Le buone azioni che contano Le buone azioni per la crescita del nostro territorio
Le buone azioni che danno valore al tuo futuro
Giudi iudicarie
il
iornale delle
MAGGIO 2019 - pag.
EDITORIALE
L’Europa alle urne di Adelino Amistadi
Fra meno di un mese, il 26 maggio, saremo chiamati a votare per rinnovare il Parlamento Europeo, un appuntamento elettorale di grande importanza, ma che sembra non interessare a nessuno. Anche molti di noi sembrano avvicinarsi con sospetto all’importante momento elettorale, un po’ presi dal clima politico che si respira da qualche tempo impregnato di euroscetticismo e nazionalismo esasperato, un po’ perché siamo distratti da un Governo che ci riserva giornalmente sorprese a non finire, che parla di tutt’altro e sta facendo delle elezioni europee un banco di prova per calibrare e valutare le proprie forze. E’ questo che interessa ai due contendenti principali, Salvini e Di Maio, dato che altro non c’è che possa contendere il loro strapotere. Eppure nelle prossime elezioni europee c’è in gioco gran parte del nostro futuro e del futuro della nostra civiltà. L’Unione Europea non è nata per caso, ma è il risultato della consapevolezza storica e della volontà dei popoli europei. Oggi l’Unione Europea è uno spazio vitale per la nostra prosperità e progresso umano e culturale. Per secoli l’Europa è stata devastata dalle guerre. Solo nel secolo scorso, la seconda guerra mondiale ha ucciso almeno 55 milioni di persone, segnando così la fine della vecchia Europa e rilanciando l’esigenza di una Europa unita, pacifica, lungimirante. A pagina 14
Le buone azioni che contano
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Le buone azioni che danno valore al tuo futuro �������������������
Mensile di informazione e di approfondimento
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ANNO 17 - MAGGIO 2019 - N. 5 - MENSILE
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FONDATO NEL 2002 - Distribuito da
Al via gli Stati Generali della Montagna, le voci dei protagonisti
Alle pagine 4 e 5
EUROPA
Unione europea nostra speranza di Paolo Magagnotti
Molta, enormemente grande, è la posta in gioco nelle elezioni del Parlamento europeo del prossimo 26 maggio. I trentini, gli italiani e tutti gli altri cittadini dei Paesi dell’Unione europea sono chiamati ad una scelta di portata storica sul loro futuro. Vediamo già un presente minacciato da preoccupanti incertezze nel mezzo delle grandi trasformazioni epocali; incertezze che in futuro potrebbero diventare certezze di incontrollabili pericoli sociali ed economici e altri rischi per la sicurezza della pace e la tenuta dei nostri sistemi democratici se e alle elezioni europee dovessero prevalere quei sovrani che incarnano un irresponsabile, patologico nazionalismo. A pagina 14
Politica
Marchiori nuovo segretario del Patt
A PAGINA 10
Libri
L’arte secondo Bonazza A PAGINA 24
SOCIETÀ Addio ad Anna Pironi Pag. 11 TERRITORIO Ceis, 600mila euro di utili Pag. 34 SPORT L’Alta Giudicarie femminile sogna la A Pag. 35
Il personaggio
Poliedrico Amistadi, da 75 anni mai domo ALLE PAGINE 12 E 13
Associazioni
I 170 anni della banda di Tione A PAGINA 21
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Rassegna Stampa
MAGGIO 2019
RASSEGNA STAMPA APRILE 2019
A cura della REDAZIONE
DALLE GIUDICARIE DALLA PROVINCIA Storo, furto nella notte alla Sav. Rubate biciclette e motoseghe per circa 50 mila euro - Furto alla Sav di Storo, il negozio dedicato al giardinaggio e al tempo libero in zona Cà Rossa, da dove sono sparite 20 biciclette e altrettante motoseghe delle migliori marche. Una banda ha colpito nel cuore della notte facendo man bassa di tutto quello di prezioso che era in esposizione. Il colpo è stato messo a segno dopo aver praticato nel vetro un grande foro dal quale è stata fatta passare la refurtiva caricata su alcuni furgoni spariti rapidamente nella notte. Stimato un danno superiore ai 50mila euro. Al vaglio dei carabinieri le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona. Apt Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena, Tullio Serafini nominato Presidente. La vice è Cecilia Maffei - Tullio Serafinii è il nuovo Presidente dell’Apt Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena. Tullio Serafini, vicesindaco di Tre Ville, già membro del Cda di Apt da 6 anni, ex albergatore, maestro di sci, con esperienza amministrativa, ha raccolto il consenso del Consiglio di amministrazione ed è stato nominato Presidente dell’Apt Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena. Sarà affiancato dalla vice Cecilia Maffei albergatrice di Pinzolo che rivestiva questo ruolo anche nel mandato appena trascorso. Un incarico difficile quello di guidare l’Apt in un momento molto delicato sia per le vicende giudiziarie che la riguardano, sia per la riorganizzazione della stessa che prevede di individuare la figura di un direttore generale che possa tradurre le volontà espresse dal Cda. Pinzolo, il sindaco Cereghini accusato di turbativa d’asta e peculato - Le accuse mosse verso il primo cittadino di Pinzolo sono di peculato e turbativa d’asta, ma l’inchiesta si è poi allargata ed ha colpito anche gli ex vertici di Apt ed in particolare il Presidente uscente Adriano Alimonta, il direttore amministrativo Massimo Collini e Giorgio
Ferrari presidente del collegio sindacale. Le indagini fatte dalla Guardia di Finanza avevano portato al blitz nel comune di Pinzolo e nella sede dell’Apt a Madonna di Campiglio a fine novembre 2018. Gli inquirenti hanno contestato le modalità di un appalto da 100 mila euro per le luminarie, l’assunzione di un addetto stampa e l’uso “privato” di un’auto aziendale. Il sindaco Cereghini in un primo momento è stato allontanato dal territorio comunale con il divieto di rientravi. Poi la misura cautelare è stata annullata. Messaggi di solidarietà verso il primo cittadino sono arrivati da moltissime persone, ministro Salvini in primis.
Pedala e vinci, la IV edizione di “Trentino pedala” - Chiunque abiti, lavori o studi in Trentino può partecipare. L’iscrizione è gratuita ed è possibile partecipare individualmente ma il regolamento privilegia chi sceglie di iscriversi con un organizzatore locale: il Comune di residenza, l’azienda per cui si lavora, l’associazione di appartenenza, un’area protetta, l’istituto scolastico che si frequenta... La sfida è quella di percorrere in bici almeno 100 chilometri, registrando periodicamente sul sito www.trentinopedala.tn.it o attraverso l’APP ‘Trentino pedala’ i chilometri percorsi, sia per gli spostamenti quotidiani per recarsi al lavoro, per il tempo libero, per vacanza e, comunque, per qualsiasi necessità di spostamento. Coloro che avranno percorso e registrato almeno 100 chilometri e avranno scelto l’organizzatore locale, ad ottobre parteciperanno all’estrazione dei bellissimi premi messi in palio.
Tione, premiati i 16 nuovi diplomati Tecnico superiore di cucina e ristorazione Si è svolta presso il Centro di Formazione Professionale ENAIP di Tione, la cerimonia di consegna dei diplomi ai 16 neodiploma ti del corso di “Tecnico superiore di cucina e della ristorazione” dell’Alta Formazio ne Professionale. Il percorso formativo si AVVISO DI SELEZIONE distingue per il prestigio dei formatori che compongono il corpo docente e per i numeper l’assunzione di un rosi riconoscimenti che gli studenti hanno “MANUTENTORE POLIVALENTE” ottenuto negli anni, partecipando a concorsi di livello nazionale ed internazionale. Il corper l’assunzione di un Inquadramento secondo il Contratto Collettivo Nazionale dei Lavoratori so, attivo presso la scuola dal 2008, conta Elettrici, nella categoria “B2”. ora in totale 75 diplomati, mentre gli iscritti “MANUTENTORE POLIVALEN al secondo anno, che termineranno il percorso nel dicembre del 2019, sono 22. Il piano Si richiede: Inquadramento secondo il Contratto Collettivo Na di studi prevede discipline culturali, scienti• Possesso patentino di abilitazione alla conduzione di impianti termici fiche, tecniche, tecnologiche e due esperienElettrici, nella categoria “B2” secondo quanto previsto dall'art.287 del D.Lgs. 152/2006, e dall'art. 11 ze di praticantato in prestigiose aziende in del Decreto del Presidente della Giunta provinciale 26 gennaio 1987, n. 1-41/Legisl (Testo unico delle leggi provinciali in materia di tutela Italia e all’estero. Gli iscritti hanno l’obblidell'ambiente dagli inquinamenti); go di frequenza per almeno l’80% del monte ore complessive e la docenza è composta • possesso di un attestato di formazione professionale almeno triennale Si richiede: o un diploma di istruzione di secondo grado quinquennale in materie per almeno il 70% da esperti professionisti. tecniche; Il percorso prevede lo svolgimento di 3.000 • Possesso patentino di abilitazione alla conduzi ore in due anni, articolate in 4 semestri. Il secondo quanto previsto dall'art.287 del D.Lgs. 1 diploma finale di tecnico Superiore è valido TERMINE DI PRESENTAZIONE DOMANDE del Decreto del Presidente della Giunta provincial a livello nazionale ed è equiparato al titolo rilasciato dagli ITS - Istituti Tecnici Supe1-41/Legisl (Testo unico delle leggi provinciali riori. Gli studenti in uscita vantano un esito ORE 12.00 DEL 07 GIUGNOdagli 2019 inquinamenti); dell'ambiente occupazionale coerente con la figura profes sionale pari al 100%. L’avviso di selezione completo è pubblicato sul sito internet della Società
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• possesso di un attestato di formazione professio o un diploma di istruzione di secondo grado qu possono essere richieste via e-mail all’indirizzo tecniche;
Ulteriori informazioni segreteria@escocom.it o telefonicamente al n. 0465 622033 in orario d’ufficio (dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 17.00), o rivolgendosi direttamente alla segreteria dell’EscoBim e Comuni del Chiese Spa in Via O. Baratieri, n. 11 in Borgo Chiese (TN).
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escocom@escocom.it escocom@pec.it
Borgo Chiese, 30 aprile 2019
ORE 12.00 DEL 07 GIUGNO 20 Il Presidente - Franco Panelatti L’avviso di selezione completo è pubblicato sul sito 1
www.escocom.it.
Ulteriori informazioni possono essere richieste Giornale delle Giudicarie, segreteria@escocom.it o telefonicamente al n. 0 (dal lunedìda al venerdì dalle 8.00 alle 12 nuova stampa d’ufficio a Bolzano Athesia 17.00), o rivolgendosi direttamente alla segreteria d
Da questo numero il Giornale delledel Giudicarie verrà da SIE an. Trento Chiesenon Spa inpiù Viastampato O. Baratieri, 11 in Borgo C in quanto ha smesso la sua attività. Pertanto verrà stampato da Athesia a Bolzano dove vengono stampati anche Trentino e l’Adige. Come questi giornali sarà composto da due www.escocom.it fascicoli di 20 pagine con dorso incollato. escocom@escocom.it escocom@pec.it
Sfoglia il Giornale delle Giudicarie su www.giornaledellegiudicarie.it Si ricorda che è possibile sfogliare il Giornale delle Giudicarie sul sito www. giornaledellegiudicarie.it aggiornato ogni mese con le notizie più importanti che accadono in Giudicarie.
Borgo Chiese, 30 aprile 2019
Giornale delle Giudicarie, distribuito dalla Cooperativa Lavoro Il Presidente - Franco Panela
Da gennaio dello scorso anno il Giornale delle Giudicarie viene distribuito dalla Cooperativa sociale Lavoro, con sede in località Copera a Zuclo. Per segnalare critiche, suggerimenti, disguidi nella spedizione è possibile chiamare il 1 numero della cooperativa: 0465-326420 oppure quello del Giornale delle Giudicarie, 0465322934, oppure via mail all’indirizzo: redazionegdg@yahoo.it.
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a Giunta provinciale ha lanciato nelle scorse settimane gli Stati Generali della Montagna. “La montagna è patrimonio diffuso della comunità trentina che va tutelato e rafforzato”, ad affermarlo è il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, che con questa proposta intende organizzare un tour di incontri che interesseranno l’intero ambito provinciale finalizzato all’ascolto di tutti gli attori che vivono e lavorano nei territori di montagna, che culminerà nella convention plenaria del prossimo 14 e 15 giugno 2019 a Comano Terme. “Presidiamo il futuro” è il titolo scelto per un percorso partecipativo, che mira a raccogliere le istanze dei territori per elaborarle in un piano di proposte strategiche per la valorizzazione della montagna. L’obiettivo è quello di valorizzarne le potenzialità, invertendo anche lo spopolamento delle aree montane attraverso iniziative concrete, volte a creare opportunità di crescita e sviluppo per l’intera area montana. Il paesaggio montano nella nostra Provincia è un patrimonio di inestimabile valore ambientale, culturale e storico che segna l’identità del territorio trentino ed è allo stesso tempo il risultato dell’adattamento millenario dell’uomo all’ambiente naturale, che lo ha via via modificato creando unicità territoriali e relazioni che ne fanno un unicum dal punto di vista ambientale ma anche economico e produttivo. Sono state individuate quattro Aree Tematiche: Governance, Accessibilità ai Servizi, Sviluppo economico e coesione sociale e infine Paesaggio, ambiente e territorio. Alla prima riunione, in rappresentanza della Provincia l’Assessore agli Enti Locali, Mattia Gottardi ed il Dirigente responsabile dell’unità di missione strategica di coordinamento degli Enti locali, politiche territoriali e della montagna della provincia autonoma di Trento, che hanno parlato di una strumentazione giuridica e istituzionale del tutto nuova per il Trentino. Come primo atto organizzativo è stato individuato nel Presidente della Comunità, Giorgio Butterini, il soggetto che ha il compito di coordinare i gruppi di lavoro per giungere ad una sintesi delle proposte che verranno presentate a livello Provinciale. In queste settimane si sono tenute per prime riunioni dei Tavoli di Lavoro in particolare quello riguardante la Governance Istituzionale e quello relativo ai Servizi alla persona e sicurezza. Sono stati individuati i primi quattro referenti che poi parteciperanno alle ulteriori fasi degli Stati Generali e porteranno le istanze e le proposte delle Giudicarie. Giorgio Butterini, Presidente della Comunità delle Giudicarie, è il referente per il Tavolo Governance Istituzionale mentre Giorgio Marchetti, Sindaco di Borgo Lares è il referente per le Infrastrutture e Politiche Energetiche. La Vicepresidente della Comunità, Michela Simoni, coordinerà il Tavolo di Lavoro Servizi alla Persona e Sicurezza insieme al Direttore della APSP “Rosa dei Venti” di Borgo Chiese Matteo Radoani, per questo le loro risposte coprono tutti gli argomenti del tavolo di cui sono coreferenti. Abbiamo chiesto a loro quali sono le principali tematiche, gli obiettivi e le azioni proposte per i rispettivi Tavoli di Lavoro.
Le nostre domande
1
Il Presidente Fugatti ha lanciato all’inizio della legislatura gli Stati Generali della Montagna. Ritiene siano lo strumento giusto per affrontare i problemi che interessano le Valli e le aree periferiche del Trentino?
2
Come valuta la situazione socio-economica e quali sono le principali problematiche che interessano le Giudicarie?
3
Rispetto alla tematica per la quale è stato nominato referente nell’ambito dello specifico Tavolo di Lavoro, quali sono gli obiettivi principali che sono stati individuati?
4
E le principali azioni per raggiungerli?
5
Dopo la riunione plenaria di Comano Terme che vedrà riuniti tutti i territori, quali sono i suoi suggerimenti perché quanto auspicato venga poi concretamente attuato?
Michela Simoni Vicepresidente Comunità delle Giudicarie referente del Tavolo di Lavoro Servizi alla Persona e Sicurezza E’ sicuramente un’occasione per i territori di confrontarsi rispetto ai bisogni e alle priorità di intervento in vari ambiti attraverso il coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali, economici, del privato sociale, del volontariato che operano in Giudicarie. E’ fondamentale far sentire la propria voce, essere ascoltati e poter portare all’attenzione della Giunta provinciale alcuni obiettivi e azioni su cui investire nei prossimi anni.
Come in qualsiasi territorio ci sono elementi di forza e punti di debolezza. Ritengo che le principali problematiche che interessano il nostro territorio siano legate ad un tessuto economico scarsamente diversificato, alla difficoltà di comunicazione sia in ambito di mobilità che di connessioni digitali e alle dinamiche demografiche che vedono un preoccupante invecchiamento della popolazione e l’abbandono del territorio da parte dei giovani con formazione di livello elevato. Tutto ciò rischia di produrre un impoverimento generale e una scarsa capacità di investimento e rinnovamento delle Giudicarie sia dal punto di vista socio-economico che culturale.
ABITARE SOCIALE • Rispondere ai bisogni socio-assistenziali emergenti attraverso nuove forme di intervento (es. accoglienza, convivenza e cohousing) più flessibili, personalizzate ed efficaci rispetto all’istituzionalizzaz ione di persone che possono essere aiutate anche con interventi più leggeri e nella logica di una maggiore sostenibilità economica LE RISORSE • Avere la sicurezza di un budget sufficiente a garantire i servizi essenziali (SAD, centro socio-educativi per disabili, centri diurni minori ecc.) e a dare attuazione e continuità anche alle nuove progettualità • Reperire personale qualificato INT.19 SOCIALE • Garantire una diffusione capillare sul territorio degli interventi di supporto alla domiciliarità e la continuità nel tempo di tali progetti SICUREZZA • Tutelare dalle conseguenze di comportamenti a rischio (dipendenze da alcol, sostanze stupefacenti, gioco d’azzardo) sia chi è direttamente interessato dal problema sia la società in generale • Prevenire episodi di violenza di genere e proteggere le vittime da tali situazioni ABITARE SOCIALE • Ampliare la sperimentazione del Progetto Accoglienza oggi rivolto principalmente ai minori e ad altre persone in difficoltà, e attivare esperienze di convivenza: adulti emarginati, persone con disabilità lieve, anziani soli, padri separati o altre persone con problemi abitativi. • Reperire sul nostro territorio piccole strutture (case) per realizzare progetti di cohousing dove più persone possano convivere con il supporto di un operatore. Tale modello si adatta in particolare agli anziani soli con buona autosufficienza ma non abbastanza gravi da poter accedere alle Case di riposo. Il cohousing può rispondere anche alle esigenze di autonomia abitativa e di vita di persone con disabilità lieve e ad altre situazioni di fragilità in ambito psichiatrico o di emarginazione sociale. RISORSE • Monitoraggio costante delle risorse e delle spese per i servizi • Interazione con assessorato e servizi provinciali per un aggiornamento costante dei bisogni finanziari del territorio • Revisione delle modalità di compartecipazione ai servizi da parte degli utenti • Promozione della formazione anche tramite apposite borse di studio e programmazione con cadenza annuale del corso OSS, facilitando la frequenza con concorsi serali. INTERVENTO 19 SOCIALE • Raccordo degli interventi gestiti da Comunità e Comuni per ottimizzare e razionalizzare sia le modalità di gestione che le risorse • Attivazione presso i competenti organi e uffici provinciali affinché diventi un intervento strutturale non stagionale e continuativo nel tempo SICUREZZA • Raccordo tra tutti i soggetti competenti per attivare interventi di educazione ai corretti stili di vita e prevenzione di comportamenti a rischio soprattutto per le fasce giovanili •Concordare a livello territoriale azioni di sensibilizzazione ed educazione rispetto al problema Poichè Gli Stati generali della Montagna sono stati promossi con convinzione dalla Giunta provinciale ritengo che sia sufficiente che ogni territorio presenti le proprie istanze e che l’incontro di Comano sia un momento anche di sintesi. La Giunta provinciale per altro si è già impegnata ad ascoltare tali istanze e a portarle avanti. Una forma di raccordo costante tra le Comunità e la Provincia può essere un utile strumento di monitoraggio del processo.
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Montagna in Giudicarie Giorgio Butterini
Giorgio Marchetti
Matteo Radoani
Presidente Comunità delle Giudicarie referente per il Tavolo Governance Istituzionale
Sindaco di Borgo Lares referente per le Infrastrutture e Politiche Energetiche
Direttore della APSP “Rosa dei Venti” di Borgo Chiese referente del Tavolo di Lavoro Servizi alla Persona e Sicurezza
Se rappresentino lo “strumento giusto” sarà inevitabilmente il tempo a dirlo. Di certo è più che condivisibile il metodo, orientato a coinvolgere il territorio sin dalla fase di analisi dei bisogni, propedeutica a una pianificazione ponderata delle azioni e degli investimenti. Apprezzo il fatto che questo percorso sia stato attivato all’inizio della nuova legislatura.
Dire a priori se si tratti dello strumento giusto è un pò azzardato, possiamo però dire che è una metodologia interessante per permettere un forte dibattito e per far dialogare assieme vari portatori di interesse che in altre situazioni magari difficilmente si confrontano. Cerchiamo di cogliere l’opportunità per far emergere idee e soluzioni anche magari ambiziose ma che possano dare risposte o meglio ancora creare nuove opportunità per lo sviluppo delle periferie del Trentino e per quel che ci riguarda, per le Giudicarie. Interessante è la metodologia, senza un tema preimpostato, sta in noi creare i presupposti per una seria collaborazione su temi di interesse generale. La situazione socio-economica delle Giudicarie penso possa definirsi buona, per fortuna la crisi economica - in particolare del settore edile e manifatturiero - sembra sulla via del miglioramento e l’occupazione, anche grazie ad alcuni interventi del pubblico, pare in ripresa; dobbiamo constatare che in questi anni di difficoltà occupazionale, la tenuta del sistema è stata garantita in particolare dal settore turistico. Le principali problematiche sono quelle “storiche”: ospedale e viabilità in primis, a queste va aggiunto il settore dell’energia - idroelettrica soprattutto - che per la nostra Comunità rappresenta un punto importantissimo considerate le grandi opere di derivazione presenti sul territorio-.
La ritengo un’importante operazione di ascolto che permette ai territori di raccogliere le istanze e le necessità da portare all’attenzione della Giunta provinciale. La Comunità delle Giudicarie si è spesa per far si che vi sia il più ampio coinvolgimento del territorio e dei vari attori coinvolti. Tutti insieme abbiamo ragionato per definire le future priorità della nostra vallata per ognuno degli ambiti individuati.
Personalmente dovrò riferire alla Giunta provinciale rispetto al tema della governance territoriale. Le Giudicarie, per peculiarità specifiche, non possono rinunciare a politiche pianificate in maniera coordinata e quindi si ritiene imprescindibile la presenza di un ente di raccordo sovracomunale come la comunità, che non si occupa solo di erogare i servizi previsti dallo statuto, ma funge da vero soggetto di coesione territoriale, a livello politico, sociale ed economico. Le complessità della sfera amministrativa impongono collaborazioni sistematiche tra gli enti locali, che non possono essere rigidamente vincolate a delle gestioni associate obbligatorie o a schermi rigidi. Vanno introdotte delle opportunità di gestione a geometria variabile, che rispondano puntualmente alle esigenze dei comuni e dei cittadini.
Il tavolo ha individuato obiettivi specifici che sono: investimenti strutturali, rete fibre, concessioni idroelettriche, metanizzazione, mobilità e valorizzazione delle tecnologie. Si tratta di un mix di temi sui quali molto abbiamo da lavorare, ma dove sarà molto importante individuare di comune accordo, poche iniziative, ma che siano realisticamente raggiungibili magari con un pò di sano ottimismo. Se lavoriamo uniti qualche risultato potrà essere raggiunto, pertanto prepariamoci al confronto, anche forte, ma con la ferma volontà di mediare per portare a casa qualche risultato che possa servire al progresso della popolazione.
Non smantellare le comunità, ma incrementarne le potenzialità, attribuendo ad esse delle competenze che si traducano in servizi ai comuni e al territorio; offrire incentivi per le collaborazioni tra enti, consentendo anche l’assunzione di profili professionali idonei.
Partendo dagli obiettivi specifici, sarà importante lavorare per individuare in primis le soluzioni adatte o, a seconda dell’argomento, le azioni da intraprendere. Cerco di spiegarmi, se parliamo di viabilità, da tempo sono individuate le ipotesi più urgenti che sono le circonvallazioni di Pinzolo e Ponte Arche, se a questo punto una delle due ha già un iter più avanzato, va da sè che è importante concentrarsi su questa e concretizzare l’appalto. Se in tema di concessioni idroelettriche, al momento sembra sia stato raggiunto un buon punto di equilibrio tra esigenze ambientali e necessità di produzione, anche alla luce del recente accordo in tema di deflussi minimi, allora concentriamoci sulle modalità di rinnovo delle concessioni tenendo ben fermo il punto relativo al ristorno che i concessionari dovranno riconoscere al territorio tramite i canoni e i canoni aggiuntivi.
INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE: Coordinare le politiche socio-assistenziali e socio-sanitarie attraverso un unico soggetto istituzionale territoriale che garantisca un riferimento univoco per gli anziani e le loro famiglie, orientandoli fra i diversi servizi presenti e consentendo di ottimizzare gli interventi. ACCESSIBILITA’ DEI SERVIZI: Rispondere alle esigenze di autonomia e di spostamento verso i centri principali delle Giudicarie a tutti i cittadini e ripensare la distribuzione di alcuni servizi anche attraverso il coinvolgimento di alcuni attori territoriali come le A.P.S.P. SERVIZI SANITARI E PRESIDIO OSPEDALIERO: Il principale obiettivo è quello di mantenere efficiente l’Ospedale di Tione di Trento oltre a garantire la continuità assistenziale postricovero in particolare delle persone fragili. Un altro degli obiettivi individuati è quello di introdurre delle aggregazioni funzionali territoriali (AFT) tra i medici di medicina generale. INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE: Attuare la riforma volta alla creazione dello “Spazio Argento” territoriale, definendone obiettivi e funzioni chiare attraverso la costituzione di un tavolo di coordinamento locale che veda coinvolte la Comunità, le A.P.S.P., il terzo settore ed i vari soggetti che si occupano di servizi per gli anziani sul nostro territorio. Attivare uno specifico servizio territoriale per persone con gravi patologie o in stato terminale. ACCESSIBILITA’ DEI SERVIZI: Estendere il servizio di Elastibus oggi presente solo in Valle del Chiese anche alle altre aree delle Giudicarie oltre a potenziare ed incentivare le associazioni che si occupano di trasporto di persone fragili. Attivazione di nuovi punti di erogazione di fisioterapia, centro diurno e centro prelievi presso le A.P.S.P. del territorio. SERVIZI SANITARI E PRESIDIO OSPEDALIERO: Innanzitutto si richiederà alla Provincia ed alla Azienda Sanitaria il rispetto ed aggiornamento del protocollo d’intesa per l’ospedale di Tione che contemplava il potenziamento di tutti i reparti fondamentali e l’introduzione di uno specifico reparto di geriatria. Verrà richiesta inoltre la nomina di un direttore ospedaliero ed il potenziamento del pronto soccorso per permettere di far fronte anche ad emergenze ostetriche e pediatriche. Per permettere inoltre la necessaria assistenza alle persone che si trovano in situazioni terminali si richiederà l’attivazione di un servizio di hospice in Giudicarie.
Ogni singolo ambito ha individuato i propri referenti che, insieme ai rappresentanti della Provincia, dovrebbero entrare a far parte stabilmente di nuclei operativi creati alla scopo di tradurre in azioni concrete le istanze dei territori. Quindi mi auguro che l’evento di Comano rappresenti il punto di partenza di un processo di durata pluriennale e caratterizzato da reale concretezza. Chiedo con convinzione e determinazione che a tutto il territorio Trentino venga attribuita pari dignità, che si traduce con sostanzialmente in infrastrutture, servizi e opportunità di crescita coordinata.
Ripeto il concetto, importante è individuare cosa fare in maniera unitaria, e poi su queste iniziative lavorare congiuntamente, ricordiamoci che le Giudicarie rappresentano poco più del 5% della popolazione della provincia, se in questa situazione, ci presentiamo in maniera unitaria con delle richieste condivise, facilitiamo anche il compito dei decisori politici nel cercare di assecondare e se necessario finanziare le ipotesi scelte, facendo in modo che fra qualche anno, anzichè esprimere lamentele fine a sè stesse, poter dire e constatare, che gli stati generali della montagna sono serviti per dare lo spunto per ragionare insieme permettendo di risolvere qualche problema o generare nuove opportunità.
Le Giudicarie, nonostante le oggettive difficoltà incontrate in questi anni, sono vive e propositive a tutti i livelli, ma sono limitate, come il resto del paese, da uno dei problemi più condizionanti del nostro tempo: l’eccessiva burocrazia. Un sistema amministrativo e normativo così complesso e articolato annichilisce e rallenta qualsiasi forma di iniziativa, pubblica o privata. Tutti i Tavoli che ho convocato hanno indicato nella “semplificazione” il comune denominatore.
Personalmente mi sono concentrato prevalentemente sull’aspetto che riguarda l’invecchiamento della popolazione. Già oggi le Giudicarie hanno un tasso di anzianità superiore alla media provinciale e si stima che nel nostro territorio vivano già più di mille anziani non autosufficienti. I dati demografici ci dicono che il numero degli anziani aumenterà costantemente nei prossimi anni e per contro diminuirà la possibilità delle famiglie di accudirli autonomamente. Ritengo quindi necessario lavorare fin da subito per programmare gli interventi necessari ad affrontare questa nuova sfida sociale, mirando da un lato a garantire adeguati servizi agli anziani e dall’altro sgravando le famiglie dall’onere della cura, senza scordare la necessità di garantire la sostenibilità del sistema.
Credo che la Comunità di Valle che ha avuto un ruolo di regia nella raccolta delle istanze dovrà avere anche un ruolo di monitoraggio riguardo all’effettiva implementazione di quanto richiesto. Non escluderei la possibilità fra qualche anno di convocare un nuovo incontro territoriale in cui la Giunta provinciale possa presentare i risultati ottenuti dall’iniziativa.
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Economia
MAGGIO 2019 Al via gli Stati Generali per ridare voce alle vallate
I quaderni della speranza montana Il rafforzamento progressivo delle città capoluogo Trento, Rovereto, Pergine e di alcuni centri turistici internazionali come Riva del Garda, Madonna di Campiglio o Canazei, rispetto al resto dei territori dove spuntano come funghi case diroccate e cartelli “vendesi”, la fuga dei giovani migliori dai centri più piccoli sta creando anche una denatalità record che non si osserva in Alto Adige, obbligano a ripensare il rapporto tra i campanili delle vallate e le città. Dopo i risultati elettorali che hanno messo in mostra questo forte scollamento tra i centri cittadini dove si concentrano gli investimenti, in un rapporto di uno a cinque, aver raccolto questa problematica appare un fatto storico che le valli non si devono lasciare sfuggire, per non trovarsi seduti in assemblee ad applaudire la stessa classe dirigente che ha favorito questo squilibrio. La possibilità che sui palchi di questi Stati Generali ci sia ancora gran parte della classe politica trentina che in questi anni non ha scritto una riga, o alzato una critica a questa deriva,
di Marco Zulberti L’annuncio da parte del presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, degli Stati degli Generali della Montagna che si terranno in sette incontri da tenere tra il 18 marzo e il 15 giugno, organizzati dalla Trento School of Management, dal Muse dall’Ocse. Gli incontri, sei di dibattito a Rabbi, Tenno, Luserna, Predaia, San Martino di Castrozza e Levico e uno conclusivo a Comano, si dovrebbero per la prima volta occupare della particolare situazione di debolezza in cui si trovano che ha portato allo scollamento dal modello regionale tra Trentino e Aldo Adige per dare vita a un modello trentino di stampo servile tra la valle e la città, è molto concreta. L’indizione di Stati Generali storicamente dovrebbe essere aperta alla raccolta dei rapporti e osservazioni da parte delle istituzioni, associazioni e rappresentanze locali, raccogliendo registri di critiche, osservazioni e lamentele direttamente dalla popolazione. Gli Stati Generali sono costituiti da un lunga fase di ascolto locale, i famosi “Cahier de Doleance”, dove si eleggono i rappresentanti dei territori che poi si recano alla Assemblea Generale, quella che dovrebbe essere a Comano, con l’elenco dei problemi, delle richieste e delle proposte.
Invece se i “quaderni della speranza”, o meglio i “quaderni della vita montana”, saranno scritti e preparati dalle stesse classi dirigenti e istituzioni che in questi
le valli che negli ultimi decenni hanno perso contatto con le città, sfavorite dai costi dei trasporti, dalla riorganizzazione dei comuni e dei servizi sanitari, dalla crescita abnorme delle regole e delle normative urbanistiche ed edilizie, dalla perdita di competitività della filiera corta rispetto alle economie di scala, al fisco sproporzionato rispetto ai bassi redditi del lavoro agricolo e agli allevamenti, la distribuzione degli aiuti e dei finanziamenti, la tassazione sopra i mille metri di altezza.
anni non hanno compreso la sofferenza delle valli (lo scrivente ne scrive dal 1996), questi Stati Generali sono destinati a non cambiare il verso della sto-
ria. Per cui gli amministratori locali come i sindaci, che sono gli unici che hanno il polso della situazione, quando non sono troppo
politicizzati, non devono andare a queste assemblee ad applaudire il professore o il giornalista di turno, ma a dichiarare in modo fermo, anche protestando, senza sorrisi e pacche sulle spalle, le profonde necessità che ha oggi la popolazione periferica che non vive nei centri turistici, o ne è solo lambita. Una politica vera per la famiglia, sulla scia dell’Alto Adige per riavviare la natalità delle giovani coppie, una politica vera per il recupero dei borghi lasciando alle singole zone l’autonomia necessaria per uscire dai costi imposti dai tecnici e dal fisco. Se questi Stati Generali vogliono essere veramente per la vita montana, non siano degli “applaudifici” indirizzati alla retorica ormai insopportabile, manifestata dalla classe politica e dirigenziale del nostro territorio, che solo vent’anni fa favoriva lo chiusura degli allevamenti per impostare quell’ossimoro senza futuro che è diventata la Città di Valle, che non è paese e nemmeno città.
Buon compleanno GdG! Diciassette anni e non sentirli. Era il mese di maggio 2002 quando il Giornale delle Giudicarie apparve per la prima volta a disposizione dei Giudicariesi e la sua avventura prosegue ininterrottamente ancora oggi con lo spegnimento di ben 17 candeline. Un numero, il 17, che è considerato magico dai cinesi, augurio di prosperità. Prosperità di cui abbiamo grande bisogno un po’ tutti, in questi tempi di crisi e in quelli che verranno. L’idea di base era quella di un giornale che si facesse portavoce dei problemi, delle necessità, delle esigenze delle Giudicariese, purtroppo troppo spesso dimenticate dal mondo che gira e da una provincia sempre più Trento-centrica e poco attenta alle comunità periferiche. Abbiamo perseguito il nostro obiettivo con forza e
convinzione, ottenendo apprezzamento e stima in ogni parte della nostra Comunità di valle. Ne siamo infinitamente orgogliosi. Il nostro è sempre stato un servizio del tutto gratuito per le oltre 16 mila famiglie a cui viene distribuito mensilmente. Il GdG è una gran bella famiglia di eroici volontari, persone eccezionali che seguono le vicende delle nostre valli con passione e professionalità e amore, pronti a magnificarne le cose belle e a denunciare i soprusi e le dimenticanze. Il GdG vive esclusivamente di pubblicità, senza aver mai avuto sussidi o contributi di chicchessia. La considerazione e la stima che abbiamo conquistato in tanti anni presso le famiglie giudicariesi inducono sempre più i nostri inserzionisti, an-
che merito del nostro dinamico responsabile commerciale, ad investire sul nostro Giornale, il Giornale più letto in assoluto nel nostro territorio. I GdG vuol continuare ad essere il paladino indefesso dei problemi delle nostre valli e dei nostri lettori, spinto solo dalla passione e dalla vocazione per l’ascoltare la nostra gente e scrivere di loro e dei loro problemi con attenzione, scrupolosità ed affetto. GdG continua ad essere una voce libera, e lo sarà ancora per molto tempo, ne abbiamo il desiderio e la volontà di non mollare. Per questo ringraziamo di cuore i nostri inserzionisti e con loro tutto il popolo giudicariese. Buon Compleanno GdG! Ancora cento di questi giorni!
MAGGIO 2019 - pag. Si smette di lavorare prima, ma si percepisce meno
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Politica
MAGGIO 2019
Il consigliere pentastellato è alla sua prima esperienza in Provincia
Marini, “Priorità a ciclopedonale con Brescia, banda larga e lavori pubblici” Come ha vissuto questo suo ingresso in consiglio provinciale? È il mio primo incarico politico e non posso negare che l’impatto con l’aula a tratti sia ancora forte. A parte questo aspetto, devo dire che non ho avuto particolari problemi. Il lavoro non manca di certo. I primi mesi sono serviti per conoscere le strutture e il personale e per presentare una serie di atti relativi ai temi affrontati in campagna elettorale, oltre a far fronte alle incombenze contingenti. È noto - come abbiamo detto - il suo impegno con il gruppo Più democrazia in Trentino; come continua ora questo impegno, ora che sta “dentro” le istituzioni? Sappiamo bene che buona parte del potere si concentra ormai al di fuori delle istituzioni rappresentative, di conseguenza troppo spesso le decisioni vengono prese per soddisfare interessi che non sono quelli della cittadinanza ma appartengono a piccoli gruppi, ben inseriti nei gangli della macchina politico/istituzionale e delle sue articolazioni territoriali. L’antidoto a queste derive consiste in una democratizzazione delle Istituzioni, e per farlo le strade da seguire sono in sostanza due. La prima è l’affermazione di principi fondamentali come la separazione dei poteri e la trasparenza. La seconda consiste nel rivitalizzare gli strumenti di partecipazione popolare, ripristinando il controllo democratico esterno e il senso civico generale, elementi fondamentali per garantire la salute delle Istituzioni. Molti degli atti da me presentati finora, alcuni già approvati, vanno proprio in questo senso. In ballo c’è poi il disegno di legge sulla democrazia diretta con cui propongo una drastica riduzione del quorum e miglioramenti puntuali per rendere esercitabile il diritto a promuovere referendum. Detto della partecipazione, quali sono le tematiche sulle quali si vuole impegnare in questa legislatura? I temi principali all’ordine del giorno dettato dalla Giunta riguardano caccia e appalti e io sto focalizzando il mio lavoro su di essi. Più in generale il mio impegno è e sarà massimo riguardo a tutela ambien-
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lex Marini, storese di nascita oggi residente a Rovereto, è da ottobre consigliere provinciale di opposizione, e siede nei banchi del Movimento 5 Stelle, avendo conquistato il seggio con un ottimo risultato elettorale, più votato e dunque in consiglio con Filippo Degasperi, consigliere uscente e candidato presidente dei grillini. Un ri-
sultato per molti a sorpresa, non per chi ha seguito il suo impegno degli ultimi anni nella associazione “Più democrazia in Trentino” che lo ha portato a contatto con diverse realtà della provincia; nelle quali, denuncia, c’è ancora un gap di partecipazione molto alto dei cittadini nella gestione della “cosa pubblica”. ALEX MARINI Nato a Tione di Trento il 21 dicembre 1977 Alex Marini è cresciuto a Darzo e oggi vive a Rovereto con la moglie Melinda e i loro due figli. Dal maggio 2013 al giugno 2018 è stato collaboratore parlamentare per il Segretario dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati e poi Questore, portavoce Riccardo Fraccaro. Prima del 2013 ha lavorato come commerciale estero, interprete di spagnolo, direttore di ristorante, bancario e ragioniere. Diploma di scuola superiore all’istituto tecnico commerciale di Tione, laurea in sociologia indirizzo territorio e ambiente all’Università di Trento, programma Erasmus all’Università di Salamanca (Spagna), certificato post-laurea in politiche urbane presso la Murdoch University di Perth (Australia) e master internazionale in programmazione di ambienti urbani sostenibili presso le università di Ferrara, delle Calabrie, Montevideo (Uruguay) e Pontificia di Curitiba (Brasile). Appassionato di istituti di partecipazione popolare è stato il primo firmatario del disegno di legge di iniziativa popolare sulla democrazia diretta presentato nel 2012 in provincia di Trento (328/XIV e 1/XV). È tra i fondatori ed ex presidente dell’associazione di promozione sociale Più Democrazia in Trentino. Da sempre attento ai temi della tutela ambientale, è membro dell’Associazione Amici della Terra Lago d’Idro e Valle Sabbia.
tale, mitigazione degli effetti del mutamento climatico, lotta alla corruzione, difesa del lavoro e sviluppo sostenibile. In Commissione speciale maltempo sono già intervenuto più volte per chiedere l’introduzione di politiche che riducano gli effetti dei cambiamenti climatici e l’emissione di gas serra. Sono anche impegnato a far sì che si varino misure di adattamento alle mutate condizioni atmosferiche, sia sotto il profilo della pianificazione territoriale che socio-sanitaria. In Prima commissione e in giunta delle elezioni sto invece occupandomi delle criticità insite nella normativa elettorale, della nomina delle figure di garanzia e di misure di prevenzione della corruzione. Come si riesce a fare opposizione attiva con il vigente sistema elettorale in Provincia di Trento? Con difficoltà. Negli ultimi anni il potere è stato via via concentrato nelle mani di pochi, passando da una gestione collegiale all’interno della giunta e sotto lo stretto controllo del Consiglio, a logiche verticistiche basate sui principi cardine di comando-obbedienza. A questo va aggiunto un sistema dell’informazione
regionale che ormai funziona in regime di quasi monopolio. L’unico modo per le opposizioni di dar voce alla parte di società che rappresentano rimane l’apertura di canali di dialogo e, in ultima istanza, il ricorso all’ostruzionismo. Parliamo delle sue origini giudicariesi, si sente ancora storese? (oggi risiede a Rovereto, ndr.) Mi sentivo giudicariese, storese, darzese anche quando
mi trovavo dall’altra parte del mondo e a maggior ragione continuo a farlo ora che mi sono trasferito a Rovereto, dove fra l’altro spesso mi sento chiedere se non sono trentino a causa dell’accento, che ha alcune note bresciane. Rispondo che probabilmente sono più trentino di chi mi sta di fronte, visto che la comunità di Darzo esiste almeno dal 1400 e che i Marini erano fra coloro che ricevettero quelle terre dal Con-
te Lodron nel 1434. Molto forte è anche il mio legame con Agrone visto che ci ho passato molto tempo nel corso dell’infanzia. Il senso di identità che ho maturato in Valle del Chiese non credo mi abbandonerà finché vivo e ne vado fiero. Ci dica infine tre tematiche giudicariesi sulle quali vuole impegnarsi in questa legislatura. Il completamento del colle-
gamento ciclopedonale con la provincia di Brescia, che rappresenta un’opportunità di sviluppo notevolissima visto che il potenziale dell’indotto generato dal cicloturismo lombardo. Affinché venga realizzato ho già presentato un atto politico ed ho organizzato un incontro con Fugatti e con il presidente della comunità montana della Vallesabbia Flocchini. Mi sto tenendo in contatto anche gli amministratori locali e le prospettive paiono buone. La copertura della rete della banda ultralarga, che deve essere estesa al più presto anche ai centri che corrono il rischio di spopolamento. Penso ad esempio a Castel Condino, Por o Tre Ville. In tal senso ho già presentato un atto per sollecitare la Giunta a interloquire con OpenFiber al fine di assicurare tempi certi per la cablatura delle comunità di montagna. Sto anche favorendo la circolazione delle informazioni tra i vari soggetti interessati: Ministero dello Sviluppo Economico, sindaci e Corecom. Infine la verifica puntuale rispetto all’impegno di risorse per la realizzazione delle opere pubbliche che interessano le Giudicarie. I casi più eclatanti sono il doppio ponte sul Caffaro e il tunnel a senso unico alternato BondoneValvestino ma ce ne sono altri. Poi ci sarebbe tutto il tema delle politiche sanitarie nelle periferie. Su questo mi riservo di intervenire nel processo avviato sugli stati generali della montagna.
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C osa mettiamo?
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Politica
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Simone Marchiori di Saone al vertice delle Stelle Alpine
“Spero di essere il segretario del rilancio” Marchiori, una vittoria annunciata quella al congresso del Patt, ma non per questo meno sentita. Più che altro un grande onore essere stato chiamato alla guida delle Stelle Alpine dopo un percorso di più di 10 anni in cui ho cercato di impegnarmi a più livelli per il Partito. Quando, prima delle elezioni provinciali del 2008, grazie ad un invito di Loretta Cavalli (già Vicesindaca di Storo), ho conosciuto Ugo Rossi, Franco Panizza e il PATT, ho trovato una casa per le mie idee e un ambiente stimolante in cui portare avanti la mia passione per la politica. Ma non pensavo di certo di arrivare a questo punto. Lei è un giovane, ma ha già diversa esperienza politica; che segretario sarà per questo Patt? Spero di essere il Segretario di tutti gli autonomisti: dopo le divisioni del passato ora è il momento della compattezza, del fare squadra. Già nella composizione degli organi di Partito ho cercato di dare voce e rappresentanza a tutti i territori, ma anche a chi, come Carlo Pedergnana, al congresso si era presentato con una tesi alternativa alla mia, ma allo stesso tempo complementare. Per questo motivo e per riunire tutte le anime del Partito, l’ho voluto fortemente nella squadra. Spero anche di essere il Segretario del rilancio. Dopo lo sgretolamento del centrosinistra autonomista, c’è bisogno di costruire qualcosa di nuovo e gli autonomisti possono essere protagonisti di una nuova visione. Voglio mettere tutto il mio impegno in questo obiettivo.
Continua l’ascesa di Simone Marchiori nel Patt. Dopo esserne stato segretario della sezione giovanile ed essere stato nominato vicesegretario nei tempi della segreteria di Franco Panizza, il giovane politico di Saone e consigliere della Comunità di valle, è stato eletto segretario delle Stelle Alpine nel parteciParlando di centrosinistra-autonomista; appena eletto ha subito avuto pressioni per rimettere in piedi la coalizione che fu di governo per il Trentino per 20 anni; come vede questo progetto? L’ho dichiarato più volte, fin da prima del congresso: il centrosinistra-autonomista è un progetto morto e sepolto. Sia chiaro, nessuno vuole rinnegare gli importanti risultati che quella coalizione è riuscita a raggiungere in vent’anni di governo della Provincia, ma come tutte le cose ha avuto un inizio e una fine. E quest’ultima, seppur turbolenta, è avvenuta a causa di un cambio epocale della politica in generale. Ecco perché ritengo che non sia più possibile mettere in campo questo progetto: è qualcosa ormai di vecchio e superato. Penso che in Trentino, se riteniamo davvero che l’Autonomia sia uno dei tratti fondamentali di questa terra, abbiamo bisogno di nuovi schemi ed idee, di forme originali di gestione che evitino l’omologazione con il resto del Paese. E compito della politica è essere in grado anche di trasformarsi per far sì che ciò accada. Nella scorsa legislatura in casa autonomista ci sono state diverse tensioni, si pensi a Ottobre, ai “puristi” di Corona, alla questione Rossi non candidato presidente. Oggi, anche a fronte di queste vicende, che partito è di-
ventato il Patt? Un Partito che, partendo dagli errori del passato, è diventato più consapevole e più determinato. Nella scorsa legislatura il governo a guida autonomista è riuscito a raggiungere grandi risultati, ma non sempre ciò è stato capito, anzi, in alcuni casi ha avuto grandi ripercussioni interne: per cercare di rappresentare tutti i Trentini e avendo la responsabilità politica di tenere assieme una coalizione, si è dovuto mediare con alcune delle battaglie storiche dell’autonomismo creando qualche malumore. Adesso, pur partendo da una posizione che ci colloca all’opposizione, abbiamo la possibilità di ripartire consapevoli che gli elettori trentini, nello scorso ottobre, hanno comunque premiato la coerenza e la serietà del PATT, consentendoci di raggiungere un risultato nel quale pochi credevano. È un’occasione che non va sprecata. Nel panorama politico attuale, a livello nazionale e provinciale, che prospettive hanno gli autonomisti, e che prospettive ha la nostra autonomia? La nostra Autonomia ha la possibilità di essere un modello di sviluppo per tutto il Paese: in un momento in cui si parla di autonomia anche per le regioni ordinarie, il Trentino deve essere un riferimento, la dimostrazione che, se si ha una cultura dell’autogover-
pato congresso di Pergine del 24 marzo, festeggiando così gli oltre dieci anni di militanza nel partito che fu di Pruner e di Tretter e che oggi si riorganizza per rafforzarsi dopo i risultati delle ultime elezioni provinciali che lo vedono all’opposizione. Ripartendo proprio da Marchiori e da un gruppo di giovani.
no, è possibile gestire alcune competenze molto meglio dello Stato. Bisogna far capire, però, che non tutte le autonomie possono essere uguali e che, soprattutto, l’autonomia non è un semplice passaggio di soldi dallo Stato agli enti locali. Autonomia è responsabilità di farsi carico dei problemi della popolazione ed avere gli strumenti per risolverli. Le risorse sono il passaggio successivo. Per quanto riguarda gli autonomisti, invece, hanno la prospettiva di essere gli unici in grado di garantire a questa terra speciale, una politica altrettanto speciale: non puo’ esserci autonomia, infatti, senza un partito autonomista forte e incisivo. Il compito degli autonomisti deve essere anche quello di portare avanti una sorta di battaglia culturale per far capire che in Trentino non ci si può omologare alla politica nazionale, che noi siamo parte di quel sistema, ma allo
stesso tempo dobbiamo essere diversi. Insomma, a mio avviso gli autonomisti hanno il compito di impegnarsi per far sì che la politica trentina sia davvero qualcosa di originale e di innovativo. Si può dire che con la Sua elezione a segretario un po’ si pensionano le famose “braghe de coram”? Penso che nel 2019, dopo anni di ricerche e di scritti di storia locale, possiamo togliere quelle che voi definite “braghe de coram” dall’ambito del folklore per inserirle a pieno titolo nella storia di questa terra. E lo dico da storico, ma anche da socio fondatore della compagnia schützen di Fiavè. Se però parliamo di politica, ritengo che, soprattutto in questo momento, sia fondamentale stare attenti a non dimenticare le proprie radici, ma anche a non cadere nel rischio del passatismo: la storia ci
può insegnare molto, ma se riusciamo a interpretarla in chiave moderna, per costruire il nostro futuro. Compito del Partito Autonomista è proprio questo: essere l’anello di congiunzione fra ciò che è stato e ciò che vogliamo essere. Se volessimo solo riportare in vita i bei tempi andati non faremmo un buon servizio né al Trentino, né alle nuove generazioni. Lei è giudicariese doc (di Saone): in questa legislatura provinciale le Giudicarie hanno avuto diversi eletti e rappresentanti in giunta. Come vede il futuro (politico) della nostra terra? È evidente che il Trentino dei prossimi anni passerà anche dalle decisioni delle Giudicarie, o meglio dei rappresentanti giudicariesi. Non è la prima volta che ciò accade, ma questa volta, forse, il peso specifico della nostra valle è ancora più alto perché i rappresentanti non sono solo a livello istituzionale, ma anche partitico. L’importante, a mio avviso, al di là delle singole scelte sarà quello di riuscire ad avere una visione unitaria e complessiva di questo territorio. O ci sarà la volontà di ragionare in termini di sviluppo d’insieme di ogni parte della Giudicarie, riuscendo a fare squadra e massa critica, oppure i rappresentanti non potranno fare molto. La nostra forza deve essere nel fare sistema e nello stare uniti, pur consapevoli delle differenze economiche e sociali che ci sono fra le varie parti di questa valle. Altrimenti vincerà il particolarismo e saremo superati dalle altre realtà trentine più unite e compatte nel “farsi valere”.
