Giudi iudicarie
il
iornale delle
NOVEMBRE 2015 - pag.
Mensile di informazione e di approfondimento
www.giornaledellegiudic a r i e . i t
ANNO 13- NOVEMBRE 2015- N. 10 - MENSILE
EDITORIALE
Simboli e partiti di Adelino Amistadi In questi giorni leggevo con un po’ di disgusto la continua rincorsa alla costituzione di nuovi partiti, nuovi simboli, nuovi gruppi politici che si preparano alle elezioni nazionali che Renzi dice di voler indire per il 2018, ma in molti prevedono già nell’autunno del prossimo anno. La cosa sembra contamini anche il nostro Trentino dove sono già pronte nuove sigle, nuovi partiti, anche se, purtroppo, sempre con i soliti nomi. Nomi usurati e decrepiti che farebbero bene a starsene a casa, ma si sa, l’ambizione e la cupidigia, spesse volte, fanno perdere il lume. Sono andato col pensiero alle mie prime esperienze politiche ed ho rivisto con piacere sfilare nella mia mente simboli e partiti ormai finiti nel cassetto dei ricordi. Permettetemi di raccontarvi, così come l’ho vissuta, la loro storia e l’evolversi, con i simboli, della politica italiana. Già verso la fine del fascismo, con l’affermarsi delle ideologie, seppur combattute, iniziarono a costituirsi i partiti di massa, in attesa che la guerra finisse, per essere così pronti a riprendere in mano l’Italia. Quindi dopo la seconda guerra mondiale e la caduta del fascismo, iniziarono gli anni della prima Repubblica e sulla scheda elettorale gli Italiani si trovarono lo scudo crociato, la falce e il martello, la fiamma e l’edera. Simboli, ma anche identità di idee, di ceti elettorali, e di prospettive politiche per il futuro. Continua a pag. 8
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FONDATO NEL 2002
Enti sovracomunali, si cambia
Dopo le comunali arrivano le nuove nomine: Masè al Parco, Paoli alla Geas. Pederzolli confermato al Bim
Il coro Cima Tosa trionfa al “Pigarelli” Stanziati oltre 16 milioni per completare la rete
Comunità, maxi-piano perle ciclabili
A pagina 29
A pagina 8
A Caderzone, Bocenago e Strembo
Alta Rendena, si vota il 15 novembre A PAGINA 6
Nell’azienda siderurgica di Roncone
Cmv, importanti investimenti A PAGINA 10
SOCIETÀ La tionese Serafini presidente dell’Ordine degli architetti A pag. 14 ECONOMIA Università di Trento “firma” lo Chalet Fiat A pag. 19 TRADIZIONE Festival della polenta, successo a Storo Apag . 17
Il decalogo per abbattere un’associazione di Roberto de Laurentis* Talvolta mi ripeto che ho molto coraggio a non demotivarmi quando, a conclusione di una giornata densa di impegni e dopo un po’ di chilometri percorsi, arrivo in qualche angolo della nostra provincia e mi trovo davanti ad una sala gremita (si fa per dire!) da quei quindici o venti artigiani. Peraltro sempre quelli, e quelli di sempre. Che, malgrado tutto, si ostinano a credere nell’opportunità del darsi una mano l’un l’altro, nella necessità di stare assieme per contare di più, nell’esigenza di riferirsi all’Associazione per avere un tetto comune, pure se nella diversità dei mestieri, delle problematiche, delle sensibilità. A pagina 22
Oltre 120mila prestiti in Giudicarie
Biblioteche, non solo libri
ALLE PAGINE 12 E 13
L’editorialeEUROPA di Paolo Magagnotti
UE verso un tunnel pericoloso
PAOLO MAGAGNOTTI A PAGINA 16
ORARIO CONTINUATO DAL 1 AL 31 DICEMBRE
- Lego
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Rassegna Stampa
NOVEMBRE 2015
A cura della REDAZIONE
RASSEGNA STAMPA OTTOBRE 2015
DALLE GIUDICARIE DALLAPROVINCIA Maurizio Rossini amministratore unico di Trentino Marketing - Maurizio Rossini, già direttore di Trentino Marketing, è stato nominato amministratore unico della società. La decisione è stata formalizzata ieri pomeriggio, mercoledì 7 ottobre, nell’assemblea dei soci alla quale ha partecipato il vicepresidente di Trentino Sviluppo, Fulvio Rigotti, in rappresentanza del socio unico. A Paolo ManfriDebora Rossini Andreolli Maurizio ni, che nelle settimane scorse aveva dovuto lasciare l’incarico per motivi di salute, è stato rinnovato un sentito ringraziamento per l’impegno profuso in questi anni nello sviluppo e nella crescita del turismo e dell’immagine del Trentino. Al nuovo amministratore unico è andato invece l’augurio di buon lavoro. Maurizio Rossini, una lunga esperienza nella gestione di imprese, private e pubbliche, nel marketing e nella promozione, è quindi la nuova guida della società che gestisce la promozione turistica trentina. In qualità di amministratore unico di Trentino Marketing Srl succede a Paolo Manfrini anche nella carica di direttore del Dipartimento Turismo e Promozione della stessa Trentino Sviluppo. Pinzolo - Cooperativa, proroga per il Commissario per superare un momento di difficoltà: drastica la riduzione delle vendite - «Dalla disamina delle relazioni prodotte dai Commissari, si è avuta conferma della situazione di difficoltà in cui si trovava - ed in parte ancora si trova - la Famiglia cooperativa di Pinzolo al momento della disposizione della gestione commissariale; difficoltà riconducibili, in particolare, alla drastica riduzione delle vendite subita in conseguenza di operazioni commerciali poste in essere dalla concorrenza e nel contempo ad una struttura commerciale e logistica penalizzata da un’elevata incidenza dei costi di gestione, soprattutto per quanto riguarda il settore “Ingrosso”». È quanto contenuto nella delibera 1709 del 6 ottobre 2015 che introduce la proroga del Commissario per la Famiglia Cooperativa di Pinzolo fino al 28 febbraio 2016, riconfermando l’incarico a di Commissario e Vice Commissario rispettivamente al dott. Maurizio Postal e al rag. Tullio Waldner. Tione - Cambio ai vertici dei Vigili del fuoco. Il comandante Sergio Armani ha passato la mano a Alberto Bertaso - Sergio Armani, comandante dei pompieri del distretto di Tione, ha ceduto il comando al caposquadra Alberto Bertaso. Era dal 1994 che ne guidava le redini, dopo che suo padre Guido Armani, impresario di una ditta di costruzioni, ne era stato a capo dal 1968. Padre e figlio: quarantasette anni ininterrotti di servizio, una vera e propria dinastia. Che nei giorni scorsi, con la benedizione di sindaco e amministrazione, ha ceduto lo scettro al giovane ingegnere Alberto Bertaso, entrato a far parte degli allievi del corpo proprio lo stesso giorno in cui Sergio Armani era stato nominato comandante. La cerimonia di avvicendamento ha ufficializzato la scelta presa dall’assemblea lo scorso 10 ottobre. Fiavè - Servizio trasporto anziani: lo paga l’assessora - Claudia Zuffranieri assessora del Comune di Fiavè con deleghe all’attività promozionale, all’ambiente e all’Emas ha deciso di mettere a disposizione dei propri cittadini l’intera indennità che percepisce come assessora per pagare il servizio di trasporto anziani e per coloro che sono impossibilitati a muoversi con mezzi propri per i residenti del Comune di Fiavè. L’assessora ha così rinunciato ai 270 euro mensili, 3240 euro annui, consentendo il trasporto agli anziani ed in particolare a quelli che vogliono frequentare i corsi dell’Università della terza età a Comighello. Una decisione comunicata in consiglio comunale dal Sindaco Angelo Zambotti che commenta: “Avevamo sempre parlato di voler offrire una possibilità in più ai nostri anziani che intendono frequentare l’Università della Terza Età e fin da subito l’assessore alle politiche sociali Eddy Caliari si è mossa in questo senso. Poi è arrivata la
lodevole decisione di Claudia Zuffranieri che sicuramente ci dà una grande mano a livello finanziario. Speriamo ora che la popolazione risponda positivamente, approfittando del servizio rivolto anche a chi ha difficoltà negli spostamenti e dalle frazioni vuole raggiungere Fiavé”. Valle del Chiese - Trovato in possesso di 80 uccelli di specie protette. Denunciato cacciatore di Prezzo - Operazione antibracconaggio da parte degli uomini del Corpo Forestale trentino nel Comune di Prezzo dove hanno sequestrato materiale per l’attività di bracconaggio per la cattura di uccelli di specie protette. Un cacciatore della riserva di Daone-Bersone-Praso-Prezzo è stato denunciatoperchè sorpreso mentre era intento alla caccia da capanno, utilizzando una trappola a scatto per la cattura di uccelli. Il cacciatore è stato successivamente raggiunto nella sua abitazione a Prezzo dove ha tentato di occultare un contenitore in plastica contenente 65 uccelli morti, appartenenti a varie specie protette quali cince, fringuelli, peppole e cardellini. Gli agenti hanno quindi proceduto alla perquisizione dei luoghi, rinvenendo una trappola a scatto in acciaio, ulteriori 15 uccelli morti di varie specie protette (tra cui cince, pettirossi, ciuffolotti, cardellini, tordella), un fucile cal. 410 non denunciato ed un esemplare di gufo comune imbalsamato. Comano Terme - Imposta di soggiorno più cara. Servirà a pagare i servizi aggiuntivi Mentre per l’imposta provinciale di soggiorno per il resto delle Giudicarie, da Storo a Madonna di Campiglio è più che sufficiente, per l’ambito turistico delle Terme di Comano, c’era la necessità di un piccolo ritocco all’insù. Servirà a coprire i servizi aggiuntivi che l’Apt delle Terme di Comano Dolomiti di Brenta offre ai propri ospiti. In particolare: attività di animazione (Giocalinsieme), attività sportive (Scuola del Camminare), servizio mobilità vacanze (Corse di Trasporto in Paganella), bici-bus (Dolomiti –Garda), Festival d’Autore e Guest Card. Servizi – spiega la stessa Apt – che sono un valore aggiunto per l’offerta turistica del proprio territorio che si vorrebbero preservare. La richiesta, già passata al vaglio della Comunità di Valle e della Giunta provinciale che hanno dato il loro nulla osta, servirà a incrementare fino a 1,50 giornaliere le entrate dell’imposta di soggiorno con cui sarà possibile mantenere e migliorare il complesso di servizi aggiuntivi che l’ambito offre ai propri ospiti. Finora, in Giudicarie, la forbice dell’imposta alberghiera era compresa tra 0,70 e l’1,30 euro a pernottamento. D’ora in poi, in ambito termale, sarà possibile applicare la nuova tariffa “con un aumento, per ogni notte, fino a un massimo di dieci, senza differenziazione per tipologia e categoria ricettiva”.
Rovereto – Progetto Manifattura, entra Rtr - Altro insediamento importante negli spazi di Progetto Manifattura, l’incubatore green di Trentino Sviluppo. Il Gruppo RTR, primo produttore in Italia di energia elettrica dal sole e uno dei più importanti in Europa, ha infatti scelto l’ex Manifattura Tabacchi di Rovereto per aprire la sua prima sede in Trentino. Con circa 318 MWp complessivi, distribuiti in 119 impianti in tutta Italia, RTR produce energia equivalente al consumo annuo di 160 mila famiglie. Mercoledì 21 ottobre, la firma del contratto di insediamento alla presenza del vicepresidente della Provincia autonoma di Trento, Alessandro Olivi, del consigliere delegato di Trentino Sviluppo Sergio Anzelini e dell’amministratore delegato della società Paolo Lugiato. Provincia – Lavori pubblici, più trasparenza con il nuovo regolamento - “Vogliamo rendere ancora più aperto e trasparente il meccanismo della scelta dei contraenti della pubblica amministrazione e aumentare il livello dei controlli da rivolgere a questo delicato settore”. Così l’assessore alle infrastrutture e ambiente Mauro Gilmozzi ha commentato l’approvazione definitiva in Giunta provinciale delle modifiche al regolamento in materia di lavori pubblici e di trasparenza degli appalti. Il nuovo regolamento ha ottenuto il parere favorevole del Consiglio delle Autonomie, della competente commissione del Consiglio provinciale e del Comitato tecnico amministrativo.
Per quanto riguarda le spese in economia, è stato innalzato il numero di imprese da invitare ai confronti concorrenziali e nei cottimi, rispettivamente da dodici a venti e da sette a dodici, fatti salvi i casi di opere specialistiche in cui non ci siano aspiranti idonei in tal numero. La decisione mira a garantire una più ampia partecipazione alle gare delle piccole e medie imprese, in coerenza con le politiche comunitarie. Trento – Case sugli alberi, approvato il regolamento - Si tratta di una nuova forma di ospitalità, introdotta in Trentino nel 2013: le case sugli alberi. Pochi giorni fa la Giunta provinciale ha approvato il regolamento che ne disciplina la realizzazione, dopo che a inizio ottobre sullo stesso testo normativo si era espressa favorevolmente la seconda commissione del Consiglio provinciale. “Grazie al regolamento - ha commentato soddisfatto l’assessore provinciale Michele Dallapiccola - siamo ora in possesso, primi in Italia, di un ulteriore strumento che ci consente di diversificare maggiormente l’offerta turistica trentina”. Il regolamento definisce, anche in deroga alle caratteristiche delle strutture ricettive definite dalla legislazione provinciale, i casi in cui è ammessa la realizzazione di alloggi sopraelevati nell’ambito dell’offerta turistica ricettiva alberghiera ed extra alberghiera, di campeggi, di rifugi escursionistici e di agriturismo. Trentino – Samantha Cristoforetti, bagno di folla al Muse - Nel giorno in
cui ha ricevuto l’Aquila di San Venceslao dal governatore Ugo Rossi, ha parlato ad oltre ottocento studenti trentini, ha visitato il Centro di Protonterapia, l’astronauta Samantha Cristoforetti ha concluso nella “sua” Trento la prima tappa del Post Flight Tour con l’abbraccio del Trentino e dei trentini accorsi nel tardo pomeriggio all’incontro pubblico al Muse. Tanta gente, molti giovani, ma non solo, entusiasmo e calore hanno accompagnato Samantha Cristoforetti e i suoi colleghi, l’americano Terry Virts della Nasa e il russo Anton Shkaplerov della Roscosmos. Trento – Simulare l’interazione fra proteine, nuova importante scoperta della Fondazione Mach - Le proteine sono molecole essenziali per la vita dell’essere umano. Gli studiosi della Fondazione Mach e di COSBI sono riusciti a sviluppare un metodo per calcolare quali e quanti complessi proteici si trovano all’interno di ogni singola cellula. Questo nuovo metodo informatico, in futuro, potrà essere applicato anche per studiare l’insorgere e lo sviluppo delle patologie, così da attaccarle in maniera specifica. La ricerca è stata appena pubblicata sulla prestigiosa rivista PLOS Computational Biology. I ricercatori Attila Csikasz-Nagy della Fondazione Mach assieme a Simone Rizzetto e Corrado Priami di COSBI, sono riusciti a mettere a punto un nuovo metodo informatico per identificare i complessi proteici esistenti.
Provincia – Lezioni di storia Laterza: la cultura a Teatro fa grandi numeri - Dal 4 ottobre il Teatro sociale di Trento sta ospitando ogni domenica mattina alle 11 il ciclo di lezioni di storia “L’Italia in guerra” curate da Laterza riscuotendo un ottimo successo di pubblico. Un’iniziativa culturale di prestigio, promossa dall’asIl Teatro sociale durante la seconda lezione sessorato alla Cultura della Provincia di Trento guidato da Tiziano Mellarini, che si avvale della regìa della nota casa editrice di Bari e dei suoi autorevoli relatori, già sperimentata con successo di pubblico in città come Roma, Genova, Milano e Trieste con il coordinamento del Servizio attività culturali e condivisa da importanti sponsor privati. A fare da filo conduttore dei 9 appuntamenti (i primi cinque a Trento, da domenica 8 novembre al 29 al Teatro Zandonai di Rovereto) la tematica della prima Guerra Mondiale, analizzata nei suoi vari aspetti, economici, sociali, morali, etici, da importanti storici con un intento divulgativo nei confronti del grande pubblico. Già dal secondo appuntamento con il noto storico Alessandro Barbero, tutti esauriti i posti a sedere, in platea e sui palchetti, per il professore dell’Università di Torino, noto anche per molte sue partecipazioni televisive a trasmissioni come Superquark e La storia siamo noi. Si continua tutte le domeniche fino al 29 novembre. Info: www.cultura.trentino.it
Primo Piano
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Un avvocato alla guida del Pnab Joseph Masè, neo-sindaco di Giustino, succede a Antonio Caola alla guida del Parco Naturale Adamello-Brenta Buongiorno Presidente del Parco Naturale Adamello Brenta… Piano con il Presidente. Sono un candidato, l’elezione sarà fra un mese.
di Enrico Gasperi Joseph Masè, il legale nato negli Usa, da maggio Sindaco di Giustino, è il candidato forte alla poltrona di
JOSEPH MASÈ - LA SCHEDA
Beh, allora Presidente in pectore, ma mi pare che gli “sponsor” siano quelli giusti Questo sì. Il mio nome è stato fatto dal comune di Pinzolo e buona parte dei “grandi elettori”, a partire dai comuni della Rendena all’unanimità, converge decisamente sulla mia candidatura, ufficialmente confermata a inizio ottobre. Chi e quanti sarebbero questi grandi elettori Sono 73. Si va dai delegati dei Comuni (con voti anche plurimi in base alla superficie di territorio nel Parco), alla provincia, alle Comunità di Valle, dalle Regole e Asuc alle APT, dalla Sat al Muse alle associazioni ambientaliste, ai cacciatori e ai pescatori. Questi eleggeranno una Giunta di 12 persone, di cui due spettanti di diritto ad Asuc e Regole, per un mandato di cinque anni. E gli altri ripartiti secondo un tacito manuale Cencelli… Direi di sì. Nulla di scritto, ma per tradizione il presidente e due assessori vanno alla Rendena, il vice e un assessore alla val di Non, le altre zone esprimono un rappresentante a turno. Una bella avventura, stimolante e molto sfidante Il mio motto è service above self (servire al di sopra di ogni interesse personale), sono convinto di questo, desidero mettermi a disposizione, cercare di creare una squadra in grado di fare un buon lavoro. Difficile, anche perché le entrate si sono dimezzate in questi ultimi anni e le cose da fare sono molte. Ma possibile. L’orso avrà un posto fisso (e piuttosto ingombrante) in cda? Di fatto sì. Se ne parlerà, anche se la competenza di Life Ursus è della provincia. La sicurezza delle persone viene anteposta a tutto il resto. È fondamentale portare una buona informazione… … Ma forse non sufficiente. Mi pare che, scientificamente, Life Ursus ci abbia dato una certezza:
Antonio Caola. Lo incontriamo una domenica mattina nel suo studio.
Joseph Masè
l’orso sta bene qui e si riproduce che è una meraviglia. Ma ora sta creando dei problemi; seriamente, cosa si può fare in concreto? Molta gente ha paura. Adesso il protocollo in caso di aggressione prevede, in ordine crescente di pericolosità, la cattura e rilascio con radiocollare, la cattura e confino in cattività, l’abbattimento. Ma tutto fa ancora capo al ministero, la procedura è sempre complicata, la provincia conta di ottenere a breve il via libera per poter gestire in proprio questa situazione. Torniamo a Joseph Masè. Una carriera politica in rapida ascesa. In pochi mesi prima sindaco e ora presidente di un’istituzione molto prestigiosa. Due sfide che accetto di buon grado. Ha le idee chiare Ho trovato gente che ha voglia di parlare di Parco, che vuole che il Parco sia protagonista di peso sul territorio che, tengo a precisare, non è solo la Val Rendena! E di conseguenza anche la distribuzione delle risorse dovrà essere attenta e studiata a fondo. La lettera polemica di De Battaglia l’ha sorpresa? Si, anche perché è un giornalista molto attento ed equilibrato. Non ci siamo mai conosciuti direttamente, probabilmente gli hanno passato notizie non precise. Soprattutto legate al mio ruolo di consigliere di Funivie Pinzolo, magari col timore che possa tradire i principi fondanti del Parco o favorire speculazioni. Tengo a precisare di occu-
Anno e luogo di nascita: 1968, Evergreen Park, Illinois (USA) Studi: laurea in giurisprudenza (tesi su “iniziative anticorruzione in Italia”) Attività: avvocato libero professionista con studio a Pinzolo Letture: legal thriller, ultimo letto La verità sul caso vero di Harry Quebert, ma amo leggere a 360° Musica: U2, One è la colonna sonora della mia vita. Famiglia: la moglie Daniela, le figlie Francesca e Federica, il cane Oliver Piatto preferito: spaghetti pomodoro e basilico, cottura al dente Tempo libero: sci d’inverno, escursioni d’estate Ultime vacanze: in barca a vela, un’esperienza nuova e meravigliosa. Per quanto tempo farò politica: come sindaco farò il secondo mandato se riuscirò ad avviare quello che ho in mente. Dopodiché sarei alla soglia dei sessant’anni e preferirei dedicare del tempo a me e mia moglie Indennità da Presidente: per il divieto di cumulo delle indennità, zero
pare questa carica soltanto in quanto Sindaco. Se dovessero risultare problemi di incompatibilità provvederò a delegare qualcun altro del mio comune. In ogni caso io non ho nemmeno replicato, c’è stata soltanto una lettera di risposta con cui il sindaco di Pinzolo Cereghini ha sopito subito qualsiasi polemica, nessuno ne ha più parlato. I suoi rapporti con l’attuale Presidente in scadenza Caola Tengo a precisare che non abbiamo mai avuto screzi o alcunché; anzi, anche adesso ci siamo sentiti più volte, confrontati. Ci troviamo soltanto coinvolti in una competizione elettorale in cui si scontrano due fazioni: chi desidera il rinnovamento, un cambiamento come opportunità e chi invece preferisce una forma di continuità. Null’altro. Parliamo di qualcosa di concreto. Programmi e risorse a disposizione. Il bilancio del Parco ha registrato nel 2014 entrate per 3,2 mln di euro da stanziamenti provinciali e 1,2 mln da propria attività. Una buona cifra, ma non confrontabile con il valore di oltre 8 mln su cui si poteva contare qualche anno fa. Le spese correnti prosciugano gran parte delle risorse, il solo costo del personale si attesta su 1,5 mln. La macchina è complessa, 131 unità di organico (36 sono a tempo indeterminato). Questo però rimanda anche all’importanza del Parco come risorsa, come azienda che dà lavoro sul territorio. Devo aggiungere infatti anche 1,7 mln di interventi strutturali
assegnati ad aziende locali. La ricaduta del Parco, anche come indotto, ha un forte effetto sull’economia locale. Altra voce importante sono i 900.000 euro destinati ad attività didattica e promozionale. A questo proposito, vedo che normalmente si coinvolgono le scuole locali, iniziativa importante perché si rendono consapevoli i ragazzi del territorio, ma non sarebbe decisivo iniziare a portare scuole dal resto d’Italia, o dall’estero? Certamente, sono d’accordo, ma non solo: bisogna invitare e attrarre ricercatori, coinvolgere università, da altre province e anche dall’estero. Le strutture ci sono, case, foresterie… Il Parco è giudicato dagli addetti ai lavori una vera eccellenza, dobbiamo valorizzare quest’eccellenza, e naturalmente farla conoscere sempre meglio ai turisti. Chi viene in Trentino dichiara di farlo, all’88%, per il valore del suo ambiente. Le case del Parco… Ottime strutture, alcune decisamente sottoutilizzate. Bisogna capire i costi effettivi, il loro utilizzo, le potenzialità. Per fare un esempio, casa Fauna a Daone viene visitata da 500 persone all’anno, l’info-point di Malga Bissina da 5000, la collocazione e l’uso della prima probabilmente sono da rivedere. Stiamo già parlando di obiettivi importanti Certo. E di fronte a trasferimenti provinciali sempre più ridotti diventa cruciale razionalizzare sul fronte
degli impieghi e migliorare le fonti di autofinanziamento, perché altrimenti non saremo più in grado di fare interventi strutturali importanti. L’autofinanziamento deve diventare uno strumento economico trainante, non dovremo svendere il Parco, ma fare politiche mirate a chi è interessato a un certo tipo di turismo. Porto anche un altro dato che si collega al discorso di prima. Cinque anni fa alla ricerca venivano destinati 300.000 euro all’anno, nel 2014 siamo scesi a 40.000. La ricerca è strettamente legata al principio fondante del Parco, ovvero la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale e
ambientale: è mia convinzione che debba tornare a essere una delle attività principali, attraverso anche la collaborazione con musei e università italiane e straniere. Il Parco non è un’APT, ma deve uscire dalla sua sede per essere protagonista: al tavolo di APT per l’indirizzo nelle strategie turistiche, a quello delle Comunità di Valle per la pianificazione territoriale. Deve trasmettere la propria cultura ambientale; il benessere quotidiano dipende dalla corretta conservazione del patrimonio naturale. Serodoli è diventato uno dei termini più cliccati. Tanto rumore. La PAT ha escluso l’area interessata dal piano urbanistico provinciale, l’assessore Daldoss ha garantito che non verrà inserita tra le aree sciistiche, per cui la vicenda è chiusa prima ancora di chiamare in campo il Parco. In ogni caso, tanto per chiudere, il comitato scientifico del Parco è giunto alla conclusione che, in termini di impatto ambientale e paesaggistico, l’intervento di Serodoli come proposto non sarebbe accettabile. L’intento del Parco è conservare e valorizzare il patrimonio ambientale nonché contribuire allo sviluppo socioeconomico sostenibile. Su questo punto non riterrò di tornare in argomento.
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Valzer di poltrone per Geas e Bim Rinnovati i Cda degli enti sovracomunali: Paoli alla Geas. Bazzoli al Bim del Chiese. Saldo Pederzolli a Tione
Geas. Ma questa, ormai, è storia di fine agosto. Di recente invece sono stati rinnovati i vertici della Geas (Giudicarie Energia acqua e servizi) società, partecipata da tutti i comuni delle Giudicarie, dai Bim Sarca e Chiese, dalla Comunità delle Giudicarie e dalle aziende di servizi Asm, Ceis e Cedis, con un cambio al vertice che ha visto l’ingegner Walter Paoli, già presidente di Asm e Giudicarie Gas, subentrare al posto di Giorgio Marchetti. Marchetti, già sindaco di Bolbeno è stato per 12 anni dell’azienda giudicariese di fatto strutturando e lanciando l’ente a divenire il gestore del controllo dell’acqua di tutti i comuni della valle. Significativo è stato infatti il ruolo della Geas nel farsi carico dell’esigenza di gestione delle acque pubbliche previsto dalle più recenti normative (a livello quantitivo, qualitativo e di controlli) supportando i comuni che da soli non avrebbero potuto gestire le nuove funzioni richieste dalla normative. Ecco allora che Geas ha messo in campo una soluzione molto innovativa, costituita dal Portale SGMT 2.0 che permette un controllo computerizzato dell’intera rete idrica e che, dopo la sperimentazione nei 39 comuni giudicariesi, è stato adottato nel 2014 nell’ambito del Piano gestione da tutti i 197 acquedotti della Provincia consentendo anche notevoli risparmi idrici. Fra le attività della società guidata da Marchetti, non va dimenticato l’investimento per il recupero del biogas della discarica di Zuclo, grazie al quale è stato possibile abbattere quasi totalmente gli odori e ricavarne
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i sono importanti novità negli assetti degli enti sovracomunali delle Giudicarie. Come sempre, al termine di una tornata elettorale delle comunali, cambiano diverse figure nei vari Cda delle partecipate dei comuni, o di quegli enti come il Bim che ne fanno le veci in forma di consorzio. Detto del Parco naturale Adamello Brenta (nelle pagine precedenti), e naturalmente della Comunità delle Giudicarie, sono stati altri gli enti che hanno cambiato o stanno cambiando vertici. A partire dal-
l’Azienda servizi municipalizzati di Tione, alla cui presidenza, dopo i 5 anni di Roberto Tonezzer, è arrivato Daniele Bertaso, giovane ingegnere tionese che ha ben figurato nelle recenti elezioni comunali. Con lui nel Cda Matteo Ventura (vice), Carla Bertocci, Federica Carnessali e Franco Failoni. Asm è una municipalizzata molto importante per il comune, fornitrice di elettricità di propria produzione in tutte le abitazioni locali, oltreché di servizi idrici e di metano.
Gianfranco Pederzolli
Franco Bazzoli
energia elettrica da vendere alla “rete” (quest’anno circa 200 mila euro). L’assemblea dei soci del 9 ottobre, composta da tutti i delegati dei comuni e delle società rappresentate, stante l’indisponibilità di Giorgio Marchetti a riproporsi alla guida della Geas, ha dunque individuato Walter Paoli quale nuovo presidente. Con lui sono entrati nel consiglio Bruna Collini (sindaco di Darè) e Thomas Collini per la Rendena, Federica Rigotti per le Giudicarie Esteriori, Narciso Marini per il Chiese; in rappresentanza della Comunità delle Giudicarie è stata eletta Ketty Pellizzari (sindaca di Valdaone e componente del Consi-
glio della Comunità), per il Bim del Sarca il presidente Gianfranco Pederzolli, per il Bim del Chiese Claudio Luchini, per il Consorzio elettrico di Stenico il presidente Roberto Gusmerotti, per il Consorzio elettrico di Storo Michele Gelpi e l’Asm di Tione dal presidente Daniele Bertaso. Conferma per Emanuele Bonafini alla presidenza del Collegio sindacale, coadiuvato da Flavia Gelmini di Storo (nominata dai Bim) e da Lorenzo Poli per i Consorzi elettrici delle Giudicarie Esteriori. Bim del Sarca, Mincio, Garda. Dopo tre mandati arriva una nuova riconferma per Gianfranco Peder-
Valter Paoli
zolli alla Guida del Bim, il Consorzio dei comuni del bacino imbrifero del Sarca che raduna i comuni da Pinzolo a Riva del Garda. All’ingegnere di Stenico (rieletto all’unanimità dai ventinove delegati presenti) è stata riconosciuta competenza e capacità di gestione, oltre che la gestione di
importanti progetti portati a termine in questi anni, uno su tutti il Parco acquatico del Sarca. L’assemblea generale, che riunisce tutti i rappresentanti dei comuni che si snodano sugli 80 km del Sarca è composta da Rino Villi di Spiazzo, Emilio Mosca sindaco di Caderzone Terme ed Ema-
nuele Bernardi sindaco di Villa Rendena per l’Alta Rendena; per la Busa di Tione Alberto Armani per il capoluogo, Gabriella Valenti di Bondo ed Armida Marchetti di Bolbeno; Luigi Nicolussi per Molveno; mentre per le Giudicarie Esteriori è riconfermato lo stesso Gianfranco Pederzolli, e si aggiunge Albino Dellaidotti, sindaco di San Lorenzo Dorsino. Presidente di vallata è stato designato Emilio Mosca. Bim del Chiese. L’elezione di Giorgio Butterini a presidente della comunità ha causato una vacanza nella presidenza del Bim del Chiese, surrogata dal vice presidente Luca Mezzi, delegato dal comune di Storo. A metà ottobre i comuni della valle del Chiese hanno provveduto alla nomina del nuovo Consiglio direttivo. Franco Bazzoli, tecnico dell’Enel e assessore comunale a Roncone, diventa dunque il tredicesimo presidente del Bim del Chiese. Con lui nel direttivo ci saranno Luca Mezzi di Storo (Vice) e Giorgio Battocchi (Valdaone), l’ex-assessore provinciale Remo Andreolli (Castel Condino) e Claudio Lucchini (Cimego), mentre come membri supplenti vi saranno Mariachiara Rizzonelli (Condino) il sindaco di Lardaro Werner Bonenti, Carlo Franceschetti per Pieve di Bono, Fabio Scaia per Prezzo e Marco Melzani per Baitoni e Bondone. Il tutto in attesa che, con le elezioni del maggio 2016 saranno ridefiniti i confini comunali sorti dalle recenti fusioni, e dunque saranno rinnovati anche i rappresentanti dell’assemblea generale, che dovrebbero passare dagli attuali 13 a 7, così come i comuni. (r.s.)
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Politica
NOVEMBRE 2015
Elezioni Comunali, si fatica a trovare candidati
Dopo la fusione fallita a luglio, a Strembo, Caderzone e Bocenago elezioni il 15 novembre. Su sei liste solo una “piena” Il tutto è ancora più significativo pensando che – a differenza di 5 anni fa – i prossimi consigli comunali saranno composti non più di 15 consiglieri ma di 12, così anche le liste sono ridimensionate e dunque dovrebbe essere più semplice riempire tutte le caselle. Nonostante questo, sono diverse le liste “monche”, che annoverano solo 9 candidati (oltre al sindaco) quando potrebbero arrivare fino a 12. Un fattore che potrebbe rivelarsi strategico per vincere o perdere, pensando che spesso il voto si decide nell’ordine dei 10-20 voti. Caderzone Terme. A Caderzone Terme il sindaco uscente Emilio Mosca par-
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opo la mancata fusione del referendum del 7 luglio scorso, i comuni di Strembo, Caderzone Terme e Bocenago andranno alle urne il 15 novembre per rinnovare i rispettivi consigli comunali. Sei le liste in campo, e quello che colpisce te dunque con una lista di 9 consiglieri, confermando fra i candidati la propria giunta, ad eccezione di Federico Polla, che non si ricandiderà. A contendergli la sfida sarà Marcello Mosca, attuale consigliere della Comunità di Valle e già consigliere e capogruppo Upt nella scorsa, che si è fatto conoscere in questi anni per la verve con la quale ha difeso l’ospedale di Tione e anche per alcuni piccati scambi verbali con l’ex-assessora Borgonovo Re e il direttore generale dell’Apss Luciano Flor.
