Giornale delle giudicarie ottobre 2012

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Mensile di informazione e di approfondimento

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ANNO 11- N. 10 OTTOBRE 2012 - Mensile

EDITORIALE

Antipatia, la nostra “specialità”

Centri scolastici, ecco i nuovi dirigenti Completato l’organico dell’Istituto Comprensivo e del Guetti di Tione

di Paolo Mantovan* No, con questo atteggiamento non miglioriamo affatto la situazione. Perché l’onda è troppo alta e un ombrellino serve a nulla. E fa quasi tenerezza ripensare a Luis Durnwalder che aveva un sorriso a 64 denti il 5 settembre, dopo la visita e le dichiarazioni rassicuranti del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. La verità è che quelle dichiarazioni sono andate in “mondovisione” soltanto dentro i confini di questa regione delle due repubbliche autonome, mentre nel resto d’Italia non s’è visto nulla. Nessuno dei siti internet dei giornali nazionali ha dato il benché minimo risalto all’evento al Kursaal di Merano, e non lo hanno dato neppure il giorno successivo sui giornali di carta, se non per far rimbalzare la polemica proveniente dal Veneto: «Basta con le specialità». Ecco. Questo è il sentimento nazionale. E noi possiamo fare ben poco. Perché c’è la crisi (che tutto centralizza). E perché da anni siamo considerati «privilegiati». Perché siamo finiti sui giornali di tutto il mondo grazie all’indennità del governatore dell’Alto Adige che è superiore a quella di Obama. Perché poi Durnwalder ha risposto che lui non ha mica la dotazione di mezzi della Casa Bianca. E così ecco un’altra sprizzata di simpatia. «San Giorgio» non basta Sì, la ventata benefica della “giornata quasi perfetta” con Napolitano e Fischer è già sparita. Dimenticata. Continua a pag. 6

L’agricoltura torna “di moda”: Mondo Contadino ed Ecofiera rilanciano i prodotti tipici “Manifestazioni come questa contribuiscono a far maturare una giusta percezione del lavoro di agricoltori e allevatori che i cittadini apprezzano sempre con maggiore sensibilità”. Significative le parole del presidente degli allevatori trentini, Silvano Rauzi, che fotografano il senso di Mondo Contadino, la kermesse della genuinità dei prodotti giudicariesi e trentini, di scena sul lago di Roncone il 22 e 23 settembre.

Alle pagine 6 e 7

A Tione dal 5 al 7 ottobre l’Ecofiera ATTUALITÀ

Montagna e agricoltura protagoniste

Rifiuti, ecco la nuova Tia A pag. 9

Caccia che passione! A pagina 15

Con la nuova Tac, ortopedia ok A Tione più spazio alle tecniche mini-invasive A pagina 11

A Tione incontri per prevenire e curare

Il gioco d’azzardo preoccupa le Giudicarie

SPECIALE ECOFIERA

Marco Merli scopre una nuova specie botanica

Lo Sherlok Holmes delle piante

Lente d’ingrandimento in mano, Marco Merli gira i boschi trentini, ma anche del resto d’Italia sempre in cerca di una perla rara: piante avvistate in passato e mai più riviste, o esemplari riusciti a sopravvivere in un territorio diverso da quello abituale. A pagina 12

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Rassegna Stampa

OTTOBRE 2012

RASSEGNA STAMPA SETTEMBRE 2012

A cura della REDAZIONE

DALLE GIUDICARIE DALLAPROVINCIA GIUDICARIE ESTERIORI - Inutili i soccorsi per Claudia Bugoloni, 36 anni, nata a Fiavè, ma sposata a Campi di Riva e Debora Andreolli, 18, abitante a Cavrasto, che sono precipitate in un dirupo a bordo di un “quad”. Ancora si sta indagando su come sia avvenuta la tragedia che ha sconvolto l’intera valle. Le due, zia e nipote, avevano deciso di andare insieme a fare un giro con il “quad” lungo la strada che collega il passo Durone a Malga Stabio, di proprietà dell’Asuc di Saone. Una strada molto frequentata d’estate, ma anche

Claudia Bugoloni

molto pericolosa che costeggia un profondo dirupo, già teatro di incidenti per il passato. Nessuno ha assistito all’incidente, quindi è quasi impossibile raccontare quanto sia successo. E’ stato il padre della ragazza, preoccupato perché figlia e cognata tardavano nel rientrare, è andato alla loro ricerca seguendo il tracciato della strada che sapeva che avevano percorso. E trovate alcune evidenti tracce che portavano nel burrone, ha subito capito della tragedia che si era consumata. Chiamati soccorsi, Vigili del Fuoco, uomini del Soccorso alpino, Guardia di Finanza, compreso l’Elisoccorso partito da Trento, ma la ricerca delle due donne era davvero difficile, le chiome della fitta boscaglia non permettevano di vedere alcunché. Alla fine i corpi senza vita delle due giovani sono stati avvistati . Inutile ogni tentativo di soccorso, per loro non c’ era più niente da fare. Forte il cordoglio e la vicinanza dell’intera Debora Andreolli comunità bleggiana.

PONTE ARCHE - Si è festeggiato in questi giorni il compleanno di Ponte Arche, il paese nato subito dopo l’apertura della strada imperiale delle Giudicarie, l’attuale statale, nel 1852. La prima attività è L’osteria delle Arche che sorge alla confluenza del Duina con la Sarca, più tardi si sono aggiunte anche altre attività come la rivendita di coloniali e altre derrate alimentari. Da questo primo nucleo di abitazioni ed attività commerciali si è sviluppato poi il centro termale. VERDESINA - Teodoro Viviani, per tutti il “Doro”, ha spento con gioia le cento cinque candeline della torta preparatagli per i suoi 105 anni. Il Doro è l’uomo più anziano della Rendena, ma anche l’unico che abita ancora in una casa propria, circondato dall’affetto dei propri cari. Alla festa hanno partecipato un po’ tutti i compaesani, il sindaco Bernardi, il presidente ASUC Alberti ed il parroco don Marcello Mengarda. STORO - L’Amministrazione comunale di Storo ha appaltato in questi giorni due importanti interventi per una spesa complessiva di 550 mila euro. La messa in sicurezza delle diverse opere di presa, sorgenti comprese, sarà realizzata dall’Impresa Felice Salvadori di Bagolino che ha praticato un ribasso d’asta del 29,65%. L’altro intervento, 100 mila euro, riguarda la bitumatura delle strade di campagna all’interno della piana di Storo. TIONE - Per i tre agenti di polizia locale, ass. capo Augusto Gottardi e gli agenti scelti, Paolo Zambotti e Giuseppe de Dominicis, è arrivato l’encomio solenne del sindaco di Tione, in qualità di capo fila del Corpo di Polizia Locale che opera sui quindici comuni della zona, “...per aver mostrato alta professionalità di servizio e sprezzo del pericolo nell’adempimento delle proprie funzioni, dimostrando spiccate doti di iniziativa e senso del dovere, contribuendo ad elevare la considerazione della cittadinanza per il Corpo di Polizia Locale”. Il fatto: a metà agosto era stata segnalata una donna che presso il ponte dei Servi, manifestava intenti suicidi. Non potendo intervenire i Carabinieri, sono intervenuti i tre agenti premiati che, consci di non poter aspettare ulteriori aiuti, hanno soccorso la donna afferrandola sul parapetto prima che si lasciasse andare. Quando arrivarono i Vigili del Fuoco, tutto era già stato risolto nel migliore dei modi. CADERZONE - La carcassa di un giovane orso è stata rinvenuta sopra l’abitato di Caderzone Terme, in una località chiamata “Cauli”, a quota 870 metri. Si sta indagando sulle cause della morte e non si esclude un atto di bracconaggio. L’orso morto è stato trovato dalla

