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Giudi iudicarie
il
iornale delle
LUGLIO 2014 - pag.
Mensile di informazione e di approfondimento
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ANNO 13- N. 7 LUGLIO 2014 - Mensile
Avis, Giudicarie palestra di generosità
EUROPEE
Ugo&Arno, eredità avvelenata
Nel C8 i donatori e le donazioni sono in crescita. Radiografia di un movimento in salute
di Antonio Scaglia Arno Kompatscher e Ugo Rossi si sono identificati, per naturale intuizione e per strategia politica, con un’esigenza popolare di cambiamento che ha esaurito la pazienza. Il vasto consenso popolare ha consegnato loro una delega di governo che si concentra fortemente sulla loro persona e che i media scolpiscono con il titolo di “Governatore”. Dai due Presidenti, i popolo sudtirolese/altoatesino e quello trentino si aspettano un segnale di discontinuità con le gestioni precedenti; non una demonizzazione o una fobia dei predecessori, ma un cambio di stile, di metodo, di obiettivi. Alcuni segnali ci sono stati, Per Kompatscher: l’alternanza nella Segreteria SVP, l’abbandono parziale della rigida spartizione di incarichi fra italiani e tedeschi, soprattutto nell’atteggiamento e nella priorità attribuita alla “fiducia” come tonalità dei rapporti fra italiani e tedeschi. Rossi ha puntato, nonostante le resistenze interne, sulla semplificazione e sulla restituzione dell’autonomia ai Comuni, anche nella legittimazione delle Comunità territoriali; ha proceduto a tagli consistenti; ha annunciato che i dirigenti provinciali non sono né inamovibili né perpetui; intende mettere mano ad alcuni elementi strutturali del sistema istruzione; ha stabilito pragmaticamente un’alleanza con il partner altoatesino / sudtirolese, quasi una modalità naturale nelle trattative con Roma. Il pasticcio dei Vitalizi non è stato solo un freno alla marcia da loro intrapresa. A pag. 6
Alle pagg. 4 e 5
Il 26 e 27 Pellegrinaggio in Adamello Estate nei rifugi Alle pagg. 8 e 9
La Comunità punta sul turismo Alle pagine 6 e 7
È stato firmato il 18 giugno il protocollo di intesa Turismo Giudicarie. Un accordo per realizzare nuovi progetti che coinvolgono le Giudicarie intere, favorendo sinergie tra enti ed operatori, e mettendo al centro l’ambiente naturale e le attività all’aria aperta , a partire dalla bicicletta (classica, mountain bike, e.bike),
con iniziative mirate anche per il trekking, la pesca, ed attività emergenti quali il bouldering ed il canyoning.
La scelta dei gestori del San Vigilio di Tione A PAGINA 8
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Ceis, Idee e investimenti per mantenere il livello attuale A pag. 18
ASSOCIAZIONI “Virtuosamente insieme” A pagina 31 SPORT Grande successo per la Dolomitica A pag. 35
Illocale“slot-free”
dentisti
ECONOMIA
Inter in ritiro
A pag. 33
Strutture ospitali per chi va in montagna
È stato un avvio di stagione assolutamente regolare per la gran parte dei 146 rifugi del Trentino, pur nella evidente condizione di eccezionalità ancora presente su alcuni versanti delle montagne trentine alle quote più elevate per l’ingente quantità di neve ancora presente sul terreno. A pagg. 10-12
A Baitoni 1000 allievi dei Vigili del Fuoco A pagina 32
Si è svolto in Valle del Chiese dal 26 al 29 giugno il 14°campeggio provinciale degli allievi dei vigili del fuoco volontari del Trentino. Oltre mille ragazzi dai 10 ai 16 anni, molte anche le ragazze oltre il 30%, provenienti da tutti i Distretti del Trentino, accompagnati dai loro istruttori hanno trascorso 4 giorni presso Idroland, la struttura nata sulla riva
settentrionale del Lago d’Idro e non ancora utilizzata a fini turistici.
La pesca va “online” Il Sarca in Internet grazie alle web-cam A PAGINA 17
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Rassegna Stampa
LUGLIO 2014
RASSEGNA STAMPA GIUGNO 2014
A cura della REDAZIONE
DALLE GIUDICARIE DALLAPROVINCIA Ragoli - Incredulità e dolore per la scomparsa di Luigi Bertelli. L’improvvisa scomparsa di Luigi Bertelli “calcherot”, per un incidente stradale, ha sconvolto l’intero paese di Ragoli, dove era persona conosciutissima, molto impegnata nel sociale. La sua grande passione il canto. Era una delle colonne portanti del coro Monte Iron. Era il baritono del complesso corale. Di lui però gli amici e i colleghi del coro ricordano soprattutto la grande passione per il sodalizio, l’allegria che riusciva a infondere a ogni trasferta. Di lui il presidente del coro Enzo Ballardini, legato a lui da grande amicizia, ha solo parole di stima di grandissimo attaccamento. “Era uno dei miei migliori amici. E mi sembra assurda e impossibile la fine che ha fatto. Era l’anima del nostro coro. Una persona impegnata, sempre pronta e disponibile verso tutti. Per noi tutti ma anche per l’intera comunità è davvero una grandissima perdita. Solo venerdì scorso abbiamo festeggiato con tutto il gruppo. E mi pare inverosimile che oggi non ci sia più”. Il cordoglio e l’apprensione per la tragica scomparsa di Luigi Bertelli hanno pervaso non solo a Ragoli, ma anche nei paesi vicini. Valle del Chiese- Denunciate una decina di famiglie per aver percepito indebitamente contributi per i figli minori rimpatriati -A scuola per giorni non si sono più presentati. Da qui sono partite le indagini degli agenti della Polizia Locale della Valle del Chiese, per smascherare l’indebita percezione di contributi e assegni di sostegno al reddito, da parte di una decina di famiglie di extracomunitari e comunitari, residenti nella zona di Storo. Si tratta di alcuni minori che frequentavano gli istituti della scuola dell’obbligo della zona, che, tutto d’un tratto, hanno smesso di frequentare regolarmente le lezioni. Le verifiche, iniziate solo al fine di determinare il rispetto dell’assolvimento dell’obbligo scolastico, hanno consentito di far venire a galla l’indebito ritiro di contributi, sia per assegni di sostegno al reddito familiare, sia per contributi per affitti, che le famiglie con redditi bassi percepiscono dagli uffici della Comunità di Valle. Stenico - Bosco Arte Stenico: alla seconda edizione artisti da tutto il mondo - Sta assumendo sempre più i toni dell’internazionalità Bosco Arte Stenico. Alla seconda edizione, sono 86 i bozzetti arrivati da tutto il Mondo. Solo 25 hanno avuto la possibilità di concretizzare la loro idea. Ma, tantissimi artisti, anche d’oltre Oceano (Brasile, Australia, Cile, Giappone ecc.), avrebbero ambito di poter presenziare alla manifestazione organizzata dal comune di Stenico su uno dei sentieri diventati famosi per le opere d’arte che, dallo scorso anno accompagnano, gli escursionisti lungo uno dei percorsi panoramici della località. Val d’Algone - Un milione di euro per il nuovo elettrodotto della Val d’Algone - Riportare l’energia elettrica in Val d’Algone con un elettrodotto pubblico per eliminare il forte inquinamento ambientale (acustico e da emissioni) dei gruppi elettrogeni che dal 1970 forniscono energia agli edifici, alcuni di proprietà comunale e delle ASUC di Stenico. È una delle cose di massima importanza messe in agenda dal comune di Comano Terme che stanno per essere tradotte in opere. Tione - Il Guetti si aggiudica il titolo di Scuola più sportiva del Trentino - Sono il Comprensivo di Mattarello e il “L. Guetti” di Tione ad essersi guadagnate il titolo di “Scuola più sportiva della provincia 2014”,
rispettivamente per gli Istituti comprensivi e per gli Istituti superiori della provincia di Trento. Le premiazioni hanno avuto luogo presso l’Istituto Comprensivo Aldeno-Mattarello, alla presenza dell’assessore provinciale allo sport, Tiziano Mellarini; della dirigente del Dipartimento della Conoscenza, Livia Ferrario; del dirigente del Servizio Infanzia e Istruzione del primo grado Roberto, Ceccato; del coordinatore del Settore Educazione Fisica della Provincia, Andro Ferrari e del presidente del CONI, Giorgio Torgler. Val Rendena - Anche la Pedretti Graniti ricorre alla mobilità per cinque dipendenti - Non ha portato bene alla ditta Pedretti Graniti quell’accumulo preventivo di tonnellate di granito alle porte di Spiazzo Rendena, in vista della fine delle concessioni in val di Genova. Anche per quell’impresa di Carisolo, improntata più sul familiare, che sull’artigianale (molti dipendenti appartengono alle famiglie dei quattro fratelli), è arrivata una crisi che sembrava non dovesse arrivare mai. Dal 1966, hanno estratto senza sosta la preziosa tonalite da una delle valli più belle del Trentino. E ora la congiuntura ha toccato anche il loro settore. E’ così che l’azienda è costretta a mettere in mobilità cinque, dei 16 dipendenti dell’azienda. Giudicarie - Un unico Piano di Gestione per il fiume Sarca. Dall’Adamello al lago di Garda - Per il fiume Sarca ora c’è un unico Piano di Gestione. Dall’Adamello al lago di Garda. L’ha deliberato il Bim lo scorso 12 giugno, dopo aver avuto l’avvallo delle due conferenze della rete: Basso Sarca e Alto Sarca, di cui fanno parte 35 comuni, tre Comunità di Valle, la Provincia e il Bim come capofila. “Per la prima volta – ha spiegato il presidente del Bim del Sarca Gianfranco Pederzolli – tutti i comuni rivieraschi prendono coscienza dell’importanza di avere un progetto unitario con cui affrontare assieme un piano di recupero e valorizzazione, sia in termini ambientali, che turistici e sociali”. La programmazione guarda lontano. Dodici sono gli anni contemplati dal protocollo. Ma, al suo interno, è possibile inserire anche le azioni che i soggetti pubblici (Comuni, Comunità, Bim e Provincia) intendono svolgere nel prossimo triennio 2016-2018.
I cattivi pensieri
di Eta Zeta
Tanti amministratori nostrani fanno il diavolo a quattro per un garage dei pompieri o un metro di marciapiede. Nessuno, però, che dica qualcosa sulle VERGOGNOSE LUNGAGGINI DEL NOSTRO OSPEDALE. Evidentemente, sono tutti sani (e muti) come i pesci!
Provincia - Rurali, utili per 36 milioni. In crescita soci e raccolta - Il sistema bancario italiano nel 2013 ha totalizzato 22,2 miliardi di perdite. Un disastro, da cui si salvano quasi solo le banche di territorio: le Bcc italiane hanno chiuso i bilanci in territorio positivo, con 10 milioni di utile. Il sistema delle Casse Rurali trentine ha realizzato complessivamente 36 milioni di utili. In Trentino anche nell’ultimo anno sono cresciuti i soci (1081 in più, ora a 125 mila) e i dipendenti (22 in più, ora a 2.784). In crescita del 2,1% la raccolta complessiva (17,4 miliardi). Il patrimonio è di 2,2 miliardi di euro (+3,1%). Questa la fotografia del sistema di credito cooperativo trentino rappresentata ai primi di giugno presso la sala della Cooperazione a Trento dal responsabile di settore Ruggero Carli all’annuale assemblea di settore. Provincia - Ocse, la Provincia taglia i fondi - La spending review fa tremare anche la sede di Trento dell’Ocse, acronimo che sta per organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. La giunta provinciale è infatti intenzionata a sospendere i finanziamenti che fin qui hanno consentito all’organizzazione internazionale (i paesi membri sono 34) di mettere radici a Trento e sviluppare la propria attività. L’Ocse dunque sembra destinata a cadere sotto la mannaia della spending review provinciale, forse anche per via dei suoi obiettivi tanto “alti” e tanto distanti con la realtà locale attuale. Trento - Molotov contro la sede del Partito Democratico – Un’azione dimostrativa che ha destato grande inquietudine, quella portata contro la sede del Pd trentino a metà giugno. Una bottiglia molotov è
stata lanciata contro il portone dello stabile che ospita la sede provinciale del Pd, in via Gazzoletti. La bottiglia conteneva un liquido infiammabile e ha subito preso fuoco. Tutto intorno sono stati lanciati volantini contro l’Alta Velocità e di solidarietà ai 4 anarchici arrestati nelle manifestazioni contro la Tav in val di Susa. Nei volantini c’era anche un attacco diretto al Pd che viene definito «Partito della repressione» per la sua posizione a favore della Tav.. Dei rilievi si sono occupate la Digos e la Polizia scientifica. Grande preoccupazione e solidarietà a Pd è giunta da tutte le forze politiche provinciali. Provincia - Banikitalia, Trentino luci ed ombre - Nel corso del 2013 è proseguita la fase recessiva in Trentino-Alto Adige: secondo le stime di Prometeia il prodotto regionale sarebbe calato dell’1,2 per cento, con un andamento lievemente più favorevole di quello osservato nel Nord Est e a livello nazionale. Per il 2014 le imprese intervistate prevedono una flessione più lieve degli investimenti e un’espansione del fatturato. Nel 2013 il valore delle esportazioni ha continuato a crescere in entrambe le province. In provincia di Trento l’incremento delle vendite estere è stato più modesto (1,1%), esito di un calo nel primo semestre compensato da un incremento nel secondo (1,5 e +3,9%). Prosegue la crisi del comparto delle costruzioni, che ha registrato un calo del 2,2% del valore della produzione. Nel 2013 il mercato del lavoro ha sostanzialmente tenuto: il tasso di disoccupazione è risultato in lieve aumento e ha raggiunto livelli elevati in prospettiva storica (6,6% in Trentino e 4,4% in Alto Adige nella media del 2013) pur confermandosi basso nel confronto nazionale.
Provincia - Visittrentino, portale al top - Il portale istituzionale del turismo provinciale, visittrentino. it, si conferma al top fra i siti di destinazione turistica nel Belpaese. Lo certifica una ricerca di Audiweb, l’organismo che rileva i dati di audience di internet in Italia, che segnala come, dai monitoraggi condotti da dicembre 2013 ad aprile 2014, il portale trentino sia risultato il primo nel ranking nazionale in termini di utenti unici. Un dato significativo per uno strumento strategico per la promozione territoriale, da oltre 6 milioni di visitatori l’anno. Il portale ha inoltre da poco superato la soglia di 100 mila likers nella pagina Facebook, aperta nel 2010 e pluripremiata per il livello di coinvolgimento da parte degli internauti. Provincia - Nuovi collegamenti low cost verso la Germania – È stata lanciata a fine giugno a Berlino e Amburgo una campagna per promuovere i nuovi voli diretti dall’aeroporto Catullo con l’obiettivo di incentivare i flussi dalla Germania verso queste destinazioni. Con queste premesse a luglio 2013 è nata la “nuova” Germanwings, la compagnia low fare del Gruppo Lufthansa. A distanza di un anno,forte di un dato di 800 mila passeggeri sulle rotte italiane registrato nel 2013. Al centro di questo potenziamento, in l’Aeroporto Valerio Catullo di Verona, dove dal 2005 la compagnia opera una rotta estiva sulle città di Colonia e Bonn, e a cui ora si aggiungono i nuovi voli diretti per Amburgo - con due frequenze settimanali il martedì e il sabato - e Berlino Tegel con tre frequenze a settimana martedì, giovedì e sabato. Project leader di questa iniziativa promozionale, che avrà una durata biennale, sarà proprio il Trentino.
Trentino-Lombardia-Veneto - Nuova ciclabile, Garda interconnesso “Garda by bike” sarà il nuovo grande percorso per biciclette che lega tutte le località attorno al Lago di Garda e nelle zone limitrofe. Un pista ciclabile lunga 190 chilometri, che corre attorno al lago di Garda. Il protocollo d’intesa è stato firmato a fine giugno presso il Palacongressi di Riva del Garda per un itinerario interregionale che è il frutto di un accordo a quattro tra la Provincia di Trento e le Province di Brescia, Mantova e Verona. Nel protocollo si sottolinea come sia indispensabile favorire le condizioni di massimo utilizzo della bicicletta, divulgando il più possibile le informazioni sulle opportunità di percorso, in particolare, in una zona altamente turistica come quella del Benaco. La rete delle piste ciclabili, quasi 450 chilometri, è per il Trentino di fondamentale importanza e questo protocollo aggiunge un ulteriore tassello a un’offerta già molto ricca.
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Primo Piano
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Dei 18mila donatori trentini, 2000 sono giudicariesi
Il 12% dei trentini che si sottopongono periodicamente al prelievo di sangue per contribuire al fabbisogno mondiale di plasma, abita nei trentanove comuni giudicariesi. Qui, sono attive sei associazioni Avis. Che, ogni anno, concorrono all’autosufficienza regionale, con quasi 2.800 donazioni. Nel 2012, Condino, StoroBondone, Tione, Pieve di Bono, Alta val Rendena e Giudicarie Esteriori (queste le sei associate Avis operanti sul territorio) hanno totalizzato 2.475 donazioni. Nel 2013, quando in tutto l’ambito regionale si è assistito a un calo generalizzato di raccolta, l’Avis giudicariese ha contato 2.797 donazioni: 321 in più dell’anno precedente. Solo Condino, ha fatto segnare 37 “conferimenti” in meno. Mentre le
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di Ettore Zini l 14 giugno, come ogni contribuisce a raccoglieanno, anche in Trentino si è festeggiata la giorna- re sangue: il dono più prezioso che un uomo e una ta mondiale della donazione di sangue. L’Italia, donna possano fare ai loro simili. In Italia sono più di e il Mondo, si sono colorati di blu Avis: il colore che, un milione e settecento mila i donatori. In Trentino assieme alla goccia di sangue rosso rubino, spicca nel sono 17.900. In Giudicarie alla fine del 2013 esattalogo dell’associazione italiana che, più di ogni altra, mente 1.998. Avis di “Tione” e “Alta Val Rendena”, hanno totalizzato un positivo + 140 il primo e + 104 il secondo. Segno che, anche in momenti come questi, nelle nostre valli prosegue a pieno ritmo la gara di generosità che da sempre contraddistingue l’associazionismo locale. Donare il sangue – è stato scritto – è uno dei più nobili atti di altruismo che una persona possa compiere. Tanto più che, in Italia, a differenza di alcune nazioni, dove la donazione è compensata da una cifra di denaro più o meno consistente, il dona-
tore non percepisce nulla. Solo le associazioni dei donatori ricevono un rimborso spese che varia da 30 a 35 euro a sacca. In Trentino , è la Provincia che provvede. I donatori sono tutti volontari. Ben motivati e consapevoli. Grazie al loro gesto e alla loro grande disponibilità si salvano innumerevoli vite umane. Di sangue, e suoi derivati (plasma e piastrine), c’è sempre maggior necessità. Si stima un fabbisogno di quaranta sacche ogni 1.000 persone. Con un trend in costante crescita per l’aumento dell’età media della popola-
zione, per i sempre più complessi e delicati interventi chirurgici, e per la cura di talune malattie ematiche. In Trentino fortunatamente siamo autosufficienti. Basti pensare che, nel 2013, sono state raccolte 23.374 unità di sangue che, pur palesando numeri inferiori rispetto all’anno precedente (allora ne erano state contabilizzate 966 in più), rappresenta pur sempre un dato ragguardevole per una provincia come la nostra. Da anni in grado di non dipendere da altre regioni. “Un bilancio che - spiega la presidente regionale Adriana Faccini – va inserito in un conteso nazionale che ha visto diminuire la richiesta in media del 6/7%, e in qualche provincia anche dell’8%”. Un calo, spiegato dalla riduzione della spesa pubblica che non ha lasciato immune nemmeno il Trentino. Che, per l’Avis, si traduce anche una riduzione di personale medico e infermieristico addetto ai punti di prelievo. Per fortuna però, spiega Adriana Faccini, c’è stata un’evoluzione negli interventi chi-
rurgici, con il conseguente uso più limitato di sangue. “A conti fatti – ha spiegato la presidente nell’assemblea regionale, di Pinzolo, lo scorso 6 aprile – la riduzione media di raccolta di sangue in Trentino si limita al 4%. Nel triennio 20112013 si contano mediamente 23.000 donazioni l’anno, confermando l’Avis come l’interlocutore più importante dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, alla quale garantisce da anni l’autosufficienza interna”. Dallo scorso anno l’Avis del Trentino è “Equiparata Regionale”. Con l’unificazione dell’Avis Tridentina Provinciale e l’Avis Equiparata Regionale si sono unite risorse umane, e si sono razionalizzati soprattutto i costi, dando maggior efficienza operativa a tutta la struttura. Nel 2004 l’Avis della nostra Provincia si è riorganizzata. Il sangue che si raccoglie viene portato alla Banca del Sangue di Trento e al Centro Trasfusionale di Rovereto. Non viene più utilizzato intero, ma frazionato in globuli rossi, plasma e piastrine. I progressi
nella medicina permettono infatti trasfusioni ad hoc. Chi subisce un trapianto di fegato, per esempio, ha bisogno di globuli rossi. Inoltre dal plasma si ricavano farmaci molto evoluti per la cura della leucemia, per l’emofilia, per l’anemia mediterranea. Le diverse sedi sul territorio si occupano della raccolta di nuovi donatori, della promozione, e dei rapporti con il territorio. Ogni settimana l’azienda sanitaria comunica all’Avis il suo fabbisogno suddiviso per quantità e tipo. Dagli uffici centrali viene organizzata la raccolta negli otto centri: Trento, Rovereto, Arco, Borgo, Cles, Mezzolombardo, Pergine e Tione. Oggi l’Avis trentina comprende: l’Avis Intercomprensoriale Valli del Noce, trentanove Avis comunali, otto Avis di Base, un gruppo Guardia di Finanza di recente acquisizione. In questo contesto, figurano le sei sezioni giudicariesi che fanno capo all’Unità di raccolta dell’Ospedale di Tione, dove nel 2013 sono stati registrati 2.303 prelievi di sangue intero, dei 20.845 effettuati su scala provinciale. In termini numerici, 360 in più dell’anno precedente, contro i meno 549 dell’Ospedale di Rovereto e i meno 600 della Banca del Sangue di Trento.
Parla Adriana Faccini, condinese, prima presidente donna dell’Avis del Trentino
«Trentino autosufficiente a livello di sangue» Non tutti sanno che la presidente Avis del Trentino è giudicariese. Si chiama Adriana Faccini. E’ originaria di Brione. Vive a Condino. Sposata con due figli. E’ responsabile di un ipermercato della valle del Chiese. Nel 1986 è entrata come donatrice nell’Avis comunale di Condino. Dalla primavera scorsa è la presidente Avis del Trentino equiparata Regionale. E’ subentrata al senatore Aldo Degaudenz. Non c’è manifestazione che non la trovi in prima fila tra i gonfaloni e i gagliardetti dei donatori. Ha un fare deciso. E quando c’è da difendere i valori di sussidiarietà dell’Ente, non usa una mezze parole. Come in occasione della recente assemblea provinciale tenutasi a Pinzolo, dove non ci ha pensato due volte a stigmatizzare il vergognoso il comportamento della Svizzera che si è rifiutata di fornire sangue alla Grecia, in quanto non in grado di farvi fronte finanziariamente. “ Il perdurare della crisi economica internazionale – ha aggiunto – non
facilita il nostro operare associativo, ma ci deve spronare ad ottimizzare le risorse per ottenere il massimo dei risultati. Ed è solo affermando i fondamentali elementi di solidarietà che saranno salvaguardate le fasce più deboli”. Rimanendo all’interno dei confini provinciali definisce “un’eredità importante” quella lasciatale dal suo predecessore. E’ conscia dell’impegno assunto che, dice, cercherà di svolgere nel migliore dei modi. Ai vertici dell’associazione ci è arrivata per gradi: quattro anni come presidente della sezione Avis di Condino, quattro anni all’interno del consiglio provinciale. Altrettanti nell’esecutivo regionale. Poi la nomina votata a stragrande maggioranza dai delegati dei 17.900 associati. Un impegno gravoso. Ma anche gratificante. Che le ha permesso di essere la prima donna presidente dell’ Avis del Trentino (solo in Friuli c’è un’altra donna alla guida di un Avis Regionale), e anche la prima presidente Avis giudicariese.
Alla domanda: come sta l’Avis trentina? La risposta è rassicurante. “Oggi – spiega – grazie ai notevoli progressi in campo medico e un più ragionato utilizzo del sangue, nonostante il calo delle donazioni a livello provinciale, il Trentino è autosufficiente. Anzi, siamo in grado di esportare quantitativi di sangue a regioni che ne hanno necessità”. Negli ultimi anni, spiega Adriana Faccini, c’è stata un’importante evoluzione organizzativa che ci ha permesso di razionalizzare l’utilizzo della raccolta. E questo, dice la presidente, in virtù di medici molto attivi e preparati come il dott. Attilio Cristallo, responsabile del Centro Trasfusionale di Trento . “E’ grazie a figure professionali come queste che l’Avis ha fatto un notevole salto di qualità”. “Quest’anno - dice la presidente – c’è un rigurgito di donazioni . Nel primo semestre di quest’anno, dopo un anno un po’ deludente, siamo già a più 1.000. Quindi, si spera di recuperare il gap
del 2013”. Parole di gratitudine non mancano per tutte le sezioni Avis che coprono capillarmente il territorio. “Da parte di tutti c’è un impegno davvero lodevole. Se, la nostra organizzazione “tiene”, è grazie all’impegno collettivo: dai presidenti e direttivi delle sezioni, all’ultimo dei donatori. Per tutti, bisogna dire che non bastano parole di elogio”. E in Giudicarie? Qual’ è la situazione? Anche qui, ci sono solo apprezzamenti. “Ci sono stati anni difficili in cui alcune sezioni erano allo sbando. Il giro di boa è arrivato con la rivoluzione della raccolta che da itinerante è diventata fissa. Oggi non sono più i medici che vanno sul territorio a raccogliere il sangue. Ma è il donatore che utilizza le strutture ospedaliere come quella di Tione per compiere il proprio dovere di avisino”. Un cambiamento di cui hanno beneficiato le strutture periferiche. Soprattutto quelle giudicariesi. Oggi tra le più attive in Regione.
Adriana Faccini
Tutto bene, dunque? “Tutto bene. Anche se è bene non accontentarsi. I traguardi ambiziosi sono anche i più stimolanti!”. La presidente dell’Avis è conscia che il resto del mandato sarà ancora più impegnativo. “Ma diventare donatore - dice - ha a che fare con la solidarietà umana. Il senso di comunità che prevale sull’individualismo”. (e.z.)
