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Le buone azioni che contano Le buone azioni per la crescita del nostro territorio 

Le buone azioni che danno valore al tuo futuro 

Giudi iudicarie

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iornale delle

MARZO 2018 - pag.

ELEZIONI

Non ci resta che sperare di Adelino Amistadi

Ho seguito con molta attenzione le vicende di questa campagna elettorale, un po’ per passione politica, un po’ per curiosità, un po’ per capire quel che potrà accadere dopo il 4 marzo, ad elezioni avvenute e probabilmente senza vincitori in grado di formare un nuovo governo. Se non ci saranno sorprese, nessuno degli schieramenti in ballo avrà la maggioranza dei seggi in Parlamento per andare avanti, e se anche il centro destra riuscisse a superare di poco il 40% dei suffragi le cose cambierebbero di poco. Su questo sono d’accordo un po’ tutti, se ne rendono conto anche i leader stessi delle varie forze politiche in gara, e allora è diventato sport nazionale cercare di capire quel che potrà accadere ad elezioni avvenute. A pagina 4

Le buone azioni che contano

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Le buone azioni che danno valore al tuo futuro �������������������

Mensile di informazione e di approfondimento

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ANNO 16 - MARZO 2018 - N. 3 - MENSILE

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FONDATO NEL 2002 - Distribuito da

Poveri nella civiltà del benessere In Trentino il 10,2% della popolazione a rischio indigenza

Una medaglia d’argento per Cecilia Maffei

Alle pagine 4 e 5

EUROPA

Russia, Cina e UE di Paolo Magagnotti

Speciale Elezioni politiche

A pagina 19

Alle pagine 14 e 15

Politica

SALUTE Sole, donna di Campiglio amicoM anemico Pag. 24

OREN ORE ORENZETTI

Lo ali A PAGINA 6

Territorio

Sarc ALLE PAGINE 14 E 15

SOCIETÀ Le vacanze dei giudicariesi Pag. 12 ARTE Romaniche Giudicarie S K IPag. R E N T I N22 G & SKI SERVICE A

Pochi giorni fa il direttore dell’FBI, il potente servizio di intelligence e sicurezza degli Stati Uniti ha comunicato al Congresso, ossia il Parlamento statunitense, che Russia e Cina stanno cercando di espandere in maniera sempre più aggressiva la loro sfera d’influenza nel mondo. Si tratta, fra l’altro, di un’autorevole conferma della politica destabilizzante che il Cremlino esercita soprattutto nei confronti dell’Europa e del rafforzarsi in termini esponenziali del “capitalismo comunista”...

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Cultu

Ch

Madonna di Campiglio

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Ciclismo

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Rassegna Stampa

MARZO 2018

A cura della REDAZIONE

RASSEGNA STAMPA FEBBRAIO 2018

DALLE GIUDICARIE DALLAPROVINCIA Contratti a chiamata, un boom: + 188,7% Il lavoro a chiamata (o lavoro intermittente) cresce nei primi undici mesi del 2017 di circa 4.700 unità (più 188,7% ). Al 30 novembre 2017 si contavano 8.584 lavoratori con contratto a chiamata in provincia di Trento. Aumenta anche il lavoro somministrato. In questo caso le nuove assunzioni da gennaio a novembre 2017 sono state 3.161 (più 23,2% rispetto al 2016), per un totale di 16.813 persone impiegate attraverso un contratto stipulato con agenzia interinale.

Pinzolo - A Birra dell’anno 2018 premiate la Special Winter Zeit e la Brenta Bräu Vienna del Birrificio val Rendena Sono stati assegnati i riconoscimenti di “Birra dell’anno 2018” durante la fiera Beer Attraction di Rimini. La più importante competizione italiana nel panorama della birra artigianale, organizzata da Unionbirrai, si è avvalsa di una giuria internazionale, composta da 84 esperti di settore e degustatori provenienti da tutto il mondo. I giudici, che si sono riuniti a Rimini per due intere giornate, hanno passato in rassegna ben 1650 birre partecipanti, circa il 20% in più della scorsa edizione, provenienti da 279 produttori in gara che si sono sfidati in 41 categorie diverse. Nonostante la competizione sia stata molto selettiva, alcuni premi sono finiti in val Rendena. I fratelli Collini del Birrificio Rendena si confermano al top in Italia nella categoria birre ambrate e scure, bassa fermentazione, basso grado alcolico d’ispirazione tedesca vincendo, come nel 2017, il primo premio con la Brenta Bräu Special Winter Zeit a cui si aggiunge un secondo posto con Brenta Bräu Vienna. Due ragazzi tentano di rientrare a valle con un fuoripista ma si perdono nel bosco. Recuperati dal soccorso alpino - Erano andati a sciare a Pinzolo al Doss del sabion, e alla fine della giornata anziché scendere con gli impianti hanno deciso di provare a rientrare a casa facendo un fuoripista. Ma hanno perso l’orientamento e sono finiti dalla parte opposta sul versante che guarda s.Antonio di Mavignola rimanendo bloccati in

un punto particolarmente impervio. L’episodio è accaduto a due ragazzi di 16 anni, uno residente a Giustino l’altro in vacanza a Giustino. Fortunatamente grazie al telefonino hanno allertato il soccorso alpino. L’intervento di recupero dei due dispersi non è stato affatto semplice. Alla fine tutto si è risolto per il meglio e i due se la sono cavata solo con un grande spavento. Esteriori - Per fare un albero ci vuole democrazia, a Santa Croce i giovani delle Esteriori si avvicinano alla politica - Cercare di avvicinare i gio-

vani alla politica è, oggigiorno, impresa ardua e poco appassionante. E non è pura demagogia o populismo, ma è una situazione che si tasta con mano ogniqualvolta ci si confronti con ragazzi sempre più sfiduciati dalla classe dirigente che da anni guida il Paese. Per questo l’iniziativa “Per fare un albero ci vuole democrazia”, organizzata dalle associazioni NOI San Luigi del Bleggio e “Pensare Politico” di Rimini e tenutasi nel nuovissimo oratorio di Santa Croce ha avuto il merito di attirare numerosi giovani - e non solo - dalle Esteriori.

FUNIVIE MADONNA DI CAMPIGLIO S.p.A. RICERCA PERSONALE PERSONALE RICERCA Per il potenziamento del proprio organico la Società ricerca personale per le seguenti posizioni: - Contabilità e bilancio Laurea in economia e commercio. Preferibile esperienza in società di revisione o studi di commercialisti - Ufficio tecnico Laurea quinquennale in ingegneria meccanica. Preferibile esperienza nel campo di società di esercizio o costruzione di impianti a fune - Ufficio informatica Laurea in ingegneria informatica. - Ufficio gestione lavori Geometra esperto in disegno con Autocad. Preferibile esperienza in imprese di costruzione

Inviare dettagliato Curriculum Vitae al seguente indirizzo mail: direzione@funiviecampiglio.it

Sfoglia il Giornale delle Giudicarie su www.giornaledellegiudicarie.it Si ricorda che è possibile sfogliare il Giornale delle Giudicarie sul sito www. giornaledellegiudicarie.it aggiornato ogni mese con le notizie più importanti che accadono in Giudicarie.

Stop al Glifosato in Trentino dal 2018 Il Trentino dice «no» al Glifosato, uno degli erbicidi più utilizzati al mondo. Già nel corso del 2018 potrebbe esserne vietato l’utilizzo sulle coltivazioni del nostro territorio. La Provincia in collaborazione con l’Apot (l’Associazione produttori ortofrutticoli trentini), infatti, ha annunciato l’intenzione di eliminare dai disciplinari di coltivazione

ortofrutticola il diserbante sotto accusa per i possibili danni alla salute. Tanto che anche l’Unione europea, nei mesi scorsi, ha dibattuto molto sul rilascio dell’autorizzazione all’impiego di tale sostanza (l’uso è stato poi concesso per altri cinque anni). Lo ha detto l’assessore Michele Dallapiccola alla presentazione della nona fiera delle macchine agricole di montagna AgriAcma, a Trento dal 2 al 4 marzo. Contagio malaria al S.Chiara: errore umano Le indagini per la morte della piccola Sofia Zago, la bimba di Trento uccisa dalla malaria il 4 settembre del 2017 senza essere mai andata in paesi dove la malattia è endemica, sono ad una svolta. Il fascicolo aperto a carico di ignoti dal procuratore Marco Gallina su un’ipotesi di omicidio colposo vede ora indagato un sanitario del reparto di Pediatria. Le indagini, condotte dai carabinieri del Nas, avrebbero individuato il momento del contagio ematico che ha permesso la sviluppo della

malaria del ceppo falciparum nella piccola Sofia. Malattia che, sostengono agli inquirenti incrociando dati storici e medici, sarebbe stata contratta al Santa Chiara a causa di un errore commesso da un sanitario. Poste: accordo sulla montagna Consegna giornaliera dei quotidiani, cassette dedicate per la posta internazionale, «locker» per la spedizione e il ritiro dei pacchi e-commerce, nuovi mezzi ecologici: queste alcune tra le novità previste di una convenzione triennale tra Poste Italiane e Provincia. La convenzione prevede anche la consegna con frequenza giornaliera (sabato compreso) di prodotti editoriali come i quotidiani. Per i cittadini che ne faranno richiesta Poste Italiane provvederà a collocare specifiche cassette dedicate al recapito degli invii e ad installare 10 cassette di colore azzurro destinate alla raccolta della corrispondenza internazionale al fine di contribuire allo sviluppo del turismo sul territorio.

Facciamoci una risata Con cadenza quasi giornaliera i fatti di cronaca offrono succulento materiale per discussioni e polemiche in diversi ambiti, da quello scientifico a quello politico, alcune pertinenti, altre pretestuose. In campagna elettorale poi, l’attualità entra a gamba tesa nell’arena politica, immancabilmente strumentalizzata ad uso e consumo di questo o quel partito. Di seguito si riporta una breve (e non esaustiva) rassegna di alcuni fatti che hanno acceso dibattiti in queste ultime settimane, con il corredo di alcune reazioni di personaggi politici e non. 24 gennaio L’Accademia Cinese delle Scienze annuncia la nascita di Zhong Zhong e Hua Hua, le prime due scimmie al mondo clonate con la stessa tecnica utilizzata per la pecora Dolly. Sembra più vicina l’ora dell’uomo. Il Vaticano tuona: “Pericoloso. L’uomo non giochi a fare Dio”. Tranquilli Eminenze, all’Uomo riesce meglio la parte del Diavolo. Fonti certe riportano che molti politici nostrani si siano offerti come cavie per arrivare alla clonazione umana nell’intento di prolungare in eterno la propria carriera politica. Appreso ciò gli scienziati avrebbero dichiarato all’unanimità di rinunciare per sempre agli esperimenti. 2 febbraio Amazon annuncia la possibilità di far indossare braccialetti elettronici ai propri dipendenti nei magazzini per migliorarne il lavoro quotidiano. Ma da più parti l’iniziativa viene subito condannata perché vista come uno strumento di controllo a distanza. Tajani (Presidente Europarlamento): “Intollerabile considerare l’uomo come un robot”. Calenda (Ministro Sviluppo): “Mai braccialetti in Italia” Buemi (responsabile Giustizia del Psi): “Aberrazione” Di Maio: “E’ tutta colpa del Jobs Act”. Ma sotto sotto il buon Luigi medita di imporlo a tutti i parlamentari 5Stelle. Più efficace dell’introduzione del vincolo di mandato... 7 feb In Germania, dopo lo stallo del dopo elezioni durato oltre quattro mesi, la cancelliera Merkel dice sì alla formazione di un governo dalle larghe intese con i socialdemocratici (Spd). Ma dopo neanche 48 ore il leader di questi, Schulz, sfiancato dalle voci interne al partito contrarie all’accordo, si tira indietro e ne annuncia lo stralcio. E bravi ‘sti crucchi! Lasciate perdere… l’inciucio è solo cosa nostra. Sui temi dell’immigrazione e della sicurezza la campagna elettorale s’infiamma. 9 feb A Frattamaggiore (Napoli) durante una rapina ad un’oreficeria, bandito ucciso dal proprietario che ha reagito sparando. Salvini: “La difesa è sempre legittima”. Gentiloni: “Il bisogno di sicurezza non è un bene fittizio. Ma c’è chi soffia sulle paure”. E il pd Di Marzio: “Bene. Un delinquente in meno”. Toh!…un idiota in più. Massimo Checcherini

Giornale delle Giudicarie, distribuito dalla Cooperativa Lavoro Da gennaio dello scorso anno il Giornale delle Giudicarie viene distribuito dalla Cooperativa sociale Lavoro, con sede in località Copera a Zuclo. Per segnalare critiche, suggerimenti, disguidi nella spedizione è possibile chiamare il numero della cooperativa: 0465-326420 oppure quello del Giornale delle Giudicarie, 0465322934, oppure via mail all’indirizzo: redazionegdg@yahoo.it.


Attualità

MARZO 2018 - pag.

Punto di partenza per gli

In valle utegia Crediti fotografici: Trentino Sviluppo D. Lira

di Giuliano Beltrami

COMANOÈ

la valle si presenta

Incontro tra i fornitori locali di servizi turistici e gli operatori del ricettivo, del commercio e i cittadini dell’ambito per conoscere le opportunità della Comano ValleSalus

Venerdì 16 marzo dalle ore 14 alle 18 Maso Pacomio (Loc. Curè - Fiavé) Un workshop organizzato dall’Azienda per il Turismo Terme di Comano Dolomiti di Brenta per valorizzare l’offerta e i servizi del territorio, favorendo la conoscenza tra le realtà economiche e turistiche. Un pomeriggio di incontro e scambio di informazioni ed esperienze tra gli operatori locali del ricettivo, del commercio e i cittadini per far conoscere le offerte in valle grazie a un contatto diretto con i singoli fornitori di servizi.

PROGRAMMA

Ore 14.00: saluti di benvenuto Ore 14.30: inizio lavori, la domanda incontra l’offerta Ore 16.00: anteprima “Viaggio dell’Emozione”: un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo guidato da una cantastorie tra racconti e incontri fortuiti con i personaggi del passato Ore 18.00: chiusura lavori Partecipazione gratuita su iscrizione presso APT Terme di Comano Dolomiti di Brenta

Via Cesare Battisti, 74 - 38077 Comano Terme, TN T. 0465.702626 - info @ visitacomano.it

w w w.v i s i t a c o m an o.i t #visitacomano

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Società

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In Trentino, 10,2% a rischio povertà

Poveri di Giuliano Beltrami

Il Trentino, secondo una serie di indicatori, è (diciamo sarebbe, ché il condizionale non guasta mai) la penultima regione europea in fatto di povertà, davanti solo alla regione spagnola dell’Andalusia. Così sentenziò l’Osservatorio della Caritas. Che sia un’istituzione seria è indiscutibile; si tratta di capire da quali indicatori sia partita. Statistiche? Viene in mente Trilussa e la sua storiella sui polli: se io mangio due polli e tu neanche uno, la statistica decreterà che ne abbiamo mangiato uno a testa. L’assessore provinciale allo sviluppo economico ed il presidente della Provincia oppongono un indignato dissenso rispetto alla sentenza, diciamolo, inquietante della Caritas. Il Trentino non è (non sarebbe, altro condizionale, per la par condicio) così mal ridotto. Però la povertà esiste, anche se è nascosta, resa il più possibile invisibile, quasi esorcizzata nella società del benessere, dei suv e delle grosse cilindrate. La povertà è fatta di famiglie che vivono appoggiandosi ai pacchi delle associazioni umanitarie, di uomini e donne che

prendono il minimo vitale ed altri emolumenti dai servizi sociali, ma anche di persone che (vuoi per orgoglio, vuoi per un senso di vergogna o di umiliazione) si rifiutano di lanciare richieste di aiuto. Però vedere un anziano rovistare nel cassonetto vicino al supermercato non appartiene più solo alla grigia periferia delle metropoli. Può accadere (accade, a quanto ci raccontano testimoni oculari)

anche nei nostri lindi paesi in cui i turisti cercano la genuina quiete bucolica. Bastino quattro dati a testimoniare il disagio sociale. Se in Italia la popolazione a rischio di povertà (statistiche, come detto sopra) si aggira attorno al 12% del totale, in Trentino (ultimo dato disponibile, 2015) era assestata sul 10,2%, molto più alta che nel vicino Alto Adige. E più alta rispetto al 2004, quando era del 9,3%.

Secondo un facile luogo comune strombazzato spesso da una politica piuttosto superficiale e propagandistica, gli utenti dei pacchi alimentari, degli affitti agevolati, dei redditi di garanzia, oggi assegni unici, e dei contributi facili sono gli stranieri: gli extracomunitari, per dirla con termini abusati. Non è proprio così. Fra gli indigenti (coloro che non arrivano a fine mese, anzi, spesso si fermano a metà)

ci sono anche conterranei di sette generazioni: la “nossa gent”. E’ vero, in un secolo siamo passati da terra di emigranti a meta di immigrati. Ma, come dice l’antico adagio, non tutto è oro quel che luccica, neanche fra le Dolomiti e il Garda. E le Giudicarie come stanno? Luigi (nome di fantasia) è un geometra in pensione. Entra tutte le matti-

ne nel bar e si gioca la speranza. I soldi non gli mancano, ma le pensioni per i professionisti come lui sono avare di soddisfazioni. Perciò tenta la fortuna. Ha letto di vincite di centinaia di migliaia di euro. Mai una volta che gli vada bene. Antonietta, di un altro villaggio giudicariese, la pensa allo stesso modo, ma lei non gioca alle macchinette; si vergogna ad andare al bar con i suoi 70 anni.

L’EDITORIALE di Adelino Amistadi

Non ci resta che sperare

Continua dalla Prima Le dichiarazioni di questi giorni non lasciano speranze. Se dal voto non uscirà una maggioranza, si tornerà al voto. Lo hanno detto convinti (?) sia Renzi del PD sia Berlusconi di Forza Italia: niente inciuci, niente commistioni confuse, solo Di Maio sembra orientato ad accogliere tutti purché gli diano l’occasione di diventare premier, così perlomeno ha dichiarato in inglese agli inglesi di Londra salvo cambiare opinione appena tornato in Italia. Chiusura ad ogni alleanza. Punto e basta. Anche perché sulla nave di un ipotetico governo Cinquestelle non ci salirebbe nessuno. Per non dire di Salvini del centro destra che è convinto che sarà lui il nuovo Presidente del Consiglio senza bisogno di nessuno. Stando così le cose, per tutto il prossimo mese saremmo pressati da un tormentone elettorale che ci annoierà fino alla nausea, unico rimedio sarà quello di spegnere la Tv e “che Dio ce la mandi buona”. Ovviamente, non andrà così per almeno tre ragioni che i leader in questione conoscono molto bene anche se oggi mentono sapendo di mentire.

La prima ragione è che tornare alla urne in breve tempo, con la stessa legge elettorale, sarebbe del tutto inutile. Non cambierebbe assolutamente niente e saremo daccapo. Con in più avremo l’elettorato ancora una volta gabbato, frastornato ed incazzato, con gran parte degli elettori che sarebbe complicato riportare alle urne. La seconda ragione è ancor più ovvia. Ve li immaginate i deputati e i senatori neoeletti abbandonare le poltrone appena conquistate per rimettersi in gioco? Affrontare un’altra sfida, sborsare altri quattrini, affrontare di nuovo gente delusa e sempre più disgustata? Ammesso poi che siano tutti riconfermati in lista. Noooo! L’unica possibilità di farli sloggiare dai seggi appena vinti è quella di farli allontanare con ogni mezzo, ma per fortuna impossibile a norma di Costituzione. Il terzo motivo riguarda tutti noi. L’Italia subirebbe un vero e proprio cataclisma finanziario nel momento in cui Europa e mercati finanziari dovessero prendere atto dell’impossibilità di avere un governo. Questa ragione è forse la più pericolosa e grave perché riguarderebbe tutti, sarebbe inevitabile una reces-

sione paurosa che ci riporterebbe agli inizi della crisi, con industrie che se ne vanno, disoccupati in aumento, consumo bloccato, crescita della povertà e via dicendo. A queste ragioni se ne potrebbero aggiungere altre, ma sono più che sufficienti per capire che tutte le dichiarazioni dei quattro leader principali saranno clamorosamente smentite. E’ un po’ tutta colpa di una legge elettorale balzana, senza senso, che non permetterà mai di avere una maggioranza numerica sufficiente per governare. Io ho comunque l’impressione che si giungerà a soluzioni probabili, deboli, gracili, ma che ci permetteranno di andare avanti. Presumibilmente si dovrà metter mano a compromessi per cercare di formare un governo, facendo di necessità virtù. I leader potrebbero risultare in imbarazzo dovendo smentire tutto quanto detto durante la campagna elettorale, ma alla fine non ci saranno problemi, non è la prima volta né sarà l’ultima in cui si rimangiano le promesse fatte. Ma per un pò dovranno starsene calmi in un cantuccio per evitare guai, perché dopo il tempo degli urlatori, sarà il turno dei mediatori. Uno, molto stimato,

è già a Palazzo Chigi e ho l’impressione che ci rimarrà per un bel po’, in attesa che si pensi a qualcosa d’altro. Una cosa innanzi tutto: cambiare la legge elettorale, altrimenti saremmo sempre a quella. E

non sarà per niente facile, ma è l’unico modo per uscire dalle secche. E quindi ne passerà di tempo, ne sono convinto. Come conclusione usciremo da questa triste vicenda con un’altra pericolosa risultan-

za: la credibilità dei nostri politici, dei nostri leader, dell’Italia ne uscirà distrutta. E solo noi, la gente normale, gli elettori ne pagheremo innanzi tutto le rovinose conseguenze.


Società

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nella civiltà del benessere Servizi sociali ed associazioni di volontariato, in Giudicarie la rete di aiuti è capillare

Lei compera i “Gratta e vinci”. Hai visto mai che un giorno... “Ma sì - racconta - mio figlio lavora, ma ogni tre per due viene a domandare qualche soldo per acquistare un indumento per i bambini”. Il fenomeno più recente degli “aiuti umanitari” riguarda la distribuzione dei pacchi alimentari. Lo sta gestendo uno stuolo di associazioni di volontariato, da Robin Hood alla Caritas, dalla Croce Rossa a Stenico 80. Andando a spanne, in totale sono servite dalle 150 alle 200 famiglie. Valutato il numero medio dei componenti per famiglia, si va dai 600 agli 800 fruitori. Se consideriamo che le Giudicarie hanno circa 37.000 abitanti, significa che dal 2 al 3% della popolazione si mette in contatto con la distribuzione di alimentari. E se consideriamo il numero di coloro che, per orgoglio o vergogna, non chiedono... Il numero aumenta certamente. Come tutti i meccanismi, anche questo ha avuto bisogno di essere oliato. Per capirci, anche fra i bisognosi esistono i furbetti: poteva accadere che in una famiglia il papà andasse a Robin Hood ed il figlio alla Caritas, per citare un esempio. “Ad ogni buon conto - racconta Adriano Accili di Robin Hood - ci siamo strutturati con schede su cui mettiamo i nomi di ogni famiglia, la presenza di anziani e bambini, le abitudini alimentari. Perché si deve pensare che i fruitori sono di varie religioni”. Gente a reddito zero? “No - risponde Accili - più spesso sono famiglie numerose che faticano a tirare avanti. Tenete conto che il pacco talvolta serve anche per alleggerire i costi della quotidianità. In altre parole, risparmiando sugli alimenti, una famiglia può comperare un paio di pantaloni o una maglia, o le scarpe per i bambini”. Volontari sì, ma organizzati. Prendi Robin Hood. “Abbiamo un responsabile della distribuzione - racconta Accili - che riceve i 4 o 5 bancali di alimenti in arrivo dal Banco Alimentare ogni mese, pronti per essere messi nei pacchi e distribuiti”. Pasta, zucchero, biscotti, omogeneizzati, oltre a prodotti freschi in fase di scadenza. Il Banco

Alimentare ha un progetto secondo cui i prodotti freschi vicini alla scadenza, o quelli frutto di donazioni, vengono dati dai vari supermercati per essere messi in circolazione nei pacchi. A Tione si può contare anche su Eurospar e, da poche settimane, sul nuovo discount della Lidl. Fra gli altri soggetti della rete c’è anche Caritas, che ha un sistema di raccolta diverso rispetto a Robin Hood, come spiega Giusi Salvaterra: “Ci aiutano a turno le parrocchie cui attingiamo dalla loro raccolta viveri. Il resto lo comperiamo in base alle offerte che riceviamo”. L’anno scorso ha distribuito 1.400 borse alimentari (quasi 30 alla settimana) di “secchi” a famiglie autorizzate. Ma fa di più. Ancora Giusi Salvaterra: “Ogni settimana distribuiamo un centinaio di borse di alimenti freschi che recuperiamo attraverso Trentino Solidale”. Non solo alimenti. Il Centro aiuto alla vita di Tione distribuisce latte e pannolini per le famiglie in difficoltà economiche. Nel 2016 nelle Giudicarie i nuclei familiari che ne hanno usufruito sono circa 250. Poi ci sono le bollette. “Certo. Periodicamente arrivano richieste da chi non riesce a pagare neanche le bollette”, confermano alla Caritas.