signora Anna Mosca, che stava inoltrandosi nel bosco alla ricerca di funghi. L’animale era piuttosto malconcio ed è stato segnalato al referente locale del Progetto Orso che è subito intervenuto con gli uomini del Corpo Forestale. Le condizioni della carcassa hanno fatto comunque risalire la morte a qualche settimana prima, purtroppo le condizioni dell’animale non hanno permesso di stabilire se all’orso sia stato sparato con qualche tipo d’arma da fuoco. TIONE – OSPEDALE - Suor Luigina Riccadonna ha compiuto in questi giorni i suoi 90 anni di cui 68 trascorsi accanto agli ammalati dell’Ospedale di Tione. Ancora oggi, alle 6,30, ogni mattina s’inerpica a piedi lungo le strade di Tione, per recitare con puntualità le preghiere del mattino con gli ammalati. Suor Luigina è nata a Rango, e fin da ragazzina aveva preso i voti nella famiglia delle suore della Carità, più conosciute come suore di Maria bambina. Aveva iniziato la sua missione fra gli infermi all’Ospedale di Trento durante la guerra, ma essendo stato bombardato, si trasferì con i suoi 70 bambini malati di tisi, all’Ospedale di Tione e da lì non se ne andò più. Nel 1995 le suore avevano dovuto abbandonare l’Ospedale ed alloggiare in una casa privata, ma per altri dieci lunghi anni suor Luigina, con alcune consorelle, ha continuato a prestare la sua preziosa opera in corsia. Oggi è ospite nell’alloggio della congregazione, ma non manca di portare ogni giorno un sorriso e parole di conforto agli anziani ed agli ammalati. DAONE. Due anni fa, il due di gennaio, a causa di un tragico incidente perdeva la vita, in val di Daone, Dario Corradi, 48 anni, assessore comunale, sposato con quattro figli. Corradi stava lavorando come volontario all’allestimento della struttura per l’Ice Master World Cup. A distanza di due anni, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio di due persone che dovranno rispondere dell’accaduto, Romolo Ghezzi, 72 anni, presidente del “Comitato Pareti di Cristallo” e Antonio Ghezzi 42 anni, che era alla guida della pala gommata che ha investito Dario Corradi.

OVER 100 - I trentini sono un popolo di ultra centenari. Sono 390 gli over 100 censiti dalla Provincia, sparsi in ogni valle del Trentino. Solo nel 1999 erano la metà, oggi si sono moltiplicate le feste di compleanno di uomini e donne che hanno passato il secolo di vita, normalmente lucidi, che sanno raccontare le loro storie con nostalgia e con dovizie di particolari. Ma esiste l’elisir di lunga vita? Molti si chiedono se l’aspettativa di vita sia legata a fattori genetici o sociali. Per il prof. Carlo Buzzi, docente di generazioni e di classi d’età alla facoltà di Sociologia dell’Università di Trento, le motivazioni sono due: gli stili di vita e il welfare. “E’ innegabile, commenta, che oggi si viva di più, perchè lo stile di vita è migliorato rispetto al passato e perchè le possibilità di cura sono aumentate. E poi c’è l’accesso al welfare, riconosciuto a tutti indistintamente, che ci pone fra i paesi in cui l’aspettativa di vita è più alta. Si parla molto di più di anziani anche perchè non si fanno più bambini, l’invecchiamento è destinato a segnare il futuro della nostra società. Oggi gli over 65 anni sono il 20% della popolazione, uno ogni cinque, nel 2050 saranno il 33%, cioè uno su tre. Questo significa che dovremo cambiare il concetto di anziano, perchè a quell’età molti di loro non saranno ancora in pensione, oggi gli over 65 sono arzilli e pieni di vita, in un futuro lo saranno ancora di più.” Ma non basta vivere di più. È importante vivere sani. “ E’ un costo notevole per la comunità, un costo in costante aumento perchè la scienza è in grado di mantenere in vita le persone anche per molto tempo. Toccherà all’ente pubblico farsi carico del problema sociale e prendere i giusti provvedimenti. ENTE INUTILE? - Il compenso del direttore della Fondazione Accademica della Montagna, l’ex assessore provinciale Iva Berasi, ammonta per il 2011 a circa 70 mila euro. Per il piano attuativo 2012 la provincia ha assegnato alla fondazione 289 mila euro. I dati sono contenuti nella risposta data dal presidente Dellai ad una interrogazione del Consigliere Leonardi. In quanto alle attività previste per quest’anno, sono state programmate alcune iniziative:

I cattivi pensieri - di Eta Zeta Stampato su migliaia di volantini. Follows us. Invece di Follow us. “Ci segue”, invece di “Seguiteci”. Diavolo di una società Funivie! Calano le presenze turistiche, ed ecco cosa ti inventano per richiamare l’attenzione. Un depliant da errata corrige. Un modo, davvero originale, per dire che c’è bisogno di una nuova scuola. Non di sci. Ma di grammatica inglese.

