Giornale delle giudicarie marzo

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Mensile di informazione e di approfondimento

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ANNO 13- N. 3 MARZO 2014 - Mensile

EDITORIALE

Renzi, una carta che non può fallire

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Le Giudicarie ai raggi X

Nelle statistiche ufficiali relative all’anno solare 2012 la fotografia di una terra ai tempi della crisi economica

Alle pagg. 16 e 17

L’ospedale non chiude. Anzi, si rafforza

di Adelino Amistadi Riassumiamo. Renzi è il nuovo Presidente del Consiglio del nostro Paese. Si è presentato con i suoi ministri al Quirinale, hanno giurato come si conviene, e sono entrati in azione già dal giorno stesso del loro insediamento. Sedici i Ministri: otto uomini e otto donne. Questa la squadra di governo di Matteo Renzi, segretario del PD e premier più giovane della storia d’Italia con i suoi 39 anni. Con lui sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio (PD), ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, agli Interni Angelino Alfano (Ncd), agli Esteri Federica Mogherini (PD), alla Giustizia Andrea Orlando (PD), alla Difesa Roberta Pinotti (PD), allo Sviluppo economico Federica Guidi, alle Infrastutture e Trsporti Maurizio Lupi (Ncd), alla Salute Beatrice Lorenzin (Ncd), alle Politiche Agricole Maurizio Martina (PD), all’Ambiente Gianluca Galletti (Udc), Lavoro e politiche sociali Giuliano Poletti, all’Istruzione, Università e ricerca Stefania Giannini, ai Beni e attività culturali Dario Franceschini (PD), alle Riforme ed ai rapporti col Parlamento Maria Elena Boschi (PD), alla Semplificazione e alla P:A: Marianna Madia (PD) e agli Affari Regionali Maria Carmela Lanzetta. A pagina 6

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A maggio pronta l’ala nord

Nevicate da record

“Bait dei Caciador” Tione – Foto Agostino Andreolli F11

Viabilità, si cerca un accordo sulle opere A pagina 4

Qualcuno si sarà chiesto come mai le Giudicarie, in fatto di viabilità, sono la Cenerentola del Trentino? A giudicare da quanto sta succedendo all’interno della Conferenza dei sindaci, proprio in tema di mobilità e sicurezza viaria, si direbbe proprio di no.

COMUNITÀ

Si parte con la gestione associata ICT A pag. 15

IL RICORDO Nino Scaglia a 20 anni dalla morte A pagina 31 CULTURA Il bicentenario del “primo poeta della nazione” A pag. 18

Tassa di soggiorno Carnevale, dibattito aperto Giudicarie in festa La proposta dell’assessore Dallapiccola A PAGINA 13

Da Storo a Tione carri e gruppi mascherati

A PAGINA 22

Ormai il termine è perentorio. E’ stato annunciato ufficialmente dal direttore del Presidio ospedaliero dott. Vincenzo Cutrupi. Entro maggio, l’ala nord dell’ospedale di Tione, sarà a disposizione dell’utenza. Pagg 8 e 9


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Rassegna Stampa

MARZO 2014

RASSEGNA STAMPA FEBBRAIO 2014

A cura della REDAZIONE

DALLE GIUDICARIE DALLAPROVINCIA Val D’Ambiez - Rifugio Agostini situato a 2400 metri in Val d’Ambiez nel gruppo del Brenta. distrutto dalla neve - Lo ha reso noto attraverso una dettagliata documentazione fotografica la protezione civile del Trentino. L’immagine che si è presentata agli occhi attenti degli uomini della protezione civile in sorvolo per una ricognizione è stata quella di un rifugio fortemente danneggia-

to. La struttura ha ceduto e sembra aver subito danni

Pinzolo - Sì al Resort cinque stelle- Il consiglio comunale di Pinzolòo ha approvato la variante al Prg che permette la costruzione dell’Hotel a cinque stelle in località Campicioi da 260 posti letto divisi tra 69 camere e 20 appartamenti da 65 mq. «Avrà un giro d’affari di 12 milioni di euro e notevoli ricadute positive per il territorio» sostiene il sindaco Bonomi. Di avviso contrario la minoranza: «Un grande regalo alla famiglia Leali» Spiazzo- Via libera al Supermercato Poli di 800 metri quadrati nell’area ex Ille - Il Poli arriverà a Spiazzo pagando un “pegno” minore, di quanto avrebbe voluto l’amministrazione comunale. Mentre la Cooperazione rendenese che ha fatto di tutto per mettere i bastoni tra le ruote a un concorrente temibile come il colosso trentino dell’alimentazione, proprietario di 64 punti vendita, avrà di che grattarsi la testa per contrastare - questa volta sul campo e non più nelle aule dei tribunali - il gruppo Poli, che già entro l’anno aprirà un punto vendita in val Rendena di 800 metri quadrati. Bondo -Bellezza è un bar che toglie le macchinette. Anche lo Snoopy si “libera” da quei marchingegni che ipnotizzano la gioventù. Il paese completamente “deslotizzato”Dopo il Bar Total, anche lo Snoopy, un locale frequentato da tantissimi giovani, ha deciso di togliere le infernali macchinette, particolarmente alienanti e pericolose per le tasche dei cittadini. “Ero stanco di vedere tanta gioventù ipnotizzata da quei marchingegni” confessa Silvio Bagattini, titolare con Rina Salvadori del locale pubblico più gettonato del paese. Lo spunto, ammettono, lo ha dato Fabio Fazio a Sanremo con quel suo : “Bellezza è un bar che toglie le macchinette”. Tione- Orti comunitari, stipulata tra la Giunta comunale e il Tavolo della Solidarietà una convenzione pluriennale - Il ritorno alla coltivazione della terra, non solo per far fronte alla crisi economica ma anche a quella sociale «Si informa la popolazione che, presso l’ufficio protocollo del Comune di Tione, è possibile ritirare il regolamento

importanti anche se è ancora presto per quantificarli.

ed il modulo per la richiesta di un orto in località “Sesena” a Tione di Trento, nei pressi del centro sportivo...». Recita così il volantino realizzato dal Tavolo della Solidarietà che comprende l’associazioni Robin Hood, Auser, Caritas e Mosaico, per promuovere l’accordo trovato con il comune di Tione per dare la possibilità di avere un orto di 30 metri da coltivare e quindi avere la possibilità di seminare, veder crescere, raccogliere ed infine consumare i frutti del proprio lavoro. Ponte Arche - Siglato l’accordo ComuneAlberti- La Giunta di Comano Terme ha approvato lo schema di accordo con la famiglia Alberti che potrebbe risolvere l’annoso contenzioso che interessa una vasta area nel cuore del paese e permettere la riqualificazione di Ponte Arche. Storo - Le polveri sottili ristagnano, il comune scrive ai cittadini - Una lunga lettera del Sindaco Vigilio Giovanelli e dell’assessore all’ambiente Laura Danieli per dare ai censiti suggerimenti per abbassare l’inquinamento da polveri sottili a Storo. Secondo l’amministrazione sarebbe aumentato da un uso scorretto delle stufe dove si butterebbero come combustibile altre cose oltre alla legna. Da qui la necessità di segnalare ai cittadini i buoni comportamenti da tenere per cercare di abbassare l’inquinamento. Giudicarie - Avanti con il progetto delle piste ciclabili- La conferenza dei sindaci dà il via libera al progetto della Comunità di realizzare alcuni interventi per unificare i percorsi delle ciclabili esistenti, ma finora spezzettati e non in grado di dare continuità lungo la valle. “Il completamento delle piste esistenti, raccordando val Rendena con Giudicarie Esteriori e Busa di Tione con la valle del Chiese darebbe l’opportunità di proporre paesaggi mozzafiato”. Ha detto l’assessore Vaia. Uno per tutti aveva detto l’assessore, la forra del Limarò, esclusiva nel suo genere. Certo il problema sono le risorse finanziarie, ma una delle strade potrebbe essere quella di impegnare i sovracanoni dell’energia a disposizione della Comunità. Due milioni l’anno, che potrebbero essere investiti in questo progetto.

I cattivi pensieri

di Eta Zeta

“LA SALUTE È TUTTO!”. Ma non per i sindaci delle Giudicarie. Che hanno disertato in massa (ce n’erano solo quattro) l’ultimo incontro sulla nuova struttura ospedaliera di Tione. Per spartirsi banali opere del Fut, si comportano come lupi famelici, pronti a sbranarsi tra di loro. Tra il ramale di una fognatura o la salute dei loro cittadini, non hanno dubbi. Chissà se anche i loro elettori la pensano allo stesso modo? **** VITALIZI… “A MIA INSAPUTA”. “Nessuno di noi era a conoscenza degli importi liquidabili dei singoli consiglieri e dopo averne preso atto, con stupore, sono disposta subito a fare tre passi indietro e a ripensare a tutta la questione. Se lo faranno tutti, nessuno escluso”. E’ il commento di Margherita Cogo in un’intervista su “La Voce del Trentino”. Scaiola docet. NB: “Tutti ne erano al corrente – ha detto l’ex presidente della Provincia Angeli – in quanto i viltalizi erano a bilancio!”.

Provincia – Scoppia lo scandalo delle pensioni d’oro dei politici – La notizia che scuote la politica trentina ed altoatesina è quella delle pensioni d’oro dei politici regionali. Un fiume di denaro in pensioni d’oro a ex consiglieri regionali e consiglieri ancora in carica. Il consiglio regionale ha alzato il velo sulle cifre legate alla applicazione della legge regionale 6 del 2012, quella che ha ridotto le indennità dei consiglieri e riorganizzato il sistema previdenziale.Ventidue milioni di euro i consiglieri li hanno già ricevuti come una tantum; altri trentuno ne otterranno entro il 2021, iniziando a ritirarli, gradualmente, a partire dal 2018; ed ogni mese, fino alla fine Provincia - “Imprese sedute, devono svegliarsi” - Appena eletto alla presidenza di Trentino Sviluppo l’11 febbraio, Flavio Tosi ha lanciato importanti messaggi al tessuto imprenditoriale della provincia. Vicino a lui i consiglieri Giovanna Flor e Fulvio Rigotti. «Bisogna dare velocità alla macchina» ha detto cercando di stimolare le imprese trentine, «occorre sostenere lo sforzo di uscire dai confini, fornendo consulenza e aiutando le imprese a fare l’analisi di bilancio in modo che conoscano i prezzi di mercato e possano confrontarli con i propri, scoprendo magari l’organizzazione della produzione ha bisogno di una bella risistemata». Provincia – Box e posti auto, prezzi in calo - Nel primo semestre del 2013 le quotazioni dei box e dei posti auto hanno evidenziato un calo del 4,4% e del 4,9% in Italia. Nelle grandi città i prezzi dei sono diminuiti del 4,7% mentre quelli dei posti auto hanno subito un ribasso del 5,0%. I valori più alti si registrano sempre nelle zone centrali dove comunque l’offerta non è elevata. Questi i prezzi nelle località trentine monitorate da Tecnocasa. Andalo 30000 - 20000, Arco 20000 – 15000, Campitello di Fassa 30000 - 20000, Canazei 35000 - 25000, Carisolo 18000 - 15000, Cavedago 25000 – 20000, Dimaro 25000 - 20000, Fai della Paganella 25000 - 20000, Mazzin 20000 - 10000, Moena 35000 - 25000, Molveno 28000 – 22000, Campiglio 45000 - 35000, Pinzolo 35000 - 25000, Pozza di Fassa 25000 - 15000, Riva del Garda 25000 - 10000, Soraga 20000 -10000, Vigo di Fassa 25000 – 15000.

dei loro giorni, 2.800 euro netti saranno assicurati sul loro conto corrente. La notizia fa (giustamente) imbestialire tutti, dai sindacati agli imprenditori, alla gente comune che trova irrispettose queste cifre rispetto alla situazione di disagio economico di questi anni.

Il presidente Ugo Rossi promette interventi drastici per ridurre quei compensi, evocando anche la possibilità di una legge retroattiva. Parallelamente comincia l’opera di alcuni partiti perchè vi siano le rinunce volontarie degli ex consiglieri aventi diritto.

Trento – Ancora emergenza sicurezza nel capoluogo – Continua la serie di furti e rapine che hanno interessato Trento nelle prime settimane di questo 2014. Sabato 15 febbraio, alle 7 di mattina nel bar di via Travai una barista è stata aggredita con lo spray urticante da un uomo, Massimo Cossi, e spinta a terra, mentre l’uomo scappava con le buste con dentro qualche centinaio di euro. Cossi è stato fermato poco dopo dai carabinieri alla stazione delle corriere e arrestato con l’accusa di rapina.

smo e Sviluppo, ha introdotto un’importante iniziativa per favorire il rafforzamento della managerialità nella ricettività trentina. «È questo il senso del benchmarking e il core del progetto - ha rafforzato il concetto Luca Libardi, presidente dell’Asat - che ha l’obiettivo di mettere a disposizione degli albergatori trentini un significativo strumento per la crescita ed il miglioramento della propria attività e della redditività aziendale». Attraverso questo strumento le strutture aderenti (categoria tre stelle in su) avranno a disposizione una mappatura in tempo reale dei flussi turistici, sia divisi per ambito sia a livello provinciale. Un sistema di misurazione precisa e soprattutto in tempo reale, che consentirà di disporre di dati utili per programmare al meglio la propria attività e di aumentare la redditività.

Trento – Emergenza sicurezza, le contromisure – Il Comune di Trento, preso atto dell’escalation di piccoli furti e rapine che ha contraddistinto le prime settimane del 2014, si sta attivando per organizzare pattuglie notturne di vigili urbani che presidino il territorio dall’una alle tre di notte, in aggiunta al servizio notturno di polizia e carabinieri. Il Comune, tramite il sindaco Alessandro Andreatta, ha rivolto questa richiesta alla Provincia, affinché inserisca nel nuovo Protocollo di finanza locale questa voce di spesa. «Si tratta ora di ripristinare almeno due pattuglie notturne di polizia locale che per tre volte in settimana pattuglino la città dall’una alle tre – afferma Andreatta - perché si è verificato che dalle tre alle sette c’è meno bisogno di vigilanza». Provincia – Albergatori e Trentino Sviluppo insieme per affinare la competitività delle imprese trentine - «Vendere di più e meglio, confrontarsi con le realtà circostanti per migliorare la propria produttività». Con queste parole Paolo Manfrini, direttore di Trentino Turi-

Provincia – La Provincia taglia l’Irap ai redditi bassi - Addizionale regionale Irpef ridotta, dall’attuale 1,23% allo 0,9%, per chi ha un reddito imponibile fino a 28 mila euro (e che oggi paga un’aliquota del 23%). Questa la novità contenuta nella manovra di assestamento di bilancio 2014. L’addizionale Irpef era stata portata all’1,23% dal governo Monti: con il taglio dello 0,33 il risparmio, su un reddito di 28 mila euro, sarà di 92 euro all’anno. Per la Provincia si tratta di uno stanziamento di 14 milioni di euro, che vanno ad aggiungersi ai 120 milioni già previsti sui vari fronti - 108 milioni di agevolazioni Irap per le imprese, 7 milioni di esenzione Tasi sugli immobili produttivi e 5 milioni per le detrazioni sulla prima casa - portando il conto totale a 134milioni.


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Primo Piano

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Costoni di roccia che scendono a strapiombo sulla statale del Caffaro tanto che, in più di un’occasione, solo per miracolo, non c’è scappato il morto. Frane, smottamenti, valanghe e sassi di grossi come un’utilitaria, che quando meno te lo aspetti, te li ritrovi in mezzo alla strada. Solo allora preghi Iddio di non essere passato un minuto prima, o un minuto dopo. E’ accaduto venti giorni fa, con una slavina di 500 metri cubi. Ed è capitato nei mesi scorsi con una frana che ha obbligato per giorni a fastidiose deviazioni. Proprio come due anni or sono, quando un’ancor più importante massa nevosa ha divelto guard-rail e protezioni anti valanghe, e anche in quel caso la fortuna è stata guardinga. Una Spada di Damocle che, in quel budello obbligato, mette a repentaglio le automobili e i suoi occupanti. Un problema grave. Di cui finalmente la Comunità di Valle sembra essersi resa conto, proponendo di impegnare due milioni di euro. Un contributo iniziale, per incentivare un incisivo intervento provinciale. Capace di eliminare, una volta per tutte, i pericoli sulla statale. L’idea è un serpentone di cemento armato che faccia da ombrello a qualsiasi tipo di smottamento. Per cui, par ovvio, che con due milioni non si va da nessuna parte. Per un’opera di quelle dimensioni occorre che la Provincia metta mano al portafoglio ad almeno

Se ne discuterà nella prossima assemblea della Comunità

Viabilità, non c’è ancora accordo sulle opere 10 milioni disponibili, priorità Ponte Pià e completamento della rete delle ciclabili di Ettore Zini Qualcuno si sarà chiesto come mai le Giudicarie, in fatto di viabilità, sono la Cenerentola del Trentino? A giudicare da quanto sta succedendo all’interno della Conferenza dei sindaci, proprio in tema di mobilità e sicurezza viaria, si direbbe proprio di no. La Valsugana ha un’autostrada che la collega al Capoluogo. Più la strada ferrata che, in caso di interruzioni, può

rappresentare una valida alternativa. Lo stesso vale per Valli di Sole e Non, che oltre ad una rete viaria completamente rifatta, ha la Trento-Malè: una la ferrovia che si inerpica su fino a Dimaro ed oltre. Solo le valli del Chiese, Rendena e Busa di Tione, per raggiungere Trento, devono per forza passare sotto le Forche Caudine delle gallerie di Ponte Pià.

mare - come un sol uomo – l’urgenza di quell’intervento. Sindaci avveduti, però! Non primi cittadini, pronti a sbranarsi per una piccola

opera del Fut (Fondo Unico Territoriale), ma incapaci di avere una visione territoriale complessiva. Non circoscritta al proprio ambito. Chiedetene conto a chi era presente durante l’ultima conferenza dei sindaci a Tione! Dove è accaduto di tutto. Dove ci si è accapigliati su tutto: fuorché ragionamenti collettivi seri, di cui dovrebbero beneficiare tutti i trentasettemila abitanti della valle, e non i cento o i mille cittadini di questo, o di quel comune. Le cronache di quell’incontro sono impietose. E ancora una volta raccontano di primi cittadini divisi. Incapaci di guardare oltre. Anzi, pronti alle barricate, pur di difendere i privilegi dei loro

Valle), debbano arrivare gli ostacoli, le zeppe. Se non addirittura i boicottaggi. Un tempo i primi cittadini discutevano, si scontravano. Magari entravano in rotta di collisione tra di loro. Ma, alla fine riuscivano a fare

fronte comune per la risoluzione dei problemi. L’individualismo esasperato di oggi non giova a nessuno. Tanto meno a quei cittadini che, con strappi sempre più rilevanti, si finge di tutelare. Ma, solo a parole! (e.z.)

L’imbocco delle Gallerie di Ponte Pià

altri 25 milioni. Solo così sarà possibile dare a quella strada quella garanzia di sicurezza, attesa da anni. Sindaci avveduti avrebbero

forzato addirittura la mano per mettere subito sul piatto quella cifra. E se necessario sarebbero scesi compatti in quel di Trento, per recla-

Due milioni per la sicurezza stradale: un inno al buon senso

Per ora, la viabilità principale che porta a Trento non ha alternative. D’inverno la Provinciale del Lisano (quella che passa da Stenico) è sistematicamente bloccata da frane e slavine, mentre la Provinciale 222 del Passo Durone, deve fare ancora i conti con la strozzatura all’interno dell’abitato di Zuclo. Quindi, inagibile al traffico pesante. In caso d’emergenza, com’è accaduto nel gennaio scorso con la slavina che ha interrotto il transito sulla 237 del Caf-

faro, l’alternativa è la Val di Ledro-Loppio: una deviazione disagevole. Davvero impraticabile per il pendolarismo verso l’asta dell’Adige. Sembra impossibile come, dopo tanti anni, la viabilità primaria per le Giudicarie dimostri ancora tanta precarietà, e non sia stata investita da interventi risolutori. La proposta, peraltro solo abbozzata dalla Comunità di Valle, di mettere sul piatto due milioni di euro, per indurre la Provincia a farsi parte diligente di un proble-

Slavina a Ponte Pià a fine gennaio

ma di grande importanza per le Giudicarie, è quanto mai condivisibile. Ed è strano, che i nostri primi cittadini non ne colgano la valenza. Per anni la risoluzione dei nostri problemi viari, sia a nord, che a sud, sono stati legati alla politica del cappello in mano. Più che ad una ferrea volontà, da parte dei nostri amministratori, di pretendere una strada primaria, percorribile per dodici mesi dell’anno, in sicurezza. L’idea dell’esecutivo della Comunità d’incentivare con una parte di fondi propri la risoluzione di un problema così spinoso che interessa tutta la popolazione locale, oltre che auspicabile, appare di buon senso. E non si comprende il perché, proprio dalla Conferenza dei sindaci, cioè dall’organismo più titolato a farsi carico dei problemi della gente (e comunque in grado di condizionare la Comunità di

ambiti comunali. Non si è trovato l’accordo sui milioni da destinare alla viabilità. Né si è condivisa la scelta di investire parte di quei dieci milioni derivanti da canoni e sovra canoni ambientali e da avanzi d’amministrazione per il completamento della rete di ciclabili, a sostegno del turismo. Denari a disposizione, che saranno motivo di delibera nell’imminente assemblea di Comunità di Valle, dove come sempre - si arriverà in ordine sparso. Con i quattro ambiti (Chiese, Rendena, Busa di Tione e Giudicarie Esteriori), pronti a tirare la coperta ognuno dalla propria parte. Anzi, con sempre più marcati sentimenti di rivalsa. E, soprattutto sempre più pronti ad andare ognuno per conto proprio. Non desiderosi di comprendere che, se si vuol far crescere un ambito territoriale come il nostro, c’è bisogno di unità. Di una leadership, in grado di fare sintesi. Capace, soprattutto, di avere una visione d’insieme: pronta ad affrontare le problematiche che i singoli comuni, o i singoli ambiti, non sono in grado di risolvere. Sia si tratti di viabilità, di ospedale, di servizi collettivi e quant’altro aiuta una comunità a crescere. Non a regredire. Dentro i recinti di micro cosmi comunali, che staranno pur tentando di fondersi, staranno pur tentando di arrivare a delle gestioni associate. Ma, con un’indecisione e una tal lentezza, da far dubitare sulla reale volontà di mettersi insieme.

Slavina a Ponte Pià a fine gennaio


Primo Piano zone, e su substrati culturali diversi. Quali, per esempio, quelle nate in Val Lagarina, nelle Valli di Fiemme e di Fassa, in Valsugana, e nel Marchesato delle Giudicarie, di origine longobarda. “Ma, è nei primi anni del 1800 – scrive Bruno Kessler nella sua “Riorganizzazione degli Enti locali nella Provincia di Trento” – che, sia in Francia che in Germania, venivano istituite le prime corporazioni comunali: esperienze seguite dall’Austria con Maria Teresa e Giuseppe II, i quali tendevano ad assicurare l’ulteriore svilupparsi dell’impero austriaco con un processo che veniva definito di razionalizzazione dell’apparato amministrativo”. Sorgevano in tal modo – scrive l’ex presidente della Giunta Provinciale – i distretti: associazioni di comuni, sui quali poggiava l’ufficio governativo e distrettuale, competente, dapprima in materia finanziaria e, infine, in una specie di Ente Intermedio tra provincia e

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Già negli anni Sessanta Bruno Kessler pensava all’unificazione dei comuni Ancora prima della spending review l’ex presidente aveva chiaro il concetto di sostenibilità di Ettore Zini C’è un insegnamento che i nostri primi cittadini pare abbiano dimenticato. Anzi, alcuni di loro, vista la giovane età, sembra non conoscano per niente. Viene da tal Bruno Kessler. Uno dei padri dell’autonomia trentina. L’ex presidente della Giunta provinciale (la guidò con fermezza e lungimiranza dal 1969 al 1973), già allora, si poneva il problema del futuro della Regione. Comuni, con mansioni in materia patrimoniale, di cultura, cura delle strade, sanità ecc. “Circoscrizioni che assolvevano un’importantissima funzione di

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razionalizzazione dell’amministrazione pubblica, di superamento del frazionismo delle singole amministrazioni, a rimedio della polverizzazione degli Enti locali”. Parte da qui la “visione” di uno dei più importanti politici trentini (fu deputato nella VII legislatura, sottosegretario all’Interno nel primo governo Cossiga, e senatore dal 1983) di un Trentino fatto di Organi provinciali. Ma, anche di Enti intermedi, e comuni, però, di grandi dimensioni. Bruno Kessler, già negli anni Sessanta, aveva una precisa idea di governo dell’Autonomia trentina. E ricorda, come negativo, il rifiorire - dal 1927 in poi - di tanti piccoli comuni tornati a 227, dopo che e l’Era fascista li aveva ridotti a 114. “L’esperienza degli ultimi anni ha dimostrato – scriveva Kessler – che, almeno sotto il profilo economico e sociale, le tendenze spontanee dell’evoluzione economica non potevano essere corrette e indirizzate verso obiettivi di equilibrio, senza una precisa politica centrale e la presenza, in periferia, di entità sufficientemente capaci di iniziative e indirizzi generali”. La genesi dei comprensori, o delle Comunità di valle, capaci di fare da filtro e gestore di indirizzi politici sul territorio, parte da qui. L’avvocato solandro (era originario di Pejo dov’era nato nel 1914), già sul finire degli anni Cinquanta, per il Trentino, presagiva una struttura politico-amministrativa fatta di Governo Provinciale, un Ente Intermedio. E, soprattutto, comuni di medie, non di micro dimensioni. Ciò, in funzione della razionalizzazione dei costi di gestione che - alla lunga - sarebbero diventati insostenibili. Nella concezione dell’ex presidente della Giunta Provinciale c’era la precognizione di quelle che oggi chiamia-

Le sue analisi partivano da lontano: dai diversi sistemi di governo che la Provincia di Trento ha sperimentato nei secoli, in successive esperienze storiche: con i Longobardi, il Principato Arcivescovile, i Conti del Tirolo, la dominazione veneziana, e le ventate napoleoniche. Fino al dominio austriaco. Dove i Trentini hanno maturato progressive tendenze autonome, in numerose mo “gestioni associate”. E c’è soprattutto l’idea che un comune dovesse avere una popolazione media di 4/5.000 abitanti (gli odierni progetti di fusione che stiamo attuando con una lentezza elefantiaca). L’analisi di Bruno Kessler partiva dagli esempi dei paesi dell’Est europeo come Unione Sovietica, Cecoslovacchia, Polonia, Bulgaria che avevano provveduto ad una drastica riduzione del numero dei comuni, portandoli ad una dimensione media di 5.000 persone. Lo stesso aveva fatto il Mondo Occidentale con la Svezia che aveva raggruppato i piccoli municipi nel così detto

“Comunalbloc”, non inferiore ai 4.000 abitanti. O la Germania, in Baviera, dove l’associazione media delle amministrazioni comunali oscillava tra i 5 mila e i 12 mila residenti. Lo stesso aveva fatto la Francia, organizzata in dipartimenti, divisi - a loro volta – in ripartizioni amministrative. Insomma, già mezzo secolo fa, c’era chi aspirava a raggruppare i comuni del Trentino in unità insediative più grandi, capaci di sopportare i costi gestionali. Le quali avrebbero dovuto fare capo a un Ente intermedio (il Comprensorio) dove – scriveva Kessler – devono essere affrontati i principali pro-

blemi della collettività. Un’idea chiara. Poggiata su criteri che oggi chiameremo di “sostenibilità” e “spending review”. A cui, però, si contrappone quello che, in altri termini, si potrebbe definire “analfabetismo di ritorno”. Con sindaci e amministrazioni che vagheggiano un’insana polverizzazione del sistema politico amministrativo locale. “Meglio quattro ambiti” chiedono alcuni sindaci. “Basta con la Comunità: vogliamo tornare a una gestione rendenese”. Le voci di propositi separatisti, si fanno sempre più insistenti. Ma, piccolo è davvero bello? O si finirebbe poi per scontrarsi con gli stessi identici problemi, ancora più in piccolo? A tutti i primi cittadini della Valle consigliamo di andarsi a rileggere quanto scriveva tal Bruno Kessler 50 anni or sono. Un’opinione in più. Se poi illuminata, potrebbe essere di grande aiuto.

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Politica

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Vanni Scalfi, insegnante e coordinatore cittadino del Pd a Trento, ha 45 anni; Giulia Robol, architetto e assessore comunale all’urbanistica a Rovereto, ne ha 42. Elisa Filippi, esperta di Smart cities, le “città intelligenti” di cui si è occupata per l’Anci, 32. Comuni ai tre candidati vi sono l’esigenza forte e sentita, oltre che evidenziata dalla base, di proporre un rinnovamento del Partito che parta soprattutto al proprio interno e che sia evidenziato dalla centralità che devono assumere tematiche oggi indifferibili come il lavoro. Diverso è invece l’approccio e anche la “squadra” che sta alle spalle dei tre candidati, con i sostenitori che dalle varie valli portano la propria adesione ed i propri voti. A questo proposito Scalfi, in particolare, ha sottolineato come fra i suoi sostenitori non vi sia nessuno dei “volti noti” del Pd, a differenza di Robol e Filippi, parlando di “padrini ingombranti” e riferendosi a personaggi come Pinter, Tonini, Nicoletti, Olivieri ecc ecc. Per quanto riguarda la nostra zona, la scelta di appoggiare uno dei tre candidati ha un po’scompaginato le carte nel circolo giudicariese con gli aderenti che hanno

Corsa a tre nel Pd Il Partito Democratico si prepara all’elezione del nuovo segretario il 16 marzo; Scalfi, Robol e Filippi. Gli aderenti giudicariesi si dividono

È

di Roberto Bertolini

corsa a tre per la segreteria del Partito Democratico trentino. A sfidarsi, nella tornata elettorale di domenica 16 marzo saranno Vanni Scalfi, Giulia Robol e Elisa Filippi. Tre volti nuovi e con un’età media optato per varie soluzioni. A sostenere Vanni Scalfi, ad esempio ci sarà Ennio Colò, storese e segretario del Pd giudicariese; assieme a lui Antonella Frizzi, Nicola Masè, Stefania Giacometti, ex assessore a Storo e Michele Oss, consigliere di minoranza nel comune di Tione. Alle spalle di Giulia Robol ci saranno invece Maria Bellotti, Pietro Amorth, Emanuela Chemolli, Remo Bodio, Mara Morganti, Gigi Olivieri, assessore della Comunità di Valle, Giulia Pouli, Rug-

bassa, intorno ai 40 anni, il che conferma la voglia di rinnovamento del Pd sulla scia di quella evidenziata a livello nazionale con la larga vittoria di Matteo Renzi, nel frattempo divenuto pure presidente del Consiglio.

Giulia Robol

Vanni Scalfi

gero Zecchi, Giusi Tonini, vicesindaco di Storo. Infine, con Elisa Filippi Maurizio Luigi Brunello, Elena Franchini, l’ex sindaco di Bleggio Superiore Attilio Caldera, Anna Pironi, Giancarlo Gallerani, Patrizia Zanon e Piergiorgio Motter, ex-presidente della Sat e già candidato alle recenti provinciali. Queste le persone che, sul nostro territorio, daranno corpo e sostanza ai progetti di rinnovamento del Partito, secondo i programmi dei vari candidati. Per Giulia Robol: «Occorre un Pd protagonista nell’agenda di governo, che sappia recuperare il rapporto con gli elettori sui temi e sui valori». Elisa Filippi punta ad una visione di prospettiva: «Mi sono candidata alla segreteria per parlare di futuro proponendo una proposta riformista e coraggiosa». Vanni Scalfi, fine vuole ridare centralità all’assemblea del Pd: «Per tre anni non è contata nulla, per poi diventare centrale nell’ultimo anno quando bisognava approvare le candidature alle politiche. La vera discontinuità sta in un partito che decide e che premia i più competenti invece che i più fedeli alle varie correnti.

