Giornale delle giudicarie febbraio 2017 definitivo

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Giudi iudicarie

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Mensile di informazione e di approfondimento

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EDITORIALE

Il partito che verrà

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ANNO 15 - FEBBRAIO 2017 - N. 2 - MENSILE

FONDATO NEL 2002 - Distribuito da

Maestri di sci stranieri: sì e no a confronto La nuova norma tutela i maestri trentini ma spaventa impiantisti e albergatori

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di Adelino Amistadi La “politica” è sempre più diventata, nel gergo comune, una parolaccia. Sinonimo di privilegi, di indennità sontuose, di vitalizi immeritati, per non dire di ruberie, corruzione, clientelismo ed occupazione di poltrone da parte dei soliti noti. Questo anche da noi. Se frequentate qualche nostra osteria, quando gli avventori parlano di “politica” i toni della voce si inalberano, le facce si fanno grintose, e di solito, il tutto finisce in un “vaff...” di grillina memoria. C’è chi giura che non andrà più a votare, c’è chi non gliene frega niente, tanto non cambierebbe alcunché, ma la maggior parte auspica che finalmente le cose cambino, che si faccia qualcosa di nuovo, di diverso, di utile per rimediare la deriva degli attuali Partiti. Continua a pag. 10

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Accumoli riceve l’abbraccio di Ragoli

Provinciali 2018, palla al centro di Ettore Zampiccoli

A PAGINA 10 Premiati aGhezzi e Ferrari

Due agonisti A PAGINA 21

Sanità

Ortopimportanti A PAGINA 9

ZUCLO Firme contro l’impianto di biodigestione A pag. 2 ALIMENTAZIONE Mangiare meno per vivere sani più a lungo A pag. 24 L’appello della Cri Giudicarie: servono fondi per un’ambulanza A pag. 13

La politica trentina sembra in ebollizione ma in effetti è bloccata e lo sarà senz’altro fino alle prossime elezioni politiche. A bloccarla sono due persone, preoccupate dei propri destini politici, ovvero l’onorevole Lorenzo Dellai e il presidente della Provincia Ugo Rossi. Vediamo perché. Dellai, dopo aver ceduto a Trento lo scettro a Rossi, è finito a Roma con la lista dell’ex premier Monti ma sostanzialmente con i voti del Pd trentino.

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Sanità

Ospedale: avanti tutta

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Pnab

Il Parco a caccia di fondi e direttore A PAGINA 9


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Rassegna Stampa

FEBBRAIO 2017

A cura della REDAZIONE

RASSEGNA STAMPA GENNAIO 2017

DALLE GIUDICARIE DALLAPROVINCIA

Debora Andreolli

Val Rendena - Aquila reale in difficoltà salvata dagli esperti del PNAB. Sarà curata nel Centro Recupero Fauna Selvatica della Lipu - La sera del 12 gennaio due dipendenti del Settore Ricerca Scientifica - Educazione Ambientale del Parco naturale Adamello Brenta, Michele Zeni e Laura Nave, hanno recuperato, nell’area della Valchestria, non lontano da Sant’Antonio di Mavignola, un’aquila reale in difficoltà. La presenza del rapace era stata segnalata agli uffici del Parco da un’escursionista di Pinzolo poche ore prima che, dopo averlo avvistato, aveva notato che l’animale non riusciva a prendere il volo. Il personale del Parco ha contattato la LIPU di Trento, i cui operatori sono prontamente intervenuti con professionalità ed una grande attenzione verso l’animale in difficoltà, ora ospitato al Centro Recupero Fauna Selvatica di San Rocco (Trento). Valdaone - Severino Nicolini si dimette da vicesindaco, al suo posto Nadia Baldracchi - Cause strettamente personali legate a motivi di salute sono le cause delle dimissioni da Vicesindaco e assessore che Severino Nicolini ha rassegnato lo scorso mercoledì 25 gennaio. Con rammarico il Sindaco Ketty Pellizzari ha condiviso la decisione di Nicolini, che rimarrà comunque in carica come consigliere comunale. Il nuovo vice sindaco è Nadia Baldracchi, già assessore del Comune di Valdaone, che è stata anche la più votata nelle scorse elezioni. Roncone - Temperature record nella Frost Hollow di Avalina, registrati -35,9°C il 16 Gennaio 2017 - Nell’ambito del progetto di monitoraggio sperimentale dei siti freddi (una collaborazione che vede l’Associazione Meteo Triveneto insieme ad enti quali Meteotrentino, il CNR/Isac, il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino) da alcuni anni viene monitorato il sito freddo di Avalina, posto a quota 1964 metri nel Comune di Sella Giudicarie (Roncone –Trento). Gli appassionati di Meteo Triveneto sono saliti nella giornata del 18 gennaio per scaricare i dati delle temperature rileva-

te dal datalogger posizionato agli inizi di novembre 2016, per verificare i valori raggiunti durante le ultime settimane in occasione di giornate molto fredde. La temperatura più bassa è stata raggiunta il giorno 15 gennaio 2017 alle ore 23.49 con -35,9°C. Borgo Lares - Centro sci Bolbeno da record: oltre 600 bambini iscritti ai corsi per imparare a sciare alle Coste - Grandissima partecipazione anche quest’anno ai corsi sci organizzati dallo Sci Club Bolbeno presso il Centro Sci Bolbeno - Borgo Lares. Ben 553 bambini fra i 5 e i 10 anni stanno imparando a sciare alle “Coste” di Bolbeno permettendo allo Sci Club Bolbeno di confermarsi ai primissimi posti in Italia. Se a questi aggiungiamo gli oltre 60 “agonisti” viene superata la cifra astronomica dei 600 partecipanti che fa inorgoglire tutti quanti collaborano alla gestione del piccolo Centro Sci. Migranti accolti nelle Esteriori - Di quello 0,9% di migranti che la Provincia di Trento è chiamata ad accogliere, una parte arriverà nei prossimi mesi anche nel comune di Fiavè. La foresteria Miramonti accoglierà 14 donne provenienti probabilmente

dall’Africa subsahariana e dai paesi del sud-est asiatico, per un periodo di un anno. Lo spazioso stabile è stato infatti messo a disposizione dalla proprietà, l’Istituto per il sostentamento del clero, per l’accoglienza di migranti e il progetto di accoglienza del gruppo di donne qui destinate è in stato avanzato di programmazione e organizzazione. Val Rendena - La Solidarietà ai terremotati parte anche dalla Rendena. Donata una casetta ad una famiglia bisognosa dal Trasporto Infermi alta Rendena - Tiziano Bonenti, responsabile del Servizio Trasporto Infermi Alta Rendena, ha informato che insieme al 118 del Tesino con i rimborsi ottenuti durante il 2016, circa 65.000 euro, hanno acquistato una casetta formata da due camere, cucina e servizi, dalla ditta Ille di Pieve di Bono, specializzata nel settore, che verrà costruita entro un mese a Visso nelle Marche e donata a una famiglia di terremotati fra le più bisognose, scelta dall’Amministrazione di quel comune. Un gesto importante che in un momento particolarmente difficile dà speranza ad una famiglia, ma anche a tutti noi. Il volontariato c’è e continua ad operare per il bene di tutti.

14 febbraio, buon San Valentino a tutti gli innamorati!

Festival della gioventù dell’Euregio: al via le iscrizioni - Sesta edizione, dal 5 all’8 aprile 2017, per il Festival della Gioventù dell’Euregio. Un appuntamento itinerante dedicato ai giovani dai 16 ai 19 anni, promosso dall’Ufficio comune Euregio di Bolzano ed in collaborazione con le tre amministrazioni provinciali di Trentino, Alto Adige, Tirolo. Il festival avrà inizio mercoledì 5 aprile a Andalo, passando quindi per Bressanone e si concluderà sabato 8 aprile a Telfs in Tirolo. I giovani visiteranno Castel Thun in Val di Non, il Centro giovani di Andalo, la sede Salewa di Bolzano, la Campana della pace dello spazio alpino di Telfs, l’Accademia Thöni di Telfs. Il titolo di questa edizione è “Costruire insieme l’Euregio – Die Europaregion gemeinsam bauen”. Sono 30 i posti a disposizione per il Trentino. Iscrizioni entro giovedì 23 febbraio 2017. Sport: i criteri di finanziamento previsti dalla nuova legge provinciale - Per il 2017, le domande di contributo in procedura valutativa potranno essere presentate dal 1° febbraio al 31 marzo al Servizio turismo e sport attraverso la modulistica scaricabile dal sito della Provincia. Le domande in procedura automatica potranno essere presentate dal 1° febbraio al 31 ottobre. Possono essere finanziate: manifestazioni sportive, Promozione dello sport; attuazione di studi e ricerche; organizzazione di convegni e corsi di formazione per dirigenti e tecnici; attività sportiva svolta in ambito interregionale, nazionale ed internazionale; sostegno alle società e associazioni sportive a sostegno dei talenti sportivi; attività sportiva professionisti-

ca; borse di studio per studenti sportivi meritevoli, iniziative in ambito di sport e disabilità; la gestione, costruzione, ristrutturazione, ampliamento e miglioramento delle strutture sportive. Smaltimento rifiuti: firmata intesa fra le Province di Trento e Bolzano - Secondo l’accordo, la Provincia di Trento conferisce dal 1° gennaio 2017 fra 15mila e 20mila tonnellate l’anno di rifiuti urbani all’inceneritore di Bolzano (pari all’11,5% della capacità dell’impianto e che corrisponde a circa 2-3 mezzi al giorno). L’accordo ha una durata di cinque anni, rinnovabile per altri cinque, il prezzo di conferimento per il Trentino al gestore Ecocenter Spa è di 101 euro a tonnellata (rispetto agli 81 euro che pagano i Comuni altoatesini). Per contro la Provincia di Bolzano può conferire fino a 10mila tonnellate l’anno di rifiuti bio nel biodigestore di Cadino per produrre compost di qualità. Trasporti e musei: con la Family Card dal 15 gennaio arrivano gli sconti per le famiglie - Un territorio sempre più a misura di famiglia. Questo è lo spirito della “Family Card”, uno strumento voluto dalla Giunta provinciale per offrire alle famiglie trentine concrete opportunità di risparmio. La carta offre tariffe agevolate alle famiglie per viaggiare sui mezzi pubblici provinciali e per visitare le strutture museali del Trentino pagando un solo biglietto per nucleo famigliare composto da uno o due adulti e figli minorenni. Da domenica 15 gennaio, collegandosi al sito www.trentinofamiglia.it, è possibile attivare la propria Family Card. La carta è gratuita

e può essere richiesta da ogni genitore con almeno un figlio minore di 18 anni, residente in Trentino, indipendentemente dal reddito. La Family Card consente ai nuclei famigliari composti da 1 o 2 adulti e fino a 4 minorenni di viaggiare pagando un solo biglietto di corsa semplice. L’agevolazione vale su tutti i servizi urbani ed extraurbani (sia su gomma che su ferro) della provincia di Trento. Si potrà usufruire della Family Card solamente se la famiglia viaggia insieme. Inoltre, la Family Card consente ai nuclei famigliari composti da 1 o 2 adulti e tutti i figli minorenni, anche più di 4, di accedere alle strutture museali pagando un solo biglietto a tariffa ridotta. Sarà attivo anche il servizio salta coda per bambini piccoli in passeggini e zainetti e al Muse sarà gratuito anche il servizio Maxi Ooh. Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere allo Sportello Famiglia attivo presso l’Agenzia per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili (tel. 0461 493144 - 0461 493131). “Tecnico superiore dei servizi della filiera turistica e ricettiva”, in Val di Fiemme la nuova specializzazione - Il percorso nasce da una forte richiesta del territorio della Val di Fiemme che fa dello sviluppo turistico un suo punto di forza. Quella inaugurata ufficialmente dal presidente Ugo Rossi a gennaio è la prima edizione e prevede una durata di 3000 ore di formazione, di queste oltre 1300 ore saranno dedicate al praticantato. Gli studenti iscritti sono 15. La figura professionale progettata ha caratteristiche polivalenti e trasversali a tutti i comparti della filiera turistica e ricettiva.

Sfoglia il Giornale delle Giudicarie su www.giornaledellegiudicarie.it Si ricorda che è possibile sfogliare il Giornale delle Giudicarie sul sito www. giornaledellegiudicarie.it aggiornato ogni mese con le notizie più importanti che accadono in Giudicarie.


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Primo Piano

FEBBRAIO 2017

Provinciali 2018: palla al centro Dellai e Rossi immobilizzano la politica perché non possono rischiare – Mellarini ha perso un’occasione d’oro – Il centro destra è spappolato – E le “liste civiche”?

E’ per questo che, sotto sotto e con qualche intervista ai media locali, fa sapere che lo schema del centro sinistra sì deve essere un po’ rinfrescato ma guai a toccarlo. E ti credo, altrimenti dove va a prendere i voti? E in questa logica, dopo aver perso un anno fa il congresso dell’Upt, di fatto sta facendo di tutto per immobilizzare l’Upt in questo mortale schema di gioco. Tiziano Mellarini, al congresso dell’Upt, aveva lasciato intravvedere una positiva autonomia del suo partito, ipotizzando anche attenzione e possibili aperture al fenomeno delle liste civiche. Ma poi, con grave delusione di molti che lo avevano votato, anche Mellarini non ha strappato più di tanto e ha congelato il partito in una situazione di permanente sudditanza rispetto agli altri due partner di Giunta, il Pd e il Patt. Anche Ugo Rossi qualche ragionamento sul suo futuro politico deve pur farlo. E’ arrivato alla presidenza grazie al fattore C – come direbbe Renzi – ovvero vincendo le

di Ettore Zampiccoli La politica trentina sembra in ebollizione ma in effetti è bloccata e lo sarà senz’altro fino alle prossime elezioni politiche. A bloccarla sono due persone, preoccupate dei propri destini politici, ovvero l’onorevole Lorenzo Dellai e il presidente della Provincia Ugo Rossi. Vediamo perché. Dellai, dopo aver ceduto a Trento primarie in un momento di sbandamento del Pd. Ma è ben evidente che, al di là delle dichiarazioni alla camomilla di Olivi & Co, il Pd alle prossime elezioni provinciali vorrà rivendicare il suo ruolo di maggior partito della coalizione. Chiederà le primarie e zac….sta a vedere che uscirà Zeni. In questa prospettiva a Rossi, comunque venga giudicato il suo lavoro come presidente della Provincia, non resterà che una strada: quella di uno scranno dorato a Roma. Ma per arrivare nella capitale anche Rossi avrà bisogno dei voti del Pd e magari anche di quelli della Svp. Ecco perché, anche volesse dare qualche segno di discontinuità, dovrà comunque stare attento nei prossimi mesi a non irritare più di tanto il Pd.

Lorenzo Dellai

Quindi, da una parte Dellai e dall’altra Rossi, uniti da una impressionante continuità nelle modalità di gestione del potere. Illuminante a questo proposito il fondo di Piergiorgio Cattani sul quotidiano “Il Trentino” di sabato 21 gennaio. Questa in sintesi la fotografia del centro sinistra: una maggioranza tenuta assieme da interessi di potere e non certo da valori condivi-

lo scettro a Rossi, è finito a Roma con la lista dell’ex premier Monti ma sostanzialmente con i voti del Pd trentino. Ora la lista di Monti si è sciolta ma Dellai – umanamente è comprensibile – vorrebbe ripetere il bis di Roma, però non sa dove andare a parare. O meglio, lo sa benissimo: potrà tornare a Roma se il Pd gli darà carta bianca e soprattutto i voti.

Ugo Rossi

si o da prospettive meditate sul futuro di questa terra. Ebbene in questo contesto una opposizione degna di questo nome andrebbe a nozze. Invece qui siamo al disastro o quasi. Quel che ha contraddistinto in questi anni il centro destra trentino è stata la grande capacità di dividersi e scornarsi a vicenda. Una volta c’era la Lega, e c’è anche oggi ma di fatto mummificata sulla persona

IL CEDIS RICERCA UN RESPONSABILE TECNICO Il CEDIS, Consorzio Elettrico di Storo, operante nel campo della produzione e distribuzione elettrica nonché nella fornitura di servizi di telecomunicazione in banda larga, ricerca, per integrazione del proprio organico, un Responsabile Tecnico. La mansione, che risponde alla direzione dell’azienda, prevede l’organizzazione e il coordinamento dell’intera area Tecnica garantendo, qualora necessario, le interazioni con eventuali professionisti e ditte esterne nonché con gli enti di riferimento nel territorio. Il Responsabile Tecnico identifica nella fase di budget e implementa, attraverso le relative strutture operative, le soluzioni tecniche ed economiche, riguardanti sia gli investimenti sia la manutenzione di reti e impianti, più efficienti in fase di realizzazione sia per il settore elettrico sia per quello delle TLC. È inoltre responsabile dell’interpretazione e dell’applicazione delle normative dell’intero settore di propria competenza in particolare delle delibere tecniche dell’AEEGSI riguardanti il settore elettrico. Ci aspettiamo autonomia nella gestione dell’area grazie a doti di problem solving, orientamento al risultato e determinazione, oltre che ottimi rapporti interpersonali, questo perché dovrà gestire, direttamente o indirettamente una decina di risorse. Laureato o diplomato nel ramo elettrotecnico, proviene da un’adeguata esperienza nel settore elettrico e/o in quello delle TLC. Costituisce fattore preferenziale la residenza in zona. È capace e competente nell’uso di Office, Autocad e software di progettazione elettrica. Sede di lavoro: Storo (TN) Offriamo un contratto a tempo indeterminato (CCNL Settore Elettrico) previo periodo di prova previsto dal CCNL e la possibilità di crescita sia professionale sia gestionale. Gli interessati possono inviare la loro candidatura entro il 28 febbraio 2017 a CEDIS – Consorzio Elettrico di Storo Rif. RT Via Garibaldi, 180 - 38089 STORO TN Oppure, indicando il rif. RT, a cedis@cedis.info

di Maurizio Fugatti. C’era una volta Forza Italia, che una volta contava una buona pattuglia di consiglieri provinciali. Poi si è spappolata: una parte di FI è finita in Progetto Trentino, movimento che sembra essere in muda in attesa di saltare sul carro del vincitore, un’altra nella lista Civica di Borga da dove l’emergente Claudio Cia è già uscito per dar vita al movimento Agire. Poi c’è Bezzi, ex Patt, approdato nelle simpatie di Micaela Biancofiore ed eletto in Consiglio con poco meno di duecento voti. Ma non si è ancor capito poi se rappresenti Forza Italia o Forza Trentino: forse entrambi a giorni alterni. Lasciamo perdere Giovanazzi, ormai perso nelle nebbie dell’inutilità. Questo è il quadro del centro destra. C’è poi il Movimento 5 stelle che però non “buca” nonostante la bravura di Degasperi. Da considerare probabilmente nell’area opposizione anche quella parte del Patt con Kaswalder (N.d.R ora espulso dal partito), Mauro Ottobre, Corona ed altri che all’ultimo congresso non hanno condiviso di linea di Panizza e che prima o poi creeranno quasi certamente un loro movimento/partito. E infine ci sono le cosiddette “liste civiche” che non sono da sottovalutare e piano piano, zitte zitte, si sono prese Comuni importanti come Rovereto, Borgo Valsugana, Tione e altri. Con una situazione simile un politico lungimirante e minimamente autorevole ri-

metterebbe la palla al centro per tentare di rovesciare schemi di gioco vecchi e irrigiditi e portare formule nuove in grado di rispondere al crescente malumore che molti trentini manifestano verso la politica. Uno che poteva rimettere la palla al centro poteva essere Tiziano Mellarini all’indomani del suo congresso. Invece ha fatto melina e l’occasione buona è sfumata. E come sosteneva già Macchiavelli, è difficile che in politica una situazione favorevole possa ripetersi. Quel che poteva fare Mellarini sarebbe stato un ragionamento serio col Patt, con Progetto Trento e col centro destra, quello più presentabile ovviamente, e con le liste civiche. Per far questo avrebbe dovuto di certo mandare all’aria questa legislatura, prospettiva peraltro non gravissima che probabilmente avrebbe il merito di evitare ulteriori danni al tessuto economico del Trentino. Così facendo, tra l’altro, si sarebbe liberato in un colpo solo anche di Dellai! Poteva essere un atto di coraggio che avrebbe aperto prospettive nuove al Trentino, alla sua politica, alla sua economia. E invece nulla. D’altro canto – come direbbe don Abbondio – se uno il coraggio non ce l’ha, di certo non se lo può dare. Quindi rieccoci nella palude dei riti ripetuti da destra e da sinistra con i grandi giornaloni che giorno dopo giorno amplificano dichiarazioni e baggianate varie, delle quali e dei quali (i politici) la gente è sempre più stufa. E allora che fare? Qui un Trump in salsa trentina all’orizzonte non si vede, ma tuttavia un briciolo di speranza potrebbe venire dalle Liste civiche, risposta moderna ai riti della politica imbalsamata. Staremo a vedere.