Primo Piano
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Le nostre Avis: palestre di altruismo a disposizione del prossimo
Il sangue un dono prezioso. Anche i giovani sempre più vicini all’associazione La gestualità è sempre la stessa: si scopre il braccio, arrotolando la maglia o la camicia, poi si infila l’ago per raccogliere il sangue che sgorga copioso dalle vene. I controlli puntigliosi per verificare lo stato di salute del donatore e la qualità del sangue donato. Le disponibilità periodiche, che diventano quasi un rito. A cui gli associati Avis delle nostre valli si sottopongono da oltre mezzo secolo. I primi sono stati i donatori di Tione: dodici pionieri che nel 1953 hanno dato vita alla prima Avis di
casa nostra. Oggi quei volenterosi sono diventati 589. Erano 576 l’anno scorso, in occasione dei festeggiamenti del 60° della prima associazione Avis delle Giudicarie. Poi nel tempo si sono accodate le altre cinque sezioni che oggi contano complessivamente quasi 2.000 adepti. Nel 1963 è stata la volta dell’Avis comunale di Pieve di Bono che forte di oltre 200 soci, raggruppa donatori da tutti e nove i paesi della “Conca”, più Lardaro. L’anno successivo è stata fondata la l’Avis Comunale Alta
concessionario
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entre a livello provinciale quasi tutte le altre sezioni hanno denunciato nel 2013 un calo anche vistoso di donazioni, la “falange” dei donatori di sangue giudicariese “tiene”. Duemila persone che perpetuano nel tempo un gesto di generosità davvero encomiabile. Migliaia di gocce di sangue che ogni anno vengono raccolte, Rendena che lo scorso anno ha festeggiato il 50° di attività. Ha all’attivo quasi 500 donatori. Sempre nel 1964 la bassa val del Chiese non ha voluto essere da meno, costituendo l’Avis StoroBondone che oggi di associati ne conta 190. Lo stesso è accaduto a Condino. Dove, a distanza di pochi mesi, è stato costituito l’Avis comunale, a cui fanno capo anche i donatori di Brione, Cimego e Castello. Con quest’ultima sezione si chiude il cerchio delle associazioni donatori di sangue che presidiano il nostro ambito territoriale. Fanno capo al centro prelievi dell’Ospedale di Tione, dove un’equipe medica, formata dal dott. Vincenzo Cutrupi, li segue con grande attenzione e professionalità. Da lì le “sacche” vengono spedite a Trento alla Banca del sangue, dove prevalentemente la raccolta viene utilizzata per l’uso interno delle nostre Unità ospedaliere. Solo il gruppo Storo-Bondone effettua le sue donazioni a Bagolino,
a beneficio dell’ospedale Civile di Brescia. I prelievi hanno una cadenza trimestrale. In un anno ne vengono fatti quattro. Nel 2013 Storo-Bondone ha totalizzato 241 donazioni. In media due per ogni iscritto, mentre su scala nazionale è di 1,6. In fatto donazioni anche i numeri comprensoriali sono molto alti: in proporzione al numero di abitanti abbiamo 4,9% di donatori, contro la media nazionale che è del 2,9%. Come si può costatare, in Giudicarie, i volontari del sangue stanno facendo registrare ottimi risultati. Non da meno è il fronte delle iscrizioni. L’Avis di Pieve di Bono, per esempio, nel 2013 ha aggiunto
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trattate e immagazzinate per offrire speranza di vita a chi di quel liquido prezioso ne ha bisogno. Da nord a sud, da est a ovest, non c’è paesino delle valli giudicariesi che non annoveri chi, di quei nobili gesti di altruismo, è in grado di fare con la stessa semplicità (e grandezza d’animo) con cui si beve un bicchiere d’acqua.
altri venti nuovi nominativi nel proprio organico. E nei primi mesi di quest’anno altrettanti hanno rinfoltito la sezione. Segno inequivocabile che qui, come del resto in tutti i paesi dell’asta giudicariese, generosità e disponibilità a donare il sangue sono ancora molto sentite. Una vera e propria palestra di altruismo a disposizione del prossimo. L’appello – dicono i presidenti zonali – è rivolto soprattutto ai giovani. Il successo di questa gara di altruismo che, anche nel paesino più sperduto, si perpetua dagli anni ’50 è affidato alle nuove generazioni. L’età media del donatore tipo va dai 40 ai 45 anni. Ma da qualche tempo
ci sono molti giovani che si prestano in questo impegno davvero vitale per la salute altrui. Tra i donatori non mancano le rappresentanti del gentil sesso. Per loro la legge stabilisce che debbano limitarsi a sole due donazioni (i maschi ne possono fare anche quattro). Ma le figure femminili all’interno dell’Avis sono in aumento. Qualcuna, come Adriana Faccini di Condino, dopo anni di impegno attivo all’interno dell’associazione, è arrivata fino ai vertici. Diventando dal 2013, la prima presidente regionale Avis donna, e la prima presidente Avis giudicariese nelle alte sfere dell’organizzazione. Ettore Zini
Le sezioni Avis giudicariesi VASTISSIMO ASSORTIMENTO GIOIELLERIA E ARTICOLI REGALO
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Avis di Tione. E’ stata fondata nel 1953 con 12 soci. Oggi conta ne conta quasi 600. Abbraccia gli iscritti della Bassa Rendena, della Busa di Tione e dell’Alta val del Chiese fino a Roncone. L’attuale direttivo ha come presidente Felice Ventura, vice Mario Bonomi. Gli altri otto membri della direzione (4 in rappresentanza di Tione, 2 della Rendena, 1 per preore e dintorni e 1 per l’alto Chiese) sono: Sandra Bazzanella, Nello Bonazza, Edoardo Bazzoli, Giulio Dorna, Franco Righi, Pierluigi Salvaterra, Claudio Castellani, Stefano Salvadori, Giovanni Manazzalli. Nel 2013 ha festeggiato il 60°. Sono stati premiati 150 donatori tra cui 3 medaglie d’oro e 28 di argento dorato. Avis delle Giudicarie Esteriori. Esiste dal 1964. A dicembre, i soci attivi erano 418, più 14 soci collaboratori ed ex donatori. Le donazioni effettuate nel 2013 sono state 515, con un aumento di 54 unità rispetto al 2012. Al 30 aprile di quest’anno, se ne contano già 200. Il direttivo è composto da: presidente Alfonso Sottini,vice Leonardo Luchesa e Mariagrazia Bosetti, segretaria Mara Zambotti, amministratore Piero Maturi,alfiere Bernardo Baroldi. Consiglieri: Antonello Appoloni, Silvia
Bagattini, Luca Brena, Remo Buratti, Cecilia Caldera, Albino Dalfior, Costante Farina, Ezio Farina, Pierluigi Giovanelli, Renzo Parventi, Gianfranco Rigotti, Alfiero Serafini. Revisori: Amadio Luchesa, Davide Bugoloni, Cristian Lorenzi, Adriano Parisi. Nel 2012 ha festeggiato il 40°. Avis di Pieve di Bono. Anno di fondazione 1963. Il direttivo: Facchini Emiliano presidente. Filosi Egidio vice. Pernisi Renzo Cassiere. Armani Antonio Segretario. Pellizzari Marzio Revisore dei Conti. Consiglieri: Bocchio Rosa, Bugna Igor, Busetti Pierangelo, Maestri Renato, Pernisi Tullio, Vender Elisa, Festi Serena. Avis Storo-Bondone. C’è dal 1964. Primo presidente Angelo Cortella. Poi ne hanno retto le sorti: Marcello Cosi, Antonio Folloni, Mario Quai, Giancarlo Girardini, Germano Ferrari. Da sette anni presidente è Scaglia Francesco coadiuvato dai vice: Vania Cimarolli e Zaira Moneghini. Segretaria Paola Cimarolli. Consiglieri: Domenica Cattarina, Giovanni Ferrari, Andrea Negri, Daniele Scaglia, Loris Scarpari. Le donazioni vengono effettuate a Bagolino, per conto dell’Ospedale di Brescia. I soci sono 190. Quest’anno è stato festeggiato il 50° di fondazione.
Avis Condino. E’ stata fondata nel 1964. Raggruppa donatori di Condino, Cimego, Castello e Brione. Per circa quattro anni negli anni 90 è rimasta inattiva. E’ stata ricostituita nel 1999 sotto la presidenza di Michele Gualdi. L’attuale presidente è Michele Faccini. Nel direttivo figurano: Serena Butterini e Alessia Butterini vice, Roberto Bagozzi segretario. Consiglieri: Adriana Faccini, Martino Faccini, Mauro Mascheri, Michele Zulberti, Eleonora Poletti, Davide Bagattini, Sabrina Marietti, Gabriele Antolini. I soci attivi 164. A settembre sarà festeggiato il 50° di fondazione. Avis Alta Rendena. C’è dal 1963. Ha sede a Pinzolo. I 467 donatori del 2013 sono diventati 480. Nel 2013 le donazioni sono state 677. Al 15 giugno 320 donazioni e 30 nuovi associati. Il direttivo è formato da: Francesca Trombini presidente, Valentina Seppi segretaria, Roberto Sauda vicepresidente, Dino Salvadei amministratore, Luigia Bernardini responsabile rapporti UR. Consiglieri: Tullia Giovannella, Debora Pellegrino, Giorgio Maffei. sector2011@libero.it
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Economia
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Comunità delle Giudicarie, oltre mezzo milione per il turismo
Apt di ambito, Consorzi turistici e Comunità di valle insieme per un progetto di sviluppo del territorio che punta su cicloturismo ed eBike, pesca sportiva, outdoor per la valorizzazione e promozione del territorio «Tenuto conto che il Turismo è, e si ritiene sarà anche in prospettiva, il settore trainante dell’economia giudicariese, in termini di flussi direttamente generati ed in termini di indotto, anche alla luce del delicato momento che sta attraversando l’economia, la Comunità delle Giudicarie ha approvato nel Bilancio per l’esercizio finanziario 2014 un apposito stanziamento a supporto dell’economia e dello sviluppo sostenibile del territorio» -ha detto presentando il piano la Presidente Patrizia Ballardini. Sul piatto 550 mila euro che potranno essere utilizzati dai Consorzi e dalle Apt di ambito per progetti condivisi e in linea con l’Accordo Quadro per il Piano Territoriale di Comunità. Obiettivo: costruire e finanziare un progetto “di sistema” che coinvolga tutte le Giudicarie, per favorire l’aumento dei flussi turistici, legati in particolare a forme di turismo sostenibile. Un tentativo forte di portare avanti delle iniziative insieme su
È stato firmato il 18 giugno il protocollo di intesa Turismo Giudicarie. Un accordo per realizzare nuovi progetti che coinvolgono le Giudicarie intere, favorendo sinergie tra enti ed operatori, e mettendo al centro l’ambiente natu-
tutto il territorio puntando su attività legate alla natura e allo sport come il cicloturismo, l’eBike, la mountain bike, il downhill, la pesca, il trekking, l’extreme outdoor, con il canyoning e il parapendio, il bouldering. Il tutto per qualificare ulteriormente e progressivamente l’offerta, in particolare rispetto al target ‘famiglie’, e di favorire anche la progressiva destagionalizzazione. Ciacuna delle quattro zone delle Giudicarie, ha puntato su un ambito ben preciso.
Tra i progetti inclusi nel protocollo, in corso di finalizzazione in questi giorni, uno riguarda il cicloturismo e la e.bike, come relazionato dalla direttrice delle Terme di Comano Alessandra Odorizzi: «Già da tempo ci stiamo muovendo per rendere attrattivo il nostro territorio per gli amanti della bike. In questa fase abbiamo cercato di ampliare il target affiancando ai prodotti per il cicloturismo “classici” come le piste ciclabili e percorsi e itinerari per la mtb
rale e le attività all’aria aperta , a partire dalla bicicletta (classica, mountain bike, e.bike), con iniziative mirate anche per il trekking, la pesca, ed attività emergenti quali il bouldering ed il canyoning. come il Dolomiti di Brenta Bike anche un nuovo modo e un nuovo approccio allo sport che permette anche ai meno allenati la possibilità di pedalare». L’idea è quella di puntare su l’ebike, la bici a pedalata assistita, che sta avendo un forte incremento di utenti e che apre le porte ad un nuovo mercato. Inoltre, completano l’offerta per gli amanti delle due ruote altre attenzioni e servizi come le colonnine ripara bici o il Servizio di bicibus ormai attivo da due anni. Poi il progetto legato alla pesca, introdotto dal direttore del Consorzio per il Turismo Giudicarie centrali, Redi Pollini: «La pesca apre a fine febbraio, e chiude a fine settembre, ed è quindi uno strumento privilegiato per puntare alla destagionalizzazione. Abbiamo cercato di rendere la pesca fruibile da una platea più ampia e di fornire ai pescatori le
informazioni necessarie in tempo reale, prime tra tutte la possibilità di sapere se le acque del fiume sono pescabili». Per questo l’installazione di sei webcam (4 sul Sarca e 2 sul Chiese) che daranno un’immagine costante e aggiornata dello stato dell’acqua anche tramite computer o smartphone. Per questo una serie di piattaforme in zinco-legno affacciate, non solo su laghi come Cornisello, Strembo o Ponte Pià, ma anche lungo fiumi rigogliosi come Sarca e Chiese. Con l’obiettivo di facilitare l’esercizio della pesca ad anziani con problemi di deambulazione e a pescatori diversamente abili. Infine, brochure didattiche, filmati e strumenti digitali di informazione, in grado di permettere l’acquisto a distanza dei permessi di pesca e di localizzare l’itinerario del corso d’acqua tramite Gps.
Su valorizzazione e standardizzazione dei punti informativi presenti in Giudicarie e il percorso dedicato al downhill al Doss del Sabion i progetti presentati da Giancarlo Cescatti, direttore dell’Apt Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena. Con il primo «si auspica di uniformare e di rendere visibili e riconoscibili i punti informativi dei quattro ambiti, con il secondo si cerca di completare l’offerta per i biker con un settore in forte espansione e che permette un divertimento adrenalinico, che in Giudicarie manca». A completare la descrizione dei progetti, il presidente del consorzio per il Turismo valle del Chiese Massimo Valenti, che ha illustrato la iniziativa boulder park: «Un progetto molto importante che qualifica tutta la valle del Chiese e che affianca all’arrampicata sportiva tutta una serie di attività legate all’outdoor. Un’offerta che va a impreziosire l’offerta di tutte le Giudicarie».
L’EDITORIALE di Antonio Scaglia*
Ugo&Arno, eredità avvelenata Arno Kompatscher e Ugo Rossi si sono identificati, per naturale intuizione e per strategia politica, con un’esigenza popolare di cambiamento che ha esaurito la pazienza. Il vasto consenso popolare ha consegnato loro una delega di governo che si concentra fortemente sulla loro persona e che i media scolpiscono con il titolo di “Governatore”. Dai due Presidenti, i popolo sudtirolese/altoatesino e quello trentino si aspettano un segnale di discontinuità con le gestioni precedenti; non una demonizzazione o una fobia dei predecessori, ma un cambio di stile, di metodo, di obiettivi. Alcuni segnali ci sono stati, Per Kompatscher: l’alternanza nella Segreteria SVP, l’abbandono parziale della rigida spartizione di incarichi fra italiani e tedeschi, soprattutto nell’atteggiamento e nella priorità attribuita alla “fiducia” come tonalità dei rapporti fra italiani e tedeschi. Rossi ha puntato, nonostante le resistenze interne, sulla semplificazione e sulla restituzione dell’autonomia ai Comuni, anche nella legittimazione delle Comunità territoriali; ha procedu-
to a tagli consistenti; ha annunciato che i dirigenti provinciali non sono né inamovibili né perpetui; intende mettere mano ad alcuni elementi strutturali del sistema istruzione; ha stabilito pragmaticamente un’alleanza con il partner altoatesino / sudtirolese, quasi una modalità naturale nelle trattative con Roma. Il pasticcio dei Vitalizi non è stato solo un freno alla marcia da loro intrapresa. Questo, Kompatscher e Rossi lo hanno capito subito e sono intervenuti anticipando di brutto sia i Presidenti dei Consigli provinciali sia il Presidente del Consiglio Regionale, cercando di dare continuità alla loro legittimazione popolare: “questa porcheria la gente proprio non la digerisce e va tolta di mezzo con una legge chiara, equa, trasparente e immediata”. Fin qui, la coerenza dei due Presidenti con il rinnovamento che essi hanno incarnato e che l’elettorato si aspettava. Ma ora la gente si attende coerenza e coraggio nel fare chiarezza e rimettere ordine in un sistema che, in sintesi, è da con-
Stretta di mano tra i presidenti Rossi e Kompatscher
siderarsi un’eredità avvelenata. Il sistema di finanziamento dell’Autonomia è appeso alla riforma istituzionale proposta dal Governo e in particolare alla formula politica che garantirà l’autonomia di governo e finanziaria dell’Autonomia alto atesina, sudtirolese e trentina. I due Governatori, saggiamente, sono uniti nel dialogo con Roma ed è auspicabile che il risultato dei loro sforzi sia positivo. Fanno bene anche a mostrarsi fiduciosi, disdegnando le forme altezzose o stizzite di protesta. Ma il problema
della ristrutturazione dell’Autonomia all’interno delle due Province è molto, molto serio. Il rilievo attuale di Lorenzo Dellai, alla ricerca di una collocazione del suo movimento politico, appare come cosa in sé secondaria. Pesante è invece l’eredità strutturale che ha lasciato. Lo stesso dicasi, mutatis mutandis, per l’eredità lasciata da Luis Durnwalder. Le controllate dalle Province non pesano solo per le esposizioni debitorie. Pesano per i costi degli organi, ma soprattutto perché collocano
le controllate fuori dal controllo istituzionale dei conti pubblici, e soprattutto della politica rappresentativa. Le controllate della PAT sono una struttura di enorme estensione e portata, il cui referente è solo l’Esecutivo delle Province. Il vantaggio di schivare i lacci del patto di stabilità si paga con la mostruosità politica che sottrae l’enorme impegno finanziario pubblico e la sua amministrazione alla verifica non solo della Corte dei Conti ma anche dei Consigli Provinciali, poiché le controllate sono enti di diritto privato. Un’eredità avvelenata che Arno Kompatscher e Ugo Rossi avrebbero, se fosse stato possibile, rifiutato o accettato solo con beneficio d’inventario. Nomine, controlli e progetti di una sistematica riforma sono una delle responsabilità più gravi che hanno sulle lor spalle e sono un impegno da far tremare le vene e i polsi, ma che è una delle riforme essenziali per un’Autonomia democratica. * pubblicato sul quotidiano “Trentino” del 13 giugno 2014
Turismo
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Ma ora occorre uscire dai soliti schemi
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Il turismo di montagna deve giocarsi la carta “salute” Piccola bugia, al mare i bimbi di solito si annoiano, rischiano scottature, si eccitano con lo iodio, e tutto sommato starebbero meglio in montagna, ma con quali alibi le mamme giustificherebbero la loro voglia di tintarella, una tintarella solare, “nature”, può essere mostrata con orgoglio per tutto l’autunno, a significare agiatezza, diversità, status simbol di chi “crisi o non crisi”, non si fa mancare niente. E non è cosa da poco! Ma allora la montagna è davvero tutta salute, come dicevano i nostri nonni? Ricordo d’aver assistito una ventina d’anni fa ad un convegno medico a Riva del Garda sul turismo di montagna e sulle indicazioni terapeutiche del clima montano. Fu per me una scoperta interessante anche perché ero cresciuto ed avevo cresciuto la mia famiglia con tutta una serie di luoghi comuni che in quell’occasione mi furono chiariti nello loro assoluta infondatezza. Il problema per la salute non è “meglio il mare o la montagna”, è la vacanza ad essere in sé salutare. E’ il cambiamento che fa bene ai bambini e agli adulti, finisce la routine del lavoro per gli adulti e della scuola o dell’asilo per i bambini. Sono il cambiamento ed il riposo a far bene alla salute. Se si vive in città vale ancor di più la possibilità di stare a contatto con la natura, che poi sia mare, montagna o campagna, è indifferente. L’importante è allontanarsi dallo stress della vita quotidiana e non respirare aria inquinata. In questo contesto le nostre valli hanno molte carte da giocare, nonostante la vastità e la varietà dell’offerta turistica sul mercato. Con la crisi e con i conti da tener controllati, la vicinanza e la tradizione di ospitalità dei Giudicariesi, possono essere particolarmente apprezzate e recuperate, in questo momento, per un rilancio del turismo estivo di alcune nostre fasce di territorio da qualche tempo in difficoltà. Le statistiche nazionali continuano ad avvertire che solo il 20% degli italiani preferisce la montagna contro il 60% che preferisce il mare e un altro 20% che pratica il
di Adelino Amistadi Finite le scuole, è tempo di vacanze e, nonostante la crisi imperante, torna l’eterno dilemma: mare o monti? Soprattutto se si vive in città. Per noi la scelta è più semplice, o si sta a casa, e siamo già in montagna, o si va al mare, e di solito, chi può, sceglie il mare, magari giuturismo culturale. Per correggere questa situazione il turismo estivo di montagna non ha grandi margini di azione, in un mondo del turismo ormai cosmico occorrono motivazioni chiare e in termini di necessità alla persona, molto persuasive, da diffondere nel miglior modo possibile. Il turista deve essere allettato da un ambiente “naturale” ed “attrezzato” che lo possa rinfrancare dopo una annata nella bolgia delle grandi città. L’ambiente montano in questi ultimi anni rappresenta meglio dell’ambiente marino l’ideale delle vacanze come evasione dal caos metropolitano, dalla sedentarietà obbligata, dalla convivenza continua con esalazioni, smog, e veleni diffusi nel convivere cittadino di tutti i giorni. C’è l’esigenza di una revisione annuale del motore della macchina corporea e psichica che solo la montagna con la sua purezza diffusa può garantire. Diventa una questione terapeutica di grande prospettiva. Il clima montano ed il suo habitat garantiscono chiare indicazioni e possono esaudire le profonde esigenze che salgono dalla società contemporanea e che richiedono, nelle loro scelte, motivazioni di tipo terapeutico, di recupero in termini di salute, di energie, di ricostruzione fisica nel suo complesso. Su questa strada si sono posti già paesi all’avanguardia come la Svizzera e l’Austria. Infatti moltissimi loro alberghi e località, vengono presentate sotto il profilo della salute. Questa è la strada da tentare. In questa prospettiva il turismo montano si qualifica anche quale servizio sociale per l’intera comunità cittadina. Il ragionamento è un po’ questo: se la montagna è salute, in un mondo affamato di salute, la montagna dovrebbe trionfare. Se la cosa non funziona, è perchè chi ha la responsabilità della politica turistica provinciale segue le fatue mode del momento dimenticando pilastri confermati di richiamo delle nostre montagne.
Ormai da tempo il turismo familiare a cui eravamo abituati, è quasi scomparso. Sono subentrate altre tipologie: per fasce d’età, per motivazioni sportive, offerte fatte da grandi operatori turistici. La dimensione “famiglia” rimane in piedi finchè i bambini sono ancora piccoli. Io resto convinto che la crisi della montagna estiva sia soprattutto una crisi d’immagine nella clientela della montagna. Fino a qualche tempo fa la montagna era il luogo della clientela familiare per eccellenza. Venendo meno il turismo familiare di riflesso va in crisi anche il turismo montano. E’ per questa ragione che bisogna andare alla ricerca di altre motivazione, più consistenti, anche perchè nella crisi che stiamo attraversando, si spende per le ferie solo con motivazioni convinte. Si va in ferie non solo per andare in ferie, ma si va in ferie per qualche cosa, per un motivo. E’ qui che la montagna può tornare ad imporsi, proprio perchè offre, dal punto di vista del recupero, validissime motivazioni ad altrettanti profondi bisogni. Anche se penso che non sia sufficiente dimostrare e divulgare i benefici terapeutici della montagna, consolidare e diffondere questo tipo di cultura turistica, se vogliamo che la cosa funzioni dobbiamo attrezzare i nostri alberghi delle adeguate strutture extralberghiere e complementari che consentano al cliente di beneficiare veramente dei vantaggi salutari della montagna. Così come da contorno devono essere organizzate occasioni e percorsi, ripristino dei sentieri, inoltri nel bosco, escursioni e scampagnate organizzate, per portare il più possibili il cliente a contatto con la natura. Una natura, la nostra, ricca di tesori di clima, di acque pure, di aria “fina”, tutte cose che fanno bene, ma anche piante officinali da scoprire, bacche da mangiare, ma soprattutto passeggia-
stificando la spesa con la premura verso i giovani figli, che poverini, hanno passato un inverno speso tra tosse, catarro, febbriciattole, bronchiti e chi più ne ha più ne metta, almeno quindici giorni di passeggiate sulla riva sono necessarie per rimetterli in sesto. te in boschi monotematici, cosa rara in altri posti, che garantiscono effetti particolari nella cura di importanti malattie. Ne cito qualche esempio preso dagli atti di uno storico simposio in quel di Riva. Zona del castagneto: nelle zone ricche di castagni possono essere efficacemente curati gli anziani ipertesi, i cardiopatici, gli asmatici cronici, e pazienti affetti da malattie renali. Zona del faggio e dell’abete bianco: traggono profitto portatori di malattie pediatriche, i bambini affetti da gastroenterite, e i pazienti di malattie osteoarticolari e tubercolosi. Zona dell’abete rosso: trag-
gono benefici i pazienti affetti da affezioni dell’apparato digerente, malattie osteoarticolari, ipertiroidismo ecc. Le condizioni ambientali che si riscontrano sulle nostre montagne: la purezza dell’aria, la limpidezza del cielo, la bellezza del paesaggio, la quiete, il silenzio, permettono alla persona sana che vi soggiorna un rapido recupero delle energie, una eliminazione delle tossine accumulate durante la vita stressante ed inquinata della città, e alle persone malate anche sollievo per numerose malattie. A tutto questo ragionamento sulle potenzialità poco sfruttate dal nostro turismo di montagna, fa eccezione il
termalismo diffuso e consolidato in Giudicarie nel posto storico delle Terme di Comano e delle Terme di Caderzone che ormai sono diventati punti fermi del turismo della salute delle nostre valli. Per concludere, vorrei che queste mie considerazioni fossero prese in considerazione come stimolo a ritentare nuove vie di marketing in un momento di difficoltà. Di certo non sono indicazioni che possano interessare zone già conosciute e consolidate delle nostre Giudicarie, ma possono essere opportunità in più per zone meno dotate e meno vocate, in difficoltà nel cercare e motivare nuova clientela e nella possibilità di fidelizzarla. Il lavoro non è facile, sta a noi crederci, e partire. Con qualche chiacchiera in meno e qualche convinzione in più si potrebbero ottenere risultati sorprendenti.
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Attualità
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Aspettando il 51° Pellegrinaggio inAdamello Il 26 e 27 luglio una due giorni dedicata al Santo Papa Giavanni Paolo II, con Alpini provenienti da tutto il nord-Italia. Tione si prepara ad accogliere centinaia di partecipanti Nella serata del 6 giugno alla località “La Pozza” di Roncone, i rappresentanti delle sezioni giudicariesi alla presenza del Presidente dell’Associazione Alpini del Trentino Maurizio Pinamonti, hanno tirato le somme di quanto svolto finora e dei progressi nell’organizzazione dell’evento, mentre mercoledì 18 c’è stato l’incontro al Tonale con alcuni rappresentanti della Sezione Alpini Valle Camonica, storici partners di questo stupendo evento, per condividere i rispettivi lavori. Lavori che riguardano gli aspetti organizzativi e logistici che stanno a monte dell’evento, per assicurare la massima spettacolarità con la maggior comodità per Alpini e visitatori. Si è già predisposto tutto e le autorità comunali, le forze dell’ordine, i pompieri e gli operatori del Parco Naturale Adamello Brenta hanno dato la massima disponibilità ad appoggiare e a fornire tutto l’aiuto possibile agli alpini. Anche la logistica dell’accoglienza degli Alpini delle varie sezioni che si riuniranno a Tione e qui si raggrupperanno in colonne per l’ascesa in Adamello è stata messa a punto, e ben poco rimane ancora da fare. L’organizzazione generale è stata predisposta ed
di Aldo Gottardi La fatidica data del 26 po Alpini delle Giudicarie e 27 luglio, quando cioè avrà luogo l’attesissimo pelle- stanno predisponendo la parte organizzativa e il relativo grinaggio in Adamello dedicato al Santo Papa Giovanni assembramento, che farà da suggestiva cornice a tutto Paolo II, si sta avvicinando. E tutte le sezioni del Cor- l’evento. è chiaramente visibile sulla cartina dell’abitato di Tione nel pieghevole che in questi giorni starà facendo la sua comparsa nei paesi. Nel centro abitato ci saranno due capannoni da settecento persone che serviranno per il servizio mensa, e gli edifici di scuole elementari, medie e scuole professionali fungeranno da dormitori. Saranno presenti anche docce e bagni portatili e brande-pagode in quantità, per eventuali sovrannumeri. Il tutto supervisionato e predisposto assieme all’amministrazione comunale di Tione, ai Vigili del fuoco locali, che saranno inoltre presenti anche durante la sfilata delle Sezioni, che avverrà lungo il viale centrale del paese. Grande successo anche per la presentazione, all’incontro di Roncone, del disegno delle medaglie commemorative dell’evento, che avranno a testa una croce e il simbolo A.N.A. sullo sfondo dell’Adamello e sul verso l’immagine del Santo Papa Giovanni Paolo II.
Due giovani alla guida del “SanVigilio” Dall’inizio del 2014 i fratelli Linda e Simone Failoni gestiscono lo storico bar tionese, completamente rinnovato. «Puntiamo su accoglienza e qualità, ma qui niente slot-machines»
Questa è una bella storia di imprenditoria giovanile. La storia di due fratelli tionesi, 20 anni Simone e 22 Linda che, compiuti con profitto gli studi alberghieri hanno fatto diverse esperienze all’estero e all’isola D’Elba e Pinzolo lui e presso l’Hotel Carlone lei e poi hanno deciso di puntare su un’attività propria, rilevando la gestione dello storico bar San Vigilio di Tione, realizzando così il sogno professionale di fare qualcosa “da sè”. La struttura è ben nota. Nata negli anni ‘50 assieme al distributore di proprietà dei coniugi Romana e Abele Parolari è diventata, grazie alla sua posizione strategica collorata sull’ingresso nord di Tione (quello che arriva dalla Val Rendena) e punto di incrocio della strada per l’ospedale e – oggi – dei clienti del supermercato Despar. Dopo diversi conduttori
«Niente slot machines nel nostro locale». È stata questa la scelta, in controtendenza, dei fratelli Linda e Simone Failoni che, dall’11 gennaio 2014 gestiscono il Bar San Vigilio, storico esercizio di Tione, localizzato all’ingresso del paese per chi proviene dalla Rendena, davanti al
Linda e Simone Failoni
vi è stata l’ultima gestione di Giacinto “Jack” Filosi, conclusasi a febbraio del 2013, poi un anno di stop ed oggi i due fratelli Failoni. Che, per iniziare, hanno operato un robusto restyling e opera di ristrutturazione del bar, che scontava il passare degli anni. Oggi il San Vigi-
lio è un bar moderno, luminoso e bello da vedere, con una saletta dedicata, nella quale prendono posto delle mostre fotografiche di autori locali, a rotazione mensile. Un’idea per rendere ancora più significativi gli interni del bar. «Un investimento impor-
nuovo supermercato Despar. «Non voglio vedere gente che si rovina al gioco d’azzardo nel mio bar» - spiega Simone - «so che così rinuncio ad una buona fetta di guadagno, ma preferisco puntare su ospitalità e qualità del servizio e della proposta».
