Le buone azioni che contano Le buone azioni per la crescita del nostro territorio
Le buone azioni che danno valore al tuo futuro
Giudi iudicarie
il
iornale delle
LUGLIO 2018 - pag.
Mensile di informazione e di approfondimento
www.giornaledellegiudic a r i e . i t
ANNO 16 -LUGLIO 2018 - N. 6 - MENSILE
EDITORIALE
L’Europa “cattiva” e l’Italia scialacquona... di Adelino Amistadi Parlare di politica di questi tempi non è per niente facile, né credo che serva a molto. Inseguire le continue sparate propagandistiche dei personaggi oggi al governo, è un’impresa non da poco. Non sai mai come va a finire perché le cose dette oggi vengono regolarmente smentite domani, o peggio, quanto dice un ministro di solito viene subito confutato duramente da un suo collega di governo. Mah! Valli a capire i nuovi politici! Stanno litigando con mezza Europa e non sempre a torto, stanno promettendo mari e monti, non sempre vanno d’accordo, e, nel frattempo, cercano di minimizzare un problema fondamentale che il governo prima o poi dovrà affrontare e che dovrebbe essere al centro della loro attenzione. Se ne parla, ma neanche tanto, la questione sembra essere stata messa nel cassetto perché potrebbe deludere, o peggio ancora inficiare, molte delle proposte di spesa di Di Maio e dello stesso Salvini, si tratta della questione del debito pubblico, vero grimaldello che potrebbe condizionare la politica economica dei prossimi anni. Il bilancio dello stato e il debito pubblico sono parole mantra, che rimangono sotto la brace pronte a far scintille quando si vorrà uscire di senno, economico s’intende! A pagina 8
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Le buone azioni che contano
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Le buone azioni che danno valore al tuo futuro �������������������
FONDATO NEL 2002 - Distribuito da
Orso: esemplari vicini ai centri abitati I sindaci chiedono interventi concreti
Alle pagine 12 e 13
EUROPA
Tre colonne per l’Europa di Paolo Magagnotti L’Unione europea, straordinario progetto di unità di popoli che non ha pari nella storia dell’umanità, registra purtroppo debolezze strutturali che debbono preoccupare, anche se non vi è alcun motivo di lasciarsi andare alla rassegnazione. E’ a tutti evidente che l’epocale fenomeno migratorio mette a dura prova l’unità europea.
A pagina 15
Foto Mirco Righi
Economia
L’Agricoltura come opportunità
ALLE PAGINE 4-5
Cooperazione
Mattarei: una donna al vertice A PAGINA 14
AMBIENTE Esaurite le risorse del 2018 Pag. 23 SOCIETÀ L’estate dei nonni Pag. 28 TERRITORIO BicibusTrek: alla scoperta del territorio in bicicletta. Pag. 34
Sergio Trenti, cantore delle solitudini
Società
La democrazia al tempo dei social A PAGINA 17
Nuoto
Dani
LE NOSTRE PROPOSTE “VIAGGI DI GRUPPO”
A pagina 16 2018 PER L‛AUTUNNO
A PAGINA 36 • I FIABESCHI CASTELLI BAVARESI A FUSSEN E VISITA Cecilia Maffei DI OBERAMMERGAU: in pullman – 15/16 settembre € 230,00 • SOGGIORNO MARE A KOS (GRECIA): in aereo – dal 21 al 28 settembre in all inclusive € 770,00 • TOUR SICILIA: Catania, Taormina, Siracusa, Noto, Modica, Ragusa, Agrigento e Palermo – in aereo in pullman – da 29 settembre al 5 ottobre € 980,00 • LA COSTA AZZURRA: Nizza, Cannes, Principato di Monaco – in pullman – dal 20 al 22 ottobre € 365,00 • NEW YORK: weekend lungo nella grande mela – in aereo – dal 10 al 15 ottobre TOUR CONFERMATO: ULTIMISSIMI POSTI!!! • TOUR VIETNAM E CAMBOGIA– in aereo – dal 10 al 22 novembre TOUR CONFERMATO: POSTI ESAURITI!!! I programmi dettagliati sono disponibili in agenzia o su www.viaggipaoli.it
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Rassegna Stampa
LUGLIO 2018
A cura della REDAZIONE
RASSEGNA STAMPA GIUGNO 2018
DALLE GIUDICARIE
Piante di marijuana alte quasi due metri trovate in un fondo agricolo. Nei guai un 45enne - Stavano crescendo forti e rigogliose ed avevano già superato il metro di altezza, in diversi casi. Sono state trovate dalla polizia locale delle Giudicarie in un fondo di Lomaso e sono state individuate anche se erano posizionate vicino ad altri arbusti piantate, evidentemente, nel tentativo di camuffarle con altra vegetazione. Ma non è bastato. La polizia ha compiuto ispezioni e controlli e individuato ben 25 piante di marijuana alcune che raggiungevano il metro e 80 di altezza. Le forze dell’ordine, dopo aver scoperto questa vera e propria piantagione, hanno proceduto a controllare i locali che si trovavano sul terreno. Dei capanni agricoli in legno all’interno dei quali sono stati trovati 8 contenitori con 140 grammi di marijuana essiccata già pronta al consumo. Grual, via libera al bacino artificiale. Invaso da 92mila metri cubi per innevare le piste di Pinzolo - La Busa di Grual cambierà aspetto e ospiterà il nuovo invaso da quasi 100mila metri cubi che servirà a innevare le piste da sci della società Funivie Pinzolo spa. La procedura di valutazione d’impatto ambientale, attivata sul progetto definitivo, si è infatti conclusa con il «via libera» da parte della giunta provinciale. In fase di progettazione esecutiva dovranno essere apportate alcune modifiche tecniche, ma la sostanza non cambierà e la società spera di avviare già entro l’autunno i primi interventi di apprestamento dell’area, per poi iniziare la costruzione nella primavera del 2019 e completarla in tempo per la stagione invernale 2019-2020 Assalto al bancomat con l’esplosivo, furto alla Cassa rurale di Darzo - Furto notturno alla Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia a Darzo. Alle 4.10 alcuni malviventi con dell’esplosivo hanno fatto saltare il bancomat. Una deflagrazione fortissima che ha portato
danni rilevanti anche all’interno della banca e ovviamente alle vetrate e agli infissi. Sul posto i carabinieri di Riva del Garda, per effettuare i rilievi del caso, hanno appurato che i malviventi non erano riusciti a portar via nemmeno un euro. A Spiazzo, grande successo per il primo Raduno internazionale degli arrotini - A Spiazzo... “è arrivato l’arrotino”! A ritmare il weekend nel piccolo borgo della Val Rendena è stata l’edizione “zero” del “Raduno internazionale degli arrotini”. Una manifestazione che ha visto gravitare in paese più di 2000 persone tra “moleta”, ospiti e visitatori. Due giorni di attività e proposte che sono culminati in una lunga, colorata e rumorosa sfilata che si è snodata tra le vie dei paesi di Mortaso, Borzago e Fisto. Allo stesso tempo un’occasione per riaccendere i riflettori su una professione che, nel recente passato, ha permeato molte comunità trentine e non solo grazie ai convegni che hanno animato la palestra di Spiazzo
Alla Dolomitica Brenta Bike trionfo di Dias e Steinburg - Dolomitica Brenta Bike a tinte zebrate, in Val Rendena. I fuoriclasse del DMT Racing Team hanno fatto il bello e il cattivo tempo alla quinta edizione della prova di Trentino MTB, con i bikers a sfilare lungo i percorsi di 55 km e 2.300 metri di dislivello e di 42 km e 1.500 metri di dislivello (non competitivo). Davvero variegato ed internazionale il parterre, respirando l’”aria mondiale” proveniente dal lontano territorio sovietico. Il portoghese José Dias (2h45’58’’) è riuscito a mettere le ruote davanti ai propri compagni di squadra, l’olandese Hans Becking (2h45’59’’) e l’altro portoghese Tiago Ferreira (2h46’02’’), campione del mondo nel 2016 e campione d’Europa nel 2017. Fra le donne si è imposta un’altra atleta del DMT Racing Team, l’estone Greete Steinburg (3h25’08’’), su Simona Mazzucotelli (3h37’57’’) ed Alessia Villa (3h43’02’’), con la trentina Patrizia D’Amato quarta (3h50’57’’).
Sfoglia il Giornale delle Giudicarie su www.giornaledellegiudicarie.it Si ricorda che è possibile sfogliare il Giornale delle Giudicarie sul sito www. giornaledellegiudicarie.it aggiornato ogni mese con le notizie più importanti che accadono in Giudicarie.
Congedo parentale per la cura dei figli: più coinvolgimento dei papà L’intervento fa perno sull’Agenzia del lavoro, che può riconoscere ai papà che utilizzano, in alternativa alla mamma lavoratrice, il congedo parentale, un sostegno economico pari a 350 euro ogni 15 giorni continuativi di congedo fruito, per un massimo di quattro mesi (120 gg.). “E’ una battaglia di civiltà ma anche un aiuto concreto che diamo ai genitori - sottolinea il vicepresidente Olivi - . In Italia, come avviene da tempo nei paesi dell’Europa del Nord, deve diffondersi una cultura della genitorialità che preveda, ove opportuno, una diversa distribuzione delle responsabilità lavorative e di cura. Ma soprattutto, con questa novità noi intendiamo i sostenere le madri che lavorano, agevolando al tempo stessi i padri che si rendono disponibili a ‘staccare’ per un periodo, anche più frazionato rispetto a quanto stabiliva la misura precedente. Più madri al lavoro, quindi, e più padri con i figli: almeno per 15 giorni continuativi di congedo, come abbiamo stabilito con la decisione di oggi, e fino al compimento del dodicesimo anni di età del bambino”. Aiuti e servizi alle imprese: approvato il piano triennale 2018-2020 di Trentino Sviluppo Approvato il “Piano triennale 2018/2020 per le attività degli Ambiti Servizi e Contributi del Fondo per lo sviluppo dell’economia trentina” di Trentino Sviluppo. Al centro dell’attenzione gli aiuti alle imprese, le attività di internazionalizzazione ed e-commerce, anche con partner prestigiosi come Alibaba o Eataly, gli incubatori tecnologico-commerciali, le iniziative per attrarre imprese e investimenti. Fra le novità principali il progetto di animazione culturale del sito di manifattura a Rovereto ed i progetti speciali nel campo del biotech, dello sportech, della salute, dell’ambiente. L’importo del Piano è pari a 19,463 milioni, di cui 7,144 a carico di fondi europei. Il primo anno dell’assegno unico provinciale Circa il 25% della popolazione trentina - pari a
quasi 130.000 persone - e il 40% delle famiglie con figli minori, è interessata all’Assegno unico, cioè può ricevere dalla Provincia uno o alcuni dei sostegni previsti dal nuovo strumento, che sta cambiando profondamente il welfare provinciale: quota di sostegno al reddito, quota di sostegno per la cura dei figli, assegno di invalidità . Fra l’ottobre 2017 e il maggio 2018 sono state raccolte 41.691 domande, di cui 36.849 (88%) risultate idonee. Nel 2018, primo anno di applicazione dello strumento, le risorse stanziate ammontano a quasi 78,300 milioni di euro; nel 2017 la somma degli importi stanziati per le diverse misure oggi ricomprese nell’Assegno unico era pari a 57,700 milioni. Nasce il master per manager delle imprese funiviarie Offrire ai manager della montagna nuovi strumenti comunicativi e gestionali per massimizzare le potenzialità delle stazioni sciistiche e aumentarne la redditività a beneficio del territorio: questo l’obiettivo di “C.MA”, il nuovo corso di management per le imprese funiviarie, promosso dalla Provincia autonoma di Trento in collaborazione con Trentino Sviluppo, Trentino School of Management e l’Associazione nazionale esercenti funiviari (ANEF). Il master, che partirà nel prossimo mese di ottobre, si compone di lezioni frontali, laboratori ed esercitazioni personalizzate e si rivolge a massimo di 30 persone tra dirigenti, manager e responsabili di settore delle società funiviarie. Roma, Palazzo delle Esposizioni - mostra fotografica “Dolomiti, il cuore di pietra del mondo” Per la prima volta a Roma - nella prestigiosa sede di Palazzo delle Esposizioni in Via Nazionale 194 - la magnificenza delle Dolomiti, monumento d’arte diffuso che l’UNESCO ha riconosciuto come Patrimonio Mondiale per la loro straordinaria bellezza e importanza scientifica per la storia della Terra, è documentata in una mostra con una quarantina di autorevoli scatti del fotografo
Georg Tappeiner. L’autore, che vive nelle Dolomiti, ha ‘respirato’ quella bellezza che ci affascina e scattando le foto ci ha restituito arte, nell’arte. Nello Spazio fontana del Palazzo delle Esposizioni, con un allestimento che valorizza ancor più le vedute dolomitiche di Tappeiner, “Dolomiti. Il cuore di pietra del mondo” sarà visitabile fino al 2 settembre. Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione: aperte le adesioni a cinque progetti formativi professionalizzanti Sono aperte le iscrizioni a 5 percorsi professionalizzanti nel campo dell’informazione e della comunicazione rivolti alla popolazione adulta tra i 25 e i 64 anni. I progetti, finanziati nell’ambito del Programma operativo Fondo sociale europeo 2014-2020 della Provincia autonoma di Trento, appartengono alle azioni per la cittadinanza previste dal Piano Trentino Trilingue. Le proposte formative spaziano dal marketing digitale all’analisi dati fino alla creazione e gestione di prodotti per il web. I corsi si pongono l’obiettivo di incentivare la formazione di professionalità particolarmente ricercate dal mondo produttivo e di creare nuove possibilità di collocazione nel mercato del lavoro. Modalità di iscrizione e termini di scadenza delle iscrizioni sono reperibili agli indirizzi: www.fse.provincia.tn.it e www.vivoscuola.it/progetti-tic. Alla FEM nasce la prima Carta per la tutela delle api prodotta dalla comunità scientifica italiana L’ape, gestita dagli apicoltori da molti millenni, svolge un ruolo insostituibile per la conservazione della biodiversità e per la salvaguardia delle produzioni agricole; non deve essere considerata un animale domestico, ma componente fondamentale della fauna selvatica. Parte da questa premessa il primo documento elaborato dalla comunità scientifica italiana per la salvaguardia dell’ape da miele. Un documento che nasce alla Fondazione Edmund Mach, con il contributo delle principali istituzioni che si occupano di api e apicoltura in Italia.
Giornale delle Giudicarie, distribuito dalla Cooperativa Lavoro
Da gennaio dello scorso anno il Giornale delle Giudicarie viene distribuito dalla Cooperativa sociale Lavoro, con sede in località Copera a Zuclo. Per segnalare critiche, suggerimenti, disguidi nella spedizione è possibile chiamare il numero della cooperativa: 0465-326420 oppure quello del Giornale delle Giudicarie, 0465322934, oppure via mail all’indirizzo: redazionegdg@yahoo.it.
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Primo Piano
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Le Giudicarie: Continuano le tavole rotonde di approfondimento del GdG
L’agricoltura, la più antica delle forme di economia, talmente importante che sostanzialmente la metà del budget economico dell’Unione Europea è dedicato propri alla Pac, la Politica agricola europea. Dopo la fuga dalle campagne che l’industrializzazione ha portato, da qualche anno a questa parte sembra esserci un ritorno all’agricoltura da parte delle nuove generazioni, soprattutto attivando delle colture sperimentali e aprendo aziende agricole che non seguono il modello classico che si è imposto in questi anni,
Le nostre domande
S
econdo lei l’agricoltura ricopre ancora un ruolo importante dal punto di vista economico e sociale nella vostra zona?
Q
uali sono gli ostacoli che questo settore affronta oggi?
I
giovani come si rapportano con il vostro lavoro? Può continuare ad essere un’opportunità concreta per il loro futuro lavorativo?
A
gricoltura, turismo e ambiente: su quali strategie e progetti sviluppare l’economia giudicariese?
L
e coltivazioni innovative e alternative come possono integrarsi con l’agricoltura tradizionale? Qual è il suo parere in proposito?
ma ancora sembra presto per dire se queste forme di agricoltura legate al recupero di colture antiche, di grandezza più ridotta rispetto al passato, siano davvero sostenibili e praticabili dal punto di vista sistematico. Per le Giudicarie, l’agricoltura e l’allevamento rimangono un settore fondamentale: realtà cooperative organizzano il lavoro privato, il connubio (a volte scontro) con il turismo è un meccanismo che si sta rodando e da più parti si cerca di promuovere. Abbiamo lanciato a diversi esponenti di questo mondo qualche suggestione.
Filippo Bazzoli imprenditore agricolo
Vigilio Giovanelli presidente di Agri90
Credo che l’agricoltura abbia in questo momento tutte le potenzialità per essere il motore della nostra valle. Aziende agricole di allevamenti, coltivazioni di piccoli frutti, piccoli caseifici e laboratori di trasformazione, in sinergia con il settore turistico, stanno già dimostrando di essere una vetrina realistica del nostro territorio.
L’esperienza di Agri 90, la Cooperativa che mi onoro di presiedere, dimostra che 30 anni fa, quando ancora l’industria tirava, ci fu chi credette nel recupero della campagna. Il coraggio ci ha dato ragione. Spero che i giovani raccolgano la nostra eredità.
L’instabilità dei mercati riflessa ad esempio nell’altalenante prezzo del latte e il costante eccesso di burocrazia già ostacolano la gestione delle piccole aziende mettendole alla stregua di realtà industriali.
Se ci si crede gli ostacoli si superano. Non che manchino. Penso al rapporto con i Comuni e con i Consorzi di miglioramento fondiario. Parlo della piana fra Storo e Condino: serve l’irrigazione. Il Bim del Chiese (che ringrazio) ha organizzato incontri, ma la risposta è stata fredda. Ma anche l’acqua è futuro: non possiamo perdere occasioni.
Va considerata, inoltre, la natura del nostro territorio già di per sé impegnativo da sempre, acuita dalla convivenza con grandi predatori che creano notevoli preoccupazioni, sia per l’attività agricola che per quella turistica. Mi fa piacere poter dire che mai come in questo momento trovo attenzione, curiosità e voglia di mettersi in gioco da parte di diversi giovani e giovanissimi. È curioso vedere certi ragazzi che pur non avendo una tradizione zootecnica famigliare alle spalle desiderano inserirsi nel settore. Richiederà un investimento considerevole, ma questo non deve rappresentare un limite, anzi, piuttosto uno stimolo per partire. Oggigiorno il giovane che si mette in agricoltura deve essere preparato, appassionato ed essere in grado di costruire vere relazioni con la gente e il territorio: questo è forse l’aspetto più nuovo rispetto al passato.
Lo dimostrano Agri 90 ed il recupero della campagna: l’agricoltura è un’opportunità per il futuro. Purché i giovani ci credano e ci investano, prima moralmente che economicamente. Spazio ce n’è ancora tanto, e mercato pure, se si lavora bene. La famiglia ha un ruolo fondamentale nell’infondere valori e coraggio ai figli.
Stiamo parlando del connubio che costituisce la più grande percentuale dell’economia giudicariese. La sinergia tra attività agricola, turistica e ambientale è sicuramente la più potente marcia che il nostro territorio possa ingranare. La cura del territorio, la produzione di tipicità locali e la possibilità di viverle in loco stimolano la voglia di visitarci e di innamorarsi: delle nostre valli e della nostra gente.
Lo dico da anni: agricoltura e turismo debbono fondersi; ne guadagneranno l’ambiente e l’economia. Purché la ristorazione promuova e valorizzi i prodotti della nostra terra: vino, farina, ortofrutta, formaggi... A differenza dell’Alto Adige non abbiamo ancora imparato a fare sistema.
Non possiamo porci dei limiti. L’inizio di nuove esperienze deve essere visto con curiosità e la dovuta attenzione. L’ispirata innovazione che riesce a dialogare con la tradizione è chiave di nuovi stimoli e belle opportunità di crescita. La possibilità di innovarsi e rinnovarsi sulla base di solide attività tradizionali può benissimo essere il completamento di questo ragionamento.
Si può e si deve puntare su un’agricoltura innovativa: accanto al granoturco abbiamo promosso il frumento. Oggi si può andare oltre, con altri cereali, ma anche con prodotti di nicchia come canapa, miele, vini resistenti. Abbiamo territori non utilizzati: Val Daone, Boniprati, ma anche il basso Chiese. Serve la volontà delle istituzioni per promuoverli.
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il mondo agricolo Mauro Povinelli imprenditore agricolo
Eugenio Antolini, imprenditore agricolo e amministratore
Rodolfo Brocchetti, presidente di Copag
Sì. L’agricoltura giudicariese produce sul suo ampio e vario territorio una quantità di ricchezza primaria assolutamente di rilievo, ricchezza che deriva dall’elevata quantità e dall’eccellente qualità delle produzioni e che sostenta molte famiglie di agricoltori e ancor di più, di lavoratori dell’indotto da essa e per essa generato.
Certamente, un ruolo economico rilevante, anche alla luce dell’evoluzione dell’agricoltura che nel tempo ha differenziato colture, produzioni e abbinato all’azienda agricola attività collaterali. Dalla vendita diretta ai mercati contadini, le fattorie didattiche, la ricettività agricola. Socialmente ricopre un ruolo importante se si riesce a comunicare l’aspetto di salvaguardia territoriale che gli agricoltori svolgono e questo devo dire non sempre riusciamo a farlo.
Non c’è dubbio, sicuramente lo ricopre proprio perché in questi ultimi anni si sta verificando un ritorno in campagna anche di giovani che vedono nell’agricoltura un’opportunità. E comunque sia nel nostro territorio avere un’agricoltura forte significa anche avere una proposta turistica forte e così via. L’agricoltura è stata, e rimane, di importanza fondamentale per l’economia giudicariese.
Nello specifico del settore zootecnico, gli ostacoli da superare sono la staticità delle strategie in rapporto ai cambiamenti del contesto sociale e climatico, l’incapacità di confronto costruttivo e decisionale degli allevatori, la “zavorra” della burocrazia fine a se stessa e l’inefficienza del sistema pubblico riguardo l’erogazione dei fondi europei.
Sicuramente la burocrazia, diventata parte quotidiana del nostro lavoro. Nel mio settore particolare di produzione di fragole e piccoli frutti c’è anche da segnalare la mancanza di confronto tecnico, che invece è fondamentale per crescere e innovarsi.
Una delle difficoltà è quella di perseguire l’innovazione. Un po’ in tutti i settori si stanno evolvendo nuove esigenze produttive e nuove richieste da parte dei consumatori di avere prodotti sempre diversi, di qualità e salubrità molto elevata. La difficoltà sta nell’accelerare anche noi come agricoltori per essere al passo coi tempi, con proposte che a volte arrivino da noi agricoltori e non solo inseguendo la richiesta.
Il capitale economico e territoriale di cui si deve disporre per avviare un allevamento economicamente efficiente e sostenibile, non permette sicuramente ai giovani di partire dal “punto zero”. A riguardo, il successo di alcune improvvisazioni aziendali, seppur finanziate dalla provincia, mi sembra molto improbabile.
Si rapportano in maniera entusiastica, moderna, con una visione aperta del settore che riesce a conciliare il valore agricolo alle nuove sensibilità sociali come l’ecologia, l’attenzione alla salvaguardia dell’ambiente, il mangiar salubre. Sarà un’opportunità lavorativa se all’entusiasmo iniziale si abbina, come per ogni settore produttivo/economico, anche preparazione, conoscenza, innovazione tecnica e produttiva.
Sicuramente l’agricoltura può essere un’opportunità, anzi lo sarà e i giovani possono portare in questo settore uno spirito e una visione nuove e una dinamicità diversa. Sono fondamentali. L’importante è che non si creino però delle illusioni. Agricoltura è impegno, costanza, lavoro nei campi, essere in maniera continuativa in azienda. E’ una grande opportunità considerando però il fatto che è un settore molto impegnativo.
Il successo economico delle Giudicarie può svilupparsi solo su un giusto equilibrio tra queste componenti. Il raggiungimento di questo equilibrio è impensabile senza un progetto organico di lungo termine, che individui pochi obbiettivi chiari, condivisi e convergenti, sui quali indirizzare le politiche di sostegno fino ad oggi poco allineate.
Deve basarsi su una sinergia agricoltura/turismo; aggregandoli strategicamente sui beni che nessuno può toglierci o clonarci che sono l’ambiente e il nostro territorio. Un concetto banale, forse, ma che va sviluppato, non solo scritto o teorizzato senza arrivare alla concretezza.
Sono un po’ i pilastri del futuro delle Giudicarie. Il concetto deve essere di integrazione, un’idea di visione unitaria. Per cui un turismo che utilizzi i prodotti agricoli, un’agricoltura che mantenga un ambiente e un paesaggio adatto ad uno sviluppo anche turistico. E sopra a tutto sta il discorso ambientale: l’ambiente dobbiamo mantenerlo, migliorarlo e su questo incidono come soggetti primari sia l’agricoltura che il turismo.
L’apporto di innovazione, originalità e diversità, indipendentemente dal successo delle singole esperienze, arricchisce comunque il sistema in quanto diventa stimolo al cambiamento. Mi lasciano perplesso però quelle “innovazioni” prive di giustificazione tecnica e finalizzate solamente al contributo pubblico esentasse come i titoli PAC.
L’innovazione, anche in agricoltura, che sia colturale/varietale o di altro genere(tecnologica, meccanica, economica) si integra da sola, è parte fondamentale di ogni settore, chi pensa di snobbarla o di sottovalutarla si ferma. Importante è saperne capire le reali necessità distinguere quella vera da momenti o mode.
La questione va divisa: le nuove coltivazioni vanno bene, ma ricordiamoci anche del recupero di vecchie coltivazioni come la noce nel Bleggio o il grano, che sono numericamente esigue e commercialmente di nicchia, ma sono fondamentali per il discorso che dicevamo prima di preservare il territorio e slegare l’agricoltura dalle macrodinamiche di mercato per avere invece quei riscontri anche economici più immediati che a volte possono fare la differenza sui bilanci.
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Il centrosinistra bloccato dalla paura di una debacle, il centrodestra in stallo sul candidato
Elezioni provinciali: candidature in alto mare Anche l’unico fatto che appariva sicuro, la candidatura a presidente da parte di Maurizio Fugatti della Lega per il centrodestra trentino, è oggi meno certa. Con la nomina a sottosegretario alla Salute e il suo arrivo al governo nazionale è difficile che il deputato aviense possa trovare tempo e voglia di infilarsi nell’agone politico provinciale. Per questo, negli ultimi giorni è rimbalzata l’ipotesi di un cambio di nome all’interno della Lega, con l’onorevole di Pinzolo Diego Binelli pronto a spendersi in prima persona per diventare il presidente della Pat a conferma del dinamismo attuale del centro rendenese in politica che, dopo aver fatto i due onorevoli (Binelli e Rossini), propone oggi l’assessore comunale della giunta Cereghini alla carica di presidente e vede anche l’assessore alla comunità di valle Roberto Failoni tra i principali possibili candidati di una lista civica “del presidente” in appoggio a Fugatti o Binelli stesso. Come si risolve il totonome? L’’ipotesi è che il vertice Berlusconi-Salvini dei prossimi giorni per decidere le sorti del Trentino partorirà una scelta maggiormente “di coalizione”, ossia prenderà atto del fatto che ormai la Lega governa praticamente tutto il nord (l’unico governatore non leghista è Toti in Liguria che è però tra gli azzurri il più vicino a Salvini) ed ecco dunque che la nostra provincia potrebbe essere “offerta” a Forza Italia come strapuntino. Ecco allora che prende quota l’ipotesi della candidatura della neo senatrice fassana
L
a politica trentina prosegue la sua marcia verso le elezioni provinciali del prossimo 21 ottobre con il freno a mano tirato e – tra in-
Elena Testor, ancor più di Donatella Conzatti, quest’ultima ben vista quale candidata presidente da più di un ambiente, specie economico, ma invisa alla plenipotenziaria regionale di Berlusconi Michaela Biancofiore, e dunque fuori dai giochi. Di più, si mormora che la stessa Conzatti stia organizzando una propria lista civica, di ispirazione “liberal” con Roberto Sani da schierare alle provinciali non con il centrodestra, ma con i civici di Francesco Valduga e vicina pure alla civica di Geremia Gios. E qui veniamo al campo civico. Incessanti le riunioni e le serate per definire i confini ed il perimetro di questa coalizione che si propone come un nuovo sforzo dei territori di essere protagonisti. Intanto un fatto - dopo diversi rinvii - sembra definita: il leader e candidato presidente di questo blocco civico è l’oncologo e sindaco di Rovereto Francesco Valduga. Attorno a lui si sta coagulando un vasto mondo fatto di liste civiche a partire da quella che da lui trae ispirazione e che vede fra i fondatori e i personaggi di maggiore spicco il sindaco di Tione Mattia Gottardi, quello di Pergine Roberto Oss Emer, il presidente della comunità della Vallagarina, Stefano Bisoffi ed altri. Con loro ci sarà la lista di Geremia Gios ispirata al manifesto della “Rivoluzione felice”, la Civica Trentina dei consiglieri Rodolfo Borga e Claudio Civettini, Auto-
nomia dinamica di Mauro Ottobre (che sta cercando di coinvolgere anche la lista Tre dell’ex-presidente degli artigiani Roberto de Laurentis) e la già citata lista liberal della Conzatti. In corso di definizione, con ottime chances di trovare la quadra, c’è la partecipazione a questo blocco civico dell’Unione per il Trentino, rinnovata in molte sue componenti che dopo un intenso dibattito ha deciso per lo “strappo” dal centrosinistra autonomista per l’approdo a sostegno di Valduga presidente; un percorso fatto anche da un’altra civica, quella dell’assessore provinciale Carlo Daldoss, che assieme al consigliere Upt Giampiero Passamani si è fatto pontiere con quello che resta della coalizione di centrosinistra, ovvero Patt e Pd, per ricercare una via unitaria. Patt e Pd, non senza un certo dibattito interno specie nel Pd, hanno optato per
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certezze, rinvii e continue riunioni poco concludenti – al momento di andare in stampa con il Giornale delle Giudicarie ben poche sono le certezze.
la conferma di Ugo Rossi quale candidato presidente, elemento questo che ha precluso (almeno ad oggi) l’accordo con i Civici, assieme al fatto che il Pd non abbia rinunciato al proprio simbolo per darsi una veste maggiormente ancorata al “locale”, come richiesto da Valduga. Ecco allora che dell’aggregazione fanno parte attualmente, assieme ai due partiti maggiori, anche Verdi, +Europa, e Leu, assieme ad un lista giovani promossa da Rossi a sostegno della sua
candidatura con, sembra, il presidente della Federazione delle pro loco trentine Enrico Faes. L’idea del Patt è rafforzare il centro della coalizione che vede l’addio dell’Upt con la lista Daldoss, ma se anche quest’ultimo traslocasse con i Civici, ecco allora che l’ex senatore Franco Panizza si sta dando da fare per sondare nuovi nomi da inserire in lista. Al momento di andare in stampa con il Giornale delle Giudicarie il quadro tra civici e centrosinistra
è ancora da definire, per questo sono ancora forti le voci che danno alcuni esponenti del Pd in uscita per formare una propria civica (sotto l’impulso ddel vicepresidente della giunta provinciale Alessandro Olivi), smarcandosi dal Pd nazionale e aderendo alla candidatura di Valduga a presidente. Infine il Movimento 5 stelle. Sullo scorso numero avevamo detto come ci fosse un certo ritardo nella definizione del candidato presidente, dovuto alla necessità di attendere regole e comunicazioni da Roma su come muoversi, con un ruolo di Riccardo Fraccaro, oggi sottosegretario, che sta andando ulteriormente ampliandosi nelle scelte, anche se – proprio per questo ruolo – si allontana la possibilità pure evocata da diversi militanti grillini che fosse lui il candidato presidente. Logica vuole, per il lavoro svolto in questi anni in consiglio provinciale, che fosse di nuovo Filippo Degasperi il candidato, anche se le dinamiche interne spostano questa determinazione più in là nel tempo, verosimilmente verso metà luglio.
