Le buone azioni che contano Le buone azioni per la crescita del nostro territorio
Le buone azioni che danno valore al tuo futuro
Giudi iudicarie
il
iornale delle
MAGGIO 2018 - pag.
Mensile di informazione e di approfondimento
www.giornaledellegiudic a r i e . i t
ANNO 16 - MAGGIO 2018 - N. 5 - MENSILE
ELEZIONI
La buona scuola senza pugni di Adelino Amistadi Quando si parla di condotta, buon comportamento, disciplina, di solito si pensa alla scuola. Tutti termini che si riassumevano, un tempo, sempre e soprattutto nella “buona educazione”. Oggi, con tutto quel che capita nelle scuole, sembra che la buona educazione sia ormai fuori moda, non la consideri più nessuno. Ai miei tempi la buona educazione la si imparava di base in due posti. Nella famiglia, e non c’entrava se la famiglia era ricca o meno, anzi, le famiglie meno abbienti ci tenevano molto di più. E nella scuola dove, accanto alle nozioni scolastiche, c’erano regole severe per il rispetto tra ragazzi e tra insegnanti e allievi. Oggi ambedue questi siti educativi sembrano non essere più considerati. A dir il vero sono ormai alcuni decenni in cui l’educazione, così com’era intesa, viene criticata e messa in discussione. E non del tutto a torto, i tempi sono cambiati e la scomparsa di alcune regole eccessivamente severe ha aiutato le nuove generazioni nel ricercarsi un proprio spazio. Ma alla auspicata distruzione delle buone regole, non ha mai fatto seguito una adeguata ricostruzione. Negli anni Settanta s’è combattuto, giustamente, contro l’autoritarismo eccessivo in tutti i settori della società, ma il tutto s’è ridotto ad una critica fuori luogo, alla autorevolezza e alla negazione di ogni rispetto per l’autorità. A pagina 12
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Le buone azioni che contano
Le buone azioni per la crescita ����������� ������� del nostro territorio ������� ����������� ����������� ����� ������� �����������
Le buone azioni che danno valore al tuo futuro �������������������
FONDATO NEL 2002 - Distribuito da
Con Schumacher,Alonso e Raikkonen: la mia vita di corsa Giuliano Salvi, da Tione ai vertici della Formula 1
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EUROPA
Sofferenza per allergia politica di Paolo Magagnotti Solo una volta nella mia vita ho avvertito allergia. È successo qualche anno fa quando, a Timisoara, dopo aver terminato la lezione all’Università, sono andato a cena con un collega in una tipica trattoria banateana. Goloso come sono delle crepes, quelle “clătite” che nella terra dei Daci sono tipiche e molto buone, anche quella sera ne ho gustata una; solo che invece di contenere la solita marmellata era confezionata con noci e miele, che mi piacciono tanto. A pagina 9
Turismo
La Val Rendena investe e cresce
A PAGINA 9
Società
Divorata da una fame d’amore A PAGINA 11
Giudicarie
CULTURA La femminilità a BoscoArteStenico Pag. 14 TURISMO Due manager per le Terme di Comano Pag. 12 POLITICA Emanuela Rossini in difesa dell’Autonomia Pag. 6
L’identità locale in 4 visioni
ALLE PAGINE 4 E 5
Nuoto
Daniel Giordani argento ai Nazionali
OREN ORE ORENZETTI Madonna di Campiglio
SKI RENTING & SKI SERVICE
A PAGINA 36
Madonna di Campiglio
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Rassegna Stampa
MAGGIO 2018
A cura della REDAZIONE
RASSEGNA STAMPA APRILE 2018
DALLE GIUDICARIE
Val Rendena - faccia a faccia con l’orso - Una gita in moto sulle strade della Val Rendena che attraversano i boschi di Strembo. Doveva essere un normale pomeriggio su due ruote, come tanti altri per Mirko Righi, ma il ragazzo si è imbattuto in un orso. Nessuna paura, nessun problema, anzi: il motociclista si è fermato e con molta calma ha filmato l’incontro con l’animale. Pinzolo, ritiri estivi. Niente Roma, arriva il Bologna - È ufficiale: l’Associazione Calcio Roma, quest’anno, non farà il ritiro estivo a Pinzolo. La società ha infatti annunciato che svolgerà la preparazione al centro sportivo di Trigoria, prima di partire - in luglio - per una tournée negli Stati Uniti. Rigettando anche una cospicua offerta del Comune di Brunico che si era offerto nelle ultime settimane rilanciando per prendere il posto di Pinzolo. Nel paese della val Rendena a luglio arriverà il Bologna che dovrebbe fermarsi per tre settimane
presenza di due ragazzi, clienti del locale, a cui erano stati serviti alcolici. Ai due giovani è stata chiesta l’età: superava i 16, ma non i 18 anni. Per questo motivo, al barista, dipendente del pubblico esercizio, sono state elevate due distinte sanzioni amministrative per somministrazione di alcool a minori di anni 18. La legge infatti punisce con una sanzione da 250 a 1.000 euro l’esercente che somministri, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, bevande alcoliche a un minore degli anni 18, mentre la somministrazione ai minori degli anni 16 è punita con l’arresto fino a un anno.
Ragoli, ladri di trote alla pescicoltura. Rubati 1,5 quintali di pesci - I ladri hanno preso di mira la pescicoltura di Ragoli dove l’Associazione sportiva pescatori dilettanti Basso Sarca si occupa del recupero di pregiate trote lacustri autoctone, la cui presenza era fortemente in calo, destinate principalmente al ripopolamento delle acque della Sarca. Due furti, a distanza di un paio di mesi, per un danno economico complessivo stimato fra i 3 e i 4.000 euro, e 1,5 quintali di trote lacustri adulte sottratte solo nell’ultimo furto.
Comighello, l’addio a Jacopo Reversi. Si è spento a 29 anni - Ha lottato fino alla fine come un leone ma la malattia lo ha sopraffatto e si è spento il sorriso di Jacopo Reversi di Comighello. Aveva 29 anni e da settembre lottava contro la malattia. Jacopo Reversi era conosciuto non solo a Comano ma in molte parti del Trentino anche per gli anni da giocatore di pallone. La sua morte ha lasciato sgomenti. Le sue condizioni nell’ultimo periodo si erano aggravate ma nessuno poteva accettare che quel ragazzo sportivo, educato e professionalmente preparato, potesse andarsene per sempre lasciando nel dolore atroce la moglie Erika, i genitori e il fratello più piccolo, oltre a tutti coloro i quali lo hanno conosciuto.
Apt Madonna di Campiglio bilancio da 5,69 milioni - Un bilancio d’esercizio per il 2017 con 5.697.122 euro di ricavi e quasi un milione di euro in più attività svolta rispetto al 2016 e 210 euro di utile. È quello dell’Azienda per il turismo di Madonna di Campiglio, Pinzolo, Val Rendena, presentato nel corso dell’assemblea annuale, presenti 22 soci, in rappresentanza del 72% del capitale, che hanno approvato il bilancio. Il presidente dell’Apt, Adriano Alimonta, ha spiegato che nel 2017 «si è lavorato da una parte per consolidare il prodotto invernale e la Skiarea Campiglio Dolomiti di Brenta, dall’altra per incrementare il prodotto estivo attraverso nuove iniziative». Tione, alcolici a due minorenni al bar, doppia sanzione al barista - La Guardia di Finanza di Tione, nel corso dei regolari servizi di controllo del territorio, ha controllato il registratore di cassa di un bar di Tione (era tutto regolare). Ai finanzieri però non è sfuggita la
Storo, per il Cedis utile di 364 euro - Venerdì 12 maggio è in programma l’assemblea che approverà il bilancio del Consorzio Elettrico di Storo. Il presidente Giorgio Rossi lo ha presentato alla stampa. Considerate le tempeste di qualche anno fa, il consiglio di amministrazione ha fatto un gran lavoro. Bilancio buono, ma con dati inferiori rispetto al previsto. «In effetti – aggiorna il presidente Rossi– prevedevamo un utile di un milione. Invece ai soci spiegheremo che si è ridotto a 364.000». Comunque non bruscolini. «E soprattutto riduzione ampiamente giustificata», replica Rossi, che elenca i motivi: «C’è uno sconto aggiuntivo ai soci, c’è il ristorno di 220.000 euro che viene trasformato in capitale sociale, c’è l’accantonamento di 400.000 per Remedello».
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Son tutte belle le mamme del mondo
Maggio è il mese dedicato alle mamme e alla Madonna, Maria la mamma di Gesù, quella mamma che ha visto crocifiggere il suo unico figlio. Un dolore estremo, per una mamma, che seppur non così sulla croce, anche oggi purtroppo si ritrovano a dover affrontare tutte quelle che assistono i loro figli gravemente ammalati, o quelle che se li vedono portare via da incidenti improvvisi e che mai più li potranno riabbracciare. Sempre forti, combattive quando serve per i loro figli, li fanno nascere con dolori e fatica, dedicano tutte se stesse per crescerli al meglio, per vederli sorridere, perché il pensiero più bello che possono avere è sapere che i loro figli piccoli o grandi che siano sono felici e in quei sorrisi dimenticano tutti i sacrifici fatti per riuscire a renderli cosi. Alcune addirittura vengono licenziate ingiustamente da aziende ciniche troppo impegnate a pensare ai profitti che ignorano il problema di bimbi ammalati da accudire personalmente perché non possono fare altrimenti. Mamme che fanno più la-
vori pur d’assicurare ai propri figli un sostegno economico per mangiare, studiare e vivere dignitosamente. Lavoratrici instancabili fuori e dentro casa. Ogni giorno si dividono tra lavoro, figli, mariti o compagni, famigliari, amici e chiedono solo di essere rispettate, come donne, perché a volte vengono sottovalutate o date troppo per scontate. Spesso maltrattate proprio dai loro cari che dovrebbero restituirgli tutto l’amore che gli hanno donato e invece le umiliano o peggio ancora picchiano o uccidono. A loro sono state dedicate negli anni poesie, filastrocche, canzoni, ma il
gesto più bello che possono ricevere è l abbraccio amorevole dei propri figli. Perché li tengono in grembo, li nutrono e crescono non solo di cibo ma di un amore incondizionato e unico che solo la mamma sa dare ed è ben felice di vederselo restituire. “Mamma” è una tra le prime parole che impariamo a pronunciare e quella che ci manca di più quando non la possiamo più chiamare. Perché nessuno viene al mondo da solo, ha sempre la sua mamma accanto. Auguri Mamma… auguri a tutte le mamme del mondo. Giuliana Orsi
13 maggio festa della Mamma
Auguri!
Giornale delle Giudicarie, distribuito dalla Cooperativa Lavoro Da gennaio dello scorso anno il Giornale delle Giudicarie viene distribuito dalla Cooperativa sociale Lavoro, con sede in località Copera a Zuclo. Per segnalare critiche, suggerimenti, disguidi nella spedizione è possibile chiamare il numero della cooperativa: 0465-326420 oppure quello del Giornale delle Giudicarie, 0465322934, oppure via mail all’indirizzo: redazionegdg@yahoo.it.
Attualità
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Punto di partenza per gli
In valle utegia di Giuliano Beltrami
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Primo Piano
MAGGIO 2018 di
Emanuele Bonafini,
Dott. Commercialista e presidente associazione panificatori trentini
Le nostre domande Sull’ultimo numero del Giornale delle Giudicarie abbiamo pubblicato un’interessante intervista ad Alberto Faustini, direttore del quotidiano Trentino, a cui si chiedeva, da esterno, un parere, a tutto spiano, sulle Giudicarie. Le Giudicarie viste da fuori, viste da un personaggio lontano, per certi versi, ma vicino per il lavoro che fa. Alberto Faustini segue giornalmente da anni le vicende del della nostra Provincia, non solo delle città, ma anche delle valli e dei singoli paesi. L’uomo giusto, per preparazione, per cultura e per la sua intelligente professionalità che poteva, come ha fatto, farci capire come siamo visti oggi, come siamo percepiti socialmente, economicamente e politicamente al di fuori del nostro territorio, e ne sono venute fuori alcune interessanti considerazioni, magari anche da noi avvertite, ma tutto sommato trascurate, forse per superficialità, o forse per indifferenza. Noi siamo grati ad Alberto Faustini perché ci da l’occasione di aprire un dibattito all’interno della nostra comunità. Per l’occasione chiamiamo a rispondere ad alcune domande che riassumono la visione delle Giudicarie da parte di Faustini per conoscere il parere di esperti giudicariesi sulla visione complessiva offertaci dal direttore del Trentino:
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-E’ vero che la Giudicarie sono un territorio anonimo, poco conosciuto dai media, quasi per niente protagonista nella comunità trentina?
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- Secondo Faustini, una delle spiegazioni è che siamo una società appagata, narcisista, autosufficiente, ma soprattutto autoreferenziale...stiamo bene e non abbiamo bisogno di nessuno, con il rischio di chiuderci in noi stessi e allontanarci sempre più dalle dinamiche provinciali. E’ vero?
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- Manca un’identità di valle marcata e vissuta nella quale riconoscerci. La vastità del territorio, gli interessi differenziati fra le varie zone non facilitano la possibilità di avere punti di riferimento, leadership riconosciute, progetti di sviluppo partecipati. Cosa ne pensa?
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- Come uscirne...bisogna cercare e creare energie, non aver paura di recarsi a Trento a rivendicare i nostri diritti, essere solidali nella nostra protesta, e soprattutto avere idee chiare su un progetto di sviluppo complessivo che preveda nuove opportunità ed aperture al resto del territorio provinciale ed oltre. Come fare?
Non credo che le Giudicarie siano un territorio anonimo. La dimensione estesa dell’ambito ne è una forza, la criticità è la mancanza di coesione dovuta alla quasi totale assenza di leaders nelle quattro zone giudicariesi che sappiano polarizzare l’attenzione su obiettivi ben precisi, da un punto di vista sociale, economico, politico ed ambientale. Se mancano punti di riferimento ovvero, trascinatori che stimolino il territorio su obiettivi mirati, si genera la frantumazione che non attrae l’attenzione nei media e tantomeno l’interesse della comunità trentina verso il nostro territorio.
Il problema dell’autoreferenzialità è una questione caratteriale del soggetto trentino molto localizzato, lavoratore e alle volte individualista nel suo fare spontaneo. Le Giudicarie sono laboriose e i loro residenti sono sempre stati creativi e intraprendenti, la storia ne é testimone. Il mondo cooperativo creato e potenziato nel tempo, nei suoi svariati settori, in primis quello del credito, é un tangibile esempio di operosità collettiva economica che resiste e si potenzia anche in momenti sfavorevoli come questi. Nelle varie zone giudicariesi abbiamo testimonianze di personaggi che hanno creato cose importanti nell’economia ma non solo e nel tempo sono cresciute e si sono espanse nel resto del Trentino. Non sono d’accordo che i giudicariesi siano peggio dei residenti del resto del Trentino, forse siamo più deboli o modesti nell’evidenziare ciò che abbiamo o facciamo.
La vastità del territorio e la differenziazione sopratutto dell’economia deve essere una forza per le Giudicarie. Siamo abituati ad individuare sempre i risvolti negativi, invece sono le Giudicarie che sono situate in un contesto ambientale unico, dalle Dolomiti e l’Adamello al Garda, ricche di acqua come in nessuna altra zona del Trentino, che è valorizzata in svariate modalità, se prendiamo ad esempio quello idroelettrico siamo esportatori per il resto della Provincia e produttori di ricchezza locale. Il resto del territorio intermedio favorisce l’agricoltura e nel Chiese purtroppo l’industria soffre, specie nei settori dove non si è riusciti a creare un prodotto finito locale e di qualità, come spesso invece constatiamo in Alto Adige.
Ritengo che la debolezza progettuale non pianificata negli svariati settori sia una carenza purtroppo della politica provinciale e non solo locale. Da troppi anni il governo centrale non pianifica come dovrebbe e di conseguenza i territori specie quelli decentrati come il nostro non crescono e si disgregano.Purtroppo i leaders non si inventano, sono doti e capacità che si possiedono o non si possiedono, la gente non ha colpa, se non crea i riferimenti necessari è perché purtroppo non emergono soggetti che siano in grado di polarizzare fiducia e attenzione su di essi. In passato ne abbiamo avuti, basterebbero anche a livello trentino e non necessariamente locali. La protesta non serve, a mio modo di vedere però evidenziare alcune carenze locali molto evidenti come ad esempio il problema viabilità di accesso alle Giudicarie è diventata una priorità non rinviabile. La pericolosità e le condizioni della strada Saone - Comano sono un pessimo biglietto da visita per tutte le Giudicarie ma in generale la viabilità Tione - Sarche non agevola la mobilità e disincentiva, da tutti i punti di vista, l’avvicinamento delle Giudicarie al capoluogo provinciale ed alle arterie principali, penalizzandone la crescita. Un’altra criticità per aziende e cittadini è la mancata attivazione della banda larga in fibra ottica quando l’infrastruttura è già pronta da tempo.
Primo Piano
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Le Giudicarie viste da fuori
Luca Martinelli,
Imprenditore e Presidente associazione artigiani Giudicarie
Oreste Bottaro, Imprenditore
Daniele Bertolini
Imprenditore e Presidente Consorzio per il Turismo Giudicarie Centrali
No assolutamente, anzi direi che in particolar modo la Val Rendena è nota anche al di fuori dei confini provinciali (che erroneamente viene sempre citata come realtà non giudicariese, basti pensare che si cita sempre nella cronaca “Giudicarie e Rendena”) sicuramente le Giudicarie Esteriori sono un po’ anonime in questi ultimi anni.
Per il mondo esterno le Giudicarie sono conosciute come territorio collegato e prossimo a luoghi famosi come Madonna di Campiglio ed il lago di Garda. Questi dovrebbero costituire un “marchio” che crea opportunità per l’intera area delle Giudicarie. Diventa un vantaggio per tutti, anche per le stesse località nominate, essere prossime ad un’ampia area che si distingue per caratteristiche ambientali di eccellenza. La connotazione regionale o provinciale “Trentino” è importante ma molto più generica e meno riconducibile a luoghi precisi. Come per ogni importante marchio, il “prodotto” deve essere comunque d’eccellenza e quindi le amministrazioni del territorio delle Giudicarie devono fare di tutto per essere all’altezza della situazione. Il visitatore deve vedere nelle nostre valli una contiguità con l’alto Garda ed il territorio di Madonna di Campiglio non una terra di nessuno o solamente di transito.
Sono abbastanza d’accordo con quello che dice il Direttore, negli ultimi anni si parla di Giudicarie solo per cose non positive e non ci sono personaggi o situazioni che costringono il resto della provincia a ricordarsi di Noi , si ha l’impressione che siamo più impegnati a fare ognuno il suo lavoro che perdere il tempo per comunicarlo al resto del mondo, oggi per la società spesso è più importate il contrario e anche quando siamo bravi tendiamo a tenerlo per Noi e questo spesso non và bene.
Si ha ragione, chi sta bene o presume di star bene non si muove .
Questa è una componente generale della cultura attuale che, trasposta nel nostro contesto, sopisce le potenzialità del territorio in cui viviamo. La parola chiave è “ambizione”. Questo atteggiamento deve tornare ad essere protagonista in ognuno, dai vertici alle basi. In primo luogo dobbiamo ricercare la bellezza in ogni cosa avendo sullo sfondo un territorio che possiamo definire per larghi tratti, incantevole. Si tratta di diventare artigiani ed artisti assieme avendo cura dell’integrazione delle strutture urbane ed infrastrutturali in un ambiente di alto livello ambientale. Il territorio in cui viviamo è il nostro principale patrimonio e bisogna quindi trattarlo e valorizzarlo con la massima attenzione. Esso costituirà cosi la base sia per lo sviluppo economico che per la qualità della nostra vita. Esempi da seguire ce ne sono molti. Basta viaggiare per pochi chilometri e prendere lezione in Alto Adige copiando i modelli virtuosi lì realizzati. Avendo risorse e modelli è veramente stupido non entusiasmarsi alla concretizzazione di progetti. Non c’è nulla da inventare (anzi è pericoloso in questo caso) basta imparare dai più bravi. Se la “mentalità” non c’è, va cambiata! Altrimenti stiamo come stiamo … senza lamentarci.
Anche in questo ragionamento mi trovo in sintonia, se si superano le chiacchere da bar si nota che mediamente si vive bene e poche problematiche riescono a scaldare gli animi di molte persone e quasi mai si è disposti ad impegnare il proprio tempo per problemi di tutti. La mia generazione si è accontentata e non è riuscita a dare il cambio ad una classe politica magari un’po’ chiusa ma che aveva dei valori territoriali molto più forti e sentiti.
Come Giudicariesi andiamo sempre in ordine sparso se così possiamo dire, invece valli come la Val di Non, Fiemme Fassa sono unite indipendentemente dalle idee diverse che posso avere i singoli e guardano di più all’interesse e al benessere della propria valle .
Deve essere seguito un modello che integri tutte i vari aspetti del territorio: urbanistica, viabilità, turismo, agricoltura, industria, servizi ecc. Tale modello, come già accennato, andrà scelto tra quelli virtuosi di territori simili al nostro (e ce ne sono: dall’Alto Adige, all’Austria, alla Svizzera). Convergere su una sola strategia permettere di far forza comune e di non creare difformità dannose per lo sviluppo del progetto complessivo. Dividersi in molte opinioni diverse non qualificate, provoca “disastri”. Sbagliare una infrastruttura o una regola urbanistica equivale a depauperare un territorio. A questi errori non si rimedia facilmente … ed ogni errore si paga. In questo caso ad essere penalizzata è un’intera comunità per diverse generazioni. Prima di ogni decisione quindi guardiamo cosa hanno fatto quelli “bravi” e solo dopo esserci ben documentati ed informati, decidiamo.
Opportunità ce ne sono state in passato, ora sarà più difficile raggiungere dei risultati e comunque l’unica soluzione è quella che ogni singola persona sia consapevole che uniti possiamo fare tanto e invece se divisi contiamo poco. Purtroppo penso che il buon senso non si possa acquisire così facilmente.
Prima ci vuole certamente un progetto chiaro e già collaudato e poi determinazione nel portarlo avanti. In genere quando si è molto convinti e competenti di ciò che si fa, si trovano anche gli appoggi e le risorse. Il mio suggerimento è quindi quello di inviare i nostri amministratori a viaggiare per conoscere i modelli virtuosi, presentarli alla gente delle nostre valli per condividerli e poi a testa bassa, portarli avanti. Abbiamo veramente tante potenzialità di integrare ambiente ed economia in un bellissimo territorio, ribadisco che è da stolti (o “lazzaroni”) non farlo.
Io al tempo ero uno decisamente favorevole alla presenza di un’unica Comunità di Valle, ma oggi forse bisogna ammettere che raramente si è riusciti ad andare oltre alle 3-4 zone reali , che hanno caratteristiche differenti e un ”campanile“ ancora forte con interessi diversi, difficile perciò fare anche progetti di sviluppo ad ampio raggio. Bisogna lavorare molto su questo perché un territorio è interessante se ci sono tante cose interessanti anche se magari si trovano nel territorio vicino. Penso ad esempio al turismo che potrebbe essere sviluppato molto di più su tutto il territorio grazie anche alle nuove tecnologie. Credo che potrebbe /dovrebbe provarci un ente come la Comunità di Valle e far partire un percorso anche culturale che coinvolga vari gruppi soprattutto di giovani ma non solo…. con l’obbiettivo di creare delle leadership in un contesto che passi dalla tranquillità di stare bene oggi ad un contesto vincente e conosciuto come investimento per il futuro che riguardi a 360° più cose stimolando i giudicariesi a confrontarsi con il resto della Regione e non solo.
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Politica
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Intervista alla neo parlamentare Emanuela Rossini
Adifesa dell’Autonomia “Proprio il Trentino rappresenta il perno e l’equilibrio per l’Alto Adige”
Il suo curriculum parla di cultura e linguistica, come entra questo bagaglio personale nel suo fare politica? In politica porto inevitabilmente la mia esperienza trentennale nel campo della formazione e cultura. Sento quasi la responsabilità di rappresentare nelle aule del parlamento il valore che ha la conoscenza e lo studio per il nostro paese e qui per le nostre valli. Farò la mia parte affinché la politica, nel decidere, sia informata il meglio possibile. In parlamento sono stata eletta con i partiti Patt-SVP e siedo nel gruppo delle Minoranze Linguistiche e Autonomiste. Come linguista non potrei chiedere di meglio. Mi dedicherò a sviluppare collaborazioni transfrontaliere per i nostri territori, partendo proprio da un investimento mio nell’aprire relazioni che portino a reciproca stima e conoscenza. L’Autonomia trentina, come la interpreterà in un ruolo che è di politica a livello nazionale? Come parlamentare autonomista ho diverse tematiche in agenda da portare avanti, in piena sinergia con gli uffici provinciali. Tra questi la richiesta di
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uello di Emanuenelle esperienze lavodi Denise Rocca le Rossini, eletta rative l’impegno come alla Camera dei Deputati nell’ultima torna- insegnante universitaria e autrice di programmi ta elettorale nazionale nelle file degli Autonomisti radiofonici culturali sulla Rai Radio Regionale, dal è un profilo dove le parole chiave sono internazio- 2017 è nel CdA di Tsm-Trentino School of Mananalità, cultura, università e Trentino: un Master gement e dal 2014 è Membro del Comitato d’Indiin Translation Studies (Warwick University, 1992), rizzo di Fondazione Caritro. L’abbiamo raggiunta preceduto da una Laurea in Lingue e Letterature a poche settimane dall’inizio del suo impegno come Moderne (Università degli Studi, Milano, 1989) e parlamentare. una più ampia competenza in tema di ambiente e per la gestione grandi carnivori. C’è poi un lavoro già iniziato di presa contatti con i Ministeri, quello della Sanità sui punti nascita per esempio, dei Beni Culturali sul tema archivi. Anche sulla legge del Terzo settore, molti in Trentino mi hanno affidato diversi punti su cui lavorare per arrivare a luglio, quando la si approverà, a smussare quegli impedimenti che rischiano di burocratizzare il lavoro di molti volontari e associazioni. Lavoro insieme alla provincia di Bolzano e questo potrà dare maggior peso alle nostre richieste. In generale poi, dove serve aprire un contatto informato con i Ministeri mi sto adoperando per facilitare le relazioni e seguire l’iter di procedimenti in atto, anche di riconoscimento di alcune nostre eccellenze. Quali sono le esigenze dell’Autonomia che van-
no portate a Montecitorio secondo lei? In generale le esigenze sono di due tipi: tecniche e culturali. Quelle tecniche mirano a chiedere deroghe sugli standard di valutazione dei servizi che si usano in pianura, facendo comprendere allo stato che vivere in montagna costa di più,
per tante ragioni oggettive. In questo, allearsi con altre regioni di terre montane aiuterà. Poi c’è un compito culturale che richiederà un grande impegno per difendere la specialità della nostra autonomia, nata come terra di confine e di convivenza mai facile e mai risolta vorrei ricordare. Noi abbiamo il Brennero, con tutto ciò che comporta. Questo compito sarà necessario per frenare un rischioso tentativo, da parte di alcune forze politiche, di voler azzerare la nostra storia trentina, portandola magari all’interno di una macro regione col Veneto, non capendo che proprio il Trentino rappresenta il perno e l’equilibrio per l’Alto Adige. Cosa l’ha colpita del suo arrivo a Roma in queste prime settimane da parlamentare? Il profondo distacco tra la realtà vera e le notizie in tv e sui media. In parlamento c’è un mondo regolato da regole trasparenti, personale preparato, meccanismi di nomine e deleghe che votiamo e che si basano sulla fiducia tra di noi, parlamentari, al di là delle appartenenze politiche. Con quali aspettative e auspici è partito questo suo impegno a livello nazionale? Il mio impegno è nato per contribuire a migliorare il mio paese e servire il mio territorio. Credo in questo nostro tempo, che racchiude grandi potenzialità, e credo sia possibile oggi sperare in noi. Meritiamo questa speranza e la meritano quelli che vengono dopo di noi.