Elisa Filippi

EDITORIALE

Renzi, una carta che non può (non deve) fallire Continua dalla Prima La squadra di Renzi nasce con una età media di 48 anni, era di 53 quella del governo Letta e 64 quella del governo Monti, e con tutti i presupposti per confermare la volontà di cambiamento confermata a più riprese dallo stesso Renzi. Non è stato facile giungere alla conclusione dell’iter per la formazione del Governo. I riti a cui abbiamo assistito sono apparsi un incrocio fra il vecchio ed il nuovo. I vertici di maggioranza con nove partiti, le consultazioni, gli incontri segreti, i faccia faccia notturni, la staffetta ed il gelo con Letta, appartengono alle consuetudini della prima repubblica. Lo streaming, gli inseguimenti di centinaia di giornalisti, telecamere, fotografi, a caccia di ogni alito di Renzi, Grillo che trasforma ogni sua apparizione in un comizio strampalato e lo scontro fra i due seguito dalla televisione, hanno rappresentato quanto di diverso ormai richiede l’insediarsi di un Presidente del Governo. Naturalmente hanno accompagnato l’operazione una caterva di considerazioni in parte favorevoli e per gran parte critiche. L’aver fatto fuori Letta, suo compagno di partito dopo averlo rassicurato sulle sue intenzioni, non è piaciuto soprattutto all’interno del suo partito, così come

Il premier Matteo Renzi

non è piaciuto il suo incontro con Berlusconi per ritrovare sintonie sulle riforme da fare, così come è stata criticatala scelta dei ministri in gran parte del Pd, ma considerati troppo giovani ed inesperti. Dall’altra è stata apprezzata la parità di genere nella squadra, il decisionismo con cui Renzi ha affrontato alcune questione scottanti, ma soprattutto la concretezza delle cose che intende portare avanti con nome, cognome e scadenzario, cosa mai successa nella storia della repubblica. Fatta la conta fra le cose che piacciono e quelle che non piacciono, sono sempre più convinto che il go-

verno Renzi sia una chance per tutti noi, anzi, l’ultima carta che abbiamo in mano, l’ultima carta prima della deriva. Non è facile immaginare cosa potrebbe succedere se, dopo lo scarso risultato di Monti ed il fallimento o quasi di Letta, anche Renzi dovesse fallire. Oddio, la storia va avanti comunque. Ma gli italiani hanno caricato di aspettative gigantesche sull’ormai ex sindaco di Firenze. A fronte di uno stato d’animo generalizzato di profonda sfiducia nella politica, lui, Renzi, giovane, dinamico, aggressivo, dal linguaggio finalmente fuori dalle pastoie del politichese, ha

suscitato e sta suscitando enormi attese. Il desiderio che il tentativo riesca è diffuso ovunque ed è sincero, coinvolgendo ogni colore ed ogni settore della politica. E’ collettiva la percezione di un clima da ultima spiaggia, “o la va, o la spacca” come dice Renzi, insomma tutti sperano che ce la faccia perchè altrimenti non sapremo più a che santo votarci. Tutto sommato, Renzi ha dalla sua il Paese, era capitato anche al Berlusca un paio di volte, ma non con lo stesso coinvolgimento, e questo gli da forza e legittimazione per mettere sul piatto alcune riforme che, se attuate, rivoluzionerebbero davvero il sistema istituzionale della repubblica: la riforma elettorale, l’abolizione del Senato e la revisione del Titolo V della Costituzione, argomenti che abbiamo trattato in febbraio. Lo seguiranno in Parlamento? Ho la netta sensazione che la gran maggioranza dei parlamentari, pur turandosi il naso, lo appoggerà, in modo più o meno trasparente, non c’è nessuno che voglia andarsene a casa. E Renzi fa della minaccia di immediate elezioni una delle sue armi vincenti contro la sfiducia. L’altro problema che comunque dovrà affrontare è all’interno del suo stesso partito. La disinvoltura con cui si è mosso Renzi come segretario del

Pd, ha sconcertato gran parte del vecchio apparato del partito. Forse Civati esagera quando dice che il PD non esiste più e al suo posto ormai c’è il PdR, il partito di Renzi, ma esprime le tante preoccupazioni di chi è contrario ad un cambiamento cosi repentino dalla ditta bersaniana al partito carismatico. Matteo Renzi s’è preso il partito partendo dal basso vincendo alla grande le primarie. Ora prova a dare una definitiva identità al PD che finora non ha mai avuta. Un partito nato dal fragile compromesso tra Margherita e PDS, mai completamente digerito dalle due anime in questione. Bloccare scissioni, sedare i mogugni ed evitare vendette trasversali dei suoi compagni più o meno “rottamati”, sarà uno dei compiti più ardui. Per tutto quanto detto, io ho fiducia in Renzi, pur non essendo della stessa parte politica. Ovviamente il mio giudizio positivo aspetta delle conferme, non vorrei fosse tutto un bluff, qualche promessa se l’è rimangiata durante quest’ultimo periodo, chiedetelo a Letta, ma sono cose che in politica possono capitare. Spero non sia un vizio caratteriale, sarebbe un guaio per tutti noi e per l’Italia intera. Adelino Amistadi


Politica Assessore, quali sono gli architravi della sua riforma dell’assetto delle Comunità di Valle? L’obiettivo della riforma istituzionale è far sì che le Comunità di Valle possano diventare il luogo di confronto e supporto per gli enti territoriali, rappresentando al tempo stesso un sistema amministrativo in grado di perseguire i criteri di semplificazione decisionale e contenimento della spesa pubblica. Proprio per questo parte delle risorse disponibili per i futuri investimenti sovracomunali saranno messe in campo e gestite attraverso un fondo di finanza locale distinto non più su ambito comunale, ma ad un livello più ampio di Comunità. Grazie a questa riforma saranno inoltre definiti in modo chiaro i ruoli e le competenze che dovranno passare dalla Provincia alle Comunità, rideterminando l’assetto e i meccanismi di governance attra un alleggerimento organico dell’apparato istituzionale. Il ruolo dei sindaci riacquista centralità e le Comunità si avvicinano a dei Consorzi di comuni decentrati. È così?

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L’intervista all’assessore Daldoss

«Ecco la mia riforma delle Comunità» Il percorso per riformare in profondità il sistema delle autonomie locali di Roberto Bertolini La riforma delle Comunità di Valle è uno degli argomenti di maggiore attualità nella politica trentina. Come cambierà l’assetto degli eredi dei Comprensori che – è sotto L’intento è quello di rinnovare il sistema istituzionale trentino con l’obiettivo di portare l’esercizio delle funzioni amministrative al livello istituzionale più vicino al cittadino e di costruire un nuovo sistema di relazioni tra i diversi livelli di governo, in un’ottica di sistema e di rete. Per questo ritengo che gli enti locali e le Comunità siano al centro di questo grande progetto riorganizzativo della nostra Provincia. Va da sé che ad

Liceo della montagna, si cerca una soluzione Saranno una ventina i giovani che siederanno sui banchi del Liceo della Montagna per l’anno scolastico 2014/15, ma la polemica che ha coinvolto la specializzazione dell’istituto Guetti di Tione, capace di abbinare il liceo scientifico alle discipline della montagna, non è ancora chiusa. La legge provinciale n. 22 del 2012, introducendo la figura dell’“allievo” per diventare maestro di sci e snowboard, di fatto tolse ai diplomati dal liceo della montagna la possibilità di sostenere direttamente l’esame abilitante alla professione. Un provvedimento duro da digerire per le famiglie che, soprattutto per i ragazzi provenienti da fuori Giudicarie, si erano gravate di costi ben superiori ad altri corsi di studio per permettere ai loro ragazzi di iscriversi al peculiare Liceo della Montagna e si sono ritrovati con le regole cambiate. A riportare in auge la questione il Consigliere provinciale Mario Tonina con una mozione al consiglio provinciale che chiede, in virtù del percorso scolastico compiuto, di prevedere una disciplina normativa di raccordo che permetta a chi è già iscritto alla scuola di accedere all’abilitazione con la vecchia modalità, visto che i ragazzi si sono ritrovati iscritti ad una scuola con determinate aspettative tradite poi a metà dall’introduzione della nuova normativa. Nuova normativa che allunga il percorso degli studenti prevedendo lo svolgimento di un tirocinio formativo all’interno delle scuole di sci per sei mesi, distribuiti nell’arco di due stagioni invernali. Nella mozione si chiede inoltre di “riconsiderare la riduzione dei moduli sportivi di esercitazione, già applicata alla classe prima, che rientra nel nuovo ordinamento, con conseguente diminuzione dell’offerta formativa della scuola”. Il corso è unico nel suo genere in Italia, e già un anno fa era stata sollevata la preoccupazione, ribadita oggi nel testo della mozione di Mario Tonina, che l’introduzione di questa norma avrebbe potuto ridurne la forza di attrazione per studenti da fuori regione che si è verificata nei primi anni di introduzione del corso. (d.r.)

un passaggio di autonomia decisionale debba giocoforza corrispondere un alto grado di responsabilità degli amministratori locali. In questo nuovo ente i Sindaci saranno chiamati a decidere gli obiettivi e gli interventi strategici da dare al territorio, gestendo in modo collegiale le risorse economiche della Comunità. Quali fattori hanno determinato questo ripensamento rispetto alla L.P. 3/2006? I sindaci sono stati pressoché unanimi nel richiedere questo cambio di passo rispetto alla legge del 2006. Dagli incontri intrapresi sul territorio è emersa la volontà di poter ridefinire l’assetto istituzionale ma soprattutto le competenze delle Comunità di Valle. Dobbiamo ricordarci che dal 2006 ad oggi il mondo è profondamente cambiato; la Provincia e l’intero apparato amministrativo provinciale dovranno essere pronti a rispondere in modo efficace e celere a quel grande bisogno

gli occhi di tutti – così come impostati ora faticano a funzionare? Lo abbiamo chiesto all’assessore provinciale agli Enti Locali e alla Riforma istituzionale , Carlo Daldoss. di cambiamento, in modo da continuare a garantire quel buon governo che da sempre contraddistingue la nostra Provincia. L’accoglimento del progetto di riforma da parte delle forze politiche della maggioranza è stato vario, da favorevole fino a decisamente contrario. Pensa che sarà possibile superare queste divergenze senza annacquare la riforma in Consiglio?

Credo che le visioni riportate dai vari membri della maggioranza con i quali mi sono confrontato in questi mesi non siano così contrastanti come si vogliono dipingere. Certo, è abbastanza scontato che all’interno di una coalizione possano emergere considerazioni più o meno diverse, ma sono altrettanto convinto che da questo confronto possa nascere una riforma arricchita nella forma e nei contenuti.

All’interno di questo nuovo assetto, saranno incentivate con nuovi meccanismi di premialità le fusioni fra Comuni? Certamente la volontà della Provincia è quella di incentivare l’aggregazione dei servizi comunali perseguendo un criterio di economicità della spesa oltre che mantenere (se non innalzare) il livello qualitativo degli stessi servizi. Un sistema di 217 Comuni per un totale di 531.000 abitanti si scontra con questa politica di razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica provinciale. Un un cambio di rotta pare dunque non solo auspicabile, ma fortemente necessario. Quali saranno i tempi per la discussione e approvazione consigliare del testo? Il percorso di revisione della legge di riforma istituzionale ispirato ai criteri appena illustrati farà riferimento ad uno specifico disegno di legge che la Giunta provinciale intende presentare all’Assemblea legislativa provinciale in tempo utile da garantire le nuove regole già a partire dalle elezioni amministrative previste nella primavera del 2015.

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Sanità

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Ospedale di Tione

Ala nord pronta entro maggio Saranno disponibili 45 nuove stanze, moderne e con tutti i comfort Quello che, giovedì 20 febbraio, è stato annunciato con enfasi, in una poco affollata assemblea di sindaci, responsabili della Comunità di Valle e dirigenti della sanità trentina, altro non è che un capitolo di una ristrutturazione infinita. Che – dal 2008 - sta mettendo a dura prova tutto il comparto ospedaliero di Tione, con una sensibile riduzione di posti letto e la dislocazione esterna, in disagevoli container di latta, di alcuni ambulatori. A maggio dunque – così hanno garantito le autorità sanitarie – per medici e pazienti dell’ospedale tionese c’è aria di trasloco. Finalmente - è il caso di dirlo - la struttura disporrà di 45 nuove stanze, dotate dei comfort della più avanzata logistica ospedaliera. Mentre il cantiere che, da anni ha trasformato il nosocomio in una conclamata “Fabbrica del Duomo”, lascerà il posto ad altre aziende edili che, dal gennaio 2015 do-

di Ettore Zini

Ormai il termine è perentorio. E’ stato annunciato ufficialmente dal direttore del Presidio ospedaliero dott. Vincenzo Cutrupi. Entro maggio, l’ala nord dell’ospedale di Tione, meglio conosciuta come il Corpo C3, sarà a disposizione dell’utenza. Lì, ai piani alti, verranno spostate buona parte delle strutture logistiche: dagli uffici amministrativi, al reparto di me-

dicina ordinaria e semiintensiva, più l’area dedicata all’endoscopia e ai piccoli interventi. Mentre, al piano terra, verranno sistemati, provvisoriamente, pronto soccorso e guardia medica, in attesa che i locali di prima emergenza vengano rifatti ex novo, con un intervento di ristrutturazione programmato entro i dodici mesi del 2015.

La visita ai nuovi reparti

vrebbero mettere mano al reparto attualmente occupato dall’astanteria e dal pronto

soccorso, per dare anche a quel corpo, una conformazione moderna e funzionale.

Sono 3,4 i milioni messi a disposizione anche di quel reparto. Per cui da tempo i

medici chiedono una razionalizzazione non più procrastinabile. Anche per gli insostenibili carichi stagionali dovuti ai maggior flussi turistici di Pinzolo e Madonna di Campiglio. Con picchi che portano la popolazione attiva a 52/54 mila abitanti: quasi 17 mila in più degli abituali, con una distanza da Trento, mediamente doppia degli altri nosocomi di periferia. Al sopralluogo sul cantiere, in via di ultimazione, c’erano i responsabili della Comunità di Valle con la presidente Patrizia Ballardini e l’assessore alle politiche sociali Luigi Olivieri. C’erano i delegati del Consiglio della Salute. C’era pure il consigliere

L’ospedale non chiude. Anzi, si rafforza Archiviati i timori di ridimensionamento. Ma per la fine del cantiere ci vorranno ancora diversi mesi

L’ospedale di Tione, quindi, non chiude. Anzi è bene ribadirlo, si sta rafforzando con un progressivo processo di ammodernamento che investe tutta la struttura. Anche se, per qualche tempo, dovrà ancora convivere con quel cantiere infinito aperto sei anni fa. Di cui, visto l’agilità elefantiaca con cui si muove la Sanità trentina, bisognerà accettare la presenza fino ai primi mesi del 2016, quando, se tutto andrà per il verso giusto (in agguato, spiega il dott. Cutrupi, ci sono gli ormai consueti ricorsi con cui, è norma, puntano i piedi le ditte escluse dagli appalti), dovrebbe essere portato a compimento anche l’ammodernamento del Pronto Soccorso. Compresi i 450 mq. di scantinati, dove troveranno posto magazzini, spazi logistici e le nuove camere mortuarie. Per quell’intervento, previsto in appalto dai primi mesi del 2015, sono stati messi a

disposizione altri 3.400.000 euro, che si assommano ai 18.147.000 euro già finanziati per la ristrutturazione dell’ala nord (corpo C3) e relativa imbragatura antisismica che prevede di mettere in sicurezza la struttura, con una rete di tralicci che abbraccia tutta la parte di ospedale realizzata a cavallo degli anni Settanta e Ottanta. 12.778.000 era la spesa iniziale dell’appalto, affidato al Consorzio di Imprese Stabili Busi di Bologna e alla ditta di costruzioni Rossaro di Tione. Somma integrata con altri 5.369.000 euro, per la costruzione delle sicurezze antincendio e le opere necessarie a garantire la tenuta della struttura (legge Bindi 1987) anche in caso eventi tellurici di particolare intensità. Un grande business edilizio, non privo di imprevisti (e inconcepibili quanto deleteri ritardi) che, come si ricorderà, a causa di sopraggiunte difficoltà aziendali

Il sopralluogo di amministratori e tecnici

delle ditte appaltanti, hanno congelato i lavori per più di un anno e mezzo, aumentando a dismisura i disagi per utenza e personale medico, costretto a lavorare in contenitori di emergenza. E causa di una consistente, quanto deprecabile, riduzione di posti letto rispetto agli standard del nosocomio. Ritardi che si sono protratti anche dopo la ripresa dei lavori del gennaio 2012, con penalità aggiuntive di cui (lo ha confermato il dott. Cutrupi) la ditta costruttrice

dovrà rispondere. Se tutto procederà per il verso giusto, comunque, dal mese di maggio l’ospedale di Tione potrà contare su una struttura completamente rinnovata, con spazi ariosi e adeguati alle esigenze dell’utenza. Archiviati i vecchi schemi di assistenza ospedaliera, il passaggio servirà anche a iniziare a convivere con le mutate esigenze della sanità trentina che sta subendo una progressiva metamorfosi, a favore non più di singoli punti assistenziali, ma di

una rete territoriale che affida alle strutture periferiche mansioni diverse, da quelle sperimentate in passato. L’obbiettivo - lo ha ricordato il direttore dell’Azienda Sanitaria dott. Gabardi - è la qualità delle prestazioni, senza però trascurare gli ospedali satelliti, che oggi - Tione è uno di questi - possono contare sulla copertura di tutti i primariati. Un segnale forte, secondo i responsabili della Sanità, che permette a Tione di archiviare definitivamente i timori di ridimensionamento. Ciò anche in previsione dell’attuazione del nuovo Piano per la Sanità Trentina. Che – lo ha anticipato il dott. Michele Bardino, in rappresentanza dell’assessorato alla Salute della Pat – entro la legislatura abbraccerà “tutti i vari aspetti e le mille sfaccettature della sanità, legando ospedali a medicina di base”. (e.z.) sector2011@libero.it

provinciale Mario Tonina. Purtroppo – la cosa non è nuova - mancavano i sindaci che, delegati del Consiglio della salute a parte, si contavano sulle dita di una mano. Prima di indossare gli elmetti per la visita al cantiere in compagnia dell’ingegner Comoretto direttore dell’area tecnica, del responsabile dei lavori geom. Proc, del direttore sanitario dott. Eugenio Gabardi e del dirigente del servizio di politiche sanitarie dott. Michele Bardino, il direttore Vincenzo Cutrupi ha annunciato importanti novità. Prima tra tutte quella che il medico ha definito “area di continuità aziendale”. Vale a dire l’assistenza internistica che, alla normale cura medico-infermieristica, baderà anche alla “continuità assistenziale”, con letti non solo a disposizione dei degenti, ma anche di chi dovrà prestare loro assistenza. “Un progetto sperimentale – ha annunciato il direttore sanitario – che potrà trovare accoglimento anche in altre strutture della Provincia”. Poi, anche questa una notizia importante che dovrebbe colmare il vuoto in organico dei primari della struttura, l’indizione del concorso (entro marzo) del posto di primario di medicina, vacante dal 31 dicembre scorso, con il pensionamento del dott. Battaia. Un concorso che, dopo anni, dovrebbe finalmente coprire l’intera pianta organica della dirigenza sanitaria dell’ospedale. Ad eccezione del reparto di ostetricia e ginecologia seguito due giorni alla settimana dal direttore dott. Francesco Capobianco, per cui si stanno studiando soluzioni alternative meno penalizzanti alla paventata chiusura. Infine, e anche questa è una novità per Tione, dai primi di marzo sarà operativo, un giorno alla settimana, un ambulatorio di dermatologia. In accordo con il dott. Paolazzi dell’ospedale Santa Chiara di Trento, saranno attivate settimanalmente visite specialistiche di dermatologia. Una specialità, finora assente nel nosocomio giudicariese. Per cui, da questo mese, sarà possibile prendere appuntamenti senza dover ricorrere alle strutture centrali.


Sanità

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L’ “esterofilia” delle mamme giudicariesi: un ostacolo al mantenimento della maternità locale Il 50% partorisce altrove, ma solo in pochissimi casi è realmente necessario

Aiutati che Dio ti aiuta. Dice un noto proverbio. Il messaggio è persino banale nella sua semplicità. Ed è proprio quello che dovrebbero fare le donne giudicariesi per salvare il “loro” punto nascite, destinato a scomparire senza il loro aiuto. “Se non c’è l’interesse dei cittadini – aveva ammonito tempo fa l’assessore alle politiche sociali della Comunità Luigi Olivieri – difficilmente la politica potrà mantenere un reparto come l’ostetricia e ginecologia di L’argomento, com’è prevedibile, attizza periodiche discussioni su un punto nascite che, a questo punto, non ha futuro. E che condensa il suo tallone d’Achille in un’unica parola: “Esterofilia”. Esterofilia delle mamme della zona che vanno a partorire in altre strutture: mamme che dimostrano di non avere fiducia nelle strutture locali, e si recano altrove per mettere al mondo i loro figli. Dappertutto, fuorché a Tione. Dove peraltro c’è un attrezzato punto nascite, che non ha niente da invidiare ad altri centri sparsi a macchia d’olio non solo in Trentino (a Tione, per esempio dal 2006 c’è una vasca per il travaglio in acqua, di cui il Santa Chiara di Trento si è dotato solo dallo scorso anno), ma anche in reparti di ostetricia e ginecologia fuori regione. Le conferme vengono da una ricerca che ha coinvolto 39 comuni. Di cui, solo casualmente, siamo riusciti ad avere notizia. A commissionarla è stata la Comunità di Valle. Che,

a fronte di un progressivo calo di parti nelle strutture del locale nosocomio, ha cercato di focalizzare il fenomeno, coinvolgendo gli uffici anagrafe del territorio. Obiettivo? Avere contezza di quanto accade in matteria di nascite. E capire i perché di tanta disaffezione verso una sala parto che, per anni, è stata il punto di riferimento di tutte le partorienti della valle. I risultati, seppur incompleti, sono sorprendenti. E, se non spiegano le dinamiche che spingono le future mamme della valle a rivolgersi ad altre strutture, anche extraprovinciali, ne evidenziano l’ampiezza. Sono quasi duecento le neo mamme che, ogni anno, prediligono strutture extraterritoriali, a scapito di quanto disponibile sul posto. Stando al censimento, realizzato in collaborazione con gli uffici comunali, i nati in Giudicarie nell’arco dei dodici mesi del 2013 superano quelli registrati nel punto nascite di Tione. In totale i bambini dati alla luce lo scorso anno, in

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Tione, che con numeri così esigui è indifendibile”. Parole profetiche. Perfettamente calzanti a una realtà ormai ineludibile. Solo 178 sono stati i nati venuti alla luce nell’arco del 2013, ai piani alti dell’ospedale di Tione. Un numero che si assottiglia di anno in anno (198 quelli nati nel 2012), e che mette sempre più in forse la sostenibilità di un reparto con nascite nettamente inferiori ai minimi previsti dal Ministero della Salute.

Giudicarie, sono 363. Centoottantacinque in più di quelli annotati nei registri della nursery tionese. Milano, Lodi, Merano, Vipiteno, Brescia, Peschiera ed altre località della Penisola sono solo alcuni dei luoghi gettonati dalle mamme del Chiese, Rendena, Busa di Tione ed Esteriori. Anche se, per mettere al mondo i bambini, la loro preferenza cade prevalentemente su strutture trentine. La lista è lunga. E conferma che, più del 50% delle partorienti giudicariesi, snobba la maternità locale. Una prima verifica ancora in via di completamento, vede in pole position il “Santa Chiara” di Trento con ben 79 parti, 39 al “Santa Maria del Carmine” di Rovereto, 36 al “Civile di Arco”, 10 al presidio ospedaliero di Cles, più 2 a domicilio. Un numero di nascite “esterne” che supera le 178 denunciate nel 2013 al “Mandamentale” di Tione. “Dove di norma, per comodità e continuità assistenziale – assicurano ai vertici dell’Azienda Sanitaria - sarebbe stato più logico portare a termine le gravidanze”. Mancano all’appello una trentina di nascite, per cui si stanno ancora incrociando i dati. In linea di massima, però, il quadro è ben delineato. In pratica se le mamme “nostrane”avessero maggior fiducia nel proprio ospedale, per Tione non esisterebbero dubbi sul suo mantenimento. L’assessore Olivieri è stato esplicito anche durante l’ultimo incontro con i responsabili della

sanità trentina. “Non accetteremo passivamente la razionalizzazione”. “Ci hanno dato due anni di tempo, per tirare le somme. E dovremo fare di tutto per ridare credito alla struttura. Perché è solo recuperando credibilità verso il punto nascite, che sarà possibile mantenerlo in vita”. L’assessore è conscio di avere di fronte una strada tutta in salita. Sa perfettamente che il punto debole dell’intera struttura ospedaliera è il reparto di ostetricia e ginecologia. I numeri riportati lo confermano. Sa che la salvezza della sala parto di Tione passa attraverso il convincimento delle donne a rivolgersi con fiducia alle ostetriche e ai medici operanti in loco. La partita è troppo importante (lo hanno sottolineato a chiare lettere i documenti sottoscritti dai medici di base e le varie interrogazioni in Giunta Provinciale, compresa l’ultima del consigliere Mario Tonina) perché non debba essere giocata con tutte le forze disponibili. Lo scoglio è proprio l’esterofilia di molte giovani valligiane. Di cui sarebbe interessante comprenderne a fondo le motivazioni che hanno indotto a scegliere altri lidi. Un’analisi approfondita di ansie, timori, aspettative e quant’altro si agita nella testa di una neo mamma in attesa di partorire, è il modo migliore per capire. E se necessario adottare le misure utili perché Tione torni ad essere al centro dell’interesse delle gestanti della Valle. Ettore Zini

La nota stonata Se c’è un punto su cui recriminare – e la critica riguarda quasi tutti i sindaci delle Giudicarie – è la cronica assenza dei primi cittadini della valle agli incontri e alle sollecitazioni della Comunità di Valle alle problematiche dell’ospedale. Giovedì 20, a Tione – li abbiamo contati – a fare gli onori di casa ai responsabili dell’Azienda Provinciale dei Servizi Sanitari e alla Direzione Ospedaliera, non c’erano più di quattro sindaci, in rappresentanza di altrettanti comuni. Un’assenza “assordante”. Che, ancora una volta, ha dato la misura di quanto per i nostri responsabili comunali sia importante la salute dei loro cittadini. Non è la prima volta che si deve prendere atto di tanto disinteresse. Basti pensare che, a distanza di un anno, mancano ancora all’appello almeno una quindicina di mozioni a sostegno della struttura ospedaliera di Tione. Un sostegno, e un atto istituzionale finora negato, che dà la misura di quanto i responsabili dei nostri Municipi diano a quello che è unanimemente riconosciuto come il bene più importante per ogni cittadino, e che – a rigor di logica – dovrebbe essere in testa alle preoccupazioni degli amministratori locali. Da cui – l’opinione è comune – ci si attenderebbe un argine compatto contro ogni tentativo di impoverimento della periferia, da parte del governo centrale. “E’ desolante prendere atto di quanta apatia siano capaci i rappresentanti delle nostre comunità”. Il commento, nemmeno tanto velato, aleggiava nei giudizi di chi ha partecipato all’ultimo incontro con i rappresentanti della sanità trentina, meravigliati per la scarsa rappresentanza dei 37.000 abitanti della Valle. E non c’è da essere sorpresi se, al termine di quella riunione, il consigliere provinciale Mario Tonina non ha saputo trattenere una nota di rammarico, per una presenza così deludente. Evidentemente per i nostri primi cittadini, a diversità da quanto pensa la stragrande maggioranza dei loro elettori, “la salute non è tutto”. Molto più importanti sono i ramali di una fognatura, la copertura di una palestra o la pavimentazione di una stradina urbana. Basta vedere quanta caparbietà e determinazione sfoderano nello spartirsi i fondi del Fut. E la deludente attenzione verso problematiche di primo piano come la salute. Per cui, una testimonianza diretta, sarebbe oltremodo doverosa! (e.z.)

La presentazione della nuova ala


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Secondo l’Ufficio del Lavoro, 507 sono i disoccupati iscritti al di sotto dei 25 anni, e 446 quelli dai 25 ai 29 anni. In totale 953 giovani in cerca di occupazione, che in termini percentuali danno appunto quasi il 26% di quelle 3.700 persone in attesa di collocamento. Lì, siamo abbondantemente al di sopra di quel 17,9% registrato a livello provinciale. Solo 12 punti più in basso del disastroso dato rilevato su scala nazionale. Se poi si analizzano gli iscritti agli uffici di collocamento per durata di iscrizione, si scopre che 2.157, vale a dire il 58,4% del totale, sono in cerca di lavoro da oltre 12 mesi. E’ pur vero che secondo gli esperti dell’Ufficio del Lavoro, la maggior parte dei soggetti (quasi i due terzi) si dichiara autonomo nella ricerca dell’impiego. “Si tratta – spiega una nota dell’Ufficio - di lavoratori stagionali che alternano ciclicamente periodi di lavoro a non lavoro, per i quali l’iscrizione in qualità di disoccupato è principalmente legata alla possibilità di usufruire di alcuni benefici e sostegni al reddito (si pensi agli stagionali agricoli o del turismo)”. Ma è altrettanto vero che anche i casi specificati dimostrano pur sempre una precarietà che non migliora il quadro complessivo della disoccupazione locale. Isola felice solo fino a qualche anno fa. Oggi, alla stregua di altre realtà regionali, luogo di difficile inserimento soprattutto per le fasce più deboli della popolazione: vale a dire giovani e occupazione femminile. Alla stregua di tantissime altre località italiane, da qualche anno, le Giudicarie stanno soffrendo il male endemico dell’avvia-

Lavoro

Lavoro, 2013 con dati in ulteriore flessione

Le Giudicarie chiudono l’anno con il 10% di disoccupazione, i giovani al 25,84%. Donne e Under 29 i più penalizzati dalla mancanza di lavoro

E’

di Ettore Zini

davvero difficile non grattarsi la testa di fronte ai dati occupazionali delle Giudicarie, in netto peggioramento rispetto allo stesso periodo del 2012. L’orologio del Centro per l’impiego di Tione è fermo al 30 novembre 2013. Mancano i riscontri dell’ultimo mese dell’anno. Ma, all’appello difettano 3.696 posti di lavoro. Per una comunità di poco superiore ai 37 mila mento al lavoro di una vasta fetta di cittadini. Per rendersene conto, non occorre scartabellare elenchi e liste di iscritti all’ufficio di collocamento. Il polso della situazione appare già evidente anche solo confrontandosi con le persone. Ascoltando le situazioni di molti ambiti familiari, dove salta all’occhio che l’elemento giovanile e le donne sono gli anelli deboli di una catena ardua da inanellare. Sono i giovani in cerca di prima occupazione che, all’uscita dell’insegnamento scolastico, trovano il vuoto. La scuola forma, plasma. Ma, soprattutto, illude. Alla fine dei cicli di studi c’è il nulla: solo porte che si chiudono, con poche speranze di utilizzare il titolo di studio guadagnato a fatica sui banchi di scuola, o nelle aule delle università. “Mi in-

vii il curriculum. Le faremo sapere”. La risposta è quasi sempre la stessa. Con l’unico risultato di ingrossare le fila di quelli in attesa. Una realtà che va oltre i numeri forniti dalla responsabile dell’Ufficio di Collocamen-

abitanti, il dato sta a significare che quasi il 10% della popolazione non ha uno stipendio fisso. E che, anche i fortunati che riescono a trovare impieghi saltuari, faticano ad entrare a pieno titolo nei gangli produttivi. Il dato fa accapponare la pelle quando le stime si spostano sul settore giovanile, dove i numeri si attestano ad un preoccupante 25,84%.

to di via Circonvallazione di Tione Rosanna Parisi, che si sostanzia 647 posti di lavoro in meno (- 22%) rispetto allo stesso periodo del 2012, con 1.300 persone in attesa di chiamata. Dei 3.600 iscritti il 58% sono donne. Mentre la

fascia centrale di età, dai 30 ai 54 anni, rappresenta il 60% del totale. Nel 2012 il calo di assunzioni in Giudicarie aveva fatto registrare una diminuzione di quasi 400 unità: esattamente 389. Mentre nello stesso periodo del 2013, il calo

Micro segnali positivi vengono dal settore delle imprese Ma dei nuovi posti di lavoro non beneficiano le liste di disoccupazione ferme a quota 3.700 Mentre stiamo andando in stampa ci viene inviata una nota da parte dell’Ufficio del Lavoro. Riguarda le assunzioni in Giudicarie nei primi 11 mesi del 2013. I dati trasmessi inducono ad un leggero ottimismo in quanto dicono che al 30/11 la domanda delle imprese è cresciuta di 39 unità con una variazione del 0,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. “E’ un aumento limitato – dice la nota - e tuttavia importante perché i controtendenza rispetto all’andamento medio rilevato per l’intero territorio provinciale (-4,6%) e comunque rappresenta un’inversione di tendenza anche a quanto rilevato nella stessa Comunità nel corso dei dodi-

ci mesi dell’anno prima (tra il 2012 e 2011 la flessione era stata del -3,6%)”. Nei primi undici mesi del 2013 spicca nelle Giudicarie il dato assai positivo del manifatturiero, che incrementa il numero di assunzioni di 283 unità per un +46,5%. Il manifatturiero incrementa la domanda di lavoro anche sull’intero territorio provinciale, ma la variazione sui primi dieci mesi del 2012 si ferma a un +5,6%. All’interno del secondario, senza distinzione tra ambito di Comunità e di Provincia, la crisi persiste nel comparto invece delle costruzioni. In difficoltà (ed è una conferma di lungo periodo come per le costruzioni), all’interno del terziario è

il comparto del commercio, mentre per quanto riguarda i pubblici esercizi (turismo) il calo dei primi undici mesi è del 6,1%, ma è più prudente aspettare i dati di dicembre (stagione invernale) per un

bilancio definitivo. In ogni modo tanto nel comparto commercio che nel turismo, i dati della Comunità appaiono (anche in questo caso) migliori di quelli provinciali. Positiva, infine, la dinami-

ca del comparto servizi alle imprese (beneficia buon andamento del manifatturiero) e del settore agricolo. Nelle Giudicarie, a differenza del dato provinciale, crescono le assunzioni maschili, mentre causa calo domanda del terziario, diminuiscono quelle femminili. I migliori risultati sul fronte delle assunzioni (domanda di lavoro delle imprese), però, non si sono al momento tradotti in termini positivi sul numero degli iscritti al Centro per l’impiego della Comunità. Al 30 novembre del 2013, gli iscritti nelle Giudicarie sono 3.696, in crescita del +17,7% rispetto l’anno prima (+555 unità). (e.z.)

si è ridimensionato a 133. Una variazione di un meno 1,9%, molto più positivo di quanto registrato a livello provinciale (- 4,8%). Non sufficiente, però, a guardare al futuro con ottimismo. Come in tutto l’ambito regionale, il settore più colpito è quello edilizio. 376 sono i posti di lavoro che mancano all’appello nell’industria delle costruzioni. Mentre anche il turismo, in particolare i pubblici esercizi - un tempo ancora di salvataggio delle nostre valli - la situazione non è rosea. I posti in meno, rispetto agli stessi mesi del 2012, sono 250 (- 9,3%). E, anche se le vere cartine di tornasole sono i mesi di dicembre e gennaio, il settore dimostra minor effervescenza che in passato. C’è un leggero incremento occupazionale nell’agricoltura (+ 12,1% con 54 nuovi posti di lavoro). Mentre ci si barcamena nel comparto servizi alle imprese, in linea con le dinamiche degli anni precedenti. Il segno rosso più vistoso rimane comunque quello fatto registrare dagli under 30, con un aumento di disoccupati superiore al 35%. “Un trend allarmante – fanno osservare negli uffici di Tione – che rispecchia, a fotocopia, quanto accade in ambito provinciale”. Sui 15.200 disoccupati registrati in provincia di Trento, il 17,9% sono da collocare nelle caselle dell’occupazione giovanile. Una percentuale rilevante. Distante anni luce da quel 31,4% fatto segnare nei primi tre mesi del 2013, quando si era temuto addirittura il tracollo. Un dato pesantissimo per i nostri paesi, abituati in passato a fare i conti con percentuali minime di persone prive di occupazione, ma se può essere di consolazione, di gran lunga inferiore a quel 24,4% rilevato nelle Regioni del Nord-Est e all’ancor più negativo 37,3% registrato su scala nazionale. Anche nei nostri paesi dunque, nonostante le numerose iniziative messe in campo da Ufficio del Lavoro, Comunità di Valle e Istituti bancari, il tallone di Achille in campo occupazionale è rappresentato dai giovani in cerca di primo impiego, e da una popolazione femminile desiderosa di contribuire al bilancio familiare. Penalizzata però, sia dai venti di crisi che stanno intaccando il settore del turismo e da tutte le altre occupazioni solitamente destinate all’occupazione femminile.