MAGAGNOTTI PRESIDENTE - Paolo Magagnotti, direttore del nostro Giornale, è stato riconfermato a fine settembre in Bulgaria per acclamazione presidente internazionale dell’Associazione dei Giornalisti europei per i prossimi quattro anni. Il rinnovo è avvenuto nell’ambito del Congresso internazionale organizzato a Razlog-Bansko, a sud del Paese, nelle vicinanze dei confini con Grecia e Macedonia, e durante il quale sono stati trattati due tempi di attualità: “Quale workshop “La montagna delle Donne”, attività di formazione per maestri di sci, guide alpine per i percorsi della grande guerra, progetti di sicurezza in montagna, e progetti informativi per i giovani e alle scuole. Proprio in questi giorni è giunta la notizia che aumenterà di un componente il Cda della stessa. A tal proposito la prima commissione consigliare presieduta dal Consigliere Anderle che ha esaminato l’attività della Fondazione ha espresso notevoli perplessità sia sulla necessità di ampliare il Cda, sia sull’utilità stessa dell’ente. TRASPARENZA - Di fronte alla riaffermata presa di posizione dei Gruppi consiliari della Provincia di Trento che hanno deciso di non sottoporre i propri bilanci ad una società esterna per controllare il buono e regolare uso dei finanziamenti pubblici ai gruppi, c’è stata la sollevazione dei sindacati provinciali. Il segretario della Cisl, Pomini, l’ha presa con ironia: “Meglio a Roma che a Trento. Perchè altrettanta trasparenza non viene garantita anche a Trento? La rendicontazione delle spese sostenute da chi utilizza denaro pubblico deve diventare non solo vanto, ma pratica normale di una classe politica. Documentare le proprie spese, non solo con le ricevute, ma anche con le motivazioni, è una cosa talmente ovvia in ogni famiglia che c’è quasi imbarazzo a chiedere che facciano altrettanto i nostri rappresentanti politici”. Altrettanto severo Monari, dell’Uil: “la nostra situazione non è quella del Lazio, ma la classe politica trentina non può pensare di non dare alcuna spiegazione sul come spende le risorse a disposizione”. Così anche Paolo Burli della Cgil: “Quando si utilizza denaro pubblico, va sempre garantita la massima trasparenza. I politici eletti devono dare il buon esempio certificando puntualmente e fedelmente come vengono utilizzate le risorse messe a loro disposizione. E’ grave e del tutto insostenibile il solo fatto che questo già oggi non avvenga regolarmente”. METROLAND - Il concorso

futuro per l’Unione Europea in un mondo globalizzato ed interdipendente?” e “I Balcani e l’Unione Europea”. Il giornalista trentino guida l’Associazione dal 2005. di idee per la prima tratta di Metroland, quella tra Rovereto-Riva-Ponte Arche-Tione, ha ottenuto la risposta di 32 studi di progettazione di tutto il mondo che hanno presentato un loro studio di pre-fattibilità. Ora la commissione tecnica interna alla Provincia ne selezionerà dieci e i rispettivi progettisti verranno chiamati a presentare un progetto vero e proprio con tanto di sostenibilità economica ed ambientale. Tra questi dieci tre saranno sottoposti alla valutazione di impatto ambientale ed al confronto pubblico. Dellai ha voluto chiarire che “non si tratta di un progetto faraonico, ma dello sforzo di promuovere la mobilità pubblica ferroviaria riprendendo un’antica tradizione trentina con le modalità e le tecniche d’oggi”. CRISI - Nel secondo trimestre del 2012 rispetto all’anno scorso il fatturato delle Imprese trentine è calato del 4,2%: è il segno preciso, netto e pericoloso, dell’ingresso ufficiale del Trentino nella crisi economica dopo un paio di trimestri in cui sembrava che la nostra economia tenesse, seppure con fatica. I settori che soffrono maggiormente sono quello estrattivo (porfido) con un calo del 13% e l’edilizia che arriva ad un calo del 9,2%, ulteriore grido d’allarme di un settore messo alle strette più di altri dalla stagnazione dei consumi. Cresce invece del 12,5% il settore dell’export a dimostrazione del fatto che ad influenzare negativamente l’andamento è la caduta della domanda interna. TURISMO SILVESTRE - Il consigliere del Pdl Mauro Delladio ha lanciato l’idea di costruire case sugli alberi per sostenere il turismo rilanciando l’immagine di un Trentino “selvaggio”, terra ideale per chi cerca il maggior contatto con la natura possibile. Qualcuno ha pensato ad uno scherzo, ma Delladio sembra intenzionate a mettere nero su bianco con una mozione ad hoc da presentare in Consiglio. “ Il Trentino, spiega, è ricco di boschi, perchè allora non valutare attentamente la possibilità, in certe zone vocate, di realizzare quest’idea?”


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Primo Piano

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E’ originaria di Cavedine, nella Valle dei Laghi, e sostituisce Dario Gelmini, accomiatatosi dopo 12 anni, per raggiunti limiti d’età. La dottoressa Tiziana Gulli, nuova dirigente del liceo, arriva invece da Mezzolombardo, dove svolgeva funzioni vicarie all’Itc, dal 1999. Di origini romane, vive a Trento. Subentra a Severino Papaleoni, che dirigeva il “Guetti” dal 2006. Da quest’anno, in pensione. Per le due nuove dirigenti si apre, dunque, una fase nuova. Un’esperienza e un ruolo di grande impegno: una nuova occasione professionale che inciderà profondamente sui percorsi scolastici dei nostri ragazzi. Le abbiamo incontrate nella giornata di apertura dell’anno scolastico. Volevamo un giudizio, a caldo, dell’impatto con alunni e docenti. Il percorso è appena avviato. E certamente ci sarà modo di approfondire la conoscenza. Entrando nello specifico delle problematiche – o meglio come dice la Gulli – delle opportunità dei due istituti. Per ora abbiamo colto solo le impressioni iniziali. Tiziana Chemotti ci riceve nell’ufficio di presidenza della sede staccata di Viale Dante. L’istituto in Via Circonvallazione è in fase di ristrutturazione. Da poco è stato appaltato il lotto che riguarda la nuova ala, con uffici, mensa, e auditorium. Quindi, la direzione didattica è dislocata temporaneamente in Viale Dante,

Scuola al via con due nuove dirigenti Tiziana Chemotti e Tiziana Gulli dal primo settembre guidano rispettivamente l’Istituto Comprensivo e il Guetti di Ettore Zini

Due nuove dirigenti. Due donne, dirigono i due maggior istituti scolastici di Tione: l’Istituto Comprensivo e il Liceo Lorenzo Guetti. Hanno preso possesso della cattedra già dal 1° di settembre, ma “il battesimo del fuoco”, con alunni e insegnanti, è arrivato mercoledì 12, con l’apertura ufficiale delle scuole. Il capoluogo, in quella data, si è ripopolato di scolari e di docenti.

