Le buone azioni che contano Le buone azioni per la crescita del nostro territorio
Le buone azioni che danno valore al tuo futuro
Giudi iudicarie
il
iornale delle
OTTOBRE 2018 - pag.
Mensile di informazione e di approfondimento
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ANNO 16 - OTTOBRE 2018 - N. 10 - MENSILE
EDITORIALE
Verso il voto provinciale con ansia e speranza di Adelino Amistadi Domenica, 21 di ottobre, dalle ore 6 alle ore 22, per chi ancora non l’avesse ben chiaro, gli elettori trentini sono chiamati a votare per il rinnovo del Consiglio Provinciale. Un momento elettorale fra i più complicati vista la “bagarre” a cui abbiamo assistito nella compilazione delle liste e nella scelta delle alleanze. Dopo secoli di santa alleanza (si fa per dire…) di centro sinistra, ora le cose sembrano essere drasticamente cambiate. E per cambiare bisogna tener conto della nuova situazione economica che si prospetta per il Trentino. E’ finito il tempo della facile distribuzione delle “ricchezze dell’Autonomia”. Distribuzione non sempre condivisibile con sprechi e scialacquamenti non sempre giustificati. D’ora in poi bisognerà misurare ogni intervento facendo riferimento alle priorità del territorio ed alla concretezza delle proposte. Basta capricci e favoritismi, è tempo di cambiare metodo e mentalità prima che si finisca sul lastrico con il pericolo sempre incombente di perdere ogni ragione per essere autonomi. A cominciare dall’aumento irresponsabile della spesa e dell’apparato burocratico spesse volte creato e voluto più da logiche di appartenenza che non dal merito riconosciuto e certificato, continuare nella stessa logica sarebbe a rischio il futuro della nostra Provincia. A pagina 8
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Le buone azioni che contano
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Elezioni provinciali, lo sprint finale
20 PAGINE DI SPECIALE ALL’INTERNO
In 710 a caccia di un posto in consiglio, 25 i giudicariesi in lizza, 11 i candidati presidente EUROPA
La politica del “me ne frego” alimenta pericolose involuzioni di Paolo Magagnotti
Terme di Comano, sbloccato il rinnovo del comparto. Ecco il progetto
A pagina 4
Amministrazioni
Funzionari nel vischio della burocrazia A PAGINA 16
Geoparchi
Una famiglia “mondiale” a Campiglio A PAGINA 12
TARGAD’ARGENTO Solidarietà dalle Dolomiti all’Etna Pag. 17 ECONOMIA Stati senza contenuto Pag. 24
Il Governo italiano ha deciso pochi giorni fa di presentare al Parlamento un bilancio che carica sulle spalle di un traballante debito pubblico un ulteriore peso che ne rischia lo schianto. Molti soggetti nazionali ed internazionali del mondo dell’economia e della finanza e la stessa Commissione europea hanno espresso molte preoccupazioni sulla tenuta dei conti dello Stato. A pagina 15
Lavori pubblici
Inaugurata la variante di Pieve di Bono A PAGINA 8
MUSICA Nicolò Turri dalla Rendena alla Cina Pag. 32
Atteso il 124° Congresso Sat in valle del Chiese
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A cura della REDAZIONE
Rassegna Stampa
OTTOBRE 2018
RASSEGNA STAMPA SETTEMBRE 2018
DALLE GIUDICARIE
Mezzo secolo di Rifugio Alimonta - Una giornata di festa quella organizzata dagli Alimonta per i 50 anni del suo rifugio, con Ezio da brava guida alpina ad accogliere gli ospiti con al fianco i figli Raffaele ed Emanuele con i nipoti Samuele, Emiliano e la piccola Anna Maria, che rappresentano la quarta generazione di questa famiglia nel loro rifugio. Un rifugio costruito 50 anni fa da Gildo, guida alpina e dai figli Ezio e Fiore, pure lui ieri ai 2580 metri del rifugio che ha costruito con tante fatiche assieme al papà e al fratello in anni in cui bisognava portare tutto a spalle. La cerimonia è iniziata con la celebrazione della Santa Messa celebrata da Padre Marco che nella sua omelia ha voluto ricordare i valori della montagna e della vita nel rifugio e in uno scenario da cartolina la bellezza del creato. Padre Marco ha anche ricordato Nini, la moglie di Ezio e mamma di Raffaele ed Emanuele, scomparsa prematuramente, per tanti anni punto di riferimento degli alpinisti che salivano o passavano al rifugio Alimonta. La celebrazione eucaristica è stata accompagnata dai canti del coro Sasso Rosso. Al termine Ezio, emozionato, ha rivolto ai presenti un saluto di ringraziamento per essere saliti lassù per il mezzo secolo dell’Alimonta ricordando il suo motto: «Chiunque entri nel nostro rifugio, è un amico». Dopo Fiavè e Ponte Arche, il basket da ottobre approda anche a Bondo - I corsi sono aperti a bambine e bambini da 5 anni in su tutti i lunedì e mercoledì nella nuovissima palestra di Fiana di Bondo. Questo grazie a Giudicarie Basket, società nata solo un anno fa per portare la pallacanestro in una valle dove questo tipo di offerta sportiva non c’era mai stata. Il primo passo fu quello di aprire una Scuola Basket a Fiavè: in poche settimane gli iscritti hanno subito raggiunto cifre sorprendenti (quasi 50), partecipato ai primi tornei minibasket e addirittura assistito dal vivo, da ospiti coinvolti nella presentazione delle squadre, ad una partita di serie A dell’Aquila Basket. Dunque, l’iniziativa di quest’estate, quando la Scuola Basket non ha fermato la sua attività come tradizionalmente si fa seguendo il calendario scolastico, ma l’ha proseguita all’aperto, scegliendo il bellissimo parco delle Terme di Comano (Ponte Arche) come sede degli allenamenti settimanali. Che ha proposto a tutti, turisti compresi. I corsi sono già iniziati ma le iscrizioni saranno aperte in qualsiasi momento dell’anno, con la possibilità di svolgere lezioni di prova gratuite. Esteriori, coltiva canapa sul balcone. Beccata dalla Polizia Locale delle Giudicarie Operatori della Polizia Locale delle Giudicarie, in seguito ad una verifica finalizzata al controllo di alcuni lavori edili, sono acceduti al giardino dell’abitazione di una 40enne residente nelle Giudicarie Esteriori. Terminato il sopralluogo gli agenti però hanno notato una pianta di canapa alta circa un metro in un vaso su un balcone. In seguito a tale rinvenimento il personale della Polizia Locale ha effettuato una per-
quisizione dell’alloggio della donna che ha consentito di rinvenire, in un sacchetto di cellophane, una modesta quantità di marijuana essiccata. Del fatto sono stati informati la Procura della Repubblica ed il Commissariato del Governo di Trento Alessandro Giacomini: «Chiederò a Margherita Cogo come risarcimento 242 mila euro pari al suo vitalizio». “Chiederò 242 mila euro a Margherita Cogo”. Dopo l’archiviazione della querela fatta dall’ex presidente della regione nei confronti di Alessandro Giacomini per un’accesa discussione in Facebook l’ex segretario dei laici trentini è partito subito all’attacco. «Prima il PM, poi il tribunale di Trento hanno sentenziato che: “’’i fatti divulgati dall’indagato in parte non assumono rilevanza penale in altra risultano corrispondenti a quanto effettivamente accaduto come dettagliatamente valutato dal Pm, ferma restando, più in generale, l’esimente del diritto di critica”. Nella Dolomiti di Brenta Trail Romeri è da record. Nella 45 km vince l’atleta di casa Elena Nicolini - Enzo Romeri vince la gara di casa stracciando il precedente record della Dolomiti di Brenta Trail di oltre 25 minuti. È lui il protagonista della sfida più attesa lungo i 64 km del percorso con 4.200 metri di dislivello, mentre in campo femminile ha trionfato la cortinese Francesca Scribani. Altro successo “dolomitico” anche nella sfida sui 45 km con 2.850 metri di dislivello, visto che si è imposta l’azzurra di scialpinismo Elena Nicolini, mentre in campo maschile si è registrato un arrivo ex aequo fra il trentino di Vigolo Vattaro Andrea Debiasi e l’altoatesino Ivan Paulmichl.
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Luce e gas più care: stangata di 220 euro all’anno A partire dal 1 ottobre, sono saliti i costi di luce e gas. La bolletta del gas aumenta del 6,1%, cioè di 4,78 centesimi al metro cubo, corrispondenti ad una spesa annua di 1.096 euro, in crescita di 61 euro. La bolletta dell’energia elettrica è aumentata del 7,6%, cioè 1,5 cents a chilowattora in più che portano in media ad una spesa annua per elettricità di 552 euro, ovvero 32 in più rispetto allo scorso anno. Si parla qui delle famiglie in regime di maggior tutela. E non sono gli unici rincari, il confronto è possibile sul sito dell’Arera, l’Autorità per l’energia. Complessivamente per le famiglie trentine è una stangata di 220 euro, +8% in poco più di un anno. Festival dello Sport, tutto pronto per la prima edizione, dall’11 al 14 ottobre La prima edizione del Festival dello Sport è già un record. Un’immensa inchiesta giornalistica dal vivo per raccontare le imprese di grandi solisti e squadre leggendarie, atlete e atleti, campioni e campionesse di oggi e di ieri a tu per tu con La Gazzetta dello Sport. Trento è una città di appassionati che respira sport tutti i giorni, per questo le sue sale e teatri sono lo scenario ideale per quattro intensissimi giorni: dall’inaugurazione di giovedì alla partita dell’Italia sul megaschermo in Piazza Duomo domenica sera, ogni momento regalerà emozioni uniche, così come unico è un Festival che non si era mai visto prima, non solo in Italia. Ma il programma non sarebbe completo senza la possibilità non solo di ascoltare, ma anche di partecipare. Per questo i visitatori del Festival troveranno dei Camp diffusi nelle piazze, che trasformeranno la città in un unico, grande playground aperto a tutti, dove scoprire tutti i modi di vivere lo sport. Il tema di questa prima edizione
è il Record, perché raggiungerlo, batterlo o anche solo eguagliarlo è il sogno di ogni campione e di qualsiasi squadra. Solo così si può lasciare un’impronta indelebile nella storia. Superare un Record vuol dire essere il migliore di tutti. E non importa quanto duri questo primato, perché si entra a far parte in modo definitivo di una élite senza tempo. Il Record è gloria, fama, gioia. Ma anche tensione, pressione psicologica e grande responsabilità. Deve essere pulito, conquistato solo grazie all’intensità del duro allenamento, senza l’uso di sostanze proibite perché altrimenti sarebbe un tradimento. L’atleta o il gruppo che lo raggiunge diventa un’icona dello sport e ha l’obbligo di dare l’esempio, soprattutto alle giovani generazioni. Organizzato da La Gazzetta dello Sport e da Trentino Marketing, con il patrocinio del Coni e del Comitato italiano paralimpico, il Festival dello Sport è in programma dall’11 al 14 ottobre. Popolazione e abitazioni, al via il censimento permanente Dal 1° di ottobre al 20 dicembre 2018 si svolgeranno sul territorio nazionale le operazioni legate al nuovo censimento permanente della popolazione e delle abitazioni. In Trentino, la rilevazione sarà condotta dall’Istat in collaborazione con l’Istituto di statistica della provincia di Trento (ISPAT). La data di riferimento della rilevazione è il 7 ottobre 2018. Aderire è un obbligo di legge e per le famiglie è previsto l’obbligo di risposta fornendo i dati richiesti. Sono previste sanzioni nel caso di violazione di questo obbligo. A differenza dei censimenti del passato, l’ultimo dei quali svolto nel 2011, con i censimenti permanenti ogni anno sarà coinvolto solo un campione rappresentativo di comuni e - in questi comuni – solamente un campione di famiglie e di abitazioni. A22: incontro positivo fra il Ministro e i gover-
natori di Trentino, Alto Adige, Veneto e Friuli Positivo incontro stamane a Roma tra il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti e i governatori di Trentino, Alto Adige, Veneto e Friuli, nel quale si è discusso della concessione dell’Autostrada del Brennero e si è trovato l’assenso su alcuni aspetti dell’accordo interistituzionale indicati dalla Commissione europea nel corso dell’ultimo incontro a Bruxelles, nel quale era stata manifestata una condivisione di massima. È quindi stata ribadita la volontà politica di sottoscrivere tale accordo entro il 30 novembre 2018, rispettando in tal modo la data prevista dal decreto Milleproroghe. Uno spazio trentino nel museo di Papa Giovanni Paolo II Il santuario-museo Jana Pawla II di Cracovia è il più importante complesso al mondo dedicato alla figura e all’opera di San Giovanni Paolo II. Nella parte museale, la Provincia autonoma di Trento, attraverso Trentino Marketing, ha allestito una sezione permanente dedicata alla memoria del legame profondo che univa il Papa “venuto di lontano” con il Trentino e le sue montagne. Si rafforza il legame fra il Trentino e la Polonia nel ricordo di San Giovanni Paolo II, il Papa che durante il suo lungo pontificato visitò la nostra terra per ben cinque volte, suscitando sempre grandi emozioni e riuscendo a regalare persino quell’immagine inconsueta di sciatore che fece il giro del mondo quando, nel luglio del 1984, raggiunse il Rifugio Caduti dell’Adamello al Passo della Lobbia in compagnia dell’allora presidente della Repubblica, Sandro Pertini. A Cracovia, all’interno del Centrum Jana Pawla II, il più importante museo-santuario al mondo dedicato al ricordo della figura e dell’opera del papa polacco, il 21 settembre é stata inaugurata una sezione permanente dedicata a questo legame fra San Giovanni Paolo II e la terra trentina.
Giornale delle Giudicarie, distribuito dalla Cooperativa Lavoro
Da gennaio dello scorso anno il Giornale delle Giudicarie viene distribuito dalla Cooperativa sociale Lavoro, con sede in località Copera a Zuclo. Per segnalare critiche, suggerimenti, disguidi nella spedizione è possibile chiamare il numero della cooperativa: 0465-326420 oppure quello del Giornale delle Giudicarie, 0465322934, oppure via mail all’indirizzo: redazionegdg@yahoo.it.
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Primo piano
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I consigli comunali hanno dato l’ok, presentato anche il progetto dello stabilimento
Approvato il nuovo accordo, le Terme di Comano possono iniziare i lavori Si chiude un percorso iniziato nel 2008 con la stipula dell’accordo di programma tra la Provincia Autonoma di Trento, i comuni di Bleggio Superiore, Comano Terme, Fiavè, San Lorenzo Dorsino, Stenico e l’Azienda Consorziale Terme di Comano. L’accordo prevedeva un contributo provinciale di 24 milioni di euro assegnato alle Terme di Comano, per il rilancio delle stesse: nel corso degli anni si sono rese necessarie delle modifiche al piano investimenti approvato in precedenza. Gli investimenti complessivi ammontano a 24 milioni di cui circa 22 milioni coperti con contributo provinciale e i restanti suddivisi tra i comuni proprietari. Sono già state realizzate alcune opere previste dal primo accordo di programma con una spesa già impegnata di 4 milioni di euro per la realizzazione del magazzino Villa Vianini, l’allaccio fognario, la realizzazione del pozzo di acqua termale, l’acquisto del Sibilla Cumana e la progettazione del centro benessere. L’importo restante di circa 20 milioni, sarà per lo più impiegato per la realizzazione dello stabilimento termale con un costo complessivo di 18 milioni, il restante sarà suddiviso tra gli altri importi programmati: la sistemazione del parco, il collegamento tra il parcheggio e l’accesso allo stabilimento e la sistemazione dell’antica fonte, la demolizione del Grande Albergo Terme. Il Presidente dell’Assemblea Alberto Iori ha spiegato: “L’accordo di programma definisce investimenti e priorità degli stessi per garantire il rinnovamento complessivo della struttura, ma gli interventi non sono a beneficio esclusivo delle Terme di Comano. L’azienda termale rappresenta il volano economico della valle ed è per questo la Provincia Autonoma di Trento ha confermato l’importante sostegno economico che permetterà di dare nuova linfa all’economia delle Giudicarie Esteriori”. A dare una panoramica della strategia futura delle Terme di Comano è Elena Andreolli, consigliere delegato dell’Azienda Consorziale Terme di Comano: “La mission delle Terme di Comano è essere centro di eccellenza per la cura naturale della pelle e
E’
stata confermata la revisione dell’Accordo di programma per le Terme di Comano tra la Provincia Autonoma di Trento, i comuni delle Giudicarie Esteriori e Azienda Consorziale. Cosa significa? In modo molto concreto, che i lavori possono iniziare. Perché la burocrazia non è una noiosa formalità è senza che l’Accordo fosse approvato, pur in
presenza di un progetto, non era possibile proseguire. Da qui lo stallo (l’ultimo di innumerevoli in questi anni) che aveva attanagliato nuovamente il rinnovo del comparto termale. Martedì 18 settembre si è tenuta presso la sala congressi delle Terme di Comano la seduta congiunta dei consigli comunali delle Giudicarie Esteriori che ha approvato l’accordo di programma.
mento termale è stimata in circa 3 anni, durante i lavori sarà sempre garantita la continuità delle attività termali.
luogo di ospitalità per il benessere a 360° della persona. L’obiettivo che ci siamo fissati” prosegue Andreolli “è realizzare una nuova proposta di valore con servizi di altissimo livello che valorizzino al meglio i punti di forza delle Terme di Comano: acqua, salute e natura le parole chiave alla base delle Terme di Comano del futuro”. Gli obiettivi strategici delle Terme di Comano, vengono ulteriormente confermati con la presentazione del progetto preliminare dello stabilimento termale: sono stati inseriti nel progetto elementi innovativi per la proposta di cura e salute. Filo conduttore l’acqua che viene ulteriormente valorizzato con il rafforzamento dell’integrazione con il paesaggio naturalistico circostante per
garantire una nuova concezione di cura della persona. Una particolare attenzione è dedicata alla cura dei bambini, già oggi tra i principali destinatari delle terapie, per i quali è prevista la realizzazione di un polo di eccellenza. L’inserimento del volume nel contesto paesaggistico è perseguito con scelte specifiche, quali la copertura a verde, mentre il linguaggio architettonico ricerca equilibrio tra architettura contemporanea e tradizione del territorio, nel rispetto dei vincoli imposti dalle volumetrie esistenti. La distribuzione degli spazi è finalizzata a massimizzare la percezione del paesaggio da parte dei fruitori del centro termale. La durata dei lavori di ristrutturazione dello stabili-
IL PROGETTO PRELIMINARE Il progetto preliminare consegnato nei giorni scorsi all’azienda - sviluppato da un raggruppamento di engineering costituito dagli studi Tesi srl, Kreos srl, Architer srl, Ingegneria & Geologia srl, Planex srl, Strutture & Progetti, i-Tekne, Sunering srl - è il frutto di un articolato processo di valutazione e approfondimento degli obiettivi e delle strategie, che in questi ultimi anni ha visto succedersi verifiche ed ipotesi, confluite nella proposta progettuale presentata. Prevede la realizzazione delle Terme del Bambino, un padiglione con servizi ad hoc, tematizzato, per garantire un contesto di cura più accogliente. Per le terapie in vasca, saranno proposti ambienti che garantiscano un miglior contatto con la natura circostante e servizi correlati che possano contribuire ad offrire benefici non solo per nel trattamento delle patologie, ma sullo stato generale di salute della persona. Accanto alle tradizionali applicazioni terapeutiche proposte dalle Terme di
Comano, sarà integrata una Medical Spa per implementare l’offerta curativa e sviluppare una nuova educazione alla salute, che superi la mera cura di aspetti patologici per investire un benessere e equilibrio globali. I nuovi servizi si rivolgeranno ad un target più sensibile alla prevenzione e alla salute. L’obiettivo è quello di essere riconosciuti nei prossimi anni non solo come centro di eccellenza per la cura di pa-
tologie dermatologiche ma anche punto di riferimento in Trentino per un concetto di salute e benessere in senso più ampio. L’inserimento del volume nel contesto paesaggistico è perseguito con scelte specifiche, come ad esempio la copertura a verde. Il linguaggio architettonico ricerca equilibrio tra architettura contemporanea e tradizione del territorio, nel rispetto dei vincoli imposti dalle volumetrie esistenti. La distribuzione degli spazi è finalizzata a massimizzare la percezione del paesaggio da parte dei fruitori del centro termale. Il nuovo assetto distributivo è articolato e dimensionato per offrire spazi di relazione e incontro che favoriscano la socializzazione tra gli ospiti del centro. Nel contempo la distribuzione è volta ad assicurare flessibilità nell’esercizio, al fine di gestire in modo autonomo parti della struttura e consentirne l’utilizzo parziale Per contenere la spesa energetica, garantendo nel contempo comfort, salubrità, sicurezza e benessere, l’involucro edilizio e gli impianti tecnologici sono interessati da una drastica riqualificazione, che prevede un ampio ricorso alle fonti rinnovabili e assimilate, attuando soluzioni inedite di recupero energetico e di controllo e supervisione avanzati.
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Attualità
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Erano in 150 i pescatori arrivati a Comano Terme, base della manifestazione. In rappresentanza di trenta nazioni si sono contesi il titolo a squadre e quello individuale dal 17 al 23 settembre scorso, muovendosi su cinque diversi campi di gara. A loro disposizione un tratto del fiume Sarca nella zona di Tione (settore 1), ilLago Cornisello in Val Nambrone (settore 2), un altro tratto di Sarca in Val Rendena tra Vigo e Caderzone (settore 3), un tratto del Noce nei pressi della Rocchetta (settore 4) e un ultimo tratto del Sarca ad Arco (settore 5). Per il territorio provinciale si tratta di una prima assoluta, dato che mai prima d’ora era stato scelto per questo evento, che in Italia ha fatto tappa in Piemonte nel 1982, in Abruzzo nel 1988 e in Alto Adige nel 2011. L’organizzazione è stata curata dal Comitato Provinciale di Trento della FIPSAS supportato dall’Azienda per il Turismo Terme di ComanoDolomiti di Brenta. Il quartier generale dell’evento è stato allestito alle Terme di Comano, località posizionata in maniera strategica rispetto ai campi gara, perfettamente attrezzata per ospitare tutti i concorrenti e già coinvolta in manifestazioni nazionali e internazionali di pesca, avendo in particolare ospitato, tre anni fa, i Campionati Europei di Pesca a Mosca. Proprio dal buon esito degli Europei è arrivata la proposta di ospitare anche i modiali della disciplina: «Avevamo subito fatto richiesta – racconta il retroscena Alessandra odorizzi, direttrice dell’Apt Terme di Comano – subito dopo la fine degli Europei. C’era positività verso l’organizzazione che era stata messa in campo per l’Europeo, ma i mondiali erano assegnati per diversi anni ancora. Poi il Galles, che doveva farlo qeust’anno ha avuto un problema e ha rinunciato ad ospitare la manifestazione. Devo dire che l’Italia è stata scelta perché in grado qui in Trentino di
I mondiali di pesca a mosca ospitati sulle acque giudicariesi e nonese
I migliori pescatori del mondo sulla Sarca L’Italia porta a casa due bronzi, a squadre e individuale Il Trentino, anzi il fiume Sarca, ha accolto i rappresentanti di 30 nazioni diverse che hanno preso parte alla 38ª edizione del «Campionato Mondiale di Pesca alla Mosca». Manifestazione legata a stretto filo con quel tu-
organizzare velocemente la manifestazione offrendo la qualità che un evento di questo livello richiede». l programma si è aperto con una cerimonia inaugurale in Piazza Duomo a Trento: la sfilata con i portabandiera aperta dalla banda cittadina e l’arrivo in piazza Duomo ha fornito un’accoglienza molto apprezzata agli ospiti internazionali. Il giorno dopo subito via alla competizione, con le prove ufficiali nei laghi di Nembia e Nambino e nel Sarca alle Terme di Comano e a Dro. Le sessioni di gara sono state cinque, distribuite su tre giornate. La cerimonia di chiusura si è invece tenuta alle Terme di Comano sabato 22 settembre, nela cornice del parco e del Grand Hotel che ha ospitato il quartier generale della
maniestazione «E’ un evento che ha indubbiamente offerto una ribalta internazionale alle Giudicarie, al Basso Sarca e alla Val di Non, ma anche all’intero territorio provinciale, che
rismo slow e rispettoso dell’ambiente che sempre più si corteggia. La pesca è «catch and release», ovvero si usano esce che non procurano ferite o danni agli esemplari catturati e si lasciano andare immediatamente.
da anni investe nell’ospitalità degli appassionati di pesca». Si possono trovare moltissimi laghi, fiumi e torrenti per praticare questa disciplina, appoggiandosi
ai servizi messi a disposizione dal progetto Trentino Fishing, lanciato nel 2012 proprio per incentivare questo tipo di turismo, offrendo la possibilità di acquistare i permessi online,
di noleggiare kit completi di attrezzatura, di servirsi di accompagnatori qualificati e di un’ospitalità su misura. Non è un caso se molti degli atleti che hanno gareggiato ai Mondiali conoscessero bene le acque nelle quali si sono sfidati. Importante, per questo tipo di turismo ma anche per la manifestazione, il coinvolgimento delle associazioni pescatori dell’Alto Sarca, del Basso Sarca e della Val di Non che grazie alla sapiente gestione delle acque faranno trovare i fiumi nelle migliori condizioni. Fondamentale il loro ruolo anche nel reperire i giudici di sponda: il regolamento prevede infatti che ogni concorrente sia seguito da un giudice che lo affianca durante l’intera competizione: per gli appassionati locali vi sarà dunque l’opportunità di vivere per tre giorni a fianco dei migliori pescatori a mosca del mondo. Campione del mondo a squadre si è laureata la Spagna, seguita dalla Finlandia e terzo posto per l’Italia. Negli individuali: medaglia d’oro allo spagnolo David Garcia Ferreras, argento per il finlandese Jyrki Hiltunen, e medaglia di bronzo all’italiano Andrea Pirone terzo. E’ stato un mondiale molto pescoso: 4.518 i pesci catturati e poi restituiti alle acque dei fiumi locali, il più lungo misurava 59,2 cm, pescato dallo Sloveno Aljosa Crkvenja.
