Giudi iudicarie
il
iornale delle
GENNAIO 2016 - pag.
Mensile di informazione e di approfondimento
www.giornaledellegiudic a r i e . i t
ANNO 14- GENNAIO 2016 - N. 1 - MENSILE
EDITORIALE
Indigestioni subdole
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FONDATO NEL 2002
DallaAalla Z, il 2016 giudicariese Nuovi comuni, sanità, ospedale, viabilità, politica: cosa ci aspetta nei prossimi mesi
di Adelino Amistadi Proprio in questi giorni mi è stata data da leggere una notizia apparsa sulla stampa nazionale, una notizia curiosa, tutta da ridere, ma poi, soppesata, altamente significativa: dodici anziani sono stati ricoverati d’urgenza in ospedale, a Natale, per aver mangiato e bevuto a crepapelle, fino allo svenimento. Una notizia triste, per certi versi, ma simpatica. I dodici apostoli (?) liguri hanno rischiato di concludere l’anno con l’ultima cena della loro vita. Non tiriamo in ballo la questione di chi ha tutto e rischia di morire per abbondanza di cibo e chi non ha niente e muore di fame, non è questo il punto. Io immagino quei dodici crapuloni, comodamente seduti a tavola, spassarsela in barba al presepio e a Gesù Bambino, probabilmente l’ultimo dei loro pensieri. Ma li immagino anche presi da discussioni profonde, magari lamentandosi della crisi infinita da cui non riusciamo ad uscire, degli sprechi degli enti pubblici, di Mafia Capitale, delle fabbriche che chiudono, dei tanti disoccupati, dei giovani che si drogano, dei valori antichi pressoché scomparsi e per le mille altre storture che affliggono il nostro Paese. Continua a pag. 8
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Ospedale, occorre ancora lottare
Ripresa di valori per l’Europa di Paolo Magagnotti
Stanziati oltre 16 milioni per completare la rete
Comunità, maxi-piano perle ciclabili A pagina 8
Nuova rubrica legale 2016
Alcool, attenti alle patenti
A PAGINA 26
Nell’azienda siderurgica di Roncone
Cmv, importanti investimenti A PAGINA 10
A lle pagine 8 e 9 SOCIETÀ Il Presepe sbanca a Brione. A pag. ATTUALITÀ Trola protagonista a Affari tuoi. a pag. 18
L’anno appena trascorso ci ha lasciato alle spalle un’Europa ancor più divisa dell’anno precedente. Molte speranze di coloro che speravano e sperano in un’Unione europea forte e coesa per il loro futuro sono state deluse, come delusi sono rimasti coloro che speravano in un maggior spirito di solidarietà europea nell’affrontare il dramma della migrazione epocale di cui è difficile vedere una fine nel breve termine.Il nuovo anno porta con sé l’amara e pesante eredità di gravi incertezze per il nostro futuro.
A pagina 16
Sanità
Case di riposo, ecco il progetto di riforma ALLE PAGINE 12 E 13
GIORNALE L’editorialeDELLE di PaoloGIUDICARIE Magagnotti
Nuova distribuzione con la Cooperativa Lavoro A PAG. 10
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A cura della REDAZIONE
Rassegna Stampa
GENNAIO 2016
RASSEGNA STAMPA DICEMBRE 2015
DALLE GIUDICARIE DALLAPROVINCIA Madonna di Campiglio - Un drone cade alle spalle di Hirscher... Sfiorata la tragedia alla 3-TRE - A Madonna di Campiglio è stata una grande festa, con un pubblico immenso, con degli atleti che si sono affrontati cavallerescamente... ma è stata sfiorata la tragedia. Nella seconda manche il drone utilizzato per la prima volta in una gara di Coppa del Mondo per garantire delle riprese inedite dall’alto è precipitato sulla pista subito dopo il passaggio di Hirscher. Questione di attimi e poteva trasformarsi in una tragedia. Il drone si è frantumato a terra sfiorando l’atleta in gara. «Il drone utilizzato nel cielo di Madonna di Campiglio, già autorizzato dall’ENAC al volo notturno - aveva comunicato il Comitato organizzatore prima della gara - è un dispositivo altamente sofisticato, dotato di controlli elettronici che ne rendono l’utilizzo assolutamente sicuro anche in luoghi affollati, e la sua guida sarà affidata ad un esperto pilota elicotterista». Ma qualcosa deve non aver funzionato... Debora Andreolli
Provincia – Servizio civile in crescita - Tempo di bilanci per il Servizio civile universale provinciale: il 2015 è stato un anno intenso che ha visto aumentare le possibilità per i giovani di fare un’esperienza di questo tipo. Sono stati infatti 414 i giovani in servizio civile, 175 i progetti presentati e 82 le organizzazioni attive. È passato un anno esatto dall’approvazione dei criteri per la gestione del servizio civile universale provinciale. L’obiettivo del nuovo servizio civile era quello di allargare la partecipazione, semplificare le procedure, facilitare lo svolgimento del servizio civile, inteso non come teorico diritto ma come effettiva opportunità offerta a tutti i giovani di età compresa tra 18 e 28 anni.
il settore immobiliare, dopo anni di crisi. Per la prima volta dall’inizio della congiuntura i vertici di Fimaa Trentino - il presidente Severino Rigotti e il coordinatore di Guida Casa, Carlo Inama - hanno potuto presentare dati col segno positivo: le compravendite di immobili stanno segnando un più 6%, una crescita che riguarda però quasi esclusivamente il settore residenziale, mentre perdura la crisi per i settori dell’edilizia commerciale, artigianale e industriale, con un valore dei capannoni che è crollato anche del 50 per cento. Il presidente di Fimaa Trentino ha parlato di “piccolissima ripresa”, favorita anche dal fatto che “il credito è tornato sul mercato”.
Hirscher sfiorato dal drone a Madonna di Campiglio
Parco Naturale Adamello Brenta - Joseph Masè è il nuovo Presidente del Parco - Joseph Masè è il nuovo Presidente del Parco naturale Adamello Brenta. E’ stato eletto con 46 voti dal neocostituito Comitato di gestione riunitosi presso il Municipio di Strembo. Dei 73 membri del comitato di gestione erano presenti in 67. Masè, 47 anni, sindaco di Giustino, avvocato, la cui candidatura è stata presentata da Michele Cereghini, sindaco di Pinzolo, succede ad Antonio Caola che ha guidato l’Ente negli ultimi 5 anni dopo un lungo periodo passato in Giunta come rappresentante del Comune di Pinzolo. Joseph Masè ha ottenuto 46 voti. La nuova Giunta si compone dei seguenti membri effettivi proposti dal Presidente e risultati tutti eletti: Bottamedi Alex di Andalo 40 voti, Bressi Floro di Stenico 36 voti, Bugna Alberto di Valdaone 37 voti, Ceranelli Gilio di Ragoli 33 voti, Donati ruben San Lorenzo Dorsino 35 voti, Motter Matteo di Pelugo 39 voti, Zanini Stefano di Tuenno 41 voti, Caola Maurizio di Pinzolo 36 voti, Pezzi Ivano di Campodenno 42 voti, Bruno Simoni nominato per la Comunità delle Regole di Spinale e Manez, Fausto Cattani nominato per le Amministrazioni separate dei beni frazionali di uso civico. Vicepresidente sarà per il secondo mandato Ivano Pezzi. Pinzolo - Scivola mentre scende dalla Cima Lancia e precipita per 150 metri. Martino Maffei lascia sgomenta un’intera valle - Incredulità e sgomento. Nessuno riesce a capacitarsi di come un esperto montanaro come Martino Maffei possa essere rimasto vittima nella discesa dalla Cima Lancia. Un uomo abituato a percorrere sentieri, allenato, con la grande passione per la montagna e per la bici. Il 28 dicembre la salita alla Cima Lancia. Alle 10 la telefonata a casa ai familiari per dire che sarebbe tornato a breve. Invece no, purtroppo nella discesa lo scivolone in un canalone e un volo di quasi 150 metri. A recuperarlo i suoi colleghi allertati dalla famiglia preoccupata per il mancato ritorno del proprio caro. Forte alpinista, nel soccorso alpino di Pinzolo da anni, era amato per il suo impegno
e lo spirito di solidarietà che aveva sempre contraddistinto la sua attività di soccorritore alpino. Autista del 118 attivo all’ospedale di Tione era persona molto conosciuta e stimata sia a Pinzolo che in Val Rendena. Con la passione per la bici. Sia per la mountain bike con cui aveva preso parte a numerose edizioni della 24 ore val Rendena e ad altre manifestazioni endurance, sia per la bici da strada. Ha lasciato un paese attonito e una famiglia incredula. Valle del Chiese - Per la sicurezza il Chiese si affida alle telecamere - Sicurezza al centro dell’Assemblea dei sindaci della Valle del Chiese in un confronto con il Comandante della Polizia locale Stefano Bertuzzi. L’assemblea ha deciso di realizzare già nel 2016 un sistema di videosorveglianza esteso a tutte le municipalità della Valle. Verranno posizionate telecamere fisse in corrispondenza dei punti strategici come ingressi agli abitati, svincoli, piazze e isole ecologiche. Queste telecamere si aggiungeranno a quelle già posizionate lungo l’asse della viabilità pr4incipale che hanno consentito di ottenere importanti informazioni rispetto a fatti di criminalità e a infrazioni stradali. Comano Terme - Terme, confermata la certificazione Emas che premia l’impegno ambientale dell’Azienda - L’azienda consorziale Terme di Comano ha confermato il suo impegno ambientale mantenendo la registrazione ambientale Emas a seguito della verifica ispettiva di controllo. Un impegno che si traduce ad esempio in un controllo sui consumi di acqua ed in una riduzione dell’emissioni di Co2. Comano Terme - Alle Terme ottimo successo per la prima fiera del wedding - Si è tenuta nell’ampia hall del Grand Hotel Terme la prima edizione della fiera riservata agli sposi. 20 gli espositori che hanno presentato i loro prodotti a chi si appresta a dire il fatidico sì. Buon successo di pubblico che ha dimostrato di apprezzare questa nuova opportunità per avere una finestra aperta sulle novità del pianeta sposi.
Il presepe trentino in piazza San Pietro
Roma – Il presepe di Tesero in Piazza San Pietro - “Il Presepe ci ricorda questo: Dio, per la sua grande misericordia, è disceso verso di noi per rimanere stabilmente con noi. Il presepe ci dice inoltre che Egli non si impone mai con la forza”. Sono le parole con cui il Santo Padre, Papa Francesco, ha salutato la Provincia Autonoma di Trento, l’Arcidiocesi di Trento e l’associazione Amici del Presepio di Tesero che hanno donato il Presepe in una cerimonia in Piazza San Pietro. All’udienza Papale ha preso parte, in rappresentanza della Provincia Autonoma, l’assessore alla cultura, cooperazione, sport e protezione civile, Tiziano Mellarini: “Le parole di Papa Francesco sono per noi fonte di grande orgoglio e ispirazione” ha commentato al termine dell’udienza. Trentino – Settore immobiliare, primi accenni di ripresa – Nel corso della presentazione della ventesima edizione di Guida Casa, la pubblicazione a cura della Fimaa (Federazione italiana mediatori agenti d’affari) del Trentino, vademecum del mercato immobiliare, sono arrivati primi segnali incoraggianti di ripresa per
Provincia - Protezione civile: formazione comune per Vigili del fuoco permanenti e volontari - Ci sarà una formazione unica sia per i Vigili del fuoco permanenti che per i volontari. La Scuola provinciale antincendi la garantirà infatti anche per volontari. L’attività inizia dal primo gennaio 2016. La decisione della Giunta provinciale dà esecuzione ad una specifica previsione, introdotta dall’ultima finanziaria provinciale, della legge provinciale sulla protezione civile (9/2011). Con questo provvedimento si conferma l’impegno della Provincia in un settore molto delicato. “Un approccio moderno, organizzato, professionale – ad una materia così importante come la Protezione civile – ha sottolineato l’assessore alla protezione civile Tiziano Mellarini - richiede un investimento convinto e costante nella formazione degli operatori, che devono essere in grado di intervenire utilizzando apparecchiature e mezzi sempre più performanti ma anche complessi, spesso maneggiando anche sostanze potenzialmente pericolose o operando in contesti oggettivamente rischiosi.”
Trento - Roberto Nicastro alla guida di Cassa del Trentino - L’ex direttore generale di Unicredit Roberto Nicastro è stato individuato dalla Giunta provinciale come futuro presidente di Cassa del Trentino, dopo le dimissioni del professor Gianfranco Cerea. Cassa del Trentino S.p.A. è il braccio operativo-finanziario della Provincia, per il coordinamento delle risorse finanziarie destinate agli investimenti di tutto il sistema pubblico provinciale. Per la vicepresidenza, la Giunta ha individuato il nome del professor Michele Andreaus, ordinario di economia aziendale presso l’Università di Trento. Regione - Finanziamenti alle famiglie con i rimborsi sui vitalizi - Dopo il lavoro le famiglie. Lo scorso 7 ottobre la Giunta regionale aveva finanziato 16 progetti a favore dell’occupazione, a dicembre, grazie alle risorse provenienti dall’apposito fondo regionale alimentato con i rimborsi sui vitalizi degli ex consiglieri provinciali, l’esecutivo ha provveduto ad una seconda assegnazione alle Province autonome di Trento e di Bolzano per il finanziamento di alcuni progetti a sostegno delle famiglie. Complessivamente, la Giunta regionale ha stanziato 1.200.565 euro di cui 234.315 vanno alla Provincia autonoma di Trento e 966.250 alla Provincia autonoma di Bolzano. Trentino - Trentino sviluppo: 4 milioni di euro il budget dei servizi alle imprese - Stimolo e sostegno alla nascita di nuove attività d’impresa, attrazione di aziende ed investimenti da fuori provincia ed internazionalizzazione delle imprese locali, servizi come il design di prodotto in grado di elevare la competitività aziendale. Sono questi i tre cardini sui quali ruota l’attività “software” di Trentino Sviluppo, costituita da percorsi innovativi e ad elevato valore aggiunto che si pongono in modo complementare rispetto agli interventi di carattere immobiliare e finanziario. La Giunta provinciale, su proposta del vicepresidente Alessandro Olivi, ha approvato il Piano attività previsto dagli articoli 20, 21 e 24 della “Legge unica per l’economia” (n.6/99) con il relativo budget che per l’anno in corso supera di poco i 4 milioni di euro.
Primo Piano
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Un av Joseph Masè, neo-sindaco di Giustino, succede a Antonio Caola alla guida del Parco Naturale Adamello-Brenta di Enrico Gasperi
Joseph Masè
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L’A-Z del 2016
Cosa ci aspetta in questo nuovo anno appena cominciato? I temi più caldi che saranno al centro del dibattito nei prossimi mesi
A
utostrada del Brennero – Ok, forse c’entra poco con le Giudicarie, ma la prossima firma del protocollo di intesa del rinnovo della concessione trentennale dell’Autostrada del Brennero è davvero un accordo – come dice Rossi – storico per il Trentino. Il protocollo è stato raggiunto dai presidenti Ugo Rossi e Arno Kompatscher il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio e sarà firmato dal ministero e dai soci pubblici di Autobrennero il 14 gennaio prossimo. L’accordo è di grande importanza a livello economico e strategico per la nostra Provincia, visto che sono anche previsti interventi infrastrutturali per 2 miliardi di euro.
Cosa ci aspetta dietro l’angolo? Domanda esistenziale che si presta a più risposte, non sempre concretamente verificabili nella realtà. Più prosaicamente possiamo accontentarci di tracciare un piccolo va-
demecum di quello che ci attende nel 2016, tentando di ipotizzare gli argomenti di maggiore dibattito nelle Giudicarie per i prossimi mesi. Uno per ogni lettera dell’alfabeto.
I
B
iblioteca – Opera significativa per le Giudicarie e finanziata con il Fut (Fondo unico territoriale) sarà la realizzazione della nuova biblioteca di Tione. Un servizio importante, a livello culturale e formativo, utilizzato non solo dai tionesi, ma da un numero crescente di giudicariesi e turisti. Il progetto della nuova biblioteca, promosso dall’amministrazione di Mattia Gottardi, prevede l’utilizzo dell’area della Barchessa, a fianco dell’attuale biblioteca. I lavori, appaltati alla ditta Ediltione, partiranno in primavera, con un costo totale di 2.500.000 euro.
C
ongressi – Nei primi mesi del 2016 tutti e tre i partiti della maggioranza di governo provinciale sono attesi da importanti passaggi congressuali, che potreb-
uno dei principali patrimoni del Trentino e delle Giudicarie, c’è da pensare che nei primi mesi del 2016 Provincia e Dolomiti Energia interverranno sulla questione.
Il rendering della biblioteca di Tione
bero anche cambiare alcuni equilibri (ne parliamo nelle pagine interne). Inizia L’Unione per il Trentino il 23 gennaio, con la sfida Mellarini-Dellai, poi tocca al Patt con Panizza, Kaswalder, Ottobre e Corona in campo. Per quanto riguarda il Partito democratico, non c’è ancora una data, ma forse si tratta del passaggio più delicato, visti i postumi dello scorso congresso, le dimissioni della Robol, la reggenza Barbacovi e.... Donata Borgonovo Re, pronta a fare un sgambetto alla maggioranza governativa del Pd.
D
aldoss (Carlo) – Il futuro dell’assessore provinciale
all’urbanistica e agli enti locali continua ad agitare i pensieri della maggioranza provinciale. C’è chi vede in lui il dopo-Rossi, chi riporta di cene ed incontri che Carlo Daldoss starebbe organizzando con assiduità sul territorio per costruire la propria “rete”, che costituirebbe la base di sostegno per le prossime elezioni. C’è chi poi ipotizza la costruzione di un nuovo movimento/partito che farebbe capo proprio a Daldoss, che ha saputo costruirsi apprezzamenti fra gli amministratori per la gestione delle riforma urbanistica ed il decisionismo sulla questione del riassetto degli enti locali. Nel 2016, forse, le risposte su tutti questi rumors.
La centrale di Hydro Dolomiti a Cimego
E
lezioni – La prima o la seconda domenica di maggio ci sarà una tornata elettorale importante per i paesi che sono andati a fusione in estate: Borgo Chiese, Pieve di Bono-Prezzo, Sella Giudicarie, Borgo Lares, Tre Ville, Porte di Rendena. Un test significativo, anche a fronte del fatto che alcuni di questi paesi (Sella in particolare) hanno raggiunto dimensioni notevoli per il nostro contesto frammentato e dunque presuppongono anche diversi equilibri e dinamiche elettorali. Sarà interessante vedere come saranno gestite.
F
auna – Dopo gli attacchi a Daniele Maturi “Carnera” a Pinzolo nell’estate 2014 e, quello ancor più grave a Wladimir Molinari a Cadine del giugno scorso, l’orso sembrava essere diventato il problema maggiore del Trentino. Di certo, ha contribuito non poco ad allontanare la gente dai boschi, creando un certo clima di insicurezza. Dall’ultimo attacco, però, grazie anche al monitoraggio implementato da parte della provincia, la popolazione degli orsi non ha più dato sostanzialmente problemi. Cosa accadrà nel 2016?
G
estioni associate – Il vero banco di prova per i comuni non convolati a fusione nel 2016 sarà quello delle gestioni associate. L’assessore provinciale Daldoss è stato chiaro: non vi saranno deroghe, nè annacquamenti della legge. Sono 143 i comuni coinvolti nelle gestioni associate, 38 gli ambiti individuati dalla normativa: entro il 31 luglio gli enti individuati dovranno sottoscrivere le convenzioni di almeno due settori amministrativi sui sette individuati (segreteria, personale, finanziario, tributario, servizio tecnico, anagrafe, commercio) ed entro il 30 agosto dar corso alle gestioni associate.
H
ydro Dolomiti Enel – Una delle tematiche del 2016 ruota attorno alla gestione dell’energia elettrica. Hidro Dolomiti Enel produce energia elettrica da fonti rinnovabili ed è proprietaria di 22 centrali idroelettriche con una capacità totale efficiente di 14 Mega Watt. Recentemente ha deciso di cedere il 49% delle proprie quote delle centrali ad una società australiana, “saltando” il passaggio con la più importante realtà trentina: Dolomiti Energia. Essendo l’energia idroelettrica
droelettrica, energia – Sempre ricollegandoci alla questione idroelettrica, una delle questioni che terrà banco nel 2016 a livello locale è quella delle centraline sul torrente Arnò. Da una parte la società Measure Srl, che reclama la possibilità di sfruttamento idroelettrico di due concessioni sulla parte alta del fiume, dall’altra il Comitato “I Salvarnò” che si batte perché quell’area montana resti incontaminata. In mezzo c’è il nuovo comune di Sella giudicarie che – appena costituito – dovrà decidere sul futuro della concessione, firmando o meno la convenzione di utilizzo con il privato.
L
avoro – Negli ultimi 3-4 anni è diventato la priorità a livello sociale: nelle Giudicarie, specie in Valle del Chiese, vi sono state e vi sono tutt’ora situazioni di difficoltà, legate soprattutto ai settori industriale ed edile. I dati recentemente presentati dalla Provincia dicono che qualcosa, seppur lentamente, si sta muovendo e l’occupazione riprende quota a fronte di una cassa integrazione ancora alta ma in calo. Pure l’edilizia (vedi rassegna stampa) fa segnare un +6% nel settore residenziale. Chissà che il 2016 non sia l’anno della svolta.
M
ontagna – Si riparte da qui per costruire una nuova economia per le Giudicarie. Nei programmi di tante amministrazioni comunali appena elette si richiama l’attenzione sulle tematiche della montagna, dello sviluppo sostenibile, del turismo diffuso: la crescita di agritur e B&b e delle manifestazioni legate al rurale e all’agricoltura danno l’idea che questa possa essere una strada percorribile per il futuro, per fare crescere valli “di periferia” come le Giudicarie, partendo proprio dalla valorizzazione del territorio.
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N
uova Comunità di Valle – Nell’estate di quest’anno forse è passata un po’ inosservata, ma la riforma Daldoss sulle Comunità di Valle è stata una sorta di piccola rivoluzione, rispetto all’iniziale impostazione dell’ente scritta nella legge provinciale N° 3 del 2006. Basti pensare alle Giudicarie: l’assemblea di 98 persone ridimensionata ad un consiglio di 17, la giunta di 8 componenti diventa il comitato di 4. Di certo l’ente potrà essere più snello, dinamico e spedito: nel 2016 il presidente Giorgio Butterini sarà chiamato a sfide importanti: non solo la gestione delle funzioni “tipiche” della Comunità (scuola, rifiuti, edilizia abitativa), ma anche saper diventare un player “politico” su questioni importanti, ospedale e viabilità su tutte.
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spedale – Cosa poteva esserci alla lettera O se non l’ospedale di Tione, del quale abbiamo scritto per mesi e ancora scriveremo. Le difficoltà del nosocomio a trovare il proprio spazio nella galassia della sanità provinciale è sotto gli occhi di tutti. Le responsabilità? Della politica, che accentra senza pensare alle conseguenze sul territorio; dei tecnici (dirigenti generali), che pensano molto al contingente e poco alla prospettiva; anche di alcuni medici (non tutti, ci mancherebbe) che rifiutano gli ospedali di valle perché ritenuti poco stimolanti sotto il profilo professionale, e poi vanno pure sul giornale a sparare contro gli ospedali di valle. Voto 3. Speriamo che il 2016 sia l’anno della svolta.
P
arco Naturale Adamello-Brenta – Dopo la sostituzione del presidente Tony Caola con l’avvocato a sindaco di Giustino Joseph Masè, il Parco Naturale Adamello-Brenta
Viabilità, il nodo di Ponte Pià, spesso teatro di incidenti stradali
è chiamato a gestire nuove sfide importanti, in primis mantenere un alto livello di servizi e prestazioni a fronte di entrate economiche che negli ultimi anni sono sempre state in calo. Poi, essere in grado di essere un player importante in questioni significative che verranno a porsi in futuro. La questione Serodoli insegna.
euro. Finora, però, non si è visto niente. La primavera del 2016 dovrebbe essere decisiva.
S
Q
uasi dimenticavamo il Progetto Turismo 2020 – Promosso dalla Comunità delle Giudicarie (ancora nella gestione Ballardini) frutto di un’importante attività di confronto con tutti gli operatori turistici, del mondo economico, commerciale e culturale delle Giudicarie, il Progetto Turismo 2020 rappresenta un punto di partenza importante per valorizzare il settore in Giudicarie, ritenuto il comparto capace di ulteriore crescita e di rappresentare un’occasione occupazione anche per
i giovani. Nel 2016 questa iniziativa dovrebbe trovare pieno sviluppo.
R
otatoria di Pieve di Bono – L’abbiamo annunciata più volte sul nostro giornale come imminente. Ormai se ne parla da anni (nel 2008 già si annunciava l’avvio
dei lavori): l’ultima volta nel maggio 2014, per dire della consegna dei lavori di progettazione esecutiva e di realizzazione all’impresa Associazione temporanea di impresa Collini, Casarotto, Misconel ed EdilTione: un’opera importante per la viabilità giudicariese, con un costo di 41 milioni di
anità – Questa voce non è un doppione di quella relativa all’ospedale. Qui si parla della Sanità in senso più generale. I tagli dei bilanci pubblici sono una realtà, come è vero che la sanità rappresenti la maggiore voce di spesa. Però tagliare nelle valli pensando che “al centro” si riescano a dare risposte efficienti a tutte le esigenze è semplicistico: basti vedere a che punto di saturazione siano gli ospedali di Rovereto e (soprattutto) di Trento. Bando anche agli allarmismi, l’Europa ci dice che la sanità trentina è al top a livello nazionale e di certo il livello è ottimo. Però le inquietudini sulla futura organizzazione dell’assetto della sanità trentina permangono, così come le grandi perplessità sull’operato e la visione del direttore generale dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari Luciano Flor, che a fine 2015 ha annunciato le proprie dimissioni. Difficilmente sarà rimpianto.
T
erme di Comano – Dopo diversi ritardi il 2016 dovrebbe essere l’anno buono per sbloccare la progettazione definitiva e la realizzazione del nuovo centro termale e la modernizzazione delle Terme di Comano, una realtà che quest’estate in particolare ha dimostrato di poter essere attrattiva per pazienti e turisti e poter rappresentare davvero un valore aggiunto per l’’intera valle. Le strutture, però, sono datate ed un restyling è più che mai necessario (vedi articolo all’interno del Giornale).
U
nione dei comuni – Dopo la raffica di fusioni dell’estate 2015, continua l’onda lunga delle aggregazioni dei comuni trentini. Sono infatti una ventina i progetti di unione attualmente in fase embrionale che potrebbero svilupparsi nel 2016. Nessuno però in Giudicarie.
V
iabilità – Dopo l’approvazione delle modifiche del Piano stralcio della Comunità di Valle si sposta l’attenzione sulla richiesta alla provincia di finanziare parte della realizzazione delle nuove Gallerie di Ponte Pià, con la destinazione del vecchio tracciato a pista ciclabile, necessaria per collegare le Esteriori al resto delle Giudicarie. Progetto importante, ma la spesa è salata e le risorse scarseggiano: inoltre ci sono in attesa le varianti di Pinzolo (rispondendo in Consiglio provinciale l’assessore Gilmozzi l’ha posticipata al 2019) e di Ponte Arche, ancora lontane dall’avere il finanziamento. Che il 2016 sia l’anno per avere almeno una... data?
Z
uclo – Con le fusioni dei comuni cambia anche la geografia toponomastica dei nostri paesi. Pur rimanendo ben presenti come nomi delle prossime frazioni, alcuni nomi “storici” spariranno dall’elenco dei comuni. Zuclo, in particolare è stato per anni l’ultimo comune dell’elenco telefonico della nostra provincia e terz’ultimo in ordine alfabetico a livello nazionale, superato in questa “classifica” solo da Zumaglia (provincia di Biella) e Zungri (Vibo Valentia).
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Politica
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Fra le “sorprese”, Marco Riccadonna a Porte di Rendena e Anita Binelli a Pieve di Bono-Prezzo
Comuni, arrivano i commissari Molti volti noti fra i reggenti che traghetteranno i nuovi enti nati dalle fusioni verso le elezioni di maggio 2016
Partiamo dunque dalla valle del Chiese, con Borgo Chiese (2.054 abitanti, nato dalla fusione di Con-
Severino Papaleoni
dino, Cimego e Brione) che sarà retto da Severino Papaleoni, già sindaco di Daone per due legislature e dirigente scolastico in pensione. Un nome a sorpresa per Pieve di Bono-Prezzo (1.593 abitanti), con la nomina di Anita Binelli, già assessore comunale a Pinzolo con l’amministrazione di William Bonomi per la quale ha seguito l’organizzazione dei ritiri della Juve prima e dell’Inter poi. Risalendo la valle troviamo Sella Giudicarie (quasi 3.000 abitanti, nato dalla fusione di Bondo, Breguzzo, Lardaro e Roncone), dove è stato confermato Emanuele Bonafini, già commissario di Breguzzo al seguito delle dimissioni del sindaco Antonello Ferrari: Bonafini è un conosciuto commercialista e già sindaco di Spiazzo per due legislature. Arrivando nella Busa di Tione troviamo Borgo Lares, comune di circa 700 abitanti nato dalla fusione di Bolbeno e Zuclo: qui il commissario è Bruno Si-
Con delibera del 30 dicembre la Giunta provinciale ha nominato ufficialmente i 17 commissari che “traghetteranno” i nuovi comuni nati dalle fusioni di questa estate verso le elezioni del maggio 2016. Di questi, sono
Emanuele Bonafini
Marco Riccadonna
ben 7 quelli giudicariesi e nel novero dei commissari straordinari vi sono alcuni nomi noti come è anche logico, visto che solitamente questa figura viene individuata in ex-sindaci.
