Giudi iudicarie
il È NATA Adamello Giudicarie Valsabbia Paganella
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iornale delle
GENNAIO 2021 - pag.
Mensile di informazione e di approfondimento
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ANNO 19 - GENNAIO 2021- N. 1- MENSILE
L’EDITORIALE
Chi perde la pazienza perde la battaglia
di Adelino Amistadi
“Anno nuovo vita nuova” dice il noto proverbio. Oggi vorremmo un po’ tutti veder l’anno nuovo segnare una svolta e riportarci alla normalità. Detto fra noi, non vedevo l’ora che questo 2020 finisse. E’ stato un anno che ha cambiato le nostre vite e rimarrà nei libri di storia. Abbiamo dovuto ripensare la nostra vita privata, i rapporti sociali, il tempo libero, la scuola, il lavoro, la politica. C’è chi ha dovuto fare i conti con la solitudine, lo smarrimento, la noia e la tristezza. C’è chi non riusciva ad arrivare a fine mese. C’è chi ha pagato con la vita. Chi se l’è sentita si è messo a disposizione degli altri. Abbiamo riscoperto la solidarietà di paese e la capacità d’arrangiarsi. Con i nostri figli in casa abbiamo ritrovato il dialogo troppo spesso trascurato e loro ci sono stati riconoscenti. Ci siamo voluti bene. Siamo senza dubbio cambiati, se in meglio o in peggio si vedrà. Eppure il 2020 l’avevamo cominciato bene, con mille progetti da realizzare e mille speranze di sorprendenti e piacevoli eventi. Un anno bisesto, a dir il vero, però l’avevamo cominciato nel migliore dei modi e poi scritto così “2020” era persino simpatico. Per qualcuno non era un anno qualsiasi. A Pagina 10
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solida vicina cooperativa Le buone azioni per la crescita del nostro territorio www.lacassarurale.it
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FONDATO NEL 2002 - Distribuito da
Superiori, solo metà studenti in classe alla ripresa. I piani delle scuole di valle
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Vaccini al via anche in Giudicarie in Rsa e ospedale
EUROPA
La forza di un simbolo di Paolo Magagnotti
La proposta della Commissione europea di iniziare nello stesso giorno, il 27 dicembre scorso, in tutti i Paesi dell’Unione europea, la grande campagna di vaccinazione contro il Covid-19, oltre a rappresentare un fatto utile per la nostra salute, ha voluto essere un importante messaggio di unità; quell’unità di cui l’Europa ha tanto bisogno. Non si è trattato certamente di un contributo che ha portato soldi nei bilanci dei governi o nelle tasche dei cittadini europei. A Pagina 15
A pag. 8 Scuola
Caro 2021, scrivono gli studenti
A PAGG. 16-17
Turismo
Zampiccoli, “No al modello Airbnb” A PAGINA 25
POLITICA Binelli, nuovo segretario Lega A pag. 11 ATTUALITÀ Coop, fine dell’accoglienza A pag. 27
Economia
Tavola rotonda: focus edilizia per ripartire
SOCIETÀ Spazzacamini, continua la storia A pag. 32
ALLE PAGINE 4-5
Riforma turismo
A Comano Terme il primo accordo
A PAG. 14
ESTATE Le proposte culturali 2021 della Valle del Chiese A pag 34 Direttore Sanitario: ���������Cristantielli Patrizia
PORTO FRANCO Orsi sì, orsi no A pag. 8 GIOVANI InPrendi, sei giovani per sei idee d’azienda A pag 17
PER LA VOSTRA PUBBLICITÀ SUL GIORNALE DELLE GIUDICARIE sponsorgdg@yahoo.it - 3356628973 - 338 9357093
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A cura della REDAZIONE
GENNAIO 2021
Rassegna Stampa
RASSEGNA STAMPA DICEMBRE 2020
DALLE GIUDICARIE DALLA PROVINCIA
Pinzolo, una volpe a spasso per le vie del centro. Non capita tutti i giorni di vedere una volpe passeggiare tranquilla per le vie del centro di un paese. È successo a Pin-
zolo dove, complice la copiosa nevicata, in molti hanno avuto la fortuna di vedere e immortalare un bell’esemplare di volpe mentre si faceva il giro dei negozi del centro.
E’ tornata a casa: la pala di Santa Giustina è di nuovo a Balbido. Era stata rubata 42 anni fa E’ tornata a casa. Dopo 42 anni dal suo furto, la pala di Santa Giustina ha fatto ritorno nella sua originale sede nella Chiesa di Balbido a Bleggio Superiore. Si tratta della pala d’altare di Santa Giustina, nella Chiesa a lei dedicata a Balbido; raffigura “La Madonna con Gesù Bambino e Sante Barbara e Giustina”. E’ un’opera d’arte del pittore trentino Giovanni Battista Rovedata risalente al 1617, commissionata dalla famiglia Crosina originaria del padovano: sul dipinto sono visibili sia firma e data dell’autore, che lo stemma della famiglia. Rubata nel 1978, è stata ritrovata a Stoccarda dieci anni più tardi, trasportata prima a Francoforte e poi in Italia. Nel 1994 è stata restaurata nel Laboratorio di restauro a Torre Vanga a Trento. Ora, è tornata nella sua sede originale, per forte impegno sia del curato Don Marcello Farina, che proprio di un discendente della famiglia committente, Giorgio Crosina.
nell’ordine Gian Paolo Giovanelli, Giovanni Giacomolli e Giacomo Bonomini. d organizzare e gestire il tutto l’ente Pro Loco & Associazione Mati Quadrati di Storo in collaborazione con il Comune di Storo e l’ente Bim del Chiese.
L’agritur La Polentera di Storo vince il concorso 2020 “I Masoi de Formentas sui Spergoi” La 20’ edizione del concorso I Masoi de Formantas sui Spergoi, conclusosi domenica 20 dicembre, è stato vinto dalla Polentera. L’agritur, gestito dagli Armanini, ha abbellito la parte alta del medesimo edificio di Via Sorino con una circonferenza di pannocchie fatte in casa e dislocate attorno al sotto tetto e visibile dalla statale sottostante . Al secondo posto si è piazzato Bruno Beltramolli un tempo dirigente Enel ma ora a riposo. La sequenza del geometra ha dato nell’occhio grazie alla sua ultima creatura contadina dislocata alle spalle del Barambana i cui spergoi meritano un vero primo piano. Terzo classificato Angelo Grassi e poi
Terremoto: una scossa avvertita anche in Giudicarie. Epicentro nel veronese Trema ancora la terra. Terremoto nel pomeriggio del 29 dicembre nel Veronese alle 15:36. La scossa è stata avvertita anche da molti nelle Giudicarie. A confermare la notizia è l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. La scossa è avvenuta a circa due ore di distanza dal forte terremoto di 6.4, con epicentro vicino Zagabria, che è stata avvertita in molte regioni italiane, dal Trentino a Napoli. Secondo l’Ingv, si tratta della terza scossa registrata in poco meno di due ore. La magnitudo è salita a 4.4 e l’epicentro è stato localizzato per ora in una zona a 3 chilometri da Salizzole (Vr), a una profondità di 9 chilometri.
Slavina sulla Ss237 del Caffaro - Strada chiusa tra Saone e Ponte Arche alle gallerie di Ponte Pià Grandi disagi sulla SS237, in seguito alle abbondanti nevicate che si sono verificate a fine mese, nel tratto che collega Ponte Arche a Saone. Come già successo altre volte una slavina di grosse dimensioni è caduta nei pressi della cava Onorati, altre di entità inferiori anche in uscita dalla galleria di Ponte Pià. Il traffico tra Tione e Ponte Arche è stato deviato per il Passo Durone. Dopo alcuni accertamenti da parte dei nivologi sul versante di monte della strada si è reso necessario l’intervento dell’elicottero della Provincia che con piccole cariche esplosive mirate ha causato delle piccole slavine controllate e messo in sicurezza l’area.
Sfoglia il Giornale delle Giudicarie su www.giornaledellegiudicarie.it Si ricorda che è possibile sfogliare il Giornale delle Giudicarie sul sito www. giornaledellegiudicarie.it aggiornato ogni mese con le notizie più importanti che accadono in Giudicarie.
Chico Forti tornerà in Italia Il trentino Chico Forti torna in Italia dopo 20 anni trascorsi in un carcere di massima sicurezza in Florida per un omicidio al quale si è sempre dichiarato estraneo. Una “bellissima notizia” annunciata dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che chiude il filone americano di una lunghissima vicenda processuale, giudiziaria e diplomatica. L’ex produttore è stato accusato nel 1998 dell’omicidio dell’imprenditore australiano Dale Pike, il cui cadavere venne ritrovato su una spiaggia in Florida. Nel 2000 è stato condannato all’ergastolo e rinchiuso in un carcere di massima sicurezza vicino a Miami. Lui si è sempre dichiarato vittima di un errore giudiziarioed ha iniziato una lunga battaglia legale per cercare quantomeno di tornare in Italia. Battaglia che con il tempo è diventata anche politica e in suo favore si sono susseguiti pure appelli e messaggi di solidarietà di personaggi dello spettacolo e inchieste televisive per dimostrarne l’innocenza.Il governo ha portato poi la vicenda all’attenzione degli Stati Uniti, coinvolgendo anche il segretario di Stato americano. “Non ci siamo mai dimenticati di Chico Forti - ha detto Di Maio - che potrà finalmente fare ritorno nel suo Paese vicino ai suoi cari. Sono personalmente grato al Governatore DeSantis e all’Amministrazione Federale degli Stati Uniti. Un ringraziamento speciale al Segretario di Stato Mike Pompeo, con il quale ho seguito personalmente la vicenda e con il quale ho parlato ancora nel fine settimana, per l’amicizia e la collaborazione che ha offerto per giungere a questo esito così importante”. Accanto a quello politico, il lavoro diplomatico, portato avanti negli ultimi anni dall’ambasciatore italiano a Washington Armando Varricchio. Fino all’esito di queste ore, attraverso la convenzione di Strasburgo del 1983, ratificata dagli Stati Uniti, che permette di scontare la pena nel proprio paese. Una notizia che il titolare della Farnesina ha immediatamente comunicato alla famiglia Forti, al presidente della Repubblica e al presidente del Consiglio.
Dal 7 gennaio, niente impianti sciistici aperti. È ufficiale Il Comitato tecnico scientifico nazionale ha escluso ufficialmente che il 7 gennaio gli impianti sciistici possano aprire. Le Regioni chiedono ora una data certa e si lavora ad un accordo con il governo centrale.
Scuola di Medicina e Chirurgia, approvato l’accordo quadro L’Accordo quadro fa seguito al decreto del Ministero per l’Università e la Ricerca dello scorso mese di luglio, grazie al quale è stato accreditato e istituito, presso l’Università di Trento, il corso di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia per l’anno accademico 2020/2021 e all’atto di indirizzo per l’università e la ricerca 2020-2022 approvato a settembre, che pianifica gli interventi e le risorse necessarie per la creazione del corso di laurea in medicina e le modalità di compartecipazione di Provincia e Ateneo nell’arco di tempo dal 2020-2025. Con l’anno 2020/2021 l’Università di Trento in collaborazione con l’Università di Verona, ateneo partner, ha quindi attivato per 60 studenti il Corso di Laurea Magistrale a ciclo unico interateneo in Medicina e Chirurgia. L’Accordo disciplina i rapporti tra le Università degli Studi di Verona e di Trento e il Servizio sanitario provinciale per lo svolgimento delle attività assistenziali da parte degli atenei, nell’ambito dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari.
Proroga a marzo per richiesta assegno di cura C’è tempo fino al 31 marzo 2021 per presentare le domande per il riaccertamento della condizione economica per beneficiare dell’assegno di cura. Lo ha stabilito la Giunta provinciale su indicazione dell’assessore Stefania Segnana: “In seguito alla recrudescenza della pandemia da Coronavirus, sappiamo che molti utenti si trovano in difficoltà a recarsi negli uffici degli enti dei patronati per presentare, entro fine anno, la dichiarazione Icef, rischiando, in questo modo, di perdere il diritto all’assegno e di dover aspettare alcuni mesi affinché una nuova domanda venga evasa. Per questo, facendo sintesi delle indicazioni di Apapi, la nostra Agenzia provinciale per l’assistenza e la previdenza integrativa, e anche delle segnalazioni che abbiamo ricevuto dalle organizzazioni sindacali, nonché dalle Acli trentine, abbiamo disposto una proroga di ulteriori tre mesi. In questo modo si darà così continuità a chi già percepisce l’assegno di cura, uno strumento fondamentale per tante persone soprattutto in questi difficili mesi di emergenza”.
Gli Apostoli ritrovati. Capolavori dall’antica residenza dei principi vescovi Disperse sul mercato antiquario agli inizi del Novecento, due magnifiche sculture seicentesche appartenute al principe vescovo, sono ritornate nelle collezioni museali del Castello del Buonconsiglio. In attesa della riapertura ufficiale del museo si potrà conoscere l’affascinante storia del ritrovamento di queste due sculture, attraverso brevi video e approfondimenti sui canali social del Castello del Buonconsiglio. Provincia, serviranno 800 assunzioni. Da qui al 2023 tante le uscite In tre anni, da qui alla fine del 2023, la Provincia dovrà rimpiazzare oltre 660 persone in uscita per pensionamento. A cui si aggiungono i circa 90 posti rimasti vuoti tra 2019 e 2020 a causa del rallentamento delle procedure causate dal Covid. E, se si riuscirà a completare la selezione delle persone in entrata, alla fine del 2023 le assunzioni saranno complessivamente 785. Con l’organico della Provincia e della macchina pubblica collegata che aumenterà, se tutto andrà secondo i piani, delle 4.607 unità a tempo pieno di inizio 2020 alle 4.705 di fine 2023. Le risorse da impegnare per rimpinguare i dipendenti provinciali saranno frutto dei risparmi ottenuti con le uscite, e arriveranno a raggiungere circa 18 milioni sul triennio 20212023. Il documento di aggiornamento del fabbisogno di personale approvato nell’ultima settimana di dicembre dalla giunta provinciale. Il comparto autonomie locali è quello che assorbirà quasi tutte le persone nette in entrata. Il fabbisogno complessivo sui tre anni è di 647 unità. Le figure più ricercate sono quelle dalla categoria D in giù. Ben 34 sono le persone da inserire tra 2020 e 2023 nella Centrale unica di emergenza.
Giornale delle Giudicarie, distribuito dalla Cooperativa Lavoro Il Giornale delle Giudicarie viene distribuito dalla Cooperativa sociale Lavoro, con sede in località Copera a Zuclo. Per segnalare critiche, suggerimenti, disguidi nella spedizione è possibile chiamare il numero della cooperativa: 0465-326420 oppure quello del Giornale delle Giudicarie, 0465322934, oppure via mail all’indirizzo: redazionegdg@yahoo.it.
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Tavola Rotonda - Edilizia in Giudicarie
Geremia Pretti, Amministratore delegato dell’impresa Pretti&Scalfi
Servono investimenti in grandi appalti pubblici” L’edilizia ed il relativo indotto costituiscono un settore importante per il Trentino e per le Giudicarie in particolare, come valuta l’apporto dell’edilizia allo sviluppo locale? Da sempre l’edilizia è stato il settore trainante, anche adesso in periodi totalmente diversi dal boom economico. Riveste uno spazio fondamentale e indispensabile, portando con sé occupazione e benessere. In particolare nel nostro territorio. Basta percorrerlo per rendersi conto di quanto ci sia ancora bisogno di infrastrutture e viabilità, solo per citare le evidenze più importanti. Quali sono le principali problematiche che interessano il settore edile? La corretta collocazione della sua importanza, soprattutto, del suo ruolo. L’edilizia non è soltanto, come appare spesso nell’immaginario collettivo, il fare o il realizzare ma è principalmente ricerca e studio rivolto all’impiego di materiali e tecnologie che contribuiscano ad un minor consumo di risorse, sia mediante l’uso studiato di materiale riciclato, sia nella realizzazione delle opere in
un’ottica della loro durata nel futuro e del loro contenuto costo di mantenimento. C’è anche un problema nel trovare la manodopera dalle figure tecniche a quelle operaie specializzate o meno? Per un giovane ci sono possibilità di impiego in questo settore? Nonostante la crisi non è ancora facile reperire manodopera con una certa specializzazione e questo vale anche per tecnici e quadri intermedi, forse anche perché il lavoro edile soprattutto quello più diretto in cantiere è visto ancora come lavoro pesante difficile faticoso, ma le posso assicurare che da tempo non è più così, con l’impiego di nuove tecnologie macchinari e prefabbricazione si è trasformato in un impiego più leggero e ricco di soddisfazione. Le possibilità per un giovane comunque ci sono eccome, anche se manca, come è logico affacciandosi per la prima volta nel mondo del lavoro di esperienza, c’è solo bisogno di entusiasmo e di mettere a frutto le moderne tecnologie anche digitali apprese nei percorsi di studio.
sere pronti.
Investimenti da parte dei privati. Quali sono le prospettive ed in questo senso il superbonus 110% relativo alle spese di efficientamento energetico e antisismiche rappresentano uno strumento che potrà rivitalizzare il settore? Queste nuove normative hanno portato senz’altro nuove opportunità per il settore e le prospettive ci sono tutte per un incremento di lavoro. Ma anche qui l’attenzione e d’obbligo perché se da una parte è senz’altro una grande opportunità per gli utenti finali che hanno la possibilità di ristrutturare e
sistemare edifici e appartamenti, soprattutto dal punto di vista energetico e sismico quasi gratuitamente, per non correre il rischio di andare incontro al rischio di vedersi revocare il bonus fiscale e andare incontro a multe e sanzioni , il lavoro dovrà essere affidato a imprese strutturate che siano in grado di gestire l’intero processo dalle verifiche iniziali alle computazioni e certificazioni finali, dando un lavoro svolto a perfetta regola d’arte e manlevando il proprietario da tutte le incombenze e rischi. In questo settore in particolare pensiamo di es-
Investimenti da parte dei Comuni e della Provincia. In questi ultimi anni sembra ci sia stata una diminuzione degli appalti pubblici. Come valuta la situazione e che prospettive ci sono per i prossimi anni? La realtà che vediamo tutti i giorni dimostra una diminuzione esagerata negli investimenti nei lavori pubblici, guardandolo dal nostro punto di vista sembra quasi che il settore dei lavori pubblici diventi sempre più una risorsa a cui attingere per far fronte alle varie emergenze che man mano si presentano, ultima quella del Covid. Mi auguro vivamente che sia solo una situazione temporanea e che la lungimiranza politica e la buona amministrazione riportino immediatamente a investimenti consistenti in appalti pubblici, vero motore e moltiplicatore del settore economico e occupazionale. Ci sono maggiori possibilità di sviluppo per quanto riguarda l’utilizzo del legno nella realizzazione delle costruzioni a basso
consumo energetico? È un settore che sta funzionando, che ha le sua opportunità e collocazione. Probabilmente ha ancora uno spazio di crescita, ma non è da credere che da sola, sia la risoluzione di tutti i problemi o che con l’utilizzo del legno tutto diventi immediatamente ecologico a basso consumo ed ecologico. Anche qui c’è bisogno di un’integrazione e una compartecipazione con l’edilizia in generale. Quali provvedimenti potrebbe approvare la Provincia per rilanciare il settore? Investimenti calibrati e importanti che non costituiscano un ulteriore incremento di spesa futura, ma una visione rivolta anche alla gestione del costruito in un’ottica del mantenimento del valore dello standard di sicurezza e efficientamento dell’enorme patrimonio edilizio e infrastrutturale esistente, naturalmente non cadendo nell’errore di valutare le sole ristrutturazioni in senso stretto ma avendo il coraggio e la forza di demolire e ricostruire, operazione in molti casi senz’altro più premiante da molti punti di vista.
Lorenzo Larcher, presidente Edili dell’Associazione Artigiani
“Iltimoreèlariduzionedellecommessedall’alberghiero” L’edilizia ed il relativo indotto costituiscono un settore importante per il Trentino e per le Giudicarie in particolare, come valuta l’apporto dell’edilizia allo sviluppo locale? Per il Trentino e per le Giudicarie Il comparto edilizio rappresenta un importante apporto per lo sviluppo e il sostentamento del tessuto economico. In particolare nella zona Giudicarie-Rendena, valli collegate come tessuto economico, turismo ed edilizia sono in sinergia per mantenere alto sia il livello occupazionale sia economico. Soprattutto nella zona Giudicarie dove il settore turistico è meno sviluppato rispetto alla Rendena Quali sono le principali problematiche che interessano il settore edile? Negli anni scorsi, cosa che purtroppo si è aggravata con l’emergenza COVID una delle maggiori problematiche riscontrate nell’edilizia
è la crisi della liquidità delle ditte, sistemica o temporale dovuta ai tempi lunghi dei pagamenti o per l’accesso al credito finanziario o per scelte legislative vedi split payment che proprio in piena emergenza COVID è stato prorogato fino al 2023. C’è anche un problema nel trovare la manodopera dalle figure tecniche a quelle operaie specializzate o meno? Per un giovane ci sono possibilità di impiego in questo settore? Nei vari direttivi non solo edile, la mancanza di manodopera specializzata e il mancato ricambio generazionale, che potrebbe significare la perdita dei know-how aziendali, sono una delle problematiche più discusse e che si sono cercate di affrontare con campagne pubblicitarie e con il costante dialogo con le scuole professionali. Per un giovane oggi ci sono ottime possibilità di impiego nel settore edile che è sem-
pre alla ricerca di personale specializzato , in quanto la vecchia figura stereotipo del muratore è una figura superata, servendo all’edilizia oggi, con i nuovi materiali e tecnologie, figure specializzate che le stesse ditte sono pronte a formare in un ottica di investimento futuro. Investimenti da parte dei privati. Quali sono le prospettive ed in questo senso il superbonus 110% relativo alle spese di efficientamento energetico e antisismiche rappresentano uno strumento che potrà rivita-
lizzare il settore? Purtroppo si teme che l’emergenza sanitaria in corso porterà un forte rallentamento degli investimenti privati vista la stretta economica in corso. Nello specifico si teme una forte riduzione degli investimenti nel settore alberghiero duramente provati dai lockdown. Ben venga quindi il superbonus 110% che può aprire nuovi canali di sviluppo economico, anche se la partenza, causa incertezze burocratiche e la poco sopra menzionata problematica sanitaria, ne ha rallentato la partenza a pieno regime
Investimenti da parte dei Comuni e della Provincia. In questi ultimi anni sembra ci sia stata una diminuzione degli appalti pubblici. Come valuta la situazione e che prospettive ci sono per i prossimi anni? Negli ultima anni vi è stata una riduzione degli investimenti pubblici anche causa il ridotto apporto economico giunto da Roma. Sentore è che con in questo ultimo anno le cose invece abbiano avuto una inversione di tendenza con nuovi appalti. Per i prossimi anni mi sembra sia intenzione dell’amministrazione Provinciale di continuare il trend di investimenti per il rilancio dell’economia locale. Ci sono maggiori possibilità di sviluppo per quanto riguarda l’utilizzo del legno nella realizzazione delle costruzioni a basso consumo energetico? Il settore legno in questi ul-
timi anni ha avuto notevole impulso di crescita. Ritengo che la costruzione in legno sia una scelta non sostitutiva ma alternativa valida alla costruzione con materiali classici. il notevole apporto di legno che purtroppo con la tempesta Vaia si è venuto a creare, può essere anche una spinta all’utilizzo in tal senso. Quali provvedimenti potrebbe approvare la Provincia per rilanciare il settore? Non è semplice avere una risposta, per rilanciare un settore edilizio che ha avuto negli ultimi anni un dimezzamento delle imprese causa la crisi economica. Servirebbe principalmente una semplificazione della macchina burocratica pubblica, che talvolta rallenta l’operato del mondo edile e un mantenimento per quanto possibile degli appalti in ditte regionali favorendo il tessuto economico locale.
Edilizia in Giudicarie
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Ivan Zulberti, presidente della società Ediltione S.p.A.
“L’edilizia pubblica deve ripartire: più appalti e meno burocrazia” L’edilizia ed il relativo indotto costituiscono un settore importante per il Trentino e per le Giudicarie in particolare, come valuta l’apporto dell’edilizia allo sviluppo locale? Il settore edile ha storicamente sempre rivestito un ruolo fondamentale per il nostro territorio, soprattutto grazie alla molteplicità delle attività coinvolte dall’ampio indotto ad esso collegato. Anche in questo momento decisamente complicato da diversi punti di vista, ritengo che l’edilizia possa svolgere un ruolo cardine, come e più di un tempo, per dare all’economia locale quella spinta di cui il territorio ha profondamente bisogno. L’attuale situazione di pandemia ha messo purtroppo in ginocchio molte realtà economiche locali e neppure l’edilizia ha fatto eccezione, pur essendo stata toccata in modo meno diretto rispetto ad altri settori. Quali sono le principali problematiche che interessano il settore edile? Il problema principale è sen-
za dubbio il numero esiguo di commesse pubbliche. Purtroppo viviamo già da qualche anno una situazione ben diversa rispetto a quella dei decenni precedenti: il numero degli appalti è infatti calato drasticamente e se a questo dato, già di per sé preoccupante, aggiungiamo il fatto che anche i criteri di aggiudicazione degli stessi siano spesso discutibili, ne esce un quadro tutt’altro che roseo. Non va inoltre tralasciata la problematica legata all’eccessiva burocrazia che affligge il settore edile, che di fatto rende il percorso di sviluppo di un appalto, sia pubblico sia privato, assai lento e macchinoso, costellato da una serie infinita di ostacoli e cavilli di non semplice risoluzione. C’è anche un problema nel trovare la manodopera dalle figure tecniche a quelle operaie specializzate o meno? Per un giovane ci sono possibilità di impiego in questo settore? Nonostante il numero esiguo di commesse pubbliche citato in precedenza, la manodopera
specializzata è sempre difficile da reperire sul mercato. In particolare all’interno del comparto edilizio esistono alcuni microsettori altamente specializzati in cui la domanda d’impiego è enormemente sovrabbondante rispetto all’offerta disponibile. Mi sento certamente di consigliare ai nostri giovani di affrontare dei percorsi di studi indirizzati verso il mondo dell’edilizia, purché lo facciano con la voglia di arrivare fino in fondo con impegno e dedizione, dandosi degli obiettivi specialistici e mirati. Investimenti da parte dei privati. Quali sono le prospettive
ed in questo senso il superbonus 110% relativo alle spese di efficientamento energetico e antisismiche rappresentano uno strumento che potrà rivitalizzare il settore? Alla prova dei fatti, oggi i risultati sono ben lontani da quanto era lecito augurarsi, probabilmente a causa di un iter tecnico-burocratico fin troppo complesso. Aggiungiamo le lungaggini per permessi e sanatorie, nonché i rischi concreti legati a un’eventuale mancata asseverazione... al momento l’effetto più immediato è stato purtroppo quello di alzare esponenzialmente i prezzi delle materie prime interessate.