Bocenago
Ferrazza vs. Riccadonna
Walter Ferrazza
Eugenio Riccadonna
subito è che, a parte quella del redivivo Alfonso Fantoma a Strembo, nessuna ha fatto il pieno di candidati, confermando la crescente difficoltà a reclutare persone che si mettono a disposizione per la propria comunità. nel 2009, che sfiderà l’attuale primo cittadino Guido Botteri. Come detto, Fantoma è l’unico ad aver completato tutte le “tessere” delle candidature; assieme lui vi saranno dunque altri 12 candidati consiglieri, mentre dieci saranno quelli che accompagneranno l’attuale primo cittadino.
Nel 2010, sempre alle comunali a Caderzone Terme fu il consigliere più votato con 77 preferenze.
A Strembo si segnala il ritorno dell’ex-sindaco Alfonso Fantoma (3 legislature per lui), dimissionario
Strembo Botteri vs. Fantoma
Guido Botteri
Alfonso Fantoma
A Bocenago Walter Ferrazza, vincente nel 2010 con l’88% delle preferenze contro Marcella Moratelli, si ripresenta quale candidato sindaco. L’ultima legislatura è stata decisa-
mente molto movimentata con la prestigiosa parentesi romana in qualità di Sottosegretario agli affari regionali, ruolo indubbiamente importante, ma anche con il referendum bocciato proprio a Bocenago per pochi voti. Il ritorno alle urne è dunque una sfida significativa per Ferrazza, che dall’altra parte trova Eugenio Riccadonna a contendergli la poltrona di primo cittadino. Oltre ai tre comuni rendeneri, il 15 novembre saranno alle urne anche i comuni di Albiano, Castelfondo, Castello Tesino, Cinte Tesino, Faedo, Fornace, LonaLases, di Pieve Tesino. Si vota dalle 7 alle 21. (r.s.)
Caderzone , Emilio vs. Marcello
Emilio Mosca
Marcello Mosca
INSIEME PER BOCENAGO Candidato sindaco: FERRAZZA WALTER nato a Tione di Trento il 15.11.1974
Lista PER PROSEGUIRE Candidato sindaco: BOTTERI GUIDO nato a Strembo il 17.04.1953
INSIEME PER CADERZONE TERME Candidato sindaco: EMILIO MOSCA nato a Tione di Trento il 26.03.1974
BOFFO ALESSANDRO - Tione di Trento 03.08.1973 RICCADONNA SILVANA - Bocenago 20.04.1962 BONAPACE MATTEO - Brunico (BZ) 01.06.1994 BORONI RICCARDO - Bocenago 26.07.1964 FERRAZZA SANDRO - Bocenago 04.02.1948 BORONI GIANCARLO - Tione di Trento 15.04.1962 TISI BRUNO - Tione di Trento 28.09.1963 CIMA ELISA - Torino 26.04.1995 ALBERTI SILVIA ADA - Noventa Vicentina (VI) 16.02.1974 BORONI ROSANNA - Bocenago 31.07.1954 BORONI GIULIANA - Tione di Trento 28.06.1968
BOTTERI DANIELA - Bocenago 11.12.1972 BULLO ELEONORA - Tione di Trento 27.08.1996 CERVI GIUSEPPE (Beppe) - Brescia 03.10.1962 CUNACCIA RUBENS - Tione di Trento 14.09.1977 DODDI MARA - Tione di Trento 18.07.1975 DUCOLI SANDRO - Strembo 06.05.1966 GRITTI MANUEL DINO - Tione di Trento 24.09.1988 MASÈ MATTEO - Tione di Trento 23.06.1988 MASÈ STEFANO - Tione di Trento 27.09.1970 VALERIO GIANNI - Tione di Trento 13.04.1975
AMADEI NICOLA - Trieste 09.09.1969 BOSELLI FRANCESCA - Milano 01.07.1967 MOSCA CARLO - Trento 21.06.1970 MOSCA GIOVANNI - Tione di Trento 04.10.1972 MOSCA ROMEO - Tione di Trento 21.02.1968 POLLA FRANCO - Tione di Trento 19.09.1964 POLLA GILBERTO - Rovereto 22.05.1986 SARTORI MICHELA - Tione di Trento 01.12.1981 SARTORI OSVALDO - Caderzone 21.12.1953
UNIONE PER BOCENAGO Candidato sindaco: RICCADONNA EUGENIO nato a Bolzano il 28.04.1962
UNITI PER STREMBO GUARDANDO AL FUTURO Candidato sindaco: ALFONSO FANTOMA nato a Strembo il 14.11.1950
GENTE COMUNE Candidato sindaco: MOSCA MARCELLO nato a Tione di Trento il 17.05.1962
MORGANTI MARA - Senigallia (AN) 07.05.1953 RICCADONNA LUCA - Trento 22.05.1994 FOSTINI GUELFO - Tione di Trento 29.08.1959 MARRAS MORENO - Tione di Trento 08.07.1978 BORONI ALESSANDRO - Bocenago 01.09.1957 RICCADONNA ALFONSO - Tione di Trento 08.07.1984 GRASSI FILIPPO - Tione di Trento 02.06.1992 MARINI ANCILLA - Tione di Trento 14.09.1992 MASÈ MARGHERITA - Tione di Trento 16.02.1980
ALBERTI VITTORIA - Strembo 21.05.1953 BIFFI ERMINIA - Milano 21.01.1963 BOTTERI RODOLFO - Tione di Trento 30.07.1966 CAZZOLLI FABIO - Tione di Trento 21.10.1976 MASÈ CALCAGN MARCO - Milano 05.06.1976 MASÈ MAURO - Tione di Trento 20.05.1979 MASÈ RAFFAELA - Strembo 28.10.1951 MOSCHETTI MANRICO - Tione di Trento 07.12.1968 RIGHI PIERERNESTO - Strembo 22.08.1962 SARTORI MARIO - Caderzone 15.08.1954 ZANDONAI MONICA - Tione di Trento 17.12.1977 COLUCCI SPERANZA- Tione di Trento 06.10.1983
FRIGOTTO FLAVIA - Tione di Trento 07.01.1970 TESTONI MARINEI TEREZINHA - Itupeva (BR) 14.06.1965 AMADEI TIZIANO - Tione di Trento 19.12.1982 MASÈ FILIPPO - Tione di Trento 16.07.1987 MOSCA PAOLO (Bunny) - Bolzano 09.11.1960 POLLA LORENZO - Tione di Trento 06.02.1980 POLLA MARCO - Tione di Trento 26.11.1964 SALVADEI LORIS- Tione di Trento 22.08.1974 SARTORI THOMAS - Tione di Trento 15.02.1975
Economia
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Emigrazione montana, crisi secolare di un sistema economico fragile
Clima, distanze dai grandi centri, costi dell’energia e dei trasporti sono le cause che hanno orientato i flussi verso “la pianura” In questo ambito gran parte dell’economia era un’economia di sussistenza non basata sullo scambio del denaro, ma valorizzata per proprietà terriere e numero di capi di bestiame. Ogni casa di monte, con la sua stalla, i suoi prati e il suo bosco vicino era una piccola fabbrica di vita e di sussistenza per una o più famiglie. La gente viveva, dignitosamente, in un ambiente duro, ma viveva. La crisi si aggrava con l’avvento dell’età moderna, l’introduzione del denaro, e dell’imposizione fiscale, determinata con valori che venivano decisi nelle città. L’imposizione fiscale a partire dal XIII secolo si fa sempre più pesante e progressivamente rende impossibile la stessa vita di sussistenza. Significativa la cessione della Val Rendena da parte dei Gonfalonieri di Brescia ai Conti di Arco proprio perché non era possibile raccogliere le tasse. Questo processo di decadenza dell’economia di sussistenza è molto lento e dura quasi
di Marco Zulberti L’attuale crisi economia sta rimettendo in luce un problema secolare: quello della fragilità del sistema economico montano. Minacciato dalla durezza del clima e dalle distanze e quindi dai costi dell’energia e dei trasporti l’economia montana vive in uno stato latente di crisi e di una economia di sussistenza che non riesce a reggere il confronto con quello le sei secoli, alternando periodi di espansione economica, ad esempio con l’espansione della repubblica di Venezia che comprendeva queste difficoltà della montagna, con periodi di contrazione con l’arrivo del governo spagnolo in Lombardia o di quello tirolese nel triveneto. Alla classe dei contadini e degli allevatori che vivevano in quello stato di totale dipendenza dallo sfruttamento del territorio, per un certo periodo si sostituiscono artigiani e commercianti, che molto spesso arrivano dalla pianura. E questo determina anche un primo ricambio delle popolazioni montane a partire dal XIV secolo. Ma l’indebolimento di Venezia a partire dal XVI secolo, i costi delle guer-
re di difesa dai turchi e successivamente dai protestanti, produce un innalzamento della tassazione che stronca l’economia di montagna con episodi come la distruzione del dazio di Tempesta nel 1768 e la soppressione della rivolta con l’impiccagione dei tre capi a Tione nelle Giudicarie.
città che si trovano nella vallate più grandi ne tanto meno con la pianura e i distretti agricoli e industriale. Questa fragilità ha sviluppato quindi da sempre flussi migratori dalla montagna verso la pianura e i centri più popolosi di varia natura; sia ciclici e regolari, che più acuti nei periodi dei cambi climatici o delle epidemie del bestiame.
L’emigrazione è tornata cronica dopo le guerre napoleoniche, e quelle d’indipendenza che hanno visto staccare i Trentino dalla Lombardia e dal Veneto nel 1859. Ma questo fenomeno migratorio avveniva su tutto l’arco alpino. Lo Stato centrale italiano spostando la capitale da Torino, prima a Firenze e poi a Roma,
si staccava da quella sensibilità verso la fragilità dell’economia di montagna, che non può reggere il mercato senza un regime fiscale che integri i maggiori costi. L’economia montana di sussistenza si è progressivamente indebolita fino a scomparire del tutto con l’espansione industriale tra gli anni 50 e gli anni 70, al punto che oggi in piena crisi occupazionale dovuta all’alto tasso d’indebitamento delle istituzioni, l’economia di sussistenza, che sfrutta la ricchezza del territorio oggi abbandonato, è una leva necessaria che va riconsiderata e sviluppata, ripensando totalmente al sistema fiscale e normativo nella gestione amministrativa e fiscale del territorio di monta-
gna. Elemento che fa da cardine al concetto stesso di Autonomia su cui secolarmente si fonda la vita nelle nostre magnifiche vallate. Progettare una nuova vita agricola e artigianale di montagna sostenibile economicamente, sostenuta e coadiuvata da un sistema bancario orientato all’economia di montagna che valuti la bilancia commerciale, le entrate e le uscite per singolo distretto, che comprenda quanto è importante il governo locale delle risorse che non vanno sprecate in opere pubbliche che non siano orientate agli investimenti produttivi e allo sviluppo. E’ necessario che nell’ambito del terzo statuto di Autonomia si ripensi totalmente all’economia naturale e fragile della montagna. I turisti amano la montagna naturale e senza insediamenti. Ma la montagna è anche la nostra casa. Non possiamo lasciarla senza vita per sempre, in modo che diventi solo una bellissima cartolina da spedire a Milano.
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Attualità
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I Parroci del Decanato del Lomaso stanno cercando soluzioni per l’accoglienza con il supporto della Caritas
Immigrati, le Esteriori si attivano di Francesco Brunelli
Ma non si riesce a trovare una soluzione definitiva ad una questione che puntualmente torna alla ribalta quando l’Africa ed il Medioriente registrano un gran numero di partenze verso il Vecchio continente. Se la politica rimane invischiata tra le beghe di parte, la Chiesa prova a dare una mano a dirimere la matassa, cercando sistemazioni e lavoro per i richiedenti asilo. Le direttive di Bergoglio appaiono chiare: ogni parrocchia, da Roma alla più piccola comunità religiosa italiana, deve farsi carico del problema. E se fino a poco tempo fa si poteva pensare ad eventi geograficamente lontani, anche la nostra comunità delle Giudicarie deve fronteggiare la richiesta. In principio fu l’accoglienza dei profughi presso la “colonia dei sordomuti” a Roncone il pomo della discordia, ottenuta con l’avallo del parroco don Celestino Ritz e del Consiglio Pastorale; l’episodio vide la raccolta di 500 firme per impedire l’arrivo degli stranieri presso la e l’intervento nel paese dell’europarlamentare e segretario leghista Matteo Salvini.
Con l’avvento del rivoluzionario Papa Francesco, il tema dell’accoglienza sta ottenendo sempre più importanza sulle prime pagine dei quotidiani e nei titoli dei telegiornali. Ma sul trattamento da riservare ai migranti si discute anche al bar, lasciandosi andare a luoghi comuni e critiche privi di fondamento. I parti-
ti politici sfruttano l’emergenza per fini elettorali, in entrambi i sensi, sia invocando respingimenti massicci, sia proponendo di equiparare legalmente in tutto e per tutto gli stranieri con la popolazione autoctona; è quindi facile schierarsi o a favore del “tutti a casa loro” oppure del “siamo tutti fratelli”.
La sede del Decanato delle Esteriori a Santa Croce
Don Gilio Pellizzari
Oggi la diatriba si sposta nelle Giudicarie Esteriori, territorio che ecclesiasticamente fa parte del Decanato del Lomaso. Siamo solo agli inizi, ma pare che i parroci siano alla ricerca di ambienti abitativi dove accogliere almeno una famiglia. «Dobbiamo ancora organizzare il tutto, non ho novità importanti da riferire - ci spiega il parroco di Santa Croce Don Gilio Pellizzari - quindi non vorrei si scrivano inesattezze su un tema così delicato». Il Sacerdote, che è anche Decano
del Lomaso, a cui fanno capo le comunità religiose delle Esteriori, si occupa di tutte le parrocchie del Bleggio, e con Don Fortunato Caresani (Lomaso) e Don Gianfranco Innocenti (Banale), assieme a tutti i collaboratori decanali sta studiando una soluzione. «Ci sono stati due incontri presso il teatro di Larido – aggiunge - durante il quale la popolazione è accorsa numerosa, dimostrando interesse e coinvolgimento sul tema». Ma appare evidente a tutti che il rapporto con la gente
locale, qualora il progetto di accoglienza andasse in porto, non sarebbe tutto rose e viole, potrebbe incontrare qualche resistenza. Su questo tema il religioso non si sbilancia: «Non so, non ho fatto alcuna indagine tra la popolazione sul tema della convivenza civile». Se l’iniziativa decanale dovesse avere un riscontro positivo tra le varie unità pastorali e le parrocchie che la compongono necessiterebbe anche di una grossa mano da parte della politica, ma anche dell’associazionismo locale, oltre che dei volontari di onlus più corpose con sede nel capoluogo. «Credo che avremo una grande collaborazione a livello provinciale spiega ancora don Pellizzari - anche se, ripeto, dobbiamo ancora organizzarci». E sulla partecipazione degli enti religiosi benefici il curato fa sapere che «la Caritas è pronta a dare il suo contributo». Il progetto è solo agli inizi, e coinvolgerà altre piccole realtà locali in Giudicarie come in tutte le altre valli del Trentino. Verrà attuato in toto? Verranno ascoltate anche le istanze dei residenti? Lo scopriremo solo vivendo.
L’EDITORIALE di Adelino Amistadi Continua dalla Prima Nelle elezioni del ‘48, le prime che io ricordi, i comunisti e i socialisti si presentarono assieme con il Fronte Popolare, il loro simbolo era il volto di Giuseppe Garibaldi, dopo aver messo da parte la falce e il martello, ma la cosa non funzionò e vinse la Democrazia Cristiana con lo scudo crociato, e fu in quelle elezioni che il simbolo significò l’ideologia, e l’uno divenne identitario dell’altro. L’immagine dei leader, già allora, era fondamentale. Per la DC c’era DeGasperi, per noi trentini in particolare, ma stimato ed amato in tutta Italia. Il Pci, che si era ben presto liberato dei socialisti ed aveva ripreso il suo simbolo classico, si identificava in Togliatti, il Psi in Pietro Nenni. La gente li seguiva nei comizi in piazza sempre molto partecipati, c’era gran voglia di far politica dopo il buio fascista. Poi arrivò la televisione ed allora i comizi si trasferirono negli studi televisivi con le tribune politiche, e gli elet-
Simboli e partiti tori vennero sostituiti dai giornalisti che pretendevano, e pretendono tutt’ora, di rappresentarli. Dalla TV in bianco e nero alla TV a colori. Mi sembra che i radicali furono i primi ad accostare nel loro simbolo il nome di Marco Pannella, persino i Verdi archiviarono i loro simboli tradizionali, finché arrivò la Lega Nord di Bossi che irrompe con il suo Alberto da Giussano. Ma i partiti del dopoguerra comunque rimasero solidi nelle loro visioni del mondo e nei simboli che li identificavano, anche se il cambiamento era alle porte. E così arriva la seconda repubblica e si impone un nuovo modo di fare partito, nasce Forza Italia. Simbolo e nome portano a nuove immagini identitarie, il tutto ideato e proposte con nuove strategie di marketing con l’obbiettivo di chiudere con il passato e guardare al futuro. Nel frattempo, con
tangentopoli, gran parte dei simboli e rispettivi partiti, sono stati travolti dallo tsunami politico giudiziario d’allora e sono spariti nel nulla. E’ con il 1994 che ormai i simboli perdono di significato e del loro valore identitario. Con la frammentazione delle ideologie e lo scioglimento dei partiti tradizionali esplodono le sigle, nascono movimenti fantasiosi e coloriti. Ci sono nuovi partiti che vi-
vono una stagione poi spariscono, altri che si fondono, fusioni che porteranno alla nascita del PD e poi di PDL. Alle ultime elezioni politiche erano più di settanta le formazioni politiche che hanno tentato la sorte elettorale. La novità principale di questi ultimi anni è stato il Movimenti 5 stelle che ha rotto un po’ tutti gli schemi, tant’è che il loro leader non si è mai candidato. I simboli si sono sempre adeguati alle
epoche in cui sono stati protagonisti. Ed ancor più oggi, con internet, hanno assunto un altro valore. In passato, ricordo, i partiti più grandi avevano al loro interno chi si occupava di grafica e comunicazione, l’ha fatto anch’io, oggi, mi dicono, che i marchi politici così come le campagne elettorali sono progettati da agenzie pubblicitarie. Le elezioni si basano ormai su strategie commerciali e mercatistiche. Più o meno le stesse cose succedono anche in Trentino, nelle ultime elezioni provinciali, si sono visti simboli allucinanti che rappresentavano solo la voglia di conservazione di personaggi che ben poco han dato alla politica provinciale e molto di più hanno ricevuto. Personaggi che hanno frastornato la voglia di esserci di molti Trentini che infatti hanno abbandonato le urne. E sembra che non sia finita.
Già c’è chi pensa alle prossime e le agenzie di marketing stanno già studiando i marchi politico-mercelogici per la prossima tornata. Rassegnamoci. Ormai la politica è un mercato, anzi lo è da tempo. Gli elettori non se ne sono accorti, ma i simboli ormai sono come i marchi che riempiono i supermercati. E quelli che se ne sono accorti, schifati, non vanno più a votare. Quel cerchietto sulla scheda ormai non rappresenta più il nostro partito, ma un gruppo di politici che tentano in qualche modo di sopravvivere. Le ideologie, buone o cattive che fossero, ma sempre espressioni di ideali visioni del mondo, sono cadute inesorabilmente con la caduta del Muro di Berlino, un muro che per decenni ha diviso due mondi e non solo ideologicamente. Adelino Amistadi
Attualità
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Azione 19, no al parametro Icef Tonina interroga Olivi sulle nuove normative di accesso ai lavori socialmente utili che rischiano di penalizzare i trentini Passaggio questo, che ha suscitato diverse perplessità da parte dei sindaci e degli amministratori delle Comunità di Valle che poi si trovano, nella quotidianità, a finanziare (in parte) e gestire l’attività dell’Intervento 19. Tale disposizione rischia infatti di essere particolarmente discriminante sia per alcuni lavoratori coinvolti nei progetti da diversi anni, sia per i futuri inserimenti, in quanto si ritiene che l’Icef non sia particolarmente idoneo a rappresentare l’unico criterio di selezione per l’inserimento lavorativo. Per questo il consigliere Upt Mario Tonina, sollecitato da diversi amministratori locali, si è fatto carico di portare all’attenzione del Consiglio provinciale questa tematica attraverso un’interrogazione alla Giunta, sottolineando il fatto che «l’ICEF potrebbe essere un criterio idoneo per l’attribuzione di un sussidio economico, ma non deve essere l’unico criterio di selezione per un inserimento lavorativo per il quale invece devono essere considerati necessariamente anche altri aspetti». In particolare, affidandosi al solo Icef verrebbero tralascia-
Quella dell’occupazione attraverso i lavori socialmente utili è una attività che si è rivelata quale importante ammortizzatore sociale, specie in questi anni di crisi. Pochi mesi fa, con deliberazione del 9 marzo 2015, la Giunta provinciale ha adottato nuove disposizioni all’Intervento 19 (l’ex “Progettone”), poi recepite dall’Agenzia del lavoro. Diverse sono le ti altri importanti parametri sinora considerati, quali ad esempio gli andamenti lavorativi degli anni precedenti e l’età anagrafica dei lavoratori, e – paradossalmente – il possesso di una casa di proprietà diventerebbe automaticamente un parametro
che incide negativamente sull’Icef e dunque sulla possibilità di occupazione. Quest’ultimo parametro, infatti, preoccupa perché rischia di “aprire” le liste di collocamento dell’Azione 19 di fatto solo o prevalentemente ai non trentini, dun-
modifiche apportate, alcune delle quali troveranno applicazione a partire dal prossimo anno. Fra tutte, importante è quella che dispone che, a partire dal 2016, per l’inserimento nei progetti dei lavoratori appartenenti alle categorie A e B, dovrà essere utilizzato lo “stato di bisogno economico” individuato mediante l’indicatore Icef. que di favorire nettamente la componente immigrata rispetto a quella locale, creando ingiustificate disparità. Alla luce di queste criticità, Tonina chiede dunque all’assessore Alessandro Olivi di rivedere la deliberazione assunta e di salvaguardare
l’autonomia decisionale dei comuni per la definizione dei criteri di selezione per l’assunzione dei lavoratori da inserire nell’Intervento 19 visto che parte dei progetti sono finanziati dagli stessi. Ora la palla è in mano a Olivi. (r.s.)
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Economia
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Un intervento significativo, quello di Trentino Sviluppo, che sottoscriverà il prestito obbligazionario da 2 milioni di euro emesso dalla CMV Costruzioni Meccaniche Valentini di Roncone, azienda costruttrice di macchine ed impianti per la movimentazione automatica dei prodotti metallurgici e siderurgici. La società di sistema della Provincia autonoma di Trento ottiene così due risultati: sostiene i piani di sviluppo di un’azienda sana che negli ultimi 18 mesi ha investito 5 milioni di euro realizzando una nuova sede e nuove linee produttive, arrivando ad occupare 37 persone, e consolida un vero e proprio indotto di territorio costituito da una rete di imprese fornitrici che operano nell’Alta Valle del Chiese ed impiegano oltre 160 addetti. L’intervento è peraltro funzionale al rafforzamento della filiera meccatronica sul territorio Trentino, comparto considerato strategico per l’evoluzione verso una nuova “manifattura intelligente”. «Questo ampliamento – ha spiegato Davide Salvi, consigliere delegato di CMV – ci consente di collaudare i nostri impianti qui, nello stabilimento di Roncone, prima di smontarli e spedirli in giro per il mondo. Con più ordine, più sicurezza, più efficienza produttiva, elemento fondamentale per competere sui mercati esteri che rappresentano ormai il 97% del nostro fatturato». «Nessun segreto alla base della nostra capacità produttiva – ha commentato Salvi – solo merito della nostra forza lavoro interna e di una filiera di fornitori locali molto qualificata». «Con questo intervento – ha sottolineato Alessandro Olivi, vicepresidente e assessore allo Sviluppo Economico e Lavoro della Provincia autonoma di Trento – abbiamo voluto dare un segnale preciso e molto chiaro. Non è vero che la manifattura non può vivere nelle valli. Questo è il caso di un’azienda innovativa, fortemente radicata in Val del Chiese che opera da leader nel suo settore a livello internazionale. Perché ciò che conta è come si fanno le cose, è l’innovazione che ci si mette, è l’efficienza dei processi produttivi che si continuano a migliorare, è la qualità delle persone che ci lavorano dentro, è la formazione che fai ai tuoi collaboratori, è ancora l’idea di costruirti attorno una rete di fornitori locali che compattino un distretto». «Questa è una ditta storica di Roncone – ha sottolineato il sindaco Erminio Rizzonelli - che negli anni ha dato lavoro a tante persone del paese e dei comuni limitrofi. L’esempio di CMV dimostra come si può essere innovativi e competitivi anche operando fuori da quelli che vengono normalmente considerati i principali assi industriali del territorio».
Cmv, importante accordo con Trentino Sviluppo Una realtà industriale sana ed importante a livello occupazionale e di indotto
Con il prestito obbligazionario l’azienda di Roncone finanzierà i piani di ampliamento degli spazi produttivi Nuove buone notizie per l’occupazione locale arrivano dal settore siderurgico, precisamente da Roncone. Il 15 ottobre i vertici della CMV Costruzioni Meccaniche Valentini spa hanno sottoscritto con il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento Alessandro Olivi un accordo che dà sostegno al pia-
no di crescita dell’azienda costruttrice di impianti siderurgici, consolidando una significativa rete locale di imprese dell’indotto. Presenti alla firma anche il consigliere delegato di Trentino Sviluppo Sergio Anzelini, il sindaco di Roncone Erminio Rizzonelli e Paolo Cagol, delegato della Fim-Cisl.
L’interno della fabbrica
Nel 2014 CMV ha contribuito al fatturato dei propri fornitori situati nell’Alta Valle del Chiese per un totale di 3,9 milioni di euro, di cui quasi 3 milioni riconducibili ai soli fornitori “strategici” che impiegano sul territorio delle Giudicarie circa 162 addetti. Ma il fatturato generato dall’indotto sale a quasi 10 mi-
Cmv, rendering della nuova sede
lioni di euro se si considera che negli ultimi anni le commesse riguardanti la parte di elettronica dei sistemi e macchinari realizzati da CMV non vengono più subappaltate ma girate subito ai fornitori locali, che ne beneficiano quindi in via diretta. Per finanziare i propri piani di sviluppo CMV emetterà un prestito obbligazionario del valore di 2 milioni di euro, durata 18 anni, che verrà interamente sottoscritto da Trentino Sviluppo, in virtù degli “indirizzi” varati dalla Giunta provinciale nel 2014. A fronte del supporto finanziario pubblico, CMV raggiungerà presso il compendio di Roncone un livello occupazionale complessivo pari a 40 addetti. Ma soprattutto l’azienda si impegna a contribuire al consolidamento della rete di imprese dell’indotto locale, mantenendo e accrescendo nei loro confronti i livelli di commessa, consentendo così il rafforzamento dell’indotto in termini occupazionali. A testimonianza dell’intendimento dell’azienda di investire su se stessa e sulla filiera, verranno inoltre “congelati”, per il periodo 2016-2020, sia i compensi degli amministratori che la distribuzione di dividendi. (r.s.)
Costruzioni Meccaniche Valentini, una realtà imprenditoriale dinamica Costruzioni Meccaniche Valentini Spa nasce a Roncone nel 1968 per iniziativa di Fausto Valentini e produce inizialmente macchinari di movimentazione per il settore legno. A partire dal 1980 si specializza nella produzione di impianti, macchinari e meccanismi di movimentazione automatica dei prodotti siderurgici. Si tratta di macchinari e sistemi complessi e di dimensioni ragguardevoli, composti da una parte meccanica, una elettronica ed una elettrico-oleodinamica. Attualmente CMV dà lavoro a 37 persone. Un’azienda di medie dimensioni che ha saputo ritagliarsi un ruolo significativo in un comparto produttivo molto tecnico e specializzato. L’azienda infatti è ben riuscita ad interpretare ed agganciare, negli ultimi anni, lo sviluppo del mercato mondiale delle fonti energetiche specializzandosi nel settore della produzione di tubi per l’estrazione di petrolio, gas e shale gas (gas ottenuto da argille). Proprio il 15 ottobre, mentre il management dell’azienda stava firmando il protocollo d’intesa con Provincia autonoma di Trento e Trentino Sviluppo, si stava completando la spedizione dell’ultima di tre linee destinate ad un grande stabilimento della multinazionale Tenaris a Veracruz, in Messico, uno dei più importanti
impianti di produzione di tubi per estrazione di idrocarburi per il mercato del continente americano. Un impianto del peso di 1.890 tonnellate, per la cui spedizione sono salpati dal porto di Genova, alla volta del Messico, 126 container. Il valore della produzione fatto registrare da CMV è passato dai 15,6 milioni del 2012 ai 20,4 milioni del 2014 e dovrebbe crescere fino a raggiungere i 25 milioni di euro a fine anno. Tra i clienti di CMV ci sono grandi gruppi siderurgici italiani ma anche e soprattutto esteri: il 97% del fatturato è infatti generato da commesse che provengono da Stati Uniti d’America, Messico, Germania, Francia, Spagna, Romania, Colombia e Argentina. Per soddisfare le richieste di forniture provenienti da importanti clienti esteri l’azienda, che in precedenza svolgeva la propria attività in due unità separate di circa 6.500 metri quadrati di superficie, nel corso del 2014 ha trasferito la produzione nella nuova sede realizzata in un unico immobile adiacente di 9.500 metri quadrati coperti, così da poter disporre di maggiori spazi per la produzione, lo stoccaggio ed il collaudo degli impianti. Un investimento complessivo che sfiora i 6 milioni di euro. (r.s.)
Focus/I nuovi sindaci Sono stati mesi di assestamento, con qualche difficoltà iniziale nel dare equilibrio alla stesura delle priorità tenendo presente che stiamo gestendo la vita di tre comunità, ma anche di risate con i miei assessori nel ripeterci vicendevolmente la frase “Ma chi ce l’ha fatto fare?”, e soprattutto di entusiasmo. Da un punto di vista organizzativo il nostro personale e il Commissario Polla hanno traghettato gli assetti precedenti nella nuova dimensione in maniera egregia. L’ottimismo e la voglia di fare in questo momento sono comunque preminenti.
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A tu per tu con il nuovo sindaco di Valdaone, Ketty Pellizzari
«Abbiamo voluto la bicicletta? Ora pedaliamo» di Marco Maestri
Come e quando è partito il Suo progetto amministrativo? Nei pensieri negli ultimi mesi del 2014. Concretamente abbiamo iniziato a costruire il nostro progetto con il gruppo Civica Valdaone nel mese di febbraio. Le basi sono state da subito l’equivalenza delle tre comunità che vivono la nuova realtà comunale e la continuità degli impegni presi con il progetto di fusione.
Quarto appuntamento con la rubrica “In nuovi sindaci”. Conosciamo meglio Ketty Pellizzari, primo sindaco urne e poi ho assistito a parte dello scrutinio insieme agli altri candidati. Non mi aspettavo un risultato così, ma nel momento dell’ufficializzazione ero un po’ dispiaciuta perché una buona parte dei giovani della mia lista non ce l’aveva fatta, dunque non sono riuscita a godermi appieno la vittoria.