Anita Binelli
Bruno Simoni
fare fronte al meglio alle richieste dei cittadini, guardando con grande speranza e fiducia alle sfide future”
Maurizio Polla
ELENCO DEI COMUNI E DEI RISPETTIVI COMMISSARI IN TUTTO IL TRENTINO: • Altavalle (Faver, Valda, Grumes e Grauno): commissario Giuliano Sighel; • Altopiano della Vigolana (Bosentino, Vattaro, Vigolo Vattaro e Centa San Nicolò): commissario Giuseppe Toller • Amblar-Don (Amblar e Don): commissario Luciano Fanti • Borgo Chiese (Brione, Cimego e Condino): Severino Papaleoni; • Borgo Lares (Bolbeno e Zuclo): commissario Bruno Simoni; • Castel Ivano (Strigno, Spera e Villa Agnedo): commissario Giorgio Boneccher; • Cembra Lisignago (Cembra e Lisignago): commissario Barbara Lorenzi; • Contà (Cunevo, Flavon e Terres): commissario Nadia Ianes. • Dimaro Folgarida (Dimaro e Monclassico): commissario Gilberto Masé; • Madruzzo (Calavino e Lasino): commissario Attilio Caldera; • Pieve di Bono Prezzo (Pieve di Bono e Prezzo): commissario Anita Binelli; • Porte di Rendena (Villa Rendena, Vigo Rendena e Darè): commissario Marco Riccadonna; • Primiero San Martino di Castrozza (Fiera di Primiero, Tonadico, Transacqua e Siror): commissario Paola Matonti; • Sella Giudicarie (Breguzzo, Bondo, Lardaro e Roncone): commissario Emanuele Bonafini; • Tre Ville (Ragoli, Preore e Montagne): commissario Maurizio Polla; • Vallelaghi (Terlago, Vezzano e Padergnone): commissario Maria Grazia Odorizzi; • Ville d’Anaunia (Tuenno, Nanno e Tassullo): commissario Guido Ghirardini; moni, già sindaco per 25 anni a Montagne. Spostandoci di poco troviamo Tre Ville, 1.452 abitanti, sorto dalla fusione di Ragoli, Montagne e Preore dove a traghettare l’ente fino alle elezioni di maggio ci sarà Maurizio Polla, ex-sindaco di Caderzone e dirigente della Comunità delle Giu-
dicarie. Infine, nel nuovo comune di Porte di Rendena, circa 1.800 abitanti, nato dalla fusione di Villa Rendena, Darè e Vigo Rendena troviamo Marco Riccadonna, funzionario del Consorzio dei Comuni con una formazione da segretario comunale.
Infine ci sono altri due giudica¬riesi coinvolti nel nuovo corso dei comuni fusi: Attilio Caldera, già sindaco di Bleggio Superiore, sarà commissario a Madruzzo, comune nato dalla fusione dei comuni di Calavino e Lasino, mentre Gilberto Masè di Strembo sarà commissario a Dima-
ro-Folgarida. “All’inizio di maggio i 17 nuovi comuni andranno ad elezioni: ci auguriamo che la partecipazione dei cittadini sia intensa e confermi il favore che ha accompagnato i diversi processi di aggregazione, Siamo certi che, unite forze e risorse, questi comuni potranno
Attilio Caldera
Gilberto Masè
– ha detto l’assessore Carlo Daldoss commentando le scelte a margine della Giunta.
A Darè costituita l’Asuc
Porte di Rendena avrà così ben 5 Amministrazioni Separate dei beni di Uso Civico
La sede dell’ex-comune di Darè
Arrivano i comuni unici e dall’altra arrivano… le Asuc. La costituzione di Porte di Rendena è stata un motivo determinante per la nascita dell’Asuc di Darè che gestirà dal primo gennaio 2016 bene di uso civico fin qui amministrati dal Comune di Darè.
Domenica 20 dicembre ben 107 dei 193 aventi diritto, pari ad oltre il 55% (la legge prevede che l’elezione sarebbe stata valida una volta raggiunto il 40% dei votanti) si sono recati alle urne in municipio ad eleggere i loro rappresentanti. I cinque più votati, cioè
Silvano Dalbon (55 preferenze), Paolo Scarazzini (48), Luca Dalbon (36), Roberta Bertini (31) e Alberto Dalbon (26), formeranno il Comitato. Il nuovo Comune Porte di Rendena, costituito dalla fusione dei comuni di Villa Rendena, di Darè e di
Vigo Rendena, avrà dunque ben 5 Asuc. Quelle “storiche” di Verdesina, di Villa Rendena e di Javrè verranno infatti affiancate dall’Asuc della frazione di Darè appena istituita, e da quella della frazione di Vigo Rendena in via di formazione.
I nuovi sindaci/6
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Dalla “gavetta” fra le file dell’opposizione, alla comunità, alla carica di sindaco: il percorso di Marcello Mosca
Dal Golf... alla poltrona di primo cittadino Dove e quando nasce Marcello Mosca amministratore pubblico? La prima esperienza fondamentale non è stata tra i banchi del comune. Nel 2000 sono stato tra i soci fondatori del campo da golf di Bocenago. Ho iniziato allora ad avere rapporti con la politica, con i comuni, le banche, le funivie, i 170 proprietari dei terreni. In quegli anni è nata la conoscenza e la passione per il mondo amministrativo pubblico, ho apprezzato e mi sono scontrato con molta gente, ho imparato e ho acquisito esperienze importanti. Attualmente sono ancora presidente di Rendena Golf Spa, la società proprietaria di terreni e strutture. Nel 2005 sono quindi stato eletto per la prima volta in comune, con la lista di minoranza, esperienza che ho confermato nel 2010. Sempre nel 2010, a novembre, sono entrato nel consiglio della Comunità di Valle, dove ho fatto il capogruppo dell’UPT. Altra avventura costruttiva, ho conosciuto persone, modi di fare, di ragionare e soprattutto imparato a pensare dimenticando i campanili. Ultimamente ti sei fatto una certa fama con la polemica sul punto nascite di Tione… Sono stato uno dei promotori della raccolta firme. Tengo a precisare che al primo posto c’era (e c’è) l’idea della sopravvivenza della struttura Ospedaliera, secondo me il vero centro, la cosa comune più importante di tutta la Comunità di Valle. Vero è che non mi sono tirato indietro, che quello che dovevo dire l’ho detto ai diretti interessati, anche con toni un po’… forti. Sono convinto che le strutture decentrate non possano avere tutto: necessario è un pronto soccorso all’altezza, poi si potrebbe pensare a delle specializzazioni molto importanti in uno o due reparti, in modo da diventare vere eccellenze (come potrebbe succedere ad esempio per ortopedia). Sindaci e Comunità hanno avuto però poca voce in capitolo I primi non credo li abbiano mai sentiti. Peccato per il poco potere della Comunità; anche nell’ottica della logica delle fusioni sarebbe importante dare nelle sue mani il
di Enrico Gasperi Gente Comune è la lista che il 15 novembre ha vinto sul filo di lana la competizione elettorale a Caderzone Terme. 16 voti in più che hanno consegnato alla
storica “opposizione” il compito di dirigere il nuovo mandato, con Marcello Mosca per la prima volta nel ruolo di Sindaco.
LA SCHEDA
Marcello Moscac
coordinamento delle case di riposo, della viabilità, dei servizi alla persona in genere. Torniamo a Caderzone. Come nasce l’idea di fare il sindaco? Un’investitura da parte delle persone con cui ho fatto opposizione, un gruppo importante, che mi ha supportato anche nell’esperienza in Comunità di Valle. A essere sincero non mi hanno lasciato alternative: “tocca a te, altrimenti non ci ripresentiamo”. Non è stato certo un ricatto, ma un modo per affidarmi un incarico impegnativo. Considero la mia una squadra giovane, coesa, fantastica; con loro mi sono sentito ben moti-
vato e appoggiato. Com’è stata la campagna elettorale? Un’impresa, si trattava di proporre una svolta importante, l’alternativa a un’amministrazione che, di fatto, governava da 30 anni. Il nome della lista è il messaggio stesso delle nostre idee: nessuna promessa eclatante, c’è crisi, ma con forza e orgoglio, positivamente, faremo in modo di valorizzare, rilanciare le nostre potenzialità, le potenzialità del paese, noi assieme agli altri. Altri contenuti erano il riproporre un progetto di fusione, o in subordine cercare il massimo dialogo con i comuni vicini, per valorizzare le grandi po-
Data di nascita: 17.05.1962 Famiglia: convivente con Nicoletta, un figlio (Thomas, 14 anni) Studi: diploma media inferiore Professione: commerciante di automobili Hobby: golf (lo sport, non l’auto), passeggiare in montagna Musica: mi piace Vasco Rossi, ma ascolto di tutto Piatto preferito: polenta e spiedo Lettura: saggi storici; divoro i quotidiani Vacanze: mare Italia, con Liguria e Toscana al primo posto Motto: “mai mollare” Busta paga da Sindaco: credo (devo ancora riceverne una) 1500 euro lordi tenzialità a livello turistico di golf, terme, parco agricolo e relativa zootecnia di pregio.
favore. Alla fine l’abbiamo spuntata di 16 voti. E abbiamo festeggiato fino a tardi.
Il costo della campagna? Poco meno di 1500 euro.
Quale la prima cosa fatta in assoluto? La prima? Non un atto di amministrazione. Il mattino successivo ho voluto conoscere i dipendenti uno a uno, ho stretto un patto, ho promesso e preteso fiducia, facendo presente che lavoreremo assieme per condividere molti obiettivi. Sono passati due mesi e sono molto soddisfatto di loro.
Dove e come hai passato il momento dello spoglio? Prima in casa di riposo con mia madre, poi in ufficio. Partivo dal presupposto che eravamo sul filo, e già dopo poche schede è stata adrenalina pura, devo essere sincero; ricevevo gli aggiornamenti via SMS ed ero sempre più agitato perché la parità è durata fino alle ultime trenta schede. Poi, come in un film fatto bene (da un regista amico) l’ultima parte dello spoglio è stata totalmente a nostro
Adesso ti trovi alla guida di un comune scampato alla fusione: vi considerate dei sopravvissuti o qualcuno che si è perso un’occasione d’oro? Direi la seconda opzione. Caderzone aveva votato a favore della fusione, purtroppo uno dei paesi candidati non ha avuto un referendum dall’esito positivo. Ora stiamo iniziando l’avventura della gestione associata imposta dalla provincia (comprende tutti i paesi da Pelugo a Caderzone) . La gestione associata è un problema, nessuno ci ha ancora spiegato come fare, ci daremo da fare per capire, per risolvere, per organizzare. Ma sono scettico, ritengo che la fusione sia molto più valida, a patto che si metta veramente tutto in comune (e non si provveda dopo a rifrazionare da capo con Asuc, pompieri e altri singoli interessi dei precedenti paesi). Nel mio programma abbiamo dichiarato di credere a una fusione.
Riesci a conciliare lavoro e ruolo di Sindaco? È dura organizzarsi bene la giornata con i tempi da dedicare alle rispettive cose. E, visto che il ruolo di Sindaco viene per primo, lavoro di sabato, di domenica, in ufficio ci vengo di notte. Qual è la situazione finanziaria del comune di Caderzone? Non ottimale, perché si sta utilizzando la cassa: sono state fatte opere di cui mancano i collaudi e la chiusura della contabilità, ma dovrebbero arrivare fondi dalla provincia. Una critica e un merito della precedente amministrazione La critica: l’ente pubblico dev’essere organizzato come fosse un’azienda e deve dialogare di più con tutti: è quanto non ho notato nella precedente legislatura e quanto ci proponiamo di fare adesso. Il merito: il rifugio di San Giuliano è un’opera ben riuscita; importante è stata anche la salvaguardia negli anni scorsi della zootecnia e della nostra piana, valore aggiunto della nostra economia, del nostro territorio e del nostro turismo Il destino del Golf? Non naviga in buone acque... Il campo è un gioiellino, questo sport è ancora una nicchia, ma ha il suo giro. Fa immagine, dà lustro al territorio, è un biglietto da visita favoloso. Ha risentito della crisi, i numeri sono in calo da qualche esercizio. Ma fra due anni finiremo di pagare i debiti e poi saremo indipendenti. Adesso si è ricreato un bel gruppo di giovani, il circolo è ben vivo, vedo fermento anche nelle serate goliardiche, nell’entusiasmo per le single iniziative. Stiamo facendo del nostro meglio per rilanciarlo, ho fiducia concreta. E l’orso? Strumentalizzato. Che ce ne siano è una risorsa, troppi costituiscono un pericolo. Sono da ridurre. Quanto resterà in politica? Progetti per il futuro? Intanto faccio questo mandato e poi ci ragiono. Non ho ambizioni particolari, ma ho degli obiettivi: nella conferenza dei Sindaci mi piacerebbe insistere sui temi legati ai servizi alla persona legati a sanità, case di riposo, scuola.
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Attualità
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L’appello a scendere in piazza di persona, a fianco degli amministratori locali eletti per governare il territorio, ha raccolto le paure di chi da Trento dista chilometri e chilometri, i timori dell’uomo comune che guarda ai suoi famigliari, alla vita quotidiana e non alle statistiche e ai numeri in un foglio excel: “Dall’alto ci dicono che ci manderanno il rianimatore da Trento con l’elicottero o con l’auto medica – compariva in uno dei volantini che chiamava i cittadini in piazza - ma cosa succederà quando un nostro amico sarà a a Tione con l’infarto e il rianimatore non potrà venire perché a Cavalese o ad Arco?”. E ancora: “Cosa succederà quando un nostro amico sarà in preda ad un attacco respiratorio e a causa della nebbia, della pioggia, della neve l’elicottero non volerà e si dovranno attendere 45/60 minuti anche considerando la pessima viabilità che ci collega a Trento?”. E i giudicariesi sono scesi in piazza, alle porte del proprio ospedale, a dimostrare solidarietà al personale di Tione chiamato a lavorare in condizioni difficili, e a chiedere che il diritto alla sanità sia pieno anche per i cittadini delle valli. “Non siamo trentini di serie B – ha tuonato dal megafono Giorgio Butterini, presidente della Comunità delle Giudicarie – stiamo chiedendo di non essere più considerati tali. Eppure siamo ancora fermi alla viabilità di cinquant’anni fa, e ora l’ospedale. Tutto questo non lo possiamo accettare più. Non stiamo chiedendo la luna, semplicemente i servizi essenziali: pronto soccorso, medicina, chirurgia, quei servizi di base sanitari
Dalla manifestazione di inizio dicembre alla questione rianimatori, siamo ancora lontani dalla normalizzazione della situazione
Sull’ospedale di Tione c’è ancora “maretta” D
di Denise Rocca
ella manifestazione per l’ospedale di Tione, a qualche settimana di distanza, rimane un piccolo cartello rosso e bianco fuori dall’entrata principale - una cicogna barrata con
gli orari nei quali il parto, a Tione, è concesso ma quello che fa specie dopo la discesa in piazza di tante persone - settecento, mille anche si è detto - è il silenzio, assordante, di Trento. lese e dall’Alto Garda, altri territori i cui ospedali sono stati ridimensionati come Tione dalle ultime misure provinciali: “Rimaniamo uniti – l’appello ripetuto da più parti – siamo tutti nella stessa situazione, non molliamo perché la sanità è il cuore di una vallata e le vallate sono lontane dal centro. La sovranità è del popolo, non della politica, che dovrà capire un’iniziativa così forte come questa”. C’era scoramento, tanta delusione e rabbia da chi periferico non si sentiva fino a quando non ha cominciato a venire
meno la certezza di un servizio sanitario pari a quello di chi vive in città. Pochi giorni dopo è accaduto che un ragazzo della Valle del Chiese arrivasse in pronto soccorso a Tione con un’appendicite per ritrovarsi trasportato non con l’elicottero, ma in ambulanza, a Rovereto e operato, a quel punto, di una peritonite acuta e non di una semplice appendicite. La sensazione è che sia contro un muro di gomma che le proteste e le ragioni portate avanti da cittadini e amministratori locali si stanno infrangendo. La partecipazione della gente c’è stata: di recente per la protesta, prima ancora lo scorso anno quando perfino le firme per l’ospedale sono state raccolte, erano 23mila secondo i calcoli degli organizzatori dell’iniziativa portate in un faldone in Provincia a Trento. Eppure nulla sembra scalfire una decisione che appare ormai presa, a discapito di tutto, ma si preferisce non dire a voce alta fino a che, semplicemente, come è accaduto il 25 novembre quando gli anestesisti sono usciti di scena per mezza parte della giornata, con una circolare di poche ore prima i cittadini non si ritroveranno la realtà cambiata da un giorno all’altro.
Manifestazione all’ospedale di Tione - Foto Ernesto Buganza
che sono imprescindibili”. Con spirito e pure ironia i cittadini hanno manifestato: “Quando mal tempo ci sarà e l’elicottero non arriverà, il paziente chi lo salverà?” recitava un grande cartellone dietro al palco. Domanda retorica per le vaste Giudicarie
– da Campo Carlo Magno a Lodrone e Ponte Arche – il cui centro più vicino, nel comune di Comano Terme, sta ad almeno 40 minuti di auto dal S.Chiara di Trento. E ancora un’amara ironia: “Cari i nostri assessori, non sono programmabili i nostri
malori” e “Il rianimatore è venuto a mancare, cittadino non ti allarmare” e infine una promessa di lunga memoria: “Siate certi, ci vediamo alle prossime elezioni”. E non c’erano solo giudicariesi: sono venuti anche rappresentanti da Borgo, Cava-
L’EDITORIALE di Adelino Amistadi
Continua dalla Prima Intendiamoci, non voglio certo fare la predica a quei signori solo perché hanno abbondato in gozzoviglie. Non sono il pulpito più adatto! Ma, dopo qualche riflessione dovuta alla singolarità della notizia, m’è venuto spontaneo abbinare i nostri intrepidi dodici apostoli alla maggioranza degli italiani, che secondo me, la rappresentano appieno. Quella maggioranza di noi, superficiali e menefreghisti, che percepiamo una realtà disastrosa, lamentiamo cataclismi economici, ruberie, misfatti politici e affini, dissesti pubblici atavici, ma ignoriamo tranquillamente la trave che ci impedisce di vedere le cose nelle giuste dimensioni. La “colpa” se c’è, è sempre degli altri. Se ci chiedono “Come va?”, la risposta è la solita: “Tiriamo avanti!” Le grandi tragedie, le difficoltà, i drammi veri, riportati dai giornali, rafforzano
Indigestioni subdole
la convinzione della nostra idea che l’Italia, il Mondo, il Vaticano, tutto è allo sfascio, ma un minuto dopo ci
giriamo dall’altra e siamo pronti per la prossima indigestione di Capodanno. Le spese in regali hanno sfora-
to ogni record, gli alberghi e le nostre montagne sono gremite di gente anche se la neve sembra, quest’an-
no, una chimera, a dicembre sono stati spesi in dolci 450 milioni di euro. Per fortuna, meglio, per nostra disgrazia, si è rifatto vivo il Califfo dell’Isis a ricordarci che è ancora vivo e annunciando nuovi attentati un po’ dovunque. Ecco che riappare il diavolo, così com’è oggi, senza corni e code, ma con kalashnikov e bombe a mano, che uccide in nome di improbabili religioni e pianifica nuove stragi e nuove follie. E non credo che si possa sconfiggerlo facendo finta di niente: né distraendoci con indigestioni pantagrueliche, né piangendosi addosso rassegnati. Il 2016 che è ap-
pena iniziato, sarà l’anno di prova per uscire finalmente dai guai economici e dalle ansie della paura. Che ognuno faccia il suo. Un po’ di ottimismo è la medicina giusta. Quella che il presidente Renzi cerca di iniettare negli Italiani assicurandoli che “...siamo fuori, il peggio è passato...”. Io credo che abbia ragione, l’importante è che non si senta soddisfatto e che continui a lottare per cambiare il Paese. Gli Italiani sentono la pancia piena, ma è colpa del cenone. Per il 2016 è bene augurarci di avere ancora un sano e buon appetito.
Attualità
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Ma i rappresentanti della politica locale ci credono ancora: ora è battaglia per avere una specializzazione (ortopedia)
Ospedale, occorre ancora lottare “L’auspicio – l’aveva detto durante la manifestazione pro ospedale Giorgio Butterini, presidente della Comunità delle Giudciarie - è che al di là delle spontanee, legittime e condivisibili proteste della popolazione, ed è davvero da tenere in considerazione che la gente sia venuta così numerosa a Tione, ci sia la volontà di ragionare nelle sedi istituzionali. Vorrei che fosse istituito un tavolo con amministratori ed esponenti del mondo medico che opera negli ospedali periferici per fare un’analisi assieme dei parametri e di cosa serve e si può fare. Un confronto diretto, trasparente e sistematico: nessuno vuole sostituirsi all’Azienda sanitaria, ma è altrettanto legittimo che il personale medico e gli amministratori del territorio abbiano voce in capitolo”. Stessa linea di pensiero per Mario Tonina, unico giudicariese in consiglio provinciale: “Credo sia arrivato il momento di dire cosa si garantisce in un ospedale territoriale – ha detto alla folla manifestante e lo ha ribadito ieri – gli amministratori delle Giudicarie chiedano uniti
di Denise Rocca Cosa sarà dell’ospedale di Tione? Non è una domanda nuova, ma dopo anni pare si sia arrivati davvero al punto nel quale, costretti dalle circostanze della riorganizzazione sanitaria e dei bilanci provinciali pari dignità per tutti i territori, ciò che desiderano per l’ospedale di Tione che, direi, sono almeno un Pronto Soccorso e un’Ortopedia specializzata e riconosciuta”. Mentre le risposte provinciali si fanno ancora attendere, le richieste del territorio sono chiare: “È stato chiesto che il reparto di ortopedia, oltre
agli anestesisti che servono a 360 gradi, recepisca la nomina di ulteriori medici: due ortopedici, e un ulteriore radiologo. Rispetto a questa ultima cosa mi pare ci siano spazi di aspettativa positivi, sul resto siamo in attesa. Chiaro che la prerogativa di avere un reparto di ortopedia di una certa qualità
ridotti, una decisione sul futuro dell’ospedale non possa più essere rinviata. La sfida del territorio, è fare sì che sia una decisione condivisa con la Provincia e non subita. e livello passa attraverso l’avere più professionisti, che supportino un primario che è competitivo ma deve avere un’equipe adeguata nelle professionalità e nei numeri”. Era uscita la notizia, qualche mese fa, che a Tione sarebbe arrivata una specializzazione chirurgica sulla mano: troppo poco
Giorgio Butterini (al centro) con Mario Tonina (a sinistra) e Mattia Gottardi
per chi accoglie milioni di turisti ogni anno legati a sport invernali e appassionati di trekking, arrampicate e bikers in estate. Si punta ad avere la chirurgia del ginocchio. “Siamo disponibili a ragionare rispetto a maternità, ginecologia e ostetricia - aggiunge Butterini - però non ci sono state occasioni di dialogo reale con l’assessore su questo. Solo chiacchierate a margine di una riunione o telefonate, la richiesta rimane quindi per la riorganizzazione dell’ospedale, quella di avere un tavolo di ragionamento, approfondimento e condivisione con il territorio, con noi, rispetto a quanto si vuole diventi ospedale di Tione. Ora è cruciale il risultato della procedura concorsuale dalla quale uscirà una risposta chiara rispetto agli anestesisti”. Queste le richieste avanzate dal territorio, ma ad ora le
uniche risposte formali ricevute è che sono stati banditi dei concorsi per gli ospedali periferici. “Tutto il resto o spiega Butterini - è un pour parler avvenuto in conversazioni assolutamente informali che non sono certo quello che ci aspettiamo sulla questione sanitaria”. E il piano B, se nessuna delle istanze del territorio venisse ascoltata, qual è? “Se quelle che sono istanze assolutamente responsabili e mature dal punto di vista della consapevolezza della situazione da parte del territorio non verranno recepite - risponde il presidente della Comunità delle Giudicarie - andremo avanti a fare opposizione. Numericamente siamo 37mila e i sindaci ci sono anche qui, politicamente va considerato”. Il 30 dicembre arriva la notizia delle dimissioni del direttore generale dell’Apss Luciano Flor, non certo amico delle Giudicarie in questi anni e che con gli amministratori locali non ha mai voluto ricercare rapporti di collaborazioni. I Giudicariesi difficilmente lo rimpiangeranno.
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Politica
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Netta è stata nel corso di questo tour l’affermazione di Mellarini, sia nelle valli (dove era favorito), sia nella città di Trento, ritenuta feudo di Dellai e invece schieratasi a fianco dell’assessore provinciale. Poi decideranno il 23 gennaio i 2.800 tesserati (record), anche se l’ago della bilancia sembra pendere verso l’assessore provinciale. Tra le visioni differenti dei due candidati spicca il rapporto con gli altri partiti: Mellarini pensa ad un’Upt forte, popolare ed equidistante da Patt e Pd, pur nel rispetto dell’alleanza di governo, Dellai è per un’Upt più orientata “a sinistra”, che pende verso il Pd. Altro motivo di divisione il rapporto con le civiche: Mellarini guarda con attenzione ad un dialogo verso questo mondo di impegno civico locale (vedi a Rovereto, ma non solo); Dellai è contrario a questo dialogo, bollando le civiche come “di destra”. Nella serata del 17 dicembre è andata in scena la serata locale dell’Upt in Giudicarie, presso il centro studi Judicaria. Davanti ad un platea di oltre 60 tesserati i due “big” candidati alla segreteria si sono sfidati sulle tematiche del congresso: forma partito, rapporti con le civiche, valori di riferimento. Nella stessa serata è stato eletto
Nell’Upt è sfida Mellarini-Dellai. Nel Patt Panizza favorito con vice il giudicariese Marchiori
Partiti di maggioranza: sale la febbre da congresso È inverno, ma la temperatura politica del gennaio trentino si annuncia piuttosto alta. In programma, nel cartellone delle prime settimane del 2016 ci sono infatti i congressi dei tre partiti che compongono la maggioranza di governo provinciale, Unione per il Trentino, Patt e Partito Democratico. A cominciare sarà l’Upt. Il 23 gennaio presso la sala
Tiziano Mellarini e Lorenzo Dellai
Giornale delle Giudicarie, nuova distribuzione con la Cooperativa Lavoro Dal 1° gennaio 2016 Poste Italiane ha sospeso la distribuzione tra¬mite Postazone, la tariffa per la spedizione di posta non indirizzata con la quale veniva recapitato, fra gli altri, anche il Giornale delle Giudicarie in tutte le utenze del nostro territorio. Si tratta di un provvedimento che crea non pochi pro¬blemi per una realtà come la nostra, che basa proprio sulla capilla¬rità e sulla copertura delle Giudicarie, uno dei motivi del suo successo, che dura da 12 anni. Questo non significa certo che il Giornale delle Giudicarie abdica dal proprio ruolo di informazione locale porta a porta. Cambia¬no, invece, le modalità di spedizione, che saranno affidate ad una coope-
rativa locale e che avranno comunque bisogno di qualche set¬timana per essere completamente rodate. In ogni caso il Giornale delle Giudicarie continuerà ad essere distribuito in 16.500 a tutte le utenze giudicariesi. Da questo numero, infatti, il Giornale delle Giudicarie viene distribuito dalla Cooperativa sociale Lavoro, con sede in località Copera a Zuclo. Per segnalare critiche, suggerimenti, disguidi nella spedizione è possibile chiamare il numero della cooperativa: 0465326420 oppure quello del Giornale delle Giudicarie, 0465322934, oppure via mail all’indirizzo: redazionegdg@yahoo.it.
conferenze dell’Interporto di Trento andrà in scena il duello per la segreteria tra l’assessore provinciale Tiziano Mellarini e il deputato Lorenzo Dellai: dal giorno del deposito delle candidature vi sono state 16 serate in tutte le zone del Trentino con il dibattito tra i due e l’elezione dei coordinatori locali e dei delegati al Palramentino del partito.
Franco Panizza e Simone Marchiori
il nuovo coordinatore locale, Flavio Riccadonna, che succede ad Alberto Armani. Riccadonna, 44 anni, commercialista è stato fino a luglio del 2014 assessore presso la Comunità delle Giudicarie nella giunta di Patrizia Ballardini. Eletti poi i cinque componenti che confluiranno nel Parlamentino a Trento: Riccardo Giovanelli, Sara Gallazzini, Eugenio Antolini, Manuela Ferrari e Enzo Caresani. Capitolo Patt. Fra gli autonomisti c’è fervore in vista del congresso del 13 marzo prossimo. In prima fila c’è il senatore Franco Panizza che punta alla riconferma a capo della segreteria: ampio è il fronte a suo favore (Presidente e assessori provincia-
li, gran parte del gruppo consigliare provinciale è con lui), anche in considerazione dell’attivismo e dei risultati conseguiti dell’ex- assessore noneso. Vi sono però due spine nel fianco, quanto grandi lo si vedrà al congresso: da una parte il consigliere provinciale Walter Kaswalder (con lui il deputato Mauro Ottobre e la consigliere Manuela Bottamedi) che lamenta un annacquamento dell’identità del Patt e richiede un ritorno alle origini. Dall’altro c’è la candidatura di Giuseppe Corona, vice presidente degli Schützen trentini, che ritiene che il Patt a gestione Panizza abbia tradito la sua vocazione autonomista e pantirolese. In questo scenario Paniz-
za gioca la carta di un percorso fatto in questi anni per la modernizzazione del Patt: il 29 dicembre il senatore ha presentato la propria tesi congressuale scritta con il segretario del movimento giovanile del partito Simone Marchiori, giudicariese di Saone, recentemente subentrato in consiglio comunale a Tione, che in caso di vittoria di Panizza diventerebbe vice segretario. Nel frattempo Panizza ha presentato la sua candidatura sul territorio: il 15 dicembre si è svolto l’appuntamento giudicariese, presso la Pizzeria Pellegrini di Tione, una serata dal titolo “Quale futuro per il Trentino, quale ruolo per le Giudicarie”, con gli interventi del Presidente della Provincia Ugo Rossi, del Senatore Franco Panizza, e di diversi consiglieri provinciali. La serata è stata coordinata dal segretario locale Daniele Bertolini, e si è parlato dello stato di attuazione del programma, in particolare della questione ospedale, sulla quale il presidente Rossi non si è sottratto al confronto, annunciando la volontà di assumere nuovi medici anestesisti in grado di coprire i turni e le reperibilità attualmente scoperte. Il Presidente ha spronato tutti all’ottimismo e parlato di fiducia nel futuro, che si basano sui primi dati positivi del 2015 e sulle proiezioni altrettanto favorevoli per il prossimo anno. (r.s.)
