Le buone azioni che contano Le buone azioni per la crescita del nostro territorio
Le buone azioni che danno valore al tuo futuro
Giudi iudicarie
il
iornale delle
FEBBRAIO 2020 - pag.
EDITORIALE
Nord e quel distante Sud di Adelino Amistadi Domenica 26 gennaio s’è votato per le regionali in Emilia Romagna e in Calabria. S’è votato in una delle Regioni più ricche d’Italia ed in una delle più sottosviluppate, l’Emilia Romagna fra le più attrezzate in ogni campo: infrastrutture viarie, ferroviarie e produttive e che eccelle nei servizi ai cittadini (a partire dalla sanità) e in Calabria in quasi totale assenza di ferrovie e di strade, con gli ammalati che scappano per farsi curare. Eppure sono due regioni che fanno parte della stessa nazione, ma le distanze economiche e sociali fra le due sono impressionanti. L’Una è ormai pienamente inserita nelle zone di grande sviluppo europee, l’altra è un qualcosa di misconosciuto, per lo meno al nord, totalmente fuori da ogni circuito economico nazionale ed internazionale. Sono due regioni che rappresentano appieno l’Italia bifronte ( nel bene e nel male) di oggi ed il loro futuro potrebbe condizionare non poco la nostra economia e la nostra convivenza sociale. Ecco perché la tornata elettorale appena svoltasi è stata fino all’ultimo combattuta con l’enfasi di una battaglia nazionale, doveva e poteva essere la battaglia dirimente fra un Governo che resiste in mezzo a mille guai, e l’opposizione che tentava in tutti modi di vincere per dare una spallata definitiva al Governo Conte, al Pd e al M5S compresi. A pag. 12
che contano
Le buone azioni per la crescita ������� del nostro����������� territorio ������� ����������� ����������� ����� ������� �����������
Le buone azioni che danno valore al tuo futuro �������������������
Mensile di informazione e di approfondimento
www.giornaledellegiudic a r i e . i t
ANNO 18 - FEBBRAIO 2020- N. 2 - MENSILE
1
����������������� ��������������������� ����������������������� ����������������� ������������������� Le buone azioni
FONDATO NEL 2002 - Distribuito da
Commercio, le parole chiave sono specializzazione, innovazione e territorialità La tavola rotonda del GdG entra nei negozi
Alle pagine 4 e 5
Turismo, le strategie per le Giudicarie
alle pagine 12 e 13
EUROPA
Spazio De Gasperi nel cuore di Trento di Paolo Magagnotti In un momento in cui la strada verso il futuro presenta troppe curve a gomito e dissuasori sempre più frequenti, dobbiamo prender forza e coraggio per superare delle difficoltà attingendo anche all’esempio di coloro che, retti da forti ideali e valori senza tempo, nel Secondo dopoguerra hanno voluto e saputo portarci sulla retta via, quella via che per noi, popoli del Vecchio continente, si chiama Unione europea. Uomini coraggiosi e lungimiranti che hanno saputo alimentare speranza nella libertà. A pagina 11
Attualità
Valvestino, critiche dal M5S
A PAGINA 8
Amministrative
Elezioni, mancano candidati A PAGINA 9
Scuola
mB mobili BONENTI
SPORT A Campiglio, magica 3Tre Centro A pag.Specializzato 33 SALUTE Solitudini ...e tu moderne come A pag. 10 dormi? AMMINISTRAZIONE Segretari comunali, si cambia A pag . 6
En
Materassi e Reti
A PAGINA 22
Nat
Relax + alzapersona
A PAG. 13 SELLA GIUDICARIE (BONDO) - Tel. 0465.901919 - 339.1388960
����
��
���������������������������������������
��������� ��������������������
������� ESTATE Le proposte culturali �������������� della Valle del Chiese ������������������������������� A pag 34 �����������������
����
�������������������������������������
������������������� ���������������
������������������
����
���
������������������������ �������������������
PORTO FRANCO ���� Orsi sì, orsi no A pag. 8
���
������������� ��������
GIOVANI InPrendi, sei giovani per sei idee d’azienda A pag 17
PER LA VOSTRA PUBBLICITÀ SUL GIORNALE DELLE GIUDICARIE sponsorgdg@yahoo.it - 3356628973 - 338 9357093
pag.
2
FEBBRAIO 2020
A cura della REDAZIONE
Rassegna Stampa
RASSEGNA STAMPA GENNAIO 2020
DALLE GIUDICARIE DALLA PROVINCIA Giudicarie Esteriori - I medici condotti non ci sono, richiamato dottore in pensione Il 2020 nelle Giudicarie Esteriori è iniziato con due medici condotti in meno e nessun sostituto, tanto che in attesa che si concludano le procedure di concorso uno dei due neo pensionati è stato richiamato in servizio. Il dottor Ruggero Giannetti si era ritirato in ottobre, dopo 35 anni di onorata carriera come medico condotto, ma il suo riposo è durato più o meno un mese, il tempo che si insediasse il sostituto trovato per i suoi pazienti e poi questo se ne andasse davanti all’offerta di un posto che meglio confaceva alle sue esigenze. Così, a Giannetti è stato chiesto di ritornare in servizio per tamponare la situazione con i tanti pazienti che altrimenti sarebbero rimasti senza medico di riferimento. La situazione dei medici di famiglia in zona è poi ulteriormente peggiorata con la fine dell’anno, quando anche il dottor Antonio Dainese è andato in pensione. Fuori due medici di lungo corso in pochi mesi, e davanti a numeri di professionisti disponibili scarsi, nelle Esteriori si rischia l’emergenza. Per Dainese è stato assegnato un sostituto, ma per avere un medico titolare e fisso i cittadini al momento possono rivolgersi ai tre medici condotti che operano sul territorio - Giorgio Zappacosta, Djalveh Amir Hadi e Rahimi Mohammad Reza - che però da soli non possono seguire tutti i pazienti della vallata. Ogni medico condotto può infatti avere un massimo di 1.500 pazienti mutuabili ai quali si possono aggiungere in deroga altri 75 pazienti che per ricongiungimento familiare si possono aggiungere. In tre medici attivi, al massimo possono coprire 4.500 pazienti più i ricongiungimenti, ma gli abitanti nella vallata sono 8.351. Giudicarie: fioccano le multe a chi non smaltisce i rifiuti correttamente - Sarà la maleducazione dilagante, sarà la fretta o la disattenzione: ma l’anno non è iniziato nel migliore dei modi per quanto riguarda il rispetto ambientale nelle Giudicarie. Lo testimonia l’alto numero delle sanzioni contestate dalla polizia locale per l’abbandono di rifiuti. Molte le contravvenzioni per episodi di immondizie lasciate all’esterno dei cassonetti o nei cassonetti sbagliati rilevate anche grazie alle telecamere, ma non solo. Per dare un’identità ai trasgressori, gli agenti della polizia locale hanno provveduto ad indagini mirate. Madonna di Campiglio: biblioteca e sala lettura trasformate in un lussuoso attico abusivo - Il sottotetto viene trasformato in un lussuoso attico: ma è abusivo. La violazione è stata scoperta grazie al servizio congiunto tra i carabinieri di Madonna di Campiglio e la Polizia Locale delle Giudicarie.È stato controllato un cantiere per la sopraelevazione di uno storico albergo nella frazione di Palù di Madonna di Campiglio trasformato recentemente in Residenza Turistico Alberghiera.La mansarda, che ufficialmente doveva essere un sottotetto, era stata trasformata in un attico completamente rifinito e già in uso al proprietario.La società proprietaria della struttura aveva chiesto ed ottenuto dal Comune di Tre Ville una variante in deroga al piano regolatore, che, per questo tipo di strutture, ai sensi della L.P. 7/2002, poteva essere concessa solamente per gli interventi riguardanti le parti ad uso comune dell’esercizio turistico.La società aveva presentato un progetto di ampliamento che prevedeva la realizzazione nel sottotetto di spazi destinati alla clientela sotto forma di sale lettura e biblioteca. Il sopralluogo da parte dei militari
e degli agenti ha permesso dunque di verificare che, quella che doveva essere una sala lettura, era in realtà un lussuoso attico con vista sulle Dolomiti di Brenta. Parco Naturale Adamello Brenta, piena assoluzione dalle accuse per danno erariale - La notizia della completa assoluzione dei vertici del Parco Naturale Adamello Brenta da tutte le accuse di danno erariale è diventata di dominio pubblico. Sulla vicenda è intervenuto il Presidente Joseph Masè che ha espresso la sua soddisfazione per l’assoluzione ma allo stesso tempo il rammarico per chi ha anonimamente formulato le accuse. «Ho sempre avuto fiducia nella Magistratura giudicante, consapevole di avere agito con diligenza e nell’esclusivo interesse dell’ente Parco. Confidavo nell’assoluzione e, ora che la Corte, con solide motivazioni, ha riconosciuto la correttezza dell’operato della Giunta, sono molto soddisfatto. Negli anni della mia presidenza, il Parco è stato purtroppo continuamente sotto attacco, con accuse che hanno destato anche molto clamore e che, come molti ricorderanno, qualche politicante in cerca di notorietà ha abbondantemente strumentalizzato. Ho subito cinque indagini della Corte dei Conti e un procedimento penale per un presunto abuso d’ufficio, grazie a vigliacchi che denunciano falsità e non hanno nemmeno il coraggio di assumersi la responsabilità delle proprie azioni. A Pinzolo, Facchini vince la super sfida sulla Tulot. Tra le donne la slovena Mojca Koligar prima davanti a Susanne Mair A Pinzolo, sui ripidi muri della Tulot Audi quattro, nella quinta edizione della durissima gara resa ancora più difficile dalla neve fresca caduta durante tutta la giornata, ha nuovamente primeggiato Patrick Facchini, l’atleta di Roncone che ha conquistato la terza vittoria consecutiva alla Tulot Vertical Up, l’originale evento sportivo quest’anno diventato nuovamente un circuito con prossima tappa il primo febbraio in Val Gardena e il 29 dello stesso mese a Kitzbühel. L’atleta del Team La Sportiva, è arrivato solo al traguardo impiegando il tempo di 33:18,3 per superare i 2.600 metri della pista con un dislivello di 900 metri e una pendenza massima del 69%. Alle sue spalle, distanziato di 12 secondi e 72 centesimi, è arrivato il forte Andrea Prandi, specialista della corsa in montagna dello sci alpinismo che ha un prestigioso palmares di vittorie in campo sia nazionale che internazionale. Al terzo posto, con il tempo di 34:15,3 , Timotej Becan, il forte skyrunner proveniente dalla Slovenia. Spettacolare l’arrivo di chi ha gareggiato con gli sci d’alpinismo. Al traguardo sono giunti insieme, con lo stesso tempo, Alex Salvadori, il portabandiera dell’Alpin Go Val Rendena e Daniele Cappeletti dell’Adamello Ski Team. Nessuno dei due è riuscito a prevalere sull’altro e il cronometro si è fermato per entrambi sul tempo di 35:29,2. Terzo, tra gli sci alpinisti, Giovanni Zamboni dello Sci Club Gromo (35:35,9), quarto Gabriele Fedrizzi del Brenta Team (36:16,2). Nella categoria femminile, la più veloce è stata la slovena Mojca Koligar che ha chiuso con il tempo di 38:29,6 seguito da due nomi noti della Tulot Vertical Up Madonna di Campiglio-Pinzolo: Susanne Mair (Union Raika Campedal, 38:36,0) giunta seconda e Annelise Felderer (Asc Sarntal Raiffeisen, 39:00,0) salita sul terzo gradino del podio. Quarta Valentina Belotti del Team La Sportiva che ha concluso con il tempo di 41:56,9.
Sfoglia il Giornale delle Giudicarie su www.giornaledellegiudicarie.it Si ricorda che è possibile sfogliare il Giornale delle Giudicarie sul sito www. giornaledellegiudicarie.it aggiornato ogni mese con le notizie più importanti che accadono in Giudicarie.
Festival dell’Economia 2020: “Ambiente e Crescita” il tema della XV edizione “Ambiente e Crescita” sarà il tema della XV edizione del Festival dell’Economia, in programma a Trento dal 29 maggio al 2 giugno 2020. Sul versante del cambiamento climatico quello che si apre è un decennio decisivo per il nostro futuro e per questo il Festival ha deciso di mettere al centro del dibattito il rapporto tra economia, sviluppo e salvaguardia del pianeta. L’Agenzia del lavoro raccoglie progetti per aiutare i cittadini a trovare un’occupazione Favorire l’inserimento lavorativo dei soggetti con maggiori difficoltà e a rischio di disoccupazione di lunga durata. Con questo obiettivo la giunta provinciale ha destinato 2 milioni di euro all’Agenzia del lavoro a fronte di un cofinanziamento di 1,7 milioni di euro dallo Stato e dall’Unione Europea. In particolare, si vogliono supportare gli utenti - con diversi background - nel conoscere i canali per la ricerca attiva ed autonoma del lavoro, nel creare e presentare il proprio curriculum vitae (inserendolo nel portale Trentino lavoro), nell’acquisire le più moderne ed efficaci tecniche di presentazione presso i datori di lavoro e nel saper gestire opportunamente i colloqui di selezione. L’obiettivo generale dell’avviso, è di alleggerire i Centri per l’impiego di una parte di attività ora gestita prevalentemente con colloqui individuali di natura standardizzata, tecnicamente definiti colloqui di accoglienza ed orientamento di primo livello, e consentire dunque agli operatori dei Centri per l’impiego di dedicare la propria attività prevalentemente alle funzioni orientative più specialistiche e personalizzate, in funzione della definizione del patto di servizio e in risposta ad esigenze informative e consulenze individualizzate. Intervento 19, 1.374 opportunità occupazionali Saranno 1.374 le opportunità occupazionali attivabili nel 2020 con l’Intervento 19, che prevede progetti di accompagnamento al lavoro di soggetti deboli attraverso i lavori socialmente utili. Di queste, 336 sono già assegnate, in quanto richieste da enti che nel 2018-2019 hanno presentato progetti della durata di più anni, mentre altre 1037,5 sono ancora da assegnare. Si aggiungono inoltre 40 opportunità riservate a persone con disabilità di tipo psichico/intellettivo pari o superiore all’80%, 15 opportunità per progetti pluriennali riguardanti servizi domiciliari a persone anziane, 20 opportunità per madri di famiglie monoparentali e 40 per lavoratori coinvolti in progetti nuovi o ad integrazione di progetti già approvati che tengano conto di particolari esigenze e situazioni sui territori.
“We are the champions” il tema della terza edizione del Festival dello Sport Sarà intitolato ‘We are the champions’ e si terrà dall’8 all’11 ottobre 2020. Il Festival dello Sport, che l’anno scorso, alla sua seconda edizione ha portato a Trento oltre 350 ospiti, con 65mila presenze ai 140 eventi, tutti gratuiti, torna in autunno con la terza edizione, ancora più ricca con nuovi camp e nuove specialità sportive. Il Festival dello Sport è organizzato da La Gazzetta dello Sport e dal Trentino (Provincia Autonoma di Trento, Comune di Trento, Trentino Marketing, Apt di Trento), con il patrocinio del Coni e del Comitato italiano paralimpico. Sul mercato nel 2021 le prime automobili fatte in Trentino La passione per la meccanica e i motori di Matteo Bertezzolo, quarantenne ex giurista di origine veronese, è la molla che ha dato origine alla prima casa automobilistica con sede e produzione in territorio trentino. “Dream, design e drive” sono le parole d’ordine di Bermat, una sorta di artigianato sartoriale dell’ingegneria automobilistica. L’impresa si rivolge agli appassionati di auto sportive biposto, che amano possedere un’auto unica, che ha un’anima, espressione del proprio stile di guida. È la risposta al sogno di creare la propria vettura decidendo i componenti nei minimi dettagli, dal telaio alla meccanica, dalla trazione all’alimentazione. La startup è insediata in Polo Meccatronica, l’incubatore hi-tech di Trentino Sviluppo a Rovereto, ed ha lanciato una campagna di equity crowdfunding che in pochi giorni ha già superato la soglia minima richiesta e che vede la partecipazione come investitore istituzionale della stessa società di sistema della Provincia autonoma di Trento che investirà il 5% del capitale raccolto. Oltre 314 mila visitatori nei castelli trentini nel 2019 Ha chiuso con il segno positivo la stagione 2019 per i cinque castelli provinciali con l’1,15% in più di visitatori rispetto all’anno precedente. Al Buonconsiglio proseguono i lavori di restyling di spazi e collezioni. La stagione 2019 per i castelli provinciali trentini si è conclusa positivamente con un dato complessivo finale di 314.850 visitatori registrati dal Castello del Buonconsiglio e dalle sedi distaccate di Castel Stenico, Castel Thun, Castel Beseno e Castel Caldes, ovvero l’1,15% in più rispetto al 2018. In crescita il numero registrato al Castello del Buonconsiglio che è stato visitato da 161 mila persone con un incremento dell’1,23 %, Castel Beseno con il 2, 9% in più e Castel Thun che ha registrato 72mila visitatori ovvero il 2,8% in più rispetto al 2018. Castel Stenico (-4,7%) e Castel Caldes (- 2,5%) sono in leggero calo.
Giornale delle Giudicarie, distribuito dalla Cooperativa Lavoro Il Giornale delle Giudicarie viene distribuito dalla Cooperativa sociale Lavoro, con sede in località Copera a Zuclo. Per segnalare critiche, suggerimenti, disguidi nella spedizione è possibile chiamare il numero della cooperativa: 0465-326420 oppure quello del Giornale delle Giudicarie, 0465322934, oppure via mail all’indirizzo: redazionegdg@yahoo.it.
FEBBRAIO 2020 - pag. Maurizio Fuga
Ribalto
3
pag.
4
Tavola Rotonda
FEBBRAIO 2020
Failoni: «Vendiamo prodotti, ma soprattutto soluzioni»
Il mondo del commercio è in difficoltà, almeno questo si sente dire da più parti. Come è la situazione dal suo punto di vista? Sicuramente il mercato tradizionale è in difficoltà, non solo nelle aree di periferia come le nostre ma anche nelle zone urbane e che commercialmente possono contare su numeri di persone molto maggiori. La capacità di muoversi della gente e il commercio elettronico stanno erodendo i fatturati. Il discorso però è diverso per il commercio molto specializzato: chi ha prodotti specifici o una caratteristica molto marcata riesce a trovare spazi suoi. Quindi oggi premia la specializzazione, mentre il negozio generalista sta soffrendo. Per fare un esempio nel mio campo, una volta era facile trovare negozi che avevano dai casalinghi, alla ferramenta, ai colori, oggi un negozio così ha
maggiori difficoltà rispetto ad un negozio che si dedica ad una sola componentistica di queste: oggi sei scelto se riesci a risolvere un problema o un’esigenza che hai. Il bianco per la parete non si viene più al colorificio a prenderlo, ma si va al colorificio per risolvere un problema specifico o avere un effetto estetico particolare. Vendiamo, certamente, prodotti, ma soprattutto soluzioni. Quali sono le prospettive rispetto al comparto economico che rappresenta? Nel mio mercato specifico le prospettive sono buone per due elementi che stanno entrando in maniera decisa nelle scelte delle persone: il primo legato alla manovra fiscale di fine anno che inserisce la detrazione al 90% sul bonus facciate, quindi un intervento importante dal punto di vista della detrazione fiscale che
Mario Failoni, Colorificio Failoni sta creando molto interesse. Il secondo aspetto è che c’è una maggiore attenzione ai tipi di prodotti che ci portiamo in casa, di qualunque genere, e di conseguenza anche delle pitture. Basso impatto ambientale, prodotti minerali, o prodotti specifici. Oggi è più facile parlare alla clientela di questi temi perché è molto attenta a queste cose e la tecnologia oggi permette
di avere prodotti particolarmente performanti e a scarso o nullo impatto ambientale, in particolare per gli interni. Questi due elementi ci fanno pensare che le prospettive siano buone. Quali sono secondo lei le principali questioni da affrontare sul medio periodo, diciamo nell’arco dei prossimi cinque anni? Qui gli aspetti sui quali
bisogna intervenire sono quelli burocratici. Una semplificazione di determinati sistemi all’interno di quelli che sono gli obblighi normativi sono per il commercio dei costi aggiuntivi. Per chi tratta materiali come i nostri e segue le regole, gli obblighi normativi sono pressanti e per ottemperare questi ci sono dei costi che vanno a mangiare il margine che uno ha sul lavoro. Al di là della moda e della moneta elettronica, il vincolo dei mille euro del contante, ritengo che per il commercio, non tanto per noi che abbiamo prodotti che hanno valori moderati ma per merci molto più costose, sia alla lunga penalizzante. Cosa possono fare i comuni e, più in alto, la Provincia, per sostenere il settore? Per quanto riguarda i comuni credo che le autonomie comunali siano, in materia
di commercio, molto molto limitate, sostanzialmente nulle. I comuni non hanno, di fatto, oggi, ruolo per fare filtro, gestire e rispondere alle esigenze e necessità del mondo del commercio. La Provincia, al contrario, credo abbia un margine di manovra per incidere. Dal mio punto di vista può lavorare su due aspetti: uno è favorire in qualche modo l’abbattimento dei costi che un’azienda ha per andare ad investire nella formazione e specializzazione dei titolari e degli addetti che per essa lavorano. L’altro aspetto importantissimo da tanti punti di vista è quello delle vie di comunicazione: non solo quelle tradizionali - e quindi le strade - ma anche le vie di comunicazione digitali, e penso alla banda larga. Questi sono gli spazi dove la Provincia, io credo, possa fare qualcosa di concreto per le attività commerciali.
Bonafini, «Puntare sul commercio di qualità, non quello dei grandi numeri» Il mondo del commercio è in difficoltà, almeno questo si sente dire da più parti. Come è la situazione dal suo punto di vista? Il commercio dei piccoli negozi di Valle sicuramente risente in generale di una tangibile contrazione per effetto delle continue chiusure dei punti vendita, questo fenomeno genera un progressivo spopolamento dei piccoli sobborghi, facendo venire a mancare anche i servizi primari quotidiani e di conseguenza la vitalità dei piccoli paesi delle nostre vallate. Le moderne forme del commercio elettronico apprezzate in specie dalle nuove generazioni, sono molto penalizzanti per il commercio tradizionale. È necessario però che il commercio si modernizzi con nuove proposte al consumatore, valorizzando le specificità e le ottime qualità dei prodotti locali tradizionali e ar-
tigianali che non possono subire la concorrenza delle piattaforme e-commerce, é anche necessario che l’operatore faccia molta formazione e si specializzi in maniera da offrire una assistenza continua al consumatore. Quali sono le prospettive rispetto al comparto economico che rappresenta? Le prospettive del commercio delle Valli trentine direi che si sono ben delineate e constatiamo che nei sobborghi più importanti i supermercati hanno investito parecchio per garantirsi importanti fette di mercato. In molti casi i supermercati hanno offerto maggiore professionalità e maggiori assortimenti, sorpassando spesso i negozi tradizionali che non hanno saputo rapportarsi con le nuove e maggiori esigenze del mercato. Quali sono secondo lei le principali questioni
da affrontare sul medio periodo, diciamo nell’arco dei prossimi cinque anni? Bisogna avviare e invogliare i giovani ad intraprendere nuove strade nel settore commerciale, dopo una indispensabile formazione anche pratica, rivolta specialmente allo studio delle esigenze del consumatore, che è sempre più attento al proprio benessere fisico ma anche per le mode e nuove abitudini che cambiano sempre più in fretta. Di fronte a nuove iniziative commerciali specie dei giovani che vogliono crederci andando a ravvivare i nostri piccoli sobborghi, evitando che diventino dei veri e propri dormitori, le amministrazioni locali, le banche, ma anche i proprietari di immobili che spesso hanno i negozi sfitti, devono incentivare il recupero del tessuto commerciale locale, che creerebbe di
conseguenza anche una indiscutibile offerta-attrattiva turistica da noi molto importante . Cosa possono fare i comuni e, più in alto, la Provincia, per sostenere il settore? La Provincia può concentrarsi sull’incentivazione ai giovani che desiderano avviare iniziative imprenditoriali, artigianali e commerciali. Credo che sostenere i giovani sia un discorso che vale e fa progredire in tutti i campi, non sono quello commerciale. Un altro ambito dove l’amministrazione può incidere a favore delle attività è quello degli strumenti urbanistici: lavorare soprattutto per le zone più decentrate e meno appetibili, fornire mezzi per rigenerare i centri storici e all’avvio di iniziative che valorizzino quello che è specificatamente territoriale e locale, tradizionale e di qualità. Incentivare,
Emanuele Bonafini, Panifico Pistorìa Val Rendena Srl in altere parole, la diffusione di un commercio di qualità che sia in grado di differenziarsi dal com-
mercio dei grandi numeri che lavora su scala diversa come possono essere i supermercati.
Tavola Rotonda
FEBBRAIO 2020 - pag.
5
Fedrizzi, «Serve sostegno per i giovani con spirito imprenditoriale» Il mondo del commercio è in difficoltà, almeno questo si sente dire da più parti. Come è la situazione dal suo punto di vista? Sicuramente ci sono degli elementi che diversi anni fa non c’erano e mettono in difficoltà il commercio come lo abbiamo conosciuto e praticato fino ad oggi e fino a pochi anni fa. il primo fra tutti è il commercio online che sta avendo molto successo: vuoi per la velocità di consegna, vuoi perché uno da casa sua vede tanti prodotti e li può acquistare con un semplice click, vuoi per la percezione di un prezzo più economico rispetto al negozio tradizionale. Anche se le truffe sono spesso dietro l’angolo, il commercio online resta una concorrenza molto forte che toglie fatturato a chi lavora con un negozio fisico. i negozi dalla loro
offrono un’assistenza impareggiabile rispetto ad acquistare su una piattaforma online e possono a loro volta usare i canali social per aumentare la propria visibilità e promuovere i propri prodotti con offerte speciali. Quali sono le prospettive rispetto al comparto economico che rappresenta? Se parliamo di futuro, posso raccontare di un’azione concreta che il comparto commerciale e quello degli operatori del turismo di Ponte Arche hanno deciso di mettere in campo. Si tratta di provare a rilanciare la località dal punto di vista turistico e di immagine, coinvolgendo la popolazione in un progetto di rilancio del territorio, affiancati da una ditta specializzata. L’obiettivo, attraverso azioni comuni che verranno intraprese, sarà
Paolo Fedrizzi, Fedrizzi casalinghi quello di attrarre persone e turisti, che vivacizzando la località porteranno benefici anche alle attività economiche e commerciali. L’iniziativa è ancora agli albori; ci siamo visti in qualche riunione e altre ne sono previste, ma nel complesso l’idea è stata accolta positivamente. Credo
che le prospettive siano buone nel momento in cui si guarda la realtà e si cerca di capire cosa si può fare per migliorare: noi nel nostro negozio facciamo eventi che una volta non si facevano; cambiare è nella natura del commercio. Quali sono secondo lei
le principali questioni da affrontare sul medio periodo, diciamo nell’arco dei prossimi cinque anni? Credo il concetto sia quello di sapersi re-inventare e cercare di aumentare il flusso di persone che entrano nei negozi. Il servizio che tutt’ora offrono i negozianti e i loro dipendenti, spesso molto preparati anche tecnicamente, è certamente superiore a quello che possono offrire le grandi piattaforme online. Perché nei negozi ci sono persone che ascoltano e consigliano e non recensioni che magari sono create ad arte e non corrispondono alla realtà. Credo che il commercio online vada preso come stimolo per cercare di rinnovarsi e trovare nuove vie e soluzioni per rispondere alle esigenze di clienti che si affidano prevalentemente al commercio online.