Primo Piano

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Firme contro l’impianto di biodigestione

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Marchetti: Con l’ampliamento del biodigestore di Cadino, cadrebbe la proposta di Zuclo E’ partita la raccolta firme organizzata dal Comitato Busa Pulita contro l’arrivo di un impianto di biodigestione in un’area privata limitrofa alla discarica comprensoriale di Zuclo. Già una cinquantina le firme raccolte solo al lancio dell’iniziativa, a Ragoli, in occasione della relazione del professore Gianni Tamino, docente di biologia generale e Fondamenti di Diritto ambientale dell’Università di Padova. “Per adesso- spiega il coordinatore del Comitato Ivan Simoni - abbiamo fatto la richiesta ai comuni della Busa di Tione per poter far firmare il referendum anche presso le sedi municipali. La questione riguarda comunque tutte le Giudicarie, quindi vedremo se estendere questo invito anche ad altri comuni in futuro”. Intanto, dal punto di vista istituzionale, è il sindaco di Borgo Lares Giorgio Mar-

chetti a divulgare quella che per i contrari all’arrivo del biodigestore è una buona notizia: “Il biodigestore di Cadino ha chiesto l’ampliamento – spiega il primo cittadino - se sarà accettato quell’ampliamento il piano

Per il popolo africano la musica ed il ballo fanno parte della quotidianità e sono strettamente ed intimamente legati fra loro: in molte lingue locali addirittura non esistono termini differenziati per indicare le due attività; hanno anche una grande rilevanza sociale se si pensa che eventi sostanziali della vita come nascite, matrimoni, funerali sono celebrati attraverso canti e danze. La musica e il ballo, poi, sono linguaggi internazionali, per questo Africa Rafiki ha pensato ad una una serata di musica e ballo – lo scorso dicembre, all’auditorium del Guetti - con protagonisti i bambini giudicariesi che cantano e ballano per i bambini keniani di Mugunda: una serata “watoto kwa watoto”, “i bambini per i bambini”. L’Associazione ha, fra i suoi progetti, quello di realizzare proprio a Mugunda, nel distretto di Nyeri, un reparto maternità che consenta alle donne di questo angolo di mondo di vivere in serenità la gravidan-

provinciale ha nelle sue linee guida di concentrare in un numero limitato di impianti questo tipo di trattamento e quindi se dovesse essere così, mi è stato detto che automaticamente ci sarà un diniego per un

biodigestore a Zuclo”. Il Comitato Busa Pulita ha avviato una serie di riunioni informative pubbliche, delle quali quella con il professor Tamanino è solo l’ultima, sul tema dei rifiuti e in particolare dello

smaltimento dell’umido. “L’idea – spiega Simoni - è quella di mettere sul piatto un diverso modo di gestione dei rifiuti per evitare che la questione biodigestore venga riproposta in un altro territorio. Bisogna partire dalla riduzione dell’umido nelle singole case, altrimenti si tratta solo di spostare il problema da un’altra parte che non è la logica che seguiamo. La gestione al momento è peraltro medio-bassa, quindi un cambio di paradigma ci pare necessario ed è quello per cui stiamo lavorando”. L’obiettivo primario rimane la contrarietà al biodigestore, ma il Comitato Busa

Pulita che si è costituito anche formalmente dopo un primo periodo di passaggio, ha obiettivi a lungo termine e visto il tutto esaurito (oltre un centinaio di persone in entrambe le occasioni) riscosso con le due serate di approfondimento organizzate fino ad oggi, l’argomento è di grande interesse anche per la popolazione. “Basterebbe abituarsi a fare un compostaggio fatto bene – sottolinea Simoni - è questo un discorso di lungo periodo, ci vuole tempo chiaramente, ma come comitato ci prefiggiamo di portarlo avanti”. D.R.

L’Associazione tionese Africa Rafiki opera in Kenya

Canti per l’Africa za e partorire con più sicurezza: per le oggettive difficoltà negli spostamenti (vuoi per le strade spesso impraticabili, per la mancanza di mezzi di trasporto idonei, per la

lontananza dai grossi centri) le donne qui - come in molte zone rurali del Kenya e dell’Africa orientale non ricevono sicure e puntuali cure. Spesso una donna incinta è anche

già madre di più figli ed è sola, diventa dunque molto costoso viaggiare con tutta la prole per recarsi in città ad una visita; ed è pericoloso quando si deve intraprendere il viaggio in caso di problematiche urgenti; è semplicemente impossibile quando, nella stagione delle piogge, la strada sterrata si trasforma in fiume e il trasporto pubblico è completamente fermo. E’ nata così l’idea di un concerto i cui protagonisti siano i “nostri” bambini. E subito hanno aderito con entusiasmo cinque cori, Le Sorgenti (Ragoli – Tre Ville), I Fringuelli del Brenta (Pinzolo), la Corale Giovanile San Barnaba (Bondo – Sel-

la Giudicarie), la Scuola Musicale Giudicarie (Tione), la Sezione Voci Bianche del Coro Nuove Voci Giudicariesi (Comano Terme) ed i ballerini del Gruppo Folk di Caderzone Terme. I bambini hanno il potere di portare speranza e allegria nel cuore della gente e questo binomio è stato il punto di forza della serata in cui i cori e il gruppo folk si sono esibiti con brani del proprio repertorio e canzoni africane. “A tutti loro – ricordano ad Africa Rafiki va il più sincero ringraziamento per aver accettato l’invito, contribuendo così concretamente all’attività dell’associazione nel suo impegno a favore dei bambini di Mugunda”.

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Primo Piano

FEBBRAIO 2017

Maestri di sci stranieri Discesa libera Paletti più stretti L’Anef teme che davanti a normative più stringenti i tour operator lascino il Trentino

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di Francesco Bosco*

a questione di come e se possono operare i maestri di sci stranieri in Trentino è l’argomento principale di scontro e confronto fra i vari operatori turistici trentini. Devo ammettere che l’argomento è molto delicato e per poterlo risolvere, ci vuole tanto buonsenso e mediazione da parte di tutti, evitando il Premessa: vi sono delle leggi comunitarie, nazionali e provinciali che regolano l’esercizio di questa professione e se un maestro di sci straniero ha i requisiti di massimo livello può operare tranquillamente. Il problema si pone principalmente per i pseudo maestri di sci polacchi e belgi, che hanno “ patentini “ non ben definiti e praticamente sono degli accompagnatori, 24 ore su 24, di queste comitive di ragazzi organizzate dai vari Tour Operator. Lo scoglio principale per questi gruppi è la lingua: polacco oppure fiammingo, incomprensibili, ed i loro ragazzi non parlano altro. Il buon senso mi porta a dire che la Pat potrebbe legiferare in materia, anche in modo molto stringente, permettendo a questi Tour Operator di portarsi questi accompagnatori, che possono operare solo all’interno del gruppo ben definito e declinato, magari coordinati da 1 o 2 maestri di sci locali, che potrebbero così dimostrare la differenza che esiste tra un accompagnatore e un maestro di sci. E’ solo un’idea abbozzata, sulla quale riflettere, perché l’argomento è molto sentito. Le stazioni dell’Alto Adige e dell’Austria, nostre dirette concorrenti, pur avendo pressappoco le medesime leggi, sono molto più permissive e così facendo rischiano di accaparrarsi una fetta di mercato particolarmente importante e significativa, soprattutto per la destinazioni turistiche trentine meno blasonate dove questi Tour Operator fanno numeri importanti, rischiando di mettere in dif-

L’Amst chiede collaborazione nel far rispettare la nuova normativa di Maddalena Collini*

classico muro contro muro. Tutti gli operatori, compresi noi impiantisti, vogliamo combattere qualsiasi tipo d’abusivismo, compreso quello dell’insegnamento allo sci, in quanto la professionalità acclamata ed ampiamente dimostrata dei maestri di sci trentini va assolutamente tutelata e difesa, ma….e qui si apre un mondo.

ficoltà non solo le società impiantistiche ma anche il ricettivo alberghiero. I paradossi maggiori sono due: il primo è che da anni la Trentino Marketing investe importanti risorse su questi due mercati (Belgio e Polonia ) a livello di promozione, immagine, marketing tanto che la Polonia risulta essere, per tutto il Trentino, il primo mercato straniero in termini di presenze ed arrivi invernali; il secondo paradosso è che se venisse meno il flusso generato da questo turismo, le prime ad avere la peggio sarebbero tutte le società impiantistiche compartecipate da Trentino Sviluppo che, con le recenti regole, sono tenute ad avere bilanci di gestione in pareggio. Un bel pasticcio. Da una parte la Provincia investe su un certo tipo di turismo e ha sostenuto economicamente a piè sospinto tante piccole e medie società impiantistiche, dall’altra rischia di vanificare il tutto per tutelare i maestri di sci trentini, ai quali, sia ben chiaro, questi maestri/accompagnatori polacchi o fiamminghi non portano via assolutamente nulla. Se questi gruppi ci sono, non utilizzeranno mai un maestro di sci locale, se non in casi eccezionali, se non ci sono chi ci rimette sono il ricettivo alberghiero e gli impiantisti, e i maestri di sci non ne traggono profitto. Allora ha senso farsi la guerra, solo per questioni di principio o lesa maestà? Dobbiamo essere pratici e molto concreti. Bisogna assolutamente evitare di mettere sulla bilancia le due contrapposizioni, e mi spiego meglio: sono

Francesco Bosco

più importanti i maestri di sci oppure società impianti e ricettivo alberghiero? Chiamare la Pat ad esprimersi su tale argomentazione è pericolosissimo, ci vuole tanto buon senso e volontà di confronto costruttivo fra le parti interessate, evitando i classici arroccamenti. Un vecchio adagio recita: “meglio una brutta pace che una bella guerra vinta”, perché comunque la guerra fa morti e feriti fra entrambi i contendenti. *Presidente di Anef Trentino, Associazione Nazionale Esercenti Funiviari

È un fenomeno, quello del movimento e della circolazione dei maestri di sci stranieri, che conosciamo ormai da diversi anni. Tra i Paesi più rappresentativi ci sono sicuramente la Polonia e il Belgio, da cui provengono non solo migliaia di turisti, ma anche centinaia di persone maestri di sci che vengono sulle nostre piste accompagnando ed insegnando ai loro connaPerché era necessario un sistema di controlli in tal senso? Perché, lo ricordiamo sempre, quello del maestro di sci non è un lavoro “libero”, che può fare chiunque abbia competenze sciistiche: quella del maestro di sci è una “professione intellettuale”, prevista e regolamentata dallo Stato, che richiede un’abilitazione specifica, l’iscrizione ad un albo professionale, l’osservanza di un codice deontologico. E questo comporta che chi insegna, pur non essendo un maestro di sci, commette il reato di esercizio abusivo della professione. Ciò significa che, mentre i maestri di sci stranieri titolati possono insegnare in Trentino in modo autonomo, salvo la richiesta ed il rilascio di un semplice nulla osta, quelli in possesso di titoli non professionali e/o non di massimo livello, che non hanno i requisiti per essere considerati alla stregua professionisti intellettuali, non potrebbero operare nel nostro Paese.

zionali. L’importanza di questi mercati, che sono tra i più importanti in Trentino, ha fatto sì che la Provincia Autonoma di Trento e il Collegio dei maestri di sci del Trentino delineassero un sistema di controlli per permettere anche ai maestri di sci polacchi e belgi non di massimo livello di venire in Trentino a lavorare, accompagnando i propri clienti sulle nostre piste.

Dico “potrebbero” proprio perché quest’anno le cose sono cambiate. Il nuovo assetto normativo prevede, in sostanza, che tutti i maestri di sci polacchi e belgi che non hanno titoli considerati accettabili possano operare in Trentino con il nulla osta della PAT, che viene però rilasciato solo nel caso in cui questi operino all’interno di una Scuola di sci sotto la supervisione del Direttore. Insomma, se fino allo scorso anno i maestri non di massimo livello non ottenevano alcun nulla osta e non potevano insegnare né in Trentino né nel resto d’Italia, da quest’anno è data loro questa possibilità, ma solo se inseriti nelle Scuole di Sci del Trentino, ossia organizzati e gestiti nel loro operare dai direttori delle Scuole stesse, che tra l’altro si fanno carico di assicurarli. La novità sta tutta qua. Ma se la regola è davvero semplice e chiara, e se da parte delle Scuole trentine c’è voglia di collaborare, in realtà le cose non stanno andando come dovrebbero, perché in tutto questo entrano in gioco rilevanti interessi economici. Il lavoro di questi soggetti è infatti molto spesso organizzato da tour operator senza scrupoli che, ignorando volutamente le regole, non chiedono le autorizzazioni alla Provincia, e comunque non inseriscono i propri maestri (che maestri non sono) nelle Scuole di sci trentine. Certo non si può certo fare di ogni erba un fascio, ma non si tratta, purtroppo, di qualche “mela marcia”. Questi tour operator si organizzano come fossero scuole di sci, stabilendosi all’interno degli alberghi

Maddalena Collini

che li ospitano, intercettano i clienti delle Scuole trentine (per ora solo stranieri, ma domani chissà?), ai quali offrono i servizi dei loro “maestri” a prezzi concorrenziali. È facile per loro fare concorrenza sleale alle Scuole di sci trentine, sfruttando “non maestri” (pagati poco o nulla) per ottenere il massimo guadagno. Risparmiano sui loro costi e portano vantaggio a nessun altro se non a loro, speculando sulle difficoltà di controllare ciò che effettivamente avviene in pista. Vogliamo davvero che le nostre piste continuino ad essere invase da finti maestri senza abilitazione, senza autorizzazione e, quasi sempre, senza adeguata copertura assicurativa? Vogliamo davvero che il mondo dell’insegnamento professionale dello sci venga conquistato da soggetti come questi? Vogliamo davvero lasciare aperta ai tour operator questa comoda scorciatoia permettendo loro, solo a loro ed ai soggetti che con questi collaborano, di arricchirsi? I maestri di sci del Trentino dicono no. Costruiamo insieme il turismo che il Trentino merita. *Consigliere Delegato AMST - Associazione Maestri di Sci del Trentino


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Attualità

FEBBRAIO 2017

In primavera il nuovo pronto soccorso

Ospedale: avanti tutta Ortopedia potenziata e al primario Luigi Umberto Romano anche la gestione di Cles Proprio il reparto di Ortopedia, diretto dal primario Luigi Umberto Romano e settore d’eccellenza dell’ospedale di Tione, sarà interessato da diverse novità nel 2017; novità che vanno nella direzione – auspicata e richiesta alla Provincia dal presidente della comunità Giorgio Butterini e dal consigliere Mario Tonina – di un potenziamento del reparto nell’ottica di una qualificazione complessiva della struttura tionese. Ecco allora che, accanto al già citato nuovo professionista, che porta il team a disposizione di Romano a 4 ortopedici (cinque con il primario, una dotazione più adeguata alle necessità dell’ospedale) sono arrivati nuovi macchinari necessari alla fase diagnostica e intraoperatoria come ad esempio un nuovo ampliscopio. In più, sempre sotto la direzione del primario Romano, si è sta approfondendo e applicando l’innovativo metodo fast track, una serie di pratiche

S

ono più di centomila quelli certificati. Ma sono molti di più gli italiani andati a vivere all’estero nel corso del 2015, perché di solito ci si iscrive all’anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE) solo dopo anni. Oltre diecimila dal Veneto (seconda regione in cifra assoluta, dopo la Lombardia), oltre quattromila dal Friuli, quasi tremila dal Trentino. A partire dal 2005 è tornato a crescere il flusso emigratorio, che dagli anni Settanta si era tendenzialmente assestato su numeri esigui, fino a raggiungere nel 2015 tra i 250 e i 300mila espatri. In effetti ha ragione il Prof. Stefano Allevi, sociologo presso l’Università di Padova, quando evidenzia che dovremmo aggiornare il nostro vocabolario e parlare di mobilità di medio e lungo raggio, di pendolarismo allargato. Sì, perché si parte per cercare un lavoro che non si trova a casa, certo. Ma non solo. Si parte anche per fare il lavoro per il quale si è studiato, per farlo a condizioni migliori, con un salario più alto. E per fare esperienza, per spirito di avventura, per andare a vivere in paesi e città più stimolanti e vivaci, che offrono opportunità (non necessariamente solo di lavoro: anche di vita, di

I

l tempo sta fornendo risposte per gli interrogativi sull’ospedale di Tione. Il protocollo di potenziamento della struttura firmato dalla comunità delle Giudicarie con l’assessore Luca Zeni sta trovando corretta applicazione nella pratica, schiarendo progressivamente le pro-

spettive sul nosocomio giudicariese. La rinuncia al punto nascite è stata “compensata”, con nuovi investimenti nelle strutture come il Pronto soccorso, con l’acquisto di nuovi macchinari, con l’arrivo di nuovo personale sanitario, fra cui un ortopedico.

Il primario Luigi Umberto Romano

mediche e di tecniche che facilita un rapido e indolore decorso post operatorio. Novità 2017 molto attesa è anche quella dello spostamento – atteso entro maggio prossimo - del reparto di ortopedia nell’ala appena ristrutturata ed ammodernata dell’ospedale

di Tione, al terzo piano; un passaggio importante, che metterà a disposizione dei medici e dei pazienti uno spazio più funzionale e moderno. Ultima novità, con la quale si è aperto il 2017 è l’assunzione dal 16 gennaio, da parte del primario Luigi

Umberto Romano, del primariato anche dell’Ospedale di Cles (conservando anche quello di Tione), nel quale questa posizione era vacante. Un passaggio importante, che si colloca nell’ambito della nuova riorganizzazione aziendale dell’Apss provinciale e

che si informa al concetto di multi-zonalità degli ospedali; in parole semplici considera il Trentino come “ospedale unico” con più sedi. Il passaggio va dunque a creare una sorta di reparto di ortopedia di “area vasta”, sotto la supervisione del medesimo

primario e con due team di ortopedici (4 a Tione, 5 a Cles) che possono interagire e distribuire pazienti ed interventistica sulle due sedi, oltre che gestire una quantità maggiore di casistiche, elemento ritenuto fondamentale per offrire prestazioni sanitarie di qualità e di livello. “Guardo a questa novità come una grande opportunità per l’ospedale di Tione – spiega il primario Luigi Umberto Romano – una possibilità di crescita comune, di realizzare sinergie e scambio di professionalità tra Cles e Tione, di specializzazione di tipologie di interventi grazie ad una più ampia casistica dovuta all’accresciuto bacino di utenza. Uno scambio alla pari di competenze e opportunità che può davvero implementare le prestazioni sanitarie di entrambe le strutture, in un’ottica di complementarietà che rientra pienamente nelle strategie di politica sanitaria dell’Apss”. (r.s.)

COOPERANDO di Alberto Carli

La Nuova Emigrazione tra fuga e opportunità divertimento) che da noi non ci sono. E, infine, semplicemente perché il mondo è davvero globale, ogni posto è più vicino di prima, i viaggi sono molto più brevi e più economici, e si rimane comunque connessi – grazie a tecnologie a disposizione di tutti ed economiche – con il proprio paese di origine e i propri affetti. Un secolo fa ci voleva un mese di transatlantico e l’impegno dei risparmi di una famiglia per andare in America. Certo le ragioni rispetto al passato sono cambiate. La fame vera c’è, ma è più rara. I più giovani si spostano per molte ragioni. Quelli con istruzione superiore cominciano già con gli Erasmus a proiettarsi altrove. Nel mondo della ricerca si comincia dai primi anni di università a guardarsi in giro per i dottorati all’estero. Chi sceglie questi lavori lo sa, che

il mercato è “largo”. Nel mondo dell’impresa, in molti lavori si presuppongono almeno alcuni anni di permanenza all’estero, o presenze temporanee ma lunghe, legate a progetti. Ma anche chi fa il cuoco o il cameriere si proietta in un mondo di mobilità fin dai primi stage. E spesso spostarsi è l’opportunità che mancava per uscire dal controllo sociale famigliare, per prendere in mano il proprio destino e buttarsi nel mondo. Il differenziale vero lo

fa non il dover genericamente partire (accade anche in paesi messi meglio di noi), ma la tristezza di farlo perché si deve. E se questo trend si consolida, inevitabilmente, ci si troverà di fronte a ricadute negative: diminuisce la popolazione da una parte e dall’altra calano le competenze di medio-alto livello per lo sviluppo. Una sorta di “vuoto a perdere”, che però è costato tantissimo in termini di investimenti, alla pubblica amministrazione e

alle famiglie. L’importanza di politiche sociali e del lavoro che consentano di trattenere, o offrano opportunità di rimpatrio per i giovani è fondamentale, cosi come la consapevolezza che per un lungo periodo, purtroppo, non si avranno le risorse e nemmeno le condizioni per valorizzare tutto il capitale umano. Questo offre spunti per ragionare sulle politiche di cooperazione internazionale. Investire su relazioni con paesi in via di sviluppo che necessitano di risorse umane di un determinato livello di competenze (Sud America e Africa) consentirebbe di evitare di aumentare il vantaggio competitivo dei nostri concorrenti che grazie a questo fenomeno migratorio, oggi si ritrovano ad avere alte competenze (i nostri giovani) a basso prezzo (istruzione pagata dal nostro paese e dalle

nostre famiglie). Politiche che al contempo possono produrre le condizioni di sviluppo economico in loco, nuovi mercati e scambi commerciali e non da ultimo un riequilibrio del fenomeno opposto, quello dell’immigrazione. Se in questa fase non siamo in grado di gestire adeguatamente la dinamica geopolitica internazionale in termini di competizione, potremmo tentare almeno parzialmente, in termini di Cooperazione, coniugando il diritto ad emigrare con il diritto a non emigrare per forza, o ad emigrare dove conviene di più al paese. In prospettiva, la mobilità aumenterà ulteriormente, in ingresso e in uscita, quasi ovunque. E’ un mondo diverso. Il vero dramma non è l’emigrazione: ma il fatto che il cambiamento sociale è già avvenuto e noi dobbiamo ancora cominciare a pensarlo.


