giornale delle giudicarie gennaio 2020

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Le buone azioni che contano Le buone azioni per la crescita del nostro territorio 

Le buone azioni che danno valore al tuo futuro 

Giudi iudicarie

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iornale delle

GENNAIO 2020 - pag.

EDITORIALE

Nel nuovo anno, un briciolo di felicità in più di Adelino Amistadi Togliamoci il cappello, siamo nel nuovo anno, nel 2020, solo da qualche giorno a dir il vero, ma ognuno di noi ha riempito il cuore e la mente di nuove aspettative, di sogni, di progetti per sé e per la propria famiglia. In questi giorni moltissimi, e non solo coloro che sono malati, poveri, affamati o minacciati da guerra e violenza, vorrebbero veder l’anno nuovo segnare una svolta in meglio nella loro vita. Ma la maggior parte di noi sa che sostituire il vecchio calendario con uno nuovo, nei fatti, non cambia nulla. Se ci pensate un attimo, le notizie del 1° gennaio di quest’anno, sono pressappoco quelle del giorno prima. Eppure la fine dell’anno e l’inizio di quello nuovo non ci lascia indifferenti. Spesso induce a riflettere sulla propria vita e sul passar del tempo, inesorabilmente cinico e spietato. Può farci chiedere:” Dove sto andando? Cosa faccio della mia vita? E’ tempo di cambiare?” Non possiamo cambiare gli altri, né possiamo cambiare il mondo, ma possiamo dare un nuovo indirizzo alla nostra vita che ci può portare maggior serenità e un briciolo di felicità in più. E’ questo quello a cui dovremmo un po’ tutti mirare, senza aspettarci miracoli, le cose vanno come vanno e all’inizio dell’anno prossimo ci ritroveremo con gli stessi buoni propositi, le stesse aspettative, e mai una volta che cambi davvero qualcosa. Così è la vita! A pag. 12

che contano

Le buone azioni per la crescita ������� del nostro����������� territorio ������� ����������� ����������� ����� ������� �����������

Le buone azioni che danno valore al tuo futuro �������������������

Mensile di informazione e di approfondimento

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ANNO 18 - GENNAIO 2020- N. 1 - MENSILE

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FONDATO NEL 2002 - Distribuito da

Centrali idroelettriche, una legge per le nuove concessioni

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EUROPA

Costruiamoci il futuro su esempio degli alberi di Paolo Magagnotti

Bolbeno, 4 milioni per l’ampliamento delle Coste Arte

Lifescience, Alessandro Togni a S. Barnaba

A PAGINA 31

Territorio

Viti in pericolo A PAGINA 12

SPORT A Campiglio, magica 3Tre A pag. 33 SALUTE Solitudini moderne A pag. 10 AMMINISTRAZIONE Segretari comunali, si cambia A pag . 6

Abbiamo appena lasciato alle spalle un anno, diciamo forse anche un periodo, che spesse volte, troppe volte, è stato caratterizzato da interventi e commenti volti a cogliere, ed anche enfatizzare oltre il ragionevole, aspetti negativi della società. Abbiamo assistito a dibattiti mediatici dove politici e opinionisti sono andati alla ricerca di ciò che non va, di ciò che non funziona, lanciando incrociate accuse di responsabilità.

A pagina 11

Scuola

Entro il 31 la scelta A PAGINA 22

Natale vip sulla neve a Pinzolo e Campiglio A PAG. 13

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������� ESTATE Le proposte culturali �������������� della Valle del Chiese ������������������������������� A pag 34 �����������������

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PORTO FRANCO ���� Orsi sì, orsi no A pag. 8

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GIOVANI InPrendi, sei giovani per sei idee d’azienda A pag 17

PER LA VOSTRA PUBBLICITÀ SUL GIORNALE DELLE GIUDICARIE sponsorgdg@yahoo.it - 3356628973 - 338 9357093


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A cura della REDAZIONE

GENNAIO 2020

Rassegna Stampa

RASSEGNA STAMPA DICEMBRE 2020

DALLE GIUDICARIE DALLA PROVINCIA Da Patascoss a Nambino un nuovo sentiero per disabili, completamente senza barriere - Grazie ad un accordo tra Parco naturale Adamello Brenta, Comune di Pinzolo e Provincia autonoma di Trento, il sentiero che congiunge Patascoss e Nambino, le due famose località di Madonna di Campiglio, sarà presto sbarrierato e accessibile ai disabili. Quasi in contemporanea, lunedì sera, il Comitato di gestione del Parco e il Consiglio comunale di Pinzolo hanno approvato la realizzazione di un’opera particolarmente sentita per l’offerta, sociale prima che turistica, della Val Rendena. Questo sentiero, che si sviluppa in piano per 1,8 chilometri nel bosco, congiunge in circa 45 minuti a piedi due località molto conosciute di Madonna di Campiglio ed attira un’intensa frequentazione grazie alla facilità di percorrenza. La spesa quantificata per l’intervento è di 250.000 euro. Secondo l’accordo di programma condiviso da Parco, Comune e Provincia, la cifra sarà coperta per 150.000 euro dalla Provincia e per 100.000 euro dal Comune. Il sentiero sarà percorribile non solo dai disabili ma anche dalle famiglie con passeggini, anziani e da persone con difficoltà nel movimento in generale. Sarà invece impraticabile per biciclette e mezzi motorizzati.

Daone, inaugurata la nuova piazzola dell’elisoccorso. Tonina: “Opera fondamentale per la sicurezza, perché punta ad accorciare le distanze dalle valli alla città” Festa grande nel comune di Valdaone, dove è stata inaugurata una nuova piazzola per l’atterraggio degli elicotteri, che punta a rendere più agevoli gli interventi di soccorso. “E’ grazie ad opere come questa che si migliora la vivibilità dei piccoli borghi di montagna, garantendo la sicurezza dei cittadini e contribuendo a combattere lo spopolamento delle periferie” ha osservato il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento, Mario Tonina,che ha aggiunto: «Si tratta di un momento particolarmente significativo per un territorio come la Valle di Daone, indubbiamente lontano dalla città capoluogo: è grazie ad opere come questa che si accorciano le distanze dei territori più periferici rispetto al centro. Nessuna valle del nostro Trentino deve sentirsi abbandonata, e spetta alla politica continuare a garantire ovunque servizi all’altezza delle aspettative della popolazione, come emerso anche nell’ambito degli Stati generali della montagna”. Parco Naturale Adamello Brenta: approvati bilancio e piano triennale delle attività - Il Comitato di gestione del Parco Naturale Adamello Brenta ha approvato all’unanimità il Bilancio di previsione finanziario 2020-2022 e il corrispondente schema di Piano triennale delle Attività 2020-2022, i due strumenti principali della programmazione dell’ente. Il Bilancio di previsione si assesta sui 4.236.741.40 euro per il 2020 e sempre intorno ai 4 milioni per il 2021 e 2022. Il quadro delle risorse disponibili è dato, oltreché dalle assegnazioni provinciali stabilite dalla Giunta provinciale a novembre (2.549.241,40 euro, pressoché invariate rispetto al 2018) , anche per un 30% circa dai proventi derivanti dalle attività direttamente gestite dal Parco, come il servizio di mobi-

lità, la vendita di gadget, l’utilizzo del marchio, l’attività didattica e i centri visita. Tragedia nel Brenta, morto per una valanga Andrea Concini. Erano passate da poco le 11 del 29 dicembre sulle Dolomiti di Brenta quando quattro scialpinisti sono stati travolti da una valanga. Una comitiva di trentini. Si trovavano sullo scivolo Massari, lo stavano risalendo a piedi con le piccozze in mano, un tratto ripido che poi avrebbero affrontato in discesa con gli sci. La neve fresca, probabilmente accumulata dal vento, li ha traditi e trascinati per metri. Per uno di loro, un’aspirante guida alpina, Andrea Concini, un 28enne trentino, non c’è stato nulla da fare. Il corpo è stato recuperato dal soccorso alpino e portato in elicottero a Madonna di Campiglio. Un secondo scialpinista è stato ricoverato a Trento in stato di ipotermia. S.S. 421 per Molveno, dopo 20 giorni di lavori riaperta la strada Grazie all’impegno determinante del Servizio Gestione Strade della Provincia,è stata riaperta al traffico la S.S. 421 nel tratto tra S. Lorenzo in Banale e Molveno, chiusa dal 23 novembre scorso a causa di una frana staccatasi dalla parete rocciosa che costeggia la sede stradale. Gli interventi per ripristinare l’agibilità dell’arteria viaria sono stati avviati già all’indomani della frana dallo stesso Servizio Gestione Strade, in collaborazione con i geologi del Servizio provinciale e di una ditta specializzata in disgaggi. La riapertura è avvenuta in tempi record, nonostante la situazione della parete rocciosa a monte della strada, l’entità della frana e le condizioni di intervento non certe. Superato questo problema immediato rimane l’impegno, confermato dal presidente Maurizio Fugatti, di affrontare strutturalmente le condizioni della strada, per la quale sono già disponibili risorse a bilancio.

Sfoglia il Giornale delle Giudicarie su www.giornaledellegiudicarie.it Si ricorda che è possibile sfogliare il Giornale delle Giudicarie sul sito www. giornaledellegiudicarie.it aggiornato ogni mese con le notizie più importanti che accadono in Giudicarie.

L’impatto economico delle Pro loco è il triplo di quanto speso Le Pro loco italiane nel 2018 hanno organizzato complessivamente 110mila eventi (rievocazioni, fiere, mostre, sagre, eventi culturali, manifestazioni, etc) ai quali hanno partecipato 88 milioni di visitatori. Risultati frutto dell’attività profusa dai 300mila volontari attivi, impegnati per oltre 25 milioni di ore. Dei 110mila eventi, 20mila sono solo sagre e fiere: per realizzale le Pro loco hanno sostenuto una spesa complessiva di 700 milioni di euro che ha prodotto, fra effetto diretto, indiretto e indotto, un valore economico e sociale di 2,1 miliardi di euro, dal quale, tra l’altro, sono scaturiti anche 10.500 occupati. Sul fronte dei servizi erogati, sono oltre 1500 le associazioni che includono anche la presenza dell’ufficio di informazioni turistiche; il 57%, inoltre, gestisce o partecipa alla gestione del servizio di informazioni turistiche con enti pubblici, Comuni e altro. Sono i dati elaborati dall’ufficio studi della Cgia di Mestre sull’attività delle 6200 Pro loco capillarmente presenti in tutt’Italia. Si tratta del primo studio mai realizzato che quantifica l’attività delle Pro Loco in termini di valore economico, sociale e ricadute occupazionali, dimostrando come ogni euro speso dalle Pro Loco per le loro attività genera un indotto diretto e indiretto sul territorio pari al triplo del valore. Lo studio riguarda quindi anche l’effetto dell’attività delle oltre 190 Pro Loco trentine, di cui la Federazione Trentina Pro Loco è punto di riferimento. Ad oggi, dati 2019, le Pro Loco sono 6200, in media 1 ogni 10mila abitanti, e 600mila i volontari, dei quali 300mila attivi. “Per la prima volta dalla nascita delle Pro Loco, i dati elaborati finalmente certificano il grande e infaticabile impegno profuso dalle nostre associazioni in tutt’Italia, con valori e numeri che superano ogni aspettativa”, ha affermato il presidente dell’Unione Nazionale delle Pro Loco, Antonino La Spina.

ne di tutte le chiamate da parte degli assistiti che - in caso di impedimento a rispondere subito da parte del medico - saranno richiamati massimo entro un’ora. Questo servizio punta a ridurre gli accessi impropri al pronto soccorso pediatrico. E’ stato inoltre previsto un nuovo strumento per un costante monitoraggio dell’assistenza nei vari territori, al fine di intercettare le situazioni critiche. A fronte delle eventuali criticità rilevate, e qualora non sia possibile garantire l’inserimento di un nuovo pediatra, il nuovo accordo definisce chiaramente le modalità che saranno messe in atto dall’Azienda sanitaria al fine di garantire comunque l’assistenza pediatrica a tutti i bambini, con particolare attenzione ai bambini della fascia di età compresa tra 0 e 6 anni. E per incentivare l’assistenza pediatrica nelle zone di montagna il nuovo accordo ha migliorato l’indennità di inserimento per i nuovi professionisti, sia aumentando l’indennità riconosciuta sia allargando le realtà territoriali in cui i pediatri potranno beneficiare di tale incentivo.

Pediatri di libera scelta, la Giunta approva l’accordo Via libera oggi dalla Giunta provinciale all’accordo, sottoscritto lo scorso 3 dicembre, con la Federazione italiana medici pediatri. Si tratta di un’integrazione all’accordo provinciale del 2007 per i medici pediatri di libera scelta, che in Trentino interessa circa 70 medici. Le principali novità riguardano le modalità per garantire la copertura assistenziale, l’indennità di inserimento per i nuovi professionisti per incentivare l’assistenza pediatrica nelle zone di montagna e la “contattabilità telefonica”. Tra gli elementi più significativi caratterizzanti l’accordo sottoscritto sicuramente apprezzato il servizio di contattabilità telefonica diurna nei giorni feriali, che prevede in concreto l’avvio di questa sperimentazione al raggiungimento dell’adesione di almeno il 40% dei pediatri. L’obiettivo è quello di garantire dalle 8 alle 11 e dalle 15 alle 19 la ricezio-

Chiara Lubich, si celebra il centenario della nascita della fondatrice dei Focolari “Chiara Lubich, Città Mondo” è il titolo della mostra che sabato 7 dicembre 2019, ha aperto le celebrazioni per il centenario della nascita della fondatrice del Movimento dei Focolari. Il racconto dei momenti significativi della sua vita, del suo pensiero e della sua opera si sviluppa in un percorso espositivo variegato, in cui documenti, scritti autografi e testimonianze fotografiche si accompagnano a video e istallazioni con cui interagire. Ad ospitare questa narrazione è lo spazio suggestivo della Galleria Bianca di Piedicastello, a Trento. La mostra, aperta fino al 7 dicembre 2020, è promossa dalla Fondazione Museo Storico del Trentino in collaborazione con il Centro Chiara Lubich, che opera per la diffusione del pensiero e delle opere della fondatrice dei Focolari.

Crescono i disoccupati in Trentino A settembre di quest’anno il tasso di disoccupazione è stato pari al 4,4%, in aumento rispetto al 3,1% dello stesso periodo del 2018. Lo certifica l’Istat nell’indagine trimestrale sul mercato del lavoro. A settembre le persone senza lavoro erano 11mila, 5mila uomini e 6mila donne; erano 8mila un anno fa. Nello stesso periodo il tasso di occupazione si mantiene sostanzialmente stabile, passando dal 69,5% al 69,2%, con duemila occupati in meno in totale, mentre cresce di poco il tasso di attività, cioè la percentuale di persone che hanno un lavoro o lo cercano attivamente, dal 71,8% del 2018 al 72,4% del 2019. Un dato, quest’ultimo, che dimostra come ci sia un certo dinamismo sul fronte della domanda di lavoro, che però non viene assorbita a pieno dall’economia locale.

Giornale delle Giudicarie, distribuito dalla Cooperativa Lavoro Il Giornale delle Giudicarie viene distribuito dalla Cooperativa sociale Lavoro, con sede in località Copera a Zuclo. Per segnalare critiche, suggerimenti, disguidi nella spedizione è possibile chiamare il numero della cooperativa: 0465-326420 oppure quello del Giornale delle Giudicarie, 0465322934, oppure via mail all’indirizzo: redazionegdg@yahoo.it.


GENNAIO 2020 - pag. Maurizio Fuga

Ribalto

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Tavola Rotonda

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Chi fa amministrazione studi modelli virtuosi e lotti per applicarli

Bottaro: «Investire nella ricerca Qual è la situazione socio/economica in Giudicarie ed in particolare dal punto di vista del comparto economico o dell’Ente che rappresenta? La nostra azienda ha investito molto nella ricerca e sviluppo di prodotti di alta tecnologia e design nel settore della climatizzazione e delle energie rinnovabili (pompe di calore, climatizzatori, recuperatori di calore). Come spesso avviene affrontando con serietà la ricerca industriale, i risultati non mancano e la nostra espansione è molto forte sia nei mercati nazionali che soprattutto all’estero. Parallelamente cresce anche l’occupazione all’interno del nostro gruppo. Il nostro esempio confer-

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a prima tavola rotonda del Giornale delle Giudicarie del 2020 si occupa di benessere ed economia, guarda al territorio giudicariese e al suo sviluppo futuro. Abbiamo chiesto a rappresentanti del mondo economico - Oreste Bottaro, titolare dell’azienda Innova e Luca Martinelli, presidente degli artigiani giudicariesi – come vanno le cose per il mondo del lavoro e cosa servirebbe fare per avere un’economia giudicariese florida, posti lavoro e di conseguenza possibilità per ogni individuo di realizzare il proprio progetto di vita. E abbiamo chiesto a Giorgio Butterini, presidente ma quanto sia importante affiancare, con l’aiuto alla ricerca, le iniziative imprenditoriali che si impegnano nello sviluppo di nuove soluzioni (che siano prodotti o servizi). In merito alla situazione generale della valle, mi sembra che si vedano alcuni miglioramenti nel-

della Comunità delle Giudicarie e con un’esperienza precedente anche da sindaco, per avere anche il punto di vista della macchina pubblica, spesso bistrattata e accusata di inefficienza, ma di cui vanno anche capite le difficoltà perchè occuparsi del bene collettivo e pubblico non è la stessa cosa e non ha le stesse flessibilità ed variabili di occuparsi del bene di un’azienda privata. Se volete, abbiamo voluto chiedere alla politica e alle amministrazioni una lista dei buoni propositi per il nuovo anno in tema di economia locale e sviluppo del territorio.

l’ambito delle attività industriali rispetto agli anni della crisi (2008 – 2015). Manca però ancora una rinnovata spinta imprenditoriale nei vari settori che potrebbe trascinare maggiormente l’economia e la crescita del benessere generale. Probabilmente ciò è cau-

sato sia da un aspetto culturale della ricerca del “posto fisso”, prevalentemente di tipo pubblico ma anche dalla maggiore competenza che richiedono attualmente le attività dell’impresa. Che la situazione economica non stia facendo ancora grossi progressi lo

Butterini: «Alle Comunità ulteriori competenze, dagli appalti alla polizia locale» Il presidente della Comunità chiede enti sovracomunali moderni ed efficienti sempre più al servizio dei territori Qual è la situazione socio/ economica in Giudicarie ed in particolare dal punto di vista del comparto economico o dell’Ente che rappresenta? Dopo anni difficili, vi sono incoraggianti segnali di una ripresa che abbraccia tutti i comparti. Alcune aziende, attive nel settore dell’innovazione, stanno crescendo sotto ogni profilo e anche le piccole imprese si stanno sempre più orientando verso prodotti e servizi di qualità. Grazie all’impegno di giovani motivati stanno nascendo iniziative imprenditoriali nel campo dell’agricoltura e del turismo, sul cui sviluppo gli enti locali hanno investito significative risorse negli ultimi anni. Rimane il rammarico per la lentezza e la farraginosità della burocrazia, che continua a rallentare la crescita e che rende i tempi di gestazione delle opere pubbliche eccessivamente lunghi. Quali sono i principali problemi da affrontare nel corso del prossimo anno? Pongo tre obiettivi: in questi anni, in stretta siner-

gia con Comuni, Consorzi BIM e Provincia abbiamo pianificato e finanziato numerose opere pubbliche, in particolare piste ciclopedonali, interventi mirati a migliorare la viabilità e tante infrastrutture, molte delle quali considerate di rilevanza strategica. L’indicazione data ai miei servizi è quella di “cantierarle” il prima possibile; le Giudicarie sono state indicate come ambito sperimentale per “Spazio Argento”, il nuovo modello destinato a gestire le politiche per gli anziani: dobbiamo individuare soluzioni orientate all’efficienza e alla sostenibilità, in considerazione del fatto che la popolazione “invecchia” sempre di più e che l’attuale sistema, se non rinnovato, non può reggere; “dobbiamo” categoricamente migliorare la qualità della raccolta differenziata dei rifiuti, perché gli standard attuali sono inaccettabili. Si può raggiungere lo scopo solo attraverso la sensibilizzazione dei cittadini e importando modelli che progressivamente integrino e sostituiscano quelli attuali. Questo sarà uno dei primi argomenti che la rinnovata Con-

ferenza dei Sindaci e la Comunità dovranno affrontare. Quali sono le prospettive di medio periodo rispetto al comparto economico o all’Ente che rappresenta? La risorsa più importante del nostro territorio è rappresentata dall’acqua, che viene utilizzata anche per la produzione di energia elettrica; da essa derivano i canoni idroelettrici, un diritto sacrosanto riconosciuto alle aree che hanno subito i danni ambientali e continuano a mettere a disposizione un elemento naturale di straordinario valore. Tali risorse, assegnate a Comuni, Consorzi BIM e Comunità di Valle, da sempre costituiscono un patrimonio di nevralgica importanza per la realizzazione di investimenti materiali e immateriali. Alla luce di quanto premesso, è essenziale, oltre che doveroso, che alla scadenza delle concessioni, i canoni vengano garantiti, rispettando i valori attuali. Quali richieste rivolgerebbe per migliorare la situazione agli Enti pubblici, Comuni,

Comunità di Valle, Provincia? Stando a quanto pianificato nel programma del Governo provinciale, le Comunità di Valle saranno oggetto di una riforma istituzionale: è auspicabile che il nuovo modello sia riconducibile a principi di efficienza e modernità e che gli enti sovracomunali sappiano offrire al territorio vere opportunità per una crescita coordinata. Queste istituzioni potrebbero offrire un maggior numero di servi-

zi ai Comuni, continuando ad alimentare quella prerogativa di coesione tra i diversi ambiti, che costituisce il presupposto imprescindibile per la competitività delle Giudicarie. Alle Comunità, oltre alle funzioni attuali, potrebbero essere assegnate ulteriori competenze: penso agli appalti, alla Polizia locale e alla “centralizzazione” di alcuni servizi comunali. Personalmente immagino sempre più un ente a servizio di territorio e comuni.


Tavola Rotonda

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per riuscire ad essere competitivi» si intuisce, per esempio, anche dalla poca propensione alla ristrutturazione edilizia e paesaggistica dei nostri paesi. Ci sono troppe case e strutture (sia nei centri abitati che nelle montagne) che presentano un elevato degrado e questo non fa certo bene all’economia del turismo ed alla qualità di vita delle persone. A mio parere ci vorrebbe una maggiore incentivazione alla ristrutturazione (edile, energetica, urbanistica), mettendo al centro, come traguardo, l’aspetto patrimoniale ed ambientale che ciò comporterebbe per l’intera comunità. Quali sono i principali problemi da affrontare nel corso del prossimo anno?

Sicuramente sono quelli relativi alla ulteriore incentivazione della parte sana dell’economia come perno per ridurre il più possibile le risorse dedicare a scopi di assistenza pubblica. Le risorse vanno impiegate il più possibile per la crescita del patrimonio della comunità (infrastrutture moderne, ambiente, ristrutturazione, riqualificazione) e non disperse nel tamponare varie aree di crisi. A tal fine occorre mirare molto bene il supporto finanziario alle attività economiche (imprese, servizi, associazioni di volontariato ecc.) tagliando i rami secchi e rinforzando le piante sane. Quasi sempre un sacrificio anche se doloroso, porta ad un miglioramento generale

della situazione. Quali sono le prospettive di medio periodo rispetto al comparto economico o all’Ente che rappresenta? Sicuramente la nostra impresa ha solide prospettive di ulteriore crescita. Grazie a tanto lavoro e tanto impegno da parte dei collaboratori e della proprietà, si sono create le basi di una azienda solidamente ancorata a tecnologia e design. Il mondo globalizzato dell’economia è estremamente competitivo. La strada principale per farsi largo è avere prodotti/servizi di alto livello che possano sostenere il giusto valore aggiunto. I tempi del continuo incremento di spazi di mercato

sono finiti, così come la ricerca spasmodica della riduzione di prezzi. Ora occorre competere sul lato delle prestazioni facendo cose sempre migliori ed attraenti. Questo sicuramente comporta fatica e sacrificio, elementi questi che si sostengono con una sana ambizione di emergere (qualità che le istituzioni dovrebbero far coltivare sin da ragazzi, nelle scuole) Certamente per la nostra azienda occorre affrontare anche le difficoltà di avere le risorse umane necessarie alla realizzazione di progetti in molti casi complessi. La soluzione che sino ad ora abbiamo perseguito è quella di fare crescere i giovani affiancandoli

con la nostra esperienza d’azienda. Nelle nostre valli vi è il limite ma nello stesso tempo il vantaggio di una localizzazione un po’ periferica. Questo significa che giovani con alto livello di formazione, che decidono di vivere nel nostro territorio per appartenenza cultuale o per legami famigliari, ricercano opportunità di lavoro qualificato. La cosa però fondamentale è che abbiano voglia di mettersi in gioco e non sperare solo nel “posto fisso e stabile” che limita sicuramente la possibilità di propria realizzazione personale. Quali richieste rivolgerebbe per migliorare la situazione agli Enti pubblici, Comuni, Comunità

di Valle, Provincia? Richiederei un maggiore affiancamento di tipo: tecnico, organizzativo, economico e finanziario alle iniziative rivolte a portare valore aggiunto alla comunità. Questo richiede fermezza e lungimiranza, virtù antitetiche alla demagogia. Ci sono molti esempi ai quali ricondursi sia in arre territoriali vicino alla nostra (Alto Adige, Tirolo, Engadina) e sia in regioni più lontane (Nord Europa, Scandinavia). Chi si occupa di amministrazione dovrebbe come prima cosa, studiare modelli virtuosi è lottare per applicarli. E’ necessario fare ciò anche se comporta un cambio di mentalità e inevitabili tensioni di alcune parti della comunità.

La formazione imprescindibile, in ogni fase economica

«Imprese artigiane, servono addetti e una migliore redditività» Qual è la situazione socio/economica in Giudicarie ed in particolare dal punto di vista del comparto economico o dell’Ente che rappresenta? La situazione socio economica delle Gudicarie per quanto riguarda l’artigianato mi sembra buona sotto un certo punto di vista ossia quello del volume del lavoro , più o

meno tutte le aziende artigiane stanno lavorando. Meno brillante forse è la redditività che hanno le imprese artigiane sui lavori svolti , possiamo affermare che la marginalità è bassa . Evidenziamo anche che specialmente nelle Giudicarie Esteriori persiste uno stato di crisi del turismo che influenza fortemente l’indotto.

Quali sono i principali problemi da affrontare nel corso del prossimo anno? I problemi che dobbiamo affrontare per il prossimo anno sono essenzialmente legati a questa pseudo ripresa dei volumi del lavoro ossia le imprese artigiane devono trovare manodopera ossia addetti e devono riuscire a migliorare la redditività

delle proprie aziende. Altro tassello importante è quello della formazione da perseguire sempre e comunque sia nei momenti quando c’è lavoro che in quelli quando ce n’è poco. Altro “problema” aiutare e supportare le imprese artigiane nell’adempimento di tutte le pratiche fiscali e burocratiche in genere che oggi si devono fare elettronicamente. Quali sono le prospettive di medio periodo rispetto al comparto economico o all’Ente che rappresenta? Come detto prima per quanto riguarda il nostro comparto economico, bisogna che le imprese artigiane sappiano recuperare redditività per il futuro. Le prospettive oserei dire che sono abbastanza buone, chiaramente la frenesia degli ultimi periodi non aiuta sicuramente l’impostazione dei lavori

e il loro svolgimento . Bisogna mettersi in testa che un conto è pensare ai lavori / progetti , un conto è pianificarli e un’altra cosa ancora è farli, poi tante volte l’artigiano deve fare tutte e tre cose se vuole fare il lavoro. Quali richieste rivolgerebbe per miglio-

rare la situazione agli Enti pubblici, Comuni, Comunità di Valle, Provincia? Richieste ne sono state fatte tante negli anni, oggettivamente è inutile avanzare pretese o almeno credere che gli enti pubblici possano essere flessibili come le aziende.