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Debutto
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Politica
LUGLIO 2018
Si aspettava la nomina nel governo Conte? Non era scontato perché il trentino sono 500mila persone, fuori da qeusto governo sono rimaste regioni non rappresentate all’interno della compagine ministeriale della Lega. Di fornte ai numeri di Lombardia, Veneto, Piemonte e via dicendo in termini numerici il Trentino è più piccolo, quindi non era scontato. La nomina ha dimostrato che è stata ocnisderata la specificità trentina e dell’autonomia, dall’altra il giusto riconoscimento al lavoro che in trentino la lega ha fatto in questi anni e ha avuto un risultato importante il 4 marzo. Correrà per la presidenza del trentino? Sono pronto a fare quello che mi chiede la Lega. Ma competere per ambire a governare il trentino credo sia una cosa troppo importante alla quale non si può dir di no, ma è una scelta della coalizione. Nominato sottosegretario, l’ambito diventa non più solo quello trentino, ma nazionale. Quali sono le priorità della sanità italiana? Le mie deleghe sono sui punti nascita, sulla salute animale e sul tema della sicurezza alimentare, quindi il grande ambito dei controlli e delle etichettature. All’interno di queste competenze mi muoverò, quindi ci sono
Da sottosegretario alla sanità ha deleghe su punti nascita, salute animale e sicurezza alimentare
Maurizo Fugatti pronto a correre per la presidenza del Trentino Maurizio Fugatti, deputato della Lega Nord eletto nel collegio uninominale della Valsugana dove ha battuto Lorenzo Dellai e Riccardo Fraccaro, ha giurato come sottosegretario alla Sanità, chiamato dal leader leghista Matteo Salvini ad occupare un posto nell’amministrazione del governo nazionale. Ma le valigie, se così possiamo dire, sono ancora pronte: è suo il nome più
temi più ampiamente nazionali come quelli del mondo veterinario e della tutela del benessere e della salute alimentare e i punti nascita riguardano
in maniera netta il trentino. Con i tecnici del ministero e azienda sanitaria di Trento stiamo lavorando per vedere se riusciamo a garantire la riapertura e
papabile che la coalizione di centrodestra sta facendo per la corsa verso le elezioni di ottobre per la presidenza provinciale. Mentre andiamo in stampa la riserva su questo punto non è ancora sciolta, ma potrebbe essere una questione di ore. Per ora, il diretto interessato non decina, anzi, è pronto a tornare in Trentino e candidarsi alla presidenza della Provincia Autonoma.
la sostenibilità dei reparti oggi esistenti Vaccini? La scadenza imminente è quella del 10 luglio in cui i
genitori devono dimostrare documenti alla mano di aver proceduto alle vaccinazioni. Lavoriamo perché la scadenza del 10 luglio sia evitata per fare
in modo che ci possano essere delle iscrizioni il più possibile regolari. Il contratto di governo dice che non devono esserci discriminazioni nei bambini fra chi è vaccinato e chi non lo è. Crediamo che sia stata una norma troppo invasiva e eccessiva, ciò non vuol dire che i vaccini non siano utili ma occorre costruire provvedimenti che abbiano un senso diverso nel rapporto con chi non è stato vaccinato Come è stato l’impatto con l’ambito lavorativo romano e del ministero? Chiaro che ci dividiamo tra la volontà di approfondire alcuni temi e poi l’inondazione di temi ai qual sei sottoposto. L’organizzazione del ministero è così importante che i temi proposti soprattutto dai territori sono tanti. Ci stiamo organizzando cercando di non perdere il contatto cn al realtà territoriale trentina.
POLITICA di Adelino Amistadi
Continua dalla Prima Ne hanno sentore anche numerosi nostri lettori che mi hanno chiesto di spiegare un po’ le cose, in maniera semplice, ma sufficiente a capire la situazione economica in cui viviamo, eventuali colpe e perché l’Europa sia così severa con noi e con la nostra economia. Io ci provo sperando di fare bene, non sono un grande esperto di economia, ma l’età e la frequentazione della politica mi hanno insegnato non molto, a dir il vero, ma qualcosa sì. Lo stato italiano, come tutti gli stati del mondo, ha un bilancio in cui compaiono entrate e uscite, cioè i soldi che lo stato si procura tramite le tasse dei cittadini e le spese che lo stato deve sostenere. Uno stato ha molte spese. La spesa pubblica si divide in spesa corrente e in spesa per lo stato sociale. La prima finanzia la polizia, i magistrati, l’esercito. Ossia garantisce l’ordine, la giustizia, la difesa ed altre funzioni indispensabili dello stato. La seconda finanzia i medici, gli infermieri, le medicine, gli insegnanti, ecc. ecc. Sarebbe importante che alla fine dell’anno i soldi in entrata (tasse e poco altro) e quelli in uscita per pagare i
L’Europa “cattiva” e l’Italia scialacquona... vari servizi garantiti dallo stato, fossero in pareggio. Questo di solito non avviene. Ogni anno sono più le uscite che le entrate e così, già da molti anni, lo stato italiano è stato costretto a indebitarsi emettendo BOT, BTP, CCT, ecc.ecc., cioè emettendo dei titoli che la gente, gli stati, le banche, comprano, pretendendo la restituzione con i relativi interessi. Ma se alla fine d’anno il bilancio è sempre in deficit, ecco che gli interessi si accumulano formando il debito pubblico. E così, dopo decenni di questo meccanismo, il nostro debito è cresciuto a dismisura. Per riuscire a ridurlo bisognerebbe avere ogni anno un bilancio dello stato in attivo, cioè la somma delle entrate dovrebbe essere maggiore delle spese. Cosa che almeno in Italia non si verifica da molti anni.
Stando così la situazione, è chiaro che siamo sotto controllo e l’Europa, in particolare, che con la sua Banca ci fa da garante, ci tiene al guinzaglio, ma non perché l’Europa sia “cattiva”, ma perché è normale, qualunque creditore al mondo tiene al guinzaglio il suo debitore, specie se questo è debole come l’Italia. Ma perché ci siamo ridotti così? Di chi
è la colpa? A dir il vero la spesa corrente per lo stato è sempre stata nei parametri giusti dal Dopoguerra in poi, mentre è esplosa quella per lo stato sociale. Ed è qui il punto. Quest’esplosione è avvenuta in tutti i Paesi europei, ma l’Italia s’è distinta, dagli anni Ottanta in poi, in una gestione un po’ troppo allegra della finanza pubblica: sprechi, spese
folli, assunzioni scriteriate, baby pensioni... e adesso ne paghiamo le conseguenze. Velocemente alcuni esempi. Dal 1984 al 1986 il governo Craxi fece salire il debito pubblico di ben 172 miliardi di (attuali) euro, facendolo quasi raddoppiare visto che fino ad allora era fermo a 114 miliardi. Nel 1992 i governi Andreotti e Amato lo fecero crescere di al-
tri 110 miliardi. Poi arrivò Berlusconi che nel 2009 fece crescere il debito pubblico di oltre 100 miliardi e l’anno dopo di altri 80. Adesso abbiamo oltre circa 2.500 miliardi di euro di debito pubblico. Una follia. In tutto questo periodo l’Italia ha speso molto più di quanto incassasse e si trova oggi ad avere un gran debito pubblico. Ed è normale che le banche, la finanza internazionale che ha comprato i nostri titoli di stato, l’Europa, siano allarmate. Qualunque creditore, in una situazione simile, direbbe al debitore: “Adesso basta, adesso devi tirare la cinghia!”. Ed è quello che fa l’Europa, anche se spiegarlo ai giovani che devono pagare per gli errori fatti quando ancora non erano nati, non è per niente facile. E’ drammatico.
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Maggiori investimenti si traducono in reputazione su internet e margini piĂš elevati
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Il Saltaro delle Giudicarie
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Di Maio, animo gentile, ha tutt’altro linguaggio, solo che neanche lui sa esattamente cosa dice, cose farlocche di certo, giorno e notte. Ne’ per le cose della nostra terra, oibò, in cielo neanche sanno che ci siamo, ma a Trento c’è una movimentazione politica altrettanto assurda, al limite della commedia, mai come per questa tornata elettorale la situazione risulta già ora caotica ed imprevedibile. Accanto ai partiti di vecchia data, sorgono ogni giorni nuove compagini d’ogni colore, anzi meglio, senza alcun colore, sbiadite la maggior parte, patetiche le altre. Il Patt vuol continuare ad essere leader, Rossi presidente e Panizza, che dopo aver stragiurato che non avrebbe più candidato, ecco che riscopre il bello della politica e va a finire che ricandiderà magari dicendo a tutto il mondo che gliel’hanno chiesto milioni di elettori. Le Giudicarie son ben rappresentate, abbiamo un tionese vice segretario del Patt, non è che lo si senta molto, per la sua terra ha fatto poco o niente, sembra che si voglia trasferire in val di Non, ma probabilmente è tutto intento a guadagnarsi l’assunzione avvenuta per merito (?) in Regione, far parte della corte panizzotta porta bene, eccome! Il Pd è concentrato nei suoi litigi e nelle sue paturnie. Ha perso forse l’unica “piddina” con le “palle”, pardon, intendevo preparata e grintosa e disinteressata, la Borgonovo Re, ma resistono tutti gli altri alla vana (credo) ricerca di essere riconfermati al potere. L’UpT agonizza nella speranza che arrivi qualcuno con la bombola dell’ossigeno. Non si sa bene a chi ora sia in mano. Mellarini è sparito, dopo aver promesso mari e monti, non ha combinato altro, il tutto per andarsene a Roma. Poi è andata com’è andata ed ora dell’UpT non gliene frega più niente, sta già pensando a dove riposizionarsi...il Panizza è pronto ad accoglierlo a braccia aperte. Roba da matti! Resiste, patetico, Dellai, che non sa più che fare per ritornare a galla, non lo c...ga più nessuno, ormai è ridotto al ruolo del D’Alema trentino, presuntuoso e saccente, solengo, abbandonato da tutti, con qualche sussulto, ogni tanto, sparate che lasciamo il tempo che trovano. Lo rappresenta appieno l’ex sen. Fravezzi, suo cavallo preferito, l’ha voluto senatore, emulo di Calligola, ed ora se lo gode portavoce di che? Di chi? Dicono dell’UpT che non c’è più, o quasi. Resistono, fino a quando?, i consiglieri Passa-
IL SALTARO DELLE GIUDICARIE
Politica che deraglia e animali in lotta In cielo c’è preoccupazione. Non tanto per le cose italiane che sono, per ora, incomprensibili agli esseri umani, con il Salvini che non cambia musica: gli immigrati? (Inizio di gennaio 2018: Lasciamoli sulle spiagge a prendere il sole, diamo loro un pacchetto di noccioline e un gelato…. e buona notte. Con i Rom è un po’ più pesante: “ (aprile 2015: Dò un preavviso di sfratto di sei mesi e poi procedo con la ruspa...”
mani, Tonina e DeGodenz, eroici, fanno appieno il loro dovere, con dignità e sacrificio, ma devono trovare rinforzi, puliti e non tarati, o addio maggioranza e tutto che deraglia. E’ certo! Dall’altra parte del fiume, centro, centrodestra, destra ecc.ecc., un casino di quelli antichi. Le liste, e listerelle... ce ne sono un decina o forse più, mica è finita, chissà quanto ne verranno ancora, ma quella che sembra godere di buona salute è l’alleanza ormai sancita del centro destra. ( o destra, mah!), Tanto per capirci quella che vede uniti la Lega, Fi, Progetto Trentino, Autonomisti Popolari di Kaswalder, Agire, Udc e non so chi altro, sono all’attacco, con grosse prospettive di vittoria e godono da morire per quel che sta accadendo sulle altre sponde del fiume agitato della politica trentina. Vinceranno? E’ probabile...e sono già in molti a volersi accodare. Per fortuna, Fugatti, il leghista designato candidato presidente, non
è Salvini. E’ molto più composto e razionale. Nel mezzo di questo bailamme tentennano, peccato!, personaggi non da poco, preparati e davvero in regola per far il bene della nostra terra. Penso a Borga, ma quello è un solengo, se ne starà per i cavoli suoi con la sua lista a far da
(agosto 2016: Quando saremo al governo, polizia e carabinieri avranno mano libera per ripulire le città. La nostra sarà una pulizia etnica controllata e finanziata, la stessa che stanno subendo gli italiani, oppressi dai clandestini. Tutta roba che dà la misura della sua coerenza con il vangelo ed il rosario che ha sbandierato in campagna elettorale e su cui ha giurato fedeltà a Dio e agli uomini..leghisti s’intende.
spalla o da oppositore, a seconda, cosa che sa fare molto bene, con intelligenza e preparazione. Per non dire del prof Gios con la sua “Rivolzione Felice”, sarebbe l’uomo giusto per fare il Presidente, ma non sono molti a fidarsi di lui, troppo bravo, troppo severo, con lui a
capo non è che puoi fare il “gigione”. Dello stesso stampo sarà in campo anche Roberto De Laurentis, mica uno qualsiasi, ex presidente dell’Ass.Artigiani, ha dimostrato in quel ruolo la preparazione, la sua concretezza, la sua capacità di governare gli eventi. Non ha ancora deciso con chi stare, lo deciderà a giorni. Ma più di tutti tentennano i Civici, sindaci e amministratori, che sembravano rappresentare la grande speranza di cambiamento per la nostra gente. E di chi fidarsi se non dei nostri Sindaci? Ma, da quel che sembra, stanno dimostrando di essere come il “chewing gum”, non sanno decidersi, cosa fare, con chi stare e quali facce mostrare. I Sindaci sono per tradizione risoluti e concreti, ci aspettiamo risolutezza e concretezza. Non sembra essercene più di sindaci di una volta! Ma la preoccupazione in cielo è per tutt’altre cose. S’è mosso sant’Antonio, l’amico degli animali, e con lui una schiera di altri Santi più o meno altolocati. Hanno intrapreso una marcia quasi silenziosa per giungere dal buon Dio, nell’alto dei cieli. Al loro seguito hanno migliaia di animali, i più umili, i più
cari agli umani, i più utili, quelli che hanno sopportato il martirio fino alla morte per dar sostentamento alla povera gente nei secoli passati. Maiali, vacche, asini, cavalli, galline, pecore capre, oche, anatre, conigli, lepri, cervi e caprioli, camosci e daini ed altri ancora. Nell’aere s’alzano i gemiti degli animali più svariati. Protestano come possono, spalleggiati dai Santi che li accompagnano. Vogliono giustizia in cielo, ma soprattutto in terra. Non accettano che nel Trentino che conta sia solo l’orso, protetto da laici miscredenti a danno di tutti gli altri animali docili ed al servizio dell’uomo. “Che ha di particolare quest’animale da essere diventato il padrone della montagna trentina, belva che ci sbrana senza pietà, che scorrazza in lungo e in largo nei boschi delle Giudicarie mettendo in pericolo famiglie, donne e bambini, e tutti noi che abbiamo la sola colpa d’essere amici dell’uomo, fedeli e pronti per lui anche a morire. Non siamo animali di serie B, anzi! Dopo l’uomo ci siamo noi! urlano in processione gli animali. Sant’Antonio annuisce, forse sarebbe meglio che Salvini mandasse a casa loro anche gli orsi. “Sant’Antonio pensaci tu!” è l’invocazione che si alza in cielo mentre il corteo di protesta avanza pieno di indignazione e di rabbia. Quanto prima arriveranno a Trento a sfilare in Piazza Dante. Preparate le stalle!
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Territorio
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Il Parco a portata di click Debutta il nuovo sito internet e arriva la App
Un completo restyling grafico che punta alle immagini, più fresco, chiaro, e soprattutto responsive per smartphone e tablet, è senz’altro ciò che balza subito all’occhio ma molto è cambiato anche nei contenuti e nell’esperienza di navigazione offerta all’utente. In evidenza sono posti gli asset su cui il Parco sta concentrando la propria progettualità: visitare il Parco, ricerca scientifica, educazione ambientale, marchio di qualità. Ognuno di questi è ampiamente sviluppato nelle pagine interne. In home page spazio alle news, ai servizi offerti, alle iniziative e ampia visibilità alle strutture certificate con il marchio “Qualità Parco”. La grande novità sta in tre nuovi strumenti con i quali l’utente potrà interagire: il selettore, il calendario degli eventi e la webapp cartografica. Attraverso il selettore si potrà progettare la propria visita al Parco scegliendo tra varie opzioni, come la difficoltà del percorso, la presenza o meno
Per il suo trentesimo anniversario, il Parco Naturale Adamello Brenta si regala una nuova veste grafica. Quella del sito internet pnab.it che, dopo 10 anni dal primo restyling, è stata in questi giorni completamente sostituita. Il progetto, costato 18.000 euro, ha ricevuto per il 90% la copertura
di bimbi piccoli, l’ambito turistico di riferimento, la stagione. Dalla combinazione delle preferenze, il sito suggerisce proposte di visita, escursioni o attività particolari. Possono, per esempio, essere le Case del Parco in caso di pioggia, i percorsi family nei paesi di fondovalle se ci si deve muovere con un passeggino, una traversata in quota se si
Estate nel Parco Naturale Adamello Brenta significa camminate nella natura, aria buona, frescura, relax e svago ma significa anche ricerca e apprendimento. La novità di quest’anno è l’attività “In ricerca con il Parco” che sarà proposta con modalità differenti in tutti gli ambiti territoriali del Parco. I partecipanti saranno coinvolti nelle attività di monitoraggio ambientale condotte insieme ad un esperto del Parco. In pratica i turisti replicheranno le fasi della ricerca scientifica da poco avviata sulle Dolomiti di Brenta da titolo BioMiti. Al Grostè a Campiglio per esempio cercheranno tracce di ungulati, a Folgarida invece si cercherà la presenza di animali nei boschi per comprendere l’incidenza dei cambiamenti climatici mentre a Pradel a Molveno sul sentiero didattico “Sciury”, inaugurato lo scorso autunno, si conoscerà la vita dello scoiattolo, le sue abitudini e i suoi predatori. Non solo fauna, dal momento che nelle uscite a Malga Cengledino a Tione e in Val di Fumo a Valdaone si conosceranno soprattutto gli habitat degli animali tra larici e rododendri. Tra le conferme, vi sono le escursioni “Sugli Alpeggi della Rendena” in cui, tutti i giovedì dal
dispone di tanto tempo e gambe buone, e così via. Le possibilità di fruizione turistica dell’area protetta sono sempre state ampie ma lasciate ad altri strumenti di promozione mentre ora anche sul sito nuovo hanno ricevuto la degna importanza. Assenti erano anche gli eventi organizzati dal Parco che invece ora troveranno collocazione in un calenda-
del Fondo di Sviluppo Rurale. Ad illustrare le caratteristiche del sito web, realizzato dalla azienda pisana Net7 con la collaborazione di un team interno al Parco, è stato Matteo Masè, Assessore del Parco con competenza in marketing e comunicazione, che ha passato in rassegna tutte le novità.
rio corrispondente ad una linea temporale in home page. Scorrendo la linea sarà possibile verificare se in una tal data il Parco ha qualcosa in programma. Nel calendario sono già consultabili le numerose attività proposte all’interno del pacchetto “Un’estate da Parco“ 2018 che proseguirà fino al 30 settembre. Infine, grande risalto è dato al
territorio. Attraverso una mappa digitale ad elevata definizione, l’utente potrà muoversi virtualmente nell’area protetta, orientarsi, avvicinarsi ai luoghi, conoscere i siti e i punti di interesse sia naturalistico che culturale, visualizzare i tracciati e i percorsi e creare mappe tematiche, accendendo o spegnendo delle opzioni. Il Parco approda anche nel
mondo delle applicazioni con la App “Adamello Brenta” che richiama la mappa digitale del sito. “Un rinnovamento necessario – ha commentato Matteo Masè – l’App ci permetterà di comunicare informazioni sempre corrette e aggiornate, anche offline. Abbattendo di circa il 50% l’utilizzo della carta per la depliantistica”. Una volta scaricata, la App è utilizzabile anche offline quindi anche nelle valli del Parco dove spesso la connessione dati è assente. Risulterà molto comoda per esempio per conoscere la propria posizione in montagna, consultare la vicinanza ad una fermata della mobilità sostenibile, sapere dove si trova il nodo wifi più vicino, ma anche punti di interesse naturalistico, percorsi bike, sentieri guidati. La App è di particolare interesse anche per i partner privati nei progetti del Parco. Qui sono segnalati anche tutte le strutture Qualità Parco e i negozi che aderiscono al Progetto commercianti nei quali si possono acquistare i gadget del Parco.
Degustazioni negli alpeggi e passeggiate sulle orme di scoiattoli e cervi
Un’estate al Parco 5 luglio al 9 agosto, insieme all’esperto dell’Associazione nazionale allevatori di Razza Rendena (A.N.A.Re.) si raggiungerà ogni volta una malga diversa. All’arrivo il malgaro accoglierà la comitiva con un pranzo tipico, sempre offerto dalle amministrazioni proprietarie della malga, e la degustazione di prodotti locali come il miele certificato Qualità Parco, i salumi della Val Rendena, i formaggi e lo yogurt biologici o i distillati di genziana e imperatoria. Confermata anche la stretta collaborazione con il Muse per le attività gratuite proposte ogni giorno in Val di Tovel dal 16 luglio al 31 agosto con cui si diventerà provetti scienziati. Come per tutto il periodo delle commemorazioni del Centenario, anche quest’anno il giovedì in Val
Genova, in collaborazione con la Biblioteca di Pinzolo, dal 19 luglio al 30 agosto sul sentiero Malina si ascolteranno le parole dai diari dei soldati nell’attività “Cicatrici di guerra”.
Suggestiva e ogni anno molto gradita è l’escursione notturna da San Lorenzo in Banale fino a Colle Beo con l’esperto del Parco con l’utilizzo di frontalini per ascoltare i rumori
del bosco di notte. Dislocate sul territorio, si trovano poi le Case del Parco, dove giochi, allestimenti multimediali e plastici, permettono di approfondire aspetti particolari dell’area protetta: flora, geologia, fauna, lago rosso, acqua e antichi mestieri. Moltissime altre attività, laboratori ed escursioni del pacchetto “Un’estate da Parco” si possono trovare sul sito del Parco www.pnab.it, sulla App “Adamello Brenta”, presso gli Uffici Turistici aderenti e i numerosi InfoParco. Fin da ora si possono annunciare le date delle uscite in autunno per ripetere come l’anno scorso la suggestiva esperienza di ascoltare il bramito dei cervi in amore nel bosco di sera (28 settembre, 2 e 5 ottobre).
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Primo Piano
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Una trentina di pecore a Pez, dei maiali a Praso, un asino a Breguzzo le ultime vittime
Orso: aumentano gli avvistamenti nei centri abitati Non solo razzia di animali al pascolo ma c’è anche un problema di sicurezza per i centri abitati
Anche le autorità locali si sono mosse per fronteggiare questa delicata situazione accentuata negli ultimi anni causa la continua e altrettanto rapida riproduzione della specie. Il numero di orsi sparsi per il territorio montano trentino non è dato sapersi con esattezza in quanto parecchi di essi non sono stati messi “sotto controllo”. I cacciatori giudicariesi chiedono una fantomatica “caccia all’orso” mentre le varie comunità chiedono una sola cosa: sicurezza. Sicurezza di poter passeggiare tranquillamente sulle stradine secondarie al dì fuori del paese, sicurezza di poter lasciare i bambini più piccoli a giocare come tradizione nei boschi adiacenti alle baite di montagna, sicurezza di poter amare il proprio territorio immerso nella natura senza troppi pensieri di avere un incontro ravvicinato con l’imponente animale. Nelle settimane scorse, successivamente ai danni causati all’azienda agricola Damiano Filosi di Praso, la sindaca del comune di Valdaone ha scritto una lettera all’assessore provinciale Michele Dallapiccola chiedendo un intervento per l’ordine e la sicurezza pubblica, con l’obiettivo di richiamare l’attenzione e sollecitare un pronto intervento per arginare il problema. “Non voglio – ha commentato la sindaca di Valdaone Ketty Pellizzari - ingigantire più del dovuto la situazione. Il grosso problema è quello che ormai l’orso è stabilmente avvistato nei centri abitati. Ad inizio giugno ha distrutto un alveare situato a pochi metri dal parco giochi di Bersone e quindi in pieno centro abitato. Un conto è aver la possibilità, fino a qualche tempo fa remota, di incontrare l’orso in Val di Fumo altra cosa invece è quello di avere la paura di trovarsi l’orso nel giardino di casa mentre si cura l’orto o la sera mentre i nostri compaesani passeggiano all’aria aperta”. Si tratta invece
L’
di Marco Maestri
orso continua a colpire. Inizialmente pecore, successivamente maiali e infine vitelli ed asini. Una “via crucis” la cui ultima stazione sembra non arrivare mai. Nell’ultimo mese e mezzo infatti il plantigrado ha fatto razzia in gran
di un’autentica razzia di pecore quella registrata a metà giugno a Pez, frazione del Comune di Tre Ville, dove oltre trenta pecore sono morte con il pastore ed il cane in fuga. Pochi giorni dopo è toccato invece ad un giovane vitello nel cuore della Val di Breguzzo. Moltissimi inoltre gli avvistamenti del plantigrado (da una prima indagine sembrerebbero essere almeno due gli individui presenti in valle) segnalati dalla
parte delle Giudicarie: Valdaone, Sella Giudicarie e Tione i territori in cui ha colpito maggiormente. Inutile rimarcare la rabbia e l’amarezza degli allevatori che sui pascoli in altura portano avanti l’attività. gente. Sulla questione è intervenuto anche il vicesindaco di Tione, e agricoltore, Eugenio Antolini il quale ha espresso tutta la sua preoccupazione: “Negli ultimi anni – ha commentato Antolini – le amministrazioni comunali locali hanno investito importanti risorse per il rilancio delle malghe, dei pascoli e delle nostre montagne in generale. Questi importanti investimenti sono stati effettuati per rilanciare un mondo che negli ultimi decenni
del novecento aveva registrato uno spopolamento totale. Con dei ragionamenti pensati e migliorati nel corso degli anni, dei regolamenti e degli statuti per l’utilizzo della Malghe siamo arrivati ad avere un discreto utilizzo. Sarebbe un peccato disperdere il tutto per causa dell’orso. La preoccupazione è molta e testimoniata anche dai pastori che gestiscono le due malghe in capo alla nostra amministrazione comunale (Campei e Cengledino). Nei giorni scorsi – prosegue Antolini – il pastore mi ha chiamato dicendomi che per tre notti consecutive non ha chiuso occhio causa il pensiero dell’orso. Mi ha inoltre confidato che, andando avanti di questo passo, sarà costretto ad abbandonare l’impegno preso. Un campanello d’allarme chiaro che deve arrivare dritto ai referenti provinciali responsabili di questa situazione”. Quale potrebbe essere quindi la soluzione? “La soluzione – chiosa Antolini – non spetta a me individuarla. Dico solo che la Provincia deve intervenire. Sicuramente non farebbe male far passare qualche nottata in malga a tutte le persone che manifestano per le strade per la protezione dell’orso. Sono sicuro che cambierebbero idea. È chiaro che a queste condizioni fare l’allevatore nelle nostre valli è più che mai un’impresa ardua. Da amante della montagna e del nostro territorio, ancor prima che nella veste di amministratore, credo che ognuno di noi non possa vivere con l’ansia quotidiana e con il terrore che durante una tranquilla camminata in montagna si trovi l’orso a pochi centimetri.» Si attende ora, prima di un ulteriore sgradita abbuffata del plantigrado, una concreta risposta da parte dei vertici provinciali sul problema che, per troppo tempo, è stato sottovalutato e che ora mina seriamente la sicurezza delle persone”.
Primo Piano
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E’ passato in terza commissione il disegno di legge per permettere alla Provincia di intervenire nelle emergenze
Orsi, lupi e cinghiali: necessaria una governance locale Tonina: “Chiederemo al governo di approvare la norma di attuazione che ci permetta una gestione dei grandi carnivori a livello trentino”
In Terza Commissione, che Lei presiede, è stato presentato il disegno di legge che attribuisce alla Provincia competenze di gestione delle situazioni di maggiore criticità connesse alla presenza dell’orso e del lupo. Cosa cambierà se dovesse diventare legge? L’approvazione trasversale del ddl in Terza Commissione è sicuramente un atto efficace, indispensabile per poter attuare la direttiva Habitat e la Convenzione di Berna, approvate a livello europeo tanti anni fa a tutela delle specie in via di estinzione; tali atti prevedono anche che gli Stati membri possano derogare ai vincoli imposti per motivi di rilevante interesse pubblico (sanità, sicurezza…). La proposta di legge presentata in Commissione, mette in evidenza la necessità di intervenire nei confronti della presenza dei grandi carnivori, sempre più confidenti e ormai non più tollerabile da parte di quanti lavorano e vivono in montagna e che non si sentono più sicuri; se in un primo tempo la reintroduzione dell’orso aveva suscitato interesse, ora è fonte di forte preoccupazione. Tuttavia il ddl non è sufficiente poiché non risolve il problema alla radice; questo tema era già stato affrontato dalla Commissione dei dodici, a Roma, ma il Governo, purtroppo, non ha emanato il provvedimento legislativo. Dobbiamo ammettere che lo Stato finora non ci ha aiutati nella gestione di queste specie: manca infatti, ad oggi, un quadro normativo di riferimento in grado di consentire il contenimento e l’abbattimento, a differenza di quanto avviene in Francia, Svizzera e Baviera. Proprio per questo è mia intenzione presentare in occasione del prossimo Consiglio provinciale un Ordine del giorno per sollecitare il Governo ad approvare la norma di attuazione che ci permetta una gestione dei grandi carnivori a livello trentino.