Una significativa stampa d’epoca
tante in termini economici – spiega Simone – ma che era importante fare, per rilanciare e rendere più accogliente e attuale questo bar». La scelta degli interni è tutt’altro che banale, con arredi giovani e dinamici, e un tocco chic con 4 poltrone centrali, una psecie di angolo
lettura di giornali e riviste. Ma quello che fa davvero la differenza è l’accoglienza che i due fratelli (coadiuvati talvolta dai genitori dietro il bancone) riescono a mettere in campo.«Questo è il lavoro per cui abbiamo studiato e lo facciamo con passione, questo è, pensiamo, il va-
lore aggiunto»- Passione che si trasferisce nelle cose che si fanno e in “come” si fanno. Come ad esempio l’“Apericena” ogni venerdì dalle 18 alle 20.30, un momento nel quale si può, con 6 euro di prima consumazione bere uno spritz 8o altro aperitivo) e poi, praticamente, cenare e gustare i piatti che Linda prepara, diversi ogni venerdì, mettendo a frutto la sua inventiva di cuoca. Da provare. Infine uno sguardo su progetti futuri.«Siamo soddisfatti dell’andamento del bar – spiega Simone – di giorno lavoriamo con il movimento del Despar e dell’ospedale e da poco abbiamo introdotto anche i buoni pasto per mezzogiorno. Per il futuro vogliamo puntare anche ad attirare più giovani specie la sera, e lo faremo nei prossimi mesi con iniziative dedicate».
Attualità
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«Un evento ricco di valori storici e Religiosi» Maurizio Pinamonti, presidente Ana, e Giacomo Andreolli (sezione di Tione) raccontano questo appuntamento molto atteso
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ell’attesa del Pellegrinaggio del 26 e 27 luglio, abbiamo fatto alcune domande al Presidente Maurizio Pinamonti e il capo-
Cosa significa questo progetto per le Sezioni Alpini coinvolte, soprattutto in occasione della speciale ricorrenza di quest’anno? M.P. Per noi rappresenta sicuramente un momento molto importante come Associazione Nazionale, sia per il significato religioso che per quello storico. Sarà una occasione per ricordare il messaggio di pace di Papa Giovanni Paolo II in quest’anno dove ricorre il centenario della Grande Guerra, per ricordare tutti i caduti, indistintamente dalla divisa. Un messaggio ricchissimo di valori e di significati sempre attuali. G.A.: Per la nostra sezione si tratta di un evento di rilevata importanza grazie anche alla ricorrenza di un avvenimento che ha lasciato un segno importante nelle pagine della storia. Per questo motivo il nostro gruppo si è impegnato nel far si che questa manifestazione riesca nel migliore dei modi e sia motivo di grande orgoglio per tutti gli Alpini e per coloro che li seguono Quali sono state le principali difficoltà nella realizzazione e organizzazione del progetto? M.P. : L’evento del Pellegrinaggio, che da diversi anni organizziamo assieme ai nostri colleghi e amici della Valle Camonica, è ormai ben consolidato nella sua organizzazione e preparazione, che allo stato attuale si sono dimostrate ottime. Non ci sono state grosse difficoltà grazie anche alla di-
gruppo della Sezione Alpini di Tione Giacomo Andreolli, sul significato di questo eccezionale evento.
Maurizio Pinamonti
sponibilità e gentilezza delle istituzioni. G.A.: Le difficoltà sorte durante l’organizzazione non sono state particolarmente ardue da affrontare; per lo più abbiamo riscontrato alcuni problemi sulla logistica e sull’allestimento delle zone interessate della manifestazione, ma il tutto è stato risolto grazie ad un impegno collettivo ed alla collaborazione dell’amministrazione comunale. Il nostro impegno è stato comunque limitato poiché abbiamo avuto solamente il piacere di poter ospitare la manifestazione non avendo avuto l’onore di doverla organizzare in prima persona, a differenza della sezione di Trento. Negli ultimi anni i giovani stanno dimostrando interesse verso gli Alpini, magari entrando a farvi parte o
semplicemente partecipando attivamente alle loro iniziative? M.P.: La fine del servizio militare di leva obbligatorio certo non ha giovato ad avvicinare i giovani al mondo degli Alpini, tuttavia la loro partecipazione alle iniziative, anche in prima persona, è in aumento. Come Sezione si sta lavorando per inserire i giovani e ad accoglierli nei vari gruppi, perché nell’Associazione come in tutte le cose, essi rappresentano il futuro e la continuità. G.A.: Poiché da alcuni anni non è più obbligatorio il servizio di leva, si è notata una forte diminuzione di tesserati dei gruppi Alpini a livello generale; fortuna vuole che lo spirito del volontariato porti ancora numerosi giovani a partecipare alle nostre iniziative oltre che a contribuire con una piccola quota di tesseramento per es-
La Messa officiata nel 1984 da Papa Giovanni Paolo II in Adamello
sere riconosciuti come “Amici degli Alpini”. Colgo l’occasione per ringraziarli e per ampliare l’invito a tutti i giovani a partecipare alle nostre manifestazioni. Ed infine la fatidica domanda: il Papa ci sarà? M.P.: Come riferito negli ultimi incontri, la richiesta ufficiale è stata inoltrata già tempo fa presso la Santa Sede, ma una conferma non è ancor pervenuta. L’unica certezza, per ora, è che se Papa Francesco non ci sarà, a sostituirlo sarà presente un delegato ufficiale del Vaticano, che sarà presente all’inaugurazione e che celebrerà la Santa Messa. G.A.: Riguardo alla presenza o meno del Papa non posso che invitare tutti a partecipare a questo grande evento per poterlo scoprire di persona, poiché non ci sono giunte indiscrezioni. Aldo Gottardi
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Il programma Organizzati in colonne, che partiranno alcune il giovedì alcune il venerdì altre il sabato, gli Alpini effettueranno il pellegrinaggio dedicato a Giovanni Paolo II Papa Santo, verso il Passo Lobbia Alta a quota 3.000 m in Adamello, dove alle ore 11 di sabato 26 luglio avrà luogo la Santa Messa all’altare del Papa con la presenza dell’ Arcivescovo di Trento Luigi Bressan. Dopo il rientro delle colonne a Tione, sabato alle ore 18.30, si terrà una cerimonia commemorativa davanti al Monumento dei Caduti e a seguire bande, cori, fanfare e orchestra danzante intratterranno i presenti. Arriviamo a domenica 27 luglio. La Strada Statale per Campiglio verrà chiusa dalle ore 8 alle 12 per permettere lo svolgimento dell’ammassamento e della sfilata. Le deviazioni per la Val Rendena saranno alla rotonda di Tione, Zuclo e Villa Rendena. La sfilata, che si snoderà per una lunghezza di 1500 metri, e il cui percorso è ben visibile sul volantino dedicato, attraverserà tutto il viale principale di Tione, interessando poi via Roma e terminerà al campo sportivo adiacente all’ Oratorio, dove si terrà la Santa Messa con la presenza del Cardinale Giovanni Battista Re. Il percorso è stato predisposto dalla Sezione locale nel paese di Tione in modo da poter offrire la massima spettacolarità e impatto coreografico sia agli spettatori che agli stessi partecipanti. (a.g.)
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Speciale montagna
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Il consiglio degli esperti: informarsi bene sulla percorribilità dei sentieri
Rifugi aperti in tutto ilTrentino Condizioni sul terreno con le quali nelle prossime settimane si dovranno confrontare gli escursionisti incamminandosi lungo la rete di sentieri che in Trentino si sviluppa per oltre 5000 km. Va ribadito subito che il tutto è limitato ad alcuni versanti, in particolare quelli esposti a nord e solo sopra una certa altitudine e che si tratta di una situazione che evolve e migliora di giorno in giorno. In vista della riapertura l’impegno dei gestori è stato quindi duplice: da una parte rendere la struttura completamente operativa, dall’altra garantire un accesso sicuro e in presenza di neve, una traccia visibile e ben battuta per raggiungere il rifugio. Con l’accorgimento di dotarsi di un’adeguata attrezzatura (scarponi da montagna, pantaloni lunghi, bastoncini da trekking per una maggiore stabilità, eventualmente un paio di ramponcini leggeri), consapevoli delle condizioni che si potranno incontrare lungo alcuni itinerari e acquisendo in fase di programmazione dell’escursione informazioni aggiornate sulla percorribilità dei sentieri direttamente dai gestori, questa situazione a prima
È
stato un avvio di stagione assolutamente regolare per la gran parte dei 146 rifugi del Trentino, pur nella evidente condizione di eccezionalità ancora presente su alcuni versanti delle montagne trentine alle quote più elevate per l’ingente
quantità di neve ancora presente sul terreno. Neve oramai trasformata e compattata e dunque più lenta a sciogliersi nonostante le temperature assolutamente estive che si registrano da alcune settimane anche sopra i 2000 m.
Una bella veduta del Gruppo di Brenta
vista limitante può invece diventare una splendida opportunità per vivere e muoversi in un ambiente d’alta montagna decisamente insolito, reso affascinante da tanta neve anche in estate. Il ritiro della neve sta poi mettendo a nudo una serie di danni, causati da scivolamenti di neve pesante nel
corso della primavera, alla rete sentieristica: schianti e piante abbattute alle quote medio-basse, passerelle crollate, attrezzature danneggiate e franamenti più o meno estesi a quelle più alte. Man mano che queste situazione vengono segnalate all’ufficio tecnico della Commissione Sentieri del-
la Società degli Alpinisti Tridentini, i volontari dell’associazione provvedono al ripristino e alla messa in sicurezza dei tratti o alla tracciatura di passaggi al-
ternativi. Sempre sul fronte della sicurezza in montagna, alla vigilia della nuova della stagione, si segnala l’iniziativa congiunta di Soccorso Alpino - Servizio Provinciale Trentino, Accademia della Montagna, Collegio delle Guide Alpine, SAT e Associazione dei Rifugi del Trentino, sul fronte della prevenzione degli incidenti: si tratta di una guida alle escursioni, scritta in tre lingue che in 10 punti riassume le regole più importanti da conoscere per affrontare la montagna. A cominciare dalla necessità di preparare con cura il proprio itinerario e di consultare i bollettini meteorologici, fino all’invito a non esitare a rientrare quando il tempo peggiora rapidamente. Solo pochi rifugi nel corso della stagione dovranno limitare ristorazione ed ospitalità perché interessati da
lavori di ristrutturazione. E’ il caso dell’Antermoia nel Catinaccio, del rifugio Agostini nel settore meridionale delle Dolomiti di Brenta danneggiato da una valanga durante l’inverno. Per il rifugio Segantini nel Gruppo della Presanella, qualche giorno in più richiederà il ripristino dell’accesso stradale in Val Nambrone; è tuttavia raggiungibile attraverso sentiero. Nel corso dell’estate i rifugi trentini saranno teatro di diverse manifestazioni: oltre a numerosi eventi del festival “I Suoni delle Dolomiti”, le celebrazioni dei 150 anni delle prime salite sulle montagne del Trentino e diversi appuntamenti per ricordare il Centenario della Grande Guerra. L’associazione che riunisce i gestori dei rifugi trentini ha invece realizzato una nuova pubblicazione che descrive 13 trekking “Di rifugio in rifugio” in posti noti e meno noti. Dal 20 settembre al 5 ottobre infine in 46 strutture in quota ritornerà l’iniziativa “I Rifugi del Gusto”.
Per gli amanti del trekking
Chi ama camminare speditamente ha solo l’imbarazzo della scelta. Ad esempio Dolomiti di Brenta Trek Country (www.dolomitibrentatrek.it) è un anello suddiviso in diciassette tappe, che si sviluppa attorno all’omonimo massiccio dolomitico. Prende il via da Madonna di Campiglio e ripercorre in parte l’antica “Via di San Vili” in Val Rendena per continuare lungo la cosiddetta “Traccia romana” nella Valle dello Sporeggio. L’entrata nell’oasi naturale della Val di Tovel avviene per mezzo di un affasci-
nante passaggio in galleria, sfruttando per oltre due chilometri il canale irriguo che conduce le acque dall’incantato lago di Tovel fino a valle. In alternativa, per i più allenati, c’è la versione Expert, undici tappe tra sentieri e ferrate con un dislivello totale di 8.200 metri. È accessibile da più punti nelle sei vallate che vengono attraversate dall’itinerario, Val di Non, Val di Sole, Val Rendena e Campiglio, Valli Giudicarie, Comano e Altopiano della Paganella.
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Trekking inAdamello
Una proposta per camminare in quota dalla Val di Breguzzo passando per la Val di Fumo, Val di Borzago, giungendo da Val Siniciaga ai Laghi di S. Giuliano Per chi ama la montagna la possibilità di un trekking in quota che permette, con il pernotto in rifugio, di assaporare il gusto del camminare in luoghi incontaminati. Il Trekking Si parte dal: Rifugio Trivena (1.650 mslm). Per chi giunge autonomo o accompagnato dall’organizzazione al parcheggio di P.te Pianone in Val Breguzzo, due sono le possibilità per l’escursionista. Raggiungere direttamente il Rifugio lungo il sentiero 223 (1 ora), oppure approfittare per un’escursione che salendo prima a quota 1800m a M.ga Coel, permette di giungere attraverso un percorso suggestivo per la visione panoramica dell’intera valle (ore 3) al Rifugio Trivena, accogliente struttura a conduzione famigliare con gli essenziali servizi che consentono oltre al genuino vitto e comodo alloggio, abbondante acqua calda per la doccia. Il mattino seguente, mantenendo il sentiero 223 si giunge a Pian di Redònt a quota 1970. Si imbocca verso nord il 261, che a quota 2.200 m. verrà abbandonato per seguire verso nord-ovest il 261° fino a quota 2.800 m. A questo punto una breve
in Adamello propone un itinerario in quattro tappe alla scoperta di una delle più affascinanti montagne dell’arco alpino nel Parco Naturale Adamello Brenta.
Panorama dal Rifugio Carè Alto
deviazione verso nord alla Bocc.ta dei Cacciatori, in quindici minuti porterà ad un balcone sulla Val di Fumo con straordinaria veduta delle montagne più alte dell’ Adamello. Qui si può ammirare un’eccezionale postazione di fucileria ottimamente conservata, del fronte AustroUngarico durante la Grande Guerra. Tornati sui propri passi al precedente bivio, si raggiunge in pochi minuti a p.so Breguzzo nuovamente il sentiero 223 che, scendendo in Val di Fumo, condurrà nei pressi di M.ga Breguzzo al comodo sentiero 240. Da qui in 30 minuti si giungerà al Rif. Val di Fumo m.1.997.
Rifugio Val di Fumo (1.997 mslm). Ora siete nel secondo rifugio del “Trekking dell’Adamello”. Costruito sul finire degli Anni ‘50, si trova sotto la cima Carè Alto e dal quale si possono osservare sia lo specchio d’acqua del bacino formato dalla diga di Bissina, sia il fondovalle denominato “Levade” che porta verso i ghiacciai. Il percorso prosegue sul sentiero n° 240 verso nord; scendendo leggermente; in 10 minuti, si raggiunge un bivio che gira a destra per il sentiero n° 222, subito in pendenza fra gli ontani nani. Di lì a poco si raggiunge una zona prativa che conduce al “panettone dei pastori” in quota
2500 m, per proseguire a zig zag su lastroni di granito che portano al Passo delle Vacche a m 2854. Scendendo trasversalmente e mantenendo la sinistra verso l’ampia sella detta “Bocca di Conca” a m 2674, si continua poi in leggera discesa verso il Rifugio Carè Alto, raggiungendolo in circa 5 ore di cammino nella natura più autentica. Rifugio Carè Alto (2.459 mslm). Terza tappa, a quota 2459 m. Lo spettacolo della Natura è sorprendente e maestoso, nella veduta dall’alto delle catene montuose vicine e lontane. Durante la permanenza si può effettuare una salita di circa 4 ore fino alla cima Carè Alto, oppure costeggiando la sua cresta est (in 45 min.) portarsi alla Bocchetta del Cannone austriaco. Dal Rifugio Carè Alto ora seguite il sentiero n° 215 che scende per la caratteristica scala di granito del “Bus dal Gat” e conduce in 2 ore e mezza al Passo Altar (m 2390). Da qui scendete verso NE lungo la Val Siniciaga, sempre
La val di Breguzzo
CAUSA L’INAGIBILITÀ DEL RIFUGIO LAGHI S. GIULIANO, l’organizzazione del Trekking in Adamello propone tre alternative per ovviare al disagio causato dalla chiusura del sopracitato Rifugio. - Aggiungere un pernottamento in uno dei Rifugi aperti cogliendo l’occasione di visitare ad esempio appoggiandosi per la seconda notte al Rif. Carè Alto, la grotta della Grande Guerra al Corno di Cavento. - Proseguire nella tappa del 4° giorno scendendo per intero la Val Germenega fino in Val Genova trovando su indicazione dell’organizzazione la sistemazione per la notte. - Concludere il Trekking con il pernottamento al Rif. Carè Alto scendendo il 4° gorno al parcheggio in Val di Borzago. E’ importante che l’ospite prima dell’inizio del Trekking informi l’organizzazione del l’alternativa scelta. seguendo il sentiero che tiene il fondo valle, fino a Malga Germenega bassa. Proseguendo lungo il sentiero n° 244 raggiungete Malga Germenega di mezzo (m 1.877) da dove, in testa allo stallone, si imbocca il sentiero n° 221 che risalendo l’alberato spartiacque, con una successiva discesa, porta in 1 ora e mezza al Rifugio San Giuliano.
Rifugio San Giuliano (1.968 mslm). Seguendo la proposta del “Trekking dell’Adamello” avete raggiunto il quarto rifugio che vi accoglierà per questa ultima esperienza montana in un ambiente naturale suggestivo, nel verde delle foreste di abeti, nell’azzurro delle acque purissime dei laghi Garzonè e S. Giuliano, con il folgorante rosso ciclamino dei rododendri.
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www.rifugioagostini.com
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CAUSA L’INAGIBILITÀ DEL RIFUGIO LAGHI S. GIULIANO, l’organizzazione del Trekking in Adamello propone tre alternative per ovviare al disagio causato dalla chiusura del sopracitato Rifugio.
- Aggiungere un pernottamento in uno dei Rifugi aperti cogliendo l’occasione di visitare ad esempio appoggiandosi per la seconda notte al Rif. Carè Alto, la grotta della Grande Guerra al Corno di Cavento.
- Proseguire nella tappa del 4° giorno scendendo per intero la Val Germenega fino in Val Genova trovando su indicazione dell’organizzazione la sistemazione per la notte. - Concludere il Trekking con il pernotta-
mento al Rif. Carè Alto scendendo il 4° gorno al parcheggio in Val di Borzago. E’ importante che l’ospite prima dell’inizio del Trekking informi l’organizzazione del l’alternativa scelta.
Attualità Nella famiglia contemporanea sta sparendo una divisione così netta e genericamente definita, ma i bisogni di uomini e donne rimangono tali e quali a quelli di una volta, e la necessità di affidare la loro cura a persone esterne richiede nuove risposte da parte del mondo del lavoro e dell’ente pubblico che di famiglia si occupa. In questo contesto si inseriscono i due corsi di formazione per “assistenti familiari” e “baby sitter” organizzati da Consorzio Impresa Solidale, la Cooperativa Assistenza e la Cooperativa L’Ancora con la Comunità delle Giudicarie, l’Agenzia del Lavoro e Cooperjob Spa. Ottanta ore di formazione per le badanti e 50 per le baby sitter, su prin-
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L’assistenza assume una dimensione professionale Due corsi di formazione per rispondere meglio a nuove esigenze e normative di Denise Rocca
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ssistenza ad anziani e bambini: storicamente mansione tutta femminile, da angelo del focolare in una divisione dei ruoli all’interno della famiglia che vedeva l’uomo lavoratore fuori casa a provvedecipi e tecniche di assistenza, aspetti psicologici e relazionali, moduli di primo soccorso per l’anziano e l’infanzia
e di legislazione del lavoro. L’obiettivo: rispondere alla crescente richiesta di figure professionali qualificate per
Il Mercato contadino partito col piede giusto
Ha “debuttato” il 14 giugno, sarà presente nel centro di Tione, ogni sabato fino all’Ecofiera del 3 ottobre
Ottimo riscontro per il debutto nel Viale di Tione, del Mercato contadino, significativa iniziativa targata Coldiretti che l’amministrazione comunale ha sposato con lo scopo di far crescere un senso di attenzione verso il consumo di frutta e ortaggi a km0. Produzioni locali, che arrivano direttamente dal produttore (che è possibile trovare alla bancherella) che puntano su genuinità e qualità e sottolineano un trend di questi ultimi anni di ritorno ai valori della terra e dell’autenticità, ma soprattutto la necessità di far crescere l’agricoltura locale consumando prodotti trentini, in questo caso addirittura giudicariesi. Partito il 14 giugno nella zona di Viale Dante antistante al Parco Saletti, Mercato Con-
tadino diventa appuntamento fisso che sarà presente tutti i sabati mattina fino all’Ecofiera del 3 ottobre con la quale idealmente si “salderà”, in un identico movimento di valorizzazione delle produzioni locali e dei significati della ruralità. Nel Mercato contadino è possibile trovare frutta e verdura di provenienza giudicariese e trentina, prodotti del territorio: non cercate dunque banane, noci di cocco e limoni, perché non ne troverete. Ma proprio questo è il senso della manifestazione, soprattutto il rapporto diretto con il produttore è garanzia di attenzione e genuinità e permette pure di risparmiare qualcosa, evitando passaggio con intermediari e grossisti. (r.b.)
re alle risorse economiche e la donna lavoratrice a casa, impegnata in una serie di incombenze e doveri mai monetizzati con uno stipendio ma essenziali e di grandissimo impegno giornaliero. compiti delicatissimi una volta infatti esclusivamente riservati alla cerchia familiare più stretta. “Preparazione e, soprattutto, possibilità di dare fiducia da parte dei genitori sono fattori chiave – ha sottolineato la Presidente della Comunità Patrizia Ballardini - allo stesso tempo abbiamo cercato di creare occasioni di occupazione nell’area dei servizi alle famiglie, anche per giovani qualificati e con livello di istruzione medio alto”. Le partecipanti, da parte loro, hanno apprezzato, e anzi hanno chiesto l’approfondimento di qualcuno dei temi affrontati durante i corsi. L’assicurazione che il supporto organizzativo e finanziario della Comunità delle Giudicarie non mancherà per un nuovo momento formativo è arrivata alla consegna dei diplomi di partecipazione dal vicepresidente della Comunità Piergiorgio Ferrari. «Con questi progetti si va
a considerare la famiglia, non solo come punto di riferimento e primo luogo di assistenza sociale, ma anche come soggetto che diventa datore di lavoro - ha sottolineato Antonella Chiusole dell’Agenzia del Lavoro - ma non un datore di lavoro come gli altri poiché ha bisogno di una particolare assistenza. Quindi sono stati disegnati dei servizi calibrati su questa dimensione tenendo conto delle sue specialità, prevedendo un accompagnamento. Non si danno quindi solo dei nominativi forniti attraverso un elenco anagrafico che già di per sé permette alle famiglie di scegliere tra persone che hanno fatto un percorso di formazione, ma Agenzia del Lavoro aiuterà a scegliere le persone. Dobbiamo avere la massima attenzione perchè affidiamo ad altri le persone più deboli e bisognose della famiglia e vogliamo portarci in casa persone qualificate e idonee. Questo tipo di servizio non è presente negli altri territori.
Dobbiamo essere orgogliosi di poterlo offrire alle nostre famiglie». Per le assistenti familiari, la struttura di sostegno alle famiglie prevede due sportelli. Per le famiglie che volessero rivolgersi a queste figure formate, è infatti aperto uno sportello per l’incontro domanda-offerta presso la cooperativa Assistenza, gestito da Cooperjob Spa a Tione. Il Centro per l’impiego di Tione invece sta costruendo, sulla base di un progetto sperimentale attivato dalla Provincia in Giudicarie e Vallagarina, un registro provinciale delle badanti (successivamente arriverà anche quello delle babysitter): elencherà le lavoratrici qualificate e disponibili a svolgere la mansione che seguono una serie di requisiti stilati a livello provinciale. Questo registro verrà condiviso poi con Cooperjob, in modo tale che le famiglie potranno trovare sia presso lo sportello di Cooperjob che presso il Centro per l’impiego lo stesso elenco di persone qualificate alle quali rivolgersi per I loro servizi. La differenza nei due servizi sta nel fatto che, mentre il servizio pubblico del Centro per l’Impiego fornirà solo i nominativi, lo sportello dell’agenzia interinale Cooperjob propone un servizio di somministrazione di personale, occupandosi quindi di tutta la parte burocratica dal contratto di lavoro alle buste paga. E’ in corso la creazione di un registro e un servizio analogo anche per le baby sitter.