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Lavori, che si è aggiudicata il travagliato appalto in associazione temporanea di impresa con Costruzioni Casarotto, Misconel ed Ediltione. Tra le lavorazioni più importanti la realizzazione della galleria “Castel Romano”, in ossequio all’antico maniero che la domina dall’alto, la cui lunghezza è di 1.130 metri dall’imbocco di Cologna fino allo sbocco poco sopra l’area “BIC” di Creto, e la posa del viadotto previsto a nord dell’abitato di Agrone. A circa metà tunnel è stata inoltre realizzata una galleria di servizio che intercetta trasversalmente e che sarà utilizzata per l’evacuazione delle persone o per l’accesso di mezzo in caso di emergenza. All’inaugurazione, tenutasi all’imbocco sud della nuova galleria “Castel Romano”, erano diverse le massime autorità locali e provinciali tra i quali il Presidente della Provincia Ugo Rossi, l’assessore provinciale Mauro Gilmozzi, il Sindaco di Pieve di Bono-Prezzo Attilio Maestri, il Presidente della Comunità delle Giudicarie Giorgio Butterini e diversi Sindaci della Valle del Chiese. Presenti inoltre i rappresentanti delle imprese realizzatrici dell’opera tra cui l’Ing. Sergio Collini, il responsabile del procedimento Ing. Luciano Mar-
Per la circonvallazione 36 milioni di euro
Inaugurata la nuova variante di Pieve di Bono E’ stata aperta la tanto attesa circonvallazione di Pieve di Bono-Prezzo lungo la strada statale 237 del Caffaro, inaugurata lunedì 24 settembre. All’inaugurazione hanno partecipato oltre trecento persone, tra cui molti cittadini. Un momento istituzionale atteso da molto tempo il quale porta a compimento un’opera di fondamentale importanza per torano ed il team tecnico della direzione dei lavori affidata all’Ing. Paolo Nicolussi Paolaz. Dopo una breve introduzione c’è stato il momento dei discorsi istituzionali aperti dal Sindaco di Pieve di Bono-Prezzo Attilio Maestri il quale ha espresso l’immensa soddisfazione per la “storica” giornata per la comunità della Pieve. «Ringrazio – ha commentato Maestri - chi ha condiviso e promosso l’opera (dal punto di vista politico e tecnico), sostenendone la realizzazione fin dalla fine degli anni settanta. Un ringraziamento
va anche ai miei concittadini che hanno sopportato e supportato chi stava svolgendo il proprio lavoro, nei pur limitati disagi creati,
la viabilità dell’intere Valli Giudicarie. L’opera, il cui costo complessivo ammonta a poco più di 36 milioni di euro, era attesa da diversi lustri e permetterà di togliere il traffico sempre più intenso e fastidioso dai centri abitati, con la conseguente messa in sicurezza delle frazioni di Creto, Strada ed Agrone. I lavori sono stati eseguiti dall’impresa Collini
con spirito collaborativo e senza dare troppo seguito a qualche, inevitabile, sterile provocazione. Si apre oggi – ha proseguito Mae-
stri - una nuova fase nella vita del comune di Pieve di Bono-Prezzo. Sta a noi, ora, decidere come affrontarla: possiamo sederci sul ciglio della nuova arteria e contare i veicoli che passano al di fuori dei nostri centri abitati oppure possiamo iniziare a godere dei vantaggi ambientali e di vivibilità che da oggi si aprono, facendo fruttare questa opportunità per far sì che, oltre a migliorare la qualità della vita ai nostri concittadini, possa essere attrattiva e un valore aggiunto per chi vorrà trascorrere nella nostra zona momenti di vacanza e
svago valorizzando quanto di appetibile già siamo in grado di offrire.» La parola è poi passata al Presidente Ugo Rossi e all’assessore provinciale Gilmozzi che si sono complimentati della buona riuscita dei lavori. Infine, prima della solenne benedizione impartita dal nuovo parroco Don Vincenzo Lupoli, è toccato all’Ing. Martorano illustrare i principali dati tecnici: l’opera ha una lunghezza di 3,5 chilometri, la galleria si sviluppa su 1.130 metri mentre il viadotto posto a nord della frazione di Agrone misura 135 metri. I lavori sono durati 860 giorni e l’opera è stata aperta con 97 giorni di anticipo. L’inaugurazione è stata infine conclusa con il rituale taglio del nastro e con un momento conviviale.
EDITORIALE di Adelino Amistadi
Verso il voto provinciale con ansia e speranza Continua dalla Prima La maggior efficienza e una più convinta responsabilità dell’amministrazione in generale sarebbe il primo passo verso un sano ed opportuno cambio di passo. Evitare quindi sogni balzani e costosi, spesse volte irrealizzabili, non abbiamo bisogno di ulteriori fibrillazioni, aspirazioni eteree, cieli lontani. Gran parte di quelli proposti nel passato sono miseramente falliti. E’ necessario perciò che la nuova classe politica che assumerà il governo del Trentino sia fornita di concretezza e di chiara e responsabile visione delle priorità in attesa di attenzione. Chiunque sia il prossimo Presidente della Provincia dimentichi i cattivi esempi del passato. Non abbiamo bisogno di un leader “padrone, così come Giovanetti ha definito quelli di ieri, ma di un presidente intelligente, che sappia governare in sintonia con la Giunta e con l’apporto di esperti qualificati, che faccia della partecipazione popolare il suo “mantra, che sappia ascoltare e comprendere il pensiero anche di chi non la pensa come lui, liberi di pensarla diversamente senza rischiare d’essere emarginati. E’ poi necessaria una visione d’insieme del territorio. Abbiamo
assistito in questi anni a violente e vergognose sperequazioni fra città e periferia, e fra valli e valli, evito di entrare nello specifico per non incazzarmi ulteriormente. La perequazione dei territori rimane per me la questione fondamentale per giustificare e qualificare l’Autonomia, ma non sembra che per il passato, con arroganza e spregiudicatezza, se ne siano preoccupati molto. Per non dire, poi, del numero esasperato di società para-provinciali, spesse volte inutili, ma fortemente volute al solo scopo di confermare ed ampliare il proprio bacino clientelare, non sempre trasparenti e difficilmente controllabili. La nuova amministrazione dovrà discernere il loglio da grano ed abolire quelle palesemente inutili. L’apparato provinciale ha risorse a sufficienza per subentrare con molto più controlli ed efficienza. Di certo per i nuovi amministratori non è semplice il lavoro che si prospetta loro, ma cambiamento vuol dire soprattutto fatica, impegno, passione, altruismo e rispetto delle persone e dei territori. Ma quello che più vogliamo è che finalmente si torni seriamente ad occuparsi della nostra terra, che venga abbandonato definitivamente quel dellaiano circuito del tutto auto-
referenziale impegnato più che altro a garantire la propria sopravvivenza limitando il dibattito pubblico per mantenere lo status quo favorevole ai poltronisti, ai burocrati, ai leccaioli e ai clienti abituali. Dobbiamo recuperare la nostra libertà di pensiero e recuperare dignità nelle valli da troppi anni trascurate da un centralismo ideologico e careghista inaccettabile. Ed è proprio su questo che vorrei concludere. Parlare dei territori e delle valli, ma delle Giudicarie in particolare, la nostra terra. La speranza è che l’elettorato, finalmente libero di esprimersi senza timori di sorta, sappia scegliere almeno stavolta i migliori, gente esperta e di valore, ce ne sono, ve lo garantisco, inseriti un po’ in tutte le liste presentate. Sarebbe un errore farsi trascinare dal fascino del passato e dare la propria preferenza al simbolo o al nome famoso più che andare alla ricerca di nostri candidati validi a cui dare il nostro voto. Anche perché mai come nel prossimo Consiglio servirà competenza e tanto cervello. Per la prima volta, dopo anni, i consiglieri eletti avranno diritto di parola, liberi e non più condizionati. Finalmente le rappresentanze elitarie e presuntuose
avranno sempre meno spazio, la partecipazione popolare, la competenza e la concretezza delle idee sarà determinante. Ma tanto per essere chiaro, è evidente che avere nostri rappresentanti in Consiglio Provinciale è fondamentale. Fidarsi di consiglieri di altre valli è da irresponsabili, lo dice la storia. Dobbiamo avere nei posti di comando qualcuno dei nostri, ed in proposito la mia raccomandazione è forte ed appassionata. Non importa che sia di destra, di sinistra o di centro, di qua o di là, di sopra o di sotto, donna o uomo, le ideologie sono ormai un inutile paravento, l’importante è che sia un Giudicariese. Ne abbiamo parecchi nelle varie liste e tutta gente per bene, tutti meritevoli, tutti danno le garanzie che cerchiamo. Purtroppo le Giudicarie sono da tempo sottovalutate, così i Giudicariesi ormai classificati cittadini di serie B, nonostante gli sforzi eroici del nostro rappresentante, ma adesso è ora di dire “Basta!” E allora votiamo con convinzione per i nostri candidati. E votare un Giudicariese vuol dire fare gli interessi della nostra comunità, difendere il nostro lavoro, le nostre imprese, difendere i nostri diritti, difendere la nostra identità, la nostra storia, le nostre tradizioni, la
nostra qualità della vita. Abbiamo bisogno di recuperare rispetto, non sono più accettabili le razzie compiute a nostro danno, fra non molto dovremo andare in città anche per comprare la carta igienica. Basta! Diffidiamo con forza di chi verrà a suggerirci nomi non nostri, sono normalmente lecchini che fanno i solo i loro interessi. E sul passato stendiamo un velo pietoso. La spudorata politica sperequativa messa in campo negli ultimi anni ha visto favorire in modo indegno valli già di per sé ricche, anzi opulente, e le città, arricchendole di contributi e magnificenze scandalose. Questo non deve più succedere. Alla base dell’autonomia deve tornare ad imperare la perequazione dei territori e il rispetto dei loro abitanti. Le Giudicarie sono da troppo tempo valli misconosciute, è ora di finirla. Ecco perché dobbiamo essere convinti di quanto sia importante spedire in Consiglio qualcuno dei nostri. Votiamoli con passione. E’ un’occasione da non perdere, piangersi addosso, poi, non servirà a niente, chi è causa del suo mal, pianga sé stesso, così si diceva una volta, più che mai dobbiamo ricordarlo adesso. Buon voto...libero, sereno e giudicariese...Vi Raccomando.!
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Gruppo Alpini Fiavè –Sez. Trento
CAMPIONATO ITALIANO di
TRACTOR PULLING di Oreste Bottaro
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Fiavè - Terme di Comano (TN) • Ore 8:00 iscrizione partecipanti all’evento con trattori agricoli privati • Ore 8:30 prova di qualifica dei trattori agricoli privati
• 8.30 Uhr: Beginn der Qualifikationsprüfung für private landwirtschaftliche Traktoren
• Ore 9:30 prova di finale dei trattori agricoli privati • Ore 11:00 visita del “Paddock” degli iscritti al Campionato Nazionale I.T.P.O. • Ore 12:00 inizio Campionato Nazionale I.T.P.O. con prova di qualifica delle categorie iscritte: FAST PULLING • PROSTOCK • LIBERO 28 • LIBERO 42 • TRUCK • Ore 15:00 inizio finali delle categorie iscritte al Campionato Nazionale I.T.P.O.: FAST PULLING • PROSTOCK • LIBERO 28 • LIBERO 42 • TRUCK • Ore 18:00 Premiazione vincitori “trattori agricoli privati” • Ore 18:30 Premiazione vincitori “Campionato Nazionale I.T.P.O.” * gli orari del programma sono indicativi e possono variare in qualsiasi momento in base alle decisioni della direzione gara. COSTO D’INGRESSO: Biglietto intero € 10,00; Biglietto ridotto (per bambini fino a 10 anni) € 5,00 *in caso di pioggia l’evento può essere rimandato alla domenica successiva. Durante la manifestazione sarà presente un fornitissimo servizio bar.
• 8.00 Uhr: Anmeldung der Teilnehmer der Veranstaltung mit privaten landwirtschaftlichen Traktoren • 9.30 Uhr: Abschlusstest von privaten landwirtschaftlichen Traktoren • 11.00 Uhr: Besuch des Fahrerlagers für die Mitglieder der nationalen Meisterschaft I.T.P.O. • 12.00 Uhr: Beginn der nationalen Meisterschaft I.T.P.O. mit Nachweis der Qualifikation der registrierten Kategorien: FAST PULLING • PROSTOCK • LIBERO 28 • LIBERO 42 • TRUCK • 15.00 Uhr: Beginn des Finales für die registrierten Kategorien: FAST PULLING • PROSTOCK • LIBERO 28 • LIBERO 42 • TRUCK • 18.00 Uhr: Preisverleihung der Gewinner der “privaten landwirtschaftlichen Traktoren” • 18.30 Uhr: Preisverleihung der Gewinner der nationalen Meisterschaft I.T.P.O. *Die Programmzeiten sind Richtwerte und können aufgrund der Entscheidungen der Rennleitung variieren. Eintrittskosten: Ticket: € 10,00 Kinderticket (für Kinder bis 10 Jahre): € 5,00 *Die Veranstaltung kann bei Regen auf den nächsten Sonntag verschoben werden. Während der Veranstaltung wird es eine gut bestückte Bar geben.
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Italian Tractor Pulling Organization VIA 3 NOVEMBRE, 104 - FIAVÈ - 342-8314050 / 0465-880526
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Il Saltaro delle Giudicarie
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Altro che partita di calcio, si sono divertiti un mondo, non perdevano un minuto, cose mai viste in un angolo di terra, tutto sommato ridotta a quattro montagne e a circa mezzo milione di persone, cani, gatti, pecore, capre, cavalle e vacche comprese. Eppure si son mossi a centinaia, a migliaia, in cerca di un posto al sole. Tutti aspiranti candidati, quasi tutti destinati a restare a casa, ma non si sa mai, tentar non nuoce, e giù tutti a brigare, a patteggiare, a tramare, essere presenti ad una elezione, per male che vada, c’è sempre il modo d’essere ricompensati. Dellai insegna. Tutti all’attacco e vinca il migliore. Cosa che non sempre avviene. In quel di Trento di solito vince il più furbo, il più sfrontato, il solito imbonitore, il ruffiano cinico e lo scroccone sanguisuga. Ma le cose sembra stiano per cambiare. Son passati tempi della maggioranza democristiana sostenuta dal buon Dio, checchè se ne dica, ricca di valori e garante dell’autonomia al servizio della comunità, ma è finita anche la storia del principe usurpatore che ha dominato negli ultimi anni, che quei valori li ha spediti al macero con arroganza e cinismo, per porre la nostra terra al suo servizio, al servizio del suo egocentrismo esasperato, suo e della sua ghenga, un cerchio magico degno del peggior Bossi, invano ammantato di belle parole dette e ridette più per prenderci in giro che per adesione convinta. E se le cose stanno per cambiare, lo si è capito da quanto è successo nel conclave del centrosinistra. Sembrava di assistere ad un conclave dei tempi di Alessandro Borgia, si doveva trovare un candidato presidente, ehi!!, un presidente che andasse bene a tutta la (santa) alleanza, Patt, UpT, Pd, ma i cardinali che dovevano dire l’ultima parola, si sono scannati fra di loro con una acrimonia impensabile fra gente che fa (faceva) dell’onestà, lealtà, servizio, il loro mantra. Porca vacca, pardon, lassù hanno assistito in diretta a tradimenti, pugnalate alle spalle, inganni, raggiri, malevolenze indicibili. Protagonisti lo sono stati i Piddini, ormai tarati dalla rogna nazionale ed incapaci di fare gruppo con buon senso e generosità. Presuntuosi da sempre, dimenticando il pensiero fondativo del partito, ormai sono incartati in discorsi molto più sofisticati: gay, gender, trans, lesbiche, genitori nr° 1 e nr° 2, e robe del genere, che saranno anche cose del futuro, ma adesso c’è ben altro ben altro da discutere e da portare
IL SALTARO DELLE GIUDICARIE
Il futuro del Trentino? Affidiamoci ai Protettori celesti Inizia l’autunno con la caduta delle foglie e le prime lacrime di brina ad imbiancare le nostre praterie. La gente comincia ad intabarrarsi, le osterie tornano a riempirsi di buon temponi e perditempo, e, lassù nell’alto dei cieli domina l’ansia d’elezioni, eccitazione, sdegno, curiosità. La cosa va avanti da un paio di mesi e ha avuto momenti di grande tensione. Oddio, in paradiso se la ridevano alla grande. Il Trentino non è che una
a compimento. Ma così son fatti, mica possono nei loro salotti parlare di povertà, miseria e lavoro, quelle son roba da poveracci. Nell’UpT ha regnato fin dai primi incontri sconcerto ed indecisione, nessuno sapeva dove sbattere, ma tutti sapevano che bisognava cambiare presidente, il portavoce di Dellai, pardon, portavoce del partito era Fravezzi, ex senatore, eletto a suo tempo a furor di popolo per i suoi meriti tuttora sconosciuti ai più, che dettava i comportamenti. Con la conclusione ovvia, sfascio del partito o quasi, gente che se n’è andata, i rottami rimasti l’avranno dura nel riconquistare i loro dorati sedili. Il Patt, tutto sommato è stato il più dignitoso, così dicono in cielo, Non che Rossi sia stato un gran presidente, anche se bisogna capirlo, in così poco tempo non poteva fare miracoli con quello che s’è trovato all’insediamento. Debiti e metodi di governo che avrebbero annientato anche un bisonte della politica. E lui, Rossi, che bisonte non era, ma solo un cavallo un po’ bolso di città, ha potuto fare poco o niente, è da capire, ma ha avuto la dignità di stare al suo posto pronto a correre da solo. Così si fa, almeno una volta tan-
to la dignità ha prevalso. Conclusione, casino totale con la comparsa dell’angelo salvifico (Ghezzi), scartato alla svelta. Poi è stata la volta di Daldoss, più che angelo, un diavoletto sospetto ed ambiguo, scartato anche lui in malo modo, infine batti e ribatti ecco che ti arriva da Roma il piddino Tonini, persona dabbene, non c’è che dire, accettato, infine, per evitare il fallimento. Ma ai nostri santi non è facile darla da intendere, mica sono santi per niente, la faccenda semiseria si è conclusa così, ma sotto sotto le cose dovevano
briciola del globo terrestre, vada come vada, gran parte del mondo neanche s’accorgerà delle nostre traversie anche, se a dir il vero, i nostri santi Protettori, nell’indifferenza generale, hanno seguito giorno per giorno, ora per ora, il periodo prelettorale del Trentino sulla Tv celeste, una tv particolare che porta lassù tutte le nostre cose, in diretta, man mano che avvengono, come vedere una partita di calcio. andare diversamente. A tramare nell’ombra sembra ci sia stato il solito Dellai, tramite il fidato Fravezzi, si è fatto di tutto per impedire qualsiasi intesa, nel vuoto più assoluto sarebbe saltato fuori il solito uccellin del bosco a pregare Dellai, perché tornasse al potere quale salvatore della patria, del Trentino e della nostra Autonomia: “Lorenzo, ti preghiamo, torna e salva noi e la nostra Provincia...” questo è quello che avrebbero cantato in coro. Ma al momento giusto, non lo ha ca... nessuno, nessuno voleva il ritorno del principe che è rimasto, dicono in cielo, basito, offeso dall’ingratitudine umana. Sembra si sia ritirato in un eremo alpino per ritornare alla postura di qualche mese, ormai è l’unica che gli si addice. Dall’altra, nel centro destra abbiamo a che fare con tutt’altro clima. Non che siano più santi, proprio no, anzi sono molto
di più i cercatori d’oro (poltrone), tant’è che si sono viste centinaia di candidature e poche righe di programma, Ma lì non ci sono state indecisioni, sin da subito hanno concordato con Fugatti della Lega candidato presidente ed a lui si sono accodati una serie di partitini che, accanto al successo scontato della Lega, permetterà a Fugatti di avere la maggioranza. Sembra che ai nostri Santi Protettori neanche dispiaccia l’idea, tanto per provare. Fugatti sembra un bravo ragazzo, leghista purtroppo, ma dalla faccia e dal comportamento è furbo come una volpe. Naso, orecchie, ciuffo, ha tutto della volpe, quatto quatto s’è imposto e nessuno l’ha discusso, e adesso dirige la barca con le palle, ed è un buon segno. Non male neanche il M5Stelle, con le periferie poco rappresentate, ma un lista dignitosa e convinta di poter far bene. E c’è già di loro chi prega,
atei e non, che il Fugatti non raggiunga il fatidico 40% costringendolo così a chiedere la loro collaborazione e si ripeterebbe l’alleanza di Roma. Ma che preghino pure, ripetere Roma è quanto di peggio si aspettino in cielo. Che già sono arrabbiati per l’indecente uso che si sta facendo del simbolo sacro della Dc, ovunque mostrato ai piedi di quel Bezzi, gran faccia tosta, che s’è fatto portatore degli ideali della gloriosa Dc. Ma chi è costui, dicono in cielo, che la Dc l’ha sempre osteggiata, non tocchi quel simbolo, non è degno di portarlo in giro per il Trentino, simbolo di pace, onestà e amore per la nostra terra, non può diventare simbolo di poltronismo, trasformismo e parassitismo politico. Mai!!! Sentire poi citare da Bezzi addirittura Degasperi è il massimo del cinismo, povero Alcide, chissà come si sentirà nel sentire queste cose, ma accanto ai nostri santi Protettori soffrirà di meno, avrà il loro conforto, tutto sommato siamo noi quaggiù che dobbiamo subire le scelleraggini peggiori. Cosi è, che il buon Dio ce la mandi buona! Amen e così sia.
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OTTOBRE 2018 - pag.