Consigliere Tonina, Lei è giudicariese e molto presente sul territorio, che impressioni ha raccolto dai suoi concittadini in merito alla presenza di orsi, cinghiali e lupi? Ho raccolto numerose testimonianze di preoccupazione. Parlando con le persone mi sono reso conto che ormai gli avvistamenti e gli avvicinamenti, in particolar modo di orsi, sono quotidiani e che molti non vengono più nemmeno segnalati a causa di un forte scoraggiamento della popolazione che non si sente né ascoltata né presa in considerazione per quanto riguarda il timore di poter liberamente vivere le proprie montagne. Questo mi fa riflettere sul rischio di abbandono della montagna che porterebbe ad un avanzamento del bosco, ad un ambiente poco curato ed attrattivo, nonché ad uno spreco di denaro pubblico. Infatti le malghe, che negli ultimi anni sono state rifatte o ammodernate, rischierebbero di essere abbandonate diventando un patrimoE se il ddl non verrà accettato quale sarà il rischio? L’abbandono del territorio. La montagna, di questi tempi, ha problemi seri; su tutti lo spopolamento, le distanze e il fare i conti con i nuovi bisogni di vita. Se vogliamo continuare a garantire una montagna abitata e vissuta anche dai nostri giovani dobbiamo assicurare delle opportunità, servizi di qualità ed essere attrattivi. La compatibilità con predatori quali il lupo e l’orso, in particolare, in una zona antropizzata come la nostra, non permette certo una convivenza priva di conflitti, ce lo dimostrano le numerose aggressioni delle ultime settimane ad ovicaprini, bovini e ungulati: convivenza che sta diventando sempre più problematica. La paura è ormai diffusa nel mondo zootecnico che da sempre è coinvolto nel gestire il territorio attraverso l’alpeggio e non è sicuramente con le recinzioni o altri deterrenti che si risolve il problema, né tantomeno con gli indennizzi. Se non riusciremo a dare delle risposte l’abbandono della montagna sarà inevitabile, così come già successo in altre zone dell’arco alpino e degli Appennini mettendo in crisi anche il settore turistico. In Consiglio provinciale Lei si è occupato, in diverse occasioni, delle problematiche legate alla
presenza dei grandi predatori. Cosa dovrebbe fare la politica per affrontare questa questione? Dal 2014, ho presentato diversi atti politici riguardanti la presenza sempre più crescente di orsi, cinghiali, lupi e volpi convinto che questo fenomeno stia diventando una vera e propria minaccia in particolare, ma non solo, per l’agricoltura e il settore zootecnico che, oltre a garantire un presidio delle nostre montagne, ne cura l’immagine. A mio
nio culturale oltreché economico lasciato al degrado vanificando tutte le iniziative, anche in atto, di riqualificazione del paesaggio. Bisogna, a mio parere, mettere nelle condizioni chi opera quotidianamente in montagna e chi la vive, di poterlo continuare a fare senza la preoccupazione di incontrare o di imbattersi in grandi predatori. Per fare ciò sicuramente serve più responsabilità da parte della Politica, il coinvolgimento della popolazione e di quanti sono direttamente coinvolti per sviluppare la consapevolezza in tutta la comunità che questo è un tema da condividere trasversalmente in quanto non si tratta di difendere gli interessi di pochi, ma di tutti. Abbiamo il diritto di poter vivere il territorio e di farlo conoscere ai numerosi ospiti. Non è una sfida semplice, ma va affrontata, consapevoli che la soluzione non è più procrastinabile e che va trovata; diversamente, l’abbandono della montagna sarà inevitabile: ciò che non vogliamo per il nostro Trentino.
modo di vedere la Politica dovrebbe prima di tutto
avere la capacità di porsi delle domande di prospetti-
va e chiedersi qual è l’idea di montagna che abbiamo e che vogliamo. Se non si chiarisce questo, le diverse proposte di soluzione diventano soluzioni tampone, limitate nel tempo e nell’efficacia. La Politica più che farsi carico, di volta in volta, dei diversi problemi legati alla presenza di lupi, orsi, cinghiali o altro, deve avere una visione lucida riguardo l’idea di montagna che guarda al futuro del nostro territorio. Ci dobbiamo interrogare su che cos’è per noi e cosa vogliamo che sia e, di conseguenza, mettere in atto tutte le azioni che portano in quella direzione. Ecco perché diventa sempre più necessaria e improcrastinabile una visione globale e non frammentata, accompagnata all’ascolto e al coinvolgimento dei territori interessati rendendo così partecipe e responsabile tutta la comunità che, ricordiamo, si autogoverna da circa mille anni e che, proprio per questo, deve riuscire ad interpretare al meglio l’Autonomia garantendo sicurezza a cittadini e a turisti.
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Cooperando
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Intervista a Marina Mattarei, nuova presidente della Federazione della Cooperazione
“Ripartiamo dai fondamentali” La prima volta di una donna in 123 anni di storia Da qualche settimana è presidente della Federazione trentina della cooperazione. Una delle prime questioni da affrontare sarà la definizione della squadra di governo. Che metodo di scelta applicherà per la selezione dei vice-presidenti e del comitato esecutivo? Il metodo è forma e sostanza. Reputo fondamentale la concertazione e la condivisione delle scelte, perché una squadra coesa e motivata può andare molto lontano. A patto però che si lavori tutti nella direzione del bene comune e della responsabilità collettiva, perché la concertazione non può diventare il pretesto per un compromesso al ribasso. Il settore agricolo rappresenta una delle anime del movimento cooperativo. Dal suo osservatorio quale è la sfida del mondo agricolo per i prossimi anni? La sfida che il comparto sta affrontando con grande impegno è quella della sostenibilità della produzione agricola in relazione con l’ambiente e il territorio e delle alleanze per diventare più forti. L’agricoltura è da sempre uno dei settori trainanti della cooperazione, rappresenta le nostre radici, è un presidio fondamentale per garantire la vivibilità nelle zone di montagna ed inoltre esercita una forte attrattiva per i turisti che visitano la nostra meravigliosa terra. Occorre muoversi su queste direttrici, sia per continuare a garantire una buona qualità della vita a chi abita o visita in Trentino, sia per distinguerci rispetto ad una concorrenza molto spregiudicata soprattutto sui mercati esteri. Quali saranno le ripercussioni sulla Federazione della riforma del credito e il ruolo di Cassa Centrale Banca? E quale il rapporto con il mondo del credito dal suo punto di vista? Cominciamo dalla seconda parte della domanda. L’epocale riforma in atto - a prescindere dall’esito delle annunciate iniziative del Governo italiano - riuscirà a migliorare la capacità competitiva e l’efficienza delle
di Alberto Carli Marina Mattarei, ha sconfitto d’un soffio Michele Odorizzi al termine del ballottaggio per 349 voti a 339, ed ha siglato una giornata storica per la Federazione Trentina della Cooperazione, per la prima volta nei suoi 123 anni di storia è stata eletta una presidente donna. Ma storica anche per il ‘metodo’, cioè il raffronto tra quattro candidati presentati dalla base e non individuati dal Consiglio di Amministrazione, che dopo un confronto senza contrapposizioni hanno favorito una scelta democratica e libera da parte dei soci. Un’emozionata Marina Mattarei, appena eletta, ha preso la parola ringraziando così i soci, i suoi genitori e le sue figlie: “Cambiamento non significa buttare a mare
banche cooperative. Ma il credito cooperativo è un patrimonio collettivo, e come tale va salvaguardato e valorizzato nella sua distintività rispetto alle altre banche. Il ruolo politico della Federazione è unanimemente riconosciuto, ora occorre ricercare nuove modalità e riempire di contenuti le quote associative pagate dalle Casse. Circa le ripercussioni concrete sull’azienda Federazione, esse hanno provocato, oltre al passaggio dei collaboratori del credito a Cassa Centrale Banca, anche un ambizioso piano di rilancio della Federazione, soprattutto nei servizi agli altri settori. Una sfida entusiasmante che accolgo con responsabilità e voglia di fare bene, ringraziando cooperatori e cooperatrici per la fiducia e la collaborazione che vorranno dare in questo ambizioso percorso.
Anche la cooperazione di consumo vive una riorganizzazione sia tra le Famiglie Cooperative, sia come Sait. Come vede il braccio di ferro tra Sait e Dao, e quali possono essere gli scenari futuri per la cooperazione di consumo? Guardi, la soluzione ce l’abbiamo sulla porta di casa, lo lasci dire a me che per tanti anni ho amministrato proprio una Famiglia Cooperativa. La ricchezza di punti vendita anche nei luoghi più lontani dal centro è un patrimonio che abbiamo solo noi. Ma spesso ce ne dimentichiamo. Rincorrere la concorrenza delle grandi catene che “occupano” le zone più popolate dei fondovalle può essere necessaria, ma potenzialmente pericolosa, come ampiamente dimostrato. Dobbiamo cercare risposte coerenti con la nostra
quanto di buono è stato fatto, ma cercherò di ridare onore all’istituzione, riportando reputazione e credibilità a tutto il movimento. Accetto questo incarico con grande responsabilità, garantendo fin d’ora l’interconnessione con le realtà cooperative anche periferiche, l’approfondimento delle relazioni e dei problemi sul territorio”. Nel suo discorso introduttivo, Mattarei aveva sottolineato come l’evoluzione organizzativa delle Casse Rurali fosse centrale e prioritaria per tutti i settori, non solo quello del credito. “Dobbiamo cercare la convenienza nella Federazione unitaria e la Federazione si deve attrezzare per imparare nuovamente a connettersi con il territorio”.
“mission”: ad esempio, anche per iniziativa della Federazione, sono appena partiti i primi venti punti vendita qualificati come Sieg, ovvero servizi di interesse economico generale. Essi potranno fornire anche servizi diversi dagli alimentari (certificati comunali, permessi vari, distribuzione farmaci, eccetera). Ognuno deve fare bene il proprio lavoro: la cooperativa deve fare la cooperativa, e così il consorzio e naturalmente la Federazione. Se qualcuno deraglia, gli effetti ricadono su tutti. L’importante è mettere sempre al centro l’interesse delle cooperative. È da lì che occorre partire. Se ogni soggetto avrà chiaro questo concetto, penso si riuscirà a trovare la quadra anche nei rapporti tra il consorzio Sait e la cooperativa Dao. Il settore LSSA (cooperative di lavoro, sociali, servizi e abitazione) oggi non esiste più e al suo posto si sono costituiti il settore “Lavoro e servizi” e quello “Sociale e abitazione”. Che ruolo avran-
no questi due settori nel futuro della cooperazione trentina? La separazione in due del comparto “Lssa” è un se-
gnale che il comparto è in crescita, e questo è bene. Sono cooperative che, ognuno nel proprio ambito, hanno saputo innovare con nuovi servizi e attività, conquistando nuovi spazi. In più, esse rappresentano uno degli sbocchi più promettenti per la costituzione di nuove cooperative (ad esempio, il comparto delle Ict rappresenta anche una ottima opportunità lavorativa per i giovani). Se i settori tradizionali sono
ormai “maturi” e tendono a consolidare le proprie posizioni, queste cooperative rappresentano il nostro futuro.
Il Giornale delle Giudicarie mensile di informazione e approfondimento
Anno 16 n° 7 luglio 2018 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Caporedattore: Denise Rocca Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Aldo Gottardi, Matteo Ciaghi, Denise Rocca Hanno collaborato: Gianni Ambrosini, Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Giuliano Beltrami, Giacomo Bonazza, Alberto Carli, Massimo Ceccherini Podio, Francesca Cristoforetti, Umberto Fedrizzi, Chiara Garroni, Enrico Gasperi, Marco Maestri, Mariachiara Rizzonelli, Tiziano Salvaterra, Alessandro Togni, Alberta Voltolini, Ettore Zampiccoli, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 - 338 9357093 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3286821545) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 3 luglio 2018 da Sie Spa - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129
Europa Purtroppo la realtà di questi tempi è diversa. Governi nazionali che rappresentano Paesi membri dell’Unione europea si chiudono nel loro egoismo nazionale e con una miopia che la storia non perdonerà rischiano di deteriorare gravemente il prodotto di coraggiose e lungimiranti intuizioni nate nel Secondo dopoguerra. Va precisato che le debolezze strutturali del Progetto europeo non dipendono dalle sue Istituzioni in se stesse - anche se ad esse non mancano limiti dovuti al mutar dei tempi - quanto piuttosto dal compongono, principalmente nel Consiglio europeo, cioè l’insieme dei capi di Stato o di governo dei paesi membri dell’unione europea. Pur prendendo atto dei grandi progressi compiuti dal processo di integrazione europea dal Secondo dopoguerra ad oggi - non dobbiamo mai dimenticare di aver avuto oltre settant’anni di pace in un continente che da secoli era quasi permanentemente in guerracon molta probabilità le debolezze attuali non vi sarebbero se nella costruzione del Progetto europeo si fossero consolidate tre fondamentali colonne che i Fondatori, ed in particolare il nostro Alcide De Gasperi, ritenevano di grande importanza e che sono tuttora di estrema attualità: valori, multilateralismo e difesa. I Pionieri, pur operando in una realtà distrutta dalla guerra e condizionata dalla fame, non progettarono solamente su basi pragmatiche, ma avendo presente principi e valori, derivanti soprattutto dalla tradizione cristiana, sui quali imperniare il loro agire. Se con i rapporti bilaterali due Stati concentrano principalmente la loro attenzione su
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Tre colonne per l’Europa di Paolo Magagnotti L’Unione europea, straordinario progetto di unità di popoli che non ha pari nella storia dell’umanità, registra purtroppo debolezze strutturali che debbono preoccupare, anche se non vi è alcun motivo di lasciarsi andare alla rassegnazione. E’ a tutti evidente che l’epocale fenomeno migratorio mette a dura reciproci interessi, è solamente in un contesto di rapporti multilaterali, mettendo al tavolo del dibattito delle trattative più Stati, che si possono creare le migliori condizioni per il bene comune generale, nell’ambito del quale possono trovare risposte adeguate anche legittimi interessi nazionali. Buone cose si creano certamente anche con rapporti bilaterali, dovuti spesso ad affinità politiche o relazioni storiche. Certo è che il multilateralismo, soprattutto nei tempi attuali, è la maggiore garanzia di pace e benessere. Purtroppo stiamo assistendo a processi di bilateralismo per certi aspetti preoccupanti, come nel caso estremo della politica estera del presidente del Stati Uniti Donald Trump. Considerando che tutti gli uomini non sono buoni e pacifici e che non sono mai da escludere attacchi di una Nazione con un’altra, una comunità statale o di altra natura deve sempre considerare tale evenienza e prepararsi alla propria difesa. Come scriveva Montesquieu in “De l’Esprit des Lois” “le diverse nazioni devono farsi in pace
Dopo l’Istituto Guetti, anche l’Istituto Comprensivo di Tione ha ottenuto ed applicato il progetto “Erasmus Plus”, per il quale aveva presentato la propria candidatura nel 2016. Per questo progetto europeo, ben diciotto docenti di lingue straniere o coinvolti nel progetto Clil della scuola primaria e secondaria di Tione hanno beneficiato del percorso previsto di formazione metodologica e linguistica all’estero che si è svolto, a seconda della scelta dei vari insegnanti, a Dublino o a Berlino per un periodo di una o due settimane (anche questo a scelta, in base alle esigenze dei candidati). Un risultato importante e lusinghiero per l’Istituto, dato il lungo iter burocratico per accedere alle graduatorie europee del bando Erasmus Plus e la rigida selezione delle proposte presentate da ogni scuola. Al termine del percorso “in mobilità” all’estero, ogni docente frequentante il progetto “Erasmus Plus” ha dapprima elaborato e successivamente proposto alle proprie classi un originale percorso didattico in lingua straniera della durata di 10 ore, organizzato come attività laboratoriali di vario genere (sono stati organizzati
il maggior bene e in guerra il minor male possibile, senza nuocere ai loro veri interessi”. E’ bene, pertanto, che le Nazioni in tempo di pace collaborino nel migliore dei modi per il bene della sicurezza delle proprie comunità e dei propri popoli. In tempo di guerra, purtroppo, non vi è mai limite al male. In termini di difesa da parte delle Nazioni o di comunità multinazionali variano secondo i tempi e le relive tecnologie. Nel Secondo dopoguerra l’esigenza di una difesa su base europea era anche determinata dalla necessità di
prova l’unità europea. Vertici dopo vertici non riescono a produrre un accordo condiviso su quella solidarietà che i Padri fondatori avevano posto come componente fondamentale per la costruzione della nuova Europa che doveva crescere al di sopra dei confini e degli egoismi nazionali.
creare una barriera contro il pericolo sovietico. De Gasperi, tuttavia, vedeva e sosteneva con tutte le sue forze l’unità dell’esercito europeo anche perché tale unità avrebbe di conseguenza comportato l’inevitabile unificazione di altri poteri a sovranità nazionale, soprattutto la politica estera. Per lo Statista Trentino l’unità degli eserciti e della politica estera, e di altri poteri nazionali che in seguito sarebbero stati unificati, significava unità politica dell’Europa; una unità che avrebbe scongiurato per sempre conflitti e posto le
premesse per un’Europa unita e forte sul piano mondiale, senza possibilità di quegli arretramenti che oggi preoccupano le forze responsabili che credono e lottano in favore del sogno europeo. Ed è vero che in base al trattato sull’Unione europea di Lisbona, unico punto di riferimento normativo per le politiche europee, è prevista una politica estera di sicurezza comune con un suo Alto rappresentante; la sua attuazione tuttavia è del tutto insufficiente e ben altro serve per una vera e propria politica estera e di difesa europea. Fra gli impegni su cui ci si deve confrontare per il futuro dell’Unione europea vi sono pertanto anche le tre colonne fondamentali del valore, del multilateralismo e della difesa. Per quanto riguarda i valori è necessario che dalle coscienze di molti politici europei vengano rimossi sentimenti di egoismo, di avversione a certi stranieri con una deciso impegno per il bene comune. La ripresa di valori deve evidentemente interessare non solo chi governa ma anche
le relative comunità. La migliore tradizione cristiana e la dottrina sociale della Chiesa possono essere fonte d’ispirazione anche per non credenti. Dobbiamo inoltre preoccuparci – ce lo ricorda Raymond Aaron in “Pace e guerra tra le Nazioni” - di quei sedicenti politici e governi democratici i quali per giustificare il loro agire invocano la volontà del popolo ma che di fatto rifiutano ogni limitazione della propria autorità. Una forte ripresa del multilateralismo e la realizzazione di una autentica politica di difesa comune europea dipende evidentemente dalla volontà dei governi nazionali. E pensare che per realizzare tali obiettivi basterebbe spesso la semplice ragionevolezza. Ma, è ancora Raymond Aaron a ricordarcelo: “Se i filosofi hanno spesso definito l’uomo un essere ragionevole, di rado hanno applicato con la medesima sicurezza questo attributo alla storia degli uomini”. Fra poco più di dieci mesi vi saranno le elezioni a suffragio universale diretto per il rinnovo del Parlamento europeo; quale migliore occasione per un dibattito aperto e costruttivo sul futuro della nostra cara Europa? Non solo i politici ma l’intera società civile e soprattutto gli organi d’informazione devono fornire un importante contributo.
L’istituto comprensivo di Tione invia 18 insegnanti per migliorare il Clil
Erasmus Plus: quando all’estero ci vanno i docenti lavori su fumetti, creazione di pubblicità o brochure, ecc.). “Siamo felici ed orgogliose di questo grande successo e di questa grande opportunità per noi e per le nostre classi”, spiegano alcune docenti dell’Istituto che hanno partecipato ad Erasmus Plus “e dobbiamo dire grazie ad un grande lavoro di équipe iniziato nel 2016 coordinato alla perfezione dalle nostre segretarie di istituto. L’esperienza all’estero è stata molto interessante e coinvolgente, oltre che stimolante dal punto di vista dell’apprendimento di nuove metodologie didattiche e sistemi di insegnamento. Metodologie che poi abbiamo applicato nelle nostre classi , trovando fin
da subito disponibilità e gradimento da parte degli alunni”. Un grande risultato che però non finisce qui. Continuano le docenti : “I materiali didattici e i percorsi laboratoriali che abbiamo sviluppato ed attuato nel corso dell’anno scolastico sono stati poi immessi su una grande piattaforma-community online dedicata ai progetti Erasmus Plus. Grazie a questa piattaforma, oltre a rendere visibili i risultati di ogni percorso didattico individuale e dimostrare la bontà dei nostri progetti, possiamo tenerci in contatto con altri docenti partecipanti, anche di altri Paesi. Per noi è molto motivante e stimolante, un vero salto nel futuro”. (A.G.)
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Economia
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In queste cronache di avvistamenti ravvicinati, investimenti, con gli orsi come protagonisti, e più recentemente con il lupi, non si contano più ormai anche i danni e le difficoltà che una tale espansione delle specie protette creano all’uomo “selvaticus”, che invece ahimè ancora vive sulle montagne, dove cerca di condurre le ultime stalle e allevamenti, curare gli ultimi prati, tagliare gli ultimi boschi, e che non è ancora estinto, nonostante le mille regole che i cittadini hanno emanato sugli scranni dei parlamenti centrali perché si allontanino per sempre da quella vita orribile, grezza e ottusa, del montanaro. Allora anche la notizia che un politico come Dürnwalder, che si è schierato alla difesa delle ragioni di questi ultimi “bauer”, venga multato in modo esemplare da Roma, in modo da avvertire quanti in futuro volessero seguirne l’esempio, deve innescare una seria riflessione. La montagna antropizzata, ricca di paesi e valli piene di attività artigianali, con l’agricoltura e gli allevamenti che sfruttavano ogni angolo fino al limite delle rocce per estrarne un reddito, con le sue processioni dei patroni, con la banda musicale e i cori parrocchiali e di montagna, oggi sta scomparendo per sempre. Mille norme la stanno annientando. Chi possiede un vecchio maso, un vecchio “casinel”, non riesce a mettere a posto due tegole, a cambiare un serramento, a tagliare una pianta, a restaurare un camino senza Chi si trova a transitare per il paese di Breguzzo avrà senz’altro avuto modo di notare come, al centro dell’abitato, la strada statale del Caffaro presenti un imbuto stradale molto pericoloso e con poca visibilità per il transito dei moltissimi mezzi che quotidianamente, passano per questa importante arteria stradale. Tale improvviso restringimento è dovuto alla presenza, a bordo strada, di un edificio denominato “Casa Ciolli-Sembenotti” (Ca’ dei Sembenotti per i paesani) struttura valutata dalla Soprintendenza ai Beni Culturali come un bene di “grande interesse storico-culturale”. L’edificio è stato abitato, seppur non in maniera continua, dall’avvocato irredentista Ciolli Alfonso a metà dell’Ottocento. La casa, disabitata da quasi 40 anni, vive in uno stato di totale abbandono e di incuria che ormai ne hanno minato l’estetica e l’integrità strutturale. In aggiunta l’ immobile non presenta alcun elemento importante tale da giustificarne la sua valorizzazione se non per due dipinti murali in evidente stato avanzato di degrado. L’edificio è disposto su quattro piani: a piano terra si trovano alcune stanze umide e deteriorate per la vicinanza delle fondazioni al terreno; seguono poi il primo e il secondo piano composti da ambienti adatta-
La vita montana sottoposta alle leggi cittadine, sta morendo
La montagna? Una riserva indiana di Marco Zulberti Negli ultimi anni le pagine ne per la felicità dei lettodell’informazione locale si ri cittadini che si sentono sono sempre più occupate delle cronache riguar- attorniati positivamente da una montagna tornadanti la fauna alpina con orsi, lupi, cinghiali, aqui- ta selvaggia, che alimenta la fantasia della classe le, cervi, pecore, maiali e galline, diventati soggetto dirigente, felice di vivere in una sorta di ritrovato centrale che riempie costantemente le prime pagi- paradiso terrestre. dover affrontare la “selva”, quella sicuramente più cattiva, dell’apparato burocratico, pronto solo a denunciare qualsiasi anomalia o comportamento che metta in discussione le leggi sulla sicurezza o sul paesaggio, mentre chi se lo può permettere costruisce tutto in deroga. Dove questa vecchia vita montana sopravvive lo è solo per una sorta di fiction da riserva indiana, finanziata dagli uffici turistici, con finte feste, finti carnevali, finte sagre, che di originario non vi hanno più nulla e dove gli ultimi montanari, gli ultimi “bauer”, sono pagati per vestire in modo tipico e tagliare i prati per non urtare lo sguardo dell’intellettuale cittadino, che ama osservare l’aria bucolica di
contadini antichi che vivono in una simbiosi “poetica” con orsi, lupi e aquile. Ma questo solo nei pressi della località turistiche. E intanto la montagna e la sua economia crollano, scompaiono, con gli ultimi montanari che devono difendersi dalle carte bollate, dai tecni-
ci comunali, districarsi tra le mille norme e oggi anche da una convivenza con una fauna che per secoli era rimasta residuale. La decadenza economica del Trentino rispetto all’Alto Adige sta anche in questa assenza di un politico come Dürnwalder, che sappia schierarsi con la vera vita
della gente di montagna, senza umiliarla ad una fiction da “riserva indiana” come la sta riducendo la giurisprudenza emessa dalla classe dirigente cittadina. Quando il principe vescovo Wanga di Trento nei primi decenni del 1200, concesse alle maestranze minerarie montane trentine, ai “silberer”, l’autonomia nella gestione della giustizia (il toponimo della Judicaria sembra arrivare da quel tempo), ne riconosce anche la libertà di gestione economica della montagna. E questa autonomia della montagna non era una prerogativa solo trentina, ma valeva per tutta la montagna italiana. Oggi, con l’avvento dello stato nazionale, la progressiva decadenza della montagna,
sembra spiegabile proprio con la progressiva sottomissione della vita di montagna alle leggi, alle norme, alle tassazioni, a quella economia di scala e di mercato imposte dalla città, compresa quest’ultima fase dove non si parla più della vita e dei problemi delle comunità montane ma degli orsi, dei lupi, dei cinghiali, delle aquile che la stanno riprendendo. Osservando i ruderi delle case rurali che vedo sparsi per molte vallate periferiche trentine c’è da chiedersi se in città sono consci di quanto un orso, osservato attraverso “Youtube” sia più falso e più fiction, di questo progressivo e concreto avanzare della “riserva indiana”. La montagna oggi “ribolle” come “ribolle” la pianura e la necessità di un cambio radicale nell’autonomia della sua gestione non riguarda i rapporti regione-stato, ma quelli molto più vicini fra la montagna e i suoi stessi capoluoghi cittadini.
La strettoia sulla statale del Caffaro è una questione annosa
Casa Ciolli – Sembenotti: a Breguzzo interesse storico vs bene dei cittadini
ti nel corso degli anni e che hanno perso le caratteristiche peculiari degli ambienti di metà Ottocento. Salendo ulteriormente si trova un terzo piano, aggiunto verosimilmente verso gli anni ’60, quando Breguzzo era meta di villeggiatura ed ognuno cercava di ampliare le proprie case da affittare ai villeggianti d’estate. Un quarto piano, adibito a sottotetto, è impraticabile da anni per ragioni di sicurezza in quanto molto pericolante. Le murature e i soffitti sono solcati da fitte reti di crepe larghe alcuni centimetri ed i pavimenti sono sconnessi ed irregolari. Viene da chiedersi come mai la Soprintendenza abbia considerato tale edificio come un bene da conservare quando, in realtà, esso rappresenta un pericolo quotidiano per gli automobilisti che si trovano a transitare speranzosi di non incontrare qualche grosso
automezzo costretto ad invadere la corsia opposta per poter passare. Recentemente l’ assessore Gilmozzi e la Soprintendenza hanno avanzato la possibilità di creare nell’immobile un passaggio per il transito dei pedoni. Questa onerosa soluzione, se mai dovesse essere realizzata, non risolverebbe le problematiche legate al traffico stravolgendo comunque completamente lo stabile. Non sarebbe più sicuro, razionale ed economico demolire completamente l’edificio? Concludo sperando che le Autorità competenti che già hanno destinato finanziamenti (380.000 euro Comunità delle Giudicarie e 800.000 euro PAT) per la restaurazione dell’edificio in oggetto, si rendano conto della situazione sopra esposta, ed evitino di intraprendere soluzioni forzate al ripristino dell’immobile. Andrea Armani
Porto Franco
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“Il pensiero è mio e me lo gestisco io”
La democrazia al tempo dei social “Lo sconquasso elettorale deriva anche da questa incapacità di interpretare il pensiero della gente” di Ettore Zampiccoli Nessuna meraviglia, dunque, se una parte degli operai ora vota Lega e i giovani vanno dritti sui Cinquestelle. C’è però un altro aspetto che ha contribuito al terremoto. Ci riferiamo al rapporto tra elettori e partiti, tra cittadini e movimenti organizzati. Ho l’impressione che parecchie forze politiche, a partire proprio dal Pd ma non solo, abbiano sottovalutato, ovvero non abbiano coscienza dei cambiamenti intervenuti nella comunicazione e della capacità di questi mutamenti di influire sul voto finale. Dietro questa scarsa coscienza si palesa sostanzialmente l’incapacità di dialogo e la perdita di contatto con le masse, tanto per usare un termine caro alla sinistra. Ci spieghiamo. Una volta c’era l’ideologia e i partiti parlavano con il loro elettorato attraverso l’organizzazione, i giornali, i libri, la cultura, gli intellettuali. Certo i partiti decidevano anche per i loro elettori. Vi ricordate il famoso centralismo democratico del Pci? Significava che Togliatti e altri due o tre capi si ritrovavano, decidevano quale era la linea migliore, a cascata la comunicavano alla base e questa la ratificava o comunque la condivideva. “L’ha detto il partito” dicevano i vecchi comunisti, e quel che chiedeva il partito era fuori da ogni discussione. Il collante del dialogo era dunque l’ideologia, la cultura dell’ideologia, e attraverso questa i partiti.