Il Parco Presidente Joseph Masè, è troppo facile chiedere subito del pasticcio del Direttore che forse voleva dirigere troppe cose in contemporanea? “Bartolomei è stato scelto nella rosa dei 5 nomi forniti dalla Provincia, ci era sembrato il soggetto adatto, unico con caratteristiche manageriali. I finanziamenti provinciali diminuiscono progressivamente, è necessario riorganizzare il personale, introdurre un sistema di controllo di gestione, cosa che magari sembra normale in qualunque azienda privata, ma indispensabile ora anche in un’istituzione come la nostra, in generale nella pubblica amministrazione. Suoi obiettivi erano stabilire una strategia aziendale, individuare le risorse umane ed economiche, formare il personale e motivarlo. Accorpare i due settori ricerca ed educazione ambientale. Una serie di novità cruciali.” Che magari qualcuno non ha digerito? “Le dimissioni sono motivate da ragioni personali, altro non so. Avevamo concesso il part time facendo presente un periodo limitato, 4 o 5 mesi, per permettergli di risolvere questi problemi. Naturalmente avevamo e abbiamo bisogno di un direttore a tempo pieno, questo non è in dubbio.” Invece, la polemica sulle consulenze, sempre legata

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Il Pnab costa 3,8 mln l’anno: servono risorse

Il ParcoAdamello Brenta a caccia di fondi e direttore

di Enrico Gasperi Il momento migliore per una voce si scalda subito, le estrebella chiacchierata è la domenica pomeriggio, dopo mità dei piedi tornano a regime con calma, a metà una cerimonia religiosa a temperatura sottozero. La dell’incontro. a società legate a Bartolomei? “Per le consulenze, in realtà si trattava di una serie di corsi di formazione riservati al personale e di un sistema di controllo della gestione, non parliamo di grandi importi, il totale era di 10.000 euro ciascuna e in ogni caso prima di affidare l’incarico, come di regola, avevamo verificato che fossero rispettate tutte le condizioni previste sia dalla vigente normativa che dalle circolari anticorruzione della PAT.” Mi piacerebbe sapere del domani, guardiamo avanti. Cosa riserva di certo? E di incerto? “Completare quanto avviato, quindi accorpare i settori ricerca ed educazione ambientale in un nuovo dipar-

timento sotto la guida del dott. Mustoni. Implementare un efficace controllo di gestione: abbiamo la necessità di misurare e centrare obiettivi, in questo momento con meno risorse a disposizione. Contenere le spese sui progetti in corso, aumentare la nostra capacità di autofinanziamento: abbiamo deciso, per primi, di allargare la vendita dei souvenir anche ai negozi privati (N.dR attualmente sono reperibili solo presso gli info point del parco). Altro obiettivo è rendere più attrattive le nove case del parco, alcune visitate da un numero veramente irrisorio di utenti. Al Geopark di Carisolo abbiamo inaugurato la mostra DinoMiti, sui dinosauri nelle nostre zone, e la risposta di visitatori e

scolaresche è interessante. Cerchiamo sempre maggiore sinergia con Apt, oltre alle promozioni congiunte, anche nell’ambito della DolomeetCard, ora anche in versione invernale”. Il personale verrà rimodulato anche numericamente? “Non sono previste riduzioni di personale a tempo indeterminato, ma inevitabilmente non potremo garantire l’impiego delle risorse a tempo determinato per gli stessi periodi: da una media di 6 mesi scenderemo a 4, a meno di assestamenti favorevoli di bilancio. Gli stanziamenti provinciali sono diminuiti a 2,8 milioni di euro, il massimo era stato nel 2003 con 5,4 mln, e sappiamo già che tale trend

proseguirà. Da qui l’esigenza vitale di dover cercare nuove entrate con le nostre forze. La mobilità con i bus navetta, le convenzioni con i comuni per la manutenzione dei sentieri, il marchio qualità parco (per alberghi e prodotti agroalimentari) con qualche buona e interessante novità.” Quanto costa il Parco all’anno? “Ora circa 3,8 mln di euro.” Sul fronte pubblico ho visto che avete preso posizione su alcuni temi di stretta attualità… “Vero. Il primo è la regolamentazione del traffico abnorme di elicotteri in ghiacciaio e sulle Dolomiti: noi teniamo a un turismo consapevole e rispettoso dei valori di un’area protetta.

Poi siamo intervenuti a proposito dell’abbassamento dei valori del DMV (il flusso minimo vitale dei fiumi a valle delle prese di Hydro Dolomiti): la Pat ha autorizzato la riduzione di tali limiti, che dovevano entrare in vigore a marzo. La contestazione nostra e da parte di altri soggetti ha per ora fermato tutto. Il terzo tema era creare aree di osservazione della fauna , un’esigenza sempre più frequentemente manifestata dai fruitori del Parco, nel pieno rispetto dell’attività venatoria di selezione: dovremo riuscire a conciliare queste due esigenze, di turisti e cacciatori, provando a individuare apposite aree di rispetto.” Siamo arrivati ai saluti. Un’ultima curiosità: come sta l’aquilotto recuperato in val Brenta? “Aveva un’infezione alla zampa, lo stanno curando, tornerà a volare.”


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Attualità

FEBBRAIO 2017 Tre giorni di solidarietà, beneficenza e amicizia

Accumoliricevel’abbracciodiRagoli Il corpo bandistico della città distrutta dal terremoto ospite della Banda di Ragoli

Difficile restare indifferenti dinanzi a tanta sofferenza, anzi impossibile: tutta l’Italia si è stretta attorno alle comunità colpite dal sisma, a dimostrazione di come la solidarietà sia un valore ancora attuale, anche se spesso dimenticato. Una fiammella di speranza che anche la Banda Sociale di Ragoli ha contribuito ad alimentare ospitando, tra il 6 e l’8 gennaio scorsi, il Corpo Bandistico Città di Accumuli, che, a causa del terremoto, ha perso sala prove, gran parte degli strumenti e soprattutto l’amico Andrea, percussionista e colonna portante del gruppo. È stata una tre giorni intensa, ricca di emozioni forti, che si è aperta la sera dell’Epifania con una cena di benvenuto, offerta dal Comune di Tre Ville, durante la quale “i due gruppi hanno stretto subito un’amicizia vera e sincera”, come sottolineato dalla Presidente delle Banda Sociale di Ragoli, Riccarda Albertini. Dopo aver trascorso

di Umberto Fedrizzi Nel centro Italia, il tempo sembra essersi fermato alle 03.36 dello scorso 24 agosto, quando la terra ha cominciato a tremare sotto i piedi degli abitanti di Amatrice, Accumuli, Arquata del Tronto e dintorni. Si sono contate 299 vittime, gran parte dei centri abitati della zona sono stati completamente rasi al la notte presso Villa Santi, a Montagne, i bandisti di Accumuli si sono recati a Madonna di Campiglio, dove, accompagnati dal Presidente della Comunità delle Regole di Spinale e Manez Zeffirino Castellani, hanno avuto modo di visitare Capanna Hofer e ammirare la bellezza delle nostre montagne. La sera i bandisti si sono riuniti a Tione, all’Auditorium dell’Istituto d’Istruzione Guetti dove, dinanzi ad un folto pubblico nel quale c’erano anche il sindaco di Tre Ville Matteo Leonardi, il consigliere provinciale Mario Tonina e il Presidente della Federazione delle Bande Trentine Renzo Braun, si sono esibiti nel concerto di beneficenza “Note di Solidarietà”. Un susseguir-

si di emozioni, difficili da riassumere per iscritto: le voci dei componenti della Banda Sociale di Ragoli che intonano “Amici miei”, canzone diventata colonna sonora di questi giorni, le parole commoventi del maestro del Corpo bandisti-

suolo: case, scuole, chiese, nulla è stato risparmiato dalla furia della natura. Da quel momento, le scosse si sono susseguite senza sosta, fino alle ultime settimane, quando all’emergenza terremoto, si sono aggiunti i disagi provocati dalle copiose nevicate che hanno interessato questi territori.

co Città di Accumoli Pierluigi Valesini, testimone di una comunità ferita ma che non ha perso il coraggio e la speranza di rialzarsi, l’Inno di Mameli, eseguito insieme dai due corpi bandistici, sono solo alcuni dei momenti più toccanti della serata. Il gior-

no seguente, dopo la Santa Messa musicata dalla Banda di Accumuli è giunta l’ora dei saluti, a conclusione di tre giornate che non hanno unito solo due corpi bandistici, ma due comunità. Tutta Tre Ville ha dimostrato la propria vicinanza agli amici

di Accumuli, a partire dalla Banda, dall’Amministrazione comunale e dalle varie associazioni che hanno contribuito alla buona riuscita della manifestazione, fino ad arrivare ai singoli cittadini, le cui generose offerte hanno superato la cifra di 6000 euro. Le parole postate sulla pagina Facebook del Corpo Bandistico Città di Accumuli riescono, meglio di altre, a cogliere il senso di un legame costruito sull’amicizia e sulla solidarietà, che può e deve essere esempio per tutti: “Fin dal primo istante che abbiamo messo piede nel vostro paese, ci avete fatto sentire a casa come purtroppo non ci sentivamo da tempo. In questi tre giorni è nata un’amicizia che speriamo duri nel tempo, perché appunto L’amicizia è una ricchezza, un tesoro che non finirà, come ci avete insegnato voi. Quello che possiamo dirvi è solo grazie, e scusateci se è poco ma per ora è tutto quello che abbiamo.”

L’EDITORIALE di Adelino Amistadi

Continua dalla Prima Se ne rendono conto gli stessi Partiti ancora in attività, chi più chi meno, sentono fortemente la necessità di cambiare, pena un forte calo di rappresentatività ed il pericolo che anche in Trentino possa trionfare il “populismo”, oggi così di moda, ma che non garantisce niente di buono. Così l’UpT cerca strade nuove e pensa a rinnovare simbolo e struttura, il PD aspetta indicazioni dal rientro di Renzi (il Partito della Nazione?), ma nel frattempo è percorso giornalmente da polemiche vivaci su come porsi alle prossime elezioni, il PATT è alle prese con l’ostinata opposizione di chi lo vorrebbe riportare alle origini, con una mission che guardi maggiormente alla tradizione trentino-tirolese, per non disperdersi in un partito che pensa solo al potere e alle poltrone. E a destra, si aspetta il messia che la ricompatti e rilanci qualcosa di serio. Nella cosiddetta società civile ci sono inquietudini sospette, di solito smentite li per lì, per poi essere confermate il giorno dopo. Rendendosi conto che la gente è stufa della vecchia politica, che ormai l’astensionismo è sempre più marcato, che i tesseramenti sono sempre più effimeri e sono legati più ad

Il partito che verrà adesioni di convenienza che di convinzione, tutti, chi più chi meno, chi in maniera trasparente, chi negli anfratti dei propri palazzi, sono alla ricerca di un nuovo modo di fare politica, tutti, indistintamente, sono alla ricerca di “un partito che non c’è”, ma del quale tutti sentono l’urgente necessità. E’ evidente che, in questa fase politica ancora fluida ed in continuo movimento, ciascuno stia giocando una partita estremamente cauta e prudente, al limite dell’immobilismo in taluni casi, per evitare il rischio di essere bruciati o scavalcati da partiti concorrenti. Da testimone, il più possibile “super partes”, vista l’età, ritengo che comunque la partita debba essere giocata a viso aperto, tesa a mettere insieme un progetto di futuro, senza la solita tiritera, senza infingimenti, senza parole al vento, ma che porti chiunque si voglia mettere in gioco ad assumersi, senza remore, la responsabilità e l’impegno per il rinnovamento.

Anche se mi pare, per ora, prevalgano riflessioni più tattiche che utili, sono comunque ottimista e dò per scontato che alla fine si arriverà ad un esito positivo e fondativo del “Partito che verrà”. I partiti attuali si presenteranno alle prossime elezioni provinciali fortemente rinnovati negli uomini, nelle idee e nei programmi, e in più potrebbe esserci qualche sorpresa con qualcosa di originale e fortemente rappresentativo. Solo così la politica trentina potrebbe dare risposte all’insoddisfazione generale verso i partiti e verso i soliti noti che da sempre occupano il potere e le poltrone. Finalmente con i “Partiti che ci saranno” si tornerà sul territorio per farsi conoscere e per farsi apprezzare per le innovazioni introdotte e per presentare i nuovi protagonisti in competizione. Così sarà. Almeno lo spero, viste le movimentazioni in ballo. Anche se c’è da mettere in preventivo non pochi tentativi per un cambiamento inane, di poco

conto, per permettere a qualche più che noto protagonista della vecchia politica di mantenere una buona quota del suo potere. Ciò che mi aspetto è che l’obiettivo di tutti sia quello di un Trentino rinnovato, nuovo, dinamico, più libero, più efficiente, più inclusivo, più aperto, depurato dalle scorie di un passato quasi tutto da dimenticare. Ebbene, se i Partiti così rinnovati, intenderanno davvero concorrere alla costruzione di una politica migliore, in un’ottica di sincero spirito riformatore, contro caste, privilegi, sprechi e rendite di posizione, dovranno poi porsi sul territorio non più quali insegnanti del catechismo di Palazzo, ma attenti ascoltatori delle ragioni dei cittadini, dei valligiani, anche dei più piccoli paesi, in uno spirito di solidarietà e di reciproco rispetto, per giungere ad una legittima perequazione di tutti i territori della Provincia. Nel complessivo rinnovamento che si auspica non è da

trascurare la selezione della classe dirigente e dei papabili candidati. Non è un problema di secondo piano. Si dovrebbero evitare di recuperare vecchi poltronisti, visti dalla gente come espressione della vecchia politica, della casta e familismo più beceri. Al contrario, e finalmente, si dovrebbe puntare su personaggi esperti, onesti, che già abbiano dato dimostrazione di capacità, altruismo, disinteresse, passione per la propria terra, concretezza e lungimiranza, virtù da troppo tempo dimenticate nella politica praticata. Al bando le facce di bronzo, i carrieristi, i raccomandati, i privilegiati dei soliti salotti-bene e cenacoli di vario genere, evitando il pericolo che si organizzino sotto le mentite spoglie di qualcosa di nuovo. La politica organizzata in base a calcoli e scelte meramente numeriche, quantitative ed utilitaristiche deve fare spazio a persone credibili perché cresciute e formatesi nelle comunità, a contatto quotidiano

con la gente, consapevoli dei loro problemi, delle loro difficoltà e della necessità di fare il possibile per essere d’aiuto puntando sul primato della Politica, del “bene comune”, quale affermazione di posizioni forti, moderne, concrete ed efficienti. Solo così i “Partiti che verranno” potranno dimostrarsi soggetti degni di fiducia, genuinamente riformatori ed espressione in cui tutti possano ritrovarsi, riportando la Politica ad un ruolo nobile, definito, ridando credibilità alle sue Istituzioni e riavvicinando la gente trentina al Palazzo, non più visto come la casa degli intrighi e della burocrazia e dei mille clientelismi alle spalle della gente, ma come la “nostra”casa: trasparente, tinteggiata a nuovo, confortevole ed accogliente per tutti, dal più ricco al più povero, dal più lontano al cittadino, tutti trattati allo stesso modo e con gli stessi diritti, tutti uniti da rinnovata passione per Trento e la sua provincia.


Attualità

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Il Consigliere provinciale Tonina: «Gli esercizi commerciali periferici presidi di relazioni sociali»

Garantire futuro ai territori di periferia Per questo, in occasione della finanziaria per il 2017, ho ritenuto importante impegnare la Giunta provinciale a: > sostenere i negozi e gli esercizi periferici anche attraverso l’assunzione da parte degli stessi di ulteriori e innovativi servizi di rilevanza sociale che potranno garantire ricadute positive sulla collettività locale come per esempio il servizio postale e sanitario (consegna farmaci, referti ecc…) > considerare il ruolo di interesse pubblico che tali negozi ed esercizi rivestono a favore del territorio trentino, > verificare, a livello europeo, la possibilità di garantire ulteriori risorse ai negozi ed esercizi di montagna, utilizzando appositi regola-

Sono sempre stato un convinto sostenitore che i negozi e gli esercizi commerciali situati nei centri periferici rivestano un ruolo fondamentale. Perché la maggior parte di essi opera come unico riferimento commerciale e rappresenta di menti UE che consentono di superare la soglia dell’attuale “de minimis” prevedendo un massimale che da 200.000 passi a 500.000 euro su tre annualità. Perché questo impegno? Perché così eviteremo un ulteriore spopolamento ed un impoverimento dei nostri paesi, della nostra storia e della nostra cultura. Mi sono anche chiesto come poter sostenere i nostri agricoltori di montagna in questo periodo difficile cercando di fornire delle risposte concrete. Il nuovo Piano di Sviluppo Rurale permette di accedere a contributi che

fatto un presidio dei territori e diventa, quindi, uno strumento di servizio alla comunità e di relazione sociale. Questi esercizi possiedono un valore incalcolabile per mantenere la vitalità dei nostri paesi.

Il consigliere provinciale Mario Tonina

rispetto alla precedente programmazione hanno però subito un calo di risorse.

Ciò comporta la riduzione degli aiuti per le nostre aziende di montagna con

possibili impatti negativi di grande rilievo. Per contrastare l’abbandono delle zone di difficile coltivazione che avrebbe conseguenze negative sull’economia, sul turismo, ma anche sulla vita sociale e sull’ambiente, ho ritenuto di impegnarmi subito per: > garantire l’erogazione dell’indennità compensativa in una prospettiva di mediolungo periodo, attribuendole carattere strutturale, > investire maggiormente nella valorizzazione del Marchio Qualità Trentino, da me proposto lo scorso anno,

> sostenere economicamente la produzione locale di eccellenza che utilizza il Marchio Qualità Trentino, > garantire, anche per il 2017, gli interventi di sostegno all’attività di alpeggio. A questo proposito è stato approvato un mio emendamento al bilancio per lo stanziamento, inizialmente non previsto, di 500.000 euro che garantiranno l’attivazione anche per il 2017 dei premi per il bestiame portato in alpeggio. Attraverso questi atti politici ho voluto portare all’attenzione del Consiglio provinciale alcune necessità ed esigenze per continuare a garantire importanti servizi, in settori strategici, anche nei territori di periferia. Cons.re provinciale Mario Tonina

Per gli studenti aperta fino a mezzanotte

AlleAlbere di Trento ha aperto la BUC sale che la compongono sono disposti libri e volumi a scaffale aperto, mentre nel deposito al primo piano interrato è custodita un’altra parte di volumi disponibili alla consultazione su richiesta. Una particolarità della nuova Biblioteca di ateneo è la scelta dei materiali e della costruzione, basata su un sistema ecosostenibile, sia dal punto di vista idrico che energetico.

Le prime critiche alla nuova struttura sono arrivate però proprio dagli universitari in disaccordo su molti aspetti della nuova sede bibliotecaria, dalla scelta del luogo all’utilizzo degli spazi all’interno della struttura (la Biblioteca Centrale di via Verdi offre 200 posti a sedere distribuiti su un unico piano, la Buc ne presenta poco più del doppio con ben 5 piani a disposizione): massima bel-

lezza estetica, ma non troppa funzionalità, questo in sintesi il tono delle lamentele. Nonostante qualche critica, la biblioteca, aperta da poco più di un mese, è comunque stata presa d’assalto dagli studenti, fuori sede e non, che non hanno esitato ad usufruire delle nuove sale studio anche sotto le festività natalizie. Durante il periodo festivo è stato quasi impossibile accedervi, perché

MEDENT ADRIATIC ROVIGNO / CROAZIA MEDENT ADRIATIC

i posti erano occupati fin al mattino. L’arrivo degli studenti alle Albere, ancora poco frequentate, potrebbe essere un buon incentivo per l’apertura di nuove attività commerciali, e per quelle già esistenti un incremento di clientela: la Buc potrebbe diventare anche una buona risorsa per valorizzare una parte di Trento ancora sconosciuta e quasi disabitata. F.C.