Un primo bilancio della stagione estiva
I chia
di Giuliano Beltrami
Alessandra Odorizzi
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Primo Piano
OTTOBRE 2018
La Conferenza, biennale, è arrivata a Campiglio dopo che la candidatura presentata dal Parco Naturale Adamello Brenta Geopark (geoparco dal 2008) è stata positivamente accolta in occasione della settima conferenza tenutasi a Torquay, in Inghilterra, nel 2016. Un successo per il Parco. A conclusione della Conferenza campigliana è stata ufficializzata la sede della prossima Unesco Global Geopark Conference: il coreano Jeju Island Geopark, nel 2020. Otto giorni di lavori, quasi 1.000 partecipanti tra delegati dei Geoparchi e delle istituzioni, ricercatori, addetti ai lavori, esperti e docenti universitari provenienti da 64 nazioni e 5 continenti; 411 contributi scientifici ricevuti, 200 presentazioni orali accettate e 106 posters esposti nella storica location del Salone Hofer; 29 gli stand proposti nello spazio fieristico “Geofair”, ampia finestra promozionale e internazionale sui Geoparchi, 10 i produttori locali e “Qualità Parco” che hanno presenziato all’“Agrimarket”, area dedicata ai prodotti del territorio e all’incontro tra culture attraverso il cibo. Questi i numeri indicativi di un evento di dimensione internazionale, ampia partecipazione e spessore scientifico che ha visto protagonisti la bellezza, l’intrinseco valore ambientale e la capacità gestionale del Parco Naturale Adamello Brenta Geopark (Pnab) insieme alle doti organizzative dell’Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena (Apt). Mai prima della Conferenza, Pnab e Apt hanno lavorato così vicini nella realizzazione di un evento talmente importante. Il PalaCampiglio, con l’auditorium e le sale convegni, è stato la sede dei momenti più importanti: le relazioni e la cerimonia di apertura, la cerimonia di chiusura, le sessioni scientifiche, i workshop, le assemblee e gli incontri tecnici. “Turismo e sviluppo locale sostenibili”, “Educazione, consapevolezza e comunicazione”, “Geoparchi, cambiamenti climatici e rischi geologici”, i macro temi degli interventi presentati uniti da un ben definito messaggio: la valorizzazione del patrimonio geologico può essere un’opportunità di progresso sostenibile per le comunità locali. Nella Sala della cultura del Comune di Pinzolo è stata accessi-
Dall’8 al 14 settembre, Madonna di Campiglio ha ospitato l’ottava edizione internazionale
Conferenza dei Geoparchi: una famiglia mondiale
Nei 5 continenti ci sono 140 Geoparchi; quasi tutti hanno partecipato al meeting di Campiglio Dall’8 al 14 settembre i rappresentanti dei Geoparchi – la rete globale di parchi geologici che, sotto l’egida dell’Unesco, amministra paesaggi dove le caratteristiche geologiche uniche e di valore internazionale sono gestite tenendo conto non solo della tutela ambientale, ma anche dell’educa-
bile a tutti, anche ai residenti, la mostra “Stone made objects”, un’esposizione di oggetti in pietra, e quindi legati al patrimonio geologico, realizzati da artigiani e artisti dei Geoparchi europei. Il temporaneo “PalaBrenta”, padiglione elegante e di grandi dimensioni allestito nell’area di Palù sul Comune di Tre Ville, è stato dedicato ai momenti conviviali e di intrattenimento, diventando lo spazio dell’incontro tra la cultura italiana e trentina, con la sua musica e il suo cibo, e il resto del mondo presente in quei giorni. La partecipazione alla giornata dedicata alle escursioni ha inoltre permesso agli iscritti, soprattutto provenienti dall’Oriente, di visitare i luoghi più belli del Parco: dalla Val di Fumo al lago di Tovel passando per le Dolomiti di Brenta e la Val Genova fino a Trento, al Muse. Durante la Conferenza, inoltre, è stato proprio il Parco Naturale Adamello Brenta a vincere, per le attività di educazione
ambientale (che nel 2016 hanno coinvolto 10.000 studenti), il “Best Practice Award” ritirato dal direttore Cristiano Trotter. Il secondo “Best Practice Award” è andato ex-aequo a Las Loras Unesco Global Geopark in Spagna e al Zigong Unesco Global Geopark in Cina. È stata una settimana intensa di incontri e dibattiti attraverso i quali i Geoparchi mondiali Unesco hanno scambiato idee, condiviso buone pratiche
zione, dello sviluppo sostenibile locale e della cultura dei territori ai quali appartengono – si sono incontrati a Madonna di Campiglio per partecipare all’8ª edizione dell’International Conference on Unesco Global Geoparks, la prima ad essere ospitata in Italia.
e nuovi progetti, affrontato problematiche contingenti e possibili soluzioni. Nickolas Zouros, presidente della Rete globale dei Geoparchi Unesco e del Geoparco di Lesvos, in Grecia, ha espresso parole molto positive sulla Conferenza di Madonna di Campiglio definendola la migliore di sempre, dal punto di vista organizzativo e dell’accoglienza. Sempre Zouros ha affermato che “non servono grandi costruzioni, bisogna fare buon uso delle risorse naturali e culturali senza distruggere ciò che la natura ci ha dato”. Sul tema dei cambiamenti climatici ha invece posto l’attenzione Joseph Masè, presidente dell’ospitante Parco Naturale Adamello Brenta Geopark. “Il clima cambia e la biodiversità diminuisce – ha affermato Masè – non ci sono scuse, dobbiamo agire ora, anche attraverso i Geoparchi che sostengono lo sviluppo sostenibile e condividono tra loro buone pratiche di conservazione attiva della natura. Occorre decidere a tutti i livelli per proteggere la natura e l’ambiente; solo così possiamo garantire il futuro delle prossime genera-
zioni”. In sintesi è stata una settimana che ha riunito, attorno ai temi globali della protezione della natura, della valorizzazione dei territori locali e delle prospettive di progresso per le genti che li abitano, persone di ogni parte del mondo, di culture e lingue diverse, ma in grado, per la salvaguardia della Terra e il progresso dell’Umanità, di parlarsi, confrontarsi e mettere in pratica buoni progetti per un futuro sostenibile. A partire dalla dimensione regionale per poi estendersi, attraverso una logica di rete, alle nazioni e ai continenti. Mobilità “emissioni zero” by Audi. Il direttore di Audi Italia (il marchio dei quattro anelli, che da diversi anni collabora con Campiglio e la Val Rendena, è stato main sponsor della Conferenza dei Geoparchi) Fabrizio Longo è intervenuto nelle relazioni di apertura presentando il progetto, innovativo e dedicato, per rendere Madonna di Campiglio la prima località montana in Italia totalmente sostenibile dal punto di vista della mobilità. Il programma prevede una prima fase di test che inizierà il prossimo anno e, a seguire, l’ampliamento della flotta al resto dell’area e a tutto il Parco Naturale Adamello Brenta. “Non può più esistere un’idea di mobilità che non sia integrata dalla piena sostenibilità”, sostiene Longo aggiungendo: “Immagino un futuro in cui l’unico rumore di mezzi che si sente nella Val di Genova sia quello del rotolamento degli pneumatici”.
Il balcone sulle Dolomiti. Nel primo giorno di Conferenza è stato inaugurato il nuovo “Balcone sulle Dolomiti” a malga Ritort, realizzato dal Parco Naturale Adamello Brenta su idea della Fondazione Dolomiti Unesco e con il sostegno della Provincia autonoma di Trento-Servizio sviluppo sostenibile e aree protette. Suggestivo belvedere sul Brenta è stato voluto dalla Fondazione per valorizzare e dare una visione di sistema al patrimonio dolomitico. Gli Ambassadors. Gli studenti dell’Istituto d’Istruzione “Lorenzo Guetti” di Tione e dell’Istituto Liceo internazionale “Lia” di Rovereto, insieme ad alcuni volontari provenienti dall’Hateg Geopark Romania, dall’italiano Beigua Geopark e dall’Unesco hanno completato il team a supporto della Conferenza. Erano i “giubbotti arancio” presenti accanto allo staff organizzativo Apt-Parco per fornire informazioni e prestare assistenza. Anfass. È stato il momento più emozionante. Durante la Cerimonia di chiusura, i ragazzi e le ragazze di Anffas (Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale) e Laboratorio Sociale di Tione hanno presentato, attraverso un video-testimonianza, il loro contributo alla Conferenza: 1.000 stelle alpine in feltro realizzate interamente a mano quale omaggio/ricordo per i partecipanti e i premi ufficiali per i nuovi Geoparchi. La presidente di Anffas Tione Claudia Morelli ha detto: “Con la stella alpina vi consegniamo un simbolo di pace e di gioia da portare in tutto il mondo”. Il numeroso pubblico dei delegati ha risposto con una standing ovation che ha stretto il cuore di tutti. Campiglio Viva. Gli operatori economici campigliani hanno risposto positivamente alla Conferenza internazionale dei Geoparchi Unesco garantendo l’apertura di strutture, bar, ristoranti ed esercizi pubblici insieme alla continuità di numerosi servizi estivi. Gli hotel coinvolti nell’ospitalità sono stati 35 e Madonna di Campiglio si è presentata anche a metà settembre più viva che mai.
Primo Piano
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Latte e formaggi locali nello show cooking di Manuel Ferrari
La ruralità della Valle del Chiese in festa Ancora una volta Mondo Contadino si è confermato specchio e vetrina del patrimonio il mondo rurale e zootecnico di questo territorio collocato tra il Lago d’Idro e le Dolomiti di Brenta. E a dare ulteriore appeal è stato l’inserimento nel cartellone estivo provinciale della Festa del Latte voluta dall’assessore all’Agricoltura e al Turismo Michele Dallapiccola in collaborazione con Trentino Marketing. L’edizione 2018 di Mondo Contadino ha catalizzato l’attenzione non solo di migliaia di curiosi provenienti dalle Giudicarie e dal Trentino ma anche da Veneto e Lombardia attirati dal nutrito programma rurale: la proclamazione delle reginette rappresentanti le razze Bruno Alpina, Frisona, Rendena e Pezzata Rossa, il premio per i giovani conduttori, la Caserada, gli assaggi di Spressa, Formai da mont e di altre leccornie locali. Nell’affollato parterre realizzato tradizionalmente nel piazzale a fianco del tendone delle Feste al lago di Roncone hanno tenuto banco lo show cooking con Manuel Ferrari e la chiacchierata sulle qualità organolettiche e salutari del Latte con la presenza dell’oncologo medico Giovanni Ambrosini,
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i è chiusa ancora una volta con un grande successo di partecipazione e di pubblico la due giorni di festa ospitata al lago di Roncone e dedicata alla ruralità, ai formaggi, ai prodotti a Km zero e al Latte della Valle del Chiese. Con golose op-
dell’esperta in scienza dell’Alimentazione Stefania Decarli e del presidente del Consorzio Spressa Alberto Ferrari. E poi le colazioni di latte in festa con polenta di Farina Gialla di Storo e latte, yogurt, pane burro e marmellata. E il meeting con le Mucche in Latte. Applausi a scena aperta ha ottenuto la riproposizione in chiave moderna e di alta gastronomia dello storico piatto della Mosa, rielaborato dal top Chef Manuel Ferrari. La Mosa o Polenta morbida dolce – ha spiegato ai microfoni del TGR RAI del Trentino – è stata preparata con latte, zucchero semolato e
portunità di degustazioni, momenti di animazione e di divertimento per i più piccoli. Come le sfiziosità del top Chef Manuel Ferrari legate all’abbinamento d’alta gastronomia e anche alla tradizione locale con latte e polenta.
farina bianca arricchita con un biscotto croccante profumato, ricotta d’alpeggio della Valle del Chiese con miele di castagno e salsa al vin brulè con mele e pere. Analogo gradimento anche per il gelato al Fior di latte arricchito da frutti di bosco e realizzato al momento con la tecnica dell’azoto liquido Viene così valorizzato il gusto del latte usato, nel nostro caso latte prodotto in valle del Chiese il cui bouquet viene esaltato grazie a questa tecnica – ha spiegato lo Chef del ristorante Mistral di Villa Serbelloni, Resort a cinque stelle superior di Bellagio, sul lago di Como.
Ma in apertura spazio è stato dato alla Torta Valle del Chiese appositamente creata lo scorso anno da Ferrari, con i prodotti della Valle su volontà del Consorzio Turistico. Una scelta destinata a valorizzare l’alta qualità dei prodotti agricoli locali e sancita ieri con una piccola cerimonia che ha unito Ferrari, l’ex presidente del Consorzio Massimo Valenti, l’attuale presidente Daiana Cominotti con l’ideatore dell’iniziativa Diego Decarli. E mentre Mondo Contadino ha ospitato il tradizionale pranzo a cura dell’Unione Allevatori valle del Chiese i ristoranti di Sella Giudicarie hanno proposto nel fine settimana dei menù a tema, sempre con prodotti a chilometri zero. Ospite d’onore dell’Edizione 2018 è stato il marchio Qualità del Trentino, con il divertente angolo giochi riservato a far scoprire ai piccoli ospiti le leccornie certificate del Trentino. Mondo Contadino è inserito nel cartellone #MILKLIFE creato dal Consorzio Turistico Valle del Chiese per valorizzare la ruralità locale, che prevedeva tra l’altro Malghe Aperte, Albe e Tramonti in malga e la Desmalgada di Boniprati e il Festival della Polenta a Storo.
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Cooperando
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Casse Rurali, Trento centrale nazionale del credito cooperativo di Alberto Carli I processi di fusione delle BCC sono in corso e per quanto attiene le Giudicarie, sono partiti già nel 2015 con la nascita della Cassa Rurale Val Rendena, esito finale del processo di fusione tra la Cassa Rurale di Spiazzo e Javrè e la Cassa Rurale di Strembo, Bocenago e Caderzone. Successivamente nel 2017 le protagoniste sono state la Cassa Rurale di Saone e la Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella, della quale la nuova realtà creditizia mantiene il nome arrivando a circa 8000 soci, 30 mila clienti e 25 sportelli. È infine recente, dal primo luglio scorso, la fusione della gloriosa cassa rurale Don Lorenzo Guetti, nata a sua volta dalla fusione delle tre casse di Lomaso, Bleggio e Fiavé, con la Cassa Rurale Alto Garda. La nuova Cassa Rurale si chiama Alto Garda e ha dimensioni importanti, con 35 filiali, di cui ben cinque nelle Giudicarie e 140 dipendenti. In Trentino il gruppo di Casse Rurali
C’è movimento nel sistema bancario locale. La nascita del gruppo bancario nazionale di Cassa Centrale con sede a Trento è prevista ufficialmente per il 1° gennaio 2019 e le banche di credito cooperativo, azioniste del gruppo, cercano di arrivarci nelle che si apprestano ad approdare nel gruppo unico di Cassa Centrale è quindi composto oggi da 20 Casse Rurali, prenderà l’avvio operativo con il primo di gennaio 2019, e conterà in tutto circa 90 BCC, 70 delle quali provenienti dal resto d’Italia e alcune dall’Alto Adige. I numeri del bilancio d’esercizio 2017 di Cassa Centrale Banca presentano un utile netto pari a 13,4 milioni di euro e un Cet1, il parametro principale a cui le banche, investitori e risparmiatori fanno riferimento per valutare la solidità di una banca, del 18,2% (10,5% è la soglia minima indicata dalla Banca Centrale Europea per l’Italia). Questo in un quadro mutevole che lo scorso settembre ha visto, con l’approvazione del decreto milleproroghe, alcune modifiche della riforma
del credito. Le nuove norme prevedono che almeno il 60% del capitale della capogruppo debba fare capo alle BCC aderenti, che lo statuto della capogruppo preveda che la metà più due del cda sia espressione delle banche di credito cooperativo e che sia considerato il carattere mutualistico e localistico delle BCC. In sostanza maggiori margini di autonomia
condizioni più favorevoli possibili. Come è noto infatti la riforma prevede la costituzione di una holding nazionale a cui le varie Bcc dovranno aderire. E la tendenza ad accorparsi e a trovare nuovi assetti non si è esaurita.
per le BCC con i conti a posto. Il radicamento del credito cooperativo quindi resta sul territorio cosi come la governance delle stesse, assicurata tra l’altro da una rete diffusa di sportelli e dipendenti, solo per in Trentino le 20 Casse Rurali di riferimento possono contare su 322 sportelli, più di 128.000 soci e 2.700 collaboratori, che si aggiungono agli altri 1200
sportelli e 8000 dipendenti presenti in tutte le Regioni italiane. Il Gruppo sarà un importante strumento di supporto allo sviluppo dell’economia dei territori e consentirà di tutelare i piccoli risparmiatori da situazioni pericolose, come quelle successe nei casi di Banca Etruria, in quella delle Marche o di Ferrara, dove a causa di operazioni poco trasparenti, il sistema ha messo in ginocchio centinaia di famiglie. Certo il respiro del gruppo bancario con sede a Trento sarà nazionale e alcune ripercussioni della mutata dimensione della struttura si sono già fatte sentire. Il riferimento è alla recente decisione “tecnica” da parte del Cda di Cassa Centrale di uscire dalla Cooperazione Trentina. La decisione assunta dal consiglio di amministrazione
di Cassa Centrale Banca in merito al recesso da socio della Federazione Trentina della Cooperazione è stata dettata dal mutato quadro dentro il quale si trova ad operare la costituenda capogruppo. L’attività di certificazione del bilancio di Cassa Centrale Banca infatti, impone la scelta di un certificatore di bilancio da individuare tra le società di riferimento nazionali e internazionali. Per quanto attiene le Casse Rurali, queste rimangono all’interno della Federazione e il tema che riguarda la certificazione del bilancio consolidato della Capogruppo non mette in discussione il servizio di revisione legale svolto dalla Divisione Vigilanza della Federazione nei confronti delle singole Casse. Un legame quello tra Federazione Trentina della Cooperazione e mondo del credito che dovrà essere però ravvivato e rinforzato, non certo animato da contrapposizioni e contrasti.
All’assemblea presentato un utile di bilancio molto importante
Funivie Pinzolo: nuovi investimenti per migliorare ancora Sottoscritto un nuovo accordo quadro con Provincia e comuni
È stata particolarmente importante l’assemblea delle Funivie di Pinzolo tenutasi a settembre presso l’Auditorium di Carisolo. Due i motivi principali. Per primo l’accordo quadro, firmato prima dell’assemblea, con la Provincia autonoma di Trento e i comuni della Val Rendena che, insieme a un nuovo aumento di capitale, sosterrà il corposo piano di investimenti per il prossimo futuro (realizzazione bacino per lo stoccaggio dell’acqua a Grual, ulteriore potenziamento dell’impianto di innevamento programmato, nuova seggiovia Fossadei); secondo un bilancio annuale (quello che comprende l’estate 2017 e l’inverno 2017/18
“coi fiocchi” cin chiusura il 30 aprile 2018) che, per il secondo anno consecutivo, ha registrato un utile molto positivo e numeri in crescita nei primi ingressi e nei passaggi. Prospettive positive, dunque, per
la società funiviaria presieduta da Roberto Serafini che quest’anno festeggia anche i 50 anni dalla fondazione della società avvenuta nel 1968 con la sottoscrizione dell’atto costitutivo per iniziativa di alcuni imprenditori locali. Andiamo
ora nel dettaglio di numeri e cifre. L’accordo quadro ha il valore di 10 milioni di euro per gli investimenti programmati e sopra descritti. Tre i milioni che arriveranno dalla Provincia, 2 dai comuni della Val Rendena, 1 dai soci privati, il resto dall’aumento di capitale con la sottoscrizione di nuove azioni per un totale di 4 milioni e 500mila euro. Il bilancio annuale ha invece registrato un utile di 1 milione e 302mila euro. Un risultato che si può definire straordinario, dopo quello storico dello scorso anno con il primo bilancio in attivo della storia di Funivie Pinzolo. I ricavi sono aumentati del 31% raggiungendo la cifra di 7 milioni e 700mila euro mentre i proventi netti sono stati di
7 milioni e 200mila euro con un +34,2% rispetto all’anno precedente. I proventi estivi sono cresciuti di 65mila e 400 euro, quelli invernali di 1 milione e 924mila euro ai quali vanno aggiunti 155mila euro derivanti dai costi di interscambio. I primi ingressi hanno segnato un +26,61% e i passaggi totali un +34,77%. Il primo investimento previsto, la nuova seggiovia esaposto Fossadei, sarà concretizzato già per l’imminente stagione invernale fornendo un impianto di risalita nuovo, all’avanguardia e rispondente ai criteri di accessibilità e sicurezza ai quali una stazione “family” come Pinzolo non può che prestare attenzione massima.
Europa Particolarmente felici e gaudenti si sono dimostrati invece i due vicepresidenti, che hanno attaccato pesantemente, senza il minimo stile istituzionale, opposizioni e vari critici della manovra. Nei modi scomposti che lo caratterizzano il vice e ministro dell’Interno ha invitato i mercati a “farsene una ragione”, come se in un’economia di mercato gli attori economici e finanziari fossero variabili indipendenti di nessun rilievo nella società. E l’Unione europea, la cui Commissione in base ai Trattati, sottoscritti anche dall’Italia, deve vigilare sul bilanci degli Stati membri? Se questa dovesse fare delle osservazioni che cosa fa il Ministro? E’ semplice: “me ne frego”. E ad un presidente Mattarella preoccupato dice, come si fa con i bambini, di stare “tranquillo”. Per l’altro vice e ministro per lo sviluppo economico l’aumento dello spread, ossia l’appesantirsi del debito pubblico, è colpa dei giornali delle opposizioni che con “terrorismo mediatico” lo fanno “schizzare”. E non basta. Anche le Istituzioni europee fanno ”terrorismo sui mercati”. Lo dice mentre sputa acredine. Mentre scrivo questo articolo non ho la lista aggiornata delle ultime invettive ministeriali; è molto difficile tenerne la contabilità. Nel rispetto delle idee altrui ognuno può certamente non condividerle e
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La politica del “me ne frego” alimenta pericolose involuzioni di Paolo Magagnotti Il Governo italiano ha deciso pochi giorni fa di presentare al Parlamento un bilancio che carica sulle spalle di un traballante debito pubblico un ulteriore peso che ne rischia lo schianto. Molti soggetti nazionali ed internazionali del mondo dell’economia e della finanza e la stessa Commissione europea hanno espresso molte preoccupazioni sulla tenuta dei conti dello Stato. Di tutt’altro tono confutarle. Sono le posizioni del ministro dell’Interno sull’Unione europea e del ministro dello Sviluppo economico sull’informazione che voglio contestarle con forza e determinazione, oltre che per la sostanza per le vergognose strumentalizzazioni elettorali in salsa populista. Per quanto riguarda lo stile, prescindendo dalle politiche promosse e attuate e dai comportamenti sul piano dell’etica e della morale, personalmente rimpiango i tempi in cui in politica lo stile non mancava, sia nella maggioranza sia nell’opposizione. Desidero qui rapportare quello che sta suc-
cedendo sul piano nazionale a livello governativo nei confronti dell’Unione europea, il che mi preoccupa soprattutto in previsione delle vicinissime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo. Siamo in uno Stato e in un’Unione europea dove le rispettive comunità sono basate sul diritto. Del trattato europeo di Lisbona del 2007, il testo che attualmente è alla base dell’intera architettura dell’Unione, fa parte integrante la “Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”. Come tutti sappiamo, a fronte di diritti, vi sono sempre doveri, e quando non si rispet-
i membri del Governo ed il suo Presidente, convinti di una strana equazione debito equivale e ricchezza. Non sono responsabilmente mancate, seppur espresse in maniera indiretta, le preoccupazioni del Presidente della Repubblica, che ancora una volta si è confermato fondamentale punto di riferimento istituzionale in un’Italia che naviga nella nebbia. tano doveri possono essere lesi diritti altrui. In Italia abbiamo ministri che sentendosi investiti del potere del popolo di fronte alla necessità di far fronte a determinati doveri la risposta è “me ne frego”: una frase cui sembra esser dato la valenza di vera e propria linea politica. Ed allora, come non condividere le preoccupazioni delle autorità europee chiamate ad avere una visione d’insieme e che si sentono responsabili delle conseguenze negative che il mancato rispetto delle regole in un Paese può avere su altri Paesi dell’Unione, compromettendo un bene
comune e un interesse generale che va oltre i confini nazionali. Personalmente sono molto preoccupato quando la politica invoca solo il popolo per fare quello che vuole, adducendo di agire solo per il bene del popolo, dei cittadini, come se si passassero notti insonni pensando solo ai tanto declamati cittadini. Nel nostro paese vi è onestamente un clima che non mi piace e che deve dolorosamente destare preoccupazione sul piano europeo, anche se purtroppo non mancano compagni di viaggio in altre parti del Continente, ad iniziare dall’Ungheria.
Titolavo un mio precedente articolo sul nostro Giornale “Venti di fascismo sull’Europa”. A tutt’oggi non ho motivo di cambiare idea, e osservando ciò che succede nel nostro Paese non avverto un diminuire del soffio. Il mondo cambia, e sta cambiando anche velocemente, certo; servono pertanto adeguamenti anche a architetture istituzionali, fra cui l’impianto dell’Unione europea. Quello che peraltro non deve cambiare sono valori senza tempo sui quali sono state poste le colonne portanti del Progetto europeo. Voglio augurarmi che le prossime elezioni europee possono conservare la forza di queste colonne: a tutela dei valori e per fare barriera contro pericolosi processi involutivi.
