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Giudi iudicarie

il

iornale delle

NOVEMBRE 2013 - pag.

Mensile di informazione e di approfondimento

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ANNO 12- N. 11 NOVEMBRE 2013 - Mensile

EDITORIALE

Tanti candidati non significa più democrazia «Troppi candidati, troppe liste». È il ritornello che abbiamo sentito spesso durante questa campagna elettorale per le elezioni provinciali. Al bar, al supermercato, per strada; ogni volta che la conversazione cadeva sulle vicende politiche il rilievo è stato unanime. E come dare torto al sentimento popolare? D’altra parte i numeri lo confermano: 23 liste, 11 candidati presidente, oltre 750 candidati. Di fatto non c’era trentino che non avesse un amico, un conoscente, un vicino di casa o un parente in lista. Di contro, tutta questa voglia di “partecipazione” all’agone elettorale non si è tradotta in altrettanta voglia di andare a votare. Anzi, il contrario. Continua a pagina 4

Giudicarie, centrosinistra vincente Rossi si impone in valle col 54,3% di preferenze. Mario Tonina (Upt) unico giudicariese eletto

Alle pagg. 4, 5, 6, 7

Quando a Tione si produceva vetro La storia della vetreria Venini

Biblioteche, un patrimonio importante . Alle pagg. 8 e 9

Il Barolo “giudicariese”

ARTE La pittura gentile di Felice Squeo A pag 18

Il prezioso vino coltivato a Comano A pagina 26

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Giuseppe Venini, ingegnere milanese mandatario di un’importante vetreria di Varenna sul Lago di Como apparve in Giudicarie nel luglio del 1842. Non ebbe bisogno di molto tempo per convincersi che in zona esistevano tutte le

condizioni necessarie al buon funzionamento di un grosso insediamento industriale ed il luogo adatto lo individuò a meno di un miglio dal capoluogo, nel punto dove il torrente Arnò confluiva nel Sarca A pag. 28

Emergency sbarca in Giudicarie A pagina 22

Avis, sessant’anni di donazioni Cerimonia per l’importante traguardo Dodici soci donatori nel 1953. Cinquecentosettantasei nell’ottobre di quest’anno, di cui 477 idonei e un primato difficilmente contestabile, soprattutto in momenti in cui la raccolta del sangue in Trentino denuncia un calo pari a 1.550 unità. Mentre tutti gli altri centri sono improntati nel segno meno o denunciano crescite impercettibili (Trento accusa un calo di 1.279 unità, Rovereto di 450, Cles di 81,

Mezzolombardo di 22, Pergine Valsugana registra un + 10, Borgo + 29, Arco + 33) l’Avis di Tione, si presenta al sessantesimo di fondazione, con un attivo di 196 sacche. A pag. 16


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Rassegna Stampa

NOVEMBRE 2013

A cura della REDAZIONE

RASSEGNA STAMPA OTTOBRE 2013

DALLE GIUDICARIE DALLAPROVINCIA Amistadi nuovo cavaliere

Adelino Amistadi, Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. Tra gli insigniti , il 4 novembre, a Trento nella sede del Commissariato del Governo, c’è anche il suo nome. D’ora in poi, potrà fregarsi del titolo istituito da una legge nazionale del 3 marzo del 1951, per ricompensare personaggi che si sono distinti a vario titolo nel campo delle lettere, arti, economia e incarichi pubblici. Adelino Amistadi che è anche fondatore del nostro Giornale e una delle sue penne più incisive, è stato per tre legislature

BONDONE - La Red Bike di Ruben Ferrari sponsor dell’Udinese per un giorno. Il giovane 34enne di Bondone è risultato vincitore del concorso “ sponsor Day” indetto dalla Dacia per incoraggiare le piccole aziende. Così la Red Bike è stata sponsor nella partita UdineseInter del club bianconero. STORO - Apre Sav-scorte agrarie. Un nuovo centro vendita per il giardinaggio, per la cura dell’orto e tutto il comparto ferramento legato all’agricoltura apre in valle del Chiese. L’apertura del punto vendita del Colosso cooperativo Vivallis è giunto grazie ad un accordo con la famiglia cooperativa della Valle del Chiese. TIONE - Successo per l’Ecofiera di Montagna. Record di espositori alla 14^ edizione. Oltre 160 espositori provenienti da tutta Italia, dalla Germania e dall’Austria hanno preso parte alla fiera di montagna, diventata, anche in un periodo di crisi, un importante punto d’incontro tra un’offerta sempre più qualificata e una domanda sempre più attenta ed esigente con lo sguardo verso l’ Agricoltura di montagna, lo Sviluppo sostenibile, le Fonti alternative, il Risparmio energetico, la Bioedilizia, l’Eco-arredo e design, l’Artigianato, i Prodotti tipici, le Produzioni biologiche, l’Agriturismo, le Attività tradizionali della montagna, SportNatura, Salute e benessere... PIEVE DI BONO - In arrivo la cittadella scolastica. Dopo dieci anni di tentennamenti al via il polo autonomo e indipendente, con mensa e laboratori nella palazzina servizi (ex protezione civile) che si affiancherà ai due edifici delle elementari e delle medie (che ospitano circa 250 alunni, due terzi dei quali alle elementari), all’auditorium ed alla palestra. L’intervento costerà 4,5 milioni di euro, 3,5 dei quali dedicati ai lavori. VALLE DEL CHIESE - Accolto dalla Regione il progetto di fusione di Bersone, Daone e Praso. Soddisfazione per i tre comuni della pieve di Bono che hanno iniziato un percorso indirizzato alla fusione, dopo la delibera della Giunta regionale nella quale viene accettato il progetto proposto. Via libera ai Consigli comunali per deliberare l’indizione del referendum che dovrebbe tenersi in primavera del 2014. Il sindaco di Praso Panelatti, «ora deve esprimersi la popolazione. Se deciderà di andare a fusione bene, se deciderà il contrario, non ci resterà che accettare il verdetto. Nel segreto dell’urna ognuno si assume le proprie responsabilità». ESTERIORI - Fusione più vicina per Dorsino e San Lorenzo. Potrebbe chiamarsi Comune Val d’Ambiez il comune nato dal “matrimonio” tra San Lorenzo in banale e Dorsino. Lo ha annunciato il sindaco Gianfranco Rigotti che ha posto l’accento, ancora una volta, sulla salvaguardia delle specificità dei due comuni: «Come in ogni questione c’è chi condivide e chi no. Chiaro che siamo all’inizio e che dovremo fare incontri per affrontare tutte

sindaco di Roncone, Presidente del Bim del Chiese, Presidente dell’Usl e del Comprensorio C8, e Consigliere provinciale in quel di Trento. le questioni. Non si deve snaturare un paese o limitarne la storia e le tradizioni. Le identità dei due paesi dovranno essere preservate. Nascerà un comune unico che potrebbe chiamarsi Val d’Ambiez con due frazioni distinte». In primavera il referendum. MADONNA DI CAMPIGLIO - In marcia contro il bacino artificiale. Una camminata organizzata dal “Comitato Acqua bene Comune” in collaborazione con la Sat di Pieve di Bono e Storo, Mountain Wilderness e Yaku per vedere i luoghi interessati dalla costruzione del bacino artificiale in località Montagnoli e chiedere al Parco Naturale Adamello Brenta di non concedere la deroga per la sua realizzazione. 290mila metri cubi il volume di acqua che sarebbe immagazzinato nel lago grande come 6 campi da calcio e alto come un edificio di 4 piani, che servirebbero per innevare in 72 ore tutte le piste di Madonna di Campiglio. PINZOLO - Resort di lusso e piscina. Il comune punta in alto. La giunta comunale ha varato un atto programmatico di indirizzo per avviare la variante al Piano regolatore per permettere la realizzazione di un hotel resort a 5 stelle. L’opera verrebbe realizzata dal gruppo Leali in località Campicioi e dovrebbe dare lavoro a 70 persone. Il nuovo Lefay Resort disegnato dall’architetto Hugo Demetz (il «disegnatore» dell’Adler di Ortisei) prevede 88 camere e 298 posti letto (su 5.000 metri quadri) e una spa di altri duemila metri. Per un totale di 14.400 metri quadrati. Contraria l’opposizione che promette battaglia in consiglio comunale. TIONE - Inaugurata la Centrale idroelettrica Bersaglio intitolata ad Alfiero Andreolli. Ad un tionese e un giudicariese che si è distinto per «dedizione, impegno e fermezza». Con queste motivazioni, nella partecipata cerimonia di inaugurazione, è stata intitolata la nuova centrale idroelettrica al Bersaglio al ragionier Alfiero Andreolli. L’impianto, ora ammodernato e ampliato utilizza fonti rinnovabili, non inquina ed è una struttura che, ha commentato il presidente dell’Asm, Roberto Tonezzer , «ci esalta e ci rende orgogliosi».

I cattivi pensieri

PROVINCIA – Mattone, i trentini preferiscono sempre di più l’usato. Questa la fotografia del mercato immobiliare nella nostra provincia, che ci dice come negli ultimi tre anni gli acquisti di edifici vecchi siano cresciuti fino a rappresentare il 65%. Due le motivazioni principali; il primo è che un appartamento usato costa di meno; il secondo è che la tassazione sull’usato è nel complesso più favorevole. PROVINCIA – Imu, Trento chiede l’autonomia fiscale. Vertice a Roma, l’8 ottobre per i vertici delle province autonome di Trento e di Bolzano che hanno incontrato i responsabili della Ragioneria di Stato con i quali hanno messo sul tavolino tematiche strategiche come l’aggiornamento dell’Accordo di Milano sul patto di stabilità e sulla compartecipazione della Provincia nel risanamento del bilancio dello Stato. Nell’ambito dell’accordo si è discusso anche della competenza provinciale sulle tasse locale, in particolare di Imu. TRENTO – Rifiuti, ecco le telecamere anti-furbetti. Tempi duri per i furbetti della raccolta differenziata. Il Comune di Trento sta mettendo in campo, per la primavera prossima, un sistema di monitoraggio di tutto il centro storico attraverso telecamere puntate sulle isole ecologiche, per verificare la correttezza dei conferimenti. Trento– Dopo 23 anni Alberto Pacher lascia la politica. Il presidente della Provincia facente funzione dopo l’elezione in Parlamento di Lorenzo Dellai, ha mantenuto il proposito di dare l’addio alla politica e di ritornare, dopo più di due decenni, al vecchio lavoro di psicologo. Sindaco di Trento per due legislatura, fu il più votato nelle provinciali del 2008 e vicepresidente della Pat in quota Pd. Proprio l’esperienza di primo cittadino è quella che ricorda con maggiore affetto: “In città mi dicono ancora “Bondì sindaco” - ricorda. TRENTINO – Rolly Mar-

chi, addio di un protagonista. A novantadue anni se ne è andato il 14 ottobre Rolly Marchi. Nato a Lavis nel 1921 fu giornalista, scrittore, alpinista e organizzatore, fu speaker alle Olimpiadi invernali di Cortina, tra i fondatori del Trofeo Topolino e della 3-Tre. PROVINCIA – Muro contro muro Stato-Provincia. Lo Stato ha continuamente bisogno di recuperare risorse e oggi, in spregio ad una sentenza della Consulta che ha già dato torto allo stato, sembra che non vi sia nessuna intenzione di riconoscere alla Provincia quelle riserve all’erario che le sono dovute. In ballo ci sono 200 milioni del 2012 e 700 dal 2014 al 2017. In vista nuove impugnative da parte della Pat. Sono quindici i ricorsi alla Corte Costituzionale promossi dalla Provincia contro lo Stato negli ultimi 2 anni. TRENTINO – Neve sulle mele, danni per dieci milioni. Sabato 12 ottobre il Trentino è stato colto da una nevicata che ha raggiunto in alcune zone i 500-600 metri di quota. E’ il caso della Val di Non, dove il peso della neve caduta, premendo sulle reti antigrandine, ha causato danni stimabili in 10 milioni di euro. TRENTO – Maxi rissa fra studenti evitata grazie ai Carabinieri. Si erano dati l’appuntamento in 150, attraverso la rete e Facebook. Un appuntamento poco galante, perchè lo scopo dei ragazzi in questione, tutti studenti sotto i 20 anni, era quello di fronteggiarsi per “risolvere” con la violenza alcuni scontri verbali avuti nei giorni precedente proprio in rete. GARDA – Il Mostro del Garda? Uno storione di 8 metri. Dalla trasmissione Mediaset “Mistero” ai milioni di spettatori della emittente tedesca Zdf il passo è breve se protagonista della vicenda è un nuovo Mostro di Lochness, come è stato presentato dai media. In realtà, quello filmato da alcune telecamere amatoriali nelle acque del Garda nella zona di Toscolano Maderno altro non era che un gigan-

di Eta Zeta

Cetto Laqualunque. Quello si, aveva le idee chiare! Ma, per accalappiare elettori, non si limitava a taniche di benzina! I politici nostrani, invece, ci han provato con qualche litro di carburante. Principianti! Non sanno che i Trentini sono di palato fino. Per così poco, non si danno. Forse sarebbe bastato, come dicono a Storo, “en sik de pù”. Che so? Il pieno dell’olio. E, magari, un treno di gomme (tanto, sempre soldi nostri, erano!).“Griso”, non te la prendere! Capita a tutti di toppare. E poi, se proprio, dovevi prendere esempio dal “Gran Maestro”: quello che alla Wanna Marchi ci fa una pipa. Ti dice niente: “Aboliremo l’Ici?”. Quello, con i grulli d’Italia, per esempio, ha fatto strike!

Rolly Marchi

tesco esemplare di Storione, delle lunghezza approssimativa di 8 metri. Un esemplare comunque da record, visto che il più grande mai pescato in Europa fu pescato nel Volga e misurava 7,20 metri. PROVINCIA – La provincia “taglia” la burocrazia. La macchina provinciale continua la sua delicata opera di auto-razionalizzazione, grazie ad un provvedimento della Giunta provinciale che ha “tagliato” altri 30 procedimenti amministrativi, passando dai 1.216 del 31 dicembre 2012 ai 1.002 attuali, con una riduzione che supera l’obiettivo del 20% fissato dal Piano di Miglioramento della Pubblica Amministrazione. PROVINCIA – Musei trentini in gestione associata. Prosegue il piano di riorganizzazione del sistema museale trentino (che comprende Muse, Mart, Buonconsiglio, Castelli di Stenico, Thun e Beseno e il Museo degli Usi e Costumi della gente trentina) che garantirà maggiore flessibilità, gestione associata di alcune funzioni come comunicazione e promozione, programmazione delle attività e sistemi informativi, abbattendo i costi fissi. PROVINCIA – Trentino Trasporti, 55 milioni nelle infrastrutture. La Giunta provinciale ha dato il via libera ad un finanziamento di 55 milioni grazie alla Banca europea per gli investimenti. Queste risorse serviranno per realizzare importanti interventi infrastrutturali nei prossimi tre anni, fra i quali il potenziamento della Trento-Malè. PROVINCIA – Dai tagli alla politica soldi ai giovani. Sono 802mila euro i fondi risparmiati grazie ai recenti tagli dei costi del Consiglio provinciale che la Giunta ha deciso di reinvestire in iniziative a favore dell’occupazione giovanile, specie dei ragazzi (1.100 quelli coinvolti delle varie iniziative) sotto i 25 anni che saranno gestite in sinergia con Agenzia del lavoro attraverso i Centri di impiego sul territorio.


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Provinciali, il trionfo di Rossi Con oltre il 58% è il nuovo presidente. Male Mosna e partiti minori

Proprio Progetto Trentino si è attestato quarto partito e perno della coalizione di Mosna, ma il 9,03% di preferenze portate a casa è molto al di sotto delle aspettative dei grisentiani e di chi paventava sfracelli elettorali del nuovo soggetto. L’“ondata arancione”, annunziata dai grisentiani più infervorati, insomma, non c’è stata. Alle spalle dei due contendenti principali, Rossi e Mosna, si sono piazzati Maurizio Fugatti, autore di un buon 6,59% e appoggiato da Lega Nord e Cattolici europei uniti; poi Filippo Degasperi, candidato del Movimento cinque stelle di Beppe Grillo con il 5,72%, un risultato che consente ai grillini di portare due rappresentanti in Consiglio provinciale ma che conferma la difficoltà del Movimento a “sfondare” quando le competizioni elettorali sono locali. A seguire Giacomo Bezzi con una Forza Trentino mai così in difficoltà (4,27%, mentre solo a febbraio furono il 16% i consensi per il Pdl). Fuori dal consiglio provinciale gli altri candidati presidente, Emilio Arisi di Sel (1,78%), Cristano De Eccher con Fratelli d’Italia (1,54%), Ezio casagranda di Ri-

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lla fine la vittoria di Ugo Rossi e del centrosinistra autonomista è stata netta ed inequivocabile, 58,12% a 19,28%. Alla coalizione dello sfidante, Diego Mosna, sono rimaste solo le briciole e i dati dello spoglio hanno spazzato via in pochi minuti, già dalle prime schede scrutinate, i proclami di pochi giorni prima, quando Mosna e Silvano Grisenti, suo principale alleato, si erano detti sicuri di vincere.

È stata l’elezione che ha decretato il grande successo del Patt, che passa dal 9% del 2008 al 17,55%, del Partito democratico, in ottima forma dopo le divisioni interne alle primarie, col 22%, e l’Unione per il Trentino che cede qualche punto, ma si attesta al 13,33% tenendo sostanzialmente e realizzando cinque consiglieri, a dispetto delle voci che la davano per finita dopo l’uscita dei “grisentiani” e la costituzione di Progetto Trentino.

fondazione comunista (1,14%), Alessandra Cloch (0.80%), Giuseppe Filippin del Mir (0,43%) e il dj Agostino Carollo (0,33%). Calo dell’affluenza. Una nota va fatta sul calo di affluenza, in flessione di oltre 10 punti percentuali rispetto alle provinciali del 2008: cinque anni fa fu il 73,13% dei trentini a recarsi alle urne, mentre il 27 ottobre solo il 62,82%, corrispondente a 261.759 elettori. Alle politiche del febbraio 2013 fu l’’80,04%. Un segnale certo non positivo, che segue il trend già manifestato nelle recenti tornate elettorali locali in giro per l’Italia. Un calo al quale non ha certo posto un freno la presenza di ben undici candidati presidente e 23 liste, oltre a 750 candidati. Un fattore,

Lo sconfitto Diego Mosna

Sorridente il vincitore Ugo Rossi

questo, che ha forse creato più disaffezione che altro e ha indotto molti a starsene a casa. In Giudicarie. Nei 39 paesi delle Giudicarie le cose non si sono discostate di molto,. Rispetto allo scenario provinciale, con Ugo Rossi in gran spolvero con il 54,93% delle preferenze e Mosna staccato di 30 punti percentuali con il 24,11%. Buono il risultato di Fugatti con il 7,18% che supera il candidato del Movimento 5 Stelle a 4,62% e Giacomo Bezzi al 3,83%. Staccatissimi tutti gli altri, compreso il Mir del sottosegretario Walter Ferrazza che ha totalizzato solo lo 0,77% e 140 voti, di cui 38 (e il 18%) a Bocenago. Fra i partiti si segnala il Pd che

anche in Giudicarie si impone come primo partito con il 21,87% ottenuto grazie alla presenza di tre candidati, Olivieri, Tonini e Motter; al secondo posto l’Upt che, anche grazie alla buona performance di Mario Tonina, l’unico giudicariese eletto, si piazza al secondo posto con il 14,46% appena davanti al Patt al 14,13%. Non sfonda Progetto Trentino, nonostante le Giudicarie venissero segnalate come terra di conquista dei grisentiani, fermandosi all’11,12%, comunque sopra la media provinciale. Poi Lega Nord al 6,95%, M5S al 4,72% e Amministrare il Trentino al 4,36% con il buon risultato personale di Vanessa Masè.