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socio-economico, giuridico e umanistico, quindi sarà un appoggio prima di tutto per tutte le facoltà presenti nel centro storico.L’edificio, come del resto tutto il quartiere delle Albere, è in stile moderno: gli spazi interni sono ampi e luminosi, grazie alle enormi vetrate di cui sono composte le facciate; i piani sono 7 per 400 posti a sedere, distribuiti in 4 blocchi collegati tra di loro; nelle 15

SO

Giovedì 22 dicembre 2016 è stata finalmente inaugurata la nuova Biblioteca Universitaria Centrale (BUC) a Trento, in via Adalberto Libera nel quartiere de “Le Albere”. Aperta quasi fino a mezzanotte, la nuova sede andrà a sostituire la vecchia Biblioteca Centrale in via Verdi che chiuderà entro fine febbraio. Alla Buc è possibile accedere al materiale didattico e di ricerca nell’ambito

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Cultura

FEBBRAIO 2017 La presentazione il 24 febbraio in Comunità

El bocia e el vecio diventano un libro E’ uscito il nuovo libro di Mario Antolini (96 anni, il decano dei giornalisti trentini) e Marco Zulberti (nonostante i 55 anni ancora el bocia). Si intitola “El Vecio e l’Bocia – Dialoghi sulle Rive del Sarca e del Chiese”: una raccolta dei dialoghi pubblicati a puntate sul Giornale delle

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MeTe da leggere Dialoghi sull'Educazione: relazioni, esperienze, crescita Sempre più sentito è oggi il bisogno di parlare di crescita ed educazione affettiva e sessuale, dentro e fuori il contesto digitale. Alla luce di questo, la seconda edizione della rassegna "Dialoghi sull’Educazione" propone, a partire da febbraio, un ciclo di incontri su questi temi dedicato a genitori, insegnanti, educatori ed adolescenti. Ospite di spicco sarà Alberto Pellai, noto medico specialista in Igiene e Medicina Preventiva, psicoterapeuta, autore di numerose ricerche e di diversi libri sull'infanzia, sull'adolescenza e sulla genitorialità; ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Milano, dove si occupa di prevenzione in età evolutiva. Due gli appuntamenti che lo vedono protagonista nell’apertura della rassegna: “Tutto troppo presto” e “Educazione affettiva e sessuale 2.0”. Nel primo appuntamento, aperto a tutta la cittadinanza, ci si confronterà su come tutelare i giovanissimi dalla rincorsa verso una sessualità favorita e accelerata dalle nuove tecnologie; urgente è infatti la necessità di riflettere sulle situazioni che possono scaturire dall’uso facile e immediato degli strumenti comuni dell’era di internet a cui oggi i ragazzi possono accedere

senza difficoltà. Nel suo libro “Tutto troppo presto”, da cui il titolo della serata, Alberto Pellai racconta infatti come il problema più grande sia il modo in cui web, cellulari e pc hanno incrociato il percorso di sviluppo e di educazione sessuale dei ragazzi di oggi. Il secondo appuntamento sarà un workshop formativo che darà l’opportunità a genitori, insegnanti ed educatori di affrontare come oggi la tecnologia renda accessibile contenuti che spesso i ragazzi non sono in grado di capire e gestire. Sexting, pornografia, adescamento online e sessualizzazione precoce sono temi quasi sconosciuti. Imparare a conoscerli aiuta a saperli prevenire e, se necessario, fronteggiare. “E’ necessario - spiega Alberto Pellai che i più giovani abbiano genitori consapevoli, che non ignorano, che non fingono di non sapere. Perché per loro, per i nostri figli, le parole peggiori sono le parole non dette”. Seguiranno altri due incontri condotti dagli esperti del Centro MeTe, allo scopo di approfondire gli spunti e i temi affrontati dal dott.Pellai. L’appuntamento “Meglio originale che fotocopia” mira a scoprire e

Giudicarie. Le conversazioni fra un anziano e un giovane sul come vedere e analizzare una possibile “unità giudicariese” alla luce della storia delle comunità, di una istituzione che apparentemente si presentava come necessaria e tanto attesa e benefica. Il dibattito si sviluppa in undici dialoghi ideali pensando alle rive dei nostri due grandi fiumi Sarca e Chiese che alimentano i laghi di Garda e Idro e che scendono dai ghiacci perenni dell’Adamello, ricordati da una lunga serie di fotografie artistiche di Stefano Radoani delle acque che scendono alla pianura. “Gli autori – spiegano non senza un sorriso Zulberti e Antolini - si illudono che possa risultare una lettura piacevole, i cui contenuti possano essere condivisi da chi ama le Giudicarie come la “propria” casa”. Una conversazione in dialetto, non a caso scelto come la lingua nella quale si parla delle cose che contano, quella privata e intima appresa in famiglia fin dalla più tenera età e rimasta con quel sapore di casa addosso

valorizzare l’unicità in un corpo che cambia, mediante due momenti paralleli per adulti e adolescenti. La parola adolescenza deriva dal latino “adolescere”, che significa appunto “crescere”. Ma che cosa significa crescere? Il rapporto con il corpo in cambiamento è uno dei primi compiti che un adolescente deve affrontare: cambiamenti non soltanto fisici ma che riguardano anche aspetti psicologici legati al comportamento. L’adolescenza è dunque una fase assolutamente naturale e normale, in cui è giusto che la sessualità venga esplorata e conosciuta dai ragazzi, ma anche e soprattutto educata e supportata dai genitori e dalle figure adulte di riferimento. Risulta dunque importante guidare gli adolescenti a conoscere e a prendere confidenza con il nuovo corpo per capirlo e accettarlo nella sua unicità. Il quarto ed ultimo appuntamento della rassegna “Dialoghi sull’Educazione” dal titolo “Meglio reale che virtuale”, strutturato in due momenti paralleli per adulti e adolescenti, ha la finalità di creare un’occasione di confronto focalizzata sulla tematica dei nativi digitali alle prese con la propria corporeità e sessualità. Sempre più adolescenti diffondono senza filtri i

intrisa di quotidianità e affetti a parlare di radici che vanno profonde a scavare nel luogo che ci ha dato non solo i natali ma anche uno sguardo sulle cose della vita impossibile da cancellare. Una conversazione che mette su carta un sogno, quello di una vallata giudicariese coesa e unita, in grado di far fruttare le sue potenzialità e arricchirsi delle differenze invece di porle coma baluardo di interessi individuali o di singola frazione: un dibattito su quelle dinamiche profonde che intervengono a formare i tratti più significativi di quelle radici che formano la nostra identità, singola e collettiva. Il volume verrà presentato venerdì 24 febbraio, alle 20.30 con la presenza degli autori, nella sede della Comunità delle Giudicarie a Tione. R.G.

Rubrica mensile a cura di viale Dante, Tione propri autoscatti, strumentalizzando inconsapevolmente la propria immagine: è importante che conoscano il rischio di compromettere in pochi gesti la propria persona. “I ragazzi usano la rete come noi, una volta, usavamo il vocabolario per comprendere parole che non conoscevamo, - afferma Pellai - solo che nella rete Google risponde senza distinguere l’età di chi lo sta consultando”. Attraverso un dialogo doppio viene dunque offerta la possibilità di scoprire come preservare la propria unicità e come difendersi da atti di cyberbullismo. In un’epoca in cui è doveroso essere genitori offline, ma anche online, non possiamo permetterci di non considerare i rischi del web per mancanza di competenze e conoscenze. Forse, prima di regalare ai nostri figli uno smartphone, dovremmo avvicinarci a loro e parlare, spiegare, educare. Così saremo in grado di anticipare, quando possibile, potenziali esposizioni a materiale non adatto, o evitare loro di compiere leggerezze che potrebbero avere conseguenze pesanti sulla loro reputazione e sul loro futuro. di Elisa Vender

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Attualità

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La storia di Maria Fedrizzi, rinata a Capodanno

L’appello della Cri Giudicarie: servono fondi per un’ambulanza Maria è stata la sessantesima dei codici rossi del mese di dicembre della CRI Giudicarie: era sabato 31 dicembre, quando la quarantenne ha preso servizio, regolarmente alle 8, nel supermercato dove lavora da una decina di anni. Solo un’ora dopo ha notato un malessere:sembrava una cosa passeggera, in realtà le si stavano chiudendo i bronchi. E’ la prontezza del responsabile preposto del punto vendita ad aver giocato un ruolo fondamentale: Vittorio Valenti ha capito che qualcosa di serio era in corso, l’ha praticamente presa in braccio e si è precipitato nella sede della CRI Giudicarie, che la fortuna vuole essere a pochi passi dal supermercato. Il tempo di arrivare nella sede presidiata dai volontari che Maria è svenuta, vittima di uno shock anafilattico, per risvegliarsi solo a sera, nel reparto di rianimazione del Santa Chiara di Trento. “Ho passato il più brutto e il più bel Capodanno della mia vita - dice oggi a chi ascolta la sua storia - mi spiace di aver spaventato mezza valle! Si sono mobilitati in tanti e ci tengo a ringraziare i miei colleghi che hanno reagito subito, la Cri Giudicarie, i vigili del fuoco volontari di Stenico e Bleggio Inferiore, tutto il reparto di rianimazione 1 e pneumologia del S. Chiara. Oggi non sarei qui non fosse stato per il contributo di tutti loro”. E lancia un appello per una raccolta fondi con l’obiettivo di acquistare una nuova ambulanza. Sono 128 i volontari impegnati con la Cri Giudicarie: al soccorso in particolare sono in 25 e in questo momento ci sono 18 tirocinanti, che copro-

di Denise Rocca

A

volte serve toccare con mano le preziose forze del volontariato per soffermarsi sulle loro richieste, spesso sommerse dalle tante che arrivano ogni giorno alle nostre orecchie: è il caso

di Maria Fedrizzi, consigliera comunale di Stenico che dal 31 dicembre 2016 sarà sempre grata ai volontari della Croce Rossa Italiana Giudicarie, che le hanno salvato la vita, e oggi lancia un appello.

no i fine settimana, mentre dal lunedì al venerdì ci sono anche 6 professionisti stipendiati. Con i mezzi attualmente a disposizione – 3 ambulanze di cui una ha sul groppone oltre 320mila chilometri, dopo che la quarta è stata rottamata nel 2015 – la Cri Giudicarie compie una media 8mila chilometri al mese, nel 2016 ha trasportato 1770 persone e di queste

610 erano urgenze. “Abbiamo fatto il 2016 con un’ambulanza in meno, ma con affanno – spiega Cristian Robert Ciulifica, referente dell’Unità territoriale – ora l’ambulanza più vecchia rischia di lasciarci e dobbiamo sostituirla per continuare a svolgere il servizio e fare quello che ci piace fare. Serve a tutti quanti avere i mezzi efficienti e in numero tale

da poter rispondere alle esigenze del territorio che sono varie: oltre al primo soccorso penso anche a tutte le associazioni che ci chiedono il servizio, obbligatorio, per gli eventi e dobbiamo rifiutare senza mezzo”. Si parla per un’ambulanza completa con equipaggiamento standard di una spesa di 80mila euro: “Abbiamo fatto delle raccolte fondi – spiega Ciulifica – ma siamo lontani da questa cifra”. Per le donazioni, l’IBAN è: IT03J083040181100001 1361989 causale Cri Giudicarie.

Remo Buratti dopo 37 anni, lascia il suo posto alla macelleria della Coop Brenta Paganella

Il macellaio della ciuìga va in pensione

Bisognerà farci l’abitudine, ma per i clienti della filiale di San Lorenzo in Banale della Famiglia Cooperativa Brenta Paganella non sarà semplice abituarsi al cambio radicale che ha riguardato il bancone della macelleria. Dopo trentasette anni di onorato servizio è andato infatti in pensione il capobanco Remo Buratti, macellaio di Poia, nel comune di Comano Terme, ma da sempre in servizio presso il capoluogo del Banale. All’impiego lavorativo presso San Lorenzo, durato quasi quattro decenni, vanno aggiunti sei anni in fabbrica, prima che Buratti intraprendesse la carriera di macellaio. Carriera che Remo, sessant’anni portati con estro e brio, ha portato avanti con scrupolosità e rigore, accogliendo al suo fianco i giovani commessi che via via hanno imparato l’arte e che adesso, diventati ormai maturi dal punto di vista lavorativo, portano avanti l’attività all’interno del negozio. La macelleria di San Lorenzo si caratterizza per la qualità che Remo e i suoi colleghi hanno perseguito nel corso degli anni, riuscendo ad ottenere risultati di estrema rilevanza, come la produzione della Ciuiga, l’arcinoto insaccato a

Remo Buratti

base di carne di maiale e rape tipico del borgo. L’esclusiva per la produzione e la vendita del salume è infatti assegnata alla Famiglia Cooperativa Brenta Paganella, che ne cura anche l’aspetto commerciale inviandola in tutta Italia ma anche in territori extranazionali ed extracontinentali: la sua diffusione è arrivata fino in Giappone. A Buratti va quindi una buona parte del merito dell’avvenuta riabilitazione di questo prodotto, oggi Slow Food, tornato in auge ad inizio anni Duemila in concomitanza con l’ormai celeberrima sagra che si tiene pun-

Preseglie

Lavenone

Agnosine

Bagolino

Storo

tualmente a cavallo fra ottobre e novembre. Da adesso Remo avrà sicuramente più tempo da dedicare a se stesso e alle sue passioni, fra le quali spicca il calcio, essendo un tifoso sfegatato del Milan e presenza fissa alle partite del Comano Terme Fiavè, anche se non sarà facile dimenticare una vita passata dietro al bancone della macelleria. “Probabilmente quando prenderò la macchina per andare da qualche parte commenta scherzando, ma non troppo - dovrò stare attento a non imboccare la strada per San Lorenzo, visto che ormai mi viene automatico”. San Lorenzo che lo ha sempre elevato a figura di riferimento, con la popolazione che si è fatta sempre consigliare da lui in fatto di carni e salumi. E proprio qui, presso il Ristoro Dolomiti di Brenta in località Baesa, ha deciso di festeggiare il traguardo raggiunto, circondato dalle decine di colleghi che nel corso degli anni gli si sono affiancati. Inoltre, nei suoi ultimi giorni di lavoro, non si è scordato dei suoi clienti, allestendo per loro davanti al suo bancone, un bel rinfresco per un brindisi in onore dei suoi lunghi anni a dar consigli culinari. Francesco Brunelli

Stenico

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DARZO

10 amministratori

Cavedago

PONTE ARCHE

4

Gruppi Operativi locali

Godenzo

pari a

Raccolta milioni

945

Mezzolombardo

pari a

Impieghi milioni

548

Patrimonio milioni pari a

68


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Il Saltaro delle Giudicarie

FEBBRAIO 2017

IL SALTARO DELLE GIUDICARIE

Cameriere, un bel maschietto prego!

Assistono non del tutto gradite le pie donne, l’Orsolina e la Gatera, donne di classe, accettate purché stiano zitte, le donne, si sa, sanno solo fare confusione, e quando i ragionamenti sono di spessore, la confusione è bandita. La loro specialità sono i pettegolezzi, le malignità, le piccole invidie, tutte cose che gli uomini saggi non gradiscono, loro hanno ben altro di cui parlare. Il mondo ormai non lo si capisce più, succede di tutto, con tutte le diavolerie che si sono inventati, uno, seppur caparbio e sveglio, stenta a seguirlo. Povero mondo, chissà dove andrà a finire... non è più quello di una volta. Ne sono tutti convinti, il loro volto si fa sofferente, la nostalgia prevale e l’osteria per qualche minuto zittisce per non disturbare la commozione diffusa negli animi sensibili dei miei sodali. Ah...ai nostri tempi era tutta un’altra cosa…! L’entrata subitanea e professionale del medico dott. Martinello ha riportato sulla terra la compagnia di sognatori. Lo guardarono tutti con sospetto, che ci fa all’osteria un medico, la Maroca sembra in buona salute, che sia qui per berne un bicchiere? E’ un buon medico, stimato ed apprezzato, ma è pur sempre un medico. “Buona sera dottore - saluta a nome di tutti l’Archimede, che ha fatto le commerciali - come mai da queste parti?” “Buona sera signori, sono al lavoro, sono andato dalla Gelsomina che sta per avere un bambino...una brava donna, ma esigente, mi ha fatto mille domande...eh...sono

L’osteria della Maroca è da tempo il cenacolo degli uomini colti di tutto il paese. Lì convengono ogni sera i miei sodali, gente di carattere e di esperienza. Gente che ha girato il mondo, mica gente qualsiasi. Gente acculturata, gente vissuta. Di solito giocano a carte, ma non dura molto. Il fiasco impagliato, all’antica, non manca mai, i bicchieri sono sempre vuoti, e la Maroca ha un bel da fare a tenerli ben così un po’ tutte le donne incinte...” “Oh, bene, vuol bere un bicchiere con noi? Ne saremo onorati...” disse un po’ spudorato l’Archimede. “E perché no? Offro io...e di quello buono. Maroca, un paio di bottiglie per i miei amici!” E si sedette con loro. Sorpresi, la soggezione era evidente, nessuno dei miei sodali sapeva che dire, né cosa fare, aspettavano che il dottore tenesse banco. Cosa che fece dopo aver, compostamente, tracannato il suo primo bicchiere. “Quando ho a che fare con donne incinte, penso all’America, laggiù è tutto molto più facile…, cominciò il dottore, laggiù sono avanti cent’anni rispetto a noi. Si può addirittura ordinare un figlio su misura, basta ordinare, come nei ristoranti: cameriere un bel maschietto! Oddio, per adesso c’è ancora qualche limite. Non lo si può avere, ad esempio, con l’intelligenza di Berlusconi, o con la bellezza di Terece Hill...e neppure con il colore degli occhi preferiti e dei capelli preferiti dai nonni...Per questo ci vorrà ancora tempo, diciamo un paio di mesi, mese più, mese meno….” I miei sodali lo stavano seguendo con curiosità, guardandosi l’un l’altro con comprensione. L’Orsolina pendeva

dalle sue labbra e come al solito il suo pensiero era di tutt’altra natura. La Gatera sembrava poco interessata, a lei interessavano solo i suoi gatti e poco altro. Ma il dottor Martinello continuò con convinzione: “Da qualche mese i ginecologi americani sono autorizzati a fornire ad una coppia il figlio del sesso desiderato. Meglio che niente. Hai già una femminuccia? Ti facciamo avere un maschio. Hai già quattro maschi ed hai paura di ritentare per non ritrovarti un altro maschio? Nessun problema: il medico selezionerà l’embrione che garantisce il risultato desiderato, mentre gli altri embrioni saranno buttati. Sempre che non si preferisca usarli in modo più moderno, tipo conservarli in freezer, accanto a saporiti cotechini e a polli spennati, per poi cederli ad una donatrice che partorirà in nome e per conto di una coppia sterile….” “Madonna santa! Non ho capito niente...dottore, cosa dice, embrioni, de qua, embrioni de là, ‘na donatrice che la compra per altri… cosa sono ‘sti embrioni? Gesu, Maria, dottore...” interrompe più che mai accorata l’Orsolina. “Così va il mondo d’oggi, cara la mia Orsolina…- e il dottore continua - come vedete,

forniti. Il vino rosso è la medicina dell’inverno, riscalda, smuove i sentimenti, ricarica il cervello e ti accompagna verso discussioni di alto livello, di difficile comprensione. Più passa il tempo e più la cosa diventa interessante e più va su il conto delle provviste. La Maroca ne gode e annota, niente le sfugge, neanche una goccia versata sul tavolo, anch’essa entrerà debitamente nel conto. un bel passo avanti della scienza e dell’etica, rispetto al buio medievale di qualche anno fa. Pensate: per millenni l’umanità non ha mai saputo di che sesso fosse il nascituro. Che figura! Adesso appena la coppia ha terminato la galoppata, prima ancora che lui fumi una sigaretta e in lei inizi la fecondazione, le macchine, senza neppure pagare il ticket, sono in grado di dirti tutto. Così i genitori possono da subito scegliere il nome, il corredo, il triciclo e il corso di chitarra. Passata qualche settimana, magari un paio di mesi, poi, il piccino è già stato talmente coccolato, fotografato, ripreso, analizzato, che diventa più esposto di un concorrente del Grande Fratello. Eh, certo, prima non era bello dover accettare il pacco così come natura voleva. Ora se Dio vuole, anche questo vincolo è stato sciolto.” Il dottore ha finito lasciando gli ascoltatori basiti. Saluta e se ne va, dopo aver pagato il conto. Cose dell’altro mondo! Altro non sanno dire. L’Orsolina insiste, lei con gli embrioni non ha mai avuto a che fare, neanche sa cosa siano, sui vent’anni aveva avuto la rogna, mica sarà stata colpa degli embrioni? L’Abele sa, eccome, cosa sono gli

di Francesco Brunelli

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embrioni, lui, la sua Teresa l’ha riempita di embrioni per anni, ma inutilmente, non hanno figli. L’Osvaldo Caccola è ancora stordito, non ha mai aperto bocca, ma il suo cervello era in movimento: se vanno avanti così le cose, fra cent’anni gli uomini saranno come le macchine, rompi un pezzo, vai all’ospedale e te lo cambiano. Rompi una gamba, niente paura, c’è quella di ricambio. Rompi la testa, pronta un’altra, sperando

che non sia balorda. Quella cosa della scelta del sesso, detta dal dottore gli è piaciuta...lui ha avuto due femmine, porco giuda, se potesse tornare indietro, li vorrebbe tutti maschi. Gli embrioni femmina li darebbe da mangiare ai pesci. Ma è ancora l’Archimede, dall’alto della sua saggezza, a concludere: “Belle cose ci ha raccontato il nostro dottore...ma c’è un rischio: che un giorno l’umanità decida di fare tutti maschi o tutte femmine...sarebbe la fine del mondo!” “Giusto, aggiunge l’Osvaldo Caccola, vuoi vedere che questo mondo, a forza di progresso, resterà stritolato nella sua stessa centrifuga!” Parole sagge, parole sante. Che Dio ci aiuti.