Noi da una parte dobbiamo puntare sulla professionalità e la formazione del nostro personale, per conquistare e mantenere la fiducia del cliente, dall’altra dobbiamo orientarci anche verso un canale ecommerce, quale complemento all’attività che già facciamo. Cosa possono fare i comuni e, più in alto, la Provincia, per sostenere il settore? Comune e Provincia potrebbero mettere più risorse e cura nel territorio, attivandosi per renderlo più piacevole, vivibile e di attrazione per il turista e per il residente. Un aiuto da parte loro, non esclusivamente economico, potrebbe essere rivolto ai giovani che hanno uno spirito imprenditoriale. Credo che una maggiore sensibilità nei loro confronti sarebbe utile a tutti.
Taffelli, «Iniettare risorse per mantenere il territorio un posto dove vivere bene» Il mondo del commercio è in difficoltà, almeno questo si sente dire da più parti. Come è la situazione dal suo punto di vista? Non c’è dubbio che una parte di mondo del commercio sia in drammatica difficoltà e ciò è testimoniato dal susseguirsi inesorabile della cessazione di attività commerciali. Del resto il vento forte del nostro tempo soffia anche e soprattutto nelle nostre valli. Amazon e dintorni sono realtà dalle quali non si può prescindere e sta a noi e solo a noi individuarne l’antidoto. Per quanto riguarda la nostra azienda (e un po’ per tutto il comparto dell’arredamento), l’antidoto si traduce in un mix di ingredienti quali l’impegno, la serietà, il prodotto, un servizio eccellente, il post vendita e non da ultimo il prezzo che deve necessariamente risultare più conveniente rispetto alle concorrenze di internet e di “fuori valle” che sono sicuramente molto forti nel comunicare (e, si sa, in una società consumistica dove le merci per es-
sere prese in considerazione devono essere pubblicizzate, si propaga un costume che contagia i comportamenti all’acquisto). Noi del resto facciamo il possibile per comunicare noi stessi attraverso i nostri risultati. Quali sono le prospettive rispetto al comparto economico che rappresenta? Io sono del parere che se la struttura economica nazionale e internazionale reggono, uno spazio per lavorare lo si trova sempre: talvolta rimango stupito di fronte a certe forme di resilienza che, anche in paesi piccolissimi come i nostri e limitrofi ai nostri, garantiscono reddito a piccoli tenaci imprenditori; reddito a se stessi ma anche a loro famigliari e non di rado si ritrovano a dover assumere addirittura del personale per poter sopperire alla mole di lavoro che si sanno creare. Un tempo, trovare innumerevoli attività commerciali in realtà come ad esempio Pieve di Bono (dove si trova la nostra azienda), Prezzo,
Strada ma anche Roncone o addirittura Por e chissà quanti altri in valle, era la normalità, anzi era una necessità dettata dalle esigenze sociali del tempo, oggi, me lo conceda, è un vero miracolo. Il cliente ormai può andare dove vuole: sta a noi far in modo che decida di acquistare nella nostra azienda. Per calarci nello specifico del nostro comparto cosa vuole che le dica; bisogna darsi da fare. Quali sono secondo lei le principali questioni da affrontare sul medio periodo, diciamo nell’arco dei prossimi cinque anni? La formazione ad esempio: abbiamo delle eccellenze in ambito scolastico che a mio avviso meriterebbero maggiore attenzione. I giovani di oggi saranno il carburante(ecologico) per i motori delle nostre valli e le nostre aziende di un domani anche molto prossimo. Conosco ad esempio il CFP-UPT di Tione, una vera e propria risorsa per la formazione nei diversi comparti commerciali
e dei servizi che necessitano di menti e competenze nuove, preparate e vogliose di nuove tecnologie, di saper comunicare in modo adeguato i nostri prodotti, di approcciarsi in modo corretto, disinvolto e professionale alla clientela sempre più esigente. Se obblighiamo i nostri studenti alla ricerca di scuole al di fuori del territorio, corriamo il concreto rischio del “non ritorno”. Prestiamo inoltre attenzione ad una necessaria integrazione: alcuni aspetti ad esempio del decreto sicurezza non hanno certamente aiutato le nostre aziende a far fronte a loro determinate problematiche. Cosa possono fare i comuni e, più in alto, la Provincia, per sostenere il settore? Il settore regge se regge la struttura economica della valle e perché regga l’economia di valle le nostre istituzioni non devono far altro che impegnarsi ad iniettare risorse affinché il nostro territorio rimanga accattivante, dinamico, frizzante, in poche pa-
Alfredo Taffelli, mobili Taffelli role un territorio dove poterci vivere e dove poter godere di ciò che ci può offrire. Il dna della nostra terra possiede una grande risorsa e questa risorsa risiede nel mondo associazionistico. Sosteniamo le associazioni e va da sé che si sostenga l’economia. Associazioni significa invogliare i giovani a non emigrare, significa dare visibilità alle nostre aziende attraverso le
loro pubblicazioni e le loro attività, significa coinvolgere giovani (e non solo) in attività che hanno qualcosa di straordinario, sia dal punto di vista sociale che da un punto di vista prettamente culturale e cultura, si sa, è sinonimo di crescita e crescita significa benessere a 360°. .. E significa anche turismo, quel turismo che una buona fetta di mondo ormai sta cercando.
pag.
6
Il Saltaro delle Giudicarie
FEBBRAIO 2020
Oggi è di moda il canapè, non ci si muove più, le osterie chiudono, così come i negozi, le piazze sono vuote, non ci si incontra più, se non nella sala d’aspetto del medico, quella è ormai diventata la sala dei pettegolezzi e delle dicerie, fuori da lì, silenzio completo. Tv, Telefonini, Tablet e compagnia sono i nuovi padroni del nostro tempo libero, chiusi in casa, chiusi nelle nostre cose, insensibili alle cose degli altri. E’ l’egoismo la nuova bandiera civica. Al diavolo tutto il resto! E così i nostri paesi son diventati a loro volta cimiteri senza voce, senza vita, senza amore. Questo è il nuovo mondo. I nostri giovani già si sono adeguati alla grande, per gli anziani è più dura. Ma chissenefrega...gli anziani mica durano in eterno, le nostalgie non servono a niente, bisogna stare al palo, saper scegliere il meglio nel casino totale dell’epoca moderna. Le cose vanno così e bisogna adeguarsi, i cambiamenti ci sono sempre stati nella storia, con le generazioni che uscivano sempre nostalgiche dei loro tempi, e quelle che entravano che si adeguavano alla grande, e così nei secoli, non ci si è mai fermati, così sarà anche per il futuro. Già. Ma che cacchio di futuro c’è dietro la porta? Cominciamo col rassegnarci a mangiare grilli e cavallette, bisce e lucertole, così è previsto, poi ci saranno i robot a farla da padroni, già oggi sono entrati nelle fabbriche costringendo i lavoratori a starsene a casa, ma poi entreranno nei ristoranti, negli uffici pubblici, se non altro non chiederanno aumenti salariati ad ogni cambio di governo e perlomeno non saranno facili alla corruzione della mafia sempre più invadente. Orpo, anche la mafia? Accidenti, in Trentino ormai non ci manca più nulla, a detta dei responsabili della sicurezza ormai sembra che anche il Trentino è sia sempre più infetto; mafia, n’drangheta, ed altro sembrano aver già preso piede, purtroppo non è roba che si vede, né, per ora, la si sente, ma sotto sotto sta minando l’integrità morale di un Trentino dai mille difetti, ma sempre orgoglioso della propria onestà e dell’atavico rispetto delle regole. E allora? L’unica soluzione sarà andarsene su Marte e ricominciare da capo. Intanto il nostro bel Trentino si sta sbriciolando nelle idee e nelle prospettive. Speriamo che con i nuovi eletti alle prossime elezioni comunali le cose vadano meglio. E’ già cominciata la campagna elettorale...occhio! Diffidate da chi parla troppo di onestà, moralità e trasparenza, di solito sono i primi a fregarti. Evitate gli arroganti, gli sbruffoni e i falsi profeti, c’è tutto da guadagnare. Basta con sindaci che puntano solo alla indennità e al familismo. Sistemare gli amici, i parenti, i figli, le nuore, mica siamo da certe parti. Vogliamo sindaci forti, capaci e con tanta passione per la loro comunità. Con programmi lungimiranti, concreti e fattibili entro tempi certi.
I bei tempi andati, quando nevicava Inverno pazzesco. Inverno senza neve. Inverno con il sorriso sulle labbra. Tutto sommato il vostro Saltaro ha nostalgia dei bei tempi andati quando nevicava fin dai Morti e si andava sul sagrato con gli stivali. Bella allora la neve bianca, senza lo smog di oggi e le cacche dei cani disseminate un po’ dovunque. Neve che faceva felici i nostri bambini attrezzati di slitte
Basta chiacchiere e promesse al vento. Diamoci da fare. E non si faccia come a Trento, una città coi fiocchi, dove ormai da mesi si assiste ad una commedia per niente brillante alla ricerca dei candidati a sindaco. Sono mesi che si scannano per trovare l’uomo giusto. Il centro-sinistra sembra l’abbia finalmente trovato nel sindacalista Ianeselli, ma il centro destra è ancora pieno di dubbi, l’ansia sta prendendo un po’ tutti, sono ricomparsi i nomi più strani del vecchio mausoleo politico provinciale, prima o poi verranno fuori con qualche strambata, speriamo, così almeno Trento non romperà più le scatole con le sue manie di grandezza, sotterramento delle ferrovia, ascensore che porta a Povo e dintorni, le Albere, funivia per il Bondone ecc.ecc. Ma si sà. A Trento vincerà comunque la sinistra.
La popolazione della città è ormai composta in gran parte da impiegati pubblici e parapubblici, bancari, cooperazione, in attività ed in pensione, tutta gente che ha preso casa felicemente, con i nostri soldi, a Trento e tutti impegnati a far della città il loro esclusivo salotto e guai a chi li disturba, e così ci sarà un nuovo Andretta per altri cinque anni, un po’ meno spiritoso, speriamo, ma sarà ancora il fighetto di turno...fighetto in mezzo ai fighetti e avanti Savoia! E’ questa l’opinione del vostro Saltaro, convinta e meditata, su come gira il mondo d’oggi, ed è quello che ha relazionato recentemente alle alte sfere, presenti angeli ed arcangeli con tutti i Santi interessati alla nostra terra senza ottenerne gran soddisfazione. Gli angeli e gli arcangeli anch’essi in sciopero, non ricevono aumenti
e zoccoli per poter scivolare al meglio sulle piste di ghiaccio preparate, di nascosto, nelle androne dei nostri paesini. Poi arrivava l’operaio del Comune a spargere la cenere sul ghiaccio abusivo, ma niente paura lo si creava da un’altra parte. Erano tempi di povertà, ma tempi d’ingegno, quando l’amicizia e la solidarietà fra le famiglie creava miracoli.
salariati da secoli ed ora vorrebbero la dovuta ricompensa, sono stufi di mangiar manna e spirito divino, stanno anch’essi pensando di cambiare il cielo. Non sarà facile, San Pietro non è Maurizio Fugatti, non sarà facile da convincere. E a loro volta i Santi presenti hanno detto d’essere impegnati in cose assai più gravi per preoccuparsi di un piccolo pezzo di terra chiamato Trentino. Al sobbalzo indignato del vostro Saltaro non hanno risposto né san Vigilio, nostro protettore, né i Santi Martiri di san Zeno, né san Romedio, ormai tutti allineati e proni alle nuove direttive dell’Empireo. E così il il vostro Saltaro è calato dall’Empireo più rattristato che mai, imprecando con moderazione, e con una gran voglia di conforto, ed è finito nell’osteria della Maroca, l’unico antro delle Giudicarie ancora
all’antica, con i suoi clienti avvinnazzati, sì, ma custodi della saggezza antica e delle antiche virtù. Ci sono tutti i sodali della Maroca e stanno parlando del tempo che fa: “Ma guarda... adesso sarebbe ora che nevicasse...siamo quasi in quaresima e di neve ne abbiamo vista poca o niente...va a finire che quest’estate non ci sarà acqua neanche per irrigare i fiori...” sta dicendo l’Abele con il suo solito buon senso. “Eh già... anca el temp l’è cambià...no se capisc pu gnent...” sentenzia il Sisinio. “E’ vero, ma adesso la neve arriva, avremo un febbraio nevoso, e forse anche marzo...così dicono gli esperti...” azzarda l’Orsolina fin’ora silente. “ A proposito di neve. Lasciatemi dire una cosa – interviene il sindaco Filippo – sabato sono andato a mangiare alla Contea a Bolbeno, porca vacca, son rima-
sto incantato...c’era un sacco di gente, un sacco di famiglie con i loro ragazzini tutti sulla neve, chi a sciare, chi a slittare, chi a giocare, una cosa impressionante, mai visto uno spettacolo così, bimbi felici con le loro slitte, genitori felici che si godevano la gioia dei loro bambini, ragazzi di mezza età che cercavano d’imparare a sciare, sciatori provetti che facevano i bulli, davvero una gran bella iniziativa che mi ha stupito così che mi son messo a ridere anch’io vedendo un mondo così pregno di soddisfazione e di gioia….” “ Credo anch’io che abbiano avuto una bella idea con quella pista a Bolbeno...” conferma l’Archimede. “Oh sì, e c’era gente da ogni parte, tante le famiglie della nostra zona, ma anche tante che arrivate dal basso Trentino, e dal Bresciano, dal Mantovano da Milano… parlavano mille dialetti e mi sembravano più che contenti…continua il sindaco Filippo – bella iniziativa…” “E quest’anno la neve l’hanno dovuta fare con i cannoni...pensa lo sforzo, la fatica, giorno e notte a far funzionare i cannoni per preparare la pista per il giorno dopo...” dice l’Osvaldo Caccola, gran lavoratore. “E ogni anno cercano di migliorarla... ha fatto bene la Provincia a finanziare il prolungamento della pista, non sono soldi buttati, anzi, è un intervento sociale notevole, permette a famiglie e ai loro bambini di imparare a sciare a buon mercato, non sarebbero molte le famiglie nostre che si potrebbero permettere di portare i propri figli ad imparare a sciare a Campiglio o a Pinzolo, troppo lontani e troppo costosi, lì, invece a pochi passi da casa si trova di tutto al prezzo giusto….” “Però la Provincia è stata criticata per quel finanziamento...” osa l’Orsolina. “E’ la solita storia, invidia, nient’altro, quando i soldi vanno a loro, va tutto bene, quando vanno ad altri, allora partono le critiche…ancora il sindaco Filippo - I soldi sono arrivati dalla Provincia, ma anche dal Comune e dal Bim del Sarca, gente lungimirante, non c’è che dire, mi stupisce molto di più che il Bim del Chiese non ne abbia voluto sapere di partecipare con cento mila euro ( su un totale di 4 milioni) all’operazione. Oddio, cinque Comuni su sette erano d’accordo, ma da quelle parti la maggioranza conta poco o niente, valgono più i due Comuni contrari che gli altri cinque favorevoli...é tutto da ridere...Che poi, a dirla tutta, l’iniziativa di Bolbeno è un valore aggiunto anche per l’alto Chiese. Gli alberghi dell’alto Chiese potrebbero aggiungere alla propria offerta anche la scuola di sci di Bolbeno e perché no? Ma!” Altri tempi, altri amministratori! Applausi convinti da tutti gli amici del bar soddisfatti di come sta andando la serata. E un applauso anche al vostro Saltaro convinto ormai che ci sia più buon senso all’osteria della Maroca che ne resto del mondo. Sicuro! Sicurissimo!!!
Dall’Azienda sanitaria Quali sono i servizi che questo modello garantisce ai giudicariesi? Il nostro ospedale di valle è al centro di una rete di servizi sanitari presenti sul territorio garantiti direttamente dall’Azienda provinciale per i servizi sanitari e in alcuni casi con il supporto degli enti locali per i servizi alla persona. L’elenco, per nostra fortuna, è molto lungo e non avremmo lo spazio sufficiente per citare tutti i servizi sanitari e sociali. Oltre ai servizi di base (medico di medicina generale) ci sono i servizi infermieristici a domicilio e ambulatoriali, tutta la rete del percorso del parto con ostetriche reperibili su 24 ore, associate alle attività consultoriali ginecologiche , pediatriche e degli educatori del materno infantile. Ci sono poi i servizi di supporto domiciliare (pasti e igiene domestica), i centri diurni (Tione, Condino, Villa Rendena) e i servizi di supporto sociale offerti dalle varie associazioni di volontariato. Non dobbiamo dimenticare tutti i servizi di riabilitazione fisica e motoria ai quali si aggiungono i servizi offerti dai terapisti occupazionali, professionisti che prediligono come processo riabilitativo “il fare” e le diverse attività della vita quotidiana, attraverso interventi individuali e di gruppo. La presenza di specialisti psichiatri e psicologi è garantita dal sistema di psichiatria territoriale del Csm di Tione e sul fronte delle dipendenze (fumo, gioco, alcol e non solo) viene garantito il supporto degli psicologi e
FEBBRAIO 2020 - pag.
7
L’integrazione tra ospedale e territorio: una galassia di servizi F
ar fronte alle “nuove epidemie”, come l’Organizzazione mondiale della sanità definisce le cronicità, vuol dire ripensare l’organizzazione dei servizi sanitari. Guardare all’ospedale non più come alla singola struttura che eroga servizi ma come parte di un sistema più complesso, al nodo di una rete capace di moltiplicare i punti di accesso (e i
servizi) per il cittadino. Occorre cambiare paradigma: passare da un modello di cura basato sull’erogazione di prestazioni (tipico degli ospedali) ad un modello basato sulla presa in carico integrata del paziente e sulla continuità assistenziale tra ospedale e territorio. Se dovessimo “calare” questo modello sulla nostra realtà delle Valli Giudicarie?
OSPEDALE DI TIONE Pronto soccorso (oltre 13mila accessi all’anno)
Ortopedia (7 letti e 2 per day hospital)
Medicina interna (35 letti e 7 per day hosp.)
Chirurgia (8 letti e 2 per day hospital)
ANESTESIA
DIALISI
LABORATORIO
RADIOLOGIA
degli educatori sanitari specializzati, mentre per le cure palliative ci sono, oltre al medico di base, il medico delle cure palliative e gli infermieri dedicati (sette giorni su sette). E poi c’è tutto il mondo delle residenze sanitarie assistenziali. Oltre alle nuove sperimentazioni delle cure intermedie, con i tre posti letto nel reparto di medicina interna dell’ospedale di Tione da ampliare nel corso del 2020 con sei ulteriori posti letto nella Residenza sanitaria assistenziale ospedaliera (Rsao) attigua all’ospedale non appena saranno completate le migliorie strutturali. A questa galassia di prestazioni si aggiunge l’insieme delle prestazioni ambulatoriali : di fatto un vero e proprio ponte tra il lavoro di
Un nuovo elettrocardiografo per Trentino Emergenza Dura lotta contro l’infarto e le malattie cardiache, grazie alla formazione, alla tecnologia e alla generosità umana. Grazie alla preziosa donazione di Chiara Amadori e Marco Vender gli autisti soccorritori di Trentino Emergenza e i volontari del trasporto infermi di Madonna di Campiglio avranno a disposizione un elettrocardiografo che registra l’attività del cuore con dodici derivazioni e la invia alla centrale operativa di Trentino Emergenza e all’unità coronarica dell’ospedale Santa Chiara. Questa attività va a supportare la storica presenza nell’area di Madonna di Campiglio, Pinzolo e Tione del personale sanitario avanzato (medici e infermieri di Trentino Emergenza).
presa in carico del medico di medicina generale e le competenze degli specialisti ospedalieri. I cittadini delle Valli Giudicarie hanno
quindi la possibilità di essere seguiti dal proprio medico, con il necessario supporto dei medici specialisti che migliorano nel com-
plesso la qualità delle cure. Non dobbiamo ovviamente dimenticare poi l’offerta specialistica degli ospedali di Trento e Rovereto che integra ulteriormente il sistema e le prestazioni. All’interno della rete i collegamenti sono garantiti – per quanto riguarda le urgenze – dal sistema del 112 e di Trentino emergenza con gli eli-
cotteri e le ambulanze dell’Apss e la presenza di medici e infermieri specializzati per il soccorso primario, con il coordinamento della centrale operativa di Trento. Per tutti gli altri trasporti sanitari, necessari in un sistema organizzato a rete, sono presenti sul territorio diverse associazioni per il soccorso (dalla Croce Bianca alla Croce Rossa etc.) con operatori volontari e personale assunto. Nel complesso, una numerosa schiera di operatori sanitari capaci di rispondere alle esigenze sanitarie e assistenziali della popolazione delle Valli Giudicarie.
PRESTAZIONI AMBULATORIALI Area MEDICA
Area CHIRURGICA
Area MATERNO INFANTILE
CARDIOLOGIA 1200 visite 350 Ecocardio 220 holter 210 test ergometrici 3200 ECG compresi ECG pediatrici
ANESTESIA e Terapia Antalgica Oltre 2000 visite
CHIRURGIA PEDIATRICA oltre 50 visite
CENTRO DI DIAGNOSI E CURA DELLE DEMENZE oltre 200 visite
CHIRURGIA Oltre 2800 visite
GINECOLOGIA oltre 4000 visite
DIABETOLOGIA 1300 visite
CHIRURGIA VASCOLARE Oltre 500 visite
PEDIATRI di libera scelta oltre 20000 visite
DIAGNOSTICA VASCOLARE ECODOPPLER oltre 1000 esami
DERMATOLOGIA oltre 2500 visite
oltre 2400 Accessi Puerperio/postparto Madre e neonato
FISIATRIA E RIABILITAZIONE E LOGOPEDIA oltre 500 visite più i trattamenti
OCULISTICA ed ORTOTTICA oltre 2000 visite
GERIATRIA oltre 200 visite
ODONTOIATRIA oltre 1500 visite
MEDICINA DELLO SPORT oltre 800 visite
ORTOPEDIA oltre 6000 visite
NEFROLOGIA oltre 200 visite ed oltre 3500 Dialisi
OTORINOLARINGOIATRIA oltre 1500 visite
NEUROLOGIA oltre 550 tra visite ed EEG
UROLOGIA oltre 400 visite
ONCOLOGIA DH oltre 700 cicli di terapia ed oltre 170 visite ambulatoriali PNEUMOLOGIA 250 tra visite e spirometrie REUMATOLOGIA Oltre 700 visite SERVIZIO DIETETICA E NUTRIZIONE CLINICA oltre 440 visite TROMBOSI ED EMOSTASI oltre 500 visite
pag.
8
Politica
FEBBRAIO 2020
Movimento 5 Stelle critico sui 32 milioni investiti per la galleria a senso alternato con la Valle del Chiese
Alex Marini: «Valvestino, tunnel che servirà a pochissime persone» di Denise Rocca Il consigliere di opposizione, con il suo compagno di partito Filippo Degasperi, aveva inviato un’interrogazione chiedendo se, rispetto al collegamento stradale in galleria, siano state valutate alternative di investimento per lo sviluppo del territorio della Val Vestino; se c’era l’intenzione di sollecitare il Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Regione Lombardia affinché , di concerto con tutti gli enti locali interessati, si procedesse alla predisposizione di un’analisi costibenefici sul collegamento previsto; e infine se, con l’obiettivo di integrare considerazioni di natura ambientale nella programmazione dell’investimento pubblico, assicurare il coinvolgimento delle popolazioni interessate si pianificasse di assoggettare il progetto a un processo di Valutazione Ambientale Strategica (VAS). La risposta della giunta di Maurizio
Sul tunnel della Val Vestino, il traforo lungo circa 5 chilometri da percorrere a senso unico alternato che la Provincia di Trento vorrebbe realizzare per collegare il Comune trentino di Bondone a quelli lombardi di Magasa e Valvestino, è arrivata in questi giorni la risposta della maggioranza in carica ad una interrogazione del 25 marzo scorso del consigliere pentastellaFugatti è arrivata nelle settimane scorse e ha sottolineato sostanzialmente tre punti. Anzitutto che considerato il procedimento di ammissione del progetto al Fondo dei comuni confinanti, l’ipotesi di altre tipologie d’investimento diverse dal collegamento stradale, per lo sviluppo dell’area, non compete alla Provincia. In secondo luogo, in merito ad un’analisi costi benefici, si riportano le ragioni scritte nella relazione del progetto, concludendo: «Attualmente, la mancanza di un idoneo collegamento stradale tra la Valvestino e la zona ovest del Trentino condiziona negativamente l’intero sistema infrastrutturale Trentino/Lombardia. La realizzazione del collegamento stradale in questione produrrà , per tale aspetto, l’aumento della
scorrevolezza del traffico, la riduzione dei tempi di percorrenza e quindi dei consumi e dei conseguenti impatti sull’ambiente, il miglioramento della sicurezza dell’utenza stradale derivante anche dal minor stress di guida dovuto alla riduzione dei tempi nonché il miglioramento della geometria dei tracciati».
to Alex Marini. «Si conferma la volontà di costruire un’opera senza che le comunità locali trentine si siano espresse - commenta la risposta ricevuta Marini - senza una seria valutazione sui costi-benefici dell’opera e senza che i Comuni lombardi coinvolti siano effettivamente passati al Trentino come hanno chiesto di fare da tempo».
In terzo luogo, sull’assoggettamento alla Vas, piazza Dante risponde: «L’opera interessa marginalmente il territorio trentino e precisamente l’imbocco della galleria è previsto in corrispondenza di un tornante della Strada Provinciale n. 69, senza interessare alcun centro abitato e/o area
agricola/produttiva o di particolare pregio, innestandosi, la nuova strada, direttamente sulla viabilità esistente. Relativamente l’assoggettamento del progetto a VAS, si rileva che non si ravvisa alcun obbligo normativo, partecipativo e/o informativo, per sottoporre il progetto alla VAS, essendo que-
st’ultimo applicabile solo all’approvazione di Piani e Programmi». Una risposta che ha lasciato inalterate le critiche avanzate da Marini e Degasperi: «La Provincia va avanti a testa bassa - conclude Marini incurante di tutto e di tutti, sicura che il progetto di cui si vagheggia da tempo stia in piedi e che i costi preventivati (oltre 30 milioni di euro) siano congrui e soprattutto si giustifichino. Da parte nostra non possiamo che ribadire come quest’operazione appaia piena di incognite, col rischio di impegnare cifre notevoli eppure insufficienti per poi arrivare, fra chissà quanto tempo, a realizzare qualcosa che servirà a pochissime persone e pure con una modalità, e mi riferisco al senso unico alternato, che in ogni caso lasceranno a desiderare».