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Il Saltaro delle Giudicarie
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Tanta era l’ansia per l’attesa che preparò per tempo il suo vecchio seggiolone accanto alla Tv, a pochi centimetri di distanza, che se il pallone scantonava un attino le sarebbe capitato in faccia, ma lei mezza orba e decadente, voleva essere sicura d’essere in prima fila, fra lei e il Balotelli voleva solo amore e nient’altro impedimento. Era un po’ preoccupata a dir il vero per via di un gatto nero che le era entrato in casa, era il gatto della Matilde, che porta sfiga, lo sanno tutti, e così lo prese a scopazzate, ma le rimase il dubbio che qualcosa sarebbe andato storto. Così si mise in posizione per tempo, con accanto la bottiglia della grappa, fatta in casa, per eventuali emergenze, la bocca insalivata ed agitata tanto da rendere insicura persino la dentiera, porca di una dentiera, mai che stia al suo posto, un giorno o l’altro ci metto un po’ di vinavil e la sistemo definitivamente. Così se la menava, mentre aspettava il Mario nazionale con i suoi bicipiti, la sua cresta e suoi superbi polpacci degni del toro da monta del Luigino, che quando si muove, fa andare in visibilio intere mandrie di vacche rendene. Più ordinari i suoi compari riuniti presso l’osteria della Martina, c’erano tutti, l’Abele, luce degli occhi miei, l’Osvaldo Caccola, il pettegolo, il prof. Evaristo, rompiballe, l’Archimede, lo studiato, e l’Arcadio, giornalaio, aveva invece rifiutato l’invito gaudente fra Gandino del Bleggio, frate filibustiere dai buoni intendimenti e dalle imprevedibili sortite, così mi aggiunsi anch’io, il vostro Saltaro, con la consueta modestia, e restio ai beveraggi che sembravano abbondare su quei tavoli di fronte al televisorone della Martina che sembrava un cinema d’altri tempi. S’erano acconciati per bene, su seggiolone comode, impagliate, perchè respiri meglio il deretano, con a disposizione dell’ottimo vino offerto dall’Arcadio e da bottiglioni di grappa, distillati nel tempo dalla Martina, ostessa giovanile, ma dalle malizie antiche. Pronti via, che fuori pioveva, in Brasile faceva un caldo boia, e nell’osteria della Martina ci si stava da Dio. “Buona la formazione...”commentò l’Archimede, “Io quel Balotelli non lo digerisco, ha una faccia da sberle, ma dove saranno andati a prenderlo...” disse invece l’Abele che non ha peli sulla lingua. “Aspettiamo, per Dio, e vediamo...” ma le mie parole sbattono contro il muro lacrimoso dell’osteria e nessuno mi ascolta. “Occhio all’arbitro, mi sembra uno sgorbietto,
IL SALTARO DELLE GIUDICARIE
“Vittimi dell’albitrarità” Come cantava Checco Zalone…. Nazionale molle e cotta subito fuori dal Mondiale brasiliano Notte magica, notte di sogno, così se l’aspettava l’Orsolina, scalcagnata, la serata della partita dell’Italia contro l’Uruguay, non che all’Orsolina interessasse oltremodo il calcio, anzi non le interessava per niente, ma a lei interessavano i muscoli del Balotelli, belli, levigati, lustri come un paio di scarpe, l’Orsolina quei muscoli se l’era sognanato male, se fa cazz..te gli spacco il muso...” interviene l’Osvaldo Caccola, che di solito minaccia a ragion veduta. Non che la televisione della Martina sia all’ultima moda, è tremula come le mani del Briscola che sembrano foglie al vento, fa un po’ di nebbia ogni tanto e scompare e riappare ogni sette minuti, “E’ il tempo!” si giustifica la Martina, però c’è un ottimo audio, e questo basta, almeno a me che sono orbo finco da tempo immemore. Le cose sembravano mettersi sul lento spinto, mai un’azione come si conviene, mai un gol, ma neanche un quasi gol, niente di niente, e il Prof Evaristo cominciò il suo riposo serale con rumori monotoni, ma legnosi, sembrava un falegname che stesse raspando una “bora”, l’Archimede fece alcune considerazioni intelligenti sulla razza latina, noi e loro, comunque latini siamo, gli Uruguagi imbastarditi e irrobustiti con le Tribù degli Incas e di altre altrettanto antiche, gli italiani, bastardi già di loro, infiacchiti dai nostri atavici vizi, dal lavativismo, dal menefreghismo che ormai ci caratterizza nel mondo intero. Del primo tempo si ricordano chiare alcune petulenze del mistico Evaristo, qualche bestemmia a fin di bene dell’Osvaldo, imprecazioni varie dell’Abele, uno specialista nel campo, e nient’altro: il secondo tempo rimetterà le cose a posto. “Ristoriamoci che il bello viene adesso!” tuonò l’Arcadio, e con soddisfazione, tutti ripresero gli assaggi al tavolo, lasciarono il vino, che male si accompagnava al formaggio da monte offerto dalla Martina, duro come un sasso, per stomaci forti, che di certo non s’ammansiva con il vino, ma solo la grappa genuina, poteva concedere la digestione. Mangiarono e bevvero con gioia, che la vittoria sarebbe arrivata quanto prima. I discorsi s’era fatti profondi e sempre più pregni di saggezza e la compagnia sembrava
ti per stagioni intere. L’avesse avuto per un solo quarto d’ora sul suo canapè, l’avrebbe divorato, povero Balo. Quella era l’occasione per tornare a sognare, l’avrebbe rivisto all’opera e se lo sarebbe sballottato con gli occhi e con il cuore, come capita alle vecchie megere che vivono di ricordi e di rivalse. te e neanche lo richiama. L’aveva detto l’Osvaldo di stare attenti, quell’arbitro lì gli sembrava un poco di buono,
Una immagine (triste) di Italia-Uruguay
coltivare felicità e gloria per tutti, in abbondanza. L’Orsolina, invece, se n’era presa una gran dose con gli occhi, ah, quel Balotello, quanto è bello, s’era avvicinata al video per baciarlo, ma visto da vicino il Mario le fece soggezione, così grande, così nero, meglio stare al proprio posto. Poi la nenia di un calcio incompreso e di un Balotelli che cominciava a deluderla, mai un sorriso, mai un occhiolino, mai uno sguardo sereno, d’altronde negli altri italiani non c’era di meglio, erano tutti bruttini, meglio il Cavagni dell’altra sponda, quello le piaceva, ma non sapeva neanche chi fosse e se fosse abbordabile, della ripresa neanche s’accorse vagando sognante nelle foreste dell’Africa col Balo che la inseguiva, e lei che l’aspettava, ma lui, sul più bello spariva... maleducato! Nel bar della Martina ormai s’era scatenata un bolgia infernale, fatta di petulenze, bestemmie, grida infamanti e minacce di morte, l’arbitro, l’omino malmesso e malnutrito, l’aveva fatta grossa: aveva espulso Marchisio senza motivo e le cose si stavano mettendo male. C’era stato, poco prima il gol dell’Uruguay, ma gli amici, presi da impegni molto più rilevanti, la grappa era una manna che non bisognava trascurare, la presero alla leggera, un motivo in più per far vedere chi sono gli Italiani, porca vacca, adesso ce li
mangiamo! Ma quando viene espulso il Marchisio cala la tregenda: questi ci fanno fuori, è finita! Non ce n’è più per nessuno, fuori anche Balotelli che fino ad allora aveva fatto schifo, dentro il Paiolo, (il Parolo ha corretto l’Archimede!) poi dentro il Cassano e dentro e fuori, un gran casino, con la più bella che non sta né in cielo, né in terra, quel pazzo di Suarez, grugnoso giocatore d’attacco, che fa? S’attacca al collo dell’intrepido Chiellini e se lo morde...se lo che? Se lo morde, punta al collo come si conviene ad un vampiro, fatto e finito, ma poi s’accontenta di una spalla, ci pianta i canini e ci rimette la dentiera, porco di un vampiro, e chi l’avrebbe detto! Già ci aveva provato in Inghilterra dove gioca, ma un italiano non se l’era mai succhiato, proprio il Chiellini, forse voleva il naso, perchè un naso come il suo, non è che lo si trovi tutti i giorni, o forse la vena giugulare, ma quello è davvero un vampiro, forse uno dei pochi rimasti sulla terra, orsù mettiamolo nello zoo. E quell’imbranato di arbitro che fa finta di nien-
“Quello ha rovinato tutto, abbiamo perso per l’arbitro, c’è sotto un complotto!” urla l’assatanato Osvaldo, “Ha ragione, dice l’Abele, con altrettanto veleno, vogliono far vincere le squadre di qui, così c’è più gente che arriva e guadagnano di più!” conferma l’Abele. “Ma si, lo meritiamo, guarda che squadra di m...che abbiamo, a parte due o tre, tutto il resto potrebbe giocare con il mitico Revegler di Praso...”osa concludere l’Arcadio che di calcio se ne intende. “La nazionale di calcio di quest’anno è un po’ come l’Italia, in crisi, senza criteri, in balia di se stessa, con fantocci a dirigere il calcio, e fantoccini come giocatori, gente senza nerbo, il Balotelli che ormai ha rotto le palle, diamogli meno soldi e facciamolo lavorare di più, se lo tenga il Berlusca al Milan, che almeno lì serve a far ombra al campo, e occhio alla Barbara che il Balo maledetto, te la impacchetta, carina com’è...” sentenzia l’Archimede per una volta lascivo e volgare. “ E quel Cassano, è un suo degno compare, la stelletta da sempre in attesa di illuminarsi, più forte nello spaccar bicchieri se trascurato, che ha puntare verso la porta, con un minimo di voglia..” conferma l’Evaristo, ormai silente di bocca e di culo. “Se gli affari vanno male, il corpo non deve patire!” sentenziò definitivo l’Archimede dando la stura a rinnovate libagioni, mangiarono e svuotarono bottiglie e bottiglioni per l’intera notte con la convinta partecipazione di tutti, compresa la Martina
che diede sfogo ai suoi più tristi languori, bevendo in compagnia finchè, stremati, nel corpo e nell’anima, si accasciarono su tavole e sedie aspettando il mattino redentore. L’Orsolina, nella sua casa, vagava ormai da tempo nel sonno dei giusti, delusa ed affranta, quel benedetto Balotello non era poi un granchè, ai suoi tempi il Girolamo era, quello sì un grande uomo, era stato il suo primo amore, e un fisico come il suo non lo scorderà mai, era più largo che lungo, ma aveva una forza, come quella di un leone, altro che il Balotello! E di lei non si sono avute più notizie. Così, anch’io, il vostro Saltaro desolato, ho preso la strada del cielo, dove risiedo da secoli nei secoli, e già mi vedevo i tragici titoloni sui giornali. Esploderanno i soliti soloni del giorno dopo, daranno giudizi d’ogni tipo, per gran parte a vanvera, sparato sentenze, chiamato in causa il governo, quello c’entra sempre, la questione etica, l’euro, le escort, la corruzione, la casta e giù, chi più ne ha, più ne metta, noi italiani siamo fatti cosi. Povera gente, piccola gente! Prandelli, ct, e Abete presidente della Figc, hanno dato le dimissioni, senza far rumore, in silenzio. Con dignità e rispetto per le istituzioni e per sé stessi. Questa è la notizia di prima pagina che merita di essere considerata. In un paese come il nostro, dove i culi sono incollati alle poltrone come il vischio alle sue prede, il loro gesto sembra quasi eroico. Siamo stati sconfitti, e allora? Succede, non è la prima volta. Facciamocene una ragione. E’ la regola dello sport, non diceva Coubertin “l’importante non è vincere, ma partecipare”? Per una volta tanto siamo seri, abbiamo ben altre cose a cui pensare, questa storia mettiamola via al più presto e concentriamoci sulla crisi e su quello che mangeremo domani.
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Montaggio a regola d’arte e molto altro ancora
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Attualità
LUGLIO 2014
I due giovani erano diventati nel novembre scorso diaconi, dopo aver frequentato assieme gli ultimi tre anni di seminario a Trento. “Contentissimo di arrivare in fondo – confidava Lorenzo ad una settimana dalla cerimonia in Duomo – ero però più agitato a novembre, perché è il diaconato il vero punto di non ritorno e sono stato molto accompagnato qui in seminario verso questo momento. Anche se è vero che da sabato la mia vita cambierà”. Daniele e Lorenzo hanno passato gli ultimi giorni prima dell’ordinazione nel ritiro delle grazie di Arco, per prepararsi in silenzio e preghiera al grande giorno. E poi una cerimonia lunga e solenne la presentazione, la presenza simbolica della grande famiglia dei sacerdoti della quale i due giovani stanno per entrare, il momento della prostrazione a mostrare il sottostare alla volontà divina – tutti riti sempre uguali e di grande impatto emotivo anche per i fedeli accorsi a seguire la cerimonia. Cosa sogna ai tempi d’oggi un giovane sacerdote? “il mio desiderio ora – risponde Iori - è semplicemente essere a disposizione per la gente della parrocchia dove mi trovo in questo momento. Certamente mi trovo a mio agio con i giovani, ma nel mio servizio attuale ho scoperto e mi sono arricchito tantissimo nel servizio agli ammalati presso l’Hospice. Spero, in futuro, di mantenere il legame forte che c’è con gli altri sacerdoti e i compagni di seminario, che è bellissimo”. Per Lorenzo, 30 anni ancora da compiere, il maggiore dei 4 figli della famiglia Iori, il primo concreto pensiero di intraprendere la strada del sacerdozio è arrivato lontano dalle valli natie, dall’altra parte dell’oceano, in America Latina: partito con il Mato Grosso per una missione alla fine delle scuole superiori, è tornato in Italia per frequentare l’università, prima a Trento e poi a Firenze, ma la volontà di aiutare i poveri e stare vicino a ragazzi con un’orizzonte di vita molto difficile lo ha portato a partire di nuovo.
Due giovani giudicariesi ordinati Preti Daniele Armani di Agrone e Lorenzo Iori di Bivedo hanno ricevuto i Voti da Monsignor Bressan di Denise Rocca
Il 21 giugno scorso, nel Duomo di Trento, per l’ancora ventinovenne Lorenzo Iori, di Bivedo, e il trentunenne Daniele Armani, di Agrone, si è realizzato un sogno: i due giovani giudicariesi sono stati ordinati sacerdoti
Daniele Armani e Luca Iori
Per meta ancora una volta l’America Latina, la Bolivia per la precisione, dove ha trascorso due anni in missione e compiuto il passo di entrare in seminario, che proseguirà poi a Fiesole e a
Trento. Daniele Armani, invece, ha iniziato il suo percorso a 17 anni, mentre frequentava l’istituto agrario di San Michele, ma la chiamata non è arrivata subito, è sta-
dal Vescovo Luigi Bressan. “Non un traguardo raggiunto – ha specificato Daniele – ma un punto di partenza”, già pensando all’inizio della nuova vita nelle parrocchie che li accoglieranno. to un cammino: a Padova il giovane inizia la facoltà di agraria, poi interrotta per lavorare al parco Adamello Brenta e nella troticoltura di famiglia. E’ a 25 anni che Daniele decide di entrare in seminario per studiare teologia e filosofia, e imboccare definitivamente la strada del sacerdozio. Scelta davvero poco usuale, oggi, quella di diventare pastori di uomini. Una volta era quasi la norma che nelle famiglie numerose i figli più giovani venissero mandati in seminario: che fosse la grande miseria di
troppe bocche da sfamare o un minimo benessere raggiunto che permetteva di dare un’istruzione agli ultimi arrivati, molte erano le strade buone per prendere la via del seminario che di frequente arrivava al sacerdozio. Ma oggi è tutta un’altra storia. Come ci si sente, così giovani, a fare una scelta che appare quasi fuori dal tempo pensando ai propri coetanei? Quasi rivoluzionari? “Non direi – a rispondere col sorriso nella voce è Lorenzo – però mi è sempre piaciuto fare le cose un po’ diversamente. Forse sono
un po’ in controtendenza se vogliamo dire così, ma mi sento molto in sintonia con tantissimi ragazzi che cercano un senso alla loro vita. Io ho trovato questa strada, ma altri hanno fatto scelte diverse e comunque molto forti”. Nell’immediato futuro non ci sono mete lontane per i due nuovi sacerdoti, che rimarranno vicini a famiglie e amici: “Come sacerdoti diocesani siamo incardinati in Trentino – spiega Armani – Poi, se il vescovo lo chiede e se siamo disponibili, c’è la possibilità di partire, ma sicuramente non adesso”. Per qualche anno, infatti, i due giovani affiancheranno i parroci come cappellani.
Spettacolo su Don Bosco per il nuovo Parroco
I parrocchiani del Bleggio hanno riservato al loro nuovo sacerdote un festeggiamento molto speciale: una novantina di ragazzi e adolescenti hanno messo in scena il musical su Don Giovanni Bosco per la sceneggiatura di Renato Biagioli e Piero Castellacci. “Sappiamo – ha spiegato Linda Corradi, una delle coordinatrici del progetto – che l’oratorio e il personaggio di Don Bosco sono particolarmente cari a Lorenzo, e quella di Don Bosco è anche una figura carismatica che va oltre il suo essere religioso, penso trasmetta valori e un modo di fare le cose che sono condivisibili al di là della fede re-
ligiosa di ognuno”. Dal gruppetto iniziale si è arrivati col passa parola e un entusiasmo crescente ad una novantina di persone coinvolte direttamente nel musical, una squadra che da gennaio si è incontrata ogni domenica per provare lo spettacolo. Recitazione, ballo, danza e coreografia i gruppi di lavoro per arrivare pronti all’appuntamento con domenica. Non è una biografia, ma piuttosto verranno messi in scena alcuni episodi della vita di Don Bosco, ricordandone l’eccezionalità come uomo prima che come religioso: “ne esce questa figura di grande carisma che era Don Bosco – racconta Linda
Un momento dello spettacolo
- una persona che avea un’idea di oratorio anche come divertimento e non solo preghiera e spiritualità, e si mostra anche il Don Bosco “sindacalista” che si è occupato di lavoro e diritti dei lavoratori”. Tredici canzoni e altrettanti momenti recitati, con davvero tutto il Bleggio impeganto a ricordare quello che è stato il grande sogno di Don Bosco di salvare i ragazzi di strada e celebrare l’ordinazione a sacerdote di Lorenzo Iori con l’augurio, implicito, di saper dare un contributo altrettanto significativo alla Chiesa e alle parrocchie delle quali si occuperà. (d.r.)
Attualità
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Per rilanciare la pesca sportiva l’associazione “Alto Sarca” propone anche un nuovo portale con web-cam in diversi punti del fiume
Pesca “online” in Giudicarie
Rientra in un nuovissimo progetto di rilancio della pesca in Giudicarie, cui concorrono l’associazione Pescatori Alto-Sarca, i Consorzi Turistici, le Apt, e soprattutto la Comunità di Valle di Tione. Come per le piste da sci, ormai visibili tramite webcam da ogni dove, anche per i fiumi Sarca e Chiese l’occhio delle telecamere sarà il grande promoter del turismo nostrano, intenzionato a recuperare le centinaia di affezionati della canna che negli anni sessanta e settanta affollavano le loro rive. Oggi i tempi sono cambiati. E anche la pesca ha subito grandi trasformazioni. Un tempo, frotte di amanti della canna gremivano gli alberghi e le rive dei fiumi nostrani puntando sulla quantità. Più pesci pescavi e più eri bravo. Oggi, nella hit parade del momento, c’è il “no kill”, dove il prelievo è nullo e la soddisfazione del pescatore sta nel dimostrare la grande abilità nel “blandire” la trota o il temolo con un amo senza ardiglione, per poi ributtarlo in acqua, magari dopo aver immortalato l’evento con un “click” ricordo. Il trend non è solo nazionale. Ma europeo. E nelle valli Giudicarie, famose per la pescosità di fiumi cristallini come Sarca (300 km.) e Chiese (150 km.), il fenomeno è stato testato con successo da associazioni pescatori e consorzi turistici, oggi più che mai intenzionati a fare della pesca un argomento di grande attrazione turistica. Da qui un progetto molto articolato che Ora il padre è deceduto e il patrimonio ereditario lasciato non è sufficiente a soddisfare i diritti successori del mio cliente. Mi chiede quindi se e come può tutelare le proprie ragioni avuto riguardo anche della donazione fatta dal padre alla sorella, considerato che a suo tempo egli aveva rinunciato ad opporsi. Per rispondere al quesito bisogna innanzitutto tenere conto del tempo trascorso. Se dal giorno della donazione sono maturati i termini per l’usucapione, purtroppo il mio cliente non potrà più promuovere alcuna azione a tutela dei suoi diritti di erede nei confronti della sorella, rispetto al bene donato a quest’ultima. In caso contrario, egli ben potrà rivolgersi ad un legale per agire giudizialmente, proponendo un’azione di riduzione anche nel caso in cui la sorella avesse venduto a terzi il bene ricevuto in donazione. Infatti, la rinuncia ad opporsi alla donazione non si configura come una rinuncia
Ettore Zini
F
orse non sarà possibile misurare la temperatura dell’acqua, una delle componenti determinanti per chi di pesca, nei fiumi e nei torrenti di montagna se ne intende. Ma visionare, da chilometri e chilometri di distanza, quantità e qualità delle acque,
e persino il sasso o l’anfratto da cui vorresti buttare la lenza, quello sì. Nei prossimi mesi, per tutti i Mister Fish d’Italia ci sarà la possibilità di monitorare, a distanza, il luogo di pesca preferito, senza doversi sobbarcare levatacce inutili o trasferte dai cestelli vuoti.
Permessi “sul web” e riserve a numero limitato Il progetto sarà presentato questa mattina nella sede della Comunità di Valle. Assieme sarà pubblicizzata anche un’altra chicca per gli appassionati della lenza. E’ un servizio novità assoluta per il Trentino, raramente riscontrabile in altre regioni italiane. Si tratta della possibilità di acquistare i permessi di pesca on-line, capace di evitare levatacce chi viene da lontano. Lo gestisce direttamente il Consorzio Turistico di Tione
in collaborazione con Trentino Fishing, una branchia sportiva di Trentino Sviluppo. Basta andare sul sito www.altosarca.it, ed è possibile “staccare” in anticipo l’autorizzazione a pescare in quel determinato tratto di fiume. L’iniziativa è ancora più interessante se si pensa che è abbinata ad un’altra offerta dedicata ai fisherman più esigenti: l’utilizzo in esclusiva di tre riserve “no kill” (Regorie, tra Preore e
Ragoli, Nambrone e Nambino) e una “speciale” al Lago Nembia. Basta prenotare in anticipo (già 250 richieste sono state esaudite). E, per quella giornata, si potrà pescare in esclusiva in quelle riserve senza essere disturbati. Il prezzo del permesso ovviamente sale: dai 17 euro, si passa a 30. Ma, vuoi mettere? Essere per alcune ore il “re” assoluto di quel tratto di fiume o di quello specchio d’acqua? (e.z.)
punta a un’offerta di qualità, abbinata web e a proposte in grado di permettere l’accesso ai fiumi anche agli anziani con problemi di mobilità e ai disabili. Ecco dunque quanto sarà messo in campo già nei primi mesi del 2015. Prima di tutto, un complesso sistema di webcam (sei, inizialmente), capaci di monitorare l’alveo del fiume nei luoghi di maggior interesse. Le telecamere, complete di pannelli fotovoltaici, daranno un’immagine costane e aggiornata dello stato dell’acqua, quindi delle sue condizioni di pescabilità, anche tramite computer o smartphone. Poi, una serie di piattaforme in zinco-legno affacciate, non solo su laghi come Cornisello, Strembo o Ponte Pià, ma anche lungo fiumi rigogliosi come Sarca e Chiese. L’obiettivo è facilitare l’esercizio della pesca ad anziani con problemi di deambulazione e a pescatori diversamente abili che non vogliono rinunciare allo sport della pesca. Infine, brochure didattiche, filmati e strumenti digitali di informazione, in grado di permettere l’acquisto a distanza dei permessi di pesca e di localizzare l’itinerario del corso d’acqua tramite Gps. Una pesca insomma digitalizzata, alla portata di tutti. Pronta a lusingare anche l’appassionato più esigente che prima di partire per la battuta alla trota vuole essere certo che la sua “trasferta”non sarà infruttuosa e disturbata da imprevisti.
RUBRICA LEGALE
Donazioni in vita e diritti di libertà Quali sono le garanzie per gli eredi rispetto alle donazioni fatte in vita dal de cuius?
Recentemente si è rivolto al mio studio un cliente chiedendomi delucidazioni circa i propri diritti di erede. In particolare mi riferiva che suo padre, in vita, aveva donato alla sorella un immobile. In quelall’eredità. I terzi acquirenti dell’immobile in oggetto risponderanno solo in seconda battuta, ovvero se la sorella non avrà abbastanza denaro da restituire al fratello per compensare la quota di legittima lesa. Il terzo acquirente potrà inoltre scegliere se restituire l’immobile acquistato oppure pagare l’equivalente in denaro. Fermo il suo diritto di pretendere la restituzione del denaro pagato per l’acquisto dell’immobile in oggetto.
l’occasione il mio cliente si era recato con il padre e la sorella presso il Notaio che aveva stilato l’atto di donazione ed aveva firmato una dichiarazione con la quale egli rinunciava ad opporsi.
Un diverso scenario si sarebbe, invece, verificato se il mio cliente non avesse a suo tempo firmato la dichiarazione di non opporsi alla donazione. In questo caso, infatti, anche prima della morte del padre, egli avrebbe potuto opporsi alla donazione notificando un atto alla sorella ed al padre. Questo atto, se trascritto presso i registri immobiliari, avrebbe inoltre sospeso, nei confronti del coniuge e dei parenti in linea retta, i termini per l’usucapione del diritto di proprietà sull’immobile. Avv. Francesca Zanoni – Ponte Arche (TN) http:// avvocatofrancescazanoni. wordpress.com/
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Società
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Cosa trova, oggi, al Ceis? La situazione attuale deriva in molta parte da opere avviate quando ero ancora vicepresidente a livello di progetti, quindi sono cose che mi sono familiari. E’ un’azienda in salute, i bilanci lo dicono chiaramente, proiettata verso il futuro. Il futuro… la preoccupazione maggiore? Tutti i soci si aspettano che vada sempre così bene, quasi automaticamente, ma non è certo scontato. Fino al 2016 ci saranno bilanci probabilmente stabili, per quello che ne sappiamo ora, perché una serie di entrate sono ancora garantite come in questi anni, ma poi con la conclusione dei Certificati Verdi dal 2017 ci sarà una flessione di bilancio significativa che è preventivata ma è chiaro che per allora bisognerà cercare qualche altra invenzione che ci permetta di mantenere i livelli di ora. Idee? Il Ceis ha già iniziato a lavorarci. Per esempio con lavori di micro idraulica: ci sono diversi comuni che stanno realizzando piccole centraline e noi mettiamo a disposizione il Know how, cioè la competenza tecnica e l’esperienza del nostro personale Ceis. Un altro fronte importante da analizzare e perseguire è quello dell’adeguamento delle concessioni esistenti in maniera da sfruttare meglio i lavori già fatti e i macchinari
«Idee e investimenti per mantenere il livello attuale» Roberto Gusmerotti, nuovo presidente del Ceis, tratteggia il futuro del Consorzio elettrico
N
di Denise Rocca
uova presidenza per il Consorzio Industriale di Stenico: dopo i mandati di Mario Tonina, il passaggio di Massimo Corradi negli ultimi mesi del mandato dopo l’elezione di Tonina a consigliere provinciale, arriva alla presidenza Roberto Gusmerotti, vecchia conoscenza dell’azienda giudicariese. È infatti entrato al Consorzio nel 2002 come consigliere nel direttivo guidato da Sergio Luchesa, nel 2005
il cambio alla presidenza ha portato Mario Tonina, poi rinnovato nel 2008, e Roberto Gusmerotti ne diventò in quell’occasione vicepresidente occupandosi prevalentemente di statuti, regolamenti e questioni istituzionali. Nel 2001 uscì dal direttivo per aver raggiunto il limite dei tre mandati consecutivi. E oggi Roberto Gusmerotti torna al Ceis come presidente, eletto a maggio dall’assemblea generale del Consorzio.
che già abbiamo installato: la richiesta sarebbe quella di incrementare la produzione con un adeguamento delle concessioni alla situazione attuale che permettano di ottimizzare l’utilizzo delle macchine che ci sono. E il teleriscaldamento? Questo è un altro fronte che per il futuro potrebbe rappresentare un nuovo canale di entrate. Alcune ipotesi erano state buttate lì anche nel 2005/6, ora i tempi sembrano però maturi. L’idea tecnica è quella della cogenerazione da biomasse in varie forme, in maniera da arrivare a produrre gas per alimentare i motori, e quindi produrre ac-
Roberto Gusmerotti
qua calda tramite motore invece che tramite bruciatore. Negli ultimi tre anni sono state portate avanti due ipotesi con Comano Terme e la Fondazione Bruno Kessler
da una parte e con Ceis Biofast e Concert. Progetti che prevedevano di produrre localmente pellets e sfruttarli in un sistema di cogenerazione. Sulla scuola di Cam-
po Lomaso, per esempio, c’è un impianto che si pensa di trasformare in progetto pilota di cogenerazione per valutare resa ed economicità. Un altro esempio è la Casa di riposo di Santa Croce dove si sta valutando la possibilità di fare un’isola energetica che comprenda anche l’asilo, il teatro e il comune di Bleggio Superiore, che funzionerebbe perchè c’è una buona concentrazione di utenze. Si tratterebbe anche qui di un progetto pilota per il Ceis, da mutuare poi in altre realtà che presentano caratteristiche favorevoli, valutando le opportunità presenti sul territorio.
Il Ceis amplia il suo raggio di azione, quindi? In un certo senso, ma non proprio. La filosofia è sempre quella di energia dal territorio per il territorio: perciò il Ceis continua ad occuparsi di energia – anche il calore è energia – e lo fa cercando di coordinare un utilizzo di una materia prima come il legno che si trova sul territorio ma le cui potenzialità non sono gestite fino in fondo, per rendere il territorio autosufficiente . Dal punto di vista teorico quest’anno fra idroelettrico, fotovoltaico e biogas siamo arrivati ad un teorico pareggio fra bisogni e consumo di energia in valle, chiaramente ci sono degli sbalzi, come è normale in campo energetico, che non concretizzano in questo momento questa teorica autosufficienza, ma la direzione è quella giusta e occuparsi di teleriscaldamento si inserisce perfettamente in questa che è la filosofia per al quale il Ceis è nato.