La raffica di risultati elettorali, a partire dal 4 marzo per arrivare ai ballottaggi di giugno, è al centro di commenti e interpretazioni. Se la sinistra è crollata su tutti i fronti regionali ci sono evidentemente ragioni politiche, che i politologici hanno già ampiamente esaminato: la scarsa attenzione ai lavoratori ed all’economia, l’eccessiva attenzione ai diritti civili anziché ai doveri sociali, il laissez faire dell’immigraDel resto succedeva così anche nella vecchia DC. Qualcuno se lo ricorderà: negli anni ‘70 nella DC trentina periodicamente l’on. Flaminio Piccoli e il presidente della Provincia Bruno Kessler si ritrovavano all’hotel Trento, si rinchiudevano in una saletta e decidevano: si fa così e così, qui mettiamo Caio e là mettiamo Sempronio. E le cose funzionavano perché funzionava il pedagogismo dei partiti. Parliamo dei due più grandi partiti popolari di quell’epoca, Pci e DC. Poi è venuta l’epoca dei grandi mezzi di comunicazione, soprattutto la televisione. Chi aveva in mano le televisioni poteva condizionare la gente e il pensiero del popolo. “L’ha detto la televisione” era, ed è, il motivo ricorrente. Di qui la ricerca ossessiva dell’audience, il moltiplicarsi di televisioni e programmi, l’autorità della politica che deve passare attraverso lo schermo. A suo tempo il Pci comprese la grande mutazione che avrebbero provocato i mezzi televisivi e non a caso lanciò un referendum per far chiudere le televisioni di Berlusconi, che ancora non pensava alla politica. Il muta-
mento e i rischi connessi erano chiari: le élites dei partiti perdevano peso e autorità rispetto ai mezzi della comunicazione, che
zione con tutto quel che di poco chiaro c’è dietro a certe cooperative e a qualche ONG ( business, sfruttamento di povera gente ecc.), la vicinanza eccessiva a certe banche e ai mondi economici dominanti. Non è un caso se un’indagine di qualche mese fa ha rivelato che a Milano gli elettori del Pd si trovano soprattutto nelle categorie borghesi ed economicamente più ricche.
diventano arene di maggior coinvolgimento della gente e degli elettori. Poi sono arrivati i sociali media, ovvero l’epoca della connessione. Che cosa sta provocando l’autorità della connessione? Senza addentrarci in analisi sociologiche raffinate una cosa è certa: con i social tutti possono dire la loro opinione, il loro pensiero. Magari sarà un pensiero modesto, risibile, ma è “il mio pensiero”. Se poi in tanti lo condividono allora vuol dire che è interessante, che vale, o così almeno pensa la maggioranza. E il pensiero, così moltiplicato e condiviso, fa opinione, crea magari simpatia e determina scelte e orientamenti. La gente ascolta il pensiero degli utenti e dei connessi e non più
solo quello delle gerarchie politiche. Nel 1968 lo slogan delle femministe era “L’utero è mio e lo gestisco io”, nel 2018 e seguenti la parola d’ordine è e sarà sempre più “Il pensiero è mio e lo gestisco io”. Qual è la conseguenza diretta ed immediata di questa nuova situazione? E’ che viene meno il ruolo delle élites culturali, giornalistiche e politiche, che per tanti anni hanno imposto il loro pensiero. Indirettamente ne fa fede la scarsa credibilità che hanno i giornali e il loro tracollo in termine di vendite ( il Corrierone passato in pochi anni da una vendita giornaliera di 600 mila copie a 200 mila copie ). Questo “voler dettare il pensiero” è stata proprio nella storia delle Repubblica la caratteristica dei grandi partiti popolari e soprattutto del Pci e dei partiti eredi del Pci. Diciamo più in generale della sinistra, favorita in questo anche da una indiscutibile organizzazione (partiti, sindacati, movimenti vari ecc.). Quindi pensiero-organizzazione- cinghia di trasmissione. La sinistra – come hanno evidenziato parecchi politologi anche di vario orientamento – ha imposto e tenta tuttora di imporre il proprio
pensiero unico dall’alto attraverso i consueti canali: intellettuali organici, giornali di affiancamento, editoria, imprenditori allineati alla De Benedetti tessera n. 1 del Pd, tutti impegnati a dire come e che cosa deve pensare il popolo. Ora a sinistra non c’è più la grande organizzazione di una volta ma persiste la presunzione che solo da una parte, cioè dalla sua, stiano il pensiero e l’intelligenza e che il popolo sia comunque un soggetto da indottrinare. Chi non sta col pensiero dominante è populista, sovranista, qualunquista e via discorrendo. In tanti interventi, anche nella recente campagna elettorale, emerge spesso il sostanziale disprezzo che le categorie politiche e intellettuali hanno verso chi non riconosce il loro verbo. Ma così facendo non si accorgono che la musica è cambiata e forse questa carenza di lettura dei mutamenti sociali è alla base dello sconquasso elettorale. I social fanno strage dei pensieri dominanti e della loro arroganza. Ma la sinistra continua sulla strada del pedagogismo obbligato e delle presunte superiorità di intellettuali che hanno costruito immense fortune proprio grazie a questi meccanismi (vedi Scalfari, Saviano, Santoro ecc.). Forse una riflessione della sinistra sulla batoste recenti dovrebbe partire proprio da qui. Questo vale per Roma ma vale anche a Trento, dove la sinistra fa di tutto per dimostrare che è una cosa a sé, sganciata dalla realtà e dalla gente, sicuramente sganciata da quel 23 per cento di trentini che è sulla soglia della povertà e che non ha certo voglia di sentir parlare un giorno sì e un giorno no di immigrati, di parità di genere, di uteri in affitto, di matrimoni di taglia larga o stretta, di genitore 1 e genitore 2 ecc. ecc. Marcello Veneziani ha di recente scritto che la sinistra ed il Pd in particolare hanno perso le elezioni “per presunzione , fuffa e immigrazione”. Difficile dargli torto.
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Attualità
LUGLIO 2018 eventigiudicarie.it un bilancio a un anno e mezzo dal lancio
Associazioni, eventi e comunità vanno online Per questo in questo anno e mezzo di vita abbiamo pubblicato anche gli eventi che le realtà del territorio organizzano fuori zona. Nella Homepage si trovano tutti gli eventi in programma nei successivi 30 giorni al momento in cui si sta navigando. Se si vogliono vedere gli eventi dei mesi successivi si può fare cambiando le date di riferimento con il Filtra per Data. Se si vogliono invece vedere tutti gli eventi organizzati in passato si può fare visto che come politica del sito manteniamo disponibili all’utente anche tutti promossi. Inoltre la ricerca degli eventi può essere svolta utilizzando il filtro Categorie atraverso le quali suddividiamo tutti gli eventi pubblicati. Gli eventi pubblicati sono tutti quelli organizzati sul terri-
di Alessandro Caldera
Il sito eventigiudicarie.it nasce nel dicembre 2016 con un sogno, promuovere in un unico spazio tutti gli eventi organizzati delle associazioni e dagli enti pubblici delle Esteriori, nelle Esteriori. Il sogno grazie ad alcuni sponsor e al grande lavoro del Tavolo di Lavoro del Piano Giovani Giudicarie Esteriori lentamente, ma inesorabilmente, ha preso vita. Il sito è stato pensato minimale, semplice e funzionale torio e quelli organizzati dalle associazioni fuori dal dalle Esteriori, come ad esempio viaggi culturali, concerti o eventi sportivi. Il nostro sito non vive di soli eventi, infatti in questo anno e mezzo abbiamo creato un database con l’elenco di tutte le associazioni ed enti pubblici delle Esteriori. Al database si accede dalla Homepage in alto attraverso la voce Enti e Associazioni. In questa pagina dedicata si naviga cercando l’associazione
scrivendo il nome o scegliendo una categoria. Le realtà censite sono 123.
Le Terme di Comano sono un centro d’eccellenza per la cura di psoriasi, dermatiti, eczemi e allergie di adulti e bambini con acque termali ���������������������������������������������� Una terapia naturale, sicura, senza effetti ����������������������������������������������
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per lasciare il ruolo di protagonista agli eventi e alle associazioni. Lo scopo è stato fin da subito quello di offrire alle persone che vivono nelle Esteriori una vasta proposta di attività da svolgere in compagnia per potersi divertire e per potersi acculturare nella certezza di non perdere nulla e di non scoprire solo qualche giorno dopo dell’esistenza di una manifestazione.
Un’altra pagina in fase di sviluppo è quella che abbiamo chiamato Atrezzau-
re. Anche per essa si accede dalla parte alta della homepage. Questa pagina è l’ultima nata ma promette bene. Lo scopo è quello di offrire alle associazioni un luogo unico dove condividere il materiale e le strutture di proprietà. Abbiamo pensato a questa pagina per creare momenti di collaborazione tra associazioni, per evitare gli sprechi e per avere anche un’idea di quanto materiale c’è già sul territorio. Parliamo di coperture, materiale da
campo, cucine da campo. Tutte attrezzature che servono per realizzare le iniziative. Nel sito c’è anche la possibilità di segnalare un evento se non lo si trova pubblicato. Si può fare semplicemente accedendo alla voce segnala evento nella parte bassa della homepage. Compilando con le informazioni richieste si invia una mail allo staff del sito che poi provvederà il prima possibile a pubblicare l’evento. Inoltre abbiamo pensato anche al momento in cui si deve decidere la data di un evento. Per questo abbiamo creato il Calendario eventi, nel quale si possono vedere quali fine settimana o giorni sono liberi da manifestazioni. Anche in questo caso si accede dalla parte bassa della homepage.
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Ca di Francesca Cristoforetti
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Territorio
LUGLIO 2018
Acqua dal rio Adanà per migliorare i livelli idrici
Il Lago di Roncone ai giorni nostri Più importante è la passeggiata attorno al lago, molto usata. Ma soprattutto si puntò sulla pista ciclabile. “Avevamo un obiettivo in testa”, spiega Adelino Amistadi, che oltre ad essere il sindaco di Roncone era pure presidente del Bim del Chiese: “Creare una pista ciclabile che da Bondo arrivasse a Lardaro. Non due punti a caso: il punto di partenza era il cimitero monumentale, il punto d’arrivo forte Larino. Il Bim, nell’ambito del Patto territoriale (siamo a cavallo fra il Secondo ed il Terzo Millennio, ndr) ci ha messo importanti risorse”. Poi com’è andata a finire? “Nei soliti ritardi burocratici, e forse pure in qualche inciampo politico-amministrativo. Sta di fatto che la pista c’è, ma non unisce i due punti che stavano alla base dei nostri obiettivi in vista del centenario della Grande Guerra”. Fra passeggiata e giochi le sponde del lago, comunque, sono state “arredate”. “Mancava il bar - racconta Adelino Amistadi - perciò abbiamo individuato il vecchio casino di bersaglio di asburgica memoria: da qui i soldati austriaci sparavano sull’altra sponda del lago”. Ci sono voluti anni di complicazioni burocratiche, con relative vibrate contestazioni delle opposizioni, ma alla fine il Comune, dopo aver acquistato l’edificio, lo ha ristrutturato. Da pochi anni il bar Miralago è in funzione e sul futuro del lago ci sono proposte di studenti dell’università di Venezia. Ora il problema più grosso è l’acqua: in perenne altalena fra la carestia e l’abbondanza. IL LAGO E L’ACQUA Può esistere un lago senza acqua? Lo sa anche un bambino: no. Eppure il lago di Roncone qualche problema con l’acqua lo sta vivendo: a volte è pieno, a volte cala pericolosamente. “Per questo - osserva il ronconese Franco Bazzoli, sindaco di Sella Giudicarie - stiamo
di Giuliano Beltrami Seconda Parte lossini, definì “zone minori”. LA VALORIZZAZIONE Nacquero i Consorzi turistiGli anni Ottanta del Ventesimo Secolo segnano una ci ed arrivarono risorse, sia per la gestione che per sorta di spartiacque per il turismo trentino. Non tan- gli investimenti. Ne beneficiò sicuramente anche il to per le stazioni rinomate, Campiglio in testa (quel- lago di Roncone. L’Amministrazione comunale, inle l’industria dell’ospite la coltivavano da decenni), fatti, cominciò ad investire per “arredare” le sponde quanto per quelle che un signore giunto al vertice del lago. Arrivarono così il campo da tennis ed il midell’assessorato provinciale competente, Mario Ma- nigolf, oggi per la verità passati un po’ di moda. be. “Non abbiamo trovato granché. Una perdita c’è - spiega Bazzoli - ma non ne faremo niente, perché si tratta di infiltrazioni sotterranee ed ecotraspirazioni. Si perdono dai 5 ai 7 litri al secondo. Abbiamo fatto uno studio geofisico, scendendo fino a 40 metri, per scoprire queste infiltrazioni, senza trovare soluzioni: si dovrebbero fare iniezioni, che però sono improponibili”. Allora? “Serve un apporto idrico supplementare”. Come? “Attraverso una diversione idraulica, che tradotto significa portare acqua dal torrente Adanà. Non sempre: solo quando serve”. Si parla di quantità minime: massimo 15 litri al se-
facendo dei passi per risolvere il problema. Abbiamo coinvolto l’Agenzia provinciale per l’Ambiente, i Bacini Montani, il Servizio Foreste. Abbiamo affidato studi idrologici e idrogeologici. Dobbiamo capire se esistano infiltrazioni che
causano la perdita d’acqua”. Infiltrazioni, si badi bene. Diverso dalle leggende metropolitane che si erano diffuse, secondo le quali sotto il lago si sarebbe creato un buco dal quale l’acqua scappereb-
condo, ma si è più orientati verso i 10 litri, e solo quando ce n’è bisogno. “Stiamo facendo il progetto esecutivo per portare entro l’anno l’acqua supplementare al lago. Nel periodo primaverile il livello è molto buono”. Qualche informazione tecnica. Il lago è profondo al massimo poco più di 4 metri. Ha subito un innalzamento di un paio di metri nel 1986, quando è stato allargato ed è stato estirpato il canneto. Probabilmente sono proprio quei 2 metri in più ad esercitare pressione sul fondo e quindi a creare l’aumento delle perdite”. Diversione idraulica. Ma quanto inciderà sul deflusso minimo vitale dell’Adanà? Il sindaco di Sella Giudicarie è tranquillo. “Sull’Adanà - rivela - faremo uno stramazzo con un misuratore di portata. Fra l’altro siamo fortunati, perché dal primo gennaio, grazie all’aumento dei 30 litri al secondo del deflusso minimo vitale rilasciato dalla presa di Sant’Antonio, la portata è aumentata”. Comunque sia, la portata dell’Adanà non sarà assolutamente influenzata: infatti il torrente ha una portata che va dai 500 litri al secondo fino a superare i 1.000. Sottrarne una decina di litri non causerà alcuno scompenso. Oltretutto l’investimento per portare l’acqua non sarà rilevante: il torrente ed il lago distano non più di 150 metri. “Chiaro - conclude Bazzoli - che dovremo dare tutte le garanzie che arrivi nel lago acqua pulita: intercetteremo il tubo per sicurezza e metteremo una fossa trappola proprio per portare acqua pulita. Il monitoraggio sarà costante”.
Libri Ecco allora che l’opera, inaspettatamente, si arricchisce di filosofia, di economia, di storia, di antropologia, di citazioni ed inquadramenti storici che danno sostanza ai contenuti trentini. E’ una miniera ricca e che arricchisce chi legge anche perché ti porta a scoprire situazioni e fatti che nemmeno lontanamente potevi ipotizzare. All’interno di questo percorso culturale, che inquadra e spiega, Amistadi racconta, andando indietro di qualche millennio, la storia degli antenati dei trentini, quelli uomini che arrivarono, migrando e inseguendo prede, dalla Liguria arrivando a stabilirsi prima nel basso Trentino ( monte Baldo ) e poi colonizzandolo in varie zona. Dai primi gruppetti dell’età del bronzo, via via la necessità e la storia hanno contribuito a creare una comunità radicata, che acquisisce mentalità, consuetudini e cultura tipiche di una zona alpina. In un rapporto di reciproco condizionamento è l’ambiente di montagna che determina comportamenti ed atteggiamenti dei trentini, li rafforza e rende più liberi. In Trentino, nei secoli recenti a partire – diciamo – dai romani sono passate carrettate di popoli e guerrieri. I trentini li hanno guardati, spesso sopportati e, grazie anche alla montagna che è una difesa, sono riusciti comunque a non farsi fagocitare o inghiottire. Hanno conservato le loro abitudini, il modo
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Il libro dell’arcense Ezio Amistadi
Montanari si diventa “Un inno alla capacità dei trentini di essere liberi e auotonomi”
Ezio Amistadi, arcense, storico dell’agricoltura e studioso di antropologia storica, di recente ha dato alle stampe un libro originale e stimolante già a partire dal titolo che così suona “Montanari si diventa”. Camminando nella storia il libro racconta da dove arrivano i trentini (ovvero chi sono stati i nostri progenitori), come si sono adattati all’amdi rapportarsi all’ambiente ed alle popolazioni vicine culturalmente diverse. E anche questa è stata ed è autonomia e libertà. La cultura trentina– scrive Amistadi – è innanzitutto figlia dell’ambiente. L’individuo trentino – spiega ancora Amistadi – è montanaro e l’essere montanaro significa : trarre dalla montagna il proprio sostentamento, vivere in simbiosi con l’ambiente con tutto ciò che questo comporta, associarsi con gli altri montanari per il bene comune, Montanaro, libero e riservato, è il risultato del percorso storico di lunga durata che ha portato i trentini dall’essere, in origine, gente d’acqua a di-
biente montano, qual è la loro cultura e perché sono montanari, ovvero uomini liberi della montagna. Il libro è frutto di una ricerca durata parecchi anni e quello che colpisce è la grande capacità di Amistadi di “impastare” con intelligenza vari aspetti culturali e trovare l’aggancio giusto con la storia che sta raccontando, quella del popolo trentino appunto. ventare gente di montagna.” E come lo sono diventati? Amistadi lo spiega bene e soprattutto lo documenta. Spiega che c’è stato nei trentini un meccanismo culturale di chiusura ed apertura, che ha permesso loro di avere una propria identità. Chiusura come valorizzazione e difesa delle proprie tradizioni, della cultura e del carattere, apertura come capacità di confrontarsi con il mondo esterno senza peraltro subirlo ma selezionando ciò che può arricchire la propria identità. Questo percorso si è accompagnato alla libertà e all’autonomia, che – grazie anche ad un processo storico vissuto per
lo più all’interno dell’area tedesca– sono diventate parte integrande del modo di essere dei trentini. Sì perché quello di Amistadi è in definitiva un inno proprio alla grande capacità dei trentini di essere sì educati, buoni, tolleranti ma soprattutto di essere liberi, capaci di autonomia, di responsabilità, ben radicati nel proprio ambiente e capaci di vivere con le proprie risorse. Montanari appunto, anche se – tanti secoli fa – arrivati dal mare della Liguria. Un libro da leggere per scoprire mille cose che ancora non sai sul Trentino. E non a caso – e giustamente – Amistadi nel concludere annota che forse manca ai trentini di conoscenza e di consapevolezza del proprio passati, che è l’elemento fondante della ragione, base di ogni scelta autonoma. Ettore Zampiccoli
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Arte
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Sergio Trenti
Sergio Trenti nasce il 21 agosto 1939 a Trento nella storica Via del Travai. Nel 1954 inizia il corso di studi nella sezione di decorazione pittorica presso l’Istituto d’arte “Vittoria”di Trento ove si diploma a pieni voti nel 1959. Durante la metà degli anni sessanta si trasferisce a Pinzolo dove lavora come disegnatore presso gli studi di alcuni professionisti. In contemporanea apre il suo studio di pittura – inizialmente a Pinzolo e successivamente a Carisolo – dove può portare avanti la sua intensa ricerca artistica. Dal 1969 espone le sue opere in numerose mostre, sia personali che collettive, in Italia ed all’estero, ove ottiene numerosi e significativi riconoscimenti. Fa parte per un ventennio del Gruppo Artistico “i 30” di Modena del Centro Studi “L. Muratori”. Muore il 24 gennaio 1997 a soli 57 anni dopo una veloce malattia. Bastano come esempio le sue crocifissioni, un mix fra lo spasimo tardogotico di Grünewald e le crocifissioni “spaziali” di Salvador Dalì, riproposte in modernissima sintesi compositiva ed altrettanta forza drammatica; oppure i suoi “Giocatori di morra”, dentro lo schema e l’atmosfera vangoghiana dei “Mangiatori di patate”; stessa tensione, dove perfino il corpo partecipa, attraverso la esasperazione e la distorsione dei tratti figurativi, ad un moto di liberazione che parte dalle interiorità dell’anima umiliata per raggiungere le estremità fisiche, le dita scheletriche di mani e piedi, come ultime antenne verso il mondo ostile: cosa resta, alfine, se non quelle grandi mani ossute, mani robotiche, ad artigliare la realtà? Non vogliono essere automi gli uomini desolati di Sergio Trenti, ma un richiamo potente a quel “male di vivere” che con puntualità inesorabile trova i suoi cantori negli artisti più sensibili, proprio a partire dalla défaillance esistenziale che è la molla vera della loro ricerca e della loro, più o meno consapevole, volontà riparatrice. E’ la storia che ben conosciamo dei vari Van Gogh, Munch, Modigliani, Schiele, De Stael, Bacon, ognuno di essi gigante solitario e “maudit” (maledetto), la famiglia spirituale alla quale ascrivere pure il “solitario di Ruina” e le sue lancinanti, eretiche epifanie. Quando l’arte batte i suoi colpi, la grande arte s’intende, non guarda ai confini geografici, li trascende in un impeto di universalità, anche se
Un via crucis laica nei volti muti delle sue figure
Sergio Trenti, cantore delle solitudini di Giacomo Bonazza
E’ ancora materia incandescente la pittura di Sergio Trenti, a oltre vent’anni dalla morte, dall’altissima temperatura spirituale, un grido di dolore fatto colore, spatolate di energia esistenziale, merce rara da incrociare in questi tempi dimessi e rinunciatari! Da solitudini cosmiche continuano a venirci incontro le sue figure, anatomie dolenti e disperate, entrate a far parte dell’immaginario collettivo di molti giudicariesi, non inferiori in quanto a pathos e carica espressionista agli uomini “marcianti” di Alberto Giacometti, le filiformi sculture dell’artista svizzero divenute simbolo plastico delle tragedie del xx secolo. E’ una
pittura colta quella di Sergio Trenti, dai mille rimandi, che riesce a trovare la via di un linguaggio assolutamente originale ed immediatamente riconoscibile, grazie ad un’opera di stilizzazione e semplificazione formali davvero stupefacenti.
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2 non è facile a volte riconoscere “il profeta che abbiamo in patria”, com’è nel caso del pittore rendenero, riducendo il suo anticonformismo alla tipica eccentricità dell’artista, un altro modo per esorcizzare il suo messaggio inquietante e provocatorio. In quegli ovali dei volti muti delle sue figure, dall’apparente inespressività, ci sono i nostri volti, quelli dell’alienazione che tutti accomuna nella fragilità della condizione umana. Una via crucis laica, quella raffigurata da Sergio Trenti, dalla stessa carica eversiva della più celebre “Danza Macabra” baschenisiana, come quella un’iconografia che permarrà nella storia dell’arte non solo locale. Foto Archivio Centro Studi Judicaria
Ambiente
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A fine maggio l’Italia ha esaurito le risorse naturali idealmente disponibili per tutto l’anno
Dagli anni ‘70 consumiamo troppo di Gianni Ambrosini L’italica Apis Mellifera rischia di scomparire, tant’è che il 12 di giugno u.s. presso la sede della fondazione E. Mach è stato sottoscritto e firmato da illustri studiosi un documento per la salvaguardia delle api da miele. Un documento unico e importante per sensibilizzare verso i problemi legati alla biodiversità. Ricordate la frase attribuita ad Albert Einstein : “se le api scomparissero dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”. La perfetta architettura biologica della Terra sta purtroppo vacillando. Vi ho citato la data del 12 giugno, che spero possa essere importante e avere delle conseguenze positive, ma il discorso sulle api mi serve per introdurre l’argomento ben più importante e comunque collegato dell’Overshoot Day. Senza tante perifrasi con il 24 del mese di maggio noi italiani abbiamo “esaurito” le risorse naturali che la Terra ci mette a disposizione ogni anno e fino alla fine del 2018 vivremo in debito verso il nostro pianeta. Overshoot sta per “sovra-sfruttamento”. Consumiamo troppo e male e il nostro stile di vita va corretto se non vogliamo incorrere in disastri ecologici che potrebbero essere difficilmente riparabili in futuro. Stiamo accumulando un enorme debito verso il nostro pianeta Terra. Facendo la media fra tutte la nazioni la data dell’Overshoot Day quest’anno cade il 9 di agosto. Noi Italiani non siamo molto virtuosi, siamo arrivati prima ; infatti consumiamo di più. Siamo in buona compagnia insieme a tutte la nazioni occidentali; in soli 5 mesi abbiamo consumato tutte le risorse dell’anno !!! Un’ associazione no profit che si chiama Global Footprint Network dagli anni 70 calcola l’Earth Overshoot Day : nel 1969 e nel 1970 eravamo perfettamente in pari ! I parametri che vengono utilizzati per il calcolo della “sostenibilità” sono l’”impronta ecologica” e la “biocapacità”. La “Biocapacità” è l’ammontare di tutte le risorse che la Terra è
Un pomeriggio di tanti anni fa mio zio Giovanni mi raccontò del “volo nuziale” della regina delle api ed io rimasi così incantato e colpito dalla sua narrazione che per molto tempo non volli più saperne di assaggiare del miele. Me ne sono ricordato, a distanza di tanti anni , leggendo della “Carta di San Michele all’Adicapace di produrre in un anno , tutto quello che ci fornisce. l’”Impronta Ecologica” misura l’area biologicamente produttiva di terra e di mare necessarie a rigenerare le risorse consumate dalla popolazione e ad assorbire i rifiuti prodotti : tutto quello che si consuma , la richiesta di risorse per l’intero anno. Se il rapporto fra Biocapacità e Impronta Ecologica è inferiore a 1 le risorse si esauriscono anticipatamente. La data anticipa in base alla velocità del consumo. L’Impronta Ecologica dell’Italia è di 4,3 ettari globali pro capite, dettata da : uso eccessivo del suolo, attività agricole e minerarie non coerenti, uso di combustibili fossili, inquinamento atmosferico . La media mediterranea è di 3,2 , quella della Francia è di 4,7. Significa che se facessimo un rapporto con l’intero pianeta Terra, se tutti consumassero come noi, avremmo bisogno di 2,6 pianeti Terra per portarci in pari. La popolazione mondiale ha bisogno attualmente di 1,6 pianeti anno. Se non poniamo riparo nel 2050 ci serviranno 2 pianeti, (ma ne abbiamo solo uno !!!) Il deficit ecologico si sta accumulando, dal 1970 il giorno dell’Overshoot cade sempre prima nel calendario. Gli effetti si avvertono : deforestazione, erosione del suolo, perdita di abitat naturali, perdita di biodiversità, accumulo di inquinanti, cambiamenti climatici. I segni del declino sono evidenti : il 2016 è stato l’anno più caldo del pianeta rispetto al periodo preindustriale. Eppure siamo ancora in tempo per porre rimedio. Se riuscissimo a posticipare la data dell’Overshoot di 4,5 giorni ogni anno potremmo tornare ad utilizzare le risorse di un solo pianeta Terra entro il 2050, potremmo tornare in pari. Gli accordi di Parigi firmati da 195 stati si muovono nella giusta direzione. Il Pil globale
è aumentato del 3% ma le emissioni di anidride carbonica si sono stabilizzate grazie all’avanzata della “green economy”. Noi italiani abbiamo conquistato ben quattro primi posti nella classifica delle cinque principali economie europee : nelle rinnovabili, nel riciclo dei rifiuti speciali, nelle emissioni procapite dei trasporti e nei prodotti agroalimentari certificati. E tre secondi posti nell’efficienza energetica, nella produttività delle risorse e nell’agricoltura biologica. Anche se restano i punti deboli dell’aumento delle emissioni di gas serra, la bassa crescita delle rinnovabili, e l’elevato consumo di suolo. Siamo andati meglio di Francia, Regno Unito, Germania e Spagna. Non abbiamo una buona reputazione perché comunichiamo poco e male le cose buone che facciamo. Ma per riportare l’Overshoot Day al 31 dicembre di ogni anno non bisogna dimenticare le scelte importanti che sono : come costruiamo le nostre città, come le abitiamo, come ci procuriamo l’energia che ci serve, come ci muoviamo, come ci nutriamo. Un esempio : se riuscissimo a ridurre le emissioni di gas serra del 30% porteremmo la data dell’Overshoot Day al 30 settembre già nel 2030. L’ impronta
ge” redatta dalla Fondazione E. Mach e dall’Istituto Agrario di San Michele per la salvaguardia delle api. Ebbene si ; i cambiamenti climatici, l’inquinamento, gli anticrittogamici e alcuni errori commessi dall’uomo stanno mettendo a dura prova la sopravvivenza delle api da miele.
ecologica che è sempre cresciuta fino al 2007 ha invertito la rotta con la crisi economica. Impattiamo meno sull’ambiente forse perché l’economia non è in forte ripresa. Ma riusciremo a disaccoppiare la crescita economica dalla biocapacità ? Se produrremo più ricchezza riusciremo a indirizzare le nostre scelte di consumo tenendo conto della biodiversità e dell’ambiente ? Sapremo guidare la transizione con delle scelte politiche adeguate ? Le tre parole chiave sono food (cibo), energy (energia), transport (trasporti). Senza mai dimenticare di partire dal Me per arrivare al Noi. La differenza la possiamo fare anche con le nostre piccole scelte quotidiane.
Comune di
Sella Giudicarie
21 - 22 luglio 2018
VALLE DI BREGUZZO SeLLA GIUDICARIE
FOOD
DJ SETKE
SPORT & FUN
100% Brumotti
I
TEST B
GARE E-BIKECROS
S
Infoline: Consorzio per il Turismo Giudicarie Centrali
Tel. 0465.323090 - info@visitgiudicarie.it - www.visitgiudicarie.it
Pro Loco di
Breguzzo
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Eventi
LUGLIO 2018 Altrotempo, la forza di rinascere
Altrotempo, la forza di rinascere Talenti artistici, spettacoli e Reinhold Messner per due giorni dedicati alla grande guerra Il riferimento metaforico allude anche ai luoghi della Grande Guerra che, a distanza di 100 anni, hanno avuto la forza di “rinascere” e proporsi quali luoghi di aggregazione, cultura, eventi, mostre, grazie agli interventi pubblici di provincia di Trento e amministrazioni comunali coinvolte e al lavoro di enti e associazioni. Il primo appuntamento è previsto per domenica 15 luglio alle trincee di San Lorenzo di Condino. Il pomeriggio prevede un’escursione animata verso la piccola chiesetta di San Lorenzo (ritrovo alle 14 al bicigrill, è gradita la segnalazione della propria partecipazione al numero 0465/901217) dagli interventi musicali del Coro Azzurro di Strada, oltre che dalle spiegazioni di Francesco Bologni, Presidente del Museo della Grande Guerra in Valle del Chiese, e degli accompagnatori di territorio. Presso la chiesetta sarà possibile ammirare alcune foto storiche, tra cui una selezione messa a disposizione da Ovidio Pellizzari, appassionato di storia locale e grande conoscitore della zona. A dare man forte all’organizzazione dell’evento il gruppo Alpini di Condino con l’instancabile capogruppo Marco Bodio e l’amministrazione comunale di Borgo Chiese. Il pomeriggio si chiuderà con lo spettacolo teatrale
A Condino dall’anno scorso presso la Pieve nei martedì di luglio e fino alla prima settimana di agosto si tengono i “Martedì della Pieve”, serate culturali in cui si parla di spiritualità, politica, letteratura cinematografia e danza. “Nella nostra Unità Pastorale li proponiamo nella bella cornice della Pieve di S. Maria Assunta a Condino - spiega il parroco don Vincenzo Lupoli - L’idea, nata in collaborazione con il Gruppo “Amici della Pieve”, è quella, oltre ad aprire questo bell’edificio sacro tra le 17,30 e le 18,30 di tutti i giorni, di pensare a questi martedì come ad un’occasione per l’adulto
Il fronte italiano delle trincee di San Lorenzo di Condino e quello austro-ungarico dello Sbarramento di Lardaro, in particolare Forte Larino, saranno lo scenario di ”Altrotempo. La forza di rinascere” un progetto culturale, ma dalle chiare declinazioni turistiche, ideato dal Consorzio Turistico Valle del Chiese. Due zone della valle, due ambientazioni, due eventi accomunati dallo stesso obiettivo. Valorizzare i luoghi della Grande Guerra in Valle del Chiese ponendo particolare at-
tenzione per quelli oggetto di interventi conservativi e di restauro, potenziarne la conoscenza e promuoverne la memoria, cercando di elevarli a veri e propri luoghi della cultura. La declinazione - la forza di rinascere - rimanda alla situazione in cui versava la Valle del Chiese esattamente un secolo fa, quando la popolazione, stremata dai lunghi anni di guerra e tornata alle proprie case dopo averle lasciate come profughi, ebbe la forza di ripartire e ricostruire i paesi e le comunità. tensità, ricreando sul palco l’atmosfera, i silenzi e le parole del celeberrimo romanzo di Dino Buzzati. Altrotempo si sposterà poi a nord, ai forti dello Sbarramento di Lardaro nella giornata di sabato 4 agosto. L’evento si terrà alle ore 17.00 nella cornice commemorativa di Forte Larino, momento in cui Reinhold Messner (alpinista, esploratore e scrittore) e Lorenzo Cremonesi (giornalista del Corriere della Sera, che da oltre 25 anni si occu-
pa delle vicende belliche medio-orientali) parleranno del tema della Guerra e della Montagna moderati da Alberto Faustini (direttore del quotidiano Trentino). Nel corso della giornata i forti dello Sbarramento di Lardaro (Cariola, Corno e Larino), nonché il cimitero militare monumentale austro-ungarico di Bondo, saranno visitabili, grazie agli impegni assunti dalle amministrazioni comunali ed alle guide offerte dall’associazione La Bü-
”Il Deserto dei Tartari”, messo in scena da Trento Spettacoli. La vicenda narrata ne “Il Deserto dei Tartari” da Dino Buzzati si traduce in un intenso monologo in cui il tenente Drogo, protagonista del romanzo, si confronta con se stesso, i suoi pensieri, i suoi desideri e le sue paure esistenziali. L’adattamento teatrale a cura di Maura Pettorruso è affidato all’interpretazione di Woody Neri, per la regia di Carmen Giordano: tre giovani artisti si confrontano con una messinscena di grande in-
sier di Praso. Nei forti Corno e Larino, sarà inoltre possibile ammirare la mostra “ARTEFORTE: Aspettando il momento”, una mostra di arte contemporanea diffusa nei Forti del Trentino nell’ambito della rassegna “Sentinelle di Pietra”, che verrà inaugurata il 7 luglio e rimarrà aperta sino ai primi weekend di settembre. Fondamentale, ai fini della buona riuscita dell’evento, è l’aiuto profuso dall’amministrazione comunale di Sella Giudicarie – sia per l’allestimento del palcoscenico e degli spazi attigui che nel complesso compongono forte Larino sia per l’apporto logistico – a cui si aggiungono tutte le associazioni locali coinvolte. I due eventi chiudono idealmente il lungo percorso legato al centenario della Grande Guerra, intrapreso dall’Ecomuseo prima e proseguito dal Consorzio Turistico Valle del Chiese dopo la fusione dei due enti. Il progetto “Altrotempo. La forza di rinascere” è stato concepito e messo in atto grazie al sostegno giunto dalla Comunità delle Giudicarie nell’ambito del “Centenario della grande Guerra: 13 iniziative per ricordare la fine del conflitto” e gode del supporto del Consorzio dei Comuni del BIM del Chiese.