Tiziana Gulli

Tiziana Chemotti

sopra la biblioteca di Tione. “E’ scomodo soprattutto per il contatto con gli alunni – esordisce la preside – ma presto scuola e uffici saranno uniti”. L’approccio iniziale? “Decisamente positivo” – spiega. “Ho tro-

Tiziana Chemotti al Comprensivo, e Tiziana Gulli, al liceo, hanno dato il là alla loro esperienza tionese, assumendo la responsabilità di un esercito di 1.500 studenti: per l’esattezza 1.547. La preside Tiziana Chemotti, insediatasi al Comprensivo (elementari e medie), viene da Peri, in provincia di Verona, dove già dirigeva un istituto.

vato una scuola attiva, con proposte molto variegate”. “Diversa – precisa - dalla realtà da dove provengo”. Qui, dice, è un’altra Italia. Le diversità sono sia amministrative che organizzative. In meglio, molto

meglio”. Anche le strutture scolastiche, annota, sono curate. Soprattutto dal punto di vista della sicurezza. E gli alunni? “Beh, con quelli ci sarà tempo di acclimatarsi. La prima impressione però è buona. Abbiamo

molti extracomunitari. La percentuale ancora non la conosco. Ma il cammino sarà sicuramente produttivo”. Anche sul fronte degli organici non ci sono problemi. A diversità di quanto accade alle superiori, i posti dei docenti sono tutti coperti. C’è solo entrare gradualmente nel nuovo anno scolastico. Più movimentata la giornata per Tiziana Gulli. Al liceo si è perfettamente in media con quanto sta accadendo nel resto del Trentino. Il cruccio iniziale è la copertura degli organici. “Circa il 30% delle cattedre, su 120 – spiega la preside – non sono ancora coperte, e ci sarà bisogno di attingere alle graduatorie provvisorie delle supplenze”. Un rodaggio previsto. Dice la nuova

dirigente. Che comunque, ci spiega, può contare sull’adesione dell’intero corpo insegnante che ha dato la massima disponibilità a coprire il momentaneo impasse. Anche la Gulli è entusiasta della nuova scuola:”L’avvio è stato davvero positivo. L’istituto e ben organizzato, e dispone di insegnanti motivati”. Ha già incontrato gli alunni. Ora c’è solo da rimboccarsi le maniche. La novità, per lei, è il liceo della montagna: quasi 300 alunni con un indirizzo, peculiare al turismo, non solo locale. E il quinquennio al completo. Il 2012, insomma per le due scuole di punta di Tione, su cui gravitano, almeno un migliaio di scolari, di tutta l’asta comprensoriale, è un anno all’insegna della novità, con due figure dirigenziali, declinate al femminile. Una svolta che, non solo, porta un nuovo bagaglio di esperienze professionali. Ma anche sensibilità diverse. Per quanto concerne i numeri c’è da registrare un incremento di iscrizioni all’Istituto Guetti: il saldo dice + 39 alunni: dagli 814 dello scorso anno, si è passati a 853 iscritti. Un leggero calo, invece, per l’istituto Comprensivo, che comprende elementari di Tione, Zuclo, Bondo, Ragoli, Roncone e medie di Tione e Roncone. Lì le iscrizioni hanno subito una flessione, dell’1.4%. Dai 694 del 2011 si è ora a quota 682: alle elementari 413 e 269 alle medie.

Conferme alla guida di Enaip e Upt: gli istituti di orientamento e formazione professionale Emilio Salvaterra

Per i due istituti professionali, Enaip e Upt, le novità sono nei programmi. Le figure dirigenziali rimangono le stesse degli anni scorsi. Al CFP Enaip il direttore è ancora Emilio Salvaterra, da 11 anni alla guida dell’istituto. Per l’Università Popolare Trentina l’anno scolastico ha preso il via con il direttore Claudio Nicolussi, dal 2008 responsabile del Centro. Era uno degli insegnanti dal 1989. I due istituti, con indirizzo pratico-professionale, completano l’offerta scolastica del capoluogo giudicariese. Sempre più polo di servizi. Ma, soprattutto di istruzione per tutto l’ambito territoriale. L’Istituto professionale di Via Durone ha iniziato le lezioni del 2012 con 378 iscritti: 178 nel settore industria e artigianato e 199 nell’alberghiero e ristorazione: 37 in più dello scorso anno. “Il numero massimo di sempre” – conferma il direttore Salvaterra”,

Emilio Salvaterra e Claudio Nicolussi alla guida degli istituti tionesi che contano 378 (Enaip) e 99 (Upt) iscritti

particolarmente entusiasta per il crescente ruolo della scuola, da cinquanta anni impegnata nella formazione dei giovani giudicariesi, nei settori dell’artigianato (operatori meccanici, elettrici, edili) e della ristorazione alberghiera. “Per l’anno scolastico in corso – dice – la novità è il Progetto Campus, che dovrebbe mettere gli alunni nelle condizioni di meglio accogliere regole e normale setting formativo. Di riconoscere le differenze di ruolo, e soprattutto, di costruire legami stabili tra con adulti e colleghi”. Un progetto che completa un percorso scolastico fatto di eccellenze come l’Alta Formazione nel settore alberghiero, o come la qualifica di “Tecnico superiore di Cucina”, e titoli professionali di rilievo come la carpenteria in legno o l’indirizzo tecnico per l’automazione industriale. Una scuola completa. Che può portare i giovani al Diploma di Stato, del quinto anno, con certi-

ficazioni appetibili per il mondo del lavoro. Di notevole rilievo è lo sforzo del Centro di Tione nel ricercare iniziative e progetti legati al territorio. Non solo giudicariese. Importante è il rapporto installato con le aziende e con il mondo economico, attraverso stage e praticantati. Il modo migliore per creare simbiosi produttive tra scuola e aziende. E realizzare le condizioni, per un efficace inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Non molto dissimile è l’attività del Centro di Formazione Professionale, dell’Università Popolare Trentina. Anche per l’Istituto, con sede nel Condomino Rosa, i corsi sono indirizzati alle categorie uffici e vendite. “Tutte le attività, i progetti, i corsi – ricorda il responsabile Nicolussi – mirano anche ad intensificare il collegamento con il territorio, inteso non solo come entità geografica, ma come ambito, nel quale vanno a confrontarsi pensieri ed

esperienze diverse da quelle scolastiche e familiari”. Tra le peculiarità di spicco i corsi Tsi e Tcv, rispettivamente: Tecnico servizi di impresa e Tecnico commerciale vendite. Due specializzazioni che, assieme agli altri percorsi formativi, coinvolgono 21 docenti, e 5 assistenti educatori. Mentre gli iscritti sono 99. In leggera flessione rispetto ai 116 del precedente anno scolastico. Il percorso educativo include: il primo e il secondo anno propedeutico, il terzo anno di qualifica e il quarto anno di diploma. Dal prossimo anno dovrebbe trovare posto anche il quinto anno di maturità professionale. Le modalità, spiega Nicolussi, saranno concordate nei prossimi mesi. Tra le iniziative di rilievo: il progetto Adrenalina, l’Ecofiera di Montagna, il Progetto Orizzonti, le Vetrine sul territorio, gli Stage di Formazione aziendale e la Simulimpresa: un programma destinato a promuovere la forma-