Marchio CETS Qualità Parco
Premiate 26 strutture ricettive dal ParcoAdamello Brenta perl’impegno perla sostenibilità ambientale
Alla presenza dei vertici di Federparchi, degli assessori provinciali all’ambiente Mario Tonina e al turismo Roberto Failoni, del presidente e del direttore del Parco Naturale Adamello Brenta, si è svolta una cerimonia ufficiale presso le Cantine Ferrari di Trento in cui i 26 titolari delle strutture hanno avuto il giusto riconoscimento al termine di un percorso in cui hanno dovuto rispondere a requisiti strutturali e gestionali volti alla sostenibilità. “È un modo per riconoscere l’impegno che da tanti anni garantite all’interno del territorio del Parco, che ha saputo cogliere le vostre potenzialità” ha detto Tonina rivolgendosi ai premiati. “Se sapremo far crescere la sensibilità ambientale di tutti gli operatori economici potremo garantire un futuro sostenibile alla nostra
Autonomia e il Trentino potrà essere un esempio su scala mondiale” ha detto ancora l’assessore, sottolineando come la certificazione CETS permetta di rendere l’offerta del territorio ancora più qualificante e attrattiva. L’adesione a questo progetto di marketing territoriale ideato dal Parco nel 2003 è volontaria ma richiede molta convinzione nel voler ridurre i propri impatti ambientali. Oltre a dover osservare le più classiche accortezze, come la raccolta differenziata, l’utilizzo di detersivi naturali e l’acquisto di prodotti a km 0, alcune strutture hanno apportato interventi importanti per adeguarsi al disciplinare del marchio. Qualcuno ha deciso di convertire gli impianti per l’approvvigionamento da energie rinnovabili, altri si sono dotati di cisterne per il recupero dell’acqua piovana per
l’irrigazione, altri hanno installato le colonnine per la ricarica delle auto elettriche. Fondamentale per ottenere la certificazione è anche il rapporto con il territorio quindi tra i requisiti sono considerati anche la promozione degli eventi organizzati sul territorio, la possibilità di ospitare eventi presso la propria struttura e la collaborazione con le Aziende per il turismo o con le associazioni locali. “Siete la dimostrazione – si è così complimentato il presidente del Parco, Joseph Masè - che ciascuno può e deve dare il proprio contributo a favore dell’ambiente anche con piccoli accorgimenti e semplici gesti quotidiani. La vera sfida delle aree protette oggi è contribuire alla diffusione di una coscienza ambientale. Trasmettere a più persone possibili una cultura del rispetto per l’ambiente e in
questa ottica il coinvolgimento delle imprese ha un valore fondamentale. Da sole le aree protette vanno poco lontane, ma instaurando sinergie con il mondo dell’imprenditoria si creano i presupposti per raggiungere obiettivi ambiziosi.”. A fronte degli sforzi richiesti, il marchio CETS – Qualità Parco offre la possibilità di fregiarsi oltre che del logo del Parco anche della certificazione Carta Europea del turismo sostenibile di Europarc/Federparchi godendo di una visibilità a livello europeo. Le strutture ricettive certificate con il marchio “Qualità Parco/CETS” possono, inoltre, mettere a disposizione dei propri ospiti la Parco Key, una carta elettronica che permette di accedere gratuitamente a tutte le attività e ai servizi di mobilità del Parco. Le strutture ottengono servizi di marke-
ting e formazione per aumentare la propria visibilità online, servizi di intrattenimento educativo per i clienti, una linea di gadget dedicata al marchio e omaggi da lasciare agli ospiti insieme ai messaggi di sostenibilità. Agli imprenditori sono state consegnate le targhe realizzate in legno dai ragazzi di Laboratorio Sociale di Trento e Anffas Tione proprio per rispondere alla necessità di coinvolgere il tessuto sociale locale. Delle 26 strutture che sono state premiate, 11 sono alla prima attestazione mentre 15 hanno rinnovato il marchio alla scadenza dei tre anni di validità. La famiglia sempre più numerosa delle strutture CETS Qualità Parco si allarga quindi a 41 strutture (25 alberghi, 5 garnì, 2 campeggi, 3 agriturismi, 2 case per ferie, 4 B&B), tutte con sede nei comuni del Parco.
Elezioni comunali La riduzione del numero dei comuni – e di conseguenza dei seggi da consigliere disponibili, anche in forza della normativa regionale 2013 – ha contratto di circa la metà il numero di consiglieri disponibili in Giudicarie, aumentato di più del doppio la grandezza media dei comuni, ma paradossalmente falciato il numero di persone che si mettono in gioco. Significativo il caso di Tione, unico comune giudicariese in cui si è votato nel 2019 (in forza del passaggio del sindaco Mattia Gottardi in Consiglio provinciale). Laddove nel 2010 vi furono sei liste, e nel 2015 4, nel 2019 sono state solo 2, ed entrambe a sostegno del sindaco Antolini. Di certo va verificata la partecipazione al voto dei cittadini, elemento in evidente calo in tutte le ultime tornate elettorali, pur nella diversità tra amministrative, politiche, europee e provinciali. Infine, si tratta delle prime elezioni provinciali da 20 anni a questa parte in cui al governo provinciale c’è una compagine di centrodestra; comprensibile che ora che dispongono di visibilità e delle leve del potere i nuovi volti della politica provinciale vogliano contare di più anche nella scelta dei candidati sindaco. Nei centri maggiori ma non solo. Lega in primis. Iniziamo dunque la prima carrellata di nomi, partendo dalla Valle del Chiese. A Storo, maggiore centro delle Giudicarie per popolazione, è certa la ricandidatura dell’uscente Luca Turinelli, alla prima consigliatura. Riccardo Giovanelli, suo principale oppositore in consiglio comunale e leader di “Insieme” sarebbe la scelta naturale: motivi lavorativi sembra lo abbiano portato alla riflessione di non potersi spendere in prima persona. Al suo posto si scalda Nicola Zontini, fin da giovanissimo attivo presidente della Pro Loco di Storo e uomo di fiducia di Vigilio Giovanelli che continua a tessere tela dietro le quinte della politica storese. Tra le liste c’è un gruppo che lavora alla costituzione di una lista targata Lega, ma c’è anche il consigliere provinciale Alex Marini che appoggia l’idea di formare una lista Movimento 5 stelle. Nel vicino comune di Bondone si dà per scontata la candidatura dell’uscente Gianni Cimarolli, già sindaco dal 2000 al 2010 ed eletto nel turno straordinario del 2014 dopo la scomparsa del primo cittadino Graziano Scalmazzini; attualmente non si vedono all’orizzonte altre liste. A Borgo Chiese la situazione è in evoluzione: dopo l’apparente saldatura tra le uscenti maggioranza e opposizione che ha portato l’individuazione del candidato comune Roberto Spada, al posto del sindaco uscente Claudio Pucci (operazione avvallata anche dal presidente della comunità delle Giudicarie Giorgio Butterini, pure tirato per la giacca da molti per tornare sulla sedia di primo cittadino) gli animi si sono agitati nel comune chiesano. In particolare, alcuni componenti della minoranza,
FEBBRAIO 2020 - pag.
9
Il problema è trovare cittadini disposti a mettersi in gioco in amministrazione
Per le comunali si scaldano i motori Tanti i territori dove si rischia la lista unica
Mancano poco più di 3 mesi alle elezioni comunali 2020; la data, sul calendario di attuali amministratori ed aspiranti tali, è quella di domenica 3 maggio. Da qualche settimana sono iniziate dunque le “grandi manovre” per preparare al meglio liste ed alleanze in vista della tornata elettorale. Una tornata che si annunzia con alcuni caratteri di particolarità. In primis: si tratta della prima tornata “a bilancio” del in primis Giovanni Butterini, non hanno gradito quello che considerano un “inciucio” e sondano candidati alternativi, come ad esempio Giuseppe Leotti, ma soprattutto quello dell’ex-assessore provinciale Remo Andreolli, che i bene informati danno molto attivo in queste settimane, anche in seno al direttivo del Bim del Chiese. A Cimego, si sondano anche altri nomi, come Marco Zulberti, bancario e cimeghese doc. A Castel Condino molto probabile la lista unica, con la ricandidatura del sindaco uscente Stefano Bagozzi, anche se torna anche qui soprattutto come suggestione, il nome di Remo Andreolli. Pieve di Bono-Prezzo vedrà la probabile ricandidatura dell’uscente Attilio Maestri, che sta lavorando alla sua lista con la possibilità di nuovi inserimenti anche sul fronte prezzano; dall’altra parte si intensificano gli incontri per una candidatura alternativa. Nel 2016 fu Daniele Tarolli, dopo vari tentativi di ex-componenti della lista di Umberto Facchi di riprendere una strada comune sono circolati i nomi di Francesco Armani e di Catia Balduzzi anche se lo scenario attuale più probabile è quello della lista unica. A Valdaone vi sarà con tutta probabilità la ricandidatura di Ketty Pellizzari, attuale sindaco che conferma gran parte della maggioranza uscente; dall’altra si sta organizzando la minoranza di Alessandro Panelatti. Da vedere se ci sarà la “storica” opposizione “bresciana” guidata da Aliprandi. A Sella Giudicarie ci sarà il sindaco uscente Franco Bazzoli. Con lui una compagine in buona parte rinnovata, anche in seguito ad alcune uscite dalla lista che, nel 2016, si impose per sole 13 preferenze su quella di Ivan Bazzoli. La grande novità è l’accordo che Ivan Bazzoli, che sarà candidato sindaco, ha recentemente stretto con l’altra minoranza, quella guidata da Raffaele Armani, per realizzare una squadra
comune che, visti i voti della scorsa tornata, avrebbe ottime possibilità di insidiare il primo cittadino uscente. Da valutare anche le mosse di alcuni catalizzatori di preferenze, specie negli ex- comuni di Bondo e Breguzzo, a cominciare da Massimo Valenti, la scorsa volta a sostegno di Franco Bazzoli e ancora indeciso sulla sua partecipazione. Scendendo nella Busa, detto di Tione, dove si è votato lo scorso anno, c’è Borgo Lares, dove appare certa la presenza del sindaco uscente Giorgio Marchetti. Meno probabile la presenza di Guido Perghem, suo sfidante nel 2016 che ancora non ha sciolto le riserve ma sembra orientato a non ricandidarsi. Anche a Tre Ville
nuovo assetto dei comuni trentini e giudicariesi; per capirci, nel 2015 e 2016 si votò a fusioni “fresche”, appena fatte, sull’onda lunga del referendum aggregativo. Ora si tratta di tracciare i primi bilanci di questa esperienza. Secondo punto, collegato con il primo: sarà significativo verificare se effettivamente, come sembra, sarà confermato un trend generale di calo del numero di liste.
diamo per certa la ricandidatura del primo cittadino Matteo Leonardi, vi sono anche, in questi giorni, contatti per una non meglio precisata “lista giovani”, ma ad oggi vi è la fondata possibilità che si confermi la lista unica del 2016. Salendo, a Porte di Rendena scontata la ricandidatura del sindaco Enrico Pellegrini; dall’altra parte attualmente non si vedono contender, anche se il gruppo vicino all’ex sindaco Rodolfo Alberti sta sondando il terreno per una candidatura alternativa. A Pelugo il sindaco Mauro Chiodega con tutta probabilità si ricandiderà, ad oggi non è alle viste un’altra lista. A Spiazzo, sembra probabile il passo di lato del sindaco uscente Michele Ongari,
PUBBLICITA’ ELETTORALE
ad oggi però non si vede chi possa esserne il sostituto, forse il vicesindaco Angelo Capelli. Nel 2015 fu lista unica Gruppo 2010, ora l’orizzonte sembra il medesimo, anche se, nelle scorse settimane si registrano tentativi di riorganizzazione del gruppo che faceva capo all’ex-sindaco Emanuele Bonafini. A Strembo, mentre sembra che il sindaco uscente Guido Botteri non sia più intenzionato a ripresentarsi, prende quota la candidatura a sindaco di Sandro Ducoli, già ideatore e punto di riferimento della 24 ore della Val Rendena; in questi giorni sono in corso contatti con persone e gruppi in appoggio alla sua candidatura. A Caderzone Terme è certa la ricandidatura del sindaco uscente Marcello Mosca che può contare sul gruppo compatto e coinvolto che lo ha accompagnato in questa prima legislatura da sindaco, anche se non è escluso che vi sia spazio nella lista per qualche new entry. A Massimeno, comune più piccolo del Trentino che ha comunque resistito alla ondata di fusioni, è ancora in dubbio la candidatura del primo cittadino uscente Enrico Beltrami, così come nella vicina Giustino, stante la indisponibilità del sindaco uscente Joseph Masè a ricandidarsi, non è ancora stato individuato un sostituto, anche se si fa il nome del bancario Angelo Maestranzi, attuale as-
Il Giornale delle Giudicarie dichiara la propria disponibilità a pubblicare messaggi politici a pagamento delle Elezioni Comunali del 3 maggio 2020, e che tali messaggi potranno essere pubblicati secondo le regole ed i criteri esposti sul sito internet del suddetto (www.giornaledellegiudicarie.it). Tutti i messaggi elettorali dovranno indicare il soggetto politico committente e dovranno recare la dicitura: “Messaggio politico elettorale” in conformità con la legge che regolamenta la vendita degli spazi pubblicitari per propaganda elettorale e nel rispetto delle delibere adottate dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni della Repubblica Italiana. Ai sensi del provvedimento del Garante si precisa: 1. Spazi pubblicitari offerti a tutti i Partiti - Movimenti Politici – Liste civiche 2. Periodo regolamentato per le pubblicazioni sino a 24 ore prima del giorno della consultazione. 3. Pagamento anticipato 4. Condizioni temporali di partecipazione Spazi: per uscita di marzo prenotazione entro il 15 febbraio, consegna materiali entro il 20 febbraio 2020, per l’uscita di aprile prenotazione entro il 15 marzo, consegna materiali entro il 20 marzo 2020. Le richieste dovranno essere indirizzate a: sponsorgdg@yahoo.it - Tel. 3356628973
sessore. A Bocenago si dà per certa la ricandidatura del sindaco uscente Walter Ferrazza, attuale assessore in comunità di valle; ad oggi sembra che si vada verso la lista unica. A Pinzolo, tradizionale piazza “calda” della politica giudicariese, matura la ricandidatura del primo cittadino uscente Michele Cereghini, sostenuto anche dall’assessore provinciale Roberto Failoni, mentre dall’altra, quella che è stata la maggioranza a sostegno di William Bonomi per due legislature non sembra esserci ancora un candidato definito, che, dall’identikit, potrebbe essere una donna. A Carisolo panorama ancora incerto, con il dubbio sulla ricandidatura di Arturo Povinelli, sindaco uscente, ancora da definire. Nelle Esteriori sono alle viste probabili cambiamenti. A Bleggio Superiore sembra non vi sarà la ricandidatura di Alberto Iori; in rampa di lancio la candidatura di Massimo Caldera, fratello del vecchio sindaco Attilio. A Fiavè vi sono ancora dubbi sulla ricandidatura del primo cittadino Angelo Zambotti; se decidesse di fare un passo indietro, in pole vi sarebbe Stefano Carloni, attuale assessore. Dall’altra c’è l’ex-sindaco Nicoletta Aloisi, ben decisa e combattiva per riprendere le redini del comune. A Comano Terme, Fabio Zambotti sembra intenzionato a ricandidarsi dopo la prima legislatura da sindaco del centro delle Esteriori; quale avversario la scorsa volta trovò Julian Collini a capo di una lista targata Lega, che non andò sopra il 20%. Chissà se il vento politico favorevole al Carroccio consiglierà di ripetere l’esperienza con maggiori chances. A Stenico Monica Mattevi sembra più che mai in sella e, in questo momento, non si vede all’orizzonte un nuovo candidato sindaco né una lista alternativa. Lista alternativa (o forse due) che, invece, potrebbe esserci a San Lorenzo Dorsino; sembra assodato che il sindaco uscente Albino Dellaidotti non sarà della partita. A raccogliere il testimone della lista Le dieci Ville potrebbe essere il vicesindaco Rudi Margonari, ma, sembra che anche Samuel Cornella altro consigliere di maggioranza sia pronto a lanciare una propria lista. (r.g.)
pag.
10
Economia
FEBBRAIO 2020
Trattative in corso per riunire Vigo, Caderzone e Strembo a Pinzolo
Cooperazione di consumo, Val Rendena verso la fusione di Giuliano Beltrami Nemmeno il consumo scherza. Da sei società si passerà a tre, sempre che le centinaia di soci approvino il progetto pensato dai Consigli di Amministrazione. È in corso una trattativa che dovrebbe portare le Famiglie Cooperative di Vigo, Caderzone e Strembo sotto l’ombrello della Famiglia di Pinzolo. Le tre che rimarranno (Pinzolo, Pelugo e Carisolo) sono socie nella Coopertre, che gestisce un paio di iniziative commerciali: il negozio di Spiazzo “Spesa facile”, con prodotti a prezzi concorrenziali (l’intento è di essere concorrenziali con il supermercato Poli, aperto a Spiazzo da qualche anno nell’area ex Ille) ed il discount di Carisolo, sotto il marchio Eurospin. Sia “Spesa facile” che discount appartengono alla famiglia Dao: da una parte marchio Conad, dall’altra Eurospin, di cui Dao è socia fondatrice. Non è detto, peraltro, che Eurospin rimanga a Coopertre, perché la più grande catena di discount italiana ha manifestato l’intenzione di passare alla gestione diretta di alcuni punti vendita, perciò potrebbe toglierlo a Coopertre per aprirne uno a Giustino. Per ora, tuttavia, alle parole non sono ancora seguiti i fatti. In questa girandola di sigle, Pinzolo - una delle più grosse Famiglie Cooperative del Trentino con un fatturato che sfiora i 25 milioni di euro, 24.700.000 per l’esattezza - rimane nella catena Sait, che accoglie anche Vigo, Caderzone e Strembo. Pelugo e Carisolo, dal canto loro, hanno fatto la scelta di uscire dal Consorzio storico della cooperazione di consumo trentina per entrare nella Dao, nata come Cooperativa fra dettaglianti, ma ormai in decisa concorrenza con il Sait. Non a caso negli ultimi anni la società con sede a Lavis ha sedotto parecchie Cooperative trentine, le quali si sono accodate alla Cooperativa di Fassa (in Dao da un quarto di secolo), segui-
Centotrentanni dopo la nascita della Cooperazione, il 2020 sarà l’anno della svolta in Rendena? Certamente sì. A dire il vero lo fu già il 2019, almeno per le banche di credito cooperativo, passate nel breve volgere di poche settimane da quattro a due e da due a una: prima la fusione fra Val Rendena, Pinzolo e Adamello-Brenta (per
creare la Cassa Adamello), poi questa incorporata dalla più grossa, per creare la Adamello-Giudicarie-Valsabbia-Paganella. Nome immenso, che verrà ridotto a La Cassa Rurale, il marchio della incorporante. Nel 2020 i soci avranno due strade: o benedire la fusione o mandarla a farsi benedire.
ta dalle Coop della val di Non e di Albiano. Prima di loro nelle Giudicarie aveva abbandonato il Sait la Cooperativa delle Giudicarie (Busa di Tione) e dopo di loro ci ha pensato FiavèCavrasto. Fedeli al Consorzio di via Innsbruck rimangono Valle del Chiese, Bondo-Roncone, Comano e Brenta-Paganella.
miglia Cooperativa delle Giudicarie, che ha unito le società di Tione e di Saone. Quest’ultima, in particolare, aveva negozi in tutti i centri della Busa.
Una storia gloriosa Ultimo ventennio dell’Ottocento. Un curato di campagna (non sia riduttivo questo titolo, anzi, elevato) convinceva i suoi paesani che la cooperativa era l’unica forma di impresa per sconfiggere speculatori ed intermediari con l’obiettivo di avere prodot-
ti a prezzi accettabili per una società tanto fragile da costringere migliaia di persone all’emigrazione. Il messaggio forte e chiaro fu raccolto da decine di parroci, che lo trasmisero nelle loro comunità. I parroci. Non erano gli unici al tempo ad avere cultura. C’erano anche i maestri, i medici e i farmacisti, ma l’attenzione al benessere della propria comunità apparteneva principalmente al prete. Nacquero in rapida successione Famiglie Cooperative, Casse Rurali e Consorzi agricoli. E nacquero nei paesi più grossi, ma anche nei villaggi più sperduti. Non è un caso che la prima Famiglia Cooperativa sia nata a Villa del Bleggio,
seguita da quella di Fiavè, l’unica presieduta da quel curato di campagna che rispondeva al nome di don Lorenzo Guetti. Che il fenomeno coinvolgesse anche le comunità più piccole e sperdute lo dicono i numeri. Fino ad una trentina di anni fa Famiglie Cooperative e Casse Rurali erano centinaia. Oggi siamo a numeri ampiamente ridotti. Senza voler parlare delle Casse Rurali (ridotte a meno di venti, con prospettiva di scendere sotto quota dieci), le Famiglie Cooperative non toccano quota ottanta in tutto il territorio provinciale. Le Giudicarie non fanno eccezione. Finora l’ambito meno toccato era la Rendena, che ora pare in
procinto di cambiare. Gli anni Novanta furono cruciali. Ci si rese conto che ogni piccola Famiglia Cooperativa, con il suo direttore, con il magazzino e i costi del commercialista (o della Federazione, non importa) non poteva stare in piedi: costi fissi troppo elevati e margini sempre più ridotti. Accadde così che nel Chiese (per fare un esempio) si siano unite in un sol colpo sei Famiglie Cooperative (Condino, Brione, Castel Condino, Pieve di Bono, Bersone e Daone) a formare la Cooperativa Alto Chiese. Sono
passati pochi anni e (sempre nell’ultimo decennio del Novecento) a queste si sono aggiunte Storo, Darzo e Bondone. Nacque così la Cooperativa Valle del Chiese. Nelle Esteriori la BrentaPaganella è frutto del matrimonio fra San Lorenzo, le Coop dell’altipiano della Paganella e Spormaggiore. Terme di Comano, dal canto suo, era un Centro commerciale formato da Cooperative, che nei primi anni del Duemila si è aperto ai soci persone fisiche. Sempre risalente a quegli anni è la nascita della Fa-
Fine delle fusioni? Ci fu un tempo, una decina di anni or sono, in cui i responsabili delle Cooperative con sede a Tione, a Bondo e a Storo immaginarono una fusione in grande stile. Troppo in grande stile: infatti il sole tramontò prima di spuntare. Bondo si unì solo con Roncone. Anche fra Terme di Comano e Fiavè-Cavrasto si è ragionato, soprattutto per volontà di quest’ultima. Ma ai buoni propositi non sono seguiti i fiori d’arancio e i confetti. In fatto di fusioni la cooperazione sociale ha fatto il suo: Lavoro (sede a Copera, comune di Zuclo), settore inserimento lavorativo, ha incorporato prima Alpicoop di Pinzolo, poi Lavori in corso con sede a Breguzzo. Dall’incontro fra Bucaneve ed Ancora è nata Incontra. Chi brutalmente ed improvvisamente ha completato l’opera di fusione è il mondo del credito cooperativo, che in un sussulto esplosivo alla fine del 2019 ha dato vita ad una unica Cassa Rurale delle Giudicarie.
Europa Uomini come Alcide De Gasperi, il nostro grande Statista che ha saputo far rinascere l’Italia dalle macerie della guerra e dare avvio, unitamente ad altri statisti con cui condivideva principi, ideali e visioni, il grande progetto di unità dei popoli d’Europa. Nel corso del 2015 abbiamo offerto ogni mese ai lettori in uno spazio specifico del nostro Giornale pensieri, riflessioni e messaggi di De Gasperi che hanno alimentato il suo agire nel dare speranza e nel creare le condizioni per un futuro di pace, stabilità e benessere per l’Italia e l’Europa. I tempi cambiano, le esigenze mutano e crescono, ma vi sono ideali, valori e comportamenti che nel perseguire il bene comune non hanno tempo. Il valori, i messaggi e la concreta testimonianza nell’agire personale e politico di Alcide De Gasperi potranno essere sempre per noi importanti punti di riferimento per costruire il nostro futuro; punti di riferimento cui richiamarci anche nei momenti difficili. Noi, trentini, oltre ad essere particolarmente orgogliosi per il fatto che la nostra terra ha dato i natali al più grande statista italiano del secolo scorso, dovremmo anche sentirsi responsabili ed impegnati nel tenere vivi ideali e il messaggi degasperiani, promuovendone la conoscenza nella maniera più ampia possibile. È con questo spirito che è stato aperto pochi giorni fa a Trento, presso la sede del Consiglio co-
FEBBRAIO 2020 - pag.
11
Spazio De Gasperi nel cuore di Trento di Paolo Magagnotti
In un momento in cui la strada verso il futuro presenta troppe curve a gomito e dissuasori sempre più frequenti, dobbiamo prender forza e coraggio per superare delle difficoltà attingendo anche all’esempio di coloro che, retti da forti ideali e valori senza
tempo, nel Secondo dopoguerra hanno voluto e saputo portarci sulla retta via, quella via che per noi, popoli del Vecchio continente, si chiama Unione europea. Uomini coraggiosi e lungimiranti che hanno saputo alimentare speranza nella libertà. munale, in pieno centro cittadino, lo “Spazio De Gasperi”, un’ esposizione permanente di oggetti personali, immagini e documenti relativi alla vita di De Gasperi. Un eccezionale patrimonio di cui la figlia dello Statista Maria Romana De Gasperi, con tanta generosità, ha fatto donazione alla Fondazione Museo Storico del Trentino, con il coinvolgimento del Comune di Trento per la messa a disposizione dello spazio espositivo, e per realizzare la quale mi sono impegnato personalmente in maniera molto attiva. Sono presenti molte testimonianze della vita personale e politica di De Gasperi che possono offrire un importante contributo per comprendere il profilo umano e l’agire politico dello straordinario Gigante della libertà. Si va dai momenti di vita familiare a Sella Valsugana e Roma, ai grandi comizi elettorali, alle riunioni governative e
a eventi e visite a livello nazionale ed internazionale, compresi gli incontri con gli altri padri dell’Europa, fra cui Konrad Adenauer e Robert Schuman e gli storici viaggi in America compiuti per ridare dignità internazionale all’Italia umiliata dal fascismo ed ottenere aiuti per procurare pane agli italiani e ricostruire il nostro Paese nel periodo postbellico. Pezzo forte dell’esposizione è costituito da una copia originale della costituzione italiana, con le firme autentiche di Alcide De Gasperi, del capo provvisorio dello Stato Enrico de Nicola e del presidente dell’Assemblea costituente Umberto Terracini. Sono pure previsti programmi particolari per le scuole e gruppi. Considerando che l’esposizione è a ingresso libero e aperta tutti i giorni dalle 9 alle 18, per i trentini che dalle vallate si recano a Trento potrà essere l’occasione passare un po’ di tempo in questo “mondo degasperiano” dal quale si potrà uscire con motivanti emozioni.
pag.
12
Economia
FEBBRAIO 2020
Di due Apt e due Consorzi, in Giudicarie futuro ancora nebuloso
Il passaggio informativo in corso in tutti gli ambiti turistici trentini è quindi obbligato in quanto, come più volte ribadito da Failoni, «la visione della riforma non solo mette al centro il turista e i suoi bisogni, ma interviene anche sulla governance del sistema turistico trentino coinvolgendo i territori». La questione dei finanziamenti Mentre si cercano di capire meglio i dettagli della nuova legge, un elemento che influenza la struttura della riforma e ha fatto preoccupare, nell’autunno 2019, i vertici delle Aziende per il turismo trentine è la questione dell’utilizzo di fondi che, nella grande maggioranza dei casi, sono pubblici in enti che hanno molti inquadramenti giuridici diversi nel panorama locale ma nessuno interamente pubblico. Significa che operano con fondi e risorse di natura pubblica ma non li gestiscono come è tenuto a fare un ente pubblico - gare, concorsi, bandi e via dicendo - ma con le regole del privato. Il caso più eclatante è l’inchiesta in corso sull’Apt madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena, ma si badi bene che il tema dell’uso dei fondi vale per tutte le Aziende per il turismo. Infatti all’inizio dell’autunno scorso la Provincia si è affrettata a mandare una circolare sul tema e nella riforma voluta dall’assessore Failoni è un aspetto che determina molte ca-
Turismo. Failoni in tour per spiegare la riforma Il nodo dell’equilibrio fra soldi pubblici e privati Denise Rocca Prima a Pinzolo, in un incontro mattutino, poi a Campiglio, nel pomeriggio. Il tour trentino dell’assessore Roberto Failoni per illustrare il disegno di legge di riforma del turismo farà tappa in Val Rendena il prossimo 3 febbraio. Per le Giudicarie, già qualche decina di giorni fa l’assessore era stato nelle Esterioratteristiche della futura struttura del turismo locale: se la maggiroanza dei fondi sono pubblici, si dovrà agire come enti pubblici, altrimenti per continuare ad operare come privati, anche le risors economiche devono esserlo. Pare semplice, ma non lo è affatto. Le Apt gestiscono il turismo in loco, ora hanno forti contribuzioni provinciali e comunali, secondo la ratio per cui i turismo è materia che riguarda tutto lo sviluppo di un territorio. Sulla necessità di agire con la velocità decisionale di un’impresa privata, non ha dubbi
nessuno. E quindi vanno reperiti denari privati. O trovato il modo di avere soldi pubblici che venga-
ri. La nuova legge, su proposta della Giunta, arriverà all’attenzione del Consiglio provinciale nei prossimi mesi per essere discussa e quindi sottoposta alla votazione. L’obiettivo dell’assessore provinciale, nonché albergatore di Pinzolo, è che la nuova normativa entri in vigore tra un anno, a gennaio 2021.
no gestiti in maniera pubblica ma non vadano ad incidere sulla flessibilità e prontezza che operare
nel mercato del turismo esige. Nella nuova riforma, questi enti intermedi potrebbero essere le ipotizzate Agenzie, ma come funzioni nel concreto il sistema non è per nulla chiaro al momento. Le Apt, senza la certezza dei fondi e dei confini geografici del proprio ambito di azione, stanno quindi aspettando a prendere le decisioni strategiche. A muoversi per prima l’Apt della Rendena, avviando un percorso che anticipa i nuovi adempimenti. Sta elaborando un codice etico e un codice per la trasparenza, definendo un regolamento per gli acquisti
e, soprattutto, adottando il modello organizzativo e di gestione 231 che ha lo scopo di prevenire la responsabilità penale degli enti. Sulla questione pubblico/privato, dal punto di vista giuridico, nel bilancio di previsione 2020 il direttivo ha bilanciato la percentuale tra risorse pubbliche e private con queste ultime aumentate rispetto alle prime grazie ad una maggiore contribuzione degli operatori, in particolare della società funivie: tutte hanno messo più fondi in modo che l’ente Apt possa agire con certezza nella sfera privata, seguendo, a propria tutela, una serie di normative e procedure ancora più stringenti, ma mantenendo anche la maggior possibilità di operare nel quotidiano che caratterizza il settore privato.