Il grande
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TIONE (TN) PAD. B 5–7 OTTOBRE 2018 *Con il termine “garanzia colore” si intende la garanzia sulla verniciatura del prodotto contro la scheggiatura, la sfaldatura, la formazione di bolle e la rottura. Per ulteriori informazioni consultare il sito www.prefa.it/Garanzia
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Il Commento
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Funzionari invischiati dai limiti E la macchina pubblica non si muove O quanto meno non è solo li che si deve «lavorare», per fare in modo che l’Ente Pubblico possa marciare con più concretezza ed efficienza a beneficio sia di chi si interfaccia «da fuori» quali cittadini, utenti, professionisti, fornitori, e imprenditori sia di chi opera «da dentro». Edoardo Narduzzi, imprenditore, giornalista e scrittore, in un interessante articolo pubblicato su una rivista specializzata sostiene che il principale problema della Pubblica Amministrazione italiana è la sua incapacità di conseguire risultati operativi in tempi certi e con gli stessi costi degli altri Stati europei. Se per l’incarico di un progetto - sostiene Narduzzi - la Pubblica Amministrazione italiana impiega temporalmente fino a dieci volte di più dell’analoga istituzione di Helsinki, il problema non è la corruzione, ma il fatto che la macchina amministrativa agisce su un binario morto. Produce carta fine a se stessa. La Pubblica Amministrazione italiana rimane distante anni luce dai processi amministrativi tedeschi o olandesi. È una zavorra organizzativa incatenata nel fare da monopolio giuridico-formale che nulla riesce a produrre nei tempi e nei modi che la globalizzazione e la società richiede. Dunque una Pubblica Amministrazione costosa e per nulla capace di assecondare la modernità del business e dei tempi attuali. Magari, conclude amaro Narduzzi, fosse tutto riducibile alla sola corruzione! Nell’impietosa analisi rappresentata si inseriscono due episodi - realmente accaduti - che ritraggono a titolo esemplificativo
A mio avviso non è la corruzione il problema principale della Pubblica Amministrazione, quanto meno di quella trentina. Con questo non voglio certo dire che il fenomeno della corruzione non sia una drammatica questione aperta. Tutt’altro. E bene si fa a mantenere alta l’attenzione per prevenire ogni forma di illegalità nella Pubblica Amministrazione. le contraddizioni di chi si trova oggi ad operare all’interno della Pubblica Amministrazione! Il primo è locale e riguarda la testimonianza di un lavoratore di un Ente pubblico trentino, ripresa peraltro lo scorso anno dalla stampa e pubblicata anche su di un social della biblioteca del Comune di Predaia. Il funzionario stava lavorando da settimane a un normale procedimento amministrativo per l’organizzazione di un evento pubblico quando si «blocca» per la necessità di acquistare due rotoli di biadesivo! Costo poco più di 8 euro, iva compresa. Il funzionario racconta: «Ci vorrebbe poco per risolvere la cosa se ci fosse, come una volta, quello che era il cosiddetto economo, un dipendente con un piccolo fondo a disposizione del Comune per piccole spese impossibili da prevedere a priori e comunque da rendicontare a piè di lista. Adesso non si può, c’è la Consip anche per l’acquisto di una banale penna biro e questo con il nobile obiettivo di evitare che qualcuno “faccia la cresta”. Ma dove, su un rotolo di biadesivo? La legge, però, c’è, - continua il dipendente comunale - anche se spesso pare a scapito del buon senso e soprattutto della tradizione sana delle nostre amministrazioni locali, soprattutto le piccole». Finale amaro del funzionario pubblico: «Mi sono sentito come un alpinista che scala l’Eve-
rest con in spalla uno zaino colmo di cubetti di porfido della Valle di Cembra, con l’obiettivo di pavimentare una piazzola sul tetto del mondo!». Il secondo episodio recentissimo, ha valenza nazionale ed è comico e drammatico allo stesso tempo. La rivista stazioneappalti. it lo descrive con minuzia che qui si riporta. Come invitare dieci offerenti per una gara d’appalto di un servizio di progettazione se ci sono 104 richieste di partecipazione? Semplice: utilizzando l’estrazione del Lotto. Si è regolata così la centrale acquisiti di un Ente della Basilicata in relazione a un bando (per 32.000 euro di importo a base di gara!) per l’affidamento con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, di servizi tecnici di progettazione per i lavori di ristrutturazione del pronto soccorso
I dati parlano chiaro: a più alto livello di corruzione corrispondono meno competitività, meno investimenti, meno produttività, meno progresso tecnico, meno innovazione, meno impresa e perciò più disoccupazione. Tuttavia non è nella corruzione che - a mio parere - si annida il male di una Pubblica Amministrazione in ritardo e spesso in difficoltà.
ostetrico presso l’azienda ospedaliera di Potenza. Un bando evidentemente di un certo interesse se l’Amministrazione ha ricevuto richieste di invito da oltre 100 operatori economici, ben oltre il numero di quelli da invitare alla successiva negoziazione (fissato in dieci unità). A questo punto, essendo l’incarico di importo inferiore ai 100.000 euro, in base alle indicazioni Anac, si potevano scegliere gli invitati utilizzando «modalità di scelta oggettive non discriminatorie e proporzionali», oppure procedendo al sorteggio. La stazione appaltante evidentemente non ha individuato un criterio oggettivo e quindi, abdicando all’esercizio della discrezionalità amministrativa propria di ogni amministrazione, ha optato per il sorteggio. Ma qui viene il bello, se così si può dire: per effettuare il
sorteggio dei 10 offerenti nel modo più causale possibile e a prova di qualsiasi possibile eccezione, si provvede all’abbinamento dei concorrenti ai numeri che saranno estratti al Lotto sulle ruote delle classiche undici città, da Bari a Venezia. Il tutto con un meccanismo veramente complicato di abbinamento dei numeri con le richieste di invito. Sì, anche questa è la Pubblica Amministrazione! Che non riesce ad avere la forza, l’autonomia, e la responsabilità di acquistare due rotoli di biadesivo o di affidare un incarico di progettazione di poco più di 30.000 euro e si ingabbia nei meandri di norme, regolamenti, circolari, pareri, interpelli che hanno dell’incredibile con un evidente squilibrio fra costi e benefici! Episodi che debbono essere bollati come le classi-
che eccezioni da esclusiva giornalistica? Purtroppo no. Ogni giorno io e i miei colleghi che lavoriamo nella Pubblica Amministrazione ci troviamo a gestire tanti casi di «rotoli di biadesivo» o di «pseudo estrazioni del lotto». Ecco perché è necessario nell’ambito della nostra autonomia rendere la Pubblica Amministrazione trentina e mi riferisco in particolare a quella «periferica» dei Comuni più leggera e dinamica, di sana interazione fra la parte pubblica e privata pur ancorata a un solido perimetro anticorruttivo. Per fare ciò è indispensabile ripartire dalle risorse umane che devono essere messe a disposizione dei Comuni se si vogliono offrire buoni servizi di prossimità e dall’impianto normativo e regolamentare che in certi settori va semplificato e razionalizzato. È necessario rinsaldare quel principio di sussidiarietà che è in costante declino, assicurando maggiore autonomia decisionale ai Comuni in relazione ad alcune scelte di governance e di organizzazione nel solco - certo - di un costante monitoraggio della spesa, di una continua vigilanza da parte degli organismi preposti e nel rispetto della normativa, che deve però agevolare e non ostacolare l’attività degli operatori e dei funzionari della Pubblica Amministrazione per garantire uno sviluppo sano e responsabile del territorio e delle popolazioni interessate. Raffaele Binelli Segretario comunale Gestione associata Pinzolo, Carisolo, Giustino, Massimeno
Territorio Francesco (Franz) Zipper, medico, docente universitario e soccorritore alpino di Catania è il vincitore della 47esima edizione della Targa d’argento Premio internazionale di solidarietà alpina di Pinzolo, il riconoscimento nato nel 1972 dalla volontà di Angiolino Binelli di premiare quanti mettono a repentaglio la propria vita per intervenire dove ci sia bisogno di aiuto. Quest’anno il premio è andato a un uomo che, come viene spiegato nella motivazione ufficiale, ha “sangue alpino nelle vene e la solidarietà nel cuore, uomo del Soccorso alpino siciliano, colto, generoso, medico che ha donato se stesso, le sue vaste conoscenze e la sua esperienza a quanti si sono trovati in difficoltà sui monti della sua terra nonché in Campania e in Basilicata durante i terremoti”. La decisione del Comitato organizzatore, presa all’unanimità, ha inteso rendere omaggio a una figura carismatica, una personalità straordinaria, impegnata in campi diversi ad aiutare il prossimo grazie alla versatilità dell’ingegno, agli studi coltivati e alla passione per la montagna, sempre al servizio di chi la abita e di chi la frequenta, e insieme ha voluto rendere merito alla qualità e all’efficienza del Soccorso Alpino siciliano che vanta interventi specialistici in ambiente vulcanico. Una scelta che traccia un collegamento ideale dalle Dolomiti di Brenta e i ghiacciai dell’Adamello, in Trentino, fino all’Etna e ai Nebrodi, in Sicilia, dimostrando ancora una volta come il valore della solidarietà sia ancora forte e presente tra quanti vivono e amano la montagna, in grado di unire superando
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Dalle Dolomiti all’Etna nel segno della Solidarietà La 47esima edizione del Premio internazionale di solidarietà alpina di Pinzolo è stata consegnata al soccorritore alpino siciliano Francesco Zipper. Una scelta quella del Comitato organizzatore volta a sottolineare come, in un momento storico in cui le differenze sem-
ampie distanze e differenze culturali che in questo modo, anziché dividere, arricchiscono. Messaggio condiviso con i bambini e le bambine dell’Istituto comprensivo della Val Rendena, diretto da Cinzia Salomone, che hanno incontrato il premiato. “Siamo lieti di aver potuto rinnovare anche quest’anno questo appuntamento – ha commentato il vicepresidente del Premio Giuseppe Ciaghi – che consente ai nostri giovani non solo di capire meglio quello che accade sul nostro territorio, ma anche di allargare i propri orizzonti imparando, allo stesso tempo, che
la solidarietà è il valore più importante in grado di superare ogni tipo di confine e differenza culturale”. I riconoscimenti assegnati In una sala comunale gremita di persone venute a conoscere il premiato 2018, di rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali e delle delegazioni dei premiati delle edizioni passate, Francesco Zipper ha ricevuto la Targa d’argento dalle mani del presidente del Premio Angiolino Binelli, che ha sottolineato l’impegno di chi è disposto a sacrificare la propria vita per salvare un’altra persona consapevole che la vita umana è il
brano montagne invalicabili, la solidarietà sia l’unico valore a unire. Un ricordo speciale alla memoria di Davide Tronconi, del CNSAS Servizio regionale Emilia Romagna, e di Mauro Piccolin, della Stazione di Soccorso alpino di Belluno
bene più prezioso. “Ricevere lo stesso premio che è stato assegnato a tante persone di grande valore, tra cui anche il Dalai Lama e papa Giovanni Paolo II, mi riempie di orgoglio – ha detto Zipper. – Vorrei condividere questo riconoscimento con i tanti volontari che collaborano con me impegnandosi con spirito di servizio, amore per la montagna e senso di solidarietà”. Già da alcuni anni il Premio internazionale di solidarietà alpina assegna una medaglia d’oro alla memoria di persone che si sono prodigate con grande generosità in operazioni
di soccorso perdendo la propria vita. Quest’anno tale riconoscimento è stato consegnato alla famiglia di Davide Tronconi, del CNSAS Servizio regionale Emilia Romagna, deceduto nell’ottobre 2017 a seguito di un incidente durante un’operazione di soccorso. È stato poi ricordato Mauro Piccolin, capostazione della Stazione di Soccorso alpino di Belluno, scomparso lo scorso anno dopo una vita dedicata alla famiglia, al lavoro e al Soccorso alpino. A portare omaggio al Premio e ai valori che rappresenta sono intervenuti i rappresentanti delle istitu-
zioni e delle realtà locali, a cominciare dal sindaco di Pinzolo Michele Cereghini e Angelo Pulvirenti, sindaco di Nicolosi, il Comune dove si trova la stazione di soccorso sull’Etna dove Zipper presta servizio. È stata poi la volta dei rappresentanti del Soccorso alpino con Franco Del Campo, presidente del Soccorso alpino della Sicilia, che ha portato i saluti degli uomini e delle donne che prestano servizio nella sua sezione, e Piergiorgio Baldracco, già presidente del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico intervenuto in nome dell’attuale presidente Maurizio Dellantonio, che ha auspicato una maggiore attenzione e rispetto per la montagna in un’ottica di prevenzione degli incidenti e salvaguardia ambientale. A seguire sono intervenuti don Ivan Maffeis, sottosegretario della Cei originario di Pinzolo, Roberto Failoni, assessore della Comunità delle Giudicarie, Adriano Alimonta, presidente dell’Apt Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena, Lorenzo Ossanna, vicepresidente del Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige/Sudtirol, e Maurizio Fugatti, deputato trentino sottosegretario alla salute.
Il 9 ottobre incontro con testimonianza per adolescenti, il 12 per adulti
A che gioco giochiamo? L’esperienza del gruppo Azzardo a Tione E’ molto attivo il gruppo Amici dell’oratorio di Tione sul territorio: dai corsi di Zumba, al rest estivo. Forse non tutti sanno che si è anche molto speso sul tema del gioco d’azzardo, vera piaga sociale che colpisce anche in Trentino, anche nelle nostre vallate. Il 5 ottobre, alle 20.30, proprio su questo, verrà riproposto al teatro comunale di Tione il film da loro girato “Che fortuna! Ho il mondo che vorrei”. Altri due appuntamenti, a stretto giro sul tema, lo seguiranno: il 9 ottobre, per giova-
ni e adolescenti c’è una serata molto particolare. “Giocare responsabilmente? Il sottile confine fra gioco e patologia” nella quale ci sarà la testimonianza di un ex giocatore d’azzardo. Mentre il 12 ottobre, l’incontro sarà mirato ad un pubblico adulto e la testimonianza sarà quella di un famigliare di un giocatore d’azzardo, perchè il dramma da singolo diventa immediatamente famigliare, non solo perché mette in grave difficoltà economica l’intera famiglia di un giocatore pato-
logico d’azzardo ma perché le conseguenze psicologiche e relazionali sono molto profonde. Nel corso degli ultimi anni, il gioco d’azzardo è diventato in Italia un’attività di massa di enormi proporzioni e dalle pesanti implicazioni economiche e sociali. Purtroppo anche nelle valli Giudicarie, come nel resto del Trentino Alto Adige le dimensioni del fenomeno rispecchiano il trend nazionale, con una spesa media pro capite a Tione di 1.021 euro nel 2016, dato riferito alle sole slot
(AWP) presenti sul territorio comunale con una spesa totale di 3,71 milioni di euro. I danni dell’azzardo sono numerosi: famiglie sul lastrico, ripercussioni sulle relazioni interpersonali e sul lavoro, richieste di prestiti sempre maggiori e cifre che sembra impossibile poter restituire e recuperare. L’azzardo non ha sesso e non ha età, è trasversale alla popolazione anche se alcune fasce deboli sono particolarmente a rischio, in particolare persone anziane, giovani o disoccupati. Vista la
diffusione del problema anche nel territorio delle Giudicarie da diversi anni è attivo un gruppo di auto mutuo aiuto per giocatori d’azzardo e per le loro famiglie, organizzato da Associazione A.M.A. in collaborazione con il Comune di Tione e la Comunità di Valle. Le famiglie interessate a prendere parte al gruppo possono contattare la sede dell’Associazione A.M.A. 0461.239640 – 342.8210353; email: ama.azzardo@gmail. com.
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Territorio
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L’amore per la montagna il tema, l’appuntamento è il 21 ottobre
In Valle del Chiese il 124esimo Congresso Provinciale della Sat Nell’organizzazione di questo congresso si è cercata anche la collaborazione con la locale Cooperativa Sociale “Incontra”, che avendo condiviso con le sezione Sat della Valle del Chiese alcune interessanti esperienze in montagna, realizzerà un oggetto ricordo in distribuzione alle sezioni sat presenti alla manifestazione. Perché le sezioni Sat locali hanno chiesto all’organismo centrale di organizzare il 124° congresso della Sat in questa valle? “ll desiderio – spiegano - è quello di far conoscere ai soci del sodalizio provinciale la zona, valorizzandone le sue peculiarità, in modo che anche i residenti prendano coscienza di quanto questo luogo abbia ancora da dare”. “Ci piace ragionare su quali siano le difficoltà e i pregi
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di Mariachiara Rizzonelli
l prossimo 21 ottobre, organizzato dalle quattro sezioni locali di Bondo-Breguzzo, Daone, Pieve di Bono e Storo, si terrà in Valle del Chiese il 124° Congresso Provinciale della Sat dal titolo “Amore in Montagna, ovvero Vivere in montagna”. Il congresso di quest’anno è impostato all’insegna dei valori ideali della sinergia, quella che esiste fra le quattro sezioni locali della Sat, della collaborazione con gli del vivere in montagna, con l’idea che una persona per decidere di viverci deve veramente amarla. Vogliamo ridare tante testimonianze di persone che vivono e lavorano sul territorio”. Ospite d’onore della serata sui mestieri montani a Bondo sarà la Guardia del Parco del Gran Paradiso Milena Bethaz, Cavaliere della Repubblica per meriti di lavoro. La seconda serata, realizzata a Forte Corno, vedrà un Filò con letture sul tema dell’amore per la montagna mentre sabato pomeriggio a Storo si terrà un bello spet-
Il Programma Giovedì 18 ottobre ore 14,00: Bondo presso la Chiesa di san Barnaba, apertura esposizione “Il Territorio in Mostra”. Ore 19,30, visita guidata al Cimitero Momumentale. Ore 20,30, serata con la Guardia Parco del Parco Gran Paradiso Milena Bethaz e spiegazione degli mestieri antichi montani; musica del “Gruppo Musicale Ziganoff” Venerdì 19 ottobre: ore 14,30: ritrovo in zona Fontanedo di Roncone e salita al Forte Corno con visita guidata all’interno dell’antica fortezza austro-ungarica da parte de “La Busièr”. Ore 19,30, Filò-cena a base di orzotto e formaggi (piatti e posate da portare al seguito) accompagnato da letture e musiche del Quintetto di Ottoni “Youtoo Brass Quintet” Sabato 20 ottobre: ore 7,30: escursione guidata da Daone verso Dastione e da Bondo al Passo del Frate. Ore 16,00, a Storo presso la Sala Teatro dell’Oratorio per i più giovani spettacolo con Lucio Gardin “Si slancian nel Cielo”; ore 17,00, a Pieve di Bono presso la locale Palestra Comunale Premiazioni dei soci Cinquantennali (accompagnamento musicale del Gruppo “Le Rocce Rosse”). Ore 20,30 incontro-dibattito tra i Fratelli Bianchini e Palma Baldo e Giovanni Groaz inframezzato dai canti del “Coro Re di Castello” Domenica 21 ottobre: ore 7,30 presso il Centro Polifunzionale di Condino accreditamento dei soci presso segreteria della Sat; ore 8,00, visita guidata alla locale cinquecentesca Pieve di Santa Marria Assunta e ore 9,00 Santa messa domenicale. Successivamente sfilata delle sezioni Sat provinciali in corteo con il Corpo Musicale “G. Verdi” per il centro abitato fino al Palazzetto Polifunzionale. Ore 10,45, 124° Congresso Ufficiale della Sat condotto dalla Presidente Anna Facchini con gli ospiti Maurizio Dematteis, Annibale Salsa e Mariangela Franch.
tacolo di Gardin. Alla sera a Pieve di Bono si parlerà ancora dell’amore vissuto in montagna da due fratelli alpinisti e una coppia di sposi. “Il congresso ufficiale della Sat si farà domenica a Condino, ma abbiamo cercato di coinvolgere tutta la Valle del Chiese; per me questo ha un valore molto importante”, spiega la Presidente della Sezione Sat di Pieve di Bono Luigina Armani. Nel corso della tavola rotonda al congresso di Condino, sottolinea per conto proprio la satina e organizzatrice Mariangela Romanelli, oltre alla Presidente di Sat Facchini e ad un gruppo di studiosi della montagna di livello formato da un giornalista, un antropologo ed un’economista, saranno invitati a portare la propria testimonianza anche quattro giovani sportivi locali come l’arrampicatore e guida alpina Patrick Ghezzi, i due atleti di corsa in montagna Alberto Vender e Marco Filosi e la pattinatrice Cecilia Maffei. Sono l’esempio di alcuni modi di farsi conoscere al mondo anche dalla montagna. Non si nascondono però i problemi del vivere in quota. Molti giovani tendono ad abbandonare la periferia mentre chi fra di loro ha lasciato un lavoro qui o in città per impiantare un’azienda artigianale o d’allevamento, alla lunga fatica a reggere la mancanza di servizi e di domanda economica che in qualche modo contrassegna il territorio. “Ci sarebbe bisogno, davvero – sottolineano - di una maggiore attenzione verso chi sta cercando di valorizzare le eccellenze del territorio locale (aiuterebbe anche una certa semplificazione a livello burocratico)”. E tuttavia concludono, la vita in montagna anche se faticosa può dare belle soddisfazioni, fa vivere in un ambiente più sano e
enti, le imprese e le tante associazioni di volontariato presenti sul territorio, della sobrietà come stile, anche nell’organizzazione di questo congresso, e della passione per la terra di montagna in cui gli aderenti di queste sezioni vivono condividendo gli interessi della popolazione locale. Popolazione fiera di appartenere a questo territorio, anche se smarrita di fronte all’impoverimento di servizi che si ha nelle valli.
stimolante rispetto a quello di città, portando anche a mantenere il territorio preservato e in ordine, a grande vantaggio del turismo locale e di ulteriori posti di lavoro. “Ci sono tanti segni di un ritorno alla montagna; la vita in città si sta facendo sempre meno salutare ed economicamente sostenibile. Io voglio crederci. Occorre solo trovare il proprio modo per resistere saldi sul territorio”, conclude Armani. Forse, come dice il titolo di questo congresso sarà proprio l’ “Amore in Montagna” ad aiutare?
La Presidente Sat Anna Facchini “Abbiamo una visione della montagna, vivibile in ogni stagione e attraente, che a volte richiama una visione dell’immaginario, quella dei rotocalchi e delle riviste. In realtà per chi ci vive, soprattutto nelle zone dove il turismo non è così sviluppato, è molto faticoso. La politica con la “P” maiuscola dovrebbe incentivare attraverso alcune politiche di governo del territorio la possibilità di usufruire anche in zone decentrate dei servizi che nelle zone di fondovalle è molto più facile trovare. In Trentino il sistema dei trasporti scolastici è sì ottimale; però per tutte le altre occasioni per cui ci si sposta va ulteriormente incentivato. Per legare i giovani al territorio occorre lasciare loro spazi adatti nei luoghi delle amministrazioni; solo quando c’è presa di responsabilità diretta ci si lega davvero. Ciò significa anche cercare occasioni di lavoro e inventarsi anche le stesse. All’interno della Sat ci sono varie commissioni tecnico-consultive, che vanno dal turismo giovanile alla tutela dell’ambiente montano, alle scuole di arrampicata e di sci alpinismo e altro ancora. Il “Gruppo Montagna per tutti” sta proponendo tante attività di montagno-terapia, aperta ad esperienze di persone fragili sotto il profilo fisico e psichico. Il tutto è curato dai nostri volontari ma potrebbe diventare in un domani qualcosa che crea occasioni di lavoro. La Sat sa essere trasversale ai bisogni della società”. Per finire vorrei aprire ancora la Sat a tanta formazione e iniziative di profilo culturale, che sostengano l’approcciare la montagna rispettosi di se stessi e degli altri.
Aziende Il gruppo in breve: Fondata a Condino nel 1993 da Mirko Bottini (classe 1971) come azienda artigiana, BM Elettronica s.n.c. ha saputo crescere ed innovarsi fino a diventare leader nei settori delle tecnologie industriali, della meccatronica, della robotica e dell’energia. Grazie ai costanti investimenti in ricerca e sviluppo BM GROUP ha raggiunto dimensioni internazionali, contando ad oggi oltre 150 addetti tra dipendenti e collaboratori (per lo più tecnici, ingegneri e figure professionali specializzate) e diverse unità operative in Italia (Brescia, Padova, Verona e Taranto) e negli Stati Uniti e, a detta del suo Amministratore Delegato, Dott. Francesco Bettoni, prevede di crescere di un ulteriore 30 % nel prossimo triennio. BMGroupUSA Corp. BMGroupUSA Corp. è la società americana di BM Group riferimento per la crescente richiesta di innovazione del mercato statunitense del settore siderurgico. L’ufficio commerciale in Florida e la sede operativa in Virginia si occupano di distribuire i brands BM Automation e Polytec Robotics, affiancando il cliente dallo studio di fattibilità all’assistenza post vendita. Polytec Robotics: 150 robot per l’industria siderurgica Anticipando il trend di mercato attuale Polytec Robotics ha intuito anni fa un interesse sempre crescente nella robotica da parte di tutti quei settori industriali che si trovavano a ripensare il proprio processo produttivo in un’ottica di miglioramento della qualità e delle performances. “Oggi” spiega Massimo Zanotti , Direttore Generale di BM Group, “Pur essendo leader mondiali nelle soluzio-
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A Cimego un’azienda leader nella robotica e nell’industria 4.0
25 anni di BM Group Una storia che inizia nel 1993 in Valle del Chiese, a Condino, dove tutt’oggi ha sede dove, BM Group, nata come BM Elettronica, ha saputo valorizzare le competenze e le specializzazioni delle sue
ni robotiche rivolte al settore siderurgico continuiamo ad investire in ricerca e sviluppo, applicando le tecnologie più avanzate per essere sempre un passo avanti. Il processo siderurgico racchiude molti reparti ad alto tasso di rischio e noi vogliamo cambiare il ruolo dell’operatore, facendolo diventare un supervisore. Grazie all’integrazione di automazione, robotica e visione artificiale siamo in grado di soddisfare le principali esigenze dei nostri clienti: sicurezza, produttività e qualità, ma anche Cyber security e tracciabilità, elemento quest’ultimo fondamentale per conoscere nel dettaglio la storia del prodotto e del processo ed attivare politiche di miglioramento e ottimizzazione delle performances.