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Il Saltaro delle Giudicarie

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Le cose che si dicono odorano di saggezza antica che, nel mondo in cui viviamo, è cosa rara, preziosa e il vostro Saltaro s’accuccia, come al solito, in un canto per ascoltare per poi relazionare a tutto il popolo giudicariese convinto di portare alla nostra gente spiccioli di saggezza e di buon senso, virtù in gran parte scomparse anche nelle nostre valli. La Maroca arriva con il solito fiasco per dar la carica, ma questa volta non riesce a fregare come al solito i suoi clienti. Così interviene con severità l’Abele: “Eh no...oggi proprio no, è il primo dell’anno, siamo stufi di bere vino annacquato, più acqua che vino, oggi ci porti un fiasco di Chianti...lo stappiamo noi cosi siamo sicuri che non ci freghi...via!” “I soliti maleducati...io non frego nessuno, va bene, vi porto il chianti, ma poi non lamentatevi di quanto costa...” e la Maroca torna al banco e ritorna con il Chianti richiesto. Evviva! Davvero buono...Rinfrancati nello spirito e nel corpo iniziano i loro ragionamenti. “Mah! Oggi inizia l’anno, chissà cosa ci porterà di nuovo…” dice l’Abele. “Cosa vuoi che ci porti, ogni anno è sempre quella e alla fine di nuovo non arriva niente di niente…io continuerò a governare le mie vacche, dormirò con mia moglie che ormai comincia a puzzare anche di notte, dice l’Osvaldo Caccola, poi arriverà il fieno da tagliare, le vacche in malga, son trent’anni che va avanti così, cosa vuoi che cambi...”. E io spero tanto di non restare senza lavoro, sembra che l’impresa in cui lavoro cominci a scricchiolare...povero me, non so come andrà a finire...” dice il Sisinio chega sotto. “Santa madonna, quest’anno è l’anno buono, troverò un uomo che soddisfi tutte le mie esigenze, me lo porterò in casa e finalmente avrò anch’io le soddisfazioni che mi spettano...” dice l’Orsolina, come al solito un po’ spinta. Nel frattempo il Chianti sta facendo il suo lavoro. I volti dei sodali pian piano s’illuminano e le loro menti gracidano furore. Interviene l’Archimede: “Orpo, sono anch’io in cerca di una donna, sono stufo d’essere solo, ieri sera sono andato al cenone di Capodanno all’albergo del Lago e ho ballato tutta la notte con l’Elvira, pesantina, ma bella, da come mi stringeva ho capito che la cosa poteva funzionare, a un certo punto volevo anche baciarla, ma aveva la dentiera che le ballava in bocca e allora non c’è stato niente da fare...però mi ha garantito che sta facendo l’impianto e poi recupereremo le occasioni perdute...per il resto, an-

Le novità del primo dell’anno all’osteria della Maroca Il primo dell’anno si fa gran festa anche all’osteria della Maroca che per l’occasione s’è vestita a festa come una befana d’altri tempi anticipando di qualche giorno la sua festa. Come al solito sono convenuti i sodali che da anni frequentano con lealtà l’osteria e che per nessuna ragione andrebbero altrove. Si sono posizionati, totalmente rilassati, gli amici di sempre: l’Abele che ne è il caposquadra,

che quest’anno sarà il solito tira e molla...” “ Brutto sporcaccione...” brontolò a sé stessa la Maroca, gelosa. Il Brunetto tontolone, vorrebbe dire la sua, ma preferisce sorridere felice d’essere in compagnia. Infine interviene il sindaco Filippo lasciando tutti di stucco: “ Eh no, caro Archimede, qualcosa sta cambiando... anch’io ieri sera sono andato al cenone e ho mangiato bistecche, braciole, arrosto in gran quantità, anche perché saranno le ultime mangiate di carne che potremo fare...adesso vi dico...arrivano grandi novità dall’Inghilterra e

sembra che la Comunità Europea sia d’accordo, entro pochi anni bisognerà dire addio alla carne, dicono che fa male, dovremo abituarci a mangiare scorpioni, grilli, lucertole, cavallette, tutta roba sana... è così ...niente più salami, mortadelle, wurstel, solo insetti e bisce varie...non sto scherzando, vedrete!” “Cosa cacchio dici? Non ci credo, proprio mi vedo mangiare un risotto con i grilli, mi viene da vomitare al solo pensarlo...” proclama convinto l’Abele. “Ho sentito anch’io qualcosa del genere, ma io non mi adeguerò mai, a costo d’andare in prigione...mi

l’Archimede, che la sa lunga più di tutti, l’Osvaldo Caccola, uomo di buon gusto, il Sisinio caga sotto e il sindaco Filippo, un po’ bolso, ma ancora arzillo e vispo come una volpe e l’Orsolina da sempre in cerca di un uomo che le dia soddisfazione... L’osteria della Maroca, vecchio stile, è l’ambiente ideale per passare un paio d’ore in santa pace ed i ragionamenti ne beneficiano alla grande.

vedete a mangiare saltamartini e lucertole? Queste sono le solite pagliacciate degli inglesi...” dice l’Archimede. “ Beh...a ben pensarci prima di diventare cacciatori e allevatori, cosa mangiavano gli uomini primitivi, i nostri progenitori? Mangiavano tutto quello che trovavano, soprattutto insetti e bisce e mica sono morti. Gli orientali mangiano ancora comunemente grilli e scorpioni e mica sono morti...” dice il sindaco Filippo. “Non me ne frega niente quel che mangiano i cinesi, ecco perché sono piccoli e brutti, io continuerò a mangiare carne, anzi con

domani raddoppierò la razione di salame...” dice il Sisinio che sembra aver perso il lume della ragione. “ Ma come? Noi italiani che abbiamo la miglior cucina del mondo dovremo ridurci a cucinare ragni e cavallette? Mangiare non è solo un modo per soddisfare la fame, ma per soddisfare il gusto. Il cibo, prima di mandarlo giù, lo fermiamo in bocca e ne assaporiamo il sapore, il profumo, la delicatezza. Immaginatevi avere in bocca ragni, saltamartini e lucertole…. mi viene il vomito al solo pensarci...ve li immaginate quelli del Caffaro fare grilli allo spiedo, o lucertole o

scorpioni?” conclude l’Archimede. “Però dicono anche che i grilli hanno addirittura molte più calorie della carne, molto più sane e non fanno ingrassare...” continua il sindaco Filippo. “Non me ne frega niente né di ingrassare né delle calorie, io non mangerò mai quelle porcherie...dice deciso il Sisinio, ...neanche se mi pagassero. Già ho la digestione difficile, con gli insetti rischierei di morire di inedia...” “Nelle mie padelle non c’è posto per grilli e lucertole... puachc!” dice secca l’Orsolina. “Può anche darsi che gli insetti siano anche buoni, e che fritti con l’olio siano croccanti e gustosi, ma è una questione di civiltà...fra un po’ andremo su Marte e noi sulla terra mangeremo grilli... robe da matti” si conferma l’Abele. “ “Il Parlamento Europeo ha permesso che gli insetti e le bisce vengano venduti regolarmente raccomandando di evitare carni, insaccati e pancetta. Il tutto per la nostra salute...” dice ancora il sindaco Filippo. “ Solo a sentire queste notizia, le carni sconsigliate e gli insetti raccomandati, mi viene d’andar di corpo...”dice l’Osvaldo Caccola volando verso il cesso. “Tutte balle...mio zio ha mangiato per una vita intera salame, camosci e caprioli e uccellagione d’ogni tipo, dato che era un forte cacciatore di frodo. Ed è vissuto fino a novant’anni. Se avesse mangiato lucertole e scorpioni sarebbe morto di tifo...” dice la sua finalmente il Brunetto tontolone. “Ehi...Adesso non esageriamo, non vuol dire che le bistecche scompariranno, capiamoci, vuol dire solo che in futuro mangeremo meno manzo. Anche se una bistecca di manzo non è neanche da mettere a confronto con un arrosto di lucertola…”concluse il sindaco Filippo a mò di conforto. “Ci hai rovinato l’anno...caro sindaco!” conclude l’Orsolina, rattristata, a nome di tutti. Viva le bistecche, viva lo spiedo, viva la carne! Ormai il fiasco s’è svuotato. “Portane un altro...” gridò l’Abele e qui chiudo perché i ragionamenti hanno cambiato colore. L’effetto grilli s’è fatto sentire. Sono finiti a parlare di sesso, ti pareva!!! Buon anno!


GENNAIO 2020 - pag. Cosa fare per ridurre il rischio di tumore al seno

Dopo il di Gianni Ambrosini - Oncologo

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Politica

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La norma voluta per snellire la macchina burocratica

Segretari comunali si cambia, li sceglieranno i sindaci Minoranze critiche: “Il Segretario bravo sarà quello che dice sempre di sì?” Un potere molto ampio per i primi cittadini, che si trovano non solo dei consigli comunali (e quindi un’opposizione) molto depotenziati rispetto al passato, ma ora anche la possibilità di scegliere da un elenco apposito il segretario, ovvero il cardine della macchina amministrativa comunale, ponendosi come “datore di lavoro” e quindi giudice del loro operato con una conferma o bocciatura a fine incarico. Un potere che nelle intenzioni della giunta provinciale dovrebbe sbloccare la macchina pubblica, permettendo una maggiore flessibilità su figure chiave come quelle dei segretari comunali, fornendo ai sindaci, sono le parole del presidente Maurizio Fugatti, “figure

di Denise Rocca Un emendamento depositato a discussione del bilancio regionale, e votato anche dalla Svp (ma la norma varrà solo per il Trentino, non per l’Alto Adige), ha modificato il rapporto fra i due pilastri delle amministrazioni pubbliche, ovvero il di qualità e in grado di supportarli al meglio nella loro azione amministrativa”. Le criticità, però, non mancano. Anzitutto il legame con il quale si pone il sindaco di fatto a capo del segretario comunale, visto che poi in gran parte da lui dipenderà la conferma del proprio incarico, quando quella del segretario comunale è una figura chiamata a fare da garanzia sull’applicazione corretta delle norme. “Il Segretario bravo sarà quello che dice sempre di sì?” hanno chiesto i Dem durante la

discussione della norma. L’incarico dei segretari comunali secondo la nuova normativa avrà infatti

sindaco e il segretario comunale. In sostanza si pone fine all’incarico a tempo indeterminato per i segretari comunali, stabilendo invece dei contratti a tempo determinato e delle nomine che saranno fatte dai sindaci appena insediati.

durata quinquennale e potrà essere revocato quando riceverà dai rispettivi enti locali una valutazione ne-

gativa dei risultati per tre anni consecutivi. Oppure dai consigli comunali su proposta del sindaco per gravi violazioni dei propri doveri. Soddisfatto della norma Walter Kaswalder, che spiga: «Bisogna avere professionisti di qualità. Credo che sia giusto che vi sia un ricambio. Sappiamo che molti comuni sono immobilizzati anche per la questione dei segretari comunali. Con questa legge si risolve un problema». Attenzione però, anche per chi vede la riforma della

procedura sull’assunzione dei segretari comunali positivamente va ricordato che la norma non è affatto di applicazione immediata, perché gli attuali segretari comunali rimarranno in carica nei propri posti fino al pensionamento con il sistema attuale, solo i nuovi assunti, che verranno inseriti in un elenco dal quale i sindaci saranno chiamati a scegliere, avranno invece contratti a scadenza. Si parla quindi di una riforma che andrà ad essere effettiva solo fra diversi anni.

Cena di Natale del Giornale delle Giudicare... con sorpresa Giovedì 12 dicembre 2019 a ristorante La Contea di Bolbeno ha avuto luogo la tradizionale cena dei soci e collaboratori del Giornale delle Giudicarie. Un appuntamento conviviale fisso nel calendario della redazione del periodico giudicariese per passare una serata in compagnia, prima degli auguri e delle festività natalizie. Presenti i “patron” del giornale ovvero i soci sostenitori che, grazie al loro contributo, garantiscono la vita del giornale e la possibilità di poterlo presentare ogni mese nelle case di tutti i giudicariesi. Al tavolo, ovviamente, anche molti collaboratori e il Comitato di Redazione insieme al Direttore Responsabile, Paolo Magagnotti, che nel corso della cena ha speso alcune parole sull’andamento del mondo dell’editoria nell’anno appena trascorso, tra criticità e punti di forza dei nuovi mezzi di comunicazione. Nell’ultima parte della serata ha avuto luogo un simpatico e “natalizio” momento. Non sarà sfuggito ai lettori che da questo Natale l’arte di Amedeo Marchetti,

che ha accompagnato per molti anni le pagine natalizie del periodico, ha lasciato spazio ad una nuova “mano”, quella

dell’artista terlaghese Pierluigi Dalmaso, da molti anni conosciuto nell’ambito della pittura trentina (oltre alle nu-

merose collaborazioni, è Presidente dell’Associazione Culturale Artistica “Il Melograno” di Padergnone). Ebbene, oltre

a ricevere una copia numerata e firmata dell’opera di Dalmaso presente sulla prima pagina del numero di dicembre del Giornale delle Giudicarie, i presenti hanno partecipato a una riffa di beneficienza con in palio l’originale. Il ricavato di questa lotteria sarebbe andato al Centro di Salute Mentale di Tione di Trento come omaggio e contributo alle sue attività e alle cure per i propri pazienti. Al momento dell’estrazione, il vincitore del dipinto di Dalmaso è stato nientemeno che l’”inossidabile” Mario Antolini Musòn, instancabile ed attivo collaboratore del Giornale delle Giudicarie e simbolo egli stesso della cultura e società giudicariese: il premio in palio non poteva dunque andare a persona più meritevole. Il ricavato della piccola lotteria messa in campo fra i partecipanti alla cena è stato donato dalla redazione al Centro di salute Mentale di Tione che con impegno e professionalità offre un prezioso servizio alla comunità. (a.g.)


Attualità

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Ad aprire la serata la premiazione a Cesare Maestri, vicecampione del mondo di corsa in montagna

Bolbeno, via al protocollo per ampliare la pista Sul piatto 4 milioni di euro, 2,5 da Trentino Sviluppo, poi Comune e Bim del Sarca

Ricordiamo che Cesare è arrivato secondo, da amatore, dietro ad un professionista: ha fatto un percorso universitario, oggi lavora e si allena nei ritagli di tempo, comunque riuscendo ad ottenere risultati straordinari. Ed è di Bolbeno, uno dei nostri ragazzi che è un esempio per tutti gli altri». E dopo la cerimonia di premiazione a Cesare, applauditissimo sabato, la firma dell’accordo fra la Provincia, il Bim del Sarca, la Comunità delle Giudicarie, il Comune di Borgo Lares e la Pro loco di Bolbeno per l’ampliamento della pista e la nuova seggiovia. Le “Coste” sono la pista più bassa d’Italia con i suoi 600 metri scarsi sopra il livello del mare. Perché quindi investire 4 milioni di euro su un impianto così? «Non ci siamo montati la testa - ha voluto sottolineare il sindaco di Borgo Lares Giorgio Marchetti - ma completare un servizio che offriamo già e ha i suoi meriti: 42 comuni convenzionati e centinaia di bambini che vengono da

di Denise Rocca Prima si è premiato un giovane campione, nello sport e nella vita, come Cesare Maestri poi si è firmato l’accordo per l’ampliamento dell’area sciabile delle Coste. Sabato pomeriggio a Bolbeno si è festeggiato due volte. Cesare Maestri - vicecampione del mondo 2019 di corsa in montagna in Argentina, di Bolbeno - ha ri-

cevuto l’applauso dei suoi compaesani e la vicinanza dell’amministrazione locale e provinciale, oltre che del mondo sportivo trentino, per i suoi risultati: «Un esempio e un modello non solo nello sport - ha detto dal palco il sindaco Giorgio Marchetti, consegnandogli una targa premio - ma anche nella vita.

noi ad imparare a sciare, anche i maestri di sci che poi vanno negli impianti più grandi del Trentino

Crea un’economia, di stagionali che lavorano qui e una ventina di maestri di sci nei momenti di

spesso hanno imparato da noi, così come il personale che lavora sugli impianti.

punta, fino alla Contea che senza la pista non sarebbe probabilmente qui. Bolbeno non vuole inseguire Campiglio e Pinzolo, ma ha un suo ruolo nel promuovere lo sci e all’interno dell’industria dello sci, che è lo sport di chi vive in una località di montagna». L’assessore provinciale al turismo Roberto Failoni ha insistito sul valore sociale della pista: «Siamo di fronte ad una realtà - ha detto - che ha una straordinaria importanza sociale, in un territorio ampio e coeso. Più di 40 comuni credono in questo impianto. Più di 800 bambini vengono qua ogni inverno a sciare e a seguire i corsi. Quindi siamo di fronte ad una grande palestra di sport e socializzazione. Per favorire la pratica dello sci, soprattutto fra i giovani, vogliamo sostenere anche le zone sciistiche più piccole che però sono importanti per chi vuole avvicinarsi a questo sport». I 4 milioni di euro inve-

stiti vengono da Trentino Sviluppo (2,5 milioni di euro per progettazione e realizzazione della nuova seggiovia, che verrà affittata al Comune di Borgo Lares), Comune (600 mila euro, per allungare

la pista, fare illuminazione e potenziare l’impianto di innevamento) e Bim del Sarca (900 mila euro). «Mi auguro - ha concluso Failoni - che anche il Bim del Chiese arrivi in supporto del progetto perché, lo vedrete anche nella nostra riforma del turismo che non lascerà spazi in questo senso, i confini su questi progetti non ci devono essere». Il progetto di ampliamento e rinnovamento tecnologico delle “Coste” prevede la realizzazione nella skiarea di una seggiovia quadriposto con una portata nominale di 1.600 persone l’ora, e il prolungamento della pista da sci esistente in modo da raggiungere un dislivello che superi i 200 metri, ovvero quello necessario per l’omologazione FIS per slalom gigante allievi e ragazzi. La pista sarà servita di impianto di innevamento, illuminazione e magazzino di stoccaggio dei veicoli della seggiovia.


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Salute

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Nella società moderna scomparsi i modelli sociali di vita e gratificazione collettiva

La solitudine, disagio contemporaneo Anziani più colpiti, nei giovani può diventare un ritiro sociale di Gianni Ambrosini - Oncologo Ma altri se ne potrebbero aggiungere come il non avere legami, il sentirsi incompresi, il non avere autostima, il non avere prospettive, il non avere progettualità presente e futura. Bisogna riconoscere che è una condizione sempre più emergente della situazione evolutiva della società moderna. I cambiamenti strutturali del vivere hanno fatto emergere dei modelli societari che nulla hanno a che fare con la disposizione aggregante della costituzione umana. Prevalgono i modelli ispirati all’individualismo, all’autoaffermazione e stanno scomparendo i modelli aggreganti dove ognuno aveva dei ruoli societari relativi al vivere quotidiano. Stanno scomparendo le relazioni affettive e i legami interfamiliari sono sempre più poveri e occasionali. La collettività sta perdendo identità, le relazioni sociali sono legate più al valore economico che ai valori parentali e interpersonali. Ma bisogna anche accettare il paradigma che la solitudine è una condizione inevitabile del vivere. Fa parte della nostra esistenza e non bisogna confondere il vivere soli per scelta o per situazioni assolutamente temporali , con una situazione che si protrae nel tempo e che porta alla scomparsa di ogni progettualità. Per capirci, uno che vive da single può doverlo fare per una crescita culturale legata a progetti professionali e quindi vivere il suo momento come un periodo di sviluppo e non di abbandono. Questi momenti di crescita interiore possono riguardare qualsiasi età. Vengono definiti come periodi di transizione dell’esistenza. Ma diverso è quello che si verifica a vent’anni da quello che può succedere in tarda età. La solitudine di un giovane non è reale ma è tutta legata alla difficoltà di trovare la propria dimensione e il suo ruolo nella

“ Nevicava, e David da dietro i vetri della finestra seguiva i fiocchi di neve che scendevano lenti. Il freddo e il silenzio della stanza gli dettero un brivido. Si guardò le mani, erano ruvide e invecchiate. Le strofinò con forza, poi incrociò le braccia a cercare un po’ di calore, come se si fosse abbracciato da solo”. È l’inizio del terzo capitolo di un libro di D. Stephenson dal titolo strano. Ma c’è tutto società. Differente è la situazione di un anziano che è privato dei propri affetti e delle proprie relazioni sociali e che può essere portato a fare un bilancio negativo della propria esistenza. Nel giovane si può arrivare a situazioni e conflitti che non vengono espressi per mancanza di parole e che trasformano il disagio in comportamento. Il sintomo diventa il modo personale di gestire la propria fragilità. Si genera come un blocco evolutivo che in casi estremi può portare a situazioni molto critiche. Viene anche definito dagli esperti come “ritiro sociale” e con una parola giapponese Hikikomori, quando la salvaguardia di sé si trasferisce anche nella realtà virtuale. Smettere di avere progetti, non avere interazione con la realtà quotidiana può essere molto pericoloso. Vi sono evidenze scientifiche molto forti che la perdita di connessione sociale, l’isolamento porta al rischio elevato di ammalarsi ed aumenta di conseguenza il rischio di morte. Si ricade nelle condizioni di sofferenza come per l’obesità, l’abuso di alcol e fumo, l’inattività fisica, la perdita di salute mentale, la qualità di vita scadente. La depressione e il conseguente abuso di sostanze psicotiche è un altro dei rischi più gravi. Bisogna saper distinguere la solitudine “obiettiva” legata alla inesistenza di politiche adeguate e di servizi sociali per gli anziani che impediscono il normale svolgimento di una vita possibilmente attiva, dalla solitudine “soggettiva” che porta alla negazione dell’io e impedisce gli incontri fra le persone con conseguen-

te scadimento delle relazioni, negando la solidarietà fra i ruoli che ha permesso lo sviluppo del genere umano. Che fare ? La migliore strategia è

quello che certifica la solitudine: il silenzio dell’essere soli, il tempo del silenzio della solitudine, l’età di chi è da solo (di solito le persone anziane) e il calore della compagnia che manca. Come definire la solitudine? Le sensazioni che la caratterizzano sono molteplici e individuali. Potremmo adottare dei paradigmi comuni e universali che sono lo smarrimento e l’isolamento.

quella che cerca di modificare la percezione di se stessi e la relazione che si ha con gli altri. Essere empatici ci permette di modificare la sintonia che stabiliamo con le persone che fanno parte del nostro vivere quotidiano. La solitudine è correlata con disturbi pressori, con la qualità del sonno, con disturbi cardiaci e aumenta il rischio di demenza di un valore a due cifre. Il rischio è legato non all’isolamento sociale in sé ma alla percezione del “sentirsi soli”. Pertanto gli

interventi migliori sono quelli che incidono positivamente sulla percezione che ognuno ha di se stesso e delle relazioni con gli altri e non quelli che cercano di instaurare nuove competenze sociali o maggiori opportunità di interazione. Bisogna agire sul “come si vedono e come vedono gli altri “per interrompere un ciclo di pensieri assolutamente negativi che è alla base della solitudine. Non serve fornire “supporto sociale” o insegnare “nuove tecniche di

interazione” ma bisogna modificare la percezione negativa che si ha di sé e degli altri. Gli interventi di gruppi possono essere fuorvianti. Le persone in solitudine hanno assunzioni errate di se stesse e su come le percepiscono gli altri. Se si adotta una terapia di gruppo è probabile che tali sensazioni errate possano amplificarsi rendendo molto più difficile interpretare le specifiche necessità individuali. E attenzione bisogna porre fra isolamento e solitudine che può essere in alcuni casi voluta , può essere introspezione creativa, raccoglimento. Einstein diceva che la solitudine è “penosa in gioventù, ma deliziosa nella maturità”. Esiste comunque anche la solitudine del Medico. A ben pensare il percorso di formazione di uno specialista è una lenta e costante progressione culturale verso la solitudine delle proprie scelte. Col tempo si riduce sempre di più il rapporto di confronto e di collaborazione con i propri colleghi. Si diventa professionisti della salute a scapito dell’essere umani; perché ogni volta che bisogna prendere decisioni difficili si assiste ad un calo dell’empatia ed a un prevalere della solitudine. Una complicazione ulteriore è l’interazione attraverso i social network che ha generato una nuova patologia legata all’ansia dell’attesa del tempo della risposta. Qualche anno fa avevo organizzato in quel di Trento un convegno dal tema : “il tempo in Oncologia”, dove avevamo preconizzato tutto quello che si è poi avverato: l’importanza dell’empatia, l’atteggiamento nella relazione di ricevimento e di accoglienza della persona, il tono della voce del medico, la condivisione consapevole dell’evoluzione della malattia e delle decisioni terapeutiche, il tempo dedicato a persone che ignorano completamente i temi cruciali che li riguardano. Tutte variabili che se mal gestite possono aggravare ancora e di più la solitudine.


Europa Particolari protagonisti della negatività sono stati vari politici i quali, più o meno preparati e coscienti per rapporto al tema trattato, sono stati animati esclusivamente dalla ricerca del consenso, senza pensare alle conseguenze delle loro parole. Ne ho fatto riferimento sul nostro Giornale nell’ultimo scritto del 2019, ritorno sull’argomento in questo mio primo articolo di quest’anno perché voglio sottolineare la grande importanza di un nuovo approccio costruttivo che dovrebbe caratterizzare i prossimi mesi. Viviamo certamente in un mondo complesso, molte volte difficile da capire nei suoi idealismi, per cui molti cittadini impegnati nelle difficoltà quotidiane della vita non hanno sempre il tempo o la possibilità di approfondire le conoscenze sulle varie tematiche che interessano la storia, l’agire e i risultati di soggetti istituzionali o di corpi sociali. E spesse volte vuoto di conoscenza, evidentemente senza responsabilità alcuna , possono fare più facilmente breccia falsi e dannosi messaggi strumentali. Al di là della formazione che ricade nella competenza delle agenzie educative, un’importante ruolo di responsabilità di una corretta informazione spetta ai media e, nel rispetto di ideali che si vogliono perseguire, alla politica. In Italia più che in altri paesi europei questo tasso di negatività è stato particolarmente accentuato. È certo, logico e doveroso che si debbono portare a co-

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Costruiamoci il futuro su esempio degli alberi di Paolo Magagnotti Abbiamo appena lasciato alle spalle un anno, diciamo forse anche un periodo, che spesse volte, troppe volte, è stato caratterizzato da interventi e commenti volti a cogliere, ed anche enfatizzare oltre il ragionevole, aspetti negativi della società. Abbiamo assistito a dibattiti mediatici dove politici e opinionisti sono andati alla ricerca di ciò che non noscenza dei cittadini ciò che non funziona. Non si può, tuttavia, come si dice, fare di un’erba un fascio. Sia nelle nostre realtà locali, sia a livello nazionale, europeo di internazionale abbiamo molte cose positive. Abbiamo tantissimi esempi di istituzione e attori sociali impegnati seriamente, con coscienza e responsabilità nel promuovere e produrre cose utili. Abbiamo moltissimi giovani i quali, pur nell’attuale difficile contesto sociale nel trovare occupazioni, si uniscono e sono impegnati nel creare iniziative e nel trovare soluzioni utili per se stessi e per l’intera comunità. Cerchiamo pertanto di andare alla ricerca di queste valenze creative e positive per

farle conoscere e di indicarle ad esempio per altri. Sarebbe indubbiamente ingeneroso negare che vi sono sul piano sia mediatico sia politico interventi in tal senso. Mi pare, tuttavia, che prevalga in termini accentuati l’atteggiamento negativo. In Europa siamo entrati in un anno che ci porta a perdere

va, di ciò che non funziona, lanciando incrociate accuse di responsabilità. Non si sono avvertiti, mi pare, particolari sforzi per cercare di documentare e portare ad esempio le molte cose buone che pur ci sono anche in una società che sta attraversando momenti difficili sul piano nazionale e internazionale.

un componente della famiglia dell’Unione europea. E’ venuta meno la speranza che il Regno Unito possa continuare, unitamente agli altri Stati membri, quel cammino di unità è solidarietà che dovrebbe sempre segnare lo sviluppo di quel grande Progetto europeo avviato nel Secondo dopoguerra con tanto coraggio

molta lungimiranza dai padri fondatori, fra cui il nostro Alcide De Gasperi. Ciò nonostante l’integrazione europea può e deve continuare. Indubbiamente le grandi trasformazioni dei nostri tempi impongono revisioni e aggiornamenti dell’impianto istituzionale dell’Unione. Oggi tutto cambia velocemente; e come non dovrebbero esserci cambiamenti in un grande raggruppamento di Stati con storie e tradizioni diverse? Le diversità non devono portarci a lasciar perdere, a rinunciare ad un impegno costruttivo per far progredire un Progetto da considerarsi irrinunciabile per un futuro di pace, stabilità e progresso dei popoli del Vecchio continente. Forse anche

per un solo risultato positivo che ci ha dato l’unità europea, si dovrebbe essere felici: oltre settant’anni di pace in un continente da secoli segnato da guerre. E’ per questo che invece di limitarci a criticare dobbiamo riflettere in positivo, pensare e proporre come le cose possano cambiare in meglio; un atteggiamento, insomma, costruttivo, e non distruttivo. Per costruire la casa comune europea si dovrà operare con pazienza, favorendo comprensione reciproca e collaborazione fra tutti, ponendo con delicatezza un mattone sopra l’altro, utilizzando cemento e sabbia di qualità per legare fra di loro in maniera solida le diverse parti costruttive. Bisogna operare, come si ricorda Konrad Adenauer, seguendo l’esempio degli alberi, che crescono bene aggiungendo un anello dopo l’altro. L’augurio per questo nuovo anno è che vi sia l’emergere e l’affermarsi di più forze costruttive da parte di tutti, per il bene di tutti.