EDITORIALE di Adelino Amistadi Continua dalla Prima L’esito, incerto fino all’ultimo, ha poi sancito l’importante vittoria del centrosinistra in Emilia Romagna mentre il centrodestra ha vinto in Calabria con un grosso margine di vantaggio. Ma a tenere banco sono state elezioni in Emilia Romagna, se n’è parlato per mesi in un clima incandescente fatto di slogan e sceneggiate, più che di programmi e prospettive. L’analisi del voto è facilissima anche per un dilettante come me. Il grande sogno di Matteo Salvini di abbattere la rossa Emilia Romagna e di prendere così il controllo del Paese e del centro destra, è svanito. Magari solo rinviato, come ha subito detto Salvini, ma per ora le cose stanno diversamente. Salvini (32%) perde nettamente mentre aveva promesso la vittoria o almeno un testa a testa con il Pd (34,7%) che torna ad essere il primo partito. Con il candidato presidente Pd Stefano Bonaccini (51,4%) che surclassa la candidata del cdx Lucia Borgonzoni (43,7%). Ottimo anche il risultato dei Fratelli d’Italia (8,6%) mentre Forza Italia (3,2%) s’è ridotta ai minimi termini. Anche se Salvini sembra consolarsi con i 5 Stelle che spariscono un po’ dovunque tornando ad essere piccola cosa rispetto ai grandi numeri del recente passato. Nell’altra parte del mondo (!), in Calabria, tanto
Nord e quel distante Sud per intenderci, le cose sono andate diversamente con la vittoria del cdx con la candidata presidente Jole Santelli al 56% e il Pd che si conferma il primo partito con il 16,3 con il suo candidato Pippo Calippo al 30,36%, segue la Lega con il 12,1, Forza Italia con 12,8 e Fratelli d’Italia con 11,2, e i Cinque Stelle al 6,5. Alla fine l’esito delle votazioni del 26 gennaio ci racconta alcune cose interessanti. La prima è che i 5 Stelle si sono spersi, alle elezioni politiche potrebbero recuperare qualche voto, ma il loro destino è segnato. La seconda dice che Salvini con la sua strategia estremista ha fatto il pieno con il suo partito ma non ha attirato il voto moderato che in Emilia Romagna è andato al governatore uscente Bonaccini e in Calabria ancora a Forza Italia che sembra essersi estinta al nord diventando ormai la forza politica del sud. Terzo elemento è che il Pd, dato per morente, è vivo e vegeto, non più quello di una volta certo, ma con margini di miglioramento. Le scissioni di Renzi e Calenda sono
state irrilevanti, ma, purtroppo, al suo interno continua ad essere correntizio ed elitario, nonostante i continui richiami di Zingaretti per l’unitarietà e la vicinanza al mondo degli ultimi. E Zingaretti ha poi detto che gran parte del merito per la vittoria del suo partito è dovuta alle Sardine, un movimento libero, antisovranista, che hanno avuto, con il loro entusiasmo e la loro presenza, la capacità di riportare al voto quelli che ormai della politica s’erano stufati ed avevano disertato le urne. Se pensiamo che alle ultime elezioni europee la partecipazione al voto in Emilia Romagna è stata del 38%, domenica 26 è stata del 67,7%, un ritorno al voto straordinario. E adesso che succederà? Sul fronte della maggioranza giallorossa c’è la certezza che il Governo potrà continuare con una certa tranquillità. Cadono infatti giochi e giochetti di Palazzo per sostituire il presidente Conte, a cui punta da tempo un gruppo variopinto di peones della Camera. D’altronde conviene a tutti i giallorossi non cedere, da come
sono andate le elezioni appena conclusesi, la maggior parte dei grillini rimarrebbe a casa, cosi come molti renziani e anche qualche piddino. Se non altro per le poltrona in ballo, il Governo può stare sereno fino alla fine. La tristezza rimane dopo aver constatato che in tutto il bailamme a cui abbiamo assistito in campagna elettorale, s’è parlato di tutto, ma non una parola sulle emergenze del nostro Paese quasi fossero l’ultimo dei problemi. E’ stato, quello di gennaio, un mese politicamente intenso, una sfibrante campagna elettorale che ha incuriosito un po’ tutti, mai per il passato ci si era così interessati di elezioni regionali. Era in ballo lo stravolgimento delle cose, e chi per uno e chi per l’altro eravamo tutti coinvolti come e più di una partita di calcio, e adesso dovremo rassegnarsi al “canapè”? Tranquilli, mica è finita. A stretto giro di posta abbiamo altri appuntamento di grande importanza, entro aprile dovremo votare per il taglio dei Parlamentari, il Parlamento ha già votalo la legge che elimina 345
parlamentari complessivamente, 115 senatori e 230 onorevoli, non male, ma non pochi di loro (65), col terrore di starsene a casa, hanno raccolto le firme per un referendum confermativo che dovrebbe svolgersi quanto prima. Ancora mesi di grandi sceneggiate. Significa che il “tira e molla” a cui abbiamo assistito fino al venerdì precedente alla elezioni regionali riprenderà, anzi, credo che non si arresterà, per ancora qualche tempo. Nel primo autunno si tornerà a votare per le regionali in Veneto, Campania, Liguria, Toscana, Puglia, Marche e si salvi chi può. Ne vedremo ancora delle belle, ci divertiremo, altro che “canapè”!. Nel frastuono di tutti questi avvenimenti, non perdiamo il filo che ci riguarda: il 3 maggio anche noi saremo chiamati per rinnovare i nostri Consigli Comunali, un appuntamento fondamentale per le nostre comunità, per un po’ di tempo lasciamo da parte rossi, gialli verdi e variopinti e dedichiamoci con serietà ed impegno alle nostre cose, ne va della nostra serenità.
Economia Dalla teoria alla pratica si passa con una serie di azioni che vengono dettagliate nel documento. Il capitolo più ricco è quello che riguarda gli eventi: subito si mette in chiaro ciò che peraltro anche nel pieno delle polemiche su questo tipo di proposte si era voluto sottolineare, ovvero che un unico evento, di fine stagione invernale, in quota, lo si vuole fare e rendere un appuntamento fisso. Si pensa ad un concerto che probabilmente si svolgerà a Patascoss, fuori dalla zona del Parco (di pochi metri, ma tant’è) in un’area già antropizzata. Poi la 3Tre, la Coppa del Mondo in aprile, il Giro d’Italia con un arrivo e una partenza di tappa in maggio, un congresso su “Bikeconomy e mobilità sostenibile” e a dicembre la Italian Lifestyle Week, per sottolineare ancora i valori di italianità nell’offerta locale. Prosegue l’operazione di ampliamento del mercato estero, in particolare tedesco in questo caso, con la collaborazione con il Garda Trentino: il Dolomiti Garda Express, ma anche la proposta turistica dedicata ai bikers DoGaAlpine Cycling Route e la Top Dolomites Granfondo
FEBBRAIO 2020 - pag.
13
Con Trentino School of Management si pensa alla strategia 2030
Val Rendena, quattro obiettivi per il futuro Denise Rocca In chiusura di anno il consiglio di amministrazione di Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena ha stilato il Piano marketing operativo 2020. Sono quattro gli obiettivi strategici individuati in un ambito nel quale le presenze stimate annue sono 3,5 milioni, di cui un terzo di tipo alberghiero: essere sempre più internazionali; assecondare l’esigenza di “Ita-
I dati della stagione 2019 per l’ambito delle Esteriori, presentati dalla direttrice Alessandra Odorizzi, sono positivi: il dato stagionale certificato ha chiuso con un risultato in crescita sia negli arrivi che nelle presenze. Da marzo a novembre gli arrivi sono stati complessivamente 55.363 con un incremento del 4% sul 2018. Le presenze sono state 212.564 con una crescita del 2,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. «Interessante - ha specificato la direttrice Odorizzi è l’analisi del dato per provenienza, in quanto mette in luce l’aumento degli ospiti stranieri che scelgono la nostra valle, andando verso l’apertura ai mercati internazionali più volte auspicata. Gli arrivi stranieri crescono del 12% (+1.703) e quelli italiani dell’1% (+426). Stesso andamento per le presenze straniere che aumentano del 15% (+4.924) mentre i pernottamenti italiani aumentano dello 0,5% (+629). L’impegno sulla diversificazione del prodotto, che consente di rivolgersi a nuove nicchie di mercato, come l’outdoor, la pesca, l’enogastronomia comincia a dare riscontro». Si sta puntando molto sull’outdoor per le Esteriori, e la novità della stagione è la firma del protocollo d’intesa Outdoorpark Terme di Comano-Dolomiti di Brenta in cui l’Apt, i comuni della valle, il Parco e il S.O.V.A. sono impegnati per la manutenzione e il miglioramento del patrimonio di sentieri, percorsi e falesie. Proprio su questo tema la collaborazione con l’Apt del Garda che ha portato all’inserimento dell’ambito delle Giudicarie Esteriori nella sezione outdoor del sito di InGarda e che è destinata ad ampliarsi ulteriormente per la prossima stagione. Obiettivo per il futuro è quello dell’attrazione di un turismo accessibile: è uno dei target più in
lian lifestyle” da parte degli ospiti stranieri lavorando sull’offerta di “esperienze” uniche e distintive; mettere a frutto l’immenso patrimonio di dati sui clienti che è stato costruito nel tempo lavorando sulla profilazione dei turisti; rispondere in modo sempre più concreto all’esigenza di sostenibilità; sottolineare l’unicità del contesto paesaggistico nel quale l’azienda lavora.
con la terza edizione in calendario a settembre. Su guarda anche oltre il 2020, di una decina di anni per la precisione: il consiglio di amministrazione ha infatti deliberato la redazione di un piano strategico decennale con Trentino School of Management che partirà da alcuni studi e dati raccolti negli scorsi anni dal comune di Pinzolo e dalle funivie per essere completato nei prossimi 8 mesi con un metodo di coinvolgimento degli operatori locali già sperimentato dall’ente di formazione e che dovrà tenere conto anche della riforma del turismo.
Ampliata la Spa del Grand Hotel
Esteriori, Terme di benessere e turismo accessibile crescita, è stato spiegato ai soci dell’Azienda per il Turismo. «Con la Riserva di Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria, l’Apt del Garda e i Consorzi Turistici Valle di Ledro e Val del Chiese si sono definiti i criteri per essere una destinazione Unesco accessibile alle persone disabili - ha spiegato Odorizzi - individuando degli itinerari accessibili, che sono gli obiettivi principali del progetto». Sul territorio delle Esteriori sono stati tracciati 3 percorsi di visita: il borgo di Rango, il borgo di San Lorenzo in Banale e il biotopo di Fiavè, che si aggiungono al percorso del Bosco Arte Stenico, certificato Open Bronzo, e al percorso delle Palafitte di Fiavè in via di realizzazione. I percorsi sono stati analizzati da persone in sedia a rotelle, descritti con tutte le informazioni utili ad essere percorsi, con i dati tecnici di specifico interesse e sono stati anche inseriti nel portale “Trentino per tutti”. «Ora - si è specificato in Apt - serve creare anche una ospitalità accessibile nelle strutture con un monitoraggio delle stesse. Al momento siamo in grado di fornire alle persone disabili tutte le informazioni per poter organizzare in modo consapevole
le proprie escursioni da noi, anche per più giorni, ma l’impegno proseguirà ideando iniziative innovative per garantire la vacanza accessibile rispetto ai diversi tipi di disabilità». L’Azienda Terme di Comano, storico volano dell’economia locale, punta sempre più sul benessere nel senso più ampio e moderno del termine. Con l’apertura invernale della struttura alberghiera nel Parco si è inaugurata una nuova area del centro benessere interno al Grand Hotel Terme: si tratta del completamento della piscina esterna con un collegamento anche ad una vasca interna con l’acqua leggermente riscaldata rispetto ai 28 gradi con i quali sgorga naturalmente
e un’area relax. «Come terme si mantiene la nicchia curativa che ci contraddistingue - spiega Elena Andreolli -, in quello siamo punto di riferimento in Italia. Il mondo della salute però si sta evolvendo in due ramificazione, da una parte verso l’altissima specializzazione che è lasciata a ospedali e cliniche, e dall’altra verso un concetto di benessere che non è solo estetico, anzi. Noi rientriamo, pur validandoci con la ricerca sui benefici della nostra acqua, nel benessere, quindi vogliamo iniziare a offrire anche pacchetti per chi vuole prendersi cura di sé e stare bene, proponendo le cure da bere, d’immersione e da respirare, ma anche facendo
esperienze nel parco, con l’alimentazione, con la più ampia cura di se stessi grazie all’ambiente in cui siamo immersi». Accanto all’ampliamento del centro benessere, l’altra novità è la nuova linea cosmetica, lanciata in autunno, rinnovata nelle formulazioni e nel packaging, dopo due anni e mezzo di lavoro sui prodotti. A snocciolare i dati di un mercato al quale l’azienda delle Esteriori sta guardando con grande attenzione è Sabrina Bonazza, oggi responsabile del settore cosmetica delle Terme locali: «Il fatturato nazionale del comparto cosmetico è di 11 miliardi di euro - spiega - 15,5 miliardi se comprendiamo anche i produttori. In Europa si muovono 77,6 miliardi di euro e l’Italia è il quarto sistema economico della cosmetica, dopo Germania, Francia e Regno Unito». Altro dato interessante è il risultato di un sondaggio di settore per il quale «L’80 per cento dei consumatori - sottolinea Bonazza - ritiene che i cosmetici siano importanti per la propria autostima». È una torta importante quella della cosmetica, e una fetta la vuole l’azienda termale che ha appena lanciato la nuova linea e rinnovato l’e-commerce.
pag.
14
Territorio
FEBBRAIO 2020
Il presidente Valter Paoli, «L’azienda è sempre più cassetta degli attrezzi dei comuni»
Geas prevede 3 milioni di fatturato per il 2020 di Denise Rocca «I quasi 3milioni di euro di commesse con affidamento in house da parte delle amministrazioni socie previsti dal budget ed un utile lordo per il 2019 che si aggira attorno ai 240 mila euro, parlano chiaramente di una realtà consolidata e in forte crescita - spiegano i vertici - che vanta tra l’altro, di sedere, in rappresentanza del territorio giudicariese, al Tavolo tecnico Acque della Provincia di Trento per la pianificazione nella gestione delle risorse idriche in Trentino». Dai dati presentati in assemblea emerge una forte crescita: nel 2018 Geas ha avuto un valore della produzione di 962 mila euro, nel 2019 si parla di 1milione e 500 mila euro, e il budget di previsione 2020 è di 2 milioni e 940 mila euro. «Si tratta - sottolineano i vertici della società - di un andamento caratterizzato da una costante crescita a doppia cifra che sancisce la bontà delle attività messe in atto dalla società giudicariese che opera in house e totalmente con procedura ad evidenza pubblica». Guardando ai progetti in corso Geas si occupa della gestione del calore con
Ottimo bilancio per Geas Spa. La società, fondata nei primi anni Duemila da tutti i comuni giudicariesi, dai Bim del Chiese e Sarca, oltre che dalla Comunità delle Giudicarie e dai soggetti elettrici locali,
l’obiettivo di migliorare l’efficienza delle cen-trali termiche, per i comuni di Sella Giudicarie, Bleggio Superiore, Fiavé, Stenico, San Lorenzo Dorsino e Porte di Rendena. Sempre di miglioramento dell’efficienza si parla con il mo-
Il Giornale delle Giudicarie mensile di informazione e approfondimento
Anno 18 n° 2 febbraio 2020 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Coordinatore di Redazione: Denise Rocca Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Aldo Gottardi, Matteo Ciaghi, Denise Rocca Hanno collaborato: Gianni Ambrosini, Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Giuliano Beltrami, Dario Beltramolli, Giacomo Bonazza, Alberto Carli, Massimo Ceccherini Podio, Francesca Cristoforetti, Chiara Garroni, Enrico Gasperi, Alfio Ghezzi, Marco Maestri, Mariachiara Rizzonelli, Tiziano Salvaterra, Alessandro Togni, Alberta Voltolini, Ettore Zampiccoli, Marco Zulberti, gli studenti dell’Istituto Guetti Per la pubblicità 3356628973 - 338 9357093 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3286821545) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 31 gennaio 2019 da Athesia - Bolzano Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129
nitoraggio e manutenzione degli acquedotti nei comuni di Giustino, Sella Giudicarie, San Lorenzo Dorsino, Ste-nico e Tione. Si amplia nel 2020 la rosa di servizi offerti dalla società: una nuova commessa ricevuta dal comune di Fiavé apre le porte ad un nuovo servizio di miglioramento energetico nell’ambito dell’illuminazione pubblica con la sostituzione con proiettori Led dei vecchi lampioni stradali. Nel futuro della Geas anche il miglioramento del servizio di innevamento programmato per la pista da sci di fondo nel comune di Carisolo. A Pinzolo Geas si occupa anche del servizio di videosorveglianza con il software messo a disposizione della Polizia locale per la consultazione delle telecamere posizionate sul territorio di Madonna di Campiglio. La videosorveglianza ha avuto inizio con i primi interventi nel comune di Porte di Rendena ed oltre a Pinzolo verrà estesa anche a Tre Ville e Sella Giudicarie. «Geas sta diventando sempre più la cassetta degli attrezzi per i comuni - ribadisce il presidente Valter Paoli garantendo con competenza la soluzione a problemi di gestione delle proprie infrastrutture, utilizzando
opera principalmente nella gestione degli acquedotti, nel controllo delle acque destinate al consumo umano e ha creato un software utilizzato a livello provinciale per il controllo degli acque-dotti.
e 45 Oltr i di ann e nza erie o p s u e al t lità a u ! q izio serv
prevalentemente imprese, artigiani locali e professionisti scelti tramite procedura ad evidenza pubblica».
Fraz. Mortaso, 149 38088 Spiazzo (TN) 0465/801321 0465/801844
info@cozzio-auto.it UN SERVIZIO A 360° GRADI PENSATO SU MISURA PER OGNI TIPO DI CLIENTE! VENDITA NUOVO/USATO GARANTITO OFFICINA MECCANICA AUTORIZZATA CARROZZERIA AUTO SOSTITUTIVA AUTOLAVAGGIO AUTOMATICO E MANUALE SOCCORSO STRADALE 24/7 REVISIONE M.C.T.C.
COZZIO EMILIO & C. S.R.L.
Ci trovi anche su Facebook!
SERVIZIO PNEUMATICI LAVAGGIO E STERILIZZAZIONE INTERNI CLIMA SERVICE ELETTRAUTO ADBLUE SERVICE VENDITA RICAMBI E ACCESSORI LEASING E SERVIZI FINANZIARI
Porto Franco
FEBBRAIO 2020 - pag.
15
L’opinione di Ettore Zampiccoli
Facoltà di Medicina? Meglio un’università sul turismo Ettore Zampiccoli
E così si è innestato un vero e proprio fuoco di sbarramento da parte dell’università di Trento : Collini corre al ministero a Roma per presentare il proprio progetto, i docenti dell’università parteggiano ovviamente per Collini, quindici direttori proclamano il loro rifiuto a collaborare con la facoltà se questa porterà l’imprimatur di Padova, interventi a iosa e ovviamente ad ogni intervento ognuno ci aggiunge – come dice il Manzoni –una nuova frangia sicchè la coperta è diventata larga e per alcuni aspetti ingestibile. Noi non parteggiamo né per Fugatti, né per Collini ma una domanda sorge spontanea: se Collini aveva già il progetto nel cassetto perché non l’ha tirato fuori prima ? Gli è venuto in mente solo quando ha saputo dell’intendimento di Fugatti ? Nel merito noi non abbiamo gli strumenti adatti per valutare se una facoltà di medicina a Trento sia meglio realizzarla in partnership con Padova o con Verona però azzardiamo una domanda. Una facoltà di medicina a Trento ha un senso avendo atenei e cliniche universitarie affermate a distanza ravvicinata (appunto Padova e Verona)? La facoltà di medicina a Trento – abbiamo letto – sarebbe motivata dalla carenza di medici, fenomeno che ri-
È bastato l’annuncio del presidente Maurizio Fugatti su una possibile intesa Provincia-Università di Padova per l’apertura a Trento di una facoltà di medicina per scatenare un putiferio istituzionale. Letti i giornali il rettore dell’università di Tren-
guarda tutto il Paese e non certo solo il Trentino. Ma veramente una facoltà a Trento risolverebbe i problemi di carenza di medici nel sistema sanitario trentino? Qualche dubbio ce l’abbiamo. E ci chiediamo ancora : siamo certi che gli studenti trentini, che vogliano avviarsi alla medicina, preferiscano la loro piccola università in casa anziché università di prestigio come quella di Padova o altra? Ammettiamo che questa facoltà venga aperta a Trento ma chi ci dice che gli studenti che la frequenteranno siano poi disponibili a
lavorare negli ospedali o comunque nel mondo della sanità trentina? Forse, proprio perché giovani ed animati da giuste ambizioni, non mirerebbero piuttosto a situazioni sanitarie ed ospedaliere più attrezzate ed avanzate? Forse ha ragione l’on. Michele Nicoletti quando dice che una facoltà di medicina a Trento è la risposta sbagliata ad un problema reale (la carenza di medici ). Meglio farebbe la Provincia a sostenere i giovani trentini che vogliono frequentare medicina con adeguate borse di studio, magari impegnandoli poi,
to, prof. Paolo Collini, ha reagito male. Ma come Padova? Noi abbiamo già un nel cassetto – ha replicato in sostanza - un progetto per una facoltà di medicina a Trento in collaborazione con l’università di Verona.
una volta terminati gli studi, a lavorare per un certo periodo nel sistema sanitario trentino. C’è poi un problema di costi, che forse non è tanto chiaro. Stefano Zambelli, docente dell’università di Trento e già candidato al rettorato, ha scritto che i costi sarebbero insostenibili ed andrebbero a pesare anche sulla qualità delle facoltà già presenti in università. Non stentiamo a crederlo. Se poi si considera che l’università di Trento è in credito di 200 milioni dalla Provincia ( il debito è stato realizzato da Dellai e Rossi ) c’è da chiedersi anche alla luce di questo andazzo se non sia il caso di riflettere un po’ meglio. Tra l’altro sarebbe utile un’altra considerazione. A Trento, grazie all’Azienda sanitaria, alla Provincia di Trento e ad FBK, già funziona da qualche anno una Scuola di medicina generale, aperta a neo laureati
in cerca di specializzazione. Anziché pensare ad una nuova e – lo ripetiamo – piccola facoltà non sarebbe più utile potenziare questa Scuola facendola diventare un punto di riferimento per gli studenti trentini laureati in medicina nelle facoltà del Veneto o di altre regioni? O magari, in aggiunta a questa, creare dei corsi di specializzazione post-laurea? Detto questo ci ronza in testa una piccola, peregrina idea, che però qui vogliamo esporre, anche a costo di ricevere qualche pomodoro in testa. Il Trentino ha una grande risorse: il turismo. Cresciuto grazie anche ad un ambiente unico il turismo trentino è diventato una fenomeno che tante regioni italiane ci invidiano. Non sto a citare i dati che dimostrano che il turismo, nella maggior parte dei territori trentini, è un vero e proprio volano dell’economia con rica-
dute positive sull’occupazione e sul reddito di migliaia di famiglie. E come l’ambiente ha bisogno di politiche attente per essere valorizzato così il turismo ha ed avrà sempre maggior bisogno di preparazione e di cultura, avrà bisogno di manager e personale altamente qualificato. Forse è solo un piccolo segnale ma non vi dice niente il fatto che di recente un’Apt trentina sia andata a prendersi un direttore di lingua tedesca uscito dall’università di Bolzano! E allora la domanda, che potrebbe essere anche una proposta, è questa : perché non lasciamo perdere medicina e pensiamo ad una facoltà universitaria per il turismo. Potrebbe essere una formula originale anche a livello nazionale ed un investimento per il futuro della nostra economia. Non andremo a pestare i piedi a nessuno, anche perché le facoltà di turismo in Italia non sono molte e nemmeno brillano tanto, si potrebbe creare un centro studi ad alta specializzazione, magari in collegamento con qualche affermata università tedesca o con qualche prestigiosa scuola di hotellerie (vedi ad esempio quella di Losanna). Pensiamoci e parliamone anche perché il turismo ha bisogno più che mai di pensiero se vuole affrontare le sfide di un mercato in costante e rapido cambiamento.
pag.
16
Le Giudicarie in numeri
FEBBRAIO 2020
Matrimoni, nella vallata la metà con rito civile a cura di Virginio Amistadi
I dati più recenti sul numero di matrimoni per rito di celebrazione sono quelli relativi all’anno 2018. I dati proposti di seguito sono stati calcolati a partire dal numero assoDei 1.513 matrimoni registrati nel corso del 2018 nell’intera provincia 49 (6,4%) sono stati celebrati in Giudicarie nelle quali a livello complessivo il rito Civile è stato scelto esattamente nella metà dei casi (50%). Le differenze territoriali, seppure minime, vengono rappresentate ai due estremi dalla Valle del Chiese, in cui i matrimoni civili sono stati il 40,7% del totale e dalle Giudicarie Esteriori in cui il matrimonio civile è stato scelto dal 56,5% delle coppie. A livello provinciale la percentuale dei matrimoni civili sale al 63,1% con valori più elevati in ambito cittadino (Trento
luto; per questo motivo le età medie possono essere leggermente sovrastimate in quanto non necessariamente riferite al primo matrimonio ma anche ai successivi.
72,3%; Rovereto 79,6%). L’età media degli sposi in Giudicarie è di 38,2 anni per il marito e di 34,7 anni per la moglie. Il dato è allineato con quanto riscontrato a livello provinciale.
Nelle tabelle di seguito, oltre ai dati giudicariesi vengono riportati per un confronto i dati relativi a tutte le Comunità di Valle e ai due principali contesti cittadini rappresentati da Trento e Rovereto.
