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ATTUALITÀ Il Bim del Sarca fa rete e cerca alleanze A pag

Giorgio Marchetti: “Assieme più forti, sia sulle concessioni che per facilitare l’uso delle risorse”

Il Bim del Sarca fa rete e cerca alleanze

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di Denise Rocca

Che Bim ha trovato al suo insediamento?

Non ho trovato una cosa nuova, nel senso che il meccanismo di funzionamento dei Bim, avendo già fatto parte dell’ente, lo conoscevo. Ho trovato un Bim del Sarca gestito bene, sia sulla parte amministrativa che politica, poi ognuno di noi mette qualcosa di suo quando arriva in un’amministrazione. Credo ci sia un’organizzazione in grado di sostenere efficacemente Comuni e associazioni di volontariato del territorio.

Quali sono i grandi focus del suo mandato?

Stiamo lavorando per portare avanti quei progetti che già stava facendo il Bim molto bene e cercando collaborazioni a livello sovracomunale e istituzionale: sia con gli altri Bim trentini, che sono quattro, sia con il Consorzio dei Comuni e la Provincia per quello che riguarda il ragionamento sull’energia e le concessioni idroelettriche che è cruciale in questo momento. Viviamo di canoni e sovracanoni ma non siamo noi a legiferare, chiarito questo credo che essere parte interessata e riuscire ed essere parte attiva nel meccanismo sia importantissimo. I Bim sono stati istituiti apposta per indennizzare le popolazioni dei territori depauperate dai prelievi d’acqua realizzati per la produzione di energia. Quindi la nostra voce è quella delle popolazioni locali ed è una voce che viene ascoltata, soprattutto se è una voce univoca.

Giorgio Marchetti, amministratore di lunghissima esperienza, ha preso le redini del Bim del Sarca da qualche mese e l’atteggiamento che il nuovo presidente ha impostato è quello di fare rete il più possibile per vincere le grandi sfide che l’ente deve affrontare: da una parte la partita del rinnovo delle concessioni idroelettriche e dall’altra il nodo dell’accumulo di risorse a disposizione dei Comuni.

Una volta si sarebbe parlato dei primi 100 giorni, come sono stati i suoi al Bim?

Oggi i primi 100 giorni nella pubbliche amministrazioni sono troppo brevi per fare qualcosa per davvero. All’inizio serve capire dove si è, portare avanti e correggere o rettificare ciò che ha bisogno di essere corretto o rettificato. Il tempo di fare cose nuove arriva un po’ dopo. Comunque ci siamo mossi nella direzione di mantenere e favorire il benessere della popolazione quindi rimangono gli incentivi che già il Bim ha messo in campo, e stiamo cercando di implementare queste azioni: per esempio sulle facciate del centro storico e sull’aspetto paesaggistico delle nostre borgate stiamo cercando di aumentare il raggio d’azione per allargare l’intervento anche sulle pertinenze dei centri storici. Altra ipotesi già piuttosto discussa in direttivo è quella di favorire la mobilità green, sia auto che bici elettriche, con degli incentivi a chi utilizza questi mezzi convinti che si generi un benessere ambientale e sociale. Convintamente sosteniamo anche le attività di volontariato che si rivolgono in maniera massiccia al Bim cercando di favorire, e questo ci tengo a dirlo, il volontariato reale, non i professionisti del volontariato.

Sulla partita del rinnovo delle concessioni idroelettriche a che punto siamo?

È un evento epocale: fino a qualche tempo fa le concessioni sembravano a vita, poi sono intervenute le modifiche normative ponendo delle scadenze e il dibattito si è acceso, anche sulle piccole derivazioni. Quello che posso dire è che la gara che ci sarà tenga conto dei fattori ambientali e dell’importanza dell’energia considerando che negli anni si è raggiunto un buon equilibrio fra le due cose: grazie ai deflussi minimi vitali abbiamo raggiunto un buon bilanciamento fra la necessità di produrre energia e avere un corso del fiume vivo. La Sarca, che è il nostro fiume, vede scorrere un quantitativo di acqua pulita e anche accettabile come volumi, non a caso il fenomeno della pesca sta crescendo tantissimo. Solo dieci anni fa poter fare il Fly Fishing Festival che c’è stato pochi giorni fa sarebbe stato impensabile. La sensibilità di capire che non c’è solo energia si è sviluppata, è giusto salvaguardarla senza però stravolgere questo equilibrio e punto d’incontro che dobbiamo ammettere è stato trovato.

Bim e Comuni, c’è sempre il nodo dei fondi che si accumulano per la difficoltà a spendere le risorse. Ci state lavorando?