Cooperando
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Firmato il 24 giugno un importante protocollo di collaborazione per lo sviluppo del territorio attraverso il modello cooperativo
Provincia e Cooperazione: insieme per guardare con fiducia al futuro Ugo Rossi e Diego Schelfi, hanno firmato un protocollo d’intesa che si pone l’obiettivo di rafforzare lo sviluppo del territorio con il contributo del sistema della cooperazione trentina. La Cooperazione, si legge nel protocollo, condivide con l’Autonomia lo stesso denominatore comune: il rispetto e la valorizzazione della persona e il suo radicamento sul territorio fa del Trentino un vero e proprio “distretto cooperativo” come poche altre esperienze al mondo. Con questa premessa il Protocollo definisce la precisa volontà di individuare criticità criticità, strategie e piste di lavoro su temi ritenuti cruciali per lo sviluppo ed il rafforzamento della competitività del Trentino e per supportare l’economia provinciale in questo particolare momento di incertezza. Attuare quindi politiche indirizzate allo sviluppo del tes-
di Alberto Carli
Lo scorso 24 giugno è stato stato sottoscritto il Protocollo di collaborazione tra la Provincia Autonoma di Trento e la Federazione trentina della Cooperazione per il rafforzamento delle sviluppo del territorio attraverso il sistema della cooperazione trentina. suto economico e dell’occupazione, garantendo priorità e tempi certi agli interventi che verranno definiti. Formazione, sostegno selettivo di iniziative rivolte allo sviluppo, internazionalizzazione delle imprese cooperative i temi e ambiti su cui focalizzare l’impegno reciproco. Quattro le macro aree di intervento prioritarie individuate nel protocollo: agricoltura, lavoro e servizi, consumo e credito. Nello specifico, sul tema dell’agricoltura si prevede di mettere in campo azioni per tutelare e promuovere le produzioni agricole trentine e le tipicità territoriali, sostenendo la commercializzazio-
Provincia autonoma di Trento e mondo trentino della Cooperazione, due pilastri della nostra Autonomia rafforzano la loro collaborazione attraverso la condivisione di azioni e strategie per dare sostegno e fiducia al tessuto sociale ed economico del Trentino.
Ugo Rossi e Diego Schelfi
ne dei prodotti e dei marchi cooperativi sui mercati esteri. Un elemento rilevante e’ rappresentato dalla salvaguar-
dia ambientale e dalla valorizzazione delle produzioni biologiche, anche attraverso il recupero delle terre abban-
donate. In tema di consumo si ribadisce il fondamentale ruolo sociale ed economico svolto dalla cooperazione di consumo, che va salvaguardato. Per quanto concerne il settore del lavoro e dei servizi viene evidenziato come le nuove normative europee pongano forte attenzione alle questioni legate agli aspetti sociali e di interesse pubblico. In particolare concentrano l’attenzione sulla crescita intelligente e sostenibile, sull’inclusione sociale e professionale di persone svantaggiate, prevedendo un forte innalzamento delle soglie di rilevanza comunitaria con riferimento ad appalti di
servizi sociali o speciali di tipo sanitario, sociale, assistenziale, educativo e culturale. Ciò potrà rappresentare un’ulteriore occasione per il Trentino di fungere da “laboratorio di innovazione”. In materia di credito si condivide la necessità di un approfondimento complessivo finalizzato a valutare quelle azioni che, in considerazione dell’importanza determinante di tutte le azioni volte al rafforzamento del sistema creditizio, potranno renderlo maggiormente efficace rispetto alle esigenze della comunità trentina. L’impegno reciproco è quello di concretizzare in proposte specifiche, anche di riforma legislativa gli intendimenti contenuti nel documento, coinvolgendo le proprie strutture, al fine di trovare eventuale definizione in occasione della manovra finanziaria della Provincia per il 2015
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Porto Franco
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Ovviamente sull’ipotesi di introduzione della tassa di soggiorno si ergono immediatamente due “scuole di pensiero”, chiamiamole così senza offesa per la scuola. Chi è a favore – gran parte delle Apt – e chi contrario, ovvero gran parte degli albergatori attraverso le loro associazioni. Ora a noi pare che parlare solo di tassa di soggiorno sia riduttivo, così come sarebbe errato introdurla con provvedimento avulso da una rivisitazione più ampia e complessiva del settore, ovvero dell’organizzazione turistica pubblica e privata. Partiamo da un punto fermo e – ci pare – ampiamente assodato. La riforma dell’apparato turistico varata a suo tempo dall’assessore Benedetti ha mostrato una serie di limiti: finanziamenti incerti delle Apt, partecipazione non certo decisiva dei privati alle Apt, progetti di commercializzazione in sofferenza se non passivi. Ricordiamo – a questo proposito – una intervista di un paio di anni dell’assessore Mellarini: il problema della commercializzazione da parte delle Apt deve essere affrontato subito. Stiamo ancora aspettando. E poi ancora un quadro non eccessivamente chiaro di ruoli e funzioni fra la Trentino Marketing e le Apt di ambito. Funzioni non solo riferite ai meccanismi di gestione ma soprattutto alle competenze che questi enti hanno o dovrebbero avere sui mercati. Allora prima di avventurarsi in nuove ipotesi di tassazione (perché in definitiva l’imposta di soggior-
Turismo : il “tormentone” dell’imposta di soggiorno
È piuttosto necessaria un rivisitazione complessiva dell’organizzazione turistica in provincia di Trento di Ettore Zampiccoli Nel turismo trentino ci sono dei “tormentoni” che vanno avanti da ormai troppo tempo. Uno di questi è la tassa di soggiorno. Ne parlava l’assessore Mellarini, ne parla ora l’assessore Dallapiccola. Se ne parla, si discute, si lanciano è una nuova tassa ) bisognerebbe chiarire il quadro complessivo e ragionare su compiti, funzioni, meccanismi di finanziamento delle Apt. Sarebbe innanzitutto auspicabile un chiarimento sulla “natura” delle APT : sono soggetti pubblici, parapubblici, “privati”? E’ chiaro che da ogni risposta discendono conseguenze ed obblighi diversi. Noi siamo convinto che ognuno dovrebbe fare bene la propria parte senza invadere compiti di altri soggetti. Ovvero il pubblico dovrebbe far bene il pubblico, il privato dovrebbe gestire bene gli affari propri del privato, gli amministratori comunali pensare innanzitutto all’amministrazione e non pretendere di diventare esperti di marketing. Tradotto in linguaggio comprensibile: se le APT sono pubbliche ovvero finanziate dal pubblico (Provincia,
Comuni, tassa di soggiorno) devono svolgere bene la funzione di promozione del territorio, di informazione, di gestione di eventi e di coordinamento con altri soggetti presenti sul territorio. Ma non si capisce perché – pagate dal pubblico - dovrebbero invischiarsi nella commercializzazione : vendere le camere di albergo è compito dei privati e non dell’ente pubblico. Quindi
no proposte ma poi tutto resta come prima. Ora un nuovo annuncio, peraltro assai fumoso: la tassa di soggiorno si applicherà in Trentino a partire dal 2015. In Alto Adige – en passant - è già operante da quest’anno.
gli operatori si diano una mossa, mettano in piedi appositi Consorzi di commercializzazione, certo sostenuti anche dall’ente pubblico, ma gestiti direttamente dai privati. Da una parte quindi le Apt che fanno informazione e promozione, dall’altra i Consorzi dei privati per la commercializzazione. E’ un ritorno all’indietro? La riforma Benedetti, sull’onda di un demagogico slogan “non c’è promozione senza commercializzazione “ ha messo in piedi un fritto misto, che scontenta una gran parte degli operatori. Gli stessi operatori che in privato sostengono che in effetti uno dei problemi principali del turismo trentino è proprio la commercializzazione, la capacità di costruire e vendere il prodotto. Un secondo aspetto riguarda il rapporto tra Trentino Marketing e le Apt, partendo dal principio che le APT sono i soggetti di prima linea del turismo, a contatto diretto col prodotto e con gli opera-
tori e quindi maggiormente in grado di meglio interpretare e rappresentare i territori. Se riconosciamo alle Apt questo importante ruolo sarebbe necessario semmai un loro potenziamento e non una politica complessivamente punitiva, come è stato negli ultimi anni. Il discorso ricorrente, che vorrebbe la chiusura o l’accorpamento delle APT per motivi di risparmio ci pare poi francamente risibile. Il turismo è il settore economico trainante del Trentino. Se ci sono da far risparmi la Giunta provinciale non ha che da guardarsi attorno e tirare due righe su tanti carrozzoni: l’Osservatorio dei Balcani, l’Aref, la Trentino School Management, la Scuola per il Paesaggio, la Fondazione Dolomiti ecc. ecc. Altro che fare gli sparagnini sul turismo! E veniamo alla tassa di soggiorno. C’è in tutta Europa, c’è in quasi tutta Italia, seppur con modulazioni diverse fra regione e regione a riprova del gran casino che quan-
do si parla di turismo vige in questo paese. Il problema è di capire dove andrebbero a finire i soldi raccolti con l’imposta di soggiorno. Se ci dicono che una parte va alla Provincia, una parte ai Comuni, una parte non si sa dove, allora gli albergatori hanno mille ragioni ad imbastire lo sciopero fiscale. L’unica ragione forte, che giustifica l’imposta di soggiorno, è che il gettito vada ad alimentare la promozione turistica, ovvero le APT. Le quali avrebbero alcuni immediati vantaggi : avere, a fianco dei finanziamenti della Provincia, un’entrata certa e acquisire quindi una rilevante indipendenza economica, anche nei confronti dei vari soggetti presenti sul territorio, cosa che potrà trasformarsi in autorevolezza. Se fosse così verrebbe meno anche l’attuale sistema di finanziamento “volontario” dei privati alle APT, dove è dimostrato poi che solo una parte degli operatori paga. Scomparendo il contributo dei privati ( non sarebbe ragionevole che una parte degli albergatori pagasse la tassa di soggiorno e versasse con l’altra mano il contributo volontario ) la stessa APT potrebbe essere gestita con condizionamenti minori e puntare così una gestione manageriale finalmente dettata dalle regole del marketing e non dalle pressioni dei Comuni o di gruppi di privati. Ben venga dunque la tassa di soggiorno se porterà finanziamenti certi alle APT, premessa importante per garantirne potenziamento, snellimento ed una gestione meno corporativa e più manageriale.
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Centenario Grande Guerra
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· 28 luglio. - L’Austria-Ungheria dichiara guerra alla Serbia. Con l’invasione della Serbia da parte dell’Austria ha inizio la prima guerra mondiale. La dichiarazione di guerra fa riferimento alle responsabilità serbe nell’attentato di Sarajevo. · 29 luglio. - L’artiglieria austro-ungarica bombarda la capitale serba Belgrado. L’impero russo dichiara la mobilitazione nei suoi distretti meridionali al confine con l’Austria-Ungheria. · 30 luglio. - L’impero tedesco dichiara lo “stato di pericolo di guerra”, primo passo verso la mobilitazione. - La Russia dichiara la mobilitazione generale. · 31 luglio. - L’imperatore Francesco Giuseppe impartisce l’ordine di mobilitazione generale dell’esercito e della leva in massa (Landsturm). Quello stesso giorno il relativo bando viene affisso agli uffici postali di Trento e subito diffuso in tutta la provincia. Tutti indistintamente i riservisti, sia dell’esercito che della milizia austriaca, e quanti sono tenuti alla leva in massa dai 21 ai 42 anni, devono presentarsi entro 24 ore ai rispettivi “depositi reggimentali” (Kader). - Il governo tedesco invia due ultimatum alla Russia e alla Francia. Le ripercussioni in Giudicarie. Il 28 luglio è la seconda data che figura nel “Diario” di mons. Donato Perli, il quale si sofferma a fissare ed a commentare la data dello storico avvenimento con riferimenti alla situazione locale. «L’Austria punì con gravissime pene, compresa quella di morte, i complici immediati del delitto [di Sarajevo]; poi intimò un ultimatum alla Serbia stessa, col quale entro 48 ore esigeva che se accettasse tutte le condizioni. La Serbia le accettò in parte e respinse le più umilianti, fra le quali quella con cui l’Austria pretendeva d’ingerirsi con
IL CENTENARIO
Luglio 1914: l’inizio della inaudita tragedia
La Grande Guerra mese per mese: come il conflitto ha cambiato (anche) le Giudiucarie di Mario Antolini Musón Terrificante il succedersi degli ultimi giorni del mese di luglio 1914; i testi di storia li hanno così fissati sulle loro pagine. · 23 luglio. - L’Austria-Ungheria invia un “ultimatum” alla Serbia.
· 25 luglio. - Il governo serbo invia la sua risposta all’ultimatum austro-ungarico, accogliendo parte delle richieste ma rigettandolo o eludendolo in altre parti. - La Serbia inizia la mobilitazione delle sue forze armate.
Una stampa del 1914 che raffigura l’attentato di Sarajevo
propri impiegati nell’amministrazione politico-amministrativa della Serbia. Col giorno 28 l’Austria dichiara la guerra alla Serbia e l’esercito austriaco passa la frontiera marciando verso Mitrovizza [cittadina nella Serbia nord-occidentale, sulla riva sinistra della Sava]. L’imperatore Francesco Giuseppe pubblica un suo manifesto a tutto l’impero. L’Inghilterra vorrebbe convocare in Londra una conferenza per scongiurare la guerra. La Germania si rifiuta e dichiara di sostenere l’AustriaUngheria fino all’ultimo. La sfinge russa si agita fra il sì e il no mobilizzando una parte dell’esercito».
Mons. Perli il 29 luglio annota: «L’annunzio della dichiarazione di guerra prova nella popolazione animazioni e discussioni straordinarie, non però costernazione, ma come un fatto straordinario che attirerà la generale curiosità e darà materia di chiacchiere ai filò e alle bettole!!!». Poi, in una successiva considerazione, datata però 5 agosto, aggiunge: «Gli appartenenti alla leva di massa, abbandonando il lavoro e le famiglie, partono in fretta per la loro destinazione abbastanza disinvolti perché s’attendono di essere mandati solamente contro la Serbia, che di qui a un mese non dovrà più dar segni di
vita, ed essi rivedranno Tione! Nelle famiglie, però, si sta in pena: s’interpreta la voce di guerra come la voce minacciosa di Dio e lo è in realtà: non lo si volle ascoltare dal pulpito, lo si bestemmiava diabolicamente, se ne sprezzavano audacemente tutte le leggi, e Dio ora predica col cannone e chissà fino a quando e fin dove. Questa è l’ora sua. Il Decano dà in chiesa l’addio ai soldati partenti, li esorta alla fiducia in Dio, loro promette che noi qui li accompagneremo col cuore e colla preghiera. Giovani e vecchi accorrono alla chiesa a scongiurare l’imminente e pauroso flagello. Troppo
tardi! La censura militare mette il bavaglio ai giornali dell’interno e arresta ai confini quelli dell’estero, sicché il giornale “Il Trentino” ci porta ogni dì notizie alla spicciolata e castigate dalla polizia. Tutti gli Stati proibiscono l’esportazione dei generi alimentari: il pubblico s’allarma pel timore alla carestia. Il vescovo di Trento ordina pubbliche preghiere nella diocesi e il Papa in tutto il mondo affinché il Signore sospenda o almeno mitighi la collera». Più distaccate le annotazioni del gen. Marchetti pubblicate bel 1926: «Al 31 luglio 1914 fu indetta in Austria la mobilitazione generale
per gli uomini dai 20 ai 42 ani, accettata in Trentino con manifesta freddezza e che provocò un improvviso arresto nella vita pubblica. La folla in armi e di armati si incanalò verso la Galizia (Polonia: regione storica compresa tra i Carpazi e la valle della Vistola). In Giudicarie rimasero pochi anziani a rinforzo della gendarmeria e tutto piombò in una calma fittizia, fatta di attesa e di vigile sgomento. I Trentini furono di massima incorporati nei Kaiser-Jäger e Landesschützen». Altri documenti La dichiarazione di guerra dell’Austria alla Serbia avvenne il 28 luglio e fu seguita tre giorni dopo, il 31 luglio, dall’ordine di mobilitazione generale in tutti i territori dell’impero austroungarico. Nell’estate del 1914 ben nove reggimenti di soldati partirono dal Tirolo per il fronte serbo e quello russo: in ognuno di questi reggimenti, formati da setteottomila unità, c’erano uomini di etnia sia tedesca che italiana con una proporzione di tre a due. Quattro reggimenti erano formati dai Tiroler-Kaiser-jäger, i cacciatori imperiali, le cui sedi erano a Innsbruck, Trento, Bressanone, Bolzano, Rovereto e Riva del Garda. Tre reggimenti raggruppavano, invece, i Landenschützen (bersaglieri provinciali) che nel 1917 ricevettero l’appellativo di Kaisershützen (bersaglieri dell’imperatore): avevano le proprie basi a Trento, Bolzano e San Candido. Completavano la mobilitazione di guerra due reggimenti formati esclusivamente da personale richiamato, che costituivano la cosiddetta Landdturm (milizia territoriale); questi arruolati furono impiegati generalmente nelle retrovie, prevalentemente a supporto ed a servizio dei reparti combattenti. (In “Anni di storia trentina”, n. 1, supplemento de l’Adige, 4.05.14).
Il Giornale delle Giudicarie
mensile di informazione e approfondimento Anno 12 n° 7 luglio 2014 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Caporedattore: Roberto Bertolini Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Matteo Ciaghi, Aldo Gottardi, Denise Rocca Hanno collaborato: Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Claudia Brunelli, Alberto Carli, Arianna Foglio, Elisa Pasquazzo, Alessandro Togni, Alberta Voltolini, Ettore Zampiccoli, Ettore Zini, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3335988772) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato l’1 luglio 2014 da Sie Spa - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129
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Centenario Grande Guerra
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La memoria del giudicariese Domenico Zulberti ricordato dal nipote. Un italiano ucciso da italiani alla fine della Grande Guerra
Le storie “nascoste” del Conflitto Mondiale di Claudia Brunelli
Come noto quest’anno ricorre il centenario della Grande Guerra. Le celebrazioni per ricordare i caduIl nostro territorio, si sa, è stato protagonista di alcuni degli eventi cruciali del conflitto come gli scontri di confine in alta quota sull’Adamello, l’entrata degli italiani a Trento dopo la firma dell’armistizio da parte dell’Austria-Ungheria il 3 novembre 1918 e la successiva annessione al Regno d’Italia. Sono state molte le perdite trentine (secondo i dati di Trentino Cultura più di 55.000, di cui 11.000 trovarono la morte in trincea, negli ospedali e nei campi di prigionia) che, giusto per ricordarlo, combatterono in Galizia, Serbia e sul fronte italiano in quanto soldati austro-ungarici. Allora il terri-
torio trentino, infatti, faceva parte dell’Impero austro-ungarico e quindi i nostri compaesani di un tempo che parteciparono al primo conflitto mondiale, combatterono per l’imperatore austro-ungarico Franz Joseph e non per il re Vittorio Emanuele III. Molti soldati trentini, quindi, una volta finita la guerra, si trovarono nella strana situazione di rientrare a casa e di trovarsi in un altro paese, il Regno d’Italia appunto. Proprio in questa bizzarra situazione si venne a trovare Domenico Zulberti fu Prospero, classe 1883, quando rientrò a Cimego, suo paese di origine, dopo aver combattuto in Galizia. Oggi il
ti saranno molte in tutta Italia ed anche il Trentino si prepara a commemorare i trentini morti in battaglia. nipote Redento Zulberti, in occasione della ricorrenza del centenario della Grande Guerra, vuole raccontare cosa successe a suo nonno, per anni considerato caduto in guerra. Prima di morire la nonna Caterina chiamò i nipoti, Redento Zulberti, suo fratello Rinaldo ed il cugino Franco Pellizzari, per raccontare loro la verità circa la morte del marito. Li pregò in lacrime di cancellare il nome del defunto nonno dal monumento dei caduti in guerra di Cimego in quanto non era morto in battaglia, come per anni era stato fatto credere, ma ammazzato da “quei sporchi dei ‘taliani” a guerra
ultimata. Domenico, infatti, rientrato al suo paese, si ritrovò nel Regno d’Italia e mal sopportava di esser governato da altri. Evidentemente deve aver palesato in qualche modo il suo stato d’animo, tant’è che non passò molto tempo dal suo ritorno a casa dalla moglie e i figli che venne arrestato e incarcerato nella prigione militare di Mantova dove vi morì di lì a poco, il 30 novembre 1918, neanche un mese dopo la fine del conflitto. Fu così che il povero Domenico finì i suoi giorni lasciando moglie e figli. Nonna Caterina, vedova Zulberti, non poté mai raccontare a nessuno la veri-
Elmetti all’interno del museo
tà sulla morte dell’amato poiché, per mettere tutto a tacere, le venne erogata la pensione di guerra. La povera donna quindi, non potendo permettersi di perdere l’unico sostentamento per sé e per i figli orfani di padre, decise di non dire nulla anche grazie alle velate minacce di revoca della pensione ricevute nel tempo dai gendarmi prima (così venivano chiamati i Carabinieri) e dalla milizia nel periodo fascista poi. Passati ormai questi eventi storici, la signora Caterina decise di raccontare tutto ai nipoti ed ecco che ora, Redento Zulberti, unico sopravvissuto dei tre nipoti
che portavano questo segreto, ha deciso di raccontare tutto per fare in modo che il nome del nonno non sia annoverato tra i caduti in guerra ma, come è giusto che sia, venga ricordato come un italiano ucciso da italiani. Il nome di Domenico Zulberti potrà essere ancora nell’elenco dei caduti sul monumento di Cimego, ma parte della verità è venuta a galla: nell’anagrafe di Trentino Cultura che raccoglie i nomi dei soldati trentini vittime della Grande Guerra, si attesta che Domenico Zulberti è deceduto in prigionia a Mantova poche settimane dopo la fine del conflitto.
Guerra Mondiale… da conoscere e “capire”
Credo che la Redazione del GdG, nel prendere l’iniziativa di seguire mese per mese i quattro anni della Grande Guerra Mondiale riportando le testimonianze di come sia stata recepita e vissuta dalle nostre popolazioni in Giudicarie, possa e debba anche cercare di illustrare e fare conoscere, nel limite del possibile, il “perché” l’evento bellico ha potuto espandersi e coinvolgere non solo tutta l’Europa ma anche quasi tutte le maggiori potenze del globo; ciò potrebbe rendersi possibile attraverso servizi di altri generosi e provetti collaboratori e mediante la consultazione di diversi e diversificati testi di storici. Infatti non va dimenticato che, per esempio, il primo anno di guerra non interessa per niente l’Italia e che la volontà trentina di commemorare l’inizio delle operazioni belliche sta nel fatto che il Trentino era parte integrante dell’impero austroungarico. Indicativo, a tal proposito, è il volume appena uscito in marzo e stampato proprio a Cles dalla Mondadori, dal toccante titolo “Il GRIDO dei MORTI” sottotitolato: “La prima guerra mondiale: il più atroce conflitto di ogni tempo”. Lo scrive un autore inglese, Niall Ferguson, insegnante di storia moderna presso varie Università del Regno Unito, nipote del proprio nonno John Gilmour che nel 1914, a 16 anni, ebbe il coraggio di volersi arruolare volontario quando ormai ogni
illusione sul fatto che la guerra sarebbe stata di breve durata era ormai svanita; aveva ottenuto l’arruolamento nell’anno successivo e subito inviato in trincea nel battaglione di fanteria come soldato semplice. Interessante e doveroso, quindi, sentire anche l’eco della guerra dai fronti che per noi Italiani sono sempre rimasti sconosciuti e che hanno avuto una portata ben maggiore che il successivo fronte, dal maggio 1915, limitato fra Italia e Austria. Infatti, fa notare il citato Autore, «si può affermare che soltanto un numero estremamente limitato di scrittori prebellici abbiano previsto come sarebbe stata una eventuale prossima guerra» come Friedrich Angels che nel 1887 preannunciava: «Una guerra mondiale di estensione e intensità mai viste prima, se il sistema di reciproco rilancio degli armamenti, portato all’estremo, darà finalmente i suoi frutti…». E tre anni dopo Helmuth von Moltke, ex capo di stato maggiore prussiano, evocava una simile deflagrazione: «L’epoca della guerra di cancelleria è alle nostre spalle (…): se questa guerra scoppierà veramente, non sarà possibile prevederne la durata e la fine. Le maggiori potenze europee, armate come non lo sono mai state prima, entreranno in battaglia l’una contro l’altra (…). Potrà essere una guerra di sette o trent’anni e guai a colui
che darà fuoco all’Europa, che per primo accenderà la miccia sotto il barile della polvere da sparo». Ed un eminente finanziere di Varsavia, Ivan Stanislavovic Bloch, nel 899, sosteneva «che una guerra in Europa sarebbe stata senza precedenti per ampiezza e potenza distruttiva». E non era ancora sorto il 1900. Ma già nel 1910 Norman Angell scriveva: «Il vero conflitto non è tra Inglesi e Russi, ma tra l’interesse di tutta la gente rispettosa delle leggi - Russi e Inglesi sullo stesso piano - e l’oppressione, la corruzione e l’incompetenza (…). Al fondo di ogni conflitto tra eserciti o governi sta il conflitto di entrambi gli Stati tra democrazia e autocrazia, o tra socialismo e individualismo, o tra reazione e progresso, in qualsiasi modo le simpatie sociologiche di ciascuno possano classificarli». Parole che certamente non abbiamo mai trovato sui libri di scuola,
ma che indubbiamente possono servirci per saper andare al dà di un forte militare posto chissà dove, o un baraccamento predisposto a fatica sul Cavénto. Saper andare al di là della “cronaca”: questo il motivo esatto di una effettiva e profonda “commemorazione del centenario” , poiché non si è trattato di una “guerra in casa nostra”: l’aggettivo “mondiale”, messo accanto a “guerra”, deve dare un’ampiezza culturale e sociale capace di ampliare all’infinito l’orizzonte dell’interesse cittadino di qualsiasi Paese sia. Mi sia permessa un’altra citazione relativa a quell’estate 1914 che stiamo analizzando anche su queste pagine. Il 27 luglio un banchiere inglese ebbe a richiamare l’attenzione sul fatto che era stato compiuto «ogni sforzo possibile per evitare la guerra: poiché i banchieri avevano compreso, molto più chiaramente dei politici, che lo
scoppio di un grande conflitto europeo avrebbe provocato un caos finanziario» aggiungendo: «Nessuno pensa o parla di qualcosa che non sia la situazione europea e le conseguenze che potrebbero esserci se non si prendono serie misure per impedire una conflagrazione europea. Per quanto maldestra possa essere stata l’Austria sarebbe una cosa ultracriminale se milioni di vite umane fossero sacrificate allo scopo di santificare la teoria dell’assassinio». Retroscena storici che non vanno mantenuti ignorati e nascosti dietro le quinte di esaltazioni puramente letterarie che sembrano voler insistere soltanto sulla volontà di tramandare l’eco di vicende epiche entusiasmanti sotto l’aspetto militare, di eroi che non vollero mai essere tali, di realizzazioni di forti e di trincee e camminamenti da poter conservare come un sentimentale ricordo a richiamo di turisti curiosi e non certo edotti del “Grido dei Morti”… e delle sofferenze che alle spalle di ciascun Morto hanno vissuto migliaia di orfani, di madri, di spose o di giovani donne che hanno atteso invano il fidanzato che non è più tornato a loro. A cura di Mario dei Musón NIALL FERGUSON, Il GRIDO dei MORTI. Mondadori Editore, Milano. Marzo 2014. Passim.
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Attualità
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Inaugurati il 3 luglio dopo sei mesi di lavori i “Supermercati Trentini” di Tione. Una struttura moderna, con parcheggio interrato, che dà lavoro a 25 dipendenti
Il rinnovato CoopTrentino al debutto A fare gli onori di casa il presidente della Famiglia Cooperativa delle Giudicarie, Mattia Pederzolli ed il direttore Oreste Bonenti, vere e proprie “anime” di questo importante progetto di rinnovamento e valorizzazione della struttura, che hanno condotto in porto i lavori in soli sei mesi. Tempi molto ristretti, se si pensa che, accanto alla ristrutturazione della struttura di vendita, si è proceduto ad un’importante opera di sistemazione del piazzale retrostante, con la realizzazione di un parcheggio interrato da 30 posti auto, di allargamento e asfaltatura del vecchio parcheggio, rendendo la logistica di chi si reca a fare le compere molto più comoda e sicura. In questo senso è significativo anche il raccordo con la viabilità di via Fabio Filzi, realizzato attraverso un marciapiede che consente un transito più ordinato e sicuro alla clientela. Senza
M
omento molto atteso in tutta la comunità di Tione, nel pomeriggio di giovedì 3 luglio è stato inaugurato il rinnovato Store Coop Trentino, in Via Filzi. Tante le autorità e la gente pretralasciare il lato estetico che oggi ci consegna una struttura bella e moderna, biglietto da visita per chi arriva a Tione da Brescia. Ma il punto focale della ri-
strutturazione è certamente l’ampliamento del punto vendita, con la superficie dedicata all’alimentare che passa da 700 a 1.050 metri quadrati e l’extra-alimenta-
senti, a sottolineare quanto sia radicato questo punto vendita in una realtà, quella di Tione, che ne conta comunque altri quattro come la Despar, l’Eurospin, il Lidl e la Famiglia Cooperativa. re che guadagna uno spazio dedicato di 150 metri quadrati. In tutto, circa 500 metri quadrati in più di spazi vendita, ma, soprattutto, un rinnovamento degli scaffali
e dell’impostazione interna che favorisce la fruibilità da parte dei clienti. Vi sarà un importante sviluppo del settore “prodotti freschi” (gastronomia, carne, pesce, pane) ed un’apposita sezione self-service dedicata a pesce e verdure sfuse e surgelate. Fra le novità sostanziali anche l’orario, più attento alle esigenze delle famiglie e dei lavoratori, con un tempo continuato dalle 8 alle 20 e apertura anche nelle domeniche d’estate, con orario 8-18. Un risultato reso possibile, ha sottolineato il direttore Bonenti, grazie alla disponibilità e collaborazione dei 25 dipendenti. Un ulteriore segno di dinamismo della Coop di Tione che dimostra di voler stare al passo con i tempi,
come ha avuto modo di dire il presidente Mattia Pederzolli. «Si tratta – ha rimarcato – di un investimento importante (circa 2,8 milioni di euro) nel quale crediamo molto e di cui questa struttura, inaugurata 24 anni fa e sostanzialmente rimasta intatta per tutto questo tempo, aveva bisogno. Ora possiamo affrontare con maggiore organizzazione e opportunità la concorrenza presente nella nostra zona, ma soprattutto offrire ai nostri soci e clienti un servizio sempre migliore dal punto di vista qualitativo». I lavori di ristrutturazione sono stati molto rapidi, solo 6 mesi, con il punto vendita che ha continuato a funzionare fino a due settimane dall’inaugurazione. Nell’appalto, realizzazione su progetto dell’ingegner Massimo Dalbon, hanno lavorato tante ditte locali, come Ediltione, Monfredini elettricità, Masè Termoimpianti, Pohl Carpenteria.