I tanti volti della povertà C’è la povertà economica: quella che non ti permette di arrivare a fine mese. Ma quasi sempre dietro all’indigenza economica c’è l’indigenza culturale. Che dire della ludopatia? Su questo giornale abbiamo letto i dati allarmanti del gioco: più di 16 milioni di euro gettati nelle macchinette nel 2016. A proposito di statistiche, significa quasi 450 euro a giudicariese (compresi neonati ed ospiti delle case di riposo) gettati nel gioco. E che dire dell’indebitamento delle famiglie? In Trentino, secondo gli ultimi dati, 3.700 famiglie hanno debiti bancari non pagati per oltre due miliardi di euro. Poi c’è il credito al consumo, che corrisponde al vecchio pagamento a rate con cambiali. Offertissima: si compera in gennaio, tanto si comincia a pagare ad aprile. L’illusione dura

qualche mese, poi arriva il recupero crediti che ti porta via la lavatrice. E questa è la povertà causata dall’indigenza culturale. Gli interventi pubblici Offerta di alimenti, pagamento di bollette, ma nelle pieghe di una società ricca si nasconde anche la ricerca di lavoro: d’altronde i posti persi per chiusura di aziende degli ultimi vent’anni (edili in primis, ma anche industriali) sono centinaia sul territorio giudicariese. Con una conseguenza: la disoccupazione. In particolare negli ultimi tre anni parecchi stranieri che vivevano nelle Giudicarie hanno deciso di tornare nei loro Paesi o di cercare lavoro in centro Europa. Accanto ai disoccupati ci sono le persone in difficoltà, che trovano occupazione nei lavori socialmente utili. Alle liste dell’Intervento 19 si sono iscritte, nel 2017, 398 persone, di cui 244 disoccupate. Vengono assunte in due settori: verde (pulire sentieri, giardini e strade) e sociale (animazione nelle case di riposo). Uscendo dal campo del lavoro, arriviamo agli interventi economici erogati dalla Comunità di Valle. Primo fra tutti il reddito di garanzia (fino al 3112-2017) e l’intervento economico straordinario. Il reddito di garanzia era un aiuto economico mensile rivolto alle famiglie ed ai singoli, che serviva a garantire un livello di entrate sufficienti per permettere di avere beni e servizi primari (cibo, vestiario, casa, utenze energetiche, servizi scolastici, servizi di trasporto ecc.). Era calcolato sulla base dell’Icef e aveva un tetto standard, progressivo in

base al numero dei componenti del nucleo familiare. Intervento universale con due modalità di erogazione: 1. con l’automatismo, pagato direttamente dalla Provincia tramite l’Agenzia per la Previdenza e Assistenza Complementari, rivolto a chi lavora o percepisce ammortizzatori sociali, e ai pensionati; 2. tramite il Servizio sociale, pagato dalla Comunità di Valle, rivolto a persone e nuclei che, oltre a non avere i requisiti lavorativi per l’automatismo, presentano altri problemi di tipo sociale: infatti è vincolato all’adesione ad un progetto per uscire dallo stato di bisogno. A partire dal primo gennaio 2018 il reddito di garanzia è stato accorpato al nuovo assegno unico provinciale, gestito direttamente dalla Provincia tramite l’APAPI (Agenzia Provinciale per l’Assistenza e la Previdenza Integrativa). I criteri di erogazione sono in linea di massima gli stessi di quelli applicati per il reddito di garanzia. Al Servizio socio-assistenziale compete unicamente la presa

in carico di persone che non possiedono i requisiti lavorativi necessari per usufruire dell’assegno unico e presentano problematiche sociali complesse. Tocca al Servizio socio-assistenziale “sbloccare” la domanda di assegno unico il cui iter di erogazione rimane in carico all’APAPI. Nel 2016 e nei primi 9 mesi del 2017 hanno beneficiato del reddito di garanzia circa una ventina di nuclei familiari e circa una trentina di persone adulte; l’importo medio erogato è di circa 500 euro per i nuclei e di circa 400 euro per le persone singole. In alcuni casi le cifre erogate erano vincolate alla copertura di spese primarie quali ad esempio quelle relative all’affitto ed ai generi alimentari. Curiosità! Per quanto riguarda i beneficiari adulti, gli importi erogati risultavano maggiori per gli uomini rispetto alle donne, sia in termini di numero di mesi coperti che di importi concessi. L’intervento economico straordinario è invece un aiuto una tantum rivolto sia alle famiglie che ai singoli e serve a far fronte a spese indifferibili non coperte da nessun altro intervento. Viene erogato in seguito a una verifica di specifici requisiti economici ed alla valutazione del Servizio sociale. L’intervento è erogato soprattutto a favore di nuclei familiari ed in misura ridotta di persone adulte sole. Le tipologie di bisogno coperte dall’intervento sono solitamente quelle relative alle spese di gestione dell’abitazione, all’acquisto di generi alimentari, a spese sanitarie, ai trasporti e a spese relative alla scuola.

Le richieste di interventi economici a copertura di spese sanitarie (tra queste ad esempio l’acquisto di occhiali) rappresentano una percentuale minima; da ciò si deduce che tali spese sono coperte in modo sufficiente dal Servizio sanitario provinciale. Gli interventi relativi all’acquisto di generi alimentari sono concessi solitamente a persone in situazione di grave disagio sociale, per le quali risulta difficile costruire progetti e percorsi di autonomia. Le spese relative alla scuola riguardano invece soprattutto il pagamento della mensa presso le scuole per l’infanzia, attività di animazione estiva e acquisto di materiale scolastico. C’è poi la voce “trasporti”, che si riferisce soprattutto all’acquisto di abbonamenti per il trasporto pubblico per motivi di lavoro. Nel 2016 una settantina di persone hanno beneficiato di tale intervento: la maggior parte in rappresentanza di nuclei familiari con figli minori, diminuiti ad una sessantina da gennaio a settembre 2017. L’importo totale erogato per questo intervento corrisponde a circa 30.000 euro all’anno. Quanto alla distribuzione dei pacchi viveri, è da aggiungere che il pacco è composto da generi alimentari “secchi” (pasta, riso, passata di pomodoro, olio, farina) e viene consegnato alle famiglie dopo un’attenta valutazione della situazione del nucleo familiare da parte dell’assistente sociale di riferimento sul territorio. Solitamente i pacchi viveri vengono consegnati settimanalmente, ogni 15 giorni oppure mensilmente in base ad un progetto condiviso con il Servizio sociale. Il pacco può essere ritirato presso le sedi delle associazioni oppure consegnato a domicilio. Alcuni generi alimentari, distribuiti da Caritas e Robin Hood, possono essere ritirati dalle famiglie in modo autonomo. Insomma, fra Servizi sociali ed associazioni di volontariato, la rete nelle Giudicarie è estesa, anzi, capillare. D’altronde anche il bisogno non conosce campanili, né cippi di confine fra paese e paese, nonostante viviamo nella società del benessere.


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Politica

MARZO 2018

Iscrizioni alle superiori: va forte la scienza

Ai ragazzi dell’Alta Formazione dell’Enaip vengono riconosciuti 7 esami del primo anno di Scienze dell’Alimentazione e Gastronomia

Una classe in più al Guetti. L’Upt attiva due e-class

Iniziamo dall’Istituto di Istruzione Lorenzo Guetti, dove la dirigente Viviana Sbardella informa che gli studenti iscritti al prossimo anno scolastico sono complessivamente 209, 21 in più rispetto all’attuale anno scolastico. Si avranno quindi 12 classi prime, una in più rispetto ad oggi. “Per quanto riguarda le scelte, il prossimo anno avremo due classi di Scienze Applicate, per un totale di 34 iscritti, una al Liceo Scientifico, con 21 studenti iscritti e due classi anche nel Liceo Linguistico, con 30 iscritti – spiega Sbardella - Gli iscritti all’Istituto Tecnico settore Tecnologico sono ancora 28, per un totale di due classi, così come per l’Istituto Tecnico Settore Economico, dove sono 38, come 38 sono gli studenti iscritti al Liceo delle Scienze umane che andranno a formare altre due nuove classi. Il Liceo Scientifico per le Professioni del Turismo di Montagna, a numero chiuso, avrà ancora i suoi 20 studenti provenienti da tutta la provincia di Trento e perfino uno addirittura da Cassino, in provincia di Frosinone”. Per la sezione dei Corsi serali, a fronte dello scarso interesse riscontrato per il settore “Costruzioni, ambiente e territorio”, l’Istituto per il prossimo anno ha fatto richiesta in provincia di un nuovo corso Tecnologico a indirizzo Informatico: “Da alcune nostre ricerche abbiamo scoperto che potrebbe essere utile al territorio in termini di risorse dispo-

di Mariachiara Rizzonelli Tanti, giovani, curiosi ne. Per soddisfare la di vedere come andrà, loro e l’altrui curiosità questi gli studenti che si sono iscritti per frequen- abbiamo chiesto ai dirigenti Viviana Sbardella, tare le scuole superiori all’Istituto Lorenzo Guet- Emilio Salvaterra e Claudio Nicolussi i numeri e ti e nei Centri di Formazione Professionale Enaip le novità previste per l’anno scolastico 2018 nei e Upt presenti nel capoluogo giudicariese di Tio- nostri istituti.

nibili – spiega la dirigente - soprattutto nell’area della Valle del Chiese, dove competenze di questo tipo si vanno a reclutare in Lombardia. Potrebbe essere utile anche a studenti già diplomati che non riescono a sfruttare bene il proprio diploma o a chi vuole migliorare la propria posizione lavorativa”. Il dirigente del Centro di Formazione Professionale Enaip Emilio Salvaterra dal canto proprio conferma che il numero delle iscrizioni finora ricevute ha raggiunto il totale dell’anno scorso, cioè 75 iscritti, distribuiti equamente tra gli indirizzi Industria e Artigianato e Alberghiero e Ristorazione (frequenta-

to nel primo caso solo da maschi e nel secondo da ambedue i sessi). Già con quest’anno è partito un corso di Alta Formazione Professionale sulla Ristorazione che porta al diploma di Tecnico superiore di Cucina e Ristorazione, e accoglie studenti provenienti da tutta Italia, dove si alternano sette mesi di frequenza a scuola con quattro mesi di praticantato in Italia e all’estero. “Per questo corso siamo legati all’Università S. Raffaele di Roma – spiega Salvaterra - che riconosce ai nostri ragazzi dei crediti che possono utilizzare nel caso intendessero continuare a studiare all’università”. “Gli studenti che

frequentano questo corso - sottolinea il docente del corso e insegnante universitario del S. Raffaele di Roma, Alex Revelli Sorini - senza aggravio di costi o dover sostenere esami di ammissione particolari, possono avere già riconosciuti 36 crediti formativi che corrispondono a 7 esami del primo anno di Scienze dell’Alimentazione e Gastronomia del S. Raffaele”. Questo avviene attraverso l’insegnamento nei due anni di Alta Formazione di materie come Storia della gastronomia, Analisi sensoriale, Gastronomia regionale e altro ancora, spiega; in questo modo chi lo desidera può accedere direttamente al primo anno del corso dell’Università S. Raffaele avendo altri due soli esami da dare: “E’ un’intui-

zione dell’Alta Formazione locale che ha compreso che ai ragazzi si dovevano insegnare non solo materie tecniche ma anche a contenuto nutrizionale e comunicativo e che si configura come la prima esperienza in Italia”, conclude Sorini. Dal Centro di Formazione Professionale UPT il dirigente Claudio Nicolussi fa sapere che quest’anno le iscrizioni si mostrano finora in lieve calo rispetto agli altri anni, anche se molto probabilmente ne arriveranno altre fuori tempo come accade spesso, mentre le classi seconde, terze e quarte sono piuttosto numerose. “Le novità sono invece l’impianto delle tre lingue che porteremo a compimento come da normativa entro il 2020 – spiega Nicolussi

- Per fortuna abbiamo due insegnanti dotati di certificazione B2; quest’anno abbiamo già fatto Clil sperimentale in tedesco sulla matematica. Ci appoggiamo anche all’Aisec, un’associazione internazionale di studenti universitari che hanno a disposizione sei settimane da passare in giro per il mondo, dando 8 ore giornaliere alla scuola; nelle prossime settimane dovrebbe arrivare un ragazzo con un C1 in inglese. Ad aprile infine i ragazzi saranno in Inghilterra a Exter per una decina di giorni e faremo anche partire un corso esterno di russo con una nostra docente interna”. L’Upt sta anche implementando l’utilizzo dell’informatica a scuola sia attraverso la gestione delle “App” per telefonino in ambito turistico, sia attraverso l’acquisto di una stampante in 3D e un progetto con la Fondazione Bruno Kessler per cui si sono approntate due “E-class” con un computer in dotazione per ogni ragazzo. L’Upt soprattutto ha attivato a Trento l’Alta Formazione Professionale sul Commercio Internazionale, con una parte fatta in inglese e una grande parte curata dalle aziende che prevede anche un tirocinio all’estero, cui partecipano già alcuni degli studenti di Tione. Nel quinto anno per superare quello che è l’esame Ipc nel resto d’Italia l’UPT ha addirittura due classi per 38 studenti totali. “Ormai sappiamo che nessuno viene assunto prima dei diciannove o vent’anni e che avere cultura è utile a tutti” conclude il dirigente Nicolussi.


Politica

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Le famiglie vogliono rimanere a Pieve di Bono, il rischio futuro è per le pluriclassi

IlnietdiCastelloallascuoladiCondino di Francesca Cristoforetti

Quali sarebbero i cambiamenti effettivi nella nuova organizzazione? La proposta prevede lo spostamento dei bambini di Castel Condino e Cimego dalle elementari di Pieve di Bono a Condino, mentre per i ragazzi di Condino e Brione dalla scuola media di Storo alla sede di Pieve di Bono. Il nuovo riassetto, promosso in particolar modo dal sindaco di Borgo Chiese Claudio Pucci, non sembrava apparentemente essere vincolante per Castel Condino, che avrebbe dovuto spostare i suoi bambini dalle elementari di Pieve di Bono alla sede di Condino: la decisione su dove mandare i propri figli a scuola non sembrava ancora essere un problema per i genitori castellani, da sempre coinvolti e tenuti informati sugli sviluppi della vicenda. Il problema è sorto dopo la ratifica del progetto scolastico da parte del Presidente della Provincia Ugo Rossi, proprio a segui-

La riorganizzazione di un Istituto comprensivo non è una facile operazione, in particolare se di mezzo ci sono diversi comuni e frazioni che non la pensano allo stesso modo. Questo è il caso dell’Istituto comprensivo del Chiese, che nel riassetto delle varie sedi delle scuole primarie e secondarie, ha trovato una frizione da parte di Castel Condino, contrario al trasferimento dei piccoli alunni a to dell’assemblea di ottobre. La decisione di mandare i propri figli a Condino infatti non è stata ben accettata nè dai genitori di Castel Condino nè da alcuni consiglieri comunali. Il primo cittadino di Castel Condino Bagozzi è dovuto intervenire cercando di risolvere la diatriba interna rivolgendosi al presidente Rossi, spiegando la situazione e le divergenze che si sono venute a creare. Una possibile soluzione è stata trovata in accordo con il professor Fabrizio Pizzini, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo, che cercherà di «garantire il percorso scolastico a chi già sta frequentando la scuola elementare a Pieve di Bono»,

come ci riporta Stefano Bagozzi, che aggiunge anche che il provvedimento, se approvato, verrà attuato «su chi inizierà con il prossimo anno scolastico e non su chi

Condino. Ma andiamo per ordine e partiamo dal principio: è il 3 ottobre 2017 quando i sindaci dei comuni, i responsabili dei plessi scolastici e il direttore dell’Istituto comprensivo del Chiese “Don L. Milani” si riuniscono con lo scopo di «ridefinire gli ambiti della scuola», come afferma il sindaco di Castel Condino Stefano Bagozzi, e riorganizzare l’Istituto.

sta già frequentando». Questa soluzione sembra piacere ai genitori castellani, che hanno reagito positivamente; la proposta è stata quindi comunicata al Dipartimento

della Conoscenza di Trento, a cui è stato anche chiesto di garantire il trasporto pubblico in orari scolastici nel caso in cui i bambini si debbano spostare. Ora si attendono quindi delle risposte che dovrebbero arrivare a breve sia dal Presidente della Provincia che dal Dipartimento. Perché proporre questi nuovi cambiamenti? La necessità di tale decisione, ci spiega il sindaco di Castel Condino, nasce sia da una necessità economica, quindi «per ridurre i costi, ma soprattutto per evitare la creazione di pluriclassi a Condino». Aggiunge inoltre che il discorso si estende anche su un piano politico perché «noi sindaci abbiamo una

duplice responsabilità, sia verso i “nostri” che verso gli altri». Sempre in contatto anche con il collega sindaco di Borgo Chiese Claudio Pucci, il quale ha preferito non aggiungere nulla di più riguardo alla vicenda, il sindaco castellano Bagozzi sostiene di voler raggiungere l’obiettivo senza creare dissidi interni e cercando di soddisfare le esigenze di tutti. Non è la prima volta che Castel Condino si trova ad andare contro corrente: anche al referendum del 14 dicembre 2014 i castellani erano stati gli unici a distinguersi per la loro contrarietà alla fusione del loro comune con quelli di Brione, Cimego e Condino per la creazione del nuovo Comune di Borgo Chiese. Il verdetto per Castel Condino questa volta non sarà così immediato come il precedente scrutinio: per risolvere le dispute sulla scuola bisognerà avere la pazienza di attendere delle risposte.


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Attualità

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“Le famiglie hanno budget contenuti - ci conferma Nicola Bonapace, della Bonapace e Cereghini - ed il mercato si è ravvivato quasi esclusivamente nella fascia da 110 a 150 mila euro al massimo, nelle zone di Tione, val del Chiese e bassa Rendena, per appartamenti sui 90 metri quadri. Dai 160 ai 250 mila euro è ancora tutto fermo”. Diversa la situazione in alta Rendena dove, a Pinzolo, i prezzi sono sui 3000-3500 euro/mq, il triplo a Campiglio, per il nuovo, e dove si parla quasi esclusivamente di seconde case. A Comano Terme la situazione non è molto rosea, ad esempio recentemente sono stati venduti all’asta giudiziaria ben tredici appartamenti. Le banche hanno ripreso pian piano a concedere mutui, ma ci devono essere garanzie: bisogna avere disponibile almeno il 20% della cifra, e contratti di lavoro a tempo indeterminato. “C’è da dire continua Bonapace - che nel 2008 il mercato era drogato, ed i venditori non si sono accorti subito che le cose erano nettamente cambiate. Forse il periodo peggiore è stato il triennio 2011-2013, quando si riteneva quasi offensiva una proposta di acquisto con valori del 30% in meno rispetto a qualche anno prima. Tutto era fermo, e le agenzie sono riuscite a sopravvivere grazie alla gestione delle amministrazioni condominiali. Dopo il 2015 c’è stato qualche segnale di ripresa, si è ri-

Sui 150 mila euro il budget medio delle famiglie

Case: risalgono i prezzi in Alta Rendena Periodo peggiore nel triennio 2011/13 di Chiara Garroni

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nche in Giudicarie, come in tutto il Trentino, c’è una lenta ripresa nel mercato immobiliare. A dieci anni dall’inizio della crisi che ha colpito pesantemente questo settore, si può dire che “la casa è ancora oggi l’oggetto più ambito”. Ce lo ha detto la titolare dell’agensvegliato l’interesse, ed ora si registra un certo equilibrio fra domanda ed offerta”. Per la seconda casa c’è da notare che la ricerca è cambiata. “Il turista - dice Odetta Amistadi - sentendo parlare di crisi da dieci anni, pensa che i venditori abbiano la necessità di concretizzare, ed offre cifre davvero contenute. Il nuovo, concentrato in parte a Tione ed in Val Rendena, è sempre molto lento da movimentare, in quanto sono le ditte costruttrici le proprietarie e per necessità di bilancio, costi di costruzione sostenuti e

zia Trentino casa, Odetta Amistadi, che sottolinea come per la prima casa non si sia mai interrotta la richiesta, ma il problema è semmai sostenere un mutuo ventennale, per chi se lo vede erogare, data la precarietà lavorativa di almeno uno dei componenti la famiglia.

finanziamenti da estinguere con interessi maturati, sono costrette a mantenere sul mercato valori importanti, e dunque trovano poco riscon-

tro. Il turista non ha fretta, monitora i prezzi e aspetta l’occasione”. Gli affitti ordinari evidenziano un costante spazio di mercato, non c’è

mai stata una crisi così forte come nelle vendite. Spesso sono coppie giovani, che provano a convivere, ed in un secondo tempo si orientano all’acquisto. A Tione sono assai richiesti i bilocali ammobiliati, da parte di persone che vengono qui a lavorare, soprattutto all’ospedale e nelle scuole. C’è una certa disponibilità di immobili, ma i proprietari difficilmente accettano di affittare per meno di sei mesi, ed un precario con supplenze più brevi è in seria difficoltà a trovar casa. I terreni sono scesi molto di

valore, perché è assai difficile trovare gente che poi abbia almeno 300-400 mila euro disponibili per costruirsi la villetta. Le baite sono ricercate dai turisti, ma gli acquirenti si dimostrano quasi sempre “impreparati”. Ad esempio quando si accorgono che la strada per accedere alla casa in montagna è stretta e in parte sterrata, che non c’è la corrente elettrica ma pannelli solari, e che mancano le comodità della città, spesso si tirano indietro. Per concludere l’analisi di mercato di questi dieci anni, si possono evidenziare tre punti chiave: la lentezza a concludere, a causa dell’eccessiva offerta, l’offerta di immobili lontani dalla richiesta media, e prezzi ancora alti rispetto alla disponibilità di chi vorrebbe comparare.

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Viabilità in Rendena Una piscina interno/esterno collegata ad una nuova, moderna, Spa a servizio di tutto il comparto termale di Denise Rocca

Pr Iori: “Rappresenta la visione e il concetto di terme dei prossimi vent’anni”


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Economia

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Una Val del Chiese in trappola Le penalizzazioni della viabilità

L’inaugurazione delle due opere, attesa per l’estate del 2018 in vista delle elezioni regionali di ottobre, alla detta dei tecnici dovrebbe velocizzare il passaggio del traffico in due punti nevralgici riavvicinando Brescia alla Val del Chiese che dopo decenni d’isolamento (basta osservare il numero di alberghi in costate diminuzione in tutta la Valle, compresa la stessa Tione) e far ritornare la statale del Caffaro la principale arteria economica di collegamento della Lombardia con le Valli Giudicarie e le sue sublimi bellezze montane che vanno dall’Adamello in Val di Daone, alla Val di Genova fino al Gruppo del Brenta e le Terme di Comano e alla stessa Val di Ledro, ora rivolta solo verso il Lago di Garda. Non serve citare studi di economisti e urbanisti per comprendere l’importanza della viabilità e la facilità di accesso per l’economia delle aree periferiche montane soprattutto per aree geograficamente isolate dalla natura come la Valle del Chiese e le stesse Giudicarie. L’aver favorito negli ultimi decenni l’accesso a Madonna di Campiglio tramite l’A22 la Val di Sole e la Valla dei Laghi, soprattutto per i lombardi, che sono i più numerosi, è sempre più difficoltoso sia in termini di tempo, distanza e costo carburante. Ecco perché dopo la sistemazione del Ponte sull’Arnò, tra Bondo e Breguzzo e l’allargamento della statale

L

a Val del Chiese, fanno discutere la podi Marco Zulberti un tempo principolazione locale e non pale porta d’ingresso dalla Lombardia at- solo. Due opere che dovrebbero far uscire la Val del traversata dalla statale del Caffaro dove transita- Chiese dall’isolamento in cui negli ultimi decenni vano code interminabili di macchine e pullman che era scivolata distanziandola da Brescia a causa di da Brescia salivano lungo le anse del Lago di Idro una politica dei trasporti provinciali ferma in gran e del fiume Chiese per salire a Madonna di Campi- parte al traffico e alla logistica degli anni settanta e glio, si appresta a inaugurare due opere, il Ponte sul che non aveva più investito su questa secolare via di fiume Caffaro e la tangenziale di Pieve di Bono che comunicazione tra Trentino e Lombardia. il valore delle residenze e degli alberghi della Val del Chiese, i cui turisti potranno più rapidamente portarsi a Campiglio e sul Brenta, il machiavellico rebus del doppio ponte sul fiume Caffaro, il tunnel a senso univo che collegherà la Val Vestino a Bondone e la continua bocciatura del tunnel proposto da comitati di cittadini, associazioni e imprenditori per collegare Cimego a Tiarno in Val di Ledro, alimenta l’idea che nessuna voce autorevole sia in grado di farsi ascoltare anche in periodi elettorali alla classe politica

tra Breguzzo e Tione, tornare a investire su quest’arteria se da una parte appare sempre più necessario e doveroso per riavvicinare Brescia e il Basso Chiese non solo alla Rendena ma anche alla stessa Trento, dall’altra diffonde nella popolazione ansiosa di uscire dall’isolamento, la presenza di una sorta di sottovalutazione del loro effettivo impatto e dell’assenza di una programmazione che intenda veramente fr uscire dall’isolamento la Valle del Chiese. Se infatti la tangenziale di Pieve di Bono appare effettivamente aumentare

ORARIO APERTURA AL PUBBLICO UFFICI e SPORTELLO CONTRATTI Lunedí, Martedì, Giovedì e Venerdí: dalle ore 08.00 alle ore 12.20 - chiuso il pomeriggio Mercoledì: dalle ore 08.00 alle ore 12.20 e dalle 13.24 alle 17.00

saldamente insediata nel capoluogo provinciale e nel parlamento a Roma. Sui dubbi riguardanti il nuovo ponte sul Caffaro non posso aggiungere altro rispetto a quanto hanno già scritto i mezzi di comunicazione, ma se sommiamo questo fatto a quello dello scartamento ridotto della galleria ad una sola corsia, che collegherà la Val Vestino alla Val del Chiese, l’idea che opere infrastrutturali così importanti a cavallo tra Trentino e Lombardia non scaturiscano da un unico grande progetto di viabilità condiviso che cerchi di far uscire le popolazioni non solo della Val del Chiese, ma anche da quella di Vestino e di Ledro (che avrebbe un secondo accesso), dalla loro trappola geografica, è molto forte. Se un tempo la Valle del Chiese era costellata di alberghetti di montagna (chi non ricorda l’Albergo Alpino di Cimego, oggi chiuso?) e la piana di Storo era famosa per la sua attività industriale e artigianale fornendo reddito e lavoro a molte persone, se tutti i giorni v’erano due corse di autobus dirette per Milano e il treno saliva la Val Sabbia fino al lago d’Idro, oggi l’impressione che la classe dirigente e amministrativa non sia più in grado di valutare l’importanza di queste opere è molto forte. Un’impressione che echeggia nelle piazze e nei locali pubblici tra la gente. Una vox populi che si sente abbandonata.

ORARIO APERTURA AL PUBBLICO SPORTELLO CONTRATTI E INFORMAZIONI Lunedí, Martedì, Mercoledì, Giovedì e Venerdí: dalle ore 08.00 alle ore 12.00 - chiuso il pomeriggio

mercato tutelato:

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Europa

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Russia, Cina e UE Siamo di fronte a strategie di influenza che interessano controllo economico e politico, senza escludere ambizioni territoriali. Sotto il profilo politico è ormai chiaro anche lo strumento di interferenza elettorale, soprattutto da parte russa, mentre è ogni giorno sempre più evidente l’espansione economica cinese. E si aggiungano anche gli avvertimenti delle agenziedi sicurezza americane di spionaggio da parte della Cina attraverso smartphone prodotti in questo Paese; rivelazioni che non possono non allarmarci. Per quanto riguarda l’aspetto economico è certamente necessario considerare che nel mondo globalizzato si va verso un mutuo riconoscimento degli scambi economici che interessano evidentemente anche l’Italia e l’Europa intera, ma alla base degli scambi commerciali sono pure evidenti interessi politici. Per quanto riguarda la Federazione russa deve fortemente preoccupare la malcelata aspirazione di Mosca a non rassegnarsi ad essere rimasta orfana dell’impero comunista e di cogliere ogni pretesto per mettere le mani su ex territori sovietici o cercare di condizionarne la

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di Paolo Magagnotti

ochi giorni fa il direttore dell’FBI, il potente servizio di intelligence e sicurezza degli Stati Uniti ha comunicato al Congresso, ossia il Parlamento statunitense, che Russia e Cina stanno cercando di espandere in maniera sempre più aggressiva la loro sfera d’influenza nel mondo. Si tratta, fra l’altro, di un’autorevole conferma della politica destabilizzante che il

vita, soprattutto nell’area asiatica. La vicenda ucraina con l’annessione della Crimea e le occupazioni territoriali delle regioni caucasiche dell’Ossezia del Sud e dell’Abcasia, nello Stato indipendente

della Georgia, sono solo alcuni casi significativi. Spesse volte si critica il fatto che Paesi ex comunisti dell’Europa orientale siano stati accolti troppo presto nell’Unione europea. È indiscutibile che

Cremlino esercita soprattutto nei confronti dell’Europa e del rafforzarsi in termini esponenziali del “capitalismo comunista”, un capitalismo perseguito da Pechino soprattutto ad iniziare dall’istituzione delle cosiddette “zone economiche speciali”, che trovano in Shenzhen uno degli esempi più significativi; una Shenzhen che mi lasciò incredulo quando la visitai nel 2002.

queste adesioni, a parte una questione di solidarietà nei confronti di popolazioni rimaste per decenni sotto la cappa comunista senza esserne colpevoli, hanno comportato difficoltà che si sono partico-

larmente acuite in questi ultimi anni. Non dobbiamo tuttavia dimenticare che con questi Paesi fuori dell’Unione europea Mosca avrebbe attivato una serie di relazioni, compresi robusti aiuti econo-

mici, che ben maggiori grattacapi avrebbero procurato all’Unione. Sono sempre stato convinto che nel mondo della globalizzazione, ma anche prescindendo da questo fenomeno, l’unità degli Stati europei deve essere una via senza alternative per garantire pace, stabilità e sviluppo dei popoli europei. Le dimensioni delle sfere d’influenza da parte di Russia e Cina, che ora più che mai vengono portate in superficie dalle agenzie di sicurezza americane, devono accentuare la determinazione politica nel rafforzare l’unità europea, ritenendo irresponsabili forze politiche che per acquisire consenso elettorale illudono la gente nel presentare proposte che prevedono un indebolimento dell’Unione in favore di un rafforzamento degli Stati nazionali, auspicando addirittura l’abbandono da istituzioni europee. Solo un’ Unione europea unita e forte può essere una barriera contro appetiti di forze, non solo russe e cinesi, che facendo anche leva sullo sviluppo demografico in Africa e relative migrazioni, si infiltrerebbero con effetti devastanti fra gli spazi di Stati europei disuniti.