La tecnologia BM Group ai Mondiali di Calcio Qatar 2022 Ci sarà anche un po’ di Trentino ai Mondiali di calcio in Qatar, in programma nel 2022. Lo stadio di calcio “Al Bayt” (Qatar), attualmente in fase di ultimazione, ospiterà 60.000 persone. BM Auto-
società sviluppando sinergie orientate alla creazione
sandro Ferrari Responsabili
La tecnologia BM Group ai Mondiali di Calcio Qatar 2022 Ci sarà anche un po’ diTrentino soluzioni integrate, cheinuniscono automazione, roSviluppo Software dell’aziendi ai Mondiali di calcio Qatar, in programma nel 2022.
botica, visione artificiale e software, in altre parole piattaforme 4.0, specifiche per l’industria di domani.
da “abbiamo progettato un’architettura che consente di controllare l’impianto in totale sicurezza, anche in caso di guasto. Abbiamo reso questa tecnologia, fino ad oggi applicata solo ai sistemi aeronautici, disponibile anche per la gestione di settori diversi come ad esempio gli eventi sportivi di portata mondiale che, per nessun motivo, possono subire un’interruzione.” Mirko Bottini e Andrea Tonini, fondatori di BM Group, concludono esprimendo soddisfazione: “Siamo orgogliosi di essere stati scelti come fornitori di questa importantissima tecnologia. Ciò significa che in Italia e in Trentino, in particolar modo, ci sono eccellenze apprezzate in tutto Lo stadio di calciodi“Al Bayt” (Qatar),maggiori attualmentecostruttori in fase di ultimazione, mation, brand BM S.p.A., mecca- ospiterà il mondo. 60.000 persone. BM BMquesto S.p.A.,tipo specializzato in sistemi specializzato in Automation, sistemi in-brand nicidi di di struttuindustriali, e die controllo scelta come fornitore dustriali, di diautomazione automazione di re di nelprocesso, mondo.è stata Affiancando BM Greenpower: il futuro della tecnologia di controllo e automazione e per lo sviluppo del software che si controllo di processo, è stata il loro team, la sfida è stata dell’energia occuperà di gestire l’enorme tetto apribile, in una modalità simile a quella del campo scelta dicome fornitore della quella le miglioBM Greenpower è l’unità centrale Wimbledon che permette, durante di gli proporre eventi, di aprire o chiudere il tetto, di controllo e au- climatiche ri tecnologie disponibili sul stadio. operativa di BM Group diintecnologia modo da mantenere le condizioni ideali all’ interno dello tomazione e per lo sviluppo mercato, per un risultato di retta da Alex Bottini che si “Cimolai S.p.A. che è unosidei maggiori costruttori questo tipo dioccupa strutturedi sviluppare, progetdel software occuperà massimomeccanici livello di qualitativo. nel mondo. Affiancando il loro team, la sfida è stata quella di proporre le migliori di gestire l’enorme tetto apri- Abbiamo scelto una piat- tare e costruire impianti avanbile, in una modalità simile taforma tedesca Siemens, zati per il settore dell’energia a quella del campo centrale nostro partner storico, con il rinnovabile dal fotovoltaico di Wimbledon che permette, quale abbiamo sviluppato ne- all’idroelettrico all’eolico e durante gli eventi, di aprire gli anni una partnership tec- alle biomasse. Anche in queo chiudere il tetto, in modo nologica vincente.” Racconta sto settore in costante crescita da mantenere le condizioni Fabrizio Bagozzi, Direttore BM group conta piu di 300 climatiche ideali all’ interno Tecnico di BM realizzazioni in tutto il mondello stadio. “Dal punto di vista software” do “Cimolai S.p.A. è uno dei spiegano Yuri Bazzoli e Ales-
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Ecofiera
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Appuntamento dal 5 al 7 ottobre
Al via Ecofiera di Montagna Luca Mercalli, ospite d’eccezione all’evento Grandi novità anche per l’edizione 2018. • Un percorso guidato tutto nuovo vi accompagnerà tra gli spazi espositivi di Ecofiera 2018 • Special guest Luca Mercalli, il più famoso esponente della Società Meteorologica Italiana, nonché giornalista scientifico per la RAI e il quotidiano La Stampa, noto al pubblico televisivo italiano per la partecipazione alla popolare trasmissione “Che tempo che fa”. Nel pomeriggio di sabato 6 ottobre, a partire dalle ore 16.00, sarà impegnato in una conferenza dal tema “Cambiamenti climatici e montagna: il problema e le soluzioni”, presso Sala della Comunità delle Giudicarie, in Via P. Gnesotti 2 a Tione. • Il Festival Trentino dell’Acqua: una nuovissima proposta espositiva inerente il tema dell’acqua come bene primario comune e come elemento fondamen-
Inizia il countdown all’avvio dell’evento giudicariese dell’anno: l’Ecofiera di Montagna. L’evento, che si terrà tra il 5 e il 7 ottobre 2018, presenterà diverse novità, sempre con un occhio vigile puntato sul settore dell’ecologia, mantenendosi
tale all’economia giudicariese. • Ritorna, dopo qualche anno d’assenza, la fattoria didattica. Sarà allestita, infatti, una vera fattoria con tutti gli animali dell’azienda agricola “Asini a spasso”. Suddivisi in aree costruite ad hoc, sarà possibile interagire con mucche, pecore, asini, galline e conigli. La mattina ci saranno dei
momenti didattici “5 animali, 5 sensi”, un giro tra i vari animali, mentre Lorenzo, il pastore, racconterà qualcosa di loro, e li farà conoscere a grandi e piccini attraverso l’utilizzo dei 5 sensi. Il pomeriggio sarà possibile sperimentare l’ebrezza di fingersi dei cow boy, in sella ai simpaticissimi asinelli in mostra per i tre giorni. Tra i vari appuntamenti tor-
come itinerario variegato che porta alla scoperta di un ricco paniere di prodotti caratteristici locali, della cultura gastronomica, dell’agricoltura e dell’allevamento di questi luoghi, frutto di un singolare incontro tra uomo e natura. neranno a grande richiesta: • Green Energy: il secondo e terzo Padiglione di Ecofiera 2018, ed anche un’area dedicata esterna, ospiteranno, il “Salone della Bio-Edilizia, del Risparmio Energetico e dello Sviluppo Sostenibile” che rappresenta uno dei settori più interessanti del momento e con grandi novità. • “Gh’era ‘na volta en vecio trator”. Sarà possibile, così, vedere le macchine agricole di “una volta” e capire come lavorassero i contadini ai tempi dei nostri avi. Verrà messo a disposizione dei più piccoli un trattore su cui potranno salire e improvvisarsi piccoli agricoltori • Il Mercato contadino di Campagna amica, dove vengono venduti solo prodotti agricoli, italiani, pro-
venienti dai territori regionali quindi rigorosamente a km zero. Un Mercato di Campagna Amica consente di fare la spesa in modo sostenibile e responsabile, acquistando prodotti agricoli di stagione, selezionati con cura, sempre freschi e di origine italiana garantita. • Ecofiera a tavola: un’offerta gastronomica con alimentazione e produzioni alimentari del territorio. A dare slancio a questo specifico contenitore della fiera anche appuntamenti “Gastronomici”, durante i quali la Scuola Alberghiera Enaip di Tione proporrà delle ricette con i prodotti tipici del territorio. Da non dimenticare i momenti enogastronomici, dai ristoranti giudicariesi che anche quest’anno propongo-
no i menù Ecofiera, ai “Sapori e Momenti in Fiera”. Si potrà assistere, quindi, ad una ricca esposizione di prodotti tipici e biologici, dove il cibo incontra il territorio, con la possibilità di acquistare prodotti a km 0. Si potrà altresì gustare delle prelibatezze gastronomiche difficilmente reperibili nei consueti circuiti di vendita. • Animazione in fiera: Verrà riproposta l’animazione, per bambini con giochi, intrattenimenti, laboratori e tanto altro ancor, ad opera della Società Cooperativa Sociale “Incontra” di Tione. Tornerà inoltre il consueto appuntamento domenicale, dalle 10 alle 17.00, con “POMPIERISSIMA, voglio fare il pompiere”, visita guidata alla caserma, dove bambini e ragazzi potranno partecipare ad alcune simulazioni pompieristiche, giochi istruttivi e percorsi di abilità.
Territorio
Al lupo!
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Arte
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All’inizio dell’ Ottocento si collocano le pale di Cologna “Assunta e i Santi Rocco e Antonio Abate” e di Por “Cristo in gloria con i Santi Rocco, Carlo Borromeo, Luigi Gonzaga, Antonio da Padova e Antonio Abate”, quest’ultima rubata nel 1983, dell’ottimo pittore veronese Agostino Ugolini (1755- 1824), un artista legato alla tradizione classico-accademica, presente anche a Pergine e Salorno, particolarmente apprezzato, in tempi di restaurazione post napoleonica, per la sua pittura atemporale e spiccatamente devozionale. Nel commovente elogio funebre in sua memoria recitatogli nella cattedrale di Verona dall’abate Cesare Bresciani, non possiamo non intravedere pure l’Assunta di Cologna: “...Quelle Madonne, che in tante guise, e in tanto numero gli uscirono dalla mente, atteggiate a tanta modestia e maestà, non sono leggiadre , e soprappiù eccitatrici di pietà, e destatrici di devozione? Que’suoi putti e angeletti che fendono le nuvole , che saltan fuori dalle frondi, che s’impalmano, accerchiano, e rallegrano l’aree, ...non vi rubano i baci? Non ne tasteggiate le morbidissime carni?...que’ Santi che a mille a mille dipinse, ...non vi inspirano, ed infiammano l’anima di ogni affetto di penitenza, di candore, di fidanza in Dio?”. Veronese è pure Pietro Maratoli, residente in quel di Riva, che nel 1806 affresca la chiesa di Santa Maria Maddalena di Preore su moduli tipicamente settecenteschi. Nella sua bottega rivana e quella di Pietro Canella si avvierà al disegno Giuseppe Craffonara (1790-1837), di ascendenze badiote, l’esponente di punta del neoclassicismo trentino, che dopo la formazione romana presso la prestigiosa Accademia di San Luca sotto la guida del grande Antonio Canova, verso il 1830 ritorna in terra trentina a dar vita ad una cospicua produzione di soggetto sacro, circondato e stimolato dall’amicizia di Antonio Rosmini. Del 1825 è il “San Vigilio in Gloria”, la magnifica pala della parrocchiale di Stenico, prima commissione trentina del Craffonara, dipinta a Roma, dove si riconosce il paesaggio giudicariese con la veduta di castel Stenico. Antonio Rosmini è il consulente iconografico pure di Domenico Udine Nani, importante pittore roveretano di tendenza neoclassica , autore nel 1839 di una “Madonna del Rosario” per la Pieve di Santa Croce. Nella chiesa pievana trovano posto, verso la metà del secolo, le tele del veronese Giovanni Caliari (1802-1850), esperto di Sacri Cuori; dello stessa artista la bellissima “Madonna col Bambino e un angelo musicante”(1848)
Un’arte fatta da pittori venuti da fuori
Viaggio nell’arte dell’Ottocento giudicariese di Giacomo Bonazza Anche l’Ottocento, come i secoli precedenti, racconta di un’arte giudicariese per la maggior parte “importata”, meno eclatante rispetto a quella di altre stagioni oggettivamente più prodighe in senso quantitativo e qualitativo. Ciò nondimeno vale la pena illuminarne alcuni tra i passaggi più significativi, che fanno riferimento alle correnti
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artistiche emblematiche del XIX secolo, a partire dalle propaggini del tardo barocco, eredità settecentesca, passando dalle novità del Neoclassicismo, del Romanticismo e del Realismo, per approdare alle grandi “rotture” di fine secolo, preannuncio delle avanguardie storiche del ‘900.
2 1. Bersone- Formino - Chiesa San Fabiano e Sebastiano - Alessandro Trotti, Sant’Antonio abate 2. Stenico - Chiesa di San Vigilio - Giuseppe Craffonara, San Vigilio in gloria 3. Bivedo - Chiesa di Sant’Antoni abate- Giovanni Caliari, Madonna col Bambino e un angelo. colarmente abile nel genere storico, partecipa all’Esposizione Universale di Parigi del 1850. In piena temperie risorgimentale, su chiamata del suo estimatore Andrea Maffei, il poeta traduttore ledrense, brillante animatore del cenacolo letterario patriottico di Villa Lutti a Campo Lomaso, giunge in Giudicarie Luigi Sacco, pittore originario di Agrigento, a decorare gli spazi dell’ele-
3 nella chiesa di Bivedo, ispirata alla tradizione pittorica veneta rinascimentale. A Bolbeno arriva da Milano Andrea Appiani junior ( 1817-1865), allievo di Francesco Hayez, capofila del
Romanticismo in pittura, ad affrescare nel 1862 la chiesa di San Zenone; si tratta del nipote del più famoso Andrea Appiani, pittore di Napoleone e direttore della Pinacoteca di Brera. Parti-
gante architettura neogotica lomasina, riprogettata intorno al 1859 dall’architetto vicentino Antonio Negrin. Nel salone ottagonale il ciclo pittorico di Luigi Sacco, con i raffinati tondi monocromi dedicati agli italiani illustri, diventa un inno agli ideali liberali e risorgimentali della famiglia de Lutti. La stessa passione civile e politica che informerà l’arte dei due pittori garibaldini
di Bersone, Stefano Bardini e Alessandro Trotti, così bene indagati da Salvatore Ferrari dell’Ufficio per i beni storico-artistici della Soprintendenza di Trento in una recente pubblicazione. Vicenda singolare quella che accomuna i due artisti, combattenti nel Corpo Volontari Italiani di Garibaldi a Bezzecca, che inviano al curato del piccolo paese chiesano per la chiesetta dei Santi Fabiano e Sebastiano di Formino, appena un anno dopo il fatto d’arme del 1866, due tele raffiguranti una “Madonna Immacolata” (Stefano Bardini) e un “Sant’Antonio abate”(Alessandro Trotti), in segno di gratitudine per l’ospitalità ricevuta in quei tempi convulsi. Stefano Bardini, toscano di Pieve Santo Stefano, diventerà in seguito un importante antiquario dell’ambiente fiorentino; Alessandro Trotti, nipote nientemeno che di Alessandro Manzoni, proseguirà la sua attività di pittore a Milano. Nella seconda metà dell’Ottocento meritano di essere segnalati i passaggi giudicariesi di Valentino Pupin, pittore vicentino tra purismo e realismo, con il ciclo di affreschi nella chiesa di Santa Margherita di Bocenago dedicato alla santa di Antiochia (1881-1883), l’ “Ave Maris Stella” sulla facciata del Santuario della Madonna del Lares di Bolbeno (1872) e del lombardo Angelo Comolli nella Pieve di Tione (1894-1897) con i suoi affreschi tra possanza neoromanica e ricercatezze liberty.
Attualità Beh, non sono nessuna di queste tre cose, ma sono molto belli, i corsi dell’Università della terza età e del tempo disponibile (Utetd) che stanno prendendo il via in questi giorni nelle 78 sedi di tutta la provincia. In Giudicarie sono sette: Pinzolo, Spiazzo, Tione, Roncone, Condino, Santa Croce di Bleggio e San Lorenzo in Banale. E’ una delle attività della Fondazione Demarchi, che ha preso il via a Trento nel 1979, a Tione nel 1986, poi nel 1990 partirono Pinzolo e Santa Croce, seguite immediatamente l’anno successivo da Condino e San Lorenzo. Infine Spiazzo nel ’98 e Roncone, la più giovane, nel 2008. Lo scopo è quello di “perseguire una integrazione tra formazione culturale e condizione esistenziale delle persone adulto-anziane”. In soldoni, di far stare meglio la gente perché accende la curiosità, stimola la memoria e l’apertura mentale, e permette di ampliare argomenti di conversazione con amici e familiari. Non è solo uscire di casa, cercare compagnia, ascoltare passivamente qualche conferenza, come qualcuno che non conosce affatto la Utetd ritiene, ma è migliorare l’umore grazie alle nuove conoscenze, al confronto con gli altri, allo scambio di pareri con colleghi ed insegnanti. L’anno scorso nella nostra valle gli iscritti sono stati 483, e di questi 184 hanno frequentato anche i corsi di ginnastica, che servono per tenere allenato il corpo, cosa non meno importante per la salute globale della persona. Le sedi più frequentate sono state Pinzolo e Santa Croce con 109
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Al via dal 22 al 26 ottobre i corsi dell’Università della Terza Età
Gli over 35 tornano sui banchi di scuola
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olevamo iniziare questo articolo sull’Università della terza età con una interessante citazione di qualche famoso pensatore sull’importanza che ha il sapere in tutte le fasi della vita umana. Ne abbiamo trovato decine, e nell’impartecipanti, Tione 77, San Lorenzo 57, Condino 55. A Roncone 49 e ultima Spiazzo con 27 iscritti. Mediamente il 38% degli iscritti ai corsi culturali fa anche il corso di ginnastica. Roncone si è confermato il gruppo più sportivo col 57% che fa anche ginnastica, Santa Croce il più pantofolaio, con il 22%. Solo nella sede di Spiazzo manca il corso di ginnastica. Questi corsi sono davvero una bella opportunità per tutti, un modo saggio di passare il tempo e di arricchirsi culturalmente anche nelle valli più periferiche, e sarebbe auspicabile una partecipazione assai maggiore. Si organizzano durante l’anno anche gite e visite a mostre, con l’accompagnamento di esperti. La fase di valutazione dell’offerta culturale che viene svolta sempre alla fine delle lezioni permette una messa a punto del progetto, ed un adeguamento alle richieste delle singole sedi. Il programma infatti
viene costruito ed aggiornato annualmente, in base alla domanda degli allievi, a quanto svolto nell’anno formativo precedente ed ai percorsi di specializzazione del docente. Inoltre anche le amministrazioni comunali fanno la loro parte fondamentale, con un contributo economico che influisce sul ventaglio dell’offerta. Ad esempio a Tione quest’anno si potranno effettuare più incontri rispetto agli
barazzo della scelta ve ne riportiamo una molto carina, ma che è in contrasto con quello che pensiamo sull’argomento: “Le cose più belle della vita o sono immorali, o sono illegali, o fanno ingrassare” (G.B. Shaw).
ultimi anni, perché l’amministrazione ha aumentato il contributo in questione. Sono molto vari i percorsi di approfondimento: la persona intesa come corpo, psiche e relazioni; i linguaggi e le immagini, il pensiero, la cultura; il vocabolario della cittadinanza; l’ambiente, la tecnologia, la scienza. Per il programma dettagliato di ogni sede si può consultare il sito della Fondazione Demarchi (www.fdemarchi.it/UTETD/ documen-
ti didattici), mentre per le iscrizioni ci si rivolga al comune sede dei corsi. Le lezioni si tengono presso la sala Sette Pievi della Comunità delle Giudicarie a Tione, nelle biblioteche a Condino e Roncone, in municipio a Spiazzo, San Lorenzo e Santa Croce (Comighello), nella casa della cultura a Pinzolo. Quota di iscrizione 50 euro i corsi di cultura, 30 euro quelli di ginnastica. Bisogna avere almeno 35 anni, e l’iscrizione ad una sede permette la frequenza anche in tutte le altre. Inizieranno per primi gli studenti di Spiazzo, il 3 ottobre, poi Pinzolo il 9, l’11 sia San Lorenzo che Roncone; il 15 prenderanno il via i corsi di Tione e di Santa Croce, ultimi i condinesi, il 22 ottobre. Le lezioni totali saranno 226, ed ognuna è di due ore. Vediamo quanti incontri sono previsti nelle sette sedi: 44 a Santa Croce, 43 a Pinzolo, 42 a Tione, 31 a Condino, 25 a Spiazzo, 21 a San Lorenzo e 20 a Ron-
cone. Le materie che saranno affrontate in quasi tutte le sedi sono arte, filosofia, mass media, religioni, storia, geografia e medicina, con approfondimenti legati alle patologie più diffuse nella terza età. Ci sono poi argomenti peculiari che differenziano le programmazioni. Ad esempio il cinema, visto come strumento di lettura dei fenomeni sociali, verrà trattato a Tione, la guida all’ascolto della musica a Santa Croce, Pinzolo e Tione. Il nuovo statuto di autonomia del Trentino Alto Adige sarà affrontato a Pinzolo e Spiazzo, la botanica a San Lorenzo. A Tione, fra le altre cose, si parlerà dell’uso di smartphone e tablet, con tre lezioni pratiche. Vediamo alcuni dati tratti dall’ultimo numero del periodico della Utetd “La vita è sempre in avanti”. In tutto il Trentino i corsi 201718 sono stati frequentati da 6.502 persone, l’80% in pensione, l’età media è 71 anni, e l’83% sono donne. Le classi di età sono: 25% meno di 65 anni, 28% fra i 65 ed i 70 anni, 20% da 71 a 75 anni e 27% più di 75 anni. Chiara Garroni
Il 9 e 12 ottobre due serate sul gioco d’azzardo a Tione
Un corso per occuparsi delle fragilità
Dal 22 al 26 ottobre si terrà a Tione un corso intensivo di sensibilizzazione all’approccio ecologico sociale al benessere nella comunità. E’ gratuito, e prevede sia momenti informativi che lavori in piccoli gruppi e scambio di esperienze. E’ rivolto ad operatori socio sanitari, volontari, studenti, genitori, insegnanti, amministratori, membri di gruppi di auto mutuo aiuto, cooperatori, insomma, a tutti: più è varia la gente che partecipa, più sarà ricco lo scambio di esperienze ed il coinvolgimento di tutti. L’obiettivo del corso è quello di sensibilizzare rispetto agli stili di vita ed alle fragilità esistenti: dipendenze da alcol, fumo, droga, gioco, cibo, psicofarmaci, ma anche i disagi per un lutto, un abbandono, la depressione, la
solitudine. Prima o poi tutti noi siamo toccati da almeno uno di questi problemi, e sapere come affrontare tutto ciò è qualcosa di importante, di formativo, che ci aiuta nella nostra vita, in quella dei nostri cari, e di tutti. Si intende promuovere il benessere e la coesione sociale, affrontare i disagi con la cultura del mutuo aiuto e del fare assieme, in modo che ciascuno diventi portatore di benessere nelle proprie comunità. Ogni anno in provincia se ne organizzano 4, l’ultimo corso tenuto a Tione fu nel 2014, e chi partecipò allora può testimoniare il forte legame e la solidarietà che si creano fra i partecipanti: una esperienza davvero coinvolgente e formativa. Ad ottobre il corso si terrà all’oratorio di Tione,
da lunedì 22 a venerdì 26, l’orario è dalle 8,30 alle 17,30. Sono previste anche due visite serali ai club alcologici territoriali e ai club di ecologia familiare, ovvero a gruppi di auto mutuo aiuto
che ci sono in Giudicarie. Per operatori sanitari ed insegnanti il corso è riconosciuto come aggiornamento. E’ obbligatorio iscriversi, entro metà ottobre, presso il Cen-
tro studi Apcat di Trento, telefono 0461 914451; email csdpa@apcattrentino-centrostudi.it. Ci si può iscrivere direttamente nel sito www.apcattrentino-centrostudi.it. Ulteriori informazioni anche al Centro Alcologia Antifumo e altre fragilità di via Ospedale 10 a Tione, tel. 0465 331521. Segnaliamo infine due serate informative sul gioco d’azzardo: “Giocare responsabilmente? Il sottile confine fra gioco e patologia”. Sono organizzate dall’associazione Amici dell’Oratorio di Tione, martedì 9 ottobre per i giovani e venerdì 12 ottobre per gli adulti. Entrambe alle 20,30 all’oratorio di Tione, relatori i dottori Monica Sadler e Michele Zagni. Chiara Garroni
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Economia
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Mercati senza regole e Stati senza contenuto Gli Stati moderni oltre la geografia ma come contenitori di diritti di Marco Zulberti Il dibattito intorno al reddito di cittadinanza sta facendo emergere tutte le contraddizioni in cui si trovano oggi gli stati nazionali nei confronti dei vari diritti, e doveri, che vanno concessi secondo principi sulla cui base poi sono emanate le leggi e le normative applicative nei vari stati. Non esiste solo un diritto elementare umano, ma nelle so-
Accanto a questi diritti, legati alle caratteristiche specifiche del singolo individuo e orientati a fette diverse della popolazione complessiva, poi vi sono i diritti di genere economico, come il diritto di proprietà (preferisco dire diritto invece di possesso pensando ai fisiocratici del Settecento essendo il diritto di proprietà assoluta un concetto relativo), il diritto commerciale e i diritti dei mercati. Tutto questo corpus che caratterizza, in Europa, lo stato democratico laico moderno, è stato costruito attraverso tutti i drammi che la storia, maestra di vita, ci ricorda dai suoi libri, ma di cui noi europei troppo spesso ci dimentichiamo. Non serve elencare le guerre fratricide, le rivolte, le dittature, la soppressione delle minoranze, gli scontri religiosi e i milioni di morti per portare alla luce l’importanza del traguardo raggiunto con l’Unione Europea per impostare un nuovo perimetro dove costruire una nuova frontiera dei diritti,
ma di tutti i diritti, a partire da quelli umani. Ma a che punto è questa frontiera? Dove si colloca oggi l’unità di tutti i diritti quando ogni stato europeo ha un sistema di diritti del lavoro, della famiglia, della cittadinanza, dell’accoglienza diverso? Se l’Italia come principio ha di essere una repubblica fondata sul lavoro poi i diritti e i doveri che da questo principio prendo forma sono rispettati? E quali sono quelli francesi, quelli tedeschi, quelli austriaci, quelli finlandesi, quelli ungheresi? L’unica frontiera dove l’Europa ha messo in comune i diritti è quella del mercato, quella del libero scambio, dove sulla scia della scuola liberista dopo il crollo del mondo socialista, si sono letteralmente abolite le regole classiche dei mercati. Se fino al medioevo il mercato era rigidamente regolato da norme, orari, luoghi, oggi imperversa a tutte le ore e in tutte le forme. Il libero mercato è diventato una
diritto vuoto senza regole, che non siano semplicemente quelle della domanda e dell’offerta. Il confronto e il dibattito sulle chiusure domenicali ha messo in evidenza, forse per la prima volta nonostante se ne scrivesse già, come Internet non sia in nessun modo regolato: il poliziotto municipale multa il panettiere se apre prima delle 7, mentre Amazon e tutti i siti commerciali vendono ad ogni ora. Ma la politica dove era in questi anni? Di fronte a questo liberismo anarcoide oggi pressati dai milioni di persone che intendono entrare nelle nostre democrazie laiche, come si trova una frontiera comune dei diritti, quando sono ancora tutti fermi ai singoli livelli nazionali? Quindici anni fa molti sociologi osservavano come la globalizzazione dei mercati fosse accompagnata dalla progressiva perdita dei diritti del lavoro, dell’istruzione e della salute. Da Naomi Kleyn ad Amartya Sen, da Zygmunt Bauman a
cietà moderne democratiche, laiche ed evolute esiste tutta una stratificazione, una piramide di diritti come quello alla salute, i diritti del bambino, i diritti delle donne, il diritto all’istruzione, sottolineo, istruzione laica e scientifica, il diritto al lavoro, i diritti delle minoranze storiche locali e i diritti sessuali, i diritti degli anziani. Saskia Sassen, da Marcuse a Habermass, da Edmund Phelps a Toni Negri, tutti vedevano l’indebolirsi del ruolo dello stato come causa dell’indebolimento se non della scomparsa dei diritti. Le masse di profughi che si stanno presentando sui cancelli dell’Europa sono vittime di una assenza degli stati di origine. Tutta l’Africa e il medio Oriente conoscono la forma dello Stato più in una forma geografica come territorio che come perimetro di diritti. I diritti di questi popoli sono assenti proprio come sono assenti quelli dei mercati moderni. Un mix di anarchia non colto dalle classi dirigenti occidentali che può far saltare anche la stessa Europa. Se non si raggiunge la coscienza che sono gli Stati i garanti di ultima istanza dei diritti e vede la richiesta di più Stato come una richiesta nazionalistica o peggio sovranista da rigettare, il rischio di una deriva caotica e di scivolare dentro una società senza diritti o dove-
ri è alle porte. Basta osservare le dichiarazioni e le incapacità di comprendere questo delle attuali elite politiche al governo dell’Europa. In una Europa dove si sono unite solo le leggi del liberismo dei mercati sfugge l’importanza dello Stato sul piano dei diritti. Il problema è che questi temi sono sorti nell’ambito della riflessione di sinistra a metà degli anni Novanta, non certo della destra liberista, che nel mondo senza regole dei mercati realizza il proprio fine del profitto. Vedere pertanto protagonisti del dibattito europeo su questi temi fondamentali da una parte l’americano Steve Bannon con il suo “Movement”, che vorrebbe riportare l’Europa al medioevo e ai nazionalismi degli anni Venti, e dall’altra il filantropo ungherese George Soros, con il progetto idealizzato di un futura “Open society” che per quanto affascinante è bisognoso di una progressiva integrazione delle leggi non solo sui diritti e sui
doveri degli individui ma anche dei mercati e dei loro meccanismi speculativi, senza che nessun altro politico o intellettuale europeo riesca ad uscire da questa tenaglia con proposte che chiariscano il ruolo e il compito degli Stati rispetto a quello dell’Unione Europea, è triste. Mai come oggi rimpiangiamo l’assenza degli Adenauer, dei De Gasperi, dei Khol e dei Mitterand, degli Schmidt e dei Brandt che avevano ben chiare le funzioni dello stato e quelle dell’Unione Europea. Oggi, di fronte alla incapacità di dialogo sul dramma dell’emigrazione in cui anche l’aspetto geografico penalizza alcuni paesi più di altri, l’imposizione di regole comuni sul piano dei diritti tra i singoli Stati e di regole comuni sui mercati per l’intera Unione Europea appare alquanto urgente. Non possiamo avere paesi con fiscalità agevolate o situazioni geografiche favorevoli richiamare gli altri sul piano dei diritti individuali. Senza una armonizzazione sul piano dei diritti nel singolo perimetro degli stati e una armonizzazione delle regole sul piano più generale dei mercati, l’Europa è destinata a vivere un difficile passaggio storico fatto di drammi per i suoi popoli per la responsabilità di classi politiche che non sanno dialogare.