Investimenti da parte dei Comuni e della Provincia. In questi ultimi anni sembra ci sia stata una diminuzione degli appalti pubblici. Come valuta la situazione e che prospettive ci sono per i prossimi anni? L’attuale situazione di carenza di appalti pubblici è estremamente preoccupante, in quanto si tratta si tratta di un ambito che interessa una molteplicità assai variegata di attività e di conseguenza è di vitale sostentamento per numerosissime famiglie della zona. Le prospettive in questo momento sono piuttosto “nebulose” anche per noi addetti ai lavori, ma penso che ci attenderanno nei prossimi anni tempi difficili, a meno che le cose non cambino drasticamente e da subito. In questo problematico momento storico è fondamentale che Comuni e Provincia non abbiano timori ad investire capitali ed energie nei lavori pubblici, promuovendo l’uscita rapida di nuovi bandi e un netto snellimento dei tempi di aggiudicazione.
Quali provvedimenti potrebbe approvare la Provincia per rilanciare il settore? Ritengo che l’unico modo per rilanciare un settore in difficoltà ormai da anni sia quello di rivedere la metodologia di gestione degli appalti pubblici. Servono soluzioni semplici ed immediate. Bisogna far uscire appalti ed aggiudicarli in tempi rapidi. È fondamentale che per gli appalti di importi maggiori vengano assolutamente nominate delle commissioni giudicatrici, in modo da poter premiare le imprese che dal punto di vista tecnico siano in grado di offrire il meglio in relazione alla specificità della singola opera, evitando quindi di prendere in considerazione unicamente l’aspetto economico e di spingere i vari offerenti verso una sanguinosa corsa al maggior ribasso. Le nostre imprese devono essere spronate ad investire nella qualità del buon costruire, nell’innovazione tecnica e nella valorizzazione dei giovani, solo così potremo augurarci di poter assicurare un degno futuro alle prossime generazioni.
Giulio Misconel, presidente Edili all’interno di Confindustria
“Ogni euro investito in edilizia si moltiplica per 4” L’edilizia ed il relativo indotto costituiscono un settore importante per il Trentino e per le Giudicarie in particolare. Come valuta l’apporto dell’edilizia allo sviluppo locale? L’edilizia è da sempre considerata il motore dell’economia: ogni euro investito nell’edilizia ha un effetto moltiplicatore di 4 volte. In particolar modo nelle valli, il settore edile ha creato lavoro a 360°: dai piccoli artigiani alla rivendita di materiali, dalla ristorazione ai liberi professionisti. L’edilizia privata inoltre ha portato importanti risorse ai comuni attraverso gli oneri di urbanizzazione, ecc... Quali sono le principali problematiche che interessano il settore edile? Oggi le problematiche sono molte. Partendo dallo scarseggiare di risorse a livello provinciale preoccupa il fatto che per il 2021 è previsto un calo di 500.000 euro delle entrate (intese come disponibilità in bilancio) rispetto al
2020, e nel 2022 di ulteriori 400.000 euro. Non credo serva aggiungere altro. Considerando poi il già noto problema relativo alla macchina burocratica, la paura di molti funzionari pubblici di assumersi responsabilità (esiste un vero e proprio “sciopero della firma”) e, non ultima, l’emergenza covid e l’utilizzo dello smart working, ancora lungi dall’essere efficiente, il quadro complessivo si complica ulteriormente. C’è anche un problema nel trovare la manodopera, dalle figure tecniche a quelle operaie specializzate o meno? Per un giovane ci sono possibilità di impiego in questo settore? Nonostante le difficoltà che sta affrontando il settore, ci sono ancora interessanti possibilità di impiego nel mondo dell’edilizia, che vanno dalla manodopera (qualificata o specializzata) ai tecnici di cantiere. Un solo dato: dalla scuola edile per muratori di Trento escono mediamente 20 studenti all’anno che tro-
il tempo tutti questi ostacoli. Per quanto riguarda invece il sisma bonus con demolizione e ricostruzione, la procedura è fortunatamente molto più semplice.
vano subito, tutti, un lavoro adeguatamente remunerato. Se ne uscissero 200 all’anno, sono sicuro che troverebbero ugualmente tutti un impiego. Investimenti da parte dei privati: quali sono le prospettive ed in questo senso il superbonus del 110% relativo alle spese di efficientamento energetico e antisismiche rappresentano uno strumento che potrà rivitalizzare il settore? Per artigiani, impiantisti e
serramentisti il 110% potrebbe essere una vera ed unica occasione di lavoro. Purtroppo , specialmente nel caso dell’ecobonus, arrivare alla fine delle pratiche si sta dimostrando una lungaggine, a mio avviso assurda, piena di intoppi burocratici (partendo da eventuali sanatorie, passando per certificazioni, fideiussioni ecc...). Speriamo quantomeno che l’agevolazione venga prorogata per qualche anno, come sembrerebbe, in modo da permettere di superare con
Investimenti da parte dei Comune e della Provincia: in questi ultimi anni sembra ci sia stata una diminuzione degli appalti pubblici. Come valuta la situazione e che prospettive ci sono per i prossimi anni? Ho parzialmente risposto prima. Mancano ad oggi investimenti importanti dal settore pubblico. Bisogna avere coraggio e lavorare, per quanto possibile, sul debito. Un’opportunità è, ad esempio, attivare partnership con i soggetti privati, coinvolgendo anche gli istituti di credito. I trentini sono grandi risparmiatori. Abbiamo le potenzialità: dobbiamo essere coraggiosi e innovatori. Ci sono maggiori possibilità di sviluppo per quanto riguarda l’utilizzo del
legno nella realizzazione delle costruzioni a basso consumo energetico? Il legno già ad oggi rappresenta un’interessante opportunità e una diversificazione nel modo di costruire edifici. In Trentino sono nate tante realtà qualificate in grado di fornire un prodotto di qualità con tempistiche davvero interessanti. Onestamente, credo comunque che non possa sostituire l’edilizia tradizionale, ma affiancarsi ad essa come un’ulteriore possibilità. Quali provvedimenti potrebbe approvare la Provincia per rilanciare il settore? Mi ricollego a quanto detto prima: coraggio, idee, innovazioni e collaborazione con il mondo privato, ricorrendo al debito quando necessario. La nostra Provincia sta già cercando di intraprendere questo percorso. Staremo a vedere. L’importante è guardare avanti senza paure e timori, ma in modo costruttivo e positivo.
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È passata la linea della gradualità con il governo, sostenuta anche dalla giunta provinciale, nella trattativa Stato-Regioni: le Regioni hanno chiesto di abbassare quella soglia di rientro de 75% che il governo aveva stabilito inizialmente, per una ripresa delle lezioni in presenza invece più graduale e lenta. I trasporti sono fin dall’estate il grande tema sul quale ci sé scontrati e la vista di corriere strapiene con la testimonianza di tanti studenti che hanno ravvisato come fosse impossibile tenere le distanze sui pullman ha dato ragione alle voci che chiedevano fin da subito un aumento dei mezzi di trasporto. Il piano operativo per i trasporti scolastici inviato dal Commissario del governo al ministero dell’Interno prevede sì l’aggiunta di mezzi, ma parte dalla prospettiva di un rientro in classe del 50 per cento (e non del 75 per cento) degli studenti. Dal 7 gennaio, si legge nel piano provinciale, ci saranno un totale di 175 mezzi in più: si tratterà di 115 corriere sui servizi extraurbani su gomma, 20 mezzi per servizi urbani e 40 corse sui servizi ferroviari, (con almeno 50 posti indicati in carta di circolazione e personale di guida e una capienza del 50%) e il mantenimento degli orari delle attività didattiche. Il piano operativo sarà monitorato nelle due settimane dall’entrata in funzione dai componenti del tavolo coordinato dalla Prefettura. I posti liberi a bordo per studenti superiori sono circa 6.000, mentre si prevede un presidio alle fermate urbane con Trentino trasporti, La sua è veramente una passione e - perchè no? - pure un talento. All’età di 13 anni, a Natale 2015, riceve in regalo dai suoi genitori le prime apparecchiature, posizionate nel giardino di casa. Nasce il sito MeteoBallino con aggiornamenti quotidiani del bollettino e foto della webcam in tempo reale. Nel 2017 la seconda stazione: una versione professionale rimpiazza la stazione di Ballino, che viene invece spostata ed installata a Balbido, nel giardino della nonna. Luca diventa socio di “Meteo Trentino Alto Adige” e ha modo di confrontarsi con esperti del settore. Nel 2018 l’istallazione di una terza centralina a Malga Nardis, a quasi 1800 mslm, la stazione più alta in riferimento al settore sud – occidentale trentino; a sostenerlo, ora, anche il Comitato Asuc Ballino e il Comune di Fiavè Un percorso in crescita per arrivare fino ad oggi. Come funziona una stazione? Spiegaci quello che fai. In poche parole, una mia stazione si compone di un insieme di strumenti di misura per la rilevazione dei parametri, un computer per l’elaborazione dei dati, una webcam per avere scatti fotografici. Il mio compito è quello di interpretare dati e
Dal 7 gennaio la Provincia annuncia più mezzi di trasporto
Superiori, solo metà studenti in classe al rientro dalle vacanze di Denise Rocca
Solo metà degli studenti torneranno nelle classi alla ripresa della scuola. Per gli altri il rientro sarà graduale. La comunicazione ufficiale della Provincia alle scuole superiori - che, ricordiamo sono passate alla volontari, forze dell’ordine e vigili urbani nel tentativo di far rispettare quel distanziamento fisico che rimane cruciale nel contenimento della pandemia. Dal 7 gennaio in poi la Provincia prevede di poter trasportare al massimo 21.000 utenti (di cui 11.200 studenti delle scuole medie e 5.500 delle superiori) con una capienza su ogni mezzo del 50% massimo. I dirigenti scolastici, che all’assessore Bisesti avevano portato la richiesta di un rientro ridotto rispetto alle indicazioni nazionali, si stanno organizzando su più scenari a seconda delle esigenze delle singole scuole, ma al di là delle scelte individuali lo scenario più quotato è quello di un rientro a rotazione, con l’obiettivo di mantenere unite le classi.
Lo scenario nelle scuole giudicariesi Al Guetti i ragazzi andranno fisicamente in classe a settimane alterne. “Noi è già da tempo che abbiamo prospettato degli scenari diversi in base alla tipologia di ripartenza che ci avrebbero permesso - spiega il dirigente scolastico dell’Istituto Guetti, Alessandro Fabris - abbiamo pronto sia un piano con il 50 che con il 60 o il 75 per cento. Le comunicazioni ufficiali ci dicono che per ora ripartiremo al 50 per cento e abbiamo pensato di fare una turnazione settimanale: quindi una settimana verranno metà delle classi in istituto, la settimana successiva toccherà all’altra metà dell’istituto, in modo da avere un equilibrio anche fra le varie materie. In dad l’orario di videolezione sarà ridotto e poi si aggiungeranno delle ore di lavoro
didattica a distanza solo un mese e mezzo dopo l’avvio dell’anno scolastico - è arrivata a ridosso delle feste natalizie a firma del dirigente del Dipartimento istruzione Roberto Ceccato. asincrono, quindi non in diretta, come abbiamo fatto da novembre in poi. Oltre il 50 per cento, quando sarà possibile, abbiamo previsto un graduale aumento della percentuale di ragazzi a scuola privilegiando le classi che abbiamo ritenuto abbiano più bisogno di scuola in presenza, ovvero le classi quinte, per via dell’esame, e le classi prime, per via del cambio di scuola che stanno vivendo gli studenti nel passaggio da medie e superiori. Abbiamo completato una serie di acquisti per supportare la didattica a distanza, anche perché con metà delle classi in presenza, i docenti dovranno essere tutti a scuola, da qui la necessità di avere tutte le aule allestite per le lezioni in didattica a distanza”. All’Università Popolare Trentina di Tione, diretta per il primo anno da Paolo Zanlucchi, a fine anno
i ragionamenti erano aperti: “Abbiamo sempre mantenuto i laboratori in presenza – spiegava Zanlucchi -. Per cui Simulimpresa, Vetrinistica e Informatica sono stati in presenza anche da novembre in poi e al 50 per cento ci siamo già. Faremo nei prossimi giorni una riunione di ente per capire se ci vengono concessi eventuali allargamenti come organizzarli. Siamo tranquilli, comunque, in tutti gli scenari perché abbiamo fatto dei lavori e dei piani ampi”. All’Enaip di Tione, anch’essa scuola professionale, lo scenario era diverso anche prima di questo 7 gennaio rispetto agli istituti superiori. Infatti, al pari dell’Upt, i laboratori sono sempre stati mantenuti in presenza, quindi si tratta di aumentare le ore di didattica faccia a faccia includendo anche materie che fino ad ora
sono state fatte solo in didattica a distanza. La dirigente dell’Enaip di Tione, Francesca Rinaldi, spiega: “Per noi non cambia moltissimo perché in presenza avevamo già i laboratori - ribadisce . Quindi ora aumenteremo il monte ore per arrivare ad avere circa due giorni di attività formativa in presenza, le terze faranno anche delle ore in presenza specifiche per le materie d’esame. Alcune materie, infine, come matematica e scienze applicate o scienze alimentari a seconda dell’indirizzo, cercheremo di portare almeno per alcune ore in presenza, otre a proporre almeno un’ora di italiano fuori dalla dad. Si parla sempre di mantenere le classi unite, questo è il filo rosso della nostra organizzazione, anche perché la didattica a distanza non è una riproposizione identica della didattica in presenza, ma sono metodologie diverse che hanno bisogno quindi di momenti diversi”.
Luca Fruner, il 18enne di Ballino con tre stazioni meteorologiche
“Sono sempre stato affascinato dai fenomeni atmosferici” di Martina Sebastiani Luca Fruner, di anni 18, è un giovane ragazzo di Ballino che frequenta la classe 5 superiore del liceo scientifico Maffei di Riva. Interessato proprio alla
meteorologia, gestisce quotidianamente MeteoBallino con le sue tre stazioni amatoriali, tre webcam, sito e pagina Facebook.
grafici, sulla base di diversi modelli di riferimento, per ottenere una previsione delle condizioni atmosferiche dei giorni successivi. Una previsione ha una soglia di attendibilità di 4-5 giorni; in condizioni di stabilità può arrivare anche a 8-9. Ogni sera preparo manualmente il nuovo bollettino per poi condividerlo sul sito e pagina Facebook. Dove è nata questa tua passione? Sono sempre stato attratto dai fenomeni atmosferici, mi sono sempre fatto domande al riguardo. Quello che mi ha spinto ad avvicinarmi tanto a questa scienza è la neve, forse anche per il luogo in cui vivo.
Non è affatto facile farne delle previsioni, ci sono tanti fattori da considerare. Il tutto tenendo conto della complessità del territorio e le diverse quote neve. E’ complicato, ma affascinante.
Le tue previsioni sono attendibili ed apprezzate da chi ti segue. Come hai imparato? Devo dire che conta molto l’esperienza coltivata quotidianamente.. Una parte importante, però, viene sicura-
mente dal continuo confronto sul Forum di Meteo Trentino Alto Adige: siamo circa una trentina di soci e cento iscritti. E’ stato il posto ideale per apprendere da esperti, anche a livello tecnologico. Inoltre
ho avuto modo di accedere a banche dati sull’andamento storico della rilevazione di alcuni parametri. Voglio ricordare il maestro Geremia Zanini, venuto a mancare la scorsa primavera, che mi ha fornito dati sulla caduta neve dal ‘97 ad oggi: i grafici sono consultabili nell’archivio del mio sito. Hai progetti per il futuro? Ne vorresti fare una professione? Chiarisco subito che le mie previsioni sono fornite a livello amatoriale: il loro scopo è di andare a implementare quelle ufficiali ed essere specifiche della zona delle Giudicarie Esteriori. Mi piacerebbe farne un lavoro in futuro, certo; dopo un’università triennale a base matematico-scientifica, è possibile accedere a una magistrale specifica. A Trento c’è per esempio la magistrale in Meteorologia Ambientale.
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Andrea Bagattini, consulente del Bim del Chiese per il Piano Legno
“La svol
Luca Vidi, assessore alle foreste di Pinzolo
“Il prezzo d ACI Tione Agenzia Immobiliare Cereghini -Bonapace Agraria 2000 - Tione Agri90 Storo Albert Ballardini Albergo Ginevra Albergo Roncone Alpicar officina Apt Terme di Comano Apt Madonna di Campiglio - Pinzolo-Val Rendena Area 51 Armani Remigio - Lardaro Armani Arredo Casa Arte Legno Radoani Ascoop – Tione di Trento Associazione Pescatori Audioklinik - Tione AutoRendena Ballardini Nadia - Tione Bazzoli Cristiano Beccari Logistica BIM del Chiese BIM del Sarca Brenta Volley Eurospar - Tione CAM srl - Trento Caminet - Borgo LAres Capelli Giampaolo Videotecnica Cassa Rurale Adamello Carnevale di Storo Carnevale di Tione Cedis Storo Centro Studi Judicaria - Tione Clinica del Sorriso Colorificio Failoni - Tione di Trento
Comano Mountain Runner Comitato 3Tre Madonna di Campiglio Comunità delle Giudicarie - Tione Conad Cooperativa don Guetti Coop Dinamicoop Consorzio per il Turismo Giudicarie Centrali Consorzio Turistico Valle del Chiese Costruzioni Monfredini Livio e Rudi Dao Dental Chiese - Pieve di Bono Dentisti in Croazia Edilcom - Borgo Lares Edilmarmi - Tione Edilsilver Ediltione – Tione di Trento Editrice Rendena - Tione Elettromedia Unieuro- Zuclo Emilio Cozzio & C. – Spiazzo Rendena Enaip Trentino EscoBim Spa Falk Salotti Famiglia Cooperativa Giudicarie Farmacia Pinzolo Fercasa Tione FSA di Albert Ballardini Funivie Pinzolo Spa Gea Studio Dentistico Tione Girardini Srl Tione Giardini Moreno Pitture Ines Gioielli Innova Srl Iniziative e Sviluppo La Cassa Rurale Giudicarie Paganella Valsabbia
La Profumeria Lattonieri Federici - Tione Leali Resort Leonardi HP Liquigas Martinelli Impianti Elettrici - Ponte Arche Mazzacchi Gomme – Condino Mobili Bonenti - Bondo Moneghini - Storo - Pinzolo Monfredini Livio e Rudy Ottica Oliana- Tione di Trento Onorati Calcestruzzi – Bleggio Inferiore Panificatori del Trentino Pat/Ass. alla Cultura Pat/Attività Culturali Pat/Ufficio Stampa Pedretti Graniti Pellizzari Rinaldo Piscina di Spiazzo Pistoria Val Rendena – Caderzone Terme Pitture Rigotti Pizzeria Diana Plastigomma - Tione di Trento Poker Onoranze Funebri Prano Giudicarie Pretti e Scalfi Prefa Italia - Bolzano Punto 3 di Alessandro Togni - Tione di Trento Rifugio Trivena - Breguzzo Ristorante Alpino - Breguzzo Ristorante la Contea - Bolbeno Ristorante Orso Bruno Salone La Perla Scaia orologeria - Tione
Scuola del Legno di Praso Sirianni Floricoltura Sogap Servizi Ambientali – Preore Stedile Gioielli - Madonna di Campiglio Studio dentistico Sarche Studio ing. Paoli-Cavallaro Terme di Comano Terme Val Rendena Trentino Casa Trentino Marketing Troticoltori Trentini Astro Ufficio Stampa Pat UPT Tione Viaggi Paoli – Tione di Trento Viviani Carrozzeria Tione
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Rubrica salute
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Per il Trentino 18.659 dosi
Vaccini, l’obiettivo finale è il contenimento del virus di Gianni Ambrosini - oncologo La distribuzione mondiale dei vaccini anti Covid-19 incomincia a delinearsi, ma a livello decisionale le persone manifestano molti dubbi. Amici e conoscenti mi hanno posto la stessa domanda: mi vaccino o non mi vaccino? E tu da medico ti vaccini? In America Sandra Lindsay, un infermiera del Long Island Jewish Medical Center, è stata la prima ad essere vaccinata (Pfizer-BioNTech). In Cina cinque vaccini ancora in fase 3 sono stati inoculati a milioni di persone senza riscontrare effetti collaterali importanti. In Russia già nel mese di agosto è stato registrato lo Sputnik, col nome del satellite del 1957. In Gran Bretagna sono partiti con lo stesso vaccino degli americani e Maggie Keenan di 91 anni è stata la prima ad essere inoculata. Gli inglesi hanno già trattato più di centomila persone. Il Canada è partito il 14 dicembre, la prima ad essere vaccinata è stata una signora di 89 anni Gisèle Lévesque, scelta a sorte. Gli Emirati Arabi sono partiti anche loro con il vaccino Pfizer ma hanno anche accordi con i cinesi.
“ … oggi sappiamo che le acquisizioni della conoscenza producono un effetto profondo, inducendoci a comportamenti attivi, solo se le corde dell’emozione sono vivamente sollecitate. Per agire non basta conoscere le cose, bisogna “ sentirle
Si aspettano a breve anche le autorizzazioni per il vaccino Moderna, AstraZeneca e Iohnson & Johnson. Qual é la situazione italiana? “Se le agenzie EMA e Aifa rispetteranno i tempi dovremmo partire anche noi simbolicamente a fine dicembre e massicciamente nel mese di gennaio ( D. Arcuri)”. Il primo ad essere disponibile sarà il vaccino Pfizer, sono previste per il
Trentino 18.659 dosi. Saranno vaccinati per primi il personale sanitario e gli anziani. Questo è il quadro generale della situazione mondiale nelle nazioni di punta; si parla anche di un “Vaccine Day europeo” ma è sicuro che saremo impegnati per tutto il 2021. Mi preme ora dare alcune indicazioni relative alle valutazioni più frequenti che utilizzano gli esperti per le loro decisioni. Ogni specie vivente si crea una “nicchia ecologica” per poter sopravvivere. Si genera una relazione fra il predatore (microorganismo/virus) e la preda (uomo); entrambi possiedono armi per difendersi. Le armi del virus sono il tempo che ci mette a riprodursi, le modifiche dei suoi geni (mutazioni), l’integrazione con l’ospite. Le armi dell’uomo sono la resistenza al virus (non sempre ci si ammala), la distruzione del virus (fagocitosi) e le difese immunitarie. L’Ospite (uomo) interagisce col microrganismo (virus) e si creano delle situazioni che condizionano gli eventi. Esiste una soglia (densità della popolazione suscettibile all’infezione) sotto la quale il virus non riesce più a sopravvivere. Come pure esiste un valore teorico che indica il numero di casi che si generano in una popolazione suscettibile quando si
“, esserne intimamente colpiti. C’è un divario fra conoscere e sentire. Noi disponiamo a volte di una formidabile conoscenza esteriore cui non sempre corrisponde una sostanziale partecipazione emotiva ...” (G. Anders )
viene in contatto col virus e che si chiama R0. L’epidemia dipende dal numero di contatti fra infetti e suscettibili. L’Immunità di Gregge indica la resistenza che manifesta un gruppo di persone ad ammalarsi perché un gran numero si è immunizzata, la probabilità di contatto fra infetto e persona suscettibile diventa improbabile. Se ad esempio fra 100 persone vi sono due infetti , infettare tutti è la conclusione più logica del processo. Se nel gruppo compaiono persone non suscettibili ad ammalarsi perché immunizzate, si infetteranno solo quelle sensibili. E se il numero degli immuni è mettiamo 80, i due infetti difficilmente riusciranno a far ammalare le 8 persone sensibili
non immuni. La durata e la trasmissibilità dell’infezione è legata a quella che definiamo Virulenza a cui contribuiscono fattori biologici, sociali e fisici. I Vaccini vengono definiti “strumenti di prevenzione ad alta potenzialità” e sono garanzia di risultati di grande rilievo nel controllo delle malattie infettive. Gli obiettivi che devono essere definiti quando si programma una campagna vaccinale possono essere l’eradicazione, situazione in cui l’agente infettante e la malattia sono completamente eliminati; l’eliminazione, scomparsa della malattia per la riduzione della circolazione dell’agente infettante; il contenimento quando la malattia non è più un pericolo di sanità
pubblica. Nel caso del Covid-19 credo che nei prossimi mesi si raggiungerà la terza opzione e cioè il contenimento. E’ molto importante quella che chiamiamo Copertura Vaccinale perché se scende sotto certi livelli percentuali la malattia ricompare, ne è un esempio il Morbillo. Relativamente alla preoccupazione che traspare dalle domande più frequenti che fanno riferimento alla sicurezza per i tempi molto brevi di preparazione dei vaccini, va chiarito che tutto è dipeso dalle tecnologie utilizzate. Per lo sviluppo tradizionale di un vaccino i tempi della messa a punto sono molto lunghi e necessitano di notevoli investimenti. Nell’emergenza attuale le novità sono fondamentalmente due : è stata usata una tecnologia nuova ma già sperimentata da anni in laboratorio per produrre farmaci in uso specie in oncologia e non vi è stato nessun problema di tipo economico. I Vaccini Pfizer BioNTech e Moderna sono vaccini a RNA, utilizzano una sequenza genetica sintetizzata in laboratorio che una volta iniettata nell’organismo umano produce una proteina simile a quella virale contro cui si vuol produrre una risposta immunitaria. I vaccini Proteici sono costruiti con sequenze genetiche del virus che una volta iniettati sintetizzano proteine e frammenti di proteine virali tali da indurre risposte immunitarie efficaci. La vaccinazione allo stato attuale delle conoscenze va ripetuta dopo alcune settimane, si svolge in due tempi. Non si sa se l’immunità perdura e per quanto tempo. Notizia dell’ultima ora la mutazione inglese che però è solo un alert e non dovrebbe incidere sulle decisioni prese dai governi. Antony Fauci dall’America continua a raccomandare M.D.M. a cui ha aggiunto “state all’aperto” e “non più di 10 persone per volta”.
Azienda sanitaria
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Covid-19, partita anche in Trentino la campagna di vaccinazione Entro fine gennaio saranno vaccinati gli operatori sanitari di ospedali, territorio e Rsa; a seguire sarà il turno della popolazione a cominciare dalle persone più anziane e fragili La prima ad essere vaccinata in Trentino è stata un’infermiera dell’unità operativa di anestesia e rianimazione dell’ospedale santa Chiara di Trento. Dell’ospedale di Tione sono stati vaccinati il direttore dell’area medicina interna e pronto soccorso Egidio Dipede e quattro professionisti della sua area oltre alla responsabile del servizio infermieristico. Alcune dosi di vaccino sono state consegnate, come in altre sette Rsa del Trentino, alla Apsp “Abelardo Collini” di Pinzolo per essere somministrate a due operatori sanitari e tre ospiti.