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Il personaggio
MAGGIO 2018
Un riassunto della tua vita in 3 righe Sono cresciuto e ho studiato a Tione (liceo, all’allora Galileo Galilei), poi a Milano per completare Ingegneria Aerospaziale. Lì, durante il servizio civile, ho iniziato ad avere contatti col mondo delle corse; dopo una breve gavetta in F3 in Germania sono stato assunto in Ferrari nel 2000 e da allora mi sono sempre occupato di F1 Cosa ti ha spinto a scegliere questa professione? Fin da bambino sono sempre attratto da sport in cui ci fosse una forte componente tecnologica e di competizione: la F1 (seppure non particolarmente seguita in famiglia) ha quindi rappresentato il connubio ideale in questo senso. Inoltre, essendo stato sempre abbastanza stanziale in gioventù, le corse significavano anche la scoperta di un mondo lontano. Devo dire che in questi 20 anni ho avuto la fortuna di poterne vedere una gran parte. Ma come si arriva a lavorare in Formula Uno? Dipende da cosa si vuole fare in F1: ci sono svariate occupazioni che permettono di lavorare in questo ambiente, dal settore tecnico a quello commerciale, a quello relativo ai media ecc.. Diciamo che il campo più ambito e che conosco meglio è quello tecnico e in questo caso si deve puntare ad una laurea di tipo meccanico, elettronico o aeronautico. Il prestigio dell’Università è fondamentale e le esperienze all’estero sono molto apprezzate; inoltre avere avuto già esperienze lavorative quando ci si presenta ad un team di F1 può essere determinante. Il mio consiglio quindi è di affiancare agli studi qualche attività nell’automobilismo definito “minore” nei weekend: almeno nel mio caso questo fu un fattore decisivo Qual è il tuo lavoro specifico e per quali piloti hai lavorato? Sono Race Engineer, colui che coordina i lavori sulla macchina e il principale referente del pilota. Nella mia carriera ho avuto la fortuna di lavorare con Schumacher, Massa, Alonso e Raikkonen. Attualmente seguo Kevin Magnussen nel team Haas. Si guadagna bene a fare questo lavoro? Diciamo che non ho mai incontrato nessuno nella mia carriera che sia arrivato qui per i soldi: credo che questo tipo di persone si rivolga più ai Bitcoin o alle fluttuazioni del mercato borsistico. Si arriva qui perché si ama questo lavoro e perché consente una vita fuori dal comune: poi ovviamente se uno riesce a farsi valere arrivano anche le soddisfazioni economiche, che non vengono disprezzate La più grande soddisfazione La riconoscenza e il rispetto di campioni che hanno fatto la
Giuliano Salvi, da Tione ai vertici della Formula 1
Con Schumacher, Alonso e Raikkonen: la mia vita di corsa G
di Enrico Gasperi
iuliano Salvi, ingegnere aerospaziale, 46 anni, dal 2000 lavora a stretto contatto con i grandi campioni della Formula 1 e offre un contributo determinante per rendere i loro bolidi sempre più veloci, potenti e affidabili. Coronato il sogno di approdare al
mitico Cavallino, in Ferrari ha festeggiato la vittoria di 5 campionati del mondo piloti e 6 costruttori. In questo momento vive (si fa per dire, la casa è un approdo momentaneo tra le numerose trasferte per le gare in cinque continenti) a Oxford.
aveva fatto: poteva solo vincere quel GP per avere speranze e lo dominò. Fu bello a fine gara ricevere le congratulazioni di Anthony Hamilton ( il padre di Lewis): senza eccedere in retorica fu quello che si definisce un grande momento di sport. Un altro aneddoto, questa volta a lieto fine… Un giorno a Silverstone, nel retro box, mi imbatto in Jay Kay, il leader dei Jamiroquai: gli dico che Half the man è una delle 10 canzoni della mia vita. Allora lui inizia ad improvvisarla a cappella e io lo seguo seguendo la logica “ma quando mi può ricapitare più?” Sta di fatto che ci filmano ed è rimasto uno dei video a cui ero più affezionato. Ultimamente l’ho cercato e non riesco più a trovarlo. Non capisco se entrando negli “anta” uno sviluppi una sorta di inconsapevole auto-censura...
storia della F1 più volte ottenuta durante la mia carriera: senza entrare nei rapporti personali (ci sarebbe da scrivere un libro), sfogliare l’album fotografico e vedere Schumacher, Alonso, Raikkonen o Massa abbracciati a me mi fa capire quanto sia stato privilegiato in questa vita Chi è il personaggio più simpatico che hai incontrato nel modo delle corse? L’elettronico di Vettel Francesco Cigarini: spesso lo vedete sotto il podio quando Seb vince. Non avesse fatto ciò di cui si occupa, avrebbe avuto un posto sicuro a Zelig! Com’era Schumacher? Un Campione immenso, un uomo molto riconoscente verso la sua squadra. E con una forte personalità che si poteva respirare standogli attorno L’ex grande boss Ecclestone, Che tipo è? Non ho mai lavorato con lui direttamente. Posso solo dire che ha preso questo sport alla fine degli anni ’70, quando era un evento di nicchia per coloro che gli anglosassoni definiscono petrol heads ed è arrivato fino alla famosa casalinga di Voghera, l’ha cioè trasformato in un evento globale paragonabile alle Olimpiadi o ai Mondiali di Calcio (non di-
LA SCHEDA Nome e cognome: Giuliano Salvi Soprannome: Giuly (ha iniziato mia mamma quando ero piccolo, poi lo ha adottato Felipe Massa e da lì si è diffuso in tutto il paddock... Un po’ strano perché in ambito anglosassone è un soprannome femminile) Data di nascita: 11/01/72 Famiglia: molto riservato Studi: laurea in Ingegneria Aerospaziale al Politecnico di Milano Esperienze professionali: dopo l’Università ho sempre lavorato nel mondo delle corse, dal 2000 in Ferrari Hobby: suonare il pianoforte, kart Musica: Stevie Wonder, Van Morrison, Beatles, Bob Dylan e tutti coloro che mettono il piano al centro; in Italia Elio e le Storie Tese, Samuele Bersani e Fossati Miglior pregio/peggiore difetto: buona progettualità a medio-lungo termine / mi annoia il dettaglio Piatto preferito:melanzane alla Parmigiana Vacanze: Città del Capo Motto: malo hic esse primus quam Romae secundus Sogno nel cassetto: diventare direttore artistico di Sanremo. Più vicino al mio ambito: occuparmi della mobilità del futuro: celle a idrogeno, sistemi ibridi, ridotte emissioni. Politica (?) Ultimo libro letto: Opera Omnia di Bob Dylan di Leonardo Tondelli (pubblicato in rete, dovrebbe diventare un libro, divertentissimo!) mentichiamo che si svolge con cadenza annuale): se a Kuala Lumpur o a Johannesburg i nomi di Alonso, Raikkonen o Hamilton sono familiari credo lo si debba anche a lui Premi e riconoscimenti? A livello sportivo ho contribuito alla vittoria di 5 campionati del mondo piloti e 6 costruttori. Il riconoscimento principale è il fatto di fare ancora il lavoro che amo dopo 20 anni. Parafrasando quello che si dice dei giornalisti, è pur sempre meglio essere impegnato nelle
corse che lavorare. Qualche aneddoto? Ce ne sono tantissimi da farci un libro, uno a caso potrebbe essere Brasile 2008. Felipe Massa tagliò il traguardo da campione del mondo e mentre tutto il box festeggiava io gridavo di aspettare l’arrivo di Hamilton che in quel momento era solo sesto e quindi 1 punto dietro nel Mondiale. All’ultima curva dell’ultimo giro di una Stagione intensissima riuscì a superare la Toyota di Glock agguantando il quinto
posto e tagliando il traguardo, 39 secondi dopo Felipe, da Campione del Mondo... Una sceneggiatura perfetta stile Hitchcock, con un finale incredibile: il problema è che non se ne potrebbe fare un film perché tutti direbbero “che americanata”… A volte la vita è più sorprendente di quanto ci si possa immaginare E che faccia fece Massa dopo i famosi 39 secondi? Non ricordo, era nascosta dalle lacrime. Ma lo ricordo anche molto orgoglioso di quello che
Cosa farai nel futuro prossimo? Ti vedi pensionato? Non ho idea, sicuramente il distacco dalla F1 (che prima o poi arriverà) sarà un momento delicato perché ha occupato gran parte della mia vita. Mi piacerebbe occupami di questioni sociali in Sudafrica dove ho casa e che rappresenta il mio buen retiro. Oppure di politica in Italia: noto una classe dirigente attuale abbastanza priva di esperienze internazionali e che fatica a relazionarsi con le altre nazioni per problemi di lingua e apertura mentale. C’è, però, una nuova generazione di giovani che a causa della mancanza di lavoro si è dovuta sprovincializzare e si sta facendo valere all’Estero. Ecco mi piacerebbe coordinare queste eccellenze nascoste al servizio di una nazione che è abbastanza marginalizzata e in declino: questo è quanto compare di noi dall’esterno. Saltiamo sull’ultima frasca. Si realizza il tuo sogno nel cassetto: da direttore artistico a Sanremo quale sarebbe il principale cambiamento che introdurresti? Quello della mia vita rimane l’edizione del 1990 quando Ray Charles si sedette al piano e suonò Gli amori di Toto Cutugno trasformandola in Good love, gone bad... Se non l’hai presente vai su Youtube e capirai che la pietra filosofale esiste davvero... Sarebbe bello riportare un po’ di quella magia.
Economia Subito qualche cifra. La Scouting Spa ha esaminato i bilanci e relativi andamenti di 40 strutture della Val Rendena su 140 presenti. Un lavoro utilissimo per capire il polso della situazione e raccogliere preziosi suggerimenti sul futuro. Ebbene i dati sono sostanzialmente tutti positivi: dal 2014 al 2016 c’è stata una progressione continua, sono cresciuti i tassi di occupazione, i ricavi medi sono molti buoni. Ovviamente tutto questo non è caduto dal cielo: è il risultato di scelte imprenditoriali ( la media di quanto investito per camere a Campiglio e valle è più alta rispetto al resto del Trentino ! ) sicuramente affiancate da una politica generale che ha fatto la sua parte, investendo su strutture, servizi, promozione ecc. Le performance maggiori sono quelle degli hotel a quattro stelle ( a conferma del trend che premia la qualità ), un po’ meno bene negli alberghi a tre stelle, che peraltro di recente hanno cominciato ad investire con maggior determinazione. Il dott. Fabio Grazioli della Souting Spa, nel dettagliare i risultati, ha fatto riferimento anche ad una recente collaborazione tra la stessa Scouting e Travel Appeal in tema di web reputation. Dai dati presentati emerge che chi investi ottiene sempre buone valutazioni, che sicuramente possono
Durante la campagna elettorale tutti chiedevano voti per poter poi governare “nell’interesse dei cittadini” e “per il bene del Paese”; ritornelli che sono diventati perfino asfissianti da quando chi ha vinto, o pensa di aver vinto, si fa in quattro per essere al governo: naturalmente per fare il bene e gli interessi dei cittadini. Gli Italiani hanno così scoperto che vi sono politici i quali passano notti insonni per il fatto che se non riescono ad andare al governo non possono essere utili alla gente della nostra bella Penisola. Tutti sottolineano che l’unica cosa alla quale non pensano affatto sono le “poltrone”. Speriamo che se non ce la fanno ad andare al Governo per fare i nostri interessi non decidano di compiere atti insani. Che bella novità! Ma anche che triste delusione! Abbiamo dunque scoperto che vi sono politici che dopo essere eletti si impegnano per fare gli interessi dei cittadini e il bene del Paese. Ma che cosa possono pensare e dire coloro che tale impegno lo hanno sempre dato per scontato? Questa continua retorica non fa altro che testimoniare mancanza di veri contenuti, al di là degli altisonanti
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L’indagine della Scouting Spa sulle performance alberghiere promuove la Val Rendena
Chi semina raccoglie...e bene Maggiori investimenti si traducono in reputazione su internet e margini più elevati di Ettore Zampiccoli
Come nella parabola evangelica: chi semina raccoglie. E a Madonna di Campiglio, Pinzolo e Val Rendena chi ha investito raccoglie. E bene, a quanto pare. E’ questo che risulta da un’indagine sulla perpoi contribuire a importanti marginalità e a ricavi medi buoni per camera. Che il vento a Campiglio e in valle sia buono lo ha confermato anche il dott. Matteo Bonapace, direttore operativo del prodotto accoglienza ed eventi dell’Apt. Si è interrotto il trend di decrescita di qualche anno fa e anche il 2018 conferma ottimi risultati. Per l’estate una crescita del 12,5 nelle presenze. Per la stagione invernale +22,4% in dicembre, +11,2% in gennaio e +3,5% in febbraio (non definitivi i dati di marzo). Ad aumentare è il mercato italiano e anche quello straniero, a conferma di un forte posizionamento che Madonna di
Campiglio, Pinzolo e la Val Rendena hanno sul mercato turistico. Commentando questo andamento il prof. Michele Andreaus, dell’università di Trento, ha tenuto a ribadire due concetti: è in corso un cambio di mentalità e pensiero da parte imprenditoriale, che pone un’attenzione specifica al medio-lungo periodo con progettualità che vanno al di là della redditività a breve. Si comprende che l’utile personale non è l’unico elemento per un’azienda ma che una serie di fattori esterni, come tanti tasselli, possono contribuire a migliorare i risultati di tutti. In altre parole: il turismo è una filiera dove tanti
formance degli hotel, condotta dalla Scouting Spa e presentata nei giorni scorsi durante un incontro voluto e promosso dalla Cassa rurale di Pinzolo e dalla Cassa rurale Adamello Brenta.
soggetti possono dare il loro contributo positivo ( dai commercianti agli artigiani ecc. ) purché ci sia un gioco di squadra efficace, che parte dal basso e coinvolge tutte le categorie. “Negli anni passati – ha commentato Andreaus – il Trentino aveva dimostrato di lasciarsi
trascinare più dalla quantità che dalla qualità. Ora la percezione è che si stia invertendo rotta, anche attraverso investimenti e strumenti idonei ad anticipare le richieste della domanda”. Un concetto questo che era stato espresso in apertura anche dal vicepresidente
della Cassa rurale ing. Maturi, che aveva richiamato la necessità di una maggior unità d’intenti tra i vari protagonisti con percorsi e obiettivi discussi assieme e condivisi. Lo stesso ing. Maturi ha sottolineato – e non a caso – la disponibilità della Cassa rurale ad essere partecipe attiva di questo cambiamento. Analoghi concetti espressi anche dalla presidente della Cassa rurale Adamello Brenta, Monia Bonenti, con un forte invito a ad anticipare e governare il cambiamento. In conclusione l’intervento del dott. Maurizio Rossini, amministratore di Trentino Marketing, che ha sottolineato i risultati eccellenti registrati nel suo complesso dal Trentino. Rossini ha ricordato anche le nuove sfide che attendono il settore, tra le quali la qualità dell’offerta è sicuramente uno degli obiettivi primari.
Sofferenza per allergia politica di Paolo Magagnotti
CONTINUA DALLA PRIMA Non immaginando peraltro che l’unione in padella dei due ingredienti fosse “esplosiva”, ho avvertito un forte prurito per tutta la notte. Oltre che per il disturbo corporeo, rimasi male perché mi ero illuso di essere totalmente indenne da ogni allergia. programmi presentati in campagna elettorale con i quali a tutti è stato promesso di tutto, soprattutto molte cose che con evidenza non possono essere realisticamente attuate; soprattutto, la mancanza di serietà politica ed istituzionale nei confronti di un Paese ricco di potenzialità inespresse e che una seria politica potrebbe molto contribuire a liberae, nell’interesse dei molti cittadini che dalla politica attendono concretezza e non retorica ostentazione di frasi fatte. E poi, mi sia consentito, in questo clima politico più kafkia-
no che mai, di richiamare un’altra espressione che in questi giorni contribuisce ad appesantire la mia allergia lessicale: “Sentire la nostra base”. Sono da sempre profondamente convinto che una sana società debba basarsi su un’ autentica partecipazione democratica, partecipazione che deve avere come presupposto una corretta e obiettiva informazione. Senza voler entrare nel merito del sistema democratico elvetico, ritengo peraltro che quando un candidato è stato eletto in una pubblica istituzione debba assumersi la
Non avrei peraltro mai immaginato di andare incontro ad una sorta di “allergia lessicale”, di cui ho sofferto durante la recente campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento italiano e che si è ancor più accentuata in questi ultimi giorni nel seguire penosi dibattiti politici con capricci estranei persino ai bambini. responsabilità di scelte coerenti con ciò che ha presentato e promesso in campagna elettorale, motivando agli elettori ragioni di eventuali varianti, che dovrebbero peraltro esserci solo nei casi estremi. Il discorso si estende evidentemente ai partiti. Personalmente non capisco e non condivido comportamenti di forze politiche che prima di agire e compiere scelte si rivolgono quasi sistematicamente alla cosiddetta base. Se ci si deve comportare in tale maniera non serve eleggere rappresentanti, basterebbe assumere notari
o cancellieri di tribunale in pensione che, esperti per ragioni professionali a prender nota, nel rispetto della legge, di quello che chiedono clienti o attori in processi, possono certificare i bisogni dei cittadini. I partiti democratici hanno organi collegiali che possono e devono decidere; e poi vi sono i gruppi parlamentari, a cui competono comportamenti e scelte finali sotto il profilo istituzionale. Il politico deve ascoltare la gente non per accontentare tutti ma per fare, sulla base delle proprie convinzioni e delle esigenze espresse, analisi
e scelte che saranno poi giudicate dagli elettori in un’eventuale ricandidatura. Mi sembra peraltro che in Italia vi sia qualche leader di partito che con attenzione solo formale verso organi collegiali del proprio partito ascolta solo se stesso e agisce di conseguenza, il che non è certamente segno di buona e sana democrazia. Voglio augurarmi che nel più breve tempo possibile mi possa sentire libero dalla sgradevole allergia lessicale che la politica di questi giorni genera in me e che in un verso o nell’altro il nostro sistema democratico possa registrare delle scelte. Con tanti auguri e molta comprensione per il Presidente della Repubblica.
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Il Saltaro delle Giudicarie
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Non che vada meglio in altre combriccole, da ridere quelli del Pd che rimasti in quattro gatti, spelacchiati e smunti, continuano a sbuffarsi l’un l’altro come fossero ubriachi, la smettano per Dio, o faranno la fine dei D’Alema, dei Bersani, Boldrini e Co., non che dispiaccia in cielo, la loro scomparsa sarebbe gradita, ma per l’Italia, potrebbero avere ancora molto da fare se mettessero la testa a posto. Siamo proprio conciati male. Il bello è che se ne dicono di tutti i colori che neanche nell’osteria della Maroca si sentono improperi, insulti e parolacce di tale fatta. Non che l’abitudine all’offesa sia nata dopo il 4 marzo, no, già il primo Bossi, ricordate? “Roma ladrona, la Lega non perdona”, poi il Berlusca che segnò Grillo con un “assassino” bello e buono dato che il comico auspicava la “vivisezione” del caro Dudu. Bossi lanciò poi il proclama leghista più convinto, il “celodurismo” e ne faceva vanto. Sempre Berlusconi, il buon Bossi lo definì un cadavere politico” e un “pataccaro”. Niente male, mentre il Cavaliere apostrofò D’Alema come “porta sfiga”. Non da meno Grillo chiedeva in giro: “Cosa succederebbe se ti trovassi con la Boldrini in macchina?”, con la Boldrini, piccata, che rispondeva: “Siete dei potenziali stupratori!” Ce ne sarebbero delle altre e ancor più colorite, ma citiamo solo l’ultima e la più recente del Berlusca rivolto ai Grillini: “Voi nella mia azienda potreste solo pulire i cessi...” Buona questa! E mentre i nostri politici se le cantano, se ne dicono di boia e di vacca, l’Italia è in stasi, senza governo e con poche probabilità di poterlo fare, con tutte le tragiche conseguenze del caso. Cose da pazzi! E in questa misera valle di tribolazioni e di idiozia generalizzata nel frattempo trionfano il malaffare, la criminalità, la gente che perde il ben dell’intelletto, e la pazzia “impazza”, è il caso di dirlo, in ogni parte del mondo. Stragi tragiche che si susseguono senza limiti. E’ di pochi giorni fa la notizia di quella ragazza indiana che da anni viveva ed era cresciuta in Italia, tornata in India per visitare i suoi genitori, è stata uccisa dal padre e dal fratello perché si è rifiutata di sposare un pretendente in accordo col padre, essendo fidanzata con un ragazzo italiano. Robe da pazzi! E la povera Pamela, assassinata con due coltellate, il corpo tagliato a pezzi e messo in due valigie e poi abbandonato sul ciglio di una strada, così come previsto da un rito “voodoo”
Mondo pazzo, che più pazzo non si può IL SALTARO DELLE GIUDICARIE
Mondo balengo, mondo impazzito! Non c’è pace né in cielo né in terra! E poi perdiamo tempo a seguire le scempiaggini dei nostri politici che se ne dicono di tutti i colori, che fan di tutto per incasinare le cose, che spesse volte neanche sanno quel che dicono, tant’è che cambiano parere tre volte al giorno, 21 volte alla settimana, 85 volte al mese. Parliamo d’altro che è meglio, mi sono
nigeriano. Robe da pazzi! Per non dire del geometra di Lucca che ha fatto fuori la moglie e poi si è ucciso, e del carabiniere di Cisterna che ha tentato di uccidere la moglie dopo aver ucciso le due figlie, togliendosi poi la vita. I casi di femminicidio aumentano tutti i giorni, cosi come sono in grande crescita i casi di suicidi. Cosa sta succedendo? Stiamo tutti impazzendo? O forse delusioni, traguardi falliti? Il vostro Saltaro non sa che dire, non trova conforto né particolari spiegazioni, l’Empireo su queste cose non apre bocca, le Alte Sfere stanno studiando la situazione drammatica che è tipica della società attuale, in Italia e all’estero. Poi trarranno conclusioni e prenderanno provvedimenti. Intanto assalti a ville, negozi, anziani, e imprese si ripetono ogni giorno. Anziani derubati e percossi per pochi soldi che appaiono in Tv con i volti tumefatti. Orologiai e gioiellieri derubati e guai a difendersi se non voglio-
no finire nei guai. Nel napoletano e in Sicilia si susseguono omicidi e stragi quotidiane, sembra quasi un bollettino di guerra, ci sono intere zone “vietate” alle stesse forze dell’ordine. Ma la notizia che più ha inorridito l’animo gentile del vostro Saltaro è quella che riguarda i quattro pri-
stufato di seguire le smancerie del fighetto Di Maio, e del barbaro Salvini, d’origine ostrogota o giù di lì. Mi intorpidisce la vista, l’udito e l’olfatto la presenza del Berlusca in Tv, anche se mi è simpatico, mi sembra che pretenda troppo per la sua età, ogni tanto s’appisola, ogni tanto sproloquia, di lucido ha ormai solo la chioma posticcia e poco altro.
mari e una dirigente di un ospedale milanese arrestati per aver “favorito due multinazionali della fornitura di protesi in cambio di soldi e altre utilità e di aver effettuato interventi inutili (amputazioni e altro) per assecondare gli interessi delle due aziende”. Roba da matti. Sono cose talmente bislacche
che non stanno né in cielo né in terra! E le cose non vanno meglio in altre parti del mondo. Se pensiamo che le guerre attualmente in corso nel mondo sono 507 con migliaia di morti ogni giorno. E noi magari a parlare solo della Siria, ma succedono stragi ben più gravi in altre parti. E quasi tutte per un motivo che magari a noi sembrerà banale: si combatte per il controllo dell’acqua. Magari per un pozzo o per il passaggio di un acquedotto. Mondo pazzo! Ma non rattristiamoci troppo perché di pazzie ce ne sono anche di simpatiche. Pensate che il Comune di Genova permette ai propri impiegati di portarsi il cane in ufficio. Ormai i cani hanno libero accesso un po’ ovunque, nei ristoranti, nei supermercati, negli alberghi, ma quella degli uffici è davvero nuova, anche perché sembra che gli animalisti vorrebbero estendere l’iniziativa del comune di Genova agli uffici di tutt’Italia. Non vedo l’ora! Ve lo immaginate un ufficio di cinque sei impiegati ognuno col proprio cane sotto la scrivania, ah..ah... poi, magari, tutti che si mettono ad abbaiare l’un contro l’altro per ragione
di gelosia. L’importante è che gli impiegati siano attrezzati di vasetto per la popò e la pipì, con relativi deodoranti. In Provincia poi, dove gli impiegati sono migliaia, avremmo migliaia di cani, una canea totale, con incremento del lavoro, non tanto impiegatizio, quanto di pulizia e di contenimento. Davvero pazzi quelli di Genova e altrettanto pazzi quelli che vorrebbero la stessa cosa per il resto del Paese. Anche perché non tutti hanno cani, e allora ci potrebbe essere chi in ufficio si porta la nonna sola e triste per poterle cambiare i pannoloni, o perché no?, qualcuno si potrebbe portare l’amante per bearsi gli occhi e sognare, o la suocera, beh, quella è più difficile, basterebbe lasciarla fuori dalla porta. E il gatto? Perché no? E gli uccellini in gabbia, e le tartarughine, i serpenti? Quelli proprio no, sono velenosi! Scherziamo, s’intende! Ma il Comune di Genova non scherza, speriamo che gli amministratori italiani siano dotati di più buon senso e si rifiutino di seguirne l’esempio. Ma è così, il mondo è ormai fuori di testa, il vostro Saltaro ne è convinto, che nell’alto dei cieli si prendano al più presto provvedimenti o fra qualche decennio vivremmo nel più totale casino. A me non importa granché dato che da secoli svolazzo, puro spirito sulle innevate cime giudicariesi, son cavoli vostri se siete condannati a vivere sulla terra. Io ci rido sopra e buona notte!