Giornale delle Giudicarie, distribuito dalla Cooperativa Lavoro Da circa un anno Poste Italiane ha sospeso la distribuzione tramite Postazone, la tariffa per la spedizione di posta non indirizzata con la quale veniva recapitato, fra gli altri, anche il Giornale delle Giudicarie in tutte le utenze del nostro territorio. Si tratta di un provvedimento che ha creato non pochi problemi per una realtà come la nostra, che basa proprio sulla capillarità e sulla copertura delle Giudicarie, uno dei motivi del suo successo, che dura da 12 anni. Questo non significa certo che il Giornale delle Giudicarie abdichi dal proprio ruolo di informazione locale porta a porta. Come avrete avuto già modo di apprezzare, cambiano, invece, le modalità di spedizione, che sono state affidate ad una cooperativa locale e che avranno comunque bisogno di un po’ di tempo per essere completamente rodate. In ogni caso il Giornale delle Giudicarie continuerà ad essere distribuito in 16.500 a tutte le utenze giudicariesi. Da gennaio dello scorso anno il Giornale delle Giudicarie viene distribuito dalla Cooperativa sociale Lavoro, con sede in località Copera a Zuclo. Per segnalare critiche, suggerimenti, disguidi nella spedizione è possibile chiamare il numero della cooperativa: 0465-326420 oppure quello del Giornale delle Giudicarie, 0465322934, oppure via mail all’indirizzo: redazionegdg@yahoo.it.


Attualità

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Nuovo assetto organizzativo per l’ente

Nuovo direttivo al Bim del Chiese Papaleoni alla guida, Mezzi vicepresidente e un’assemblea-direttivo Severino Papaleoni è amministratore giudicariese che vanta una robusta esperienza: già preside dell’Istituto Guetti di Tione, è stato sindaco di Daone, presidente del Comprensorio delle Giudicarie e commissario dei comuni di Valdaone e di San Lorenzo-Dorsino nel periodo di gestione post-fusione. “C’è orgoglio – spiega Papaleoni – per questa elezione che ha visto l’unanime convergenza sul mio nome. Quando mi è stata chiesta la disponibilità di assumere la presidenza, non avevo ambizioni ma penso che nella scelta siano stati determinanti l’esperienza e la conoscenza delle dinamiche amministrative che ho maturato in tanti anni, oltre al tempo che posso dedicare essendo oggi pensionato. Ora sono qui, a disposizione della valle”. Un’elezione che porta con sé anche diverse novità La più visibile è quella della grande semplificazione amministrativa che debutta con questo nuovo corso del Bim. A seguito della riconfigurazione politico amministrativa della Valle del Chiese, interessata da diversi processi di fusione che hanno ridimensionato il numero dei comuni da 14 a 7, anche il Bim ha avuto la necessità di adeguarsi con una formula consona ai tempi. I sindaci nella seconda metà del 2016 hanno dunque lavorato sul nuovo statuto che ridefinisce la configurazione del Bim. Prima c’erano l’assemblea con membro per ogni comune, all’interno di essa veniva votato un direttivo e nel suo seno il presidente. Oggi c’è una nuova governance, più essenziale e snella, con un’assemblea di 8 persone che potremmo definire “direttiva” poiché assorbe in sé anche i compiti del vecchio direttivo, all’interno della quale il presidente assume i

Come anticipato dal Giornale delle Giudicarie di novembre, la questione della presidenza del Bim del Chiese si è risolta con l’elezione avvenuta all’unanimità di Severino Papaleoni e con la conferma di Luca Mezzi alla vicepresidenza. Papaleoni riceve il testimone dal compaesano Franco Bazzoli, oggi sindaco di

Sella Giudicarie. Ma le novità non si fermano qui, con l’ente che assume un nuovo assetto più semplificato, con l’assemblea di 8 componenti che avrà anche le funzioni di direttivo, come da modifiche dello Statuto resesi necessarie a seguito delle fusioni che hanno ridotto il numero di comuni della Valle da 14 a 7.

Severino Papaleoni

IL NUOVO CONSIGLIO DIRETTIVO DEL BIM DEL CHIESE Papaleoni Severino – Presidente (delegato del Comune di Sella Giudicarie) Mezzi Luca – Vicepresidente (delegato del Comune di Storo) Battocchi Gianni – componente assemblea (delegato del Comune di Valdaone) Rota Sergio – componente assemblea (delegato del Comune di Pieve di Bono-Prezzo) Andreolli Remo – componente assemblea (delegato del Comune di Castel Condino) Faccini Michele – componente assemblea (delegato del Comune di Borgo Chiese) Pozzi Giuseppe – componente assemblea (delegato del Comune di Bondone) Cellana Erick – componente assemblea (delegato del Comune di Ledro) compiti esecutivi. Dunque un’assemblea molto più “responsabilizzata” Sicuramente ci sarà un ampio coinvolgimento: nei giorni scorsi ho avuto colloqui con tutti i 7 altri componenti, ho raccolto la lettura che ciascuno fa rispetto ai propri livelli di disponibilità rispetto all’impegno sulle tematiche, ad assume e portare avanti deleghe specifiche o far parte di commissioni per elaborare processi nei diversi campi. Quali sono le priorità di intervento del “nuovo” Bim?

Di certo l’azione del Bim proseguirà in continuità con quanto impostato da chi mi ha preceduto, non rinunciando però ad uno sguardo improntato a cogliere novità ed opportunità per il futuro. Innanzitutto, per essere pienamente operativi sto portando avanti un’azione di monitoraggio di tutte le tematiche sul tavolo. In secondo luogo, a fronte del fatto che il segretario Baldracchi ha manifestato l’esigenza di interrompere il rapporto lavorativo col Bim, cercheremo un nuovo direttore, attraverso un bando specifico.

Poi imposteremo il bilancio con un occhio alle recenti normative sul bilancio armonizzato. Naturalmente al centro c’è tutta la parte della progettualità sulla quale intendiamo muoverci. In quali ambiti principalmente? Ritengo che quella dell’occupazione, specie femminile e giovanile, sia davvero l’area principale sulla quale dobbiamo impegnarci, a fronte di una crisi che ancora persiste. A questa tematica si accompagnano e si legano con un filo indissolubile tutte le

altre aree di intervento del Bim, dal turismo all’agricoltura sostenibile, dall’energia rinnovabile al sostegno dello sviluppo artigianale e del recupero della cultura di questa terra. Con questo quadro possiamo chiederci se gli strumenti e la dotazione di risorse del Bim ci permettono di incidere realmente sull’occupazione. Ritengo di sì, ma per farlo dobbiamo lavorare in massima sinergia con gli altri attori del territorio, in primis i comuni, concentrando le iniziative e le progettualità nella stessa direzione. Questo sarà più semplice oggi in considerazione della semplificazione del quadro amministrativo? Ritengo di sì, così come penso che sarà strategico lavorare in massima armonia con la Conferenza dei sindaci, strategica per elaborare idee e progetti che abbiano un respiro sovracomunale nell’ottica dello sviluppo di valle. All’interno di questa prospettiva il Bim deve seguire i principi della legge del 1953 e dunque operare per canalizzare e destinare le risorse dei canoni rivieraschi a migliorare le condizioni delle nostre comunità e delle popolazioni. Ed è in quest’ottica che opereremo.

I Comuni della Valle del Chiese, attraverso il Consorzio, mettono in condivisione le giuste risorse per lo sviluppo sociale, economico e culturale del nostro territorio attuato attraverso numerosi progetti: Sovracomunalità, Contributi, Piani di zonizzazione acustica, Certificazioni ambientali, P.R.I.C., P.A.E.S., Progetto Legno, Energie rinnovabili, E.S.C.O. BIM e Comuni del Chiese S.p.A., Centro Studi Judicaria, Consorzio Turistico ed Ecomuseo della Valle del Chiese, Case di riposo, Intervento 19, Fotovoltaici, Agricoltura, Filiera del legno, Piano giovani di zona, Borse di studio, Grest estivi, Sistema bibliotecario di valle, Lavagne LIM, Sport, SGM e Scuole materne.

CONTATTI: Via O. Baratieri, 11 - 38083 Borgo Chiese (TN) - tel. 0465/621048 - fax 0465/621720 segreteria@bimchiese.tn.it - bimchiese@bimchiese.tn.it - www.bimchiese.tn.it


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Speciale Carnevale

FEBBRAIO 2017

Martedì 23 febbraio il Carnevale dei Piccoli, il 28 e il 4 marzo sfilano i carri

Storo , grande attesa per la 50 edizione del Gran carnevale Il Carnevale di Storo è il più grande e storico del Trentino ma è anche il Carnevale di carri statici più grande d’Europa. Talmente grandi che ormai è impossibile farli sfilare per le vie del centro storico di Storo. Di qui la decisione della Pro loco presieduta da Nicola Zontini di allestire un circuito alla periferia della borgata dove è il pubblico che sfila davanti ai carri e si gode lo spettacolo che ogni gruppo propone. Ad aprire il calendario sarà il Carnevale dei Piccoli con la sfilata dei bambini delle scuole d’infanzia e primarie del comune di Storo per le vie del centro storico con inizio alle 14. A seguire ritrovo presso Palazzetto Soro, in località Piane, dove è in programma un momento di intrattenimento con giochi e animazione. Martedì 28 febbraio (Martedì grasso) sarà l’anteprima del gran-

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l Gran Carnevale di Storo è ormai una tradizione per la valle del Chiese ma anche per l’intero territorio provinciale perché da cinquant’anni si propone come il più pazzo e il più allegro del Trentino. Sarà così anche quest’ande spettacolo di sabato 4 marzo quando ci saranno una trentina di carri animati. In totale saranno impegnati tra gli 800 e i 1.000 figuranti. Dopo l’esordio, il programma prevede la serata disco ospitata sabato 25 nella nuova struttura di proprietà della Pro Loco che permette di fronteggiare le avversità atmosferiche e garantire un’ospitalità ottimale. E poi domenica 26 febbraio il Gran carnevale dei Bambini con la sfilata in maschera per le vie del paese a partire dalle 14 con giochi, divertimento e tanta musica. “Vorrei puntare l’attenzione sulla giornata del 23 febbraio, il carnevale dei

bambini e le novità per il 50esimo - commenta Nicola Zontini, presidente della Pro loco di Storo M2

no con i quattro appuntamenti allestiti dalla Pro loco di Storo M2: con i grandi carri nelle giornate di martedì 28 febbraio e di sabato 4 marzo, con gli appuntamenti dedicati ai più piccoli il 2325-26 febbraio. Il divertimento è garantito. - il primo è un evento fortemente voluto dalla Pro loco e reso possibile grazie alla disponibilità delle scuole

d’infanzia e elementari del comune di Storo. Grazie quindi ai presidenti e alle insegnanti del comune, ed all’amministrazione di Storo per aver sostenuto l’iniziativa. Obiettivo e speranza della Pro loco è quello di trasmettere alle generazioni più giovani il sano spirito del carnevale di Storo”. E poi uno sguardo al passato: “Ricordo anche l’uscita, in primavera, del libro per il 50esimo che di fatto racchiude e ci fa rivivere cinquant’anni di divertimenti e provocazioni. E poi l’apertura della nuovissima struttura Storo E20, proprio in occasione dell’avvio del carnevale, il 23 febbraio”. Caratteristica del Gran car-

a

nevale di Storo è la chiusura posticipata rispetto alla tradizionale giornata delle Ceneri. E’ in calendario sabato 4 marzo 2017 con un programma pregno di divertimento: alle 14.30 la seconda grande esibizione dei carri allegorici e dei gruppi mascherati lungo il classico percorso ad anello; alle 17 la Chiusura spettacoli presso il “PalaCatta” nel piazzale caserma VVF con degustazione di polenta carbonera, l’intrattenimento disco con Dj Catta e Alex the Voice; quindi alle 21 il Gran Ballo Mascherato presso la struttura E20 in località “Piane” con la musica live della Cover Band Exes. Ultimo atto, a mezzanotte, l’estrazione della lotteria e soprattutto la proclamazione dei vincitori e le premiazioni con l’assegnazione del Trofeo Gran Carnevale e del Trofeo Hermann.

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Speciale Carnevale

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Spegne la 130 candelina il Gran Carnevale di Tione a

Si parte il 23 febbraio con la “Chiavata del Giovedì Grasso”

La prima novità dell’edizione odierna è l’inaugurazione del Carnevale il Giovedì Grasso, il 23 febbraio alle 18.00, quando nella zona dei mercatini si terrà la “Chiavata del Giovedì Grasso”, con la consegna delle chiavi del paese da parte del sindaco alla Regina del Carnevale che le custodirà fino alla fine dei festeggiamenti. L’evento verrà condito da brulè, the caldo e musica offerti per tutti. Nel primo pomeriggio di sabato 25 febbraio, dalle 13.30 alle 14.30 in piazza Guido Boni a Brevine, si apriranno le iscrizioni per il Carnevale dei Popi e Putei. Seguirà alle 14.30 partirà la sfilata dei bambini con la Bandina degli allievi di Tione, Vigo e Daré con arrivo al Palatennis dove si esibiranno le mascherine e

Torna l’appuntamento con il Gran Carnevale di Tione, al secondo anno dall’insediamento del nuovo direttivo, un affiatato gruppo di organizzatori attenti ad inserire novità coniugandole però con la centenaria tradizione del carnevale tionese. Centenaria, sì, perché grazie ad una ri-

verranno premiati i vincitori. Ci saranno regali per tutti i bambini con grostoi e the caldo offerti a tutti e funzionerà pure un forni-

to spaccio bar. In caso di maltempo la manifestazione partirà direttamente dal Palatennis. Sabato 25 la festa ritornerà di nuovo

cerca compiuta dal gruppo con l’aiuto dello storico locale Gilberto Nabacino, si sono ritrovati documenti risalenti al 1887 sui festeggiamenti del carnevale tionese, con distribuzione gratuita di “bigoi”, che fa dunque risalire il carnevale di Tione a ben 130 anni fa. al Palatennis, a partire dalle 20.30, quando si aprirà il FesTione: una festa con happy hour dalle 22.30 alle 23.30, DJ e vocalist con musica a 360 gradi. Alle 23 verrà estratto l’ordine dei carri e gruppi mascherati che sfileranno il Martedì Grasso. E veniamo al clou della manifestazione: martedì 28 febbraio alle 14 partirà dal bar S.Vigilio la grande sfilata guidata dalla Regina del Carnevale, dalla giuria e dai polenter che con la banda sociale di Tione accompagneranno i Carri e i Gruppi partecipanti lungo il Viale che da

quest’anno sarà addobbato per l’occasione e con vari punti dove potranno esibirsi prima di affrontare la piazza e la giuria. All’arrivo in piazza Cesare Battisti la Regina darà ufficialmente il via al Carnevale, i carri ed i gruppi mascherati si esibiranno davanti alla giu-

ria e al pubblico per la votazione, e ovviamente non potrà mancare la famosa Polenta e Salam offerta a tutti. Finita la sfilata, sempre in piazza Battisti, ecco un’altra novità: dalle 17 alle 20 ci sarà il PreFestione con dj e chiosco bar. E la sera, alle 20, aprirà al Palatennis l’evento finale del FesTione di carnevale, con DJ, vocalist e musica per tutti, clou della serata, alle 23, le premiazioni dei carri e dei gruppi mascherati. Impossibile mancare.

NOVITÀ

Per l’occasione i ristoranti della zona proporranno da Giovedì Grasso a martedì il piatto “DEGUSTANDO IL CARNEVALE”


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Ex sindaci, nuovo presidente Fabio Zanetti succede a Adelino Amistadi alla guida dell’associazione degli ex-primi cittadini

Amistadi premia il Capitano Oxilia

La platea dell’assemblea


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Rubrica Legale

FEBBRAIO 2017 L’avvocato risponde

Mancati alimenti all’ex moglie: sanzioni e conseguenze Buongiorno, il comportamento che mette in pratica suo marito (o ex marito) integra la fattispecie penale del reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare di cui all’art. 570 c.p.. Questo particolare reato distingue tre diverse condotte a difesa del vincolo matrimoniale e degli obblighi da questo derivanti che la legge disciplina. Il primo comma dell’articolo, in particolare, rappresenta la fattispecie meno applicata in concreto. Questo poiché la norma individua un generico dovere di assistenza nei confronti di coniuge e figli minori, colpendo il coniuge che “…abbandonando il domicilio domestico, o comunque serbando una condotta contraria all’ordine o alla morale delle famiglie, si sottrae agli obblighi di assistenza inerenti alla potestà dei genitori o alla qualità di coniuge...”. Tale comma, come detto è quello meno applicato perché nella pratica è difficile qualificare il concetto di “ordine e morale delle famiglie” e allo stesso tempo non specifica il contenuto degli “obblighi di assistenza”. Inoltre, la punibilità del cosiddetto abbandono del

Buongiorno Avv. Gottardi, mio marito non mi paga gli alimenti con regolarità. A volte passano mesi e rimango senza sostentamento. Sono stanca di dover sempre ricorrere al recupero tetto coniugale è superata anche in sede civile da una prassi delle coppie che, in fase di separazione, autorizzano nei fatti un coniuge ad allontanarsi dall’abitazione coniugale per tentare un primo componimento tra le parti. La fattispecie più comune riferibile all’art. 570 c.p. è quella disciplinata dal secondo comma (che è anche quella che può riferirsi alla tua situazione personale), avendo un contenuto spiccatamente di natura economica. Infatti il Codice punisce chi “… malversa o dilapida i beni del coniuge o figlio minore…”, “…fa mancare mezzi di sussistenza ai discendenti minori oppure inabili al lavoro, agli ascendenti, o al coniuge il quale non sia legalmente separato per sua (del coniuge) colpa…”. Per commettere il reato, il coniuge secondo l’opinione unanime di Dottrina e Giurisprudenza, deve omettere di versare quanto stabilito da un provvedimento giudiziario (provvedimenti provvisori o sentenza di separazione o sentenza di

divorzio) oppure in assenza di pronunce dell’Autorità giudiziaria (in costanza di matrimonio) qualora faccia mancare al coniuge o ai figli, non soltanto vitto e alloggio, ma anche spese di vestiario, visite mediche, istruzione ecc…. Il concetto di “sussistenza” indicato nel Codice Penale ha però un significato meno ampio del concetto civilistico di “mantenimento”, che – in sede di separazione o divorzio – si determina in base al teno-

di quanto dovuto attraverso l’Ufficiale Giudiziario. Ho sentito che potrei anche denunciarlo dai Carabinieri… è vero? Cosa rischia? Una moglie delle Giudicarie Esteriori.

re di vita precedente alla divisione dei due coniugi. A questo proposito va detto, tuttavia, che l’introduzione con la legge 54/2006 (sul c.d. Affido Condiviso) del reato di violazione degli obblighi di natura economica nei confronti della prole ha finito (quasi) per assorbire la fattispecie di cui

CURIOSITÀ DAL MONDO A Singapore è severamente proibito arrampicarsi sui grattacieli

Il “medico di famiglia” Antolini va in pensione

Castel Condino saluta il dottor Mauro Antolini Dopo una lunga carriera, la comunità di Castel Condino e gran parte della comunità del comune limitrofo di Borgo Chiese hanno salutato il dottor Mauro Antolini che, nelle settimane scorse, ha raggiunto la meritata pensione. In occasione del concerto di Natale della Banda di San Giorgio di Castel Condino, l’amministrazione comunale guidata dal Sindaco Stefano Bagozzi ha voluto offrire un ringraziamento sincero al dottore che per diversi decenni ha curato tutti gli abitanti

del paese. Giovani e anziani, donne e bambini, sempre con straordinaria professionalità e cordialità. E grazie alle sue competenze non si è limitato solamente ha curare la salute fisica delle persone: «Mi preme sottolineare – ha commentato il primo cittadino Stefano Bagozzi – che per le nostre piccole comunità il “medico di famiglia” è molto più di un semplice medico. Con il dottor Antolini ognuno dei pazienti ha instaurato un rapporti confidenziale, un rapporto in cui venivano con-

fidati anche dei segreti della singola famiglia. Insomma, conosce la comunità nel profondo. Ed oggi, con l’uscita di scena del dottor Mauro Antolini, questo aspetto è venuto a mancare». Grazie ad un carattere energico e ironico, Antolini ha voluto ricordare con verve alcuni momenti trascorsi in questi lunghi anni di lavoro nelle comunità di Castel Condino, Condino, Brione e Cimego. Paesi che ha definito “suoi” ed in cui, oltre ad aver esercitato la professione, ha fat-

all’art. 570 comma 2, numero 2, quando i soggetti passivi siano i figli: tale ultima norma, infatti, ricollega la commissione del reato al semplice fatto di omettere il versamento dell’assegno stabilito dal giudice a favore dei figli minori, indipendentemente dallo stato di bisogno di questi.

to molto altro. E’ infatti un grandissimo appassionato di ciclismo e, per anni, ha contribuito attivamente ad organizzare il trofeo per dilettanti, il cui traguardo, per alcune edizioni, era fissato proprio a Castel Condino. La cerimonia di ringraziamento, a cui hanno partecipato in molti, si è conclusa con un lungo applauso, ulteriore testimonianza del segno indelebile e positivo che, negli anni, il dottor Antolini ha saputo trasmettere alle proprie comunità. Marco Maestri