È partita anche in Trentino, con l’arrivo delle prime cento dosi di vaccino, la campagna nazionale di vaccinazione contro il Covid19. Dopo la prima giornata, che ha coinvolto operatori di Apss e di sette case di riposo, la campagna sarà via via estesa per coprire,
entro fine gennaio, tutti gli operatori sanitari e sociosanitari e poi proporre la vaccinazione a tutta la popolazione, secondo un ordine di priorità che terrà conto del rischio di malattia dei tipi di vaccino e della loro disponibilità.
Pier Paolo Benetollo direttore generale dell’azienda provinciale per i servizi sanitari ha salutato così l’arrivo delle prime dosi di vaccino in Trentino: «Quello di domenica 27 dicembre è stato un appuntamento simbolico ma con un significato importante. Finalmente si concretizza la possibilità di prevenire l’infezione da Covid19 con il vaccino: un traguardo importante, che sarà decisivo nel risparmiare sofferenza, diminuire la pressione sui servizi sanitari e sugli operatori e nel liberare capacità assistenziale verso le altre patologie».
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Attualità
GENNAIO 2021 “Io amo la Russia” la biografia del prete scritta da Marco Zulberti
Il cimeghese don Bernardo Antonini verso la beatificazione Ora manca solo, si fa per dire, il riconoscimento di un miracolo avvenuto per intercessione dal sacerdote di origini trentine per la beatificazione. Nel 1943 don Bernardo entrò nel Seminario diocesano di Roverè Veronese e fu ordinato sacerdote il 26 giugno 1955. Esercitò il primo ministero come vicario parrocchiale a S. Michele Extra (Verona). Nel 1962 ottenne la laurea in Lingue e letterature straniere moderne all’Università Cattolica e, due anni dopo, la Licenza di Dogmatica a Venegono. Dal 1956 al 1972 fu insegnante nel Seminario Minore. Nel 1975, ottenuta la licenza in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma, divenne docente di tale disciplina presso lo Studio Teologico San Zeno di Verona e all’Istituto “S. Pietro Martire”. Inoltre dal 1980 è stato Prefetto dell’Istituto G.M. Giberti per la formazione del Clero giovane
di Denise Rocca Don Bernardo Antonini, sacerdote nato a Cimego nel 1932 e trasferito giovanissimo con la sua famiglia a Raldon, nel veronese, fa un passo in più verso la beatificazione. I Consultori teologici della Congregazione delle Cause dei Santi, organismo della Santa Sede e Direttore per la Formazione permanente del Clero, come pure dal 1983 Direttore del Centro istruzione e formazione religiosa della Diocesi. Nel 1977 entrò nell’Istituto Paolino “Gesù Sacerdote”. Don Bernardo, a contatto con la Famiglia Paolina, pur rimanendo legato alla Diocesi e all’obbedienza al proprio Vescovo di Verona, formava il proprio cuore su quello di Paolo, cioè sulla centralità di Cristo e sull’urgenza di portare il Vangelo a tutto il mondo ma con i mezzi mediatici di oggi. In lui cresceva di giorno in giorno quella devozione per Maria, Madre di Gesù, che egli amò e pregò per tutta la sua vita. Lo distingueva anche una particolare devozione verso Papa Giovanni Paolo
II. La svolta sovietica con l’avvento di Gorbaciov, portò don Bernardo a Mosca, dal 2 luglio 1989, prima che cadesse il muro dapprima come studente di russo e poi, nel 1990, inviato definitivamente in missione in Russia come
che deve accertare i presupposti per dichiarare beata una persona ha dato il via libera al proseguire della procedura per la sua beatificazione e qualche giorno prima di natale papa Francesco ne ha riconosciuto le virtù eroiche.
teologo incaricato di rifondare il seminario cattolico chiuso nel 1917e formare i primi preti cattolici. Divenne così il fondatore e rettore del Seminario “Regina Apostolorum” con sede prima a Mosca e poi a San Pietroburgo, insegnan-
te di Sacra Scrittura e conferenziere instancabile, fondatore e direttore di giornale Svet Evangelija, dell’Istituto Teologico “San Tommaso d’Aquino” a Mosca. Appena formati i primi nuovi preti cattolici russi nella primavera del 1999 a San Pietroburgo, in vista dell’Anno Giubilare del 2000 fu nominato Responsabile di tutte le iniziative per il Giubileo nello sterminato territorio della ex-Unione Sovietica. Desideroso di aiutare e svolgere l’apostolato nelle Chiese cattoliche che si trovano sulla “Via della Seta” verso la Cina, don Bernardo il 16 agosto 2001 divenne Vice-Rettore del Seminario a Karaganda nel Kazakhstan al servizio di Jan Pawel Lenga. È qui che il 27 marzo 2002
terminò il suo pellegrinaggio terreno. La sua salma riposa nella chiesa parrocchiale di Raldon (Verona). A scrivere una biografia completa della vita caratterizzata da una vitalità apostolica nella comunicazione della parola di Dio da titolo “Io amo la Russia” è stato il cugino Marco penna impegnata nei numeri del mondo bancario, aiutato dalla Sorella Suor Colomba Antonini. Uscito nel febbraio del 2002 a un anno dalla morte, racconta la vicende apostoliche di don Bernardo che sono alla base della causa di beatificazione di un giovane che partito dalle nostre montagne trentino è riuscito progressivamente a portare il messaggio evangelico nelle più lontane terre della Russia.
L’EDITORIALE - di Adelino Amistadi
Chi perde la pazienza perde la battaglia Continua dalla Prima Per molti ragazzi era l’anno della patente, della maturità, della laurea, d’andare a studiare a Londra, un anno a lungo aspettato per sposarsi (o per divorziare!), fare un figlio, adottare un bambino, l’anno per cambiare casa, traslocare, l’anno per cominciare la dieta, cambiare pettinatura. Ma poi, in modo del tutto inaspettato, un giorno qualsiasi di febbraio il 2020 ci ha fregato. E alla grande! Fermi tutti, tutti chiusi in casa, è arrivato il covid-19, un maledettissimo virus proveniente dalla Cina, come un invisibile tornado, che ha fermato il mondo intero. E stare chiusi in casa era il minore dei mali. Gran parte dell’Italia s’è fermata senza sapere né come né quando potevano ripartire. Altri invece non si sono fermati mai. Gli infermieri e i medici non hanno avuto pausa e quando, nella tarda primavere pensavano che fosse finita, poco dopo sono stati ributtati in corsia a ricominciare tutto dall’inizio. Hanno fatto da padri e da madri, protetti da scafandri che sembravano sommozzatori. Hanno tenuto
mani. Asciugato lacrime. Regalato preghiere e speranze. Portando nel cuore parole biascicate in un respiratore, facce e sguardi che non si dimenticano, neppure quando si ritorna a casa la sera e si parla del cane o della spesa, come se tutto fosse normale, e il mondo di là non ci fosse. Questa è forse la cosa più incredibile e più folle: vivere dentro l’apocalisse mentre la vita continua. Mettere insieme tamponi e skipass. Pazzesco! Un anno da buttare, non c’è dubbio. E’ stato un anno vissuto ansiosamente, consapevoli che niente fosse scontato. Un anno in cui la volontà, la determinazione hanno fatto la differenza. La volontà di prendere la macchina e tornare al lavoro, di preparasi all’esame senza più lezioni in classe, E di dire “si, lo voglio” davanti ad un parroco dei nostri e pochi invitati sparuti e impauriti, tutti in mascherina, un sabato mattina di semi lockdown, nella chiesetta di campagna. Perchè hai capito che puoi rinunciare a tutto, la torta, il riso, la luna di miele, ma non alla donna che ami, al patto che vuoi stringere con lei,
neanche la pandemia ti ha fermato. Abbiamo imparato a rinunciare alle cose effimere e a puntare all’essenziale: la scuola senza l’aula, il caffè nei bar semi chiusi. L’amore senza abbracci, il più delle volte anche senza le persone. E così abbiamo
passato il Natale senza amici e con pochi famigliari, senza nuovi incontri, senza emozioni, e l’abbiamo accettato così , non c’era altro da fare. Abbiamo imparato ad avere pazienza, cosa non facile per il carattere degli italiani. Mettiamo sempre le masche-
rine per uscire, facciamo la fila fuori dai negozi. Chi l’avrebbe mai detto? Abbiamo forzatamente rinunciato alle pizze fuori casa, alla birretta prima e dopo i pasti con gli amici, rimaniamo in famiglia, leggiamo, cuciniamo(?), guardiamo la televisione e occupiamo per gran parte della giornata la quota che ci spetta del canapè. Abbiamo finalmente tempo, quel tempo che ci lamentavamo di non avere mai, e sta a noi sfruttarlo al meglio. Di una cosa dobbiamo essere consapevoli, pressati dalla pandemia, la nostra vita non sarà più la stessa. Non scoraggiamoci, avanzeremo passo dopo passo costruendo una nuova quotidianità, che non è detto debba essere peggiore della precedente. Con un vantaggio: abbiamo imparato a stare con noi stessi, a conoscerci meglio, a capire quello di cui abbiamo veramente bisogno, Ormai tutto è in movimento, tutto sta cambiando, anche noi. In attesa che finisca. E finirà. Affrontiamo l’anno nuovo con pazienza: “Perdere la pazienza significa perdere la battaglia”.
PS: Anche noi del Giornale delle Giudicarie abbiamo avuto non poche difficoltà dovute alla pandemia: il calo della pubblicità per la chiusura di negozi e ristoranti, e la difficoltà di confronto con la quarantina di eroici collaboratori che ormai da anni riempiono volontariamente le pagine del nostro Giornale, che è rimasto, anche nei mesi peggiori dell’anno, un amico atteso e gradito dalle famiglie giudicariesi. Il G.d.G ha continuato nella sua “mission” di dare alle genti della nostra terra un’informazione credibile e responsabile, convinto di fare un buon servizio. Da 19 anni vive la sua terra, ne coglie i sospiri, ne valorizza le eccellenze, ne segnala le mancanze. E continueremo a farlo con l’aiuto dei nostri sostenitori. Speriamo che l’anno nuovo ci sorprenda e ci possa ridare normalità, noi continueremo a stupirvi e a farvi compagnia. E’il modo migliore per farvi gli auguri per l’anno nuovo, restiamo insieme, facciamoci forza e vinceremo. AUGURI!!!
Politica
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Elettrificazione della Val Algone. Lavori anche a Tione e Tre Ville
Nuove opere pubbliche per le Giudicarie Nel 2013 la Giunta provinciale aveva già disposto l’ammissione a finanziamento dell’intervento che nel 2015 era stato ritenuto non più prioritario. Con il provvedimento adottato oggi la Giunta ha ritenuto di rivalutare la priorità dell’intervento, riconsiderandone positivamente le finalità strategiche alla luce della sua valenza ambientale, turistica e paesaggistica, e di procedere quindi con il finanziamento. Gli altri lavori finanziati interessano i territori Tione di Trento e Tre Ville, su proposta dell’assessore agli enti locali Mattia Gottardi: “La Giunta provinciale conferma il proprio impegno nel sostenere l’intero territorio, sulla base dei bisogni reali dei cittadini” sono le parole dell’esponente dell’esecutivo. I lavori
La Giunta provinciale ha recentemente finanziato alcune opere pubbliche, presentate dai Comuni giudicariesi, che attendevano da tempo le risorse per poter essere realizzate. Al Comune di Comano Terme è stato concesso un contributo per l’elettrificazione della Val Algone, con un finanziamento 1.132.122,60 euro, sul
Fondo per lo sviluppo locale. I lavori riguardano una zona situata nella parte sud orientale del Parco Adamello Brenta e si ritiene che consentano l’eliminazione dell’inquinamento ambientale e acustico all’interno di un’area naturale di particolare pregio, ad alta valenza turistica e che conserva i suoi caratteri naturalistici.
urgenti sono stati ammessi a finanziamento dalla Giunta, a valere sul fondo di riserva. Gli interventi sono stati individuati sulla base delle richieste inoltrate dalle amministrazioni comunali e dopo un’attenta valutazione delle singole situazioni. Si tratta, in particolare, dei lavori di sistemazione delle strutture portanti del marciapiede di via Circonvallazione a Tione di Trento. Il marciapiede lungo la statale 239 è in stato di degrado avanzato ed è urgente un intervento di ripristino e rinforzo strutturale dei pilastri e delle mensole in cemento armato, oltre
a un rifacimento della pavimentazione, un ripristino dei giunti di dilatazione, una sostituzione con messa a norma del parapetto metallico ed un rinforzo del muro di sostegno a nord (164mila euro di contributo su un importo di progetto di 205mila euro). – Per Tre Ville si tratta della realizzazione di un marciapiede sulla provinciale 34 del Lisano nel tratto di strada tra Preore e Ragoli. Il tratto di strada è l’unico mancante per consentire ai pedoni di transitare agevolmente e in sicurezza tra i due centri abitati, in particolare tra la parte terminale est dell’abitato di Preore e il cimitero di Ragoli, dove il traffico veicolare appare sostenuto (510mila euro di contributo su un importo di progetto di 600mila euro).
Diego Binelli nuovo segretario della Lega trentina “Ce la metterò tutta a far crescere ancor di più la già grande Lega” Sarà Diego Binelli a guidare la Lega in Trentino e a raccogliere il testimone di Mirko Bisesti. Matteo Salvini lo aveva già preannunciato alcuni mesi fa e adesso lo ha ufficializzato: sarà Diego Binelli il parlamentare giudicariese a guidare la Lega in Trentino per i prossimi mesi fino al congresso di estate. In seguito ai risultati non proprio positivi delle elezioni amministrative dell’autunno Salvini ha deciso di sostituire i Segretari locali della Lega per rilanciare il partito a livello locale. “Ringrazio tutti i respon-
sabili regionali uscenti – ha detto il segretario nazionale Matteo Salvini - che hanno contribuito alla crescita della Lega da nord a sud, con centinaia di nuove sedi aperte e più di 100mila tesserati in tutta Italia. Numeri mai raggiunti prima. Nell’ottica di fare sempre di più e sempre meglio, come annunciato da mesi è necessario un rinnovo degli incarichi: buon lavoro ai nuovi coordinatori. L’ambizione è avere un partito sempre più inclusivo e radicato, pronto per aiutare famiglie e imprese dopo un anno drammatico. Tutti i se-
gretari uscenti, anche grazie all’esperienza maturata, saranno chiamati a svolgere altri importanti incarichi”. Diego Binelli si accinge a ricoprire questo nuovo incarico conscio
della responsabilità e del lavoro che lo attende: «Ricevo con grande emozione dal Segretario Federale Matteo Salvini la nomina a Responsabile territoriale del Trentino per la
Lega Salvini Premier; sarà per me un grande onore svolgere questo incarico al servizio del partito, dei militanti e dei Trentini. Negli ultimi anni la Lega è stata guidata da due grandi Segretari, prima Maurizio Fugatti e poi Mirko Bisesti, ai quali va il ringraziamento di tutti noi militanti per il grande lavoro svolto in tutto questo tempo, portando la Lega ad essere il primo partito in Trentino e ad amministrare la provincia di Trento oltre che numerosi comuni. Il mio impegno sarà in primo luogo quello di ascolta-
re il territorio, incontrando militanti ed amministratori degli enti locali, per tornare al più presto fisicamente tra la gente, quando l’emergenza Covid ce lo permetterà. Sarà un percorso impegnativo, ne sono pienamente consapevole, ma metterò tutta la mia passione al servizio della Lega per non deludere le grandi aspettative che sento esserci; con l’aiuto di tutti voi e della mia famiglia, che come sempre mi supportate e mi sopportate, ce la metterò tutta per far crescere ancor di più la già grande Lega”.
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Il Saltaro delle Giudicarie
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L’unico paese riportato in cartina di quelle parti è Terme di Comano. Le Giudicarie, quelle importanti, per la Provincia cominciano timidamente a Spiazzo, poi Caderzone, poi Pinzolo e Campiglio. Sembra che ormai le Giudicarie che contano siano Pinzolo e Campiglio, per il resto non gliene frega niente a nessuno. Per cui, seguendo l’allegato in questione, uno che arriva dalla Lombardia deve andare diretto a Pinzolo, e per evitare tentazione neanche si segnano i paesi che incontra, paesi di poco conto, sembra dire la cartina. Che le Giudicarie per la Provincia siano Pinzolo e Campiglio e poco più è da tempo che è risaputo, ma adesso stanno esagerando. Di giudicariese Campiglio ha poco o niente, così Pinzolo, con il resto della Rendena condividono poco, con il resto delle Giudicarie non condividono niente. Ma come si sia potuto arrivare ad un simile affronto nessuno lo sa spiegare. A dir il vero non è la prima volta che la “promotion” della Provincia va in tilt, ricordiamo l’ultimo giro d’Italia con i cronisti della Rai che seguono la corsa con tappa a Campiglio, e che neanche conoscono il tragitto che stanno percorrendo, non citano nè paesi nè valli, e Madonna di Campiglio la sistemano in provincia di Belluno. Altro bell’affare... e nessuno che dice niente, quel che si fa alla Trentino Marketing, non si discute. Quel che stupisce è che il turismo trentino è in mano a due Giudicariesi, ma quando si sale nella scala del potere è facile dimenticarsi delle proprie origini. Poi adesso l’Assessore Failoni ha ben altro da fare, è tutto preso dai “ristori”, ristori di qua, ristori di là, soldi in pratica da distribuire ad alberghi e ristoranti, poverini, sono in crisi, sono alla fame, urgono aiuti sostanziosi, 3 milioni? Troppo pochi...allora facciamo 5...ne servirebbero almeno dieci. Poi se avanza qualcosa lo daremo anche ai maestri di sci disoccupati, e quel che avanza (?) agli operai che sono rimasti a casa. Se le cose stanno così il vostro Saltaro è solidale con quelli che protestano, hanno mille ragioni, che qualcuna risponda di queste offese alla nostra storia e alla nostra gente. Presidente Fugatti, veda e provveda. Tutto sommato lei alla gente piace, ha fatto poco a dir il vero, ma quello che ha fatto, l’ha fatto bene. Perlomeno ha cambiato stile, meno chiacchiere e più fatti, poi dobbiamo dire che è stato particolarmente sfigato, senza saperlo, s’è trovato all’improvviso a combattere contro un mostriciattolo malefico che nelle nostre terre di montagna sembra sbizzarrirsi alla grande. Giorno e notte con l’incubo
Giudicarie bistrattate, spariscono pure dalle cartine
Le proteste arrivano nell’alto dei cieli, in Paradiso, sfiorando le nevi del Brenta, del passo del Frate e delle più alte cime della nostra terra. E’ tutto un vociare adirato, urla, parolacce, minacce, volgarità, sconcezze contro tutto e tutti, ma in particolare contro la Provincia. Non è facile capire in un simile casino, ma il sindaco Filippo me l’ha spiegato come al solito in maniera netta. In pratica la Provincia ha finanziato un inserto allegato al Corriere della Sera, distribuito in tutta Italia, con l’invito a “scoprire il Trentino” e fin qui tutto bene, ma quando poi si è aperto l’inserto, proprio in seconda pagi-
del virus, cosa dire, come procedere, nella confusione medica che all’inizio ha fatto perdere la trebisonda un po’ a tutti quanti, e lei Presidente, bisogna riconoscerlo, ha fatto quel che poteva. Ma ci sono due cosette che non piacciono a tutti, il fatto che si sia sempre più allontanando dall’Alto Adige per seguire il veneto Zaia, è pericoloso, non che Zaia sia da tenere alla larga, no di certo, è un ottimo governatore, ma noi, trentini, dobbiamo la nostra autonomia all’appartenenza della Regione Trentino Alto Adige, alla sua storia e alle sue tradizioni, senza questo collegamento diventeremmo una provincia qualsiasi, magari da unire, prima poi, in parte con il Veneto, ed in parte con Brescia, e buona notte autonomia. Ma forse lei che è originario del Veneto picca da quella
parte e per noi potrebbero essere guai. L’altra cosetta riguarda la sua devozione al suo capo Salvini. Niente di male. Ma le cose nostre le deve decidere con la sua maggioranza, in Consiglio provinciale, e non telefonando a Salvini, anche in questo caso è questione di autonomia. Salvini ha già di suo senza che si sobbarchi anche le rogne del Trentino. E poi di questi tempi è tutto preso da una grande operazione che, con la collaborazione della Meloni e dello stesso Berlusconi, potrebbe cambiare il futuro del nostro paese. Non si tratta certo di virus, vaccini ed altre sciocchezze, adesso puntano molto più in alto. Parlano di cose molto più importanti per il popolo italiano. Fra un anno circa c’è da nominare il nuovo Presidente della Repubblica, c’è chi vorrebbe Draghi,
na, appariva una belle cartina del Trentino, colorata d’azzurro, e, sorpresa, sorpresa, le Giudicarie non apparivano in nessun modo, nessun paese citato, niente da scoprire, deserto assoluto...Oibò! Nessun segno delle nostre eccellenze, del lago d’Idro, di Storo e dell’AGRI 90, la val di Daone fra le più belle valli del Trentino, seppur misconosciuta, niente lago di Roncone, perla dell’alto Chiese, Tione non esiste, Bolbeno men che meno, così come non c’è traccia del Bleggio e del Banale, secondo la Provincia, in Giudicarie non c’era niente da scoprire.
chi confermare Mattarella, ma i tre cavalieri della destra un nome prestigioso ce l’hanno da tempo. Il nuovo Presidente della Repubblica Italiana sarà Silvio Berlusconi. E’ stato deciso quando Berlusconi cominciò a prendere le distanze da Salvini un mese fa, sembrava che l’alleanza di destra andasse in frantumi. Ma poi si sono seduti al solito tavolo: Salvini, la Meloni con Berlusconi hanno così deciso. Faranno di tutto perchè il Berlusca diventi Presidente. Intanto in casa Berlusconi stanno prendendo le misure necessarie a ben figurare. La salute è buona, tutto sommato, a parte quando deve comparire in tribunale, allora Silvio è preso all’improvviso da qualche misteriosa malattia che ne giustifica la sua assenza alle sedute in tribunale, l’ultima procedura nei
suoi confronti, quella del Ruby – 3, va avanti da più di un anno con queste sue assenze sempre certificate, probabilmente è qualche pericolosa allergia, meglio stare alla larga dai tribunali. Prima poi arriverà la prescrizione. Ci sono invece un paio di ritocchini perché faccia ancora la sua bella figura: deve mettere a posto la dentiera, perché ogni tanto biascica le parole, e questo non è un bell’apparire per un Presidente della Repubblica, e poi saranno necessaire anche delle apposite pilloline per impedirgli di addormentarsi nel bel mezzo delle cerimonie , cosa che ogni tanto gli capita. Così sistemato e corretto nel fisico, Berlusconi può affrontare qualsiasi avventura. E tutto sommato sarebbe una rivoluzione nei costumi e negli affari della Repubblica. Sgombrerebbe
il Quirinale da quei quattro segretari e funzionari, sempre in nero e grigi nei capelli e nell’aspetto, un vero mortuorio, il palazzo presidenziale si riempirebbe di belle donne, gagliarde, pettorute e scrupolosamente in minigonna, e l’Italia sarebbe diversa. Berlusconi Presidente potrebbe girare iul mondo a rappresentare il nostro Paese con quanto di più bello possiamo vantare: le donne italiane. Il popolo Italiano non può che augurarsi che Berlusconi ce la faccia, con Berlusca President e la Meloni Premier, la nostra Thatcher, con Salvini alla Presidenza dell’Europa, l’Italia non avrebbe più limiti. Quei tre insieme sarebbero capaci di sconfiggere il covid-19 in quattro e quattrotto e riporterebbero il nostro paese in paradiso. Viva Berlusca Presidente, viva l’Italia! AUGURI!!
Turismo
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La stagione sciistica non è ancora iniziata e gli impianti di risalita sono tuttora chiusi
Ambito Campiglio-lago d’Idro: operativo nel 2021 Per Apt Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena assemblea straordinaria il 20 gennaio Come si è mossa l’Azienda per il Turismo nel corso dell’autunno e della prima parte dell’inverno? Quali le prospettive per i prossimi mesi? Nei mesi scorsi Apt ha orientato la propria operatività verso lo studio e la predisposizione di nuove esperienze che, accanto a quelle “classiche” sperimentate negli ultimi anni, intendono coinvolgere piccoli gruppi di ospiti in iniziative particolarmente suggestive e memorabili, oltre che sicure. Dando continuità a quanto proposto la scorsa estate, con ampio gradimento da parte degli ospiti, è stato progettato un calendario di appuntamenti invernali pronti per essere vissuti appena l’evoluzione dell’emergenza sanitaria lo permetterà. Le nuove “top experiences” comprendono: Snowmoon (tre passeggiate sulla neve nelle notti di luna piena); Skialp Track By Nigth (tre serate a settimana, dalle 18.00 alle 21.30, con inizio da stabilire, dedicate allo sci alpinismo in notturna usufruendo anche delle piste da sci su iniziativa di Apt in collaborazione con Funivie Madonna di Campiglio; Sunset Skialp (quattro escursioni pomeridiane con gli sci d’alpinismo accompagnati dalle guide alpine); Notte in igloo (una notte e un’alba, con cena e colazione, in igloo. Iniziativa su prenotazione presso l’ufficio guide alpine di Madonna di Campiglio); Hot mind (attività sensoriali all’aperto basate sul metodo “Hot Mind” ideato da Andrea Bianchi); Dolomiti Natural Wellness Winter Edition (tre attività settimanali, giovedì, venerdì e sabato, immersi nella natura invernale alla scoperta dei benefici del freddo e del silenzio per il benessere del fisico e della mente. Fino al 3 aprile); Sciata asburgica (sciata in costume asburgico di fine ‘800 in compagnia della coppia).
In questa fase, confrontandoci e allineandoci anche con Trentino Marketing e l’Assessorato provinciale al turismo, la comunicazione è “soft”, finalizzata ad una informazione coerente con le esigenze del momento più che alla promozione.
Dal punto di vista della promozione è stato possibile attuare qualche iniziativa? La situazione contingente ha rallentato tutta la programmazione prevista. Abbiamo impegnato un budget consistente sulla comunicazione dell’inverno 2020/2021, preparando numerose azioni pronte per essere messe in campo appena possibile.