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Arte

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Quando la memoria si fa pietra Itinerario giudicariese tra i più significativi monumenti ai caduti E’ lo stesso disagio che proviamo oggi difronte a tanti monumenti, sempre meno evocativi dal punto di vista simbolico, senza voler entrare nel merito della loro qualità artistica. Non era certamente quest’ultima la preoccupazione maggiore dei nostri avi al momento della committenza di tali manufatti: nel caso del monumento ai caduti bastavano i nomi ben incisi nella pietra ed un decoroso apparato decorativo, meglio se dai toni eroici e pomposamente enfatici suggeriti dal potere dominante; un altro modo per esorcizzare e sublimare la tragedia di un assurdo conflitto. Per fermarsi a questa tipologia di scultura commemorativa, vi sono pure esempi di alto valore artistico che si possono registrare anche nella nostra valle ed è forse utile qui riproporne alcuni nel centenario della fine della prima guerra mondiale. Un posto di rilievo lo merita il monumentale cimitero militare austroungarico di Bondo (1916), progettato da Padre Fabian Barcatta, scultore ed architetto - “el fra del monument” -, religioso francescano, curato da campo (Feldkurat), originario di Valfloriana in Val di Fiemme. Lo straordinario complesso che occupa l’intero dosso di Pedevle si articola nello scenografico doppio scalone, una quinta architettonica davvero “imperiale” costituita da grandi massi di granito tonalitico, che diventa accesso, alla sommità del colle, del “cimitero del bosco”, silenzioso luogo della sepoltura di settecento giovani soldati. Un connubio tra l’elemento monumentale e quello naturale di non facile equilibrio, come la riuscita alternanza dei materiali lapidei tra granito per le parti strutturali e il marmo bianco saccaroide per le sculture e i bassorilievi. Un’opera di notevole impatto, ancora poco conosciuta al di fuori dei confini valligiani che conserva tratti di modernità sorprendenti accanto ad un impianto di classica armonia. Degli anni venti i monumenti ai caduti di Ragoli e Breguzzo, opera di Francesco Trentini, scultore di

di Giacomo Bonazza

Affidare la memoria collettiva alla pietra o al metallo è prerogativa antichissima dell’uomo, a ogni latitudine, come se solo attraverso quelle materie indelebili si possano eternare le gesta e i volti della storia. In pochi hanno contestato questo atavico monopolio: su tutti, ironia della sorte, ci ha provato proprio uno scultore, Arturo Martini, il più

grande scultore italiano del ‘900 con il suo provocatorio volumetto “La scultura lingua morta” del 1943, dove l’artista trevigiano, poco prima della morte, lanciava il suo drammatico “j’accuse” ad una certa statuaria monumentalistica e celebrativa, ormai giunta al capolinea del suo sviluppo formale ed espressivo.

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2 1 - Stefano Zuech, Monumento ai Caduti dell’Eccidio di Sclemo 2 - Padre Fabian Barcatta, “el fra del monument” di Bondo 3 - Eraldo Fozzer, Monumento ai Caduti di Tione 4 - Francesco Trentini, Monumento ai Caduti di Ragoli Lasino, appartenente a quel gruppo di artisti trentini che si formano alla grande scuola viennese dell’Accademia di Belle Arti nel primo decennio del ‘900, riportando nella patria redenta le suggestioni e le novità attinte al crogiuolo artistico rappresentato dalla capitale austriaca in quegli anni tumultuosi e particolarmente fervidi sotto il profilo culturale.

Saranno proprio loro i protagonisti del concorso per piccoli monumenti ai Caduti, indetto dall’Amministrazione Provinciale nel 1922 per salvaguardare la dignità estetica dei manufatti che venivano eretti in ogni paese, molto spesso nel segno del cattivo gusto. Le opere giudicariesi del Trentini ben esprimono le matrici “viennesi” sopraccitate: da una parte l’ab-

4 bandonarsi alla morte di un corpo possente, tra Michelangelo e Rodin, classicamente reinterpretati (Ragoli); dall’altra l’eleganza secessionista dove il fluire della linea accompagna il mesto corteo rendendone pienamente il sentimento di pietas e di misteriosa sospensione (Breguzzo). Della stessa temperie temporale e stilistica il monumento ai Caduti dell’Ecci-

dio di Sclemo (1923), in memoria dei 17 giovani volontari cremonesi appartenenti ai Corpi Franchi, trucidati in quella località dagli austriaci il 20 aprile 1848; una bellissima opera dello scultore noneso Stefano Zuech, tra i più quotati in quei decenni, autore dei fregi della grande Campana dei Caduti di Rovereto, pure lui di solida formazione viennese. Non

inganni la semplicità e sobrietà del motivo architettonico a colonna/obelisco dalle raffinate lavorazioni ispirate alle geometrie dell’Art Dèco, sapientemente collocato su una lieve altura, vicino alla chiesa dei Santi Pietro e Paolo, a definire una piccola acropoli: “ Il costruttore deve vedere l’ambiente, la via, la piazza, la regione per ottenere una sinfonia” dettava l’architetto Giorgio Wenter Marini, il progettista della tomba di Giovanni Prati a Dasindo, amico dello scultore, sottolineando l’importanza dell’ ambientazione dei monumenti. Stefano Zuech sarà il maestro di Eraldo Fozzer, un altro pezzo da novanta della scultura trentina, autore dei famosi cavalli del “ Lavaman del sindaco” di Piazza Venezia a Trento, e, per quanto ci riguarda, del monumento ai caduti di Tione (1962), presso il municipio, impaginato ritmicamente su tre sequenze bronzee simboleggianti guerra, prigionia e pietà, dove le figure stilizzate dentro uno spazio reso dinamico da misurati effetti chiaroscurali, ben esprimono il dramma sotteso a quella narrazione. Anche il monumento ai caduti di Pinzolo (1926), posizionato nei giardini difronte alla chiesa cimiteriale di San Vigilio, porta una firma d’autore. E’ quella dell’architetto Ettore Sottsass senior, padre del più celebre Sottsass junior, genio del design industriale della seconda metà del Novecento, che progetta un’originale edicola racchiusa da quattro colonnine sostenenti una copertura dagli accentuati spioventi: un approccio minimalista, non per questo privo di formale eleganza, che precede l’adesione dell’architetto trentino, poco più tardi, al Movimento Italiano per l’Architettura Razionale (Miar). In questo sintetico excursus non vengono contemplati i monumenti ai caduti di Luciano Carnessali - Saone, Ragoli, San Lorenzo in Banale - altrettanto meritevoli di attenzione critica, per la loro moderna simbologia, riservandosi lo scrivente di tracciare più avanti un profilo artistico del pretescultore.


Attualità

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Sempre meno giudicariesi: persi 786 abitanti in 6 anni Sono 314 i nuovi nati nel 2017, ma il saldo è negativo

Carisolo, Strembo e Giustino le comunità con gli incrementi maggiori; a Castel Condino e Valdaone lo spopolamento più ampio Tabella residenti in Giudicarie dal 1 gennaio 2017 al 1 gennaio 2018 COMUNI Residenti al Residenti al NATI 2017 MORTI 2017 01/01/2017 01/01/2018 Storo 4.678 4.607 31 44 Tione 3.631 3.635 40 33 Pinzolo 3.059 3.045 26 25 Comano terme 2.963 2.964 26 19 Sella Giudicarie 2.953 2.946 27 24 Borgo Chiese 1.989 2.015 17 27 Porte di Rendena 1.812 1.805 21 19 San Lorenzo 1.588 1.562 10 16 Bleggio sup. 1.560 1.573 11 26 Pieve di Bono 1.466 1.444 5 26 Tre Ville 1.434 1.418 14 22 Spiazzo 1.270 1.260 7 14 Valdaone 1.188 1.177 4 9 Stenico 1.167 1.186 12 10 Fiavè 1.107 1.088 7 6 Carisolo 970 967 15 9 Giustino 743 725 8 12 Borgo Lares 711 710 6 3 Caderzone 679 669 3 6 Bondone 673 667 7 4 Strembo 560 562 6 3 Pelugo 401 391 4 2 Bocenago 385 393 6 0 Castel Condino 227 226 1 2 Massimeno 126 134 0 2 TOTALE 37.340 37.169 314 363 Confronto residenti stranieri 2008-2018 COMUNI Residenti Res. % Residenti Res. Stranieri % nel 2008 Stranieri stranieri al 1/1/2018 1/01/2018 stranieri 2008 (rich. asilo) Storo 4.657 239 5,13% 4.607 238 5,16% Tione 3.643 362 9,93% 3.635 424 (3) 11,66% Pinzolo 3.093 121 3,91% 3.045 183 6% Comano terme 2.835 314 11,07% 2.964 369 (8) 12,45% Sella Giudicarie 2.994 95 3,17% 2.946 70 (12) 2,37% Borgo Chiese 2.081 144 6,91% 2.015 91 (4) 4,52% Porte di Rendena 1.682 174 10,34% 1.805 199 11,02% San Lorenzo 1.599 69 4,31% 1.562 60 3,84% Bleggio sup. 1.566 98 6,25% 1..573 94 (4) 5,98% Pieve di Bono 1.595 78 4,89% 1444 44 3,04% Tre Ville 1.432 42 2,93% 1.418 58 4,09% Spiazzo 1.243 135 10,86% 1.260 129 10,23% Valdaone 1.237 20 1,62% 1.177 9 0,76% Stenico 1.152 72 6,25% 1.186 86 (4) 7,25% Fiavè 1.101 1.19 10,80% 1.088 126 11,58% Carisolo 947 42 4,43% 967 58 6% Giustino 751 74 9,85% 725 55 (2)* 7,58% Borgo Lares 708 18 2,54% 710 22 3,10% Caderzone 662 33 4,98% 669 52 7,77% Bondone 675 21 3,11% 667 7 1,05% Strembo 549 56 10,20% 562 67 11,92% Pelugo 390 56 14,35% 391 42 10,74% Bocenago 418 7 1,67% 393 17 4,32% Castel Condino 248 3 1,21% 226 8 3,53% Massimeno 124 5 4,03% 134 4 2,98% totale 37.382 2.397 6,41% 37.169 2.512 (37) 6,76%

S

di Chiara Garroni

ono 37.169 gli abitanti delle Giudicarie al primo gennaio di quest’anno, 171 in meno dell’anno precedente. Gli stranieri residenti sono 2.512, fra questi 37 i richiedenti asilo. Nel 2017 sono nati 314 bambini, e sono morte 363 persone, dunque il saldo è negativo, come in tutta Italia. Abbiamo voluto Dunque in 50 anni la popolazione giudicariese aveva registrato un aumento di 4.286 persone. Oggi, rispetto all’ultimo censimento, c’è stata una diminuzione di 786 abitanti. Se accorpiamo i valori dei comuni suddivisi nei 4 ambiti della valle, notiamo che nel cinquantennio 1961-2011, la Val Rendena è cresciuta molto più delle altre zone, +38,94%, seguita dalla Busa di Tione, +29,13%. La Val del Chiese ha registrato un minimo aumento, +2,88%, le Giudicarie esteriori sono invece calate, del 3,55%. Balza all’occhio

fare un confronto fra i numeri dell’ultimo censimento, quello del 2011, e i valori registrati cinquant’anni prima, ovvero quelli del censimento del 1961, per cercare di capire come sono cambiate le cose in un lasso di tempo piuttosto significativo. Nel 2011 c’erano 37.955 residenti, nel 1961 molti di meno, 33.669.

l’aumento enorme di Carisolo, ed anche quelli di Strembo e Giustino. Castel Condino e Valdaone sono invece i Comuni che in percentuale si sono spopolati maggiormente. Per quanto riguarda gli stranieri, abbiamo fatto un confronto fra la situazione di oggi e quella di dieci anni fa. Nel 2008 su 37.382 abitanti in Giudicarie, 2.397 erano stranieri (il 6,41%). Oggi su 37.169 residenti, 2.512 sono stranieri (il 6,76%). Quindi, percentualmente le cose sono praticamente invariate. Dalla tabella si evince che i Comuni

percentualmente con più stranieri sono Comano Terme, Strembo e Tione. Da registrare che a Comano Terme nel corso del 2017 hanno ottenuto la cittadinanza italiana 27 persone. Per quanto riguarda la presenza di richiedenti asilo, abbiamo riportato in tabella i dati forniti dalla Provincia, 37 persone in tutto, che sono stati confermati dagli uffici municipali interessati con l’eccezione di Giustino, che ci ha comunicato di non disporre del dato relativo ai richiedenti asilo, che è nella disponibilità della Provincia.

Confronto fra i censimenti 1961 e 2011 per ambiti COMUNE RESIDENTI RESIDENTI Variazione ANNO 1961 ANNO 2011 assoluta BLEGGIO SUP. 1.759 1.600 -159 COMANO TERME 2.489 2.913 +424 FIAVE’ 1.202 1.098 -104 SAN LORENZO 1.887 1.607 -280 STENICO 1.326 1.137 -189 TOT. ESTERIORI 8.663 8.355 -308

Variazione percentuale -9,04 +17,03 -8,65 -14,84 -14,25 -3,55

BOCENAGO CADERZONE CARISOLO GIUSTINO MASSIMENO PELUGO PINZOLO PORTE DI RENDENA SPIAZZO STREMBO TOT. VAL RENDENA

369 479 560 507 100 333 2.271 1.323 919 355 7.216

407 669 984 743 124 379 3.117 1.757 1.315 531 10.026

+38 +190 +424 +236 +24 +46 +846 +434 +396 +176 +2810

+10,30 +39,66 +75,71 +46,55 +24 +13,81 +37,25 +32,80 +43,10 +49,58 +38,94

BONDONE BORGO CHIESE CASTEL CONDINO PIEVE DI BONO SELLA GIUDICARIE STORO VALDAONE

768 2.068 441 1.763 2.867 3.509 1.533

668 2.083 238 1.541 2.918 4.655 1.220

-100 +15 -203 -222 +51 +1.146 -313

-13,02 +0,73 -46,03 -12,59 +1,78 +32,66 -20,42

TOT. VAL DEL CHIESE

12.949

13.323

+374

+2,88

TIONE BORGO LARES TRE VILLE TOTALE BUSA

2.671 740 1.430 4.841

3.608 707 1.936 6251

+937 -33 +506 +1.410

+35,08 -4,45 +35,38 +29,13

TOT. GIUDICARIE

33.669

37.955

+4.286

+12,73


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Elezioni

MARZO 2018

Come si vota alle elezioni del 4 marzo Scelta del candidato, attenti agli errori

I

n Trentino saranno eletti sulla base di collegi maggioritari uninominali - dove la sfida è tra singoli candidati e vince chi prende più voti degli altri - 3 senatori e 3 deputati. Altri 5 deputati e 1 senatore saranno eletti invece su liste di partito su circoscrizione regionale con sistema proporzionale calcolato su base nazionale. La percentuale degli eletti con sistema maggioritario nella nostra regione è superiore a quella nazionale Sulla scheda per la Camera, ad esempio, l’elettore troverà il nome del candidato del collegio sostenuto da uno o più simboli a seconda che sia appoggiato da un singolo partito o da una coalizione. Accanto ai simboli si trovano scritti i 4 nomi dei candidati nel proporzionale plurinominale. L’elettore può segnare la croce su un simbolo e in questo caso il voto andrà sia al candidato dell’uninominale collegato che ai candidati del listino plurinominale prescelto per i quali non si possono esprimere preferenze trattandosi di listini bloccati. L’elettore altrimenti può mettere la croce solo sul

(36% dei seggi) per il regime particolare riconosciuto per la presenza della minoranza linguistica tedesca sudtirolese. L’elettore riceverà una sola scheda per la Camera e una sola scheda per il Senato - solo per gli elettori che hanno compiuto 25 anni - dove con una unica croce esprimeranno la preferenza sia per il candidato del collegio uninominale che per i candidati del listino plurinominale proporzionale.

candidato all’uninominale e in questo caso il voto sarà esteso automaticamente alla lista che lo sostiene nel caso di unica

GIULIANO PANTANO

lista, oppure - nel caso di coalizione come il centrodestra e il centrosinistra il voto sarà distribuito tra le liste che lo sostengono

MASSIMO TADDEI

(Candidato uninominale)

in proporzione ai risultati delle liste stesse in quella circoscrizione elettorale. Niente voto disgiunto, ossia se si vota un candi-

DORANNA MENEGHELLI

VANESSA CATTOI

(Candidato uninominale)

1. Michela Parise

1. Michaela Biancofiore

1. Diego Binelli

2. Marco Tessadri

2. Hansjörg Kofler

2. Maurizio Carrara

2. Stefania Segnana

3. Federica Costanzo

3. Fikreta Pilipovic

3. Alessandra Lenzi

3. Filippo Maturi

4. Michelangelo Zanghi

4. Arturo Mazzoni

4. Cristian Zanetti

4. Tiziana Piccolo

(Candidato uninominale)

MICHELE NICOLETTI (Candidato uninominale)

1. Berardo Taddei

1. Elisa Filippi

1. Elena Dondio

2. Milena Carozzo

2. Mauro De Pascalis

2. Fabio Valcanover

3. Johann Gruber

3. Aneta Ngucaj

3. Donatella Trevisan

4. Romana Cordova

4. Paolo Serra

4. Stefano Oggiano

1. Alessandro Bertinazzo

1. Manfred Schullian

2. Renza Bollettin Barbagli

2. Emanuela Rossini

3. Paolo De Uffici

3. Florian Mussner

4. Ilda Sangalli Riedmiller

4. Angelika Wiedmer

1. Giusy Librizzi

1. Alessandro Urzì

2. Vincenzo Serpico

2. Marika Poletti

3. Stefania Cito

3. Marco Galateo

4. Nicola Lageder

4. Concetta Patrizia Strano

ce, se si vota un partito, il voto andrà al candidato dell’uninominale che è sostenuto dal quella lista. (E.B.)

ALESSIA CONFORTO

(Candidato uninominale)

(Candidato uninominale)

1. Daniela Tonolli

MILENA CAROZZO

dato di uno schieramento o un partito non si può votare una lista di un altro schieramento, altrimenti il voto sarà nullo. Inve-

(Candidato uninominale)

1. Maurizio Puglisi Ghizzi

1. Lidia Brisca detta Lidia Menapace

TIZIANO MELLARINI

ANNALISA FOLETTI

(Candidato uninominale)

(Candidato uninominale)

1. Gianpiero Passamani

1. Achille Chiomento

1. Silvano Baratta

1. Dieter Steger

1. Gianni Ferdinando Bodin

CINZIA BONIATTI

GIULIA PILLONI (Candidato uninominale)

1. Venere Lia

1. Cristiano Zanella

2. Andrea Bonazza 3. Alessia Greco 4. Matteo Negri

1. Lorenzo Dellai

I

2. Eleonora Angeli 3. Andrea Casolari

MATTEO PERINI

M I S

4. Stefania Longhi

(Candidato uninominale)

1. Riccardo Fraccaro 2. Verena Carmen Christina Weinert 3. Mario D’Alterio 4. Aurea Jara de la Cruz

EZIO PAOLO VIGLIETTI (Candidato uninominale)

1. Norbert Lantschner 2. Angioletta Maino 3. Luca Modena 4. Giulia Motta Zanin

(Candidato uninominale)

C FA

LE

1. Lucia Coppola

DONATELLA CONZATTI (Candidato uninominale)

EMILIANO FUMANERI (Candidato uninominale)

1. Enrico Lillo

1. Martina Loss

1. Maurizio Perego

1. Michele Rolli

1. Giovanna Arminio

-S C FA

IM

E IL


Elezioni

MARZO 2018 - pag.

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Debutto del “Rosatellum”

In Trentino chiamati alle urne 420 mila elettori Il collegio di riferimento per le Giudicarie è quello di Rovereto, che comprende anche Vallagarina, Alto Garda e Ledro e, appunto, il nostro comprensorio, da Madonna di Campiglio a Bondone, a San Lorenzo in Banale. Gli elettori giudicariesi si troveranno in mano due schede (per i minori di 25 anni solo una, quella della Camera) di due colori: rosa per la Camera, gialla per il Senato. In grande, sopra i simboli dei partiti e delle coalizioni, si troverà il nome del candidato del collegio all’uninominale; sotto ci saranno i simboli dei partiti collegati; simboli che riporteranno di fianco il “listino” dei cinque candidati al proporzionale. Il voto si esprime barrando il nome del candidato uninominale di coalizione, oppure il simbolo di un partito, oppure entrambi. Non è ammesso voto disgiunto (ossia scegliere il nome di un candidato e una lista che non fa parte della coalizione che lo sostiene). L’elettore giudicariese troverà dunque sulla scheda gialla del Senato la sfida uninominale tra Tiziano

Sono circa 420.000 gli elettori trentini aventi diritto al voto che nella giornata del 4 marzo saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo Parlamento. Sarà il debutto della nuova legge elettorale “Rosaltellum bis”, un sistema misto di uninominale e proporzionale che nella provincia di Trento Mellarini, assessore provinciale alla cultura, sport, cooperazione e protezione civile sostenuto dal centrosinistra-autonomista, ossia Unione per il Trento-Civica Popolare, Südtiroler Volkspartei-Patt, Partito Democratico, +Europa e Insieme; Cinzia Boniatti per il Movimento 5 Stelle, sociologa esperta di co-housing e innovazione della p.a.; Donatella Conzatti per il centrodestra (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Noi per l’Italia) commercialista ed ex-segretaria dell’Unione per il Trentino, neo-acquisto di Forza Italia a pochi giorni dalla presentazione delle liste; questi i tre contendenti degli schieramenti principali. Poi sono in lizza Annalisa Foletti di Liberi e Uguali, Alessia Conforto (Potere al Popolo), Emiliano Fumaneri (Popolo della famiglia), Doranna Meneghelli (Casa Pound). Nella parte proporzionale del Senato (valida come

distribuirà alla Camera 3 seggi sull’uninominale (candidati nei tre collegi di Rovereto, Trento e Pergine) e 5 sul proporzionale, questi però su base regionale; al Senato 3 Senatori nei medesimi collegi e 1 sul proporzionale. Stesso discorso per l’Alto-Adige. li, Milena Carozzo (Popolo della famiglia), Massimo Taddei (Valore Umano).

detto non solo per il collegio, ma per tutta la regione Trentino-Alto Adige) ci sarà solo un nome accanto al simbolo dei partiti: da Dieter Steger per l’SVPPatt a Maurizio Perego per Forza Italia, a Giampiero Passamani in quota Civica Popolare, a Cristiano Zanella (M5S), a Lucia Coppola in quota Insieme, Silvano Baratta del Pd, Enrico Rillo (Noi per l’Italia), Martina Loss (Lega), Michele Rolli (Fratelli d’Italia) ecc. Per il collegio della Camera (scheda rosa) saranno invece in corsa per il cen-

trodestra Vanessa Cattoi, impiegata amministrativa, consigliere di minoranza del comune di Ala e membro del cda di FBK, per il centrosinistra autonomista Michele Nicoletti, deputato uscente e docente universitario, Matteo Perini, giovane ricercatore universitario per il Movimento 5 Stelle; anche qui la sfida vera e propria è tra i tre esponenti dei partiti/coalizioni maggiori. Completano i nominativi di collegio Giuliano Pantano per Potere al Popolo, Giulia Pilloni per Casa Pound e Enzo Paolo Viglietti per Liberi e Ugua-

Per quanto riguarda la Camera, come detto, nella parte proporzionale (che si trova graficamente accanto ai simboli dei partiti) l’elettore troverà 5 nomi (il listino): impossibile nominarli tutti. Tra i partiti maggiori, con effettive possibilità di essere eletti sono i capolista Manfred Schullian (SVPPatt), Michaela Biancofiore (Forza Italia), Elisa Filippi (Partito Democratico), Riccardo Fraccaro, deputato uscente del Movimento 5 Stelle. Interessanti le prospettive per i giudicariesi sul proporzionale: si tratta di Diego Binelli, segretario locale della Lega Nord e capolista del partito di Salvini ed Emanuela Rossini, linguista e operatrice culturale, seconda nella lista SVP-Patt, entrambi di Pinzolo e con buone possibilità di elezione. Se ciò si dovesse con-

cretizzare le Giudicarie si ritroverebbero con ben due rappresentanti in Parlamento, congiuntura favorevole accaduta solo nelle legislature 1996-2001 e 2001-06 con Gigi Olivieri (centrosinistra) e Ivo Tarolli (centrodestra), rispettivamente in Camera e Senato Tra i nomi in lizza nella parte proporzionale troviamo nel campo del centrosinistra autonomista Lorenzo Dellai che, oltre a correre sull’uninominale alla Camera nel collegio della Valsugana (interessante e molto combattuta si prospetta la sfida con Maurizio Fugatti della Lega e Riccardo Fraccaro, M5S) sarà capolista della neonata Civica Popolare di Beatrice Lorenzin. Si vota solo domenica 4 marzo, dalle 7 alle 23; hanno diritto al voto tutti i cittadini che hanno compiuto 18 anni (per la Camera), mentre per votare al Senato occorre aver compiuto il 25esimo anno d’età.

Fuori le mani dalle tasche, si va a votare Ci siamo. Le elezioni sono imminenti, i giochi sono aperti, pronti via! Quello che vi propongo non è un invito a votare questo o quel partito, uno o l’altro movimento. Questo è un invito ad andare a votare e basta. Se siete stanchi di come va l’Italia, se ritenete che si debba cambiare, se ritenete che sia giusto confermare, prendetevi almeno la responsabilità di far valere il vostro diritto, l’unico che ancora ci è rimasto: il voto! A piedi o in macchina il 4 marzo andate al seggio e votate. Perché? - Perché il voto è un diritto. Un diritto prezioso che troppe volte diamo per scontato.