Come ha vissuto i momenti d’attesa prima dell’esito delle urne? Si aspettava un risultato così netto? A casa fino alla chiusura delle
Quali sono i programmi della Sua amministrazione? E quali le priorità da risolvere nell’immediato? Il nostro interesse si rivolge al
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bene “territorio”, alla sua valorizzazione. La nostra priorità è il raggiungimento dell’equità dei servizi in tutto il contesto comunale. Il progetto di fusione proposto prima del referendum anticipava in buona parte il nostro programma e quindi abbiamo una duplice responsabilità: verso il sì alla fusione e verso la scelta per la Civica Valdaone. Le priorità che stiamo affrontando in questo momento sono la realizzazione di lavori già progettati e previsti dalle amministrazioni precedenti, in primis la realizzazione dell’impianto di teleriscaldamento, investimento che consideriamo strategico e che stiamo gestendo attraverso la nostra società pubblica E.S.Co. B.I.M. e Comuni del Chiese S.p.A. Valdaone è nato dall’unione tra i comuni di Daone, Bersone e Praso. Come è stata gestita la fusione? Rispetto alle fusioni che si perfezioneranno nel 2016, noi abbiamo avuto dalla nostra il fattore tempo, che ci ha consentito di gestire il percorso in maniera più approfondita, con incontri e molta informazione. Per quanto riguarda la partecipazione e la rappresentanza, in campagna elettorale ho dichiarato che le tre comunità sarebbero state rappresentate tutte in giunta e così è stato, facilitata anche dall’esito elettorale. Opportunità e criticità della fusione? A livello gestionale le criticità nel periodo iniziale ci sono, da quelle più quotidiane nella gestione delle procedure amministrative a questioni più delicate da affrontare, come la scuola materna e la gestione dell’uso civico. Queste problematiche le avevamo messe in conto e stiamo cercando di gestirle in modo trasparente, mettendo in discussione anche alcune impostazioni iniziali che con il confronto possono essere migliorate. L’opportunità principale che ci offre la fusione è invece una visione omogenea del nostro territorio in un’ottica di valorizzazione della sua vocazione specifica. Era possibile pensare ad una fusione più ampia, prendendo in considerazione anche i Comuni di Pieve di Bono e Prezzo? Era possibile ed è stata presa in considerazione solamente da una parte della popolazione.
del neonato comune di Valdaone. Come giudica i primi mesi di questa nuova esperienza? LA SCHEDA Data di nascita: 5 agosto 1973 Famiglia: sposata con Gianni e mamma di Giorgio e Giacomo e con una famiglia di contorno di grande supporto organizzativo e morale. Studi: laurea in Giurisprudenza Professione: impiegata amministrativa Hobby: fare biscotti e Ketty Pellizzari qualche giro all’Ikea Musica: sono un’attempata fan dei Duran Duran e di Sting Piatto preferito: gnocchi di patate della nonna Vacanze: mare italiano in estate e quando c’è bisogno di staccare la spina un week end in Alto Adige Motto: Hai voluto la bicicletta? Adesso pedala! Busta paga da Sindaco (con indicazione dell’importo lordo percepito): € 1.701,00 Credo che una parte dei no alla fusione Valdaone fosse orientata verso questa possibilità. A meno che non ci siano imposizioni “dall’alto”, credo che per qualche anno non si parlerà di una nuova fusione in quanto le scelte sono state fatte da parte di tutte le comunità verso due fusioni distinte. Questo non vuol dire che non debba esserci collaborazione tra le amministrazioni per la gestione di alcuni servizi. Il Comune di Valdaone è il primo in provincia di Trento per estensione territoriale. Come può questo dato diventare una risorsa importante per il Comune? Il territorio è davvero esteso e ne consegue anche una difficoltà strutturale nella gestione. Il nostro territorio è la risorsa più importante e tutte le nostre azioni hanno come obiettivo finale il suo sviluppo sostenibile. Sono consapevole che l’aggettivo “sostenibile” sia uno dei termini più inflazionati, dietro cui spesso ci si nasconde per avvalorare la bontà del proprio programma. La sostenibilità la intendo come un giusto approccio ai bisogni della gente e della comunità nel suo insieme, nel senso di portare avanti azioni di stimolo ed investimenti mirate alla permanenza e al ritorno dei nostri giovani, perché si sentano sicuri a costruire il loro futuro e la loro famiglia qui. Tutto questo implica possibilità lavorative, permanenza dei servizi e mantenimento delle identità comunitarie. Com’è il rapporto con l’altro
candidato Sindaco Alessandro Panelatti e con il gruppo di minoranza in generale? Con Alessandro Panelatti il rapporto è schietto, direi che non ce le mandiamo a dire e se c’è necessità di confrontarsi lo facciamo entrambi senza problemi. Forse rispetto a prima delle elezioni il rapporto si è un po’ raffreddato, ma la convinzione che la sua scelta di candidarsi sia stata fatta solo per l’amore che ha per la sua comunità mi fa dire che nel corso di questo quinquennio per alcune scelte potremmo trovare una reale condivisione. In questi tempi di crisi, su quali risorse finanziarie può contare il Comune di Valdaone per poter raggiungere gli obiettivi prefissati? La fusione ha portato nelle nostre casse, per il momento, i contributi previsti dalle disposizioni legislative regionali. Usufruiamo, inoltre, dei canoni idroelettrici che mi preme sempre ricordare sono prestazioni patrimoniali che la legge impone ai concessionari delle derivazioni idroelettriche a favore delle popolazioni locali: i canoni non sono pubblici, sono della gente di montagna, della nostra valle. Il Comune inoltre in spesa corrente ha delle entrate proprie prodotte da investimenti immobiliari del passato davvero lungimiranti. Avere queste possibilità finanziarie in questo periodo ci carica di una responsabilità ancora maggiore in relazione alle tempistiche e alle modalità di investimento.
Quale futuro si può prospettare per gli abitanti di Valdaone e della Valle del Chiese? Quando si risponde a questo tipo di domande c’è il rischio di essere retorici. È bene sempre ricordare che stiamo vivendo già un futuro, che è il risultato di scelte fatte anni fa. Il futuro buono è nel territorio e nella sua vera rinascita, al di là di tutti i progetti che si vogliono mettere in campo, perché buoni propositi e fantasia non mancano. Per un futuro che non sia quello dello spopolamento e del degrado ambientale occorre più umiltà per i nuovi e vecchi amministratori e più “curiosità”. Umiltà per poter tornare indietro su alcune scelte, aggiustare il tiro e condividere i progetti, curiosità perché diventi spirito imprenditoriale, non essendoci per vocazione, perché diventi conoscenza che va stimolata e motivata, magari iniziando da una domanda: non siamo stanchi di sentirci la periferia della periferia trentina? Le fusioni hanno portato una riorganizzazione della Valle del Chiese. Come vede i futuri assetti? Stiamo vivendo un periodo istituzionale davvero magmatico, una profonda trasformazione che potrebbe comportare anche dei cambiamenti di equilibrio politico nella Valle del Chiese e in generale nelle Giudicarie. Un assetto definitivo ci sarà con l’insediamento delle nuove amministrazioni nel 2016 e questa riduzione di Comuni potrebbe facilitare la condivisione di strategie e progettualità, ma di contro potrebbe anche generare degli arroccamenti su determinate posizioni. In un Trentino con un numero di abitanti che corrisponde a mezzo quartiere cittadino la Valle del Chiese dovrebbe avere come prima necessità quella di fare rete. L’esperienza amministrativa ha portato ripensamenti per i progetti professionali che aveva previsto per il futuro? Per quanto riguarda le mie scelte professionali, le ho fatte già da qualche anno, a favore della vicinanza a casa a discapito di potenziali avanzamenti di carriera e di un contesto lavorativo stimolante. Ma sono soddisfatta così e quando si ha un lavoro come il mio si deve solo ringraziare ogni giorno per la fortuna che si ha.
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Dvd, e-books, wi-fi e riviste arricchiscono un’offerta importante. In Giudicarie nel 2014 quasi 14.000 iscritti per oltre 120mila prestiti
Biblioteche giudicariesi, non solo libri Se la tecnologia ha modificato il lavoro del bibliotecario, è anche diventata un servizio molto usato: dal prestito di e-books sulla Media Library, alle postazioni fisse internet e il wi-fi. Difficile dare numeri comparabili, perchè la forma del servizio cambia da biblioteca a biblioteca – c’è chi ha il wifi, chi le postazioni fisse ma con accesso internet fornito da gestori esterni alla biblioteca, chi li ha entrambi – ma è chiaro ed evidente a tutti i bibliotecari che internet ha portato una fascia di utenza molto più ampia di chi ci va per i libri (anche se non è detto che chi entra per internet, non esca poi con un libro sotto il braccio) e risponde per parecchi paesini giudicariesi al bisogno di connessione con il mondo, non ancora capillarmente
di Denise Rocca
L
ibri e possibilità di lettura diverse, per tutte le età e le occasioni, ma non solo. Le biblioteche sono oggi anche accesso a dvd, e-books e riviste, luogo di incontro e momento di socialità, fornitrici di servizi vari, da internet al fax e la stampa, e luogo di visita da parte dei turisti. Gli scaffali sono la costante delle biblioteche, ma quelle garantito dal servizio pubblico. Little Free Libraries – le piccole casette per i libri nate dall’intuizione di un americano – si stanno diffondendo su tutto il territorio da quella prima di Ponte Arche che solo quest’estate la biblioteca ha “ricaricato” di un centinaio di libri, alle altre che trovano altri padroncini, come quella di Roncone della quale si prendono cura i ragazzi delle scuole medie. E con le casette dove lasciare o prendere volumi liberamente sopravvive quell’idea di
condividere e scambiare, di poter lasciare qualcosa senza che venga rubata o vandalizzata, che nel suo piccolo ha una funzione di educazione sociale non trascurabile. E la biblioteca è anche incontro e accoglienza. «È il posto in cui il cittadino va perché ci sta bene – spiega Carla Maturi, responsabile della biblioteca di Pinzolo - perché non deve compilare moduli, non ci deve andare per obbligo o necessità, ma ci viene perché gli piace. Il bello della biblioteca è che ha una possibilità di acco-
Aldo Collizzolli, bibliotecario di Ponte Arche
“eLEGGERELIBeRI” è il premio dei lettori ideato nelle Valli Giudicarie dalle biblioteche di Tione, Ponte Arche, Pinzolo e il servizio bibliotecario della Valle del Chiese (biblioteche di Storo, Roncone, Pieve di Bono) per invogliare ad una lettura libera dai condizionamenti del marketing che non necessariamente promuovono qualità: ecco quindi una selezione creata ad hoc dai bibliotecari di dieci libri, vari nei generi e nei temi, editi da altrettante piccole case editrici, da leggere e votare nel corso di un anno. Tanti i significati in un gioco di parole azzeccato nel nome del concorso: Leggere liberi dalla pubblicità pressante Eleggere libri votando i volumi proposti in gara, leggere libri con l’intento di promuovere la lettura, Eleggere liberi educandosi al pensiero non condizionato dal marketing. Arrivato quest’anno alla seconda edizione, sostenuto anche da un bando di Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto e dalla Comunità delle Giudicarie, il concorso ha aperto i battenti in coincidenza dell’Ecofiera di Tione. La prima edizione è durata più di un anno, 3232 sono stati i prestiti e 1335 le schede votanti, con una rete di sostenitori territoriali e una galassia di eventi collaterali che hanno coinvolto
contemporanee hanno perso l’aria di meri magazzini di libri per diventare invece centri poliedrici dove incontrare protagonisti del sapere contemporaneo, incrociare temi e tendenze culturali o sociali, contribuire al sapere collettivo o anche più prosaicamente svolgono quel ruolo di punto di incontro che una volta era riservato a piazze e osterie. glienza per chiunque, non chiede mai “da dove vieni o cosa vuoi”. Offriamo uno spazio per tutti dove stare in pace e tranquilli. Delle istituzioni pubbliche è quella che i cittadini sentono più loro, la amano e ci si trovano bene». Così non serve solo ai ragazzi per studiare, sfatiamo un mito: in quella di Ponte Arche il 75% degli utenti sono adulti, per esempio, e se l’attività con le scuole è intensissima in tutte le biblioteche giudicariesi, fino a partire dagli asili nidi, il pubblico adulto gode dei servizi allargati
delle biblioteche: gruppi di lettura, incontri con autori, mostre artistiche e concerti di musica, premi dei lettori, corsi di teatro, lettura e disegno, approfondimenti su benessere, alimentazione e filosofia a catturare temi cari alla sensibilità moderna, si rivolgono ad un pubblico adulto e variegato. E come i servizi che diventano complessi e ampliano i propri orizzonti, a volte si consociano: è il caso della Valle del Chiese dove c’è una gestione associata. «Le biblioteche – spiega il responsabile del servizio
Biblioteca di Storo
Salvatore Poletti - rivolgono la propria attività non solo ad un’utenza scolastica, come magari qualche amministratore pensa, ma devono dare un servizio tempestivo, efficiente e qualificato ad ogni fascia di età, ad ogni interesse richiesto dalla popolazione, e devono rapportarsi e collaborare con tutte le realtà locali, dalle associazioni, alle scuole, agli enti pubblici, alle banche. Di questi tempi si sente spesso parlare di obbligo da parte delle amministrazioni di consociarsi in gestioni associate per offrire migliori servizi alla cittadinanza purtroppo per le biblioteche questo obbligo non esiste, forse perché non è ancora considerato pienamente un servizio alla pari degli altri».
Bibliotecarie di Tione
eLEGGERE LIBeRI Il concorso premia il miglior libro secondo i voti dei lettori giudicariesi
Biblioteca di Pinzolo
per la durata di tutto il concorso studenti, scuole e lettori giudicariesi. Arrivò infatti un po’ così, di sorpresa e in sordina lo scorso anno “eLEGGERELIBeRI”, e stupì: promozione alla lettura, educazione alla libertà di scelta, scoperta di autori ed editori spes-
so sconosciuti al grande pubblico perchè lontani dalla forza promozionale dei colossi dell’editoria, i pregi di “eLEGGERE LIBeRi” sono tanti, non stupisce quindi che i bibliotecari ne parlino con orgoglio: d’altronde si parla tanto di rete e collaborazione ma anco-
ra raramente si riese davvero a farla e questo è un bell’esempio al quale hanno lavorato assieme le biblioteche locali. Il concorso è rivolto a tutti i lettori delle biblioteche organizzatrici che sono chiamati a votare il libro migliore nella rosa dei dieci proposti loro dai bibliotecari, che li hanno selezionati dalla recente produzione delle piccole case editrici italiane. Lo scorso anno il libro più amato fu “Siro” di Francesco Vidotto, per questa nuova edizione i lettori hanno a disposizione: “Ritratto di donna fiorentina” di Serena Poidomani (Leone Editore); “Il demolitore di camper” di Luca Saltini (Fernandel); “Sulla cattiva strada” di Angelo Calvisi e Roberto Lauciello (Round Robin); “In obliquo nella notte” di Chiara Arrighetti (Cartacanta); “Pronuncia il mio nome” di Tommaso Giavoni e Alessandro Calò (Onirica Edizioni); “Polvere di luna” di Silvia Mori (Luciana
Tufani editrice); “Contro i cattivi funziona” di Massimo Canuti (InstarLibri); “Il cattivo americano” di Leonardo Franchini (Rogiosi); “A testa in giù” di Elena Mearini (Morellini) e “Maledetto amore mio” di Pierfrancesco Majorino (Laurana). I libri sono disponibili nelle biblioteche, naturalmente, assieme alle schede di votazione: ogni lettore ha diritto ad una scheda di votazione per libro, fino ad un massimo di dieci e ha la possibilità di scrivere anche una recensione o realizzare un book trailer, da inviare alle biblioteche organizzatrici, tutto entro il 3 ottobre 2016. Le migliori recensioni e stroncature, e il miglior book trailer saranno premiati nella serata finale che si terrà fra un anno, il 29 ottobre 2016 a Pinzolo, mentre una serie di altri premi saranno estratti fra tutti coloro che avranno compilato una scheda di valutazione. (d.r.)
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Libri in viaggio: liberi, gratuiti, democratici Il prestito interbibliotecario gratuito è uno dei fiori all’occhiello della rete trentina. L’opinione dei bibliotecari giudicariesi di Denise Rocca
Se il Catalogo bibliografico Trentino permette di sapere immediatamente se un libro è posseduto dalle biblioteche trentine, dove si trova e se è disponibile al prestito, è il Servizio di Prestito Interbibliotecario a fornire un servizio aggiuntivo che è uno dei fiori all’occhiello del Sistema bibliotecario trentino. Ma da qualche anno è sotto il pericolo costante di perdere la sua gratuità. Eppure è il mezzo concreto che realizza la filosofia secondo la quale al fabbisogno informativo della comunità non risponde da sola la biblioteca locale ma, per mezzo di questa, l’intera rete delle biblioteche. Se il libro di cui abbiamo bisogno, o ci aggrada leggere, è in una qualsiasi delle biblioteche trentine basta chiedere alla propria biblioteca locale di farselo spedire, servizio notevole per quelle aree periferiche e disagiate rispetto all’accesso ai servizi come le Valli Giudicarie. Quindi, anche se è lontano, sarà il libro ad arrivare dal lettore e non viceversa, e soprattutto il patrimonio librario a disposizione degli utenti è quello complessivo delle biblioteche trentine e non solo quello della propria biblioteca di riferimento. In concreto, funziona così: la Provincia ha stipulato un contratto con le poste in forza del quale gli uffici postali presenti nei comuni sede di biblioteca (sia pubblica che privata) sono autorizzati ad accettare pieghi di libri in buste predisposte dal servizio
«Sono due gli elementi unificanti che legano la rete delle biblioteche trentine – spiega Aldo Collizzolli, bibliotecario delle Esteriori ma anche membro di un’apposita commissione che lavora per la riforma della
rete – e fanno quindi da collante: il catalogo bibliografico trentino e il prestito interbibliotecario. La legge prevede che sia gratuito il prestito interbibliotecario, ma è oggetto di dibattito al momento».
ANNO 2014 CONDINO GIUDICARIE PIEVE DI ESTERIORI BONO iscritti 499 2555 2623 prestiti 6465 23794 4739 spediti in prestito interbibliotecario 304 891 209 ricevuti in prestito interbibliotecario 648 1563 822 GENNAIO – AGOSTO 2015 CONDINO GIUDICARIE PIEVE DI ESTERIORI BONO iscritti 419 1994 2644 prestiti 4028 14900 3238 spediti in prestito interbibliotecario 196 727 106 ricevuti in prestito interbibliotecario 356 950 569 provinciale senza oneri per la biblioteca mittente, ma a carico di un conto aperto dalla Provincia presso la direzione centrale delle poste di Trento, che viene costantemente coperto. Il servizio è partito nel marzo del 1992 e i prestiti sono in costante incremento: si è passati dai 3.411 del primo anno ai 59.333 del 2009, per dare un dato, e ancora negli anni successivi sono aumentati. È circa 150mila euro annui il costo del prestito interbibliotecario, ma ogni anno la sua gratuità è oggetto di discussione. La voce, unanime, dei bibliotecari giudicariesi è per un servizio free:
Biblioteca Giudicarie Esteriori
«Il prestito interbibliotecario è legato a tutta l’impostazione del sistema – spiega Carla Maturi, responsabile della biblioteca di Pinzolo - le biblioteche trentine dopo l’introduzione del Catalogo Unico Informatizzato si sono organizzate e sviluppate come una super mega biblioteca ramificata nei vari centri. Io mi sento una parte di questo tutto, perché i miei libri sono a catalogo di tutte le biblioteche trentine, la catalogazione avviene in maniera centralizzata e il prestito interbibliotecario è parte integrante di tutto questo, che è interamente gratuito».
PINZOLO RONCONE
TIONE
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PINZOLO RONCONE
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3228 25194 1303 582
2060 19013 1408 2328
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561 3877 321 446
Gratuito anche per quel servizio nobile che le biblioteche forniscono, di permettere a chiunque lo voglia, senza differenza alcuna fra le persone, di formare la propria educazione: «Mantenere la gratuità del servizio – argomenta infatti Stefano Marchetti, bibliotecario di Roncone - permette di mantenere quel punto di forza del sistema bibliotecario provinciale che è la possibilità per l’utente di accedere alle pubblicazioni, anche tecniche e specialistiche, che altrimenti una biblioteca pubblica per il suo valore generalista non potrebbe avere per ogni campo e settore. L’idea di una grande bi-
Biblioteca di Pieve di Bono
blioteca condivisa resta un punto di forza anche ragionando sulla contrazione delle risorse disponibili per le famiglie in questi tempi: avere un bacino ampio dove reperire un testo che interessa gratuitamente resta basilare per l’educazione e la cultura dei cittadini». Peraltro, il prestito interbibliotecario è molto usato in Giudicarie, in maniere e per ragioni varie. Pinzolo, ad esempio, da sempre spedisce circa il doppio di quello che chiede, grazie ad un patrimonio librario ampio e variegato: «Milleduecento libri li abbiamo spediti – spiega Carla
Maturi – ma cerchiamo di razionalizzare molto. Tendenzialmente concentriamo le richieste su certe biblioteche, magari Ponte Arche dove uno dei nostri dipendenti che proviene da lì si carica di spostarli fisicamente così da non gravare sul servizio e nelle spedizioni. Avendo un buon via vai di libri, si cerca di razionalizzare attuando buone pratiche come raggiungere sempre i due chili del pacco base, per esempio, quindi chiediamo tanto, spediamo tanto, ma costano poco in proporzione». Tione è soprattutto una biblioteca richiedente, quasi il doppio di quelli che presta, per la natura delle sue attività: ospitando la più alta concentrazione di scuole il centro tionese ha una biblioteca con un programma particolarmente ricco per gli istituti scolastici, quindi molte copie di uno stesso libro vengono richieste, e questo accade anche per il solido gruppo di lettura che la biblioteca tionese vanta. «Quindi il prestito interbibliotecario non solo soddisfa la richiesta del lettore di avere le novità in maniera celere o dello studente che sta facendo una ricerca specialistica o ancora del curioso che cerca un libro introvabile – spiega Teresa Radoani, responsabile della biblioteca di Tione - ma permette di portare avanti una serie di attività e progetti che altrimenti senza il prestito interbibliotecario non sarebbero possibili».
Biblioteca di Roncone
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Come è il mercato del lavoro per la professione in questo momento a livello nazionale e regionale? Come è pubblicamente noto il mondo del lavoro sta attraversando in tutti i settori una crisi che non ha eguali, nella quale sono coinvolte le professioni tecniche legate ai settori dell’edilizia e del restauro, bloccati sia per mancanza di risorse che per una radicale riduzione di attività, soprattutto di tipo espansivo. Gli architetti nel passato potevano considerarsi una categoria con una valenza sociale riconosciuta, incidendo sulla vivibilità, sulla qualità dell’ambiente antropizzato, ora sembrano prevalere la mera competitività economica ed i puri aspetti tecnici. La professione deve farsi maggiormente competitiva su tutto quello che accresce la qualità e deve allargare i suoi confini, così può sopravvivere. All’estero, o anche solo nel sempre citato Alto Adige, l’azione degli architetti è molto valorizzata e le conseguenze sono palesi. In Italia, e anche nella nostra regione, il numero di tecnici in proporzione alla popolazione è davvero molto alto. Quale consiglio darebbe a un giovane o una giovane che aspirano a diventare architetti? I giovani sono sicuramente la categoria che soffre di più in qualsiasi settore. Io direi di guardare ben oltre le proprie mura : la necessità di internazionalizzazione è davvero
Susanna Serafini, giudicariese, neo-presidente dell’Ordine degli architetti della Provincia di Trento
«Qualità e know-how per rilanciare il ruolo dei professionisti» È
di Denise Rocca
stata recentemente eletta alla presidenza dell’Ordine degli Architetti di Trento la giudicariese Susanna Serafini, di Comano Terme. La laurea in architettura dell’università di Venezia nel 1988, dopo due anni il concorso ordinario alla cattedra in Scienze delle Costruzioni impellente per la nuova generazione. L’architetto è una professione che per molto tempo è stata prettamente maschile, oggi persiste questa condizione? In effetti nel nostro lavoro si percepisce talvolta qualche remora alla quale qualcuna di noi si pone in maniera conflittuale, perdendo però secondo me un aspetto importante della professione femminile: la donna se da un lato riesce ad avere una visione analitica e pragmatica delle cose, dall’altra può aggiungere la sensibilità tipica del nostro genere. Personalmente non la vivo come una discriminante, quello che importa sono sempre le persone.
È fresca di elezione, quali sono gli obbiettivi del Consiglio che presiede? Il consiglio lavorerà su diversi piani d’azione, cercando di far crescere da un lato la sensibilità della popolazione verso la qualità dell’architettura, dall’altra di aumentare la capacità degli architetti di fare rete. Penso che questo potrà avvenire se si riesce a creare un “sistema Trentino” in cui l’architettura di qualità diventi un marchio riconoscibile e vendibile all’esterno, anche dal punto di vista turistico. C’è da considerare anche il contesto e per esempio la nuova legge urbanistica va nella direzione di “consumo di suolo zero perciò l’ampio mercato della rigenerazione urbana che si apre dovrà essere per l’architetto
e Tecnologia e l’anno dopo l’esame di stato. Dopo quattro anni nel consiglio dell’Ordine degli Architetti, ne è diventata la presidente qualche mese fa e l’abbiamo incontrata per esplorare il mondo di un lavoro creativo e le sue prospettive per il futuro. un’occasione di coniugare il miglioramento della qualità architettonica, formale e delle prestazioni degli edifici. È il momento di perseguire tutti questi obbiettivi anche all’interno delle altre associazioni di categoria della provincia, rafforzando il ruolo degli architetti come interlocutori anche “economici” del comparto produttivo del Trentino. In questa prospettiva va rafforzata l’immagine dell’architetto come “regista” del processo complessivo E in termini di servizi per gli iscritti? Uno dei servizi che a breve vorremmo far partire è quello della consulenza legale e assicurativa gratuita. Il Consiglio lavorerà poi sulla valorizzazione dell’offerta formativa
obbligatoria, non solo minimizzando il costo economico della formazione a carico degli iscritti potenziando la piattaforma web, ma anche nella prospettiva di acquisire nuovi know-how utili a riorientare l’attività professionale degli iscritti. Cercheremo inoltre di rafforzare i momenti di incontro, anche periferici, per consolidare i rapporti e le relazioni tra gli iscritti. La questione, complicata, delle nuove partite Iva e della tutela di questi professionisti che in un contesto del lavoro difficile finiscono spesso per essere sfruttati da realtà più strutturate, qual è il suo pensiero e quale misura potrebbe tutelarli maggiormente?
Susanna Serafini
Se da un lato la crisi economica ha sicuramente toccato anche i dipendenti , dall’altra il costo di un dipendente può essere difficilmente sostenuto da uno studio ad eccezione di quelli particolarmente strutturati. Questo porta ovviamente alla questione delle partite IVA ma per come è organizzato oggi il mondo del lavoro complici anche gli studi di settore, che variano in funzione se lo studio ha dipendenti o meno, non c’è più proporzione fra i guadagni e costi.
Da 35 anni progettiamo e realizziamo stufe in maiolica ad accumulo di calore...
Rivestita in pietra con massa d’accumulo di 350 kg.
...E mai perderemo la passione di riscaldare la Vostra casa con un calore sano, economico e piacevolmente caldo.
Il Saltaro delle Giudicarie Incuriositi, i Santi del vicinato si sono subito raccolti intorno a san Prospero. Anche san Vigilio che del Trentino è il protettore, s’è fatto avanti, con gli amici martiri di san Zeno, san Romedio, e qualche beato in attesa di santificazione. San Vigilio, preoccupato, lancia la sfida: “Racconta, Prospero, raccontala tutta, mi rifiuto di credere che il Trentino non sia d’esempio nella buona gestione delle cose, da sempre abbiamo avuto severi amministratori, gente esperta, attenta al bene comune...” “Certo, continua san Prospero, certo, ma sai come va il mondo, le cose si evolvono e ti garantisco che oggi anche in Trentino gli amministratori, più che guardare al bene pubblico, guardano al proprio portafoglio. Non tutti naturalmente, ma quasi! E per raggiungere i propri scopi hanno inventato una furbata, una rete di intrecci ed intrighi, che sta condizionando da anni, la vita politica e sociale della nostra terra. Società pubbliche, scatole cinesi, incorporazioni, fusioni, consulenze, un vero ginepraio che costa alle casse provinciali un sacco di milioni...” “Orpo!! Chi l’avrebbe detto...continua Prospero...continua...” E san Prospero continua: “La governance del Trentino spetta alla Provincia, un ente costituzionale, che gode di ampia autonomia e godeva di un sacco di risorse. E così, i vari capoccia, politicanti, più che altro, hanno inventato un marchingegno democratico per gestire al meglio il popolo trentino: “Troppa confusine in Consiglio Provinciale, tutti che vogliono saperla lunga, un sacco di tempo perso, le cose le decidiamo noi e poche storie...” così si disse nelle stanze dei bottoni di Piazza Dante, e allora partorirono tutta una serie di Società Partecipate, Società Controllate, Società collegate, e ad ognuna di queste società s’è affidata gran parte delle competenze del Consiglio, che venne espropriato del suo dirittodovere di compartecipare alla cosa pubblica. Bella trovata, così il capo di tur-
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IL SALTARO DELLE GIUDICARIE
Enti inutili, consulenze e scandali nelle partecipate Il vostro Saltaro è perplesso e non poco. Lassù, nell’alto dei cieli, San Prospero, esperto finanziario delle cose di questa terra, sembra ce l’abbia con il nostro Trentino. I Santi in paradiso neanche sanno dove sia il Trentino, piccola terra, un coriandolo, rispetto al mondo. Ma san Prospero è un osso duro, lui se qualcosa non va, te lo scopre e lo segnala, da buon ragioniere, di quelli di una volta: integerrimo e scrupoloso. “Lascia stare, stai perdendo tempo, i trentini son poi 521.000 no, può giostrarsi a suo piacimento le vicende della Provincia, fare il bello e cattivo tempo, spendendo e spandendo, ampliando a dismisura la rete delle sue “amicizie”, si fa per dire! Geniale la trovata! Roba del Sud! Come sia potuto avvenire è scandaloso, ma a Trento sembra dominare da anni una lobby che domina la nostra politica in largo e in lungo, pochi personaggi che, senza alcun mandato, ne politico, né civile, di fatto sono i manovratori di gran parte, quella più proficua, degli affari provinciali. “ Per sant’Orsola, cosa sentono le mie orecchie, san Pietro toglimi l’udito, non voglio sentire oltre...” Si fa sentire san Vigilio scandalizzato, “...povera la mia terra!” “Ma non è finita, la cosa è molto più complessa, quasi diabolica...continua san Prospero, ogni nuova società ha bisogno di consigli di amministrazione, di amministratori delegati, di dirigenti e di manovalanza, e allora si procede con metodo, presidenti e consiglieri per gran parte uomini fidati, magari dirigenti provinciali che oltre alla loro paga assommano anche indennità lussuose, i dirigenti con paghe sovrabbondanti e manovalanze privilegiate. Ogni società poi, a sua volta partecipa con soldi provinciali ad altre società, fatto sta che fra grandi e piccole, queste
Le consulenze a Deloitte al centro delle polemiche
diramazioni provinciali, incastonate ed interfacciate fra di loro, assommano ad una cinquantina. Chilo più, Chilo meno. Un gigantismo che stona non poco con la limitatezza del Trentino. Il bello è che dopo anni e anni di scialacquio, sprechi, col cambio del timoniere, ci si accorge che tutta quella roba non è servita a niente, ha prodotto pochissimo rispetto ai soldi che ha speso, con essa s’è creata una rete di autorevolezza (?) politica impressionante, ed i milioni versati dalle cassa della Provincia per permettere a tutto quell’ambaradan di continuare a vivere, sono finiti, per gran parte su per il camino…” “Oh, certo, ho
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abitanti, una piccola città, che non conta nulla nella girandola della globalizzazione e delle grandi masse... occupati d’altro, vecchio mio e lascia stare il Trentino...che, quassù, ha un sacco di protettori.” Così San Pietro liquida la cosa, ma san Prospero non molla: “Io continuo nella mia ricerca, a mo’ d’esempio, in Trentino abbiamo una situazione che se si diffondesse in tutto il mondo, sarebbe la fine...peggio della bomba atomica!” sembrano d’accordo, ma le cose rimangono così come sono e non cambia niente, le società più o meno rinnovano i propri consigli e ripropongono le stesse indennità. Sembra che si vogliano unificare alcuni enti partecipati, ma non c’è molta speranza.
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sentito anch’io dello scandalo Deloitte Consulting, con soldi provinciali sono state pagate consulenze per milioni di euro, a questa società, senza veder grandi risultati; dovevano riorganizzare la macchina provinciale, le comunità di Valle, la burocrazia, ma quelli hanno incassato e buona notte, almeno così riportano i giornali...” Conferma sant’Arnaldo, turbato. “Così s’è convenuto che tutte queste società sono risultate alla fine degli enti inutili: E.I., che non vuol dire Esercito Italiano, che è tutt’altro che inutile, ma enti inutili, statali, provinciali e comunali. Tutti da eliminare a furor di popolo, ma sì, bisogna spazzar via tutti quelli sprechi, e tutti
Ogni tanto ancora qualcuno si alza e strilla: “Elimineremo tutti gli enti inutili!”, ma poi tutto rimane come prima. Ormai parlare di società partecipate, di enti inutili, insomma, è fiato sprecato. Si sa, un ente inutile non chiude mai in utile, i conti sono spesse volte in rosso e sono più le spese per mantenere la struttura che per quello che dovrebbero fare. Gli enti inutili sono misteriosi, sono in pochi a conoscerne il funzionamento e le finalità. Sono di norma destinati a vivere in eterno, di loro si sa la data di nascita, ma finora non si conosce la data di chiusura di uno solo di loro. Sono necessari alla politica, permettono di distribuire libagioni ad amministratori e dirigenti, ad assumere quasi sempre per chiamata diretta anche la manovalanza, e a garantire a tutti lunga vita, con la garanzia che comunque in caso di chiusura i dipendenti passeranno direttamente in carico alla Provincia senza concorso ecc. ecc. con il beneplacito dei sindacati. Ad ogni elezione tanto qual-
cuno si alza e strilla: “Basta con carrozzoni , basta con le società partecipate, basta sprechi!” Così si nomina una commissione con altrettante indennità per ripulire il Trentino, e la cosa finisce come sempre. Chiacchiere, ancora chiacchiere, parole, relazioni, nuove consulenze, nuove spese e buona notte.