Le attività outdoor invernali stanno, in qualche misura, compensando l’assenza dello sci? Già da tempo stiamo lavorando sull’innovazione del prodotto, che sarà anche l’obiettivo strategico della nuova Azienda per il Turismo che arriverà fino al lago d’Idro, ma lo sci rimane insostituibile. Una novità importante, prevista dal
La stagione turistica invernale, di fatto, non è ancora iniziata, gli impianti di risalita continuano a rimanere chiusi e la montagna bianca con le sue valli soffre in tutte le sue componenti economiche e sociali. Quali sono le prospettive per i prossimi mesi? Come si sta procedendo sul fronte della programmazione e dell’ap-
Piano strategico pluriennale che stiamo condividendo con tutti i portatori d’interesse del territorio, è l’individuazione di gruppi di lavoro che abbiamo definito “governance di prodotto a geometria variabile”. Allo sviluppo di ogni singolo prodotto lavorerà un team di progetto con competenze specifiche. Il prodotto verrà prima di tutto, sarà la condizione fondamentale per garantire la competitività e l’attrattività di tutta la destinazione. Quali sono i principi guida del Piano strategico pluriennale? La strategia del Piano, e quindi della destinazione, si
plicazione della Legge di riforma sul turismo trentino firmata dall’assessore provinciale Roberto Failoni? Facciamo il punto con il presidente dell’Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena (Apt) Tullio Serafini.
basa su cinque dichiarazioni di intenti: il prodotto, prima di tutto; il mercato, con l’individuazione di nuovi mercati partendo dall’ospite e dall’innovazione del prodotto; il brand, da riempire di contenuti veri e vivi; la governance a geometria variabile, individuando competenze specifiche per ogni singola iniziativa; infine la vivibilità aumentata, superando la divisione tra stagione turistica e fuori stagione e coinvolgendo le amministrazioni comunali sugli aspetti che riguardano la mobilità e la viabilità. Il Piano riguarda anche le Giudicarie Centrali e la Valle del Chiese?
Sì, assolutamente. Comprende progetti che guardano al nuovo e più grande ambito. Ad esempio il progetto “Cinquanta valli”, che valorizzerà le valli laterali all’asse Rendena-Giudicarie-Chiese in un’ottica di fruizione diffusa dell’outdoor e di esotismo di prossimità, o l’iniziativa “Montanità”, intesa come l’altra faccia della “Mondanità”, che punterà sull’autenticità della vita in montagna passando per i prodotti della filiera agro-alimenatare che sono un’eccellenza molto ben distribuita e “celebrata” in tutto il nuovo ambito. Quando sarà operativo il nuovo ambito turistico da
Madonna di Campiglio al lago d’Idro? Un passo importante, che prelude all’inizio dell’operatività del nuovo Ente verso febbraio, è l’Assemblea straordinaria di Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena Azienda per il Turismo Spa. Il 20 gennaio, alle 15.30 in modalità di videoconferenza, gli azionisti saranno invitati ad approvare l’aumento del capitale sociale attraverso i due conferimenti d’azienda e alcune modifiche statutarie. Tra queste l’aumento dei componenti del Cda per garantire la rappresentanza al Consorzio turistico Giudicarie Centrali e a quello della Valle del Chiese che l’assemblea straordinaria ingloberà nell’Azienda per il Turismo con sede principale a Madonna di Campiglio. Con questo atto formale nascerà il nuovo ambito turistico territoriale competente da Campo Carlo Magno a Bondone. Impianti di risalita. Quando l’apertura? Il Comitato tecnico scientifico (Cts) ha segnalato alcune osservazioni alle Linee guida per la gestione degli impianti funiviari proposte dalle regioni e province di montagna e necessarie alla riapertura degli stessi. La riapertura prospettata il 7 gennaio 2021 è stata quindi ulteriormente posticipata. Le società impianti sono pronte da tempo ad “accendere i motori”, dopo aver fatto numerosi investimenti, in tecnologia e innovazione, finalizzati a garantire la massima sicurezza per gli sciatori. Tra le misure più significative, ricordo il contingentamento degli skipass, i canali di vendita skipass online e l’accesso diretto ai tornelli senza passare per la biglietteria, il distanziamento e scaglionamento degli accessi, il contingentamento e la limitazione della portata sulle telecabine. Una nuova applicazione, www.qoda. app, permetterà di gestire code intelligenti presso gli impianti di arroccamento. Lo sciatore potrà inserirsi nella coda virtuale prima di raggiungere l’impianto, vedere in tempo reale le code effettive scegliendo il miglior punto d’accesso e ricevere un messaggio di pro-memoria sull’orario di ingresso.
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Turismo
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L’azienda giudicariese perde San Lorenzo-Dorsino, che preferisce la Paganella
Riforma, il primo accordo firmato è fra Comano Terme e il Garda Impossibile nelle Esteriori usufruire della proroga di 2 anni, mancavano i fondi privati L’ambito, al quale al più tardi fra due anni (se i ledrensi riusciranno, come vorrebbero, a rimanere autonomi per i due anni di proroga previsti dalla riforma) si aggiungerà anche la Val di Ledro, andando a formare l’ambito turistico più ampio del Trentino. Un grande mare dove nuotare, e il rischio che i pesciolini piccoli finiscano mangiati dai grandi c’è, nonostante le rassicurazioni di tutti. Il Garda è una potenza che non ha conosciuto crisi, il cui problema non è acchiappare turisti ma piuttosto distribuirli per decongestionare la sovraffollata zona del lago; le Esteriori hanno la loro nicchia di turisti, soprattutto termali, e stanno compiendo una conversione verso l’outdoor, il benessere e un rinnovo dell’immagine e dell’offerta che come tutte le riconversioni richiede tempo, pazienza e qualcuno inevitabilmente perderà per strada. Un binomio potenzialmente fantastico: il bacino delle Esteriori non vede l’ora di attingere ai flussi massicci di turisti del Garda, rappresentare quell’alternativa slow, fuori dalle rotte più note, per turisti esigenti che preferiscono i sentieri nuovi alle vie note (e affollate). E altrettanto potenzialmente distruttivo: benché venga garantita una rappresentanza nell’apparato gestionale del nuovo ente, i due marchi delle Apt rimangono come li conosciamo oggi e la promozione conterrà anche le specificità di Comano, di Fiavè, del Bleggio e di Stenico, le forze in campo sono sproporzionate verso il Garda e le decisioni, economiche e strategiche, non verranno più prese a Ponte Arche, ma in riva al lago. Già la firma col Garda non è stata affatto indolore per i giudicariesi: l’Apt delle Esteriori ha infatti perso un pezzo poi-
di Denise Rocca Il primo passo concreto della riforma del turismo dell’assessore giudicariese Roberto Failoni lo hanno fatto proprio nella sua vallata: l’Apt Terme di Co-
ché gli operatori turistici di San Lorenzo-Dorsino hanno optato per unirsi al territorio della Paganella, con i vicini Andalo e Molveno percepiti come più attrattivi, anche geograficamente, e omogenei come intenti e ambito, lasciando l’Apt giudicariese prima della firma con il Garda. Il gigante Garda Trentino e la piccola Apt Terme di Comano-Dolomiti di Brenta si preparano anche ad un cambio di nome societario in Garda - Dolomiti, ad abbinare due dei nomi più forti del brand turistico trentino. La nuova denominazione sarà solo sulla carta, in realtà, perché i due marchi rimarranno come sono oggi nella promozione, in Italia e all’estero, ma l’abbinamento, pur affascinante, ha fatto sorridere: il collegamento con le Dolomiti alle Esteriori arrivava soprattutto grazie al territorio di San Lorenzo-Dorsino, così ora rimane solo la pur bellissi-
mano-Dolomiti di Brenta ha firmato l’accordo quadro per l’accorpamento con Garda Trentino Spa, poco prima di Natale. na lena, che perdere inutilmente tempo, si è ragionato a Comano Terme. “Dal nostro punto di vista abbiamo trovato un’opportunità - ha detto Susanna Serafini, presidente di Apt Terme di Comano - Dolomiti di Brenta in conferenza stampa - Abbiamo scoperto di avere delle complementarietà importanti, elemento che ci ha fatto credere che questa cosa potesse riuscire nel migliore dei modi. Il valore che porteremo nel Garda è la bellezza indiscutibile del nostro paesaggio e la nostra autenticità. Il nostro è un turismo slow: punteremo molto sul tema della sostenibilità per il quale stiamo già preparando progetti nuovi e concreti”. La complementarietà è so-
ma e spesso inesplorata Val Algone a consentire di parlare di Dolomiti. C’è da dire che i vertici dell’Apt Terme di Comano-Dolomiti di Brenta non avevano molta scelta: la riforma, né più né meno, ha stabilito degli ambiti e nonostante abbia concesso
una proroga di due anni a quei territori che riusciranno a raccogliere il 50% del proprio bilancio in loco da finanziatori privati, alla fine si arriverà ai confini tracciati dall’assessorato al turismo. E nelle Esteriori non si sarebbe comunque riusciti a raccogliere i fondi necessari per rimanere autonomi per un ulteriore biennio. Quindi, si è accettata una decisione già presa ai piani alti e si è cercato di cavarne il meglio possibile, guardando ai lati positivi e avviando subito il processo di assestamento organizzativo: meglio imboccare subito la nuova via, di buo-
prattutto data dalla presenza delle Terme di Comano - che sono appena arrivate alla fase operativa, con un bando di gara per una ventina di milioni di euro per la riqualificazione dello stabilimento termale - e dalla capacità di accoglienza di quei flussi intensi che il Garda ha bisogno di dirottare anche verso località limitrofe. «Credo che anche il comparto agricolo delle Giudicarie Esteriori, oltre a quello delle Terme, che per noi è un nuovo prodotto, ha dichiarato il presidente Benedetti - quando fosse qualificato e non massificato come è in alcuni casi ora,
possa essere una proposta importante». L’accordo sull’ambito unico prevede le garanzie per Comano di avere dei rappresentanti nel Cda della nuova realtà, ma anche il mantenimento dei due marchi e la ricerca di un’unità anche negli altri enti che si occupano di turismo a vario titolo nelle due zone. “C’è la volontà dei due territori di mantenere un’autonomia decisionale - ha spiegato Benedetti - infatti rimangono i due marchi di Garda trentino e di Comano nella promozione. Sono però sicuro che negli anni troveremo anche altre forme di aggregazione ancora più spinta. A questo proposito vorremmo che anche le associazioni di categoria facessero la stessa cosa, come pure i comuni. La sintonia è indispensabile per il futuro, c’è quindi bisogno anche di un patto fra i comuni dell’ambito di Comano e i nostri, non solo di rappresentanza nel Cda e in assemblea, ma soprattutto nel condividere una linea di azione”. Operativamente, a breve verrà chiusa la cooperativa Apt Terme di Comano verrà però mantenuto un presidio sul territorio a Ponte Arche, sia come riferimento per gli operatori locali che per i turisti. “La cosa positiva di questa legge - ha aggiunto in proposito Serafini - è che individua le Apt come collettore delle istanze del territorio: il nostro presidio farà esattamente questo”. Soddisfatto dell’accordo è l’assessore Failoni: “Ho sempre considerato la riforma come un’opportunità per armonizzare i nostri territori - ha dichiarato l’assessore - e credo che l’unione tra il Garda Trentino e Comano rappresenti un ottimo esempio che altri ambiti dovrebbero seguire, perché dimostra come la principale destinazione turistica della nostra provincia possa accogliere una realtà più piccola mantenendone l’identità e determinando nuove opportunità. Nessun territorio potrà dirsi danneggiato dalla riforma che dunque credo possa definitivamente entrare nella sua fase attuativa entro la prima metà del 2021”.
Europa
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La forza di un simbolo di Paolo Magagnotti Non si è trattato certamente di un contributo che ha portato soldi nei bilanci dei governi o nelle tasche dei cittadini europei. L’iniziativa ha rappresentato invece un simbolo estremamente utile perché ha voluto coglierne il significato. I simboli racchiudono sempre in sé una storia, un’identità, un ricordo ma anche un messaggio. Anche se, per miopia di qualche rappresentante di governo nazionale, nel trattato sull’Unione non si fa esplicitamente ricorso a simboli europei, di fatto nell’Unione europea, come nel Consiglio d’Europa e simboli ci sono e vengono utilizzati quando ci si vuol richiamare a storia e futuro dei popoli europei. La bandiera con dodici stelle dorate su sfondo blu mare si richiama ad una millenaria storia europea, e che nelle intenzioni di chi ne ha suggerito la con-
La proposta della Commissione europea di iniziare nello stesso giorno, il 27 dicembre scorso, in tutti i Paesi dell’Unione europea, la grande campagna di vaccinazione contro il Covid-19, ol-
tre a rappresentare un fatto utile per la nostra salute, ha voluto essere un importante messaggio di unità; quell’unità di cui l’Europa ha tanto bisogno.
formazione si richiama ai valori e alla tradizione della civiltà cristiana del Vecchio continente, vuole al tempo stesso esprime un messaggio di unità è pace. Il “Covid Day” ha voluto esprimere un messaggio di unità, un invito a governanti e cittadini ad essere uniti, soprattutto nei momenti difficili che pongono tutti noi davanti a grandi sfide che solamente con l’unità possono essere affrontate con successo. Un simbolo ed un messaggio che ha voluto essere anche un invito a riflettere sull’esigenza di operare tutti per avere un’Europa unita è forte al di là della contingenza pandemica. Personalmente non mi è piaciuta la decisione di qualche Stato membro dell’Unione di iniziare il giorno prima la
to voluto per evidenziare che si vuol far prevalere il potere nazionale sulle indicazioni che vengono da Bruxelles. Va detto che Bruxelles non ha imposto con regolamento o direttiva di iniziare tutti assieme la vaccinazione. Si è
vaccinazione; una decisione che ho voluto cogliere come messaggio negativo. Senza voler indagare o giudicare sulle motivazioni che hanno portato le autorità competenti a tale “sgarbo”, mi dispiacerebbe che il gesto fosse sta-
trattato solo di un invito saggiamente accolto dalla quasi totalità negli Stati membri dell’unione. Personalmente il fatto, oltre che a considerarlo estremamente utile sotto il profilo dell’utilità, mi anche emozionato. Era bel-
lo vedere nei telegiornali del “Covid Day” medici, infermieri e infermieri di vari Paesi, dalla Croazia all’Estonia, dal Portogallo la Bulgaria somministrare il vaccino ai loro cittadini. Si potevano vedere ambulatori con simboli nazionali accanto alla bandiera europea; ambulatori che rispecchiavano, nella semplicità da una parte e nella maggiore sontuosità dall’altra parte, le condizioni economiche dei singoli Paesi. Diversità, tuttavia, che in quel giorno sono state segno, simbolo e, soprattutto, messaggio di unità. Mi auguro che molti cittadini europei abbiano voluto cogliere in termini positivi questo messaggio, sentendosi pure motivati ad animare con lo stesso spirito sentimenti e aspirazioni nell’accompagnare in futuro il cammino dell’unità europea, a cominciare dall’anno appena iniziato.
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Scuola
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Le voci dei nostri studenti
esto numero il “Giornale delle Giudicarie” riserva ogni mese una sua intera pagina al buto degli studenti dell’Istituto “Lorenzo Guetti”, dando loro spazio e voce. La one e tutta la redazione del Giornale attribuiscono molta importanza all’apporto di azioni, conoscenze, riflessioni e proposte che essi potranno offrire. Vi è nell’Istituto cezionale ricchezza di giovani menti che, contando su uno straordinario corpo ti, può esprimere, con conoscenza e creatività, importanti riflessioni e idee utili per a comunità giudicariese, e oltre. li studenti – che lasceremo riposare nel periodo estivo – potrà essere un utile zio per sentirsi maggiormente partecipi e protagonisti della vita culturale e economica della loro terra, sulla quale sapranno pure far riflettere i raggi di quegli nti europei e internazionali più ampi verso i quali desiderano proiettare il proprio . L’iniziativa potrà pure contribuire a realizzare un ulteriore raccordo fra la stessa
Caro 2021! i desideri a cura della prof. Antonella Moratelli
“Spero sarai l’anno in cui “Facci tornare ad essere sgridati per aver parlato senza alzare la mano e non per torneremo a correre a perdifiato per non perdere un aereo” aver lasciato un microfono acceso” Caro 2021, ti scrivo dalla mia camera, dove ho passato la maggior parte del mio anno scolastico. Ebbene sì, caro 2021, perché la scuola quest’anno si è svolta in DAD, da casa, un incubo che ha perseguitato tutti i ragazzi in questo anno ormai trascorso. Ti stai domandando come sia possibile? Chiedilo al tuo predecessore, ma ti prego, non imparare da lui. Da parte di tutti gli studenti a cui è stato impedito di frequentare la scuola in presenza, ti prego di farci tornare alla normalità. Per favore, fa che possiamo ricominciare a vedere i nostri compagni, i nostri amici, restituiscici gli abbracci, le risate, il senso di famiglia che si creava con i compagni e i professori, le chiacchiere con i compagni di banco, che abbiamo perso in questo anno 2020. Lascia che torniamo a sorridere ai volti delle persone e non a degli schermi, facci tornare ad essere sgridati per aver parlato senza alzare la mano e non per aver lasciato un microfono acceso. Ti chiedo di farci tornare a scuola, sui nostri banchi, che saranno vecchi, traballanti e senza rotelle, ma ci mancano; lasciaci tornare a fare i viaggi in autobus di mattina presto, con la musica nelle orecchie, cercando di trattenere gli sbadigli e correndo per prendere il posto e non stare in piedi per tutto il viaggio. Vorrei che quest’anno potessimo farci gli auguri prima delle vacanze guardandoci negli occhi, senza sentire le suppliche dei prof per farci accendere la telecamera. Lascia che torniamo a fare le nostre eterne lotte tra pandoro e panettone (ovviamente il migliore) e a mangiarli durante le ore di assemblea di classe prima di Natale. Facci tornare alla scuola di sempre, con il suo contatto umano, la sua socialità e anche tutti i suoi aspetti negativi, perchè non sarà perfetta, ma è sempre meglio di quella a distanza. Ti chiedo di far sparire tutti gli igienizzanti dalle classi, di riattaccare i banchi, di far scomparire le mascherine, incubo di alunni e professori con gli occhiali. Per favore, basta previsioni pessimistiche da parte dei professori, che ci dicono di non sperare troppo, basta incertezza, basta paura, basta distacco e freddezza, la scuola è il primo luogo di socializzazione per noi ragazzi, il primo luogo a cui pensiamo quando vogliamo vedere i nostri amici e se il prezzo che dovremo pagare per tornarci sarà quello di svegliarci molto prima dell’orario a cui ci siamo
abituati in DAD, quello di mangiare ad orari assurdi per colpa dell’autobus, quello di svolgere tutte le 30 ore di lezione lo pagheremo volentieri, pur di tornare. Caro 2021, per favore, sii un anno migliore di quello appena finito, e facci tornare nelle classi, a riabbracciare amici e sì, anche i professori che, per quanto spesso pensiamo sarebbe bello sparissero, in realtà ci mancano davvero. Conto su di te per far tornare a sperare tutti noi, mi raccomando eh! Alba Pellizzari
Caro 2021, Ormai tutti ti indicano come l’anno del ritorno alla normalità e non nego che anche io ho pensato a te come all’anno in cui potremo finalmente tornare a fare tutto ciò che ci rende felici: andare ai concerti, viaggiare, vedere i musei, ballare con gli amici, fare sport e a provare un sacco di cose mai fatte prima. Tutto quello che ci piace fare avrà un sapore totalmente diverso perché riusciremo, e per molti sarà la prima volta, a non dare per scontata la possibilità di praticare le nostre passioni e ad attribuire ad esse il peso che meritano. Se penso al momento in cui tornerò a viag-
giare mi sento subito meglio e riesco quasi a percepire le emozioni che proverò in quel momento: la sensazione di libertà data dal poter tornare a fare qualcosa che mi piace, il brivido dell’avventura rafforzato dalla consapevolezza che nulla va dato per scontato e la gioia di conoscere persone nuove. Caro 2021, spero davvero che sarai l’anno durante il quale torneremo a perdere la voce durante un concerto, ad andare al mare con gli amici, a correre a perdifiato per non perdere l’aereo, ad ammirare paesaggi surreali e a conoscere persone nuove. Ci vediamo presto. Alice Corradi
“Fai sparire le mascherine e porta un po’ di quella luce che è venuta a mancare” Caro 2021, ti scrivo perché ho bisogno di un grande favore, ti chiedo di essere più magnanimo con noi e di non prendere esempio dal tuo predecessore. Durante quest’anno, in cui il protagonista è stato il Coronavirus (che purtroppo non è ancora stato sconfitto), tutti noi abbiamo dovuto affrontare molti ostacoli che in alcuni casi si sono rivelati veramente ardui. Questo 2020 si è portato via la nostra quotidianità, tutte quelle piccole cose che tutti noi davamo per scontate; si è portato via gli abbracci, i baci e i sorrisi, lasciando al loro posto una mascheri-
na, del disinfettante per mani e tanta, tanta paura. Una cosa che sicuramente mi è mancata sono state le uscite con gli amici, i pomeriggi trascorsi a chiacchierare e divertirsi, le serate passate al parchetto del paese dove ci divertivamo ascoltando la musica. Mi è mancato poterli abbracciare senza la paura del contagio, mi è mancato vedere i sorrisi che ci scambiavamo, mi sono mancati quei momenti in cui l’unica cosa che avevamo in mente era divertirci e dimenticarci per un po’ i nostri problemi. Caro 2021, ti chiedo con tutto il
cuore di aiutarci piano piano a ritrovare la nostra quotidianità, ti chiedo di far sparire le mascherine e al loro posto far spuntare di nuovo i sorrisi su tutti i nostri visi, ti chiedo di poter tornare ad abbracciarci come un tempo. Vorrei chiederti tante cose caro 2021, ma l’unica che voglio veramente domandarti dal cuore è quella di non essere come l’anno appena passato e di portare un po’ di quella luce che durante questi mesi è venuta a mancare. Spero che le mie richieste e quelle di tutti gli altri vengano almeno in parte realizzate. Grazie! Anna Floriani
Scuola
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delle ragazze del Guetti “Non darci false speranze! Sarebbe bello potersi preoccupare solo di che abito mettere ad una festa” Caro 2021, é innegabile dire che questo 2020 abbia cambiato drasticamente tutto e tutti. La nostalgia è tanta al ricordo della nostra ingenua felicità iniziale nel ricevere un avviso che annunciava una settimana a casa da scuola. Tutto per un virus ai nostri occhi, a quel tempo, innocuo, ma che durante il suo corso si è evoluto e ci ha cambiato profondamente. Il nostro approccio alla vita, la possibilità di stabilire un contatto fisico e un modo di comunicare normale: tutto cambiato! Questa distanza ha aumentato ancora di più il nostro desiderio di voler spendere del tempo insieme, che si parli di familiari o amici. Sembrano lontani quei tempi in cui l’unica preoccupazione, quando c’era una festa o un compleanno, era quella di confrontarsi con le amiche scegliendo il vestito da in-
dossare, mettersi d’accordo su chi veniva a prendere chi a fine serata. È straniante rimpiangere, invece, di non averlo fatto quando ne avevamo la possibilità. Pensiamo confusi a come ora sembri così assurdo il tempo in cui avremmo potuto approfittare di uscire senza correre alcun rischio; e che bello sarebbe, pur di uscire, essere anche leggeri ed avere come unica preoccupazione cosa indossare per una festa con gli amici. Ma al momento la prospettiva in cui ci troviamo, oltre a imporci delle limitazioni fisiche, è arrivata a un punto tale che pare quasi ci renda incapaci anche solo di pensare liberamente. Quindi, caro anno 2021, confidiamo molto in te e nel tuo impatto positivo rispetto al tuo amico 2020; non darci false speranze. Eloisa Tisi e Sofia Surci
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“Torneremo a visitare il mondo perché è la nostra casa” Caro 2021, sicuramente il 2020 è stato un anno difficile per chiunque, le scuole chiuse, il lockdown, l’impossibilità di poter vedere i propri cari. Ed anche queste ultime festività che siamo stati costretti a festeggiare in modo diverso dagli anni precedenti. Non possiamo viaggiare, andare a trovare gli amici o i parenti lontani, non possiamo festeggiare in compagnia, ma dobbiamo essere consapevoli che stiamo facendo tutte queste rinunce per il nostro futuro, per poter ricominciare a muoverci in libertà.