Per quanto riguarda l’ipotesi di “malversazione o dilapidazione” di cui alla prima parte del secondo comma, va precisato che tale condotta assume rilievo penale non con il compimento di un singolo atto dovendone compiere di reiterati nel tempo. Le fattispecie di reato previste dall’art. 570 c.p. sono tutte punite con la reclusione da 15 giorni a 1 anno, e con la multa fino a 1.032 euro. Quando i reati sono commessi in danno di minori, i reati di violazione degli obblighi di assistenza familiare sono tutti procedibili d’ufficio mentre è necessaria la querela della persona offesa, nel caso questa si identifichi nel coniuge o in persona maggiorenne (come nel tuo caso). Per approfondire o per fissare un colloquio su questo o su altri temi l’avv. Mattia Gottardi riceve presso il suo Studio in Tione di Trento, via N. Sauro n. 2, previo appuntamento, chiamando il numero 0465/324667 oppure 349/2213536 o scrivendo all’indirizzo mgottardi1@yahoo.it

Il Giornale delle Giudicarie

mensile di informazione e approfondimento Anno 15 n° 2 febbraio 2017 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Caporedattore: Denise Rocca Comitato di redazione: Matteo Ciaghi, Elio Collizzolli, Aldo Gottardi, Denise Rocca Hanno collaborato: Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Francesco Brunelli, Alberto Carli, Umberto Fedrizzi , Enrico Gasperi, Marco Maestri, Alessandro Togni, Alberta Voltolini, Ettore Zampiccoli, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3335988772) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 31 gennaio 2017 da Sie Spa - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129


Attualità

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Il lago svuotato per la manutenzione dei condotti della centrale elettrica di Nembia

AMolveno un paesaggio lunare Per quanto riguarda il volume, va precisato che è diminuito di oltre un terzo del totale, passando da 180 milioni di metri cubi d’acqua a poco più di 50. Tale misura - che si ripete con cadenza decennale - è dettata dalla necessità di operare lavori di manutenzione sui condotti che conducono alla limitrofa centrale idroelettrica di Nembia, sul territorio di San Lorenzo Dorsino, importante snodo per l’energia necessaria a tutte le Valli Giudicarie. E’ obbligatorio infatti verificare periodicamente lo stato di funzionalità e stabilità delle gallerie che collegano l’invaso della centrale elettrica di Nembia al bacino di Molveno, ripulendole dal materiale limaccioso che vi si deposita. Tale centrale viene alimentata a sua volta da quella di Santa Massenza, in territorio extra-giudicariese; l’importanza idrico-energetica è comunque di vitale importanza per tutte le Giuidicarie, in quanto l’impianto di Nembia

di Francesco Brunelli

S

e è vero che il Lago di Molveno è una delle mete più ambite per quanto concerne il periodo di villeggiatura estiva, è altrettanto veritiero dire che quest’anno ha avuto un numero parimenti importante di turisti anche durante la corrente stagione invernale. viene alimentato anche dalla Val Rendena. E se la centrale di Santa Massenza lavora in uscita, quella di Nembia, che si trova ad un’altitudine inferiore rispetto alla superficie del lago e funziona quindi in contro pressione, opera in entrata tramite canali di restituzione per riportare la quota a livello e mantenerla costante. L’ultimo svuotamento della conca risale al 2005 e il successivo si sarebbe dovuto tenere nel 2015. Il posticipo è imputabile al transito della carovana rosa del Giro d’Italia proprio nel mese di maggio di quell’anno: secondo gli organizzatori, il colpo d’occhio ne avrebbe risentito. Lo spettacolo di un paesaggio lunare, quasi surreale

Motivo? Le condizioni straordinarie in cui versa lo specchio d’acqua: il bacino è infatti stato abbassato di oltre 50 metri, una cifra considerevole, partendo dal presupposto che la profondità media si attesta sui centro metri, con il picco massimo che arriva a 123.

per chi è abituato a vedere il lago nel suo splendore estivo, che si sta delineando in questi mesi conserva egualmente un fascino particolare che spinge ogni giorno centinaia di curiosi a osservare l’insolito panorama: enorme il cratere del lago svuotato, grigio il colore predominante, sassi e ghiaino dove prima c’era acqua regalano una vista mozzafiato. Le operazioni di svuotamento andranno avanti per tutto l’inverno, poi, da marzo, il lago verrà riportato alla sua altezza ordinaria in maniera graduale, per tornare a pieno regime entro il 31 maggio 2017, giusto in tempo per l’inizio della stagione estiva. A curare la manutenzione è la ditta Hydro Dolomiti Energia, alla quale il Comune di Molveno ha avanzato alcune richieste di rimborso per le problematiche che, giocoforza, questa operazione di pulizia ha arrecato al lago.

Trota del Trentino Astro: da ora è IGP A partire dallo scorso autunno è iniziata la commercializzazione da parte di ASTRO delle Trote del Trentino marchiate con la certificazione IGP (Indicazione Geografica Protetta). Questo importante ottenimento, rilasciato direttamente dal Ministero delle Politiche Agricole, è stato possibile dopo un lungo e complesso iter che ha alla fine premiato il pluriennale impegno e la qualità offerta dall’Azienda Trentina. Senza dimenticare la storia: l’IGP è anche un degno riconoscimento alle millenarie tradizioni di pesca ed itticoltura, nelle quali il nostro territorio si è sempre distinto. Un riconoscimento che l’Unione Europea utilizza per designare un prodotto agricolo o alimentare che sia originario di tale regione, luogo o paese e le cui caratteristiche possano essere attribuite all’origine geografica e la cui produzione e/o trasformazione e/o elaborazione avvengano nell’area geografica determinata. Veniamo al prodotto insignito del marchio, ovvero la Trota Trentina. Con essa si intende una particolare qualità di tro-

ta, la iridea (Oncorhynchus mykiss), allevata sul territorio della provincia di Trento e nel comune di Bagolino (BS). Questa tipologia di trota si riconosce dal dorso verdastro e dalla presenza di una fascia rosea su entrambi i fianchi. Il ventre è biancastro ed è ricoperta di macchiette scure sul corpo e sulla pinna dorsale e caudale. Una varietà robusta e molto saporita al gusto: le sue carni sono bianche, ma può essere venduta anche nella versione salmonata: la trota viene alimentata con carotenoidi di origine naturale che donano un delicato colore aranciato alle carni. Un prodotto che fin dalla sua prima uscita, nei punti vendita Poli, ha riscosso un grande successo di vendite.


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Europa

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L’Europa e le sfide di Trump Sarà un anno strategico per l’Unione Europea: occorrono tutti gli sforzi per salvare l’intuizione dei Padri fondatori Nella nostra cara Europa dobbiamo purtroppo registrare un crescente populismo patologico che oltre a rischiare di far cadere l’impalcatura di un progetto di unità che con lungimiranza e grande coraggio veri leader politici hanno iniziato a costruire dopo due disastrose guerre mondiali, minaccia la stabilità e il benessere del continente. In tale quadro, che deve preoccuparci a farci riflettere, si inserisce ora una destabilizzante presidenza statunitense. Il discorso inaugurale del nuovo presidente USA Donald Trump, che è stato solo una continuazione della sua sgradevole campagna elettorale, un “paradigma della divisione” come l’ha definito nel suo commento in trasmissione Rai da Oltreoceano la giudicariese Giovanna Botteri, fa presagire una preoccupante inversione di rotta di una politica statunitense che in passato, salvo qualche variazione temporale, ha sempre contribuito in termini reali a stabilità e pace in tutto il mondo, distinguendosi per generosità nelle grandi situazioni di bisogno. Se le parole del nuovo Presidente

di Paolo Magagnotti Le tensioni di varia natura che in diverse parti del mondo pongono a severa prova il futuro del nostro pianeta sono in continuo aumento. Vi è motivo di preoccuparsi per la tenuta sia di contesti politici e sociali, sia dell’ambiente fisico in cui viviamo. Si tratta di fenomeni e processi che interessano tutto e tutti. Dovrebbe essere pertanto logico pensare e credere che nelle menti di chi è chiamato a guidare hanno realmente un senso e un seguito concreto, sia l’Unione Europea sia altre regioni del Pianeta dovranno giocoforza favorire e creare maggiori assetti unitari. Che sia necessario rivedere le concentrazioni di potere di Washington lo penso anch’io. Non so immaginare, peraltro, come possa fare il Presidente a far decidere sempre e tutto al popolo. I politici che condiscono ogni discorso ripetendo come in una cantilena “nell’interesse dei cittadini” o “potere al popolo” non mi entusiasmano: nelle elezioni democratiche i cittadini elettori conferiscono potere ai governanti che coerentemente con idee e propositi elettorali debbono essere in grado di agire per il bene del popolo. Dopo aver ascoltato il discorso del nuovo Presidente

È il 24 agosto 2016. Prima grande scossa di magnitudo 6,0 alle ore 1:36 ad Amatrice, provincia di Rieti. Circa un’ora dopo, alle ore 2:33 si verifica un’altra scossa di magnitudo 5,4 nella zona di Norcia, provincia di Perugia. E’ solo l’inizio, si andrà avanti per tutta l’estate. La terra ha continuato a tremare anche nel 2017, colpendo zone dell’Appennino centrale il 18 gennaio, in provincia dell’Aquila: ore 10:25 a Montereale, magnitudo 5,1; ore 11:14 a Capitignano, magnitudo 5,5; ore 11:25 a Pizzoli, magnitudo 5,4; ore 14:33 a Barete, magnitudo 5,1. La situazione si è aggravata ulteriormente a causa delle temperature rigide e l’ondata di maltempo che hanno colpito il Centro e il Sud. Il sisma del 24 Agosto, con epicentro ad Accumoli, aveva fatto salire il numero

che ha giurato sulla Bibbia di Abrham Lincoln oltre che, con un gesto peraltro apprezzabile, su quella che gli diede sua madre, sono andato a rileggermi alcuni testi del primo presidente statunitense appartenente allo stesso partito nel quale si è inserito Donald Trump. Ho poi voluto rileggere il discorso inaugurale di John Fitzgerald Kennedy del 20 gennaio 1961, il presidente che parlava a e per l’”America degli emigranti”. Che distanza siderale tra quei discorsi e quello che abbiamo sentito lo scorso 20 gennaio davanti al Capitol di Washington! Certo, i tempi sono cambiati, ma era da augurarsi che a cambiare non fosse lo spirito che, pur con certi limiti, ha guidato gli Stati Uniti nel concerto mondiale. Non so fino a che punto il presidente Trump riuscirà a riu-

i popoli vi siano pensieri volti ad unire tutte le forze preoccupate del nostro futuro. Una unità e una cooperazione che è pure imposta dalla tanto discussa globalizzazione e dai crescenti processi di interdipendenza che essa contribuisce a determinare. Oggi, solo menti sconsiderate e irresponsabili possono dire: “a casa mia faccio quello che voglio e penso ai miei interessi senza curarmi d’altro”.

nire quell’America che egli ha così grezzamente diviso. Non so fino a che punto l’“America First” dimenticherà altre parti del mondo che stanno esplodendo

nel mezzo della povertà e se l’esercito USA, che Trump vuol rendere ancora più potente di quanto lo sia ora, penserà di far tutto da solo, incurante di storiche

alleanze militari e consorzi di nazioni libere che, bene o male, dopo il Secondo conflitto mondiale hanno svolto un ruolo importante negli equilibri della Terra. Spero che l’Europa possa continuare a viaggiare sotto un ombrello che non sia orfano dell’America. Mi auguro vivamente che uno scatto d’orgoglio europeo e la guarigione della miopia di chi vuol distruggere il Progetto europeo possano realizzare nuove conduzioni per dar vita ad una nuova fase del sogno europeo. Ripongo pure speranze in una responsabilità collettiva che possa vedere tanti giovani della generazione Erasmus ed altri ancora riunire nelle piazze folle per chiedere quella unità e coesione fra gli Stati europei che è condizione senza alternative per un loro futuro di pace e benessere. Solo un’Europa forte ed unita potrà confrontarsi con successo con le sfide di Trump. Sarò forse un illuso, ma finché avrò vita non mi stancherò mai di sostenere in tutti i modi che mi saranno possibili l’ideale di unità dei popoli europei che mi ha sempre affascinato.

Italia Centrale fra catastrofi naturali e italiane

delle vittime a 299 e quello degli sfollati circa a 17mila. Incalcolabili sono stati sia i danni economici, soprattutto al settore dell’allevamento e dell’agricoltura, che quelli artistici. Da allora fino al 3 novembre 2016 il numero delle scosse, calcolato dall’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), è pari circa a 22.200. Quella più forte il 30 ottobre 2016 nei pressi di Norcia con magnitudo 6,5, percepita anche al di là delle Alpi. Nonostante l’intensità molto elevata della scossa, fortunatamente non ci sono state vittime, ma è aumentato ulteriormente il numero degli sfollati. Gravi i danni culturali, visti i crolli di diversi edifici tra cui la Cattedrale di San Benedetto, totalmente distrutta. È stato il sisma più forte in Italia dal 1980.

18 gennaio 2017, la terra trema di nuovo ripetutamente, dalle 10:35 fino alle 14:33, sempre in provincia dell’Aquila. La magnitudo del nuovo sisma oscilla tra valori compresi tra 5,1 e 5,5. Il problema è che questa volta la forza distruttiva del terremoto si è unita alle perturbazioni, che a gennaio hanno provocato bufere e tempeste di neve anche a bassa quota. La doppia azione degli eventi sismici e meteorologici ha raddoppiato i disastri, divenuti fatali soprattutto a Farindola (PE), località sul Gran Sasso, dove l’Hotel Rigopiano è stato spazzato via da una valanga. Neve e detriti hanno travolto completamente l’edificio, che ora si trova sotto una coltre di neve, con esso ospiti e dipendenti dell’hotel. Ci sono dei sopravvissuti, ma il bilancio è tragico. Tra le macerie spuntano fuori anche i “classici” problemi italiani: sta

sbucando quindi fuori un passato non troppo chiaro sulla costruzione dell’edificio, si parla di un processo di alcuni anni fa per abuso edilizio, poi sanato, per poter ampliare e ristrutturare l’albergo. Insieme al terremoto e ai suoi disastri, bisogna come al solito fare i conti con un’Italia afflitta anche dalle costanti catastrofi nostrane, fatte di permessi e autorizzazioni mancanti. Ora, tuttavia, credo si debba rimanere in silenzio di fronte ai morti e riflettere con spirito di unità anche fra le forze politiche su cosa fare per essere più preparati per un futuro nel quale certamente le forze della natura, troppo spesso “maltrattata”, non ci risparmieranno da eventi calamitosi. Tutti noi dobbiamo essere vicini alle popolazioni di queste terre martoriate. Francesca Cristoforetti


Società

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Personaggio estroso e dalla vita avventurosa, se n’è andato a 90 anni

Luigi Povinelli (19262016) era uno di loro: il povero ragazzetto di Carisolo che, lasciata la vallata degli emigranti in già avanzata età ha girovagato un po’ di qua e di là sia nella sua valle che in Lombardia, per portarsi poi a Montecarlo, e successivamente per approdare a Londra, come “palace attendant” di Buckingham Palace, a servizio della regina Elisabetta II con la quale ebbe modo di incontrarsi personalmente ed anche piacevolmente intrattenersi, quasi in una amicizia che non è mai venuta meno; infatti la loro vicendevole corrispondenza è cessata solo ora con la morte di Gigi, avvenuta il 18 gennaio scorso. Nelle Giudicarie, sua “terra natia” dove ha voluto tornare a vivere, lo si è conosciuto come il “maggiordomo della regina”, carico dei suoi ricordi e di quel suo bonario sorriso con cui riandava a una vita davvero avventurosa e del tutto insolita, anche come attività professionale: nel campo dei “servizi alla persona” propria degli

Luigi Povinelli: testimone dell’emigrazione giudicariese Ogni testata trentina è orgogliosa di dare costantemente spazio all’emigrazione attraverso la testimonianza - purtroppo spesso solo dopo la loro morte - di quei veri personaggi che nella povertà, nella sofferenza e quasi sempre da addetti ed esperti che operano nelle case nobiliari, nei grandi alberghi e nelle dimore dei regnanti. Ma anch’io, che l’ho conosciuto solo dopo il suo ritorno da Londra quasi sovrastato da tanto onorifico passato, ho capito molto dopo che il traguardo raggiunto aveva le sue radici nella sofferenza e nella povertà, acuiti da un “mobbing” subìto a causa delle sue malattie infantili e dalla sua difficoltà di deambulazione. Un traguardo difficile da costruire con quasi tutto e quasi tutti contro e reso possibile solo da preclara intelligenza e indomito coraggio. Tutto questo lo si è saputo solo dopo che una sua cortese ammiratrice, Daniela Rosi, ne ha steso la biografia - “Il più bel bambino del Mondo”, Antolini Editore, 2006 - e si è trovata dinanzi una persona che usciva da esperienze amare, tuttavia riuscito

ad emergere, per cui si è chiesta: «Ma dove trovava la forza quest’uomo di reagire alle disavventure con risoluto ottimismo, pratico realismo e assoluta speranza nel futuro? Mi sono innamorata della semplicità con cui leggeva ciò che gli capitava, della forza che emanava la sua figura semplice e saggia, della risolutezza nel voler far qualcosa per migliorare la qualità della vita e mantenere la propria autonomia. E pian piano ho conosciuto la sua storia, il senso della libertà, la disponibilità di condividere la propria abitazione con altri, le ferite che i sentimenti ti possono lasciare, ben più profonde delle conseguenze lasciate dalla polio o dall’ictus, la forza interiore che gli ha permesso di reagire… sempre». Ecco ciò che tante volte sta “dentro” le persone che noi giudichiamo ed ap-

soli sono riusciti a vegnérghen fò: ossia umili persone che, spinte dalla necessità, hanno trovato in se stessi la forza di disegnare un proprio tracciato di vita e giungere a traguardi insperati ma il più delle volte positivamente raggiunti. prezziamo solo per quello che ci appaiono o per quello che hanno raggiunto. Vorrei che nel ricordo del carissimo Gigi sapessimo vedere e considerare ciò che in ogni emigrante, che ha dovuto costruirsi la vita lontano dalla propria terra di nascita, è rimasto nasco-

sto dentro l’animo: quell’humus di fatica, dolore, darsi da fare ed energia nel quale immettere le proprie radici per suggere la linfa necessaria per dare senso, significato e potenzialità alla propria esistenza,pur partendo da una lotta combattuta fin dall’infanzia e

via via sofferta durante la crescita e la propria realizzazione. Caro Luigi, ti ricordo e ti ho ammirato e voluto bene per l’uomo che eri tu come tu, e non perché eri stato a Londra con la “tua” regina. Riposa in pace; dimentica i torti e le incomprensioni, circondato solo dai tanti amici che hanno confortato il tuo non facile passaggio tra noi. Un cristiano addio dal tuo aff.mo Musón

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ORARIO APERTURA AL PUBBLICO SPORTELLO CONTRATTI E INFORMAZIONI Lunedì e Venerdì: dalle ore 08.00 alle ore 12.00 - chiuso il pomeriggio Mercoledì: dalle 13.24 alle 17.00

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Attualità

FEBBRAIO 2017

Fontana ha riassunto in una relazione lunga e particolareggiata lo stato dei più recenti studi a livello mondiale, nel campo dell’alimentazione in rapporto con lo stato di salute delle popolazione e l’allungamento della vita. Studi che hanno preso in esame piccole comunità in tutto il mondo, in Italia una in Sardegna, caratterizzate da una vita media significativamente più lunga con la presenza di molti ultracentenari, e hanno evidenziano come lo stile di vita e l’alimentazione siano molto importanti; una dieta alimentare varia e senza eccessi, con molta frutta e verdura, uno stile di vita con molta attività fisica, una vita comunitaria con relazioni positive e senza particolari stress sono i comportamenti che si riscontrano in questi casi. Tutti gli studi hanno constatato come l’alimentazione della popolazione negli stati più sviluppati economicamente sia eccessiva e le percentuali di persone sovrappeso e obese siano in continuo aumento. La conseguenza è l’aumento delle malattie cardiocircolatorie: i morti per queste cause ormai superano il 35%. Oltre a questo va anche aggiunto che sono oltre il 25% i decessi a causa di tumore, le cui cause sono da imputarsi per la quasi totalità agli stili di vita delle persone (alimentazione sbagliata, fumo, alcool). Il professor Fontana ha sot-

La serata della Cassa Rurale Adamello Brenta fa il tutto esaurito

Mangiare meno (e meglio) per vivere sani più a lungo di Enzo Si può vivere sempre più a lungo, fino a cento anni, senza ammalarsi e con una buona qualità della vita? Forse è questa intrigante domanda che ha creato l’interesse e ha portato il tutto esaurito all’auditorium dell’Istituto tolineato come le indicazioni che emergono dagli studi in corso non sono solo slogan o mode, ma sono supportate da precise evidenze scientifiche, risultato di ricerche di laboratorio su cavie animali e sperimentazioni anche su popolazione umana. Una constatazione semplice, che ciascuno può fare, è la valutazione del grasso che si accumula nel corpo a livello dell’addome. Questo grasso evidenzia come il nostro stile di vita non sia corretto e richiede un’attenta valutazione dei comportamenti; ogni centimetro in più del giro vita ci sottopone a ulteriori rischi per la nostra salute.