La Corte dei Conti avverte ogni anno: “Troppe le società para-provinciali, non se ne capisce la necessità..”, applausi un po’ da tutti, i giornali riempiono le pagine per qualche giorno e poi tutto torna da capo.” San Prospero s’è sfogato, la sua analisi sembra ineccepibile, i suoi Santi colleghi sembrano ammutoliti, San Vigilio, allibito, sembra l’unico a voler dire la sua, ne ha diritto, è lui il Patrono dei Trentini: “Grazie Prospero, ci hai chiarito la situazione e me ne vergogno molto, non credevo che i miei conterranei arrivassero a tanto, la cupidigia è il peggiore dei peccati, pregherò il Signore che queste cose non succedano mai più in futuro, che illumini gli animi dei nostri politici e pongano quanto prima rimedio, altrimenti faranno i conti con San Pietro al loro arrivo alle porte del paradiso...amen” Scioltosi il gruppo interessato alle nostre cose, ognuno se ne andava a per i fatti suoi, convinti, ormai, che gli E.I., gli enti inutili, sono una vergogna, uno schiaffo alla gente che lavora onestamente, ma anche convinti che di loro si continuerà a parlarne, ma gli enti inutili continueranno a vivere, in barba agli ignari cittadini, con i loro sprechi e la loro inutilità. E’ inutile farsi illusioni!
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Europa
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I “Fatti di Innsbruck” del novembre 1904 e le richieste dell’Università in lingua italiana
Alcide De Gasperi, celebre figura nella storia della politica italiana ed europea, fu in Austria, al tempo Impero Austro-ungarico, che iniziò il suo percorso universitario, iscrivendosi nel 1900 alla facoltà di lettere e filosofia, per laurearsi nel 1905. Nonostante i continui viaggi tra Innsbruck, Vienna e Trento, egli rimase sempre fortemente legato al suo territorio d’origine del Welschtirol, anche detto Tirolo italiano (attuale Trentino), luogo in cui la cultura austriaca e la lingua tedesca non presero mai del tutto il sopravvento, nonostante il dominio asburgico. Fu proprio durante il periodo universitario che De Gasperi iniziò ad accentuare la sua vocazione politica, nella quale egli cercava di conciliare l’azione sociale con il suo spirito cattolico. Ad oltre sessant’anni dalla sua morte, questo importante personaggio della storia viene ricordato dagli italiani soprattutto per l’impegno politico nella Democrazia Cristiana e come padre fondatore dell’Europa. E’ probabilmente meno conosciuto il suo impegno in giovane età nel movimento studentesco e la sua carriera politica all’interno del Parlamento a
T
orniamo indietro nel di Francesca tempo. Immaginatevi Innsbruck in un freddo novembre. E immaginatevi un giovane De Gasperi, già immerso nella politica. Proprio davanti alla facoltà di giurisprudenza di Innsbruck, esattamente in questo periodo dell’anno,
oltre un secolo fa, degli stuCristoforetti denti trentini, sotto l’Impero austro-ungarico protestavano per il loro diritto di poter studiare nella propria lingua madre. Pochi conoscono questa vicenda storica, ma molti conoscono bene il protagonista.
Innsbruck 1904: le frecce indicano a sinistra Degasperi a destra Battisti
Vienna e nella Dieta di Innsbruck. Ed è proprio sulle prime vicende politiche del giovane De Gasperi, su cui mi vorrei soffermare, vista la sua vicinanza all’ambiente studentesco e universitario: innanzitutto al secondo anno di università venne eletto come segretario dell’Associazione degli universitari cattolici
trentini. Divenne fin da subito attivo nella battaglia degli studenti trentini, che richiedevano la creazione di università in lingua italiana nei territori austro-ungarici, essendo il Tirolo terra di confine tra due culture. De Gasperi, come segretario degli studenti cattolici, non volse lo sguardo solo alla propria regione, ma chiese con forza
l’istituzione di un’università italiana a Trieste. Per poter raggiungere l’obiettivo, nel 1904 venne organizzata una forma di protesta, per cui numerosi studenti italiani si iscrissero all’università di Innsbruck. Ciò che si chiedeva era un’utraquizzazione, ovvero una suddivisione linguistica dell’università, con corsi
paralleli a quelli tedeschi, ma in lingua italiana. Dietro questa richiesta però, se ne nascondeva un’altra, ovvero l’istituzione dell’università italiana a Trieste. Sempre nello stesso anno il ministro dell’istruzione austriaco concesse l’apertura di una facoltà di giurisprudenza italiana a Innsbruck, anche se provvisoria. All’inaugurazione del corso di laurea, il 3 novembre 1904, accorsero moltissimi studenti italiani da altre città austriache per festeggiare e dimostrare il proprio sostegno: tra questi erano presenti anche il futuro leader della DC e Cesare Battisti. Quel giorno i festeggiamenti italiani furono però mal accettati dai cittadini e dagli studenti austriaci, che protestarono, scontrandosi violentemente con quelli italiani. Gli arresti furono 138, tra cui lo stesso De Gasperi e Battisti. Dopo questi atti violenti, le lezioni dei corsi di giurisprudenza in lingua “straniera” furono sospesi, e dal 17 novembre l’università italiana a Innsbruck cessò di
esistere. Il corso della storia, in particolare la prima guerra mondiale, cambiarono poi totalmente la situazione. È giusto comunque ricordare che all’inizio del ‘900 la questione dell’università italiana divenne anche una questione austriaca, poiché fu portata addirittura fino al Parlamento dell’Impero asburgico da alcuni deputati italiani. All’inizio degli anni ’70 è stato attivato a Innsbruck un corso di laurea bilingue alla facoltà di giurisprudenza, tutt’oggi uno dei corsi di laurea con un numero di iscritti molto elevato, e frequentato in particolare da studenti sudtirolesi e di altre provincie italiane. Anche se questo corso di laurea non è sorto per le stesse ragioni di cent’anni fa, si può comunque dire che il pensiero di Alcide De Gasperi abbia trovato una sua forma di realizzazione, basandosi infatti sul rispetto della “doppia” identità culturale. Dei cosiddetti “Fatti di Innsbruck”, non si sente parlare spesso, e soprattutto non è sicuramente ciò per cui l’Italia ricorda De Gasperi. Proprio per questo motivo mi è sembrato importante ricordarli. Anche solo per riflettere.
L’EDITORIALE di PAOLO MAGAGNOTTI
UE verso un tunnel pericoloso
La recente forte affermazione elettorale in Polonia di forze politiche rigidamente conservatrici ed antieuropeiste rendono ancora più buio il già offuscato tunnel nel quale viaggia l’Unione europea. Dopo i risultati elettorali delle scorse settimane in Catalogna, il rafforzamento di un gruppo parlamentare europeo che ha come obiettivo l’indebolimento, se non addirittura una fine Titanic di quel grande progetto europeo che con lungimiranza fu avviato dai padri fondatori dopo il Secondo conflitto mondiale e l’atteggiamento di alcuni Paesi europei i quali, come l’Ungheria, di fronte al problema migratorio si chiudono in se stessi alimentando sentimenti nazionalisti, vi sono seri motivi di preoccupazione per il futuro delle nuove generazioni in Europa. I Paesi del Visegrad (Polonia, Repubblica ceca, Ungheria e Slovacchia), che dopo aver beneficiato in termini eccezionali dalla partecipazione all’Unione europea si uniscono in un rapporto che si potrebbe definire di coalizione anti-europea sono segni e sintomi preoccupanti ; si potrebbe dire anche allarmanti
se si pensa che di fronte a tale scenario una Russia autoritaria che non si è ancora rassegnata ad aver perso l’impero sovietico è attiva per inserirsi in questo disorientamento e sfruttare a proprio vantaggio e per proprie strategie geopolitiche il malcontento europeo degli ex Paesi satelliti. Purtroppo è triste pensare che anche in un Paese di forte tradizione cattolica come la Polonia un sacerdote, padre Tadeusz Rydzky, per il tramite della sua radio Mariya, invece di invitare il suo popolo ad operare secondo i fondamentali principi della dottrina sociale della Chiesa, fra cui la valorizzazione della dignità umana e la solidarietà, asseconda una linea politica che nei fatti nulla a che vedere con il messaggio evangelico. La Polonia è andata al voto certamente sotto l’influenza emotiva del fenomeno migratorio, ma non è da oggi, purtroppo, che questo grande Paese, che con Solidarność ha dato un contributo fondamentale per liberare l’Est europeo dalla cappa sovietica, è avviato verso una china nazionalista ed anti-europea.
Artefici di un progetto così miope e pericoloso sia per il Paese sia per l’Europa intera sono stati in gran parte i due fratelli Kaczynski Jaroslaw e e Lech (quest’ultimo morto nel 2010 in un incidente aereo) che avendo avuto in passato in contemporanea la guida del governo la presidenza della Repubblica hanno fatto di tutto per illudere i polacchi lungo una via della conservazione. Purtroppo la mancanza anche nel recente passato oltre che al presente di un gruppo di veri leader europei, capace di avvertire i segni dei tempi e di agire di conseguenza, non ha aiutato ad evitare il peggio cui stiamo assistendo. Come diceva Indro Montanelli riferendosi ad Alcide De Gasperi,” un politico pensa alle prossime elezioni mentre un uomo di Stato alle future generazioni”. È triste avvertire e rendersi conto della presenza in Europa di governi che invece di impegnarsi per perseguire visioni future compatibili con le sfide poste dalla globalizzazione e da una crescente interdipendenza che senza forti aggregazioni continentali metteranno inevitabilmente
in ginocchio le ambizioni nazionali, si comportano come notai e cancellieri che certificano egoismi di parte pur di rimanere al potere. Come ho ricordato in precedenti scritti su questo giornale, qui non si tratta di accusare le Istituzioni europee come tali, che peraltro non sono prive di responsabilità, si tratta invece di chiedere ai governi degli Stati membri UE di essere più coraggiosi, conferendo alle Istituzioni UE reali poteri per affrontare le sfide globali, smettendola di trasferire su Bruxelles responsabilità nazionali. Di fronte ad una grave situazione che può far intravedere tempi bui per l’Unione europea, non ci si deve tuttavia scoraggiare. L’Unione costituisce il migliore e più affascinante progetto politico su basi democratiche mai visto nella storia dell’umanità ed esso non potrà fallire. Al di là delle responsabilità politiche, vorrei peraltro qui richiamare anche la responsabilità degli organi di informazione, il quale troppo spesso si lasciano trasportare dal vento che soffia dalle cancellerie
nazionali. Purtroppo fra la popolazione, soprattutto nei paesi dell’Est, ma anche in altri, non vi è sufficiente informazione su che cosa sia l’Unione europea, percepita troppo spesso ed erroneamente come quel mastodonte che da Bruxelles impone regole e comportamenti a tutti, dimenticando che senza approvazione dei governi nazionali e di un Parlamento europeo eletto a suffragio universale diretto nessuna norma di legge può essere approvata. I giornalisti devono avvertire maggiormente su di sé la responsabilità di rendere correttamente e coerentemente partecipi i cittadini del significato del grande progetto europeo, aiutandoli a comprendere su quali vie pericolose potrebbe avviarsi il loro futuro senza una forza unitaria europea. Non si tratta, per i giornalisti, di prendere posizione politica ma di aiutare la gente a capire quella realtà che troppo spesso i politici per loro interessi di parte o personali nascondono o non sono capaci di interpretare.
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Navicella del Parlamento austriaco 1911-1918 con De Gasperi alla pagine 202.
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Alcide De Gasperi nella Vienna del ‘900 Durante il periodo della guerra è eccezionalmente attivo nel seguire ed aiutare i profughi trentini nei campi di raccolta, presentando al governo relazioni con proteste per il modo in cui i suoi conterranei venivano trattate e avanzando precise richieste per migliorare le loro condizioni. Dopo la riapertura del Parlamento, avvenuto il 31 maggio 1917, interviene più volte, soprattutto in merito alle esigenze dei trentini e sull’autonomia degli stessi nella loro terra. Pronuncerà il suo ultimo discorso nell’Aula parlamentare l’11 ottobre 1918 per illustrare un’interpellanza riguardante arresti avvenuti in Trentino ritenuti motivati daGasperi ragionia Vienna: Alcide De l‘avvio di un impegno verso l’unità europea politiche e non da reati.
Lo Statista Trentino nella austriaca alla Per ricordare il periodo celebrato viennese di Alcide Decapitale Gasperi è stata organizzata fra presenza il 22 e il 25 la figlia Maria Romana ottobre scorsi a Vienna una serie di eventi, promossi dal direttore di questo giornale Paolo e dell’ex presidente della Commissione europea Romano Prodi Magagnotti, presidente della “European Juornalists Association-The Communication Lo Statista Trentino celebrato nella capitale austriaca alla presenza la figlia Maria Romana e dell’ex presidente della Commissione europea Romano Prodi
Il trentino artefice del processo di ricostruzione dell‘Italia messa in ginocchio dalla guerra ed entrato nella storia come padre di quel processo di unificazione dei popoli ai quali partecipato laeuropea figlia di 28 Stati membri, avviò a Vienna un Network” e dell’Associazione Italo-Tedesca per l’Europa, ed europei che ha ora viviamo nell’Unione intenso e fruttuoso percorso fra le diversità linguistica del Vecchio continente. Alcide dello Statista trentino Maria Romana. De Gasperi, lo Statista nato a Pieve Tesino 3 ottobre 1881, nell’Unione dopo aver conseguito Il trentino artefice del prol trentino artefice del ora il viviamo la maturità nel luglio del 1900 presso l’Imperiale regio liceo di Trento (attuale cesso di ricostruzione deldi ricostrueuropea di 28 Stati mem-Liceo Giovedì 22 processo vi è stato un solenne ricevimento da Prati), parte del successivo presidente deled inizia a frequentare l’Università nell’autunno si si iscrive della l‘Italia del dopoguerra ed zione dell‘Italia messa in ginocchio dalla capitale bri, dell’Impero avviò aaustroungarico. Vienna un intenso e fruttuoso perIn quel periodo gli studenti delle terre italiane “Bundesrat”(Camera dei Länder del Parlamento austriaco) Gottfried Kneifel. entrato nella storia come guerra ed entrato nella storia come padre di quel sottoposte corso all’Austria fra le diversità linguistica del universitari Vecchiosceglievano conche desideravano compiere studi soprattutto per due motivi: le università del Regno d’Italia richiedevano, padre dell’Unione Europea, processo di unificazione dei popoli europei che Vienna tinente. specialmente per i meno abbienti, uno sforzo finanziario particolare e la laurea ebbe a Vienna le prime siitaliana non dava diritto ad esercitare la professione nel Trentino per chi in questa gnificative esperienze in terra aveva la famiglia e propri interessi.
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Maria Romana De Gasperi è madrina, e che è giunto a Vienna con altri trenta trentini, ha aperto la cerimonia con l’esecuzione dell’Inno d’Europa e l’ha conclusa con un concerto. un contesto di diversità linPer l’evento sono giunguistiche del Vecchio conti messaggi del ministro tinente. Alcide De Gasperi, degli Interni e presidente lo Statista nato a Pieve Tedella Fondazione Alcide sino il 3 ottobre 1881, dopo Intervento di Romano Prodi De Gasperi in Roma Angeaver conseguito la maturità lino Alfano, del presidente nel luglio del 1900 presso della Provincia autonoma l’Imperiale regio liceo di di Trento Ugo Rossi, del Trento (attuale Liceo Prati), presidente della commisnell’autunno successivo si sione bilancio del Senato Coro Tonini del e del senaiscrive ed inizia a frequen- La cerimonia è stata aperta con l’esecuzione dell’Inno d’Europa da parte del Giorgio Aula storica del Parlamento austriaco con la figlia di Alcide De Gasperi Maria Romana tare l’Università della capi- Noce, diretto dal maestro Giovanni Cristoforetti e del quale Maria Romana De Gasperi tore Franco è Panizza. seduta al posto (nr. 184) che era del padre; alla sua destra l’ambasciatore Giorgio Marradi una scodella avere tale dell’Impero austroun“Minoritenkirche”, si recava in questa chiesa dell’italiani per Alcide De Gasperi negli anni Domenica 25 vi è stata podi ed allae suaPaolo sinistra ilMagagnotti presidente minestra. del “Bundesrat” Gottfried Kneifel e Paolo Magagnotti garico. nellaaltri “Minoritenkirche”, giovanili madrina presidente. Il Coro, al cui seguito sono giunti a Vienna 30 Per il giovane Alcide la la celebrazione della MesPer il giovane Alcide, pur desiderando compiere gli studi universitari nella capitale trentini da varie provincia, haMaria poi eseguito un concerto a conclusione scelta non è stata facileAula per storica delprovenienti Parlamento austriaco con parti la figliadella di Alcide De Gasperi dell’Impero, la scelta non è stata facileRomana per motivi di carattere finanziario. All’inizio dovette sa in memoria del politico accontentarsi di una stanza nella casa dello studente, al numero 30 della Porzellangasse, trentino, motivi di carattere finanaccompagnata sedutadella al posto (nr. 184) che era del padre; alla sua destra l’ambasciatore Giorgio cerimonia. ed in seguito, accumulando qualche soldo nel dare lezioni, poté condividere con il ziario. All’inizio dovette dal Coro del Noce, che al Gottfried Kneifel e nella Paolo Marrapodi ed alla sua sinistra il presidente del “Bundesrat” compagno Felix una camera ammobiliata Burggasse. Sono stati per lui tempi difficili accontentarsi di una stanza De ilGasperi e di grandi sacrifici; con la tessera di povero, mettendosi Alcide in fila sotto porticato della termine della cerimonia si Magagnotti nella casa dello studente è esibito con una applauPer l’evento sono giunti messaggi del ministro degli Interni e presidente della Fondazione ed in seguito, accumulanNel suo indirizzo di saluto alla Signora Maria Romana il presidente Kneifel avuto parole della Provincia autonoma di in Roma Angelino Alfano, delhapresidente do qualche soldo nel dare Alcide De Gasperi Certificato di povertà rilasciato allo studente Alcide De Gasperi in Vienna. a, aderendo nel 1991 alla lezioni, poté condividere Ben presto si inserì attivamente nella comunità studentesc gli Trento Ugo Rossi, del presidente della commissione bilancio del Senato Giorgio Tonini e a Cattolica Italiana”, di cui dopo poco divenne il leader. Durante Accademic “Unione con il compagno Felix una giornale “La Voce Cattolica” studi conservò molti contatti con il Trentino, inviando articoli al sue capacità e doti di camera ammobiliata nela quell’operaio “Fede e Lavoro”. Il 22 settembre del 1901 le senatore Franco Panizza. molto del sentite di ammirazione pered gli eccezionali valori e principi che hanno sempre svoltosi a mosso trentini vennero apprezzate al IV congresso dell’universitari cattolici leader la Burggasse. Sono stati na. Mezzocoro con grande dignità e coerenza l’eccezionale opera politica di De Gasperi; valori, ha per lui tempi difficili e di ante trentino nel Nel 1911 il trentenne De Gasperi ritorna Vienna come rappresent Fassa-Primiero-Civezzanograndi sacrifici; con la tesParlamento austriaco eletto il 17 luglio nella circoscrizione Dieta di Innsbruck. E’ nei Maria Romana De Gasperi sotto Cavalese. Il 6 maggio del 1914 verrà poi eletto anche nella sera di povero, mettendorico che il Deputato austrounga multietnico dell’impero in un contesto Certificato diparlamenta povertàrerilasciato allo studente Alcide De Gasperi rapporti il porticato della Minoritenkirche forza quando nel si in fila sotto il porticato trentino assorbe ed elabora elementi che li daranno una particolare europea. Scoppia la prima secondo dopoguerra sarà impegnato nel promuovere l’unità della “Minoritenkirche”, guerra mondiale ed il 28 luglio il Parlamento viennese viene chiuso. si recava in questa chiesa dell’italiani per avere una scodella di minestra. Ben presto si inserì atti- Mara Romana De Gasperi sotto il porticato della “Minoritenkirche” dove il padre studente a vamente nella comunità Vienna si metteva in file per avere una scodella di minestra. studentesca, aderendo nel 1991 alla “Unione Acca- A conclusione della liturgia, dopo il saluto del prefetto della “Congregazione italiana demica Cattolica Italiana”, di cui dopo poco divenne Minoritenkirche” Daniela Panella-Jitout , Maria Romana De Gasperi, con un commovente il leader. Da Vienna intrat- immaginario colloquio con il padre lo ha ricordato nei momenti difficili della sua tenne molti i rapporti con permanenza a Vienna come studente quando la chiesa dei Minoriti era per lui luogo dove il Trentino. Il 19 luglio quella scodella di minestra unico pasto della Il Coro del Noce nella Minoritenkirche Intervento di Romano Prodi 1905 consegue la laurea oltre al conforto spirituale trovava anche giornata. Ritornare a Vienna per celebrare De Gasperi ha significato ricordare passaggi “con distinzione”. Nel 1911 il trentenne De della Pronuncerà il suo ultimo di- che Nel suo indirizzo di saluto significativamente cide De Gasperi introdotta Progetto europeo. ditissima serie di brani del Intervento di Romano vita degasperiana hanno contribuito alla formazione di Prodi un Gasperi ritorna Vien- scorso nell’Aula parlamen- alla Signora Maria Roma- dall’ambasciatore italiano a Le visioni lungimiranti proprio repertorio. entrato fra iilGrandi delKneifel XX secolo. IltareCoro del nella Noce nella na come rappresentante uomo l’11 ottobre 1918storia per na Minoritenkirche. presidente ha Vienna Giorgio Marrapodi, e l’animo popolare di De A conclusione della liturtrentino nel Parlamento illustrare un’interpellanza avuto parole molto sentite che con grande disponibiliGasperiè stata hanno da gia,dell’Inno dopo ild’Europa saluto da delparte pre-del Coro d La cerimonia apertafatto con l’esecuzione Luciano KogojGiovanni del austriaco eletto il 17 lu- Domenica riguardante arresti avvenuti di ammirazione per gli ectà e sensibilità ha reso poscornice all’intervento fetto della “Congregazione Noce, diretto dal maestro Cristoforetti e del quale Maria Romana De Gasperi 25 vi è stata nella “Minoritenkirche”, la chiesa, appunto, dove Deitaliana Gasperi madrina e Paolo Magagnotti presidente. Il Coro, al cui seguito sono giunti a Vienna altri glio nella circoscrizione in Trentino ritenuti motivati cezionali valori e principi sibile l’evento nello storico presidente della CommisMinoritenkirche” trentini provenienti da della provincia, ha poi eseguito Fassa-Primiero-Civezza- studente da ragioni politiche e non per che hanno sempre mosso palazzo che fu sione esteri delparti “NatioDaniela Panella-Jitout si recava una scodella di minestra e del perpotente partecipare a varie funzioni religiose, la un concerto a, conclusio della cerimonia. no-Cavalese. Il 6 maggio da reati. con grande dignità e coe- cancelliere austriaco von nalrat” (Camera dei de- Maria Romana De Gadivienuna renza messa in memoria del politico trentino, accompagnata dal Coro dele presidente del 1914 verrà poi eletto celebrazione Per ricordare il periodo l’eccezionale opera Metternich. putati) Josef chedelha speri, commovenPer l’evento sono giuntiCap, messaggi ministro deglicon Interniun della Fondazio anche nella Dieta di Inn- Noce, nese di Alcide De Gasperi è politica di De Gasperi; vaÈ seguita una toccante fra l’altro te immaginario Alcideevidenziato De Gasperi in Roma Angelinola Alfano, del presidente dellacolloquio Provincia autonoma che al termine della cerimonia si è esibito con una applauditissima serie dicon brani del Trentosua Ugoabile Rossi,strategia del presidente bilancio Giorgio Tonin sbruck. E’ nei rapporti in stata organizzata fra il 22 e lori, ha sottolineato, che do- presentazione della figura nei della rap-commissione il padre lo del ha Senato ricordato del senatore Franco Panizza. un contesto parlamentare proprio il 25 ottobrerepertorio. scorsi a Vienna vrebbero essere ricuperati umana di De Gasperi da porti internazionali. nei momenti difficili della multietnico dell’impero una serie di eventi, promos- “per ridare nuovo slancio e parte della figlia Maria Ro- Molto apprezzato è stato sua permanenza a Vienna austroungarico che il De- si dal direttore di questo vitalità ad un’Unione euro- mana, seguita da una lunga l’intervento conclusivo come studente quando la putato trentino assorbe giornale Paolo Magagnotti, pea in crisi”. Sono seguiti standing ovation e con pre- dell’ex presidente la Com- chiesa dei Minoriti era per ed elabora elementi che presidente della “European momenti particolarmente senti fra il pubblico che con missione europea Romano lui rifugio spirituale e opli daranno una particolare Juornalists Association-The toccanti per la figlia dello difficoltà trattenevano la- Prodi, che ha disegnato la portunità di un una piatto forza quando nel secondo Communication Network” Statista quando è stata ac- crime quando con profonda presenza e l’opera di De caldo come unico pasto dopoguerra sarà impegna- e dell’Associazione Italo- compagnata e fatta sedere commozione ha richiamo la Gasperi in nodi cruciali giornaliero. to nel promuovere l’unità Tedesca per l’Europa, ed ai al posto dell’Aula storica difficile vita di studente in della storia d’Europa, sia Ritornare a Vienna per europea. Scoppia la prima quali ha partecipato la figlia del Parlamento dove sede- Vienna del padre. nel ricuperare l’Italia po- celebrare De Gasperi ha guerra mondiale ed il 28 dello Statista trentino Maria va il padre deputato trenti- Paolo Magagnotti ha trac- stfascista nel concerto del- significato ricordare pasluglio il Parlamento vien- Romana. no a Vienna. ciato il percorso istituzio- le nazioni sul piano inter- saggi della vita degaspenese viene chiuso. Giovedì 22 vi è stato un Nella mattinata di venerdì nale e di partito del “politi- nazionale, sia nell’essere riana che hanno contribuiDurante il periodo della solenne ricevimento da 23 si è svolta nel Salone co nato povero e che non è protagonista nell’avviare to significativamente alla guerra è eccezionalmente parte del presidente del delle feste dell’ambascia- morto ricco”, evidenzian- un percorso di unità dei formazione di un uomo attivo nel seguire ed aiu- “Bundesrat”(Camera dei ta d’Italia nella capitale do soprattutto il coraggio popoli europei. entrato nella storia fra i tare i profughi trentini nei Länder del Parlamento au- austriaca una solenne ce- e la lungimiranza con cui Il Coro del Noce della Val Grandi del XX secolo. campi di raccolta. striaco) Gottfried Kneifel. rimonia in memoria di Al- ha concorso all’avvio del di Sole, di cui la Signora
di Luciano Kogoj
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Porto Franco
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Come tutti sanno Dellai ha messo in piedi un castello di Società promosse e finanziate in gran parte dalla Provincia. Dovrebbero essere una ventina. Sono società che avendo un profilo privato, anche se la maggioranza dei soldi sono pubblici, non sono soggette ai controlli della Provincia e della Corte dei Conti. Nulla da obiettare sul piano giuridico, ma tutto da obiettare sul piano politico. “Chi ha governato prima di Ugo Rossi – ha scritto il prof. Antonio Scaglia, già preside della facoltà di sociologia di Trento – ha creato un gigantesco reticolo di enti, società e aziende con l’effetto di sottrarre il cospicuo capitale investito alle forche caudine cui è sottoposta la legge di stabilità ovvero la legge finanziaria della Provincia.” Non solo. Questa immensa macchina politica sfugge al controllo politico ed alla trasparenza che sarebbe dovuta quando ci sono in mezzo soldi pubblici. Già la Corte dei Conti di Trento è intervenuta chiedendo alla Giunta provinciale di dismettere le società partecipate che non rispondono ad obiettivi istituzionali. Ed ora scende in campo la magistratura con l’inchiesta su Trento Rise. Bene. Riprendendo il discorso del prof. Scaglia innanzitutto c’è da chiedersi (ma le minoranze in consiglio provinciale lo chiedono invano da tempo) se tutte queste Società partecipate erano proprie necessarie. Alcune sicuramente sì per una serie di ricadute positive (capacità d’iniziativa, agilità nelle decisioni, ecc.) ma altre sicuramente no o comunque con fini che rasentano il doppione con realtà già esistenti. Facciamo un esempio: la Trentino School of Management nata per fare formazione ai dipendenti pubblici e poi via via arricchita di altri compiti più o meno discutibili (ricerche, osservatorio per il paesaggio, per la cultura ecc.). Non si venga a dire che non c’erano sulla piazza scuole serie che possono far formazione, non si venga a dire che tante cose che fa la TSM non
E intanto l’Alto Adige ci insegna come si fa a razionalizzare le Partecipate pubbliche
Il casoTrento Rise, Deloitte & C. Meno società, più trasparenza di Ettore Zampiccoli All’improvviso il nome Derapporti che la Deloitte ed loitte è diventato familiare ai trentini. Si tratta di i suoi manager sono riusciti mettere in piedi con una qualificata società internazionale che nel giro società ed enti trentini: Trento Rise, in primo piadi pochi anni in Trentino è riuscita a portarsi a no, ma poi ci sono consulenze affidata alla Deloitte casa svariati milioni di consulenze. Così come è anche da parte di altri soggetti (Informatica trendiventato ricorrente il nome di Trento Rise, con- tina, Trentino School of management ecc.). Milioni sorzio per l’innovazione messo in piedi ai tempi e milioni di soldi pubblici. Comunque la magistradi Dellai, che è finito nel mirino della magistratu- tura indaga e non è qui il caso di azzardare giudizi ra proprio per una ricca consulenza affidata alla o ipotesi di conclusioni. Ci interessa invece tutta Deloitte. Ci sono sei indagati – hanno informato i la vicenda sotto un profilo squisitamente politico giornali – e già ci sarebbe un secondo filone di que- e per far questo dobbiamo fare un passo indietro, sta inchiesta per appurare altre situazioni. E’ stato ovvero tornare ai fasti e nefasti periodi del goverinteressante leggere sul “Trentino” l’intreccio di natore Lorenzo Dellai.
possono farlo benissimo e forse con costi minori i funzionari della Provincia. Ma è chiaro che anche per il politico avere indirettamente a disposizione una Società di tipo privatistico rappresenta avere mano libera in tante cose, dalla discrezionalità della gestione, agli incarichi per amici, alle consulenze che la Provincia magari può far transitare attraverso la TSM di turno senza rispettare le procedure pubbliche. Esemplare a questo proposito la vicenda denunciata dal consigliere Borga: la giunta provinciale assegna alla TSM una bella cifra per studiare la riorganizzazione dell’apparato pubblico della Provincia e la TSM che fa ? “gira” l’incarico alla Deloitte !)
Quindi la prima domanda è proprio questa: servivano tutte queste società oppure sono frutto di un disegno perverso per creare centri di potere e consenso fuori dai confini propri del pubblico? L’altra domanda è questa: ma attorno a tutte queste Società partecipare c’è sufficiente trasparenza, ovvero controlli adeguati sulle modalità di spesa? E soprattutto ci sono controlli sufficienti sui risultati conseguiti? Sono aspetti che sfuggono spesso anche alla Giunta provinciale, che peraltro “politicamente” dovrebbe esserne responsabile. Ma che può sapere il presidente Rossi di come vengono gestite queste Società, tra l’altro ora per la gran parte in mano a personaggi di fede dellaiana, che magari rispondono di fatto ancora ancora all’ex governatore. Per quanto riguarda la trasparenza, tanto per fare un esempio, c’è anche un facile riscontro: il lettore vada sul sito di qualcuna di queste Società e vedrà quante poche informazioni sono accessibili. Vada sul sito di qualche Società di regioni del Sud (citiamo per tutte Pugliapromozione) e si renderà conto della differenza. E perdere nel
confronto con Regioni del Sud sul terreno della moralità è proprio demoralizzante. Sempre Antonio Scaglia ha scritto di recente. “L’anima dell’Autonomia si esprime soprattutto nella sostanziale e coerente trasparenza”.
E – per chiudere - a proposito di Società partecipate viene proprio a fagiolo quanto ha deciso qualche giorno fa la Giunta provinciale dell’Alto Adige. Con una mossa sola ha unificato quattro società pubbliche in una sola azienda, la IDM Suedtirol-Alto
Adige che si occuperà di innovazione, di sviluppo e di marketing turistico in una innovativa e originale visione di valorizzazione complessiva del brand Alto Adige. Dunque non solo per l’Expo universale di Milano il Sudtirolo ci ha fatto mangiar polvere (deprimente – come ha documentato bene il quotidiano il “Trentino” - lo spazio e l’allestimento del Trentino, che peraltro è costato il doppio di quanto ha speso l’Alto Adige) ma anche sulla riorganizzazione dell’apparato pubblico, sulla razionalizzazione e sulla spending review l’Alto Adige fa prima e meglio. Ma perché non chiediamo l’annessione all’Alto Adige?