Economia L’ex presidente della Provincia, onorevole Lorenzo Dellai, scrive sull’Adige della grande emozione e del senso di riscatto morale provati quando i trentini poterono riprendere il controllo delle loro risorse idriche, dopo un esproprio di brutale conquista durato 50 anni. A lui va certamente il merito di aver conseguito quell’importante risultato. Chiarisce (giustamente) come la produzione di energia elettrica sia attività di libera impresa (bene e non servizio) e come le concessioni pubbliche riguardino l’utilizzo dell’acqua, non la produzione di energia. Si interroga sulla opportunità di un acquisto della quota Enel delle centrali, sulle possibilità e modalità di concretizzarlo. Dolomiti Energia ha il diritto di prelazione sull’acquisto delle azioni Enel, quindi ha la possibilità di far diventare «trentino» il 100% delle 22 grandi centrali idroelettriche presenti sul territorio provinciale (Santa Massenza, Santa Giustina, Cimego, Riva del Garda, Carzano, per citarne alcune), oltre a mantenere una quota del 33% della centrale di San Floriano. Hydro Dolomiti Enel è una
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Energia, il 2020 è vicino
Rinnovo concessioni, centrali già perse di Fabio Caumo Il 49% delle azioni Enel di Hydro Dolomiti Enel, la società che possiede le grandi centrali idroelettriche presenti in Trentino, è in vendita per 335 milioni di euro. La quota di maggioranza di tale società, vale a dire il 51%, è detenuta da Dolomiti Energia, società a capitale pubblico per l’84% (Comuni Trento, Rovereto, ecc). Oltre a Tecnofin Trentina, Bacini Imbriferi Montani, altri Comuni, Società ex municipalizzate, Fondazione società importante anche sul piano economico, una vera e propria «gallina dalle uova d’oro»: dalla sua costituzione (2008) ha fatturato oltre 2 miliardi di euro, mediamente 315 milioni anno, ha totalizzato 780 milioni di utili ed ha distribuito 596 milioni di dividendi, di cui 304 milioni
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agli azionisti trentini. In quanto si ripaga l’acquisto del 49% del capitale sociale per la somma di 335 milioni? Si tratta di un esborso finanziario che, rapportato alla quota di utile conseguibile, rende il 17%, vale a dire quasi 60 milioni di euro l’anno. Trovate voi un investimento altrettanto redditizio. Allora, perché la vendita della quota Enel pare non interessare Dolomiti Energia? La risposta è in due punti. Il primo punto è che nel 2020 scadono le concessioni pubbliche per l’utilizzo dell’acqua che fa funzionare le centrali. La legge prevede il rinnovo con aggiudicazione tramite gara: chi vincerà dovrà liquidare il valore residuo degli impianti agli attuali proprietari, ma da quel momento subentrerà nella gestione. Le 22 centrali potrebbero finire in mano a terzi (società italiane, europee o mondiali). Quindi vi è cautela sull’acquistare un «asset» che fra pochi anni potrebbe venir meno. Il punto vero però è che Dolomiti Energia non ha i soldi per acquistare, e dovrebbe indebitarsi. Eppure si tratta anche in questo caso di una società straordinariamente redditizia, che ha guadagnato 172 milioni di euro negli ultimi tre anni, ma, e qui viene il nodo centrale, li ha distribuiti in dividendi per oltre il 60%. Ben 109 milioni di euro sono finiti agli azionisti, 92 milioni a quelli pubblici: e 28 milioni a quelli privati. La Provincia ha faticato tanto per riportare in casa le centrali idroelettriche ma coloro che sono entrati in possesso di questo grande patrimonio «collettivo» hanno scelto di dilapidarlo, prelevando utili a più non posso per fare cassa, da disperdere nei mille rivoli della spesa pubblica corrente. Infischiandosene della imminente gara per il rinnovo delle concessioni (che viene vinta tra l’altro da chi presenta il miglior progetto industriale di investimenti e quindi dispone di risorse finanziarie). Un comportamento da cicale, che rende oggi difficile
Caritro. Mentre il 12% è in mano a società private trentine e il 4% all’Isa - Istituto Altoatesino di Sviluppo. Sembra che in dirittura di arrivo per l’acquisto vi sia una società australiana, mentre il dibattito locale langue fra soviet di ritorno (i privati non devono entrare) e silenzi pubblici circa la possibilità o meno, da parte del «sistema» trentino, di acquistare la consistente quota di capitale.
l’acquisto del 49% di azioni Enel e che prelude ad una probabile perdita, in capo a pochi anni, delle centrali idroelettriche. L’onorevole Dellai si interroga sulle possibili sinergie con l’eventuale nuovo partner di minoranza (gli australiani). Ci sono ragioni anche per interrogarsi quale ruolo giocherà il nuovo azionista in sede di rinnovo delle concessioni. È probabile che, acquisite le informazioni necessarie, opererà per aggiudicarsele, estromettendo i trentini. A meno di iniziative diverse, non solo il destino del 49% delle Centrali idroelettriche, ma l’intero loro futuro, appare segnato. Degli amministratori di nomina pubblica incompetenti stanno buttando alle ortiche questo patrimonio. La scelta spetta a Dolomiti Energia, dice il senatore Dellai, rispettoso delle prerogati-
ve. Vero. Ma Dolomiti Energia è controllata dal pubblico, il 22% appartiene al Comune di Trento di cui ad esempio, io sono un residente. Intendo dire che l’84% di Dolomiti Energia appartiene ai Trentini, quindi a noi tutti, e che l’acquisto delle azioni di Hydro Dolomiti rappresenta una opportunità sulla quale noi tutti abbiamo voce in capitolo. La proposta che mi sento di fare è quella di aprire il capitale di Dolomiti Energia ai risparmiatori privati, persone fisiche e attività economiche. Un aumento di capitale sociale, con emissione di azioni, anche privilegiate (senza diritto di voto ma con tutele). La società ha un patrimonio netto di 630 milioni di euro che salirebbe a 980 milioni, i nuovi azionisti avrebbero il 35%.
Le banche presenti in trentino possono garantire il pagamento al venditore (Enel) e collocare le azioni presso i risparmiatori privati. Quanto al rinnovo delle concessioni, la partita è aperta ma va giocata con decisione, l’investimento comunque vada rimarrà remunerativo. La logica che sottende questa proposta è che i benefici derivanti dalla produzione di energia idroelettrica spettano anche alla popolazione, non solo agli enti e carrozzoni pubblici. La ragione economica è che, così facendo, si offre ai Trentini la possibilità di investire i loro risparmi sul territorio, in maniera proficua, mentre oggi essi sono costretti a guardare ai titoli di stato (ormai non remunerativi) e alle borse (con i noti rischi finanziari). Ma vi è una ragione di carattere sociale e di portata più profonda: l’azionariato diffuso ridefinisce il concetto di proprietà collettiva di un bene che non è più «terzo» rispetto alla persone, ma appartiene alle persone stesse, in quanto azioniste. La scelta è nelle mani dei nostri politici ed amministratori: vediamo che cosa vorranno o sapranno decidere. Fabio Caumo Titolare di Polemos, società attiva nel campo dell’energia e delle centraline idroelettriche. *Articolo pubblicato sul quotidiano L’Adige del 27 dicembre 2015
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Focus
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E la fotografia della riforma che ne esce è la seguente: “Un consiglio di amministrazione di 5 membri nominato direttamente dalla Giunta Provinciale, per il quale non è dato sapere quali saranno le indennità di carica, ma se fosse allineato alle altre società pubbliche provinciali potrebbe oscillare tra 120.000 e 90.000 euro all’anno (cioè 150.000120.000 inclusi gli oneri), considerate le dimensioni complessive dell’Azienda che si verrebbe a creare, che avrebbe un patrimonio di Denise Rocca complessivo di quasi 900 milioni di euro e un fattu’assessorato alla sanità provinciale ha presen- ciale Istituzioni per l’Assistenza. Loro hanno provarato annuo di oltre 200 mitato un disegno generale della fusione delle to a mettere i numeri a fianco alle azioni previste lioni di euro, con oltre 3900 Rsa, senza entrare nei dettagli del funziona- dagli accorpamenti proposti dall’assessorato, basandipendenti (dimensioni su- mento e dei costi. A farlo, invece, con una posizione dosi su aziende analoghe provinciali e sui costi, sulla periori a quelle dell’ITEA, molto critica, è stata invece Upipa, l’Unione Provin- governance e l’organizzazione attuale del sistema. per capirsi). Mentre oggi un Cda costa al massimo solo fino al 2018 (per un 30.000 euro all’anno one- totale di circa 2,6 milioni ri riflessi inclusi. A questo all’anno inclusi oneri riflesvanno aggiunti i costi per la si). Se si sceglie all’interno revisione contabile e legale di tale rosa il costo sorgente di una simile azienda, che riguarda solo la differenza potrebbe attestarsi intor- del trattamento economino ai 50.000/60.000 euro co; se si sceglie all’esterno, l’anno. Un direttore gene- tutto il costo della nuova rale e due direttori di area, dirigenza sarà un costo sornominati dal Consiglio di gente per la nuova Azienda. Amministrazione, dei quali Inoltre, ci saranno un grupnon è stata indicata la re- po di “direttori di zona” che tribuzione, che però si può dovrebbero coordinare i stimare in minimo 150.000 rapporti con il territorio per euro per il direttore genera- aree territoriali omogenee, le e 120.000 euro ciascuno sui cui insisterebbero più L’interno di una casa di riposo (per un totale di 320.000 RSA. Non sono indicati né euro inclusi oneri riflessi) le zone, né il numero di tali per i due direttori di area. direttori, né il loro inqua- servizi all’esterno e del- conseguente trasferimento verse APSP, oggi destinati Non sono indicate nemme- dramento giuridico, eco- l’accesso ai servizi inter- in tale sede di tutto il per- ad uffici amministrativi, il no le modalità di individua- nomico e professionale. Si ni. Si può supporre che si sonale (circa 230 unità di cui costo minimo di gestiozione, che però influiscono deve però ritenere che se le tratterà di una nuova figura, tempo pieno equivalente) e ne andrebbe in ogni caso a non poco sui costi. zone dovessero coincidere aggiuntiva al coordinatore l’eventuale messa in mobi- gravare sul costo degli imOggi infatti le 41 APSP con gli ambiti delle Comu- dei servizi e di pari livello lità verso altri enti pubbli- mobili delle RSA (e quindi sono dirette da 38 dirigenti nità di Valle, se si vuole ga- (magari con una indennità ci del personale in eccesso sulla retta). L’ipotesi — in (3 ne dirigono due a scaval- rantire almeno in apparenza leggermente maggiore), in- rispetto alle funzioni da caso di sede già in proprieco), dei quali 11 di ruolo e il legame con il territorio, caricata del coordinamento garantire ed ai volumi di tà ed adeguata al fabbiso27 con contratto a tempo significherebbe circa altri operativo della struttura e attività. Non viene chiarito gno per circa 200 unità di determinato in scadenza 15 direttori che potrebbero dei legami con il territorio. né il modo di individuazio- personale, stimate come ai più tardi nel 2018, con essere inquadrati come gli In tal caso se ne dovranno ne della sede da destinare dotazione amministrativa una retribuzione media di attuali dirigenti delle APSP individuare 41 ex-novo e a tale attività, né il costo minima su 3900 dipendenti 72.000 euro (97.000 circa (costo di circa 97.000 euro dall’esterno, non essendo di acquisizione ed allesti- complessivi — è di speninclusi oneri riflessi). Agli ciascuno). Anche in questo disponibili internamen- mento (se necessario), né dere circa € 600.000 come 11 di ruolo si dovrà garanti- caso il risparmio dipende te tali professionalità, ed quello di gestione annuale minimo tra riscaldamento, re il trattamento economico da come si individuano tali avranno un costo medio an- (riscaldamento e raffre- raffrescamento, energia e fino al pensionamento, in- figure. Non viene specifi- nuo pari ad € 41.000 oneri scamento, pulizie, energia pulizie (serve come minimo dipendentemente dall’inca- cato se verranno mantenuti inclusi, per un totale stima- elettrica, costi di telefonia un palazzo come quello delrico, per un totale di circa altri servizi di ricevimento bile in 1,6 milioni di euro. e rete dati e costi di manu- l’ITEA in vía Guardini). E’ 1 milione di euro all’anno. al pubblico e di informa- Lo spostamento in una sede tenzione ordinaria) né viene poi da verificare l’effettiva Ai 27 con contratto a tempo zione agli utenti sui servizi, unica centralizzata di tutte esplicitato quale destinazio- possibilità di ridurre il nudeterminato il trattamento nonché di presidio ammini- le funzioni amministrati- ne d’uso avrebbero i locali, mero complessivo di unità economico andrà garantito strativo della gestione dei ve delle diverse APSP con integrati nelle sedi delle di- di personale impegnate in
La riforma Zeni in numeri
Riassetto delle case di riposo. Ne vale davvero la pena?
L
funzioni amministrative, dal momento che la centralizzazione incrementerà l’aumento della distanza dai problemi reali e della complessità dei dati e delle procedure da gestire, tanto che strutture amministrative anche private di dimensioni analoghe (ad esempio il gruppo Korian) per gestire 5000 posti letto per anziani e 5300 dipendenti impiegano circa 480 amministrativi, che è un numero superiore a quello delle APSP nel loro complesso. La centralizzazione di tutte le funzioni di provveditorato ed economato (acquisti di beni e servizi, lavori e manutenzione) e di tutte le funzioni di gestione del personale e degli adempimenti amministrativi, con ipotesi di realizzare economie di scala anche nelle spese per acquisti. In tale contesto si può stimare che, al netto dei conteziosi e dei costi di controllo, si potrebbe ottenere un risparmio stabile di circa il 5% sui 40 milioni di euro dí acquisti di beni e servizi, cioè circa 2 milioni di euro, risparmio che si può ottenere anche con forme di collaborazione orizzontale tra le strutture”. “Noi stimiamo - conclude quindi Upipa con i costi della riforma - che nel complesso tutta l’operazione, tra consulenze organizzative e personale in aggiunta per la fase di allineamento, potrebbe costare circa 2 milioni di euro nell’arco di 5 anni (400.000 euro l’anno di costi aggiuntivi)”.
A.P.S.P. - CENTRO RESIDENZIALE ABELARDO COLLINI
A.P.S.P. - CASA DI RIPOSO SAN VIGILIO - FONDAZIONE BONAZZA
AP.S.P. - GIUDICARIE ESTERIORI
PINZOLO Retta anno 2015: € 46,68 Posti letto autosufficienti: 13 Posti letto non autosufficienti: 71 Posti sollievo: 2 Servizi aperti al territorio: Servizio fisioterapia - Centro servizi - Pasti a domicilio
SPIAZZO Retta anno 2015: € 44,5 Posti letto autosufficienti: 6 Posti letto non autosufficienti: 117 Posti sollievo: 0 Servizi aperti al territorio: Servizio fisioterapia - Centro servizi - Pasti a domicilio
SANTA CROCE DI BLEGGIO Retta anno 2015: € 46,80 Posti letto autosufficienti: 6 Posti letto non autosufficienti: 131 Posti sollievo: 1 Servizi aperti al territorio: Servizio fisioterapia - Centro servizi - Pasti a domicilio - Ambulatori specialistici
AP.S.P. - PADRE ODONE NICOLINI
AP.S.P. - ROSA DEI VENTI
AP.S.P. - VILLA SAN LORENZO
CONDINO Retta anno 2015: € 41 Posti letto autosufficienti: 11 Posti letto non autosufficienti: 65 Posti sollievo: 1 Servizi aperti al territorio: Centro diurno - Centro prelievi - Servizio Fisioterapia - Centro servizi - Pasti a domicilio
STORO Retta anno 2015: € 42,00 Posti letto autosufficienti: 5 Posti letto non autosufficienti: 57 Posti sollievo: 0 Servizi aperti al territorio: Centro servizi - Pasti a domicilio
PIEVE DI BONO Retta anno 2015: € 41,80 Posti letto autosufficienti: 5 Posti letto non autosufficienti: 67 Posti sollievo: 0 Servizi aperti al territorio: Pasti a domicilio
Focus RESIDENZA SANITARIA ASSISTITA CONDINO LEDRO PIEVE DI BONO PREDAZZO STORO VALLARSA VIGO DI FASSA GRIGNO PELLIZZANO TRANSACQUA MALÉ PIEVE TESINO ARCO CASTELLO TESINO CLES CANAL S. BOVO SPIAZZO Sacra Famiglia – ARCO Sacra Famiglia – ROVERETO STRIGNO TESERO PERGINE TAIO DRO FOLGARIA AVIO NOMI PINZOLO LAVIS BLEGGIO SUPERIORE MEZZOCORONA BRENTONICO MEZZO LOMBARDO MORI RONCEGNO FONDO BORGO VALSUGANA CAVEDINE RIVA DEL GARDA LEVICO TERME Beato de Tschiderer -TN ROVERETO BORGO SACCO - ROVERETO LISIGNAGO POVO Civica di TN - S. Bartolomeo Civica di TN - Angeli Custodi Civica di TN - Gabbiolo Civica di TN - Gardolo SPES Via Borsieri SPES Via Veneto SPES «Villa Belfonte» SPES - MONTAGNAGA SPES SOLATRIX RSAO SOLATRIX RSAO TIONE RSAO SAN CAMILLO - TN
GENNAIO 2016 - pag.
RETTA € 41,00 € 41,50 € 41,80 € 42,00 € 42,00 € 42,00 € 42,00 € 43,00 € 43,00 € 43,40 € 43,50 € 43,70 € 43,80 € 43,80 € 44,00 € 44,50 € 44,50 € 44,50 € 44,50 € 45,00 € 45,10 € 46,00 € 46,00 € 46,00 € 46,00 € 46,50 € 46,50 € 46,68 € 46,74 € 46,80 € 46,87 € 46,90 € 46,91 € 46,91 € 47,00 € 47,15 € 47,30 € 47,70 € 48,20 € 49,20 € 49,20 € 49,48 € 49,48 € 50,05 € 50,50 € 51,45 € 51,45 € 51,45 € 51,45 € 52,00 € 52,70 € 53,30 € 54,00 -
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Apsp, il 2016 sarà l’anno della centralizzazione? Per le case di riposo è in arrivo la riforma Zeni, che metterà in comune gli apparati amministrativi per liberare risorse ai servizi di Denise Rocca Il comparto sanitario trentino è sotto riforma, comprese le Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona, cioè le case di riposo. Le ultime novità in materia dicono che non è Ma la questione delle case di riposo è cruciale per il futuro, con una popolazione che, è ben noto, sta invecchiando: dal 2003 al 2013 la percentuale di anziani è aumentata del 18% rispetto al totale della popolazione e più di 100.000 trentini, oggi, sono sopra i 65 anni. Oltre agli utenti, ci sono poi i 4.400 dipendenti, cioè 3.911 unità a tempo pieno equivalente che cercano chiarezza sul futuro. Il progetto presentato dall’assessore provinciale alla sanità Luca Zeni è quello di un’unica RSA per tutto il Trentino, con la fusione delle 41 Apsp attuali in una singola azienda, con un solo consiglio d’amministrazione, un solo direttore generale e dei coordinatori di strutture. Secondo i calcoli provinciali, si genererebbe in questo modo, una volta a regime, un risparmio di 15 milioni di euro l’anno. Gli obiettivi dell’assessorato sono ridurre i costi amministrativi per spostare le risorse da lì ai servizi ed evitare la frammentazione degli interventi con una regia complessiva centralizzata. Le preoccupazioni del mondo delle Rsa - amministratori e Upipa, l’Unione Provinciale Istituzioni per l’Assistenza guardano oltre i costi anche la concreta forza della riforma sul piano strutturale e organizzativo e il rapporto con i territori, ora molto forte. Non è definita nei dettagli la proposta dell’assessorato provinciale e le domande aperte, poste dall’Upipa e
dagli amministratori delle case di riposo che hanno risposto con scarso entusiasmo e molte critiche alla proposta di riforma, sono parecchie: A quanto ammonterà la retta unica giornaliera della nuova azienda provinciale?; che fine faranno i patrimoni delle APSP che ora servono a tenere basse le rette?; che fine farà il personale assistenziale extraparametro oggi finanziato per le scelte degli amministratori delle APSP?; cosa succederà a tutti i servizi e le relazioni di comunità oggi sostenute a livello locale dalle APSP? Numeri a parte (una simulazione dei costi della riforma la trovate nella pagina a fianco), la territorialità è uno degli aspetti più significativi, dal punto di vista umano e considerando che dei nostri anziani si occupano le Rsa, da considerare. “Proprio perché presenti sul territorio — spiega Mario Broggi, presidente di Upipa — le Apsp oggi riescono a coinvolgere molti volontari, arrivando anche a 50-60 persone nelle piccole comunità”. Un patrimonio in volontariato e costruzione di legami sociali che con la centralizzazione potrebbe perdersi, per non parlare dei tanti lasciti che aiutano in maniera sostanziosa I bilanci delle Rsa e il venire meno di legami territoriali forti potrebbero indebolire. La motivazione dei volontari non sarebbe la sola ad essere a rischio, secondo gli operatori del settore, in un sistema più grande e centralizzato, ma
stata messa in bilancio provinciale 2016 la riforma ipotizzata dall’assessorato, quindi qualche tempo ancora per una definizione esatta della riorganizzazione è previsto.
L’assessore Zeni
anche quella dei dipendenti. Secondo la letteratura di settore, una centralizzazione e la perdita di strutture amministrative locali e in sede potrebbero essere deleteri. Il professore Luca Fazzi, nell’introduzione del suo ultimo libro scrive: “Attingendo alla tradizione del pensiero umanistico, il libro si propone di mettere in luce dal punto di vista tecnico come il superamento dell’industria dell’assistenza non solo permette di recuperare la vecchiaia alla dimensione dell’esperienza personale dei singoli individui, ma consente anche di garantire una maggiore produttività dei servizi. Con la sua enfasi sulla contabilizzazione e la parcellizzazione, il managerialismo tratta la produzione di relazioni dí cura alla stregua di un qualsiasi altro processo produttivo. In questo modo non solo le persone sono ridotte a segmenti da trattare secondo procedure prestabilite (la nutrizione, l’allettamento, la postura, eccetera). L’effetto ulteriore è la svalorizzazione del prodotto
del lavoro degli operatori che sono portati a vivere la propria esperienza professionale con livelli crescenti di demotivazione e frustrazione”. Il sistema delle Apsp trentine ha operato in direzione dei territori in questi anni, incorporando alle Rsa servizi da proporre anche agli esterni (nella tabella a fianco vedete quelli proposti dalle case di risposo giudicariesi), da qui anche l’ostilità verso una proposta di riforma che appare andare in direzione diversa: “E’ indispensabile - sostiene Mario Broggi, presidente di Upipa - trovare con l’assessorato una condivisione anche per dare risposte sui territori che non si limitano solo alle case di risposo, ma esse devono diventare dei centri di riferimento soprattutto nelle località di valle per i bisogno del territorio e il supporto all’assistenza domiciliare. Ci occuperà per i prossimi due anni un processo di creazione di una rete territoriale dove le singole Apsp, unendosi nelle varie vallate come ritengono opportuno, riescano a rispondere ai bisogni legati all’aumento della popolazione anziana”. “Lavoriamo - conclude Broggi - per mantenere il contatto con il territorio, inoltre non vogliamo entrare in meccanismi che sono applicazioni di sistemi e modelli che secondo noi non si addicono in un comparto socio sanitario soprattutto in una realtà come il Trentino fatto di tante periferie e tante valli”.
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Economia
GENNAIO 2016
Nel frattempo la Provincia ha recentemente bocciato gli altri progetti di costruzione di centraline presentati dalla società, quelli che interessavano la parte bassa dell’Arnò, così come peraltro era possibile evincere dal parere della Conferenza dei servizi dell’ottobre 2014 Una vicenda che ha anche acquistato contorni provinciali, basti segnalare una recente interrogazione del consigliere provinciale della Civica Rodolfo Borga, che scrive: «Relativamente all’interesse pubblico le delibere della Giunta rilevano che i Consigli comunali di Bondo e Breguzzo si sono espressi favorevolmente alle domande di utilizzazione e che “il Consiglio comunale di Breguzzo con delibera n. 28 del 12 maggio 2015 non ha accolto un ricorso in opposizione avverso la propria predetta deliberazione”. Anche a prescindere da considerazioni di carattere ambientale, pare all’interrogante che molto vi sia invece da dire circa la dichiarata insussistenza di un interesse pubblico diverso rispetto a quello dell’utilizzo delle acque a scopo idroelettrico. E ciò con particolare riferimento al Comune di Breguzzo, il cui Consiglio, prima del commissariamento e della fusione, aveva dichiarato parere favorevole allo sfruttamento delle acque del torrente Arnò. A tal riguardo si osserva in primo luogo come detto parere sia stato assunto con il voto favorevole di soli 6 consiglieri comunali (4 erano assenti, 4 hanno espresso voto contrario ed un consigliere si è astenuto): di fatto la delibera del Comune di Breguzzo è stata
Bocciate quelle “a valle” ora la “palla” passa alla Provincia per la concessione definitiva
Centralina sull’Arnò ancora al centro dell’attenzione Centraline elettriche del fiume Arnò ancora al centro dell’attenzione. Dopo la riunione informativa di fine ottobre a Breguzzo, il Comitato “i Salvarnò” sta proseguendo la propria attività di contrasto all’idea di sfruttamento idroelettrico della parte alta del fiume in Val di Breguzzo prospettato dalla società Measure Srl e ormai, sembra, in dirittura d’ar-
rivo. Il progetto, infatti, è nella fase di valutazione di impatto ambientale in Provincia, dopo avere già ottenuto la compatibilità da parte dell’Appa (Agenzia provinciale protezione ambiente) in seguito alla risoluzione – almeno sulla carta – di alcune problematiche tecniche legate al deflusso delle acque nel torrente.
Torrente Arnò. foto Marco Gualtieri
pertanto assunta da una minoranza! (…) Una situazione culminata nelle dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali e nel conseguente
commissariamento del Comune, in cui un ruolo determinante ha assunto proprio la vicenda delle concessioni sull’Arnò ed in particolare il modo con
cui essa è stata gestita in sede comunale. Ancora, non può non rilevarsi come il ricorso in opposizione sia stato sottoscritto da ben 170 cittadini,
LAVORI IN CORSO SCS ONLUS Piazza C. Battisti, 69 38081 Breguzzo TN Tel. 0465 900061 Fax 0465 900242 info@lavoriincorso.tn.it www.lavoriincorso.tn.it
pari al 40% degli aventi diritto al voto del Comune di Breguzzo, ivi compresi i residenti all’estero». Annota Borga che «un numero elevatissimo di cittadini, che, pur in mancanza di sollecitazioni politiche e di qualsivoglia forma di pubblicità, ha manifestato la propria contrarietà ad un’operazione che rischia d’impoverire la Comunità di Breguzzo ed il nuovo Comune di Sella Giudicarie. (…) In ogni caso, pare opportuno che non sia sottoscritta nessuna convenzione tra i Comuni di Bondo e Breguzzo e il richiedente la concessione sino a quando non sarà costituito il nuovo Comune di Sella Giudicarie, che sarà legittimato a prendere posizione su una questione così importante e di rilevante impatto ambientale ed economico». Proprio questa circostanza ha trovato attenzione nel commissario del Comune di Breguzzo, Emanuele Bonafini,
che già nel corso della serata informativa con la popolazione di qualche settimana fa, aveva rassicurato i presenti sul fatto che non aveva ricevuto richieste ufficiali di deliberare la convenzione, e comunque non lo avrebbe fatto entro la fine dell’anno. Di diverso avviso Giuseppe Bonenti, sindaco di Bondo, che si era detto intenzionato ad approvare in consiglio comunale la Convenzione, entro il 31 dicembre scorso. In realtà, poi, il comune di Bondo si è di fatto allineato alla decisione del commissario Bonafini, non approvando la convenzione. Nel frattempo, dal 1° gennaio i comuni di Bondo e Breguzzo sono confluiti nel nuovo comune di Sella giudicarie, retto sempre da Emanuele Bonafini che ora, sul futuro della convenzione spiega: «L’intento è quello di gestire la situazione con la massima attenzione, vista la delicatezza della tematica. Ora la palla passa alla Provincia, che deve pronunciarsi per l’ottenimento definitivo o meno della concessione per la centralina: solo allora il comune di Sella giudicarie si troverà a decidere della convenzione». (r.s.)
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PULIZIA DI PANNELLI FOTOVOLTAICI Sapevi che la sola polvere ambientale depositata sui pannelli fotovoltaici è in grado di ridurne l’efficienza fino al 7%??? Se a ciò aggiungiamo foglie secche, pioggia, deiezioni di uccelli o altri materiali che possono depositarsi sulla superficie delle celle solari, si può raggiungere un calo di efficienza fino al 25%!!! Trascurare pulizia e manutenzione dei pannelli comporta una riduzione significativa dell’energia prodotta e aumenta il tempo necessario per rientrare dall’investimento. Un impianto soggetto a pulizie e manutenzioni periodiche, invece, ha una vita d’esercizio maggiore, con evidenti vantaggi in termini di costi. Lavori in Corso dispone di efficienti macchinari per la pulizia dei pannelli, ed ha perfezionato con l’esperienza le tecniche per eseguire al meglio questo genere di intervento. Contattaci per un preventivo!