Lavoro La ditta produttrice di piatti pronti, rinasce nell’aprile 2007, sulle ceneri della Modofood e della Jado, dopo essersi aggiudicata la gara d’asta fallimentare. Con amministratore delegato Marco Bertani, e i soci di maggioranza ISA, Trentino Sviluppo ed SMC, la Gustosì acquisisce l’immobile per 2,5 milioni di euro. Malgrado gli enormi investimenti e i macchinari innovativi, l’azienda realizza perdite di capitale già dopo un anno di vita. L’obiettivo era quello di preparare piatti pronti, utilizzando un rivoluzionario sistema di sterilizzazione. I prodotti, con durata nove mesi, senza l’utilizzo della catena del freddo, avevano attirato i mercati internazionali (India, Russia, Arabia Saudita) per la moderne soluzioni nel campo dell’industria alimentare. Cos’ è andato “storto”? Arrivati al licenziamento guardarsi indietro serve a poco, ma se ci s’immedesima nei 17 dipendenti, che si sono visti strappare il posto di lavoro dopo anni di cassa integrazione e incertezze, come fosse una lenta agonia, non si può restare in superficie a pensare che sia sempre e solo colpa della crisi economica. Si dovrebbe andare a fondo per cercare gli errori passati da non commettere in futuro. Dal 2007 ad oggi gli operai della Gustosì hanno

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IL CASO

Alla Gustosì lavoratori appesi a un filo L’azienda di Baitoni si avvia alla procedura di fallimento. La frustrazione dei dipendenti che da mesi non ricevono lo stipendio

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di Arianna Foglio

lla lista di imprese trentine che non sono riuscite a decollare, si deve aggiungere un nuovo nome, quello della Gustosì di Baitoni. Una delle ultime aziende giudicariesi rimaste ad ospitare lavoro sempre dimostrato una forte responsabilità nei confronti del proprio posto di lavoro. Nonostante la situazione non facile, con gli stipendi pagati ogni tre mesi, poi ogni sei e negli ultimi periodi ogni otto, hanno sempre resistito. Perché resistere, e manifestare la propria frustrazione scioperando, è l’unica cosa che in tempi di crisi si sono potuti permettere di fare. Se gli stipendi sono stati accreditati, tra l’altro è anche grazie alla Provincia di Trento, che in questi sette anni ha stanziato quasi due milioni di euro di contributi. Unico vincolo, che

fossero utilizzati per pagare gli stipendi senza ritardi superiori ai due mesi. Obbligo peraltro non rispettato, visto che nel maggio 2013 Piazza Dante avvia la procedura per la revoca del contributo, proprio a causa

femminile, lascia senza speranze i 17 dipendenti, (15 donne e 2 uomini) consegnando il 29 Gennaio la lettera di licenziamento. Uno stabilimento sfortunato, che sembra destinato a fallire ad ogni cambio di proprietà.

dei ritardi nei versamenti. Nel dicembre 2013 l’ad. Bertani sembra avere un’idea di rilancio, nella speranza di avere accesso ad ulteriori contributi. Presenta in provincia un potenziale investitore, Francesco Vi-

gnola, interessato a subentrare in azienda per produrre risotti. Ma purtroppo la trattativa si blocca sul punto dolente: impegnarsi a saldare tutti i debiti. Vignola chiede tempo per una consulenza e poi sparisce. Nei mesi successivi nessun piano industriale e nessuna garanzia sull’attività produttiva, portano l’azienda alla chiusura. Il 21 Febbraio nell’Ufficio del lavoro di Trento si è svolto un incontro tra impresa e lavoratori per la risoluzione del contratto, e per un tentativo di conciliazione sul licenziamento. Gli ex dipendenti, che sono senza stipendio da luglio, si sono

visti negare l’unica richiesta avanzata. Avere un’ incentivo all’esodo di tre mesi. Risultato quindi, di una conciliazione fallita. Bertani, che ha sempre dichiarato di voler chiudere l’azienda solo momentaneamente, nella speranza di ordini futuri, entro il 15 marzo dovrà decidere sulla procedura fallimentare. Se i tempi dovessero andare troppo oltre quella data, saranno proprio gli operai ad avanzare un’istanza di fallimento al tribunale. La certezza è che non hanno diritto né alla mobilità, né alla cassa integrazione, essendo questa realtà sotto le 15 unità operative. L’unica speranza è quella di un’acquirente disposto a ricapitalizzare il sito e riassumere i lavoratori. Intanto saranno messi in disoccupazione, con l’aspettativa di recuperare i sei mesi di stipendi non pagati e l’anno e mezzo di fondo pensionistico non versato.

Pieve, biblioteca a rischio chiusura

Per il blocco del turn-over non è possibile sostituire l’attuale dipendente. Il sindaco chiede una deroga alla Pat Il blocco del turn-over e dunque delle assunzioni nella pubblica amministrazione provinciale e degli enti locali, se da una parte ha l’importante funzione di ridurre in prospettiva le spese della p.a., sta creando anche alcuni problemi, l’ultimo dei quali a Pieve di Bono. L’attuale normativa (L.P. 27/2010 con le successive modifiche apportate dalla L.P. 25/2012) prevede all’articolo 8 che dal 1 gennaio 2014 possano essere sostituite 1 unità ogni 5 unità cessate, nell’ambito di uno stesso “datore di lavoro” pubblico, in questo caso il comune di

Pieve di Bono. Ecco allora che, di fronte allo spostamento del collaboratore bibliotecario in altra sede (ha vinto il concorso a Roncone) la biblioteca di Pieve di Bono si troverà presto “scoperta” e, di conseguenza, a rischio chiusura. Una realtà ormai consolidata da tempo; il comune di Pieve di Bono ha infatti istituito fin dagli anni ’70 il servizio di biblioteca, che aderisce al sistema bibliotecario trentino della Pat, la cui gestione è affidata ad un dipendente regolarmente in pianta organica al comune, come “collaboratore bibliotecario” con qualifica

“C evoluto”. Questo servizio ha ormai da tempo ha trovato la sua collocazione stabile e ottimale nei locali ricavati all’interno del Centro scolastico e serve i comuni di Pieve di Bono, Bersone, Daone, Praso e Prezzo, oltre che di studenti e docenti dell’Isti-

tuto comprensivo del Chiese cui confluiscono anche gli alunni dei comuni di Castel Condino, Cimego e Lardaro. Dal 2005 la biblioteca di Pieve di Bono aderisce, assieme a quelle di Storo, Roncone e Condino alla gestione associata del servizio biblioteca-

rio della Valle del Chiese L’attuale bibliotecario, assunto nel 2010 tramite concorso indetto nell’aprile dello stesso anno, ha partecipato e vinto anche il concorso indetto il 18 febbraio 2010 e concluso a fine 2013 dal comune di Roncone per la copertura di analogo posto. «A breve – spiega preoccupato il sindaco Attilio Maestri - ci troveremo, quindi, nella condizione di non avere il personale per garantire il servizio di biblioteca, non avendo nella nostra pianta organica altre figure con i requisiti richiesti da destinare a tale incarico. Sempre per

i vincoli imposti dalla normativa e dal protocollo di finanza locale, non è possibile neppure ricorrere alla sostituzione temporanea attraverso incarichi di supplenza». Ecco allora la richiesta del sindaco al Consiglio delle autonomie locali, e alla Provincia perché possa essere individuata una soluzione alla situazione, una deroga per «dare continuità ed un futuro – conclude Maestri - ad un servizio importante ed apprezzato dai cittadini, strategico per il suo ruolo sociale e culturale ai fini della crescita della nostra continuità». (r.b.)


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Attualità

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A San Lorenzo e Dorsino arriveranno nelle case dei censiti delle stampe informative nei prossimi giorni, mentre già si sono attivati con una pagina facebook e dei documenti inviati ai censiti e disponibili sui rispettivi siti internet i tre comuni della Valle del Chiese. Il clima nel Chiese è ottimista e positivo, d’altronde i tre comuni partono forti della consultazione informale fra i propri cittadini che già lo scorso anno avevano dato il via libera alle tre amministrazioni di lavorare. Si voterà domenica 13 aprile in un seggio per ogni comune coinvolto. Nelel brochure predisposte nel Chiese si leggono i vantaggi ripetuti da più parti e più volte ormai: dalla riduzione dei costi della politica, al maggior peso che il nuovo comune potrà avere in valle – 1220 abitanti circa e un territorio che ne farà il comune più ampio del Trentino - fino agli incentivi previsti per la fusione. Ci sono poi una serie di informazioni estremamente concrete, e d’altronde l’amministrazione è l’organizzazione per

Bersone, Daone e Praso, fusione sul rettilineo di arrivo Il 13 aprile la consultazione referendaria per sancire il comune unico di Valdaone di Denise Rocca

Il 13 aprile prossimo è il giorno delle fusioni per il Trentino, con i referendum organizzati per diversi territori della provincia. In Giudicarie si deciderà se dovranno nascere i comuni di Valdaone, in Valle del Chiese, e di San Lorenzo–Dorsino nelle Esteriori. Il referendum popolare è infatti l’ultimo passaggio decisionale sul tema, passaggio nel

quale i cittadini sono sovrani e in ogni comune sarà necessario si rechi alle urne il 50% della popolazione e prevalgano i voti favorevoli perchè la fusione prosegua per la sua strada. Se anche uno solo fra Praso, Daone e Bersone, nel Chiese, o fra Dorsino e San Lorenzo nelle Esteriori, esprimerà parere contrario, l’intero progetto salterà. la vita della comunità: la sede sarà a Daone, con degli sportelli istituiti a Bersone e Praso per le pratiche più comuni; cambieranno gli indirizzi, perchè i nomi delle vie omonime che ora ci sono nei diversi comuni dovranno cambiare; carte d’identità, tessera sanitaria, codice fiscale e patente rimarranno validi e comunque penserà

il comune, d’ufficio, a comunicare agli enti competenti eventuali modifiche, così come alle Poste per i nuovi indirizzi. Il 13 aprile le urne saranno aperte dalle 8 alle 21. Se prevalgono i “no” la questione si chiude in poche ore e tutto resta come ora. Se prevalgono i “si” la Regione dovrà approvare una

legge speciale di fusione che decreta la cessazione dei Comuni di Bersone, Daone e Praso e nelle Esteriori di San Lorenzo e Dorsino a partire dal 31 dicembre 2014 e la nascita dei nuovi comuni di Valdaone e San Lorenzo-Dorsino a partire dal 1 Gennaio 2015. Con la cessazione dei vecchi comuni, decadranno anche sindaci, giunte e consigli comunali, così nei primi mesi di vita le due nuove realtà saranno guidate da un commissario ciascuna, che le traghetterà alle elezioni del maggio 2015.

Famiglia Rigotti e Dino Zambotti ospiti speciali aVillazzano Li avevamo lasciati in quel di Trento e stavolta li ritroviamo ancora “in trasferta”: la “famiglia in musica” più famosa delle Giudicarie accompagna ancora una volta con impeccabile bravura e coinvolgimento una serata culturale a Villazzano. Una serata organizzata dal circolo anziani di Villazzano “La Barchessa”, nel tardo pomeriggio di sabato 15 febbraio, nella splendida e pittoresca cornice della riccamente decorata Villa de Mersi dove, tra dipinti, affreschi e ornamenti settecenteschi, la musica della Famiglia Rigotti si è alternata con la lettura di componimenti e poesie dialettali del poeta giudicariese

Una serata culturale fra musica e poesie dialettali Dino Zambotti, di Fiavè. Una combinazione peraltro riuscitissima dove ambientazione suggestiva, musica classica e poesie in dialetto, hanno fatto aleggiare nella splendida Sala Reale della Villa, sapori e sensazioni di tempi andati, nostalgici nella loro disarmante bellezza. La Famiglia Rigotti, che nonostante si stia ritagliando sempre più un importante spazio nel panorama culturale non solo delle Giudicarie, partecipa sempre a ogni avvenimento con la gioia e la semplicità di chi fa le cose per la pura passione, per amore della musica e dello stare in-

sieme. Papà Augusto (violino, pianoforte e chitarra), mamma Veronica (violoncello), e i piccoli Virginia (12 anni, violino), Letizia (10 anni, violino), Elio (6 anni, violino

e cembalo) e la piccolissima Diletta di appena 3 anni che per il momento accompagna ed osserva la famiglia in attesa di un futuro “ingaggio”: sono questi i componenti

della famiglia musicale più interessante e famosa delle Giudicarie, e che anche nella trasferta a Villazzano hanno saputo ricreare una splendida atmosfera negli ambienti antichi della Villa, con il loro repertorio di brani di Mozart, Vivaldi, Händel, Benedeto Marcellino e molti altri, ed alternandosi con il bravissimo poeta Dino Zambotti, che con le sue a tratti ironiche e a tratti argute poesie sulla vita trentina di una volta, ha fatto sorridere e pensare. Una serata riuscita in pieno dove, come sapienti ingranaggi, l’ambiente predisposto con ecce-

zionale bravura dal circolo, la parola e la musica hanno fatto da padroni, e hanno condotto i numerosissimi (basti pensare che nonostante la poca visibilità mediatica all’evento e all’orario pomeridiano, i posti in platea furono occupati subito, e pur di godersi lo spettacolo, la gente si assiepò in piedi intorno alla sala, riempiendo di fatto completamente tutto lo spazio) e soddisfatti presenti in un immaginario viaggio nel tempo, lontano dalle frenesie del mondo contemporaneo, verso un passato più semplice e intimo spiegato in versi dal poeta Zambotti, e se vogliamo, suggerito dalla “Famiglia Von Trapp delle Giudicarie”. Aldo Gottardi


Turismo

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I ricavi dovrebbero andare a sostenere la promozione, sull’esempio delle realtà europee più avanzate

Tassa di soggiorno, il dibattito è servito La proposta dell’assessore Dallapiccola trova contrari gli albergatori. Masè, presidente Apt Campiglio: “Sì, ma a determinate condizioni”

In questo modo, però, si è venuta a creare una situazione di assoluta disomogeneità, non solo perché alcuni comuni la adottano ed altri no, ma anche per la disparità dei regolamenti approvati dalle diverse Amministrazioni Comunali. Ciascun Comune, infatti, applica la tassa di soggiorno seguendo un suo proprio modello di calcolo (quota unica uguale per tutti gli alberghi oppure quota fissa in base alla tipologia della struttura ricettiva, al costo della camera o alla durata del soggiorno). Le modalità di applicazione dell’imposta, come anche i tempi ed i modi di riscossione, variano da località a località generando confusione e destabilizzando il turista. Notizia di qualche settimana fa è che il Presidente della Provincia Ugo Rossi ha intenzione di seguire l’esempio della vicina Provincia di Bolzano, introducendo la tanto temuta imposta di soggiorno per tutte le località turistiche del Trentino. Gli albergatori sono insorti chiedendo una soluzione più equa, come la tassazione di tutte le categorie che beneficiano del turismo sul modello austriaco e non solo sugli albergatori che dovranno vestire i panni degli esattori. A detta delle varie associazioni della categoria, come Asat e Unat, il rischio è quello di “spaventare” il turista che potrebbe quindi preferire al Trentino altre mete con costi più concorrenziali. Non sono da dimenticare i dati riguardanti l’afflusso turistico degli scorsi mesi: c’è stato sì un aumento degli arrivi/presenze dei turisti stranieri che è andato però a colmare la flessione degli italiani. Secondo l’assessore al turismo ed alla promozione, Michele Dallapiccola (vedi box a fianco), non c’è il pericolo di essere meno concorrenziali, visto il diffuso ripristino in gran parte d’Italia di questa tassa: già 103 Comuni in Toscana e 98 in Piemonte, ad esempio, hanno adottato questo sistema di tassazione, secondo i dati de “Il Sole 24 Ore”. Della stessa opinione è il Presidente dell’Apt Madonna di Campiglio, Pinzolo e Val Rendena, Marco Masè: “il turista è abituato a pagare la tassa di soggiorno perché ormai la si paga dappertutto. L’esempio dell’Alto Adige dimostra che una tassa di soggiorno legata ad una card dell’ospite non fa fuggire i clienti se questa viene spie-

di Claudia Brunelli

Recentemente è tornato in auge il dibattito sull’imposta di soggiorno. Abolita su tutto il territorio italiano nel 1991, sul finire della scorsa legislatura l’allora assessore provinciale al turismo Tiziano Mellarini aveva accennato ad una sua reintroduzione, poi accantonata. Con l’approvazione del d.Lgs n. 23 il 14 marzo 2011, ai comuni italiani “inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o città d’arte” è stata

data l’opportunità di istituire “un’imposta di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive situate sul proprio territorio”. Questa tassa può essere applicata, quindi, a totale discrezione dei comuni e dal 2011 sono già tante le località turistiche italiane che l’hanno introdotta: in primis le città d’arte come Roma, Firenze, Venezia, seguite subito da altre località di mare, montagna e lago.

gata e gestita come tassa che rende possibile trasferire all’ospite alcuni servizi che prima pagava”. Puntualizza poi che la questione è ben più complessa e delicata in quanto, per attuare un progetto del genere, è necessario chiarire da subito le modalità di gestione dell’introito. È chiaro che dovrà servire per la promozione turistica, ma il rischio di perdere parte di questo guadagno dipende da quale sistema di raccolta della tassa si andrà ad utilizzare. Se si dovesse adottare un sistema lineare e diretto (da albergatore ad Apt) ci sarebbero meno rischi, mentre se altri soggetti dovessero entrare in questo sistema (versamento tassa da albergatore a Comunità di Valle, Provincia o Comune di riferimento per poi girarli alle Apt) si correrebbe il rischio di perdere dei “pezzi” di finanziamento che dovrebbe andare esclusivamente alla promozione. “La logica è che tutti, bene o male, hanno benefici dal

È questo che crea molte difficoltà oggi alle Apt. Se tutti contribuissero attraverso una piccola tassa, ci sarebbe una maggiore equità”. È anche da questo punto di riflessione, evidenzia il Presidente dell’Apt, che parte la proposta dei Direttori delle Apt di ambito e Consorzi Pro Loco inserita nel documento discusso in occasione del Convegno sul Turismo di Levico Terme ancora nell’autunno del 2012. Confrontandosi con esperti e con le realtà austriache e svizzere, i Presidenti e Direttori delle Apt hanno concluso, spiega Masè, che

turismo - aggiunge Masè - e quindi si devono utilizzare dei parametri per far sì che tutti partecipino con una quota. Le associazioni di categoria non dovrebbero avere paura che per i loro associati ci sia un inasprimento di questa situazione perché molti associati stanno praticamente già pagando questa tassa volontariamente. Questa partecipazione è però molto volubile e incerta proprio perché le contribuzioni sono volontarie e quindi non sono fatte da tutti. L’Apt deve uniformare il proprio bilancio sulla certezza delle risorse di cui può disporre.

“la governance dovrà stare in piedi su tre gambe: 1. finanziamento pubblico, che c’è già; 2. tassa di soggiorno pagata dagli ospiti; 3. tassa di scopo pagata dai soggetti privati che beneficiano del turismo direttamente e indirettamente, quantificata in una quota per mille sul fatturato in base alla categoria economica a cui appartiene l’operatore”. Ulteriore obiettivo della giunta Rossi è quello del riordino organizzativo e geografico delle Apt: a quanto pare ci sarebbero sovrapposizioni di iniziative e mancanza di coordinamento nella promozione, oltre ad un

Dallapiccola: “Sì alla tassa di soggiorno”

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metà febbraio, nel corso di un’audizione nella Seconda commissione del Consiglio provinciale, l’assessore provinciale al Turismo Michele Dallapiccola, ha esposto la sua idea di riforma del settore. L’attenzione era tutta per la proposta di tassa di soggiorno, sulla quale da tempo si dibatte e che trova una certa contrarierà degli albergatori di Asat e Unat. L’idea è una tassa di soggiorno che abbia la “forma” di card elettronica a disposizione del turista, che comprenda dunque anche accessi ai musei, ai trasporti e buoni per l’acquisto di prodotti locali. Uno strumento, che dà qualcosa “in più” all’ospite. “Sembrerebbe in contraddizione infatti – ricorda Dallapiccola – introdurre una nuova gabella, nel momento in cui la giunta Rossi si sta impegnando invece per ridurre la pressione fiscale, ad esempio attraverso la riduzione del-

l’Irap”. Molto meglio la strada della card. Un progetto analogo, peraltro, in forma gratuita per l’ospite, è già stato avviato dal 2013 da Trentino Marketing e ha avuto nel suo primo anno un ottimo riscontro, segnalandosi come iniziativa all’avanguardia nel panorama turistico italiano. La “Guest card”, carta ospite, consegnata all’arrivo del turista nelle strutture alberghiere trentine, consente di usufruire di scontistica nei musei e nelle strutture pubbliche della provincia, ma anche di trasporti, servizi ecc. Senza dimenticare la possibilità di assaggiare i prodotti tipici del territorio. Poi, tra gli altri punti della riforma, la necessità del ritorno di una Trentino Marketing indipendente da Trentino Sviluppo: «La fusione - ha detto l’assessore in Commissione - che era stata voluta per motivi di risparmio, perché dal punto di vista fiscale avrebbe dovuto dare dei ritorni interessanti, non ha mostrato i risultati che ci si atten-

L’assessore Michele Dallapiccola

devano». Infine la ridefinizione degli ambiti, facendoli coincidere con quelli delle comunità di valle, e dei ruoli delle Apt di ambito in modo da evitare sovrapposizioni e mancanze di coordinamento nella promozione. Su questo punto, però albergatori e pure diverse Apt non sono d’accordo, preferendo ragionare su “distretti” turistici omogenei e dunque una consistente aggregazione delle Apt e Consorzi attuali in macroambiti. (r.b.)

utilizzo improprio delle risorse. La soluzione di Dallapiccola è la riorganizzazione delle Apt che dovrebbero andare a coincidere con le Comunità di Valle. Marco Masè sottolinea che in 10 anni, con le privatizzazioni delle Apt, il finanziamento totale della PAT alle Apt ed ai Consorzi Pro Loco è diminuito di oltre il 30%. Secondo il documento sottoscritto recentemente dai Direttori dei Consorzi Pro Loco e delle Apt risulta chiaro che il 50% del finanziamento complessivo della PAT è dedicato all’informazione e all’accoglienza turistica, il 15% per organizzazione, coordinamento e gestione di servizi all’ospite, 30-35% per Marketing, Sviluppo prodotto e Comunicazione off line e online, mentre il 5% per attività di sostegno alla commercializzazione. “Sicuramente c’è bisogno di una riorganizzazione se si vuole restare leader”, dichiara Masè. “Dieci anni fa il Trentino ha dimostrato di essere all’avanguardia e un punto di riferimento nel campo del turismo. Per far sì che resti tale, c’è bisogno di un rinnovamento. Gli strumenti utilizzati allora devono però essere messi a confronto con una realtà che è molto cambiata e quindi anche gli strumenti devono essere adeguati a quella che è la realtà odierna e la prospettiva dei prossimi anni”. Per quanto riguarda la proposta di Dallapiccola, Masè è perentorio: “sono d’accordo con quello che dicono le associazioni di categoria, ossia che le dimensioni territoriali non vengono stabilite dall’offerta ma dalla domanda. È l’ospite oggi che decide cosa vuole vedere e acquistare. C’è bisogno quindi di un ulteriore ragionamento che non deve essere legato a una definizione geografica degli ambiti, piuttosto va delineato in base ad una logica di progetto e di prodotto. La soluzione territoriale può avere un senso a livello di raccolta di tassa di soggiorno ma non ha senso aumentare le Apt perché legate alle Comunità. Andrebbero piuttosto diminuite, magari legandole per progetto (laghi, sci, terme, ecc)”. Il tema è senz’altro delicato e di non facile soluzione poiché deve essere affrontato da molti punti di vista: tecnico, politico e sindacale. “La capacità che dovrà avere poi l’assessore”, conclude Masè, “è quella di riuscire a sintetizzare queste varie componenti per mettere insieme una proposta che sia capace di farci restare dei leader”.