Attualità
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Pilastro dell’impegno sociale e politico giudicariese
Addio ad Anna Pironi Il lavoro. Iniziò all’Azienda Sanitaria, dove sarebbe rimasta fino alla pensione con vari incarichi, fra cui quello in Direzione sanitaria con il compito anche di responsabile ospedaliera della sicurezza, promuovendo corsi di aggiornamento. Si attivò per far decollare un corso sulle cure palliative, stoppato, perciò promosso privatamente. L’impegno civile. A fianco del marito si inserì nel tessuto sociale e del volontariato. Entrò nell’ANSPI oratoriale, contribuendo a promuovere numerose iniziative, fra cui la “StraTione”, la manifestazione podistica presa dalla sua Milano, e il “Canta Natale”. Entrò nel neonato Tribunale del malato (divenuto poi Cittadinanza Attiva) e fu socia attiva della Lega Tumori, oltre che dell’AGE (Associazione genitori). Partecipò al Gruppo Impegno Civico che dal 1990 al 2010 fu presente in Consiglio comunale: fino al 1993 in minoranza, poi parte
Dire che un lutto ha colpito la politica giudicariese è riduttivo. Anna Pironi, nata a Montichiari nel 1955, scomparsa dopo una malattia contro la quale ha combattuto come una leonessa (e lo diciamo senza retori-
della maggioranza con i sindaci Margherita Cogo (1993-1999) e Vincenzo Zubani (1999-2010). Per un mandato fu consigliere comunale, partecipando a moltissime iniziative: tra le tante la raccolta firme per la richiesta della creazione di un asilo nido a Tione, poi realizzato. Dal 2010 al 2015 fu compo-
nente dell’Assemblea della Comunità delle Giudicarie per il Partito Democratico; nel 2011 fu eletta presidente della Commissione Politiche sociali e sanità. E’ di questo periodo la partecipazione alla battaglia ambientale contro il progetto impiantistico/sciistico di Serodoli e per il punto nascite di Tione. Si
CAMPIONI del
ca) era sì appassionata di politica, ma è stata immersa nella società civile. Arrivò a Tione da Milano nel 1986; si trasferì con la figlioletta Veronica nel 1988, avendo conosciuto Renzo Parisi, che avrebbe sposato.
impegnò pure nella difesa del concetto di “Acqua bene pubblico” in occasione del referendum su questo tema. Nel 2015 rientrò in Consiglio comunale con il gruppo Tione/Saone Domani, riprendendo l’impegno, specie verso la difesa ambientale. Ispirò con altri la nascita del Comitato contro la realizzazione del
biodigestore nella Busa di Tione e nel 2018 propose l’iniziativa “Festival Trentino dell’Acqua”. Riuscì a costituire con il Consorzio Turistico Giudicarie centrali e con uno stuolo di enti il Comitato “Ec-qua”, con riferimento esplicito al patrimonio comune idrico. Fu lei ad organizzare in Ecofiera 2018 il convegno
con Luca Mercalli. Fu tra i fondatori del Circolo del PD della Zona di Tione e ne divenne segretaria; fu pure membro dell’assemblea provinciale del partito. Infaticabile fino all’ultimo, combatté la malattia con grande determinazione. Ogni giorno raggiungeva con mail e messaggi i conoscenti per proporre pensieri e rassegne stampa sui temi importanti. Ricco il florilegio di aggettivi degli amici: tenace e decisa, mai aggressiva e sempre incalzante nel dialogare, entusiasta verso le innovazioni e le nuove strade della politica ma ferma nei principi, capace di oltrepassare le delusioni. Dopo la sua morte la figlia trova un foglietto con una frase: “Ci continuano a dire che la politica è una cosa sporca e così ci traggono in inganno sì ché se ne occupino solo quelli che sporcano la politica. Impegniamoci a ridare dignità alla Politica”. Questa era Anna Pironi. (G.B.)
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Il Personaggio
MAGGIO 2019
Da allevatore ad Assessore regionale, passando per Sindaco di Roncone, Presidente del Comprensorio e del Bim del Chiese.
AdelinoAmistadi, da 75 anni mai domo di Giuliano Beltrami Quando ti chiedono di raccontare un personaggio dal biglietto da visita chilometrico hai l’imbarazzo della partenza. Da dove cominciamo? Già, perché Amistadi nelle Giudicarie le ha fatte tutte, proprio tutte: consigliere e presidente del Comprensorio, consigliere, assessore e sindaco di Roncone, consigliere e presidente del Bim del Chiese, consigliere provinciale, assessore regionale. E lasciamo ad un’altra parte il curriculum completo. In realtà alla politica arrivò dopo aver compiuto i trent’anni, nel 1975. Prima si era dedicato all’allevamento, oltre che all’insegnamento di applicazioni tecniche (allora si chiamava così) prima alla scuola media di Tione, poi a Pieve di Bono. L’allevamento. Non casuale in una comunità che ancora profumava di civiltà contadina. “Mi mandarono a San Michele - racconta - all’Istituto agrario. Quando terminai venne quasi automatico buttarsi nell’avventura della zootecnia. Siamo arrivati ad avere fino a mille vitelli: li comperavamo all’estero, li svezzavamo e li vendevamo in pianura per l’ingrasso”. Ci fu chi ironizzò quando a Lardaro nacque la prima stalla, progetto svedese, in legno. Qualcuno scrisse addirittura: “Più che una stalla sembra un night”. Alla lunga Adelino fece la scelta: meglio dedicarsi ai destini umani che a quelli animali. E partì l’avventura politica. I RUOLI ISTITUZIONALI. Erano altri tempi... Può sembrare una battuta, ma in effetti (parliamo degli anni Settanta) c’era ancora molto da costruire. “Esatto. Infatti, insieme a Stefano Serio, mettemmo in piedi la società sportiva di Roncone, che non c’era. C’era a Pieve di Bono, a Breguzzo, ma qui no”. Se volevi fare politica, o meglio, se volevi fare politica dalla parte del comando, esisteva un solo partito: la Democrazia Cristiana, che in Trentino aveva percentuali bulgare. “Sì - replica Adelino - ma a Roncone non mi volevano nel partito, perché figlio di liberale”. Allora? Lascialo dire a noi: grazie all’amicizia inossidabile con il professor Lino Salvaterra (il mitico “Do”, chiamato così per l’insegnamento di educazione musicale) Adelino ottenne la tessera del partito a Tione. Da qui ad entrare nelle stanze dei bottoni, però... Bisognava attendere
Passare indenne attraverso i trent’anni che hanno sconvolto la politica italiana: dalla prima alla seconda repubblica, dalla fine dei partiti storici, sostituiti dalle nuove forze, spesso raccogliticce, più spesso leader-dipendenti e fortemente legate ai personalismi. Questo è Adelino Amistadi, ronconese doc, che il 6 maggio compie 75 anni e ora fa il pensionato. Dire che scrive su questo giornale è un po’ riduttivo: lo ha voluto, prima per un capriccio o una rivalsa (ditela come volete), superare i dieci anni della Civetta, mensile di un’altra sponda politica; ora che si sta avvicinando ai vent’anni lo anima e vorrebbe che resistesse anche dopo di lui. Dopo... Adelino non è uno che molli facilmente. Lo usa per scaramanzia quel “dopo”. il proprio turno. Sulla poltrona più alta del Comprensorio sedeva Fiorindo Malfer, leader indiscusso, anche se non è mai riuscito ad andare a Trento, cosa che ad Adelino riuscì nel 2003, sull’orlo dei sessant’anni. “In effetti - racconta - diventai assessore comprensoriale nel 1980, e lo rimasi per dieci anni. Nel ’90 sarei stato eletto alla presidenza”. Si ricorda un congresso (l’ultimo della DC) infuocato, all’hotel Deville di Tione, quando di fatto venne dato il benservito al cavalier Fiorindo. Contemporaneamente, fra il 1985 ed il 1990, entrò in Consiglio comunale del suo paese, del quale sarebbe diventato sindaco fino al 2003, quando fece l’ingresso a Piazza Dante. “In realtà rammenta - ad avvicinarmi ai problemi del mio paese furono la presidenza della società sportiva e della Pro Loco, perché è lì che vedi i problemi e le cose da fare. Ma sicuramente i ruoli in Comprensorio sono stati una bella palestra. Allora il Comprensorio contava davvero: non a caso si sviluppava una forte dialettica politica, dialettica che oggi non c’è più”. Anche perché, obiettiamo, qualche fallimento si è avuto: l’urbanistica, per esempio, e il decentramento che stava alla base della nascita dei Comprensori prima e delle Comunità di Valle poi. Dal Comprensorio al Comune il salto non fu breve. “Vero - ricorda Adelino perché ero piuttosto osteggiato nel mio Comune. Poi, nel 1985, Costantini (allora sindaco all’ultimo mandato) volle che mi candidassi e mi volle in Giunta”. Spianando la strada per la poltrona di sindaco. Ma torniamo indietro un passo e parliamo delle istituzioni in generale. Erano tempi, quelli, in cui la Dc aveva la maggioranza assoluta e i giochi si facevano tutti dentro il partito. L’accusa che gli oppositori muovevano era di “sistema chiuso”, di “clientelismo”. Si drizza l’Adelino. “Guarda, io non ho mai, dico mai, preso un soldo o un favore.
Adelino Amistadi, il curriculum Sposato con quattro figli, diploma di perito agrario all’Istituto Tecnico di san Michele, allevatore ed insegnante in pensione. Incarichi amministrativi 1975-1980 consigliere comprensoriale 1980-1990 assessore comprensoriale 1985-1990 assessore comunale del comune di Roncone 1987 primo presidente del Consorzio di Miglioramento Fondiario di Roncone-Lardaro 1990-2003 Sindaco di Roncone 1990-1995 Presidente del Comprensorio 1990-1992 Presidente dell’USL delle Giudicarie 1985-1995 consigliere e vice presidente del BIM del Chiese 1995-2003 Presidente del BIM del Chiese 2000-2003 Fondatore e primo Presidente della Geas (Giudicaria Energia Acqua Servizi) dei Comuni giudicariesi 2003-2008 Consigliere Provinciale e fino al 2006 Assessore regionale agli Enti Locali Nel sociale Cofondatore del Centro Studi Judicaria Membro della Consulta provinciale dell’emigrazione per 15 anni e del consiglio direttivo della Trentini del mondo per 10 anni Presidente e collaboratore della Pro Loco di Roncone Presidente della Banda Sociale di Roncone Fondatore del Circolo Anziani di Roncone Fondatore e primo presidente della Soc. Sportiva di Roncone Fondatore e direttore di Radio TG8 dal 1976 al 1989 2002 Fondatore del Giornale delle Giudicarie 2009-2010 Autore di due libri sulla vita in montagna del dopoguerra 2006 Fondatore e primo presidente (oggi presidente ad honorem) dell’Associazione Ex Sindaci Trentini 2013 nominato dal presidente Giorgio Napolitano Cavaliere della Repubblica
Il Sindaco di Roncone Amistadi firma il documento ufficiale del gemellaggio con Chatte Quanto al sistema chiuso, nella mia Giunta comprensoriale ho tirato dentro persone come Roberto Bombarda, che avrebbe fatto il consigliere provinciale nei Verdi, Irma Riccadonna,
democristiana di sinistra come altri”. Sì, però, chi non era nel giro era tagliato fuori. Quanti tecnici ai tempi si iscrissero alla Dc... Erano i tempi pre Tangentopoli... “Particolarmente
turbolenti, ma bisogna sottolinearlo, noi non siamo mai stati toccati. E vi assicuro che la Magistratura e le forze dell’ordine erano molto attente. Per non parlare della stampa. C’erano
corrispondenti locali che ogni mattina capitavano nella sede del Comprensorio per dirmi: ‘Adesso arrivano!’. E io rispondevo: ho la coscienza a posto. Che vengano!”.
L’intervista
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Ma anche fondatore di Società Sportiva Roncone, Centro Studi Judicaria, Radio TG8 e Giornale delle Giudicarie
tra sociale, politica e informazione E vennero davvero. Adelino Amistadi ricorda quel mattino in cui il commissario Sartori e i suoi uomini arrivarono. “Ma non per arrestare me”. C’era paura? “Devo dire che avevo fatto per due anni il presidente dell’allora Usl. Portavano le carte da firmare con il carrello. Siccome si vedeva in tivù un giorno sì e l’altro anche l’arresto di qualche dirigente di Unità sanitarie locali, avevo preteso che insieme a me firmassero anche i segretari dell’Usl e del Comprensorio. Perciò ero abbastanza tranquillo. Diciamo abbastanza”. Diciamolo, erano tempi duri. Volavano denunce e avvisi di garanzia. Si dimise il sindaco di Tione. “Io ho chiamato i miei collaboratori e ho detto: abbiamo
fatto qualcosa? Io no. Se voi avete dei dubbi andiamo a casa tutti. Siamo rimasti”. Non tutti: Bombarda e Giulio Parolari abbandonarono. “Noi siamo rimasti. Abbiamo avuto un paio di processi, uno dei quali per la cena d’addio di Malfer. Siamo stati assolti con un richiamo a controllare le spese di rappresentanza. Oltre ad essere una palestra politica, il Comprensorio aveva ideali: decentramento ed avvicinamento delle istituzioni centrali alla gente. Ideali che si sono purtroppo afflosciati”. Dopo tanta tribolazione, Adelino Amistadi decide di abbandonare il Comprensorio per dedicarsi al Bim del Chiese, che avrebbe trasformato in un piccolo Comprensorio.
L’ESPERIENZA AL BIM DEL CHIESE. 1995. All’incarico di sindaco di Roncone, Amistadi aggiunge quello di presidente del Bim. Era atteso da anni cruciali: prima il Programma Leader Due, poi il Patto territoriale. “Con un obiettivo: modernizzare la valle sul piano strutturale, economico e culturale. Poi mi in-
teressava trasformare il Bim da bancomat cui attingere denaro a promotore di progetti di sviluppo”. Programma Leader: finanziamenti europei indirizzati allo sviluppo del turismo rurale. Ne parla con orgoglio l’allora presidente. “In Italia la percentuale dei finanziamenti europei andata a buon fine era molto bas-
sa. Noi abbiamo speso il 96% dei soldi a disposizione”. I soldi disponibili erano dieci miliardi di lire, che hanno permesso di finanziare opere per una ventina di miliardi. E il Patto territoriale? Per la serie “occasioni fortunate”, dopo il Leader, attorno all’anno Duemila, l’allora neo presidente della Provincia, Lorenzo Dellai, pensa ad un esperimento di sviluppo economico di zone svantaggiate: il Patto territoriale. Prime valli finanziate: Chiese e Cembra. “Basta entrare nei locali pubblici della valle per vedere gli interventi del Patto. Bar, ristoranti, ma anche e soprattutto aziende manifatturiere, con un obiettivo: creare occupazione. Lo abbiamo vo-
luto fortemente come continuazione del Leader, e siamo certi del risultato”. Movimentati 120 milioni di euro. “Prima di lasciare il Bim abbiamo finanziato a totale carico del Patto anche la ciclabile Bondo-Lardaro e il Bar al Miralago. La ciclabile era pensata per collegare il cimitero di Bondo con i Forti, simboli inequivocabili per le celebrazioni della Grande Guerra, purtroppo -si lamenta- si è aspettato troppo, così si sono dimezzati i finanziamenti e la pista s’è interrotta prima” IN COMUNE. “Sono arrivato dopo Battista Costantini, il che significava dover rincorrere un leader carismatico. Lui si era dedicato alle grandi opere. Una per tutte, la centrale idroelettrica. A quel punto io ho preferito lavorare per cambiare il volto al paese. Mancavano parcheggi, andava valorizzato il lago. In poco più di dieci anni abbiamo fatto investimenti per una ventina di miliardi di lire”. Ed elenca l’edificio scolastico, i parcheggi, la casa anziani, i marciapiedi sulla statale, la nuova biblioteca, la pavimentazione e l’illuminazione delle strade, la caserma dei Pompieri.... E le ca’ da mont? “Abbiamo portato strade, acqua e luce a tutte. Sono rimaste fuori solo quelle più marginali”. Questa delle case di montagna voleva essere una scommessa più grande. “Sì, perché la valle del Chiese ne ha quasi duemila. Mi sarebbe piaciuto che fossero utilizzate per uno sviluppo turistico.
Avevamo trovato pure la forma cooperativa, ma tutto è stato bloccato in Provincia”. E qui coglie l’occasione per lanciare una freccia velenosetta verso la Provincia che per l’ennesima volta “non crede al decentramento e non fa tutto ciò che potrebbe fare per sviluppare le valli”. PRIMO, COMUNICARE. 2002: nasce il Giornale delle Giudicarie. Imperativo categorico: “Creare uno strumento per dar voce ai giudicariesi, attraverso il dibattito a più voci”. Parola di Adelino. Ma la sua passione per l’informazione è molto più vecchia. Fine anni Settanta: nascono le “radio libere”. A Storo nasce GB1; a Saone “Don Valvola” lancia addirittura la sua televisione. A Tione i democristiani decidono di partire con TG8: informazione, musica e intrattenimento. Adelino ricorda le sue trasmissioni con Lino Salvaterra. “Ma non vivo solo di ricordi”, si smarca subito dall’idea di essere un semplice pensionato. “Mi guardo attorno con curiosità: guardo il mondo. Certo, qualche inquietudine ce l’ho, perché ho delle sensazioni. Ad esempio che sia diminuita la tensione degli amministratori locali verso la cosa pubblica e verso la nostra identità. Hanno certamente studiato più di noi, ma conoscono meno, o forse amano meno, il nostro territorio. Mettiamola così: noi eravamo animati da una gran passione che oggi faccio fatica a vedere”.
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Europa
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Unione europea nostra speranza di Paolo Magagnotti Il periodo di oltre settant’anni di pace di cui abbiamo goduto dopo due conflitti mondiali scoppiati nel cuore dell’Europa non è da solo garanzia di certezza di pace per il futuro. Troppo spesso oggi si considera la pace in Europa un dato acquisito, e si rimane probabilmente troppo indifferenti di fronte ad alcune democrazie che taluni velleitari paladini del primato nazionale rischiano di far scricchiolare. Personalmente sono un figlio della guerra, della quale ho solo un paio di vaghi ricordi, ma la certezza di difficoltà di vita dei primi anni postbellici. Forse, è anche per questo che ritengo necessario fare della pace un sentimento ed un impegno di ogni giorno e che mi preoccupo anche di fronte alle minime avvisaglie che la possono minacciare. Dobbiamo inoltre pensare che pace non è sinonimo di libertà; molti popoli d’Europa, pur essendo vissuti nella pace sono stati per lunghi anni, fino al crollo del comunismo, privi di libertà. Solo i sonnambuli possono non rendersi conto in Europa di fatti, che non sono solo vaghi segnali, minacciosi delle libertà democratiche; con un‘Italia dove precisi segnali non mancano. Pace nella libertà è, dunque, un sistema di vita
Molta, enormemente grande, è la posta in gioco nelle elezioni del Parlamento europeo del prossimo 26 maggio. I trentini, gli italiani e tutti gli altri cittadini dei Paesi dell’Unione europea sono chiamati ad una scelta di portata storica sul loro futuro. Vediamo già un presente minacciato da preoccupanti incertezze nel mezzo delle grandi
che vogliamo consolidare oggi è garantire per le future generazioni. Quella pace nella libertà di cui l’Unione europea è stata promotrice e garante, grazie alle visioni e alla determinazione di uomini coraggiosi lungimiranti, fra cui il nostro statista Alcide De Gasperi, che dopo il secondo conflitto mondiale hanno voluto e saputo imprimere una svolta alla storia d’Europa. Quella pace nella libertà sostenuta da una solidarietà che ci ha consentito una ripresa sociale ed economica ed un benessere che sarebbe ingiusto
e ingeneroso disconoscere. La libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi dei capitali all’interno dell’Unione europea costituiscono quattro libertà rese possibili dall’Unione europea; libertà che, lo si voglia ammettere o no, pur con tutti i limiti che possono esserci nelle decisioni umane, hanno reso migliori le condizioni di vita dei cittadini europei. È certamente da comprendere le difficoltà di varia natura che abbiamo oggi, ma nel far questo non dobbiamo dimenticare come eravamo e che cosa, grazie
trasformazioni epocali; incertezze che in futuro potrebbero diventare certezze di incontrollabili pericoli sociali ed economici e altri rischi per la sicurezza della pace e la tenuta dei nostri sistemi democratici se e alle elezioni europee dovessero prevalere quei sovrani che incarnano un irresponsabile, patologico nazionalismo.
al progetto di unità europea, abbiamo raggiunto. I nostri giovani possono muoversi liberamente, studiare compiere esperienze nei Paesi europeo; queste opportunità sono date dall’Unione europea, la quale non deve essere valutata solamente per rapporto ai soldi, ai molti soldi peraltro, concessi per questa o quell’opera, ma per le condizioni che ha creato nel consentire alle persone, individualmente o nelle aggregazioni sociali in cui si uniscono, di meglio sviluppare le proprie potenzialità.
Non dobbiamo credere alle molte bugie di sovranisti e nazionalisti che attribuiscono all’Europa, all’Unione europea responsabilità per errori o incapacità nel proprio Paese. Quando si dice, ad esempio, prima gli italiani, significa illudere i propri cittadini. Le migliori condizioni di vita per l’italiani, e per chiunque altro cittadino di ogni Paese europeo si realizzano all’interno di un quadro generale complessivo di politiche dell’Unione europea. E qui va peraltro detto che per raggiungere certi obiettivi e fare determinate cose nell’interesse dei cittadini europei l’Unione europea manca spesso dei poteri necessari perché gli Stati nazionali non hanno voluto conferirle. L’articolo 5 del trattato europeo di Lisbona del 2007, che rappresenta la base istituzionale sulla quale possono operare le sette Istituzioni dell’Unione europea, precisa che “l’Unione agisce esclusivamente nei limiti delle competenze che le sono attribuite dagli Stati membri…” e “qualsiasi competenza non attribuita
all’Unione nei trattati appartiene agli Stati membri”. Quando si dice, ad esempio, che l’Unione europea ha lasciato sola l’Italia nella questione dei migranti perché non ha voluto farne una distribuzione anche in altri Paesi, non si dice sempre la verità perché; l’Unione, pur avendo deciso l’assegnazione di quote per Stato, non ha il potere di far salire i migranti su di un treno e portarli in un determinato paese dell’Unione se il Governo di quel Paese non li vuole. E’ chiaro che con una vittoria, o una forte affermazione alle elezioni europee le forze sovraniste e nazionaliste cercherebbero di limitare ulteriormente i poteri dell’Unione europea, la quale sarebbe così posta nell’impossibilità di promuovere politiche di interesse generale per tutti i Paesi europei. Mi occupo di integrazione europea da oltre cinquant’anni, ho girato e ho avuto contatti, incontri e dibattiti in tutti i Paesi dell’Unione europea, e non ho mai avuto il minimo dubbio sul fatto che solo l’Unione europea possa essere la nostra speranza per dare il miglior futuro possibile a tutti gli europei.
EDITORIALE di Adelino Amistadi
L’Europa alle urne Continua dalla Prima Oggi oltre mezzo miliardo di europei vive in pace e in libertà: l’integrazione europea è il progetto di pace di maggior successo della storia mondiale. Mai nella storia vi è stato un così lungo periodo di pace che dura ormai da 70 anni. E questo in un mondo in cui, tutto intorno a noi, sono in corso una quarantina di conflitti armati che ogni anno fanno centinaia di migliaia di morti. Ma nel contempo l’Unione di tutti i Paesi europei è anche una garanzia di futuro e di progresso. Oggi nell’UE vivono oltre 500 milioni di persone, ovvero più della somma della popolazione di Stati Uniti e Giappone. Rappresentiamo l’8% della popolazione mondiale, nel 2050 saremo solo il 5%. Il mondo sta diventando sempre più grande e noi stiamo diventando sempre più piccoli. Le conseguenze sono l’invecchiamento della popolazione e una carenza di forza lavoro. Allo stesso tempo sta diminuendo l’im-
portanza dell’Europa dal punto di vista economico, militare e sociale. Dicono le previsioni che entro il 2050 nessun Paese europeo sarà più tra le sette principali economie mondiali. Ma l’Unione Europea, solo se sempre più unita e compatta, saprà tener testa alle classifiche e saprà far valere le proprie ragioni, altrimenti spariremo. In un mondo globalizzato, con le sue
numerose sfide, nessun Paese dell’UE è abbastanza grande da solo per farsi valere, soltanto l’Unione può farlo. Non c’è scampo. L’Unione Europea è dunque un grande conseguimento della storia, ma come ogni costruzione umana è fragile se non si è pronti a combattere per difenderla e farla progredire. L’Europa è infatti investita in pieno da una profonda crisi
che investe l’intero Occidente. Per quanto ci riguarda, l’incapacità di gestire i flussi migratori provenienti dalle aree a noi più vicine colpite da guerre e miseria ha messo in crisi l’idea di un’Europa società aperta ed accogliente. Per la prima volta dal dopoguerra c’è il pericolo di una involuzione democratica e la battaglia per la democrazia è la battaglia che deve rimettere in sesto l’intera Comunità. L’Obiettivo non è conservare l’Europa che c’è, ma rifondarla per riaffermare i valori originari in un mondo diverso rispetto a quello in cui siamo vissuti negli ultimi cinquant’anni. Concentriamoci quindi sull’appuntamento elettorale del 26 maggio ed affrontiamolo con serietà e consapevolezza. Purtroppo per il passato si sono usate le elezioni europee per sistemare i perdenti alle elezioni nazionali, oggi non deve essere più così: l’Europa è una grande realtà, ne abbiamo necessità se vogliamo sopravvivere alla globalizzazione
, dobbiamo prenderla sul serio e mandarci i nostri uomini migliori, in barba a chi per interesse elettorale rischia di mettere a repentaglio il nostro futuro e quello dei nostri figli. E prima di recarci alle urne per il nostro voto, nell’intimo delle nostre coscienze riandiamo alle motivazioni originarie che hanno spinto uomini del calibro di Alcide De Gasperi ad essere uno dei grandi fautori dell’Unione Europea. E chiediamoci perché dobbiamo sentirci europei senza se e senza ma: “Siamo europei e crediamo in una Europa patria di tutti, che rispetta e si fa rispettare da chi la abita e da chi arriva. Siamo europei e vogliamo una Europa più bella per le generazioni che la abitano e che la abiteranno, patria di grande umanità e progresso. Siamo Italiani e siamo Europei”. Il 26 maggio andiamo tutti a votare per un’Europa sempre più unita. Sempre più forte, sempre più nostra. Io Sono Europeo!