- Perché il voto è un dovere. Ognuno di noi ha il dovere di

compiere scelte che potrebbero incidere non poco sul

nostro futuro e sul futuro dei nostri figli. Se le scelte non le facciamo noi, le fanno gli altri. Peggio per noi. Non andando a votare, poi non avremo più alcun diritto di lamentarci. Zitti e mosca. - Perché non è vero che tutti i politici sono uguali. Sono diversi i candidati premier, le loro storie, i loro comportamenti e il loro linguaggio. Abbiamo una vasta gamma per poter scegliere, ce n’è per tutti i gusti. Non ci sono scuse. - Perché non è vero che tutti programmi proposti dai partiti sono uguali. Sono diverse le loro proposte sui grandi temi etici, ma anche sulle piccole cose. Sono diverse le idee su come deve es-

sere l’Italia. Diciamo anche noi la nostra votando. - Perché non vogliamo che siano gli altri a decidere per noi. La legge elettorale in vigore concede poco spazio per esprimersi, ma lo vogliamo usare tutto, vogliamo contribuire a determinare il “peso” dei vari partiti. - Perché il Paese ha bisogno di cittadini liberi e attenti, capaci di comprendere quel che è bene per la nostra gente e agire di conseguenza. E concludo con don Milani: “A che servono le mani pulite se si tengono in tasca?”. Togliamole dalle tasche e andiamo a votare. (a.a.)


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Salute

MARZO POSTA CIVICA E POPOLARE A PRO2018 UN PER LA NOSTRA REGIONE E PER L’ITALIA

Il bolo alimentare pericoloso soprattutto per bambini e anziani

La Manovra di Heimlich e la progressione del cibo di Gianni Ambrosini - oncologo

Mauro Gilmozzi Gianpiero Passamani

Noi vogliamo più sp irito di comunità; pi ù coraggio nella lotta alle disuguaglianze e per la giustizia soci ale; più sostegno al le famiglie e alla natalit à; più impegno a favo re delle imprese e del la voro; più solidarietà tra le generazioni. Vogliamo un’Italia pi ù europea, più unita , sostenibile, efficiente e competitiva.

COME VOTARE:

Piero De Godenz

Metti una croce sul simbolo di Civica Popolare. Il voto alla lista vale automaticamente come voto al candidato del collegio uninominale.

Mario Tonina

TIZIANO MELLARINI

CAMERA

Gianpiero Passamani

Lorenzo Dellai Eleonora Angeli Andrea Casolari Stefania Longhi

SENATO

MICHELE NICOLETTI

Tiziano Mellarini

di questi anni di gran po do e, ch lia Ita n’ U n re dalla crisi, no ci us r pe ci ifi cr sa ro beri: tornare indiet faccia come i gam uire sulla via della invece che proseg a ale ed economic ricostruzione soci rio, l’obiettivo della sembra, al contra destra e del M5S. un megafono che è a ic lit po la ro lo Per ni e le preoccupazio e ur pa le ca ifi pl am o noi è invece il mod r pe ; ità un m co lla de lemi. per risolvere i prob nostra speciale Vogliamo che la sempre più forte, Autonomia diventi isa. partecipata, condiv o il voto per Civica Per questo chiediam re gniamo a prosegui Popolare e ci impe che nel prossimo an o gn pe im ro st il no ali: elezioni provinci le al o, nn tu au una forte, nuova e rv se o tin en Tr al Margherita. Lorenzo Dellai Committente responsabile: Nicola Ferrante

“NOI SOSTENIAMO LA LISTA CIVICA POPOLARE”

L’Unione per il Tren tino è tra i promot ori di “Civica Popolare” e per questo la List a presenta tra gli altri il simbolo storico de lla Margherita Trentina. Civica Popolare vu ole essere nel rest o d’Italia ciò che in Tren tino ha rappresentat o e rappresenta ques to simbolo: una forz a politica civica, dem ocratica, territoriale , capace di dare voce nuova alla cultura de l popolarismo. Civica Popolare non è solo una Lista per il 4 marzo: è l’avvio di un progetto politico di lungo periodo. Perché la politica se nza partiti muore e i partiti senza valori di identità diventano ar idi.

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Facciamo crescere l’Autonomia

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Su modello di Vacanze in Baita, anche le Ca’ da Mont della Busa in rete

Turisti cercansi per Tione Elezioni politiche Domenica 4 marzo 2018 Collegio di Rovereto

Giudicarie, Val Rendena, Valle del Chiese TIZIANO MELLARINI

L’idea lanciata prima di Natale. Ad oggi otto le adesioni, ma sei sono appartamenti in paese

Al Senato

TIZIANO MELLARINI

Ritengo strategico promuovere l’occupazione e di Chiara Garroni il lavoro, in particolare quello giovanile, con investimenti sullo sviluppo dell’economia locale e delle imprese, puntando sulle eccellenze territoriali, dal turismo invernale ed estivo della Val Rendena, a quello termale di Comano Terme a quello legato agli aspetti rurali della Valle del Chiese e della Busa di Tione, alla vocazione agricola di zone come le Esteriori o il Chiese stesso, fino ad arrivare alle realtà industriali e manifatturiere come il Basso Chiese e alla loro necessità di collegamenti infrastrutturali. Mi impegnerò per difendere e rafforzare l’autonomia trentina quale risorsa imprescindibile per lo sviluppo locale; per la sicurezza dei cittadini; per una sanità che continui ad essere efficiente e vicina alle persone, valorizzando gli ospedali di valle; per tutelare e far crescere quel volontariato diffuso che ben conosco e che spesso è penalizzato da burocrazia e adempimenti.

Committente responsabile: Andrea Rudari

In questi anni il centrosinistra autonomista ha governato il Trentino con spirito di responsabilità e lungimiranza. Da assessore provinciale al turismo, agricoltura e commercio prima, e alla cultura, protezione civile, sport e cooperazione poi, ho avuto modo di conoscere a fondo una zona importante come le Giudicarie, dalle Esteriori alla Busa di Tione, dalla Rendena, alla Valle del Chiese. Ora voglio portare questa esperienza a livello nazionale continuando a impegnarmi per il mio territorio, candidandomi al Senato con il centrosinistra autonomista.

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MARZO 2018 - pag.

COME SI VOTA PER IL SENATO (SCHEDA GIALLA)

Fai una croce sul nome di Tiziano Mellarini e fai una seconda croce su uno dei simboli delle liste collegate.

ALLA CAMERA (SCHEDA ROSA) VOTA MICHELE NICOLETTI

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Turismo


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MARZO 2018

Elezioni

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Attualità

MARZO 2018 - pag.

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Cecilia Maffei alle Olimpiadi a PyeongChang

Unamedagliad’argentoperunaragazzad’oro Trepidazione e gioia hanno invaso Pinzolo, da quando, a PyeongChang la staffetta femminile di short track ha conquistato l’argento olimpico! Del quartetto azzurro salito sul secondo gradino del podio fa parte, infatti, anche la conosciutissima atleta di Pinzolo Cecilia Maffei. Un nome che da queste parti evoca inequivocabilmente virtù come determinazione, serietà e impegno così, alla diffusione della notizia oggi, la voce era unanime: Cecilia, te la sei proprio meritata! anche il sindaco di Pinzolo, Michele Cereghini, che ha ringraziato Cecilia con parole di ammirazione sul suo profilo Facebook: “GRAZIEEEEE! La speranza di una medaglia era tanta e tu e le tue compagne l’avete soddisfatta in pieno. Hai dato tutta te stessa e ti meriti questa medaglia come il coronamento di un’intera vita! Determinazione, impegno, serietà e 4 Olimpiadi ti hanno reso un’atleta da ammirare. Pinzolo è orgogliosa di te e mi auguro che i tanti giovani che hanno appena cominciato a calzare i pattini possano guardare a te come un esempio di serietà e di merito nello sport. Proprio ieri – prosegue Cereghini - ti ho definita una “goccia nel mare”. Sei partita da Pinzolo, dove lo short track era una disci-

plina di nicchia, ma, grazie alla tua forza di volontà e al tuo impegno, in quel mare sei riuscita a luccicare! Hai sempre affrontato con determinazione vittorie e scon-

fitte, se cadevi ti rialzavi, se vincevi davi ancora di più, la fatica non ti ha scoraggiato e vederti su quel podio è la dimostrazione che, con i sacrifici, i risultati arrivano.

La tua vittoria è una grande emozione per tutta Pinzolo!”. Ha esordito giovanissima sui pattini, cominciando con l’artistico, ma a 7 anni aveva già abbracciato la disciplina della sua carriera. Una disciplina alla quale si è dedicata con passione e che l’ha portata in nazionale a 12 anni, a fare gare internazionali con ottimi piazzamenti, poi le vittorie, l’ingresso nel Gruppo Sportivo Fiamme Gialle, i mondiali e le Olimpiadi, in un’escalation che ha vacillato poche volte. Si è concessa solo una pausa dalla quale è tornata ancora più combattiva, riuscendo a risalire la china fino ad arrivare al traguardo di oggi, quello più importante e sudato. Questo successo ha fatto ricordare a molti gli anni in

cui Pinzolo ha voluto scommettere sulle discipline del ghiaccio. “Ricordo - rivela ancora Cereghini – che negli anni Ottanta la gente chiedeva all’allora sindaco Gianfranco Bonapace se era pazzo a voler costruire lo stadio del ghiaccio. Oggi quello stadio è ancora un vanto per questa località ed è una struttura importante per la crescita sportiva dei ragazzi della valle. Non posso quindi non ringraziare altre due persone, il compianto geometra Aldo Corradini, primo Presidente dello Sporting Ghiaccio Pinzolo, che quello stadio lo ha fatto vivere, e il geometra Franco De Col, primo allenatore che ha fatto nascere lo short track a Pinzolo”. Parole che si aggiungono al più evidente dei ringraziamenti, la medaglia olimpica. E intanto Pinzolo ha voglia di godersi questo momento storico ed è già ansiosa di rivedere la sua più grande ambasciatrice dello sport con l’argento al collo.

Facciamo crescere l’Autonomia Professore di Filosofia Politica presso l’Università di Trento, ho insegnato nei licei di Tione e Rovereto; sono sposato con tre figli. Come deputato uscente del PD del Trentino, ho lavorato nella Commissione Esteri della Camera e nella Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa (composta da 300 parlamentari di 47 Paesi), di cui sono stato eletto Presidente.

Elezioni politiche Domenica 4 marzo 2018 Collegio di Rovereto

Giudicarie, Val Rendena, Valle del Chiese MICHELE NICOLETTI

Mi sono impegnato per rafforzare il ruolo dell’Italia in Europa, per dare più sostegno allo sviluppo e al lavoro dei giovani, per realizzare un sistema di asilo europeo che superi il regolamento di Dublino, più incisive strategie di lotta alla corruzione e una più forte difesa dei diritti civili e della democrazia. Come parlamentare trentino e come membro della Commissione dei 12, ho seguito in prima persona la legge sui ladini e le diverse norme di attuazione che hanno rafforzato la nostra Autonomia.

Alla Camera

MICHELE NICOLETTI

Committente responsabile: Mattia Civico

Pubblicità elettorale

Nel centro rendenese tutti la conoscono, o personalmente o per la fama delle sue imprese, d’altro canto ha già ben tre Olimpiadi alle spalle, e in molti hanno visto la famiglia supportarla nella sua scelta che l’ha portata anche lontano da casa, prima a Bormio e poi a Courmayeur. Oggi le aspettative di mamma Maria, di papà Fernando, dei fratelli Mattia e Marco, ma anche di una comunità intera, sono state ripagate nel migliore dei modi: Cecilia ha conquistato la prima medaglia olimpica nella storia di Pinzolo! Appena in televisione è apparsa la classifica con il secondo posto dell’Italia, dietro solo alle fortissime coreane (grazie anche all’esclusione di Cina e Canada), ansia e agitazione si sono sciolte in un boato di felicità e i social network sono impazziti di complimenti per questa ragazza tosta e già tanto apprezzata. A seguire la gara con apprensione davanti alla tv c’era

COME SI VOTA PER LA CAMERA (SCHEDA ROSA)

Fai una croce sul nome di Michele Nicoletti e fai una seconda croce su uno dei simboli delle liste collegate.

AL SENATO (SCHEDA GIALLA) VOTA TIZIANO MELLARINI


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Carnevale

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Il Trofeo Mati Quadrati a “Dirty dancing”

Storo: vince “Tüch i büs i ga le so chiaf”

Ha vinto “Tüch i büs i ga le so chiaf” del Gruppo gli Sbandati: la storia di un gruppo di storesi che emigrano in America alla ricerca della fortuna, ma prima di partire fanno indossare a tutte le loro mogli la cintura di castità realizzata da un noto fabbro locale, ma il loro escamotage non funziona esattamente come da speranza. Al secondo posto “Dirty dancing”, carro vincitore martedì del Trofeo Mati Quadrati, che riprende in chiave satirica la vicenda locale che ha coinvolto l’Agritur la Polentera e delle proteste dei residenti per le feste che durante l’estate sono state organizzate dalla struttura. Terzo posto per “Bear bianc sota la Madonnina” del Gruppo Ex Combattenti: la storia di un vecchio del paese che abita nella contrada di Spenigol, famosa per il freddo e la brina poiché il sole scompare a novembre e riappare a marzo. La zona è abitata da orsi polari ma un abitante del paese ha la brillante idea di

Anche questo anno il comitato carnevale giudicariese di tione gia da mesi è al lavoro per poter organizzare al meglio le tre giornate che caratterizzeHa registrato un grande successo di pubblico anche l’ultimo appuntamento del 51. Gran Carnevale di Storo, con oltre cinquemila persone sfilare tra i venti carri e i

numerosi gruppi, con oltre mille figuranti, posizionati su quello che ormai in Valle del Chiese viene definito come il quadrilatero del divertimento. Un circuito ad anello, posto alla periferia sud della borgata, che ormai da oltre un quinquennio ospita le due giornate finale del Carnevale.

Foto di Juri Corradi e Phudo Ivan Capelli

installare un grande specchio solare così da indirizzare i raggi solari in questo angolo di paese. Tra i carri esterni la vittoria è andata a “Tuta n’altra adunata” di Roncone, che ha proposto il tema della prossima imminente Adunata degli Alpini ipotizzando un errore di raduno con le penne nere finite inavvertitamente al Gay Pride. Sul podio anche “Polin Hood e Lidl John” di Tione e “I vichinghi di Ponte Pià” di Ragoli. Fra i gruppi mascherati, trionfo sia al martedì che al sabato per “Le Rogasiù”


Carnevale

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Primo posto per il carro di casa che ironizza sul prolificare di supermercati

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A Tione Lucio Gardin e la satira locale A vincere il Grand Carnevale Giudicariese e a portarsi a casa il trofeo nuovo di zecca della manifestazione (ma solo fino al prossimo anno, dovranno incamerare altre due vittorie per tenerselo per sempre) il carro allegorico di Tione, i padroni di casa che per tenersi nella borgata il primo trofeo hanno puntato sulla satira locale. “Polin Hood & Lidl John” così dalla fiaba dell’arciere della foresta di Sherwood si passa invece all’edilizia e al proliferare di supermercati nel capoluogo giudicariese. Il carro, curato nei particolari architettonici e nella scenografia, supportato dai figuranti che hanno ballato e si sono scatenati per il pubblico proveniente da tutta la vallata. E pure gli alpini sono finiti su un carro allegorico, quello di Roncone “Tuta n’altra adunata”, classificato al secondo posto, che li ha portati al Gay Pride. Le gag delle penne nere mescolate a trucco e parrucche hanno rivaleggiato con il carro di casa. E terzi classificati, i giovani di Coltura di Ragoli con il loro “I vichinghi al Ponte Pià”. Fra i gruppi mascherati invece, primi classificati e una certezza, ormai, che costruiscano carri o sfilino senza, i bleggiani che raccolgono giovani da tutte le Giudicarie Esteriori: “Bleggiosauri dalla valle incantata” si è guadagnato il favore della giuria, davanti a “Siamo alla frutta” di Preore e “I fo de coin”, gruppo tionese che ha affrontato il tema dei bitcoin.

C

Foto a cura del Circolo Fotografico Tionese

arnevale asciutto, finalmente, dopo anni di pioggia battente che hanno penalizzato il nuovo, giovane Comitato insediatosi solo un paio di anni fa a prendere in mano il Gran Carnevale Giudicariese. E carnevale divertente e ben partecipato: gremita la piazza del comune, davanti alla quale sono sfilati cinque carri allegorici e quattro gruppi mascherati che si sono sfidati

a colpi di battute e creatività ingegneristica nella costruzione di maschere e scenografie. Dal balcone della Scuola musicale delle Giudicarie la giuria imparruccata, la Regina del Carnevale e ospite d’onore nonché presentatore della manifestazione il comico Lucio Gardin ad aggiungere un po’ di ironia salace al commento della satira carnevalesca preparata dagli appassionati partecipanti.


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Il Saltaro delle Giudicarie

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L’Archimede parte subito con l’animo speranzoso: “Se andranno bene, sai quante cose cambieranno? Cambierà il mondo, ne sono convinto...” “Io ho già pensato di cambiare l’auto, dice l’Eminio, aboliranno il bollo e calerà l’assicurazione così mi potrò permettere una spider di lusso...” E il Bepi: “Ecco il solito bullo...io invece cambierò il televisore, lo voglio grande, panoramico per vedere al meglio le partite, con i soldi risparmiati del canone che non ci sarà più, me lo compro subito dopo le elezioni...” “Peccato che io sia in pensione, dice il Filippo, se fossi giovane approfitterei del reddito di cittadinanza promesso da Di Maio, il fighetto di 5Stelle, con mille euro al mese avrei mandato al diavolo il lavoro e sarei andato a spasso...” “E io che ho avuto quattro figli all’università, sai quanti soldi avrei risparmiato, adesso che Grasso non farà più pagare le tasse universitarie. E mica sono balle, Grasso è un giudice e deve sempre dire la verità, solo la verità...” continua l’Abele, infervorato. “A proposito di tasse, il migliore è il Berlusca, lui le abbasserà a tutti, aliquota minima il 23%, cominciando da sé stesso, birba d’un uomo, l’uomo è di parola, lo farà di certo...”huao!!” grugna l’Ernesto. “Ma è meglio Salvini, mica è scemo, lui è più vicino ai poveri cristi... le tasse non supereranno il 15%, è convinto che sarà lui il prossimo premier...io lo voto, quello è un uomo di peso...mi dicono che pesi più di cento chili...” alza la voce il Paolino dagli occhi strabici. “Poi ci libereranno finalmente dagli immigrati...avete sentito? Dopo la sparatoria di Macerata il Berlusca ha promesso che i seicento mila immigrati che razzolano in Italia verranno subito rispediti a casa, con le buone o con le cattive...” conferma l’Armando. “Mi vien da ridere, sguaetta la solita Orsolina che con il Berlusca ha dei conti in sospeso per non averla mai invitata ad Arcore alle sue orgette festose, in Italia ci saranno si e no 200.000 immigrati, si vede che se li farà prestare dalla Fran-

Dal 5 marzo tutto gratis a gogò IL SALTARO DELLE GIUDICARIE

Non c’è niente da fare, quando si ritrovano i soliti amici nel bar della Maroca ne scaturiscono colloqui di grande intensità e saggezza. L’ultima volta che si sono ritrovati hanno affrontato il tema delle elezioni. Non poteva essere diverso dato che ci avviamo alle elezioni del 4 marzo. Ne sono scaturite alcune considerazioni di cui

cia o dalla Germania, per far bella figura...mandarne a casa seicento mila è tutta un’altra cosa...” “Che brutta campagna elettorale...così dicono, ma più o meno è un po’ come le altre...” conclude l’Abele. “Ma si, ormai non ci sono più ideologie, ognuno dice la sua sparandole grosse e sempre più grosse, non ci sono più partiti seri, e cosi ormai i vari capocci (leader) si rivolgono alla gente come fossero allo stadio, incitando quelli in curva. Ormai si punta alle pance degli elettori, e chi ci crede rischia di finire in diarrea. Per di più maleodorante.

Sono un po’ come le volpi nel bosco, che consigliano di seminare monete sotto terra affinché fruttifichino e si moltiplichino.” L’Archimede l’ha spiegata bene. Il vostro Saltaro concorda più che mai preoccupato. E nessuno dice niente di tutte quelle persone, sfiduciate, rassegnate, nauseate, che magari per la prima volta non andranno a votare. Speriamo di no. Questo è quanto succede quando non c’è serenità nella battaglia elettorale, quando si passa il limite, quando non si sa più a chi credere, quando è tutto un varietà fatto di mezze calzette e pochi uomi-

il vostro Saltaro ha fatto tesoro e ve le propone così, come le ha sentite, convinto di fare bene e di agevolare con cosi profonde argomentazioni, la vostra scelta elettorale. E’ l’Abele che introduce: “Io il 4 marzo andrò a votare, di sicuro, è un mio dovere, ma non vedo l’ora che poi escano i risultati...”.

ni di giudizio. Non ci sono programmi...la mediocrità trionfa anche fra le classi dirigenti, ormai ci sono solo partiti personali, movimenti estemporanei senza capo né coda, così le elezioni sono solo un taxi per le ambizioni personali, proprie e dei propri sodali, Il resto, poco

importa. Poco importa che l’Italia rischi di tornare indietro, smontando tutte le speranze che in questi ultimi anni cominciavano ad affiorare. Chi se ne frega! Agli eletti non mancheranno di certo gli agi che competono alle persone al servizio del Paese. Ma quale servizio!

Quale Paese! E Filippo, da sempre sindaco ed esperto di politica, richiama gli amici alle cose di casa nostra, del povero Trentino, che non sa che pesci pigliare: “Ma se diamo un’occhiata ai candidati della nostra terra, non è che le cose vadano meglio...nomi conosciuti da cento anni in poltrona che ci hanno riempito di debiti, qualche portatore d’acqua, qualche ex che ritorna….” E l’Archimede: “Ma si, tutti personaggi di poco conto, senza arte né parte, si ha l’impressione che la politica sia un ufficio di collocamento per sfaccendati, o per bell’imbusti ambiziosi in cerca di gloria ben stipendiata….”E l’Orsolina che interviene piccata: “Ci sono delle ottime candidate donne ‘stavolta, ne sono entusiasta, sono le donne che cambieranno le cose... statene certi!” Finalmente l’Orsolina ne ha detta una di giuste, le donne oggi in lista potrebbero riservare qualche sorpresa...mah! Di certo mai come questa volta c’è l’ansia di sapere come sono andate le cose. Anche se sembra, e ne è rattristato tutto l’Empireo, che comunque vada, c’è il rischio che si dovrà quanto prima tornare a votare. Speriamo di no, dipende da noi. Auguri all’Italia, viva L’Italia.


Porto Franco

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Cosa succederebbe se...

Scenari e fantapolitica a pochi giorni dal voto Vediamo di almanaccare un po’. Prima però va proposta un’altra considerazione. Il panorama delle candidature trentine alle politiche ha dimostrato che c’è una crescente insofferenza verso il classico schema destra-sinistra. A livello nazionale un sondaggio recente ha certificato che un italiano su quattro non crede più alla classificazione destra o sinistra. Si tende ad uscire dallo schemino che per tanti anni ha retto il Paese, anche perché è sempre più frequente che la sinistra faccia cose di destra e la destra proponga cose di sinistra. Gli stessi cambi di casacca registrati in vista del 4 marzo dimostrano, seppur motivati da ragioni meno nobili, che il collante ideologico non c’è più e che la gente a questi voltagabbana dell’ultima ora non ci bada più di tanto. Questi comportamenti saranno da tener presenti anche in vista delle “provinciali” e sicuramente qualche sorpresa in merito la riserveranno. Vedremo forse nascere qualche partito nuovo e sicuramente cambi di casacche. Ma veniamo al dopo 4 marzo ed ai possibili riflessi sulla politica locale. Il discorso vale soprattutto per il centro sinistra e assai meno per il centro destra, per le ragioni che diremo poi. Vale per il centro sinistra soprattutto perché su tale schieramento come un falco pellegrino (è notorio che i falchi pellegrini hanno una vista formidabile e vedono molto lontano!) volteggia ancora Lorenzo Dellai, che non è impresentabile – come dicono con scarsa eleganza i grillini – ma sicuramente sempiterno. Ora i casi sono due: o Dellai torna a Roma oppure non fa bingo e resta in quel di Trento. Ognuna di queste due ipotesi – a nostro avviso – disegnerà prospettive diverse, perché Dellai in Trentino ha ancora un peso ed un seguito elettorale notevole. Se va a Roma, quasi certamente assieme a Mellarini, per il centro sinistra la partita per le “provinciali” si riassumerà in un confronto tra Patt e Pd ovvero tra Rossi, governatore uscente, e Olivi, attuale vicepresidente della Giunta provinciale. E’ ben difficile che Olivi o il Pd non mettano una ipoteca sulla prossima presidenza. L’Upt

di Ettore Zampiccoli

Q

uando questo giornale uscirà dalla tipografia non conosceremo ancora i risultati delle elezioni politiche del 4 marzo. Ci mancherà qualche giorno ma comunque il panorama sarà semplicissimo: ci sarà chi avrà vinto e festeggerà e ci sarà chi

con due dei suoi big a Roma ben poco avrà da pretendere o da dire e probabilmente andrà avanti “alla via così” – come dicono i marinai. Ma se Dellai venisse sconfitto e rimanesse a Trento c’è da giurare che non starà con le mani in mano e “caricato” per bene dalla batosta tenderà ad assumere un ruolo di protagonista o perlomeno di guastafeste. Del resto Dellai politica la fa da quando aveva i calzoni corti. La sua vita è stata sempre la politica e non ci rinuncerà certo ora. Secondo noi la prima cosa che farà sarà quella di riprendersi in mano l’Upt o mettere in piedi un altro partito, magari assieme a qualche sindaco civico di peso. Non potrà candidarsi alla presidenza della Provincia, ma ricandidarsi alle “provinciali” sicuramente. E un Dellai segretario di un soggetto politico e magari capogruppo in consiglio provinciale avrà un peso tale da poter condizionare tutta la politica trentina. Prima però – questa almeno la nostra impressione – dovrà regolare un po’ i conti con gli alleati. E come? Facendo fuori Rossi. La mossa sarà semplice: una manovra a tenaglia con Pd e Upt che schiacci il Patt portandogli via quella presidenza fortunosamente avuta cinque anni fa e che non ha portato certo ai risultati sperati ed anzi ha impoverito il Trentino e le periferie (vedi anche gli ultimi dati statistici in confronto con quelli della Provincia di Bolzano). Ci sarà un accordo chiaro col Pd : noi ti diamo

la presidenza, visto che sei il partito maggiore, e tu Pd in cambio darai una serie di benefici a Dellai, Upt o a quella nuova area che nel frattempo lo stesso Dellai potrebbe aver messo in piedi. Infatti noi non escludiamo che a livello locale possa lanciare un nuovo movimento di centro, chiamando a farne parte l’Upt naturalmente e poi ex democristiani, sindaci civici non etichettabili di sinistra ed una parte di quei forzisti di provenienza culturale e politica democristiana e socialista. Fantasie? Fantapolitica? Analizzando il percorso politico di Dellai degli ultimi anni ed i suoi numerosi cambiamenti nulla è escluso e noi non ci stupiremo. Del resto a livello nazionale Dellai lo ha

avrà perso e dovrà leccarsi le ferite. E di una cosa siamo altrettanto certi: subito dopo aver digerito il voto del 4 marzo sia vincitori che perdenti saranno già al lavoro per le prossime elezioni provinciali d’autunno. Ma con quali scenari e quali prospettive?

già fatto e in batter d’occhio non ha avuto problemi di coscienza a metter in piedi un

partito assieme alla signora Lorenzin, già esponente di primo piano di Forza Italia e del Pdl. Potrebbe essere questa la via per far uscire l’Upt dalla pura sopravvivenza. Se a Roma Dellai va a braccetto con la Lorenzin ed altri ex forzisti ché non potrebbe farlo anche a Trento? Quanto al centro destra pensiamo che l’autunno porterà ben poche sorprese. In questi anni i vari esponenti del centro destra hanno fatto di tutto per distinguersi e dividersi. Anziché lavorare per impastare idee e sforzi (al di là di qualche interrogazione) hanno badato a preservare la propria seggiolina senza ragionamenti politici di pro-

spettiva e di peso. Borga, ex forzista, fa partito a sé, Bezzi pure, Fugatti anche, Cia idem, Giovanazzi – ex forzista – è scomparso dall’orizzonte, Viola, ex forzista, si è imbarcato nel Patt. Non parliamo della signora Bottamedi che come una farfalla leggera e giuliva ora è qui, domani è là e dopodomani non si sa. Ma proprio perché sono pochi ed orgogliosamente divisi il loro peso specifico è modesto e tale da non incidere su possibili cambiamenti. Per risollevare il centro destra ci vorrebbe un personaggio nuovo, autorevole e credibile. Ma all’orizzonte proprio non ne vediamo.