Politica EDITORIALE

Tanti candidati non significa più democrazia Continua dalla Prima. Sembra quasi che il chiasso assordante e un po’ invadente dello stuolo di candidati (vedere per credere ai mercati, fiere, termen ecc ecc, o le quintalate di materiale elettorale nella cassetta postale) abbia ulteriormente stancato la gente comune della politica, allontanandola ancora di più. Il dato dell’affluenza, al 62,82% a livello provinciale (in Giudicarie abbiamo fatto un filo meglio, 63,78%), inferiore di oltre dieci punti al valore del 2008, lo testimonia. I fattori che hanno indotto questo calo sono diversi. In primis ovviamente lo scollamento dalla politica, anche a fronte delle recenti vicende soprattutto a livello nazionale. Ma non basta, visto che alle elezioni politiche di febbraio votò l’80,4%, buona percentuale. Poi c’è ovviamente la grande frammentazione del centrodestra trentino, che ha proposto addirittura quattro candidati presidente (Bezzi, De Eccher, Fugatti, Filippin ai quali va aggiunto anche Mosna, anche se è più di centro), ma soprattutto l’incapacità di proporre un progetto che avesse non si dice le possibilità di vincere le elezioni, ma quantomeno di provarci, di essere in corsa. Uno scenario che ha convinto molti elettori di quell’area a stare a casa. Infine – e non va sottovalutato – c’è appunto il proliferare di liste e candidati che ha ingenerato nella gente l’idea che il Consiglio provinciale sia una sorta di diligenza sulla quale cercare di salire in tutti i modi, tentando la fortuna con liste estemporanee e spesso sguaiate, improvvisate da quattro amici al bar, senza preoccuparsi più di tanto di esprimere idee, programmi ed un minimo di credibilità politica. Così facendo si allontana definitivamente la gente. Il prossimo Consiglio provinciale dovrebbe pensare anche a questo, dunque. Chiaro che non si possa limitare la voglia di partecipazione alla politica di chi vuole mettersi in gioco, o in lista, con numeri chiusi, “tetti” ecc. ecc., darebbero forzature senza senso e incostituzionali. Diverso discorso agire sulla legge elettorale, specie nella quantificazione del numero di firme necessarie per il sostegno alle candidature. Ora l’articolo 25 della LP 5 marzo 2003 N° 2 prevede che “La dichiarazione di presentazione di ciascuna lista di candidati alla carica di consigliere provinciale deve essere sottoscritta da non meno di cinquecento e non più di settecentocinquanta elettori”. Un range che adottano altre province sotto il milione di abitanti e che, logicamente, deve essere a questi proporzionale. Dobbiamo chiederci se attualmente sia ancora sufficiente. (r.b)


Politica

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Troppi giudicariesi in lista. Alla fine, tante delusioni ��������������

Affluenza. Erano 30.045 gli aventi diritto al voto; di questi si è recata alle urne (su 53 sezioni totali) una percentuale del 63,78% (19.163 voti totali, di cui 9.545 uomini e 9.618 donne) mentre nel 2008 fu il 74,21%. Il paese con la percentuale più alta di votanti è stato Preore, con ben il 77,49% degli aven-

ti diritto che si è recato alle urne, confermando così il dato del 2008 (82,38%) che ne faceva il secondo paese più “votante”. All’estremo opposto il dato di Carisolo, dove l’astensionismo ha toccato punte altissime, con solo il 51,33% di votanti, anche in questo caso confermando un trend, visto che anche nel

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prensorio che conta 38.000 abitanti sparsi in 39 comuni. 2008 risultò il paese giudicariese più astensionista con solo il 62% di votanti. Top 5 dei più votati. In testa alla classifica dei cinque più votati in Giudicarie c’è Mario Tonina dell’Unione per il Trentino, che non a caso è risultato l’unico rappresentante di zona a riuscire ad approdare in Consiglio provinciale. Le sue 1.539 preferenze gli consentono di staccare Gigi Olivieri (Pd), fermo a 1.391, Giuseppina Tonini (Pd) a 1.043, Giuseppe Bonenti (Patt) 1.028 e Alessandra Sordo Sicheri (Progetto Trentino) a 919. Altri candidati. Detto di Mario Tonina, unico giudicariese eletto (vedi intervista nella pagina 6) sono stati diversi i candidati locali delusi dall’esito delle votazioni. A cominciare da Gigi Olivieri, che ha dovuto confrontarsi con una lista, quella del Pd, molto forte; fino alle ultime sezioni dello spoglio l’exdeputato era di fatto in Consiglio provinciale, ma determinante per la sua uscita di scena (primo dei non eletti) è risultata la città di Trento che ha premiato le due ex-componenti della giunta comunale di Alessandro Andreatta, Lucia Maestri e Violetta Plotegher. Olivieri ha pagato anche la presenza in Giudicarie di Piergiorgio Motter, ex-presidente Sat che ha portato a casa 432 preferenze, con una campagna elettorale condotta senza collaborazione reciproca, per usare un eufemismo. Poi c’è Piergiorgio Ferrari dell’Upt, che certo si attendeva un risultato più lusinghiero. Per lui, candidatosi non senza frizioni e mal di pancia all’interno del partito, sono arrivati solo 615 voti in Giudicarie, e solamente 56 nel suo comune, Breguzzo. In totale sono stati 1.038, che gli sono valsi un diciannovesimo posto all’interno dell’Upt. Qualche malumore anche da parte di Giuseppe Bonenti. Dopo il cambio di casacca che lo ha portato dall’Upt verso un Patt in crescita inarrestabile, il sindaco di Bondo ha portato a casa 1.144 preferenze che gli valgono solo il 22° risultato di lista, di poco alle spalle anche del giovane

Piergiorgio Motter

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Alessandra Sordo

Simone Marchiori di Saone, con 1.154. Poi ci sono i due candidati di Progetto Trentino, che hanno ottenuto un discreto risultato, senza però sfondare. Massimo Caldera è arrivato ad un passo dalla zona buona per essere eletto, con 1.277 preferenze, sesto risultato di lista. Alessandra Sordo Sicheri si è fermata all’ottavo con 1.055. In Amministrare il Trentino, Vanessa Masè ha certamente ottenuto un buon successo personale, cogliendo ben 1.526 preferenze in una lista certo non irresistibile; purtroppo per lei il suo mentore, Nerio Giovanazzi ne ha ottenute 1.685 conquistando così la sua quinta legislatura, anche se potrebbe essere in vista una staffetta a metà legislatura che potrebbe portare così in Consiglio provinciale la giovane di Strembo (dove ha ottenuto il 16,60%).

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Erano tanti i Giudicariesi in lizza a queste elezioni provinciali, quasi quaranta. Forse troppi per un com-

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Per uno (Tonina) che va in Consiglio, sono tanti ad avere il muso lungo. Colpa (anche) della frammentazione

Raffaele Armani

Raffaele Armani, ex presidente del Comprensorio, fa vincere i Riformisti per l’autonomia a Lardaro (di cui è stato sindaco socialista per diverse legislature) con ben il 39,05%. Lo stesso, seppur con proporzioni minori, è accaduto al Bleggio Superiore dove i Verdi hanno fatto segnare il record a 6,37% con la candidatura di Guido Donati e a Bocenago, con il Mir del sindaco e e sottosegretario Ferrazza al 18,45% con

Luigi Olivieri

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Giusi Tonini

il candidato locale Fulvio Collini. Infine Mauro Ferretti: nel 2008 conquisto un posto in Consiglio con la Civica Divina; oggi, i suoi 590 voti in Insieme per l’Autonomia non bastano. Per quanto riguarda la lista di Ago Carollo, sono giudicariesi i due comuni in cui ha ottenuto più voti, Darè e Villa Rendena, con 2,80% e 2,14%, grazie a Giulia Cantonati, la più votata della lista con 38 preferenze totali.

I “campioni” di preferenze (anche in Giudicarie) Olivi, Borgonovo Re, Grisenti, Mellarini. Gli “esterni” più votati da noi Detto della classifica finale, nella quale Alessandro Olivi ha battuto tutti con 13.647 voti, davanti a Donata Borgonovo Re con 10.453, Silvano Grisenti con 7.537 e Tiziano Mellarini con 6.679, quali con stati i veri “cacciatori” di voti in terreno giudicariese? Sempre loro, verrebbe da dire. Nel Pd spiccano infatti le 634 preferenze di Donata Borgonovo Re, trainata anche dal tandem con Piergiorgio Motter,

poi le 590 di Alessandro Olivi. Nell’Upt il campione di preferenze in Giudicarie è stato Tiziano Mellarini, con 630, che doppia Mauro Gilmozzi a quota 317. Poi in Progetto trentino c’è Silvano Grisenti con 808. Nel Patt, nessun “cacciatore” in particolare. Fuori Panizza spiccano solo i 232 voti di Michele Dallapiccola. Per tutti gli altri vale il detto: “non c’è trippa per gatti”.


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Politica

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Come si spiega questa incapacità del C8 di esprimere un proprio candidato in “autarchia”? La frammentazione ha inciso su queste dinamiche, anche a livello di minore rappresentanza delle Giudicarie, che avrebbero tutte le potenzialità per eleggere tre consiglieri. In questo senso i tanti candidati locali presenti nelle varie liste a sostegno delle coalizioni non ha aiutato ad avere qualche rappresentante in più in Consiglio provinciale. C’è stata una dispersione di voti, soprattutto perché in Giudicarie abbiamo avuto 8 candidati che hanno superato le mille preferenze, raccogliendo di certo un buon consenso personale, ancorché non sufficiente. Così facendo si è impedito che di convogliassero voti su nomi che avevano magari maggiori chances di riuscita. Un problema di unitarietà del nostro territorio? Direi di sì, a causa di divisioni che si sono create anche a seguito di una diaspora dall’Unione per il Trentino (verso Progetto Trentino e anche verso il Patt) che ha rischiato di impedire l’elezione di un rappresentante. Anche il sottoscritto, pur ottenendo un buon risultato in Valle con 1600 preferenze, non ce l’avrebbe fatta, senza gli altri 1000 voti raccolti fuori dalle Giudicarie. Sulla scorta di quanto vissuto in questa campagna elettorale dobbiamo chiederci come contenere la proliferazione di candidati e liste che hanno l’unico risultato di limitare in certi casi la rappresentanza dei territori. In questo senso va ripensata anche la legge elettorale, magari prevedendo un maggiore numero di firme a supporto delle candidature, come sbarramento verso liste e candidati estemporanei ed improbabili. Altrimenti il rischio è l’aumento dell’astensionismo. L’astensionismo è dovuto solo a questo? In parte a quello, in parte al distacco dalla politica. Ma il fattore principale del calo dell’affluenza a livello provinciale è da ascriversi ad un centrodestra che si è presentato in Trentino fram-

Da Comano Terme al Consiglio provinciale Mario Tonina è l’unico eletto delle Giudicarie: «Una rappresentanza utile alla gente parte dalla conoscenza del territorio»

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frutto di una conoscenza del territorio che gli deriva dagli anni trascorsi in veste di direttore commerciale della Federazione provinciale degli allevatori. Da un certo punto di vista, questo è il suo unico rammarico in una tornata elettorale che gli ha dato grosse gioie. «Sì, effettivamente pensare che anche questa volta le Giudicarie non abbiano saputo “fare” un consigliere con i propri voti, come accade di fatto nelle altre valli, mi ha fatto riflettere e dato qualche amarezza» - conferma.

di Roberto Bertolini

voti totali di cui 1.569 in Giudicarie. Questo il bilancio personale di questa tornata elettorale per Mario Tonina, l’unico fra i 40 giudicariesi sparsi nelle 23 liste ad aver superato lo scoglio-preferenze. Per farlo non sono certo bastati voti raccolti nei 39 comuni giudicariesi, comunque un risultato lusinghiero per il consigliere dell’Unione per il Trentino, ma sono risultati determinanti gli oltre 1000 consensi raccolti su tutto il Trentino,

Il brindisi per l’elezione di Mario Tonina con Monica Mattevi, Iva Berasi, Mario Tonina e Enzo Caresani

mentato e senza un progetto credibile, senza una coalizione che possa esprimere reali possibilità di vittoria.

smettere. Il grazie va a loro, che sono stati determinanti per raggiungere questo risultato.

Come è stata questa campagna elettorale e che cose Le ha trasmesso a livello personale? Un’esperienza senz’altro positiva seppur in un percorso che è stato molto impegnativo. Sono tante le cose che mi hanno dato soddisfazione; in primis il lavoro e la condivisione di tante persone, come avevo sempre auspicato, tante persone che devo ringraziare perché mi hanno supportato dal punto di vista logistico, umano ed organizzativo. Questa la soddisfazione maggiore che voglio tra-

Cosa significa per le Giudicarie avere una rappresentanza nel Consiglio provinciale? Vuol dire innanzitutto avere un Giudicariese che conosce il territorio, che lo vive che si vuole prendersi cura di tanti problemi, di necessità, esigenze che la gente esprime, potendo contare su un punto di riferimento che in questo momento amministratori, gente, imprenditori hanno bisogno di avere. Questa è la sensazione che ho raccolto in questa campagna elettorale. Pur sapendo che ho avuto il consenso

di una parte dell’elettorato delle Giudicarie essendo l’unico di questa zona sento una responsabilità ancora maggiore, quella di essere il rappresentante di tutto questo territorio. Quali sono gli argomenti per i prossimi anni per cui il consigliere può esercitare questo ruolo di punto di riferimento? L’abbiamo detto con coerenza in campagna elettorale. Il periodo è difficile, e dovranno essere detti dei no per poter dire dei sì. In primis è necessario conoscere il territorio e mettere in campo una vera condivisione con gli amministratori locali e chi ha responsabilità in Comunità di valle.

Su questa tematica ci sarà un impegno forte per porre delle correzioni sul modello di Comunità di valle e comuni per dare delle risposte sui futuri assetti. Sarà necessario mettere in campo percorsi per incentivare unioni e fusioni dei comuni sulle quali oggi c’è la condivisione dei cittadini, migliorando servizi con meno costi. Se riuscissimo ad avere nel futuro assetto la metà dei comuni attuali sarebbe un risultato importante. È un percorso, quello della fusione, che ho vissuto e gestito direttamente come amministratore a Comano Terme ed è stato positivo. Ma per farlo compiutamente occorre riconoscere il ruolo strategico della Comunità di valle, opportunamente emendata con un disegno di legge. In questo modo le decisioni saranno in capo ai singoli territori e non più alla provincia, una forma di responsabilizzazione locale per cercare di migliorare. Tutto ciò, comunque, deve essere una maturazione che nasce dal basso attraverso presupposti di condivisione con la gente. Questa scelta richiede anche di un cambio di mentalità. Sì, perché bisogna ragionare con una logica sovraco-

munale, che consentirebbe anche di gestire meglio le risorse pubbliche che vanno maggiormente convogliate su alcune criticità a cominciare dall’occupazione. Per fare questo la prossima Giunta provinciale nei primi 100 giorni deve presentare un progetto ben definito avendo come priorità occupazione, snellire la burocrazia e nuovo sviluppo. Quali sono gli impegni che si sente di garantire ai giudicariesi per i prossimi cinque anni? L’impegno che voglio garantire è che sarò comunque sempre presente sul territorio, anche fisicamente per poter dimostrare vicinanza alla gente e agli amministratori per creare un collegamento fra politica e persone. In campagna elettorale ho avuto la percezione che vi sia la necessità da parte della gente di parlare e confrontarsi con chi ha un ruolo in provincia. Questo significa anche tornare a fare politica garantendo la partecipazione. Un’esigenza che abbiamo sentito in campagna elettorale, con tanta gente che ha preso parte attivamente nella fase del dibattito. Ci sono tante persone e anche giovani che hanno partecipato in maniera diretta, con voglia di fare e aspettative che non vanno deluse. Il mio ruolo deve essere anche quello di saper motivare il dialogo al di là delle strette appartenenze politiche, con momenti formativi, dialogo, serate a tema. Questo potrebbe essere il giusto modo per recuperare tante persone che negli ultimi anni abbiamo perso.

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Porto Franco Elezioni Ad un’area di centro sinistra autonomista che proponeva un solo candidato, il centro/centro destra si è presentato agli elettori con ben cinque candidati presidenti (Mosna, Bezzi, Fugatti, De Eccher, Filippin). Si è presentato diviso non tanto per motivi ideologici o politici seri - le differenze non le abbiamo colte - ma per pregiudizi e ambizioni di corto respiro. E’ il caso di Filippin, che in una notte deve aver visto il messia che gli ha detto di non aderire ad altre liste ma presentarsi come candidato presidente del suo piccolo e praticamente sconosciuto simbolo. E’ il caso di Cristiano De Eccher che, animato da sacri furori verso l’on. Micaela Biancofiore, ha voluto presentarsi da solo con un partito detto “Fratelli d’Italia”, che peraltro in Italia e in Trentino di fratelli ha dimostrato di averne veramente pochini. Che poi l’irruzione di Micaela Biancofiore in Trentino non sia stato un bene pare altrettanto evidente. Di Fugatti e della Lega Nord si sa. E’ quello di Fugatti un partito che in Trentino porta da sempre danno al centro destra. Già nel 2003 Fugatti impose come candidato presidente Divina al posto di Borga, proposto da Forza Italia, e se la prese in saccoccia. Di Bezzi perlomeno va riconosciuto che

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Elezioni provinciali : la sconfitta del centro/centro destra

Mosna, delusione e (troppi) errori Liste improvvisate e una comunicazione “azzardata” hanno decretato la sconfitta. Si salva (in parte) il Pt di Ettore Zampiccoli Il grande e insuperabile (almeno in ironia) Amintore Fanfani in un congresso nazionale della DC – quindi di più di vent’anni fa – parlando dei giovani ebbe a dire che era giusto valorizzarli in politica senza però dimenticare che anche fra i giovani ci sono tanti “bischeri”. ** Guardando i risultati delle elezioni provinciali di domenica scorsa bisogna pur aver il coraggio di dire che nello schierain tutte le salse ha detto di esser disponibile a fare un passo indietro se le liste civiche di Mosca avessero accettato Forza Italia/Forza Trentino nella coalizione. Non è andata così per la volontà di Silvano Grisenti, che in nome della verginità di quelle sfigate liste civiche messe in piedi a sostegno di Mosna, ha voluto fare a Forza Italia l’esame della ”limpieza de sangre” come dicevano gli spagnoli a proposito degli ebrei. Ma non è solo qui che Grisenti ha sbagliato. Al di là del suo personale successo,

mento alternativo al vincitore Ugo Rossi (per brevità chiamiamolo centro/ centro destra) i bischeri sono stati parecchi. Un po’ per arroganza e velleitarismo, un po’ per inesperienza, un po’ per piccoli calcoli di bottega sono stati in parecchi a sbagliare. E il risultato – che già si sapeva con largo anticipo – conferma senza possibilità di appello tutti gli errori di questa area. Vediamoli in sintesi.

occorre dire che il risultato finale dimostra quanto poco sia stato stratega attento ed intelligente. Si è sopravvalutato ed ha sopravvalutato il suo movimento politico, che ha raggiunto un traguardo modesto, addirittura inferiore a quello dell’Upt, il partito che Grisenti voleva umiliare. Il vero sconfitto di questa tornata elettorale è proprio lui, che ha sbagliato strategia sia nei contenuti che nei tempi. Ha voluto che il candidato Mosna fosse sostenuto solo da “liste civiche”. Questo per distinguersi dai

partiti tradizionali, per essere più lontano da Roma, per dare un senso di territorialità più pregnante. Ha messo in piedi liste dai nomi strani e qualcuna conosciuta solo dallo Spirito Santo (vedi ad esempio “Insieme per l’autonomia”, “Autonomia 2020”, “Fare Trentino”) . Nomi strani inventati qualche settimana prima del voto, accozzaglie di nomi, senza una base culturale e politica, senza un reale rapporto con la comunità. Evitando ogni aggancio con forze politiche nazionali Grisenti ha voluto dare un implicito giudizio negativo sulla politica ma la politica lo ha punito e penalizzato. I trentini hanno preferito i nomi e le sigle di partiti che non hanno timore a presentarsi col proprio simbolo, come il Pd, a valorizzare i propri agganci con Roma facendone anzi un motivo di orgoglio e di maggior spessore politico. Anche perché – come Grisenti sa – l’autonomia si difende innanzitutto a Roma e non solo a Povo. Hanno preferito partiti che vantano un retroterra ed una proposta politica radicata, magari discutibile, che però non

Silvano Grisenti

nasce dal cilindro ma viene da lontano, perlomeno da qualche anno di elaborazione e di sperimentazione. Grisenti ed i suoi guru hanno sbagliato nella valutazione politica ma anche nella comunicazione. Anche qui per presunzione, ritenendo che simboli oscuri di liste civiche in un paio di mesi potessero essere conosciuti e assimilati dagli elettori. Per lanciare un prodotto – e in questo caso un partito ovvero una lista civica - ci vogliono mesi e mesi di lavoro, di comunicazione e anche soldi, tanti soldi. Il tempo non c’è stato, ne c’è stata l’organizzazione – al di là di quella propria del Progetto Trentino – che richiede ogni campagna elettorale. Se il Patt, se il Pd, se l’Upt hanno vinto è perché alle spalle hanno anche un’organizzazione sul territorio, gente che da anni lavora per il partito, attivisti che sanno che cos’è la politica. Nelle liste messe in piedi da Grisenti abbiamo visto e sentito candidati parlare del nulla, esprimendo solo supponenza e faciloneria. Peccato. Poteva essere un’occasione, dopo quindici anni, per cambiare

qualcosa in Trentino. Non è andata. C’è solo da sperare che il cambiamento ora lo sappia gestire il Patt, che ha la grande responsabilità di gestire la Provincia in una fase di presumibile, forte difficoltà dovuta alla situazione finanziaria che vedrà nei prossimi anni calare drasticamente le risorse del bilancio provinciale. Va ricordato, peraltro, che già vent’anni fa il Patt ebbe una grande affermazione, sfiorando il 20 per cento e conquistando la presidenza della Provincia con Carlo Andreotti. Purtroppo allora nel giro di poco tempo Andreotti distrusse il Patt e anche in Provincia non creò grandi rimpianti. Anzi proprio non lasciò alcun segno. Vogliamo essere ottimisti ed augurarci che Rossi sia di una tempra diversa. ** Bischeri è un appellativo tipicamente fiorentino, legato ad una ricca famiglia di Firenze, per l’appunto I Bischeri. E’ un modo di dire ironico per indicare gente che si crede un po’ più furba degli altri ma che alla fine non ne indovina mai una di giuste.