Torneremo a preparare la valigia e la lista delle cose da portare con sé, ritorneremo a prendere aerei, treni o navi, torneremo a visitare il mondo e vedere tutte le sue meravigliose sfumature, torneremo a comunicare anche con un linguaggio diverso, torneremo a vivere le mille sfumature che ci rendono tutti diversi. Torneremo a sentirci a casa ovunque siamo, perché il mondo è la nostra casa. Torneremo a viaggiare e sarà ancora più bello. Sara Nicolini
“Ti chiedo di spegnere tutti quegli schermi e di accendere le persone” Caro 2021, questa breve lettera è per te. Ti scrivo delusa e sconcertata da tutto ciò che questo anno bisesto e assai funesto ha portato con sé. A Capodanno 2020 con gioia abbiamo brindato ignari di ciò che ci aspettava. Un anno surreale che non si riesce a riassumere facilmente e che non si farà dimenticare da nessuno. Ne abbiamo passate molte. Abbiamo perso tutti qualcosa, chi più e chi meno: una o più persone care, il lavoro, le passioni, le ore sui banchi di scuola insieme ai propri compagni, i sogni. Per questo mi affido a te. Ti chiedo di essere più clemente con tutti noi. Ho un solo desiderio da esaudire: vorrei che tutto tornasse alla normalità. Mi piacerebbe ricominciare da capo, ripartire con nuove consapevolezze e lasciarmi momenti troppo tristi e difficoltosi alle spalle. Rivoglio la mia vita intensa, quella di un tempo, che durante questi dodici lunghi mesi ho ap-
prezzato come non mai. Ho capito il valore delle cose quotidiane solo quando ho iniziato a perderle. Basta DPCM, basta tamponi, basta aggiornamenti quotidiani sui contagi e sulle vittime, basta lockdown, basta regioni colorate. Vorrei che le mascherine e i guanti, gli ospedali al collasso, il distanziamento e l’igienizzante rimanessero soltanto un ricordo. Ti chiedo di aiutare il personale medico e paramedico, che è allo stremo. Ti chiedo di dare forza a tutti gli ammalati, di ridare la possibilità a tutti gli anziani di stringere forte i loro cari. Ti chiedo di spegnere tutti quegli schermi e di accedere le persone, i loro sorrisi. Ti prego di permettere a quanti non colgono la bellezza della vita di guardarla con gli occhi dei bambini per tornare a vedere magia ovunque. Ti prego di eliminare i virus più letali per l’essere umano: l’ignoranza e l’arretratezza mentale, che mai come in questi contesti si
sono manifestati. Continua a far sognare i nostri bambini e i giovani. Non ti chiedo denaro, vacanze in posti meravigliosi, vestiti firmati, l’ultimo modello di smartphone o la macchina più costosa. Ti chiedo un po’ di pace, tranquillità, serenità e la felicità che ognuno si merita. Caro 2021, hai una grande responsabilità, ma ti prego di non deludermi. Non imparare nulla dal tuo predecessore, abbiamo bisogno di un domani migliore. Non può piovere per sempre. È difficile, ma io non smetto di crederci. Conto su di te, ma anche sull’impegno e il buon senso di tutti quanti mi circondano. Perché sta a ciascuno di noi essere il cambiamento che si vuole vedere nel mondo. Ricominciamo da zero e da noi. Ridiamo una possibilità a questa vita, sono sicura che sarà ancora in grado di sorprenderci in meglio! Con speranza e fiducia, Matilde Armani
“2021. Il ‘caro’te lo dovrai guadagnare cercando di assomigliare il meno possibile all’anno che ti ha preceduto” Caro 2021, o meglio: 2021, il ‘’caro’’ te lo dovrai guadagnare cercando di assomigliare il meno possibile all’anno che ti ha preceduto. In questo anno atroce, che ci ha portato via quasi tutto, chi ha sofferto di più, assieme a giovani e bambini, sono stati sicuramente i nostri nonni. I nonni che hanno dovuto imparare a fare le videochiamate, a rinunciare ai tornei di briscola, a viziare i loro adorati nipotini, il loro hobby preferito. Poi, quando la situazione pareva essersi leggermen-
te placata, hanno dovuto imparare a distinguerci dai nostri fratelli e cugini da dietro una mascherina (non che prima questo riuscisse loro particolarmente bene, ma apprezziamo lo sforzo). Certo è anche che, nonostante la catastroficità di questo surreale anno, l’Italia ha visto tempi peggiori: durante gli anni di grande crisi immediatamente successivi alla guerra, quando i nostri nonni erano bambini o poco più. I sacrifici di quei tempi, che gli italiani hanno sopportato con pazienza e resilienza per
rialzare il Paese devastato, non sono minimamente paragonabili alle nostre ‘’piccole’’ rinunce, come il cenone di Natale, rito di tutti gli anni e il festeggiare il capodanno con gli amici. Insomma, 2021, chi è venuto prima di te ci ha fatto astenere dall’affetto di chi ci vuole bene, ma se tu sarai più clemente, complici i comportamenti di tutti noi, sapremo che ne è valsa la pena. Alessia Chinetti
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Società
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L’indagine della fondazione Guetti condotta su 1.313 studenti giudicariesi
Giovani: ragazze meno attente allo stipendio e più all’autorealizzazione Scetticismo sul futuro della Cooperazione
Il progetto di ricerca, a cura di Carlo Buzzi e Alberto Zanutto, Michele Dorigatti e Armin Wiedenhofer, è stata promossa dalla Fondazione Don Lorenzo Guetti. Michele Dorigatti, direttore della Fondazione, ci spiega che «l’idea nasce dal Tavolo intercooperativo, a cui siedono i presidenti delle cooperative delle Giudicarie, i quali si sono posti il problema di come trasferire la cultura cooperativa nelle future generazioni. La ricerca scatta un “selfie”. Abbiamo chiesto ai sociologi non solo di scattare una fotografia ma di trovare delle linee operative dalle risposte dei ragazzi. È il momento buono per portare al tavolo dei decisori politici una serie di spunti e di interventi operativi concreti che i giovani hanno evidenziato». Da una parte sono stati coinvolti i giovani e il loro punto di vista, anche sul contesto territoriale in cui vivono, dall’altra si è indagato come stakeholder e manager organizzino il processo di sviluppo della
di Francesca Cristoforetti Come percepiscono i giovani giudicariesi il loro territorio? Cosa può offrirgli la vita in valle? E soprattutto come e dove si vedono in futuro? Come percepiscono le cooperative del territorio? Aspirazioni, valle. L’indagine condotta via web ha coinvolto tutta la popolazione studentesca, dai 14 ai 18 anni, delle scuola secondarie di secondo grado e della formazione professionale residenti nella Comunità di Valle delle Giudicarie, nel periodo tra ottobre 2019 e gennaio 2020. Il totale degli intervistati è di 1.313 studenti, compresi anche quelli di scuole “extra giudicariesi”. Il questionario ha spaziato in cinque aree di interesse, quali ambito relazionale, aspirazioni e lavoro futuro, valori e auto-percezione della propria vita, rapporto con la governance locale e l’autonomia provinciale ed infine il rapporto con il tessuto cooperativo. Osserviamo più da vicino qualche dato emerso dall’indagine fornita dalla Fondazione don Guetti. Partiamo da quelli riguardo la percezione del futuro
dei ragazzi/e, in particolare legati alla vita professionale: il lavoro autonomo sembra essere la scelta che trova maggior consenso, indipendentemente dalla scuola frequentata. Allo stesso tempo la disoccupazione rimane la paura più frequente, soprattutto tra le ragazze. Un’altra differenza di genere si riscontra sotto la voce “stipendio”, che viene collocato al primo posto per importan-
valori, futuro, appartenenza al territorio, sono solo alcuni dei punti analizzati nell’indagine “Terre alte, orizzonti aperti. Il patrimonio valoriale dei giovani delle Giudicarie” in relazione alla generazione Z.
za dal 42,6% dei ragazzi, contro il 26,3% delle ragazze. Riguardo ai valori dei giovani giudicariesi, dopo la salute, considerata dall’87% degli intervistati il bene più prezioso, ai primi posti troviamo i valori legati all’affettività (famiglia, amicizia e amore), seguiti da quelli individuali (autorealizzazione, lavoro, successo, carriera personale e vita confortevole e agiata). Da notare come
anche la scelta dei valori cambi in base al sesso, in particolare come quelli collettivi (libertà e democrazia, ambiente, eguaglianza sociale) vengano considerati molto più importanti dalle ragazze che dai ragazzi. Anche la voce “autorealizzazione” è scelta dal 63,2% delle femmine, contro il 44% maschile. I ragazzi delle Valli Giudicarie sembrano essere mediamente soddisfatti a livello personale, anche se i dati si differenziano in base alla zona: i “molto soddisfatti” sono quelli della val Rendena (31,2%), i meno soddisfatti quelli della valle del Chiese (18,6%). Anche le nuove generazioni presentano dei divari di genere che purtroppo non sono stati ancora scardinati: le ragazze sono meno soddisfatte di loro stesse rispetto ai loro coetanei, sia fisicamente che caratterialmente, che psicologicamente.
Per quanto riguarda il territorio, è positiva l’opinione sulla presenza di imprese cooperative, il quarto aspetto per cui ci si sente orgogliosi delle Giudicarie; infatti ben due terzi degli intervistati sembrano essere “molto” e “abbastanza” d’accordo sull’impegno delle cooperative a livello locale. C’è maggiore scetticismo però sul futuro della cooperazione nelle valli: solo il 35,8% pensa che queste realtà possano avere un ruolo anche di fronte alla globalizzazione, mentre il 51, 6% sembra credere che siano destinate ad avere un ruolo marginale. Come conferma Dorigatti, i risultati confermano che «i ragazzi si trovano bene nel territorio in cui vivono però ormai sono pienamente consapevoli che per realizzarsi professionalmente dovranno lasciare la valle. Sono molto impegnati nel tessuto associativo locale però hanno nei confronti della politica e delle chiesa poca fiducia, spesso anche negli istituti scolastici. C’è molto da lavorare».
È il primo grande progetto di Stefano Marchetti in Bolivia
Una chiesa per Chachacomani Il 6 novembre scorso, la comunità e gli amici di una vita lo avevano salutato con una Messa nella chiesa di S.Zeno, a Borgo Lares, perché sarebbe partito per la Bolivia, dopo aver deciso di dedicare il resto della sua vita ai poveri. Oggi Stefano Marchetti, che in tantissimi ricorderanno dietro al bancone di una biblioteca a consigliare libri, lancia un appello alla comunità giudicariese per raccogliere fondi per il suo primo grande progetto. A Peῆos, in Bolivia, a 4.000 m sul livello del mare ai piedi della Cordillera Real, c’è bisogno di una chiesa. La parrocchia è ampia ma isolata, formata da una ventina di villaggi e circa quattromila abitanti: il parroco italiano, don Antonio Zavatarelli - il nome, vi sarà noto, è il parroco origi-
nario di Menaggio, nel comasco, che nell’estate 2019 ha ricevuto la Targa d’Argento del Premio Internazionale di Solidarietà Alpina di Pinzolo - che presta il suo servizio a Peῆos vorrebbe costruire una piccola chiesa per la comunità di Chachacomani, la più alta fra quelle di Peῆos, che ha insediamenti fino a 4.500 metri di altitudine. «Si tratta di una comunità che vive quasi esclusivamente di allevamento della coltivazione di patate - spiega Stefano, in una lettera - Attualmente non c’è una chiesa e le celebrazioni si svolgono all’aperto, come per i battesimi che abbiamo celebrato il 4 dicembre scorso, o in una sala comune molto piccola. La gente ha fatto quindi questa richiesta: a carico della parrocchia saranno l’acquisto
dei materiali per la costruzione e i due o tre muratori responsabili dell’opera. La gente del posto contribuirà come potrà, secondo l’uso degli ayamara, soprattutto con il lavoro volontario». Il
progetto prevede un costruzione di dieci per venti metri, al quale verrà aggiunto uno spazio da destinare alle attività di catechismo e animazione per i bambini. L’intenzione è di iniziare con la
demolizione di un vecchio edificio al posto del quale verrà edificata la chiesa già nel mese di gennaio, con l’obiettivo di finire i lavori entro un anno e mezzo. E per fare il tutto, servono dei fondi da destinare la progetto, così Marchetti ha scritto agli amici di Borgo Lares dove don Fernando ha posto una cassettina per le offerte in chiesa, da destinare alla nuova Casa del Signore boliviana. Non potendo tutti spostarsi a Borgo Lares, Stefano ha lasciato anche l’IBAN per le donazioni che andranno direttamente e interamente a padre Antonio per l’edificazione della chiesa per la comunità di Chachacomani. (IBAN IT44 C080 7835 6620 0003 4086 835 Cassa Rurale Adamello Giudicarie Valsabbia Paganella). (D.R.)
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Alimentazione
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Per convenzione si dice che il glucosio sale con velocità 100. I cibi più noti che si comportano quasi come il glucosio sono 4: il pane bianco (farina 00 o 0), i cracker, le patate e il miele. C’è poi un secondo gruppo che fa salire più moderatamente la glicemia: pasta, ananas, muesli, corn-flakes, uva, succo di mela e di arancia, pane di segale. Il terzo gruppo varia la glicemia in modo ancora più lento; vi troviamo prugne, albicocche, yogurt, lenticchie, ceci e fagioli. Compaiono in questo terzo gruppo i legumi, ottima fonte di zuccheri oltre che di proteine e fibre. Perché è importante evitare dei picchi di glicemia? Il nostro corpo mantiene la glicemia a digiuno in un intervallo compreso tra 70 e 100 mg/dl grazie ad un ormone prodotto dal pancreas: l’insulina, che permette al glucosio di entrare nelle cellule, abbassando in tal modo quello presente nel sangue. Più zuccheri introduciamo, più insulina serve per abbassare la glicemia. Mangiando abitualmente cibi a base di zuccheri a rapido assorbimento - ma in generale alte quantità di zuccheri - il pancreas è costretto a produrre continuamente insulina (al contrario l’attività fisica, consumando zuccheri, consente un grande risparmio
Fonte di energia essenziale, ma non sono tutti uguali
I segreti degli zuccheri di Dario Beltramolli Gli zuccheri rappresentano la fonte di energia più importante dell’alimentazione umana. Il neonato li assume attraverso il latte, i bambini e gli adulti sotto forma di pane, pasta, riso e patate. Ma non tutti gli di insulina!). Inoltre le cellule del nostro organismo iniziano a poco a poco a rispondere meno al comando dell’insulina. Questa condizione è nota come “resistenza all’insulina” ed è alla base dello sviluppo del diabete. Livelli di glicemia a digiuno superiori a 100 ci dicono che esiste già una certa fatica a tenere bassa la glicemia: è questa la condizione di prediabete o ridotta tolleranza agli zuccheri. Per valori a digiuno superiori a 126 si parla di diabete vero e proprio. Alcune persone – fortunate loro - non sviluppano mai il diabete, anche se mangiano molto e male. La familiarità infatti conta moltissimo. L’attenzione ai livelli della glicemia però oltre a prevenire il diabete,
nasconde un altro grande segreto. Le cellule tumorali sono avide di glucosio, arrivando a consumarne fino a
zuccheri sono uguali. Alcuni alimenti fanno aumentare istantaneamente il glucosio nel sangue (glicemia), altri in maniera più lenta. Ad esempio, se assumo glucosio puro la glicemia sale immediatamente.
20 volte quello richiesto da una cellula sana. Mantenere bassa e senza grosse variazioni la glicemia significa
ridurre la capacità di crescita delle cellule tumorali. Questo aspetto, anche per chi non è portato per sviluppare il diabete, non è cosa di poco conto. Rallentare e persino bloccare la duplicazione delle cellule tumorali è possibile anche in chi ha già sviluppato un tumore, impedendo la ripresa della malattia e la formazione di metastasi a distanza. Assumere fin da bambini alimenti non troppo ricchi di zuccheri è importante per sviluppare un gusto non troppo sbilanciato sul dolce. Le abitudini alimentari si creano in famiglia, fin da piccoli. Le piante giovani si sa sono più facili da raddrizzare. Ci sono tre semplici modi per ridurre la velocità di assorbimento degli zuc-
cheri: consumare cibi integrali, assumere tante verdure ai pasti (preferibilmente appena ci si siede a tavola) e porre particolare attenzione alla cottura. La cottura al dente della pasta e del riso è di grande importanza. Un altro segreto è quello di utilizzare l’olio d’oliva nei pasti ricchi di carboidrati perché la miscelazione con i grassi ne rallenta di per sé l’assorbimento. Una volta mangiare in modo frugale era imposto dalla necessità. Oggi se ne riscopre il significato come prevenzione e comportamento per raggiungere un buon equilibrio interiore. Ancora una volta è la forza della mente che permette di scegliere per il bene futuro delle nostre vite.
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Il ricordo
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Ma Elio è ricordato soprattutto per la sua vita lavorativa. Sul piano politico erano i tempi in cui a livello nazionale Aldo Moro apriva le porte al centrosinistra, e il Trentino si adeguava, facendo entrare nella maggioranza i socialisti e i socialdemocratici accanto alla onnipotente e onnipresente Democrazia Cristiana. Come altro si può definire il partito che deteneva la maggioranza assoluta in tutte le istituzioni, dai Comuni alle Cooperative, dalle Casse Rurali alle Organizzazioni di categoria? Elio Martinelli era stato eletto in Provincia come rappresentante delle Giudicarie Esteriori. Kessler gli chiese di entrare in Giunta. Fu così che fra il 1960 ed il 1964 ricoprì l’incarico di assessore supplente con delega ad industria, artigianato e commercio. In realtà il suo settore di competenza lavorativa fu l’agricoltura, disciplina nella quale si era laureato. Infatti c’è ancora chi se lo ricorda fra i contadini dei decenni in cui l’agricoltura non era così meccanizzata ed
Fu assessore provinciale della giunta di Bruno Kessler
Addio a Elio Martinelli di Giuliano Beltrami Si è spento in novembre Elio Martinelli. Era ospite della casa di riposo di Povo da qualche anno. Era stato colpito dall’Alzheimer, ma a disturbare i suoi ultimi giorni è stato il maledetto Covid-19, che lo ha fiaccato. Ma non è stato il virus ad ucciderlo. Se n’è andato con tranquillità, così come aveva vissuto. Elio Martinelli... A chi non ha superato gli “anta” questo nome dirà poco: la sua vita pubblica è stata vissuta in anni troppo lontani, in un Trentino molto diverso da quello in cui viviamo. Per quattro anni ha esercitato il ruolo di assessore provinciale, voluto da uno dei pochi indiscutibili leader politici che la provincia abbia avuto: Bruno Kessler. estrema come oggi. Lo ricordano come un punto di riferimento per le loro questioni. Perché quando avevi un problema ti rivolgevi all’Elio. Erano i tempi in cui la Provincia era fisicamente più lontana di oggi, a causa dei mezzi di trasporto. Quando dovevi andare a Trento con la corriera
perdevi la giornata. Elio fu per un certo periodo impiegato nell’ufficio agrario di Tione, prima di essere trasferito nel capoluogo, negli uffici centrali. Dopo l’incarico in Consiglio provinciale tornò ad occuparsi di agricoltura fino alla pensione.
Pubblicamente lo ha ricordato il presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder, il quale ha scritto: “A nome di tutta l’Assemblea legislativa desidero rendere onore alla sua figura ed inviare le più sentite condoglianze ai familiari”. Privatamente lo hanno ricordato e lo ricordano gli eredi dei vecchi contadini, ai quali è stato raccontato quel personaggio che non se ne stava rintanato nell’ufficio di Tione o di Trento, ma scendeva nelle stalle, si incontrava nelle cucine, per dare consigli ed aiutare a risolvere problemi.
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Arte La vicenda di questa coraggiosa intrapresa, confinata all’ingresso della Val di Genova, sotto lo sguardo beneaugurante di un altro gioiello artistico, la chiesetta romanico gotica di Santo Stefano, trova tutt’oggi esaustiva ed appassionata documentazione nelle due pubblicazioni “C’era una volta il vetro...nelle Giudicarie dell’800”(2003) e “La Fabbrica dei Cristalli”(2010), a cura di Francesca e Manuela Bonfioli ed Ennio Lappi, dove il respiro si fa largo in termini di contesti storico, geografico ed economico, collocando la pur piccola esperienza giudicariese dentro un circuito di riconosciuto valore artistico, che aveva le sue eccellenze nelle terre boemo-asburgiche e di Lorena, patrie dei cristalli più rinomati d’Europa. Da lì provengono all’inizio dell’ottocento, con i segreti della loro arte ben custoditi, chiamati da due illumitati imprenditori rivani, Demetrio Pernici e Vigilio Bolognini, quest’ultimo di ascendenze pinzolere, i maestri vetrai che attivano la “Halle”(fornace) di Carisolo, sfornando “galanterie”(oggetti ornamentali) di squisita fattura, che arrivano ad imporsi nelle grandi esposizione milanesi del 1811 e 1812, promosse dal governo napoleonico. I quattro pezzi presentati e premiati con la medaglia d’argento alla prestigiosa rassegna nazionale del 1811 consistono in “una botteglia a Piramide, mollata a mezza riga e un bicchiere simile; una botteglia alla Parigina, con ghirlanda di rose e un bicchiere simile”, ritenuti dalla giuria “...non meno belli e limpidi di quelli di Boemia si ammirano i cristalli spediti da questi fabbricatori...per disegno, per pulitura, per limpidezza di cristallo degni di essere esposti a Milano”. Non basta, però, l’abilità tecnica di matrice boema dei formidabili soffiatori e molatori/decoratori, maghi dell’incisione alla mola e a punta di diamante, una quindicina in tutto, per portare così in alto la qualità artistica del cristallo di Rendena; il vero valore aggiunto è la materia prima che è all’inizio di tutto il processo produttivo: il meraviglioso quarzo ialino, detto anche cristallo di rocca, anticamente considerato acqua solidificata alla stregua del ghiaccio (in greco antico “krystallos”vuol dire ghiaccio), estratto perlopiù dalla cava di Plazza in Val di Borzago che, dopo l’opportuna frantumazione, e la sapiente miscelatura con la potassa a base di ceneri di faggio e la calce, va a costituire la composizione ideale per lo straordinario impasto vetroso. Dalla stessa cava di quarzo sul monte Maruzzaldo si approvvigionerà qualche decennio più tardi, circa a metà del secolo, pure l’industriale milanese Giuseppe Venini per il suo grande insediamento tionese del Basso Arnò (600 dipendenti), destinato soprattutto alla produzione di lastre da finestra di
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Cristalli di Giudicarie “...non meno belli e limpidi di quelli di Boemia” di Giacomo Bonazza La bella storia di Roberto Beltrami, di ascendenze darzesi, maestro del vetro a trent’anni a Murano, raccontataci da Giuliano Beltrami sul quotidiano l’Adige dell’11 ottobre scorso, stimola, quasi un riflesso condizionato, di riandare con la memoria alla “stagione del vetro giudicariese” che trovò la sua fioritura in pieno Ottocento nei centri di produzione della Val d’Algone, di Carisolo e di Tione. Non tutto fu vetro d’arte quel-
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lo uscito dalle fornaci nostrane, che in tal senso si caratterizzò precipuamente nei manufatti dei primi decenni del secolo per conto della ditta Pernici e Bolognini, primi gestori dell’antica vetreria di Carisolo, che denominano i loro prodotti “Cristalli ad Uso di Boemia”, quanto di più pregiato e raffinato si potesse allora ricavare da quel magico ed affascinante materiale che è il vetro.
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3 1 - Galanteria in cristallo: La tromba del Postale - Archivio Fondazione “Maria Pernici-Antica Vetreria” (per gentile concessione). 2 - Oggetto d’arte dalla Vetreria “Pernici e Bolognini” (per gentile concessione) 3 - Vaso molato - Archivio Fondazione “Maria Pernici-Antica Vetreria” (per gentile concessione) 4- Roberto Beltrami, Maestro vetraio in Murano
l’archivio della Fondazione si possono ammirare alcuni esemplari di quella lavorazione che ancora oggi destano la meraviglia più grande, suscitando nel contempo l’interrogativo di come si possa dalla grezza pietra approdare ad esiti di siffatta bellezza. La stessa bellezza che, due secoli dopo, Roberto Beltrami insegue nella sua fornace muranese, consapevole o meno di essere erede di una tradizione “giudicariese” del vetro d’arte. È curioso il fatto che il giovane darzese, nel suo percorso formativo presso le vetrerie più prestigiose dell’isola veneziana, abbia svolto uno stage proprio nella bottega dei fratelli Signoretto, eccezionali maestri vetrai, con i quali la Fondazione di Carisolo ha attivato una stretta collaborazione a partire dal 2003. Il Maestro Silvano Signoretto è l’autore della ricostruzione in vetro soffiato della mensa dell’Ultima Cena cinquecentesca di Santo Stefano di Cariso-
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vetro bianco e di bottiglie di vetro scuro, senza per questo disdegnare una produzione più raffinata ed esteticamente accattivante come le campane di cristallo, magnifici coperchi a forma di cupola, vanto ed orgoglio dell’opificio del capoluogo giudicariese. Neppure le vetrerie della Val d’Algone, le più antiche della nostra valle, attivate a fine Settecento dai vetrai Bormioli di Trento, procurandosi il materiale siliceo in una cava nei pressi di Massimeno, e rilanciate in seguito da un geniale manager antelitteram come il modenese Alessandro
Garuti, si discosteranno da una tipica produzione industriale, senza velleità di tipo artistico. Il momento saliente del vetro d’arte in Giudicarie rimane senza dubbio quello della “Fabbrica dei Cristalli” di Carisolo, riassumibile nella quarantennale gestione di Demetrio Pernici e Vigilio Bolognini che moriranno nello stesso anno 1855. Dal 2003 la Fondazione “Maria Pernici - Antica Vetreria”, che ha sede presso lo storico complesso, grazie alla dedizione e competenza delle sorelle Bonfioli, discendenti di quei valorosi pionieri, si
ripropone di restituire alla memoria dei giudicariesi, e non solo, la pagina forse più interessante della manifattura artistica/artigianale locale, proiettandola, come merita,
oltre i confini ristretti di un territorio piuttosto avaro di entusiasmi culturali com’è il nostro, mettendo in luce i collegamenti e la caratura europea di quell’esperienza. Nel-
lo, attribuita ad Antonio Baschenis: un capolavoro nel capolavoro. Non è lontano il tempo in cui gusteremo pure le magie di vetro del ‘nostro’ Maestro.
