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Giudi iudicarie
il
iornale delle
OTTOBRE 2014 - pag.
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Mensile di informazione e di approfondimento
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ANNO 13- OTTOBRE 2014 - N. 10
Punto nascite, spiraglio importante
REGIONE
Nostalgia dell’Orso Bruno
L’azienda Sanitaria: sempre presenti al parto un ginecologo ed un anestesista. Il dott. Saverio Tateo nuovo primario
di Antonio Scaglia Molti sono convinti che il mondo dell’informazione e del mercato globale abbia reso uguali gli abitanti delle città e dei paesi. Le cose non stanno proprio così. Tanta gente che vive nei quartieri delle piccole e delle grandi città è oggi sotto un bombardamento d’informazione televisiva e dei social network prodotto e governato da gruppi di potere che della città occupano la cittadella fortificata dalla quale partono i lanci di agenzia, i palinsesti televisivi e “ciò che fa tendenza” nei social network. Questi signori sono la nuova borghesia urbana, l’élite che governa le idee trendy, l’opinione pubblica e la vita quotidiana. I ricchi, i borghesi, i massoni e le élite di potere sono alleati e sostenitori di questo mondo di potere della notizia e delle ideologie. In questo mondo urbano produttore e signore della notizia e delle idee trendy è nato anche l’orso trentino del nuovo millennio. I signori che lo hanno ideato e collocato, hanno costruito prima l’orso e poi la sua vita, decidendo che il Trentino di oggi è un grande parco naturale al quale l’orso avrebbe conferito un carattere unico: la convivenza di un animale selvaggio, forse ancora indomabile, con un territorio in cui vi sono miriadi di piccole comunità di paese. Un grande progetto di modernizzazione volle togliere il Trentino dalla povertà e ha attirato moltissimi turisti. Penso che chi ha ideato il progetto dell’orso abbia pensato di collegarsi con il progetto di modernizzazione del Trentino, come se esso fosse una delle proposte più avanzate. A pag. 8
Quale futuro per il Pronto Soccorso? A pag. 7
Polemiche sui costi di “TREPERTRE”
Cultura “cara” a Campiglio
Che Italia! E che Trentino! C’è chi deve aggiungere buchi alla cinghia, perché non arriva a fine mese. E chi per una manifestazione culturale di soli tre giorni può permettersi di spendere 224 mila euro. Di cui, 103 mila di contributo provinciale. La
Rifugi: ampliamento della struttura Sat
Svelato il restyling del Tuckett A pag 26
Una domenica di settembre, con finalmente un sole splendente, ha fatto da degna cornice alla presentazione ufficiale dei lavori di ampliamento effettuati al rifugio Tucket e Quintino Sella nel gruppo di Brenta.
SALUTE Don Walter saluta le comunità A pag. 24 ATTUALITÀ Mondo Contadino: Agricoltura e verde “tirano” A pag. 20 CULTURA Iuri Filosi sesto al mondiale A pag. 30
Pinzolo, debutta l’ala Alzheimer Alla Rsa “Abelardo Collini
A PAGINA 26
Nicole Marchi, Bella d’Italia
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notizia, manco a dirlo, ha fatto scalpore. E ancor di più allibiti ha lasciato il fatto che, dei 411.990 euro stanziati dal presidente della giunta provinciale in persona un quarto siano andati ad una sola organizzazione. A pag. 15
Oltre 1.000 persone a Condino
50anni di cartiera Alle pagine 12 e 13
Nella mattinata di sabato 20 settembre numerose autorità, ex dipendenti ed affezionati si sono uniti ai dirigenti di Cham Paper Group per festeggiare il 50° anniversario di fondazione dello stabilimento di Condino. La cartiera ha celebrato questo importante traguardo, ricordando il mezzo secolo di attività. Anni di lavoro, sa-
crifici e passione, che hanno permesso all’azienda di resistere alla crisi ed affermarsi nel mondo della carta, anche a livello internazionale.
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A cura della REDAZIONE
Rassegna Stampa
OTTOBRE 2014
RASSEGNA STAMPA SETTEMBRE 2014
DALLE GIUDICARIE DALLAPROVINCIA Valle di Daone - GraMitico Valdaone, grande successo per il raduno della boulder community - In località Pracul, la prima edizione di GraMitico Valdaone, il raduno boulder dedicato agli appassionati dell’arrampicata sui massi. L’evento ha proposto sfide a squadre, la visita ai settori e blocchi più belli, gare-gioco per i più piccoli, musica dal vivo, incontri con il campione del boulder Christian Core e il mitico climber francese Jacky Godoffe.
Giudicarie - circolava da un anno senza assicurazione: “Costa troppo” - “È da un anno che non ho l’assicurazione, perché costa troppo”. È quanto ha affermato una 40enne di origine campane, ma da tempo residente in Giudicarie, fermata dalla Polizia Locale delle Giudicarie durante un normale controllo sulle strade del comune di Tione. Per la donna è scattata l’applicazione di una sanzione amministrativa di 841 € oltre al sequestro del veicolo.
Stenico - È giudicariese la prima scuola italiana che monitorizza in tempo reale i terremoti e dà l’allerta in caso di pericolo - La scuola elementare di Stenico sarà il primo edificio in Italia a essere attrezzato con un sistema di monitoraggio NetKubed. Un innovativo sistema che, in caso di una scossa sismica, allerta automaticamente in tempo reale i responsabili della sicurezza del fabbricato di possibili situazioni di pericolo per la struttura e i suoi occupanti. Si tratta di un sistema sperimentale, risultato della ricerca svolta dall’Università di Trento durata otto anni. “Il progetto è stato fortemente voluto dal Comune di Stenico – spiega il sindaco Monica Mattevi - per aumentare la sicurezza degli utenti della scuola.
S. Antonio di Mavignola- Marco Collini alla Adamello Ultratrail. 175 km con 10 mila metri di dislivello percorsi in 50 ore - C’era anche Marco Collini, giudicariese doc alla prima edizione della Adamello Ultratrail, gara di 175 km sui camminamenti della Grande Guerra in alta val Camonica. Solo venti atleti, su una cinquantina, sono riusciti a resistere e a portare a termine la gara, sfilando accanto a luoghi simbolo della Prima guerra mondiale, senza pause, né di giorno né di notte, spesso soli, al buio, affrontando mulattiere e impervi sentieri militari per un totale di 10 mila metri di dislivello positivo. Marco Collini, ragazzo di S. Antonio di Mavignola, è giunto al traguardo stremato dopo 50 ore, 22 minuti e 35 secondi, ma molto contento, per aver tenuto alti i colori dell’AlpinGo Val Rendena.
Tione - Il bar Autostazione se lo è aggiudicato una Cooperativa di Bolzano - E’ una cooperativa di Bolzano l’aggiudicataria del bar Autostazione di Tione. Pochi minuti dal termine fissato per la seconda gara di appalto (la prima a 60 mila euro l’anno era andata deserta) è stata presentata una busta contenente l’offerta di 45.100 euro l’anno. Sufficienti ad aggiudicarsi il bar per il quinquennio 2015-2019. La ditta è una società cooperativa di Bolzano: la Cosmar, cooperativa sociale, già operante con il Pubblico. Con soli 100 euro in più della base d’asta fissata questa volta a 45.000 euro, dal primo gennaio prossimo il bar cambierà gestione. L’attuale affittuario, Carlo Antolini di Tione lo ha in gestione dal 2006. Fino al 31 dicembre potrà gestirlo. Poi gli subentrerà la cooperativa bolzanina.
Pinzolo - Non solo un premio di solidarietà, ma anche di pace. Il 43° premio di Solidarietà Alpina va a Dan Hourihan - La targa d’argento quest’anno è stata assegnata a un “uomo straordinario, con la montagna e il soccorso alpino nel dna, dove la passione per il proprio lavoro, il coraggio, l’altruismo, l’intraprendenza e le capacità organizzative si integrano e si armonizzano in una persona esemplare”. Con queste motivazioni il Comitato organizzatore del Premio Internazionale della Solidarietà Alpina di Pinzolo ha conferito a Dan Hourihan, di nazionalità Usa, attualmente residente a Reno nel Nevada, la Targa d’Argento 2014. Autore di più di 1.000 soccorsi in montagna. Ha strappato alla morte innumerevoli vite umane. Tra cui trenta aggredite da orsi.
I cattivi pensieri
di Eta Zeta
MANIFESTAZIONI 1: A Madonna di Campiglio, TRE per TRE fa 224…MILA. Non buttiamo, però, sempre la croce addosso alle stesse persone. Margherita Cogo, a scuola, insegnava LETTERE. Non MATEMATICA. MANIFESTAZIONI 2: A Pinzolo, in difesa di Daniza, sono arrivati più “ANIMALI” che “ANIMALISTI”. LE ULTIME PAROLE FAMOSE: La Borgonoviana Ilaria Pedrini, capogruppo del PD delle Giudiarie, ha detto. Il punto nascite non serve. Puntiamo tutto sul Pronto soccorso. Ecco: appunto!
Provincia – Rc auto, in Trentino calo del 17% - È calato dell’8,6% rispetto a gennaio il premio Rc Auto medio nel mese di agosto su scala nazionale, attestandosi alla quota di 630,51 euro, in contrazione del 13,1 % rispetto allo stesso mese del 2013. Il Trentino-Alto Adige, con 461,92 euro di media è una delle regioni con i premi più bassi e fa registrare un calo addirittura del 17% su base annua. Trento – In volo da 80 anni – Francesco Volpi compirà i 100 anni il 13 ottobre ed i suo nome è già nel mito della storia dell’aeronautica mondiale. Classe 1914, laurea in giurisprudenza e nato a Trento, Volpi esordì nei cieli nel 1935, partecipò a missioni di guerra sul fonte Russo e sul Mediterraneo ed ha alle spalle migliaia di ore di volo. Il suo brevetto è stato recentemente prorogato e dunque potrà volare nei cieli fino al 2016. Già oggi, con quasi 80 anni di volo alle spalle, è un record a livello mondiale. Provincia – Nuove assunzioni, Irap ultraleggera – La Giunta provinciale, nell’ambito delle misure intraprese per stimolare la ripresa, ha deliberato i criteri delle agevolazioni Irap previste dall’ultima finanziaria. In particolare l’aliquota ordinaria Irap è ridotta dello 0,7’%, attestandosi ora al 2,80% contro il 3,5% di media a livello nazionale. Per le aziende che applicano staffette inter-generazionali sulle assunzioni, l’aliquota arriva al 2,10%. Ulteriori sconti a chi assume, incrementando i livelli occupazionali: a queste realtà si applicherà l’Irap ultraleggera, all’1,30%. Trento – Arcese taglia i Tir
– Sono 120 gli autisti che rischiano il posto di lavoro in seno al Gruppo Arcese, di cui circa un terzo potrebbe essere trentino. Il colosso dei trasporti ha infatti annunciato la chiusura dei piazzali di Rovereto, Rivalta (Torino) e Corbetta (Milano) nell’ambito di un piano di riorganizzazione, a fronte di una crisi strutturale nel ramo del trasporto su strada dovuta alla congiuntura economica. Il gruppo Arcese ha sede a Arco e ha controllate in Europa, Asia e Americhe, conta 2.643 dipendenti ed è una importante realtà produttiva con risvolti occupazionali significativi. Provincia – Urbanistica, risparmio del territorio e semplificazione - L’assessore provinciale all’urbanistica, enti locali ed edilizia abitativa, Carlo Daldoss, nel corso della presentazione dello studio “L’edilizia nell’Euregio Tirolo, Alto Adige, Trentino” ha riflettuto sui problemi del settore edile. “Si deve quindi puntare – ha detto - ad un risparmio del territorio e ci si deve concentrare sul recupero del patrimonio esistente interpretando l’urbanistica anche in un’ottica di sostituzione. La riforma urbanistica che stiamo portando avanti in Provincia di Trento punta proprio su risparmio del territorio, recupero del patrimonio esistente e semplificazione delle regole”. Provincia - Primi 57 appartamenti a canone moderato - Da lunedì 29 settembre fino al 14 novembre saranno aperti i termini per la presentazione delle domande per la locazione dei primi 57 alloggi a canone moderato messi a disposizione dal Fondo Housing Sociale Trentino e dalla Provincia autonoma di Trento. Altre 49 abitazioni,
tramite nuovi bandi, saranno disponibili entro l’estate prossima. Oltre a questi primi 106 immobili, il Fondo sta negoziando l’acquisto di altri 180 alloggi e le trattative si formalizzeranno entro il primo trimestre del 2015. Il programma di acquisizioni che ha come obiettivo la consegna di 500 alloggi a canone moderato entro il 2017. Agli alloggi del Fondo Trentino si aggiungono i 157 già realizzati da Itea o messi a disposizione da imprese e privati. I primi 57 alloggi del Fondo Housing Sociale Trentino sono destinati alla fascia media della popolazione e locati a canone moderato, cioè a canoni di locazione calmierati del 30% rispetto al valore di mercato. Provincia – Whirpool dai frigo alle Rolls Royce – Sopo la chiusura della Whirpool e la conseguente cassa integrazione per 400 operai, si aprono degli spiragli importanti per il futuro dello stabilimento di Spini di Gardolo. Tra le aziende che starebbero trattando con la Provincia un futuro insediamento nell’area produttiva c’è anche Rolls-Royce, più precisamente una ditta concessionaria per la produzione di parti di motori e componentistica della celebre superlusso british. Provincia – Trentino anticrisi, industria su dell’8% - Il settore manufatturiero si conferma punto di forza dell’economia trentina. Nel secondo trimestre 2014 il fatturato complessivo delle aziende della provincia è aumentato del 4,5%, accelerando anche rispetto ai primi tre mesi del 2014 quando aveva fatto segnare un +2,5%. Export in crescita dell’11%. L’occupazione, però, ristagna.
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OTTOBRE 2014
I politici hanno ricevuto dai rappresentanti giudicariesi la petizione popolare, ma sull’ospedale l’orizzonte rimane incerto
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Primo Piano
BorgonovoeRossi “sommersi”dallefirme
di Ettore Zini lla fine, le 23 mila neppure il classico topofirme raccolte lino. Rossi e Borgonovo dalla Comunità di Tione e dalla Con- Re sono venuti a ritirarle di persona nella sede ferenza dei sindaci delle Giudicarie in difesa della Comunità di Valle, a Tione. Senza però del punto nascite di Tione non hanno partorito entrare nel merito. Solo l’impegno, in perfetto politichese, di presentare una bozza delle decisioni che si andranno a prendere, entro la fine del mese. “Entro quella data – ha detto Rossi – ritorneremo qui per una verifica del ragionamento fatto dalla giunta nel suo complesso”. Anticipando, però, che il compito dell’esecutivo dovrà conciliare le istanze con le valutazioni tecnico statistiche, che quindi potranno anche creare dello scontento. “C’è un grande rispetto per le firme che sono espressione di libertà e democrazia ma altri e più complessi sono i compiti degli amministratori”. Va bene l’espressione popolare, va bene che il popolo avanzi legittime richieste, ha detto sostanzialmente il presidente, ma alla fine il compito di decidere spetta a noi. Anche l’assessore Borgonovo, alla consegna dei risultati della petizione, non si è sottratta al confronto. Ha chiarito che, il percorso avviato mira al miglioramento del Piano dell’Azienda sanitaria. “Dove non si è mai parlato di chiudere ospedali territoriali, ma di ridefinire e razionalizzare la rete ospedaliera trentina”. Entrambi gli esponenti di Giunta, quindi, non sono entrati nel merito di nessuna decisione. Hanno piuttosto richiamato gli amministratori al senso di responsabilità per le prossime decisioni in tema di sanità. Sul destino del punto nascite di Tione, per ora, nessuna conferma, nè smentita della drastica decisione annunciata alla fine di luglio dalla responsabile della sanità. Di fronte a quel plico di fir-
me (23.081) gli esponenti provinciali hanno preferito prendere tempo, e bandire, almeno per ora, la parola “chiusura”. “Alla fine - ha detto Rossi - ci dovrà essere un’assunzione di responsabilità”. Senza peraltro, mai accennare alla possibile cancellazione del punto nascite. La situazione dunque è ancora incerta. E si dovrà attendere probabilmente alcuni mesi, per capire le reali intenzioni della politica trentina. I tempi, per usare un aggettivo caro all’assessora, saranno “larghi”. E prima della fine di ottobre, non è lecito attendersi la “quadra”. D’altra parte la “road map” su un tema politicamente così delicato prevede tutta una serie di passaggi, tra cui il vaglio da parte della maggioranza e il confronto tra l’esecutivo e il Consiglio delle Autonomie. Tra gli esponenti di Governo, però, si fatica a nascon-
dere lo scontro in atto per le “fughe in avanti” della Borgonovo (ha pure annunciato l’accentramento a Trento e Rovereto di tutte le mammografie), e le palesi contraddizioni emerse negli ultimi incontri dell’esecutivo. Non ultima, la proposta della responsabile della Sanità, di sostituire i punti nascita con le “Case della maternità”. Una soluzione che prevede l’utilizzo di sole ostetriche negli ospedali di periferia come Cavalese, Cles e Tione. Proposta che delegherebbe la nascita dei parti fisiologici al solo personale ostetrico, senza l’ausilio medico. Un progetto di “riorganizzazione”, in palese contrasto con gli enunciati di sicurezza alla base del taglio di ostetricia e ginecologia indicati per il nosocomio tionese, di cui si sono fatti interpreti i sindaci Fabio Dalledonne, primo cittadino di Borgo e Mattia Gottardi di Tione.
“La creazione delle Case della maternità può essere una soluzione politica che non risponde per nulla alle richieste del territorio. Se i numeri delle nascite di Tione sono calati – ha spiegato il primo cittadino – è perché al posto del dott. Mari che le aveva portate a circa 300 l’anno è arrivato un altro medico che, sostenendo che il reparto non è sicuro, inviava le gestanti al Santa Chiara”. Con una soluzione di questo tipo – ha aggiunto Gottardi - non ci sarebbe da meravigliarsi se le nascite a Tione, da 180 scenderanno a cinque”. La domanda del resto non è retorica. Con questo tipo di soluzione, chi è in grado di garantire che le partorienti possano fidarsi di una struttura senza personale medico? D’altronde, non era la mancanza di un pediatra h24 a rendere “rischioso” il punto nascite di Tione?
Il silenzio dei partiti sulla questione-ospedale
Onorevoli fantasmi “Onorevoli fantasmi” era il titolo di un libro di Vittorio Sgarbi che descriveva la sua esperienza in Parlamento di fronte a onorevoli e senatori del tutto assenti sulle questioni importanti della vita del paese. Il titolo torna in mente per descrivere l’assenza a tutti i livelli della politica nella questione-ospedale, che, se non per alcune rare eccezioni, si potrebbe sintetizzare con il motto: “Partiti, chi li ha visti?”. Eppure, si pensa, la sanità è un argomento corposo e complesso che necessiterebbe per questo di dibattito e partecipazioni, ma soprattutto di quella lungimiranza e programmazione che la politica dovrebbe elaborare, cosa che non possono invece fare per loro natura tecnici e dirigenti. E invece no. A parte le schermaglie iniziali e diverse interrogazioni ed atti in Consiglio provinciale ad opera soprattutto della Lega Nord e di altri partiti di opposizione, ma anche di maggioranza come l’Upt, a livello di elaborazione politica, intesa come presa di posizione netta di partiti, s’è visto pochino. Partendo dall’alto è risultata quantomeno clamorosa l’assenza del Senatore Vittorio Fravezzi sulla questione. Ma come, davvero non aveva niente da dire su questa questione? Eppure è stato eletto nel collegio RoveretoGarda-Giudicarie anche con i voti (e pure tanti) provenienti dai nostri comuni. Si tratta di una questione che riguarda direttamente il suo collegio. Mah... Per fortuna almeno l’Unione per il Trentino, partito al quale afferisce il Sen., si è impegnata direttamente a fianco del Comitato promotore nella raccolta di firme contro la chiusura del punto nascite ed in seno alla Giunta provinciale per risolvere la questione ospedale. Non così il Patt, che – richiesto a livello locale di essere in prima fila nella raccolta delle firme – ha dapprima tergiversato e poi lasciato perdere. La presenza del presidente Rossi ha certamente frenato gli autonomisti, che pure sanno essere “di lotta e di governo”. Il Pd ha portato avanti l’intera questione in una posizione strana e scomodissima. Da una parte l’assessore alla salute Comunità delle Giudicarie Luigi Olivieri (e parte del gruppo consigliare provinciale) a fare la battaglia alla decisione di ridimensionamento del nosocomio, dall’altra i sostenitori (anche locali) della Borgonovo Re a portare in palmo di mano il provvedimento assessorile. Insomma, un gran caos. Su tutto il partito non ha trovato la quadra. Progetto Trentino? Forza Italia? Movimento 5 stelle? Varie civiche che appoggiavano Mosna? Come Potenza, non pervenuti.
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Punto nascite, spiraglio importante
L’azienda sanitaria, con una ordinanza del dg Flor, dà nuove certezze per Tione. Mai più punti nascita insicuri, saranno sempre presenti durante il parto un ginecologo ed un anestesista. Il dott. Saverio Tateo sarà il nuovo primario di Ettore Zini
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a notizia è di quelle bomba. D’ora in poi tutti i punti nascita del Trentino potranno essere chiusi solo per ragioni economiche e non più di sicurezza. È il risultato dell’ordine di servizio firmato il 30 settembre dal direttore generale dell’azienda La news è uscita al termine del summit, tenutosi appunto nel pomeriggio di martedì 30 settembre a Tione, dov’erano presenti oltre ai vertici della sanità locale, il direttore generale Flor, e il primario di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento dott. Saverio Tateo. Quest’ultimo, da ieri, è anche il nuovo responsabile per le emergenze dei punti nascita di Cles, Cavalese e Tione. Mentre Arco farà riferimento a Rovereto. È questa le seconda grande novità che cambia radicalmente la mappa organizzativa dei punti nascita del Trentino. La notizia più importante è che d’ora in poi tutti i reparti di ostetricia e ginecologia saranno sicuri. Indipendentemente che vi nascano 500 o 10 bambini. Fatto ritenuto di grandissima importanza da parte dei responsabili della Comunità
di Valle e dell’ospedale di Tione. Che, proprio per protestare contro la paventata chiusura del “loro” punto nascita “perché insicuro e non in grado di dare garanzie in caso di complicanze a mamma e bambino”, avevano indetto una raccolta di firme culminata con la consegna di ben 23mila sottoscrizioni nelle mani del presidente della Giunta Provinciale Rossi e dell’assessore alla Sanità Borgonovo Re. Nel corso dell’incontro nella sede della Comunità delle Giudicarie inaspettatamente il direttore generale Flor ha messo sul tavolo questo ridisegno complessivo dell’ostetricia e ginecologia trentina. Ma, ha anche comunicato che d’ora in poi non ci sarà più il pericolo che un solo punto nascite della rete ospedaliera della Provincia possa essere etichettato come “insicuro”.
sanitaria Luciano Flor, con cui obbliga tutti i reparti della maternità della Provincia a disporre durante il travaglio obbligatoriamente di un ginecologo e di un anestesista. Figure che prima d’ora avevano solo l’obbligo della reperibilità al momento del parto.
Quindi, da evitare. Una delle ragioni che, come avevano continuamente ripetuto i responsabili della Comunità delle Giudicarie e il personale medico del nosocomio tionese, aveva generato una forte disaffezione verso le proprie strutture. Generando
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quel fuggi fuggi, culminato con la nascita di sempre meno bebè nel punto nascite al terzo piano del nosocomio tionese. La novità, i cui dettagli dovranno essere approfonditi nei prossimi giorni, rincuora tutto l’apparato locale e offre la possibilità di arrestare la crescente emorragia verso altre strutture, generate dalle “improvvide” dichiarazioni dei mesi scorsi. All’incontro oltre al dott. Flor, erano presenti il dott. Fulvio Gardumi, il dottor Vincenzo Cutrupi direttore di struttura di Tione, il primario anestesista dott. Claudio Merli (che a margine ha garantito la sua disponibilità per i parti in analgesia mai praticati finora a Tione), la presidente della Comunità di Valle Patrizia Ballardini, l’assessore alle politiche sociali Olivieri e il consigliere provinciale Mario Tonina. E appunto il dott. Saverio Tateo, primario di ginecologia di Trento. Che, d’ora in poi avrà la responsabilità dei punti nascita dei distretti di Cles, Cavalese e Tione.
Prima di penalizzare la salute, preoccupiamoci di altri sprechi Con la proposta delle “Case della maternità”, punti nascita senza medici, presidiati solo da personale ostetrico, appare fin troppo evidente che le vere motivazioni per chiudere i punti nascita periferici, erano (e sono) solo di ordine economico. Se il problema fosse stato la sicurezza di mamme e bambini, come si è tentato di far credere, che senso ha proporre in alternativa sale parto, prive di assistenza medica? E che senso ha avuto etichettare come “insicuro”, uno dei punti nascita dove ogni anno le partorienti delle Giudicarie si rivolgono per dare alla luce i loro bambini? La verità dunque è più stringente. E meramente di portafoglio. L’assessore alla sanità, dopo anni di Bengodi, è chiamata a razionalizzare. Termine che, in parole povere, sottende “essere più parsimoniosi” anche in ambito sanitario. Un argomento su cui, qualsiasi cittadino di buon senso, credo, non abbia nulla da eccepire. Compresi i 23 mila firmatari della petizione Giudicariese. Fino a ieri, abbiamo vissuto al di sopra dei nostri mezzi. Ed è ovvio che qualsiasi persona di buon senso approvi un programma che miri al risparmio. Soprattutto quando parole come ottimizzazione e riorganizzazione fanno rima con miglioramento dei servizi. Fin qui, tutti siamo in perfetta sintonia. A non quadrare è il metodo. E che a pagarne lo scotto siano solo le periferie, a favore della città. Costantemente protetta e coccolata, da una politica sempre più centrista e disattenta alle legittime richieste di un territorio montano ogni giorno più fragile e penalizzato. Fino a ieri il progetto di riorganizzazione ospedaliera sosteneva la creazione di “una rete”, dove ogni presidio sanitario ne era parte determinante. Oggi si scopre che quella “rete”, in realtà, è una “nassa” . Che mira a incanalare tutti i cittadini verso Trento e Rovereto. Punti nascita e mammografie sono solo due punte dell’iceberg che, nei prossimi anni, potrebbero sottendere altre privazioni. Le lobby del “centro” che mirano a convogliare nel capoluogo tutti i servizi per far sì che la città continui a prosperare, a danno dei paesi, hanno contagiato la politica, snaturando anche il ruolo della nostra Autonomia. Lascia perplessi, che non si abbia il coraggio di dirlo apertamente. E, soprattutto che prima di affondare il bisturi nel pianeta salute e al diritto alla salute di tutti i cittadini con il minor disagio possibile, la Giunta provinciale, e con lei tutta la politica trentina, non abbia prioritariamente posto mano a tutti gli sprechi e nababberie che, da anni, hanno trasformato il Trentino nella regione del superfluo. (e.z.)