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Attualità

MARZO 2018

Anniversario per la Filo El Grotel di Condino

Quarant’anni di commedie di Mariachiara Rizzonelli “In questi anni abbiamo quasi sempre cercato di fare commedie sul comico, non drammatiche, tranne alcune, perché vogliamo che la gente in quelle due ore si rilassi e dimentichi i problemi che ci sono nella vita; quando ci riesce, questa è la nostra soddisfazione”, specifica Butterini. Le commedie rappresentate sono state recitate tutte nel dialetto locale o al massimo in dialetto trentino. In quella in preparazione, cui partecipano almeno una trentina tra storici vecchi attori e attrici, ogni parte è calibrata addirittura sulla cadenza e le espressioni tipiche di ogni paese e “busa” della Valle del Chiese a seconda delle origini e della residenza della persona che la interpreta (per cui si sentirà l’intonazione tipica di Condino, di Bondo o di altre parti ancora). Viene da commentare che la commedia dialettale tramite l’utilizzo del vernacolo riesce così sia nell’intento di far “passare” immediatamente presso il pubblico locale ogni

“Quarant’anni… un tempo che è volato; sembra ieri che c’eravamo trovati in quattro ragazzi a mettere assieme la prima commedia. Eh, ci vuole passione!”, commenta il Presidente della Filodrammatica “El Grotel” di Condino Sergio Butterini a proposito del quarantesimo anniversario di fondazione. Anniversario festeggiato con un ricco programma di iniziative per cui si parte sabato 3 marzo con un interessante convegno sul dialetto e una bella mostra

situazione e sentimento espresso, sia di preservare nella memoria un frasario che altrimenti potrebbe andare perso. Qui sta anche la ragione del convegno, spiega il

Presidente della Filo “El Grotel” di Condino, convegno che vedrà la partecipazione degli storici autori di dizionari dialettali locali della valle come Gianni Poletti, Al-

fotografica sui vari momenti storici della Filodrammatica (ore 15,30, Sala Consiliare del municipio del Comune di Borgo Chiese) per arrivare quindi al prossimo weekend di sabato 17 e domenica 18 marzo quando la Filo “El Grotel” si presenterà al pubblico con un inedito pot-pourri di estratti da commedie portate in scena nel tempo dallo storico cast locale (ore 20,30 presso il Centro Polifunzionale a Condino).

berto Baldracchi e Gianbattista Salvadori (cfr box allegato). Tornando alla storia della Filo “El Grotel”, occorre ricordare ancora che ai suoi esordi, voluti dal par-

roco di allora don Tullio Rosa, allorché nel 1977 la filo mise in scena la prima commedia, “El Malgar ma che om!”, fu seguita con grande attenzione dal compianto regista Fio-

Comune di Borgo Chiese

Tutti i concittadini, dai sedici compiuti, sono invitati ad esprimere la propria preferenza riguardo al futuro Referendum il 10 e 11annimarzo Stemma del Comune di Borgo Chiese.

Borgo Chiese cerca un nuovo stemma

Sabato 10 marzo dalle ore 14:00 alle ore 18:00 e domenica 11 marzo dalle ore 9:00 alle ore 12:00 e dalle ore 14:00 alle ore 18:00 potranno votare l’elaborato che ritengono più significativo tra i tre sotto riportati, recandosi: - per gli abitanti di Condino, presso la sala delle Colonne - per gli abitanti di Cimego, presso l’Ufficio Tributi - per gli abitanti di Brione, presso lo Sportello del Cittadino

In questi giorni il Comune di Borgo Chiese ha scelto la modalità con cui arrivare alla determinazione del nuovo stemma ufficiale. Nel fine settimana tra sabato 10 domenica e 11 marzo verrà infatti chiesto alla popolazione di recarsi presso gli edifici pubblici siti nelle comunità di Condino, Brione e Cimego per scegliere attraverso un’apposita scheda il prototipo di stemma di maggior gradimento tra i tre ivi riportati. Un aspetto importante della scelta è che alla votazione potranno partecipare tutti i cittadini dai 16 anni compiuti. I cittadini potranno esprimere il proprio voto sabato 10 marzo, dalle ore 14,00 alle ore 18,00, e domenica 11 marzo, dalle ore 9,00 alle ore 12,00 e dalle ore 14,00 alle ore 18,00, recandosi alle varie sezioni dei seggi presenti in tutte e tre le comunità del comune

di Borgo Chiese (gli abitanti di Condino si recheranno presso la sala delle Colonne, quelli di Cimego presso l’Ufficio Tributi e gli abitanti di Brione presso lo Sportello del Cittadino). Lo spoglio delle schede si terrà nella stessa sera di domenica 11. Alle tre proposte di stemma si è giunti STEMMA 1 incaricando il Centro Studi Lo scudo in forma sannitica si presenta composito e Judicaria di delineare uncon campitura (argento l’araldica) biancaper omogenea (argento persu la araldica) dove si ritaglia una croce latina nuovo stemma che potesselettura omogeneo di colore biancafondo su fondo omogeneo colore giallo (oro per la araldica). al tempo stesso riassumerelettura giallo (oro per l’araldica), Al centro dove intersecano la verticale e la orizzontale della croce sial sovrappone i valori identitari e le parti-cinquesormontata centrouna dastella duea punte, sormontata da una seconda stella monocentrica indicata dalle masse cromatiche verde colarità territoriali delle co- stelle a cinque punte sosalvia, dove si colloca geometricamente un cerchio munità comprese e dare al-biancovrapposte. La stella dieci dal quale si dipartono verso i ‘a vertici della le linee di forza di colore bianco, che tresì l’idea del nuovo sensostella, punte’ riportata, terminano tutte conrisultante piccoli cerchi verde salvia. forma e il contenuto dell’immagine riconducono dell’unione presente oggi.La si specifica “appartiene alalla storiografia importante e riconosciuta nei secoli del oro, quest’ultimo utilizzato Sulla scheda che i cittadinistoriacolore l’opera ligneasolitamente dorata del-in dell’arte per evocare fondali ‘spirituali’ e rinforzare il carattere di preziosità, capace peraltro di Borgo Chiese riceveran- l’altare dell’Assunzionedi rendersi visibile per irradiazione luminosa. Una no ogni proposta di stemmadistesadella trovadi d’oro Vergine illuminata che quindi,si sorta del sottofondo storico che si riporta accanto la spiega-rappresentazione interna allainPieve di Santa compone di elementi ordine sacro, peraltro una specifica condizione di zione dei colori scelti e deiaccompagnati Mariadentro Assunta e viene qui rarefatta razionalità restituita dalla geometria simboli riportati. Si specifi-ortogonale. intesa come elemento di La stella ‘a dieci punte’ in virtù di una esplicita che riconduce alle dieci di Maria ca così che lo stemma nu-simbologia unione storica”. Lo virtù stemma (appartiene all’opera lignea dorata dell’altare mero 1 è costituito da unodell’Assunzione numero 2,Vergine sempre forma della che si atrova interna Pieve di Santa Maria Assunta) viene qui intesa scudo sannitico riportan-alla scudo sannitico, come di elemento di unione storica, dovepresenta ulteriormente scorgono qualità di eleganza e razionalità di te una croce latina biancasiorigine invece uno sfondo avorio classica.

Infine le emanazioni e sorta di indicazione di ‘punti cardinali’ suggeriscono proprietà di sviluppo futuro. Il colore verde peraltro denota la colorazione

STEMMA 2

Lo scudo in forma sannitica si presenta composito e con campitura bianco avorio omogenea dove si sormontano tre campanule, simbolo di natura e montagna. Posizionate al centro, pendule e collegate con un laccio (denota lo stelo) intrecciato alla sommità con esplicito riferimento al simbolo matematico dell’infinito, dove possiamo inoltre rinvenire richiami di unione e legame antico. La composizione completata con una larga massa che segue i limiti perimetrali dello scudo, incurvandosi a seguire parallelamente la posizione delle campanule è di colore indaco, lo stesso che si ripropone nei tre fiori sintetizzati in una sorta di proiezione d’ombra. Il colore indaco riconduce all’acqua del Fiume Chiese, soggetto e luogo di importanza storica per tutte le comunità che sulle sponde vi hanno abitato nei secoli, impiegando peraltro anche tutte le sue caratteristiche per lo sviluppo della vita. I colori delicatamente ‘pastello’ sono indice di morbidezza ed eleganza, strutturale e formale.

con al centro tre campanule di color indaco, colore riportato anche nella fascia bassa dello scudo. Le campanule richiamerebbero la montagna e la natura, si spiega, mentre il colore indaco rimanda alla cromatura del fiume Chiese, “luogo di importanza storica per tutte le comunità che sulle sponde vi hanno abitato nei secoli”. Lo stemma numero 3 infine, costituito dal solito scudo in forma sannitica, “si presenta composito e con campitura bianco avorio omogenea dove si

STEMMA 3

Lo scudo in forma sannitica si presenta composito e con campitura bianco avorio omogenea dove si sormontano tre vette e una stella Posizionate alla sommità dello scudo sono visualizzate tre montagne stilizzate in forma triangolare, di diversa misura e proporzione che riconducono all’ambiente alpino del territorio, ed inoltre rappresentano i tre paesi unificati di Condino, Brione e Cimego. La colorazione di azzurro indica la presenza degli alti ghiacciai e le nevi perenni. Alla base delle montagne con una sezione curva e longitudinale si posiziona una zona colore verde muschio come rappresentazione dei pascoli di media montagna. Posizionata al centro la stella ‘a dieci punte’ in virtù di una esplicita simbologia che riconduce alle dieci virtù di Maria (appartiene all’opera lignea dorata dell’altare dell’Assunzione della Vergine che si trova interna alla Pieve di Santa Maria Assunta) viene qui intesa come elemento di unione storica, dove ulteriormente si scorgono qualità di eleganza e razionalità di origine classica. Le emanazioni e sorta di indicazione di ‘punti cardinali’ suggeriscono proprietà di sviluppo futuro. Attraverso il colore amaranto si intende suggerire una sorta di contestualizzazione storica, in luogo dell’origine antica del colore ‘rosso pompeiano’.

sormontano tre vette e una stella”; le tre montagne, si afferma, ricordano l’ambiente alpino del territorio e le tre comunità facenti parte del comune di Borgo Chiese, la striscia verde i pascoli di mezza montagna, mentre la stella dieci punte anche qui rimanda all’unione storica delle comunità attraverso l’antica istituzione della Pieve. Alla scelta del nuovo stemma tramite referendum sugli elaborati seguirà l’ufficializzazione del nuovo stemma in consiglio comunale.

re Bonenti, originario di Bondo, sostituito quindi nel tempo dai condinesi Renzo Bodio e Claudio Rosa (la regia della nuova commedia è nuovamente di Rosa, che ne ha curato anche il testo e che sta facendo un grande lavoro di coordinamento generale della trentina di attori e attrici locali). I luoghi storici in cui si inscenavano le commedie, come traspare dalle fotografie scattate a più riprese negli anni, sono stati in principio il famoso “Teatro Silvio Pellico”, ubicato presso la canonica della Pieve di S. Maria Assunta (ora in ristrutturazione), e, a partire dagli Anni ’80, l’auditorium delle scuole elementari di Condino, il vecchio capannone ex Rivadossi e infine l’attuale Centro Polifunzionale adiacente il nuovo Centro acquatico di Condino. Il nome “El Grotel” è invece un riferimento ad una località sita su una rocca poco sopra l’abitato di Condino sul versante della montagna che porta a Brione, la “Bastìa”, ambedue simboli della condinesità alla quinta essenza per tutti i condinesi, dei quali veramente tanti nei decenni hanno fatto parte con qualche ruolo (come attori, ma anche costumiste o truccatrici o altro ancora) della filodrammatica condinese. Ciò è ancora più vero se si pensa alla scuola delle nuove leve chiamata “Piccoli della Filo” che sotto la sapiente cura di Piera Bugna e Francesca Zamboni, tradizionali leve del gruppo, nell’ultimo decennio ha sfornato una serie di deliziose commedie per famiglia che hanno coinvolto una folto numero di bambini condinesi. Grande per cui la soddisfazione di Sergio Butterini, che però sente su di sé il dovere di migliorare sempre: “Sappiamo che non ci si deve adagiare sugli allori e che bisogna sempre cercare di migliorarsi. La nostra speranza è però che in questo caso venga fuori una serata che lasci un buon ricordo della nostra Filodrammatica”. (M.R.)


Attualità Il presidente eletto è Martinelli Luca imprenditore artigiano nel settore impianti elettrici di Ponte Arche – Comano Terme (TN) che in qualità di presidente è anche componente della giunta Provinciale; Vicepresidente eletto è Bonenti Luca imprenditore artigiano nel settore impianti termoidraulici di Sella Giudicarie (TN). La giunta del T8 è composta dal presidente Martinelli Luca, dal vicepresidente Bonenti Luca, Giovanelli Antonio , Beltrami Sonia, Pellizzari Imerio e Ferrari Sergio; è stata costituita per favorire un rapporto più frequente con gli artigiani della sede territoriale e per analizzare, sviluppare e risolvere le problematiche che possono gravare sugli associati della zona. Molte le attività del consiglio territoriale delle Giudicarie. Nei quattro consigli territoriali, che si sono tenuti da marzo a ottobre 2017 si sono svolte le elezioni del nuovo Presidente territoriale Luca Martinelli, la presentazione del nuovo Presidente Provinciale Segatta Marco e in seguito, ad organico completo, si è iniziato a ragionare sulle necessità del territorio e si è deciso di approfondire l’argomento appalti e i rapporti con la pubblica amministrazione. I componenti il consiglio territoriali sono stati poi chiamati a partecipare all’Assemblea generale del 18/11/2017 e alla prima parte del corso di formazione in data 23/11/2017 e 20/02/2018 La giunta si è trovata 10 volte da maggio a febbraio 2018 per organizzare gli incontri del consiglio di cui sopra, per la stesura del documento di programmazione territoriale da presentare nella giunta Provinciale ed hanno inoltre avuto modo d’incontrare il Consigliere Provinciale

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Luca Martinelli e Luca Bonenti ai vertici

L’Associazione artigiani si rinnova

L’Associazione artigiani delle Giudicarie nel 2017 ha rinnovato il proprio consiglio territoriale, negli incontri organizzati su tutto il territorio delle Giudicarie sono stati eletti i delegati coTonina Mario e confrontarsi sulle tematiche del territorio delle Giudicarie. Come anzidetto la giunta e il consiglio, hanno ritenuto importante incontrare i rappresentati degl’enti pubblici territoriale per cercare di migliorare la comunicazione e la condivisione delle problematiche con gli stessi. In data 26 ottobre 2017, pertanto, il Consiglio Territoriale dell’Associazione Artigiani, ha incontrato nella sala dell’ASCOOP, a Borgo Lares (TN), i sindaci dei comuni delle Giudicarie per condividere ed affrontare assieme l’importante argomento appalti. Alla serata hanno partecipato i vertici dell’Associazione Artigiani della provincia di Trento, il Presidente Provinciale Marco Segatta, il Direttore Generale Nicola Berardi e la dott.ssa Marzia Albasini responsabile del servizio appalti; i vertici del Consorzio dei Comuni nelle persone del Presidente Paride Gianmoena e del Direttore Marco Riccadonna e in rappresentanza

munali quali componenti del consiglio territoriale che a sua volta il 27 marzo 2017 hanno eletto il proprio Presidente , il vice presidente e la giunta del T8 territorio delle Giudicarie.

della Provincia era presente il consigliere Mario Tonina. La serata si è svolta in un clima di reciproco confronto, sono state affrontate le varie ipotesi di appalto attraverso un’esposizione dettagliata della Dott.ssa Albasini. Gli interventi puntuali degli amministratori comunali e degli Artigiani hanno portato ad una discussione pacata e costruttiva, ricca di spunti per entrambe le parti. L’incontro si è chiuso con l’intervento del Presidente Luca Martinelli che ha ringraziato i sindaci e le amministrazioni comunali per la proficua serata di confronto, con l’augurio che quest’incontro sia solo il primo di una serie sui vari argomenti che intrecciano la vita imprenditoriale e l’operato pubblico, da tale connubio non ne può che nascere una ricchezza per il territorio, perché come è stato ribadito più volte in sala, “non c’è amministratore che non voglia far lavorare le proprie aziende sul territorio per dare futuro allo stesso”.

Associazione Artigiani è presente sul territorio delle Giudicarie dal 1950 fornisce servizi, supporto e consulenze agli artigiani;ha la sua sede principale a Borgo Lares in loc. Tonello,5/ A e una sede secondaria in Storo via strada Provinciale 69,8b dove sono presenti i collaboratori dell’Associazione che quotidianamente sono a disposizione degli associati.

I componenti del consiglio territoriale eletti nel 2017 Bagattini Alessandro Borgo Chiese Bella Adriano Bleggio Superiore Beltrami Sonia Darzo Bonenti Luca Sella Giudicarie Chinetti Paolo San Lorenzo Dorsino Collizzolli Eros Borgo Lares Compostella Ciro Tione Cozzini Italo Giustino Cunaccia Francesco Pinzolo Ferrari Sergio Pinzolo Filippini Fabrizio Cimego Giovanelli Antonio Tione Martinelli Luca Comano Terme Monfredini Gianni Pieve Di Bono Moschetti Manrico Strembo Pellizzari Imerio Val Daone Pollini Luciano Pelugo Sartori Osvaldo Caderzone Tomasini Tiziano Tre Ville Tonini Pietro Fiave’ Valentini Sergio Villa Rendena Zambanini Robert Stenico Zanetti Alessandro Lodrone Rappresentanti delle categorie residenti in Giudicarie Carlone Carlo - Pinzolo Pasticceri e Gelatieri Maffei Paolo - Stenico Autonoleggiatori Amistadi Massimo - Roncone Carpentieri Ferro Rigotti Rolando - San Lorenzo Dorsino Autotrasportatori

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Associazioni

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Eleonora commenta: “Non possiamo lamentarci. In realtà ci sono delle problematiche nel donare per una donna e quindi non tutte possono farlo; in linea generale le donne possono fare una donazione all’anno. E, al di là del sesso, il sangue deve avere determinate caratteristiche”. Del direttivo fanno parte anche altri validi uomini, a cominciare dal segretario Roberto Bagozzi, al preposto alle analisi Gabriele Antolini e ai consiglieri Beniamino Bagozzi e Domenico Spada. Con tutti loro Eleonora nell’anno scorso si è data degli obbiettivi importanti come rimodernare la sede della sezione e comperare un defibrillatore da mettere a disposizione della popolazione di Condino posizionandolo all’esterno della casa sanitaria di Via Roma. Quest’ultima azione, tuttavia, per problemi burocratici, anche se in parte già intrapresa, deve ancora realizzarsi; in un paio di mesi Eleonora suppone tuttavia di riuscire nei propri intenti: “E’ un modo di rigirare i soldi che provengono dalle donazioni dei soci sul territorio dove vivono, lo trovo più che giusto”. Il gruppo si sta muovendo anche per attivare tutta una serie di attività promozionali (il fatto che Eleonora sia anche la Presidente della Pro Loco di Brione la aiuta a muoversi sulle piazze), la prima della quale è proprio

Tante donatrici all’Avis di Condino Un pensiero per l’8 marzo

di Mariachiara Rizzonelli

Quasi 26 anni, caschetto biondo, grandi occhi marroni, sempre a sfrecciare sulla sua renegade color antracite. Questa è Eleonora Poletti, da un anno vivace Presidente della “Sezione Avis di Condino”, che include anche Brione, Castel Condino e Cimego. La incontriamo a pochi giorni dall’assemblea ordinaria della sezione, che si tiene ogni anno tra la fine di febbraio e gli inizi di marzo, e a solo qualche giorno dalla Festa della Donna di cui lei e tante altre come lei sono degne rappresenun pensiero per le donne donatrici da farsi il prossimo 8 marzo: “Saranno dei cioccolatini che i membri del consiglio direttivo porteranno direttamente casa per casa alle nostre socie; tra le altre abbiamo con noi una signora di sessantasei anni, mentre tra i sette nuovi soci donatori la gran parte è composta quasi tutta da donne”. Altra iniziativa che il direttivo Avis di Condino ha in cantiere è quella di far conoscere alle scuole elementari attraverso qualche attività ludica

la propria associazione e il gesto del donare il san-

tanti. Eleonora ci spiega come tra i 179 soci della sezione di Condino che donano il proprio sangue presso gli ambulatori di Bagolino e Tione di donne associate ve ne siano in buon numero. Oltre a quelle inserite nel consiglio direttivo, dove si osserva un’ottima parità di genere e dove infatti ritroviamo la Vice presidente Serena Butterini, il tesoriere Roberta Pelanda e il consigliere Alessia Butterini, ve ne sono anche tante altre nella locale sezione.

gue perché se si impara fin da piccoli l’importanza di

MeTe da leggere

dare gratuitamente qualcosa di sé, qualcosa che non si può ricreare in laboratorio, il messaggio passa di più. Si tratta di un progetto che Avis di Condino porta avanti assieme alle sezioni Avis di Bondone, di Storo e di Pieve di Bono. Eleonora a questo punto è un flusso ininterrotto di informazioni; racconta di come l’Avis sia un’associazione che possono frequentare tutti perché apolitica e areligiosa, di come a livello della provincia di Trento la copertura del bisogno di

sangue sia totale rispetto ad altre province italiane, come la donazione venga fatta attraverso un sistema molto organizzato e in ambiente accogliente e sia doveroso prendersi molta cura dei donatori e di tanto altro ancora. Dalle sue parole emergono passione e onestà assieme. All’invito a fare un appello ai lettori per avvicinarsi all’Avis Eleonora risponde: “Non vorrei dire cose scontate; solo, il sangue è per il corpo come la benzina per una macchina. Se non la hai non parte; se ti danno del sangue ti possono invece dare una mano”. Eleonora è così, così tante donne e uomini dell’Avis, che hanno voglia di fare più fatti che parole. Non resta che augurare un “buone donazioni” a tutti volontari dell’Avis e buona Festa dell’8 marzo a cotante donne.