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Focus

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Si sta valutando l’introduzione di una “tariffazione” per i volumi che arrivano da altre biblioteche

Prestito interbibliotecario, arriva la spending review?

Mentre la biblioteca di con studenti carico, potrebdi Ettore Zini Trento riempie le cronache be essere di ulteriore peso. con il caso “Botta”, la nuova biblioteca disegnata dal fa- Il problema si chiama “Tariffazione del prestito interbimoso architetto, in periferia ci si preoccupa per i tagli alla bliotecario”. A parlarne tra le prime è stata la biblioteca di spesa che non risparmiano nemmeno il servizio prestiti tra Tione. Avrebbero potuto farlo, in ugual misura, le consobiblioteche. Attività che, nelle casse provinciali, incide per relle di Condino, Storo o Pinzolo. Piuttosto che le gemelle soli 150 mila euro. Ma, che per le tasche di molte famiglie di Cles, Cavalese o Fiera di Primiero. Tutte, con un unico denominatore: strutture del circuito bibliotecario trentino. Dedite al “prestito” tra istituti. In pratica, abilitate a richiedere, ad altre biblioteche, i volumi non presenti nei propri scaffali. Servizio molto richiesto dagli studenti. Finora, gratuito. Di cui si sta valutando la possibilità di introdurre una tessera annua o il pagamento delle singole prestazioni. Un’idea per ora ventilata. Di cui la Provincia ha chiesto un parere al Consorzio dei comuni. Un argomento già toccato prima a titolo personale da alcuni bibliotecari della nostra regione, ma che ora l’Associazione Bibliotecari ha deciso di porre con forza all’attenzione di istituzioni e mondo politico. “Un problema per le famiglie”. Soprattutto, in tempi dove si bada al centesimo” spiegano le bibliotecarie di Tione Teresa Radoani, Maira Forti, Daniela Mussi e Francesca Bolza. Struttura che di volumi ne ha a catalogo 58.800. Che nel solo 2012, di libri ne ha prenotati 3.707, e ha avu-

Interni della biblioteca di Tione

to richieste da altri centri per 2.309. A preoccuparsi sono soprattutto le sedi con meno “titoli”. Siano essi libri, cd,dvd o film”. Secondo i responsabili del mondo bibliotecario trentino, saranno dunque gli utenti di periferia a patirne di più. Per questo, pagare o meno il prestito, potrebbe fare la differenza e disincentivare le prestazioni. Quali gli orientamenti della Pat in materia, l’ha messo nero su bianco anche l’AIB, l’associazione Bibliotecari italiani, che affronta l’argomento su scala provinciale, e,

TRIBUNALE DI TRENTO

Sezione Fallimentare

**** Fallimento “TERZI MAURO” N. 16-1/2011 Reg. Fall. Giudice Delegato dott.ssa Monica Attanasio **** 3° PROCEDURA COMPETITIVA EX ART. 107 L.F. PER LA VENDITA DI BENI IMMOBILI Beni immobili: unico lotto composto da: Casa di abitazione e terreno adiacente (orto) siti in Spiazzo, Frazione Borzago n. 98: * immobile contraddistinto dalla p.ed. 139, P.M. 2 in P.T. 223 II C.C. Borzago; * orto contraddistinto dalla p.f. 74/1, in P.T. 223 II C.C. Borzago; Prezzo base: € 136.320 Aumento minimo in caso di gara: € 5.000 Termine di presentazione delle offerte: 27/11/2013 ore 12 c/o Notaio Guglielmo Reina via Torre Verde n. 25 -38122 Trento Apertura offerte: 28/11/2013 ore 12.00 c/o Notaio Guglielmo Reina via Torre Verde n. 25 -38122 Trento Modalità e contenuto dell’offerta: vedasi bando – www.tribunale.trento.it Per informazioni rivolgersi all’ufficio del Curatore, dott. Patrizia Pizzini in Trento – Corso 3 Novembre n. 166 (tel. 0461-390595 e-mail: segreteria@pizzinipartners.com).

proprio in questi giorni, ha lanciato un manifesto per il rilancio delle biblioteche trentine. “I tagli in atto sulla spesa pubblica – spiega il comunicato - mettono a rischio il sistema. Gli enti proprietari hanno ridotto gli investimenti su sedi, e acquisti. E già se ne percepiscono gli effetti”. Spaventa, in proposito, la paventata introduzione della tariffazione del prestito interbibliotecario”. Anche Elena Corradini, presidente dell’AIB trentina, conferma la gravità del taglio delle risorse. E spiega che mentre la minor capacità d’acquisto da parte di ogni singola biblioteca è un danno che in qualche modo può essere assorbito, la riduzione dei finanziamenti alle “novità editoriali” e il “prestito tra istituti”, no. “In quanto – dice - vanno a indebolire i nodi della rete. Tolgono ossigeno alle biblioteche, riducendo la possibilità di mettere in circuito quanto abbiamo a disposizione”. La prospettiva, dice Corradini, è che ai mezzi ci debbano pensare i comuni e le comunità di Valle. “Ma i comuni – osserva – da anni, stanno riducendo risorse in questo settore. E, non tutte le Comunità si sono attivate allo stesso modo sul versante cultura”. Quindi, ipotizzare il pagamento del prestito a carico dei cittadini, che è uno dei pilastri del sistema, penalizza non solo il circuito bibliotecario così come è stato concepito 25 anni fa, ma anche molti

cittadini. Soprattutto quelli delle fasce più deboli, compresi i numerosi pensionati che accedono al prestito. Le biblioteche trentine, dicono gli operatori, hanno futuro solo se si potenzia e si mantiene la rete in cui si riconoscono. Per questo è stata aperta una apposita pagina informativa su face book, dove si invitano i cittadini ad essere non solo utilizzatori, ma partner. Da giorni le biblioteche trentine espongono il comunicato AIB. Si vuole informare gli utenti di quanto sta succedendo. Ma, soprattutto invitarli a esprimersi in proposito. Perché fra i tanti tagli programmati per effetto della spending rewiev, forse quelli ventilati per il prestito interbibliotecario, incidendo sulle opportunità di formazione culturale della scuola e del mondo giovanile, sono tra quelli da ponderare con maggior attenzione.

Anche per le biblioteche sacrifici in vista?

Che la crisi dovesse in qualche modo penalizzare anche il collaudato sistema bibliotecario trentino bisognava pur aspettarselo. Ma, che arrivasse a “tassare” il prestito interbibliotecario, questo no. Gli operatori proprio non l’avevano messo in conto. Anche perché, a fronte di un servizio indispensabile per molte categorie di persone (basta pensare agli studenti universitari che proprio qui attingono libri e testi per le loro tesi, o ai ragazzi delle elementari che prenotano i volumi delle letture estive assegnategli dagli insegnanti, centinaia di libri che possono disporre gratis per l’estate), i costi finora sopportati dalla Provincia non superano i 150 mila euro in tutto. Mentre il servizio riguarda tutto il Trentino. Il problema si chiama “Tariffazione del prestito interbibliotecario”. Già annunciato dalla Provincia che sta destando più di una preoccupazione alle singole biblioteche, e che è stato preso in esame anche dall’AIB, associazione nazionale bibliotecari, che proprio in questi giorni ha emesso un comunicato dove si spiega quanto sta succedendo a causa dei tagli della spesa. “Mettono a rischio gli stessi elementi costitutivi del sistema bibliotecario trentino”è scritto nell’esordio. Il “Sistema”è nato nel 1987. Da venticinque anni le 197 biblioteche trentine operano a sistema unico. Vantano un patrimonio di oltre quattro milioni di risorse bibliografiche (libri, dvd, video, cd, ecc.). Un Trentino su quattro è iscritto al prestito. Ogni anno le biblioteche prestano 1.600.000 documenti, e nello stesso periodo almeno 150 mila turisti entrano nelle biblioteche. Un fiore all’occhiello della politica provinciale, che proprio grazie al capillare apparato messo a disposizione dell’utenza del 90% dei 219 comuni trentini, vanta un complesso bibliotecario tra i più avanzati d’Italia. “Un fiore all’occhiello della nostra Regione, che non va lasciato appassire”, ha scritto il 12 ottobre sulle pagine del Trentino l’ex consigliere provinciale Michele Nardelli, uno dei primi firmatari della LP 10/2013, parte integrante del disegno europeo che, con il Memorandum sull’istruzione e la formazione permanente di Lisbona, si propone di concorrere alla realizzazione del grande mosaico dello “spazio europeo, con l’obbiettivo del 15% della popolazione in apprendimento entro il 2020. Elementi portanti del sistema bibliotecario trentino: il Catalogo Unico, vale a dire tutti i documenti di tutte le biblioteche presenti nell’unico elencoschedario “on line” a disposizione di tutti i cittadini. E il prestito interbibliotecario: ognuno, attraverso la propria biblioteca può chiedere un documento presente in un altro luogo. Un servizio finora gratuito, cui tutti i cittadini possono accedere. E proprio sulla sua gratuità, sta il problema. “0ra – dice la responsabile dell’AIB trentina Elena Corradini – la provincia è intenzionata a condizionarlo al pagamento da parte degli utenti”. “Una soluzione inopportuna, in periodi in cui la capacità di spesa delle famiglie è sensibilmente ridotta. Che meriterebbe più informazione e confronto”. Ecco dunque il tentativo dell’unione bibliotecari di sensibilizzare l’opinione pubblica, ma soprattutto la politica trentina a non togliere il sostegno a uno dei pilastri su cui si basa tutto il sistema bibliotecario. Che alla pari del Mart e del Muse è una delle scelte strategiche della Provincia Autonoma di Trento. Un investimento culturale, cui bisogna fare il possibile per confermare il supporto economico che ne garantisca la fruibilità gratuita da parte degli utenti. Tanto più che l’impegno monetario stimato in non più di 150 mila euro l’anno (poco più di 700 euro a biblioteca) non rappresenta una cifra irreperibile nelle pieghe dei bilanci provinciali. (e.z.) sector2011@libero.it

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Focus

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Biblioteche in Giudicarie, un patrimonio da 238mila titoli

Il patrimonio librario ammonta a 238.105 titoli (libri, DVD, CD, WHS ecc.). 58.798 sono a Tione, 47.029 a Pinzolo, 28.109 a Roncone, 23.341 a Pieve di Bono, 15.378 a Condino, 29.103 a Storo. Complessivamente i prestiti erogati nel 2012 sono stati 117.163, mentre i prestiti interbibliotecari ammontano a 17.264. Quelli richiesti ad altre biblioteche del circuito sono 9.945, quelli prestati 7.319. Gli iscritti al 31 dicembre 2012 ammontavano a 11.489. In prevalenza donne, con una media che oscilla dal 60 al 65% sui lettori maschi. Non tutte le biblioteche presenti sul territorio si rivolgono ad un pubblico prettamente stanziale. Ponte Arche e Pinzolo registrano elevati picchi in concomitanza con le stagioni turistiche. I grafici di Pinzolo, per esempio, registrano un’impennata durante i mesi di luglio e agosto, dove il punto di lettura di Campiglio arriva a totalizzare 7.454 copie ammesse al prestito a una clientela prevalentemen-

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di Ettore Zini Biblioteche: non solo luoghi di lettura o “bancomat” per prestiti. In Giudicarie sono sette: Tione, Pinzolo, Roncone, Pieve di Bono, Condino, Storo e PonteArche. Tione,

Pinzolo, Storo e Ponte Arche hanno anche punti di lettura esterni. Vale a dire: per Tione, Ragoli e Javrè, per Pinzolo, Madonna di Campiglio e Spiazzo, e per Storo, Bondone.

Prestiti interbibliotecari

Biblioteche Storo Condino Pieve di Bono Roncone Tione Pinzolo P. Arche te turistica. Entrando nel dettaglio si scopre che i prestiti erogati nel 2012 sono così suddivisi: Storo 17.172, Condino 6.749, Pieve di Bono 0.000, Roncone 7.500, Tione 28.834, Pinzolo 27.031, Ponte Arche 24.537.

Volumi 29.103 15.378 23.341 28.109 58.798 47.029 36.347 238.105

Prestiti 17.172 6.749 5.340 7.500 28.834 27.031 24.537 117.163

Mentre i prestiti interbibliotecari richiesti sono stati: 1.070 a Storo, 1.048 a Condino. 598 a Pieve di Bono, 1.200 a Roncone, 3.707 a Tione, 752 a Pinzolo, 1.570 a Ponte Arche. Per contro i libri, Dvd ecc. prenotati da altre

Richiesti 1.070 1.048 598 1.200 3.707 752 1.570 9.945

Dati Iscritti 2012 652 1.300 473 477 549 624 n.p. 720 2.309 2.664 2.349 3.134 987 2.579 7.319 11.498

biblioteche a Storo sono stati 652, a Condino 473, a Pieve di Bono 549, a Tione 2.309, a Pinzolo 2.349, a Ponte Arche 987. Le esigenze variano da zona a zona. Ma alcune peculiarità sono comuni. Circa il 30% dei prestiti viene effet-

tuato su libri per ragazzi, dal 10 al 15% è di DVD, il 40% si registra nella narrativa per adulti, l’80% avviene su volumi recensiti negli ultimi tre anni. La biblioteca – lo spiegano i gli addetti – non è solo libri. Anzi, questa è una

concezione superata, anche se permane soprattutto nella convinzione di molti amministratori. La biblioteca è un centro di servizi alla comunità, in primis di informazione e formazione. Ma offre opportunità come l’uso della rete internet, la possibilità di inviare fax, le letture di giornali e riviste. Organizzano attività culturali. Per la valutazione di una biblioteca il dato dei prestiti e il numero degli utenti non è l’unico parametro da valutare. Importanti sono: il numero di presenze e la soddisfazione della domanda di ciascun utente. (e.z.)

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Il Saltaro delle Giudicarie

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Certo se fosse andata bene avrebbero fatto tombola. Però hanno rotto e non poco, c’erano faccioni un po’ ovunque, anche fuori dagli spazi consentiti. Ma più ancora, i faccioni erano accompagnati da slogan a dir poco deliranti. C’era chi ci invitava a tornare a cantare il che non era facile per chi è da sempre stonato, c’era chi voleva cambiare il mondo, anche se la maggior parte di noi sta bene nel mondo in cui stiamo, c’era chi garantiva un Trentino affidabile con la loro elezione, e chi sfrontatamente ci avvertiva: “Io sono con voi?” “Chi se ne frega!” ho sentito commentare ad un mio lieve ed etereo passaggio, oibò! Cose dell’altro mondo! Per non dire dei “santini” che intasavano la cassetta della posta, dei “depliants”, delle lettere, delle dichiarazioni solenni, delle promesse così mal scritte che sembravano quello che erano in effetti, false e spergiure. Credo che da sempre le elezioni siano il periodo in cui si dicono il più gran numero di bugie di tutto l’anno. Il bello è che te le dicono o te le scrivono come se ci credessero veramente. Eppure sanno bene che poi saranno poche le cose mantenute, così è, così è sempre stato. Ma oggi più di ieri, perché ci sono molte più possibilità di comunicazione, e poi, oggi tutti la sanno più lunga, tutti sono mezzi dottori e la spiegano in lungo ed in largo ben sapendo di dire un sacco di fregnacce, l’importante è che piacciano al pubblico e lo convincano a seguire il politico di turno. Ci sono perfino degli stregoni, specialisti di campagne elettorali, che costano oltre tutto un sacco di soldi, il loro compito è come imbrogliare al meglio l’elettore e fargli credere che tutto quello che viene detto o scritto sia profondamente vero, e che le promesse verranno mantenute. Ne è maestro, ad alti livelli, il nostro Berlusca, anzi ne è inarrivabile professore! E molte volte ci riescono, e ci caschiamo come grulli, solo più tardi magari ci accorgiamo d’essere stati turlupinati. E la cosa capita di frequente. Questo è il dramma di ogni elezione che non passa inosservato neanche nell’alto dei cieli. Più volte, lassù, nell’Empireo degli spiriti liberi, se n’è parlato con grande preoccupazione. Le elezioni, per Dio, sono diventate fonte di ogni peccato. Anche da noi, in Trentino, terra eletta e virtuosa fino a qualche anno fa ed oggi omologata alle altre province d’Italia, ahi, poveri noi! E non ci sono solo le bugie, che ormai fanno parte del dire quotidiano, eh no! Ci sono le “escort”, politiche s’intende, che girano da un partito all’altro in cerca di posizionarsi al meglio, i trameggioni che si agganciano al probabile vincitore, gli affaristi che parteggiano per chi garantirà i loro interessi, tutte cose al limite della decenza, ma consentite, in tempi elettorali,