I “Martedì della Pieve” CALENDARIO “MARTEDÌ DELLA PIEVE” • 10 luglio: “Bonhöffer: una spiritualità contro la stupidità” (Alberto Conci) • 17 luglio: “Film “Alganesh” e libro “Libertà Incontro e Avventura” (Lia Beltrami) • 24 luglio: “La politica come una missione. L’alta via di Alcide Degasperi” (Marco Odorizzi) • 31 luglio: “Una montagna di misericordia. Il sorprendente Purgatorio di Dante” (Gregorio Vivaldelli) • 7 agosto: “Dal mondo dello spettacolo a danzatrice di Dio” (Sr Anna Nobili)
di formarsi su svariati temi e con l’occasione di visita-
re questo luogo così particolare come la Pieve”. Si tratta di serate di alto valore culturale ma anche sono assieme annuncio pastorale, a volte provocatorio (la prima ha titolo “Bonhöffer, una spiritualità contro la stupidità”), allestite con l’intento di rafforzare nel pubblico la capacità critica e il desiderio di approfondire il senso delle della fede e delle realtà umane in questo momento storico.
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I ragazzi, della seconda media di Ponte Arche, trionfano a Tetrapyramis
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LUGLIO 2018 Signoretto torna ad esporre nella chiesa di S. Stefano a Carisolo
L’Ultima Cena dei Baschenis in vetro soffiato
L’ inaugurazione del 17 giugno, a cura del “Gruppo Santo Stefano”, volontari che tengono aperta l’antica chiesetta durante tutta l’estate, ha visto gli interventi di Manuela Bonfioli della Fondazione “Maria Pernici Antica Vetreria di Carisolo”, che ebbe l’intuizione di realizzare in vetro la riproduzione dell’antico affresco e Anna Moratelli, guida ai beni culturali ecclesiastici dell’Associazione Anastasia. Ha allietato la cerimonia il Coro Sant’Anna di Roncogno, diretto dal maestro Maurizio Giovanetti. La mostra resterà aperta fino al 31 agosto, (orario dalle 10 alle 11.30 e dalle 16 alle 18. Chiuso domenica mattina e lunedì tutto il giorno). Informazioni presso la Pro Loco di Carisolo. La mostra di Signoretto aumenta la suggestione e il fascino dell’antica chiesa, e per i curiosi aggiungiamo un particolare: nella crocefis-
Questa estate è tornata esposta nella chiesa di Santo Stefano di Carisolo la mostra “vetrocenacolo” dell’artista del vetro Stefano Signoretto. E’ una originale e pregevole riproduzione artistica in vetro dell’affresco dell’Ultima Cena dei Baschenis che si trova nella parete sud della chiesa, realizzata dal maestro soffiatore Silvano Signoretto nella sua fornace di Murano. Un’opera d’arte in vetro soffiato, composta di oltre duecento pezzi tra bottiglie di vino, trote, gamberi di
sione della parete est, sempre opera dei Baschenis, il san Giovanni a destra della croce ha sei dita nel piede sinistro. Una caratteristica non troppo rara in val Rendena. Le segnalazioni le ha fatte l’appassionato di arte e socio della pro loco di Carisolo Franco Manfredi, che ne ha rinvenute altre. Vediamole. A Massimeno: la Madonna dalle sei dita (al piede sinistro). Una pala forse del ‘600 che rappresenta Maria al centro e più in basso i santi Bartolomeo e Giorgio con l’armatura. Al centro è raffigurata una pianura con san Giorgio a cavallo che uccide un dra-
Carisolo: il programma estivo degliAmici di S. Stefano Con il mese di giugno si è riaperta puntualmente la stagione estiva organizzata dagli “Amici di S. Stefano” di Carisolo. Domenica 15 e 29 luglio e domenica 5 Iconografia, ambientazione, simbologia e personaggi”, tenuta da Gabriella Maines, “I Baschenis e la Danza della Morte (Carisolo, 1519, Pinzolo 1539): dalla paura alla speranza”, con Anna Moratelli, “L’ultima cena (Baschenis 1461) Iconografia, ambientazione, simbologia e personaggi”, sempre con Anna Moratelli, e “Storie di S: Stefano (1519, Simone II Baschenis) e altri martiri sulle pareti della chiesa cimiteriale di S. Stefano”, a cura di Silvia Garbari. Molti i concerti previsti per questa nuova stagione. Si terranno tutti di venerdì alle 17,00. Venerdì 17 luglio aprirà il gruppo “Angry Harps”, ensemble di arpa, voci e percussioni, il 27 luglio suonerà quindi il gruppo folk “Pevar Soner”, venerdì 3 agosto segue “Labirinti Armonici”,
fiume, pani, coltelli e bicchieri: tutto quello che è dipinto sulla tavola imbandita dell’ultima cena è stato fedelmente riprodotto in vetro soffiato, compreso il gamberetto che è caduto a terra, e l’agnellino arrostito al centro del desco. Dopo essere stata esposta, tra gli altri luoghi, al Castello del Buonconsiglio di Trento, a Milano, a Parigi e nella Cattedrale di Notre Dame a Strasburgo, e già a Carisolo nel 2013 e 2015, questa estate l’opera del Signoretto è tornata “a casa”.
e 19 agosto alle 17, sotto la sigla “Tra Arte, Storia e Leggenda”, si terranno rispettivamente le conferenze “L’ultima cena (Baschenis 1461).
sonata per violino nel 1600, il 10 agosto si terrà il concerto di violini e basso “Origini e sviluppo della Triosonata”, il 17 un concerto con i corni del Dolomiti Horn Ensemble e il 24 un concerto corale
con la “Compagnia del Canto”. Eccezione farà lunedì 13 agosto alle 21,00 il Recital pianistico con musiche di Haydn, Rachmanichov e Chopin “Anna Kravtchenko in concerto”.
gone di fronte ad una regina inginocchiata. In origine la pala era collocata nella chiesetta di san Giovanni Battista in mezzo al bosco, a 10 minuti da Massimeno. Dopo il restauro della chiesetta, nel 2012, la pala è stata collocata nella sagrestia della chiesa della Madonna di Loreto in centro a Massimeno. Altro caso di esadattilia è presente a Mortaso, dove il pittore contemporaneo Alberto Mosca di Caderzone, nel 1996 dipinse il capitello della Madonna e sul lato a monte ha raffigurato san Rocco con sei dita. Anche nella chiesetta della Madonna del Potere, a Carisolo, la manina benedicente del Bambino ha sei dita, seppure un po’ sfumate. Semplici errori, o veri misteri? Chissà, ognuno decida quello che vuole credere. Rimane il fatto, piuttosto insolito, che in Val Rendena si trovano dei chiari esempi di esadattilia nell’arte.
Festa d’Estate al Centro di salute mentale e Centro diurno di Tione Il Centro Salute Mentale di Tione organizza, come consuetudine, la “Festa d’estate”, momento di incontro, di condivisione e di promozione della salute mentale. L’evento è rivolto a tutta la cittadinanza: per gli interessati sarà occasione di conoscenza del Servizio di Salute Mentale e di confronto diretto con operatori e utenti. Al termine sarà offerto un buffet preparato dagli utenti del Centro Diurno e della Comunità Terapeutico-Riabilitativa “Villa Ischia”, in collaborazione con gli Alpini della sezione di Tione, che prepareranno la polenta. L’appuntamento è al Parco “Le Ville” di Tione venerdì 20 luglio, con inizio alle ore 11.30.
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A Bolbeno torna la sagra il 7 e 8 luglio
Borgo Lares in festa La XII^ edizione del Torneo di calcetto e la gara di biciclette gli eventi più attesi In questa maniera, nell’arco di sole 48 ore si disputano ben 37 partite ed è proprio questa la peculiarità del Torneo di calcetto di Borgo Lares: partite ravvicinatissime, senza un attimo di respiro, dove la tenuta psicologica rappresenta forse il segreto per la vittoria. Durante la due giorni sarà presente un fornito spaccio bar e sarà attiva una cucina che sfornerà panini e patatine fritte. Grazie alla collaborazione della Pizzeria “La Contea” la domenica a partire dalle 17.30 verrà riproposto il cosiddetto “Pizza Party” che lo scorso anno ha visto oltre 300 pizze sfornate fumenti dal forno a legna mobile di Daniele Bertolini.
Sabato 7 luglio alle 11.30 prenderà inizio a Borgo Lares, presso il parco giochi di Bolbeno, una due giorni di festeggiamenti pazzi con la sagra di Bolbeno. In particolare si svolgerà la dodicesima edizione di un torneo di calcetto che nel tempo si è guadagnato l’apprezzamento di tanti addetti ai lavori, grazie ad una formula super consolida-
ta: 12 squadre partecipanti - suddivise in due gironi da 6 – che si sfideranno in partite di sola andata con le prime quattro classificate di ogni raggruppamento che supereranno il turno. A questo punto, la domenica pomeriggio inizieranno le sfide ad eliminazione diretta per contendersi l’accesso a semifinali e finali.
Torna inoltre anche quest’anno la “Costa en Gaton”, l’originalissima corsa in salita che si disputerà la domenica pomeriggio: la formula è semplicissima, con partenza in linea dal fondo del cosiddetto “Costone” del Parco e arrivo in cima al prato; vincitori saranno ovviamene il primo e la prima che toccheranno la staccionata in legno posta al termine della costa. Considerevoli le caratteristiche tecniche del “tracciato”: lunghezza 70mt; dislivello: 40mt e la pendenza…beh, la
lasciamo ai vostri calcoli. Dulcis in fundo grazie alla preziosissima regia degli Amici del Pedale di Roncone, ad ore 14.30 si disputerà il Trofeo Regionale di bici per Giovanissimi con oltre 200 piccoli campioncini, provenienti da ogni angolo del Trentino Alto Adige, che dietro l’incessante tifo dei propri genitori e del pubblico si sfideranno a suon di pedalate lungo il circuito pianeggiante collocato nei pressi della chiesa del Paese.
Sabato 4 agosto la festa a Creto fra sport e musica
La notte aperta della pro loco a Pieve di Bono La Notte Aperta nasce nel 2015, con l’intenzione precisa di creare un evento in unione con diverse Pro Loco, Associazioni, Circoli, Hobbisti e commercianti della Pieve il cui obiettivo principale è quello di proporre cene tipiche, animazioni, spettacoli per bambini ed intrattenimenti musicali nelle vie del paese principale del Comune di Pieve di Bono-Prezzo. All’evento partecipano, oltre alla già citata Pro Loco di Pieve di Bono, anche le Pro Loco di Prezzo, Praso, Condino e Storo, i circoli culturali di Cologna, Por e Strada, che cucineranno tre tipi di piatti diversi e alcuni commercianti e hobbisty della Pieve e dell’intera Valle del Chiese che hanno aderito all’iniziativa i
quali venderanno i propri prodotti e la propria merce. Fin dal primo pomeriggio, presso il Polo della Protezione Civile e nell’ambito del progetto “Caserme Aperte”, ci sarà la possibilità di visitare la caserma dei Vigili del Fuoco Volontari di Pieve di Bono, i quali effettueranno giochi ed intrattenimenti per bambini. Alle ore 17:00 ci sarà la partenza della seconda edizione della “Colorun Pieve di Bono”, una corsa non competitiva che si sviluppa in un contesto colorato e divertente all’interno delle frazioni del Comune di Pieve di Bono-Prezzo. Dalle15:30 ci sarà l’apertura del “Colorun Village” per la registrazione degli iscritti e la consegna dei kit di gara. Alle 18:00 è
in programma l’apertura degli stand e l’aperitivo in musica con “En Plain Air” e “Bony Voice” cui seguirà la cena. Varie le pietanze cucinate: Pizza proposta dalla Pro Loco
di Pieve di Bono grazie alla collaborazione con la pizzeria “La Contea” di Borgo Lares; Gnocco fritto con affettati e formaggio, cucinato dal Circolo Culturale di Por; Po-
lenta e spiedo, cucinato dal Circolo Culturale di Cologna; Polenta carbonera, cucinata dalla Pro Loco di Prezzo; Capugn preparati dal Circolo culturale di Strada. Alle
ore 20:00 ci sarà l’animazione per bambini a cura dell’associazione “Cuore per un sorriso”. La serata musicale inizierà alle ore 22:00 con la musica live in compagnia de “I Defenders”. Al 23:30 si terrà invece “Avicii Dance Tribute Event”, evento organizzato in collaborazione con la Scuola Musicale Giudicarie e Replay Staff. Dalla mezzanotte, nella piazza centrale e fino a tarda notte, spazio al “live exhibition diset & electric violin” con Dennis Zeta Deejay, Andrea Casta, Bony Voice e Dylan B Jocker. Appuntamento quindi per sabato quattro agosto a Creto dove, salvo scherzi meteorologici, andrà in scena una lunga serata all’insegna del divertimento per tutte le età. (M.M.)
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LUGLIO 2018 Partirà anche un corso di ginnastica mentale per prevenire l’Alzheimer
L’estate dei nonni: orto e animali, pizzate e “girellate” I ricchi programmi delle Apsp locali, forti di tanti volontari e un territorio accogliente di Mariachiara Rizzonelli Pratiche queste che, va sottolineato, possono farsi forse solo in strutture di valle come le nostre, dove il verde è “a portata di nonno” e i rapporti di vicinato tra Apsp e paesi molto più intensi di quanto possa accadere in città. Importante è anche l’apporto dei volontari del posto che frequentano le sei strutture per anziani delle Giudicarie rendendosi disponibili ad accompagnare gli ospiti nelle uscite e a collaborare con gli operatori all’allestimento di feste e attività all’aperto. “Ad una
L’estate, si sa, è la stagione del sole, delle attività all’aria aperta, delle uscite sul territorio e dei viaggi. Il momento per tanti bambini, giovani e famiglie per ricaricare le proprie energie fisiche e psicologiche. Per questo tutti amano l’estate. Ma è così anche per gli anziani? Come possono, superando gli acciacchi dell’età, godere anche loro appieno dei mesi estivi? Lo abbiamo domandato ai responsabili dell’animazione e ai fisioterapisti delle Apsp, aziende pubbliche per i servizi alla Serata in pizzeria, dove la pizza era cotta con un forno mobile portato in struttura, sono intervenuti una serie di giovani volontari, che, vestiti in camicia e papillon, hanno servito chi ai tavoli chi al bar tutta la sera come in
APSP ROSA DEI VENTI CONDINO • Giugno: mercoledì, per incentivare ospiti e popolazione alla cultura del movimento, “Passeggiate sul territorio per ospiti ed esterni” • Luglio-agosto, giovedì: visita al mercato con caffè finale al bar • Settembre: giovedì, ginnastica in acqua in piscina per ospiti ed esterni con bisogni riabilitativi • Tutta l’estate, venerdì: “Girellata”, per ospiti dotati di girello, in un paese ogni volta diverso secondo l’origine di coloro che partecipano, con pausa finale ad un bar o ristorante del luogo “Figli e amici vengono ad aspettarci al traguardo. Quando il figlio di un’ospite ha visto arrivare la mamma all’esercizio del paese, dove non tornava da tempo, si è commosso fino alle lacrime. Sono loro che vanno a trovare la gente e non il contrario” (Maruska e Mattia, fisioterapisti) APSP GIUDICARIE ESTERIORI S. CROCE • In estate settimanalmente: “Girovagando per la valle”, uscite nel circondario per ospiti deambulanti e in carrozzina a luoghi cari, aiutati dai volontari, con polenta e canto finale, anche nella casa di montagna di qualche parente degli ospiti • Tutta l’estate: spesso pranzo, merenda o cena in terrazzo o fuori • Cucina con menù tipici
una vera pizzeria”, racconta la coordinatrice delle tre Apsp della Valle del Chiese Arianna Maffei. Incredibile la creatività con cui i team di animazione e fisioterapia organizzano le attività; si va dalle passeggiate o “girella-
“Gestiamo l’estate uscendo; sono gli unici tre mesi in cui gli ospiti possono far qualcosa fuori. Basta poco per farli contenti. Dicono: Non ho mai mangiato sotto un soffitto così bello” (Manuela, coordinatrice animazione) APSP S. VIGILIO SPIAZZO RENDENA • Giovedì pomeriggio: uscite ai parchi locali con merenda e “a domicilio” ai luoghi d’origine degli ospiti. Ci si è ritrovati a Nardis con l’Apsp di Pellizzano per accordarsi per la partecipazione alle “Olimpiadi dell’anziano” organizzate a luglio
persona del nostro territorio. Ne è uscita una sorprendente fotografia. Non solo tutte le strutture delle Giudicarie sfruttano questa stagione per recuperare al meglio la forma fisica dei propri ospiti, che stimolano a muoversi, camminare all’aria aperta e godere dei benefici del sole, ma propongono anche una serie di attività volte al recupero del legame con il territorio, la popolazione e le tradizioni condivise da tutti. te” in paese e a località vicine (con annesso trasporto in pullmino), alla frequenza dei mercati rionali locali, ai pranzi nelle ca’ da mont, alle merende sul prato, e ancora alle “Serate tisane” all’aperto. Non mancano nemmeno la coltivazione dell’orto o la cura del pollaio e di altri animali domestici custoditi nel parco di qualche struttura. “Quando abbiamo i
prodotti dell’orto maturi li curiamo e li mangiamo assieme - racconta l’animatore Alessandro Collini della Apsp “Abelardo Collini” di Pinzolo -. Gli ospiti sono tutti contenti perché hanno riscontro delle loro fatiche”. Una creatività supportata dalla disponibilità del personale, dagli animatori agli operatori, dai fisioterapisti ai cuochi, disposti tutti a se-
• Luglio-agosto: tre uscite sul territorio con polenta • “Gita grande” col pullman a mete turistiche anche fuori provincia “Danno una mano le volontarie dell’Avulss, uscire è importante per gli ospiti, anche perché stanno al chiuso da ottobre a marzo; portiamo tutti quelli che possiamo, anche ospiti compromessi” (Fabio, animatore)
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APSP ABELARDO COLLINI PINZOLO • Mercoledì: pranzo all’aperto con polenta cotta sul focolare nel giardino della struttura • Uscite mensili a tema a luoghi ricordati dall’anziano in condivisioni precedenti • Gite a musei, santuari, centrali elettriche • Feste con menù legati alla gastronomia locale (capùcc, torta de erbe, etc.) • Cura dell’orto e degli animali da cortile e stalla “Gli ospiti sono contenti di queste attività perché partiamo dai loro interessi. Alcune signore si alzano la mattina alle sei per andare nell’orto” (Alessandro, animatore) APSP ODONE NICOLINI PIEVE DI BONO • Tutta l’estate: quindicinalmente dopo cena “Serata tisana” all’aperto a lume di candela con musica per ospiti e fami-
guire programmi e orari di lavoro elastici. Un’azione, questa, corroborata anche dalle molte collaborazioni tra le stesse case di riposo. Tutte queste iniziative per il benessere fisico degli ospiti preludono ancora ad un nuovo percorso di “ginnastica mentale” per prevenire l’Alzheimer negli over 50 già in agenda per il prossimo settembre. Verrà curato dall’Apsp “Rosa dei Venti” di Condino per tutte le Apsp giudicariesi; vedrà la realizzazione di tre distinti corsi accompagnati da tre serate a tema che si svolgeranno a Tione, nelle Giudicarie esteriori e nella Valle del Chiese. Siamo di fronte ad una vasta gamma di offerte di attività estive che potranno soddisfare gli ospiti e mettere sempre più in dialogo residenze per anziani e società; “Una permeabilità del territorio non scontata, sono soddisfazioni”, commenta il direttore della Apsps Rosa dei Venti di Condino Matteo Radoani. Non resta altro se non augurare agli ospiti delle Aziende Pubbliche per i Servizi alla Persona delle Giudicarie e ai loro operatori che in tutto ciò siano davvero assistiti dal bel tempo.
gliari • “Festa della Condivisione”: giornata di festa con presenza di rappresentanti anziani di paesi del circondario per far conoscere la struttura e riallacciare rapporti con ospiti interni • Settimanalmente: “Merenda in giardino” su menù scelti personalmente dagli ospiti “Si crea la voglia di stare in compagnia, accompagnati dalla musica, e di parlare, con dinamiche amicali molto piacevoli (Arianna, coordinatrice animazione Storo, Pieve di Bono, Condino) APSP S. LORENZO STORO • Uscite in paese, alle casette di campagna, ai fienili degli ospiti, in Val di Ledro con cui la struttura è gemellata • Due “Serate Piano Bar”: apericena per ospiti e famigliari • Giardinaggio • Partecipazione al “Concorso Spaventapasseri” del Festival delle Polente di settembre • “Progetto Sole”: di mattina, assieme al servizio di fisioterapia, invito agli ospiti ad esporsi per 15 minuti al sole per aumentare il livello di vitamina D “Partecipano al Progetto Sole una quarantina di ospiti; si è visto che c’è un buon riscontro fisico e anche morale su di loro” (Arianna, coordinatrice animazione Storo, Pieve di Bono, Condino)
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Al debutto il film del regista di Pinzolo Emanuele Bonomi
Croste di Polenta: la vita della Val Rendena sul grande schermo Nessuna reale intenzione bellica o, come ebbe a scherzare uno degli escursionisti, nessun desiderio di vendetta nei confronti delle caustiche parole pronunciate in quei giorni dal giornalista Enrico Mentana circa l’autonomia del Trentino Alto Adige. Si trattava delle riprese del cortometraggio del giovane regista “pinzolero” Emanuele Bonomi, che il 3 giugno scorso ha presentato in anteprima la sua opera cinematografica al Paladolomiti di Pinzolo. Col nome di “Croste di Polenta”, il film offre uno spaccato della vita delle popolazioni della Val Rendena all’indomani dello scoppio della Grande Guerra. Tra arruolamenti forzati, famiglie divise, povertà il film parla anche di sentimenti, del valore dell’amicizia, dell’appartenenza a una comunità e al suo folclore e della gioia di vivere nonostante a un mondo che stava andando inesorabilmente in pezzi. La pellicola, girata insieme alla sua troupe internazionale in alcuni degli angoli più caratteristici e scenografici della Val Rendena (Maso Curio a Caderzone, Malga Brenta Bassa in Val Brenta, la Val Genova, la Val Nambrone e Pimunt) è stata presentata da Emanuele lo scorso 5 dicembre come tesi per il corso master presso la London Film School, ottenendo plauso e curiosità per le location e per la trama. Proprio la volontà di raccontare una storia “particolare” (le vicende dei protagonisti) all’interno di una storia più “generale” (la Grande Guerra) ha suggerito il nome, “Croste di Polenta”. Come spiega il giovane regista: “Le croste di polenta in ambito culinario rappresentano quasi ‘lo scarto’ del piatto principale che è la polenta. Eppure queste sono le più saporite, le più sfiziose. Così è anche per la nostra storia locale: spesso considerata come minore rispetto ad eventi più grandi, questa invece può e potrà sempre sorprendere ancora per l’originalità, la curiosità e l’intensità delle sue vicende e dei suoi segreti. Insomma, ha più sapore.” Il film, che in sede di discussione del master è stato premiato con la lode,
di Aldo Gottardi Forse più di un escursionista si ricorderà ancora oggi di quella volta che, lo scorso autunno, passeggiando tranquillamente nei pressi dei laghi di
Cornisello, si ritrovò improvvisamente circondato da persone in divisa austroungarica con tanto di fucile con baionetta inastata e bombe a mano. è stato altrettanto apprezzato a Pinzolo alla première. Dire che la serata è stata partecipata è solo un eufemismo: non c’erano più posti a sedere e nonostante un piccolo problema tecnico all’inizio, che ha temprato ulteriormente la comprensibile emozione di Emanuele, “Croste di Polenta” è stato applaudito all’unanimità. “Direi che la serata è andata molto bene” dice a freddo il giovane regista “con un bel riscontro di pubbli-
co di diverse fasce di età. E’ stato molto importante per me poter condividere questa esperienza nel mio paese, che nonostante tutto, nonostante l’essere sempre via, è e rimane la mia casa. Una casa che ho voluto imprimere su film, su questo piccolo film, un frammento del nostro mondo passato e della nostra tradizione che non voglio venga perso e dimenticato. Per il futuro vorrei arrivare a produrre la versione lunga, un film diciamo, di Croste di Polenta. Allo stesso tempo mi sto guardando intorno per trovare anche nuove idee per restare sempre stimolato”.
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Comunità delle Giudicarie
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QUALI SONO I PROBLEMI E QUALI LE POSSIBILI RISPOSTE ? Una prima questione riguarda l’aumento dell’età delle persone con disabilità e dei loro familiari; queste persone presentano spesso bisogni complessi e le famiglie hanno necessità di essere sostenute nei compiti di cura e nel progettare il futuro per i propri figli. Già da alcuni anni i servizi e le famiglie si confrontano sul tema del “dopo di noi”; è necessario aumentare sul territorio i posti residenziali per le persone con grave disabilità e rafforzare i servizi diurni e di sostegno educativo, per garantire alle persone con disabilità il diritto a progetti di vita il più possibile autonomi e inclusivi. Si sta inoltre ragionando su forme previste dalla legge che permettano alle famiglie di mettere a disposizione risorse economiche e patrimoniali, per una tutela futura dei figli disabili. Nel Piano sociale si è analizzata anche la situazione delle famiglie, che hanno sempre maggiore difficoltà nello svolgere il proprio ruolo educativo e di cura nei confronti dei figli, anche a causa della crisi dei modelli educativi; le famiglie più fragili hanno bisogno di essere accompagnate nei propri compiti dalle molte figure che hanno un ruolo educativo nei confronti dei bambini e dei ragazzi (insegnanti, operatori sociali, allenatori sportivi, animatori). Sarà necessario rafforzare la collaborazione tra le scuole, i servizi socio-sanitari, le associazioni e i gruppi informali e proporre occasioni di formazione comune; oltre a ciò, può essere utile mettere a disposizione delle famiglie interventi di sostegno e di consulenza specifici, rafforzando i servizi già presenti. Occorre inoltre rilevare il progressivo invecchiamento della popolazione, che porterà a un aumento delle richiesta di assistenza e di cura da parte delle persone anziane e delle loro famiglie. Anche a risorse invariate, l’attuale sistema di servizi domiciliari, diurni e residenziali rischia di non essere sufficienAnche quest’anno la Comunità delle Giudicarie ripropone il bando per la concessione di borse di studio per la frequenza della Scuola Musicale Giudicarie, grazie all’aiuto dei BIM del Sarca e del Chiese che hanno patrocinato l’iniziativa. Possono richiedere la borsa di studio le famiglie di ragazzi dai 6 ai 18 anni compiuti nell’anno 2018 residenti nel territorio della Comunità, che si iscriveranno alla Scuola Musicale Giudicarie per l’anno scolastico 2018/2019. Il limite di età è elevato a 40 anni per le persone con disabilità. La borsa di studio è un contri-
Il nuovo Piano sociale della Comunità delle Giudicarie Disabilità, famiglia, anziani, casa e lavoro gli ambiti di servizio
COS’E’ IL PIANO SOCIALE DELLA COMUNITA’? Il Piano sociale è il documento della Comunità nel quale si analizzano i bisogni sociali e si definiscono le problematiche sulle quali è necessario intervenire nel futuro. Definirne i contenuti significa confrontarsi con un contesto in continuo cambiamento, connotato, come è noto, dalla crisi economica e occupazionale e dalla conseguente tendenza delle persone alla fragilità e alla riduzione dei rapporti sociali; allo stesso tempo si riducono le risorse da destinare alle politiche sociali. E’ quindi necessario ripensare l’organizzazione dei servizi e degli interventi in modo da garantire la tenuta del sistema di welfare anche in futuro. Il nuovo Piano sociale è stato elaborato con il contri-
te per dare risposte eque ed efficaci a tutte le situazioni di bisogno Occorre favorire il più possibile la permanenza delle persone nella propria abitazione ed posticipare l’inserimento nelle strutture residenziali, come ad esempio le Case di riposo, rafforzando i servizi intermedi. La Comunità darà attuazione alla nuova legge provinciale di riforma del settore (Spazio Argento), in collaborazione con tutti i soggetti coinvolti, in particolare con le Case di riposo in modo da creare un punto unico di riferimento per le persone anziane e le loro famiglie. Anche dal punto dal punto di vista dell’abitare esistono diverse situazioni di difficoltà che possono riguardare ad
esempio giovani, persone anziane, con problemi di salute mentale, disoccupate, reduci da una separazione o con disabilità; queste persone, in alcuni casi, necessitano di aiuto da parte dei servizi per trovare e gestire un alloggio e conquistare una sufficiente autonomia di vita. Il Piano sociale propone la costruzione di progetti di “cohousing” o coabitazione a favore di persone con bisogni anche diversi tra loro, ad
buto di circa 140 persone, rappresentanti di numerose realtà giudicariesi quali i servizi sociali e sanitari, le amministrazioni comunali, le scuole, il Centro per l’Impiego, le cooperative sociali, le associazioni di volontariato, le casse rurali e alcune imprese del territorio. Sono stati analizzati i problemi in alcuni ambiti della vita sociale e sono emerse alcune situazioni di particolare bisogno per cui è prioritario intervenire. E’ emersa innanzitutto la necessità di migliorare l’informazione ai cittadini rispetto ai servizi offerti sul territorio e di investire sulla prevenzione, in particolare nei confronti delle famiglie, rispetto ad alcune tematiche di grande attualità quali ad esempio quella delle dipendenze, del bullismo e del cyberbullismo.
esempio di persone anziane in convivenza con adulti in difficoltà sociale o lavorativa, o di due o più persone anziane che possono in questo modo suddividere i costi per l’assistenza. Questi progetti possono prevedere un aiuto da parte dei servizi attraverso interventi di assistenza domiciliare, di sostegno educativo e per l’inserimento nel mondo del lavoro. Infine, il tema del lavoro: le
difficoltà nel trovare e mantenere un lavoro riguardano in particolare i giovani con percorsi formativi difficoltosi e le persone con difficoltà personali o sociali, aggravate dalla crisi economica che aumenta il rischio di esclusione di queste persone dal mondo del lavoro. E’ necessario intervenire già dal contesto scolastico con la collaborazione dei servizi sociali e sanitari, delle cooperative per il lavoro e delle imprese del territorio. A favore dei ragazzi e dei giovani si stanno già sperimentando, in collaborazione con i Centri di Formazione Professionale, percorsi individualizzati che prevedono la frequenza di stage o laboratori, dove acquisire le competenze di base ed es-
sere sostenuti nella crescita personale. Ci si propone di rafforzare questi progetti, che possono favorire il positivo inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e prevenire esperienze di fallimento e ritiro dalla ricerca di un impiego e di sostenere le attività delle cooperative di tipo B, che offrono opportunità di occupazione alle persone più fragili dal punto di vista lavorativo La Comunità dovrà continuare a garantire l’erogazione dei servizi socio-assistenziali, come ad esempio i servizi di assistenza domiciliare e di pasto a domicilio, i servizi diurni a favore dei bambini e dei ragazzi, i centri socioeducativi e residenziali per le persone con disabilità. Il nuovo Piano sociale, d’altro canto, impone uno sforzo ulteriore, per tradurre in interventi concreti le possibili risposte che sono state individuate. Questo compito sarà svolto gradualmente, attraverso gruppi di lavoro composti dalle persone interessate a collaborare nei diversi ambiti che, proprio attraverso il percorso di costruzione del Piano sociale, hanno avuto occasione di migliorare la conoscenza reciproca, di confrontarsi sui problemi e di avviare nuove forme di collaborazione. La pianificazione è infatti un processo continuo, che si pone come obiettivo finale quello di utilizzare nel modo migliore possibile le risorse disponibili per le politiche sociali e di valorizzare la responsabilità e la partecipazione dell’intera comunità locale, nelle sue varie componenti.