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Proposto da Borgonovo Re, è stato bloccato da una votazione in Consiglio provinciale. Ora si attende un piano complessivo di riordino per metà ottobre
Mammografie, stop (per ora) all’accentramento Altro stop alla riorganizzazione volta all’esame - e hanno una di Denise Rocca sanitaria dopo la delicata quecapacità di “visione” migliore: stione dei punti nascita è arrivato sul tema delle mammo- ogni 1000 esami consentono di diagnosticare 3 carcinomi in grafie. La riorganizzazione prevede 3 macchinari per la più rispetto ad ora, passando da 5 a 8. Costo per ogni macmammografia in 3D, quelli di ultima generazione. Rispetto chinario: 210mila euro. Tre di questi nuovi mammografi a quelli in dotazione al momento permettono di elimina- vengono dati in comodato gratuito dall’Unione Europea e re quasi un terzo dei falsi negativi - che oggi portano cir- per la nostra Provincia sarebbero distribuiti due a Trento e ca 4mila donne all’anno a doversi sottoporre una seconda uno a Rovereto.
Questo il piano prima che il consiglio provinciale sconfessasse tutto questo che l’assessore alla sanità Donata Borgonovo Re andava spiegando a cittadini e amministratori. Una risoluzione bipartisan votata da maggioranza e opposizione, che pure Borgonovo Re ha votato dovendo sottostare alle regole di politica e coalizioni. Unico no, quello della consigliera Emanuela Bottamedi che ha dichiarato di preferire “la sicurezza alla vicinanza”. Questa la cronaca dei meccanismi politici, ma torniamo al lato concreto e reale della questione. Il nodo è la prevista centralizzazione dei mammografi su Trento e Rovereto, rispetto a chi invece li vuole a disposizione negli ospedali periferici. Questione di costi e reale accesso al servizio per i primi, questione di non rischiare che meno donne compiano l’esame di prevenzione del tumore al seno – al momento la percentuale di adesione in Trentino è del 90% - ostacolate dal fatto di doversi spostare a Trento e Rovereto. Costi, quindi, che vanno tagliati, non esiste scelta alternativa alla riduzione della spesa sanitaria, questo sarebbe vero in generale ma oggi ancor di più. Ogni
macchinario costa 210mila euro – volendo dotarne anche Cavalese, Cles, Arco e Tione, si arriva a 840mila euro – oltre al costo di acquisto ci sono da calcolare i costi dell’assunzione di nuovi tecnici radiologi, perché la macchina da sola non serve a molto. Il personale, se non se ne assume di nuovo, si muove da Trento, e quindi se si sposta va ridotto l’orario di accessibilità agli esami nell’ospedale di Trento. UN gatto che si morde la coda: apro da una parte, ma chiudo più spesso dall’altra, a meno di non assumere, con ulteriori costi, tecnici che stiano in pianta fissa negli ospedali periferici a far funzionare i mammografi a tempo pieno. Tempo pieno, spiega ancora l’assessorato alla Sanità, che nelle periferie non corrisponde all’utilizzo richiesto dall’utenza, perché i macchinari nelgi ospedali territoriali vengono usati una settimana al mese. Questa è la complessità delle variabili in campo, che con molto cerchiobottismo i consiglieri hanno dribblato con un documento che impantana ancora il discorso senza risolvere nulla. Parla di “idonee misure organizzative” per ovviare al problema di costi e personale che è poi il nodo
centrale perchè se i fondi per ogni desiderio ci fossero, non servirebbe discuterne. Cosa vuol dire “idonee misure organizzative?” di concreto, nulla, di politico che qualcun’altro dovrà farsi venire un’idea creativa o fare marcia indietro e spiegare che in effetti non c’è soluzione altra perché i portafogli non lo consentono. Si può pensarla in un modo o nell’altro - mammografie facilmente accessibili per ogni donna o convergere sulla soluzione dell’accentramento - osservare che è triste assai mettere sempre i costi e il denaro a fianco delle questioni
umane – dalla salute, alla cultura alla formazione delle nuove generazioni – ma rinviare tutto ad un eterno domani con documenti che servono solo a prendere tempo verso nuove elezioni lascia i cittadini col cerino in mano, a subire nel concreto le conseguenze di atti che non vogliono essere chiamate scelte, perché per quelle bisogna metterci la faccia, ma di fatto lo sono e portano verso l’immobilismo, un grande buco nero che vanifica anche le scelte azzeccate affogandole in tempi decisionali infinitamente lunghi.
Pronto soccorso, le preoccupazioni
Dopo il punto nascite, in cima alle preoccupazioni dei Giudicariesi c’è il Pronto soccorso. Per ora notizie certe non ce ne sono. E quelle poche sono ben custodite nelle segrete stanze dell’Azienda Sanitaria, che proprio nei giorni scorsi ha convocato un vertice urgente con i responsabili dell’ospedale di Tione alla presenza del direttore Luciano Flor. C’erano da mettere a fuoco il da farsi sulla parte destinata al primo intervento. E c’erano da tacitare le voci sempre più insistenti che, il budget iniziale di 3 milioni per rimettere a nuovo la vecchia e ormai obsoleta struttura, dove fino a luglio venivano accettate le urgenze, è ridotto così all’osso da indurre il personale sanitario a indicare altre strade. La più accreditata, su cui si è dibattuto, è quella di far diventare definitiva l’attuale sistemazione provvisoria del Pronto soccorso. E, utilizzare i fondi disponibili, per altre necessità del nosocomio. Tra queste il rifacimento delle cucine, bisognose anch’esse di ammodernamento. L’argomento è scottante. Prova ne è che, proprio per smentire quelle voci, il presidente della Giunta Provinciale Rossi ha emesso un comunicato per assicurare che il pronto soccorso dell’ospedale di Tione “non è in discussione”. E si augura che si abbassino i toni di una polemica fondata su ipotesi che non sono vere. “L’intervento sul Pronto Soccorso, rientra come parte fondamentale dei lavori di ristrutturazione dell’Ospedale di Tione – spiega il presidente Rossi – e gli stanziamenti previsti per questo intervento non sono mai stati ridotti. Si sta lavorando solamente su ipotesi progettuali,che potrebbero definire soluzioni diverse”. Rossi conferma comunque che, se per l’ultimazione del progetto, dovessero servire risorse aggiuntive, queste saranno messe a disposizione senza alcun dubbio, perché il Pronto Soccorso è considerato un servizio strategico e irrinunciabile sia per i residenti che per i turisti che frequentano la zona. Fin qui quanto dice il presidente della Giunta provinciale Rossi. Dall’incontro dei giorni scorsi però sarebbe emersa una realtà che intanto ridimensiona ad almeno metà le risorse disponibili. Non più di tre milioni come prevedeva il progetto originario. Ma, a solo 1 milione e mezzo. Cui, sarebbero stati aggiunti, in corsa, altri 350 mila euro. Una disponibilità finanziaria non più sufficiente ad ampliare i vecchi spazi, con l’utilizzo di parte del piazzale sud da adibire a: scantinati-deposito-farmacia-pronto intervento, come era stato ipotizzato originariamente. Quattrocento metri quadrati di nuova superficie che avrebbe dato ampio respiro al “vecchio” pronto soccorso. Ma, che ora, proprio per la disponibilità di solo 1,8 milioni, non sarebbe più possibile realizzare in quel modo. Da qui, dunque il dibattito: se accontentarsi degli spazi provvisori, dove sono collocati in via temporanea le stanze del pronto soccorso, o insistere sul vecchio progetto. Che potrebbe essere comunque realizzato, seppur con forti limitazioni. Tra i sostenitori di quest’ultima soluzione l’Azienda sanitaria. Anche perché, reputa l’attuale collocazione inadatta, in quanto provvisoria e destinata, da progetto, ad altri scopi. Ogni soluzione però è ancora aperta. E, su questo argomento, non possiamo che condividere le serie preoccupazioni espresse dall’assessore alle politiche sociali della Comunità Luigi Olivieri. In questi giorni è previsto un Tavolo di concertazione tra i vertici provinciali e l’azienda sanitaria. L’imperativo - dice Olivieri - è indurre l’azienda a reperire i denari mancanti. “Anche perché – spiega (e non potrebbe essere diversamente) – il nostro obiettivo è la funzionalità, non l’economicità”. E non possiamo permetterci che l’ospedale sia penalizzato anche in una delle funzioni primarie, com’è appunto la prima accoglienza. (e.z.)
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Il sindaco di Tione Mattia Gottardi
«Decisione grave, sarà “guerra” se il territorio non verrà ascoltato» di Roberto Bertolini
Ermanno Sartori: «Si era capito già tre anni fa con la nomina di Ioppi»
«Epilogo triste, voluto dalla politica» Ermanno Sartori
Mattia Gottardi
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Attualità
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Daniza, il finale peggiore
Dopo l’uccisione del plantigrado gli animalisti hanno dato il peggio di sé, con provocazioni e vandalismi in Rendena Difficile dire se sia stata imperizia o casualità. Il dato di fatto è che il vecchio plantigrado - finito sulle pagine di giornale di mezzo mondo e “cliccato” da migliaia di internauti mossi in sua difesa - è morto, attizzando feroci polemiche contro la provincia di Trento e i trentini incapaci di gestire un progetto di ripopolamento della fauna selvatica del parco Adamello Brenta. C’eravamo lasciati con le cronache delle contestazioni a Trento e in val Rendena, per protestare contro la cattura dell’animale, diventato secondo i vertici della Provincia un pericolo pubblico. “Daniza libera”, hanno gridato gli animalisti sotto il palazzo delle Regione e nelle piazze di Pinzolo, obbligando a serie misure in difesa dell’ordine pubblico. A seguito delle rimostranze arrivate via web da ogni parte d’Italia, e di quei pochi animalisti che si son presi la briga di venire in Trentino per protestare nelle nostre strade lo sdegno per com’è stato gestito il caso Da-
di Ettore Zini È terminata nel peggior orso, non ha retto all’anemodo possibile la vicenda dell’orsa nostrana, diventata una stesia sparatagli dai forestali mandati sulle sue tracce con star internazionale a seguito dell’aggressione dell’improv- il compito di catturarla e portarla nei recinti del Casteller vido, o sfortunato, fungaiolo di Pinzolo. Daniza, la mamma di Trento. niza, abbiamo dovuto blindare tutta la val Rendena con posti di blocco di poliziotti pronti a tutelare l’ordine pubblico. E’ stato così il 30 agosto, durante la manifestazione che segna il ritorno del bestiame dai pascoli di montagna. Ed è stato così il 14 settembre nel cuore di Pinzolo, dove un gruppo di scalmanati dai comportamenti incivili, mescolati a chi voleva reclamare pacificamente a favore dell’orso, ha inscenato una bruttissima manifestazione di protesta, mostrando la faccia feroce di gente che nulla ha da spartire con le persone pacifiche venute in Trentino per manifestare il loro disappunto per la scomparsa dell’animale. Nel centro rendenese, a metà di settembre, si è vissuta così una scomposta contestazione che non è degenerata grazie
al buon senso dimostrato da un intero paese. “Hanno cercato la provocazione – abbiamo scritto all’indomani di quella giornata - ma, non l’hanno avuta”. Questa volta Pinzolo non ha fatto l’errore del 23 agosto. Non è sceso in piazza per difendere “Carnera”, il concittadino aggredito dall’orso, e l’onore del paese. E’ rimasto dietro le quinte. Un paese fantasma: popolato solo dalle forze dell’ordine, messe
in ogni angolo, per prevenire disordini. Disordini, che non ci sono stati. Grazie, bisogna dirlo, al buon della popolazione e di carabinieri e poliziotti messi a contenere le intemperanze di chi cercava lo scontro a ogni costo. Si è chiusa, com’era iniziata, tra urli e insulti rivolti verso i “Pinzoleri”, le autorità, le istituzioni, colpevoli di aver ammazzato “volutamente” l’orso più famoso d’Italia, la terza manifestazione, insce-
nata in Rendena dal fronte animalista in difesa di Daniza. Prima da viva. Per cui, si chiedeva tutela. Poi da morta, per chiedere, giustizia per lei, e protezione per i cuccioli. Mai, prima d’ora, il centro turistico dell’alta Rendena aveva vissuto una giornata così. “Assurda e immeritata”, come ha commentato a margine il sindaco William Bonomi, questa volta saggiamente rimasto in disparte come del resto tutti i suoi concittadini. Così abbiamo vissuto la cronaca di quella giornata, iniziata con l’illusione che il paese potesse assistere a una protesta misurata di amanti degli animali venuti da Treviso, Vicenza, Verona, Napoli, Cremona, Parma, Mantova e altre città per gridare il loro sdegno per l’uccisione dell’orsa. A ingrossare le file dei contestatori è arrivato un pullman di
persone del Fronte Animalista di Milano e di Biella. Da quel momento la contestazione ha cambiato fisionomia. Strepiti urla e slogan, degni del peggior postribolo, hanno invaso le strade di Pinzolo, con il servizio d’ordine impegnato a contenere quel fiume di parole e provocazioni dettate da una rabbia e da una violenza verbale davvero inusuale per chi professa, e assicura amore verso gli animali. In un clima di provocazione e di scontro, si è chiusa così una bruttissima pagina contro il progetto Life Ursus, avviato agli inizi degli anni novanta dal Parco Adamello Brenta e avocato dalla Provincia nel 1998. Volevamo fare di una specie estinta un fiore all’occhiello delle nostre montagne. Una buona dose di dilettantismo ha esposto il Trentino alle critiche più feroci. Non ultime quelle di un blitz animalista che, nei giorni scorsi, ha tappezzato strade e piazze di manifesti contro il sindaco di Pinzolo e il presidente della Provincia Rossi.
Ottobre, mese Nostalgia dell’Orso Bruno della prevenzione dentale L’EDITORIALE DI ANTONIO SCAGLIA
Continua dalla Prima Mostrare che il Trentino sa far convivere l’intensa e ordinata vita urbana, diffusa anche nelle comunità periferiche, con uno degli animali più liberi e indomabili. Confesso che, di fronte a quanto sta succedendo, sento nostalgia dell’ideatore del grande progetto di modernizzazione del Trentino, dell’avvocato Bruno Kessler che ironicamente, e anche affettuosamente, venne chiamato l’Orso Bruno. Grande politico e uomo carismatico, dal carattere non sempre facile, ma comunque sempre attento alle volontà delle comunità territoriali, non credo che l’idea di reintrodurre l’orso in Trentino lo abbia mai sfiorato. Altri tempi si dirà. Tuttavia, di una cosa sono certo: Bruno Kessler mai avrebbe costruito e imposto un progetto come Life Ursus senza sentire e coinvolgere le comunità locali. E se si fosse giunti a una scelta politica di adozione del progetto, le comunità, i paesi e le valli sarebbero state chiamate, come attori, a renderlo possibile, a attuarlo. Politico e pertanto uomo di governo, Bruno
IL DOTT. ITALO BONETTI, come avviene ogni anno,
Bruno Kessler
Kessler conosceva bene la città come concentrazione del potere legislativo, di governo, giudiziario e anche economico e culturale. Due dimensioni, quella della città e quella dei paesi che egli cercò in tutti i modi di far interagire e anche di far convergere. Fu il suo grande sogno politico Quando si trovò a decidere dove essere sepolto, non ebbe dubbi. La sua tomba doveva essere lassù, nel cimitero di Vermiglio, dove le sepolture sono strette, la montagna dominante e la comunità stringente, dura e insieme avveduta. Poiché vivere
la montagna ogni giorno, anche quando i turisti se ne vanno, richiede forza e prudenza, disponibilità e solitudine, coraggio di vivere e la pazienza di morire, lasciando la mano ad altri. La sua gente non sa molto di narcotici da sparare ma impara negli anni a vivere e a convivere. Se lo dovesse decidere, forse pure a convivere con l’orso. Ma non accetta che glielo si imponga. Perché, in fondo, l’orso e la gente di montagna, in questo s’assomigliano. Antonio Scaglia
promuove una VISITA GRATUITA . LA PREVENZIONE e’ molto importante per mantenere in salute i propri denti, le gengive ed i tessuti ossei di sostegno. LA PREVENZIONE CHE SI EFFETTUA NEL NOSTRO STUDIO DENTISCICO: PREVENZIONE PRIMARIA : si effettua quando i denti, le gengive, l’osso, e le mucose sono sani. Si controllano queste strutture e si modificano, se necessario, le metodiche di igiene dentale domiciliare della persona se non sono corrette. Si valuta la necessità di sigillature di solchi e fossette nei bambini per mantenere sane queste superfici dentali molto soggette a carie perché molto difficili da mantenere pulite. Si controllano la lingua e le mucose della bocca per la prevenzione dei tumori . Si danno informazioni utili su alimentazione corretta, su conseguenze di fumo ed alcool nel cavo orale. Si intercettano problemi di allineamento dei denti nei bambini e adolescenti e si programmano terapie personalizzate. PREVENZIONE SECONDARIA: si effettua quando si evidenziano carie, gengiviti e/o parodontiti, e lesioni sospette delle mucose. Bisogna curare. Ricordiamo che non tutte le carie si manifestano con dolore e non sono sempre dolorose le gengiviti, le parodontiti e le lesioni delle mucose. PREVENZIONE TERZIARIA: Prevede ulteriori cure riabilitative e mantenimento dei risultati ottenuti dopo le cure effettuate. Si effettuano riabilitazioni protesiche e/o implantari e chirurgie complesse. Si organizzano richiami, dopo le cure, che saranno personalizzati ad ogni paziente ed alle diverse problematiche riscontrate. La invitiamo a fissare un appuntamento se ritiene di dare fiducia ai professionisti di questo Studio e La ringraziamo per il tempo che ci ha dedicato.
Dott. Italo Bonetti, ODONTOIATRA - medico-chirurgo, Dott.ssa Maria Loria (Wanda), IGIENISTA DENTALE laureata. Orari : lunedì, martedì, giovedì ore 8,30-12,00; 14,30-19,00 mercoledì, venerdì ore 8,30-17,00 continuato. Tel: 0465/322621, Via Roma 16, Tione di Trento.Tn.
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Economia
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È davvero così, presidente De Laurentis? Purtroppo sì, alcune persone, preferiscono prendere un sussidio di disoccupazione che può arrivare fino a 900 euro piuttosto che lavorare e prenderne qualche centinaio in più. Così però non possiamo crescere e le risorse destinate agli ammortizzatori sociali diventano passive. Meglio metterle nel circuito produttivo, perchèé è così che possono germogliare e creare nuovi posti di lavoro “reali”. Cosa ne dice dei corsi di formazione e di riorientamento lavorativo? Mi sembra siano diventati sempre più un business che finanziano i formatori (e nono solo, perchè nel business sono in tanti, anche i sindacati), vi sono dei casi eclatanti che davvero non servono a nulla, ma sottraggono risorse al ciclo produttivo. Io propongo di spostarli nell’ambito dell’impresa, così possono essere più incisivi e controllati. Parlando dello scenario nazionale, dunque, non avrà apprezzato gli 80 euro di Renzi. Sono anche quelli “passivi”? Sì, perché non puoi darmi 80 euro in busta paga e poi alzare le tasse indirette e la Tasi. Lo stesso è la contribuzione alle imprese, prima di dare contributi è opportuno detassare, altrimenti non «Essere a Bruxelles attraverso un ufficio ben strutturato – spiega Tonina - significa curare gli interessi della nostra terra e vigilare sulle decisioni che l’Unione Europea prende quotidianamente. Ricordiamo a questo proposito che Bruxelles è la sede privilegiata per favorire l’accesso ad una vasta gamma di finanziamenti che l’Unione Europea, anche attraverso i fondi strutturali, mette a disposizione in numerosi e importanti settori quali per esempio agricoltura, energia, ambiente, affari sociali, ricerca, sanità…”. Lo scorso mese di maggio si sono tenute le elezioni dei membri del Parlamento europeo, che con il Trattato di Lisbona ha visto aumentare i propri poteri legislativi. Al contempo, sono sempre più numerosi i Regolamenti e le Direttive europee, che hanno ripercussioni sulla nostra vita quotidiana. “La Provincia Autonoma di Trento, la Provincia Autonoma di Bolzano e il Land Tirolo hanno dal 1995 un ufficio comune di collegamento con le istituzioni comunitarie a Bruxelles, che – fa intendere Tonina – non sempre ha portato i risultati attesi, ovvero quello che si sarebbe potuto fare attraverso una presenza maggiormente qualificata”. «Il Trentino può ottenere molto attraverso una più attiva interazione con il livello europeo – dice Tonina – per que-
De Laurentis (artigiani): Iniziamo dall’urbanistica e dalla burocrazia
«Serveunoscossoneall’economia» di Roberto Bertolini
S
empre attivo nel chiedere un’attenzione particolare al rilancio dell’economia il presidente degli artigiani trentini Roberto De Laurentis lancia un monito alla Provincia sulla burocrazia,
sull’urbanistica e sulla gestione dei sussidi ai disoccupati. Troppo “facili”, secondo il vulcanico imprenditore, tanto da scoraggiare alcuni a cercarsi un lavoro.
cresciamo mai. Con quelle risorse, 11 miliardi di euro, era meglio abbassare, io dico azzerare, l’Irap, che è una tassa “sul lavoro” che è una follia anche solo dal punto di vista logico. È vero che non è una cifra mostruosa, ma se pago alla fine dell’anno 46mila euro di Irap e posso risparmiarli, posso assumere due dipendenti. Dunque come giudica l’abbassamento delle aliquote Irap provinciali deliberato l’altro giorno in Giunta provinciale? Abbassamento messo in campo dalla Pat è discreto, e va nella direzione giusta, anche se oggi, la politica fa fatica a far quadrare i bilanci. Mi sembra che però siamo anche un po’ privi di idee, continuiamo con il demone della burocrazia e
Roberto De Laurentis
dunque siamo bloccati sulle stesse posizioni, senza cercare strade alternative. È dunque la burocrazia il male principale dell’Italia? Si, ancora di più della cattiva politica. La burocrazia è un tappo allo sviluppo sia a livello nazionale sia in Trentino, dove i dipendenti pubblici sono la prima ca-
tegoria economica e spesso sembra che lavorino contro le imprese e gli imprenditori. Recentemente ha parlato di interventi sull’urbanistica per rilanciare l’edilizia. Le piace la riforma Daldoss? È un buon tentativo che va nella direzione giusta,
per avere Prg più veloci e norme più snelle. Occorre vedere se la burocrazia lo permette o metterà i bastoni fra le ruote. La politica deve però essere più forte della burocrazia, imporre la propria capacità di visione e costruzione del futuro. È inoltre obbligatorio rimettere mano al patrimonio edilizio esistente, come ha detto Daldoss, ma anche il
pubblico deve farlo, modernizzando il proprio patrimonio. Ripartiamo dai centri storici dei nostri paesi, importanti perchè per la dimensione dei lavori possono far operare le aziende del luogo. Se vogliamo mantenere autonomia dobbiamo creare ricchezza qui e fare lavorare aziende locali. Una nota sulle fusioni dei comuni, sembra siamo arrivati ad una svolta. Vanno fatte, senza dubbio, questa è la strada. L’obiettivo è quello però di mettersi insieme per scelta convinta e non imposta per legge, solo così possono esserci dei frutti positivi. Serve però molta maturità a livello politico, a partire da realtà come Arco e Riva, che sono contigue ma discutono senza risultati da tempo. Dobbiamo superare le perplessità e la difesa degli orticelli.
Tonina invita la Provincia a coltivare maggiormente il “canale” con Bruxelles. «Lì vi sono grandi opportunità»
Trentino,filodirettoconl’Europa
“
Andare in Europa con maggiore determinazione, perché è a Bruxelles che si possono trovare risorse e nuove opportunità di collaborazione e di crescita per il Trentino”. Ne è convinto il Consigliere provinciale
Mario Tonina, che, in una interrogazione a risposta diretta presentata in settembre in Consiglio provinciale, ha sollecitato il Presidente Ugo Rossi a potenziare l’ufficio europeo della PAT a Bruxelles. per l’elaborazione di strategie locali e la definizione di progetti condivisi, oltre che favorire la partecipazione ai programmi e alle possibilità di cofinanziamento». La Giunta provinciale, consa-
pevole della crescente importanza che assume la partecipazione ai processi decisionali europei e di fronte alle nuove sfide e opportunità che l’Europa offre, ha accolto favorevolmente il suggerimento del
Cons. Tonina e intende procedere al potenziamento e alla riqualificazione dell’ufficio di rappresentanza comune a Bruxelles con l’obiettivo di rendere sempre più operativo e reale il progetto che da tempo si sta promuovendo di una “casa Euregio” che costituisca il punto di riferimento e di contatto per l’accesso all’Unione Europea da parte della società civile e delle istituzioni locali. (r.b.)