Attualità
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Il Saltaro delle Giudicarie
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E’ da un anno che la Lega e i 5 Stelle sono al governo ed è ora di bilancio. Lo fanno giornalmente gli opinionisti della Tv, i giornali, e tutti i marchingegni moderni legati al telefonino, che sono tutti di parte, a maggior ragione lo possono fare gli amici del bar della Maroca che, di certo, garantiscono bravura, competenza ed esperienza, equilibrio ed imparzialità. Il Maestro Geremia, il più loquace dei sodali, non si smentisce, apre con intelligenza centrando la situazione: “ Fossi un regista avrei un titolo alla grande per girare un film sulla politica italiana, lo intitolerei “Baruffa continua” con i due protagonisti Salvini Matteo, detto il Barbaro e Di Maio detto “giggino”. Il primo vice premier e ministro dell’interno, adora i giubbetti tipo militare a partire da quelli della polizia. Si dice, ma forse sono solo malignità, che a letto, per dormire, indossi la tuta mimetica per essere sempre e comunque pronto all’attacco. Il “giggino” è anche lui vice premier e ministro due volte, del Lavoro e dello Sviluppo, un po’ perché non ha mai lavorato in vita sua, se non come cameriere o roba del genere, e poi perché proviene dal Napoletano, zona tipica dello sviluppo del nostro Paese. Al ministero non lo vedono quasi mai, troppo indaffarato in altre piacevoli incombenze, ultimamente poi è sparito, anche perché s’è scoperto innamorato. Tanto di rispetto! A far da paciere c’è il presidente Conte che quando parla in Parlamento, parla al deserto, quel che dice non interessa a nessuno, e, poverino, s’è anche presa un’offesa non da poco, quella di essere il “burattino” manovrato da quelli della “Baruffa continua”. Negli ambienti economici il presidente Conte viene chiamato anche il “bellissimo”. Non perchè sia particolarmente bello, oddio, anche se sempre addobbato come un “figo” televisivo, ma perchè nel bel mezzo della crisi che sta vivendo l’Italia, un po’ per nascondere i veri guai e il disastro economico a cui andremo incontro, lui imperterrito affermava che il 2019 sarà un anno “bellissimo”. Tutti ottimi protagonisti che si spartiscono gli affari e i
“Baruffa continua” Al maestro Geremia piace osservare il mondo. Uomo all’antica, gran lavoratore, ormai relegato sul divano mattina e sera, salvo qualche scappatella all’osteria della Maroca ove ritrova i vecchi amici e gli antichi sapori. Ma dopo le feste pasquali s’è trasferito anima e corpo presso l’osteria più antica del paese per qualche giorno. Dopo l’abbuffata pasquale a base di polenta, crauti e salamelle, a pranzo e cena, sentiva la necessità di una lavanda gastrica efficace per stasare l’impianto digerente e ritornare alla normalità. Ma non era il solo con simili esigenze, l’aspettavano da tem-
privilegi governativi, in continua campagna elettorale, e chissene frega! Vorrebbe godere di fama e privilegi
anche un altro interprete della nostra politica attuale, il ministro Tria, ma a Tria non tocca niente. Anzi no, a
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po l’Abele, rompiballe, l’Archimede, il saggio, con l’Osvaldo Caccola e il sindaco Filippo, tutti più o meno otturati dalle intemperanze del giorno di Pasqua, giorno santo della Resurrezione, spesso ridotto a giorno dell’ingordigia, della voracità e della cupidigia. D’altronde dopo quaranta giorni di quaresimale probità e sobrietà, un temporaneo eccesso è più che giustificato. Al consueto tavolo, ai soliti posti, con la Maroca che caracollava a destra e a manca per mostrare la sua avvenenza, aspettando laute ordinazioni, l’argomento come al solita è la politica.
lui toccano i guai. È su di lui che scaricano la loro rabbia i due protagonisti quando si rifiuta di leccar loro i piedi, un po’ come è ovvio, perché puzzano, un po’ perché è sua la responsabilità di impedire d’andare a fondo: è l’unico che di economia se ne intende. Nel cast della “Baruffa continua” non è secondo a nessuno il ministro Toninelli che ha scoperto il “buco nella montagna “ della Tav che non s’ha da fare. Orpo che genio! Gran bel film, ci sarebbe da ridere per giornate intere”. Attoniti, per quel poco che han capito, gli amici in ascolto, sono commossi, neanche dalla televisione hanno avuto una così preciso chiarimento della situazione politica italiana. I loro digestori cominciano a
dare segni di stasamento. Ne è consapevole lo stesso maestro Geremia, persone come lui ormai sono rare, tenetele da conto! Il sindaco Filippo dice la sua con convinzione: “ Talvolta, vedendo i due protagonisti all’opera, sembrerebbe essere uno, Salvini, leader della maggioranza e Di Maio, leader dell’opposizione. Tante se ne dicono, tante se ne fanno. Quando uno dice una cosa, l’altro la critica o si oppone e viceversa. Eppure stanno insieme. “E’ grave che la Lega minacci la crisi...” accusa Di Maio, che teme che Salvini ritorni con Berlusconi, “La crisi di governo è solo nella testa di Di Maio…” gli risponde il leader leghista, che invece teme che i 5Stelle stiano tramando con con quel che
resta del Partito Democratico. E il presidente Conte ne vien fuori come sempre offuscato. Tra i due litiganti, lui di certo non gode. Anzi, fra i due litiganti lui sparisce”. Come in un matrimonio che traballa, ma in cui i coniugi capiscono che il divorzio sarebbe poco conveniente (almeno fino alle elezioni del 26 maggio), entrambi denunciano scappatelle con più attraenti amori a destra e a sinistra. Continua la “Baruffa”, ma duri ai posti, non c’è alternativa. “Comunque a me Salvini piace, ha le palle, è uno di noi, sa quello che fa...” interviene l’Osvaldo Caccola. L’Archimede è d’accordo, secondo lui Salvini è un discendente diretto dei barbari Unni al seguito di Attila, stessa grinta, stesso volume, da lì ha ereditato le sue migliori doti: la forza, la tenacia, la concretezza, ma anche il cinismo e la freddezza nell’agire che gli sono riconosciute. Il Di Maio, seppur con qualche dubbio, dev’essere frutto di un incontro al buio di chiara provenienza arabo- africana di molti secoli fa. Lo attestano la sua indole anguillosa, inaffidabile, arruffona, e l’esasperato formalismo. Vatti a fidare! E’ il classico “fighetto”, bellino, carino, sorridente, pronto a ficcartelo nel di di...per la fortuna del suo movimento”. Sincero come sempre l’Archimede mette a fuoco un Di Maio diverso da quel che appare. Questa è la situazione del nostro povero Paese, la politica ancora una volta ci delude. Che fare? Non c’è scelta, pregare che il buon Dio e tutti santi Protettori prendano al più presto provvedimenti, ma non illudiamoci, hanno altri problemi per il mondo, con i cristiani che vengono trucidati ovunque senza pietà. E allora, l’unica alternativa è quella suggerita da Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania: “Se mi chiedessero qual è la cosa più urgente da fare in Italia, oggi risponderei la riapertura dei manicomi, subito. C’è estrema urgenza di ospitare tante persone….” Una volta tanto De Luca la dice giusta. D’improvviso lo scaricamento corporeo rumoreggia senza creanza. Tutti fuori, d’urgenza, a cercare angoli ospitali e riservati. Evviva la politica, evviva la Pasqua!|
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Dal disegno alla realizzazione, dall’idea alla progettazione
Edilmarmi Salvaterra 50 anni di competenza nella lavorazione di pietre, marmi e graniti L’area principale di attività riguarda la lavorazione delle pietre e dei graniti per la realizzazione di monumenti di arte funeraria e solo, per una piccola percentuale, le lavorazioni per l’edilizia. Lo sviluppo di nuove competenze, l’ampliamento delle attività e del mercato spingono Giuseppe e i figli ad acquistare un terreno con l’obiettivo di costruire un nuovo capannone all’interno del quale poter installare macchinari e strumentazioni in grado di affiancarli in nuove lavorazioni e nuove produzioni. A partire dal 1975 Edilmarmi Salvaterra si sposta nel nuovo laboratorio al Basso Arnò, sempre a Tione, e a partire dalla metà degli anni ’70 inizia a specializzarsi sempre più nelle lavorazioni per l’edilizia. La continua evoluzione dell’impresa spinge l’azienda a ricercare nuovi materiali. Negli anni ’80 il principale
Edilmarmi Salvaterra nasce nel 1969 a Tione grazie alla volontà di Giuseppe Salvaterra, padre e nonno degli attuali soci. Un’impresa la cui attività è facilmente intuibile dal nome: lavorazione di pietre, marmi e graniti. mercato per la fornitura di pietre e graniti è Carrara. E’ in questi anni che Ettore inizia la ricerca di nuovi materiali e nuovi mercati dove potersi rifornire. Dopo numerosi viaggi in Europa e soprattutto in Spagna, l’India diviene una delle principali mete. L’India non offre solo materiali di ottima qualità ma anche una maggiore varietà di finiture e cromie. A partire dalla metà degli anni ’80 i legami con i partner indiani diventano sempre più solidi instaurandosi un vero e proprio rapporto di partnership che impegna Ettore e l’Edilmarmi più volte all’anno. Gli anni passano e l’impresa cresce, quella che era nata
EDILMARMI SALVATERRA Specializzata da 50 anni nella lavorazione di pietre, graniti e ceramiche. www.edilmarmisalvaterra.com Località Spine, 13 38079 – Borgo Lares (TN) 0465 321811
come Edilmarmi di Giuseppe Salvaterra fa spazio al nome dei figli.
Ad un anno di attività entrano in società i figli, Gianantonio e Ettore, diventando così Edilmarmi di Giuseppe Salvaterra e figli. Un’impresa di piccole dimensioni che ha la sua prima sede in via Durone all’interno di un piccolo capannone in affitto.
Negli anni ’90 si affiancano a Gianantonio e Ettore i figli, nipoti di Giuseppe. Entrano
in azienda Roberto, Mauro e Stefano portando con loro freschezza e novità. Dal 2000 si introducono le lavorazioni di altri materiali quali silicio e quarzo, al fine di espandere la produzione che oggi, oltre ai settori edile e di arte funeraria, comprende la realizzazione di piani cucina, top da bagno, scale, lavelli in massello o in pietra naturale. L’evolversi delle attività e delle produzioni portano ad una nuova trasformazione, nel 2007 viene costruito l’attuale capannone produttivo dotato di un nuovo laboratorio attrezzato con moderni macchinari di taglio e fresatura, macchinari a controllo numerico a 5
assi, nuovi uffici e un nuovo showroom. Con quest’ultimo ampliamento si amplia anche la gamma di prodotti introducendo la produzione di portali, bancali e contorno finestre con lavorazioni su misura. L’entrata in azienda di Roberto, Mauro e Stefano ha permesso all’azienda di evolvere le proprie specializzazioni vantando però 50 anni di esperienza. La ricerca continua di materiali e nuove tecnologie permette di elencare un’ampia gamma di prodotti per l’edilizia e l’arredamento che vengono seguiti in tutti i passaggi, dalla progettazione alla messa in opera: pavimenti e scale in marmo, granito e travertino, rivestimenti in pietra per esterni, rivestimenti per caminetti, piani per cucine, top per bagni, arredi per negozi e abitazioni, realizzazione di monumenti e arte funeraria.
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Attualità
MAGGIO 2019
Gabriele Beschi ha raccolto in tre volumi tutti gli articoli di Mario Antolini sul primo conflitto mondiale
Il Giornale delle Giudicarie entra a scuola All’Istituto del Chiese un emozionante incontro fra generazioni
Così, dall’unione formidabile di questo vecchio e di questo bambino di gucciniana poesia, si è arrivati ad un’aula piena di ragazzini - gli studenti di tutte le classi terze dell’istituto - ad ascoltare con una curiosità ammaliata le parole di un quasi centenario che era in Giappone quando la bomba atomica venne sganciata, ha visto Mussolini quando è venuto in visita a Tione, ha insegnato per metà della sua vita sempre scrivendo come corrispondente per i giornali locali. Roba che sulla carta di interessante per i Millennials non lo è poi così tanto. E invece. E invece un’ora di silenzio e attenzione, diverse domande e la sensazione che qualcosa di unicamente umano come il condividere passione, ammirazione ed emozioni stava accadendo, qualcosa che il mondo digitale nel quale oggi si passa tutti un sacco di tempo non riuscirà mai a replicare. «Prima di qualsiasi cosa vorrei dire semplicemente grazie – ha esordito
In una giornata di acqua torrenziale il Giornale delle Giudicarie è entrato a scuola. Un mezzo miracolo, va detto, vedere ragazzi così giovani che si informano con la carta stampata, sarà da qui che è venuta giù tutta quell’acqua. Il merito va tutto al 98enne Mario Antolini Muson e al 13enne Gabriele Beschi: il primo ha tenuto una fedele Gabriele, 13 anni e un portamento da giovane adulto che farebbe invida a ragazzi ben più grandi di lui - In primis al dott. Mario Antolini Muson che oggi mi, e credo ci, ha
onorati con la sua presenza. Mi rivolgo a lei esprimendole tutta la mia stima e la mia ammirazione verso di lei, i suoi articoli sulla Grande Guerra mi hanno appassionato ancor
e documentata cronistoria, mese per mese, della Prima Guerra Mondiale nel mondo e nelle nostre piccole vallate durante tutto il periodo delle commemorazioni per il centenario dalla fine del conflitto, il secondo ha pazientemente ritagliato tutti questi articoli e li ha raccolti in tre volumi perché la storia è la sua passione. di più su quest’argomento che tocca da così vicino la nostra terra e se vogliamo anche il nostro vivere. Quindi grazie a lei, grazie di essere qui, e grazie soprattutto del suo lavoro al fine di produrre tutti gli articoli rievocativi del centenario della Grande Guerra. Il secondo grazie, ma non in ordine di importanza, va al
Dirigente Scolastico Fabrizio Pizzini, che ha permesso tutto ciò grazie alla lettera che ha scritto alla redazione per segnalare al dott. Antolini il mio lavoro. Grazie anche alla mia insegnante di storia la prof. Francesca Bazzani. Il merito della mia passione per la Storia è tutto suo: infatti alle elementari io detestavo storia mi
annoiava e non volevo mai andare…ma da quando sono andato alle medie la storia è letteralmente cambiata, è più interessante, fresca e nuova. La prof. me la proponeva in modo diverso dal solito e questo è stato sufficiente per accendere la mia grande curiosità». Le insegnanti, il dirigente scolastico Pizzini, i ragazzi, hanno accolto la visita del nostro Mario Antolini come un regalo, e un regalo è per noi del GdG quello di Gabriele e del suo interesse per le nostre pagine. Grazie Gabriele, ad maiora. Denise Rocca
Il 10 maggio don Marcello Farina e il professor Pombeni a Santa Croce
Un giorno dedicato a don Lorenzo Guetti Il primo a prendere la parola sarà don Marcello Farina, filosofo, membro del Comitato scientifico della Fondazione e autore del più completo profilo biografico dedicato al sacerdote giudicariese, “E per un uomo la terra. Lorenzo Guetti, curato di campagna”. Un volume, edito dalla casa editrice Il Margine a fine 2011, che ha avuto nel corso degli anni numerose ristampe e i cui diritti d’autore sono stati recentemente acquisiti dalla Fondazione Guetti nata nel 2012. La seconda relazione sarà affidata a Paolo Pombeni, professore emerito dell’Università di Bologna, docente di storia contemporanea, editorialista politico del settimanale diocesano “Vita trentina”, a lungo direttore dell’Istituto Storico Italo-Germanico presso la Fondazione Bruno Kessler e nel 2017 nominato membro della Consulta per la riforma dello Statuto speciale di Autonomia del Trentino Alto Adige/ Südtirol. La Fondazione ha inteso- precisa il presidente Fabio Be-
“Don Lorenzo Guetti e la lotta per l’autonomia trentina”: è questo il titolo scelto per la quarta edizione della Giornata don Guetti. Un evento ideato e promosso dalla Fondazione don Lorenzo Guetti che, quest’anno, avrà luogo venerdì 10 maggio 2019 alle 20:30 al Centro Pastorale della Parrocchia di Santa Croce del Bleggio, cui farà seguito un piccolo rasi- offrire “un contributo di natura squisitamente politico a due settimane dall’appuntamento elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo. Un richiamo alle urne, quello di don Guetti - uomo politico, deputato della Dieta di Innsbruck e al Parlamento di Vienna, uno dei più convinti sostenitori dell’autonomia trentina- che mantiene tutta la sua attualità, specie in un tempo in cui la politica subisce una decrescita di attenzione (e di reputazione) e il fenomeno dell’astensionismo diventa sempre più dilagante impoverendo il confronto politico”. Come è noto, Lorenzo Guetti era fortemente impegnato nell’opera di alfabetizzazione democratica della sua gente: egli era infatti elemento di punta di una
nutrita schiera di preti sociali che ritenevano decisivo per il rinascimento del Trentino l’impegno diretto dei cittadini in politica in vista dell’auto-governo. “La promozione umana del popolo passava anche attraverso la partecipazione attiva alla vita politica, allo stesso modo e con la stessa intensità con cui si
rinfresco e un momento conviviale. Dopo l’introduzione del presidente Fabio Berasi e gli interventi di Mario Tonina, Vicepresidente della Giunta della Provincia di Trento e Assessore alla Cooperazione e di Marina Mattarei, presidente della Federazione Trentina della Cooperazione, al pubblico saranno proposte le riflessioni di due autorevoli studiosi.
costruivano gli strumenti per l’emancipazione economica e sociale dalla miseria”, annota Marcello Farina. Durante l’incontro Paolo Pombeni presenterà un importante documento di don Lorenzo Guetti, che la Fondazione ha da poco ripubblicato nella nuova collana Rusticus (uno dei tanti pseudonomi con
cui Guetti si firmava sulla stampa locale) a cura di Giorgio Corradi e Michele Dorigatti. “Due chiacchere dopo le elezioni” è un breve ma efficace scritto in forma di dialogo. Un dialogo che si svolge tra un curato di campagna e il suo compare Antonio. Come si legge dall’introduzione dello storico Pombeni, che impreziosisce il testo, “don Lorenzo Guetti, proveniente da una famiglia contadina relativamente povera, si era ben presto distinto come un membro di quel clero che guardava al dovere di guida delle proprie comunità oltre la pura funzione del notabile locale, facile da esplicarsi perché il sistema asburgico assegnava ai sacerdoti in cura d’anime anche compiti di tipo burocratico-funzionariale. Proprio
la sua estrazione familiare contadina lo aveva convinto della necessità di operare per una educazione che consentisse alle componenti rurali di gestire con più efficacia il proprio lavoro e la loro vita sociale…lo scritto di don Guetti offre testimonianza dello sviluppo della vita trentina in un momento in cui il problema della partecipazione politica irrompe in maniera significativa sulla scena pubblica”. L’autonomia, al pari della cooperazione, fu uno dei principali cavalli di battaglia di don Lorenzo Guetti che citava: “Considero l’autonomia del nostro paese come il capo saldo dei suoi interessi e della sua vita politica, come l’unico mezzo efficace per risollevarlo dall’accasciamento in cui giace, per sviluppare le latenti sue risorse, risanare la piaga che minaccia cancrena, de’ nostri comuni. Conseguentemente io la voglio, come qualunque buon patriotta, e la voglio vera, reale, corrispondente ai suoi bisogni, che non sono né piccoli né pochi”.
Economia
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Bilancio, chiude bene la Giudicarie Valsabbia Paganella Un anno molto positivo per la Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella, caratterizzato da una crescita di tutti gli indicatori economici e finanziari e da un utile importante. “Viene confermato il trend positivo dei risultati commerciali” precisa il Direttore Donati “con la La Cassa opera complessivamente con 25 sportelli distribuiti su un asse di 130 km che si estende da Villanuova sul Clisi a Fai della Paganella. Nelle Giudicarie è presente con 10 filiali di cui 3 (Roncone, Tione e Saone) aggiunte nel 2018 in seguito alla fusione con la Cassa Rurale di Saone. Il numero di clienti è passato dai 27.562 del 31.12.2017 ai 30.895 del 31.12.2018 con una costante crescita di tutti i comparti. Il direttore Donati evidenzia inoltre come il credito deteriorato sia tornato ai livelli precrisi: al 31.12.2018 il credito deteriorato netto è pari al 5,49% degli impieghi, risultato che deriva dalla riduzione di nuovo credito deteriorato, da una gestione efficace del credito deteriorato in essere e dalla cessione di alcune partite ritenute non gesti-
bili. In crescita anche gli indicatori patrimoniali: il CET1 ratio è infatti passa-
raccolta complessiva in crescita del 4%, per un totale di 1.159.203.000 euro; un aumento della raccolta diretta pari al 2,8% e della raccolta indiretta pari a 6,7% ed un incremento degli impieghi vivi del 2,1% per un totale di 13 milioni di euro”.
to dal 14,37% del 2017 al 14,82% del 2018, dato che conferma la solidità patrimoniale della Cassa.
“Il bilancio 2018 si chiude con un utile molto importante pari a 3.031.832 euro”, commenta il Presidente Armanini “utile che risulta essere il più elevato degli ultimi 10 anni, risultato di un impegnativo lavoro affrontato in questi anni ma anche segno di come l’economia dei nostri territori stia evolvendo in positivo”. La Cassa Rurale dal 1^ gennaio fa parte del nuovo Gruppo Bancario di Cassa Centrale Banca: riconoscimento positivo anche da parte della Capogruppo che nella valutazione del modello di business la posiziona in Classe 1, ovvero la classe migliore. Il Bilancio è stato portato all’ approvazione dell’Assemblea dei soci che si è svolta lo scorso 3 maggio in videoconferenza tra le due sedi di Darzo ed Andalo.
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InPrendi, 15mila euro per 3 progetti di Start Up Sono 16 i giovani giudicariesi che hanno manifestato interesse per la seconda edizione di InPrendi, l’iniziativa promossa e sostenuta dalla Comunità di Valle e dalle 4 Casse Rurali delle Giudicarie. InPrendi è un’iniziativa pensata per i giovani, di età compresa tra i 18 d i 35 anni, che hanno intenzione di sviluppare un’iniziativa imprenditoriale nel territorio delle Valli Giudicarie. Lo scorso 13 aprile, gli iscritti si sono ritrovati a Tione, nella sede della Comunità di Valle, per il primo dei 6 incontri formativi finalizzati a fornire loro le conoscenze necessarie per la redazione di un Business Plan, che verrà poi presentato in seno al concorso di idee. Dalla metà di maggio si darà avvio alla seconda fase del percorso: dal 15 maggio al 14 giugno sarà infatti possibile inviare la propria candidatura per partecipare al concorso di idee, volto a selezionare le 3 migliori iniziative imprenditoriali. Tale opportunità è rivolta a tutti i giovani imprenditori e quindi anche a coloro che non hanno partecipato al ciclo formativo, purchè rispondenti ai criteri del bando. I vincitori della selezione potranno usufruire di un contributo a fondo perduto di € 5.000 ; un percorso di accompagnamento svolto dai professionisti di Impact Hub Trentino della durata di 6 mesi; un finanziamento per un massimo di € 10.000 a tasso zero da parte della Cassa Rurale di riferimento. Tutte le informazioni ed il bando sono disponibili sul sito della Comunità e delle Casse Rurali sostenitrici del progetto.