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Economia
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Curiosamente (i casi della vita a volte sono incredibili) in tutte le aziende nominate torna un nome: quello di Ermanno Pizzini. Attenzione, torna, ma non c’entra per tutte. Nella Isaf, per esempio, ha avuto un ruolo positivo: ne è stato fondatore più di quarant’anni fa. La Isaf partì da Condino come aziendina locale. In pochi anni (proprio grazie alle scommesse vinte da Pizzini) divenne una leader europea nella produzione di fili speciali con stabilimenti in Ungheria, Germania e Italia. Tant’è che nel Duemila se la contesero a suon di miliardi (di lire) la francese Air Liquide e l’americana Lincoln Electric. La portò a casa la prima, che però nel 2017 la vendette alla seconda, effettivamente specializzata in quel settore, a differenza dei francesi. Solo che gli americani avevano in testa una strategia: comperare per liberarsi di un concorrente. Così, appena acquistata la Isaf chiusero gli stabilimenti in Germania, poi quelli in Portogallo, quindi quello di Storo. L’idea è di concentrare tutto ad Arezzo. Bisogna dire che, a differenza delle altre multinazionali che hanno lasciato questo territorio, la Isaf ha firmato un accordo con i lavoratori e i sindacati per lasciare un buon ricordo: indennizzi a quattro zeri per tutti. E non finisce qua la storia. Infatti, appena partita la Isaf, si è fatta avanti (su sollecitazione di Trentino Sviluppo, con disponibilità a ragionare del Comune di Storo) un’azienda della Val di Non, che rileverà (dovrebbe rilevare) lo stabilimento ex Isaf ed assumere tutta la manodopera. Tutta quella che accetterà. Infatti, visti gli indennizzi ricevuti, c’è già chi ha annunciato che si prenderà un periodo sabbatico e chi, vicino alla pensione, ci ar-
Industria, croce e delizia del Chiese di Giuliano Beltrami Il 26 ottobre 2020 è un lunedì: da catalogare come lunedì nero. Come non fosse un anno drammatico di suo, sul far del mezzogiorno ecco la notizia che nessuno vorrebbe ascoltare: la Isaf chiuderà i battenti. Poco meno di cinquanta lavoratori finiranno sul la-
strico. Nell’”annus horribilis” 2020 (non a caso anno bisesto) non è la prima industria a chiudere i portoni definitivamente. In estate ci hanno pensato la Waris e la Schlaefer, pannelli fotovoltaici ed altro, sempre nella zona industriale di Storo.
riverà con gli ammortizzatori sociali. Comunque sia, sotto le feste natalizie si respirava un certo ottimismo, anche se non c’è certo da cantar vittoria. La storia Storicamente si è usi dividere le Giudicarie in quattro ambiti. E ogni ambito ha la sua peculiarità economica. Al Chiese (è cosa nota) va l’industria, che (è cosa altrettanto nota) è una sorta di croce e delizia. Croce perché negli anni ha visto un ricambio di aziende, con fughe in avanti e marce indietro. Delizia, perché dagli anni Sessanta ha dato occupazione e ha creato un indotto di piccole aziende artigiane locali. Nomi di prestigio sono passati di qua. E la memoria corre al 22 novembre del 1963. Una giornata fredda come le altre, interrotta dalle radio che scandiscono: “Dallas. Il presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy è stato assassinato. Contro di lui tre colpi di arma da fuoco...”. Voi direte: che c’entra il Chiese? C’entra perché i fucili dell’esercito italiano modello ’91 vennero venduti in America dopo essere passati da Storo per essere modificati. E’ una
storia lunga, misteriosa ed affascinante: infatti fra quei fucili pare ci fosse anche quello che uccise JFK. Lo raccontò per primo Piero Agostini, indimenticato giornalista trentino. E’ la storia della seconda azienda industriale insediata a Storo. La prima fu la Sapes, subito dopo la seconda guerra mondiale. Risalendo dagli anni Sessanta ai giorni nostri, molte ditte sono arrivate, e molte se ne sono andate nella valle del Chiese. Sarebbero tante storie da raccontare: storie di imprese, storie di umanità prima galvanizzata dal lavoro, poi tradita. E si potrebbero rincorrere nomi come le industrie tessili Ferrari, la maniglie-
ria Storoproductions, la multinazionale americana Lowara (pompe idrauliche), la Rheda di Condino, la Jado Italia di Baitoni. In mezzo ci sono marchi storici che alla valle hanno dato occupazione per decenni, come la Nicolini di Pieve di Bono. E si potrebbe continuare fino ad arrivare ai nostri giorni, con le chiusure della Waris-Schlaefer e della Isaf, nella zona industriale di Storo. Le preoccupazioni Se c’è qualcuno che ha preso di punta la situazione occupazionale, quello è il Circolo Acli di Storo, che ha inviato “urbi et orbi” un documento durissimo sulla
situazione occupazionale della valle. Evidentemente il documento trasuda esasperazione, avendone viste troppe negli ultimi decenni. Con tono barricadero chiede giustizia. Parte esprimendo “calorosa vicinanza e convinta solidarietà alle maestranze”, e continua sollecitando le pubbliche istituzioni (tutte, dai Comuni alla Provincia, passando per la Comunità di Valle, i Bim) “affinché affrontino con caparbia determinazione, sagacia operativa e lungimiranza politica le singole situazioni di crisi”. Ce n’è pure per le organizzazioni sindacali, che vengono invitate caldamente (far caso al linguaggio da movimento
operaio degli anni duri della contestazione) a “lottare con strenua convinzione e incrollabile tenacia per la difesa dei livelli occupazionali”. E la politica? Durissimi gli aclisti: “Negli ultimi decenni la Provincia ha trascurato la zona della Bassa Judicaria in relazione alla distribuzione delle (abbondanti) risorse di cui disponeva”. Il documento è ancora più duro verso i “padroni”, quando chiede “l’intervento di tutte le forze politiche, sociali e sindacali per ‘stringere d’assedio’ le multinazionali inadempienti e approfittatrici delle agevolazioni a suo tempo concesse, anche con sacrificio personale dei lavoratori”. Non tutto è oro... A Storo arriverà una nuova fabbrica, ma non è detto che trovi lavoratori. Come si diceva in altro spazio, non tutti i disoccupati della Isaf andranno a lavorare nella nuova azienda. In compenso ci sono altre aziende che stanno cercando lavoratori, ma non ne trovano. “A noi servono attrezzisti e meccanici”, racconta un imprenditore del Chiese, “ma non li troviamo. Abbiamo dovuto cercarli nel Sud Italia”. “Io credo che nei prossimi mesi avrò bisogno di dieci operai”, rimarca un altro imprenditore, “ma non ne trovo. Che faccio?”.
Un nuovo Cd dedicato alla Valle del Chiese È uscito nelle scorse settimane il secondo cd “Le canzoni del cuore e dell’anima” con 20 canzoni cantate da Nicol Bertanzetti e dal Maestro Fausto Fulgoni. Come nel primo cd, dal titolo “Carbonaio”, si è dato spazio alla storia secolare di Bondone, e non solo. Il Maestro Fausto Fulgoni, autore di quasi tutte le canzoni, ha composto con la collaborazione di Gianpaolo Capelli, ”Cara Madonna di Bondone”, un inno alla Vergine Maria protettrice, nei secoli, dei carbonai di Bondone e dei
contadini di Baitoni. Molto bella anche “A te o Madre”, composta e arrangiata per la voce di Nicol Bertanzetti, sempre dal Maestro Fulgoni. Una supplica molto attuale alla Beata Vergine Maria in questa pandemia che coinvolge tutti. Salvò Bondone dal colera del 1800, con il conseguente voto alla Vergine Maria della popolazione. Nuova la canzone “Valle del Chiese”, una pennellata ecologico-musicale che invita a venire a conoscerla e a visitarla. Fulgoni la conosce bene, infatti
la frequenta fin dagli anni ‘80. La canzone ”Bei tempi” ci riporta ai tempi passati, quando una canta e un ballo nei cortili facevano dimenticare i tempi duri degli anni della povertà. Non poteva mancare l’inno culinario del nostro Trentino e non solo: “Evviva la polenta”. In questo Cd trova spazio anche una canzone dal sapore autobiografico: ”Ti amo fisarmonica”, dedicata a Gianpaolo Capelli che nei suoi 30 anni di radio ha dato spazio a tantissimi bravi fisarmonicisti.
Nel cd, con “Signore delle Cime”, “Madonnina dai riccioli d’oro”, “Figli dei monti”, “Cimitero di rose”, “Il mio paese”, “Traditore” e molte altre, si è dato spazio alla “Cumbia”, ballo attualmente molto in voga. L’elaborazione grafica del cd è a cura di David Capelli, con custodia cd a 3 ante e libretto dei testi. Il cd è prodotto da Capelli Videotecnica ed è in vendita presso il negozio di elettrodomestici Videotecnica Euronics di Condino.
Porto Franco Prima del Covid ogni notte un milione di turisti soggiornava in appartamenti turistici prenotati via Airbnb. Accanto ad Airbnb sono sorte altre piattaforme on line simili ma Airbnb le straccia tutte. Le caratteristiche di questo “mostro turistico”: grande flessibilità, presenza diffusa, prodotto medio bassi, prezzi accessibili a tutti e scarsa propensione a pagare la tasse, almeno secondo quanto scrivono i giornali. Lo scorso anno in Francia hanno svolto una indagine mirata molto interessante. La Francia per Airbnb è il secondo mercato al mondo, che significa la gestione di decine di migliaia di stanze. Airbnb in Francia versa 85 mila euro di tasse, gli hotel circa 3 miliardi e mezzo di euro. Avete letto bene: 85 mila euro. Ormai Aibnb è uno schiacciasassi che surclassa, quanto a fatturato, anche le grandi catene alberghiere, tipo Intercontinental o Mariott, che pure hanno incassi attorno ai sette miliardi di dollari all’anno. In Italia i meccanismi non cambiano. E forse nemmeno in Trentino, dove su questo fenomeno si hanno ancora poche informazioni e non si ha consapevolezza di quel che in prospettiva potrebbe significare per l’intero sistema turistico. Tempo fa abbiamo letto le grida di esultanza del presidente dell’Apt di Rovereto, che si dichiarava “gongolante” perché il territorio di Rovereto aveva ottenuto una citazione speciale per l’accoglienza da parte di clienti di Airbnb. Siamo andati a curiosare: gli appartamenti
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Stop a seconde case ed appartamenti turistici
Il Trentino non insegua l’affittacamere del mondo di Ettore Zampiccoli
Airbnb è una piattaforma digitale che vende appartamenti turistici e seconde case (adesso anche hotel per la verità attraverso il canale Airbnb Plus ) in tutto il mondo. In genere a prezzi bassi. E’ stata inventata nel 2008 da due giovani statunitensi ed in pochi anni ha turistici della zona di Rovereto presenti su Aibnb sono parecchi (dovrebbero essere circa 300 ) e permettono ad un turista di pernottare a 10/15 euro a notte. Più che gongolare ci sarebbe da fare un esame di coscienza sui risultati di qualità raggiunti in quel di Rovereto. Voi capite che con 10/15 euro un turista non si paga nemmeno l’aria che respira. E’ questa la qualità del turismo che si vuole in Trentino? In attesa di informazioni maggiori intanto vediamo cosa accade fuori dai nostri confini provinciali. Venezia è una città “conquistata da Airbnb“: in centro conta 60 mila residenti contro 45 mila posti letto ad uso turistico. L’università Ca’ Foscari, attraverso Paolo Costa, già ministro del turismo, ha svolto una ricerca: la spesa media di chi soggiorna in questi appartamenti turistica è di 30/40 euro contro la spesa media degli hotel che è di 150/180 euro al giorno.
Ora il Comune di Venezia e la Regione Veneto stanno mettendovi rimedio con norme draconiane intese a limitare e deprimere la crescita delle seconde case ed appartamenti turistici. Idem Firenze che ha il primato nazionale del rapporto in centro storico tra stanze offerte on line e il totale delle abitazioni. E se la Toscana nel 2019 passa da 7,5 milioni di pernottamenti a 10,7 milioni lo si deve – come
compiuto una cavalcata travolgente. Oggi è valutata 31 milioni di dollari ed è in grado di offrire on line 7 milioni di stanze in circa centomila città di 191 Stati. Riccardo Staglianò, giornalista di Repubblica, ha definito Airbnb l’affittacamere del mondo.
ha dimostrato uno studio – all’impatto di Airbnb. Cosa dicono queste cifre? Dicono che il turista che arriva attraverso piattaforme Aibnb è di calibro medio basso, con una capacità di spesa limitata, che fa concorrenza micidiale agli hotel e gioca al ribasso sulla qualità media del turismo. Non solo: le stanze tipo Airbnb e simili hanno effetti deleteri sui centri storici: provocano un aumento de-
gli affitti pagati dai residenti, che via via abbandonano il centro per cercare casa in periferia o paesi più piccoli. E con l’abbandono dei residenti chiudono anche i piccoli negozi. In Trentino non si sa esattamente quale sia la situazione perché una ricerca su questo tipo di turismo non risulta sia mai stata svolta. Si parla di 350/400 appartamenti turistici a Trento, 150 a Pinzolo ma un dato complessivo non è disponibile, 300 – come detto –a Rovereto. Ebbene in questo contesto la Giunta provinciale, con una scelta discutibile, ha deciso che i Comuni possono chiedere di trasformare in seconde case ed appartamenti turistici il dieci per cento degli immobili residenziali presenti sui rispettivi comuni. Alcuni Comuni, che definirei illuminati, hanno deciso di non applicare questa norma, utile agli speculatori ed agli imprenditori edili. Cito per tutti Riva del Garda, Arco,
Torbole, Pinzolo. Ma altri Comuni si sono adeguati alla Provincia e nei prossimi mesi daranno quindi via libera alla trasformazione di appartamenti residenziali in appartamenti turistici. Che cosa significa? Che nei prossimi anni su questi Comuni crescerà il numero dei posti letto turistici. Ma quali posto letto? Quelli che presumibilmente trascineranno in basso la qualità dell’offerta turistica. Ma c’è bisogno di questo in Trentino? Covid a parte proprio non mi pare. Qui si tratta di scegliere: vogliamo politiche difendano la qualità oppure ci accontentiamo di numeri e statistiche che guardano solo alla quantità, vogliamo politiche che difendano e valorizzino quelle strutture - tipo hotel – che creano reddito, occupazione e ricadute positive su altri economici oppure vogliamo favorire chi – ed è legittimo certo – grazie ad un paio di stanze affittate con Airbnb va ad integrare il proprio reddito mensile? E’ una scelta sulla quale il Trentino turistico dovrebbe ragionare al più presto sia a livello politico che a livello di categorie.
Bios Giardini, soluzioni per vivere il verde “Doversi confrontare quotidianamente con il “vivo” regala immense soddisfazioni ma, allo stesso tempo, pone ogni giorno nuove sfide”, questo lo spirito appassionato e concreto con cui la ditta di cura del verde “Bios” di Francesco Bologni e Gianni Monfredini si pone nel portare avanti la propria attività lavorativa. Una ditta specializzata in tappeti erbosi residenziali e per campi da calcio, progettazione di impianti di irrigazione automatizzati, con cura dell’impiantistica idraulica ed elettrica completa, aiuole e posa di piante ornamentali per ogni tipo di cliente nel pubblico e nel privato. Il concetto in cui questa ditta crede è quello dell’interpretazione del territorio come un habitat, qualcosa che interagisce con l’uomo tra-
smettendogli emozioni tangibili e subendone gli umori, in una simbiosi che li accomuna in un unico organismo, secondo una concezione di un ambiente “vivo”, motivazione che traspare anche dal nome stesso scelto dalla ditta, “Bios”, in greco “vita”. “Alla base del nostro operato c’è ancora il motto “soluzioni per Vivere il Verde” - afferma il responsabile Francesco Bologni “Partendo infatti dai sogni dei nostri clienti curiamo per loro una progettazione in 2D e 3D per cui possono vedere il proprio giardino rifinito in tutti i suoi dettagli, avendo anche la possibilità di modificarlo in tempo reale sul computer davanti a sè. Attraverso un video virtuale ad altezza di drone, diamo inoltre la possibilità di vederlo anche eventualmente cambiare in tutte e quattro le stagioni. In questo modo il
cliente ha un’idea di come si può comportare ogni albero, caducifoglie o sempreverde che sia, in ogni momento
dell’anno”. Tutto ciò è visibile sul nuovissimo sito realizzato da “Bios” online ( biosgiardini.
it), sito che contiene anche molte altre importanti informazioni sull’operato di questa storica ditta nel verde. La ditta, che opera in tutte le Giudicarie e nell’Alto Garda e dintorni, recentemente ha anche conseguito il patentino tipo B per le potature in arrampicata secondo la tecnica del “Tree Climbing”, tecnica di arrampicata sugli alberi tramite un sistema di corde e pulegge, utilizzata per la cura, potatura e abbattimenti di alberi monumentali o dove non c’è modo di arrivare con la piattaforma di lavoro. Chi volesse avere altri dettagli sull’attività di “Bios” può visitare il sito o contattare la ditta agli indirizzi e-mail info@biosgiardini.it o Francesco 339.6452815 francesco@biosgiardini.it o Gianni 329.0048010 gianni@biosgiardini.it .
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Le Giudicarie in numeri
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La congiuntura economica inTrentino e gli effetti dell’emergenza Covid-19 a cura di Virginio Amistadi Apriamo l’anno nuovo riportando alcuni dati relativi alla situazione economica trentina pubblicati dall’Ufficio Studi e Ricerche della Camera di Commercio I.A.A di Trento. Si tratta dei dati più aggiornati ad oggi disponibili raccolti all’interno del report trimestrale sui dati congiunturali che invitiamo a scaricare in versione integrale all’interno della sezione “Report trimestrali e annuali” del sito https://www.tn.camcom.it. Il report non propone dati disaggregati per ambito territoriale ma risulta estremamente interessante per meglio comprendere gli effetti dell’emergenza Covid-19 sulle realtà produttive della nostra Provincia.
L’indagine congiunturale viene svolta abitualmente con cadenza trimestrale e annuale per monitorare l’andamento per le imprese dell’industria estrattiva, manifatturiera e delle costruzioni, il commercio all’ingrosso e al dettaglio, l’autotrasporto merci, i servizi alle imprese e infine l’artigianato. Al fine di fornire un quadro completo della situazione che l’economia trentina sta attraversando, in questa edizione sono stati inclusi anche i settori ricettivo, ristorazione-bar, impianti a fune, attività sportive, ricreative e di intrattenimento e servizi alla persona. Fatturato per settore Nel terzo trimestre i settori che manifestano delle contrazioni più marcate del fatturato trimestrale su base tendenziale, con riduzioni superiori al 20% sono le attività sportive, ricreative, di intrattenimento e il ricettivo. Significativa anche la riduzione per bar e ristoranti (-17,5%) su cui incide la diminuzione delle presenze turistiche e i cambiamenti delle abitudini dei residenti. Leggermente
meno marcata la perdita di fatturato per i servizi alla persona (-10,3%). I settori tradizionalmente indagati dall’indagine congiunturale possono essere distinti in tre gruppi. Da un lato abbiamo un comparto, quello dei trasporti, con una perdita ancora moderata (-3,8%), vi sono poi il manifatturiero e il commercio al dettaglio con una variazione pressoché nulla dei ricavi delle vendite, mentre costruzioni, commercio all’ingrosso e, soprattutto, i servizi alle imprese sperimentano una crescita del fatturato. Complessivamente, considerando tutti i settori investigati nell’indagine, la stima della variazione tendenziale del fatturato trimestrale è pari a -3,3% . Il dato risulta incoraggiante considerato il periodo di post lock down e la situazione di partenza del trimestre precedente che partiva da un -29,6% complessivo. Vedremo nei dati relativi al quarto trimestre quale sarà stata la tenuta economica a fronte della recrudescenza della situazione pandemica che ha pregiudicato l’avvio della stagione turistica invernale.
Variazione percentuale per trimestre 2020/ rispettivo trimestre 2019 per settore (valori %) Settore Anno 2020 1° trim 2° trim 3° trim Manifatturiero -7,5 -26,9 -0,3 Costruzioni -6,5 -30,3 1,6 Commercio ingrosso -1,8 -9,4 2,0 Commercio dettaglio -6,3 -18,0 -0,3 Trasporti -5,3 -24,4 -3,8 Servizi alle imprese -0,6 -9,7 4,0 Attività sportive e di in- -25/-35* -67,5 -24,3 trattenimento Ristorazione - bar -24/-32* -61,3 -17,5 Servizi alla persona -23/-27* -49,1 -10,3 Ricettivo -21/-25* -62,8 -20,4 Totale -7,8 -29,6 -3,3 * per questi settori la variazione è compresa nell’intervallo indicato Occupazione per settore L’occupazione denota anche in questo trimestre delle variazioni percentuali più contenute, determinate dai provvedimenti governativi che di fatto hanno impedito i licenziamenti. Si fa presente, al riguardo, che i lavoratori beneficiari di ammortizzatori sociali risultano occupati a tutti gli effetti. Il settori più colpiti dall’emergenza, per i quali si dispone di una stima di massima presentano variazioni occupazionali negative prossime al 10%. Tutti gli altri comparti esaminati presentano invece delle diminuzioni più moderate o un leggero aumento comprese tra un -2,0% per il commercio all’ingrosso e un +2,7% per i servizi alle imprese. In questo caso non si attendono cambiamenti significativi per il quarto trimestre stante la permanenza dei provvedimenti governativi.
Variazione percentuale Occupazione per trimestre 2020/ rispettivo trimestre 2019 per settore (valori %) Settore Anno 2020 1° trim 2° trim 3° trim Manifatturiero -0,9 -1,9 -0,3 Costruzioni -1 -2,7 -1,8 Commercio ingrosso 1,3 -3,8 -2,0 Commercio dettaglio 0,5 1,0 0 Trasporti -2,1 0,8 -0,2 Servizi alle imprese -1 -2,9 2,7 Totale -3 -6,3 0,1 * per questi settori la variazione è compresa nell’intervallo indicato Tratto da: La congiuntura in provincia di Trento e gli effetti dell’emergenza Covid-19 – 3° trimestre 2020 | Camera di Commercio I.A.A di Trento | Ufficio Studi e Ricerche
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Cooperando Nella prima parte della ricerca emerge come in Trentino, fino all’entrata in vigore del Decreto Sicurezza e Immigrazione del 2018, esistesse un sistema di accoglienza centralizzato e ben funzionante, basato sul coordinamento di circa 20 enti gestori. Due terzi del totale dei richiedenti asilo sono sempre stati ospitati a Trento e Rovereto mentre per l’accoglienza del restante 30% erano coinvolti i territori comunali. Il 2018 ha visto un cambio di tendenza per il numero di richieste di asilo in Trentino, come nel resto d’Italia, con la conseguente riduzione di persone accolte e una diminuzione delle strutture ospitanti (84 strutture nel 2019 contro le 170 dell’anno precedente). Una riduzione dovuta ai cambiamenti introdotti dal D.L. 113/2018 che hanno soprattutto riguardano un sostanziale taglio delle risorse dedicate all’accoglienza tradotto nella cancellazione del permesso di protezione umanitaria, nella trasformazione del Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) in Sistema di protezione per titolari di
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Iltramontodell’accoglienzainTrentino di Alberto Carli Il Trentino sta rinunciando a quanto costruito negli ultimi dieci anni in tema di accoglienza, compreso l’effetto “moltiplicatore” di ogni euro speso per i migranti. È quanto emerso dalla ricerca commissionata ad Euricse per capire quale impatto ha avuto il Decreto “Sicurezza e immigrazione” del 2018 sul sistema di accoglienza trentino. La ricerca è stata pubblicata protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati (SIPROIMI) e nella cancellazione dei servizi di integrazione per i richiedenti asilo. Guardando alle ricadute sulle attività produttive in termini di beni e servizi, lo studio evidenzia che ogni euro speso per l’accoglienza ha generato complessivamente nel sistema economico trentino quasi due euro di valore della produzione (1,96) e che le conseguenze della mancata accoglienza, a
da Fondazione Migrantes (organismo pastorale della CEI) nella collana “Quaderni”. La ricerca commissionata ad Euricse da una rete di enti trentini tra cui la Cooperativa sociale Arcobaleno, Centro Astalli Trento, Atas del Trentino, Cgil del Trentino e Kaleidoscopio, è basata sui dati messi a disposizione dal Cinformi e dal Servizio statistico della Provincia. fronte di un risparmio di spesa, aumentano i potenziali costi diretti e indiretti generati dalla riduzione dei servizi di accoglienza, orientamento al lavoro e integrazione. Basti pensare al rischio di aumento delle fragilità socio-sanitarie alle quali i servizi territoriali devono rispondere. Duro ma realistico l’intervento di Mariacristina Molfetta di Fondazione Migrantes: “Minori sono le risorse e competenze che riusciamo a dedicare alle persone più
fragili e maggiori saranno le risorse che dovremmo investire in assistenza e in spese sanitarie, finendo spesso col mantenere le persone in uno stato di dipendenza e marginalità che fa male ai diretti interessati ma anche alle comunità nel suo complesso”. L’auspicio della ricerca è che vi sia più consapevolezza in merito alla opportunità, dirette e indirette, che possono arrivare dall’accoglienza per favorire ogni territorio a riorientare le scelte politiche e organizzative in riferimento a questo ambito, ritornando ad una concezione delle politiche sociali come motore e anima del bene e dell’interesse comune.
Le Esteriori erano comprese fra le zone non metanizzabili
Comano Terme, avviate le prime forniture di metano liquido La rete è frutto dell’accordo fra Liquigas e il Comune È partita l’erogazione di gas naturale liquido nel Comune di Comano Terme, nelle Giudicarie Esteriori, zona giudicata non metanizzabile qualche anno fa e quindi tagliata fuori dall’uso di un combustibile che permette importanti risparmi soprattutto di tipo ambientale. A poco più di un anno e mezzo dalla firma dell’accordo con il Comune di Comano Terme, in un contesto operativo fortemente impattato dalla pandemia di Covid-19, l’azienda Liquigas ha realizzato il 70% della rete che, a completamento, raggiungerà la lunghezza di 8 chilometri, e realizzato, a metà dicembre, il primo riempimento del serbatoio per il gas naturale liquefatto (GNL) della rete delle Esteriori. Entro la fine dell’anno, le utenze domestiche e
industriali che già hanno sottoscritto gli accordi di fornitura hanno avuto a disposizione l’approvvigionamento di metano. “Grazie all’ingegneria del progetto - spiegano da Liquigas - è possibile l’erogazione del GNL alle utenze continuando con la realizzazione della restante parte della rete”. “La rete canalizzata a GNL di Comano Terme - commenta Andrea Arzà, amministratore delegato di Liquigas - è la concretizzazione di un progetto senza precedenti, nato dalla stretta collaborazione fra pubblico e privato. Il nostro desiderio è che la rete canalizzata di Comano Terme possa diventare un modello da replicare per il Trentino-Alto Adige e per le Amministrazioni di tutti territori non serviti dal metano. Siamo inoltre
particolarmente orgogliosi di essere riusciti a rispettare i tempi che avevamo previsto, nonostante le difficoltà imposte dal Covid-19”. Il progetto, realizzato grazie a un accordo di project financing siglato fra Liquigas e il Comune di Comano Terme ha previsto un investimento da parte dell’azienda di oltre 2 milioni di euro. La rete, una volta a regime, potrà raggiungere, previo allacciamento, circa 750 edifici incluse abitazioni, attività commerciali e strutture turistiche – fra cui alberghi e stabilimenti termali – ed edifici pubblici. L’utilizzo del GNL porterà importanti benefici economici per la comunità di Comano Terme permettendo la riduzione dei costi relativi a consumi e manutenzione. Il GNL ha un potere calorifico più elevato rispetto a gasolio e biomasse, ed è in
grado di produrre una maggiore quantità di energia con una minore quantità di combustibile, richiedendo dunque una spesa minore nel lungo periodo. La rete di Comano Terme avrà anche vantaggi sul piano della sostenibilità ambientale. “La pandemia da Covid-19 con le restrizioni agli spostamenti - spiegano da Liquigas - ha fatto emergere come i riscaldamenti domestici siano responsabili di gran parte delle polveri sottili che sono altamente dannose per la salute umana. Secondo le stime di Liquigas, elaborate con EY, il passaggio al GNL consentirà di risparmiare emissioni di CO2 pari al potenziale di assorbimento di 41.000 alberi in un anno ed eviterà l’immissione in atmosfera di PM10 pari a 545 auto che percorrono 10.000 km”.