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Società
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La testimonianza di Luisa, vittima di un disturbo dell’alimentazione
Divorata da una fame d’amore “Intorno a me la vita corre a gran velocità, la gente sorride, ama, fa progetti. Farò in tempo anche io a vivere una vita normale?” Ricordo come fosse ora il professore di educazione tecnica delle scuole medie. Argomento trattato: “Il cibo e le sue calorie”. Compito per casa: raccogliere i dati settimanali di quello che si è mangiato. Risultato? Mangiavo quanto un elefante, eppure ero magrissima, e così inizia la mia fobia del controllo – peso-calorie – corpo-cibo, una vera gabbia senza via d’uscita. Ma il lato più negativo di tutta questa ossessione non è tanto la parte materiale sul cosa e quanto mangiare, ma è l’annullamento di tutto il resto che è attorno, le emozioni, i sentimenti, le relazioni, la voglia di vivere. Passano le ore, i giorni, i mesi e gli anni, sempre concentrati sul cibo; tutto il resto si annulla, attorno a te solo il deserto, e la vita diventa un inferno. Il cibo
C
iao a tutti, forse il titolo di questo articolo vi ha destato un po’ di curiosità: è proprio l’effetto che volevo suscitare in voi lettori raccontando questa mia storia. Il cibo mi ha ingabbiato, già dall’adolescenza, e
non mi ha ancora lasciata libera…sono anni che lotto contro di lui e finora ha avuto ancora la meglio però non mollo, e grazie all’aiuto di persone a me care sto cercando una via d’uscita da questo tunnel.
che ti nutre fin dal momento in cui nasci, che ti fa crescere e vivere, diventa invece una sorta di droga. Chi soffre di disturbi alimentari, infatti, spesso non viene capito in quanto il cibo sembra impossibile che possa diventare una “sostanza” da cui si dipende (come invece lo sono l’alcool, il fumo, le droghe o le slot). Il cibo ti nutre, è vero, ma può anche farti morire. Intorno a me la vita corre a gran velocità, la gente sorride, ama, fa progetti, sono persone libere, capaci di accettare la vita così come viene. Farò in tempo anch’io a conoscere e vivere
Giovedì 10 maggio inizierà a Tione la scuola di ecologia familiare. Sono 5 incontri che vogliono informare e sensibilizzare sugli stili di vita e di relazione, e sulle fragilità presenti nelle nostre famiglie e comunità. Da diverso tempo, infatti, gli operatori del Centro Alcologia, e quelli dei club alcologici territoriali si sono resi conto che i disagi delle persone crescono sempre più, e sono sempre più intrecciati fra loro. Fumo, gioco, droghe, cibo, psicofarmaci, internet, smartphone ed altre dipendenze, oltre a quella dell’alcol, rendono assai complesso l’approccio degli operatori sanitari. Il metodo Hudolin, che da trent’anni viene attuato in Trentino nei club alcologici, e che ha sempre dato buoni risultati, è sembrato il più adatto per affrontare anche gli altri bisogni che via via si presentano. Essendo impensabile creare club per ogni singola fragilità, si è scelta la strada dei club di ecologia familiare (CEF). Sono gruppi di scambio e sostegno reciproco, composto da persone e famiglie che liberamente decidono di ritrovarsi una volta a settimana per condividere e affrontare insieme i disagi in un’ottica di cambiamento. Non solo le dipendenze da sostanze, ma anche l’elaborazione di un lutto, di un abbandono, della perdita di autostima, la fatica di convivere con malattie, depressione e solitudine, disagi di ogni genere. Tutto viene condiviso, con la massima libertà, con l’impegno reciproco della
una vita normale? Qualche anno fa mi sono interrogata su come dare voce a questa sofferenza per amplificare un urlo disperato di richiesta d’aiuto. Come se non raccontare un po’ la mia storia? Ho smesso di giudicare gli altri da molto tempo, ho gettato la mia vita per 30 anni in un gabinetto a mangiare e vomitare: ci si sente guardati, giudicati, esposti, ma nessuno è capace di dire “Ho paura, ho bisogno, desidero, sono depresso”. Non ci è, in fondo, permesso parlare a voce alta delle nostre fragilità, tutti dobbiamo aderire ai cliches che ci vogliono sani, forti, auto-
nomi, altrimenti siamo da meno. Un corpo devastato dalla magrezza, invece, diventa una possibilità per catturare l’attenzione di tutti: l’attenzione che non si è mai avuta per quello che, semplicemente, si era. Pensare di risolvere da sé un disagio cosi forte è in realtà uno degli aspetti della malattia, per questo voglio gridare a tutti coloro che si nascondono dietro alla paura del giudizio: “Cercate aiuto prima che questo mostro vi divori” come ha fatto con me. Non occorre vergognarsi, anzi, questa malattia ci ha reso persone uniche, sensibili, forti…è solo che finora abbiamo usato queste virtù contro noi stessi. La nostra fame d’amore si colmerà e ricominceremo, finalmente, a vivere. Luisa S.
Sono due i centri di Ecologia familiare in valle, a Tione e a Condino
Fragilità e dipendenze si combattono con il metodo Hudolin più ferrea privacy, nel rispetto dei tempi di ognuno. Fiorenza e Carlo, con grande competenza e umanità, sono i servitori-insegnanti dei due gruppi che al momento operano in Giudicarie, a Tione e Condino. Sono le figure che coordinano gli incontri, e che si sono preparate per questo delicato compito con i corsi organizzati regolarmente in Provincia. “Le persone che iniziano il percorso dei club sono molto diverse – spiegano - e questo arricchisce tanto tutti quanti”. Ma le sedute non sono uno sfogo e basta, perché ognuno sentendosi ascoltato e capito nella condivisione, comincia a stare meglio, a cambiare il suo atteggiamento nell’affrontare le difficoltà. “Si è visto – aggiungono - che soprattutto le persone che hanno affrontato e superato qualche dipendenza sono poi le più adatte a diventare servitori-insegnanti, perché più motivate e più preparate ad aiutare gli altri perché le difficoltà le hanno vissute sulla
propria pelle”. Al momento nei due club giudicariesi ci sono problemi di depressione, fumo, anoressia, dipendenza dal gioco, peso nell’accudimento di un familiare malato. Anche i problemi gravi, che necessitano comunque di interventi medici mirati, trovano sollievo nel frequentare i club di ecologia familiare, luoghi che diventano un riferimento importante, un supporto dove si crea empatia, e spesso una rete di amicizie che conti-
nuano anche fuori dalla riunione settimanale. Ideale sarebbe la partecipazione della famiglia, ciò faciliterebbe il cambiamento e rinforzerebbe il benessere di tutti. Se ce ne sarà bisogno, si apriranno nuovi club di ecologia familiare in Giudicarie, anche per facilitare la frequenza settimanale agli incontri da ogni parte del territorio. La scuola di ecologia familiare si terrà a Tione, presso la sala riunioni della Rsa ospedaliera, per 5 giovedì
consecutivi (10, 17, 24, 31 maggio e 7 giugno) dalle 20 alle 22. E’ organizzata dalle Acat delle Giudicarie e della Rendena in collaborazione col servizio Alcologia, antifumo e altre fragilità di Tione, è gratuito, ed è rivolto a tutti. Gli argomenti che saranno affrontati sono gli stili di vita, il benessere, la famiglia e le sue risorse, le fragilità presenti nelle nostre comunità quali attaccamenti, perdite, fatica nella convivenza. Le capacità di vita, le reti di relazioni del territorio, le associazioni Acat ed i club di ecologia familiare. Conducono Cristina Dal Lago e Carlo Ducoli. Oltre alla teoria ci saranno le esperienze di persone e famiglie che all’interno dei club alcologici territoriali e di ecologia familiare hanno avviato percorsi di cambiamento di stile di vita e di relazione. (Informazioni al Centro Alcologia, antifumo e altre fragilità di via Ospedale a Tione, 0465 331521). Chiara Garroni
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Territorio
MAGGIO 2018 Roberto Filippi è il nuovo presidente
Due manageralla guida delleTerme di Comano Elena Andreolli è il braccio operativo in veste di consigliere delegato Filippi e Andreolli siedono nel Cda delle Terme dal 2016, e oggi sono di fatto i nuovi vertici, con la novità più significativa nella figura di Andreolli, classe1979, di Ponte Arche, che rivestirà il ruolo di consigliere delegato che sarà presente in azienda e appare essere il braccio operativo chiamato ad una serie di compiti impegnativi: sono infatti affidati a lei la definizione di una nuova struttura organizzativa per l’azienda, la cura dei rapporti con le altre terme trentine, la gestione diretta delle politiche di marketing e di prodotto e la combinazione, che si è rivelata molto delicata e complessa per le Terme di Comano, dell’aspetto prettamente di cura medica, sostenuto dalle ricerche scientifiche e da quella in corso sul microbiota, e l’aspetto del benessere inteso in senso più ampio di wellness,
di Denise Rocca
Sono stati annunciati i nuovi vertici dell’azienda consorziale Terme di Comano: Roberto Filippi, direttore della Cassa Rurale Don Lorenzo Guetti, è il nuovo presidente, mentre Elena Andreolli, ingegnere gestionale con diverse esperienze all’attivo, seguirà operativamente l’azienda in veste di consigliere delegato. Una scelta che mette in pratica le modifiche allo statuto introdotte un paio di anni fa,
quando si parlò di arrivare ad un amministratore delegato per superare anni di difficoltà gestionali e qualche difficoltà di troppo ad imporsi sul mercato e a reggerne la velocità e la necessità di innovazione dovute a molti fattori diversi, ma fra questi anche la macchinosità di un processo decisionale complicato, che vedeva diversi passaggi fra presidente, direttore, Cda e assemblea termale.
rivolto ad un mercato molto più grande e particolarmente attrattivo dal punto di vista commerciale e turistico. Oltretutto, aspetto che è stato in questi anni al centro dell’attenzione pubblica e degli operatori turistici, si è in piena progettazione e realizzazione del piano di investimenti da 24 milioni di euro che l’azienda ha in cantiere, con il delicato passaggio in Provincia delle ultime modifiche in materia. “Stiamo consolidando e completando il percorso di organizzazione aziendale avviato due anni fa – conferma il presidente dell’assemblea consor-
ziale, ovvero la proprietà delle Terme, Alberto Iori - che si proponeva l’obiettivo di creare una governance snella e dinamica per seguire in modo efficiente le dinamiche di mercato”. Una scelta che prosegue sulla strada di professionalizzare l’azienda consorziale e ammodernarne, oltre alle strutture, l’organizzazione e la gestione. “Filippi è una persona molto presente e attiva nel territorio delle Giudicarie Esteriori e, quindi, in grado di interpretarne i bisogni e di attivare relazioni proficue e positive – spiega Iori - La figura di Elena Andreolli come
Consigliere Delegato è stata pensata per dare all’azienda un’impronta innovativa e soprattutto per interpretare le richieste del mercato che ci permettono di dare all’ospite nuovi ed interessanti prodotti, soprattutto nel settore termale. Già nei due anni trascorsi Elena Andreolli ha seguito e supervisionato le attività legate alla cosmesi, al marketing, alla ricerca ed ai rapporti con l’Apt e, grazie alla sua formazione di ingegnere gestionale ed esperienza lavorativa nello sviluppo territoriale e di impresa, riteniamo possa svolgere al meglio il ruolo assegnatole”. Roberto Filippi ed Elena Andreolli hanno senza dubbio preso sulle proprie spalle uno dei grandi temi, continuamente oggetto di dibattito e molto spesso di polemica, che segneranno il futuro delle Giudicarie Esteriori.
L’EDITORIALE di Adelino Amistadi
La buona scuola senza pugni
Continua dalla Prima S’è abolito ogni riconoscimento, soprattutto nella scuola, per chi ricopre un ruolo (insegnante, preside o genitore), tenuti comunque ad un certo comportamento e gli altri (studenti e figli) altrettanto tenuti a rispettarlo. Così siamo passati da un mondo in cui la scuola era una istituzione intoccabile e gli insegnanti avevano sempre ragione, ad un mondo in cui gli insegnanti hanno sempre torto per definizione. E nella nostra smania di iperprotezione, noi genitori, arriviamo persino a negare l’evidenza: i figli sono nostri, nessuno deve permettersi di metterli in discussione. Così viene smarrito un prezioso punto di vista che ci viene offerto dalla scuola, lo si rifiuta con troppa superficialità. Invece di considerare gli insegnanti come preziosi alleati nell’educazione dei propri figli, li si considera avversari. E gli insegnanti, ormai, non riescono più a svolgere il loro compito con serenità ed equilibrio, intimoriti da eserciti di genitori sempre più aggressivi, convinti di fare il bene
dei loro figli. Purtroppo genitori e studenti non si accontentano più di protestare dal preside, ma sono passati alle angherie e alla violenza fisica. Anche se non è il caso del Trentino, alcuni segnali preoccupano non poco le nostre autorità scolastiche. L’ultimo caso dei quattro studenti che hanno aggredito il loro insegnante d’italiano facendolo inginocchiare e cercando di rubargli il registro per cancellare un brutto voto è il brutto esempio di quanto la collaborazione studenti e insegnanti sia caduta in basso. Ma sono numerosissimi altri casi di violenza fisica nei confronti degli insegnanti. Uno studente che sfregia la professoressa in classe, un padre che ha mandato in ospedale un insegnante che aveva rimproverato il figlio, e sono tanti i casi di insegnanti contestati, insultati, picchiati dagli studenti e dai loro genitori. Siamo di fronte ad un fenomeno inarrestabile e incontrollabile. E così si sconta la rottura della collaborazione tra scuola e famiglia che inve-
ce dovrebbero cooperare per il bene dei ragazzi. Non possiamo comunque mettere sullo stesso piano chi insegna e chi impara, il docente e l’allievo. Il principio di autorevolezza dev’essere al più presto ristabilito. Non è accettabile l’intemperanza di genitori che ormai non accettano neppure un rimprovero fatto
ai propri figli. Rimproveri di insegnanti che ai miei tempi, una volta a casa, si replicavano con ulteriori castighi. Il danno che stiamo facendo proprio a chi crediamo di proteggere, rischia di essere incalcolabile. Ricordiamoci che la scuola ha, fra i suoi compiti principali, quello di aiutare i nostri figli ad esse-
re responsabili e costruttori del proprio futuro. Fin che saremo noi a rispondere al posto loro, ne ritarderemo la maturità e la consapevolezza che dovranno cavarsela da soli, difficilmente ci sarà sempre un genitore che ripari ai loro errori. S’è parlato in questi anni di “buona scuola”, io preferisco che nella scuola si torni a parlare di “buona educazione”. Nessuno vuole che si torni a cinquant’anni fa, i tempi sono cambiati sia nella scuola che nella famiglia. Ma non dobbiamo mai dimenticare che il compito dei genitori non è quello di essere ad ogni costo i paladini dei nostri figli, ma soprattutto difensori dei loro interessi. Il loro massimo interesse è quello di una adeguata formazione civile e culturale, e per essere aiutati conta non poco il rapporto con gli insegnanti. La figura dell’insegnante è unica e preziosa. Rispettarli significa rispettare anche noi stessi. Proviamo a ripartire da qui, prima che sia troppo tardi.
Società Infatti, per i primi 42 volontari era richiesta una precisa conoscenza in materia di medicina, primo soccorso e diritto umanitario internazionale. L’11 gennaio 1982 la presidente della CRI Trentina dott. ssa Fiorentini delegava Maddalena Parolari (Marilena) di “importare” la Croce Rossa nel C8. Cosa che avvenne in collaborazione con i dirigenti provinciali della Croce Rossa Italiana Trentina. Il professore Olimpio Chesi, già Primario dell’Ospedale Mandamentale di Tione, ha diretto il corso volontari insieme ad altri medici qualificati. Superati i vari corsi ed esami, i volontari sono stati presentati la sera dell’8 maggio 1986 nello spettacolare evento ospitato all’interno della Sala Congressi delle Terme di Comano, intitolato “Solidarietà senza confini”. Qui, oltre alla presentazione e alla consegna dei diplomi ed attestati, hanno trovato spazio momenti culturali e musicali di grande rilievo, come la lettura di poesie da parte del prof. Franco Farina, performance dei cori Brenta (Tione), Cima
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L’8 maggio 1986 la serata-evento alle Terme di Comano
La Cri delle Giudicarie festeggia 32 anni Furono 42 i primi volontari, preparati in medicina, primo soccorso e diritto umanitario internazionale di Aldo Gottardi Nel maggio di 32 anni fa si costituiva con una grande, affollatissima manifestazione alle Terme di Comano, la sezione della Croce Rossa Italiana delle Giudicarie. Emanazione locale della storica Croce e Mezzaluna Rossa Internazionale ufficialmente nata ned’Ambiez (San Lorenzo in Banale), Castelcampo (Ponte Arche), Le Villanelle (Fiavè). Sono intervenute numerose autorità: l’allora sindaco di Stenico Bruno Diprè, il presidente del Comprensorio cav. Florindo Malfer, le
responsabili CRI del C8 Agnese Ongari, Marilena Parolari e Andreina Zambotti. Presenti in sala l’Ispettore generale dei volontari Gianni Tononi, il Direttore dei corsi CRI Lino Calliari, l’Ispettore provinciale
gli anni sessanta dell’Ottocento in occasione delle battaglie risorgimentali di Solferino e San Martino, ad opera dello svizzero Jean Henry Dunant, il Gruppo dei Volontari del Soccorso (VdS) delle Giudicarie finalmente vedeva la luce dopo lunghi mesi di preparazione e organizzazione.
I PRIMI VOLONTARI DELLA CRI GIUDICARIE: Dalla Busa di Tione: Maddalena Parolari, Giampaolo Aldrighetti, Erika Antolini, Franco Antolini, Marilena Antolini, Enzo Armani, Sergio Arrmani, Irma Chiodega, Fernanda Grandi, Adriana Mazzoni, Rina Paletti, Annarina Salvaterra, Doranna Salvaterra, Mattia Salvaterra, Teresa Salvaterra, Luciana Scolari, Adriana Valenti, Umberto Visentin. Dalla Val Rendena: Antonella Amadei, Bruno Amadei, Rina Bosetti, Lucia Gottardi, Daria Maffei, Carla Ongari. Dalle Giudicarie Esteriori: Letizia Baldessari, Giuseppina Berghi, Raffaella Bronzini, Carla Cerana, Adelia Giovanelli, Ugo Riccadonna, Marco Rigotti, Andreina Zambotti. Dalla Val del Chiese: Graziella Bugna, Raffaella Bugna, Gianfranco Capelli, Tomaso Ferrero, Lucia Franceschetti, Tiziano Gilardoni, Dario Mattei, Bruno Tonini, Flavio Valenti, Remo Valenti. Antonio Pedrotti, il responsabile della protezione civile Luciano Wieser, il coordinatore dei cor-
si per volontari Renzo Comper. E’ seguito poi un momento più conviviale con rinfresco (offerto dai
commercianti giudicariesi, così come parte delle decorazioni floreali del palco) e un’asta per due quadri di Ruggero Marzatico e Carlo Sartori, il cui ricavato sarebbe andato alla neonata associazione. La serata, magistralmente diretta da Giacomo Santini, ha registrato il tutto esaurito nella pur grande Sala Congressi: centinaia di persone hanno partecipato ad un evento storico per la comunità, importante dal punto di vista dell’associazionismo così come da quello dell’impegno umanitario.
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Cultura
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Avvicinandosi l’appuntamento con il concorso - da domenica 24 giugno al 1 luglio – le idee in casa di Maurizio Corradi, Paolo Dalponte, Elisabetta Doniselli, i tre ideatori del percorso di arte nella natura, fioccano. A partire da un grande teatro “green”: ovvero, in una conca naturale che compare alla fine del percorso, nei pressi dell’accesso per i disabili, al Bas hanno pensato di costruire, interamente in gradoni di materiale vegetale, un teatro all’aria aperta. A fianco sorgerà anche un’area “CreAttiva” per i ragazzi, dove iniziare a sperimentare l’arte e baloccarsi con strumenti da scultori e pittori. In mente c’è anche il ripristino di una piccola porzione di antiche “fratte”: quegli appezzamenti esterni all’abitato e alle zone agricole, in zone particolarmente ripide,
Nel percorso nella natura delle Esteriori sarà realizzato anche un teatro interamente vegetale
La femminilità a BoscoArteStenico Dal 24 giugno al 1 luglio gli scultori saranno al lavoro
di Denise Rocca E’ la femminilità il tema della tema così suggestivo, in parnuova edizione del concorso ticolare abbinato alla natura artistico che arricchisce ogni anno il bosco a monte e all’ambiente, porterà uno spirito e un’ispirazione dell’abitato di Stenico di nuove sculture e installa- uniche agli artisti selezionati dalla commissione per zioni, interamente naturali. E’ da prevedere che un partecipare al concorso di quest’anno. che un tempo venivano assegnate a richiesta alle famiglie meno abbienti alle quali veniva data una particella fra quelle che gli “squadradori” creavano frazionando l’area, in modo che avessero almeno un pezzo di terreno dove coltivare cereali, rape o fagioli. Al Bas hanno pensato di recuperare questo pezzettino di storia del luogo ripristinando tre fratte con i loro terrazzamenti in muretti a
Artigiani, corsi sulla sicurezza Dal mese di giugno Associazione Artigiani attraverso Sapi organizza sul territorio delle Giudicarie corsi sicurezza come da elenco. Per informazioni potete contattare l’ufficio di Tione al 0465/338811 o l’ufficio di Sapi al 0461/803768.
PREZZO DAL SECONDO PARTECIPANTE IN POI Gli importi sotto riportati sono I.V.A. esclusi e rivolti alle aziende associate all’ Associazione Artigiani. Le aziende NON associate o i privati riceveranno convocazioni con importi maggiorati. Per informazioni sulla maggiorazione dei prezzi potete contattarci allo 0461803768 Alessandro 0461803777 Sara o via mail a formazione@sapi.artigiani.tn.it TIPOLOGIA DI CORSO
ORE
PREZZO PRIMO PARTECIPANTE
CORSO SICUREZZA BASE DIPENDENTI BASSO RISCHIO (4 ore di formazione generale + 4 ore di formazione specifica)
8 ore
€ 80,00
€ 72,00
CORSO SICUREZZA BASE DIPENDENTI MEDIO RISCHIO (4 ore di formazione generale + 8 ore di formazione specifica)
12 ore
€ 110,00
€ 100,00
CORSO SICUREZZA BASE DIPENDENTI ALTO RISCHIO (4 ore di formazione generale + 12 ore di formazione specifica)
16 ore
€ 130,00
€ 120,00
CORSO PREPOSTI
8 ore
€ 100,00
€ 90,00
CORSO AGGIORNAMENTO SICUREZZA BASE DIPENDENTI VALIDO ANCHE COME AGGIORNAMENTO PREPOSTO
6 ore
€ 60,00
€ 54,00
CORSO ANTINCENDIO BASSO RISCHIO
4 ore
€ 70,00
€ 60,00
CORSO ANTINCENDIO MEDIO RISCHIO
8 ore
€ 120,00
€ 108,00
AGGIORNAMENTO CORSO ANTINCENDIO
NON OBBLIGATORIO
CORSO BASE PRIMO SOCCORSO AZIENDE GR. A
16 ore
€ 182,00
€ 160,00
AGGIORNAMENTO CORSO PRIMO SOCCORSO GRUPPO A
6 ore
€ 95,00
€ 85,00
CORSO BASE PRIMO SOCCORSO AZIENDE GRUPPI B,C
12 ore
€ 140,00
€ 126,00
AGGIORNAMENTO CORSO PRIMO SOCCORSO GRUPPI B,C
4 ore
€ 75,00
€ 65,00
4 ore
€ 70,00
€ 63,00
AGGIORNAMENTO MACCHINARI
secco e permettervi la coltivazione di semi antichi. E le idee non si fermano qui. E’ già su carta a dire il vero, a mostrare un disegno in scala è proprio il presidente del Bas il fotografo Maurizio Corradi: nei piani futuri c’è una ferrata che inizia dalla parete del Monte Vessa fino all’Arca di Frapporta, ad ampliare ancora di più l’offerta turistica che il piccolo borgo delle Esteriori in questi anni ha messo in campo, legando in un circuito ideale il percorso artistico, il castello perfettamente conservato che svetta a dominare il paese e il percorso di valorizzazione della cascata del Rio
Bianco. Anche una sorpresa degli organizzatori è in serbo per il paese quest’anno: due opere vegetali verranno realizzate fuori dal percorso, nel borgo, ad accogliere i visitatori e chiunque tran-
siti da Stenico. Il percorso artistico ha fatto registrare 27 mila visitatori lo scorso anno, tanto che l’Associazione ha deciso di procedere alla formazione di guide culturali che facciano da accompagnatori per le sempre più numerose richieste di scuole e gruppi che vogliono visitare il percorso accompagnati da un facilitatore.
Attualità Non mancheranno ovviamente le varie sezioni degli Alpini dislocate sul territorio Giudicariese. Ben 14 i gruppi della Valle del Chiese: Baitoni, Bondo, Bondone, Breguzzo, Brione, Castel Condino, Cimego, Condino, Daone, Darzo, Lodrone, Pieve di Bono, Roncone e Storo. Tre nella Busa di Tione cui oltre all’omonima sezione locale troviamo la sezione “Montespinale” che rappresentata gli Alpini di Montagne, Preore e Ragoli e il gruppo Zuclo-Bolbeno. Salendo poi in Val Rendena sono presenti i gruppi di Spiazzo, Pinzolo, Carisolo e Madonna di Campiglio. Spostandosi invece nelle Giudicarie Esteriori troviamo, sotto il grande gruppo delle “Terme di Comano”, le sezioni del Bleggio, del Lomaso e di Fiavè, Stenico e San Lorenzo in Banale. Tutti insieme, ben 26 gruppi, rappresentano le Giudicarie. Gli alpini locali hanno da sempre un legame profondo con la montagna, la cui testimonianza è la cura del territorio montano, le molteplici baite e chiesette costruite e le moltissime croci innalzate sulle cime locali. L’altro valore fondamentale che da sempre fa parte delle penne nere è senza dubbio quella del ricordo di chi, anche attraverso le gesta eroiche compiute nel corso del primo conflitto mondiale, ha perso la vita combattendo per il proprio
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Tutto pronto per la novantunesima Adunata Nazionale degli Alpini, dall’11 al 13 maggio
Le penne nere d’Italia aTrento di Marco Tanto se ne è parlato ed è ormai alle porte la novantunesima adunata nazionale degli Alpini che si terrà dal 10 al 13 maggio nel capoluogo trentino. La città di Trento, e con essa tutte le varie vallate limitrofe tra cui le Giudicarie, è quindi pronta ad territorio. A distanza di cento anni sono molti i monumenti in ricordo dei compaesani scomparsi in guerra. Su tutti è doveroso citare il significato e l’importanza che svolge in tal senso il cimitero austro-ungarico monumentale di Bondo che sorge sul colle di fianco al paese e dove riposano i caduti austro-ungarici della Prima Guerra Mondiale. Il programma della novantunesima adunata nazionale degli Alpini prevede l’inaugurazione della “Cittadella della Protezione Civile”, installata in Piazza Dante, giovedì 10 maggio alle 10, cui seguirà l’inaugurazione della “Cittadella degli Alpini” allestita presso il Parco “Ex S. Chiara”. Nel pomerig-
gio ci sarà, presso Doss Trento, l’inaugurazione delle opere della Protezione Civile, la posa della targa commemorativa, la presentazione dei lavori effettuati per la ristrutturazione del museo e la deposizione della corona al Mausoleo di Cesare Battisti. Nel tardo pomeriggio, a Mezzocorona, ci sarà inoltre l’omaggio alla tomba di Franco Bertagnolli. La prima giornata di festa terminerà poi, presso il Teatro Auditorium Santa Chiara, con il concerto del “Coro della Sat”. Il venerdì alpino inizierà di buon mattino con l’alzabandiera in Piazza Duomo e la concomitante cerimonia alla Campagna dei Caduti di Rovereto. Nel tardo pomeriggio,
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ospitare un evento grandioso e atteso. Saranno moltissimi i giudicariesi che scenderanno a Trento per partecipare alla sfilata domenicale e alle altre attività proposte nei quattro giorni dove le penne nere saranno le vere protagoniste.
quando a Trento si attende il maggior afflusso di gente, tra le molteplici attività previste ci sarà l’arrivo dei gonfaloni della Regione, Truppe Alpine, Provincia Autonoma di Trento, Comune di Trento e
Rovereto ed i Labari e Vessilli della associazioni combattentistiche e d’arma. Chiusura della giornata con il concerto del “Coro Sosat” e della “Banda di Cavedine” presso Doss Trento. Si entrerà poi
nel vivo del weekend dedicato alle penne nere. Nella mattina di sabato ci sarà, presso la caserma “Gavino Pizzolato” di Trento la visita del Presidente Nazionale al Servizio d’Ordine Nazionale Alfredo Nebiolo cui seguirà, allo Stadio Briamasco, il lancio dei paracadutisti. Alle 16:00 nel Duomo di Trento si terrà la Santa Messa in suffragio di tutti i caduti concelebrata dall’arcivescovo di Trento Monsignor Lauro Tisi e dall’Ordinario militare Mons. Santo Marcianò cui seguiranno, presso il teatro sociale, i saluti da parte di tutte le autorità presenti. Il giorno clou di domenica 11 maggio, che coincide con l’ultimo giorno di adunata, si aprirà con l’ammassamento negli spazi assegnati cui seguirà, a partire dalle 9, il momento emozionante della sfilata e la resa degli onori in Piazza Dante.