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Attualità

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Flavescenza dorata, in Trentino cala del 15% la raccolta di uva

Viticoltura in Valle del Chiese, gli impegni per il 2020 Contemporaneamente si stanno però sperimentando altri nuovi metodi di contrasto. A studiarli in particolare i tecnici della Cantina Vinicola di Toblino, cantina alla quale conferisce la stragrande maggioranza dei viticoltori della Valle del Chiese. “Negli anni abbiamo fatto un bel lavoro di monitoraggio della situazione sia per i nostri soci sia per i privati che attraverso i comuni ne facevano domanda” - ricorda il tecnico della Cantina Toblino Nicola Caveden - “Quest’anno sul territorio della Valle del Chiese, in particolare nella zona di Condino, abbiamo inoltre messo a confronto due diversi principi attivi per vedere quale fosse di maggiore efficacia, per cui accanto al piretro abbiamo utilizzato un altro prodotto che colpisce questi insetti ma non danneggia gli insetti utili. L’idea è quella di continuare così anche nei prossimi anni”, afferma Caveden che ricorda

Mariachiara Rizzonelli

La vendemmia del 2019, come ha ricordato la Fondazione Mach nella “12° Giornata Tecnica della vite e del vino” tenutasi a Mezzolombardo lo scorso 10 dicembre, è stata caratterizzata da una produzione di vini di alta qualità ma anche da un calo della raccolta di uva del 15%. Nello scorso anno si è assistito infatti ad un forte aumento della patologia della flavescenza dorata. Portata da un insetto chiamato Scaphoideus come in tutto ciò buona sia stata la collaborazione con i custodi forestali, i sindaci e gli assessori del luogo. Tuttavia, ribadisce Caveden, dopo una decina di anni di contrasto alla malattia si è ancora in una situazione di forte presenza della flavescenza dorata sul territorio locale. Dai monitoraggi eseguiti emerge infatti che nel 2019 le piante affette nella bassa Valle del Chiese erano 3 nella zona di Daone, 111 nella zona di Condino e 347 nella zona di Storo (qui a causa degli estirpi effettuati si è verificata una diminuzione della superficie a vigne; l’intenzione è però quella di

reimpiantare nuove piante nel 2020). Come si evince dai numeri riportati sembrerebbe che le zone alte del territorio siano più immuni a questa malattia; di fatto, sottolinea il tecnico della Cantina di Toblino, non si sa per certo se sia l’altitudine ad incidere in maniera positiva, oppure

Titanus, questa malattia colpisce ormai ben il 54% dei vigneti della Provincia di Trento. Tra questi molti di quelli presenti in Valle del Chiese. La situazione è piuttosto grave perché il suo impatto sulla viticoltura locale è stato il più importante degli ultimi sette anni. Per combatterla l’unica soluzione che finora si è dimostrata veramente efficacie sembra essere l’estirpo immediato delle piante ammalate.

la minore presenza di piante incolte attorno ai vigneti lì coltivati. Di fatto dalle piante affette da flavescenza dorata ancora non estirpate presenti in Valle del Chiese l’infezione può propagarsi ulteriormente: “L’obiettivo per cui per quest’anno è ricominciare il monitoraggio del territorio

a tappeto a partire ai primi di luglio per individuare le piante che già manifestano i sintomi della malattia, indicare l’estirpo immediato di ogni pianta ammalata, far trattare al momento giusto il vettore, quindi effettuare un secondo monitoraggio a fine vendemmia per vedere se così si sia agito ed inviare un richiamo scritto dove così non sia avvenuto. I trattamenti saranno indicati attraverso avvisi affissi nelle bacheche comunali della Valle del Chiese”. “Occorre anche mettere in evidenza” - ribadisce Caveden - che le varietà i vitigni resistenti non sono immuni alla virosi di

questa fitoplamosi, come invece comunemente si pensa, nemmeno l’uva fraga o altre varietà resistenti”. L’estirpo dagli incolti è perciò ancora molto importante. Rispetto ad altre zone del Trentino, dove le presenza dell’insetto vettore è altissima ma si trovano meno piante sintomatiche perché si passa subito all’estirpo, al contrario sul territorio della Valle del Chiese, dove la presenza di questo insetto è minore, la maggiore presenza di piante incolte non estirpate porta ad un maggior numero di piante sintomatiche. “Se si dovesse invece fare un ottimo lavoro di contrasto a questa patologia, un domani l’attuale superficie viticola in Valle del Chiese potrebbe essere non solo mantenuta ma anche aumentata, dando nuovo reddito anche ad altre persone. Questo è l’augurio per il nuovo anno in corso”, conclude Caveden.

EDITORIALE di Adelino Amistadi

Continua dalla Prima Per l’anno che è appena cominciato non ho tanta roba da raccontare, le cose in politica non vanno bene, di qua e di là, destra, centro, o sinistra, i nostri parlamentari hanno un solo obiettivo, conservare le poltrone il più possibile, poi si vedrà. Del bene comune, degli interessi della gente sembra non importare niente a nessuno. Infatti la gente è disorientata e assiste basita alle continue liti dentro e fuori il governo, a dibattiti televisivi sconclusionati e fuori da ogni pudore , e se non bastasse, all’invasione delle piazze delle “sardine” che ancora non si sa da dove vengono e dove vogliano andare. Assistiamo, inermi, allo spaesamento che attraversa il nostro Paese che ancor più della persistente “crisi economica”, è ormai alle prese con una “crisi della politica” che potrebbe avere conseguenze ancor più gravose e protratte nel tempo. E personalmente non vedo possibilità di grandi cambiamenti per l’anno appena cominciato. E allora concentriamoci su di un avvenimento del nuovo anno il cui esito ci accompagnerà per cinque anni e che impegnerà ciascuno di noi al di là di ogni appartenenza politica. Il 3 maggio, saremo chiamati a rinnovare le nostre Amministrazioni Comunali. Già si sentono i primi sentori di gente in movimento, amministratori che vogliono essere riconfermati ed altri che

Nel nuovo anno, un briciolo di felicità in più sono pronti a tentarne la sostituzione. Non è una cosa da poco, le elezioni comunali sono sempre tappe importanti per il proseguo della nostra vita sociale e comunitaria. Scegliere I sindaci e i nuovi consiglieri che gestiranno il governo delle nostre comunità è un diritto oltre che un preciso dovere, è un momento di partecipazione essenziale per la democrazia anche nei nostri piccoli paesi di montagna. Purtroppo, però, sembra non ci sia grande entusiasmo, tutto sommato il porsi al servizio dei propri compaesani, non sembra interessare a molti, soprattutto sembra non interessare per niente alle nuove generazioni. Nei grandi e piccoli comuni, con la scomparsa delle sezioni dei partiti tradizionali, è gradualmente venuta meno la vitalità politica, e cosi sembra sparita la voglia di partecipazione alla vita comunitaria. Fino a qualche tempo fa, il percorso d’obbligo per un candidato ad amministrare un Comune partiva dalla partecipazione alle attività volontaristiche della comunità. Era militando nella “Pro Loco” e nel “volontariato” del

paese che si cominciava a conoscere la propria comunità, con le sue difficoltà e le sue debolezze, ma anche il carattere dei propri compaesani e le loro aspettative. Ed era nella “Pro Loco” che si cominciava a sentire la passione di fare qualcosa per la propria terra, per migliorarla, per rilanciarla. E cosi ti mettevi in lista, e se tutto andava bene, potevi finalmente darti da fare per migliorare le cose. Poi magari facevi l’Assessore, e se dimostravi passione e capacità, alla fine ti sceglievano come Sindaco. Era la passione la virtù distintiva di chi si avviava a voler amministrare il suo paese. La passione, la voglia di porsi al servizio, l’ambizione di poter cambiare il volto del tuo paese. Erano altri tempi. Oggi le cose sono cambiate. Oggi spesse volte, amministrare il proprio Comune viene vista come un occasione per essere coinvolti nelle scelte decisionali del Comune, per essere presenti, per poter intervenire, non si sa mai, è meglio essere dentro che essere fuori. Cominciano anche da noi, seguendo il buon (?) esempio della politica

nazionale, a prevalere, talvolta, interessi, convenienze, poltrone, posizionamenti, familismi, cosicché, ad elezione avvenuta, diventa normale che la separazione fra amministratori ed amministrati sia sempre più netta. Si fa sempre più larga l’idea che la politica è dirigere senza rendere conto, è comandare, punto e basta, dimenticando che chi amministra ha il dovere della trasparenza molto superiore di quello di un normale cittadino, perché se ha deciso di rappresentare il popolo è tenuto sempre e comunque a render conto dei suoi comportamenti a chi rappresenta, alla sua comunità. Purtroppo, con i tempi che corrono, è facile essere attratti dalla moda degli “amministratori manager”, slogan che nasconde non pochi pericoli. E’ facile fare i manager con i soldi degli altri. Per amministrare al meglio occorrono, certo, dinamismo e capacità amministrative, ma non bisogna mai dimenticare che si spendono soldi pubblici. La vicinanza che ogni buon amministratore dovrebbe costantemente mantenere con la propria gente,

lo renderebbe facilmente edotto di come quei soldi siano frutto non soltanto del lavoro di tanta gente, ma spesso di sacrifici e di rinunce. Da qui la necessità di porre la massima attenzione allo svolgersi delle prossime elezioni del 3 maggio garantendo la nostra presenza attiva e vigile. Il proprio paese è la casa della comunità dove tutti hanno la corresponsabilità della gestione, ognuno ha una propria visione, chi la vorrebbe più bella, chi più comoda, ognuno vorrebbe migliorarla. Ognuno deve essere pronto a farsi carico della gestione della casa della comunità. Lo si fa per gli altri, ma anche per sé stessi, per il proprio avvenire, per poter vivere nel migliore dei modi nella propria casa, nel proprio paese, nella propria comunità. Ecco perché tutti dovremo essere più disponibili ed interessati. Anche perché chi si sottrae al dovere di candidare, o si astenesse dal voto, non ha poi più il diritto di lamentarsi se le cose non vanno come lui vorrebbe che andassero.


Porto Franco Vien da chiedersi chi andrà a controllare e comunque non è certo un buon segno vedere magari il padre che cura la cannabis come fosse basilico e poi si fa uno spinello. Il secondo paletto è questo: le piante devono essere coltivate solo con “tecniche rudimentali “. Quindi niente impianti di irrigazione – vien da pensare – ma solo il vecchio e caro annaffiatoio. Prima di passare a qualche considerazione seria sia consentita però una piccola battuta. Mi sorge spontanea infatti una domanda: perché la cannabis a casa mia sì e nel mio ufficio no? Mi piacerebbe che qualcuno me lo chiarisse, ma torniamo al problema. Personalmente non ho conoscenze tali per entrare nel consueto e lunghissimo dibattito: cannabis sì, cannabis no. Non so se la cannabis fa male o bene ma proprio per questo mi soccorre l’invito che san Giovanni Bosco faceva ai suoi giovani “Nel dubbio meglio astenersi “. E se guardiamo ai dati che emergono dall’ultimo report del dipartimento antidroga del Parlamento questo invito ad astenersi apparirebbe più che fondato. Qualche dato. Un terzo degli studenti italiani ha fatto uso di almeno una sostanza drogante. Solo nel 2018

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Cassazione, ok alle “piante stupefacenti” Sentenza dei giudici destinata a far discutere Ettore Zampiccoli

Di recente i giudici della Corte di Cassazione hanno sdoganato l’uso domestico della cannabis o meglio - per essere precisi - di “piante stupefacenti”. I magistrati peraltro hanno indicato anche dei paletti, per la verità assai discutibili. La pianta stu-

660 mila giovani sono entrati nel mondo della droga, leggera o pesante che sia. Sono in aumento i ricoveri ospedali per droga ( più 14 per cento nel 2018 rispetto all’anno precedente ) . Le infrazioni alla guida per uso di droga sono au-

mentate del 12 per cento e della stessa percentuale sono cresciuti i decessi a seguito di assunzione di stupefacenti. Commentandole il prof. Silvio Garattini, lo scienziato fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, ha defini-

pefacente fatta crescere in casa - hanno precisato - può essere usata solo dalla persona che materialmente si dedica alla cura di queste piante e non è utilizzabile per eventuali altri componenti il nucleo familiari. to la sentenza dei giudici del Tar “molto grave “ anche perché la droga light – come potrebbe essere la cannabis – nella maggior parte dei casi apre poi la porta all’uso di droghe più pesanti. In effetti abbiamo l’impressione che la sentenza dei giudici della Cassazione possa essere un primo passo verso la liberalizzazione completa della droghe, almeno quelle leggere. E a questo proposito sempre il prof. Garattini spiega : “ Il cervello dei ragazzi si evolve fino al 16-18 anni. Se un giovane fuma avrà problemi di memo-

ria, di concentrazione, di apprendimento. Farà fatica a prendere decisioni, come se fosse in una sorta di sedazione perpetua, Ci sono ricerche che i giovani che usano droga sviluppano più facilmente malattie psichiche”. In un quadro di considerazioni più ampie non ci meravigliamo più di tanto di questa sentenza, che demolisce un tabù, grande o piccolo che lo si consideri. Ormai viviamo in una società dove vige la “cultura dell’eccesso”, termine che prendo a prestito da un bel libro, uscito di recente, dell’antropologo Annibale

Salsa. Nel libro Salsa per la verità riferisce questa espressione al paesaggio ma penso che lo stesso sia applicabile e ben visibile anche in molti altri contesti : il consumismo sfrenato, la corsa all’apparire anziché all’essere, lo sbracamento del linguaggio ( a cominciare da quello in TV dei vari Sgarbi, Vauro ecc. ), la perdita di modelli etici e sociali, la convinzione che vi siano nella società solo diritti e non doveri ecc. ecc. Il clima culturale del paese è questo e quindi mettiamoci il cuore in pace: prima o poi ci sarà qualche altro giudice che, sostituendosi ai politici, sentenzierà la liberalizzazione della droga. Ne prenderemo atto in nome della cultura dell’eccesso.

Fedez e Chiara Ferragni, la coppia più “social” del momento, testimonial d’eccezione per la Val Rendena Colpo grosso per la promozione turistica di Madonna di Campiglio e Pinzolo, i “Ferragnez” la copia più famosa nei social, non solo in Italia ma in tutto il mondo, ha trascorso la settimana di Natale nel nuovo Resort recentemente inaugurato, il Lefay Resort & SPA Dolomiti di Pinzolo. Il cantante rapper Fedez e la moglie, la fashion blogger Chiara Ferragni, con il figlio Leone e tutta la famiglia composta dai genitori, sorelle e cognati hanno narrrato la loro vacanza sulla neve diffondendo sui social il racconto, con centinaia di foto e video, delle loro vacanze. Decine di scatti, soprattutto su Instagram, spesso sulla neve con sullo sfondo le Dolomiti di Brenta, rivolte a milioni di follower che hanno potuto ammirare le bellezze delle nostre montagne. Un racconto che ha proposto ai follower ogni minuto della loro giornata a partire dai momenti di relax negli spazi del centro benessere del Lefay Resort, alle serate passate in compagnia, ai pranzi in quota sulle nevi di Campiglio, al Boch e allo Chalet Fiat, alle ciaspolate anche in notturna al lago e al Rifugio Nambino. Chiara Ferragni ha quasi 20 milioni di follower principalmente su Instagram e Facebook, Fedez ne ha quasi 10 milioni e per questo

Natale vip sulla neve a Pinzolo e Campiglio

Fedez con Bonucci al Lefay

Fedez e Chiara Ferragni

motivo rappresentano il veicolo pubblicitario più importante oggi sul mercato dei social. Per rendere l’idea della popolarità dei Ferragnez, un breve video pubblicato nei giorni scorsi dalla Ferragni insieme al figlio Leone ha raggiunto in un paio d’ore oltre un milione di visualizzazioni. Il video di lei che balla con Fedez, invece, è stato visto da 2,5 milioni di persone. Per quanto riguarda le fotografie, invece, quella del 24 dicembre con tanto di Babbo Natale ha totalizzato oltre

600 mila “cuori”, i Mi Piace di Instagram. Non mancano nemmeno le polemiche da parte di chi non considera opportuno l’utilizzo sui social delle foto relative al piccolo Leone che appare quotidianamente su social fin dalla nascita, lo scorso anno. Per Madonna di Campiglio, Pinzolo e il Lefay Resort una straordinaria pubblicità con immagini che hanno fatto il giro del mondo e che contribuiranno a far crescere la notorietà delle nostre località turistiche. (rg)


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Le Giudicarie in numeri

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Stranieri residenti in valle, nel Chiese solo il 3,7% a cura di Virginio Amistadi

Gli stranieri residenti in provincia di Trento al 1° gennaio 2019 erano 47.393 e rappresentavano l’8,7% della popolazione totale. In Giudicarie i 2.461 stranieri residenti alla stessa data rappresentavano il 6,6% della popolazione totale. Mentre nelle GiuGli stranieri residenti in Giudicarie provengono da 88 nazionalità diverse di cui le più numerose sono Romania (519), Albania (347), Repubblica di Macedonia (302) e Marocco (299). Nel

dicarie Centrali e nelle Giudicarie Esteriori il dato è allineato con quello trentino, la percentuale di stranieri residenti in Valle del Chiese risulta meno della metà con solo il 3,7% di incidenza sul totale della popolazione.

periodo 2003 – 2015 la popolazione straniera residente è di fatto raddoppiata passando da 1.516 a 3.122 unità. Negli ultimi cinque anni si osserva invece un’inversione di tendenza con 661 stra-

nieri residenti in meno nel 2018 rispetto al 2015. Le comunità che hanno evidenziato la maggiore diminuzione di residenti sono quelle di Macedonia (-162), Albania (-119) e Marocco (-117).

PRINCIPALI NAZIONALITÀ PRESENTI IN GIUDICARIE 2018 Distribuzione Romania 519 21,1% Albania 347 14,1% Repubblica di Macedonia 302 12,3% Marocco 299 12,1% Pakistan 147 6,0% Ecuador 104 4,2% Polonia 76 3,1% Ucraina 56 2,3% India 55 2,2% Colombia 51 2,1% Altre nazionalità 505 20,5% Totale 2.461 100,0% Popolazione al 1° gennaio 2019

POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE IN GIUDICARIE PER AMBITO TERRITORIALE Comune Popolazione residente Popolazione straniera Incidenza della popolazione residente straniera residente sul totale Giudicarie Centrali 5.765 498 8,6% Valle del Chiese 13.036 476 3,7% Giudicarie Esteriori 8.351 696 8,3% Valle Rendena 9.976 791 7,9% Totale 37.128 2.461 6,6% Popolazione al 1° gennaio 2019 VARIAZIONI POPOLAZIONE RESIDENTE STRANIERA PERIODO 2003 - 2018 Nazionalità Anno Differenza 2013 - 2018 2003 2008 2013 2018 Romania 90 475 587 519 -68 Albania 290 392 466 347 -119 Repubblica di 199 389 464 302 -162 Macedonia Marocco 308 409 416 299 -117 Altre nazionalità 629 1008 1189 994 -195 Totale 1.516 2.673 3.122 2.461 -661 Popolazione al 31 dicembre di ogni anno NAZIONALITÀ DI PROVENIENZA Afghanistan, Albania, Algeria, Angola, Argentina, Australia, Austria, Bangladesh, Belgio, Bielorussia Rep., Bolivia, Bosnia Erzegovina, Brasile, Bulgaria, Burkina-Faso, Camerun, Capo Verde, Cile, Colombia, Congo, Rep. Dem. (Zaire), Costarica, Croazia, Cuba, Danimarca, Ecuador Egitto, El Salvador, Eritrea, Estonia, Etiopia, Federazione Russa, Filippine, Finlandia, Francia Gambia, Georgia, Germania, Ghana, Giappone, Honduras, India, Indonesia, Irlanda Kenia, Kosovo, Lettonia,Lituania,Mali,Malta, Marocco, Mauritius, Messico, Moldova, Nicaragua, Nigeria, Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Pakistan, Paraguay, Perù, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Rep. Dominicana, Repubblica Ceca, Repubblica di Macedonia, Repubblica Federale Jugoslava, Repubblica Popolare Cinese, Romania, Senegal, Serbia, Repubblica di Siria, Slovacchia, Slovenia, Somalia, Spagna, Stati Uniti d’America, Svezia, Svizzera, Tanzania, Thailandia, Tunisia, Ucraina, Ungheria, Uruguay, Venezuela, Vietnam.


Attualità

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Energia

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Il vicepresidente Tonina propone una norma sul settore che riguarda direttamente le Giudicarie

Centrali idroelettriche, un disegno di legge perle nuove gare Una partita che, ad oggi, vale 250 milioni di euro annui di fatturato, 100 milioni di canoni di varia natura per Comuni, Comunità e Bim e 16 milioni di euro in energia gratuita ceduta alla Provincia. Insomma, in gioco ci sono, proiettati sui 30 anni una somma ingentissima, oltre 10 miliardi di euro, cifra che ovviamente potrebbe ridursi o aumentare in base alle offerte per le gare e al valore dell’energia in futuro. Va anche considerato che oltre il 60% dell’energia viene prodotta nell’ambito dei Consorzi BIM del Sarca e del Chiese per la maggior parte su territorio giudicariese. Per la nostra Comunità, solo per i canoni aggiuntivi si tratta di una somma considerevole: 7,3 milioni di euro annui per i Comuni del BIM del Sarca e 5,3 milioni annui per il BIM del Chiese. A ciò si aggiunge oltre 2 milioni di € di canoni aggiuntivi annui destinati alla Comunità delle Giudicarie. Il totale per i dieci anni ammonta ad € 145 milioni che vanno triplicati se la concessione sarà trentennale.. Attualmente le centrali sono gestite per la quasi totalità da una società Hydro Dolomiti Energia composta da Dolomiti Energia con il 60% (società che vede tra i principali azionisti i Comuni di Trento e di Rovereto e la stessa Provincia e alcuni soci privati trentini) e da un fondo australiano, il Macquarie European Infrastructure Fund 4, che qualche anno fa era subentrato nella quota posseduta da Enel. Per scegliere i nuovi concessionari delle grandi derivazioni idroelettriche presenti in Trentino, la Giunta provinciale, ha approvato recentemente in via preliminare, su proposta del vicepresidente, Mario Tonina, un apposito disegno di legge. “Le centrali idroelettriche – spiega il vicepresidente Tonina – rappresentano una risorsa strategica per il Trentino, sia in termini economici che ambien-

I

di Enzo Ballardini

l Trentino dispone di una risorsa di straordinaria importanza per tutto il territorio ed in particolare per le Giudicarie. Si tratta dell’acqua, che grazie all’ingegno dell’uomo viene trasformata in energia rinnovabile. Un patrimonio che si concretizza in 34 centrali di produzione

tali. Con questo disegno di legge, intendiamo valorizzare il ruolo della Provincia rispetto al controllo del patrimonio idroelettrico prevedendo, ad esempio, la facoltà di acquistare integralmente i beni funzionali all’esercizio delle concessioni e di individuare il piano degli investimenti. Per la gara verrà adottata la procedura ristretta. Altro obiettivo che si intende perseguire riguarda la sicurezza degli impianti sul territorio e il rispetto dell’ambiente. Tonina, spiega che la strada che porta alle gare sia di fatto obbligata in quanto non è possibile assegnare la gestione delle centrali direttamente a una società trentina senza gara perché non ci sono i presupposti di legge». «Adotteremo la procedura ristretta per cui la Provincia potrà limitare gli operatori invitati secondo criteri non discriminatori, perché le aziende devono avere esperienza e garantire per 30 anni la

gestione ottimale degli impianti e investimenti per il futuro. In questi 10 anni di gestione di Dolomiti Energia ci sentiamo rassicurati e l’augurio è che a Dolomiti Energia possa andare bene, perché ha dimostrato competenza e professionalità nella gestione della gara». Nel dettaglio, la nuova proposta normativa interviene sui seguenti aspetti: norme procedurali e termini di indizione delle gare; criteri di ammissione e aggiudicazione; requisiti finanziari, organizzativi e tecnici delle ditte partecipanti; criteri per la determinazione dei canoni di concessione e per la valo-

idroelettrica, alle quali fanno capo opere e beni che saranno trasferiti alla Provincia, suddivisi in 160 opere di presa, 22 invasi, fra cui 13 grandi dighe e 9 opere minori di ritenuta, e 306 km tra canali e gallerie. Tutto questo è gestito attraverso 17 concessioni che scadranno alla fine del 2023.

rizzazione del demanio e dei beni facenti parte del patrimonio idroelettrico; modalità di valutazione degli aspetti ambientali; determinazione delle misure di compensazione ambientale; condizioni di fornitura alla Provincia dell’energia gratuita e la relativa monetizzazione; modalità e condizioni per il riconoscimento di indennizzi al concessionario che abbia eseguito investimenti sui beni della Provincia nel corso della concessione. Le concessioni che dovranno essere assegnate sono complessivamente 17, di cui una (Taio – Santa Giustina) già scaduta a

fine 2018 ed in proroga sino a fine 2022 e le altre 16 in scadenza a fine 2020, da assegnare comunque entro il 2023. In scadenza è quindi l’83% della produzione trentina per un fatturato pari a 250 milioni anni. Il disegno di legge prevede l’acquisto dei beni strumentali all’esercizio della concessione, la Provincia avrà la possibilità di acquisire anche i “beni asciutti” (gli edifici delle centrali e i macchinari), ora di proprietà degli attuali concessionari. Per quanto riguarda la modalità per assegnare le concessioni si prevedono due possibilità. La prima: attraverso una gara per individuare il concessionario cui affidare la concessione. La seconda: costituire una società mista pubblico – privata, alla quale affidare direttamente la concessione previo espletamento di una gara (sia per la scelta del socio privato sia per l’affidamento dell’attivi-

tà idroelettrica). Resta la possibilità per la Provincia di gestire direttamente gli impianti solo se sia prioritaria la sicurezza dei territori. L’aggiudicazione è quella dell’offerta economicamente più vantaggiosa. I canoni sono vari: ce n’è uno annuo per l’utilizzo delle acque pubbliche, uno per l’utilizzo degli impianti che entreranno nel patrimonio della Provincia, una somma aggiuntiva definita dalla giunta per il finanziamento misure ed interventi di miglioramento ambientale e di compensazione. Le quote dei canoni e delle somme aggiuntive da destinare ai Comuni saranno definite nel Protocollo di finanza locale, mentre restano invariati i sovracanoni per i Bim. Vengono poi regolati gli investimenti sui beni di proprietà della Provincia da parte del nuovo concessionario. Le concessioni in scadenza oggi sono in mano, indirettamente, alla stessa Provincia attraverso la partecipata Dolomiti Energia mentre alcune sono di Primiero Energia. Se queste ultime perdessero, ci sarebbero conseguenze potenziali anche su dividendi, personale e tasse versate oggi in Trentino. Il disegno di legge introduce anche un canone ambientale per le derivazioni idroelettriche definite “medie” con potenza nominale tra i 220 kW e i 3.000 kW, che sarà destinata ai comuni o loro forme associative secondo modalità da definire nell’ambito del protocollo di finanza locale. In Giudicarie si tratta di numerose centrali che fanno capo ai maggiori consorzi elettrici Ceis e Cedis, ed inoltre le centrali La Rocca, Fontanedo e Ponte Pià. Un percorso che sicuramente sarà seguito con attenzione in Giudicarie dagli Enti interessati, dai due Bim, dalla Comunità, dai Comuni, dal Parco Adamello Brenta e da tutti coloro che sono interessati dello sviluppo economico e ambientale del nostro territorio.