Uffici dell’Euregio a Bruxelles
sto ho chiesto sia di valutare il potenziamento dell’ufficio, sia se si intende promuovere forme di raccordo e sinergia tra il Trentino, l’Alto Adige e il Land Tirolo in quanto sono convinto che le tre realtà insieme possano ideare in modo sinergico strategie comuni, promuovere progetti e garantire reciprocamente lo scambio di informazioni e di buo-
ne pratiche. Tale partenariato potrebbe facilitare il dialogo con le istituzioni dell’Unione Europea e potrebbe rappresentare efficacemente gli interessi comuni. La sede delle tre rappresentanze infatti potrebbe diventare un osservatorio privilegiato per i rispettivi governi regionali e la collaborazione consentirebbe di porci come un unico interlocutore
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Attualità Nel giro di due assemblee pare si sia arrivati al dunque e si possa ora procedere alla progettazione. E’ stato approvato prima un documento che indica gli indirizzi, le direttive e le misure per il controllo di gestione e il contenimento della spesa delle società controllate, in attuazione del protocollo di intesa del settembre 2012 siglato fra la Provincia di Trento e il Consiglio delle Autonomie. Il protocollo introduce un maggiore controllo delle spese e vincoli chiari sul rapporto fra queste e gli obiettivi di lungo termine della società, stabilisce l’obbligo di un piano di risanamento in caso di squilibri finanziari, patrimoniali o economici, e vincola l’assunzione del personale a tempo indeterminato all’autorizzazione preventiva degli enti locali. Ma il passo più importante è la revisione dell’Accordo di programma del 2008 con due specifiche fondamentali: anzitutto i soldi che i comuni sono tenuti a versare all’azienda a completamento del finanziamento provinciale – 2.057.143,20 euro totali - non devono essere a questi restituiti, poiché considerati parte effettiva del patrimonio dell’azienda come capitale immesso dai proprietari delle Terme, che sono ap-
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Terme: salta il centro benessere, si punta sulle cure L’assemblea, su proposta del Cda, ha votato il nuovo corso dei finanziamenti. I 2 milioni e 57mila euro dei comuni delle Esteriori sono patrimonio dell’azienda e non saranno restituiti di Denise Rocca C’è voluto praticamente tutto un mandato – l’assemblea formata dagli amministratori scadrà nel 2015 – ma si è arrivati ad approvare due documenti che promettono di sbloccare la situazione paradossale delle Terme di Comano, punto i comuni. Un’interpretazione di quanto stabilito nell’Accordo 2008 che oggi revisori e Cda assicurano essere sempre stata tale fin dall’inizio: “Ogni concessione di finanziamenti provinciali – ha spiegato il collegio dei revisori – è subordinata al restante contributo previsto dai beneficiari. Una restituzione non è quindi possibile”. Da nessuna parte, sostengono, è scritto che i comuni avrebbero ricevuto indietro i 2 milioni e rotti
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di euro versati all’azienda consorziale, poichè nell’accordo del 2008 si parla solo del rimborso di “oneri finanziari”. Cioè eventuali spese derivati ai comuni che, per esempio, avessero dovuto contrarre un mutuo per poter mettere la propria parte di finanziamento, e non del rimborso dei fondi stanziati dai comuni. Gli uffici provinciali hanno confermato, a luglio, con una lettera ai vertici dell’azienda, che nessuna restituzione è prevista, pena la messa in discussione del finanziamento concesso. Le quote che i singoli comuni devono versare variano a seconda di criteri decisi dalla Provincia, e sono: Bleggio Superiore e Dorsino 342.857,14 euro, Comano Terme e Stenico 514.285,71 euro, San Lorenzo in Banale e Fiavè 171.428,57 euro. Approvato il documento, si è tagliata la testa al toro e d’ora in poi è ufficialmente approvata questa linea, ma per anni si è discusso sul punto. E fuori dal coro dei comuni si schiera anche oggi la prima cittadina di Fiavè, Nicoletta Aloisi, molto dura sull’esonero dell’azienda all’obbligo di restituzione e sulle modalità scelte per riscrivere l’Accordo. Il problema, per Aloisi, è il mancato passaggio nei consigli comunali che rende di fatto il nuovo documento redatto da una sola delle parti: “Se la situazione finanziaria attuale dell’azienda non consente tale restituzione – ha dichiarato - è opportuno, con trasparenza e franchezza, porre la questione sul piano politico-amministrativo e cercare le soluzioni senza arrovellarsi e perdersi in interpretazoni discutibili degli accordi presi”. Posizione non condivisa dagli altri rappresentanti dei comuni delle Esteriori. Con la revisione dell’Accordo di programma c’è stata anche l’approvazione ufficiale del Business Plan dell’azienda – precedentemente solo preso in visione dall’assemblea dei rappresentanti comunali - e sono quindi state ufficializzate le modifiche ai lavori di riqualifica già an-
ente che in tempi di vacche magre ha 24 milioni di euro di finanziamenti provinciali e ancora non è riuscito ad avviare il cuore dell’attesa riqualificazione che gli operatori economici delle Esteriori aspettano. nunciate mesi fa: in sostanza un cambio di rotta netto che concede priorità assoluta allo stabilimento termale - che raddoppia le risorse dedicate arrivando ad un totale di 16 milioni e 300mila euro - mentre scompare dai piani il centro benessere per il quale c’era il progetto dell’architetto Kitagawara. Un documento tecnico, quello approvato dall’assemblea, ma dal valore politico: “Siamo convinti – spiega il sindaco di Bleggio Superiore Alberto Iori – che le Terme sono il nostro volano per l’economia e la risorsa più importante. Sono nostre e ci stiamo investendo, ora abbiamo preso tutte le decisioni necessarie perchè i lavori prendano il via e li aspettiamo al più presto”.
Si è brindato all’inizio della fase operativa alla fine dell’ultima assemblea termale, ma sorge un dubbio. Nel 2008 si salutava l’avvio di un grande investimento per il futuro sulla risorsa turistica più importante delle Giudicarie Esteriori, le Terme: si progettava un nuovo stabilimento, un grande centro benessere e una struttura alberghiera di lusso in grado di incidere sul turismo della località facendo da trascinatore anche per gli imprenditori privati per portarli verso maggiore qualità e quindi competitività, aprendo nuove fette di mercato. Oggi, parte dei 24 milioni stanziati dalla Provincia sono stati usati per acquisire il rudere della mai conclusa Sibilla Cumana - che rimane anco-
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ra come squallido biglietto da visita all’entrata di Ponte Arche e voci molto insistenti dicono destinata ad essere abbattuta per diventare un parcheggio, abbattere Villa Vianini e farne un magazzino funzionale all’attività termale, sistemare il mancante collegamento fognario e apportare delle migliorie al parco termale, il resto dei finanziamenti servirà a riqualificare lo stabilimento di cura che ormai davvero non può più attendere. Doveva essere un investimento sul futuro, oggi sembra più un intervento di emergenza. “ E’ stata una scelta di buon senso – spiega Giorgio Zappacosta, rappresentante di Stenico nell’assemblea termale e medico condotto – che riporta l’attenzione sul core business dell’azienda che sono le cure termali di un’acqua che funziona, non c’è dubbio alcuno su quello”. Quali e quanti sono i potenziali curandi per le Terme, visto che abbandonata la via del benessere è sulle cure che l’azienda si concentra? “Al momento il tipo di malattie che si curano a Comano è molto difficile da curare in altro modo se non imbottendo i paziendi di cortisone. Per la psoriasi, che ha una componente genetica, è possibile che la medicina trovi una cura, diciamo, ma si parla fra vent’anni, ma la dermatite atopica e l’eczema, due espressioni della stessa malattia che sono in sostanza delle reazioni allergiche, sono in crescita perchè in crescita sono i nuovi allergeni”.
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Attualità
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Attraverso le testimonianze di Aldo Tomedi e Flavio Serafin, storici dipendenti dello stabilimento, sono stati ripercorsi i suoi primi passi. A partire dall’inaugurazione del novembre 1964 sono stati riportati alla memoria momenti e sensazioni vissute in tanti anni di operato: anni in cui la cartiera è cresciuta, diventando parte integrante dell’economia dell’intera Valle del Chiese. L’importanza della cartiera a livello trasversale per questa zona del basso Trentino, è stata particolarmente sottolineata dal sindaco di Condino, Giorgio Butterini, che ha parlato di una “grande simbiosi tra comune/comunità e cartiera”, come dimostrato dai vari progetti promossi dall’azienda, tra i quali la nascita di Condino Energia: progetti nati da scelte che tengono in considerazione anche i bisogni della comunità e che supportano varie economie. Gli anni più recenti, dall’acquisizione dello stabilimento da parte della Cartiera di Carmignano Spa prima e di Industrie holding Cham, sono stati ripercorsi da Gerold Zuegg, direttore dello stabilimento di Condino, e da Luis Mata, responsabile amministrativo di Cham Paper Group. Si è parlato di un gruppo solido, che negli anni ha fatto della sicurezza, della qualità e dell’ambiente i propri cavalli di battaglia, ottenendo prestigiose certificazioni in merito. La sicurezza sul lavoro, in particolare, rappresenta un aspetto estremamente importante per l’azienda, che ha aderito, con successo al Progetto Sicurezza Zero infortuni dal 2009, come testimonia il display luminoso posto all’esterno dell’edificio che conteggia i giorni trascorsi dalla data dell’ultimo infortunio. Il 20 settembre i giorni senza infortuni erano 668. Il presidente di Confindustria del Trentino, Paolo Mazzalai, si è soffermato sulla capacità occupazionale e produttiva della cartiera, in grado di coinvolgere una filiera di fornitori e clienti dislocati nel mondo, con un livello di esportazione di oltre l’85% dei prodotti. A testimonianza della vicinanza del mondo industriale trentino a tutti i dipendenti e ai dirigenti della Cham Paper, Mazzalai ha consegnato una targa a Urs Ziegler, CEO del gruppo. Parole di grande incoraggiamento sono arrivate da parte del vicepresidente della Provincia autonoma di Trento, nonché
Sabato 20 settembre oltre 1.000 persone hanno varcato i cancelli dello stabilimento di Condino per festeggiare un successo che dura da 50 anni
50 anni con la Cartiera N
ella mattinata di sabato 20 settembre numerose autorità, ex dipendenti ed affezionati si sono uniti ai dirigenti di Cham Paper Group per festeggiare il 50° anniversario di fondazione dello stabilimento di Condino.
La cartiera ha celebrato questo importante traguardo, ricordando il mezzo secolo di attività. Anni di lavoro, sacrifici e passione, che hanno permesso all’azienda di resistere alla crisi ed affermarsi nel mondo della carta, anche a livello internazionale.
Un momento della cerimonia
Il taglio del nastro nel novembre 1964 – Sotto, la Benedizione dello stabilimento
assessore allo sviluppo economico e al lavoro, Alessandro Olivi. Olivi ha dapprima sottolineato come sia importante, ma anche piacevole, partecipare ad iniziative che sottolineano lo stato di salute di un’azienda, in un momento in cui molti imprenditori si trovano ad affrontare difficoltà, licenziamenti e chiusure. Ha inoltre parlato di come il Trentino non sia una terra solo di turismo e agricoltura, ma anche di industrie come la cartiera di Condino, che hanno ricadute positive su tutto il territorio. A conferma di tali parole, nel pomeriggio sono seguiti i fatti. A partire dalle ore 14, oltre mille persone si sono presentate ai cancelli dello stabilimento e con grande interesse e curiosità hanno visitato la cartiera guidati dai dipendenti dell’azienda. È stato creato un percorso con 10 tappe dove i processi produttivi sono stati mostrati e spiegati. Si poteva assistere alla dimostrazione della realizzazione artigianale della carta da parte del maestro cartaio Sandro Tiberi. Una zona dello stabilimento è stata allestita a mostra fotografia: dagli scatti fotografici del 1964, la storia si è letta nelle immagini degli anni fino al 2014. L’evento si è concluso con il concerto del Corpo Bandistico Giuseppe Verdi di Condino che, come nel lontano novembre 1964, ha voluto sottolineare l’attaccamento della comunità locale alla cartiera. È stato un grande giorno per la cartiera di Condino, per tutti i suoi collaboratori e per l’intera valle.
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Dagli 80 occupati degli inizi agli attuali 123. Storia di un’industria che crea economia nelle Giudicarie
Un indotto importante per il Chiese Una realtà industriale significativa che, partita su una superficie di 40.000 metri quadrati ed una produzione di 4.000 tonnellate l’anno, è cresciuta fino a raggiungere gli attuali 80.000 metri quadrati ed una capacità produttiva di 60.000 tonnellate l’anno e di 12 tonnellate l’ora. Significativa è stata soprattutto la crescita della forza lavoro, dagli 80 occupati del 1964 si è passati agli attuali 123. Un trend in controtendenza con altre realtà di tipo industriale, basti pensare all’esempio della Fiat, passata da 190.000 a 68.000 dipendenti negli ultimi 40 anni. Importanti sono stati gli investimenti nel corso degli anni, a partire dal 1972 con l’installazione della seconda macchina di produzione, più moderna, con due supercalandre e nuova sbobinatrice che permise di raddoppiare la produzione a 10.000 tonnellate l’anno. Poi, negli anni ‘90 la metanizzazione ed un sistema di utilizzo delle acque più razionale hanno messo le basi per impostare un progetto, concretizzato dal 2003 in poi, di risparmio energetico e di cogenerazione con la nascita di Condino Energia Srl. Oggi,
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di Roberto Bertolini al ‘64 al 2014 ne è passata di acqua sotto i ponti e anche nel circuito lavorativo della Cartiera di Condino che negli anni ha con-
solidato la sua posizione di importante player economico della Valle del Chiese ma anche delle intere Giudicarie. nelle parole del direttore Gerold Zuegg il Gruppo Cham Paper si fonda su cinque colonne principali: qualità, sicurezza, ambiente, produttività, formazione, grazie all’attenzione agli standard qualitativi di gestione impostati dall’azienda. «È grazie a queste linee d’azione che questa azienda è riuscita ad essere competitiva anche in questi anni difficili di congiuntura economica sfavorevole». Un modus operandi che passa anche attraverso la centralità della forza lavoro e dunque del personale dipendente. Un esempio è la partecipazione della cartiera
al progetto “Obiettivo Zeroprogetto sicurezza”. Si tratta di un un’iniziativa che il gruppo Sofidel (azienda italia di produzione di carta per uso igienico e domestico) ha lanciato nel 2004 e ha lo scopo di diffondere la cultura della sicurezza, sensibilizzare le aziende e i loro dipendenti per ridurre il numero degli infortuni, informare l’opinione pubblica, sulla tematica della prevenzione degli infortuni sul lavoro. Ecco allora che dagli stabilimenti di Condino sono uscite, dirette in tutto il mondo, carte destinate agli scopi più disparati. A partire dalla carta alimentare per gli imballaggi dei panettoni, o di alcune fra le più popolari caramelle e gomme da masticare, fino ai cerotti o ai cartoncini che racchiudono le saponette. Poi, le carte siliconate, che vengono utilizzate negli usi più disparati. Il tutto, connotato da una forte tendenza all’export. Solo il 13% della produzione, infatti, viene commercializzata in Italia: il restante 80% è destinato ai mercati di tutta Europa, il 6,5% in Asia ed lo 0,5% nel resto del mondo. Una realtà internazionale.
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Il Saltaro delle Giudicarie
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Stavo appunto riordinando i miei pensieri quando, sorvolando il bar della Martina, ostessa di classe, dal cuore generoso, sono stato sorpreso da risate sguaiate che rompevano il cielo. Urla, versi, parolacce, imprecazioni e tanto ridere da far impressione. Che sarà mai... mi sembravano voci note, ma mai avevo sentito gli amici miei cosi sboccati e ridanciani. Erano proprio i miei sodali che stavano tenendo banco nell’osteria amica con la Martina di buon umore e pronta a sopportare ogni sopruso. Che sta succedendo? Che c’è da ridere tanto? Le domande ovvie me le hanno lette in faccia e l’Abele, luce dei miei occhi, me la racconta come al solito, preciso e conciso. “Amico mio, nostro Saltaro, nostro protettore, non sai cosa ti sei perso in questi giorni... c’era la Cogo alla televisione e con lei anche altri consiglieri, su Rete Quattro, a Quinta Colonna, una roba...ridevano anche i sassi!” “Eh, si, sono arrivati da Roma i giornalisti per intervistarli sulla nuova legge provinciale che chiede ai nostri politici la restituzione di parte dei vitalizi presi a gogò...” completa l’Archimede. E la Orsolina, gran comare: “ Ah...ma sai quanti soldi vogliono di ritorno? Centinaia di migliaia di euro, sui trecento la Cogo, più di quattrocento il Morandini e il Delladio, trecento il Pinter, e giù e giù, tutti gli altri...” “Io son convinto che non restituiranno neanche una lira...quando c’è da sborsare anche gli agnelli diventano lupi!” dice l’Osvaldo Caccola che non ne sbaglia mai una. “Allora ascolta, riprende il racconto l’Abele, c’erano questi giornalisti che volevano chiedere ai nostri politici se avrebbero o no restituito quanto previsto dalla nuova legge...” Sono andati nel Palazzo e hanno trovato il consigliere Giovanazzi, gioviale come sempre, che appena si è accorto da chi era inseguito, ha avuto un attacco di uriasi acuta, che quasi quasi se la faceva addosso, e si è avviato di corsa verso il gabinetto, non quello del presidente, ma verso i cessi, tanto per capirci, almeno così sembrava. Il giornalista, rimasto di stucco, non ha mollato e ha telefonato all’ex consigliere Delladio, uno dei più radiosi
IL SALTARO DELLE GIUDICARIE
Quinta colonna, la margherita e il morandino...
I politici trentini che scappano davanti ai giornalisti del talk di Rete 4 “Quinta Colonna” che chiedono se restituiranno o meno i vitalizi danno il colpo di grazia alla credibilità della politica Quant’è bello sorvolare la nostra terra, le nostre valli, i nostri paesi. C’è tensione in questi giorni, dopo le scalmane della Borgonovo Re, c’è rabbia, delusione, senso d’impotenza, voglia di ribellione. Non c’è più decenza, la politica nobile è finita nel cassetto, con l’avvento dei nuovi “messia”, è calato il rispetto per il territori, quattro “fighetti” di città aspolitici che il Trentino abbia avuto, tu...tu...tu...il Delladio non risponde.” La cosa viene chiarita dall’Evaristo: “Eh...il Delladio non risponde...quello è sparito assieme al suo amico Morandini, sono quelli che devono restituire di più... nessuno sa dove siano, le ultime informazioni danno il Delladio, ascetico, nella sua casa in cima ad un albero e non riceve nessuno e a chi lo chiama sull’albero, si fa sulla porta e saluta con un salubre cucù...cucù...cucù, non si sa bene a chi sia rivolto, ma ormai sembra che sappia dire solo cucù!|”. Allora il giornalista ci prova con Pahl, l’ex consigliere di tante legislature, che è stato fatto capo dell’ Associazione degli ex e che, con tanti altri, si rivolgerà al tribunale. Chiamato al telefono Pahl risponde, ma appena il giornalista apre bocca, il vecchio marpione, capisce al volo il tranello, emette un verso bislacco, in tedesco s’intende, un grugno, e mette giù. Povero giornalista fregato un’altra volta.” Cosi l’Archimede che è desolato, parteggia per il giornalista e il Pahl proprio non lo può vedere. Interviene la Camilla, la maestra, quando si tratta di donne, tocca a lei raccontarci l’intera vicenda: “Allora giornalista e troupe, armati di tutto punto, si sono recati a Tione, per intervistare la nostra Margherita Cogo, donna serena, sempre aperta al dialogo, trasparente come l’acqua di monte...”
secondati da quei quattro disertori di casa nostra, che pretendono di fare il buono e il cattivo tempo in tutta la Provincia. Ho protestato nell’alto dei cieli, ma la risposta è stata cruda, senza sbocchi: “Ve li siete cercati, ve li siete votati, ora teneteveli e pagatene le conseguenze!”. Il cielo ha sempre ragione. da ridere a vedere questi ex potenti della Provincia scappare come montoni...” dice l’Evaristo.
Paolo del Debbio conduttore di Quinta Colonna
La Camilla è un po’ partigiana e le viene tolta la parola. Il finale ce lo racconta l’Abele che è ancora il più equilibrato di tutta quella nobile congrega: “La Margherita, ignara, era a passeggio lungo il viale di Tione, quando arrivano i lupi di Roma, lei allora allunga il passo, svicola verso il capannone del tennis, e il giornalista dietro con il microfono aperto... signora risponda.. restituirà i soldi alla provincia?... risponda... e lei muta come un pesce, allunga la falcata frenata da gonne un po’ corte... signora si fermi..! Poi non si capisce come sia andata, ma finalmente la nostra Margherita l’hanno “incantonata” su di una panca pubblica e dove ha detto poche parole, ben dette! Si fa per dire! Sarebbe stato meglio che non le avesse dette...s’è lamentata perché le stavano rovinando la reputazione! Lei, integerrima donna di sinistra, che appare sui giornali un giorno sì e l’al-
tro anche sempre per vicende commendevoli, lei ha fatto il suo dovere, che non rompano... e la lascino in pace! “Cara ragazza, dice la solita Camilla compassionevole, povera com’è, dove andrà a prendere tutti quei soldi da restituire... è davvero perseguitata poverina! E’ un po’ come Berlusconi...” “Ehi, l’ho vista anch’io, per caso, urla Fra’ Gandino del Bleggio, che finora sembrava assorto in cose di ben altro spessore, l’ho vista su Rete Quattro e mi ha fatto arrabbiare... come?.. parla di reputazione?...la reputazione è una cosa seria, la si acquista quando si fa qualcosa per gli altri e non solo per se stessi, così mi hanno insegnato alla scola di catechismo...” I sodali si girarono verso Fra’ Gandino che sembrava impazzito e secondo l’Osvaldo Caccola lo era davvero: ”L’hanno una coscienza questa gente? Se devono restituirli, ‘sti soldi, li restituiscano senza tante storie...” urlò ancora il Frate del Bleggio, applaudito da tutte le genti delle Giudicarie che condividono di lui ogni parola. “Quattro o cinque minuti di televisione davvero sorprendenti, ‘na cosa tutta
“E pensare che li hanno visti in tutta Italia, chissà cosa avranno pensato di noi, da sempre considerati i più bravi della classe, i migliori, i più onesti, i più capaci. Povero Trentino, che figura ti hanno fatto fare, non bastava la Daniza, adesso anche Quinta Colonna, poveri noi!” Dice l’Archimede scoraggiato. “Più che da ridere c’era da piangere...ma visti così. spaventati, che scappano come conigli... ho riso per una settimana!” ha detto l’Arcadio, sincero. “Che figura di....” conclude l’Osvaldo Caccola sentendosi per una volta saggio e conciso nei suoi giudizi, dopo l’Emilio Fede c’è solo lui con cotanta capacità di testa. “Poverini, a me fanno anche pena...come ne possono venir fuori...” dice comprensiva l’Orsolina. “C’è solo da pregare, pregare, che si ravvedano, che facciano l’esame di coscienza, sono in pochi ad aver meritato tutti quei soldi...anzi nessuno! Privilegi scandalosi! Non so neanche se possono essere perdonati, non tanto per i soldi presi “a sbafo”, quanto per l’arroganza e la faccia tosta...” esorta Fra Gandino del Bleggio. “C’è una unica strada per uscirne...mi è venuta un’idea...sentite!” e tutti attenti alle parole dell’Aristide, il saggio: “Invece di dare i soldi di ritorno alla Provincia che li spenderebbe con altri sprechi e per altri privilegi, i nostri bell’imbusti potrebbero finanziare qualcosa di importante per la loro comunità, o per il Trentino...” “Idea geniale...vai avanti...” comanda l’Abele. “Ad esempio il Morandini
potrebbe finanziare la costruzione del secondo campanile del Duomo di Trento, monco da secoli, farebbe una grande opera meritoria...il nuovo campanile lo chiameremmo il Morandino, e Il nostro Pino passerebbe alla storia dell’arte nei secoli dei secoli... il Delladio, invece, potrebbe costruire per la sua zona un sacco di case sugli alberi per i turisti, così potrebbe dimostrare che la sua proposta non era così balzana come sembrava, mah!” “Giovanazzi, invece, gran cacciatore, potrebbe attrezzare tutti i cacciatori del Trentino di carabine di precisione, con tanto di monocolo, con l’arrivo dei lupi saremmo pronti a difenderci... E il Dellai? Beh, quello potrebbe finanziare la funivia del Bondone, così sarebbe comodo a salire e scendere dalla sua casetta dii montagna e darebbe una mano al suo sindaco Andreatta, troppo occupato in questi giorni nella lotta alla movida”. “Bella questa..e la Margherita?” chiede ansiosa la maestra Camilla. “ La Cogo...beh! La Margherita potrebbe regalare all’Ospedale la nuova macchina per la mammografia, in modo che le nostre donne possano rimanere a Tione per i loro guai...sarebbe una gran cosa...risparmierebbe, farebbe felici le donne giudicariesi che le dedicherebbero una targa presso l’ospedale, i Tionesi le dedicherebbero una Via...Via Margherita Cogo, grande...! E magari, chissà!, se si pentisse delle sue “malefatte politiche”… finirebbe alla Madonna del Lares...venerata da tutto il popolo giudicariese...” Mai l’Archimede aveva espresso idee così convincenti, merita spontanea la mia secolare benedizione. Che meditino i nostri politicanti, chissà che non si ravvedano. L’idea dell’Archimede potrebbe salvare capre e cavoli, ma ho l’impressione che ai nostri non interessino né le capre, nè i cavoli.... è una questione di reputazione, mah!
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Per le “idee ad alta quota” 224 mila euro
AMadonna di Campiglio cultura a peso d’oro
I soldi in questione, sono stati spesi a Madonna di Campiglio, per l’edizione 2014 di “Campiglio Trepertre: Idee d’alta quota”, organizzata, nel marzo scorso, dal comitato Uno-Cinque-Cinque-Zero, formato da Anita Binelli, Walter Vidi e Margherita Cogo, di cui l’ex consigliera provinciale è presidente. Ospiti, dal 21 al 23 marzo, personaggi di spicco come Paolo Mieli, Sabina Guzzanti, Corrado Formigli, la famiglia Fuksas, Azzurra Caltagirone e Maria Latella, in veste di moderatrice, che si badi bene - così avevano detto gli organizzatori, salvo poi rivedere le loro dichiarazioni alla pubblicazione del bilancio - non hanno voluto un centesimo per la loro presenza. Solo un rimborso spese. Avevano detto. Nonostante ciò, la manifestazione ha palesato costi per 224.672,23 euro, di cui 103.349.22, coperti da contributo provinciale. Anche nei due anni precedenti la kermesse culturale ha avuto luogo nell’auditorium della Perla delle Dolomiti . I budget, però, erano stati molto più contenuti: 71.831,26 nel 2012 (50 mila il contributo Pat) e 51.121,28 nel 2013 (23 mila, a carico della Provincia). Quest’anno si è voluto strafare. E i costi sono lievitati abbondantemente sopra
C
he Italia! E che Trentino! C’è chi deve aggiungere buchi alla cinghia, perché non arriva a fine mese. E chi per una manifestazione culturale di soli tre giorni può permettersi di spendere 224 mila euro. Di cui, 103 mila di contributo provinciale. La notizia, manco a dirlo, ha fatto scalpore. E ancor di più allibiti ha lasciato il fatto che, dei
Anita Binelli, Walter Vidi e Margherita Cogo
411.990 euro stanziati dal presidente della giunta provinciale in persona “per concorrere mediante contributi finanziari all’organizzazione di convegni, celebrazioni, iniziative e manifestazioni su temi che rivestono particolare rilevanza per il Trentino”, un quarto dell’intera somma a disposizione siano andati ad una sola organizzazione.