Numero matrimoni per Comunità di Valle e per rito di celebrazione Anno 2018 Matrimonio Comunità di Valle
Religioso
Civile
Totale
% Rito Civile
Val di Fiemme
17
30
47
63,8%
Primiero
17
19
36
52,8%
Valsugana e Tesino
34
43
77
55,8%
Alta Valsugana e Bersntol
57
77
134
57,5%
Valle di Cembra
9
14
23
60,9%
Val di Non
57
55
112
49,1%
Valle di Sole
25
29
54
53,7%
Giudicarie
49
49
98
50,0%
Alto Garda e Ledro
57
124
181
68,5%
Vallagarina
61
160
221
72,4%
Comun General de Fascia
19
20
39
51,3%
Altipiani Cimbri
7
9
16
56,3%
Rotaliana-Königsberg
29
48
77
62,3%
Paganella
5
8
13
61,5%
Territorio Val d’Adige
102
257
359
71,6%
Valle dei Laghi
13
13
26
50,0%
Provincia di Trento
558
955
1513
63,1%
Dati elaborati - Fonte: LOD4Stat ispat
Numero matrimoni in Giudicarie per ambito territoriale, rito di celebrazione ed età media degli sposi – Anno 2018 Ambito
Religioso
Civile
Totale
% Rito Civile
Età Media Marito
Età Media Moglie
Giudicarie Centrali
8
7
15
46,7%
39,6
36,3
Valle del Chiese
16
11
27
40,7%
35,3
32,1
Giudicarie Esteriori
10
13
23
56,5%
39,8
35,2
Valle Rendena
15
18
33
54,5%
38,8
35,8
Comunità delle Giudicarie
49
49
98
50,0%
38,2
34,7
Provincia di Trento
558
955
1513
63,1%
39,8
35,9
Trento
96
250
346
72,3%
40,2
36,6
Rovereto
20
78
98
79,6%
40,8
37,3
Dati elaborati - Fonte: LOD4Stat ispat
FEBBRAIO 2020 - pag.
Refrigerante R32
STĂ˜NE
17
R32
Classe enegetica
Funzionamento silenzioso
pompa di calore aria/acqua La pompa di calore che rivoluziona il concept di unitĂ con installazione da esterno.
innovaenergie.com info@innovaenergie.com A VISTA
AD INCASSO
MODULARE FINO A 200 KW
pag.
18
Carnevale
FEBBRAIO 2020
Ana Mena ospite d’eccezione al FesTione
Tutto pronto per il Gran Carnevale Giudicariese Si parte con la Chiavata il 20 febbraio Sarà il momento poi de “La Chiavata” giunta alla quarta edizione si svolgerà giovedi 20 Febbraio nel rinnovato Parco Ville nel centro di Tione. Durante la manifestazione, dal nome ovviamente goliardico, nel segno della musica e dell’allegria il Sindaco di Tione Eugenio Antolini consegnerà le chiavi del Paese alla Regina del Carnevale Maddalena Bonomi che le conserverà fino al martedi grasso. Parteciperanno i gruppo ArteLares capitanato da Eva Franchini composto da ballerine tra i 5 ed i 18 anni ed il laboratorio di musica leggera della Scuola Musicale Giudicariese diretto dal prof. Giorgio Perini. Oltre alla
musica verranno distribuiti a tutti i partecipanti vin Brulé,the caldo e “grostoi” gentilmente preparati dai ragazzi del Cfp Enaip di Tione. Sabato 22 Febbraio il momento dedicato ai più piccoli: ”Il Carnevale dei popi e putei” giunto alla ventiquattresima edizione, è un appuntamento a cui il Comitato Carnevale Giudicariese tiene molto vista la grandissima partecipazione dei giovanissimi che, si sa, sono il nostro futuro. Dalle 13.30 apriranno le iscrizioni in Piazza G. Boni in localita Brevine, verranno distribuiti pettorine numerate e coriandoli a tutti i partecipanti,ci sarà un momento musicale ed
Il Gran Carnevale Giudicariese offre un calendario variegato di manifestazioni. Nei giorni che precedono la manifestazione la regina del Gran carnevale Giudicariese accompagnata dalle sue vallette farà visita alla scuola materna di Tione ed alla scuola musicale giudicariese per por-
tare a tutti gli alunni un momento di allegria ed un presente da parte del comitato. Da quest’anno faremo visita anche agli ospiti della Rso di Tione molto legati e partecipi al nostro carnevale in modo di portare anche a loro un momento di svago e spensieratezza oltre a un piccolo dono. mascherati dei più piccoli con canti balli e rappresentazioni comiche ed alla fine della manifestazione verranno giudicati e premiati. Prima delle premiazioni ci sarà la baby dance by Alessia e le sue girls per tutti i bambini. Nella serata di sabato 22 Febbraio al palatennis tornerà il FesTione di carnevale che, giunto alla terza edizione, ospiterà i dj Carl G e Stefano Fedrizzi, lo show e animazione Robot Punk, il vocalist di Viva FM Maurizio Bonori e,
alle 14.30, guidata dalla Banda Sociale di Tione, partirà la sfilata delle mascherine alla volta del palatennis dove tutte quelle che giungeranno
riceveranno un regalo da parte del comitato mentre da quest’anno le singole mascherine potranno scegliere se salire o meno sul palco e tra quelle che de-
cideranno di esibirsi verrà stabilita, da un’apposita giuria, una menzione speciale alle tre degne di nota. Durante la giornata si esibiranno inoltre i gruppi
tenetevi forte, la star internazionale del momento la splendida Ana Mena in vetta alle classifiche musicali con la hit “Una volta ancora” cantata con Fred De Palma. Durante la serata verrà estratto l’ordine di partenza di sfilata del martedi grasso e verrà riconsegnato al comitato il “Trofeo Gran Carnevale Giudicariese” dai ragazzi del carro di Roncone vincitore dello scorso anno. Da regolamento il trofeo verrà riconsegnato al comitato fino a quando la stessa compagine non lo vincerà per 3 volte di fila ed a quel punto resterà per sempre in suo possesso. Ed eccoci alla sfilata del Martedi Grasso il clou
della manifestazione. Quest’anno si sfideranno 9 compagini tra carri e gruppi mascherati che partiranno in sfilata alle 14 da via Pinzolo alla volta di Piazza Cesare Battisti, guidati dalla Regina del Gran Carnevale Giudicariese accompagnata dai polenter, dai giurati e dalle splendide note della Banda Sociale di Tione. Giunti in piazza la Regina darà il via al Gran Carnevale Giudicariese con l’ormai celebre e accattivante discorso di apertura e salirà poi sul poggiolo con la giuria. Presentate da Luca Riccadonna partiranno le esibizioni prima dei gruppi mascherati e poi dei carri allegorici con balli e scenette all’insegna dell’allegria e del divertimento. Come da tradizione non potrà mancare la tradizionale distribuzione gratuita di “polenta e salam” per tutti. Nel pomeriggio di martedì 25 Febbraio finita la sfilata, dalle 18 alle 21 ci sarà la terza edizione de “la Slargada” la festa pre-serale con musica, dj e fornitissimo spaccio bar. La serata di Martedi 25 Febbraio, dalle 20 ci sarà la seconda festa serale al palatennis con Carl G, i marschmellow’s,Stefano Fedrizzi musica a 360 gradi e il mitico vocalist Andrea David ormai legatissimo alla manifestazione tionese. La serata accompagnerà alle premiazioni: oltre al trofeo “Gran Carnevale Giudicariese” verrà assegnato il “premio Giullare” per la scenetta più ironica e divertente. Infine una nota “green”: da quest’anno il Comitato Carnevale Giudicariese ha pensato di distribuire le bevande ed i pasti usando posate, piatti e bicchieri biodegradabili riducendo quasi a zero la quantità dei rifiuti non riciclabili e non biodegradabili e quindi l’impatto ambientale derivato dagli stessi. Tanto divertimento per tutti i gusti e per tutte le età, quindi, nella borgata di Tione alle feste carnevalesche, da non perdere.
ComunitĂ delle Giudicarie
FEBBRAIO 2020 - pag.
19
pag.
20
Carnevale
FEBBRAIO 2020 Il programma della 53esima edizione
Si alza il sipario sul Gran Carnevale di Storo Il 22 febbraio la grande festa serale di apertura
Storo E20 aprirà infatti le porte per la grande festa mascherata che coincide con un grande ritorno: lo special guest della serata sarà infatti il grande Gabry Ponte che ritorna in riva al Chiese dopo due anni. A far ballare fino a tarda notte i migliaia di giovani che giungeranno da ogni parte del Trentino ci saranno anche Dino Tronconi, Carlotta voice ed alcuni artisti locali. Domenica 23 febbraio sarà invece riproposto il “Sober Party” inserito nella giornata dedicata al “Carnevale dei Ragazzi”: dopo la sfilata in maschera per le vie del paese i bambini dell’oratorio si ritroveranno presso la struttura di Storo E20 per giocare e ballare in compagnia nell’attesa di vivere, alla sera, il “Sober Party”, festa all’insegna del no alcool accompagnata dalla musica dei deejay locali. La cinquantatreesima edizione del “Gran Carnevale di Storo” entrerà poi nel vivo martedì 25 febbraio con la prima sfilata dei carri allegorici e dei gruppi mascherati: fin dal primo pomeriggio sono in programma le esibizioni
Pochi giorni ancora e a Storo si alzerà il sipario sulla cinquantatreesima edizione del “Gran Carnevale di Storo” organizzato dalla Pro Loco guidata dal Presidente Nicola Zontini. Il programma, stilato sulla falsariga delle edizioni precedenti, propone una ricca offerta di eventi per tutte le età. Si parte giovedì 20 febbraio
con il “carnevale dei bambini”: con i piccoli delle scuole materne ed elementari, sfileranno in maschera per le vie del paese fino alla struttura di “Storo E20” per un pomeriggio all’insegna del divertimento e del ballo. Si proseguirà poi sabato 22 febbraio con l’apertura ufficiale del “Gran Carnevale di Storo”.
contenderanno la vittoria finale. Nel tardo pomeriggio ci sarà ancora la possibilità di degustare la tipica polenta carbonera sulla notte musicali del gran finale a Storo E20 con il Gran Ballo Mascherato in compagnia dello special guest Edmarro Dj, nota figura musicale italiana in arrivo direttamente dal Nameless Music Festival accompagnato da Michael Milano, office voice del Nameless Music Festival, Paolo Noisedello dello Zoo di 105, Nasti di Radio Viva Fm e da altri artisti locali. Tutto è pronto quindi per una nuova edizione del “Gran Carnevale di Storo” che, anno dopo anno, acquisisce sempre più consensi e partecipazioni con il pubblico che in arrivo in Valle del Chiese anche da altre parti dell’Italia, testimonianza del grande evento proposto reso possibile dal enorme lavoro di tutti i volontari della Pro Loco.
PROGRAMMA: GIOVEDI’ 20 FEBBRAIO: IL CARNEVALE DEI BAMBINI: Sfilata in maschera dei bambini delle scuole materne ed elementari per le vie del paese fino alla struttura Storo E20 per un pomeriggio di animazione e ballo. SABATO 22 FEBBRAIO: APERTURA DEL GRAN CARNEVALE DI STORO: Festa mascherata fino a tarda notte presso Storo E20 con il grande Gabry Ponte, Dino Tronconi dall’Hollywood e dal Berfis, Carlotta voice e artisti locali. DOMENICA 23 FEBBRAIO: CARNEVALE DEI RAGAZZI - SOBER PARTY: Sfilata in maschera per le vie del paese dei bambini dell’oratorio fino alla struttura Storo E20. Merenda, giochi e balli nel pomeriggio e la sera il nuovo trend del Sober Party, una festa no alcool accompagnata dalla musica dei nostri dj. MARTEDI’ 25 FEBBRAIO: PRIMA SFILATA DEI CARRI ALLEGORICI E DEI GRUPPI MASCHERATI: Nel pomeriggio la prima sfilata lungo il classico percorso ad anello di carri e gruppi mascherati del paese, degustazione della polenta carbonera e musica fino a notte fonda presso il PalaCatta, la struttura che si trova all’interno del percorso. dei carri e dei gruppi mascherati, con la successiva degustazione della polenta carbonera e la musica, fino a notte fonda, presso il “PalaCatta”. Il “Gran Carnevale di Storo” si chiuderà poi sabato 29 febbraio con la seconda sfilata dei carri allegorici e dei gruppi mascherati: fin dal primo pomeriggio è infatti in programma l’ultima e decisiva sfilata dei carri si
SABATO 29 FEBBRAIO: SECONDA SFILATA DEI CARRI E ALLEGORICI E DEI GRUPPI MASCHERATI: Nel pomeriggio l’ultima e decisiva sfilata di carri e gruppi locali e non solo che si sfideranno per raggiungere il podio. A seguire degustazione della polenta carbonera, musica presso il PalaCatta per finire con il Gran Ballo Mascherato presso Storo E20 con Edmarro, dj molto reclamato in Italia direttamente dal Nameless Music Festival accompagnato da Michael Milano, official voice del Nameless Music Festival, Paolo Noisedello Zoo di 105, Nasti da Radio Viva FM e artisti locali.
FEBBRAIO 2020 - pag.
GIOVEDI’ 20 FEBBRAIO CARNEVALE DEI PICCOLI DALLE 14 SFILATA PER LE VIE DEL PAESE, POI ANIMAZIONE E BABY DANCE PRESSO STOROE20
21
Turismo, poche certezze sulla riforma di Giuliano Beltrami
IL MARTEDI’ E’
SFILATA &
ore 20
PALACATTA
SOBER PARTY 23 FEB
ORE ORE 14 14 INIZIO INIZIO ESIBIZIONE ESIBIZIONE DEI DEI CARRI CARRI ALLEGORICI ALLEGORICI
EE GRUPPI GRUPPI MASCHERATI MASCHERATI LUNGO LUNGO IL IL CLASSICO CLASSICO PERCORSO PERCORSO AD AD ANELLO ANELLO
SPECIAL GUESTS
DALLE DALLE ORE ORE 17.30 17.30
PJ - NOT OK - REBES
QUEST’ANNO QUEST’ANNO IL IL PALACATTA PALACATTA SARA’ SARA’ VIVO VIVO FINO FINO A A NOTTE NOTTE INOLTRATA INOLTRATA CON CON DISCO DISCO by by DJ DJ CATTA CATTA
FABIO PIETROPOLI
FINE FINE SPETTACOLI SPETTACOLI PRESSO PRESSO “PALACATTA” “PALACATTA” -- DEGUSTAZIONE DEGUSTAZIONE DI DI POLENTA POLENTA CARBONERA CARBONERA
&
D OM N A R NI V AL R A C
20.00
22.30
12.30
Facebook: ProLoco storo - Instagram: prolocostorom2 info@prolocostorom2.it - per info e prevendite: 346 6698832
29
04.00
pag.
22
Cooperando
FEBBRAIO 2020
Una situazione che richiede di essere affrontata in quanto le prospettive future sull’andamento demografico evidenziano un progressivo invecchiamento della popolazione e le reti familiari e informali di supporto sono sempre più rarefatte.Se né è parlato al recente Festival della Famiglia. L’indice di invecchiamento in Trentino era al 1 gennaio 2019 pari a 153,7 vale a dire che ci sono 153 anziani ogni 100 giovani (era 120 nel 2002) e la prospettiva demografica per i prossimi decenni va nella stessa direzione: nel 2050 si stima che in trentino gli over 65 saranno circa 200.000. E’urgente quindi definire e implementare processi di innovazione nei servizi agli anziani non solo per quanto riguarda i supporti tecnologici, ma soprattutto in riferimento alla possibilità di estendere gli interventi in termini di prevenzione e reti tra enti pubblici, privati e cittadini. Il recente studio di Euricse presentato in occasione del festival della Famiglia, evidenzia in proposito come sia importante che la rete familiare sempre più fragile, per via del numero inferiore di figli, delle esigenze lavorative e non da ultimo dei costi legati all’assistenza e supporto nei confronti di anziani con fragilità, sia supportata da forme nuove di sostegno. Tra queste ad
I giovani sono sempre meno, 100 ogni 153 over 65
Anziani, un terzo solo a carico delle famiglie di Alberto Carli Il sistema di sostegno agli anziani in trentino è uno dei più avanzati nel panorama italiano, è però da segnalare che l’eccellenza trentina si ridimensiona di molto quando paragonata ai sistemi dei principali Paesi. Secondo SDA Bocconi (la scuola esempio ci sono le esperienze di buon vicinato, le coabitazioni, la badante di condominio e non da ultimo i servizi di prossimità, come gli operatori di quartiere o gli operatori socio sanitari itineranti, che si spostano da paese a paese. Proprio a Gennaio è partita la sperimentazione dello Spazio Argento, nell’ambito della riforma dedicata ai servizi per gli anziani in tre ambiti territoriali: Val d’Adige, Giudicarie e Primiero. Lo Spazio Argento prevede un’unica rete di assistenza sociale e sanitaria per gli anziani (anche con servizi a domicilio e abitazioni
condivise), ma non solo per i circa 18mila non autosufficienti: fra gli obiettivi c’è
di direzione aziendale che fa parte dell’Università Bocconi di Milano), si può ipotizzare che un terzo degli anziani sul territorio trentino si trova solo o in carico alle famiglie sebbene abbia bisogno di assistenza continuativa.
anche l’invecchiamento attivo di una popolazione mediamente sempre meno
giovane. Questa novità è possibile sicuramente per via del fatto che i contesti normativi ed operativi, come i cataloghi dei servizi o i processi negli affidamenti, sono sufficientemente flessibili a recepire queste novità ma è altresi fondamentale che gli attori chiave nella realizzazione di questi servizi innovativi, cioè gli enti di Terzo settore e le cooperative sociali, vengano coinvolti anche nella fase di pianificazione. Intervenire sull’innovazione dei servizi è una questione urgente; sebbene il welfare provinciale per la terza età sia uno dei più avanzati in
Italia, si legge sul comunicato stampa diramato della PAT, circa 1/3 degli anziani trentini che necessitano di assistenza continuativa si trova solo o in carico alle famiglie. Le famiglie spesso si trovano sole a coordinare e gestire l’assistenza ai propri cari. Vanno date quindi concrete risposte ai bisogni ancora non coperti dall’offerta pubblica degli anziani fragili, che si trovano in una delicata fase di passaggio alla non autosufficienza. Intervenire sulle fragilità e agire sulla prevenzione è efficiente perché significa abbattere i costi futuri dell’intervento su situazioni di gravità. La chiave, anche in quest’ottica, è comunque puntare sulla creazione di solide reti di soggetti specializzati.
Attualità
FEBBRAIO 2020 - pag.
23
Un assegno da 11.000 euro a Comunità Handicap
Gli Amici del Paolin in aiuto dei bambini con disabilità Altri aiuti sono arrivati dai comuni ed altri enti ed in pochi mesi è stato raccolto un bel gruzzolo che servirà per aiutare chi è in situazione di bisogno.
A
nche il 2019 è stato un anno di intensa attività per l’Associazione “Amici del Paolin”, fondata dai genitori del piccolo Paolo Giardini di Preore, Moreno e Silvia, che insieme ad un gruppo di amici si sono attivati per creare que-
sta associazione con lo scopo di aiutare chi ne ha più bisogno. Numerosissime sono state le iniziative organizzate su tutto il territorio giudicariese con l’unico scopo di raccogliere fondi da impiegare e donare a chi ha più bisogno. bambini in età evolutiva con disabilità.
Tutta questa attività ha permesso di mettere in campo azioni concrete a favore di bambini in situazione di bisogno, ed inoltre ha consentito al direttivo dell’Associazione di consegnare al Presidente dell’Associazione Comunità Handicap, Fabio Bazzoli, un sostanzioso assegno di 11.000 euro per sostenere le attività a favore di
Comunità Handicap Onlus opera su tutto il territorio delle valli Giudicarie e del Trentino, nata nel 1991, è un’associazione di gruppi di famiglie con handicap e difficoltà. Una cifra consistente, raccolta in poco tempo e con un impegno encomiabile da parte di tutti i membri dell’Associazione. Fa-
bio Bazzoli, Presidente di Comunità Hancacap, si è complimentato con i genitori di Paolo, per il loro coraggio e la loro determinazione e ha ringraziato tutti i collaboratori per il grande impegno e sensibilità dimostrata nei confronti di chi ha bisogno di essere sostenuto e di sentire la vicinanza di tanti amici. Numerose attività sono già state programmate per il prossimo anno sempre con lo stesso entusiasmo e con il motto sintetizzato da Moreno: “fare solidarietà facendo festa”. Enzo Ballardini
Gli atleti a casa degli sponsor
Un calendario per l’US Pieve di Bono Durante la giornata muratori, elettricisti, impiegati o studenti. Per diverse sere a settimana e la domenica pomeriggio appassionati calciatori. Per una sera modelli per un calendario da vivere tutto d’un fiato per i prossimi dodici mesi. Stiamo parlando dell’ultima novità proposta, per l’anno appena iniziato, dall’Unione Sportiva Pieve di Bono guidata dal Presidente Christian Foresti Galliani. La società biancoviola, che milita nel girone di prima categoria, ha infatti voluto offrire a tutti i tesserati, dirigenti, tifosi e appassionati un calendario: un modo per raccontare mese per mese i giocatori della prima squadra oggi guidata da Mister Saverio Luciani, le giovani promesse delle squadre giovanili e i dirigenti che, con impegno e passione, seguono quotidianamente le varie at-
tività proposte nel corso dell’anno. «Abbiamo pensato - commentano i dirigenti della società biancoviola - a questa simpatica iniziativa,
che abbiamo visto sperimentare con successo da altre realtà, per portare nelle case di tutti i nostri tifosi un calendario che potesse dar risalto
all’importante attività che viene fatta nel corso dell’anno dalla nostra associazione. L’ulteriore obiettivo è dare visibilità ai nostri principali
sponsor, promuovendone l’attività professionale, e a tutte le aziende che contribuiscono alla nostra attività, cui va il nostro più caloro-
so ringraziamento per la preziosa collaborazione». Così i giocatori sono andati a visitare le aziende che sostengono economicamente la società sportiva e hanno posato a fianco, letteralmente, dei loro sponsor. E poi si sono aggiunte le fotografie di tutti i tesserati della gloriosa società biancoviola che può vantare oggi, grazie all’intensa attività degli ultimi anni, un settore giovanile strutturato ed organizzato e che permette, anno dopo anno, di mantenere rinnovata la rosa della prima squadra con giocatori perlopiù del posto e provenienti appunto dalla “cantera biancoviola”. Copia del calendario, distribuito a tesserati e sponsor, è disponibile tramite i dirigenti della società oppure scrivendo alla pagina Facebook U.S.Pieve di Bono Asd. (M.M.)
pag.
24
Scuola
FEBBRAIO 2020
Le voci dei nostri studenti
Trasporti, orari e posti da rivedere
questo numero il “Giornale delle Giudicarie” riserva ogni mese una sua intera pagina al ributo degli studenti dell’Istituto “Lorenzo Guetti”, dando loro spazio e voce. La zione e tutta la redazione del Giornale attribuiscono molta importanza all’apporto di mazioni, conoscenze, riflessioni e proposte che essi potranno offrire. Vi è nell’Istituto ccezionale ricchezza di giovani menti che, contando su uno straordinario corpo enti, può esprimere, con conoscenza e creatività, importanti riflessioni e idee utili per la comunità giudicariese, e oltre. gli studenti – che lasceremo riposare nel periodo estivo – potrà essere un utile cizio per sentirsi maggiormente partecipi e protagonisti della vita culturale e oeconomica della loro terra, sulla quale sapranno pure far riflettere i raggi di quegli zonti europei e internazionali più ampi verso i quali desiderano proiettare il proprio ro. L’iniziativa potrà pure contribuire a realizzare un ulteriore raccordo fra la stessa
Trasporti. Croce e delizia della nostra vita scolastica; ogni giorno dobbiamo fare i conti con i solo 54 posti a sedere di ciascun autobus. Come fare per arrivare a scuola senza essere schiacciati da tutti i compagni che, inevitabilmente, devono viaggiare in piedi? L’idea di dedicare lo spazio di questo mese, oltre che ai progetti green della nostra
scuola, anche ai trasporti pubblici è nata proprio dalle esperienze quotidiane e dalle esigenze che sentiamo come importanti. Attraverso un questionario, rivolto a tutti gli studenti della scuola che si avvalgono dell’utilizzo dei mezzi pubblici, abbiamo raccolto dei dati inerenti all’orario di partenza dalle varie fermate, all’arrivo a
Tione al mattino e al grado di affollamento degli autobus. Dai grafici riportati si può leggere che il problema dell’affollamento non è da sottovalutare. Quasi la metà degli studenti del Guetti hanno risposto al sondaggio e la maggior parte ha evidenziato che sia al mattino, ma soprattutto all’uscita delle 13.20, trovare il posto sui mezzi
pubblici a disposizione è un’impresa. Nel mese di dicembre si sono mossi anche i dirigenti scolastici degli istituti del territorio, scrivendo al Servizio Trasporti della provincia per sottolineare anche il problema degli orari. In particolare, i ragazzi provenienti dalla Valle del Chiese partono prestissi-
“Not in my planet” lo slogan del concorso
Verso una scuola libera dalla plastica L’istituto Lorenzo Guetti di Tione di Trento, quest’anno si è prefissato un obiettivo ambizioso: diventare una scuola “plastic free”! In particolare la classe seconda B dell’indirizzo delle scienze umane si sta impegnando in due progetti: sensibilizzare gli alunni delle altre classi e partecipare al concorso “Not in my planet”. Il primo consiste nella realizzazione di slogan originali e cartelloni per promuovere una sede scolastica ecosostenibile. Divisa in gruppi, sotto la guida della professoressa Codato, la classe lavora regolarmente al fine di produrre elaborati creativi e originali per invo-
gliare studenti e docenti al rispetto dell’ambiente in generale e, in particolare, alla riduzione dei rifiuti. Gli obiettivi concreti che si pongono le studentesse sono molti, tra questi l’utilizzo di: tazze in sostituzione dei bicchierini di plastica monouso, borracce portate da casa, cartelloni che esortino ad un uso consapevole dell’energia elettrica e termica. Il titolo del bando a cui la classe si è iscritta è “Not in my planet” (Ndr. Non nel mio pianeta), un’iniziativa stimolante per gli studenti di tutta la Provincia Autonoma di Trento, che li sprona a creare foto significative con rispettive didascalie. Il
premio in palio è un buono di 1.100 euro, da spendere in attività didattiche o in strumenti utili a rendere l’ambiente scolastico più ecosostenibile. Le studentesse si sono impegnate per trovare l’idea vincente e poi tradurla in fotografia: dalla costruzione di una bicicletta umana, fino all’innalzamento di una statua fatta con bottigliette di plastica non riutilizzabile. Intraprendere queste “sfide” è importante per far capire a tutti che, se ci si impegna, anche nel nostro piccolo possiamo fare la differenza e ridurre l’inquinamento. Sempre con la supervisione della prof.ssa Codato, anche
altre classi si stanno impegnando a portare avanti buone pratiche per la difesa dell’ambiente: già da qualche settimana è infatti in corso una raccolta firme dal titolo accattivante: “Un sorso di freschezza… che fa bene anche all’ambiente!” per sostituire il distributore di lattine e bottigliette in plastica con uno più ecosostenibile che eroghi bibite o acqua alla spina, in modo da poter riempire le borracce, che gli studenti si stanno abituando a portare da casa, riducendo così rifiuti e utilizzo di plastica. Anna Floriani, Alba Pellizzari e Susanna Vaia
mo, per poi arrivare a Tione prima delle 7:40 (orario di apertura della scuola), essendo così obbligati ad aspettare fuori: ciò rappresenta un problema durante le stagioni più fredde. Problema analogo, ma ancora più grave, coinvolge gli studenti di Bagolino, ormai arrivati ad un numero abbastanza consistente anche nel nostro istituto. Per
loro si pone un’ulteriore criticità dovuta non solo all’orario praticamente antelucano della partenza da casa, ma soprattutto la lunga attesa (più di 30 minuti) alla fermata di Lodrone per la coincidenza con i mezzi trentini. La nostra non è solo una critica, ma un appello ad ascoltarci e a cercare di migliorare la situazione.