Ambiente

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Per ora solo una comunione d’intenti, la concretezza demandata a futuri accordi

Cedis e Dolomiti Energia firmano un protocollo per l’ambiente di Giuliano Beltrami L’accordo - sempre i due presidenti a parlare - è anche l’occasione per consolidare il contributo che le fonti rinnovabili pulite portano al sistema elettrico provinciale e rappresenta un elemento utile al percorso di decarbonizzazione ed allo sviluppo sostenibile del Trentino di domani”. Decarbonizzazione, sviluppo ecosostenibile, rispetto per l’ambiente. Ormai sono termini entrati con tutto il loro peso nel linguaggio comune, tanto più dopo le “frustate” di Greta Thunberg, la giovanissima animatrice dei Venerdì per il futuro. Ma occorre ammettere che sulle energie rinnovabili (in particolare l’acqua delle nostre montagne) le aziende energetiche che operano in Trentino hanno fondato la loro storia. Basti pensare alle centrali idroelettriche, che forniscono energia non solo alla no-

Ad esempio per un soggetto di 70 kg alto 175 cm troviamo 70/ (1,75)2 = 22,8 kg/m2. Se il risultato di questo calcolo è compreso in un intervallo compreso tra 18,5 e 25, si dice che un adulto è di peso normale. Si parla di sottopeso se il calcolo è inferiore a 18,5 e di sovrappeso se maggiore di 25. Il soggetto riportato sopra è quindi di peso normale. Nei bambini si applicano delle curve apposite, che riassumo per semplicità nelle tabelle allegate. Il peso però non è tutto uguale. Più a rischio sono i soggetti che presentano una distribuzione del grasso alla pancia; non tanto quello che costituisce la parte esterna di quest’ultima, ma quello più profondo, distribuito attorno ai visceri. Per la donna, più rischiosa è la distribuzione cosiddetta androide o a mela, cioè della parte centrale-alta, di solito tipica dell’uomo. Chi è sovrappeso da ragazzo lo sarà quasi sicuramente per tutta la vita. Ecco perché il peso andrebbe controllato proprio durante la crescita e prima ancora durante

Chiusura dell’anno con enfasi da parte del Consorzio Elettrico di Storo, che ha siglato con il Gruppo Dolomiti Energia un protocollo d’intesa intitolato “Produzione idroelettrica e tutela dell’ambiente”. In sé può dire tutto e niente. Ci dobbiamo fidare delle parole. E le parole dei due presidenti, Giorgio Rossi per il CEdiS e Massi-

stra provincia. Il problema, semmai, ruota attorno ad una domanda: cosa significa un accordo per la sostenibilità e per la collaborazione? Per-

ché, va detto, nel documento firmato dai due presidenti non si precisano le tappe del futuro collaborativo. Si legge solo che si tratta della

mo De Alessandri per il Gruppo Dolomiti Energia, sono chiare quando affermano che il protocollo “è l’ufficializzazione di una comunione di intenti e dà il ‘la’ a successivi accordi che saranno gli strumenti operativi per il raggiungimento degli obiettivi che verranno individuati nel tempo.

“prima tappa di un lungo percorso di cooperazione ad ampio raggio nel comune amore per il territorio, nell’interesse delle comunità e

nel rispetto dell’ambiente”. I firmatari aggiungono che “questo accordo non sarebbe potuto avvenire in un momento migliore, visto il periodo di cambiamento che interesserà nel futuro prossimo il settore dell’idroelettrico; questa collaborazione - è la conclusione - si rivela un’opportunità fondamentale per il futuro di entrambe le realtà”. Cosa c’è dietro l’angolo? Il 2020 sarà anno di spiegazioni. Certo, il CEdiS nel 2019 ha vissuto qualche delusione nei rapporti con la Provincia. Aveva presentato i progetti per tre nuove centraline, due a basso impatto (un paio di metri di salto) sul fiume Chiese e una sul Rio

Nero, un affluente del Palvico, torrente che scende dalla valle di Ledro. Alla fine di novembre il Servizio gestione risorse idriche ed energetiche, con una determinazione del dirigente, ha rigettato la richiesta di una delle centrali, quella in prossimità del Ponte dei Tedeschi, sulla strada che da Ponte Caffaro porta verso Baitoni. Come si legge nella determinazione, fra i molti motivi che ostano alla concessione, c’è quello previsto dalla legge, secondo cui “non devono essere interessate da prelievi le aste dei fiumi Sarca, Chiese, Avisio, Travignolo, Vanoi, Cismon, Grigno e Fersina, salvo che per la realizzazione di impianti ad alto rendimento energetico e ad alta compatibilità ambientale”. Le parole scritte nell’accordo CEdiS-Gruppo Dolomiti Energia dovrebbero andare proprio in questa direzione.

Bravi specialisti ma anche ciarlatani

Chi “deve” dimagrire? A cura di Dario Beltramolli * Non c’è programma televisivo, giornale, rivista frivola o impegnata che non tratti del tema delle diete. Quello del dimagrimento è un business dove molti pseudospecialisti propongono prodotti da erboristeria o integratori del tutto irrazionali per ridurre il senso della fame e ogni tipologia di dieta assurda Indice di massa corporea (BMI) nei bambini tra i 6 e i 12 anni

la gravidanza! L’eccesso calorico in bambini sedentari comporterà conseguenze future; e più degli zuccheri sono le proteine nei primi anni di vita a creare le basi dell’obesità, attraverso

o cervellotica. Tutto ciò nasce dalla carenza delle strutture pubbliche, che non offrono un’assistenza adeguata al problema del sovrappeso. Ma chi dovrebbe pensare a dimagrire? E perché? L’indice di massa corporea (BMI) si calcola in questo modo: peso in kg diviso l’altezza in metri al quadrato. Indice di massa corporea (BMI) nelle bambine tra i 6 e i 12 anni

l’aumento dell’insulina e lo stimolo che esse esercitano sulla divisione e quindi sull’aumento delle cellule del grasso corporeo (adipociti). In pratica le proteine stabiliscono, assieme alla ge-

netica propria di ognuno di noi, le dimensioni del magazzino che potremmo un domani riempire. Più in generale possiamo dire che, oltre ai bambini, i soggetti per i quali è indispensabile controllare il peso corporeo sono quelli predisposti a diabete, infarto o ictus e certamente chi ha familiarità per tumore, in particolare all’utero e alla mammella, alla prostata e al colon-retto. Mangiare il 25% in meno rispetto a quanto ciascuno è abituato ad assumere, può aumentare e non poco la qualità e l’aspettativa di vita. Nei grandi anziani infatti la magrezza è d’obbligo, a conferma dell’antico adagio “cavallo magro per corsa lunga”. * Medico Dietologo, Nutrizionista Clinico d.beltramolli@gmail.com


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Economia

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Sempre più ruderi in Trentino, il problema sono i costi di manutenzione

In soccorso alle case rurali abbandonate di Marco Zulberti Su questi manufatti - non è possibile più nemmeno chiamarle case - e questi vecchi edifici rurali, dopo un poco si aprono squarci nel tetto, che poi crolla, e comincia la lenta riduzione a rudere. Ne ricordo uno in Val Rendena di fronte alla chiesa medievale di Sant Antonio Abate di Pelugo. Maestoso, secolare, per la sua imponenza di origine e ispirazione tutta montana. L’ho visto per anni dalla statale fino a ridursi a rudere. È solo una delle decine di case rurali abbandonate che ho visto sparire negli ultimi dopo l’abbandono dell’agricoltura e l’enorme crescita dei costi di manutenzione. Quando la copertura comincia a cedere e l’acqua s’infila tra le tegole tutto l’apparato sottostante il tetto comincia a marcire, danneggiando le soffitte e i piani sottostanti. In un ambiente montano caratterizzato da numerose precipitazioni in tutte le stagioni, comprese quelle estive, il tetto è il primo elemento e più importante di difesa della casa, della stalla, dell’officina e della malga. Quando il tetto è a posto e le mura sono asciutte l’edificio è salvo ancora per secoli. Anche se inutilizzato. Questo fenomeno di lento degrado di molte case abbandonate, sia in paese che rurali, che si sta estendendo in tutto il Trentino, quasi assente in Alto Adige, è l’indice di un’assenza normativa e legislativa che

V’è un fenomeno, tutto trentino, sempre più evidente nei nostri paesi più periferici della provincia, di case abbandonate con enormi cartelli vendesi. Alcune di queste situazioni resistono per anni senza che nessuno compri la casa o faccia manutenzione ai manufatti in legno, spesso di altissimo pregio in quanto frutto dell’artigianato secolare dei carpentieri che vivevano nelle nostre montagne. Spesso sono case di paese pregiate, contese in un eredità, con più proprietari che mancanti

della cultura “del maso chiuso” presente invece fortunatamente in Alto Adige, sopravvalutano il valore monetario rispetto a quello dei costi di manutenzione. Nessuno si rende conto, comprese le istituzioni che le tassano e gli uffici tecnici che le valutano, che questi manufatti hanno un rapporto dei costi di manutenzione che supera di gran lunga quelli del valore, in quanto un tempo collegati a un’economia agricola e artigianale oggi scomparse. sicurezza sul lavoro e sulle normative urbanistiche hanno introdotto su questo importantissimo e cruciale elemento costruttivo dalla quale dipende la vita dei nostri immobili montani. Una nuova legge che defiscalizzi a 2.5% la ristrutturazione dei tetti e dei solai in legno, che sostenga al 100% la quota dei costi dei mezzi di protezione che verranno installati come ponteggi o ganci, e agevoli o addirittura elimini la procedura amministrativa d’intervento quando questa si limita a

va al più presto pensata e varata in aiuto al salvataggio dei tetti in legno e delle loro caratteristiche tipiche trentine, dove si osservano questi ampi solai, “soler” e “grà”. Se l’importante legge di recupero dei centri storici n° 44 del 6 novembre 1978 ha letteralmente salvato le case in molti centri dei paesi trentini, grazie all’erogazione di un contributo a “fondo perduto”, oggi un’azione analoga va urgentemente pensata per le coperture visto anche l’enorme serie di costi che le leggi sulla

aggiungere o sostituire una serie di singoli elementi come travi, coppi e tegole. Sarebbe una piccola legge che avrebbe però un impatto enorme nella salvaguardia di migliaia di secolari manufatti e case situate sia nei paesi sia fuori dai centri storici, come stalle e malghe. Solo quando il legislatore è illuminato emana leggi cha favoriscono le azioni economiche dei cittadini in modo che possano agire e produrre secondo le loro ambizioni arricchendo di conseguenza la società. Ogni norma o legge che invece frena e impedisce le azioni produttive degli individui creativi di fatto alimenta un processo negativo del ciclo economico. Per questo oggi la montagna ha necessità estrema di un totale cambiamento normativo sia amministrativo che fiscale. Pena la completa perdita di migliaia di manufatti montani segni secolari di una vita che sta scomparendo dietro lo schermo di uno smartphone. V’è un patrimonio immobiliare da salvare in modo analogo a quanto operò la LP 44 dei centri storici. Speriamo che gli studi tecnici intenti ai mega progetti nella Valle dell’Adige comprendano l’importanza, come in Alto Adige, che anche il paese più montano e remoto distante da Trento possa considerarsi ancora un paese, un borgo, dove è ancora dignitoso vivere.


Comunità delle Giudicarie

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Stagione Teatrale “Giudicarie a Teatro” 2019/2020

Il teatro cibo per l’anima

ACI Tione Agenzia Immobiliare Cereghini -Bonapace Agenzia Viaggi Ciclamino Agraria 2000 - Tione Agri90 Storo Albert Ballardini Albergo Ginevra Albergo Roncone Alpicar officina Am Iniziative - Caderzone Terme Apt Terme di Comano Apt Madonna di Campiglio - Pinzolo-Val Rendena Area 51 Armani Remigio - Lardaro Armani Arredo Casa Ascoop – Tione di Trento Associazione Artigiani Associazione Culturale Le ombrie Associazione Pescatori Asm Tione Atesina Gas – Lavis Audioklinik - Tione AutoRendena Azienda Elettrica Tione Ballardini Nadia - Tione Bauer Spa Beccari Logistica BIM del Chiese BIM del Sarca Brenta Volley Eurospar - Tione CAM srl - Trento Capelli Giampaolo Videotecnica Cassa Rurale Adamello Castello del Buon Consiglio Pat

Carnevale di Storo Carnevale di Tione Centro Studi Judicaria - Tione Clinica del Sorriso Colorificio Failoni - Tione di Trento Cooperativa L’Ancora Comano Mountain Runner Comitato 3Tre Madonna di Campiglio Comune di Bocenago Comune di Tre Ville Comunità delle Giudicarie - Tione Conad Cooperativa don Guetti Consorzio per il Turismo Giudicarie Centrali Consorzio Turistico Valle del Chiese Costruzioni Monfredini Livio e Rudi Dao Dental Chiese - Pieve di Bono Dentisti in Croazia Ecofiera di Montagna - Tione Ecomuseo della Valle del Chiese - Condino Edilmarmi - Tione Ediltione – Tione di Trento Editrice Rendena - Tione Elettromedia Unieuro- Zuclo Emilio Cozzio & C. – Spiazzo Rendena Enaip Trentino EscoBim Spa Falk Salotti Famiglia Cooperativa Bondo Famiglia Cooperativa Giudicarie Farmacia Pinzolo Farmacia Stenico Fercasa Tione

FSA di Albert Ballardini Funivie Pinzolo Spa Gea Studio Dentistico Tione Geometra Buffi Girardini Srl Tione Giardini Moreno Pitture Ines Gioielli Innova Srl Iniziative e Sviluppo Kiwi Sport Tione La Cassa Rurale Giudicarie Paganella Valsabbia La Profumeria Lattonieri Federici - Tione Leali Resort Leonardi HP Le Piume Martinelli Impianti Elettrici - Ponte Arche Mazzacchi Gomme – Condino Mobili Bonenti - Bondo Mobilificio Taffelli - Pieve di Bono Moneghini - Storo - Pinzolo Monfredini Livio e Rudy Officina Alpicar Tione Ottica Oliana- Tione di Trento Onorati Calcestruzzi – Bleggio Inferiore Panificatori del Trentino Pat/Ass. alla Cultura Pat/Attività Culturali Pat/Ufficio Stampa Pc Copy Piscina di Spiazzo Piscina di Condino Pistoria Val Rendena – Caderzone Terme Pitture Rigotti

Pizzeria Diana Plastigomma - Tione di Trento Poker Onoranze Funebri Prano Giudicarie Pretti e Scalfi Prefa Italia - Bolzano Pro Loco Bolbeno Pro Loco Bocenago Pro Loco di Storo Punto 3 di Alessandro Togni - Tione di Trento Rifugio Casinei Rifugio Trivena - Breguzzo Ristorante Alpino - Breguzzo Ristorante la Contea - Bolbeno Scuola del Legno di Praso Sogap Servizi Ambientali – Preore SportDivision Studio Bonetti Tione Studio dentistico Sarche Tacatac tione Terme di Comano Terme Val Rendena Trentino Marketing Troticoltori Trentini Astro Ufficio Stampa Pat UPT Tione Viaggi Paoli – Tione di Trento Viviani Carrozzeria Tione Zini Chic Tione 24 ore Val Rendena


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Arte

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Neanche poteva sapere l’autore di Guernica, primitivo del ‘900, della formidabile scoperta messa in luce nel 2018 dall’Università di Bordeaux, del primo disegno prodotto da un Homo Sapiens circa 73.000 anni fa (Paleolitico medio) nella grotta di Blombos in Sudafrica, nove linee incrociate, a mo’ di cancelletto, tracciate con ocra rossa su una pietra lunga 4 centimetri; una geometria simbolica che presuppone capacità di pensiero astratto e preoccupazioni di tipo estetico. Bastavano i bisonti policromi di Altamira, dal misterioso portato simbolico e sacrale, secondo il genio di Malaga, per dimostrare la grande abilità tecnica di quei proto-artisti, capaci di tridimensionalità, effetti prospettici, uso sapiente del colore, il tutto magicamente e magistralmente adattato alle pareti irregolari delle caverne alla fioca luce delle torce. Di simile meraviglie, legate alla più lontana preistoria, non abbiamo memoria sul nostro territorio; solo dopo l’ultima grande glaciazione (circa 15.000 anni dal presente), quando la fusione dei ghiacci permette di abitare le alpi, iniziano a rintracciarsi le prime testimonianze dell’ultima fase del Paleolitico superiore e del Mesolitico (da 13.000 a 7.000 anni dal presente), con la scoperta dei siti mesolitici d’alta quota dei cacciatori di stambecchi e di cervi, tra i quali, nelle Giudicarie, le preesistenze archeologiche di Campo Carlo Magno (1600 m.), di Lago di Campo in Val di Daone (1945 m.) e dei reperti presso il Laghetto di Roncone. Ma non è qui certamente il posto dove snodare la preistoria e la protosoria delle Giudicarie, alla quale hanno atteso con ben altre competenze srtaordinari studiosi, primo fra tutti Renato Perini (1924 - 2007), il ‘padre’ delle palafitte di Fiavé, che a cavallo degli anni Sessanta e Settanta percorre in lungo e in largo la nostra valle, portando alla luce emergenze preistoriche di assoluto valore (il sito protostorico e romano di Vigo Lomaso, la necropoli a tumulo di Stenico, ecc...). Qui solamente la volontà di estrarre dal campionario di quelle affascinanti scoperte alcuni pezzi, siano anch’essi ridotti a semplici frammenti, a dimostrazione del senso estetico e della capacità di bellezza dei nostri antichissimi progenitori da far invidia ai più collaudati designers contemoporanei, accompagnando la funzionalità del manufatto con una decorazione essenziale ed appropriata. Tralasciando, non per importanza storico documentale, ma per per una precipua valenza estetica, le testimonianze del tardo Neolitico (prima metà del IV millennio a.C.) legate al primo abitato sulle spon-

Primitivi, siamo noi di Giacomo Bonazza Sentenziava l’arguto Picasso: “Dopo Altamira, tutto è decadenza!”, intendendo la qualità artistica altissima delle pitture rupestri delle grotte a nord della Spagna (18.500-14.000 anni fa), da riferire al Paleolitico superiore, come quelle altrettanto strepitose di Lascaux nella Francia sud-occidentale (circa 17.500

anni fa) e quelle ancora precedenti della grotta di Chauvet, nel sud-est della Francia, risalenti a oltre 30.000 anni fa, scoperte solo nel 1994 e immortalate nello spendido documetario (1995) dell’immaginifico regista tedesco Werner Herzog “La grotta dei sogni dimenticati”.

de dell’isoletta della Carera (Fiavè 1) e dei reperti sul Dos Cingol-San Lorenzo a Storo, caratterizzate da recipienti troncoconici decorati da semplici impressioni digitali e con il bordo decora-

tettura del XXI secolo! Per l’insediamento di Fiavé 6 (Età del Bronzo medio- fase avanzata), si parla addirittura di elaborazioni “baroccheggianti” in riferimento all’infittirsi dell’apparato decorativo sulle olle e sui boccali biconici tramite la traccia a solchi tondeggianti; sono di questo periodo pure i bicchieri tipo Fiavé con ansa lunata a corna, di sofisticata fattura. L’età del Ferro, suddivisa a sua volta in una prima età (IX -VI sec. a.C.) ed in una seconda età (metà del VI sec.fino alla romanizzazione), vede le Giudicarie

Foto 1 - Grotte di Altamira (Spagna) Foto 2 -Bicchiere tipo Fiavé (Età del Bronzo medio-fase avanzata) - Museo delle Palafitte dsi Fiavé Foto 3 - Casco Fiavé ( Età del Bronzo antico e medio) -Museo delle Palafitte di Fiavé Foto 4 - Museo delle Palafitte di Fiavé

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to a tacche, è con l’età dei metalli, in particolare con l’età del Bronzo (ca. 2200950 a.C.) che le Giudicarie diventano un punto di riferimento fondamentale nella storia dell’archeologia trentina, e non solo. Dal Bronzo antico al Bronzo recente e finale, i resti dei sette villaggi palafitticoli che si alternano in quell’eccezionale scenario umido, ci parlano ancora oggi di un’esperienza comunitaria nel segno di un esemplare equilibrio fra uomo e natura che noi ‘moderni’ stiamo smarrendo. Il buon gusto informa l’ogget-

tistica domestica dando vita ad un’inconsapevole esperienza di arte applicata ante litteram: dagli insediamenti Fiavé 3-4-5 (Età del Bronzo antico e medio) arrivano lo straordinario “casco di Fiavé”, un originalissimo copricapo in rametti di pino e viburno sapientemente intrecciati e cuciti insieme ed il “vaso a saliera”, a doppia tazza, in ceramica fine nera, autentiche star del Museo delle palafitte, insieme all’altro raffinatissimo materiale ceramico (tazze carenate, grandi boccali biconici) e alle notevoli

suppellettili in legno, quali le ciotole ansate in legno d’acero, sbozzate e rifinite

con l’ascia ed il pugnale: un’esposizione da Triennale del design e dell’archi-

posizionarsi gradualmente come territorio di frontiera e di raccordo fra l’orizzonte retico (Cultura Fritzens-Sanzeno: Trentino, Alto Adige, Bassa Engadina, Tirolo Orientale, Tirolo Settentrionale), di cui rappresenta la propaggine meridionale, e le terre camune (gruppo Breno- Dos dell’Arca: vallate alpine della Lombardia orientale), in una reciproca contaminazione che trova emblematico riscontro nelle affinità, quasi un’identificazione, tra i boccali in ceramica tipo “Stenico a”, rirovati nel luogo di culto all’aperto in località Calferi a Stenico e quelli “Breno-Muotta da Clüs, tra Valcamonica ed Engadina: una koinè dell’artigianato di qualità che scavalca le montagne per abbellire angoli di vita di genti semplici e dignitose.


Turismo Inutile dire che, come accade sempre di fronte a decisioni così radicali, scattano i timori. Ce n’è uno, per esempio, che ruba il buon umore agli operatori del Chiese. Se la valle finisce fra le braccia dell’Apt della Rendena, quanta autonomia avrà? Non è una domanda banale, considerato che già adesso in bassa Rendena (a Villa, Verdesina, Javré, Vigo, Darè, Pelugo) non risultano particolarmente accuditi dalla “casa madre” con sede a Madonna di Campiglio. Però è chiaro che prima di parlare è bene attendere gli eventi. C’erano una volta le Aziende di soggiorno. Poche, in luoghi simbolo del turismo trentino: Madonna di Campiglio, Pinzolo, Riva del Garda, val di Fassa. All’inizio degli anni Ottanta entrò nell’assessorato provinciale al turismo un giovanotto di belle speranze e grande capacità comunicativa: Mario Malossini, diploma di geometra, giusto per metterlo accanto alla firma, ma in realtà politico di professione. Malossini ebbe un merito indiscutibile: valorizzare il termine “turismo minore”. Che fossero “minori” territori come la valle del Chiese, le Giudicarie Esteriori, la bassa Rendena, la Busa di Tione (tanto per rimanere nel nostro comprensorio) è un dato incontrovertibile. L’invito che giungeva dall’assessorato provinciale era indirizzato all’aggregazione. Nacquero così i Consorzi delle Pro Loco. Sempre aromatizzati con un pizzico di profumo di campanile. Per capirci, il caso più eclatante fu il Chiese, che (manco fosse una meta turistica di fama mondiale) si divise in due: la parte bassa (Baitoni-Pieve di Bono) si tenne il nome Valle del Chiese; la parte alta (Bersone-Breguzzo, almeno all’inizio, perché cammin facendo Breguzzo si staccò per scendere a Tione) si chiamò con il nome improbabile di Consorzio Alta Val Giudicarie. Ci vollero ben venticinque anni perché maturasse la convinzione del matrimonio fra i due Consorzi, che avvenne nel 2008: martedì 15 gennaio, per la precisione, quando il nuovo ente fu accolto da un applauso dei presidenti delle Pro Loco e da una pioggerellina insistente che fece dire la solita frase: “Matrimonio bagnato, matrimonio fortunato”. La Busa di Tione ebbe il suo Consorzio, mentre un diverso destino accolse le Giudicarie Esteriori, che partite sotto la guida di un Consorzio di Pro Loco, guadagnarono i galloni di Apt, complice evidentemente la presenza delle terme. In Rendena l’Apt divenne unitaria, da Campiglio a Verdesina. E il territorio fu sistemato.