IL SALTARO DELLE GIUDICARIE

La quiete dopo la tempesta Dopo le elezioni tutto torna come prima, con vincitori e sconfitti Oh... finalmente tornata la quiete dopo la tempesta in cielo e in terra e soprattutto nel nostro Trentino. E’ finita la baraonda elettorale e finalmente è tornato il silenzio, come se la nostra provincia volesse riprender fiato dopo le movimentazioni del mese scorso. Ne abbiamo viste e sentite di tutti i colori, è il caso di dirlo: pranzi e cene a sbafo, ottima usanza che dovrebbe dalla nostra moralità gommosa e deprecate in Paradiso da sempre e per sempre. Così s’è ridotta la politica. E c’è ben poco da fare. Anche lassù, quelli che contano, si sono rassegnati, ma rimangono profondamente contrari a concedere una amnistia per i peccati elettorali come qualcuno suggerirebbe, eh no! Chi ha peccato chieda perdono e faccia penitenza ed almeno prometta di non ricadere mai più. Questo si chiede nelle alte sfere, anche se coscienti che questo loro imperio cadrà nel nulla. Gli interessi spiccioli di bottega da sempre prevalgono sulla moralità pubblica, fin dai tempi dei Romani. Rassegnamoci noi in terra (già fatto!) ed anche i nostri Santi Protettori, chiudano gli occhi e si tappini le orecchie, cosi va il mondo. Il vostro Saltaro, come sempre vigile e sincero, non poteva nascondervi il suo stato d’animo dopo la tornata appena terminata e chiede scusa alla sua dotta cerchia di sodali che lo stanno osservando basiti, mai mi avevano visto così serioso nel mio dire e così rattristato e preoccupato. L’Archimede, a nome di tutti, mi esprime grande solidarietà e mi conforta: “Ehi, vecchio Saltaro della nostra terra, mica è morto nessuno, le cose vanno così da sempre, ma abbiamo mille motivi per festeggiare, finalmente qualcuno di noi è tornato in Consiglio Provinciale...non ci sembri poi tanto soddisfatto!” E l’Abele, lo sfrontato: “Non sei contento? I giudicariesi hanno seguito i tuoi saggi consigli, potevano fare meglio, lo sappiamo, ma possiamo accontentarci...!” “Porca vacca, interviene l’Osvaldo Caccola alla sua maniera, potevamo averne due, e tutti e due ottimi rappresentanti, bastava un po’ di buon senso in più...” “Però quanto mi sono divertita a guardare i cartelloni, c’erano tipi d’ogni risma, uno mi piaceva proprio, bell’ uomo, interessante...., le donne, poi, pitturate come giuppine, troneggiavano in gran parte rifatte, lo si vedeva ad un chilometro di distanza, chiederò consigli, anch’io, rifatta come si deve farei la mia figura...” dice la sua l’Orsolina,

languida e lasciva. E l’Abele maligno come al solito: “Ma va la...avresti bisogno sì di un restauro come quello del Duomo di Trento ed ancora non basterebbe...” “Taci tu, pelandrone, che mi sembri un becco afflosciato, pieno di corna e senza coglioni...” di rimando l’Orsolina toccata sul vivo. E giù tutti a ridere, compreso il Saltaro vostro recuperato nello spirito e nell’amicizia. “Io avrei voluto anche un po’ di più serietà nell’espressione di quei volti sui cartelloni, con tutte le difficoltà che abbiamo, perché tanto ridere... Ma!” Queste le sagge parole della maestra Camilla. “A me è capitato di peggio, interviene l’Evaristo, un bell’imbusto è entrato in casa mia cercando di me che non c’ero. A mia moglie ha detto di essere un mio vecchio amico, che voleva salutarmi, e intanto ha riempito il tavolo con i suoi bigliettini...io quello neanche lo conoscevo, mai visto, ma adesso che l’ho guardato bene, appena lo vedo mi faccio pagare da bere, tanto è un mio vecchio amico no? Io però non l’ho votato, neanche sapevo chi fosse!” così l’Evaristo. L’Abele invece è soddisfatto, ha ritrovato un sacco di parenti che neanche sapeva che esistessero, tutti che chiedevano voti per sé o per altri. Mai si è sentito così coccolato ed amato in vita sua. Invece l’Orsolina si era stufata di tutto quel trambusto; “Mia nipote mi ha riempito la casa di “santini”, aveva il moroso da raccomandare. Ce n’erano dappertutto, sulla tavola, in cucina, nella camera sul comodino, perfino nel ces-

capitare più di frequente, comizi con gente che neanche sapeva l’italiano, cartelloni che hanno colorato i nostri paesi, con tanto di faccioni felici, truccati come ballerine, sempre sorridenti nei giorni di sole come nelle giornate di pioggia. Poi gran parte di loro non sono stati eletti e chissà la faccia che avranno in questi giorni, alle prese con i conti di quanto hanno vanamente speso.

so...che poi lì non servono a niente, son così duri e piccoli, almeno ai tempi di mia madre erano dei bei fogli di carta soffice, lei, sì, li portava al cesso e servivano come carta igienica per tutto l’anno. Altri tempi. Ma io non sono mica stupida, ho raccolto tutto: biglietti, lettere, depliants e ho buttato tutto dalla finestra, che li leggano gli altri, io sapevo bene chi votare, me la detto l’Armida, tu vai e fai una gran croce sull’intero foglio...è come dire il rosario, così farebbe Papa Francesco...così ho fatto!” E l’Abele: “Ma guarda questa...e così hai buttato via un voto!” E l’Orsolina di rimando: “Si, forse, non lo so, ma mi sono avvicinata al Paradiso...l’Armida sa quello che dice!” Finalmente l’Archimede lo”studiato” per aver frequentato le commerciali, riassume: “Finiamola con queste sciocchezze, il Mario Tonina è stato eletto, ottima persona, massima fiducia. Per poco non è stato eletto Gigi Olivieri, anch’esso ottimo am-

ministratore, e sarebbe stato bingo. Bene! Adesso Tonina si metta d’impegno per governare la nostra provincia e Olivieri rimanga dov’è, in Comunità, che è l’unico che da quelle parti ne capisce qualcosa, questo vogliono i giudicariesi”. “Ben detto, per Dio, conferma l’Osvaldo Caccola, hai parlato bene. Ma ci sono altri giudicariesi che hanno fatto un’ottima figura: mi ha stupito il Giuseppe Bonenti, ne è venuto fuori bene, forse con più tempo a disposizione, mah!, e bene i due giovanotti di Pt, Massimo Caldera e Alessandra Sordo, si son battuti con coraggio, e la sorprendente Giuseppina Tonini, simpatica oltre che brava, così come il Binelli della Lega, tutte persone in gamba, le Giudicarie sono un bacino di bei personaggi, peccato che poi noi roviniamo tutto!” “Eh sì, purtroppo...io però spenderei una qualche parola per Raffaele Armani, che è stato il più coraggioso di tutti. Ha candidato sapendo di non avere possibilità di riuscita, solo per testimonianza, l’ha fatto con convinzione, come impegno morale, uno come lui il socialismo ce l’ha nel cuore e lo testimonierà fino alla fine, questa è coerenza, così facevano gli idealisti dell’inizio secolo, e lui ne è degno seguace. Onore al merito! Oltretutto di quelli che si sono presentati in Giudicarie era forse l’amministratore fra i più preparati... la sua testimonianza mi ha commosso, eh...uomini d’altri tempi e di altro stampo.” E giù tutti a battere le mani

alla maestra Camilla, concordando. “Per il resto stendiamo un telone pietosissimo, in Giudicarie ed altrove. C’è perfino in Forza Trentino una candidata che non ha preso nessun voto, è il colmo, neanche lei si è votata. Robe da matti, stramba lei ed ancor più strambi coloro che l’han candidata!” dice l’Abele attento. “Però un po’ mi dispiace per chi è rimasto fuori...” dice pietosa la maestra. “Ma cosa vuoi dispiacere..., interrompe burbero l’Evaristo Rompiballe, la Lia Beltrami, ben le sta, vada a fare la missionaria che ne e’ dotata, i voti degli immigrati non l’hanno seguita e l’hanno lasciata in braghe di tela, pardon, in mutande di raso (chic!). Poi anche la Caterina (Dominici) era ora che cambiasse mestiere, invece ancora una volta ha cambiato partito, dopo essere stata rossa, rossa, poi democristiana, poi qualcosa d’altro che non ricordo, infine pattina, sta volta s’è fatto un partito tutto suo ed è finita fra gli orsi...“Ma si, è rimasta a casa, insomma, ora vada a sbraitare un po’ in Inghilterra, chissà che non scopra qualche vicinanza con i ladini anche lassù, già un marito da quelle parti se l’è trovato, chissà...” “ Comunque c’è stata una bella ripulita, abbiamo un Consiglio diverso, più giovane, non c’è da rimpiangere granchè di quelli che sono rimasti a casa. Speriamo in bene per quelli nuovi che sono entrati...” conclude saggio come sempre l’Archimede. E così credo di non dovere aggiungere altro, i miei amici hanno parlato come un libro stampato, condivido ed approvo. Voltiamo pagina, ricominciamo da capo. Questo è l’auspicio per me, per voi e per le nostre Giudicarie. Amen e così sia!


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Attualità

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Allora Gigi, come è nata questa avventura nel settore vitivinicolo? Nasce dalla mia passione per la campagna e per lo stare all’aria aperta. Un’attività che mi rilassa e mi consente di tenermi in attività, oltre che di godere dei frutti della terra. La zona di Comano, poi, è particolarmente adatta a queste coltivazioni, grazie alla esposizione al sole e alla buona terra, anche se portare qui il Nebbiolo è stata una scommessa che poteva anche non riuscire vista l’altitudine di 630 metri sul livello del mare, già oltre il limite per questa tipologia. Una scelta a suo modo originale, perché – a quanto ne so – si tratta dell’unico vitigno di Nebbiolo presente in Trentino AltoAdige. Perché proprio il Nebbiolo? La scelta di questo vitigno è nata quasi per caso 11 anni fa parlando con l’amico Franco Sorio, originario di Mantova. Si tratta di un’uva a bacca nera, tra quelle di maggior pregio, che ha la sua zona di elezione in Piemonte, nelle Langhe e che, allo stato puro, dà origine al Barolo, un vino conosciuto ed apprezzato a livello internazionale. Nebbiolo deriva da nebbia, tipica di quella zona. Un’uva tardiva, che matura ad ottobre. Alcune caratteristiche del vino che se ne ricava? Parlando della scorsa vendemmia, quella del 2011, posso dire che abbiamo rica-

Malesardi, dal ciclismo al Barolo Il popolare Gigi, “patron” del Giro d’Oro, coltiva a Comano un vitigno di Nebbiolo Gigi Malesardi è di Roberto un personaggio popolare nelle Giudicarie esteriori. “Patron” del Giro d’Oro, dagli anni ‘80 ha visto crescere sempre più questa gara ciclistica dilettantistica fino a diventare una competizione internazionale per professionisti, apprezzata per l’organizzazione e la logistica. Le due vittorie nei traguardi delle Giudicarie Esteriori di Damiano Cunego e il podio dell’ultima edizione nel 2008 con Bosisio, Di Luca e Pellizotti e di altri campioni sono lì a testimoniarlo. vato un ottimo vino, con 14,4 gradi alcolici (un po’ più alto di quello normale, verso i 12,5°-13°), producendo circa 250 bottiglie. Un vino molto strutturato, dal profumo e dal sapore davvero intensi, dal colore rubino e molto aromatico. Grazie alla sua acidità si mantiene alla grande per tanti anni. Come è stata la vendemmia 2012? Direi molto buona. Durante la vendemmia puliamo tutta l’uva dagli eventuali chicchi

Per arrivare a questi risultati c’è voluta passione, un gruppo di volontari affiatato e forte e la cura ostinata dei particolari che Gigi ha sempre messo in questa avventura. Ora che il ciclismo è cambiato e questa gara non c’è più, Malesardi trasmette quella stessa passione e attenzione nella cura della sua campagna a Comano, dalla quale ricava un ottimo vino. Il vitigno è quello del Nebbiolo, dal quale nasce il Barolo, un nome conosciuto in tutto il mondo. Non propriamente autoctono del Trentino.

Bertolini

Gigi Malesardi mostra i suoi vitigni

guasti o non completamente maturi, per mettere nel “tino” solo l’uva “perfetta”. L’uva viene poi tenuta per 40 giorni sui graticci e in questo modo l’uva perde l’acqua, ed il vino alla fine è più corposo guadagnando anche in gradazione. Facciamo vino per passione e tutto deve essere fatto al meglio, privilegiando sempre la qualità. Segue ancora il ciclismo? Certo, sono sempre un grande appassionato, anche se vedo che questo sport è

cambiato tantissimo negli ultimi anni. Il doping è una piaga che fa perdere fiducia a chi ama questo sport e che allontana la gente, mentre i costi sempre maggiori richiesti dalle “macchine” organizzative hanno fatto sparire tante corse minori, alcune anche di livello. Il Giro d’Oro, grazie al lavoro di tanti volontari, è diventata una corsa importante; uno dei momenti più belli, che non dimenticherò, è quando l’allora assessore provinciale al turismo Tiziano Mellarini annunciò che nel 2007 il Giro d’Italia avrebbe fatto tappa a Comano e disse che questo era merito del Giro d’Oro, citando anche il mio nome. Un riconoscimento al lavoro di tutti noi. Il Giro d’Oro è stata un’avventura davvero bella, al giorno d’oggi forse non più replicabile.

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Attualità

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Una bottega “storica” dedicata ai bambini Da oltre mezzo secolo il Plastigomma di Tione è il luogo dei giocattoli per eccellenza Nuove le vetrine, nuova la loro illuminazione, rinnovato anche il piazzale sul quale si affacciano: stiamo parlando delle vetrine del Plastigomma, il negozio di giocattoli che si trova all’inizio di via del Foro a Tione. Sono vetrine magiche che catapultano il passante in un mondo spen-

È nel 1959 che Gilia Valentini decide di aprire un negozio tutto suo, un piccolo bazar dove si potevano trovare soprattutto articoli in plastica, il materiale di ultima generazione che in quegli anni stava rivoluzionando l’industria e il modo di vivere degli italiani. Così il nome da dare al negozio venne da sé: “Plastigomma”. Situato vicino al Bar Giardino, il “Plastigomma” era inizialmente un piccolo bazar dove si poteva trovare qualsiasi articolo potesse servire in casa: dalle scope alle bacinelle, dalle tele cerate ai secchi; già allora facevano capolino sugli scaffali alcuni giocattoli, ma

erano ancora una piccola parte della merce venduta. Pochi anni più tardi, verso la metà degli anni ‘60, esigenze di spazio portarono Gilia a trasferire l’attività nella Casa Piovanelli, vicino a Piazza Brevine. Il negozio, anche nella sua nuova sede, mantenne il suo stampo casalingo, ma con il diffondersi nell’industria del giocattolo del “moplen”, materiale leggero e indistruttibile, anche i giocattoli cominciano a ritagliarsi uno spazio sempre maggiore sugli scaffali del Plastigomma. Nel 1970 il negozio si trasferisce per l’ultima volta nel Condominio 7 Pievi, dove lo possiamo trovare

tutt’ora; il locale è grande e spazioso: oggetti per la casa e giocattoli sono gli articoli che vanno per la maggiore e l’attività prosegue senza intoppi. Nel 1991 la gestione del negozio passa ad un’intraprendente Graziana Fedrizzi che fa una scelta ben

precisa: decide di specializzare l’attività esclusivamente sui giocattoli pur mantenendo il nome di “Plastigomma”. La scelta risulta vincente e negli anni il “Plastigomma” diventa il negozio dei balocchi, in cui tutti i bambini passano volentieri perché sanno che lì possono trovare ogni tipo di novità: dai LEGO ai camion in miniatura; dalle bambole alle mini-cucine; dai giochi da tavolo ai puzzle da 2000 pezzi, dai peluche ai videogiochi. I giocattoli che Graziana propone ai suoi clienti sono di prima qualità certificati e rispettosi delle norme europee sulla sicurezza dei bam-

sierato e colorato, dove regnano l’allegria e la fantasia: sono le porte del mondo dei giocattoli, che da sempre affascinano grandi e piccini. Ma quando nasce questo mondo fantastico fatto di bambole, macchinine, costruzioni e molto altro ancora?

bini. Nel negozio tuttavia è rimasto ancora qualcosa dell’antico bazar, tele cerate e alcuni utensili per la casa ricordano le sue origini “casalinghe”. Per coronare questi floridi

54 anni d’attività, il “Plastigomma” ha deciso di vestirsi oggi di nuove vetrine, pronto a soddisfare i desideri di tutti i bambini e a portarci nel mondo incantato dei giocattoli. (s.c.)

Contrordine del Ministro Cancellieri

“Il Tribunale di Tione va chiuso” C

Il Tribunale di Tione

Anche gli utenti degli uffici del capoluogo giudicariese, d’ora in poi dovranno recarsi a Trento, non solo per i processi penali e civili, ma anche per la trattazione di affari in materia di volontaria giurisdizione e per gli affari tavolari. In una parola, anche per la nomina di un semplice amministratore d sostegno, i cittadini delle valli dovranno recarsi in città, a Trento. Non presso la sede del palazzo di giustizia. Ma negli uffici giudiziari di via Jacopo Acconcio. La notizia è arrivata inaspettata, dopo che ci si era illusi che Tione potesse essere

una mosca bianca, tra le 220 sezione di Tribunale staccate d’Italia, soppresse per effetto dei tagli della spending rewiev. Tagli lineari decisi nel 2011 con il governo Monti e arrivati a compimento con l’esecutivo Letta, ad opera del Ministro Anna Maria Cancellieri. Lo scorso mese di settembre era arrivata la buona nuova: Tione a differenza di tutte le altre succursali italiane aveva l’autorizzazione a restare in piedi. Solo sei mesi. Era stato detto. Ma, tali da far nutrire le speranze di poter salvare le competenze di un’amministrazione periferica

di Ettore Zini

’è un contrordine. Anche la sezione staccata del Tribunale di Tione deve chiudere. Lo ha deciso il Ministero della Giustizia, rimangiandosi, di fatto, quello che aveva deciso un mese fa. Anche gli Uffici Giudiziari di Tione, cui con un provvedimento della giustizia, anche negli anni a venire. Il provvedimento – era stato detto – passava attraverso una possibile “provincializzazione della Giustizia trentina”. E quindi, per qualcuno esistevano delle serie possibilità di recuperare anche gli altri tre sportelli periferici già chiusi. Tutto inutile. Il ritiro della deroga sancito a distanza di solo un mese da un altro decreto ministeriale che annulla il precedente, ha cancellato ogni precedente disposizione e vanificato ogni residua speranza. Lo stesso presidente del Tribunale di Trento dott.

Sabino Giarrusso non ha potuto far altro che recepire le nuove disposizioni e inviare una nota a tutti i Giudici, al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, al Comune e all’Ufficio Tavolare di Tione che da oggi in poi dovranno fare riferimento solo a Trento. Il repentino dietrofront pone così definitivamente la parola “fine” a quel lungo capitolo di amministrazione periferica della giustizia che, a Tione, risale ai Principi Vescovo (1523), alla dominazione napoleonica e a quella asburgica, fino alla fine del primo conflitto mondiale. Quando, nel 1919

sorprendente erano stati concessi sei mesi di vita, come i confratelli di Cles, Cavalese e Borgo Valsugana dovranno chiudere. La decisione è stata presa con un decreto ministeriale del 16 ottobre, con cui si dispone la revoca di quanto deliberato lo scorso 13 settembre. Tione diventa sede di Pretura, e, nel 1990, con la riforma della giustizia, sede staccata del Tribunale di Trento. Lo strenuo tentativo di amministrazioni comunali, Comunità di Valle e ordine degli avvocati di difendere un servizio determinante per la periferia, si è rivelato inutile. Le logiche incomprensibili ed anche un po’ ottuse di tagli lineari che penalizzano anche sedi virtuose, come quella del capoluogo giudicariese, mettono tutti sullo stesso piano. Sia uffici che pesano nei bilanci dello Stato, sia strutture che, con costi ir-

risori (i costi “vivi” della sezione di Tione erano di soli 11 mila euro), offrivano un grande servizio alla comunità. Con la chiusura del Tribunale prosegue quel processo accentratore della città ai danni della periferia e prepara il terreno per la cancellazione o il ridimensionamento di strutture correlate con l’attività degli uffici giudiziari. L’Ufficio delle Entrate, è uno di queste. Basti pensare alla registrazione degli oltre 2.000 decreti tavolari che annualmente passavano dagli uffici di via Cesare Battisti. E che d’ora in poi saranno espletati in quel di Trento.