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Il Saltaro delle Giudicarie

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Il vostro Saltaro, prudente d’indole e saggio da secoli, uso a pesare le parole dei suoi conterranei, cerca di far luce su quello che sta avvenendo. Qualcosa di grosso, è certo, dato che gli amici di sempre, raccolti nell’osteria della Bagoza, sono armati di tutto punto con facce che sembrano grugni, occhi che lanciano fiamme, mani nodose, come randelli, che aspettano di sfogare la loro rabbia. In Provincia sono stati scoperti gli altarini finora tenuti nascosti da tutti, nessuno escluso: i Consiglieri Provinciali si sono votati a più riprese, non solo stipendi d’oro - e passino! - ma anche pensioni altrettanto dorate con l’aggiunta di cospicui fondi di liquidazioni chiamati nei più svariati modi. Non è facile da spiegare e neanche da capire, ma hanno anche cercato di prendere in giro il mondo intero quando nel 2012, con un’ultima legge, si sono dimezzate le pensioni, facendosi belli con dichiarazioni in tv e sui giornali, come gli unici politici virtuosi d’Italia, ma, poi, quatti, quatti, zitti, zitti, hanno accumulato in un deposito a loro disposizione, quanto tolto e risparmiato sui vitalizi. Per un totale di una centinaia di milioni di euro, mica bazzecole! Così i Grillini, che a qualcosa servono, con una loro interrogazione, sono riusciti a spifferare al mondo intero come stavano le cose. Un gran bene per i Consiglieri, un po’ meno per la gente comune, che niente o poco sapeva di come se la spassavano in Consiglio. “Gran figli di buona donna, tuona imbufalito il Caccola, e io che credevo che davvero i nostri politici fossero diversi da certi sperperoni di regioni di cui si è parlato molto in questi ultimi tempi, questi sono anche peggio, poveri noi, povera la nostra autonomia...” “E dire che la cosa va avanti da decenni, non è che quelli di adesso siano peggio di quelli passati, nel garantirsi lauti

IL SALTARO DELLE GIUDICARIE

Soldi che “gridano vendetta” Il Saltaro (e i suoi sodali) incavolato nero per le liquidazioni d’oro dei nostri politici “Tira fuori le palle, vecchio mio, dobbiamo intervenire... tutti i giorni se ne sentono di grosse, sempre più grosse... sveglia, armiamoci che dobbiamo andare a fare quattro conti con i nostri politici provinciali!” L’Osvaldo Caccola è ormai un fiume in piena: “O venite con me o vi can-

compensi e privilegi d’ogni tipo hanno iniziato fin dagli anni ‘70, poi man mano se li sono aumentati...” chiarisce l’Abele che le cose le ha lette sui giornali. “E noi, bacucchi, zitti, mai a dire qualcosa, mai protestare, siamo proprio dei poveri cristi...mangiavano alle nostre spalle, per Dio, e noi neanche ce ne accorgevamo!...dice l’Archimede, rassegnato.. io mi fidavo, era tutta gente nostra, brava gente, che han fatto grandi cose anche per la nostra valle, va a pensare che erano anche dei furfanti patentati...” “Non esageriamo, concilia la maestra Camilla, han fatto il loro mestiere e poi si sono giustamente ricompensati come credevano di meritare...” “Meritare cosa? Ci sarà stato anche qualcuno che sapeva cosa faceva, abbiamo avuto

Il Giornale delle Giudicarie

mensile di informazione e approfondimento Anno 12 3 n° 3 - marzo 2014 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Caporedattore: Roberto Bertolini Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Matteo Ciaghi, Aldo Gottardi, Denise Rocca Hanno collaborato: Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Claudia Brunelli, Alberto Carli, Arianna Foglio, Alessandro Togni, Andrea Tomasini, Alberta Voltolini, Ettore Zampiccoli, Ettore Zini, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3335988772) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 6 marzo 2014 da Sie Spa - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129

anche ottimi amministratori, ma la maggioranza ha fatto cacca...neanche più si ricordano, non hanno lasciato niente, hanno scaldato il banco per interi decenni, hanno incassato e sono spariti...” si aggiunge ormai fuori di sé l’Evaristo, irrecuperabile alla ragione. “Ma perché vi agitate tanto, spiega l’Orsolina comprensiva, vediamo le cose dal bicchiere mezzo pieno, non è poi così grave, senza andare troppo indietro, se non avessimo avuto il Pino (Morandini), in questi ultimi anni, a sostenere le ragioni di noi donne pie e sacriste, cosa sarebbe successo? Lui i soldi se li è meritati tutti! Caro Pino, quanto mi dispiace che ti sia ritirato...poverino adesso cosa fai...torna...” “Che cavolo dici, bacia pile che non sei altro, il tuo Pino vive felice con una bordata di soldi maturati in vent’anni e oltre, nonché la pensione del suo lavoro che si somma al vitalizio, povero diavolo, e chissà quant’altro, io quasi quasi farei una colletta per andarlo a trovare...ridacchia l’Osvaldo Caccola...e con lui andrei a trovare anche quel bel articolo di Delladio che s’è fatto vent’anni di Consiglio portandosi a casa una valanga di soldi e lasciando in Consiglio una unica proposta di legge, che si ricordi, che prevedeva contributi per costruire case turistiche sugli alberi, gran trovata....io lo farei anche commendatore, un uomo così illuminato non capita in Consiglio tutti i giorni!” “E va beh! Vai proprio a far le pulci a tutti, io sono contenta, dice l’Orsolina, sono contenta per la Cogo, la nostra Margherita, che era così povera, adesso sarà felice, con tutto quello che si ritrova...sono proprio contenta!” “Toglietemela dalle palle, quella vec-

cello dagli uomini d’onore delle Giudicarie, non avete letto, non avete udito, ne parlano ovunque...tiriamo fuori carri, carrette, cavalli, muli, forche e forconi che dobbiamo andare a ramazzare la provincia...tutti nell’Adige in pasto ai pesci, quei malfattori... politici del c***zo!”

chia donnaccia, non sa quello che dice!” Ormai l’Evaristo è fuori di testa e straparla, ma l’Orsolina insiste: “E pensa a quel bel fusto di Pinter, il Roberto, poverino, è stato il paladino dei proletari, lui stesso povero proletario, adesso è salito nella categoria dei padroni, padrone di se stesso, s’intende, pieno di soldi, magari ancora proletario ricco sfondato, che bello, sono contenta per lui! Vuol dire che le cose vanno bene se i proletari diventano capitalisti...comunque un proletario in meno è sempre una bella cosa...Così va il mondo...” Beh, allora che dire della Caterina (Dominici)..., ha dichiarato che si ritrova piena di debiti, che non ha visto una lira dalla Provincia, a parte il vitalizio che si somma alla sua pensione, roba da poco, sui 5.000, poco più, poco meno...e neanche se n’è accorta! Sarà l’età!” E giù tutti a ridere sulla battuta dell’Abele che continua: “Il più bravo è stato Giovanazzi, che neanche sapeva di guadagnare ed accumulare tanto, orpo!, e allora ha deciso di devolvere tutto all’associazione cacciatori provinciale...!” E ancora giù tutti a ridere: “Birbante d’un Giovanazzi che in Giudicarie ha illuso e disilluso...che i suoi soldi gli vadano di traverso!” “Ehi, dato che ci sei, Osvaldo, raccontaci dell’Angeli, ex presidente della Regione, della Provincia, della Cooperazione e di altre mille cose, e presidente oggi, degli ex consiglieri... hai sentito cos’ha detto, no?” Chiede curioso l’Archimede. “Beh, quello ha superato tutti!, dice il Caccola, ha detto che sì, forse hanno esagerato, ma che non sarà facile chiedere di ritorno i soldi a chi li ha avuti, già è successo anche a lui, quando gli han-

no ridotto il vitalizio da circa 6.000 euro a circa 3.000, è un po’ (udite, udite!) come se ad un operaio che prende 1000 euro al mese, gliene portassero via 500....roba da matti, l’operaio con 500 euro muore di fame, l’Angeli con 3.000 euro al mese, sommato a tutto il resto, può sopravvivere serenamente... paragoni di questo genere sono un’offesa a Dio e agli uomini... comunque in dietro non si torna, se non torna indietro anche il resto d’Italia, parlamentari, direttori di banche ecc. ecc. come a dire che se nel resto d’Italia se ne approfittano, perché noi dovremo essere onesti? Meglio tutti approfittatori! Viva l’Italia!” Così l’Angeli che rappresenta un po’ tutti. E nessuno che gli dice di tacere...faccia di bronzo! La riunione s’è fat-

ta mesta, non c’è più voglia di ridere, sospiri, moccoli, qualche bestemmia mite, rabbia, impotenza, disappunto, sdegno, sono i sentimenti che hanno annichilito gli animi garibaldini dei nostri. L’Osvaldo Caccola, ormai spompato, rinuncia alla guerra e depone la sua “podetta” pronta all’uso, l’Archimede si calca il cappello intesta e se ne va portando con sé “il rampino”, rinunciando alla battaglia, l’Abele deposita la forca ancora infognata di letame, che avrebbe usato in quel di Trento per spalare la sporcizia... l’Evaristo sputa per terra in segno di disprezzo per il mondo intero, la maestra Camilla rinuncia alle sue giaculatorie quotidiane, e l’Orsolina, innamorata del Pino, se ne va soddisfatta di aver tenuto testa a quei guerrafondai dei suoi sodali. Il Saltaro vostro, ha assistito, allibito alla discussione, pienamente d’accordo, sui fatti e sui misfatti, ma anche lui triste, come gli altri, per l’ignavia, l’accidia e l’indolenza, che ormai sono padrone dello spirito trentino, non più degno della nostra storia e del nostro passato, incapaci di reagire anche con i furfanti in casa, vigliacchi che per non essere rosi dal rimorso e dall’impotenza facciamo finta d’essere ciechi, sordi e rimbecilliti, così tutto diventa più facile e la vita continuerà alla grande...per i nostri politici, s’intende!


Attualità Riguardo alle pensioni d’oro degli ex-consiglieri

«Intervenire subito, anche in via retroattiva»

Tonina:«Cifre irragionevoli, occorre una responsabilizzazione comune della politica»

«È necessario valutare, quanto prima, l’adozione di una legge regionale che incida in via retroattiva sugli emolumenti già concessi, pur tenendo conto delle difficoltà di operare in questa direzione trattandosi di diritti acquisiti, e congelare quanto non ancora liquidato». È molto netto Mario Tonina, Mario Tonina parlando della questione delle pensioni d’oro degli ex-consiglieri regionali, questione che ha monopolizzato l’attenzione di tutti tra fine febbraio e inizio marzo. Cifre folli ed ingiustificate, secondo Tonina. «Auspico, comunque, che gli ex consiglieri regionali e quelli attuali non alla prima legislatura destinatari di certi benefici, che mal si conciliano con elementari regole di ragionevolezza e buon senso, a fronte di una crisi economica d’indubbia gravità che non lascia spazio a vie d’uscita nell’immediato, rinuncino spontaneamente agli emolumenti percepiti sulla base di una normativa, che forse non è stata adeguatamente soppesata nelle sue effettive conseguenze sul piano dell’entità dell’esborso di denaro pubblico». Secondo il consigliere giudicariese è opportuno, quindi, che le ingenti liquidazioni tornino nelle casse pubbliche, affinché possano essere destinate alla nostra comunità. «È mia intenzione – dice - sostenere eventuali proposte volte a ridefinire la disciplina degli emolumenti complessivamente spettanti ai consiglieri e dell’intero sistema contributivo secondo criteri di equità e ragionevolezza, in modo da eliminare ingiustificati e anacronistici privilegi, restituendo alla politica la credibilità e il valore di spirito di servizio e generosità verso la comunità che rappresentiamo».«Auspico che su questo tema – conclude - le varie forze politiche rappresentate in Consiglio regionale raggiungano un’ampia condivisione di intenti, al fine di superare divisioni e personalismi, che pregiudicano la fiducia dei cittadini e l’autorevolezza della classe politica, chiamata a compiere scelte indilazionabili sul piano istituzionale e non, in un momento storico di gravi difficoltà economiche, sociali ed etiche». (r.b)

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L’informatica è il primo tassello posto dalla Comunità per “fare assieme” e generare risparmi di scala

Gestione associate, si parte con Ict di Denise Rocca

I sindaci delle Giudicarie l’hanno presa sottogamba la gestione associata dell’Ict, acronimo per Information and Communication Technology, presi a difendere con unghie e denti il loro dominio su tributi e appalti. Forse è per questo che, unica fra le gePare assurdo nell’epoca delle risorse “open” gratuite, ma la pubblica amministrazione paga fior di denari per gli stessi servizi che un privato ottiene facilmente gratis, e poiché acquista pure applicativi diversi è come se, per dire, a Condino scrivessero in sanscrito e a Pinzolo capissero solo l’arabo. Se poi consideriamo che anche atti di ordinaria amministrazione – un semplice cambio di residenza, per esempio - il dato viene inserito tre o quattro volte da altrettanti operatori diversi, in banche dati che fra loro non comunicano e con altrettante stampe di carta, comunicare diventa impresa davvero ardua. Così la burocrazia ingrassa e ai cittadini cadono le braccia. Quindi, tre gli obiettivi della

gestione associata: centralizzare, standardizzare e comunicare. In pratica: adottare applicativi accessibili online grazie ai quali pagare solo la licenza d’uso, adottare sistemi di gestione dati da pagare solo se servono, cioè “a consumo”, allineare i sistemi operativi, definire modalità di accesso uguali per tutti alle reti e ai dati pubblici e infine uniformare i software. Nel progetto della Comunità delle Giudicarie, presentato dall’assessore competente Flavio Riccadonna, si punta ad allestire uno sportello virtuale, a supporto delle gestioni associate, per facilitare la comunicazione tra gli enti e il cittadino e l’utilizzo di App che hanno il vantaggio di essere gratuite, accessibili da piattaforme diverse

stioni associate sulle quali da un paio di anni la Conferenza dei sindaci battibecca e temporeggia, quella sul settore informatico è stata approvata. Sono stati 30 i voti a favore per la sottoscrizione della convenzione.

e permettono gestioni remote. Inoltre è stata prevista anche l’adozione del sistema P.i.TRE. (Protocollo Federato Trentino) come sistema di protocollazione e gestione documentale condiviso tra gli Enti delle Giudicarie. In Comunità delle Giudicarie si gioisce dell’approva-

zione della prima gestione associata, che pare piccola a chi mastica poco di digitalizzazione e magari la guarda pure un po’ con sospetto – i pesanti faldoni di cara, vecchia, carta hanno un chè di permanente e rassicurante – ma le cifre legate alla digitalizzazione sono invece tutt’altro che insignificanti. “Al momento – spiega Alessandra Toplicar di Informatica Trentina che segue la Comunità in materia di Ict – è stata fatta una stima a campione e ci sono circa 500 contratti fra software e hardware nei 39 comuni giudicariesi, per una spesa stimata di circa 400mila euro per la parte hardware e circa 570mila euro per gli applicativi, cifre che possono essere ridotte anche del 60%”. Una proliferazione dovuta sostanzialmente al fatto che i comuni non hanno un responsabile informatico al loro interno e la materia è fino ad ora stata gestita in maniera piuttosto amatoriale. In tema di risparmi, va previsto comunque il costo di avviamento della gestione associata del servizio, cioè la creazione di un ufficio centralizzato per coordinare il processo nei vari comuni: al momento, la conferenza dei sindaci ha approvato due persone che si occupino di gestire il tutto per le Giudicarie.


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Attualità

MARZO 2014

Le Giudicarie

1. Superficie territoriale e popolazione Abbondantemente prima per superficie, 1.176 kmq su un totale provinciale di 6.206, circa il 19%, la comunità delle Giudicarie è però solo la sesta Comunità più popolosa. Comunità di Valle

Superficie territoriale (Km2) Val di Fiemme 415,02 Primiero 413,59 Valsugana e Tesino 578,88 Alta Valsugana e Bersntol 359,90 Valle di Cembra 135,34 Val di Non 596,74 Valle di Sole 609,36 Giudicarie 1.176,51 Alto Garda e Ledro 353,33 Vallagarina 622,62 Comun General de Fascia 318,06 Altipiani Cimbri 106,17 Rotaliana-Königsberg 94,61 Paganella 97,30 Territorio Val d’Adige 189,81 Valle dei Laghi 139,64 Provincia 6.206,88

Popolazione residente al 1.1.2013 19.957 10.005 27.347 53.074 11.289 39.153 15.690 37.450 48.667 88.729 10.006 4.546 29.215 4.831 119.667 10.682 530.308

1.2 -Stranieri residenti in Trentino La percentuale di stranieri residente in Giudicarie sul totale della popolazione si attesta all’8,1%, al di sotto della media provinciale che è del 9,2; nel 2000 era il 3,0% e nel 2005 il 6,0%. In Rotaliana il dato più elevato, con l’11,5%. Comunità

Le statistiche sociali e macroeconomiche relative all’anno solare 2012 ci restituiscono un profilo completo della nostra terra a cura di Roberto Bertolini Le Giudicarie viste ai raggi X attraverso le statistiche. È un viaggio che proponiamo attraverso alcune tappe, che riportano dati provenienti dall’Ufficio statistica della Provincia autonoma di Trento e riferiti al 2012 e che prendono in considerazione diversi aspetti della vita economica e sociale del nostro territorio, dalla crescita demografica all’occupazione, Numero farmacie, ricette e abitanti per distretto sanitario (2012) Distretto sanitario

Valle di Fiemme Primiero Bassa Valsugana e Tesino Alta Valsugana Trento e Valle dei Laghi, Rotaliana e Paganella, Valle di Cembra Valle di Non Valle di Sole Giudicarie Alto Garda e Ledro Vallagarina Ladino di Fassa Provincia

Stranieri residenti

Tot. residenti

% stranieri

1.308

19.957

6,6

433

10.005

4,3

Valsugana e Tesino

1.912

27.347

7,0

Alta Valsugana e Bersntol

4.060

53.074

7,6

Valle di Cembra

1.015

11.289

9,0

Val di Non

3.826

39.153

9,8

Valle di Sole

1.238

15.690

7,9

Giudicarie

3.047

37.450

8,1

Alto Garda e Ledro

4.876

48.667

10,0

Vallagarina

8.890

88.729

10,0

Comunità di Valle

Comun General de Fascia

639

10.006

6,4

Altipiani Cimbri

208

4.546

4,6

3.366

29.215

11,5

252

4.831

5,2

12.893

119.667

10,8

747

10.682

7,0

48.710

530.308

9,2

Val di Fiemme Primiero Valsugana e Tesino Alta Valsugana e Bersntol Valle di Cembra Val di Non Valle di Sole Giudicarie Alto Garda e Ledro Vallagarina Comun General de Fascia Altipiani Cimbri Rotaliana-Königsberg Paganella Territorio Val d’Adige Valle dei Laghi Totale

Val di Fiemme Primiero

Rotaliana-Königsberg Paganella Territorio Val d’Adige Valle dei Laghi Provincia

2. Assistenza Sanitaria – Giudicarie in testa per presenza di medici di base Sono 42 in totale i medici di base presenti in Giudicarie, di cui 7 pediatri. Un numero consistente, che porta la nostra Comunità ad essere quella con un rapporto fra residenti e medici più elevato, con una disponibilità di 11,2 medici per 10.000 abitanti, a fronte di una media provinciale che si attesta a 9,3. Distretto sanitario

Numero farmacie

Numero ricette

Numero medio ricette per farmacia

5 4 9 13 48

153.114 79.461 244.000 403.756 1.400.058

9 6 12 13 25 4 148

304.082 131.129 295.080 412.824 763.852 70.770 4.258.126

Bambini <3 Capienza dei nidi anni al 31/08/2012 558 98 271 30 743 77 1.757 283 336 41 1.148 224 427 45 1.079 144 1.550 254 2.796 831 323 103 40 936 56 134 3.394 1.123 314 15.865 3.246

Medicidi medicina generale

Pediatridi libera scelta

Totalemedici di base

Numerodi abitanti

Medici di base ogni 10.000 abitanti

Valle di Fiemme

16

3

19

19.957

9,5

Primiero

7

1

8

10.005

8,0

Bassa Valsugana e Tesino

22

6

28

27.347

10,2

Alta Valsugana

40

8

48

54.448

8,8

Trento e Valle dei Laghi, Rotaliana e Paganella, Valle di Cembra

132

24

156

175.684

8,9

Valle di Non

29

6

35

39.153

8,9

Valle di Sole

14

3

17

15.690

10,8

Giudicarie

35

7

42

37.450

11,2

Alto Garda e Ledro

36

8

44

48.667

9,0

Vallagarina

72

13

85

91.901

9,2

Ladino di Fassa

7

2

9

10.006

9,0

410

81

491

530.308

9,3

Provincia

dalla sanità all’istruzione, dalle attività economiche allo sport. In questi numeri si legge il cammino della nostra società in anni difficili, quelli della crisi, che hanno spostato equilibri ed aspettative ed inciso decisamente in alcuni settori, solo superficialmente in altri. Una lettura curiosa ed interessante, attraverso 10 tabelle.

Numero ricette ogni 10.000 abitanti

30.622 19.865 27.111 31.058 29.167

Numero farmacie ogni 10.000 abitanti 2,5 4,0 3,3 2,4 2,7

33.786 21.854 24.590 31.755 30.554 17.692 28.771

2,3 3,8 3,2 2,7 2,7 4,0 2,8

77.856,0 83.879,6 78.833,1 85.474,3 83.536,8 70.997,2 80.708,7

Bambini in Copertura della dolista d’attesa manda potenziale 17,6 38 11,1 75 10,4 207 16,1 8 12,2 11 19,5 10,6 18 13,4 88 16,4 130 29,7 1 38,8 17 6,0 110 33,1 703 20,5

76.995,9 79.508,7 89.580,7 74.699,1 80.189,4

Copertura della domanda effettiva 100,0 44,1 50,7 57,8 83,7 95,3 100,0 88,9 74,3 86,5 97,6 76,7 91,1 82,2

3. Asili nido A fronte di una media provinciale di copertura dell’82,2% della richiesta di posti-nido, le Giudicarie possono contare su una percentuale dell’88,9%. In testa Val di Sole e Val di Fiemme, che soddisfano appieno l’intera domanda. Valutazione dell’offerta quantitativa del servizio di asili nido, per comunità di valle (Anno educativo 2011/2012)

Dati del Servizio Statistica della Pat


Attualità

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ai raggi X 4. Economia - Numero delle imprese attive per settore e Comunità di Valle (2012) Guardando al quadro economico le Giudicarie sono al quarto posto fra le Comunità con maggior numero di imprese artigiane, 1.239, fra cui ben 559 nel settore costruzioni. Comunità di Valle Agricoltura Val di Fiemme Primiero Valsugana e Tesino Alta Valsugana e Bersntol Valle di Cembra Val di Non Valle di Sole Giudicarie Alto Garda e Ledro Vallagarina Comun General de Fascia Altipiani Cimbri Rotaliana-Königsberg Paganella Territorio Val d’Adige Valle dei Laghi Provincia

Settore economico Industria Costruzioni

235 156 516 1.069 471 3.518 409 482 719 1.914 82 52 1.257 76 1.031 431 12.418

208 94 214 419 183 397 138 403 284 717 88 40 271 32 643 62 4.193

Servizi

434 144 453 816 252 573 299 672 597 1.058 155 91 404 90 1.546 158 7.742

Imprese non clas. 1 1 1 1 3 6 2 1 2 6 24

942 501 862 1.861 266 1.430 852 1.801 2.287 3.249 958 331 1.207 380 6.077 281 23.285

Comunità di Valle

Agricoltura, silvicoltura e pesca

Manifat- Coturiero e strufornitura zioni acqua

Val di Fiemme Primiero Valsugana e Tesino Alta Valsugana e Bersntol Valle di Cembra Val di Non Valle di Sole Giudicarie Alto Garda e Ledro Vallagarina Comun General de Fascia Altipiani Cimbri Rotaliana-Königsberg Paganella Territorio Val d’Adige Valle dei Laghi Provincia

34 19 17 11 2 17 13 28 14 7 5 5 1 4 1 1 179

159 77 129 296 105 321 116 287 207 444 68 35 169 23 398 52 2.886

356 123 361 692 221 484 246 559 453 849 122 82 294 78 1.034 131 6.085

Commercio e riparazione di autoveicoli 29 14 30 49 14 64 18 61 53 93 17 4 65 5 105 5 626

Pos. Giu- Comune dicarie

Anno 2012

1.819 895 2.046 4.166 1.172 5.918 1.699 3.359 3.890 6.944 1.285 515 3.141 578 9.303 932 47.662

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 -

€ € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € €

Trasporto e magazzinaggio

Servizi di alloggio e di ristorazione

Servizi Altri Totale alla serpersona vizi e riparazioni

39 13 44 96 19 78 32 78 72 140 18 6 65 7 181 19 907

11 6 10 17 2 9 8 16 40 38 5 1 12 2 58 235

67 36 74 123 21 133 56 135 142 228 32 16 87 15 358 24 1.547

53 17 25 76 18 66 33 75 87 135 22 10 45 10 279 12 963

748 305 690 1.360 402 1.172 522 1.239 1.068 1.934 289 159 738 144 2.414 244 13.428

4.2. Turismo - Consistenza degli esercizi alberghieri e complementari per comunità di valle Comunità di Valle

Val di Fiemme Primiero Valsugana e Tesino Alta Valsugana e Bersntol Valle di Cembra Val di Non Valle di Sole Giudicarie Alto Garda e Ledro Vallagarina Comun General de Fascia Altipiani Cimbri Rotaliana-Königsberg Paganella Territorio Val d’Adige Valle dei Laghi Provincia

Esercizi alberghieri Numero Letti 95 6.791 88 5.535 25 1.069 120 6.786 10 393 59 3.010 143 11.177 205 11.316 186 12.242 40 2.078 289 16.864 75 4.540 17 671 124 8.284 41 3.167 10 319 1.527 94.242

Esercizi complementari Numero Letti 70 3.310 54 3.088 85 3.565 82 11.921 19 257 134 3.058 110 8.052 184 7.288 221 14.444 119 4.420 144 7.156 30 1.969 26 384 34 1.859 73 2.076 16 824 1.401 73.671

Totale Numero 165 142 110 202 29 193 253 389 407 159 433 105 43 158 114 26 2.928

Letti 10.101 8.623 4.634 18.707 650 6.068 19.229 18.604 26.686 6.498 24.020 6.509 1.055 10.143 5.243 1.143 167.913

5. Redditi, ecco l’Imponibile Irpef medio per contribuente Questa volta i dati riportati arrivano dall’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, il più prestigioso in Italia rispetto alla valutazione dei dati economici, che ha elaborato dati del Ministero delle Finanze. I cittadini più ricchi del Trentino risiedono nel capoluogo Trento, al primo posto con un imponibile medio di 27.479 euro, in crescita del 3,50% nel periodo di rilevazione 2008-2012. Per trovare un comune giudicariese occorre scorrere fino al sesto posto di Bocenago con € 24.989 che stacca di poco Tione e Bolbeno. Nella classifica sotto riportata abbiamo isolato i 39 comuni giudicariesi, riportando nella prima colonna la posizione tra i paesi delle Giudicarie, in ultima quella generale riferita all’intera provincia. Tra il primo Bocenago e l’ultimo, il vicino Massimeno, vi sono oltre 7.000 euro di differenza; guardando ai maggiori incrementi nel periodo 2008-2012 troviamo quelle di Brione (+13,10%) Preore (+12,40%) e Lardaro (11,50%), mentre fra i cali maggiori troviamo Cimego (-12,90%) e Bondo (-11,80%).

Totale

Aziende artigiane per settore di attività e per Comunità di Valle (2012)

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Bocenago Tione di Trento Bolbeno Preore Breguzzo Ragoli Strembo Condino Vigo Rendena Pinzolo Comano Terme Storo Spiazzo Montagne Pelugo Pieve di Bono Lardaro Cimego Darè Carisolo Caderzone Stenico San Lorenzo in Banale Roncone Villa Rendena Bleggio Superiore Bondo Daone Fiavè Giustino Brione Zuclo Castel Condino Bersone Dorsino Prezzo Praso Bondone Massimeno Media Prov.Trento

Comunità di Valle

Esercizi alberghieri

Val di Fiemme Primiero Valsugana e Tesino Alta Valsugana e Bersntol Valle di Cembra Val di Non Valle di Sole Giudicarie Alto Garda e Ledro Vallagarina Comun General de Fascia Altipiani Cimbri Rotaliana-Königsberg Paganella Territorio Val d’Adige Valle dei Laghi Provincia

Arrivi 184.167 124.594 17.668 138.714 10.194 77.336 286.112 245.918 514.456 84.321 431.091 108.855 26.852 205.271 196.395 9.997 2.661.941

Presenze 868.551 599.114 68.184 526.194 35.721 243.341 1.536.659 1.166.823 1.903.644 200.464 2.224.457 469.482 56.029 1.080.208 434.800 25.735 11.439.406

24.989 24.764 23.922 23.844 23.576 23.298 22.615 22.610 22.600 22.494 22.095 22.058 22.051 21.997 21.965 21.913 21.662 21.592 21.512 21.381 21.360 21.268 21.017 20.935 20.718 20.570 20.457 20.362 20.332 20.020 19.961 19.827 19.763 19.697 19.449 19.217 19.102 18.322 17.454 23.551

Esercizi complementari Arrivi Presenze 35.295 198.056 35.134 143.457 25.270 97.740 79.670 587.562 2.385 6.095 31.630 127.256 56.606 332.391 64.655 244.686 210.987 1.158.557 36.525 156.740 97.204 444.822 14.154 66.788 5.125 22.275 21.152 111.513 38.224 318.518 5.185 32.487 759.201 4.048.943

Variazione Pos. 2008-2012 Tot. Prov. 3,40% 6 1,90% 7 2,50% 13 12,40% 14 4,30% 23 10,40% 31 -1,00% 48 1,60% 49 1,80% 50 3,00% 55 6,40% 69 5,50% 70 3,30% 71 4,20% 74 1,80% 75 4,50% 79 11,50% 90 -12,90% 92 2,20% 95 1,90% 104 3,70% 106 3,30% 109 13,90% 124 3,00% 130 0,30% 134 8,50% 141 -11,80% 146 -5,00% 150 4,40% 153 -0,50% 170 13,10% 174 2,60% 177 -0,80% 179 -1,30% 181 7,40% 190 4,50% 196 -2,80% 198 4,20% 209 1,70% 215 3,60% Totale Arrivi 219.462 159.728 42.938 218.384 12.579 108.966 342.718 310.573 725.443 120.846 528.295 123.009 31.977 226.423 234.619 15.182 3.421.142

Presenze 1.066.607 742.571 165.924 1.113.756 41.816 370.597 1.869.050 1.411.509 3.062.201 357.204 2.669.279 536.270 78.304 1.191.721 753.318 58.222 15.488.349


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La ricorrenza

MARZO 2014

Il bicentenario del “primo poeta della nazione”

Le Esteriori festeggiano i 200 anni dalla nascita di Giovanni Prati... sfatando alcuni clichè di Denise Rocca

Giovanni Prati

Per il resto della penisola Giovanni Prati è un poeta minore, ma per i trentini è un’istituzione. Solo orgoglio perché ne condividono i natali? Bisogna pensare che siamo negli anni a cavallo fra Ottocento e Novecento, quando il Trentino cercava in qualche modo con gli irredentisti di ri-aggregarsi all’Italia e quindi alla sua tradizione culturale. Una delle difficoltà sul piano culturale era la mancanza di un letterato la cui fama uscisse dai confini regionali. Spesso viene dimenticato, ma il Prati per un trentennio fu il letterato più famoso e corteggiato d’Italia, cantore dell’unità del paese. Si pensi che Agostino Perini, nella “Statistica del Trentino” lo definisce primo poeta della nazione e fu il poeta ufficiale di Casa Savoia, quindi del risorgimento italiano, nominato storiografo di casa Savoia ricevette i funerali di stato alla morte. Si trovano riferimenti a lui in diverse poesie, e questi richiami testimoniano la sua fama. Prati fu il poeta della famiglia regnante, ma i rapporti con il popolo? Era famosissimo e richiesto in tutta la nazione. Giovanni Prati è stato l’anticipatore, assieme al veronese Aleardo Aleardi, delle cosiddette letture pubbliche: girava per i salotti letterari, nei convitti esclusivi per le signorine delle famiglie borghesi e aristocratiche del paese leggendo le sue poesie, e loro si mettevano in prima fila con la boc-

Duecento anni dalla nascita di Giovanni Prati e le celebrazioni si sono aperte stravolgendo l’immaginario comune che vede il poeta lomasino cantore di ideali monarchici lontani dalla sensibilità contemporanea, per presentarci un uomo ricco di verve e personalità, dalla vita movimentata e un talento letterario che pure aveva saputo anticipare i temi della letteratura del secondo Novecento. Nella conferenza dal titolo “Il primo poeta della nacetta di ammoniaca nella manica, svenivano al terzo verso! Donare un volume delle poesie del Prati era una dichiarazione d’amore delle piu esplicite al tempo, era il poeta dell’amore, del sentimento, delle fanciulle. Faceva strage di cuori: era un uomo molto affascinante, aveva una voce suadente e una fama un po’ da poeta maledetto alimentata da una vita privata movimentata per gli standard dell’epoca. La moglie era morta dopo pochi anni di matrimonio e si mormorava di crepacuore per i continui tradimenti del Prati, collezionò una serie di amori più o meno leciti e si risposò con una donna di spettacolo, cosa di per sé scandalosa all’epoca, e tenne una vita vagabonda nella quale fu anche, molto giovane, esiliato e tenuto d’occhio dalla polizia austriaca. Poi si fece filomonarchico e fu considerato un traditore da garibaldini e repubblicani. Un’insieme di fatti che contribuirono a farne un personaggio di grande fascino. Oltretutto raggiunse il successo con l’Edmenegarda, opera che riprendeva un episodio di cronaca rosa del tempo che fece grande scalpore - la fuga con un amante di Ildegarda Manin, sorella di Daniele Manin – e nella quale

l’immagine della donna tratteggiata dal Prati non è certo conforme alla morale ufficiale, anche questo contribuisce quindi a rafforzare questa immagine di poeta maledetto, fin quasi licenzioso, un personaggio certo discusso ma anche estremamente popolare. Edmenegarda, l’opera che gli diede la consacrazione come letterato... E’ la sua opera più famosa e anche interessante: Edmenegarda è una figura che sfugge ai cliché dei personaggi femminili dell’epoca, pensiamo che siamo più o meno nel periodo in cui il Manzoni finisce i suoi Promessi Sposi nei quali Lucia incarna il modello ideale di donna e la suora di Monza viene stigmatizzata come la contrapposizione negativa. Ecco, Edmenegarda invece è una donna che insegue, legittimata dal poeta, le sue passioni. Reclama il diritto ad una vita erotica ed amorosa libera. I seminaristi, a Milano, protestarono per avere il diritto di leggere l’opera che fu loro proibita, anche questo segno che il Prati era tutt’altro che uno sconosciuto all’epoca. Il personaggio Prati prevalse sul letterato? Sicuramente il personaggio traghettò la sua fama, an-

Celebrazioni nelle Esteriori Duecento anni dalla nascita di Giovanni Prati e le Giudicarie Esteriori stanno preparando un anno di celebrazioni per il poeta lomasino. L’inaugurazione dell’anno pratiano è avvenuta a Campo Lomaso nel luogo dove il poeta e letterato nacque, al convento, mentre sul sagrato della chiesa è stata svelata al pubblico una bacheca preparata dall’Ecomuseo della Judicaria che ricorda la figura del poeta, a simbolico avvio di un itinerario che nel weekend del 23-25 maggio verrà percorso a piedi fino a Dasindo, dove sono custodite le spoglie del poeta. Molte le iniziative messe in campo da enti e associazioni per tutto l’anno: una mostra al Prati dedicata alla

passerella di legno delle Terme di Comano e nelle domeniche di maggio diversi attori nel parco termale interpreteranno dei monologhi sulla vita del poeta; un’altra mostra sarà allestita nel parco termale dal Gruppo di Ricerca a Studi Giudicariesi, mentre il Centro Studi Judicaria ha curato una pubblicazione. Attive anche le scuole locali, dove i ragazzi dell’istituto comprensivo stanno creando un fumetto e una guida per i loro compagni della scuola di Dro. La Scuola Musicale, in autunno, dedicherà un concerto alle opere pratiane che furono musicate. E in estate 8 viaggi dell’emozione saranno dedicati alla vita di Giovanni Prati.

zione. Giovanni Prati, voce della borghesia unitaria”, che si è tenuta al Liceo classico Prati di Trento, dove il letterato trentino studiò dal 1826 al 1834, è Mario Allegri, professore dell’Università di Verona, a presentare un Prati affascinante e pieno di contraddizioni, tombeur de femmes e celebrità del periodo fra i due secoli, molto lontano dall’immagine rigidamente convenzionale e un po’ polverosa che le cronache risorgimentali ci rimandano.