Il Saltaro delle Giudicarie Ormai siamo chini al potere ed alla politica distorta che più distorta di così si muore. Da quassù, ove nessuno ti rompe l’anima, vado col pensiero alla mia vita al servizio della gente, sempre col cuore e mai col portafoglio, puro spirito quale sono, rifuggo ogni interesse che non sia l’interesse di tutti. Mi siano testimoni i nostri Santi Protettori sui quali ho sempre fatto affidamento ricevendone consenso e conforto. Così, intristito e svigorito, affronto il nuovo anno con la coscienza limpida di sempre. Anno nuovo, vita nuova. Magari! Che l’anno nuovo ci porti un mondo migliore. Che l’anno nuovo ci riservi felicità e gioia, che l’anno nuovo cambi la nostra vita! Così sembrano essere gli auspici che salgono al cielo da ogni parte delle Giudicarie. Il vostro Saltaro, dall’intimo della sua secolare saggezza, ha tutt’altre idee: concedetemelo, a me basterebbe un mondo semplice, sereno, un mondo “normale”: un mondo in cui ci si torna a salutare, ci si ritrovi in piazza o nelle osterie a far due chiacchiere, si ritorni in chiesa a riposare l’anima. Un mondo in cui i bambini tornino a giocare per le strade, invece di pensare al sesso a dieci anni, e le mamme che allevano i figli invece di gettarli nella spazzatura. Un mondo in cui le persone si rispettino a vicenda al di là della faccia, della razza e della Religione. Un mondo in cui le persone abbiano il posto che loro compete per capacità, intelligenza e meriti. Un mondo in cui chi detiene il potere e ricopre incarichi pubblici sia al servizio della comunità e non viceversa. Un mondo dove i delinquenti stanno in galera, i matti nei luoghi di cura, i mediocri e gli idioti fuori dalla politica e non vadano in Tv a starnazzare come polli estrogenati. Cose che sarebbero normali in un mondo normale. Se così non sono, vuol dire che il mondo d’oggi non è normale. Allora non c’è bisogno di inseguire
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Buon anno all’Italia del..... IL SALTARO DELLE GIUDICARIE
L’augurio è che il 2016 sia un anno con meno contraddizioni e più speranza per tutti: anche se i presupposti... Nell’attesa della pensione, dell’accantonamento, il vostro Saltaro, residuo di un passato glorioso, fatto di eroismo, lavoro e valori atavici, s’è ritirato nei suoi anfratti sulle cime del Brenta a meditare. Ormai, quanto prima lascerà il campo a giovani rampanti, armati di telefonino, smartphone, telecamere e mille altre diavolerie. Roba moderna per un mondo moderchissà quali utopie, per gran parte irrealizzabili e mondi perfetti, basterebbe avere un mondo “normale”. Ma mi rendo conto che anche la semplice normalità e un’utopia. Ecco perché l’Italia non sarà mai un paese normale. Basti pensare al qualunquismo imperante, il populismo di coloro che ci marciano per ottenere consenso, sproloquiando in modo indecente, cos’hanno da imparare i nostri ragazzi dalle mattane televisive del Salvini, dalla minchiate grilline, dagli impostori di professione. Oh, si sa, la colpa è sempre degli altri, l’erba del vicino ormai fa schifo, e se la nostra lo fa altrettanto è solo perché costui di notte ci fa sopra la pipi per dispetto. E’ bello, è facile essere qualunquisti, per male che vada ci si giustifica dando la colpa al grado alcolico di moda, ma “almeno mi sfogo, la dico tutta su tutto e chissenefrega”. Perché noi italiani siamo fatti così. Si, siamo così. Ne è lo specchio la televisione, che ci riempie di notizie tragiche, quasi ci trovasse gusto, per poi finire le trasmissioni con perizomi e reggipetti. Perché siamo l’Italia della famiglia a pranzo e a cena e delle digressioni per il resto della giornata. L’Italia che incatena i ladri di biciclette e porta
sull’altare i banchieri che rubano i risparmi della povera gente. L’Italia dei magistrati che finiscono nelle liste elettorali di qualche potente, e dei magistrati che finiscono nei guai. L’Italia delle raccomandazioni, l’Italia delle code e delle scorciatoie. L’Italia dell’uomo che si è fatto da se e quello che si strafà da se e anche di qualcosa d’altro. Siamo l’Italia che si commuove per un cucciolo abbandonato e l’Italia che vorrebbe prendere a cannonate le navi degli immigrati. Quella che odia le tasse e poi non vuole le buche nelle strade. L’Italia del costo del lavoro, del lavoro a basso costo e del lavoro possibilmente in nero. L’Italia dai mille partitini
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no, roba bislacca per un mondo bislacco. Mezzo orbo come sono, sono stato giudicato inabile per continuare il mio lavoro di custode sincero delle nostre virtù e della nostra terra. Anche perché la terra non è più nostra e le nostre virtù stanno esaurendosi, colonizzati dalla città e indifferenti ad ogni richiamo alle prodezze del passato.
per garantirsi mille privilegi. L’Italia in vendita che si fa comprare dalle tangenti e dalle mediazioni. L’Italia dei pensionati sul lastrico e di quelli che ci tirano tutti sul lastrico. Della gente sulla strada e delle donne sul marciapiede. L’Italia col demone della truffa e dell’ imbroglio. L’ Italia degli operai e quella degli onorevoli e dei senatori. Di chi lavora dalla mattina alla sera e di chi lavora dal giovedì al venerdì. L’Italia dei 1200 euro al mese e quella dei 15.000. Sì, cari Giudicariesi questa è l’Italia. Ma non è tanto diverso il Trentino che è pur sempre Italia. A cominciare dalla politica. Penosa e strampalata.
Con partiti e partitini allo sbaraglio. Ove il bene comune è l’ultimo dei loro pensieri. Col Pd dalle mille facce e dai mille pensieri, partito di salotti e di città, di occupazione di posti ben remunerati, e di grandi strategie per gli affari loro (di città, s’intende). E il l’UpT che sta per scomparire con quel patetico confronto fra i due aspiranti segretari, gente di primo pelo, finalmente il processo di ringiovanimento si sta completando, con la vecchia Donata che se va sostituita da giovanissimi virgulti (ah... ah…!), fino a quando, fino a dove? Il Patt, armato fino ai denti, ormai il partito dei “nonesi” e dei “siori”, sta sbracando col suo “schutzerino” intra-
prendente, sta inglobando chiunque pur di avere numeri, pur di avere tessere. Giusto, i voti non si annusano, ma si contano. Salvo non restare asfissiati senza saperlo. Gli altri, dispersi fra i monti e le valli, rappresentano solo se stessi e le proprie poltrone, e noi a votarli. Questo è il Trentino con l’aggiunta di una Cogo più che mai agguerrita che non perde occasione di tirare in ballo le donne in politica, le quote rosa e la solita tiritera. Se il modello di donna in politica fosse lei, saremmo davvero messi bene. Per fortuna ce ne sono di tutt’altra specie. A fine d’anno poi scopriamo che la Provincia ha circa 1.700.000 milioni di debito, di cui 1.350 milioni lasciati in eredità dal precedente presidente e quello attuale che ci dà dentro per farne altrettanti. Che continua, anzi aumenta. E la burocrazia è diventata totalmente incontrollata ed incontrollabile, la Corte dei conti dixit. E allora, possiamo perderci in chiacchiere, a costruire progetti e grandi aspettative, a sognare Not, Metroland, boulevar, e treni interrati? Restiamo coi piedi per terra, ben saldi, cari Giudicariesi, accontentiamoci di avere una vita normale in un Trentino normale, che sarebbe già molto, e se ci annoieremo, daremo una mano ai salottieri di Trento per liberarsi dei loro formidabili ospiti, quei conigli imprendibili che ormai li rappresentano appieno. Che l’anno nuovo sia normale, BUON ANNO!
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Europa e dintorni
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2015, la storia che ritorna
L’emergenza migrazioni dell’anno appena finito (e che continuerà anche nel 2016) riporta alla luce antiche divisioni: proprio in questo momento serve “più” Europa
Quindi mi chiedo, quanto davvero ci sentiamo parte dell’Unione Europea? Ci crediamo ancora seriamente in questo progetto? Inizialmente l’UE, nata con il Trattato di Roma del 25 marzo 1957 sotto il nome di CEE (Comunità economica europea), poco dopo la catastrofe della Seconda Guerra Mondiale e preceduta nel 1951 dal Trattato istitutivo della CECA (Comunità europea del carbone e dell’acciaio) era sorta per trovare una collaborazione economica tra gli Stati membri fondatori, in modo tale da evitare nuovi conflitti, quindi riuscire a garantire una stabilità anche sul piano politico. Nel corso degli anni, questo patto di natura economica iniziò ad ampliarsi anche in altri settori, primo fra tutti quello politico: nel 1992, con il Trattato di Maastricht, sulla base della CEE viene istituita l’Unione Europea (UE), proprio perché non era più possibile parlare solamente di un patto economico. I cambiamenti sono sta-
C’è molta ignoranza su cosa di Francesca significhi far parte dell’Unione Europea. Un’ignoranza involontaria purtroppo, sia sulle sue istituzioni, così come sulle funzioni e sul perché sia nata. A scuola non mi hanno insegnato cosa significhi essere europeo, e nessuno mi ha mai spie-
gato come sono organizzati i suoi organi principali. Le istituzioni, la costituzione e l’organizzazione dello Stato italiano, invece, li conosco, o perlomeno ho le basi per poter leggere un articolo di giornale senza perdere troppo il filo del discorso.
Cristoforetti
La barriera eretta sul confine dell’Ungheria
ti molti ed importanti: la moneta unica, l’abolizione dei controlli alle frontiere, quindi la libera circolazione delle persone all’interno dei paesi europei, il raf-
forzamento di Istituzioni; molto importate fu la difesa del rispetto e della tutela dei diritti umani. L’inizio dei veri problemi, ovvero dalla crisi economi-
ca all’arrivo della cosiddetta “ondata” di migranti, ha portato con sé il confronto con la vera Europa: ci siamo ritrovati a dover essere europei troppo in fretta,
senza aver mai maturato un vero e proprio senso di appartenenza. Più volte si è parlato di “rottura” e “frantumazione” dell’UE, soprattutto nell’ultimo periodo con la gestione del flusso migratorio: ad esempio molti Stati membri, in particolare quelli dell’Est, hanno preso provvedimenti per proprio conto, spesso rifiutando le direttive di Bruxelles. Venendo a mancare quindi la solidarietà e un reale unione tra gli Stati, presente solo nei trattati e nei patti cartacei, hanno iniziato a prendere il sopravvento nuovi (e vecchi) partiti nazionalisti e xenofobi all’interno dei singoli paesi. Per tanto tempo dopo la Seconda Guerra Mondiale, abbiamo demonizzato e odiato la cultura fascista e
nazista, basata su una politica razzista e violenta, cercando di allontanarcene il più possibile. Ma nonostante questo non ci siamo accorti (e forse non ci stiamo accorgendo) che alcune ideologie, simili a quelle passate e riproposte soprattutto dalle destre estreme, in questo momento vengono giustificate e viste come un qualcosa di “normale”, in un’Europa che si è sempre schierata in difesa della libertà e della democrazia. Ci siamo sempre chiesti perché i cittadini tedeschi non abbiano mai saputo delle stragi degli ebrei condotte dai nazisti prima dell’arrivo degli Alleati. Noi forse ci stiamo rendendo conto della crisi umanitaria o del numero di cadaveri presenti nel Mediterraneo? E’ forse la storia che ritorna? La storia non deve rimanere soltanto stampata nei libri: noi stessi siamo gli attori e come tali dobbiamo renderci partecipi, agendo o perlomeno informandoci su ciò che accade.
L’EDITORIALE di PAOLO MAGAGNOTTI
Ripresa di valori per l’Europa
Dentro e fuori i processi della globalizzazione vi sono questioni, problemi ed interrogativi di difficilissima e talvolta impossibile portata umana. E non si tratta solo della ferocia con cui Deash, il cosiddetto stato islamico minaccia l’Europa e l’Occidente intero. Quasi ogni giorno dobbiamo confrontarci con nuove crisi ed emergenze di varia natura, dai mutamenti climatici alla sicurezza. Siamo tutti coscienti, a meno che non si voglia chiudere gli occhi, che poco o nulla oggi e come ieri; si impongono pertanto nuovi registri per la nostra vita quotidiana e per cercare di preparare al meglio il futuro delle nuove generazioni. Si tratta indubbiamente di sfide che non possono essere affrontate solo individualmente od anche dalle piccole comunità; si impone la necessità di una forte unità d’intenti e di azione da parte delle società maggiori, ad iniziare dagli Stati nazionali, i quali non possono più procedere lungo una via che ha segnato la loro vita ed attività secondo schemi tradizionali. Per quel che ci riguarda più da vicino vogliamo porre qui ancora una volta la questione dell’unità europea, quell’unità che dopo la sua prima impostazione nel secondo dopoguerra e successivi passi che hanno registrato positive evoluzioni e contribuito significativamente a migliorare le condizioni di vita dei cittadini europei , ora
vediamo purtroppo disciogliersi in anacronistiche chiusure e rivendicazioni nazionali. Più volte su questo giornale abbiamo parlato di Europa, di significato e prospettive del Progetto europeo che ha visto fra i suoi promotori lo Statista trentino Alcide De Gasperi. Vogliamo farlo ancora proprio all’inizio di quest’anno e continueremo a farlo nei prossimi mesi, nella convinzione che solo in un’Europa unita e forte gli europei potremo sperare di avere al meglio le loro condizioni di vita. Purtroppo non abbiamo oggi molti segnali incoraggianti e confortanti; ciononostante non dobbiamo scoraggiarci, ma continuare a tifare senza riserve per l’unità europea. Registriamo l’ingenerosità di molti Stati membri dell’Unione che dopo aver avuto in passato eccezionali benefici dalle Istituzioni europee, ora, di fronte a difficoltà che richiederebbero pure un loro rafforzato impegno, anche a costo di qualche particolare sacrificio, voltano le spalle al passato; con un atteggiamento tutt’altro che lungimirante, rivolto esclusivamente ad interessi interni di varia natura, si dimostrano per taluni aspetti incuranti di indebolire, se non addirittura si far fallire quello che è il più grande e affascinante progetto democratico di unificazione di popoli mai visto nella storia dell’umanità. L’incredibile richiesta del governo di Lon-
Renzi, Merkel, Cameron e Hollande
dra di rivedere l’attuale trattato di Lisbona su cui si basa attualmente l’intero impianto dell’Unione europea prevedendo per il Regno Unito quasi esclusivamente la presenza nel mercato interno per consentire di fare affari ai britannici; la disumana intenzione del governo danese di privare i rifugiati di loro beni come condizione per essere accolti e il voltagabbana di Paesi dell’Est europeo sono solo alcuni esempi che, aggiunti al pericoloso affermarsi di forze politiche populiste antieuropee, pongono interrogativi sul futuro di un’Europa unita. Credo che alla base di questo sgretolamento vi sia purtroppo il venir meno, quasi il precipitare di princi-
pi e valori fondamentali sui quali è stata fondata l’unità europea ed attorno ai quali vi è stata la sua evoluzione nei migliori momenti dei decenni passati. Si pensa solamente al contingente, ad interessi immediati od a speculazioni egoistiche per il futuro. Si è venuti meno al principio di una progettualità che deve vederci uniti per portare avanti assieme una visione volta all’interesse comune e nel quale possono trovare spazio legittimi interessi individuali e di comunità. I Padri fondatori avevano una visione ed in funzione di questa visione hanno deciso ed operato finché ne hanno avuto la possibilità. Sono profondamente convinto che se noi in Europa non
saremo capaci di riprendere il percorso di unità sulla base di principi e valori come base di una visione nuovi e più pesanti tempi grigi si prospetteranno per tutti noi. Mi auguro che il 2016 segni una forte ripresa di coscienza sull’imperativo di ridare sostanza a principi e valori per rafforzare e rendere sempre più solida l’architettura dell’unione europea. Per far questo è necessario a mio avviso che vi sia, soprattutto da parte delle giovani generazioni, uno scatto d’orgoglio europeo che smuova taluni governi intorpiditi attorno ad interessi ed ambizioni nazionali. Sono cosciente che attualmente la fiducia dei cittadini nei confronti dell’Unione europea non è a massimi livelli. I cittadini dovrebbero peraltro essere coscienti che troppo spesso uomini politici, compresi ministri e capi di governo, accusano le istituzioni europee di carenza per coprire deficienze nella politica nazionale. Critichiamo pure fin che vogliamo l’Unione europea, ma facciamolo per il meglio ed in ogni caso, pur nei limiti che la stessa può avere, ogni giorno che ci alziamo ringraziamo il cielo di avere avuto dei Padri che l’hanno fondata e preghiamo perché possa essere conservata e rafforzata.
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Dopo diversi rinvi, via libera alla progettazione per la ristrutturazione dello stabilimento di cura delle Terme delle Giudicarie Esteriori
Terme di Comano, qualcosa si muove Si inseguiva nel 2008 l’industria della bellezza e i finanziamenti provinciali ammontavano a 24 milioni di euro con la potenzialità di diventare 32. La cronologia di allora, nero su bianco sugli atti amministrativi, indicava il 2014 come il completamento dei lavori, e il 2015 la fine della rendicontazione. Di acqua sotto i ponti della Sarca ne è passata parecchia da allora, e pure di amministratori, sia alle Terme che nei comuni, proprietari dell’azienda consorziale. “Panta Rei - tutto scorre” diceva Eraclito: così nel 2016 si è non alla fine ma all’inizio del piano di sviluppo, per essere precisi all’affido della progettazione per la ristrutturazione dello stabilimento di cura delle Terme di Comano, il centro benessere è stato stralciato e ci si è attestati su un finanziamento provinciale finale di 24 milioni di euro - una parte già spesa in una serie di interventi in questi anni -confermato da una delibera provinciale del 23 dicembre 2015. Di questi, il 91,4% viene finanziato dalla Provincia, il restante 8,6%, circa 2 milioni e 100mila euro in soldoni, dai comuni delle Giudicarie Esteriori. La nuova cronologia per il piano di sviluppo concordata fra le parti indica nel 13 ottobre 2018 il completamento dei lavori, e l’anno dopo la chiusura della pratica con la rendicontazione finale. Per chi ama la sintesi delle tabelle, ecco in numeri lo status quo della riqualifica dell’Azienda Terme di Comano, ratificato dalla Provincia prima di Natale:
G
ennaio 2016: secondo gli accordi fra comuni e Provincia e la cronologia ipotizzata quando nel 2008 le amministrazioni locali, la Provincia di Trento e i vertici dell’azienda Terme
le modifiche allo statuto dell’Azienda Termale proposte dall’assemblea dell’azienda consorziale e approvato da tutti i consigli comunali della valle; è stata affidata la progettazione per la ristrutturazione dello stabilimento di cura. Il cambio di governance. Nello statuto modificato, cambiano la governance e gli organi amministrativi, vengono regolamentati i rapporti in caso di fusione dei comuni proprietari dell’azienda consorziale lasciata dal benefattore G.B. Mattei alla popolazione
Acquisto Sibilla Cumana Ristrutturazione stabilimento termale Ristrutturazione Antica Fonte Magazzino Villa Vianini Allaccio fognario Sistemazioni parco termale Sistemazioni esterne e copertura passerella Spese tecniche coordinamento Pozzo Hydra e strada di accesso cantiere Progettazione centro benessere e oneri connessi TOTALE Nel 2015 la situazione, dopo lo stallo creato da un groviglio di problemi, incomprensioni, personalismi, difficoltà e via elencando, pare essersi sbloccata. Due eventi sono accaduti principalmente: è cambiata la governance, con
di Denise Rocca
delle Giudicarie Esteriori, e definita l’annosa questione della beneficenza che l’azienda è tenuta a fare sul territorio in seguito alle disposizioni del lascito Mattei. I vertici, anzitutto: nel nuovo statuto, la figura del direttore viene tolta
dalla lista degli organi dell’azienda, per diventare invece una figura tecnica la cui presenza verrà decisa dal consiglio di amministrazione che potrà anche scegliere di affidare invece quelle prerogative al Presidente o ad un membro del Consiglio. Con l’attuale Cda in scadenza, l’intenzione dell’assemblea sembra muoversi verso un’unica figura, al momento, che faccia sia da presidente che da direttore. Fra i nomi che si stanno vagliando, il più quotato pare sia quello di Roberto Filippi, direttore della Cassa Rurale Don 2.400.000 € 16.300.000 € 1.500.000 € 700.000 € 350.000 € 200.000 € 900.000 € 346.000 € 904.000 € 500.000 € 24.000.000 € Lorenzo Guetti, ma mentre scriviamo non c’è ancora nulla di definito. Il Consiglio di amministrazione stesso si riduce di numero: dagli attuali 7 membri si passa invece ad un consiglio che potrà avere dai 2 ai 4 componenti, presidente compreso. Due
di Comano avevano siglato un accordo di programma, a Ponte Arche sulle rive del fiume Sarca avrebbe dovuto sorgere un nuovo stabilimento termale con un lussuoso centro benessere annesso.
misure che svincolano i membri del Cda e la figura del direttore dalla diretta influenza e dipendenza politica rispetto ai comuni. Il Cda si occuperà di portare avanti le linee programmatiche e gli indirizzi indicati dalla proprietà, che sarà invece l’assemblea dell’azienda formata, come accade anche ora, dai primi cittadini o dai loro rappresentanti dei comuni delle Esteriori. All’Assemblea il compito di dettare indirizzi e obiettivi, oltre alla nomina del Cda. “Il numero di sette componenti – spiega il presidente dell’Assemblea termale Alberto Iori - era legato ai sette comuni di un tempo ed era una regola di prassi che le amministrazioni esprimessero una figura ciascuno per il Cda. Abbiamo ritenuto che la provenienza geografica o politica non fosse un criterio al quale dare così tanta importanza: l’espressione del Cda deve arrivare dalla proprietà, che è l’assemblea, ma non serve un collegamento diretto con l’amministrazione comunale, piuttosto si guarderà a capacità e competenze”. Sembra quindi che dopo anni difficili nei quali anche gli scontri politici esterni erano arrivati a turbare l’attività dell’azienda, si siano prese delle contromisure. Istituzionalmente, nel nuo-
vo statuto vengono previsti anche gli aspetti che riguardano eventuali fusioni: le quote di partecipazione rimarranno le sette originarie, anche in caso di fusioni, mentre la rappresentanza in assemblea sarà di un singolo membro per comune. Viene definita anche la destinazione degli utili: il 50% al fondo di riserva statutaria, l’altro 50% alla beneficenza nella misura massima del 2% dei ricavi gestionali. Fino ad oggi l’azienda viveva una contraddizione di termini oggetto di grande dibattito al suo interno: era obbligata a versare la beneficenza sui ricavi, quindi anche in assenza di utili. “Quello che è stato scelto – commenta Iori - è di salvaguardare l’obbligo dell’azienda alla beneficenza come previsto dal lascito Mattei, ma solo in presenza di utili. E’ una questione di responsabilità: la beneficenza si fa certo con l’elargizione di denaro dove serve, ma anche con un’azienda che funziona, in grado di dare lavoro e creare indotto. Il lascito parlava di bisognosi della valle, in un’interpretazione contemporanea penso si possano includere tutti quei cittadini che hanno bisogno di lavoro e indotto come singoli e le associazioni che necessitano dell’utilizzo di tutto quello che le Terme possono offrire”.
Con lo statuto è cambiato anche l’Accordo di Programma siglato nel 2008, in particolare è stata chiarita la questione della restituzione da parte dell’azienda dei fondi versati dai comuni all’interno del finanziamento dei 24 milioni di euro per lo sviluppo termale: l’accordo attuale prevede l’aumento del fondo di dotazione dell’azienda consorziale in forma di partecipazione da parte dei comuni, quindi escludendo la futura restituzione di somme. “Non si prevede una restituzione delle quote – spiega Iori – ma abbiamo ribadito invece che in termini occupazionali e di indotto nell’arco della vita dell’azienda questa deve arricchire il territorio. Un concetto che abbiamo ribadito nell’accordo, non perché non accadesse anche prima ma perché è un tema molto sentito”. I lavori. Una parte delle opere sono state avviate o portate a termine negli anni scorsi, e 500mila euro comunque investiti nell’iniziale progettazione del centro benessere ora stralciato dai progetti aziendali, ma il grosso del piano di sviluppo, la parte attesa e perfino mitizzata dagli operatori turistici locali, è la ristrutturazione dello stabilimento termale. Nell’autunno 2015 è stata finalmente affidata la progettazione dell’intervento. Ad occuparsene sarà un raggruppamento formato dallo studio T.E.S.I. Engineering Srl, il capofila trentino del pool di tecnici formato da Architer Srl, Ingegneria & Geologia Srl, Itekne Studio Associato, Kreos Srl, Planex Srl, Strutture & Progetti Ingegneria Studio Associato e Sunering Srl.Al bando. Hanno partecipato 16 raggruppamenti provenienti principalmente dal nord Italia al bando di gara. L’assegnazione è avvenuta con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa con il 70% del punteggio per agli aspetti tecnici e qualitativi, mentre il 30% legato al ribasso a base d’asta. Il raggruppamento con capofila lo studio T.E.S.I. si è aggiudicato il bando per 320mila euro, su un importo a base d’asta di 523.129,81 euro. Il progetto è atteso ora entro maggio secondo i termini dell’affido che prevede per i progettisti 150 giorni per arrivare al progetto definitivo.
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Attualità
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Stiamo parlando di “Affari Tuoi”, il quiz show condotto nell’ultimo periodo da Flavio Insinna, nel quale concorrenti provenienti da tutte le regioni di Italia inseguono la fortuna di una cospicua vincita tra strategia e simpatici sketch. Ogni volta che un nuovo concorrente fa il suo ingresso, parte subito il “mi pare di averlo già visto”, specie se si tratta di qualcuno proveniente da zone abbastanza vicine. Beh, questa volta il dubbio, per noi giudicariesi, non ce lo siamo posti perché il concorrente trentino che dal 27 novembre al 12 dicembre è comparso nel programma TV è stato Luciano Trola, addetto alle vendite del negozio “Formaggi Trentini” a Tione di Trento. Una curiosità: tutto è (quasi) iniziato con uno scherzo. E’ lo stesso Luciano ad accompagnarci nella sua avventura: “Tre anni fa, in inverno, avevo partecipato ai miei primi provini per Affari Tuoi, tenutisi a Trento. Per me era una esperienza nuova, e l’avevo affrontata senza nessuna aspettativa. Conclusi i provini, passò un po’ di tempo, durante il quale arrivò il primo di Aprile: in questo giorno, assieme ad amici, avevamo organizzato uno scherzo ad un altro nostro amico facendogli credere di aver avvistato dei ladri in casa sua. Scoperta la burla, sembrava che tutto finisse li...ma la rappresaglia era iniziata. Qualche settimana dopo mi arrivò una lettera corredata da firma, intestazione e bolli della Rai, che mi invitavano a Trento all’omonimo Hotel per fare ulteriori provini in vista della chiamata per andare a Roma: in pratica, sembrava mi avessero preso. Inutile dire che né all’Hotel e nemmeno alla sede della Rai nessuno ne sapeva nulla. Non solo: alla Rai minacciarono azioni legali per via della falsificazione di firma e tim-
Il ronconese si è portato a casa 50.000 euro nel noto programma di Rai 1 e ha vinto la sfida simpatia
Gli “AffariTuoi” di LucianoTrola È
di Aldo Gottardi forse il programma televisivo più seguito d’Italia, che da anni accompagna l’ora di cena di milioni di
persone. Tanti seguono per divertimento, e probabilmente ancora di più sognano di potervi partecipare.
Luciano Trola con il conduttore Insinna
bri!! Fortunatamente alla fine, dopo una indagine quasi ‘alla Derrick’ sono riuscito a riportare la situazione alla normalità... anche se dopo una bella litigata con l’autore dello scherzo! Due mesi fa ho ripetuto il provino per Affari Tuoi. Ormai sapevo come si svolgeva, perciò sono andato molto tranquillo e spensierato e con la battuta pronta. Non mi aspettavo però che appena dopo due giorni mi richiamassero per altri provini
A Tione 28 e 29 gennaio e 1 febbraio Orario Continuato; 30 gennaio fino alle 12.15
che si sarebbero tenuti a Roma. Temendo il peggio, ho chiesto se non si trattava di uno scherzo! Ma era tutto vero. Non solo, ma scoprii che mi avevano già scelto come prossimo concorrente. L’organizzazione per i trasporti e per la sistemazione garantita dalla Rai è stata eccezionale, e già il 17 novembre abbiamo iniziato le registrazioni. Una curiosità: il vestito/costume che ho indossato per tutte le puntate, lo avevo scelto io per
la serata di esordio, così per far sorridere. Ma allo staff è piaciuto così tanto che me lo hanno fatto indossare sempre. Il 1° dicembre ho giocato, subentrando a Tiziana Sinisgalli, di Darè (la mia puntata si sarebbe vista in TV il 12 dicembre). Al mio primo ingresso in studio, il 17 novembre (27 novembre in TV) mi sono presentato a tutti, ed ero in effetti un po’ emozionato, anche se un discorsetto me lo ero preparato, pre-
sentando oltre a me anche le eccellenze che il nostro territorio produce e per le quali è conosciuto. L’agitazione ti accompagna solo per i primi momenti, poi ci si ambienta subito: è un posto bellissimo, con persone molto disponibili ed umane, e lo stesso Flavio Insinna è una persona molto umile e buona. Alla partita perciò ero relativamente tranquillo anche se, con lo ‘sgambetto’, il gioco si è dimostrato più avvincente e strategico
del previsto. Ma non sono mancati i momenti divertenti, come i balli, sketch e lo stesso gioco ‘special’ dove dovevo cercare di fare centro con delle palline (e nel quale sono stato, a detta di Flavio, l’unico finora ad aver vinto!). Insomma, ci si è divertiti un mondo, ed era questo il mio obiettivo: divertirmi e divertire. Anche se, ovviamente, si sapeva che in ballo c’erano soldi. E’ anche per questo che, arrivato alla fine con quattro pacchi, all’ultima offerta della ‘Dottoressa’ non ho potuto dire di no. Il rischio di non vincere nulla c’era e la partita era stata fino a quel momento soddisfacente. Così ho concluso e ne sono stato più che felice, oltre la vincita soprattutto per l’esperienza che ho vissuto. Un’ultima cosa: approfitto qui per fare i ringraziamenti che, causa tagli alle riprese, non sono stati trasmessi: saluto i miei fratelli e tutti i miei nipoti Manuela, Luigi, Federico, Gloria, Davide e la piccola Greta. Un saluto e un ringraziamento ai miei datori di lavoro la Sig.ra Failoni, il Sig. Paoli e il Sig. Graziadei. Un caro saluto al mio maestro di pesca Bruno Bazzoli, a sua moglie Monica e ai figli Giada, Paologiorgio e Michele, e un saluto a tutti gli amici pescatori. Saluto anche gli amici di ballo della Pizzeria Veliero di Ponte Caffaro (in particolare Serafina e Daniele), tutta la mia compagnia, i miei colleghi e un saluto a tutti i clienti del punto vendita Latte Trento di Tione (Formaggi Trentini).”