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Attualità
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Da un’idea di Gazzetta dello Sport e Trentino Marketing. A Trento dall’11 al 14 ottobre
Festival dello Sport, la prima edizione dedicata al tema del “Record” A tenere a battesimo la presentazione della prima edizione del Festival dello Sport, la leggenda del motociclismo, Giacomo Agostini, la giovane promessa dello sci italiano, Marta Bassino, la sprinter medaglia d’oro paralimpica, Martina Caironi e il promettente atleta trentino di snowboard Mirko Felicetti. La prima edizione avrà come titolo “Il Record” ed è in programma a Trento dall’11 al 14 ottobre 2018, con una inaugurazione prevista la sera dell’11 e poi tre giornate articolate in un ricco palinsesto di eventi: interviste ai campioni, incontri su grandi temi, workshop, letteratura sportiva, sport praticato. Il record è il sogno di ogni campione e di qualunque squadra. Si parlerà di come raggiungerlo, consolidarlo, batterlo. Tanti sono gli elementi che compongono un record: allenamenti e stra-
Oltre 60 eventi, per quattro intensi giorni di passione, grandi campioni del presente e del passato e tante manifestazioni collaterali. Questi gli ingredienti del Festival dello Sport, un nuovo evento nazionale e internazionale che ha lo scopo di raccontare un mondo meraviglioso e l’epopea dei suoi
tegie, ma anche psicologia, alimentazione, salute, materiali, business e ricerca. L’intero palinsesto del Festival sarà condotto dalle firme Gazzetta, editorialisti e inviati, giornalisti e giornaliste, con una sfilata
di protagonisti del grande sport nazionale e internazionale: atleti e atlete, olimpici e paralimpici, campioni, allenatori, coach, ma anche personaggi istituzionali, tecnici ed esperti, appassionati di sport dal mondo della cul-
campioni, portandoli a contatto con la gente. Organizzato dalla Gazzetta dello Sport e da Trentino Marketing, che sono rappresentati nel logo del Festival, si terrà a Trento dall’11 al 14 ottobre. Il Festival gode del patrocinio del Coni e del Comitato italiano paralimpico.
tura, dell’arte e dei media. Le sedi messe a disposizione dalla Provincia Autonoma di Trento comprendono meravigliosi palazzi e sale non sempre visitabili, che sarà possibile scoprire proprio grazie al festival.
Giovedì 11 ottobre la serata inaugurale con un evento spettacolare. Le giornate del Festival dello Sport - 12, 13 e 14 ottobre - ospiteranno oltre 60 eventi, tutti completamente gratuiti. Si andrà dagli Uno contro
Uno, e cioè grandi interviste con i campioni dello sport, alle Tribune, ovvero dibattiti a più voci tra grandi protagonisti, alle Conversazioni su importanti imprese sportive, con atleti o con allenatori e dirigenti che racconteranno il loro lavoro e le loro esperienze. E ancora, i Workshop, veri e propri laboratori su grandi tematiche legate al mondo dello sport dove imparare, acquisire e approfondire strumenti professionali. Al Festival, naturalmente, non mancherà lo sport praticato. Saranno allestiti Camp per divertirsi e imparare tanti sport da coach e allenatori di grande livello. Il Festival sarà una vetrina anche per la cultura dello Sport. In piazza Duomo sarà allestita una grande Libreria dove poter consultare e acquistare libri dedicati allo sport, ascoltando dalla viva voce degli autori le ultime novità sul mercato.
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Salute
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Lei era fatta così e ci ha tenuto compagnia quasi fino a cent’anni. Ma si ascoltava e ci comunicava a suo modo tutto quello che le succedeva. Perché è vero, il nostro corpo ci parla quotidianamente; a volte ci urla, ma il più delle volte ci sussurra e quasi sempre si arrangia se non vogliamo sentirlo o “non abbiamo il tempo” per starlo a sentire. Fuor di metafora ci sono delle malattie che insorgono silenti, senza sintomi eclatanti, che progrediscono per anni e non danno sintomi e quando ce ne accorgiamo è troppo tardi: per esempio il diabete dell’adulto, quello di tipo 2, o l’ipertensione o l’artrosi. “Ma si lo sapevo che la glicemia era un po’ fuori ma cosa vuoi la pasta mi piace e qualche dolcetto quando guardo la televisione”, “si, lo so, il sale fa male ma un pochino, se no non sa di niente“, “ma si quando mi muovo poco ho un dolore, ma poi mi passa. Dai quando torno dalle ferie mi faccio una lastra”. Allora il consiglio è quello di essere confidenti col proprio medico e di comunicare non dico le banalità, ma almeno quello che non si capisce perché succede. Segniamoci ,come faceva mia nonna, le cose importanti da riferire. Senza far prevalere l’ansia che amplifica e distorce anche le notizie più semplici e senza consultare il dr. Internet che fa delle “diagnosi di somiglianza” e dà consigli molto generici e grossolani finendo per generare solo confusione. Il nostro medico conosce la nostra storia personale ed è lui che può gestire tutto quello che ci riguarda. “Ma non mi fa fare esami, non mi risponde quando gli chiedo le cose” è una delle lamentele che spesso si sentono. Non è quasi mai vero perché le urgenze vengono sempre gestite al meglio (in regione abbiamo perfino la possibilità del volo notturno con l’elicottero e l’Ospedale
I segnali, spesso ignorati, che ci manda il corpo
Vado o non vado dal medico? di Gianni Ambrosini – oncologo Mia nonna Agnese quando aveva qualche malanno si metteva a letto e restava in silenzio, aspettando che qualcuno di casa le chiedesse cosa aveva. Allora con dovizia di particolari e scegliendo le parole ti raccontava quello che lei voleva che tu sapessi . E molte volte ti dicelo si raggiunge in pochi minuti). Per le altre situazioni molte volte la fretta è cattiva consigliera. “Mi trovo io uno specialista …chiamo quel mio amico che sicuramente conosce … così mi faccio un bel check-up”. Non esistono gli esami che ci inquadrano tutte le situazioni a rischio o che chiariscono tutti i dubbi in quattro e quattr’otto. O meglio, esiste il consulto che un collega può chiedere ad un altro collega, magari più esperto e che in modo condiviso con l’interessato porta a chiarire il problema e a prendere delle decisioni . Molte volte bisogna ripetere quello che volgarmente si chiama “accertamento” o di esami del sangue o di esami strumentali complessi. Ma è dimostrato dalla letteratura scientifica che molte volte certi esami si fanno per niente. Il mio consiglio è prima di tutto è fatevi visitare, fatevi mettere le mani addosso dal vostro medico. E poi senza vergogna chiedete e fatevi spiegare non in Medichese cosa sta succedendo. In un rapporto franco e secondo scienza e coscien-
Il Giornale delle Giudicarie mensile di informazione e approfondimento
Anno 16 n° 10 ottobre 2018 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Coordinatore di Redazione: Denise Rocca Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Aldo Gottardi, Matteo Ciaghi, Denise Rocca Hanno collaborato: Gianni Ambrosini, Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Giuliano Beltrami, Giacomo Bonazza, Alberto Carli, Massimo Ceccherini Podio, Francesca Cristoforetti, Chiara Garroni, Enrico Gasperi, Marco Maestri, Mariachiara Rizzonelli, Tiziano Salvaterra, Alessandro Togni, Alberta Voltolini, Ettore Zampiccoli, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 - 338 9357093 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3286821545) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 2 ottobre 2018 da Sie Spa - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129
za il vostro medico vi saprà sempre guidare al meglio. Quindi chiarito che non esiste l’esame Top che ci permette di scoprire quello che ancora ignoriamo, che il cosiddetto check-up molte volte ci fa spendere solo dei soldi, possiamo affermare invece che ci sono alcuni esami che ripetuti a scadenze prefissate ci permettono di seguire l’evoluzione della malattia che stiamo curando e di apportare i dovuti aggiustamenti di terapia. Non dobbiamo però dimenticare la frase magica “attenzione allo stile di vita”. Se sono in cura per il diabete devo rispettare le prescrizioni che mi suggeriscono di stare attento agli zuccheri e non credere che perché prendo la pillola per il diabete “posso mangiare come voglio”. Ci sono poi degli esami che vengono consigliati perché siamo a rischio per problemi di genetica o perché ci permettono di scoprire (es. i polipi dell’intestino ) delle lesioni che bonificate non evolvono in tumori. Quindi se la mia dieta è carente di frutta e verdura e bevo poca acqua verso i 50 anni la colonscopia la devo fare; poi magari proseguo con l’esame che si chiama sangue occulto, in medichese SOF ( che significa solo sangue occulto fecale). Lo stesso vale per la mammografia, dai 50 ai 69 anni: mi mandano l’invito per fare l’esame, è assurdo non rispondere e ignorare i rischi che corro. Se poi c’è familiarità incomincio un po’ prima dei 50 anni a fare la mammografia annuale e se sono giovane e ho il seno denso faccio l’eco-
va anche come voleva essere curata “perché le medicine costano e fanno male”. Forse esagerava anche le piccole magagne ma non nascondeva mai niente e per non sbagliare si scriveva anche quando quel determinato “disturbo che si era fatto sentire la prima volta”.
grafia. Ma sicuramente imparo a fare l’autopalpazione del seno tutti mesi (e questa si, se non c’è un bravo specialista che ve l’insegna, potete trovare le indicazioni del come si fa anche in Internet ). Per i
maschietti non sarebbe male fare l’esame per la prostata, il PSA (antigene prostatico specifico) anche questo verso i 50 anni o magari prima se ci si alza spesso la notte per urinare. Due parole sulle visite specialistiche. Alcune sono assolutamente necessarie, molte altre vengono prescritte perché si finisce per fare della “medicina difensiva”. Cosa vuol dire: in dubbio pro reo, ovvero cerco qualcosa anche se so che probabilmente non troverò niente però nel dubbio, non si sa mai. E allora la TAC, la Risonanza Magnetica e tutta una serie di esami che ci tranquillizzeranno perché risultati negativi. Senza dimenticare che esiste quello che in gergo
si chiama “effetto finestra”: oggi non c’è niente ma fra tre, quattro mesi potrebbe esserci quello che oggi non si trova. Allora vale il discorso di prima, il consiglio: farsi seguire dal proprio medico o dallo specialista di fiducia e comunicare anche quelle minime variazioni di sintomi che per noi non significano niente ma che per l’esperto hanno enorme significato. E soprattutto non fare del turismo sanitario. Perché se si cerca, ci sarà sempre quel qualcuno che troverà il pelo nell’uovo. Visto poi che prima ho accennato allo stile di vita di cui spesso abbiamo trattato, concludo con le raccomandazioni solite della Oms sull’alimentazione, perché è dimostrato da dati scientifici che un corretto stile di vita riduce il rischio di ammalarsi delle malattie più frequenti del 35%: diabete di tipo 2, ipertensione, cardiopatie e tumori.
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fatto in Trentino
Territorio
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La Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella insieme alle Cooperative di consumo per “Assicurati la spesa” In che cosa consiste? Per tutti i clienti della Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella che dal 1 agosto 2018 fino al 31 gennaio 2019 sottoscriveranno uno o più prodotti Assicurativi verrà consegnato un Buono Sconto di 50 € che potrà essere utilizzato presso i punti vendita delle Famiglie cooperative del territorio. L’operazione rappresenta prima di tutto un’ utile occasione per diffondere e rafforzare la cultura del risparmio e aiutare i clienti verso le migliori soluzioni per la sicurezza e protezione dei rischi della famiglia. In questo emerge il senso di responsabilità della Cassa e l’impegno per cogliere e soddisfare
E’
partita ai primi di agosto su iniziativa della Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella e si chiama “Assicurati la spe-
sia i bisogni espressi ma anche spesso latenti e non conosciuti sui cui è importante svolgere un servizio di consulenza etico. Inoltre per investire sul territorio verso gli operatori che svolgono servizi e lavorano nella e per la comunità. I prodotti in promozione, infatti, sono: - PLURIFONDS - Per un domani Sicuro - la soluzione di previdenza integrativa per costruirsi un accantonamento previdenziale e integrare la pensione; - ASSIHOME - la polizza Multirischi sulla casa che tutela dai danni economici derivanti da incen-
dio e altri rischi oltre che i famigliari dalla responsabilità civile verso terzi; - ASSIPRO - la polizza temporanea caso morte ideale per coloro che desiderano garantire un indennizzo economico ai propri famigliari in caso di morte; - ASSIDRIVE - la polizza RCA che copre i danni economici provocati a terzi a seguito di incidente stradale durante la conduzione del proprio autoveicolo; Il premio viene consegnato agli sportelli della Cassa una volta sottoscritto il prodotto e consiste in Buoni Sconto
sa” l’operazione a premi che intende rafforzare e rendere visibile al territorio il valore della collaborazione intercooperativa.
in formato cartaceo del valore complessivo di € 50,00 divisi tagli da € 25. Gli stessi sono applicabili a tutti i generi alimen-
tari del punto vendita e spendibili entro il 28 febbraio 2019. Cinque sono le Famiglie cooperative coinvolte e sono:
Famiglia Cooperativa Brenta Paganella, Famiglia Cooperativa Terme di Comano, Famiglia Cooperativa Giudicarie, Famiglia Cooperativa Bondo e Breguzzo e Famiglia Cooperativa Valle del Chiese, Cpf 80 e Caseificio Valsabbino. “Siamo soddisfatti dell’iniziativa – commenta il Direttore Davide Donati – sia per il riscontro avuto, infatti ad oggi hanno aderito oltre 100 clienti, sia perché siamo riusciti a coinvolgere tutte le cooperative di consumo del nostro territorio creando una sinergia che va anche a beneficio degli operatori che svolgono un servizio a favore delle nostre comunità”.
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Centenario Grande Guerra
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1 ottobre. - Fronte mediorientale. La cavalleria del generale Allenby arriva a Damasco; Turchi in fuga. I primi a entrare in città una brigata di cavalleria provenienti dall’Australia; entra in città anche il colonnello Lawrence(il notoLawrenced’Arabia). Non ci sarà una nazione araba unificata. Faysal e Lawrence non ottengono l’unificazione in nazione araba. In base a un accordo segreto del 1916 tra Parigi e Londra, Siria, Libano e Mesopotamia settentrionale entrano nella sfera di controllo francese, Palestina, Transgiordania e Iraq in quella inglese. 1 ottobre. - Fronte occidentale. Continua l’avanzata delle truppe alleate. I Francesi riconquistano Saint-Quentin. Difficoltà per gli Americani nelle Argonne. 2 ottobre. - Fronte dei Balcani. Gli Italiani riprendono Berat in Albania. Il XVI corpo d’armata attacca gli Austriaci. Gli Italiani riprendono Berat che era stata conquistata dagli Austriaci. 3 ottobre. - Berlino. Max di Baden è il nuovo cancelliere del Reich; succede anche a von Hintze ministro degli Esteri. Egli acconsentì ad assumere la carica solo dopo che il Kaiser ebbe accettato due condizioni: che da quel momento in poi soltanto il Parlamento avesse il diritto di dichiarare la guerra e stipulare la pace, e che il Kaiser rinunciasse immediatamente a qualsiasi controllo sull’esercito e sulla marina. 4 ottobre . - Berlino. Il principe Max telegrafa a Washington per chiedere l’armistizio al presidente Wilson. Il Reichstag è informato della necessità della pace. Identica richiesta formula il governo dell’Impero austroungarico. - Fronte occidentale. Violenti combattimenti tra Saint-Quentin e Cambrai; le armate alleate avanzano in quasi tutti i settori, mentre gravi difficoltà incontrano gli Americani. - Sofia. Il re Ferdinando di Bulgaria abdica a favore del figlio, il principe Boris. 6 ottobre. - Zagabria. Si costituisce a Zagabria il Consiglio nazionale degli Sloveni, dei Croati e dei Serbi. Presidente lo sloveno Anton Korošec. 8 ottobre. - Washington. Il presidente americano Woodrow Wilson risponde alla richiesta tedesca di armistizio tedesca. Prima condizione per accettarla: l’evacuazione di tutti i territori occupati, dai Tedeschi in Francia e in Belgio, e dagli Austriaci in Serbia. - Fronte occidentale. Offensiva britannica tra Saint-Quentin e Cambrai: è la seconda battaglia di Cambrai. - Fronte mediorientale. Un reggimento di cavalleria britannica e una divisione indiana del generale Allenby occupano Beirut. 9 ottobre. - Fronte dei Balcani. Continua in Albania l’avanzata degli Italiani che spingono gli Austriaci verso nord e conquistano Elbasan. - Fronte occidentale. I Canadesi liberano Cambrai. La seconda battaglia di Cambrai si conclude con la liberazione della cittadina francese. Le truppe canadesi sono le prime a entrare in città. 10 ottobre. - Fronte occidentale. La I armata americana padrona della foresta delle Argonne, senza riuscire a sfondare le linee nemiche; gli obiettivi che Pershing si era posto non sono ancora stati raggiunti. 12 ottobre. - Berlino. La Germania fa sapere a Washington che accetta le condizioni poste
Guerra 1914-18 mese per mese - Ottobre 1918
La cruenta serie delle battaglie lenita da tenui bagliori di pace Sul fronte italiano s’impostano le decisive battaglie del Piave e del Grappa di Mario Antolini Musón Nell’ottobre 1918 tutto sembra ormai allo sfascio: i Caduti sempre più numerosi; un’opprimente atmosfera di sfacelo accresce le fila dei disertori. Per quanto accaduto in questo mese di cento anni fa vengono qui raccolte soltanto delle note “riassuntive”dai troppo numedal presidente Wilson per avviare i negoziati, ovvero l’evacuazione completa della Francia e del Belgio. 13 ottobre. - Fronte italiano. Il generale Armando Diaz presenta ai comandanti d’armata il piano dell’offensiva che dovrebbe portare l’Italia alla vittoria finale. Obiettivo: sfondare le linee nemiche nel settore del medio Piave, spezzare il fronte delle armate asburgiche, proseguire in direzione di Vittorio Veneto per tagliare le linee di comunicazione con il Piave verso il fiume Livenza. Il piano prevede anche un attacco nella zona del Grappa. Diaz, che ha rifiutato la richiesta del generale Foch di sostenere l’offensiva alleata di settembre con un simultaneo attacco sul fronte italiano, da tempo è stato sollecitato all’azione anche dal presidente del Consiglio Orlando: il capo del governo italiano teme che un collasso austro-ungarico senza una vittoria sul campo indebolirebbe la posizione dell’Italia al tavolo della pace. - Fronte occidentale. I Francesi liberano la città di Laon. 14 ottobre. - Washington. Seconda nota di risposta del presidente americano Wilson alla proposta tedesca di armistizio. Ulteriore prerequisito per avviare i negoziati: la sospensione da parte della Germania della guerra sottomarina. - Parigi. Il Consiglio nazionale cecoslovacco organizza un governo provvisorio subito riconosciuto dagli Alleati. 15 ottobre. - Fronte dei Balcani. Le truppe italiane, dopo aver preso Durazzo, entrano a Tirana, capitale dell’Albania. 16 ottobre. - Vienna. Proclama dell’imperatore Carlo che istituisce un ordinamento federale, sul principio delle diverse nazionalità, per la parte austriaca dell’impero; proclama rifiutato dal Consiglio nazionale di Zagabria. 17 ottobre. - Budapest. In risposta alla riorganizzazione istituzionale dell’Austria stabilita dall’imperatore Carlo, il parlamento dell’Ungheria dichiara l’indipendenza del regno dall’Austria. 18 ottobre. - Germania. «Pace a tutti i costi prima che entrino in Germania». Il generale Ludendorff, principale artefice della richiesta di armistizio, ha cominciato a fare marcia indietro, ritenendo troppo severe le condizioni poste dal presidente Wilson. Il principe Rupprecht
di Baviera scrive: «Non credo ci sia alcuna possibilità di resistere fino a dicembre, soprattutto perché gli Americani stanno sbarcando 300.000 uomini al mese. Ludendorff non capisce la gravità della situazione. Dobbiamo assicurare a tutti i costi la pace prima che il nemico entri in Germania. Guai a noi se lo facesse». 22 ottobre. - Fronte mediorientale. I soldati di Allenby decimati dalle malattie; negli ultimi due mesi di guerra il Corpo di spedizione britannico in Egitto conta 453 caduti in combattimento e 2.158 morti di malattia. 23 ottobre. - Washington. Terza nota di risposta di Wilson al cancelliere tedesco sulla proposta di armistizio. Precondizioni di Wilson per i negoziati: il ritiro della Germania da tutte le zone occupate e la cessazione della guerra sottomarina. L’America preferirebbe trattare con un governo «costituzionale»; terza condizione implicita: l’abdicazione del Kaiser. 24 ottobre. - Fronte italiano. L’offensiva italiana parte dal Grappa. Alle tre del mattino un pesante bombardamento sulle posizioni austro-ungariche del Monte Grappa dà inizio all’offensiva che dovrebbe dare all’Italia la vittoria sul campo di battaglia a un anno dalla disfatta di Caporetto e in vista della fine della guerra. Il generale Diaz ha dovuto rivedere i piani d’attacco: la piena del Piave ha precluso per il momento l’assalto sulla direttrice principale dell’offensiva. Nell’impossibilità di un rinvio, l’attacco è partito nella data stabilita, ma sul Grappa, obiettivo considerato secondario rispetto al Piave. Gravi perdite, minimi avanzamenti. L’esercito italiano schiera sul Grappa la IV armata; il ruolo principale dell’offensiva sul Piave è affidato all’Ottava armata affiancata da due armate di nuova costituzione; a sinistra la XII, con tre divisioni francesi e una italiana; a destra la X, due divisioni inglesi e due italiane. Diaz ha a disposizione anche una divisione cecoslovacca e un reggimento americano aggregato alla Decima armata. Italia superiore quanto ad artiglieria e aerei. 25 ottobre. - Berlino. I giornali tedeschi pubblicano un telegramma dell’alto comando tedesco con l’ordine di «combattere fino alla fine», considerando indegne per la Germania e «inaccettabili» le condizioni
rosi documenti,. Da segnalare che proprio dall’ottobre di quell’anno era iniziata l’epidemia denominata “spagnola” che provocherà otre 600.000 morti soltanto in Italia, ma che invaderà anche altri numerosi Paesi. Di seguito gli avventi più significativi. dell’armistizio poste da Wilson. La notizia provoca sconcerto a Berlino: indignato, il principe Max chiede a Guglielmo II la destituzione di Ludendorff, pronto a offrire, in caso contrario, le proprie dimissioni. Fronte mediorientale. Gli Arabi cacciano i Turchi da Aleppo. Truppe arabe in appoggio al contingente britannico giunto alle porte di Aleppo, entrano in città e ingaggiano un combattimento con i Turchi, che alla fine si ritirano. 26 ottobre. - Fronte italiano. Difficile il passaggio del Piave, carneficina sul Grappa. La piena del Piave sembra diminuire; le prime truppe passano il fiume e stabiliscono tre teste di ponte: nei pressi di Valdobbiadene, a Sernaglia e alle Grave di Papadopoli (merito questo degli inglesi). Situazione difficile; lotta sanguinosa sul Grappa. Fra le truppe asburgiche tre divisioni ungheresi chiedono di essere rimpatriate e in 24 ore lasciano il fronte italiano. - Berlino. Il generale Ludendorff si dimette. Guglielmo II riceve Ludendorff e gli chiede di respingere l’ultima nota di Wilson. Anche il Kaiser è indignato con il generale, che con il telegramma della «guerra fino alla fine» lo aveva praticamente scavalcato. Ludendorff si dimette. - Fronte mediorientale. Termina la lunga cavalcata del generale britannico Allenby in Medio Oriente. Una brigata di cavalleria del Desert Mounted Corps entra ad Aleppo. I Turchi si ritirano, ma gli Inglesi sono troppo deboli per incalzarli. In 38 giorni il Corpo di spedizione in Egitto ha catturato 75.000 prigionieri (compresi 200 ufficiali e 3.500 soldati tedeschi e austriaci) perdendo meno di 5.000 uomini, tra morti, feriti e dispersi. - Fronte della Mesopotamia. Gli Inglesi avanzano verso Mosul. Dopo tre giorni di combattimenti gli Inglesi sconfiggono i Turchi ad al Fathah e continuano la loro avanzata verso Mosul. 28 ottobre. - Fronte italiano. Italiani esausti sul Grappa; progressi sul Piave. L’esercito italiano è strenuamente impegnato sul Grappa, dove le truppe sono ormai esauste: scontri furiosi e privi di grossi risultati; hanno perso 28.000 uomini (5.000 morti, 20.000 feriti e 3.000 prigionieri). Sul Piave il XVIII corpo riesce a passare le Grave di Papadopoli e a scendere lungo la riva sinistra del fiume per liberare il fronte al grosso dell’Ottava armata
e permetterle di attraversare il Piave. Ammutinamenti nelle retrovie austriache. Mentre le truppe di prima linea si battono allo stremo, i problemi per l’alto comando austriaco sono soprattutto nelle retrovie. Nella notte sul Grappa si sono moltiplicati i casi di ribellione fra le truppe di rincalzo: c’è chi si rifiuta di combattere, chi abbandona il fronte per tornare alle proprie terre d’origini, ormai non più parte dell’impero. In mattinata, quando gli Italiani giudicano grave la situazione, il generale austriaco Boroević firma un ordine del giorno in cui prende in considerazione l’idea di abbandonare il Veneto invaso. - A Pola il grosso degli equipaggi della marina da guerra austriaca, circa 15.000 uomini, è in rivolta. - Spa (Belgio, alto comando tedesco). Cambia la costituzione tedesca; il Kaiser Guglielmo II firma due leggi che emendano la costituzione. - Vienna. L’imperatore Carlo chiede un armistizio separato. Dopo aver informato il Kaiser Guglielmo II, l’imperatore Carlo invia un appello a Wilson affinché assicuri un armistizio all’Austria-Ungheria senza attendere la Germania per avviare i negoziati. - Praga. Il Consiglio nazionale cecoslovacco dichiara l’indipendenza dall’Impero austro-ungarico e proclama la nascita dello Stato cecoslovacco. 29 ottobre. - Fronte italiano. L’Ottava armata riesce finalmente a passare il Piave; il XVIII corpo riconquista Conegliano. La situazione per gli Austriaci comincia a precipitare. In serata una colonna di cavalleria dell’Ottava armata è a Vittorio Veneto. Le colonne austriache in ritirata vengono bersagliate da un bombardamento feroce da parte di oltre seicento aerei italiani, francesi e britannici. - Zagabria. Il Consiglio nazionale degli Sloveni, dei Serbi e dei Croati annuncia la secessione dalla monarchia asburgica e la formazione dello Stato degli Sloveni, dei Croati e dei Serbi. Il nuovo stato rivendica la sovranità sulla Croazia-Slavonia e sulla Bosnia-Erzegovina, sulla Vojvodina e sui territori slavi meridionali occupati della metà austriaca dell’impero, cioè la Dalmazia, l’Istria, Gorizia, la Carniola, la Stiria meridionale e parti della Carinzia. - Berlino. Il generale Wilhelm Groener è nominato primo generale del commissariato al posto di Ludendorff.