Rubrica mensile a cura di viale Dante, Tione

DIGITO ERGO SUM. A Educa il rapporto tra tecnologie e relazioni Smatphone, tablet, web, social media e intelligenza artificiale: le tecnologie digitali e della comunicazione sono ormai da qualche anno parte della vita quotidiana, propaggini del nostro corpo e forse anche della nostra coscienza. La tecnologia si è inserita in modo prepotente nelle nostre abitudini quotidiane, avviando una mutazione del concetto stesso di relazione; una presenza che sta modificando – o ha già modificato – il nostro modo di rapportarci con gli altri, i nostri processi di apprendimento, memorizzazione e costruzione della conoscenza. Spesso, pure il significato stesso delle nostre azioni. Una rivoluzione, che qualcuno ha definito antropologica, che sta mettendo in discussione le basi su cui si è costituita l’umanità così come l’abbiamo sempre conosciuta: rapporto fra genitori e figli, espressione dei sentimenti, forme di comunicazione interpersonale e collettiva, individuali e di massa. Un argomento che è al centro dell’attenzione collettiva da ormai più di un decennio, ma che è stato finora trattato più come una questione legata all'acquisizione delle competenze

digitali o adottando posizioni ideologiche che si traducono in netti e contrapposti pro o contro. Sembra invece mancare una riflessione critica che aiuti genitori e insegnanti, adulti e giovani, istituzioni e comunità educante, a trovare il modo giusto per navigare nel mare della complessità digitale. A capire o anche solo a interrogarsi su come l'educare e suoi elementi fondativi (fiducia, responsabilità, libertà, pensiero critico, regole...) basati finora principalmente sull'esperienza e la presenza, possano oggi essere agiti anche attraverso relazioni mediate e a distanza. Sono queste le considerazioni che hanno portato il Comitato promotore di EDUCA (composto dalla Provincia autonoma di Trento, dall'Università degli Studi di Trento e dal Comune di Rovereto) a dedicare la IX edizione del Festival EDUCA a questo tema intitolandola “ALGORITMI EDUCATIVI. Responsabilità e spirito critico nel tempo delle nuove tecnologie”, con un programma costruito con il supporto del consorzio Consolida e il contributo scientifico di Fondazione Bruno Kessler,

Fondazione Franco Demarchi e del festival sarà presentato verso il IPRASE. 20 marzo. Tutte le informazioni sul Dal 13 al 15 aprile a Rovereto grazie al sito www.educaonline.it. contributo di esperti, studiosi e testimoni di Paola Pedergnana e alla presentazione di prassi innovative, si proverà attraverso un percorso multidisciplinare ad inquadrare meglio il rapporto fra educazione, relazione e tecnologie digitali attraverso laboratori, dialoghi, seminari, momenti d’arte e giochi. Il festival si aprirà venerdì 13 aprile con una mattinata interamente dedicata alle scuole che potranno iscriversi alle diverse attività proposte e che si concluderà con la premiazione del concorso “L’educazione mi sta a cuore”. Tra i laboratori in palinsesto, anche un momento promosso dal Centro MeTe sul rapporto tra emozioni e social con la creazione di gif animate personalizzate dopo un percorso sul riconoscimento dell’emozione. Dal venerdì pomeriggio, per tutto il sabato e la domenica i momenti di EDUCA saranno aperti invece a tutta la comunità, a genitori, famiglie, bambini, insegnanti ed educatori. Il programma delle scuole sarà disponibile da inizio marzo mentre quello

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La ricetta

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Laura Sc

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Salute

MARZO 2018 Un milione coloro che sono guariti completamente

Noi possiamo, io posso: la giornata mondiale della lotta contro il cancro “Importante capire che molto può essere fatto a livello individuale” I progressi della ricerca negli ultimi decenni hanno però contribuito a far diminuire di molto la mortalità. E in Italia siamo ai vertici europei per guarigioni e anche la sopravvivenza a cinque anni è nettamente migliorata. Non è così purtroppo nel resto del mondo. E’ stato appena pubblicato su Lancet uno studio chiamato CONCORD3 , condotto su 37 milioni di persone che si sono ammalate dal 2000 al 2014. Si sono analizzati 322 registri tumori di 71 paesi di vari continenti , relativamente ai 18 tumori più frequenti . La sopravvivenza a cinque anni, che è il parametro più sensibile di valutazione, rimane alta solo nei paesi con più alto tenore di vita. Per la mammella, per esempio, si arriva fino al 90,2% di guarigione in USA e in alcuni paesi europei fra cui l’Italia, mentre in paesi come l’India ci si ferma al 66,1%. Per la leucemia linfatica acuta dei bambini si va dal 49,8% dell’Ecuador al 92,5% della Finlandia. Per il tumore del cervello dal 28,9% del Brasile a quasi l’80% della Svezia e della Danimarca. I dati dello studio CONCORD permettono un confronto appropriato fra l’efficienza dei sistemi sanitari dei vari paesi e danno la possibilità ai vari governi di valutare le opportune scelte di politica sanitaria. L’OCSE (Organizzazione per la

di Gianni Ambrosini - oncologo

Il 4 febbraio è la giornata mondiale della lotta contro il cancro. La parola d’ordine di quest’anno è “We can, I can” (Noi possiamo, io posso). Si punta sulla consapevolezza non solo delle Associazioni e delle Istituzioni, ma anche individuale, dell’essere più informati sulla malattia e di aumentare le possibilità di cura. La giornata è promossa dall’UICC ( Union for International Cancer Control ) un’associazione non governativa attiva in 260 paesi. Nel 2017 si sono verificati in Italia 369.000 nuovi Cooperazione e lo Sviluppo Economico) ha intenzione di utilizzare i dati dello studio come indicatori di qualità per orientare le politiche di prevenzione e decidere le misure più appropriate di intervento in politica sanitaria. E’ importante capire che molto può essere fatto a livello individuale : “I can; io posso ”. Cosa vuol dire ? Che molto dipende dallo stile di vita che va modificato fin da giovani. Le tre parole chiave che tutti attenzionano sono : fumo, alimentazione, sedentarietà. Dal 30 al 50 % dei tumori può essere evitato. Il tabacco è risaputo causa circa 6 milioni di morti all’anno; contiene 50 sostanze considerate cancerogene. Il rischio c’è per i fumatori , per i fumatori passivi e per il fumo che si aerosolizza ( non serve fumare sul balcone !). le abitudini dietetiche sono un altro fattore di rischio. C’è un legame stretto fra la dieta e alcuni tipo di cancro come quello della mammella, dell’esofago, della vescica, del colon e

dell’endometrio. Una dieta ricca di frutta e verdura di stagione ha un alto fattore di protezione. Mentre invece l’aumento di peso o l’essere obesi aumentano e di molto il rischio di ammalarsi. La regolare attività fisica, almeno un’ora di passeggiata tre volte alla settimana, potenzia l’effetto benefico della dieta nel ridurre il rischio. L’abuso di alcool non va dimenticato; fumo e alcool si potenziano e provocano più facilmente tumori del cavo orale, del faringe, della laringe, del colon e della mammella. Un altro capitolo importante sono le infezioni : l’helicobacter pylori, il papilloma virus (HPV), le epatiti B e C, il virus di Hepstein e Bar. L’incidenza dei tumori ad esse collegate varia a secondo del livello di sviluppo passando da un 5% in Australia a un 50% nell’Africa sub-Sahariana. L’inquinamento ambientale sia indoor che out-door è un’altra voce a cui non si da molta attenzione; ma se si considerano tutte le sostanze chimiche che si usano

casi di tumore, resta la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari. Un Italiano su 20 convive con una diagnosi di tumore, quasi 3,5 milioni di persone hanno fatto esperienza di malattia tumorale e quasi un milione possono essere considerate definitivamente guarite. Nel 2030 il cancro sarà la prima causa di morte, si prevede infatti un aumento fino a 21,6 milioni di casi all’anno; complice l’invecchiamento della popolazione, gli stili di vita non corretti e le diagnosi più precoci.

giornalmente senza le dovute protezioni o a quello che succede nell’espletamento della più frequente delle occupazioni come il cucinare, si intuisce facilmente a quali rischi siamo sottoposti nell’ambito delle nostre case. Esistono altresì i cosi detti carcinogeni occupazionali che impattano pesantemente sul polmone, sulla pleura leggi il mesotelioma o sulla vescica e la cui incidenza sta diminuendo perché finalmente sono state adottate le opportune misure di protezione ( non così in passato). Da ultimo citiamo le radiazioni ionizzanti sia naturali che legate a varie attività umane che possono causare vari tipi di leucemie o anche tumori solidi. Maggiore è l’esposizione e più alto è il rischio. Attenzione alle esposizione ai raggi ultravioletti per i tumori della pelle e per il melanoma. La diagnosi precoce e lo screening. E’ risaputo: più è precoce la diagnosi e più aumenta la percentuale di successo. Non trascuriamo i sintomi e consultiamo il

nostro medico di fiducia prima possibile. Aderiamo alle campagne di screening, sono studiate su grandi numeri e grazie a loro aumentano le percentuali dei guariti : prima è meglio. Nel nostro paese grazie alle diagnosi precoci il 63% delle donne e il 54% degli uomini sconfiggono la malattia. Le terapie di base della malattia tumorale restano sempre la chirurgia, la radioterapia e la chemioterapia e la gestione del percorso di cura è sempre di più e meglio definito da un’equipe multidisciplinare che decide la personalizzazione della cura. Si parla anche di “trattamenti di precisione” basati sui profili genetico-molecolari dei pazienti. I trattamenti hanno subito delle evoluzioni che li hanno resi più raffinanti e meno aggressivi e questo grazie a studi e impegno di moltissimi specialisti. La chirurgia, la radioterapia e la chemioterapia non sono più quelli di qualche anno fa. La chirurgia è meno invasiva è più limitata e si avvale di tecniche

e strumenti molto raffinati che ne riducono le complicanze e i tempi di intervento e di ricovero. La radioterapia con l’uso di macchinari più tecnici ed evoluti e con l’ausilio dei computer riesce ad essere più definita e a limitare gli effetti collaterali. E la chemioterapia non è più aggressiva come in passato perché utilizza farmaci meno tossici e più efficaci e soprattutto perché esistono trattamenti complementari per il controllo degli effetti collaterali che prima non avevamo. Ma la ricerca ha fatto passi da gigante specie nella terapia delle leucemie dove riusciamo a riprogrammare i linfociti con delle tecniche particolari di modificazione genetica e a reinfonderli dopo averli modificati in modo da dirigerli contro le cellule malate. Quindi ancora una volta : non dimentichiamo le regole della prevenzione. Attenzione massima a fumo, alcool, dieta, attività fisica, mantenere il peso, vaccinare i bambini, partecipare ai programmi di screening. Ma soprattutto, non avere paura. Stabiliamo un rapporto di dialogo franco e costruttivo con chi ci cura. E stiamo attenti alle notizie che non hanno alcun fondamento scientifico e che non aiutano a decidere per il percorso di cura più efficace. “We can, I can”.


Attualità Un viaggio ideale per immagini fra Madonna di Campiglio e il Lago d’Idro, le Terme di Comano e la Forra del Limarò, oltre 200 pagine di scorsi mozzafiato e momenti intimi e peculiari della bellezza di andare a pesca in un territorio unico. Fotografie magnifiche, di fotografi come Alessandro Seletti e Marco Simonini, ma anche professionisti locali, e le tavole illustrate del pittore Luigi Dalmaso. La pesca come fil rouge ma anche una narrazione delle vallate giudicariesi sotto tutti gli aspetti che collateralmente si legano all’arte alieutica. Dalla gastronomia, alle attività outdoor, il paesaggio unico delle Dolomiti di Brenta e la ricchezza dei fiumi. D’altronde, il territorio è la prima destinazione di pesca in Italia: 500 km di acque pescabili, la maggior parte delle quali con un unico permesso grazie ad un’organizzazione che ha messo in simbiosi le Apt e le associazioni pescatori. Negli ultimi anni, l’aiuto della Comunità delle Giudicarie in particolare ha permesso un salto di qualità che ha costruito, sulla bellezza e l’unicità che la natura

ha spontaneamente fornito, anche una serie di servizi che hanno portato l’Alto Sarca e Chiese a contendersi pescatori e appassionati con mete prestigiose come Slovenia e Austria. Otto telecamere, ogni 5 minuti mostrano un’immagine aggiornata dei due fiumi; tutto il sistema di richiesta e gestione dei permessi è stato informatizzato ed esiste anche un’Applicazione dedicata che permette al pescatore di ottenere il proprio permesso ma anche di trovare i parcheggi più vicini, individuare le diverse zone di pesca, tro-

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In un libro la pesca in Giudicarie Godersi la luce dell’alba che svela a poco a poco i paesaggi magnifici delle Giudicarie, passare del tempo a contatto con la natura, scoprire fiumi e laghi cristallini, perfezionare l’abilità dei lanci e la capacità di osservazione, sono solo alcuni degli aspetti che rendono la pesca sempre più popolare. Un po’ della magia e della suggestione di questo vare servizi dai ristoranti ai punti di ristoro; i siti internet delle associazioni pescatori sono stati rivisti e oggi sono ricchi di contenuti multimediali che mettono in luce le peculiarità del territorio; sono state posizionate 6 piazzole che, in sicurezza, permettono la pratica della pesca a disabili, anziani, a chi si approccia

mondo sono state raccolte in un nuovo strumento promozionale per il territorio dell’Alto Sarca e del Chiese, destinazioni leader in Italia per gli appassionati della lenza: “Fishing in Alto Sarca e Chiese” è il titolo di un libro fotografico, che nella forza delle immagini riporta tutta la bellezza del territorio, dei fiumi Sarca e Chiese.

per la prima volta alla pratica; esistono due punti noleggio dell’attrezzatura e sul fronte dei ragazzi si è creato un programma didattico apposito. La pesca è cosa molto seria da queste parti che ha portato i suoi risultati in termini di turismo: nel 2017 sono stati 8.369 i permessi ospiti venduti sull’Alto Sarca (+5% rispetto all’anno prima), un dato sempre in crescita nell’ultimo quinquennio, mentre sono stati 1.147 i pacchetti turistici venduti direttamente dalle strutture alberghiere legati alla pesca. Il 75% dei pescatori pratica “no kill”. La pregiata pubblicazione sarà un ulteriore veicolo promozionale: per iniziare, fra le 500 e le 600 copie verranno omaggiate a tutti gli atleti che parteciperanno al Campionato mondiale di pesca a mosca che si terrà sul fiume Sarca dal 17 al 23 settembre 2018, ma viene anche diffuso tramite i principali negozi di pesca in Italia e all’estero oltre che nelle fiere specializzate di settore.


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Rubrica Legale

MARZO 2018 L’avvocato risponde

Danni da neve: paga il condominio Buongiorno, nel caso di danni ad un veicolo causati dalla caduta di neve o ghiaccio da un cornicione o dal tetto di un edificio, a risponderne è il condominio e/o il proprietario dell’immobile. Esiste infatti nel nostro Codice Civile una norma, che attribuisce la «responsabilità oggettiva» – ossia a prescindere da colpa o malafede – al proprietario di un oggetto che abbia determinato danni a terzi. Ciò vale quindi per la neve o il ghiaccio ma anche se cadesse un vaso di fiori, un pezzo di cemento, un poggiolo, una gronda. Il condominio e/o il proprietario di un immobile sono infatti

Buongiorno Avv. Gottardi, qualche giorno fa, tornato al parcheggio dove era la mia macchina, ho trovato una brutta sorpresa: cofano, cristallo e tetto della mia macchina erano letteralmente distrutti. Un blocco di ghiaccio e neve caduto dal tetto sopratenuti ad adottare tutte le misure necessarie per non causare pregiudizio agli altri come, ad esempio, porre in essere degli impedimenti fisici per impedire a terzi di parcheggiare sotto le gronde cariche di neve oppure prevedere dei sistemi di rimozione o di sgombero dal tetto della neve. È abbastanza consueto dalle nostre parti vedere i classici listoni in legno e/o del nastro rosso e bianco appoggiati ai muri perimetrali delle abitazioni quando sussiste il pericolo di cadute neve.

stante la mia vettura è caduto facendo un vero e proprio disastro! Io penso che sia giusto ne rispondano i proprietari della casa…cosa devo aspettarmi? Grazie di cuore, Borgo Chiese in presenza di precipitazioni intense e repentine: è infatti onere del proprietario porre in essere tutte le misure di prevenzione del rischio. Una responsabilità che scatta in automatico, in assenza di una prova contraria che dimostri che è stato fatto di tutto per impedire il danno. Il Codice Civile esclude la responsa-

Talvolta vengono altresì posti dei cartelli di pericolo specifici. La responsabilità del proprietario sussiste anche

CURIOSITÀ DAL MONDO A Forest City, North Carolina, (USA) è illegale portare una spara-piselli ad una parata ed è anche illegale sparare pezzetti di carta con un elastico.

bilità del proprietario del bene se prova che l’evento è stato determinato da «caso fortuito», ma a detta della giurisprudenza costante in materia, tale esimente non può essere mai invocata per una nevicata, poiché questa non può considerarsi un fatto eccezionale. Per approfondire o per fissare un colloquio su questo o su altri temi l’avv. Mattia Gottardi riceve presso il suo Studio in Tione di Trento, via N. Sauro n. 2, previo appuntamento, chiamando il numero 0465/324667 oppure 349/2213536 o scrivendo all’indirizzo mgottardi1@yahoo.it

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Attualità Un pinzolero doc Gianluca, ogni giorno impegnato come commesso in un negozio di scarpe, che ha però una lunga ed interessante storia personale alle spalle che lo ha portato prima a crescere come sportivo e poi come maestro in discipline di combattimento e difesa. Come nasce come maestro? Fin da bambino le arti marziali mi affascinavano, passavo un sacco di tempo a vedere i film di Bruce Lee, che in un qualche modo mi hanno ispirato e mi hanno spinto a seguire la mia passione. Tra i 17 e i 18 anni ho cominciato ad allenarmi a Tione e a Trento nelle discipline del karate e della thai boxe, finché nel 2006 ho intrapreso il mio primo viaggio in Asia per approfondire la tecnica. Sono stato un mese in Thailandia: un mese pieno di prove ed esami alla fine del quale, diplomato, sono tornato in Italia. Avevo intanto capito che il mio interesse e la mia passione mi stavano portando non verso il ring ma verso l’insegnamento dell’autodifesa, così sempre nel 2006 ho partecipato a un corso tenuto a Desenzano da Carlo Andreis (ora responsabile della disciplina del silat suffian in Italia). Tra il 2011 e il 2012 ho viaggiato nuovamente per sei mesi attraverso l’Asia con solo uno zaino e la voglia di imparare nuove tecniche. Ho studiato il silat, autodifesa e il combattimento con armi in Indonesia (in una delle più antiche scuole del Paese), il muay thai in Thailandia, tecniche miste MMA e combattimento al suolo in Australia ed infine allenamento e pratica nel combattimento con armi in Birmania. In Birmania sono entrato in contatto con realtà sconvolte dalla guerra, nelle quali ho cercato di dare una mano collaborando volontariamente con una onlus italiana attiva in loco. L’anno scorso sono stato nelle Filippine ad allenarmi nel combattimento dell’eskrima con bastoni, coltelli e a mani nude. E’ stato però dopo il

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Gianluca Binelli, di Pinzolo in Asia per imparare le tecniche migliori

Autodifesa e beneficienza Corsi per tutti, a offerta libera, e il ricavato va ad associazioni e bisognosi

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di Aldo Gottardi

n corso di autodifesa, per quanto completo, non potrà purtroppo mai preparati allo stress ed alla agitazione di una vera aggressione in strada, ma può invece insegnare parecchio su come far fronte a molte situazioni di

pericolo e ad aumentare la propria sicurezza”. E’ con molto pragmatismo e sincerità che il maestro Gianluca Binelli si presenta, e ci presenta, i suoi corsi di autodifesa, ad offerta libera e dedicati a chiunque, ragazzi, ragazze, giovani e meno giovani.

mio primo viaggio in Asia che ho deciso di avviare dei corsi gratuiti aperti a tutti per imparare i rudimenti dell’autodifesa, specialmente per le ragazze. Qual è la filosofia dietro alla decisione di dedicarsi all’insegnamento dell’autodifesa? Purtroppo la società di oggi non è pacifica come dovrebbe essere, i pericoli sono sempre dietro l’angolo e la cronaca di ogni giorno ce ne da tristemente la prova. Io ho molto a cuore il proteggere l’incolumità delle persone, specialmente quelle più deboli e potenzialmente indifese e questo mi ha spinto a mettere a loro disposizione le mie conoscenze in modo gratuito e volontario per potergli permettere di difendersi. Però come ho detto, un corso di autodifesa, per quanto buono, non ti può preparare alla realtà; così per migliorare ulteriormente l’efficacia dei miei insegnamenti, insieme alla pratica di alcune mosse base, cerco di far fare ai miei allievi anche dei piccoli momenti di lotta tra loro o “sparring”, per prendere confidenza con il contatto fisico e mettere in pratica le mosse appena imparate. Tanta gente purtroppo sottovaluta questo aspetto talvolta anche gli insegnanti, ma la pratica “sul ring” delle mosse imparate aiuta tantissimo

per avere una visione più realistica delle aggressioni e su come neutralizzarle. Ovviamente e comprensibilmente, la pratica e la frequenza ai corsi deve essere costante come in ogni attività fisica e l’efficacia di questi non può essere garantita se la presenza è solo saltuaria. Come nascono i tuoi corsi? Nel 2012 ho organizzato il mio primo corso di muay thai a Carisolo grazie alla disponibilità della Pro Loco locale nel mettermi a disposizione la palestra del Palasport. Parallelamente ho sempre organizzato incontri su vari livelli grazie ai quali nel tempo ho costruito un buon gruppo di amici con i quali ancora oggi ci si allena e spesso mi aiutano nei vari

corsi (ad esempio il lottatore professionista di thai boxe Zakariaa Darhour, Giacomo Giovannini che ora sta prestando servizio nella Legione Straniera e l’amico Andrea Salvaterra

di Tione, anche lui esperto di thai boxe). Quattro anni fa invece ho scelto di avviare il primo corso gratuito di autodifesa per ragazze che si teneva alle vecchie scuole elementari

di Pinzolo, dove il Comune gentilmente mi ha dato uno spazio. Dal biennio 2015-2016, a seguito di due gravi lutti che mi hanno lasciato molto scosso, quello della piccola Maxine Cozzio e del Dott. Stefano Paoli, entrambi a causa di malattie incurabili, ho deciso di dedicare i corsi alla loro memoria e di renderli a offerta libera, il cui ricavato sarebbe stato devoluto alla AIL Trentino (Associazione Italiana contro Leucemie-linfomi e mieloma). Nell’ultimo periodo le offerte sono state raccolte anche per aiutare a coprire i costi delle cure al mio caro amico Fulvio Cimarolli, che sta tuttora combattendo contro la SLA. Dal 2017 ho iniziato a creare corsi di autodifesa misti maschi-femmine. Una storia di impegno, passione e tanta generosità per il prossimo, che ci si augura possa sempre continuare così ed essere apprezzata da sempre più persone. Avanti così.

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Cooperando

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Cooperazione Trentina, a giugno il nuovo presidente Avviata la consultazione nelle componenti del movimento I risultati verranno discussi nella riunione fissata per il 12 Marzo, data in cui il Consiglio di Amministrazione potrebbe decidere di proporre all’assemblea un candidato alla carica di Presidente come contemplato dall’articolo 29 bis dello Statuto Sociale. Ma l’uso del condizionale è d’obbligo in questo caso. E’ d’obbligo in quanto si dovrà capire se l’auspicabile soluzione di un candidato condiviso da tutto movimento prevarrà o se prevarranno le logiche più “radicali” e l’incapacità di fare “un passo indietro per farne due aventi”. Negli ultimi anni, possiamo dirlo, l’onda di crisi economica e sociale che ha travolto il Paese, seppur attenuata dalla nostra specificità è arrivata anche in Trentino e si è fatta sentire dentro la cooperazione. Una crisi di legittimità in primis. Dove la relazione tra i corpi di rappresentanza, quali Federazione e Consorzi, e le cooperative, si è caratterizzata per essere non più (come di fatto è) parte di un unicum, sinergica e

di Alberto Carli E’ stata una legislatura intensa quella degli ultimi 3 anni della Cooperazione Trentina, segnata da un acceso dialogo interno, una crisi economica che si è fatta sentire nonostante la capacità del movimento di resistere e attutire quella che in alcuni settori produttivi (vedi l’edilizia) è stata una vera e propria catastrofe, una riforma del credito che sta indirettamente ridefinendo gli assetti

orientata al bene del socio ma foriera di scontri, dentro una miscela di accuse e divergenze anche ideologiche, trasformando la relazione tra le realtà del movimento, da relazione forte a relazione debole, e trascinando il movimento stesso, architrave della comunità trentina, in una agorà oggetto anche di strumentalizzazione poli-

Il Giornale delle Giudicarie mensile di informazione e approfondimento

Anno 16 n° 3 marzo 2018 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Caporedattore: Denise Rocca Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Aldo Gottardi, Matteo Ciaghi, Denise Rocca Hanno collaborato: Gianni Ambrosini, Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Giuliano Beltrami, Giacomo Bonazza, Alberto Carli, Francesca Cristoforetti, Umberto Fedrizzi, Chiara Garroni, Enrico Gasperi, Marco Maestri, Mariachiara Rizzonelli, Alessandro Togni, Alberta Voltolini, Ettore Zampiccoli, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 - 338 9357093 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3286821545) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 22 febbraio 2018 da Sie Spa - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129

tica. Ma la cooperazione ha bisogno di unità e di rinnovato senso di fiducia in un contesto dove la competizione è competizione tra territori, dove la trasformazioni delle politiche sociali faranno la differenza per garantire qualità dei servizi ai cittadini, la complessa serie di considerazioni inerenti la situazione generale, i rapporti con Roma particolarmente per certi settori, le politiche di sviluppo locali ed extraregionali. E ancora la paziente azione di cucitura di alcuni strappi aperti, il superamento di talune pesanti situazioni di difficoltà, la necessità che i cambiamenti profondi che sono recentemente avvenuti in importanti segmenti del movimento, si devono sedimentare in un nuovo gruppo dirigente coeso. Pensiamo al cambiamento avvenuto in Cassa Centrale o in SAIT per accennare solo ai secondi grado. E quindi nella continuità c’è bisogno di innovazione e incessante aggiornamento della nostra organizzazione e del nostro lavoro. Va continuamente calibrata la capacità di essere al servizio delle cooperative. Ma certo tutto questo ha bisogno prima di tutto, dei soci e delle cooperative. Ebbene sì, l’onda populista dei mal di pancia e degli interessi soggettivi è probabilmen-

della Federazione, un cambio di Presidente a metà legislatura e non da ultimo un nuovo Direttore Generale. L’Assemblea della Federazione del giugno 2018 sarà elettiva. E’ partita a Febbraio l’operazione ascolto da parte del Presidente Fezzi, che su incarico del Consiglio di Amministrazione ha avviato la consultazione con i soci del movimento.

te il male da cui rifuggire. Non possiamo affronta-

re i problemi, siano essi dovuti ad errori umani o causati dalle dinamiche commerciali o di competitività, attraverso la sterile polemica. Ecco quello che non dobbiamo accettare, contro cui dobbiamo lottare. E lo dobbiamo fare in primis il 4 Marzo, quando saremo chiamati a eleggere la nuova classe politica del paese e la nostra rappresentanza a Roma, e successivamente attraverso una proposta unitaria per la presidenza della Federazione della

Cooperazione Trentina che possa concludere la fase di ridefinizione dei modelli cooperativi in atto, soprattutto del consumo e del credito oggi in profonda trasformazione, e possa altresì avviare quelle fase di “rinascita” orientata alla generazione di valore economico e sociale, di coesione e spirito altruistico che l’ha sempre caratterizzata e che caratterizza il Trentino rendendolo un territorio di qualità. Un nuovo Presidente che nella dialettica con la politica, possa rappresentare gli interessi della società civile anche aiutando la politica stessa nella identificazione di soluzioni e nel riacquisire quella dignità che oggi pare abbia perso alla rincorsa del consenso.

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fatto in Trentino


Attualità

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CASA LONDRA PER VIVERE UNA DELLE PIÙ GRANDI E DINAMICHE CAPITALI D’EUROPA Soggiorni studio per giovani dai 16 ai 32 anni

Per il 2018 sono disponibili 36 posti! Iscriviti sul sito www.prendiilvolo.it dal 23/02/2018 al 20/03/2018

2 settimane a Londra

Corso di inglese per un totale di 80 ore

Sistemazione in B&B

Visite organizzate

Partenze in giugno, luglio e agosto (3 turni da 12 posti)

In caso di richieste superiori ai posti disponibili sarà data priorità a: soci/figli di soci, clienti/figli di clienti, residenti nella zona operativa delle due Casse Rurali

Scopri tutti i dettagli su

www.prendiilvolo.it “Crediamo sia importante continuare a proporre queste iniziative e offrire ai giovani del territorio delle occasioni per acquisire strumenti che saranno poi utili per la loro crescita umana e professionale”, spiega il presidente, Andrea Armanini. La proposta prevede un soggiorno di due settimane a Londra con un corso di lingua straniera di due settimane

per un totale di 40 ore (che sarà preceduto da un test d’ingresso) presso una struttura accreditata dal British Council. Nella quota di iscrizione sono compresi alloggio in un B&B, prima colazione, attività organizzate e un tutor per i ragazzi (accoglienza in aeroporto, accompagnamento all’appartamento e alla scuola nei primi giorni di permanenza, informazio-

Iniziativa promossa da Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella e da Cassa Rurale di Saone

Casa Londra: soggiorni studio per giovani fino a 32 anni La conoscenza di una o più lingue straniere è sempre più un requisito indispensabile per lavorare, studiare, viaggiare e comunicare e sempre più spesso un titolo di preferenza per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Per questo la Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella e la Cassa Rurale di Saone (che hanno intrapreso insieme un percorso di fusione) per il 2018 investiranno risorse per Casa Londra, il progetto di mutualità innovativa attraverso cui si incentiva l’esperienza all’estero e lo studio della lingua inglese. ni generali, assistenza per eventuali necessità durante tutta la permanenza), mentre sono a carico dei partecipanti alcune spese, come il trasporto e il vitto. Sono disponibili 36 posti suddivisi su tre partenze scaglionate a giugno, luglio ed agosto. L’iniziativa si rivolge a giovani di età compresa tra i 16 ed i 32 anni e prevede una quota di

partecipazione che varia a seconda della tipologia di partecipante. Per i soci e figli di soci e per i clienti e figli di clienti è prevista una tariffa agevolata grazie alla compartecipazione delle due Casse Rurali. Qualora le richieste di partecipazione fossero superiori ai posti disponibili sarà data priorità ai soci e figli di soci, in seguito a clienti e figli di clienti e infi-

A gestire le borse di studio la Fondazione creata dalla Valsabbia Giudicarie Paganella

quotidiana, ed imparare le regole della convivenza”, conclude il Presidente della Cassa Rurale di Saone Sandro Diprè. Le adesioni dovranno pervenire entro e non oltre il 20/03/2018, compilando l’apposito form sul sito www. prendiilvolo.it. La conferma di partecipazione sarà inviata entro e non oltre il 13/04/2018.