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Attualità
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Uno studio complessivo sta dietro le scelte che definiranno il profilo della ristrutturazione della nota struttura ricettiva
L’Università diTrent
nale che ha grandi potenzialità paesaggistiche in termini di quinta scenica con i suoi 360 gradi di visuale, il manufatto inciderà su questo sito sia in termini di percezione dello stabile rispetto alla punta del Brenta sia come possibilità di fruizione dell’area. Spesso e volentieri i luoghi dove confluiscono più linee di accesso funiviario e servite da strutture ricettive sono figlie di una mancata valutazione degli aspetti esterni che rischia di far scadere l’area. Quindi capire se la relazione, per esempio, fra Capanna Hofer, che è un bene culturale e ambientale, e Chalet Fiat vada corretta o rivista; inoltre, le relazioni fra gli spazi interni e queste visuali e paesaggi esterni, sono fra i punti chiave del lavoro che gli studenti devono portare avanti”.
di Denise Rocca I protagonisti sono un albergo in quota – il ristorante e albergo Dosson allo Spinale, meglio noto come Chalet Fiat – la proprietà collettiva dell degli interventi più significativi che faremo in questi quattro anni, quindi va posta grande attenzione all’avere una struttura all’altezza delle bellezze naturali fra le quali si trova, sia come aspetto
ACI Tione Agenzia Viaggi Eridio - Storo Agenzia Ballardini - Tione di Trento Agnoli Luigi - Tione di Trento Agraria 2000 - Tione Agritur il Favo - Villa Rendena Albergo Ginevra Albergo Roncone Apt Madonna di Campiglio - Pinzolo-Val Rendena Architetto Sabrina Scandolari Tione Armani Remigio - Lardaro Armani Arredo Casa Ascoop – Tione di Trento Asm Tione Asilo Nido Fantabosco - Ponte Arche Atesina Gas – Lavis Autorendena - Villa Rendena Banca Valsabbina - Storo Bauer Beccari Logistica Benetton 012 - Pinzolo Benetton - Tione BIM del Chiese BIM del Sarca Bios - Pieve di Bono Castello del Buon Consiglio Pat Capelli - Condino Carnevale di Storo Carnevale di Tione Carpenteria Compostella Carpenteria Fratelli Failoni Cartiere di Carmignano – Condino Casanova Abbigliamento - Breguzzo Cassa Rurale Adamello Brenta – Tione di Trento Cavallar Claudio
qualitativo che tecnico e i giovani possono darci un bello stimolo in questo senso”. Il progetto è iniziato il 14 settembre scorso e già in questi giorni i ragazzi hanno presentato una primo step del loro lavoro, per concludere entro fine anno. “ Uno degli elementi più importanti che i ragazzi affrontano– spiega Riccardo Giacomelli - è capire come, rispetto all’area dello Spi-
Chalet Fiat
Centro Studi Judicaria - Tione Ceramiche Belli Ceresa Geometra Egidio Civico 09 - Pinzolo Colorificio Failoni - Tione di Trento Cooperativa L’Ancora Comitato 3Tre Madonna di Campiglio Comune di Tione di Trento Comune Castel Condino Comune di Condino Comunità delle Giudicarie - Tione Conad Consorzio per il Turismo Giudicarie Centrali Consorzio Turistico Valle del Chiese Costruzione Valentini Immobiliare Adamello Dentisti in Croazia Dottoressa Manuela Filosi Ecofiera di Montagna - Tione Ecomuseo della Valle del Chiese - Condino Edilmarmi - Tione Ediltione – Tione di Trento Elettromedia - Zuclo Elettropoint Bolbeno Emilio Cozzio & C. – Spiazzo Rendena EscoBim Spa Estetica Katia Famiglia Cooperativa Giudicarie Fercasa Tione Funivie Pinzolo Gea Studio Dentistico Tione Geometra Buffi Geometra Amico, collegio geometri TN Gelateria Basin - Pieve di Bono Girardini Srl Tione Grassi Mobili Lodrone
Idea Guida - Tione Imp. Valentini Sergio - Iavrè Iniziative Sviluppo Spa Iniziative Am - Caderzone Innova Itas Assicurazioni La Termoidraulica La Valsabbina 1898 – Banca di Storo Lavori in Corso La Cassa Rurale Giudicarie Paganella Valsabbia Magic Sport Pinzolo Manufatti Lorenzi Ponte Caffaro Martinelli Impianti Elettrici - Ponte Arche Mazzacchi Gomme – Condino Mobili Bonenti - Bondo Mobilificio Taffelli - Pieve di Bono Moneghini - Storo - Pinzolo Monfredini Fausto – Tione di Trento Monfredini Livio e Rudy Nardis Sport Pinzolo Ottica Ghirardini - Tione di Trento Ottica Oliana- Tione di Trento Onorati Calcestruzzi – Bleggio Inferiore Panificatori del Trentino Paradigma Pat/Ass. alla Cultura Pensione Serena Pellizzari Daone Pistoria Val Rendena – Caderzone Terme Pittori Giardini Moreno Plastigomma - Tione di Trento Prefab - Bolzano Pretti e Scalfi Pro Loco Bolbeno Pro Loco Bocenago
Pro Loco di Preore Punto 3 di Alessandro Togni - Tione di Trento MV Quality - Pergine Valsugana Rifugio Brentei Rifugio Carè Alto Rifugio Casinei Rifugio Val di Fumo Rifugio Trivena - Breguzzo Ristorante Alpino - Breguzzo Ristorante la Contea - Bolbeno Scaia Gioiellerie - Tione/Pinzolo Scaia Ottica - Tione Scuola del Legno di Praso Sirianni Abbigliamento - Tione di Trento Sirianni Floricoltura - Tione Snoopy Lake Roncone Sogap Servizi Ambientali – Preore Stedile Gioielleria - Madonna di Campiglio Steldo materiali edili - Tione di Trento Studio dentistico dr. Zeni - Sarche Studio Bonetti Tione Tardivo e Poli arredamenti - Pinzolo Terme di Comano Tessilmonfrì Tomasini Auto Trentino Sviluppo Spa - Rovereto Trekking dell’Adamello Troticoltori Trentini Ufficio Stampa Pat UPT Tione Viaggi Paoli – Tione di Trento Viviani Carrozzeria Tione 24h Val Rendena MTB - Strembo
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Attualità
GENNAIO 2016 Molteplici furti messi a segno nel mese di dicembre in tanti comuni delle Giudicarie
Valle del Chiese tartassata dai ladri di Marco Maestri Non c’è un comun denominatore nell’azione dei malviventi, che agiscono indifferentemente durante il giorno che nelle ore serali e notturne, non curandosi del fatto che in casa sia presente qualcuno anzi, probabilmente pronti ad affrontare eventuali reazioni di chi comunque viene colto di sorpresa. Le forze dell’ordine si stanno impegnando a fondo per ricostruire movimenti di persone e veicoli sospetti in concomitanza con gli eventi denunciati; nel contempo proseguono nell’opera di propagazione delle misure di sicurezza, anche le più semplici, che possano, per quanto possibile, garantire un minimo di tranquillità agli abitanti nelle proprie case. I sindaci della Valle del
Non tende a placarsi l’ondata di furti nelle abitazioni che da qualche tempo imperversano in Giudicarie; particolarmente colpita nell’ultimo mese la valle del Chiese, dove sono segnalate numerose Chiese, a fronte del dilagare di questo preoccupante fenomeno, in una recente conferenza, hanno deciso di ampliare il progetto già attivato da qualche anno di video sorveglianza di punti strategici in entrata e uscita dalla zona, che ha contribuito a fornire informazioni importanti alle indagini in occasione di eventi criminosi, prevedendo di condividere con il Consorzio BIM un progetto che porti all’installazione di nuove telecamere nei luoghi “strategici” di ogni centro abitato. Anche la Valle del Chiese rischia dunque di trasformarsi in un “Grande Fratello”, di cui non forse si
sentiva l’esigenza, ma la sicurezza viene prima di tutto e, purtroppo, bisogna
denunce per incursioni da parte di ladri in abitazioni private che, partendo da Bondo fino a Ponte Caffaro, hanno creato non poca apprensione tra la popolazione.
prendere atto che i tempi sono cambiati anche nei nostri piccoli paesi periferici,
dove era abitudine lasciare porte e finestre aperte perché il rispetto per le cose
altrui era un valore insito nella nostra gente fin dalla nascita. Occorre però rendersi conto che le cose sono cambiate e dunque la raccomandazione è quella di prestare attenzione alle chiusure di porte e finestre (non può impedire ai ladri di entrare, ma spesso è determinante per ritardarne l’azione o scoraggiarli perché lo scasso diventerebbe troppo rischioso), non tenere oggetti di valore in bella vista (attenzione anche agli oggetti lasciati in macchina), prestare attenzione a persone che si aggirano con fare sospetto nei dintorni o cercano con qualche scusa di entrare in casa nostra senza averne un motivo plausibile, dandone prontamente notizia a carabinieri o polizia locale in caso di qualche dubbio.
Grande successo per lo spettacolo teatrale che mette a confronto generazioni diverse
Tutti attori, dai nonni ai bambini…
Che cosa possono avere in comune degli anziani di una struttura residenziale con dei bambini di una scuola primaria? Come si insegnava allora, e come si insegna oggi a scuola? Quali provvedimenti si prendevano allora quando un bambino si comportava male? E quali oggi? Cosa si mangiava una volta durante la pausa mattutina? Potremmo porci almeno altre mille domande su come il mondo e lo stile di vita umano sia mutato profondamente con il passare degli anni. Età diverse ed esperienze di vita differenti ma qualche cosa in comune ce l’hanno: la motivazione, la curiosità, la voglia di conoscersi, di raccontarsi e di fare qualcosa di bello insieme. Ed è da qui che circa una cinquantina di protagonisti, tra nonni e bambini, hanno costruito uno spettacolo teatrale confrontando la scuola di un tempo con quella di oggi. Ci sono voluti diversi mesi per poter andare in scena sul palco del teatro dell’istituto “Guetti” di Tione lo scorso 20 dicembre 2015. L’idea di interscambio è nata a settembre quando i due enti sono venuti a conoscenza di un concorso provinciale per gli anziani delle strutture residenziali sul tema “scuola di ieri”. Nei mesi precedenti alla casa di riposo “Padre Odone Nicolini” di Pieve di Bono e alla scuola elementare poco più a sud si sono tenuti gli incontri per le prove. Il tutto con una tranquillità e una naturalezza smisurata. Quasi come fosse un abitudine quello che si stava ideando. Insieme ai bambini e ai nonni c’è stato un grandissimo impegno di maestre, animatori e anche il personale amministrativo ed essenziale della casa
di riposo. Lo spettacolo, come detto, mette a confronto due epoche lontane, perciò sul palco si è creata una sorta di divisione. Due scenografie, due diverse parlate, due abbigliamenti diversi, insomma due mondi diversi a confronto. Per tutti i protagonisti si trattava della prima esperienza su un palcoscenico. Il teatro è pieno, i posti rimasti vuoti si contano sulle dita delle mani. Tutto lascia presagire un grande successo. E così è stato. I bambini della scuola di un tempo recitano in dialetto e i bambini della scuola di oggi lo hanno imparato per l’occasione. Ma lo spettacolo è solo l’atto finale di
una grande avventura. L’aspetto fondamentale sta in tutto quel che è accaduto prima: nelle fasi che hanno contraddistinto il lavoro. All’inizio dell’avventura, grazie ai giochi effettuati insieme e dalle lezioni a cui hanno preso parte i nonni, è avvenuta la conoscenza tra i bambini e i nonni. Dall’esito positivo di questi incontri si è deciso di realizzare uno spettacolo teatrale. E da li è partito tutto il tram – tram di preparativi. Fin da subito si è creato un rapporto vero e sincero tra i bambini e i nonni e questo a permesso di organizzare una fantastica rappresentazione teatrale che ha sancito l’inizio di una collaborazione che pro-
babilmente si ripeterà in futuro tra la scuola e la casa di riposo perché in questa modernità “liquida”, così definita dal filosofo polacco Bauman, caratterizzata da incertezza e decadimento degli entusiasmi, esprimere il desiderio di azione, introspezione, narrazione è un punto di partenza importante. Da qui sono partiti i bambini e i nonni e siamo sicuri che questo spettacolo è stato solamente il primo di una lunga serie. Quindi, come solitamente si dice, appuntamento alla prossima e…tanti complimenti a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione del meraviglioso spettacolo. Marco Maestri
Politica
GENNAIO 2016 - pag.
4,8%. Segnali positivi anche sul fronte dell’imprenditoria con le 96 domande arrivate allo sportello imprese negli ultimi due mesi. Il Trentino, secondo il Presidente, si affaccia, con fiducia e ottimismo, a una stagione di nuova crescita e la manovra 2016 ha due obiettivi di fondo: preservare il livello dei servizi e sostenere la crescita, anche attraverso il miglioramento dell’amministrazione pubblica. Nel settore economico il sostegno della Pat andrà soprattutto alle politiche di sistema; all’internazionalizzazione economia e al potenziamento delle capacità di attrazione e all’efficienza della macchina amministrativa. Rossi, ha inoltre sottolineato l’importanza del protocollo d’intesa con le parti sociali e le categorie, nel quale si impegnano le imprese a creare il nuovo fondo di solidarietà territoriale per sostenere la previdenza e la sanità integrativa. Fisco. Sul capitolo del fisco, nella sua relazione il Presidente ha ricordato che la politica di riduzione fiscale continua. Da un gettito teorico di 750 milioni di tributi propri si passa a 430 milioni: la differenza di 320 milioni rappresenta la leva fiscale che si concretizza nell’esenzione dell’addizionale Irpef per i redditi sotto i 20 mila euro (24 milioni); l’esenzione Imis per l’abitazione principale escluse le case di lusso (18 milioni). Nel complesso
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I primi dati economici positivi accompagnano una manovra “concreta e solida”. Ma la Corte dei Conti incalza sul bilancio
Finanziaria Pat, tra ottimismo e realismo
La finanziaria 2016, approvata nei giorni precedenti il Natale, porta in dote – secondo il Presidente della Giunta provinciale, Ugo Rossi - una manovra “concreta solida e realista”, che si pone in continuità con le linee guida della maggioranza e in un quadro finanziario stabile. I dati economici sono in moderata crescita, con occupale agevolazioni arriveranno a 164 milioni rispetto ai 132 attuali. Per le imprese nel 2016 si arriverà a 180 milioni che toccheranno quota 200 milioni nel 2017. Capitolo sanità. Sulla sanità, Rossi ha ricordato che il bilancio prevede interventi più ampi rispetto alle altre regioni e che la compartecipazione alla spesa dei cittadini è sensibilmente più bassa in Trentino. La vicenda dei riposi dei medici, ha detto il Presidente, ha creato difficoltà ovunque e le preoccupazioni dei cittadini sono legittime ma la sanità trentina rimane ai vertici, come dimostrano alcuni indicatori importanti,
zione e disoccupazione in miglioramento, sui livelli del 2012. In particolare, le stime riguardanti la crescita del Pil nel 2016, con un +1,4%; i dati Istat sul terzo trimestre 2015, che evidenziano contemporaneamente una crescita del tasso di occupazione, salito a 68,1 rispetto al 66,8 precedente, e un calo della disoccupazione, al
Ugo Rossi e il dirigente generale della provincia Paolo Nicoletti
non son solo di quella italiana ma europea. Pat, spese ridotte del 7%. Sul
capitolo della “macchina” Pat le spese si sono ridotte del 7% nell’ultimo triennio e
si arriverà al 10% nel 2018. I capisaldi sono il completamento della riorganizzazione della Pat, le fusioni dei comuni e la gestione associata. La spesa del personale, anche se verrà riaperta la trattativa per il contratto, calerà del 6% con un turnover portato all’1 su 10 invece che l’attuale 1 ogni 5. Per quanto riguarda i comuni, sono calati da 208 a 178 e con l’eliminazione del Patto di stabilità si sboccano investimenti per 120 milioni di euro. Mentre per il funzionamento dei municipi sono previsti 275 milioni di euro, ai quali se ne aggiungono 115 per le funzioni trasferite alle comunità.
Critiche. Più che le critiche delle opposizioni consigliari – che pure ci sono state, in un clima che ha però consentito di veder approvati alcuni emendamenti delle minoranze – a fare rumore sono state quelle della Corte dei Conti, che – analizzando il bilancio Pat relativo allo scorso esercizio – ha bacchettato la Provincia per l’alto debito, che sale a 1.700 milioni di euro. Un debito che deriva per 1.350 milioni dalla precedente gestione, Dellai e Dalmonego (il dirigente generale della Pat) e per i restanti 350 dalla gestione Rossi. Su quest’ultimi vi sono delle differenze di visione: essendo stornati da un fondo regionale Rossi e il direttore generale della Pat Nicoletti li considerano un normale trasferimento, mentre la Corte dei Conti tende a definirli un prestito, e, dunque un debito per la Provincia. (r.s.)
Un emendamento del consigliere provinciale giudicariese Tonina garantisce l’esenzione per il 2016 dell’IMIS alle cooperative sociali e alle ONLUS
Via l’Imis alle Onlus
Nelle pieghe della discussione della Finanziaria trovano spazio momenti di confronto tra i consiglieri provinciali e la Giunta per apportare modifiche, e rivedere politiche specifiche, anche attraverso gli ordini del giorno e gli emendamenti. A volte utilizzati – specie dalle minoranze – in modo ostruzionistico, rappresentano uno strumento di grande efficacia, poiché possono creare effetti importanti. Nel corso della discussione della Finanziaria 2016 il consigliere Mario Tonina è intervenuto su alcune questioni significative, come quella dell’esenzione IMIS per le Onlus, dei sui criteri di selezione dei lavoratori socialmente utili, e della promozione del marchio Qualità Trentino come marchio di sistema territoriale per i nostri prodotti agroalimentari.
Via l’Imis alle Onlus. Le Onlus in Trentino-Alto Adige sono oltre 8.300 (3850 in Trentino) e rappresentano il 3,8% del dato complessivo nazionale. La nostra Regione è quella che segnala la più alta presenza relativa a questa tipologia di istituzioni: più precisamente, nell’ambito del cd terzo settore una presenza massiccia è costituita dalle cooperative sociali e dalle organizzazioni di volontariato sociale, che svolgono compiti importanti per le nostre comunità. È in
questo contesto che è nata la richiesta di Tonina di esonerare le ONLUS dal pagamento dell’IMIS per il 2016. Questa possibilità trova il suo fondamento nell’art. 21 del d. Lgs. N. 460/97 il quale consente alle province autonome di Trento e di Bolzano di poter deliberare l’esenzione.
Lavori socialmente utili. Nel mese di novembre avevamo dato conto dell’interrogazione, sempre a firma del consigliere Tonina, che richiamava l’attenzione sui criteri di selezione dei lavoratori nell’ambito dei lavori socialmente utili (cosiddetto Progettone), soprattutto sul fatto che una applicazione integrale del coefficiente Icef in questo settore avrebbe potuto creare degli squilibri, se non vere e proprie discriminazioni. Importanti, secondo Tonina, sono infatti anche altri parametri quali gli andamenti lavorativi degli anni precedenti: l’età anagrafica dei lavoratori, che costituisce una discriminante nella ricerca di un lavoro, tenendo maggiormente in considerazione i lavoratori dai 45 ai 55 anni; e gli anni mancanti al raggiungimento della pensione di anzianità o contributiva. Inoltre - rileva Tonina – “deve essere tenuto in debita considerazione quanto svolto finora dai comuni, che si sono già dotati di criteri efficaci di selezione, va-
lutando diversi aspetti, anche inerenti il profilo e i bisogni del lavoratore, con serietà ed accortezza. Va anche sottolineato che il possesso di una propria abitazione da parte di un lavoratore che si appresta a svolgere lavori socialmente utili, incide negativamente sul coefficiente Icef, penalizzando molti lavoratori che abitano nelle valli e che posseggono un appartamento di proprietà, spesse volte ereditato”. Con queste motivazioni il Consiglio provinciale ha votato all’unanimità la proposta di Tonina e quindi all’ICEF verrà attribuita una valenza non prevalente rispetto agli altri criteri e l’applicazione del coefficiente non dovrà costituire impedimento alla prosecuzione dell’attività lavorativa per coloro che già svolgevano lavori socialmente utili.
Marchio Qualità Trentino. Il marchio denominato “Qualità Trentino”, istituito dalla Provincia in attuazione della deliberazione della Giunta provinciale n. 2662 di data 6 novembre 2009, è un’indicazione di origine in ambito agroalimentare, promosso nella scorsa legislatura dall’assessore provinciale Tiziano Mellarini, allora al turismo e all’agricoltura. “La piena attuazione di questo strumento – spiega Tonina - permetterebbe in un momento in cui il settore agricolo e il comparto lat-
Mario Tonina
tiero caseario sono in forte difficoltà, anche a seguito della fine del regime delle quote latte, di valorizzare la qualità dei prodotti territoriali e potrebbe costituire il veicolo primario per adeguate strategie di promozione, commercializzazione e distribuzione sui mercati sia nazionali che internazionali”. Su questi propositi è stato proposto e accettato dal Consiglio provinciale di promuovere il marchio “Qualità Trentino”, concertando tra i diversi assessorati, data la trasversalità degli interventi, una politica unitaria di valorizzazione dei prodotti del settore agro-alimentare trentino attraverso azioni finalizzate alla massima diffusione e valorizzazione del marchio.
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Attualità
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Proprio per stimolare un percorso di conoscenza di queste peculiarità nonché per favorire la consapevolezza dell’importante ruolo giocato dalla banca a supporto del territorio, la Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella, come negli anni scorsi, ha deciso di proporre un percorso formativo dedicato ai soci che intendono approfondire questo tipo di tematiche. Il corso, gratuito, darà modo ai partecipanti di capire che cos’è una cassa rurale, cosa la differenzia dalle altre banche ed il ruolo che essa assume nello sviluppo economico e culturale del territorio in cui opera. Il percorso formativo proposto sarà quindi l’occasione per conoscere il funzionamento del Consiglio d’Amministrazione, comprendere qual è il ruolo di tale organo e le responsabilità in capo agli amministratori. Ci sarà un focus sulle principali normative che regolano l’attività creditizia e sugli assetti organizzativi adottati dalla Cassa Rurale. Un modulo sarà dedicato alla conoscenza di tutte le iniziative di mutualità promosse dalla Cassa Rurale. In chiusura è previsto un approfondimento sullo scenario economico e finanziario generale. Il corso si rivolge a tutti i
CR Giudicarie Valsabbia Paganella: un corso per conoscere ed amministrare la Cassa Rurale “La mia banca è differente” è stato per qualche tempo lo slogan che in televisione ha accompagnato, fino a qualche mese fa, il video promozionale delle casse rurali e più in generale delle banche di credito cooperativo. Questo “essere diverso” era proprio l’elemento su cui l’intera campagna pubblicitaria voleva porre l’accento, come a voler sottolineare un valore aggiunto derivante dall’essere soci che vogliono conoscere più da vicino la propria cassa rurale e approfondire i meccanismi che regolano l’attività bancaria. Insomma, un’occasione di crescita culturale volta anche a consolidare il legame tra la Cassa Rurale ed i propri soci, legame al quale da sempre viene riservata una particolare attenzione. La frequenza del corso è valida anche per presentare la propria candidatura al fine di rivestire il ruolo di amministratore nel caso in cui il socio non sia già in possesso di uno dei re-
cooperativa, oltre che banca. Proprio in questa diversità risiede infatti – da sempre – il carattere distintivo di ogni banca di credito cooperativo, come appunto è la Cassa Rurale. Molto ci sarebbe da dire a tal proposito e molti sono i progetti e le azioni che potrebbero essere citati per testimoniare l’importante ruolo di supporto allo sviluppo locale che da tempo ormai La Cassa Rurale svolge.
IL CALENDARIO DEGLI INCONTRI 1
Cos’è una cooperativa, cos’è una Cassa Rurale.
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Le regole di funzionamento delle banche e della mercoledì 3 febbraio Cassa Rurale.
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Compiti e responsabilità degli organi di governo mercoledì 17 febbraio della Cassa Rurale.
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La Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella: mercoledì 24 febbraio assetti organizzativi, finanziari ed economici della Cassa Rurale.
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L’attività bancaria: la raccolta, gli impieghi e l’of- mercoledì 2 marzo ferta della Cassa Rurale.
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La mutualità tradizionale ed innovativa della Cassa mercoledì 9 marzo Rurale.
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Scenario economico e finanziario generale: quali mercoledì 16 marzo impatti per il risparmio e per i prestiti.
mercoledì 27 gennaio
quisiti stabiliti dall’articolo 4 del Regolamento Elettorale. La partecipazione ad almeno 5 dei 7 moduli previsti darà diritto a ricevere un attestato di frequenza che consentirà di poter presentare la propria candidatura per diventare amministratore della Cassa Rurale, nel caso in cui il partecipante potesse nutrire anche questo interesse. Il corso avrà inizio mercoledì 27 gennaio e prevede sette incontri serali della durata di 2 ore ciascuno, dalle ore 20 alle 22. Per partecipare è necessario compilare l’apposito form sul sito www.lacassarurale.it, oppure rivolgersi agli sportelli della Cassa, entro e non oltre il 22 gennaio. Tutte le informazioni sul corso sono disponibili sul sito della Cassa Rurale.
Rinnovo nel direttivo del Circolo pensionati
Silvano Capella nuovo presidente dell’associazione ricreativa di Tione
Nei giorni scorsi il circolo pensionati di Tione ha provveduto al rinnovo delle cariche sociali. Come nuovo presidente per il prossimo triennio è stato eletto Silvano Capella, che sarà affiancato come vice dalla dinamica ex presidente Angela Alterio, che dopo 12 anni alla guida del circolo per motivi di salute non si è ricandidata; come segretario cassiere è stato riconfermato Luigi Bertelli, mentre i consiglieri sono Mauro Palla, Silvio Pedretti, Alba Maestri e Angelo Bertolini.; revisori dei conti Luisa Simoni Bertolini e Angelo Zamboni; infine a completare le cariche come membri del collegio dei probiviri sono riconfermati Dino Zoanetti, Clorinda Pederzolli e Alberto Parolari. Il circolo pensionati di Tione è composto da un centinaio di soci della Busa , e dalle valli limitrofe, dispo-
ne di un’ampia e confortevole sede in centro al paese, messa a disposizione dal comune di Tione che fornisce anche luce, acqua, riscaldamento ed un sostegno finanziario. Nato nel 1980 su iniziativa di alcuni volenterosi, il circolo ha visto avvicendarsi alla presidenza prima Giuseppe Palla, poi Enrica Cazzolli, seguita da Alessandro Dall’Acqua e nelle ultime 4 legislature da Angela Alterio, a cui è stata consegnata una targa di onorificenza per il suo prezioso lavoro. I pensionati soci hanno modo di trovarsi 3 pomeriggi alla settimana per passare alcune ore in compagnia, giocando a carte o a tombola, scambiare alcune chiacchiere con gli amici, leggere il giornale sorseggiando un buon bicchiere fornito dal piccolo bar interno. Vengono inoltre organizzate gite, incontri culturali e sanitari, soggior-
Il gruppo del Circolo pensionati davanti alla Chiesa di Tione
ni estivi al mare in collaborazione con altri circoli, non manca neppure la castagnata in autunno ed altri incontri conviviali, fra cui il pranzo sociale che ha avuto luogo lo scorso sabato alla Contèa di Bolbeno, allietato dalla musica del noto complesso
“Avanti e ‘ndrè” Il nuovo presidente Silvano Capella è molto conosciuto in valle per avere condotto negli anni 80 diversi programmi radiofonici sia a Radio GB1 di Storo sia presso la compianta Radio TG8 di Tione e successivamente avere
militato per 20 anni nella compagnia Schuetzen Rendena di cui è tuttora comandante. Ha dedicato la sua vita al lavoro, alla famiglia e al volontariato, in gioventù ha studiato nel collegio Arcivescovile di Trento diplomandosi poi alle ENAIP
di Tione. Ha iniziato la vita lavorativa in Germania anche per perfezionarsi nella lingua tedesca, proseguendo poi nel mondo dell’artigianato nell’azienda di famiglia. Originario di Prezzo, da quasi quarant’anni vive a Tione dove si è perfettamente integrato, ma non disdegna spesso di tornare al suo paesello dove passa il suo poco tempo libero coltivando frutta di vario genere, fra cui i preziosi marroni che i pensionati hanno avuto modo di gustare nella recente castagnata. «Ero titubante nell’accettare la carica - spiega Silvano Capella - sono molto impegnato su più fronti e con l’età iniziano anche i primi acciacchi, ma poi mi hanno convinto ad accettare e mi riprometto di portare avanti il circolo al meglio delle mie possibilità, contando sulla collaborazione di tutti».
GENNAIO 2016 - pag. Il nuovo disciplinare pun
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Cooperando
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Da un lato, infatti, è stato riformato il sistema di governance delle banche popolari a cui, è questione di giorni, seguirà una nuova regolamentazione per le banche di credito cooperativo nazionali che avrà un notevole impatto anche sul sistema del credito cooperativo trentino. Assistiamo purtroppo, a una progressiva centralizzazione, fortemente voluta dagli organi centrali quali la Banca d’Italia che vedono nel credito cooperativo alcuni limiti, in particolare legati alle dimensioni e alla governance delle nostre casse rurali di cui si evidenzia la scarsa dialettica nei consigli di amministrazione e la debolezza dei controlli interni. Un’analisi che però, sostanzialmente attribuisce a limiti nella governance, la maggior attenzione della stessa alle esigenze di liquidità delle imprese del territorio tipica del credito relazionale, esigenze che la crisi ha tra l’altro via via accentuato. Un’attenzione di cui in passato la stessa Banca d’Italia ha dato atto valutandola positivamente. E questo senza considerare che il credito cooperativo, a differenza di altri, ha inserito nello statuto tipo, misure importanti per limitare i conflitti di interesse e migliorare il funzionamento dei CdA, oltre a predisporre programmi di formazione per migliorare le competenze degli amministratori. Ad oggi la maggior parte delle BCC riesce ad esprimere una
Rurali trentine, sistema solido e compatto
Le “Casse” locali nel momento della crisi delle banche offrono ancora un punto di riferimento sicuro
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l contesto in credito cooperativo. Anzi, di Alberto Carli cui operano le negli ultimi mesi è diventato banche è radicalmente mutato. Negli ultimi anni uno degli istituti su cui maggiormente si concentra la il settore bancario italiano ha dovuto fronteggiare di- discussione a livello nazionale, sia in ambito politico verse sfide, a cui non è rimasto estraneo nemmeno il che economico. governance efficace rispetto alla complessità di gestione della banca e grazie al network in cui operano, sono sostenute e monitorate. Questo ha permesso alle BCC a sei anni dall’inizio della crisi finanziaria, di gestire in autonomia e senza intervento pubblico le crisi degli istituti della categoria. Anzi, i recenti salvataggi di 4 Banche non cooperative, hanno visto pervenire da parte della Banca d’Italia una richiesta di contribuzione al salvataggio delle stesse da parte delle Casse Rurali Trentine per 25 milioni di Euro. A fronte di ciò però, le crisi interne al movimento cooperativo devono sbrogliarsele da sole. Dopo questo sostegno “obbligatorio” ai quattro istituti inseriti
La sede di Cassa centrale a Trento
nel decreto “salva-banche”, l’assemblea delle Casse Rurali dello scorso Dicembre ha approvato all’unanimità un “pacchetto” di iniziative di solidarietà interne al sistema di credito cooperativo, riba-
dendo inoltre come gli indici di solidità delle BCC Trentine siano molto al di sopra di quanto richiesto per legge: 15,69% (total capital ratio) in media nelle Rurali Trentine a fronte del minimo richiesto
di 10,5%. Resta comunque imminente la modifica strutturale delle Casse Rurali, anche in risposta all’evoluzione delle economie di scala e a politiche di accentramento che ne stanno riducendo la numerosità pur senza intaccare per il momento la fitta rete di sportelli e i posti di lavoro. Certo la qualità del credito rimane un punto critico, soprattutto per la forte incidenza del settore delle costruzioni ed immobiliare che fatica a riprendersi dalla crisi che lo ha colpito, ma nonostante le criticità rilevate, le BCC hanno continuato a garantire il loro sostegno alle imprese, rispondendo positivamente alle loro richieste più delle altre banche confermando così che il credito di relazione è
stato un importante, fondamentale fattore di stabilizzazione. Come ricordato, il credito cooperativo in generale, e le BCC in particolare, sono in questi mesi oggetto di una riforma che ne modificherà soprattutto l’assetto di secondo livello, spingendo ad un accentramento dei processi decisionali. La governance è uno degli elementi più dibattuti: molti passi avanti sono stati fatti dalle BCC per migliorarsi su questo fronte (tra i più rilevanti, limiti al conflitto di interesse, programmi di formazione per gli amministratori), anche se rimane la necessità di ampliare l’eterogeneità degli amministratori in termini di genere e di età. La sfida che le BCC devono affrontare ora e nei prossimi anni è quella di riuscire a mantenere la natura cooperativa e il focus sul socio e sullo sviluppo locale, evitando di perseguire modelli di business non coerenti con la loro natura.