La Comunità promuove le borse di studio per frequentare la Scuola Musicale delle Giudicarie
La musica è per tutti buto in denaro per la frequenza di un unico corso annuale. Per partecipare, è necessario compilare gli appositi moduli di domanda reperibili presso la Comunità delle Giudicarie e la Scuola Musicale Giudicarie. La domanda dovrà pervenire alla Comunità delle Giudicarie, anche tramite
e-mail, entro e non oltre le ore 12.00 di lunedì 20 agosto 2018. A partire da quest’anno, la borsa di studio sarà accreditata direttamente sul conto corrente del richiedente. Per avere informazioni, è possibile rivolgersi agli uffici della Comunità nei seguenti
orari: da lunedì al giovedì dalle ore 9.00 alle ore 12.30 e dalle ore 14.30 alle ore 17.00 e il venerdì dalle 9.00 alle 12.00, al numero telefonico 0465/339507 oppure all’indirizzo di posta elettronica cinzia.caliari@comunitadell egiudicarie.it.
Attualità A tutti gli effetti dunque la riscoperta di «una pratica antica». «Creare un evento culturale – sottolinea Simoni – ed ospitare un festival di narrazione a Montagne, vuol dire immaginare questo paese come luogo di ricerca, come possibilità di recuperare la nostra dimensione umana più profonda; vuol dire risvegliare il patrimonio locale inconscio e farlo diventare, da eredità nostalgica, una risorsa attiva per il presente, proiettata verso il futuro anche in termini di sviluppo locale». Ed è proprio in quest’ottica che gli organizzatori anche per il 2018 hanno stilato un ricco e variegato programma con spettacoli teatrali, passeggiate e concerti, cui si aggiungeranno momenti di animazione per i più piccoli. Come ormai tradizione vuole a dare il “la” al festival sarà “Aspettando Montagne Racconta” l’appuntamento che, sabato 14 luglio, alle 18:30 porterà a Brione lo spettacolo teatrale dedicato a Don Lorenzo Milani “Cammelli a Barbiana” di Francesco Niccolini e Luigi D’ Elia. SPETTACOLI TEATRALI Cuore pulsante del festival saranno momenti di teatro e narrazione con attori e produttori noti all’interno del panorama nazionale e non solo. Sabato alle 21:30 c’è “Da questa parte del mare” di Giuseppe Cederna, una pièce tratta dal libro - postumo - del cantautore Gian Maria Testa scomparso nel 2016. Una lingua poetica, affilata, tagliente, insieme burbera ed emozionata. Un viaggio struggente, per storie e canzoni, sulle migrazioni umane, ma anche sulle radici e sul senso dell’umano Regia di Giorgio Gallione Produzioni Fuorivia / Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale In collaborazione con Teatro dell’Archivolto. Spazio anche ai “Racconti dal laboratorio di narrazione” a cura di Francesco Niccolini e Roberto Aldorasi. Due appuntamenti che, nella giornata di sabato, permetteranno di scoprire i racconti selezionati durante il laboratorio. Si parte alle 10 con una passeggiata verso Cerana e Happy Friday di Fabrizio Brandi, Amaro Petrov di Ippolito Chiarello e Boia l’orso di Riccardo Benetti. Alle 18.30 in paese sarà invece la volta di Della vergogna di Giulia Vannoz zi e Me e Siri. Piccoli dialoghi a voce sintetica di Michele Napoletano. Gli incontri con la narrazione si apriranno però venerdì con Un alt(r)o Everest di e con Jacopo Bicocchi e Mattia Fabbris e si chiuderanno, nella mattinata di domenica, con Like la passeggiata-spettacolo di Stefano Santomauro e Francesco Niccolini.
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Dal 20 al 22 luglio tre giorni di teatro, musica e incontri nelle osterie
Al via l’8^edizione di Montagne Racconta-Festival del Racconto Una fucina di idee e di laboratori nella piccola frazione del comune di Tre Ville È un viaggio tra parole e storie quello proposto a Montagne da venerdì 20 a domenica 22 luglio. Un appuntamento, promosso dall’associazione Le Ombrie – con il supporto del comune di Tre Ville e della Pro loco Montagne, che da 8 anni si concentra su CONCERTI Ad alternare i momenti dedicati al teatro, per tutta la durata dell’evento, non mancheranno appuntamenti musicali con cantautori che hanno calcato palcoscenici nazionali ed internazionali. Sabato, a partire dalle 23 la musica sarà protagonista nella Piaza granda con “Canzoni in controluce” di Cristina Donà una delle voci più originali della scena mu- sicale italiana. L’artista nel 2017 ha festeggiato i suoi 20 anni di carriera dall’album di de-
butto “Tregua” (1997). «Negli ultimi dieci anni
INCONTRO CON L’AUTORE Roberto Abbiati dialoga con l’editore Roberto Keller. Alle 17 di sabato nella Cort da la Selma l’appuntamento è con Roberto Abbiati, autore del romanzo a disegni di “Moby Dick o la balena”, e il suo editore, Roberto Keller. LABORATORIO MULTIMEDIALE Venerdì alle 19:30 largo alla performance multimediale dal laboratorio “Sulla via” a cura di Sara Maino e dei giovani delle Valli Giudicarie: “Storie che (non) durano 24 ore”.
un elemento: «Raccontare e ascoltare storie, lasciarsi suggestionare dai racconti – sottolinea Michela Simoni, responsabile artistica del festival – è un’attitudine congenita all’essere umano e soprat- tutto fa parte della nostra tradizione popolare».
– conclude – ho scritto a quattro mani le canzoni
che hanno composto gli ultimi due album Torno a
casa a piedi e Così Vicini, con Saverio Lanza, artista, musicista e produttore. Suona naturale e spontaneo tornare a guardare con lui l’anima delle canzoni del mio repertorio, presentandole nella loro versione essenziale. Mi piace guardarle in controluce». L’onere e l’onore di aprire il programma musicale venerdì, alle 23 andrà al gruppo Slavi bravissime persone. Sabato invece, alle 20, a precedere Donà sarà la musica di Giorgio Gobbo mentre a seguirla, dalle 1 circa, saranno i Barbacane. Spettacoli e concerti “Montagne Racconta” info@montagneracconta.it Cell. 349 3512350 ww.montagneracconta.it
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Memoria
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I primi nelle Giudicarie, seguiti, solo un paio d’anni dopo, dai pompieri di Tione. La paura degli incendi era diffusa da sempre, stanti le tipologie delle abitazioni; fin dal medioevo, infatti, consoli e giurati avevano dettato prescrizioni e consigliato comportamenti per evitare il rischio ed il propagarsi di incendi, che, di quando in quando, procuravano danni devastanti a nuclei consistenti di case e casupole. Per prevenirli ci si affidava ai Guardiani al Fuoco, detti “nottin”, comandati di vagare tutta la notte per le vie dei borghi e di fiutare ogni minimo indizio d’incendio, per poi dar l’allarme, mentre per scongiurarli si confidava nella devozione alla Madonna, come ancora testimoniava, prima del restauro, la scritta della cappella antistante l’attuale sede comunale (Aed[ificata] ex voto comunitatis propter incendium – 1754). Per le città, piccole e grandi, del Tirolo vigevano, invece, le indicazioni di Regolamenti, emanati fin dalla seconda metà del Settecento dalle autorità della Contea. Nei piccoli villaggi, poiché la maggior parte degli incendi aveva origine dai camini, nella prima metà dell’Ottocento le autorità locali impartivano ordini agli Spazzacamini: erano prescrizioni molto precise e dettagliate nei particolari, ordinate a giovani “artigiani girovaghi”, organizzati quasi fossero un’istituzione, tanto che il Magnaschi afferma che i Comuni di Breguzzo,
Nella cerimonia di rinnovo del patto, di fronte ai rappresentanti dei rispettivi Consigli comunali, agli ex presidenti dei due Comitati gemellaggi e ad un buon numero di invitati, introdotti dagli inni nazionali e con il sottofondo dell’inno al Trentino, cantato dal coro “Cima Ucia”, dapprima i Sindaci e poi le attuali presidenti dei due Comitati gemellaggi, Agnese Piolini e Angelika Dubuis, hanno richiamato le motivazioni che avevano indotto allora, nel 1998, i Consigli comunali di Roncone e di Chatte a deliberare l’istituzione del gemellaggio, rimarcandone ancora, dopo vent’anni di iniziative e di incontri, l’attualità. Era infatti il 2 maggio 1998 quando i sindaci di Roncone, Adelino Amistadi, e di Chatte, Maurice Boisset, firmavano, nella sala consiliare di Chatte, l’attestato, allora detto “de la fraternité européenne”, che conferiva valore ufficiale a un rapporto fra due paesi che, di fatto, era in essere da quasi un secolo. Avevano iniziato pochi anni dopo la fine della Grande Guerra, negli anni Venti del Novecento, a recarsi nella regione del Delfinato, a Grenoble e nella valle dell’Isère,
ARoncone i 150 anni dei primi vigili del fuoco delle Giudicarie La Compagnia dei Pompieri Zappatori ronconesi anticipò di 13 anni il regolamento di Francesco Giuseppe Già tredici anni prima dell’emanazione del “Regolamento di polizia degli incendi e dei pompieri della Contea Principesca del Tirolo”, voluto dall’Imperatore Francesco Giuseppe, a Roncone si era ufficialmente costituito il Corpo dei Pompieri Zappatori di Roncone. Era infatti il giugno del 1868 quando la Rappresentanza Comunale di Roncone decise di
Bondo, Roncone e Lardaro, quasi preconizzando la fusione con due secoli di anticipo, “si riuniscono in consorzio per assumere uno Spazzacamino Distrettuale”. Ma il vero passo, determinante per il contrasto agli incendi, fu l’istituzione del Corpo dei Pompieri Zappatori di Roncone, modello ed esempio anche per le altre piccole comunità giudicariesi, sempre presenti ed efficaci al momento del bisogno, e che, esattamente sessant’anni dopo la loro costituzione, grazie al RDL n. 1201 del 6 giugno 1938, avrebbero assunto la denominazione di “Vigili del Fuoco Volontari di Roncone”. Da allora, dal giugno del 1868, centocinquant’anni di vero
e proprio volontariato, di esercitazioni, di corse, di rischi, di sacrifici, sospesi soltanto nel periodo della Grande Guerra, ripagati dalla stima e dal sostegno delle Pubbliche Amministrazioni e sostenuti dall’affetto e dal rispetto della popolazione. Un rispetto
deliberare l’istituzione della “Compagnia dei Zappatori Pompieri”, costituita, sulla carta, da 14 effettivi più “due alunni ora mancanti”, e definita subito, nel Regolamento allegato, “Corpo dei Pomieri Zappatori del Comune di Roncone”, forte già di 13 volontari, che avevano dato la loro disponibilità da oltre un mese.
quasi devozionale, maturato e trasmesso, di decennio in decennio, alcuni dicono per il rispetto della divisa, ma più che per la divisa, per le persone, che hanno saputo dare continuità a un Corpo di Volontari, di cui la comunità intera si è sempre sentita orgogliosa. Ed allo-
ra, per celebrare l’anniversario, si è programmata una festa, una bella festa, con i suoi momenti di solennità, espressa fin da subito nell’ordinata e colorita sfilata per le vie di Roncone di tanti Vigili del Fuoco: quelli di Roncone con quelli dell’intero Comune di Sella Giudicarie, le rappresentanze dei Corpi dei Vigili della valle, la numerosa squadra degli allievi, il Sindaco e la Giunta, gli ex Sindaci e gli ex Comandanti del Corpo, i responsabili di valle e provinciali dei Vigili e delle Pubbliche Amministrazioni, tutti in fila al passo delle bande. Una vera festa, continuata poi in riva al lago con l’ufficialità dei discorsi del Comandante dei Vigili del Fuoco di Roncone, Ni-
cola Marzadri, e del Sindaco di Sella Giudicarie, Franco Bazzoli e, a seguire, con i saluti di tante autorità presenti sul palco, che hanno rievocato la storia e sottolineato l’importanza delle azioni dei Vigili del Fuoco per la loro efficacia a fronte di ogni genere di calamità e per il loro contributo a testimoniare in ogni circostanza il senso e il valore della comunità di appartenenza. Una grande festa, con le esercitazioni degli allievi, la presentazione delle potenzialità dei moderni mezzi a disposizione dei Corpi delle Giudicarie e la testimonianza del livello di preparazione dei Vigili effettivi, tutti pronti, al momento del “rompete le righe”, a ricevere l’abbraccio, vero e sincero, di tante persone, di tanta gente che non ha voluto mancare, complice anche il bel sole primaverile che, nel pomeriggio, ha scacciato qualche nube malintenzionata, che ha voluto presenziare alla cerimonia del mattino. (L.B.)
Chatte e Roncone: gemelle da vent’anni
Rinnovato con una festa il patto che ha le radici nelle migrazioni dei ronconesi nella valle dell’Isère A fine maggio, i sindaci di Sella Giudicarie, Franco Bazzoli, e di Chatte, André Roux, hanno ufficialmente sancito la volontà dei due Comuni di proseguire, ani primi pionieri di Roncone, offrendo ai francesi dedizione al lavoro e disponibilità alla fatica. Un viaggio estenuante, ma con la determinazione dei loro avi, che avevano già sperimentato, fin dall’Ottocento, le paure e le speranze di andare al di là del mare. Qui il viaggio era tutto via terra: le prime corriere del cav. Angelo Belli, fino al lago d’Idro, poi il piccolo tram con vagoni promiscui per fieno, tronchi e passeggeri, fino a Brescia, da lì in treno, lentissimo, con soste infinite e tanto fumo nero dalla locomotiva, fino a Torino, poi
Modane, poi Grenoble e, infine, la campagna e i boschi. Quelli di Roncone, in buona parte, avevano puntato sulla valle dell’Isère, dove nelle
che negli anni a venire, quel bel rapporto di amicizia, che è maturato fra la comunità di Roncone e quella della cittadina francese in vent’anni di gemellaggio.
piccole e modeste comunità di Chatte, di Auberives, di Saint Nazaire en Royans e dintorni c’era bisogno di braccia con sapienza conta-
dina e di muscoli da boscaiolo. Dopo un primo periodo di ambientazione alcuni hanno richiamato in Francia mogli e figli, altri la moglie se la sono trovata là parlando l’italo-francese, altri ancora son tornati: hanno insomma dato senso alla loro vita, instaurando amicizie e offrendo il loro contributo alla crescita di quelle comunità, assumendosi responsabilità, senza tuttavia mai dimenticare il loro paese d’origine, le loro radici. Un momento significativo e toccante, insomma, quello del rinnovo del patto, inserito, fra l’altro,
nella splendida cornice della decima edizione del Festival Europeo dei Cori Maschili che Chatte promuove ogni tre anni e dove, su invito del coro gemello “Entresol” di Chatte il nostro coro “Cima Ucia”, in una sala gremita da più di mille persone, è stato particolarmente apprezzato per l’ottima qualità delle sue esibizioni. E a mezzanotte, suoni, luci e fuochi d’artificio sulla piazza principale del paese, di fronte al municipio, a suggellare con un bel segno di festa una lunga storia di lavoro, di accoglienza e di reciproca stima, consolidata, ora, da tanti rapporti d’amicizia e dalla volontà delle istituzioni di proseguire con convinzione sulla strada delle relazioni. (L.B.)
Trentino d’Autore Sc 28 Un viaggio tra libri, pensieriLaura e parole...
Attualità
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EDIZIONE
Dal 19 luglio all’1 settembre 2018 PALAZZO DELLE TERME DI COMANO (TN) INGRESSO LIBERO Giovedì
19
luglio Ore 21.00
Venerdì
20
luglio Ore 17.00
Domenica
22
luglio* Ore 17.00
Martedì
24
luglio Ore 17.00
Venerdì
27
luglio Ore 17.00
Sabato
4
agosto Ore 17.00
Martedì
7
agosto Ore 17.00
Giovedì
UMBERTO GALIMBERTI La parola ai giovani
9
agosto
Feltrinelli
Ore 17.00
Venerdì
GIANLUIGI NUZZI Peccato originale
10
agosto
Chiarelettere
TIZIANA FERRARIO Orgoglio e pregiudizi
Ore 17.00
* Parco termale
In caso di maltempo presso Sala Conferenze Grand Hotel Terme
Mondadori
MASSIMO NAVA Il boss è immortale Mondadori
LORENZO MARTINELLI Il bibliotecario Curcu & Genovese Ass.
LUCA MERCALLI Il mio orto fra cielo e terra Aboca Edizioni
ANDREA BIANCHI Con le terra sotto i piedi Mondadori
w w w.v isit ac omano.it
Martedì
FEDERICO FUBINI La maestra e il camorrista Mondadori
STEFANO ARDITO Incontri ad alta quota Corbaccio
MANOLO
14 agosto Eravamo immortali Ore 17.00
Venerdì
Fabbri
MARIAPIA VELADIANO
17 Lei agosto Ore 17.00
Giovedì
23
agosto Ore 17.00
Sabato
1
settembre Ore 17.00
Guanda
PIERCAMILLO DAVIGO “In Italia violare la legge conviene”. Vero! Laterza
KARINE FRISINGHELLI La vita in blu Grafiche Stile
L’APERITIVO D’AUTORE
Ogni appuntamento si conclude con lo spumante Trentodoc Altemasi Millesimato edizione limitata di Cavit
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
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Territorio
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Un’opportunità pensata per i turisti, sfruttata anche dai locali
BicibusTrek: alla scoperta del territorio in bicicletta Per tutta l’estate un pulmino attrezzato aiuterà a superare tratti impegnativi ed esplorare zone sconosciute
T
orna con l’estate un valido strumento per coloro che decidono di approfittare di un territorio particolarmente ben fornito di piste ciclabili e itinerari suggestivi per percorrerlo in bicicletta, occupandosi, divertendosi, anche del proprio benessere. La bellezza di una pedalata nella natura trentina, fiancheggiando torrenti e laghi, all’ombra dei boschi, davanti alla maestosità delle vette che ci ricordano di essere in un luogo dichiarato Patrimonio dell’Umanità, è spazio per lo spirito di rigenerarsi e per il corpo di tonificarsi. E se l’allenamento non è dei migliori, o vogliamo portare con noi anche una giovane famiglia si può noleggiare una delle biciclette elettriche del servizio Evvai e, soprattutto, per superare i tratti più impegnativi o territori già noti e arrivare più lontano ad esplorare angoli nuovi, basta farsi dare “una spinta” dal bicibus: si sale a bordo per il tratto che interessa e dietro vengono trasportate le biciclette, al costo di un semplice biglietto urbano e se si ha la card vantaggi proposta agli ospiti delle varie località è gratuito. Il gioco è fatto: superati tratti impegnativi o magari una galleria, si inforca la bicicletta per godersi il meglio della gita. Il pulmino attrezzato per il trasporto di biciclette riesce a unire tutto quel territorio variegato e ricco di bellezze da scoprire che va dalle Dolomiti al Garda. Che ci si svegli con la voglia di esplorare l’altopiano del Bleggio o le palafitte di Fiavè, percorrere il percorso che sovrasta la Forra del Limarò fino alle Sarche, o spingersi in Val Rendena e perfino svalicare verso la Valle di Sole o la Valle di Ledro, che la voglia sia di arrivare a lambire le acque di un lago - Molveno, Tenno, il Garda, Ledro per citare i più noti – o ai
piedi di una vetta diventa davvero facile soddisfarla, anche nel corso della stessa giornata. Il BiciBus Trek è infatti organizzato in una fitta rete di corse e coincidenze che permettono di sbizzarrirsi a disegnare percorsi in bicicletta diversi, per chi ha bisogno di una mano a superare i tratti più impegnativi magari con la famiglia al seguito e per chi vuole organizzare un lungo giro che gli permetta di approfittare degli angoli più suggestivi del Trentino occidentale. Passiamo ai dettagli pratici. Sono 6 le linee, tutte in coincidenza tra loro: Carisolo – Madonna di Campiglio – Dimaro; Terme di Comano – Tione – Carisolo; Sarche – Terme di Comano – Andalo; Terme di Comano – Torbole, Ampola – Storo – Lago d’Idro e Ampola – Lago di Ledro – Riva del Garda. Se si raggiunge la Val di Sole o se da lì si pensa di fare una puntata verso le Giudicarie e verso il Garda, a disposizione ci sono anche i bicibus Mezzana – Tonale, quello Mezzana – Peio e il Biketrain Trento – Mostizzolo – Mezzana. Il servizio è in funzione con numerose corse giornaliere fino al 16 settembre. La com-
plessa organizzazione è stata possibile grazie alla collaborazione tra numerosi enti diversi, che sono riusciti a mettersi d’accordo, processo affatto scontato, e mettere in campo una gestione collettiva: la Comunità delle Giudicarie e i comuni, l’Apt Terme di Comano - Dolomiti di Brenta, l’Apt Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena, il Consorzio Turistico Val del Chiese, l’Apt Valle di Sole, il Consorzio Turistico Val di Ledro, l’Apt Dolomiti di Brenta - Paganella, l’Apt Garda Trentino, il Parco fluviale della Sarca e la Riserva della Biosfera Unesco “Alpi Ledrensi e Judicaria”. Il BiciBus Trek è strutturato su tutti i giorni della settimana per la Val di Sole fino a Comano Terme e la tratta Ampola – Riva del Garda, mentre per le altre tratte il servizio coprirà cinque giorni la settimana, dal mercoledì alla domenica. Mappe e orari ( nella pagina successiva) sono disponibili lungo i percorsi e nei punti di sosta e bicigrill sparsi nel territorio. I prezzi corrispondono al biglietto di linea sulla tratte interessante al quale si aggiungono 2 euro per la bicicletta: il servizio è gratuito per coloro che sono in possesso delle card turistiche emesse dalle Apt dei vari ambiti interessati, mentre per tutti gli altri i biglietti per utilizzare il servizio sono disponibili a bordo del BiciBus. E’ possibile, e anche auspicabile soprattutto per i gruppi, effettuare la prenotazione della propria corsa tramite le Apt e i Consorzi per il Turismo, in modo da essere sicuri di avere a disposizione il mezzo. Sulle brochure informative ci sono anche dei percorsi suggeriti dagli esperti di territorio, adatte a tutti i livelli, per chi vuole fare qualche tappa culturale lungo il percorso, visitando chiese, musei e castelli, o dedicarsi alla ricerca di piante e fiori montani, lanciarsi in un tour fotografico alla ricerca dello scatto d’autore.
Salute
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Rubrica Legale
LUGLIO 2018 L’Avvocato Risponde
Chi paga l’ascensore? Buongiorno, la questione che mi ha sottoposto, in effetti, è spesso oggetto di discussione tra i condomini. L’ascensore è da sempre considerato una parte comune dell’edificio secondo quanto stabilito dall’art. 1117 C.C. La presunzione che l’ascensore sia parte comune deriva, secondo la Corte di Cassazione, dalla relazione strumentale necessaria fra lo stesso e l’uso comune e comunque è parte comune se installato originariamente nell’edificio. Ove l’installazione sia successiva, la proprietà dell’ascensore ricadrà sul condomino o sui condomini che hanno sostenuto le spese per l’impianto “purché sia fatto salvo il diritto degli altri di partecipare in qualun-
Buongiorno Avv. Gottardi, recentemente durante un’assemblea di condominio mi sono accorta che uno dei condomini è da sempre esentato dalle speque tempo ai vantaggi della innovazione, contribuendo nelle spese di esecuzione dell’impianto ed in quelle di manutenzione dell’opera” (Cass. n. 20902/2010). Con la riforma del 2012, la ripartizione delle spese riguardante gli ascensori è stata fissata dall’art. 1124 c.c.: si è chiarito che della manutenzione e sostituzione dovranno occuparsene le unità immobiliari servite dall’ascensore. In particolare, si è stabilito che la spesa per il funzionamento e la conservazione dell’impianto, c.d. ordinaria, sarà ripartita tra le predette unità, per metà in ragione del valore delle singole unità
immobiliari e per l’altra metà esclusivamente in misura proporzionale all’altezza di ciascun piano dal suolo. Le spese straordinarie, invece, come per esempio, la ricostruzione totale o parziale dell’impianto, la sostituzione della cabina e delle porte ai piani, l’adeguamento alle norme, si ritiene debbano essere sopportate da tutti i condomini in proporzione dei rispettivi millesimi di proprietà, piani terra e piani rialzati compresi. Solo l’unanimità dei condomini potrà convenzionalmente stabilire che uno dei condomini sia esentato, totalmente o parzialmente dall’obbligo di partecipare alle
se relative all’ascensore…ma come è possibile? Grazie anticipatamente per la risposta (lettera firmata)
CURIOSITÀ DAL MONDO In Australia, i bambini non possono acquistare sigarette, ma le possono fumare.
spese di suddette. La Corte di Cassazione, infatti, nella sentenza n. 14697 del 14 luglio 2015, ha ribadito che la disciplina contenuta negli artt. 1123-1125 c.c., sul riparto delle spese inerenti ai beni comuni, è suscettibile di deroga con atto negoziale, e, quindi, anche con il regolamento condominiale che abbia natura contrattuale. Per approfondire o per fissare un colloquio su questo o su altri temi l’avv. Mattia Gottardi riceve presso il suo Studio in Tione di Trento, via N. Sauro n. 2, previo appuntamento, chiamando il numero 0465/324667 oppure 349/2213536 o scrivendo all’indirizzo mgottardi1@yahoo.it
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fatto in Trentino
Memoria Eppure, un tempo, la pacifica convivenza tra uomo e orso non era neppure concepita: in un’epoca nella quale non esistevano esigenze ambientaliste e turistiche, tutto si valutava alla luce dell’economia di valle. Gli orsi, così come altre bestie selvatiche, erano oggettivamente dannosi per la zootecnia e l’agricoltura, specialmente in situazioni economiche precarie come in Val Rendena, e dove era legalmente consentito il loro abbattimento. Anzi, l’Imperial Regio governo austroungarico (e ancor prima il Principe Vescovo trentino) prometteva ricompense per ogni animale ucciso e consegnato presso le sedi dei Capitanati Distrettuali. Queste ricompense variavano se gli orsi abbattuti fossero cuccioli, maschi adulti o femmine. In questo contesto storico, si sviluppò una curiosa leggenda. Un giorno imprecisato della seconda metà dell’Ottocento, i gendarmi del Capitanato Distrettuale di Tione con sede nel rione di Brevine probabilmente non credettero ai propri occhi quando videro un ragazzino quattordicenne portare nella piazzetta un carro con le carcasse di tre orsi (due maschi e una femmina) che lui stesso aveva ucciso. Un simile “carniere” avrebbe richiesto almeno mezza dozzina di cacciatori, eppure questo adolescente, con i suoi occhi piccoli e penetranti, asserì al Capitano di Tione, prima di ricevere il denaro che gli spettava, che gli animali li aveva uccisi lui da solo. Meravigliato, il Capitano in segno di ammirazione gli regalò la sua baionetta. Chi era questa persona? Nel registro mise la firma “Luigi Fantoma” ma per tutti, in Val Rendena e altrove, diventerà successivamente il “Re della Val Genova”. Figura a metà tra la storia e la leggenda, Luigi nasce a Strembo nel 1819 e fin da subito viene avviato dalla famiglia al lavoro di boscaiolo. Una attività affiancata all’amore per la caccia, che diventerà motivo della sua fama. Verrà arruolato come Kaiserjäger tirolese prendendo parte attiva nelle bat-
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Il Re della Val Genova di Aldo Gottardi Ormai da diversi anni, al termine del periodo del letargo, il Trentino e in particolare le nostre valli si trovano a dover fare i conti con la presenza dell’orso e dei lupi. Dopo le loro reintroduzioni, mano a mano che il numero dei capi cresceva in modo esponenziale, crescevano anche tra gli abitanti locali vivaci discussioni sul tema della convivenza con
taglie risorgimentali di Magenta e Novara, incontrando da vicino il famoso generale Radetzky. Provato dalla battaglia e dai disagi della guerra, gli capiterà anche di doversi difendere da una aggressione notturna, riuscendo ad uccidere l’assalitore. Pur trattandosi di legittima difesa, il fatto turbò l’animo di Luigi più della guerra tanto che, tornato dopo anni nella sua natìa Strembo, si ritirò solitario nell’alta Val Genova, in località Ragada, dove si costruì una baita per viverci stabilmente. Ma la solitudine non durò a lungo.
Nel primi anni ‘50 dell’Ottocento infatti sposò la compaesana Giovanna Broli detta “la bionda”, innamorata della figura di questo eremita-cacciatore ed altrettanto abile nell’uso delle armi da caccia. I due formarono una coppia tanto affiatata quanto pittoresca, soprattutto agli occhi delle semplici e suscettibili genti della Rendena di allora: “una coppia che vive solitaria in una valle selvaggia, una donna che va a caccia e (si dice) finisca a pugnalate le bestie colpite dal fucile del marito e, soprattutto, una donna che
questi animali. Un tema questo molto “caldo”, che ha visto fratturare l’opinione pubblica in animalisti/ambientalisti da una parte che credono in una pacifica e regolamentata convivenza tra uomo e animale, e dall’altra tutti coloro che avvertono queste presenze nei nostri boschi una minaccia alla propria incolumità e alle proprie economie.
porta i pantaloni!” In breve la fama di Luigi, autoincoronatosi (e riconosciuto da tutti) “Re di Val Genova”, divenne enorme, sia grazie alle decine di prede che continuamente portava al Capitanato di Tione, sia grazie ai pittoreschi racconti che lui, da ottimo oratore, amava narrare nei filò o nelle osterie. Anche dall’estero nobili viaggiatori e turisti non mancavano di fare tappa a Ragada per conoscere e salutare un tale fenomeno e all’occorrenza assumerlo come guida per escursioni sulle montagne circostanti. Ospiti illustri della sua baita in Ragada, tra i molti altri meno noti, furono l’alpinista-topografo boemo Julius Payer, l’alpinista inglese Douglas William Freshfield, l’alpinista bolzanino Albre-
cht Wachtler e il pittore milanese Vespasiano Bignami, che gli farà un ritratto. Personaggio ormai leggendario attorno a lui nacquero altrettante storie e miti: ad esempio, si diceva che il Fantoma si dispiaceva del fatto di non poter avere figli, così per capriccio catturò un cucciolo di orso e lo portò alla sua baita per accudirlo come “surrogato” di bambino. Senonché, mentre il “Re” era lontano a caccia e la bionda Giovanna era intenta ad altri lavori, l’orsetto si impiccò con la corda alla quale era legato nel tentativo di liberarsi. Tornato ed accortosi della disgrazia, imputandola alla negligenza della moglie, Luigi scoppiò in un accesso d’ira spaventoso finendo col picchiare selvaggiamente la consorte.