Don Ivan Maffeis sottosegretario della Conferenza episcopale italiana Nuovo importante incarico per Don Ivan Maffeis. 51 anni originario di Pinzolo, è stato nominato il 2 ottobre scorso sottosegretario della Conferenza Episcopale Italiana (Cei) dal Consiglio Episcopale Permanente della Cei, riunitosi a Firenze per la sessione autunnale (30 settembre-2 ottobre). Contemporaneamente Don Ivan continua a rivestire l’incarico di direttore dell’Ufficio nazionale comunicazioni sociali della Cei che ricopre dal maggio scorso nel maggio scorso. Un ruolo di certo prestigioso Don Ivan Maffeis per il religioso giudicariese. Il sottosegretario assiste il segretario della Conferenza episcopale (incarico attualmente ricoperto da monsignor Nunzio Galantino) e lo sostituisce in caso di necessità. È membro della segreteria generale e partecipa alle riunioni della presidenza della Cei. Così Don Maffeis commenta a caldo la nomina, ai microfoni della radio Diocesana Trentino inBlu: «Lo prendo come un atto di fiducia. È un servizio sia sul fronte interno della Cei sia verso l’esterno: a me spetterà soprattutto il rapporto con le istituzioni». A Don Ivan sono andate le più vive felicitazioni dell’Arcivescovo monsignor Luigi Bressan e di tutta la Diocesi di Trento: «È un riconoscimento che ci onora», commenta monsignor Bressan. E aggiunge: «Ci congratuliamo con lui e gli auguriamo un ottimo lavoro». Prima di arrivare alla Cei Don Ivan era stato per dieci anni direttore del settimanale «Vita Trentina», di Radio Studio Sette in-Blu, responsabile dell’Ufficio stampa e Comunicazioni sociali della Diocesi trentina. Prete dal 1988, e poi parroco per sei anni, ha ottenuto il dottorato all’Università Pontificia Salesiana di Roma con una tesi (pubblicata nel 1997) sulla pastorale della comunicazione, ha insegnato presso lo etudio teologico accademico tridentino e insegna presso l’università salesiana e la lateranense. Per sei anni è stato anche Segretario nazionale della Fisc, la Federazione dei settimanali diocesani.
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Uno studio complessivo sta dietro le scelte che definiranno il profilo della ristrutturazione della nota struttura ricettiva
L’Università diTrento progetta il nuovo Chalet Fiat La scelta non è casuale, lo spiega il professor Lamanna: “Siamo a Trento, anzitutto, in ambiente montano, e le strutture di alta quota forniscono buoni casi di studio e sperimentazioni per i nostri studenti al quarto anno che si testano grazie a casi strutturalmente complessi come questi”. Quindi negli scorsi anni si sono occupati di un rifugio escursionistico, poi di due rifugi alpini e quest’anno di una struttura ancora diversa come un albergo in quota, tutte con proprietà diverse: privata, della Sat e del Cai, e quest’anno delle Regole. Il patto ha l’intenzione di essere virtuoso: i ragazzi hanno una buona palestra sulla quale cimentarsi, la proprietà avrà a disposizione una ventina di proposte di sviluppo diverse dalle quali prendere spunti, visioni e individuare criticità. “La montagna sta cambiando – spiega infatti Egidio Bonapace, alpinista e presidente di Accademia della Montagna la frequentazione negli ultimi quindici anni è diversa: non è più l’alpinista di una volta che
di Denise Rocca I protagonisti sono un albergo in quota – il ristorante e albergo Dosson allo Spinale, meglio noto come Chalet Fiat – la proprietà collettiva delle Regole di Spinale e Manez, l’Università di Trento e l’Accademia della Montagna. L’idea è quella di chiedere l’aiuto degli studenti all’ultimo anno di progettazione nel fornire punti di vista
per il rinnovo della struttura ricettiva sullo Spinale. Da tre anni a questa parte, Accademia della Montagna e Università di Trento con il professor Claudio Lamanna e i suoi due assistenti, Riccardo Giacomelli e Giovanna Salgarello, si sono interessati al tema del variegato panorama delle strutture in quota.
Chalet Fiat
si reca al rifugio e lo vede come il punto di partenza delle sue salite, ma il rifugio è diventato la meta per molti frequentatori odierni, e alle loro richieste va, nel bene o nel male, adeguata la struttura rifugio. Questa è una bella opportunità di sentire giovani slegati dal nostro modo di pensare di una volta”. All’inizio per Chalet Fiat si era
pensato solo ad alcuni interventi mirati, poi il Comitato di gestione della Regola ha valutato che le carenze strutturali dell’edificio avrebbero portato ad un risultato poco soddisfacente in termini di risparmio energetico e adeguatezza della struttura alle esigenze contemporanee e optato per la demolizione dei piani fuori terra e il
loro rifacimento. “Abbiamo aderito volentieri perchè sicuramente il rapporto con Università e Accademia della Montagna ci può dare una visione più complessiva dell’intervento e della sua valenza – spiega Enzo Ballardini, vice presidente delle Regole di Spianale e Manez - La ristrutturazione di Chalet Fiat è uno
degli interventi più significativi che faremo in questi quattro anni, quindi va posta grande attenzione all’avere una struttura all’altezza delle bellezze naturali fra le quali si trova, sia come aspetto qualitativo che tecnico e i giovani possono darci un bello stimolo in questo senso”. Il progetto è iniziato il 14 settembre scorso
e già in questi giorni i ragazzi hanno presentato una primo step del loro lavoro, per concludere entro fine anno. “ Uno degli elementi più importanti che i ragazzi affrontano– spiega Riccardo Giacomelli - è capire come, rispetto all’area dello Spinale che ha grandi potenzialità paesaggistiche in termini di quinta scenica con i suoi 360 gradi di visuale, il manufatto inciderà su questo sito sia in termini di percezione dello stabile rispetto alla punta del Brenta sia come possibilità di fruizione dell’area. Spesso e volentieri i luoghi dove confluiscono più linee di accesso funiviario e servite da strutture ricettive sono figlie di una mancata valutazione degli aspetti esterni che rischia di far scadere l’area. Quindi capire se la relazione, per esempio, fra Capanna Hofer, che è un bene culturale e ambientale, e Chalet Fiat vada corretta o rivista; inoltre, le relazioni fra gli spazi interni e queste visuali e paesaggi esterni, sono fra i punti chiave del lavoro che gli studenti devono portare avanti”.
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TurismoGiudicarie2020, Comunità ed operatori ci credono Prosegue il progetto di sviluppo del settore. Priorità ad infrastrutturazione del territorio e servizi
La riunione di Turismo 2020 in seno alla Comunità
Le iniziative del progetto “Turismo Giudicarie 2020”, messe in campo dalla precedente giunta guidata da Patrizia Ballardini, sono state attuate in base al protocollo d’intesa siglato nel giugno 2014 tra la Comunità delle Giudicarie, le ApT ed i Consorzi per il Turismo giudicariesi, al fine di qualificare e ottimizzare l’offerta turistica, grazie all’intervento della Comunità che ha messo a disposizione notevoli risorse finanziarie, affinché gli enti turistici potessero valorizzare e infrastrutturare maggiormente il sistema turistico del territorio, con lo scopo di favorire un incremento degli ospiti. “Un progetto di rete – ha precisato il Presidente della Comunità, Giorgio Butterini,– che ha come obiettivo rilevante e valore aggiunto quello di promuovere tutte le risorse territoriali, al fine di creare maggiori sinergie tra le offerte turistiche dei vari ambiti giudicariesi”. Per quanto riguarda i singoli progetti, per impiego di risorse, novità dell’offerta e gestione dell’iniziativa, particolare rilievo ha assunto il settore delle e-bike, le nuove biciclette a pedalata assistita, che integra ed amplia l’offerta bike che anche in Giudicarie è particolarmente avanzata. Tale settore ha preso le mosse mediante
il coinvolgimento di una serie di operatori locali disposti a diventare “rental point” o “friend point”, messi in rete grazie ad un soggetto gestore (l’associazione Mtb Adamello-Brenta) ed un sistema software che coordina i 14 punti di noleggio. Ben 65 sono state le e-bike che erano disponibili per il noleggio e che sono state apprezzate da residenti e turisti con un maggiore fruizione nella Val Rendena. Sui vari percorsi sono state collocate anche numerose colonnine per la ricarica delle batterie, che possono essere usufruite anche dai disabili con le carrozzine elettriche Altra iniziativa che ha riscosso il favore degli utenti è stata il progetto pesca, per il quale la Comunità ha disposto importanti investimenti con cui è stato possibile installare tre web-cam sul fiume Sarca ed altrettante sul Chiese, con le immagini direttamente visibili, per i pescatori provenienti da tutta Italia e anche dall’estero, sui siti delle locali Associazioni Pescatori ed a regime su quelli di ApT e Consorzi. Tale progetto ha visto anche la realizzazione di quattro filmati promozionali e di una App inerenti la pesca in Giudicarie, mentre verrà presto integrato con la realizzazione di otto piat-
La Comunità delle Giudicarie guarda con attenzione alle dinamiche turistiche locali e vuole esserne un player significativo. Lo aveva detto il rpesidente Giorgio Butterini appena dopo l’elezione a luglio, e lo ha confermato con al nomina a assessore del turismo di Roberto Failoni, albergatore di Pinzolo, che queste tematiche mastica da tempo. taforme che faciliteranno l’accesso ai fiumi da parte di disabili e anziani e la stampa della brochure per ragazzi “Impariamo a pescare” che sarà veicolata nelle scuole. Altri prossimi step, la realizzazione di un’apposita segnaletica dedicata allo sport della pesca lungo i fiumi Sarca e Chiese e la possibilità del noleggio di attrezzatura, soprattutto per i pescatori provenienti dall’estero, grazie all’acquisto di una decina di kit che verranno posti presso il Lago di Nembia ed il Golf Club di Bocenago. L’iniziativa fin qui realizzata ha trovato ampio gradimento da parte dell’utenza ed ha portato le Giudicarie, assieme alla Slovenia, ad essere territorio leader in fatto di pesca sportiva, ed a organizzare il 21° Campionato europeo di pesca a mosca, tenutosi sul fiume Sarca lo scorso mese di settembre. Da notare che durante tutta l’estate si è verificato un notevole afflusso di amanti della pesca, che sono rimasti soddisfatti per le bellezze del territorio, la qualità dell’ambiente e, anche, per la buona cucina. Da segnalare inoltre la realizzazione della pista di downhill per mountain bike al Doss del Sabion, con buon riscontro da parte degli amanti del genere e degli operatori economici, anche se occorrerebbe
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raddoppiare l’offerta con la creazione di un’altra pista per diversificare le difficoltà di discesa. Il settore dell’outdoor ha visto un discreto afflusso di ospiti, grazie al costante bel tempo estivo che ha permesso lo sviluppo delle iniziative avviate lo scorso anno. Le maggiori soddisfazioni per gli operatori turistici sono venute dalla pratica del canioning sul torrente Palvico, che ha richiamato molti turisti, soprattutto stranieri, amanti di questo genere di
Per questo presso la sede della Comunità delle Giudicarie a Tione, si è tenuto un incontro tra il Comitato Esecutivo dell’Ente ed i responsabili di ApT e Consorzi Turistici, per un esame concernente l’attuazione delle iniziative inerenti il progetto “Turismo Giudicarie 2020”, per uno sviluppo condiviso del territorio giudicariese in chiave turistica. sport. Tra le richieste da parte di Apt e Consorzi, per il servizio di bici-bus, quella di riuscire a chiudere l’anello tra Garda e Brenta, interessando anche la Val del Chiese e la Val di Ledro nell’iniziativa. Per quanto riguarda le mountain-bike servirebbe la creazione di un tavolo di lavoro per riuscire a coinvolgere i diversi soggetti che ruotano attorno a tale sport (non ultima la SAT per quanto riguarda i percorsi).
Al termine dell’esposizione dei progetti attivati nel corso dell’estate, l’Assessore allo Sviluppo Economico e Turismo della Comunità, Roberto Failoni, ha espresso plauso e soddisfazione per gli obiettivi raggiunti, confermando “la volontà di investire ulteriori risorse in questo settore nei prossimi anni, favorendo la collaborazione e la condivisione degli interventi per completare l’offerta turistica giudicariese nel settore outdoor”. (r.s.)
Emessi i bandi per gli assegni di studio e le facilitazioni di viaggio per l’anno scolastico 2015-2016
La Comunità a sostegno delle famiglie e degli studenti
Per sostenere economicamente le famiglie con figli iscritti a scuole superiori fuori delle Giudicarie, che frequentano indirizzi di studio non presenti sul nostro territorio e quindi costretti a dimorare presso convitti od appartamenti privati, la Comunità ha emesso i bandi per la presentazione delle domande di contributo. «Il Diritto allo studio è una delle principali competenze gestite dalla Comunità – informa l’Assessore all’Istruzione e Assistenza scolastica Michela Simoni – questa iniziativa che, oltre a sostenere le famiglie, a partire da quelle con i redditi più bassi, premia anche il merito degli studenti, andando a valorizzare l’impegno di quei ragazzi che ottengono nel loro percorso di studi buoni risultati». Si tratta di contributi in denaro che la Comunità eroga agli studenti, che devono uscire dalle Giudicarie per frequentare l’indirizzo di studi prescelto, promossi al termine dell’anno scolastico precedente, con un’età non superiore ai 20 anni, e che appartengono ad un nucleo familiare la cui situazione reddituale e patrimoniale, sulla base dell’indicatore ICEF, non superi determinati limiti. L’assegno può arrivare fino ad un importo di 3.500,00 €, e viene concesso a sostegno delle spese, con un minimo di 50,00 €, relative a tasse di iscrizione e frequenza, libri di testo, trasporti, mensa, convitto e alloggio. L’assegno è concesso presentando agli uffici della Comunità la dichiarazione ICEF e la documentazione delle spese sostenute, ed è determinato tenendo conto, in pari misura, della condizione economica famigliare e del merito scolastico. Le facilitazioni di viaggio sono contributi destinati agli studenti delle superiori e della formazione professionale, nei casi di impossibilità di fruizione del servizio di trasporto pubblico. La facilitazione è ammessa se il percorso non coperto da servizio pubblico è superiore a 3 chilometri e viene concessa sia che il trasporto venga effettuato con i mezzi del genitore, sia a mezzo vettore. I bandi per la concessione dei benefici ed i relativi moduli sono disponibili presso i Comuni delle Giudicarie ed il ‘Servizio Istruzione’ della Comunità delle Giudicarie, a Tione, oppure sono scaricabili dal sito Internet della Comunità www.comunitadellegiudicarie.it. Le domande dovranno essere presentate entro le ore 17.00 di mercoledì 9 dicembre 2015. (r.s.)
Attualità Cinque sono gli allevatori biologici giudicariesi che hanno accettato la sfida della zootecnia biologica, nuova frontiera d’eccellenza alla quale punta l’agricoltura di montagna trentina. A questi allevatori si è rivolto a Zuclo – presso l’azienda agricola di Rino Artini, rinomata e da sempre all’avanguardia nell’ambito dell’allevamento bovino - in occasione della presentazione della nuova iniziativa, l’assessore all’agricoltura, turismo e promozione Michele Dallapiccola: «La Provincia è al vostro fianco e vuole sostenere le nuove iniziative che puntano a cavalcare un mercato promettente ma difficile come quello delle produzioni biologiche. Il prodotto trentino ha bisogno di essere valorizzato ma per farlo è essenziale stimolare l’attenzione dei consumatori. I prodotti biologici non sono un lusso, ma il valore aggiunto dato dalla qualità del nostro ambiente, del nostro sistema agroalimentare e della nostra zootecnia di montagna». Allevamenti che hanno un legame funzionale con i terreni e i pascoli a cui fanno riferimento nell’ambito aziendale, l’uso di materie prime esenti da OGM, il rispetto delle norme sul benessere animale, l’uso preferenziale di farmaci omeopatici per le cure veterinarie e un ciclo di produzione tendenzialmente chiuso, che utilizza il meno possibile materie prime e prodotti extra aziendali: sono queste le “caratteristiche” produttive della zootecnia biologica, le stesse che sono rintracciabili nelle aziende dei cinque allevatori biologici
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Presentato a Zuclo il progetto Bio d’Alpe con partner come Gruppo Poli e Latte Trento
I formaggi da latte biologico nascono in Giudicarie
Il formaggio fatto con il latte in polvere che vorrebbe l’Europa? Assolutamente no. Dal Trentino, in particolare dalla Valle Rendena, “patria” della razza bovina autoctona che ne porta il nome, arriva una risposta in controtendenza, che riafferma la scelta di una zootecnia naturale e di produzioni casearie uniche e di qualità, ora anche biologiche.
Come quelle, ad esempio, che saranno rese riconoscibili dal marchio Bio d’Alpe, nuova linea di formaggi biologici trentini che nasce grazie ad un progetto, patrocinato dalla Provincia autonoma di Trento, che vede protagonisti un attore privato come il Gruppo Poli, ed il mondo cooperativo, qui rappresentato da Latte Trento, consorzio al quale fanno riferimento 350 soci allevatori.
di razza rendena (Rino Artini, Lino Fantoma, Flavio Masé, Guido Salvadei, Livio Masé) che hanno aderito al progetto Bio d’Alpe. Non si tratta solo di una serie di formaggi (oggi una Caciotta, ma in futuro anche una Tosella, un formaggio Latteria dolce ed anche un Trentingrana dop biologico) destinati ad allargare la gamma dei prodotti bio “made in Trentino”, ma di una nuova filiera che valorizza un territorio già di per sé di alto pregio ambientale quale la Valle Rendena ed una razza rustica ed a duplice attitudine (latte e carne) quale la razza Rendena, particolarmente adatta all’alpeggio. Le malghe che caratterizzano il paesaggio alpino della valle, non a caso, sono i “luoghi di vacanza” della quasi totalità delle vacche allevate in Trentino, che qui passano quattro mesi estivi.
All’appuntamento di presentazione del progetto erano presenti fra gli altri anche Sergio Paoli, direttore di Latte Trento, il sindaco di Zuclo Paolo Artini, Federico Bigaran, responsabile dell’Ufficio per le produzioni biologiche, e Mauro Poli, responsabile marketing dell’omonimo gruppo di supermercati. Proprio Poli ha aperto importanti spazi alla commercializzazione dei prodotti del progetto Bio d’Alpe,
una linea di formaggi biologici, fiore all’occhiello per il territorio Trentino. «Scegliere il biologico – ha detto – significa rivolgere un’attenzione privilegiata all’ambiente e alla salute. Qualità, rispetto della natura, buona alimentazione, innovazione: sono questi i tratti caratteristici, in linea con i valori di Poli, che gradualmente hanno portato il biologico a diventare parte integrante della missione aziendale». Il progetto è stato attiva-
to in collaborazione con il partner commerciale Latte Trento: un consorzio di 350 soci allevatori che oggi passo dopo passo, mira a costruire un nuovo polo, di rilievo anche per il formaggio. Bio d’Alpe è il marchio che farà da cappello all’intera linea di formaggi biologici trentini. Il lancio della linea partirà con Bianco Rendena, una caciotta biologica che racchiude tutte le sfumature qualitative che solo una lavorazione attenta e scrupolosa può garantire. Un
formaggio a pasta molle, prodotto con il solo utilizzo di latte vaccino biologico pastorizzato, sale e caglio, secondo una ricetta che affonda le sue radici in antiche tradizioni ed ottenuto senza aggiunta alcuna di conservanti o additivi. Oltre alla produzione in esclusiva della caciotta Bianco Rendena, è già stato predisposto un piano di sviluppo che prevede, in tempi brevi, l’introduzione in assortimento di una Tosella, un formaggio Latteria Dolce ed un formaggio Trentingrana dop bio. Bianco Rendena sarà distribuito in tutti i negozi della rete Poli ed esposto in corner appositamente dedicati, corredati da una campagna di comunicazione semplice, diretta, essenziale. (r.s.)
Eletta personaggio dell’anno dalla Pro Loco di Dorsino
Forza e coraggio nell’esempio di Francesca
Un esempio di coraggio, volontà e tenacia. Ma anche una moglie e mamma determinata. Tante sono le caratteristiche che si addicono a Francesca Floriani, eletta Personaggio dell’anno a nell’ormai tradizionale festa di fine estate che la Pro Loco di Dorsino organizza per consegnare il riconoscimento. Francesca sta combattendo la sua battaglia contro una brutta malattia armata di forza e di ottimismo, perciò la comunità ha voluto insignirla di questo importante alloro, oltre a manifestarle la propria totale vicinanza. Per la prima volta, dopo la fusione del comune con San Lorenzo in Banale, la manifestazione si è svolta presso il centro sportivo Promeghin, con la collaborazione della Pro Loco del paese limitrofo e del Gruppo Giovani. Francesca, a cui non era stato rivelato nulla riguardo il premio, ha accolto la nomina con profonda emozione, ringraziando dal palco i compaesani per il pensiero. Tra le motivazioni che l’associazione di volontariato ha espresso per l’assegnazione del riconoscimento ci sono il sorriso che da sempre la contraddistingue, il quale risulta essere un dono per i suoi famigliari ma anche per tutti gli amici e i conoscenti; è stato poi sottolineata la sua costante ed assidua presenza nella comunità, con la pronta disponibilità ad aiutare il prossimo; infine è stato premiato il coraggio che l’ha contraddistinta in questo difficile momento, che deve essere uno sprone per gli altri malati della comunità. (f.b.)
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Attualità
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Si scaldano i motori dei Mercatini di Cimego e Tione I Mercatini alpini del Trentino propongono atmosfere, artigianato di qualità ed enogastronomia di montagna
Mercatini di Cimego
Così, come avviene da anni, le magiche atmosfere e proposte natalizie saranno abbinate a Cimego al misterioso mondo delle Streghe, reso ancor più magico dal tradizionale caleidoscopio di musiche, colori, sapori e profumi, ospitato nella affascinante atmosfera di Quartinago. Un Borgo antico caratterizzato da strette e ripide vie sulle quali si affacciano corti trecentesche, sottoportici e abitazioni massicce dove si svolgeranno momenti di animazione, degustazione e vendita di articoli natalizi.
Contemporaneamente il centro di Tione ospiterà le Casette del neonato Mercatino, voluto dall’amministrazione Comunale in sinergia con il Consorzio Giudicarie, per valorizzare le produzioni locali. Qui l’attenzione sarà puntata, tra l’altro, sulle produzioni alimentari, di montagna. Alla classica polenta declinata nelle specialità patrimonio comune con il Chiese (Gialla di Storo, Carinera, Macafana e Cucia) si abbineranno una serie di momenti di spettacolo culinario con le performance di Chef impegnati pubblicamente in
Sono i Mercatini di Natale alpini del Trentino la novità che punta quest’anno ad animare turisticamente il periodo di Fine nelle valli del Chiese e delle Giudicarie. E se è vero – come recita un antico detto – che “l’unione fa la forza”, la volontà degli organizzatori dello storico Mercatino di Natale di esibizione di Show Cooking. Gli organizzatori di Cimego (nei fine settimana dal
29 novembre al 27 dicembre) e di Tione (dal 27 novembre al tre gennaio) puntano così ad affascina-
Cimego e del neonato Mercatino di Tione di unire gli sforzi, per creare un prodotto turistico capace di conquistare spazi importanti in un segmento superaffollato qual è quello dei Mercatini di Natale in Trentino, rappresenta certamente un atto di lungimiranza benedetto dai due Consorzi Turistici. re i turisti in transito verso la montagna con una importante sinergia. Di qui la decisione di chiamare
la doppia offerta con il nome di Mercatini d Natale alpini. Collocati tra le montagne, con storie e leggende legate al passato, Cimego e Tione vogliono riuscire a stupire e affascinare gli ospiti chiamati a curiosare tra i prodotti dell’artigianato del Chiese e delle Giudicarie. Si lavora per dare vita ad azioni di promozione comune e di animazione turistica con il diretto coinvolgimento dei ristoratori locali. E patrimonio di questa novità sarà anche il Presepe vivente quest’anno ospitato a Brione. (d.d.)
Artigiani
Il decalogo per abbattere un’associazione Segue dalla Prima Pagina Talvolta mi ripeto che ho molta pazienza quando presto attenzione alle richieste di artigiani sempre pronti ad ascoltare chiunque ma non l’Associazione e che finiscono ogni volta per ripetere, quasi fosse una litania, le stesse domande in tema di credito, di fiscalità, di normative. Mentre basterebbe loro scorrere le pagine della nostra rivista, consultare il nostro sito internet o, più semplicemente, leggere i giornali locali per capire che cosa dice e cosa fa la nostra Associazione. Talvolta mi ripeto che, non solo per il ruolo, ho molta determinazione nel battermi per le nostre imprese - anche “mobilitando la piazza”, come si usa dire, e come è già successo un paio di volte negli ultimi anni - per fare arrivare forte e chiara la nostra voce alla politica provinciale. Quella politica provinciale che, da una parte, spesso sembra ignorare la piccola impresa (o la ignora veramente?) e, dall’altra, spesso sembra non
considerarla (o non la considera veramente?). Quasi certa, com’è, che il mondo artigiano – per sua natura contenitore di ogni posizione politica, dall’estrema destra all’estrema sinistra passando per il centro – sia incapace tanto di agire compatto quanto di esercitare quella pressione che le sue tredicimila imprese, ed i suoi trentasettemila occupati, le consentirebbero di esercitare. E qui, purtroppo, c’è un fondo di verità poiché la categoria economica più numerosa e robusta del Trentino è anche la meno abituata ad apparire, a protestare, a pretendere. Al contrario, è impegnata a tenere il profilo basso, a lavorare, a faticare, a tacere, a pagare. Mentre, per taluni e non rari comportamenti, sembra ispirarsi al decalogo: I - non intervenire mai alle riunioni; II - se si interviene, cercare di arrivare comunque in ritardo; III - criticare in ogni occasione il lavoro dei dirigenti
possibile il pagamento delle quote associative; IX - non prendersi assolutamente il disturbo di portare altri associati; X - lamentarsi che non si pubblica mai qualcosa che interessi la propria attività ma non offrirsi mai di scrivere un articolo o di dare un suggerimento.
Roberto De Laurentis
e dei membri dell’associazione; IV - non accettare nessun incarico poiché è molto più semplice criticare che fare; V - prendersela se non si è membri della direzione oppure, facendone parte, non intervenire alle riunioni oppure, se si interviene, non dare nessun parere e non esprimere nessun giudizio; VI - se il presidente dell’associazione chiede l’opinione altrui su un argomento, rispondere che non si ha
nulla da dire. Poi, una volta ultimata la riunione, spiegare a tutti che non è servita a nulla oppure, meglio ancora, spiegare dettagliatamente come, quelle cose, si sarebbero dovute fare; VII - non fare mai quello che è assolutamente necessario. Poi, quando gli altri si rimboccano le maniche e si prodigano senza riserva, lamentarsi che l’associazione è un circolo chiuso governato da una cricca; VIII - ritardare quanto più
Ora anche il lettore più distratto comprende come l’ispirarsi a questi dieci comportamenti significhi, nei fatti, volere abbattere proprio il “tetto comune” rappresentato dall’Associazione e volere mettere così a rischio, allo stesso tempo, anche la vita delle imprese che sotto quel tetto comune hanno trovato riparo. Un riparo rappresentabile nei termini che ogni nostro associato conosce bene e che – quasi per gusto di citazione – si chiamano “azione sindacale”, “tutela dei diritti d’impresa nei confronti di ogni soggetto esterno”, “sostegno alla attività”, “promozione di sviluppo aziendale”, “aiuto alla
sopravvivenza” e via elencando. Ora, sarebbe il massimo se i nostri diecimila imprenditori-soci si comportassero all’opposto di quanto riporta il decalogo. Che non è una mia trovata per scrivere un articolo di fondo ma un documento vero, pubblicato nel 1953 sul mensile “L’artigianato vicentino”, destinato agli iscritti dell’associazione provinciale per “invitarli a partecipare convinti alle attività dell’organizzazione, soprattutto in occasione delle assemblee di categoria e di territorio”. A sua volta, il documento vicentino proveniva da una rivista inglese dello stesso periodo. Vuoi vedere che, se l’Associazione è arrivata fino a settembre 2015, anche messaggi semplici come le mie quattro righe di oggi - che forse un solo lettore ha appena finito di scorrere - produrranno un loro effetto? O no? Roberto de Laurentis Presidente dell’Associazione Artigiani del Trentino
Attualità
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Il nuovo disciplinare punta ad alzare la qualità dell’artigianato in mostra ai prossimi Mercatini di Natale
Rango mette al bando le “cineserie” D’altronde i mercatini sono un vero e proprio fenomeno nel mondo del commercio, senza esagerare ci sono artigiani, hobbisti e piccole aziende agricole che proprio su quegli appuntamenti natalizi e locali fondano una parte consistente del proprio reddito annuale. E con la redditività è arrivata anche la corsa ad accaparrarsi uno stand. Già qualche anno fa si era storto il naso per qualche tipologia di merce che era comparsa sui mercatini: la lamentela era per una serie di prodotti che, più di artigianali e tipici, parevano piuttosto appartenere alla categoria delle cineserie. Non che questo abbia frenato la parabola ascendente dei mercatini di Rango, ma gli amministratori e l’associazione Valorizzazione Rango che si occupa dell’organizzazione dei mercatini bleggiani hanno stilato, in collaborazione con le amministrazioni di Tenno e San Lorenzo Dorsino, un disciplinare per regolamentare modi e tempi di promo-
N
iente oggetti prodotti in serie o che con il Trentino nulla c’azzeccano, e soprattutto vade retro le cineserie: i mercatini di Natale di Rango e Canale e le manifestazioni di San Lo-
zione e svolgimento, norme relative a sicurezza e sanità, la tipologia dei prodotti venduti che dovranno appartenere ad una merceolo-
gia specifica del territorio o richiamare temi della tradizione locale e possedere la “tipicità trentina” e infine la tutela dei privati che metto-
NUOVA MUSICA PER IL TUO INVERNO
renzo in Banale si sono munite di un disciplinare che blocchi l’ingresso fra gli stand di prodotti che con il territorio e l’artigianato nulla hanno a che vedere.
no a disposizione gli spazi per gli stand. L’articolo più interessante è il numero 7, che cita: “I prodotti posti in vendita devono appartenere
ad una merceologia specifica o richiamare un tema specifico o una tradizione. Qualora detti prodotti non siano già di per sé legati ad una
tradizione locale, devono possedere alternativamente le seguenti caratteristiche: requisiti di innovatività ed originalità; essere qualificabili quali prodotti artigianali di particolare pregio; costituire prodotti di nicchia. Tutti i prodotti posti in vendita devono possedere inoltre la tipicità trentina ossia l’elemento “indispensabile” della presenza di un legame o di un vincolo, tra prodotto e territorio. All’interno della manifestazione possono tuttavia essere rappresentate/ospitate associazioni e/o enti appartenenti ad altre regioni con scopo esclusivamente promozionale che in tale contesto potranno comunque porre in vendita i propri prodotti locali”. Per evitare che quello che dovrebbe essere un “mercato tipico” diventi di fatto una facile alternativa ad un normale mercato su aree pubbliche, vengono esclusi dai mercatini i prodotti che sono tradizionalmente messi in vendita nei mercati non specializzati. (d.r.)