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Le Apt giudicariesi pensano agli accorpamenti

Turismo, poche certezze sulla riforma di Giuliano Beltrami “La nostra riforma del turismo, che presenteremo nel 2020, sarà chiarissima, e dirà che si deve lavorare insieme, perché il mercato turistico questo chiede”. Così scandiva Roberto Failoni, giudicariese, assessore provinciale a sport, turismo e parecchio altro, sabato 21 dicembre, ai piedi della pista Le Coste di Bolbeno. La riforma prevista dalla Giunta Fugatti imprimerà una svolta decisa all’organizzazione territoriale turistica trentina e di conseguenza anche a quella delle Giudica-

Terme, ancora locomotiva? Che le terme trainassero il turismo era un fatto. Detto per inciso, anni fa gli ospiti delle terme avevano rimborsi per le cure, perciò si portavano per due settimane i familiari. Ad un certo punto lo Stato bloccò i rimborsi, quindi il sole brillò ancora sulle terme, ma con minore calore. A lavorare bene furono e sono terme strafamose (Abano, Chianciano, Montecatini, Fiuggi), tutte località scelte per eventi collettivi (convegni sindacali e di categorie professionali) più che per le cure. Comano certamente è ricercata come località termale per la cura (scientificamente provata) della pelle. Ma è chiaro che le terme devono indirizzarsi su altri obiettivi: creme, attrazio-

ni, soggiorni piacevoli. Che Ponte Arche (centro turistico delle terme per antonomasia) stia vivendo qualche sofferenza lo dice il dato dell’ultimo trimestre 2019, quando qualcuno si è preso la briga di contare ben otto esercizi decisi a chiudere i battenti. Sono esercizi di vario tipo, dal bar alla rivendita di materiale edile, dal ristorante al negozio di abbigliamento, dall’assicurazione alla profumeria. Tutto di ordinaria amministrazione? Come sempre, in simili circostanze, ci sono due correnti di pensiero: gli incendiari e i pompieri. I primi lanciano gli allarmi, i secondi gettano acqua sul fuoco. Chi avrà ragione? L’ottimismo della volontà “Non potete parlare sem-

rie. Elementi precisi, e soprattutto ufficiali, alla fine dell’anno 2019 non ce n’erano ancora. Tuttavia la filosofia appariva chiara e parlava una lingua: semplificazione, che tradotto significa accorpamento di ambiti. Secondo questa logica le Giudicarie dovrebbero essere divise in due ambiti: l’asse sud-nord (Chiese, Busa di Tione, Rendena) nell’ambito guidato dall’Azienda di promozione turistica della Rendena; ambito termale (Giudicarie Esteriori) accorpato all’Apt dell’alto Garda.

pre male”, ci rampogna il nostro interlocutore. Ci sforziamo di calmarlo. Per farlo citiamo la frase di un vecchio direttore di giornale: “Raccontare la realtà è un po’ come misurare la febbre del cambiamento, anche in periferia, dove tutto si muove con estrema lentezza”. “Ecco. Così va bene”, dice Oscar Cherotti che con l’azienda “Misonet” misura la febbre del cambiamento in agricoltura. 29 anni e una laurea magistrale in tasca: triennale in scienza e tecnologie agrarie, quindi magistrale in scienza e tecnologie animali all’università di Padova. Finito di studiare, è andato avanti a studiare, ma sul campo, anzi, in malga: in Svizzera per un anno, in una delle più grandi malghe delle Alpi, con 260 vacche. Da lì ad un altro campo: due

anni come responsabile di un’azienda zootecnica con 600 capi a Mantova. Quindi ritorno in Trentino per l’esperienza di una stagione nell’agriturismo di Graziano Lozzer (citato perché conosciuto sia in economia che in politica), prima di tornare a Favrio, villaggio a meno di un tiro di schioppo da Fiavé, per dare una mano nell’azienda di famiglia. Poteva durare, ma non è durata: diversità di visione con il papà. “Io vorrei fare la mia strada - dice Oscar di aver spiegato al papà - senza mettere in crisi la realtà tua e dello zio. Lasciatemi un pezzo di stalla, che voglio tentare”. Ecco il cambio generazionale. Accettato, il che non è scontato. “Ho sette vacche brune - racconta Oscar - che alimento con il fieno dei nostri prati”. Oscar par-

la delle radure di mezza montagna: la tempesta Vaia le ha ampliate, e lui ha il desiderio di riportarle al livello degli anni Settanta, quando erano pascolate; narra di progetti con l’Asuc per il recupero di una casina. “Intanto tutti i giorni, mattina e sera, porto il latte a Ponte Arche”. E qui bisogna aprire un altro capitolo fuori dall’ordinario. Proprio a Ponte Arche due sorelle, Anna e Giulia Solci, hanno aperto “M’AMI - gelateria contadina a chilometro zero”. Cosa c’è di fuori dall’ordinario? Anna, 24 anni, ha addosso il profumo della laurea magistrale a Bolzano in imprenditorialità e innovazione; Giulia, 27 anni, è psicologa. La loro gelateria? “Vogliamo sia sostenibile in tutti i sensi. Sostenibile e solidale”, hanno spiegato ritirando un premio. Non sarà latte letteralmente a chilometro zero (da Ponte Arche a Favrio parliamo di una manciata di chilometri), ma è certamente filiera corta. “A me interessa particolarmente - spiega Oscar - spingere sul latte come collegamento stretto con il territorio. Mi piace molto la frase ‘Mangiare è incorporare il territorio’. Anche perché, diciamocelo, il nostro territorio è invidiabile. Ho lavorato due anni nella Pianura Padana: ci si può differenziare, ma non sono le Alpi, in cui ogni vallata ha la sua specificità. Le sorelle Solci, oltre a credere in me e quindi ad un produttore locale, credono nel commercio equo e solidale. Crederci vuol dire pagare più cari i prodotti, con la speranza che chi produce abbia una remunerazione maggiore”. Chiaro che si tratta di una questione culturale: infatti anche il cliente paga di più. “Il guaio è - ribatte Oscar che non siamo abituati a guardare i costi sociali ed ambientali”. Un ultimo sogno di Anna, Giulia e Oscar: coinvolgere, attraverso tirocini, le persone in difficoltà nella gestione della gelateria. Se son rose...


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Cooperando

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Ultimo presidio cooperativo del paese. A Vigo Lomaso, un tempo vivace borgo rurale, fino alla fine degli anni ‘80 erano presenti il bar, la famiglia cooperativa, la cassa rurale, l’ufficio postale, la macelleria, una chiesa sempre aperta (La Pieve del Lomaso, la più antica pieve trentina seconda solo al Duomo di Trento) l’asilo e una canonica abitata dal decano. Oggi ai piedi del Monte Casale, riserva Biosfera Unesco, tra il Lago di Garda e le Dolomiti di Brenta, resiste la scuola dell’infanzia e le uniche forme di incontro sono proprio quelle generate dalle giovani famiglie che quotidianamente saldano il legame di appartenenza a quella comunità, organizzano momenti ludici, di incontro e confronto. Certo, per gli abitanti di Vigo, la chiusura della cassa ha più un valore simbolico che di effettiva mancanza di un servizio, ma questo pone comunque la necessità di alcune riflessioni sul tema delle aree marginali, della fuga da parte dei più giovani, non tutti per fortuna ma sicuramente di alcune promettenti leve. Lo spopolamento dei borghi isolati non è solo un problema della comunità locale che deve abbandonare il paese (vedi i giovani ad esempio). Il rischio dell’abbandono o dello spopolamento di alcuni paesi si traduce anche in una minore manutenzione a monte e quindi di un possibile trasferimento di problemi idrogeologici a valle, fino alla pianura. Sono ancora poche oggi le proposte implementate con successo per provare a contrastare questi fenomeni, come ad esempio le politiche di compensazione - messe in atto da alcune cooperative sociali e da quasi tutte le Famiglie Cooperative- tra attività

Senza punti di ritrovo, un paese non esiste più di Alberto Carli Gli ultimi decenni hanno visto rafforzarsi la combinazione di fenomeni di invecchiamento della popolazione da un lato e di spopolamento delle aree marginali. È quindi fondamentale che le politiche pubbliche si occupino delle periferie, come le Giu-

dicarie, ma altrettanto importante è che la cittadinanza assuma un ruolo attivo nella produzione di idee e azioni dal basso che si oppongano al declino di un territorio. A Vigo Lomaso, nelle Giudicarie Esteriori, il mese scorso è chiusa la Cassa Rurale. Se da un lato è certamente interessante studiare la possibile replicabilità di queste piccole realtà imprenditoriali, dall’altro per implementare con successo questo particolare modello cooperativo sono anche fondamentali le relazioni tra le persone

redditizie svolte in aree più urbanizzate e servizi in perdita ma socialmente e geograficamente importanti nei paesi più piccoli, di recente con l’introduzione dei Multiservizi e SIEG (servizi di interesse economico generale). Tra le varie proposte vi è anche quella delle «Cooperative di Comunità». Alcuni esperti nell’analisi di cooperative, la propongono addirittura come nuovo paradigma di sviluppo economico e sociale per le aree marginali (EURICSE, 2016). Sono esempi interessanti La Cooperativa di Comunità «Valle dei cavalieri» nata nel 1991 a Succiso, piccola

frazione della provincia di Reggio Emilia che negli anni 1950 contava un migliaio di abitanti, sette bar, cinque ristoranti, un caseificio, due negozi di abbigliamento, un ufficio postale, scuole elementari e medie e altre attività di servizio come il barbiere e il calzolaio. Oggi sono rimasti poco più di sessanta abitanti, di cui circa la metà sono soci della cooperativa stessa. Dopo che era già stata chiusa la scuola, quando chiuse l’ultimo bar un gruppo di giovani diede vita alla Cooperativa di Comunità Valle dei Cavalieri, riaprirono il bar, poi un minimarket (che vende il

pane della cooperativa), un ristorante a chilometro zero, un agriturismo. Un altro caso spesso citato è la Cooperativa di Comunità «I Briganti di Cerreto». Fondata nel 2003 da sedici giovani di cui solo uno socio-lavoratore. Loro riaprirono il bar organizzando dei turni e si dedicarono anche ad attività boschive quali ad esempio la ripulitura di un castagneto (concesso a titolo gratuito) e conseguente raccolta delle castagne. Oggi la prima fattura circa 700.000 euro e dà lavoro a 7 dipendenti fissi e 5 stagionali, mentre la seconda circa 400.000 euro con 8 soci lavoratori.

30-31 gennaio 2020

Orario Continuato

Ore 8.30 - 18.30

TIONE - via 3 novembre, 7 - Tel. 0465 321991

stesse e con le istituzioni locali, ovvero il capitale sociale di un determinato territorio. Infatti, non è la «forma» di Cooperativa di Comunità (o altro) che può creare da sola una comunità. Sono invece le potenzialità e la «qualità» della comunità già esistente in un territorio che aumentano le probabilità di creare con successo – per esempio, ma non solo – una cooperativa di comunità.


Scuola

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Porte aperte nelle scuole giudicariesi

Iscrizioni scolastiche, scadenza vicina L’offerta in Giudicarie sia di scuole superiori che di professionali è variegata e di qualità. Il Centro di Formazione professionale Enaip di Tione prepara giovani studenti al mondo del lavoro con diversi percorsi professionali, frutto di una decennale esperienza nella formazione e un’attenzione particolare alla vocazione del territorio e del mercato del lavoro. E anche l’Università popolare trentina offre una formazione professionalizzante che guarda in particolare alle richieste del mondo del lavoro giudicariese fortemente improntate al turismo e al commercio. Il sistema di Istruzione e Formazione professionale permette inoltre di proseguire gli studi per ottenere la maturità se nel corso dei primi anni lo studente si rende conto di voler proseguire la propria formazione invece di entrare subito nel mondo del lavoro che è la vocazione primaria delle due scuole. Il centro Enaip forma operatori e tecnici nei settori Industria e Artigianato ed Alberghiero e Ristorazione, con un’offerta articolata in Qualifiche triennali: Operatore Edile (indirizzo Carpenteria del legno e indirizzo Costruzioni), Operatore Elettrico, Operatore Meccanico, Operatore di Gastronomia e Arte Bianca, Operatore dell’Accoglienza e Ospitalità e Quarti anni in alternanza scuola-lavoro per conseguire i Diplomi professionali di Tecnico per l’Automazione Industriale, Tecnico Edile di Carpenteria del Legno, Tecnico di Gastronomia e Arte Bianca, Tecnico dell’Accoglienza e dell’Ospitalità.

di Denise Rocca È iniziato un nuovo anno e c’è la prima, importante scadenza: entro fine mese i ragazzi e le ragazze oggi in terza media dovranno scegliere quale scuola superiore o professionale affrontare. Un passaggio che se non determinerà in tutto e per tutto il loro progetto di vita futuro, è però già molto importante. E a volte piuttosto

difficile da affrontare: fra tanti indirizzi a disposizione, tante richieste del mondo del lavoro che cambia così velocemente da rendere difficile predire cosa, fra cinque anni o dieci servirà, la confusione di studenti e studentesse sul proprio futuro e il disorientamento dei genitori, la scelta del percorso scolastico è delicata.

La scelta entro il 31 gennaio All’Enaip c’è poi l’Alta Formazione Professionale (ITS), che forma inoltre figure altamente specializzate nel settore della ristorazione con il corso per Tecnico Superiore di Cucina e Ristorazione con i due indirizzi Alta Ristorazione e Cucina italiana e Arte Bianca. Percorso che ha ottenuto importanti riconoscimenti dalle realtà alberghiere e ristorative più affermate sia in Italia che all’estero. L’Upt prepara a professioni di ufficio e assistenza amministrativa particolarmente legate al territorio e alla sua vocazione turistica: per gli studenti sono a disposizione le qualifiche in Operatore ai Servizi di Vendita e Operatore ai Servizi d’Impresa e due diplomi professionali, ovvero Tecnico dei Servizi d’Impresa e Tecnico Commerciale delle Vendite. Se il Tecnico dei Servizi d’Impresa si occupa di fornire agli allievi competenze professionali nell’area

contabile e nella gestione amministrativa del personale, il Tecnico Commerciale delle Vendite è una figura professionale che opera all’interno della media e grande distribuzione affiancando e supportando il responsabile del punto vendita sia nelle fasi di commercializzazione di beni che nella progettazione, coordinamento e realizzazione delle iniziative legate al lancio e alla vendita di un prodotto. Anche frequentando l’Upt, è possibile fare l’esame al termine del quarto anno per accedere ad un quinto anno ed arrivare al diploma di maturità. Il Guetti è la terza offerta, questa volta di un istituto di scuola superiore, del polo scolastico giudicariese a Tione, con diverse specializzazioni che sono da base per proseguire poi gli studi all’università, anche se diversi corsi di natura più tecnica portano già al termine della maturità ad una specializzazione spen-

Le iscrizioni alle classi prime delle istituzioni scolastiche trentine del primo e secondo ciclo (ovvero elementari, medie e superiori) per l’anno scolastico 2020/2021 si chiudono il 31 gennaio 2020 alle ore 20. Quando si accede al servizio il modulo di iscrizione risulta precompilato con i dati del genitore e quelli del minore da iscrivere: è sufficiente verificare le informazioni, inserire quelle mancanti e con un click inviare la richiesta alla scuola prescelta. Si riceverà poi dalla scuola, all’indirizzo email indicato, la conferma dell’iscrizione. L’iscrizione si effettua online, accedendo al portale www.servizionline.provincia.tn.it, area istituzioni scolastiche. Va fatta entrando nel servizio con le credenziali SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale promosso a livello nazionale, oppure con la CPS attivata di un genitore o di un responsabile maggiorenne.

dibile nell’immediato sul mercato del lavoro. Come scegliere fra un’offerta che va incontro a molte delle aspirazioni dei ragazzi? Andare a conoscere direttamente scuole e insegnanti è un buon punto di partenza. L’Upt, per esempio, ha proposto dei “ministage”, ovvero la possibilità durante tutto l’anno scolastico di frequentare per una giornata le varie attività per “provare” per i laboratori di informatica, lingue, visual merchandising, senza dimenticare la matematica, l’italiano e le discipline tecniche che vengono trattate con supporti multimediali interattivi. Un ulteriore momento informativo delle attività e proposte formative dell’UPT Scuola delle Professioni per il Terziario è previsto anche per venerdì 10 gennaio 2020 dalle 14 alle 17. Al Guetti anche le porte sono aperte (vedi articolo qui a fianco) come pure all’Enaip che ha messo in campo un intenso programma di orientamento con gli istituti comprensivi e verso le famgilie.


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Scuola

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Le voci dei nostri studenti

Scuole aperte per una scelta più consapevole sul proprio futuro

sto numero il “Giornale delle Giudicarie” riserva ogni mese una sua intera pagina al to degli studenti dell’Istituto “Lorenzo Guetti”, dando loro spazio e voce. La e e tutta la redazione del Giornale attribuiscono importanza scegliendo all’apporto di La scelta della scuolamolta rappreil giorno. zioni, conoscenze, riflessioni e proposte che essi potranno offrire. Vi è nell’Istituto senta spesso un problema per Questo permetterà a zionale ricchezza di giovani menti che, contando su uno straordinario corpo gli studenti di terza media che chi è indeciso, o sempuò esprimere, con conoscenza e creatività, importanti riflessioni e idee utili per sonoe oltre. posti davanti all’immi- plicemente curioso, comunità giudicariese, di confermare di assistere alle lestudenti – che nente lasceremonecessità riposare nel periodo estivo – potrà essere un utile o per sentirsi la maggiormente e protagonisti culturale e discipline propria partecipi iscrizione ad un della de- vitazioni delle onomica della loro terra, sulla quale sapranno pure far riflettere i raggi terminato indirizzo scolastico chedi quegli caratterizzano i europei e internazionali più ampi verso i quali desiderano proiettare il proprio superiore. Proprio per questo ciascun indirizzo, L’iniziativa potrà pure contribuire a realizzare un ulteriore raccordo fra la stessa

motivo, l’istituto d’istruzione Lorenzo Guetti mette a disposizione di tutti l’opportunità di aderire all’iniziativa “Laboratori vieni al Guetti”, per aiutare gli studenti a chiarire i propri dubbi e a introdurli a quella che è la vita nella nostra scuola. Il progetto è l’occasione di sperimentare in prima persona le attività nelle classi di massimo due indirizzi. Per iscriversi ai laboratori è necessario andare sul sito web del Guetti, cliccando sulla scuola di provenienza e

con la possibilità di fare domande sia ad alunni che professori. Inoltre, nel mese di novembre, alcuni studenti di quarta provenienti dai nove indirizzi differenti si recano nelle scuole secondarie di primo grado del nostro territorio al fine di promuovere il proprio indirizzo e di fornire agli studenti un’idea

più chiara di cosa li aspetta in caso lo scegliessero. In caso gli studenti avessero ancora dubbi, potranno avere il giorno 17 gennaio 2020 un breve colloquio con i professori rappresentanti dei vari indirizzi per chiarire la proprie idee. Un’altra iniziativa che ha avuto luogo il 30 novembre è quella delle “Scuole aperte”, in cui gli studenti, accompagnati dai loro genitori hanno potuto visitare la scuola, guidati da due rappresentanti di ogni indirizzo. L’incontro si è aperto con il discorso di benvenuto del preside Alessandro Fabris,che ha ribadito l’inesistenza di una scuola giusta in assoluto, ma solo della scuola giusta per ognuno, seguito da quello della professoressa Binelli, responsabile dell’orientamento. Le pro-

Al Guetti il Festival dell’altruismo Il 13 dicembre scorso il nostro istituto ha ospitato la prima edizione del “Festival del Sociale”: 23 stand appartenenti ad altrettante associazioni sono stati allestiti nella biblioteca dell’istituto e gli studenti hanno avuto la possibilità di scegliere, in base alle loro preferenze, quale realtà associativa conoscere meglio. Gli argomenti trattati erano molti e toccavano diversi aspetti della vita sociale delle Giudicarie. Erano presenti: l’Avis (Associazione Volontari Italiani del Sangue) di Condino, Tione e Pinzolo, la Caritas di Tione, l’Afrika Rafiki, il Servizio Civile, il Centro di Salute Mentale, la cooperativa sociale Incontra, la comunità Murialdo, il Mato Grosso, la Croce Rossa di Condino e Ponte Arche, la Comunità Handicap, l’ANFFAS di Tione, il centro Aiuto alla Vita, il Servizio Sociale della Comunità delle Giudicarie, l’ACAT (Associazione Club Alcolisti in Trattamento), l’ADMO (Associazione Donatori del Midollo Osseo), i volontari dell’ambulanza di Condino e Pinzolo, i Vigili del Fuoco di Tione,l’Associazione culturale

MORE, la LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) e l’AMA (Auto Mutuo Aiuto). Per tutti gli studenti è stata un’esperienza che ha portato a contatto con realtà di cui non si era a conoscenza e sicuramente ha stimolato in molti la voglia di entrare nel mondo del sociale. Oltre ai gadget e ai volantini, infatti, sono stati “distribuiti” anche innumerevoli spunti di riflessione e opportunità, come per esempio

quella di diventare un donatore. Un ringraziamento particolare da parte di tutti noi studenti ad ogni volontario che ha speso del tempo per noi e che ogni giorno si spende per coloro che, sotto i più vari punti di vista, hanno bisogno di aiuto; speriamo un giorno di poter vedere nel mondo del volontariato anche da parte di molti studenti del Guetti. Alice Corradi Sara Nicolini

poste dell’Istituto Guetti hanno aiutato anche tutte noi, attuali studentesse di seconda liceo, a scegliere il nostro indirizzo; in particolare i “Laboratori vieni al Guetti”, che speriamo rimarranno attivi ancora a lungo, perchè si riesce a capire non solo in maniera teorica, ma anche pratica come si svolgono le lezioni, che tipo di rapporto intercorre tra docenti e studenti, il grado di autonomia rispetto alla scuola media, le aspettative che ciascuno si crea. Allora, cari colleghi della scuola media, vi aspettiamo ai “Laboratori Vieni al Guetti”! Alba Pellizzari, Anna Floriani, Susanna Vaia, Eloisa Tisi e Sofia Surci

Orientarsi grazie ai tutor Per facilitare ulteriormente la scelta scolastica dei ragazzi di terza media, ogni anno vengono individuati dei ragazzi tutor per l’orientamento. Ma di cosa si tratta? È un’esperienza molto utile sia per chi si trova in un momento decisionale così importante, ma anche per il tutor stesso. La relazione e la comunicazione “Peer to peer” è sicuramente il metodo più efficace, in quanto i quattordicenni si sentono a proprio agio e più coinvolti, ascoltano volentieri testimonianze, consigli, suggerimenti di giovani poco più grandi di loro e si sentono compresi. Questa attività nello specifico prevede una preparazione preliminare alla quale segue l’intervento nelle scuole medie del proprio territorio e la presenza in istituto durante il pomeriggio dedicato alla scuola aperta. Io ho incontrato nella mattinata di mercoledì 20 novembre gli studenti dell’Istituto Comprensivo del Chiese. Inizialmente ero un po’ agitata per la grande responsabilità che avevo, ossia rappresentare il mio indirizzo liceale, ma poi non ho avuto difficoltà nel relazionarmi con i ragazzi che si sono dimostrati attenti, interessati e partecipi. È stato un momento particolare, perché ho rivissuto il mio percorso verso la scelta fatta ben quattro anni fa e perché mi ha permesso di riflettere su me stessa e su come la mia scuola mi abbia cambiata, cosa che spesso sottovaluto. Il secondo momento di tutoraggio, invece, è avvenuto nel pomeriggio di sabato 30 novembre, quando genitori e studenti sono venuti a visitare il nostro istituto. In quest’occasione siamo riusciti a metterci maggiormente in gioco considerato che dovevamo spiegare più nel dettaglio le caratteristiche, le materie ed il quadro orario del nostro indirizzo. Inoltre, c’era anche più tempo a disposizione e i partecipanti facevano più domande rispetto alla prima parte del progetto. È stato un percorso che mi ha donato piccole, ma grandi soddisfazioni perché mi sono sentita d’aiuto a chi si trova in una scelta cruciale per il suo futuro. Matilde Armani


Scuola

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Gli studenti in visita alle aziende cooperative locali

La Cooperazione dalla teoria alla pratica, con l’Upt di Tione Si tratta di una vera e propria full immersion nel mondo della Cooperazione, storica specificità locale che nacque proprio in Giudicarie alla fine dell’Ottocento grazie a Don Lorenzo Guetti, attraverso le sue diverse ramificazioni nella società e nell’economia. L’Upt di Tione non è nuova nel proporre agli studenti approfondimenti dedicati alle economie cooperative, con laboratori di storia locale (in collaborazione con il Centro Studi Judicaria) e il progetto “SimulImpresa”. Quest’ultima proposta, presentata tra l’altro con successo al bando provinciale “Generazioni”, è stata però decisamente più strutturata: in un primo momento gli studenti hanno partecipato contributo di giovani menti per le Giudicarie aUnmomenti “teorici” dedicati alla nascita, genesi e sviluppo della cooperazione in Giudicarie attraverso laboratori di storia locale ed incontri con esperti del movimento cooperativo (tra i quali l’antropologo Annibale Salsa, il Direttore della Fondazione Don Lorenzo Guetti Michele

di Aldo Gottardi Preparare gli studenti di oggi all’ingresso in un mondo del lavoro sempre più esigente ed in continua evoluzione è un compito assai impegnativo. E’ una sfida per la quale servono di volta in volta stimoli ed attività nuove per far crescere nei giovani la consapevolezza delle loro capacità e prepararli al meglio per il loro futuro. In questo il Centro di Formazione Professio-

Dorigatti e lo storico del Centro Studi Judicaria Aldo Gottardi). Dopo questa prima fase

i ragazzi hanno “messo in pratica” quanto appreso, prima visitando e poi, divisi in gruppi, collabo-

Le voci dei nostri studenti

Sabato 9 novembre l’Istituto Guetti ha ospitato Francesca Maccani, un’insegnante di lettere originaria di Storo, che ha deciso di raccontarci la sua esperienza nella scuola nel quartiere CEP (Centro Edilizia Popolare) di Palermo, in cui si è trasferita qualche anno fa. Violenza e malavita sono all’ordine del giorno e i ragazzi sono costretti a vivere in una situazione di disagio costante. La situazione che Francesca si è trovata a vivere era completamente differente da quella precedente. La professoressa descrive la scuola del CEP come un luogo completamente diverso dall’idea della comune sede scolastica, gradini consumati, fine-

nale Upt di Tione di Trento si è dimostrato ancora una volta pronto: su proposta della Fondazione Don Lorenzo Guetti, in prima linea nel diffondere e sensibilizzare la storia e i principi della Cooperazione, ha attivato il progetto “Giovani in azione tra imprese cooperative e comunità locali” per venti studenti della classe terza di Operatori al Servizio di Impresa.

rando attivamente con importanti e rappresentative aziende cooperative presenti sul territorio quali il

Ceis in quanto cooperativa di produzione (per energia elettrica), la Famiglia Cooperativa di Comano Terme come cooperativa alimentare, la Copag in quanto cooperativa agricola e la Cassa Rurale Alto Garda per il credito cooperativo. Non sono mancati anche tavoli di confronto tra i ragazzi e gli amministratori nei quali si sono discussi temi importanti quali il rapporto attuale tra cooperazione, lavoro e territorio e le prospettive occupazionali per i giovani. Nel pomeriggio di martedì 17 dicembre è avvenuta da parte dei ragazzi la restituzione di quanto fatto in un evento pubblico tenutosi nella grande sala-auditoruim “Sette Pievi” della Comunità di Valle a Tione. Qui il progetto dell’Upt è stato descritto nelle sue varie fasi dagli stessi stu-

denti davanti a un numeroso pubblico (tra cui vi erano anche i loro genitori ed alcuni responsabili delle cooperative coinvolte), accompagnati dai saluti e dagli interventi del Presidente della Comunità di Valle delle Giudicarie Giorgio Butterini (patrocinatore del progetto), del Presidente della Fondazione Don Lorenzo Guetti Fabio Berasi, del Presidente della Scuola delle Professioni per il Terziario Ivo Tarolli e dal Direttore dell’Istituto di Tione Claudio Nicolussi, seguiti dai collaboratori ai lavori Michele Dorigatti, Francesca Viola e Aldo Gottardi. In chiusura la testimonianza di Stefano Zanoni, membro fondatore di “Fuoco”, prima Cooperativa di Comunità nata pochi anni fa nelle Giudicarie Esteriori. Un’ottima iniziativa, mirata alla conoscenza e alla diffusione del sistema cooperativo trentino, che di sicuro avrà lasciato il segno in questi studenti, ora più consapevoli delle realtà sociali ed economiche del nostro territorio.