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«L’arch Lamberto Amistadi racconta la sua esperienza di ricercatore e docente nelle Università italiane

Lamberto Amistadi con l’architetto catalano Eduard Bru al Festival dell’Architettura

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Società

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Avis, di Tione: “Sessant’anni di donazioni” Cerimonia per l’importante traguardo di un’associazione che fa del volontariato la sua forza

Il maggior incremento su scala provinciale dei nove distretti trentini, nei cui punti di prelievo sono state raccolte, al 19 ottobre 2013, 18.318 sacche si sangue intero. Di queste 1.770 sono arrivano da Tione, contro le 1.574 dello stesso periodo dello scorso anno. Un risultato di rilievo. Soprattutto un modo importante di salu-

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Momento della cerimonia

essant’anni di Avis a Tione. Dodici soci donatori nel 1953. Cinquecentosettantasei nell’ottobre di quest’anno, di cui 477 idonei e un primato difficilmente contestabile, soprattutto in momenti in cui la raccolta del sangue in Trentino denuncia un calo pari a 1.550 unità. Mentre tutti gli altri centri sono imtare i dodici lustri di attività del sodalizio, festeg-

prontati nel segno meno o denunciano crescite impercettibili (Trento accusa un calo di 1.279 unità, Rovereto di 450, Cles di 81, Mezzolombardo di 22, Pergine Valsugana registra un + 10, Borgo + 29, Arco + 33) l’Avis di Tione, si presenta al sessantesimo di fondazione, con un attivo di 196 sacche.

giato ieri con il concorso di sindaci, autorità locali e provinciali e del corpo bandistico di Tione che ha accompagnato gli avisini nella sfilata per le vie del centro. La giornata si è

aperta con la Santa Messa solenne nell’Arcipretale, officiata dal nuovo parroco don Ferdinando Murari. Poi il corteo, con i labari di tutte le associazioni di donatori di sangue della val-

LE MEDAGLIE DI ARGENTO DORATO: Cesare Antolini, Laura Baldracchi, Sergio Baldracchi, Antonio Bertini, Mario Bertolini, Andrea Bonazza, Ernesto Buganza, Giuseppe Cimarolli, Alberto Collini, Gabriele Collini, Livio Collizzolli, Luigi Fedrizzi, Livio Foresti, Diego Frigo, Giocchino Frigo, Rudi Frigo, Stefano Giacomini, Luca Nicolussi, Silvio Olivieri, Claudia Salvadori, Bruno Salvaterra, Ferruccio Salvaterra, Valter Scalfi, Marco Simoni, Mario Simoni, Isidoro Trentini, Severino Viviani, Ugo Viviani. Tutti con donazioni comprese, tra le 24 e le 28.

le, tra cui quelli di Trento, Rovereto, della Valle dei Laghi, e Bedollo. A seguire le celebrazioni nell’auditorium delle scuole superiori, dove sono stati premiati 155 donatori. Il presidente dell’Avis di Tione Felice Ventura, coadiuvato dal sindaco Mattia Gottardi e dalla presidente delle Avis trentine Adriana Faccini, ha insignito di medaglie d’oro Luca Ferrari (52 donazioni), Bruno Simoni (41donazioni) e Graziano Antolini (40 donazioni). Mentre il “veterano”, 92 enne, Mario Antolini Muson ha ricordato con una sua poesia il prezioso dono d’amore di tutti i donatori, dalla fondazione a oggi. A seguire sono stati chiamati sul palco tutti gli altri militanti che, in anni di volontariato, hanno meritato medaglie di argento dorato (28), di argento (56) e di

rame (68). Il breve excursus storico dell’Avis di Tione del presidente Ventura (la sezione è nata nel 1953 per iniziativa di dodici volenterosi presieduti da Aldo Alberti Stropa) è stato seguito dalla relazione del responsabile della sezione e medico dell’ospedale di Tione dott. Stefano Paoli, che ha illustrato lo stato di salute del sodalizio, i cui confini spaziano dalla bassa Rendena ai comuni dell’Alta val del Chiese fino a Lardaro, compresi ovviamente quelli della “Busa”. “Un trend positivo – ha spiegato il medico – che testimonia l’importante lavoro svolto finora, con altri 67 aspiranti donatori che hanno fatto domanda di idoneità nel 2013, anche grazie all’importante opera di promozione intrapresa negli ultimi anni”. (e.z.)


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Intervista al presidente della Federazione Diego Schelfi

Diego Schelfi

Presidente Schelfi “Da soli si va più veloce ma insieme si va più lontano”. E’ una frase che cita spesso nei suoi interventi. Quale valutazione esprime sul Coordinamento cooperativo delle Giudicarie? Il coordinamento cooperativo delle Giudicarie rappresenta una importante iniziativa in linea con il piano strategico della Federazione Trentina della Cooperazione che punta a valorizzare, a dare maggior forza e stimoli alle cooperative e al territorio. Esso è anche una risposta alla tendenza della società a essere sempre più decentrata (questo è un bene) grazie alle condizioni economiche e tecnologiche. Insieme la distanza tra i cittadini, le persone e le Istituzioni si riducono grazie alla maggior consapevolezza e alla pluralità di informazione. Siamo in un momento di disillusione, siamo sempre più consapevoli che il tempo in cui intere generazioni vivevano nella prospettiva di maggiore benessere rispetto a quelle dei loro genitori è finito. Proprio per questo il nostro impegno nei confronti dell’uguaglianza e della giustizia sociale deve aumentare, la nostra capacità di combinare l’apertura e il dinamismo dell’economia con l’equità sociale deve essere accentuata e valorizzata. E’ in questo contesto che la Cooperazione può giocare un ruolo fondamentale, partendo dal favorire processi di conoscenza reciproca delle realtà economiche nei territori. Con l’occhio alle realtà cooperative ma non solo e per costruire relazioni proattive fra i vari settori. Quale suggerimento si sentirebbe di dare al neonato Coordinamento? Quello di continuare il lavoro ini-

ziato 120 anni fa da Don Lorenzo Guetti; tendere a sviluppare le potenzialità dei territori rispettandone le peculiarità e ponendo l’attenzione sulle necessità che mutano col passare del tempo. Il Trentino di oggi è tale anche grazie all’intuito di Don Guetti. La cooperazione salvò allora centinaia di famiglie dalla miseria e dall’emigrazione forzata e nel corso degli anni, ha portato a un modello che ci invidiano e copiano in molte parti di Italia e del mondo. Don Lorenzo Guetti capì la necessità di conoscere a fondo i problemi della gente, dei suoi montanari, e con i piedi per terra, seppe proporre e attuare iniziative di ampio respiro. Noi dobbiamo partire da quel pensiero. La tipicità del nostro territorio deve dare spazio e vita alle diverse vocazioni in ottica dialettica ma questo non può e non deve far perdere la sua vocazione di sentirsi sistema. Costruire unità, mai processi di disgregazione. Credo che questa sia una strada da provare a percorrere. Essa può consentirci di portare avanti l’eredità di Don Guetti e di rinnovare o aggiornare il modello cooperativo. Come si può applicare l’intercooperazione tra soggetti che adottano la stessa forma giuridica ma che operano in campi completamente differenti? Avere al centro la persona significa saper ricondurre ai bisogni della gente le tipicità e le diverse vocazioni dei territori, sia attraverso la valorizzazione delle specificità territoriali, la cui ricaduta genera benessere e crescita per le persone, sia attraverso percorsi di formazione che vadano nella direzione di creare competenze specialistiche ed essere motore di gene-

«Coordinamento fra coop, risorsa importante» Il 2 Ottobre scorso, a Tione presso la sala dei sindaci della Comunità di Valle i rappresentanti delle 42 società cooperative delle nostre valli, 7 Casse Rurali, 12 Famiglie Cooperative, 2 cooperative agricole e le numerose realtà della produzione-lavoro, sociali, servizio e abitazione hanno aderito all’iniziativa promossa dalla Federazione della Cooperazione di dare vita al Coordinamento Cooperativo delle Giudicarie. La Comunità delle Giudicarie è un territorio ampio, che si caratterizza

razione di cultura cooperativa. Ambiti questi ultimi che devono favorire il ricambio generazionale e la costruzione di progetti condivisi a forte ricaduta locale. L’intrecooperazione si applica in tutte quelle azioni e attività che

possiamo ritenere trasversali e che di fatto hanno, direttamente o indirettamente, una ricaduta in termini di miglioramento della qualità e delle condizioni di vita delle persone. Ritiene che, il Coordinamento

anche per le diverse vocazioni che esprime in ambito economico e produttivo. Le cooperative aggregano 38.966 soci infatti, in moltissime famiglie c’è chi è socio di due o più realtà a conferma che da noi l’attaccamento alla cooperazione non è mai venuto meno ma, anzi, ha saputo rinnovarsi di generazione in generazione. Abbiamo chiesto al Presidente Diego Schelfi alcune considerazioni circa la nascita del coordinamento e quale sia l’auspicio per il futuro.

cooperativo delle Giudicarie, possa essere di stimolo anche per realtà cooperative di altri territori? Certamente! Auspichiamo che all’interno del movimento cooperativo trentino si lavori sem-

pre più per favorire conoscenza, coesione e creazione di cultura cooperativa. E’ una condizione imprescindibile per garantire un futuro alle generazioni che verranno. Alberto Carli


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Arte

NOVEMBRE 2013

La pittura “gentile” di Felice Squeo Tionese di nascita è oggi artista e promotore d’arte

Felice Squeo

Durante la prima settimana di settembre espone le sue opere presso il Centro Studi Judicaria di Tione, anche se in verità a suggerire per questa soluzione “affettuosa” è stato il cugino professore e fotografo Udalrico Gottardi (omonimo del nonno) che in forma di “regalo” ha definito e organizzato con Judicaria per “festeggiare” il traguardo del 70° compleanno di Felice, e il suo ritorno nella città natale. L’esposizione con un allestimento pulito e raffinato si componeva di una quarantina di acquerelli delicati e riposanti, fra nature morte, paesaggi e nudi femminili. Una pittura concepita e voluta come manifestazione e traduzione delle armonie della natura, che si occupa di verificare e produrre stati d’animo legati alla tradizione, sia in relazione alle scelte formali in ordine alla figurazione ottocentesca di esplicito sapore pittoresco, sia nelle evaporazioni impressionistiche che informano di ulteriori e più attuali suggestioni psicologiche. L’acquerello è tecnica sempre in bilico

di Alessandro Togni Felice Squeo nasce a Tione nel 1943, in Brevine, nella casa del nonno Udalrico Gottardi “el parolòt”, da papà Giacomo Squeo di Bari e mamma Giuseppina figlia di Udalrico. Un tionese oggi residente a Castelrotto (BZ) che si appassiona alla pittura ad acquerello dopo il pensionamento avvenuto nel 2002, diventando artista, promotore d’arte e in seguito fondatore e vicepresidente dell’associazione “Freizeitkunstler unter’m Schlern” (Arte sotto lo Sciliar di Castelrotto).

fra presenza e assenza mantenendosi fra vibrazione colore e “luminosità del vuoto”… E così accade anche nelle opere tranquillizzanti di Felice Squeo, dove il gioco delle macchie lasciate libere di tracciare le parti della natura sembra trovare compimento solo quando il bianco della carta riesce a sfuggire all’inondazione emozionante delle tonalità, tante volte acute ed inebrianti, in altri casi polverose e dimesse come fossero attraversate da una malinconia interiore.

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Una pittura “felice” che si struttura seguendo linee d’impianto compositivo di origine classica, assumendo forme e canoni riconosciuti, nella lezione di una duplice visione a volte fortemente ravvicinata, in altri casi intensamente prospettica. Colore e trasparenza in un originale rapporto di leggerezza mai risolto con tensione drammatica, mai sopra le righe, per una giusta percezione e fine ultimo di regalare un momento di quiete e benessere. E’ la bellezza delle cose semplici il centro di questa produzione artistica legata ad una tecnica che in genere si esprime non solamente nella realizzazione di “opere maggiori” ma anche e forse soprattutto nella sua vicinanza alla forma del disegno, come si trattasse di rendere visibili velocemente le sensazioni senza dover fare i conti con la logica e la razionalità. Eppure la tecnica dell’acquerello è stata usata spesse volte anche in senso extra artistico, assumendo una sua specifica forma descrittiva in ambito scientifico, ad esempio come definizione cromatica nella progettazione meccanica

e in particolare nella riproduzione di tavole naturalistiche in ambito botanico. Questa sua natura eclettica è rinvenibile anche nell’opera di Squeo, specie quando si osservano le ‘still life’ dedicate a soggetti dal carattere solitario, quasi austero, come i rassegnati carciofi deposti, le pannocchie dai tratti autunnali e le conchiglie marine immobili come “nautilus abbandonati”. Una bellezza silenziosa dove il gusto della narrazione figurativa appare come componente unica per una comunicazione sensibile priva di eccessi ed estroversioni plateali, a favore di una ricercata e “francescana” disposizione d’animo. Non che non vi siano tracce di cromie accese e lussureggianti, tuttavia risulta evidente il contegno stilistico e la volontà di traduzione rispettosa delle cose e del mondo. Ecco quindi il carattere quasi documentario della pittura di Felice Squeo, dove il gusto accademico europeo sembra trovare accordi anche con una nuova e moderna facoltà quanto mai necessaria all’oggi: la gentilezza. Buon futuro nell’arte.

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Attualità

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“Va’, pensiero …” un viaggio nella grande musica Il Corpo musicale di Condino celebra il bicentenario di Giuseppe Verdi

Il corpo musicale “G. Verdi” di Condino

E’ con queste premesse che il Corpo musicale “G. Verdi” di Condino ha avviato, in quest’anno verdiano, una serie di iniziative in segno di omaggio al celebre compositore e di approfondimento della sua conoscenza. Si è partiti dall’ascolto - la più semplice ed elementare forma di fruizione e di approccio alla musica - quando abbiamo assistito, nell’Arena di Verona, alla rappresentazione del Nabucco. E’ stato poi proposto alla locale scuola elementare un progetto didattico di ricerca sulla figura del Compositore che vedrà prossimamente il suo compimento con la presentazione del lavoro svolto: un momento, dunque, di valenza educativa per le nuove generazioni. Infine, stiamo organizzando per sabato 16 novembre una giornata verdiana articolata in tre momenti: un CONVEGNO, una MOSTRA, un CONCERTO.

Il convegno, che vede la partecipazione, in qualità di relatori, di nomi eccellenti nell’ambito della musica per banda, avrà luogo nel Palazzo comunale a partire dalle ore 16. Prenderemo inizio con Antonio Carlini, storico e musicologo, su “Verdi in marcia! La diffusione delle opere attraverso le bande”: intervento di carattere storico incentrato sul tema principale del simposio, ovvero i rapporti fra Verdi e il mondo bandistico. Lo stesso tema verrà svolto, secondo un taglio propriamente tecnico, nella relazione successiva (“Sinfonie e ouvertures: quale trascrizione?”) tenuta da Franco Cesarini, compositore di fama e autore di vari arrangiamenti verdiani per banda. A seguire, Gianni Caracristi, artista istrionico, ci proporrà un intervento dal titolo curioso e significativo: “Verdi: un genio compreso”. Spetterà al moderatore Daniele Carnevali, trentino d’adozione ma origina-

Nessuna banda può ignorare del tutto la ricorrenza del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi: a maggior ragione se proprio al Maestro è intitolata. Fra i grandi compositori, Verdi è forse colui che ha goduto di un maggior numero di trascrizioni per banda. A partire da quelle coeve - quando non esisteva la radio e proprio le bande fungevano da canario di terre verdiane, contestualizzare gli interventi suddetti tessendo fra essi il tradizionale filo rosso. Infine, per concludere in loco il viaggio verdiano, Franco Bianchini parlerà brevemente di “Verdi a Condino”. Seguirà l’apertura di una mostra iconografica tesa a descrivere per immagini il percorso che conduce Verdi dalle natìe Roncole di Busseto fino ai più prestigiosi teatri d’opera, con un’interessante appendice che si conclude in terra trentina. Un’esposizione curata dal Centro studi Judicaria, già edita nel 2001 in occasione del centenario della morte di Verdi, ora da noi riproposta per gentile concessione dell’Ente. Infine, la musica. Alle ore 21,

nella Chiesa arcipretale, si potrà assistere ad un concerto di cori verdiani nato dalla collaborazione fra la nostra banda, diretta da Giuseppe Radoani, ed alcuni cori locali: En plein choeur, emanazione della Scuola musicale delle Giudicarie, diretto da Florence Marty, Coro Azzurro (Cornelio Armani) e Coro Valchiese (Dario Donati). Un ensemble corale arricchita di sparse Voci giudicariesi scelte e istruite da Laura Crescini. L’esecuzione dei più celebri cori tratti dalle opere di Verdi verrà intercalata da brani solistici (grazie alla partecipazione del soprano Maria Pia Molinari e del tenore Francesco Maria Moncher) e da trascrizioni verdiane eseguite al-

li di diffusione della musica operistica, con l’alto contenuto artistico ed il forte messaggio politico che conteneva - fino a quelle più moderne, adattate all’evoluzione della letteratura e degli organici bandistici. Le bande (e non solo quelle italiane) hanno dunque un debito morale ed artistico nei confronti del “Cigno di Busseto”. l’organo da Tarcisio Battisti. La presentazione che avete letto valga come invito a partecipare rivolto a tutti gli interessati, con l’augurio che questa giornata si

riveli un piacevole ed utile momento di ascolto e di approfondimento. Corpo musicale “G. Verdi” di Condino

Idea Guida e Motori Tre, una fusione per viaggiare doppiamente sicuri

https://lh6.googleusercontent.com/-hXh6K1R7cYQ/UZIlAmB5EhI/AAAAAAAAAZ... 25/10/2013

lizzato dai cittadini. Questo servizio mette a disposizione del cliente un minivan da 8 posti, e un’ autovettura sw, a seconda delle esigenze; è un servizio disponibile 365 giorni all’anno, giorno e notte, 24 h su 24. (s.c.) Il servizio si rivolge ad un pubblico molto vasto: ai turisti in vacanza, alle famiglie, ai liberi professionisti che devono volare all’estero per affari e non vogliono lasciare la macchina per giorni nei parcheggi dell’aeroporto. Il servizio copre tutti i tipi di tragitto: da e per gli aeroporti, stazioni ferroviarie, ospedali, mete turistiche e molto altro ancora. È molto sfruttato anche dai giovani che, per raggiungere PUB, discoteche, o locali scelti per addii al celibato/nubilato, decidono responsabilmente di affidarsi al taxi notturno. Evitano così il rischio di mettersi alla guida stanchi e sono liberi di passare una serata spensierata all’insegna dell’allegria e della sicurezza. Idea Guida e Motori Tre.....e viaggerete doppiamente sicuri. (s.c.)