Attualità
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Gli impianti saranno aperti, per la stagione estiva, dal 5 luglio al 7 settembre
Non solo neve per le Funivie Pinzolo Da non perdere anche quest’anno l’appuntamento del giovedì in collaborazione con il Parco Naturale Adamello Brenta “Chi cerca tra prati e boschi”: percorso a tappe per bambini dai 6 ai 12 anni. Da Prà Rodont a Malga Cioca, lungo un facile sentiero alla ricerca degli indizi che il timido Guardiaboschi ha lasciato per strada (info: www. pnab.it). Sempre in collaborazione con il Parco Naturale Adamello Brenta, durante il mese di Ago-
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a sabato 05 luglio a domenica 07 settembre saranno aperti gli impianti di Funivie Pinzolo. Con la telecabina sarà possibile in meno di 10 minuti raggiungere Prà Rodont a quota 1.500 m., da sempre il paradiso delle famiglie e dei bamsto in concomitanza con l’apertura della Pinzolo – Campiglio express (tratti Plaza – Colarin e Colarin – Patascoss), sarà possibile usufruire del “ritorno” gratuito per tutti i possessori di biglietto del bus navetta verso Vallesinella che decideranno di immergersi
nella Val Brenta attraverso il sentiero fino a Plaza da dove sarà possibile ritornare a Madonna di Campiglio e seduti comodamente in
bini che vogliono giocare nel fresco dei boschi. Per chi lo desidera sarà possibile poi proseguire per altri 10 minuti in seggiovia sino alla sommità del Doss del Sabion dove poter ammirare il panorama unico delle Dolomiti di Brenta. telecabina godersi il meraviglioso panorama lungo il viaggio. Tante sono anche le iniziative legate alla DoloMeet
Card (www.campigliodolomiti.it) che ritorna per la terza estate. Attività, escursioni, oltre alla mobilità integrata gratuità (impianti di risalita compresi) sono solo alcuni dei servizi che questa card offre ai tanti turisti che scelgono la Val Rendena per le loro vacanze.
Per tutti coloro che desiderano acquistare in prevendita a prezzo scontato l’abbonamento stagionale per l’inverno 2014/2015 il termine ultimo è stato fissato per il 07 settembre 2014. Lo skipass ha validità bi-stagionale ed è quindi possibile utilizzare gli impianti già nei mesi estivi. Maggiori informazioni direttamente alle biglietterie di Funivie Pinzolo SpA (www.funiviepinzolo.it oppure 0465/501256).
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Giovani
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In questo caso si parla di giovani e di occupazione. Tematiche quantomai attuali e delicate. Ecco allora che è importante conoscere il progetto Yei – Youth employmente initiative, un programma dedicato ai giovani dai 15 ai 29 anni in cerca di prima occupazione. Disoccupati, “drop out” o che non hanno raggiunto nessun titolo di studio, oppure i cosiddetti “neet” quei giovani che non hanno un lavoro né lo cercano, non studiano e non sono impegnati né in tirocini né in lavori domestici (con un italianismo diremmo “nullafacenti”). “Garanzia Giovani” (Youth Guarantee) è il Piano europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile previsto dalla Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 22 aprile 2013 e che ha destinato specifici fondi per i Paesi Membri con tassi di disoccupazione particolarmente elevati. Il progetto si propone di avvicinare questi soggetti al mondo del lavoro, attraverso specifici fondi destinati alle realtà regionali con almeno il 25% di disoccupazione giovanile (e l’Italia – pur troppo – è ben al di sopra di questa soglia). Il nostro paese potrà contare su 1,5 miliardi di euro per politiche attive di orientamento, formazione e inserimento al lavoro. In provincia. Declinato su base regionale (in Trentino, provinciale) il fondo mette a disposizione per la Provincia autonoma di Trento (ammessa con deroga perché con percentuale di disoccupazione giovanile inferiore al 25% ossia il 23,5%) 8.371.352 euro per
“Garanzia giovani” è un programma Ue gestito dalla Provincia che punta a dare occupazione a 700 giovani fra i 15 e i 29 anni attualmente non occupati
Dall’Europa tante opportunità per i giovani Una delle sensazioni diffuse e che forse hanno contribuito a far crollare l’affluenza alle recenti elezioni europee è che l’Ue sia sostanzialmente uno scatolone, costoso e pesante, che nella pratica serve a poco. Sensazione errata. Al di là il 2014 e 2015. L’obiettivo della Provincia è quello di accogliere 2.600 giovani, coinvolgendoli in corsi di formazioni ed opportunità di stage e, alla fine, trovare occupazione per almeno 700 ragazzi. Responsabile del progetto in Trentino è Nicoletta Clauser, dirigente del Servizio Europa della Provincia autonoma di Trento.«Si tratta – spiega – di una bella opportunità rivolta a tanti giovani che faticano ad accedere al mondo del lavoro. Sono stati 495 a fine maggio i giovani trentini che hanno aderito a Garanzia giovani, su un totale di 57319 a livello nazionale. A coloro che parteciperanno al programma verrà garantita un’offerta qualitativamente valida di formazione, apprendistato o tirocinio entro quattro mesi dall’iscrizione». Titolare dell’iniziativa, per l’Italia, è il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, con
cui la Provincia ha stipulato il 28 aprile scorso una Convenzione grazie alla quale è stato approvato oggi il Piano di attuazione delle misure che si aggiungeranno a quanto già realizzato in provincia su queste tematiche. «Il piano – spiega Nicoletta Clauser - prevede una filiera articolata, strutturata lungo percorsi alternativi cui i giovani saranno orientati a seconda del loro bagaglio formativo e delle loro inclinazioni. L’intento, infatti, è quello di capitalizzare caratteristiche e attitudini personali, esperienza formativa e lavorativa del giovane per guidarlo verso un progetto di auto-realizzazione consapevole, chiaro e razionale». Come partecipare? Punto di partenza è la registrazione al portale nazionale www.garanziagiovani.gov. it o al portale provinciale “Trentino lavoro” https://
dei riflessi diretti e quotidiani di normative e provvedimenti vari (che a volte non percepiamo, ma ci sono, eccome) a ben guardare vi sono dei progetti che, se conosciuti e colti, possono rappresentare un’occasione importante.
www.sil.provincia.tn.it/ trentinolavoro che sono attivi fin dal primo maggio scorso. Registrandosi, il giovane dichiara di essere interessato e disponibile a entrare nel programma. A livello provinciale l’Agenzia del Lavoro mette inoltre a disposizione i Centri per l’impiego per fornire agli utenti supporto e informazioni. Stesso servizio è garantito dal numero verde 800264760.
Una volta iscritto, il giovane verrà contattato dai Centri per l’impiego entro 60 giorni per fissare un incontro, durante il quale verrà completato l’inserimento dei suoi dati e riceverà informazioni di base. Dopo questo passaggio e una valutazione delle caratteristiche del soggetto, sarà stipulato un Patto di attivazione tra utente e servizio che condivideranno obiettivi, tempi, strumen-
ti per la realizzazione del progetto ed i giovani potranno essere diretti verso uno dei quattro percorsi previsti. Il primo è destinato a giovani che hanno concluso l’iter formativo e prevede una fase di orientamento specialistico, a cui seguono moduli formativi mirati all’inserimento lavorativo (di 26 ore), da un tirocinio in azienda di durata variabile dalle 8 alle 24 settimane a seconda del profilo del giovane e da un servizio di accompagnamento per favorire e supportare la collocazione in azienda. Per chi invece è uscito dal circuito formativo senza aver raggiunto un titolo, è previsto un percorso che include un periodo di formazione di durata variabile dalle 50 alle 200 ore e un tirocinio che potrà durare dalle 16 alle 24 settimane. Anche nella Garanzia Giovani trova spazio l’apprendistato che, all’interno del contratto a causa mista, prevede sia formazione sia inserimento in azienda e potrà avere una durata massima di due anni. Infine, il quarto percorso si fonda sul Servizio Civile che verrà potenziato, rispetto a quanto già realizzato in provincia, attraverso l’ampliamento dei posti disponibili e dei settori di inserimento. Inoltre, a esclusione dell’apprendistato che segue la normativa di riferimento, tutti i percorsi prevedono il bonus occupazionale per le aziende, erogato dall’INPS, con cui verranno stabiliti criteri e modalità di assegnazione. Rispetto alle misure precedenti, il bonus è un dispositivo indiretto essendo indirizzato non ai giovani ma alle imprese come supporto economico a fronte di una precisa contrattualizzazione e verrà commisurato in base al target del soggetto che verrà assunto. È infatti prevista la corresponsione di un incentivo solo per alcuni profili di giovani lavoratori che sarà graduato a seconda della competitività degli stessi: saranno “premiate” maggiormente le aziende che assumeranno le figure più “fragili” sul mercato del lavoro. (r.b.)
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Dalla fine 2013 la ditta “Pellizzari Giorgio -Impianti elettrici” occupa un nuovo moderno capannone a Lardaro e offre nuovi servizi
L’elettricità al servizio del cittadino Poi, la realizzazione e progettazione di impianti in domotica per abitazioni e per automazioni industriali. Un’altra branca molto importante dell’attività dell’azienda è quella della lavorazione e costruzione di impianti di illuminazione pubblica, che “Pg” segue in tutto il loro percorso, dagli scavi alla posa ai collaudi, garantendo professionalità e serietà. Nel 2005 la ditta ha conseguito l’attestazione di qua-
“PG
di Pellizzari Giorgio -Impianti elettrici” è un’azienda artigiana fondata nel 1988 e rinominata per modifiche nel 1999. Nata a Daone, paese Natale del fondatore Giorgio Pellizzari,si è recentemente trasferita in un moderno capannone nella zona artigianale di Lardaro, in via Nazionale 11, con vista sulla statale SS 237 del lificazione alla esecuzione di lavori pubblici SOA “Costruttori qualificati opere pubbliche”, quale certificazione della disponibilità di mezzi e know how per garantire il corretto svolgimento di lavori, necessaria
per quelle realtà che partecipano ad appalti pubblici per importi superiori a 150.000 La sede amministrativa della “Pg-impianti elettrici” si trova a Daone, mentre, come detto, la sede ope-
Caffaro. Ditta che – come ci tiene a specificare Pellizzari – è soprattutto “artigiana”, occupa attualmente sei addetti, e lavora nel campo degli impianti elettrici civili ed industriali, circuiti antifurto-antincendio, impianti fotovoltaici, riparazioni e progettazioni, senza dimenticare servizi particolari per la casa, come aspirapolvere centralizzati, digitale terrestre ecc. rativa è localizzata oggi in un moderno capannone industriale in zona artigianale a Lardaro. Dispone di nuovi spazi di circa 900 metri adibito a magazzino, officina per riparazione e assemblaggio quadri elet-
trici, locali con esposizione principali prodotti e marchi, autorimessa, ufficio tecnico e grande piazzale esterno.«Operiamo prevalentemente a livello regionale – spiega Giorgio Pellizzari - per quanto concerne
la progettazione, l’installazione e la manutenzione di impianti elettrici civili e industriali, quadri elettrici, impianti citofonici e videocitofonici, TVCC, antenne TV terrestri e satellitari, parafulmini, scavi e impianti per l’illuminazione esterna pubblica e privata, aspirapolveri centralizzate, allarmi anti-intrusione, antincendio e automazione cancelli». Info: www.pgcostruzionielettriche.com
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Viaggio nel Medioevo in Valle del Chiese Dal 25 al 27 luglio il sentiero etnografico di Rio Caino propone tanti eventi nella magica atmosfera del passato Periodo significativo della storia, dal V al XV secolo circa, spesso ricordato con enfasi negativa come “secoli bui”, specie per quanto riguarda l’Alto Medioevo, è in realtà momento costitutivo di alcune basi portanti dell’attuale assetto europeo, con spunti e motivi di interesse dal punto di vista culturale, storico e architettonico. Lo sa ben il gruppo “Ost du Lac” di Ginevra, compagnia di scherma di Ginevra che sarà protagonista appunto dal 25 al 27 luglio nello scenografico ambiente del sentiero etnografico di Rio Caino proponendo un proprio personale viaggio nel Medioevo, cercando cioè, attraverso la ricostruzione attenta delle attività, dei costumi e dei particolari, di far rivivere le atmosfere ed il retaggio culturale di quel-
Terme di Comano sempre più a servizio della comunità locale. Accanto alla forte vocazione turistica, infatti, le Terme hanno sviluppato negli anni – Tenendo fede al suo ruolo di promotore della cultura, della stol’epoca. Nella tre giorni sarà dunque possibile assistere alla forgiatura di una spada, attività tipica di quell’epoca, con il “gladius“ che era allora assieme all’arco, l’arma più diffusa di cui nessun cavaliere poteva fare a meno. Ecco allora che la figura del fabbro diveniva centrale nella comunità dell’epoca, anche perché ferrava inoltre i cavalli, mezzo di trasporto indispensabile. Poi sarà possibile scoprire come realizzare un mantello del 13° secolo, prendere parte alle esibizioni di scherma, oppure osservare la costruzione di una fodera per coltello ed
ammirare la ricostruzione di un armatura di un autentico “chavalier medioevale”. Ma, accanto agli aspetti più materiali che contraddistin-
ria e delle ricchezze del territorio, l’Ecomuseo della Valle del Chiese organizza, per il weekend dal 25 al 27 luglio, un significativo “viaggio” in un’epoca che riscuote interesse storiografico crescente: il Medioevo. guono la civiltà medievale e la differenziano dalla nostra attuale, ecco invece che, dal punto di vista enogastronomico si riscontrano dei trait
d’union arrivati fino ai gironi nostri, pur nel contesto di mutate abitudini ed esigenze alimentari. Basti pensare all’idromele, prodotto dalla fermentazione del miele e tra i fermentati più risalenti di sempre, nell’antichità noto come “bevanda degli dei” che sarà possibile produrre e assaggiare in loco, oppure le degustazioni dei prodotti biologici del territorio: la cicerbita alpina, il cuore di tarassaco, gli asparagi di monte, il dissetante sciroppo di sambuco. “Perle” vegetali che la montagna ci regala, le cui potenzialità curative e rigenerative era-
no ben note anche all’epoca e che oggi vengono riscoperte in ottica di benessere e genuinità. Oltre a questa speciale animazione nel pomeriggio del sabato appuntamento con “ricette dall’antico forno” il laboratorio creativo da leccarsi i baffi: la mugnaia svela i segreti per preparare tradizionali prodotti da forno con le nostre mani. La domenica, infine, alle ore 10, c’è “il bosco incantato” una passeggiata nella storia tra antiche leggende, mestieri tradizionali, sino alle tracce della Grande Guerra fra trincee e cannoni. All’arrivo possibilità di pranzare al rifugio malga Caino con uno speciale menu degustazione a base di prodotti tipici della Valle del Chiese.
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Associazioni
LUGLIO 2014
L’associazione “Le Ombrie” propone il quarto Festival
Montagne alla ribalta del “Racconto” Anche per la prossima estate 2014 l’associazione culturale “Le ombrie”, espressione della gente di Montagne, ha intenzione di promuovere e di poter realizzare il “Quarto Festival del Racconto”: un incontro comunitario e con numerosi ospiti durante il quale teatro, musica, voci che raccontano si trasformano in una esaltante espressione culturale capace di avvincere i presenti al passato che rimane vivo nei ricordi ma che ha le potenzialità per vivacizzare il presentate e così di essere tramandato al futuro. Gli organizzatori hanno indetto un libero e volontario impegno finanziario di pochi euro perché sia loro consentito di avere la possibilità di allestire un vero avvenimento di alta portata comunitaria per promuovere un’esperienza che nasce dal basso tra la gente e per la gente, per dare spazio e voce ad un evento di qualità, per creare un’occasione di confronto e interazione con altre realtà, per promuovere e valorizzare i tre borghi di Córt, Larzana e Bìnio ed il loro territorio, per contribuire a creare occasioni di crescita per l’economia locale. Attraverso un’apposita piattaforma online - www.produzionidalbasso.com/pdb_3463.html - è possibile donare una cifra a discrezione del sottoscrittore, con un minimo di 5 euro, in cambio della quale ciascun donatore riceverà alcuni segni di riconoscenza. Chi conosce l’ampio anfiteatro di Montagne, dai prati di Córt alla conca di Daón con Villa Santi, dal passo Prà da l’Àsen alla val Manez, dai boschi della Bastìa alla cima Durmónt sa che si tratta di un’oasi unica e incomparabile delle Giudicarie, i cui abitanti sono conosciuti per ospitalità e disponibilità sociale e fra i più attivi nel settore dell’emigrazione. Poche centinaia di persone che meritano attenzione e supporto anche perché fra le più attive in ambito comprensoriale. Certamente i Giudicariesi e quanti hanno saputo assaporare e godere delle precedenti edizioni dell’identica iniziativa non lasceranno mancare una disponibilità che risulterà carica di un abbondante dono di cultura e di piacevole trattenimento.
Provincia Autonoma di Trento
Comune di Montagne
Associazioni Nel 1999 il progetto nasceva nell’ambito della passione per lo sport che la Virtus Giudicariese, società storica fondata nel 1965 aveva contribuito a creare. Emilio Fedrizzi, Presidente di allora e di oggi con la collaborazione dei suoi dirigenti, in prima fila Pino Scalfi, e tecnici, portava alla nascita dell’iniziativa denominata poi “Progetto Virtus”. Animata dagli stessi principi originari, l’iniziativa nasce con l’intenzione di proporre le attività sportive come divertimento per i ragazzi e molto distante dagli eccessi agonistici. L’obiettivo? Dare ai ragazzi la possibilità di provare e sperimentare delle discipline diverse da quelle proposte abitualmente dagli altri enti e offrire la possibilità di trascorrere parte delle vacanze estive in un ambiente protetto e controllato. I ragazzi erano inizialmente un’ottantina, seguiti da alcuni istruttori e con poche amministrazioni comunali coinvolte Negli anni aumenta sempre più l’interesse da parte di famiglie e ragazzi, cresce il numero degli iscritti e dei collaboratori. Con 280 ragazzi iscritti, 15 istruttori qualificati, numerosi collaboratori e 14 comuni convenzionati, con il sostegno della Comunità delle Regole di Spinale e Manez, della Comunità delle Giudicarie, del Bim del Sarca, della Cassa Rurale Adamello Brenta, Cassa Rurale di Saone e altri numerosi sponsor, “Virtuosamente Insieme” compie i suoi primi quindici anni di attività in piena salute e con l’originario entusiasmo. Il progetto coinvolge ragazzi dall’ultimo anno di asilo fino alla terza media, provenienti dai comuni della Busa, della Rendena fino a Caderzone. Anche la collaborazione tra la società sportiva e la cooperativa sociale “L’Ancora” ha confermato la collaudata organizzazione che concentra l’attenzione non solo sull’aspetto ludico, ma anche su quello sociale. E mentre al mattino la Virtus organizza attività sportive, al pomeriggio L’Ancora propone animazione ricreativa e culturale. Le attività sono divise in tre periodi, che occupano tutta l’estate dalla metà di giugno alla fine di agosto. Il costo di ogni periodo dipende dalla
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L’iniziativa che anima le estati giudicariesi è giunta al prestigioso traguardo
Quindici anni di ... “Virtuosamente insieme” di Enzo Ballardini
Quindici anni di attività estiva per i giovani della Busa di Tione e della Val Rendena, è l’importante traguardo raggiunto questa estate dal progetto “Virtu o samente convenzione con il comune di residenza, e va da un minimo di 95 euro per tre settimane per i Comuni convenzionati ad un massimo di 380 euro per le dieci settimane per i ragazzi dei Comuni non convenzionati. Per le mamme lavoratrici è prevista la possibilità di usufruire dei buoni di servizio della P.A.T., mentre per ogni ulteriore figlio iscritto è prevista una riduzione del 15%. Poi il mercoledì è la giornata della gita, escursioni giornaliere lungo i percorsi naturalistici delle Giudicarie e del Trentino. Lago di Nambino, Cascate di Val Genova, Andalo, Val di Breguzzo “Breg Adventure Park”, Pra’ Rodont, Val di Daone solo per citare alcune stupende mete che garantiranno svago e divertimento per tutti i ragazzi. A coordinare l’impegnativa
attività un preparatore esperto come Piero Bertolini che sottolinea la soddisfazione a vedere i bambini e i ragazzi giocare e divertirsi. I bambini ci tengono, si impegnano e si divertono. Ai ragazzi, suddivisi in fasce di età contraddistinte da colori diversi, vengono proposte attività differenziate e innumerevoli gli sport, come attività psicomotoria per i più piccoli, volley, calcio, basket, baseball, rugby, hockey, roller, acrobatica elementare, nuoto, tennis, bicicletta bmx, trekking, atletica leggera orienteering, pesca, tiro con l’arco e giochi di squadra… Quartier generale di “Virtuosamente insieme” è il Centro Sportivo di Preore, mentre altre strutture coinvolte sono messe a disposizione dai comuni di Ragoli e Bolbeno. Il gradimento delle famiglie
Insieme 2014” organizzato dall’Unione sportiva Virtus Giudicariese di Preore e dalla Cooperativa Ancora di Tione. è testimoniato dal numero crescente di iscritti, quello dei ragazzi dall’entusiasmo con il quale partecipano alle
varie attività sportive e ricreative. Un progetto che avrà sicuramente un effetto positivo su centinaia di ra-
#MUSEBigBang
A pescar margherite, trallallà … Finisterrae
2 LUGLIO ore 21.00
manifestazioni culturali e di promozione del libro
TEATROTENDA GIARDINO AL SARCA
Le compagnie teatrali “I Teatri Soffiati” e “Finisterrae Teatri” proseguono la loro lunga e consolidata collaborazione per presentare la nuova produzione di teatro per famiglie: Uno spettacolo che nasce del segno della meraviglia e del divertimento, della divagazione e della fola.
Fiabe nel mondo antico
LA Tenda delle storie Aria aperta
8 LUGLIO ore 15.00
storie misteriose: in trenino tra borghi contadini e antichi castelli
FIAVÈ AREA RUDEL
12 AGOSTO ore 15.00
STENICO AL BAS
FOTOTREKKING TRENTINO SVILUPPO – Foto di D.Lira
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Teatro per caso - Fiabe nel borgo Fiaba
17 GIUGNO ore 15.00
Borghi antichi CHIOSTRO CONVENTO DI CAMPO LOMASO Teatro per caso - Fiabe nel borgo
4 LUGLIO ore 15.00
Fiaba
Borghi antichi LARIDO MURALES VECCHIA CANONICA
Fiaba
I tre porcellini
15 LUGLIO ore 15.00
Aida
Borghi antichi AREA RUDEL FIAVÈ
23 LUGLIO ore 21.00
TEATROTENDA GIARDINO AL SARCA
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Teatro per caso - Fiabe nel borgo
Una nonna nella storia sbagliata (o sarà lei in quella giusta e tutti gli altri fuori posto?), tre allegri porcellini e un lupo, che ha un’unica passione (quella della musica) e un’unica paura (quella dei bambini)! Le canzoni che i personaggi cantano, passando dal rock leggero ad un accattivante stile country, coinvolgeranno i bambini con le loro orecchiabili melodie e proietteranno i grandi in un’atmosfera gioiosa di campagna americana assolata.
5 AGOSTO ore 15.00
Fiaba
Borghi antichi DORSINO OASI AL MOLIN
Teatro per caso - Fiabe nel borgo Fiaba
Fiaba
LA TENDA DELLE STORIE Salire in groppa a un asino è una sensazione che riporta indietro nel tempo, a quando i viandanti cadenzavano il passo sullo scandire delle giornate; è un’azione impressa nelle abitudini dell’uomo da quando, assieme all’animale, ha percorso i primi passi sulla strada della storia. Oggi, nella società della fretta e della competizione, salire in groppa a un asino rappresenta per il bambino un momento di gioco con importanti valenze educative: la conoscenza di se stesso e degli animali, il rispetto per gli altri il ritmo del gruppo, la scoperta della tranquillità della lentezza consapevole e, con l’aiuto dei libri, apprendere le storie, le fiabe, le leggende ad esso collegate.
SPETTACOLO TEATRALE
Teatro per caso - Fiabe nel borgo
19 AGOSTO ore 15.00
Borghi antichi CILLÀ
Teatro per caso - Fiabe nel borgo Borghi antichi SENASO SAN LORENZO
SPETTACOLO TEATRALE
Il lupo e i sette capretti di e con Daniele Debernardi Erbamatta
20 AGOSTO ore 21.00
TEATROTENDA GIARDINO AL SARCA
Spettacolo di attore e pupazzi comico e divertente, ricco di canzoni, momenti esilaranti e poetici. Un lupo si aggira attorno all’ovile dove 7 capretti sono immersi nello svolgimento delle loro attività quotidiane preferite: c’è chi suona, chi mangia, chi si guarda allo specchio e chi vorrebbe dormire.
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STORIE DA CASTELLO
In collaborazione con
Bandus
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Storie di animali, di fantasmi, di principi e principesse, storie fantastiche o forse vere, storie appassionanti: storie da castello, che verranno raccontate nella suggestiva cornice del castello a bambini e grandi che vogliono lasciarsi incantare. Una visita agli ambienti del castello consentirà di inventare e creare nuove storie e costruire un libricino da portare a casa! A cura Gruppo Bandus i narratori.
TUTTI GLI APPUNTAMETNI ALLE ORE 15.00
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Un anno dopo
25 GIUGNO 2 LUGLIO 16 LUGLIO 30 LUGLIO 6 AGOSTO 20 AGOSTO ORARI E INDIRIZZI: BIBLIOTECA DI VALLE DELLE GIUDICARIE ESTERIORI Tel. 0465 702215 - ponte.arche@biblio.infotn.it https://www.facebook.com/biblioteca.esteriori
19 luglio 2014 dalle 16.00 alle 02.00
La partecipazione agli spettacoli è libera, gradita e gratuita
NATI PER LEGGERE DAL 21 GIUGNO AL 12 LUGLIO 2014 Dal 21 giugno al 12 luglio la biblioteca di valle delle Giudicarie Esteriori ospiterà la nuova edizione della Mostra Nati per leggere - Libri per bambini da 0 a 7 anni.
www.muse.it
gazzi che si possono avvicinare fin da piccoli alle più diverse attività sportive che potranno portare avanti da adulti con ricadute positive anche dal punto di vista della salute e della qualità della vita.
SPETTACOLO TEATRALE
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La grande festa di compleanno. Inaugurazione Maxi Ooh! Giochi, spettacoli, musica e dj set.
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Si tratta di un’occasione imperdibile per conoscere, sfogliare, leggere, da soli o con i vostri bambini, i 165 nuovi libri che compongono la mostra, accuratamente selezionati da un gruppo di esperti ed accompagnati dalle suggestive scenografie di Lorenzo Depaoli ed Elisabetta Parisi.
TANTI GLI APPUNTAMENTI PROPOSTI A BAMBINI E ADULTI: SABATO 21 GIUGNO ore 17.30 inaugurazione - Turiterme area espositiva - Storie in mostra. I libri per bambini presentati ai grandi. Incontro con Maria Lunelli, esperta di letteratura per l’infanzia. GIOVEDÌ 26 GIUGNO ore 17.00 Turiterme area espositiva Léggere prima delle parole. Incontro sulla lettura ad alta voce nei primi anni di vita del bambino. Incontro con Francesca Sorrentino, esperta di lettura ad alta voce.
