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Alle pagine 4, 6 e
MARZO 2022 PAG. 7
La cena al ristorante è diventata un lusso che in pochi si permettono
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Luce, gas, prodotti alimentari: negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un aumento preoccupante dei prezzi. Come è la situazione dal suo particolare osservatorio?
Anche dal punto di vista ristorativo/ricettivo quello che sta accadendo in questo periodo è decisamente preoccupante, soprattutto perché veniamo da due anni particolarmente difficoltosi per via della pandemia, ed è sotto gli occhi di tutti che il nostro comparto è stato sicuramente uno dei più colpiti da tutte le varie normative/leggi anticovid. L’unica nota positiva era la sensazione che con il risolversi, anche se lentamente, della situazione pandemica si sarebbe potuti ritornare ad una quasi normalità del lavoro e questi grossi aumenti che già ci sono stati, oltre a quelli che si prospettano, ci riportano proprio sul filo del burrone e direi pure un po’ inermi oltre che preoccupati.
Come si ripercuotono questi rincari sui prezzi dei suoi prodotti?
Purtroppo i rincari che stanno avvenendo si possono recuperare solo in
Daniele Bertolini, titolare del ristorante e pub La Contea: “L’idea è quella di rimodulare la nostra offerta ristorativa con una politica aziendale che sfrutti di più materie prime locali non sottoposte così a lunghi e costosi trasporti aumentando la qualità dove possibile senza che questo si ripercuota sul prezzo”.
due modi: aumentando il prezzo di vendita e cercando di limitare al massimo le spese, soprattutto quelle superflue. Sperando che i nostri Amici/Clienti non ritengano superfluo andare al ristorante! Noi come azienda, avendo la possibilità, abbiamo deciso per il momento di aspettare ancora qualche settimana per poter fare delle valutazioni generali a 360 gradi, cercando nel frattempo di capire se i rincari sono straordinari o strutturali e permanenti. L’idea è quella di rimodulare la nostra offerta ristorativa con una politica aziendale che sfrutti di più materie prime locali ( non sottoposte così a lunghi e costosi trasporti) aumentando la qualità dove possibile senza che questo si ripercuota sul prezzo di vendita ai clienti.
Crede che questa situazione possa provocare una diminuzione della domanda da parte dei consumatori e quindi del volume d’affari della sua azienda?
Questo è un dato di fatto già da qualche settimana/ mese ed è anche nel nostro settore il prolungamento dello stato delle cose provocato dalla pandemia. Si vede proprio come alcuni tipi di clientela, ad esempio le famiglie, abbiano tolto dalla loro programmazione l’uscita al ristorante/ pizzeria se non settimanale almeno periodica. Altro esempio, le varie ricorrenze religiose sono festeggiate in casa o in modalità più limitata. Sicuramente le aziende del campo ristorativo come la nostra sono in questo periodo in difetto di programmazione soprattutto a medio-lungo periodo e questo si ripercuote a catena sugli investimenti o sulle assunzioni dei collaboratori.
Guardiamo alla prossima estate. Con il superamento, ci auguriamo, dell’emergenza Covid-19, che prospettive prevede per la sua attività?
L’impressione ad oggi è che se supereremo l’emergenza le prospettive per la stagione estiva sono buone e anche qualcosa in più sia pure in un momento di grande cambiamento, come dicevo prima purtroppo mancano le certezze e questo non permette di programmare-preparare al massimo la prossima stagione. Io sono un’ ottimista per natura e per le attività che mi circondano, sto preparando con i miei soci e collaboratori una serie di novità per dare servizi nuovi, sempre all’altezza della richiesta che possano stimolare la ripartenza. Speriamo che anche il tempo (...meteorologicamente parlando...) nella primavera sia benevolo e ci permetta di poter iniziare la stagione estiva con qualche week-end settimana prima del solito aiutando cosi il settore turistico a dare il via alla stagione nel migliore dei modi e rinnovato entusiasmo.