L’inverno in Val Rendena è con il segno “più”
Nell’ambito turistico Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena la stagione invernale 2017/’18 ha fatto registrare cifre in crescita sia negli arrivi che nelle presenze del comparto alberghiero. Dicembre 2017. Complice l’arrivo di abbondante neve naturale e l’apertura di gran parte di impianti e piste a metà novembre, con i collegamenti tra Pinzolo, Madonna di Campiglio e Folgarida Marilleva in funzione quasi da subito, dicembre 2017 è stato molto buono rispetto allo stesso mese del 2016 che, al contrario, ha sofferto della mancanza di neve naturale. Gli arrivi sono aumentati del 26,3% (7.503 unità in più, 36.036 in totale) e le presenze del 22,4% (corrispondenti alla cifra di 22.022, 120.365 in totale) con un aumento soprattutto degli italiani: +28,2% negli arrivi e +24,4% nelle presenze. Le percentuali di aumento a due cifre hanno interessato tutto l’ambito, con una crescita maggiore a Pinzolo-Carisolo-Giustino dove gli arrivi hanno segnato il +38% e le presenze il
Il Giornale delle Giudicarie mensile di informazione e approfondimento
Anno 16 n° 5 maggio 2018 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Caporedattore: Denise Rocca Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Aldo Gottardi, Matteo Ciaghi, Denise Rocca Hanno collaborato: Gianni Ambrosini, Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Giuliano Beltrami, Giacomo Bonazza, Alberto Carli, Massimo Ceccherini Podio, Francesca Cristoforetti, Umberto Fedrizzi, Chiara Garroni, Enrico Gasperi, Marco Maestri, Mariachiara Rizzonelli, Tiziano Salvaterra, Alessandro Togni, Alberta Voltolini, Ettore Zampiccoli, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 - 338 9357093 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3286821545) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 3 maggio 2018 da Sie Spa - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129
+36,3%. La percentuale di occupazione alberghiera è stata del 55,44% (45,57% a dicembre 2016), ma questo dato è calcolato sui 31 giorni di dicembre e sconta il fatto dell’apertura della maggior parte degli hotel solo dopo il 15 dicembre. Gennaio 2018. Gli arrivi sono stati 40.845, le presenze 193.567 con una crescita omogenea: 13,8% (4.941 unità in più) negli arrivi e 11,2% (19.509) nelle presenze. Arrivi e presenze degli italiani sono aumentati, rispettivamente, del +16,6% e del 12,2%; gli stranieri dell’8,2% negli arrivi e del 9,8% nelle presenze. La percentuale media dell’occupazione è stata del 77,32% mente a gennaio 2017 era del 67,74%. Febbraio 2018. Nel mese delle settimane bianche, il segno più è stato meno marcato: +0,9% negli arrivi e +3,5% nelle presenze, una percentuale che in futuro si punta a mantenere stabile, dato che l’occupazione alberghiera in questo mese è stata addirittura del 91,34% (86,69% a febbraio 2017) e difficilmente potrà crescere ulteriormente. Gli arrivi sono stati
40.177 e le presenze 206.664 con gli italiani che sono aumentati del 7,1% (1.623) negli arrivi e del 13,6% (12.882) nelle presenze. Gli stranieri hanno invece registrato una flessione: -7,5% (-1.278) gli arrivi e -5,5% le presenze (-5.821). In questo mese si registra anche una più alta permanenza media negli hotel: 5,14 giorni tra gli ospiti italiani, 6,34 giorni tra quelli stranieri. Marzo 2018. A marzo gli arrivi sono saliti del +15,5% (5.061) e le presenze del +1,2 (2.026) con 37.631 arrivi complessivi e 172.250 presenze totali. Gli arrivi italiani sono cresciuti del +20,8% (4.561) e le presenze del +5% (4.994), gli arrivi stranieri aumentati del 4,7% (500) e con le presenze diminuite però del -4,2% (-2.968). L’occupazione percentuale media è stata del 70,24% (71,35% nel 2017). Aprile 2018. L’elaborazione delle statistiche non è stata ancora completata, ma con i numeri al momento disponibili si stima un aumento delle presenze di circa il 10%
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Economia
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Queste parole sono state pronunciate nelle settimane scorse da Vigilio Giovanelli, vulcanico presidente di Agri 90, la Cooperativa nata a Storo all’inizio degli anni Novanta, appunto, per dare sviluppo all’agricoltura. A balzare all’occhio, nella selva dei classici numeri di bilancio, sono quei due milioni portati in dote ai soci conferitori. La cifra balza all’occhio perché dimostra una volta di più, semmai ve ne fosse il bisogno, che chi ha scommesso, a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta, sul rilancio dell’agricoltura nel basso Chiese ha fatto centro. Dagli anni Sessanta in poi la campagna aveva subito un progressivo abbandono. E’ in quel decennio che si ha un cambio economico, culturale e sociale nella zona. Il decennio precedente era stato caratterizzato dai grandi lavori che avevano cambiato il volto della Val Daone. I Ses-
Nell’ultimo bilancio aumenta il valore della produzione
Agri90 porta 2 milioni di euro nelle tasche dei soci Fra i trasformati, le gallette schizzano a quota 68.000 di Giuliano Beltrami
“I numeri del bilancio dicono che il valore della produzione passa da 3,5 milioni di euro a 3 milioni e 683.000 euro. Di questi, ben due milioni di euro entreranno nelle tasche dei soci, a testimoniare che l’agricoltura ha un ritorno indiscusanta sono gli anni in cui comincia l’industrializzazione, fenomeno non solo economico: infatti vuoi mettere la differenza fra la
certezza dello stipendio a fine mese dato dalle otto ore in fabbrica, la certezza delle ferie, e le incertezze del lavoro nei campi?
tibile nell’economia della valle. Certo, dev’essere un’agricoltura organizzata, capace di produrre, ma anche di stoccare i prodotti, promuoverli e commercializzarli. Solo così lo sviluppo agricolo ha un senso”. Stalle chiuse e campi non più produttivi. Questo era il destino. Fino alla seconda metà degli anni Ottanta, quando si cominciò a
parlare dell’importanza di recuperare una coltivazione autoctona come quella del granoturco. Non furono in molti a crederci: all’assemblea di fondazione della Cooperativa non erano più di trenta. Ora sono aumentati di un centinaio, e la Cooperativa ha allungato i suoi rami in tutto il territorio giudicariese. E la farina gialla è conosciuta ovunque: la polenta di Storo occhieggia dai menù di molti ristoranti italiani, anche celebri. Com’è ormai noto, non di sola farina vive Agri 90. Ci sono i piccoli frutti, l’uva fraga, le castagne, le patate e ultimamente il frumento. Piccoli frutti: produzione delle fragole è scesa nel 2017 da 2.150 a 1.800 quintali. Il lampone è passato da 34 a 28 quintali; la mora da 58 a 42; il mirtillo da 31 a 16. Motivi? Più d’uno, fra cui le gelate primaverili. Ma a produzione diminuita corrispettivo economico non calato, grazie ad un mercato favorevole. Il corrispettivo del granoturco è addirittura aumentato fino
a superare i cento euro al quintale. Infine è arrivato il frumento, nella logica della rotazione. Parecchi gli ettari coltivati. Se all’inizio si è fatta fatica a promuoverlo, oggi si pensa all’acquisto di un mulino apposta per la produzione della farina bianca. Il frumento non può essere macinato dal mulino della farina gialla, perché il frumento, a differenza del granoturco, contiene glutine. Lo sviluppo è fatto di investimenti. E qui arriviamo all’argomento dei prodotti derivati dalla trasformazione. Per prime arrivano le gallette. La richiesta del mercato è tanto imponente da convincere la Cooperativa ad acquistare una seconda pressa. Se nei primi sette mesi di produzione sono state vendute 15.700 confezioni, nel 2017 si è registrata una crescita vertiginosa, arrivando a quota 68.000. Ora si pensa alle gallettine, un prodotto innovativo indirizzato in particolare a bar e ristoranti, nell’intento di sostituire le patatine. Insomma, la Cooperativa Agri 90 prosegue con orgoglio il suo lavoro, nella convinzione che il territorio ne tragga vantaggio. Il territorio e chi lo lavora, si capisce.
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Sofferenza per allergia politica kkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkkk
di Paolo Magagnotti
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Arte
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Echi di Rinascimento in Giudicarie Adriano Castellesi e Jacopo Bannisio I personaggi in questione sono Adriano Castellesi (1461-1521), a cui è dedicata la piazza prospiciente la chiesa del capoluogo - nell’odonomastica comunale “Piazza Cardinale Adriano da Corneto” (Corneto è l’odierna Tarquinia) - e Jacopo Bannisio (1466 - 1532), decano del capitolo del duomo di Trento, segretario dell’imperatore Massimiliano I d’Asburgo, promotore del rifacimento rinascimentale della chiesa di Spiazzo. Due nomi sconosciuti ai più ma, ai loro tempi, da annoverare tra i potenti dell’epoca sia in ambito ecclesiastico che politico. Pochi immaginano, anche fra i tionesi, che quel misterioso cardinale della loro piazza, abbia sfiorato di poco il soglio pontificio, essendo stato un importantissimo dignitario della curia romana, dalla carriera fulminante, giovane segretario tuttofare di papa Alessandro VI Borgia, nunzio in Inghilterra sotto la protezione del re Enrico VII, ma che finirà tragicamente i suoi giorni reietto e scomunicato, barbaramente ucciso, dopo una vita di intermittenti splendori e successi diplomatici. Sono giusto cinquecento anni dal concistoro del 1518, dove il papa Leone X priva il Castellesi della porpora cardinalizia e di ogni beneficio ed onore ecclesiastico, tra cui il titolo di pievano di Santa Maria Assunta in Tione acquisito nel 1511, per non aver risposto dei delitti di “eresia, scisma e lesa maestà”, ma sopratutto per aver tramato con altri cardinali, nel maggio del 1517, contro lo stesso papa. La vicenda trentina del Cardinale Adriano da Corneto si situa qualche anno prima del triste epilogo sopraccitato, circa tra il 1509 e il 1513, quando il nostro fugge da Roma, in seguito a gravi dissapori con papa Giulio II, per riparare come esule prima presso la Serenissima, poi ospite nel castello vescovile di Tenno, diventando amico personale di Massimiliano I, in quegli anni di stanza a Trento dopo la sua proclamazione ad imperatore del sacro romano impero nella cattedrale di S. Vigilio. Massimiliano può diventare il suo grande sponsor in vista del
Se non fosse di limitarsi a vita dai tratti romandi Giacomo Bonazza un breve contributo storizeschi. Accontentiaco-artistico legato al microcosmo valligiano, com’è moci del loro “passaggio” giudicariese, di indubbio lo scopo della nostra rubrica, i protagonisti di que- interesse, riferito a due architetture religiose tra le sta puntata meriterebbero ben altra narrazione per più rilevanti del nostro territorio: la Pieve di Santa il ruolo da loro svolto sul palcoscenico della “grande Maria Assunta e San Giovanni Battista di Tione e la storia”, tra Umanesimo e Rinascimento, e per la loro Pieve di San Vigilio di Spiazzo. e controverso. Di Jacopo Bannisio, di origine dalmata, basti dire dei suoi servigi particolarmente apprezzati dagli imperatori Massimiliano I e Carlo V, per inquadrarne la statura diplomatica e politica, oltre la consuetudine con i grandi
In questa veste assumerà i Benefici Parrocchiali di Tassullo, Rovereto e Lomaso. Più tardi diventerà pievano della chiesa di San Vigilio a Spiazzo, importando da Trento, e precisamente dalla chiesa di Santa Maria Maggiore, vero prototipo delle novità rinascimentali, gli elementi della nuova architettura: aula unica, navata coperta da volta a botte, con la creazione di cappelle laterali; stesso schema ripreso a Santa Croce del Bleggio da
2 1 . Chiesa di Tione interno 2. Epigrafe a ricordo dei lavori promossi dal Card. Adriano da Corneto 3. La festa del rosario Durer 1506. Galleria nazionale di Praga. Bannisio è il primo personaggio a destra dell’imperatore
1 conclave dopo la morte di Giulio II: una speranza che andrà delusa. Data 18 marzo 1511 la lettera del cardinale Adriano agli uomini della comunità di Tione in cui li informa di essere stato insignito della titolarità della Pieve direttamente su mandato papale, dopo la rinuncia, causa morte, del ex pievano, nientemeno che il cardinale Oliviero Carafa, decano del Sacro Collegio, già arcivescovo di Napoli, arrivato alla nomina tionese per vie un po’ strane che non è qui il momento di indagare. Pur da lontano, il prelato si prende a cuore le sorti della sua nuova chiesa, promuovendone una radicale trasformazione (1511-1518), in particolare allungandone la navata e dotandola di una copertura a volta , con l’uso dell’arco a tutto sesto, secondo i nuovi dettami rinascimentali, senza stravolgerne l’antico impianto romanicogotico, predisponendola per gli affreschi, oggi perduti , del più moderno dei
quell’Antonio Gras, che sempre più viene ad identificarsi con Antonio Medaglia, architetto comacino, il grande progettista di Bernardo Clesio.
3 Baschenis, Simone II. Si guarda ai modelli romani più che alle influenze nordiche. E’ lo stesso cardinale che commissiona, nel cuore dell’Urbe, la progettazione del suo palazzo al Bramante, a dimostra-
zione di una cultura classica di prim’ordine che si esprimerà pure in una produzione letteraria di alto livello. Di sicuro la “parentesi” tionese ci restituisce del personaggio il suo lato meno umbratile
umanisti del tempo, da Pietro Bembo a Erasmo da Rotterdam. E’ a Trento nel fatidico 1508 dell’incoronazione, vicino al suo imperatore; qui sarà nominato nel 1512 decano del capitolo del Duomo.
E’ di questi anni la scoperta, entusiasmante per noi, di uno studioso croato che ha riconosciuto verosimile, nell’uomo con il copricapo nero, in palandrana azzurrina, con in mano una corona rossa, dietro l’imperatore Massimiliano, il prelato-segretario dalmata Jacopo Bannisio, all’interno del capolavoro veneziano di Albrecht Dürer “ La Festa del Rosario”, la tavola dipinta dal genio di Norimberga nel 1506 per la comunità dei mercanti tedeschi dimoranti nella città lagunare, su commissione del potente banchiere Jacob Fugger. E’ altresì documentato un ritratto a carbone del Bannisio, sempre del Dürer, che fa intendere dei rapporti di conoscenza e di stima fra i due. Certo che il pievano di Spiazzo non poteva trovare ritrattista migliore!
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Igino Dapreda: la sua musica rivive a Condino Mariachiara Rizzonelli
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Attualità
MAGGIO 2018 L’assemblea alla fine di maggio
Daiana Cominotti in pole position per guidare il Consorzio turistico del Chiese Scadevano, infatti, nel 2017 i tre mandati di Massimo Valenti, eletto presidente nel gennaio del 2008, quando i due Consorzi del Chiese (Valle del Chiese, che raggruppava le Pro Loco da Bondone a Pieve di Bono, Alta Giudicarie, con le Pro Loco da Bersone a Bondo) si unirono, completando un disegno abbozzato molti anni prima, ma mai realizzato fino a quel momento. Non fu facile mettere seduti attorno a un tavolo rappresentanti di territori per certi versi non omogenei: il sud della valle (con l’eccezione di Baitoni, vicino al turismo del lago d’Idro) più attento all’industria, con l’irruzione negli ultimi vent’anni dell’agricoltura (grano nostrano di Storo) e il nord più vocato al turismo, con la val Daone, il lago di Roncone e la val di Bre-
Mi piacerebbe incontrare questi “montanari“ e percorrere insieme un tratto di strada, raccontando loro la vita semplice di un tempo, quella che ha forgiato i nostri nonni e i nostri padri. Una vita all’insegna dell’ordinario, del ripetitivo. Una monotonia tuttavia solo apparente in quanto la sola che ti consente di cogliere realmente il nuovo e lo straordinario. Non è certamente lo stupefacente al quale è attribuita la nefasta capacità di determinare artificiosi stati di benessere. Il mio augurio, sia come padre che come uomo, è che questi nostri montanari che hanno perso il sentiero lo possano ritrovare, avvicinandosi alla montagna con occhio sensibile. Capaci cioè di cogliere bellezze, organizzazioni, strategie di sopravvivenza, pericoli e risorse. Mi piacerebbe vagare per la montagna in loro compagnia e invitarli a fermarsi ad osservare il folto di una faggeta che cresce in silenzio, seduti sui muschi, e ascoltare suoni, versi e il gioco del vento tra le chiome. Fermarci in un prato che cresce in silenzio che si colora e si ricama. Seguire il corso di un torrente spumeggiante, che a tratti si interra e poi riemerge. Lasciarci inebriare dai profumi e dai colori dei pascoli alti
di Giuliano Beltrami
Guardando la famiglia (mamma di Praso, papà di Darzo), ti viene subito da dire: Daiana Cominotti incarna perfettamente il territorio del Chiese. E’ questa la giustificazione per eleggerla seconda presidente del Consorzio unico di valle? Ovviamente no. Daiana, in realtà, nel campo del turismo c’è da una quindicina d’anni: prima come segretaria del Consorzio del sud della valle, guzzo. E non fu facile anche per la diversità di opinioni: Valenti ha dovuto affrontare a più riprese le polemiche legate al modo di fare promozione, che con il passare degli anni è cambiato. Se un tempo si partecipava alle Borse ed alle Fiere del turismo, poi si cominciò ad entrare nei centri commerciali. Nell’evoluzione sono arrivate anche le uscite nelle piazze delle città della pianura. Infine non poteva mancare la rete. Ad ogni scelta corrisponde la sua croce: infatti sulla presidenza Valenti si sono scatenate periodicamente polemiche
poi nello stesso ruolo, sia pure per poco, nel Consorzio unito, quindi (dopo le dimissioni) come organizzatrice di eventi. Con la sua elezione alla presidenza il Consorzio turistico esce da una bella impasse, quando per “bella” intendiamo grande. E’ dall’anno scorso che si discute di presidenza dalle parti di Cologna, frazione di Pieve di Bono-Prezzo, dove il Consorzio ha la sede.
di questo o quell’albergatore. Lui ha sempre incassato senza curarsi troppo delle lamentele e delle polemiche, che di volta in volta hanno riguardato anche l’operatività del Consorzio, la scelta del consulente o del direttore, la selezione del personale, l’incarico all’addetto stampa e via lamentando. Ora il tema (o uno dei temi) di attualità riguarda la strategia futura: fusione con il Consorzio delle Giudicarie centrali o no? Il tema è sul tappeto da lungo tempo, e a sentire i due presidenti (peraltro entrambi in scadenza)
si sarebbe dovuta fare da anni. E a sentirli (Massimo Valenti e Daniele Bertolini) non si capisce di chi sia la responsabilità del ritardo. Comunque sia, non sappiamo se il tema, con il cambio della presidenza del Chiese, rimarrà sull’agenda o se verrà depennato. Come non sappiamo se il contratto con l’addetto stampa (Diego Decarli, lunga esperienza nel mondo dell’informazione) verrà confermato o no. Infine non sappiamo se il Consorzio riuscirà a rianimare le Pro Loco, alcune delle quali non si può dire godano di una gran salute di questi tempi. Insomma, vien da dire che per Daiana Cominotti il lavoro si presenti faticoso e senz’altro stimolante. Massimo Valenti non se ne andrà definitivamente, se è vero che la affiancherà nelle vesti di vicepresidente.
Il commento, dopo gli arresti per droga a Roncone e Tione
La quiete violata Succede purtroppo, ed è cronaca recente, che in alcuni luoghi della nostra amata montagna, ove nel passato al venire della sera erano costellati di aggregati di umanità laboriosa e coesa (ca’ da mont), si trasformino in odiosi siti dove approdano adulti ed adolescenti alla frenetica ricerca dello sballo. Succede allora che per-
correndo gli itinerari delle nostre montagne è possibile imbattersi, oltre che con fauna selvatica, con il pick up di qualche cacciatore, anche con qualche viaggiatore notturno non attratto dalla quiete della montagna, piuttosto prigioniero di un unico desiderio: un pizzico di polvere o il frammento di un concentrato d’erba. che crescono anch’essi in silenzio. Osservare dai finestrelli delle antiche cascine e cogliere i segni di un vissuto semplice ma dignitoso, con le “crone” ove sono tuttora
riposti piatti di legno. Non posso pensare che la nostra montagna sia vissuta come un momento di fuga, alternativo alla civiltà del fondo valle. Questo che si va ad
aggiungere al preoccupante abbandono sarebbe motivo per un suo ulteriore rattristamento. Una società che lascia che si dissolva l’opera mirabile di una moltitudine di generazioni che per secoli ha interagito con la natura, addomesticando, allevando, coltivando, è una società miope. Ma forse vale un sinonimo più forte, ottusa. Giovanni Bazzoli
AttualitĂ
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Cosa succederebbe se...
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Cooperando
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Cooperazione Trentina 4.0 : al via la nuova piattaforma digitale cooperativa Si tratta di un percorso che coinvolgerà i soci di tutti i settori della cooperazione trentina e potenzialmente tutte le cooperative, sviluppando in chiave intercooperativa interazioni, collaborazioni, opportunità di beni e servizi. È il contrario di quello che capita con la cosiddetta Economia della Condivisione, che seppur caratterizzata da modelli innovativi che fanno uso di tecnologie per facilitare la collaborazione tra pari e massimizzare l’utilizzo delle risorse (comperare o vendere un servizio online), sono piattaforme che si basano sui legami “deboli” degli utenti, creando spazi di collaborazione competitiva. Il modello è quello estrattivo, cioè estrae valore dalla transizione con delle percentuali. Questo modello estrattivo permette a queste piattaforme di avere grande crescita senza il rischio della stessa. Airbnb, ad esempio, non è proprietaria degli alberghi ma mette in contatto privati che offrono alloggio con quelli che cercano alloggio, trattenendosi una percentuale.
di Alberto Carli
La Cooperazione Trentina in occasione di Trento Smart City ha presentato il progetto Cooperazione 4.0. Trento Smart City Week è l’evento che dal 12 al 15 aprile ha visto l’amministrazione di Trento e le Istituzioni Provinciali (Università, Centri di Ricerca, Consorzio dei Comuni, ecc.) impegnati nel mostrare come si può facilitare la relazione con i cittadini attraverso
Le 10 più grandi piattaforme digitali oggi al mondo hanno un valore stimato di circa 80 miliardi di dollari, per non più di 10.000 addetti. Una rela-
Otto giugno 2018. E’ convocata l’assemblea generale della Federazione trentina della cooperazione con un punto forte all’ordine del giorno: l’elezione del presidente. Il tema apparentemente interessa poco i giudicariesi, anche se il nostro territorio ha dato i natali alla cooperazione trentina grazie all’opera di don Lorenzo Guetti, di cui non parlerò qui perché se n’è già parlato e sparlato anche troppo. Ho detto che il tema apparentemente interessa poco il nostro territorio. In realtà, i numeri, sia di lavoratori che di soci, dicono che la cooperazione ha radici profonde nelle nostre comunità: 6 Casse rurali, 12 Famiglie cooperative, 2 Coop agricole, 4 di lavoro, 9 sociali, 4 di servizio e 3 di abitazione. Questi sono i numeri delle iscritte alla Federazione. Se parliamo di lavoratori il peso si fa ancora più grande: 1.500 stabili, senza gli stagionali. Se poi parliamo di soci, allora la questione si fa ancora più rilevante: sono pari al numero degli abitanti delle Giudicarie, 37.000. Si dirà che è impossibile. La risposta è semplice: molti sono soci di più di una Cooperativa, per esempio di una Cassa rurale e di una Famiglia cooperativa. Ecco perché in fondo il tema presidenza interessa anche alle Giudicarie. C’è un altro motivo, al di là dei numeri, per cui l’argomento presidenza interessa al nostro territorio. Fra i cinque candidati in lizza ce n’è uno giudicariese. E’ Giuliano Beltrami, una lunga esperienza nella cooperazione, fra i fondatori di alcune società (la Cooperativa sociale Il Bucaneve, Agri 90, la Coop della farina gialla, la Cooperativa culturale Il Chiese), amministratore di altre: Con.Solida (Consorzio della cooperazione sociale trentina, di cui è stato presidente), Famiglia cooperativa valle del Chiese, Cassa
zione tra valore economico finanziario e lavoro e numero di addetti molto sbilanciata. Sono società a tutti gli effetti private (possedute da una o
l’utilizzo della tecnologia. In particolare, il progetto della Federazione è stato classificato al primo posto dalla commissione scientifica che ha valutato e selezionato le idee per l’edizione 2018. Il progetto ha come obiettivo lo sviluppo di una piattaforma collaborativa che rappresenterà l’evoluzione dell’attuale Carta in Cooperazione.
poche persone). Ma che cosa succederebbe nel caso in cui una piattaforma digitale come quella di Uber (servizio alternativo al taxi) o Air-
bnb (affittacamere) fossero effettivamente posseduta dagli utenti stessi, cosa succederebbe in termini di impatto di disuguaglianze, gestione
aziendale, scalabilità della stessa piattaforma, impatto sociale e ambientale, se gli utenti stessi fossero proprietari? Il modello di riferimento del progetto Cooperazione 4.0 è quello di una piattaforma cooperativa di tipo “generativo”: che saprà generare valore sociale e senso del gruppo, avrà prevalenti scopi mutualistici, riconoscerà come prioritari i valori sociali e culturali, favorirà le relazioni con tutto il territorio. La redistribuzione di valore andrà a beneficio comune e del singolo soggetto in funzione di criteri condivisi. Ogni soggetto partecipante, sia esso individuo o organizzazione, corrisponderà a un nodo della rete con una propria identità e individualità. La Federazione Trentina della Cooperazione avrà il ruolo di cabina di regia della piattaforma. Tra i campi interessati dal progetto si pensa ai servizi, al welfare aziendale, ai prodotti a km zero, alla mobilità, al turismo esperienziale. Entro la fine dell’estate sarà messo a punto il prototipo.