Figuranti (150) più numerosi degli abitanti del borgo alpino del Chiese
10mila a Brione per il più grande Presepe Da Betlemme ad un piccolo paese alpino della valle del Chiese, nel Trentino Occidentale. E’ stato il piccolo borgo di Brione ad ospitare il 27 dicembre la Natività che ha registrato un vero e proprio successo, con circa diecimila visitatori attirati dall’insolita rappresentazione del più grande Presepe vivente del Trentino e dall’affascinante cornice del Borgo antico, di fatto un balcone sul Chiese. Protagonisti della rappresentazione sacra sono stati circa 150 figuranti. Un numero nettamente superiore a quello dei residenti (125) che di fatto sono stati tutti coinvolti (come attori o impegnati nella logistica) nell’evento sinora ospitato a Condino. E il risultato è stato unico, come hanno testimoniato gli stessi visitatori. Entusiasti nonostante le attese per poter salire in quota con i pulmini messi a disposizione dell’organizzazione dell’Amministrazione Comunale e della Pro Loco e splendidamente coordinati
da Vigili urbani e vigili del fuoco volontari. La rappresentazione della Natività ha proposto decine di animazioni in strada con la riproposizione di antichi mestieri nei volti e nelle cantine del Borgo Alpino con l’utilizzo di strumenti antichi, alcuni dei quali risalenti all’Ottocento. Si sono riviste le professioni di una volta (falegnami, calzolai, filatrici della lana, artigiani del legno, lavorazione dei cereali…) per la gioia dei bambini, rimasti incuriositi dalla novità, e degli anziani che hanno potuto rivedere scorsi affascinanti della loro giovinezza. In strada a lavorare, nel vero senso della parola, c’erano tutti i 125 abitanti di Brione, compresi i bambini che si sono particolarmente divertiti. A dare il buon esempio sono stati i componenti della giunta comunale: con la Sindaco Cristina Faccini impegnata a filare la lana, rigorosamente in abito storico, la vicesindaco Maria
Grazia Scaglia e gli assessori all’Urbanistica Michele Faccini (Presidente anche della locale Pro Loco), all’Artigianato Franco Mattei e all’Agricoltura-Foreste Giovanni Lombardi logistico, attivi nella logistica. Per Brione si è trattato di un ritorno al passato perché già trenta anni fa alla Messa di
mezzanotte officiata da Don Bruno Armanini la Chiesa era animata da un Presepe vivente. Un ricordo storico importante ma ovviamente non paragonabile a fascino legato all’evento che ieri ha proposto un volto nuovo di Brione con i suoi abitantifiguranti legati al vari ruoli: dalla Natività, agli angioletti, ai Pastori, ai Re Magi, ai
mestieri di una volta. Come il centurione romano che all’arco d’ingresso del Borgo invitava i visitatori a… registrarsi per il Censimento. Sono molte le curiosità legate a questa nuova edizione del Presepe Vivente di Brione: la Madonna è stata impersonata da Michela Mazzocchi, una ragazza di Condino, mentre Michele
Poletti (sempre di Condino ma con mamma di Brione) ha vestito i panni di San Giuseppe, fondendo così il vecchio e il nuovo… Da segnalare anche i presepi ricavati da tronchi e radici. Una chicca nella chicca. L’evento è iniziato alle 15 e si è chiuso in tarda serata. Per tutti le corse di bus navetta da Condino per agevolare il flusso dei visitatori, giunti dal Trentino e anche dalle regioni limitrofe. Con il Presepe Vivente di Brione si sono chiuse le manifestazioni natalizie del Chiese. Ha chiuso i battenti anche il Mercatino di Natale di Cimego, che anche quest’anno ha ottenuto un ottimo successo di pubblico. Lo ha sottolineato Massimo Valenti, presidente del Consorzio turistico della Valle del Chiese, che ha avuto un ruolo significativo nella organizzazione e nella promozione dei due eventi Natalizi. (d.d.)
Attualità
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Ottima partecipazione alle decima edizione della manifestazione natalizia
Grande successo del magico “Natale in…. Strada”… L’evento, precursore in tale genere di iniziative in Valle del Chiese, nato quasi in sordina nel 2006 per condividere l’atmosfera natalizia tra gli abitanti della piccola frazione del comune di Pieve di Bono, sulla scorta del successo riscontrato, anno dopo anno ha ampliato le proposte, richiamando moltissima gente accorsa per visitare le varie mostre e degustare le ”ottime specialità” gastronomiche preparate da hobbisti, commercianti e associazioni presenti in collaborazione con le famiglie di Strada. In quest’ultima edizione del decennale, sono stati più di settanta gli stand predisposti e dislocati nei caratteristici vicoli abbelliti con le decorazioni natalizie, tra le “cùrt e le andrùne” messe a disposizione e addobbate con cura da tutti gli abitanti del piccolo borgo dove, rinverdendo la secolare tradizione e il detto che è diventato il “motto” del Circolo Culturale secondo cui “el pù stùpit da Strada el sùna el violin”, il sottofondo di musiche, canti e danze hanno reso ancora più incantevole l’atmosfera natalizia. La manifestazione ha preso il via nel primo pomeriggio con l’apertura
Non è stata un’antivigilia di Natale qualunque per la comunità di Strada, dove mercoledì 23 dicembre è andata in scena la decima edizione dell’apprezzato e tanto atteso “Natale in…. Strada”, organizzato dal delle mostre, delle bancarelle e distribuzione bevande calde con graditi ospiti i “nonni” della vicina Casa di Riposo. Particolarmente suggestiva è stata la visita guidata alla chiesa della B.V. del Carmine, eretta più di cinquecento anni orsono, con la possibilità di scoprire, grazie a Serena Bugna, il patrimonio di
storia, arte e leggende che l’accompagnano. Alle ore 20:00 hanno avuto inizio le degustazioni lungo il percorso preparato con cura da ragazzi e ragazze del circolo culturale, seguiti alle ore 21:00, in Piazza Bonata, dai brevi concerti dei gruppi musicali e lo spettacolo di danza che si sono conclusi poi alle ore
Circolo Culturale di Strada presieduto da Marirene Filosi fin da 1994, anno della sua “ricostruzione” dopo le positive esperienze degli anni 60/70 legate allo storico “dopolavoro”. 22:00 con i consueti auguri sotto il grande albero in Piazza Prati in compagnia del Coro Azzurro di Strada, della Banda Musicale di Pieve di Bono, del gruppo “solo…Danza” di Pieve di Bono, del Gruppo Musicale “Antichi Valori” di Pieve di Bono e del “Presepe Vivente” proposto dal Gruppo Giovani In-Vita.
«La manifestazione – affermano gli organizzatori – è ormai un appuntamento fisso nel nostro calendario. Vogliamo in primis ringraziare tutti gli abitanti di Strada e i collaboratori esterni per l’enorme disponibilità che mettono al servizio della nostra associazione e della comunità. Senza di loro sarebbe impensabile organizzare il tutto. Siamo orgogliosi che il nostro piccolo paese possa ospitare un evento così atteso nell’intera Valle del Chiese. Certamente – concludono gli organizzatori – ogni anno la bu-
rocrazia e le responsabilità aumentano e più di un dubbio viene a chi si mette a disposizione volontariamente per queste iniziative ma poi l’entusiasmo e la voglia di fare qualcosa per la propria comunità prevale e noi, per il momento, non molliamo!» Insomma, grande soddisfazione per quanto proposto e per l’ottima partecipazione, ma anche un chiaro messaggio agli enti che richiedono tutta la documentazione necessaria per il corretto svolgimento delle feste. Se la parte burocratica continuerà ad essere sempre più gravosa, di manifestazioni così se ne vedranno sempre meno. E questo sarebbe un peccato!! Marco Maestri
Aperte le iscrizioni alle iniziative di formazione permanente
Corsi liberi all’istituto Don Guetti Con le iniziative di educazione permanente anche l’Istituto “Guetti” a Tione di Trento, si pone in modo aggiornato di fronte alla nuova domanda di formazione che le persone esprimono nelle nostre Giudicarie: una formazione non più confinata agli anni dell’adolescenza, ma un percorso di crescita continua perché per imparare… “non è mai troppo tardi”. Corsi di lingue straniere (tedesco, inglese, spagnolo, francese, russo a diversi livelli), Inglese turistico specifico per turisti in viaggio, Disegno in bianco e nero e a colori, Fotografia (uso fotocamera Reflex), Grafica digitale, AutoCAD, Social network e pericoli della rete, Utilizzo dello Smartphone AVANZATO… sono alcune delle proposte che quest’anno il Guetti offre per coloro che desiderino acquisire nuove abilità e approfondire nuove competenze nella propria vita personale, sociale e professionale. Altrettanto interessanti le proposte offerte nell’ambito dei Corsi culturali-formativi di 8 ore (4 sere di due ore): AdoleSc(i)enza: come è possibile guidare i propri
figli adolescenti verso la maturazione, l’autonomia, la autorealizzazione e la costruzione del proprio progetto di felicità; Teoria e solfeggio: avviamento alla lettura musicale; Cane-uomo: conoscersi per capirsi BASE e AVANZATO; Adamello silenzi e memorie: immagini e testimonianze sui luoghi della Grande guerra; Le nostre erbe officinali: proprietà e utilizzo; Orticoltura biologica per tutti; Artisti contemporanei delle Giudicarie: don Luciano Carnessali e Carlo Sartori; Donne del ‘900. Le iscrizioni sono aperte fino a mercoledì 27 gennaio per i corsi di 18 e 14 ore, fino a mercoledì 10 febbraio per i corsi di 10 ore e le proposte di Corsi culturaliformativi. Per informazioni su corsi e i calendari si rimanda al sito www.guetti.tn.it sez.Eda – Corsi Liberi-, oppure alla Segreteria Didattica: tutti i giorni dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 13.00, martedì e giovedì anche dalle 14.30 alle 16.00, e-mail segreteria@guetti.tn.it, telefono 0465 / 321735, fax 0465 / 322811
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Rubrica Legale
GENNAIO 2016 L’AVVOCATO RISPONDE
Guida in stato di ebbrezza, rischio “stangata”
Le sanzioni per chi alza il gomito e si mette al volante possono essere molto salate ed avere anche conseguenze penali
L’art. 186 del Codice della Strada disciplina la guida in stato di ebbrezza. Il legislatore ha individuato tre diverse soglie a cui corrisponde una diversa sanzione: più il tasso è alto, più si aggrava la posizione di chi commette la violazione. Sotto a 0.5 g/l non si commette alcuna violazione. Se il tasso accertato è superiore a 0.5 g/l ma inferiore a 0.8 g/l (in almeno uno dei due accertamenti) la violazione del CdS non è sanzionabile dal punto di vista penale ma solo in via amministrativa con una sanzione tra 500 e 2.000 euro e la sospensione della patente di guida da tre a sei mesi. La seconda fascia di punibilità è stabilita tra 0.8 g/l e 1.5 g/l. Questa violazione configura una sanzione di natura penale: ammenda compresa tra 800,00 e 3.200,00 euro, arresto fino a sei mesi nonché la sospensione della patente da sei mesi ad un anno. Se il conducente, in que-
Buongiorno, durante le Feste mi sono lasciato un po’ andare con il vino. Ogni volta che ad un pranzo o una cena bevo un bicchiere di vino i miei figli mi dicono che rischio grosso se dovessero ste due prime soglie di punibilità, provoca un incidente, le pene vengono automaticamente raddoppiate. L’ipotesi più grave si ha con il superamento del tasso di 1.5 g/l. In tal caso le pene si aggravano, con l’ammenda tra i 1.500 ed i 6.000 euro, l’arresto da sei mesi ad un anno e la sospensione della patente da uno a due anni oltre alla confisca del veicolo (se di proprietà del conducente). Inoltre il CdS prevede alcune aggravanti che, a prescindere dal tasso, vengono applicate al trasgressore: se il veicolo appartiene ad una persona diversa dal conducente la sospensione della patente viene automaticamente raddoppiata; se la violazione è commessa tra le 22 e le 7 l’ammenda viene aumentata
da un terzo alla metà. Infine, la patente di guida è sempre revocata quando il reato è stato commesso da conducente di autobus o di veicolo destinato al trasporto merci (superiore alle 3,5 t); se la violazione viene reiterata entro due anni a prescindere dal tasso accertato; quando il conducente, con tasso superiore a 1.5 g/l o sotto l’influenza di droghe, ha provocato un incidente. È importante sapere anche che il rifiuto di sottoporsi all’accertamento è considerato un
fermarmi per un controllo. Approfitto della sua rubrica per saperne di più, così da non correre rischi. Grazie mille. Lettera firmata reato ed è punito con la perdita di 10 punti della patente e con le stesse pene previste per chi guida con tasso superiore a 1.5 g/l. Dal punto di vista procedurale, esiste un rimedio, sempre più utilizzato, che prevede lo svolgimento di lavori di pubblica utilità presso associazioni o enti pubblici al fine di estinguere la pena ed ottenere il dimezzamento della sospensione della patente di guida. Questa possibilità è stata introdotta nel 2010 e consiste nella prestazione di lavoro in favo-
LEGGI E LEGGINE – CURIOSITÀ DAL MONDO Nello Stato dello Utah (USA), è legale possedere un ordigno nucleare e tenerlo in casa ma è vietatissimo farlo esplodere.
re di categorie deboli (malati, portatori di handicap, anziani) oppure nel settore della protezione civile, della tutela e cura del patrimonio pubblico o in attività pertinenti alla specifica professione del reo. La legge prevede due condizioni che impediscono questa facoltà: l’aver provocato un incidente oppure avere già usufruito in precedenza di questo rimedio. È quindi necessario individuare un ente o un’associazione convenzionata con il Tribunale e richiedere una dichiarazione di disponibilità allo svolgimento dei lavori di pubblica utilità. La durata dei lavori di pubblica utilità corrisponde alla durata della pena sostituita: due ore di lavori corrispondono ad un giorno di arresto (10 giorni
di arresto = 20 ore di lavoro). Con la sentenza o decreto penale di condanna, il Giudice sostituisce la pena finale con il lavoro di pubblica utilità e determina la durata dello stesso incaricando le Forze dell’Ordine di verificarne l’effettivo svolgimento. In caso di svolgimento positivo dei lavori di pubblica utilità il Giudice dichiara estinto il reato, riduce della metà la sospensione della patente di guida e, in caso di confisca del veicolo, revoca il provvedimento e restituisce il veicolo al proprietario. Per approfondire o per fissare un colloquio su questo o su altri temi l’avv. Mattia Gottardi riceve presso il suo Studio in Tione di Trento, via N. Sauro n. 2, previo appuntamento, chiamando il numero 0465/324667 oppure 349/2213536 o scrivendo all’indirizzo mgottardi1@yahoo.it
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L’azienda
GENNAIO 2016
Prodotti all’avanguardia con una qualità isolante, termica e acustica straordinaria
Tosi, azienda leader nei serramenti in pvc
TOSI SERRAMENTI ARRIVA NELLE VALLI GIUDICARIE
La Tosi Serramenti, produce ad Arco serramenti in PVC e materiale composito, caratterizzati da alte prestazioni tecniche a livello d’isolamento termico, acustico e di sicurezza, un’estetica unica, tipicamente “Made in Italy” con un’ampia gamma di profili, un vasto assortimento di colori e accessori che permettono di creare un prodotto su misura con la soluzione adeguata alle esigenze del cliente. Gli investimenti dedicati alla ricerca tecnologica le hanno permesso di ottenere un ambizioso brevetto internazionale per l’innovativo metodo di assemblaggio dei serramenti. Il particolare impegno nei settori di ricerca e sviluppo, nonché i costanti controlli qualitativi in ogni fase della
camente all’avanguardia, La Tosi Serramenti nasce nel 1988, grazie all’intrapren- so immediato ed il numero di dipendenti aumenta raesteticamente perfetto, con denza di Flavio Tosi, ricco di un’esperienza pluriennale pidamente Masè, fino a raggiungere la strutturadella attuale, che qualità isolante, termica a tu Sarà Matteo l’incaricato nostraunaditta ad offrire maturata con ruoli di responsabilità in aziende artigia- prevede un personale altamente qualificato, organized acustica straordinaria. consulenza e la conoscenza in materia acquisita nali ed industriali. zato nelle diverse funzioni aziendali: produzione,di ri- serramenti Vasta la gamma di prodottinel co L’azienda, tuttora ditta individuale, conosce un succes- cerca e sviluppo, uffici commerciali, amministrazione. realizzati: finestre e porteTosi Serramenti. finestre, portoncini, scuri, lavorazione, legati anche al bora con i migliori fornitori persiane, cassonetti etc. fatto di essere certificati ISO europei di materie prime, Tosi Serramenti rivolge molGià consulente della Tosi da diverso tempo, ha esercitato la sua profe 9001:2008, permettono alla adeguando la propria produ- ta attenzione anche all’amTosi Serramenti di offrire ai alleincaricato esigenze tecniche biente, infatti, ha ottenuto regioni dell’alta Italia, ora è zione stato di far conoscere il nostro pr clienti la massima garaned estetiche del cliente e i crediti LEED ed i suoi procui risiede. zia di qualità ed affidabilità in base alle esigenze clima- dotti sono stati sottoposti senza trascurare l’eleganza tiche del paese. Il risultato all’analisi LCA per l’impatto ed il design. La distribuziofinale è un prodotto tecni- ambientale. ne avviene attraverso una rete di vendita capillare con consulenti presenti sul terriSarà Matteo torio ed aziende qualificate Masè, l’incaricaMATTEO MASE’ e selezionate. Attualmente to della nostra sta collaborando con il MIT ditta ad offrire di Boston per un progetto a tutti i GiudicaMob. +39 345 9177103 riguardante lo sviluppo per riesi la consulenla creazione di una casa doza e la conoscenmotica. za in materia di E-mail: matteo.mase@tosiserra La Tosi Serramenti collaserramenti acquisita nel corso di questi anni in Tosi Serramenti. Già consulente della Tosi da diverso tempo, ha esercitato la sua professionalità - Sede: Arco (TN) – Via Linfano 18/i – CAP 38062 in diverse regioni dell’alta Italia, ora è stato in- Tel. + 39 0464 531212 caricato di far conoscere il nostro prodotto nelle - Fax + 39 0464 532711 zone in cui risiede. - E-Mail info@tosiserramenti.it - WEB: www.tosiserramenti.it
Tosi, arriva in Giudicarie
SOSTENIBILITÀ
Tosi, amico della natura
Il nostro PVC è amico della natura questo perché il cloruro di polivinile, noto anche come polivinilcloruro o con la sigla PVC, è il polimero del cloruro di vinile ed è costituito per il 57% da sale. Si tratta di un materiale termoplastico di origine prevalentemente naturale, che fa un uso ridotto di materie prime ed è riciclabile per il 97%. Il PVC impiegato per i serramenti è un PVC “rigido”, in quanto esente da plastificanti. È particolarmente adatto per le sue caratteristiche specifiche: insensibile agli acidi, inattaccabile dai microorganismi delle muffe ed autoestinguente, non contiene ftalati, presenta una elevata rigidità ed è un ottimo isolamento termico. L’elevato potere
isolante permette un notevole risparmio di energia e conseguenti ridotte emissioni di CO². Inoltre i rinforzi in acciaio sono certificati contro la radioattività. Da tutte le LCA (Life Cycle Analyses - Analisi Ciclo Vita) effettuate, il PVC risulta essere il materiale che richiede il più basso consumo di energia e di risorse non rinnovabili, e uno dei meno inquinanti, migliore rispetto a molte alternative cosiddette “tradizionali”. Per la Tosi Serramenti, l’attenzione all’ambiente è un valore importantissimo, ci possiamo definire un’azienda del territorio che lavora sul territorio. La nostra catena di produzione utilizza prodotti certificati, riciclati e riciclabili, inoltre tutto il materiale di
scarto, lo portiamo a smaltire in Austria a nostre spese, un maggior costo ma spendere nella salvaguardia ambientale lo consideriamo un ivestimento. Scegliere i serramenti in PVC Tosi significa quindi, contribuire a salvare il verde delle foreste.
FILOSOFIA DELL’AZIENDA
Ricerca costante dell’eccellenza qualitativa
Ricerca costante dell’eccellenza qualitativa, impegno a garantire un servizio ottimale e rispetto per l’ambiente: Tosi Serramenti fa di questi valori la propria filosofia aziendale. Da oltre vent’anni realizziamo ad Arco, in provincia di Trento, serramenti “made in Italy” in PVC e materiale composito che rappresentano il giusto compendio tra stile, eleganza e risparmio energetico. La nostra azienda, certificata ISO 9001, è cre-
sciuta negli anni con l’obiettivo di offrire su tutto il territorio nazionale i migliori prodotti. Il nostro traguardo è la soddisfazione del cliente: per questo qualità e servizio corrono insieme. Oltre alla costante attenzione per l’innovazione tecnologica, che ci ha portato all’utilizzo di un materiale composito rivoluzionario nato dalla miglior tecnologia aerospaziale, poniamo grande attenzione al servizio ed alla posa del prodotto con posatori altamente specializzati e costantemente formati per riuscire a garantire efficienza, velocità e pulizia in fase di montaggio dei serramenti. Investiamo inoltre molto nella formazione dei nostri rivenditori affinché questi ultimi sappiano far fronte con successo alle necessità dei clienti. Tosi Serramenti dedica molte risorse al controllo qualità sia nella fase produttiva che post-vendita per assicurare la fornitura di prodotti all’altezza delle più esigenti aspettative.
Cultura Prevale la sfera oggettiva su quella soggettiva, perciò la natura dei beni, la loro destinazione e la loro funzione. Come è stata definita dalla più importante dottrina giuridica, è un cosiddetto “altro modo di possedere”, del quale il titolare è una collettività: i beni non vengono sfruttati singolarmente, ma con l’intento di ricavare un’utilità da condividere tra tutti e non possono essere sfruttati fino al loro completo consumo, ma il loro utilizzo deve essere finalizzato alla loro conservazione, nell’ottica di un uso prolungato da parte di quella collettività che ne sarà titolare nel futuro. I beni appartengono a queste popolazioni da immemorabili anni, sicuramente fin dal 1249, data del più antico documento finora conosciuto. Ed è da questa storia di 800 anni che na-
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Comunità delle Regole di Spinale e Manèz: dalla gestione collettiva ultracentenaria agli insegnamenti per il domani
Dalla Memoria al Futuro C
hi vive in Giudicarie vive il proprio quotidiano a contatto con una particolare realtà, quella della Comunità delle Regole di Spinale e Manez, un esempio di proprietà collettiva degli abitanti di Ragoli, Preore e Montagne. Come richiama il nome stesso, è l’insieme di due Regole, quella di Spinale, situata a Madonna di Campiglio, nella zona del Comune catastale di sce il progetto “Dalla Memoria al Futuro”, un voler carpire ciò che ci tramanda il passato, ricostruendo storie di vissuti della popolazione della Comunità che l’ha animata e ammi-
nistrata nel corso degli ultimi cinquant’anni, dopo la seconda Guerra Mondiale, col fine di raccogliere la testimonianza e fare nostra la “Memoria”. Come sottolineato dalle parole
Ragoli 2a parte, e quella di Manéz, nel territorio del Comune di Montagne. Tutti sentono parlare di “Regole”, ma tutti sanno anche cosa sono e che significato hanno? Sono forme di proprietà collettiva, proprietà del gruppo composto dalla popolazioni di questi tre paesi, nella quale prevale quest’ultimo e i suoi interessi, rispetto agli interessi dei singoli individui. del presidente del Centro Studi Judicaria Graziano Riccadonna, la ricerca di far propria una “Memoria” non ha nulla di nostalgico, anzi mira a raggiungere la consapevolezza dell’im-
tà e dalla quale trarre domande e spunti importanti, per la gestione presente e soprattutto futura. Il senso di appartenenza delle giovani generazioni è il medesimo di quelle passate?
La sede delle Regole a Ragoli
portanza del patrimonio che è stato preservato nel tempo ed è giunto fino a noi. Forte di questo, la volontà del gruppo dei ricercatori è stata quella di unire la “Memoria” direttamente con una visione che ci arriva dalla parte più giovane della Comuni-
La consapevolezza di far parte di una realtà unica porta con sé solo diritti e privilegi, o anche doveri e senso di responsabilità nei confronti di una tradizione ereditata? Ecco tante domande si possono fare e tante risposte diverse si possono ricevere. Il pro-
getto ha il merito di voler mettere a fuoco tutto questo, di unire conoscenze e di portare a galla storie e punti di vista per far conoscere, rendere consapevoli e si spera responsabili soprattutto coloro che vivono tale realtà. Lo studio è il risultato di un lavoro pluriennale e raccoglie, in forme diverse, i contributi di più autori, dal quale è nato una pubblicazione, proprio dal titolo “Dalla Memoria al Futuro. Comunità delle Regole di Spinale e Manèz: dalla gestione collettiva ultracentenaria agli insegnamenti per il domani”, curato da Alessandro Gretter e pubblicato dal Centro Studi Judicaria grazie al finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto. Durante la serata di venerdì 18 dicembre il libro è stato presentato ufficialmente presso il Centro Studi Judicaria, grazie agli interventi del curatore Alessandro Gretter e di alcuni degli autori, Rocco Scolozzi, Martina Giovanella e Zeffirino Castellani e all’ospitalità del Presidente del Centro Studi Judicaria, Graziano Riccadonna. Chiunque fosse interessato può avere copia della pubblicazione recandosi direttamente presso la sede della Comunità delle Regole di Spinale e Manez. Martina Giovanella
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Cultura
GENNAIO 2016
La pubblicazione di Renato Paoli ricorda i giovani ragolesi che persero la vita al fronte durante la Grande Guerra
“Quando gli uomini cadevano come foglie”: Ragoli omaggia i suoi caduti
L’opera in questione rappresenta quello che si potrebbe definire un “unicum” nel suo genere; una pubblicazione il cui obiettivo non è solo quello di raccontare la storia di un piccolo paesino di montagna durante il terribile periodo della Prima Guerra Mondiale, ma di farlo attraverso il ricordo di coloro che hanno vissuto questa drammatica esperienza in prima persona, di quei giovani che hanno perso la vita combattendo al fronte e che, nei libri di storia, sono stati considerati spesso e volentieri come semplici “numeri”, senza volto né nome, e non come “individui” con alle spalle una storia personale, unica e irripetibile. Ebbene, in questo libro, Renato Paoli, professore di storia e filosofia presso l’Istituto d’Istruzione Lorenzo Guetti di Tione, si è quindi proposto di rispondere a quella che egli stesso definisce “l’urgente richiesta di giustizia che ci arriva dalle migliaia di voci disperse nei cambi
Nel 2015 in Giudicarie ha preso avvio il progetto Garanzia Giovani, iniziativa a livello nazionale, che ha come obiettivo lo sviluppo di competenze trasversali e tecnico-professionali per favorire l’accesso nel mondo del lavoro dei giovani locali, ovvero ragazzi con età compresa tra i 16 e 29 anni, in stato di disoccupazione o in cerca di prima occupazione residenti o domiciliati in uno dei paesi della Comunità di Valle. A livello gestionale e realizzativo il progetto in Giudicarie è portato avanti dall’ATI (associazione temporanea d’impresa) tra Dream srl e la Cooperativa Sociale l’Ancora, entrambe con sede a Tione. L’ATI nasce con l’obiettivo di mettere a sistema le competenze dell’una e dell’altra società, valorizzando ognuna le proprie reti, al fine di offrire al giovane un’opportunità di tirocinio. Tirocinio che può avere due obiettivi specifici, in funzione del target di beneficiari: - per i neo qualificati, diplomati o laureati - che sono alla ricerca di una propria identità professionale e quindi si approcciano al mondo del lavoro per la prima volta - il Garanzia Giovani è un modo per entrare nel mondo del lavoro e farsi
di Umberto Fedrizzi Lo scorso 13 dicembre, in una sala consiliare gremita per l’occasione, si è tenuta la presentazione del libro “Quando gli uomini cadevano come foglie” di Renato Paoli, frutto di un intensissimo lavoro di ricerca duradi battaglia, nelle trincee, negli ospedali militari, in ogni luogo, insomma, dove abbiano smesso, improvvisamente, di parlare”. Ventinove di queste voci, quelle dei caduti di Ragoli durante gli anni del conflitto, hanno finalmente trovato qualcuno disposto a dar loro un volto e un’identità ben precisi. Sono le loro storie, le loro vite, le loro testimonianze, troppo spesso dimenticate e trascurate, a rappresentare i tasselli di cui si costituisce quello straordinario mosaico che è la Storia con la S maiuscola, che tutti noi abbiamo avuto modo di studiare a scuola. Ma grandi protagonisti del libro sono, indubbiamente, anche le famiglie dei soldati caduti, le mogli, i figli e i compagni d’armi che sono miracolo-
to ben quattro anni e vero e proprio fiore all’occhiello (assieme al percorso “PERagoli”) del Progetto Mnemosine, avviato dall’Amministrazione Comunale nell’ormai lontano 2011.
Un momento della presentazione del libro
samente riusciti a scampare ad una morte che pareva inevitabile. Non a caso il titolo della pubblicazione rievoca le parole di un reduce ragolese, Adriano Castellani (oltretutto nonno materno dell’autore), che nelle sue memorie scrive: “Ai 15 d’ottobre siamo tornati ancora nei contorni di Przemysl, dove che
abiamo avuto dei combatimenti sanguinosi; estramente si svilupò il colera, quela peste malatia che gli uomini cadevano come le foglie”. Parole forti, dure che ricordano molto da vicino quelle ben più note del poeta italiano Giuseppe Ungaretti, la cui composizione “Soldati”, datata luglio 1918, così recita: “Si
sta come d’autunno sugli alberi le foglie”. Tutto questo conferma ancora una volta come i combattenti, a dispetto della divisa indossata, avessero vissuto esperienze del tutto analoghe, cogliendo l’atrocità della guerra e la caducità delle loro giovani vite. Durante la serata dedicata alla presentazione del libro, tenutasi, come già detto, la sera di Santa Lucia (scelta non casuale, visto l’intento di fare un dono alla memoria collettiva della comunità), oltre a Renato Paoli, che ha tentato di spiegare, a grandi linee, intenti e contenuti dell’opera, è intervenuto anche Quinto Antonelli, grande esperto trentino del tema, che ha invece messo in luce come spesso e volentieri il ricordo dei
nostri caduti, all’epoca austro-ungarici, sia stato reso difficile dalle nuove circostanze politiche, determinate dall’esito del lungo conflitto. Immancabile poi l’intervento delle autorità: Matteo Leonardi, sindaco di Ragoli, e Rosella Pretti, Assessore alla Cultura, nonché artefice del progetto Mnemosine, hanno innanzitutto manifestato, a nome e per conto dell’intera amministrazione comunale, l’enorme soddisfazione per il risultato ottenuto, ma soprattutto hanno voluto sottolineare il merito di tutti coloro che hanno in qualche modo contribuito alla redazione del libro, chi sfogliando pazientemente i faldoni dell’Archivio storico di Ragoli (come Rolando Serafini), ma anche chi, semplicemente, si è dimostrato disposto a condividere con la comunità un ricordo, una foto, una cartolina, in definitiva parte della propria storia familiare e personale.