Cambiamento climatico, le idee dei giovani
Alla fine del mese di novembre 2019, quattro studenti del Guetti (due dall’indirizzo Turistico e due dal liceo della montagna) sono stati selezionati per partecipare ad un’attività che si è svolta durante la manifestazione EUSALP 2019 a Milano. Qui si sono riunite persone provenienti da ogni parte dell’area alpina per discutere di cambiamento climatico e per cercare di trovare un modo per preservare le Alpi. Ai ragazzi, divisi in squadre composte anche da studenti stranieri, è stata posta una sfida simile: ad ogni team veniva proposto una problematica ambientale legata al mondo alpino e il gruppo doveva proporre una soluzione che fosse realizzabile. In seguito i progetti sono stati esposti in lingua inglese davanti ad una giuria che li ha esaminati e votati. Le tre squadre che hanno ottenuto il punteggio più alto hanno continuato a lavorare anche la sera, per migliorare i loro progetti, questa volta grazie anche all’aiuto di alcuni tutor. L’ultimo giorno di conferenza, davanti a più di trecento esperti nel settore alpino, i ragazzi hanno esposto le loro idee e alla fine è stato scelto il gruppo vincitore. L’esperienza vissuta è stata molto costruttiva e ci ha permesso di crescere e di conoscere realtà molto simili alla nostra. Inoltre con questo tipo di lavoro abbiamo avvicinato persone provenienti anche da fuori Italia: infatti le scuole presenti non erano solo italiane, ma anche tedesche, austriache, francesi e slovene. Speriamo di poter partecipare ad altri progetti simili. Alice Corradi, Davide Capè, Ermanno Baldessari, Giulia Baratella
Scuola E chi lo ha detto che ai primi albori del 2020, anno che per molti si preannuncia storico e ricco di cambiamenti, non è più possibile, causa l’agguerritissima concorrenza dei grandi supermercati che sorgono in ogni dove, gestire una piccola bottega in un paese con meno di duecento anime?. Siamo a Prezzo, abitato che sorge ai piedi del rinomato Altopiano di Boniprati. Qui, nella piazza principale, è presente fin dal 1919 la bottega “Alimentari Scaia” che opera al servizio della comunità di Prezzo ininterrottamente da cento anni. Riavvolgendo il nastro del tempo scopriamo che la serranda si apre grazie all’intuizione di Rodolfo Scaia (bisnonno dell’attuale gestore Valter) che decise di aprire un alimentari nel centro dell’abitato. Intuizione che portò i frutti sperati con l’attività che, con il passare degli anni, diventò un vero e proprio riferimento per gli abitanti dell’allora Comune di Prezzo. L’attività è proseguita poi con il figlio di Rodolfo, Egidio che l’ha trasmessa, a sua volta, al figlio Ernesto. Quattro quindi le generazioni che si sono succedute alla guida dell’alimentari “Scaia”: l’attività è da ormai qualche lustro gestita da Valter, classe 1963 e figlio di Ernesto, che prosegue con l’insostituibile aiuto della moglie Carla Pellizzari e della secondogenita Chiara. Una conduzione familiare che garantisce prodotti di alta qualità e genuinità. “Alimentari Scaia” è oggi un punto di riferimento per l’intera busa della Pieve e per i numerosi turisti che frequentano Boni-
FEBBRAIO 2020 - pag.
25
A Prezzo, Scaia tiene testa ai grandi supermercati
Un secolo in bottega di Marco Maestri E chi lo ha detto che ai primi albori del 2020, anno che per molti si preannuncia storico e ricco di cambiamenti, non è più possibile, causa l’agguerritissima concorrenza dei grandi supermercati che sorprati, con la clientela che si reca a Prezzo per acquistare i salumi stagionati, gli ottimi cotechini nostrani o lo speck tipico di produzione propria. Il fiore all’occhiello della piccola bottega è sicuramente l’apprezzato reparto di macelleria con un banco ricco di carne fresca, selvaggina e pietanze personalizzate per ogni occasione. «Esattamente cento anni fa - commenta soddisfatta Chiara, secondogenita di Valter - iniziò la storia dell’attività della nostra famiglia. Nel corso di questo secolo di storia sono sicuramente cambiati i tempi, il modo di lavorare ed il modo di gestire un piccolo negozio di alimentari all’interno di un paese di duecento persone. Grazie alla passione - prosegue Chiara - tramandata di generazione in generazione cerchiamo di portare avanti il nostro lavoro nel miglior modo possibile combattendo
anche la forte concorrenza che l’arrivo dei grandi supermercati nella nostra Valle inevitabilmente ha portato. Sono sicuramente - conclude Chiara - tempi non facili per piccoli negozi come il nostro che sorge poi in un paese a
gono in ogni dove, gestire una piccola bottega in un paese con meno di duecento anime?. Siamo a Prezzo, abitato che sorge ai piedi del rinomato Altopiano di Boniprati.
dir poco “periferico”, ma noi restiamo ottimisti.» Per l’occasione Chiara, che dopo gli studi è entrata stabilmente in negozio, grazie alla preziosa collaborazione della sorella maggiore Anna, ha organizzato una festa a sorpresa a
papà Valter e mamma Carla: in molti si sono infatti ritrovati nel tardo pomeriggio di domenica 28 dicembre 2019 in bottega per brindare al prestigioso traguardo raggiunto il cui momento è stato reso solenne dalla benedizione
impartita da Don Vincenzo Lupoli e dal saluto del sindaco di Pieve di Bono-Prezzo Attilio Maestri che, nel congratularsi per il prestigioso traguardo raggiunto, ha sottolineato come “disponibilità competenza, passione e cortesia siano gli ingredienti che hanno permesso di mantenere e accrescere nel tempo questo importante presidio per una piccola comunità, dimostrando come si possa dare un servizio di qualità, fidelizzando la clientela anche attraverso il rapporto personale e di fiducia difficilmente riscontrabile nelle moderne forme di commercio su larga scala presenti ormai solo nei grandi centri urbani.” Per la famiglia di Valter Scaia quindi, oltre ai concomitanti e tradizionali festeggiamenti natalizi, una grande festa dal sapore speciale, condivisa con la comunità e con l’affezionata clientela, frutto della grande passione e del lavoro profuso in questi cento anni di storia con la speranza di aggiungere in futuro altre generazioni al libro della storia degli “Alimentari Scaia”.
Bersone, le novità del Museo della Grande Guerra A 100 anni di distanza dal primo grande conflitto mondiale, e grazie all’importante (e imponente) lavoro di un gruppo di persone accumunate dalla passione per la storia locale, l’abitato di Bersone può vantare di una vera e propria risorsa storica e culturale: stiamo parlando del “Museo della Grande Guerra” che, dopo un periodo di chiusura causa rinnovamento, ha riaperto le porte nel giugno 2019 con un allestimento completamente aggiornato. Il museo, che sorge nello stabile dell’Ex Municipio di Bersone e sulla strada che conduce alla maestosa Valle di Daone, conta attualmente su oltre mille pezzi recuperati in questi anni. Nelle sale, allestite a tema, è esposta una ricca collezio-
ne di materiali bellici, divise e reperti provenienti dai ghiacciai dell’Adamello. Nelle vetrine numerosi oggetti e testimonianze della vita quotidiana dei soldati in trincea e dell’esperienza della guerra bianca.
Il museo è nato dalla volontà di un gruppo di amici di mantenere viva la memoria della Prima guerra mondiale e ora è retto dall’Associazione Museo Grande Guerra Valle del Chiese che conserva un patrimonio
raccolto grazie alle molte donazioni di appassionati e privati. Nel museo sono presenti materiali rinvenuti principalmente sul gruppo del Cadria, del Nozzolo, a Cima Pissola e nella vasta area dell’Adamello. Il 28
dicembre scorso si è tenuto l’incontro dei gruppi culturali voluto dall’Associazione che gestisce la struttura il cui obiettivo era ben preciso: fare rete. Ad accogliere gli ospiti il padrone di casa Francesco Bologni, presidente dell’associazione che gestisce il museo, affiancato dal vicepresidente Massimo Parolari e dalla responsabile della catalogazione Gaia Pellizzari. In questa occasione il Presidente Bologni ha evidenziato la necessità di programmare degli incontri periodici fra gruppi culturali operanti sul territorio al fine di di scambiarsi delle idee ed appunto, di fare rete. Tra i gruppi presenti vi erano i rappresentati di «Habitar in sta Terra», storica associazione di Bagoli-
no, il gruppo che gestisce la Rocca d’Anfo, i rappresentanti delle «Miniere di Darzo» e dell’associazione «La Fusina» La sede che ospiti i reperti bellici è stata ristrutturata grazie all’intervento del Comune di Valdaone, guidato dalla sindaca Ketty Pellizzari, e dal contributo economico del Bim del Chiese guidato dal presidente Severino Papaleoni. Per completare la visita del museo è possibile fare escursioni guidate ai vicini forti dello sbarramento di Lardaro interamente restaurati: Forte Larino ospita eventi e spettacoli nei mesi estivi e Forte Corno presenta un allestimento multimediale sul tema del primo conflitto mondiale. (M.M.)
pag.
26
Attualità
FEBBRAIO 2020
Storo, imbrattato il lavoro dei ragazzi contro il nazismo di Giuliano Beltrami
Intanto portò un po’ di ragazzotti del resto del mondo a Storo. Quindi si indebitò ed indebitò chi gli diede una mano. Insomma, per un paese dell’estrema periferia dell’impero arrivare in schedina si dimostrò impresa titanica, anzi, impossibile. Ma non è questo il tema che ci interessa. Il fatto è che quel generoso ed orgoglioso presidente, Angelo Ferretti, era di comprovata fede fascista: i giornali (con un certo spirito di adulazione) scrissero del busto di Mussolini che teneva nell’ufficio, trasformandolo quasi in un evento folcloristico. Finché sulle magliette della Società Sportiva Settaurense (troppe esse, in effetti) comparve il simbolo delle “Esse runiche”. Apriti cielo, svuotati mare! Si alzò l’ondata di polemiche: giornali, partiti, associazioni ebraiche. Questo l’episodio di partenza. L’etichetta era stata appiccicata. Tant’è che qualche anno dopo (nello storico Duemila) scoppiò il “grande equivoco”. Gran Carnevale storese. Al centro il carro animato da Hermann (oggi, dopo la tragica e prematura scomparsa, avvenuta nel 2006, venerato come il “genio del Carnevale”), intitolato “La vita è strabella”, mutuato dal film di Benigni. Hermann cullava da una decina d’anni l’idea di un carro sui campi di sterminio. Era andato ad Auschwitz, si era documentato, aveva letto libri e giornali. Le polemiche iniziarono ancor prima della sfilata, solo per le indiscrezioni. Inutile, e pure un po’ doloroso, rivangare. Ecco l’etichetta: Storo fascista. Non importa se il carro (con grande realismo) raccontasse la crudeltà del lager; non importa se lanciasse un segnale di pace con le colombe che volavano. Carro sequestrato, giornali e tivù nazionali in trasferta nel Chiese. “Storo fascista”. E dagliela! L’ultimo attacco di protagonismo era avvenuto nell’anno di chiusura dell’esperienza di Fiorindo Malfer sulla poltrona di sindaco, quando (avendo perso la maggioranza as-
Ma Storo è davvero fascista? È proprio vero che nella nostra società quando ti appiccicano una etichetta, non te la toglie più nessuno. E quando hai la sventura di vivere un episodio (dico, un episodio), poi ti inseguono tutti gli altri. E qui (senza tanti giri di parole) qualche bella responsabilità se la debbono assumere i mass media.
L’episodio di cui parliamo risale a più o meno un quarto di secolo fa. Erano i primi anni Novanta, quando la presidenza della squadra storica del calcio storese, la Settaurense, venne assunta da un imprenditore gagliardo che decise di far esplodere l’orgoglio storese sfoderando uno slogan di pronta presa: “Voglio portare la Settaurense in schedina”.
nia sono entrati nella cronaca quotidiana, non ci sta l’Associazione partigiani, e non ci stanno le minoranze comunali. Come se non bastasse, dopo Natale i ragazzi dell’oratorio si vedono im-
soluta, prima consiliatura nella storia repubblicana) fu stampellato proprio da Ferretti. Ma tutto era finito lì: unica presenza politica di marca apertamente fascista nella comunità di
te per anni della caserma dei Carabinieri di Storo, irreprensibile pure come presidente del Consiglio) compare il post di un amico che per augurare buon compleanno invia la foto
brattato con la scritta “Gulag” uno dei pannelli sul nazismo installati in paese dopo la visita a Dachau, effettuata nell’ambito del “Piano Giovani”. Altro bombardamento, anche se per fortuna l’intensità è diminuita. Tutto ciò premesso, Storo è fascista? Domanda sbagliata. La risposta è “No, senza se e senza ma”, come ha sentenziato la maggioranza comunale facendo quadrato attorno a Rasi. Niente fascismo, ma (ci permettiamo di suggerire) le istituzioni dovrebbero spingere di più sul versante della partecipazione democratica. “L’allentamento della voglia di partecipare è fenomeno nazionale”, si dirà. Vero. Però non è un buon alibi per non toccare certi argomenti. Scuola, pubblica amministrazione e mondo delle associazioni dovrebbero fare fronte comune. In fondo la partecipazione democratica è proprio l’antidoto al fascismo.
Storo. Ora, dopo qualche anno di tranquillità, ecco il ritorno. Sulla pagina Facebook del presidente del Consiglio comunale Angelo Rasi (irreprensibile comandan-
di uno striscione inneggiante al Fascismo. “Mi piace”, mette l’ex luogotenente. Ed ecco il putiferio. In tempi in cui l’antisemitismo, il negazionismo, i rigurgiti nazisti in Germa-
����������������������������������������������������� ��������������������������������������������� ������������������������������� ��������������������������� ����������������������������������� �������������������������������� ������������������ ���������������������������������� �����������������������
��������������
����������������������������������������������������������������������������
Territorio
FEBBRAIO 2020 - pag.
27
“In Europe”, nuove opportunità europee con La Cassa Rurale In collaborazione con Atelier Europeo, associazione abilitata alle attività di diffusione e partecipazione ai Programmi dell’Unione Europea, la Cassa Rurale promuove esperienze europee dando ai ragazzi l’opportunità di entrare in contatto con nuove culture, esprimere solidarietà verso gli altri e acquisire nuove competenze e capacità utili alla loro formazione e allo sviluppo di competenze professionali, linguistiche e soft skills utili a migliorare la loro occupabilità. InEurope offre la possibilità di partecipare a progetti di breve durata, grazie agli scambi giovanili promossi da
La Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella da un paio di anni si fa promotrice di InEurope, un’iniziativa volta a favorire la mobilità
internazionale dei giovani al fine di accrescere le loro competenze e favorirne l’ingresso nel mondo del lavoro.
I
Se hai dai 16 ai 30 anni e risiedi nella zona operativa de La Cassa Rurale puoi trascorrere da 7 giorni a 12 mesi in un paese europeo aderendo ai progetti di mobilità internazionale promossi dall’Unione Europea…. Tutto questo a costo ZERO, serve solo tanta voglia di partire!
Erasmus Plus, oppure di lunga durata, attraverso il servizio di volontariato internaziona-
le promosso dal Corpo Europeo di Solidarietà (ESC). Ogni progetto è focalizzato su un tema
specifico come ad esempio educazione e gioco digitale, sport, scuola e attività ricreative, mondo digitale e web safety, inclusione sociale, digital storytelling, pedagogia e psicologia infantile, sostenibilità ambientale e altri ancora.
soggiorni sono completamente finanziati dall’Unione Europea, che copre le spese di vitto, alloggio e viaggio e, in alcuni casi, assegna al volontario un pocket money mensile a copertura delle spese personali. La Cassa Rurale si fa invece carico del-
le spese di selezione e progettazione. “La Cassa Rurale, proprio perché tale, deve preoccuparsi non solo di sostenere il territorio dal punto di vista economico, ma anche di offrire delle opportunità di crescita sotto il profilo sociale e culturale, con un occhio di riguardo ai nostri giovani. InEurope è una di queste opportunità: un’iniziativa nella quale crediamo molto – afferma il Direttore Donati – perché permette ai nostri ragazzi di fare delle esperienze di valore che siamo convinti offrano loro l’opportunità di arricchirsi umanamente e culturalmente.” Come partecipare? È possibile inoltrare la propria candidatura all’iniziativa compilando il form disponibile sul sito www.prendiilvolo. it nelle pagine Soggiorni Brevi e Soggiorni Lunghi della sezione InEurope. Entro 15 giorni dall’invio della richiesta il candidato verrà contattato dai progettisti di Atelier Europeo, i quali, attraverso degli incontri preparatori, si occuperanno di verificare curriculum, attitudini, interessi del candidato al fine di individuare l’esperienza più adatta, fino all’organizzazione operativa del viaggio e all’elaborazione ex-post di quanto vissuto. Periodicamente l’Unione Europea pubblica progetti di Volontario Europeo (SVE e Corpo Europeo di Solidarietà), scambi giovanili (Youth Exchanges), corsi di formazione (Training Courses) da svolgersi nei vari paesi europei. Nella sezione News del sito www.prendiilvolo. it sono disponibili tutti i dettagli relativi ai progetti riportati in questa pagina. Per ulteriori informazioni è possibile contattare l’Ufficio Relazioni Comunicazione Mutualità de La Cassa Rurale all’indirizzo relazioni@lacassarurale.it.
pag.
28
Arte
FEBBRAIO 2020
Non solo il castello, ma anche i palazzi che si affacciano sulla Contrada Larga(via Belenzani), sulla Contrada Lunga (via Manci) e sulla piazza Maggiore (piazza Duomo), ospiteranno sulle loro facciate, com’era di moda allora, apparati decorativi di primissima qualità pittorica, opera di artisti perlopiù venuti da fuori, in particolare da Veneto e Lombardia, con l’eccezione dei ferraresi Dossi, di lontana ascendenza trentina. Questa straordinaria congiuntura artistica favorisce non poco l’espandersi del verbo rinascimentale al di fuori dei confini cittadini, verso un territorio comprensibilmente meno aggiornato sulle innovazioni stilistiche e concettuali che vengono dai centri del potere politico ed ecclesiastico, appannaggio di ambienti elitari, quasi esclusivi. Quando Simone II Baschenis, sul finire degli anni Trenta del Cinquecento affresca la Danza macabra di Pinzolo, il Romanino, pittore bresciano geniale e beffardo, ha già portato a termine la Loggia Grande del Magno Palazzo a Trento con i suoi strepitosi affreschi intrisi di mitologia, allegoria, Bibbia e pittura profana: un netto cambio di marcia rispetto agli stilemi tardogotici che ancora persistono nella produzione del più avanzato dei Frescanti di Averara! Tra le poche realtà, all’interno del composito mondo del principato vescovile di Trento, che possono rivendicare una stagione rinascimentale di assoluto rilievo, c’è la Contea di Arco, piccola ma intraprendente corte che riuscirà, con una sapiente rete di alleanze, specie con il casato dei Gonzaga di Mantova, a trasformare un modesto borgo rurale in una nobile borgata adorna di bei palazzi e chiese importanti a partire dagli ultimi decenni del Quattrocento. Fino ad allora è il castello arroccato sulla collina, l’unica residenza comitale con la stupenda trecentesca Sala degli affreschi, esempio di raffinata pittura cortese dell’anonimo Maestro di Arco. Quasi ad inaugurare simbolicamente il Cinquecento arcense si pone il celebre acquerello “Veduta di Arco” del 1495 di Albrecht Dürer, il padre del Rinascimento tedesco. Il personaggio a cui, però, tutto ruota intorno in quegli anni particolarmente felici dal punto di vista artistico è il poeta umanista Nicolò d’Arco, fine verseggiatore in latino, amico di Benardo Cles, animatore del cenacolo letterario presso la corte gonzaghesca di Mantova dove sposerà Giulia Gonzaga, contessa di Novellara. In questo contesto l’entrata in scena del nostro Dionisio Bonmartini “de Agrone pittore ad Arco”, di ascendenze giudicariesi, proveniente la sua famiglia da Agrone in Valle del Chiese e documentata ad Arco attorno alla metà del ‘400. “...il Bonmartini si
Dionisio Bonmartini, “deAgrone pittore adArco” di Giacomo Bonazza Quando si dice pittura rinascimentale in Trentino, anche per i non addentro più di tanto alle cose artistiche, la mente corre inevitabilmente ai cicli di affreschi del Magno Palazzo, il sontuoso ampliamento cinquecentesco voluto dal principe vescovo e cardinale Bernardo Clesio dentro il complesso del Castello del Buonconsiglio, dove nei primi de1 - Dionisio Bonmartini, affreschi fregio (1537), Palazzo del Termine (o della Lega), Arco.
cenni del XVI secolo si misurano in formidabile competizione i vari Dosso e Battista Dossi, Gerolamo Romanino, Marcello Fogolino, tutti alfieri della Maniera moderna al servizio delle corti più famose del tempo. Trento è una di queste, già prima dell’ evento conciliare che consegnerà definitivamente la città alla grande storia. to, un tripudio di affreschi fra quelli tardo-quattrocenteschi dell’abside e quelli cinquecenteschi dell’aula. Questi ultimi, attribuiti al pennello di Dionisio Bonmartini, datati post 1556, si snodano sui due ordini superiori della navata, raccontando le Storie della Passione di Cristo, in sequenza ritmata di movimento e colore, culminando con la grandiosa commovente Crocifissione sopra l’arco santo, punto focale di tutta la composizione, dove la concitata animazione della scena rimanda ad una poetica già manierista che ha i suoi modelli nella spettacolare
1
2 - Dionisio Bonmartini, scene di storia romana 1537), Palazzo del Termine, Arco. 3 - Dionisio Bonmartini, Muzio Scevola, scene di storia romana (1537), Palazzo del Termine, Arco. 4- Dionisio Bonmartini, (attribuiti) affreschi Storie della Passione, chiesa di di San Rocco, Caneve. 5- Dionisio Bonmartini, (attribuiti) particolare della Crocefissione, chiesa di San Rocco, Caneve.
2
3
4
rivela l’artista locale forse più colto e capace che il Trentino possa vantare a quest’epoca”, afferma l’autorevole storico dell’arte Bruno Passamani, facendo l’esegesi del bellissimo fregio sommitale (1537) che circonda esternamente il Palazzo del Termine, o della Lega, dimora dello stesso Nicolò d’Arco, dove scorrono come in un
colorato fotogramma episodi eroici della Roma antica, scene dalle ‘Metamorfosi’ di Ovidio, un’ode alle virtù del mondo classico, il tutto intervallato da elementi araldici e sovrastato da un ulteriore fregio con uno stuolo di putti giocosi e originali inserti di nature morte; uno schema collaudato di decorativismo rinascimentale che ritrovia-
mo pari passo nei cicli clesiani di Trento, di più raffinata fattura, e più tardi nei fregi esterni sulla parete occidentale di Palazzo d’Arco-Marchetti (1550), variati i motivi mitologici ed allegorici, sempre attribuiti a Dionisio Bonmartini, dove spiccano per drammaticità e dinamismo la scena biblica del ‘Giudizio di Salomone’ e la ‘Batta-
5
glia marina’ che richiama le pitture di Giulio Romano di Palazzo Te a Mantova. Non è improbabile che il nostro pittore, accompagnando il poeta conte Nicolò nelle sue puntate mantovane, abbia potuto prendere visione dell’opera del più fedele allievo di Raffaello, come pure delle novità manieriste che circolavano in area padana. L’esito più alto delle capacità dell’artista di origini giudicariesi, rimane tuttavia la decorazione della navata e della volta a crociera della chiesa di San Rocco a Caneve, nell’Oltresarca, eretta dalla famiglia d’Arco negli anni ottanta del Quattrocen-
Crocifissione del Duomo di Cremona del Pordenone e nella Crocifissione del Romanino a Pisogne in Santa Maria della Neve. Silvia Coraiola, nella sua recente e pregevolissima pubblicazione, “Arco dipinta nel Cinquecento”(2019) , propone di accostare opportunamente la Crocifissione di Caneve con l’acquaforte del medesimo soggetto attribuita a Battista del Moro, importante pittore del cinquecento veronese, probabilmente il vero ispiratore dell’iconografia bonmartiniana. A lei il merito di aver rilanciato con la sua ricerca un autore caro pure ai giudicariesi.
FEBBRAIO 2020 - pag.
29
A Tione, il negozio impiega lavoratori svantaggiati
Gli oggetti trovano nuova vita al Centro recupero creativo E proprio qui è nata l’idea del negozio: il tema del riciclo dei materiali e le dimostrazioni sulla raccolta differenziata trovarono posto in uno spazio che fu assai visitato ed apprezzato. Inoltre, in quel periodo lavorava in cooperativa una signora molto in gamba nel campo dei lavori di piccolo artigianato e di sartoria, ed allora si decise di aprire il negozio, e di dedicarsi sia al riuso di materiale che altrimenti sarebbe finito fra i rifiuti, sia a lavoretti sartoriali: orli, riparazioni, rifiniture, ma anche lavori più impegnativi con la realizzazione di capi di vestiario unici e personalizzati, in base alle richieste delle clienti. Il progetto iniziale era molto ambizioso, infatti si ipotizzò anche la possibilità di fare corsi di cucito e ricamo, bigiotteria, accessori per l’abbigliamento, bomboniere, attività creative sul riutilizzo di oggetti riciclati ecc. In realtà rispetto ai progetti iniziali le cose si sono ridimensionate, ed ora le attività sono fondamentalmente due: la sartoria, e la vendita di oggetti ancora in buono stato recuperati nel vari Centri recupero materiali delle Giudicarie. Si è aggiunta però, in questi primi anni di attività, una terza attività che sta ottenendo molto successo: la vendita di borse del marchio “Redo upcycling” ossia “Rifare”: è il marchio registrato di accessori moda dal design sostenibile. Un processo produttivo attento all’ambiente, al portafoglio e
di Chiara Garroni In viale Dante 52 a Tione c’è un negozio molto particolare, unico in valle, che quest’anno festeggerà i suoi primi 5 anni di vita. È il “Centro recupero creativo”, che vende oggetti provenienti da materiale, appunto, di recupero ed effettua anche lavori di sartoria. Gestito dalla Cooperativa so-
����������������� � ����� ���������������������������������� ��������� ��������
� �� ��� ��!"!�!��� #��� � $�% ��� ��������&�������'$�(���$����������$����)$������� ������������������������($��)$���&&*�'�+�,���-$�����*�����)$�)�� ���������������������������������������($���&�-����� ��$��'� �������������
ciale Lavoro, che nacque 20 anni fa da Ascoop, si occupa di fare inserimenti lavorativi per persone svantaggiate. Fino a qualche anno fa la cooperativa, fra le altre cose, gestiva lo stand della Comunità di Valle all’Ecofiera di Montagna che ha luogo i primi di ottobre a Tione.
soprattutto alle persone. Ogni prodotto Redo è realizzato con materiale di recupero, fondi di magazzino. In particolare vengono trattati tessuti da tappezzeria, banner pubblicitari, componenti per calzature. Redo confeziona tutto in Trentino valorizzando le competenze, la creatività e la voglia di riscatto di lavoratori fragili. È nato all’interno della “Alpi” ( Avviamento al Lavoro su Progetti Individualizzati), che è un’impresa in forma cooperativa sociale che dal 1990 propone percorsi di inserimento lavorativo in
Trentino. È uno snodo di una complessa rete fatta da imprese, organizzazioni non profit, enti pubblici, servizi socio sanitari e soprattutto persone che vogliono essere o diventare lavoratori. Le borse e gli zaini Redo sono manufatti molto carini, comodi e funzionali, 4 o 5 modelli base, creati con fantasia, assai richiesti dalla clientela. Per quanto riguarda gli altri oggetti che si trovano in vendita, c’è un po’ di tutto: piatti, tazze, bicchieri, giochi di società, quadri, abat jour, lampade, soprammobili, bambole e giocattoli vari,
matasse di lana, e tanto altro. Così, gli addetti ai vari Crm delle Giudicarie, quando trovano qualche articolo ancora utilizzabile, non lo gettano nei rifiuti, ma lo accantonano per poterlo dare alla Coo-
perativa che periodicamente passa a fare la raccolta. Vengono ritirati, eventualmente riparati e puliti, e poi portati al negozio di viale Dante. Qui vengono esposti, e venduti a prezzi davvero abbordabili. Così si dà nuova vita a tante cose, e si riduce la quantità di rifiuti. Un bel modo di contribuire concretamente alla difesa dell’ambiente e anche di risparmiare. L’orario di apertura è dalle 8,30 alle 12,30 il martedì e giovedì; dalle 14,30 alle 18,30 il mercoledì e venerdì.
pag.