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Cultura
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Biblioteche alle prese con la pandemia Nel 2020 appena passato si sono ristrette le libertà ed i diritti elementari e fondamentali dei cittadini, come mai era successo prima nella nostra democrazia. Per contenere il contagio si è vissuti nella paura, e questo clima ha toccato anche le biblioteche della nostra valle, che si sono dovute adattare in fretta a nuove modalità di lavoro. Il primo impatto è stato un grande senso di smarrimento nato dalla mancanza del contatto col pubblico, poi si è arrivati alla consapevolezza di doversi adattare alla nuova situazione con fantasia e rinnovato impegno verso l’utenza. Quando in marzo è scattato il primo lockdown e si è bloccato il rapporto diretto con gli utenti, è proseguito il lavoro “nascosto”, ovvero la revisione e lo scarto dei libri da eliminare, l’inventario, la parte amministrativa, l’aggiornamento delle tessere, l’etichettatura ecc. A questo proposito a Tione le bibliotecarie sono rimaste senza etichette, perché la ditta italiana che le fornisce le importa dalla Cina. Ma si è subito constatato un significativo incremento delle iscrizioni alla biblioteca digitale Media Library On Line (MLOL), servizio a cui aderiscono le biblioteche delle Giudicarie (che sono 7, più alcuni punti di prestito distaccati). Per iscriversi basta inviare una email alla propria biblioteca, e dal portale è poi possibile scaricare e-book, leggere giornali, riviste, ascoltare audiolibri e musica, ed avere molte altre risorse sul proprio PC, tablet o smartphone. Le biblioteche più grandi hanno organizzato online alcune iniziative come l’incontro con l’autore ed il gruppo di lettura, e quando finalmente si potrà tornare alla normalità, non è escluso di continuare comunque a proporre le modalità online perché coloro che non vorranno uscire di casa possano partecipare lo stesso agli incontri culturali organizzati. Grande incremento c’è stato anche sui social, nelle pagine Facebook delle singole biblioteche il contatto è stato costante, con consigli e suggerimenti sulle varie iniziative culturali attivate online. La riapertura estiva ha visto il ritorno in presenza, con tutte le precauzioni del caso, e con notevole calo dell’utenza. A Tione, data la ristrettezza degli spazi, le persone non hanno mai potuto accedere ai locali, ed i libri resi sono rimasti in quarantena una settimana. La seconda chiusura di novembre è stata affrontata con maggior esperienza, dunque da subito il Sistema Bibliotecario Trentino ha deciso di mantenere attivo il servizio di prestito in modalità da asporto e su appuntamento, ed ha sempre funzionato anche il prestito interbibliotecario. Gli utenti telefonano, o scrivono una email, e vengono concordati giorno ed ora del ritiro del libro, o del DVD. Per i resi, le biblioteche hanno allestito un box esterno in cui deporli. Solo a Tione manca ancora il box, ordinato ma non ancora arrivato. Abbiamo chiesto a tutti i responsabili delle biblioteche se sono cambiati i gusti di lettura, se gli utenti hanno ad esempio cercato di approfondire tematiche finora poco esplorate. In realtà no, tutti ci hanno detto che i gusti non sono cambiati sostanzialmente. In particolare però si sono cercate letture d’evasione, romanzi “leggeri”, per non appesantire ulteriormente gli stati d’animo oppressi da una situazione davvero complicata. Solo qualcuno ha riscoperto i grandi classici che hanno qualche correlazione col momento attuale: “La peste” di Camus,
di Chiara Garroni
“I promessi sposi” di Manzoni, “Cecità” di Saramago, “Spillover” di Quammen. La cosa che è mancata maggiormente, ci hanno detto tutte le bibliotecarie sen-
tite, è stato il rapporto con i bambini: le attività della scuola, le classi in biblioteca, i ragazzi che il pomeriggio riempivano le sale col loro chiacchiericcio. Per
i più piccoli la biblioteca era il posto in cui fermarsi a leggere, a scegliere i libri da portare a casa, a disegnare e colorare. Ora i bambini sono spariti, e questo è un enorme rammarico, perché proprio chi ha maggiore bisogno di crescere intellettualmente ed emotivamente è stato il più penalizzato. L’augurio che tutte le responsabili delle biblioteche si fanno, e alle quali ci uniamo, è che quando sarà possibile tornare alla normalità si rilancino le biblioteche, e si riprenda l’abitudine a frequentarle, adulti e bambini. Va bene l’approccio diverso, i collegamenti online, le letture solitarie su uno schermo. Ma ancora meglio è andare di persona a prendere un libro, a leggere i giornali e le riviste, a scambiare un parere o un consiglio, a guardare direttamente i titoli sugli scaffali. Insomma, vivere!
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Territorio
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La Cassa Rurale, il Consiglio procede alle nomine Gli esiti delle votazioni hanno portato a designare Monia Bonenti quale Presidente del Consiglio di Amministrazione, Marco Baccaglioni quale Vice Presidente Vicario e Luigi Olivieri quale Vice Presidente. Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre nominato i componenti del Comitato Esecutivo come segue: Presidente Lorenzo Cozzio, Vice Presidente Sandro Diprè mentre membri effet-
Il 28 dicembre alle ore 14.30 si è riunito per la prima volta il neocostituito Consiglio di Amministrazione della Cassa Rurale Adamello Giudicarie Valsabbia Paganella eletto dall’Assemblea dei Soci lo scorso 18 dicembre. All’ordine del giorno la nomina delle cariche sociali. tivi Carlo Ballardini, Cristian Fusi e Cinzia Pellegrino. E’ stata definita anche la Commissione degli Amministratori Indipendenti che sarà composta da Fabrizia Caola, Ruben Donati e Maria Alessandra Mot-
Rurale – commenta la neo Presidente Monia Bonenti - tutte le nomine sono state infatti deliberate all’unanimità dei presenti con l’astensione dei diretti interessati. Ritengo davvero che questo sia un buon inizio: insieme al Consiglio di Amministrazione che rappresento lavorerò con impegno per far sì che la Nostra Cassa Rurale resti un punto di riferimento per lo sviluppo economico e sociale del territorio.”
tes alla quale è stato assegnato anche l’incarico di Link Auditor. “Il Consiglio di Amministrazione ha oggi dimostrato grande coesione ed un forte senso di responsabilità nei confronti dei soci e dei dipendenti della Nostra Cassa
Al via la formazione de LaCademy La Cassa Rurale promuove corsi per le imprese e corsi di inglese per ragazzi e adulti L’iniziativa è stata ideata nella convinzione che investire sulla crescita delle competenze delle persone sia la leva giusta per favorire la crescita culturale, unico e solo motore da cui può scaturire un vantaggio economico e sociale. Dopo la positiva esperienza della scorsa primavera, la Cassa Rurale torna quindi a proporre i percorsi formativi InBusiness a favore delle aziende del proprio territorio rivolti ad imprenditori e collaboratori di aziende produttive, aziende di servizi ed imprese operanti in ambito turistico.
Per il periodo Gennaio - Marzo 2021 saranno proposti dei webinar gratuiti della durata di 2/4 ore che, dato il permanere dell’emergenza sanitaria, si terranno in modalità virtuale. Questi i percorsi che saranno attivati: Le “3 P” per gestire le risorse umane: persona, potenziale, performance; Analisi del rischio e gestione delle incertezze; Lean thinking: il modello toyota; Il turismo che verrà e come affrontarlo. A partire dalla metà di marzo 2021 sono invece in programma 3 percorsi formativi più strutturati (dalle
20 alle 30 ore) che potranno essere svolti in parte on line ed in parte in presenza se la situazione sanitaria lo permetterà. Uno dei corsi in programma toccherà i temi della valutazione economica, organizzativa e finanziaria dell’impresa e la pianificazione strategica, un secondo percorso riguarderà la gestione delle risorse umane nelle organizzazioni ed è infine previsto un percorso specifico per l’ambito turistico dal titolo “Ripensare l’impresa turistica è una necessità”. Nella convinzione dell’importanza che riveste la conoscenza della lingua inglese nel mondo di oggi, La Cassa Rurale, visto il successo dell’edizione estiva, riapre la possibilità a bambini, ragazzi e adulti di ogni età di partecipare alla edizione natalizia di InEnglish - corsi di inglese online tenuti da docenti madrelingua inglese in collaborazione con Welcome at Home e la scuola British Study Centres di Londra. InEnglish XMAS Edition propone, fino al prossimo 29 gennaio, The Young Learner Class”, corsi per i ragazzi dagli 8 ai 12 anni e dai 13 ai 16 anni non compiuti , mentre per i ragazzi con più di 16 anni e per gli adulti si propone il corso “The Adult Program”.
Prima dell’inizio del corso è prevista la somministrazione di un test di ingresso a tutti gli iscritti con lo scopo di verificare il livello di conoscenza della lingua e formare le classi. Si precisa che i corsi verranno attivati solo al raggiungimento di almeno 4 iscrizioni di studenti con il medesimo livello di conoscenza della lingua inglese. I soci, i figli di soci e i genitori di soci hanno l’opportunità di accedere ai corsi a prezzi molto agevolati grazie all’abbattimento della quota da parte della Cassa Rurale. Un trattamento privile-
giato viene inoltre riservato anche ai clienti e ai loro figli, ferma restando la possibilità per tutti, anche per i non clienti, di partecipare all’iniziativa. Programmi, il calendario dei corsi ed i form per iscriversi sono disponibili sul sito www.lacassarurale.it sezione LaCademy. L’Ufficio Relazioni rimane a disposizione per qualsiasi informazione all’indirizzo mail relazioni@lacassarurale. it oppure telefonicamente ai numeri 0465/709383 – 0465/709360.
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Ambiente
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Covid-19 e cambiamento climatico: nuove sfide per la Riserva di Biosfera a cura di Gianfranco Pederzolli Dal BIM del Sarca-Mincio-Garda, ente capofila della Riserva di Biosfera, arriva un’indicazione chiara: è proprio in un momento come questo che è strategico investire su cultura, educazione e scienza, uniche armi che permettono di superare queste crisi e di guardare avanti. Dai progetti finanziati e condivisi dalla Riserva di Biosfera, idee e stimoli in questo senso non mancano: la “Filiera dei Cereali nella Riserva di Biosfera”, iniziativa che tratta in maniera innovativa il tema dell’agricoltura, i progetti “Urbe” e “Acquaviva” che grazie ad una stretta collaborazione con MUSE e FEM, analizzano con tecniche nuovissime la biodiversità della Riserva di Biosfera. Già da qualche anno poi, in questo territorio si ragiona sui temi caldi del momento, ossia turismo e senso del limite, cioè come riuscire a conciliare questa economia così importante con la sostenibilità e la vivibilità, fondamentali per poter garantire alle future generazioni gli stessi patrimoni e paesaggi che godiamo noi ora. Progetti come “La Falesia Dimenticata” o “Fuochi nelle Malghe” hanno lavorato proprio in questo senso, valorizzando i molti beni collettivi presenti sul territorio offrendoli ad un pubblico che ama un turismo e un’esperienza legata al territorio e alle sue comunità, fruibile tutto l’anno e non solo l’inverno. In collaborazione anche con il Parco Fluviale del Sarca e le altre Reti Riserve presenti sul territorio, si stanno pensando azioni portino le comunità a ragionare sul tema del limite, tematica estremamente importante per il territorio e per le sue economie, turistiche, artigianali o agricole che siano. Nuove sfide all’orizzonte e nuove prospettive perciò per la Riserva di Biosfera.
La proposta a base di cultura, scienza e educazione della Riserva di Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria per affrontare le sfide del futuro prossimo. “Reagire e cambiare all’interno della crisi ambientale e sanitaria utilizzando cultura, scienza ed educazione”. È questa la proposta della Riserva di Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria, il territorio che “dalle Dolomiti al
Garda” è insignito di questo importante riconoscimento dal programma Man&Biosphere dell’UNESCO. Dieci comuni fra la Valle del Chiese, le Giudicarie Esteriori, la Val di Ledro, la zona del Tennese e di Riva del Garda con una particolare peculiarità riconosciuta dall’UNESCO: essere stati in grado, nel tempo, di mantenere un ottimo equilibrio fra l’Ambiente e l’Uomo.
Progetto Inversion, menzione speciale premio fondazione Santagata “Menzione alla Ricerca Applicata per l’attenzione rispetto agli obbiettivi di sviluppo sostenibile e nei confronti della ricerca scientifica applicata alle attività realizzate” Con queste motivazioni la Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura all’interno dell’annuale Premio Fondazione Santagata ha conferito al progetto “Inversion” questa menzione speciale, in un concorso che vedeva progetti provenienti da territori UNESCO sparsi per tutta l’Italia. Un progetto nato da un insieme di attori pubblici e privati e coordinato dall’Ecomuseo della Judica-
ria, che ha sposato il concetto dell’Agroecologia, coltura ed ecologia perciò, che risulta particolarmente significativo in una zona come quella delle Giudicarie Esteriori dove l’agricoltura e l’allevamento negli ultimi anni hanno preso a riferimento modelli di gestione, poco adatti ad ambienti di montagna fragili come i nostri. Un approccio, perciò che lega la ricerca scientifica più alta ad una applicazione pratica “sul campo” in tutti i sensi e che traccia la strada per il futuro dell’allevamento nei territori della Riserva. A cura di Gianfranco Pederzolli
Lettere
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Il Parco Fluviale della Sarca e i numerosi enti perla difesa di un territorio fluviale straordinario In tale progetto sono coinvolti 27 comuni con capofila il Consorzio dei Comuni Sarca - Mincio – Garda. Con obiettivi analoghi per la difesa e la valorizzazione del paesaggio e per la gestione delle acque, oltre al Parco Fluviale della Sarca, concorrono le Comunità Giudicariesi, il Parco Naturale Adamello Brenta, il Servizio Bacini Montani della Provincia e il BIM del Sarca. Lo straordinario aspetto ambientale del territorio attraversato dal fiume Sarca costituisce una fondamentale ricchezza attrattiva e quindi economica da salvaguardare e difendere dagli eventi catastrofici naturali e dalle speculazioni affaristiche. Il bacino dell’Alto Sarca, in particolare, presenta variegate caratteristiche geologiche che rendono fragile l’assetto idrogeologico e paesaggistico della valle Rendena. A ciò si aggiungono le attività umane di tipo idroelettrico, stradale e estrattivo. A tale proposito sul giornale l’Adige del 18 agosto 2016 è stata data la notizia di un “collasso franoso incombente” del versante sovrastante la cava mineraria di Massimeno in vicinanza del rivo Flanginech, affluente di sinistra della Sarca e degli abitati di Massimeno e Giustino. E’ di questi giorni la notizia che è stato accertato un aumento significativo del cedimento del versante. Per contrastare il pericolo di franamento, è stato recentemente approvato un progetto preliminare che prevede il riempimento parziale del cratere con 700.000 metri cubi di materiale di risulta, prevedendo tempi di realizzazione di 10/15 anni e il costo di 1 milione e mezzo di euro, spesa che non è chiaro a quale Ente pubblico o ditta responsabile verrà addebitata. Gli eventi più catastrofici del bacino della Sarca sono causati dalle piene alluvionali che si ripetono ciclicamente. Nei documenti storici del notaio Ongari di Spiazzo sono descritte le piene del 1757-1768 e quella del 10 ottobre 1789 che “mai
Sul giornale l’Adige del 19 novembre 2020 è riportata la notizia della nascita del parco Fluviale della Sarca quale rete unica per le iniziative atte a gestire in modo si è veduta l’eguale, oltre agli altri 25 forti eventi alluvionali testimoniati anche da numerosi toponimi locali. La costruzione delle difese arginali della Sarca risale al 1500. Nel 1501 il Principe Arcivescovo di Trento proibì la fluitazione dei tronchi d’albero lungo il corso della Sarca, causa delle tracimazioni provocate da ingorghi che creava il legname fluitato. Analoghe esondazioni si ripeterono a metà del 1800 quando il legname veniva trasportato via acqua a Tione per alimentare i forni fusori della vetreria. Le cause che contribuiscono a rendere violente le alluvioni sono spesso attribuibili alla presenza della vegetazione arbustiva e arborea radicatasi nell’alveo del fiume, provocando dighe temporanee nei momenti di piena, che cedendo
causano onde disastrose. Altro problema riguarda l’eliminazione delle “casse di espansione” ora invase da vegetazione d’alto fusto e da depositi temporanei di inerti, dove l’acqua di piena disperdeva la sua forza e
conservativo l’ambiente naturale e gli aspetti storici e culturali della Val Rendena, della Busa di Tione, della Valle dei Laghi e dell’Alto Garda.
decantava il materiale trasportato (vedi tratto del fiume Sarca tra Bocenago e Strembo). Per pianificare interventi per la difesa idrogeologica, la valorizzazione ambientale e la promozione del territorio occorre an-
zitutto conoscerne le caratteristiche fisico-ambientali e naturalistiche, la storia e la sua cultura. Le particolari peculiarità dei territori attraversati dal fiume Sarca sono puntualmente descritte con grande rigore scien-
tifico nel libro “La Sarca, luogo delle diversità” edito dalla Casa Editrice Rendena nel 2017, opera di esperti naturalisti locali con la collaborazione autorevole dell’illustre storico-antropologo Annibale Salsa cittadino onorario di Carisolo, il quale scrive che “poche valli nelle Alpi possono vantare un territorio caratterizzato da grandi differenze paesaggistiche e da un’elevata biodiversità come quello bagnato dalla Sarca”. Il libro è stato sponsorizzato dal presidente del Bim Sarca Mincio - Garda, ingegner Gianfranco Pederzolli, che ha contribuito alla divulgazione dell’opera. Si impone perciò un accordo programmatico tra i numerosi Enti citati per un’intesa collaborativa nelle attività di difesa e valorizzazione del variegato, straordinario territorio attraversato dalla Sarca, per evitare rivendicazioni di competenza o reciproci addebiti di eventuali responsabilità. Elio Caola
Piste ciclabili e pulizia
Piste ciclabili e pulizia
Carissimo signor G.Miglio che si è lamentato dei cestini pieni e escrementi di cavallo trovati sulla cilcabile del Chiese, a Pieve di Bono.
Carissimo signor G.Miglio che si è lamentato dei cestini pieni e escrementi di cavallo trovati sulla cilcabile del Chiese, a Pieve di Bono. A nome della squadra del “Progettone” che cura la manutenzione della ciclabile del Chiese che va da Bondo a Baitoni, non posso che esprimere meraviglia per le sue stonate lamentele per il tratto da lei percorso da Pieve di Bono ad Agrone. Quel giorno ben 20 (diconsi venti) cavalieri con relativi cavalli hanno risalito la valle passando per la ordinata e pulita nuova pista ciclabile, senonché i cavalli non sono biciclette, e.. ahimé fanno i fichi. Noi, che abbiamo posato i cestini per le deiezioni dei cani, o meglio per i pedoni che portano il cane a passeggio ed
educatamente raccolgono le feci dei loro animali, dobbiamo comunicarle che questi educati pedoni sono veramente pochi. Infatti nei due cestini si ritrovano spesso rifiuti d’ogni genere ma le suddette deiezioni le odoriamo più spesso noi che con il decespugliatore ci troviamo a pulire i contorni della pista e ce le spalmiamo addosso con nostra grande soddisfazione nostra. Il cestino per le deiezioni dei cavalli non ci è stato ancora fornito, ma viste le misure forse è meglio così. Posso assicurarle che la squadra dove ho lavorato quest’anno ci tiene a che gli oltre 32 km di pista siano sempre in ordine e manutentati come si deve. A proposito: il cestino che lei ha trovato pieno, l’unico che c’è in tutti i 32 km.,
A nome della squadra del “Progettone” che cura la manutenzione della ciclabile del Chiese che va da Bondo a Baitoni, non posso che esprimere meraviglia per le sue stonate lamentele per il tratto da lei percorso da Pieve di Bono ad Agrone. Quel giorno ben 20 (diconsi venti) cavalieri con relativi cavalli hanno risalito la valle passando per la ordinata e pulita nuova pista ciclabile, senonché i cavalli non sono biciclette, e.. ahimé fanno i fichi. Noi, che abbiamo posato i cestini per le deiezioni dei cani, o meglio per i pedoni che portano il cane a passeggio ed educatamente raccolgono le feci dei loro animali, dobbiamo comunicarle che questi educati pedoni sono veramente pochi. Infatti nei due cestini si ritrovano spesso rifiuti d’ogni genere ma le suddette deiezioni le odoriamo più spesso noi che con il decespugliatore ci troviamo a pulire i contorni della pista e ce le spalmiamo addosso con è sul tratto di competennostra grande za del Comune di Pieve soddisfazione di Bono e sarebbe adibito nostra. Il cestino alla raccolta dei per lumini del le deiezioni vicino capitellodeidedicato cavalli non ci è statoperò, ancora a Maria. I passanti fornito, ma viste compreso i ciclisti, ne aple misure forse profittano per gettarvi di è meglio così.
tutto. Forse sarà il caso Possoinvitati che gli utenti siano assicurarle che a portarsi i propri rifiuti la squadra dove ed escrementi a casa. ho lavorato In attesa che l’educazione quest’anno ci trionfi noi comunque pu-gli tiene a che liamo tutto ognioltre giorno 32 km edi siano le assicuro che pista il divertisempre mento è continuo. Distintiin ordine e saluti, manutentati I 5 uomini del Progettone come si deve. che curano la ciclabile del A proposito: il Chiese cestino che lei ha trovato P.S.: Pensando pieno, alla sua l’unico lettera di protesta abbiache c’è in tutti i 32 km., mo trovato questa foto èsusul tratto Facebook che chiediamodi competenza del
sia pubblicata perché rende bene l’idea.
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Parlando giudicariese
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Le sofferte amarezze dell’emigrazione stagionale
I “bambini spazzacamini” del Banale di Mario Antolini Musón Per questo i fanciulli (sempre magrissimi), dotati di agilità propria di quell’età, erano obbligati a risalire ed a ridiscendere più volte all’interno della canna fumaria. Ed era un’attività sofferta e molto dura; ma, purtroppo, non v’era spazio quasi solo che per quel tipo di lavoro remunerato, anche se pochissimo». - Fortemente incisiva la descrizione del maestro Tomasi: «A forza di schiena, di ginocchi, di spalle, di piedi e di gomiti dovevano salire su tutti i camini: talvolta troppo stretti, tal altra troppo larghi, non raramente anche pericolosi da sfasciarsi e crollare. Col raschietto e lo spazzolone di frasche pulivano il camino, mentre i padroni facevano il lavoro alle fornèlle ed agli scarichi; e poi si radunava con cura la “caraza” (fuliggine) che veniva messa nei sacchi, poi sul carretto e portata a vendere ad ortolani o contadini. (…) Ed ancora: «Ai tempi di quei “poveri spazzacamini”… il bambino doveva entrare letteralmente nel camino, appoggiandosi alle pareti cariche di caligine con la schiena e con le ginocchia, e pulire via via il camino stesso fino al tetto, per poi scendere, naturalmente, per le scale. Mio nonno mi diceva che aveva le piaghe sull’osso sacro e sulle ginocchia per gli sforzi di salire all’interno delle cane fumarie: e pensare che non aveva neppure otto anni (!)… perché i più grandicelli non riuscivano ad entrare nei camini». La sistemazione logistica. - Ciò che più impressiona nelle testimonianze degli spazzacamini “fanciulli” sono le tristi condizioni in cui erano tenuti dai loro “padroni”. Ne proponiamo alcuni esempi. - Racconta Settimo Bosetti: «La prima sera a Bologna ci avvicinammo ad una grossa fattoria per chiedere alloggio, ma il proprietario capì che non eravamo i soliti spazzacamini e stava per mandarci via, quando ci offrì un capanno colmo di balle di paglia che puzzavano di muffa e che si trovava vicino ad una grande concimaia. Meglio di niente; facemmo un po’ di posto e quello fu il nostro provvisorio alloggio. Vicino al pagliaio c’era un
Il lavoro. - Varie sono le testimonianze che, pur brevissimamente, accennano alle tristi condizioni del sacrificato lavoro quotidiano dei “piccoli spazzacamini”. - Un Cornella testimonia: «Al mattino i ragazzi si alzavano e andavano a chiedere in giro (gridando ad alta voce per le strade grande paiolo che serviva per cuocere il mangiare per i maiali, che erano lì accanto a noi a farci compagnia. E così ci sporcammo la faccia e le mani per sembrare spazzacamini. Per dormire occupavamo poco posto; ci toglievamo le scarpe e basta. Poi io mi infilavo nel sacco fino al collo, mi schiacciavo il cappellino sulla faccia e, addosso a un altro, dormivo. Prima di dormire, però, ricordavo le parole di mia madre e mantenevo la promessa fattale di dire tre Ave Maria; dopo mi prendeva l’incubo per il giorno dopo». - Ed Alfonso Tomasi spiega: «La sofferenza maggiore era la pulizia, la mancanza di indumenti caldi e… dormire ove capitava: in portici, stalle, fienili, rimesse eccetera». - Un’altra fonte di un certo Orlandi ci dice che «quei giovanissimi spazzacamini erano alloggiati tutti insieme in uno stanzone nel centro di Venezia. Per mangiare qualcosa dovevano arrangiarsi alla bell’e meglio. Per il pranzo, qualche volta, potevano contare sulla generosità delle signore presso le cui case avevano prestato la loro opera. Alla fine della giornata non doveva essere facile ripulirsi dal nero della fuliggine su tutto il corpo, anche perché non c’era nemmeno un po’ d’acqua calda. La cena era sempre assai misera e, una volta mangiato, dalle ore 20 alle 22 li attendeva pure la scuola che non avevano potuto frequentare durante il giorno. Poi, neppure il riposo era comodo: dormivano su sacchi pieni di paglia, avendo per lenzuola i sacchi destinati alla raccolta della fuliggine (svuotati e scrollati) e per coperte soltanto le proprie povere giacchette buttate sulle spalle». - Ed un’altra di tale Cornella conferma ancora: «L’alloggio dei ragazzi era una stalla con un po’ di paglia dove poter riposare. Alla sera, quando rientravano per la cena, dovevano mettere tutte le monetine che avevano preso di mancia sul tavolo del padrone. Il pasto era misero. Poi anda-
vano a dormire sulla paglia e recitavano le preghiere e non vedevano l’ora di poter ritornare a casa». Il ritorno a casa. - Il maestro Alfonso Tomasi ricorda il ritorno dal Veneto di un piccolo spazzacamino alla fine del secolo decimonono: «Un po’ prima della Pasqua 1895, a stagione finita, “paroni e garzoni” avevano iniziato il viaggio di ritorno a casa ed erano arrivati a Grigno dopo una marcia tremenda di 65 chilometri in una sola tappa. Stanchi morti si erano buttati su un po’ di strame dove avevano il recapito, quando vennero informati che, proprio il mattino dopo, sarebbe arrivato il treno che inaugurava il primo tratto della linea ferroviaria della Valsugana. (Riusciti a salirvi) arrivarono a Trento col loro carretto, vi caricarono i “fagotti” e - via Buco di Vela - percorsero a piedi gli ultimi 40 chilometri che distanziavano San Lorenzo da Trento! Ma quelli… erano un gioco. Sembrava già di sentire l’odore caratteristico e caro del proprio focolare. Quando poi, in cima “alle svolte delle Sarche” si vedevano “le rovine di Castel Mani” e i cròzi tremendi del Banal… era come ricevere l’ultima razione di biada: ci si sentiva già fra le braccia della mamma e si pregustava – dopo una accurata pulizia – l’odore di bucato delle ruvide lenzuo-
“Spazzacamino”!) se c’erano camini da pulire; e poi su e giù per i camini tutto il giorno». Un’altra testimonianza di un non identificato Orlandi specifica: «Il lavoro consisteva nel ripulire l’interno dei camini dalle croste lasciate dall’accumularsi della fuliggine.