Sabina Guzzanti intervistata da Maria Latella
i 200 mila euro. Che manifestazioni di questo genere possano rivestire un indubbio interesse per una località come Madonna di Campiglio, nessuno osa metterlo in dubbio. Ma, che per una “tre giorni” di cultura, con ospiti a costo zero (?), si possano spendere qualcosa come 224 mila euro (l’equivalente di un mammografo di ultima generazione, di cui l’assessore
Borgonovo Re non se la sente, per questione di costi, di dotare gli ospedali periferici) fa specie. Tanto più che, conti alla mano, la “Trepertre”, s’è “pappata” più di un quarto dei finanziamenti messi a disposizione dal governatore Rossi, e il 46% dei 224 mila euro di costo. Non a caso, la “news” ha fatto trasalire il popolo del web. Che non ha risparmiato commenti, an-
che feroci, sulla disinvoltura con cui i tre fondatori del comitato “1550” (alias Margherita Cogo, ex presidente della Regione, Anita Binelli e Walter Vidi, rispettivamente assessore e vicesindaco del comune di Pinzolo), si sono permessi di spendere una cifra così consistente, per una manifestazione che potrebbe essere organizzata a costi notevolmente più ra-
gionevoli. Gli esempi non mancano. Uno per tutti: “Trentino d’Autore” di Comano Terme. Una venti giorni di incontri culturali, che, pur in presenza di personaggi di grido quali Concita Di Gregorio, Beppe Servergnini, Marco Travaglio, Lucia Nibali e altri, costa ogni anno, mediamente solo 10.000 euro. Ancor meno hanno
speso i Laici Trentini per organizzare trentuno (31) incontri con scrittori, scienziati, filosofi e titolari di cattedre universitarie internazionali. Quali: Margherita Hack, Gianluigi Nuzzi , Danilo Mainardi, Giulio Giorello, Pierluigi Odifreddi, Temo Pievani, Beppino Englaro, GianEnrico Rusconi, Alberto Faustini, Maria Concetta Mattei , Enrico Franco e via dicendo. “Tutte persone – chiarisce il loro segretario Alessandro Giacomini – venute senza compenso”. Per questo, dice: “Trovo vergognoso un simile sperpero di denaro. Che lascia intendere una certa spudoratezza nella gestione dei soldi pubblici. E mette in evidenza l’intreccio tra amministratori pubblici e il comitato organizzatore”. “Quanti soldi - si chiede il segretario dei Laici - ha dato il Comune di Pinzolo a questo comitato composto per 2/3 da suoi assessori?”. “Mi chiedo se sia lecito e conforme al comune buon senso, fare operazioni di questo tipo”. Tanto più – dice Giacomini - che noi, per oltre trenta eventi, abbiamo speso 6.500 euro. Di cui, 3.500 autofinanziati dai soci dell’associazione, e senza nessun contributo pubblico dalla Provincia. Ettore Zini
Solo rimborsi spesa?
Dal rendiconto spuntano 61 mila euro per Latella e staff Guzzanti, 6.180,30 euro alla “Casa editrice per Mieli” per il servizio traduzione simultanea, 28.847,97 euro per la comunicazione, 13.562,95 per la realizzazione del materiale audio-video e sito internet, 12.444,46 per viaggi-spostamenti relatori e addetti ai lavori Solo rimborsi spese, aveva scritto Margherita Cogo su facebook, a chi chiedeva quanti soldi hanno percepito gli ospiti di “Trepertre”. Poi, però, la precisazione, contenuta nel bilancio: 61.734,40 il compenso al direttore scientifico (?) Maria Latella e allo staff di Sabina Guzzanti (che però smentisce in una lettera degli avvocati Allegra Bonomo e Pierluigi de Palma); 6.180,30 euro alla casa editrice per Mieli (così è scritto testualmente) e il servizio traduzione simultanea; 28.847,97 euro per la comunicazione; 13.562,95 per la realizzazione del materiale audio-video;12.444,46 per gli spostamenti e le spese di taxi di Ad e relatori; 4.192,00 per spese amministrative. Infine, la voce più rilevante:
83.063,05 per l’ospitalità. Nelle entrate ci sono 61.000 euro derivanti dai pacchetti vacanze legati alla manifestazione, i 103.000 euro di contributo Pat, 20 mila di sponsorizzazione di Valore Donna e 20 mila dal Comune di Pinzolo. Inutile dire che, neppure la pubblicazione della nota spese è valsa a placare chi sì è scagliato contro i costi dell’iniziativa. Ritenuta, da più parti, assolutamente improponibile, in un momento economico come l’attuale. Duecentoventimila euro, sono più o meno la paga annua di una dozzina di lavoratori. Calcolatrice alla mano, vorrebbe dire che ogni partecipante, stando sul buono, è costato - solo di soggiorno - dai 3 ai 4.000 euro al giorno. Un tan-
Un momento di Campiglio Trepertre, il potere delle Donne
tino troppo, pure a Madonna di Campiglio dove i prezzi di pernottamento anche in alberghi categoria superlusso, con camere e suite categoria superior (prezzi Apt) non superano in alta stagione i 150/160 euro a notte. Chiarito questo aspetto, c’è n’è un secondo che sarebbe interessante appurare. La
risposta questa volta però spetta alla Giunta provinciale, oggi particolarmente impegnata a dare “sforbiciate”, a destra e a manca, a tutti i servizi, anche essenziali, quali quelli della Sanità. Salvo poi scucire, con la stessa semplicità con cui si trangugia un sorso d’acqua fresca, contributi da nababbi
per incontri culturali come quelli organizzati da “Trepertre”, e finanziamenti da fame, per analoghe attività, altrettanto meritorie. La domanda, anche se retorica, è questa: caro presidente Rossi ed egregi membri di Giunta non vi sembrano troppi 100 mila euro per qualche pillola di saggezza del pur bravissi-
mo Paolo Mieli o della Fuksas family, quando la disoccupazione giovanile anche in Trentino ha sfondato il tetto del 17% e molte famiglie non arrivano alla terza settimana del mese? In attesa di conoscere la risposta e il metro di misura adottato, rammentiamo qui di seguito l’entità degli altri contributi, in euro, elargiti dal presidente Rossi nel contesto dello stesso contenitore culturale: Trasplant Sport Club Sudtirol-Alto Adige 4.100; Targa d’argento di Pinzolo 4.050; settantesimo dell’eccidio di Malga Zonta 1.767; Scuderia Trentina 66.436; Fondo Ambiente Italiano Fai 3.000; Fondazione Pezcoller 39.420; Associazione culturale amici della Città 14.177. (e.z.)
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Per rendere più facile il raggiungimento del quorum di validità per il referendum, oggi fissato al 50% del totale degli elettori, il disegno di legge regionale prevede di confermare la percentuale del 50% ma cambia il riferimento che non è più al totale degli aventi diritto al voto, ma ai votanti nelle ultime elezioni comunali. Tenendo conto che la media dei votanti si attesta intorno al 70%, significa che il referendum sarà valido con il voto del 35% degli elettori, una percentuale sicuramente raggiungibile. Il disegno di legge, prendendo in considerazione i pochi mesi che ci separano dalle elezioni comunali del prossimo maggio, prevede che per i Comuni che faranno domanda di fusione entro il 31 dicembre 2014 verranno confermati i sostanziosi contributi previsti dall’attuale normativa, per una durata di 20 anni. Prevede inoltre la sospensione delle elezioni di maggio per quei Comuni che entro il 30 marzo 2015 presentino domanda di fusione con il parere positivo della Giunta provinciale. In questo caso il referendum dovrà tenersi entro luglio 2015 ed in caso di esito positivo Sindaco, Giunta e Consiglio resteranno in carica fino alla fine del prossimo anno e dal 2016 sarà avviato il nuovo Comune.
Unificazioni, la Regione accelera L’obiettivo è quello di dimezzare in pochi anni il numero dei comuni trentini
L
di Enzo Ballardini
a Regione ha deciso di accelerare decisamente sulla normativa relativa all’unificazione dei Comuni. La Commissione competente recentemente ha dato via libera al disegno di legge di riforma degli enti locali con numerose ed importanti modifiche che andranno a favorire In questi casi i contributi che verranno concessi dalla Regione saranno minori ed avranno una durata massima di dieci anni. Altra novità che sicuramente farà discutere è la previsione di referendum obbligatori per i Comuni con meno di 1.000 abitanti che alla fine del 2018 non abbiano ancora promosso procedure di fusione. Ai cittadini di quei Comuni verrà chiesto di esprimersi su una proposta di fusione avanzata direttamente dalla Giunta provinciale. La decisione è forte e le indicazioni che provengono dalla Regione sono molto chiare e decise. Alla base di questa proposta, da una parte la convinzione che il numero dei Comuni sia ormai eccessivo e che le piccole dimensioni
non siano più un elemento di forza istituzionale ma un limite ed uno “spreco”di risorse, dall’altra la sensazione che la popolazione sia favorevole alle aggregazioni tra i
ed incentivare le aggregazioni. Infatti la proposta prevede la novità del referendum popolare per avviare le fusioni, in sostituzione della decisione del Consiglio comunale, a patto che la proposta venga avanzata da almeno il 10% del corpo elettorale, un quorum molto basso.
Comuni, anche per conseguire l’erogazione di servizi più efficienti. Nel mese di ottobre il disegno di legge verrà portato all’approvazione del Con-
siglio regionale e se vi sarà un’ampia condivisione tra le forze politiche, sarà approvato velocemente per entrare in vigore ancora entro la fine del mese. Sicuramente questa nuova proposta di legge porterà ad una accelerazione delle discussioni, polemiche e dinamiche a livello Comunale, in questi anni rimaste sotto traccia. Ci sono sei mesi di tempo, soprattutto per i Comuni di minori dimensioni, per incontrarsi, discutere, approfondire ed alla fine magari decidere di intraprendere una nuova strada insieme, un nuovo progetto di collaborazione ed integrazione tra piccole realtà limitrofe e omogenee. Sarà una fase non facile come sempre accade in occasioni
Attualità di cambiamenti epocali, ma questa volta la decisione non spetterà a poche persone ma, attraverso il referendum, interesserà tutta la popolazione. Un’importante occasione per i cittadini per interessarsi di queste tematiche e partecipare direttamente alla discussione e alle decisioni finali. Questa proposta regionale rappresenta solo una piccola parte dei cambiamenti che interesseranno le Amministrazioni locali. La Giunta provinciale ha approvato la settimana scorsa il disegno di legge di riforma istituzionale che riguarda in particolare le Comunità di Valle e la gestione associata delle funzioni comunali, un provvedimento complesso che porterà ad una modifica incisiva delle competenze a livello locale. Mai come in questa occasione gli Amministratori regionali e provinciali hanno dato delle indicazioni chiare e precise riguardo alla riforma istituzionale ed alla diminuzione del numero dei Comuni. Vedremo se in futuro gli stessi amministratori saranno così decisi e conviti anche quando si tratterà di riformare le istituzioni provinciali e regionali, scelta resa ormai necessaria a causa della crisi economica e dalla diminuzione delle risorse pubbliche disponibili.
I censiti di Condino, Castel Condino, Brione e Cimego chiamati al referendum il 14 dicembre per confermare la fusione
Borgo Chiese, ora la “palla” passa ai cittadini Ora le sorti della fusione tra Condino, Cimego, Castel Condino e Brione sono nelle mani dei cittadini dei rispettivi paesi, che saranno chiamati al referendum confermativo nella giornata di domenica 14 dicembre. Il nuovo comune si chiamerà “Borgo Chiese” - nome approvato dai consigli comunali, anche se pure “Pieve di Condino”, nome legato agli antichi assetti organizzativi, trovava i suoi estimatori – e conterà circa 2.350 (Condino 1.528 ab., Brione 136, Cimego 415 e Castel Condino 233) con una superficie totale di 64 kmq. Dopo un percorso significativo, di condivisione del progetto, prima nelle giunte, poi in seno ai consigli, è dunque l’ora della partecipazione della popolazione che sarà chiamata ad esprimersi il 14 dicembre (analogamente ad altre realtà simili in altre zone della provincia) sul buon esito della fusione, con la nuova realtà comunale che verrà ad esistere dal 1 gennaio 2016. Capoluogo del nuovo comune di Borgo Chie-
Castel Condino
se sarà Condino, paese più popoloso con oltre il 50% degli abitanti, mentre gli altri tre resteranno quali frazioni; se tutto andrà secondo le previsioni, ecco che il nuovo ente potrà godere di poco meno di 300.000 euro di contributo l’anno a calare progressivamente fino al ventesimo anno, come da normativa vigente. A questo proposito, si veda l’articolo a fianco, nel quale si prospettano le nuove norme che varranno per le future fusioni. Poi, le prossime tappe, con-
cordate con l’assessore Carlo Daldoss e i funzionari del Consorzio dei comuni, se il referendum avrà esito positivo saranno la proroga dei consigli comunali attuali fino al 31 dicembre 2015 (dunque niente elezioni a maggio del prossimo anno), mentre dal primo gennaio del 2016 scatta il commissariamento fino ad una data per le elezioni amministrative, presumibilmente ad aprile o maggio 2016. Ora l’attenzione è tutta per il referendum del 14 dicembre, nel quale i cittadini dei
quattro comuni avranno in mano le sorti della fusione. Una data importante per le Giudicarie, perché l’ eventuale esito positivo di questo processo di aggregazione potrebbe scatenare a catena altre iniziative di questo tipo. Qualcosa l’ha già smosso, così come l’avvenuta fusione di Daone, Bersone e Praso nel comune di Valdaone: ecco infatti che il 29 ed il 30 settembre i consigli comunali di Prezzo e di Pieve di Bono hanno deliberato il via libera per la fusione delle due realtà in
un unico comune. Pieve di Bono-Prezzo, ok dai consigli comunali. Nelle serate del 29 e del 30 settembre, appena prima di andare in stampa, i consigli comunali rispettivamente di Prezzo e Pieve di Bono hanno votato entrambi all’unanimità, per portare aventi un percorso di fusione. Una unione che – sottolinea il sindaco di Pieve Attilaio Maestri – è già nei fatti da 20 anni, grazie alle tante collaborazioni e servizi attuati in sinergia, come ad esempio
ufficio tecnico, ufficio tributi e servizi di rete. Ora la parola passa ai cittadini che in un referendum (lo deve ufficializzare la Regione, ma si può supporre che potrebbe avvenire sempre domenica 14 dicembre) dovranno confermare o meno la fusione. Se prevarrà il sì alla fusione, ecco allora che nascerà il nuovo comune di Pieve di Bono-Prezzo, un agglomerato di circa 1.590 abitanti con una superficie di 23 kmq. (r.b.)
Attualità Partiamo dalle Esteriori. A San Lorenzo-Dorsino, alle prime elezioni con il nuovo assetto di comune unico, si tratta del dopo Gianfranco Rigotti, alla seconda legislatura da sindaco e dato in uscita. In prima fila c’è l’attuale vicesindaco Stefano Bonetti che potrebbe prendere il testimone dell’attuale primo cittadino rinnovando parzialmente la lista. Da vedere come si muoveranno le due attuali liste di Dorsino. Quella del sindaco Giorgio Libera, sulla base della collaborazione instaurata con l’amministrazione dell’altro comune potrebbe fondersi con quella di Rigotti. Dall’altra si parla di un ritorno di Walter Berghi, già più volte sindaco di San Lorenzo e di Omar Appoloni, capo dell’opposizione dorsinese. Attenzione anche a Samuel Cornella, figlio dell’ex-vicesindaco Ivo e molto conosciuto nell’ambito della Cooperazione. A Stenico il borsino pende verso una riconferma della candidatura dell’attuale sindaco Monica Mattevi, mentre nelle fila delle due liste di opposizione, quella guidata da Lino Scaravonati e quella di Rodolfo Sicheri le decisioni sono ancora da prendere. Su tutto si parla di una possibilità (peraltro non così consistente) di un tentativo di fusione con Bleggio Superiore e Terme di Comano, prima dei termini che consentirebbero di godere ancora dei contributi provinciali per le unioni. Difficile però che riesca e dunque a Terme di Comano per il dopo Livio Caldera il nome caldo è quello di Luca Martinelli, imprenditore artigiano nel settore degli impianti elettrici e presidente della Pro Loco di Ponte Arche, oppure Giampaolo Vaia, attualmente assessore in Comunità di valle. A contendergli la vittoria, potrebbe essere Fabrizio Vaia, il più votato nel 2010. Nel Bleggio Superiore, quasi certa la candidatura del sindaco uscente Alberto Iori, alla prima legislatura. Per lo sfidante circola il nome del redivivo Massimo Cal-
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Verso le comunali 2015 Inizia il toto-sindaco
Tutti i nomi, le manovre, i rumors a sette mesi e mezzo dal voto
È
vero, mancano ancora poco meno di otto mesi, ma è proprio in questi giorni, e nelle prossime settimane che, nei gruppi e nelle liste, si vanno definendo le strategie per le elezioni comunali del maggio 2015. Su tutto incombono fusioni e progetti di fusione,
che potrebbero portare, per alcuni dei comuni giudicariesi, a prorogare la legislatura fino a fine 2015. Per tutti gli altri il maggio del prossimo anno, presumibilmente la seconda domenica, sarà la data da cerchiare in rosso sul calendario. Tra conferme, new entry e sorprese.
dera, dopo la buona prestazione nelle provinciali dell’ottobre 2013, nella quali totalizzò 1.304 voti nella lista di Progetto Trentino. A Fiavè quasi certa la candidatura per Nicoletta Aloisi; per lei sarebbe la terza legislatura. In rampa di lancio sembra essere anche Enzo Caresani, libero professionista e comandante dei Vigili del Fuoco di Fiavè, oltre che già coordinatore Upt delle Giudicarie. Busa di Tione. Venendo alle Giudicarie centrali, Matteo Leonardi a Ragoli punta la seconda legislatura, da valutare chi sarà lo sfidante, così come a Preore, dove dovrebbe esserci la candidatura di Paolo Paletti, così come la lista di Davide Ballardini. A Zuclo non è scontato che Paolo Artini si ripresenti per la terza legislatura, mentre ci sarà dall’altra parte la lista di Guido Perghem così come nel 2010. A Bolbeno salgono le possibilità per la riconferma della candidatura di Diego Chiodega, anche se voci parlano del ritorno in campo di Giorgio Marchetti, sindaco per tre legislature. Discorso Tione: è abbastanza certa la ricandidatura del sindaco attuale Mattia Gottardi, sostenuto dalle attuali forze di maggioranza. Dall’altra possibile la candidatura di Alessandro Rognoni. Pare molto probabile, comunque, l’assenza di liste di partito. Val Rendena. Risalendo
la Val Rendena, a Villa si discute di una possibile fusione con Darè e Vigo. Difficile ce la si faccia prima dei termini e dunque: Emanuele Bernardi non ha sciolto le riserve sulla sua candidatura, anche se alla fine ci sarà. In alternativa l’assessore Rudi Gottardi. Darè riproporrà la lista di Bruna Collini mentre a Vigo non potrà più candidarsi Ezio Loranzi per raggiunte tre legislature. I nomi che circolano per la sua sostituzione sono quelli di Giuseppe Stefani e di Maura Gasperi. A Pelugo ci sarà ancora Stefano Galli, mentre dall’altra ci sarà la lista di Silvano Campidelli. A Spiazzo spazio all’uscente Michele Ongari, mentre nell’altra lista le carte sono ancora da definire. A Strembo le elezioni si svolsero nel novembre 2009 a seguito delle dimissioni di Alfonso Fantoma: probabile conferma della candidatura del sindaco
uscente Guido Botteri (in alternativa Sandro Ducoli) e nell’altra lista di Franco Masè. A Caderzone Terme c’è il sindaco in carica Emilio Mosca, a sfidarlo potrebbe essere Marcello Mosca, il più votato nel 2010 e capogruppo Upt in Comunità di valle. A Bocenago scontata la ricandidatura di Walter Ferrazza, che nel frattempo è transitato pure per l’incarico di sottosegretario nel suo nuovo impegno politico nel Mir. A Pinzolo la situazione è più magmatica. L’unico candidato finora venuto allo scoperto è Michele Cereghini, che all’inizio di giugno ha esternato la sua presenza alle prossime elezioni quale candidato sindaco. Nonostante abbia lasciato intendere più un no che un sì, William Bonomi probabilmente ci sarà; voci di corridoio lo danno oggi più in “quota” Patt che in quota Unione per il Trentino, partito a cui Bo-
nomi è tesserato. Ma non cambia la sostanza: accanto alla lista Patt dovrebbero esserci due civiche. Da valutare l’apporto o meno di Isidoro Pedretti, che nel 2010 fu il più votato con 145 voti, e fedelissimo del sindaco salvo poi allontanarsi da Bonomi nell’estate del 2013. Rumors danno sullo sfondo la candidatura autorevole di Gigi Olivieri, che comunque l’anno prossimo arriverebbe a fine legislatura in Comunità e potrebbe pensare alla carica di primo cittadino. Fra le opposizioni da valutare la presenza di Roberto Failoni, Augusto Gallucci e Diego Binelli. A Carisolo, invece, appare quasi certa la ricandidatura di Arturo Povinelli, così come a Giustino e Massimeno vi saranno i sindaci uscenti Luigi Tisi e Enrico Beltrami. Valle del Chiese. A Breguzzo si pensa alla con-
ferma della sfida del 2010, tra Antonello Ferrari e Walter Rubinelli. Ci sarà anche Piergiorgio Ferrari? In molti pensano sarà così. A Bondo nel 2010 vi fu una lista unica guidata da Giuseppe Bonenti, e così sembra essere anche per il 2015. Si pensa però anche alla possibilità di un cambio alla guida con spazio a Massimo Valenti, attuale vicesindaco. A Roncone situazione ingarbugliata, con Celeste Bazzoli pronto a puntare alla sedia di primo cittadino. Da decidere ancora sulla candidatura del sindaco Erminio Rizzonelli, così come l’altra lista (quella guidata da Katia Amistadi). Nel 2010 le tre liste si giocarono la vittoria sul filo del rasoio. A Lardaro lista unica con Werner Bonenti candidato è la soluzione più probabile. A Pieve – sempre che si voti e non si faccia la fusione – appare probabile la ricandidatura di Attilio Maestri, mentre nel nuovo comune di Valdaone si parla di Ketty Pellizzari, attuale vicesindaco di Daone, come possibile capolista. Chiaro che le liste andranno “mescolate” fra quelle dei vecchi tre comuni, dunque non si escludono sorprese. Vista la fusione a Condino, Cimego, Brione e Castel Condino non si voterà nel 2015, ma solo nel 2016. Dunque passiamo a Storo: il sindaco Vigilio Giovanelli ha espresso l’intenzione di non ripresentarsi al voto, ma ci sono forti pressioni su di lui perché riveda la sua scelta. A Bondone, infine, si vota il prossimo 16 novembre, per la scomparsa del sindaco Graziano Scalmazzini.
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Scuola
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Ricco il panorama della scuola giudicariese
All’Enaip iscritti in crescita (e spazi in calo). Il “Guetti” protagonista a Roma da Napolitano di Denise Rocca
Sul fronte dell’offerta post obbligo scolastico, Tione è il principale centro della formazione giudicariese dove gravitano l’Istituto di Istruzione Lorenzo Guetti e i due centri di formazione professionale Enaip e Upt. Inizio di anno particolarmente ricco per l’istituto d’istruzione Lorenzo Guetti, invitato con gli Si conferma centro particolarmente attento allo sport – o scorso anno è stato nominato scuola più sportiva della provincia – e alle attività legate alla montagna, così con altri quattro istituti ha vinto il concorso “100 Ragazzi in rifugio”, indetto dall’Accademia della Montagna. Continua sul fronte didattico l’esperienza integrativa di sostegno allo studio avviata nei pomeriggi per quei regazzi che ne facciano richiesta, accanto alle attivitò extracurricolari di orientamento, promozione della salute, scuola-territorioambiente e l’educazione alal cittadinanza responsabile. Riprendono anche le attività
“La presenza delle insegnanti – commentano - è stata sì fondamentale, ma gestita in maniera diversa rispetto alla consueta figura dell’insegnante di sostegno che per quanto sia ben integrato rimane pur sempre una figura il cui ruolo, soprattutto agli occhi dei compagni, è quello di aiutare un bambino in particolare” Nel concreto le aule hanno abbandonato la classica disposizione dei banchi frontale o a ferro di cavallo, per avere invece delle isole di banchi dove i bambini lavorano in piccoli gruppi cooperativi. Così i bambini, seguiti in un processo di apprendimento dalle maestre appositamente formate, imparano aiutandosi tra di loro, ognuno con le sue forze e le sue debolezze e mantenendo in classe senza allontanarli come si faceva in passato quegli alunni con lievi difficoltà di apprendimento. Un tutor esterno per tutto l’anno ha seguito la sperimentazione due volte al mese, e continua a seguire le insegnanti anche in questo secondo anno di progetto nel quale a Fiavè l’entusiasmo di quell’unica classe ha contagiato anche gli altri e si è pensato di estendere la modalità di lavoro a tutta la scuola. Tutto è iniziato naturalmente dai bambini, che andavano preparati ad una nuova modalità di appren-
dell’istituto come centro Eda, di educazione agli adulti, che offre corsi serali per raggiungere la maturità negli indirizzi “Amministrazione Finanza e Marketing” e “Costruzioni, ambiente e territorio”, oltre a corsi per il conseguimento della licenzia media, corsi di italiano per stranieri, di riqualificazione professionale, informatica e lingue straniere. Sul fronte dell’Enaip si accolgono una cinquantina di ragazzi in più rispetto allo scorso anno, a conferma di un’offerta gradita dalle famiglie, ma si aggrava con la maggiore affluenza il problema degli spazi a disposizione. Aumenta anche l’offerta
formativa della scuola, che dopo la delusione dello scorso anno, riceve quest’anno il quarto anno di management dell’accoglienza e dell’ospitalità, oltre alla possibilità del quinto anno di maturità per l’alberghiero. Significa che tutti i ragazzi che si qualificano nell’Enaip giudicariese hanno la possibilità di continuare con il quarto anno a Tione. La Provincia ha infatti previsto la partenza di quattro corsi sperimentali per quanto riguarda la formazione professionale finalizzati al conseguimento del diploma di maturità: a Tione apre il quinto anno di alberghiero, a Rovereto quello di Industria
e Artigianato, mentre il Terziario e la specializzazione in Carpenteria e Legno a Trento. E’ in particolare il ramo alberghiero a registrare la maggiore affluenza di studenti: “Un aumento sensibile nel settore servizio alberghiero e della ristorazione – spiega il dirigente scolsatico Emilio Salvaterra – dovuto a diversi fatto. Uno sicuramente è la qualità dell’attività che viene svolta che offre una filiera completa, poi la risonanza del settore a livello mass media, e un terzo elemento va detto che a livello occupazionale è un settore che dà ancora delle garanzie occupazionali anche se si parla di lavori stagio-
alunni della V indirizzo “Amministrazione, Finanza e Marketing” a presenziare a Roma alla cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico assieme ad altri tremila studenti. A salutarli il presidente della repubblica Giorgio Napolitano e l’assessore all’istruzione Stefania Giannini. nali”. Reggono le iscrizioni delle specializzazioni che riguardano Industria e Artigianato, con un incremento di iscritti al settore della carpenteria in legno, pur nella difficoltà del mercato lavorativo. Per ovviare alla questione degli spazi per i 470 studenti iscritti all’Enaip in questo anno scolastico sono state ricavate cinque aule aggiuntive, sono piuttosto i laboratori, in particolare per il ramo alberghiero a creare qualche grattacapo. E’ infatti ancora fermo il progetto che prevede l’aggiunta di un piano all’edificio scolastico per accogliere un laboratorio di cucina e pasticceria, uno per
la sala bar e ricevimento e due aule oltre all’ufficio dela segreteria che al momento è ospitato nel back office dell’alberghiera che dovrebbe invece essere uno spazio di sperimentazione per i ragazzi. Tengono le iscrizioni anche sul fronte dell’Università Popolare Trentina che avvia la e-class, una piattaforma digitale dove caricare id ocntenuti didattici. E simile problema di spazi, da quando si è arenato il progetto dell’allora assessore Tiziano Salvaterra di costruire un nuovo edificio dietro all’attuale dell’Enaip e riunire in un unico edificio tutti gli istituti scolastici di Tione.