In lizza anche il giudicariese Giuliano Beltrami
Cooperazione verso le elezioni del nuovo presidente L’appuntamento elettivo l’8 giugno
rurale Giudicarie Valsabbia Paganella, Lavori in corso (altra Coop sociale). Senza voler peccare del mal del campanile, anche in coerenza con quanto abbiamo sempre detto, sarebbe bello
che una volta tanto le Cooperative delle Giudicarie marciassero unite, come sono abituati a fare in altre valli, per sostenere il candidato proveniente dalle nostre comunità. E’ un’occasione da non perde-
re. Per onore di cronaca e di correttezza Beltrami avrà di fronte quattro competitori: Marina Mattarei (presidente della Famiglia cooperativa Vallate Solandre), Michele Odorizzi (presidente della Coop sociale Kaleidoscopio di Trento, con altri incarichi speciali della Federazione), Piergiorgio Sester (presidente della Coop Greenblok) ed Ermanno Villotti, presidente della Cassa rurale Lavis-Mezzocorona-Val di Cembra. Questo il panorama. 40 Cooperative, quindi 40 presidenti, più di 100 voti sul totale di oltre 800 complessivi del movimento cooperativo trentino. Questo perché le Cooperative possono avere fino a 5 voti ciascuna, numero che si raggiunge in base al fatturato ed al numero dei soci e che quindi poche hanno. In conclusione, un in bocca al lupo al nostro conterraneo. Adelino Amistadi
Comunità delle Giudicarie Tenendo conto dei positivi risultati degli scorsi anni, quest’anno la pianificazione televisiva coinvolge nuovamente le reti Mediaset con la messa in onda di spot formato “cartoline” durante le trasmissioni meteo collegate ai TG. Grazie alla pianificazione sulle reti Mediaset (3 settimane di pianificazione, Terme di Comano-Dolomiti di Brenta 8-15 aprile 2018, Madonna di Campiglio, Pinzolo, Val Rendena 13-20 Maggio, Giudicarie Centrali 20-27 Maggio) si stima di raggiungere 60 milioni di contatti. Obiettivi più generali rimangono quelli di far conoscere le motivazioni di vacanza offerte dai nostri territori al mercato turistico Italiano ed Europeo ed incrementare, durante l’estate, i flussi di ospiti legati in particolare alle forme di turismo sostenibile e alle attività outdoor. Alla luce dei positivi risultati degli anni scorsi, i temi condivisi dal territorio per la comunicazione estiva 2018 saranno il Parco Naturale Adamello Brenta e le Dolomiti di Brenta patrimonio Unesco, oltre alle principali attività outdoor. Di seguito i punti di forza evidenziati per ogni ambito: Comano punta sulle terme e sulla vacanza slow fatta di ruralità e outdoor, Valle del Chiese sul lago d’Idro, la mountain bike con il recente progetto di tracciati che coprono l’intera valle, ma anche il trekking, il bouldering e più in generale le attività outdoor, le Giudicarie centrali sulla pesca, sulla mountain bike e sull’aspetto rurale del soggiorno, la Val Rendena sulla vacanza ad alta quota, sul trekking, sul bike e sull’accoglienza e l’enogastronomia di qualità nei suoi ristoranti stellati. Passando alla carta stampata si punterà sulla promozione della pesca nell’Alto Sarca e Martedì 3 aprile sono iniziati i lavori relativi all’Intervento 19 – “Progetti per l’accompagnamento all’occupabilità attraverso lavori socialmente utili” – per l’impiego di soggetti deboli in iniziative di utilità collettiva, in base ad un progetto attivato dalla Comunità delle Giudicarie in collaborazione con i Comuni di Sella Giudicarie, Borgo Làres, Tre Ville e Porte di Rendena, approvato in via preliminare dall’Agenzia del Lavoro. L’Assessore al Lavoro della Comunità, Roberto Failoni, precisa che si tratta di “un impegno preso dalla Comunità stessa con i Comuni e l’Agenzia del Lavoro per salvaguardare i soggetti deboli, specie in un periodo delicato dal punto di vista socio-economico come l’attuale, in modo così di dare prospettive lavorative a categorie sensibili realizzando opere di tipo ambientale qualificanti per il nostro territorio. Anche quest’anno è stato possibile garantire in sette mesi la durata del progetto, da inizio aprile a fine ottobre, cosa particolarmen-
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Turismo come motore di sviluppo delle Giudicarie Già avviato dalla Comunità delle Giudicarie il progetto di promo-comunicazione per l’estate 2018 Ha preso il via nella prima settimana di aprile l’azione straordinaria di Comunicazione e promozione turistica sostenuta dalla Comunità delle Giudicarie e dai due Bim del Sarca e del Chiese, finalizzata a proporre al pubblico italiano le offerte vacanza delle Apt Terme di Comano-Dolomiti di Brenta e di Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena nonchè dei Consorzi per il Turismo delle Giudicarie Centrali e
della Valle del Chiese. Il Piano 2018, affidato a Trentino Marketing, la società che si occupa di promozione turistica-territoriale, prevede una serie di azioni offline (televisione, radio, quotidiani, e riviste di settore) nonché online attraverso la piattaforma visittrentino.info, la realizzazione di contenuti da promuovere su canali web di informazione turistica e attualità e campagne Social su Facebook e Instagram.
Chiese, una nicchia turistica che in questi ultimi anni ha dato ottimi risultati. In particolare la promozione riguarderà il mercato tedesco con le riviste specializzate Fliegen Fischen e quello francese con Peche à Monche. L’altro settore sul quale si intende puntare, ovvero il turismo legato alla mountain bike ed e-bike, si rivolge principalmente al mercato tedesco con un inserto speciale di sei pagine che verrà allegato alla prestigiosa rivista “Bike Aktiv Urlaub 2018” e Emtb e sui relativi siti visitati da milioni di bikers. Un ulteriore inserto di sei pagine con focus sulla vacanza attiva è previsto sulla rivista “Alps Magazine” con una tiratura di 40.000 copie che raggiunge oltre 120.000 lettori potenzialmente interessati alla nostra offerta turistica.
Infine 2 pagine sulla Gazzetta dello Sport, principale quotidiano sportivo italiano per promuovere la vacanza attiva in mountain bike e la pesca. Una parte sempre più importante sarà riservata alle azioni di comunicazione sul web con campagne digital e social. Tale attività online verranno coordinate da Trentino
Marketing, ma anche i soggetti turistici locali avranno un ruolo rilevante sulle tematiche e iniziative più locali. Un ulteriore azione, coordinata dall’Apt Terme di Comano-Dolomiti di Brenta riguarderà la prosecuzione anche per l’estate prossima del progetto EVVAI –ebike your life che in questo trien-
nio di avvio ha creato un sistema rappresentato da una rete di piccoli rental point tutti collegati tra loro. Tramite un software sarà possibile fruire delle bici a pedalata assistita all’interno di tutto il territorio delle Giudicarie. Saranno attivati sul territorio delle Giudicarie 12 rental point cui si aggiunge, novità 2018, un rental point itinerante curato dall’Associazione MTB Adamello Brenta. La disponibilità complessiva è di una quarantina di ebike. “Le nostre risorse naturali, unitamente agli investimenti materiali e immateriali realizzati negli anni - commenta il Presidente Giorgio Butterini - rendono le Giudicarie un territorio in grado di esprimere un enorme potenziale sul piano della ricettività; l’obiettivo che ci siamo posti in questa consigliatura è quello di pro-
durre un importante sforzo per farlo conoscere a livello nazionale e internazionale. In fase di pianificazione, abbiamo teso a valorizzare al meglio luoghi o ambiti già affermati e a “far emergere” quelli meno conosciuti: le nostre vallate si caratterizzano infatti per una notevole varietà di ambienti e opportunità che rispondono alle aspettative di svariati target turistici”. “Questa iniziativa - sottolinea l’Assessore al Turismo della Comunità delle Giudicarie Roberto Failoni - che vede gli sforzi congiunti delle due Apt e dei due Consorzi Turistici, sostenuti dal contributo finanziario della Comunità delle Giudicarie e dei Consorzi Bim del Sarca e del Chiese, con il coinvolgimento operativo di Trentino Marketing, rappresenta un presupposto importante per definire strategie di promozione condivise ed incisive soprattutto in questo momento di avvio della stagione estiva, che si apre con buoni auspici e con la convinzione che il settore turistico può ancora crescere su tutto il territorio delle Giudicarie”.
Lavori socialmente utili: partito il progetto della Comunità Intervento 19, un’ottantina le persone occupate
te apprezzata dai lavoratori, tenendo conto dell’andamento meteo stagionale che non sempre consente di protrarre adeguatamente l’iniziativa nel mese di novembre”. La crisi attuale continua a far emergere le difficoltà, in particolare per alcune categorie, di reinserirsi in un contesto lavorativo in cui la ricerca della competitività e della massima produttività diventa un fattore di sopravvivenza, in un mercato spietato che rende ancora più ostico l’inserimento delle fasce più deboli della popolazione. Crisi che si ma-
nifesta in tutta la sua entità specialmente per quanto riguarda il genere femminile e che trova riscontro anche nel numero degli iscritti alle liste dell’Intervento 19: dai 204 del 2012 si è giunti fino ai 442 del 2015, per poi attestarsi attorno ai 400 iscritti perché l’Agenzia del Lavoro ha apportato modifiche più “ristrettive” per l’inserimento nelle liste, anche se per il 2018 si presume che i numeri tornino a salire, dato che nella sola 1a lista gli iscritti sono già 404. Per l’anno in corso la Comunità delle Giudicarie ha affidato alla Cooperativa
Lavoro, con sede in Borgo Làres, l’attuazione del progetto di intervento che prevede l’assunzione di 28 lavoratori disoccupati, per la durata di 7 mesi, da inizio aprile a fine ottobre, suddivisi in quattro squadre comunali impegnate nei Comuni sopra citati, per una spesa complessiva di circa 268.000 Euro, coperta per il 70% dall’Agenzia del Lavoro e per la rimanente quota dai Comuni interessati. Tali operai saranno affiancati da altri tre lavoratori inseriti grazie al fondo straordinario per l’occupazione attivato dalla Comunità negli ulti-
mi cinque anni. Tale fondo straordinario, che può contare su un budget di 300mila Euro a carico del Bilancio della Comunità, ha consentito quest’anno di inserire complessivamente una cinquantina di lavoratori nelle squadre gestite dai Comuni e dalle Apsp nell’ambito di tutto il territorio giudicariese. “Il finanziamento del progetto ‘Intervento 19’ per il 2018 - spiega il Presidente della Comunità Giorgio Butterini - conferma l’impegno della Comunità al sostegno dell’economia locale e delle famiglie giudicariesi. Va tut-
tavia sottolineato il fatto che i finanziamenti della nostra istituzione verso il mondo del lavoro sono diversificati e da quest’anno, insieme alle Casse rurali locali, abbiamo destinato fondi anche per il finanziamento di nuove attività imprenditoriali promosse dai giovani. Ciò dimostra la prerogativa di sostenere le persone in difficoltà occupazionale con piani consolidati, ma anche quella di favorire progetti di sviluppo e valorizzazione del territorio che vedano protagoniste le nuove generazioni e quindi ragazzi portatori di idee sostenibili”.
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Bim del Chiese
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Nel corso delle belle stagioni degli anni passati non era raro incontrare biker che si muovevano su sentieri e vecchie strade militari e nel fondo valle del territorio chiesano. Non grandi numeri, ma un segnale interessante per gli operatori del turismo. E’ probabile che per lo più si trattasse di quelli che desideravano cercare qualcosa di nuovo. L’area di Riva Arco, eccellenza per gli appassionati di MB, è infatti alla saturazione. La valle di Ledro, scelta come primo vaso di espansione e allargamento di nuovi orizzonti, registra una frequentazione sempre più massiccia, l’anno scorso con numeri davvero interessanti. La valle del Chiese, con le ricchezze ambientali di cui dispone, ha i requisiti per diventare l’ulteriore nuova opportunità capace di offrire grandi novità agli escursionisti in MB. Il Consorzio turistico del Chiese (CT) non è stato a guardare e ne ha fatto un impegnativo oggetto di interesse. Già nel 2016 aveva approntato le prime scelte per verificare la bontà dell’idea. E’ stato facilitato nel compito dalla conoscenza diretta di un personaggio che ha fatto della promozione della MB lo scopo della sua vita. Si tratta del giornalista tedesco Uli Stanciu, innamorato della Valle del Chiese e profondo conoscitore del suo territorio. Stanciu, padre di alcune tra le più prestigiose destinazioni europee della mountain bike, ha dato il “la” alla decisione di avviare uno studio sulle oggettive possibilità chiesane per la pratica della MB: “Il segreto della Valle del Chiese è semplice - afferma -, è un territorio unico nell’arco alpino perché consente di pedalare per venti chilometri costantemente ad oltre duemila metri di quota, in un ambiente praticamente incontaminato. L’emblema è il Giro dell’Orizzonte, ma tutti i tracciati sono emozionanti. Possiamo dire che la Valle del Chiese possiede oggi le caratteristiche dei nuovi lussi per la Mtb: esclusività, silenzi, poca gente”. Stanciu gode di grandi referenze, può essere considerato
LaValle del Chiese propone nuove opportunità pergli appassionati di MB La Valle del Chiese scopre meglio una sua vocazione finora non compiutamente espressa. Con alcuni nuovi caratteri attrattivi della Valle da far conoscere e promozionare, può diventare ancor di più un piccolo paradiso naturalistico, dove l’appassionato di MB, provando l’ebbrezza di passare in poco tempo dal clima mite/mediterraneo del Lago d’Idro al clima tipicamente alpino dell’alta montagna, può affrontare e conoscere nuovi scenari di straordinario vigore na-
padre di molti Bike Festival, della Transalp e della rivista Bike, che da trent’anni è la bibbia per gli appassionati. Come non ascoltarlo. Su incarico del Consorzio turistico, il giornalista tedesco e Loris Tagliapietra, tecnico appassionato e autore di molti studi per la realizzazione di percorsi MB in diversi territori nazionali e stranieri, hanno percorso in largo ed in lungo la montagna della Valle del Chiese. Dopo un anno di lavoro, pur avendo individuato un gran numero di potenzialità, hanno mappato per ora i primi dieci tracciati della valle del Chiese, distribuiti sia in destra che in sinistra orografica del Chiese, tutti molto interessanti e pieni di fascino. I dieci percorsi, che partono dal fondo valle e lì tornano dopo percorrenze che arrivano an-
che per alcuni ai 50 chilometri, costituiscono una rete con frequenti intrecci tra l’uno e l’altro, fattore di grande attrattività che costituisce una vera preziosità per gli appassionati di MB che possono scegliere tra molte opportunità. Nel 2017 lo studio è stato presentato dal CT all’Assessorato al turismo della PAT che lo ha approvato nel gennaio di quest’anno. Il CT in ogni fase della elaborazione dello studio ha tenuto costanti e stretti contatti con il BIM del Chiese, sempre attento ed interessato a tutto ciò che può promuovere sviluppo nella valle. I due Soggetti godono di una collaborazione molto buona. Tale rapporto positivo ha favorito la scelta strategica più opportuna per portare a compimento e realizzazione il progetto “MB in valle del Chiese”. Il
turalistico e incontrare panorami di una bellezza che toglie il fiato. In quaranta chilometri, infatti, può salire dall’atmosfera rasserenante e riposante dell’area di Idroland, sulla sponda trentina del Lago d’Idro di Baitoni, spiaggia premiata insieme al lago di Roncone con la bandiera Blu, ai pascoli delle malghe dove si produce latte e i famosi Formai da Mont dal gusto imperdibile e ai duemila e rotti metri di aree incontaminate e incantevoli che sfiorano i ghiacciai.
CT, infatti, ha trasmesso lo studio di Tagliapietra al BIM che, completato con i necessari ulteriori elementi progettuali, lo ha fatto proprio, lo ha approvato e finanziato in aprile. Nel corso dell’anno, salvo inconvenienti, saranno eseguiti i piccoli lavori di manutenzione ordinaria per mettere in sicurezza alcuni tratti dei tracciati, e saranno posizionate le quasi cinquecento tabelle della segnaletica che aiuteranno i biker nelle loro escursioni. “Quando sarà realizzata - ha affermato il presidente del BIM Papaleoni - ci auguriamo che l’offerta Mtb della Valle del Chiese sia in linea, o almeno vicina, con quella dei più affermati resort conosciuti e favorisca nuove forme di sviluppo con concrete opportunità economiche.” Il prossimo 20 luglio, per la
prima volta, la Transalp che è tra le più importanti competizioni a tappe di Mtb al Mondo con centinaia di partecipanti, si fermerà con una sua tappa in Valle del Chiese. Gli organizzatori della gara, dopo alcuni sopralluoghi, hanno scelto come prima location l’area verde a sud del lago di Roncone. La prospettiva è che negli anni futuri la gara faccia tappa in altre belle località offerte dalla Valle. L’evento avrà grande risonanza nel mondo degli appassionati e con la contemporanea apertura dei nuovi dieci tracciati del progetto “MB in valle del Chiese” è facile che si diffonda un certo interesse per i nuovi tracciati della Valle del Chiese. Molto probabilmente, nel futuro anche prossimo, aumenterà la frequentazione dei biker.
La Valle del Chiese, quindi, non può farsi cogliere impreparata, e occorre che aggiorni il carattere della propria ospitalità con gli adeguamenti necessari. “La novità è importante – afferma Massimo Valenti presidente del CT - e le strutture ricettive devono dotarsi di servizi di qualità in grado di rispondere alle esigenze dei biker: garage o locale dedicato fornito di servizi adeguati, mini officina e lavaggio, servizio biancheria e, insomma, tutto quello che serve”. Per favorire questo processo di importante adeguamento delle strutture e dell’offerta ricettiva della Valle, il BIM del Chiese, parallelamente al suo impegno nella realizzazione del progetto, sta elaborando un regolamento ed un proprio bando (ha predisposto nel bilancio 2018 euro 100.000,00) per promuovere e sostenere gli interventi necessari nelle strutture e nei servizi di accoglienza. “Se non incontriamo difficoltà - ha detto il presidente - contiamo di approvare regolamento e bando entro il mese di maggio o, al massimo, di giugno”. La Valle del Chiese offre già decine di opportunità di vacanza attiva: trekking, boulder, arrampicata, canyoning, parapendio, kite surf, semplici e sane camminate con mille possibilità di itinerario in mezzo ad una natura che profuma ed affascina, pesca, bicicletta lungo le piacevoli piste ciclabili. Ora, con i dieci nuovi tracciati di MTB, la sua offerta si arricchisce e si qualifica ulteriormente.
BIM CHIESE - Regolamenti e nuovi bandi 2018 L’Assemblea del Bim, nelle sue ultime sedute, ha provveduto ad approvare i suoi Regolamenti e alcuni Bandi validi per il 2018. Il “Regolamento per la concessione di contributi e del patrocinio consorziale”, approvato il 30 marzo, è stato sostanzialmente confermato, salvo la modifica che stabilisce nuove scadenze per la presentazione delle domande: - A) entro il termine ultimo del 30 aprile di ogni anno per le attività, iniziative e progetti programmate da gennaio ad agosto; - B) entro il termine ultimo del 15 settembre di ogni anno per le attività, iniziative e progetti programmate da settembre a dicembre (NB - Per il 2018 le domande (A) potranno essere presentate entro il 25 maggio). Per le attività e le iniziative di esclusivo interesse locale (funzionamento) relative al singolo ambito di ciascun Comune compreso nel Consorzio, le domande vanno presentate entro il 15 novembre. ******************************* Il “Regolamento” ed il “Bando (agricoltura) per i contributi relativi agli interventi per favorire il recupero del territorio e promuovere lo sviluppo agricolo in Valle del Chiese”, sostanzialmente confermati, sono stati approvati con le due misure: MISURA 1 soggetti privati (intesi come persone fisiche e associazioni di settore senza scopo di lucro) Tale misura prevede a) Interventi di recupero e/o bonifica dei terreni finalizzati alla realizzazione di prato stabile, arativo, impianti di coltivazione e realizzazione degli stessi impianti di coltivazione; riservati a
soggetti privati persone fisiche. b) Realizzazione di progetti e iniziative di valorizzazione ambientale con finalità di sviluppo agricolo e rurale della Valle del Chiese particolarmente meritevoli a tal fine. MISURA 2 aziende iscritte nella Sezione II dell’archivio provinciale delle imprese agricole. Il requisito dell’iscrizione deve sussistere al momento della presentazione della domanda. Tale misura prevede: - Interventi di recupero e bonifica di terreni, da destinare ad arativo o prato stabile; realizzazione 4 di impianti di coltivazione. Scadenza per la presentazione delle domande: entro le ore 12.00 di venerdì 28 settembre 2018 ********************* Il “Regolamento” ed il “Bando (energia) per la concessione di contributi relativi agli interventi per l’installazione di impianti di produzione di energia sostenibile”, prevede rispetto al 2017 una novità. Sono ammessi a beneficiare del contributo in conto capitale (30% della spesa ammessa - max euro 5.000,00) gli interventi per l’installazione di collettori solari termici; generatori fotovoltaici collegati alla rete elettrica di distribuzione con scambio di energia sul posto; sistemi di accumulo fotovoltaico; caldaie a condensazione e generatori di calore a biomassa; pompe di calore; impianti di ventilazione con recuperatore; cogeneratori ad alto rendimento. Scadenza per la presentazione delle domande: entro le ore 12.00 di venerdì 14 settembre 2018 BANDI E REGOLAMENTI SI POSSONO SCARICARE DA www.bimchiese.tn.it
La ricetta
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Laura Sc
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Viabilità
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Nuovi interventi per migliorare verso Trento. Tonina ha presentato un’interrogazione Dal 2010laè viabilità patrimonio immateriale dell’umanità
Statale 45bis: più sicurezza anche tra Vezzano e Vigolo Baselga Due snodi della viabilità da tempo critici che hanno trovato una soluzione. Lo scorso autunno, invece, nel mirino del consigliere era finito il difficile accesso – storicamente problematico e ulteriormente complicato dai lavori in corso a Piedicastello – alla città di Trento dal Bus de Vela, nei pressi del viadotto Montevideo. Nell’autunno 2017, con un’interrogazione a risposta immediata, Tonina aveva poi chiesto all’assessorato quali studi avesse effettuato la Provincia di Trento sulla sicurezza del tratto della statale 421 tra San Lorenzo e Molveno, particolarmente tortuoso e reso pericoloso da rocce sporgenti in più punti e quali eventualmente gli interventi di messa in sicurezza programmati. Lavori di sistemazione che comporteranno, nel corso
La contrazione della spesa pubblica provinciale an- Dopo la realizzazione della rotatoria in località Sarche in tema di viabilità ha messo da parte negli ultimi che, che ha velocizzato e reso più sicuro l’innesto delanni i progetti più ambiziosi e impegnativi finanzia- la statale 45 bis Gardesana occidentale con la viabiliriamente. Nonostante questo è stato possibile realiz- tà delle Giudicarie, Tonina si è impegnato in consiglio - oncologo zare interventi significativi e utili di allaGianni viabilitàAmbrosini gene- provinciale anche per l’adeguamento della viabilità rale a fronte di una spesa contenuta. È stata questa la all’altezza del bivio per Terlago, da tempo noto per la filosofia operativa seguita negli ultimi anni dal consi- sua pericolosità data dall’innesto situato in prossimigliere provinciale giudicariese Mario Tonina. tà di una curva quasi a gomito. del 2018, alcuni interventi puntuali di manutenzione straordinaria al fine di migliorare la scorrevolezza stradale e ridurre la pericolosità in fase di incrocio dei veicoli ingombranti. Più di recente, lo scorso marzo, l’attenzione di Tonina si è rivolta alla situazione critica presso il Lago di Tenno, dove l’incrocio tra la statale 421 e la provinciale 37 presenta difficoltà di innesto e problemi anche all’attraversamento pedonale, in una zona a forte vocazione turistica (vicino c’è anche il borgo di Canale) e molto
frequentata. Per risolvere questa criticità è prevista a breve la realizzazione di una rotatoria.
L’ultima iniziativa legislativa in ordine di tempo del consigliere: riguarda il tratto della statale 45 bis
Gardesana occidentale, ovvero quello tra gli abitati di Vezzano e Vigolo Baselga. In particolare la presenza di una curva in prossimità di un tratto stradale di larghezza ridotta, più volte luogo di incidenti e di un’altra curva, quasi ad angolo retto detta “del palloncino rosso”, rendono particolarmente difficoltoso lo scambio, in particolare dei mezzi pesanti, rappresentando seri pericoli per la circolazione. L’Assessore alle infrastrutture della Provincia Gilmozzi, ha rassicurato che nel corso di quest’anno si darà il via
alla modifica delle curve e all’allargamento della sede stradale. È stata infine anche chiesta l’anticipazione dei lavori per il collegamento della pista ciclopedonale delle Giudicarie con l’abitato di Sarche; intervento che sarà appaltato nel corso del 2018 e che libererà la carreggiata stradale dal traffico indotto in particolare dai ciclisti, nel tratto dei tornati a ridosso dell’abitato di Sarche che, in questo modo, potranno percorre in sicurezza quel tratto per arrivare a Ponte Arche. La strada statale del Caffaro è interessata da un volume di traffico ciclabile dell’ordine di 15000 passaggi circa nel periodo giugno-settembre e la presenza dei ciclisti comporta un sensibile rallentamento del flusso veicolare motorizzato, soprattutto di quello pesante.
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Architettura -
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Intervista all’architetto Claudio Conter
Il fascino dei dettagli: piccoli progetti realizzati con grande passione Da Milano a New York: un viaggio sorprendente. Dieci anni dopo aver aperto il suo studio di architettura e design a Milano nel 2005 ha fatto il grande passo oltreoceano. Come è successo? Claudio Conter: Il punto di partenza è stato il nostro studio a Milano, dove abbiamo sostenuto e realizzato grandi progetti architettonici. Quello è stato il punto di partenza anche delle nostre attività internazionali. A New York lavoriamo insieme a due architetti italiani, ma anche con professionisti locali. I nostri architetti e designer possono imparare qualcosa dai loro colleghi newyorchesi? CC: Sì e no. Per quanto riguarda i settori di interior design e architettura di interni il metodo di lavoro dei newyorchesi è molto più strutturato. I processi vengono sviluppati in modo da essere condivisibili. Negli Stati Uniti, i processi standardizzati fanno parte della gestione della qualità, in Italia ognuno lavora con il proprio metodo. Il lato negativo è che i newyorchesi
CC: Mia cugina Arianna Conter desiderava per il suo salone di bellezza uno stile architettonico unico e stravagante, qualcosa di moderno. Per questo mi ha chiesto di curarne la realizzazione. L’idea l’abbiamo sviluppata insieme. Qual è stata la parte più impegnativa? CC: Era già presente un edificio, un garage, che doveva essere ampliato. In un primo momento abbiamo
sono meno flessibili rispetto agli italiani. L’ideale sarebbe combinare insieme questi due punti di forza e modi di lavorare. Bisognerebbe trovare una via di mezzo, che permetta processi più trasparenti, ma lasci allo stesso tempo abbastanza spazio per la creatività. L’edificio che ha progettato a Livo, un pittoresco villaggio con 170 abitanti, è un vero e proprio punto di riferimento. Come è nato questo straordinario progetto?
pensato di dover realizzare qualcosa di minimalista, che non fosse troppo appariscente e non desse troppo nell’occhio, dato che l’edificio era già di per sé imponente. Questa è stata una grande sfida. Ma poi tutto è cambiato, e abbiamo utilizzato il garage come fondamenta e costruito una struttura più grande, simile a un guscio, sull’edificio già esistente. Il problema ci ha portato alla soluzione e ha dato maggiore profondità alla pianificazione e all’ar-
Claudio Conter, fondatore dello studio di architettura e design Atelier o7 a Milano, ha aperto una filiale a New York due anni fa. L’ispirazione proveniente da oltreoceano influisce anche sulle opere che realizza nel suo paese di origine. E chi conosce l’Italia sa che la famiglia viene prima di tutto. Pertanto, non
è un caso trovare un edificio progettato da Claudio Conter nel bel mezzo di un villaggio del Trentino Alto Adige con appena 170 abitanti. Un salone di bellezza, la cui stravaganza si irradia e si fonde con il paesaggio, come se ne fosse sempre stato parte integrante.