Anche intorno alla morte di questo controverso monarca esistono molte leggende. Di certo è che morì all’età di 78 anni, il 30 settembre 1896 e che fosse ancora robusto ed energico come in gioventù (solo due anni prima, infatti, pare fosse salito da solo in cima all’Adamello, a 3560 metri), e sembra che la sua dipartita gli si fosse annunciata in sogno: nel sogno, Luigi vide la propria cassa da morto circondata da tutte le prede che uccise nella sua lunga carriera venatoria che cantavano inni al Signore, ringraziandolo per aver liberato il mondo da un tale cacciatore. Questo corteo avrebbe accompagnato il feretro lungo l’Italia fino a Roma, per poi deporre la bara in Campidoglio. Personaggio straordinario, Luigi seppe in vita gestire al meglio la sua fama, tessendo abilmente la storia “vera” con altrettanti elementi fantastici e leggendari il che contribuì a creare l’immortale figura del “Re della Val Genova”. Fantasiosi o comunque ricchi di espedienti oratori potrebbero sembrare molti dei racconti dei quali il Fantoma fu protagonista; tuttavia non sono fantasiose (o almeno così non sembrano) le cifre dei suoi abbattimenti, che lui registrava con cura su un taccuino, per tenere il conto anche delle ricompense che gli spettavano: oltre 700 camosci e più di 50 orsi. FONTI: - A. Dante, Il Re di Genova, in Annuario SAT Riva del Garda, 1996 - P. Loperfido, La leggenda del santo cacciatore Luigi Fantoma, Re di Genova, in Annuario SAT Riva del Garda 2005
Cartiera di Condino
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Salute
LUGLIO 2018
Presentato il piano programma fino al 2020
Bilancio positivo per l’azienda termale Rispettati gli obiettivi definiti nel bilancio di previsione triennale. A fronte di un aumento del valore della produzione, aumentano i costi mantenendo tuttavia una differenza positiva che porta un beneficio sostanziale per l’utile (€ 56.886) che raddoppia rispetto all’anno precedente. “Le Terme di Comano hanno un’importanza strategica per le Giudicarie Esteriori - sottolinea il Presidente dell’Assemblea, Alberto Iori - basti solo pensare che l’azienda dà occupazione a più di 150 persone tutte residenti sul territorio provinciale e di questi circa il 75% nei 5 comuni proprietari. A questo si aggiunge l’indotto generato sulla valle. I bilanci positivi degli ultimi anni sono il primo passo verso un’inversione di tendenza necessaria e fondamentale per il futuro dell’Azienda e della valle stessa”. Contestualmente al bilancio, il Consiglio di Amministrazione ha presentato il piano programma 2018-2020 sintetizzato con otto parole chiave: identità, fiducia, valore, innovazione, persone, efficienza, relazioni
Per il terzo anno consecutivo, l’Azienda Consorziale Terme di Comano chiude con un bilancio positivo, un risultato rilevante per un ente di importanza strategica per le Giudicarie Esteriori. Dopo un anno soddisfacente sia in termini di prestazioni che di ricavi, l’amministrazione dell’Azienda Consorziale Terme di Comano presenta nuovamente un bilancio positivo. Nonostante un numero ridotto di
e territorio. “La missione delle Terme di Comano è essere centro di eccellenza per la cura naturale della pelle” spiega Roberto FIlippi, Presidente del CdA
dell’Azienda Consorziale Terme di Comano. “L’eccellenza - continua Filippi – si fonda su una pluralità di elementi: creare una forte identità azienda-
giornate di apertura delle terme (complessivamente 17 in meno rispetto al 2016), i dati presentati per il 2017 mostrano una sostanziale tenuta: ricavi complessivi, presenze alberghiere e prestazioni termali risultano proporzionalmente in linea con l’anno precedente. Il settore commerciale chiude ad un +5% riconfermando il trend in crescita degli ultimi anni
le condivisa sia interno che all’esterno, costruire un’organizzazione sostenibile, autonoma ed efficiente, proporre servizi di alto livello riconosciuti
dal cliente, potenziare il valore sociale e territoriale dell’azienda. Sono questi gli obiettivi che ci proponiamo come Consiglio di Amministrazione
per il prossimo biennio di mandato”. La governance dell’azienda concentrerà il proprio lavoro su organizzazione e prodotto: obiettivo sarà l’introduzione di nuove modalità di offerta e proposte di valore per gli ospiti in tutti i comparti di attività (termale, ricettività e cosmesi). Elemento cardine delle nuove progettualità sarà il legame col territorio che verrà rafforzato attraverso la valorizzazione nell’offerta degli elementi caratteristici e con l’apertura di canali di condivisione e comunicazione dedicati agli stakeholder delle Giudicarie Esteriori, per migliorare e consolidare il ruolo sociale dell’azienda. La visione del nuovo Consiglio, quindi, è di totale apertura alle relazioni, non solo sul territorio locale ma anche valorizzando le opportunità derivanti dalla collaborazione con le altre terme trentine nell’ambito dell’Associazione di riferimento e con l’Istituto G.B. Mattei che segue, per conto delle Terme, l’attività di ricerca scientifica.
Non solo dermatologia, il centro di cura amplia le prestazioni ambulatoriali offerte al pubblico
Il radiologo Eugenio Marsilli alle Terme di Comano
Dopo oltre trent’anni di attività ospedaliera, di cui dieci come direttore della Radiologia dell’ospedale di Tione e altrettanti di insegnamento universitario, il dott. Eugenio Marsilli continuerà ad esercitare la sua professione di Radiologo ed ecografista presso le Terme di Comano. Il centro di cura delle Giudicarie Esteriori amplia l’offerta delle prestazioni ambulatoriali aggiungendo una figura di spicco della specialità fra i professionisti della medicina che alle Terme lavorano. “La scelta è caduta su un apparecchio di tecnologia
e produzione tutta italiana – spiega Marsilli è un apparecchio di ottimo livello che permette di fare sostanzialmente il 90 per cento delle ecografie per l’adulto e per il bambino”. Proprio sulle radiografie pediatriche Marsilli può vantare esperienze di peso: fu lui, da zero, a creare nel 1988 il servizio di ecografia pediatrica in Trentino e la diagnostica dell’ecografia cerebrale, poi lo studio delle patologie fetali in utero. L’altra grande avventura di Marsilli fu quella delle terapie ablative eco guidate sui tumori epatici, dove fu
un pioniere per la nostra regione. Presso lo stabilimento termale, sarà quindi possibile effettuare ecografie pediatriche e dell’adulto, ad esclusione di ecografie mammarie o legate alla gravidanza.Al momento, il radiologo terrà ambulatorio due mezze giornate a settimana, ma ci sono piani per il futuro: “L’ipotesi per l’inverno o a partire dal prossimo anno è quella di creare anche dei pacchetti salute per le Terme mirati alla prevenzione. E in quest’ottica l’apparecchio che abbiamo in dotazione è implementato con un si-
stema di studio delle lesioni superficiali piuttosto raffinato che permette di fare un’analisi più precisa sulla malignità o benignità di noduli del seno e della tiroide. In modo da avere un elemento diagnostico in più. Si chiama elastosonografia e permette di avere ottime indicazioni, una tecnologia che gli ospedali hanno ma qui non si trova in nessun altro centro privato si trova”. Al servizio, che per il momento è offerto in forma di libera professione, sarà possibile accedere contattando l’Azienda Termale.
Attualità
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Alla nona edizione l’iniziativa della Giudicarie Valsabbia Paganella
Al via Passaggiando: dalla conoscenza del territorio alla conoscenza della Cassa Rurale Un’altra iniziativa attraverso la quale la Cassa dimostra un’attenzione in più al proprio territorio, con l’obiettivo di promuoverlo e valorizzarlo. “Operando su un asse che va da Mezzolombardo a Villanuova sul Clisi con un’estensione di oltre 150 km – ci spiega il Presidente Armanini – siamo consapevoli che anche queste nostre zone hanno molto da offrire, perciò dal 2010 abbiamo deciso di sostituire le classiche “gite” nei capoluoghi italiani con delle giornate alla scoperta dei nostri luoghi, valorizzandone le peculiarità ambientali, culturali e gastronomiche e cercando sempre di coinvolgere le associazioni di volontariato”. Così facendo la Cassa Rurale crea una sorta di circolo virtuoso facendo conoscere il territorio trentino ai soci bresciani ed il territorio bresciano ai soci trentini. Un’iniziativa che riscuote ogni volta un grande successo: anche quest’anno sono oltre 800 i soci iscritti a fronte di 300 posti disponibili, tant’è che il Consiglio di Amministrazione ha aumentato a 400, cercando così di soddisfare almeno la metà degli iscritti. Il programma di quest’anno preve-
Torna anche quest’anno Passaggiando, l’iniziativa che la Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella riserva ai propri soci che partecipano attivamente alla vita della propria cooperativa, prendendo parte alle assemblee territoriali ed all’assemblea generale. de 3 giornate alla scoperta dei tre laghi che gravitano sul territorio della Cassa: il lago di Roncone, il lago d’Idro e il lago di Molveno. Si parte il 7 luglio, nelle Giudicarie in Valle del Chiese, dove la giornata prevede la visita al Forte Larino, un forte militare austro-ungarico situato a Lardaro, una piacevole passeggiata sul lago di Roncone che dal 2017 ha ottenuto il riconoscimento BandieraBlu ed infine la visita al Cimitero Austroungarico Monumentale di Bondo, un cimitero di guerra commemorativo dei militari dell’Impero austro-ungarico caduti nella prima guerra mondiale. Il tutto coniugato da un pranzo a base della tipica polenta carbonera preparata dal Gruppo Alpini di Roncone, per poi concludere la giornata con la “Magnacort”, un tour gastronomico tra le corti di Lardaro. Si prosegue il 21 luglio in Valsabbia con la visita alla Rocca d’Anfo, un complesso militare fortificato eretto nel secolo XV dalla Repubblica di Venezia nel Comune di Anfo, sul lago d’Idro. Nel pomeriggio visita alla
Cooperativa Agri90, famosa per la farina gialla di Storo, per poi terminare la giornata con il giro in battello sul lago d’Idro. Si conclude il 28 luglio in Paganella, alla scoperta delle bellezze naturali e della storia e cultura che contraddistinguono Molveno. La giornata inizierà con una passeggiata sul Lago di Molveno, nella cornice naturale del Gruppo Brenta ad ovest e della Paganella a sud est. Si prosegue poi sul sentiero dei Molin dei Mori per arrivare alla Segheria Veneziana Taialacqua, edificata nel 1500 circa, in forma cooperativa, dagli abitanti del
paese. Con la funivia si raggiungerà l’Altopiano di Pradel dove è previsto il pranzo in ri-
fugio. Si conclude con la visita al Centro ittiogenico per la riproduzione del salmerino
alpino, unico centro in Trentino per la ripopolazione dei laghi alpini. Ma Passaggiando è anche un’occasione per conoscere da vicino la Cassa Rurale, come ci ricorda il Vice Presidente Luca Martinelli: “Passaggiando vuole essere un’occasione di conoscenza reciproca tra soci, collaboratori, amministratori e componenti dei Gruppi Operativi Locali in un contesto informale, ma anche di confronto su alcune tematiche riguardanti la Cassa Rurale. In ogni giornata è infatti previsto un momento specifico di circa un’ora in cui ci si confronta, con l’obiettivo di raccogliere anche dai soci spunti che aiutino la nostra Cassa a migliorare”.
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fatto in Trentino
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Centenario Grande Guerra
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Guerra 1914-18 mese per mese - Luglio 1918
Le carneficine sulla Marna e lo sterminio degli Zar in Russia Nessuna tregua o segno di speranza e pace Per quanto accaduto in quello stesso mese di cent’anni fa, nell’ambito del quadro di guerra, ho potuto raccogliere una limitata serie di eventi di seguito elencati. 3 luglio 1918. - Spa (Belgio). Berlino vuole il Lussemburgo e la Lorena. Vertice all’alto comando tedesco. Il Kaiser Guglielmo II, il governo e i generali d’accordo: l’annessione del Lussemburgo e delle miniere di ferro e carbone francesi in Lorena è la condizione minima e necessaria per concludere la guerra sul fronte occidentale. 8 luglio. - Fronte italiano. Una granata austriaca ferisce l’autista Hemingway. Nella zona di Fossalta, una granata lanciata nella notte da un mortaio austriaco ferisce Ernest Hemingway, autista diciottenne di un’autoambulanza della Croce Rossa Americana. - Berlino. Per aver detto che la guerra non si deve concludere necessariamente «con una soluzione esclusivamente militare», il ministro degli Esteri tedesco Richard von Kühlmann è costretto a dimettersi. Gli succede l’ammiraglio Paul von Hintze. 12 luglio. - Centro America. Il governo di Haiti dichiara guerra alla Germania. 13 luglio. - Fronte occidentale. Göring nuovo capo dello squadrone del Barone rosso. Lo squadrone aereo tedesco che era del barone von Richthofen ha un nuovo comandante: Hermann Göring. 14 luglio. - Vienna. Esonerato dall’incarico e collocato a riposo il feldmaresciallo austriaco Franz Conrad von Hötzendorf, comandante delle armate del Trentino e dell’altipiano di Asiago e del Grappa sul fronte italiano. 15 luglio. - Fronte occidentale. Inizia la seconda battaglia della Marna: ultima grande offensiva tedesca della guerra. I Tedeschi lanciano l’ultima grande offensiva (sarà l’ultima). L’attacco è intorno a Reims. Terribile tiro di sbarramento tedesco; anche in questo caso anticipato di mezz’ora da un bombardamento franco-americano propiziato dalle informazioni ricevute da alcuni prigionieri di guerra. Quando le truppe d’assalto avanzano, trovano una prima linea di trincee
di Mario Antolini Musón Settimo mese del quarto anno di guerra. Ancora nessuna consistente speranza di porre fine a tanta “inutile strage”. Un mese terribile - il luglio 1918 - contrassegnato dalle carneficine sul fronte orientale in Francia, sulle rive della Marna, dove le trup-
nemiche presidiata solo da pochi uomini, che superano facilmente, per imbattersi poi nelle “vere” trincee, che il bombardamento iniziale ha solo sfiorato. È la tattica della difesa elastica applicata dal generale Pétain. I francesi bloccano l’attacco a est di Reims. A ovest i Tedeschi attraversano la Marna stabilendo diverse teste di ponte. Le passerelle allestite tra le due sponde vengono il più delle volte distrutte dal fuoco di 225 bombardieri francesi. I Tedeschi vengono bloccati e costretti alla ritirata per il 5 agosto seguente. 16 luglio. - Fronte occidentale. Seconda battaglia della Marna, una carneficina. Combattimenti feroci: i Tedeschi che continuano a riversarsi verso il fiume, gli Americani ne fanno strage. Forti perdite anche tra gli Alleati. Ludendorff sottrae al campo di battaglia artiglieria e aerei, e li invia per ferrovia sul fronte delle Fiandre: ritiene anche questo attacco sulla Marna un diversivo, che impegni i Francesi e attiri riserve britanniche, in vista della offensiva risolutiva che intende portare contro i britannici proprio nelle Fiandre. 16/18 luglio. - Ekaterinburg (Russia). I bolscevichi uccidono Nicola II. Nel timore che le Guardie bianche possano liberarlo, i bolscevichi di Ekaterinburg fucilano lo zar deposto Nicola II e con lui la zarina Ales-
pe britanniche, francesi e italiane vengono sorrette, in maniera determinante, dalle truppe statunitensi riuscendo a debellare le indomite forze tedesche. Ma negli stessi giorni si assiste al terribile massacro dei Romanof, gli zar di tutte le Russie. non sembravano smettere di dibattersi in preda al dolore e al terrore. I cadaveri vennero spogliati e fatti a pezzi con asce e coltelli; gettati nella cava e poi dati alle fiamme. La notte tra il 17 e il 18 luglio furono passati per le armi altri membri della famiglia zarista. 17 luglio. - Fronte occidentale. Seconda battaglia della Marna. Combattono anche gli Italiani. Reparti delle due divisioni inviate sul fronte occidentale a sostegno degli Alleati re-
sandra, il figlio, lo zarevic Aleksej loro figlio, le quattro figlie, il fedele dottor Botkin, quattro servitori. - La prima azione concreta si ebbe la notte del 12 giugno, quando un gruppo di bolscevichi prelevò e uccise il granduca Michele, fratello e successore di Nicola II. 17 luglio Jakov Michajlovič Jurovskij fu incaricato di occuparsi personalmente della preparazione, dell’esecuzione e del successivo occultamento dell’eccidio della famiglia imperiale e delle persone che l’avevano seguita: in totale sarebbero morte 11 persone. La notte tra il 16 e il 17 luglio, alle 11 di sera, vennero date le ultime diposizioni. A mezzanotte i Romanov vennero svegliati con l’ordine di prepararsi per una partenza. Giunti sul luogo prescelto Jurovskij estrasse di colpo
il revolver dalla tasca e sparò allo zar. La zarina e la figlia Olga cercarono di farsi il segno della croce, ma non fecero in tempo. Gli uomini ammassati sulla porta tesero i revolver e bersagliarono sul gruppo: Aleksandra Fëdorovna cadde subito dopo il marito, seguita da Aleksej; dopo di loro si rivolsero alle figlie e al seguito. Le due figlie minori dello zar erano accovacciate per terra contro la parete, con le braccia strette sul capo. Intanto due stavano sparando contro le loro teste. Aleksej era disteso sul pavimento. Qualcuno sparava anche contro di lui. La “tata” era sul pavimento ancora viva. Dopo circa venti minuti, l’esecuzione ebbe termine. I gioielli cuciti negli abiti facevano rimbalzare i proiettili sui corpi delle donne, che ferite e spaventate,
spingono i Tedeschi arrivati a Nanteuil-Pourcy. Eserciti dissanguati nelle cinque offensive tedesche. Anche se hanno mancato gli obiettivi strategici che si erano posti, nelle cinque offensive del 1918 (Operazione Michael, battaglia del Lys, terza battaglia dell’Aisne, battaglia del Matz, seconda battaglia della Marna) i Tedeschi hanno guadagnato dieci volte più terreno di quanto ne abbiano conquistato gli Alleati nel 1917, catturando 225.000 prigionieri e 2.500 cannoni. Prezzo altissimo, però: hanno perso 963.000 uomini; i Britannici 448.000, i Francesi 490.000. E non hanno più rimpiazzi, né uomini con cui controbilanciare la sempre crescente presenza degli Americani sui campi di battaglia. 17 luglio. - Pola (Istria).
Bombardamento italiano su Pola. Incursione aerea italiana: 88 aerei centrano quattro navi e l’arsenale della marina austro-ungarica. È il più pesante bombardamento effettuato dagli Italiani su Pola. 18 luglio. - Fronte occidentale. Capovolgimento di fronte sulla Marna. Seconda battaglia della Marna. Francesi e Americani, appoggiati da 200 carri armati, passano al contrattacco, sfondano le linee tedesche, vi si incuneano per sette chilometri, fanno 20.000 prigionieri. Solo tre giorni prima i Tedeschi pensavano di avere Parigi a portata di mano e di poter ricevere entro un paio di mesi proposte di pace dagli Alleati. Il cancelliere Georg von Hertling: «Questo accadeva il 15. Il 18 anche i più ottimisti tra noi sapevano che tutto era perduto». Soissons: le truppe franco-americane sferrano un attacco a sorpresa; l`esercito tedesco inizia la ritirata: è la svolta. 19 luglio. - Centro America. Il governo dell’Honduras dichiara guerra alla Germania. 21 luglio. - Fronte occidentale. Tedeschi in ritirata, incalzati dagli anglo-francesi sul fronte di Soissons (nei pressi dell’Aisne). Abbandonano Château-Thierry; più di 3.000 i prigionieri. 24 luglio. - Russia. La legione ceca controlla una linea di 5.000 chilometri. Truppe cecoslovacche raggiungono il Volga e conquistano la città di Simbirsk. La legione ora controlla una linea di 5.000 chilometri, dal Volga al Pacifico. 26 luglio. - Fronte occidentale, settore di Amiens. Abbattuto l’aereo di Mannock, asso della Raf. Dopo aver centrato il suo settantatreesimo aereo tedesco, viene colpito durante un volo radente il maggiore Edward Mannock, asso dell’aviazione britannica. - Murmansk (estremo nord della Russia). Truppe francesi si congiungono al contingente britannico. 26 luglio. - Fronte orientale. Truppe britanniche provenienti dalla Mesopotamia occupano Baku (Russia) cacciandone il governo bolscevico; vien istituito il governo fantoccio della Dittatura Centrocaspiana.
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Luglio 1918 - Ripercussioni in Trentino e in Giudicarie
Le popolazioni vittime della prepotenza militare Minata la fedeltà a Francesco Giuseppe di Mario Antolini Musón Sulle pagine del Perli una delle testimonianza più incisive della sua vissuta quotidianità con i concittadini e i convalligiani: «Le popolazioni, per tutto quanto accade, sono tribulatissime e oltremodo esasperate, vittime della prepotenza e delle più potenti e odiose ingiustizie; nissuno vuol più udire nemmeno il titolo di patria». Credo una tale testimonianza assuma particolare incisività storica unitamente a quanto dettagliatamente scritto nella lunga annotazione del 26 luglio: precisazioni quanto mai importanti specie per la ultime generazioni che vi possono trovare chiare spiegazioni ai tanti dubbi sociali ancora in corso. Segue la trascrizione delle altre indicazioni del suo “diario”. «5 luglio 1918. - I soldati hanno dato ormai principio alla raccolta delle patate pei campi; sono appena create ch’essi vanno a strapparle; altrove rubano le spighe dei seminati per cavarne il grano e mangiarselo com’è. Rubano il fieno anche nei prati dove, di notte, lo trovano falciato; se qualcuno loro si oppone estraggono la rivoltella o la baionetta. Nel farne rapporti presso i rispettivi comandi militari è un voler pigliarsi anche le beffe. / Alcune famiglie della Rendena coltivarono i bachi da seta, ed ora le galette vengono raccolte dagli ufficiali (il Consiglio d’agricoltura offre corone 12 al chilo) per proprio uso e consumo offrendo per ogni chilogrammo di galette tre chilogrammi di farina e mezzo di zucchero; e le famiglie preferiscono la farina al denaro. Ma dalla bocca di chi tolgono gli ufficiali la farina?! / Ieri, a Brévine, si ammutinò un gruppetto di Russi che, stanchi e affamati, domandavano pane per recarsi fino a Bondo e fu loro rifiutato; anzi furono chiamati i gendarmi militari per costringerli colla violenza a continuare il viaggio, ed i gendarmi passarono alle vie di fatto percotendo i Russi col calcio del fucile alla presenza del pubblico. / Le popolazioni
Il mese di luglio 1918 si può dire che sia stato caratterizzato in Giudicarie da varie vicende che acuivano l’incremento delle azioni sul fronte guerra sia a sud nella Valle del Chiese che a nord nel gruppo dell’Adamello. Infatti il Marchetti annota che “il 19 luglio gli Italiani avevano ripreso il Corno di Cavento caduto in mano austriaca il 15 giugno”; men-
tra per questo e per quell’altro sono tribulatissime e oltremodo esasperate, vittime della prepotenza e delle più potenti e odiose ingiustizie; nissuno vuol più udire nemmeno il titolo di patria. / La farina gialla contrabbandata fu pagata in questi giorni a corone 1.700 per quintale e quella di frumento a 2.400. Il tabacco da fumo è quasi per intiero di foglia di faggio, i zìgari egualmente, ma il loro prezzo è triplicato. Eppure il Governo proibì la coltura del tabacco nelle nostre campagne; tutti però s’ingegnano. 17 luglio. - Da quattro giorni il sole ci fa sentire tutto il suo vigore estivo tanto necessario per la campagna. Apposite commissioni capitanali girano le campagne d’ogni paese per i rilievi dei prodotti: misurano ogni campo coltivato e lo classificano: tanti metri quadrati di frumento, fertilizzazione di seconda classe; quindi deve dare tanto di grano e così per altri generi. In ogni campo deve essere contrassegnato da un biglietto portante il nome del proprietario o del possessore. / Ogni giorno siamo visitati dagli aeroplani italiani e Bondo dalle bombe. / I nostri soldati corrono a strappare le more dai gelsi calpestando
i seminati che si trovassero sotto; altrettanto fanno i monelli. / Oggi ognuno può fare il brigante senza paure di molestie: religione e moralità passano alla storia. 18 luglio. - I Germanici iniziano un’altra offensiva in Francia sulla Marna; passano al di là della stessa, ma una pronta controffensiva francese al fianco destro germanico fa il paio; così quella austriaca sul Piave. La stella prussiana impallidisce. 21 luglio. - Oggi ci fu qui una messa militare greco-cattolica destando co’ suoi riti l’ammirazione e la meraviglia di coloro che vi assistettero per la prima volta. 25 luglio. - Il ministero Seidler rassegnò le sue dimissioni perché, colle sue pretese da buon tedesco, s’era inimicati tutti i partiti non tedeschi. Ieri ed oggi il parlamento a Vienna tiene delle lunghe sedute segrete nelle quali vien data ragione dell’immenso disastro subito dall’Austria-Ungheria nell’ultima offensiva al Piave. / I Francesi tentarono un’offensiva sulla Marna, ma con esito infelice. / Intanto i governi, dell’una e dell’altra parte, ripetono il loro solito ritornello di “guerra fino alla vittoria”! Povera Europa! I giorna-
tre il Mognaschi nelle sue cronache ricorda che “il 24 luglio veniva catturato in Gavardina il soldato boemo/cecoslovacco Josef Soboika che combatteva a fianco dell’esercito italiano; accusato di alto tradimento, pochi giorni dopo venne impiccato a Creto” dove è ancora oggi ricordato con un monumento a lui dedicato e con cerimonie commemorative.
li ci dicono che l’ottavo prestito in Austria ha dato 5.800 milioni di corone. 26 luglio. - L’approvvigionamento provinciale procurò a questo distretto (di Tione/Rendena) duecento capre rumene; sono più piccole delle nostre, coperte di lungo pelo, timide e poverissime di latte; costano in media 140 corone l’una! / Ieri fui chiamato dall’imperial regio dirigente capitanale di qui (Tione) per sentire il mio parere su alcune ricerche venute dal Luogotenente d’Innsbruck, e precisamente: “Come riuscirebbe oggi una elezione dei deputati nel Trentino?”. A questa domanda ho risposto che, qualora le popolazioni non vengano influenzate dai soliti emissari dei partiti e, quindi, esclusa la gara di sopraffazione vicendevole, riuscirebbe un solo partito: il partito antitedesco col 90 per cento, colla rielezione degli attuali deputati per impedire possibilmente la dispersione dei voti. La determinativa a ciò la diedero i Tedeschi stessi sia di Vienna, sia d’Innsbruck, coi loro ripetuti convegni e deliberati diretti a sostenere le loro pretese a danno delle altre nazionalità; il convegno poi Volkbundista di Sterzing fu il colmo
dell’odio tedesco contro di noi, e l’ultima raffica gelata sugli ultimi resti di tendenze austriacanti, cosicché, se prima della guerra vi era tra noi l’80 per cento di austriacanti, oggi non si trova il 10 per cento. Il nostro Imperatore d’Austria-Ungheria che, sia col suo programma, sia nelle sue visite ai nostri paesi, s’era guadagnato la fiducia del popolo come imparziale e buono, oggi, invece, le popolazioni s’accorsero che egli pure si è piegato sotto le forche caudine dei Tedeschi. Oltre a ciò vi fu il trattamento di parzialità e astioso ai nostri soldati da parte dell’ufficialità tedesca, la quale trattò i nostri soldati al pronto e nel retroterra con sprezzo, gettando loro sul viso l’ingiurioso “porca italiana” e “velscker”: titoli ripetuti le migliaia di volte in tutte le occasioni anche dai Tedeschi in generale e fin dalle chelerin nei ristoranti. A ciò si aggiunga la prepotenza dell’ufficialità nel trattamento delle popolazioni, le loro pretese d’ogni genere, le parzialità, le ruberie continue dei militari, e non farà meraviglia la conseguenza da me testé esposta; senza notare poi le esasperazioni causate dalla fame. / Se poi si facessero innanzi i predicatori socialisti, tutti i deputati riuscirebbero socialisti coll’80 per cento dei voti, perché troverebbero il terreno preparatissimo alla loro tattica. Il vecchio partito popolare è sgretolato; il clero non ha più nissuna influenza sulle popolazioni sia perché il clero presso le stesse passa come fautore della guerra (la calunnia attecchì profondamente), sia perché la demoralizzazione, specialmente della donna, è troppo vasta e sfacciata. Potrebbe riuscire a qualche cosa il Governo influenzando per mezzo de’ suoi organi, ma qualunque ne fosse il risultato sarebbe un
aborto. Anche l’allontanamento del vescovo fece sinistra impressione, ma ciò in confronto del resto va in seconda linea. La rivoluzione nei nostri paesi per ora come ora non la credo probabile, sia per il timore delle baionette, sia perché la nostra gente è d’indole flemmatica e paziente. Al chiasso e al disordine è più disposta oggi la donna perché demoralizzata e impulsiva. A queste mie risposte il signor dirigente rimase tristemente sorpreso: egli nutriva altre idee, e s’aspettava altre risposte». Una lezione di “alta politica” vista dal basso! Resta, però, il fatto che si tratta di un altro mese insanguinato ed ancora senza un minimo barlume di una fine del “massacro”, ben richiamato dalle citate pagine degli studenti del Guetti citando parole trovate nei diari guerra di sodati giudicariesi: «La guerra moderna - [1914-18!] - ha questo di spaventosamente triste: l’individualità sparisce, si diventa gocce d’acqua d’una fiumana di lava che lentamente, con moto fatale si spinge in avanti, s’arresta, retrocede; le gocce non contano nulla: se una si ferma, s’agghiaccia, si perde, nessuna ci bada; se quella goccia stride e si perde, prima di spegnersi, il suo grido è sopraffatto dal cigolìo spumoso del fiume» (Guerrino Botteri di Strembo). Aggiunge lo storico Antonio Gibelli: «La morte di massa non è solo questione di numero e di frequenza. C’è un altro elemento che la qualifica ed è l’anonimato. A partire dalla guerra, anche la morte diviene un evento senza qualità, che inghiotte subito le sue vittime cancellandone in maniera subitanea l’identità». Ed, infatti, tutti i libri - ed io stesso - continuiamo a parlare di guerra e tutti ci dimentichiamo dei singoli protagonisti - le tante gocce dei Caduti, Feriti, Mutilati - che hanno sacrificato la loro esistenza per niente; nei libri, e anche in questo articolo, purtroppo, sono diventate semplici (ma terribili) cifre arabiche!