LUNEDÌ 30 GIUGNO ore 16.30 Letture animate Parco delle terme di Comano per l’Asilo nido e per la Scuola dell’infanzia. Con Elisa Bort. GIOVEDÌ 10 LUGLIO ore 10.30 Letture animate Parco delle terme di Comano per l’Asilo nido e per la Scuola dell’infanzia. Con Elisa Bort. LA MOSTRA NATI PER LEGGERE LIBRI PER BAMBINI DA 0 A 7 ANNI sarà aperta al pubblico presso la sala mostre al Turiterme di Ponte Arche dal 21 giugno al 12 luglio. ORARI MOSTRA: dal martedì al sabato dalle 15.00 alle 19.00 PER INFORMAZIONI: Biblioteca di Valle delle Giudicarie Esteriori Tel. 0465 702215 - ponte.arche@biblio.infotn.it PER MAGGIORI INFORMAZIONI SUL PROGETTO NATI PER LEGGERE: http://www.natiperleggere.it/ https://www.facebook.com/natiperleggere
Comano Junior d'Autore
Festival di Letteratura e Immagini per Bambini e Ragazzi
Terme erme di Comano, dal 20 al 22 giugno
QUEST’ANNO PARLIAMO DI… DIRITTI E DIVERSITÀ!
Anche quest’anno le Terme di Comano ospitano il Comano Junior d’Autore, Festival di Letteratura e Immagini per bambini e ragazzi arrivato alla sua ottava edizione! Un weekend - dal 20 al 22 giugno - in compagnia dei libri con letture animate, spettacoli, incontri con gli autori, laboratori e molte altre sorprese. Quest’anno il Festival è dedicato alla Diversità e ai Diritti dei Bambini e sarà l’occasione per sostenere l’Associazione Africa Rafiki, che da anni lavora in Africa anche nell’ambito dell’istruzione. Il Festival inizia venerdì 20 giugno al mattino e si conclude domenica 22 giugno con una grande festa nel parco delle Terme di Comano in compagnia Geronimo Stilton dello scoiattolo Gino, lo Staff di Animazione, i volontari di Africa Rafiki e molti altri ospiti davvero speciali. (Vedi programma dettagliato presso APT Terme di Comano) PER INFORMAZIONI: Azienda per il Turismo Terme di Comano www.visitacomano.it/info@visitacomano.it - Tel. 0465 702626
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Associazioni
LUGLIO 2014
A Baitoni oltre 1000 allievi dei vigili del Fuoco volontari
Un grande “villaggio” ha accolto in tende i ragazzi per le tre notti, con un’ottima organizzazione con cucina da campo, gestita dagli Alpini dei Nu.vo.la, servizi igienici e docce, capannoni per i pranzi, ecc. I Gruppi Allievi dei Vigili del Fuoco Provincia, nati negli ultimi venti anni, sono numerosi soprattutto in Giudicarie dove contano su oltre 200 ragazzi, la Comunità in cui i giovani “pompieri” sono numericamente più consistenti. Quattro giorni intensi nei quali i ragazzi sono stati impegnati in numerose escursioni nei luoghi della Grande Guerra in Valle del Chiese in occasione delle commemorazioni del centenario. E’ significativo per le Giudicarie e la Valle del Chiese in particolare ospitare quest’anno questa manifestazione, proprio nella ricorrenza dell’inizio della Grande Guerra e proprio in un territorio, che si è trovato, suo malgrado, in piena zona delle operazioni belliche, con le popolazioni costrette a fuggire e diventare profughe in terre lontane e in difficili condizioni di vita. Un momento importante per far comprendere ai giovani i significati di fare parte della grande famiglia dei vigili del fuoco volontari, di mettersi in gioco, di essere orgogliosi di fare qualcosa di uti-
Il 14° campeggio estivo diventa un importante momento di aggregazione. In Giudicarie sono impegnati oltre 200 ragazzi di Enzo Ballardini
Si è svolto in Valle del Chiese dal 26 al 29 giugno il 14° campeggio provinciale degli allievi dei vigili del fuoco volontari del Trentino. Oltre mille ragazzi dai 10 ai 16 anni, molte anche le ragazze oltre il 30%, provenienti
da tutti i Distretti del Trentino, accompagnati dai loro istruttori hanno trascorso 4 giorni presso Idroland, la struttura nata sulla riva settentrionale del Lago d’Idro e non ancora utilizzata a fini turistici.
le per la propria Comunità fin da piccoli. Un sistema di Protezione Civile quello trentino, simile a quello del vicino Tirolo, che rappresenta un punto di riferimento ed un modello a livello nazionale, anche perché si fonda su valori di generosità e volontariato che possono essere mantenuti e consolidati solo mediante una passione trasmessa di generazione in generazione. Particolarmente seguita la manifestazione di domenica mattina
presso il Centro sportivo di Condino, dopo la sfilata per il centro del paese, gli allievi hanno dato spettacolo presentando il risultato delle loro abilità e del loro impegno con manovre che sono state apprezzate da un numeroso pubblico. Ogni Distretto provinciale ha avuto la possibilità di distinguersi presentando attività con le scale, motopompa, autorespiratori, vecchi carrelli, giochi d’acqua e molto altro ancora.
Al termine il ringraziamento delle autorità per l’impegno dimostrato dai gruppi di allievi. In particolare hanno espresso la loro soddisfazione il Presidente della Federazione Vigili del Fuoco Volontari del Trentino, Alberto Flaim e l’Ispettore dell’Unione delle Giudicarie, Gianpietro Amadei impegnato direttamente nell’organizzazione del campeggio con i due Comandanti dei Corpi di Bondone e Condino. L’assessore provinciale alla Protezione civile Tiziano Mellarini, si è invece rivolto - nella giornata di sabato - direttamente ai giovani, in un discorso stimolante nel quale ha toccato i temi profondi dell’appartenenza, del mettersi a servizi degli altri e del rappresentare un presidio ed un punto di riferimento per la propria comunità, sottolineando l’importanza dell’impegno di questi ragazzi. Un caloroso ringraziamento anche da parte del Sindaco di Condino, Giorgio Butterini e dal Vicepresidente della Comunità delle Giudicarie, Piergiorgio Ferrari. Un’esperienza che rimarrà impressa nel ricordo dei tanti giovani presenti e che contribuirà a diffondere quel senso di solidarietà, partecipazione e responsabilità, importante per essere buoni cittadini e per il futuro delle nostre comunità.
Protagonista sarà il Torneo di calcetto e la “Costa en gaton”, originale corsa in salita sul “muro” d’erba del Parco giochi
12-13 luglio: torna la Sagra di Bolbeno Sabato 12 luglio ad 10.30 prenderà inizio a Bolbeno, presso il parco giochi situato nei pressi dell’ex Albergo Luisa, una due giorni di festeggiamenti in occasione della Sagra di Bolbeno. In particolare si svolgerà l’ottava edizione di un Torneo di calcetto che nel tempo si è guadagnato l’apprezzamento di tanti, con 12 squadre partecipanti - suddivise in due gironi da 6. La domenica pomeriggio, dopo un breve break ad ore 16 durante il quale si sfideranno, in un avvincente partita amichevole, calciatori “diversamente giovani” della zona, inizieranno le sfide ad eliminazione diretta per contendersi l’accesso a semifinali e finali. In questa maniera, nell’arco di sole 48 ore si disputano ben 38 partite ed è proprio questa la peculiarità del Torneo di calcetto di Bolbeno: partite ravvicinatissime, senza un attimo di respiro. La finalissima si disputerà domenica sera ad ore 20.00, giusto in tempo per gustarsi la finale dei Mondiali Bra-
siliani in programma alle 21 ore italiane. Durante la due giorni sarà presente un fornito spaccio bar e sarà attiva una cucina che sfornerà panini, patatine fritte e crepes per tutto l’arco delle giornate; ci saranno poi ben quattro “pasta party” (alle 12.00 e alle 19.00 di entrambi i giorni). Naturalmente ci sarà spazio an-
che per altri divertimenti, in primis al pomeriggio della domenica grazie alla presenza dello Staff di animazione di Fausto Stefani che intratterrà i bambini; non mancheranno poi l’“indovina il peso del animale” e l’estrazione della legna. Infine torna “La Costa en Gaton”, l’originalissima corsa in salita che si disputerà la domenica pomeriggio: la formula è sem-
plicissima, con partenza in linea dal fondo del cosiddetto “Costone” del Parco Giochi di Bolbeno e arrivo in cima al prato. Considerevoli le caratteristiche tecniche del “tracciato”: lunghezza 70mt; dislivello: 40mt. Praticamente un muro. Dulcis in fundo si disputerà per l’undicesimo anno consecutivo, con la preziosissima regia della
Società ciclistica Giudicariese del neopresidente Vito Franchini, il Trofeo Regionale di bici per Giovanissimi con oltre 200 piccoli campioncini, provenienti da ogni angolo del Trentino Alto Adige, che dietro l’incessante tifo dei propri genitori si sfideranno a suon di pedalate lungo il circuito pianeggiante collocato nei pressi della Chiesa del Paese.
Sport
Sport protagonista a Comano Terme
Con il “Summer Festival” l’associazione PromoSport ha ccreato aggregazione Accomunare in una sola kermesse calcio, volley, atletica, mountain bike, calciobalilla, musica e divertimento per valorizzare un centro sportivo che è un vero fiore all’occhiello delle Giudicarie Esteriori: questo La risposta di pubblico e partecipanti c’è stata e l’obiettivo fissato dal sodalizio del presidente Walter Baceda centrato: il Centro sportivo Rotte di Ponte Arche - durante l’anno è la «casa» del Comano Fiavé calcio - epicentro della manifestazione, si è trasformato per oltre 15 giorni in un vero e proprio parco feste adatto a tutti e arricchito da una fornita area ristoro con ottima cucina e bibite per grandi e piccini. Tutto è cominciato nella serata di venerdì 6 con l’avvio dei tornei calcistici, poi sabato 7 si è vissuto un pomeriggio di festa grazie al primo Memorial Tullio Vaia, torneo per pulcini che ha visto il successo dei roveretani della Sacra Famiglia, davanti a Condinese, Scuola Calcio Valrendena, Comano Fiavé, Stivo, Calcio Bleggio, Pieve di Bono e Calciochiese. La domenica è stat la volta delle ruote grasse delle mountain bike che si sono cimentate sul nuovo anello delle Rotte con la Summer Bike Eliminator, organizzata in collaborazione con la
Comano Bike: a tagliare il traguardo con le braccia alzate Nicola Risatti (Bottecchia Factory Team), davanti a Umberto Pezzi e Luca Marcantoni. Fine settimana successivo, e 27 squadre hanno dato vita al primo Comano Green Volley, torneo misto tre contro tre che per due giorni, da mattina a sera, ha visto susseguirsi schiacciate, muri e bagher sino al successo della formazione de «L’Abc della Pallavolo». Secondi, i trentini dell’«A.S. Tronzi», mentre la squadra «80 Voglia di Schiacciare» ha completato il podio. Per chi non aveva molta voglia di correre, sabato
era l’ambizioso obiettivo con il quale la neonata associazione PromoSport Terme di Comano aveva varato Summer Sport Festival, rassegna che ha animato la conca termale nel cuore del mese di giugno.
sera è andato in scena un combattutissimo torneo di «biliardino», con la collaborazione di Trentino Calciobalilla. Durante l’ultima settimana sono poi proseguiti i tornei di calcio, sino alla «maratona pallonara» di sabato 21. Da mattina a sera, quel giorno, otto squadre di allievi si sono sfidate nel primo Memorial Mauro Panato, che ha visto il Calciochiese imporsi nettamente davanti a Salorno, Benacense e Condinese; eliminate nei gironi, invece, Calcio Bleggio, Comano Fiavé, Villazzano e Altopiano Paganella. Dopo il calar del sole, le finali dei tornei maggiori, con i suc-
cessi di Centro Life (tesserati), Al Castelliere (amatori) e New Bar Sport (femminile). Domenica 22, la lunga rassegna è stata chiusa dalla prima Corsa a coppie di Ponte Arche, con l’Atletica Giudicarie Esteriori che ha preparato per l’appuntamento un suggestivo tracciato sulla Piana del Lomaso, con partenza e arrivo al Centro sportivo Rotte: le migliori coppie, con il medesimo tempo di 46’27”, sono state quelle composte dai giovani Alberto Vender e Foguani Mohsin e dagli «esperti» Domenico Spina ed Enos Salvadori; tra le donne, successo della coppia Cristina Tenaglia-Milena Simoni, mentre ad imporsi nella categoria mista sono stati Andrea Detassis e Simonetta Menestrina. Cala il sipario sulla prima edizione di Summer Sport Festival, felice connubio di sport e collaborazione fra realtà sportive già esistenti sul territorio ma spesso in deficit di strutture e fondi, l’appuntamento, promettono gli organizzatori, è al prossimo anno. (d.r.)
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Al via il quarto ritiro dell’Inter
Dal 9 al 20 luglio. Queste le date scelte dall’Fc Internazionale per il quarto ritiro precampionato a Pinzolo e in Val Rendena. Dodici giorni per cominciare a impostare la nuova stagione respirando a pieni polmoni l’aria pura delle montagne alpine. Come negli anni passati, anche per l’estate 2014, l’ingresso agli allenamenti sarà gratuito. Già il 9, all’arrivo della squadra, è previsto il primo allenamento pomeridiano sul campo del Pineta, mentre l’attesa serata di presentazione al pubblico dei giocatori si terrà venerdì 11 luglio in piazza San Giacomo alle 21.00. Il giorno dopo, sabato sera, stesso luogo e stessa ora, sarà invece il turno del mister e dello staff tecnico che si presenteranno ai tifosi interisti. Domenica 13, per tutti gli appassionati di calcio, sarà possibile, in piazza San Giacomo che durante il ritiro interista diventerà il teatro all’aperto degli eventi, quasi un prolungamento en plain air dell’adiacente Paladolomiti, assistere alla proiezione su mega schermo della finale brasiliana dei Mondiali. L’incontro, sempre molto atteso, tra i campioni interisti e i piccoli tifosi nerazzurri sarà lunedì 14 luglio (ore 21.00 Paladolomiti, accesso ai bambini dai sei anni compiuti). Due le partite amichevoli previste, entrambe in programma a Pinzolo. La prima si svolgerà mercoledì 16 alle 17.00 contro il Trentino Team, la seconda domenica 20, alle 16.00, contro l’Ac Prato. Altri due importanti appuntamenti da fissare in agenda sono la “Notte nerazzurra” di venerdì 18 che animerà tutta Pinzolo e l’incontro con due campioni per il saluto ai tifosi alle 21.00 di sabato 19 in piazza Carera. Tutti i giorni si potrà inoltre accedere all’Inter Village, dedicato al gioco del calcio nella sua forma più divertente e libera, mentre per i bambini e i ragazzi che vogliono assaporare il calcio dei professionisti ci sarà la possibilità di partecipare al “Day camp”, riservato ai giovani tifosi nati dal 2001 al 2008. Per loro l’opportunità di trascorrere una giornata di grande calcio a contatto con la prima squadra. Programma completo su www.campigliodolomiti.it.
La Madonina, quando lo sport è … “La Madonina”, gara non competitiva di corsa in montagna organizzata dalla Società Atletica Giustino, in collaborazione con la Pro Loco e i Vigili del Fuoco e con il patrocinio del Comune di Giustino, anche quest’anno si ripresenta, per la 14° volta, sui monti della Rendena, nei dintorni di Pra Rodont – Valaston, portando con se tutto il respiro e la solarità di una manifestazione semplice ma attesa e benvoluta da tanti appassionati di questa disciplina sportiva. Inserita nel Circuito Podistico Val Rendena, avrà svolgimento domenica 13 luglio con ritrovo alle ore 8.00 e partenza in località “La Negra”, attraversando sentieri di montagna passando per Malga Bandalors e Malga Movlina, arrivando in località Madonina, dove si tiene anche la tradizionale festa campestre. Da 9 anni è dedicata ed intitolata con un memorial a Giancarlo Maganzini, l’indi-
menticato e generoso amico un tempo sempre al fianco dei ragazzi dell’organizzazione ed ancora presente nel cuore di tutti loro. La famiglia Maganzini naturalmente asseconda questo volere partecipando alla realizzazione ed aggiungendo ogni anno un pensiero di gratitudine ed in ricordo di Giancarlo sulle pagine del libretto che la Società Atletica Giustino predispone per la promozione della gara. Molti sono i meriti di que-
sta bella occasione di sport e di incontro in montagna e non solamente di carattere organizzativo e tecnico, ma anche quelli per una sincera valorizzazione del territorio, di una spontanea socialità e di una qualificazione della “storia”, aspetto quest’ultimo da sempre perseguito proprio sulla pubblicazione che accompagna la gara, attraverso l’indicazione di fotografie, documentazioni e testi che restituiscono importanza e rispetto proprio agli
elementi del tempo, delle persone e della cultura che ci ha preceduto. E’ interessante annotare come l’organizzazione anche per questa edizione abbia voluto aggiungere le immagini popolari della “Madonina” posata dai “boreri di Valagola” nel 1950, oppure indichi frammenti di storia locale attraverso effigi incise, o riporti alla luce le azioni sportive di Giuseppe Binelli il maratoneta. Ed infine come non lasci cadere in oblio il testo poetico di Luigi Masè Calcagn intitolato “Alla Madonnina dei Coi” datato 1953. Insomma, non solo la Società Atletica Giustino si distingue per l’azione sportiva ma anche si qualifica per le attenzioni culturali, oggi particolarmente necessarie per il bene di tutte le comunità. Un complimento quindi a Yuri, Gianluigi, Matteo, Andrea e Efrem, “ricercatori culturali” e componenti del simpatico “Il Birrettivo” e lunga vita a “La Mado-
nina”, che mantenga nel tempo attraverso il vostro impegno e quello dei vostri collaboratori e amici,
lo stesso identico spirito di serenità e bellezza. Buona festa a tutti! Alessandro Togni
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Sport
LUGLIO 2014
L’Italia con la testa nel pallone Il Mondiale ci ha consegnato una fotografia sconfortante della nostra Nazionale che rivela tutti i vizi e le pecche dell’Italia attuale
L’Italia è un paese strano, da sempre e per sempre anomalo, così racconta la storia. Una nazione contraddittoria, che dice il tutto e il contrario di tutto, che parla e sparla, che discute del sesso degli angeli, di escort, di calcio me di ciclismo, di mafia, di vassalli e valvassori, viscidame e massoneria, inquisitori e pedofili alla stessa maniera, con la stessa enfasi, con li stessi contenuti pari allo zero. Niente di niente. Siamo gli unici al mondo capaci di creare problemi senza sapere come risolverli. E’ una forma perversa di masochismo collettivo. Siamo quelli delle opere d’arte più belle al mondo, e quelli degli scandali più vergognosi, siamo europei, di quelli che ci stanno, ma non vorrebbero starci. Siamo gli eterni scontenti, siamo dei rassegnati, che è la cosa più brutta che può capitare ad un popolo. Siamo dei dei superficiali, dei pusillanimi, ma quando si tratta di pallone siamo cinquanta milioni di commissari tecnici, vigorosi, coraggiosi, audaci, pronti ad affrontare il mondo intero con una nazionale bolsa, stanca ed irrequieta come quella che ci ha portato all’eliminazione. Nel nostro intimo la credibilità della nazionale di Prandelli era poca cosa, troppi senatori, accompagnati da mezze figure di volonte-
di Adelino Amistadi Da tempo siamo un po’ tutti concordi, l’Italia non è un paese normale. Insomma è diventato normale che l’Italia non sia un paese normale, al punto che non sappiamo più ridere per le cose che fanno ridere e non sappiamo più indignarci per le cose che disonorano l’Italia, giorno dopo rosi ragazzi in fase di lenta maturazione, con al centro il Balotelli, che solo a vederlo, ti faceva scappar le mani, con prudenza, s’intende, affrontarlo in malo modo, credo sia sconsigliabile. La vittoria sull’Inghilterra, che mi ha piacevolmente sorpreso, ci ha illuso un po’ tutti, primo il Prandelli, che mi sembrava più un buon parroco di paese, che un energico tecnico da nazionale. Il resto lo conosciamo, due sonore sconfitte che non lasciano dubbi sulla nostra pochezza e fragilità fisica e nervosa. E così Prandelli si prende le sue responsabilità, ci mancherebbe!, e si dimette perchè non vuole passare per essere uno che è pagato con i soldi degli Italiani, come da critica di mesi, oltre tutto lui paga le tasse regolarmente...”Sono partiti attacchi come fossimo un partito politico”. Così anche l’Abete, presidente della Fgci, si dimette, una decisione presa prima dei Mondiali. Ma se le cose erano così precarie perchè non si sono dimessi prima, il fatto è che se tutto andava appena appena un po’ meglio col cavolo che si dimettevano. Ora sembra
che quasi tutta la colpa sia di Balotelli, lo ha ammesso Prandelli d’aver sbagliato nel puntare su di lui, non l’hanno mai nascosto i senatori, Buffon, Pirlo, DeRossi ecc. che il Balo era fuori di testa, ma se le cose stavano così perchè non pretendere che il ragazzo bresciano fosse allontanato per evitare ulteriori danni? Il parlare dopo non serve a nessuno ed è, alla fine, molto comodo per tutti. E così, ancora una volta, noi italiannuzzi ci scopriamo colpevolisti (abbiamo bisogno di un capro espiatorio ad ogni costo!), dietrologisti (col senno di poi
corrono, e noi biascichiamo calcio lento, mediocre, siamo fiacchi...Non abbiamo grandi campioni e neppure un collettivo solido...Sulla carta siam messi male, dobbiamo giocarcela con le poche doti che abbiamo, la tattica e la furbizia...” Poi in campo non abbiamo visto né tattica e men che meno furbizia, ce l’hanno fatta da babbei. E adesso che facciamo? Anche qui rottamazione. Non c’è altra strada, che sarà comunque dura e difficile. Cominciamo da capo, smettiamola di parlare solo di Balotelli, l’abbiamo capito, non è un fuoriclasse, è più noto per le sue avventure galanti che per le sue imprese calcistiche, è un buon giocatore e neanche una punta, tante chiacchiere, infiniti tweet, buoni propositi, ma pochissima sostanza. Dicono sia genio e sregolatezza, mah!, è sicuramente sregolatezza, in quanto al genio, ho qualche dubbio, per me è fuori di testa, non ha ancora capito cosa significhi fare seriamente il giocatore, io lo pagherei a cottimo, qualche euro al mese per sopravvivere e mezzo milione di euro a gol, l’omone bul-
lastro cambierebbe al volo e allora potrebbe ancora servire alla causa. Però, sia chiaro, quando si perde, si perde tutti, pertanto bisogna ricominciare da capo, con idee chiare, meno spocchia e più coraggio. Come si dovrebbe fare in un paese normale. In un paese normale, prima regola, in politica, nella società civile, nell’economia, nel calcio, si deve essere in grado di fermarsi un attimo, analizzare per bene la situazione che si è creata e decidere. Io, la mia analisi del perchè la nostra nazionale è caduta così in basso, me la sono fatta da tempo e ve la riassumo in poche righe, provate a pensarci e mi darete ragione: non abbiamo più grandi giocatori, le squadre sono piene di giocatori stranieri nei ruoli chiave, così i nostri non possono emergere; non abbiamo più grandi difensori che per il passato erano la nostra forza; non curiamo poco o niente i vivai, le giovanili, anch’esse ormai piene di stranieri e di allenatori non sempre in grado di coltivare e formare nuovi talenti. Non ci sono molte altre spiegazioni, spero che chi di competenza prenda in mano la situazione e riporti fiducia ed entusiasmo in un ambiente, che dopo la debacle mondiale, più che in un campo sportivo sembra vivere in un camposanto. E non è una cosa da paese normale.
ha fatto sua la vittoria già dai primi giri di circuito, tenendo a debita distanza l’altoatesina Marion Untersulzner e la rivana Angela Lorenzi. Gara nella gara, sabato si è disputata anche la “6ore Val Rendena-Memorial Tiziano Polla”, valida anche come seconda prova del Circuito Triveneto, vinta, a conclusione di sei ore combattute fino all’ultimo, da Alessandro Dalsass (29 giri di circuito e 150,80 km) di Rovereto, seguito dai rendenesi Mattia Lorenzetti (29 giri di circuito e 150,80 km) e Mirko Rossato (29 giri di circuito e 150,80 km). Per loro, stessi giri e stessi chilometri
di Dalsass, ma compiuti sforando le sei ore. Il team di Erpik, forte della vittoria di ieri, rappresenterà la “24ore Val Rendena” all’appuntamento del 2 agosto con la 24 ore elvetica di Schötz (Lucerna), mentre Sandro Ducoli, al traguardo, ringraziando tutti quanti hanno collaborato alla riuscita dell’evento, in primis i comuni di Caderzone Terme, Strembo e Bocenago, insieme alle rispettive associazioni, ha già annunciato le date della 13ª edizione del 2015: 12, 13 e 14 giugno. “Noi andiamo avanti – ha detto – nonostante le difficoltà”. a.v.
giorno, anno dopo anno. Nel nostro DNA c’è un pizzico di pazzia, sappiamo essere talentuosi, talvolta geniali, ma il più delle volte quel briciolo di pazzia si manifesta in comportamenti deprimenti, in apatia, menefreghismo, qualunquismo, indifferenza e trascuratezza.
tutti avremmo fatto meglio!), egoisti e tanta altra roba, ma soprattutto ci scopriamo esperti di calcio, saccenti parolai del giorno dopo. Parliamo tutti, quasi sempre a vanvera. Capita anche a me, ma questa volta, posso portare dei testimoni affidabili, la mia diagnosi l’ho fatta prima dei mondiali discutendone con amici al solito bar, e tarpando molti entusiasmi e ricevendo non poche critiche e qualche benevolo insulto: “ L’Italia ha il solito problema che è quello che da anni ci frega anche in politica e soprattutto in economia: gli altri
Tra i solitari vincono Giuliana Massarotto e Tiziano Carraro
IlTeam Erpik si aggiudica la 12 edizione della 24 ore val Rendena a
Dopo anni di vittorie firmate da fortissime squadre nazionali “made in italy”, e poi, lo scorso anno, l’imprimatur internazionale con Ucraina e Repubblica Ceca sul podio, la dodicesima “24ore Val Rendena” di mtb, conclusasi sul traguardo del Lagomago a Caderzone Terme, sarà ricordata come la più rendenese di tutte. Ad aggiudicarsi la competizione è stato, infatti, il giovanissimo e velocissimo quartetto Erpik di Giustino con i ventenni Nicola e Michele Dei Cas, Davide Pedrini e Luca Faifer che hanno alzato il “Memorial Giorgio Ducoli” a conclusione di una gara
messa a dura prova, per più della metà del tempo, dalla pioggia e dai temporali. Il Comitato organizzatore, con Marco Polla, Sandro Ducoli e Fabrizio Polla, dopo attente valutazioni ha deciso di non fermare la corsa e di proseguire. A parte due punti critici, il tracciato di 5 chilometri e 200 metri è stato sempre percorribile e gli oltre duecento partecipanti lo hanno affrontato senza paura, anche sotto la pioggia battente. Già dopo le prime ore di gara, la classifica generale si è più o meno composta. I ventenni di Erpik, che concluderanno con 98 giri di
circuito e 509,60 km percorsi, si sono portati quasi subito in testa, con il fiato sulle spalle dell’Us Carisolo-Val Rendena Bike (Walter Maestri, Richard Maestri, Riccardo Mich e Sergio Carli), poi arrivata seconda con 97 giri compiuti, 504,40 km nelle gambe e la soddisfazione del “veterano” Walter Maestri di aver inanellato il giro più veloce: 11 minuti e 22 secondi. Terzi gli otto bikers (Marino Zanchetta, Giuliano Cancian, Walter Coden, Cesare Basso, Renato Rainato, Primo Perisinotto, Calderon Salazar, RobertoGallinelli) del team Bike Tribe giunto in Val Rendena da Treviso.