A Fiavè si insegna in modo “inclusivo” Nella scuola primaria i ragazzi studiano in modo “cooperativo” Cinque classi e una percentuale di alunni stranieri che sfiora il 50%. Più due maestre – Rita Franceschi e Romina Pisoni – con un passato da insegnanti di sostegno che si sono messe in gioco, con la loro scuola, per lavorare sul tema dell’inclusione. Si tratta della scuola primaria di Fiavè, dove è stata
accolta una sperimentazione che si è concretizzata in un progetto biennale in collaborazione con la Fondazione Agnelli di Torino, Iprase del Trentino ed edizioni Erickson, per obiettivo sperimentare una nuova funzione dell’insegnante di sostegno e l’utilizzo di metodologie didattiche inclusive. dimento: gli alunni sono stati guidati in una riflessione sul gruppo e sulla sua natura, inoltre con dei giochi di ruolo i bambini sono stati invitati a riflettere sulle proprie capacità e difficoltà e sui sentimenti che sorgono in chi viene escluso e subisce un rifiuto. Al lavoro preparatorio è seguito un anno di lezioni laboratoriali nelle quali matematica e italiano - discipline delle due maestre che per prime hanno avviato il progetto - sono state declinate in maniera diversa. “Ma gli obiettivi formativi e i programmi rimangono identici, non sono né ridotti né facilitati” specificano le inse-
gnanti, a cambiare è la modalità di lavoro. “Grazie a questa nuova esperienza – raccontano le maestre - abbiamo visto alunni in difficoltà crescere grazie all’aiuto di quella risorsa fondamentale, sempre presente nelle classi ma a volte poco sfruttata, che sono i compagni”. Insegnanti molto affiatate fra di loro, perchè non è una passeggiata pensare a lezioni che si integrino e laboratori multidisciplinari o superare il primo periodo nel quale i bambini devono abituarsi a nuove lezioni, e soprattutto maestre senza il timore di pensare in grande e far funzionare un’intera scuola con un progetto inclusivo, questi gli ingredienti fondamentali per far funzionare il progetto dicono a Fiavè. Denise Rocca
Scuola
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Nuovi dirigenti alla guida della scuola giudicariese Maurizio Caproni e Paola Bortolotti guidano rispettivamente l’istituto comprensivo di Tione e quello delle Esteriori
Entrambi i nuovi dirigenti salutano con positività due aspetti che sono comuni alle due scuole giudicariesi: una vivace progettualità e varietà di proposte didattiche, sia per il curriculum normale che per le attività extrascolastiche, e dall’altra l’esistenza di una consolidata collaborazione di rete fra gli istituti di formazione della valle.
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Continuità e inclusione i due aspetti che maggiormente stanno a cuore alla dirigente Bortolotti, che li indica fra i maggiori bisogni della scuola contemporanea: “La continuità per sostenere e valorizzare il passaggio dei ragazzi fra la scuola primaria e la secondaria, promuovendo attività comuni e trasversali - spiega - e anche l’inclusione con progetti specifici con gli insegnanti per mantenere in classe anche i bambini che richiedono, in diverse forme, di un maggiore sostegno, anche perché si va verso un futuro nel quale le risorse non consentiranno di affiancare ad ogni bambino che lo necessita un insegnante”. In questo senso le scuole delle Esteriori hanno
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ue nuovi dirigenti scolastici per gli istituti comprensivi di Tione e quello delle Giudicarie Esteriori. Si tratta di Maurizio Caproni, classe 1961, roveretano trapiantato a Riva del Garda, per 6 anni di servizio al comprensivo della Val di Ledro, e di Paola Bortolotti, insegnante di tedesco e materie umanistiche all’inizio della sua carriera lavorativa, rivana, dirigente da sette anni che prima di arrivare a Ponte Arche si occupava del comprensivo di Dro.
Maurizio Caproni
Paola Bortolotti
già avviato progetti specifici e sperimentali. La linea guida per il futuro, secondo il dirigente Caproni: “ Investire molto, e in maniera decisa, sul successo formativo degli alunni, perchè se gli alunni non lo conseguono la scuola qualche domanda se la deve fare”. La sua visione della ruolo della scuola nella vita dei ragazzi e nella società? “E’ importante per la formazione degli individui in due aspetti fon-
damentali – spiega Caproni - qui anzitutto i bambini imparano a socializzare e quindi in futuro ad essere cittadini. L’altro aspetto è quello didattico, cioè garantire il massimo livello di apprendimento a tutti. Questa è forse la sfida cruciale dei nostri tempi: se la scuola forma ragazzi con un bagaglio solido, saranno persone in grado di stare nella complessità del mondo moderno”. Parola d’ordine per chi lavo-
ra nella scuola? “Mantenere l’attenzione sempre alta sulla responsabilità che ognuno di noi, insegnanti, assistenti scolastici, dirigenti, ha nell’incidere sulla formazione delle nuove generazioni. Vorrei che ognuno, nel suo ruolo, tenesse ben presente questa responsabilità della quale siamo inevitabilmente portatori”. Denise Rocca
PROGETTO START UP In Giudicarie uno dei progetti di rete che coinvolgono i quattro istituti comprensivi della valle, l’Istituto di Istruzione Lorenzo Guetti e le scuole professionali Enaip e Upt di Tione è Start Up rivolto alla prevenzione del disagio e della dispersione scolastica. Impegna quindi quei ragazzi prossimi al 16esimo anno di età, e di conseguenza alla fine dell’obbligo scolastico, che non hanno ancora alcun titolo di studio: 92 i giovani che nei dieci anni scolastici di attività del progetto, a partire dal 2005/06, tutti ultraquindicenni, hanno partecipato all’iniziativa che propone loro un percorso scolastico alternativo e su misura. “Un esempio – spiega il dirigente Caproni – di come la rete delle scuole in Giudicarie sia molto attiva e funzioni bene, e questo è un aspetto molto importante che a volte non si vede fuori dal mondo della scuola, ma è cruciale per l’offerta ai ragazzi”. In collaborazione con la cooperativa l’Ancora, i ragazzi vengono seguiti in una serie di attività per migliorare la resa didattica, ma vengono offerte loro opportunità di orientamento e formazione che permettano di costruire un’immagine positiva di sé, azioni che lavorino sull’inclusione sociale, la cittadinanza e l’autorealizzazione. Nove ragazzi sono coinvolti nel progetto in questo anno scolastico, ma Start Up non è ancora partito e l’inghippo è burocratico: la rete ha funzionato con le scuole ma non con gli uffici, che sono due diversi per gli istituti scolastici. Quindi accade che lo stesso progetto possa partire solo a metà, con gli istituti professionali che non conoscono ancora quante ore e quindi incarichi assegnare per Start Up, invece autorizzato per le altre scuole. La burocrazia ancora ragiona per compartimenti stagni.
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Agricoltura
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Agricoltura e allevamento “tirano” Ottimo successo per Mondo Contadino, tra formaggio, ruralità e aggregazione
Ottimo riscontro per la quarta edizione di ‘Mondo Contadino, festival dell’Enogastronomia Rurale’ di scena Il 20 e il 21 settembre a Roncone. Grande la partecipazione di pubblico registrata (3.500 accessi nelle due giornate) che il ricco il calendario di appuntamenti ha raccolto all’interno del villaggio costruito con suggestive casette Sabato 20 settembre il programma di Mondo Contadino ha visto al mattino l’apertura del villaggio espositivo – alle ore 10 - e la storica mostra bovina di Roncone, uno spazio dedicato agli allevatori all’interno del quale sono stati esposti i capi di bestiame più belli e caratteristici della zona, con una classifica finale stilata a fine giornata e la premiazione del migliore esemplare. Le campionesse per la razza bruna sono state: al primo posto “Nisse” di Carlo Amistadi (Roncone); secondo posto - campionessa di riserva – a “Flora” di Laura Succetti (Roncone); al terzo posto - menzion d’onore - “Riina” sempre di Carlo Amistadi. Le campionesse della razza frisona sono state invece: “Selva” di Riccardo
Pizzini (Condino); campionessa di riserva “Sonia” e menzion d’onore a “Sammi”, entrambe di Carlo Amistadi . Alle 15 ampio spazio allo “Showcooking” con Alessandro Circiello, il cuoco della Rai conduttore e autore di “Ricette per ragazzi”. Ha presentato lo chef Gianni Cassanelli – della Locanda Borgo Antico di Condino – che ha cucinato dal vivo i “Panzerotti con la farina gialla di Storo, spressa e mais; Salmerino marinato con misticanza di insalatina, melaverde e noci; focaccine di patate accompagnato da TrentoDoc”. Nel pomeriggio dalle 16.00 in poi - è stato possibile partecipare a laboratori rivolti ai bambini e la “Caserada”, proposta in due distinti momenti il sabato e la domeni-
ca, ha dato la possibilità di assistere ai processi di lavorazione del latte. La giornata della domenica ha proposto, dalle 10.30 l’appuntamento con lo Showcooking, presentato da Christian Bazzoli, con
lo chef pasticcere Marco Salvotelli – de il Ristorante Miralago di Baitoni. Cucina dal vivo e degustazione: “Crostata di mele e pane con farina gialla di Storo, Frutti di Bosco e Salsa yougurt e noci ac-
Ciuìga protagonista nel Banale
di legno allestite nei pressi delle rive del lago di Roncone. Testimoniata dalla soddisfazione di agricoltori e commercianti che hanno operato nella mostra mercato mettendo in vetrina la propria offerta di prodotti tipici, formaggi, miele, confetture, salumi, funghi, pesce e numerose altre specialità genuine locali.
compagnata da Nosiola della Cantina Maxentia. Alle ore 13 grande apprezzamento per il pranzo proposto con il piatto “principe” della Valle del Chiese, la polenta carbonera. Per gli amanti del formaggio,
degustazione speciale nella giornata della domenica con “A tutta spressa!”: protagonista la Spressa Dop, in collaborazione con il Consorzio di Tutela della Spressa, con Gianni Bazzoli in qualità di tecnico esperto. Infine, il pubblico nelle due giornate - presso l’info point del Consorzio Turistico della Valle del Chiese - ha potuto assaggiare e quindi votare i sette formaggi di malga presenti (malga Spina di Storo, malga Lodranega di Bondo, malga Capre di Storo, malga Romanterra di Condino, malga Stabolfresco di Lardaro, malga d’Arnò di Breguzzo, malga Avalina di Roncone), decretando quale vincitore dell’edizione 2014, il formaggio di malga Capre con 1.095 voti. (r.b.)
della Ciuiga in un click”, nel quale fotografi professionisti o in erba potranno cimentarsi nel cogliere lo scatto che maggiormente rappresenta l’essenza della manifestazione. Inoltre sarà possibile visitare una mostra dedicata al celeberrimo salume, partendo dalle sue origini (ovvero dalla sua creazione come prodotto povero nella seconda metà dell’Ottocento come amalgama di rapa bianca, all’80%, e di scarti di maiale al 20%) per giungere all’exploit che le ha permesso di entrare nel novero dei presidi Slow Food (anche gra-
zie al maggior apporto di carne di maiale scelta, al 70% circa). Un’altra novità importante sarà rappresentata dalla presenza di alcuni produttori di birra artigianale trentina e di manufatti dell’artigianato locale. Sono poi previste attività culturali e di intrattenimento, oltre ad alcune visite guidate per le pittoresche vie di San Lorenzo in Banale (entrato da pochi anni, vale la pena ricordarlo, nell’esclusivo Club dei Borghi più belli d’Italia) che lasciano sempre a bocca aperta gli esterrefatti visitatori. Francesco Brunelli
A San Lorenzo, dal 31 ottobre al 2 novembre sono in programma tante iniziative che ruotano attorno al noto salume Giunta alla sua tredicesima edizione, torna anche quest’anno, a San Lorenzo in Banale, la Sagra della Ciuiga. Organizzata come ogni anno dal Comune, coadiuvato dalla Pro Loco locale e dalle associazioni paesane, con il patrocinio dell’Azienda per il Turismo Terme di ComanoDolomiti di Brenta, della Regione Trentino Alto Adige e della Provincia Autonoma di Trento, per la prima volta la kermesse scollinerà nell’ultimo giorno di ottobre, venerdì 31, per poi proseguire nel primo weekend di novembre, che quest’anno
ingloba anche la festa di Ognissanti. Nonostante, generalmente, il tempo atmosferico non sia mai clemente con la festa-non si ricorda un’edizione nella quale non abbia piovuto o
comunque non abbia minacciato di farlo-gli organizzatori, i ristoratori (che proporranno nei propri locali degli sfiziosi menù a tema) e i titolari dei quasi cinquanta stand che verranno allestiti, puntano a migliorare l’ottimo risultato della scorsa edizione, alla quale parteciparono più di 20.000 visitatori (un quinto in più rispetto a quelli accorsi nel 2012), rischiando di provocare il sold out delle scorte del tipico insaccato. La ciuiga infatti, nonostante alcuni maldestri tentativi di imitazione, rimane un prodotto esclusivo di San
Lorenzo in Banale e questa peculiarità attira ogni anno un considerevole numero di ospiti nel piccolo centro delle Giudicarie Esteriori. Tra degustazioni di cibi e bevande e acquisti di manufatti locali nei graziosi vicoli delle frazioni di Berghi e Pergnano (che da pochi anni ospitano la manifestazione, mentre prima si svolgeva nella frazione di Prusa) non mancherà certo l’occasione di partecipare alle attività connesse alla tre giorni sanlorenzina. Quest’anno sarà possibile partecipare al concorso fotografico “La Sagra
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Cooperando
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Con il Social Housing, la cooperazione trentina ha definito una proposta rilevante, allineando le sue diverse componenti e risorse, per rispondere in modo nuovo a bisogni abitativi, e in senso lato sociali, di fasce sempre più ampie e differenziate della popolazione. Ma che cosa è il Social Housing? E quale è il modello proposto dal movimento cooperativo nel contesto socio economico trentino? La questione abitativa è tornata ad assumere una posizione di centralità nell’agenda pubblica a causa della situazione generale di precariato del lavoro, di impoverimento di fasce sempre più estese della popolazione e la formula del Social Housing cerca di dare risposte concrete a queste criticità. In estrema sintesi si tratta di fornire alloggi con buoni o ottimi standard di qualità a canone calmierato, che non superi il 25-30% dello stipendio. Ma non solo, il Social Housing è caratterizzato da progetti di tipo sociale che hanno lo scopo di far nascere comunità e sviluppare l’interazione, la buona convivenza. Certo non è facile definire con precisione i connotati del nuovo disagio abitativo: se infatti solitamente si tende a sottolineare che gli interventi di Social Housing si rivolgono a quella fascia di popolazione non sufficientemente ricca per permettersi una casa sul libero mercato, né sufficientemente povera per accedere agli ap-
“Comunità dell’abitare: Housing Sociale Cooperativo L’obiettivo è quello di rispondere con nuovi strumenti ai nuovi bisogni abitativi e sociali di Alberto Carli
L
e diverse espressioni dell’imprenditoria cooperativa, dalle costruzioni al credito, dai servizi sociali al lavoro, fino all’economia agricola e di prossimità, possono svolgere un ruolo molto importante, innovativo, quando riepartamenti pubblici, questa definizione risulta troppo generica per essere utile alla circoscrizione del fenomeno. Rientrano infatti in questa fascia numerose tipologie di abitanti, con esigenze personali e storie abitative molto diversificate: si possono ad esempio considerare persone con momentanei stati di disagio abitativo (ad esempio un padre appena separatosi dalla moglie e dalla famiglia), così come persone con un futuro abitativo incerto (ad esempio un anziano che sta progressivamente perdendo l’autonomia), o ancora persone con esigenze abitative in transizione (ad esempio i giovani che non hanno alle spalle la famiglia). Ma il
concetto di Social Housing è più ampio rispetto a quello di case a canone moderato con buoni standard qualitativi, non a caso si usa il termine in inglese per mantenerne ampie le connotazioni. Infatti dentro il Social Housing si combinano forme e modalità diverse. Un esempio è quello delle residenze collettive. A Rovereto esiste “La casa del papà”, un alloggio collettivo completamente arredato situato nel centro di Rovereto per due padri in fase di separazione o in crisi di coppia, residenti in uno dei comuni della Comunità della Vallagarina, con almeno un figlio minore, in emergenza abitativa. Un altro modello è quello dell’azione di me-
Tione Valli Giudicarie Rendena
Solidarietà insieme ai Lions
Lions è la più grande Associazione non governativa di servizio al mondo. L’Associazione non si collega a nessun partito politico, ma semplicemente raccoglie persone animate da senso civico e dalla voglia di aiutare chi si trova in situazioni di emergenza o di disagio. L’obiettivo dei Lions è “aiutare chi è meno fortunato di noi”, che rappresenta oltretutto il motto dell’Associazione. Un gruppo di filantropi che ha un impegno costante e senza fini utilitaristici in aiuto dei più bisognosi. Sono infatti 1.350.000 soci e 46.000 Club in oltre 200 paesi in tutto il Mondo. 49.000 Soci e 1316 clu in Italia. E tra questi il Lions Club Tione Valli Giudicarie Rendena, che è stato fondato nel 1979 ed attualmente è formato da 35 soci. Dal 1968, data di nascita dell’Associazione, la fondazione Lions ha distribuito oltre 800 milioni di dollari a sostegno di Progetti umanitari e service, che – per quanto riguarda la nostra
zona - possono essere riassunti in: service addestramento Cani Guida per non vedenti, prevenzione glaucoma, per la Missione Encanada, Peru’, di Daniela Salvaterra; per Suor Rita Fornasier, Ecuador; per i Missionari Comboniani, Congo, di Padre Tosi; per la volontaria Ghezzi Equador; 9° Golf Trophy a scopo benefico; Concerto della SAT. E ancora service “ Abuso sulle donne e sui minori” per la sensibilizzazione verso queste tematiche; raccolta Occhiali usati; acquisto di bastoni elettronici per non vedenti Bel; Libro Parlato per non vedenti; quadri d’autore; aiuto dei terremotati in Emilia Romagna; service per le vittime nelle Filippine del tifone Haiyan; aiuti Sardegna per calamità inondazione, Borsa di Studio, service P.A.D. Aiuti ad ANFFAS dell’ Aquila. Quest’ultimo merita attenzione, non solo perchè si tratta del più recente (è stato presentato a Caderzone nel luglio 2013), ma perchè è ancora in fase di attuazio-
ne. Si tratta della creazione in Abruzzo di strutture di accoglienza e di sostegno a ragazzi e persone con gravi disabilità: dei centri attrezzati e specializzati sul modello ANFFAS. Trovandosi il territorio in un momento di estremo disagio, i ragazzi disabili non hanno strutture dove possono essere adeguatamente seguiti, e quindi dovrebbero restare chiusi in casa. Una nuova nobile iniziativa per il Gruppo Lions Giudicarie. Ringraziamo tutti gli sponsor che ci aiutano in questi progetti. Lions Tione Valli Giudicarie Rendena.
scono insieme a definire delle progettualità che integrano le competenze reciproche e hanno come obiettivo quello di lavorare per il benessere delle persone, soprattutto delle più deboli e in generale della nostra Comunità. diazione e intermediazione abitativa: a Trento il progetto Casa Solidale ha come scopo principale quello di avvicinare la domanda all’offerta mediante la realizzazione di progetti di coabitazione o di condivisione di stanze o porzioni di appartamenti. Questi alcuni esempi ma a significare che dietro il termine Social Housing vi è altro oltre all’alloggio garantito a tutti, vi è infatti una formula che può sostenere progetti che combattono l’esclusione sociale e sostengono il mix sociale (pensiamo agli extracomunitari che vivono nei nostri paesi). E proprio in questa direzione va l’impegno delle cooperative trentine che se nella fase attuale vedono
la maggior concentrazione di risorse e competenze nel modello basato sulla promozione di partenariati intorno a un progetto abitativo, quindi la costruzione di nuovi alloggi da riservare a interventi classificabili a vario titolo come Social Housing, come ad esempio la Residenza Universitaria San Bartolomeo a Trento un altro significativo campo d’azione riguarda la mediazione e l’intermediazione abitativa attraverso l’erogazione di servizi che, nel loro insieme, hanno l’obiettivo di risolvere situazioni di disagio sociale che si generano all’interno di insediamenti di edilizia residenziale sociale gestiti da istituzioni e società pubbli-
che. Al fine di continuare a favorire lo sviluppo di iniziative, anche rispetto ai diversi modelli che possono esistere, è opportuno che ci sia un ampio coinvolgimento del comparto cooperativo e del terzo settore come condizione necessaria sia per attivare le comunità locali che per ampliare e diversificare lo spettro di risorse disponibili al fine di qualificare ulteriormente le progettualità. Ecco che un nuovo fronte di sinergia può quindi essere aperto: integrare la progettazione edilizia con la progettazione e gestione dei servizi agli abitanti, sostenendo iniziative di costituzione di fondi misto pubblico/ privati, come ad esempio il progetto Piano Casa promosso dalla PAT, e promuovendo la diffusione di strumenti innovativi rispetto alla gestione urbana, in un’ottica di sostenibilità ambientale e sociale.
ATione sfilano i gioielli a due ruote
Un altro grande successo per la quarta edizione del raduno e motogiro d’epoca a Tione di Trento. Ormai un evento consolidato nel calendario delle proposte tionesi, ed appuntamento imperdibile per appassionati, nostalgici e curiosi dello stupendo mondo delle due ruote d’annata. Organizzato come di consueto durante la sagra di San Vigilio, e a dispetto dell’imprevedibile clima che ha caratterizzato tutta l’estate, l’evento ha registrato ancora una volta una massiccia partecipazione di centauri e relative “cavalcature”: circa un centinaio di motociclette,ordin atamente divise in stradali, fuoristrada e scooters facevano bella mostra di sé su tutta la piazza Cesare Battisti, baciate per l’occasione da un generoso Sole che ha concesso una pausa alla fin troppo bagnata estate.
Come sempre grande varietà di marche e modelli: Fantic Motor, Gilera, Moto Guzzi, le Piaggio Vespa, Moto Morini e tante altre, modelli “da listino” o vere e proprie special, come i “cinquantini” da competi-
zione Motom e della Motori Minarelli, veramente impressionanti. E dopo il momento “in vetrina”, sotto un bel sole, moto e piloti sono partiti per il motoraid che quest’anno prevedeva, dopo la consueta sfilata per le vie del paese, l’arrivo alla diga di Bissina in fondo alla Valle di Daone. Al ritorno a Tione, verso le quattro del pomeriggio in mezzo ad una affollata piazza, ad attendere i piloti le simpatiche prove di gimkana che hanno divertito tutti, pubblico e partecipanti. Solo verso il finale il clima è ritornato umido e ha scalzato il sole che aveva tenuto compagnia tutto il giorno.
Ma a parte questo, una giornata bellissima, che ha premiato ancora una volta l’impegno e la passione di Roberto Stefani e degli altri appassionati che hanno permesso la nascita e lo sviluppo di questo evento, da una mostra di moto d’epoca a un vero e proprio raduno e motoraid. Per il futuro si pensa alla possibilità di aggiungere anche una sorta di mercatino mostra scambio di moto e componentistica d’epoca; e soprattutto la possibile creazione, già entro questo inverno probabilmente, di un motoclub che possa riunire tutti gli appassionati di motociclismo della nostra zona. Aldo Gottardi
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Attualità
OTTOBRE 2014 Dopo 14 anni in Giudicarie, parte per la parrocchia di Arco
DonWalterSommavilla saluta la comunità Una delle prime nate in Trentino e a dieci anni di distanza possiamo dire una scommessa vinta soprattutto per l’impegno e la dedizione di Don Walter. In questi anni si è fatto apprezzare per il suo carattere aperto e sincero e per le innumerevoli attività avviate e portate avanti. Ha avuto una particolare attenzione per i ragazzi e ha voluto, per molti anni, insegnare presso le Scuole elementari di Ragoli e Zuclo. Per rimanere in contatto con i ragazzi ha imparato ad usare tutte le tecnologie digitali che interessano la giovani. Ha attivato un sito internet dell’Unità pastorale dove si possono trovare le attività ed iniziative ma anche filmati, articoli ecc, ma si è specializzato anche con l’utilizzo degli strumenti informatici, celebrando la messa con il suo Ipad, e comunicando con i giovani attraverso l’utilizzo dei programmi come Facebook, WathsApp e Twitter. Appassionato di montagna, nella stagione estiva ogni mercoledì organizzava gite in montagna, occasione per fare comunità e
di Enzo Ballardini Una Chiesa gremita ha accolto Don Walter Sommavilla per la sua ultima messa a Ragoli. Giunto in Giudicarie nel 2000 da Mori, appena trentenne, gli furono affidate le parrocchie di Ragoli, Preore e Montagne, due anni dopo
si aggiunsero quelle di Bolbeno, Zuclo e Saone. Ben sei parrocchie, don Walter non si spaventò e giorno dopo giorno cercò di unire le sei piccole comunità in un’unica Unità Pastorale dedicata alla “Madonna del Lares”.