Chi è Mario Allegri Mario Allegri, veronese, professore di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’università di Verona. Ha pubblicato saggi su Fenoglio, Parise, Nievo, Ungaretti, Tommaseo, Marinetti, Futurismo e avanguardie. Per la Letteratura italiana Einaudi, ha curato le sezioni Venezia e Il Veneto (dal Cinquecento ai giorni nostri) e Il Trentino. Ha collaborato per la parte letteraria alla Storia del Trentino pubblicata in più volumi presso l’ITC. che se poi in parte il Prati ne rimane un po’ prigioniero: scrive e pubblica moltissimo, curando però un po’ meno la forma, stando meno attento ad una scrittura elaborata. Dopo il ‘48, durante la reazione austriaca, si rifugia in Piemonte dove diventa il letterato dei Savoia e qui produce le sue cose peggiori. Tenta di scrivere poemi epici con protagonisti personaggi di casa Savoia, ma non incontrano successo, sia perchè il genere non piace piu ormai da tempo – a metà Ottocento il poema epico è sorpassato - sia perchè probabilmente non cura molto forma e contenuto. Queste opere determinano il suo scadimento fra il pubblico, ma come letterato della casa regnante comunque viaggia e presenta le sue poesie in tutt’Italia, diventa senatore a Roma ed è molto rispettato. Fra le opere di questo periodo si riscatta l’“Armando” nel quale si intravede un pesonaggio

in un certo senso malato nell’anima e qui si capisce che il Prati avrebbe avuto le antenne per intercettare le sensibilità mutevoli del tempo e le corde giuste per un salto di qualità. Riesce ad anticipare nell’Armando il personaggio dell’intellettuale decadente che sarà poi quello trionfante nella letteratura di fine secolo. Ma non riesce ancora a dargli una forma conclusa, definitiva e perfetta. Com’è l’ultimo Prati? Gli ultimi anni della sua vita sono molto malinconici, è abbandonato dal suo pubblico. Però scrive delle poesie molto interessanti. Diciamo che la solitudine tira fuori il poeta spontaneo degli inizi che ritroviamo nelle ultime poesie come “Iside” e “Psiche”: sono opere molto piu raccolte su se stesso, più intime, personali e sincere, e in queste poesie ci sono delle atmosfere decadenti di fine secolo che saranno quelle

riprese in autori successivi, come D’annunzio. Fama in vita, ma dalle antologie è sparito, come mai? Paga lo scotto di una grande popolarità che lo ha forse distratto dal curare una ricerca letteraria, e non c’è un’opera sua che lo identifichi nettamente, come vale per altri autori, così è stato messo da parte pur avendo scritto moltissimo. Anche le ultime due raccolte sono circa 400 sonetti: la scelta stessa del sonetto è difficile perchè è una struttura chiusa, non è facile scriverne 400. Il Prati aveva gli strumenti, credo che abbia cercato piu l’affermazione piuttosto di dedicarsi strenuamente al lavoro sui versi. E’ stato prigioniero di questa fama precoce. Oggi una rilettura è possibile? Andrebbe liberato dall’ingessatura che gli è stata fatta come poeta di corte dell’unità. Magari anche in senso molto critico, riconoscendo che il Prati di mezzo, ad eccezione dell’ “Armando”, non è un granchè, ma ha scritto cose anche molto interessanti. Sarebbe un modo per onorare il Prati, restituendolo nella sua completezza. Tranne gli atti di un convegno dell’84, non è stato fatto piu nulla, quando invece ci sono almeno 7 o 8 opere che andrebbero riprese in mano, ripubblicate corredate da testi che usino i tanti strumenti che la critica oggi ha per analizzare un testo. E’ un peccato non venga correttamente letto, perchè non è solo un personaggio locale: magari male interpretato, ma quarant’anni dopo Gozzano lo cita due volte nelle sue poesie, segno che Prati era il poeta di quegli anni, molto più celebre in vita di Leopardi, lo leggevano tutti e di conseguenza è un pezzo di storia.


Cooperando

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Una fotografia del mondo cooperativo giudicariese, un tessuto che “tiene” nonostante la crisi

“2013: tiriamo le somme” di Alberto Carli

Lo studioso Ian MacPherson

Da oltre un anno lo stock del credito erogato mostra valori in calo anche se in misura inferiore alle medie trentine: a dicembre 2013 -1,8% la variazione annua dello stock del credito delle casse delle Giudicarie rispetto a -2,5% della media trentina: ciò è da attribuire soprattutto ad un calo della domanda di credito da parte della clientela e quindi minori investimenti sia di famiglie che di imprese oltre che criteri più stringenti nell’erogazione da parte della banche a causa dei maggiori rischi assunti. I crediti cosiddetti in sofferenza, in altre parole quelli dati a clienti che hanno forti difficoltà a pagare le rate dei mutui, sono cresciuti molto nell’ultimo anno e segnano un +30% di variazione annua rispetto a dicembre 2012 per quanto riguarda

le casse delle Giudicarie, rispetto a +50% di quelle a livello trentino. L’indice di rischiosità del credito che si misura attraverso l’incidenza delle sofferenze sul totale dei crediti erogati, a fine 2013 è pari al 6,6% per le casse delle Giudicarie contro il 7% della media trentina. Fino a due anni fa tale indice non superava il 3%. I settori che soffrono di più sono quelli del manifatturiero, delle costruzioni e del commercio, mentre tiene molto bene il settore dell’alberghiero, legato al turismo che sembra subire minori contraccolpi dalla crisi. Notizie migliori sul fronte del risparmio raccolto presso le famiglie che mostra invece un trend di crescita positivo (+3% la crescita annua rispetto a +2,5% della media trentina) che però vuol

In Giudicarie le cooperative sono 46 di cui 12 del consumo e 7 del credito. L’analisi dei dati relativi al 2013 ci da evidenza di un anno difficile e all’insegna dell’incertezza. La crisi che sta investendo l’economia trentina non risparmia neppure la nostra Comunità e i dati del settore bancario e del anche dire che le famiglie a causa dell’incertezza circa il loro futuro preferiscono risparmiare anziché spendere e questo si ripercuote sui consumi che non crescono e sulle imprese (quelle che si rivolgono al mercato interno e locale) che riducono i loro ricavi ed anche l’occupazione. Per quanto riguarda il consumo, le 12 Famiglie Cooperative operanti nelle Giudicarie hanno avuto mediamente un calo di Fatturato nel 2013 dell’1,88%. Peraltro l’ultimo trimestre del 2013 ha presentato una lieve ripresa. Le cooperative di consumo trentine nel complesso hanno tenuto, segnando un calo dello 0,02% e quindi quelle delle Giudicarie hanno presentato un andamento inferiore alla media cosi come gran parte delle Comunità della parte

meridionale del trentino. Per quanto riguarda i Reparti, nelle Famiglie Cooperative delle Giudicarie si riscontra una crescita dell’Ortofrutta (+1.81%) e dei combustibili (+8.44%) mentre i cali maggiori si hanno nella Pescheria (-10.8%), Giornali e libri (-7,6%) Extra Alimentare (-4%), Pane (-2.8%) e Surgelati (-2.7%), alimentare a scaffale (-1,9%). Il calo del fatturato, le frequenti promozioni a favore di soci e clienti hanno ridotto i margini e anche i risultati economici sono previsti leggermente in calo rispetto all’anno precedente. In sintesi un anno difficile, caratterizzato da crisi e insicurezza che ci fà riflettere sul ruolo del movimento cooperativo in questo contesto socio-economico: Ian MacPherson studioso e cooperatore canadese scom-

consumo ci confermano il momento particolarmente difficile. I dati relativi alle casse rurali della comunità di valle delle Giudicarie mostrano, al pari del complesso a livello trentino, un rallentamento del credito erogato a famiglie e imprese.

parso recentemente, in occasione della sua ultima visita a Trento ci lasciò questa considerazione in merito: “Negli ultimi trent’anni la gran parte del mondo era guidata dall’idea che perseguire gli interessi personali alla fine avrebbe creato un mondo migliore per tutti. Ma la maggior parte della ricchezza creata negli ultimi tempi è stata il frutto delle speculazioni basate sulle aspettative piuttosto che sul loro effettivo valore. L’improvviso declino evidente in molte parti del mondo evidenzia la necessità di rivolgersi ad organizzazioni, come le cooperative, che sono per definizione trasparenti nelle loro operazioni, che creano un valore reale e non gonfiato, che premiano la contribuzione e non solo la proprietà. Io credo che nel

mondo si stia cercando una forma di organizzazione che abbia delle forti basi etiche rispetto all’ambiente, la comunità ed il benessere comune. Le cooperative, come tutte le creazioni umane, a volte non sono in grado di rispettare i propri principi e valori, ciononostante non devono essere messe in dubbio le loro basi fondanti. Questo significa che il ruolo del movimento cooperativo dovrebbe essere ampliato. Nella crisi attuale, che riguarda soprattutto la fiducia, le cooperative dovrebbero avere un vantaggio enorme. E, come in passato, quando le persone e le comunità attraversano questi periodi, solitamente imparano le possibilità e il beneficio del lavorare insieme per il vantaggio personale e il bene comune”.

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L’azienda

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Angelo Ballardini da 50 anni a Madonna di Campiglio Ora è il figlio Francesco a puntare sulle Boutique del gusto – Enoteche

Va aggiunto che l’occupazione in Famiglia cooperativa era tra le più ambite. Per tradizione vi venivano assunti i giovani più meritevoli, quelli che si erano distinti a scuola per intelligenza, impegno e affidabilità, figure che segneranno la storia dell’azienda, come l’Antonio Leonardi, il Rocco Troggio, lo stesso Angelo...La famiglia cooperativa di Saone era stata la prima ad aprire un negozio di alimentari su a Campiglio, prima ancora di quella di Pinzolo. Aveva preso in affitto alcuni locali (dapprima al Madonna, poi al Palù, infine in casa Cozzio) e lo gestiva per lo più con personale proveniente dai paesi della Busa di Tione. Il negozio affidato ad Angelo stava al piano terra di casa Cozzio, appena costruita, (proprio dove ora c’è il bar) all’imbocco di Piazza Brenta Alta. L’ambiente era ristretto, una cinquantina di metri quadrati: cassa vicino alla porta, banco di fronte con bilancia e affettatrice, scaffali pieni di merci tutt’intorno, uno stretto retrobottega. Angelo ne organizza l’attività, cura gli assortimenti con grande attenzione alla qualità, si sforza di andare incontro alle esigenze della clientela e di assecondarne le richieste con grande disponibilità e la massima cortesia. Un paio d’anni dopo la F.C. di Saone decide di alienare il punto vendita, perché la gestione le sembrava troppo onerosa. Così nel 1966 lo rileva Angelo, che inizia a lavora-

“Ricordo che piansi, quando Ezio Paoli, il direttore della Famiglia cooperativa di Saone, mi mandò quassù nella filiale di Madonna di Campiglio, lontano da casa e dal mio ambiente. Avevo 22 anni. Da allora non tornai più a dormire nel mio vecchio letto di Ragoli”. Era il 1964. Angelo Ballardini, giovane e promettente, oltre che intraprendente, commesso della Famiglia Cooperativa di Saone, con alle spalle diversi anni di

apprendistato e l’esperienza maturata negli spacci di Ragoli, Preore, Coltura, Montagne, Zuclo e Bolbeno, era stato promosso responsabile del punto vendita di Madonna di Campiglio: un riconoscimento alle sue capacità e alla sua professionalità. Andrebbe ricordato che in quei tempi un ragazzo non vedeva l’ora di finire la scuola, arrivare a 14 anni e mettersi a lavorare per aiutare la famiglia.

La vecchia sede della Fam Coop. di Saone a Campiglio

La Boutique del gusto Ballardini, a Madonna di Campiglio

re in proprio, da imprenditore. Un grande aiuto gli arriva da Carmen Lorenzetti, che sposa nel 1970. La moglie lo affianca in negozio e insieme avviano quel processo di espansione dell’azienda, che non si è

mai fermato, attraverso ambienti nuovi (al Palù, in vale Dolomiti di Brenta, in piazza Brenta alta), sperimentazione di nuovi assortimenti, l’approccio con la gastronomia, l’ampliamento della proposta

ORARI DI APERTURA

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di panetteria e pasticceria, la valorizzazione dei prodotti locali (latte burro e formaggio di malga, miele e marmellate coi frutti del sottobosco..) e tanto altro. Nel 1997 il figlio Francesco entra in azienda pieno di entusiasmo, con energie nuove, così che il 2000 si apre nel suo segno con una revisione della mission, che si orienta verso una

specializzazione sempre più ricercata e puntuale tramite la creazione della “Boutique del Gusto – Enoteca”, caratterizzata dall’ampia selezione di specialità enogastronomiche, presentate in un ambiente rinnovato e accogliente che si estende su due livelli. Nel 2004 si evolve anche il negozio “Il Forno” e nasce “Il Rustico Ballardini, enoteca e

sfiziosità”: ad un’accurata selezione di vini e grappe si affiancano quotidiane degustazioni di prodotti tipici e sfiziosi percorsi enogastronomici guidati. Nel 2006 l’offerta della Boutique del Gusto si completa con la proposta dedicata agli operatori “ENOteca Grandi Clienti Ristorazione”, un servizio innovativo per consentire a ristoratori e albergatori di proporre “carte vino” pregiate senza costi di magazzino. Due anni fa rinnova il reparto Gastronomia per dar spazio a piatti pronti e specialità trentine appena cucinate, da mangiare subito. In cinquant’anni Angelo ne ha fatta di strada, ma lui è rimasto sempre quello di mezzo secolo fa, una persona semplice, affabile e modesta. Lo si trova sempre attivo in negozio, insieme alla moglie, a Francesco e alla nuora Barbara, disponibile anche a bere un caffè nel bar di fronte e a far due chiacchiere con qualche suo vecchio amico. Va detto che a Madonna di Campiglio con il suo impegno, la sua professionalità e la sua intraprendenza ha superato anche i momenti di difficoltà, tanto da raggiungere i cinquanta anni di attività, ma gli va pure riconosciuto di aver valorizzato con la sua azienda la qualità dell’offerta turistica della località, realizzando una struttura che si è rivelata un’attrattiva imperdibile per l’ospite, oltre che per il residente e gli imprenditori locali.(g.c.)


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Questo modello può diventare un punto di riferimento anche in questo importante comparto

La forma cooperativa a supporto dello sviluppo turistico di Alberto Carli

Una veduta di Pinzolo nell’abito invernale

PonteArche eredita un patrimonio Anche al Comune di Comano Terme una parte del lascito di Raffaella Rigotti. Un gesto in controtendenza: attaccamento al suo paese e spiazzante fiducia verso le istituzioni di Denise Rocca

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www.iniziativeam.it

realizzazione e risanamento di canne fumarie

Raffaella Rigotti


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Carnevale

MARZO 2014

Storo e Tione, Carnevali al top Divertimento, maschere e musica con quattro appuntamenti dall’1 all’8 marzo

Molto atteso anche il carro dei cugino condinesi, che hanno affrontato l’argomento dell’arma utilizzata il 22 novembre 1963 a Dallas per uccidere John Kennedy che – si dice - provenisse da Storo. Argomento impegnativo, che è valso il quinto posto. Al quarto posto “Cima Rest”, trenino espresso Valvestino-Storo via tunnel, con 1202 voti. Poi “Al Car dal Hermann e del povero Valanga”. Fra i gruppi mascherati , al primo posto “Co ghe sarà ter” di Storo (928 punti), secondo “The stortello show” (656) e poi i “Pacchi vostri” (606). Al Carnevale di Tione, si registra una prima assoluta, ossia la vittoria del carro del Bleggio: “Alice in Pokerland”, denuncia contro il gioco d’azzardo e la dipendenza. Tra i nove carri allegorici che hanno partecipato alla manifestazione carnevalesca tra due ali di folla, era il più architettonicamente ben conge-

È stato “El tore da Dars” il campione della giornata di martedì grasso nell’anello cittadino di Storo, alla 47ª edizione del Gran Carnevale. Il carro, con protagonista un grande gallo autore di satira politica, circondato da un gruppo mascherato di una cinquantina di comparse, ha

Alice in Pokerland al Gran Carnevale di Tione, foto Ettore Zini

gnato. Ma anche quello che maggiormente ha centrato e stigmatizzato uno dei temi più attuali della nostra società. Nella sezione gruppi mascherati il Gran Giurì ha premiato Master Chef: del

gruppo amici dell’oratorio di Tione. Una rappresentazione con decine di figuranti ed un’enorme torta da dove uscivano provetti cuochi con una ben congegnata parodia dell’omonima

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fatto breccia nella giuria, cogliendo 1.316 voti. Al secondo posto “al Dom da Stor” a 1.267 punti, un momento di divertimento sui lunghi lavori di costruzione dell’auditorium nella cittadina storese; al terzo posto “Ar..rapa Nui”, con 1221 punti, anch’esso carro di fattura storese.

An gal da dars al Gran Carnevale di Toro, foto Juri Corradi

trasmissione televisiva. In una giornata quasi primaverile sei gruppi mascherati, più nove carri hanno dato vita all’edizione che reca il numero 110 del carnevale tionese, dove ogni anno

tra lazzi e rappresentazioni mascherate si confrontano gruppi provenienti dai paesi della Busa, della Val Rendena, del Chiese e delle Giudicarie Esteriori.

CLASSIFICHE TIONE Gruppi Mascherati 1) Master chef Tione – amici dell’oratorio - Tione 2) W la f – Tione e Busa 3) I gnaf e lo sgionfometro – Preore 4) Reparto maternità – Roncone 5) Le coccisnelle – Ville del monte 6) Porca pig e gli infoiatubbies – Daone Carri Allegorici 1) Alice in Pokerland – Bleggio - Marazzone 2) L.i.p.u. (lega italiana polenta uccelli) - Tione 3) I piza ciok e la gallina dalle uova d’oro – Tione 4) Magna, bevi e godi!!! – Zuclo 5) La valle dei morti dementi – val Rendena 6) Mulino bianco – Roncone 7) The new open: la disco tarzan – Bondo 8) Avanti un altro – Preore 9) Il ritorno della baita – Roncone


Attualità

Massimo Valenti

Una conferma piena che sottolinea il percorso condiviso che Valenti ha voluto e saputo tracciare in questi ultimi anni e soprattutto la sua capacità di coinvolgere Pro loco ed istituzioni in una ricerca comune di rafforzamento del prodotto turistico della Valle del Chiese. Un prodotto che – è chiaro – non può essere quello del turismo di massa delle mete più rinomate come Madonna di Campiglio. del Garda o della Val di Fassa, ma che in questi ultimi anni ha saputo ritagliarsi uno spazio significativo attorno alla riscoperta del concetto di ruralità e di autenticità, puntando su manifestazioni genuine come Mondo Contadino, promozioni dedicate e valorizzando i prodotti tipici di punta, dalla Farina di Storo al salmerino. «Gli ultimi tre sono stati anni determinanti per l’organizzazione dell’ufficio (la sede unica del Consorzio Turisti-

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La terza volta di Massimo Valenti

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Confermato presidente del Consorzio turistico della Valle del Chiese punta su Pro Loco, valorizzazione degli operatori e condivisione Per la terza volta Massimo Valenti è stato riconfermato alla presidenza del Consorzio turistico del Chiese. Vicesindaco di Bondo, ha totalizzato co Valle del Chiese), mettendo in campo una nuova importante fase operativa e una strategia di promozione turistica che ha dato finora ottimi risultati. C’è stata una condivisione nella progettualità tra il nostro Consorzio, il Bim e l’Ecomuseo, strutture vitali di questo territorio, sul progetto di sviluppo della Valle del Chiese, anche grazie alla presenza e al lavoro del direttore Fabio Sacco e del presidente del Bim Giorgio Butterini, che ha sostenuto con convinzione e condiviso i nostri progetti». Proprio Sacco da fine febbraio non sarà più direttore, anche se continuerà a collaborare con il Consorzio con un ruolo di consulente

Il 6 aprile anche Upt in congresso Passate le elezioni provinciali è tempo di congresso anche per l’Unione per il Trentino. Domenica 6 aprile saranno due i candidati che si sfideranno per la segreteria del partito che nella tornata di ottobre ha totalizzato il 13,43% con cinque consiglieri e due assessori. I nomi sono quelli di Corrado Buratti, già presidente del Parlamentino Upt e di Donatella Conzatti, commercialista e candidata alle provinciali del 2013. Il confronto tra i due candidati alla segreteria avverrà durante le assemblee cittadine e territoriali che si svolgeranno da venerdì 7 marzo (si inizia ad Aldeno) fino al 2 aprile in tutte le valli del Trentino. A seguito delle modifiche statutarie, avranno diritto di voto per eleggere i Coordinatori di Trento e Rovereto e di valle anche tutti coloro che sottoscriveranno una dichiarazione di interesse e sostegno all’Unione per il Trentino in qualità di simpatizzanti con il versamento di un euro. Un modo per allargare la base e coinvolgere nuove forze nel partito. «Questo importante segnale di apertura – spiegano all’Upt - è stato fortemente voluto da tutti gli organismi di partito, ad ogni livello, con l’intento di aprire alla partecipazione e di offrire nuovi spazi di confronto a tutti i cittadini che vogliono impegnarsi per la propria Comunità». (r.b.)

un po’ più defilato ma ugualmente importante. Progetti per il futuro? Valenti spiega come uno dei suoi obiettivi sia quello di rafforzare la preziosa collaborazione con le Pro loco del territorio, già affinata in questi anni, cercando di «lavorare in maggior sinergia con tutto

30 voti sui 36 presenti all’assemblea di giovedì 20 febbraio svoltasi in seno alla sede del Consorzio a Cologna. il territorio con l’obiettivo di sensibilizzare tutti gli attori locali, seguendo una politica di ascolto. Verranno date priorità agli operatori, che hanno dimostrato in questi tre ultimi anni di credere nei progetti comuni e di lavorare in sinergia per fare crescere la Valle del Chiese».

Nella visione di superare ulteriormente steccati e campanilismi, Valenti, che è sempre stato uomo del dialogo, apre la porta a future collaborazioni. «Sapendo che in futuro potremmo avere a disposizione meno risorse, abbiamo il dovere di pensare anche a nuovi assetti e a col-

laborazioni più strette con i nostri vicini come la Valle di Ledro e le Giudicarie centrali. Lavoreremo anche in codesta direzione, oltre a proseguire la valorizzazione della sponda del lago d’Idro, per la quale si è attivata una collaborazione tra la provincia di Trento e quella di Brescia con l’introduzione di una Guest Card per la navigazione sul lago, al fine di rafforzare la proposta turistica». (r.b.)


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Arte

MARZO 2014

La terza edizione del concorso artistico spazia dalla pittura alla fotografia, per arrivare alla poesia e alla prosa

InsegnareBondo-Breguzzo-Lardaro-Roncone Le modalità ed i termini tecnici per la partecipazione sono rimasti sostanzialmente uguali a quelli già indicati dal concorso in origine, e quindi si sono mantenute le varie sezioni della pittura, della fotografia, della poesia e della prosa significativamente partecipate da “artisti” disposti a presentare il loro lavoro di interpretazione del paesaggio, della cultura di montagna, delle esperienze più o meno storiche di singole persone e personaggi, o a porre attenzione ed a ripresentare le molte intensità culturali ritenute veri e propri patrimoni materiali ed immateriali della comunità. Attraverso l’arte si manifestano quindi la molteplicità delle memorie visive, i segni della storia, le descrizioni ed evocazioni che sanno suggerire non solo la percezione del tempo e dello spazio ma anche indicano e stimolano sinceri sentimenti ed affettuosità per il territorio e per le persone che lo hanno abitato o lo abitano tuttora. La giuria composta da Bonazza Barbara, Bonenti Leonardo, Bonenti Vigilio, Dorna Ilaria, Mussi Tullio, Pellizzari Gaja, Pucci Claudio, Togni Alessandro si è riunita nella giornata di mercoledì 5 febbraio 2014 e dopo attenta osservazione delle opere partecipanti ha indicato le meritevoli di ricevere il Premio “Insegnare Bondo Breguzzo Lardaro Roncone” - 2013: Sezione Poesia: Si classifica al primo posto assoluto la poesia “MIGOLE DE PÀ” di NORMA BONENTI. La narrazione semplice e dai tratti favolistici di questa lieve poesia riconduce il nostro osservare all’età bambina, quando con occhi luminosi si scorgevano le cose del mondo attraverso la meraviglia. Tutto avviene nell’incanto di piccole azioni raccolte, mentre una sorta di imprinting naturale sembra ricondurci alla comprensione degli accadimenti in maniera facile e chiara. Certamente la figura un poco allarmante della vecchia signora, il suo carattere schivo e un poco selvatico, forse anche la silenziosità ed i gesti scorbutici non erano di apertura nei confronti della gente, ed a vederla possiamo immaginare come si sentivano i bambini. Tuttavia il suo dialogo con gli uccellini fatto di briciole di pane, la sua solitaria quanto generosa attitudine lascia trasparire anche qualche altra condizione dell’anima, svela la sua indole buona e gentile. E proprio dalle parole variamente rimate che declina Norma Bonenti, autrice di “Migo-

di Alessandro Togni “Insegnare Bondo – Breguzzo – Lardardaro - Roncone”. Come si può evincere dal nome la manifestazione viene riproposta in terza edizione “aperta”, ad ospitare motivi, espressioni e ricerche anche dei pae-

si vicini. Numerose e soddisfacenti sono anche per quest’anno le partecipazioni di artisti territoriali, così come di bambini della scuola materna e ragazzi delle scuole elementari e medie.

le de pà”, sembra di cogliere un suggerimento destinato a diventare una lezione di vita e una piccola verità: “non bisogna fermarsi alla superficie delle cose” e questo ancora di più vale per le persone, che naturalmente sappiamo essere attraversate da infinite sfumature ed essenze di singolarità. Sezione Prosa: Si classifica al primo posto assoluto la prosa “TRASLOCÀR” di LEDI AMISTADI. Il racconto peregrinando tra una scena e l’altra si muove con tutta la discrezione e la naturalezza di una leggenda antica e tuttavia ognuno di noi riconosce dentro le sue parole i contenuti di una storia vera, presa dalla vasta superficie del tempo passato e riportata a noi come si trattasse di una figurazione affrescata. L’abbandono delle malghe d’alta quota sul finire di settembre, il ritorno alle case adagiate nella valle, il brivido dell’inverno incipiente, sembrano restituire un alone nostalgico verso il quale ci muove un senso d’appartenenza ed una memoria che proviene dalle membrane lontane della nostra coscienza. Ecco aprirsi con descrizioni accurate il mondo della montagna, mentre visioni e colori si rincorrono in un turbinio di schegge emozionali; ecco i segni distinguibili e le voci sovrapporsi mentre i panorami variano nella mitezza della stagione declinante, ormai prossima al silenzio. Ledi Amistadi riesce con enfasi contenuta a rendere viva la rappresentazione di un particolare momento di vita alpina, aggiungendovi di tanto in tanto frammenti visivi di grande pregio impressionistico che lasciano navigare la nostra mente verso ricercatezze di carattere psicologico. Solo quando siamo prossimi al finale, attraverso una descrizione fortemente realistica, si scatenano i contrasti cromatici ed il blu

della sera, il rosso del sangue e il bianco della neve sembrano disporsi a sconvolgere d’impeto la nostra immaginazione. Segnalazione Prosa per la ricerca “LE FONTANE” di IVANA AMISTADI. Anche quest’anno Ivana Amistadi ha presentato una lodevole ricerca testuale corredata da fotografie, interpretando giustamente il significato del concorso “Insegnare Bondo Breguzzo Lardaro Roncone”. Volgendo la sua attenzione alle fontane, indicandole come veri e propri monumenti di bellezza e funzionalità, cogliendone la rilevanza d’arredo e il pregio che restituiscono al contesto urbanistico del paese, ha realizzato un catalogo integrale ricco di riferimenti storiografici particolarmente utili per una conoscenza non superficiale del patrimonio civile e architettonico. La giuria vuole esprimere in questo senso un sincero apprezzamento all’autrice. Sezione Fotografia: Si classifica al primo posto assoluto la fotografia “DISGELO” di REMI DOLORES BAZZOLI. La “location” non si presta per scenografie magniloquenti ed il gusto “hollywoodiano” è ben lontano dall’essere partecipe a questa dimessa installazione che si manifesta nella natura in dialogo con l’architettura. Nulla che faccia pensare a meraviglie ed immaginazioni ba-

rocche, mentre si espande uno stato d’animo contenuto in un ambiente dal sapore storico. La percezione di attraversare un luogo anonimo sembra disporre per una latente malinconia, e tuttavia l’immagine attraverso il contrasto delle parti vuole rievocare e proporre in maniera discreta una sorta di estasi di salvazione nella luce. Le mute volumetrie mentre si assembrano ortogonali disvelano sotto una “incunabula” ombrosa il passaggio delle acque del torrente ed il piano orizzontale ribassato conserva un velo di neve che ancora non si dispone a smembrarsi con il sopraggiungere dei raggi del sole ormai prossimi a balenare… A destra l’astratto disegno di ghiaccio si muove manifestando la purezza del bianco e la fragile trasparenza, a sinistra seguendo la diagonale ecco emergere la macchia di bacche color vermiglione che fronteggia come segno primaverile in ultima battaglia il “capitano inverno”. Lassù il cielo è ormai chiaro in attesa di ricevere i segni d’azzurro della bella stagione. Così, ricercando la bellezza nelle cose che spesso l’occhio contemporaneo trascura, Remi Dolores Bazzoli riesce a realizzare una immagine originale dalle emanazioni affettuose. Sezione Pittura: Si classifica al primo posto assoluto il dipinto “CONTRADA ANGLONE” di

ELIDA AMISTADI. La pittura figurativa di Elida Amistadi vuole aggiungere ulteriore linfa alle ricerche visive del ‘900 attraverso una emblematica composizione interamente risolta “per sottrazione”. Emergono con determinazione le volumetrie risolte con plastica strutturalità d’insieme, manifestandosi nella compiutezza tecnica che include la proiezione prospettica, dove le accidentalità concorrono a sviluppare piani inclinati che vanno a coprire quasi completamente la superficie telata. Antiche scatole abitative disturbate dal segno imperfetto della spatola si dispongono come oggetti austeri, timidamente assorti per restituire il profumo del passato. In questo senso la scelta di una bicromia verosimile al bianco e nero appare come maggiormente filologica per dare corpo a questa rappresentazione della memoria, mentre il fascino pure trattenuto, pare esprimersi solamente in virtù di un esplicito carattere di raccoglimento, di vocazione interiore. Ma appare sinceramente presente anche l’anima delle generazioni precedenti, la loro inclinazione alla riservatezza, la disposizione per una vita parca e morigerata peraltro attraversata da sentimenti di orgogliosa dignità. Commuove in quest’opera la bellezza del silenzio, la vita leggibile nelle sfumature sopra le pareti, il dialogo ordinato delle parti che si esprime attraverso una lodevole unitarietà stilistica, mentre si intuisce quanta passione abbia aggiunto l’autrice per restituire il suo “personale omaggio” alla storia ed alla cultura del suo paese. Segnalazione Scultura per il bassorilievo “LA BESOLA FIORIDA” di SERENA AMISTADI Il bassorilievo ligneo presentato da Serena Amistadi si realizza nell’accordo allegro e primaverile di un braccio di fiori di campo recisi e deposti nella “besola”, l’antico ed intrecciato contenitore contadino. La rappresentazione è una soluzione di genere, una “natura morta” campagnola dal carattere euforico che rapisce, disposta con una segnica articolata nella parte occupata dagli oggetti, mentre il fondale rimane assente al fine di valorizzare la natura floreale unita alla geometria ritmica delle

“stròpe”. Le forme della natura qui assumono una qualità tridimensionale come fossero sbalzate ma più leziose sinuosità vengono elaborate da incisioni lineari in secondo piano. Un lavoro ben costruito che conserva anche una bella e fresca qualità decorativa. Sezione Pittura / Scuola: Si classifica al primo posto assoluto il dipinto “LA PIAZZA” di MYKY TRAN NHAT Si tratta di un disegno e Myki Tran Nhat lo realizza con le matite colorate. La visione d’insieme accoglie una panoramica di Piazza Dante come fosse osservata attraverso la lente di un grandangolo e dentro è possibile verificare in maniera fiabesca la bellezza di questa porzione di Roncone. Tutto l’impianto figurativo si svolge seguendo una dinamica orizzontale con il primo piano dedicato ad un simbolo dell’epoca contemporanea, l’automobile. Poi ecco le case in un abbraccio soave disposte in secondo piano, mentre salendo sulle pendici della montagna ecco le altre case che retrocedono in prospettiva. Lo stile dispone per un paesaggio urbano “naives” ed attraverso tonalità pastello sembra voler restituire una primaverile poesia: solo alcuni elementi rosso fuoco sembrano brillare sorridendo in questa aura colma di gentilezza. Anche la trasparenza dell’aria e la luce mattutina sono parte di questa semplice e pulita bellezza. Segnalazione Pittura / Scuola: per il dipinto “L’ SENTER DEI POPI” della SCUOLA MATERNA “GIUSEPPINA BONAZZA” DI BREGUZZO E BONDO Una meritata menzione per il lavoro di gruppo viene assegnata alla tavola lignea che ospita il dipinto a tempera “L’ senter dei popi” realizzato dai bambini della Scuola Materna di Breguzzo - Bondo. Qui, dentro una panoramica di sapore estivo, dove le montagne verdeggianti accolgono una casetta in riva ad un lago azzurro, si può verificare la felicità dei piccoli ospiti mentre avventurosamente attraversano un ponticello di legno, scorgere il passaggio di una rossa coccinella, respirare il vento che dai ghiacci in lontananza giunge e fa danzare le betulle . La bella figurazione contiene in sé tutta la spontaneità dei bambini e la capacità di commuovere i grandi. Complimenti a tutti!