Claudio Nicolussi

zione nel campo amministrativo (commerciale-turistico-industriale), attraverso l’esperienza in una situazione simulata. Come se si operasse all’interno di una vera e propria impresa. Infine nelle certificazioni della scuola sono da ricordare: il patentino del computer Ecdl (indispensabile per l’inserimento lavorativo nelle aziende), e le certificazioni linguistiche A1, A2 e per i più capaci anche il livello B1, sia per la lingua inglese, che tedesca.(e. z.)


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Mondo Contadino, la genuinità sotto i riflettori

Agricoltura

Ottima partecipazione nel weekend del 22 e 23 settembre per la kermesse del gusto autentico della Valle del Chiese e per la mostra bovina “Manifestazioni come questa contribuiscono a far maturare una giusta percezione del lavoro di agricoltori e allevatori che i cittadini apprezzano sempre con maggiore sensibilità”. Significative le parole del L’idea che sta alla base questa manifestazione – giunta alla seconda edizione - è proprio quella di valorizzare le produzioni tipiche della Valle del Chiese, come formaggi di malga, salmerino, piccoli frutti, farina di Storo, rapa di Bondo, miele ed evidentemente le carni bovine, favorendo la conoscenza ed il contatto tra produttore e consumatore. Un valore inestimabile, quello di poter vedere con i propri occhi il produttore, farsi spiegare le fasi di lavorazione del prodotti, in tempi come questi in cui – a livello nazionale ed internazionale – si discute e si pone sempre più l’accento su tematiche come sicurezza alimentare e tracciabilità. Proprio su questo versante Mondo Contadino, nella sua semplicità di manifestazione innestatasi sulla “storica” mostra bovina, da 20 anni circa sulle rive del Lago e prima da tempo immemorabile – a Storo, riesce perfettamente nel suo intento, creando un filo diretto fra la comunità della Valle del Chiese, fra la gente, insomma, ed i produttori che – attraverso laboratori dedi-

presidente degli allevatori trentini, Silvano Rauzi, che fotografano il senso di Mondo Contadino, la kermesse della genuinità dei prodotti giudicariesi e trentini, di scena sul lago di Roncone il 22 e 23 settembre.

A Tione il 5,6,7 ottobre

E nel fine settimana torna l’Ecofiera A proposito di manifestazioni che valorizzano la cultura agricola, dell’alpeggio e i prodotti tipici, nel primo fine settimana di ottobre torna l’appuntamento con l’Ecofiera di Tione, che negli ultimi anni ha fatto segnare una crescente partecipazione fino a raggiungere le 30mila presenze nei tre giorni di esposizione. Viale Dante e il Parco Saletti saranno il fulcro di questa kermesse che mette in mostra prodotti tipici, macchinari per agricoltura e lavori nel verde, un padiglione specifico per le nuove tecnologie di produzione di energia pulita. E tanto altro. cati e dimostrazioni guidate – hanno spiegato alla gente come il proprio impegno si trasforma in prelibati prodotti. La Federazione allevatori del Trentino, ad esempio, ha promosso all’interno di Mondo contadino l’assaggio di ottima fesa bovina locale, lavorata dalle Macellerie Bazzoli di Roncone, abbinata a polenta di Storo e crauti della Valle di Gresta. Questa attenzione al mondo rurale si deve certo al Consorzio turistico della Valle del Chiese del presidente Massimo Valenti che – attraverso

un piano di sviluppo dedicato proprio a queste tematiche sviluppato con il Bim del Chiese – sta raccogliendo attenzione

e consensi in un momento in cui anche il turismo guarda con sempre maggiore attenzione a concetti come autenti-

cità e genuinità. Basti pensare al successo di manifestazioni come “Malghe aperte”. Basti pensare, come ha sottolineato proprio il presidente Rauzi, al cambio di prospettiva della gente verso gli allevatori che sta maturando di questi tempi; il cittadino percepisce sempre maggiormente l’importanza degli allevatori e degli agricoltori quali custodi della nostra montagna e del nostro ambiente. Laddove vi sono malghe attive e ben utilizzate, vi sono infatti pascoli, ordine e pulizia; dove vi sono malghe abbandonate solo rimboschimento selvaggio e disordine. Ora, in più, la gente vede negli allevatori e negli agricoltori anche quegli alfieri dei buoni prodotti della nostra terra, delle cose semplici e genuine, che stiamo riscoprendo sempre di più. Un appello – quello di preferire i prodotti trentini - che nei giorni scorsi ha lanciato anche il presidente Lorenzo Dellai, e che l’assessore provinciale all’agricoltura Tiziano Mellarini fa da tempo e a cui la Provincia sta dando concretezza con il lancio del significativo marchio

di “Qualità Trentino”. Sul fronte della manifestazione, buona partecipazione (oltre 3.500 le persone intervenute nei due giorni) e ottima attenzione ai laboratori didattici di degustazione vini e formaggi, di scultura del legno, di scoperta del mondo del miele. Un’attenzione manifestata anche dai giovani, che hanno seguito con attenzione le fasi della mostra bovina anche quest’anno capace di mettere in campo “ottimi capi” come sottolineato dal presidente degli allevatori della Valle del Chiese Antonello Ferrari, pur nelle difficoltà di un settore che sconta inevitabilmente le tensioni economiche internazionali e nazionali (vedi articolo a fianco), oltre alle difficoltà classiche del lavorare in montagna, un’attività permette al nostro territorio di essere uno dei meglio conservati a livello europeo. Mondo Contadino è una manifestazione organizzata dal Consorzio turistico della Valle del Chiese, assiema al Bim del Chiese, Comune di Roncone e Allevatori della Valle del Chiese.