Un momento della cerimonia, con i sindaci
stare insieme a molti suoi parrocchiani. A salutare la partenza del sacerdote i sei Sindaci in rappresentanza delle rispettive comunità, il Presidente delle Regole di Spinale e Manez, i Comandanti dei Vigili del Fuoco Volontari, i Cori parrocchiali, il Coro Cima Tosa di Bolbeno, le Sorgenti, il Monte Iron, la Banda di Ragoli e tantissimi fedeli. Nell’ultima omelia don
Walter ha voluto ricordare l’attività svolta insieme a tutte le persone che gli sono state accanto. Proprio il concetto di “un cammino fatto insieme” è stato l’elemento che ha caratterizzato la sua missione, in un periodo di grandi cambiamenti sociali, economici e culturali. Cambiamenti che possono creare paure e inquietudini ma che stando insieme si possono superare. Ha sottolineato inoltre
Don Walter e i chierichetti
di credere in una chiesa che non si basi solo sulla tradizione ma sulla convinzione che deve animare le nostre comunità. Ha concluso in modo semplice come si usa fare quando si va a trovare una famiglia e poi ci si accomiata: “Scusate per il disturbo e…. grazie per la compagnia”. Il Sindaco di Ragoli, Matteo Leonardi anche a nome dei colleghi degli altri co-
muni, lo ha ringraziato per il suo lavoro e le sue iniziative a favore delle comunità. “Ci mancherai, come ci mancherà la tua intelligente ironia che molte volte ci ha fatto riflettere” ed ha concluso con gli auguri per la sua nuova missione ad Arco. Un saluto cordiale anche da parte del Presidente delle Regole di Spinale e Manez, Zeffirino Castellani, che ha ricordato la vicinanza alle mani-
festazioni delle Regole e la sua provenienza dalla Magnifica Comunità di Fiemme. Momento di commozione alla fine della cerimonia con i ringraziamenti personali a tutti coloro che hanno collaborato con lui nelle diverse attività dell’Unità pastorale ed in particolare a Silvio Maier che in questi anni è diventato Diacono permanente e che proseguirà la propria attività anche in futuro. All’uscita dalla Chiesa le voci dei Cori e della Banda hanno concluso i saluti a Don Walter. Il 18 ottobre entrerà come Arciprete nella parrocchia di Arco con funzioni di Decano della zona dell’Alto Garda, un incarico prestigioso ed impegnativo che sicuramente affronterà con la sua grande umanità e il contagioso entusiasmo. Domenica 5 ottobre l’ingresso nell’Unità pastorale di Don Fernando Murari, attuale decano di Tione che si occuperà anche delle sei parrocchie lasciate libere coadiuvato da don Emanuele Cozzi proveniente da Arco.
La caratteristica struttura con il tetto di paglia potrebbe diventare un centro di attrazione turistica
Il Maso “Al Pont” cerca idee E su questo richiamo contava l’Asuc di Stenico per fare del Maso una sede di eccezione destinata al turismo ma, quasi realizzata la struttura, le idee di utilizzo scarseggiano: inizialmente il progetto di recupero del maso era partito da una richiesta di Copag – Cooperativa Produttori Agricoli Giudicariesi – e Azienda per il Turismo, nella quale erano stati chiamati a partecipare anche l’Ecomuseo della Judicaria e il Parco Adamello Brenta. L’idea era quella di farne una vetrina per i prodotti locali e uno spazio dove tenere eventi legati all’enogastronomia. Infatti la delibera provinciale che dà il via libera ai finanziamenti parla di “struttura multifunzionale usufruibile durante l’anno che possa integrare l’offerta turistica quale polo di pubblicizzazione delle offerte enogastronomiche, laboratorio nella coltivazione delle erbe officinali e che abbia un’impronta
di Denise Rocca
Nelle Giudicarie Esteriori si trova ancora un tetto in paglia. Come quelli tradizionali, la cui salvaguardia assieme a “ère” e volti in legno ha allenato migliaia di giudicariesi a temere il fuoco come la più pericolosa calamità di un paese. È il tetto che copre oggi il Maso al Pont, di proprietà didattica”. Il tetto di paglia doveva essere il segno più evidente e suggestivo del radicamento sul territorio e un richiamo per una struttura che svetta sopra la località di Ponte Arche e poche centinaia di metri in linea d’aria dal parco delle Terme di Comano. Il piano di ristrutturazione è stato avviato nel 2009: circa due milioni di euro il finanziamento, interamente provinciale, per l’intervento di recupero. Secondo Gianfranco Pederzolli, presidente dell’Asuc di Stenico, il maso ristrutturato rappresenta: “Un’ulteriore offerta turistica che gravita su Stenico che va ad aggiungersi al ca-
dell’Asuc di Stenico e posizionato a monte delle Terme di Comano, sul comune di Stenico. Risponde alle moderne norme ignifughe grazie ad uno strato di pannelli che isola e protegge legno e covoni, ma da fuori l’impatto visivo è quello di uno spiovente tetto di paglia.
Le ultime fasi di ristrutturazione del Maso al Pont
stello, al giardino botanico e al percorso BoscoArteStenico”. Ma oggi la destinazione del maso non è per niente certa: “mi auguro – prosegue Pederzolli – che i soggetti coinvolti inizialmente possano mantenere le intenzioni e si prosegua con il progetto originario che è secondo me valido e risponde alle esigenze di generare positività per l’intera comunità che per forza di cose porta con sè un bene collettivo come è il maso gestito dall’Asuc”. In attesa di segnali di interesse, la sistemazione degli esterni è progettata per la prossima primavera e ai due edifici originari è stato aggiunto un terzo volume che li collega, di fatto raddoppiando il volume originario per arrivare a 5200 mc. In mezzo ai campi, salendo verso Stenico e baciato dal sole, la suggestione del maso dal tetto a punta coperto di paglia è notevole. Si attendono idee.
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Attualità
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Il Tuckett rifatto a nuovo Presentati al pubblico i lavori di ristrutturazione a cura della Sat del rifugio gestito dalla famiglia Angeli Il Quintino Sella a meno di dieci metri di distanza fu costruito negli stessi anni dalla Sat, gli alpinisti trentini, come risposta “all’occupazione” tedesca del Gruppo di Brenta. Va aggiunto che la Sat per non utilizzare i sentieri realizzati dai Tedeschi sul versante verso Madonna di Campiglio, realizzarono altri sentieri che collegavano il versante verso Molveno. Per costruirlo ottennero una cessione gratuita del terreno da parte delle Regole di Spinale che per non far torno a nessuno consentirono ai due gruppi alpinistici contrapposti di realizzare un proprio rifugio. Questa assurda contrapposizione ebbe termine nel 1920, quando anche il Tucket fu assegnato alla Sat e da allora viene gestito come un unico rifugio, tra i più amati dagli scalatori e dagli escursionisti che frequentano il Gruppo di Brenta, a 2.270 metri ai piedi dell’omonima vedretta. Claudio Bassetti, presidente della Sat, ha presentato con orgoglio il risultato dei lavori realizzati negli scorsi anni, che hanno permesso di ottenere un rifugio accogliente recuperando l’antica struttura dell’inizio del secolo scorso. La nuova ala del reparto al secondo piano della Rsa Abelardo Collini di Pinzolo, dedicata ai malati di Alzheimer è la novità più significativa dei lavori di riqualificazione che hanno interessato, a partire dal 2009, la struttura di Pinzolo. Sono 14 gli ospiti che vengono seguiti da personale specializzato in un morbo che è particolarmente usurante da gestire anche per le famiglie nelle quali è molto difficile riuscire ad assistere e curare i propri cari affetti dalla demenza e dai disturbi del comportamento tipici di questa terribile malattia. L’ambiente della nuova ala dedicato all’Alzheimer è stato studiato per permettere ai pazienti di recuperare una qualità di vita persa nei pazienti affetti dal morbo. Ci sono 14 posti letto distribuiti in 7 stanze, una zona giorno con cucina e una stanza bianca per la gestione dei disturbi comportamentali. Progettata tenendo conto
U
di Enzo Ballardini
na domenica di settembre, con finalmente un sole splendente, ha fatto da degna cornice alla presentazione ufficiale dei lavori di ampliamento effettuati al rifugio Tucket e Quintino Sella nel gruppo di Brenta. Due rifugi in uno con
una storia singolare che merita di essere raccontata. Il Rifugio Tuckett fu costruito dall’Associazione alpinistica tedesca, l’Alpenverein di Berlino, nel 1905, e dedicato al famoso alpinista ed esploratore inglese Francis Fox Tuckett.
Un ringraziamento particolare lo ha riservato alla famiglia Angeli, con Daniele, lassù da 33 anni, ed i suoi figli Alberto e Giulio, che con passione offrono agli alpinisti con cordialità, la loro ospitalità. Bassetti ha voluto ricordare la straordinaria attività della Sat che garantisce, attraverso una rete estesa di rifugi e di sentieri, un presidio importantissimo per le nostre montagne e la possibilità di godere di un bene straordinario come le Dolomiti di Brenta, annoverate nel patrimonio mondiale da parte dell’Unesco. Alcuni momenti dell’inaugurazione di domenica 14 settembre
Un saluto e un riconoscimento per l’intervento effettuato sono stati portati da parte dei rappresentati delle Regole di Spinale e Manez e del Comune di Ragoli, mentre Roberto Bertoldi, dirigente della protezione civile provinciale, alpinista e in passato presidente della commissione rifugi ha espresso i saluti della Provincia. L’intervento, per un importo di 940 mila euro, progettato da Livio Noldin, come ha detto Renzo Franceschini presidente della commissione rifugi, è consistito in un ampliamento del Tuckett, con la realizzazione di una bussola antistante la cucina ed un corpo in legno sul lato sud con un nuovo ingresso, e spazi di servizio. Al Quintino Sella è stato invece rifatto il tetto mantenendo le caratteristiche scandole. Sono stati rifatti i pavimenti e la perlinatura delle pareti delle stanze, creando degli ambienti molto accoglienti. Oramai la stagione estiva è alle spalle, ma le strutture del rifugio sono a disposizione di tutti per il prossimo anno nella stagione estiva e, per gli amanti del sci alpinismo, anche in inverno.
Nella rinnovata Rsa “Abelardo Collini” uno spazio dedicato ai pazienti e alle famiglie della sindrome
L’alaAlzheimer debutta a Pinzolo
delle specifiche esigenze dei malati di Alzheimer, la nuova ala ha tutti quegli accorgimenti necessari a questi ospiti: dai sistema-
zioni in grado di garantire massima protezione e sicurezza a stimoli riabilitativi adeguati alle loro ridotte facoltà di conoscenza e
movimento, dal punto di vista architettonico per esempio sono stati usati colori e materiali capaci di favorire l’orientamen-
to in modo da restituire ai pazienti la padronanza di compiere attività quotidiane, ricreando un ambiente familiare e rassicurante, dove i miglioramenti sono possibili e già riscontrati nei pazienti. Proprio una maggiore incisività nell’assistenza all’Alzheimer è uno degli obiettivi futuri della “Abelardo Collini” ampliando il ventaglio delle azioni di sostegno: una linea di ascolto per le famiglie, centri di ascolto in altri paesi e la consulenza psicologica. Le migliorie alla casa di riposo sono state parecchie e rivolte a tutta la struttura, per un costo complessivo, finanziato al 90% dalla Provincia, di 4
milioni di euro. Si è ampliato il numero dei posti letto, che sono oggi 80, la maggioranza dei quali, 67, in residenza sanitaria assistenziale, mentre 13 ospiti con un maggiore grado di autonomia sono ospitati in casa di soggiorno. Strutture per il risparmio energetico sono state installate e l’arredo delle camere da letto rinnovato per assumere una forma meno ospedaliera e più accogliente; sono state ampliate le sale di lettura e quelle per le attività di fisioterapia e di animazione, inoltre gli ospiti potranno ora usufruire di un giardino invernale interno. Denise Rocca
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Rubrica legale
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Con la donazione dell’immobile Sua madre ha già statuito in merito a quel bene e Sua sorella ha già accettato che l’appartamento le venisse donato. Pertanto, sicuramente, nei registri immobiliari risulterà che l’immobile è di proprietà di Sua sorella. Nel momento in cui Sua madre venisse a mancare, legittimamente Sua sorella potrebbe prendere pieno possesso dell’appartamento e servirsene. Resta inteso che, in ogni caso, tutte le donazioni fatte in vita da Sua madre dovranno essere considerate nella successione, ciò significa che nel calcolo delle quote di eredità dovrà tenersi conto anche del valore dei beni donati in vita dal de cuius (la persona deceduta). Tale operazione è detta collazione. Dalla collazione dei beni ricevuti per donazione risulta un aumento della massa ereditaria, alla quale si deve fare riferimento per stabilire le quote che spettano a ciascun erede, come se le donazioni fatte in vita dal defunto costituissero un anticipo sulla successione.
Successione e collazioni, i “contorni” dell’eredità di Francesca Zanoni Spettabile redazione mi piacerebbe avere un vostro parere in merito al quesito sotto esposto. Mia sorella è proprietaria di un appartamento donatole da mia madre la quale si è riservata l’abitabilità a vita e tutti i beni mobili che si trovano nell’abitazione sono di sua proprietà. Che cosa succederebbe se mia La collazione di beni immobili si fa, a scelta del coerede che ha ricevuto la donazione: o in natura, restituendo il bene ricevuto per donazione - che cesserà pertanto di essere in sua esclusiva proprietà e diventerà oggetto di comunione oppure per equivalente, ossia conferendo una somma di denaro corrispondente al valore del bene al momento dell’apertura della successione La collazione dei beni mobi-
li viene fatta solo per imputazione, calcolando il valore che il bene ha all’apertura della successione. La collazione di denaro viene fatta assegnando agli altri discendenti e al coniuge una somma di denaro uguale a quella ricevuta dal beneficiario della donazione. In altre parole, il coerede che ha ricevuto la donazione dovrà ricevere dall’eredità una quantità di denaro minore di quella che spetta agli altri
madre venisse a mancare? È previsto per legge, prima della consegna delle chiavi alla legittima proprietaria, un lasso di tempo per consentire la divisione secondo le consuete norme ereditarie o secondo un eventuale testamento? In attesa di una vostra risposta vi auguro buon lavoro eredi: la differenza è pari a quanto ricevuto per donazione. Quanto ai beni mobili presenti all’interno dell’immobile ove abita Sua madre, se sono rimasti di proprietà di quest’ultima, essi dovranno essere considerati facenti parti dell’asse ereditario e quindi di proprietà congiunta degli eredi che, con l’accettazione dell’eredità, ne diverranno proprietari secondo le rispettive quote.
Diversamente, se anch’essi sono stati donati, vale il discorso della collazione fatto sopra. È evidente che in considerazione del fatto che tali beni si trovano all’interno dell’immobile di Sua sorella, con l’apertura della successione essi dovranno essere gestiti in modo autonomo e, sulla base degli eventuali accordi tra gli eredi, lasciati in custodia a Sua sorella ovvero trasferiti altrove, ma ciò non
potrebbe impedire alla proprietaria dell’appartamento di entrare in casa propria. Infine, qualora sorgessero controversie in merito alla divisione ereditaria, e risultasse che a Sua sorella è stato riservata una quota maggiore di eredità (contando il valore dell’immobile donato in vita) ciò non determinerebbe il venir meno della proprietà sull’immobile, ma sarebbe necessaria (se non è possibile un accordo tra gli eredi) un’azione giudiziaria al fine di tutelare le ragioni degli eredi a cui sono stati lesi i diritti successori. Avv. Francesca Zanoni – Comano Terme, fraz. Ponte Arche (TN)
Gruppo Dialetti Judicariensi: quindici anni tra tradizione e divertimento
Il Gruppo Dialetti Judicariensi si è costituito formalmente nel 1999. E, a distanza di quindici anni, il Gruppo è ancora più che mai attivo. Attualmente sono 25 i soci che lo compongono e che si trovano tra loro in buona amicizia (magari davanti a una gustosa carbonara) per scambiarsi idee, leggere le loro ultime opere. Ma, soprattutto, per portare avanti l’attività con lo scopo di salvaguardare il dialetto, la parlata viva dei nostri padri ricevuta in eredità, affinché questo patrimonio non si perda nel tempo, con poesie e prose attuali, ma anche trasmettendo la cultura del passato per le future generazioni, presentando in recital i loro scritti raccolti nel libretto “Voci Judicariensi”, giunto all’ottava edizione.
Il Gruppo dialetti giudicariesi ai tempi della sua costituzione
Fra i componenti ci sono autori di libri, vincitori di premi regionali e nazionali e semplici amanti del dialetto, ed è quest’ultimo concetto che li accomuna: l’amore per la loro “lingua” trasmesso in svariate conformazioni dialettali, tante quante sono le provenienze: Val Rendena, Tione e Busa, Bleggio
– Lomaso - Banale, Valle del Chiese e Basso Sarca. Il Gruppo Dialetti Judicariensi presenta in serate/filò i propri scritti , trasmettendo al pubblico che ama ascoltare il dialetto, sensazioni, tradizioni, ricordi, dove il pensiero e il sentimento si fa dialetto, ma anche per trasmettere la cultura del
passato per le future generazioni. E tutto questo è raccolto anche in un libretto, come accennato sopra, giunto all’ottava edizione. Ogni pubblicazione è arricchita da un inserto che parla degli usi e costumi delle Giudicarie. Una attività lodevole, amante non solo della storia e delle tradizioni dei propri paesi, ma anche dell’amore per la cultura e la sua trasmissione alle nuove generazioni, confidando che il “tesoro” affidatoci dai nostri avi possa continuare ad accompagnare la nostra storia, divertendoci, appassionandoci, e ricordandoci soprattutto chi siamo e da dove veniamo. Appropriata la poesia che segue, composta da Fiore Bonenti. Aldo Gottardi
‘L DIALÈT ‘L dialèt l’é fat de parole che le nose mame le n’à mèss ndal cor; i é i sacramenč dai nos popà quanche favan a la péč; i é le gos dal maestro quanche ‘l parlavan a scola. Ogni campanil ‘l gà ‘l sò! Parole vècie stravècie che i nòs nòni e amó prima de èi i nòs bisnòni i n’à ‘nsegnà a mastegàr le radis de ogni rasó. ‘L profumo dal dialèt ‘l vé da dalonč, l’é ‘n fil gaiart che l’à ligà par sècoi e sècoi ‘l nòs vivar ‘nsèma. E adès…? ‘L campanil l’é sèmpar quèl La parlada dala gent…nò!
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La Val del Chiese ricorda la Grande Guerra
Per il centenario in programma tante iniziative dall’8 al 10 agosto nello scenario dei Forti
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Forte Corno
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La Cassa Rurale guarda alla solidarietà
Dalla Giudicarie Valsabbia Paganella un concreto sostegno all’opera di Padre Tosi in Congo E’ stato consegnato a fine settembre a Cavrasto durante un pubblico incontro l’assegno di diecimila euro che i soci della Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella hanno deciso di donare all’Associazione Don Lorenzo Guetti Ieri Oggi Domani per finanziare un progetto di solidarietà internazionale in Congo. Andrea Armanini e Luca Martinelli, rispettivamente presidente e vicepresidente della banca di credito cooperativo con sede a Ponte Arche e a Darzo, hanno consegnato alla presidente dell’associazione Maria Rosj Parisi e al missionario Padre Corrado Tosi la busta con l’importo che servirà a finanziare il completamento di una scuola di liuteria nel centro di accoglien-
za “Saint Laurent Bakita” in Congo, con l’obiettivo di formare ogni anno una trentina di ragazzi e ragazze all’arte di costruire chitarre elettriche ed altri oggetti di falegnameria; il progetto prevede inoltre che al laboratorio possa essere collegata una piccola cooperativa di smercio dei manufatti. L’importante cifra è stata donata grazie alla scelta dei soci della Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella che, nel corso dell’ultima assemblea, hanno deciso di destinate a questo progetto la cifra altrimenti destinata all’acquisto dell’omaggio per i presenti in assemblea. Durante la serata è intervenuto Padre Corrado Tosi, ideatore ed artefice sul
Altra ottima prova per il giudicariese Iuri Filosi che a fine settembre a Ponferrada in Spagna, ha colto un prezioso sesto posto nel Mondiale di ciclismo Under 23. Filosi, che difende i colori del Team Colpack, ha dato battaglia fino alle ultime battute, su un percorso impegnativo (10 giri del circuito che domenica 28 settembre ha ospitato i professionisti con la vittoria di Kievslowsky, per un totale di 180 km) provando il colpo grosso in discesa, ma si è dovuto arrendere all’azione del norvegese Sven Erik Bystrom, che sul traguardo ha staccato tutti di sette secondi. Sul traguardo ha dunque sprintato con in gruppo arrivando sesto, il migliore degli italiani, dietro all’australiano Ewan, al norvegese Skjerping, al belga Benoot e all’altro norvegese Enger.Un altro passo importante di Filo-
campo di questa importante iniziativa, il quale ha avuto modo di ricordare come è nato il progetto denominato “Un futuro per i ragazzi di strada: Musica in Legno - Chitarre e piccola falegnameria” e attivato a Kisangani, nella Repubblica Democratica del Congo. “Mi preme ringraziare le numerose associazioni e tutti gli enti, così come tutti i privati che si sono adoperati per la raccolta di fondi a sostegno del nostro progetto”, ha affermato il giovane Padre Corrado Tosi. “A volte – ha poi aggiunto - si perde di vista l’essenziale; noi abbiamo promosso la nascita di una falegnameria, ma il nucleo di tutto è il Vangelo”. Padre Corrado Tosi ha poi raccontato
degli importanti risultati raggiunti, della necessità di proseguire lungo il percorso intrapreso e della gratitudine dei ragazzi coinvolti. Sono invece stati affidati alla proiezione di due video gli interventi di ringraziamento di Padre Joseph Mumbere e di Padre Giovanni Pross, che lavorano a fianco di Padre Tosi a Kisangani. Durante la serata, spazio anche alle testimonianze dei volontari che per alcune settimane hanno aiutato Padre Tosi nell’avvio del progetto in Congo, così come agli altri enti e alle altre associazioni che hanno contribuito in modo importante a sostegno dell’iniziativa.
Attualità
Malga Ceda rimessa a nuovo Domenica 21 settembre è stata inaugurata alla presenza di circa 200 persone Malga Ceda, comproprietà delle frazioni di Villa Banale e Premione sul comune catastale di San Lorenzo in Banale, costituita anche da circa 20 ettari di terreni destinati al pascolo che per il quinquennio 20122016 sono in concessione all’Azienda Agricola Armanini. Progettista e direttore lavori dell’opera è stato il geometra Alfonso Baldessari mentre si è aggiudicata i lavori di riqualificazione e consolidamento statico dei fabbricati la Ditta Merli. La malga necessitava di un intervento urgente per poterla utilizzare in maniera funzionale, considerato lo stato di degrado in cui versava. Il progetto ha comportato una spesa di circa 336.000 euro complessivi di cui 261 000 circa per lavori a base d’asta., con un contributo della Provincia di 275.000 sul fondo Psr. La costruzione del “baraccone- stallone” venne effettuata nell’estate 1947, grazie all’impegno della comunità locale e oggi il sindaco di Stenico Monica Mattevi ha sottolineato come “la storia si sia ripetuta e anche a distanza di quasi 70 anni i censiti di quelle frazioni hanno prestato la loro opera gratuita affinché fosse possibile ristrutturare la casina della malga” ed ha ringraziato tutti quelli che hanno collaborato per la sistemazione della casina a partire dal Presidente del Gruppo Amanti di Malga Ceda, Domenico Litterini.
