loro entrate senza un’ora di lavoro. Anzi, lavoro in nero, si, forse, ma lavoro regolare no: un’occasione cosi, prendere soldi senza muovere un dito, non capita tutti i giorni. Da noi si stima una carenza di personale del circa 20%. Non è una bella cosa, sembra che il lavoro sia ormai diventato un gioco per furbastri che hanno trovato il modo di vivere allegramente. Bisognerà prima o poi metterci rimedio. (a.a)

poi sono così palesemente elettorali, che non lo riguardano per niente. Ovvio che i partiti, facendo parte di una maggioranza molto ampia ed articolata, debbano in qualche modo differenziarsi e marcare la loro identità ed il loro territorio. Non possono rinunciare a parlare al loro popolo di votanti. Draghi lo sa, e fin’ora s’è tenuto lontano dalle polemiche interne ai partiti, dai loro dissidi, dai loro

riposizionamenti. Non certo per menefreghismo, ma è una sua scelta tattica, per evitare di farsi trascinare nelle polemiche e, soprattutto, con lo scopo di tener lontano il governo da tensioni eccessive e pericolosi strappi. Le parole, le minacce, le insinuazioni non sembrano toccarlo. La sua risposta è l’eloquente silenzio che lo contraddistingue. E per me va bene così...(a.a.)

Sondaggi mutevoli, a seconda di chi ne parla Leggo ogni giorno i sondaggi, sono attratto dall’angoscia della Lega che sta per essere superata nei sondaggi dalla Meloni di FdI, il Pd è da tempo fuori gioco, così come i 5stelle, che dopo l’exploit della diatriba Conte-Grillo, sembra abbiano perso la bussola e non si sa più dove voglia o andare... lasciamo stare altri, che ormai hanno ben poco da dire. Noto però che i sondaggi variano seppur di poco a seconda dei giornali che li pubblicano. Tu che ne dici? Elio I sondaggi che misurano il gradimento di leader politici, presidenti e sindaci non sono infallibili, anche se condotti da ditte specializzate usando severi metodi scientifici. E soprattutto, da mai dimenticare, i sondaggi non sostituiscono il responso elettorale. Sono indici importanti per capire come la pensa la gente sulla politica e sui suoi protagonisti. Ma non sempre trovano poi riscontro nel voto. Soprattutto di questi tempi così mutevoli, potrebbe rivelarsi un grave errore sopravvalutare il valore di alcuni sondaggi. Ma non è neanche giusto valutare i sondaggi in base alle proprie simpatie politiche considerandoli non affidabili quando non corrispondono alle proprie speranze. Quindi prendiamo i sondaggi per quello che sono. Cercano di monitorare il gradimento della gente e lo fanno nel miglior modo possibile, ma con i tempi che corrono anche i sondaggi trovano quel che possono, che ci piaccia o no….(a.a)

Due medaglie sul braccio, per aver sconfitto il vaiolo Ho due medaglie nella parte alta del braccio, come molti del mio tempo. A dire il vero, vista l’età, si sono un po’ logorate, ma negli anni della gioventù, quando d’estate s’andava in canottiera erano ben visibili. Erano gli anni ‘60 quando a scuola il dott. Matteotti mi vaccinò con due piccole iniezioni contro il vaiolo, una delle più antiche malattie infettive umane, e contro qualcosa d’altro che adesso non ricordo. Come potete immaginare, ero solo incuriosito, lungi da me pensare che quel vaccino potesse causarmi chissà quali guai, e i miei genitori ne erano consapevoli tanto che sapendo che quella mattina dovevo essere vaccina-

to, la mamma aveva provveduto a fornirmi di canottiera pulita. Nessuna polemica, nessun problema, io, come tutti i miei compagni, l’abbiamo presa sul ridere, e le medaglie ci rimasero impresse per tutta la vita. Ricordo la giornata di sole, e le parole della maestra Tamanini che ci spiegava, tornati sui banchi, che il vaiolo in Europa ormai era sparito, ma che in tanti altri Stati, in Asia ed in Africa era ancora pericoloso e mieteva migliaia di vittime. Era quindi necessario continuare a vaccinarsi tutti per poterlo definitivamente sconfiggere. E questo mi rese particolarmente fiero d’essermi vaccinato. Il vaiolo fu dichiarato poi sconfitto in tutto

il globo nel 1979. E così insieme a chissà quante altre milioni di persone porto due medaglie, senza essere stato eroico, per aver vinto quella battaglia. Allora vaccinarsi lo facevamo per il resto del mondo, oggi vacci-

narsi lo facciamo per noi, per i nostri anziani, per i giovani in difficoltà, lo facciamo per la comunità e anche per la nostra economia, per i ristoratori, per gli albergatori, per gli artigiani, per le fabbriche...ci sono perso-

ne che sembrerebbero per bene che, però, dicono “... a me non serve, non è importante, è un complotto...” e alle contestazioni al loro comportamento rispondono fieri: “Io difendo la mia libertà...”. Altro che prima i nostri, siamo all’egocentrismo più sfacciato, siamo al prima io, degli altri non me ne frega niente. Invece di annunciare complotti e simili sciocchezze, rendiamoci responsabili verso di noi e verso gli altri, con un po’ di umiltà, rendiamoci conto che siamo una comunità e una comunità si salva insieme, chi ne vuol rimanere fuori prima o poi ne pagherà le conseguenze. Adelino Amistadi


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AGOSTO 2021

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