Da mesi sentiamo parlare ogni giorno dalla televisione e dai giornali del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in breve PNRR, ma per molti questa importante azione di sviluppo è ancora un oggetto misterioso soprattutto a livello locale ed è quindi opportuno fare un po’ di chiarezza. Il PNRR è il documento che ciascuno Stato membro deve predisporre per accedere ai fondi del Next Generation EU (NGEU), lo strumento introdotto dall’Unione europea per la ripresa post pandemia Covid-19, rilanciando l’economia degli Stati membri e rendendola più verde e più digitale. È un programma da 750 miliardi di euro, costituito da sovvenzioni e prestiti, la cui componente centrale è il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza che ha una durata di sei anni, dal 2021 al 2026, e una dimensione totale di 672,5 miliardi di euro (312,5 sovvenzioni, i restanti 360 miliardi prestiti a tassi agevolati). Il Governo italiano ha quindi predisposto il PNRR per illustrare alla Commissione europea come intende gestire i fondi europei, descrivere i progetti che intende realizzare con questi fondi e delineare il calendario delle riforme associate all’attuazione del Piano e, più in generale, finalizzate alla modernizzazione del Paese. Il 27 maggio 2020, la Commissione europea ha proposto lo strumento Next Generation EU, dotato di 750 miliardi di euro, oltre a un rafforzamento mirato del bilancio a lungo termine dell’UE per il periodo 2021-2027. Il 21 luglio 2020, durante il Consiglio Europeo, i capi di Stato o di governo dell’UE hanno raggiunto un accordo politico sul pacchetto. Il 12 gennaio 2021 il Consiglio dei ministri ha approvato una proposta di PNRR sulla quale il Parlamento ha svolto un approfondito esame, approvando le proprie conclusioni il 31 marzo 2021. Il Governo guidato da Mario Draghi ha provveduto quindi ad una riscrittura del Piano, anche alla luce delle osservazioni del Parlamento. Nel mese di aprile 2021, il piano è stato discusso con gli enti territoriali, le forze politiche e le parti sociali. Il PNRR italiano prevede investimenti per un totale di 222,1 miliardi di euro: 191,5 miliardi di euro sono finanziati dall’Unione europea attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto e 122,6 miliardi sono prestiti), e ulteriori 30,6 miliardi di risorse nazionali. La quota di risorse più consistente è destinata alla realizzazione dei progetti relativi alla rivoluzione verde e transizione ecologica che riceverà poco meno di 60 miliardi di euro. Per la digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura sono assegnati circa 40,7 miliardi, mentre all’istruzione e ricerca quasi 31. Circa 25 miliardi saranno poi assegnati alle infrastrutture, quasi 20 a coesione e inclusione e circa 15 alla missione salute. Tutti gli interventi previsti dovrebbero essere realizzati, meglio usare il condizionale vista la situazione italiana, entro 5 anni. Sono due gli obiettivi fondamentali del PNRR: riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica e contribuire ad affrontare le debolezze strutturali dell’economia italiana: divari territoriali; basso tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro; debole crescita della produttività; ritardi nell’adeguamento delle competenze tecniche, nell’istruzione, nella ricerca.
Il Piano prevede inoltre un ambizioso programma di riforme, per facilitare la fase di attuazione e più in generale contribuire alla modernizzazione del Paese e rendere il contesto economico più favorevole allo sviluppo dell’attività di impresa: • Riforma della Pubblica Amministrazione per dare servizi migliori, favorire il reclutamento di giovani, investire nel capitale umano e aumentare il grado di digitalizzazione. • Riforma della giustizia mira a ridurre la durata dei procedimenti giudiziari, soprattutto civili, e il forte peso degli arretrati. • Interventi di semplificazione orizzontali al Piano, ad esempio in materia di concessione di permessi e autorizzazioni e appalti pubblici, per garantire la realizzazione e il massimo impatto degli investimenti. • Riforme per promuovere la concorrenza come strumento di coesione sociale e crescita economica. E adesso passiamo dal livello europeo e nazionale a quello della nostra Provincia. Inizialmente, nel 2020 la Provincia aveva presentato 32 progetti rapidamente appaltabili, per un valore di 2,3 miliardi, sollecitata dal governo Conte per accedere alle risorse europee del Recovery Fund. Poi caduto il Governo Conte è arrivato il Presidente Draghi che ha «azzerato le proposte delle Regioni» e sono cambiate parzialmente anche le regole, con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), condiviso con l’Europa. Ora le risorse ottenute dal Trentino sono molte di meno, pari a 1,2 miliardi di euro, di cui 930 milioni (il 73%) solo per la circonvallazione ferroviaria di Trento realizzata dallo Stato tramite Rfi, e i progetti sono quelli che