Al Guetti

“Fiori senza destino”, l’incontro con l’autrice Francesca Maccani

questo numero il “Giornale delle Giudicarie” riserva ogni mese una sua intera pagina al ntributo degli studenti dell’Istituto “Lorenzo Guetti”, dando loro spazio e voce. La ezione e tutta la redazione del Giornale attribuiscono molta importanza all’apporto di ormazioni, conoscenze, riflessioni e proposte che essi potranno offrire. Vi è nell’Istituto eccezionale ricchezza di giovani menti che, contando su uno straordinario corpo centi, può esprimere, con conoscenza e creatività, importanti riflessioni e idee utili per a la comunità giudicariese, e oltre. r gli studenti – che lasceremo riposare nel periodo estivo – potrà essere un utile ercizio per sentirsi maggiormente partecipi e protagonisti della vita culturale e cioeconomica della loro terra, sulla quale sapranno pure far riflettere i raggi di quegli zzonti europei e internazionali più ampi verso i quali desiderano proiettare il proprio uro. L’iniziativa potrà pure contribuire a realizzare un ulteriore raccordo fra la stessa

stre rotte, nessuna sala per gli insegnanti, solo aule degradate. Nel suo intervento ha affermato che per lei è stato difficile svolgere il proprio lavoro, non solo per la mancanza di libri di testo, ma soprattutto per l’atteggiamento con cui i suoi studenti si approcciano alla scuola. “Finite le lezioni, stavo uscendo dalla scuola con i miei studenti, quando a più o meno 50 metri di distanza hanno iniziato a sparare”, ha dichiarato l’insegnante, ma le spara-

torie sono solo una parte di ciò che accade a quegli studenti, ogni giorno. Durante l’intervento, la

Maccani ha voluto raccontare anche altre esperienze, per altro citate nel suo libro, che per i suoi

studenti sono la quotidianità; essi sono chiusi nel loro piccolo mondo, dove non hanno alcuna possibilità di avere un futuro: la ragazza costretta a tornare a casa ed aspettare fuori, perché la propria madre si prostituisce in casa; il ragazzo costretto a lavorare la notte per poter avere i soldi necessari per aiutare la propria famiglia; questi studenti, dichiara la Maccani, non sono nemmeno consapevoli di essere abitanti di Palermo; infatti le loro gite scolastiche sono organizzate nella città

stessa. Queste situazioni hanno costretto la professoressa a continuare il suo lavoro in una scuola del centro. Francesca Maccani ha deciso comunque di continuare a raccontare, in tutte le scuole d’Italia, le storie dei suoi studenti, per sottolineare quanto il diritto all’istruzione non sia ancora garantito a tutti in modo uguale. È stato un intervento molto interessante, che ha coinvolto tutti gli studenti e i professori presenti. Sara Nicolini


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Eppure la mente, anche la più distratta e frettolosa, comunque immagazzina quel qualcosa di bello che si “respira” nel locale. Tutto è cominciato quando Silvio Bagattini e la cognata, Rina Salvadori, soci gestori di Snoopy, hanno deciso di ospitare nel locale una “mostra permanente” delle opere di Francesco Boldrin, ormai affermato artista, sellese “naturalizzato”. Sono suoi infatti i quadri che adornano le pareti di Snoopy gettando fasci di colore fra i tavoli, ovunque, anche nelle salette più interne: ce n’è per tutti i gusti, dai fiori giganteschi (girasoli, peonie, papaveri come fossero zoomati) alle nature morte, che l’artista preferisce chiamare “sussulti visivi”, agli attrezzi degli artigiani, ai paesaggi senza tempo. Può essere che uno stesso soggetto venga trattato in quadri diversi, con diversa luce e inquadratura, invitando chi guarda a riflettere su come siano possibili più punti di vista dello stesso oggetto … Così! Aprire, aprirsi è precisamente la filosofia di Snoopy Lake. Silvio e Rina non sono nuovi a visioni aperte ed ampie del loro lavoro di baristi e provano a mettere e rimettere in circolo l’idea – del resto già praticata con successo - che un bar può e deve essere un centro di socialità e di cultura per il territorio circostante. Lo fanno con i classici sabati di karaoke o con gli eventi culinari. Non solo. Quest’estate fra i collaboratori è comparso Roby, un giovane ventenne di Darzo affetto da sindrome di down: con lui si è realizzata una forma di inclusione sociale e lavorativa che ha dato risultati in tante direzioni. Anzitutto Roby – e questo è quel che conta – ha giocato con entusiasmo la sfida: ha dimostrato le sue grandi potenzialità e tutta l’autonomia di cui è capace come qualsiasi giovane della sua età; Snoopy dal canto suo ha centrato l’obiettivo di “svegliare” tutti quanti sulla risorsa-inclusione, tanto che i clienti hanno decisamente premiato questo coraggio e lungimiranza. Ma torniamo ai quadri. Chiedo a Silvio: Perché questa idea? “Avevo già ospitato nel bar le opere di un artista, ma sono stato particolarmente felice quando Francesco mi ha proposto l’idea di una autentica “mostra permanente”, da lui allestita secondo un percorso visivo che abbraccia il locale interamente e gioca con le numerose finestre che s’affacciano sul lago, quadri accanto ai quadri. La natura circostante infatti è bellissima, con colori che cambiano in continuazione, con i riflessi e la pace conferita dall’acqua. I quadri di Francesco di fatto moltiplicano questo effetto. I clienti gradiscono e capi-

Servire, in bellezza Le opere di Francesco Boldrin allo Snoopy Lake di Ilaria Pedrini Cosa può nascere da un sodalizio fra un pittore e un barista creativo? Lo sanno i frequentatori di “Snoopy Lake”, la nuova versione dello storico Bar Snoopy di Bondo, dal 2015 trasferito nella prestigiosa location della spiaggia – bandiera Blu, ora illuminata anche la notte – del Lago

di Roncone. Lo sanno o non lo sanno? Non è detto infatti che sia automatica la consapevolezza dei tanti avventori d’essere in un locale sui generis, circondati da opere d’arte che occhieggiano dai muri, fra una finestra e l’altra, mentre si sorseggia di fretta il proprio drink.

Chi è Francesco Boldrin Nato a Ronchi dei Legionari (GO), dal 1971 vive e lavora a Trento. Sposato con Mirella Valenti, ha due figlie: Benedetta e Giovanna. Appassionato di disegno e pittura da sempre, dal 1980 si dedica all’attività artistica seguendo un personale itinerario stilistico e di ricerca. Per alcuni anni frequenta i corsi di disegno e pittura diretti dal noto scultore e pittore trentino Mauro De Carli (morto nel 2008) al circolo “La Finestra” e, per due anni, è allievo di Fiorenza De Angelis, affermata pittrice responsabile di una scuola di pittura a Firenze. Dal 1984 partecipa a numerosi concorsi e rassegne conseguendo diversi premi e riconoscimenti e tiene mostre personali e collettive in molte città italiane e all’estero. Fra i tanti autorevoli apprezzamenti dell’opera di Boldrin, basti riprendere il parere di Ermes Rigon: “… [Egli] possiede la rara perla che è l’ispirazione – cioè il soffio leggero, che si avverte nel centro dell’anima come infinito, generato da una profonda riflessione, dal silenzio, dall’attenzione, dall’attesa…- che lo spinge a scoprire dal di dentro e dal di sotto la quotidianità delle cose. Ancor più indica la via più semplice da scoprire e da percorrere. E’ lampada nel cammino di coloro che sanno guardare con occhi nuovi. E’ invito a farci a nostra volta semplici per leggere con genuinità la vita quotidiana. Non sono certamente rimembranze, le sue, o rimpianti e tanto meno ricordi passati. E’ invece essenza di vita, alterità stessa, fatta vita. E’ nobile linguaggio fiabesco, che raggiunge direttamente il cuore, passando soavemente per la razionalità, e sa dire la verità. E più penetra nel cuore delle cose, degli oggetti, degli utensili, più lo proietta verso l’essenza stessa del vivere, che è relazione. Contemporaneamente offre uno sguardo, sereno, all’aldilà e all’oltre, mostrando paesaggi, esteriori sì, ma che riflettono e spiegano quelli interiori in

una dinamica interrelazione. Scorgo nelle sue opere orizzonti sconfinati eppure vicini, tensioni immense e ugualmente accanto, desideri di spazi, di dialoghi e introspezioni. Sono messaggi che si intuiscono. Sono luci nuove, che divengono, nel caos di oggi, gradevoli “cenge” cui aggrapparsi sicuri”. Questa ed altre recensioni sulle opere di Boldrin, molte di Mario Cossali, si possono leggere nel sito dedicato: www.francescoboldrin.jimdofree.com

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scono. Entrano per altri motivi magari, ma poi, appena rilassati, si soffermano con sguardo estasiato sulle rose o sui girasoli… Talvolta chiedono spiegazioni, e allora posso aprire con loro il catalogo completo. Capita non raramente che ci sia la presenza complice di un amico, pure artista, pure di Bondo: Vigilio Bonenti. Lui non se lo fa chiedere e sapientemente stuzzica i clienti a guardare, a vedere,

a interpretare e farsi e fare domande. Allora la sosta qui a Snoopy diventa un vero evento culturale, una insospettabile passeggiata in galleria”. Decidere di collocare 50 opere di questo spessore dentro i locali di un bar, sciorinare davanti agli occhi dei clienti tanta bellezza, nella tranquilla e informale semplicità dei momenti quotidiani che ci portano a sostare da soli o in compagnia per ritemprarsi un po’, significa aver compreso che “non si vive di solo pane” e che la bellezza è necessaria all’anima come il cibo per il corpo. Può darsi che non ci sia sempre il tempo di soffermarsi ad accogliere in profondità il messaggio del pittore … Non importa! La bellezza penetra anche inconsapevolmente dentro l’intimità delle persone e silenziosamente la nutre, la ristora, la eleva. L’artista in fondo, non fa che donare il bello a piene mani senza aspettarsi nulla. Assomiglia al santo: tocca l’anima, la raggiunge scoprendovi ciò che non muore.


Territorio

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Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella e Cassa Rurale Adamello

Il percorso per la fusione Nei mesi di novembre e dicembre i due consigli sono stati molto impegnati per predisporre il progetto di fusione, che è stato deliberato lo scorso 11 dicembre ed inviato alla capogruppo Cassa Centrale Banca che ha sua volta lo ha approvato nel proprio Consiglio di Amministrazione del 18 dicembre per inviarlo poi direttamente alla Banca Centrale Europea. Sarà quest’ultima a doversi esprimere e ad autorizzare la fusione sulla base del progetto presentato che ha definito le linee di sviluppo per il triennio 2020-2022 della nuova Cassa che opererà nelle Comunità delle Giudicarie, della Paganella e della Vallesabbia. Nel frattempo le due Casse con il protocollo di fusione hanno definito anche le azioni da compiere per sostenere le proprie Comunità in coerenza con lo spirito del fare Cassa Rurale, che vuole essere confermato e rafforzato. Per questo la nuova Cassa manterrà e potenzierà una specifica struttura organizzativa dedicata alle relazioni, alla comunicazione e alla mutualità. Per il 2020 le due Casse hanno deciso di coordinare i propri interventi, che saranno definiti in un piano annuale in fase di predisposizione, riguardante gli aspetti della mutualità tradizionale, quelli della mutualità progettuale, le attività sociali, quelle istituzionali, la comunicazione ai soci, le iniziative di mutualità innovativa a favore dei giovani e le attività formative a favore dei soci, delle associazioni del territorio e delle imprese. In questa direzione le due Casse hanno deciso di promuovere insieme un percorso di formazione denominato “CONOSCI LA TUA CASSA RURALE”. Si tratta di 5 incontri che si terranno contemporaneamente presso le sedi di Andalo, Tione, Pinzolo, Darzo e Vobarno in base alla provenienza dei partecipanti per spiegare con termini

Dopo la firma del protocollo di fusione e la conferenza stampa che si è tenuta lo scorso 15 novembre le due Casse Giudicariesi hanno iniziato il percorso per la loro aggregazione che è semplici come funziona una Cassa Rurale, la sua organizzazione, le sue attività e le sue regole di funzionamento. Il corso, che verrà tenuto dai collaboratori delle due Casse, è rivolto prioritariamente ai soci delle due Casse (in caso di posti disponibili potranno iscriversi e partecipare anche i clienti) vuole essere un’occasione per capire anche come le Casse Rurali stanno cambiando e quali sono le logiche delle fusioni in corso. I dettagli del percorso, le modalità di iscrizione ed i contenuti sono indicati nell’articolo a lato. “Conosci la tua Cassa Rurale”: al via il percorso formativo per soci e clienti promosso dalla Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella e dalla Cassa Rurale Adamello. Un percorso formativo gratuito per coloro che intendono approfondire la conoscenza della Cassa Rurale: un’occasione per meglio comprendere cos’è una banca di credito cooperativo, cosa la differenzia dagli altri istituti di credito e quale è oggi il ruolo che la Cassa assume nello sviluppo economico e culturale del territorio in cui opera. Il corso è aperto ai soci e ai clienti delle due Cassa Rurali e prevede 5 incontri della durata di 2ore e mezza. Il primo incontro, che si terrà mercoledì 22 gennaio, consentirà un primo approccio al mondo del credito cooperativo ed a quello delle iniziative di mutualità per i soci e per il territorio. A seguire, nel secondo appuntamento, si approfondiranno le regole di funzionamento delle banche e della Cassa Rurale in particolare. Ci sarà un focus sugli assetti organizzativi, finanziari ed economici nonché sulla raccolta, gli impieghi e l’offerta della Cassa Rurale. In chiusura è previsto un

prevista per il prossimo 1 luglio 2020, dopo il vaglio e la condivisione con i soci che saranno chiamati ad esprimersi nelle assemblee che si terranno la prossima primavera. approfondimento sullo scenario economico e finanziario generale. Un’occasione di crescita culturale volta anche a consolidare il legame delle Casse Rurali con i propri soci e con le comunità in cui esse operano, legame al quale da sempre viene riservata una particolare attenzione. Il corso si svolgerà in

videoconferenza presso le sedi delle due Casse Rurali (Andalo, Tione, Pinzolo, Darzo, Vobarno in base alla provenienza dei partecipanti) dalle ore 19.30 alle 22:00. Per partecipare è necessario compilare il form d’iscrizione disponibile su www.lacassarurale.it oppure www.cr-adamello.it entro e non oltre il 16 gennaio 2020. Maggiori informazioni sui siti istituzionali delle due Casse Rurali oppure presso gli sportelli.

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Il corso è gratuito ed è aperto a soci e clienti. A tutti i partecipanti viene chiesto solo l’impegno a frequentare il corso con costanza.


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In Giudicarie compaiono le colonnine di ricarica

Auto elettriche, il mercato deve ancora prendere piede di Chiara Garroni

Molto bene va il diesel, e c’è da dire che gli Euro 6 di ultima generazione sono fra i veicoli meno inquinanti. Tiene bene l’auto a benzina, che necessita di meno manutenzione, e quasi la metà del venduto è di auto a trazione integrale, fenomeno facilmente spiegabile con la sicurezza che questi veicoli forniscono in montagna, in particolare d’inverno. Essendoci un solo distributore, a Condino, il Gpl non ha preso piede in valle, mentre va molto bene l’usato km zero, per tutte le gamme e le marche. Diversamente da un tempo, non c’è più la tendenza a comprare nei primi mesi dell’anno, ora qualunque mese va bene, purché ci sia una buona occasione. C’è anche l’influenza della pubblicità, le “mode”, qualche auto ibrida si comincia a vedere in giro, e un certo numero di persone sta maturando una coscienza ecologica che li spinge ad informarsi sulle novità “verdi”. Il vero boom di vendite di auto elettriche è atteso con l’entrata in vigore, nel 2021, delle nuove norme europee in materia di emissioni cui si dovranno attenere le case automobilistiche. Tutti i colossi automobilistici si stanno muovendo in questo senso, con enormi investimenti. Parlando di auto elettriche, bisogna fare un ragionamento un po’ più ampio rispetto al semplice aspetto delle emissioni. Proviamo a sintetizzare i pro ed i contro. Il prezzo è ancora un po’ elevato, circa 20-30% in più di un’auto a carburante tradizionale, anche se con gli incentivi può scendere sensibilmente. Poche sono le colonnine di ricarica lungo le strade e i tempi di ricarica sono ancora piuttosto lunghi. Esistono le colonnine domestiche che ci si può far installare in garage, ma costano quasi 2 mila euro, ed occorre aumentare molto la potenza del proprio contatore casalingo. Infine, le elettriche non sono esattamente a emis-

La Provincia di Trento dà incentivi per l’acquisto di auto elettriche, che si sommano a quelli statali e delle stesse case automobilistiche. Nonostante questo, non si è ancora registrata quella “corsa” all’acquisto che forse ci si aspettava. Anzi, l’anno scorso parte dei fondi destinati dall’ente pubblico all’acquisto di mezzi ad emissioni zero, è rimasta in parte inutilizza-

sioni zero, se nel bilancio si considera l’energia utilizzata per la produzione delle batterie: i relativi processi industriali emettono anidride carbonica e polveri sottili maggiori rispetto alla produzione dei motori tradizionali. E lo smaltimento delle batterie esauste? Insomma, i problemi sono ancora molti, e anche se in futuro la strada segnata sembra quella dell’elettrico, pare proprio che le cose stiano andranno per le lunghe. Analizziamo anche i “pro”: i consumi sono molto inferiori a quelli di un’auto tradizionale, grazie alla maggior efficienza del motore elettrico; gli incentivi (in Trentino il risparmio potenziale arriva a circa diecimila euro), la libera circolazione in molti centri storici nelle aree Ztl; ultimo ma per nulla ultimo in termini di importanza, fa bene all’ambiente: le auto elettriche non emettono gas tossici, in particolare il biossido di azoto (NO2)

ta. Nelle Giudicarie si contano sulle dita delle mani i possessori di auto elettriche, ed al momento il mercato non si discosta da quello degli ultimi anni. Secondo alcuni rivenditori della nostra zona, la crisi del 2008 si è protratta per almeno 4 o 5 anni, e poi pian piano le vendite delle automobili sono risalite, anche se non sono più tornate ai livelli pre-crisi.

prodotto dalla combustione di idrocarburi e non emettono polveri sottili (PM 3, PM 5 e PM 10), o ne emettono in misura di gran lunga minore rispetto alle auto tradizionali. Al momento in Giudicarie ci sono una decina di colonnine per la ricarica pubblica, inoltre anche alcuni alberghi se ne stanno dotando. Alcune sono state realizzate da Dolomiti Energia, entrata con Alperia in Neogy, altre da Enel, altre ancora dall’Apt Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena, in collaborazione con Audi, nell’ottica di integrare le nuove tecnologie sostenibili con il territorio. Le colonnine si trovano a Campo Carlo Magno, a Madonna di Campiglio presso piazzale Brenta (zona Palù), a Pinzolo sia presso le funivie, che in Piazza San Giacomo fuori dall’Ufficio Apt, ed a Javrè nel piazzale info point. A Tione è davanti ai supermercati Conad, a

Preore di fronte al campo da tennis, a Ponte Arche nel parcheggio dell’hotel Cattoni, a Pieve di Bono presso l’Azienda per il Turismo Valle del Chiese. In futuro aumenteranno, l’obiettivo è di averne una ogni 20 chilometri, ed ognuna dovrà avere più tipi di prese che possano andar bene per ogni tipo di auto elettrica. Concludiamo con una curiosità. Non si pensi che l’auto elettrica sia una invenzione di questi ultimi anni. All’inizio del XX secolo negli Stati Uniti l’auto elettrica era la merce più gettonata tra gli esponenti dell’alta società, ricercata da tutti gli uomini d’affari dell’epoca. Dal 1896 al 1930 negli Stati Uniti c’erano oltre 1.800 costruttori; nel 1900 New York aveva una sua flotta di taxi elettrici, e circa un terzo di tutti i veicoli circolanti era elettrico. Piacevano molto per le performance, migliori rispetto ai corrispettivi a gas, per l’assenza di rumori, odori e vibrazioni. Dal 1910 i proprietari cominciarono a installare le colonnine di ricarica all’interno della loro proprietà, mentre nelle città sorsero diverse officine che offrivano sia servizi di riparazione che il permesso di ricaricare l’auto durante la notte. La produzione di auto elettriche raggiunse il suo picco nel 1912. Ma quando Henry Ford introdusse la Model T prodotta in serie e alimentata a benzina, diede un colpo mortale al mercato dell’elettrico. Sia per la differenza di prezzo (650 dollari contro 1.750) che per migliori performance, perché i conducenti desideravano veicoli che potessero andare il più lontano possibile. Infine, la scoperta del greggio in Texas ridusse il prezzo della benzina, rendendo sia la proprietà che la manutenzione più convenienti per il consumatore. Dal 1935 in poi, le auto elettriche scomparvero completamente.


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Rolando, Virginia e il loro negozio un punto fermo nella comunità

Dopo 45 gloriosi anni, chiude il Viviani di Villa Rendena Ma la storia inizia ben prima, quando Virginia Binelli, classe 1949, già a 15 anni inizia il lavoro come commessa nella Famiglia Cooperativa del suo paese, Pinzolo, formandosi da subito come abile commerciante tuttofare. Sul finire degli anni ‘60 acquisisce la licenza della “bottega della Ragola” in pieno centro di Pinzolo, di fronte alla Chiesa, e lì avvia la sua carriera in un negozio di mercerie, maglieria, stoffe, biancheria, pane e piccoli alimentari. Oltre al lavoro, la bottega era luogo di ritrovo dei giovani amici che, con Virgina, ideavano iniziative sociali, assieme al gruppo Scout di cui lei faceva parte, come il Minifestival all’Oratorio Larentianum dove presto, una giovane band della Val Rendena,

si sarebbe esibita. Nel frattempo Rolando Viviani, classe 1948, terminate le scuole professionali da elettrotecnico,

Lo scorso mese ha chiuso il negozio Viviani, a Villa Rendena. Storico negozio di elettrodomestici, Hi-fi, Tv, Audio e Video oltre che edicola, giornali e riviste. Chiude una realtà commerciale che per 45 anni ha rappresentato un punto di riferimento per le Giudicarie, distinguendosi per la qualità degli impianti audio, antenna e video, gli elettrodomestici, gli im-

anche lui intorno ai 15 anni, inizia il lavoro presso il negozio di elettricista di Sereno Collini a Spiazzo. Ogni mattina parte da

Villa tutto imbaccuccato nel suo giacchetto a bordo del Motorino Motobi 48 blu e si dedica alla realizzazione di impian-

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pianti autoradio, i servizi di musica ed amplificazione microfono dalla prima edizione della storica 24h di fondo di Pinzolo nel 1980, fino alla 20° edizione dell’Ecofiera di Tione lo scorso autunno, i primi impianti TV satellitari, la vendita, la consegna, il montaggio e l’assistenza di casalinghi, lavatrici, frigo e lavastoviglie. ti elettrici casalinghi e di antenna tv. Pochi anni dopo lavora a Villa assieme a Luciano Alari, in una piccola officina dove si occupa di riavvolgimento motori elettrici destinati alla riparazione di lavatrici e macchine a sega circola-

Laurentianum di Pinzolo. Ed è lì che Rolando rapisce il cuore di Virginia, e sono bastati pochi mesi dopo il matrimonio perchè Virginia capisse che la strada era ora quella di avviare un’attività con il suo Rolando unendo le proprie abilità per il com-

re. Assieme alla passione per gli apparecchi elettrici, Rolando sviluppa la passione per la musica e per quel suono inimitabile che un giorno, da una radio da una finestra, lungo il percorso che faceva a piedi per la scuola, l’ha segnato in modo indelebile: è il suono della chitarra elettrica Fender Stratocaster. La musica e i brani degli anni ‘60 hanno spinto Rolando a formare una delle prime band della Val Rendena che ripeteva quei brani melodici e si esibiva nelle balere d’estate oltre che in una serata del Minifestival all’oratorio

mercio con quelle di lui per la manualità nel realizzare impianti e riparare apparecchi. In Piazza a Villa, il Bar della Famiglia venne presto diviso e Rolando con Virginia allargarono sempre più quello che è partito come un piccolo laboratorio con officina per diventare un affermato negozio. Negli anni i due hanno saputo adattarsi all’evoluzione del settore: niente più impianti autoradio e Rolando si specializza negli impianti unibox, niente più videoregistratori-vhs e Rolando si dedica al servizio di trasferimento dei

filmati da nastro a dvd. Poi la storia la conosciamo tutti: la globalizzazione, i centri commerciali, gli acquisti on-line, anche a questo Rolando e Virginia hanno saputo adattarsi rimanendo fermi nell’offrire il valore in più, la qualità del servizio, la cortesia, il sorriso, l’assistenza a domicilio, l’incontro con il cliente, il servizio quotidiano dei giornali, anche la domenica mattina ed anche il giorno della Sagra del paese, quando all’uscita della Messa tutti sapevano che prima dell’aperitivo si passava dalla Virgina a prendere il giornale, a leggere i titoli dello sport, a dare un occhiata al quotidiano nazionale. Poi gli anni sono passati anche per Rolando e Virgina che hanno cresciuto 4 figli ai quali hanno trasmesso tutto questo lasciando sempre libertà di scelta senza ostacolare le singole ambizioni, quasi sapendo da sempre che ognuno di loro avrebbe potuto tracciare una strada anche diversa, quasi sapendo da sempre che comunque le cose sarebbero andate bene, ma di sicuro non immaginando quanto questi 4 figli siano ora immensamente grati di ciò che hanno ricevuto crescendo dietro al banco di un negozio, rendendo ai clienti il resto in monetine per “L’Adige” o il “Trentino”, scottandosi le mani con il saldatore dei cavi elettrici, quanto siano riconoscenti delle opportunità che hanno avuto e quanto siano orgogliosi del percorso tracciato dai loro genitori e della somiglianza che ognuno di loro riconosce nel tracciare il proprio. I 4 figli e tutta la comunità locale si uniscono in un grande ringraziamento alla carriera di Rolando e Virginia che possono rivolgersi con meritata soddisfazione alla pensione, alla baita in montagna, ai nipoti, ai fiori della Chiesa, ad intagliare sapientemente chitarre elettriche, a continuare ad essere due grandi genitori.


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Cooperazione

GENNAIO 2020

Cassa Rurale Adamello investe sul futuro del territorio premiando oltre 100 studenti Un evento coi giovani e le famiglie centrato sul valore dell’impegno e della cultura, con un sipario sulla comunicazione interpersonale miato. E’ stato istruttivo conoscere dal vivo i loro percorsi di studi e i loro programmi futuri. Per nulla intimoriti dal microfono, molti di loro hanno raccontato che stanno già lavorando, altri che intendono proseguire con la laurea magistrale. Un ragazzo addirittura ha conseguito due lauree. Tra di loro anche il vice campione del mondo di corsa in montagna. Le premiazioni sono state intervallate dallo speech “Quello che le ragazze dicono …. e i ragazzi no!” a cura di Enzo Passaro, che ha condotto la platea dei ragazzi nel mondo della comunicazione interpersonale per scoprire quelle differenze linguistiche tra maschio e femmina che spesso determinano incomprensioni. Ogni anno Cassa Rurale Adamello prevede delle borse di studio per sostenere i giovani della comunità. Le borse di studio vengono attribuite considerando il risultato scolastico raggiunto e vanno da un minimo di Euro 150,00 ad un massimo di Euro 950,00 a seconda del risultato conseguito. I Premi allo studio – ricorda il Direttore Marco Mariotti - sono nati in passato con l’intenzione di incentivare lo studio dei ragazzi delle nostre valli. Da un lato riconoscono il risultato conseguito, dall’altro raccontano anche dell’impegno e del rigore necessari per conseguire un traguardo. Que-

Alle porte delle feste di Natale, Cassa Rurale Adamello ha organizzato il suo evento annuale per incontrare i giovani Soci che si sono distinti per meriti scolastici. 100 ragazzi, tra laureati e diplomati, si sono dati appuntamento sabato 14 dicembre pomeriggio. Erano provenienti dal territorio di competenza

della Cassa Rurale Adamello, tra Madonna di Campiglio e Salò, ed hanno gremito l’Auditorium di Carisolo: ad accompagnarli c’erano infatti anche molte famiglie che non hanno voluto mancare all’appuntamento. L’evento, ricco di emozioni e di sorrisi, si è svolto dando spazio alle parole di ciascun ragazzo pre-

st’anno abbiamo messo a disposizione 50.000,00 euro per riconoscere l’impegno messo nel loro percorso di crescita. E uno dei modi che

stra Cassa Rurale è entusiasmante – prosegue la Presidente Fabrizia Caola - Salutando loro e le famiglie che li hanno accompagnati, ho

la nostra Cassa Rurale ha per contribuire allo sviluppo della comunità”. Vedere radunati insieme i ragazzi della no-

TERRITORIO, PERSONE E COMUNITÀ.

ripescato alcuni ricordi del mio percorso scolastico e professionale, e ho trovato molti tratti in comune con il loro: lo studio delle lingue, il

sacrificio per ottenere il diploma di maturità studiando la sera dopo il lavoro. L’impegno, la cultura e l’educazione sono valori che vanno oltre il fare banca e che devono contraddistinguere sempre l’azione di ogni Cassa Rurale. Tra i premiati anche 4 giovanissimi delle scuole medie che si sono diplomati con il massimo dei voti ed 11 ragazzi che hanno aderito alla iniziativa English StartUp che riconosce un incentivo ai giovani soci o figli di socio che svolgono un percorso linguistico all’estero. Significativa e sentita anche la presenza dei dirigenti scolastici Claudio Nicolussi e Fabrizio Pizzini che hanno esortato all’impegno e allo studio per “superare quell’orgoglio dell’ignoranza” che purtroppo sta caratterizzando lo scenario.

www.cr-adamello.it


Arte

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Lifesciences, gesto visivo dedicato a Marie Curie All’Antica Chiesa di San Barnaba a Bondo la mostra di Alessandro Togni

“Sono tra quelli che pensano che la scienza abbia una grande bellezza. Uno scienziato nel suo laboratorio non è solo un tecnico, è anche un bambino posto davanti a fenomeni naturali che lo colpiscono come una fiaba. Non dovremmo permettere che si creda che tutti i progressi scientifici possano essere ridotti a meccanismi, macchine, ingranaggi, anche se, pure questi macchinari hanno la loro bellezza. Né io credo che lo spirito dell’avventura corra il rischio di scomparire nel nostro mondo. Se vedo qualcosa di vitale intorno a me, è precisamente quello spirito di avventura, che sembra indistruttibile ed è simile alla curiosità”. (Marie Curie)

Le cyber - visioni di Alessandro Togni. Oniriche e artisticamente poetiche grazie ad una sapiente, magica, infinita danza tra luce e ombre… tecnologiche e futuribili come solo le creazioni digitali sanno essere… fluttuanti nella loro incorporea natura e al tempo stesso tangibili nella loro percepibile tridimensionalità… Sono davvero questo e molto altro le ultime, vibranti opere dell’artista e creativo giudicariese Alessandro Togni, da sempre infaticabile “ricercatore visuale e sensoriale” come lui stesso ama definirsi.