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cupa anche di immatricolazioni/nazionalizzazioni dei veicoli, duplicato dei documenti di circolazione, rinnovo/conversione/nazionalizzazione della patente e un utilissimo servizio promemoria che permette di non dimenticare le pratiche in scadenza, evitando al cliente ritardi e more fastidiose. L’agenzia è inoltre associata al gruppo Unasca (Unione Nazionale Autoscuole e Studi di Consulenza Automobilistica) e consorziata a Sermetra (società che offre servizi alla più grande rete di Studi di Consulenza Automobilistica); può offrire al cittadino un’informazione completa ed esaustiva riguardo tutte le normative emanate dal governo, grazie ad un aggiornamento che avviene in tempo reale e grazie anche all’uso di strumenti di lavoro all’avanguardia, in grado di collegarsi a tutti gli archivi e reti nazionali. Fiore all’occhiello dell’agenzia è il servizio pubblico-taxi, noleggio con conducente, ormai attivo dal 2010, molto apprezzato e uti-

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La fusione delle due agenzie di pratiche automobilistiche di Tione si è conclusa: Idea Guida di Bertolini Mario & C e Motori Tre di Michela Mosca, Flavia Sartori e Mariagrazia Sartori sono ora un’unica realtà. I due studi di consulenza automobilistica, che si sono da sempre distinti per professionalità e serietà hanno deciso di unire le loro competenze per offrire ai clienti un servizio ancora più efficiente e veloce. In un momento non particolarmente felice per le aziende italiane, oppresse dalla crisi dilagante, a Tione si respira, attraverso questa unione, un positivo clima di collaborazione, per cui vale il detto “l’unione fa la forza”. La “neo-nata” e allargata agenzia, Idea Guida (che mantiene il nome del precedente studio di Bertolini Mario) offre un servizio completo di consulenza nel settore automobilistico, un servizio che spazia dalle assicurazioni, al pagamento del bollo auto, all’offerta del medico in sede per rinnovo/rilascio di patenti e porto d’armi. Non solo: si oc-

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Attualità

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Al Campus Yes per scegliere cosa fare da grandi Da quest’anno anche la Comunità delle Giudicarie al fianco della Cassa Rurale Giudicarie-Valsabbia-Paganella per la terza edizione del progetto “La positiva collaborazione attivata quest’anno con la Comunità delle Giudicarie ci ha permesso di estendere il progetto a tutti i giovani giudicariesi e di attribuire così all’iniziativa, da noi ideata e promossa da ormai tre anni, una valenza ancora maggiore”, spiega il presidente della Cassa Rurale Giudicarie-Valsabbia-Paganella Andrea Armanini. «Per la Comunità questo progetto rappresenta un tassello che si inserisce nel percorso avviato con i giovani nel 2010 per cercare di coinvolgerli su iniziative puntuali e concrete a loro dedicate”, precisa Patrizia Ballardini, presidente della Comunità delle Giudicarie“Penso ad esempio - aggiunge - al progetto Training For Job, atto a favorire l’orientamento e l’avvicinamento dei giovani al mondo del lavoro tramite tirocini estivi, realizzato insieme ai piani giovani delle Giudicarie e ad Agenzia per il Lavoro, che ha avuto una ampia adesione questa estate. Con YES, abbiamo voluto dare ai nostri giovani l’opportunità di mettersi in gioco per trovare la propria strada riuscendo a valorizzare il loro talento, in una fase storica caratterizzata dalla fluidità del mercato del lavoro e nella quale competenza e flessibilità sono imprescindibili per chi lo affronta. Quest’anno, per la prima volta, hanno potuto partecipare giovani di tutte le Giudicarie. Vedere i loro occhi lucidi e pieni di entusiasmo in questi tre giorni è stato il segnale più forte per farci dire che la partenership

Il progetto Yes, ideato tre anni fa dalla Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella, ha potuto contare quest’anno anche sul supporto della Comunità di Valle ed ha visto l’adesione di giovani provenienti da tutte le Giudicarie. Nei primi tre giorni di settembre un team di esperti formatori ha guidato 25 studenti tra i 18 ed i 19 anni in una serie di attività outdoor e di team building, con la Cassa Rurale su questo progetto dovrà proseguire, magari coinvolgendo anche altri Partner territoriali”. La tre-giorni, che si è svolta a Villa Santi nel territorio del Par-

co naturale Adamello-Brenta, si è infatti rivelata essere per i partecipanti un’occasione per fare chiarezza sul proprio futuro e sui propri orientamenti individuali, sia in chiave pro-

ideate per consentire ai partecipanti di scoprire quale sia la propria vocazione professionale o quale percorso studi intraprendere dopo l’esame di maturità. Costruire ponti tibetani con le corde o allestire in gruppo un campo base all’aperto sono infatti state occasioni per mettere maggiormente in risalto le attitudini e gli orientamenti su cui investire in futuro per trovare lavoro più facilmente. fessionale che nella scelta del percorso studi universitario. I partecipanti hanno infatti avuto modo di sperimentare all’interno di un contesto protetto, come appunto quello

Tre serate aperte a tutti sull’orientamento

L’iniziativa promossa nell’ambito del progetto Yes voluto dalla cassa Rurale GiudicarieValsabbia-Paganella e dalla Comunità delle Giudicarie 14/11 - “Perché qualcuno dovrebbe darti un lavoro?” Storo – Tione ore 20.30 La serata sarà promossa in contemporanea sia a Tione che a Storo, grazie all’innovativo servizio di videoconferenza ad alta definizione: Comunità delle Giudicarie e Cassa Rurale Giudicarie-Valsabbia-Paganella sperimenteranno in anteprima questo servizio in collegamento internet ad alta velocità dall’Aula Magna della Scuola media di Storo e dalla Sala Sette Pievi della Comunità delle Giudicarie a Tione. Cosa cercano le aziende in un giovane candidato. Fra flessibilità e voglia di posto fisso: quale è il sistema delle attese delle aziende e quello dei candidati? La giurisdizione del lavoro e la contrattualistica come influiscono su una assunzione? Gli snodi critici relativi all’avvio di un rapporto

di lavoro. Relatori: Adalberto Geradini, consulente sviluppo organizzativo, responsabile scientifico Campus Yes , Paolo Pettinella, funzionario Federazione Trentina Cooperative , Dario Piccinelli, amministratore del Gruppo OMP-Capi di Darzo/Rovereto Saranno inoltre presenti: Davide Donati, Cassa Rurale Giudicarie, Patrizia Ballardini, Presidente Comunità delle Giudicarie Moderatore: Marco Parolini 27/11 ore 20.30 - “Perché qualcuno dovrebbe darti un lavoro?” c/o la Casa della Cultura a Pinzolo 3/12 ore 20.30 - I mestieri del futuro c/o la sede della Cassa Rurale a Ponte Arche La laurea è sufficiente o serve anche altro? Una prospettiva sul lavoro che verrà spiegata in modo semplice ai giovani, alle famiglie e alla comunità. Si parlerà di: Come sta cambiando il mondo del lavoro? Quali sono le competenze richieste ai giovani lavoratori di domani? Quali sono i fattori chiave per farsi trovare preparati?

del campus, quali capacità e competenze già possiedono, quali abilità meritano invece di essere rafforzate e su cosa sia opportuno investire maggiormente nei prossimi mesi. “Pur trattandosi di un’esperienza di soli tre giorni, si è andati molto in profondità e non si è trattato solo di un’azione di orientamento sul percorso di studi che ognuno di noi andrà ad intraprendere, bensì anche un’occasione per scoprire meglio le nostre attitudini personali”, testimonia il giovane Michelangelo Foglio di Bagolino, che ha partecipato all’iniziativa. A lui fa eco Alessandro Maturi di Ponte Arche, anch’egli iscritto alla terza edizione di Yes: “Pensavo che qualcuno mi dicesse quale percorso studi intraprendere, mentre in realtà ho scoperto come trovare questa risposta da solo, individuando il modo per capire quali sono le capacità e le attitudini che ho e su cui vale la pena investire”. Oggi appare ancora più evidente l’importanza di aiutare i giovani a capire che, per inserirsi al meglio nel mercato del lavoro, è necessario acquisire capacità e competenze specifiche. “Competenze che non sono legate solo al mon-

do dell’università”, evidenzia Davide Donati, direttore generale della Cassa Rurale Giudicarie-Valsabbia-Paganella. “Oggi gli imprenditori – aggiunge il direttore - hanno bisogno di persone che abbiano forti competenze relazionali e comunicative nonché una spiccata propensione al problem solving; è per questo che all’interno del nostro progetto abbiamo voluto inserire anche la testimonianza ed il confronto con l’imprenditore Dario Piccinelli, titolare della ditta OMP di Darzo che ha sedi anche in Cina e Slovacchia”. Proprio per questo motivo i giovani che hanno preso parte alla terza edizione di Yes hanno potuto confrontarsi con la necessità di lavorare in gruppo, relazionarsi con gli altri e di gestire eventuali conflitti, vivendo direttamente sulla propria pelle dinamiche sperimentate tanto in momenti d’aula, quanto in occasione di attività pratiche (anche divertenti) svolte all’aria aperta, come nel caso del network-orientiring o nella costruzione (e nel successivo attraversamento) di un ponte di corde. Insomma, andare all’università è necessario ma non sufficiente perché, nel mondo del lavoro, le imprese cercano sempre più persone con competenze integrate. Questo il messaggio che la Cassa Rurale e la Comunità delle Giudicarie hanno congiuntamente voluto lanciare ai numerosi partecipanti, che a loro volta hanno dimostrato di apprezzare una simile iniziativa e di volerne far tesoro in futuro.

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Attualità Per il piacere di trovarsi a cantare, per il piacere di condividere l’emozione del canto con gli altri. Una storia lunga, ricca di sfumature e soprattutto amicizie, ricordi, immagini bianco e nero lontane nel tempo e fotogrammi più recenti. Una storia riassunta in un libro di parole e foto, piacevole da leggere nelle descrizioni misurate del presidente Claudio Munari che ne ha curato la redazione. Nelle sue pagine i momento più significativi ricordando coloro – coristi, direttori, maestri – che lo hanno animato, raccontando i concerti e le trasferte più significative, facendo riferimento al percorso tecnico, ma anche riportando i momenti di festa e le amicizie sincere allacciate durante i sessant’anni di attività. Dalla nascita del club “Amici del coro Carè Alto” di Plochingen (Germania) all’immancabile festa a malga Calvera (la Casarada di ottobre) fino ai volti degli amici “storici”, gli amici di sempre che ne hanno seguito da vicino le vicissitudini. La storia ci dice che il coro Carè Alto è nato dal coro parrocchiale di Vigo-Darè (le informazioni storiche sono tutte contenute nello Statuto del Coro parrocchiale di Vigo e Darè), non senza qualche lamentela da parte del parroco di allora. Il nome che il coro si diede fu “Stella alpina”, ma nel 1970, al momento dell’iscrizione alla Federazione dei cori del Trentino, fu cambiato in “Carè Alto” in quanto il nome originario era troppo inflazionato.Oggi diretto da Dario Bazzoli, il 19 ottobre, in occasione del Sessantesimo, il coro è stato protagonista di un intenso concerto tenutosi presso il Centro scolastico di Darè dove si è esibito insieme agli altri cori della Val Rendena: Il “Presanella” (di Pinzolo) diretto da Massimo Caola, il “Croz da la Stria” (di Spiazzo Rendena”), da Oscar Grassi, e la “Compagnia del canto” (di Villa Rendena), diretto da Liliana Gallazzini. Quattro cori, sostenuti da un numeroso e caloroso pubblico, che hanno dato prova della bravura e della varietà dell’esperienza corale rendenese proponendo repertori differenti e presentando impostazioni generali anche lontane le une dalle altre, ma tutte ugualmente intense.Paolo Bergamo, vicepresidente della Federazione trentina dei cori, ha consegnato una targa di riconoscimento per l’anniversario raggiunto al presidente Clau-

NOVEMBRE 2013 - pag. Il 19 ottobre scorso presentato il libro “60 anni d’inCanto”

CarèAlto: un grande concerto perfesteggiare l’anniversario Qualche settimana prima, applausi a Berchtesgaden, in Baviera

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ottobre: il Sessantesimo. Una storia lunga sessant’anni e riassumibile nella parola “d’incanto” scelta per titolare il libro sulla storia, fino ad oggi, del coro Carè Alto e caratterizzare l’importante anniversario celebrato il 19 ottobre scor-

dio Munari, che a sua volta ha invece assegnato una targa ai fondatori: Fausto Chiappani, Salvatore Chiappani, Lorenzo

Alla Sagra della Ciuìga del Banale è accorsa una folla mai vista. “E’ l’anno dei record – dice un emozionato Mariano Sottovia, presidente della Pro loco di San Lorenzo - non ce l’aspettavamo e invece siamo tutti stanchissimi. Numeri è difficile farli in una manifestazione come questa, ma dalle auto e dai consumi ci aggiriamo sulle ventimila presenze”. Una macchina organizzativa che coinvolge circa 300 volontari delle maggiori associazioni di San Lorenzo, e poi ci sono i cittadini che aprono cantine e vòlti agli stand. Che non fosse atteso l’exploit di quest’anno si capisce dai rifornimenti: è stato un assalto e gli stand hanno finito i prodotti ben prima

Scarazzini, Celestino Dorna, Umberto Stefani, Angelo Gasperi, Modesto Scarazzini, tutti presenti al concerto, gli ultimi

so a Vigo Rendena. Sei decenni di canto, iniziati nel 1953, ma anche d’incanto con le canzoni di montagna intonate nei momenti più importanti della socialità di paese, ma anche in numerose trasferte nazionali e internazionali.

due ancora sul palco, tra le file dei cantori. Poi Gabriele Gasperi e Celso Polla. Il maestro Bazzoli ha affidato una targa a

Mario Chiodega, “il maestro del Coro”, colui che ha diretto il gruppo canoro per 35 anni, iniziando quando era ancora

Festa della Ciuìga, un grande successo

della chiusura. Il “Mercato dei più buoni e più belli”, che rac-

coglieva un gruppo di presidi slow food, ha finito già il pri-

mo giorno assaggi e leccornie, così i visitatori domenicali dei borghi presentati hanno potuto solo scoprire le bellezze, per le prelibatezze toccherà passare il prossimo anno. Perfino i 27 quintali di ciuìghe preparati per la sagra sono finiti in anticipo. Soddisfatti i ristoratori che hanno fatto il tutto esaurito, stanchi i vigili del fuoco che hanno avuto più di un grattacapo a sistemare tutte le auto senza intralciare la circolazione banalina. Insomma, un successo. (d.r.)

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un ragazzo. Infine, Severino Papaleoni ha recitato una poesia scritta per il sessantesimo da Mario Antolini Muson. Qualche settimana prima: in Baviera. La suggestione delle montagne che tutt’attorno cominciavano ad imbiancarsi di neve e l’entusiasmo degli oltre 500 spettatori presenti nella chiesa di S. Andrea a Berchtesgaden in Baviera, hanno trasformato l’esibizione del Coro Carè Alto di Vigo Rendena in un vero e proprio successo di musica e di amicizia tra i popoli. Invitati dall’Associazione degli Alpini in congedo della “Gebirsjagherkameradschaft 202”, i coristi rendenesi accompagnati dal presidente Claudio Molinari e dal vice Cesare Segatta, organizzatore e socio onorario dell’associazione, si sono esibiti sotto la direzione del maestro Dario Bazzoli di Roncone in un concerto dal doppio significato; il primo è stato quello di far conoscere ancora una volta in Germania l’armonia e la bellezza degli intrecci vocali che caratterizzano le tipiche melodie delle montagne del Trentino, accompagnate con alcuni prodotti tipici trentini che i coristi hanno voluto presentare. Il secondo è stato quello di raccogliere fondi per realizzare una piccola struttura sanitaria in grado di accogliere e curare bambini dell’Afghanistan, vittime inconsapevoli di una guerra senza fine. Anche per sottolineare questo aspetto umanitario, che il Coro Carè Alto e l’Associazione tedesca hanno voluto indicare, sono intervenute con particolare intensità le famiglie dei soldati tedeschi attualmente in missione in Afghanistan. All’ultima serie di richieste di bis i coristi rendenesi, rispondendo agli scroscianti applausi, hanno chiuso il concerto con un canto in lingua tedesca che inneggiava all’amicizia e alla promessa di ritrovarsi quanto prima. Sull’onda del successo, inoltre, il Coro Carè Alto è stato invitato il giorno successivo ad esibirsi durante la Santa Messa espressamente voluta per le famiglie dei soldati impegnati in missione all’estero e celebrata nel santuario di S. Bartolomeo sul lago di Konigssee. Anche questa seconda esibizione, interamente eseguita con canti tematici, è stata accolta con intensità e si è conclusa con uno strepitoso successo.

A Tione incontri per prevenire e curare

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Il gioco d’azzardo preoccupa le Giudicarie - LEGO


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Associazioni

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Sulle orme di Strada A Preore è nato un gruppo di sostegno ad Emergency: aiuti alle vittime di guerra ma anche ambulatori in Italia

I volontari sono circa 4mila su tutto il territorio nazionale, divisi in 160 gruppi e si occupano di informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica, di diffondere una cultura di pace (attraverso la partecipazione a conferenze, incontri nelle scuole, in luoghi di lavoro) e attività di raccolta fondi (banchetti promozionali, organizzazione di eventi ad hoc, presentazione di progetti specifici agli enti locali). “Ogni due minuti curiamo una persona. Da 19 anni”. Questo si legge in homepage sul sito di Emergency. L’associazione fondata da Gino Strada è nota per il suo impegno in ogni campo di guerra con ospedali e medici. Un’associazione nata per rispondere alla guerra, e che nella guerra si definisce “italiana indipendente e neutrale, nata nel 1994 per offrire cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà”. L’associazione

C

’è una nuova occasione di volontariato in Giudicarie: da qualche mese è nato il gruppo di sostegno ad Emergency, aperto a chiunque voglia unirsi come volontario o cerchi informazioni ha meno del 9 per cento di fondi dedicati alle spese di struttura, tutto il resto è per l’attività, dato non da poco considerando che è fissata al 30% la soglia virtuosa per le spese di gestione per un’associazione. La reputazione e

l’operato sono ineccepibili. Dalla sua nascita Emergency ha curato 5 milioni e mezzo di persone in 16 Paesi. Uno di questi, informazione forse meno nota dell’impegno in terre di guerra, è l’Italia: nel 2006 l’associazione ha

sull’associazione fondata da Gino Strada.Intanto, sfatiamo subito un comune malinteso: ad Emergency non serve solo personale medico e se ci si unisce all’associazione non si parte per una zona di guerra. aperto in Sicilia, a Palermo, un Poliambulatorio per garantire assistenza sanitaria gratuita ai migranti, ma non solo, a tutti i poveri che ne hanno bisogno. Un secondo Poliambulatorio ha iniziato l’attività a Marghera (Ve) il

2 dicembre 2010, e nel luglio di quest’anno è stato aperto il Poliambulatorio di Polistena (Rc). Altri quattro ambulatori mobili girano il Bel Paese, portando assistenza medica a titolo gratuito dove c’è bisogno. Oggi Emergency può

contare anche in Giudicarie su un gruppo di volontari a sostenerne l’azione all’estero e in Italia. Il coordinatore del gruppo nostrano è Livio Nicolini e con lui una decina di persone. Li trovate all’email emergency. giudicarie@libero.it, oppure ogni ultimo martedì del mese, alle 20.30, a Casa Mondrone a Preore, dove si riuniscono. Denise Rocca

Bondo, oltre 200 Schützen per celebrare la pace Sono stati oltre 250 i cappelli piumati che domenica 3 novembre hanno partecipato alla commemorazione dei caduti di tutte le guerre presso il cimitero monumentale di Bondo, organizzata dalla Schuetzen Companie Rendena e Roncone. Il significato della ricorrenza, (il 4 novembre, fine del primo conflitto mondiale) è quello di ricordare, al di là delle appartenenze, il valore della pace e dell’unità fra i popoli di cui i Kaiserjeger si fanno portavoce.

La cerimonia nel cimitero munumentale di Bondo

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Associazioni

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L’Associazione, con sede a Tione, conta circa settecento soci e collabora con il Consorzio Turistico di Tione per la gestione di permessi e contabilità, e con il Parco Naturale Adamello Brenta per riproduzioni assistite ed attività di ripopolamento. Senza contare le convenzioni con numerosi alberghi della zona e con l’offerta di interessanti pacchetti turistico-sportivi per tutti gli appassionati. Abbiamo sentito il presidente dell’associazione, Emilio Fedrizzi, che ci ha parlato della graduale evoluzione dell’attività ittica giudicariese e di alcune news per il futuro. “La nostra associazione – spiega - negli ultimi due anni è cresciuta molto in ambito locale e provinciale, e con essa anche le attività e i lavori di itticoltura. I due impianti di pescicoltura di Bolbeno (dove raccogliamo il novellame, ovvero le trote fino ai due anni di età) e quello di Spiazzo (che gestiamo in collaborazione con il Parco Naturale Adamello Brenta, e dove raccogliamo ogni anno circa 500/600 esemplari da riproduzione selezionati) stanno lavorando molto bene, il che ci ha permesso quest’anno di aumentare sensibilmente la produzione di trote e quindi anche il ripopolamento dei nostri fumi e del bacino di Ponte Pià”. Riguardo alle zone no-kill e soprattutto alle ormai famose zone “Big Fish”? Attualmente nella nostra zona abbiamo sei zone no-kill, dove vige la regola di rilascio del pesce e di pesca senza ardiglione. Per quanto riguarda le

Pesca, i nuovi trend fanno “volare” i praticanti Zone no-kill, “big fish” e nuove forme di aggregazione introdotte dall’Associazione pescatori Alto Sarca rilanciano questa pratica di Aldo Gottardi

Tra le attività che da secoli contraddistinguono le nostre valli, nate dalle piccole iniziative spesso paesane o addirittura a livello famigliare, e che poi hanno finito per diventare storia e tradizione del nostro territorio c’è l’allevamento ittico e la zone Big Fish, ovvero zone nelle quali abbiamo previsto l’immissione di esemplari selezionati che vanno da 40 a 70 cm, con pesi che vanno da 1 kg a oltre i 6 kg, attualmente ne abbiamo due, una a Ragoli sul fiume Sarca, e una al bacino artificiale di Nembia, nel comune di Molveno, e data la loro natura sono dotate di uno specifico regolamento e permesso, secondo i quali è consentito trattenere due esemplari nella zona di Ragoli e tre al lago di Nembia, di questi solo uno

pesca. Una attività che ha conosciuto corsi e ricorsi, e che ultimamente, grazie all’impegno dell’associazione pescatori Alto Sarca, una tra le più grandi associazioni di pescatori del Trentino, sta espandendosi e ritornando in auge.