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Territorio
LUGLIO 2018
Secondo la Legge provinciale 15 marzo 1993, il rifugio alpino nasce come struttura recettiva idonea ad offrire ospitalità e ristoro, essendo un supporto all’attività alpinistica, poiché costruito in zone isolate di montagna, non direttamente accessibili con i mezzi di trasporto pubblici. Sul territorio trentino si contano circa 113 strutture adibite a rifugio, di cui 35 di appartenenza della SAT (Società degli Alpinisti Tridentini), a cui si devono aggiungere inoltre quattro capanne sociali, quattordici bivacchi e venti strutture gestite dalle varie sezioni. Gli altri 75 rifugi sono registrati invece dalla Provincia Autonoma di Trento. Importante da ricordare è che il periodo di apertura di questa stagione andrà dal 20 giugno al 20 settembre, ma è necessario tenere conto che non tutte le strutture hanno le stesse date di apertura e di chiusura. Per questo sul sito ufficiale della SAT si consiglia di verificare preventivamente, prima di qualsiasi escursione in programma ad inizio e fine stagione, le date di apertura del rifugio a cui si fa riferimento. Ogni struttura, va ricordato, apre o chiude a seconda delle condizioni climatiche e ambientali in cui si trova. Sempre il sito della SAT ricorda inoltre che i Rifugi Grostè “G. Graffer”
Camminando per rifugi: irresistibile tentazione di Francesca Cristoforetti La stagione estiva è ormai cominciata, ma per tanti le vacanze ancora devono arrivare. Insieme all’estate è in arrivo però anche il caldo torrido che incentiva le persone a scappare dalle città. C’è chi si concede una vacanza al mare e c’è invece chi preferisce approfittarne (Madonna di Campiglio) e Ciampedie (Vigo di Fassa) sono aperti anche in inverno. Per quanto riguarda i Rifugi Mandron (Spiazzo), Stavel (Vermiglio) e Cevedale (Peio), possono aprire nel periodo primaverile per scialpinismo. I Rifugi Altissimo (Brentonico), Bindesi (Trento), Casarota (Lavarone), Finonchio (Serrada), Sette Selle (Palù del Fersina), Stivo (Arco), Lancia (Trambileno), Paludei (Centa San Nicolò), Peller (Cles), Pernici (Riva del Garda), S. Pietro (Tenno) e Tonini (Baselga di Pinè) invece potranno esse-
re aperti sabato e domenica anche durante la stagione invernale, oltre al loro nor-
per scappare al fresco, lontano dalla confusione cittadina. Per chi vuole rimanere sul territorio, i rifugi rappresentano sicuramente un ottimo luogo per poter riprendere fiato dalla routine quotidiana e in Trentino di rifugi alpini non ne mancano.
male periodo di apertura. Infine le Capanne Sociali Don Zio (Comano Terme),
S. Barbara (Riva del Garda) e Maderlina (Lisignago) hanno invece apertura
occasionale. Nella zona giudicariese riapre anche il Rifugio Trivena dal 16 giugno, continuando la stagione tutti i giorni fino a domenica 7 ottobre 2018. Il 24 giugno è stato inoltre inaugurato il nuovo sentiero SAT O254 chiamato “del Bus del Gat”, un percorso che parte da Malga Arnò e arriva fino al Rifugio Trivena, percorrendo il lato sud della Val d’Arnò e il lato nord del Val Breguzzo. Per qualsiasi informazione è opportuno rivolgersi alle singole strutture. La montagna va vissuta sempre con cautela e con la massima attenzione al luogo in cui ci si sta recando, perché rimanga quel luogo di svago e bellezza, ma anche selvaggio e incontaminato, che è.
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Territorio
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Non solo camminate: musica, fotografia, arrampicata, nordic walking fra le proposte
Una montagna di attività Anche il tipo di attività svolte in alta quota devono in qualche modo soddisfare le esigenze dei “nuovi” amanti della montagna; per questo alla classica escursione o passeggiata si sono aggiunte molte altre attività, spesso legate anche alla valorizzazione dell’ambiente e del territorio. In base alla posizione e alle caratteristiche di ogni rifugio, i gestori decidono di organizzare o ospitare eventi per attirare un numero maggiore di visitatori: musica, fotografia, arrampicata, nordic walking, queste sono solo alcune delle nuove esperienze. «Negli ultimi dieci anni i rifugi non sono più un vero e proprio punto di partenza, ma sono diventati la meta dell’escursione», ci conferma Egidio Bonapace, ex Presidente dell’Accademia della Montagna del Trentino e del TrentoFilmFestival della Montagna. Si può proporre qualcosa di nuovo soltanto tenendo conto di come il modo di vivere la montagna sia cambiato: «Devi cercare
di Francesca Cristoforetti La bellezza della montagna e della natura non passano mai di moda. Anche se i paesaggi possono rimanere invariati, l’idea di “come” vivere la montagna è cambiata molto nel corso del tempo, così come il concetto stesso di “rifugio”. Il rifugio alpino è divendi darti da fare in modo che il rifugio sia appetibile anche per frequentatori che non siano solo alpinisti o professionisti. Cerchiamo sempre di organizzare attività legate all’ambiente e di stampo generalmente più culturale», sostiene Bonapace. Ciò che emerge dalle statistiche degli ultimi anni è che la durata della camminata determina la frequentazione dei rifugi: quelli con maggiore affluenza sono quelli inseriti in un circuito ben definito e non sopra le tre ore di cammino. Alcune importanti iniziative da ricordare quest’anno sono state il progetto Rifugio Cardioprotetto, una campagna del Tavolo Trentino della Montagna con un obiettivo sociale, che ha raccolto circa 10.000 euro solo nel
2017 per l’acquisto di dieci defibrillatori semiautomatici. Incentivato dai soggetti rappresentativi dell’ambiente montano, tra i quali il Soccorso alpino, l’Accademia della Montagna, il Collegio delle Guide Alpine, l’Asso-
tato infatti non solo un luogo frequentato dagli alpinisti più esperti, ma anche un’oasi di tranquillità per chi semplicemente vuole staccare dal caos della città per godersi il silenzio e la pace dell’ambiente di montagna.
ciazione Gestori Rifugio del Trentino, il Collegio Maestri di Sci, la SAT e grazie alla vendita di “Montagne senza vetta”, a cura di Massimo Dorigoni, è stato possibile devolvere il ricavato per l’acquisto di nuovi defibrilla-
tori. L’iniziativa è stata portata avanti anche quest’anno con la consegna di dodici defibrillatori e l’attestato di frequenza al corso per il loro utilizzo, alle seguenti strutture: Tuckett, Tosa Pedrotti T., Mandrone Città di Trento,
Altissimo Damiano Chiesa, Rosetta Pedrotti, Roda di Vael, Vajolet, Sette Selle, Maddalene, Vallaccia, Sandro Pertini, Malga Kraun. Inoltre il 24 giugno si è svolta la III^ Giornata Europea del Rifugio, in collaborazione con la SAT, l’Associazione Rifugi del Trentino, la Federazione dei Cori del Trentino e Trentino Marketing. Undici cori si sono esibiti in undici rifugi diversi, sostenendo il progetto del Rifugio Cardioprotetto, grazie anche all’adesione della Fondazione Dolomiti UNESCO. La passione per la montagna può quindi travolgere non solo i più esperti alpinisti, ma anche tutti quelli che hanno voglia di passare anche solo una giornata a contatto con la natura che lo scenario montano del nostro territorio ci può offrire. Attività ed iniziative ormai non ne mancano, è solo compito nostro ora metterci in cammino.
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Sport
LUGLIO 2018 Il progetto che da 19 anni promuove lo sport gode del marchio Family
Ragazzi Virtu...osamente Insieme nel nuovo centro sportivo
L’organizzazione è complessa e le proposte seguono dei programmi ben precisi studiati per divertire, interessare ed insegnare: non si tratta certo di un semplice parcheggio dove sistemare i figli! Sarebbe molto facile accontentarsi di proporre delle attività solo per passare il tempo, ma alla Virtus c’è il desiderio di coinvolgere i ragazzi in un processo di apprendimento che ha l’obiettivo di renderli consapevoli delle loro possibilità, di consentir loro di sperimentare diverse forme di movimento e sport, di sviluppare lo spirito di collaborazione con i compagni, imparare il rispetto delle regole e, non ultimo, migliorare le capacità motorie. Viene proposto un percorso che, dai movimenti più semplici, va progressivamente a interessare schemi sempre più complessi; dalle forme più elementari di gioco organizzato all’approfondimento degli sport di squadra; la corsa d’orienIl presidente Franco Delvai che coordina un direttivo, in parte rinnovato, composto da Carmen Collini, Cecilia Navarri, Daniele Bertolini, Massimo Caola, Alessandra Masè e Barbara Pollini. Gli atleti iscritti alla stagione 2018/19 sono 40, dai 4 ai 16 anni di età, seguiti da un team di insegnanti: l’head coach Katerina Knoblochova affiancata dall’allenatrice Martina Scalfi, dalle maestre Serena Olivieri, Letizia Zambotti e da un gruppo di giovani assistenti ed ex atlete, cura la preparazione su ghiaccio per 10 mesi all’anno, 6 giorni in settimana. Per gli allenamenti “off ice” la squadra si avvale della collaborazione della maestra di danza classica Francesca Bondavalli e di un team di preparatori atletici legati alle squadre nazionali FISI. Un lavoro intenso, che tutti gli atleti affrontano con impegno e costanza, ma sempre con il sorriso sulle labbra, puntando a tagliare traguardi importanti ma imparando anche a gestire sconfitte e delusioni, accettando i propri limiti con la consapevolezza di poter migliorare sé stessi giorno per giorno. All’interno della squadra ogni ragazzo trova il suo spazio: dai corsi di avviamento all’attività preagonistica, dalle gare intersociali
A
nche quest’anno è iniziata la 19esima edizione di Virtu…osamente Insieme! L’inizio dell’attività è coinciso con l’inaugurazione del nuovo centro sportivo “Probo Simoni, ristrutturato grazie ad un importante contributo della Provincia di Trento che ha voluto premiare i valori e gli obiettivi che da sempre animano la
tamento consente di vivere l’esperienza di più giorni trascorsi in natura, dove i ragazzi devono organizzare la logistica e studiare i percorsi; dall’apprendimento del galleggiamento e spostamento in acqua si
passa all’apprendimento delle tecniche di salvamento; dalle prime esperienze subacquee e dalla capacità di controllo di attrezzi galleggianti, si arriva alla conduzione di imbarcazioni a vela e a motore. Virtuosa-
Virtus: il volontariato, la sovracomunalità, l’interazione e la coesione. Il progetto gode del marchio “Family”, ma la “vera” certificazione è quella che le viene riconosciuta e costantemente riconfermata dai genitori e dai ragazzi, che considerano questa iniziativa un riferimento importante durante i mesi estivi.
mente Insieme offre, inoltre, la possibilità ai ragazzi di 15/16 anni, di continuare la loro esperienza alla Virtus come aiuto istruttore: un impegno che permette loro di mettersi alla prova in una veste nuova, avvi-
cinandosi anche al mondo del lavoro. Il programma è studiato per accompagnare i ragazzi in un percorso che dovrebbe metterli in condizione di avere le capacità di praticare svariate tipologie di sport e quindi di poter scegliere, consapevoli che l’attività sportiva è anzitutto strumento di benessere. L’adesione alle proposte di Virtuosamente Insieme da parte dei ragazzi delle medie e superiori diventa il metro di valutazione per capire in quale direzione orientare i nuovi programmi, tant’è vero che di anno in anno sono state abbandonate sempre di più le proposte generiche, sostituendole con attività più specifiche come: pesca a mosca “take and realase
“, acqua a 360°, trekking e arrampicata su roccia e, naturalmente, l’ormai collaudatissima vela. Nel programma di quest’anno era stata inserita anche una settimana Virtus + Musica che purtroppo non è potuta partire: il numero degli iscritti, 13, non consentiva di “bilanciare” i costi della logistica a Villa Santi. Le iscrizioni per l’estate 2018, ad oggi, mostrano questi dati: 52 ragazzi usufruiranno del pranzo, 129 sono gli iscritti al mercoledì del territorio, 42 gli iscritti alle attività pomeridiane di Incontra, 231 alle attività sportive del mattino, 14 alla settimana vela, 17 alla settimana di montagna, 15 settimana pesca, 12 alla settimana acqua 360°, 18 alla settimana di calcio. Come sempre accade, nell’arco dell’estate si aggiungeranno nuove iscrizioni e alla Virtus saranno pronti a rendere anche questa “stagione”, tutti Insieme, Virtu…osamente indimenticabile!
Volteggi da maestri sul ghiaccio di Pinzolo
Si avvia verso il trentaseiesimo compleanno una delle più longeve società sportive di Pinzolo, lo Sporting ghiaccio. Il 10 gennaio 1983 venne infatti ufficialmente affiliato alla FISG (Federazione Italiana Sport del Ghiaccio). Da allora la squadra ne ha fatta di strada. alle competizioni importanti. Ma in squadra c’è posto anche per i non agonisti, per chi ama solo volteggiare sul ghiaccio per il puro piacere di farlo, in compagnia di amici con i quali condividere la propria passione. Il consiglio direttivo, oltre a gestire il calendario gare e curare agli aspetti economici, è impegnato anche nella promozione del pattinaggio artistico in svariati modi: organizzazione di eventi di intrattenimento, con saggi e spettacoli aperti al pubblico, come il tradizionale “Spettacolo di Natale”. Nel fare il bilancio della stagione passata lo Sporting ghiaccio, il direttivo e il team
di allenatori e preparatori si dicono orgogliosissimi dei risultati dei propri atleti, sempre sul podio nelle varie competizioni a cui hanno partecipato sia a livello nazionale che internazionale. In primis con la partecipazione al Trofeo Nazionale svoltosi a Torino dove la società è
Presidenti e allenatori si sono succeduti alla guida della società, che ha visto generazioni di ragazzi crescere, competere e spesso anche vincere, ma senza mai perdere l’entusiasmo di quei primi volontari che hanno creduto nel loro successo.
risultata seconda per numero di atleti che si sono qualificati alle fasi finali dove Jacopo Sartini ha vinto nella sua categoria diventando campione italiano; sul fronte femminile nella categoria Basic Novice A ben due atlete sono salite sul podio Valentina Ferrari vice-campionessa italiana e
Sofia Delvai terza, con ottimi piazzamenti di tutte le altre atlete fra cui Alice Bulanti quarta. Inoltre due nostre atlete, Ilaria Nella e Laura Collini, sono state selezionate dal Comitato Trentino per i “Talenti Trentini 2020”. Le soddisfazioni non finiscono, eccole le altre medaglie della
stagione agonistica 2017/18: cinque ori, 21 argenti e 13 bronzi al Circuito internazionale / Elite / nazionale / interregionale; un oro, 4 argenti e 1 bronzo al Circuito Uisp; 5 ori, 9 argenti e 6 bronzi al Circuito intersociale e interpretativo. “Con la nuova stagione - spiega il Presidente Franco Delvai - si partirà con una carica e un impegno per far si che questo sport possa trasmettere come sempre passione, amore e un clima di amicizia e di rispetto verso compagne e avversarie, le basi per far sì che ciò avvenga ci sono tutte”. Per chi fosse interessato a corsi di avviamento o perfezionamento può contattare Sporting Ghiaccio Artistico e Ritmico al numero di segreteria 342 9487218 mail: pattinaggioartistico @pinzoloice.it
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Tutti giù per terra
Parla come mangi Italiani popolo di esterofili. For example: nella nostra wish-list, ‘Vacanza all’estero’ batte ‘Vacanza in Italia’ dieci a zero. Tra le mete anche sobborghi industriali e villaggi tra mangrovie e colera. Perfect, purché oltreconfine. Al ristorante ci atteggiamo a raffinati viveur, sbrodoliamo nel masticar plastica di sushi e tofu. In gaudente attesa di sgranocchiare grilli del Vietnam e blatte della Cambogia, perché sicuro... metteremo tanti like anche a quelli. E risotti alla milanese e tagliatelle? Basta, se le mangi la Nonna Pina! Il dizionario italico subisce affranto l’invasione di parole straniere. Vocaboli e locuzioni inglesi affollano il nostro quotidiano eloquio, alla faccia dei puristi della lingua. C’è stato un tempo in cui ingerivamo cibo non ‘food’. In gita ci si portava il pranzo al sacco: ora il ‘lunch-pack’. Le cose che scadono sono in ‘deadline’, le aziende che nascono sono ‘start up’ e non hanno più uno scopo ma una ‘mis-
sion’. Dopo ‘spinning’ facciamo ‘running’. Curiamo ‘make up’ e ‘outfit’. Al ‘coffee break’ si fa un ‘briefing’, all’’happy hour’ facciamo ‘gossip’. E il prossimo ‘week end’, ‘shopping’! Impossibile risalire al primo inglesismo, la prima zanzara british che zitta zitta ha infilato l’ago nelle carni cedevoli del nostro glossario, avviando il contagio. Il primo batterio che ha dato inizio alla colonizzazione del Treccani. Il Paziente Zero di un’epidemia lessicale. La lingua di Dante è a rischio default, travolta da quella di Shakespeare. Amiamo sfoggiare il nostro inglese misero e goffo, all’estero come in casa. Mai visto un crucco qui in Italia parlare il nostro idioma: siamo noi a dover capire il suo. E se non ci riusciamo al primo colpo e chiediamo ‘cosaaa??’’, lui spazientisce! La cedevolezza linguistica col tempo è degenerata in sottomissione culturale. Servilmente abbiamo censurato opere d’arte su dik-
di Massimo Ceccherini Podio
tat di leader islamici nostri ospiti. Abbiamo umiliato la nostra cultura per rispettare quelle altrui. A braghe calate e a novanta gradi, per qualche barile di petrolio in più. Vabbè il politically correct, ma politicamente prono mai! Piuttosto che parole, sforziamoci di importare dall’estero condotte virtuose. Impariamo dal Giappone, dove gli studenti sono tenuti a partecipare ogni giorno alla pulizia della loro scuola. O dalla Norvegia, in cui la scuola insegna economia domestica: maschi e femmine imparano a cucinare, cucire, piantar chiodi, riparare oggetti. Dai canadesi potremmo adottare il rispetto applicato al codice stradale. Lì non esiste il disco orario per il parking: si va a fiducia. E di recente i francesi hanno vietato per legge gli smartphone nelle scuole. Troppi inglesismi in giro, vero? Anche in questo articolo? Ma noo.. o forse sì. Sorry.
Un’esperienza d’oro… zecchino Ognuno di noi giovani o meno giovani conserviamo quasi sicuramente nel nostro cuore una canzone dello zecchino d’oro, chi non ha mai canticchiato almeno una volta “ quarantaquattro gatti … “ o “ il caffè della Peppina ... “ oppure le mitiche “ tagliatelle di nonna Pina … “ nei suoi 60 anni di storia lo zecchino d’oro ha conquistato il cuore di milioni di bambini che poi diventati adulti hanno conservato il ricordo di quelle simpatiche canzoni. Lo zecchino d’oro una fiaba sempre nuova che i bambini si tramandano di generazione in generazione sempre al passo con i tempi ma sempre rivolta a loro nel modo più semplice e spontaneo e, per quei bambini che hanno la passione per il canto, potervi partecipare è un grande sogno anche se non semplice da realizzare. Una sfida che ha voluto provare anche il piccolo Jacopo Righi che nel dicembre del 2016 ha deciso di iscriversi alle selezioni nazionali per la sessantesima edizione dello Zecchino d’oro. La prima tappa si è svolta il 4 febbraio 2017 a Tesero con l’audizione a porte chiuse a cui si sono presentati circa 80 bambini. Jacopo ed altri 9 bambini, superata questa prima selezione, hanno effettuato una seconda prova sotto forma di concerto dal vivo cantando davanti a più di trecento persone tra cui il Piccolo coro “Mariele Ventre” del-
l’Antonino diretto dalla maestra Sabrina Simoni. Jacopo ha presentato la canzone “Messer Galileo” classificandosi tra i primi quattro bambini selezionati per la finalissima all’ Antoniano di Bologna. Forte ed intensa l’emozione quando è stato annunciato il suo nome, cantare nel famoso teatro dello Zecchino d’oro era sempre stato un sogno per lui. Durante l’estate con tanto impegno e passione ha preparato, aiutato della sua insegnante di canto Laura Crescini (che lo segue anche nei fringuelli del Brenta di cui fa parte) le due canzoni che la giuria gli richiedeva per l’ultima fase di selezioni “Kyro” e “Quel bulletto del carciofo”.
Il giorno della finalissima è arrivato: il 30 agosto Jacopo è arrivato a Bologna dove assieme ad altri 80 bambini scelti tra gli oltre 5000 partecipanti alle selezioni in tutta Italia ha cantato sul palco dell’ Antoniano difronte alla maestra Sabrina Simoni, il project manager Claudio Zambelli e altri professionisti del canto. In questa ultima fase di selezione la giuria non cerca una vocalità straordinaria ma gli interpreti adatti, per personalità ed età, ad interpretare i brani scelti per l’edizione in corso. Jacopo è salito sul palco molto emozionato riuscendo a dare comunque il meglio di se cantando entrambi i brani con scioltezza, bravura e passione, ma ciò non è bastato per essere tra i 16 bambini scelti per partecipare al 60° zecchino d’oro. L’iniziale delusione a poi lasciato spazio alla gioia e alla soddisfazione per aver vissuto questa meravigliosa esperienza riuscendo ad arrivare comunque fino alla finale dando sempre il meglio di sé non avendo nulla da rimproverarsi. Jacopo è poi stato invitato a partecipare tra il pubblico alla puntata finale del 10 dicembre in diretta su RAI 1 dallo studio televisivo dell’ Antoniano. Questa indimenticabile esperienza con il magico mondo dello zecchino d’oro rimarrà sempre nel suo cuore.
Opinioni a confronto BOTTA E RISPOSTA
vilgiat@yahoo.it
Caro Adelino, come la mettiamo con gli orsi, hanno preso di mira la tua valle, ma il pericolo incombe su tutte le Giudicarie…a me tutta la faccenda degli orsi sembra una delle tante scempiaggini della politica trentina. E tu? Gli amici del bar Concordo. Quanto sta succedendo ora l’avevo previsto già una quindicina d’anni fa, lo dissi in una trasmissione televisiva e fui tacciato di insensibilità, cinismo e quant’altro. Avevo avuto già allora l’impressione che l’orso fosse visto in quel di Trento come lo Yoghi o il Bubu dei cartoni animati, tutta dolcezza e simpatia, nessuno di loro si rendeva conto di quanto invece gli orsi siano crudeli e sanguinari. Allora gli orsi erano
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Orsi, una scempiaggine una trentina, ora sono più di cento, quanti saranno fra dieci anni? La storia dell’orso reinserito nei nostri boschi, fortemente voluto dalla politica snob e salottiera di moda allora come adesso in quel di Trento, ha dell’incredibile. Nessuno che si sia posto il problema dell’impatto dell’orso con i valligiani con cui sarebbe venuto a contatto. Con un sacco di chiacchiere garantivano che non avrebbe creato alcun pericolo e c’è ancora qualcuno che ne è convinto. A parte le decine di pecore, di maiali, di capre, di asine e di manze (anch’essi animali, ma, a quanto sembra di serie B) che ha già sbranato violentemente in questi giorni, quello che più mi indigna è che la presenza dell’orso sta condizionando pesantemente la
nostra vita quotidiana, la nostra cultura, le nostre tradizioni, dobbiamo cambiare modo di vivere, quello che abbiamo sempre fatto non lo possiamo più fare, andare per funghi, tagliare la legna, passeggiare per il bosco, utilizzare serenamente le nostre “ca da mont”, senza che nessuno, nelle istituzioni si renda conto di quel che sta succedendo. Per non dire degli allevatori che già vivono in mille difficoltà, adesso
hanno un nemico in più, il più nemico di tutti. Oh, certo...l’orso in Trentino non ha fatto ancora nessuna vittima, dicono i benpensanti. Già, perchè siamo tutti allertati, ma in Croazia son più di seicento sin’ora le persone in qualche modo assalite dall’orso. Aspettiamo la prima vittima per cominciare ad affrontare seriamente il problema? Pazzesco! Credo che la vita di una persona valga più di cento orsi. E con-
cludo riportando e condividendo pienamente le parole dette sull’ “L’Adige” da Filippo Bazzoli, che parla da allevatore, ma i suoi interessi sono anche gli interessi di tutti noi, del nostro mondo, della nostra comunità: “E’ ora che gli allevatori facciano squadra, ma anche le Amministrazioni comunali, ci aspettiamo una levata di scudi di massa, perchè rischiamo di scomparire. Davvero non ci sentiamo più tutelati….l’allarme riguarda noi allevatori, ma riguarda anche la gente comune e i gestori delle malghe che hanno il terrore di lasciare i figli fuori dalla porta della malga. La nostra libertà finisce là dove inizia quella dell’orso…E’ vita questa? Ripeto è vita? Non è più tollerabile!” E ce l’ha con quelli che difendono
la convivenza con l’orso: “Ci stanno prendendo in giro. Siamo allevatori da sempre, teniamo alla nostra famiglia e al nostro bestiame, e non possiamo tollerare che persone che probabilmente vivono in Piazza Duomo ci insegnino come si deve vivere in montagna. Per i nostri animali abbiamo sempre dato tutto.” “E’ tutto da ridere andare a 2000 metri a recintare tutto nella speranza che l’orso non riesca ad abbattere i recinti e ad assalire le nostre bestie...lo abbiamo già sperimentato: delle recinzioni e degli steccati l’orso se ne fa u baffo.” Io, e non solo io, sono convinto che la storia dell’orso più che una questione da discutere sia, ora più che mai, una vergogna da rimuovere. Adelino Amistadi
Reddito di cittadinanza, Pd in trentino chi paga? come alle nazionali
Egr. Amistadi, anche alle recenti amministrative il Partito Democratico ha perso in tutta Italia, ora tocca al Trentino ha detto qualcuno, e credo che sarà così. Continuano a litigare, tutti che la sanno lunga, ma poi non riescono ad andare d’accordo… Paolo
Il PD è ormai sulla strada dell’estinzione, lo dicono i sondaggi, ma lo dicono soprattutto i comportamenti dei pochi superstiti, sia a Roma che a Trento. In quel di Roma non c’è giorno che non sorgano polemiche l’un contro l’altro armati. Tutti compatti nell’accoltellarsi alle spalle. Si guardano in cagnesco, si rimpallano le colpe, hanno nostalgia di Renzi perché per lo meno era un bersaglio facile per tutti. Si dicono le cose non tanto perché hanno un senso, ma soprattutto per colpire l’avversario. Si accusano l’un l’altro anche fra ex ministri, così mentre l’ex ministro Minniti, vanta i suoi risultati nel contenimento dei migranti, arriva l’Orlando che lo accusa d’aver fatto, con il suo lavoro, solo danni al partito. Scemenze vere e proprie, ma non conta, l’importante è colpire l’avversario e farlo fuori. Adesso, precipitati in fondo al burrone, stanno discutendo come venirne fuori. C’è chi vorrebbe il partito più spostato verso il centro, macchè, altri invece lo vogliono riportare ancor più a sinistra magari dimenticando che
a sinistra non c’è più nessuno. Qualcuno vorrebbe addirittura trasformarlo nel partito della Repubblica. Si ha l’impressione che chi parla talvolta non abbia alcuna idea di quello che sta dicendo. Meglio stare zitti. E qualcun’altro tace, appunto, sperando di potersi più facilmente svincolare qualora ci fossero altre opportunità. E non è che le cose a Trento vadano meglio. Parlano un po’ meno perchè sono meno “taliani” di quelli di Roma, ma le difficoltà fra di loro sono più o meno le stesse. E nessuno che sappia riprendere il timone con le dovute “palle”, con nuove idee e nuove facce, abbandonando gli sterili salotti, e riprendendo, con umiltà, a percorrere le strade del Trentino, non tanto per presenziare, ma per ascoltare. Ma forse è troppo tardi. Peccato. (a.a.)
Caro Adelino, quando i 5Stelle parlano di reddito di cittadinanza mi si rizzano i baffi che non ho. Regalare denaro ad un cittadino che non ha voglia di lavorare è pazzesco. Chi paga? Capisco un sussidio temporaneo a chi è in difficoltà, ma che dovrà interrompersi alla prima offerta di lavoro, accettata o no che sia. Ricordiamoci che alla fine, a pagare, saranno le tasse degli Italiani che lavorano. Massimo I grillini si stanno accorgendo pian piano, adesso che sono al governo, che molte delle loro proposte sono farlocche. Dare un reddito di cittadinanza a chi è senza lavoro, senza se, e senza ma, senza condizioni che ne limitino la richiesta, è come disincentivare la ricerca di un nuovo lavoro. E come dice Briatore, chi sta già sul divano a pol-
trire e riceverà poi il reddito di cittadinaza, lo comprerà più spazioso per riposare meglio. Un paese civile deve aiutare chi non ha lavoro e lo sta cercando e deve assistere chi per qualche invalidità non può lavorare. Ma non oltre. Il nostro Paese ha un welfare avanzato che prevede già diverse formule d’aiuto, tutte comunque attente ai conti di bilancio, Di Maio vorrebbe invece mantenere nel dolce far niente gran parte del suo elettorato del Sud perché non dimentichi d’essere riconoscente al momento opportuno. Quasi quasi, converrebbe anche a noi, arruolarsi con i grillini. La tentazione c’è. Purtroppo le cose non sono così facili. Il debito pubblico dell’Italia è enorme e in continua crescita e quindi meglio tacere che illudere la gente lanciando idee scarsamente irrealizzabili. I sogni e la realtà non sempre coincidono. (a.a.)
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LUGLIO 2018
estate 2018 da luglio a settembre Poli culturali, laboratori visite guidate & sport
TURISMO & CULTURA
STORIA & AMBIENTE Apertura dei poli in collaborazione con le Amministrazioni comunali di Bondone, Borgo Chiese, Castel Condino, Pieve di Bono-Prezzo, Sella Giudicarie, Storo, Valdaone e le Associazioni Aps Il Chiese, soc. coop. Iniziative e Sviluppo, Aps filodrammatica La Büsier, Aps la Miniera, gruppo volontari Pieve di Condino, Associazione culturale Filofior.
Poli culturali: una rete costituita da luoghi speciali disseminati lungo la Valle, grazie ai quali fruitori e cittadini possono conoscere e approfondire i caratteri storici, etnografici ed ecologici del territorio. A ciò si aggiunge una programmazione volta a favorire la scoperta della storia della Valle del Chiese, ammirarne i tesori d’arte, accedere ai musei e goderne gli ambienti caratteristici, partendo dai biotopi e dai laghi di fondovalle per giungere sino ai pascoli e alle malghe di alta quota.
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Anche quest’estate la Valle del Chiese propone contenuti di interesse culturale ed ambientale grazie all’apertura di quei luoghi da tempo valorizzati dall’intraprendenza delle nostre amministrazioni e gestiti dalla zelante passione degli enti e delle associazioni culturali operanti sul territorio. In questo contesto il Consorzio Turistico si pone come punto di riferimento e cabina di regia dalle numerose attività offerte, garantendo la qualità di un prodotto divulgativo che porta con sé l’impronta di un marchio importante come quello dell’ecomuseo della Valle del Chiese.
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