Lifesciences, gesto visivo dedicato a Marie Curie (1867-1934) di Alessandro Togni è la mostra inaugurata sabato 21 dicembre 2019 alla presenza di un folto pubblico con la presentazione del sindaco di Sella Giudicarie Franco Bazzoli, del presidente

Fin dagli anni ’70 impegnato in un costante, rigoroso e appassionato percorso di quotidiana ricerca e di continua, estrema sperimentazione con i materiali più vari ed inusuali, Togni ha al suo attivo un’ampia produzione artistica ispirata ai vari filoni tematici a cui si è avvicinato nel corso del tempo tra cui, in particolare, la fantascienza e l’astronomia, la matematica e l’astrofisica, la logica e la filosofia, e, ancora, la biologia, le neuroscienze e la cibernetica. Uomo brillante, curioso e sensibile, appassionato d’arte ed esperto di ogni genere musicale tanto da definire in un suo scritto la musica “arte per eccellenza… in grado di disegnare le più alte suggestioni e far tremare nell’ebbrezza della fantasia”, l’artista

della Biblioteca Comunale Frank Salvadori e con l’intervento critico di Nicoletta Tamanini. E’ intervenuto con la lettura di una poesia autografa anche il maestro Mario Antolini.

trentino, grazie ad un’ottima conoscenza e manipolazione delle nuove tecnologie, da anni realizza veri “oggetti d’arte” di rara armonia e profonda vibrazione emotivo – sensoriale a volte ancora di difficile lettura per il grande pubblico, in realtà assolutamente in linea con la contemporanea sensibilità digitale di cui, nel tempo, queste artistiche creazioni sono

state profetiche anticipatrici. Dopo l’apprezzata mostra antologica allestita presso il Centro Studi Judicaria nel dicembre 2016, in “Lifesciences” Alessandro Togni focalizza totalmente la propria attenzione sulle infinite possibilità offerte dall’elaborazione computerizzata di un’immagine di partenza dando vita ad una stupefacente galleria di affascinanti creazioni in delicato, perenne equilibrio tra astratto e figurativo in cui, spesso, il rigoroso, voluto, bicromatismo, pur foriero di futuribili contenuti, delinea atmosfere di puro lirismo visivo. In opere ispirate alle nuove biotecnologie, alla cibernetica e a fantascientifiche attrezzature di esplorazione spaziale in cui, quasi ossessiva, è la ricerca dell’equilibrio perfetto tra armonia estetica e nuove modalità formali rese possibili grazie alla tecnologie digitali, Togni segue la lezione dei maestri del passato che, nelle varie epoche, a partire dal grande Leonardo per giungere a nomi di registi contemporanei come Kubrick e Spielberg, hanno da sempre ricercato l’essenza del rapporto esistente tra arte e scienza. Un legame palese ed indissolubile che l’artista giudicariese evidenzia con forza in ogni suo lavoro suggerendo all’osservatore anche un input musicale per meglio apprezzare le vibrazioni emotive che sottendono alle sue innovative modalità espressive. In un’epoca in cui già da alcuni decenni ferve un acceso dibattito sul transumanesimo e il cyborg è ormai

assodata realtà, il paziente, appassionato lavoro di ricerca artistico – creativo di Alessandro Togni fornisce all’osservatore un ulteriore, prezioso ed equilibrato stimolo di approccio ad un futuro sempre più vicino ed inesplorato alla ricerca di una nuova, cosmica entropia. Nicoletta Tamanini


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Parlando giudicariese

GENNAIO 2020

Il volontariato fucina dello “spirito di Comunità” L’esempio viene dal “Cantón Bèrna” di Vigo Rendena di Mario Antolini Musón


Sport

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A Madonna di Campiglio, data inconsueta per la classica dello sci alpino

3Tre: in pista l’8 gennaio In gara senza Marcel Hirscher, si aspetta il nuovo re del Canalone Miramonti di Alberta Voltolini La prossima edizione. Sull’inconfondibile pista che guarda in faccia le Dolomiti di Brenta, si sfideranno tutti i più forti atleti nello slalom. Non ci sarà Marcel Hirscher che, dopo otto coppe del mondo generali vinte (e due allori alla 3Tre), ha deciso di mettere fine ad una carriera senza paragoni. Tuttavia il parterre dei nuovi aspiranti vincitori rimane straordinario: da Henrik Kristoffersen, il norvegese già due volte salito sul gradino più alto del podio a Campiglio, al campione uscente Daniel Yule, lo svizzero rivelazione della passata edizione, dal nuovo talento emergente, il francese Clement Noel, fino al russo Alexander Khoroshilov, già più volte protagonista alla 3Tre e a

caccia di un podio che ancora gli manca sulle nevi trentine. E poi, c’è sempre l’auspicio di trovare il successore di Giorgio Rocca, l’ultimo vincitore italiano della 3Tre nel 2005. Si guarda, alla vigilia della competizione, alle colonne del team azzurro come Stefano Gross e Giuliano Razzoli, ma anche ad Alex Vintazer, il giovanissimo azzurro di Bolzano che a soli vent’anni di età è già considerato l’enfant prodige dei rapid gates. La festa e il contorno. Da seguire, il giorno prima della gara, il programma di martedì 7 gennaio con, alle 17.00 in piazza

È conto alla rovescia per lo slalom by night della Fis Ski World Cup che si terrà a Madonna di Campiglio, sul Canalone Miramonti, l’8 gennaio 2020. Una data inconsueta, rispetto al tradizionale appuntamento pre-natalizio, assegnata dalla Fis a Campiglio per una questione di calendario. Già

nella stagione agonistica 2020/2021 si tornerà comunque al 22 dicembre (2020). Tra pochi giorni, entrerà dunque in scena la 66esima edizione della storica gara: prima manche alle 17.45 e seconda alle 20.45 con la località alpina vestita a festa e animata più che mai.

mercato estero di riferimento durante l’inverno) in modo nuovo, attraverso un’iniziativa di pubbliche relazioni di alto profilo promossa in una location prestigiosa. Marc Girardelli alla 3Tre. L’8 gennaio, a Madonna di Campiglio, ci sarà anche Marc Girardelli. L’asso austro-lussemburghese riceverà dal Comitato 3Tre la “Maglia Fulmine” (la maglia realizzata da Falconeri che è una riedizione della storica maglia gialla un tempo assegnata al leader della classifica 3Tre) per la vittoria in Super G nel dicembre 1984, ultima volta della velocità a Campiglio in Coppa del Mondo. Sono trascorsi

Sissi, “Music & Fun” e, alle 19.00, sempre in piazza Sissi, l’estrazione dei pettorali con i 15 campioni della classifica generale. L’8 gennaio, invece, conclusa la seconda manche, dalle 21.30 (piazza Sissi), “3Tre Party Night” con tanta musica e divertimento. Informazioni e biglietti si trovano sul sito www.3trecampiglio.it. Il 3Tre on tour. Anche per questa edizione, lo slalom di Coppa del Mondo è stato preceduto da un lungo tour promozionale organizzato dall’Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena che

ha toccato diverse città d’Italia (Parma, Trento, Roma, Brescia, La Spezia, Milano, Pietrasanta, Montebelluna, Valsabbia, Ledro e Val Rendena,) si

è spinto poi lontano fino a Mosca, quindi è tornato in Trentino (Trento, Val di Ledro, Val Rendena) per concludersi a Sant’Antonio di Mavignola. L’ap-

puntamento internazionale si è tenuto a Mosca il 23 ottobre scorso, presso l’Audi City Moscow, con la partecipazione di circa 150 persone in rappresentanza dei media specializzati in sport, travel e lifestyle, delle principali agenzie di viaggio e dei più importanti tour operator russi. L’azione di pr coordinata dall’Azienda per il Turismo in collaborazione con il Comitato 3Tre, Trentino Martketing, Enit Russia e la Federazione Russa di sci, ha rinsaldato i rapporti tra l’ambito turistico e la Russia, proponendosi a questo importante mercato (i russi sono il secondo

trentacinque anni dal giorno in cui Marc Girardelli si consacrò come atleta polivalente trionfando nel Super G di Madonna di Campiglio, per la prima volta in una gara di velocità di Coppa del Mondo. Fu l’ultima volta della 3Tre in velocità in Coppa del Mondo, ma l’inizio della leggenda di un campione rivoluzionario, più forte di tutto e tutti, degli avversari e della malasorte che ha provato in più occasioni a tarpargli la carriera. Fra i campioni di oggi e i miti del passato, la 3Tre 2020 sarà una grande festa dello sport. Una due giorni unica per tifosi,


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Dall’azienda sanitaria

GENNAIO 2020

Tione, primo ospedale trentino con posti letto di cure intermedie È

partita ai primi di dicembre la sperimentazione delle cure intermedie all’ospedale di Tione, con la disponibilità di tre posti letto dedicati nel reparto di medicina interna. Si tratta di un primo nucleo sperimentale, da ampliare nel corso del 2020 con sei posti letto nella Residenza sanitaria assistenziale ospedaliera (Rsao) attigua all’ospedale non appena saranno Le cure intermedie consentono così di evitare un lungo ricovero in ospedale e di pianificare al meglio il rientro a casa del paziente, tutto ciò in stretta collaborazione con il medico di medicina generale. Strutture a bassa intensità di cura, sono gestite dai servizi territoriali e prevedono principalmente la presenza di infermieri. Nei fatti, quali sono le differenze da una tradizionale degenza in ospedale? Innanzitutto, la giornata del paziente delle cure intermedie viene gestita in maniera personalizzata, in modo da riprodurre il più possibile la giorna-

ta tipo che solitamente vive a casa propria, con un’attenzione particolare al riposo e al sonno. Non esistono orari di visita: familiari e personale privato di assistenza (“le badanti”) possono accedere alla struttura a tutte le ore del giorno e della notte. La famiglia ha quindi un ruolo attivo nella cura del proprio caro: i familiari possono stare vicino al paziente e vengono stimolati a partecipare in prima persona ad alcune attività come la pulizia, i pasti, la mobilizzazione e la gestione dei farmaci o di eventuali presidi. Il tutto nell’ottica del rientro a domicilio. Alla

completate le migliorie strutturali. Le cure intermedie sono un contesto di cura ‘intermedio’ tra l’ospedale e la propria casa. Una struttura in cui i pazienti passano al massimo una quindicina di giorni dopo l’uscita dall’ospedale e prima del rientro a casa, un contesto favorevole al recupero psicofisico e allo sviluppo di una maggiore autonomia nella gestione della malattia.

famiglia viene garantito il massimo supporto per predisporre l’ambiente prima del rientro a casa e vengono date indica-

zioni pratiche sulle possibili risorse da attivare per assistere al meglio il proprio caro una volta tornato a casa.

Ospedale Tione: In arrivo nuovi anestesisti Si è chiuso i primi giorni di gennaio il bando di concorso per l’assunzione di nuovi anestesisti per l’Unità operativa di anestesia e rianimazione dell’ospedale di Tione. L’obiettivo è fare la selezione e chiudere la graduatoria entro gennaio, per poi procedere a stretto giro con le assunzioni. Questo consentirebbe di integrare gli attuali organici in modo da migliorare le attività attuali e attivare la pronta disponibilità notturna del servizio di anestesia sulle 24 ore, come previsto dal protocollo d’intesa firmato nel 2016 tra la Comunità delle Giudicarie, la Provincia autonoma di Trento e l’Azienda provinciale per i servizi sanitari per il rilancio dell’ospedale di Tione. Ad oggi Il servizio di anestesia dell’ospedale di Tione ha comunque garantito il supporto all’attività di sala operatoria dell’ortopedia e della chirurgia non solo mantenendo i volumi di attività invariati ma consentendo di fatto una crescita nell’attività nel suo complesso.

Lettera aperta di Trentino emergenza 118 Care mamme, papà, zii, nonni e trentini tutti, abbiamo deciso di scrivere a voi tutti per raccontarvi cosa significa essere un’infermiera, un infermiere o un medico di Trentino Emergenza 118. Lavoriamo quotidianamente nella Centrale operativa dell’emergenza sanitaria provinciale, la forse più nota Centrale operativa del 118. Siamo noi che vi rispondiamo presentandoci proprio con «pronto, emergenza sanitaria». Siamo noi che vi poniamo una raffica di domande «… Cosa succede …È cosciente? …Respira?... È pallido? Ha male al petto, ha la febbre? In che settimana di gravidanza è? Ogni quanti minuti ha le contrazioni?» e così via, tanto che spesso, alcuni di voi, ci invitano a sbrigarci a mandare l’ambulanza invece che fare mille domande! Ora cerchiamo di spiegarvi il perché noi facciamo certe cose, che a voi possono risultare incomprensibili. Il nostro lavoro è molto delicato e complesso e richiede preparazione professionale, conoscenza di procedure e protocolli condivisi e codificati oltre alla geografia del no-

stro territorio. Dobbiamo saper prendere decisioni difficili in un tempo brevissimo, gestendo più mezzi e risorse contemporaneamente. Dietro a ogni ambulanza, auto medica o elicottero che si muove per prestare soccorso ci sono ragionamenti e responsabilità di cui noi siamo chiamati a rispondere in ogni momento. Tutto inizia con una telefonata, la vostra. Voi che dall’altra parte chiamate preoccupati, agitati, spesso in preda al panico, a volte collaborativi a volte meno e in certi momenti anche verbalmente aggressivi. A prescindere dal vostro stato d’animo dobbiamo essere capaci di stabilire con voi una comunicazione empatica e ferma nel porvi le domande giuste, professionale e comprensibile per darvi aiuto immediato. Avete ragione. Sembrano spesso minuti interminabili in cui voi diventate i nostri occhi e le nostre mani e con la vostra collaborazione, insieme, possiamo far qualcosa di utile, a volte determinante, per evitare che la situazione peggiori in attesa dell’arrivo dei soccorsi. Pensate che sia semplice insegnare al telefono come fare un massaggio cardiaco efficace, o

una respirazione bocca a bocca o aiutare un genitore a far sputare quella maledetta nocciolina che sta soffocando suo figlio? No, non è per nulla semplice. Non è come guardare una serie televisiva dove tutto sembra scorrere verso il meglio senza intoppi. A volte anche noi abbiamo il cuore in gola ma non possiamo dimostrarci in ansia o vulnerabili. Ora immaginatevi un neonato che in barba a calendari e fasi lunari, decide di venire al mondo in men che non si dica, in casa o per strada in automobile. È panico totale … e questa ambulanza che sembra non arrivare mai! E intanto che faccio? Intanto state al telefono con noi che vi spieghiamo cosa fare e

cosa non fare, con parole semplici e chiare e non vi lasciamo fin quando non arriva la famosa ambulanza. Insieme aiutiamo questo bimbo che ha fretta di nascere, la sua mamma e il papà che non si aspettava di certo un parto “fai da te”. E quando in sottofondo lo si sente piangere tiriamo tutti un respiro di sollievo e in Centrale, tra colleghi, ci sentiamo tutti un po’ zii a distanza di quel bimbo nato in maniera precipitosa. «È il loro lavoro, sono abituati!» Lo sentiamo dire spesso. E invece no, non siamo abituati, per noi ogni evento è diverso, a volte l’esito può non essere quello sperato, ma molte altre lo è. E allora non pretendiamo applausi

né onorificenze. A volte basterebbe un semplice segnale a farci sentire orgogliosi e soddisfatti di quello che siamo e di quello che facciamo tutti i giorni con il cuore. Al sentirsi dire che siamo uguali a quelli che “danno istruzioni al telefono come montare i mobili dell’IKEA” noi rispondiamo semplicemente che bisognerebbe avere solo un po’ di rispetto verso il lavoro che ognuno cerca di svolgere nel migliore dei modi cercando sempre di fare il meglio possibile. Il contenuto di certi articoli ci lascia amareggiati e delusi, viene spesso descritto il nostro e vostro Servizio di emergenza territoriale come un servizio fatto di inefficienze, di ritardi nei soccorsi, di mancata assistenza e di tragedie sfiorate. Ma non è questa la realtà. Non siamo perfetti e non pretendiamo di esserlo ma vi assicuriamo che il nostro impegno e la passione per la nostra professione è a vostra disposizione per darvi tutto l’aiuto di cui avete bisogno in qualsiasi situazione. L.B. E.P. e il personale della Centrale operativa di Trentino emergenza 118


Territorio

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Lo chiede Vanessa Masè in Provincia

Un impegno per il futuro del lago di Roncone La forte preoccupazione era stata espressa in particolare dagli abitanti di Sella giudicarie, ma non solo, poiché il lago di Roncone nel tempo è diventato sicuramente uno dei punti di maggiore attrattività turistica della valle del Chiese. Personalmente ho avuto modo di visitare il laghetto, pur non essendo una giudicariese e l’ho trovato delizioso. Come sono tutte quelle piccole perle lacustri sparse sul nostro territorio e che rischiano una fine simile proprio per le precipitazioni ormai sempre più concentrate in periodi brevi e che non riescono a far mantenere il livello ottimale. Ad esempio nel periodo di fine autunno le forti piogge, che hanno destato preoccupazione, perché ancora vivo è il ricordo di Vaia, hanno avuto, se così si può definire un risvolto positivo con l’innalzamento del livello delle acque del lago, che è tornato a riempirsi. Si tratta però di una “breve illusione” per dirla in maniera un po’ letteraria, perché purtroppo siamo consapevoli che nei prossimi mesi ci troveremo di nuovo di fronte al triste spettacolo del lago semi vuoto. Nella rassegna stampa storica in più di un articolo a partire dagli anni

Il mese di novembre è apparso sul Giornale delle Giudicarie un accorato appello per la salvezza del lago di Roncone, che rischia di prosciugarsi e diventare una triste palude. Seguendo la vicenda ho appreso che Vanessa Masè, consigliere provinciale che vanta origini roncone-

si, ha preso a cuore la cosa decidendo di sottoporre una proposta di mozione al Consiglio provinciale che l’ha approvata all’unanimità, dimostrando che i problemi ambientali, quando vengono affrontati con serietà trovano unanime condivisione. do erano state installate piscine, giochi gonfiabili, rendendo il lago una vera chicca per le famiglie non solo locali, ma di tutto il Trentino e anche di fuori provincia, tanto che su un famoso sito di recensioni turistiche ha raccolto una valutazione di tutto rispetto di 4,5 su 5. e che confesso ha spinto me a recarmici. La valenza del lago si è infatti visto come possa essere quindi non solo di natura ambientale, per l’ecosistema di pregio che la caratterizza (vi trovano ospitalità infatti numerose specie particolari come il

‘80 in poi si esprimeva la medesima preoccupazione di oggi, ossia che questo laghetto non potesse sopravvivere a lungo senza un intervento dell’uomo. Questo ha spinto l’ente pubblico gli negli anni dal 1986 al 1988, a realizzare importanti lavori di bonifica e ripristino che diedero nuova vita al lago, mantenuto poi negli anni grazie ai lavori pressochè annuali di pulizia delle alghe per mantenere l’ossigena-

Il Giornale delle Giudicarie mensile di informazione e approfondimento

Anno 18 n° 1 gennaio 2020 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Coordinatore di Redazione: Denise Rocca Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Aldo Gottardi, Matteo Ciaghi, Denise Rocca Hanno collaborato: Gianni Ambrosini, Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Giuliano Beltrami, Dario Beltramolli, Giacomo Bonazza, Alberto Carli, Massimo Ceccherini Podio, Francesca Cristoforetti, Chiara Garroni, Enrico Gasperi, Alfio Ghezzi, Marco Maestri, Mariachiara Rizzonelli, Tiziano Salvaterra, Alessandro Togni, Alberta Voltolini, Ettore Zampiccoli, Marco Zulberti, gli studenti dell’Istituto Guetti

zione del lago. Questo costante lavoro portò, da una balneabilità che all’inizio degli anni 80 che sembrava malsana all’ottenimento, nel 2017, della bandiera blu, rientrando nella classe di qualità “eccellen-

te”. Oltre a ciò, negli anni interventi importanti di infrastrutturazione (completamento della passeggiata, il parco giochi, il campo da tennis, il bar), anche di natura temporanea come nell’estate del 2018 quan-

e 45 Oltr i di ann e nza erie o u t esp al lità ! qua o izi serv

persico reale, la tinca, il luccio, e fino a non molti anni fa la lontra), ma anche appunto dal punto di vista turistico, e di conseguenza economico, rivestendo il lago un ruolo non secondario nel proprio ambito

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territoriale. Ora apprendo che la concessione per la deviazione del torrente Adanà, per “tamponare”, come si dice nella determinazione del Servizio gestione risorse idriche ed energetiche della PAT del 2019, la situazione di degrado ambientale in cui si trova il Lago di Roncone, è di natura temporanea, accordata per la durata di un anno, che potrà essere rinnovata per non più di 5 volte. I lavori dovrebbero essere terminati a breve, ma, posto che si tratta di un intervento sperimentale, per la sua transitorietà non può essere ritenuta come risolutiva. Da ciò quindi l’importanza di individuare soluzioni efficaci come auspicato nella proposta di mozione presentata a fine novembre in Consiglio provinciale dalla Consigliere Vanessa Masè della Civica, che da “parzialmente ronconese” si è resa interprete e portavoce presso l’istituzione provinciale di questa richiesta dei territori. La Consigliera Masè, nella sua proposta di mozione, ha impegnato la Giunta ad attuare un costante monitoraggio per verificare l’efficacia dell’intervento messo in atto e successivamente ad intraprendere ulteriori azioni volte a risolvere questa criticità. Ciò perché qualunque intervento si decida di mettere in campo avrà bisogno di tempo per cercare di operare affinché il lago di Roncone possa tornare al più presto ad essere la piccola bellezza che io stessa ho potuto ammirare e che in molti apprezzano. Questo ci ricorda che se noi continuiamo ad intervenire sulle nostre risorse possiamo positivamente incidere sulla loro salvaguardia perché come ci rammenta sempre anche il professor Salsa l’ambiente ha bisogno dell’intervento dell’uomo: il paesaggio è dato da ambiente naturale più lavoro dell’uomo su di esso. Quanto più riusciamo a fare un’azione lungimirante ed intelligente come attività umana, tanto più riusciamo a coniugare l’esigenza, oggi fondamentale, di mantenimento delle risorse, ma anche sviluppo locale. Amelia Ress


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Parlando giudicariese

GENNAIO 2020

Il volontariato fucina dello “spirito di Comunità” L’esempio viene dal “Cantón Bèrna” di Vigo Rendena Questa che sto per esporre può definirsi una bella ma sostanziale avventura cominciata negli ultimi anni del primo decennio del Duemila. La Pro Loco di Vigo Rendena aveva inserito nel proprio programma annuale, su richiesta di alcuni abitanti del Cantón Bèrna, anche la “Festa dal canédarlo”, ossia un annuale incontro festivo offrendo ai partecipanti la soddisfazione di gustare i canédarli confezionati dalla gente del luogo con soli prodotti locali. L’iniziativa aveva ottenuto un lusinghiero successo ed era stata ripetuta per due anni sempre gestita dalla Pro Loco, fra i cui soci era presente, e partecipava attivamente in prima persona, la signora Lorena Loranzi che, rimasta particolarmente entusiasta dei successi ottenuti, e supportata da altre persone del Cantón Bèrna, aveva preso lo spunto per istituire una vera e propria associazione autonoma di volontariato aggregando, in particolare, soltanto persone del rione paesano denominato nei secoli Cantón Bèrna: ossia la parte a su-ovest del paese, quasi a se stante e separata dal resto dell’abitato dalla strada statale di fondovalle. Sulla particolare denominazione di tale parte del centro abitato non si hanno notizie documentate; soltanto si è potuto accertare che si tratta di una denominazione toponomastica assai antica e presente, pure, in altre località. Per iniziativa di diversi abitanti del Cantón Bèrna, guidati dalla signora Loranzi, l’8 giugno del 2011, 40 persone del rione, che avevano aderito a costituirsi come gruppo di volontariato di animazione sociale, si sono riunite nella prima assemblea definendosi “soci fondatori” del Comitato “Cantón Bèrna”: un’associazione autonoma, autofinanziatasi ed apolitica. Nella prima seduta venne presentato lo Statuto per far sì che il gruppo fosse regolarmente rispondente alle regolamentari situazioni giuridiche provinciali. Nella citata prima assemblea, data lettura dello Statuto, lo stesso venne regolarmente approvato; conse-

di Mario Antolini Musón La costituzione. - Da dieci anni si sta imponendo all’attenzione delle Giudicarie - e pure ben oltre i suoi confini - una nuova associazione che si è costituita prendendo lo spunto dal desiderio di valorizzare un cibo tradizionale come il “canédarlo”: il tipico piatto unico che è giunto pure nelle vallate trentine attraverso i secoli. Il solo fatto di aver proposto, da circa dieci anni, l’annuale “festa dal canédarlo” non meriterebbe di per sé una trattazione particolare sulle colonne della “voce

delle Giudicarie”, ma l’iniziativa rendenese è andata ben oltre l’incontro festante di una giornata ricreativa, per cui ho sentito quasi il dovere per un mio personale interessamento ad indagare uno specifico e particolare fenomeno associativo, che potrebbe diventare un punto di partenza - anche nelle Giudicarie - per riappropriarsi degli antichi valori sociali tradizionali, che si ha l’impressione che stiano perdendo la consistenza ed il fascino di tanto passato. delle famiglie del rione, tra le quali vi erano pure persone che fra loro si conoscevano soltanto superficialmente, iniziarono ad incontrarsi con familiarità, ed a ritrovarsi per chiacchierare e discutere insieme, per condividere dei simposi culinari, per organizzare qualsiasi tipo di iniziative che si ripercuotevano, a raggio, nel contesto sociale anche ben oltre i 40 componenti del sodalizio, estendendo il loro spirito di aggrega-

guentemente si era passati all’elezione del primo direttivo, risultato così composto: presidente Lorena Loranzi, vicepresidente Marcella Dalbon, segretario Marco Loranzi, consiglieri Daniela Pradetto Vicare, Daria Pellegrini, Sandra Dalbon, Rosa Da Rin d’Iseppo, Mariarosa Cinzia Rossi, Anna Marchiori. L’essenzialità del Comitato. - L’evidente particolarità della tipica associazione si evidenzia già nei primi articoli dello Statuto che, al primo articolo, così detta: «Il Comitato denominato “Cantón Bèrna” nasce ed a sede a Vigo Rendena per promuovere, far conoscere e riscoprire i prodotti tipici della cucina trentina e particolarmente diffusi in Val Rendena e specificatamente nel paese di Vigo Rendena. Oltre allo specifico obbiettivo di organizzare l’annuale “Festa dal canédarlo”, nel mese di agosto e nella zona sud-ovest del paese storicamente denominata Cantón Bèrna, il Comitato si propone il recupero di specifiche attività lavorative oggi abbandonate, che venivano svolte nelle epoche passate, premurandosi di una raccolta dei fondi necessari per le manifestazioni che ci si impegna a realizzare».