Sull’ultimo bilancio due milioni e mezzo distribuiti ai produttori
Agri90, investimenti per 800mila euro Veniamo alla produzione, partendo dai piccoli frutti. Le fragole sono passate da 1.800 a 2.150 quintali; i lamponi sono quasi raddoppiati, passando da 28 a 52 quintali. Le more non si tirano indietro, crescendo da 42 a 58 quintali. L’incremento più significativo è dei mirtilli, cresciuti da 16 a 39 quintali. Venendo a quello che Giovanelli definisce a buona ragione “il principe del territorio”, il granoturco, la produzione 2018 si è attestata a 14.500 quintali. L’avreste detto trent’anni fa, quando la Cooperativa partì e la produzione del granoturco era crollata a
Cooperativa in salute e con prospettive di crescita. Questo il resoconto di Vigilio Giovanelli, presidente di Agri 90 di Storo, più conosciuta come la Cooperativa della farina gialla. Il bilancio, presentato in marzo ad un’assemblea particolarmente partecipata. Utile di eser-
cizio in aumento vicino al 50%: balza infatti dai 224.496 euro del 2017 a 325.812 euro del 2018. Valore della produzione: sale da 3 milioni 683.000 a 4 milioni 164.000 euro. Ai produttori la Cooperativa distribuisce due milioni e mezzo di euro. 300 quintali? Oggi, dopo trent’anni, si vuole andare oltre. A sentire il presidente, la Cooperativa “ha l’intenzione di costituire nella nostra valle il polo cerealicolo del Trentino”. Tradotto, da tre anni a Storo, nella logica della rotazione, si è messo (bisognerebbe dire rimesso, perché in anni lontani la coltivazione era viva) il frumento, che nel 2018 ha fatto registrare una produzione più che doppia rispet-
to all’anno precedente, passando da 460 a 968 quintali. Nella relazione al bilancio si legge che “bisognerà pensare ad un aumento della superficie coltivata, così da arrivare a toccare quota duemila quintali”. Infine nella produzione della Cooperativa entra per la prima volta il grano saraceno: un esperimento condotto insieme ai consulenti della Fondazione Mach per una piccola quantità di 87 quintali.
Ora per il frumento si pensa all’acquisto di un mulino a pietra: infatti non può essere macinato con il granoturco, che è privo di glutine. In vista, dunque, investimenti per 800.000 euro, perché il capannone attuale va ampliato. È un passo che può essere fatto, visto lo stato di salute della Cooperativa, come asserisce Vigilio Giovanelli, il quale si definisce orgoglioso perché “la Cooperativa ha ridato dignità agli agricoltori della valle e valore alla nostra campagna. L’importante è non fermarsi”. Vuoi dargli torto? (G. B.)
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Territorio
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Nessuna lista di opposizione per le prossime elezioni amministrative
Tione, Eugenio Antolini è già virtualmente sindaco Unica incertezza, la percentuale dei votanti Saranno quindi ancora “Punto su Tione” e “Insieme per Tione”, al netto dell’eventualità che si presenti alle urne meno del 50 per cento dei votanti, a governare la borgata da oltre 3.600 abitanti per i prossimi cinque anni. Era nell’aria che non ci sarebbero state altre proposte, ci si aspettava qualche simbolo di partito almeno a ravvivare il dibattito cittadino ma non è arrivato nemmeno quello. Il candidato sindaco è l’attuale reggente Eugenio Antolini - che fa le veci di sindaco dalle dimissioni di Mattia Gottardi, oggi assessore provinciale - e avrà la strada spianata: l’unica variabile che si pone fra lui e cinque anni di governo della cittadina è, come detto, il raggiungimento del quorum per rendere la votazione valida. Guardando alle due liste, c’è tanta continuità con qualche nuovo innesto. Per “Punto su Tione” si ripresentano tutti gli asses-
di Denise Rocca
A
nche Tione è vittima, come tanti altri comuni anche popolosi delle Giudicarie, del disinteresse verso la politica e la cosa pubblica che caratterizza questi anni: al termine per la presen-
sori attualmente in carica - ovvero Roberto Zamboni, Mirella Girardini e Romina Parolari - e compare qualche giovane come il ven-
Potenza dei tempi che cambiano. Negli ultimi anni le Casse Rurali giudicariesi erano sei. Fino a trent’anni fa erano addirittura molte di più. Oggi (o meglio, dal primo luglio 2019) saranno solo due. E non perché qualcuna chiuda, ma per fusioni. Una sola ha chiuso negli ultimi vent’anni: è la Cassa Rurale di Storo, che ha vissuto la sventura del crac. L’anno scorso la fusione è toccata alla Cassa più grossa (Giudicarie Valsabbia Paganella) ed alla più piccola (Saone), che con la loro fusione hanno di fatto coperto tutto il territorio delle Giudicarie. La loro consorella con sede e sportelli là dove il fondatore della cooperazione aveva culla e ha sepolcro si è auto annientata, almeno come partita iva. La Don Lorenzo Guetti, delle Esteriori, ha deciso di farsi incorporare dalla potente Cassa dell’Alto Garda, rinunciando a qualsiasi forma di fusione con le giudicariesi. Qualsiasi non è vero. Il presidente Sandro Bella lo aveva dichiarato: “Se si fa la fusione a sei noi ci stiamo, altrimenti liberi tutti”. Siccome la fusione a sei, almeno nell’anno di grazia 2017, era impossibile, allora liberi tutti, e via verso il Garda.
tenne Federico Nicolussi e la ventinovenne Sara Zago. Si ritrovano Mariaelena Cornella, Nicola Rossaro, Michele Masè che aveva-
tazione dei candidati per le ormai prossime elezioni amministrative solo due erano le liste registrate, entrambe dei gruppi che sostengono la maggioranza uscente.
no partecipato anche alla tornata elettorale del 2015, e anche Daniele Bertaso che fu uno dei campioni di preferenze ma si dimise da
subito da consigliere per diventare presidente dell’Azienda municipalizzata di Tione. Oggi Bertaso ha dato le dimissioni da quel ruolo per potersi presentare alle prossime elezioni e al suo posto è stato nominato il suo vice Matteo Ventura. Per “Insieme per Tione”, che è la lista madre di Eugenio Antolini, si ricandida l’assessore Mario Failoni e ritroviamo due degli assessori della prima giunta Gottardi del 2010, ovvero Francesco Salvaterra e Luca Scalfi, quest’ultimo oggi presidente di Giudicarie Gas. I due nomi più giovani sono quelli di Gianmarco Fioroni e Mirko Sforza. Nella lista coordinata da Mario Failoni ci sono anchel’ex Presidente della Scuola dell’infanzia di Tione Maria Rita Alterio, il presidente della Sat
di Tione Ferruccio Salvaterra, il vicepresidente del Bim del Sarca Alberto Armani e la vicepresidente di Geas Manuela Ferrari. Le due liste complete. “Punto su Tione”: Roberto Zamboni, Mirella Girardini, Romina Parolari, Roberto Stefani, Daniele Bertaso, Federica Carnessali, Luca Tomasi, Sara Zago, Paola Cadenelli, Manuella Minni, Maurizio Ferraboschi, Nicola Rossaro, Federico Nicolussi, Marco Bugna, Mariaelena Cornella, Mattia Pederzolli, Michele Masè, Omar Cappello. Si candidano con “Insieme per Tione” Maria Rita Alterio, Alberto Armani, Alberto Cova, Nicola Belmonte, Antonella Di Marino, Luca Dorna, Mario Failoni, Manuela Ferrari, Gianmarco Fioroni, Manuela Foti, Elena Molinari, Marco Perottino, Ferruccio Salvaterra, Francesco Salvaterra, Karjn Santoni, Luca Scalfi, Mirko Sforza e Mario Valentini.
A fine maggio il voto dei soci in assemblea, se va tutto bene a luglio sarà realtà
Nasce la Rurale Adamello Fusione delle Casse Adamello Brenta, Val Rendena e Pinzolo
Rimanevano tre Casse a sé stanti: Adamello Brenta, Val Rendena e Pinzolo, che hanno cominciato a parlarsi, sia pure con qualche fatica. Vanno considerati alcuni
fattori. Primo: Adamello Brenta (frutto di parecchie fusioni, prima Tione-Ragoli Montagne, poi con Alto Chiese, a sua volta figlia della fusione fra Bersone e
Roncone-Bondo-Breguzzo, infine con Condino) veniva da anni faticosi: il 31 dicembre 2017 era una delle sei banche di credito cooperativo italiane in profondo rosso. Secondo: i rapporti fra Pinzolo e Val Rendena non erano idilliaci, complice il dominio. Quando Strembo e Spiazzo si fusero il presidente della nuova realtà chiamò il presidente di Pinzolo per chiedergli se non avesse nulla in contrario all’uso del nome Val Rendena nel dominio. Alla risposta negativa il direttore della nuova Cassa chiese il dominio, scoprendo che era già stato chiesto da Pinzolo. Facile immaginare il disappunto. Comunque sia, ora tutto è tornato a posto. A fine maggio si
svolgeranno le Assemblee delle tre Casse che daranno vita alla Adamello. Alcuni elementi sembrano già chiariti: sede a Tione, presidente di Pinzolo (Roberto Simoni), direttore dell’Adamello Brenta (Marco Mariotti) e vicedirettori gli altri due. Quanto ai numeri, i soci saranno 8.997, i dipendenti 103, gli sportelli 19 (si può dire dall’Adamello al Garda, visto che la Cassa eredita gli sportelli di Salò che furono della Cassa di Condino). Infine la patrimonializzazione: le Casse rendenere portano in dote proprio un bel patrimonio, che spinge l’indice di solidità (Cet 1) a superare ampiamente il 16%.
Territorio
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I commercianti della borgata ospitano le fotografie storiche
I 170 anni della banda di Tione in mostra Il primo giugno un concerto con i più grandi successi della sua storia di Denise Rocca L’imperatore Francesco Giuseppe nel 1849 riconobbe ufficialmente il complesso e qui inizia la storia della banda. Per molti anni i suonatori stessi raccoglievano fra di loro l’importo necessario per pagare il maestro e portavano a scuola la legna per riscaldare. L’incendio di Brevine del 21 agosto 1895 distrusse in buona parte gli strumenti e la Banda dovette quindi sospendere la sua attività. Nel 1899 venne casualmente a Tione certo Antonio Tofoletto, goriziano, maestro di musica e riparatore di strumenti: fu quindi l’occasione per far riparare gli strumenti superstiti dell’incendio e parecchi altri in uso comperati qua e la per la valle: con quattordici nuovi allievi che si aggiunsero ai veterani, la banda tornò a suonare diretta dal nuovo maestro Carlo Tagliabue e con presidente Guido Boni. Poi ci fu lo stop all’attività durante le due guerre, quando la maggior parte dei suonatori finirono al fronte e gli strumenti conservati in municipio.
Sono 170 anni che a Tione si fa comunità suonando assieme: cade proprio in questi giorni l’anniversario di fondazione della Banda Sociale di Tione che ha deciso di festeggiare il traguardo con tutta la borgata, coinvolgendo anche altre arti oltre alla musica. Dal primo maggio è infatti in esposizione in 90 negozi di Tione la mostra fo-
Nel 1968 le redini della banda di Tione vengono affidate a Vittorio Molinari, uno degli elementi più dotati del complesso, che rimarrà alla guida della Banda per oltre 20 anni e il resto è storia recente e recentissima, con l’arrivo solo un mese fa del nuovo maestro Simone Serafini. La mostra è un’occasione per rivedere i volti di tantis-
simi tionesi, perchè la banda è sempre stata popolare e un modo per inserirsi nella vita sociale. La foto più antica, datata fine 1800, viene addirittura da Roma: l’ha trovata per caso una signora i cui lontani parenti erano giudicariesi e ha pensato di rintracciare il complesso bandistico per restituire loro un pezzo della sua storia. E poi molte altre
tografica che racconta la lunga storia della banda. Una banda resiliente: esisteva infatti a Tione una modesta compagine musicale già prima del 1848 che, dopo aver festeggiato l’arrivo dei Corpi Franchi Lombardi l’11 aprile di quell’anno, venne travolta dagli avvenimenti e sciolta per motivi politici.
sono arrivate dai bandisti e dalla gente di Tione, che ha rovistato in cantine e soffitte alla ricerca di scatti d’epoca. Dai carnevali alle Oktober Fest degli ultimi anni, alle migliaia di sfilate e iniziative di solidarietà, al concerto per l’arrivo dell’energia elettrica a Tione il 12 dicembre del 1900 o il concerto in onore dei sovrani d’Italia - il re Vit-
torio Emanuele III e la regina Elena – che giunsero in visita in Giudicarie: le foto catturano oltre un secolo e mezzo di musica e momenti storici. In pochi ricordano che fin dai primi del Novecento la banda ha tenuto per tantissimi anni un concerto in quello che una volta era il vecchio sanatorio, oggi l’ospedale di Tione, per i malati, così le immagini rac-
contano anche i tanti concerti pro bono, come per la popolazione di Spormaggiore colpita da un incendio o agli inizi del ‘900 la raccolta fondi per la popolazione di Javrè, dopo il furioso incendio che devastò il paese della Val Rendena. Alle cornici hanno pensato i bandisti, realizzandole tutte loro artigianalmente. La mostra diffusa sarà disponibile per il pubblico per tutto il mese di maggio, con partenza per il 1 maggio quando come è da tradizione la banda di Tione sfilerà per le vie della borgata. Sabato 1 giugno è in programma la serata conclusiva delle celebrazioni: si terrà un concerto storico, al teatro comunale di Tione: storico perché ripercorre i brani musicali che il complesso bandistico ha eseguito nel corso della sua lunga storia. E sarà l’occasione anche per riunire sotto lo stesso tetto i maestri che negli anni hanno contribuito a portare avanti la tradizione musicale tionese e i soci benemeriti dell’associazione.
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Attualità
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Questa volta lo accontentiamo, non gli chiediamo neppure un numero, ma parliamo di come è cambiato nel corso degli anni il lavoro della polizia locale. Ci è venuto in aiuto Augusto Gottardi, lo storico vigile tionese, in pensione da poco più di due anni, ed il suo racconto ci ha fatto toccare con mano come sia cambiato non solo il lavoro, ma la vita di tutti noi in questi ultimi decenni. Quali erano le mansioni del vigile negli anni ’80? Noi eravamo vigili-messi, ovvero facevamo da postini fra i vari uffici pubblici. Comune, Comprensorio, Pretura, Catasto, Tavolare, Asuc di Saone, Ufficio del Registro, portavamo avvisi di accertamento, mandati di pagamento in banca, e qualunque tipo di comunicazione. Non c’erano i cellulari, come vi regolavate? Già, fra una incombenza e l’altra dovevamo passare spesso in ufficio, per sapere se c’erano nuove consegne da fare, o telefonavamo con il telefono a gettone. Giravate col sacchetto dei gettoni? Non solo, ma dovevamo controllare le cabine, raccogliere le monete e sostituire i gettoni. Altre incombenze che oggi i vigili non fanno più? La consegna dei certificati elettorali, un lavoraccio! Dovevamo stamparli, suddividerli per famiglia, strada
Con Augusto Gottardi, quando i vigili non davano multe
Una polizia locale sempre più tecnologica di Chiara Garroni
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utte le volte che parliamo con il comandante Carlo Marchiori per illustrare il lavoro della polizia locale delle Giudicarie, la premessa è sempre la stessa: “Attraverso i numeri è difficile spiegare la nostra attività, la gran parte dei servizi
non si conclude con dati numericamente tangibili. La nostra attenzione è focalizzata sugli aspetti importanti, spesso segnalati dalla popolazione, che vengono esaminati e condivisi dagli Amministratori nella Conferenza dei Sindaci”.
per strada, consegnarli di persona agli interessati. Anche gli avvisi per le vaccinazioni dovevamo portarli noi alle famiglie, e dovevamo anche controllare che poi le vaccinazioni venissero fatte. Ricordo le mattine dal dottor Artini, quando lo aiutavamo assieme alle mamme a tener fermi i bambini più vivaci, per poi annotare l’avvenuta vaccinazione. Anche le vaccinazioni per i cani? Sì, anche quello ci toccava, il vigile Renzo è stato morso ad un dito una volta, mentre aiutava il dottor Pollini a tener fermo un cane! Le incombenze fisse di tutti i giorni quali erano?
molto nevoso, quando dovevamo fare anche il servizio notturno per controllare lo sgombero neve, ho accumulato 240 ore di straordinario in tre mesi!
Suonare la sirena delle 12 tutti i giorni in Comune, automatica solo dal ’95, ed aprire il portone del municipio tutte le domeniche alle 8, per poter permettere l’accesso all’albo che era nell’atrio, e richiuderlo la sera.
Un paio di volte mi hanno svegliato i Carabinieri nel cuore della notte per dirmi che avevo dimenticato il portone aperto. Qualche altro incarico non più attuale? Sì, il lavoro di polizia mortuaria, che ora svolgono direttamente le Pompe funebri. Dovevamo controllare che si sigillassero le bare in camera mortuaria all’ospedale, e per i trasporti di oltre 40 chilometri c’era da verificare che ci fosse la bara di zinco. Poi da redigere tutti i verbali, con la macchina da scrivere. Una volta mi è toccato fare questo lavoro il giorno di Natale all’ora di pranzo! Praticamente eravate sempre impegnati, chissà quanto straordinario facevate. Ricordo che un inverno
na Pasqua! Auguri di Buo
Usavate la vostra auto? Sì, fino a quando all’inizio degli anni ’90 il Comune non acquistò la Panda 4X4, che però era a disposizione di tutti i servizi, non solo per noi. Ricordo che fino ad allora ci davano mille lire al giorno per l’uso della nostra auto personale in servizio, qualunque chilometraggio facessimo. Ma il lavoro “normale” dei vigili lo facevate? Gli interventi per gli incidenti stradali li facevano i Carabinieri, noi intervenivamo comunque per coadiuvare le persone coinvolte, magari per avvisare i parenti, o tranquillizzare i feriti. Facevamo attraversare i bambini davanti alle scuole, e abbiamo effettuato anche qualche lezione di educazione stradale nelle classi elementari di Ragoli, Zuclo, Bolbeno e Tione. Regolavamo il traffico durante le gare ciclistiche, o per le processioni e gli accompagnamenti dei funerali. E multe ne facevate? Pochissime, cercavamo piuttosto di intervenire informalmente avvisando gli
interessati di spostare l’auto lasciata in sosta vietata, specie davanti al supermercato in centro, che ora non c’è più, o davanti ad alcuni bar molto frequentati. C’è qualche episodio particolarmente curioso che le è capitato? Sì, io e Renzo siamo stati ad Ischia per riaccompagnare a casa una tionese che si era trovata in forti difficoltà, per gravi motivi di salute. Sono stati due giorni a tratti rocamboleschi, e non scendo in particolari per motivi di privacy, ma ricorderò sempre la notte passata in auto al molo Mergellina di Napoli, in attesa del traghetto per Ischia, dove io e Renzo abbiamo dormito con un occhio sempre aperto, immaginerete perché. Dal 2007 c’è un unico Corpo per le Giudicarie centrali ed esteriori, con 9 agenti, due impiegate ed il comandante Marchori. Non si fanno più certe cose, ma se ne fanno molte altre, con un impiego diffuso della tecnologia: c’è la videosorveglianza in molti punti delle strade, il targa system per i controlli immediati delle targhe, assicurazioni, revisioni, sospensione patenti, si controlla l’uso dei cellulari, il tasso alcolemico e l’uso di droghe, si interviene negli incidenti, si va nelle scuole di ogni ordine per lezioni mirate a seconda dell’età degli studenti. In ogni caso la polizia locale è al servizio della popolazione, e ciò rassicura chi sta alle regole. Chi sgarra, peggio per lui.
Comunità delle Giudicarie
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Intervento 19 – Lavori socialmente utili: confermati i numeri dell’occupazione Il progetto è gestito dall’ente sovracomunale in collaborazione con i Comuni di Sella Giudicarie, Borgo Làres, Tre Ville e Porte di Rendena
Anche nel 2019, con decorrenza 15 aprile, inizieranno i lavori relativi all’Intervento 19 – “Progetti per l’accompagna-mento all’occupabilità attraverso lavori socialmente utili” – per l’impiego di soggetti deboli in iniziative di utilità collettiva, in Per l’anno in corso la Comunità delle Giudicarie ha infatti affidato alla Cooperativa Lavoro, con sede in Borgo Làres, l’attuazione del progetto di intervento che prevede l’assunzione di 31 lavoratori disoccupati, per la durata di 7 mesi, dal 15 aprile a fino a metà novembre, suddivisi in quattro squadre comunali impegnate nei Comuni sopra citati, per una spesa complessiva di circa 339.000 Euro, coperta per il 70% dall’Agenzia del Lavoro e per la rimanente quota dai Comuni interessati.
sessantina di lavoratori nelle squadre gestite dai Comuni e dalle Apsp nell’ambito di tutto il territorio giudicariese.
Tale fondo straordinario, che può contare su un budget di 300mila Euro a carico del Bilancio della Comunità, ha consentito quest’anno di inserire complessivamente una
L’Intervento 19 riguarda la realizzazione di progetti per lavori socialmente utili, permettendo una fattiva integrazione di soggetti con difficoltà per essere inseriti
base ad un progetto attivato dalla Comunità delle Giudicarie in collaborazione con i Comuni di Sella Giudicarie, Borgo Làres, Tre Ville e Porte di Rendena, approvato in via preliminare dall’Agenzia del Lavoro.
nel mondo del lavoro. Con questi progetti i Comuni e le Comunità possono occuparsi della manutenzione del verde pubblico e dell’arredo urbano che rappresentano il biglietto da visita per i nostri piccoli centri, anche in funzione della loro valorizzazione turistica. In tal modo viene data l’opportunità ai lavoratori di inse-
rirsi, sia pure per un periodo ridotto, nel mondo del lavoro. Inoltre anche quest’anno, con l’intervento straordinario voluto dalla Comunità, si è cercato di dare un po’ di sollievo alle molte famiglie di lavoratori giudicariesi, per le quali il perdurare della crisi ha contribuito a minare la sicurezza occupazionale ed economica. Accanto ai lavori nel verde, non va dimenticato che sono stati attuati diversi progetti da parte delle Aziende per il servizio alla persona, anche con il finanziamento degli enti locali, che permettono tutta una serie di attività di animazione e di accompagnamento per migliorare la qualità della vita alle persone ospiti nelle Case di riposo.
COME CANDIDARSI I lavoratori coinvolti nei progetti relativi all’Intervento 19 attuati dagli enti pubblici in Giudicarie, vengono impiegati in base ad un’apposita lista predisposta dal Centro per l’Impiego di Tione ed approvata dall’Agenzia del Lavoro nel mese di gennaio di ogni anno. I soggetti interessati devono iscriversi entro il 10 gennaio, mentre per i ritardatari è prevista l’opportunità di effettuare l’iscrizione entro il 31 marzo successivo. Per quanto riguarda l’anno in corso, i lavoratori della prima lista iscritti all’Intervento 19 sono n. 355, ai quali si aggiungeranno presumibilmente una trentina di unità che si sono iscritti nella 2a lista in fase di approvazione da parte dell’Agenzia del Lavoro; sono numeri significativi della crisi occupazionale tuttora esistente e che si è abbattuta particolarmente sulle categorie sociali più deboli e sulle lavoratrici. L’Agenzia del Lavoro ha concesso alla Comunità di Valle, ai Comuni e alle Apsp del territorio giudicariese l’inserimento complessivo, per l’anno 2019, di 181,5 opportunità occupazionali, corrispondenti a circa 225 persone, cui si aggiunge la sessantina di lavoratori inseriti con il progetto straordinario finanziato dalla Comunità.
Borse di studio per frequentare la Scuola musicale
Riproposta l’iniziativa della Comunità, patrocinata dai BIM del Sarca e del Chiese a favore delle famiglie. Scadono il 30 maggio i termini per la presentazione delle domande
con il patrocinio di
I
l Comitato Esecutivo della Comunità delle Giudicarie, con propria deliberazione n. 40 del 13.03.2019, ha approvato il bando per l’istituzione di n. 27 borse di studio a favore dei ragazzi residenti nel territorio delSi è ritenuto di confermare anche per quest’anno il sostegno alle famiglie, nella convinzione che una cultura musicale sia da considerare risorsa essenziale e valore aggiunto per il nostro territorio attraverso il prezioso ruolo della Scuola Musicale Giudicarie che, come agenzia di formazione e promozione, offre da più di 35 anni occasioni e stimoli ai cittadini giudicariesi, soprattutto bambini e ragazzi. Il progetto è stato possibile grazie all’intervento dei BIM del Sarca e del Chiese che hanno sostenuto econo-
micamente l’iniziativa. Ciascuna borsa di studio ha un ammontare pari al 70% della quota di iscrizione, fino ad un importo massimo di € 500,00.= I moduli di domanda possono essere scaricati anche dal sito web della Comunità www.comunitadellegiudicarie.it. Tutte le domande con i relativi allegati dovranno pervenire alla Comunità delle Giudicarie, anche tramite mail (cinzia.caliari@comu nitadellegiudicarie.it) entro e non oltre le ore 12.00 di giovedì 30 maggio 2019.
la Comunità, dai 6 ai 18 anni compiuti, che frequenteranno la Scuola Musicale Giudicarie per l’anno scolastico 2019/2020. Il limite dell’età è elevato a 40 anni per i cittadini disabili.
BANDO BORSE DI STUDIO “SCUOLA MUSICALE GIUDICARIE” Destinatari Cittadini residenti nel territorio della Comunità dai 6 ai 18 anni compiuti nell’anno 2019 che si iscriveranno alla Scuola Musicale Giudicarie per l’anno scolastico 2019/2020. Il limite di età è elevato a 40 anni per i cittadini disabili. Che cosa è La borsa di studio è un contributo in denaro, in base ai requisiti dei richiedenti, concesso dalla Comunità delle Giudicarie per l’iscrizione alla Scuola Musicale Giudicarie per l’anno scolastico 2019/2020.
La graduatoria verrà stilata in base al coefficiente dell’indicatore ICEF dichiarato nella domanda unica per l’anno scolastico 2018/2019; coloro non in possesso di tale coefficiente devono recarsi presso un CAF abilitato per il calcolo del medesimo. La persona
beneficiaria dovrà iscriversi alla Scuola Musicale Giudicarie e versare, entro il 31 ottobre 2019, l’intera quota di iscrizione, pena la revoca del contributo. La borsa di studio sarà accreditata direttamente sul conto corrente del richiedente.