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Cooperando
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La Federazione della Cooperazione compie 120 anni “C’è una data che ogni cooperatore ha scolpito nella memoria: 1890, la nascita della prima cooperativa a Santa Croce nel Bleggio. Due anni dopo seguì la prima Cassa Rurale e nel 1895, esattamente il 20 novembre, arrivò la costituzione a Trento della “Federazione”, che allora associava le cinquanta cooperative esistenti” La Federazione ha ad esempio, elaborato 148 mila cedolini paga per 330 società nel corso del 2014. Attraverso l’ufficio acquisti ha inoltre perfezionato come centrale di acquisto e negoziazione di sistema, alcuni accordi quadro per la fornitura di servizi di telefonia fissa e mobile, di elettricità e di gas naturale, con significativi risparmi sulle bollette per quelle cooperative che aderiscono a questi accordi. Negli ultimi
anni va detto che la federazione ha prodotto maggiori entrate derivanti da ricavi di vendita e da contributi associativi anche per effetto dell’ingresso di nuove società ma ha visto diminuiti i contributi della legge regionale 8/64 di oltre il 10%. Anche in questi anni di crisi i lavoratori nelle cooperative sono aumentati fino a raggiungere le 20.500 unità e in costante sviluppo sono anche le basi sociali: i soci di cooperative
di Alberto Carli
La sede della Federazione della Cooperazione trentina
sono 283.727, 4000 gli amministratori e 750 componenti dei collegi sindacali. Anche il patrimonio netto della Cooperazione Trentina, che rappresenta una base di garanzia ed è intergenerazionale (quindi passa di generazione in generazione) fa registrare un andamento positivo e ammonta a oltre 3.700 milioni. Questi dati complessivamente positivi comunque non cancellano le situazioni di criticità che ogni
settore della cooperazione si trova a fronteggiare e in questi anni alcune chiusure di cooperative, licenziamenti di addetti, commissariamenti si sono visti ma resta forte il ruolo che la cooperazione ha avuto ed ha oggi nel contribuire a conservare e rigenerare il tessuto socio economico della nostra società. Ecco che ricordare le origini, solitamente negli anniversari “tondi”, ci serve per dare il giusto valore alle cose e
Il bilancio della Federazione oggi registra un volume di ricavi pari a 22,6 milioni di euro (dato al 31/12/2014) con un utile di esercizio di 310 mila euro. Il numero totale delle società aderenti è di 538 imprese associate, di cui 492 cooperative di primo grado, 19 cooperative di secondo grado e 27 enti. La Federazione ha 183 collaboratori a libro paga di cui il 60% laureati e 125 iscritti ad ordini professionali. Negli ultimi anni la quota di personale femminile ha superato quella maschile, attestandosi a 97 donne e 88 uomini. La Federazione è dal marzo 2015 accreditata Family Audit e nel corso del 2014 ha erogato 120 mila ore di consulenza e servizi alle società associate. In particolare attraverso l’attività di revisione portata avanti dalla Divisione Vigilanza e quella di relazione con i soci per la consulenza avanzata e i servizi operativi. alle situazioni, fare confronti e provare a ragionare sull’attualità di quella “scintilla”, come la chiamò il fondatore don Lorenzo Guetti, che a distanza di 125 anni non si è ancora spenta. Per questo domenica 15 novembre 2015 nel Lomaso si terrà una anteprima del 125° dalla nascita della prima cooperativa con la Santa Messa, cui seguirà un approfondimento storico; da venerdì 20 a domenica 22 novembre in via Segantini a
Trento, si terrà il festival della cooperazione con concerti, stand, gastronomia, e approfondimento sui temi dei “distretti cooperativi”, attraverso un convegno e laboratori. Sarà sicuramente una bella occasione per incontrare tante persone, ma anche per presentare un movimento che ha ancora molto da dire all’economia e alla gente di questo territorio. Tutti i Giudicariesi sono invitati.
L’assessora Ferrari rassicura sui percorsi formativi, che intanto sono partiti in due istituti delle Esteriori
Gender, la scelta delle scuole giudicariesi Continuano sin dall’avvio dell’anno scolastico le riunioni pubbliche sulla questione della fantomatica Teoria Gender. O meglio, gli incontri sono per spiegare i percorsi offerti dalla Provincia di Trento agli istituti scolastici fin dal 2007, quindi in tempi lontani dallo spauracchio Gender, ma oggi l’assessorato provinciale e scuole si sono ritrovate a dover rassicurare i genitori su percorsi che già si stavano facendo da anni. Fra le scuole che hanno deciso di richiederli nella tabella fornita dall’assessorato provinciale competente, per le Giudicarie ci sono l’Istituto di Istruzione Lorenzo Guetti e l’Istituto Comprensivo Giudicarie Esteriori. Torniamo quindi sull’argomento, per capire cosa viene offerto ai ragazzi trentini all’interno dei percorsi di educazione alla relazione di genere. Sono cinque i percorsi proposti alle scuole: Percorso 1 - Trasformare gli stereotipi di genere: percorsi formativi per docenti di scuola primaria; Percorso 2 - Identità, differenze e stereotipi: laboratori
di educazione al genere per docenti delle secondarie; Percorso 3 - Identità, differenze e stereotipi: laboratori di educazione al genere per studenti e studentesse delle secondarie; Percorso 4 – Per una cittadinanza condivisa: affetti e differenze Percorso 5 - Incontri scuola famiglia: differenze e stereotipi di genere Di questi percorsi, il Guetti ha scelto il 3 e il 4, mentre l’istituto delle Esteriori ha aderito al percorso 3. Anzitutto va detto che i moduli proposti riguardano la corretta relazione tra bambine e bambini, tra ragazze e ragazzi, ma non l’educazione alla sessualità, tema sul quale invece offre da anni corsi educativi l’Azienda Sanitaria. “Il duplice obiettivo che ci si propone – spiega riguardo ai percorsi di educazione al genere l’assessora provinciale alle pari opportunità Sara Ferrari - riguarda la prevenzione della violenza di genere e la valorizzazione del talento di ciascun individuo. Nelle scuola si va a spiegare che i maschi e le
femmine, nel rispetto delle loro naturali diversità, hanno lo stesso valore e dunque se lo devono riconoscere reciprocamente”. D’altronde, in quattro dei cinque percorsi proposti compare la parola “stereotipo” e non è un caso: l’allontanamento dalla visione delle singole persone come individui, rispetto invece allo spogliarli della propria singola, unica e irripetibile individualità per chiuderli invece in categorie prestabilite e rigide, è una delle basi della diseguaglianza di genere. Credere che la danza sia roba da donne, l’ingegneria roba da uomini perché le femmine non sono brave in matematica, la politica roba da uomini, i figli roba da donne - per citare solo alcuni degli stereotipi più comuni e ancora fortemente radicati - influenza le scelte lavorative e quindi i progetti di vita degli individui, spinti a fare scelte che non guardano alla loro individualità e talenti personali ma all’appartenenza ad un genere le cui presunte caratteristiche si vedono
cristallizzate e immutabili. “Non c’è un destino dettato dalla natura che decide che ci sono giochi da femmina o da maschio, sport da femmina o da maschio, materie per cui sono più portati i maschi o le femmine, professioni da femmina o da maschio – prosegue Sara Ferrari ma i nostri figli crescono ancora sentendo dire queste cose, nei loro libri di scuola sono ancora le mamme che fanno le torte e i papà che vanno a lavorare, la televisione veicola ruoli sociali
decisamente stereotipati, ed è in questa cultura che formano le proprie aspirazioni e si immaginano da grandi piloti o maestri, astronauti o calciatori, ballerini o avvocati. L’importante è che le loro proiezioni e quindi anche le scelte scolastiche e formative che faranno siano guidate dai loro veri talenti e non da un condizionamento sociale e culturale che li orienta, senza che nemmeno se ne accorgano, in una direzione più “adatta ai maschi o alle femmine”.
Un’educazione al rispetto reciproco, quindi, il senso dei percorsi di educazione alla relazione di genere, nulla di nemmeno vicino o prossimo alle visioni apocalittiche prospettate dalla fantomatica Teoria Gender che farebbero sorridere per le loro esagerazioni, se non chè, parlando dei nostri figli, così facilmente riescono ad insinuare il dubbio che in fondo, magari, qualcosa di vero ci sia in barba a spiegazioni e rassicurazioni. (d.r.)
Attualità
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Si è chiusa da poco la quinta edizione del progetto di mutualità innovativa con cui la Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella intende favorire l’inserimento lavorativo dei giovani
Incipit. Un’opportunità concreta per accedere al mondo del lavoro
Da una parte ci sono gli enti e le aziende del territorio che propongono un’idea progettuale tramite cui sviluppare o innovare aspetti produttivi, organizzativi e di mercato che li riguardano da vicino. Dall’altra ci sono i giovani che intendono investire le conoscenze acquisite nel proprio percorso di studi e, allo stesso tempo, avvicinare le realtà imprenditoriali o gli enti locali. Nel mezzo c’è La Cassa Rurale che promuovendo il bando e finanziando i singoli progetti, dà la possibilità alle aziende di attingere a risorse giovani e preparate e agli studenti di entrare in contatto con il mondo del lavoro. Anche la scorsa stagione si è chiusa con risultati lusinghieri. Sono stati ben 31 i progetti realizzati e 35, complessivamente, i ragazzi coinvolti. Le idee progettuali hanno spaziato in diversi campi: dalla progettazione/architettura (8 progetti per 11 ricercatori) allo sviluppo di prodotto (4 progetti e 4 ricercatori), dall’analisi aziendale (4 progetti per 4 ricercatori) all’implementazione di procedure aziendali (5 progetti per 5 ricercatori), passando per progetti di sviluppo ambientale (4 progetti per 5 ricercatori) fino all’ambito sociale (5 progetti per 5 ricercatori). La stessa Cassa Rurale ha ospitato un ricercatore a cui è stata affidata un’indagine dedi-
Si è chiusa da poche settimane la quinta edizione di Incipit, il progetto di mutualità innovativa con cui la Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella intende favorire l’inserimento lavorativo dei giovani del proprio territorio attraverso lo sviluppo di progetti di ricerca proposti da aziende ed enti locali. cata alle opportunità lavorative connesse ai progetti di mutualità innovativa Incipit e Interlabor. “Grazie al progetto Incipit ho avuto l’occasione di conoscere una realtà aziendale del mio territorio e poi, una volta concluso e grazie a competenze acquisite, di accedere ad uno stage di sei mesi all’estero”, racconta Fabio Parisi neo laureato presso il Dipartimento di Economia e Management
Cinque anni che hanno visto l’avvio di 146 progetti e il coinvolgimento di 166 giovani laureandi o neolaureati (per la stragrande maggioranza residenti nel territorio di competenza della Cassa) ai quali sono stati erogati, complessivamente, poco meno di 310 mila euro. La forza di Incipit sta nella sua formula. dell’Università di Trento e partecipante a due edizioni del progetto Incipit. “Incipit è un’occasione e uno stimolo. All’università sei abituato ad uno schema chiaro – segui le lezioni, studi, dai un esame. Qui, impari a definire l’iter da seguire, gestire i tempi e i contatti, organizzare il lavoro. E acquisisci anche un linguaggio che ti permette di dialogare con l’azienda e i clienti”. “Dal report finale prodotto
da nostro ricercatore sono stati appresi fondamentali concetti di progettazione e colti importanti aspetti sull’impatto ambientale, sociale ed economico che l’impianto studiato porta nella comunità”, sottolinea Alex Bottini, direttore della divisione Greenpower di BM Group, azienda partner di Incipit. Insomma, Incipit è un’esperienza importante che ha permesso a La Cassa Rurale di proporsi al territorio con ruoli inediti rispetto a quelli tradizionalmente riconosciuti ad una banca ma che ha anche offerto una risposta concreta alle esigenze di giovani e aziende.
Caritas e Centro di aiuto alla vita: un’unica sede per la distribuzione di alimenti ed indumenti Caritas e Centro di aiuto alla vita una unica sede per la distribuzione di alimenti ed indumenti L’individuazione di una nuova e più capiente sede per la distribuzione di alimenti ed indumenti era una esigenza da tempo sentita dalle due Associazioni . La soluzione è stata trovata con il ripristino di alcuni locali posti nello stabile adiacente alla canonica della parrocchia di Tione, in Piazza Cardinale da Corneto. Rimangono comunque perative come centri di ascolto le sedi storiche di via Pinzolo per la Caritas e Via del Foro per il Centro di Aiuto alla Vita. La nuova sede oltre che rispondere ad una datata domanda per un più appartato servizio di distribuzione degli alimenti ed indumenti che
ponesse fine in particolare all’indecoroso affollamento della sede Caritas di via Pinzolo che interessava anche l’antistante marciapiede, risponde pure alla inaspettata crescita del servizio di raccolta e distribuzione del fresco, servizio attivato grazie alla meritoria collaborazione con Trentino Solidale. Con partenza alle sette di ogni lunedì, mercoledì e venerdì, un furgone con a bordo due volontari percorre le strade della val Rendena e del Chiese prelevando il fresco presso circa 25 punti vendita. Fresco che nel pomeriggio altri volontari provvedono a ridistribuire. Un gruppo sempre più numeroso di bisognosi alle ore 14 gremisce la sede Caritas. Purtroppo e sovente,
l’insufficiente offerta di fresco, alimenta atteggiamenti di rammarico che tuttavia l’esperienza dei volontari riesce a contenere e circoscrivere. All’aumento della domanda di alimenti nel 2015 si affianca un preoccupante aumento di richieste di prestito, validate dai Servizi Sociali, per il pagamento di canoni d’affitto, acqua , luce e gas . La partecipazione della Caritas Decanale in tale ambito è di oltre 3400 euro. Un cenno è doveroso anche per quanto concerne l’erogazione del secco, le famose borse della spesa, che nei primi 9 mesi del 2015 ammontano a 641. I dati che, per ora, non consentono di intravedere evidenti i segni di un significativo allentamento della crisi.
Un momento dell’inaugurazione del monumento
La Stele
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Rubrica Legale
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Tante sono le ragioni che stanno dietro questa scelta, prevista dalla legge
Adozione del maggiorenne Una persona che non ha avuto figli propri ma che è legata ad un maggiorenne per ragioni di affetto (ad esempio perché figli della sua compagna, ovvero per altre ragioni personali), potrà vedere garantita con l’adozione la trasmissione del cognome della propria famiglia oltre che il suo patrimonio. L’adottato acquisterà, infatti, sia il cognome dell’adottante che la qualifica di erede legittimo (a cui si applicherà il regime di maggior favore anche con riguardo alle imposte di successione), garantendo così la trasmissione in suo favore del patrimonio dell’adottante con tutte le conseguenze rispetto a eventuali diritti di eredità che potrebbero vantare gli altri parenti non legittimari. In altri casi il motivo che spinge una persona ad adottarne un’altra, seppure maggiorenne, è la volontà di garantire a quest’ultima, perché bisognosa, un’assistenza futura. L’adozione di maggiorenne è uno strumento diretto ad assolvere varie funzioni, come quella del consolidamento dell’unità familiare, si pensi alle c.d. fami-
Forse non tutti sanno che anche i maggiorenni possono essere adottati. Molteplici possono essere le ragioni che spingono una persona ad adottarne un’altra pur se maggiorenne. Si pensi glie allargate o a quelle formate da soggetti che provengono da esperienze di coppia andate male, con i figli nati e cresciuti nel contesto. L’adozione potrebbe essere anche il consolidamento di un rapporto affettivo tra persone con età diverse, posto nell’interesse di entrambe. L’adottato, come detto, acquista lo status assimilabile a quello di figlio legittimo e assume il cognome dell’adottante da anteporre al proprio, acquista – oltre ai diritti successori – anche il diritto agli alimenti. Per poter adottare un maggiorenne è necessario che l’adottante abbia compiuto i 35 anni (in casi particolari il Tribunale può derogare a tale regole se l’età non è inferiore ai 30 anni) e la differenza di età tra adottante ed adottato deve essere almeno di 18 anni. Non esiste invece un limite massimo di età (ad esempio un ottantenne può adottare
un sessantenne). L’adottante può adottare più persone, mentre nessuno può essere adottato da più di una persona (salvo che gli adottanti non siano marito e moglie). Va detto che se l’adottante è coniugato l’altro coniuge non è obbligato ad adottare a sua volta. L’adottante e l’adottato devono esprimere il loro consenso personalmente ed è necessario anche l’assenso dei genitori della persona che si vuole adottare, dei coniugi se non legalmente separati e dei figli maggiorenni dell’adottante. A questo proposito va detto che il tribunale può comunque disporre l’adozione quando risulti impossibile ottenere l’assenso per incapacità o irreperibilità dei soggetti chiamati ad esprimerlo. Così il Tribunale di Trento, con Sentenza del 10 marzo 2005, ha stabilito che il marito possa adottare la figlia maggiorenne, avuta dalla moglie nel precedente ma-
alla volontà dell’adottante (colui che adotta) di preservare il proprio patrimonio per il futuro, oppure di trasmettere il proprio cognome a terzi cosicché vi sia una discendenza familiare. trimonio anche nell’ipotesi in cui il padre della ragazza non dia l’assenso. Il Tribunale ha precisato, al riguardo, che il mancato assenso del padre biologico sia agevolmente superabile ex articolo 297 del codice civile, in considerazione del disinteresse dimostrato dallo stesso ad assistere moralmente e materialmente la figlia, disinteresse ulteriormente evidenziato dalla sua assenza in giudizio, nonostante la rituale convocazione. Se l’adottante ha figli minorenni, di regola è impedita l’adozione del maggiorenne, (ciò non accade se i figli sono già maggiorenni). Tuttavia la Corte di Cassazione ha precisato che quando l’adozione riguardi il figlio del coniuge che già appartenga, assieme al proprio genitore naturale ed ai fratelli minorenni, al contesto affettivo della famiglia di accoglienza dell’adottante, la presenza dei figli minorenni non preclude in assoluto l’adozione.
Spetterà al giudice del merito valutare, caso per caso, la convenienza dell’adozione nell’interesse dell’adottando. Tale convenienza sussiste quando detto interesse trovi effettiva e concreta realizzazione nel costituendo vincolo formale, vale a dire nella comunione di intenti di tutti i membri del nucleo domestico compresi i figli dell’adottante. Il procedimento di adozione si svolge innanzi al Presidente del Tribunale del luogo dove l’adottante ha la residenza, vengono prestati i consensi e gli assensi richiesti per legge e il Tribunale, assunte le opportune informazioni verifica la sussistenza delle condizioni previste per legge e se l’adozione conviene al soggetto che verrà adottato. Successivamente, sentito il Pubblico Ministero, il Tribunale emette la relativa sentenza ed il provvedimento viene poi trascritto a margine dell’atto di nascita dell’adottato.
Conseguentemente l’adottato: assume il cognome dell’adottante e lo antepone al proprio; conserva tutti i diritti e doveri verso la sua famiglia di origine; non acquista alcun rapporto civile con i parenti dell’adottante; acquista i diritti successori nei confronti dell’adottante. L’adottante, invece: non acquista alcun rapporto civile con la famiglia dell’adottato; non acquista diritti successori nei confronti dell’adottato. Gli effetti si producono dalla data del provvedimento che pronuncia dell’adozione. L’adozione potrà essere revocata solo per indegnità dell’adottato (quando abbia tentato alla vita dell’adottante o del suo coniuge o discendenti o ascendenti oppure se si è reso colpevole verso di loro di delitto punibile con una condanna non inferiore a 3 anni); oppure per indegnità dell’adottante. Avv. Francesca Zanoni – Fiavé (TN) https://avvocatofrancescazanoni.wordpress. com/
Attualità Gli Avanti e ‘Ndre vantano più di trecento concerti in quattro anni di carriera (di cui 120 solo nel 2015); hanno partecipato come outsiders all’edizione 2013 di X-Factor per poi diventare presenza fissa nel noto programma su acclamazione di tutti i giudici (Elio, Mika, Morgan e Simona Ventura); sono da anni ospiti nelle manifestazioni in ogni angolo del Trentino e anche fuori. Insomma, gli Avanti e ‘Ndre (al secolo Oscar e Dario) sono diventati in breve tempo un fenomeno musicale delle Giudicarie, tutto all’insegna dell’allegria, della musica e della voglia di fare festa insieme. E agli inizi dello scorso settembre (precisamente dal 4 al 7), gli Avanti e ‘Ndre sono “volati” in Sicilia per una nuova avventura: il loro primo gemellaggio musicale. Dalle montagne al mare (sempre portandosi appresso le fidate fisarmoniche), si è suggellato questo gemellaggio tra il duo giudicariese e il Gruppo Folk Engium di Gangi di Sicilia. L’idea è nata in occasione del decimo festival nazionale dei borghi più belli d’Italia, grazie ad un invito proposto dall’Associazione di Rango Ha fatto registrare un grande afflusso di pubblico la prima edizione dell’Oktoberfest di Comano Terme. La tradizionale festa della birra bavarese, vero marchio di fabbrica della passione teutonica per la bevanda sta vivendo una sorta di riscoperta, tanto da essere riprodotta fino alle Giudicarie Esteriori. La manifestazione, organizzata in tandem dal sodalizio calcistico Comano Fiavé del presidente Sergio Gosetti e dalla PromoSport Terme di Comano guidata da Walter Baceda, è stata ospitata da venerdì 16 a domenica 18 ottobre dai tendoni appositamente allestiti presso il Centro Sportivo Rotte di Ponte Arche, impianto sportivo dove gioca le partite casalinghe la
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Nasce il primo gemellaggio interregionale del duo giudicariese
Gli Avanti e ndrè “sbancano” la Sicilia
T
di Aldo Gottardi
ra una cantata e una suonata, ne hanno veramente fatta di strada. Era il 21 maggio del 2011 quando gli Avanti e ‘Ndre iniziarono a far par-
lare di sé prima nel natio Roncone e poi in tutti i paesi vicini, fino a conquistare a suon di musica, canzoni e balli la simpatia di tutti.
del Bleggio per partecipare a questa trasferta in terra siciliana. «Dopo aver sorvolato tutta la penisola con le nostre fisarmoniche – spiegano Oscar e Dario - abbiamo girato in lungo e in largo il “Parco delle Madonie”, con i nostri costumi di “curam” (cuoio) e i nostri cappelli, suonando a Cefalù, a Castelbuono e Geraci Siculo, dove l’ospitalità è stata a dir poco impeccabile, e di questo ringraziamo il nostro grande amico Bartolo e tutta la sua famiglia.
gi, dove siamo stati accolti da un gruppo che da subito è entrato nel profondo del nostro cuore: il Gruppo Folkloristico Engium, formato da una quarantina di componenti, suonatori, ballerini, in costumi tipici della zona. Con loro è nata subito una grande amicizia». «Siamo stati invitati nella loro sede, dove proprio lì, con il Presidente del Gruppo Giuseppe e tutti i componenti, abbiamo ufficializzato la nascita di questo unico e meraviglioso gemellaggio con l’orchestra Avanti e ‘Ndre. Li abbiamo invitati a raggiungerci per qualche gior-
Poi ecco raggiunto l’apice dei nostri quattro giorni siciliani: un concerto mozzafiato nei borghi di Gan-
no in occasione del quinto compleanno della nostra orchestra, che si terrà il 28 maggio del 2016, proprio in riva al lago di Roncone, sempre grazie all’aiuto della giovane, mitica e inarrestabile Pro Loco del nostro paese». Una storia di passione comune e di amicizia, che lega ed unisce anche da un capo all’altro del nostro Paese, che niente meglio di una festa in compagnia potrà ufficializzare. Un buon motivo per aspettare l’anno 2016, assieme anche alla prossima partenza del nuovo tour degli Avanti e ‘Ndre, che onorando la spensieratezza e la voglia di fare festa che sempre accompagna i loro concerti si chiamerà “Trallallero Live Tour”.
Nella prima edizione dell’Oktoberfest di Comano Terme
Un po’ di Baviera in Giudicarie squadra del Comano Terme Fiavè, impegnato nel campionato regionale di Eccellenza. Polli arrosto, stinchi di maiale, ottime puntine, crauti, patatine, il tutto ovviamente accompagnato da buona birra bavarese, queste le proposte dei fornitissimi ed efficienti bar e cucina, che per tre sere hanno lavorato a più non posso per soddisfare le richieste di un pubblico variegato, composto da
tanti sportivi ma anche da famiglie e giovani accorsi per passare una serata in compagnia. Anche la musica ha avuto il suo spazio all’interno della kermesse; nelle tre serate si sono esibiti sul palco i sempre apprezzati Avanti ‘ndre, la Böhmische Judicarien e il coinvolgente Leo, musicisti che hanno fino a tarda notte hanno regalato sorrisi e divertimento. Rotto il ghiaccio, per i prossimi
ANIMA MONTIS
Comune di Spiazzo
Rassegna cinematografica film di Montagna
ANIMA MONTIS ANIMA MONTIS Comune di Spiazzo
Comune di Spiazzo
7 novembre - IL VENTO FA IL SUO GIRO Tutte le proiezioni saranno alle ore 21 presso il Teatro Parrochiale di Spiazzo 21 novembre - DAMMED Rassegna cinematografica film di Montagna Rassegna cinematografica film di Montagna 7 novembre 12 dicembre SUI MIEI PASSI. VIAGGIO NELL’ALTRO AFGHANISTAN IL VENTO FA IL SUO GIRO Giorgio Dritti - 2007 - SOLO. ESCALADA A LA VIDA 16 gennaio Lo spopolamento delle montagne, la difficoltà di accettare lo straniero, la chiusura delle piccole comunità. Un pastore francese arriva con la moglie e i tre figli in un paesino dell’ Alta Val Maira inUPRISING provincia di Cuneo. La discreta accoglienza iniziale da parte dei pochi abitanti del paese si trasforma presto in 30 gennaio - VALLEY diffidenza e infine in ostilità. 13 febbraio - TASHI & THE MONK novembre 2721 febbraio - ZANZARA E LABBRADORO - STORIE, MANI E SILENZI DI R. BASSI DAMMED Tutte le proiezioni saranno alle ore 21 presso il Teatro Parrochiale di Spiazzo le proiezioni saranno alle ore 21 presso il Teatro Parrochiale di Spiazzo Nandan Saxena, Kavita Bahl - 2014 Tutte 12 marzo - CANDLES IN THE WIND
Ad oggi sono più di 11 milioni gli indiani costretti ad emigrare in seguito alla costruzione di grandi dighe, un numero destinato a crescere ulteriormente in 7 novembre 7 novembre seguito all’innalzamento del livello IL dell’acqua diga di Onkareshwar. Le autorità governative appoggiano cordate di banchieri e investitori che traggoIL VENTO FA IL SUO GIRO VENTO FAdella IL SUO GIRO Giorgio - 2007 noDritti enormi profitti da queste operazioni, le vite dei più poveri vengono continuamente calpestate. Giorgiomentre Dritti - 2007 Lo spopolamento delle montagne, la difficoltà diLo accettare lo straniero, la chiusura piccole di comunità. pastore francese arriva conpiccole la moglie ei spopolamento delle montagne,delle la difficoltà accettareUn lo straniero, la chiusura delle comunità. Un pastore francese arriva con la moglie e i tre figli in un paesino dell’Alta Val Maira in provincia di Cuneo. La discreta accoglienza iniziale da partedidei pochiLaabitanti paese si trasforma presto tre figli in un paesino dell’A lta Val Maira in provincia Cuneo. discretadelaccoglienza iniziale da parteindei pochi abitanti del paese si trasforma presto in 12 dicembre diffidenza e infine in ostilità. diffidenza e infine in ostilità.
Tutte le proiezioni saranno alle ore 21 presso il Teatro Parrochiale di Spiazzo
anni Comano Fiavé e PromoSport Terme di Comano stanno già pensando di far diventare l’Oktoberfest in salsa giudicariese un appuntamento fisso del calendario autunnale, magari allargando il ventaglio di proposte musicali e non solo, così da abbracciare un pubblico ancora più vasto, sebbene questa prima edizione abbia già di per sè fatto registrare un gran successo. (f.b.)
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Cultura
NOVEMBRE 2015
C’è la necessità di tutelare un patrimonio storico e culturale che rischia di sparire al cospetto dei nuovi assetti amministrativi
Le “fusioni” annienterannole “frazioni”?Olesalveranno? Che il fenomeno si stia diffondendo anche attualmente lo si può constatare attraverso le cronache quotidiane dei giornali e sui bollettini comunali. Se qualcosa accade a Creto, il vecchio toponimo è sostituito con Pieve di Bono che come località non esiste, come il teatro “Don Bosco” non lo si segnala più come presente a Ponte Arche ma a Comano Terme, che si trova nella stessa situazione di Pieve di Bono e di Spiazzo; ed infatti ciò che accade a Fisto non può essere indicato come avvenuto a Spiazzo ma sul territorio del Comune amministrativo di Spiazzo. È accaduto anche ultimamente con Valdaone per avvenimenti accaduti nei centri abitati viciniori o nelle località distanti dal paese di Daone divenuto sede del Municipio del Comune amministrativo. Stanno per prendere corpo i nuovi “Notiziari comunali”. Vi è il pericolo che non si sappiano distinguere nettamente le pagine riferite all’amministrazione comunale (e alle “gestioni
di Mario Antolini Muson
S
enza che ci si accorga, e senza che nessuno ci pensi, si sta ripetendo un fenomeno politico-amministrativo già evidenziato negli anni Trenta del secolo scorso con l’accorpamento di più centri abitati delle Giudicarie nei soli 16 Comuni amministrativi di quegli anni; allora, nei vari decreti ministeriali, si precisava di indicare come “capoluogo” il paese sede del Municipio e associate)”– che è e resta (e restano) per l’intero ambito amministrativo comunale – e ciò che invece appartiene alle popolazioni di ogni singola frazione. Non ci si può limitare a dire che Castèl Restór è nel Bleggio e non precisare che si trova nei pressi di Tignerone, e non si può dire che ciò che avviene alle Terme di Comano sta avvenendo a Comano Terme ma solo nell’ambito comunale di C. T., ed ancora bisogna precisare che la sede del Coro Azzurro si trova a Strada e non a Pieve di Bono ma sul suo territorio comunale. L’identità peculiare di ciascuna delle oltre 120 “frazioni” - (senza dimenticare le ancor più numerose “cà’ da mónt” e le “Malghe”, altrettanti centri abitativi
Noi viviamo in un universo, come ci sottolinea il principio antropico, che di fatto permette l’esistenza della vita come noi l’intendiamo. Ogni essere, per tanto, soggetto all’esistenza deve provvedere alla stessa. Quindi anche quelle piccole creature che aggrediscono il legno, l’albero, la pianta, il tronco o il nostro mobile in casa di fatto agiscono per se stessi, come tutti gli esseri viventi, non curandosi se possono portare danno ad altri esseri. Questo è naturale affinché la vita, l’evoluzione, abbia corso sul nostro pianta. Nei nostri boschi troneggia l’Abete rosso albero, che più di altri, è soggetto ad essere attaccato da insetti che possono portarlo anche alla morte. Per la gente di montagna da sempre questo albero ha rappresentato, oserei dire, la vita ora però in alcune regioni viene aggredito da insetti che possono mettere in difficoltà la sua stessa esistenza. Se una persona sul computer desidera aggiornarsi su questo tema troverà quasi esclusivamente, bostrico Tipografo insetto che penetrando sotto la corteccia crea dei labirinti molto interessanti incidendo solo superficialmente il legno, ma questo può provocare il distacco della corteccia e creare importanti danni alla pianta. Ma se uno desidera avere l’informazione su altri insetti, e sono molti, che aggrediscono l’albero o il legno, non ha la possibilità di saperne di più. Anche la forestale sia nazionale che nei paesi a noi
come “frazioni” gli altri nuclei abitati accorpati. Avvenne, però e troppo spesso, che i Comuni capoluogo pensavano soprattutto a se stessi, dimenticandosi delle frazioni o solo sfruttandole, come per esempio andando a tagliare i boschi sui catasti frazionali salvaguardano così, egoisticamente, il patrimonio boschivo esistente sul catasto sede del Comune. tale o dovrà diventare la Banda di Sella delle Giudicarie? Il Coro Irón di Ràgoli dovrà diventare il coro del Comune di Tre Ville o restare il coro di Ràgoli nell’ambito comunale di Tre Ville?
Chiesa di Larzana, frazione di Montagne
di non minore importanza sociale) - esistenti nelle Giudicarie, io credo che tale identità debba essere salvaguardata dalle stesse popolazioni, poiché, purtroppo, la legislazione sembra che non ne abbia tenuto conto nella stesura delle nuove normative dell’Ente Pubblico, nelle
quale, almeno mi pare, non esistano precise indicazioni in merito. Per esempio le associazioni di libero Volontario esistenti in un centro oggi diventato “frazione”, diventeranno “comunali” con ambito allargato, o resteranno con la loro identità frazionale? La Banda di Roncone resterà
Sembrano sciocchezze, ma non è affatto una sciocchezza il rispetto, la salvaguardia e la valorizzazione delle “identità frazionali” di Cologna e di Bìnio, di Ràngo e di Fàvrio, di Andògno e di Mavignóla, di Sèo e di Córt, di Borzago e di Bersone, di Saone e di Javrè, di Baitóni e di Darzo, con tutte le altre presenti in ogni angolo delle Giudicarie con una loro storia, con una propria popolazione che le ha rese una diversa dalle altre con i loro particolari di assolu-
ta identità. Per me sentirmi a Bìnio è qualcosa di più e di diverso che sentirmi a Montagne; come essere a Lundo è qualcosa di più e di diverso che sentirsi nelle Giudicarie Esteriori; e come èssere a Bòno è del tutto diverso che sentirmi nel Comune di Comano Terme; come godermi il silenzio e la pace di Brione è assolutamente diverso che credermi a Borgo Chiese! Ne terranno conto i nuovi Consigli comunali? Avremo Sindaci e consiglieri con gli occhi aperti sulle “frazioni” che dovranno amministrare con la stessa oculatezza e la stessa sensibile veduta territoriale ed antropologica che avranno per i puri servizi locali? Mi permetto ricordare che gli amministratori pubblici giudicariesi non possono solo guardare al fondovalle fortemente abitato, ma devono sentirsi sulle spalle tutto il territorio, dalle sponde del Lago d’Idro e dalla gola del Limarò alla Cima Tosa ed alla Cima della Presanella: un territorio cosparso di villaggi e di innumerevoli insediamenti umani all’infinito.