SPONSOR 2016 Qui a lato altri enti, aziende e associazioni che lo scorso anno ci hanno sostenuto Grazie a tutti!

Ballardini

Guetti di Tione per la serata organizzata dalla Cassa Rurale Adamello Brenta con un relatore d’eccezione, il prof. Luigi Fontana, uno dei principali studiosi in questo campo.

LUIGI FONTANA Professore all’Università di Brescia, Direttore del Reparto di Nutrizione ed Invecchiamento dell’Istituto Superiore di Sanità, e responsabile di un progetto di collaborazione internazionale tra l’ISS e la Washington University School of Medicine di St Louis negli USA.

Le regole da seguire secondo il Professore si possono riassumere nello slogan; colazione da Re, pranzo da

Prodotti tipici Trentini Masè Albergo Borel - Pieve di Bono Apsp Villa san Lorenzo Storo Pat Azienda Provinciale Sanità Asd Bocciofila Pinzolo Consorzio Tutela Trote Dolomit’is Small Theatre Ass.Piazza Viva - Tione DDA Pro - Ponte Arche Ass. Culturale Valorizzazioni

Principe, cena da povero, concentrando quindi l’assunzione degli alimenti con una abbondante colazione, un pranzo regolare ed una cena molto leggera. In generale l’alimentazione deve essere molto varia, con una limitazione degli zuccheri (presenti nei dolci e nelle bevande) e dei grassi, con un’assunzione corretta e non eccessiva delle carni, la presenza nella dieta dei cereali integrali ed invece con molta frutta, verdura e legumi. Un segreto per tutti: alzarsi da tavola prima di avvertire quella sensazione piacevole di pancia piena, un piccolo sacrificio ma che avrà riflessi sicuramente positivi per la salute. Per interrompere questa pericolosa tendenza si sta studiando, a livello scientifico, un sistema di restrizione alimentare che consenta di ridurre il grasso che si accumula nel nostro corpo.

In particolare il professore ha evidenziato alcune sperimentazioni che riguardano il digiuno intermittente, ovvero per semplificare, saltare una o due volte alla settimana la cena. In questo modo il nostro corpo per produrre l’energia necessaria alla vita utilizzerà il grasso che si è accumulato e ripulirà le cellule da elementi e sostanze pericolose che si creano nel corpo, portando effetti positivi per la salute. Certamente però la valutazione di questi comportamenti non deve essere improvvisata ma va valutata attentamente rivolgendosi ad un medico o un dietista. Da evitare sono le diete che promettono cali repentini di peso, magari utilizzando prodotti particolari, perché si è verificato che queste diete, se non sono seguite nel tempo da una modifica dei nostri stili di

vita, portano ad un ulteriore aumento del peso. Ma non c’è solo l’alimentazione. L’attività fisica regolare è il segreto per prevenire numerosissime patologie cardiocircolatorie e per avere un beneficio a tutti i livelli, compreso quello psicologico. Un movimento che deve essere, se possibile, giornaliero o almeno a giorni alterni. Per chi lavora in ufficio anche un’attività fisica settimanale è comunque sufficiente per avere benefici. Ognuno dovrà individuare l’attività che meglio si presta alla sua età, alle condizioni di salute e alle preferenze, con un controllo medico periodico per chi ama le prestazioni competitive. Anche per i più anziani ci sono semplici movimenti che si possono fare in casa e che contribuiscono a mantenere la massa muscolare, la flessibilità della postura e ad avviare positivi processi per il benessere del corpo. Attenzione anche all’importanza del sonno, indispensabile per il cervello e per il benessere complessivo. Infine per mantenere una buona qualità della vita è necessario avere un atteggiamento positivo, coltivare interessi e attività e cercare di creare positive relazioni sociali all’interno della propria famiglia e comunità. Il Prof. Fontana infine ha sollevato una critica all’attuale sistema sanitario che si occupa solo di curare gli ammalati ma non si impegna a sviluppare azioni di prevenzione che consentirebbero alla popolazione di ammalarsi di meno e di vivere meglio e più a lungo.


25 Gennaio 1917 - Ripercussioni in Trentino Giudicarieil 1900 Artee indopo FEBBRAIO 2017 - pag.

Tirolo-Alto Adige-Trentino Opere dalla Collezione Kreuzer

Le grandi nevicate misero in difficoltĂ la viabilitĂ per Trento e nei paesi

Le trincee sepolte di neve nel gennaio 2017


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FEBBRAIO 2017

Amico Geometra

“Amico Geometra” nel 2017 si rinnova Nono anno consecutivo di servizio gratuito al cittadino per informazioni nell’ambito delle costruzioni, dell’ambiente e del territorio L’iniziativa è formulata su rigorosi criteri organizzativi interni e con la garanzia di una qualificata professionalità. L’accesso per l’utente invece è semplice e collaudato. Per accedere al servizio basta telefonare al Collegio Provinciale dei Geometri al n. 0461 – 826796 e verrà fissata la data e la sede dell’appuntamento con la terna di tecnici di volta in volta designati. La terna di tecnici a disposizione sarà assortita, per provenienza territoriale e per specializzazione, operando una rotazione tra i circa 25 aderenti all’iniziativa, in modo da fornire sempre risposte qualificate riguardo l’ampia gamma di tematiche che potrebbero porsi, da quelle coinvolgenti aspetti di natura tecnico – edilizia – amministrativa, a quelle inerenti aspetti catastali e tavolari, ovvero a stime, divisioni ereditarie e condominio. Nel 2017 sono previste 10 sessioni d’incontri, ripartite sul territorio e precisamente nei comuni di Tione di Trento e di Storo e novità di quest’anno, anche nel comune di Comano Terme. Le sedi sono quelle convenzionali della Comunità delle Giudicarie a Tione di Trento e dei municipi a Storo ed a Comano Terme. Alla Comunità delle Giudicarie ed ai suddetti Comuni di Storo e Comano Terme va rivolto il ringraziamento per la concessione dei locali necessari a tenere lo sportello, dimostrando in ciò di aver compreso lo spirito e le finalità del servizio, quale concreto segnale di vicinanza alle esigenze dei cittadini; lo stesso spirito del resto, che ha originato l’iniziativa e che vede riproporla per il nono anno consecutivo sul territorio della Comunità delle Giudicarie. Pur essendo sorta a livello Provinciale si ha evidenza ed orgoglio di constatare che l’iniziativa messa in campo a livello locale sia quasi un’esclusiva, collaudata e duratura nel tempo, come conferma anche l’accesso di utenti da fuori zona. Bene titolava sul Corriere della Sera di qualche tempo fa, il giornalista Dario di Vico, con l’affermazione “NEL PAESE COMPLICATO TORNA IL GEOMETRA”. Non possiamo non condividere il contenuto di tale articolo che argomentava come la figura del geometra venisse a costituire, nell’Italia della modernizzazione incompiuta, quell’anello di raccordo che filtra le politiche che vengono dall’alto e le cuce con le famiglie. E’ questo il vero posizionamento della figura del geometra nello scenario economico reale del paese, quasi una sorta di cuscinetto tra stato e famiglia, a fronteggiare quella burocrazia che nonostante tutte le promesse di semplificazione è inesorabilmente aumentata negli anni. Ci permettiamo solo precisare, rispetto alla titolazione dell’articolo in commento che in verità non è che “torni” la figura del geometra ma storicamente, il geometra è sempre stato presente sul territorio e nella vita della collettività, quale figura di riferimento per molte problematiche tecniche che hanno interessato a vario titolo i cittadini. Anche nell’epoca dell’informatizzazione, dei social network e dell’internet, il filo diretto tra cittadino e geometra continua a mantenere vivo il tradizionale rapporto. Il direttivo dell’Associazione Geometri della Comunità delle Giudicarie

A

nche nel 2017 viene riproposto il servizio di sportello gratuito del geometra, volto a fornire un supporto al cittadino per informative di natura tecnica nell’ambito delle costruzioni, dell’ambiente e del territorio. Il servizio è fornito tramite il

patrocinio del Collegio dei Geometri di Trento e l’operatività della locale Associazione Geometri delle Comunità delle Giudicarie che come nei precedenti anni, si fa carico di costituire le terne di tecnici che forniscono di volta in volta l’assistenza richiesta.


Memoria

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Costruita dai prigionieri russi e serbi arrivava alla malga riadattata a caserma

Via dei Bosniaci: la strada militare Tione-Malga Cengledino Inoltre, le montagne a occidente della Busa di Tione andavano ora munite di installazioni militari per il controllo del nemico, attestatosi sulle creste meridionali della Valle di Daone, Fumo e lungo le distese innevate del ghiacciaio dell’Adamello. La costruzione di queste installazioni e punti di guardia, che richiedevano sul posto anche del personale permanente e guarnigioni armate, avevano bisogno di parecchio lavoro costruttivo e molta manodopera e si scontrò subito, in molte zone, con la totale assenza di strade di collegamento tra i paesi in valle e le zone di montagna designate (esistevano sentieri, ma erano inadatti al trasporto di materiali pesanti ed armamenti). Si dovette procedere, quindi, alla costruzione di strade militari. A Tione è famosa la “Via dei Bosniaci” (un nome che esiste anche in altre

N

di Aldo Gottardi

onostante in Giudicarie le prime linee si fossero impantanate in una guerra di attesa e posizione, le retrovie ribollivano di frenetiche attività di costruzione di infrastrutture e linee difensive secondarie. Essendo questo uno dei territori più periferici del Tirolo, allo scoppio della guerra con il Regno d’Italia l’esercito au-

stro-ungarico si trovò a fare i conti con una zona aspra dal punto di vista geomorfologico e quasi completamente priva di moderne infrastrutture di trasporto e comunicazione: l’unica via di comunicazione con Trento, la Strada Imperiale, era lunga, pericolosa e bisognosa di una continua manutenzione, specialmente in inverno.

valli trentine, sempre per la stessa problematica), una via ultimata durante il 1917 e costruita, nonostante il nome, da prigionieri di guerra russi o serbi, ai quali erano demandati i lavori di costruzione più onerosi. Questa strada, larga circa due metri e di andamento non troppo ripido per poterla percorrere con carriagi, permetteva il collegamento tra Tione e Malga Cengledino, riadattata a casermetta (da un passo dei Ricordi di Romeo Dorna, “Le putele e qualche donna, amò en gamba, en temp de guerra le portava su le ass sal Cengledì”). Dalla malga partiva poi un altro piccolo sentiero che arrivava alla

sulle retrovie del nemico in Giudicarie: “(...) Si ha notizia di trincee sulle falde del Cengledino (segnalate da aviatori), e carrareccia militare fino a Malga Cengledino (accertata da fotografie di aviatori).” e da quel momento segnalata sulle mappe militari italiane. A garantire la costruzione prima e il servizio di approvvigionamento poi della guardia alla Malga Cengledino erano le donne portatrici militarizzate, in gran parte provenienti dai paesi sfollati della Valle del Chiese e, ovviamente, i prigionieri di guerra russi (fino alla Pace tra la Russia e gli Imperi Centrali nella primavera del 1917) e ser-

Rilevamento italiano della via dei bosniaci

cime del Monte Cengledino (Camp Antich), dove era stato costruito un centro radiotelegrafico munito di un ripetitore alto 20 metri che permetteva il rimbalzo dei messaggi dal fronte del Chiese alle Giudicarie Esteriori e alla Val Rendena. Intorno alle antenne vi erano postazioni antiaeree e di osservazione e tre grandi baracche per l’alloggio della truppa qui stanziata e per magazzino viveri. La via partiva dai campi a nord di Tione in località Trentin, dove vi erano i magazzini militari (ora vi sorge l’area “Marchesi”), passava a fianco degli orti delle case del rione Sivrè, proseguiva con una decisa salita passando a fianco dell’attuale Ospedale (qui ne rimane ancora una traccia) e arrivava alle case di Tianà. Passava poi vicino al sentiero che porta a Verdesina e proseguiva procedendo in direzione Scraniga, parallela alla strada costruita recentemente (anche qui rimangono molti resti della vecchia strada militare), e da li, con un tornante e dopo un breve tratto nel bosco, procedeva verso la località Zeller e Malga Cengledino lungo lo stesso percorso dell’attuale Via dei Monti. Nel gennaio 1918 la strada, già ultimata e in piena attività, venne rilevata da aviatori italiani, come si legge dal rapporto Ufficio Informazioni I° Armata italiana

bi (da qui probabilmente il nome “Via dei Bosniaci”). Sull’origine del nome della strada ci sarebbe un’altra teoria, secondo la quale il “dei Bosniaci” deriverebbe da un battaglione zappatori dell’esercito austro-ungarico composto per l’appunto da bosniaci, che si sarebbe occupato del tracciamento e dei lavori di livellamento e pavimentazione della strada, coadiuvati naturalmente da prigionieri di guerra. La presenza di truppe bosniache nel territorio di Tione non è segnalata dall’intelligence italiana, anche se sono molte le testimonianze che riportano aneddoti riguardanti soldati di questa etnia in zona, come

quello riguardante un abitante della Busa di Tione che, passando vicino ad un accampamento di soldati imperiali, ne notò un buon numero che cantilenava parole incomprensibili accucciati a terra col cul per aria: forse il primo incontro delle genti giudicariesi con i fedeli del culto islamico, al quale la popolazione della Bosnia era ed è devota. La Via dei Bosniaci resterà “in servizio” fino alla fine della guerra, e nel dopoguerra risulterà un’utile eredità del conflitto: dapprima una nuova e più agevole via di collegamento con le case da monte da Tione alla Malga Cengledino, negli anni ‘20 fu in gran parte sfruttata per la costruzione della Via dei Monti, che tuttora è il collegamento asfaltato per il monte di Tione. Di molte parti del tracciato originale restano però interessanti tracce, ancora visibili e in parte percorribili.

Resti della strada, in prossimità di Scraniga


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Centenario Grande Guerra

FEBBRAIO 2017

3 febbraio 1917 - USA. Gli Stati Uniti, in reazione alla guerra sottomarina tedesca, interrompono le relazioni diplomatiche e si preparano all’ingresso nelle ostilità. 23 febbraio - Fronte sud-orientale. I Britannici sconfiggono gli Ottomani nella seconda battaglia di Kut, obbligandoli alla ritirata: incoraggiato dal successo, l’alto comando britannico autorizza Maude a continuare l’avanzata e l’11 marzo viene presa Baghdad, sgombrata dagli Ottomani. L’azione britannica prosegue in direzione di Samarra (caduta il 23 aprile), concludendosi alla fine di settembre nei pressi di Ramadi dove gli Ottomani subiscono una nuova sconfitta; il fronte entra in un lungo periodo di stasi, con entrambi i contendenti concentrati sulla campagna di Palestina. 23-24 febbraio. Russia. La settimana che cambiò la Russia. Il 23 febbraio si sarebbe dovuta celebrare la Giornata internazionale dell’operaia: in un primo tempo i Comitati bolscevichi e inter-rionali invitano allo sciopero ed a manifestazioni contro la guerra, l’autocrazia e il carovita; poi l’eccitazione delle masse costringe il Comitato di quartiere a interrompere la propaganda a favore dello sciopero in vista di altre imminenti manifestazioni. Il 24 febbraio il numero degli scioperanti raggiunge i 200.000 operai. I manifestanti invadono il centro della città con parole d’ordine contro l’autocrazia e la guerra. 25-26 febbraio. Russia. Sabato 25 febbraio scioperarono a Pietrogrado 240.000 persone: i dimostranti invasero il centro della città. La polizia prese a sparare, ma dalla folla si rispose al fuoco e il commissario Krylov cadde ucciso. I soldati inviati a reprimere la manifestazione restarono passivi, a parte un reparto di dragoni che aprì il fuoco al Gostinyj Dvor, il mercato coperto sulla Prospettiva Nevskij, facendo tre morti e dieci feriti. Nemmeno i cosacchi si mossero; una scarica di fucileria li mise in fuga. Alla stazione un commissario fu ucciso a sciabolate da un cosacco, che venne portato in trionfo dalla folla; gli scioperanti diedero la caccia ai poliziotti. Verso sera Nicola II telegrafò a Chabalov ordinandogli di liquidare i disordini nella capitale; emanò il decreto di sospensione dei lavori della Duma. Il governo decise che polizia ed esercito dovessero far uso delle armi. Domenica 26 febbraio il governò tentò di volgere la situazione a proprio favore. A Pietrogrado cominciarono le sparatorie contro la folla e all’una del pomeriggio la Prospettiva Nevskij era coperta

Guerra 1914-18 mese per mese - Febbraio 1917

L’inizio della Rivoluzione Russa Mentre su tutti i fronti di guerra continuano morti e feriti di Mario Antolini Muson Mentre il gennaio 1917 è riscevichi con conseguenze masto contrassegnato dall’ecdi portata mondiale. L’avcezionalità delle nevicate con soldati morti sotto le venimento ebbe una determinante importanza sulvalanghe, il febbraio 1917 viene ricordato per l’ecce- la prima guerra mondiale, per cui mi permetto, in zionalità dell’inizio della Rivoluzione Russa, che pas- questa puntata, di riportane gli elementi essenziali e sò dal predominio degli zar allo strapotere dei bol- più indicativi. di cadaveri. La grande novità della giornata fu la ribellione di una compagnia del reggimento Pavlovskij. Secondo una versione la IV compagnia del Pavlovskij sparò contro un reparto di polizia impegnato nella repressione delle manifestazioni; secondo un’altra versione, per difendere i dimostranti la compagnia aveva sparato contro la squadra d’istruzione del proprio reggimento; una terza versione affermava che una parte del reggimento Pavlovskij non solo si era rifiutato di reprimere le manifestazioni, ma aveva sparato contro i reggimenti Preobraženskij e Keksgol’mskij. Il presidente della Duma Rodzjanko telegrafò allo zar: «La situazione è grave. Nella capitale regna l’anarchia. Il governo è paralizzato. Per le strade si spara a casaccio. Le truppe si sparano a vicenda. È indispensabile e urgente affidare la formazione di un nuovo governo a una persona che goda della fiducia del paese. Ogni esitazione sarebbe letale». Lo zar rimase indifferente. A tarda sera il governo decise di proclamare lo stato d’assedio. 27 febbraio. Russia. Rodzjanko inviò altri telegrammi allo zar; gli ricordava che la sospensione della Duma fino ad aprile era stato un errore; lo invitava a revocare il decreto e a formare un nuovo governo rilevando che la situazione a Pietrogrado era grave; e concludeva: «Se il movimento si estende all’esercito, trionfa il Tedesco, e la caduta della Russia, così come della dinastia, saranno inevitabili. Imploro Vostra Maestà in nome della Russia intera di accettare queste proposte». Nicola II non rispose nemmeno, limitandosi a com-

mentare: «Quel ragazzone di Rodzjanko mi scrive di nuovo sciocchezze varie, a cui non risponderò affatto». La svolta avvenne con la rivolta del reggimento Volynskij: in mattinata i soldati uccisero il capitano Ivan Stepanovič Laškevič e il suo attendente e s’impadronirono delle armi. Corsero poi alle caserme dei reggimenti Preobraženskij e Litovskij e li trascinarono con sè dal reggimento Moskovskij che si unì alla rivolta. Nel primo pomeriggio i soldati e i civili saccheggiarono l’arsenale militare. Furono liberati i prigionieri politici, dati alle fiamme il tribunale, la prigione del Litovskij Zamok, la questura, la sede dell’Ochrana. Si combatteva nelle strade contro la polizia che sparava dai tetti degli edifici, e contro le ultime forze fedeli al regime, come il reggimento dei ciclisti, che si arrese dopo il cannoneggiamento di un autoblindo degli insorti. A sera passarono alla rivoluzione anche i reggimenti Semënovskij e Izmajlovskij. Un ultimo tentativo del generale Chabalov di opporsi alla rivoluzione fallì. / Il Comitato provvisorio della Duma. In-

tanto Rodzjanko aveva informato i deputati della Duma, che si era sottomessa alla legge sperando in una via d’uscita dall’intricata situazione, del decreto di scioglimento. I rappresentanti della borghesia liberale, temendo la rivoluzione, cercarono un accordo con la monarchia e contattarono il granduca Michele affinché assumesse la dittatura, costringesse il governo alle dimissioni e chiedesse allo zar di formare un nuovo governo. Ma l’iniziativa fallì per l’indecisione del granduca. Per non disobbedire all’ukaz dello zar e insieme non ignorare quanto stava avvenendo in città, Rodzjanko e gli altri deputati decisero di riunirsi in assemblea non ufficiale. Il deputato monarchico Šul’gin ricordò che essi si stringevano istintivamente gli uni contro gli altri. Quegli stessi che da anni si combattevano a vicenda avevano sentito di colpo che qualcosa di orribile li minacciava tutti in egual misura: quel qualcosa era la strada, ossia la plebaglia. Il cadetto Nekrasov propose di nominare un generale abbastanza popolare da avere l’autorità di fermare la rivolta; il trudovico Kerenskij si offrì di dichiarare agli insorti la solidarietà della Duma; Miljukov suggerì di temporeggiare, in attesa di avere informazioni più sicure sugli sviluppi della situazione. Quando un usciere annunciò che una grande folla di soldati e di operai era di fronte alla sede della Duma, ci fu il panico. Mentre