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Rino Rocca: “Orgogliosi di essere depositari di tanta fiducia” tivo siedono anche Elena Andreolli, anch’ella di Ponte Arche, Franca Salvaterra e il direttore Davide Donati nella veste di segretario. Ora l’immobile viene messo in vendita e con il ricavato si procederà ad istituire le borse di studio, che saranno regolate ed erogate dalla Fondazione per concretizzare le volontà della famiglia Cazzolli. “Quello di Raffaella e della sua famiglia è stato un gesto di fiducia verso le istituzioni e di amore per il bene comune e per il prossimo più unico che raro, soprattutto di questi tempi – commenta il presidente della Fondazione e amministratore della Cassa Rino Rocca – e come Cassa Rurale siamo orgogliosi di essere stati i depositari di questa fiducia. Che il lascito sia destinato a giovani bisognosi e meritevoli per la loro formazione è anche in linea con le iniziative che questa Cassa attua per i soci e figli di soci ormai da molti anni. Un lascito che oltre a essere generoso mostra anche di essere lungimirante”.

ne ai giovani residenti nella zona operativa delle due Casse. Tutte le informazioni sulle due iniziative sono disponibili sul sito www. prendiilvolo.it. “Casa Londra offre la possibilità non solo di migliorare la conoscenza della lingua inglese ma anche di conoscere i modi di vita e la cultura di una metropoli europea ma anche di imparare a gestire in modo autonomo la vita

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Il lascito di Raffaella Rigotti diventerà sostegno per studenti Tanto si è parlato dell’eredità che la signora Raffaella Rigotti in Cazzolli, suo marito Renzo e il cognato Giancarlo, notissimi a Ponte Arche dove gestivano la rivendita Sale e Tabacchi di piazza Mercato, hanno lasciato a tre istituzioni importantissime del paese: il Comune, la Chiesa e la Cassa Rurale. A quest’ultima, il compito di gestire un immobile e con il ricavato istituire delle borse di studio destinate a sostenere nel loro percorso studenti meritevoli e bisognosi delle Giudicarie Esteriori. Per dare seguito alle volontà dei benefattori la Cassa ha creato appositamente la “Fondazione Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella – Borse di studio Renzo e Giancarlo Cazzolli”. Il bene nelle disponibilità della Fondazione è l’ex supermercato nella storica piazza Mercato, nel cuore della località termale. Presidente della nuova Fondazione è il consigliere di Ponte Arche Rino Rocca in rappresentanza del direttivo della rurale, e nel diret-

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Centenario Grande Guerra

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Guerra 1914-18 mese per mese - Marzo 1918

Tenui segnali di pace e stragi terribili Ad est la rivoluzione russa e ad ovest l’offensiva di primavera in Francia di Mario Antolini Musón A un dato momento si abbasseranno i ponti levatoi, si apriranno le porte e si scateneranno eserciti di milioni e milioni di uomini, che infurieranno e distruggeranno tutto, attraverso i Vosgi, la Mosa, il Niemen, il Bug e persino l’Isonzo e le Alpi tirolesi. Il pericolo appare gigantesco». E queste non erano che le “previsioni”, del primo decennio del secolo ventesimo. Ed ora, su questa pagina, eccoci alla primavera del 1918, tuttora sui campi di battaglia in ansiosa attesa di giungere alla fine dell’insano massacro. Di seguito il susseguirsi soltanto di alcune delle vicende storiche del mese di marzo di cent’anni fa, nella impossibilità di riuscire a raccoglierle tutte. 3 marzo 1918. - Fronte orientale. La RSFS Russa firma di necessità il trattato di pace di Brest-Litovsk, concludendo le ostilità sul fronte orientale, abbandonando ai vincitori l’immenso territorio orientale della Finlandia e dell’Ucraina. Le trattative di pace, subito iniziate, si conclusero il 3 marzo 1918 col trattato di BrestLitovsk, in seguito al quale gli Austro-tedeschi poterono avanzare fino alla Crimea, occupando tutta l’Ucraina. I Russi pubblicarono i trattati segreti firmati dal governo zarista, fra cui il patto di Londra del 26 aprile 1915 con l’Italia, suscitando aspre polemiche da parte della Serbia e degli Stati Uniti. Ma il grande, per quanto effimero, vantaggio degli Imperi centrali fu di poter dirottare buona parte delle divisioni sui fronti italiano e francese, dove essi organizzarono le grandi offensive del 1918. 10-11 marzo. - Un dirigibile della marina tedesca bombarda Napoli. 21 marzo - 6 aprile. - Fronte occidentale. Prende avvio la cosiddetta “offensiva di primavera”, serie di poderosi attacchi tedeschi sul fronte occidentale: la prima azione (operazione Michael o “seconda battaglia della Somme”) travolge il fronte britannico nella regione del Somme; i Tedeschi guadagnano

Quarto anno di guerra contrassegnato dai primi atti di pace, ma anche da terrificanti combattimenti sul fronte occidentale - truppe germaniche contro truppe franco-britanniche - che sono rimaste indelebilmente segnati nella pagine di storia come fra i più terribili combattimenti nei secoli. Appaiono profetiche le dichiarazioni enunciate da eminenti personaggi nel 1909 e nel 1912 e riportate da Fergusson

molto terreno e fanno migliaia di prigionieri, ma subiscono anche forti perdite e l’azione si arena per il 5 aprile seguente. L’offensiva tedesca di primavera. Dopo aver firmato la pace con la Russia, i Tedeschi erano in grado di spostare molti soldati sul fronte occidentale. Il fronte anglo-francese fu rotto e l’avanzata tedesca sembrava inarrestabile, ma si riuscì a fermarla ancora una volta sulla Marna. Dopo avere avuto 168.000 perdite, i tedeschi si ritirano. L’offensiva di primavera, conosciuta anche come Kaiserschlacht (in italiano “battaglia per l’Imperatore”), nella storiografia della prima guerra mondiale indica una serie di attacchi predisposti dall’esercito tedesco svoltisi durante la primavera del 1918, gli ultimi da parte delle forze militari tedesche sul fronte occidentale. Per le potenze dell’Intesa si trattò di una completa sorpresa, dal momento che i comandi alleati erano con-

vinti che le forze tedesche fossero ormai prossime al tracollo. La grande offensiva tedesca fra Arras e la Fère, penetra per 60 chilometri lo schieramento franco-inglese, ma non consegue l’obbiettivo della Manica e di Parigi. Infatti, se inizialmente la rinnovata iniziativa dell’esercito tedesco provocò il panico negli alti comandi alleati, dopo tre mesi le avanzate tedesche giunsero ad esaurimento pregiudicando una possibile vittoria tedesca e permettendo agli alleati di organizzarsi per la successiva offensiva dei cento giorni. 23 marzo. - Parigi è bombardata dal Parisgeschütz: gigantesco cannone tedesco capace di colpire la città da 120 chilometri di distanza. 26 marzo. - Il generale francese Ferdinand Foch è nominato comandante in capo di tutte le forze degli Alleati sul fronte occidentale. Fanti britannici accecati dalle armi chimiche tedesche duran-

nel suo “Il Grido dei morti”: «Dovremo essere pronti a combattere una lunga campagna con molto dure e protratte battaglie finché non avremmo sconfitto uno dei nostri nemici; il consumo e l’usura delle nostre risorse aumenteranno perché dovremo vincere in diversi teatri sia a ovest sia a est. La necessità di disporre di enormi quantità di munizioni per un lungo periodo di tempo sarà una priorità assoluta. in Giordania, è respinto dai difensori ottomani. Riassumendo il mese di marzo 1918. - Con l’arrivo della primavera 1918 la Grande Guerra riprese in tutta Europa. La Germania, dopo aver firmato la Pace di Brest-Litovsk con la Russia Sovietica (3 marzo 1918), lanciò l’ennesima offensiva sul fronte occidentale mettendo in seria difficoltà la Francia. Il Primo Ministro francese Clemenceau scelse, quindi, di utilizzare l’astuzia diplomatica per destabilizzare la Triplice Alleanza e pubblicò il tentativo di pace separata offerta da Carlo I ‘anno precedente. La notizia mandò su tutte le furie Guglielmo II. Egli scoprì come l’Austria-Ungheria si fosse accordata per sostenere, una volta finita la guerra, il passaggio dell’Alsazia e della Lorena,

te la quarta battaglia di Ypres. 27 - 31 marzo. - Prima battaglia di Amman: un attacco di britannici e ribelli arabi contro Amman,

a quel tempo amministrate dalla Germania, alla Francia. Il 31 marzo il Kaiser incontrò a Spa, in Belgio, Carlo I, chiedendogli una duplice prova di

fiducia: creare al termine della guerra un’unione pantedesca e promuovere un’azione lungo il fronte italiano per sostenere quella tedesca in Francia. L’Imperatore asburgico fu messo all’angolo e dovette accettare questa sorta di ultimatum. La notizia venne accolta favorevolmente da Conrad che, ancora una volta, suggerì un attacco sull’Altopiano di Asiago. Svetozar Borojevic, invece, apprese questa comunicazione con molto pessimismo: era convinto che gli Imperi Centrali fossero sull’orlo di una sconfitta imminente e le poche forze rimaste all’esercito non sarebbero riuscite a sfondare il nuovo fronte. A questi problemi se ne aggiunsero altri: la diserzione di 200.000 soldati ungheresi assottigliò ulteriormente le già scarne divisioni asburgiche, tanto da richiamare al fronte anche la classe 1900. Mancavano le risorse basilari come armi, munizioni e sopratutto cibo. Infine gli echi dei tumulti popolari all’interno del Paese e le nascenti tensioni nazionalistiche, giunsero fino alle trincee creando ulteriori problemi nella convivenza tra i soldati. Ciononostante l’Imperatore fu irremovibile e ordinò l’inizio di una nuova offensiva per l’11 giugno 1918. L’esercito poteva contare su 23 Divisioni dislocate sull’Altopiano di Asiago e su 15 disposte lungo il corso del Piave. L’obiettivo era chiaro: sfondare a est e a sud verso Venezia e Padova in modo da far retrocedere la linea italiana sull’Adige. Molti soldati nonostante tutto erano esaltati da questa nuova offensiva: qualunque fosse stato il risultato erano certi che quella sarebbe stata l’ultima battaglia. Le forze contrapposte sembrano sentire lo scriccolìo delle assi che si stavano sfasciandosi sotto i loro piedi e, pur intensificando l’azione bellica, ognuno stava preparandosi a ciò che sarebbe accaduto a guerra finita, ossia un’altra ben diversa battaglia… “diplomatica” e non solo.


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Marzo 1918 - Ripercussioni in Trentino e in Giudicarie

La fame, orribile nemico I “fronti” chiamano ancora vittime Le necessità militari si intensificano sempre di più, tra la generale indignazione delle popolazioni. Continuano in crescendo le requisizioni di fieno. La miseria avanza ogni giorno di più. I furti compiuti dai soldati per la fame si riscontrano sempre con maggiore frequenza. Si teme l’insorgere di malattie infettive». Nei diari di Perli continua la visione della situazione locale, ma il suo sguardo sa anche perennemente fermarsi ovunque la tragedia si consuma, ed ovunque si persiste nel voler dei feroci combattimenti ormai senza senso, ma che continuano a mietere vittime con una spaventosa sequenza. «6 marzo 1918. - La sera del 3 mese corrente a Brestlitowski è stato firmato il trattato di pace colla Russia, e con ciò anche la Russia fu. I territori giacenti a occidente della linea concordata fra i contraenti (Kurlandia - Lituania - Polonia) non sottostaranno più alla dominazione russa, la quale dovrà mettere tosto in piena libertà anche la Finlandia e tutta l’Ucraina. Il despota crudele Nicolò con tutti i suoi superbi sogni di espansione e di dominio, dall’attuale balcone del suo carcere deve contemplare costernato e avvilito lo sfacelo del suo colosso. “Sic transit gloria mundi!”. / Nel Veneto e sul fronte francese si stanno maturando grandi avvenimenti. 12 marzo. - Novità? Bellissime giornate di primavera. / I nostri soldati sparsi qui e dove più dove meno in tutti i paesi nostri, spinti dalla fame, girano le case in traccia di polenta o d’altro da mangiare, e talora anche a rubare dove possono. I furti d’ogni specie sono quotidiani: qui di galline, là d’una capra, altrove d’un vitello ed altro ancora. Oggi vidi alcuni prigionieri russi a raccogliere da terra i resti della verdura e delle patate gettati insieme coll’acqua fecciosa dalla finestra d’una cucina. / Tutti parlano - come i nostri giornali - dei milioni di tonnellate di grano in

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di Mario Antolini Musón

ulla situazione in Giudicarie nel 1918 si hanno ancora notizie dalle pagine di Alberto Mognaschi: « Il 1818 è caratterizzato dal potenziamento delle rispettive artiglierie austroungariche e italiane nella Valle del Chiese ed in Val di Ledro (mentre, contemporaneamente ed alacremente, si

arrivo dall’Ucraina, ma ci credono poco. I null’abbienti cercano disperatamente un pezzo di terreno da coltivare offrendo qualsiasi prezzo d’affitto. / Oggi ho commesso a Vienna 5 chilogrammi di sementi di capussi a corone 450 al chilo e un quintale di semente di canape a corone 11 al chilo. / I capigabinetto di Parigi e di Londra continuano a ricantare, nei loro discorsi, la loro vecchia antifona: «Guerra fino a piena vittoria sul militarismo germanico!». / Il parlamento inglese vota altri 15 miliardi di franchi per le spese di guerra! Avanti, quindi, anche nei debiti! 22 marzo. - Quest’anno i bambini sono tribulati in modo straordinario dai vermi, e tanto che qualcuno ne rimase soffocato. Quale la causa? Le pagnocche dei militari come il pane per gli ufficiali vengono confezionati esclusivamente con farina di granoturco. / I cavalli vengono nutriti soltanto con foglia secca di faggio e di castagno; sono

talmente dimagriti da non potersi reggere sulle gambe. / Anche i militari più che tipi di robustezza e di valore, sono veri rappresentanti della fame. 23 marzo. - Il 18 del corrente mese a Courneuve (Corte Nuova) presso la città di Verseilles (Francia) ha preso fuoco un grande deposito di munizioni belliche. L’esplosione fu terribile e fatale. Tutti i vetri delle finestre delle case e palazzi di Parigi e di Versailles andarono in frantumi; Courneuve andò letteralmente distrutta. Le esplosioni continuarono per più di tre giorni. Secondo la “Reichspost” di Vienna (da referati Bernesi) vi si trovavano 15 milioni di granate, 11 milioni di cartucce, 3 milioni di altre bombe ed altri ordigni di guerra. Il governo francese stanziò 130 milioni di franchi per indennizzare i danneggiati. Delle vittime umane non si conosce ancora il numero. Che catastrofe! / Germania e Austria aprirono l’offensiva sul fronte francese da

rafforzavano su opposte posizioni sull’Adamello sui versanti orientali in Rendena e sul versante occidentale italiano nella Valcamonica). Viene ordinata anche l’evacuazione di Bondo e Breguzzo. Le incursione aere ed i cannoneggiamenti degli Italiani si fanno più frequenti.

Verdun fino ad Arras. Là sono ora concentrate tutte le energie più formidabili degli attuali belligeranti. / È indetta un’altra rassegna militare austroungarica dei nati negli anni 1899, 1898, 1897, 1896, 1895, 1894 per la leva in massa. / Il tempo, dopo una breve burrasca, ci continua le sue giornate di sole e di temperatura primaverile. / La popolazione incominciò la coltura delle campagne; la mano d’opera, tuttavia, è scarsissima portata da pochi vecchi, dalle donne e dai ragazzi della scuola. Tutti, però, vi mettono quanto di forza hanno in

corpo; nissuno, tuttavia, presta ad altri l’opera propria pel solo denaro: è richiesto, come condizione “sine qua non”, il mantenimento; poi la mercede dalle 3 alle 5 corone al giorno. Sicché, oggi, un operaio qualunque non costa meno di 12 corone al giorno. 26 marzo. - Dal confine svizzero fino allo stretto della Manica infuria terribile la più grande lotta che la storia conosca. Oltre 500 divisioni stanno armate l’una contro l’altra per battersi fino all’ultimo sangue. Un inferno di fuoco, di acciaio e gas asfissianti: una ridda

orribile di morte. / Finora i comunicati ufficiali ci annunciano la cattura, da parte dei Germanici, di 45.000 prigionieri e di 960 cannoni, e di migliaia di mitragliatrici, 100 auto-corazzate e 93 aeroplani abbattuti. / I Germanici sfondarono il fronte inglesi fino alla III linea arrivando a Perann], Monchey, Vancourt ed oltre. / I Germanici, alla distanza di 120 chilometri, continuano a bombardare Parigi. Comparvero, quindi, cannoni d’una portata di 120 chilometri con obici da 24 centimetri. Un fatto incredibile, ma pure è realtà affermata dai bollettini ufficiali di Berlino e di Parigi. «Noi ci troviamo - dice il “Vorwörts” - davanti a una prestazione della tecnica tedesca da far rimanere ammirato il mondo intero». (Post-scriptum: Il cannone uscì dalle officine Krupp). / Il collaboratore militare dell’Unione Postale calcola che al fronte occidentale si stiano, gli uni contro gli altri, dagli 8 ai 10 milioni di uomini. Questa cifra sbalorditiva ci dà un’idea della lotta titanica che colà si svolge». Su queste pagine mensili - dal mese di luglio 2014 - ci si è soffermati su situazioni locali o su fatti prettamente bellici, e non ci si è potuti soffermare sui prigionieri, sui feriti, sui profughi, su coloro che, anche indirettamente, hanno subito in sofferenza il protrarsi di un conflitto rimasto senza paragoni sia per il lungo periodo in cui è durato, sia per l’uso di armamenti fino ad allora mai apparsi nelle sempre sanguinose ed acerrime battaglie. Tuttavia credo doveroso che si debbano essere anch’essi tenuti sempre presenti: “tutti” e “tutte” come persone altrettanto e solo “vittime” d’una stessa “condanna a morte”, poiché tale è la guerra, sia per chi viene a far parte dei “morti”, sia per chi è rimasto o ferito, o fatto prigioniero o con colpito da lancinanti ferite nel corpo e nell’animo che non guariscono più.


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Sport

MARZO 2018 Primo l’equipaggio Riboldi-Sabbadini su una Fiat 508 S Balilla Sport del 1933

Winter Marathon 2018: l’epica al volante Poi il giorno clou, con il tappone che in dodici estenuanti ore di gara ha portato le auto da Madonna di Campiglio a Canazei, e ritorno. Sotto un accenno di nevischio, le vetture partecipanti sono nuovamente partite da Piazza Righi, questa volta in direzione nord est, e attraversata la Val Di Sole, sono giunte a Fondo e di lì al Passo Palade. Sosta per il pranzo a Vadena, poi via di nuovo per il tratto più impegnativo: dopo aver raggiunto Bolzano, la carovana ha toccato tra gli altri Fié allo Sciliar, Ortisei (dopo aver attraversato il Passo Pinei), Selva di Val Gardena e, attraversato il Passo Gardena all’approssimarsi della sera, Corvara. Di lì, rotta verso Arabba, attraverso il Passo Campolongo. Superato il Pordoi, le vetture sono poi giunte all’Hotel Lupo Bianco per la cena, pronte a tornare sulla lunga via per Campiglio, attraverso Pozza Di Fassa, il Passo Costalunga, Nova Levante e Nova Ponente, Monte San Pietro, Ora, Caldaro e, dopo aver oltrepassato la Mendola, attraverso l’intero tratto orientale della Val di Sole, come in tarda mattinata. Finalmente, dopo un’estenuante cavalcata, alle 23,15 l’arrivo delle prime auto a Madonna Di Campiglio, accolte festosamente da una folla di appassionati, entusiasti nonostante la temperatura. Vincitore assoluto della gara l’equipaggio Riboldi-Sabbadini, partito a bordo di una Fiat 508 S Balilla Sport del 1933. Un’impresa davvero

di Matteo Giacon Ha compiuto trent’anni il fascino della Winter Marathon, competizione di regolarità per auto d’epoca la cui fama nel corso degli anni è cresciuta al punto da essere oggi una delle più celebrate nel suo genere, in Italia e in Europa e continua ad offrire un cocktail di sensazioni pressoché uniche, culminanti nella tradizionale sfida sul ghiaccio del laghetto di Madonna Di Campiglio. Quest’anno si è potuto godere di condizioni meteo ideali, con neve, temperature basse ma non troppo (fino a -10 gradi), e un’alternanza fra sole e nubi, talvolta con precipitazioni nevose, dal sapore davvero invernale. Peraltro, è proprio questo ciò che rende la Winter una gara assai impegnativa, assieme ai suoi 410 kilometri di percorso, i 9 passi dolomitici attraversati e le 60 prove cronometrate. La manifestazione si è svolta quest’anno in tre giorni e alla gara hanno preso parte poco più di 100 equipaggi, al volante di macchine prodotte fra il 1928 e il 1975, con una nutrita schiera di auto anteguerra. Il via ufficiale è giunto alle 20,30 di giovedì, dopo le verifiche tecniche di rito: da Piazza Righi, la prima auto si è mossa verso la Val Rendena per il prologo in notturna, per fare ritorno a Campiglio (o meglio, all’arrivo sito in località Patascoss) in circa un’ora di marcia, toccando Carisolo, Pinzolo e Bocenago.

notevole, considerato che la piccola deliziosa Balilla era non solo una delle auto più anziane, ma anche una delle meno protette dalle intemperie. Secondi arrivati, un altro equipaggio bresciano (la Winter è da tempo terra di conquista di team e scuderie provenienti dalla Leo-

nessa, tanto che dei primi 4 equipaggi ben 3 fanno parte della scuderia Franciacorta Motori), cioè Barcella-Ghidotti, su una ben più confortevole Porsche 356 del ’63 (le Porsche sono fra le beniamine dei piloti per questa gara, e quest’anno ce n’erano ben 32, di vario ge-

nere). Terzi assoluti Aliverti e Maffi, i vincitori della passata edizione, al volante di una Fiat 508 C del 1937. Non meravigli il fatto che auto così antiche hanno avuto la meglio su vetture ben più giovani e potenti: grazie alle caratteristiche proprie di una gara di regolarità, dove

vince chi è più preciso e non necessariamente chi va più veloce, e grazie ai particolari coefficienti di calcolo delle penalità, che favoriscono le auto più anziane, sempre più spesso nelle corse per auto d’epoca italiane a vincere sono autentiche veterane con ottanta e più primavere sulle spalle. Dopo una notte di meritato riposo, i primi 32 classificati e le vetture d’anteguerra si sono radunate sulla superficie del laghetto di pattinaggio per sfidarsi nell’elettrizzante serie di duelli del sabato pomeriggio che mettevano in palio, rispettivamente, il Trofeo Eberhard e il Trofeo Digitech. A vincere il primo, l’equipaggio Sala-Cioffi, a bordo di una elegantissima Lancia Aprilia del 1937, seguiti da RoversiBellini su una sontuosa Aurelia B20 del ’54 (exploit notevole, dato che a differenza degli altri qui citati, questa coppia non faceva parte dei cosiddetti top driver) e dal team Belometti-Vavassori su un’altra 508 C. Molte erano le vetture anteguerra: nutrita in particolare la schiera delle Aprilia e delle 508 C, l’antesignana

delle Millecento. A queste bisogna naturalmente aggiungere la stessa vincitrice, cioè la Balilla Sport, che era anche una delle più antiche del lotto: solo un’altra Fiat, una sontuosa 520 Torpedo del 1928, era più anziana. Tra le altre Fiat, una 1100 “musone”, una 600 D, una 1500 spider, una 1100/103, una 850 Coupé e l’auto forse più simpatica dell’intera gara, una 600 Multipla del ’61, che, tra l’altro, si è comportata assai bene, tanto da poter poi disputare la gara sul lago ghiacciato. A queste vanno aggiunte anche Fiat di impronta più schiettamente sportiva, cioè le 124 Abarth Rally. Abbiamo già detto dell’elevato numero di Porsche presenti, accompagnate da un paio di sempre simpatici Maggiolini Volkswagen: fra le “tutto dietro”, si sono viste anche una grintosa Alpine A110 1600 S e una rara Simca 1000 Coupè del ’65. Nutrita la schiera di Mini Minor e di Fulvia Coupè, in rappresentanza delle “tutto avanti”, mentre una bella MG B Coupè e una Triumph TR3 fungevano da rappresentanti del motorismo britannico. Notevoli anche le Alfa Romeo e le Mercedes presenti: fra le prime si son viste Giulietta Spider e Sprint, una magnifica 1900 berlina del ’53 e una imponente 2600 Sprint del ’64; fra le seconde, un paio di Pagoda e, soprattutto, un’inattesa 300 SL. Infine, impossibile non citare una bella Ford Cortina GT del ’65, una Volvo Amazon e l’inconsueta Alvis Sport del ’52, tipica rappresentante delle vetture sport dell’epoca. Fra gli equipaggi, molti provenivano dal bresciano, terra fertile per campioni della regolarità, ma vanno segnalati anche team svizzeri e, come sempre graditissime, squadre composte interamente da membri del gentil sesso.