rispondono ai requisiti dei bandi ministeriali. A precisarlo in consiglio provinciale l’Assessore alle attività economiche e ricerca, Achille Spinelli, rispondendo a una richiesta di consiglio straordinario presentata da Alessandro Olivi (Pd) e Paolo Zanella (Futura), per informare l’aula sullo stato di questo fondamentale progetto di sviluppo. L’Assessore ha dunque elencato le risorse ottenute e i progetti a cui sono destinate, che al netto della circonvallazione ferroviaria, ammontano a 322 milioni per investimenti da programmare da parte della Provincia, enti locali e altri enti pubblici e 13,4 milioni per interventi di soggetti privati. Ecco quali sono i progetti che rientrano nel PNRR, precisando che per ora l’elenco non è ancora completo e definitivo in quanto per alcuni bandi non sono ancora state individuate nel dettaglio le opere da finanziare:
Missione 1 - Digitalizzazione, competitività, cultura e turismo. Per la rigenerazione dei piccoli borghi c’è il progetto pilota di Palù del Fersina, che coinvolgerà l’intera Valle dei Mocheni, per un valore di 20 milioni di euro. Prevista la partecipazione di altri comuni per 3,5 milioni di cui la Provincia ha l’assegnazione. Missione 2 - Rivoluzione verde e transizione ecologica. Per autobus elettrici nelle aree urbane e autobus a metano per il trasporto extra urbano: 12 milioni di euro; treni per la linea della Valsugana per più di 5 milioni di euro; piste ciclabili urbane (comune di Trento) per quasi 2 milioni di euro e alle ciclovie turistiche 7 milioni di euro sulla ciclovia del Garda; riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica per quasi 16 milioni di euro; nuove scuole per sicurezza e risparmio energetico per 7,5 milioni (i Comuni hanno già presentato domanda, qui dovrebbe rientrare la scuola media di Ponte Arche e Roncone, ma bisognerà attendere per avere l’elenco definitivo; l’efficienza energetica dei Comuni: quasi 58 milioni di euro). Ci sono poi complessivi 27 milioni per investimenti post-Vaia e iniziative idriche primarie per la sicurezza dell’approvvigionamento con un finanziamento di 13 milioni di euro. I consorzi di miglioramento fondiario 14 progettualità per un totale di 84 milioni di euro, rispetto alle quali si è in attesa di finanziamento. La Provincia punta inoltre al progetto Idrogeno Valley in un sito industriale dismesso che potrebbe essere localizzato o sull’asse del Brennero o in Valsugana; i progetti connessi alla bonifica dei siti per la quale sono previste risorse stimabili in poco meno di 5 milioni, a cui si potranno sommare quelle per l’area ex Alumetal, e il progetto pilota “Green community” della Valle di Fiemme.
Missione 3 - Infrastrutture per una mobilità sostenibile. Per il corridoio ferroviario europeo Nord - Sud Verona-Brennero, inserito tra le opere ferroviarie strategiche nazionali il bypass ferroviario di Trento (opera da 930 milioni in capo a Rfi). Missione 4- Istruzione e ricerca. Fanno parte della Missione gli investimenti relativi ai Piani: per gli asili nido e le scuole dell’infanzia,(dovrebbe rientrare l’asilo nido di Breguzzo e quello di Comighello) di estensione del tempo pieno, per le infrastrutture per lo sport nelle scuole, di messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole. Alla Provincia sono stati assegnati 64 milioni. Vanno presentati i progetti e quindi bisogna attendere ancora qualche mese per avere l’elenco definitivo degli interventi. Ci sono poi in programma progetti per alloggi universitari (Centro residenziale San Bartolomeo 3 con altri 110 posti e area “ex asilo Manifattura” 200 posti. Missione 5 - Inclusione e coesione. Sono stati previsti in via orientativa oltre 11 milioni per sostegno alle persone vulnerabili e anziani, disabili e housing temporaneo. Ci sono poi 43 milioni sul fronte delle politiche attive del lavoro, richiamo il Programma “Garanzia di occupabilità dei lavoratori”. C’è poi il progetto di rigenerazione urbana di Riva del Garda e ammesso a finanziamento per 5 milioni di euro e interventi di messa in sicurezza della rete viaria nelle aree interne della Valle di Sole e Tesino per poco meno di 3 milioni di euro.
Missione 6 - Salute. Previste 10 Case della Comunità (15 milioni), 3 Ospedali di Comunità per i ricoveri brevi (8 milioni) e 2 milioni per 5 Centrali operative territoriali (COT). Per questi interventi il mistero è ancora fitto in quanto non si capisce come si integreranno con la riforma della Sanità provinciale mentre sembra certo che non saranno localizzati nelle Giudicarie. Per la digitalizzazione degli ospedali ci sono quasi 12 milioni e per l’ammodernamento del parco tecnologico (quasi 10 milioni). Infine ci sono 17 milioni per l’adeguamento antisismico degli ospedali di Rovereto e Borgo Valsugana. Nei prossimi mesi si dovrebbe avere l’elenco preciso delle opere finanziabili per capire le ricadute sul tessuto economico e sociale della nostra Provincia.