MeTe da leggere
Garanzia Giovani Giudicarie… cos’è e cosa si è fatto in quest’anno conoscere; - per i disoccupati che spesso hanno la necessità di riqualificarsi, ovvero di ripensare il proprio percorso di vita professionale, il progetto è uno strumento di sperimentazione in nuove professioni e di riqualificazione delle proprie competenze in ottica di cambiamento. Il progetto è strutturato in tre fasi: la prima di orientamento professionale attraverso colloqui individuali con professionisti esperti di orientamento; la seconda di formazione e la terza il tirocinio in azienda. Dal punto di vista delle competenze, i ragazzi che frequentano il garanzia gio-
vani, nella fase iniziale di formazione, frequentano 4 ore di formazione obbligatoria di sicurezza generale e 4 ore di formazione specifica oltre ad un modulo formativo di 18 ore sul tema della ricerca attiva del lavoro. Al termine dell’attività formativa viene attivato il tirocinio in azienda, con una durata variabile dai due ai sei mesi, occasione per il giovane per sperimentarsi e confrontarsi con il mondo del lavoro ed opportunità per le aziende per conoscere giovani con competenza e professionalità senza avere a proprio carico alcun onere. Per l’azienda infatti
PER LE AZIENDE: se siete interessate ad accogliere un giovane in tirocinio vi chiediamo di rivolgervi al centro per l’impiego di Tione al 0461 493280 o presso Dream – chiedendo di Giulia Bugna allo 0465 322514.
il tirocinio non implica nessun costo diretto in quanto rimangono tutti a carico del progetto; così come la borsa lavoro che i giovani percepiscono, pari a 70 € alla settimana a fronte di una frequenza pari al 70% della durata del periodo di tirocinio. Per le aziende infine si sottolinea la possibilità di ottenere un bonus occupazionale nel caso di l’assunzione, al termine del tirocinio, dei ragazzi iscritti al Garanzia Giovani (bonus che può arrivare fino ai 4.500 euro). Si coglie l’occasione del fine anno per provare a tracciare un bilancio del
lavoro svolto in questo primo anno di attività con l’avvio di 4 edizioni del progetto, l’organizzazione di circa un centinaio di colloqui di orientamento, altrettante ore di formazione d’aula e 24 tirocini in azienda. Partecipando a questo progetto i ragazzi hanno avuto l’opportunità di farsi conoscere e poter attivare, anche al termine delle attività, collaborazioni, sotto varie forme, con le aziende che li hanno ospitati. Dal canto loro le aziende che hanno ospitato i ragazzi sono rimaste per lo più contente dell’opportunità ed hanno a più voci
PER I GIOVANI: per frequentare il progetto Garanzia giovani è necessario iscriversi sul portale nazionale. Per ulteriori informazioni chiamate il numero verde dell’Agenzia del Lavoro 800 264 760
espresso l’interesse, se le condizioni economiche e le opportunità di mercato nei prossimi mesi lo permetteranno, di continuare la collaborazione con i ragazzi e magari anche di procedere con l’assunzione. L’auspicio è dunque che nei prossimi mesi la relazione ad oggi in essere tra giovani ed imprese si trasformi in opportunità lavorativa stabile ovvero che si realizzi i principale obiettivo del Garanzia Giovani ovvero favorire l’inserimento stabile dei giovani nel mondo del lavoro. Il progetto proseguirà anche nei primi mesi del 2016 e sicuramente potrà offrire l’opportunità di avvicinamento tra domanda ed offerta di lavoro per altri giovani giudicariesi.
Memoria
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La Storia locale
Quella “metroland” di 100 anni fa Le ferrovie di valle dei tempi di guerra rappresentano a loro modo un esempio di avanzata viabilità. Ma procediamo con ordine. Durante la Grande Guerra, di fronte a nuove esigenze dettate da nuovi campi di battaglia, si assistette ad un enorme sviluppo tecnologico e che travolse le certezze tattiche e strategiche degli eserciti europei, ancora legati ad idee militari ottocentesche. Tralasciando le armi e i mezzi da guerra, un buon esempio è rappresentato dai trasporti militari: i sistemi di trasporto a forza animale o umana, iniziarono ad essere gradualmente rimpiazzati (anche se mai totalmente) da nuove e più performanti macchine, come gli autocarri e le teleferiche. L’Impero austro-ungarico nella fattispecie si trovava all’inizio della guerra piuttosto carente riguardo alla meccanizzazione dei trasporti, continuando fino agli inizi del 1916 ad affidarsi alla rete ferroviaria ed ai carriagi al fronte, comprese le valli Giudicarie e Rendena dove dall’inizio della guerra con l’Italia erano attive, e lo saranno fino alla fine, donne civili militarizzate ed impiegate per il trasporto di materiali dai paesi alle postazioni in quota: le portatrici. Nonostante il fronte dell’Adamello e del Chiese fossero considerati “immobili”, al pari dell’Alto Garda, a partire dal biennio 1916/1917 furono costantemente potenziati sia nella consistenza delle opere campali (ad esempio nel 1917 sarà approntato a Campo Lomaso un aeroporto militare) sia nelle opere logistiche: queste ultime soprattutto per ovviare ad una rete stradale disagevole ed insufficiente per permettere un rifornimento continuo dallo snodo ferroviario di Trento. Per questo,
di Aldo Gottardi Con ancora vicini gli echi dei progetti ferroviari “Metroland”, si è ancora più sorpresi nel constatare che cento anni fa, in piena Grande Guerra, fu avviato e realizzato in piccole parti un piccolo sistema ferroviario militare. Sebbene con obiettivi e tipologie diverse da “Metroland”, questo sistema secondo i piani del-
l’esercito austro-ungarico avrebbe dovuto collegare tramite rotaie la Val di Genova con i forti di Lardaro, con al centro Tione, punto di arrivo della teleferica da Trento, per ottimizzare lo smistamento dei materiali nei vari teatri di operazione.
La ferratella militare Spiazzo-Pelugo subito dopo la fine della guerra (cortesia del Museo della Guerra Bianca Adamellina di Spiazzo)
assieme alla lunga teleferica da Trento a Tione (dove arriverà nell’agosto del 1918) e altre più piccole che dalla valle risalivano fino alle postazioni di montagna, furono approntate anche piccole linee ferroviarie di collegamento a scartamento ridotto (Feldbahn), per ottimizzare ulteriormente il collegamento tra i magazzini, le stazioni di teleferica e i centri di comando. Erano sistemi semplici, piccoli e pratici da installare e potevano contare su motrici a benzina o anche animali per trainare i vagoni. Ad esempio, dalla stazione di arrivo della teleferica da Trento di Sarche, partiva
una “ferratella” o Decauville, che da un lato proseguiva fino al Castello di Toblino e dall’altro si collegava alla
ferrovia Arco-Riva-Mori, sulla quale un dispaccio dell’Ufficio Informazioni italiano dell’11 giugno 1918
osserva: notansi solo pochi binarii di smistamento e alcune baracche. Qualche baracca anche al Ponte del
Località Trentin (dove sorge ora l’Ospedale) e la sottostante Garzaniga, dove una volta sorgevano le baracche con l’arrivo della ferratellaGuerra Bianca Adamellina di Spiazzo)
Gobbo. Il piccolo fascio dei binari della fermata di Drò occupa la piazza del paese. Secondo lo storico austriaco Heinz von Lichem nel suo libro La Guerra in Montagna 1915-1918 (Vol. III), tra le Giudicarie e la Rendena doveva esser costruita una unica linea su rotaie lunga circa 20 km, ma per la fine della guerra solo alcuni tratti furono approntati e resi operativi. Questi furono Carisolo-Antica Vetreria (partenza delle teleferiche per il fronte dell’Adamello), Spiazzo-Pelugo (arrivo alla partenza della teleferica per la Cima Carè Alto) e Tione (dall’arrivo della teleferica da Trento ad alcune baracche a nord del paese, in località Trentin dove ora c’è l’Ospedale); quest’ultima confusa da alcuni storici locali con un prolungamento della teleferica da Trento, verso la Val Rendena. Nulla è sopravvissuto dopo la guerra di queste infrastrutture, rimaste vittima della demolizione per il recupero dei materiali metallici. Solo alcune fotografie e documenti possono ancora testimoniare l’esistenza delle Feldbahn in Giudicarie-Rendena, anche se piuttosto avare in termini di indicazioni geografiche. Una delle tante “piccole storie di una grande storia” come è stata la Grande Guerra nelle nostre valli. E se questo mio sintetico articolo sull’argomento non potrà certamente esaurire l’intero tema (al quale sto dedicando una più ampia ricerca), mi auguro possa comunque far apprendere al lettore qualcosa di più su una delle tante attività militari nelle nostre valli... forse una delle più curiose e meno note.
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Centenario Grande Guerra
GENNAIO 2016
E mentre cent’anni fa si cercava disperatamente la pace, ma continuava la ferocia della guera, noi - oggi, 2015 - ci troviamo soltanto a leggere tante atrocità: e chi qui scrive, spesso, si chiede. «Con quali sensazioni ed emozioni rievochiamo tanto disagio e sofferenza? E, soprattutto, con quali considerazioni nel comparare le nostre eventuali attuali insoddisfazioni odierne confrontate con ciò che in ogni parte del globo si sono vissuti ben quattro anni di sofferenze e di angoscia?». Mi piacerebbe riscontrare in qualcuno dei cortesi lettori di queste colonne che cosa prova e pensa nel rievocare tanta tristezza. Scusate il mio personale interrogativo. Torno a continuare a raccogliere il sofferto ed amaro succedersi degli avvenimenti bellici. 4 gennaio 1916. - Cercare la pace in tempi rapidi. Vienna: il generale Conrad, capo di stato maggiore dell’esercito austro-ungarico, al conte Tisza, primo ministro ungherese: «La distruzione della macchina bellica russa è fuori questione. Sconfiggere l’Inghilterra è impossibile. Occorre fare la pace in tempi abbastanza rapidi, se non vogliamo indebolirci fatalmente e, forse, essere distrutti». 5 gennaio. - Quasi tre milioni di inglesi sotto le armi: tutti volontari. Londra: il primo ministro Asquith presenta alla Camera dei Comuni una proposta di legge per istituire il servizio di leva. Britannici attualmente sotto le armi: oltre 2 milioni 675.000, tutti volontari. 7 gennaio. – I Montenegrini sconfiggono le forze austroungariche nella battaglia di Mojkovac, rallentando l’inseguimento dell’esercito serbo in ritirata. 8 gennaio . - L’Austria invade il Montenegro. Fronte serbo: l’Austria attacca il
Guerra 1914-18 mese per mese -- Gennaio 1916
All’invana ricerca di una “pace in tempi rapidi” Nella mischia anche le artiglierie, obici e cannoni. Volano pure gli “Zeppelin”
N
el 1916 la guerra di Francia intorno alla fordi Mario Antolini Muson trincea rendeva obtezza di Verdun e sulla bligatori fronti lunghi migliaia di chilo- Somme non servirono a far avanzare di un metro metri che occupavano milioni di combattenti. le linee dei contendenti. Avviene l’esordio, ancora Tutti gli Stati belligeranti furono costretti ad non decisivo per gli esiti della guerra, di nuove adottare l’arruolamento obbligatorio. Milioni di armi: gli aerei, i carri armati, i gas e i lanciadonne furono impiegate nelle fabbriche addet- fiamme. Gli aerei inizialmente combattevano tra te alla produzione di materiale militare. Le due loro e mitragliavano le trincee dall’alto, rarissigrandi e sanguinosissime battaglie combattute in mamente bombardarono le città.
Il grande Graf Zeppelin
Montenegro. Preceduti da un bombardamento dell’artiglieria, 45.000 soldati austriaci, 5.000 bosniaci e 3.000 italiani, sudditi dell’Impero austroungarico, invadono il piccolo paese (250.000 abitanti) vicino e alleato della Serbia. / Le ultime truppe britanniche
Il Giornale delle Giudicarie
mensile di informazione e approfondimento Anno 14 n° 1 gennaio 2016 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Caporedattore: Roberto Bertolini Comitato di redazione: Matteo Ciaghi, Elio Collizzolli, Aldo Gottardi, Denise Rocca Hanno collaborato: Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Francesco Brunelli, Alberto Carli, Umberto Fedrizzi , Enrico Gasperi, Marco Maestri, Elisa Pasquazzo, Alessandro Togni, Alberta Voltolini, Ettore Zampiccoli, Ettore Zini, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3335988772) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 4 gennaio 2016 da Sie Spa - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129
lasciano Gallipoli. Fronte di Gallipoli: le truppe britanniche abbandonano anche Capo Helles, erano le ultime rimaste nella penisola di Gallipoli. In undici giorni evacuati senza perdite 35.268 soldati (con 3.689 cavalli e muli). Sul fronte di Gallipoli sono morti ol-
tre 66.000 Turchi, 28.000 Inglesi, 7.595 Australiani, 2.431 Neozelandesi, 10.000 Francesi. 9 gennaio. – Si conclude l’evacuazione del reparti britannici dalla penisola di Gallipoli; la campagna di Gallipoli termina con una dura sconfitta per le forse
degli Alleati. 10 gennaio. – Sul fronte del Caucaso inizia l’offensiva di Erzurum, proseguita poi fino al 16 febbraio seguente: gli Ottomani subiscono una pesante sconfitta e cedono molto terreno agli attaccanti russi. 11 gennaio. – Truppe francesi occupano Corfù, nella Grecia ancora neutrale, e vi trasferiscono i resti dell’esercito sebo evacuati via mare. 13 gennaio. – Battaglia di Wadi in Mesopotamia: un tentativo britannico di rompere l’assedio di Kut è bloccato dagli Ottomani. 16 gennaio. – Completamente invaso dagli Austroungarici, il Montenegro capitola e viene occupato. 17 gennaio. -La resa del Montenegro. Fronte serbo: il Montenegro si arrende all’Austria-Ungheria. Il re Nikita è fuggito a Scutari e da lì si è imbarcato per Brindisi. 21 gennaio. – Il secondo tentativo britannico di liberare la guarnigione di Kut è bloccato dagli Ottomani nella battaglia di Hanna. Gli Inglesi sconfitti dai Turchi ad Hanna. Fronte mesopotamico: battaglia di Hanna. Gli Inglesi attaccano i Turchi nella speranza di allentare
la pressione sugli assediati di Kut. Il bombardamento iniziale non ha prodotto risultati, le difese turche sono pressoché intatte, la pioggia e il fango rendono impossibile un assalto efficace. Tra morti e feriti i Britannici perdono 2.600 uomini. 22 gennaio. - Salandra insoddisfatto di Cadorna. Roma: il presidente del Consiglio Salandra si dichiara insoddisfatto di Cadorna in una lettera ai ministri Sonnino e Zupelli. 24 gennaio. - Scheer nuovo comandante della Flotta d’alto mare. Berlino: l’ammiraglio Reinhard Scheer è il nuovo comandante in capo della Flotta d’alto mare tedesca. Fautore di una politica militare aggressiva nei confronti della marina britannica, ben visto sia da Tirpitz sia dal Kaiser. 27 gennaio. - Il Gruppo Spartaco di Luxemburg e Liebknecht. Berlino: i marxisti Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, animatori del Gruppo internazionale, contrario alla guerra, fondano un giornale - “Lettere di Spartaco” - che li fa ribattezzare col nome di “Gruppo Spartaco”. L’11 novembre 1918 diventerà “Lega spartachista” e, nel 1919, “Partito comunista tedesco”. 29 gennaio. - Il primo carro armato inglese al collaudo. Londra: dopo oltre un anno dalle sollecitazioni di Churchill a lavorare su un progetto operativo, iniziano i collaudi del primo carro armato inglese. È stato lo stesso Churchill, visto lo scetticismo del ministero della Guerra, a finanziare il progetto con fondi della Marina. / Viene approvato il “Military Service Act 1916”, che introduce per la prima volta la coscrizione militare obbligatoria nel Regno Unito. 31 gennaio. - Nove Zeppelin bombardano l’Inghilterra. Dopo aver trasvolato il Mare del Nord, nove Zeppelin tedeschi lanciano 389 bombe sull’Inghilterra centrale. Cinquantaquattro i morti, più di sessanta i feriti. Durante il rientro, un dirigibile precipita in mare.
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Gennaio 1916 – Ripercussioni in Trentino e nelle Giudicarie
La complicatissima macchina europea non ce la fa! In Giudicarie i cannoni italiani e austriaci si scambiano i “colpi”. La guerra si combatte sempre più nel cielo Fonti italiane del 1916, invece, in internet segnalano a prima pagina della “Domenica del Corriere” datata 3 gennaio 1916, con la seguente didascalia: “La Grande Guerra Aerea, 3.1. 1916. Il secondo anno di guerra”. Il testo spiega: «Durante i mesi invernali fra il 1915 e il 1916 sul lungo fronte dallo Stelvio al mare non si ebbero azioni di vasta portata. La stagione non lo permetteva e ,in attesa del ritorno del bel tempo, i due eserciti utilizzarono la lunga stasi operativa per riorganizzarsi e rafforzarsi. I primi programmi di potenziamento dell’aviazione italiana furono indirizzati da un lato ad estendere la presenza dello strumento aereo, dall’altro a incrementarne la capacità di offesa. Il 16 gennaio 1916 fu così costituita una 5^ Squadriglia da caccia montata su Aviatik e dislocata a Taliedo per la difesa di Milano. Due giorni dopo vennero attivate a Pordenone la 4^ squadriglia da ricognizione e combattimento, su Farman, e la 7^ squadriglia da offesa, portando a sei il numero delle squadriglie Caproni a disposizione del Comando Supremo dai campi di Aviano e della Comina. Il 22 gennaio la sezione idrovolanti di Desenzano si trasformò nella 1^ squadriglia. Nelle prime settimane del 1916 le quadriglie Caproni furono impiegate in ricognizioni in profondità intese ad accertare la fondatezza delle voci relative all’arrivo di nuovi reparti austriaci e se, nei dintorni di Fiume, fosse in costruzione un nuovo hangar per dirigibili. Il 3 gennaio 1916, Verona divenne nuovamente obiettivo di un raid aereo austriaco. Questa volta però la difesa fu all’altezza della situazione e gli incursori dovettero sganciare le bombe a caso sulla zona di Castelfranco Veneto. L’11 gennaio nove idrovolanti austriaci attaccarono Rimini causando qualche danno agli edifici ed ottenendo l’effetto di spingere il Comando Supremo a dare il via al raid su Lubiana, da tempo individuata quale obiettivo per una possibile azione di rappresaglia». Seguendo l’impostazione di questo impegno editoriale, ecco la serie di quanto sta avvenendo in quel lontano primo mese del 1916, attraverso le annotazioni dell’ormai nostro “amico” don Perli nel suo Diario: • 1916 - Il nuovo anno è spun-
Fra i documenti trentini di quel periodo, al 6 gennaio 1916, lo storico Benvenuti annota: «Il generale Conrad von Hötzendorg, Capo di Stato Maggiore austriaco, decide di dar corso all’offensiva nel Trentino. L’operazione avrebbe dovuto essere sferrata fra l’Adige e il fiume Brenta nel Trentino orientale. All’assolvimento del compito furono destinate due ar-
mate, riunite nel Gruppo di Armate del Tirolo Meridionale, affidate all’arciduca Eugenio. Nel contempo l’esercito italiano, sul fronte trentino, si mantiene generalmente sulla difensiva: tenta, però, di migliorare le sue posizioni con rapidi atti offensivi nell’intento di raccorciare il fronte stesso e allargare la zona montuosa che sta alle sue spalle».
La Domenica del Corriere del 3 gennaio 1916
tato fra l’universale silenzio del cannone. L’orizzonte politico però è ancora coperto di nubi minacciose. I direttori degli Stati belligeranti si ostinano tutt’ora a sostenere di voler annientarsi a vicenda, di voler la piena vittoria finale sull’avversario. Intanto, per la mancanza della mano d’opera, vengono a mancare tanti articoli di prima necessità, calzature, telerie, panni, medicinali; abbonda il denaro, ma è deprezzato, i generi alimentari stanno in proporzione inversa colla ricerca e col bisogno. Dove andremo a finire? A questa domanda nessuno oggi potrebbe dare una risposta adeguata. La complicatissima macchina europea, anzi mondiale, è manovrata da Dio; abbandoniamoci placidamente alla sua sapientissima Provvidenza, e non saremo delusi. • 7 gennaio. - Oggi il set-
tore di Lardaro fu visitato dall’arciduca ereditario Carlo, che al suo ritorno all’1½ sulla piazza della Croce a Tione fu omaggiato dalle autorità locali, dalla scolaresca e dalla popolazione. Ha un aspetto e un’espressione da bonario, parla bene l’italiano e tratta tutti con affabilità spontanea per cui si cattiva tosto la simpatia di tutti. / Il ministro germanico delle finanze Hesferich fa ascendere le spese generali della presente guerra a 10 miliardi al mese; il giornale ”Economist” le calcola invece di 16 miliardi e conchiude: «Se il 1915 palesa una certa estenuazione dei Paesi belligeranti, nel 1916 si estenderà con maggior evidenza anche ai Paesi neutrali compresi gli Stati Uniti dell’America. I Paesi belligeranti cadranno in perfetta miseria e i neutrali vedranno per molti anni aggravata la loro situazione economica». / Ieri il
telegrafo ci annunziò la morte di Silvio Zamboni figlio di Annibale Naneto, direttore del Magazzino Sociale e fabbriciere della chiesa avvenuta ai 5 del mese corrente nell’ospitale di riserva in Ried (Ober Austria) munito dei conforti religiosi. Era stato ferito in Galizia tre mesi fa. Era un ottimo individuo. • 12 gennaio. - Dappertutto lamenti per il latte, chi perché deve darlo soltanto per 28 centesimi al litro, e chi perché i produttori lo nascondono e lo sfruttano per sè. • 12 gennaio. - Oggi fu ordinato l’imbandieramento del paese per la presa del monte Lovcen nel Montenegro. / I Francesi e gli Inglesi si fortificano per bene a Salonicco nonostante le ripetute proteste della Grecia. / L’Inghilterra erige ad obbligo il servizio militare fra i suoi popoli. / Ieri fu di nuovo bombardato e incendiato Cre-
to. / L’ispettore scolastico distrettuale Felice Morandi, per la sua lingua troppo avvelenata e pronta contro il governo che lo pagava, fu processato e condannato a morte; poi gli fu commutata la pena in 15 anni di carcere duro. Nessuno però dei maestri di questo distretto ne ha pianto la perdita. Chiunque si butta nella politica, o presto o tardi, si rompe il capo esclamando: “Brutto mondo!”. • 15 gennaio. - I Comuni del distretto giudiziario di Tione, riunitisi qui ieri, deliberarono di mettere a Trento stabilmente un nostro fiduciario per controllare le arbitrarie ripartizioni di farine e grani eccetera da parte di quel Comitato regionale, la cui sede sta nel palazzo del Consiglio d’Agricoltura; e in pari tempo ci procuri qualsiasi genere alimentare commerciato, su cui potrà mettere le mani. Il nostro Comitato, come ogni altro di tal genere, sta alle dipendenze dell’imperial regio Capitanato, e questo della Luogotenenza. / Oggi i nostri [austroungarici] entrarono in Cetigne, e fu perciò ordinato l’imbandieramento del paese. • 18 gennaio. - Ieri un denso nuvolato di fumo, che si alzava e si distendeva verso noi, ci annunciava un grosso incendio a Cìmego. / Il Nikita [re Nicola] del Montenegro domandò la pace ai nostri. La notizia destò nel popolo liete speranze, ma non si attirò l’interessamento come d’un fatto di grande importanza. / I Russi si riversarono furibondi contro i nostri nella Bessarabia occidentale e fecero strage dei nostri (Battaglia di Lotz!!!). / Quest’anno Sant’Antonio smentì la sua proverbiale “gran freddura” non avendo oltrepassati i 5 gr. R. Tempo splendido con pochissima neve. / Ecco la tariffa capitanale del 13 gennaio: farina gialla a corone 0,86; crauti a 0,46; cipolle a 0,88; risetta a 1,80; caffè a 4,70; sale a 0,32; burro a 5; latte a 0,28; formaggio fino a 6,40; svizzero a 5,60; magro a 3,40; uova a 0,18 al pezzo; carne di manzo a 3,80; lucaniche a 7; legna da fuoco dura a 12 al metro cubo, dolce a 9; salame all’aglio a 9. / I giornali tedeschi riportano l’affondamento di 26 navi
mercantili nemiche di 88.000 tonnellate nel dicembre ultimo scorso. / La requisizione (la Ia) dei rami in Tione fruttò 47 quintali e in tutto il distretto politico oltre 700 quintali pagati in media corone 320. Tanto ho saputo dai periti che accompagnarono i raccoglitori. / In questi giorni l’imperial regio nostro capitano distrettuale Ersler fu trasferito ad Innsbruck, forse in seguito alla condanna dell’ispettore distrettuale Morandi, e alla fuga in Italia del commissario forestale distrettuale Berga. Gli successe il signor Carlo Ebner imperial regio dirigente capitanale. • 24 gennaio. - Oggi i nostri condussero qui sei prigionieri italiani dalla Valle di San Valentino [Rendena]. / La polizia locale continua la raccolta degli irredentisti giudicariesi, o ritenuti per tali, e vengono internati per lo più a Catzenau. Tutti ne stanno in apprensione. • 27 gennaio. - Il re Nicolò fuggì in Francia. / Oggi ufficio divino solenne per onorare il Natalizio dell’imperatore Guglielmo! / Per le vie politiche arrivò l’annunzio di morte di Vigilio Antolini di Giovanni detto Nozenta, nato l’anno 1875, deceduto in seguito a ferite: era sposo a Marta Bonomi. • 31 gennaio. - Gli Austriaci invadono l’Albania settentrionale e i Bulgari s’avvicinano alla meridionale e si procede al disarmo del Montenegro. / I soldati sparsi qua e là nei paesi vengono ora chiamati nei luoghi di concentramento, poi per dove? / Ciò che si stia preparando per la primavera non trapela verbo né di qua né di là; ad ogni modo ognuno è convinto che tutti affilano le armi. Il Wilson, presidente degli Stati Uniti, in pubblico banchetto, ha detto che in un prossimo domani gli Stati Uniti potrebbero essere al punto di metter mano alle armi per il proprio onore. Sarà un bluff americano? / Il fatto importante d’attualità e molto serio è la troppa scarsezza di farine - di gialle nemmeno parlarne -. La popolazione vive dei cosiddetti minestroni. / Questa sera fiocca allegramente. / Le donne continuano a portare assi su a Cingledino per baraccamenti». E così un altro mese si aggiunge ai già tanti altri senza alcuna speranza che la lunga fila stia per finire. Mario Antolini Muson
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Guerra 1914-18 mese per mese -- Gennaio 1916
Il terribile mese dei bombardamenti in Val del Chiese Cìmego e altri paesi in fiamme; profughi in Val Rendena
In Giudicarie il fronte di guerra, che si era aperto nel basso Chiese la notte stessa del 24 maggio 1915 con l’occupazione delle truppe italiane dei paesi giudicariesi di Ponte Càffaro, Storo, Bondone e Condino, si era bloccato presso la linea austroungarica basata sullo sbarramento dei forti di Lardaro. Ai primi di gennaio del 1916 il Comando Supremo dell’Esercito Italiano decise un cambio di strategia e assegnò la 6a Divisione al Tenente Generale Oreste de Albertis, sostituendo il Generale Oscar Roffi. Il freno determinato dalla linea dei forti austriaca impose un cambio di strategia che prevedeva l’utilizzo di meno uomini, ma un rafforzamento delle artiglieri leggere e pesanti. L’obiettivo era quello di avanzare verso il Dòsso dei Morti, sulla destra della Valle del Chiese, e le cime del Nòzzolo e Càdria in sponda sinistra, e di utilizzare i bombardamenti. Purtroppo l’inverno fu così rigido da essere chiamato “il secondo nemico”, poiché la neve caduta in modo eccezionale, oltre a creare difficoltà logistiche alle truppe, fece vittime con le slavine a Cima Rìve e a Malga Cléf. Il diario storico della 6a Divisione ricorda, in particolar modo, quelle cadute il 26 dicembre 1915 nella zona del Passo del Tèrmine e Monte Remà, e quella del 23 febbraio 1916, caduta in alta Valle Aperta sopra Condino con molte giovani vittime. All’inizio del 1916 le forze italiane assegnate alla 6a Divisione, erano così suddivise: una sulla destra del fiume Chiese (sottosettore 3) formata dal 77° e 78° Reggimento della Brigata Toscana; un’altra in fondo alla Val del Chiese (sottosettore 4), formata dal 61° e 62° Reggimento della Brigata Sicilia, 45° Battaglione Bersaglieri, Battaglione Alpini Vestone, 1° e 3° Battaglione del 7° Reggimento Fanteria; ed una terza in Val di Ledro (sottosettore 4 bis), formata dal 8°, 10° e 11° bis Battaglione del 7° Reggimento Bersaglieri, Battaglione Alpini Val Chiese e dal 3° Battaglione Regia Guardia di Finanza. Erano inoltre a disposizione della 6a Divisione: il 14° Reggimento di Milizia Territoriale (2°, 6°, 55°, 132° Battaglione) ed i Battaglioni di Milizia Territoriale 54° e 64°. Mentre il 45° Battaglione Bersaglieri di solito arroccato alla prima linea di Cimego
Cimego, gennaio 1916
Don Alessandro Bertolasi
era in riserva Alla Santa presso Condino dal Forte Carriola-Por fu bombardata Cìmego, provocando un incendio che distrusse le contrade de La Villa e di Balbarone, che bruceranno per alcuni giorni risparmiando solo la frazione di Quartinago (al di là del rio allora separata da due artistici ponti distrutti negli anni ’70), qualche casa di Balbarone, la canonica e la chiesa di San Martino. * Dal diario di Felix Hecht. - «14 Gennaio. Nel pomeriggio è stato provato un lanciabombe dalla posizione di Pandera che ha funzionato molto bene. Penso che il nemico [italiani] ci abbia osservati dall’avamposto. Brucia Cologna! In risposta bruceremo Tiarno di Sotto con le bomber incendiari dei nostri obici». Dal diario di Don Alessandro Bertolasi. - «16 gennaio. Nel 1916 il giorno di Sant’Antonio abate il curato, invitati i suoi curaziani nella chiesa di Sant’Antonio a Pelugo, si fece il voto di celebrare una festa speciale ogni anno in onore di Sant’Antonio se il paese verrà preservato dall’incendio. Ma purtroppo in quel giorno bombe incendiarie lanciate dagli austriaci dal forte Cariola hanno incendiato il paese, ad eccezione della frazione di
Cimego, 1916
Quartinago e di qualche casa di Balbarone, della canonica e della Chiesa, le case attigue alla chiesa furono invece assai danneggiate, essendone stati distrutti i coperti, i serramenti, i pavimenti eccetera». Dal diario di Alessandro Suckert. - «17 gennaio. Dalle postazioni di artiglieria poste sul monte Stìgolo accanto alla Rocca Pagana. Siamo qua in una posizione eccellente per vedere l’azione delle nostre (italiane) e delle loro (austroungariche) artiglierie. Abbiamo assistito ai diversi accaniti combattimenti ai quali hanno dovuto sottostare i nostri Alpini, sul Wiess. Quando spara il forte Por sulla Santa sentiamo il sibilo del proiettile che ci passa alla nostra sinistra. Oggi il forte ha sparato con proiettili incen-
diari su Cìmego. In pochi minuti il paese è in fiamme, un immenso falò che empie tutta la Valle di fumo. Le nostre artiglierie, per rappresaglia, incendiano diverse case del paese di Strada, dove, per altro, si notavano movimenti di truppa. E ancora così un altro falò, che aumenta il fumo, il quale ci impedisce di vedere la vallata». Dal diario di Felix Hecht. «17 gennaio. Brucia Strada e poi Cìmego! Quest’ultimo è stato incendiato da noi perché vi si trovavano grandi magazzini nemici. Inoltre i nostri aviatori hanno incendiato anche due accampamenti e la valle del Chiese è piena di fumo. 19 gennaio. Un nuovo bombardamento con granate incendiarie venne sferrato
contro Cimego, sempre da forte Por. Non vi sono testimonianze scritte di questo drammatico evento nelle lettere del Capitano Giuseppe Gabbin, dei Bersaglieri di stanza a Cimego». Dal diario di Alessandro Suckert. - «19 gennaio. Cìmego brucia ancora nonostante gli sforzi per circoscrivere l’incendio. 23 gennaio. Viene oggi notizia che noi dovremo presto raggiungere il resto della batteria alla quota 1540. Verrà a darci il cambio una sezione del 6° Reggimento Campagna che si trova in seconda linea. Lasceremo quindi lo Stìgolo. 25 gennaio. Oggi è caduto un colpo da 305 sul Palóne. Non è il primo che cade su questo monte. Hanno tirato un po’ dappertutto con questo mortaio. Il mortaio austriaco di 305 è posto su un carrello che facilita il trasporto da un punto ad un altro. Lo stesso pezzo ha sparato su Tiarno, su Condino, dove ha tirato 3 colpi fortunatamente corti; ai primi di dicembre ha tirato sul Melino al tempo della sua occupazione. Al Melino ho veduto uno di questi proiettili inesplosi, sospeso ai rami d’un albero». Dalle lettere di Giuseppe Gabbin. - «23 gennaio 1916. In seguito all’incendio di Cìmego, e nel timore di un attacco delle truppe austriache il 45° Battaglione Bersaglieri italiano tornò a presidiare il versante del Monte Melino tra Cìmego e Castello, dove rimase fino al 12 marzo».