EDITORIALE

Antipatia, la nostra “specialità”

Segue dalla Prima L’incontro-confronto con il governo per i tagli della spending review è in corso, d’accordo, e quindi la “bilateralità” è stata ripristinata. Ma sembra solo un recupero delle forme o poco più. D’altra parte basta citare quattro notizie degli ultimi giorni per capire dove siamo precipitati. Punture di Vespa Partiamo dalla più banale. Forse la meno rilevante dal punto di vista “istituzionale”. Eppure forse la più chiara e diretta. C’è l’ex capogruppo Pdl del Lazio a “Porta a Porta”. È la sua prima apparizione in tv dopo lo scandalo di ostriche e champagne. Sottoposto a un fuoco di fila di domande, Fiorito riesce a dire, praticamente, che “così fan tutti”. E poi si volta pagina. Lasciata la vicenda Lazio, si passa ai costi delle regioni, tutte. E Bruno Vespa arriva a dire: «E poi ci sono le Regioni e le Province a statuto speciale (sbuffa). Sì, sono in Costituzione, ma ormai non se ne può più». E che lo dica Bruno Vespa è pesante perché non si tratta degli sfoghi di trasmissioni che fanno l’occhiolino al popolo: siamo mica a “L’ultima parola” o a “Piazza pulita”, qui siamo al talk show in cui il contraddittorio è solo interno alla cosiddetta casta. E che di noi “non se ne può più” lo dice il sacerdote-conduttore Vespa. A proposito di “casta”. Nel frattempo è uscito un libro, “La casta invisibile delle regioni” di Pier Francesco De Robertis (ed. Rubbettino), che dedica un intero capitolo al Trentino Alto Adige con questo titolo: “Diversamente italiani”. E ci chiama così perché siamo “figli di un dio maggiore”, perché si stanziano circa 18 mila euro a cittadino, mentre nelle regioni ordinarie la media è di 15 mila. Vedete? Non c’è più traccia di un legame con la storia, né la volontà di comprendere il senso

dell’autonomia. Credete sia possibile andare a spiegarlo adesso? Credete sia possibile urlare “voi non capite nulla”? Sembreremmo solo degli isterici gentiluomini ottocenteschi. Il regalo di Milano In quello stesso capitolo si prende di mira il “patto di Milano” del 2009 definendolo “il regalo di Tremonti al nordissimo Trentino”. Pensate che confusione: come se al resto del Nord interessasse qualcosa del Trentino! La dimostrazione di questo interesse reciproco fra regioni è arrivata sabato, come i lettori più attenti ricorderanno, all’inaugurazione dell’autostrada Valdastico Sud. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha detto: «Noi ci riteniamo amici del Trentino: siamo autonomisti quanto loro e ci battiamo perché la loro autonomia resti ma la vogliamo anche noi. E il completamento della Valdastico noi lo vogliamo a tutti i costi». Localista sarà lei Per completare il quadro ecco il viceministro alle infrastrutture Mario Ciaccia, che rispetto alla Valdastico, e in spregio alle “prerogative autonomistiche”, ha detto: «La Valdastico è una priorità del governo. Basta con le visioni localistiche». Dellai gli ha risposto «localista sarà lei», ma capite anche voi che in questo modo diventa soltanto un dialogo di vaffa. Ma soprattutto capite che parliamo due lingue diverse. Noi parliamo di “prerogative autonomistiche” e ci sembra di usare termini sacri, gli altri rispondono con “specialità troppo speciali, diversamente italiani, visioni localistiche” e ci sputano sopra. E anche se la parola del capo dello Stato è importante, bisogna rendersi conto che la sua visita e il suoi discorsi sono stati come piccoli aghi in un pagliaio. Uno spillo rispetto allo show quotidiano. Non bastassero Vespa e il libro di De Robertis, non bastassero Zaia e le dichiarazioni centralistiche di Ciaccia, dovrebbe

bastare quanto afferma anche la nascente stella Matteo Renzi (che fa il pieno ogni giorno, ovunque vada), che nel suo libro predica l’abolizione delle regioni speciali (dei “costi della politica” delle regioni e delle province a statutospeciale, spiega oggi la sua portavoce Elisa Filippi). La parola “specialità” ormai non è più sacra. E c’è chi contesta anche le motivazioni storiche senza sentirsi blasfemo: “Ormai sono passati più di sessant’anni” ha detto lo stesso De Robertis. E perfino Massimo Cacciari, proprio a questo giornale, ha detto: «È certamente vero che al Nord le Regioni e le Province autonome funzionano e spendono bene i soldi, e questo mi fa mlto piacere. Ma dal punto di vista dei trasferimenti statali sono strafavorite com’è noto e scientificamente dimostrato, quindi ora dovranno fare dei sacrifici». Non si tratta di “attacchi” esterni all’autonomia. Si tratta di un sentimento forte, diffuso ovunque nel paese. Rispetto al quale la difesa interna, richiamando l’orgoglio, servirà a poco. E, soprattutto, con il calo delle risorse, ci troveremo - tutto il tessuto, sociale ed economico - in grande difficoltà dopo anni di “assistenza” pubblica. Ora si predica lo stop ai contributi, ma è già tardi. Così come è arrivato tardi, fuori tempo massimo, il taglio alle indennità dei consiglieri (che avverrà nella prossima legislatura). Questo giornale l’aveva chiesto un anno fa, dicendo loro: fatelo subito. E invece c’è voluto un anno. E scopriamo che manca pure l’obbligo di rendicontazione dei fondi dei gruppi. Come ai tempi di Tretter. Che non prendeva ostriche e champagne, sia chiaro, ma solo cravatte. Paolo Mantovan * cortesia quotidiano Trentino del 25 settembre 2012


Agricoltura

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Un settore vivo. Con alcune questioni aperte Agricoltura trentina: migliora la percezione della gente, ma il prezzo dei mangimi e del latte rappresentano i problemi

S

e è vero che l’agricolcome anche quello deldi Roberto Bertolini tura sta riscontrando l’allevamento, si scontra con la crisi internazionale un ritorno di in- ogni giorno inevitabilmente con le difficoltà delteresse anche da parte dei giovani (vedi box sot- l’economia internazionale. Ecco alcune questioni to) anche in Trentino, è vero anche che il settore, aperte. L’aumento dei prezzi agricoli. Solo negli ultimi mesi il prezzo dei cereali è aumentato di quasi il 50%, sulla scorta della siccità che ha colpito alcuni paesi produttori quest’anno. Il food price index della Fao, che misura l’andamento dei prezzi di alcune delle più importanti materie prime alimentari, ha fatto segnare un balzo del 71% solo tra l’inizio del 2007 e il marzo 2008. Nello stesso periodo il grano e aumentato dell’80%, il mais del 90%. Un danno per gli allevatori trentini, che hanno bisogno dei cereali per alimentare il bestiame. Siccità, inondazioni e altri eventi atmosferici sono sempre più frequenti ed estremi.

mente infestato i campi dei produttori trentini, causando una diminuzione della produzione anche del 40% specie nei piccoli frutti, annidandosi all’interno di essi e distruggendone la polpa. Grazie anche alle ricerche della Fondazione Mach di San Michele all’Adige nel 2012 la presenza della Drosophila è stata molto limitata; il rimedio? Dei grossi “bicchieri” colmi di aceto appesi su appositi bastoni nel perimetro circostante la coltivazione si sono rivelati efficaci trappole per la Drosophila. Le temperature sopra i 32° di alcune giornate anche a giugno hanno fatto il resto (l’insetto soffre il troppo caldo).