Occorrono studi più approfonditi sugli insetti del legno come il Bostrico Tipografo
Nei nostri boschi confinanti, non ci da notizie certe su questo, ne i mezzi per poterci difendere. Molti anni or sono, quando per il mio lavoro, ero a contatto con il legno era sempre interessante osservare, chiedere, informarmi, c’è sempre da imparare. In Alto Adige molti contadini tagliavano alberi nei loro boschi nel periodo invernale e in quel periodo acquistavo questo legname ma, se non utilizzato per ricavarne tavole entro giugno, sui tronchi non scortecciati era un prolificare di mucchietti
di segatura bianchissima. Questo insetto, viene chiamato “Porc Kefer” ( ma non è il bostrico Tipografo) penetra nel legno per 56 cm e questo è un fatto negativo in quanto il tavolame si deprezza moltissimo. Dalla nostra forestale ma anche dalla università del legno di Firenze non ebbi nessuna informazione utile per ovviare a questo grave problema. La possibilità di difesa ebbi modo di conoscerla importando legname dalla Unione Sovietica e quel prodotto certificato, non dannoso
per imenotteri, ero costretto ad acquistarlo in Austria, nel nostro paese sconosciuto. Ma molti altri insetti provocano ricadute negative nei boschi. Non essendo un entomologo non ho la capacità di elencarne i nomi di tutti gli insetti che aggrediscono il legno di cui ho conoscenza, come quel grande coleottero che forra, con facilità incredibile, il tronco per depositare il suo seme, poi la larva si sviluppa creando enorme gallerie nel legno fino al centro del tronco. (Esempio: Alcune
foto della larva di questo insetto 19\09\2015). Sarebbe auspicabile uno studio approfondito e non limitarsi a dare giudizi sommari, come si può apprendere da studi, spesso contrastati tra loro da esperti forestali anche dai paesi a noi confinanti ove c’è chi privilegia il bosco chiuso, chi aperto, chi con l’asportazione degli scarti perché provocano il moltiplicarsi di insetti e chi invece li preferisce a degradare sul posto perché creano hums, come dice il biologo Marco Moretti! Una vera Babele. Non è mia intenzione fare del catastrofismo ma sarebbe auspicabile che nelle nostre regioni dell’Arco Alpino ci fosse uno studio, una direttiva unanime ponderata, per la gestione di questo immenso patrimonio. Sarebbe in oltre auspicabile un corretto modo ti utilizzo dei nostri boschi, negativo il metodo di tagliare corridoi per il recupero del legname come oggi è la prassi, per molteplici ragioni, sentieri cancellati, piante che si sradicano dal vento o perché urtate, ma in particolare un grave danno all’ambiente. Gian Carlo Cozzio
Cultura Era la prima edizione del concorso organizzato dalla Federazione cori del Trentino, a cadenza biennale, dedicato a Luigi Pigarelli nel 140esimo anno dalla nascita: nato a Trento Pigarelli nella vita fu magistrato, procuratore della repubblica, docente di diritto e consigliere di Cassazione. Ma nel tempo libero coltivò la sua grande passione per lo studio della musica corale e del canto popolare armonizzando circa un centinaio di canti popolari per il Coro della Sat di Trento. Tra i brani più famosi e cantati conosciuti ci sono “La Paganella”, “Serenada a Castel Toblino”, e l’armonizzazione de “La Montanara”. Autore fra i più importanti del settore, ora ha il suo festival voluto dalla Federazione Erano 24 i cori, da tutta Italia, selezionati e pronti ad esibirsi nella due giorni del concorso al Casinò di Arco, davanti alla commissione composta dai trentini Mauro Pedrotti, Giuseppe Calliari e Ferdinando Lorenzi, dal veneto Mario Lanaro e dalla friulana Fabiana Noro. Ogni corale doveva eseguire quattro brani a cappella, a libera scelta, di cui almeno uno di Luigi Pigarelli e uno di
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Il Coro di Fiavè/Stenico si aggiudica la 1ª edizione dell’importante rassegna nazionale
Il Cima Tosa trionfa nel Concorso “L.Pigarelli” È il Coro Cima Tosa Valli Giudicarie di Fiavè/Stenico ad essersi aggiudicato il primo premio del concorso
nazionale “Luigi Pigarelli”, riservato a cori maschili di derivazione popolare.
Il Coro Cima Tosa premiato dal presidente della Federazione Sergio Franceschinelli
un altro compositore/elaboratore trentino. Il Cima Tosa ha eseguito “El grileto e la formicola” di Pigarelli, “A la tor Vanga” del compositore trentino Renato Dionisi, “La me baita” del trentino, e maestro del coro stesso, Piergiorgio Bartoli e infine “Echi...la sera” di Ennio Gerelli.
Il salone del Casinò di Arco durante le audizioni
Il coro Cima Tosa, nato nel 2002 dalla fusione tra il Coro La Pineta di Fiavé ed il Coro Rio Bianco di Stenico, ha preceduto il Coro Stelutis Alpinis di Milano, composto interamente da giovani uni-
versitari, e in ex aequo al secondo posto il Coro Monte Cusna di Reggio Emilia. Incetta di premi per il Cima Tosa che oltre al primo premio assoluto ha portato a casa anche il premio speciale per la migliore esecuzione del brano Luigi Pigarelli, il premio speciale per mi-
glior direttore al maestro Piergiorgio Bartoli e il premio speciale per la migliore esecuzione del brano di autore trentino. Oltre al Cima Tosa, altri quattro erano i cori giudicariesi che hanno partecipato al concorso: il Coro Azzurro di Strada, Castel Campo, Cima
Ucia di Roncone e il Valchiese di Storo. «Grande soddisfazione e una autentica festa per la coralità – ha commentato il presidente della Federazione Cori del Trentino Sergio Franceschinelli – che ha evidenziato i valori dell’aggregazione e dell’amicizia ma soprattutto ha contribuito a un confronto significativo sulle questioni tecniche ed espressive delle diverse anime della coralità, nella direzione di una crescita generale del movimento e di un suo rinnovamento. Un sentito ringraziamento alla giuria e al Coro Castel SAT di Arco per la collaborazione». Ciliegina sulla torta del concorso l’esibizione, presso uno stipato Salone delle feste del Casinò di Arco, del Coro della SAT che ha catalizzato l’entusiasmo delle centinaia di appassionati ponendosi ancora una volta come punto di riferimento di questo importante movimento. Insomma, dopo la prima edizione il “Luigi Pigarelli” è già un punto di riferimento per la coralità a livello nazionale. Appuntamento al 2017 con la seconda edizione. (d.r.)
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Arte
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Nelle sale del Municipio di Bondo la sua prima mostra
Franco Valenti: con foto e parole Naturalmente appare necessario un piccolo sforzo di generosità, sia da parte dell’artista sia del fruitore, al fine di “poter ricevere i messaggi” che dentro le opere si manifestano ed esplicano. L’arte intesa come esperienza per esprimere vocazioni sensibili, l’arte come sguardo sorprendente e sorpreso delle cose del mondo, siano esse visibili o invisibili. Franco Valenti, di Bondo, vive con la moglie Ione di Roncone e i loro due figli Renzo e Martina, ha fatto emergere in sé tutto questo e lo ha portato alla luce. Lo conoscono tutti in paese essendo dipendente della Famiglia Cooperativa ma nessuno ancora sapeva di questa particolare inclinazione d’artista, fino a qualche giorno fa, quando ha inaugurato la sua prima mostra personale intitolata “Con Foto e Parole” allestita presso le sale municipali poste in fronte al Cimitero Monumentale Austrounga-
di Alessandro Togni L’arte abita in ognuno di noi e non di rado capita alle persone di abbandonarsi con il pensiero e con il cuore dentro gli infiniti lidi di questa forma di energia e di conoscenza capace di aprire le “porte della percezione”, di aiutare, di restituire alla nostra esistenza “elementi ed alimenti” fondamentali ed insostituibili. Attraverso le forme dell’arte (alle quali riconosciamo rico. Personalmente ho visitato durante la prima giornata d’apertura l’esposizione composta di dieci supporti rettangolari neri sopra ai quali l’autore ha posizionato centotrenta fotografie di medio formato, accompagnate da titolazioni, piccole riflessioni ed aforismi originali scritti a mano. Ed è stata una vera scoperta! La mostra ad un primo sguardo si presenta priva di “effetti speciali” ed anche la forma compositiva appare autenticamente semplice, quasi a voler rimarcare il contenuto di sincerità scaturito da una benevola disposizione d’animo che Franco Valenti riserva a tutte le cose contemplate.
Subito ci si trova immersi in un macro mondo costellato di oggetti e Nature alle quali vengono affidate le istanze della bellezza, in una sorta di risveglio dell’occhio e della mente ina-
proprietà profonde e vitali) riusciamo a trasmettere informazioni e significati altrimenti destinati a rimanere dentro le mura della nostra riservatezza, possiamo iniziare un viaggio di scoperta che non solo aziona le nostre meccaniche interiori ma anche raggiunge le particelle di altri corpi ed essenze, di altre persone. Una meraviglia!
spettato. Grandi distese montane dove libere viaggiano le nuvole, luoghi immacolati e lontani dalla livrea innevata, foreste invase dai raggi del sole quando
si fa sera, la beatitudine dei laghetti alpini simili a gemme di lapislazzuli e gli animali cari ai quali viene dedicato un tempo d’affetto. Ed i fiori, esseri trasfigurati del Paradiso, caduti sulla Terra… Poi gli uomini e le loro cose. L’autore durante il suo personale percorso di osservazione “del Tutto” non ha voluto risparmiare il suo sguardo e la sua attenzione pare essere stata altrettanto vigile per non disperdere pensieri e sentimenti che infine sono stati integralmente riproposti quasi si trattasse di un diario di visioni con note in calce. Un libro aperto fatto di pagine preziose, dove prima la fotografia attrae per qua-
lità formale o strutturale, talvolta per semplice riconoscibilità dei luoghi oppure per suggestione o curiosità; poi, invece, seguendo le indicazioni testuali si rivelano concetti e figurazioni filosofiche in grado di flettere il nostro pensiero ed altre volte ancora, la strada per la comprensione del mondo viene suggerita con ironia e leggerezza che apre al sorriso. L’arte di Franco Valenti è tutta qui! Un animo sensibile colmo di volontà che si arma di telefonino per fissare le immagini, di penna Biro per le trascrizioni dei personali tracciati mentali, capace di disporsi con entusiasmo al cospetto del mondo per un’arte avvalorata nella sua intensità comunicativa in grado di restituire alle oltre trecento persone passate dalla mostra una empatia folgorante e foriera di energie positive. Complimenti. Buona la prima!
MeTe da leggere
“Compitiamo!” Compiti a casa: perché farli? Raramente la parola compiti viene associata ad un significato positivo. Spesso il ricordo dei compiti fa riemergere immagini di consegne interminabili, pagine da studiare e sgridate da parte di mamme alle prese con i compiti dei figli . La domanda sorge spontanea: qual è il significato dei compiti? La questione non è dibattuta solo dai genitori. I compiti dividono gli stessi insegnanti fra chi è favorevole e chi gli assegna un ruolo limitato. Per alcuni l’attenzione non andrebbe posta sulla quantità, che a volte rasenta il masochismo, ma piuttosto sulla qualità: i compiti dovrebbero tenere in considerazione l’autonomia e le capacità degli studenti. Quest’ultimo fronte appare più vicino agli spunti della Buona Scuola di Renzi che ha l’obiettivo di sviluppare nei ragazzi la curiosità per il mondo e il pensiero critico, stimolare la creatività ed incoraggiare a fare cose con le proprie mani nell’era digitale. Invita dunque a non fruire passivamente di ciò che viene insegnato-ascoltato a scuola ma a manipolare ciò che si va imparando. In questo senso i compiti a casa dovrebbero essere uno
strumento, o meglio una specie di palestra, per acquisire competenze come la creatività e il problem solving, stimolare la curiosità, far acquisire gradualmente autonomia e capacità superiori. Far propria questa visione potrebbe dar avvio a un cambiamento epocale nella relazione scuola famiglia, che spesso risente di una tensione proprio a causa del carico dei compiti. Infatti sono tanti i genitori che si ritrovano seduti accanto ai propri figli a colorare, copiare o schematizzare al posto loro perché troppo stanchi. Per creare una forte alleanza fra scuola e famiglia va in primo luogo condiviso un principio di base: l’apprendimento non va spar-
tito come fosse un carico pesante, ma deve rappresentare un’occasione unica per bambini e ragazzi di realizzare se stessi. Per questo alcuni accorgimenti potrebbero trasformare il momento dei compiti in un momento di arricchimento dove il genitore non si sostituisce al figlio ma lo accompagna nel coltivare interesse e nell’acquisire le capacità per fare da solo. Agli studenti va data la possibilità di “imparare ad imparare” acquisendo gli strumenti necessari per essere autonomi. Da questo punto di vista andrebbe dedicato un ruolo fondamentale alla metacognizione, soffermandosi sui processi più che sui risultati, sulle modalità in cui si fanno le cose più che sull’ essere meri esecutori.
Nei processi di comunicazione il feedback riveste un ruolo fondamentale e proprio per questo va definito uno spazio in cui lo studente possa veder riconosciuto e valorizzato il proprio impegno per mettere a fuoco eventuali difficoltà e progressi. Molti insegnanti hanno fatto di questi accorgimenti uno stile proprio perché ritengono che i compiti siano un mezzo e non il fine; uno strumento per crescere e non semplicemente per accumulare nozioni spesso apprese mnemonicamente. L’obiettivo
dei compiti non può essere quello della prestazione, ma della padronanza: gli studenti vanno stimolati a comprendere e capire e non a temere il voto o superare la sfida della verifica-interrogazione. Inoltre, non devono essere né troppo facili né troppo difficili, ma devono proporre una sfida. La quantità di compiti deve lasciare spazio allo studente di vivere altre esperienze e coltivare interessi utili alla propria identità. Il saper fare ed il saper essere sono fondamentali tanto quanto il sapere in sè.
In conclusione, l’apprendimento - che in parte avviene anche attraverso i compiti a casa - è qualcosa di davvero complesso che non riguarda solo la ragione, ma coinvolge percezioni, emozioni, autoconsapevolezza, strategie, esperienza, ambiente e motivazione. Ecco perché sia insegnanti che genitori devono affiancare studenti/ figli nel raggiungimento di traguardi personali, nel diventare ciò che possono essere e che già in parte sono, nello stimolare le loro potenzialità affinché diventino nuove competenze.
Viaggi
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Diario di un viaggio in Baviera
Pedalando insieme per le strade d’Europa La singolare esperienza di un gruppo di ragazzi dell’associazione “Amici del Pedale”: in bici lungo il Danubio In ambienti e paesaggi nuovi, immersi nelle nebbie del mattino intercalate da sprazzi di sole autunnale, i giovani ciclisti hanno pedalato lungo le rive e sui ponti del grande fiume che conosce le storie della Mitteleuropa e che oggi racconta, con il suo fluire, vicende di persone e di popoli che si incontrano e si scontrano, commerciando i frutti del loro lavoro, ma anche intrecciando e unendo, pur con lingue e tradizioni differenti, culture e civiltà. A Offenberg i piccoli “Amici del Pedale”, sono stati invitati, insieme ai loro coetanei tedeschi, a dar corpo ai principi fondanti del gemellaggio, che le Amministrazioni Comunali di Roncone e di Offenberg si sono impegnate a condividere, a rispettare e a sostenere con la firma dell’”Atto di Gemellaggio”, apposta la prima volta a Roncone nel 2004 e l’anno successivo a Offenberg, e con la riconferma del patto, siglata dopo dieci anni, quale gesto simbolico di verifica della validità di una scelta ampiamente condivisa e quale sollecitazione a proseguire sulla via degli incontri anche negli anni futuri. Nella cerimonia ufficiale, tenutasi nella sala del Con-
A Offenberg, in Baviera, i bambini e gli adolescenti sono stati i protagonisti delle tre giornate d’incontro promosse a fine ottobre dalla locale associazione “Freundeskreis Roncone”. Accompagnati dai genitori, invitati dal Comitato Gemellaggi “Senza Frontiere”, i giovanissimi atleti
di Roncone, Lardaro, Bondo e Breguzzo, aderenti all’associazione “Amici del Pedale”, hanno vissuto un’esperienza inattesa e affascinante: pedalare insieme ai loro coetanei tedeschi sulle piste ciclabili che fiancheggiano il Danubio, guidati dal Direttore della Grundschule di Offenberg.
Il gruppo giudicariese in riva al Danubio
siglio del Rathaus, il sindaco di Offenberg, Hans Jurgen Fischer, e il vicesindaco di Roncone, Ausilio Mussi, hanno richiamato gli scopi originari del “Gemellaggio”, citando e ringraziando i sindaci e le amministrazioni comunali che lo hanno istituito e i rappresentanti delle associazioni che vi hanno creduto.
I rappresentanti delle amministrazioni dei due comuni
Una forte sollecitazione a continuare sulla via intrapresa è stata rivolta ai presenti dal consigliere del Land della Baviera, Eugen Gegenfurtner, il quale ha invitato a ragionare insieme sull’Europa che vogliamo, ancor più in questo particolare momento, in cui centinaia di migliaia di persone bussano alle porte delle nostre regioni.
L’intensa tre giorni ha offerto ai partecipanti anche altre interessanti e piacevoli opportunità: la visita dell’innovativa azienda Becker-Carbon, che occupa oggi ben 140 dipendenti, dove vengono prodotti prototipi in fibre di carbonio e quella al barocco castello di Schleissheim, posto a nord di Monaco, proprietà dei i Wittelsbach, allora potenti duchi e principi elettori di Baviera, e parte di una serie di imponenti e preziose dimore di rappresentanza e di svago, situate intorno alla città e collegate fra loro e al palazzo residenziale cittadino da canali navigabili. Ma ciò più merita di essere sottolineato, oltre agli atti ufficiali e alle visite organizzate, è la percezione rimasta nei partecipanti della calorosa accoglienza degli amici bavaresi. Nelle festose serate e nelle iniziative promosse dall’associazione “Freundeskreis Roncone” la gente tutta, insieme alle istituzioni, alle associazioni locali e alla parrocchia ha manifestato una grande ospitalità, a testimonianza di una scelta indovinata, ben accompagnata negli scorsi anni e ora fortemente condivisa e sentita dall’intera comunità. Luigi Bianchi
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Centenario Grande Guerra
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Alla lunga, e pur succinta, sequenza delle cronache di quelle giornate del novembre 1915 il compito di rinverdire i ricordi ancora ricchi di testimonianze di vicende che forse a troppi sono tuttora sconosciute perché non adeguatamente trasmesse ed insegnate. – 2 novembre. Inizia la battaglia di Krivolak: truppe francesi attaccano Salonicco per andare in aiuto dei Serbi, ma sono bloccate e costrette alla ritirata per il 21 novembre dai Bulgari. 3 novembre. Un neutralista al governo ad Atene. Atene: si dimette il primo ministro Alexandros Zaimis. Gli succede Stephanos Skouloudis, un neutralista che minaccia di attaccare i soldati alleati sbarcati a Salonicco. 4 novembre. Finisce la terza battaglia dell’Isonzo. Una carneficina. La terza battaglia dell’Isonzo, che si è combattuta praticamente su tutto il fronte orientale, è sospesa. I ripetuti assalti della fanteria italiana non hanno ottenuto gli effetti sperati: le postazioni e le trincee austriache conquistate sono state perse il più delle volte nei contrattacchi del nemico. Il Monte San Michele e il Sei Busi, in particolare, sono stati teatro di feroci attacchi e contrattacchi, anche all’arma bianca. Sul Monte Calvario, sul Sabotino e sulla Quota 121 di Monfalcone tutti i tentativi di conquistare le trincee austro-ungariche sono falliti. Pesantissimo il prezzo pagato: 67.000 circa le perdite italiane (con 11.000 morti e alcune brigate praticamente annientate), 42.000 quelle austriache (9.000 morti). 5 novembre. Libera per i Tedeschi la ferrovia Berlino-Costantinopoli. Fronte serbo: i Bulgari strappano ai Serbi il controllo di Niš, città situata sulla linea ferroviaria Berlino-Baghdad. Fronte africano: dopo due giorni di combattimenti, si arrendono
Guerra 1914-18 mese per mese -- Novembre 1915
Un terribile novembre di guerra cosparso di sangue Anche il fronte italo-austriaco conosce l’amarezza dei tanti Caduti Un mese - il novembre 1915 tanto tempo. E proprio in di Mario Antolini Muson - tutto da leggere in quella inquesto mese - “anniversaterminabile “cronaca mensile di guerra” che anche rio di quello di allora” - si ricordano anche i monti le pagine di Internet conservano quasi gelosamente ed i fiumi italiani - con i rimasti indelebili nomi di e con pudore, e dalle quali traggo gran parte del “Isonzo” e “Carso” - arrossati dal sangue di mimateriale che qui riporto. La cronache e la storia gliaia di Caduti, mentre in Inghilterra si facevano restano nelle fredde pagine dei documenti; ma da sentire le voci delle prime associazioni “anticoscriquelle pagine esce l’ultimo grido dei morti e ne zione obbligatoria” che si aggiungevano a quelle sgorgano le lacrime di chi li ha dovuti piangere per nazionali italiane “non interventiste”. agli Inglesi i soldati tedeschi che tenevano il bastione montuoso di Banyo, nel Camerun tedesco. 6 novembre. Nell’Artois progressi minimi, ingenti le perdite. Fronte occidentale: si conclude la grande offensiva francese nell’Artois e nella Champagne. Il generale Joffre canta vittoria, annunciando che sono stati catturati 25.000 soldati tedeschi e 150 cannoni pesanti, ma i progressi sono stati minimi, le perdite pesanti: 47.000 uomini nell’Artois, 144.000 nella Champagne, mentre i Tedeschi ne hanno persi 85.000. 7 novembre. Gli Italiani conquistano il Col di Lana. Fronte italiano: sul versante delle Dolomiti, dopo i ripetuti assalti dei giorni precedenti fermati dalla accanita resistenza degli austriaci, truppe italiane «con un ultimo furioso attacco» (Cadorna) conquistano la vetta del Col di Lana. Che però sarà
Il Giornale delle Giudicarie
mensile di informazione e approfondimento Anno 13 n° 10 ottobre 2015 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Caporedattore: Roberto Bertolini Comitato di redazione: Matteo Ciaghi, Elio Collizzolli, Aldo Gottardi, Denise Rocca Hanno collaborato: Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Francesco Brunelli, Alberto Carli, Umberto Fedrizzi , Enrico Gasperi, Marco Maestri, Elisa Pasquazzo, Alessandro Togni, Alberta Voltolini, Ettore Zampiccoli, Ettore Zini, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3335988772) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato l’1 ottobre 2015 da Sie Spa - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129
Truppe in ritirata in Serbia
ripresa dagli Austriaci in una controffensiva che partirà dalla cima poco distante del Sief. Un sommergibile affonda la nave italiana carica di emigranti. Mar Tirreno: il sommergibile tedesco U-38, che (come riferiranno alcuni testimoni) cambia all’ultimo momento la propria
bandiera con una austriaca (non essendo formalmente la Germania in guerra con l’Italia), al largo della Sardegna colpisce più volte e affonda il piroscafo italiano “Ancona”, partito il giorno prima da Napoli e diretto, a New York. A bordo c’erano 496 persone, la stragrande
maggioranza passeggeri di terza classe, emigranti napoletani. Ne muoiono 208, compresi 25 cittadini americani. La nave portava anche un carico d’oro destinato a pagare materiale bellico comprato dagli Stati Uniti. 9 novembre. Vittoria bulgara nella battaglia della Morava contro i Serbi. 10 novembre. Fronte italiano: inizia la quarta battaglia dell’Isonzo, continuazione, dopo una sospensione di pochi giorni, dell’offensiva precedente. La spinta dell’esercito italiano, sotto una pioggia torrenziale, è distribuita lungo tutta la linea dell’Isonzo, anche se la maggior parte dei combattimenti si concentra sulla direttrice di Gorizia e sul Carso. Obiettivi degli assalti, ancora i monti Sei Busi, San Michele, Sabotino, e il Podgora (o Calvario), baluardo austro-ungarico a difesa di Gorizia. «I soldati erano ormai stanchi e demoralizzati dai continui assalti falliti in mezzo a rischi elevatissimi e le condizioni in trincea, con l’inverno alle porte, si facevano ogni giorno più disperate. Il rancio era scarso e freddo, le mani e i piedi spesso erano immobilizzati e gonfi dal gelo, le uniformi sempre fradice e, quando si asciugavano all’aria, diven-
tavano rigide come legno». 11 novembre. Londra: consiglio di guerra ristretto a soli cinque ministri. Winston Churchill, escluso, dà le dimissioni e parte per il fronte occidentale; va a comandare un battaglione con il grado di tenente colonnello. 15 novembre. Vittoria bulgara nella battaglia della Ovche Pole contro i Serbi. 18 novembre. Violento bombardamento italiano su Gorizia. Dopo averlo annunciato con un lancio di volantini dagli aerei, l’artiglieria italiana colpisce Gorizia con un violento bombardamento di tre ore e mezza. Danni gravissimi alla città, ancora abitata da civili, ma nessun vantaggio tattico per gli italiani. L’operazione è stata decisa dal Comando supremo su consiglio del generale francese Joffre. 22-25 novembre. Fronte mesopotamico: bagno di sangue inglese a Ctesifonte. Il contingente anglo-indiano comandato dal generale Townshend attacca Ctesifonte, per aprirsi la strada verso Baghdad, distante solo 35 chilometri. Riesce a superare la prima linea difensiva turca, ma a prezzo di un bagno di sangue: più della metà degli 8.500 soldati impegnati nell’offensiva sono uccisi o feriti dai turchi. E la seconda linea nemica tiene. 23 novembre. Fronte serbo: i Serbi sconfitti a Pristina si ritirano in Albani. Sconfitta serba a Pristina e Mitrovica: i Tedeschi fanno 17.000 prigionieri. Comincia la lunga ritirata di 200.000 Serbi, militari e civili, sui monti e in Albania. 25 novembre. Fronte mesopotamico: in Mesopotamia gli Inglesi si ritirano con le truppe esauste e decimate dallo scontro di Ctesifonte e nell’impossibilità di ricevere rinforzi (come invece succede ai turchi) e di procedere verso Baghdad; Townshend organizza la ritirata. Per gli inglesi comincia un’umiliante marcia di ripiegamento verso Kut. 27 novembre. Londra: Inglesi contro la leva obbligatoria. Pacifisti giunti da molte città della Gran Bretagna fondano nella capitale inglese la “Lega anticoscrizione”: un’associazione contro la leva obbligatoria.
Centenario Grande Guerra
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Novembre 1915 – Ripercussioni in Trentino e nelle Giudicarie
Nelle cronache del Perli un mese davvero incredibile Soldati e prigionieri ovunque. E lavoro per tutti i rimasti a casa Ma, ancora una volta - e sarà così fino al novembre 1918 - sempre dettagliata e costante la penna di mons. Perli, con una attenta peculiarità per il territorio e delle popolazioni locali ed una vastità di visione che hanno dell’incredibile. Ecco la sua costante testimonianza. - 3 Novembre. L’Italia nella sua III prova all’Isonzo vi impegnò 150.000 soldati. / Con oggi furono completamente evacuati i paesi della parrocchia di Creto. / Quest’anno furono proibiti i lumi accesi nei Cimiteri la sera dei morti. / Passarono per qui verso Campiglio diversi prigionieri russi mandati lassù quali lavoratori: sono giovani robusti pieni di vita, avidi di frutta e di castagne. / Durante il mese d’ottobre quest’anno si recitò il Santo Rosario anche la sera oltre che la mattina. Solenne esposta sul presbiterio l’immagine della Madonna sempre onorata di candele accese offerte dai fedeli. Furono frequentati più del solito anche i Sacramenti. Persone di buon senso osservarono come nell’attuale guerra si palesi in tutti una certa quale compiacenza all’udire le ecatombe di Russi, o di Italiani o di Francesi come se quei poveri caduti non meritassero la nostra compassione! / Le scuole locali furono aperte soltanto oggi, non però nei soliti locali, ma una qua, l’altra là dove fu possibile. / Quasi ad ogni incontro di persone civili e militari ti vien fatta la domanda: «Quando si finirà questa guerra? Si finirà presto? ». La popolazione tribulata in mille modi, coll’angoscia nel cuore pei famigliari sul campo o altrove, pel timore della fame, costretta a tutta la prudenza dai rigori militari, si sente venir meno nella pazienza e nella speranza; e al vedere che il Cielo è di bronzo a tante miserie e a tante suppliche si va perdendo anche la fede in Dio, e si passa facilmente alla bestemmia. Dove andremo a finire?! / Sullo stradone presso il ponte dell’Arnò, a Sivrè e sopra Brévine furono costruite eleganti baracche per la guardia militare, munite di stufe di ferro. Nei prati del Basso Arnò e del Baita si stanno costruendo grandi baracconi per ospitarvi vacche da macello e buoi da lavoro. Tutti i buoi e i rispettivi
Fra le annotazioni storiche trentine al mese di novembre 1915 troviamo: «Gli Austriaci concentrarono nel Tirolo e nel Trentino 400.000 soldati che saranno impiegati nella “Strafexpedition” del 15 maggio 1916»; mentre per i mesi ottobre-dicembre 1915 già era stato scritto: «L’offensiva italiana riprende alla metà ottobre. Si completa l’occupazione della Val di
Ledro, con la Conca di Bezzecca e la Valle di Concei» lungo il confine con le Giudicarie. Circa l’atmosfera strettamente militare di quell’epoca le cronache riportano: «25 novembre 1915. Ezio Michelotti, allievo dell’imperial regia Scuola reale di Trento viene condannato dal tribunale militare a sette anni di carcere per il reato di incitamento alla diserzione».