Sport

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Sulla pista Carera di Fiavè 120 atleti in gara

Spettacolo al Memorial Armando Calliari

Una formula, quella pensata dallo Sci Club Fiavé del presidente Giansanto Farina e dal Comitato Trentino della Fisi, che ha riscosso successo: tutti gli sciatori iscritti, dai più giovani delle categorie ragazzi ai senior, erano quindi chiamati a percorrere la pista condita dai vari ostacoli e giochi – dallo slalom in discesa agli “otto” passando per i tratti di tracciato da percorrere in “retromarcia” – che mettevano alla prova la tecnica individuale di ognuno, con i tempi registrati nella prova a cronometro che fungevano da qualificazioni alle varie batterie di finale. E nei vari sprint è stato spettacolo vero, con tante gare concluse al photofinish al termine di volate a grande velocità sul rettilineo finale, tra il tifo e gli applausi del folto pubblico presente. La giornata della gara – per

È stata un’autentica festa dello sport, e precisamente dello sci di fondo, il Trofeo Cassa Rurale Don Lorenzo Guetti-Memorial Armando Calliari, manifestazione andata in scena domenica 4 febbraio sulla pista “Carera” di Fiavé. Sul bellissimo anello immerso nel verde a pol’organizzazione della quale hanno compartecipato tante realtà associative del paese giudicariese – è stata il momento clou di una stagione invernale che ha confermato come la pista di Fiavé sia un importante riferimento per gli appassionati della zona e non solo. Fin dal mese di dicembre, grazie al quotidiano (e notturno) lavoro dei volontari dello Sci Club, l’anello è stato infatti meta di tanti sciatori, che in modo del tutto gratuito hanno potuto allenarsi, o semplicemente divertirsi con qualche ora di fondo. Sia per gli affezionati della tecnica classica a sci paralleli, sia per gli

chi passi dalla zona archeologica delle Palafitte di Fiavé, Patrimonio Mondiale dell’Umanità, circa centoventi atleti si sono cimentati prima nella gimkana, poi nelle manche finali sulla modalità delle gare sprint che hanno disegnato le classifiche delle varie categorie. giovanissimi di apprendere i primi fondamentali degli sci stretti.

amanti del più veloce passo pattinato, la pista Carera si è dimostrata una palestra adatta a tutti, con la neve sparata notte dopo notte – aggiunta alle varie precipitazioni – e apprestata

in modo superlativo che è stata quindi presa d’assalto dagli amanti dello sport all’aria aperta. Nelle settimane natalizie, poi, il classico corso di fondo, che ha dato la possibilità a tanti

Le classifiche del Trofeo Cassa Rurale Don Lorenzo Guetti-Memorial Armando Calliari. GIOVANI/SENIOR M: 1. Caola Giovanni (Cs Carabinieri); 2. Detassis Stefano (Marzola); 3. Valerio Michele (Carisolo); 4. Mezzacasa Iacopo (Primiero); 5. Turcan Ion (Fiavé). GIOVANI/SENIOR F: 1. Boccardi Maria Eugenia (Marzola); 2. Loss Valentina (Primiero); 3. Farina Anna (Fiavé); 4. Pradel Anna (Primiero); 5. Dalbon Marta (Fiavé).

ALLIEVI: 1. Varesco Giacomo (Castello Fiemme); 2. Mastrobattista Simone (Monti Pallidi); 3. Lorenzetti Giovanni (Carisolo); 4. Forlin Nicholas (Primiero); 5. Doliana Denis (Cauriol). ALLIEVE: 1. Campione Silvia (Cauriol); 2. Moser Martina (Lavazè Varena); 3. Zanetel Gabriella (Primiero); 4. Andreolli Alessia (Fiavé); 5. Cicolini Michela (Rabbi). RAGAZZI: 1. Franzoni Matteo (Molina Fiemme); 2. Foradori Riccardo (Marzola); 3. Boccardi Lorenzo (Marzola); 4. Mosconi Cristian (Val di Sole); 5. Bettega Samuele (Primiero). RAGAZZE: 1. Nicolodi Sabrina (Fiavé); 2. Gaio Rachele (Primiero); 3. Carpella Fabiana (Cornacci); 4. Togni Alessia (Lavazè Varena); 5. Merler Valentina (Cauriol).


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Opinioni a confronto

MARZO 2018

“Javrè, J o I”: l’amministrazione risponde alla lettera di “Leo, Darè” Spett.le Redazione del Giornale delle Giudicarie, credo sia doveroso da parte dell’Amministrazione Comunale cogliere l’occasione di questa nuova pubblicazione per rispondere alla “lettera di un giudicariese” comparsa sul Giornale delle Giudicarie nell’edizione di febbraio dal titolo “Questione di puntini sulle i: Javrè o Iavrè” nel quale il non ben identificato autore “Leo, Darè” affronta una serie di aspetti che, per dovere di chiarezza, mi preme argomentare. Di alcuni concetti, soprattutto nelle conclusioni, fatichiamo a capirne il significato ma provo ad approfondire, dando un po’ di ordine, le varie tematiche che l’autore ha inteso portare alla nostra attenzione e a quella di tutte le Giudicarie. Inizio dall’aspetto del toponimo Javrè “con la I o con la J”: spiace contraddire Leo, ma si tratta di un fatto culturale ed identitario, sentitamente avvertito dalla popolazione (quella di Javrè, certamente), discusso già in molte altre occasioni e che merita la dovuta attenzione. Fa parte del bagaglio storico e della tradizione consolidata della frazione che abbiamo la volontà e il dovere morale di traman-

dare alle generazioni future. L’Amministrazione, assieme alla Soprintendenza della PAT, ha scelto di coinvolgere i cittadini della frazione di Javrè spiegando loro il perché della propria scelta (nello Statuto e nell’Anagrafica) e le ragioni che hanno portato ad un diverso parere degli uffici della PAT (non facoltativo ma previsto dalla legge). Il tutto sulla base di un confronto costruttivo e di una ricerca storica, non perché “da sempre si scrive così”. Non abbiamo perso tempo ma lo abbiamo investito per informare e condividere con gli interessati, cosa che spesso viene messa in secondo piano. Siamo invece concordi riguardo il discorso della pista ciclabile laddove ci si “scontra” però con competenze sovracomunali. Sulle piste ciclabili nel periodo invernale vige il divieto di transito se non attrezzate e in sicurezza per particolari eventi (es. pista da fondo ecc.). Abbiamo contattato i servizi preposti della Comunità di Valle e della PAT per poter ammettere lo sgombero neve e consentire quindi ai nostri concittadini la possibilità di passeggiarvi, se non nell’immediato dopo le nevicate, almeno nel periodo del disgelo. I lavori

di asfaltatura dell’abitato di Darè sono stati appaltati ai primi di novembre, decisamente antecedente all’articolo di Leo, con pubblicazione all’albo telematico, libero e consultabile. Le opere acquedottistiche sono terminate in via definitiva nella tarda primavera del 2017: prima di investire una cifra considerevole in pavimentazioni di asfalto e porfido, serve dare il giusto tempo per l’assestamento degli scavi. Trascorsa la stagione turistica estiva, con l’avvio delle scuole era impensabile eseguire tutti i lavori in tempo. Figuriamoci poi realizzarli in inverno. Ci scusiamo per il disagio che

certamente cesserà nell’imminente primavera. In ultimo, circa l’aspetto della scuola, alla quale assieme alla famiglia (non dimentichiamola, mi raccomando!) viene affidata la formazione e la crescita dei giovani, forse dovrebbe divenire d’obbligo affiancare alla cultura anche lezioni di senso civico che contribuiscano alla crescita consapevole ed educata delle nuove generazioni, si spera migliorando le “attuali prestazioni” di parte della popolazione adulta. Questo in senso lato, anche fuori da Porte di Rendena. Le deiezioni degli animali, così come il corretto conferimen-

to dei rifiuti, la pulizia delle proprietà private, l’ordine del verde urbano ecc., non sono certo imputabili solamente a mancanze dell’Amministrazione ma indiscutibilmente e per buona parte alla scarsa sensibilità di alcuni cittadini che nonostante l’informazione capillare e molto chiara sui comportamenti da tenere (vedi campagna di informazione del Comune e della Comunità di Valle sulla differenziata dei rifiuti o la diffusione nei parchi e giardini dei sacchetti per le deiezioni), spesso ne rimangono indifferenti. Il Comune si vede così costretto ad avviare azioni/metodi di

vigilanza, che già stiamo intraprendendo, con costi inevitabilmente a carico della collettività. Preme evidenziare inoltre come il ruolo delle maestranze del cantiere comunale non dovrebbe riguardare la perdita di intere giornate di lavoro nella pulizia delle isole ecologiche, nel differenziare i cumuli abbandonati fuori dai cassonetti e nella raccolta delle deiezioni (canine ed equine) nei centri abitati, sulle vie esterne e sulle piste ciclabili. Grazie alla correttezza di molti, per nostra fortuna, il fenomeno da noi è abbastanza contenuto ma spendiamo comunque troppe energie per contrastarlo. Termino con il ringraziare per le osservazioni anche se auspico che in futuro, prima dei quotidiani e senza l’uso di “nickname”, avvenga il diretto coinvolgimento degli Uffici Comunali preposti o degli Amministratori, sempre disponibili al confronto e al dialogo con i propri cittadini per migliorare questi aspetti di vita quotidiana delle nostre Comunità. Tutti assieme, ne sono certo, riusciremo ad ottenere risultati sempre migliori. ing. Federico Dallavalle Assessore del Comune di Porte di Rendena

Auguri ai papà di ieri e di oggi I papà di oggi non sono più quelli di ieri, autoritari, severi, che appena ti salutavano quando arrivavano a casa stanchi morti, che facevano soggezione e quando ti guardavano eri costretto ad abbassare gli occhi, ma erano pur sempre una torre a difesa della nostra fragilità, sempre presenti nel bene e nel male, un appoggio e un modello per la nostra educazione, pronti a spaccare il mondo pur di darci una mano, ma che sapevano comprendere, perdonare, e che, anche se non te l’avrebbero mai detto, ci amavano profondamente. Forse i papà di oggi sono più affettuosi, ammettiamolo, pronti al sorriso quando tornano a casa e disponibili a giocare con i figli mentre la mamma prepara la cena. Ormai sono bravi anche con i pannolini per l’igiene dei bebè, sanno preparare il biberon, magari anche a perdere

una partita alla Tv per poterli addormentare con una fiaba. Al tempo stesso anche i papà d’oggi non rinunciano al loro ruolo educativo per continuare ad essere punti di riferimento quando un figlio è incerto, impaurito, spaesato bisognoso di utili consigli e di sentirsi in qualche modo spalleggiato. Ormai la società s’aspetta dai padri un doppio ruolo: il papà che protegge e sprona i figli, ma che al tempo stesso sia affettuoso e presente anche nel ruolo di vice-mamma. Per la loro festa i figli dedichino un po’ di spazio per i loro papà, che possano trascorrere la loro giornata con serenità ed orgoglio, l’orgoglio di essere padri e di fare di tutto perché i loro figli siano orgogliosi dei loro padri. Auguri a tutti i papà del mondo! Ma ricordiamo anche i papà di ieri, quelli che non ci sono più, ma che

rimangono indelebili nel nostro cuore, li ricordiamo con una lettera di un figlio ad un papà scomparso. Un ricordo speciale per un papà che non c’è più: Caro papà, chiedo spesso al cielo perché sei dovuto andar via all’improvviso e perché mi hai lasciato solo in ba-

lia agli eventi e di questa vita, che senza di te mi è molto più pesante, senza la tua presenza e senza i tuoi sorrisi rassicuranti. Non mi sono ancora abituato, caro papà. Oggi che è la tua festa ti sto pensando da quando mi sono alzato. Tutto sembra più difficile da quando non ci sei. In molti mi dicono

che dovrei abituarmi, che prima o poi saresti dovuto andar via come tutti noi su questa terra, ma a me sembra impossibile dover abituarmi alla tua scomparsa, ho provato in tanti modi a non pensarti, a lasciare che il tempo mi aiutasse a dimenticare, ma non c’è niente da fare, l’ho sempre saputo, in fondo,

che tu fossi insostituibile. Adesso la vita scorre lenta, tutti aspettano che io riprenda il mio ritmo, che ritrovi il mio sorriso e il mio spirito, che ritorni, insomma ad essere quello di prima, un po’ come te che sapevi superare le angustie della vita con tranquillità e pazienza, ma anche con coraggio e fermezza. Non so quando mi passerà, non so quando tornerò a vedere tutt’intorno tutti i colori che tu mi hai insegnato ad apprezzare, non è facile far finta che tu ancora cammini accanto a me. Non lo so, papà. Ti penso e mi si riempie il cuore di tristezza e di speranza: se sei nelle stelle, lassù, ti prego, mandami un segno, indicami la via per l’ultima volta e fammi tornare a sorridere almeno oggi che è la tua festa….Auguri, caro, papà, non ti dimenticherò mai, e anche tu non ti dimenticare di me. Auguri! (a.a.)


Opinioni a confronto BOTTA E RISPOSTA

vilgiat@yahoo.it

Caro Amistadi, quest’anno non ho ancora deciso se andare a votare oppure no... sarebbe la prima volta che potrei astenermi e non credo di sentirmi particolarmente in colpa. La politica di oggi mi ha nauseato, sono arrabbiato, non ci sono partiti in cui possa avere fiducia...siamo allo sbando. Luca

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4 marzo: La tentazione dell’astensione

Caro amico, non votare significa dare la delega di scegliere ad altri. Poi, però, è vietato lamentarsi. Sono d’accordo, per votare in questa tornata ci vuole stomaco di ferro e molto coraggio. In questa legislatura in Parlamento ne sono successe di tutti i colori: ruberie, riforme mancate, cambi di casacche scandalosi, e con la

campagna elettorale ancora in corso con la corsa alle promesse fasulle e lo sproloquio diventato sistema, capisco, uno può anche essere preso dal vomito. Però, insomma, non dobbiamo fare di tutta l’erba un fascio, ci sono stati anche politici puliti, competenti, che hanno svolto con dignità il loro compito. Purtroppo con

la nuova legge elettorale non c’è molto da scegliere anche perché l’ordine nelle schede elettorali l’ha già deciso il partito, e non è che sia il massimo. E’ a dir poco imbarazzante. Ma così è. Ma reagire standosene a casa, mi creda, non serve a niente e si perde l’occasione per cambiare qualcosa. Ci pensi. (a.a.)

Complimenti 1al2 GdG per la rubrica d’arte pag.

GENNAIO 20 18

Lorenzo Haili (1643il Bernini della Val R 1702), endena

Arte Cari amici del GdG, dobbiamo fare i complimenti al “nostro” giornale per le splendide pagine sull’Arte Sacra in Giudicarie scritte da Giacomo Bonazza durante l’anno. Davvero pagine interessanti ed emozionanti che ci hanno fatto scoprire quanto di bello si possa ammirare anche nelle nostre Da Fisto a Parm Tutt’altra estr a, sulle orme del azione quella più talentuoso de lo scultore/intag chiese sorprendendoci ogni voltaredelper liato- Gian i fratelli di Fisto, che Lo ren zo l’uno, Lo parte dal- ren di Gi aco mo Bo la bottega pat zo l’altro: non na zza ern a app bas ena i tanti capolavori, per gran partevennon ta, è evidente, assonanza nom tenne assieme una for inale per dar ai fratelli to tuita “nostr dovizia l’o Antonio, An vita ad un con che sembra o” Lorenzo, pera del drea, Angefin dall’inizio che si situa fron- nella lanciato a fav lo ecoconosciuti, che Giacomo ci ha fatto cronologicam Maria, per atte ore del primo inesorabilmente sbi- bar seconda metà del seicen ente starsi a art to, al tempo sul piano del Mantova intorno occhi, paralle istica e della dei fasti la la qualità Ca al 1664. Il notorietà. Ep a quella del val non pad ben pur ier re è e Val più Gio poi noscere con competenza, brio e cog tanta l’accostamento entino Haili, . Lorenzo Ber celebre “ così peregrino dal nin sim , una o”, a, quanto feb stella lumino nome non pro volta indaga brilmente inq ta con to bar mente uieta, del firm sisrendenero, era occo romano amenpassione. Grazie di cuore a tutti voi giupria . nto dalle parti di Spiazz o dalla Germania meridi ona le, e ancor più a Giacomo sperando sulla scia che delle numero se maestranze approd nel princontinui ancora a farci compagnia edvesacovileatetridd’aver trascurato la conoscenza di Giacomo continui a restare con noi cipato ent ino in seguito alla commesse dov ute al radica tanti commuoverci ad ogni uscita delvam Giortesori che sono stati con noi, quale portatore di storia e di cultura le rinnoento delle arc hitetture e degli arredi nale delle Giudicarie. giudicariese, perché si rafforzi nella sacri, per dopo il tanto tempo, discreti e silenti.. Concilio di Tre nto. A Fisto mette su botteg a e fam Nel nostra gente l’identità delle nostre iglia, contempo mi sento fortemente sposando un’ An Ches. E’ docum tonia de entatoorgoglioso come di abitare in una valle, le valli e l’orgoglio dei Giudicariesi di “fabrolignario ” (marangone/carpentiere) a partire dal secondo decenn Gli amici del bar Giudicarie, che ha ospitato nei seco- essere stati, nella storia, un popolo io del sei4 cento. I figli, per ò, scelgono la via della pia di grandi capacitàticoe capdiolavorgrande lunnur li artisti di grande fama e bravura dalla città virg a, attratti o iliana, già teme confronti che non po meta privileg con altre Credo che Giacomo Bonazzadida tantem merieiata ringrazierò sempre Giacomo di gimiranza, doti che, ab“Annupurtroppo, nciazioni”più ti emigrati ren famose denesi, della storia del particolarment l’arte. E’ sine abi li nel ti appieno i vostri complimenti. avermeli fatti scoprire ed apprezza- biamo perso in gran parte. Prendere tomatic la lavorazioE’ o che proprio ne del legno quest’opera sia stat e le attività por a di recente tuali, pro tagonista stato davvero formidabile etalnel coragrea con gusto, con squisita competencoscienza di quellosaz che hanno punto di insedi della conversaputo 1 ione “Le belle piccola comuni arvi una for tà e dotarsi me del legno” di un proprio e , a curche gioso nell’affrontare con scienza za, senza annoiarmi, anzi con la non fare i nostri avi non può essere un a di altare nel la Agazzi, funzio Nicoletta chiesa di San nar Martino, nel ca dell’arte del ia storicentro storico la di Galleria profondità l’Arte Sacra che da secoli facile capacità di coinvolgermi nelle incentivo a ritornare antiche virNazionalalle Nell’antico qua Mantova. e, incentrata rtiere di San sui pre gev Giacomo, An oli manufatti ton io, ligneimondo il ci fa compagnia nelle nostrevecchichiese, sue ricerche tanto da attendere con tù, più che mai necessarie nel più esposti nel mu o dei fratelli seo . A conHaili, clusione di que dirige la botteg sto sintetico a familiaansia, re exc senza che la maggior parte di ne ad ogni numero, cose sempre d’oggi sregolato ren eursusconfuso. Grazie dove noi nell’opera troviamo pure Giozo Haili, che mu di Lovanni Battista 3 Pollana, intatua dagli studi se gliatore ben più sia consapevole. Rileggendo le sue più sorprendenti, sicuro di non esGiacomo, guai a te molli! roncon approfonditi e ese, iscritto pun tuali di Domiz nei libri matric io Cattoi, ola dell’arte conservatore dei marangon del Museo pagine mi sento davvero colpevole Adelino AmistadiDio i di Mantovasere deluso. Io, come voi, spero che 1. Annunciazion cesano Triden nel 1673 com e “garzon di Antonio Alli”. Lorenzo perfeziona il suo apprendistato tra Cremona e Mantova, aggiornando il suo stile al nuovo verbo bar occo che si è diffuso anche in dia, divenendo Lombarne uno dei più brillanti propugnatori; della sua fam iglia mente il più tale è certantuoso: ne da prova con la sua prima opera importa nte, l’altare del Crocifisso nella chiesa di Sant’Anto nio Val Di Taro (16 a Borgo 76), nei territori ducali par mensi, che lo fa conoscere ed apprezzare al di fuo ri del mantovano, fino l’ambito ad aprirgli le porte della corte munifipresso la chiesa ca di Ranucc io II Farnese, palatina di Santa Barbar duca di Parma a inserita nel e al cui servizio Piacenza, complesso del Palazzo Durimarrà per cale. Del sog cinque anni giorno farne(1677-1681). siano rimangono Prima della partenza per le opere più sig alcune tra Parma viene chiamato dai nificative di Lorenzo Haili, Gonzaga a un incarico pur quantitativamente rido tte, che ba-

Wle donne,Wle funne E sì, proprio loro, le donne che al mio paese vengono chiamate cosi. Sì, le funne, termine di cui sicuramente in Giudicarie e valli limitrofe quasi tutti conoscevano il significato ma che grazie ad un gruppo di temerarie donne d’altri tempi da un paio d anni a questa parte se ne conosce il significato anche fuori dal nostro territorio nazionale. Quando sento questo termine dialettale la mia mente ritorna alla mia infanzia di bambina vivace che vedeva queste signore grandi al negozio di alimentari con il grembiule, le incontravo ad andare alla fontana vicino a casa con i secchi per lavare i panni sporchi o la domenica con lo scialle sulle spalle sedute nei primi banchi in chiesa; ecco ora i tempi sono cambiati, stanno scomparendo. E non venderanno più nemmeno i grembiuli. Cedono il passo alle nuove generazioni in tailleur maschile e tacco 12: libere, emancipate, indipendenti, ma non dimentichiamo che è grazie a loro, le mitiche rivoluzionarie del Novecento, se oggi abbiamo il diritto di voto e possiamo fare lavori al pari dei maschi; ma senza dimenticare di essere mamme, mogli, compagne, amiche, figlie e nipoti di quelle grandi eroine che hanno fatto la differenza, lasciando il segno delle loro conquiste nella nostra storia. Grandi eroine ce ne sono state, ce ne sono e ce ne saranno sempre. In un tempo in cui troppo spesso si sente parlare di femminicidi, di abusi, violenze e maltrattamenti da parte di maschi vigliacchi e cattivi concludo con un pensiero: nessuno viene al mondo da solo, ha sempre una donna accanto. Auguri FUNNE. Auguri a tutte piccole e grandi DONNE Giuliana Orsi

si possono non tino, non segnalare almeno altri due capitale importa lavori di nza ascritti all’intagliatore di Fisto, tralasciando gli presso la Rocca interventi di Soragna e una possib da una chiesa ile domenicana presso la giunta presenza Caterina a Par soppressa, dov ma, donato e espressiodel castello del albertiana nel 1684 dal ne e moviment duca FarneBuoncosio sono un glio se ai Capuccini tutt’uno, second della città, cor di Trento: il magnifico o la leziodove l’Haili ne della teatral o della distrut trasforma in ità ta chiesa domenicana Il volto estatico barocca. scultura il prototi di Ma po pittori- (16 della santa co di Guido Ren domenicana, 90), reinstallato ntova che i, mischianin due chiese diverse, saio fluttuante sbuca dal do stilemi classic un tripudio , richiama i a fremiti di espressionistici subito i volti cesello ligneo . Il gioiello “berniniani” por tato a termine con della produzion della Santa Ter l’apporto “di e parmense esa d’Avila lui scolari” e resta, comunq di Santa Maria gli ue, il gruppo della Vittocoro dell’Invio stalli del dell’“Annunci ria e della Bea azione”, pezlata di Riva ta del Garda ad Albertoni di San Ludovica zo pregiato del imprez le col Francesco del a Ripa a Roma la Galleria Na lezioni una delle maggiori iosire . Non è imzionale di sio esp Parma, nell’an probabile, a ni del barocco tren restal proposito, tico tino. della Pilotta, dov palazzo I rendeneri che un viaggio nel ogni anno, l’U e scultore giudic rbe dello zione scultorea la narra- da San Martino, ariese, sotto scendono raggiunge a esiti davvero la protezione Mantova per rinnova di Ranuccio magistrali, leg per non dire II, ad abbeve ame storico con re il com rarsi alle sorquella l’angelo annunz moventi: città, hanno da genti della nuo oggi un mova iante e una tivo in più, di suoi modelli più arte e dei Madonna gio tipo vin alti. In quenell’attimo dec etta colti per proseguire artistico, sto contesto il meraviglioso isivo di un in questo scambio, ancor dramma che li “Crocifisso”, più giustifioggi consersupera, resi cato dalle “be stupendament vato nella chi lle e vivi nella esa di Santa legno” del loro forme del materia legno. con Un autenterraneo Lorenzo Haili.

e 2. Il ciclope Co Pinacoteca Nazionale, Par ma llez 3.San Domenic ioni provinciali, Trento o Basilica Ma Parma donna della Steccata, 4. Santa Rosa da Steccata, Parma Lima Basilica della Madon na della

Truffe telefoniche agli anziani, un problema da affrontare Caro Amistadi, sono anziano ma ancora capace di difendermi. Ogni giorno ricevo telefonate da gente che non conosco con le offerte più strane. Sono in gran parte truffe, e per noi anziani non è facile difendersi. Basta un “si” pronunciato per aderire alla telefonata che subito ti arriva un sacco di roba inutile con regolare fattura...e tu rimani fregato, non ti rimane che pagare. Vorrei che il vostro Giornale ne parlasse per avvertire quelli della mia età, attenti, non fatevi fregare...non rispondete “si” al telefono a gente che non conoscete, la prudenza non è mai troppa… Un anziano del Chiese

Ha ragione. Una vergogna. Non credo che si possano definire in 2 altro modo le truffe agli anziastano a deline arne la grande perizia tecnic a e l’afflato artistico. Pri ni. Le truffe sono sempre me fra tutte il atti “San Domenic o” e la “Santa Ro sa ignobili, ma fatte agli da Lima”, anziani presso la basilica di Santa Maria della Steccata, diventano criminali perché due splendi- colde statue lignee provenienti piscono persone indifese, vulnerabili, credulone, facili alla buona fede, e spesse volte incapaci di affrontare con la giusta prudenza gli sconosciuti. Molti dei quali non si fanno scrupoli di utilizzare i trucchi più spregiudicati per ingannare le proprie vittime, magari fingendosi amici di figli e nipoti. Negli anni scorsi ho avuto anch’io un’esperienza poco simpatica. Una rivista che riguardava le forze di polizia a cui mi ero abbonato continuava a chiedermi di rinnovare l’abbonamento

nonostante l’avessi dismesso. Mi giunsero lettere d’ogni tipo contenenti minacce, le più svariate. Minaccia di denunciarmi, richiesta di pagare una cifra non indifferente perché tutto finisse, mi arrivò persino una

lettera da un fantomatico tribunale di Milano con l’aut aut: o paghi o ti sequestriamo beni di famiglia per qualche \migliaia di euro. Non sapendo che fare decisi di buttare nel fuoco ogni altra lettera senza nean-

che aprirla e la cosa funzionò. Dopo una decina di nuove lettere, tutte raccomandate e con ricevuta di ritorno, firmate da fantomatici poliziotti, cancellieri e avvocati, la cosa finì ed ebbi cosi la certezza che si trattava di una truffa. Lessi poi sul giornale che la banda di truffatori in questione era stata scoperta e denunciata. E a quei tempi non ero ancora anziano e quindi nel pieno delle mie facoltà ho avuto il coraggio di resistere e di farla franca. Oggi non so se saprei fare altrettanto. Comunque non è tempo di abbassare la guardia. Reati così vergognosi a scapito di anziani indifesi sono inaccettabili. Io mi auguro che vengano perseguiti con grande severità e tempestività (a.a.)

SEGNALAZIONI. Diventa giornalista per quindici giorni. Segnala anche tu una notizia, raccontaci una storia, mandaci una vignetta su un fatto a te accaduto


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MARZO 2018


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