Attualità

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Un lavoro importante quello dei volontari della sede di Tione, con 2.054 borse della spesa distribuite nel 2013

Fare “Caritas” ai tempi della crisi

«C’è da dire – spiega Bazzoli - che le povertà verso le quali è proteso il lavoro delle molte associazioni di volontariato locale, non sono figlie dell’attuale crisi, semmai a quest’ultima si deve attribuire una loro ulteriore diffusione ed accentuazione. Le situazioni di povertà, sono stati di “sofferenza” persistenti nelle società umane , motivo per cui non può che essere permanente anche la nostra attenzione e la nostra disponibilità a soccorrere chi è nel bisogno». La vetrina della Caritas di Tione, in Corso Tre Novembre, dà ampia visibilità alla sue generose offerte di aiuto, offrendo richiami alla solidarietà, programmi di formazione, calendari e orari per la raccolta e la distribuzione di indumenti e viveri, momenti di ascolto. Messaggi che non vanno semplicemente guar-

N

elle cifre del bilancio 2013 della Caritas di Tione, presentato nelle settimane scorse dal responsabile Giovanni Bazzoli, sono due i messaggi che emergono con limpidezza. Da una parte, vi è la conferma del trend del 2012, ossia che la crisi ha colpito tante persone anche da noi, fra i quali pure tanti “insospettabili” che hanno dovuto ricorrere all’aiuto

Il deposito di vestiti usati

di questa associazione. Dall’altra è ribadito il ruolo significativo che la Caritas svolge, attraverso la disponibilità dei propri volontari, per alleviare le situazioni di difficoltà economica e di indigenza, attraverso la promozione del meccanismo della solidarietà, della raccolta di cibo e di indumenti usati e loro successiva distribuzione.

La sede della Caritas a Tione

dati ma letti. Oltre la vetrina, l’offerta di aiuto si fa concreta, con singoli o gruppi impegnati a censire i bisogni, a tessere relazioni, a elaborare strategie per il reperimento di viveri e indumenti, a preparare borse della spesa, a pregare, riflettere e confrontarsi. È ormai una affiatata famiglia quella della Caritas, che vuole crescere e che aspetta ansiosa che qualcuno dopo aver letto la vetrina, spinga la porta ed entri a condividere le gioie ed i dolori, di chi ha scelto di riservare parte del proprio tempo agli altri. E venendo al consuntivo 2013, le borse della spesa con gli aiuti alimentari sono giun-

te alla ragguardevole quota di 2.054, mentre per gli indumenti, vi sono stati circa 1.100 accessi, con un prelievo medio di 5\6 capi. Per gli alimenti il dato espresso in peso è di circa 165 quintali di prodotti confezionati, di questi i due terzi sono frutto delle raccolte parrocchiali o di donazioni. Al quantitativo citato si deve aggiungere il nuovo e recente servizio di erogazione del “fresco”, offerto in due sedute settimanali (lunedì e venerdì) e reso possibile da una stretta e virtuosa collaborazione con Trentino Solidale. Nel bilancio 2013, quello economico, figurano dunque fra le spese più gravose, quella di acquisto viveri, di 11.187,23 euro, mentre fra le entrate vi sono 9.500 euro di Fondo Parrocchia per i poveri, 1.000 euro da offerte dei privati e 1.000 euro come contributo da parte della Comunità di Valle.


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Attualità

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L’impegno quotidiano pro-life Il Centro aiuto alla Vita celebra il 30° con uno spettacolo il 15 marzo Il Centro Aiuto alla Vita (Cav) di Tione, festeggia in questo 2014 il trentesimo anno dalla sua fondazione. La sua principale attività - o forse sarebbe più corretto dire missione - consiste nell’aiuto, morale e materiale alle future mamme in difficoltà per diversi motivi. Con le donazioni, garantisce alle mamme in attesa, in difficoltà economiche, i cosiddetti “progetti gemma”, che consistono in un aiuto di 160 euro al mese per diciotto mesi, sei mesi di gravidanza e fino al compimento del primo anno del bambino. La sede è a Tione di Trento in via del Foro, ed è aperta il lunedì dalle ore 10 alle ore 12, il martedìmercoledì-giovedì-venerdì dalle 15 alle 16,30. Presso la sede l’Associazione ritira vestiti, scarpe e giochi per bambini per riutilizzarli da chi è privo di possibilità economiche. Negli ultimi due anni, in collaborazione con le as-

Questo ente, composto di volontarie e volontari, vive di offerte da privati, senza pubblici finanziamenti; basti pensare che la sua maggiore entrata consiste nella vendita dei vasetti di primule nella “Giornata per la Vita”.

sistenti sociali della Comunità di valle, il mercoledì vengono distri-

buiti pannolini per bambini e latte in polvere. Lo scorso anno, il Cav

con il patrocinio del Comune di Tione di Trento

si è cimentato anche nell’organizzazione di un concerto, con Don Josy Cento, che ha avuto un ottimo successo, mentre quest’anno, per festeggiare il 30° compleanno il giorno sabato 15 marzo alle 20.45, presso l’Auditorium Don Guetti di Tione verrà presentato uno spettacolo musicale dal titolo “Il mondo di Luxi”. Luxi è una bambina affetta dalla sindrome di Down, e in questa serata veramente affascinante per chi vuole fermarsi a riflettere sui misteri della vita, insieme ai suoi genitori canta e racconta la sua storia e quella della sua famiglia. Ovviamente l’ingresso è libero e l’eventuale ri-

cavato andrà a beneficio del Centro Aiuto alla Vita. «Questa serata – spiegano al Cav – è importante anche per fare avvicinare la gente all’attività della nostra associazione e chiedere se ci sono persone disponibili ed interessate a diventare operatori del nostro ente, che fin dalla sua nascita e sempre stato guidato da Carla Simoni, mentre negli ultimi due anni è presieduto da Elga Sauda». Il recapito telefonico del Centro aiuto vita è 0465-323070, inoltre per essere reperibili anche fuori orario ufficio, ovviamente per urgenze, c’è un cellulare .3355414634.

Unamusicacheviene... dal cuore Venerdì 21 marzo appuntamento con “Note dal Cuore”, serata di beneficenza organizzata da Comunità handicap

Le offerte raccolte verranno destinate a sostenere progetti personalizzati di assistenza e riabilitazione integrata a favore di minori con disabilità gravi e complesse

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Pretti&Scalfi - Funivie Madonna di Campiglio - Collini Piergiorgio - Aldrighetti Olimpia – Ristorante Pappagallo - Ristorante Pizzeria Pellegrini - Monfredini Mauro – Durini Diego

Venerdì 21 marzo, alle ore 21, presso il teatro comunale di Tione, si terrà il concerto “Note dal cuore”, una serata di beneficenza organizzata da Comunità Handicap di Roncone, associazione di gruppi di famiglie con handicap e difficoltà, che opera su tutto il territorio delle Giudicarie da ormai più di 20 anni. La serata ha come scopo principale quello di far conoscere questa realtà di privato sociale che si occupa di disabilità (in età evolutiva ed adulta) e di raccogliere fondi per sostenere progetti personalizzati di assistenza a favore di minori con disabilità gravi e complesse, interventi che attualmente non beneficiano di finanziamenti pubblici. Oltre a questa tipologia di interventi, Comunità Handicap gestisce progetti socio-occupazionali a favore di adulti disabili non collocabili al lavoro (che vengono inseriti presso aziende del territorio quali case di riposo, asili, supermercati, comuni, biblioteche), progetti di animazione estiva, di assistenza scolastica e di sostegno domiciliare a favore di persone con disabilità, e attività di informazione e sensibilizzazione verso la comunità allargata, con l’obiettivo di creare una nuova cultura dell’handicap e sviluppare integrazione ed inclusione sociale.

Nel corso della serata si esibirà Costanza Maestranzi, famosa pianista conosciuta a livello internazionale e non solo, e il coro “La compagnia del Canto” diretto dalla professoressa Liliana Galazzini. Durante il concerto verrà proiettato un video che vuole affrontare il tema della diversità attraverso un excursus di fotografie scattate durante le attività svolte dall’associazione. «L’organizzazione della serata – fanno sapere i responsabili di Comunità Handicap - è stata possibile grazie al prezioso contributo messo a disposizione dai seguenti sponsor: Pretti&Scalfi, Funivie Madonna di Campiglio, Collini Piergiorgio, Aldrighetti Olimpia, Ristorante Pappagallo, Ristorante Pizzeria Pellegrini, Monfredini Mauro, Durini Diego ai quali va il nostro più sentito ringraziamento. Un ulteriore grazie va anche al Comune di Tione per la disponibilità dimostrata».


Attualità

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Raccoltarifiuti,appaltoallaSogap

...ecco chi sono i LIONS “Cresconola più grande associazione La ditta di Preore si aggiudica il bando europeo da 3 milioni. Ora si teme l’aumento delle tariffe i costi, ma nonnon governativa di "servizio" al mondo Lo assicurano i gestori del servizio

le bollette”

di Ettore Zini

Anno di fondazione 1917

1.350.000 Soci e 46.000 CLUBS in oltre 200 Paesi e aree geografiche in tutto il mondo Il centro raccolta materiali delle Giudicarie

49.000 Soci e 1.315 CLUBS in Italia Dal 1968 la Fondazione LIONS ha distribuito oltre 800 milioni di dollari a sostegno di Progetti Umanitari

Orgogliosi di essere " Lions! " LIONS CLUB: TIONE-VALLI GIUDICARIE-RENDENA www.lionsgiudicarie.it


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Attualità

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Mercato contadino, si parte il 14 giugno A Tione protagoniste saranno le coltivazioni tipiche a km zero. Aperto il bando per le aziende interessate

Sono ammessi gli imprenditori agricoli iscritti nel registro delle imprese ubicate nell’ambito territoriale amministrativo della regione Trentino-Alto Adige, e che pratichino vendita diretta nei mercati di prodotti agricoli provenienti dalla propria azienda o dall’azienda di soci imprenditori agricoli, anche ottenuti a seguito di attività di manipolazione o trasformazione, ovvero anche di prodotti agricoli ottenuti nell’ambito territoriale. Tra le tipologie delle 14 bancarelle che saranno autorizzate al mercato vi saranno orticoltura e frutticoltura fresca e/o trasformati convenzionale o biologico (anche pane), produzioni zootecniche bovine e ovicaprine, piccoli frutti, florovivaistica, piante da orto e

officinali, miele e derivati, zootecnia da alpeggio e prodotti ittici. L’iniziativa è organizzata e promossa dall’amministrazione comunale di Tione in sinergia con Coldiretti e gli operatori, per dare immagine omogenea al mercato, dovranno utilizzare gazebo e materiali fornite da Coldiretti Trento, riconoscibile dal marchio giallo della storica organizzazione sindacale agricola. All’interno del mercato agricolo possono essere inoltre realizzate attività culturali, didattiche e dimostrative legate ai prodotti alimentari, tradizionali ed artigianali del territorio rurale di riferimento, anche attraverso sinergie e scambi con altri mercati autorizzati. L’area sede del mercato è

Favorire l’agricoltura locale, il chilometri zero e la promozione dei prodotti tipici trentini. Questi gli obiettivi del “Mercato Contadino Campagna Amica”, promosso dall’amministrazione comunale di Tione, un mercato specializzato che avrà cadenza settimanale nella giornata del affidata a Coldiretti Trento, che effettuerà l’assegnazione delle singole piazzole. «Il mercato contadino – spiega Mario Failoni, assessore alle attività economiche del comune di Tione - è finalizzato alla valorizzazione e promozione delle produzioni agricole tipiche del territorio, con il duplice obiettivo di sostenere le imprese del settore e garantire la trasparenza nei confronti dei consumatori rispetto a provenienza, freschezza e qualità dei prodotti, nonché

di far conoscere le aziende produttrici agricole del territorio, valorizzando le produzioni della provincia con priorità a quelle locali. Inoltre ci proponiamo di attirare gente a Tione per favorire anche le altre attività commerciali, e anche quest’ottica è stata scelta la giornata di sabato». Tramite la riduzione della catena distributiva si auspica un effetto positivo sui prezzi al consumo dei prodotti agricoli e loro trasformati nonché sull’inquinamento

sabato, dal 14 giugno al 5 ottobre nell’area sita in Viale Dante, con orario di vendita dalle ore 8 alle ore 12.30. Il mercato terminerà in occasione dell’Ecofiera in programma dal il 3–4 e 5 ottobre 2014 e per le aziende partecipanti vi sarà l’obbligo di partecipazione a tale evento. atmosferico derivante dal trasporto delle merci. Infine, attraverso attività didattiche e dimostrative da realizzare nell’ambito del mercato, si persegue l’obiettivo di diffondere l’educazione alimentare, l’informazione al consumatore e maggiori conoscenze del territorio e dell’economia locale. Il progetto “Campagna Amica” promosso e gestito da Coldiretti Trento ha l’obiettivo di valorizzare all’origine l’ambiente ed il territorio

di produzione attraverso l’offerta di prodotti di qualità proposti al consumatore finale con la formula della vendita diretta. Le aziende aderenti al circuito “Mercato Contadino” offrono prodotti di qualità e sono sottoposte a controlli preventivi e successivi. «Per tutti gli operatori del settore interessati – conclude Failoni – anche non iscritti a Coldiretti, è possibile avere tutte le informazioni utili presso l’ufficio commercio del comune di Tione». (r.b.)

Apre a Pinzolo il 15 marzo il nuovo centro dedicato alla pulizia del cane

“Il Mio Cane”, toelettatura e coccole Ma come è nata l’idea di iniziare un’attività di toelettatura per cani? Durante la frequenza del corso per educatori cinofili sono rimasta per parecchio tempo a contatto con cani di tutte le razze e dimensioni e ho percepito anche la necessità che hanno per mantenersi sani, di essere lavati e toelettati. Mi è nata così l’idea di avvicinarmi a questo splendido lavoro. Ho abbandonato l’università e a 20 anni mi sono iscritta ad un corso di toelettatura professionale che si teneva a Milano dalla maestra toelettatrice Luciana Boi, considerata una delle più quotate e brave toelettatrici a livello nazionale. In seguito, concluso il corso, sono rimasta a lavorare al suo fianco per 6 mesi e da lei ho appreso l’arte del toelettare. Queste mie esperienze mi hanno permesso di conoscere di persona moltissime razze di cani che prima avevo studiato solo sui libri e questo mi ha aiutata molto sia per la toelettatura che per conoscerne il carattere e il temperamento dei nostri migliori amici.

Apre il 15 marzo a Pinzolo in via San Lorenzo 20 un nuovo centro in Giudicarie dedicato alla Toelettatura dei cani. A buttarsi in questa nuova esperienza Barbara Rito, giovane di Pinzolo, grande amante degli animali ed in particolare dei cani.

E oggi il passo di metterti da sola... Oggi, marzo 2014, realizzo il mio grande sogno di avere un negozio di toelettatura tutto mio a Pinzolo; mi dedico completamente a questo progetto con amore, professionalità e precisione al fine di soddisfare ogni possibile esigenza di questi splendidi animali. Quali servizi vengono offerti? I servizi che offro agli amici a quattro zampe sono molti: bagni di igiene e bellezza, ba-

gni antiparassitari e curativi, tagli a forbice personalizzati, tosature, stripping razze a pelo ruvido e cocker spaniel, taglio delle unghie e pulizia di occhi e orecchie. Inoltre abbiamo un nuovo modo di far fare il bagno ai nostri amici. Vi diamo la possibilità di far provare ai vostri cani una nuova vasca idromassaggio all’ozono, che fornisce un trattamento specifico e mirato al riequilibro del derma del cane. Diminuisce forfora, seborrea ed elettrostaticità del pelo,

«Da sempre ho una grande passione per i cani. Circa due anni fa mi sono avvicinata al mondo dell’educazione cinofila ed ho frequentato un corso tenuto da I.N.S.C.A. per otto mesi, ho sostenuto l’esame e sono diventata educatrice cinofila.

formando lo strato di sostanze protettive fondamentali per il manto e la cute e igienizza il pelo grazie alle sue naturali proprietà antisettiche e battericide. Perchè toelettare? Toelettare serve per mettere in risalto la forma e l’eleganza dell’animale di razza o incrocio, attraverso il taglio del pelo e il lavaggio, allo scopo di rendere il cane più bello mantenendo il mantello pulito, sano e senza parassiti.

Ma quanti pensano che il cane sia più bello nella sua veste naturale? Moltissimi! Peccato che nella maggior parte dei casi è l’uomo che fa la selezione delle razze in base alle sue esigenze. Quindi potrei azzardare a dire che toelettare è necessario perché strettamente finalizzato al perseguimento dello standard di ogni razza creata dall’uomo. Questo è quello che mi prefiggo di fare nel mio negozio. Seguire la tipicità della razza utilizzando i migliori prodotti per il bagno,

valorizzare il pelo dei terrier strippandoli e usando shampi specifici per renderli ancora più ruvidi; migliorare ed esaltare la bellezza con un taglio a forbice oppure semplicemente aiutare a rendere meno difficoltoso il mantenimento del pelo al proprietario del cane. Fai uno spot per la tua attività... La toelettatura “Il Mio Cane” è un ambiente moderno, accogliente e con attrezzature d’avanguardia, per garantire il massimo risultato sempre nel rispetto dei nostri amici a quattro zampe. L’animale viene seguito in tutte le fasi della toelettatura assecondandone i ritmi e le esigenze, in modo da fornirgli un trattamento esclusivo a base di coccole, relax e bolle di sapone, evitandogli così il possibile stress. Nel mio centro utilizzo esclusivamente alta cosmesi, garantendo il benessere cutaneo dei vostri amici. Vi aspettiamo all’inaugurazione, non esitate a contattarmi per informazioni o prenotazioni. Info: www.ilmiocane.eu tel. 0465 503686 cell 333 1077891


Cultura Pur di fronte ad una affluenza assai rilevante di visitatori e di partecipanti alle varie iniziative poste in essere, si ha la sensazione che i Giudicariesi non si siano resi conto di avere “in casa” un’occasione straordinaria per arricchirsi culturalmente approfittando di opportunità e circostanze irripetibili, per cui è certamente un’azione benemerita quella fornita da queste colonne di lasciarne il segno almeno “a perenne memoria”. Perciò questa pagina non è destinata a stendere cronache o ad elogiare istituzioni e persone, ma soltanto a rendere oggettivamente testimonianza di cosa è stato programmato e fatto a San Barnaba e quale eco abbia avuto in provincia e fuori. Lo Studio d’Arte Zanetti - in piena sintonia con il Sindaco, l’Assessore alla cultura ed il Parroco di Bondo - ha iniziato l’attività di promozione, valorizzazione e di organizzazione di eventi culturali di alto livello, nell’antica chiesa di San Barnaba in Bondo, e più estesamente del territorio delle Giudicarie, nell’estate 2011, per poi proseguirla per tre anni consecutivi fino al febbraio 2014, ideando, progettando e realizzando eventi artistico-culturali due volte all’anno con tematiche quanto mai attuali nella seguente sequenza: · luglio 2011 / settembre 2011. - Mostra di scultura, pittura e di grafica antica; · dicembre 2011 / gennaio 2012. - Il tempo e l’arte del Natale; · luglio / settembre 2012. - Pop art e oltre... La quotidianità e i suoi miti; · dicembre 2012 / marzo 2013. - Mani, materia, poesia; · giugno 2013. - L’uomo, l’ambiente e il lavoro. Convegno: “L’economia rurale quali prospettive”; · luglio / novembre 2013. - Nel segno della Croce: Mimmo Paladino nell’antica chiesa di San Barnaba in Bondo; · dicembre 2013 / febbraio 2014. - L’uomo e la montagna. Escursioni nel contemporaneo; con la parallela pubblicazione di n. 1.500 corposi ed apprezzati libri illustrati e distribuiti in tutta la penisola e non solo. Si calcola che le persone che hanno visitato le singole mostre o partecipato alla trentina di serate hanno superato le 10.000 presenze portando a Bondo visitatori non solo dalle Giudicarie ma anche da tutto il Trentino e pure da altre regioni. In questi tre anni sono confluiti a Bondo intellettuali e personalità come: Francesca Amè, giornalista; Mario Antolini, poeta, storico e pubblicista; Viveka Assembergs, artista; Alessandro Bergonzoni,

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L’Antica chiesa di San Barnaba a Bondo, un centro culturale di alto livello Un eccezionale faro di cultura proposto in un piccolo paese delle Giudicarie

I

di Mario Antolini Musón

n questi ultimi tre anni è accaduto qualcosa di inusitato nelle Giudicarie che non può non essere testimoniato anche dalla carta stampata, e solo le colonne de “Il Giornale delle Giudicarie” può lasciarne traccia nella storia delle nostre vallate. È successo che per iniziativa e l’organizzazione dello Studio d’Arte Zanetti di Bagolino, comico, scrittore, autore e attore di teatro italiano; Aurelio Bertoni, artista; Armando Besio, giornalista de la Repubblica; Mario Botta, architetto; Mons. Luigi Bressan, arcivescovo di Trento; Franco Chiarani, artista; Ciro Roberto Cipollone, artista; Francesco Cito, fotografo; Lamberto Correggiari, artista; Maurizio Cucchi, poeta; Andrea Dall’Asta SJ, direttore della Galleria San Fedele di Milano; Philippe Daverio, professore Università degli Studi di Palermo e critico d’arte; Walter Facchinelli, giornalista; Chiara Gatti, critica e storica dell’arte, giornalista di Repubblica; Roberto Ghidoni, campione del mondo di sport estremo; Alberto Ghinzani, scultore e poeta, direttore del Museo della Permanente di Milano; Giancarlo Maculotti, storico della Valle Camonica; Ettore Masi, attore; Domenico Montalto, critico d’arte e giornalista de l’Avvenire; Giovanni Pelloso, critico di fotografia e giornalista del Corriere della Sera; Patrizia Pizzini, dottore commercialista, già presidente della Scuola Musicale Giudicarie; Graziano Riccadonna, presidente del Centro Studi Judicaria; Giuseppe Rivadossi, artista; Renzo Rivadossi, artista; Gianluigi Rocca, artista; mons. Giancarlo Santi, presidente dell’AMEI (Associazione Musei Ecclesiastici Italiani), docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Diego Schelfi, presidente della Cooperazione Trentina; Antonio Stagnoli, artista; Michele Tavola, storico e critico dell’arte; Patrizia Valduga, poetessa e traduttrice italiana; Michela Valotti, dottore di ricerca in storia dell’arte; Nicola Villa, artista; Marco Vitale, economista d’impresa; Ivan Zanoni, artista; Luciano Zanoni, artista; Marco Zulberti, storico dell’economia. Di seguito l’elenco delle più significative ed impor-

con la fattiva disponibilità e collaborazione dell’amministrazione comunale di Bondo e dell’autorità ecclesiale locale, si sia riusciti a trasformare l’antica chiesa parrocchiale di San Barnaba, ormai abbandonata, in un centro culturale di alto livello, richiamando sulle Giudicarie l’attenzione culturale di gran parte dell’Italia.

L’interno della mostra

tanti iniziative e manifestazioni. Esposizioni · Mostra di scultura, pittura e di grafica antica: Viveka Assembergs, Giuseppe Bartolini, Aurelio Bertoni, Lamberto Correggiari, Marilù Eustachio, Gianfranco Ferroni, Giuliano Giuliani, Graziano Gregori, Claudia Marchetti, Tullio Pericoli, Renzo Rivadossi, Antonio Stagnoli, Ivan Zanoni, Luciano Zanoni. · In mostra lavori di: Viveka Assembergs, Franco Chiarani, Lamberto Correggiari, Lino Mannocci, Giuseppe Rivadossi, Gianluigi Rocca, Antonio

Stagnoli, Francesco Tabusso, Ivan Zanoni, Luciano Zanoni. / Dipinti antichi. / Fra i grandi maestri della grafica antica: Albrecht Durer, Cristofano Robetta, Rembrandt van Rijn. · Esposizione delle opere d’arte di: Andy Warhol, David Hockney, Ellsworth Kelly, Frank Stella, Jasper Johns, Robert Rauschenberg, Roy Lichtenstein. · Artisti in mostra: Ciro Roberto Cipollone e Antonio Stagnoli. · Dipinti, xilografie, litografie a colori, acquatinte, puntasecche e raschietti di: Mimmo Paladino, Marc Chagall, Georges Rouault.

La Chiesa di San Barnaba

· Esposizione di disegni, sculture e fotografie: Francesco Cito, Lucia Covi, Michele Miorelli, Stefano Isidoro Radoani, Antonio Stagnoli, Ciro Roberto Cipollone. Serate di letteratura e poesia · Maurizio Cucchi, poeta: lettura di versi. · Letture d’estate, incontro con l’Autore: 1) Raccolta di poesie: “Ultima fermata prima dell’Inferno”; 2) Presentazione del libro “Il cielo capovolto” di Antonella Gatti Bardelli con prefazione di Pino Roveredo. · Reading di Patrizia Valduga, poetessa e traduttrice italiana. Serate culturali · Rappresentazione “Presepe vivente”. · “Rapy Fest”. · Elogio dell’Immaturità: spettacolo con letture, musica e danza. · I giovani incontrano Ciro Roberto Cipollone e Antonio Stagnoli. · Convegno: “L’economia rurale: quali prospettive”. · “Workshop 2013: fra arte e poesia” con la partecipazione dell’artista Nicola Villa e di Alberto Ghinzani. · “Arte sacra e architettura”: Mario Botta intervistato da Armando Besio. · “Le parole dell’arte”: Alessandro Bergonzoni intervistato da Michele Tavola. · Presentazione del volume “La cellula sovversiva di St. Moritz” di Giancarlo Maculotti. · “Seguendo libere impronte”: serata con Roberto Ghidoni con la proiezione del film “Tracce”. · Serata di poesie di autori del territorio e musica classica popolare. · Mario Antolini Musón si racconta... intervistato da Walter Facchinelli. · “Il paesaggio come immagine economica del buongoverno”: Marco Zulberti e Alfonso Masi. · “Arte, architettura e liturgia: sfide per la Chiesa di oggi”: si interrogano Andrea Dall’Asta SJ e mon-

signor Giancarlo Santi. · Presentazione della rivista “Judicaria” del Centro Studi omonimo di Tione. Serate musicali · Concerto di musica classica con clarinetto, sax e pianoforte. · Corale di San Barnaba e concerto di cornamuse con gli “Zampognari della Valtrompia”. · Corale di San Barnaba con i Cori Cima Ùcia e Monte Irón. · Una storia che incanta: il Coro Sosat in concerto. · Concerto di Pasqua. · Concerto di Capodanno: “Quintetto di fiati”. Di seguito le testate di quotidiani, settimanali, mensili - locali e nazionali - a dimostrazione di come e dove sia giunta l’eco delle Giudicarie: Corriere della Sera (edizione Corriere del Trentino), l’Adige, Trentino, Alto Adige, Vita Trentina, Il Giornale delle Giudicarie, Terminal 24-The Milan Airports Magazine (internazionale), Corriere della Sera (edizione Brescia), Giornale di Brescia, Bresciaoggi, Teletutto (servizi speciali di 20 minuti con divulgazione provincie di Brescia, Cremona, Mantova e Verona), La Repubblica (tutto Milano), Il Giorno (pagina Lombardia), Libero (Milano e Lombardia), Il Sole 24 Ore, Il mattino, MF: Il quotidiano dei mercati finanziari, Avvenire, Donna Moderna, Gente, Arte, la Repubblica, Velvet, Business People, Monsieur, Cose di Casa, Case & Stili, PleinAir, Turismo secondo natura, camper, tenda, escursioni, Gentleman (pagina nazionale), Judicaria, Opuscolo edito da Valle del Chiese Trentino: eventi Estate e Inverno, Ai piedi del Monumento (Notiziario Comune di Bondo), Comunità in Cammino, Campane di Rendena. Vanno aggiunti una trentina di link-siti web in internet. Elencazione noiosa e inutile? Non credo proprio, poiché se la carta stampata tramanda notizie e cronache della normale quotidianità, deve avere anche il compito “storico” di lasciare una chiara traccia anche di ciò che è stato fatto per arricchire di “cultura” le popolazioni dei singoli territori.


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Attualità

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Il Consorzio BIM Sarca Mincio Garda è stato designato quale Ente capofila da entrambi gli Accordi di Programma sia per la finalità del progetto - valorizzazione e sviluppo sostenibile del territorio - che per la rappresentatività territoriale dei 42 Comuni che fanno parte del bacino imbrifero del Sarca e che sono situati lungo il corso del fiume. Utilizzando lo strumento delle Reti di Riserve, previsto dalla L.P. 11/2007, la finalità è quella di realizzare il “Parco Fluviale della Sarca” e predisporre un unico piano di gestione del fiume, dalla sorgente, sulle cime dell’Adamello, alla foce, nel Lago di Garda. Il tema del governo del territorio forestale e montano è affrontato e sviluppato all’interno di una visione unitaria, che coniuga e contempera le esigenze di sviluppo economico con quelle di conservazione e valorizzazione delle risorse.

“Rete di RiserveAlto Sarca” Il BIM del Sarca Mincio Garda capofila del progetto Dopo quello del Basso Sarca - sottoscritto il 28 settembre 2012 tra la Provincia di Trento, il Consorzio B.I.M. Sarca Mincio Garda (capofila), le Comunità di Valle Alto Garda e Ledro, della Valle dei Laghi, i Comuni di Riva del Garda, Arco, Nago Torbole, Dro, Calavino, Cavedine, Lasino, Padergnone e Vezzano - lo scorso 21 ottobre 2013 è stato sottoscritto anche l’Accordo di Programma per l’attuazione della Rete di Riserve dell’Alto Sarca tra la Provincia di Trento,

il Consorzio B.I.M. Sarca Mincio Garda (capofila), la Comunità di Valle delle Giudicarie, i Comuni di Bleggio Superiore, Bocenago, Bolbeno, Bondo, Breguzzo, Caderzone Terme, Comano Terme, Carisolo, Darè, Dorsino, Fiavè, Giustino, Massimeno, Montagne, Pinzolo, Preore, Ragoli, Roncone, San Lorenzo in Banale, Spiazzo, Stenico, Strembo, Vigo Rendena, Villa Rendena, Tione di Trento e Zuclo e le A.S.U.C. di Dasindo, Fiavè, Saone e Verdesina.

A carico dei Comuni pertanto non è previsto alcun onere se non quello di partecipare e collaborare per l’individuazione, sui rispettivi territori, delle più opportune e necessarie azioni di conservazione, tutela e valorizzazione dell’ambiente e del fiume.

Al fine di assicurare l’efficace perseguimento degli obiettivi di conservazione e di miglioramento della qualità del territorio, del patrimonio ecologico, del paesaggio e dell’ambiente, sono individuate finalità, soluzioni ed azioni che pongono attenzione, nel contempo, all’esigenza di efficacia e a quella di un razionale ed attento utilizzo delle risorse economiche.