Pertanto, fin dall’inizio, si ebbe una visione prospettica che andava e va molto al di là di una semplice festa di paese da farsi una volta all’anno; l’intento dei promotori si apriva ad una visione di ben più ampi orizzonti. Difatti - sempre a mio avviso - resta determinante l’eccezionalità del secondo articolo che precisa: «Il Comitato si prefigge di promuovere e favorire “l’aggregazione sociale” tra i suoi stessi soci promotori, nonché tra gli abitanti del paese di Vigo Rendena, trasferendo altresì alle generazioni future la conoscenza della storia, delle tradizioni e della cultura del luogo e della zona». In questo dettato statutario sta la vera ed indicativa peculiarità di un’associazione

che non intende limitarsi ad un sola manifestazione sociale annuale, pur in sé importante, ma che intende impegnarsi in una promozione continua di animazione sociale, che non debba avere sosta, ma che abbia a dipanarsi giorno per giorno in un comune impegno inteso ad amalgamare i cittadini tra loro, al fine di ricostituire concretamente le potenzialità dello “spirito di comunità”: la tipica ed essenziale caratteristica delle genti delle vallate alpine e che era stata emblematicamente raggiunta nei secoli attraverso la peculiare osservanza a quanto dettato e scritto nelle medioevali “Carte di Regola”. Da quel fatidico 8 giugno 2011, non solo i 40 soci fondatori del Comitato, bensì la gran parte

zione sociale a tutta la popolazione dell’abitato con ripercussioni quanto mai positive anche nel circondario. La “festa dal canédarlo” del 2019. - Esemplificativa ed esemplare l’iniziativa dell’ultima edizione della manifestazione in argomento. Mi limito ai soli semplici dati fuori da qualsiasi nota di cronaca ormai già nota. Per l’occasioni si sono impegnate 130 persone (quindi ben oltre i 40 soci fondatori) di tutte le età e di tutto l’abitato e non solo; tra gli “aiutanti” anche persone dei paesi circostanti e pure alcuni ospiti di Vigo Rendena. Sono stati usufruiti 150 chilogrammi di pane raffermo, decine di litri di latte, insaccati e prodotti caseari a decine

di chili. Vanno debitamente considerati alcuni mesi di riunioni per l’impostazione dei preparativi che hanno portato alla concretizzazione dell’apparato organizzativo. Successivamente le varie settimane di lavoro manuale in un ampio locale messo a gratuitamente a disposizione nell’ambito del Cantone. Ore ed ore per tagliare il pane a pezzettini lasciando le mani piagate a chi si era presa la specifica incombenza. Poi una decina di impasti con pane e latte; successivamente da parte del personale più qualificato l’aggiunta in ogni pastone dei saporiti condimenti con la conseguente confezione delle “palline”, fatte a mano, dal diametro variante fra i 5 e gli 8 centimetri circa a seconda delle scelte personali di chi le confeziona. Ne risultarono 8.000 canédarli che, conservati nei frigoriferi, al momento della festa furono cotti in acqua bollente. Per servire a modo i canédarli, le cuoche prepararono a parte: 60 litri di brodo di carne, 20 chilogrammi di burro di malga fuso, e 50 chilogrammi di gulash. Alla festa per consumare tanta grazia di Dio oltre 3.000 persone giunte da ogni dove. E… finita la festa, il Comitato con gli altri volontari a rimboccarsi le maniche per tenere in piedi l’associazione, incontrarsi e procedere verso il raggiungimento delle finalità responsabilmente assunte con l’approvazione di uno Statuto non solo approvato ma da rendere vita pratica di tutti i giorni dell’anno e degli anni successivi: senza sosta di sorta. Tutto questo - a mio modesto avviso - è davvero rinverdire e far rivivere il passato e dare alle contrade valligiane, anche dei villaggi considerati minori per il limitato numero degli abitanti, quella vitalità che diventa gioia di vivere, entusiasmo di essere e sentirsi insieme e rendere i paesi vivi e vitali, aperti ed accoglienti. Questa è la vera “vita sociale” in concreto e non - come troppo spesso avviene - soltanto chiacchierata.


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GENNAIO 2020

Animali mediatici e dove trovarli

In principio furono i No Global, cortei di oppositori al diffondersi planetario di politiche economiche eccessivamente liberiste. Negli anni successivi, limitandoci ai panni di casa nostra, vennero i ‘girotondini’ di Nanni Moretti. Era il 2002 e donne e uomini d’Italia manifestavano formando catene umane intorno ai palazzi delle istituzioni politiche per difenderle dalla fagocitante minaccia berlusconiana. Poi NO TAV, NO TAP, NO VAX. Senza dimenticare i Vaffa-Day, con Beppe Grillo posseduto dal demone di Vanna Marchi a strillare: “La politica!!… - VAFFAN…! - deve tornare!! – VAFFAN..! - ai cittadini!!!” D’ACCORDOOO??? Ora siamo alle Sardine nelle piazze. E nel web sorgono continuamente gruppi antagonisti di Gatti e Pinguini, specie animali notoriamente ghiotte di pesce azzurro. Le sardine sono pesci piccoli, innocui e singolarmente poco intelligenti. Si muovono in gruppo, si difendono in gruppo, risalgono correnti in gruppo. In gruppo diventano un corpo unico. Sono ca-

paci di grandi cose, ma solo se in gruppo. Anche sottolio nelle scatolette o calde nella frittura sono stipate e servite in gruppo. La storia dell’Umanità è costellata di movimenti di massa. Agglomerati di persone accomunati talvolta dalla potenza di un’ideologia, spesso dalla disperazione. Masse che hanno scardinato e demolito regimi, altre invece che quei regimi li hanno generati. Movimenti stroncati in bagni di sangue, altri capaci di abbattere muri che si credevano invincibili. Tutti comunque finiti sui libri di storia. Come ci finiranno quelli odierni, dai movimenti migratori ai tumulti di Hong Kong, alle mobilitazioni ambientaliste di Greta e dei ragazzi del Fridays for Future. Aristotele definiva gli uomini ‘animali sociali’, evidenziandone la loro naturale disposizione: non l’autoisolamento ma l’aggregazione, il vivere con gli altri, scambiarsi servizi, contribuire al bene altrui e della comunità di appartenenza. Come fanno, appunto, gli animali: le scimmie per esempio, che si liberano

dai parassiti reciprocamente, o le api, modello di cooperazione formidabile. L’Uomo invece, che è INvoluzione della scimmia, spesso traduce il concetto virtuoso di ‘socialità’ in pratiche esclusivamente oppor-

tunistiche ed eticamente deprecabili come clientelismi, pettegolezzi, intrallazzi, nepotismi. I sapiens hanno un ancestrale bisogno di fare massa. Il sentirsi parte di un gruppo, di un ‘popolo’, l’abbraccia-

Tutti giù per terra Tutti giù per terra di Massimo Ceccherini Podio

re un’idea, una visione del futuro, condividerla con migliaia di persone, all’occorrenza battersi per essa, per difenderla o affermarla. La stessa sopravvivenza della specie può essere perseguita solo attraverso la con-

divisione di obiettivi, la solidarietà di valori, la concordanza di strategie. Se vogliamo, rimanendo in ambito etologico, un po’ il contrario dei lupi solitari o dei ‘leoni da tastiera’, questi ultimi bravi soltanto a ruggire odio dalla solitudine di una tastiera. Ma esiste una controindicazione. Il gruppo alla lunga può diventare gregge. L’ideologia una gabbia mentale che diventa integralismo, incapacità di ascoltare, capire, creare ed elaborare connessioni lucide. Per questo è importante alimentare e preservare il pensiero critico, una sorta di pulivapor che spazza via dalle menti polvere e sabbia restituendo limpidezza e oggettività di giudizio. Come una lente ottica che continuamente assicuri la messa a fuoco, eliminando visioni distorte, parziali, falsate, fuorvianti.. Fuori dal gregge può essere un posto bellissimo. Talvolta diventa una necessità. Discernere. Dissociarsi. Pensare con la propria testa. Dicono che delle sardine si mangi tutto perché è tutto buono, tranne la testa. Appunto. Tranne, guarda caso, la testa.

Ora c’è anche la App per prenotare il campo

Il tennis Tione raddoppia i soci Ma i numeri sono dalla parte del Circolo della Busa, la Scuola Tennis é diventata un vero e proprio punto di riferimento, pur partendo nell’annata del 2018 con un numero ristretto di bambini, una ventina, adesso sorride con quasi 40 atleti in erba che si divertono con il tennis. Numeri che non si vedevano da un po’ di anni, ma questo é il concetto di crescere, ampliare e innovare; concetto preso a cuore dal duo Faustini - Fedrizzi, rispettivamente Istruttori della Scuola e il secondo anche presidente, quest’anno aiutati dalla figura extra di Stefano Mussi, professore di attività fisica nonché preparatore atletico FIT. “Le news non sono

È appena passato un lustro, da quando Madonna di Il Tennis Tione cavalca l’onda della indimenticabile stagione azzurra e segue le orme del nostro talento regionale Jannik Sinner: crescere. Crescere, perché

é la cosa più importante da fare per un circolo di periferia, con un bacino di utenza decisamente ristretto rispetto a comunità come Trento, Rovereto, Arco, Riva e la Valsugana.

finite, quest’anno é entrata la nuova figura del gestore, che ci cura dettagliatamente la parte dei soci – spiega Fabio Fedrizzi - parte che nel 2020 sarà ampliata da grosse novità, e della pulizia della struttura. Inoltre é stata attivata l’applicazione “Prenota un campo” che permette di prenotare le ore direttamente dallo smartphone, e vi devo assicurare che le ore serali vanno a ruba. Negli ultimi mesi sono praticamente triplicate rispetto agli anni scorsi, forse adesso é l’ora di pensare più in grande”. Forse é proprio l’ora di pensare più in là e chissà se magari anche un giudicariese, fra qualche anno, non riuscisse a seguire le orme di Sinner.


Opinioni a confronto vilgiat@yahoo.it

Purtroppo oggi in politica la parola d’ordine è “mentire”, raccontare balle a tutto spiano, l’importante è che gli italiani ci credano e votino per loro. Insomma, è vero, ci considerano un po’ tutti sempliciotti, ingenui, un pò coglioni, pronti a credere ad ogni cosa che esce dalla loro bocca. Il colmo è che anche quan-

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La politica moderna peggio di Pinocchio

BOTTA E RISPOSTA

Ciao Adelino, ascolto talvolta i dibattiti televisivi sulla politica attuale,. Ogni volta resto scandalizzata come i politici ospiti siano così bugiardi, oggi dicono una cosa, domani un’altra del tutto contraria, io non ci capisco più niente. Ho l’impressione che i nostri politici credono d’aver a che fare con dei poveri sprovveduti che qualsiasi cosa dicono se la bevono e magari ci credono? Non sarebbe ora di smetterla con simili buffonate?

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do le loro bugie vengono palesate, quelli vanno avanti come prima, come se nulla fosse. Se poi mi chiedi perché i politici mentano? Davvero non saprei, probabilmente per nascondere cose che potrebbero infastidire chi li ascolta. Il loro obiettivo è accattivarsi il più possibile la simpatia degli elettori e allora dicono quel che la gente s’aspetta, nascondendo quel che la gente sospetta. Delle conseguenze non gliene frega niente a nessuno. Evidentemente puntano alla poltrona, il resto non conta, intanto puntiamo ad una poltrona oggi, poi per la prossima volta inventeremo nuove bugie. A dir il vero ci sono poi quelli che proprio non hanno nulla da dire, per incompetenza, per incapacità, non hanno proposte da avanzare, né idee da proporre e allora s’aggrappano

Lago di Roncone, la preoccupazione Caro Adelino, abbiamo colto sul bollettino del Comune di Sella Giudicarie una certa irritazione per la pagina che il “giornalino” delle Giudicarie ha pubblicato sulla situazione del lago di Roncone. A noi è piaciuta, ha portato l’attenzione della gente su uno dei punti di maggior attrazione di tutta la valle, tu come la pensi? Gli amici del Bar alle bugie tanto per dire qualcosa. Purtroppo quasi tutti i politici d’oggi, di qualsiasi colore, mentono sapendo di mentire. E’ il nuovo modo di fare politica. E gli italiani, nonostante tutto continuano a premiarli, continuano a votarli. Ma perché gli italiani continuano a vo-

tarli? Questo è un mistero. Speriamo che la moda di mentire passi in fretta. Come tutte le mode, prima o poi cambierà. A meno che non occorra una rivoluzione...speriamo di no! Adelino Amistadi

Chiese Geografia, cenerensempre più vuote tola della scuola La domenica andando a Messa mi amareggia il trovare la Chiesa mezza vuota...cosa sta succedendo? Il problema è complesso e non sono di certo io il più adatto a spiegare la sempre meno presenza in Chiesa e l’allontanamento sempre più evidente della gente dalle pratiche religiose. Ne sono amareggiato anch’io, ma c’è una cosa che mi sorprende e che trovo interessante. E’ vero che pochi vanno in Chiesa la Domenica, sono sempre meno quelli che si sposano davanti all’altare, qualcuno in più si fa vedere durante le festività. Però, e questo mi consola, i funerali continuano ad essere rigorosamente celebrati in Chiesa con una partecipazione sempre molto numerosa e tutto sommato convintamente compunta. Con tanto di discorso e qualche volta ci scappa anche l’applauso. Sarà anche una questione di vicinanza, magari di scaramanzia, magari per far notare dai parenti del defunto la propria presenza, ma io, che ho la mia eta e rivendico un minimo di saggezza in più, ho una mia convinzione. In fondo all’animo un po’ tutti pensiamo che con la morte non si chiuda ogni cosa. Davanti ad una bara ritorna l’auspicio che la vita continui, una nuova vita, anche perché se uno è stato educato da ragazzo nella Fede, da vecchio o quasi, ritorna all’ovile. Ognuno muore come nasce. “Non si sa mai!”mi rispose un mio parente anziano quando lo trovai in Chiesa dopo una vita passata nell’ateismo più convinto e coerentemente vissuto. E’ vero che oggi siamo nel pieno di imposture, di pseudo-religioni di ogni tipo, non esclusi stregoni e chiromanti, ma le tradizioni giovanili tornano a galla dopo gli “anta” quando ci aspettano alla dogana della vita. (a.a.)

Caro Amistadi, talvolta sono preoccupata quando guardando la Tv, alla notizia di qualcosa di grave capitato in una parte d’Italia che non sia il Trentino e peggio ancora all’’estero, i miei figli si guardano l’un l’altro per capire dove si trovi la località, anche famosa, appena citata, o lo stato appena menzionato. Eppure sono ragazzi che già frequentano il liceo...la geografia che ci insegnavano da ragazzi, oggi dove è andata a finire? Capita anche a me che ragazzi mi chiedano dove si trovi Copenhagen che spesso confondono con Amsterdam, o dove si trovi l’Islanda che neanche sapevano che esistesse. Purtroppo la geografia, negli ultimi anni, è diventata la cenerentola delle materie scolastiche. Le frequenti riforme della scuola degli ultimi anni hanno ridotto le ore dedicate al suo insegnamento. Peccato, oggi i ragazzi viaggiano molto di più di quanto facevamo noi negli anni settanta, e quindi è opportuno che sappiano dove vanno, cosa c’è da vedere e quali pericoli possono correre. Probabilmente è proprio viaggiando che i nostri ragazzi imparano la geografia, ma avere una preparazione di base, che divida l’Europa dall’Asia, dall’America e dall’Africa e dall’Oceania, li aiuterebbe ad avere la situazione planetaria un po’ più chiara. Ma almeno la geografia dell’Italia dovrebbe invece essere nel bagaglio informativo di ogni italiano, eppure anche alla Tv sentiamo gente che se la pretende che confonde la Calabria con la Basilicata, o l’Umbria con le Marche, o il Trentino con l’Alto Adige. Questo non dovrebbe succedere, ne va della nostra civiltà culturale, e la scuola ne fa una pessima figura. (a.a.)

Oh, si ho letto anch’io il bollettino. Cominciamo col dire che il Giornale delle Giudicarie viene distribuito mensilmente, da 18 anni, a tutte le 16.000 famiglie delle Giudicarie. Un “giornalino” che ci è invidiato da tutte le valli trentine e che ci riempie d’orgoglio a dispetto anche di coloro a cui può dare fastidio. Uno degli obiettivi del GdG è quello di magnificare le eccellenze della nostra terra, ma soprattutto denunciarne le storture, le cose che non vanno bene. L’abbiamo già fatto con le circonvallazioni di Pinzolo e Ponte Arche, con la viabilità verso Trento, con l’Ospedale, con il nuovo ponte a Caffaro, con la stretta di Iavrè e così l’abbiamo fatto anche per il lago di Roncone. La pagina da noi pubblicata riguardante la penosa situazione del lago di Roncone aveva l’unico scopo di portare all’attenzione dell’opinione pubblica e delle autorità competenti la precarietà della salute dello specchio d’acqua, così caro ai Ronconesi, che corre il rischio di diventare irrecuperabile. La pagina in questione ha ottenuto l’apprezzamento ed il plauso di gran parte dei nostri lettori. Purtroppo la nostra iniziativa sembra aver urtato la suscettibilità delicata degli amministratori locali. Non era nostra intenzione disturbare i loro sonni. Che ci sia di mezzo qualche coda di paglia? Non saprei, però la loro irritazione mi ha stupito. Ma questo, tutto sommato, al GdG non interessa. Abbiamo fatto il nostro dovere e continueremo a farlo. A rinfrancarci ulteriormente c’è stata una gradevole sorpresa che nel tempo si rivelerà essenziale per la salute del nostro lago, ne siamo sicuri. A nostra insaputa, e prendendo spunto dalla nostra pubblicazione, il consigliere provinciale Vanessa Masè, “mezza ronconese”, con grande sensibilità ed entusiasmo, ha portato, con una apposita mozione, il problema del nostro lago all’attenzione dell’intero Consiglio Provinciale ottenendone l’adesione e l’approvazione all’unanimità decretando così la supervisione e la tutela del lago da parte della Provincia. (Vedi il pezzo a parte “Un impegno per il lago di Roncone” inviatoci dalla Provincia). Un’iniziativa eccezionale che ha coinvolto tutti i nostri consiglieri ed assessori provinciali. Un’impresa non da poco che ha visto il consigliere Vanessa Masè dimostrare grande attaccamento alla sua terra, coraggio e concretezza che vale molto di più del parlare a vanvera, oggi così di moda. Sotto la protezione ufficiale della Provincia sarà più facile superare le difficoltà anche burocratiche che spesse volte impediscono le decisioni più impegnative. Anche se forse non sarà necessario perché dopo una decina d’anni in cui l’Amministrazione s’è impegnata “tantissimo” per la salute del lago, sembra abbia trovato la soluzione: un “tubicino” con l’acqua dell’Adanà nella speranza che compia il miracolo. Speriamo che funzioni... ce lo auguriamo davvero perché il lago di Roncone è qualcosa che tutti i Ronconesi hanno nel cuore. Che già hanno i propri guai per cui soffrire, non aggiungiamoci anche il lago. (a.a.)


40 GENNAIO 2020 vieni a casa tua

GIUDICARIE A TEATRO

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2019 2020

vieni a teatro

TEATRO PARROCCHIALE DI SPIAZZO

DOMENICA 5 GENNAIO 2020 // ORE 17.30

TEATRO RAGAZZI

Compagnia Teatrale Mattioli

AVANTI... PERMESSO

La vera storia di L’altro & Quell’altro

di Silvano Antonelli, Monica Mattioli e Monica Parmagnani animazione oggetti Cinzia Airoldi // con Monica Mattioli regia di Silvano Antonelli e Monica Mattioli

TEATRO COMUNALE DI GIUSTINO

TEATRO RAGAZZI

DOMENICA 12 GENNAIO 2020 // ORE 17.30

TEATRO DI LARIDO - BLEGGIO SUPERIORE

Pem Habitat Teatrali

Compagnia Pipa e Pece - Scuola di Musica Gershwin

VENERDÌ 31 GENNAIO 2020 // ORE 21.00

SABATO 29 FEBBRAIO 2020 // ORE 21.00

LO CHIAMAVANO BIANCANEVE

URLANDO FURIOSA UN POEMA ETICO

di Domenico Ferrari, Riccardo Piferi, Riccardo Pippa e Rita Pelusio con Rita Pelusio // regia di Riccardo Pippa

liberamente ispirato a “San Isidro Futbòl” di Pino Cacucci regia e drammaturgia di Titino Carrara con Titino Carrara e Giorgia Antonelli musicisti Maurizio Camardi e David Soto Chero

SALA CONSIGLIARE MULTIUSO - BONDONE

CINEMA TEATRO COMUNALE DI TIONE DI TRENTO

TEATRO RAGAZZI

DOMENICA 2 FEBBRAIO 2020 // ORE 17.30 Eccentrici Dadarò

Teatro Il Telaio - Samovar Teatro

UN ANATROCCOLO IN CUCINA

MIC CIRCFRATILOR

di e regia di Luca Salata // con Davide Salata e Luca Salata

CINEMA TEATRO COMUNALE DI TIONE DI TRENTO

TEATRO COMUNALE DI SAN LORENZO DORSINO

FUORI ABBONAMENTO

Spettacolo comico senza parole Liberamente ispirato a “Il brutto anatroccolo” di Andersen di e con Simone Lombardelli // regia di Dadde Visconti

GIOVEDÌ 16 GENNAIO 2020 // ORE 21.00

CENTRO SCOLASTICO DI DARÈ - SALA MULTIUSO - PORTE DI RENDENA

ANNA DEI MIRACOLI

Atir Teatro Ringhiera

Teatro Franco Parenti per l’Associazione lega del Filo d’Oro di William Gibson // adattamento e regia di Emanuela Giordano con Mascia Musy, Fabrizio Coniglio, Anna Mallamaci e Laura Nardi

TEATRO PARROCCHIALE DI RONCONE

SABATO 8 FEBBRAIO 2020 // ORE 21.00

di Gabriele Vacis e Arianna Scommegna con Arianna Scommegna // regia di Gabriele Vacis

TRE NOVELLE

a. ArtistiAssociati in collaborazione con Fiore e Germano

di Ferruccio Filipazzi // con Ferruccio Filipazzi - la voce che racconta e Claudio Fabbrini - la musica

TEATRO ORATORIO PARROCCHIALE DI STORO

TEATRO RAGAZZI

DOMENICA 19 GENNAIO 2020 // ORE 17.30 Compagnia Bella

di Giampiero Pizzol // con Laura Aguzzoni, Giampiero Bartolini, Raffaella Bettini e Giampiero Pizzol

TEATRO COMUNALE DI BERSONE - VALDAONE

FUORI ABBONAMENTO

TEATRO RAGAZZI

DOMENICA 26 GENNAIO 2020 // ORE 17.30 Stilema Unoteatro

STORIA DI UN PALLONCINO

CINEMA TEATRO PALADOLOMITI DI PINZOLO

VENERDÌ 6 MARZO 2020 // ORE 21.00

di Gipo Gurrado e Livia Castiglioni con Federica Bognetti, Andrea Lietti, Roberto Marinelli, Isabella Perego, Elena Scalet, Giuseppe Sconditti, Andrea Tibaldi, Cecilia Vecchio e Carlo Zerulo regia di Gipo Gurrado

IL ROMPIBALLE

Compagnia Teatro Binario 7

SABATO 14 MARZO 2020 // ORE 21.00

di Francis Veber - traduzione Filippo Ottoni con Paolo Triestino, Nicola Pistoia, Matteo Montaperto, Antonio Conte, Loredana Piedimonte, Alessio Sardelli regia di Pistoia e Triestino

MIA MOGLIE PARLA STRANO di e con Barbara Bertato e Alfredo Colina regia di Corrado Accordino

CENTRO POLIVALENTE DI CONDINO - BORGO CHIESE

CENTRO SOCIO-CULTURALE DI CIMEGO - BORGO CHIESE

Factory Compagnia Transadriatica

Il Teatro delle Marionette degli Accettella

DOMENICA 15 MARZO 2020 // ORE 17.30

IL MISANTROPO

di Molière // con Dario Cadei, Ippolito Chiarello, Angela De Gaetano, Franco Ferrante, Sara Bevilacqua, Luca Pastore, Fabio Tinella e Ilaria Carlucci traduzione e adattamento di Francesco Niccolini regia di Tonio De Nitto TEATRO RAGAZZI

I TRE PORCELLINI

TEATRO RAGAZZI

testo e regia di Danilo Conti e Antonella Piroli con Alessandro Accettella e Stefania Umana pupazzi Brina Babini

CASA MONDRONE DI PREORE - TRE VILLE

SABATO 28 MARZO 2020 // ORE 21.00

DOMENICA 23 FEBBRAIO 2020 // ORE 17.30

Produzione La Corte Ospitale, Attodue, Armunia - Castiglioncello

SPAVENTATI PANETTIERI

di e con Oscar De Summa

LA SORELLA DI GESUCRISTO

Collettivo Clown

di e con Silvano Antonelli

di Marco Cavallaro // regia di Marco Cavallaro con Marco Cavallaro, Claudia Ferri e Marco Maria Della Vecchia

TEATRO PARROCCHIALE DI FIAVÉ

AUDITORIUM - PALAZZETTO DELLO SPORT DI CARISOLO

Con la testa tra le nuvole, con i piedi per terra

THAT’S AMORE

VENERDÌ 14 FEBBRAIO 2020 // ORE 21.00

DOMENICA 16 FEBBRAIO 2020 // ORE 21.00

CAPPUCCETTO E IL LUPO

La Bilancia Produzioni in collaborazione con Esagera

SUPERMARKET. A MODERN MUSICAL TRAGEDY

LA MOLLI. DIVERTIMENTO ALLE SPALLE DI JOYCE CINEMA TEATRO COMUNALE DI TIONE DI TRENTO

omaggio a Pirandello

GIOVEDÌ 5 MARZO 2020 // ORE 21.00

Elsinor centro di produzione teatrale

SABATO 18 GENNAIO 2020 // ORE 21.00 Accademia Perduta Romagna Teatri

FUORI ABBONAMENTO

di e con il Duo Meroni Zamboni

Il calendario è suscettibile di variazioni per cause di forza maggiore.

Informazioni sul teatro e sul cinema in Trentino nel sito internet: www.trentinospettacoli.it

ABBONAMENTO LIBERO 4 SPETTACOLI DI PROSA Ingresso unico € 30,00

INGRESSO BIGLIETTI SPETTACOLI DI PROSA Intero € 10,00 / Ridotto giovani fino ai 14 anni € 8,00

ABBONAMENTO LIBERO 4 SPETTACOLI TEATRO RAGAZZI Ingresso unico € 15,00

INGRESSO BIGLIETTI SPETTACOLI TEATRO RAGAZZI Ingresso unico € 5,00

Comune di Sella Giudicarie

Comune di Bleggio Superiore

Comune di Bondone

Comune di Borgo Chiese

Comune di Caderzone Terme

Comune di Carisolo

Comune di Fiavé

Comune di Giustino

Comune di Massimeno

Comune di Pieve di Bono Prezzo

Comune di Pinzolo

Comune di Porte di Rendena

Comune di San Lorenzo Dorsino

Comune di Spiazzo

Assessorati alla promozione culturale

COMUNITÀ DELLE GIUDICARIE

CIRCUITO TEATRALE TRENTINO

LA RETE PROVINCIALE DELLO SPETTACOLO

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo

Direzione Generale per lo spettacolo dal vivo

Comune di Storo

Comune di Tione di Trento

Comune di Tre Ville

Comune di Valdaone


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