Tra i solitari, ha messo a segno una nuova vittoria Tiziano Carraro di Mestre, tra i più forti atleti del momento specialisti delle “24ore”. Primo nella categoria di chi corre da solo, e sesto nella classifica assoluta, Carraro ha percorso 416 km e 80 giri, facendo pochissime pause. Alle sue spalle i bresciani Luca Bertagnoli, secondo con 79 giri e 410,80 km, e Cristian Ragnoli (78 giri, 405,60 km), salito sul terzo gradino del podio. Seguono Gianluca Bodin di Cremona e Martin Kratter di Bressanone. Tra le donne, ennesimo successo per la padovana Giuliana Massarotto, che
Sport Al termine della gara il friulano Luca Braidot e la veronese Lorenza Zocca sono stati i vincitori del percorso “rock” di 83 km e 2900 metri di dislivello, mentre sull’itinerario “pop” di 65 km si sono imposti il vicentino Stefano Dal Grande e la trentina Claudia Paolazzi. La prova è scattata alle 8.30 da Pinzolo, con il sindaco di Bocenago Walter Ferrazza, il vicesindaco di Pinzolo Valter Vidi e il presidente del Parco Naturale Adamello Brenta Antonio Caola a fare da gran cerimonieri alla partenza. 500 bikers hanno sfilato per Corso Trento e per il centro di Pinzolo prima di salire alle pendici del Gruppo del Brenta, fra boschi e malghe della Val Rendena. Dopo la prima parte in asfalto sono state le rampe verso Malga Plan e Passo Bandalors a stabilire le gerarchie in seno alla corsa. Nella prova maschile il padovano Giacomo Antonello decideva subito di rendere il percorso rock…hard spingendo forte sui pedali e distanziando così tutti i rivali. Alle spalle del forte atleta veneto si formava immediatamente un terzetto con gli altri favoriti della vigilia: il trentino Ivan Degasperi e i gemelli friulani Luca e Daniele Braidot. Le prime gocce di pioggia hanno reso il tracciato ancor più impegnativo e in queste condizioni meteorologiche ben presto si è capito che le discese sarebbero state decisive quanto le salite, anche perché il freddo in quota cominciava a farsi sentire. Giacomo Antonello in fuga alla Madonina ha insistito lungo le rampe che portavano al Rifugio Graffer e ha scollinato per primo, ma nonostante le nuvole basse nascondessero le pareti del Grup-
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Dolomitica Brenta Bike a grande successo perla 1 edizione In 500 a ritmo di rock e pop. Assoli per Luca Braidot, Lorena Zocca, Stefano Dal Grande e Claudia Paolazzi Le Dolomiti di Brenta erano nascoste dalle nuvole basse, ma lo spettacolo non è mancato sugli sterrati trentini della Val Rendena grazie ai 500 bikers che hanno preso parte alla 1.a Dolomitica Brenta Bike, andata in scena a Pinzolo. La terza tappa del circuito “Trentino MTB presented by
po di Brenta è rimasto sempre nel mirino di Luca Braidot, che nella discesa verso Passo Campo Carlo Magno e quindi sulle erte per Malga Ritort e Malga Zeledria ha chiuso il gap sul rivale. Nelle immediate retrovie il freddo ha frenato la corsa di Degasperi e la breve sosta per rifocillarsi e scaldarsi in cima alla salita gli ha impedito di proseguire la lotta per il podio finale. La picchiata di quindici chilometri verso Pinzolo ha poi consentito a Braidot di “aprire le ali” e volare tutto solo verso
la vittoria finale. Il friulano alla fine era molto soddisfatto: “In salita andava molto più forte Antonello, ma in ogni discesa riuscivamo a riprenderlo. Sapevo che il traguardo era al termine di una lunga discesa per cui ho attaccato e sono riuscito ad arrivare qui da solo. Sono molto contento perché stavo bene, ma non sono abituato a gareggiare su percorsi così lunghi e con così tanto dislivello”. Giacomo Antonello ha chiuso la prova al secondo posto a 2’17” dal vincitore, mentre Daniele
crankbrothers” ha visto la pioggia cadere abbondante sui tracciati dopo metà gara, ma fortunatamente Giove Pluvio ha risparmiato partenze e arrivi, per la gioia degli organizzatori dell’Asd Dolomitika Brenta Bike che hanno tanto lavorato a quest’evento. Braidot è giunto terzo a 2’48 dal gemello e Degasperi al quarto posto distanziato di 5’29 da Luca Braidot. La gara femminile ha mandato in scena il duello “classico” dell’edizione 2014 di “Trentino MTB presented by crankbrothers” con la veronese Lorena Zocca e la trentina Lorenza Menapace a darsi battaglia sugli sterrati della Val Rendena. Lorena Zocca ha conquistato il suo tris a “Trentino MTB presented by crankbrothers”, mentre la rivale trentina ha dovuto accontentarsi del terzo … secondo posto consecutivo davanti alla bresciana Roberta Seneci, anche lei per tre volte consecutive sul gradino più basso del podio nel circuito. Trentino MTB presented by crankbrothers, dunque, adesso è tutto in discesa per la Zocca. “Si dice che chi ben comincia è a metà dell’opera e adesso siamo quasi a metà circuito
Trentino MTB e io ho già ottenuto tre vittorie. Il percorso era molto bello ed insidioso, il tempo l’ha reso ancora più duro. Comunque era ben presidiato e c’erano anche tanti punti di ristoro. Complimenti all’organizzazione”. Gli arrivi sono stati resi ancor più spettacolari dalla “tregua” concessa dal maltempo, che ha permesso ad un folto pubblico di assieparsi lungo le transenne di Corso Trento. L’ Asd Dolomitika Brenta Bike proponeva anche uno spartito più “morbido”, il pop da 65 km e 2300 metri di dislivello, ma anche qui pioggia e fango hanno reso i tracciati molto impegnativi. Nel percorso più corto la prova è stata appannaggio di due “solisti”, il vicentino Stefano Dal Grande e la trentina Claudia Paolazzi che sono rimasti da soli al comando della corsa dalle prime fasi di gara sino al
traguardo di Pinzolo. A ripagare lo staff dell’Asd Dolomitika Brenta Bike del tanto lavoro svolto insieme al Parco Naturale Adamello Brenta, allAsd Val Rendena Bike, e ai moltissimi volontari di tutte le associazioni della valle per allestire l’evento i complimenti degli atleti, che hanno dimostrato di apprezzare gli sforzi fatti dal C. O. per rendere agevole la gara anche in condizioni di meteo difficili. Il gustoso e affollato polenta party di fine gara, e la prova riservata ai bikers in erba, la Dolomini, organizzata dalla Scuola di mtb Adamello, sono stati i “brani” in più che hanno reso ancor più piacevole il “concerto” delle ruote grasse andato in scena a Pinzolo e in Val Rendena. In chiusura il ringraziamento del Presidente Michele Maturi a tutti i volontari che generosamente si sono spesi per la buona riuscita della manifestazione e a tutti coloro che hanno sostenuto a vario titolo l’evento, dagli enti alle aziende, dalle associazioni alle singole persone. m.f.
Dal 10 al 26 luglio torna uno dei tornei calcistici di maggiore tradizione della regione
AFiavè protagonista il Calcio a 5 Nelle Giudicarie Esteriori, luglio fa rima con “Fiavé Calcio a 5”. Per il quattordicesimo anno consecutivo, torna infatti da giovedì 10 a sabato 26 uno dei tornei calcistici più seguiti e conosciuti dell’intera regione, che porterà nella palestra del paese dell’altopiano giocatori di spessore e centinaia di appassionati. Correva il 2001, quando – dopo una manciata di tornei organizzati con formule
e in periodi diversi – si decise a Fiavé di organizzare un torneo di calcio a 5 in occasione della manifestazione “Associazioni in Festa”. Inizialmente si giocava sul campo esterno delle scuole elementari, poi si cominciò ad utilizzare anche la palestra in caso di maltempo, infine si decise di trasferire tutto all’interno vista la funzionalità della struttura. Dal 2005, “Associazioni in Festa” chiuse i battenti,
ma intanto stava nascendo il Gruppo Giovani Fiavé, associazione che tuttora gestisce il torneo, una manifestazione in costante crescita e che negli ultimi anni ha visto scendere sul parquet giudicariese giocatori di primissimo livello, capaci di esaltare il sempre foltissimo pubblico. Accanto alla palestra, come sempre, sarà proposta anche una vasta area ristoro, che nei weekend ospiterà anche serate musicali, così da offrire divertimento anche ai profani del pallone. Il torneo, come detto, prenderà il via giovedì 10 luglio. Oltre alla competizione “principale”, aperta a tesserati e non e regolarmente autorizzata dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio, come da tradizione consolidata saranno proposti anche due tornei
paralleli, uno riservato ad amatori e non tesserati, uno al gentil sesso. La palestra aprirà i battenti nelle serate dal 10 al 12, dal 15 al 18 e dal 22 al 26, giorno nel quale sono previste
le varie finali. Sabato 19, invece, si giocheranno alcuni match al pomeriggio, per poi lasciare spazio alla cena “A lume di candela”, manifestazione organizzata in paese dalla locale Pro
Loco. Per ogni informazione sul torneo “Fiavé Calcio a 5”, si può contattare il 328.9774604 o seguire la pagina Facebook del Gruppo Giovani Fiavé.
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Arte/Cultura
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Pino Mele, pugliese trapiantato a Tione, riscuote critiche positive nella sua nuova “personale” al Centro studi Judicaria
Il “Salentino” che piace agli amanti della pittura Una mostra che rimarrà aperta fino a mercoledì 9 luglio e che propone circa sessanta opere nelle quali è ben riassunto lo stile di Mele, autentico e “morbido”, e nel quale la natura, main theme della sua produzione, ci arriva attraverso una rielaborazione/filtro che smussa ogni durezza e ricorda gli arbusti de “La colazione dei canottieri” di Renoir. Una rappresentazione naturalistica intesa come ispirazione e trasporto nostalgico, la traduzione in bidimensione dei luoghi cari all’artista dove sembra possano persistere i sentimenti più affettuosi, la volontà di fissare in maniera morbida le immagini e i momenti, gli sguardi e le sensazioni. I ricordi della bellezza della natura e la sua folgorante essenza materiale e spirituale. La sua pittura si esplica principalmente perseguendo canoni estetici di formazione classica, in una sorta di riedizione figurativa che contempla diverse tipologie tecniche, fra le quali anche il modo espressivo prossimo allo stile dei Macchiaioli italiani. Le forme di Pino Mele a volte sembrano stagliarsi dentro lo spazio pittorico mantenendo una potenza strutturale impor-
di Alessandro Togni
Una pittura genuina e sincera, che lascia trasparire le origini pugliesi e le salda, abilmente, colle tradizioni di quel Trentino che l’ha “adottato” da ormai quasi 30 anni. Tutto questo si ritrova nelle tele di Pino Mele
- detto il Salentino per le sue origini di Cursi, in provincia di Lecce - che sabato 28 giugno ha presentato ad un numeroso pubblico, la propria “personale” presso il Centro Studi Judicaria a Tione.
Giuseppe “Pino” Mele detto il Salentino Nasce il 29 ottobre 1954 a Cursi in provincia di Lecce dove vive la sua infanzia fino all’età di 14 anni. Dal 1969 al 1974 è a Madonna di Campiglio, poi si sposa con Ippazia Fiorita anche lei pugliese, di Copertino, con la quale ha tre figli, Barbara, Salvatore e Marco. Dopo i primi 5 anni trascorsi a Busto Arsizio, sono a Cursi dove aprono un ristorante che li vede impegnati per 7 anni ed infine, dal 1986, si trasferiscono a Tione di Trento dove tuttora risiedono. Oggi Pino Mele è impiegato presso la Novurania ma continuando la passione sincera per la pittura espressa sin da ragazzo, partecipa a collettive organizzate sul territorio ed espone in mostre personali: nel 1989 è ospite della Pro Loco di Vigo Rendena; nel 1992 è nelle sale comunali di Tione e nel 1993 a Spiazzo. Una bella mostra tionese lo vede assieme al pittore/architetto Gianpaolo Antolini, ma nel 1998 una sua emozionante partecipazione sarà per il ritorno a Cursi in occasione della Festa della Madonna dell’Abbondanza.
tante, in altri casi manifestando una loro evaporazione fino al limite dell’inconsistenza e del sogno, presentandosi con la pelle fatta di segnature multiple che i colpi del pennello restituiscono plasticamente o di screziature materiche e ruvide distribuite con saettanti incidenze di spatola. Paesaggi evocativi che riportano e traducono le essenze delle stagioni: inverni silenziosi dove tutto appare nell’immobilità; primavere leggere dove la sostanza delle cose si rivela attraverso dissolvenze cromatiche; estati assolate dove la luce del mezzogiorno si fa limpida e accecante; autunni in abbandono al quale affidiamo tutte le riflessioni. Ed infine il colore, interpretato come elemento e medium di complessità psicologiche, al quale viene consegnato tutto il carico di meraviglia per una rappresentazione ormai al limite della commozione. Pino Mele, attraverso la sua intenzione d’arte non solo ci restituisce una pittura che dispone per un abbraccio fra le Alpi e il Mediterraneo ma, anche, vuole renderci partecipi della meraviglia dei luoghi che appartengono alla sua anima generosa
Il “rumore dei passi” nelle pagine di Devilli Il nuovo libro di Danilo Devilli parla di vita rurale nel Bleggio di una volta
Dopo “La colpa del Ritorno”, Danilo Devilli, infermiere ora in pensione e dedito alla scrittura, torna con un nuovo libro, “Il rumore dei suoi passi” che, dopo l’appuntamento al Museo delle Palafitte di Fiavè di giugno, sarà presentato a Rango il 13 agosto prossimo. I luoghi saranno familiari soprattutto ai bleggiani, che vi ritroveranno Balbido, Rango, le fontane, le vie e gli scorci familiari della loro terra, ma le vicende dei protagonisti risuoneranno ai tanti giudicariesi e trentini che hanno vissuto, o sentito raccontare, della vita in valle nel secondo dopoguerra. “Non è vera, la storia – spiega l’autore – ma è verosimile, nel senso che ho pescato dalla realtà, da vicende accadute che mi sono state raccontate e ho raccolto qui con alcuni cambiamenti necessari alla trama
e all’anonimato dei protagonisti ”. Il romanzo è la saga di una famiglia, che racconta però quel destino comune, al di là delle singole vicende, di tante famiglie trentine, divise fra i campi e la stalla, accomunate da giovani uomini partiti a cercar fortuna in varie occupazioni, e giovani donne o in eterna attesa di mariti o padri lontani o dirette alla volta di Milano, “a serva”. C’è Cesira, nel capitolo secondo: a mostrare la verità di una povera ragazza, sola in una città come Milano, in balìa di una famiglia benestante con tutte le peripezie proprie di chi deve “servire”. Terribile vocabolo quel “serva” che è risuonato nelle orecchie delle nostre nonne tanto da riempirne anche le bocche, così vicino a quello di “schiavi”. E poi la vicenda dell’arrotino, che non solo dalla Rendena, ma
anche dal Bleggio partì verso il mondo a portare il suo mestiere: una storia già esaltata da Angiolino Franchini nei suoi vari volumi dedicati proprio agli arrotini, specialmente della Val Rendena; ma bisognava anche rendere il giusto merito a quelli del Bleggio, altrettanto impegnati in un girovagare dall’alba alle prime ore della notte, in una vita raminga e piena di rinunce. E nel pieno del racconto, si ritrova l’avvento del secondo conflitto mondiale e l’afflizione della lontananza, di chi partiva e di chi restava. Per gli anziani possono essere pagine di rievocazione e ricordi, ma per i giovani, curiosamente, si tratta di pagine vicine in quell’ansia per l’inseguimento del lavoro e la convivenza con una precarietà estrema che anche i protagonisti vivono. Sullo sfondo delle vi-
cende umane, il Bleggio - ma non dissimili furono gli altri borghi delle Giudicarie - di una volta: gli usi e costumi del tempo, le tradizioni e quel modo ormai lontano di essere e di fare comunità attraverso rapporti vivi e intensamente vissuti: quel Bleggio “di allora” che Devilli ha saputo descrivere con meticolosità, ma con precisione, entrando anche fra le pieghe dell’animo umano, attraverso l’analisi dei pensieri e dei giudizi che i protagonisti hanno sentito e vissuto. «Una storia – si legge nella presentazione – che merita di essere raccontata: straordinaria nella sua semplicità, in cui vi è la testimonianza concreta di come gli affetti più sinceri riescono a tenere unite le persone, di generazione in generazione, nel succedersi degli eventi e di fronte al mondo che cambia». (d.r.)
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La posta
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LA POSTA
vilgiat@yahoo.it
Egr. Sig. Adelino, vorrei collegarmi alla lettera invitale un paio di numeri fa e pubblicata dal Giornale per appoggiare il disappunto del signor David. Sono residente in Val del Chiese e mi sono ritrovato nella stessa situazione di tanti altri che han fatto domanda di contributi che, oltre al fatto di essere stati esclusi, perchè si ha un lavoro fisso, (chissà quanto fisso può essere un lavoro in una piccola ditta artigianale), non aver figli a carico (la mia previsione era di mettermi un tetto in testa e poi creare una famiglia come tutti so-
Comprensibile la delusione di tante persone. In futuro la politica deve agire con più competenza e serietà
«Sui contributi casa occorreva operare con meno superficialità» gnano) e aver “4 soldi” in tasca per aver lavorato più di dieci anni risparmiando, tutti punti che mi hanno penalizzato in graduatoria, mi vedo sorpassato da gente che ha ditte di un certo valore e importanza, macchine che il sottoscritto e tanti come me si sogneranno per tutta la vita, commercialisti e bancari. Eppure questi, avendo predisposto bene e a puntino ogni tassello e senza fare esempi troppo precisi, ma che ormai tutti conoscono, si ritrovano con il diritto di ricevere contributi (soldi che arrivano ancora da noi contribuenti). Probabil-
mente qualcuno dall’alto (Provincia?) aveva già fatto certi calcoli per entrare tra i primi della lista e infatti la domanda che più mi gira per la testa e alla quale non trovo una risposta è perché nelle ristrutturazioni è stato richiesto l’I.M.U. e nelle costruzioni del nuovo l’I. C.E.F.? Per concludere la mia lettera e non essere ripetitivo visto che è un argomento che se ne discute da diversi mesi, vorrei dire al sig. Adelino che non mi piace il suo finale della risposta alla lettera di David: “speriamo non si ripeta più”. Non è così che la penso. La
speranza non c’entra, ma ci vuole gente onesta, competente, che pensi ai bisogni delle “persone comuni” e non a dar soldi a chi ne ha già. Chi ha già tanto denaro a disposizione costruiva o ristrutturava comunque, mentre chi come il sottoscritto ha poco o niente, non farà niente. Quindi come ultima cosa mi chiedo:è in questo modo che i nostri politici pensavano di riavviare nuovamente l’edilizia in Trentino??? Grazie per una sua eventuale risposta un Deluso della val del Chiese
Non conosco gli snodi tecnici a cui fa riferimento, ma nello spirito lei ha perfettamente ragione, la speranza non c’entra, c’entra la
superficialità e l’insipienza della nostra classe dirigente, politica o burocratica che sia, purtroppo! (a.a.)
Cure mediche: un diritto negato Casi Expo e Mose, simboli ai bambini nei week-end di un’Italia che non cambia mai
Con questa lettera desidero richiamare all’attenzione delle autorità competenti una problematica che mi coinvolge in prima persona in quanto mamma, ma che purtroppo è condivisa da molte mamme e papà e dai loro figli. Quante volte capita che un bambino abbia la febbre a 39- 40 il sabato e la domenica? O come per magia si alzi al mattino con macchie o puntini indecifrabili? O ancora, abbia bisogno di punti per qualche ferita o una medicazione per una scottatura? L’elenco si potrebbe prolungare all’infinito: distorsioni, gonfiori, vomito….tutto ciò può facilmente interessare i nostri bambini. Talvolta sono solo cose banali ma a volte farebbe piacere avere una diagnosi precisa per stare tranquilli. Siamo nel 2014 e nonostante la tecnologia si evolva sempre di più, siamo carenti di servizi rivolti alla nuova generazione. Per il nostro territorio non c’è servizio di guardia medica pediatrica il sabato e la domenica, è invece funzionale la normale guardia medica presso l’Ospedale di Tione che però non si occupa di bambini e il medico di guardia, alla richiesta di intervento per un neonato o un bambino di 2-3 anni si dichiara “non competente”. La nostra val Giudicarie se pur meravigliosa si trova in una zona periferica e non resta altra soluzione che fare 60 km di strada fino a Trento e una lunga fila al pronto soccorso pediatrico S. Chiara, efficiente si, ma con il rischio di
attendere per ore. Senza contare il rischio di contagio a cui siamo tutti esposti rimanendo a contatto con bambini affetti dalle più svariate malattie. In mancanza di altro, come NO, quando è in gioco la salute, soprattutto quella di un bambino, se ne farebbero 1000 di km, ma per cose di media entità alcune volte si rinuncia alla discesa verso Trento e ci si consola con “passerà” o aspettiamo lunedì. Penso che nell’epoca in cui viviamo e considerando lo svantaggio della posizione geografica della nostra valle, sia d’obbligo garantire buone cure mediche senza costringere dei bambini a percorrere svariati chilometri per potersi avvalere di tali cure. La situazione sarebbe risolvibile attivando una guardia medica pediatrica notturna settimanale e anche giornaliera il sabato e la domenica, magari approfittando del reparto di ostetricia e ginecologia di Tione nel quale il pediatra potrebbe svolgere il suo lavoro anche in reparto, e con la sua presenza infondere fiducia a quelle mamme che preferiscono partorire altrove, tema su cui si sta dibattendo. Grazie Una mamma giudicariese
Le sue considerazioni sono più che ragionevoli, seppur in periferia, non possiamo considerarci cittadini di serie B, anche perchè le tasse le paghiamo come tutti, e i nostri bimbi hanno gli stessi diritti degli altri...o no? (a.a.)
Caro Adelino, scandalo Expo e poi scandalo Mose, andiamo avanti con uno scandalo al giorno. Che miseria! E ci sono dentro tutti, persino il Pd, che si è sempre proclamato diverso, mi ricordo Bersani, allora segretario del partito che disse: “Noi del Pd abbiamo l’onestà nel nostro Dna”, ora Renzi, molto più realista dice: “Il Pd ha le sue colpe. Fuori della storia negare la responsabilità politica anche per la mia parte. Se nel Pd c’è chi ruba deve andare a casa a calci nel sedere...”. A questo punto non so più cosa pensare, sta andando tutto a puttane! Flavio di Tione Caro Flavio, non si stupisca, in effetti il principale partito della sinistra ha spesso vantato, attraverso le parole dei suoi rappre-
sentanti, una propria superiorità morale rispetto al resto del sistema dei partiti. Questo è successo per anni anche in Trentino dove personaggi illustri dei Ds, prima, e Pd, poi, hanno insegnato le buone maniera e l’etica della politica per intere generazioni. Ricordo le reprimende della Cogo e di altri suoi compari quando anche la politica trentina ha avuto qualche tentennamento, e devo dire che predicavano un gran bene, ma i loro esempi sono da dimenticare, ciò nonostante il Pd anche nostrano non ha mai smesso di considerarsi diverso. Finalmente la verità sta venendo a galla. I fatti, anche recenti, hanno dimostrato che, in realtà, non esiste e non è mai esistita alcuna particolare distinzione morale tra il Pci, i partiti da esso derivati (Pds, Ds, Pd) e le altre forze politiche. Non
è un’accusa, è una constatazione che deriva dalla storia. Anche nel Pd, e prima nel Pds, i germi della corruzione hanno lasciato segni profondi e fatto emergere, nel corso degli anni, vicende di malapolitica che nessuno, in buona fede, può passare come “episodi isolati”. Nè ha senso alcuno obiettare, come qualcuno continua a fare, che nel Pci e nelle successive emanazioni, chi rubava, quasi sempre, non lo faceva per se, ma per il partito. In Politica, più che altrove, non esistono i ladri buoni e i ladri cattivi. Esistono solo ladri. Ma questo Renzi lo sa, si cambi le scarpette e metta un bel paio di scarponi ferrati e proceda, pedate nel sedere per tutti, nessuno escluso, senza remissione, forza Matteo! Adelino Amistadi
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La posta
LUGLIO 2014 - pag.
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Giudicarie Esteriori: Comune Unico? Avanti con le fusioni, ma occorre valutare con attenzione la “dimensione ottimale” che mantenga la vitalità dei nostri borghi
A referendum concluso ho letto i tanti commenti e una considerazione in particolare mi ha indotto a queste note per la cui ospitalità ringrazio il giornale delle Giudicarie. “A quando un comune unico nelle Esteriori?” è stato uno degli interrogativi proposti. Nelle unioni si mettono in gioco due questioni che riguardano da una parte la democrazia, dall’altra costi ed efficienza; sono obiettivi che spesso contrastano perché la democrazia –e, particolarmente, la sua modalità più forte, la partecipazione- è favorita da dimensioni piccole e l’efficienza dalla condizione contraria. La storia dei comuni è in Italia una storia antica, e il legame della popolazione con questi enti è rimasto forte; forte è nella gente la spinta ad identificarsi con essi e questo presidio resiste anche in tempi non favorevoli né alle istituzioni in generale né alla loro
H
o seguito, partecipandovi, il percorso che ha portato ad unire i comuni di S.Lorenzo e Dorsino; con alcuni amici ho creato un apposito profilo facebook nel quale ospitare opinioni, critiche, proposte. Tutti eravamo animati però dalla convinzione che l’unione era da fare. amministrazione. Quello delle loro trasformazioni è quindi un tema delicato ed il percorso dovrebbe aver cura di consentire i miglioramenti di efficienza ed il contenimento dei costi senza intaccare il patrimonio di valori partecipativi che ha accompagnato la vita organizzata delle nostre comunità. Ci sono, io credo, alcuni riferimenti da assumere ad orientamento. Il rapporto tra una comunità ed il suo territorio si sta modificando con il cambiare del nostro modo di vivere e se una mobilità enormemente cresciuta ha avvicinato orizzonti un tempo lontani, l’abbandono delle attività economiche tradizionali ha allontanato le persone dal territorio esterno all’abitato; un buon rap-
porto di frequentazione e conoscenza del territorio è uno degli aspetti importanti di cui tener conto. La montagna è inoltre caratterizzata da una densità abitativa molto diversa da quella della pianura: se da noi è facile avere densità di 20
camminare e godere delle “strutture sportive” che ben si inseriscono nel paesaggio montano. Apprezzo molto soprattutto la zona del lago di Roncone che vedo, di anno in anno, arricchirsi con nuove proposte. Ma quest’anno apprendo, con una certa stizza confesso, che l’amministrazione comunale non metterà a disposizione degli ospiti ma anche
abitanti per kmq in pianura essa è di 20 volte maggiore. Questi aspetti hanno conseguenze concrete importanti: un territorio molto ampio diventa inevitabilmente un territorio in gran parte estraneo e le relazioni tra i cittadini tendono a
contenersi in un ambito di normale, quotidiana mobilità. E’ per questo che un comune che parta dal Lago di Molveno e si spinga fino a quello di Tenno (una trentina di km) mi sembra una forzatura. La popolazione che sta in un territorio così lar-
go ne pratica e ne conosce solo una piccola parte; anche le relazioni dirette tra le persone, di frequentazione e di lavoro, si svolgono in una piccola porzione di territorio e comunità. Un simile contesto, richiamato in estrema sintesi, cambia i meccanismi propri della democrazia dei nostri comuni: la conoscenza diretta di chi viene scelto ad amministrare verrebbe sostituita da meccanismi mediati (mediatici). E non è detto che questo non abbia anche ricadute sull’efficienza, rispetto alla quale il controllo sociale derivante dalla conoscenza diretta di chi opera (amministratori e dipendenti) ha avuto un ruolo non piccolo nell’arginare tante forme di degenerazione dell’operare del pubblico. Avanti quindi con le unioni ma con l’occhio ad una dimensione che ne mantenga la vitalità. Walter Berghi
ARoncone d’estate niente tennis né minigolf Egr.GdG, l’estate è arrivata e con essa la voglia di passare più tempo all’aria aperta, tra svago e sport. Sono un affezionato frequentatore/turista del Chiese ed in particolare della zona di Roncone e dintorni. Qui soggiorno, nei mesi estivi, per alcune settimane con la mia famiglia. Pratico sport a livello amatoriale, mi piace
S.Lorenzo e Dorsino erano in realtà una comunità integrata anche prima della fusione dei comuni, perché la gente che vi abita si conosce e si frequenta da lungo tempo; associazioni, luoghi di incontro, attività economiche sono così intrecciati che è impossibile distinguere due mondi.
dei residenti l’apprezzato campo da tennis al lago né tantomeno potrà usufruire del bel campo di minigolf adiacente. Trovo scellerata questa scelta! Che deve fare un povero cittadino che giunge in valle per ritemprasi dall’uggiosità dei mesi freddi… svagarsi a febbraio e marzo?? Mario F., un avvilito turista!
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