Nelle prossime settimane, appena conclusa la fase di costituzione degli organi della Rete di Riserve dell’Alto Sarca, si procederà ad un confronto con la Rete di Riserve del Basso Sarca e con tutti i soggetti interessati alle iniziative previste, primo tra tutti il Parco Naturale Adamello Brenta che sarà chiamato ad esprimersi per le proprie competenze ed a collaborare per la corretta gestione e realizzazione degli obiettivi nonché per la partecipazione nella redazione del piano di gestione.

Le finalità riconosciute a tale iniziativa si riconducono primariamente all’opportunità di poter attuare in forma diretta la tutela attiva del proprio territorio, perseguendo così la valorizzazione e la riqualificazione degli ambienti naturali, integrando questo obiettivo con lo sviluppo delle attività umane ed economiche, compatibili con le esigenze di conservazione. L’art. 35 della legge citata prevede in particolare che aree presenti fuori Parco Naturale facenti parte della rete europea “Natura 2000”, riserve naturali provinciali, riserve locali, aree di protezione fluviale che si prestano ad una gestione unitaria e coordinata, possano essere organizzate secondo una “Rete di Riserve” alla cui conservazione possono concorrere i Comuni o loro forme associative o la Comunità secondo un piano di gestione approvato dalla Giunta provinciale nell’ambito di “accordi di programma” tra i comuni interessati e la Provincia. La citata legge prevede, inoltre, che la Rete di Riserve, attivata su base volontaria, ponga particolare riguardo alle esigenze di valorizzazione e riqualificazione degli ambienti naturali e seminaturali e delle loro risorse, tenendo conto in particolar modo dello sviluppo delle attività uma-

25.000,00.= mediante interventi diretti dei Servizi provinciali), Comunità di Valle delle Giudicarie (€. 40.000,00.= derivanti dai cd. “canoni ambientali” versati dai concessionari per il rinnovo delle concessioni idroelettriche ai fini del recupero e della valorizzazione ambientale) e Consorzio B.I.M. Sarca Mincio Garda (€. 40.000,00.=).

ne ed economiche. Il progetto ha quindi principalmente l’obiettivo di cogliere l’opportunità di integrare - attraverso lo strumento della Rete di Riserve, che non pone vincoli ma consente ai Comuni ed ai soggetti vicini al territorio - l’economia locale con il mantenimento della qualità dell’ambiente e degli assetti naturalistici e con le potenzialità di crescita economica, sociale, di valorizzazione culturale e turistica.

Ai sensi dell’art. 96 della legge, inoltre, per sostenere la Rete di Riserve, la Provincia finanzia la redazione dei piani di gestione e le iniziative, le azioni, i progetti, gli interventi previsti dall’accordo di programma realizzate dai soggetti pubblici o privati individuati dall’accordo stesso o dal piano di gestione. Anche per la Rete di Riserve dell’Alto Sarca la Provincia ha stanziato le prime risorse, affiancata dalla Comunità di Valle delle

Giudicarie e dal Consorzio B.I.M. Sarca Mincio Garda. Sulla scorta dell’esperienza del Basso Sarca, che da circa un anno sta lavorando sempre con il BIM capofila - per realizzare gli interventi previsti nel progetto e per il quale sono stati stanziati (da Provincia, Consorzio BIM Sarca Mincio Garda e Comunità di Valle Alto Garda e Ledro e Valle dei Laghi) €. 1.947.100,00.= si è proceduto, anche quale completamento dell’area fluviale, alla sottoscrizione

dell’Accordo di Programma dell’Alto Sarca. Nell’Accordo di Programma della Rete di Riserve dell’Alto Sarca l’impegno finanziario complessivo – che in questa fase iniziale riguarda in particolare la formazione, programmi educativi per le scuole e la redazione del piano di gestione unico con il Basso Sarca – ammonta a €. 195.000,00.= suddivisi tra Provincia di Trento (€. 90.000,00.= mediante interventi finanziari ed €.

In particolare gli organi costituenti la Rete di Riserve dell’Alto Sarca, ai sensi dell’Accordo di Programma, sono: - Conferenza della Rete (costituita dai rappresentanti dei Comuni, Comunità e soggetti partecipanti); - Presidente della Rete (presidente Ente capofila); - Laboratorio Partecipativo (costituito dai cittadini, associazioni ed enti interessati); - Gruppo di Lavoro (costituito da tre rappresentanti della Conferenza, tre funzionari provinciali dei servizi interessati, tre rappresentanti delle A.P.T. d’ambito, un rappresentante del Parco Naturale Adamello Brenta ed un rappresentante del Laboratorio Partecipativo). Il presidente delle Reti di riserve Alto e Basso Sarca E consorzio B.I.M. Sarca Mincio Garda Ing. Gianfranco Pederzolli


Il ricordo (…) il dottor Nino Scaglia mi ha accolto con estrema cortesia, il sorriso furbo di un uomo sapiente su di un viso delicato hanno distrutto il mito dell’uomo burbero che mi attendevo. Il dottor Scaglia sarà, sì e no, 50 chilogrammi: cinquanta chili di vivacità, non c’è dubbio, di intelligenza, di modestia, ma soprattutto 50 chili di cervello e scusatemi se è poco. (…) Ho quasi scrupolo di averlo disturbato. Ha scritto da poco il suo primo libro organico “Settant’anni di vita storese”, ma è già impegnato in un altro lavoro di più ampio respiro. «Sto lavorando – dice – ad un libro nuovo che riguarda medici, farmacisti ed altri personaggi della vita giudicariese. L’altro, quello pubblicato dal Consorzio elettrico, riguarda esclusivamente la vita di Storo e dei soci del Consorzio, compresi quelli di Tiarno, Darzo, Lodrone e Bondone». Poi, con civetteria, seppur marchiata da modestia: «Se è andato bene non lo so; so che non ce ne sono più in commercio anche se erano parecchi». Infine una maliziosa sfida: «Per il prossimo, non lo so come andrà a finire, anche tenuto conto del fatto che ho 77 anni e non è detto che rimanga il tempo per portare a termine le idee che ho per la testa. Fra il resto sto affrontando due commedie dialettali: una sarà in scena già per l’inverno e se avrò un’ulteriore proroga dal Padre Eterno, riuscirò quanto prima a rappresentare anche l’altra. Ultimamente in fatti ho perso un po’ di tempo anche con delle commedie; quelle fatte hanno avuto successo, quelle da fare non lo so, me lo augurio..». L’occhio gli scappa ogni tanto al banco, scruta la gente, saluta. Lo riveriscono in molti. (...) La sua professione, lo si sente, gli è rimasta dentro anche se ora è in pensione. Una volta il medico, il Prete ed il farmacista erano tutto in un paese: «Ho fatto il farmacista per 52 anni – e si riempie di orgoglio – oh, ma oggi tutto è cambiato, il farmacista è diventato un commerciante. Nei primi trent’anni del mio lavoro il farmacista era un po’ l’intermediario fra il medico ed il popolo e faceva da consigliere; in farmacia si andava a consigliarsi e il farmacista era l’amico diretto della gente. Oggi è uno come un altro, uno dei 2.500 storesi, niente di più; il suo interesse principale è il commercio..» Guarda ancora con tenerezza al banco della farmacia che brulica di gente: «A dir il vero adesso non è neanche più necessario il consiglio, ormai la gente è istruita, c’è maggiore cultura; in tutte le case ci sono medicine che a proposito o a sproposito vengono usate senza consigli. Lo testimonia anche il fatto che nei primi anni di attività venivo chiamato una o due volte quasi ogni notte, perché quando uno aveva qualche cosa o si chiamava il medico, o, il più delle volte, venivano dal farmacista. Oggi non chiamano più perché hanno in casa di che intervenire per i primi soccorsi. Tutti hanno in casa antibiotici.. ed altro;

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Nino Scaglia, uomo di cultura

A 20 anni dalla scomparsa, un ricordo del farmacista di Storo che fu anche studioso e giornalista. Pubblichiamo un’intervista, in versione ridotta, apparsa nel 1985 sul numero zero di Judicaria

A

di Adelino Amistadi

20 anni dalla morte ricordiamo Nino Scaglia, farmacista di Storo e uomo di cultura delle Giudicarie, riproponendo uno stralcio di una

come li prendono non lo so, ma quasi tutti si arrangiano». (…) Poi si inabissa nei ricordi: «Io ho tutta una vita di ricordi, li scriverò; in parte li ho già scritti e altri li racconterò nel libro che sto per ultimare». La farmacia era sicuramente un balcone ideale per seguire le vicende del paese: «Certo, era un po’ il centro, non dico culturale, ma quando succedeva qualcosa il farmacista era il primo a saperlo; con il farmacista c’era da parte della gente, più confidenza. Il farmacista era un gradino in meno del medico e questo lo metteva a contatto con tutti, ed era un personaggio generalmente ben visto». Coi ricordi arriviamo alla guerra. Il piccolo Nino Scaglia ne è colpito, quasi affascinato: «Io le due guerre le ho vissute. La Prima Guerra mondiale l’ho iniziata a sei anni e l’ho finita a dieci e ne ho ancora impressioni vicinissime, perché Storo era seconda linea, qui c’erano i cannoni da 305 che sparavano e noi bambini andavamo a curiosare. Storo non era vicino alla guerra, ma era “nella” guerra. La Seconda Guerra mondiale invece fu solo di passaggio; fu la Prima a lasciare una grande impronta che cambiò il paese di Storo. Cambiò vita, abitudini, modo di nutrirsi, di vestirsi, tutto. Quattro anni con 20.000 soldati nel paese di tutte le regioni d’Italia, di tutti i dialetti d’Italia hanno cambiato Storo; era un paese gretto, chiuso, appartato con attriti fra i vicini; ci chiamavano e ci chiamano “cò quader”, le teste dure. (…) complessivamente questi quattro anni di guerra hanno aperto il cervello agli storesi, che prima era molto chiuso». Poi, quasi a scusare gli storesi e sé stesso: «.. anche per il fatto che siamo un paese all’ombra, senza sole, il che ha una grande importanza; avere molto sole sveglia la gente, mentre noi abbiamo inverni lunghi e quattro mesi senza sole: e questo favorisce un indurimento mentale». (…) Arriva il fascismo a cui aderiscono entusiasticamente lo zio dottor Olimpio e, più tardi, anche suo padre Ermenegildo, solo perché «un podestà senza tessera è inammissibile». Del periodo fascista Nino Scaglia non dice granché; di certo guarda con ribrezzo a tutto quello che il fascismo fa contro la libertà, ma ammicca al senso d’ordine e di sicurezza che sembra portare in Italia; buona impressione gli fa la nuova organizzazione della scuola voluta dalla riforma Gentile e

vecchia e lunga intervista, una delle sue ultime, apparsa sul primo numero di Judicaria, la rivista di divulgazione del Centro Studi Judicaria, dell’ottobre 1985.

Nino Scaglia

scrive: «Se dovessi scegliere fra le due situazioni, quella di mezzo secolo fa con professori che incutevano paura agli studenti e quella attuale con i professori che hanno paura degli studenti, sceglierei senza esitazione la prima». (..) Nel 1932 inizia la sua attività professionale e si propone di migliorare le condizioni del paese procurando lavoro a chi non ne ha, ma le cose non gli vanno un granché bene. Si esaurisce in fretta il filone di barite, per l’estrazione della quale si era costituita un’apposita società di ricerca e meno ancora funzionò l’allevamento di trote iniziato e finito nel 1946. «Due imprese sballate», così le definisce Scaglia, ma significative a dimostrare l’impegno del farmacista a risollevare le sorti dei compaesani. Molto meglio gli va con il Consorzio elettrico: lo sveglia dal letargo, lo amplia e ne diventa presidente per 25 anni. Ma è dopo la Seconda Guerra mondiale che Scaglia dà il meglio di sé. Per qualche giorno addirittura fa parte del Comitato di Liberazione Nazionale, e fu un comitato tutto da ridere, dato che era formato da tutti i tesserati al Fascismo (…). Poi a Storo arriva la Sapes, si lavora, si progredisce e Scaglia inventa il suo capolavoro “La voce della Rocca Pagana”, un giornale mensile che fece storia. «Il giornale – racconta – è nato nel 1948 e fu chiuso nel 1958. lo abbiamo fondato con quattro o cinque amici, ma dopo il terzo numero rimasi solo. È stato il mio orgoglio, perché un mensile tenuto insieme per dieci anni e portato dalle 50 copie del primo numero alle 3200 degli ultimi non è cosa da poco. E si è sempre mantenuto. (..) Poi ho dovuto smettere perché non ce la facevo più. Ero solo in farmacia e di notte a scrivere tutto il giornale con 5 o 6 pseudonimi, salvo qualche saltuaria collaborazione. Era diventato troppo pesante ed impegnativo». Il perché il farmacista Scaglia

si sia messo a fare il giornalista non è facile da spiegare: «(..) iniziò quasi per scherzo. Poi un giorno mi arriva da Roma un vaglia di 500 lire ed una lettera che lodava il giornale e ci invitava a continuare (..) ne arrivarono altri ma a farci continuare furono le numerose lettere dei lettori, che arrivavano dall’America e da ogni parte del mondo dove c’erano Storesi; ma non solo, anche perché negli ultimi anni “La Rocca Pagana” divenne un

giornale giudicariese, non più solo storese». (..) Il suo viso si illumina, l’orgoglio c’è tutto, c’è la consapevolezza di avere fatto storia, d’aver detto qualcosa per dieci anni, qualcosa che resterà: «Il giornale era a sfondo umoristico, umorismo sano, non offensivo, voleva diffondere le mie idee politiche di liberale, anticomunista (..) ma non asservito ai partiti. Per questo ebbi delle peripezie, come quando fu proposta in Giudicarie la “Lista dell’Orso” per le elezioni regionali; la base di questa lista era il mio giornale per portare a Trento il rag. Alfiero Andreolli. Allora uscì un opuscolo di chiara matrice democristiana che attaccava “un giornalucolo di valle” il mio (...) Dopo la mia risposta la polemica si spense». (…) Il suo scrivere è impostato sull’ironia bonaria, sull’osservazione degli uomini dei loro piccoli difetti e dei loro com-

portamenti: «Io l’umorismo ce l’ho dentro. Le mie commedie portano allegria, ma mostrano anche un amore viscerale per l’umanità semplice, per i poveri, per i derelitti. (…). Sui giovani è pessimista: «È vero, ma non è neanche colpa loro. Quando andavo a scuola mi dicevano Dio, patria, famiglia: adesso queste tre parole sono entità che vanno scomparendo. Spero che ci sia un ritorno di fiamma. Ma oggi si dedicano allo sport, al sesso.. Il sesso era importante anche allora, eccome! Ma non era al primo posto, non ci faceva dimenticare tutto il resto». E i giudicariesi? (..) forse con campanilismo li giudico migliori rispetto a tutte le altre popolazioni trentine.(...) Non ci distingueremo magari per l’amore verso la cultura, ma siamo forse i più aperti verso il forestiero, abbiamo maggiore affettività, più valori». E questo è tutto. Al dottor Nino Scaglia, 77 anni, farmacista di Storo, altri 100 anni di vita: saranno altri cento anni di storia giudicariese.

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MARZO 2014

Speciale rifiuti

La raccolta dei rifiuti nelle le criticità e le novità 2014 ������������ �������������������� ����������� ��������������������������� ��������� �����������������������

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Guida ed informazioni utili su un servizio importante per il nostro territorio ������ � �� ����� ������ �� ����������������������������� �� ��������� ����������������� ���� �� ���������� ��� ������ �� ������������� �������������������������������� �����������!� ������� �� � ���������������� �������� � ����� ������������ �������������������!�������� ��� ��������������������� ������!���������

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La massima qualità del serche, nonostante venga ef� ���� �� ��� ��������������� �������� ��������������"�������� �� �������� �� ������������������� �� vizio è raggiungibile solo a raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani ed pende solamente dal gestore, ma è fortemente suscettibile fettuata una ulteriore cerquando il gestore del serviassimilati è una delle funzioni principali della Co- del contributo (sia positivo che negativo) dei cittadini. Il nita da parte del personale zio è gli utenti si ������������ ����� � ����������� ���� �� ������������!������� �������������������������� ������ ����� vengono munità delle Giudicarie. La gestione della filiera settore dei rifiuti è sì altamente organizzato ed industria- del Centro di Zuclo, quasi incontro: non sarebbe sufdei rifiuti è da sempre particolarmente delicata ed onero- lizzato, ma la sua specificità è quella di essere una disci- la metà del rifiuto da imbal���������� ������������� �������� ��������������������������� �� ����������� �������������������� ficiente la buona volontà sa e, a differenza di altre attività, la sua efficienza non di- plina a carattere cooperativo tra le parti. laggi in plastica e metallo è dei cittadini che differencostituito da scarto che non ���� � �������!�������������������������� ������� ����� �������� ����������������� � ������� ziano correttamente i rifiupuò essere riciclato e che ti, quando le modalità di quindi è destinato a smalraccolta fossero carenti, ma timento definitivo (discariallo stesso modo un servizio ca) e per di più dopo essere ben strutturato non è suffistato trasportato dal Cenciente a garantire una buona tro Integrato di Zuclo alle raccolta differenziata quanpiattaforme di recupero ed do i cittadini non rispettano essere stato di qui rimanle buone pratiche di raccolta dato al mittente. La gravità differenziata. del problema è sottolineata dal fatto che non si è riuNel 2013 sono state racsciti a rispettare i parametri colte 19.447 tonnellate di di accettabilità stabiliti dal rifiuti, di cui 15.345 tonnelconsorzio per il recupero late di rifiuto differenziadella plastica (COREPLA), to, pari ad una percentuale obbligando la Comunità a dell’80,78% (lordo). Il dato modificare il tipo di conè invariato rispetto al 2012 tratto con i recuperatori per e ha consentito il pieno raglimitare le perdite. giungimento degli obiettivi fissati dalla Provincia. Nel corso del 2013 si è notato un notevole peggioraI dati quantitativi però non mento anche di un rifiuto sono sufficienti a descriveche tradizionalmente era di re il reale stato di fatto del buona qualità, ossia la carsistema rifiuti. Infatti l’Ufta. Anche per questa tipoficio di Igiene Ambientale logia il materiale estraneo, ha osservato nel corso del che va dal rifiuto residuo 2013 un generale e grave all’organico, è incremenpeggioramento della qualità tato fortemente a fronte dei materiali differenziati, di una soglia accettata di ���� ������ ����������� che si è tradotto in un siimpurità che non ammette gnificativo mancato introito ampi margini di tolleranza. per la vendita dei materiali Nel caso della carta il mero ������ ������ stessi sul mercato delle maerrore di conferimento è terie prime seconde. da escludere totalmente, ��������� ������ in quanto le modalità di In particolare gli imbalselezione sono molto chia����� ���������� ����������� ������ ���!� laggi in plastica e metallo re, come dimostra anche il e gli imballaggi in carta fatto che negli anni scorsi e cartone sono quelli che la qualità era notevolmen����������� �������""������ �������#�������"�#��������� hanno evidenziato il trend te migliore. Il regresso peggiore. L’ambiguità e le alla terza fascia di qualità �� ��� ���� �� normali difficoltà nella racè stato quindi inevitabile colta differenziata di tutti i nel 2013. E’ peraltro op��� � giorni non sono sufficienti portuno evidenziare come a giustificare questo andala situazione sia migliore mento; le cause, piuttosto, per il cartone, raccolto a vanno ricercate nella scar- Questo mancato incasso verse vocazioni economiche I peggiori inconvenienti si degli operatori del Centro parte, anche se in questo sa motivazione di molti peserà evidentemente sulla e sociali rendono pressoché riscontano per la raccolta Integrato, sono stati con- caso sussiste un problema cittadini, che in alcuni casi prossima tariffa, poiché la impossibile una unica stan- degli imballaggi in plastica feriti per mero errore (ad di altro tipo, ossia che i traè arrivata all’estremo del legge prevede che il servizio dardizzazione del servizio: e metallo. Se da una parte esempio plastica domesti- sporti non sono ottimizzati menefreghismo e del sabo- debba essere pagato esclusi- la raccolta è effettuata con tale tipologia di raccolta è ca NON da imballaggio) è in quanto il volume di cartaggio. Purtroppo, nel si- vamente con i soldi riscossi modalità adattate alle spe- quella che presenta mag- irrisoria in confronto al ri- tone in rapporto al suo peso stema dei rifiuti non esiste tramite la tariffa stessa. cificità delle singole valla- giori incertezze per quanto fiuto non conforme delibe- è altissimo. Questo risulta individualismo, e le azioni te. Ancora più complesso riguarda la corretta selezio- ratamente e consciamente dal fatto che gli scatoloni, del singolo si ripercuotono Il Servizio di Igiene Am- risulta gestire l’incremento ne dei materiali conferibi- introdotto nei contenitori contrariamente a tutte le insulla collettività, sempre. Si bientale è impegnato tutti i della produzione dei rifiuti li, dall’altra parte questa da parte di alcuni cittadini dicazioni date sia in forma pensi che è bastata una sola giorni nel tentativo di offri- a causa degli afflussi turisti- circostanza è molto spesso (rifiuto residuo, organico, di sensibilizzazione sul terborsa contenente 5 panno- re il miglior servizio possi- ci, fatto reso ancora più pro- usata per mascherare la vo- materiale da costruzione e ritorio che di cartellonistilini, per compromettere gli bile, contenendo per quanto blematico dalle abbondanti lontà di conferimenti del demolizione solo per citare ca, non vengono conferiti introiti per la vendita della possibile i costi. L’eteroge- nevicate dell’inverno che si tutto illeciti. La percentua- le categorie più frequenti). piegati e ridotti in volume, carta raccolta per 3 mesi. neità del territorio e le di- sta chiudendo. le di rifiuti che, a giudizio Il risultato preoccupante è bensì tal quali, portando a


Speciale rifiuti

Giudicarie: saturazione in breve tempo non domestiche, cioè bar, �������� ������������������������������������������������������������������������������ le isole ecologiche e obbli- ristoranti, negozi. Ciò è dogando gli operatori del ser- vuto in genere ad una cattiva vizio raccolta ad effettuare organizzazione dell’attività trasporti a carico minimo. nell’ambito dei rifiuti. La Considerato l’elevato quan- mancanza di un responsabititativo di cartone che viene le interno per la gestione dei prodotto dalle utenze non rifiuti, superficialità nella domestiche, è fortemen- selezione e carente organizte consigliato per le stesse zazione dei contenitori non conferirlo presso i Centri può che causare una errata di Raccolta attraverso con- raccolta differenziata. Alla venzione gratuita, piuttosto disorganizzazione si aggiunche gravare pesantemente gono inoltre molto spesso sui gazebo stradali. svogliatezza e disinteresse, se non addirittura dolo. Le utenze che maggiormente effettuano conferimenti E’ importante segnalare che non conformi sono quelle a partire da gennaio 2014 è

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stata modificata in senso ni d’oca, tende, abiti da elettroniche, vernici, toner, con poco sforzo – il sistema migliorativo la raccolta de- lavoro, anti-infortunistici, pneumatici, inerti ed altri di raccolta differenziata. gli indumenti. Grazie alla purché integri ed in buono rifiuti) non conferibili alle buona qualità nella raccolta stato. È escluso il materia- isole ecologiche. L’affluen- Attualmente è in fase di di questi ultimi è stato pos- le particolarmente sporco o za a queste strutture, dalle chiusura la fase di aggiusibile stipulare un accordo bagnato, pannolini, tappeti, statistiche calcolate dalla dicazione dell’appalto per �������� ��������������������������������������������������������������������� con la Cooperativa Cauto di ombrelli e gomitoli di lana/ Comunità, risulta essere la raccolta ed il trasporto Brescia, la quale provvede- cotone. molto bassa, il che eviden- dei rifiuti nelle Giudicarà a dare seconda vita agli zia come questo importan- rie. Con il nuovo contratto indumenti. Per questo mo- Un’ultima considerazio- te canale di smaltimento e si intendono apportare dei tivo si pone all’attenzione ne riguarda l’utilizzo dei recupero sia sottoutilizza- miglioramenti al servizio, di tutti che nei contenitori Centri di Raccolta: tali to, a fronte di un notevole in particolare per quanto che si trovano presso le iso- piattaforme, completamen- sforzo tecnico ed economi- riguarda la pianificazione le ecologiche stradali potrà te gratuite per il cittadino, co dovuto sia all’atto della della raccolta e la tracciaessere conferita qualunque costituiscono una notevole loro costruzione sia in fase bilità. L’auspicio è che gli tipologia di abito (donna, agevolazione per chi inten- gestionale. La raccomanda- sforzi profusi dall’Ufficio uomo, bambino), scarpe, de disfarsi di vari tipi di zione è quella di utilizzare di Igiene Ambientale per cinture, borse e cappelli, materiali (ingombranti, ap- il più possibile i centri per avvicinarsi ai cittadini trocoperte e lenzuola, piumi- parecchiature elettriche ed migliorare sempre più – e vino un riscontro.

, e n e b e r a i z n e r e f f i D ! a t a g i l b b o a t l e c s a n u


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Rubrica legale

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L’Amministrazione di sostegno è un istituto di protezione di chi ha una capacità di agire compromessa

Uno strumento per la tutela dei più soggetti più “deboli” U

di Francesca Zanoni

Con la legge n. 6 del 9 genn istituto giuridico di grande attualità che sta non invasivo. Proprio per la sua attualità, la comurie, mi preme evidenziare naio 2004 il legislatore ha, riscuotendo anche una sempre maggiore dif- nità di valle ha recentemente concluso un ciclo di tre come la richiesta di nomina per la prima volta, introdotfusione. L’Amministrazione di sostegno con- serate, il 20 il 25 e 26 febbraio rispettivamente a Codell’amministratore di soto in Italia la particolare fi- sente di tutelare i soggetti più deboli che hanno una mano, Condino e Pinzolo per informare i cittadini su stegno andrà fatta presso il gura dell’amministratore di ridotta capacità di agire; uno strumento flessibile e questo importante istituto. Tribunale di Trento; sino a sostegno (ADS). prima della sua soppressioTrattasi, in particolare, di un chiesta la nomina, infatti, damentali della persona). stenza dell’ADS e tali per deltà e diligenza. Solo dopo ne, invece, la procedura poistituto di protezione diretto è necessario indicare spe- Le persone legittimate a cui l’interessato non potreb- aver prestato giuramento teva azionarsi anche innanzi a porre a fianco di coloro la cificatamente l’atto e le ti- richiedere la nomina del- be compierli da solo. può iniziare a svolgere la alla Sezione Distaccata di cui capacità di agire risulta pologie di atti per i quali è l’amministratore sono: il Ci si può opporre al ricorso propria funzione. Tione. compromessa un soggetto richiesta l’assistenza. beneficiario (anche se inca- mediante apposito proce- I poteri dell’ADS vengono Sotto tale profilo non posso che possa aiutare tali sog- La richiesta dell’ammini- pace), i familiari entro il 4° dimento innanzi alla Corte indicati specificatamente non rilevare come – a mio getti a svolgere le proprie stratore di sostegno va ri- grado (genitori, figli, fratel- d’Appello e, eventualmen- dal decreto di nomina emes- avviso – appaia evidente il attività quotidiane, più o volta al Giudice Tutelare li, nonni, zii, prozii, nipoti, te, contro il decreto emesso so dal Giudice Tutelare, nel disagio che la soppressione meno complesse. del luogo ove vive abitual- cugini), gli affini entro il da quest’ultima innanzi alla quale si identificano gli atti del predetto Ufficio GiudiProprio la citata legge in- mente la persona interessata 2° grado (cognati, suoceri, Corte di Cassazione. specifici che l’amministra- ziario ha causato agli utenti, dica specificatamente lo (se ricoverata permanente- generi, nuore), il Pubblico L’incarico è temporaneo tore può compiere. soprattutto con riferimento scopo dalla medesima per- mente è il Giudice del luogo Ministero, il Tutore o il Cu- ovvero indeterminato. È il Si deve tenere presente che a quelle vicende giudiziali seguito attraverso l’ADS di ricovero se il ricovero è ratore. Sono invece obbliga- Giudice che decide la durata tale istituto è diretto a tute- che incidono in maniera siche, appunto, ha la funzio- solo temporaneo si farà rife- ti a farne richiesta i Servizi dell’incarico e i poteri attri- lare e proteggere la persona gnificativa sui più deboli i ne di “tutelare… le persone rimento alla residenza). Sanitari e Sociali diretta- buiti all’A.S. Detto decreto ed i suoi bisogni rispettan- quali, pur potendo in linea prive in tutto o in parte di La domanda può essere mente impiegati nella cura viene annotato ni Registri di done le richieste e le reali di principio accedere persoautonomia, con la minore svolta, nella maggioranza e assistenza della persona stato civile del Comune di esigenze. nalmente alla giustizia senlimitazione possibile della dei casi, direttamente dagli venuti a conoscenza di fat- residenza e nascita del be- Il beneficiario conserva, in za il supporto di un legale, capacità di agire” (art. 1). interessati senza l’ausilio ti tali da rendere opportuna neficiato a margine del suo ogni caso, la propria sfera si trovano oggi costretti ad Emerge, quindi, l’intento dell’avvocato (la Suprema l’apertura del procedimento atto di nascita. Il decreto di capacità sia con riguardo affidarsi ai professionisti del legislatore di evitare il Corte di Cassazione ha sta- di amministrazione di soste- può sempre essere modifi- agli atti necessari a soddi- per raggiungere i Tribunapiù possibile una limita- bilito che è invece necessa- gno. cato per esigenze che si ma- sfare le esigenze della pro- li sempre più lontani dalle zione totale, o quasi, della ria l’assistenza legale ogni È comunque sempre neces- nifestino nel corso della vita pria vita quotidiana sia in realtà di periferia. capacità di agire delle per- qualvolta il decreto che il sario, oltre all’incapacità dell’amministrato. riferimento agli atti per i sone; in modo da poter gra- giudice ritenga di emettere della persona, anche l’in- Dopo la nomina, l’ammini- quali la sua capacità non ha Avv. Francesca Zanoni dare, caso per caso, il tipo di sia non corrispondente alla teresse attuale e concreto stratore di sostegno presta subito limitazioni. – Fiavé - http://avvocatolimiti da imporre ai soggetti richiesta dell’interessato al compimento di atti per il giuramento di svolgere Con specifico riferimento francescazanoni.wordpress. che saranno affiancati dal- ovvero incida sui diritti fon- i quali è necessaria l’assi- il proprio incarico con fe- alla Valle delle Giudica- com/ l’amministratore, evitando il ricorso indiscriminato degli unici istituti, in tal senso esistenti sino al 2004, dell’interdizione e dell’inabilitazione (ben più gravosi per chi li subisce). Proprio per tale ragione si deve guardare a tale istituto come a un’opportunità, un servizio in favore dei più deboli che per una ragione o l’altra non sono in grado di gestire autonomamente i propri interessi (economici e non); non deve, invece, essere visto come una menomazione dell’indipendenza e della capacità giuridica, che rimane salda, risultando l’amministratore La Musica Sacra, arte millenaria e suggestiva, Arcipretale della Parrocchia S.Maria Assunta l’espressione della volontà mantiene ancor oggi un fascino particolare e ha e S. Giovanni Battista di Tione di Trento. e delle esigenze dell’ammiispirato nei secoli compositori al più alto livello. Una serata organizzata in collaborazione tra nistrato. Basti citare due nomi come Wolfang Amadeus la Parrocchia S.Maria Assunta e S. Giovanni L’amministrazione di soMozart e Giuseppe Verdi, che in tempi diversi Battista e l’Amministrazione comunale di Tione, stengo è rivolta, infatti, a scrissero altrettante Messe, per capire l’importanza che ha l’obiettivo di coinvolgere i giudicariesi coloro i quali per effetto di di questo segmento musicale, oppure, ai giorni all’ascolto di musica Sacra contemporanea una menomazione sia fisinostri, quello dell’olandese Jacob de Haan, uno e di livello. Protagonista della serata sarà la ca che psichica si trovino dei più popolari scrittori di musica per banda dei composizione “Missa brevis”, composizione nell’impossibilità, anche tempi moderni. La Messa è una composizione commissionata al musicista Jacob de Haan in temporanea, di provvedere musicale composta di parti che accompagnano le occasione del centenario della nascita di Papa ai propri interessi in maniecelebrazioni Eucaristiche della Chiesa Cattolica. Leone IX ed eseguita per la prima volta nel 2002. ra autonoma e piena, quaNel Rito Cattolico, si distingue la Missa brevis, Le note di Kyrie, Gloria, Sanctus, Benedictus ed li: anziani, disabili fisici o Messa ordinaria, dalla Missa solemnis, riservata Agnus Dei vedranno impegnate assieme banda psichici, alcolisti, tossicoalle grandi occasioni. e corali in un gesto canoro e musicale che ha dipendenti, malati. E’ in questo spirito che la Banda musicale di necessitato di prove e di un impegno importante La tutela può essere temPieve di Bono, assieme alla Corale di Santa durato mesi da parte dei tre sodalizi e delle 90 poranea o permanente ed è Giustina sempre pievana, la Corale San Barnaba voci e degli strumentisti che le compongono. diretta ad aiutare l’amminidi Bondo e Tiziano Armani, organista delle Sabato 15 Marzo le compagini giudicariesi strato ad affrontare probledue corali e suonatore della banda, saranno i saranno in vece impegnate a Trento presso la mi concreti (acquisti, venprotagonisti di una significativa serata di musica Parrocchia Santissimo Sacramento di via Tre dite, investimenti, ecc…). sabato 22 marzo, alle 20.30, presso la Chiesa Novembre, 26. Nel ricorso con cui viene