Donne impegnate nel lavoro dei campi durante la guerra
carri furono requisiti dal militare pel suo servizio. Il materiale necessario per il vettovagliamento e l’equipaggiamento militare vien condotto da Trento, parte con attirali (due volte in settimana) e parte colle automobili delle quali ne arrivano buon numero ogni giorno. I materiali condotti finora in cemento, in ferro, legnami ecc. dovrebbero bastare a riempire tutta la valle. Spese immense! Oh, quanto comoda e meno costosa sarebbe ora la tramvia! /Per la posta il militare ha un auto apposita, e noi un calesse a cavalli: che parte da Trento la mattina alle 6 e arriva qui alle 4-5. Tutte le 24 automobili del signor Zontini furono requisite dal militare. Taluni per recarsi a Trento si servono delle automobili-carri militari mediante mance ai chauffeur (autisti). / Quest’anno i cacciatori dovettero attaccare ad un chiodo il divertimento della caccia, perché il governo ha requisito e posto sotto chiave anche tutti gli schioppi privati - 11 Novembre. Oggi anche Roncone e Lardaro ebbero ordine di evacuare e recarsi a Tione e nel Banale. Gl’Italiani a mo’ di gatti s’arrampicano su per le rupi, e stringono sempre più da presso alle nostre
Forte Corno
linee. / La popolazione di Tione in vista del pericolo di esser pur essa allontanata dal paese fra i profughi colle conseguenti sofferenze e irreparabili danni deliberò la erezione di una decente cappella sul monte di Tione alla Madonna di Lourdes qualora la Madonna ci preservi da siffatte conseguenze sino alla fine della guerra. A tale scopo sono già firmate 5000 corone. La candida Regina dei cieli esaudisca il nostro voto! / Il denaro circola in insolita abbondanza derivato dalla vendita di bestiami e di generi, dai sussidi, dal lavoro delle trincee. La popolazione è malcontenta per la mancanza di farine gialle e per la troppa scarsezza delle bianche e troppo ben misurate anche queste. 16 Novembre. Mando ai
nostri profughi in Boemia 12 sacchi e 4 casse di biancheria e vestiti raccolti in alcuni paesi del decanato; oltre la biancheria regalo all’ospitale militare di Tione, l’albergo Cavallo Bianco dei Simonini, al quale consegno ancora 33 litri di conserva e altri 60 alla Croce Rossa d’Innsbruck. / Oggi ci arrivò l’annunzio di morte di Leopoldo Zamboni fu Giovanni detto Naneto, nato nel 1881, avvenuta nell’ospitale di Tokai in Galizia li 14 settembre 1914, e di Giovanni Battocchi di Giovanni detto Bortolìn, nato nel 1887 avvenuta li 21 aprile 1915 per tifo a Nodiavemie. / L’Italia rinnovò i suoi sforzi sull’Isonzo e specialmente nel Goriziano. I giornali di tutti gli stati belligeranti accusano a vicenda i ne-
mici di barbarie, crudeltà e rovine perpetrate qua e là sia contro i poveri prigionieri, sia sulle persone civili e sui paesi occupati. La storia appurerà certamente la verità dei fatti anche su questo punto, e chi vivrà vedrà quali furono i barbari più barbari. / Incominciano ad arrivare anche qui prigionieri russi quali operai. Ogni gruppo dei medesimi porta con sè un’immagine del Crocifisso inquadrato e ornato di fiori e di foglie: vi professano grande rispetto e devozione, ed ogni sera vi si raccolgono dinanzi a recitare le loro orazioni. / Innsbruck ci ha promesso ripetutamente zucchero, olio, sapone, riso ecc. ma, nonostante i nostri reclami, quei generi sono ancora di là da venire! / I nostri continuano a costruire su tutti i monti baracche grandi e piccole fornite di stufe per l’inverno: ne costruiscono anche a Cingledino dove le assi vengono portate su dalle nostre donne a corone 3 l’una. / Ora non si combatte che nella Serbia e sul Goriziano. Molti di Roncone si rifugiarono nelle loro cascine del monte piuttosto che altrove. / Una lettera dei nostri dalla Siberia a qui impiega in media 80 giorni; molte cartoline vanno perdute,
così pure il denaro, che si spedisce colà, parte arriva e molto va perduto. In causa dell’alfabeto russo diverso dal nostro, gl’indirizzi che vengono e vanno per colà sono per lo più indecifrabili o sbagliati. / A Trento e a Vienna i nostri studenti universitari cattolici istituirono un proprio ufficio “Comitato pei richiamati e profughi” che si occupa con zelo anche nel facilitare alle famiglie la corrispondenza coi prigionieri all’estero. / La moneta austriaca che vien spedita all’estero nell’atto dev’essere consegnata all’ufficio postale, questo ne fa il cambio in base all’aggio dei franchi svizzeri colla perdita nostra oggi del 29 per cento. - 25 Novembre. Oggi arrivarono qui per Campiglio 500 prigionieri Serbi. Portano una divisa simile a quella dei Russi. Se i Russi ti hanno un aspetto bonario, i Serbi invece di furberia e selvatichezza. - 27 Novembre. Anche la Serbia fu. Le potenze centrali in un mese e mezzo la percorsero da un confine all’altro. Adesso viene la volta del Montenero. Il re di Serbia Pietro e Nicola del Montenero partirono per l’Italia. / L’Italia si ostina contro l’Isonzo. / Oggi si tenne qui la rassegna degli Standschützer del distretto che per qualche ragione furono trascurati in passato. Ne comparvero circa 200 e ne furono tenuti abili 100 (sei da Tione) tra i quali “giovinetti” da 68 e 72 anni per essere adibiti a lavori militari ausiliari! - 29 Novembre. Questa mattina si fa sentire anche qui il mortaio da 30,05 in azione a Lardaro contro le fortificazioni italiane; ad ogni suo colpo le case e il terreno sussultano come scosse da terremoto, e le finestre vibrano. / Fra i soldati in loco furono raccolte 800 corone pro Croce Rossa Bulgara; l’imperial regio sergente distrettuale di gendarmeria Demattia ne raccolse 80 pel Natale ai soldati sul fronte. In Tione e circondario furono raccolte 280 corone pei profughi in Boemia, 30 per i poveri Polacchi, altre corone 70 per gli orfani dei caduti, e 70 pel Natale ai soldati sul campo. Mario Antolini Muson
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Attualità
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Forte del successo dell’edizione 2014, del reinserimento permanente nel calendario di Coppa, di un’aspettativa vicina ai 15.000 spettatori, la classicissima dello sci alpino ha un nuovi fan nell’Assessore provinciale al Turismo della Provincia Autonoma di Trento, Michele Dallapiccola che ha dimostrato tutto il suo entusiasmo: “Un evento del genere, un’emozione del genere, sono da provare. La 3Tre è veramente la festa di tutti, uno spettacolo affascinante”, ha detto. La 3Tre avrà un ruolo da assoluta protagonista nella nuova stagione sugli sci che il Trentino ha presentato in grande stile alla Triennale di Milano. “Stiamo lavorando duro perchè vogliamo che sia tutto perfetto: vogliamo offrire uno spettacolo da Champions League”, ha detto Lorenzo Conci, Presidente del Comitato 3Tre. A far vivere l’atmosfera magica dello slalom notturno di Campiglio anche l’ultimo vincitore italiano, Giorgio Rocca, attuale testimonial nonché apripista della 3Tre: “Delle mie vittorie, Campiglio resta quella indimenticabile, ineguagliabile rispetto a qualsiasi altra pista. A Campiglio senti la folla, la respiri, è un’emozione continua”. Anche il Presidente FISI Flavio Roda ha salutato con ottimismo la nuova stagione: “E’ cominciata bene, con la vittoria della Brignone, ho visto la nostra squadra piena di voglia di lottare. Il Trentino sarà più che mai fondamentale con i suoi eventi e la sua attivitá, e Campiglio un appuntamento da non perdere, sperando di rompere il ghiaccio dieci anni esatti dopo Giorgio Rocca”.
Bollicine, ricordi e tecnologia: la 3Tre incanta ad Expo On line il nuovo sito ufficiale, con una preziosa sezione storica
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ollicine per brindare con vino rigorosamente trentino ad una leggenda che si rinnova, dalle immagini in bianco e nero allo show in HD dei giorni nostri. Così Madonna di Campiglio ha conquistato Milano, illuminando la terz’ultima serata di Expo con circa 300 ospiti
per niente scoraggiati dalla pioggia battente. Nell’occasione, presso l’esclusiva Terrazza Ferrari, Campiglio ha presentato la sua gemma più preziosa, la mitica 3Tre, lo slalom notturno di Coppa del Mondo che il 22 dicembre torna al Canalone Miramonti. Ricco il calendario degli eventi internazionali in Trentino: oltre alla 3Tre, la Coppa Europa a Pozza di Fassa e Folgaria e per il fondo il Tour de Ski in Val di Fiemme, solo per citare i principali. Il sistema-sci trentino è pronto a mettersi in movimento forte dei suoi numeri: 7 milioni di persone hanno sciato nulle nevi trentine lo scorso inverno generando un fatturato di 150 milioni di euro. “Un’economia che trae grande beneficio dagli eventi - ha dichiarato l’Assessore allo Sport Tiziano Mellarini - e il ritorno definitivo della 3Tre in Coppa del Mondo è decisamente un motivo di orgoglio”. La 3Tre ha presentato anche una versione del tutto rinnovata del sito ufficiale, www.3trecampiglio.it. Una bussola perfetta per chiunque voglia sapere di più sull’evento, con una preziosa sezione storica che documenta tutte le 61 edizioni fin qui disputate con le immagine e i dati raccolti da Paolo Luconi Bisti, memoria storica dell’evento.
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L’evento tionese si conferma come uno degli appuntamenti di maggior rilievo nel panorama fieristico del Trentino
Ecofiera di Montagna, un successo nonostante la pioggia
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a nuovamente registrato un alto gradimento di pubblico la fiera campionaria autunnale di Tione. L’edizione 2015 di EcoFiera pur registrando una diminuzione di presenze - dovuta alle condizioni meteo certamente poco favorevoli, con pioggia e freddo - ha peraltro confermato il ruolo di importante vetrina delle produzioni di Montagna e per la montagna. Grande interesse hanno destato le proposte legate al mondo della Green Energy (Energia pulita), nel quale la Provincia autonoma di Trento sta investendo con grande convinzione. Ma fedele al motto “tante fiere in una”, l’EcoFiera di Tione ha mostrato una vitalità e una capacità di rappresentare l’immagine produttiva della zona che pochi altri eventi fieristici in Regione possono vantare. Quasi 200 espositori hanno proposto le novità commerciali nei settori dell’Agricoltura di montagna, Sviluppo sostenibile, Fonti alternative, Risparmio energetico, Bioedilizia, Eco-arredo e design, Artigianato, Prodotti tipici, Produzioni biologiche, Ristorazione delle Giudicarie, Agriturismo, Attività tradizionali della montagna, SportNatura e Salute e benessere. E se pur con varie sfumature tale valore è stato
ricordato nella cerimonia di inaugurazione dall’assessore comunale Mario Failoni, dal presidente del Consorzio Turistico delle Giudicarie Daniele Bertolini, dal consigliere provinciale Mario Tonina, dal presidente della Comunità di Valle Giorgio Butterini e dall’assessore provinciale all’Agricoltura e Turismo Michele Dallapiccola, che era affiancato dal collega Tiziano Mellarini (Sport, Cultura e Protezione civile) Grande interesse si è avuto per il settore della Gastronomia tipica e produzioni biologiche - Salone del gusto con la novità dell’isola Sapori e momenti in piazza, curata da Bon Tour e ospitata nelle
Taglio del nastro dell’edizione 2015
casette in legno in Piazza Cesare Battisti, sede del prossimo Mercatino di Natale. E da Ecofiera 2015 è partito anche un monito sulla sicurezza
delle canne fumarie, nel convegno promosso con l’associazione artigiani. Ma decine sono stati gli appuntamenti (con mostre, rassegne, eventi,
degustazioni enogastronomiche e competizioni) che hanno attirato grandi e piccini. Alla soglia della maggiore età, è proprio il caso di
dirlo, EcoFiera di Tione mostra ancora una preziosa esuberanza giovanile, certezza di ulteriori successi. (d.d.)
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Ha preso il via giovedì 29 ottobre il Tavolo permanente di agricoltura e zootecnia, strumento fortemente voluto dall’Amministrazione comunale di Fiavé per ricomporre la frattura esistente tra i contadini e chi non ha collegamenti diretti con il settore. In realtà, il lavoro è partito già nel mese di agosto quando Stefano Carloni, allora consigliere delegato ed ora assessore comunale all’agricoltura, ha radunato in riunioni separate le varie categorie economiche e sociali del territorio, per raccogliere le indicazioni utili a comporre il Tavolo: fanno quindi parte di questo neonato organismo, oltre al coordinatore Carloni, per gli agricoltori Simone Bronzini e Mauro Cherotti, per esercenti, artigiani e commercianti Christian Farina e Pietro Tonini, per gli operatori
Al via il “Tavolo permanente dell’agricoltura e zootecnia”
L’amministrazione comunale di Fiavè promuove un luogo di confronto sulle questioni più attuali di un settore strategico per le Esteriori turistici (albergatori, b&b e agritur) Giuliano Carli e Cristiano Zambotti, per le associazioni e Asuc Luca Bronzini, Dario Giordani, Barbara Margonari, Mariano Nicolodie Lina Salvadori, per la Pro Loco Lorena Festi. Inoltre, il coordinatore potrà inviare - dopo un confronto con gli altri membri - inviti «ad hoc» ad altre persone che in determinate circostanze possano offrire un contributo importante al
percorso del Tavolo. Diversi gli argomenti sull’agenda dell’assessore Carloni in vista degli incontri, che si terranno a scadenza bimestrale, a cui faranno seguito poi periodiche riunioni pubbliche con la popolazione per illustrare lo stato di avanzamento dei lavori. Partendo da un’analisi dello stato attuale del territorio e del comparto agricolo, si analizzeranno i vari dettagli collegati alle aziende
operanti nel settore, per poi concentrarsi sulle problematiche connesse alla zootecnia. Qui si lavorerà per capire come migliorare gli impatti con il turismo, la viabilità, la salute dei cittadini e la quotidianità di chi vive a Fiavé. Si individueranno quindi le azioni - alcune di immediata eseguibilità, altre giocoforza proiettate nel medio periodo - per risolvere i problemi connessi al settore zootecnico e so-
prattutto al rapporto con chi non ha rapporti diretti con le aziende agricole. Questa la sfida che l’Amministrazione comunale di Fiavé guidata da Angelo Zambotti sta intraprendendo e che conta di vincere in maniera propositiva, mettendo da parte inutili e dannosi «muro contro muro» che finiscono per irrigidire le posizioni delle parti in causa, lasciando irrisolti i problemi.
La lettera di Giuseppe Ciaghi
Cooperativa di Pinzolo. C’è proroga e proroga Ho letto sulla stampa locale che il commissario della famiglia cooperativa di Pinzolo è stato prorogato ancora per quattro mesi dopo che la sua gestione, che è durata esattamente la lunghezza di un intero esercizio, cioè ben un anno, sembrerebbe abbia chiuso con un bel rosso. Mentre la gestione precedente aveva segnato una perdita molto ridotta. Quest’ultima per la sua “cattiva gestione” era stata commissariata. A questo punto, anziché prorogare l’incarico al commissario, logica e correttezza vorrebbero che per analogia, se è vero che il bilancio tende al rosso, fosse stato commissariato e sostituito anche lui. I soci, fra cui il sottoscritto, espropriati di punto in bianco della loro Famiglia cooperativa senza essere stati informati di niente, dopo una serie di vicende che hanno avuto a dir poco del grottesco, con dimissioni del direttore e più tardi di
Famiglia Cooperativa di Pinzolo
due consiglieri, (che si sarebbero potuti sostituire) e in seguito a una revisione fatta dal dirigente della Federazione Enrico Cozzio, che , si badi bene!, è socio della Famiglia cooperativa di Pinzolo, si sarebbero aspettati un’informazione corretta ed esaustiva su quanto accaduto prima del commissariamento, magari con la convocazio-
ne di un’assemblea, e che il Commissario si fosse adoperato per reintegrarli in fretta nei loro diritti, cioè di metterli in grado di gestire la loro famiglia cooperativa con gli uomini scelti da loro nel più breve tempo possibile. Anche per evitarne la disaffezione, come purtroppo è avvenuto e sta avvenendo con gravi danni, dato
che non la sentono più come propria. Abbiamo invece assistito a una proroga dopo l’altra.. Con la scusa di portare avanti dei progetti. Guarda caso quelli avviati da Binelli. Non va dimenticato che il presidente Ornello Binelli aveva ottenuto un plebiscito due anni fa quando fu eletto, nonostante l’agguerritissima concorrenza messa in campo dagli uscenti – gli si era contrapposto Luciano Caola, assessore comunale e consigliere della F. cooperativa -Mauro Cominotti, il presidente uscente si era candidato da consigliere e fu bocciato sonoramente. I soci avevano dimostrato di non essere d’accordo sulla gestione immobiliare del consiglio uscente, che aveva preso accordi per vendere al Comune e alla Provincia il nuovo edificio dell’Ingross realizzato a Madonna di Campiglio per ricavarne un centro wellness e di cui un geometra aveva redatto persino un progetto (su in-
carico di chi?). Non si vorrebbe che dietro tutte queste manovre ci fosse l’obiettivo di mettere in difficoltà la cooperativa così da costringerla a cedere quell’immobile (il ricordo di quanto capitato al caseificio di Pinzolo riaffiora di continuo) con la scusa di sanare il “buco”. A Pinzolo comunque c’è molta attesa per l’esito del ricorso presentato dal presidente Binelli al TAR, che, guarda caso, anch’esso è stato prorogato più volte. A Pinzolo si è convinti che se Binelli avesse avuto torto, la sentenza sarebbe arrivata subito. Invece sono in molti ad aspettarsi che il Tar riconosca la correttezza dell’operato di Binelli e dei consiglieri, e che li rimetta al posto dove li avevano voluti i soci. E’ questa un’ipotesi che non abbiamo mai trovato sui quotidiani d’informazione, ma che va presa in seria considerazione e che a Pinzolo gode parecchio credito. Giuseppe Ciaghi
Attualità E a rendere ancora più avvincente la sfida è stato il voto del pubblico - circa 5.000 le persone convenute da tutto il Nord Italia per assaggiare le delizie cucinate con la famosa farina gialla di Storo – che ha proposto un differente esito: la migliore è stata giudicata quella cucinata dal Polenter di Storo anche se proprio davanti a Cimego. Insomma il fattore campo ha giocato un ruolo importante. Ma il festival è stato un vero e proprio successo che ha coronato il grande lavoro della Pro Loco M2 e dall’amministrazione comunale di Storo organizzatrici di questo Primo Festival della Polenta in sinergia con il Consorzio turistico della Valle del Chiese e la stessa Agri ‘90. Ne è uscito un testa a testa tra la Macafana e la Carbonera, due delle polente storiche del Chiese. Ma un grande successo hanno ottenuto anche le polente di Patate e la Cucia. Il primo Festival della Polenta a Storo, nella Valle del Chiese, in Trentino, ha permesso di proporre ad un pubblico numeroso e goloso, proveniente da tutto il Nord Italia, il patrimonio alimentare della valle. E i complimenti si sono sprecati. . A cominciare da quelli della giuria tecnica guidata dal conduttore televisivo Edoardo Raspelli e composta anche da Giuseppe Casagrande, Gianmichele Portieri,
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Successo per la 1ª edizione dell’evento di Storo con migliaia di persone da tutto il Nord Italia
Al Festival della Polenta trionfa la “Macafana” È stata dunque la Macafana di Cimego la Polenta regina della valle del Chiese 2015, alla prima edizione del Festival della Polenta di domenica 11 ottobre. È stata la più votata dalla giuria di giornaAngelo Carrillo, Renato Malaman, Morello Pecchioli e Ksenia Pedrazzini. Esperti affiancati da Chiara Avanzo (Presidente del Consiglio Regionale Trentino Alto Adige), Luca Turinelli (Sindaco di Storo ) e Vigilio Giovannelli (Agri90). E’ poi toccato a Nicola Zontini (presidente della Pro Loco) il compito di coordinare l’arrivo delle polente nelle sale del Comune dove sono stati fisicamente preparati i piatti per le degustazioni anonime. Il responso della giuria ha dunque premiato nell’ordine Cimego (Macafana) davanti a Brione (Carbonera) e a Praso (Patate). Il voto della giuria popolare ha invece visto vincere sul filo di lana i polenter di Storo (Carbonera) su Cimego (Macafana)
listi enogastronomi, guidati da Edoardo Raspelli, che hanno emesso il verdetto dopo aver assaggiato le sette pietanze partecipanti al Primo Festival della Polenta organizzato a Storo, in Trentino.
Cimego si aggiudica il primo Festival della polenta di Storo
e Condino (Carbonera). Ai piedi del podio sono finiti Bondo con la Cucia e Strada con la seconda polenta di patate. Complessivamente in lizza vi erano tre polente Carbonera (cucinata tradizionalmente con Salame e Burro), due di
polenta di patate (con Cipolla e Formaggio) e una ciascuna di Macafana (Burro, Spressa e Cicoria selvatica) e di Cucia (Burro e Formaggio di monte fuso). Tutti gli ingredienti utilizzati sono a KmZero, a partire dalla farina Gialla di Storo
prodotta dalla Coop Agri90. Il Festival ha costituito una preziosa vetrina delle produzioni agricole della valle, a partire dalla Spressa prodotta nelle malghe poste sulle montagne che avvolgono il Chiese. Le sette polente sono state preparate nelle quattro piazze centrali della borgata e sono state degustare in abbinamento con bicchieri di vino. E grande successo hanno avuto le isole gastronomiche legate al Festival: in Piazza Malfer Erbe officinali e Pesce di Montagna, in Piazza Unità d’Italia I Prodotti Caseari dei nostri Alpeggi, in Piazza Europa La carne e gli Insaccati tipici, in Piazza Grassi Le Dolcezze della valle del Chiese.
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Come la rassegna degli spaventapasseri e i momenti di aggregazione per i più piccoli, con laboratori e animazioni. Il dado è tratto e da domani per Pro Loco M2, Comune di Storo, Consorzio Turistico VisitChiese e Agri90 inizierà la lunga ricorsa all’edizione 2016. Partendo da un grande successo. Produzione agricola e promozione turistica, quali sinergie in Trentino? recitava il titolo del convegno ospitato venerdì sera nella sede di Agri 90 a cura di VisitChiese, con la presenza dell’assessore provinciale Michele Dalla Piccola, di Giorgio Fracalossi(Presidente Ftc), di Giulia Dalla Palma (Apt Val di Non) e Giorgio Butterini (Presidente Comunità di Valle). La risposta è arrivata dal Festival di Storo. La qualità premia, sempre. (r.s.)
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BOTTA E RISPOSTA
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Egr. con quel che succede ormai da troppo tempo durante le gite scolastiche sono davvero preoccupata sul comportamento da tenere con i miei figli. Permettere loro la gita o tenermeli a casa anche a costo di incrinare il nostro rapporto...ma i professori che ci stanno a fare? Lei lo dovrebbe sapere. Bruna
Opinioni a confronto
NOVEMBRE 2015
I dubbi di un genitore di fronte a recenti fatti di cronaca
Ma le gite di classe sono sicure? Ehi, signora, abbiamo partecipato un po’ tutti alle gite scolastiche e sappiamo che in molti casi succede di tutto. E’ l’occasione storica per i ragazzi di spassarsela alla grande, magari fregando i professori, giocando sotto il loro naso con sortite imprevedibili che mai si permetterebbero a casa. Ma di
Coppie gay e adozioni. Questione delicata Caro Adelino, si parla tanto in questi giorni della legge sulle “unioni civili” e sulle possibilità che anche i gay possano adottare bambini. Vorrei sapere cosa ne pensa. Giorgia Cara Giorgia, l’argomento è attuale, ma non è facile da trattare in poche righe. Ci provo a dire la mia, prendetela così come ve la dico. Personalmente sono favorevole alle unioni gay. Solo un legame ai fini della legge, in modo che possa garantire alle due persone che formano una coppia i diritti che nascono da un rapporto (si spera) duraturo: eredità, reversibilità, assistenza, conti bancari ecc.ecc. A me comunque non piace che si chiamino matrimoni gay, il termine matrimonio ha, per me, un preciso significato religioso. Il Matrimonio civile nasce solo a metà ottocento. Non sono invece favorevole alle adozioni per una coppia gay. Non tanto perchè ritenga i gay incapaci di provare sentimenti, o incapaci di crescere od educare un figlio. Quanto perchè, secondo me, ripeto, la diversità uomodonna rappresenta per i figli uno straordinario e completo valore edificante e formativo. L’adozione gay, poi, spalancherebbe la porta dell’utero in affitto, che equivale, più o meno, ad acquistare un figlio al supermercato. Che Dio ci assista.... (a.a.)
solito non passano mai il limite. Così almeno accadeva ai miei tempi. Io ho accompagnato scolaresche per anni in ogni parte d’Italia e posso dire che non ho mai avuto grandi problemi. È però comprensibile che i professori non possano controllare ogni cosa, in particolari in orari e in luoghi fuori dalla loro
portata. Sia il ragazzo caduto dall’albergo in maggio, sia quello caduto un paio di settimane fa, erano nella loro camera (o in camera dei loro amici) a tarda sera. È evidente che stando così le cose i professori potevano fare ben poco. Purtroppo siamo alle solite, l’educazione da dare ai giovani non è solo
compito della scuola, ma è soprattutto il ruolo della famiglia ad incidere sull’indole del ragazzo e sui suoi comportamenti. Stia tranquilla cara signora, permetta a suo figlio le gite che gli verranno proposte dalla scuola con serenità, per loro sono momenti indimenticabili, esperienze che saranno ricorda-
te fin nell’età avanzata. Ma magari prima si guardi allo specchio, ha dedicato tutta la sua attenzione alla buona crescita dei suoi figli? Se sì, non tema per la loro condotta, dia loro fiducia, e i suoi ragazzi non tradiranno mai gli insegnamenti dei loro genitori. (a.a.)
L’emigrazione? Esperienza proficua Ho mio figlio che vuol andare all’estero a cercare lavoro, io non so che dire, di certo all’estero c’è il lavoro che in Italia ormai scarseggia, soprattutto per i giovani laureati, ma anche per i lavoratori meno qualificati. Secondo mio figlio, all’estero ci sono opportunità che ormai da noi non esistono più, che faccio? Sono dispiaciuto che non ti dico... Paolo Caro Paolo, noi trentini siamo sempre stati, per i passato, un popolo di emigranti. Anche noi Giudicariesi abbiamo conterranei in ogni par-
te del mondo. Purtroppo negli ultimi anni, con la crisi che ci ha frastornato, si è tornati a fare le valigie. Andare all’estero per molti trentini è diventato normale. Anche perchè l’emigrazione può essere un’esperienza davvero proficua, di arricchimento sia personale che professionale. Dopo qualche anno all’estero, ritornati al proprio paese, sarà più facile per loro trovare opportunità lavorative consone alla loro preparazione. Quando si va via da casa, non lo si fa quasi mai per divertimento. Purtroppo con quel che è accaduto al nostro Paese e quel che tuttora accade, è naturale che nel
giovane ambizioso scatti la voglia di provarci in altre parti del mondo. Perchè fuori c’è più serietà, più meritocrazia, e una classe dirigente migliore. Sono andato via (scappato) anch’io da casa a sedici anni, e sono soprav-
vissuto e molte delle cose sofferte in quella mia pazzia giovanile mi sono servite per ritrovare la retta via: un lavoro, l’attaccamento al mio paese ed alla mia famiglia, ed una mentalità sufficientemente aperta che mi ha permesso di impegnarmi in molte attività sociali e politiche. Buon viaggio ragazzi e noi genitori cerchiamo di mascherare la nostra preoccupazione ed accompagnamoli con la nostra benedizione. Mi creda, signor Paolo, ogni volta che suo figlio tornerà a casa, noterà in lui dei cambiamenti in positivo che non potrà che apprezzare. E sarà fiero di lui. (a.a.)
Quando la giustizia è... ingiusta Egr GdG, ogni tanto resto perplesso per non dire scandalizzato quando leggo sul giornale alcune sentenze dei Giudici. Io ho fiducia nella giustizia e nei giudici, ma certi loro provvedimenti, mi fanno pensare che qualcosa non funzioni anche nei tribunali. Aspettiamo di sapere com’è effettivamente andata la storia del milanese che ha ucciso il ladro che gli era entrato in casa, ma senti questa, è davvero paradossale. Un signore, E.M., è stato giudicato colpevole per aver preso una scorciatoia. Di mestiere fa il raccoglitore di ferro vecchio, è anziano, privo di una gamba e come si può facilmente capire, non vive nell’agiatezza. E’ stato derubato 19 volte del ferro che raccoglieva qua e là per poi rivenderlo e sopravvivere, e, al ventesimo furto, non potendone più, ha sparato contro i ladri ferraioli ferendoli. La Giustizia lo ha condannato a cinque anni e a pagare
135.000 euro al ferito. Avrebbe dovuto lasciarsi massacrare? A me sembra una grande ingiustizia, una porcheria, è possibile che i ladri abbiano sempre ragione? Renzo Ho letto anch’io questa vicenda sui giornali e ne sono stato fortemente rattristato, ma non è la prima, né sarà l’ultima. I giudici, tecnicamente, hanno fatto il loro dovere e non possono che essere tranquilli. Così dice la legge e così deve essere applicata. Purtroppo quelli che han fatto quella legge, i nostri legislatori, i nostri politici, probabilmente neanche si rendevano conto di quello che stavano votando. Risultato: le vittime sono meno tutelate degli aggressori.
Dice la legge che il cittadino dovrebbe reagire in proporzione all’offesa. Io ho difficoltà a capire, forse doveva prima far accomodare i due rapitori, prego venite avanti, volete una tazza di caffè, poi aspettare con pazienza di prendere almeno una mazzata in testa, ringraziare il cielo che quella bastonata non l’ha ucciso, e solo allora reagire sparando per evitare di essere ucciso. Ma se il signore
in questione oltre ad essere mutilato, fosse stata una persona debole di cuore e gli fosse venuto l’infarto, al ladro cosa sarebbe capitato? Una incrimazione? No, sicuramente. Purtroppo c’è una sproporzione tra ciò che rischia chi ruba e ciò che rischia chi si difende, anche se “eccede” nel farlo. Così i ladri non temono granchè nelle loro scorribande, e il derubato si deve rassegnare e subire. E’ proprio questo il motivo che ha spinto il ferraiolo a ribellarsi e prendere una scorciatoia, facendo giustizia da sé. Certo la giustizia fai-da-te è pericolosa e rischiamo di ritrovarci nel Far West. Ma se la Giustizia, quella con la maiuscola, continua a dare segnali di questo tipo, il risultato è che nel Far West ci siamo già. Adelino Amistadi
Lettere
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La risposta di Oreste Bottaro nel dibattito sui flussi migratori sollevato dal Giornale delle Giudicarie
Occorre obiettività nel giudicare i tipi di immigrazione Cara Grazia Innanzitutto La ringrazio per l’attenzione da Lei prestata a quanto pubblicato dal nostro giornale. L’aperto scambio di opinioni è la tolleranza reciproca è, a mio parere, alla base di ogni società progredita. Credo comunque che non abbia colto quanto io volevo significare o più probabilmente non sono stato sufficientemente chiaro nella mia espressione. In estrema sintesi, da uomo abituato a trovare soluzioni concrete che in questo caso del fenomeno migratorio, si devono confrontare anche con il rispetto dei diritti umani (sui quali penso concordiamo), non riesco ad individuare altre strade che quelle di rivolgere questi fenomeni epocali nella direzione, per quanto possibile, del progresso. Così è stato fatto in molte nazioni avanzate (Stati Uniti, Francia, Germania, Gran Bretagna,
Australia ecc.) ma, se ben ci pensiamo, anche all’interno del nostro stesso paese per governare la imponente emigrazione dal sud verso il nord. Come Lei ben ricorderà, moltissimi settentrionali avversarono anche ferocemente questo fenomeno (ne so qualcosa , avendo vissuto la mia gioventù in Brianza, terra di cui sono originario). Gli immigrati dal meridione erano definiti da moltissimi come fannulloni e propensi alla criminalità. Fortunatamente però non sono stati organizzati treni speciali per rispedire a “casa loro” questa povera gente che cercava, nell’industrializzato settentrione, un futuro. Ora sono persone assolutamente integrate che danno un apporto fondamentale all’economia ed alla società … corsi e ricorsi della storia. Lei può obbiettare che erano comunque Italiani. Non dimentichiamo però che l’Italia di allora è come il mondo
di oggi in termini di scambio economico e culturale. Non ho evidenza, soprattutto nel breve periodo, di altre soluzioni che governare nel modo migliore, l’accoglienza (e penso di non essere il solo). Ovviamente, chi non ha i necessari requisiti deve essere respinto ma mi sembra di capire che queste persone siano in numero largamen-
Egregio Adelino, leggo sul GdG l’articolo di Grazia Castellini che peraltro non conosco personalmente ma che apprezzo da subito e particolarmente, per aver firmato il suo articolo (contrariamente ad altri); concordo senz’altro con lei su quanto ha scritto e non potrebbe oltretutto essere diversamente, visto che riporta fatti storicamente conosciuti e riconosciuti. Mi permetto quindi solo di aggiungere qualcosa che, incredibilmente, nessuno ha mai considerato: i nostri emigranti partivano da
un Paese “piccolo così” , l’Italia (ma potremmo tirarci dentro comodamente anche tutta l’Europa) per andare in un Paese infinitamente più grande e mol-
to scarsamente popolato... oggi noi abbiamo invece un flusso immigratorio di gente che da Paesi infinitamente più grandi del nostro, vengono in una
te minoritario rispetto a chi cerca rifugio da paesi devastati da guerre e carestie.
zioni del paese in cui si viene ospitati (legislative, culturali, linguistiche ecc.).
Il centro del mio pensiero comunque (e qui credo che siamo più vicini di quanto Lei immagina) è di chiedere in cambio di solidarietà , impegno nel lavoro (che costruisce sempre progresso) e rispetto delle regole e tradi-
Nel mio articolo ho parlato anche di “ingerenza umanitaria’ nelle sue varie forme (compresa l’azione militare o di polizia internazionale che dir si voglia) per bloccare questi fenomeni all’origine, eliminando le cause che
determinano estrema povertà e la mancanza del rispetto dei diritti umani (e di conseguenza emigrazione). La comunità internazionale dovrebbe agire in tal senso con programmi ben strutturati d’intervento che prevedano, per queste aree critiche, sia l’azione di stabilizzazione che quella di aiuto umanitario e culturale (infatti sono convinto che certe culture non sono compatibili con il progresso sociale). Lei ha qualche altro concreto suggerimento che possa controllare questo fenomeno dello spostamento di masse di persone senza perdere le conquiste della solidarietà tra gli esseri umani ? Le chiedo anche cosa comporterebbe nel presente per la nostra coscienza, rispedire molti disperati in luoghi dove troverebbero miseria e morte ? Un cordiale saluto Oreste Bottaro
Immigrazioni diverse: non possono esistere paragoni! nazione infinitamente più piccola e con più che rilevante densità di popolazione... direi che c’è una bella differenza, no? Comunque, rivolgendomi
concorde a Grazia in particolare, qui non si tratta solo di Nazionalismo (da intendersi come riferimento delle proprie origini, sia chiaro, che i perbenisti spiccioli sono sempre in agguato per giostrare sui termini) ma anche di quel minimo di dignità e di doverosa gratitudine da riconoscere ad esempio ai nostri Partigiani che dall’Italia, in momenti bui quanto e vorrei dire più di quelli che i migranti hanno vissuto, non sono mai scappati rimanendo qua a difendere la nostra Terra ad un costo che, come ci insegna la storia, non ha mai risparmiato Uomini,
le nostre Donne e purtroppo spesso nemmeno i nostri Bambini. Ma non sono mai scappati e ci hanno consegnato una terra che è ancora terra tutta Italiana. Credo quindi non sarebbe inopportuno chiedere a quei baldi giovanotti, di smettere per un attimo di ascoltare musica dalle loro cuffiette collegate ai loro telefoni cellulari e riflettere su quell’incredibile paradosso che vede loro venirsene via da una terra loro, che dobbiamo però poi noi andare a difendere... eccheccavolo, almeno restate lì ad aiutarci ad aiutarvi! Roberto Curti
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