chitettura. L’edificio è in armonia con il paesaggio e con le catene montuose adiacenti, come se fosse parte di essi… CC: Questo era un aspetto fondamentale per noi. Abbiamo sviluppato le pendenze del tetto in maniera diversa tra loro, prendendo a modello il Monte Pin sullo sfondo. In questo modo l’edificio si inserisce perfettamente sia nel centro
Scheda prodotto Scaglia 44 Materiale: alluminio preverniciato, spessore 0,7 mm Lato a vista: Doppio strato di verniciatura poliammidica poliuretanica di alta qualità in Coil Coating. Dimensione: 437 × 437 mm utile coperto Peso: 1 m² = ca. 2,6 kg = 5 scaglie 44 Pendenza: A partire da 12° Posa: su tavolato pieno (spessore min. 24 mm) Fissaggio: diretto con 4 viti PREFA
storico, sia nel paesaggio montano della Lombardia. La struttura dell’edificio si basa sulla sua semplicità e presenta, nella parte anteriore, una grande vetrata che si affaccia sul paese e sull’intera valle. Non c’è una parete che abbia un angolo di 90 gradi. Non sceglie mai la strada più semplice, vero? CC: Sono i tanti piccoli dettagli che abbiamo progettato a fare la differenza. Per noi era fondamentale che l’architettura si adattasse al paesaggio, per questo non vi sono pareti con un angolo di 90 gradi, perché nemmeno le montagne le hanno. Come si può vedere, non vi è alcuna linearità. Il tetto diventa sempre più stretto procedendo verso la parte posteriore e più largo verso la parte anteriore e ciò conferisce maggiore spazio alla vetrata frontale. Per il tetto e la facciata abbiamo scelto un colore grigio pietra, il colore delle catene montuose. Perché ha scelto le scaglie 44 di PREFA per il suo progetto architettonico? CC: Era la copertura ideale per il tetto e le facciate, non avremmo potuto realizzare il nostro progetto in nessun altro modo. A causa della non linearità dell’edificio la posa delle scaglie ha rappresentato una grande sfida, perché il tetto e la facciata dovevano essere un tutt’uno. E questa unità poteva essere realizzata solo attraverso un’installazione senza saldature delle scaglie, possibile solo con il sistema PREFA. Ora sembra quasi una seconda pelle, come un guscio che si estende sul dorso delle montagne. Questa era la prima volta che lavorava con PREFA. Tornerà a farlo? CC: Sì, PREFA è un’azienda molto interessante. Mi sono innamorato del materiale perché è possibile mettere insieme diversi piccoli elementi. In questo modo, il guscio dell’edificio risulta molto naturale e sempre più particolare. PREFA Italia Srl Via Negrelli, 23 – 39100 BOLZANO T. +39 0471 068680 - F: +39 0471 068690 office.it@prefa.com www.prefa.com
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Rubrica Legale
MAGGIO 2018 L’Avvocato Risponde
Il diritto di passaggio delle condutture elettriche Buongiorno, per dare risposta alle sue domande è necessario partire dal testo dell’articolo 1056 del Codice Civile che stabilisce che ogni proprietario è tenuto a dare il passaggio per i suoi fondi alle condutture elettriche, in conformità delle leggi in materia. Le servitù di elettrodotto consentono di: collocare ed usare condutture sotterranee od appoggi per conduttori aerei e far passare conduttori elettrici su terreni privati e su vie e piazze pubbliche, impiantare cabine di trasformazione o di manovra necessarie all’esercizio delle condutture; infiggere supporti ed ancoraggi per conduttori aerei all’esterno dei muri o facciate delle case rivolte verso le vie o piazze pub-
Buongiorno Avv. Gottardi, in occasione del rifacimento del tetto di casa, avevo bisogno di far spostare dei cavidotti telefonici ed elettrici di due noti gestori di servizi un tempo pubblici. Ho scritto loro bliche, a condizione che vi si acceda dall’esterno e che i lavori siano eseguiti con tutte le precauzioni necessarie sia per garantire la sicurezza e l’incolumità, sia per arrecare il minimo disturbo agli abitanti. Da tali servitù sono normalmente esentate le abitazioni, salvo le facciate che fronteggiano le vie e piazze pubbliche, i cortili, i giardini, i frutteti e le aie delle case attinenti; tagliare rami degli alberi che si trovano in prossimità dei conduttori aerei e che quindi possano, con caduta, causare corti circuiti od arrecare inconvenienti al servizio o danni alle condutture; far acce-
dere lungo il tracciato delle condutture il personale addetto alla sorveglianza e manutenzione degli impianti e a compiere i lavori necessari. Inoltre, l’art.122 del Regio Decreto n. 1775/1933 e l’art. 92 D.lgs. n. 259/2003 stabiliscono che il proprietario può sempre fare sul suo fondo qualunque innovazione e, se questa comporta la rimozione o il diverso collocamento degli impianti, fili, cavi, ecc… non deve farsi carico del pagamento di alcuna indennità, salvo che ciò sia stabilito dall’autorizzazione o provvedimento amministrativo che costituisce la servitù.
più volte ma alla fine dei lavori mi trovo ancora con i cavi dentro casa e i gestori si rifiutano di toglierli…cosa posso fare? Grazie (lettera firmata) Conforme a tale normativa è anche la giurisprudenza sia di merito che di legittimità. Il Tribunale di Lucca, con una recente sentenza in materia del 2015, ha stabilito che l’esistenza della servitù di elettrodotto non osta a che il proprietario del fondo servente esegua all’interno della sua proprietà qualunque innovazione, costruzione o impianto, quand’anche da essa derivi, quale conseguenza necessitata, la rimozione
o la diversa collocazione delle condutture o degli appoggi dell’elettrodotto. Pertanto, a livello procedurale, tenuto conto del diritto riconosciuto di vedersi spostare i cavidotti, si suggerisce al lettore di in maniera formale attraverso l’inoltro di una diffida, chiedendo la rimozione dei fili, a spese del gestore, e la collocazione in uno spazio che individuerete, di comune accordo, come consono per entrambe le parti (ad
CURIOSITÀ DAL MONDO A New York (USA) per tentare di risolvere definitivamente il problema dei graffiti, è tassativamente vietato girare per le strade con in mano un barattolo di vernice spray aperto.
esempio, se non una facciata dell’immobile, un altro spazio in cui sarà possibile l’installazione). Il gestore non procederà mai d’ufficio in quanto la servitù coinvolge due parti, ossia il proprietario e l’Ente erogante il servizio elettrico o telefonico, dunque il benestare del lettore, consenso o nulla osta dovrà sempre essere richiesto per legge. Per approfondire o per fissare un colloquio su questo o su altri temi l’avv. Mattia Gottardi riceve presso il suo Studio in Tione di Trento, via N. Sauro n. 2, previo appuntamento, chiamando il numero 0465/324667 oppure 349/2213536 o scrivendo all’indirizzo mgottardi1@yahoo.it
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Memoria Oggi, grazie a ricerche vulcanologiche, siamo a conoscenza di una spaventosa eruzione in Indonesia avvenuta nel 1257 che potrebbe aver contribuito a far piombare l’Europa in una piccola era glaciale. Ma per la popolazione medievale questo brusco cambiamento di temperatura, unito a conseguente carestia e morìa di animali, probabilmente fu visto come un sinistro messaggio divino. Un messaggio che da sinistro diventerà devastante con il sopraggiungere del terribile e sconosciuto morbo: la peste. Già imperversante nei più grandi centri urbani, la grande mortalità si stava lentamente espandendo anche nei piccoli paesi nelle campagne e nelle valli trentine, comprese le Giudicarie, seguendo le reti viarie. Non ci sono sufficienti fonti al momento per stabilire quale fu la prima area giudicariese attaccata dal male, ma è certo che tutto accadde nel giro di poco tempo. Data la causa ignota del male, pare che nelle Giudicarie del 1348, ad eccezione di alcuni casi isolati, non si fosse nemmeno abbozzato un qualche sistema sanitario di interdizione a chi entrava o chi usciva dai paesi o di disinfezione degli ambienti e dei vestiti. D’altronde in un mondo dove era sconosciuta l’igiene personale e dove era consuetudine l’abitare in promiscuità con gli animali in ambienti abitati da parassiti di ogni genere (topi, ratti, pulci, zecche, pidocchi, ecc..) la sanità aveva un diverso significato. Parlando di medicina, infatti, va tenuto presente che all’epoca questa non si basava sulle conoscenze anatomiche attuali. Tutto ruotava intorno alla “teoria umorale”, una teoria medica di origine antica che cercava di spiegare l’insorgere di malattie con l’alterarsi dell’equilibrio di quattro liquidi che sarebbero contenuti all’interno del corpo umano. Questi liquidi, sangue, bile nera, bile gialla e flegma, se non più in armonia tra
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La peste in Giudicarie: la Val Rendena Parte II
di Aldo Gottardi
I
n Giudicarie non erano tempi facili. Il Medioevo vedeva le genti delle nostre valli in situazioni economiche e sociali molto dure. I paesi delle valli, spesso composti da poche abitazioni vicine tra loro, erano frequentemente in balia delle lotte tra i vari signorotti locali, subendo violenze e loro, provocavano diversi disturbi curabili tramite terapie quali salassi, purghe,
ingestione di tisane, ecc. Non si conosceva esattamente l’anatomia umana
danni alle proprietà. Come se questo non bastasse, da qualche tempo le temperature si erano fatte sempre più rigide diminuendo anche di parecchi gradi durante tutto l’anno, causando disastrose ripercussioni sull’agricoltura, la base dell’economia giudicariese. ed era proibito dalla Chiesa il tentare di farlo (il corpo umano non doveva essere
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toccato anche dopo la morte). Inutile dire che questo tipo di medicina non solo non poteva rispondere completamente alla molteplicità delle malattie, ma di fronte al nuovo letale morbo dovette arrendersi. Divenne quasi un leit motiv la “soluzione” all’epidemia consigliata da molti medici di allora: “Cito, longe, tarde!” (fuggi in fretta, il più lontano possibile e torna più tardi che puoi!). Un giorno, anche qui alcune persone iniziarono a soffrire di febbre alta improvvisa, comparsa di bubboni scuri all’inguine o sotto le ascelle: la malattia era arrivata. Tutti i paesi furono investiti dall’epidemia. I più piccoli paesi, o quelli colpiti più duramente si svuotarono quasi completamente. In seguito, i pochi superstiti avrebbero trovato una nuova vita nei paesi vicini, abbandonando il luogo natìo che sarebbe entrato nella lista dei molti paesi scomparsi delle Giudicarie. E’ il caso di Bragonego (o Bragoneg), sopra Villa Rendena, dove era stato anche approntato un cimitero per gli appestati con annessa cappella. Poco lontano, su un terrazzo a dominio della Sarca di fronte a Darè, vi era il paese di Marzeniga (o Boceniga o Bolzeniga): anche que-
sto devastato dalla peste, qui “i pochi che sopravvissero a quella terribile catastrofe, che tante vittime fece nel Trentino, si ridussero a Iavrè” (cit. G. Boni, Frammenti storici di Rendena). Marzeniga, ormai disabitato, sarebbe in seguito stato distrutto definitivamente da una grande frana staccatasi dal monte soprastante. Proseguendo in Val Rendena, all’epoca si potevano ancora incontrare i resti di paesi già abbandonati per cause naturali o solo parzialmente abitati, come ad esempio Arena, situata a nord/est di Pelugo, abbandonato dopo una disastrosa piena del Bedù, o il paese di Afcè, tra Strembo e Caderzone, distrutto dal rio Ruina. A causa della peste fu abbandonato il paese di Partenigo che sorgeva tra Carisolo e la Chiesa di Santo Stefano, all’imbocco della Val Genova. Non mancarono qui le famiglie che cercarono scampo dal contagio fuggendo nei propri fienili di montagna o in luoghi inaccessibili. E’ noto che uno di questi rifugi si trovasse nelle vicinanze della chiesetta di San Valentino, all’imbocco della valle omonima, tra Villa Rendena e Javrè. Appena sotto, verso il torrente Bedù, si apre ancora oggi una piccola valletta che in tempi recenti era conosciuta con il nome di “Pozza del Cholèra”, ma quasi certamente, anche a detta di Guido Boni nel suo saggio “La peste nelle Giudicarie”, prima era chiamata “Pozza della peste”.
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Attualità
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Reinventarsi a 44 anni: dai camion alle scarpe Andrea Mosca, dopo la disoccupazione oggi ha un negozio tutto suo
E proprio il tipo di attività è stata la molla che ha convinto Gottardi a cedere ad Andrea Mosca il suo locale, perché un calzolaio serve, la gente ne ha bisogno, ed è difficilissimo trovarne: in tutte le Giudicarie si contano sulle dita di una mano. In un periodo in cui tanti negozi chiudono, ci sembra una bella notizia per Tione e per tutta la valle, e dimostra che c’è gente in gamba, che ha voglia di imparare e di mettersi in gioco. Mosca infatti non è “figlio d’arte”, ma ha scelto questo lavoro per passione, con caparbietà e costanza. Dopo aver fatto, con poca convinzione, l’elettricista appena uscito dall’Enaip ha lavorato in una ditta per la posa di pavimenti in legno, poi ha preso la patente per guidare i camion, e ha fatto il camionista per una ventina d’anni. Due anni fa ha perso il lavoro, e allora ha pensato di imparare a fare il calzolaio. Ma la sua passio-
di Chiara Garroni Taca Tac: non potrebbe esserci nome più azzeccato per un negozio di calzolaio a Tione. Richiama infatti l’appellativo di “Somenatach” dei tionesi, così chiamati a causa della consuetudine ottocentesca dei giovani del luogo di andarsi a cercare compagnia femminile nei paesi vicini. Qualcuno di loro, messo in fuga a sassate, perse il tacco per la via e l’episodio fece affibbiare il so-
ne di aggiustare cose non poteva bastare, doveva imparare da un artigiano vero. La faccenda non è stata semplice. I pochissimi calzolai della zona, per vari motivi, non hanno accettato di insegnargli, mentre lo ha
fatto Mario Panciera di Dimaro. E dunque Andrea da agosto a novembre dell’anno scorso tutti i giorni si è fatto Caderzone-Dimaro per riuscire ad imparare a risuolare, fare tacchi, riparare, insomma, diventare calzo-
prannome di “seminatacchi” a tutti i compaesani. Il titolare del negozio in questione è Andrea Mosca, 44enne di Caderzone, che dai primi di marzo ha aperto la sua nuova attività al numero 3 di piazza Boni, nel locale che era stato di Egidio Gottardi, ramaio, quindi del figlio Rico, che fino a poco tempo fa lo aveva concesso come sede di mostre ed esposizioni temporanee.
laio. Un bell’impegno, ma ormai quella si era rivelata essere la sua strada, la cosa che lui voleva fare. Mosca è molto riconoscente verso Panciera, per la sua disponibilità e la pazienza che ha sempre avuto nei suoi confronti, e anche tutt’ora si sentono quando si presenta un nuovo problema.
A fine 2017 il grande passo, la ricerca di un negozio adeguato a Tione, centro della valle, e la fortunata coincidenza della disponibilità dei locali di Rico Gottardi in piazza Boni a Brevine. Poi il reperimento dei macchinari, quasi tutti usati ma in ottimo stato, e la volontà di non fare debiti, cosa che grazie all’aiuto della moglie gli è riuscita. La moglie di Mosca, o per meglio dire, le scarpe della moglie, sono state anche le prime cavie del lavoro in piazza Boni, ma poi i primi clienti hanno iniziato ad arrivare, e già in queste poche settimane di lavoro la situazione induce all’ottimismo.
Buona l’esperienza anche con il Comune di Tione, che si è dimostrato attento e veloce nel rilasciare i permessi necessari, come quello relativo all’immondizia, o alla sosta dei furgoni per lo scarico dei macchinari i primi di marzo. Andrea si è fatto da solo tutti gli scaffali e il bancone di legno, si è ideato il marchio, con la collaborazione di Alessandro Togni, si è fatto anche il timbro per contrassegnare il cuoio sulle sue prime cinture create. Insomma, un vero artigiano, uno che sa usare le mani per costruire, sistemare, accomodare. Il sabato è il giorno di chiusura, anche perché spesso proprio in quel giorno ci sono corsi di aggiornamento e Andrea si vuole tenere al passo con tutto quello che lo aiuta a migliorare. Perché, anche se c’è ben poca concorrenza, un calzolaio che non lavora bene viene subito abbandonato dai clienti. La qualità, come si sa, paga sempre.
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fatto in Trentino
Attualità
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La Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella insieme alla Comunità delle Giudicarie, della Paganella e della Vallesabbia
InEurope: un’altra opportunità per i giovani del nostro territorio Concretamente InEurope offre l’opportunità di partecipare allo SVE (Servizio Volontario Europeo), un’iniziativa promossa nell’ambito di Erasmus Plus, il programma dell’Unione Europea per istruzione, formazione gioventù e sport 2014 – 2020. Attraverso lo SVE è possibile trascorrere un periodo da 6 a 12 mesi nei paesi aderenti all’unione europea prestando il proprio servizio in organizzazioni che operano in vari settori o aree d’intervento quali cultura, gioventù, educazione, sport, assistenza sociale, arte, tempo libero, ambiente, cooperazione internazionale, ecc. “Abbiamo deciso di promuovere e sostenere questa iniziativa perché innanzitutto è coerente con l’impegno che la nostra Cassa si è presa con il mondo dei giovani: ovvero offrire opportunità che possano favorirli nell’acquisizione di competenze e quindi agevolarli al momento dell’ingresso nel mondo del lavoro – precisa il Direttore Donati – inoltre ci permette di attingere alle risorse ed ai progetti che promuove la Comunità Europea e
InEurope è una nuova iniziativa promossa dalla Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella, in collaborazione con l’associazione Atelier Europeo, volta a favorire la mobilità dei giovani dando loro l’opportunità di entrare in contatto con nuove culture, esprimere solidarietà verso gli altri e acquisire nuove competenze e capacità utili alla loro formazione e allo sviluppo delle competenze professionali, linguistiche e soft skills per migliorare la loro occupabilità. che in Italia sono spesso poco conosciuti e poco sfruttati”. InEurope si rivolge a 30 giovani di etá compresa fra 18 e 30 anni residenti nella zona operativa delle due Casse Rurali e in tutto il territorio che fa riferimento alla Comunità delle Giudicarie, alla Comunità della Paganella e alla Comunità Montana della Vallesabbia. Come funziona? Per partecipare è necessario predisporre un vero e proprio progetto secondo gli standard previsti dalla Comunità Europea. Il lavoro di selezione delle molte opportunità e di progettazione sarà svolto dall’Associazione Atelier Europeo, partner della Cassa, la quale invece sosterrà tutte le spese di avvio. A fronte dell’amissione al progetto,
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Tutto questo a costo 0... serve solo tanta voglia di partire!
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l’Unione Europea interviene direttamente a copertura dei costi per spese di viaggio (andata e al ritorno), vitto e alloggio: E’ previsto un pocket money mensile per spese personali (intorno ai 100-120 euro al mese), un corso di lingua del Paese ospitante, un tutor per assistenza sul lavoro e un mentore per supporto personale/integrazione e l’assicurazione sanitaria. Per partecipare è necessario compilare l’apposito form di iscrizione sul sito www.prendiilvolo.it. Entro 15 giorni dall’invio della richiesta i giovani interessati saranno contattati dai progettisti di Atelier Europeo i quali in un apposito incontro verificheranno curriculum, attitudini, interessi per individuare e definire la meta e l’organizzazione nella quale essere inserito. La richiesta di partecipazione può essere inviata in qualsiasi momento entro il 31/12/2018. Saranno accolte le richieste sino ad esaurimento dei 30 posti disponibili.
informazioni e adesioni su
www.prendiilvolo.it
MeTe da leggere
Rubrica mensile a cura di viale Dante, Tione
KEY COMPETENCES: DA OBBLIGO A OPPORTUNITÀ L’Ancora ha gestito negli ultimi due anni il progetto cofinanziato dall’Unione Europea, dallo Stato e dalla Provincia di Trento per il potenziamento di una delle macro “Competenze Chiave” (o Key Competences) così definite dal Programma Operativo del Fondo Sociale Europeo (F.S.E.) 2014_2020 quali competenze di natura trasversale (ossia indipendenti dallo specifico settore produttivo di riferimento) che ciascun lavoratore deve possedere (o potenziare) per poter più agevolmente spendersi nel mondo del lavoro. Nello specifico, l’Agenzia del Lavoro di Trento, coadiuvata da Enti di Formazione specificamente accreditati, attiva mensilmente sul territorio trentino corsi di formazione rivolti al potenziamento delle suddette competenze chiave, destinati prevalentemente a persone in stato di disoccupazione che abbiano siglato con il proprio Centro per l’Impiego il c.d. Patto di Servizio Personalizzato (P.S.P.). Con l’entrata in vigore della Legge Fornero e successivamente del Jobs Act, infatti, il sistema degli ammortizzatori sociali per chi si trova in stato di disoccupazione involontaria è cambiato radicalmente, passando da una logica prettamente assistenziale ad
una legata alla storia contributiva del soggetto (l’importo e la durata dell’assegno viene parametrato sui contributi versati dal beneficiario nel periodo precedente) e alla sua volontà di spendersi in modo attivo nella ricerca di un posto di lavoro. L’assegno di disoccupazione dal 2015 prende il nome di NASPI, acronimo di Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego: in pratica si viene pagati dallo Stato per cercare una nuova occupazione. Sotto questo aspetto, pertanto, qualsiasi persona richiedente la NASPI, dopo aver dichiarato la propria immediata disponibilità ad assumere un nuovo impiego, deve siglare con il proprio centro per l’impiego un patto (Patto di Servizio Personalizzato) con il quale la stessa si impegna a ricercare in modo attivo un nuovo posto di lavoro (es. mediante invio di un tot di curriculum) ed a partecipare alle iniziative organizzate dalla Provincia in materia di politica attiva del lavoro, tra le quali rientrano per l’appunto i corsi finalizzati al potenziamento delle competenze chiave. Per far sì che il conseguimento di un nuovo posto di lavoro diventi obiettivo fondamentale del percettore NASPI è altresì previsto il meccanismo della c.d. “condizionalità”: qualora non si ottemperi
agli adempimenti previsti nel PSP vi sarà un’inevitabile ricaduta sull’importo dell’assegno di disoccupazione. Ciò detto e ritornando sulle Key Competences, il Programma Operativo F.S.E. individua otto grandi aree di riferimento: la comunicazione efficace nella madrelingua, la comunicazione in lingua straniera, le competenze matematiche e scientifico/tecnologiche, le competenze digitali, la conoscenza e/o il consolidamento del proprio metodo di apprendimento, le competenze sociali e civiche, lo spirito di iniziativa ed imprenditorialità ed, infine, la consapevolezza ed espressione culturale. Quest’ultima è la competenza chiave su cui si è concentrata la gestione da parte de L’Ancora nella sua declinazione della “Comunicazione e creatività” quale aspetto fondamentale per approcciarsi in modo alternativo e più efficace al mondo del lavoro ed, ancor prima, al mondo in generale. Nella gestione di tale percorso formativo – che si è svolto in circa cinquanta edizioni su tutto il territorio trentino e che ormai sta volgendo al suo termine – la grande difficoltà incontrata è stata l’iniziale diffidenza e chiusura dei partecipanti e la sensazione che gli stessi
fossero costretti ad frequentare il suddetto percorso non tanto per volontà personale ma per assolvere quanto concordato con il Centro per l’impiego. Ovviamente non si vuole generalizzare tale considerazione a tutti i corsisti, tuttavia a livello statistico si è potuto appurare che la maggior parte di essi si trovavano a frequentare il corso in quanto obbligatorio ai fini del mantenimento dell’assegno di disoccupazione. Con il passare delle giornate, tuttavia, tale approccio iniziale – complice sicuramente la capacità dei docenti alternatisi nel corso delle lezioni di creare un gruppo sempre più affiatato ed anche le materie trattate, che, al di là di quelle a contenuto più tecnico/giuridico, avevano come obiettivo quello di scavare all’interno di ognuno dei partecipanti per renderli più consapevoli del loro approccio nei confronti degli altri – è progressivamente mutato per passare ad una viva partecipazione ed interesse. Restano impresse le parole lasciateci da più di un partecipante: questo corso non è servito solo per il lavoro ma per la nostra vita.
di Alessio Dalle Carbonare
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Centenario Grande Guerra
MAGGIO 2018
Guerra 1914-18 mese per mese - Maggio 1918
Le “mosse di pace” non interrompono la carneficina Si intensificano ancora le contrapposizioni
Gli piantai la baionetta nella schiena, all’altezza del cuore e lui crollò con un grugnito. Lo rivoltai. Aveva un revolver nella mano destra, nascosto sotto l’ascella sinistra. Aveva cercato di spararmi da sotto il corpo. Dopo aver estratto la baionetta, premetti il grilletto e gli sparai tanto per essere sicuro». A questi eccessi erano costretti gli “uomini mandati in guerra” al solo scopo di uccidersi a vicenda. Noi - uomini e donne del 2018 - siamo capaci di “pensàrghe sù” in questi anni in cui godiamo di una pace, della quale non sappiamo rendercene conto e che stiamo riempiendo di corbellerie ed insulsaggini che potrebbero improvvisamente farcela sfuggire di mano? Ma il cronista deve tornare alla fredda elencazione degli avvenimenti di questo mese di maggio del 1918, durante il quale si continua ad accrescere il numero delle battaglie, delle sofferenze e delle vittime. 7 maggio. - Fronte orientale. Dopo lunghi negoziati viene firmato il trattato di Bucarest: la Romania è costretta a concessioni territoriali nei confronti di Bulgaria e Austria-Ungheria e si ritrova economicamente sottomessa alla Germania. 8 maggio. - Mare mediterraneo. La battaglia di Algeri: fu uno scontro navale avvenuto al largo della città algerina di Algeri, durante la prima guerra mondiale. Un incrociatore ausiliario della Marina americana e un cacciatorpediniere della Marina britannica si scontrarono con un U-Boot tedesco, l’UB70. Inizialmente lo scontro si credette fosse stato inconclusivo, ma in seguito fu accreditato alle navi dell’Intesa l’affondamento del sottomarino. Alle ore 17 l’incrociatore ausiliario statunitense Lydonia e il cacciatorpediniere britannico Basilisk stavano proteggendo un convoglio partito da Biserta e diretto a Gibilterra, quando incrociarono sul loro percorso il sottomarino tedesco, pronto a sparare contro il mercantile inglese Ingleside. L’UB-70 aprì il fuo-
di Mario Antolini Musón Maggio 1918: ancora interminabili ore e mesi di morti e di sofferenze; alla fine del conflitto di mesi ne mancano ancora 7. Mesi costantemente terrificanti durante i quali, tuttavia, i soldati tedeschi iniziarono ad arrendersi in quantità tali da rendere quasi impossibile di continuare la guerra. Scrive un
autore che “fu questa la chiave della vittoria alleata”. Ma la crudezza e la crudeltà continuavano a imperversare, tanto che nel proprio diario un soldato scrive: «Durante l’attacco vidi gruppi di nemici sparare sui nostri compagni; gli occhi di uno di loro tradivano la volontà di uccidere. 21 maggio. - Fronte meridionale. L’Impero ottomano invade i territori armeni della Repubblica Federale Democratica Transcaucasica, sorta dopo la dissoluzione dell’Impero russo. Prime vittorie armene nella battaglia di Sardarapat e nella battaglia di Abaran. 23 maggio. - La Costa Rica dichiara guerra alla Germania. 25, 28 maggio. - Fronte meridionale. Vittoria pirrica degli Ottomani nella battaglia di Kara Killisse contro gli Armeni. 27 maggio. - Inizia la terza battaglia dell’Aisne: offensiva tedesca contro il fronte francese tra Reims e Soissons. Viene conquistato molto terreno e i Tedeschi raggiungono il fiume
co, silurando il mercantile. L’Ingleside andò a fuoco e cominciò ad affondare. Alcuni membri dell’equipaggio si salvarono e attesero i soccorsi, altri affondarono con la nave. Alle 17,35 la scorta del convoglio aveva già individuato il sottomarino. Secondo i resoconti post-guerra, sia la Lydonia che la Basilisk inseguirono per circa quindici minuti il sottomarino, sganciando cariche di profondità finché una macchia d’olio non comparve in superficie. / Il Nicaragua dichiara guerra all’Austria-Ungheria e alla Germania. 10, 11 maggio. - Fronte orientale. Battaglia di Kaniów: le forze polacche ribelli sono sconfitte dai Tedeschi in Ucraina. 12 maggio. - Fronte italiano. Con l’arrivo della bella stagione ripresero le ostilità sull’Isonzo con la decima battaglia. Le fanterie italiane conquistarono il Monte Cucco di Plava (Kuk), il Vodice e le pendici del Monte Santo. Il 3 giugno gli Austriaci risposero con un potente contrattacco sull’altopiano carsico; i combattimenti si concluse-
Trentino-Tirolo. 1918: mese di maggio 9 maggio. - Congresso a Vipiteno del Tiroler Volksbund in cui si vota un rodine del giorno in favore dell’unità del Tirolo da Kufstein alle Chiuse di Verona. Punti qualificanti la “pace ragionevole” richiesta nel documento riguardano: 1) un deciso rifiuto di ogni autonomia separata per il Trentino; 2) una decisa opera di snazionalizzazione del Trentino nella scuola, nelle gerarchie ecclesiastiche, nella lingua d’insegnamento, compreso il settore economico e patrimoniale; 3) persecuzione degli irredentisti e dei “traditori italiani”, affinché “il Tirolo italiano ridiventi finalmente terra austriaca”. 16 maggio. - A Praga si svolgono solenni manifestazioni per celebrare il 50° anniversario del teatro nazionale. Alle stesse erano stati invitati rappresentanti delle nazionalità non tedesche e non magiare facenti parte dell’impero austroungarico; e perciò anche rappresentanti della minoranza italiana; tra questi il deputato Enrico Conci. Egli interviene alle “giornate di Praga” e il giorno l7 maggio, el corso della “Conferenza politica” che si conclude con l’approvazione di una mozione comune dele minoranze nazionali, tiene un applaudito discorso a favore delle nazionalità oppresse. Il discorso attira le durissime critiche dei giovani di Vienna e di Innsbruck e dalla stampa austro-tedesca, ed è anche la causa della destituzione dalla sua carica di vicecapitano provinciale del Tirolo. (SERGIO BENVENUTI, Storia del Trentino. Vol. I: “Periodizzazione e cronologia politico istituzionale”. Pag. 139). ro il 5 giugno con un piccolo guadagno di territorio italiano, ma con un numero ancora altissimo di morti: 160.000. A queste vittime vanno sommate quelle della battaglia dell’Ortigara: fu un violentissimo scontro in alta quota combattuto dal 10 al 25 giugno tra l’esercito italiano e quello austriaco, che vide impiegati 400.000 soldati per il
possesso del monte Ortigara, sull’altopiano di Asiago: la più grande battaglia in quota mai combattuta. Durante gli scontri con gli Austriaci venti battaglioni di Alpini, un reggimento di bersaglieri e la brigata di fanteria Regina si immolarono sulla vetta del monte che avevano conquistato e che non furono in grado di mantenere.