Mondiali Under 23, Filosi sesto
Iuri Filosi
Iuri Filosi
Attualità Si è tenuta presso la Casa della Comunità la consegna dei diplomi ai 205 ragazzi che hanno intrapreso durante il periodo estivo un tirocinio lavorativo presso Aziende o Enti pubblici delle Giudicarie. Un progetto di sistema, reso possibile dalla disponibilità di questi ultimi ad accogliere studenti per introdurli nel mondo del lavoro, al quale hanno lavorato, insieme, la Comunità delle Giudicarie, Agenzia del Lavoro – Ufficio di Tione, Piani Giovani delle Giudicarie (Rendena, Chiese, Busa ed Esteriori), Istituti scolastici (Guetti, Enaip, Upt), con il supporto operativo della Cooperativa L’Ancora. «Questa iniziativa si colloca in un percorso intrapreso 4 anni fa nel quale si è evidenziato come il tema del lavoro fosse quello di maggior interesse per i nostri giovani» ha introdotto la Presidente della Comunità delle Giudicarie, Patrizia Ballardini. «Aiutare i ragazzi ad avere una prospettiva per il proprio futuro e ad entrare nel mondo del lavoro è diventato prioritario per una comunità che vuole puntare sul capitale umano quale elemento primario per lo sviluppo sostenibile. Una convinzione che è stata sposata anche da molti soggetti territoriali, attraverso il protocollo di intenti dedicato, che si sono uniti a noi per dare forza e concretezza ad un progetto che accompagna i giovani studenti durante il periodo estivo, inserendoli nel mercato del lavoro. Quest’anno dobbiamo insieme essere orgogliosi di avere costruito insieme un vero progetto di sistema, a beneficio dei nostri giovani e delle loro famiglie. E, a giudicare, dai commenti positivi lasciati dai ragazzi sul ‘diario di bordo’, dobbiamo impegnarci per riuscire a garantire la prosecuzione del progetto anche nei prossimi anni». Un protocollo, quello chiamato “TRAINING FOR JOB 2014” sottoscritto ad aprile dalla Presidente della Comunità delle Giudicarie Patrizia Ballardini, dalla Dirigente generale di Agenzia del Lavoro Antonella Chiusole, dalla Presidente del Piano Giovani Val Rendena & Busa di Tione Maura Gasperi, dal Presidente del Piano Giovani Val del Chiese Michele Bettazza, dalla Presidente del Piano Giovani Giudicarie Esteriori Sabrina Tosi, dalla Dirigente dell’Istituto d’istruzione Lorenzo Guetti Tiziana Gulli, dal Direttore del Centro Formazione Professionale ENAIP Emilio Salvaterra, dal Direttore del Centro Formazione Professionale UPT Claudio Nicolussi, al quale si è aggiunto Mariano Failoni della Cooperativa L’Ancora. Si rafforza così l’impegno della Comunità delle Giudicarie per promuovere la conoscenza del mondo del lavoro, dei diversi profili professionali e della loro evoluzione nel corso degli anni, per dare la possibilità
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Training for job: oltre 200 giovani giudicariesi al lavoro Massiccia adesione all’iniziativa promossa dalla Comunità delle Giudicarie e da Agenzia del Lavoro, insieme ai Piani Giovani delle Giudicarie ed agli Istituti scolastici.
di verificare concetti appresi a scuola nell’applicazione pratica nel contesto lavorativo, per far comprendere l’importanza dell’orientamento per effettuare delle scelte formative e professionali più consapevoli, nel raccordarsi con gli istituti secondari di secondo grado e professionali presenti in Giudicarie al fine di realizzare una continuità tra i percorsi di orientamento attivati dagli Istituti nel periodo scolastico e il percorso professionalizzante svolto durante il periodo delle vacanze estive, per mettere in rete i Piani giovani di zona presenti sul territorio della Comunità delle Giudicarie e le diverse iniziative di orientamento attivate sul territorio. Dopo l’apertura lavori della Presidente Ballardini ad una sala gremita di giovani, ma anche di genitori, un ospite d’eccezione: Alessandro Garofalo, professore di ‘Leadership & Innovation management’ all’Università di Verona ed esperto di innovazione. Trenta minuti ad alta intensità per dare qualche consiglio a dei giovani che devono inserirsi nel mondo del lavoro in un momento difficile in cui ci sono «8 milioni di disoccupati in Italia e dove una famiglia su tre è interessata da questa situazione». Come si raggiunge il successo lavorativo, inteso anche come soddisfazione personale? «Servono questi fattori: motivazione, competenza (10mila ore dedicate a costruire competenze ed approcci proattivi, magari anche dedicando tempo alla propria passione che può diventare professione), capacità di règia intesa come capacità di interconnessione, capacità di presentarsi e di comunicare, ma anche interculturalità e flessibilità». “Con questo tirocinio, ha detto Garofalo, avete messo bene il primo piede e quindi siete agevolati ma il cammino è ancora lungo. Pertanto meglio attrezzarsi curando più interessi, tenendo in grande considerazione l’interdiscipli-
narietà e le lingue straniere». Fondamentale diventano «l’approccio interculturale», spesso aiutato da soggiorni all’estero, e la cultura del manufatto: se dovete presentare un progetto realizzate anche un prototipo, uno schizzo, che ruiesca a dare subito l’idea di quello che volete fare...». E ancora è importante «capire come da una modifica di un prodotto esistente si possa creare qualcosa di utile, non occorre l’idea geniale per fare business», «imparare a negoziare a a gestuire conflitti, a lavorare con altre persone che completino le nostre competenze... la creatività nasce dalla contaminazione». Con la consapevolezza che «non bisogna demordere mai» e che i più grandi innovatori della storia hanno preso delle porte in faccia, ma hanno ugualmente continuato con determinazione raggiungendo risultati importanti nei loro campi professionali. Ma cosa è significato “Training for job” per i nostri ragazzi? «Nel 2013 hanno partecipato 100 ragazzi, nel 2014 abbiamo più che raddoppiato» puntualizza Rosanna Parisi, in rappresentanza dell’Agenzia del Lavoro. «È un progetto che è cresciuto e che sta avendo risultati straordinari anche grazie all’impegno dimostrato dai giovani che vi hanno partecipato». “Il progetto che si inserisce nell’accordo stipulato tra Comunità delle Giudicarie e Agenzia del Lavoro a maggio del 2012 per un impegno comune per il lavoro con particolare attenzione ad interventi in materia di sviluppo e sostegno all’occupazione giovanile, si è rafforzato grazie al coinvolgimento dei Piani giovani di zona e degli Istituti scolastici delle Giudicarie. «Lo scopo era quello di creare ponti tra scuola e lavoro e far si che i giovani si mettessero in gioco». Lo hanno fatto da subito lavorando molto bene e trovandosi le aziende». Un’esperienza importante dunque quella del tirocinio in quanto «palestra,
un’occasione per socializzare, un momento di confronto tra la teoria e il lavoro». Soddisfazione anche nelle parole di Maura Gasperi, in rappresentanza dei Piani Giovani, e di Mariano Failoni, presidente della Cooperativa Ancora. 205 i ragazzi che hanno concluso il percorso di tirocinio, dei quali 27 in aziende del settore primario (artigiani/industriali/ agricole), 17 nell’alberghiero, 13 nel commercio, 148 nel terziario di cui 60 negli enti pubblici. Ragazzi provenienti dalla Valle del chiese, Dalla Busa di tione, Dalla Val Rendena e dalle Esteriori in pari misura, in quanto si è riusciti a dare pari condizioni di accesso al tirocinio a tutti i ragazzi delle Giudicarie».
Per far questo la Comunità ha fatto un investimento di circa 80 mila euro, pari all’80% della spesa prevista, mentre la restante quota è stata a carico della Provincia nell’ambito dei progetti di rete dei Piani Giovani. Risorse finanziarie necessarie per garantire un compenso per i ragazzi. «Quest’anno sono stati finanziati dalla Comunità con risorse straordinarie» precisa la presidente Ballardini che aggiunge: «Una delle sfide è quella di trovare risorse anche per i prossimi anni e di consentire che questo importante progetto possa continuare. Confido che la Giunta provinciale, anche tenuto conto delle priorità identificate dal presidente per questa legislatura – giovani e lavoro – riesca a ga-
rantire le risorse per un progetto che, tutto sommato, non richiede grandi investimenti finanziari ma è davvero importante per i giovani». «Sono convinto che il Presidente della Provincia Ugo Rossi e la Giunta provinciale saprà accogliere le vostre richieste e trovare il modo per finanziare iniziative meritevoli come questa, anche perché coincidono con il programma di legislatura. Di rilievo, in Giudicarie, anche il fatto che sia finalmente stato realizzato un vero progetto di sistema, che ha visto lavorare insieme istituzioni, mondo del lavoro e mondo della scuola» sono le parole rassicuranti in chiusura del Consigliere provinciale Mario Tonina
numero verde 800364364 family@comunitadellegiudicarie.it
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Nell’alta Val Rendena, adagiata a 785 metri di quota e circondata dai gruppi di Brenta, dell’Adamello e della Presanella, sorge Pinzolo, nota località di villeggiatura sviluppatasi negli anni Sessanta. I proprietari dell’edificio adiacente all’hotel Collini, i Signori Egidio Collini e Franco Caola, avevano la stessa esigenza per la copertura da ristrutturare: trovare un prodotto che rendesse il tetto più bello e che duri nel tempo. I progettisti arch. Azor e Ing. Guido dello studio Malpocher di Pinzolo, hanno consigliato le tegole in alluminio PREFA, nella colorazione antracite P.10. Il prodotto e la colorazione dall’effetto naturale, fa si che la nuova copertura si integri perfettamente nell’ambiente circostante, mantenendo il carattere tradizionale dell’edificio e donando un effetto estetico più gradevole. Uno dei vantaggi delle coperture PREFA, è la leggerezza del materiale, che come in questo caso ha consentito di non sovraccaricare la struttura esistente e al contempo la resistenza
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Nicole Marchi “Bella d’Italia”
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La giovane ronconese si è aggiudicata il prestigioso premio a Scalea di Francesco Brunelli Solamente otto anni fa, nel settembre 2006, Claudia Andreatti veniva incoronata Miss Italia, diventando la prima concorrente del Trentino Alto Adige a fregiarsi della fascia e della corona del prestigioso concorso
ideato da Enzo Mirigliani. Tale affermazione sembrava essere una semplice meteora nel panorama di gare di bellezza nazionali, quasi vi fosse un inspiegabile ostracismo verso le concorrenti della nostra regione.
Ostracismo che è stato messo da parte dalla giuria del concorso “La bella d’Italia”- meno reclamizzato della più nota rassegna di bellezza nazionale ma ugualmente prestigioso- quando ha deciso di premiare Nicole Marchi, 19 anni di Roncone, come vincitrice. Bionda, occhi azzurri e piedi per terra, Nicole si è fatta portacolori delle Giudicarie in più di un concorso, sia regionale che nazionale. E, finalmente, il 13 settembre, nella pittoresca cornice del Santa Caterina Village di Scalea (in provincia di Cosenza) è riuscita a coronare il suo sogno, regalando una forte emozione a tutte le Giudicarie e, in particolare, agli abitanti di Roncone. Lasciatasi alle spalle le al-
tre 122 concorrenti, Nicole si è dimostrata comunque una ragazza con la testa sulle spalle, decisa a centrare alcuni obiettivi (già in possesso di due diplomi sanitari, vorrebbe iscriversi all’Università di Medicina), ma ben lungi da compiere voli pindarici.
Le piacerebbe anche fare la fotomodella, ma per il momento ha promesso solamente di indossare la fascia con la massima serietà e di non trascurare gli studi. Il prossimo obiettivo quindi sarà il test per la facoltà di Medicina, anche perché l’ elezione a “Bella d’Italia” non era minimamente preventivata da Nicole, colta di sorpresa quando Maurizio Milani, presentatore della serata, ha letto il suo nome estratto dalla fatidica busta che l’ha incoronata quale vincitrice. La giuria non aveva inoltre molto tempo a disposizione per visionare le finaliste della trentatreesima edizione della gara ideata da Alfonso Cariello, in quanto a ciascuna era concessa una sola uscita in pedana; qualche malelingua, inol-
La scuola di teatro guidata da Silvia Salvaterra apre alla formazione
tre, senza una reale giustificazione, aveva detto alla bella ronconese di riporre ogni speranza poichè difficilmente avrebbe vinto una bionda. Nicole non si è persa d’animo e ha condotto in porto la vittoria, che ha mandato in visibilio i famigliari, ma anche tutta la comunità giudicariese, oltre a quella del comune chiesano. Il titolo acquisito ha permesso alla neoeletta Miss di recarsi a Mosca, come rappresentante italiana in una rassegna di bellezza, ma anche di presenziare ad una stupenda iniziativa di beneficenza presso l’ospedale pediatrico di Genova, devolvendo alla struttura il ricavato di una serata di beneficenza svoltasi durante la manifestazione.
Al via Dolomiti’s Small Theatre Dopo la presentazione ufficiale avvenuta lo scorso 3 luglio presso il Teatro Comunale di Tione di Trento, Dolomiti’s Small Theatre guidata da Silvia Salvaterra dà l’avvio alla propria proposta formativa in campo teatrale. L’obiettivo è quello di condurre i partecipanti e gli allievi coinvolti alla presa di coscienza di quegli strumenti caratterizzanti la professione dell’attore (lo studio del corpo e della voce, dello spazio e del ritmo, del personaggio e della drammaturgia, attraverso un lavoro d’analisi del testo e della messinscena) ma anche di offrire elementi formativi che generino momenti di forte comunicazione e relazione fra esseri umani, per trasmettere messaggi sull’esistenza e sul senso di vivere. Dolomiti’s Small Theatre, nata all’interno del Network Culturale Orizzonte Giovani, sta divenendo un vero e proprio centro teatrale, il quale attraverso una scuola itinerante, in cui i docenti realizzeranno corsi teatrali o assistenza alla regia per quei gruppi, quei centri, quelle scuole primarie e secondarie che vogliono offrire ai loro bambini, ragazzi, giovani adulti un’esperienza nel campo teatrale, e l’attività di formazione proposta a Tione, quale centro fondante, possa riscuotere l’interesse generale della comunità verso la promozione umana e l’integrazione sociale. La proposta formativa quest’anno si snoda su tre corsi principali: l’avvio del
corso base per adulti, un corso avanzato quest’anno incentrato sulla fonetica, la voce e i suoi usi e un laboratorio teatrale per bambini. Uniti all’attività di formazione è attiva la formazione della Compagnia che nascerà attraverso dei laboratori di ricerca e che si muoverà poi nella produzione e allestimento di due spettacoli l’anno. Infine la Compagna continuerà il suo lavoro di spettacoli per bambini, promuovendo dei mattineé per le scuole, spettacoli di Teatro in Musica in collaborazione con ArteGiovane. “Il nuovo viaggio intrapreso vuole essere strumento per la crescita e per la possibilità di far nascere nuove realtà e nuove espressioni di comunicazione. Un viaggio che offrirà la possibilità di toccare la vera essenza del teatro: l’incontro fra esseri umani” le parole di Silvia, anima fondatrice della Cooperativa, muove i passi in collaborazione con docenti e realtà nazionali. Silvia Salvaterra ha studiato e si è diplomata presso il centro internazionale la Cometa di Roma, ha studiato presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma, dove sta completando il dottorato in ricerca teatrale. E ricorda che “Il teatro offre la possibilità di scoprire e svelare i propri talenti artistici e creativi. Intersecando pensiero ed emozione si giungerà attraverso la scoperta del linguaggio teatrale alla scoperta del proprio mondo interiore”
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Centenario Grande Guerra
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Su fronti sempre crescenti ormai non era che morte
Erailmesed’ottobre1914 Il 10 ottobre Anversa (Belgio) capitola e viene occupata dalle truppe tedesche, mentre inizia la battaglia di “La Bassée” (Francia) tra Britannici e Tedeschi nel nord della Francia, conclusasi poi il 2 novembre seguente con una situazione di stallo. Nel contempo entrano in azione le truppe belghe. / Il 12 ottobre inizia la “battaglia di Messines” , poi conclusasi il 2 novembre Le notizie che giungono dal fronte, ed in particolare dalla Galizia, inducono i famigliari dei soldati ad inviar loro del denaro per sovvenire alle più impellenti necessità. In questo clima viene stabilito che osterie e trattorie devono chiudere i loro esercizi alle ore 9 di sera. Il Capocomune di Breguzzo il 14 settembre 1914 precisa: “Non si concederanno permessi per la tenuta di feste da ballo o trattenimenti oltre l’ora permessa; faccio appello al buon senso dei Signori Esercenti col non permettere suoni e canti il che cozza del certo contro le molteplici miserie e l’ora luttuosa che gravita in tante angosciate famiglie». Questa è l’atmosfera, che ormai opprimeva le comunità giudicariesi e trentine, e che troviamo anche nella sequenza della pagine del già citato diario di mons. Perli per il mese di settembre 1914. 3 Settembre - Il telegrafo ci annunzia, che oggi riuscì eletto a sommo Pontefice il cardinale Giacomo Dalla Chiesa arcivescovo di Bologna, che assunse il nome di Benedetto XV.
di Mario Antolini Muson Dopo appena tre mesi dalla dichiarazione di guerra dell’Austria alla Serbia - 28 luglio 1914- il conflitto bellico stava via via prendendo quelle dimensioni per cui verrà poi definito “mondiale”. Su queste colonne, nel numero di settembre, abbiamo constatato l’espandersi
dei fronti di guerra in quasi tutta l’Europa. E la terribile “serie” continua anche nel mese di ottobre 1914. Nei giorni 1º-4 ottobre viene annota la “battaglia di Arras” (Francia): un tentativo francese di aggirare lo schieramento dei Tedeschi è sventato da questi ultimi.
seguente: ennesimo stallo tra Britannici e Tedeschi. / Il 17 ottobre inizia la “battaglia dell’Yser” (Francia), conclusasi poi il 31 ottobre seguente: truppe francesi e belghe bloccano un tentati-
affondamento di una nave mercantile da parte di un battello subacqueo della guerra. / Il 21 ottobre inizia la sanguinosa prima “battaglia di Ypres” (Belgio): i Tedeschi tentano un’ulti-
vo di sfondamento tedesco nella regione delle Fiandre. / Il 20 ottobre, al largo della costa della Norvegia, il sommergibile tedesco U-17 ferma e affonda il piroscafo britannico Glitra; è il primo
ma offensiva per sfondare il fronte occidentale nella zona di Ypres, nel nordovest del Belgio. / Il 29 ottobre, senza dichiarazione di guerra, navi ottomane e tedesche bombardano
i principali porti russi sul Mar Nero. / Il 31 ottobre la “battaglia della Vistola” (Polonia) si conclude con un’importante vittoria dei Russi su Tedeschi e Austroungarici. Contemporaneamente un contingente giapponese pone l’assedio alla colonia tedesca di Tsingtao, che capitola il 7 novembre seguente.
Le prime conseguenze in Giudicarie Si chiudono i confini, anche verso il Trentino. Ma i condinesi riescono a contrabbandare dei viveri al Ponte del Caffaro
Nel mese precedente, per mancanza di spazio, non si era riportata la “risonanza” della guerra in Giudicarie nel mese di settembre. La si riporta qui unendola alla risonanza del mese di ottobre. La situazione a guerra appena iniziata precipita in una “bolgia” infernale con battaglie cruenti e con una società che non riesce ad adeguarsi a situazio5 Settembre - Il governo francese ordina lo sgombro di Parigi, la quale si prepara all’assedio, perché la cavalleria del colonnello generale Kluck si era spinta fino alla linea dei forti di Parigi. / Il generale austriaco Auffenberg cacciò i Russi oltre il Bug, il resto dell’esercito au-
Il Giornale delle Giudicarie
mensile di informazione e approfondimento Anno 12 n° 10 ottobre 2014 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Caporedattore: Roberto Bertolini Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Matteo Ciaghi, Aldo Gottardi, Denise Rocca Hanno collaborato: Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Claudia Brunelli, Alberto Carli, Arianna Foglio, Elisa Pasquazzo, Alessandro Togni, Alberta Voltolini, Ettore Zampiccoli, Ettore Zini, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3335988772) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 2 ottobre 2014 da Sie Spa - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129
striaco si trova impegnato nelle vicinanze di Leopoli che versa in condizioni critiche, e si prepara allo sgombro. Le fortezze di sbarramento della Francia settentrionale a quest’ora sono già nelle mani dei Germanici, e s’inizia l’assedio di Reims. Il generale germanico Hindemburg riporta una splendida vittoria ai laghi Masuviani. 12 Settembre - Gli Austriaci nella Galizia vanno ritirandosi dinanzi alle forze preponderanti russe costringendo alla ritirata anche le nostre truppe che puntavano verso [Sublino]. Anche i Serbi oppongono una resistenza efficace, e riuscirono a oltrepassare la Sava. I Germanici manovrano sulla Marna in direzione di Parigi. / Il governo di Vienna pubblica e manda a tutti Comuni le liste delle perdite d’uomini, morti, feriti, sperduti; le famiglie vi cercano con angoscia i propri congiunti e conoscenti. / Tutti biasimano l’incapacità dei duci militari austriaci in Russia e in Serbia. 15 Settembre - Gli Austriaci continuano la loro ritirata nella Galizia. / Il generale francese Joffre con un’abile mossa di fianco costrinse i Prussiani ad una generale ritirata fino a Chalons, Soarrò, Arras. Un colpo maestro. / Di fronte ai
ni impensabili e sacrificate. Ne fa fede Alberto Mognaschi nel suo volume “Bondo e Breguzzo nella Grande Guerra” (Temi, 1987): «Aumentano i bisogni, i Comuni si trovarono costretti ad effettuare degli anticipi sui contributi statali di sostegno per famigliari dei richiamati ed a costituire gli “Uffici di soccorso in affari economici del Comune”. colossi che si battono in Galizia e in Francia, la Serbia e il Montenegro passarono nell’oblio. / Finora dei 68 tionesi entrati in battaglia ne furono feriti sette. 20 Settembre - Oggi - dopo la messa cantata - in seguito a ordine vescovile coll’intervento di tutte le autorità locali si fece la solenne rinnovazione della consacrazione della Provincia del Tirolo al Sacro Cuore di Gesù. / In quest’occasione furono benedette nella nostra arcipretale di Tione le due statue in legno del Sacro Cuore e dell’Addolorata regalate da due pie persone del paese. / I Germanici impongono alle città belghe e francesi da loro occupate una indennità di 721 milioni. / Il nuovo pontefice Benedetto XIV rivolge ai governanti l’esortazione a pacificarsi, e risparmiare all’Europa maggiori sventure. Per il mese successivo, ottobre 1914, lo stesso diario Perli continua con una sola annotazione. 14 Ottobre - Nel frattempo i Russi occuparono quasi tutta la Galizia, assediarono la fortezza di Pizomysl, ripresa poi dai nostri, e dai nostri poi nuovamente abbandonata. I Russi entrarono nella Bucovina, salirono i Carpazi e penetrarono
nel [Marmaras] ungherese, e gli Austriaci si ritirarono verso occidente fino a Cracovia. L’Austria in Galizia trovò, specialmente fra gli Ucraini, una straordinaria quantità di russofili e di traditori, i quali favorivano in tutti i modi i movimenti dell’esercito russo / Fin dal principio della guerra si vedono dinanzi agli altari ardere continuamente candele offerte dalle famiglie dei richiamati per impetrare dal cielo la divina protezione sui loro cari al fronte; e si aumentarono le comunioni quotidiane. L’Italia proibì la esportazione di qualsiasi prodotto; al ponte del Càffaro, però, i Condinesi ed altri riescono ancora a ritirare riso, farina, formaggi ma in piccole quantità e con pagamento in oro. Molti dei nostri passarono prigionieri in Russia, e furono inoltrati in Siberia: scrivono non lettere ma apposite cartoline, e dicono di trovarsi bene; di più e meno di così non possono dirci. Altri dei nostri non danno mai relazione di se, e quindi le loro famiglie sono in trepidazione. Nelle pagine dei diari del cav. Guido Boni l’eco di quanto stava serpeggiando sia in Giudicarie che nel Trentino. Siamo solo ai primi mesi successivi alla chiamata alle armi
del 28 luglio anche di numerosi Giudicariesi, e Guido Boni si premura di lasciare scritto testimonianze che ancora oggi fanno riflettere. Eccole: • Aiutiamo i fratelli. Si è costituito anche qui [a Tione] il “Comitato di Soccorso” per le famiglie dei richiamati, sotto la presidenza del podestà di Tione Lorenzo De Steffanini, il quale ha diramato anche una circolare a tutti i Comuni di questo Distretto per invitarli a costituire Comitati in ogni terra e mettersi in relazione diretta col Comitato centrale di Trento. • Il Consorzio Agrario ha diramato la seguente circolare: «L’ora angosciosa che attraversiamo e la mancanza delle migliori forze per il lavoro della campagna potrebbero compromettere la raccolta delle derrate, con danno irreparabile per il nostro Distretto [di Tione]. I signori delegati sparsi in tutti i luoghi della Valle sono più d’ogni altro chiamati ad organizzare un’azione di soccorso a mezzo della cooperazione del lavoro, per soccorrere le famiglie più bisognose, private dell’aiuto dei richiamati. A forze unite potremo, se non del tutto ma certamente in buona parte, riparare ai danni che ci sovrastano, coll’intensificare la raccolta e l’utilizzazione dei prodotti del suolo, doppiamente preziosi in questi momenti di difficile approvvigionamento». Ed i nostri Deputati? Che cosa fanno?
Attualità
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Serodoli non è al momento realizzabile Lo ha reso noto la Giunta Provinciale. Servirebbe una variante al Piano Urbanistico provinciale
Nelle more della stesura del piano territoriale, la Comunità delle Giudicarie aveva incaricato la società Agenda 21 di valutare le possibilità di amplimento dei demani sciabili di Madonna di Campiglio. In particolare per Serodoli la valutazione di Agenda 21, alla luce della particolare rilevanza ambientale del sito, ha rilevato che un eventuale ampliamento poteva trovare una possibile giustificazione unicamente nell’ambito di un progetto più complessivo, in sinergia con la vicina area di Folgarida -Marilleva o comunque verso la Valle di Sole. A questo riguardo la Giunta ha ribadito stamani che se il piano territoriale di Comunità delle Giudicarie
Cambio della guardia ai vertici della Società Funivie di Madonna di Campiglio. Nel segno della continuità. L’ingegner Marcello Andreolli, richiamato alla guida dell’azienda nell’emergenza creatasi in seguito alla prematura scomparsa dell’architetto Bleggi, ha lasciato la presidenza alla maniera di Cincinnato dopo aver dato molto, e i soci nell’ultima recente assemblea generale hanno eletto al suo posto l’ingegner Sergio Collini, uno dei suoi collaboratori più fidati, presidente del gruppo di azionisti locali che in questi ultimi anni aveva preso in mano la società con ambiziosi e impegnativi progetti di rilancio.
La Giunta provinciale si è occupata a fine settembe delle proposte relative all’ampliamento dell’area sciistica attorno a Serodoli Giudicarie, rilevando la necessità di affrontare il tema in un’ottica di revisione del Piano urbanistico provinciale.
Come si ricorderà, l’approvazione del Piano urbanistico del 2008 aveva individuato nel piano territoriale di comunità lo strumento per la valutazione dell’inserimento della zona Serodoli tra le aree sciabili.
può condurre ad approfondimenti volti a introdurre ampliamenti anche significativi delle aree sciabili previsti dal PUP (ad esempio area Serodoli), nel caso l’ipotesi preveda un intervento sul territorio della vicina Comunità della Valle di Sole, trattandosi di nuova area sciistica, la competenza è del piano urbanistico provinciale e non del ptc della comunità della Valle di Sole Alla luce di ciò, ha concluso la Giunta, ne discende che l’eventualità prospettata dallo studio di Agenda 21 non è al momento realizzabile dovendo attivare per la sua realizzazione una variante al piano urbanistico provinciale che non è all’ordine del giorno.