Prezzo del latte. A fronte di questi aumenti il prezzo del latte pagato agli allevatori rimane sempre lo stesso da diversi anni. Di fatto il latte è uno degli alimenti più a buon mercato del nostro “paniere” Istat. Perché? Viene prodotto in tutta Europa ed in quantità maggiore a quella della “domanda”; soprattutto le grandi pianure del nord mettono sul mercato migliaia di ettolitri ogni giorno. Le “quote latte” volute dall’Unione Europea hanno dimostrato di non funzionare. Un danno soprattutto per gli allevatori di montagna, che lavorano con quote contenute e non possono inseguire le produzioni industriali della Pianura per stare sul mercato.

Nuova Pac. Anche i coltivatori e gli allevatori trentini stanno attendendo con ansia il varo ufficiale della prossima Politica agricola comunitari (Pac), che coprirà il periodo 2013-2020. Si tratta di capi-

Drosophila. Era stata l’incubo degli agricoltori trentini e giudicariesi (ma anche del Piemonte, parte del Veneto e della Lombardia) nell’ultima stagione agraria, lo scorso anno. La Drosophila Suzukyi, insetto venuto dal Giappone, aveva letteral-

re quante risorse vi saranno per il sostentamento del settore, per i Piani di sviluppo rurale; è chiaro che la contrazione di risorse mondiale non fa immaginare certo più soldi a disposizione. L’idea, però, che sembra essere maturata anche all’interno della Commissione è quella di una redistribuizione dei fondi che premi finalmente l’agricoltura di montagna. Anche grazie all’attività istituzionale del Trentino (assieme alle altre regioni alpine) l’Unione europea sembra aver accolto il principio secondo cui fare agricoltura in montagna è più dispendioso, difficile e meno remunerativo che farla in modo estensivo nelle grandi pianure. Nondimeno gli allevatori e agricoltori di montagna con il loro lavoro permettono alle nostre montagne di essere curate, belle, in ordine. Per questo le risorse europee devono tenere conto di questo maggiore impegno.

Salvaguardia delle aree agricole. Con il disegno di legge 22/2012 il ministro all’agricoltura Catania ha detto stop alla cementificazione del suolo italiano e alla conseguente sottrazione di aree agricole in favore di capannoni (molto spesso vuoti) ed altro. Un intervento normativo da anni richiesto dalla Coldiretti che si accompagna a nuove norme per incentivare la coltivazione delle aree incolte o abbandonate. Il Trentino – ha sottolineato l’assessore provinciale all’agricoltura Tiziano Mellarini – ha anticipato i tempi e già con il Piano Urbanistico del 2008 8e la conseguente legge urbanistica) ha individuato le cosiddette “aree agricole di pregio” e introdotto lo strumento delle “invarianti” urbanistiche, proprio per tutelare il grande patrimonio ambientale di cui disponiamo.

E intanto San Michele fa il record In crescita i giovani che guardano all’agricoltura come un’opportunità professionale. L’istituto agrario ha quasi 1000 iscritti

Dopo la lunga pausa estiva, mercoledì 12 settembre c’è stato il ritorno sui banchi anche all’Istituto agrario di San Michele all’Adige. L’anno scolastico appena iniziato fa registrare il record di studenti iscritti: in totale saranno 950 contro gli 855 del 2011/2012. Un salto frutto del gran numero di “matricole”: ben 295 (rispetto alle 190 dell’anno scorso) delle quali 83 frequenteranno la Formazione professionale. I numeri confermano il trend di crescita che è stato continuo negli ultimi anni.

Basti pensare che nell’anno scolastico 2007/2008 gli iscritti a San Michele superavano di poco le 600 unità ed ora sfiorano quota 1.000. Un vero e proprio boom frutto certamente della valida offerta formativa e delle prospettive occupazionali che può garantire l’Istituto, ma anche figlie della situazione d’incertezza che sta attraversando tutto il Paese, in cui il settore agricolo, così come quasi tutti i settori legati all’ambiente, rappresentano più di altri una speranza in più per molti giovani

I cinghiali minacciano i raccolti

Un problema annoso che le amministrazioni della Valle del Chiese stanno cercando di risolvere

La presenza e i ripetuti danni provocati in valle dai cinghiali in ambito agricolo è un fenomeno ormai troppo diffuso. Se ne è parlato a Storo nel corso di un’operazione-ascolto organizzata dal comune e ospitata presso l’aula didattica di Agri 90. Il leitmotiv della tavola rotonda, presente l’assessore provinciale Tiziano Mellarini e un centinaio di persone, riguardava “Quale futuro per l’agricoltura della valle del Chiese”. A sollevare la questione maiali selvatici è stato ancora il sindaco di Prezzo Celestino Boldrini, che ha preannunciato di aver già inoltrato ad assessori e funzionari provinciali una specie di ultimatum: “Noi abbiamo malghe, pascoli e culture devastate dalla presenza di tanti cinghiali. Se non si interverrà in tempo avremmo delle riserve di cinghiali ma quelli del mio paese dovranno una volta per sempre abbandonare orti, prati e campi”. Mellarini ha preso atto della situazione e si è preso l’impegno di portare la questione in ambito di giunta provinciale. “Le prospettive in ambito agricolo da queste parti non mancano”. Lo ha detto e ribadito il sindaco di Storo e “patron” dei contadini Vigilio Giovanelli, che ha insistito sulla necessità di “vincolare esercizi pubblici e negozi all’utilizzo dei prodotti trentini, Spressa compresa”. Tradotto in altre parole Giovanelli ha fatto intendere “che il nostro marchio non va venduto solo all’estero, nelle fiere e nelle borse del turismo ma anche all’interno e in maniera quotidiana ”. Adriano Malcotti, vicepresidente del Bim del Chiese, ha anche preannunciato l’eminente realizzazione di un ponte agricolo sul Chiese che dal polivalente frazionale collegherà con l’isola ecologica e l’utilizzo della risorsa idrica a monte di Riccomassimo, in modo da utilizzare quella sorgente anche in ambito potabile. (Elisa Pasquazzo)