Come fare a partecipare al bando 1. Compilare gli appositi moduli di domanda reperibili presso la Comunità delle Giudicarie e la Scuola Musicale Giudicarie. 2. Far pervenire la domanda alla Comunità delle Giudicarie entro e non oltre le ore 12.00 di giovedì 30 maggio 2019. Il bando completo e ulteriori informazioni su www.comunitadellegiudicarie.it Gli uffici della Comunità sono a disposizione per ulteriori informazioni: da lunedì al giovedì dalle ore 9.00 alle ore 12.30 e dalle ore 14.30 alle ore 17.00 e il venerdì dalle 9.00 alle 12.00 – tel. 0465/339507 – cinzia.caliari@comunitadellegiudicarie.it. Tione di Trento, 26.03.2019
L’Assessore per le politiche sociali Michela Simoni
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Arte
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Il nuovo libro di Giacomo Bonazza, pubblicato dal Giornale delle Giudicarie verrà presentato sabato 25 maggio
Incursioni & illuminazioni Si, “il catalogo è questo”, nella sua proprietà di rendere note le cose mai conosciute, nella facoltà di rendere facili le notazioni colpevolmente dimenticate dalle masse poco educate, nella convinzione che la “volontà d’arte” teorizzata da Alois Riegl, possa, anzi debba, ritornare a farsi presente nella sua essenza volta a contribuire alla completa evoluzione umana. E quindi una riflessione articolata quella di Giacomo Bonazza, una manifestazione del pensiero dove si collocano innumerevoli frammenti estetici posti in dialogo, nella costante consapevolezza della fenomenale qualità interna alle opere considerate. L’opera d’arte appare nella sua fisiologia, nella sua proprietà significante, sempre “un capolavoro relativo”, un continuum di rapporti in grado di esplicarsi esclusivamente quando le interazioni fra le parti divengono attive. La qualificazione dei materiali visivi presentati, la proposizione di elementi valoriali utili per un maggiore riconoscimento degli autori diviene in questa ricerca editoriale parte essenziale ed esplicita; nella sua formula l’autore dispone per letture in ordine formalistico, aggiungendo non di rado interpretazioni a carattere strutturalista e non trascurando esigenze di schedatura a carattere sociologico. I patrimoni dell’arte custoditi nelle chiese del territorio, il folto gruppo dei monumenti, le vite degli artisti così densamente costruite attraverso perigliose osservazioni dei fenomeni esteriori ma anche delle sensibilità, vengono qui rappresentati come depositi di ricchezza, ai quali dobbiamo dedicare rispettoso interesse e non solamente restituendo loro un riguardo troppe volte esclusivamente formale. Nella sua estensione plurima “Escursioni & Illuminazioni” si propone come un “Atlante giudicariese” dove vengono riassunte le dimensioni dell’”essere arte”, senza scrupolo alcuno per le successioni temporali, superate invece dai contenuti logici di uno sguardo fluido e riassuntivo. La destinazione delle opere nella memoria collettiva, sembra quindi non porsi il problema della cronologia, meno ancora sembra occuparsi delle esigenze di verifica critica per un sistema di distribuzione che tenga conto delle analogie stilistiche. Volumetriche, plastiche, linearistiche, pittoriche, luministiche… Tutte le opere appartengono all’esigenza di “spirito del popolo” e tutte le declinazioni linguistiche
di Alessandro Togni Attraverso una elaborata sequenza di recensioni felicemente confortate da informazioni storiche, estetiche e biografiche sugli artisti (apparse mensilmente sul Giornale delle Giudicarie ad iniziare dal mese di maggio 2017) il ricercatore Giacomo Bonazza, dispone per una emozionante catalogazione dei “tesori d’arte giudicariese” dove non sono esenti singolarità e profondi-
tà di interesse fenomenologico. Indagini promosse con entusiasmo critico, sollecitazioni alla conoscenza che inducono ad una lettura dapprima numerica degli avvenimenti e sulle produzioni dell’arte, in seguito che determinano una esigenza analitica in grado di proiettarsi fino al limite del nostro stupore.
L’autore, Giacomo Bonazza. Giudicariese di nascita, lagarino di adozione, da sempre si dedica all’animazione civica e culturale del territorio, con predilezione alla divulgazione storicoartistica e contributi di tipo critico riferiti alle arti visive. Tra i fondatori del Gruppo Culturale Bondo-Breguzzo, diventa il responsabile del gruppo giudicariese della Scuola di Preparazione Sociale di Trento. Trasferitosi in Vallagarina per motivi familiari, presiede la Pro Loco di Pedersano, facendosi uno dei promotori della manifestazione storico-folkloristica “I Giochi del Comun Comunale” riguardante il territorio della Destra Adige. Consigliere comunale a Villa Lagarina dal 2005 al 2014, ha sempre privilegiato i temi legati alle politiche culturali dell’amministrazione. Da qualche anno collabora a riviste locali di carattere storico. Pittore lui stesso, non disdegna l’accompagnamento a mostre di carattere nazionale ed internazionale, con visite guidate alle città d’arte. Nel suo comune di residenza ha contribuito alla nascita di un vivace gruppo di “Amici dell’Opera” con periodiche escursioni musicali. Dal 2002 cura, assieme a Roberta Bonazza, per conto dell’Apt di Madonna Di Campiglio, il festival estivo “Il Mistero dei Monti”, incontri culturali d’alta quota. E’ socio fondatore della casa editrice “Il Margine” di Trento.
ESCURSIONI & ILLUMINAZIONI, con l’edizione del Giornale delle Giudicarie, ed il patrocinio della Comunità delle Giudicarie; BIM del Sarca; BIM del Chiese; Cassa Rurale Adamello-Brenta; La Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella, sarà presentato nella giornata di SABATO 25 MAGGIO 2019 alle ORE 17.30 presso il Centro Studi Judicaria, in Viale Dante, 46, a Tione di Trento. sono portatrici di esperienze atte a determinare esperienze espressive. La classificazione per moduli è quindi da considerare come una “fase due”, mentre in prima istanza viene suggerita la necessità della scoperta e dell’acquisizione informativa.
Peraltro il pregevole contributo di conoscenza realizzato da Giacomo Bonazza, avvalorato dall’edizione del Giornale delle Giudicarie, riesce a porsi come modello di ricerca, mentre suggerisce ulteriori e dinamiche possibilità per un archivio teso a diventare sempre
più esauriente e complessivo delle esperienze artistiche. Nella sua funzionalità didattica questa edizione accompagna la nostra necessità di erudizione, instilla schegge di luce dove precedentemente vi era la penombra della dimenticanza, se non dell’oblio. Occupano pagine importanti le epopee di lontana memoria come quella dei Baschenis, si scorgono le prossimità oggettive fra la grande storia dell’arte ed autori meno conosciuti, le opere di estrazione “maggiore” della pittura, architettura e scultura, ridefinite nel rapporto a suo tempo instaurato con la tensione di modernità razionale del Rinascimento, o nell’estasi immaginifica del Barocco. Ma nella sequenza anche le preziosità delle opere definite “minori” che minori non sono, se non per semplici accidentalità storiche. Ed anche sintetiche biografie che presentano personaggi dell’arte di straordinaria genialità, capaci di applicare gusto, sentimento e originalità alla loro volontà di realizzazione artistica. Una lunga teoria epistemologica dove emergono autori antichi come Carlo Bononi, Giovanni Maria Filippi, Lorenzo Haili, Adriano Castelle-
si, Jacopo Bannisio, Carlo Donati; ed autori moderni come Lucillo Grassi, Carlo Sartori, Luciano Carnessali, Lea Botteri, Raffaele Franzoi, Sergio Trenti. Giacomo Bonazza con “Incursioni & Illuminazioni” restituisce all’arte dell’intero territorio giudicariese (compresi alcuni segmenti della contemporaneità) la dignità delle cose importanti, considerandola platonicamente come pratica che si pone al di sopra della mera routine.
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Fondazione guetti di Alberto Carli
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Scuola
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L’Unione europea nella vita dei ragazzi
Noi giovani e la nostra Europa Un contributo di giovani menti per le Giudicarie
Le voci dei nostri studenti
Da questo numero il “Giornale delle Giudicarie” riserva ogni mese una sua
Paese europeo grazie a opportunità offerte dall’Unione europea. Così Matilde ha espresso, Le voci dei nostri studenti contributo degli studenti dell’Istituto “Lorenzo Guetti”, dando loro spa “brief and to the point”, alcune delle sue aspettative da parte dell’Europa. Chiedevo anche
In questa seconda pagina riservata agli studenti del “Guetti” dei giovani si occupano di Europa; quell’Europa unita nella quale vogliono costruire il loro futuro di pace nella libertà. Un Europa nella quale apprezzano in particolare la possibilità di muoversi liberamente da uno Stato all’altro senza accorgersi dell’esistenza di confini nazionali, per poter imparare nuove lingue, conoscere culture diverse e fare esperienze utili per un avvenire nel quale possono valorizzare al meglio le loro capacità e compiere con maggiore facilità scelte di vita. Abbiamo chiesto ad una studentessa nella lingua che ha potuto perfezionare in un
Storia di un processo di pace e opportunità per i giovani
e studente tutta la di redazione moltafare importan nei prossimidirezione mesi qualche esprimersi del nellaGiornale lingua del attribuiscono Paese dove ha potuto esperienze scolastiche di vita. Con ciò vogliamo sottolineare anche l’importanza per i gioinformazioni, conoscenze, riflessioni e proposte che essi potranno offrire. vani della conoscenza di più lingue nell’Europa che nell’unità crescere nel rispetto e un’eccezionale ricchezza di giovani mentivuol che, contando su uno stra nella valutazione delle sue diversità. Più lingue, inoltre, per sentirsi meglio realizzati e avere docenti, può esprimere, conp.m. conoscenza e creatività, importanti riflession maggiori opportunità di successo nella vita.
tutta la comunità giudicariese, e oltre. Per gli studenti – che lasceremo riposare nel periodo estivo – potrà esercizio per sentirsi maggiormente partecipi e protagonisti della v socioeconomica della loro terra, sulla quale sapranno pure far riflettere orizzonti europei e internazionali più ampi verso i quali desiderano pro futuro. L’iniziativa potrà pure contribuire a realizzare un ulteriore raccor
Un’esperienza per il mio futuro grazie all’Unione europea
L’Europa, come la percepiamo del Parlamento europeo. SeguiroSono convinta che l’essere parte di una grande comunità come quella europea non abbia solo e viviamo noi oggi, è il frutto di no, in seguito al mutare dei tempi dei grandi risvolti positivi dal punto di vista politico ed economico, ma ci permetta anche di fare questo numero Giudicarie” ogni mese sua intera paginasenza al l’aiuto dell’Europa. una serie diDa processi politici, con- il “Giornale e a nuove delle richieste di adesione,riserva esperienze cheuna sarebbero impensabili seguenti anche a molte guerre, al comprese quelle dei Paesi delLo scorso giugno, ad esempio, sono stata contributo degli studenti dell’Istituto “Lorenzo Guetti”, dando loro spazio e voce. La per un mese a Canterbury, in Inghilterra. Per andarci ho partecipato ad un bando organizzato dalla Provincia, grazie proprio ai fondi dell’Unione euseguito delle quali il territorio è l’Europa centro-orientale dopo direzione e tutta la redazione del Giornale attribuiscono molta importanza all’apporto di ropea e senza i quali non ci sarebbe stata la possibilità di organizzare un soggiorno così lungo. Lì stato ripetutamente spartito tra le la caduta del Buro di Berlino, informazioni, conoscenze, riflessioni e proposte che essi potranno offrire. Vi è nell’Istituto potenze vincitrici. altri cinque trattati fondamentali. ho vissuto presso una famiglia del posto e ho frequentato un corso di inglese insieme a persone Dopo la II° Guerra Mondiale si Nel 1986 l’Atto unico europeo di provenienti da tutto il mondo: così solo ho migliorato il mio inglese, ma ho anche allargato i un’eccezionale ricchezza di giovani menti che, contando su uno straordinario non corpo comprese che, per proseguire Lussemburgo creò concrete premiei orizzonti, ho imparato ad essere autonoma, ad interagire con le persone straniere e ad interdocenti, può esprimere, con conoscenza e creatività, importanti riflessioni e idee utili per sulla strada della pacificazione, messe per realizzare il mercato facciarmi con culture diverse dalla mia. tutta un’Europa la comunità giudicariese, e oltre. sarebbe servita unita. unico europeo. Nel 1992 il tratSempre grazie ai fondi dell’Unione europea, ho partecipato insieme alla mia classe ad una settiAd accendere la scintilla di quetato di Maastricht istituì l’Unione manaestivo linguistica a Berlino. Anche ho vissuto insieme ad una famiglia del posto e ho potuto Per gli studenti – che lasceremo riposare nel periodo – potrà essere unquiutile sto processo di unione fu Robert europea, creò le premesse per inpartecipare ad un corso di lingua tenuto da insegnanti del luogo. Oltre alla parte prettamente scolaesercizio per sentirsi maggiormente partecipi e protagonisti della vita culturale e Schuman, ministro degli Eteri trodurre l’Euro, rafforzò il potere stica, abbiamo avuto modo di visitare molti monumenti e luoghi interessanti di Berlino e abbiamo socioeconomica delladelloro terra, sulla quale saprannoimparato pure farmolto riflettere i raggi francese, che il 9 maggio 1950 Parlamento europeo e diede anche sullo stiledi di quegli vita e sulle persone. Insomma, anche se si può pensare che noi pronunciò orizzonti a Parigi unoeuropei storico di-e internazionali voce a Regioni, più Province e Cogiovani non ci accorgiamo di cosa significhi essere parte di una comunità come quella europea, ampi verso i quali desiderano proiettare il proprio non è assolutamente così, anzi, ci rendiamo perfettamente conto di tutte le possibilità che essa ci scorso, entrato nella storia come muni. Nel 1997 trattato di Amfuturo. L’iniziativa potrà pure contribuire a realizzare un ulteriore raccordo fra la stessa offre e di tutto ciò che ci permette di fare. “Dichiarazione Schuman” e che sterdam creò nuove importanti Alice Corradi portò alla costituzione , il 18 aprile premesse per una politica estera 1951, della Comunità europea del di sicurezza comune. Nel 2002 carbone e dell’acciaio(C.E.C.A.), venne firmato a Nizza un trattato cui aderirono sei Paesi (Francia, fissò nuove norme particolari per Germania, Italia, Belgio, Paesi le nuove adesioni; nell’occasione Bassi e Lussemburgo). venne pure proclamata la Carta Fu l’avvio della riconciliazione dei diritti fondamentali dell’Uniofra Francia e Germania, due Na- ne europea. zione che erano sempre in Guer- Seguì, infine, dopo il fallimento, ra, e di quel processo di unità fra nel 2005, del trattato per una Copopoli europei che ora viviamo stituzione europea, il trattato di nell’Unione europea. Lisbona del 2007, che rappresenAl Trattato C.E.C.A. seguirono al- ta la base su cui attualmente opetri. Il 25 marzo 1957 si compirono rano le sette istituzioni dell’Unioaltri due importanti passi avanti ne europea. It is a very complex question so I have thought about it for a long time and I now try to answer. I nel processo di unificazione: ven- Oggi l’unione europea si compohave tried to imagine how I would like Europe to become and I have immediately come up with nero fondate a Roma la Comunità ne di 28 Stati, nei quali si vive in some ideas. First of all, it should be easy for young people to travel abroad; moving from one economica europea (C.E.E.), che pace nella libertà. country to another in Europe has to be simple, fast and with no barriers, as it is today. avviò, fra l’altro, processi che Another major problem is the protection of the environment. We have to work hard to find soluhanno portato alla libera circola- Oggi l’Europa offre a noi giovani zione di persone, merci, servizi e molte opportunità di spostamenti tions and reduce pollution if we want to avoid irreparable damage to our planet. capitali tra gli stati membri, e la per lo studio, ma anche per arricFinally, another important issue is medical care which needs to be of high quality in all European Comunità europea per l’energia chire il nostro bagaglio culturale countries. It all depends on how we all fight to get what we want. European politicians are not atomica(EURATOM), per la pro- con nuove esperienze. responsible for everything: we should cooperate with them, we should have the same goals. That’s duzione e l’incremento di energia what I want from Europe! atomica per scopi pacifici. Nel Alba Pellizzari, Alessia Chinetti, Matilde Armani 1989 ebbero luogo le prime ele- Giulia Giovanelli zioni dirette a suffragio universale
What do I want from Europe?
Scuola
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Sharon Masè, dell’Upt di Tione, finalista al Talent commerciale fra istituti
Dalla dattilografia all’informatica, cambia la scuola giudicariese A questo punto, per complicare la prova, si è inserito l’intervento di un “disturbatore” di lingua inglese o tedesca, infine la conclusione del colloquio di vendita. Ad osservare e giudicare la gara, la giuria composta da tre associati di Confcommercio Alto Garda e Ledro. Altro progetto innovativo realizzato quest’anno dalla scuola tionese è stato il “Faro del villaggio”, con la messa in scena presso la Comunità delle Giudicarie a fine marzo di una ricerca effettuata su giovani della zona che tengono viva la vita sociale e professionale giudicariese: la cooperativa Fuoco di Comano, e le associazioni La Miniera e Giovane Rendena. Sono cambiate le esigenze e con essa la scuola. Quando nel 1946-47 aprì i battenti il primo corso dell’Università popolare trentina a
palazzo Geremia a Trento, si iniziarono a formare giovani impiegati che studiavano stenografia, dattilografia e pratica aziendale. Nel corso degli anni le cose sono costantemente cambiate. Negli anni ’60 la Provincia autonoma ini-
di Chiara Garroni C’è anche una giovane giudicariese fra i finalisti del Talent commerciale ideato dall’Università Popolare Trentina Scuola delle Professioni per il Terziario che si è tenuto ad Arco a marzo e vedrà la finale fra poche settimane. È Sharon Masè, che dovrà cimentarsi con la vendita delle scarpe di Calzature Dro. Venti studenti di tutte le sedi Upt si sono messi in gioco in una sfida commerciale, simulando le vendite con i prodotti
ziò a gestire la Formazione professionale, e l’Upt aprì sedi, oltre che a Trento, a Varone, Cles e Tione; più tardi anche a Rovereto. Quando negli anni ’90 ci fu l’introduzione dell’informatica, si registrarono aumenti notevoli nelle
iscrizioni, ad esempio nella sede di Tione si ebbero in alcuni periodi 4 prime. Per qualche tempo fu introdotto anche il corso per parrucchiera, che poi fu eliminato perché non offriva più sbocchi professionali. Ad oggi l’offerta
di 5 aziende associate a Confcommercio Alto Garda e Ledro: profumeria, elettrodomestici, calzature, abbigliamento e prodotti tipici. Ogni performance si è articolata in quattro momenti: un minuto iniziale per permettere al partecipante di allestire il proprio banco, poi l’inizio della simulazione di vendita con l’accoglienza del cliente, una prima fase di ascolto e proposta sulla base delle specifiche esigenze.
formativa dell’Upt è articolata in due qualifiche triennali: operatore ai servizi di impresa, ed operatore ai servizi di vendita. I primi preparano professionisti per le amministrazioni di aziende ed alberghi, gli altri per il variegato mondo del commercio. C’è anche un quarto anno, sperimentale, per ottenere il diploma di tecnico commerciale delle vendite e di tecnico dei servizi d’impresa. Il quinto anno, che al momento non c’è nella sede di Tione ma è a Trento, si conclude con l’esame di Stato per il diploma di maturità nel settore dei servizi commerciali. Attualmente sono dieci i ragazzi tionesi che lo frequentano, e il dirigente Claudio Nicolussi si augura di riuscire ad ottenerlo in futuro anche nella sede giudicariese dell’Upt. Gli aspetti che attualmente caratterizzano questa scuola professionale sono indubbiamente l’informatica, con la padronanza dei servizi dati dal web, le lingue straniere apprese anche con soggiorni di studio all’estero, e che prevedono
le certificazioni linguistiche come in tutte le scuole superiori, e l’esperienza della “Simulimpresa”, che riproduce situazioni reali di lavoro per formare gio-
vani imprenditori. Ogni tre anni si effettua una revisione delle qualifiche, col sistema delle “curvature”, ossia con la modifica di alcuni contenuti per adeguarsi alle esigenze del lavoro che cambia rapidamente. Fondamentali gli stage in azienda, con 120 ore annue in terza, ed il tirocinio formativo aziendale di 370 ore annue in quarta, su un totale di 696 ore. Sono una cinquantina le aziende giudicariesi coinvolte nell’esperienza, e le convenzioni prevedono un affiancamento del ragazzo in modo da rendere significativo l’apprendimento del lavoro. La richiesta pressante di questi ultimi anni, oltre alla preparazione tecnica, è soprattutto la capacità di comunicare e di relazionarsi con gli altri, colleghi, superiori e clienti. Sono previsti anche tirocini estivi, ed alcuni sono stati fatti all’estero. L’anno scorso sono stati coinvolti una trentina di studenti, e qualcuno ha trovato lavoro proprio in seguito a queste esperienze.
Il Giornale delle Giudicarie mensile di informazione e approfondimento
Anno 17 n° 5 maggio 2019 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Coordinatore di Redazione: Denise Rocca Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Aldo Gottardi, Matteo Ciaghi, Denise Rocca Hanno collaborato: Gianni Ambrosini, Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Giuliano Beltrami, Giacomo Bonazza, Alberto Carli, Massimo Ceccherini Podio, Francesca Cristoforetti, Chiara Garroni, Enrico Gasperi, Alfio Ghezzi, Marco Maestri, Mariachiara Rizzonelli, Tiziano Salvaterra, Alessandro Togni, Alberta Voltolini, Ettore Zampiccoli, Marco Zulberti, gli studenti dell’Istituto Guetti Per la pubblicità 3356628973 - 338 9357093 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3286821545) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 2 maggio 2019 da Athesia - Bolzano Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129
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Ma abbiamo conoscenza del suo vissuto solo per gli ultimi 5.000 anni. Cosa succederebbe se un evento simile si verificasse oggi? Siamo 7,5 miliardi di abitanti e le stime per fine secolo ci proiettano verso gli 11 miliardi. Secondo calcoli più raffinati 9 miliardi perché la fecondità è scesa e scenderà ancora da 3,87 a 2,47 figli per donna e il guadagno è solo legato alla riduzione della mortalità. In un’evenienza del genere il disastro sarebbe di proporzioni inimmaginabili, perché molta parte dell’umanità vive ancora in condizioni di indigenza e non potrebbe certo giovarsi dei vantaggi della tecnologia. Inoltre la terra ha una superficie finita di cui giornalmente consumiamo suolo e risorse. I 17 punti dell’agenda Onu per il 2030 sono un programma sottoscritto nel 2015 dai governi di 193 Nazioni per le Persone e il Pianeta, che sottolinea l’urgenza di agire per affrontare in modo coordinato lo Sviluppo Sostenibile. Al punto 2 troviamo la “Sicurezza Alimentare”: 800 milioni di persone soffrono la fame (l’11,8% della popolazione mondiale). Il sistema alimentare sta cambiando perché aumenta la complessità della produzione del cibo che è sempre più globalizzato, sempre più industrializzato e gestito commercialmente da poche multinazionali. La Dichiarazione di Roma del 2014 frutto della Seconda Conferenza Internazionale sulla Nutrizione poneva l’attenzione su come gli alimenti vengono prodotti, commercializzati e consumati. Ed evidenziava come la malnutrizione si ripercuotesse in modo assolutamente negativo sulla salute con l’aumento preoccupante di obesità e sovrappeso. Senza tacere di come il degrado del terreno fosse dovuto ad un uso non sostenibile dell’acqua e
60 KM
L’Onu detta le regole per uno sviluppo sostenibile
Diciassette modi per salvarci Al secondo punto c’è la salute alimentare di Gianni Ambrosini – oncologo Circa 70.000 anni fa secondo S. Ambrose, antropologo dell’Università dell’Illinois, la portentosa eruzione del vulcano Toba - 50 km di lunghezza per 30 di larghezza - avrebbe immesso in atmosfera tanta polvere e cenere da oscurare la luce del sole per quasi una settimana. Avrebbe inoltre provocato un calo importante della temperaall’aumento sconsiderato dell’uso dei pesticidi e dei fertilizzanti. Sostenere la produzione agricola con strategie per il potere di acquisto, sviluppare politiche di controllo relative alle trasformazioni alimentari, privilegiare i nutrienti e non le sole calorie come indicatori di risultato, queste sono le decisioni che la Politica dovrebbe assumere nell’ottica di Nutrire il Pianeta (Expo di Milano). Il punto 3 riguarda una “Vita Sana “con riferimento alla mortalità e accesso alle cure. L’aspirazione di tutti è quella di godere di buona salute. E’ innegabile che molti degli investimenti in Sanità di tanti Paesi a livello mondiale hanno portato ad un miglioramento delle condizioni di salute di tutte le fasce sociali e in tutte le età. Però il peso sociale, economico, scientifico, sanitario di malattie come i tumori, l’ictus, il diabete è notevolmente aumentato a tutti i livelli, anche nei paesi in via di sviluppo dove la rapida crescita economica ha eliminato i vantaggi legati alla naturalità delle aree rurali. Molte sono le questioni
4800 M
28 KM
COMANO URSUS EXTREME TRAIL
2400 M PASSO DURONE COMANO TERME
1.06 2019
ph Samuele Guetti | Burattik
PURE TRAIL INSTINCT
COMUNE DI COMANO TERME
COMUNE DI SAN LORENZO DORSINO
COMUNE DI STENICO
COMUNE DI BLEGGIO SUPERIORE
COMUNITÀ DELLE GIUDICARIE
rimaste in sospeso prime fra tutte quelle relative alla salute mentale. Una copertura sanitaria globale per tutte le fasce della popolazione in modo da incidere sulle determinanti sociali e ambientali della salute inclusi i comportamenti individuali come la dieta, l’esercizio fisico, la qualità dell’aria e dell’acqua, il consumo di alcool e il fumo sarebbe auspicabile. Nel mondo molti milioni di persone non hanno accesso alle cure perché non hanno i soldi per potersele permettere o perché sono spinti sotto la soglia di povertà per i costi eccessivi che devono sostenere per curarsi. L’obiettivo 13
tura per quasi 1800 anni tanto da generare una sorta di glaciazione. Tutto questo portò alla quasi estinzione dell’uomo di Neanderthal e il rischio che corse l’umanità fu enorme, salvata solo dal prevalere dell’homo Sapiens, la cui storia incomincia e si perde nella notte dei tempi: comparve sulla faccia della terra 300.000 anni fa.
riguarda i “Cambiamenti Climatici”: promuovere azioni a tutti i livelli per combattere il cambiamento climatico. Il protocollo di Parigi offre a tutte le nazioni una causa comune da perseguire e un risultato da raggiungere: mantenere il livello di aumento della temperatura globale di questo secolo al disotto dei 2 gradi. Bisogna mettere in campo tecnologie e finanziamenti per garantire che il picco massimo di emissione venga raggiunto nei prossimi 10 anni, per iniziare il ciclo di abbandono dell’energia del carbone e riportare il clima del nostro pianeta ai livelli di emissione della metà
del secolo scorso. La Polonia, l’Inghilterra la Germania e anche l’Italia ancora utilizzano fonti di energia fortemente inquinanti come il carbone. Già col Protocollo di Kioto si sono messe in campo strategie sensibili che hanno permesso lo sviluppo di tecnologie atte a sviluppare energie rinnovabili come quella eolica e quella solare. L’occupazione nel settore fotovoltaico è aumentata negli USA del 115% e in Cina 1,7 milioni di persone lavorano nel campo dell’energia rinnovabile. Il 5 giugno prossimo la Cina ospiterà la giornata mondiale dell’Ambiente istituita dall’ONU nel 1972 e il tema di quest’anno riguarderà l’Inquinamento Atmosferico. Quasi 7 milioni di persone nel mondo muoiono ogni anno a causa dell’inquinamento atmosferico. La manifestazione principale si terrà a Hangzhu, una città di quasi 7 milioni di abitanti fra le più moderne della Cina, la Fiat vi costruisce i cambi della Panda. Saranno presentati i risultati del controllo dell’inquinamento di Pechino e quelli ottenuti a
livello nazionale. La Cina possiede più della metà dei veicoli elettrici del mondo e quasi il 99% degli autobus elettrici. A buon diritto può esibire una leadership che altre nazioni non possiedono. Non c’è purtroppo un pianeta B, dobbiamo intervenire ora perché è rimasto pochissimo tempo. Nel Global Environment Outlouk stilato dall’ONU viene ribadito come non sia più tollerabile l’inquinamento atmosferico, gli sprechi alimentari, i rifiuti di plastica, il degrado ambientale. La relazione presentata a Nairobi a cui hanno lavorato 250 scienziati di 70 paesi incentrata sul tema “pianeta sano, persone sane” mira ad aiutare le decisioni politiche necessarie per raggiungere gli obiettivi ambientali oltre i quali si configurano scenari devastanti: il 2030 non è poi così lontano. Il modo in cui fin’ora l’umanità ha gestito il Pianeta non è più sostenibile, necessita un cambiamento globale: altrimenti dovremo abituarci ad un futuro di eventi per certi versi imprevedibili che noi stessi avremo provocato. Ma io credo che se le organizzazioni internazionali saranno abbastanza lungimiranti, i Governi nazionali riusciranno a collaborare in modo costruttivo e tale da offrire le soluzioni ai singoli e alle comunità.