Marna, ma l’azione è infine bloccata per il 6 giugno seguente. 28 maggio. - Fronte occidentale. Battaglia di Cantigny, prima operazione offensiva delle forze statunitensi nel conflitto; sono riconquistati dai Tedeschi alcuni villaggi nei dintorni di Cantigny. - Fronte orientale. Si spacca la Repubblica Federale Demo-
cratica Transcaucasica: proclamano l’indipendenza la Repubblica Democratica di Armenia, la Repubblica Democratica di Georgia e la Repubblica Democratica di Azerbaigian. 27-29 maggio. - Fronte occidentale. Hindenburg e Ludendorff, pur mirando al mare non perdevano di vista Parigi ed il 27 maggio iniziarono una terza spallata in Champagne. La fronte tra Soissons e Reims fu rotta per largo tratto, l’Ailette superata, lo Chemin des Damas perduto, Soissons presa, varcato anche l’Aisne; ed il 30 maggio, dopo quattro giorni di avanzata travolgente, i Tedeschi raggiungevano di nuovo la Marna, tra Domans e ChàtueuThierry; ma non sfondano In chiusura mi permetto riallacciarmi alle note introduttive con un testo redatto dagli studenti del “don Guetti” di Tione, che nel loro bellissimo lavoro “Giudicariesi in Russia 1914-1920” hanno riservato un capitolo a “messi ad uccidere e ad essere uccisi” così commentato: «Forse gli uomini in guerra non si erano mai sentiti così inermi. Sfuggire al fuoco di artiglieria, al lancio delle granate, al gas diventava una semplice questione di fortuna. Scriveva Freud: “La morte non può più essere negata; siamo costretti a crederci. Gli uomini muoiono veramente; e non più uno alla volta, ma in gran numero, spesso a decine di migliaia al giorno. Non è più qualche cosa di usuale ormai. Sì: può ancora sembrare un caso che una pallottola colpisca uno o l’altro; ma quest’altro può, a sua volta, essere colpito da un’altra pallottola, e la frequenza pone termine all’impressione di causalità”. Così la morte appare ai soldati non solo come virtualità permanente, ma quasi come un accadimento gà in corso. Scamparla è un’eccezione». Hanno ancora significato - queste citazioni - fra noi, uomini e donne (di ogni età) del 2018?
Centenario Grande Guerra «4 maggio 1918. - Ieri ed oggi fummo visitati dagli aeroplani italiani e inglesi. Le stazioni di guardia agli aeroplani continuarono a perseguitarli cogli schrapnel e colle mitragliatrici, ma senza nemmeno ferirne uno. Nella notte scorsa gli aeroplani italiani gettarono diverse bombe nel Bleggio Inferiore e a Campo Lomaso per distruggere o danneggiare gli angar di quel campo di aviazione. / Nella baracca pro automobili, costruita sulla nostra piazza dinanzi alla chiesa, a Tione, vi è pure un deposito di benzina. Guai se avesse a pigliar fuoco durante le funzioni in chiesa! L’amministrazione militare ne fu preavvisata, ma la stessa… della pelle altrui, e nemmeno della Chiesa, non si cura. 7 maggio. - Anche oggi acqua a iosa tutto il giorno. / Oggi ho acquistato un pezzo di tela di canapa e cotone pagandola corone 16 al metro (70 centimetri d’altezza). / Gli aerei italiani continuano a distruggere le baracche austroungariche costruite a Roncone ed a Pradibondo; ora allungano i tiri fin su quelle di Breguzzo. / Già da 6 mesi questa canonica ospita padre Maas, cappellano di divisione, e il domenicano padre Ogarech polacco, che parla e predica in 12 lingue. Due ottimi sacerdoti. 8 maggio. - Viviamo giorni molto difficili e andiamo incontro ad altri ben più difficili ancora. Tutta la nostra (austroungarica) situazione militare e politica è pervenuta ad un punto culminante; la tensione è estrema. I prossimi mesi porteranno grandi decisioni. Il presidente austriaco è convinto che le decisioni che devono avvenire sui campi di battaglia saranno a favore della Quadruplice. È in pari tempo comprensibile che, nel IV anno di guerra, le condizioni economiche e specialmente quelle dell’alimentazione sieno critiche; se non disperate; certo gravissime. Ora, resistere fino a una soluzione definitiva è una questione vitale per lo Stato. Ogni nazionalità oggi domanda e vuole giustizia contro la prepotenza teutonica e da qui la babele nel parlamento. / Le condizioni politiche interne dell’Austria sono arrivate a tal punto, che le corde tirate dai Tedeschi per strangolare tutte le altre nazionalità, possano spezzarsi da un momento all’altro e uscirne la rivoluzione che sfascia il trono degli Asburgo. 9 maggio. - Questa mattina alle 10 gl’Italiani ci mandarono dal Monte Melino i primi complimenti della nostra “redenzione”, cioè 9 granate da 15 centimetri che andarono a cadere nei prati del Bassarnò e verso Vat. Prima si udiva il cannone e 15 minuti secondi dopo il fischio, poi lo scoppio delle bombe. La popolazione si è spaventata maledicendo alla guerra. 11 maggio. - Anche questa mattina alle 9,30 gl’Italiani ci spedirono un’altra granata da 15, che andò a cadere presso il
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Maggio 1918 - Ripercussioni in Trentino e in Giudicarie
Dagli aerei italiani incursioni sulle Giudicarie Le popolazioni locali assillate dalla crescente fame
S
di Mario Antolini Musón ulle pagine del Perli s’infittiscono le annotazioni pure per il mese di maggio 1918 per cui al cronista non rimane che l’ingrato compi-
ponte dell’Arnò. Il loro obbiettivo sono i ponti sull’Arnò. Tanto ieri come oggi al momento dei tiri italiani eravi qui sopra un aeroplano osservatore e indicatore. Quello di ieri gettò giù delle manate di cartine, su alcune delle quali stava stampato in tre lingue: «Tutte le nazionalità hanno eguali diritti». Su altre invece: «Venite con noi ed avrete pane a sazietà». Qualcuno mi disse di averne trovato di quelle su cui stava scritto: «Pane di paglia, scarpe di legno, soldi di ferro»; povero impero! / Volete sapere il motivo e le genuine finalità della presente guerra? Eccovele da un vecchietto Tionese dal sangue avvelenato contro “i comandanti”: «I siori - mi diceva costui - visto che il popolo mediante le cooperative e le casse rurali si rendeva emancipato da loro, visto che i lavoratori continuavano a voler aumenti di salario, e che i siori andavano al rischio di essere sopraffatti dalle popolazioni e di perdere il comando e il buon tempo, pensarono il modo di disfarsene coll’ammazzare più gente che loro era possibile. E per coonestare l’ecatombe s’accordarono di farsi la guerra tra loro, e vi diedero mano. Ogni tanto la sospendono per abboccarsi domandandosi a vicenda: “Tu, Austria, quanta gente hai perduto finora? Tanta. E tu Germania? Tanta. E tu Francia?”. Dopo avere constatato che della bassa gente ne resta ancor troppa conchiudono la necessità di una nuova offensiva e questa volta, dicono: “La farai tu, Intesa”. E l’offensiva è bell’e che pronta. Dopo questa si abboccano di nuovo per nuove constatazioni colla stessa conclusione, ma quest’altra volta l’offensiva deve farsi dalle Centrali e le Centrali si mettono all’opera. Che la cosa stia così prova n’è che i belligeranti sono sempre lì nell’istesso posto. E così continueranno finché di 100 popolani ne resteranno appena 5 e questi caricati di debiti così da non alzar più la testa. Allora soltanto avremo la pace. E a questo modo i siori conservano ancora il loro posto, il loro predominio e il solito buon tempo. La è così genuina; non me la cavano di testa. Oh! ci vorrebbero i due
etti anche ai siori e la guerra finirebbe subito!». 13 maggio. - Anche questa mattina alle 9 gl’Italiani ripresero il bombardamento di Tione dove caddero 14 granate: una delle quali vicino all’Asilo; un’altra presso il Ricreatorio, una terza presso la Casa Marchetti; le altre verso il macello, dove si stanno costruendo le baracche pro funicolare che arriva da Trento. Qualcuna fu spinta verso Vat e più oltre. Furono sospese le scuole e l’asilo. / La rappresentanza comunale ieri sera, visto che il pericolo va intensificandosi per il paese e che la probabilità di una evacuazione si aumenta, prese le convenienti disposizioni per collocare la popolazione su pei cassinaggi del monte risparmiando in tal modo il disastro di un trasferimento oltre il Brennero. 13 maggio. - Ore 8 pomeridiane: il bombardamento dei cannoni italiani continuò fino a tardi. I proiettili andarono a battere per lo più sulle rocce della Bastia. Le granate cadute qui oggi furono 44. 14 maggio. - Oggi molta popolazione - mamme e bambini - si è alloggiata nelle cascine del monte. Il cannone però risparmiò Tione lavorando invece per Bondo. Un solo colpo continuò la traiettoria fino alla Bastia. / Il tempo nella mattina non fu ben chiaro, nel dopo mezzodì piovve. / A Sterzing ebbe luogo un congressetto di volkbundisti, che pieno il gozzo d’odio contro di noi fecero voti per lo strangolamento di tutti gl’Italiani del Trentino e di tutti gli altri irredenti e da redimersi fino giù alle propaggini delle Alpi retiche venete e lombarde. / Cretini! L’uva è ancor troppo acerba. 16 maggio. - Nel dopopran-
to di sforbiciare per contenere il testo nello spazio concessogli dalla Redazione.
zo ci arrivarono altre 16 granate da 15, e 3 da 12 caddero a Brévine; 1 sulla via che da Brévine mena a Càntes, altre 3 fra le case di Pleù; le altre nella Sarca e sulle rive. Per disposizione di Dio finora nissuna disgrazia personale né danno. I nostri (austroungarici) stanno preparando l’offensiva anche sul fronte di queste Alpi, o almeno fanno mostra di prepararla. 17 maggio. - Oggi quiete tutto il dì. Si ritiene che le bombe arrivate non sieno che l’avviso alla popolazione per mettersi al sicuro da una eventuale azione italiana sulle truppe austroungariche che si stanziassero nel retrofronte. 19 maggio. - Oggi gl’Italiani ci lasciarono in pace, benché fosse una splendida giornata per gli aeroplani. Di festa, almeno in chiesa, non ci fu che l’apparenza, perché l’ultima messa del mattino fu celebrata alle ore 8; nel dopopranzo non ci fu che una funzione la sera alle 8; un’altra messa fu celebrata alle 8 a Pissiniga pei profughi lassù. 21 maggio. - Oggi il Comitato d’approvvigionamento ha dispensato la farina ai Comuni in ragione di 4 etti per testa per 7 dì e 2 Kg. di patate, e un quarto di Kg. di marmellata. / Certi generi di demoni non si cacciano che col digiuno e coll’orazione. Povera Austria! Prefigurata nelle 7 vacche magre faraoniche, ma consumate dalle altre 7 pingui, cioè dagli Ebrei. / I soldati al fronte italiano vengono ripetutamente ritirati e spediti altrove, e sostituiti con altri: si tolgono di qua e si buttano di là: è un continuo via vai di soldati; perché ciò? Perché gli Austriaci al fronte scappano ad ogni opportuna occasione per andare a sfa-
marsi in Italia. Quindi l’offensiva austriaca è ancora di là a venire. 21 maggio. - Questa mattina 3 aeroplani italiani s’aggiravano sopra Tione, gettarono 3 bombe sopra Corè. Dal Melino oggi tirarono diverse granate sulla Rocchetta e sulla valle di Blàn perché vi sono appostati dei cannoni contro gli aeroplani. / In Boemia si celebra il III centenario della guerra dei trent’anni, donde i Boemi pigliarono occasione di espettorarsi contro i Tedeschi: in ciò sono cooperati dalla solidarietà dei Polacchi, degli Iugoslavi e degl’Italiani. / Signori Tedeschi, la vostra ora è suonata anche in Austria. 24 maggio. - Oggi tutto il giorno gl’Italiani gettarono bombe sui pendii sopra Corè e su per la Rocchetta. Nell’ospitale militare di Tione sono ricoverati attualmente 192 ammalati. Già da più mesi questo numero d’ammalati s’aggira tutti i giorni. Vi si trova un Feldkurat apposito per l’assistenza religiosa. / Da 5 giorni abbiamo un cielo e un caldo estivo: 21 gradi centigradi all’ombra. La maggior parte dei soldati che si trovavano qui e a Bolbeno sono spariti. Le movimentazioni militari si effettuano di notte. / Sui fronti nissun avvenimento importante. / Chi riesce a procurarsi granoturco clandestinamente lo paga a corone 14 al Kg.; la farina di frumento a corone 20; lo zucchero a corone 22; un uovo corone 1,40; il vino a corone 4 e corone 8-10 il genuino, 2 capre furono pagate 1.300 corone. Par proprio che ognuno voglia sbrigarsi del denaro per la paura che domani non valga più nulla. Esistono però ancora gli adoratori delle banconote e questi, con altrettanta febbre, grattano e ammucchiano. 25 maggio. - Tutto il giorno d’oggi i cannoni italiani vomitarono fuoco e fulmini contro le posizioni dei nostri sul Tonale facendo sussultare il terreno fin qui. / Il militare requisì in ogni Comune qualche prateria per pascolarvi i cavalli sopravissuti alla fame. Però, dopo aver brucato l’erba così convenuta, parano i cavalli anche in quella non convenuta, sicché sono padroni di tutto; anzi
dove non possono andarvi i cavalli vanno i loro guardiani a falciarla allungando le mani anche nei seminati. E per amor della patria (!) il padrone deve guardare e tacere o bestemmiare sottovoce. / Tanti dei nostri soldati al fronte passano oltre per avere laggiù il pane necessario, che la cosiddetta patria non dà né può dare. / Signori Tedeschi, voi duri al chiodo e la vittoria è vostra! I Tedeschi del Tirolo sputano fiele sul nostro onorevole dottor Conci perché ha fatto causa comune coi Boemi nelle manifestazioni antitedesche di Praga; per vendicarsene vorrebbero cacciarlo da membro della Giunta provinciale, ma nol possono. Ne fu poi cacciato dall’Imperatore. Poveretti! 27 maggio. - Oggi dirotta pioggia tutto il giorno, mentre il cannone riposa. / I socialisti confessano il loro fiasco a Stoccolma e in Russia. 28 maggio. - Per la corrente settimana il Comitato d’approvvigionamento distribuì 8 etti di farina per testa e 2 Kg. di patate. / I Tedeschi anche del Tirolo si presumono ormai i padroni, anzi i dittatori del mondo. Un feldcurat, il padre Ogarek, mi diceva, che nell’offrire egli ad un ufficiale tedesco morente i sacramenti, ebbe in risposta che i Tedeschi per andare in paradiso non hanno bisogno dei sacramenti, perché sono già tutti predestinati per lassù. / Intanto col loro contegno eccessivamente arrogante, incivile, presuntuoso e prepotente s’attirarono addosso l’odio più astioso di tutto il mondo non tedesco. Nei nostri paesi se in passato eravi l’80 per cento di Italiani austriacanti, oggi non ve n’ha neppur uno. I soldati d’ogni nazione non tedesca, che ritornano dai fronti o da altri luoghi comandati da Tedeschi, portano contro i Tedeschi una sete inestinguibile di vendetta. Unico fra tutti di pieno accordo coi Tedeschi è “Il Risveglio austriaco” di Trento, che anzi si atteggia a portavoce delle popolazioni trentine. Povero cretino! / I Prussiani da Raims-Laon-Quentin si spinsero fin alla Marna, dove erano arrivati anche nel settembre del 1914, e donde allora furono costretti ad una precipitosa ritirata verso Soissons perché il generale Joffre li minacciò seriamente d’un accerchiamento sulla sponda nord della Mosa».
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Salute
MAGGIO 2018
Breve storia delle mestruazioni Il 28 maggio è la giornata mondiale dell’Igiene Mestruale, ma i tabù sono ancora fortissimi di Gianni Ambrosini - oncologo Un fenomeno misterioso circondato da leggende, stereotipi e reticenze che lo fanno vivere ancora oggi come un tabù. Pensate a quanto è stato impedito alle donne per il solo fatto che il “sangue mestruale” è un tabù ? E quante volte abbiamo usato e usiamo la frase: “Hai la luna storta? Non avrai mica le tue cose?”. Impariamo a chiamare le mestruazioni col loro nome e a capire cosa sono veramente. In genere verso i 12 anni si verifica il Menarca ( il primo sanguinamento dalla vagina) e verso i 50 anni il flusso mensile si arresta, il fenomeno si chiama menopausa. Quindi per quasi 40 anni una donna ha le sue “regole” ogni mese. Ma non possiamo chiamarle cosi perché di regolato non hanno granché. Possono variare per effetto di numerosi fattori come l’alimentazione, lo stress, il lavoro, lo stile di vita e molto altro. La quantità di sangue che si perde può anche quella variare su base individuale ed è un miscuglio di sangue, muco cervicale, acqua, cellule di sfaldamento dell’endometrio e altro ancora, con la particolarità di non coagulare. Contiene anche l’ovocita che non è stato fecondato perché non c’è stato nessun incontro con uno spermatozoo, altrimenti si sarebbe istaurata la gravidanza. La mestruazione è l’eliminazione del rivestimento interno dell’utero che si è ispessito per effetto di sostanze particolari che si chiamano ormoni e che non essendosi verificata la fecondazione viene espulso. Questo processo magnifico di preparazione e di pulizia dura circa come una fase lunare
Ero ancora universitario quando mi arrivò una lettera di mia madre, che fra il serio e il divertito mi raccontava delle novità di casa : “ … tua sorella Lina è “diventata signorina” e Maria ( più piccola di due anni) la spia in continuazione e la guarda con occhi interrogativi senza dire una parola. Ho parlato con tutte e due ma quando rientri a Natale sarà compito tuo, che studi da medico (testuale), rispondere a tutte le loro domande…. Pensa che Maria ogni tanto mi chiede l’uovo sbattuto perché ma sfatiamo un altro mito: non ha nessun rapporto con la luna! L’ovocita matura in un contenitore che si chiama follicolo di De Graaf, che scoppia quando l’ovocita è maturo e può dirigersi verso la tuba di Falloppio: avviene l’ovulazione, il periodo fertile. Se l’ovocita viene fecondato e diventa ovulo si dirige verso l’endometrio dove lo aspetta un piccolo nido che lo accoglierà per tutto il periodo della gravidanza. Nei giorni precedenti il ciclo molte donne soffrono dei disturbi più vari: emicrania, sbalzi di umore, crampi muscolari, dolori che in genere scompaiono con l’arrivo delle mestruazioni. Da qui la credenza variamente interpretata negli anni che bisognava “espellere gli umori cattivi”. Ma il sangue espulso dall’endometrio non ha nessuna funzione purificatrice : è solo il “segno di un insuccesso riproduttivo”. Gli autori antichi e anche la moderna psicanalisi hanno variamente interpretato questa “funzione purificatrice” arrivando ad attribuire al sangue mestruale proprietà e connotazioni assolutamente inesistenti e arbitrarie. ( Es. una donna mestruata non fa montare la maionese! sic.) Anche nelle religioni vengono stigmatizzate affermazioni e credenze che risentono del tabù; nel Levitico la donna mestruata viene
definita “Impura per sette giorni e chiunque la toccherà sarà impuro fino alla sera”. Nello sport molte volte si fa riferimento alle mestruazioni per giustificare una posizione di inferiorità o di insuccesso; lo stesso de Coubertin affermava che : “Un’olimpiade femminile sarebbe poco pratica, poco interessante, poco estetica e scorretta”. Come non parlare dell’arte: l’artista portoghese J. Vasconcelos nel 2005 aveva scandalizzato alla biennale di Venezia esponendo un’opera intitolata “A Noiva”, costruita con 25.000 tamponi vaginali uniti a formare un enorme lampadario. Nel 2012 l’opera è stata rifiutata anche a Versailles per il suo ”carattere sessuale”. Un problema che spesso viene vissuto con frustrazione sono i disturbi e le infezioni in concomi-
“ si sente debole e non si sa mai …” (sono parole sue). A Natale con l’aiuto di tavole anatomiche e disegni vari feci la mia lezione di fisiologia dell’apparato genitale femminile alle mie sorelle, con qualche ripasso successivo. Di un fenomeno così naturale che coinvolge milioni di donne, ogni volta che se ne parla viene fuori un vissuto pieno di disagio e di imprecisioni a incominciare dalle definizioni: le regole, le sue cose, è indisposta, il marchese, è diventata signorina, il mestruo, e via dicendo.
tanza con le mestruazioni: infiammazioni varie, leucorrea, cistiti, micosi. Gli assorbenti e i pannolini lavabili delle nonne fanno parte dello storico e dell’aneddotico. Anche se tracce di tamponi di varia fattura si ritrovano già nelle raffigurazioni egizie. Nelle varie civiltà la donna mestruata è stata anche costretta a periodi di isolamento per la difficoltà di gestire le sue”perdite periodiche”. Diversa era comunque la “periodicità” della gravidanza vuoi per il tipo di aggregazione societaria, vuoi per la mortalità infantile molto elevata e vuoi per la durata stessa della vita che riduceva di molto il periodo della fertilità. Si facevano più figli perché la mortalità infantile era molto alta e si avevano meno mestruazioni perché vi erano più gravidanze. Tutto cambia
nel secolo scorso. Durante la prima guerra mondiale le infermiere incominciano ad usare “assorbenti di ovatta avvolti dalla garza” fissati con spille da balia. Nel 1937 un medico americano E. C. Haas inventa il tampone vaginale, che chiamerà Tampax . All’inizio fa fatica ad imporsi perché non si vedeva di buon occhio che le donne “infilassero le dita nella vagina”. Dopo la seconda guerra mondiale viene facilmente accettato, anche perché fin dall’inizio era dotato di applicatore. Nel 1950 un tedesco, C. Hahn, crea il tampone o.b. ( senza applicatore) e già nel primo anno vengono venduti in Germania dieci milioni di tamponi. Il valore annuo della protezione periodica è pari a circa 26 miliardi di euro. La commercializzazione è oggi più attrattiva e più glamour, la composizione degli assorbenti nel giro di pochi anni è completamente cambiata: al cotone si sono aggiunti materiali come la cellulosa candeggiata con il cloro, fibre sintetiche come la viscosa, polveri assorbenti derivate dagli idrocarburi, plastica, profumi e sostanze deodoranti varie. Ma purtroppo gli assorbenti non sottostanno agli stessi obblighi di legge che regolano l’industria cosmetica e non sono sottoposti ad alcun controllo sanitario: al contrario dello shampoo, di
una crema idratante o di un rossetto nessuno sa cosa ci sia negli assorbenti o nei tamponi interni. . Pensate al numero e alla durata delle mestruazioni e quindi al tempo che la mucosa vaginale resta a contatto con prodotti di cui non si sa né la composizione né la provenienza. La vagina è un ambiente protetto dal bacillo di Doderlain e da tanti altri lattobacilli che aiutano a fare barriera contro i germi cattivi. Immaginate se tutti questi “addetti alla sicurezza” venissero sopraffatti da sostanze anonime e tossiche da cui non sanno difendersi. Per non parlare della sindrome da shock tossico (TSS) che si manifesta per fortuna molto raramente ma che è dovuta ad un germe piuttosto banale lo Stafilococcus Aureus che in certe condizioni produce una tossina mortale. La raccomandazione è quella di cambiare spesso l’assorbente per non rischiare di annientare la flora batterica di protezione della vagina. Non esistono studi su vasta scala che ne abbiano testato i componenti e quei pochi che sono stati pubblicati hanno evidenziato sottoprodotti industriali e tracce di pesticidi. Si calcola inoltre che annualmente vengono gettati via 45 miliardi di assorbenti la maggior parte dei quali contenenti sostanze plastiche o derivati fino al 90%. E’ facilmente immaginabile l’impatto negativo sull’ambiente. Il 28 maggio è la giornata mondiale dell’Igiene Mestruale e lo scopo è quello di parlare liberamente delle Mestruazioni senza alcuna forma di imbarazzo, perché fanno parte della vita di ogni donna.