Centro ittico del Parco a Spiazzo

superiore ai 55 cm. I pescatori della zona (e non solo) hanno apprezzato questa novità, tant’è che dalla loro creazione il

numero di permessi rilasciati è andato crescendo in maniera esponenziale. Questa estate inoltre i giocatori dell’Inter in

ritiro a Pinzolo sono stati portati a pescare proprio in una zona Big Fish.” Quali sono le offerte attuali, e cosa si proporrà nel futuro? In questo momento stiamo portando avanti un progetto in tandem con il Parco Naturale Adamello Brenta per la riproduzione assistita della trota marmorata. Inoltre saranno organizzati anche quest’anno corsi di pesca per ragazzi fino a 10 anni (iscrizione entro il 30 aprile presso la sede di Tione). Ma il grande evento

sarà il secondo trofeo Fiume Sarca-Dolomiti di Brenta, organizzato dall’Associazione in collaborazione con le APT di Ponte Arche, Pinzolo-Madonna di Campiglio e l’ufficio Turistico di Tione. L’evento consisterà in tre gare distinte: una gara di pesca a mosca a coppie in quattro manches su un arco di due giorni in zone no-kill; una gara di costruzione di mosche artificiali; una gara di lancio in due specialità, precisione e lunghezza. E come cornice dell’evento, prodotti locali e se possibile stand di prodotti per la pesca, ecc. E alla fine, ricchi premi per i primi cinque di ogni gara e a tutti un gadget-ricordo dell’evento. Per il futuro stiamo studiando la possibilità di aprire nuove zone di pesca con caratteristiche no-kill che si chiameranno Riserve, seguito dal nome che usa la popolazione del luogo per indicare quella zona. Avranno un apposito regolamento e saranno sempre aperte, senza giornate di chiusura, per semplificare l’organizzazione dei pacchetti offerta collegati con alberghi a noi convenzionati. Per qualsiasi altra informazione è presente su internet il sito dell’associazione, www.altosarca.it, completo di tutte le informazioni e i contatti utili.

Teatro, che passione! A Preore entra nel vivo la IX Rassegna teatrale

Sta per entrare nel vivo la IX rassegna teatrale alla Casa Mondrone di Preore , ricca di spettacoli, o meglio spettacoli ricchi e tante novità, una fra tutte l’attenzione per i giovani (ad oggi aimè un po’ lontani dal teatro) con la promozione “paghi 3 vedi 4”. Tutti i ragazzi e ragazze tra i 12 e 25 anni dopo aver visto tre spettacoli avranno infatti diritto ad un quarto gratuito a scelta tra i rimanenti. Il sipario si alzerà ben nove volte, sei per gli spettacoli in concorso, due per il debutto del nuovo lavoro della Filobastia e uno per lo spettacolo di chiusura e premiazioni. Si comincia sabato 16 novembre con la filo di ora in “La baita degli spettri”, sabato 30 dicembre sarà la

volta delle “Voci di dentro”, filodrammatica di Mezzolombardo, in “Rumurs”, sabato 14 dicembre il filò da la Val Rendena varcherà il confine rendenese portando “La carega cul cusin”. Anno nuovo recite nuove: venerdì 10 gennaio Preore si trasferirà al teatro comunale di Tione (per esigenze tecniche e scenografiche) ospitando la compagnia di Lizzana con “I love shopping, una splendida mania”, dulcis in fundo sabato 18 e domenica 19 gennaio si ritorna a Preore con il debutto della Filo Bastia con il lavoro “Pillole amore e frenesia”, sabato 25 gennaio avremo la filodrammatica Nino Berti di Rovereto con “Dolori,dolori, dolori”, mentre

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il concorso si conclude sabato 8 febbraio con il T.i.m. di Meano che porta in scena “El moro”. domenica 23 febbraio avremo la serata conclusiva con uno spettacolo a cura della filo bastia di cui non vogliamo svelare piu di tanto per lasciarvi quel pizzico di curiosità, seguiranno le premiazioni. Molti altri sono i particolari allettanti che solo di persona si possono apprezzare, grazie anche alla possibilità di abbonarsi agli spettacoli, sia presso il Consorzio turistico di Tione o presso il bar Alpino di Preore. Tutti gli abbonati saranno omaggiati con un buono cena presso l’albergo Dolomiti di Saone.


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Attualità

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Un aiuto per gli anziani L’Auser giudicariese cambia sede e cerca nuovi volontari

D La presidente Mirella Carella

Numeri che dalla fondazione dell’Auser giudicariese crescono velocemente, segno che l’Auser comincia ad essere conosciuta e a diventare un punto di riferimento,

ma anche che il bisogno di chi entra nella vecchiaia è crescente: 65mila chilometri effettuati dai volontari per accompagnare gli utenti a visite di controllo, a fare la

di Denise Rocca

opo un biennio di attività l’Auser giudicariese ha cambiato casa: dal 16 settembre scorso l’associazione che si occupa di anziani ha lasciato le due scrivanie messe a disposizione per la sua attività negli uffici che ospitano anche la Cgil per trasferirsi nella Casa delle Associazioni di Tione dove la trovate nella stanza al piano terra. Un trasloco che diventa occasione per festegspesa, comperare medicine, ritirare la pensione o sbrigare pratiche burocratiche; 181 le persone anziane giudicariesi che si sono rivolte a Mirella e alla sua squadra di volen-

terosi, una cinquantina in più rispetto a pochi mesi fa e ogni giorno qualche voce nuova chiede aiuto; 22 i volontari che prestano un po’ del loro tempo all’Auser e

giare alla prossima assemblea dell’associazione, prevista per venerdì 22 novembre. In quell’occasione la vulcanica presidente Mirella Carrella – ma diciamolo, è sempre pronta a spiegare per filo e per segno l’attività dell’associazione a chi si presenta alla sua scrivania – spiegherà cifre alla mano i servizi svolti dai volontari per gli anziani che lo richiedono. cominciano ad avere qualche affanno a rispondere alle richieste in aumento. Numeri di un servizio che la presidente ha presentato anche alla conferenza dei sindaci in Comunità delle Giudicarie, a inizio autunno, in cerca di contributi per le spese vive dell’associazione lievitate dai costi del carburante per i viaggi verso gli ospedali provinciali. L’appello di Mirella è sempre lo stesso: “abbiamo bisogno di volontari, soprattutto in Val Rendena e

nella bassa Valle del Chiese – spiega – e che le amministrazioni contribuiscano alle spese vive che nel nostro caso sono molte visto che gran parte del lavoro è proprio di accompagnamento in auto agli ospedali provinciali per cure anche lunghe”. Il 22 novembre si festeggia la nuova sede e un anno trascorso di attività, dal giorno dopo il lavoro dell’Auser ricomincia, con un occhio alle spese e la porta aperta a nuovi volontari

Un tirperil Kossovo. Destinazione Radullock

Ecco una storia tutta giudicariese. Prende spunto dalla partenza per il Kossovo, da Comano Terme, di un tir carico di aiuti umanitari. Destinazione Radullock. Dove c’è una casa per bambini orfani. E dove operano da quindici anni Massimo e Crisina di Roncone con i loro 4 figli. I due si conoscono in Umbria, dove erano andati a soccorrere le popolazioni colpite dal terremoto. Nel frattempo era scoppiata la guerra dei Balcani. La Caritas umbra è inviata in Macedonia in missione nei campi profughi. Della spedizione fanno parte anche Massimo e Cristina. Finita l’emergenza della guerra, il Vescovo del luogo li invita a rimanere: a stare accanto alla popolazione, di un paese che gradualmente cerca di rientrare alla normalità. Così, per i due coniugi, comincia una nuova avventura. Si stabiliscono in una piccola casa nel villaggio di Radullock, dove ospitano il primo bambino orfano della tragedia della guerra. Oggi, gli orfani di padre e madre, in quella casa sono 43. C’è la necessità di aiutare la gente: di trovare viveri, vestiario, soprattutto medicinali. Ogni tanto la casa è vivacizzata dall’arrivo di amici, conoscenti che vi trascorrono periodi, più o meno lunghi. Che offrono aiuto concreto. Così è stato a Pasqua, quando una famiglia del Bleggio, è andata lì una settimana. E, da lì, è nata l’idea di organizzare un camion carico di alimenti, indumenti, serramenti, stufe, letti, coperte, materiale sanitario. Merce offerta da aziende, e persone molto generose. Il tutto è stato stipato su un camion e portato in Kossovo. L’iniziativa è stata apprezzata. Ed ora, si è deciso di attivarsi per altre spedizioni. Si raccolgono fondi. Si cerca un’imballatrice a balle piccole e quadrate, una serra, e una pialla a spessore. Si vorrebbero attivare dei laboratori per dare lavoro ai giovani del posto. Da qui l’appello: chi volesse dare un aiuto o andare in Kossovo per un periodo dell’anno può contattare Giacchino al 3480132459. (e.z.)


Musica

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LA MUSICA CONSIGLIATA DA KIMBO INA VELLOCET

1973 / Compie 40 anni il capolavoro dei Pink Floyd

La copertina del mitico album


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Venini si presentò a Tione fornito di cospicui capitali, tanto che nell’estate del 1844 si dette inizio all’acquisizione dei terreni e quindi in pochi mesi si completò il grande stabilimento con un corpo centrale contenente i forni ed un vasto casamento per dare alloggio alle maestranze che, almeno per quanto riguardava i maestri soffiatori e i loro assistenti, erano quasi tutti, provenienti da Varenna o da Porlezza e quindi conterranei del Venini. Il minerale siliceo, necessario come materia prima, era stato individuato in Val di Borzago in località alle Piazze sul monte Maruzzaldo; era quarzo purissimo che sarebbe servito per produrre oggetti speciali come campane di cristallo, lenti, strumenti ottici e quant’altro fosse richiesto dal mercato, mentre per le bottiglie di vetro scuro, poi, s’intendeva utilizzare la sabbia silicea che si poteva estrarre dal letto del Sarca in prossimità della fabbrica. Per la calce necessaria alla composizione si prevedeva di usare una grande calchéra all’interno dello stabilimento, mentre per il combustibile necessario per i forni, oltre ai diritti di taglio nei boschi Zocchi e Trivena nel territorio di Breguzzo, si acquisirono anche quelli in Val di Genova e nel versante occidentale del Brenta. Gli alberi, tagliati e sfrondati, venivano ridotti in tronchetti e quindi, approfittando delle morbide di inizio estate, fluitati sul Sarca fino a Tione, dove erano raccolti per mezzo di una grande griglia, detta restèl, che sbarrava il corso del fiume proprio in corrispondenza della vetreria al Basso Arnò. L’ing. Venini, stabilitosi a Tione con la giovane moglie, costituì con Carlo Barassi la società per la gestione di un grande opificio per la produzione di lastre di vetro, bottiglie e altri oggetti di vetreria, società che fu registrata sotto la denominazione sociale di “Ditta Venini e Barassi”, legalmente rappresentata dal socio Giuseppe Venini. Ben presto però, ci si accorse che il minerale scavato sul monte Maruzzaldo non bastava per le potenzialità della fabbrica ed allora si chiese ed ottenne la concessione di scavo in Val Flanginech nel comune di Giusti-

L’industria del vetro in Giudicarie

Cultura

L’industria del vetro in Giudicarie La storia della vetreria di Tione, fondata nel 1852 da Giuseppe Venini di Ennio Lappi

Giuseppe Venini, ingegnere milanese mandatario di un’importante vetreria di Varenna sul Lago di Como apparve in Giudicarie nel luglio del 1842. Non ebbe bisogno di molto tempo per convincersi che in zona esistevano tutte le condizioni necessarie al buon funzionamento di un grosso insediamento industriale ed il luogo adatto lo individuò a meno di un miglio dal capoluogo, nel punto dove il torrente Arnò confluiva nel Sarca. Il fiume forniva acqua

sufficiente per dare energia alle ruote di mulini e rassiche, ma soprattutto, per alcuni mesi all’anno, garantiva una portata bastante a consentire la fluitazione del combustibile che si doveva tagliare ben lontano. Inoltre, cosa di non poco conto, la nuova strada commerciale, in via di ultimazione, passava proprio di là ed assicurava buone possibilità di trasporti per lo smercio dei prodotti e per l’approvvigionamento delle materie prime.

La vetreria Venini a Tione in una cartolina d’epoca

no. Il minerale era feldspato ortoclasio, molto adatto per lastre da finestra e perciò si utilizzò per questa produzione, impiegando il quarzo per altre lavorazioni più pregiate, come le grandi campane di cristallo che diventeranno il fiore all’occhiello dello stabilimento e saranno ammirate e premiate in varie esposizioni nazionali ed estere. Nel 1852, Venini rilevò la parte del socio Barassi divenendo l’unico proprietario della vetreria. La sua grande intelligenza, unita all’ormai collaudata capacità imprenditoriale, lo portò a ripensare la struttura societaria creando un sodalizio più moderno, la Società in accomandita “Giuseppe Venini e Compagni - Stabilimento vetrario privilegiato in Tione”, dove egli stesso era il socio accomandatario, gerente e responsabile, affiancato da nove accomandanti,

tra le persone più in vista di Milano. L’arrivo di nuovi capitali gli permise di ingrandire il complesso industriale, ponendo particolare attenzione al problema energetico, poiché aveva intuito che, a quel ritmo di disboscamento, anche le smisurate foreste giudicariesi, che fino a pochi anni prima sembravano inesauribili, sarebbero state ben presto inesorabilmente depauperate. Si dedicò quindi alla ricerca di valide alternative energetiche che potessero sostituire, o quantomeno ridurre, la legna da ardere per i forni ed in questo contesto ideò un originale processo di distillazione del combustibile vegetale, costituito non solo da legna, ma anche dalla torba di Fiavè, sostituita, in un secondo tempo, da quella scavata alle Sóle di Tione. Dalla distillazione si otteneva un gas che, con il suo ben

più alto potere calorifico, consentiva una più veloce ed economica fusione del vetro, rendendo più puro il prodotto finale. Secondo Guido Boni, fu l’ingegnere tedesco Friedrich Siemens che, su basi analoghe a quelle del Venini, ideò il procedimento che porta il suo nome, che nel 1861 venne brevettato a Dresda e in seguito introdotto in tutte le vetrerie italiane, ma il forno inventato da Venini fu registrato presso l’Ufficio Brevetti di Torino nel 1856 ed a lui andrebbe attribuita la paternità dell’invenzione. Gli anni tra il 1853 ed il 1859 furono i migliori per il grande stabilimento di Tione e la vetreria Venini divenne la maggiore tra le tre operanti in zona impiegando, tra maestranze ed indotto, quasi mille persone. Il forno principale aveva dieci bocche alle quali lavoravano tredici maestri vetrai, dodici operai cava-

vetro, tredici facchini, un fonditore, quattro assistenti alla fusione, un crogiuolista ed un formalista. Oltre a questi vi erano un’ottantina di operai comuni. Al forno, cosiddetto spianatorio, cioè alla spianatura dei cilindri di vetro per formare le lastre, erano addetti sei spianatori, sei portantini e tre facchini. A fianco del forno a lastre c’erano due forni a bottiglie, ciascuno con otto bocche alle quali erano addetti otto maestri bottiglieri, otto grangarçon, otto cavavetri, sedici portantini, due rangiadori, un fonditore e quattro assistenti alla fusione. A questi, per le operazioni di manovalanza, si affiancavano, in totale, altri ottanta operai comuni. Nella fabbrica di Tione si producevano in prevalenza lastre da finestra in vetro bianco e bottiglie di vetro verde scuro, ma anche apprezzate campane di cristallo, tazze e bicchieri e vi si lavorava giorno e notte perché le fornaci non potevano essere spente che alla fine della stagione lavorativa. Giuseppe Venini rimase alla guida della vetreria di Tione sino allo scoppio della seconda guerra d’indipendenza, quando, nella primavera del 1859, temendo un suo arresto come patriota italiano, abbandonò il Trentino riparando a Milano. L’assenza del titolare fu un colpo per la ditta che pian piano perdette prestigio, tuttavia nel 1860 entrò in società l’imprenditore veneziano Luigi Bedolo di Adria, portando consistenti risorse economiche e così Venini, dapprima gli affidò la gestione e successivamente gli cedette ogni suo diritto.

Giuseppe Venini

Il grande opificio del Basso Arnò cambiò quindi ragione sociale che divenne “Ditta Luigi Bedolo e Compagni”, rappresentata dal socio maggioritario Luigi Bedolo. L’imprenditore veneziano proseguì fattivamente sulla strada indicata dal suo predecessore, mantenendo su livelli soddisfacenti sia la produzione che la redditività, ampliando anzi il complesso con la costruzione di altri due forni. Ma giunse anche per la vetreria di Tione il nefasto 1866. La separazione di Lombardia e Veneto dalla monarchia austroungarica, portò una nuova linea daziaria che danneggiò oltremodo l’industria del vetro. A questo punto, il grande complesso vetrario entrò in grave sofferenza di mercato e la produzione andò gradualmente riducendosi tanto che nel 1871, Bedolo ne decise la chiusura, trasferendo ogni attività nel suo nuovo grande stabilimento di S. Giovanni Lupatoto nel veronese. Naturalmente, tutti i vetrai furono costretti ad emigrare in altri stabilimenti del Regno d’Italia; tra questi, diversi erano di Ragoli, alcuni di Tione, pochi della Rendena e dovettero lasciare le loro case per seguire Bedolo a S. Giovanni Lupatoto o trasferirsi a Milano, Porto Valtravaglia, Poggio Mirteto, Torino, Napoli, Savona, Garessio nel Cuneese, Colle Val d’Elsa, Pisa, Imola, Livorno, Asti, Acqui. Gli edifici del Basso Arnò furono posti in vendita e le aree libere furono trasformate in orti e campagna coltivabile; se n’andava così, nel peggiore dei modi, un altro pezzo di storia industriale giudicariese.


Cultura

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Bondo:conclusionein“gloria” La Chiesa di San Barnaba diventa luogo di cultura e di riflessione di Mario Antolini Muson Bondo si è distinto, da qualche anno, per questa sua scelta culturale che ha ridato importanza e valore all’antico edificio sacro della ex parrocchiale di San Barnaba, fatta diventare un vero polo artistico e culturale dove si susseguono incontri e serate d’alta pregnanza sociale che si è estesa ben oltre il piccolo villaggio adagiato sul dolce conoide in sponda destra dell’Arnò. Che bella e interessante l’assonanza con l’Arno fiorentino! Così l’altra sera, la Corale San Barnaba, sotto la direzione del m° Gilberto Valenti, ha dato l’ultimo bellissimo tocco alla mostra di Mimmo Paladino, le cui

Si è concluso a Bondo il ciclo di manifestazioni in San Barnaba, presentato ed attuato sotto il titolo “Nel segno della croce: Mimmo Paladino”, ed iniziatosi il 13 agosto scorso. Undici le serate proposte ed impostate su arte e cultura che hanno portato nelle Giudicarie una ventata di assoluta novità nel nome di quella crescita umanistica che resta alla base del vero progresso di tutta la società e di quella giudicariese in particolare. Le iniopere facevano da contorno all’ascolto dei presenti. Le melodie dei canti di montagna, dalla risonanza della musica popolare, hanno avuto il sapore melanconico del passato, che è riecheggiato sotto le sacre volte, ma ha anche espresso la percezione di un presente che ha biso-

ziative sgorgate dalla sagace intuizione e dal lodevole impegno dell’amministrazione comunale di Bondo, sotto la preziosa organizzazione e regia dello Studio d’Arte Zanetti di Bagolino, si sono susseguite con una ricchezza di particolari e di personaggi raramente percepiti e presenti in queste periferiche vallate tropo spesso lasciate nella dimenticanza dai settori della conoscenza scientifica e dell’arte.

gno di quanto è giunto fin qui attraverso le vita e la voce delle generazioni che ci hanno preceduti. Non vi sarebbe musica dell’oggi senza che essa sia nata prima del fuggevole presente. Una serata di serenità gioiosa nel comune incontro di convalligiani che hanno ancora una

volta testimoniato, con la loro presenza, che l’arte e la cultura, nelle sue infinte sfumature, sono ancora gioielli preziosi che possono dare motivi di vita vera anche in tempo di crisi: anzi, appunto in momenti storici difficili come quelli che stiamo attraversando e vivendo è importante ave-

AVIS, un esercito di 15mila volontari

re “qualcosa di prezioso” a cui aggrapparsi. E in una carezzevole nottata d’autunno, i fortunati presenti in San Barnaba a Bondo, hanno potuto assaporare lo scorrere delle note - “come le goce de l’aqua che le fa ’n rìo” ha recitato un poeta presente - delle “Campane di Mon-

te Nevoso”, di “Stelutis alpinis”, della “Madóna del Làres”, del “Rifugio bianco” e del “Signore delle come” che, assieme ad altri brani, hanno arricchito il repertorio dell’affermata Corale locale. Quasi un momento di “riposante sosta” lungo le nostre sempre affannose giornate.