30 ottobre. - Mudros (isola di Lemnos, Grecia). Armistizio tra l’Impero ottomano e gli Alleati. A bordo della corazzata britannica HMS Agamennon, il ministro della Marina militare turco e l’ammiraglio britannico firmano l’armistizio che pone fine alle ostilità tra l’Impero ottomano e gli Alleati. I termini: apertura degli stretti e occupazione dei forti dei Dardanelli e del Bosforo da parte degli Alleati, sminamento dell’accesso al Mar Nero, resa della flotta turca, smobilitazione dell’esercito turco, liberazione dei prigionieri di guerra. A Lesmo è arrivato, con i Turchi, anche il generale Townshend, tenuto prigionieri nei pressi di Costantinopoli. / La Turchia ha perduto quasi tre milioni di uomini. La Turchia sconfitta ha perduto nel corso della guerra un totale di 2.920.000 uomini tra morti, feriti e dispersi (325.000 i morti). - Fronte italiano. L’Ottava armata, padrona di Vittorio Veneto, inizia una vasta manovra di accerchiamento dell’esercito austriaco sulle Prealpi bellunesi. Più a sud si muove anche la III armata del duca d’Aosta. Il numero dei prigionieri austriaci supera i 50.000. - Berlino. Guglielmo II si trasferisce a Spa, la città belga dove ha sede l’alto comando tedesco; non tornerà più a Berlino. - Fiume. Fiume proclama l’indipendenza. Le autorità ungheresi di Fiume si arrendono ai Croati. Il Consiglio nazionale di Fiume proclama l’indipendenza della città e auspica un’integrazione nel Regno d’Italia. - Martin (attuale Slovacchia. Gli Slovacchi si uniscono ai Cechi nel nuovo Stato. Il Consiglio nazionale slovacco proclama il diritto all’autodeterminazione e si unisce ai Cechi nel neo costituito Stato cecoslovacco. 31 ottobre . Fronte italiano. Tracollo dell’esercito austriaco sul fronte italiano; minacciati d’aggiramento dalla XII e dall’VIII armata, gli Austriaci abbandonano il Grappa, lasciandosi alle spalle quasi 1.000 cannoni. La IV armata travolge le retrovie nemiche. Gli alpini entrano a Feltre, in pianura la cavalleria punta al Tagliamento. In serata un gruppo di alti ufficiali austro-ungarici è a Villa Giusti, nei pressi di Padova: fanno parte della commissione incaricata della trattativa per la cessazione delle ostilità. - Budapest. Vienna e Budapest in rivolta. Nella capitale magiara le Guardie rosse uccidono l’ex primo ministro e capo del Partito liberale ungherese István Tisza. - Bacino di Jade (Germania). Ammutinamenti nella Flotta d’alto mare.
Centenario Grande Guerra
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Ottobre 1918 - Ripercussioni in Trentino e in Giudicarie
Un mese cruciale per le Giudicarie Perli: “L’Austria è ridotta a peggiori condizioni del figliuol prodigo” di Mario Antolini Musón I “liberali” trentini e adriatici erano già chiaramente a favore dell’annessione all’Italia. 16 ottobre. L’imperatore d’Austria Carlo e il governo sottoscrivono un manifesto con il quale dichiarano di voler trasformare l’Austria in uno Stato Federale “nel quale ogni nazione costituirà la propria comunità politica sul territorio della sua dimora” e di garantire con il nuovo assetto “l’autonomia ad ogni singolo Stato nazionale”. Nel periodo di trasformazione, i popoli sarebbero stati rappresentati da Consigli nazionali composti dai propri Deputati al parlamento. 19 ottobre. Antonio Stefenelli, liberale ed irredentista, deputato dietale, fuoriuscito nel Regno d’Italia nel marzo 1915, su quotidiani di Milano dichiara, con grande scandalo dei nazionalisti italiani, che è in aperto dissenso sull’includere nei confini del Regno popolazioni di altra lingua e cultura, e che il confine deve porsi a Salorno e non al Brennero, come scelta di confine nazionale, non di quello geografico. Lo Stefenelli fu anti-Tolomei. Voce non isolata, confortata da quelle di Bissolati e di Giolitti, ma voce rimasta senza ascolto. 24/31 ottobre. In queste giornate la guerra dell’Italia contro l’Austria-Ungheria può dirsi già conclusa sul piano militare con lo sfondamento della linea del Piave, l’occupazione di Vittorio Veneto e il contemporaneo crollo dell’esercito imperiale. 25 ottobre. I deputati popolari e liberali trentini e adriatici si costituiscono in “Fascio Nazionale”. Essi assumono questo nome per precisare che essi non intendono formare un Consiglio Nazionale che entri in contatto con il governo austriaco secondo quanto richiesto dal governo stesso. Lo stesso giorno l’on. Conci, a nome dei deputati italiani, legge alla Camera austriaca la dichiarazione: “I deputati italiani alla Camera di Vienna affermano che - conforme ai principi di libertà delle nazioni ormai universalmente accettati - tutte le regioni italiane fino ad ora soggette alla monarchia austro-ungarica vanno ormai considerate staccate dal nesso territoriale di questo Stato, essi non entrano, pertanto, in trattative coi poteri dell’interno. Poiché tutte, senza eccezione, le terre italiane comprese entro gli attuali confini della mo-
Ottobre 1918: mese cruciale. L’Austria chiede l’armistizio al presidente degli Stati Uniti Wilson che respinge la richiesta: precisa di non ammettere la semplice autonomia dei popoli come base per la pace, ma di riconoscere, anche nella misura più ampia, la legittimità delle aspirazioni all’indipendenza nazionale. Ciò che avviene in questo mese di cent’anni fa richiama l’attenzione degli storici e delle popolazioni del Trentino. Il Benvenuti annota: «12/13 ottobre. Il “Tiroler Volksbund” tiene un convegno a Bressanone in cui si richiede il diritto narchia sono da considerarsi virtualmente facenti parte dell’Italia…”». Data la lunghezza del testo soprariportato (importantissimo), sono obbligato a stralciare parti delle pagine del Perli, (altrettanto importanti per il loro contenuto). «2 ottobre 1918. - Gli avvenimenti precipitano. La Bulgaria nonostante il veto delle Centrali offerse all’avversario l’armistizio, e ne accettò le condizioni. L’Austria-Ungheria e Germania insieme fecero nuovi passi di pace presso l’Intesa, ma per ora non ci è noto di più. 6 ottobre. - L’Austria-Ungheria-Germania e Turchia fanno un passo presso il Presidente degli Stati Uniti per ottenere un armistizio generale e avviare trattative di pace, per la quale riconoscono i 14 capisaldi di Wilson come base delle trattative. I capisaldi di Wilson esposti dallo stesso nel suo messaggio al Congresso americano nel gennaio 1918 sono i seguenti: 1) Tutte le condizioni di pace devono essere pubbliche. Abolite le convenzioni segrete. 2) Libertà di navigazione sui mari. 3) Eliminare al possibile tutte le limitazioni economiche. Uguaglianza perfetta dei rapporti commerciali. 4) Riduzione degli armamenti al minimo. 5) Sistemazione delle colonie con riguardo ai diritti e agl’interessi degl’indigeni. 6) Sgombro completo della Russia. A questa si deve offrire il destro di pensare al proprio assetto politico indipendente. 7) Sgombro e ricostituzione del Belgio senz’alcun tentativo di limitazione della sua sovranità. 8) Sgombro della Francia occupata e restituzione dell’Alsazia-Lorena. 9) Rettificazione dei confini per l’Italia nella misura dei diritti nazionali. 10) Porgere il modo di svilupparsi in senso autonomo alle popolazioni dell’Austria-Ungheria. 11) Sgombro e ricostituzione della Rumenia, della Serbia, del Montenegro. Libero sbocco al mare per la Serbia. Garanzie internazionali per
l’assetto degli Stati balcanici fra loro. 12) Indipendenza per le parti turche dell’Impero ottomano; sviluppo autonomo per le altre nazionalità della Turchia. Libero accesso ai Dardanelli. 13) Una Polonia indipendente, che racchiuda tutti i Paesi abitati indubbiamente da Polacchi, che abbia un accesso al mare. 14) Fondazione di una lega delle nazioni allo scopo di prestare garanzie vicendevoli. / In altri cinque punti o corollari Wilson delinea le relazioni libere amichevoli, che senza eccezioni devono intercedere fra tutti gli Stati sotto qualsiasi aspetto, esclusa qualsiasi particolare convenzione o legame. 7 ottobre. - All’apparire delle suddette prospettive di pace i soldati come i civili ripresero tosto un’unanimazione che non la si vedeva da quattr’anni in qua. Tutti ne parlano e l’attendono con angoscia come il prigioniero il giorno della sua liberazione, e tutti ne dicono di cotte e di crude dei tedeschi. / Giorni fa fui richiesto confidenzialmente se, quale preside di questo Comitato distrettuale d’approvvigionamento, volessi entrare a parte di un vagone di zucchero da ritirarsi clandestinamente dalla fabbrica di Praga, alla quale dovrebbero essere tosto versate 40.000 corone, ma che posto a Trento costerebbe invece corone 250.000 perché le 210.000 corone in più devono servire come d’olio alle ruote ferroviarie per tirarlo in salvo fino allo scarico di Trento! Io mi
di autodecisione da estendersi unitariamente a tutti gli abitanti del Tirolo: Tedeschi, Italiani e Ladini. In questo convegno l’unità del Tirolo è ancora concepita secondo i limiti antichi: “da Kufstein fino alle Chiuse di Verona, incluso il Tirolo italiano (Trentino)”. Al convegno erano presenti anche rappresentanti trentini. 15 ottobre. I “popolari” trentini esprimono la loro soddisfazione perché “con l’accettazione da parte delle potenze centrali dele proposte di Wilson è prossima una pace che li congiunge anche politicamente coi loro connazionali”.
ci sono naturalmente rifiutato. Questo non è che uno delle centinaia di migliaia di episodi della vastissima corruzione odierna. Tutti rubano quanto più possono; ma a capo di tutti sta in questo riguardo l’ufficialità austriaca e germanica nel rubare specialmente oggetti artistici, mobilio e altro. / I sergenti militari poi preposti ai magazzini militari e ai manasch fecero man bassa di farine, di grassi, di vino, di vestiari e altro. Se l’Austria depredata in siffatta misura per ben quattro anni respira ancora è uno dei più grandi e portentosi miracoli della tecnica tedesca. I militari ora corrono a sfamarsi rubando le castagne (e quest’anno sono scarsissime) di giorno e di notte. I produttori hanno un gran da fare nel tirare in salvo quelle poche castagne che sfuggono ai ladri. / L’Austria è ridotta a peggiori condizioni del figliuol prodigo. 18 ottobre. - Il Wilson prima di entrare in trattative per l’armistizio colla Germania esige l’incondizionata accettazione dei suoi già proposti capisaldi, e garanzie sicure della democratizzazione del governo germanico. Ha poi rimproverato alla Germania la continuazione delle sue solite inumanità sui mari e in Finlandia. Oggi un schaffour tedesco spinse capricciosamente un grosso automobile contro una casa in Brévine e ne sfondò il muro. Ne fu sposta denuncia, ma avrà l’effetto di tutte le altre. / Il Tedesco è un vero pazzo di superbia
e di crudeltà. / I nostri amici tirolesi si scalmanano per impedire il distacco del Trentino dal Tirolo; reclamano l’autodeterminazione del popolo trentino sperando che si determini per loro!!! / Le ingiurie le più sanguinose, i torti più sfacciati, le crudeltà più barbare, le depredazioni più assassine, le minacce più audaci che ci regalarono soltanto durante la presente guerra ingenerarono nella popolazione tanto odio contro tutto ciò che sa di tedesco da farci vomitare loro in faccia qualunque proposta e promessa, per quanto lusinghiera, che avessero a farci ora per tenerci legati o meglio aggiogati al loro carro. / Da 8 giorni piove ininterrottamente. Le strade percorse dalle automobili sono torrenti di fanghiglia, con buche e dossi, trascurate all’eccesso perché il militare vede la sua fine già vicina. / Gli ospitali militari in Tione ospitano circa 500 soldati per lo più obbligativi per malattia, pochi i feriti. Vi sono pigiati alla peggio, perché vi mancano letti e biancheria; ne muore uno, lo si leva dal letto e il posto viene tosto occupato da un altro ammalato senza previa pulizia del letto. Ve se ne trovarono molti colpiti dalla malattia cosiddetta “spagnuola” che degenera in pneumonia con esito fatale; la denutrizione, gli strapazzi, la mancanza di cure opportune concorrono a causare e allargare sempre più fra i soldati la mortalità; qui ne muoiono in media tre al giorno ed è tanta la fretta di cacciare i morti dall’ospitale al sepolcro, che appena morti li collocano nella bara e li portano nella cappella del cimitero dove, per accidente, ne furono trovati due ancora viventi, che riuscirono ad attirare l’attenzione dei civili e la salvezza col battere nelle pareti della bara; e furono portati nuovamente all’ospitale dove uno dei quali è guarito. 19 ottobre. - Il nostro Imperatore, spinto dalle insaziabili avidità nazionali che gettano l’Austria nello sfacelo e
il parlamento viennese nel caos, proclamò la costituzione e l’indipendenza di uno stato Czeco, di uno Tedesco, di uno Iugo-Slovaco, e di un altro Rumeno sotto lo scettro degli Asburgo. Degl’Italiani non fece parola. / Per farci condurre in carrozzella da qui a Spiazzo senza il ritorno si pagarono ieri 30 corone! 26 ottobre. - Gl’Italiani iniziarono un’offensiva sul Piave il giorno 24 corrente mese. Vedremo se i nostri [austroungarici] sapranno sostenersi. / Ieri l’altro arrivò qui un battaglione di Boemi. Poco dopo il loro arrivo nella piazza di campo presso il “Bene” si presentò a riceverli il generale stazionato qui, ma quei Boemi, nonostante la chiamata a mettersi in ordine pel saluto di prammatica, non se ne diedero per intesi, rimasero quali seduti e quali a crocchio ciarlando e gridando: «Abbasso la guerra, vogliamo pace e pane». Furono poi mandati verso Lardaro e, pel timore che ritornassero di là colle armi puntate contro il comando militare di Tione, si appostarono sopra Tione (a Corér) quattro mitragliatrici affidate a soldati tedeschi. Com’è possibile, quindi, protrarre la guerra? / Anche questa notte il cannone nel settore di Lardaro non ebbe riposo: sono gli ultimi rantoli dell’Austria. 28 ottobre. - A tutti tarda l’ora del sospirato armistizio. Da quattro giorni non arrivano giornali. Cattivo segno! Per poco che l’armistizio ritardi s’affaccia la rivoluzione, perché l’animo di tutti trabocca di impazienza e di fiele contro tutto ciò che inceppa in qualsiasi modo la libertà posta a troppi cimenti. / Le vie in e fuori di Tione sono in uno stato compassionevole; gli autocarri le percorrono sobbalzando ad ogni metro; nissuno si cura più di accomodarle. Tutto va a precipizio, 29 ottobre. - Anche oggi si udì la voce del cannone verso Lardaro e comparvero sopra Tione due aeroplani italiani. / Si sparse la voce che sia imminente la pubblicazione dell’armistizio già domandato o meglio impetrato dal novissimo ministro degli esteri austro-ungarico dal Wilson. / L’ufficialità militare prepara ormai i fagotti per la partenza; i militari ripresero i loro canti nazionali; la popolazione si ridesta a nuova vita, e a liete speranze».
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E così se ne va Goran Kuzminac, cantautore. Come non rammentare alcuni grandi successi come “Stasera l’aria è fresca”, “Il viaggio”, Ehi ci stai”, “Tempo”, e molte altre? Cantautore, ma a noi piace ricordarlo prima di tutto come uno spirito libero. Ad accompagnarlo c’erano alcuni amici giudicariesi, perché la scuola dell’obbligo Goran l’ha frequentata a Tione, dov’era arrivato dalla Serbia, terra d’origine della sua famiglia. Serbia, in quel tempo regione della Jugoslavia, Stato rimasto unito fino alla morte di Tito, quando si sfaldò e, peggio, diede vita alle guerre fratricide degli anni Novanta. Il papà di Goran giunse in Italia nel 1959 con la moglie ed il piccolo Goran, di sei anni; due sue zie che vivevano a Bolzano lo chiamarono per dare una mano nella gestione del negozio di Covi e nell’azienda del signor Rosa (un’istituzione economica tionese) che aveva trasformato il cognome in un acronimo: Razionale Opificio Spazzole e Affini.
Un cantautore eccezionale, uno spirito libero
I
Addio a Goran Kuzminac
l sole, partner di una vita del carattere di Goran, lo accompagna fin dentro la tomba in una giornata insolitamente calda di settembre. Prima, nella cappella del cimitero di Trento, un ispirato Giacomo Melli (flautista che ha suonato per 26 anni con lui) lo ha salutato per tutti, mentre un’amica, Lia Beltrami, legge il testo di una canzone dello stesso Goran: “IL viaggio”. Se diventato cantautore, e Vincenzo Zubani, che la musica e la chitarra le ha sempre amate e che ha accompa-
gnato Goran fino all’ultimo respiro. Ottimo chitarrista (introdusse per primo fra i cantautori
vado, te lo giuro/ non me ne andrò lontano/ ma prima di partire ti stringerò la mano./ Ho letto pochi libri/ di viaggi e geografia/ però ho sempre sognato/ che un giorno andavo via./ Se vado te lo dico/ non ci saranno guai/ perché sono sicuro che tu mi aspetterai./ E quando verrà l’ora/ e conterò i minuti/ vorrei asciugarti gli occhi poco prima dei saluti./”. il finger picking), ha fatto tournée con Ron e Ivan Graziani e con Ferradini e Castelnuovo, prima di de-
dicarsi all’organizzazione di seminari per le scuole ed all’ingegneria del suono. Ma ha conti-
nuato a scrivere e produrre album e fare concerti. Negli ultimi anni, seguendo la sua natura curiosa, si è interessato di post produzione video e grafica 3D; ha prodotto video musicali, arrivando in finale con “Io Mario e le rane” al Festival del video indipendente di Milano. Ha lavorato finché il male che non perdona lo ha colpito. (G.B.)
Goran frequentò elementari e medie a Tione, prima di essere iscritto al liceo in Austria. Poi avrebbe iniziato l’università di medicina a Padova. Del periodo scolastico c’è ancora qualche insegnante che lo ricorda: Adelino Amistadi, per esempio, che lo ha avuto allievo alle medie di Tione. Quel ragazzo scapigliato divenne subito amico di alcuni appassionati di musica della zona, come Alberto Beltrami, che a sua volta sarebbe
Un romanzo sulla scuola, le famiglie e le difficoltà della dislessia
All’Ecofiera il libro di Silvia Dapreda
Venerdì 28 settembre presso la Sala Consiliare del Municipio di Borgo Chiese a Condino si è tenuta la presentazione del nuovo libro di Silvia Dapreda “Non ho più smesso di viaggiare”. Un libro, come cita l’invito, che “racconta il faticoso cammino di una mamma e di suo figlio, dis-attento, dis-ordinato, dis-grafico e dis-lessico e della famiglia che soffre con lui ma che gli sta accanto e lo sostiene”. Un romanzo-testimonianza insomma del lungo e tortuoso percorso alla ricerca da parte di mamma e figlio delle persone e dei mezzi che possano aiutare in una situazione di vita tanto complicata. Nel libro Dapreda, oggi Presi-
dente dell’Associazione “Quadrifoglio”, fondata assieme ad altre mamme qualche anno fa per sostenere tanti ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento e le loro famiglie del territorio giudicariese, ripercorre le tappe del vissuto del figlio Mattia e il proprio fino ad oggi. Dalla gioia per la sua nascita, ai momenti in cui in positivo e in negativo già alla scuola materna emergono le sue peculiari caratteristiche, all’emergere del problema in tutta la sua virulenza nei primi anni delle elementari, alla certificazione in quinta elementare di disgrafia e dislessia e alle difficoltà alle medie, fino ai risultati raggiunti da Mattia alle superiori
frequentando la scuola di Product Design. In questo racconto emergono tutte le ombre e le luci di una scuola che nel primo decennio del 2000 ancora non dispone dei mezzi e di programmi adeguati per supportare questo bambino tanto particolare, ma annovera anche alcuni maestri, figure specifiche e dirigenti di grande sensibilità e capacità che se ne fanno carico, e il sostegno che Silvia e Mattia trovano nelle associazioni specializzate in questi problemi. L’Associazione “Quadrifoglio” sarà presente all’Ecofiera di Tione con un proprio stand per presentare al pubblico quest’inedito libro che attende di far conoscere a tutti. (M.R.)