Società Dopo cinque anni di apprendistato, nel 1978, si è messa in proprio, trasferendosi inizialmente in affitto presso un salone di Tione che cedeva l’attività; dopo un paio di anni il trasferimento in un negozio più grande in via Pinzolo dove ha continuato l’attività fino al 1991, anno in cui ha aperto l’attuale salone Mery Modacapelli a Tione. Nel lavoro, accanto a Mery anche la sorella Flavia. “In quegli anni è iniziato anche il desiderio di mettermi in gioco nell’associazionismo e nell’impegno istituzionale – racconta oggi - per molti anni sono stata infatti rappresentante di categoria nel consiglio provinciale degli Artigiani Acconciatori e nel consiglio dell’Associazione Artigiani comprensoriale. Abbiamo realizzato diverse iniziative tra cui alcune cene di solidarietà. Fino a non molto tempo fa ho avuto il piacere di presiedere l’associazione Tione Attività Economiche”. E’ fra i commercianti che hanno creato “Dèfilèe di una notte d’estate”, evento di grande successo che ancora oggi si ripete nel capoluogo giudicariese. L’aggiornamento continua e nel 2006 Mery consegue il diploma nel primo gruppo dei Maestri Artigiani Acconciatori del Trentino, frequentando corsi in accademia con stilisti nazionali e internazionali. “Che dire – spiega - sono orgogliosa della mia professione: un bellissimo lavoro con tantissime sod-
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La parrucchiera tionese va in pensione
Mery Pollini: 40 anni di acconciature Dopo più di quarant’anni di acconciature Mery Pollini appende le forbici al chiodo. Lascia una delle attività più longeve del paese di Tione ad altra gestione. Nessun rimpianto ma tanta felicità per un percorso lavorativo ricco di passione e grandi soddisfazioni. “Ho iniziato a 13 anni come lavateste, d’estate, in un salone di Spiazzo - racconta - ma
disfazioni, vissute con tanta passione ed energia. In tanti anni di lavoro ho visto cambiare i gusti e le mode delle mie clienti: se negli anni ‘70
Nella seconda metà di del mese di maggio una serie di eventi organizzati da Cittadinanzaattiva e Tribunale del Malato celebreranno in tutta la Comunità Europea la XII Giornata Europea dei Diritti del Malato. Ugualmente avverrà in Italia, nella nostra Provincia come anche nelle Giudicarie, dove la locale sezione del Tribunale del Malato guidata dalla responsabile Graziella Trenti sta portando avanti una campagna in favore della giusta relazione tra medico e paziente chiamata “Cura di coppia”. Da ricerche realizzate a livello nazionale è emerso infatti come il livello dei rapporti sia spesso poco soddisfacente per entrambe le parti: per il malato, che non si sente seguito come vorrebbe, come per il medico, che vive continuamente la tensione di questa situazione. “Da una parte, in circa 8 casi su 10, i cittadini segnalano poca sensibilità nell’ascolto o poca empatia – spiegano al Tribunale del Malato - 1 persona su 3 trova nel medico scarsa disponibilità a orientarla tra i servizi; 1 su 4 si confronta con un linguaggio troppo tecnico e poco comprensibile; 1 su 5 ha vissuto scarsa attenzione al dolore. D’altro canto, circa 1 medico su 3 ritiene insufficiente o inadeguato il tempo a disposizione per la cura; in ugual proporzione riscontra difficoltà per mancanza di personale e in 1 caso su 5 per cattiva organizzazione dei servizi. In aggiunta, non esiste ancora nel percorso di laurea del medico una formazione specifica sui temi della comunicazione e della rela-
era sufficiente avere qualcosa addosso che fosse di moda, anche se non stava oggettivamente bene, col passare degli anni si è divenuti un po’ più
già da prima ero affascinata da tanta creatività, da bambina mi piaceva tagliare i capelli ed acconciare le mie bambole”. Finita la terza media Mery Pollini ha iniziato come apprendista al Salone Luisa di Pinzolo: un ambiente nuovo e la frequentazione turistica della località hanno dato inizio al suo percorso professionale.
consapevoli”. Una professione quella della parrucchiera che nelle parole di chi ha una grande passione assume tutte le sfaccettature della sua arti-
colazione: “In questa professione – spiega infatti Mery - bisogna anche essere un po’ psicologi per poter consigliare al cliente il giusto taglio,
colore e acconciatura in base anche alla sua personalità, sapendo anche dire di no se le richieste non sono a nostro parere idonee”. Un pensiero, dopo tanti anni di lavoro e amicizie, è alle clienti del suo salone: “Ho bellissimi ricordi che serbo e serberò delle mie clienti. Clienti meravigliose, oltre che affezionatissime, e per questo mi reputo fortunata. Ma ora è arrivato il momento: potrò dedicare più tempo a me stessa, mi occuperò dei miei hobby, avrò più tempo per me e la mia famiglia”. Conclude Mery: “Un ringraziamento sincero a tutti coloro che mi hanno accompagnata in questo lungo cammino lavorativo, a tutta la clientela, alla cittadina di Tione e a tutti i commercianti ed artigiani miei colleghi con i quali ho sempre avuto un bellissimo rapporto di collaborazione. Grazie!”. Aldo Gottardi
La XII Giornata europea dei Diritti del Malato
Cura di coppia per medici e pazienti SEZIONE DEL TRIBUNALE DEL MALATO GIUDICARIE E RENDENA • Nascita: 1997 • Azioni: sportello settimanale e recapito telefonico per raccolta disservizi/segnalazioni, monitoraggio annuale “gestione del dolore in ospedale”, collaborazione con APSS per “monitoraggio umanizzazione ospedali” e RSA , periodica distribuzione informazioni campagne Cittadinanzattiva • Quando: giovedì 9.30-11.30, su appuntamento dal lunedì al venerdì • Dove: III piano sopra RSA Ospedale di Tione • Contatti: 339 2899116 - e-mail: graziella.trenti@apss.tn.it zione”. La campagna, che ha ricevuto il patrocinio della FnomCeo, Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, vuole porre l’accento sui diritti e doveri dell’una e dell’altra parte nella consapevolezza che un trattamento clinico corretto non può prescindere da empatia, conoscenza e fiducia fra chi cura e chi è curato. “Dal confronto – spiega le azioni previste Graziella Trenti, del Tribunale del Malato - sono uscite alcune proposte: un incontro con tutti i medici dell’AFT di Pinzolo alla fine della loro riunione collegiale settimanale per presentare loro la campagna, la diffusione di in-
DECALOGO DEI DIRITTI E DEI DOVERI Doveri e diritti del medico • rispettare e ascoltare • esercitare la propria professionalità • informare • essere rispettato • ridurre o alleggerire la burocrazia • non assecondare ogni richiesta • interagire e confrontarsi con altri professionisti • essere informato dal cittadino • segnalare • lavorare nelle migliori condizioni Doveri e diritti del cittadino • non sostituire il passaparola o il web al medico • avere il giusto tempo di ascolto • collaborare con il medico • ricevere informazioni comprensibili • rispettare le persone • condividere percorsi di cura • rispettare gli ambienti e gli oggetti • ricevere cure in sicurezza • segnalare disfunzioni • non soffrire inutilmente
formazioni attraverso i bollettini comunali e media locali, la pubblicazione del decalogo dei diritti-doveri di medico e paziente, la divulgazione autorizzata presso gli ambulatori dei Medici di Medicina Generale del vademecum
“Cura di coppia” e, previo appuntamento, la possibilità di contattare il medico di turno; un grosso lavoro in termini di tempo e spostamenti perché gli ambulatori sono parecchi e il nostro territorio è molto vasto”. Volontari si re-
cheranno nei reparti di degenza, negli ambulatori specialistici, al centro diurno e il centro di salute mentale per spiegare quali sono i rapporti corretti da tenere tra chi lavora nel settore sanitario e i pazienti. (Mariachiara Rizzonelli)
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Sport
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È arrivato sempre più vicino al podio finché quest’anno siamo riusciti a raggiungerlo”. I prossimi obiettivi? “Saranno ancora i Campionati Italiani estivi ad agosto, con varie tappe internazionali prima. Poi dall’anno prossimo provare a crescere ancora di più”. Ultimi risultati? «Oltre ai Campionati Giovanili, agli Assoluti è riuscito a raggiungere la finale B e tra i primi 16 in Italia è arrivato 12°. Dall’anno prossimo proveremo ad entrare tra i primi 8”. Daniel Giordani continua a raccontarci con la stessa emozione del suo allenatore la sua vita in piscina e i suoi risultati. Partiamo con i Campionati Giovanili di marzo, dove sei riuscito a sfiorare il primo posto. Cosa hai provato? È stata una bella soddisfazione, diciamo che ha ripagato il duro lavoro. Non mi aspettavo di fare un tempo simile, ma di arrivarci molto vicino sì. Sapevo che ci sarebbe stato qualcosa di più rispetto ad un terzo posto. I campionati giovanili ancora per quest’anno saranno il punto di riferimento su cui basarsi come obiettivo, mentre l’anno prossimo punteremo ai campionati Assoluti. Quali sono le tue specialità? Di solito faccio i 50 m, 100 m e 200 m rana, però sono più fondista, mi piacciono le distanze lunghe. Durante l’anno ci si allena facendo determinati lavori nella propria specialità. Ma la gara in cui vado meglio sono i 200 rana. Dove hai ottenuto quindi i tuoi migliori risultati? Ai Campionati Provinciali ho fatto i 50 m, 100 m, 200 m rana, 200 m misti, 400 m misti e i 1500 m: sei gare singole in cui ho vinto sei ori. Nel nuoto di fondo ho fatto la 5 km, dove sono arrivato secondo assoluto a livello regionale. Durante l’anno però ho sempre puntato sui 200 m rana. Sabato invece sono tornato dagli Assoluti a Riccione in vasca lunga… E com’è andata? Sono arrivato quarto nella finale B e 12° in totale. Ho fatto sempre i 50 m, 100 m, 200 m rana. Tornando agli esordi, quan-
Il talento della Brenta Nuoto di San Lorenzo punta ai campionati estivi di agosto
Nuoto, Daniel Giordani argento ai Nazionali giovanili Nove allenamenti alla settimana e la scuola, le fatiche di un giovane atleta
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di Francesca Cristoforetti
’10”90 è il tempo ottenuto dal nuotatore della Brenta Nuoto Daniel Giordani ai Campionati Nazionali Giovanili il 27 marzo a Riccione. Categoria cadetti, classe 1998, Giordani si è portato a casa una medaglia d’argento sfiorando per soli 7 decimi il gradino più alto del podio. Tornato da poco
do hai iniziato a nuotare? Quattordici anni fa, quando avevo sei anni. È stato difficile gestire scuola e allenamenti? Diciamo che impiegavo un’oretta ad arrivare a scuola ad Arco, poi un’oretta a risalire. Conciliare scuola e nuoto non è stato per niente facile, però sono sempre stato concentrato sui miei obiettivi. La stanchezza e la fatica cercavo di elimi-
narle, ma a livello fisico rimanevano sempre. Quanti allenamenti hai a settimana? Nove. Faccio tre [allenamenti] doppi di nuoto e tre volte palestra. Prima mi allenavo sei volte e non facevo palestra, che ho incominciato solo quest’anno. Chi sono state le persone che ti hanno sostenuto di più in questi anni? La mia squadra e il
anche dai Campionati Italiani Assoluti l’allenatore della Brenta Nuoto Luca Mariotti ci racconta che “è stata una grande soddisfazione perché da anni si cercava di arrivare a quel risultato. È stato un percorso abbastanza lungo, un percorso costruito negli anni, in cui ci si doveva credere.
mio allenatore, ma ancora più vicini sono stati la mia famiglia e la mia ragazza, che mi vedono più spesso e ancora di più nei momenti difficili. Pensi che continuerai a nuotare anche in futuro? Sì, certo. Obiettivi e progetti per il futuro? Obiettivi a lungo termine non voglio mai darmene, sono una persona che sogna tanto, ma rimango con i piedi per terra. So che bisogna lavorare per gli obiettivi che ci si pone. I prossimi saranno comunque i campionati di categoria ad agosto. Prima avrò il Trofeo Internazionale Sette Colli a Roma, una bella gara da disputare visto che ci sono i grandi campioni: gareggiare con persone che effettivamente hanno più esperienza di me mi ha sempre motivato. Che cosa è significato lo sport per te, ed in particolare il nuoto nel tuo caso? Ho scelto questo sport inizialmente perché già lo faceva mia sorella. Nel primo periodo è stata una “fonte di riscatto”. Volevo convincermi che dovevo fare sul serio, che avrei dovuto fare uno sport individuale proprio per riuscire a riscattarmi e far vedere che mi sarei potuto impegnare in qualcosa. È uno sport dove a perdere sei tu e a vincere sei tu: è vero che ci sono i momenti “no”, ma nei momenti “sì” sei l’unico vincitore. A livello personale mi ha migliorato molto, sono cresciuto grazie al nuoto. A livello mentale cercavo nell’acqua una risoluzione ai miei problemi personali e piano piano ancora adesso ne sento i suoi benefici. Sicuramente se non ci fosse stato il nuoto non sarei la persona che sono ora. Nel nuoto bisogna rimanere umili perché è necessario continuare a lavorare duro costantemente. L’ho utilizzato quasi come una cura inizialmente. Questo sport è stato per me un modo per sfogarmi, per volermi bene. Poi si incomincia ad amarlo però non te ne accorgi, ed è proprio questo il bello.
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ASD Brenta Volley (EUROSPAR TIONE): dal minivolley alla Serie C maschile, tutto e solo grazie agli atleti “MADE in Brenta Volley” Se parliamo di filosofia di condurre l’attività, quella dell’ASD Brenta Volley di Tione viene da lontano ed è ancora attuale, anche perché le persone che da anni la conducono sono per la maggiore le stesse! L’ASD Brenta Volley non vuole essere solo realtà sportiva ma essere “movimento sportivo”, un punto di riferimento per la Comunità dove: • i ragazzi crescono secondo i sani principi dello sport e con responsabilità; • i ragazzi sono coinvolti nell’attività dell’Associazione e diventano poi protagonisti di loro iniziative; • le famiglie siano partecipi dell’attività e coinvolte in ruoli tecnici basilari. In quest’ottica nel 2014 venne creato il Gruppo Giovani con l’intento di coinvolgere i ragazzi nell’attività, di renderli protagonisti nel fare e di responsabilizzarli nella gestione delle attività. Si formò un primo Direttivo di 10 atleti che unitamente ad altri associati (altri 15) hanno promosso in questi anni tante attività. La grande soddisfazione è
che alcuni “straordinari atleti/e” oggi sono “allenatori” e li troviamo quotidianamente in palestra a disposizione dei nuovi arrivati. Nel corso del mese di maggio questo “progetto” verrà rinnovato per la 3^ volta, andando a proporsi a tutti gli atleti over 16 in modo da continuare a dare “linfa vitale” alla realtà sportiva. Di qui anche il grande sforzo di avvicinare più atleti possibili all’attività con la proposta del Minivolley Diffuso (lo
scorso anno) rivista quest’anno nel progetto “Young Volley 2018” con l’obiettivo di sviluppare alcuni aspetti della formazione sociale e relazionale dell’individuo attraverso la pratica di un’attività ricreativa come la pallavolo intesa come attività sportiva di squadra. Tale attività coinvolge circa 90 i mini atleti, dagli 8 ai 14 anni. Nel corso della presente stagione sportiva, l’A.S.D. Brenta Volley ha conseguen-
temente ricevuto il prestigioso titolo di Scuola Regionale di Pallavolo, titolo assegnato dalla Federazione Italiana Pallavolo e destinato alle società che dedicano tanta attività ai settori promozionali e giovanili, garantendo elevati standard qualitativi. Di seguito i numeri che meglio di ogni altra cosa rendono l’idea dell’imponente attività svolta dal Brenta Volley - anno 2017/2018: A. Atleti tesserati: circa 179, suddivisi in 112 ragazze e 67 ragazzi. Di questi l’80%, pari a 144 unità, è rappresentato da atleti/e di età inferiore ai 18 anni, e un ulteriore abbassamento dell’età considerata porta a dire che circa il 61% di questi è coinvolto nell’attività del minivolley e delle squadre basi dell’attività agonistica, sia maschile che femminile. B. Ripartizione territoriale: principalmente atleti/e “Tionesi”, sia maschi che femmine. Ampio frazionamento poi con atleti degli altri paesi della Busa, della Val Rendena e zone Sella Giudicarie, Stenico, Comano Terme e Bleggio). Il tutto rende necessaria un’intensa attività di trasporto
che ci ha impegnati per tutta la stagione con un servizio infrasettimanale volto a facilitare gli atleti provenienti dalle zone più distanti della Val Rendena e Sella Giudicarie. C. Attività sportiva: l’A.S.D. Brenta Volley ha ben 10 campionati partecipati. Nel settore femminile (Under 13 Bianca, Under 13 Sabrina, Under 16, Under 18 e 1^ Divisione F); nel settore maschile (Under 13, Under 14, 1^ Divisione M. e Serie CM). Abbiamo poi le avviate attività di Under 12 e minivolley svolti a Tione e Spiazzo. D. Partite disputate: n. 200 equamente suddivise fra partite casalinghe e trasferte. E. Ore d’attività in palestra: dal mese di settembre 2017 al mese di maggio 2018 l’attività in palestra ha impegnato l’A.S.D. Brenta Volley per complessive 2.150 ore circa ripartite in ore 400 per le sole partite e in 1.750 ore per gli allenamenti. Nel contempo l’utilizzo delle palestre è stato così ripartito: n. 923 ore presso la Palestra delle Scuole Superiori, n. 197 ore presso la Palestra di Spiazzo, 78 ore presso la Palestra di Zuclo; n.
394 ore presso la Palestra delle Scuole Medie, n. 156 ore presso la Palestra delle Scuole Enaip. F. Ore di volontariato: per le partite: arbitri ore 200; segnapunti ore 200, addetti palestra ore 80 (tot. ore volontariato per partite 480); addetto cartellonistica (impegnato settimanalmente) circa 65 ore. N.1 autisti pulmini: impegnati 3 gg settimana per circa 250 ore annue cad., organizzazione attività e gestione del tutto circa 600 ore (per la maggior parte dedicate alla raccolta sponsor; gestione campionati, cura sito internet, contabilità, organizzazione, corsi di formazione). G. Corsi di formazione: 4 partecipanti corso allenatore 1° - durata corso 80 ore cad.; 1 partecipante corso allenatori 2° - durata corso 80 ore; corsi d’aggiornamento allenatori 40 ore; corsi d’aggiornamento uso Defibrillatore 40 ore. Prossimi Obiettivi 2018: • Pallavolo Maschile: Reclutamento nuovi atleti annate 2004, 2005, 2006, 2007 e 2008: invitiamo i ragazzi ad entrate nelle giovanili del Brenta Volley; • Rinforzamento struttura organizzativa: necessità di nuovi dirigenti/collaboratori per la regolare continuazione dell’attività. Appello al volontariato ancora presente nella Comunità. Per info e/o disponibilità, inviare e.mail a info@brentavolley.it o sms al 328/4715126, sarete poi ricontattati. Per seguirci visitate il nostro sito www.brentavolley.it e/o mettete Mi Piace alla pagina Facebook Brenta Volley.
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Opinioni a confronto
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Tutti giù per terra Tra i fatti recenti: ex spia russa avvelenata in Inghilterra, e soprattutto lo scandalo Facebook, con i dati di 90 milioni di utenti ‘rubati’ ed utilizzati illegittimamente da Cambridge Analytica per scopi elettorali. L’arte dello spiare declinata al ventunesimo secolo. Un tempo dicevi spia e pensavi a damerini 007, in smoking e fascino d’antan, montare su auto e su donne superaccessoriate. Nel Terzo Millennio lo spione non ruba pietre preziose ma informazioni personali. Non combatte società segrete ma decripta sistemi di sicurezza della privacy. Lo scandalo che ha travolto Facebook ne ha mandato a picco credibilità e valore in Borsa. Il patron Zuckerberg ha fatto mea culpa. Lodevole. Un qualsiasi top manager italiano, dopo aver affossato il bilancio di un’azienda, non pronuncia scuse ma pretende buonuscite a sette zeri. Fb tracima di pubblicità. Sfrutta per finalità commerciali i dati degli utenti e trasforma anch’essi in veri
e propri prodotti. Milioni di utenti-barattolo esposti sugli scaffali di un planetario supermarket social, a cui ghiotte società di consulenza attingono per le loro (spesso losche) attività. Gusti, idee politiche, abitudini di spesa tradotti in codici a barre appiccicati su corpi umani. Sorprende constatare quanta gente ignorasse ciò. A Fb interessa il pensiero, per controllarlo. Ad ogni accesso te lo chiede: “A cosa stai pensando?” E’ confessore e sfogatoio, buco della serratura e palcoscenico. Ha mutato le modalità di interazione tra individui. Cadenza le attività quotidiane come un orologio biologico. Ore 7:00: caffellatte e post del “Buongiornoo!”. 7:30: seduta non-stop sul water con i pollici sul tastierino. 8:00: via di casa, ma prima una decina di Mi piace. E la giornata si riduce a un flusso continuo di notifiche e faccine. Fino alla buona notte, un bacio veloce ai bimbi a letto, ma niente favoletta perché ho da chattare. Non si parla più
Il Giornale delle Giudicarie mensile di informazione e approfondimento
Anno 16 n° 5 maggio 2018 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Caporedattore: Denise Rocca Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Aldo Gottardi, Matteo Ciaghi, Denise Rocca Hanno collaborato: Gianni Ambrosini, Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Giuliano Beltrami, Giacomo Bonazza, Alberto Carli, Massimo Ceccherini Podio, Francesca Cristoforetti, Umberto Fedrizzi, Chiara Garroni, Enrico Gasperi, Marco Maestri, Mariachiara Rizzonelli, Tiziano Salvaterra, Alessandro Togni, Alberta Voltolini, Ettore Zampiccoli, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 - 338 9357093 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3286821545) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 3 maggio 2018 da Sie Spa - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129
con parole proprie ma per aforismi. Quando chiedi un parere a un amico lui non ti ascolta. Ti sta girando un cretinissimo video. Nonostante lo scandalo gli utenti continuano ad usare i social come e più di prima. Altro che risveglio delle coscienze. Il rimbambimento è irreversibile. Tutti i mali vengono solo per nuocere. Continuiamo a pubblicare cosa magnamo, chi votiamo, le dichiarazioni d’amore alla morosa (dirglielo di persona no?), le letterine ricevute per la festa della mamma (!!), sweet moments con i figli in modalità ‘diretta su Facebook’, ma a riflettori spenti non li filiamo di striscio. Ha senso invocare la privacy se siamo noi stessi a gettare in piazza il nostro intimo? E lo svendiamo in cambio di qualche like, in nome del più sfrenato protagonismo. “Guardate le stelle, non i vostri piedi” ammoniva Stephen Hawkings, l’astrofisico scomparso a marzo. E noi abbiamo sì spostato gli occhi, ma per incollarli allo schermo di uno smar-
di Massimo Ceccherini Podio
Opinioni a confronto BOTTA E RISPOSTA
vilgiat@yahoo.it
Caro Adelino, ormai siamo a due mesi dalle elezioni del 4 marzo e non abbiamo ancora un governo, non ti sembra che siamo davvero messi male? Finiamola sta commedia e andiamo a nuove elezioni, credo non ci sia nient’altro da fare. Paolo
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Niente governo, nuove elezioni La penso un po’ come te... anche se magari mentre andiamo in stampa qualcosa di imprevedibile potrebbe saltar fuori, ma non ho grandi speranze. Capisco la volontà del Presidente Mattarella di voler dare al Paese un governo quanto prima, ma qualsiasi maggioran-
za riuscisse a formare, con i veti incrociati, le assurdità, le perplessità che abbiamo registrato in questi giorni, sarebbe una maggioranza cariata dalle divisioni e dai sospetti reciproci. Non c’è nulla da fare: con gli squilibri politici attuali, una legge elettorale come quel-
I soliti furbetti
Sig. Amistadi, ne abbiamo già parlato, ma i cosiddetti “furbetti” della Pubblica Amministrazione, i truffatori che timbrano il cartellino e poi escono andandosene per i fatti loro, mi danno parecchio fastidio, è possibile che non ci sia rimedio? Anche a me danno fastidio, moltissimo. Ci sono cose inimmaginabili. A Ficarra, in Sicilia, il caso più recente e clamoroso, hanno scoperto, dopo un paio d’anni di indagini, che ben 23 dipendenti del Comune su 40 timbravano e se ne andavano. Un record. Alcuni timbravano il cartellino e uscivano, altri andavano a spasso dopo aver timbrato e rientravano a loro piacimento. Questi casi sono vere e proprie truffe, furti. Si sono un pò tutti indignati, com-
preso il sindaco di Ficarra che probabilmente invece dovrebbe vergognarsi per essersi girato dall’altra parte, facendo finta di niente, una gran faccia tosta, fin che i carabinieri non hanno scoperto la truffa. Ma stupisce ancor di più il silenzio o quasi dei Sindacati così ligi nel pretendere e difendere diritti e così lontani nel garantire i doveri. Ma in questi casi, sempre più diffusi, i colpevoli non sono solo i “furbetti”, e i capi ufficio dov’erano? I funzionari? Come al solito sono in molti che vedono, ma tutti tacciono. Secondo me chi controlla è quasi più colpevole di chi truffa. E se auspichiamo che ci sia severità nel punire i ”furbetti” scoperti, ci sia altrettanta severità con chi doveva controllare e non ha mai controllato. (a.a.)
la attuale (Rosatellum) condanna l’Italia all’ingovernabilità. Quindi se un governo serio e di programma non si riuscisse a fare, meglio sarebbe puntare su un esecutivo tecnico-politico con un mandato breve, giusto il tempo per una riforma elettorale di tipo maggioritario
che consenta, chiuse le urne, di avere un governo con pieni poteri. Perché è vero che molti altri Stati europei sono stati senza governo per molti mesi, ma l’Italia con la sua fragilità sociale ed economica credo proprio che non se lo possa permettere. (a.a.)
Teniamoci stretti i medici condotti A leggere i giornali sembra che la Sanità in Trentino funzioni meglio rispetto ad altre Provincie, per lo meno così dicono, poi quando ho avuto necessità di una visita specialistica abbastanza urgente sono iniziati i guai. L’appuntamento m’è stato fissato a quattro mesi dalla richiesta. Ho protestato, ma senza risultati. Però, m’è stato detto, se la visita te la paghi, l’appuntamento lo puoi avere in quattro giorni. Bella questa! Ho pagato e buona notte! Ma non è così che la sanità pubblica dovrebbe funzionare. Benedetti i nostri medici di base che ormai sono gli unici ad affiancarci nelle nostre magagne, e consigliarci sulle cose da fare, gli itinerari da percorre per affrontare al meglio le nostre malattie. Almeno con loro gli appuntamenti sono quotidiani e del tutto gratuiti…. Gli amici del bar La Sanità funziona, ve lo garantisco, anche se, con la riforma in atto, non sono poche le situazioni affrontate con supponenza e con superficialità. Le Giudicarie sono le più lontane dalla città, e abbiamo una popolazione pari a quella di Rovereto, né registriamo una viabilità all’altezza, per cui ci sembrava ovvio che il nostro ospedale fosse mantenuto al massimo dell’efficienza per garantirci tranquillità e sicurezza, sembra invece che i nostri politici, quelli più ispirati s’intende, abbiano proprio cominciato da noi a svuotare di competenze l’ospedale destinato a diventare, quanto prima, un semplice pronto soccorso, seppur attrezzato di tutto punto. La cosa è difficile da spiegare, anche perché in altre zone le cose vanno diversamente e le garanzie sono di tutt’altro tipo. Forse perché paghiamo meno tasse, no di certo, forse perché siamo trentini di serie B, forse perché contiamo poco? Sono domande che riprendo frequentemente sul nostro giornale perché credo che l’assistenza sanitaria sia fra le esigenze fondamentali per garantire la qualità della vita quotidiana. Per fortuna, come dite voi, funzionano i medici di base, che ci sono vicini in ogni momento di difficoltà, ma non vorrei che a Trento stessero pensando di diradare anche la loro presen-
za, non mi stupirei. Devo confermare che i medici di base, che io continuo a chiamare medici condotti, stanno facendo un ottimo lavoro considerando la situazione sanitaria dell’attuale società. Infatti in questi anni l’innalzamento dell’età media della vita ha portato ad affollare sempre più gli ambulatori dei medici di base per la presenza di persone sempre più anziane, con inevitabili problemi fisici di varia natura. E i medici fanno tutto quello che possono: visitano, prescrivono analisi, e visite specialistiche inviando i pazienti più difficili verso la medicina specialistica. D’altronde non è che possano fare molto di più. Anche perché nei loro ambulatori non hanno la possibilità di eseguire la più semplice delle analisi. Al di là di uno stetoscopio, un termometro, un misuratore della pressione, e qualche pinzetta, non hanno nulla. Così, giustamente, di fronte a un caso dubbio o leggermente complicato, devono dirottare il paziente al pronto soccorso o da uno specialista, con tutti i disagi del caso. E il medico di base, talora, viene così visto come una specie di “smistatore” dei pazienti, la sua funzione sembra sminuire, il pronto soccorso s’intasa e le visite specialistiche si moltiplicano e tutto si blocca. E’ qui che bisognerebbe pensare a qualche soluzione, forse sarebbe meglio un ambulatorio di base con meno burocrazia e più presidio sanitario. Da qui dovrebbe partire la vera riforma. E questa è roba per i politici, quelli seri, naturalmente! Adelino Amistadi
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MAGGIO 2018