la (tanto desiderate per sei lunghi mesi!) sul letto gonfio di scarfói: una buona e lunga dormita che avrebbe rimesso tutto a nuovo…». Accenti invece dolorosi nei ricordi di Silvana Orlandi: «Ancora anziano, mio padre ricordava con commozione il sacrificio (el fioreto) che s’era imposto per qualche domenica: anziché spendere i soldi per i dolci, li aveva risparmiati fino a raggiungere una somma sufficiente ad acquistare degli orecchini per sua mamma! Il ritorno a casa, al paese, avveniva in treno da Venezia a Trento (attraverso la Valsugana); poi da Trento a San Lorenzo a piedi o, raramente, con mezzi di fortuna. Memorabile e doloroso fu il suo ritorno a casa nella primavera del 1912, quando mio padre aveva 10 anni; ad attenderlo, sulla strada, c’era una sua zia materna, Gisella, con una notizia tristissima: il suo fratellino Tranquillo, più giovane di lui, era morto da pochi mesi a causa di una malattia improvvisa… senza poter assaggiare i dolcetti che mio padre gli aveva portato, in regalo proprio per lui, da Venezia». - Il Bosetti (siamo negli anni Trenta), che da spazzacamino era stato ridotto a “mendicante di strada”, era finito arrestato dai Carabinieri a Firenze con l’accusa di “accattonaggio” e, dopo alcuni giorni in prigione, era stato scortato
in ferrovia fino a Trento; quindi ricorda: «A Trento un poliziotto ci caricò su automezzo e ci portò a Stenico dai Carabinieri; questi ci trasferirono, a piedi, al municipio di San Lorenzo. Volevano consegnarci loro alle nostre famiglie, ma il Podestà si assunse lui la responsabilità della consegna. Così arrivammo a casa da soli: immaginate quando mi videro mamma e sorella! Capirono al volo che era andata male, ma a loro bastava di avermi vicino. Non sapevano più che cosa dirmi e che cosa farmi. Per prima cosa mia madre preparò la brenta per la lisciva: due paioli di acqua bollente e mi mise dentro. Puzzavo! Quel nero di quel paiolo che mi ero dato a Bologna per sembrare uno spazzacamino era penetrato dappertutto ed era difficile da lavare. Finita la Toilette, mi buttai a letto e mi addormentai felice e contento, soprattutto perché la mattina dopo non avrei “steso la mano”!». Non manca certo d’interesse l’esperienza di Felice Rigotti: «Mio fratello comprò una vecchia bici per tornare a casa ed io, aiutato da un amico adulto, dovevo invece tornare in treno il giorno dopo che egli era partito. Per un mio errore il treno “diretto” partì prima di me, ed ho dovuto, quindi, prendere il treno seguente, ossia era un “accelerato” che arrivò a Trento molto più tardi. Mio fratello, non vedendomi arrivare, tornò a casa a San Lorenzo da solo e immaginarsi la Mamma: disperata! Intanto io avevo fatto un bel viaggio con brava gente, che mi aveva dato da mangiare; ma all’arrivo a Trento… che brutta sorpresa! Sono lì io solo, con il mio fagotto e mi viene da piangere. Un facchino della stazione si occupò di me, mi portò in Comune e di là mi hanno spedito a casa con la corriera; finalmente! Sono, dunque, andato a scuola alcuni mesi; poi si riparte, ma questa volta in bici: io sulla canna. La sera tappa a Modena e la mattina dopo eravamo a Bologna alle 8. Poco tempo dopo mi sono
ammalato: mal di gola, malessere un po’ dappertutto, fino a che, una mattina, non ho più voce. Mio fratello spaventato mi portò all’ospedale e alla prima visita mi hanno messo in isolamento per difterite! La sera stessa stavo peggiorando e mi hanno immobilizzato; i medici mi hanno intubato, mi hanno raschiato la gola, poi mi hanno curato e piano piano sono guarito. Sono uscito dall’ospedale dopo 25 giorni; però l’ospedale ha mandato il conto a casa: 528 lire! Me lo ricordo bene! Comunque non sono morto. L’ultimo anno, nel 1936, sono andato senza Pietro, ma ancora con Donato Aldrighetti (quello della foto): avevo già 13 anni; era estate. Sono arrivati con noi a Bologna anche tre ragazzini di Dorsino: li abbiamo incontrati la domenica mattina; poi loro sono andati a fare il bagno in una vasca da macerare la canapa e purtroppo sono annegati tutti tre. A seguito di questa tragedia la polizia ci ha presi e ci ha rimandati a casa al nostro paese. Adesso sono vecchio (sono della classe 1923) e vivo bene; però ho imparato che nessuno lascia la sua casa ed emigra per puro capriccio, ma solo per estrema necessità. Se un emigrato passa da casa mia è sempre ben accolto anche se è di un’altra nazione». Spazzacamino Ho freddo e fame son piccolino; e tutto il giorno vado gridando: «Spazzacamino! Spazzacamino!». Con le mie scarpe fradice e rotte la densa neve devo calcar; e per un soldo cerco, la notte, un po’ di paglia per riposar. E la mattina mi sveglio e prego che giunga presto quel lieto dì: veder la mamma, saltarle al collo, metterle in mano qualche quattrin. E tutto il giorno vado gridando: «Spazzacamino! Spazzacamino!». A cura di Adelia Cornella. - Versione ricordata “a memoria”.
Comunità delle Giudicarie Nel programma del centro destra è apparsa nel 2018 l’ennesima prospettiva di riforma delle comunità, infatti dopo le elezioni comunali, anziché procedere con la designazione degli amministratori, come previsto dall’attuale norma provinciale, l’esecutivo guidato da Fugatti ha formalmente deciso di sciogliere gli organi degli ex comprensori e di affidarli a dei commissari (i presidenti uscenti) per alcuni mesi, in attesa dell’approvazione della legge che disciplinerà la nascita di “nuovi” enti sovracomunali. Essi, stando sempre al programma di legislatura, verranno ridenominati “distretti”. A pochi mesi dal termine di tale fase transitoria, che dovrebbe protrarsi al massimo fino a giugno, non è stata ancora presentata ufficialmente alcuna bozza di riforma e permane tuttora molta incertezza rispetto alla futura conformazione delle istituzioni di valle. Alla luce di quanto premesso, lo scorso settembre, oltre che il mandato amministrativo, si è chiuso di fatto un ciclo istituzionale, motivo per cui risulta opportuna una sintetica retrospettiva relativamente al lavoro svolto nel quinquennio e agli obiettivi raggiunti. Partiamo dalle competenze che, storicamente, la Provincia ha affidato agli enti intermedi: il servizio sociale, nonostante la progressiva diminuzione di risorse, a cui fanno da contraltare bisogni sempre più marcati da parte dei cittadini, ha continuato a offrire un supporto di ottima qualità al territorio, alimentando anche iniziative di portata straordinaria, come la recente istituzione di un fondo di solidarietà a sostegno dei soggetti più fragili, finanziato dalla comunità e dai locali consorzi BIM. Il fatto che la Provincia di Trento abbia scelto il nostro ambito per la sperimentazione di “Spazio Argento”, il nuovo soggetto deputato alla conduzione delle politiche per gli anziani, costituisce un riconoscimento di oggettivo valore dei nostri servizi e soprattutto della professionalità delle persone che vi lavorano. Anche nella gestione dei rifiuti si sono compiuti degli sforzi per migliorare la qualità della nostra raccolta differenziata: tra il resto, è stato sviluppato un progetto che dovrebbe portare nel tempo a convertire il sistema attuale di conferimento puntuale presso le isole ecologiche al “porta a porta”: le prime sperimentazioni inizieranno già nel corso del 2021. Fa capo alla comunità anche la gestione delle mense scolastiche: da sempre la prerogativa dell’ente è orientata a garantire ai nostri ragazzi pasti genuini, somministrati all’interno di diete equilibrate; l’obiettivo è quello di nutrire ma anche di rafforzare l’educazione alimentare.
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L’analisi del Presidente uscente Giorgio Butterini
Comunità tra bilanci di fine mandato e riforma istituzionale di Giorgio Butterini
I comprensori furono un’intuizione di Bruno Kessler, il quale, negli anni ‘70, pensò all’introduzione di enti intermedi tra la Provincia e i municipi trentini: delle istituzioni sovracomunali deputate statutariamente a gestire specifici sevizi e, politicamente, “chiamate a fare sintesi” nei diversi ambiti provinciali. Essi, nel tempo, furono sottoposti a varie riforme: la Giunta Dellai li trasformò nelle comunità di valle, immaginando una
Giorgio Butterini, Presidente uscente della Comunità delle Giudicarie-
significativa estensione delle funzioni, mentre l’ultima revisione in ordine di tempo venne proposta dall’ex assessore agli enti locali Carlo Daldoss, che determinò un drastico ridimensionamento numerico dell’assemblea e introdusse un modello di governance maggiormente aderente alla volontà dei sindaci; nel frattempo vi fu chi (la Lega nel 2012) promosse un referendum per abrogare questi enti, considerati superflui. ma l’intervento più significativo riguarda l’ideazione (inedita in Trentino) e destinazione del “fondo strategico territoriale”, un budget di circa 32 milioni di euro, alimentato sinergicamente da Provincia, Comunità, Consorzi BIM e Comuni e approvato dalla Conferenza dei sindaci, per il finanziamento di numerose opere di nevralgica importanza, tra cui figurano vari snodi della viabilità. Rispetto ai cosiddetti lavori pubblici, rimane il rammarico di continuare a registrare tempi eccessivamente estesi tra la fase di finanziamento di un progetto e la sua concreta realizzazione, a causa di procedure eccessivamente articolate e
Alcuni anni fa la Provincia ha deciso di concentrare presso se stessa la gestione delle attività inerenti l’edilizia abitativa, prima in capo alle comunità, e pertanto ci si è limitati principalmente a gestire le istruttorie avviate. Nel quinquennio l’organizzazione ha subito dei profondi mutamenti, anche in ragione del fatto che Maurizio Polla, Annalisa Zambotti e Roberto Tonezzer, dirigenti rispettivamente dell’Ufficio tecnico, dei Servizi socio assistenziali e dell’Area amministrativo contabile hanno raggiunto la pensione, sostituiti sistematicamente da figure giovani. Purtroppo da pochi giorni un male incurabile ci ha privato anche del responsabile del servizio TIA, Vincenzo Bugna: una perdita che ha provocato profondo dolore. Da sempre alla comunità è demandato parallelamente il compito di perseguire le politiche sovracomunali e di fungere da ente di raccordo, non solo tra le municipalità, ma anche tra i quattro ambiti giudicariesi. In quest’ottica, le iniziative sono state veramente molteplici: sul piano infrastrutturale, sono proseguiti i lavori di completamento della rete di piste ciclo pedonali ed è stata progettata la ristrutturazione dell’edificio di proprietà “ex carabinieri”, Vincenzo Bugna responsabile del Servizio TIA scomparso prematuramente
prolungate. E questo naturalmente non giova all’economia locale, bloccando ingenti risorse nelle casse degli enti territoriali. Merita una menzione anche l’impegno della Comunità per l’espansione della rete di trasporto del gas metano verso la Rendena (opera che si dovrebbe concretizzare entro il 2023) e le Giudicarie esteriori. Attraverso numerosi bandi, emanati annualmente, sono state sostenute azioni di valorizzazione turistica del territorio, l’acquisto di pulmini e attrezzature da parte delle associazioni locali e, recentemente, di dispositivi informatici, messi a disposizione degli studenti, per agevolare
la didattica a distanza. Tra le iniziative culturali, rientrano le borse di studio a favore dei ragazzi che frequentano la scuola superiore e quelle per gli iscritti alla scuola musicale, il finanziamento di eventi nella ricorrenza del 100º anniversario dalla conclusione della Grande Guerra e “Giudicarie a teatro”, una rassegna voluta per offrire ai giudicariesi la possibilità di assistere a spettacoli di grande qualità artistica, andati in scena nelle strutture municipali. Non sono mancate delle “battaglie” con la Provincia per la difesa dell’ospedale di Tione, che ha portato alla
sottoscrizione di un protocollo purtroppo non rispettato fino in fondo dall’ente superiore, e per il mantenimento dei “deflussi minimi vitali” stabiliti qualche anno fa: quasi tutti gli amministratori, coordinati dall’ente che rappresento, si sono opposti con intransigenza alla prospettata ipotesi di ulteriore riduzione della quantità d’acqua rilasciata nei fiumi. Impossibile, infine, non citare le gravi criticità innescate dal Covid, che ha duramente messo alla prova anche la nostra area. La comunità, sempre in stretta sinergia con i comuni, ha attivato numerose iniziative di sostegno al territorio ed in particolare verso le persone più deboli. Le problematiche e le opportunità sommariamente illustrate sono state affrontate costantemente in un clima di grande coesione e armonia, sia nella conferenza dei sindaci, all’interno della quale non è mai mancata una dialettica costruttiva, sia nel consiglio di comunità, dove i componenti di maggioranza e minoranza hanno manifestato un atteggiamento molto costruttivo. Personalmente, considero questa condizione di sostanziale compattezza tra ambiti, comuni e amministratori uno dei risultati più importanti, nella consapevolezza che la crescita del territorio, così come la capacità di fare fronte alle criticità, non possono prescindere dall’unità giudicariese. Un’unità che, forse non casualmente, ha portato dopo molti anni anche all’elezione di più rappresentanti locali all’interno del consiglio provinciale. Come detto, ora il destino dell’ente è legato ad un’imminente riforma istituzionale; da presidente uscente, auspico che essa venga affrontata anche nell’ottica di valorizzare ulteriormente le vallate periferiche del Trentino e valutando la possibilità di decentrare ulteriori competenze, prima tra tutte quella inerente la gestione degli appalti pubblici. Ma desidero anche evidenziare la dignità di un percorso che negli ultimi anni in particolare ha recepito il consenso di molti amministratori e del territorio e ha prodotto risultati apprezzabili ad ogni livello.
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Cosa resterà di questo 2020
Quello appena trascorso, Anno Domini 20-20, verrà ricordato come uno dei più sciagurati della recente storia in tempi di pace. Cominciato prima leggero leggero, come le tutine di Achille Lauro e i bisticci tra fidanzatini di Bugo e Morgan a Sanremo, e poi finito pesante pesante, come il cenone di Capodanno con i parenti in videochiamata causa DPCM: Diteci Pure Come Massacrarci. Nel mezzo, dieci mesi di virus totalizzante che ha colonizzato il pianeta come un’invasione aliena, fino a prosciugare fisico e sistema nervoso a questa Umanità scopertasi fobicocentrica, psicotica, schizzata. Quindi addio 20-20, non ci hai fatto proprio mancare nulla… anzi… ci hai dimostrato come, oltre alle mezze stagioni, non esistono più le assolute verità. Con il più classico dei colpi di coda hai abbattuto anche la certezza delle certezze, quella del Natale, per oltre duemila anni inoppugnabile, incrollabile, infallibile. Per la prima volta, causa coprifuoco, Gesù Bambino è nato alle otto di sera anziché a mezzanotte. Ci hai ricordato quanto l’Uomo sappia essere spesso crudele nei confronti degli animali. La Danimarca, il più grande esportatore del mondo di pellicce, nelle ultime settimane dell’anno ha abbattuto 17 milioni di visoni (tre volte la popolazione danese), colpevoli di essere, forse, portatori di una versione mutata del coronavirus e che potrebbe,
forse, rivelarsi resistente a qualsiasi futuro vaccino. Nonostante ciò non fosse suffragato da alcuna evidenza scientifica, il governo locale ha comunque deliberato lo sterminio. Un olocausto compiuto nel silenzio, questo sì colpevole, di tutti. Animalisti
compresi. Anche il mondo pallonaro ha pianto. Due miti in due settimane volati in cielo. Maradona, il re dei re, il 10 di tutti i 10, angelo e demone, pibe de oro e mano de Dios. E Paolo Rossi, il fratello buono e gentile di una generazione, con quel
sorriso invincibile quanto i suoi dribbling e quel nome da pronunciare tutto insieme, senza pausa, come un brivido sotto pelle. In quel magico Mundial, Pablito il numero 20 ce l’aveva stampato sulla maglia. Scherzi del destino. E’ morto il 2020 dunque.
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Tutti giù per terra Tutti giù per terra di Massimo Ceccherini Podio
Gli sopravvive un senso diffuso e radicato di inadeguatezza della classe politica, non solo italiana.
Certo, qualsiasi Governo ritrovandosi sulle spalle un macigno di queste dimensioni, difficilmente avrebbe fatto tanto meglio. Ma impacci e ripensamenti, confusione e approssimazione, veti incrociati e ricatti al premier, non possono rappresentare una ricetta vincente per gestire un’emergenza che emergenza non lo è più da un pezzo. E’ mancata lungimiranza, progetto d’insieme, acume nel pianificare gli interventi necessari e scartare quelli inutili. La strategia è sembrata raffazzonata e tutt’altro che lineare. Cosa resterà di questo 2020? Gli aperitivi su Whatsapp e i funerali in streaming, il faccione di Burioni e le gag di De Luca, le piste da sci chiuse a dicembre e una sfilza di modelli di autocertificazioni sfornate quotidianamente come fossero baguette. Per non parlare dei banchi con le rotelle, strapagati quanto inefficaci. Ma domani è un altro giorno, e oggi è già un altro anno. E magari alcuni di questi banchi rotodotati, in un ottica green, potranno tornare utili riciclandoli come mezzo di trasporto per ‘accompagnare gentilmente’ qualche ministro all’uscita di Palazzo Chigi. Chissà. Almeno si potrà dire che non sono stati soldi buttati via.
Il Giornale delle Giudicarie mensile di informazione e approfondimento
Anno 19 n° 1 gennaio 2021 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Coordinatore di Redazione: Denise Rocca Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Matteo Ciaghi, Denise Rocca Hanno collaborato: Gianni Ambrosini, Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Giuliano Beltrami, Dario Beltramolli, Giacomo Bonazza, Alberto Carli, Massimo Ceccherini Podio, Francesca Cristoforetti, Chiara Garroni, Enrico Gasperi, Alfio Ghezzi, Marco Maestri, Mariachiara Rizzonelli, Tiziano Salvaterra, Alessandro Togni, Ettore Zampiccoli, Marco Zulberti, gli studenti dell’Istituto Guetti Per la pubblicità 3356628973 - 338 9357093 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3286821545) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 30 dicembre 2020 da Athesia - Bolzano Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129
Opinioni a confronto BOTTA E RISPOSTA
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Mes e Recovery Fund, spiegati ai non addetti ai lavori
La politica di quest’ultimo periodo sembra abbia girato e continui tuttora a girare su due questioni: il MES e il Recovery Fund, ma, pur essendo questioni estremamente importanti per l’economia italiana, non sempre vengono spiegate con parole semplici dai politici e dagli economisti che preferiscono nascondersi dietro il loro usuale politichese fatto apposta per dire tutto e niente, come di consueto. Così gran parte dell’opinione pubblica non riesce a spiegarsi l’accanimento con cui, sul Mes e sul Recovery Fund si affrontano governo e opposizione, e addirittura fra gli stessi sostenitori della maggioranza dove ci sono forti divergenze. Ecco perché sono stato più volte sollecitato perché il GdG cerchi di spiegare che cosa sono, come funzionano, quali sono le principali differenze e perché sono necessari al nostro Paese. Non essendo grande esperto di economia di così alto livello per poter rispondere con semplicità e precisione, mi sono rivolto ad un vecchio amico perché mi illuminasse. Erogano prestiti a tasso agevolato, emettono obbligazioni per raccogliere risorse sul mercato, e impegnano in prima persone i rappresentanti dei governi europei: sono il MES, detto anche “Fondo salva Stati” e il cosidetto Recovery Fund attivati dall’Europa per contrastare la crisi causata dalla pandemia del
Covid-19. Il Mes nasce con l’obiettivo di garantire prestiti a tasso agevolato a quegli Stati che per varie ragioni sono in crisi finanziaria di difficile superamento (vedi la Grecia di qualche anno fa e recentemente anche la Spagna). Quest’anno e soltanto quest’anno è stata resa disponibile la possibilità di chiedere un prestito al MES per ragioni diverse da quelle del trattato che l’ha costituito, in particolare per spese di tipo sanitario dirette o indirette riguardanti la pandemia in atto. Il Recovery Fund – la dizione giusta sarebbe “New Generation EU”è invece un piano messo in campo
dall’Unione Europea per contrastare gli effetti del coronavirus e consentire ai Paesi che ne faranno uso di far ripartire la propria economia investendo in una serie di settori che per l’Europa sono prioritari come la specializzazione tecnologica, l’innovazione, la formazione e la salute. Le erogazioni finanziarie del MES avvengono sempre e solo attraverso prestiti con interessi molto favorevoli al fine di aiutare gli Stati richiedenti. Il Recovery Fund agirà non solo attraverso prestiti, ma anche attraverso assegnazioni a fondo perduto. L’Italia s’aspetta di ottenere 209 miliardi di euro di cui circa 90 miliardi a
fondo perduto ed il resto in prestiti agevolati. Mentre il MES sembrerebbe disponibile finanziare con un prestito di oltre 35 miliardi di euro la sanità italiana. Evidentemente l’Europa si riserva di chiedere precisi piani di investimento che dovranno essere in linea con i criteri indicati dalla Commissione europea e ne controllerà poi la suddivisione e l’impiego. Questo è in sintesi il significato delle due parole magiche sulla bocca dei nostri politici. Ma allora, dato che sono soldi di cui abbiamo bisogno, anzi esiziali per la nostra ripresa, perché tante polemiche? A questo punto la risposta ve la posso dare io senza
l’aiuto dell’esperto. Quando c’è una torta saporita sul tavolo sono in molti a volerne mangiare una fetta e così chi più chi meno, un po’ tutti partiti vogliono partecipare alla serata conviviale sperando di deviare i finanziamenti chi al Sud, chi al Nord, chi all’industria, chi all’agricoltura, ecc. ecc., al solo scopo di averne vantaggi elettorali. E questo, con la pandemia in piena esplosione, è un vero schifo. Speriamo che la smettano di offendere il popolo italiano e che procedano nel migliore dei modi al solo fine di fare il bene di tutti, il bene comune. Non è tempo di scherzare!! Adelino Amistadi
Quegli scioperi nei giorni “giusti” Caro Adelino, in tempo di guerra, con l’economia in crisi e la gente sempre più in difficoltà, gli unici che hanno il posto sicuro e ricevono la tredicesima, e la quattordicesima fanno sciopero. E guarda caso lo fanno nel giorno giusto: il 5 è sabato, il 6 è domenica, il 7 c’è il ponte, l’8 è festa e il nove ci
attaccano un altro giorno di vacanza. Che te ne pare...povera Italia! Concordo. Non credo sia stata una buona iniziativa da parte dei Sindacati confederali quella di indire uno sciopero degli statali il 9 dicembre, e credo che, alla fine, si
L’umanità dei sanitari Qualche giorno fa, mentre uscivo da nostro ospedale, ho assistito ad una scena bellissima: una dottoressa, un’anziana paziente in lacrime (avevano ambedue le mascherine). Non ho potuto capire quel che stesse succedendo, ma quell’immagine di tenerezza mi ha commosso. L’abbraccio è ciò che ci manca di più in questi giorni di distanziamento sociale a causa del Covid-19. Vederlo mi ha fatto pensare alle tante persone sole ne-
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gli ospedali, ma mi ha dato anche un grande conforto pensando ai gesti di umanità dei sanitari, che magari nessuno conosce. Li voglio ringraziare ed applaudire. Maria I tanti segni di umanità e di sostegno ai malati che avvengono tutti i giorni negli ospedali e nel nostro in particolare non si contano: gli amici ed i parenti
che tornano a casa ce li raccontano, ma sono molto di più. Per questo medici e infermieri meritano i ringraziamenti più sentiti e i nostri applausi, ma anche il rispetto che talvolta trascuriamo. Del loro impegno, in alcuni casi eroico, contro il Covid dovremo ricordarcene anche quando l’emergenza sarà finita. Io spero proprio di sì. (a.a.)
sia ridotta in un duro colpo, l’ennesimo, alla loro credibilità. Non è stata una bella trovata. Lo scandalo dello sciopero in questione sta nel fatto che i dipendenti pubblici sono tra i non molti lavoratori che, in questo periodo, non hanno visto sminuite in nessun modo le loro ga-
ranzie e le loro paghe. Non hanno perso e rischiato nulla. Neppure un euro di stipendio. Non hanno mai dovuto attendere la cassa integrazione che non arriva mai, e non temono di perdere il posto di lavoro quando scadrà il blocco dei licenziamenti deciso dal governo. Non
mi sembra che sia poco. E proprio loro, in questo tragico momento, scendono in sciopero? Non credo sia giusto. Lo ritengo piuttosto un’offesa a tanti altri lavoratori meno fortunati e tutelati. Anche i Sindacati talvolta dovrebbero essere più prudenti.(a.a.)
Vaccini comunicati male e la gente ha mille dubbi Si parla tanto di vaccini e di vaccinazioni. Ormai sembrano imminenti. Ma sono tante le voci pro e contro che la gente non si sente per niente rassicurata. Forse colpa del mondo scientifico non sempre coerente nelle sue spiegazioni, e dei nostri governanti incasinati più che mai. Se alla gente manca una guida forte, se manca un messaggio chiaro e univoco, come si può pensare che una persona si faccia vaccinare con convinzione? Lorena
Allora mi ascolti. Ma lei, quando su ricetta del medico prende un farmaco, o si sottopone alla Tac. o alla colonscopia, od altro, prima di farlo si interroga sulla credibilità della scienza o del Ministro della Sanità? Io di certo no. Seguo le prescrizioni del medico e mi sottoposto agli esami e alle cure prescritte. Perché non dovrei farlo anche per il vaccino anti-Covid? Sono sicuro che quando il vaccino sarà disponibile avrà superato tutte le verifiche richieste dall’EMA, l’agenzia dl farmaco europea, la cui funzione è proprio quella di vagliare e
garantire la sicurezza di tutti i medicinali in commercio. L’importante è che nel nostro Paese si costituisca una adeguata macchina organizzativa che consenta in tempi brevi di somministrare ed immunizzare un alto numero di persone. Ho anch’io qualche dubbio sull’efficienza di alcuni nostri politici, ma non certo sul mondo farmaceutico. La storia conferma la sua credibilità. (a.a.)
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