Funivie Campiglio, nuova guida stessa linea E di cui tutta la comunità sta godendo i frutti (vedi collegamento Pinzolo, Campiglio, Folgarida, Ski area ecc.). Nella sostanza si è assistito a un sereno passaggio di consegne tra predestinati, tra due persone appartenenti a generazioni diverse (nato nel 1937 il primo, parecchio più giovane l’altro) che hanno in comune preparazione ed esperienza, cultura imprenditoriale, filo-
sofia e obiettivi sociali. Entrambi con radici profonde sul territorio, condividono la passione per la montagna e sono legati da un profondo legame, anche affettivo, a Madonna di Campiglio e a queste valli. A titolo di cronaca andrebbe aggiunto che si sono scambiati i ruoli, anzi le presidenze: Andreolli ha accettato di guidare il gruppo degli azionisti locali, che fino ad ieri faceva capo a Collini, cui ha garantito il suo sostegno e la sua massima collaborazione. Il problema dell’ingegner Sergio Collini, con sulle spalle il peso di un’impresa fra le maggiori in Italia, con cantieri aperti in tutta la nazione, ed anche all’estero, è quello di ritagliarsi il tempo da dedicare alla Spa Funivie. Impegnatissimo su tanti fronti si è proposto di trovarlo ed ha dato la sua parola.
Quella di un uomo di poche parole, tutto concretezza, che privilegia il fare, l’azione ai convenevoli. Di solito è chi non ha tempo che riesce sempre a trovarlo. Da ultima cosa, ma per questo non meno importante, va riconosciuto che
la Spa Funivie dispone di uno staff manageriale di prim’ordine. Il che ha contribuito la sua parte a fargli accettare l’incarico. Un ringraziamento all’ingegner Andreolli, per quello che ha fatto, per come lo ha fatto e per lo spirito con
cui lo ha fatto, privilegiando l’interesse della comunità, un approccio sostenibile con l’ambiente e i posti di lavoro ad altri aspetti meno nobili, ma più redditizi. All’ingegner Collini un augurio sincero di buon lavoro. (g.c.)
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Arte
OTTOBRE 2014
La mostra antologica della più importante pittrice ronconese contemporanea
L’arte e’(in) Disciplina: omaggio a Clara Bonapace E naturalmente questa esposizione è da accogliere con tutti i suoi significati espressivi, qualificanti di un’arte attrezzata e cosciente, dove il valore della ricerca e le qualità dell’autrice riescono ad emergere in maniera completamente esaustiva. La pittura di Clara Bonapace disubbidiente a tutte le rivoluzioni tecnologiche, sembra volersi ritagliare ancora una volta uno “spazio di favola” dove ideologie e sotterfugi della modernità non trovano possibilità di coesistenza. Muovendosi dentro una completa figurazione di origine classica, aggiungendovi alcuni brividi dell’Impressionismo, Clara Bonapace riesce a condensare in forma visiva l’anima e la vocazione all’arte, alla quale ha sempre offerto tante, se non tutte le sue facoltà. In questo senso a lei e alla sua arte dobbiamo rispetto e riconoscenza, per il valore
di Alessandro Togni
C
lara Bonapace, come ho ribadito anche durante l’inaugurazione della sua mostra voluta e organizzata dalla Biblioteca Comunale di Roncone presso la ex chiesa di S. Filippo, la “Disuplina”, è la “signora dell’arte ronconese”, aggiunto che rinveniamo in quantità, per la continuità, la perseveranza, l’impegno e la sensibilità. Ha fatto bene la Biblioteca Comunale di Roncone, hanno fatto bene le persone vicine e amiche di Clara a rendersi disponibili, per realizzare in allestimento questa enorme e pregevole collezione di opere degnamente ospitate in uno spazio sobrio ma elegante come quello dell’aula della “Disuplina”. Attraverso questo momento d’arte e di cultura non solo abbiamo potuto conoscere ed approfondire il lavoro di una artista lodevole ma anche risvegliare segni interiori di “volontà d’arte” di un
popolo, accostarci ad immagini che nella loro aura spontanea e leggera, riescono a suggerire i colori dell’infanzia e liberare i suoni dell’avventura. Sono esperienze sensoriali totali quelle di Clara, opere sostenute da elementi culturali di estrazione accademica ma che non rigettano qualità attinenti al folklore di un territorio e della sua comunità. Ci accompagnano in questo senso flussi e sentimenti visivi della realtà più prossima e contingente e le osservazioni dell’artista sopra i raggianti mazzi di fiori, dentro le nature immobili della verdura e della frutta depo-
una artista alla quale dobbiamo inviare e restituire con tutto l’affetto possibile la nostra gratitudine, se non altro per ricambiare almeno in parte quanto lei è riuscita a farci pervenire attraverso le sue luminosissime opere.
sta, nei volti solari dove risplende la felicità della vita, diventano quasi una rivelazione che fa bene alla mente e al cuore. Il gusto quasi onirico e l’attrazione per il gioco cro-
matico esuberante, in una formula espressiva dalle declinazioni “chagalliane”, inducono il nostro sguardo ad occuparci di liberazione, mentre passeggiamo ormai sospesi in uno stato di rimando al tempo passato al quale siamo perdutamente abbracciati. La pittura di Clara Bonapace è così, leggendaria nella totalità della luce, nutrita da pulsazioni di positività e ricca di costanti pensieri visivi inclini a rendere presenti le cose di un mondo semplice ma evocativo. Tuttavia alcuni documenti rinvenuti presso l’Archivio Trentino Documentazione Artisti Contemporanei al
Mart di Rovereto, indicano non solamente la sua “grazia compositiva” ma anche della importante carriera artistica, dei suoi trascorsi all’Accademia di Imperia, dei premi della quale è stata insignita, della cultura figurativa che le appartiene a pieno titolo. Guardiamo la sua pittura e ci accorgiamo della folgorante, completa e scoperta disponibilità, osserviamo il suo esistere e troviamo facilità a comprendere: sono le cose all’apparenza più facili ad indicarci essenza e profondità, ben sapendo che dietro questa onestà espressiva si nasconde la grande “disciplina”, l’impegno e la dedizione di un artista che nel corso della storia ha segnato e lascerà un segno indimenticabile. Buon futuro nell’arte Clara e, facendomi interprete anche di tutti gli artisti giudicariesi, concludo con un grande “Grazie”.
Domenica è sempre domenica... COSTUMI CHE CAMBIANO
Non ho voglia di parlare di politica come di consueto. Ormai la politica italiana è così incasinata che non è facile seguirla e capirne gli arcani. Ogni giorno c’è qualcosa di nuovo, e sempre tendente al brutto, le notizie cambiano di ora in ora e rischierei di scrivere cose che all’uscita del Giornale sarebbero già superate. Sulla politica provinciale stendiamo per questo mese un velo pietoso. Tra la storia della Borgonovo Re, dell’orsa Daniza e la sua fine e l’omofobia che sembra entusiasmare la gente bene del Trentino, c’è solo da mettersi le mani nei capelli. Così in questo numero prendo fiato e mi ributto nella nostalgia, a conferma che si stava meglio quando si stava peggio. È appena finita l’estate, maledetta estate quella di quest’anno, eppure proprio a Ferragosto, mi sono confermato essere un uomo ormai fuori dal tempo. M’è capitato di recarmi in città proprio nelle festività d’agosto credendo di trovarmi solo e ramingo, povero montanaro costretto a scendere in una città deserta per rompermi le scatole in un convivio dal sapore acetoso, amicale, mi si disse, ma soprattutto politico. E sono rimasto basito, porca vacca, com’è cambiato il mondo, ed io sono sempre lì ad aspettare che
cambi! Non ci potevo credere, mi sono trovato in un formicaio di persone intruppate nei centri commerciali, nei supermercati, negozi del legno e del bricolage, outlet e negozi d’ogni genere, aperti giorno e notte, o quasi, nonostante fosse di domenica. E io che li credevo tutti al mare, felici sotto l’ombrellone, con l’anguria in spiaggia, bikini e chiappe al sole. Sono tornato a casa disorientato. Una volta i nostri tempi erano scanditi dalle stagioni, anche le mezze stagioni che allora ancora c’erano, dalla scuola e dalle vacanze e dalle feste
“comandate”, che valevano per tutti. La domenica era davvero domenica, non si lavorava, i negozi restavano chiusi. Gli stessi contadini delle nostre valli erano severi, di domenica si poteva raccogliere il fieno se durante la settimana aveva piovuto o se minacciava acqua per il futuro, ma niente altri lavori, non si falciava, non si tagliava il bosco, la festa era il giorno del Signore e doveva essere rispettato. I paesi avevano i loro riti festivi, c’era la Messa mattutina ed il Vespro pomeridiano. E le chiese erano sempre piene. C’erano la piazza
con i bar, l’edicola con i giornali che nessuno comprava, e poi c’era il cinema parrocchiale dove con 50 lire passavi la serata. A me piacevano i western con le giubbe blu che strapazzavano gli indiani che erano brutti e cattivi, ma anche Maciste, Ercole e Totò mi entusiasmavano. Era anche quello un rito della domenica. “Domenica è sempre domenica... si cantava...si sveglia la città con le campane...” Quanta nostalgia. Oggi le feste sembrano un fastidio in mezzo a settimane di lavoro. Qualcuno pensa che siano cose superate e trovi gente che lavora molto più degli altri giorni. E ne sono fieri, li si vede guardare con commiserazione i pochi che ancora vanno a messa, come adire: “ Ecco, vanno a Messa, invece di lavorare...poi si lamentano che non arrivano alla fine del mese...che lavorino!” E ancor più vengono snobbate le feste nazionali, sembra che ormai non ci sia più niente da ricordare. Si devono fissare per legge: la festa della Repubblica, la festa dei Lavoratori, la festa della Liberazione, la giornata della Memoria...ma spesso anche queste passano nell’indifferenza generale. Le feste religiose e nazionali non si rispettano quasi mai, i negozi, anche dell’effimero, rimangono aperti in spregio ad ogni buon
gusto. I centri commerciali aprono e chiudono quando vogliono. Certo tengono aperti perchè la gente non manca. Mi dicono che intere famiglie, anche dalle nostre valli, si recano in città al mattino e rientrano la sera, trascorrono la giornata di festa nel centro commerciale, fresco d’estate e caldo d’inverno. Magari fanno anche il giro delle corsie del supermercato, uscendo col carrello semivuoto. I soldi che girano sono pochi, ma non rinuncerebbero mai alla domenica al centro commerciale. Così mi spiego il pienone di quella domenica d’agosto nei negozi che ho casualmente visitato, non solo perchè la crisi ha trattenuto a casa metà degli italiani, ma probabilmente sta maturando un nuovo modo di vivere, sicuramente diverso. Una volta l’Italiano si svegliava contento la domenica di non andare a scuola, di non andare al lavoro, di andare a Messa, di sognare il 13 al totocalcio. Oggi si sveglia molto meno felice, perchè sa quello che l’aspetta. Il futuro è precario un po’ come lo stipendio, ma sembra ci sia una sola certezza: domenica è domenica solo al centro commerciale. Dove si possono spendere “quattro soldi di felicità” e vivere infelici. Adelino Amistadi
Attualità
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La posta
OTTOBRE 2014
LA POSTA
vilgiat@yahoo.it
Caro Adelino, lasciami dire la mia sui sindacati (e compagni!) che proprio in questi giorni fanno un gran parlare di art. 18 al solo scopo di mandare a casa Renzi ed il suo governo. Si sa che da sempre i nostri sindacati difendono i diritti dei lavoratori, o meglio dei loro iscritti. Però non hanno mai difeso con convinzione i diritti di chi non trova lavoro, di chi è precario e di chi è rimasto disoccupato. Ogni mese chi lavora ( in gran parte dipendenti pubblici o operai privilegiati) versa la sua quota di salario al sindacato e quindi
Sull’articolo 18 battaglia ideologica, ma la Cigl non pensa a chi non ha lavoro
Se i sindacati pensano solo a far politica.. viene tutelato. Gli altri, i disoccupati, sono carne da macello. Ho ragione? Tu che ne dici... Gianluca Hai detto bene, Gianluca. I sindacati, soprattutto la Cgil, spesso si dedicano ad altro: fanno politica e e si mettono sempre in difesa delle loro convinzioni ideologiche che poco hanno a che fare con le novità del lavoro e del mondo in profondo e continuo cambiamento. Come dicevi tu, a farne le spese è il presidente Renzi che
si trova di fronte al muro della Cgil sull’articolo 18 che accampa pretestuose argomentazioni vecchie come il cucco. La Cisl e l’Uil, invece, si sono già smarcate. Hanno preso le distanze da atteggiamenti che maschera-
no con pseudo interessi sindacali l’evidente lotta politica all’interno del Pd che vede alleati, contro il Rottamatore, i sindacalisti Cgil e la vecchia guardia del Pd, i D’Alema, i Bersani, la Bindi, Chiti e compa-
gnia, gli ultimi nostalgici del comunismo che li ha cresciuti e foraggiati fino all’altro ieri. Così sul braccio di ferro con la Cgil, il premier Renzi si trova a fare i conti con un partito spaccato che, però, non sembra impensierirlo troppo: cascate male, sulla riforma del lavoro vado avanti, ha detto con cipiglio battagliero il Presidente mandando ai suoi un chiaro avvertimento. Ma queste cose non dovrebbero più succedere. Proprio in questo momento il sindacato dovrebbe dimostrare il buonsenso di ragio-
nare sui temi del lavoro tenendo presente che il mondo ad esso legato sta cambiando radicalmente, dobbiamo allinearci al resto d’Europa, urgentemente. Per fare questo bisogna finalmente lasciar perdere i condizionamenti di una ideologia fallimentare che non ha più motivo di essere, ed occuparci della disperazione di chi non arriva alla fine del mese. Anche se non hanno i soldi per iscriversi alla Cgil. Adelino Amistadi
Il doggy bag e lo spreco di cibo nei ristoranti Egr. Amistadi, sono andato con la moglie a cena in un ristorante della zona, erano anni che non potevamo permettercelo, ma abbiamo voluto festeggiare un ricordo speciale. A fine pasto, con i piatti ancora pieni di cibo avanzato, mia moglie ha chiesto gentilmente che le venisse portato un qualcosa per portarsi a casa quanto rimasto, le scocciava molto abbandonare tutto quel ben di Dio. Non l’avesse mai fatto. Il cameriere arrivò dopo qualche tempo con un sacchetto di carta riciclato sorridendo a mia moglie con aria di compatimento così come altri, evidentemente informati, ci guardavano con sufficienza come fossimo poveri diavoli o degli spilorci incalliti. Siamo usciti da quel ristorante ripromettendoci di
non andarci mai più. Eppure il “doggy bag”, è diffusissimo in tutta Europa. Anche dove stanno meglio di noi, è normale portarsi gli avanzi a casa. Sa quanti quintali di cibo vengono buttati via ogni giorno? In tempo di crisi sarebbe meglio sprecare di meno.. Antonio Mi dispiace che siate capitati in un ristorante poco educato, mettiamola così. Nel mondo, invece, le cose vanno diversamente: nei ristoranti americani la doggy bag, il sacchetto per gli avanzi, viene proposto dagli stessi camerieri, l’ho visto con i miei occhi. D’altronde persino Michelle Obama usa portarsi gli avanzi a casa. Anche in Francia è
“Troppo buono per sprecarlo”, negli Usa lo scrivono sul doggy bag
abbastanza normale uscire dai ristoranti con la borsina del cibo avanzato, ora anche in Trentino, non dappertutto, cominciano ad esserci a disposizione nei ristoranti
doggy bag molto belle per le nostre necessità, ma poco utilizzate. Anche noi, prima del benessere economico diffuso, eravamo dei sani portatori a casa di cibo avanzato che in-
vece oggi sprechiamo moltissimo: secondo le statistiche ogni famiglia italiana butta nelle immondizie in media 2 kg. di cibo a settimana. Ma allora che cos’è successo? Perchè molti di noi si vergognano a chiedere la doggy bag, visto che le nostre mamme o i nostri nonni lo facevano con naturalezza? Purtroppo è prevalso una sorte di frivolo provincialismo borghese che ha trasformato il cibo in un bene di consumo di poco conto, destinato allo sperpero, quando invece è una “benedizione”, come dicevano i nostri avi. Abituiamoci ad usare la doggy bag, con i tempi che corrono e quelli che verranno, non vorrei che tornassero ad avere ragione i nostri nonni...(a.a.)
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Orso, una questione di responsabilità
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In futuro c’è da aspettarsi analogo comportamento dagli altri orsi ed il problema andrà affrontato meglio Non ti scrivo comunque per iniziare gli isterismi del dopo fattaccio ma per una riflessione che vorrei anche tu valutassi. Anzitutto vedo verosimile ipotizzare che quanto successo a Daniza sia solo l’inizio: gli altri orsi non sono diversi e non si comporteranno in maniera diversa appena se ne presenterà l’occasione... anzi, alla luce di quanto ho scritto sopra a proposito della reazione dell’orsa, c’è da presumere che un’eventuale prossima volta potrebbe anche essere molto peggio. Detto quindi chiaro e tondo i nostri orsi sono destinati, prima o poi, a fare la stessa fine. Vediamo allora se possiamo mettere una pezza alla cosa in modo diverso, magari acchiappando chi ha avviato il progetto Life Ursus, prendendo gli orsi, mettendoglieli in macchina e costringendolo a riportarli là dove sono stati a suo tempo presi; sono convinto che si ambienteranno bene e molto più in fretta di quanto non abbiano fatto quelli presi da là e portati qua. E soprattutto potranno condurre una vita da orsi. Sarebbe poi interessante che, una volta per tutte, gli errori fatti non fossero responsabili-
Egregio Adelino, che la faccenda dell’orso fosse destinata a finire come è di fatto finita non c’era dubbio. E purtroppo ormai non c’era altra soluzione ma non perchè l’orsa fosse “cattiva”... anzi, ho sempre pensato che nell’ormai noto e stranoto episodio, Daniza abbia voluto solo altà di Comitati o Progetti o Commissioni o Gruppi che, una volta rivelatisi fallimentari, si sciolgono lasciando i diversi componenti liberi di ricominciare a fare danni in altro modo e sotto altra egida. Diamo nome e cognome a chi ha fatto la fesseria e pur senza criminalizzarlo, che sbagliare possono sbagliare tutti sia chiaro, evitiamo di dargli nuovamente responsabilità decisionali così importanti e che necessitano di migliore lungimiranza. Questa è una delle cose che noi Italiani dobbiamo secondo me imparare a fare: assumerci in prima persona le responsabilità di quello che facciamo... altrimenti non si riuscirà mai a mettere ordine nella nostra vita di Nazione tanto bella e forte quanto tribolata. Un altro esempio? Quello dei Marò ancora detenuti in India: chiaro che ormai noi si sia in balìa delle volontà politiche Indiane, a loro volta legate ad interessi di popolarità sociale, impre-
scindibili per chi governa e che cerca comunque sempre il gradimento e il conseguente supporto degli elettori. Noi però qua in Italia, per dovere istituzionale oltre che per rispetto nei confronti dei nostri Marò, dovremmo intanto acchiappare e chiedere con-
lontanare il giovane aggredito, altrimenti se avesse voluto lo avrebbe distrutto in un attimo. Lo ha allontanato comportandosi “da orso” e questo, vivaddio, chi lo ha introdotto proprio non poteva immaginarselo: un orso che si comporta da orso... guarda tu se a volta il mondo non è strano davvero! to della cosa a quell’ignorante che diede ordine alla nostra nave, che era in acque internazionali quindi assolutamente inviolabile, di andare ad attraccare in un porto dove le autorità locali avrebbero poi potuto fare il bello e il cattivo tempo. Secondo me avremmo oltretutto potuto (oltre
che dovuto) rifiutare l’attracco senza alcuno scrupolo anche perchè Adelino, un peschereccio di dodici metri che va a pescare a pochi metri dalla fiancata di una petroliera lunga quattrocentosessanta metri... mah! Smettiamo quindi di indugiare sempre in isterismi
post-fattaccio e cominciamo a chiedere conto a chi decide, delle proprie decisioni e dei risultati conseguenti: non ho dubbi che questo porterà le persone a ponderare meglio prima di fare cose che, al momento, possono essere invece affrontate con leggerezza perchè tanto colpe non ne vengono mai attribuite e lo stipendio arriva lo stesso. Roberto Curti - Bondo
Daniza deve restare in Val Rendena
Sì evince dai quotidiani locali che l’orsa Daniza, dopo essere stata imbalsamata, potrebbe diventare un’attrazione in mostra al MUSE con un notevole riscontro di visitatori e ovviamente anche a livello remunerativo. Sorprende però che l’opportunità offerta agli amministratori della Val Rendena sia latitante ai loro occhi, la direzione del parco gli stessi amministratori comunali locali restano silenti a tale notizia. L’orsa Daniza ha vissuto prevalentemente nelle zone della val Rendena, ha concesso emozioni ai valligiani, il più delle volte però negative, per i danni che ha creato. Senza dimenticare, che il fulcro delle manifestazioni pro Daniza da parte delle associazioni animaliste si sono svolte a Pinzolo, causando notevoli disagi di ordine pubblico per i residenti, gli stessi sono stati offesi da cosiddetti animalisti, alcuni provenienti direttamente dalla città di Trento , con epiteti al grido di assassini, dimenticando che ai residenti l’orso è stato imposto dai dirigenti provinciali.
Dunque è logico e intuitivo, che la sede preposta per l’esposizione del plantigrado sia in questi luoghi , magari in uno dei centri faunistici del parco Adamello - Brenta ( sempre in debito di visitatori e non solo di quelli.... ) , all’ interno di un percorso didattico e informativo dedicato al rapporto tra uomo e animale Orso, oppure, l’esposizione dello stesso presso il centro di Pinzolo con un pannello informativo che interagisca con l’ utente nella prevenzione di eventuali incontri , magari aggiornandolo in diretta sugli avvistamenti geografici degli orsi nelle valli limitrofe. Sarebbe irragionevole pensare altra sede, Daniza da viva stanziava pericolosamente nei meandri di Pinzolo, però innocua, da morta, diventa il bancomat degli esercenti della città di Trento, che assurdità. Alessandro Giacomini Massimeno
L’Università della terza età
Una risorsa importante per la comunità “Sono una studentessa dell’UTETD - scriveva la Maria Luisa - questa definizione mi fa sentire importantissima. Io pensionata, casalinga, mamma, nonna e ancora pronta a cogliere nuove informazioni, nuove amicizie, nuove curiosità e scoperte culturali”: mai frase fu più indovinata per rendere il senso di quella grande iniziativa che è l’università della terza età e del tempo disponibile.Molto poco modestamente qualcuno ha individuato la facoltà della nostra università in quella di “scienza della vita”. L’idea l’ha data papa Francesco che un giorno aveva affermato che “la terza età è la sede della scienza della vita”. Ma proviamo ad entrare, in un giorno qualsiasi, nell’”aula magna” della nostra università. Una scampanellata e il brusio cala leggermente... un’altra scampanellata e poi magari un’altra ancora e il silenzio scende nell’aula dell’Università della terza età di S.Croce. E’ arrivato il professore. La lavagna è pronta; il proiettore è piazzato sul tavolino
e, se dovesse servire, il microfono dovrebbe funzionare. Il professore introduce la lezione... Ungiornosiparladicomunicazione non verbale e di empatia, un altro si parla di spread e spending review, un altro di grassi insaturi e piramide alimentare, un altro ancora di Platone e di Aristotele... Nella nostra scuola è vietato dire “troppo difficile!” I professori sono bravi e nessuna sfida ci fa più paura. Va forte da noi la psicologia intesa come la ricerca del benessere dello spirito e quindi come un qualcosa di strettamente legato al benessere del corpo. Va forte anche l’attualità, ma l’UTETD di S.Croce si è anche lanciata in un corso non facile come quello di economia e si è accorta che è alla sua portata e che non è affatto una scienza noiosa, perchè ha capito che quasi tutto quello che succede nel mondo è legato all’economia. Non manca neppure il gruppo che vorrebbe un maggior impegno culturale nella musica e nell’arte, un gruppo che però deve fare i conti anche con chi vorrebbe
meno impegno e più divertimento spiccio. Insomma le esigenze sono tante e non sono mai banali. Prova ne sia l’acceso dibattito che nasce nel giorno della programmazione. E’ una scuola grande la nostra e le molte e diverse esigenze sono anch’esse un segno di grande vitalità. E sottovoce diciamo che qualcuno ha in mente una “formula” per tentare di dare una risposta ad esigenze tanto diverse... E’ bello sentirsi dire da professori che frequentano anche altre sedi che la nostra scuola è particolarmente partecipata, attiva e animata, e non importa se a volte la scolaresca è rumorosa e incontenibile e se la pausa caffè non è molto diversa dalla chiassosa ricreazione di una vivace classe elementare. Il prossimo anno si tenterà un nuovo percorso, mai sperimentato all’UTETD di S.Croce: quello dell’astronomia: si inizierà prudentemente con una conferenza di assaggio, ma qualcuno scommette che sarà solo l’inizio di un’avventura affascinante. Ma non è tutto: quest’anno
qualcuno ha lanciato una nuova sfida: quella delle giornate autogestite supplementari. E’ un’idea, anzi vuol essere una proposta innovativa ad ampio respiro che avrebbe l’ambizione di trasformare la nostra scuola in una specie di laboratorio polifunzionale adattabile alle esigenze più disparate, passando di volta in volta dalla sala di proiezione o d’ascolto al circolo culturale o ricreativo. Anche perchè ci siamo accorti che ci sono alcune persone che possono essere delle risorse per tutti noi e che sarebbe un vero peccato non valorizzare e non far emergere al servizio degli altri. Ma siamo anche e soprattutto convinti che tutti possono dare e fare qualcosa per la nostra scuola. Nell’ambito delle giornate autogestite, per quest’anno si è trattato di dare risposta ad una esigenza emersa tra alcuni iscritti all’Università della terza età di S.Croce: quella di imparare ad utilizzare il computer e internet. Un’esperienza non facile ad una certa età, ma molto
utile e coinvolgente. Anche semplicemente un modo per stare insieme e fare insieme qualcosa di veramente utile a superare il divario tecnologico che separa la “terza età” dalle nuove generazioni. L’esperienza potrà anche continuare all’occorrenza, soprattutto se in aula ci fosse la possibilità di collegarsi ad internet. Le giornate autogestite supplementari dunque: ecco la nuova sfida e la nuova “formula” magica... L’UTETD di S.Croce ringrazia le amministrazioni comunali che la sostengono e al contempo fa loro i complimenti per aver fatto e per continuare a sostenere un investimento di sicuro ritorno e di ampie ricadute sul territorio perchè, come diceva Abbado “La cultura è un bene comune e primario... Con la cultura si sconfigge il disagio sociale delle persone... La cultura è come la vita, e la vita è bella!” Valentino Zambotti
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