30
Memoria
FEBBRAIO 2020
L’appuntamento alle Gallerie Piedicastello il 13 febbraio
Oleg Mandić, l’ultimo bambino diAuschwitz a Trento Liberato il 27 gennaio 1945, dietro alle sue spalle si chiuse il cancello del campo Ad Auschwitz Mandić ci arrivò nel 1944 con la mamma e la nonna, dalle quali fu separato immediatamente come era uso quando si arrivata al Campo. Furono deportati per ragioni politiche: il padre e il nonno, con l’arrivo degli occupanti tedeschi, si erano infatti uniti ai partigiani titini. Bambino, Oleg conobbe il dottore Josef Mengele, passato alla storia per gli esperimenti che conduceva sui bambini all’interno del campo di sterminio. Quando in un’intervista ad Oleg viene chiesto , emerge tutta la banalità del male, la faccia pulita e quotidiana capace di azioni indicibili. «Non ne abbia a male – rispose Oleg alla domanda – come accadde ad altri quando per la prima volta espressi i miei ricordi di bambino di Mengele. Era un bell’uomo, sempre rasato, di bell’aspetto, gentile. Io lo ricordavo solo con simpatia perché era l’unica persona che nel Campo non ha mai alzato la voce con me nel rapporto diretto. Mentre tutti pensavano che con un ragazzino di 11 anni, per parlargli, bisognasse gridare. Non dimentichiamo che noi non sapevamo cosa succedesse. C’erano una quindicina di coppie di gemelli in quel posto, io ero l’unico a non essere gemello. Ogni tanto una coppia andava via e non tornava più. Ma in un posto dove ogni giorno tante persone morivano, non di morte naturale, non era un argomento di commento». Come moltissimi, Oleg per tanto tempo non parlò della sua esperienza, per dieci anni non volle ricordare il trauma, né sentirne parlare. «Negavo di conoscere la lingua tede-
di Denise Rocca Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria perché è la data in cui l’Armata Rossa liberò il campo di concentramento e sterminio di Auschwitz-Birkeanu: quel giorno del 1945 a chiudere dietro di sé il cancello del campo fu un bambino di 12 anni, Oleg Mandić. «Alle
mie spalle - racconta - si chiuse il cancello di Auschwitz e si abbassò la sbarra con la storica frase che identificava quel posto: Arbeit macht frei (il lavoro rende liberi). Sono stato l´ultimo prigioniero uscito vivo da quel campo di sterminio».
sca, per esempio, perché mi riportava ai fatti». Nel 1955 arrivò come uno shock la richiesta del suo caporedattore di scrivere come era stato Auschwitz per lui. Dopo qualche giorno di riflessione, Oleg quell’articolo decise di scriverlo e da allora Mandic ha fatto i conti con le sue memorie e quanto accaduto nella sua infanzia. Ma anche con la memoria collettiva, decidendo di diventare un testimone dello sterminio e degli orrori accaduti, un seminatore di pace nel mondo. «Non odiare – ammonisce -. Non conviene: l’odio porta altro odio, anche superiore al nostro. Porta sciagure e catastrofi. E raramente se ne trae soddisfazione. Siccome l’odio lo fomentiamo noi stessi, esso nasce e si riproduce nel nostro cervello. Di conseguenza siamo in grado
è tornato tredici volte, l’ultima qualche settimana fa. Per lui è un viaggio terapeutico «Grazie ad Auschwitz – racconta - ho avuto una vita bellissima.
di governarlo: possiamo e dobbiamo sopprimerlo. Per il nostro bene. Credetemi: io ci sono passato». Ad Auschwitz, da allora, Oleg
TERRITORIO, PERSONE E COMUNITÀ.
Perché? Per la certezza che a soli 12 anni avevo sperimentato il male assoluto. Il resto della mia esistenza non poteva che essere migliore».
È in questa veste di testimone vivente che, invitato dall’associazione Terra del Fuoco Trentino nell’ambito del progetto Treno della Memoria, arriverà a Trento il prossimo 13 e 14 febbraio. Il 13 febbraio in una serata pubblica, alle 20.30 alle Gallerie di Piedicastello, sede della Fondazione Museo Storico che con il Treno della Memoria collabora da tanti anni. Al mattino del 14, invece, al Teatro Sociale di Trento incontrerà gli studenti trentini: i 250 ragazzi e ragazze pronti per partire con il Treno della Memoria a fine febbraio, e i loro compagni. Fra loro, dalle Giudicarie ci sonoo anche 34 ragazzi del Cfp Enaip di Tione che hanno inserito il progetto come offerta culturale fissa per i loro studenti. Mandic ha anche raccontato la sua vita in un libro “L’ultimo bambino di Auschwitz”, a cura di Roberto Covaz, ma vederlo di persona è un’emozione unica, nell’anno in cui le voci di 200 sopravvissuti sono risuonate di nuovo, forti e alte, ad Auschwitz, davanti ai rappresentanti di tantissimi Paesi.
www.cr-adamello.it
L’azienda Ma noi cercavamo qualcuno del posto, che avesse aspirazione anche a vivere qui e crescere con noi. C’era un problema di comunicazione, ci pareva impossibile che non ci fossero nostri giovani ingegneri con la voglia di lavorare qui. Internet a volte è troppo grande e dispersivo, si rischia di non trovare quello che si cerca e magari è fuori casa, allora abbiamo provato a fare noi un sito». La nuova piattaforma è una bacheca online, uno spazio dove far incontrare richieste e offerte, proporre i propri servizi e incontrare quegli utenti che ne hanno bisogno. Il tutto si basa sulla geolocalizzazione di annunci e aziende: le visualizzazioni, promettono da T!galet, non saranno in base al prezzo, ma alla vicinanza rispetto alla zona di ricerca e offerta, con l’obiettivo di rispondere alle esigenze del territorio e mettere in contatto le persone nel mondo più semplice e diretto. Altro punto di forza di T!galet è che, sì, la piattaforma è online e la si utilizza in via telematica, ma c’è anche un centralino fisico
FEBBRAIO 2020 - pag.
31
T!galet, un nuovo sito di domanda e offerta lavoro Per le aziende, per i lavoratori, per gli annunci e le pubblicità
Nasce a Sella Giudicarie, in Valle del Chiese nel gennaio 2020, un nuovo portale di annunci tutto realizzato in Trentino, in seno ad un’azienda locale: dalle offerte e proposte di lavoro, alla vendita e la visibilità per le realtà imprenditoriali e commerciali. «L’idea ci è venuta quando cercavamo un pronto a rispondere a difficoltà e richieste. «Spesso si risponde ad un annuncio online e non si hanno più notizie - spiegano da T!galet - a volte non si capisce nemmeno se l’annuncio è reale o no. Invece con T!galet noi garantiamo una persona che risponde al telefono alle domande che gli utenti possono avere». Per iscriversi al servizio è
necessario acquistare una card presso i rivenditori T!galet, compilare la brochure con i dati richiesti e inviare una foto della brochure compilata via WhattsApp al numero di cellulare fornito. Saranno gli operatori T!galet a creare un profilo che sarà subito visibile online, mentre le credenziali per accedere al proprio profilo saranno in-
ingegnere per la nostra azienda - spiega Werner Bonenti, titolare dell’azienda Weracht di Sella Giudicarie, titolare di brevetti in campo edile e della ristorazione - gli unici curriculum che abbiamo ricevuto erano da posti lontani, il più vicino dalla Puglia. viate via email all’indirizzo fornito dall’utente e a quel punto sarà possibile una personalizzazione e integrazione delle informazioni. «È un’opportunità per i giovani che vogliono fare qualche lavoretto e possono risparmiarsi di andare in tutti i negozi a lasciare un annuncio fisico - spiegano da T!galet -, ad esempio rivenditore di T!galet card,
dogsitter, baby sitter, ripetizioni, lezioni o quant’altro ma anche per un lavoro a tempo pieno, falegname, operaio, muratore, autista, e tanto altro. È uno strumento anche per le aziende e chi cerca profili qualificati di incontrarsi sul proprio territorio. A volte le opportunità che vengono offerte a due passi da casa nemmeno si conoscono, T!galet
vuole essere un’opportunità di visibilità per lavoratori e aziende che vivono vicini e, spesso, nemmeno lo sanno, valorizzare le risorse, da una parte e dall’altra, che il territorio offre». I titolari lanciano anche un appello ai lettori: «Per far crescere questa nuova realtà locale abbiamo bisogno anche del vostro aiuto. Anche se non interessati all’iscrizione, visitate il nostro sito e mettete mi piace alla nostra pagina Facebook, per contribuire a far partire una nuova realtà dalla nostra valle».
pag.
32
Salute
FEBBRAIO 2020
Quando Colombo sbarcò nelle “Indie” per “raggiungere l’Oriente navigando a Occidente” s’aspettava di trovare il riso, lo si sapeva che in Oriente si coltivava il riso. Invece s’imbatté in una pianta che nessuno aveva mai visto: alta più del grano conosciuto e che produceva delle pannocchie che lunghe foglie difendevano dal sole. Il 5 novembre del 1492 scrisse nel suo diario “ … ha un sapore buono e tutta la gente di questo paese vive di esso…”. Gli Spagnoli scoprirono che la pianta era di facile coltivazione, cresceva in fretta, in novanta giorni e i chicchi dapprima vitrei e lattiginosi, poi induriti dal sole rappresentavano per gli indigeni quello che il frumento era per gli europei. La coltivazione era completamente diversa; non vi era bisogno di arare, bastava fare dei buchi nel terreno a intervalli regolari e nel buco le donne mettevano due chicchi della pannocchia e poi richiudevano la terra. Tutto qua ! Non conoscevano animali da lavoro né tanto meno avevano l’aratro. E fertilizzavano il terreno con escrementi di uccelli e con la cenere di legna che veniva sparsa nei campi. Per favorire la crescita del mais, per avere la sicurezza che l’annata “non rimanesse inerte” e che il raccolto fosse copioso facevano sacrifici umani: sceglievano fra i prigionieri di guerra il giovane più bello che veniva poi allevato come un dio per un anno e sacrificato con un coltello di pietra. Quando si seppe in Europa di queste usanze si gridò alla barbarie e il re di Spagna proibì ad un frate francescano, De Sahagun, la pubblicazione in spagnolo del rituale dei sacrifici. Carlo V quando vide i gioielli in oro e argento che Cortes gli aveva inviato dal Messico commentò che “dovevano essere il pagamento del diavolo per i sacrifici umani”. Nessuno degli europei si rese conto che gli “indiani” consideravano il mais come una divinità e che tutta la loro economia era basata su di esso, e nessuno pativa la fame come in quel periodo in Europa. Tutte le civiltà dell’America centrale fondavano la loro autonomia sulla coltivazio-
Oro delle Americhe, cibo dei poveri
I cinquecento anni del mais di Gianni Ambrosini - Oncologo “… Appena si fece giorno dopo che fui sceso dal Brennero, notai un netto cambiamento dei visi; specialmente sgradevole mi parve il colorito bruniccio pallido delle donne … pietoso era l’aspetto dei bambini , mentre gli uomini erano un po’ meglio … Credo che la causa di tale salute malferma risieda nell’uso continuo del granturco e del grano saraceno. Tanto il primo, chiamato anche polen-
ne del mais, che si stava ancora espandendo verso il sud e verso il nord del continente americano. La pianta del mais era il loro oro e i campi venivano coltivati col metodo del dissodamento seguito anche in Occidente, prima dell’invenzione dell’aratro. Quando il mais arrivò in Europa, dove si coltivavano il frumento e la segale, l’avena e l’orzo nessuna immaginava che sarebbe successa una “rivoluzione agraria”. Inizialmente in Spagna fu coltivato solo come mangime per il bestiame. Gli Spagnoli si rifiutavano di mangiarlo per il suo odore. E quando i coloni inviati nel nuovo mondo cominciarono a nutrirsi di mais come i nativi, l’imperatore Car-
lo V ordinò che fossero premiati quelli che piantavano frumento. Ma la pressione economica vinse sul gusto: un “grano” che cresceva in soli tre mesi e che non richiedeva l’uso dei buoi e dell’aratro conveniva più del frumento, e così gli spagnoli ne furono conquistati. Lo stesso successe quando gli inglesi colonizzarono l’America del nord. Era inevitabile che il mais prendesse la via dell’Europa. Arrivò dapprima sulle navi spagnole, poi i Veneziani, maestri del commercio, cominciarono a venderlo in tutto il bacino del mediterraneo e impiantarono delle coltivazioni di mais nell’isola di Creta. I Turchi, i peggiori nemici di Venezia, furono quel-
ta gialla, come il secondo detto polenta nera, vengono macinati, la farina viene cotta nell’acqua fino a formare un impasto denso ed è mangiata in questo modo… Con una simile nutrizione è naturale che le prime vie digestive restino incrostate e ostruite … il colorito cachettico denuncia tale deperimento…” (J. W. Goethe, Viaggio in Italia ,settembre 1786).
li che lo apprezzarono di più: le pannocchie rassomigliavano ad un turbante ben confezionato. Il mais divenne il grano dei Turchi: il “granoturco” appunto. Già nel 1574 la piana dell’Eufrate era tutta coperta di campi di mais. Poi vi fu una specie di oblio, tutti si dimenticarono della sua origine e gli iItaliani che lo avevano venduto ai Turchi lo ricomprarono da loro e lo chiamarono granoturco; lo stesso fecero i Serbi e gli Ungheresi e i Francesi. I Portoghesi lo vendettero ai Cinesi e intorno al 1630 Benedetto Miari di Belluno, che aveva selezionato alcune piante particolarmente belle le scambiò col principe rumeno Cantacuzeno, che ottenne le sementi che avrebbero dato origine alle coltivazioni in Italia e nei Balcani. E così il granoturco divenne rapidamente il cibo dei poveri. Facile da coltivare e generoso nel riempire la pancia. Fu mangiato anche più volte al giorno sotto forma di polenta; il pane di farina gialla era
altrimenti molto duro. E si pensò che dal momento che saziava, avesse le proprietà della verdura e di altri cibi. E fu un errore molto pericoloso. Se gli Europei fossero stati più rispettosi della cultura e delle tradizioni dei Messicani, dei Peruviani, degli Indiani non sarebbero incorsi nelle tremenda malattia chiamata “Pelle agra “( pelle ruvida) scoperta nel 1730 da un medico di nome Casal. Gli indiani non mangiavano mai la polenta da sola ma la mescolavano con pesce, con polpa di zucca, con leguminose e preparavano anche un composto chiamato nixtamal fatto di granella di mais e calce, che veniva fermentato e costituiva la base della tortillas. Questo procedimento ( nixtamalizzazione) permetteva la disponibilità della vitamina PP (pellagra preventing ), la cui mancanza era la causa della malattia. Nessuno degli indiani si era mai ammalato di pellagra. Le ipotesi più fantasiose furono fatte per spiegar-
ne la causa: Thierry, un medico francese pensò ad una combinazione di scorbuto e lebbra, Guerreschi nel 1814, un italiano, pensò ad un avvelenamento da funghi come l’ergotismo che si aveva con la segala, Ballardini, un medico bresciano attribuì il tutto al clima e perfino Lombroso arrivò a dire che il mais produceva una “ptomaina” che avvelenava il corpo. Si cominciò a temere che il granturco fosse una pianta troppo pericolosa per l’uomo e la produzione fu per la maggior parte dirottata come mangime per il bestiame. Fu Casimiro Funk, lo scopritore delle vitamine, a fare giustizia di tutte le ipotesi strampalate sulle cause della pellagra. La scomparsa del “Beriberi”nella marina giapponese nel 1882, da quando fu prescritta una dieta ricca di frutta e verdura e non di solo riso, suggerì a Funk l’ipotesi che anche la pellagra fosse dovuta ad una carenza vitaminica. Ora non esiste più la pellagra e la coltivazione del mais ha una distribuzione mondiale con gli Stati Uniti in testa come maggior produttore. Come pure gli usi del mais si sono differenziati in base alle varietà coltivate : alimentazione umana, alimentazione animale, produzione di energia, perfino la produzione di plastiche biodegradabili. Ma non si deve permettere che un singolo tipo di paesaggio domini l’economia della terra. La storia dell’agricoltura insegna che vi deve essere amicizia fra l’uomo e il suolo; una falsa relazione come quella che esiste fra il padrone e il servo può essere molto pericolosa, la terra potrebbe ribellarsi e, forse, lo sta già facendo.
FEBBRAIO 2020 - pag.
33
���������������
pag.
34
Alimentazione
FEBBRAIO 2020
Ma come stanno veramente le cose? Il prestigioso Istituto di ricerca farmacologica Mario Negri ritiene che dei farmaci in commercio (un giro d’affari di circa 20 miliardi di euro annui) il 60% sia praticamente inutile perché fotocopia, sotto un nome diverso, di farmaci già in commercio. I farmaci non dovrebbero servire ai malati? Molti addetti ai lavori sostengono con arroganza che il cibo non ha a che fare con le malattie croniche, ignorando ad esempio che oltre 30 mila trentini soffrano di diabete, la malattia del benessere. Significa che le informazioni sono trascurate o ancora troppo superficiali. Persino le politiche di prevenzione promosse dal sistema sanitario sono poco incisive; nelle scuole gli insegnamenti sulla nutrizione sono molto limitati. Altrettanto limitati i momenti dedicati all’attività fisica (considerata la cenerentola delle discipline). In ogni ambiente pubblico i distributori automatici offrono cibo e bevande spazzatura. Fortunate poi le strutture pubbliche che hanno delle cucine interne proprie! La salute dei cittadini spesso è incompatibile con le logiche del mercato, lo sappiamo, ma ognuno di noi può fare qualcosa. Serve una co-
Oltre 30mila trentini soffrono di diabete, la malattia del benessere
Cibo, quello giusto fin dai primi anni A cura di Dario Beltramolli * La spesa farmaceutica dei medici di famiglia è per la gran parte costituita da farmaci per la pressione elevata (antipertensivi), per la glicemia elevata (antidiabetici), per l’acido urico (antigottosi), per il colesterolo e i trigliceridi elevati (antilipemizzanti). Si tratta di terapie che dureranno tutta la vita,
per curare malattie croniche legate alla sedentarietà e frutto di un’alimentazione impostata sin dai primi anni di vita in modo scorretto. Certamente la prevenzione non attira l’industria del farmaco, che naturalmente investe molto in pubblicità, in primis nei convegni medici.
Cibi che assunti regolarmente fin da bambini favoriscono l’obesità Patatine e patate Bevande zuccherate Insaccati – carni conservate Cereali da farine raffinate tipo 00 Succhi di frutta non zuccherati (bevande zero) Dolciumi Carni rosse Burro
Cibi che assunti regolarmente fin da bambini limitano l’aumento del peso corporeo Yogurt (per l’effetto regolatore dei probiotici) Verdure Frutta secca oleosa (noci, nocciole, mandorle) Cereali con farine integrali di: • Grano duro (semola) • Grano tenero • Segale • …
Azioni preventive raccomandate alle istituzioni per ridurre le malattie legate all’alimentazione scorretta Scoraggiare il consumo di bevande zuccherate, fast food e cibi trattati per la lunga conservazione, limitandone la pubblicità nelle trasmissioni televisive rivolte ai bambini e nei supermercati Incoraggiare il consumo di cibi a basso contenuto calorico e ricchi di nutrienti (alimenti non sottoposti a raffinazione) Pretendere che le scuole e la ristorazione collettiva forniscano cibi di elevato valore nutrizionale (alimenti freschi preferibilmente prodotti in loco) Favorire sport e attività fisica nelle scuole Incrementare le nozioni di nutrizione nel curriculum di studi scienza che porti al cambiamento. E che questa possa crescere, assieme
alla consapevolezza che ognuno deve fare la propria parte. Per tutti i ge-
nitori e più in generale per chi si trova ad operare nella promozione
pubblica della salute (in particolare nel mondo della scuola, che più è
in grado di incidere sugli atteggiamenti futuri dei ragazzi), riporto due tabelle con alcuni punti chiave. Nella prima sono citati i cibi maggiormente legati all’obesità. Nella seconda sono riassunte le raccomandazioni proposte ai governi per ridurre l’insorgenza delle malattie legate all’alimentazione, redatte dal Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (https://www.wcrf.org/int/ policy/evidence-policy) e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Prima di ogni sinergia rivolta al bene comune si trova sempre la singolarità umana. Dal pensiero di ciascuno può nascere una nuova mentalità, un atteggiamento più responsabile verso un mondo cui siamo sempre più debitori. * Medico Nutrizionista d.beltramolli@gmail.com
Territorio
FEBBRAIO 2020 - pag.
35
Nuova gestione per il Ristorante, da dicembre c’è Marco Costa
Chalet Carlo Magno e Centro fondo: a Campiglio in evidenza “gusto & sci nordico” L’Us Carisolo si occupa dei 20 km di tracciati, la Scuola Italiana Sci Fondo Malghette dei corsi Per i più sportivi, al Centro Fondo c’è anche la possibilità di provare il biathlon ed è pure il punto di partenza di numerosi itinerari alla scoperta dei luoghi più belli del Parco Naturale Adamello Brenta. Completa il tutto, una straordinaria cornice naturale con le radure e abetaie di Campo Carlo Magno e la vista panoramica sulla Pietra Grande e le Dolomiti di Brenta. Da dicembre gestito da Marco e Matteo Costa, noti operatori turistici di Pinzolo, lo Chalet Carlo Magno si ripresenta sulla scena della stagione invernale con alcune conferme e altrettante novità. La cucina, innanzitutto, aperta fino al tardo pomeriggio per supportare i frequentatori del Centro Fondo dalla mattina, con prelibate colazioni, fino al pranzo e a squisite merende. E poi, le “cene allo chalet” con due serate particolari: tutti i sabati dedicati alla cena tipica
Venti chilometri di tracciati, dalle piste “test” e “baby” per i principianti fino alla “sprint” di media difficoltà e alla “World Cup”, il tracciato più spettacolare, particolarmente adatto agli allenamenti non solo degli esperti, ma anche degli atleti e dei campioni dello sci di fondo. Accanto, un bar-ristorante da sempre punto di riferimento del gusto a Madonna di Campiglio. Poi, integrato alla proposta sportiva e gastronomica, un ventaglio completo di servizi a supporto: la Scuola Italiana Sci Malghette, il noleg-
gio dell’attrezzatura per la pratica dello sci di fondo oltre a ciaspole e slittini, il servizio sciolinatura, docce, spogliatoi e armadietti, parcheggio e solarium. Sono questi i tratti salienti del Centro Fondo e dell’annesso Chalet Campo Carlo Magno a Madonna di Campiglio, tra i luoghi preferiti, in Trentino, dagli appassionati dello sci nordico e da chi è alla ricerca di una location suggestiva dove apprezzare prelibati piatti della cucina tipica trentina e della gastronomia regionale italiana.
trentina e i mercoledì con protagonista il pesce. In tutte le altre sere, su richiesta, è possibile organizzare cene a tema e per celebrare, in famiglia o tra amici, le più varie ricorrenze. Insomma, un centro completo che soddisfa gli sportivi e, nello stesso tempo, chi vuole godersi qualche ora di relax in una zona tranquilla, assaporare una golosa merenda o apprezzare una squisita cena. Buon cibo, verrebbe da dire, anche a supporto dell’attività fisica e di uno sport, lo sci di fondo, che si sta facendo largo per i benefici che porta alla salute: sia a livello mentale, libera dallo stress, sia a livello di apparato cardiovascolare, respiratorio e muscolo-scheletrico. Se si vuole migliorare il tono dei muscoli e la capacità di coordinare i movimenti, è uno degli sport più adatti. Inoltre, è da evidenziare, dal punto di vista tecnicosportivo, la gestione dei tracciati a cura dell’Us Carisolo che da anni gestisce con professionalità, passione e competenza anche la pista Frassanida di Carisolo (3 km dotati di impianto di illuminazione per lo sci in notturna), oltre ad essere promotrice, a vari livelli, dello sci di fondo tra i giovani della Val Rendena.
pag.