Sono stati 20mila i trentini curati grazie alle donazioni

Sono oltre 20.000 le persone che in Trentino, nel corso dell’anno 2012, sono state curate grazie all’impiego di sangue e suoi emoderivati, e sono oltre 1.000.000 in Italia. Altrettante lo saranno nel 2013. Grazie agli oltre 15.000 volontari che con costanza

garantiscono la loro donazione abbiamo permesso alla sanità trentina di attivare i reparti di ematologia e neurochirurgia oncologica, di realizzare interventi specialistici in cardiochirurgia, di assicurare equità e pari trattamento a tutti gli ammalati.

Il dono del nostro sangue è volontario, consapevole, gratuito e anonimo. Disconosciamo le discriminazini territoriali, religiose, politiche, di colore, economiche… ma operiamo affinchè chiunque possa avere dignità nell’affrontare la propria sofferenza e le proprie malattie. Grazie ai donatori, chiunque può accedere ai servizi sanitari senza doversi trovare nella condizione di “elemosinare” i trattamenti, come succedeva sino agli anni ’80 quando si veniva curati od operati se si portava un certo numero di sacche di sangue. ciò succede tuttora in molte parti del mondo e non è scontato che possa tornare a succedere anche da noi. La diminuzione delle nascite sta avendo effetti devastanti: in Trentino negli anni ’70 il numero di nati si aggirava intorno ai 9.0000 l’anno ora siamo a ca. 5.000 di cui 1.000 figli di stranieri. La previsione è di un drastico calo dei donatori a fronte di un considerevole aumento dei pazienti. Il sangue è indispensabile per ogni terapia e ad ogni età, ogni reparto ospeda-

liero utilizza sangue ed emoderivati per curare i propri pazienti: dalla ginecologia alla geriatrica, dalla cardiologia alla chirurgia, dalla medicina alla neurologia. Per non dimenticare che molti sono i farmaci, anche salva vita, che vengono realizzati con plasma ed emoderivati. Noi ci siamo sempre, ogni giorno cerchiamo di fare la nostra parte senza ma o però. Ci siamo oltre i terremoti, le catastrofi naturali, gli incidenti, perché sappiamo che ogni giorno in Trentino vengono utiilzzate 60-70 sacche di sangue ed in Italia dalle 9 alle 10 mila. E tu? Hai superato il muro dell’indifferenza? Quotidianamente incontriamo persone che hanno avuto o hanno tuttora bisogno di cure ematiche, magari fra questi ci sono nostri conoscenti o nostri famigliari. la possibilità che possano guarire o che possano lenire le loro sofferenze è anche grazie ai donatori di sangue. Pensaci! Più saremo e più vite potremo salavare. Il Presidente Faccini Michele

Il Giornale delle Giudicarie

mensile di informazione e approfondimento Anno 12 n° 11 - novembre 2013 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Caporedattore: Roberto Bertolini Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Matteo Ciaghi, Aldo Gottardi, Denise Rocca Hanno collaborato: Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Claudia Brunelli, Alberto Carli, Alessandro Togni, Andrea Tomasini, Alberta Voltolini, Ettore Zampiccoli, Ettore Zini, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3335988772) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 5 novembre 2013 da Sie Spa - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129


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La posta

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Finita la campagna elettorale non resta che il tempo di alcune riflessioni conclusive. Dedicate ad amici (e non)

LA POSTA

vilgiat@yahoo.it

Cari amici del bar e compagni di gioco, oggi concediamocene un goccio in più, dobbiamo festeggiare: la fiera delle elezioni e della propaganda è finita, possiamo tornare al solito tran tran, senza più cassette delle lettere intasate da facce d’ogni tipo, coi baffi, senza baffi, capelloni, calvi e mezzi calvi, donne belle e brutte, slogan semi seri, promesse da marinaio fatte da montanari incalliti. E’ andata come doveva andare e come avevamo previsto, abbiamo un nostro rappresentate di valle, anche se potevano essere due, se i trenta e più candidati nelle più improbabili liste non avessero disperso oltre misura il voto dei giudicariesi. Speriamo che non ce ne dobbiamo pentire. I giudicariesi hanno premiato chi lo meritava, gente seria

Il “Bar sport” della politica chiude i battenti

e preparata, i migliori hanno avuto un importante riconoscimento di forte credibilità, mi riferisco non solo a Tonina e a Olivieri, ma anche altri come Raffaele Armani, Alessandra Sordo e Massimo Caldera, Giuseppina Tonini, il sindaco di Bondo Giuseppe Bonenti, Vanessa Masè di Strembo, come Binelli della Lega ed altri candidati certamente rispettabili che, pur non essendo stati eletti, hanno ottenuto un notevole risultato personale. Mentre invece la marmaglia, la “furfanteria”, non è stata presa in considerazione, e questo va a merito della maturità e della consapevolezza dei nostri conterranei. Era quello che aveva consigliato con forza il nostro Saltaro e che io avevo condiviso, sicuri di fare il nostro dovere. E siamo stati ascoltati. A qualcuno i nostri ammo-

nimenti non sono piaciuti, così sono intervenuti a difesa delle categorie suddette con nostro stupore e non solo nostro. Ancor oggi mi chiedo cosa abbiamo detto di così biasimevole da essere ripresi dai soliti virtuosi (si fa per dire!) e dotti censori delle vicende nostrane. Forse il Saltaro avrà un tantino esagerato, ma io che c’entro? Ci sembrava d’aver suggerito una cosa ovvia e civile, cioè quella di guardarsi dal votare quei pochi impostori e lestofanti che si erano intrufolati in alcune liste con la solita faccia di bronzo. Cosa dovevamo dire: “Votate i faccendieri e i maneggioni...” ? Certo che no! Io non sono in vendita, men che meno il Saltaro che è puro spirito e dice sempre cose giuste. E allora? Mah... Amici miei vi ringrazio per la solidarietà, ma evitiamo le esagerazioni, capisco le

vostre perplessità, no...no... i virtuosi in questione non penso facciano parte della categoria, ci mancherebbe, nè che siano loro “supporter”, e che c’entra una certa vicinanza genetica! Piaggeria forse? Invidia, gelosia... Non lo so...anche perchè conoscendoli so che si tratta di brave persone, la cattiveria e la malizia non sanno neanche dove stiano di casa, basta leggerli per rendersene conto, e poi mi hanno perfino consigliato una vacanza nei Caraibi, le loro isole preferite, che carini! Io li prendo in parola, ma evito i Caraibi, storica terra di filibusteri, briganti e malandrini (sic!), preferisco, più moderatamente l’Adriatico, terra di sole e di simpatia, e se vogliono venire con me, abiurando le brutte compagnie, sono sempre ben accetti. Alla prossima. Prosit! (a.a.)

Che fine hanno fatto i luoghi storici di aggregazione?

Fra moglie e marito.. . non mettere il candidato! Sig. Amistadi, io sono di destra e il mio ragazzo, con il quale convivo da qualche anno, è di sinistra. Durante la recente campagna elettorale ci siamo scontrati più volte, quando parliamo di politica è inevitabile. Però alle volte io ho come l’impressione che lui non decida con la sua testa, ma perchè spinto dalla famiglia o perchè i suoi hanno a che vedere con la politica. L’ultima discussione a proposito delle elezioni mi ha molto delusa. Abbiamo litigato sulla valutazione dei due candidati presidente, Rossi e Mosna, e per due giorni non ci siamo più parlati. Lui è un ragazzo in gamba, ma non posso pensare

che la pensi in quel modo. Di certo non voglio che la mia storia finisca per questo, ma non voglio esserne succube, io sono innamorata e mi fa star male il solo pensiero che mi lasci...che fare? Giovanna Giovanna, ascolta me: MAI MAI MAI parlare di politica con nessuno, soprattutto se si tratta del tuo fidanzato e se la pensate diversamente. E’ una regola vecchia come il mondo e va seguita se non si vogliono conseguenze spiacevoli. Senti quel che capita a me. Io sono un cattolico laico e mia moglie una cattolica devota. Io non sono fanatico e ogni

tanto critico la Chiesa perchè ha molte cose che non condivido, eppure quando finiamo su questo discorso inevitabilmente discutiamo e, a volte, arriviamo al litigio bello e buono. Così abbiamo capito che di questi argomenti è meglio parlarne con i guanti e possibilmente evitarli. Abbiamo imparato a rispettarci nelle reciproche convinzioni e la cosa va. Adesso spiegami perchè il tuo fidanzato che, in politica, la pensa in tutt’altro modo ti ha deluso? Anche se vivete nella stessa casa non avete, per fortuna, lo stesso cervello. La diversità è una ricchezza, impa-

rate a rispettarvi e, se ancora non siete pronti, non parlatene proprio. Francamente trovo molto triste che una storia possa finire per un motivo così banale come può essere il credo politico. Guardando avanti, non c’è né Rossi né Mosna che tenga, pensate innanzi tutto a voi stessi. E’ buona norma. (a.a.)

Caro Amistadi, credo che anche tu convenga con me che è sempre più difficile comunicare. Non ci sono più gli spazi antichi, le piazze, i sagrati delle Chiese, le osterie, i centri storici. Oggi per incontrare qualcuno è più facile farlo al supermercato, o in maniera virtuale con internet: web, twitter, up, facebook ecc., così i paesi sono sempre più desolati, i centri storici deserti, un mortorio che non permette alcuna convivenza comunitaria civile e cortese, tu che ne pensi? Paola di Fiavè Cara Paola, hai mille ragioni. Le poche volte che incontro qualcuno dei miei paesani è al supermercato. Le piazze, i sagrati, le osterie esistono ancora, ma non sono quasi più frequentate, ognuno corre a casa, sembra che tutti abbiano mille cose da fare. Il mondo è cambiato. Ci sono altri modi di comunicare, soprattutto fra i giovani, che io però non sempre condivido. A me capita spesso che qualcuno mi dica: ti ho mandato una email su alcune mie idee, dimmi cosa ne pensi e rispondi. Io allora rispondo: telefonami o vediamoci perchè è meglio la parola che internet. Secondo me, accanto alle parole, a volte, servono anche lo sguardo e l’emozione per capirsi. Purtroppo questo è uno dei problemi della nostra attuale vita di relazione. Internet e tutte quelle diavolerie sono utilissimi, non c’è dubbio. Ma si usano troppo anche per un saluto, così come si usano a sproposito gli sms del telefonino. Io rimango convinto che dobbiamo riprendere i rapporti umani nei luoghi che tu hai indicato o in altri luoghi, sarà più facile capirsi, magari stringersi la mano e scambiarsi un sorriso, o, male che vada, mandarsi a quel paese, guardarsi negli occhi è più facile manifestare il proprio stato d’animo, e la vita potrebbe essere meno noiosa, ne sono convinto. Adelino Amistadi

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La posta Vi scrivo in relazione all’articolo pubblicato sul “Giornale delle Giudicarie” (Anno 12 n°10 ottobre 2013) inerente il futuro assetto organico-istituzionale della Val del Chiese, intitolato “Comuni, i sub-ambiti “superano” le fusioni” a cura di Ettore Zini. Le mie considerazioni non vogliono di certo contraddire i contenuti dell’articolo in questione, tuttavia l’ultimo periodo dello scritto potrebbe confondere alcuni lettori, o addirittura risultare mendace. In particolare mi riferisco a quando si cita la possibile fusione fra i comuni di Bersone, Daone e Praso, la quale secondo il giornalista sarebbe stata avviata, “salvo poi ingranare la retromarcia”, riportando le parole testuali dell’articolo in menzione; incertezza data sia dal fatto che il progetto di fusione viene assimilato a quello di Cimego e Castel Condino

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Comuni,qualeassettoperilfuturo? Fusioni e consorzi, occorre maggiore chiarezza anche da parte dei media (il quale quest’ultimo viste le considerazioni seguenti degli stessi comuni si è interrotto) sia anche in quanto nella stessa pagina del giornale, si ritrova un altro scritto a cura di un altro giornalista che riporta la medesima situazione inerente la fusione di San.Lorenzo e Dorsino, la quale è già stata approvata dai consigli comunali interessati ed è in procinto di referendum popolare. Vi scrivo Direttore, per cumunicarVi che anche la fusione fra Bersone, Daone e Praso è al medesimo punto di quel-

Meglio la ciclabile o una nuova statale? Egregio Amistadi, sono un giudicariese che quasi giornalmente fa la statale da Tione a Trento. Le chiedo se per caso ha notato quella ciclabile che stanno costruendo nel tratto del Limarò. Non parte dalle Sarche e non arriva a Ponte Arche. Costosa, vorrei dire costosissima, mal progettata, inutile, senza partenza e senza arrivo. Visto il procedere dei lavori arriverà al Ponte dei Servi nel 2020 se arriva. Poi dove andrà, al Bleggio, al Banale, al Lomaso o a Tione? Non Le sembra che visto i problemi che abbiamo di viabilità quella enorme cifra era meglio spenderla sulla statale, con allargamenti, asfaltature e migliorie varie? Vado in bici anch’io, ma certe cose non le capisco. Senza dimenticare i disagi per il traffico, semaforo, chiusura notturna della statale e ingorghi vari. Che sia il capriccio di qualche assessore? Bruno Parisi, Bleggio A dir la verità me lo sono chiesto più volte anch’io cosa stessero facendo e qual’era il progetto finale di quella ciclabile. Ho provato ad informarmi, ma non è che altri ne sappiano di più. E’ una delle tante eredità dell’età dell’oro. Quando si spendeva e si spandeva invece di fare le cose con criterio e lungimiranza, ma almeno le avessero finite! Così credo che quella ciclabile resterà monumento dello spreco ancora per un sacco di tempo. Magari sarebbe toccato agli amministratori locali farsi avanti e chiedere la conclusione di un opera che, seppur dubbia nella sua utilità, dovrà prima o poi essere finita e immagino l’avranno anche fatto, ma, al solito, avranno avuto solo poche e vaghe promesse. Io ho l’impressione che, con i tempi di magra che corrono, neanche per il 2020, sapremo esattamente come andrà a finire. Peccato! Di certo i nostri illuminati governanti non ci hanno fatto un bella figura, ammesso che a loro interessi...ma viste come sono andate le recenti elezioni, forse qualcosa potrebbe cambiare anche per le Giudicarie, anzi ne sono certo, qualcosa cambierà, mi creda! (a.a.)

la citata appena sopra. I tre consigli comunali in questione hanno approvato il progetto di fusione, nella seconda metà del settembre 2013, e susseguentemente è stato presentato presso la Regione, comprensivo di futuro nome e sede comune, così come deciso dal concordato delle tre giunte in questione. Inoltre nella mensilità del maggio 2013 era stato posto in essere un sondaggio (richiesto dai tre consigli comunali) il quale aveva portato ad esprimersi circa il 55% degli elettori di cui ne erano favorevoli più dell’85%, segno di una volontà popolare, per ora, a sostegno di una futura fusione. Pertanto ribadisco, fatti alla mano, che ci ritroviamo nelle medesime condizioni della fusione del Banale, in quanto, dovremmo fare ulteriori incontri di chiarimento con le popolazioni residenti, in attesa che la Regione stabilisca le modalità e la data del referendum popolare da sottoporre alle stesse.

Per questi motivi, nessuna retromarcia, anzi forse è proprio sul progetto dei “sub-ambiti” prospettato in Val del Chiese che vi è maggiore incertezza, in quanto, per ora, è stato pianificato in qualche ufficio amministrativo senza interpellare le cittadinanze interessate, ma questo è un altro discorso. Concludo, a scanso di equivoci, che sostengo e mi felicito per i progetti di fusione intrapresi dai comuni di Bersone, Daone, Dorsino, Praso e San.Lorenzo, in quanto prediligo le scelte volute dal basso anziché le direttive imposte dall’alto, ma lascio la sentenza su queste delicate questioni ai risultati dei prossimi referendum popolari Nella speranza, che nei prossimi numeri del Nostro giornale, vi sia un articolo inerente anche la reale e attuale situazione della fusione fra i comuni di Bersone, Daone e Praso, Vi ringrazio per l’attenzione, per il tempo da Voi dedicatomi e per l’importante impegno

d’informazione che ottemperate mensilmente. Distinti saluti Bontempelli Giorgio Vado subito al dunque. Lodevole è lo sforzo di alcuni comuni, tra cui i citati Bersone, Praso, Daone in Val del Chiese e Dorsino e S. Lorenzo nel Banale. Capire che non è più possibile, in Trentino, avere un assetto amministrativo basato su micro comunità è già un grande passo avanti. Che, a maggior ragione, avrebbe dovuto capire chi governa dall’alto e, dall’alto, fa le leggi. Se c’è una pecca, insita nella legge sulle fusioni tra comuni, è la discrezionalità. Quella che io chiamo democrazia discrezionale. Di questo passo, tra vent’anni, in Giudicarie, ci troveremo a rimpiangere di non esse-

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re stati celeri e determinati nel ridurre i nostri comuni da 40 a 15. O forse meno. A meno che, ma ho dei dubbi, la nostra Autonomia non permetta alle nostre amministrazioni di poter continuare a fare la vita del Michelazzo. Per quanto riguarda la storia dei Sub-Ambiti. Sono il primo ad essere conscio che, almeno per ora, rimane una boutade: o meglio una dichiarazione di intenti. Sottofirmata, però, da 15 sindaci, tra cui Bersone, Praso e Daone. Questa era la notizia. Che come organo di stampa avevamo il compito di dare. Infine per la critica al mio articolo di settembre dove dice che un passaggio “potrebbe confondere i lettori e risultare addirittura mendace”. Mi permetto di osservare, se la sintassi ha un senso, che quel “di cui” era riferito a Cimego e Castello, e non ai virtuosi paesi di “sua appartenenza”, che a quanto lei scrive, stanno marciando come un sol uomo verso l’agognata fusione. Di cui mi complimento. Ma che sono anche curioso di vederne l’applicazione. Ettore Zini

Chiuso il processo di beatificazione di Don Bernardo Antonini A Verona domenica 20 ottobre si è chiuso in Cattedrale il processo di beatificazione di Don Bernardo Antonini, il missionario nato a Cimego nel 1932 e cresciuto a Radon presso Verona, ha fondato il primo seminario Cattolico a Mosca, in Russia, dopo la caduta del muro di Berlino e morto il 27 marzo 2002 a Karaganda e Kazakistan dopo una intensa opera di evangelizzazione in un paese appena uscito da settant’anni di comunismo. Presieduta dal vescovo mons. Giuseppe Zenti, sull’altare hanno concelebrato l’arcivescovo di Mosca Paolo Pezzi, l’arcivescovo di Minsk Tadeusz Kondrusiewicz, l’arci-

vescovo di Karaganda Jan Palev Lenga, il vescovo di Astana Athnasius Schneider, il nuovo parroco di Cimego don Vincevo Luppoli con il vicario del Vescovo di Trento Luigi Bressan, a cui si sono aggiunti una quarantina di sacerdoti ve-

ronesi, sedici sacerdoti russi e kazaki, più una rappresentanza del clero ortodosso. La funzione che si è tenuta in una cattedrale gremita da una folla di fedeli tra cui i parenti e i compaesani di Cimego, giunti appositamente da Cimego, tra cui le autorità trentine e veronesi, è stata trasmessa da Telepace in mondovisione. Al termine della cerimonia si è proceduto agli adempimenti previsti per la conclusione del processo con i giuramenti degli addetti, la sigillatura dei documenti e la consegna degli stessi alla persona incaricata di portare tutta la documentazione alla Congregazione dei Santi a Roma, dove si

svolgerà la seconda fase del processo di beatificazione. A raccogliere documenti e testimonianze in qualità di postulatore è stato designato monsignor Giuseppe Vantini, che ha seguito tutto lo svolgimento della causa di beatificazione. Il giorno precedente la salma è stata tumulata nell’altare della chiesa di Raldon in un grande sarcofago di pietra, dove i fedeli e i pellegrini che lo hanno conosciuto e stimato come santo possono andare a pregare. Adesso si attende il verdetto del Vaticano e un miracolo che lo confermi e poi anche la Giudicarie potranno avere un santo nato nella propria terra montana.


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