Il nodo c’è ed è molto semplice da spiegare: gli importi stanziati in un determinato momento non posso essere usati in quel momento a causa di un procedimento burocratico molto lungo che va dal pensare un’opera e riuscire effettivamente ad aprire un cantiere. Quindi è chiaro che ci sono degli accumuli. Il problema non è stanziare più risorse, ma riuscire a fare le procedure velocemente. Sono convinto che creare un ente sovracomunale che sia anche stazione appaltante possa essere un passo avanti importante. L’ambito giusto come grandezza credo possa essere la comunità di valle o l’ambito dei Bim. Si tratta di aumentare la capacità di spesa accorciando i tempi morti che ci sono fra i progetti e autorizzazioni e l’inizio dei lavori. L’unica possibilità che vedo è farlo in maniera collettiva, con una struttura specializzata a livello sovracomunale che si occupa di questo, i singoli Comuni o i singoli Bim non hanno la dimensione per occuparsene efficacemente.

I punti, poco noti ai turisti ma di valore paesaggistico e ambientale, sono parecchi in valle, così sono state coinvolte le amministrazioni di Bleggio Superiore, Comano Terme, Fiavé e Stenico perché, in ognuno dei quattro territori, i Comuni si impegnassero a sostenere le spese per la realizzazione di un belvedere attrezzato che potesse diventare attrazione turistica e punto di riferimento per camminatori e bikers. Quattro i progettisti trentini impegnati su altrettante proposte sparse nei quattro comuni coinvolti. A Bivedo è al volo degli uccelli migratori che si sono ispirati gli architetti, Mirko Franzoso e Mauro Marinelli, per un arredo a forma di nido dove sedersi e ristorarsi, che proprio nel suo cuore avrà un nuovo bosco di piante scelte espressamente proprio per diventare un’oasi di sosta dei migratori che sorvolano la zona. Il luogo, il Dos da Bench, porta ancora i segni della tempesta Vaia: l’idea è che proprio qui rinasca un bosco, in un nido simbolico capace di accogliere gli uccelli in migrazione. A Fiavè, per l’osservatorio del Dus sulla strada che dalla frazione di Cornelle conduce al passo del Ballino, l’ingegnere David Marchiori ha pensato ad un’installazione che riprende la conformazione naturale del luogo e la forma degli alberi in cui è inserita. È un belvedere, ma anche un luogo ideale per l’osservazione degli animali: «Si vuole trasmettere anche il senso di essere in una struttura con delle caratteristiche particolari - spiega Marchiori - dove l’altezza, da sola, che riprende quella degli alberi intorno, porta ad un’emozione unica per gli osservatori che vi entrano». A Seo, nel Banale, ha proposto un’installazione su due livelli l’architetto Raffaele Cetto di Studio X Architettura: «L’ispirazione è venuta dalle numerose sorgenti che ci sono su quella costa, perché Seo, a differenza degli altri punti panoramici, è su un dosso molto alberato - spiega Cetto - e non volevamo toccare gli alberi. E nel contempo le sorgenti hanno forme interessanti. Quella zona è già usata dalla comunità, ma è totalmente nascosta alla vista. Con questa torre in legno che abbiamo pensato si voleva rendere visibile questo punto panoramico. E l’altra parte dell’installazione è rivolta ad est, riprende sempre il concetto della sorgente nella sua forma ed è uno spazio dove si potranno anche esercitare pratiche come lo yoga». A Lundo, in corrispondenza dell’attuale parcheggio davanti al cimitero, sorgerà invece una “scala”: ideata da Andrea Simon, Giacomo Longo e Lucia Pradel dello studio Mimeus Architettura di Fiera di Primiero: «Uno spazio che sia un luogo panoramico ma anche un luogo adibito a micro rappresentazioni visto che a Lundo si sta recuperando in questo momento, grazie ad una compagnia teatrale, l’attività di teatro storica del paese». Diverse sono le direttrici per la “scala di Lundo” per proporre diverse viste panoramiche sulla valle. E una serie di installazioni sono state progettate anche per il parco termale, a cura dell’azienda consorziale Terme di Comano. Il progetto, dello studio Raro architetti associati di Trento, prevede l’inserimento di alcune installazioni per incentivare la fruizione del bosco soprastante il parco per pratiche meditative e di contatto con la natura: ci sono quindi una serie di sedute semitrasparenti appese agli alberi, dei “cocoon” dove farsi cullare, e dei piani circolari che partono da tre alberi diversi dove si potrà risposarsi ma anche praticare yoga. Ad aggiungersi a queste due ci sono poi delle installazioni nel torrente interno al parco e un belvedere in uno dei punti panoramici già esistenti composto da due portali metallici colorati, quello d’ingresso quadrato mentre quello che inquadra il paesaggio circolare, legati assieme da una tessitura di cavetti di acciaio rivestiti in pvc colorato.

Quattro progetti sostenuti dai Comuni e delle installazioni per il parco termale Esteriori, belvedere di design per valorizzare il territorio

di Denise Rocca

Quattro nuovi belvedere e una serie di installazioni per la fruizione del parco termale come luogo di benessere e di pratiche di meditazione e ginnastica sono alcune della novità per valorizzare il patrimonio paesaggistico delle Giudicarie Esteriori che l’azienda di promozione turistica ha proposto ai Comuni.

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