36
Parlando giudicariese
FEBBRAIO 2020
“Coesione”: parola d’ordine per le Giudicarie nel 2020 L’invito viene dal Presidente della Comunità Guardando al passato ed al presente, a mio avviso, purtroppo vedo e considero il cammino dei Giudicariesi piuttosto contrassegnato non solo dall’isolamento dal resto del mondo, ma pure da una frammentazione interna fra le singole aggregazioni (comunità) di vita sociale, contrassegnate per di più dalle tipiche zone geografiche. L’urbanizzazione del territorio pare sia avvenuta in maniera sporadica (a gruppi a se stanti ed in tempi diversi), e non con l’arrivo di una popolazione compatta come è avvenuta in altre vallate. In un dato periodo storico (io mi riferisco al periodo delle invasioni barbariche nel primo Millennio d. C.) le odierne Giudicarie facevano parte della Judicaria istituita dai Longobardi: comprendeva l’aera dal Lago di Garda a Campo Carlomagno. Nella parte settentrionale della Judicaria, le prime aggregazioni comuni, a cavallo del Mille, erano contrassegnate dalle Sette Pievi (Rendena, Tione, Bono, Condino per le Interiroi, e Bleggio, Lomaso, Banale per le Esteriori). All’interno di ciascuna Pieve, di secolo in secolo, vennero formandosi le “Communitates” con propri Statuti (Regole) e propri confini: non ne conosco il numero esatto, ma gli Statuti ritrovati e pubblicati mi risultano più di una quarantina. L’antica Judicaria longobarda si ridusse al solo ambito delle Sette Pievi nel 1349 quando il vescovo di Trento, Giovanni III, cedette a Mastino II della Scala “li domini di Riva, con Tenno, Ledro, Tignale, la valle di Cavedine e Arco”: i territori mancanti alle Giudicarie attuali. La prima visione unitaria del nostro territorio la descrive Padre Cipriano Gnesotti, di Storo, nel 1786 sotto il Principato vescovile di Trento (1027-1803): «Nella più remota parte settentrionale dell’Italia, verso mezzodì e sera giace uno spazioso tratto di terra che s’apre in diverse vallate, dove alcuni borghi e molte ville (paesi) sono sparse, abitate da gente amante della fatica e dedita ad esercitarsi in arti e agricoltura. Questa estensione ora si dice Giudica-
di Mario Antolini Musón Sul precedente numero di questo mensile, in un’intervista, il Presidente della Comunità delle Giudicarie ha affermato: «La coesione tra i diversi ambiti costituisce il presupposto imprescindibile per la competitività delle Giudicarie; la Comunità risulta un Ente a servizio del territorio comprensoriale». Un’affermazione, magari, anche sentita rie, ora si nomina le Sette Pievi, per cui scorrono due fiumi, cioè il Sarca e il Clisi o Chiese». La soppressione del Principato nel 1803 ed il secolo XIX di dominazione austroungarica, per le popolazioni e il territorio delle Giudicarie incidono soltanto politicamente: infatti, abolite le Regole e la Communitates, viene istituito il Capitanato di Tione comprendente 63 Comuni amministrativi, cosicché le Giudicarie continuano a rimanere ancora isolate mancando le vie di comunicazione che le possano allacciare sia a sud, che a est e a nord.; solo nel 1850 ca gli allacciamenti con Trento e con Brescia. Col passaggio al Regno d’Italia tutto resta come era; soltanto che i Comuni vengono ridotti a 16 (nel 1928), poi riportati con l’autonomia ragionale a 40 (negli anni ’50) ed attualmente con le “fusioni” ridoti a 22. Perché tutto questo discorso? In semplicità e senza presunzione, mi dà modo di prendere in considerazione il fatto che queste situazioni geografiche e storiche incidono tuttora sulla nostra mancanza di “unità comprensoriale”. Si ha l’impressione che ogni paese, che ogni zona, siano nati e cresciuti ognuno per sé, incapaci di voler scegliere modalità e strumenti idonei per riuscire a stare ed operare “insieme”, a “fàr gróp”. Si percepisce che i campanilismi rimangano in atto. Nel 1972, al fine di dare unità ed autonomia alle Giudicarie, è stato istituito il Comprensorio che poi, nel 2010, è stato denominato Comunità delle Giudicarie; tuttavia, la mancanza di idonei provvedimenti legislativi ha fatto sì che non si sia riusciti a rendere operativa l’autonomia prevista e desiderata. Esemplificare, tuttavia, le possibilità di azioni unitarie? Semplice e complica-
to, però ci provo. Si è iniziato positivamente con la “cultura”: i due Bim (Sarca e Chiese), uniti dalle stesse sorgenti, hanno sentito il dovere di istituire “insieme” il Centro Studi Judicaria a vantaggio dell’intero comprensorio. Con l’istituzione del Comprensorio si era giunti ad approvare un unico Piano Urbanistico comprensoriale; ma per tutto il resto si vaga tuttora nell’incertezza e nell’impossibilità operativa. I Sindaci, pure nelle riunioni sia dei singoli Bim che comprensoriali in Comunità, pare si limitino a parlare di ambiti comunali anziché proporre discussioni a valenza comprensoriale. Così dicasi, per esempio, per il turismo: ne ho scritto spesso ma nessuno ha raccolto la sfida di una pubblicazione sul “Turismo in Giudicarie”: una visione d’insieme delle attrattive paesaggiste e di ospitalità dell’intero territorio in un mutuo interagire per richiamare l’attenzione sull’eccezionalità di un territorio dalle attrattive che dovrebbero esser presentate e godute globalmente. Lo sci di Campiglio abbinato alla termalità di Caderzone e di Comano, con collegamenti con la pesca sportiva. I rifugi dell’Adamello e del Brenta in rete con quelli del Chiese e delle Esteriori. Il godimento del Parco in visione giudicariese e non ristretto a
pure in altre sedi; tuttavia l’averla diffusa in ogni casa giudicariese nel primo mese del 2020 credo debba assumere un significato pregnante ed incisivo. Specie in un momento storico in cui stanno avvenendo trasformazioni straordinarie, che dovrebbero portare ad un assetto più corretto ed adeguato su tutto il globo.
pochi Comuni. I ghiacciai dell’Adamello-Presanella e le Dolomiti di Brenta conglobate con le propaggini meridionali nel Chiese e nelle Esteriori. Tutti gli alberghi e i breakfast globalmente interscambiabili. La paventata spaccatura fra Esteriori e Interiori con la proposta dell’Apt Comano Terme con il Garda sarebbe un isolare ancora di più ciò che già soffre di spaccature insanabili: gli ospiti delle Esteriori dovrebbero spaziare fra le bellezze della vallate e delle montagne delle Giudicarie, e non essere attratti dal Garda che già gode di un proprio flusso turistico. Le Giudicarie hanno a proprio vantaggio un turismo globale in mano a soli 37.000 abitanti che devono rendersi capaci di gestire un unico ed indivisibile patrimonio comune debitamente da strutturare. In maniera unitaria al più presto possibile (l’Alto Adige insegna ed insegni). Negli anni Cinquanta ho avuto modo e occasione di presiedere vari incontri delle associazioni dei Commercianti e degli Artigiani delle Giudicarie; così come per due anni sono stato il responsabile locale dell’Unione Contadini. In quegli incontri era normale il discutere di argomenti di interesse comune. Eppure di questi così importantissimi settori non se ne sente più
parlare relativamente ad incontri comuni. Che io sappia non si sono riscontrati incontri comprensoriali sull’economia, sulla cooperazione, sulle banche ed altri delicati settori comuni, il cui operato, se rimane spezzettato, diventa sempre più aleatorio ed instabile. Che dire della viabilità, vero patrimonio comprensoriale? Tante iniziative a se stanti nell’incapacità di trovare una costante visione programmata ed unitaria. Ed ancora: perché anche una visione unitaria in campo scolastico? Non si è mai vista - che io ricordi - una riunione di tutti i dirigenti scolastici operanti in Giudicarie a discutere di distribuzione comprensoriale delle sedi scolastiche, di edifici scolastici, di una possibile programmazione della geografia e della storia locali, nonché degli usi e costumi delle Giudicarie. Eppure alla scuola è dato il determinante compito di preparare le nuove “generazioni giudicariesi” e non di altri territori. Nessuno se ne è mai preso cura. L’impero austroungarico aveva affidata la scuola ai Capocomuni; dice niente questo insegnamento della storia “maestra di vita”? Pure il campo sanitario dovrebbe avere una visione ed una organizzazione globale, con ospedale, ambulatori medici, medi-
ci di base, case di riposo, pronto soccorso, soccorso alpino e quant’altro. Altri aspetti da mettere in comune: per esempio nel volontariato: le associazioni sportive delle Giudicare e per le Giudicarie; lo stesso dicasi per qualsiasi altro settore: musica, bande, cori; si aggiungano i gruppi assistenziali e sociali; le cooperative di lavoro e la lista non è certo finita. Pure ecclesiasticamente si arriverà anche ad un’unica organizzazione comprensoriale: addio parrocchie, canoniche, cappelle; tutto si ridurrà ad un’unica collegiata che riunirà in comunità gli addetti al culto. Per finire… una mia esperienza personale. Nel secondo dopoguerra Alfiero Andreolli aveva istituito il del Consorzio dei Comuni Giudicariesi,(sciolto con l’istituzione dei Bim), ne fui l’ultimo segretario; nelle riunioni non si à mai sentito parlato di singoli Comuni: si discuteva soltanto di problematiche a valenza comprensoriale. Ci si augurava che la prassi dovesse e potesse continuare nelle assemblee dei Bim. Invece… prevalse (e prevale) l’inveterato campanilismo dei singoli Comuni. Avevo imparato che solo nell’incontro di persone che sanno incontrarsi, conoscersi personalmente e dialogare in onestà razionale si riescono a trovare le soluzioni a ciò che occorre “fare” (il più presto possibile) per il bene comune. Non sono un esperto e non voglio insegnare niente a nessuno; ma dai miei ormai quasi 100 anni mi permetto soltanto di esternare la mia netta convinzione che l’avvenire sta premendo e richiama alla tempestività; per cui azzardo pensare che se ci si attarda e non si prendono drastiche e tempestive decisioni si è destinati ad essere travolti da onde che, questa volta, non saranno fermate dall’inveterato isolamento e dalla frammentazione delle Giudicarie, alle cui popolazioni auguro un prospero ma piuttosto vicino “buon domani”… sempre che...
FEBBRAIO 2020 - pag.
37
�����������������
������������������������ ������������������������
����������������� �������������� ������������������ �������� ���������� �������
��������� ��������� ������ ����������
����������� ������ ������������� ������������ ������������
����������� ������� ����������������� ����������� ��������
���������������������������������������������������������
�������������������������������������������������������������������������������������������������������������� ������������������������������������������������������������������������������������
������������������
pag.
38
FEBBRAIO 2020
Duemilaventi… di guerra
Anno DuemilaVenti. Venti sì, venti di guerra. Il nuovo anno è cominciato decisamente con il botto, anzi… con le botte! Quelle che Papa Francesco ha letteralmente rifilato ad una sua fan, rea di averlo tirato a sé in modo troooppo appassionato. Eccheccavolo! Santo Padre, ha fatto bene! Ma gentile e maleducata signora, così magari strattoni Al Bano per farti un selfie, Axl Rose per farti suonar la tromba oppure tuo figlio dopo ore passate alla Playstation… non un uomo anziano di 83 anni con l’aggravante di essere faro spirituale per un miliardo e duecento milioni di fedeli! Che se poi, cara signora, per colpa tua Egli cade e si rompe un femore, tu diventi un fenomeno planetario, e noi siamo costretti a sorbirci le tue ospitate televisive dalla D’Urso e dalla Venier! Ma al netto di tutto ciò, un Papa che reagisce e colpisce finora non si era mai visto. Come non si era mai visto un cervo che dopo essere stato colpito da un cacciatore, reagisce, si rialza, carica e uccide l’uomo. E’ successo in Arkansas. La Natura mite che si ribella
all’aggressività umana. Anche questo un inedito assoluto. Ciò a cui invece abbiamo assistito troppe volte è la solita, arcinota sceneggiatura della guerra. Non abbiamo fatto in tempo a festeggiare l’arrivo della Befana (che nel frattempo, adeguandosi ai tempi, è diventata ‘green’: niente più carbone ai bimbi cattivi perché inquina. Caramelle per tutti!) che già eravamo sepolti da tonnellate di risme di carta con su scritte le solite sequenze, le solite macabre parole, i soliti tragici fatti: raid, rappresaglie, tregue, ripresa dei bombardamenti, alleanze, condotti umanitari, vittime civili, disgraziati costretti a fuggire, pozzi di petrolio incendiati, propaganda di regime, falchi e colombe, milizie filogovernative, spostamenti di truppe, spostamenti di bombe, fallimento della diplomazia, arricchimento dell’uranio, escalation di violenza, … Un Pianeta che bolle e che ribolle, abitato da bipedi con un fiammifero in mano e l’odio nel cuore, sempre pronti ad accendere fuochi e bruciare, infrangere, di-
struggere,… che siano foreste, accordi di pace, speranze. Pochi ma potenti, ignoranti e stupidi sapiens, incapaci di rilassarsi e godersela, e con il destino dell’Umanità nelle loro zampe ar-
tigliate. E come se non bastasse, a surriscaldare il globo contribuiscono le continue ondate di incendi. L’ultima in Australia ad inizio anno, ma ricordiamoci dell’Amazzo-
Tutti giù per terra Tutti giù per terra di Massimo Ceccherini Podio
nia, della Siberia, appena qualche mese fa. Gli scienziati affermano che siamo entrati in una nuova Era, il Pyrocene, l’era del Fuoco. Un’era, a differenza delle precedenti, creata dall’Uo-
mo. Un’era equivalente all’Era Glaciale ma sul fronte termico opposto. Nel frattempo in Italia la questione politica sostanziale che ha acceso i dibattiti parlamentari e diviso le coscienze è stata: ma davvero la Ministra dell’Istruzione ha copiato la sua tesi di laurea? ‘Si vergogni, si dimetta!’ tuonava il barbuto oppositore politico. ‘In realtà non era la tesi di laurea ma una tesi di fine corso di specializzazione… si dimetta lui visto che non ne capisce la differenza!’ l’argomentazione della Ministra a sua discolpa. Tesi difensiva di un acume che neanche l’Azzeccagarbugli chiamato a difendere Paperino nel tribunale del Paese delle Meraviglie. Capite lo spessore politico dei nostri governanti? Capite l’innato e incrollabile ‘provincialismo’ italico? Che Dio ci aiuti… anzi… Santo Padre, visto che Lei a Roma è di casa, ascolti la supplica di questo impenitente peccatore: rifili qualche altro sonoro, paterno ceffone, zona tra Montecitorio e Palazzo Chigi… Una volta ancora, anche a febbraio, buon anno.
In una lettera un’esperienza positiva
Ospedale di Tione, trattamento ottimo Intendo alludere al Reparto Medicina dell’Ospedale di Tione in Trentino: qui io mi sono dovuto ricoverare proprio in questi giorni per una brutta polmonite. Per la verità, quando al Pronto Soccorso, dopo le analisi del caso, mi hanno consigliato di ricoverarmi subito, non ho accettato molto volentieri la notizia, ma quando sono arrivato in camera, il mio umore è subito cambiato: medici, infermiere ed inservienti che correvano per ogni dove ed analisi di ogni genere: analisi del sangue ed urine,
Ogni volta che si prende in mano un giornale, ci si predispone subito ad essere informati di quanto di brutto succede attorno a noi e nel mondo: disgrazie, uccisioni, massacri, incidenti, terremoti ed altre piacevolezze del genere. Sembra che radiografie, elettrocardiogramma, pesi con la poltrona, tac e chi più ne ha, più ne metta. E poi medicine di ogni genere. Io, purtroppo nella vita ho dovuto frequentare molti ospedali: a Milano, Roma ed in piccoli centri, ma non ho mai trovato un ospedale come questo. Qui si viene accolti da decine e decine di infermiere ed inservienti, tutte brave, disponibi-
li, sempre sorridenti, giovani ed anche belle: il che non guasta. Qui si fa il possibile prima di tutto per trovare la causa del proprio male e poi per curarlo. Qui non esiste la pace in camera, perché dalle sei e mezza del mattino, al massimo ogni ora, si viene ‘disturbati’ da un infermiera che viene ad importi qualche cosa. Qui non si fa distinzione tra uomo e donna, tra
non esista più nulla di bello e di rilassante, ma io posso assicurare che non è così e chi leggerà questa mia si accorgerà che qui non si parla di alcuna cosa brutta, ma anzi di qualcosa di bello e di positivo.
differenti ceti sociali e tra ricco e povero, tutti vengono trattati allo stesso modo: direi benissimo! Chi parla male dell’Ospedale di Tione (e purtroppo sono in tanti) o è perché non c’è mai stato o è perché si è fidato delle voci maligne dei cosiddetti critici a buon mercato! Di cose brutte io ne ho abbastanza; penso che quando nella vita si trova qualcosa di positivo, si debba avere la forza di proclamarlo e di pubblicizzarlo al massimo. Alberto Benincori
Opinioni a confronto BOTTA E RISPOSTA
vilgiat@yahoo.it
39
Cannabis in giardino?
Ho letto sui giornali che la Corte di Cassazione ha deciso che la cannabis, erba stupefacente, può essere coltivata in casa ad uso personale. Con la piaga della droga che ormai ha invaso l’Italia non è questo un incentivo ad usarne sempre più, tu che ne pensi? Una mamma preoccupata Sulle droghe in genere io personalmente ho da sempre un giudizio severo. Proprio in questi giorni a Trento hanno sgominato una banda di minorenni (14-17 anni) che si era organizzata per lo spaccio delle droghe nel nostro capoluogo. Purtroppo anche le Giudicarie non sono fuori da questi giri malavitosi e ogni tanto assistiamo a perquisizioni e arresti. Che poi oggi si permetta di coltivare la
FEBBRAIO 2020 - pag.
cannabis (marijuana) in casa come fosse rosmarino, o la salvia mi sembra una pericolosa sciocchezza. A nulla sono valsi gli appelli di chi da anni com-
batte nel settore della tossicodipendenza cercando di mettere in allarme famiglie, scuole, educatori e quant’altro. Ma per tornare alla cannabis è vero
che molti di coloro che ne hanno fatto uso non sono diventati tossicodipendenti magari raccontando che “uno spinello non fa male a nessuno”, ma è altrettanto vero che gran parte di coloro che diventano tossicodipendenti hanno cominciato con le cosidette droghe leggere. La scienza (Cimec dell’Università di Trento) conferma che “negli adolescenti anche una breve esposizione alla cannabis può avere effetto sulle strutture cerebrali importanti per la gestione delle emozioni e della memoria, quindi potrebbe predisporre a deficit emotivi e cognitivi anche a lungo termine”. Per dirla in breve “bastano pochi spinelli per alterare il cervello dei giovani”. Uno spinello forse non fa male, molti spinelli sì! (a.a.)
Strade pericolose, Il caso politico italiano, e i controlli? era meglio una volta? Ogni giorno leggiamo di tragedie stradali dove persone del tutto innocenti perdono la vita per colpa di incauti automobilisti, soprattutto giovani. Occorre da parte delle autorità di vigilanza più severità nei controlli e punizioni adeguate alla gravità delle tragedie a cui assistiamo… Roberto Non c’è dubbio. I sette ragazzi tedeschi investiti da un giovane in Alto Adige, le due sorelle morte in corso Francia a Roma, e altri casi similari che capitano ogni giorno sulle strade italiane credo che impongano qualche riflessione. In entrambi i casi sopra accennati i conducenti erano giovani e risultati positivi all’alcol test (3 volte sopra il limite a Roma, 4 in Alto Adige). Sono ormai troppi quelli che ci rimettono la vita, o la tolgono agli altri, perché guidano sballati da alcol o droghe (leggere e non), sfidando le regole di una conduzione responsabile del proprio automezzo. I dati ci dicono che nella maggioranza si tratta di “ragazzi” tra i 18 e i 25 anni. Solo che quando si guida si deve smettere di essere ragazzi e bisogna comportarsi da uomini adulti rispettosi delle regole e attenti alle distrazioni che potrebbero essere letali per sé e per altri incolpevoli coinvolti. Aumentiamo le sanzioni? Le sanzioni, a dir il vero, ci sono e sono severe, ma i morti non si fermano. Purtroppo. Bisogna cominciare dall’educazione famigliare, dalla scuola perché il ragazzo che cresce sia conscio delle responsabilità a cui va incontro. E comunque sarebbe opportuno impostare in modo diverso l’esame della patente, tipo tale quale alle modalità per avere il porto d’armi, stringere ulteriormente i lacci per i locali e distributori di bevande alcoliche, e, perché no, sottoporre all’alcol test chi ancora parla di liberalizzare le droghe leggere. (a.a.)
Nella politica italiana regna, adesso più che mai, una gran confusione. Il Centro non c’è più e si continua a sgomitarsi fra destra e sinistra con continui cambi di casacca talvolta inconcepibili. Gente irresponsabile del Pd che arriva ad arruolarsi nella Lega, Grillini che cambiano casacca giorno dopo giorno, parlamentari che si alzano al mattino e lanciano un nuovo partito, non era meglio quando c’era una destra e una sinistra bene definite e non minestroni che, come oggi, siamo costretti a subire? Alessandro Mi lasci dire una cosa: mi sono stufato con questa storia della destra e della sinistra. La Sinistra bella e brava, la destra brutta e pericolosa, e giù sciocchezze di questo genere. Al mio paese direbbero: “Mi son rotto le palle...” . Guardiamo in faccia la realtà. Alla maggior parte della gente poco importa della destra o della sinistra. La gente vuol vivere in libertà e lavorare senza rotture di scatole. Poi è normale che in un paese democratico il voto possa girare da una parte all’altra, da destra a sinistra e viceversa. In democrazia ognuno è libero di votare come vuole. Io sono convinto che la gente tenda sempre a seguire chi le promette di vivere in modo più dignitoso. E mi creda, è da ipocriti definire irresponsabile chi magari ti ha dato il voto e adesso ti volta le spalle. Sarebbe meglio chiedersi il perché molte persone abbandonino il proprio partito. Ma non sono molti a chiederselo, ci sono troppe code di paglia in giro. E allora finiamola. E come cantava Giorgio Gaber : “ Destra-Sinistra, SinistraDestra... Basta!”. (a.a.)
Servono le elezioni nazionali
Caro Adelino, non riusciamo a capire come funziona la politica italiana: da tempi i sondaggi danno il centro destra maggioritario in tutto il Paese, M5s sono allo sfascio, il Pd è dilaniato dalle solite correnti, Renzi conta come il due di coppe, quanto aspetta il Presidente Mattarella a indire elezioni che finalmente permettano agli Italiani di scegliersi un nuovo governo? Gli amici del bar Calma! Non è che le elezioni vengono indette in base a sondaggi che lasciano il tempo che trovano o a richieste sbraitate nei luoghi più disparati. Le cose vanno in modo diverso. Allora. I cittadini scelgono i propri rappresentanti alla Camera ed al Senato con il voto libero e democratico. Camera e Senato a loro volta votano la fiducia o la sfiducia al Governo proposto. Se tutto va bene continuano la loro attività varando leggi, regolamentazioni e così via. Sono poi gli stessi parlamentari che eleggono il Presidente della Repubblica alla scadenza del suo mandato. Naturalmente i giochi si svolgono tutti in Parlamento, accordi, alleanze, inciucci, l’importante è raggiungere la maggioranza per poter governare. Chi ha la maggioranza ha il diritto-dovere di governare per i cinque anni previsti dalla legge elettorale, solo se l’alleanza saltasse il Presidente della Repubblica potrebbe indire nuove elezioni. Ora governa il Pd, molto bravo ed esperto di giochi di palazzo, con i grillini e ed altre forze minoritarie. Insieme hanno raggiunto la maggioranza richiesta in parlamento e quindi sono legittimati a continuare nel loro lavoro(?). Può capitare però, com’è capitato, che talvolta nascano governi che non rispecchiano la volontà del popolo in quel momento. Così oggi il centro destra è escluso dal governo in virtù delle ultime elezioni politiche svoltesi due anni fa, pur avendo dimostrato con le elezioni europee e confermato dai sondaggi di essere maggioritario nel Paese. Può essere questa una ingiustizia? No, assolutamente, la democrazia parlamentare che magari voi non piace è questa e dev’essere rispettata. A meno che non si cambi la Costituzione, ma non credo che avverrà, almeno, spero proprio di no. Adelino Amistadi
40 FEBBRAIO 2020 vieni
GIUDICARIE A TEATRO
pag.
a casa tua
2019 2020
vieni a teatro
SALA CONSIGLIARE MULTIUSO - BONDONE
TEATRO RAGAZZI
DOMENICA 2 FEBBRAIO 2020 // ORE 17.30
AUDITORIUM - PALAZZETTO DELLO SPORT DI CARISOLO
TEATRO RAGAZZI
DOMENICA 23 FEBBRAIO 2020 // ORE 17.30
MIA MOGLIE PARLA STRANO
SPAVENTATI PANETTIERI
UN ANATROCCOLO IN CUCINA
di e con Barbara Bertato e Alfredo Colina regia di Corrado Accordino
di e con il Duo Meroni Zamboni
Spettacolo comico senza parole Liberamente ispirato a “Il brutto anatroccolo” di Andersen di e con Simone Lombardelli // regia di Dadde Visconti
TEATRO DI LARIDO - BLEGGIO SUPERIORE
CENTRO SCOLASTICO DI DARÈ - SALA MULTIUSO - PORTE DI RENDENA
SABATO 8 FEBBRAIO 2020 // ORE 21.00 Atir Teatro Ringhiera
LA MOLLI. DIVERTIMENTO ALLE SPALLE DI JOYCE
SABATO 29 FEBBRAIO 2020 // ORE 21.00
CENTRO SOCIO-CULTURALE DI CIMEGO - BORGO CHIESE
LO CHIAMAVANO BIANCANEVE
Il Teatro delle Marionette degli Accettella
DOMENICA 15 MARZO 2020 // ORE 17.30
Compagnia Pipa e Pece - Scuola di Musica Gershwin
I TRE PORCELLINI
di Gabriele Vacis e Arianna Scommegna con Arianna Scommegna // regia di Gabriele Vacis
liberamente ispirato a “San Isidro Futbòl” di Pino Cacucci regia e drammaturgia di Titino Carrara con Titino Carrara e Giorgia Antonelli musicisti Maurizio Camardi e David Soto Chero
CINEMA TEATRO COMUNALE DI TIONE DI TRENTO
CINEMA TEATRO COMUNALE DI TIONE DI TRENTO
FUORI ABBONAMENTO
VENERDÌ 14 FEBBRAIO 2020 // ORE 21.00
CASA MONDRONE DI PREORE - TRE VILLE
GIOVEDÌ 5 MARZO 2020 // ORE 21.00
La Bilancia Produzioni in collaborazione con Esagera
di Francis Veber - traduzione Filippo Ottoni con Paolo Triestino, Nicola Pistoia, Matteo Montaperto, Antonio Conte, Loredana Piedimonte, Alessio Sardelli regia di Pistoia e Triestino
di Marco Cavallaro // regia di Marco Cavallaro con Marco Cavallaro, Claudia Ferri e Marco Maria Della Vecchia
TEATRO RAGAZZI
testo e regia di Danilo Conti e Antonella Piroli con Alessandro Accettella e Stefania Umana pupazzi Brina Babini
FUORI ABBONAMENTO
a. ArtistiAssociati in collaborazione con Fiore e Germano
SABATO 28 MARZO 2020 // ORE 21.00 Produzione La Corte Ospitale, Attodue, Armunia - Castiglioncello
LA SORELLA DI GESUCRISTO
THAT’S AMORE
IL ROMPIBALLE
SABATO 14 MARZO 2020 // ORE 21.00 Compagnia Teatro Binario 7
Collettivo Clown
Eccentrici Dadarò
TEATRO PARROCCHIALE DI FIAVÉ
di e con Oscar De Summa
CINEMA TEATRO PALADOLOMITI DI PINZOLO
VENERDÌ 6 MARZO 2020 // ORE 21.00
CENTRO POLIVALENTE DI CONDINO - BORGO CHIESE
DOMENICA 16 FEBBRAIO 2020 // ORE 21.00
Elsinor centro di produzione teatrale
Factory Compagnia Transadriatica
IL MISANTROPO
di Molière // con Dario Cadei, Ippolito Chiarello, Angela De Gaetano, Franco Ferrante, Sara Bevilacqua, Luca Pastore, Fabio Tinella e Ilaria Carlucci traduzione e adattamento di Francesco Niccolini regia di Tonio De Nitto
SUPERMARKET. A MODERN MUSICAL TRAGEDY
di Gipo Gurrado e Livia Castiglioni con Federica Bognetti, Andrea Lietti, Roberto Marinelli, Isabella Perego, Elena Scalet, Giuseppe Sconditti, Andrea Tibaldi, Cecilia Vecchio e Carlo Zerulo regia di Gipo Gurrado
POTETE VISIONARE IL PROGRAMMA COMPLETO SUL SITO WWW.COMUNITADELLEGIUDICARIE.IT Il calendario è suscettibile di variazioni per cause di forza maggiore. Informazioni sul teatro e sul cinema in Trentino nel sito internet: www.trentinospettacoli.it
ABBONAMENTO LIBERO 4 SPETTACOLI DI PROSA Ingresso unico € 30,00
INGRESSO BIGLIETTI SPETTACOLI DI PROSA Intero € 10,00 / Ridotto giovani fino ai 14 anni € 8,00
ABBONAMENTO LIBERO 4 SPETTACOLI TEATRO RAGAZZI Ingresso unico € 15,00
INGRESSO BIGLIETTI SPETTACOLI TEATRO RAGAZZI Ingresso unico € 5,00
Comune di Sella Giudicarie
Comune di Bleggio Superiore
Comune di Bondone
Comune di Borgo Chiese
Comune di Caderzone Terme
Comune di Carisolo
Comune di Fiavé
Comune di Giustino
Comune di Massimeno
Comune di Pieve di Bono Prezzo
Comune di Pinzolo
Comune di Porte di Rendena
Comune di San Lorenzo Dorsino
Comune di Spiazzo
Assessorati alla promozione culturale
COMUNITÀ DELLE GIUDICARIE
CIRCUITO TEATRALE TRENTINO
LA RETE PROVINCIALE DELLO SPETTACOLO
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo
Direzione Generale per lo spettacolo dal vivo
Comune di Storo
Comune di Tione di Trento
Comune di Tre Ville
Comune di Valdaone