Io sono roccia, vento e fiore. Io sono vivo
www.comanomountainrunners.it
COMUNE DI FIAVÉ
Salute
MAGGIO 2019
PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Assessorato alla cultura, cooperazione, sport e protezione civile
Dialogo con l’artista Gianluigi Rocca e lo psicologo Ugo Morelli sul rapporto tra mente e paesaggio Le associazioni Giovane Judicaria e Comano Mountain Runners propongono per il 31 maggio alle Terme di Comano alle ore 18:30 un particolare incontro con due personaggi di grande spessore: Gianluigi Rocca e Ugo Morelli. L’evento sarà in coda al briefing gara con gli atleti della Comano Ursus Extreme Trail 2019, in programma per la giornata successiva. Il primo, artista e docente che non necessiterebbe di presentazione, una smisurata passione per la montagna e per la vita in malga ad essa collegata, sarà affiancato dal saggista, psicologo e studioso di scienze cognitive Ugo Morelli, per trattare del rapporto diretto tra la mente e il paesaggio montano. Rocca potrà fornire un importante contributo data la sua “duplice” vita, in città, a Milano dove insegna, e in montagna dove trascorre l’estate in alpeggio con la famiglia. L’artista è sempre stato uno dei più determinati sostenitori dei Comano Mountain Runners, per i quali ha anche creato un’opera dedicata che sarà riportata su tutte le t-shirt dei volontari dell’evento. Di tutt’altra tipologia sarà il contributo del professore Morelli, profondo conoscitore del rapporto tra uomo ed ambiente e fondatore della “Scuola per il
governo del territorio e del paesaggio della Provincia Autonoma di Trento”, il quale quale potrà offrire interessanti spunti e aneddoti derivanti dalla ricerca scientifica. Il dialogo che si svilupperà con i due ospiti sarà orientato su temi cari non solo ai runners, ma anche a tutte le persone che vedono nella montagna luogo di rinascita personale e spirituale. Speciale attenzione sarà data ai temi dell’educazione alla natura ed alla convivenza con essa. L’incontro rappresenta un chiaro segnale che gli organizzatori vogliono dare alla comunità: anche lo sport può essere un veicolo molto incisivo per la divulgazione di valori sociali e culturali. Molte attività collegate alla gara si orientano in questa direzione, basti pensare al coinvolgimento degli ospiti della Casa di Riposo di Santa Croce per la “produzione” delle fasce consegnate a tutti gli iscritti. Che possa essere di corsa, per una passeggiata o con gli sci, l’ambiente montano è capace di incrementare la qualità della vita di bambini, adulti o anziani tramite esperienze vere e semplici, piene di amicizia e fratellanza: con questo spirito si invitano tutti gli interessati a partecipare all’incontro e al seguente momento conviviale.
La Ricetta
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Economia
MAGGIO 2019 Il video del nostro territorio ha rappresentato l’Italia
La Riserva di Biosfera “Alpi Ledrensi e Judicaria” all’EuroMAB2019 La giornata di apertura dell’EuroMAB2019 è stata un’occasione significativa per la Riserva di Biosfera “Alpi Ledrensi e Judicaria”, in quanto il video sulla Riserva di Biosfera - prodotto nell’ambito della strategia MAB UNESCO #ProudtoShare - è stato scelto (unico per l’italia) per essere presentato nella discussione plenaria del Meeting, assieme ad altre 9 Riserve Europe di Biosfera. Si può vedere la conferenza sul canale video YouTube. Siamo orgogliosi di aver avuto questa opportunità, della presentazione su un palcoscenico internazionale dei nostri luoghi, di aver condiviso con questo network mondiale il video che presenta le persone ed i progetti svolti tra le comunità della Riserva di Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria” riferisce Gianfranco Pederzolli, presidente della Biosfera “Alpi Ledrensi e Judicaria”. Vi è stato inoltre un approfondimento nella sessione plenaria delle esperienze maturate nella nostra Riserva di Biosfera per la costruzione del Piano di Gestione e della Banca Progetti e di quanto queste attività - in avvio - avranno un ruolo di rafforzamento della connessione tra uomo e natura, di rafforzamento della conoscenza del territorio, del turismo sostenibile e quanto questi progetti aiutino al raggiungimento
La Riserva di Biosfera Dublin Bay in Irlanda, è stata di recente la cornice in cui, dal 2 al 5 Aprile, si è svolto l’EuroMaB 2019, il Meeting biennale a cui partecipano i rappresentanti provenienti da 302 Riserve di Biosfera UNESCO di 36 paesi dell’Europa e del Nord America. All’EuroMAB2019 era presente anche la degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda2030. Durante la settimana diversi progetti della Riser-
va di Biosfera sono stati presentati nei Workshop organizzati durante il Meeting. Il progetto Upvivium (gastronomia
nostra Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria. La conferenza è stato un momento di confronto con le esperienze delle molte Riserve di Biosfera presenti. Sono stati giorni dedicati all’ideazione di azioni concrete a livello locale ma concentrate all’agire alle sfide globali odierne. a Km 0) in corso di svolgimento sui territori di 5 Biosfere italiane, dalle Alpi alla Calabria, dove il tema del concorso è
il PANE, companatici e ricette con il pane. Questo progetto dove il filo conduttore del concorso è il pane, diventato sim-
bolo di vita, comunione e condivisione, elemento primo di aggregazione, ha incuriosito molti dei partecipanti all’attività. Come inoltre, i progetti relativi allo sviluppo di un turismo sostenibile connesso alla mobilità in bici e e-bike e al servizio di bicibus. Queste azioni di mobilità sostenibili, in ambienti naturali e suggestivi come quelli presenti nel territorio della Biosfera Alpi Ledrensi – Judicaria sono stati presentati ai partecipanti del Workshop dedicato al ruolo dell’ecoturismo nelle Riserve di Biosfera, trovando grande apprezzamento per queste iniziative. In questa settimana, la Riserva Dublin Bay è stata luogo di incontro, scambio di pratiche, spunti per nuove progettualità e del rafforzamento delle reti tra le molte Riserve di Biosfera d’Europa e Nord America. L’EuroMAB 2019 si è concluso venerdì 5 aprile riportando le azioni proposte nei diversi Workshop tematici ed inoltre introducendo i prossimi organizzatori dell’EuroMAB2021, 2021 anno importante quanto 50esimo anniversario del Programma Man and the Biosphere dell’UNESCO. Nel 2021 le 302 Biosfere della Rete EuroMAB si ritroveranno nella vicina Riserva di Biosfera Salzburger Lungau & Kärntner Nockberge in Austria.
Economia
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Al via la seconda edizione di InPrendi
Sostegno all’imprenditoria giovanile L’iniziativa di Comunità e Casse Rurali
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Parlando giudicariese
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Dagli statuti le regole più preziose
Le popolazioni trentine sono invitate ad interessarsi di territorio e di ambiente con possibili finalità operative. Mi permetto di tentare di parlarne, partendo dalla constatazione che il territorio giudicariese è fra i più singolari ed eccezionali del mondo: i limitati 1176 chilometri quadrati sono un vero paradiso terreste dalle mille sfaccettature: dai ghiacciai ai laghi, dai picchi dolomitici alle pianeggianti estensioni coltivate, dai pascoli alpestri alle malghe cariche di bovini, dalle vette dell’Adamello alle forre dei Limarò, dal manto boschivo dei declivi montani allo scorrere delle acque sul fondovalle. Dalla mia fanciullezza i ricordi più significativi rimastimi dall’essermi trovato bambino in montagna nella stalla con le mucche e una severa educazione per il rispetto del territorio: guai a pestare l’erba del prato, guai a tagliare anche un solo ramo di albero a meno che non fosse secco, guai a lasciare che le piante di spine (le conifere) prendessero piede nel “gač” (bosco ceduo); dover “far la fóia” (raccogliere lo strame) con la massima cura per non rovinare il sottobosco, poter raccogliere i funghi col coltellino e con delicatezza per non intaccare il terreno; cercare di camminare nel bosco come fosse un tappeto senza rovinarne il suolo; fare attenzione a passare per i sentieri con la “podéta” (accetta) attaccata dietro alla cinghia dei pantaloni e con il bastone a punta di ferro per mantenere percorribili i sentieri senza essere invasi dai rami, dai sassi e dalle acque; fare attenzione alle sorgenti (considerate “sacre”) ed ai rii per non inquinare l’acqua e tener puliti gli alvei dell’acqua corrente. Diventato adulto, come socio
Il territorio, l’anima profonda di una realtà montana di Mario Antolini Musón Nel titolo la definizione di Annibale Salsa, il coraggioso antropologo delle Alpi, che scrive: “I territori costituiscono l’anima profonda di una realtà montana come il Trentino” (l’Adige, 10.03,19). - Maggio 2019: l’opinione pubblica è invitata a rendersi partecipe dell’iniziativa “Stati generali della montagna” che in ogni vallata sta organizdella Sat ho imparato a rispettare pure il territorio privo di vegetazione (ghiacciai e dolomiti) che andava percorso con attenzione avendo cura di mantenere i sentieri nella massima efficienza; pure nei rifugi e nei bivacchi si entrava in punta di piedi col massimo rispetto, anche quando i gestori, per caso, fossero assenti; si entrava, si mangiava lo scatolame, si dormiva e si lasciavano i soldi sul tavolo e tutto in ordine; la montagna era “sacra” e da rispettare. In una parola il territorio era responsabilmente di tutti e sentito come proprietà di chiunque perché costituiva e costituisce la tradizionale - e giuridicamente regolamentata - “proprietà collettiva” della quale ciascuno ne era (e ne è) compossessore e responsabile sia della sua oculata gestione che del suo mantenimento da preservare di generazione in generazione e, possibilmente, arricchito nella sua consistenza territoriale. Concetti e consuetudini che - nel Duemila - si stanno dimenticando e atrofizzandosi poiché troppo spesso ci si limita, con noncuranza e tracotanza, a “sfruttare” il territorio anziché rispettarlo e soprattutto “coltivandolo”. Fanno fede di queste tradizionali convinzioni e “regole” gli Statuti di cui mi permetto citarne qualche significativo articolo. Da quello di Tione (1579) l’emblematica e determinante asserzione: «Il bene pubblico deve essere preferito
al privato”; un vero e proprio comandamento che sta in cima ad ogni dettato giuridico. Nelle “Carte di Regola” viene data la massima attenzione alle sorgenti ed ai corsi d’acqua: «I Consoli devono eleggere duoi Huomini, che conducano l’Aqua ad essa Villa di Thione per il consueto Vase (corso d’acqua), et antico del Fiume Maltina; e se forse in detto Fiume non fosse Aqua, che allora detti Huomini aquatori possano e vogliano per le siccità de’ tempi rompere et aprire tutti gli altri Aquedotti, che ricevono Aqua dal detto Fiume Maltina senza contradittione di persona alcuna quanto bisogna per condurla ad essa Villa di Thione. E detti Aquatori siano tenuti et obligati una volta l’anno, curare, disbrigare
zando dibattiti per salvaguardare territorio e paesaggio. Mi sorreggono due asserti di autorevoli autori: «Io sono me più il mio ambiente e se non preservo quest’ultimo non preservo me stesso. (José Ortega y Gasset)». La modernità ha fallito. Bisogna costruire un nuovo umanesimo altrimenti il pianeta non si salva. (Albert Einstein)».
detto Vase per il quale viene e corre detta Aqua». (Tione, 1579). «Nessuna persona, sia terriera che forestiera, osi o presumi in alcun modo attingere acqua dal Rio da Conche che scorre per il paese di Bolbeno e farla scorrere o portarla a qualche suo possedimento o in casa od in qualsiasi altro luogo o case… Nessuna persona, sia terriera che forestiera, osi o presumi abbeverare qualsiasi bestia, una o più, di qualsiasi genere e condizione, nel sopra detto rio di Conche di Bolbeno. Nessun terriero o forestiero osi immergere nel detto rio di Conche in “moia” qualsiasi panno sporco tanto di lana che di lino od altri pelli». (Bolbeno, 1475). «Niuno possa condurre acqua oltre la via commune traversando quella per volere adacquare li suoi prati. Niuno rompa il vase, né meno levi l’acqua del rio». (Tione,1578). Importanza particolare era data al terreno coltivato e ai boschi e selve: «I saltari (responsabili del territorio) debbano con ogni diligenza e puntualità custodire la campagna… e siino obbligati e debbano tagliare le
cese (siepi)» (Stenico, 1749). «La Vicinìa (Comunità) sia obbligata a mantenere continuamente siepate e ben chiuse le aperture dei campi e dei Beni nel Regolare Campestre e segnatamente quelli che fanno capo alle strade pubbliche, Imperiali o Comunali, acciò li bestiami non possino inoltrarsi in essi Beni per danneggiarli» (Preore, 1796). «Nessuna persona, né locale né forestiera, osi raccogliere lumache per i fondi arativi, prativi e vignali (viti) e per le campagne…» (San Lorenzo Banale, 1593). «Se alcuno guasterà Gaggi (bosco ceduo) o Selve (conifere), ovvero accenderà fuochi paghi il danno. Niuno ardisca né presumi tagliare o far tagliare legni di sorta alcuna nel suddetto Gaggio». (Tione, 1579). «I Regolani siino tenuti et obbligati a custodire e guardare li monti, le “quadre” comuni». (San Lorenzo Banale, 1593), Ugualmente per la viabilità: «Niuna persona ardisca condur prede (gettare pietre) nelle vie» (Dorsino, 1570). «Cadaun Vicino (cittadino) debba andare o mandare persona capace ag aggiustare le strade sì della campagna che del monte» (Stenico, 1749). «Vige la consuetudine di aiutare a fare e mantenere il ponte del Bedù della Villa di Rendena e del Bedù della Villa di Pelugo e così debbano e siano tenuti a fare e aiutare a mantenere quei ponti» (Javrè, 1384). «Niuna persona habbi ardire o presumi andare per le strade del monte con qualunque sorta di bestiame, né meno col carro o bovi». (San Lorenzo Banale, 1593). «Alcuna persona non debba gietare o far gietare nelle strade sorte alcuna di materiali, cioè tera, giara, calzinazi o cosa simile; e dovendosi fare qualche fabrica presso le dette
strade il materiale che sarà gietato nella strada debba essere condotto via nel termine di 15 giorni e nettare la strada». (Stenico, 1534). Forte il senso della comunità: «I Regolani sii obligati et habbiano piena autorità d’andare per ogni villa (paese o frazione) d’essa Comunità e con diligenza vedere nelle case d’esse Ville, se vi sii pericolo alcuno di fuoco, e dove essi conoscessero essere tal pericolo possino di propria autorità provvedere ad ogni bisogno pe ovviare a qualunque danno che posse esservi per il pubblico». (San Lorenzo Banale, 1593). Questi pochi “articoli” (e negli Statuti trentini sono migliaia) vengono riportati a testimonianza di come il territorio doveva essere “coltivato” da tutti in comunità e con quotidiana vicendevole osservanza. Mi auguro che negli incontri pubblici in programma sulla “montagna” in questo 2019 non ci si limiti a pontificare ed a chiacchierare, ma che dagli incontri/dibattiti possano uscire “decisioni operative” da tempestivamente eseguire; altrimenti sarà un chiacchierarne a vuoto come ormai da decenni si è abituati, sia nel discorrerne che nello scriverne. Anche queste mie povere righe, se non riuscissero a convincere al “fare”, resteranno lettera morta. A mio modesto parere occorrono “uomini del fare” come ne testimoniano gli Statuti medioevali, nei quali con la massima chiarezza si evidenzia come ciascun “vicino” (censita o cittadino) si debba comportare sul territorio e come lo si debba gestire (coltivare) in comunità (tutti insieme) con responsabile oculatezza “giorno per giorno”. Auspico che questo già tardivo risveglio a livello provinciale per salvare territorio e paesaggio di montagna possa quanto prima fare constatare che, per quanto si può, si è ancora in tempo a tamponare almeno le ferite più vistose ma che, se non si interviene tempestivamente, sono già prossime alla cancrena.
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I trentini che lavorarono al Bunker Valentin
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Cultura
MAGGIO 2019 Il Consorzio elettrico chiude con un utile netto di 600mila euro
Il Ceis di Stenico in un libro Presentato ai soci il nuovo direttore dell’ente di Denise Rocca Era il 14 maggio 1905 quando a Tavodo, nella sede della Pieve del Banale, con la firma di oltre 200 associati, nacque il Consorzio Industriale di Stenico: oggi ne racconta le vicende e la storia l’appassionato di storia locale Ennio Lappi in un nuovo libro. “Storia e personaggi” recita il sottotitolo dell’opera: 183 pagine che ricordano la storia di uno dei soli L’elenco dei primi 120 consorziati e del primo consiglio di amministrazione - presidente fu Emilio Corradi, di Stenico - è minuziosamente riportato da Lappi, così come alla fine del libro compaiono tutti i presidenti e i direttori che si sono succeduti. Perché il volume è la storia dell’ente e dell’economia di una vallata, ma soprattutto la storia dell’impegno collettivo delle genti del tempo in un progetto che portava benessere a tutti, è la storia della forza di un sogno e di un impegno che ha resistito fino ad oggi. Nato il Consorzio, gli eletti si misero subito al lavoro per costruire la Centrale di Ponte Pià: il progetto scelto fu quello della Oerlikon di Zurigo che aveva un ufficio anche a Brescia, e fu in un albergo di proprietà di uno dei soci - l’albergo Marchetti a Ponte Arche, di Giuseppe Marchetti – che le prime decisioni importanti furono prese, dall’acquisto dai fratelli Sicheri del terreno sul quale doveva sorgere la centrale al prelievo dalla cassa rurale di Stenico di 3.000 corone per la futura centrale. Da qui si scelsero la sede, acquisirono altri terreni per portare
avanti i progetti, assunsero tecnici, e il sogno del Ceis di far fruttare la forza delle acque locali - che fino ad allora erano servite egregiamente per mulini, folloni, segherie e fucine - per produrre energia elettrica, prese vita. Non fu tutto facile: all’inizio ci furono contenziosi con le ditte appaltatrici, contestazioni da parte di chi fu danneggiato durante i lavori, i ricavi non furono quelli previsti con i conseguenti problemi nel ripagare il debito contratto con la rurale di Stenico. Si generarono i primi contrasti con l’allora direttore Gruber che arrivò a licenziare in tronco il tecnico Achille Ferrari e poi lo stesso direttore fu allontanato. Poi il periodo della guerra e la storia di anni più recenti. Anche tante curiosità rendono la lettura piacevole, come la questione dei ferri da stiro. Sì dei ferri da stiro, perché nel 1930 l’allora direttore Bailo si rese conto che il boom della vendita dei ferri da stiro elettrici tanto da pregiudicare l’equilibrio dell’intero impianto che era basato sulla ripartizione fra l’illuminazione, e pagata a forfait, e la forza usata per i motori che si pagava a contatore con tariffa maggiore. Si
Un’azienda in salute
tre consorzi elettrici sopravvissuti in Trentino alla nascita di Enel, un excursus che va dalla scoperta di Edison alla giovane vita, spezzata nel fiore degli anni, di Jacopo Reversi, ricchissimo di immagini nelle quali è facile riconoscere i volti di nonni e bisnonni per una cooperativa che anche oggi è profondamente legata alla valle e ai suoi abitanti.
scongiurò un grosso problema applicando ai possessori di ferro da stiro una tariffa diversa, e infine, dopo diverse proteste, un contatore. Una sala attenta e divertita ha seguito Lappi nel suo excursus nella vita del Ceis, c’erano anche il vicepresidente della provincia Mario Tonina (che è stato presidente del consorzio), la sindaca di Stenico Monica Mattevi, l’ex presidente regionale e provinciale Pierluigi Angeli, l’ex direttore del Ceis e fautore di molti degli ultimi successi del consorzio Dario Ravagni e tanti amministratori locali. «La storia del Ceis – ha detto Mattevi - è soprattutto la storia di coloro che hanno contribu-
Il Ceis ha presentato un bilanci positivo ai suoi soci: un utile netto di oltre 600mila euro, quasi triplicato rispetto allo scorso anno, e la novità dell’istituzione di un Fondo Rischi, ovvero un accantonamento dedicato a poter mantenere stabili i risparmi in bolletta per i soci anche in anni meno favorevoli di quello appena trascorso per le casse dell’azienda. Iniziativa di merito, che testimonia l’attenzione ai soci e la fedeltà agli obiettivi che l’azienda si diede quando nacque oltre un secolo fa. Il ritorno ai soci in termini di riduzione dei costi della bolletta elettrica rimane uno dei vanti del consorzio: nell’esercizio appena chiuso, gli oltre 3.800 soci hanno potuto beneficiare di agevolazioni per 884.691 euro come risparmio diretto in bolletta. La produzione di energia elettrica immessa in rete dal Ceis e destinata prioritariamente all’autoconsumo dei soci nel 2018 è risultata superiore del 27,7% rispetto a quella del 2017 (MWh 15.206), e ha raggiunto i 19.423 Mwh.b«Il Ceis - ha spiegato il Presidente del Ceis Dino Vaia - segna il successo di un territorio che da più di 110 anni riconosce e mette a frutto le proprie risorse, a vantaggio di tutta la comunità. Tutto questo nel rispetto dell’ambiente, attraverso la produzione di energia pulita. In questo senso, il consorzio è impegnato nel riconoscimento della garanzia di origine sulla produzione da fonte rinnovabile da parte del Gse (ndr. Garanzia di origine sulla produzione da fonte rinnovabile)»
to a far crescere questa società cooperativa alla quale tutti noi dobbiamo essere riconoscenti. L’augurio è che si continui su questa strada, per essere ricordati in un altro libro come amministratori che hanno saputo portare avanti quello che è stato creato quasi 115 anni fa da chi ci ha preceduto». Il Consorzio ha appena concluso le assemblee sociali di presentazione del bilancio – che ha chiuso con numeri lusinghieri, con un utile netto di oltre 600mila euro e agevolazioni in bolletta per i soci per 884.691 euro – e ha presentato il nuovo direttore, il manager Gianluca Schiavi, presidente fra l’altro di Federmanager Trento.