una parte dei deputati si allontanava, Rodzjanko si affrettò a proporre la costituzione di un Comitato provvisorio della Duma, incaricato di ristabilire l’ordine a Pietrogrado e assicurare i rapporti con le istituzioni e le persone. La proposta fu subito approvata; del comitato fecero parte Rodzjanko, Kerenskij, Nekrasov, Miljukov, gli ottobristi Šidlovskij e Dmitrjukov, i nazionalisti Šul’gin e L’vov, i progressisti Karaulov, Efremov, Konovalov e Rževskij. Il Comitato istituì una Commissione militare presieduta dal colonnello Engel’gardt. Nello stesso giorno nasceva il Soviet pietrogradese dei deputati operai; nei giorni precedenti era stato deciso di procedere all’elezione di rappresentanti di fabbrica. Nel pomeriggio del 27 febbraio i membri operai del Comitato centrale militare-industriale e altri militanti socialisti si costituirono in Comitato esecutivo provvisorio del Soviet dei deputati operai, invitando gli operai della capitale a partecipare alla prima assemblea del Soviet. Gvozdev, Bogdanov, Čcheidze, Grinevič, Skobelev, Kapelinskij e Frankorusskij furono i primi membri del Comitato esecutivo provvisorio. Nell’assemblea serale furono eletti al Comitato esecutivo anche Steklov, Suchanov, Šljapnikov e Aleksandrovič, e istituite commissioni per la difesa di fronte a possibili iniziative contro-rivoluzionarie, il ristabilimento dell’ordine in città, l’approvvigionamento e

altri compiti urgenti. I delegati e i membri del comitato esecutivo crebbero, essendo stato deciso che del Soviet avrebbero fatto parte un rappresentante per ogni mille operai e un soldato per ogni compagnia della guarnigione della capitale, trasformandosi così in Soviet dei deputati, degli operai e dei soldati di Pietrogrado. Il soviet si dotò subito di un giornale, le “Izvestija”, che nel suo primo numero indicò a compito fondamentale del soviet: “organizzare le forze del popolo popolari e lottare perché siano definitivamente assicurate in Russia le libertà politiche e la sovranità popolare, la completa eliminazione del vecchio regime e la convocazione di un’Assemblea nazionale costituente eletta sulla base del suffragio universale uguale, diretto e segreto”. 28 febbraio. Russia. Il 28 febbraio soldati e operai armati raggiunsero l’isola Vasilevskij dove il 180º Reggimento fanteria Finlandia si unì alla rivolta. Anche i marinai della flotta del Baltico passarono con i rivoluzionari e il battaglione ciclisti, che resistette, venne sopraffatto e il suo colonnello Balkašin ucciso. Il generale Nikitin, comandante della fortezza Pietro e Paolo, riconobbe il nuovo potere, mentre il generale Chabalov, rifugiatosi nel palazzo dell’Ammiragliato, venne arrestato insieme con alcuni ministri del vecchio governo e altri dignitari zaristi. Mentre Mosca insorgeva, a Pietrogrado la rivoluzione si rafforzava. Il generale Ivanov, partito dal fronte con la nomina di comandante del distretto militare di Pietrogrado e con l’ordine di soffocare con le armi la rivoluzione, si rese conto di non poter disporre di alcuna forza militare e fu richiamato a Mogilëv. Le ferrovie passarono sotto il controllo degli insorti e fu impedita la circolazione dei treni fino a 250 chilometri dalla capitale. Lo stesso treno dello zar, partito dal Quartier generale e diretto a Carskoe Selo, venne fermato alla stazione di Malaja Višera e dirottato a Pskov». Queste le cronache degli ultimi giorni del febbraio 1917: la rivoluzione era soltanto “iniziata”; il resto si svolgerà durante gli altri mesi dell’anno fino alla Rivoluzione di Ottobre.


Centenario Grande Guerra Invece in “Immagini di storia” (Edizioni del Capricorno, 2014) Marco Gasperini annota: «Nel 1917 l’Italia è ormai nel suo secondo anno di guerra ed ha visto fallire le offensive alleate sul fronte occidentale e crollare il fronte russo. Anche le forze del generale Cadorna sono provate. Tutti sono convinti che la partita sia chiusa e che le ostilità riprenderanno con la primavera; tutti tranne il comando austrotedesco, che sta preparando una grande offensiva tra Caporetto e Tolmino». Fra le note di cronache di guerra in Giudicarie ecco poche righe del Marchetti: «Pochi velivoli solcarono il cielo giudicariesi nel 191516. Il 20 febbraio 1917, colpito da mitraliatrici, precipitò in zona del Càdria un nostro (italiano) apparecchio. Rimase ucciso il sergente pilota Attilio Rial, della 46.a squadriglia, e sepolto nel cimitero militare austriaco di Bondo; mentre l’osservatore, un tenente toscano, si salvò gettandosi su di un campo di neve e fu catturato». Il fatto lo si trova annotato anche nel Diario del Perli, il quale - nel silenzio della sua tetra canonica di Tione - imperterrito continua a centellinare le gocce d’inchiostro su pagine che tramanderanno ai posteri la testimonianze di quelle strane e così tremende annate. «5 febbraio 1917. - Il termometro segna 6 gradi freddo. / A quest’ora i nostri nemici [italiani] perdettero 784 aeroplani, ed i nostri [austroungarici] 221 caduti per lo più nelle loro lotte aeree. Si combatte quindi per terra, per mare e per aria, e in corrispondenza a questo fatto viene dato anche il giuramento di fedeltà ai soldati. / Germania e Austria hanno preavvisato i Neutrali che col 1° mese corrente e più spietatamente col 12 mese corrente metteranno in mare nuovi sottomarini (una specie di veri incrociatori) per impedire i rifornimenti di qualsiasi genere all’Intesa. Ai Neutrali furono delineate le vie sicure che essi dovranno tenere sui mari per andarne salvi. Dal principio della guerra fino al 31 dicembre

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Febbraio 1917 - Ripercussioni in Trentino e in Giudicarie

Una sospensione sul vuoto col cielo ancora buio Il freddo, la neve e la fame annullano ogni gracile filo di speranza

Nelle pagine del Marchetti trovo scritto che «le prime avvisaglie del febbraio 1917 preludiano, in Adamello, a maggiori avvenimenti. Il Corno di Cavento (m 3.400), bigia e maestosa rupe ergentesi verso di noi (italiani) come un torrione inaccessibile sui campi di ghiaccio, li 1916 furono affondati, che si sappia, piroscafi mercantili nemici per 4.215.000 tonnellate, di cui 3.070.000 inglesi e altri 408 piroscafi neutrali. 6 febbraio. - Questa notte è caduta altra neve. Il freddo è fortissimo. / Il cannone si è svegliato nel settore di Lardaro. / Il militare requisì in questi giorni anche i coperchi delle piccole caldaie dei focolai economici. / Molti nostri prigionieri in Russia non danno più notizie di sè: o sono morti o passarono in Italia dove furono invitati dalla stessa. / Nonostante l’ecatombe dei bovini nel nostro distretto politico si trovano ancora 4.603 vacche e 3.524 capre; quindi soltanto 523 capi bovini meno che un anno fa. 8 febbraio. - Oggi si tenne qui la rassegna dei nati l’anno 1899 e su 146 comparsi ne furono scelti 66, fra i quali 9 da Tione su 18. / I capi degli Stati belligeranti inneggiano ancora alle loro future vittorie sui nemici. Belle prospettive di pace! 14 febbraio. - Un certo Epifanio Bazzoli di Roncone, ritornato or ora dalla Russia quale invalido - fu negli ospitali di Mosca e di Pietroburgo -, racconta anche di là miserie accatastate a miserie fra il popolo e specialmente quella della fame. Loda la carità delle suore cattoliche negli ospitali dove ebbe anche i conforti religiosi da sacerdoti

cattolici. Fece ritorno per la via Norvegia-DanimarcaBerlino-Vienna. Vi si trovava dai primi mesi della guerra. 17 febbraio. - Il freddo straordinario in tutta Europa arrestò la foga delle armi fuorché dei sottomarini. Il popolo all’udire l’affondamento di tante navi prova un senso di compiacenza perché vi vede un’arma che affretterà la pace, e vendica la fame che ci fanno patire i nemici. / L’imperial regio capitanato distrettuale di Tione, con suo decreto dei 7 gennaio 1917, n. 513/1, proibisce - in seguito ad ordine militare - di non usar più la parola “Trentino” per

dominava completamente. Minaccia costante, eccellente osservatorio avversario, roccaforte guarnita da 200 Kaiser-Jëger, celati in un sistema di caverne, rinforzati da due cannoni, 4 mitragliatrici e bombarde; le sua espugnazione si imponeva».

indicare la parte meridionale del Tirolo, per non ingerire l’idea che questa porzione sia una cosa distinta e separata dal Tirolo e, quindi, il concetto della divisione del Tirolo in due parti. Ordinò che sia cancellata ove sta scritta. / Furono anche requisiti tutti i libri che tendono a favorire tale idea separatista. 21 febbraio. - Ieri sul Nòzzolo i nostri [austroungarici] hanno fatto cadere un aeroplano italiano; il pilota vi lasciò la vita e il capitano ferito. / Su tutti i fronti nissun avvenimento d’importanza. I soldati, che ogni tanto ritornano dalle trincee o dagli ospitali per rivede-

re e godersi per qualche dì la famiglia e i loro affari, raccontano fra il resto le immoralità vedute e udite; la depravazione che dilaga specialmente fra i più giovani! La irreligione e la immoralità sono le slavine che precipitano per le vallate e tutto schiantano e soffocano. 25 febbraio. - I partiti tedeschi dell’Austria si accordano già a quest’ora per far uscire dalla guerra un’Austria rinnovellata e forte intimando in modo solenne al governo di effettuare d’ora in poi i loro vecchi postulati, il loro pieno dominio sulle altre nazionalità dell’Austria. Bel modo di pro-

muovere la pace in casa! Signori tedeschi, il “mane, lecel, fares” è giunto anche per voi». A proposito di testimonianze scritte, non va certo dimenticato che «La prima guerra mondiale è stata la prima guera mediatica» con i primi mezzi di comunicazione per i mass-media che davano la possibilità di aggiornare eventi e situazioni dai vari fronti di combattimento e dalle centrali militari e politiche. Ne parla - nel capitolo “Stampa e propaganda” il già citato Ferguson in “Il GRIDO dei MORTI” - citando quanto scritto da un corrispondete di guerra; testo quanto mai pertinente anche per odierne riflessioni: «Trincee e ancora trincee, e la legge suprema è non farsi vedere nel raggio di tiro dei fucili nascosti. Giorno dopo giorno il massacro di uomini sconosciuti da arte di uomini invisibili. La guerra è diventata stupida. Al costo di migliaia di vite si possono guadagnare soltanto poche centinaia di metri, e ben raramente anche l’attacco più brillante frutta qualcosa. Truppe fresche portate in trincea sotto la copertura d’uno spaventoso fuoco d’artiglieria, che inizia di sorpresa, non son in grado di fare altro che aprire una piccola breccia; ma un attacco di questo genere può essere compiuto solo con pesanti perdite». Righe che non si possono commentare ma che anche dopo il Duemila dovrebbero farci rabbrividire e soffermare a qualche personale considerazione. Mario Antolini Musón

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Opinioni a confronto

FEBBRAIO 2017

BOTTA E RISPOSTA

Il bene di uno deve essere il bene di tutti...

E’autentica la Coop di oggi?

vilgiat@yahoo.it

Gent.mo Signor Amistadi Adelino, leggo con molto piacere il vostro Giornale delle Giudicarie, molto interessante e alla mano per tutti. Colgo l’occasione anch’io per proporle un quesito allacciandomi all’allegato del giornale di gennaio 2017 sulla cooperazione. Secondo Lei esiste ancora una cooperazione vera? E’ una domanda che mi rode dentro da circa tre anni, da quando cioè una persona, a me cara, che lavorava in una famiglia cooperativa della zona, da sei anni e mezzo a tempo indeterminato, è stata

licenziata su due piedi a cinquantasei anni con la motivazione: “Licenziamento per giustificato motivo oggettivo (organizzazione aziendale – riduzione attività” pur sapendo che era l’unico percettore del reddito di famiglia. Ma non esiste anche il contratto di solidarietà? E pure il parttime? Povero Don Lorenzo Guetti. “Il bene di uno deve essere il bene di tutti. La cooperazione non fa gli interessi propri ma pensa al benessere collettivo ecc. ecc.”. Che coraggio, non vado oltre... Calliari Mara

La Sua lettera pone una questione molto attuale in questo momento, la cooperazione fondata da Don Lorenzo Guetti oltre 100 anni fa mantiene ancora lo spirito che la fatta nascere? E’ difficile rispondere a questa domanda, in quanto l’economia e le condizioni di vita della popolazione sono cambiate radicalmente ed in meglio, per fortuna. In quei tempi per cercare di contrastare l’estrema miseria presente nelle nostre Comunità era necessario mettersi tutti insieme e solamente collaborando si

potevano avviare quelle piccole iniziative per garantire almeno le condizioni minime per il sostentamento delle famiglie. Così Don Guetti avviò le prime famiglie cooperative di consumo per consentire l’acquisto dei prodotti alimentari necessari alla sussistenza delle famiglie, e le prime Casse Rurali per consentire l’accesso ai piccoli crediti necessari per i primi investimenti e le piccole attività agricole e artigianali. Ora le Cooperative si trovano ad operare in un mercato concorrenzia-

le con operatori privati sempre di maggiori dimensioni e sempre più competitivi. Il mercato ha delle regole molto precise e anche le cooperative devono prenderne atto e cambiare per poter andare avanti. Nel settore del consumo se i prezzi delle cooperative non saranno competitivi, i cittadini si rivolgeranno ai negozi privati e ai supermercati. In questo modo i piccoli negozi gestiti dalle cooperative saranno sempre più in difficoltà e anche i contributi provinciali non saranno più sufficienti

per garantirne l’apertura. E’ difficile in questo caso dare colpe per questa situazione. Le colpe sono di tutti, degli amministratori delle Cooperative che molte volte non le hanno gestite in maniera efficiente, ma anche dei soci che non brillano per fedeltà e fuggono verso altri operatori. Alla fine, come sempre, le conseguenze negative si ripercuotono sui lavoratori ed i primo luogo quelli più deboli, al Sait si parla di licenziamento per un centinaio di persone, e, purtroppo, non è che ci siano alternative. (a.a.)

Virgilio: un esempio di vita La settimana scorsa ho avuto l’ occasione di visitare una bella città italiana e oltre a tutte le sue bellezze, mi ha colpito il susseguirsi di nomi che ci sono in ogni via, personaggi illustri, uomini famosi, intellettuali, artisti, politici, e tutti hanno fatto nella vita qualcosa di eclatante tanto da meritarsi una strada a loro dedicata. Il giorno seguente sono andato al cimitero del mio paese, Roncone; non ci sono vie o denominazioni, quello è il cimitero e basta. In quel luogo giacciono uomini e donne ai quali non sono state dedicate strade ma che ugualmente hanno fatto grandi cose e soprattutto hanno speso

gran parte del loro tempo a beneficio di altri. Mi sono soffermato su una lapide in particolare, di una persona che conoscevo bene e alla quale a tutt’ oggi molti dicono grazie, Virgilio. Molti in paese lo conoscevano come una persona buona e generosa. Ricordo l’ entusiasmo che trasmetteva quando mi raccontava dei suoi viaggi in Kosovo ad aiutare Cristina e tutta la sua grande “famiglia”; oppure delle serate trascorse assieme ai ragazzi dell’ operazione Mato Grosso a separare metalli e ogni volta che lo incontravo non mancava mai di chiedermi i tappi di plastica e le lattine.

Sicuramente la sua sensibilità ha radici più profonde. A 11 anni perse la mamma ed essendo un piccolo paesino, tutti furono colpiti dalla notizia di quella famiglia con bimbi ancora piccoli, rimasta troppo presto senza l’ angelo del focolare. I suoi punti di riferimento diventarono così il papà e la sorella maggiore, e si rafforzò ancora di più il legame con il fratello e le sorelle…… legame che crebbe sempre di più. Ricordo quando andai a trovarlo in ospedale e mi raccontò di quell’ ultima domenica di luglio che aveva fortemente desiderato trascorrere con loro in montagna. Il giorno del funerale era com-

Clima su misura Caro Adelino, siamo tutti preoccupati, c’è un continuo allarme. Siamo immersi nella morsa del freddo. Ma perché lamentarci, è gennaio, è normale… Franco Hai ragione amico mio, non vedo allarmi preoccupanti, manca la neve, e questo si che è un problema, rischiamo di restare senz’acqua quest’estate. Ma c’è tempo, di neve ne può arrivare ancora tanta. Lo spero. Ma in quanto al freddo non capisco le lamentele. In gennaio deve far freddo, è bene che lo faccia. Il freddo tempra l’organismo, uccide i pa-

rassiti delle piante, elimina gli animali selvatici ammalati, regola i ritmi della natura, compresi i nostri, da secoli. Purtroppo viviamo in una società dove si vorrebbe il clima in base alle proprie esigenze, magari con un grande termosifone che ci riscaldi nelle strade e nelle piazze. Copriamoci adeguatamente ed accettiamo i cicli delle stagioni così come sono da sempre, anche perché c’è poco da fare, per il passato quando non si aveva riscaldamento in casa nè grandi giacche a vento a disposizione era molto peggio. Attrezziamoci e rassegnamoci. Così va il mondo….(a.a.)

muovente vedere e sentire quante persone gli hanno voluto bene. Attraverso le testimonianze lette in chiesa, è stato possibile farsi una chiara idea in merito alla sua personalità anche per chi lo avesse conosciuto poco. Molti erano i suoi impegni di volontariato oltre a quelli già nominati, il gruppo di preghiera, il soccorso Alpino, APRI…… E’ vero, alla morte di una persona forse rimane solo una lapide come questa che torno a riguardare adesso, ma il vuoto che ha lasciato rimarrà sempre impresso nel cuore di chi lo ha conosciuto.

Un amico. L.B.


Attualità “Incipit si muove su diversi livelli: è un’opportunità per favorire la progettualità e l’innovazione delle aziende, un’occasione per valorizzare la preparazione di giovani che intendono mettersi alla prova sugli argomenti promossi dal tessuto economico locale, ma anche un modo concreto per stimolare la crescita del territorio valorizzandone le risorse e mettendo in moto processi che possono poi diventare autonomi e generare ulteriori economie”, spiega Andrea Armanini presidente della Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella. Un progetto di crescita a tutto tondo, dunque, che sottolinea ancora una volta il forte legame che unisce la Cassa Rurale alla comunità e al territorio e l’attenzione della banca di credito cooperativo verso temi quali il lavoro, i giovani, le aziende e lo sviluppo. “Il progetto Incipit è una delle tante iniziative che ogni anno attiviamo a

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Giovani, lavoro, territorio e aziende

Con INCIPITLa Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella gioca il poker C’è tempo fino a fine marzo per aderire ad Incipit, l’iniziativa di mutualità innovativa promossa dalla Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella e rivolta ai giovani che intendono investire sul proprio futuro e sul proprio territorio. Grazie a trenta diversi progetti di ricerca, innovazione e sviluppo proposti da altrettante realtà locali, i ragazzi hanno, infatti, sostegno del nostro territorio. In quanto banca di credito cooperativo crediamo nella necessità di realizzare il bene di soci e clienti, perseguendo l’innovazione e il miglioramento delle condizioni economiche e sociali, tenendo ben salde la fiducia, la responsabilità

e la reciprocità” aggiunge Luca Martinelli, Vicepresidente della Cassa Rurale. Trenta i progetti, si diceva, per nove aree di intervento: marketing e comunicazione, ingegneria, innovazione di prodotto, design, attività sociali, economia e ingegneria gestionale,

una concreta opportunità di sperimentare sul campo le conoscenze e le competenze acquisite durante il proprio percorso universitario, entrare in contatto con il mondo del lavoro misurandosi con un progetto concreto e ritenuto strategico dall’ente che lo ha proposto e portare un personale contributo alla crescita del proprio contesto territoriale. scienze agrarie, informatica. Sul sito www.prendiilvolo. it i ragazzi interessati (che dovranno essere studenti regolarmente iscritti ad un percorso universitario o post-universitario o neo laureati) potranno visionare le proposte giunte,

scegliere quella maggiormente rispondente al proprio percorso studi e alle proprie attitudini e accettare la sfida, valorizzando la propria formazione in progetti concreti. Un primo passo nel mondo del lavoro che può diventare una buona esperienza da

inserire nel proprio curriculum vitae o, magari, una vera e propria occasione per essere inseriti in una struttura operativa.Ai progetti accolti verranno assegnati incentivi economici fino a 5.000 euro che saranno erogati in due tranche, alla consegna del lavoro e a seguito della valutazione. Per ogni ulteriore informazione si invita a contattare la responsabile del progetto scrivendo all’indirizzo e .tamburini@lacassarurale. it oppure telefonando allo 0465.709383 (Elisabetta).


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