OTTOBRE 2018 - pag. ÒLIKE RIESCE A FAR RIDERE E RIFLETTERE SULLE NEVROSI DEL NUOVO MILLENNIO. IMPERDIBILE.Ó
L’Ura
ÒSANTOMAURO FA A PEZZI IL POPOLO DEI MALATI DI SOCIAL. UNA STAND-UP COMEDY ASSOLUTAMENTE DA VEDERE!Ó
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ÒSANTOMAURO EÕ UN
ÒTESTO IMPECCABILE. ATTORE BRAVISSIMO. SPETTACOLO DA NON PERDERE.Ó
1978. Storia di una miniera mancata CICLONE! TRAVOLGE IL Enrico Gasperi
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PUBBLICO PER UNÕORA CON UNO SPETTACOLO DIVERTENTISSIMO!Ó ���������������
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����������������������������� ����� ���������� Giorgio Grigolli rimane solo circondato dai suoi libretti verdi (foro Nereo Pederzolli)
(poesia vincitrice del concorso scolastico)
VENERDÌ 19 OTTOBRE ALLE 20.45 CINEMA TEATRO COMUNALE TIONE DI TRENTO
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in collaborazione con Progetto FAMIGLIE, COMUNITÀ e CORRESPONSABILITÀ promosso da
Sabato 10 novembre ore 21.00 presso il teatro parrocchiale di Spiazzo avrà il via, con lo spettacolo “ITALIANESI” di e con Saverio La Ruina, la nuova stagione teatrale delle Giudicarie composta da ben 25 spettacoli di cui 13 serali di teatro prosa e 12 pomeridiani dedicati ai più piccoli.
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Musica
OTTOBRE 2018
Lo ritroviamo in questo autunno del 2018 per ascoltare le ultime notizie sulla sua carriera di batterista fatta di passione, duro lavoro e talento che sta mostrando i meritati risultati. Stiamo parlando di Nicolò Turri, uno dei più noti batteristi made in Val Rendena, che fin da piccolo era animato da un grande amore per la musica e in particolare per la batteria, seguendo le orme di suo padre, l’indimenticato Raimondo (scomparso purtroppo alcuni mesi fa). Da allora un percorso personale di studio, esercizio e concerti lo hanno portato a crescere sempre di più. Dall’ultima intervista le novità sono tante, tra le quali lunghe tournée in Cina. Vediamo di scoprirlo direttamente da lui.
Il batterista della Val Rendena segue le orme di papà Raimondo
NicolòTurri sbarca in Cina con gli Octopuss L
di Aldo Gottardi o avevamo incontrato anni fa parlando del suo storico gruppo, i “Wanted”, gruppo tutto giudicariese e delle sue collaborazioni con molte band locali e non, come i “The Styles”,
autori nel 2009 della hit New Rante, con artisti singoli come Fabio Santini (uno dei finalisti della settima edizione di X Factor) e di molti altri progetti musicali. rando molto e conoscendo molti posti diversi. Qual è la scena musicale cinese? Lì c’è un grande interesse nel rock. Che poi è un rock molto particolare: certo, è influenzato dallo stile occidentale, ma conserva e utilizza molto elementi della tradizione, sia negli strumenti utilizzati che nelle melodie che nei testi. Sui testi, poi, ci sarebbe da aprire un discorso a parte: si sa che la Cina è molto restrittiva su svariate libertà che da noi sono date per scontate. Ad esempio, noi prima di ogni concerto dobbiamo sottoporre ad una speciale commissione i nostri brani e testi affinché non abbiano al loro interno elementi “pericolosi” e “controcorrente” con quella che è la loro consuetudine.
Nicolò, raccontaci queste tournée orientali Tutto è cominciato qualche anno fa, nella primavera del 2015, quando sono entrato a far parte del gruppo “Octopuss”. E’ successo in modo molto casuale: mi trovavo una sera a suonare in un locale a Milano, quando a fine concerto i tre componenti della band, tutti milanesi e che conoscevo già di vista, mi hanno proposto di suonare con loro. Sono così subentrato al loro batterista, che da qualche tempo aveva lasciato, e ho iniziato a seguire da gregario gli spostamenti e le tournée della band, che è molto attiva per l’appunto in Cina. Qui gli Octopuss sono molto conosciuti e da tempo collaborano anche con band e cantanti locali. Come ti è sembrato questo salto di qualità? E’ stata una grande emozione, anche se all’inizio ho dovuto fare i conti con uno stile di vita al quale non ero abituato, che usciva dalla mia “zona di comfort”. Ma tutto è andato sempre bene anche perché si è creato fin da subito un ottimo rapporto con i membri della band, che adesso sono una mia seconda famiglia. Insie-
me abbiamo fatto molti viaggi in Cina e altre nazioni asiatiche come Tibet, Mongolia e in molte isole nel Mar Giallo, gi-
E oltre all’esperienza cinese con gli Octopuss, altri progetti? Certo! Proprio quest’estate, in Austria in occasione del Nova Rock Festival (la line up del festival comprendeva artisti come Prodigy, Marilyn Manson, Iron Maiden, Bad Religion, e molti altri) e del Rock den See Festival, ho suonato con una famosa band rap rock americana, i Crazy Town (autori nel 2001 della hit mondiale “Butterfly”): è stato molto stimolante suonare con un artista come Shifty Shellshock. A livello italiano, collaboro spesso anche in diversi ambiti musicali come con Paul Ventu-
ri di Vignola (Modena), uno dei maggiori esponenti del genere a livello nazionale (Venturi è stato esponente del blues italiano all’International Blues Challenge a Memphis, negli Stati Uniti), o con la Lite Orchestra di Verona, con la quale prossimamente parteciperò al Robot Festival a Bologna (con loro si unisce la musica elettronica con il jazz). A livello locale suono spesso con Armando Bonomi, noto rocker della Val di Sole, nella sua omonima band. Tra un concerto e l’altro, come si compone il tuo lavoro? Come ogni passione, richiede costante allenamento. Dietro ogni live performance c’è un lungo e costante lavoro di perfezionamento e di aggiornamento. Molto studio, molta pratica sia da solo nella mia personale sala prove sia in studio con altri musicisti. Sono convinto di quello che sto facendo: ogni volta che sono alla batteria mi sento come il primo giorno che l’ho vista e che ho preso in mano alle bacchette, sempre con lo stesso entusiasmo e voglia di suonare. Per questo devo dire grazie a mio padre e alla mia famiglia che per primi mi hanno spinto e supportato in questo percorso. Vorrei concludere con una citazione di Nietzsche: “la vita è pesante da portare: ma, per favore, non fate troppo i delicati! Noi siamo tutti quanti graziosi e robusti asini e asine”.
Attualità
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Accorpamento dei seggi di Daré eVigo Rendena, le ragioni della decisione
Dall’altra parte questa decisione causerà qualche iniziale disguido, dovuto all’aggiornamento di tessere elettorali, documenti vari ed allo spostamento della sede fisica del seggio di circa 250 metri rispetto a quella di origine. Ci tengo ad evidenziare che la scelta dell’ubicazione del nuovo seggio, dopo attente valutazioni, è caduta non per caso sulla Casa Sociale, immobile che si trova nella frazione di Vigo ma che è stato costruito grazie al contributo ed alla collaborazione congiunta dei due ex Comuni di Daré e Vigo Rendena, oltre ad ospitare diverse associazioni che prima della fusione operavano su entrambi gli ex Comuni (Coro Carè Alto, Corpo Musicale Vigo-Darè,...), ed all’ufficio postale. Per fare chiarezza, ossia descrivere i fatti come
L’
amministrazione comunale di Porte di Rendena, tramite il sindaco Enrico Pellegrini, ritiene doveroso replicare alla lettera apparsa sulla pubblicazione di settembre 2018 del “Il Giornale delle Giudicarie” a firma del signor Silvano Dalbon. Lo scopo è quello di fare chiarezza sulla questione e non quello di alimentare della stesono andati, sono obbligato a controbattere ad alcune questioni sollevate dal signor Dalbon. Innanzitutto la decisione dell’accorpamento non è stata presa dal sindaco in versione monarca/ dittatore, ma è stata una scelta discussa e ragionata all’interno della Giunta e del Consiglio comunale, sentito il parere degli uffici preposti e manifestata anche da diversi cittadini. La seconda questione riguarda l’accusa di “disparità di trattamento tra i cittadini”. L’amministrazione del Comune di Porte di Rendena, dal primo giorno del suo
insediamento, ha voluto abbandonare le logiche che animavano gli ex Comuni di origine, incentrando il suo operato con l’obiettivo di costruire un Comune che
rile polemica che non porta a nessun risultato. La questione in oggetto è la decisione presa dalla nostra Amministrazione di accorpare i seggi degli ex Comuni di Daré e Vigo Rendena in un seggio unico. Ciò comporterà un indubbio e consistente risparmio di risorse umane e finanziarie, cosa peraltro ammessa dallo stesso signor Dalbon.
sia davvero unico, dove gli interessi e le esigenze di tutti i residenti, e sottolineo tutti, siano davvero in primo piano. Per noi un cittadino che risiede nella frazione di
Daré è uguale e trattato allo stesso modo di uno che risiede nelle frazioni di Vigo, Javrè, Villa e Verdesina. A sostegno dell’infondatezza dell’accusa di disparità di trattamento ci sono tutta una serie di opere pubbliche e di investimenti sul territorio della frazione di Daré che l’amministrazione ha sostenuto. Non mi metto ad elencarle tutte ma penso siano sotto gli occhi di tutti i cittadini. Il dovere di un amministratore è quello di prendere delle decisioni, spesso non condivise da tutti e frutto di un compromesso. Quindi è nor-
male che un cittadino, come il signor Dalbon, non condivida tutte le nostre scelte. Ma sono convinto che la scelta andava presa, è stata ponderata e l’ubicazione del nuovo seggio è la migliore soluzione sotto diversi punti di vista (vicinanza alla Chiesa parrocchiale di Vigo e Daré e all’ufficio Elettorale, presenza di ampio parcheggio, circa a metà strada tra i due ex Comuni). Devo ammetterlo, mi sono sentito amareggiato nel sentirmi accusato di disparità di trattamento, di non difendere le frazioni minori in considerazione del percorso amministrativo fin qui svolto che ampiamente dimostra l’esatto opposto. IL SINDACO Enrico Pellegrini
Novità per i cacciatori su rinnovo e rilascio del porto d’armi Importanti novità per il mondo della Caccia con il recepimento della direttiva europea in materia di armi, vediamo le principali. La direttiva europea apporta una serie di modifiche mirate alle diverse fonti normative che regolano la disciplina delle armi. Con la nuova direttiva si propone sostanzialmente una nuova classificazione europea delle armi ed una diversa terminologia (prima si parlava di immatricolazione di armi ora si parla di marcatura unica, per le armi ad aria compressa inferiore a 7,5 joule si parla di verifica di conformità rilasciata dal Banco Nazionale di Prova di Gardone Val Trompia).
Si modifica la validità dei porti d’armi ad uso venatorio riducendo ed eguagliando la sua validità da 6 anni a 5 anni così unificandolo al porto d’armi da uso sportivo. La denuncia di detenzione armi si può fare ora anche per via telematica con lo strumento di posta certificata alla Questura o ai Carabinieri. Viene elevato il numero di detenzione delle armi per uso sportivo da 6 a 12. In generale viene rafforzato il nuovo sistema di tracciabilità delle armi in ambito europeo. Devono essere denunciati i caricatori per arma lunga previsti per contenere più di dieci colpi e quelli per arma corta con più di venti colpi.
Le munizioni vanno denunciate con indicazione del calibro. La direttiva e la Legge Delega di recepimento vanno a dare una “nuova interpretazione” dell’art. 43 del T.U.L.P.S. che ha creato in passato un contenzioso interpretativo sul rilascio e rinnovo del porto d’armi. Ai cacciatori con condanne penali veniva recentemente negato il rinnovo o rilascio alla luce di una interpretazione restrittiva di questo articolo. La giurisprudenza amministrativa aveva recentemente aperto un fronte positivo per coloro che avevano ricevuto condanne e la successiva riabilitazione. Oggi con l’emendamento chi è stato riabilitato può ottenere licenze in materia di armi dal
Prefetto e dal Questore i quali non potranno in automatico respingere la domanda ma valutare le condotte del soggetto richiedente.
La nuova chiave di lettura si spera porti ad una fine dei contenziosi tra i titolari di porto d’armi e l’Amministrazione Pubblica, in tal senso la circolare Ministeria-
le esplicativa in modo chiaro e preciso fornisce indicazioni di un’interpretazione più comprensiva e valutativa in merito alle condanne riabilitate. (A.A.)
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Opinioni a confronto
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Ci hanno rubato la capacità di pensare Gli ultimi superstiti che ancora leggono i quotidiani sono i giornalisti che curano le rassegne stampa su radio e tv e i soliti quattro pensionati al pomeriggio in biblioteca. Mentre i primi espletano per dovere contrattuale, i secondi, non avendo l’alternativa di un orto da curare, sfogliano fogli nelle sale letture come pretesto per svicolare dalle mogli, esasperate dall’averli sempre tra i piedi. Tutto il resto del genere umano attinge notizie esclusivamente da Internet. Anche gli onorevoli parlamentari. In epoca pre-Iphone, sui banchi d’oro di Montecitorio e Palazzo Madama, servivano lo Stato sonnecchiando su pile di giornali, tra un voto contrario e un’amatriciana a rimborso spese. Ora è tutto uno svolazzo di polpastrelli su tablet, un guizzo vivacissimo di falangi su cellulari. E non li vedi neanche più dormire. Dei vantaggi (quali?) dell’essere iperconnessi sappiamo tutto. Degli svantaggi
(troppi) pure. Ma di questi ultimi non ci curiamo, li sacrifichiamo volentieri in nome dell’altro grande Dio di questo secolo: il WILD SHARING, la sfrenata, compulsiva, acritica condivisione via social di qualsiasi contenuto. Mondanità e intimità, fatti nostri e cazzi altrui, barzellette, gag, malattie, lutti. Tutto nella stessa centrifuga indifferenziata e senza chiederci il motivo né l’utilità di tanta frenesia. Quello poi di accertare preventivamente la veridicità di ciò che trasmettiamo agli altri, è un pensiero che non ci sfiora nemmeno. L’ignavia, leggasi indolenza nella ricerca della Verità, è peccato capitale. E’ l’humus da cui trae nutrimento la giungla inestricabile delle fake news, vera peste mediatica dei nostri giorni (mica per niente le chiamano ‘virali’), erba infestante del diritto alla corretta informazione. Da Homo Sapiens (che sa di sapere) a Homo Ignorantis (che ignora di non sapere) in pochissimi anni.
Bugie per creare dissenso, spargere odio, provocare irritazione e rabbia, (de)formare l’opinione pubblica e spesso orientamenti elettorali. Dalla cugina del ministro assunta come portaborse a centomila euro l’anno, all’amante del cardinale che diventa portavoce del Vaticano. Dai vaccini che provocano l’autismo, al maledetto Governo che abbassa la magnitudo del terremoto di Amatrice per non pagare i risarcimenti. Ogni giorno vengono fatte pascolare nel Web una tale quantità di ‘bufale’ che neanche sulle pizze di mezz’Italia. Qualche volpone si è addirittura arricchito creando bufale ad arte. La blogger
australiana Belle Gibson per esempio si inventò di aver sconfitto un tumore al cervello con la sola dieta vegetariana. Grazie alla vendita del suo libro e a una app arrivò a guadagnare circa 500 mila dollari. Il Web come la Nuova Eldorado. La Rete, con le sue liturgie spontanee, ha subliminalmente indottrinato milioni di adepti a riconoscere l’attendibilità di una notizia sulla base del numero di condivisioni. Se in migliaia condividono, l’utente recepisce la notizia come ‘vera’. E di conseguenza condivide a sua volta. Se il singolo dissennato è parte di un enorme gregge di dissennati, che pensano e agiscono tutti nello stesso
modo dissennato, allora non potrà avere coscienza né percezione della propria stoltezza. Anzi la eleverà ad acume. L’illuminato guru del Wi-Fi profetizza, a colpi di tweet, un futuro per la democrazia dominato dalla Rete. Niente è più democratico e pericoloso e virale della stupidità. Immaginate un futuro senza libri, senza giornali e riviste nelle sale d’aspetto, senza comizi in piazza, senza poeti. Un futuro in cui ci abbiano rubato la capacità di pensare e discernere, di concentrarci sulle cose e approfondire, di ammirare chi e cosa abbiamo intorno, di guardarci negli occhi. Di inventarci favole per i nostri bimbi, di tenere una penna tra le dita. Un futuro in cui sia estinta la cultura della fatica e del sacrifico come strumenti per la costruzione di sé. In cui sia abolita la lentezza, perfino la sacrosanta libertà di annoiarci. Guardate le pubblicità. Oltre la metà è tecnologia. Ci vogliono sempre con gli occhi infilati in uno schermo, perennemente occupati a digitar qualcosa. Pensate a un futuro che azzeri le differenze tra gli individui, perché non ci saranno più individui ma bipedi decerebrati tutti uguali, allevati in batteria come polli. Tutti con gli stessi gusti e desideri, ammassati in tecnostore e digishop a comprar dispositivi come fossero medicine infallibili per la felicità. Provate a immaginare un futuro del genere. Ma purtroppo non occorre immaginare. Ci basta solo aprire gli occhi per scoprire che ci siamo già dentro. Massimo Ceccherini
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Opinioni a confronto BOTTA E RISPOSTA
vilgiat@yahoo.it
Senti Adelino, della politica nazionale ormai è difficile capirci qualcosa. Tutti i gioirni i giornali ne raccontano di cotte e di crude. A occhio ci sembra che ormai Di Maio sia fuori, non ne combina una giusta, chiacchiera a vanvera e basta...mah! Il più furbo ci sembra Salvini che sembra avere palle a sufficienza per stupire. Dove pensi che voglia e possa arrivare? Sai che abbiamo fiducia in te, raccontecela giusta!! Ciao Gli amici del bar Amici miei, voi sapete che sono un grande appassionato di film western ed ogni volta che vedo Salvini in Tv, mi immergo nelle
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La politica nazionale, chi ne capisce qualcosa? grandi distese desertiche del Texas, fra i dirupi delle montagne del Colorado, per poi passare nei “saloon” a confrontarmi da duro in mezzo ai duri. E’ lì che mi trovo accanto Matteo Salvini, occupato a corteggiare la più bella ragazza del “saloon” e sorseggiare senza neanche tanta grazia wiskj a buon mercato. E più lo guardo e più mi convinco che Salvini assomigli in tutto e per tutto a un giocatore di poker di westeriana memoria pronto a sfidare chiunque cerchi di farlo fuori. Mica è solo duro, è anche furbo come una volpe. Prima attacca i giudici per le note vicende che lo riguardano, ma poi fa marcia indie-
tro, se li coccola, manda a quel paese il pentastellato Di Battista che vorrebbe importunarlo, ma si stringe al cuore il Di Maio fino quasi a soffocarlo. Tutta
Che pensare dei cambi di casacca preelettorali
l’Europa lo attacca, ma lui se ne frega, anzi risponde con fare grintoso. Cosi i poveri politici europei, abituati ai lecca lecca italiani, rimangono basiti,
disorientati. Ma alla fine, dove vuol arrivare? Lui sa benissimo che la cosa non può durare in eterno, sa bene che alla fine la continua guerriglia lo potrebbe distruggere. Ma lui mica vuole finire contro un muro...anzi! L’ipotesi più probabile è quella di arrivare alla elezioni europee, vincerle alla grande, e poi con un pelo gigantesco mandare a quel paese Di Maio e company, far cadere il governo per presentarsi come unico leader del centro destra che a quel punto avrebbe la maggioranza assoluta. E lui diventerebbe il padrone indiscusso di Palazzo Chigi. E Berlusconi? Il Berlusca, o quel che resta,
è d’accordo, stanco ed annoiato della politica, ora intende solo occuparsi della difesa delle sue aziende, del resto gliene frega poco o niente. Da buon “pistolero” Salvini sa che il gioco è di quelli pesanti. Quelli che vogliono la sua pelle sono numerosi ed infestano tutta la prateria circostante e nei film western è il giocatore di poker che vince sempre tutto, a volte finisce disteso a terra stecchito. Ma lui ne è conscio e si sta preparando al meglio. E con un sempre più smarrito Di Maio e la nebbia che continua a salire da sinistra, non può che andargli bene. Adelino Amistadi
Note per la Pace, si poteva fare meglio
Sembra siano in molti quelli che cambiano partito in questa tornata elettorale, che ne dici? Credo siate d’accordo con me, ormai il mondo è cambiato, non ci sono più partiti (quei pochi rimasti sono alla frutta…), non ci sono più ideologie, i valori in campo sono una poltiglia di cose normalmente banali, dal salottismo saccente di quel che rimane della sinistra al logorroico populismo dei 5 Stelle, nel bel (?) mezzo c’è posto per tutti e per tutto. E’ ovvio che non ci siano più particolari vincoli di appartenenza. I gruppi che si sono presentati alle elezioni di ottobre dovrebbero più che altro perseguire il bene comune: garantire servizi, favorire il lavoro e la perequazione del territorio, la viabilità, la scuole e puntare alla qualificazione della nostra qualità della vita. Purtroppo non è sempre così. Ma, come spesso accade, sono sempre più numerosi i furbetti della politica, quelli che puntano alla riconferma della poltrona magari occupata inutilmente da un ventennio. Questi sono i più ballerini, cambiano idea e compagnia un paio di volte nella stessa legislatura e sono noti per presentarsi ad ogni tornata elettorale in formazioni diverse. E sono di difficile definizione, li chiamerei “patetici” e non meritano altro. Tutt’altra cosa sono coloro che per divergenze fattuali con i compagni di viaggio, per difficoltà riscontrate nella difesa del proprio
Caro Adelino, La giornata delle “Note per la Pace” organizzata a Bondo per celebrare il centesimo anniversario della fine della Prima Guerra mondiale con l’inumazione di due salme di soldati recentemente ritrovati sulle nostre montagne, ci ha profondamente delusi. Si poteva fare meglio non credi? territorio, per difficoltà di condivisione di politiche in alleanze ambigue e confuse, si sentono costretti in un ruolo non consono alle proprie esigenze di rappresentanza politica. A quel punto non hanno scelta: o tornano al loro lavoro, o, se sostenuti e sollecitati dal proprio territorio a rimanere, non possono che cercare una nuova casa che dia loro garanzie di poter al meglio compiere il loro dovere. Di solito sono decisioni sofferte e difficili, sia a livello personale che familiare, che solo i politici di livello sanno prendere. E questo è il modo serio di servire il proprio territorio.(a.a)
Un paio di amici di Bondo Ci saranno state anche molte “note musicali”, con le cinque Bande presenti, ci mancherebbe, ma non c’era la gente, totale assenza di partecipazione. Questo è quanto si dice in quel di Bondo. Quando si vuol organizzare una manifestazione importante la mia esperienza mi porta a dire che per prima cosa tutti gli interessati all’organizzazione dovrebbero avere piena ed approfondita consapevolezza di quello che stanno facendo e di cosa si stanno occupando. Celebrare il centenario della fine di una sanguinosa guerra che ha avuto anche il nostro territorio fra i protagonisti e molti dei nostri nonni coinvolti, con
l’inumazione di due caduti recentemente ritrovati sulle nostre cime, non mi sembra una cosa di poco conto. Un evento di così straordinaria importanza, con tanti ospiti austriaci e italiani, richiedeva passione, intelligenza e lungimiranza. Da come è andata, non c’è d’ esserne particolarmente fieri. Un paese disadorno, senza alcuna bandiera esposta, senza una comunicazione all’altezza, niente cartelloni, fiori e vessilli, sembrava una noiosa ed assolata giornata autunnale con niente di speciale. Non ci fossero state le Bande Musicali, Gli Schuetzen e gli Alpini a fare “numero” e qualche sparuta autorità accanto agli ospiti austriaci, sarebbe stata una totale “debacle”. Gran parte della gente di Bondo e dei paesi d’intorno neanche sapeva dell’avvenimento. Peccato. Per il rispetto dovuto ai caduti di qua e di là del Piave, per il ricordo ormai spento delle traversie e tribolazioni dei nostri nonni di quel periodo, peccato per l’occasione persa di fare della festa delle “Note della Pace” un evento che poteva portare interessanti prospettive turistiche. Peccato, peccato davvero! (a.a)
SEGNALAZIONI. Diventa giornalista per quindici giorni. Segnala anche tu una notizia, raccontaci una storia, mandaci una vignetta su un fatto a te accaduto
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