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Al via gli spareggi nazionali per il calcetto a 5 del Chiese
L’Alta Giudicarie femminile sogna la SerieA di Marco Maestri
La compagine Giudicariese guidata da m Daniele Artini, che rientra nelle squadre iscritte ai campionati federali dalla società ronconese presieduta da Flavio Tamanini, si è quindi dovuta arrendere ad una squadra più esperta reduce dalla massima serie nazionale in cui ha acquisito una maggiore consapevolezza dei propri mezzi: soltanto gli scontri diretti (terminati entrambi a favore delle ragazze di Terlago) hanno deciso il campionato. Sempre contro la compagine della Valle dei Laghi capitan Ghezzi e compagne hanno visto terminare il cammino in Coppa Italia. Alle semifinali infatti, nel palazzetto dello sport di Gardolo, le ragazze grigiorosse sono state sconfitte per 2 a 1 vedendo così infrangersi il sogno di poter alzare il trofeo. «Siamo a dir poco soddisfatti - commentano in coro il presidente dell’Alta Giudicarie Flavio Tamanini ed il dirigente accompagnatore Alberto Milanesi - dei risultati finora raggiunti dalle ragazze. Quest’anno, grazie anche
Un campionato di vertice, un testa a testa durato per mesi e terminato soltanto alla penultima giornata e, tra gli aspetti più importanti, un coinvolgimento sempre maggiore per un movimento sportivo ancora parzialmente sconosciuto nella valli di periferia. ad uno staff tecnico preparato e ad alcuni innesti di livello superiore, abbiamo potuto competere con le prime della classe. Ora ci aspettano gli spareggi per proseguire il sogno della serie A.» Il movimento calcistico femminile è nato per dare l’opportunità ad alcune ragazze tesserate di proseguire a giocare senza dover spostarsi verso la città di Trento. «I primi anni - commenta Milanesi - sono stati perlopiù sperimentali dove abbiamo potuto creare un gruppo solido ed affiatato. Quest’anno invece abbiamo voluto fare quel salto di qualità necessario per poter arrivare a determinati risultati.» L’ex Presidente del sodalizio ronconese ci tiene poi a ricordare un aspetto molto importante. «Siamo alla continua ricerca di ragazze che vogliano mettersi in gioco. Siamo l’unica realtà a livello Giudicariese e
auspichiamo di poter proseguire sulla strada intrapresa. È motivo di grande orgoglio - conclude Milanesi - poter vedere quattro nostre ragazze (Debora Ghezzi, Greta Corradi, Anna Franceschetti e Eleonora Pellizzari) disputare con la rappresentativa regionale, proprio in questi giorni, il torneo delle regio-
Stiamo parlando della squadra femminile di calcio A5 dell’Alta Giudicarie che, al quarto anno della propria storia calcistica, ha disputato un campionato di serie C superlativo chiuso al secondo posto dietro la corazzata (e più attrezzata) Trilacum.
ni in programma a Matera.» Ora, nella prossime giornate del 12, 19 e 26 maggio la squadra guidata da mister Daniele Artini, disputerà per la prima volta nella storia del calcio femminile Giudicariese gli spareggi per accedere alla massima serie nazionale di A2 (in Trentino non è prevista la serie
B2 e quindi per le migliori della serie C si tratta di un doppio salto). «Essendo la prima volta - proseguono entusiasta Tamanini e Milanesi - non vogliamo far altro che viverci ogni momento di questa storica esperienza. Andremo ad affrontare, con ogni probabilità, squadre più preparate e più esperte ma
non ci tireremo indietro. Il fatto di poter fare da portacolori per la nostra valle in diverse località dell’Italia è già un grandissimo risultato.» Quanto ad una possibile promozione Tamanini non si sbilancia. «È inutile fasciarsi la testa prima del dovuto. Nel caso dovesse arrivare la promozione nella massima serie faremo le opportune valutazioni tecniche ed economiche. Al momento godiamoci questo storico traguardo quale ricompensa per il duro lavoro di giocatrici, tecnici e dirigenti.» La compagine dell’Alta Giudicarie (in foto) è così composta: Daniele Artini (Allenatore), Stefano Mussi (preparatore atletico), Debora Rambaldini (preparatore portieri), Alberto Milanesi (dirigente accompagnatore), Martina Brunello, Greta Corradi, Anna Franceschetti, Debora Ghezzi, Marta Ghezzi, Cecilia Greggio, Martina Massetti, Iris Mosca, Eleonora Pellizzari, Alessia Periotto, Marianna Stefani, Elisa Valenti, Anna Zambotti.
Tutti i comuni della Valle del Chiese sono certificati EMAS Eco Management and Audit Scheme (EMAS) è uno strumento creato dalla Comunità Europea al quale possono aderire volontariamente le organizzazioni (aziende e enti pubblici) per valutare e migliorare le proprie prestazioni ambientali attraverso l’istituzione di un sistema di gestione ambientale, un dialogo aperto con il pubblico e le altre parti interessate, il coinvolgimento attivo del personale interno. Al fine di fornire informazioni sulla gestione ambientale ai propri cittadini e a tutti gli interessati, ogni Comune ha predisposto una propria Dichiarazione Ambientale che descrive il Sistema di Gestione Ambientale implementato, gli aspetti ambientali associati alle attività svolte e ai servizi erogati (tra cui pianificazione territoriale, approvvigionamento idrico e scarichi, gestione immobili e patrimonio boschivo, rifiuti urbani e altri), le prestazioni raggiunte e gli obiettivi di miglioramento in atto. Sono stati particolarmente apprezzati gli interventi in atto per l’efficientamento energetico degli immobili e della reti di illuminazione pubblica, nonché l’installazione di sistemi di produzione di energia da
Grazie al supporto, all’impegno, e al coordinamento del Consorzio B.I.M. del Chiese, i Comuni di Bondone, Storo, Borgo Chiese, Castel Condino, Pieve di Bono-Prezzo, Valdaone e Sella Giudicarie hanno ottenuto la registrazione EMAS. Si tratta del più prestigioso dei riconoscimenti sulla gestione ambientale a fonti rinnovabili (centraline, impianti fotovoltaici, centrali a biomassa), resi possibili dalla preziosa collaborazione con la società in house E.S.Co BIM e Comuni del Chiese S.p.A. I sette Comuni della Valle del Chiese non vantano la registrazione EMAS come mero traguardo, ancorché interessante e per molti versi anche prestigioso, ma la valorizzano come un importante strumento per la corretta gestione ambientale delle attività, per il perseguimento del miglioramento nella protezione dell’ambiente e prevenzione dell’inquinamento. La Dichiarazione Ambientale sarà aggiornata con cadenza annuale e ogni Comune sarà sottoposto ad audit da parte di un verificatore ambientale accreditato (DNV GL) per controllare la costante applicazione delle procedure adottate e i risultati ottenuti. Le singole politiche ambientali
adottate dai Comuni nell’ambito del progetto EMAS, sono coerenti e si pongono in continuità sia con le iniziative di certificazione ambientale (norma ISO 14001) già promosse dal Consorzio BIM del Chiese a partire dall’anno 2008, sia con gli impegni sottoscritti da tutte le Amministrazioni nel Piano di Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima congiunto dei Comuni della Valle del Chiese. In virtù della continguità territoriale e dell’impegno congiunto e unitario dei Comuni nella protezione e valorizzazione dell’ambiente, la registrazione EMAS può essere simbolicamente associata al territorio dell’intera Valle del Chiese, che se ne avvale sia per il miglioramento della qualità della vita dei suoi abitanti e delle sue comunità, sia per la promozione anche a scopo turistico di un territorio che della corretta gestione ambientale ne fa un compito primario.
livello europeo, rilasciato dal Comitato EMAS istituito presso ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), dopo aver accertato il rispetto dei requisiti stabiliti nel Regolamento CE n. 1221/09, così come integrato dal Regolamento UE n. 1505/2017.
BANDI
Nelle sue ultime sedute l’Assemblea del Bim del Chiese, dopo aver approvato alcune modifiche ai rispettivi Regolamenti, ha approvato quattro bandi per il 2019: - BANDO CASA 2019 per la concessione di contributi relativi agli interventi di abbellimento urbano e risparmio energetico delle abitazioni”, realizzati sulla “prima casa” - BANDO ENERGIA 2019 per la concessione di contributi relativi agli interventi per l’installazione di impianti di produzione di energia sostenibile”: collettori solari termici, fotovoltaico, sistemi di accumulo fotovoltaico, Caldaie a condensazione e generatori di calore a biomassa, Pompe di calore, Impianti di ventilazione con recuperatore, Cogeneratori ad alto rendimento - BANDO AGRICOLTURA 2019 per la concessione di contributi relativi agli interventi per favorire il recupero del territorio, e promuovere lo sviluppo agricolo”. Sono ammessi interventi di recupero e/o bonifica dei terreni, progetti e iniziative di valorizzazione ambientale con finalità di sviluppo agricolo, progetti integrati legati ad attività agronomiche che possono avvalersi di fasi di analisi, studio, progettazione e assistenza tecnica. - BANDO ADEGUAMENTO STRUTTURE 2019 per la concessione di contributi relativi agli interventi di adeguamento delle strutture a nuove forme di ricettività turistica”. Per informazioni e modalità di partecipazione www.bimchiese.tn.it
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Sport
MAGGIO 2019 “Correre ti mette a contatto con la natura e con te stesso”
Cesare Maestri punta ai mondiali in Argentina di Francesca Cristoforetti
Iniziamo con il tuo argento agli Europei 2018 a Skopje, in Macedonia. Cos’è stata per te questa vittoria? L’anno scorso è stata la più bella soddisfazione di sempre perché è stato un risultato che non mi sarei mai immaginato di raggiungere. Quando sono arrivato mi sono chiesto se ero davvero lì, se avevo fatto davvero quel risultato: quando ho tagliato la linea del traguardo mi sembrava di vivere un sogno. È stato veramente fantastico, ci ho messo un po’ a realizzarlo, tanto che anche i giorni successivi alla gara ero proprio scarico, da tanta energia che ci avevo messo. Rispetto alla prima volta in Nazionale, anche se non è giusto dirlo, i risultati diventano un po’ più “scontati” perché quando inizi ad essere ad un certo livello dai per scontato alcune cose. Bisognerebbe però sempre ricordarsi che in tutto quello che si fa, ci si mette impegno. Qual è stata la tua prima importante vittoria in Nazionale? La prima è stata nel 2011, ero in categoria Juniores. Era un Europeo di corsa in montagna in Turchia, era la prima volta che venivo convocato. È stato bello perché è stato del tutto inaspettato, nel senso che io avevo iniziato a correre solo l’anno prima, un po’ per gioco, prima facevo altri sport. Nel 2010, grazie al mio primo allenatore, Marco Borsari, ero andato sin da subito molto bene, ma non mi aspettavo di arrivare subito a quel livello. Facevi altri sport quindi? Sì, ho fatto un po’ di tutto. Ho fatto per tanti anni sci di fondo, prima di iniziare a correre in estate andavo parecchio in bici e ho fatto anche qualche garetta. Giocavo anche a calcio prima di iniziare atletica seriamente. E quando hai iniziato a correre professionalmente? Ho iniziato seriamente, allenandomi bene, a partire dal 2010-2011, avevo cir-
Attualmente nell’Atletica Valli Bergamasche, allenato da Giordano Zanetti, Cesare Maestri è un campione di corsa in montagna che porta la maglia della Nazionale già da qualche anno. Il campione di Bolbeno, anno 1993, esordisce con la ma-
glia azzurra nel 2011. Da quel momento Cesare non si è più fermato, raggiungendo un secondo posto lo scorso anno agli Europei in Macedonia e aspirando quest’anno ad arrivare ai Mondiali in Argentina.
si raggiunge in questo tipo di gara? Quelle che faccio io sono gare sui 15 km tra i 10001500 metri di dislivello. Poi ci sono anche gare di 60 km con 10 mila metri di dislivello, che per ora non faccio. Ti alleni quindi sia in montagna che in pista? Sì, allenamenti faccio un po’ di tutto. Anche per la corsa in montagna mi alleno tanto anche in pianura perché comunque è importante avere una buona velocità di base, non basta allenarsi solo in salita. Fai anche ritiri in altura? Sì, tutti gli anni. Noi solitamente andiamo a Sestriere, in provincia di Torino, che è circa a 2100 metri.
ca 17 anni. Rispetto a tanti miei compagni che avevano già iniziato a fare gare a 6-7 anni, io ho iniziato molto più tardi. Come ci descriveresti questa disciplina? La corsa in montagna è innanzitutto una disciplina dell’atletica leggera. A differenza delle gare in pista e di una gara su strada si corre sui sentieri, si fa parecchio dislivello in salita e in discesa. È più una corsa nella natura. Il terreno cambia continuamente, si possono trovare tratti di asfalto, poi di sentiero o strada forestale, quindi le condizioni cambiano continuamente ed è bello proprio perché bisogna riuscire ad adattarsi ad ogni tipo di terreno. Ci sono due tipologie di gare: le gare in sola salita, in cui si parte da un punto e si arriva ad un altro con solo dislivello in salita, oppure ci sono le gare miste, sa-
Come ti sei appassionato a questa disciplina? È stato il mio primo allenatore, Borsari, a farmi iniziare a correre. Ci trovavamo a fare i nostri allenamenti, a Tione, nel campo di atletica. Come sport sin da subito mi è piaciuto, ma correre mi piaceva già prima, anche quando facevo altri sport.
lita e discesa, in cui solitamente c’è un circuito, il cui dislivello è sia in salita che in discesa.
Tu quale prediligi? Io vado meglio in quelle in salita e discesa. Quant’è il dislivello che
In quali altri modi oltre alla corsa vivi la montagna? D’inverno faccio sci di fondo e sci alpinismo. D’estate invece corro più che altro, però mi piace anche andare la domenica in montagna proprio per camminare soltanto. A volte mi piace farlo non pensando alla corsa, dove bisogna sempre stare at-
tenti ai tempi, ai ritmi. A volte è bello andare proprio per prendersela con calma, guardarsi intorno, mangiarsi panini. Il Trentino si presta benissimo a questo tipo di sport. Sì, certamente. Anche girando parecchio, ci sono tanti altri bellissimi posti, però penso sempre che in pochi altri si vedono paesaggi così belli come sulle nostre montagne. Siamo fortunati a vivere qui e a volte non ce ne rendiamo conto forse perché siamo così abituati che lo diamo per scontato. Nuovi obiettivi sportivi? Adesso mi sto preparando alla stagione di corsa in montagna che inizierà a breve, maggio e giugno ci saranno le prime gare. Quest’anno il mio grande obiettivo sarebbe qualificarsi ai Campionati del Mondo che saranno in Argentina a novembre. L’obiettivo sarebbe quello, vediamo se riuscirò a raggiungerlo. Per quanto riguarda la tua vita privata, tu cosa fai? Mi sono laureato l’estate scorsa in ingegneria energetica. Ho iniziato già da ottobre a lavorare a Trento in un’azienda che si occupa di energie rinnovabili e risparmio energetico. Durante la settimana sono qui, quindi cerco di conciliare il lavoro con lo sport. Cosa significa per te correre in montagna? La sensazione principale quando corro è proprio un senso di libertà, perché sei solo tu con te stesso. A parte le scarpe da corsa non hai nessun’altro strumento, a differenza di qualsiasi altro sport, in cui c’è sempre uno strumento che devi utilizzare. Siamo tutti alla pari, non ci sono scuse che uno ha una cosa migliore rispetto all’altro. Mi piace correre in montagna soprattutto perché mentre corri sei nella natura, riesci a vedere paesaggi bellissimi, senti i suoni del bosco, l’aria fresca, d’estate il calore del sole. Ti mette a contatto con la natura e con te stesso.
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Tutti giù per terra
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L’impossibile rivincita del maschietto inutile Se è vero che la donna è vittima da secoli di disparità di genere, è altrettanto indubbio che l’uomo, nella millenaria battaglia dei sessi, sia bersaglio rassegnato di incrollabili stereotipi quali: dominatore egoista e capriccioso, inetto, fancazzista domestico, perenne bambinone, impenitente mammone, mono-neuronicamente dotato, nonché martire fatalista per le discriminazioni che stoicamente subisce. Ma mentre è in atto da anni, quantomeno nella società occidentale, una strategia politica mirata ad assicurare piena parità di diritti tra uomo e donna, lo stesso ahimè non può dirsi per gli indecorosi, anche se spesso strameritati, clichè che colpiscono il maschietto, che arrendevolmente subisce e subirà per chissà quanti altri millenni. Se ogni moneta ha due facce e il codice della strada ha inventato le targhe alterne, allora proviamo per una volta ad alternare anche il punto di vista sulla questione e guardiamola con gli occhi di Adamo: scopriremo che anche l’uomo, nel suo piccolo,
subisce disparità di genere ma queste sono come l’altra faccia della luna: c’è, esiste ma è perennemente in ombra, oscurata su giornali, tiggì e nei salotti tv. L’uomo si lamenta di ciò, ma in tutta onestà non ne ha ben donde. Qualche esempio. Oggi come ieri, tanti programmi tv pensati per donne e condotti esclusivamente da donne. Se non esistono contraltari di programmi al maschile sarà forse per la nostra incapacità di autogestirci. In Francia esiste una radio pubblica online, la FIP, in cui sono ammesse solo speaker del gentil sesso. Ma forse è giusto così, perché LA ‘Voce’ è sostantivo femminile, suadente, colta, capace, competente e non sgraziata, chiassosa, a volte bizzosamente infantile tipica del maschio. Gli Stati impongono “quote rosa” in politica e nelle imprese, nei direttivi pubblici e privati. Hanno capito che gestire un’organizzazione o un’azienda è come gestire la famiglia. Richiede passione, abnegazione, sacrificio, competenza. Quindi chi può farlo meglio di una donna?
E ancora. Gli uomini vanno in pensione dopo le donne. E ci credo! Facciamo poco a casa, che si lavori almeno in ufficio… Se dovesse scoppiare una guerra, per legge andrebbero a combattere solo gli uomini. Ma le donne già combattono quotidianamente tra i compiti dei fi-
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gli e il bilancio familiare da far quadrare. La Natura (non a caso Madre Natura) mostra svariati esempi di “woman power”, in cui sono le femmine a comandare e decidere, e lo fanno con saggezza ed equilibrio. Un esempio su tutti è l’alveare. Società matriarca-
Tutti giù per terra di Massimo Ceccherini Podio
le, organizzatissima e sorprendente, in cui i fuchi contano poco più di una cippa. E funziona tutto alla perfezione, con una concordanza, un’efficienza ed una visione armonica del tutto spesso sconosciuta ai maschietti. E allora il riscatto degli ometti dai soliti luoghi
comuni da dove può partire? Come recuperare punti agli occhi delle nostre mogli e compagne? Magari iniziando a dare un maggior contributo in casa: e quindi invece di cambiar solo lampadine o far buchi con il trapano potremmo proporre loro uno scambio di faccende domestiche! “Sì ma quelli che fai tu sono lavori da uomini!” dicono le consorti. E lo dicono loro, le donne, non i maschietti che magari sarebbero ben lieti di preparare almeno una volta il soffritto piuttosto che sporcarsi le mani di mastice e silicone. Quindi battaglia persa mi sa! Perché tagliuzzare prezzemolo e maneggiar padelle non ce lo lasciano mica fare: Non sia mai! Sarebbe reato di lesa maestà, violazione di cucina privata, furto con scasso di frigorifero, circonvenzione di frullatore! Una lista lunghissima di crimini tali da condannarci in perpetuum a dormire sul divano. O peggio, ad accompagnarle al centro commerciale la domenica successiva.
Opinioni a confronto
Notre-Dame, un pezzo della nostra civiltà
BOTTA E RISPOSTA
vilgiat@yahoo.it
I miei amici al bar sono amareggiati. Impressionati dalle immagini che per ore hanno occupato gli schermi televisivi sul disastroso incendio di Notre-Dame a Parigi, ora non sanno più che dire. Secondo le dichiarazioni ufficiali sembra che l’incendio sia di natura accidentale. Ma i miei amici non sono del tutto convinti. Che centri il terrorismo arabo, tipo quello delle torri gemelle di Manhattan a New York? O qualche “gilet giallo” che voleva dare una lezione alla “grandeur” del presidente Macron? Insomma i miei amici guardano con sospetto all’accaduto che ha colpito uno dei simboli per eccellenza della cristianità occidentale. Proprio nella settimana
di Pasqua. E chiedono il mio parere. Io credo che ormai sia stato accertato che non si è trattato di una azione dolosa, è quasi certo che il tutto è accaduto per qualche noncuranza durante alcuni lavori di restauro in corso. Anche per me è stato uno spettacolo agghiacciante assistere in diretta Tv all’incendio di Notre-Dame. Sconvolgente vedere la guglia accartocciarsi come un cerino, volando per aria come fosse un fruscello portato dal vento. Era la guglia della Cattedrale di Parigi, la cattedrale gotica costruita mille anni fa, col suo pinnacolo alto 93 metri, irraggiungibile dalle scale dei pompieri. Il danno è incalcolabile non solo per il monumento nazio-
nale, visitato ogni anno da 14 milioni di turisti, il danno non riguarda solo Parigi, la capitale della Francia. Non rattrista solo i cattolici che perdono una delle Chiese storiche, con
Tante promesse in vista delle elezioni europee Caro Adelino, un mio simpatico amico si entusiasma ad ogni incontro in occasione delle elezioni politiche. Ogni volta che assiste ad un comizio, ne rimane convinto, e dichiarava ai quattro venti che voterà per il partito appena ascoltato. Se assiste a otto comizi, cambia bandiera otto volte. Ho cominciato a leggere qualche programma per le elezioni europee, e mi sembra che dicano tutte cose giuste. Più poteri al Parlamento europeo, un’unica politica estera e di difesa, un grande Occidente, unito e coeso, compresa la Russia, attenzione ai giovani, alle imprese, stop all’immigrazione, interventi umanitari in Africa, tutela dei prodotto made in Italy, snellire la burocrazia per accedere ai fondi europei, riforma delle Banca Centrale Europea, ecc. ecc. Attendo di leggerne altri, ma non vorrei cadere nel vizio ballerino del mio vicino… Paolo
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Debbo dire che son tutte cose che piacciono anche a me. A parte un Europa comprensiva della Russia. Però, credi a me che me ne intendo, non prendere troppo sul serio quello che i partiti propinano prima delle elezioni. Sono un po’ come la pubblicità che ti arriva giornalmente a casa per mano dei soliti pakistani in bicicletta. Tutte cose dette e scritte apposta per piacere a tutti e non scontentare nessuno. Siamo tutti d’accordo sull’aiutare i giovani, chi non lo sarebbe? Pulire l’ambiente, avere una Europa meno burocratica, come no? Aiutare gli immigrati in Africa, benissimo, purché si sappia dove prendere i soldi! Come sempre anche i i proclami elettorali servono a convincere la gente, a vendere un prodotto, e quando va bene raccontano così mezze verità, ma spesse volte la maggioranza delle promesse sono bugie belle e buone. Ma lo sanno fare bene e sono convincenti, non mi stupisce che il tuo amico cambi ogni vota parere. E’ difficile prevedere come manterranno le promesse quelli che in questi giorni ci chiedono i voti per le elezioni europee, ma possiamo capirlo da quello che hanno combinato fin’ora. Se ci hanno deluso per il passato, non chiedo che faranno meglio la prossima volta. L’unica soluzione è quella di guardare poco alle parole e molto a i fatti. Auguri! (a.a)
San Pietro a Roma, della civiltà cristiana, è un danno incalcolabile che colpisce il mondo intero. Uno può anche non essere cristiano, ma in Notre Dame e in San Pietro non può non riconoscere
la fonte e l’origine della storia cristiana della civiltà europea. Se NotreDame brucia, ha detto bene il presidente della Francia Macron: “Brucia una parte di noi”. E questo lo può dire ogni
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francese, ogni italiano, ogni europeo. La distruzione di Notre Dame è un danno e un dramma anche per noi. Per tutti noi. Senza distinzione di nazionalità, cultura e religione. Evitiamo quindi di trascinare il tragico evento nelle solite miserie della polemica politica. Di fronte a catastrofi come quella di quel maledetto martedi di metà aprile, i sentimenti che devono prevalere sono quelli della solidarietà e della volontà di ricostruire. Perchè non è crollata semplicemente una straordinaria opera architettonica, ricca di opere d’arte, ma è crollato un pezzo della nostra civiltà. Adelino Amistadi
Carissimi pescatori....
Carissimi Pescatori, permettetemi di rivolgermi a voi in maniera amichevole e pure comprensiva della vostra passione per la pesca. Credo che anche voi siate consapevoli che viviamo su un territorio meraviglioso dove madre Natura ci regala paesaggi fantastici. Ci troviamo, cioè, in una regione nella quale, a differenza di tante altre, il degrado si evidenza ancora in minima parte; in una regione, per di più, dove la cultura della gente è sempre stata rispettosa dell’ambiente. Tuttavia, passeggiando lungo la Sarca in queste giornate d’inizio primavera, oltre ai primi fiori ed ai primi arbusti, purtroppo mi sono imbattuta, troppe volte, in non pochi “barattolini di plastica” utilizzati da voi pescatori
per contenervi le esche, e poi lasciati abbandonati fra le sterpaglie. Io sono convinta che anche voi, come me preferiate un ambiente ed un paesaggio pulito e in ordine, anziché trasformato in un immondezzaio. Pertanto mi permetto chiedervi di trattenere voi stessi i vostri contenitori e riportarli a casa, oppure di usufruire degli appositi bidoni di raccolta delle immondizie che certo non mancano. Date anche voi un segno di civiltà e di cultura ambientale; oppure invitate la vostra stessa e ben affermata Associazione ad organizzare, di quando un quando, una “giornata di raccolta della plastica” lungo tutti i corsi d’acqua delle nostre belle vallate. Grazie. Maristella Paoli
SEGNALAZIONI. Diventa giornalista per quindici giorni. Segnala anche tu una notizia, raccontaci una storia, mandaci una vignetta su un fatto a te accaduto
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