Nei mesi seguenti i bombardamenti si spostarono nei paesi a ridosso della linea dei forti di Lardaro. Anche i paesi della Pieve di Bono subirono la stessa sorte. Complessivamente furono martoriati dagli incendi, dalle bombe e dai saccheggi gli abitati di Castello, Daone, Praso, Strada, Prezzo, Cologna, Bersone, Por. Stessa sorte subirono i paesi in Val di Ledro come Tiarno, Bezzecca, Lenzùmo, Lòcca, Biacésa, Molìna, Légos, Pré e Pregàsina. Con questo drammatico bombardamento la popolazione di Cìmego ricevette un colpo economico e culturale irreversibile dal quale non si rifarà più, se non molti anni dopo, durante i grandi lavori al sistema delle dighe e centrali di malga Bissina. I danni furono enormi con la perdita delle case, dei propri arredi, a cui si sommarono a quelli dovuti allo sfollamento, al fermo delle proprie attività artigianali, al saccheggio delle fucine, delle falegnamerie, delle filande, dei laboratori di bilance e orologeria, alla perdita delle attrezzature da lavoro. Quello fu probabilmente il momento più drammatico della storia di quella comunità. La ricostruzione avvenuta nel dopoguerra sotto la direzione del Genio Militare italiano non riuscì a riavviare il vecchio tessuto urbano, produttivo ed economico, non più le vecchie case cresciute su se stesse nei secoli con i portali in granito e le volte a botte, ma casermoni alti e diritti dai profili rettilinei. A parte i contadini, che in breve tempo sistemarono le stalle e gli alpeggi, quando le nuove case furono pronte, e il Genio lasciò il paese nell’autunno del 1922, dopo l’iniziale entusiasmo, la gente scoprì la miseria e la fame. La crisi e il fallimento nel ’29 della Banca Cattolica fece il resto. Le porte dell’emigrazione così si spalancarono e quasi tutti gli artigiani emigrarono: andò persa così la ricchezza e la conoscenza di mestieri antichi come i lavori del ferro, del legno, della pietra, le arti secolari dei fabbri, dei falegnami e degli scalpellini che da secoli venivano tramandati di padre in figlio, sfruttando la forza dell’acqua del Fiume Chiese e del Rio Caino.
Attualità
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In località Palù, in uno stabile della Comunità delle Regole Spinale e Manez il nuovo punto vendita
La Cooperativa Giudicarie apre a Madonna di Campiglio
MARKETING SAIT
Per l’esigente turismo campigliano, la famiglia Cooperativa punta su qualità e tipicità locali. “Ci sono utte le credenziali per fare bene - spiega il direttore Oreste Bonenti certamente sarà un supermercato fornito come lo sono I nostri punti vendita coop, certamente puntiamo però molto dando ampio spazio ai prodotti che produce il nostro salumificio di Saone”. Fino al 10 gennaio, nel periodo di picco della stazione invernale, il negozio, il cui responsabile sarà Dino Filosi di Praso, farà orario continuato impiegando cinque dipenti, poi gli orari verranno adattati al proseguio della stagione.
E’ affidato per questi mesi alla Famiglia Cooperativa Giudicarie il punto vendita di proprietà delle Regole di Spinale e Manez di Campgilio. Centottanta metri quadri di superfiice commerciale in piazza Brenta, a Palù. Già in passato era un supermercato che le Regole hanno messo all’asta nei mesi scorsi per due volte, aste che però sono andate deserte. La
Dall’antica tradizione della Famiglia Cooperativa Giudicarie nascono i salumi artigianali prodotti con pochi semplici ingredienti e carni provenienti esclusivamente dal Trentino. Li abbiamo chiamati Antiche Bontà di Saone per ricordarne l’antica tradizione nata nel 1893.
Comunità regoliera ha quindi sospeso la cosa e nell’imminenza della stagione invernale ormai avviata ha deciso di mantenere almeno il negozio aperto stringendo un accordo con la coop Giudicarie che in pochi giorni ha allestito e aperto il punto vendita e lo manterrà in funzione per i quattro mesi della stagione turistica invernale.
to concludere il contratto con il gestore precedente spiega Bruno Simoni, del Comitato delle regole di Spinale e Manez - per capire se è ancora fattibile tenere un supermercato a Campiglio o meno”.
Oggi e per tutta la mattina ci saranno assaggi e omaggi per l’apertura della cooperativa. Mentre con la Famiglia il negozio rimane aperto e mantiene servizio e clientela, le Regole proseguono la ricerca di gestori che si occupino del negozio in maniera permanente scaduti i quattro mesi alla “Giudicarie”. “Diciamo che è anche una prova dopo che si è dovu-
BOLBENO - COLTURA MONTAGNE - PREORE - RAGOLI TIONE - SAONE - ZUCLO
TIONE
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Yeman Crippa
Sport
Yeman Crippa fa il bis all’Europeo Yemaneberhan Crippa, il giovane corridore prodigio giudicariese, si riconferma campione europeo Juniores di cross country dopo una strepitosa performance al circuito francese di Hyères, portando la bandiera italiana un’ altra volta sul gradino più alto del podio. Il diciannovenne atleta delle Fiamme Oro, laureatosi campione già lo scorso anno a Samokov (Bulgaria), ha affrontato la competizione in modo impeccabile, si-
curo del fatto suo, e dopo un inizio regolato seguendo il gruppo, dai tre quarti del percorso ha pigiato l’acceleratore andando a vincere con notevole distacco dagli inseguitori. Praticamente, lungo i sei chilometri del tracciato, non c’è stata quasi partita per gli altri concorrenti. Con la vittoria di Yeman, e la buona performance dei suoi compagni di squadra delle Fiamme Oro, la squadra italiana si aggiudica pure l’argento a squadre
nella categoria Juniores. Ma sono le parole dello stesso Yeman a sottolineare la sicurezza e serenità durante lo svolgimento della gara: “Sono stato contentissimo della mia gara e di come l’ho gestita. Al momento della partenza sapevo bene quello che stavo facendo, credevo in me e nelle mie potenzialità, e con in più una dose di coraggio ho portato a termine la gara. A Hyères erano presenti avversari veramente forti e ognuno ha lottato duramen-
te per il suo obiettivo, la vittoria. E anche io. Ora penso al futuro, alle prossime gare e ai prossimi appuntamenti sportivi: la vittoria è già passato.” Da vero professionista, Yeman non lascia nulla al caso durante una gara, sia per quanto riguarda l’allenamento sia per quanto riguarda la consapevolezza delle proprie capacità. Un anno ora si chiude e se ne apre uno nuovo, ricco di eventi e di nuove sfide. Aldo Gottardi
Il volley? ..tutta un’altra musica!
Arriva l’edizione 2016 del calendario del team Volley Storo, che propone quest’anno un inedito binomio tra sport e note. La compagine della pallavolo
di Storo ogni anno propone interessanti calendari con protagoniste le atlete della Serie C e 1° Divisione; quest’anno le ragazze sono state impegnate sul
“set” fotografico realizzato presso l’Agritur “Casa Essenia” di Condino con la collaborazione della Banda Sociale di Storo che ha messo a dispo-
Le ragazze del Team volley Storo nelle pose di due mesi
sizione gli strumenti musicali che accompagnano gli scatti. Ecco allora che la musica, simboleggiata da mandolini, flauti, chitarre, accompagna le ragazze del team Volley attraverso i mesi del 2016 in una serie di fotografie che comprendono anche un ritratto per
ciascuna squadra della società guidata da Iginio Ferretti, dalla Serie C (Femminile) alla Prima divisione (Maschile e Femminile), fino ad arrivare alle tante categorie giovanili (Under 16, 14, 13, 12 e Minivolley). L’augurio è che il 2016 sia un anno “rock”.
Attualità Impressionante l’afflusso durante il ponte dell’Immacolata e una vera e propria folla si è registrata le vacanze di Natale, quando ai “valliggiani” si sono aggiunti anche migliaia di turisti, ormai abituati a trovare nel piccolo centro giudicariese un ambiente ideale per la pratica dello sci, in particolare per i più giovani. Da sottolineare anche l’utilizzo del Centro Sci da parte di molte squadre agonistiche provenienti da tutto il Trentino, che hanno trovato a Bolbeno un ambiente perfetto per i loro allenamenti. La fiaccolata del 30 dicembre, con oltre 1.500 persone presenti ha battuto ogni record in termini di partecipazione, ma anche tutte le altre iniziative collaterali si sono rivelate azzeccate, riscuotendo l’apprezzamento del pubblico, basti citare gli oltre 80 partecipanti alla seconda Edizione della “Ciaspolares”, organizzata ottimamente dal Consorzio Valli Giudicarie. Un inizio dunque coni fiocchi per il miracoloso centro sciistico, la cui attività non conosce sosta visto che sono ben 4 gli appuntamenti di cartello in programma nel mese di gennaio: si va dal 23^ Memorial Mario Marchetti in programma il giorno dell’Epifania, fino al Trofeo Alpini di Zuclo - Bolbeno del 31 gennaio, passando per la seconda edizione di “Bande sulla neve” in programma domenica 24 gennaio. L’appuntamento clou del mese cadrà invece venerdì 29 gennaio con il “Parallelo dei Campioni” – II Trofeo “La Contea”,
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Dopo l’ottimo avvio di stagione ci si aspetta un gennaio d’oro con un programma foltissimo, in primis la seconda edizione del “Parallelo dei Campioni”
Centro Sci Bolbeno: partenza col botto
“Una partenza col botto”; con queste poche parole i vertici della Pro Loco di Bolbeno, da quasi 50 anni ente gestore del famoso e glorioso impianto sciistico, esprimono la grande soddisfazione che aleggia tra tutti gli operatori che operano presso la rinomata Skiarea. Fin dalla data di apertura infatti, datata mi-
racolosamente sabato 5 dicembre, sono state davvero molte le persone accorse a Bolbeno per la pratica dello sci alpino ma anche per divertirsi con bob e slittini, sfruttando magari le giornate di apertura anche serale dell’impianto, tutti i mercoledì e venerdì dalle 18.30 alle 21.00.
uno spettacolare parallelo notturno che vedrà ai nastri di partenza i più forti interpreti dello sci alpino della nostra provincia. Ultima annotazione, non certo per ordine di importanza, riguarda il trend delle iscrizioni all’ormai famoso corso di avviamento allo sci che ha portato lo Sci Club Bolbeno tra le pri-
missime posizioni in Italia quanto a numero di tesserati. Fonti del sodalizio riferiscono di un interessamento ancora maggiore rispetto agli scorsi anni, certamente anche aiutato
dal mantenimento a soli 60 € della tariffa d’iscrizione che da diritto alla frequenza di ben 9 lezioni con cadenza bi-settimanale da 2,5 ore ciascuna. Per chi non lo avesse già fatto, si ricorda che le iscrizioni sono ancora aperte e per maggiori informazioni si consiglia di visitare il siti www.sciclubbolbeno. it dove è possibile anche effettuare l’iscrizione online.
Cori e bande in gara alle “Coste” Il 17 e il 24 gennaio la pista di Bolbeno ospita “Corinpista” e “Bande sulla neve”
Due appuntamenti musical/ sportivi da non perdere alle Coste di Bolbeno. Nonostante la neve questo inverno si faccia tanto desiderare, nelle domeniche del 17 e del 24 gennaio la pista accoglierà rispettivamente “Corinpista” la gara sociale dei Cori del Trentino e la seconda edizione delle “Bande sulla neve”. La competizione organizzata dalla Federazione dei Cori trentini guidata da Sergio Franeschinelli è ormai un classico dell’inverno: giunta alla decima edizione, richiama tantissimi coristi da tutto il Trentino per una giornata di aggregazione, sport e... canti in compagnia. Più recente “Bande sulla neve”, che ha debuttato lo scorso anno con un buon successo di partecipazione e propone una sfida
fra i bandisti con ai piedi sci o snowboard in una cornice di festa e allegria. Una manifestazione che aveva visto l’anno scorso vincitrice la Banda di Tione, seguita dalla Banda
Musicale Folkloristica di Vigo di Fassa e la Banda Musicale di San Lorenzo e Dorsino. Le categorie previste per la gara sono molte e divise tra maschili e femminili, ulteriormente
suddivise in giovani, Junior, Master/Lady, Pionieri/Dame. Per partecipare, la quota individuale di iscrizione alla gara è di 20 euro che comprendono partecipazione alla gara, skipass giornaliero dell’impianto e pranzo (per chi volesse solo pranzare, l’iscrizione costa 10 euro), comprensivo di primo, secondo, contorno, dolce e bevande. Anche per quest’anno, entrambe la manifestazioni saranno accompagnate al mattino dal prelibato rinfresco preparato dal Gruppo Alpini di Zuclo e Bolbeno. Così tra una discesa e l’altra, un brodo caldo e un goccio di brulè la mattina coinvolgerà tutti: sciatori, pubblico, familiari grandi e piccoli per terminare con un pranzo comune e festeggiare tutti assieme, non solo i vincitori.
E se si volesse sciare pur non avendo attrezzatura (oppure per chi se li fosse dimenticati a casa), nessun problema: per tutto il giorno sarà attivo il servizio di noleggio sci, scarponi e casco nella struttura ai piedi della pista da sci. Si ricorda che per tutta la famiglia, l’impianto di Bolbeno offre un’area attrezzata per i bambini, con parco giochi invernale recintato, pista baby, pista di gommoni, due nastri trasportatori, possibilità di noleggiare bob e slittini e altri giochi. L’ingresso all’area giochi sarà gratuita il giorno della manifestazione per i bandisti su prenotazione del buono ritirabile dallo staff di segreteria che sarà presente a Bolbeno al momento del ritiro pettorali. (a.g.)
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Opinioni a confronto
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BOTTA E RISPOSTA
Segno inevitabile dei tempi?
Se il rispetto e l’educazione diventano un optional...
vilgiat@yahoo.it
Caro Adelino, sono un po’ stufo del comportamento che anche in Giudicarie si sta consolidando. Nessuno sa più dire “buongiorno”, “grazie”, “scusi”, “buon Natale”, dare del “lei” agli sconosciuti o cedere il posto agli anziani sulla corriera. Ormai il rispetto e l’educazione sono un optional. Come mai siamo caduti così in basso? Ernesto
Caro Ernesto, anche noi siamo ormai caduti nel mondo dell’indifferenza perché siamo troppo occupati a pensare a noi stessi. E tutto quello che ci distrae dal nostro ego, viene vissuto come un fastidio. Così se vai in un negozio, nessuno ti saluta, se sei sulla corriera nessuno si alza per far posto ad un anziano, attraversi la strada a piedi, e le auto
Il clima “pazzo” fa preoccupare... Ehi, Adelino, hai visto che tempo? Non piove ormai da mesi nel bassovalle, ma neanche nevica in montagna. Sono un po’ tutti preoccupati perché pare che non pioverà ancora per molto. Sta cambiando il clima, sta cambiando il mondo, che fine faremo? Certo che non si può stare tranquilli, noi non lo siamo…. gli amici del bar Magari quando uscirà il Giornale saremo immersi nella neve fino alle ginocchia (magari!) e allora ogni considerazione sul tempo sarà superata. Di certo, quanto è successo in quest’inizio inverno è probabilmente il segno che il clima sta cambiando. E dopo l’accordo di Parigi dei giorni scorsi, sul clima e sul degrado dell’ambiente, sembra una presa in giro. Le immagini delle piste da sci di Campiglio innevate artificialmente in un paesaggio brullo e triste, colpiscono e preoccupano, cosi come la piana del Lomaso, arida, desolata, infreddolita, deprime e sconforta. Ovunque i boschi sono secchi, e girare sulle strade di montagne è diventato patetico. Mi auguro che il nuovo anno porti una nevicata che ci sommerga tutti, ma ormai dobbiamo rassegnarsi, le stagioni di una volta non ci sono e non ci saranno più. Gran brutto segno, ve l’assicuro. Che abbiano ragione i catastrofisti del convegno di Parigi?
fanno fatica a fermarsi. Sarà colpa della frenesia, della fretta di raggiungere la meta, abbiamo sempre meno tempo, neanche per ragionare. Non possiamo essere nè pigri nè lenti, non è più il tempo, tutto corre, tutto è ridotto al minimo. Siamo prigionieri della fretta. Il fast food ha mandato in malora il piacere di stare a tavola e di coltivare ami-
cizie e familiarità, persino i Tg televisivi devono sbrigarsi, non c’è pazienza e tempo d’ascoltare notiziari troppo lunghi. Basta un sms per chiudere un affare o chiudere un amore. Così è la società d’oggi in cui tutto si può acquistare con pochi soldi, anche l’anima gemella, anche la solidarietà: bastano 5 euro donati a qualche associazione caritatevole
Sig. Amistadi, a fine anno è tempo di bilancio. Come stiamo andando? Siamo fuori dalla crisi? Io cerco di informarmi, ma non ci capisco molto, un giorno i giornali dicono che l’Italia non cresce e non crea lavoro, il giorno dopo il nostro governo racconta il contrario in Tv. E sempre con dati alla mano che io, confesso, non sempre so leggere correttamente. Comunque sia, se la verità sta nel mezzo, non c’è d’aspettarsi niente di buono neanche per il nuovo anno. Lei che ne dice?
po non è questione di essere ottimisti o pessimisti, né anti o filo renziani. La realtà è che siamo ancora in mezzo al guado. Mi sembra di capire che la recessione sia finita, ma che la ripresa stenti a decollare e non sai quanto sarebbe necessaria per la nostra economia afflitta da ormai un decennio di crisi. Tutte le statistiche dicono che il grado di fiducia dei consumatori sia migliorato, ma poi quando si tratta di fare la spesa, tutti sono ancora molto guardinghi. Per fortuna che sembra viaggiare bene l’export, favorito anche da un euro debole, che riesce a sostenere il rialzo del Pil. Cosi mi hanno spiegato esperti del settore. Ciò
per essere a posto con la coscienza. Purtroppo il progresso tecnologico e, se vogliamo, intellettuale, non si è portato dietro un progresso morale. Anzi, s’è perso in gran parte anche quello ereditato. Tu dici che non c’è più educazione, ma da chi si dovrebbe impararla? Avrei potuto risponderti riassumendo che ormai si sono persi i valori
di quando anche i trentini erano brava gente. E finita lì. Ma i motivi della decadenza sono molto più complessi e diffusi un po’ in tutto il Paese. Credo che tornare alla semplicità, sia una delle poche armi che abbiamo a disposizione per sopravvivere. E anche se sembrerebbe una retromarcia, i sarebbe invece la vera crescita che cerchiamo.(a.a.)
Ma la crisi è davvero finita?
Lucio Capita anche a me di non capirci granché. Purtrop-
Matteo Renzi, la crisi è finita
che dobbiamo temere è dover convivere ancora a lungo con una crisi che ormai sembra non finire mai. Comunque piangersi addosso e vedere sempre nero non aiuta. Nè la crescita né l’occupazione. Speriamo che le riforme avviate dal governo Renzi, determinanti per risolvere una
gran parte dei problemi di funzionamento dello Stato, e quindi dell’economia nazionale, possano andare in porto. Allora le probabilità di uscita crescerebbero di molto. Cerchiamo di restare realisti e di guardare con fiducia all’anno che è appena iniziato. Auguri. (a.a.)
Accoglienza o svendita dei valori? Caro Amistadi, ormai il Natale è passato e ne possiamo parlare con serenità. A me ha dato molto fastidio tutto quel can can che ad ogni Natale riempie i giornali: niente presepi nelle scuole, niente crocefissi, niente recite natalizie nelle scuole, niente canzoni di Natale. Il tutto per non urtare la suscettibilità di chi ha una Religione diversa dalla nostra. E poi si parla tanto di integrazione, ma se andiamo avanti così c’è da chiedersi se alla fine saremo noi che ci dovremo integrare con chi arriva nel nostro Paese. Roba dell’altro mondo! un Giudicariese molto perplesso Caro Giudicariese molto perplesso (?), io non sono per niente perplesso, sono incazzato nero. Mi chiedo perché mai la vista di un presepe o di
Crocefisso, un simbolo importante
un crocefisso dovrebbe urtare la suscettibilità di un mussulmano o di un induista o di un confuciano. Credo che nessuno di noi se andasse a vivere in un paese islamico chiederebbe
di cancellare i simboli tradizionali di quella religione. L’ho già detto: l’idea che integrazione significhi rinunciare alla nostra storia, alle nostre tradizioni, all’identità di un intero popolo
è semplicemente un’imbecillità. Anzi, è una violenza assolutamente intollerabile. Sono profondamente convinto che per rispettare gli altri bisogna innanzi tutto rispettare se stessi. Questo è il problema. Quegli insegnanti che vietano il presepio o la visita di una mostra dove è esposto un crocefisso, o sostituendo i canti natalizi con musiche arabe e africane, com’è avvenuto nel mese scorso, mi fanno pena, non sono maestri né di democrazia né di integrazione, sono uomini senza qualità, indegni di insegnare, inadatti al ruolo. Sono uomini fuori dal mondo, incapaci di fare i conti con una società in forte evoluzione e che, proprio per questo, ha bisogno di consolidare e dare un senso alla propria identità e non gettarle ad annacquarsi in un confuso minestrone, seppur politicamente corretto. (a.a.)
Lettere
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Premiati a Roma dal presidente Figc Tavecchio
Benemerenza nazionale all’U.s. Pieve di Bono per i 67 anni di attività Grande soddisfazione per la Unione Sportiva Pieve di Bono cui lo scorso 5 dicembre a Roma, alla presenza dei massimi esponenti del calcio nazionale e provinciale, è stata conferita la “Benemerenza” per i 67 anni di attività in seno alla FIGC. Il prestigioso riconoscimento, motivo di grande orgoglio per la società che raggruppa le forze dei comuni di Pieve di BonoPrezzo e Valdaone nella “conca pievana”, è stato consegnato nelle mani dell’attuale presidente Bruno Aricocchi che, a nome del consiglio direttivo, lo ha voluto dedicare a tutti coloro che negli anni hanno contribuito alla storia dell’associazione. Storia fatta di epiche sfide sui campi giudicariesi nell’immediato dopoguerra e di altrettanto storiche partite sui campi di tutta la regione nel periodo d’oro degli anni ’90, che è stata sintetizzata in collaborazione con il comitato provinciale di Trento, presieduto dal “daonese” Ettore Pellizzari, nell’articolo pubblicato nel maggio 2014 sul “Calcio Illustrato” rivista ufficiale della Lega Nazionale Dilettanti della FIGC, di cui riportiamo alcuni tratti. “La sua maglia viola ha calcato tutti i campi della nostra regione, passando
Bruno Aricocchi premiato da Tavecchio
da quelli più polverosi di Terza categoria per arrivare a giocare negli impianti rinomati e carichi di storia come Arco, Rovereto o Bolzano; un’attività cominciata nel secondo dopoguerra, una delle prime società nata nelle Giudicarie, e che vanta un’esperienza di oltre sessantacinque anni: stiamo parlando dell’US Pieve di Bono. Il fatto che nel 1948 la neonata squadra prendesse parte al primo campionato Giudicariese,
presuppone che anche negli anni ’30 ci fosse in zona un gruppo di appassionati calciatori, pronti a sfidare i paesi vicini in gare amichevoli, come documentato da alcune foto d’epoca. Sta di fatto che i primi anni di vita il Pieve di Bono, iscrittosi come Nicolini Pieve, furono ricchi di soddisfazioni, aggiudicandosi più volte il titolo di campione Giudicariese: nel 1949 la squadra si classificò al secondo posto,
dietro il Tione, ma dodici mesi più tardi i viola sbaragliarono la concorrenza, chiudendo con tre punti di vantaggio sulla Settaurense. Nella primavera del ’55 la società s’iscrisse nuovamente alla Seconda categoria Giudicariese, stavolta con la denominazione US Pieve di Bono: ancora una volta la squadra assunse subito un ruolo da protagonista, visto che nel ’57 vinse nuovamente il campionato; una stagione a senso unico,
visto che i viola vinsero 13 gare su 14, segnando 50 reti e subendone solo 15. Un dominio che proseguì anche negli anni successivi, conditi da altri due campionati vinti (1959, 1961), tre secondi posti ed un terzo posto. Nell’agosto del 1971 il Pieve di Bono si fuse con il GS Bersone, iscrivendosi alla Prima categoria, uscendo per la prima volta dal campionato Giudicariese per affrontare le migliori formazioni della provincia (...) A metà anni ’90, dopo aver unito le forze con i “cugini” del Gs Revegler di Praso e costituito un settore giovanile ben strutturato e basato sui giovani provenienti da tutta la conca pievana, si registrò il momento d’oro del Pieve di Bono, che in venticinque mesi conquistò tre promozioni consecutive, arrivando al campionato di Eccellenza, massima serie regionale: era la formazione di Bonata, degli Armani e dei Panelatti che, magistralmente guidata da “mister” Marco Ballini e presieduta da Attilio Maestri, fece sognare tutta la conca della Pieve di Bono, giocandosela contro squadroni storici, portando la maglia viola su campi prestigiosi come Rovereto, Bolzano, Mezzolombardo, Bressanone, Cles e Riva del Gar-
da. (..) Dopo due stagioni, il sogno chiamato Eccellenza s’interruppe bruscamente il 16 maggio 1999, quando il Pieve di Bono perse ai supplementari lo spareggio con la Condinese, tornando in Promozione dopo un derby al cardiopalma, giocato al “Grilli” di Storo davanti a 1500 persone e deciso solo al 120’ da un acuto del canarino Berardinelli. (…) Dopo la retrocessione in prima, il sogno del ritorno in Promozione si materializzò a Pietramurata domenica 25 maggio, una giornata storica per la Valle del Chiese visto che nella medesima domenica conquistarono il passaggio alla categoria superiore anche Calciochiese e Settaurense, squadre del vicino comune di Storo uscite trionfanti dai campionati di Promozione e Seconda Categoria. Pochi giorni prima del campionato, il Pieve di Bono conquistò la Coppa Provincia, dopo una stupenda avventura conclusasi con un incredibile 4-3 ai danni del Fassa che fece esplodere di gioia i numerosi tifosi presenti sulla tribuna del Briamasco. Un “double” che rimarrà per anni nella memoria della appassionata comunità pievana e della società presieduta da Bruno Aricocchi.” (m.m)
Qual’è il paese in cui si vive meglio? Caro Amistadi, ho sentito alla televisione che le Nazioni Unite, in una loro classifica sui paesi dove si vive meglio, indicano la Norvegia quale prima e l’Italia al 27° posto. A me sembra che quella classifica sia un po’ strabica, che ne dici? Nonna Carla Cara nonna, a me queste classifiche fanno ridere. Soprattutto quelle dell’Onu. La Norvegia, ma sa dove si trova la Nor-
Una veduta dei fiordi norvegesi
vegia? Io ci sono stato. E non mi è piaciuta per niente. Fiordi brulli e tutti uguali, mare sempre in tempesta. Gente seriosa e solenga. Un paese in cui per sei mesi all’anno si fa buio alle due del pomeriggio, e anche prima, in cui fa freddo d’estate come d’inverno qui da noi, che esibisce una cucina a base di salmone, pecore e poco altro. Il loro piatto tipico è l’orso ai mirtilli, il che è tutto dire. Certo, è vero, in Norvegia non c’è smog,
non c’è traffico, sì, ma solo perchè le strade son quasi sempre ghiacciate e pericolose. Mi fanno ridere questi “burosauri” dell’Onu che stilano la classifica e poi, magari, appena possono vengono in Italia in ferie. Passeggiano per Firenze, gustano il nostro vino, respirano la storia della civiltà a Roma, e si godono il sole della Sicilia. Andate a quel paese, burocrati stralunati! Anzi no, andatevene in Norvegia!(a.a.)
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