A Tione appuntamento con la musica Sacra

Il 22 marzo nella Chiesa Arcipretale significativo concerto con la “Missa brevis” di de Haan


Attualità Lo stesso lamento echeggia fra il 45% degli imprenditori greci, il 33% degli spagnoli, il 26% dei tedeschi. Ma da nessuna parte assume valori così alti in percentuale come in Italia. Il problema sembra essere riconducibile ad una forte asimmetria informativa: si cercano giovani con abilità, attitudini, capacità e talenti ma si faticano a reperire. Gli imprenditori non li trovano, mentre i giovani non sanno come e dove farsi cercare. Domanda e offerta non si incontrano, e nessuno spread riesce a farle metterle in contatto, a far scattare il semaforo. Insomma, le cause del problema della disoccupazione giovanile (tra i 15 e i 29 anni) appaiono essere solo in parte riconducibili alla recente crisi economica. Al contrario, il fenomeno è radicato nel nostro Paese da lungo tempo e ha natura strutturale: negli ultimi vent’anni, infatti, la probabilità per un giovane sotto i 30 anni di essere disoccupato è risultata essere stabilmente 3,5 volte superiore alla popolazione adulta (la media europea si attesta a 2). Quest’analisi condotta da McKinsey & Company trova un forte riscontro anche nelle convinzioni che da tempo la dirigenza della Cassa Rurale ha maturato. “Il mercato del lavoro oggi, nonostante la crisi, richiede capacità e competenze specifiche, che non sono legate solo al mondo dell’università”, evidenziavano già qualche tempo fa Andrea Armanini e Luca Martinelli, rispettivamente presidente e vicepresidente della Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella. “Competenze relazionali e comunicative, propensione al problem solving: gli imprenditori – aggiungono oggi - hanno bisogno di persone che abbiano queste capacità; andare all’università è necessario ma non suffi-

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Giovani, lavoro e know-how Ecco gli investimenti della Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella per il 2014 La ricerca condotta da McKinsey & Company su otto Paesi Ue resa nota ad inizio anno evidenzia come la disoccupazione giovanile in Italia sia raddoppiata dal 2007, toccando nei primi mesi del 2014 il 42%: un fenomeno che dimostra di affondare le proprie radici nello scarso dialogo tra siste-

ciente, perché non è vero che le imprese hanno smesso di assumere; è semmai vero che sono alla ricerca di giovani con competenze integrate”. Da qui la necessità di promuovere attività puntuali rivolte ai giovani. Per altro – va detto - le attenzioni della Cassa verso il mondo giovanile continuano ad essere una delle priorità strategiche su cui continuare ad investire. A testimoniarlo le numerose iniziative di mutualità innovativa che verranno promosse anche nel corso del 2014, di cui si riporta in calce una sintetica presentazione, mentre per ogni sorta di approfondimento si suggerisce la visita del sito web www.prendiilvolo.it. Incipit 5

Iniziativa di mutualità innovativa volta a favorire l’inserimento i giovani laureandi e neolaureati nelle realtà lavorative locali. Al via la quinta edizione che prevede la raccolta delle tematiche da parte delle aziende entro il 7 marzo 2014, ed a seguire l’apertura del bando ai giovani i quali dovranno inviare la loro candidatura entro il 30 aprile 2014. Terminata la selezione sarò dato avvio a 30 progetti, di cui almeno 20 riservati alle aziende ed i restanti agli enti/associazioni. Casa Londra Dopo il successo della prima edizione, anche quest’anno proporremo l’iniziativa offrendo la possibilità a 70 soci e figli di soci di poter effettuare un soggiorno studio e/o lavoro a Londra.

ma educativo e sistema economico. Questa cifra è solo parzialmente dovuta alla crisi economica: i problemi ribollono molto più nel profondo, dato che ben il 47% dei datori di lavoro italiani riferiscono che le loro aziende sono danneggiate dalla loro incapacità di trovare i lavoratori giusti.

stage), mentre si è da poco concluso uno stage in Romania. Nell’autunno 2014 sarà avviata la terza edizione di Interlabor. Yes 3 Yes (acronimo di You, the Experience and the Skills), è un progetto che ha l’obiettivo di dare informazioni e strumenti per sapersi meglio orientare nella scelta professionale. Per il 2014 si prevedono interessanti novità. Imprenditorialità giovanile Start You Up: La Cassa Rurale, in collaborazione con Trentino Sviluppo, si sta attivando per organizzare un percorso formativo sul tema dell’autoimprenditorialità, rivolto ai giovani fra i 18 ed i 35 anni. Il percorso sarà finalizzato ad individuare le migliori idee di impresa, che saranno accompagnate e sostenute da Trentino Sviluppo e dalla Cassa Rurale per incubare nuovi progetti imprenditoriali.

Casa Berlino Considerato il successo di Casa Londra, la Cassa Rurale sta attivando dei contatti per avviare un’iniziativa analoga anche a Berlino, capitale della Germania, uno dei più importanti centri politici, culturali, scientifici, fieristici e mediatici d’Europa. Interlabor 3 Iniziativa di mutualità inno-

vativa nata dalla collaborazione tra La Cassa Rurale e le proprie aziende clienti con rapporti commerciali e/o siti produttivi all’estero. Attraverso Interlabor la Cassa offre ai giovani la possibilità di effettuare periodi di stage all’estero. Ad oggi sono in corso gli stage pro- mossi con la seconda edizione in Cina (1 stage), Germania (2 stage), Russia (2 stage), Emirati Arabi (1

Progetto Restart Nell’ambito del Tavolo per le politiche giovanili della Vallesabbia, la banca di credito cooperativo partecipa al progetto “Vallesabbia e Garda Restart”, un concorso di idee finalizzato a promuovere imprenditorialità giovanile in grado di creare occupazione attraverso percorsi formativi e supporti economici specifici. Tutte le info delle iniziative della Cassa Rurale rivolte ai giovani su www.prendiilvolo.it

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Sport

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Bolbeno, la gara dei baby chiude la stagione alle Coste Con il tradizionale Trofeo Giovanissimi, la degna conclusione di una stagione positiva

Un degno epilogo per la stagione invernale 2013/2014: così si può definire la gara di fine corso “Trofeo Giovanissimi” che ha avuto luogo domenica 23 febbraio Infatti quasi 500 piccoli sciatori provenienti da ogni angolo delle Giudicarie ma non solo (ricordiamo infatti che anche comuni del calibro di Arco, Riva del Garda, Ledro, Dro, comuni della Valle dei Laghi come Cavedine,

Calavino, Lasino e Vezzano, ed addirittura alcuni comuni fuori Provincia come Vestone, Anfo e Malcesine, hanno sottoscritto la convenzione con l’impianto sciistico di Bolbeno per usufruire di tariffe particolarmente vantag-

alle “Coste” di Bolbeno, divenuta ormai un appuntamento imperdibile per tutti, e che si è conclusa ancora una volta con un successo pieno. giose per i residenti), con relativi genitori, si sono riuniti in una (finalmente) splendida giornata invernale dove il sole l’ha fatta da padrone. Grazie all’impegno dimostrato da tutti i volontari dello Sci Club Bolbeno, con la

collaborazione delle altre associazioni locali (la Pro loco, il Gruppo Alpini e i Vigili del Fuoco), ancora una volta si è potuto organizzare e curare ogni aspetto dell’evento in maniera eccellente, che si è concluso con una splendida cerimonia di premiazione dove, alla presenza di numerosi amministratori tra cui il consigliere Provinciale Mario Tonina, ogni partecipante è stato premiato con l’ambita coppa. Il segreto del successo di una manifestazione che non ha eguali in Italia, sta soprattutto “a monte”, e cioè nella tariffa di soli 60 € che si pratica da dodici anni ormai a quanti si iscrivono ai corsi sci organizzati dalla Sci Club Bolbeno in collaborazione con la Scuola Italiana Sci Rainalter di Madonna di Campiglio; un modo che

Un’esperienza divertente e significativa

Alla Contea corso di cucina per “aspiranti cuochi” La Contea di Bolbeno chiude il ristorante – i martedì – e apre le cucine. Per il pubblico, si capisce. Almeno quelli che sono interessati ad imparare i segreti della cucina con gli chef del ristorante. Il corso base è sui piatti tradizionali trentini, dall’antipasto al dolce: cinque martedì, in due turni (16-19 o 20-23), quindici partecipanti ciascuno, per imparare i segreti di canederli e strangolapreti, polenta o selvaggina, e se c’è qualche piatto particolare che interessa al gruppo, gli

chef potrebbero anche decidere di metterlo nel menù delle loro lezioni. Alla fine di ogni corso di cucina tradizionale, gli chef propongono una giornata di lezione speciale, dedicata alla cucina vegetariana per esempio o a cucinare con ingredienti meno comuni ma che diventano parte del quotidano dal couscous alla soja. E poi ricomincia un nuovo corso. Il prossimo in calendario, parte l’8 aprile. Iscrizioni presso la Contea di Bolbeno.

permette di avvicinare allo sport centinaia di bambini ogni anno, possibile grazie all’impegno di tanti volontari e al sostegno finanziario di numerosi sponsor privati ed enti istituzionali. La gara ha rappresentato il penultimo di ben 11 appuntamenti sportivi di una stagione che, nonostante le avversità meteorologiche, è stata ancora una volta positiva piccolo/grande centro sciistico che domenica 9 febbraio ha celebrato i 50 anni di vita

alla presenza del Presidente della Provincia Autonoma di Trento Ugo Rossi, che non ha mancato di sottolineare il valore economico oltre che sociale del centro sciistico di Bolbeno dove trovano lavoro decine e decine di persone. Una serie di dati e cifre davvero impressionanti che in qualche modo premiano tutto l’amore e l’impegno riversato da tutti in questa pista fin dalla sua creazione ben 50 anni fa. (s.c.)


Associazioni

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Alla radici dell’autonomia Il libro di Mosconi, “Il conflitto tra autonomia e centralismo” pone una serie di questioni quantomai attuali

“D

edicato a chi ha creduto e crede nell’autonomia partecipata”. Con questa frase si apre il libro di Flavio Mosconi “Il conflitto fra autonomia e centralismo”, che ripercorre anni di discussione e in qualche caso di vera e propria guerra tra centro, che poi sarebbe Trento e periferia, che poi sarebbero le valli. Flavio Mosconi, già sindaco di Vermiglio, consigliere provinciale nelle file di ForIl libro ripercorre tanti anni di carriera politica senza mai indugiare su sé stesso, ma sempre partendo dalla sostanza dei problemi. Come quello, annoso e che contrassegnerà gran parte del suo percorso, del tunnel sotto il monte Peller, per congiungere Cles e Malè, esigenza viabilistica secondo Mosconi sentita da una valle (anche se poi le firme non furono sufficienti per indire il referendum) e oggetto di corsi e ricorsi che l’hanno procrastinata per anni ed anni. C’è Ma andiamo con ordine: nella recente assemblea ordinaria dei soci, tenutasi nella sede della “Casa Sociale” a Vigo Rendena il 21 febbraio, è stata presentata l’attività svolta dal Fotoclub nel 2013, dove è stata evidenziata la partecipazione di molti soci alle serate promosse e organizzate dal direttivo F11: “Fotoincontri” – in cui un autore presenta la propria ricerca fotografica e “Sede Aperta” dove i soci si confrontano sulle diverse esperienze fotografiche. Molto positiva anche la partecipazione a particolari manifestazioni estive – in qualità di fotografi - quali il Concertone delle Bande del Chiese nel giugno scorso a Praso, e le riprese fotografiche a Forte Corno. Massiccia anche la partecipazione al 1° Concorso Fotografico “This is Speed Rock” organizzato per i soci del F11 dal Comitato della manifestazione sportiva alla Malga Bissina. Di grande effetto sono state le partecipazioni del Fotoclub F11 – in varie occasioni – con l’allestimento di un “Set Fotografico” in sintonia con la manifestazione, è stato il caso di Tione ad agosto nell’ambito di “Botteghe Aperte di sera”, a Vigo Rendena e a Tione in occasione delle Sagre patronali e nei tre giorni di Ecofiera con un allestimento molto particolare intitolato “Set Contadino”. A Strada (Pieve di Bono) è stata un successo la presenza alla 8ª edizione di “Natale in… Strada”. Il presidente ha anche annotato come questo neo so-

poi il grande dibattito sui Comprensori, che a fine anni ‘80 mostrano la corda dopo anni in cui invece avevano saputo essere il fulcro delle comunità locali: e ancora, la nascita, nel 2005, del Consiglio delle autonomie, salutato come portatore di benefici per le autonomie locali ed ancora la sempre viva lotta per la sopravvivenza dei comuni, anche dei più piccoli. Infine, una riflessione sull’autonomia della Provincia, che senza una Regione forte è destinata a sparire.

za Italia agli inizi degli anni 2000, e pure componente della Commissione dei 12, ha vissuto questa “tensione” vivendo sempre in Val di Sole e confrontandosi con il potere centrale, la Provincia, dalla prospettiva di chi intende l’autonomia come “diffusa”, ossia a cascata da Trento verso le valli, che abbia il proprio fulcro ed epicentro proprio nella primordiale autonomia dei comuni. Tra articoli di giornale, interviste, commenti, editoriali e documenti ufficiali, come disegni di legge e raccolte firme, il libro scorre veloce e ci porta la testimonianza di un dibattito che ha interessato il Trentino negli ultimi 20 anni, e ancora non sopito, ancorché la crisi abbia fatto emergere altre priorità. Fiore all’occhiello del libro è anche la prefazione del professor Antonio Scaglia, profondo conoscitore delle vicende socio-politiche dell’autono-

mia. “L’autonomia come disponibilità di risorse – scrive – ci fa dimenticare che apparteniamo ad una terra di confine che ha la sua identità e la sua ricchezza storica e attuale nelle differenze di lingua, di costume e di tradizione. I suoi nemici sono i poteri centrali”. Parole forti che riportano il centro di una domanda oggi quantomai attuale. Chiedersi quali sono le radici dell’autonomia ed averne piena coscienza rappresenta infatti il primo passo per non farsela strappare. (r.b.)

Un punto di riferimento per chi ama la Fotografia

Fotoclub F11 avvia a questa attività sempre più giudicariesi, coinvolgendoli con corsi di perfezionamento, concorsi, iniziative

È iniziato da poco il 3° anno sociale dell’Associazione Culturale Fotoclub F11. Un anno che sarà caratterizzato da tre eventi molto importanti - e come dice dalizio che si interessa di Fotografia (nato l’11.11.11) continui – grazie alla costante sollecitazione rivolta agli amanti della fotografia – ad avere molti soci e sempre in aumento. «Si ricordi che nel primo anno il 2012 avevamo raggiunto i 72 soci, mentre nel 2013 i soci sono aumentati fino a quota 120. Questo grazie anche all’organizzazione di diversi Corsi base di Fotografia sul territorio giudicariese». Molto partecipato anche il Corso avanzato Reflex per soci, tenuto (a febbraio - marzo) da Claudio Cavazzani da anni formatore nell’ambito fotografico e collaboratore del Dipartimento Didattica della F.I.A.F. (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche). Le novità per il 2014 che daranno un nuovo impulso ai soci amanti della fotografia saranno tre: la pri-

il presidente Udalrico Gottardi – che porterà il sodalizio ad una maggiore qualificazione nel mondo della fotografia.

“Bait dei Caciador” Tione – Foto Agostino Andreolli F11

ma è fissata per sabato 29 marzo. Fotografare l’altra metà del paesaggio: “Il cielo notturno”. Una giornata (dal pomeriggio alla sera e notte) in cui si scatteranno fotografie con l’aiuto di l’esperto Gianni Pasquali. La seconda riguarda il 1°

Concorso Fotografico per i soci del Fotoclub F11 che dovranno cimentarsi nella ricerca fotografica sul tema: “L’attesa”. I soci avranno tempo, per la consegna dei loro scatti, fino alla fine di settembre 2014. Ci saranno ricchi premi: 1°

€ 300,00 – 2° € 200,00 – 3° € 100,00 - 4° e 5° € 50,00. Dal 6° al 10° cesti di prodotti locali. Si pensa che la premiazione avrà luogo domenica 21 ottobre in occasione della Giornata Nazionale del Fotoamatore U.I.F. (Unione Italiana Fotoama-

tori). Quota di iscrizione € 5,00 – comunque le indicazioni programmatiche e regolamento del concorso saranno fatte pervenire ad ogni socio via mail. La terza è quella di una Mostra fotografica a Portfolio (itinerante) che sarà proposta e allestita (per la durata di un mese di esposizione) in tre sedi del territorio giudicariese in tempi diversi. Vale a dire in estate in autunno ed in inverno 2014. Ora si stanno contattando i responsabili delle varie località e le diverse location. «C’è davvero la possibilità – ricorda il presidente Udalrico Gottardi – di sperimentare e mettere in gioco le proprie capacità espressivo-fotografiche. Si ricorda il sito web: www. fotoclubf11.it sul quale è possibile scoprire le news per chi ama la fotografia. È aperto anche il tesseramento, la quota di iscrizione per il 2014 è di € 5,00 per minorenni e di € 20,00 per adulti. Info: contattare il presidente Udalrico Gottardi 347.1462815


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La “fine” della Regione è stato il primo mattone verso l’autodelegittimazione

LA POSTA

vilgiat@yahoo.it

Caro Amistadi, Vespa o non Vespa, ho la netta impressione che la nostra autonomia sia in pericolo, siamo sotto attacco e non so per quanto tempo ancora riusciremo a difendere la nostra identità di un popolo che da secoli sa autogovernarsi nel migliore dei modi. Garantire la qualità della vita ad una popolazione come quella trentina che vive abbarbicata sui pendii della montagna e dispersa in mille località e valli, non sarà facile senza l’autonomia. Eppure sembrava una nostra prerogativa intoccabile, secondo lei come mai siamo giunti a questo punto? Roberto di Tione

La posta

MARZO 2014

Quanto può durare l’autonomia trentina?

Sono anch’io convinto che siamo lì lì per perdere l’autonomia speciale ed essere omologati come provincia a quelle confinanti, tipo Verona o Brescia. I motivi sono molti, ma la cosa non è facile da spiegare. Io cercherò di riassumere la questione con alcuni spunti su cui ognuno di noi può ragionarci in solitudine e capirne qualcosa di più. Almeno lo spero. Nell’immediato dopoguerra De Gasperi volle fortemente il Trentino associato, in una unica regione, con l’Alto Adige convinto che fosse la strada giusta per garantire l’autonomia alla nostra terra. La cosa non fu mai digerita da Bolzano e dalla SVP che non perdevano occasione per mettere in dubbio

la validità della scelta. Con dispetti reciproci, accuse e contr’accuse, discussioni a non finire, si giunse al solito compromesso e così nel 1972 si decise di demolire la Regione per creare le due attuali province autonome, Trento e Bolzano. Sembrava ai politici d’allora d’aver fatto una grande conquista, ma col senno di poi facemmo solo il gioco della VSP e di Magnago, che voleva differenziarsi dal Trentino sicuro di poter ottenere molti più privilegi per la sua terra. Cosa che avvenne. Le due Province cominciarono a governarsi separatamente, mantenendo comunque nella Regione un punto di incontro e collaborazione oltre alla cogestione di al-

cune competenze residuate. Nei primi anni 2000 con lo scandalo dei funzionari della Regione che giravano il mondo con la valigetta piena di soldi, e la Giunta regionale allora presieduta dalla Margherita Cogo che neanche se ne accorgeva, la credibilità della Regione colò a picco e in pratica fu definitivamente smembrata riducendosi a “pattumiera “ delle due Province diventate nel frattempo totalmente separate ed autonome. Con lo smembramento della Regione è venuto meno, seppur inconsciamente, il senso d’appartenenza e il concetto di identità trentina inquinato sempre più dalla costante meridionalizzazio-

ne della nostra terra. Abbiamo assistito ad un sempre più incisivo smarrimento etnico-culturale che ha reso sempre meno convinto il nostro attaccamento alle motivazioni storiche e sociali della nostra autonomia. Il bullismo politico, la smania del primo della classe, lo sperpero nella ricerca di opere roboanti quanto inutili del ventennio dellaiano, hanno fatto il resto. Le province vicine hanno cominciato a protestare invidiose delle nostre disponibilità finanziarie, la gelosia dei politici dei territori confinanti portarono le lamentele fino a Roma, l’eccessiva disponibilità di risorse che Trento metteva in mostra anche

con poco garbo, ha infastidito e non poco i nostri vicini di casa che da allora non perdono occasione, per mettere in discussione quelli che loro chiamano i nostri privilegi. Oggi il tema è sul tappeto della politica nazionale, se ne parla in lungo ed in largo, vedi le trasmissioni televisive degli ultimi giorni, e a poco valgono l’indignazione dei nostri politici e la loro pretesa di accaparrarsi la benevolenza del governo. Il bello deve ancora venire. Con quel che sta succedendo in questi giorni nei nostri Palazzi del Potere, credo sia la goccia che farà traboccare il vaso, aspettiamoci di tutto, e chi è senza peccato

“Canne” libere per tutti? Egr sig. Amistadi, ho letto che anche in Italia si vuole liberalizzare il consumo della canapa considerandola innocua, anzi per certi versi utile per superare momenti di stress e di tensione. In America ormai sono sempre più numerosi gli Stati dove si può fumare marjuana liberamente. Per quel che ne so, e per quello che ho letto, le droghe sono droghe, che si fumino, si sniffino o si iniettino in corpo. E ho paura che anche in Italia questo avverrà sempre più spesso. Tu che ne dici? Paolo Caro Paolo, l’argomento non è dei più facili. Ho cercato d’informarmi, ma i pareri sono contrastanti. C’è chi considera l’erba l’anticamera delle droghe pesanti. Chi invece dice che non è più dannosa di sostanze legali come il fumo e l’alcol. La scienza medica si divide tra chi ne mette in risalto gli effetti dannosi e chi invece ne risalta quelli terapeutici. In realtà credo che la cannabis, usata anche un Trentino da almeno un giovane su cinque, è tutt’altro che innocua, anzi ha effetti nocivi e non da poco. Anche

Obama ha dichiarato di aver fumato erba in gioventù, se l’ha fatto, ha fatto male. Così come avrebbe fatto male ad ubriacarsi. Il fatto che anche l’alcol o il tabacco non facciano bene all’organismo, non significa che ci si possa fare allegramente delle canne. Se non altro perchè gli esperti ricordano sempre come la marjuana possa, ed in effetti sia, l’anticamera delle droghe pesanti. E con quelle non ci si diverte, ma si muore. Questa è la mia opinione. (a.a,)

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La posta

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Lettera aperta dei suoi ex-alunni

In ricordo di Don Vinicio

Ciò che ti rendeva credibile ai nostri occhi e che faceva di te un maestro di vita era che vivevi ciò che insegnavi, a costo di diventare scomodo, anche per te stesso, scomodo ma autentico. Disapprovavi l’opportunismo, gli slogan della facile propaganda, il silenzio per quieto vivere, le tradizioni fini a se stesse… Troppo rivoluzionario per certi ambienti clericali, troppo conservatore per le illusioni rivoluzionarie di quegli anni. Ma eri semplicemente te stesso e profondo conoscitore dell’uomo e del suo animo. Ci ricordavi spesso che è fondamentale imparare ad usare con proprietà la lingua italiana. Chi sa esprimersi con precisione e chiarezza, chi sa chiamare le cose con il loro nome fa un servizio alla verità e non si lascia mani-

Caro don Vinicio, Sono trascorsi quarant’anni dal giorno in cui diventasti nostro insegnante di italiano e latino e, a quel tempo, non potevamo certo immaginare quanto importante si sarebbe rivelato per noi l’incontro con te. bÈ un privilegio non comune essere accompagnati, nel tempo decisivo della propria formazione, da un vero educatore, di quelli che polare dagli imbonitori di turno. Appropriarci del linguaggio, ci ricordavi con don Milani, è il più potente e forse l’unico, vero strumento di promozione sociale e di giustizia per chi è povero. Anche in questo sei stato vero maestro, fiero delle tue umili origini, della parlata schietta del tuo paese, la cui straordinaria efficacia avevi elevato a potenza attraverso la tua multiforme cultura. Educatore, quindi, nel senso più pieno del

sanno dischiuderti nuovi orizzonti, che sanno scuoterti dal torpore e dalla pigrizia mentale. Non mancavi di ricordarci che chi non fa lo sforzo di approfondire i problemi è preda del conformismo, della superficialità: crede di scegliere ma altri scelgono per lui. “Avere una testa per usarla, non per farne un olocausto!” usavi ripeterci.

Don Vinicio

termine, che viene dal latino (dal tuo amato latino, da cui c’insegnavi a trarre il significato più

profondo delle parole che usiamo) ex-ducere: condurre fuori. Educatore è colui che ti prende per mano per fare un tratto di strada con te, non per indottrinarti, ma per condurti fuori dal tuo stato di minorità, finché avrai gli strumenti per trovare la tua strada, unica e irripetibile nel mondo. A quel punto l’educatore ha portato a termine il suo compito. Ti ringraziamo, don Vinicio, per i quattro, straordinari, inten-

Lettera dal Presidente dei Laici Trentini

Trentino, arriva la banca dati del testamento biologico Ai Trentini è in arrivo una primavera dal profumo laico, dal sentore di diritti civili che poi non sono altro che diritti umani. Per tale periodo (primavera - estate 2014) è prevista la messa in atto della direttiva provinciale Trentina di istituire la banca dati del testamento biologico tramite l’azienda sanitaria. Questo importante atto amministrativo, unico in Italia, creerà un precedente, il quale, potrebbe coinvolgere addirittura tutta la nazione Italiana. Analizziamo ora nei dettagli la normativa, la giunta provinciale nel mese di settembre 2013, a voto unanime, ha stabilito di dare mandato all’azienda sanitaria di porre in atto, entro nove mesi , le modalità di raccolta e registrazione in apposita banca dati le dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario dei soggetti interessati ( tutta la popolazione residente in Trentino), relative alla volontà di sottoporsi o non sottoporsi a trattamento sanitario in caso di malattia o lesione cerebrale che cagioni una perdita irreversibile. Per essere più chiari e precisi, esaminiamo l’opportunità che il cittadino Trentino avrà a disposizione dalla prossima primavera: verrà istituito un luogo fisico dove l’utente potrà essere informato e decidere in piena coscienza e autonomia

le proprie volontà in merito al trattamento sanitario che desidera o non desidera, ricevere. Probabilmente , sarà esposto direttamente al medico di famiglia oppurre , in qualsiasi presidio ospedaliero con ufficio dedicato, il quale lo accluderà alla cartella clinica personale e inviata direttamente nel data base informatico dell’azienda sanitaria, cosi che lo stesso cittadino, tramite la tessera sanitaria , già attualmente predisposta di microchip, potrà modificarla in ogni momento, al contempo il medico di base, il pronto soccorso, l’operatore sanitario di primo intervento, qualsiasi ospedale avrà in diretta le richieste del paziente. Questo importante mandato trasmesso all’azienda sanitaria Trentina andrà a migliorare positivamente la relazione tra operatori sanitari e pazienti attraverso un’alleanza terapeutica basata sull’informazione , il consenso e il rispetto reciproco. A gestire e coordinare le modalità sarà il comitato etico dell’azienda, auspicando pure il coinvolgimento dell’ordine dei medici nel processo di elaborazione, il quale, tramite il suo Presidente Dott. Zumiani si è espresso favorevolmente sia alla stesura che all’iniziativa della giunta. Il piano preventivo di assistenza sanitaria è un segna-

le positivo, anzi , una vittoria delle componenti laiche presenti in Trentino, ma soprattutto dell’associazione dei Laici Trentini per i diritti civili che già dal lontano 2009 si è attivata , in modo capillare su tutto il territorio regionale nel sensibilizzare la popolazione con incontri e conferenze, assumendo nell’opinione pubblica una rilevante importanza, la poi nota neutralità politica dell’associazione ha consentito di interloquire con diverse forze politiche esponendo ai vari politici la necessità, l’esigenza di garantire il diritto di ogni individuo di disporre liberamente della propria esistenza . In conclusione e in attesa della primavera laica, rammento l’articolo 32 comma 2 della costituzione:

“ la repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti, nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario, se non per disposizione di legge , la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana “. Purtroppo questo diritto, questa norma varrà solo per i cittadini Trentini, e questo si, è un vero privilegio che abbiamo, ma non acquisito dalla nostra autonomia ma più semplicemente dovuto da un’associazione, i laici Trentini per i diritti civili. Alessandro Giacomini Segretario laici Trentini per i diritti civili.

Buongiorno, Due anni fa ho acquistato una stufa a legna per riscaldare la casa e risparmiare gasolio. Lo Stato ( o la provincia, non ricordo bene ) mi ha accordato un consistente incentivo sul prezzo d’ acquisto. Ora ricevo una circolare del Comune, che in sostanza mi dice che le stufe a legna hanno effetti negativi su salubrità dell’ aria e salute. Ciò mi ha generato grande perplessità: prima mi incentivi l’ acquisto, poi mi dici che con l’ oggetto incentivato inquino? A Storo, ove abito dal 1947, la cappa di fumo di stufe invernale c’è

si, splendidi anni della nostra vita in cui, come educatore, hai fatto un pezzo di strada con noi. Ora che la lunga traversata della tua vita quaggiù s’è conclusa, ti vogliamo dire che i frutti di ciò che di prezioso hai seminato sono più che mai vivi e presenti in noi, che cerchiamo e cercheremo, secondo le nostre possibilità, di diffonderli a nostra volta perché sappiamo quanto il mondo abbia bisogno di persone autentiche, preparate e senza secondi fini, come eri tu. E quando avremo difficoltà sappiamo che ti ricorderai di noi e anche ora, mentre ci guardi dalla tua nuova casa, siamo certi che stai sorridendo. I tuoi primi studenti del Liceo di Tione

Appuntamenti alla Lilt Doppio appuntamento di tutto riguardo con la Lega per la Lotta Contro i Tumori (LILT) per il mese di marzo. Lunedì 24 marzo, alle 20.30 al teatro parrocchiale di Roncone, Giacomo Jack Sintini, palleggiatore della Diatec Trentino, incontrerà i suoi tanti fan per parlare del suo libro “Forza e Coraggio” nel quale ricorda l’anno passato lontano dai campi da gioco per curare un linfoma. A presentare la serata Severino Papaleoni. Sabato 29 marzo, al teatro parrocchiale di spiazzo alle 21, il “Coro fiaschi” - un gruppo di dieci giovani, età media 25 anni, che eseguono canti di montagna – diretto dal maestro Patrick Artini, e il “Coro Croz da la Stria” di Spiazzo, diretto dal maestro Oscar Grassi, terranno un concerto di beneficenza. “Mi me sento ancor la voze...” è la rassegna corale voluta per ricordare Paola Fambri ad un anno dalla scomparsa dopo un decennio di lotta con la malattia. (d.r.)

Stufe a legna sì o no? sempre stata. Però, fino a qualche decina d’anni fa c’erano insetti in quantità, rondini, tordi, fringuelli e altri uccelli, lepri, ricci, scoiattoli e talpe; ora non vi sono quasi più insetti, le api, alle quali la natura, uomo compreso, è debitrice di vitalità sono a rischio, ed hanno resistito solo le specie che sanno vivere in simbiosi con l’ uomo: passeri, merli,

volpi e rari scoiattoli. Non sarebbe il caso che l’ Amministrazione Provinciale incaricasse l’ APPA di effettuare altre indagini, e non solo sull’aria? Grato della Vs. attenzione Cordialità G. Miglio - Storo


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