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Economia

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Di quale autonomia stiamo parlando? Non solo risorse, ma soprattutto autogoverno, che vuol dire maggiore responsabilizzazione di Marco Zulberti

allora la rivendicazione dell’autonomia si riduce a una sorta di piagnisteo continuo nella semplice rivendicazione di più soldi da Roma, mantenendo un’impostazione istituzionale inefficiente paradossalmente alla “romana” che nulla a che vedere con il senso profondo dell’autonomia trentina e altoatesina - questo vale per tutte e due le province - allora si deve richiedere più chiarezza nella classe politica che guiderà il Trentino nel 2013. A quale autonomia si ispirerà il futuro governo del Trentino? Non è sufficiente dire “difendiamo” l’autonomia, se poi questa è un modello dispendioso

che fa acqua da tutte le parti. Dalla risposta che avremo da ogni singolo politico e candidato su cosa intendono per autonomia, dovrà uscire la nuova classe politica che si porrà al governo della nostra terra nel 2013, con una crisi finanziaria che porrà sfide per tutto il nuovo secolo e che sta solo ora iniziando a mostrarne le difficoltà. Solo immaginando un Trentino veramente “autonomo”, inserito in una economia globale, che sa valorizzare le sue vere ricchezze territoriali, si potrà ritornare nella nostra vera natura di autonomia sia antica, che moderna e futura. - caratterizzata da competenze teoriche di grado elevato acquisite attraverso significativi percorsi formativi; - capacità tecnico-pratiche acquisite attraverso rilevanti esperienze maturate nell’esercizio concreto di attività; - svolta nell’esercizio di attività professionali per le quali l’ordinamento richiede l’iscrizione ad un Ordine professionale; - svolta da un soggetto che dichiara un reddito annuo da lavoro autonomo determinato sulla base di specifici parametri. Tale reddito, almeno per il 2012, non deve essere inferiore a € 18.663. Criticità: Le nuove regole stanno generando alcune perplessità. La norma infatti rischia di porre in difficoltà non solo il lavoratore autonomo, ma anche le aziende, che dovranno accertare le caratteristiche richieste. Si raccomanda l’esame delle posizioni caso per caso, con l’ausilio di un tecnico. Catia Balduzzi

Partite Iva fittizie, parte la “caccia” L’obiettivo del governo è di rendere più dinamico il mercato del lavoro, favorendo l’instaurazione di rapporti più stabili contratto di co.co.co.. In questo caso il corrispettivo dovrà essere proporzionato alla qualità e quantità del lavoro prestato ed alla natura della prestazione indicata nel contratto; lo stesso non potrà essere dunque inferiore ai minimi stabiliti per ciascun settore di attività dai contratti collettivi. Inoltre se le prestazioni sono considerate co.co.co., i contributi dovuti, derivanti dall’obbligo di iscrizione alla Gestione separata INPS, sono: per 2/3 a carico del committente e per 1/3 a ca-

rico del collaboratore. Ancora, il contratto di co.co. co deve contenere uno specifico progetto, per essere considerato legittimo. Nel caso in cui il progetto sia omesso nel contratto, il rapporto non sarà considerato di co.co.co, bensì di dipendente a tempo indeterminato, sin dalla data di costituzione del rapporto, e cioè dalla data della prima fattura. Per evitare questa ulteriore restrizione, è consigliabile redigere i contratti in forma scritta, riportando l’esplicita indicazione del progetto, del risultato

che il prestatore deve raggiungere. Ciò al fine di soddisfare il requisito dell’individuazione del progetto. Decorrenza: Le nuove disposizioni risultano applicabili ai rapporti instaurati successivamente al 18.7.2012. Per i rapporti in essere a tale data è concesso un periodo di 12 mesi per adeguarsi. Cause di esclusione: La presunzione di sussistenza di una collaborazione coordinata e continuativa non opera, per esempio, qualora la prestazione lavorativa sia:

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- il collaboratore ricava più dell’80% del corrispettivo da un unico committente, nell’arco di due anni solari consecutivi; - il collaboratore possiede una postazione fissa presso il committente. Si evidenzia che la presunzione vale salvo prova contraria fornita dal committente. Conseguenze: Quindi nel caso in cui il lavoratore autonomo rispetta almeno due dei predetti requisiti, scatta automaticamente la presunzione di

COMFORT

RISPARMIO ENERGETICO

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l’aspetto più preoccupante. Perché dimenticate le motivazioni storiche degli accordi De Gasperi-Gruber del 1946, dimenticata completamente la storia secolare del rapporto tra la nostra terra con la cultura tedesca (di cui negli ultimi decenni abbiamo perso anche la conoscenza del tedesco che dovrebbe essere obbligatorio fino alla quinta superiore anche in Trentino), perso il senso orgoglioso del concetto di “buongoverno” gestito in autonomia ed efficienza dalla popolazione trentina e altoatesina, oggi il senso dell’autonomia si riduce al “dateci più soldi” perché siamo “autonomi”. Se

PIETRE NATURALI

proprio nel rapporto dell’impero tedesco con la Roma dei papi. E’ in funzione del controllo del papato romano da parte dell’imperatore che si determina storicamente l’autonomia della regione trentina e altoatesina. Per questa autonomia storica il concilio della Controriforma, dopo lo strappo di Lutero da Roma, si tenne a Trento nel 1545. Un’ultima parte della classe politica, la più diffusa e parcellizzata, non immagina nessuno di questi aspetti e concepisce l’autonomia come un’istituzione di ispirazione “leghista”, basata sul “dateci i soldi” che li “amministriamo noi”. E’ ed proprio questo

SCALE PER INTERNO

Premessa: obbiettivo del governo: la c.d. “Riforma del lavoro” ha introdotto alcune disposizioni volte a contrastare il fenomeno delle partite IVA fittizie. La norma ha l’obiettivo di rendere più dinamico il mercato del lavoro, favorendo l’instaurazione di rapporti più stabili e bloccando l’uso improprio e strumentale delle partite Iva. Il contrasto viene effettuato attraverso l’introduzione di criteri che determinano, per il lavoro autonomo, la conversione automatica del rapporto in lavoro subordinato. Di seguito una panoramica sulle nuove disposizioni. Partite Iva false: le prestazioni di titolare di partita iva sono considerate rapporti di collaborazione coordinata continuativa, se vi è la presenza di almeno due delle tre seguenti condizioni: - la collaborazione ha una durata di più di 8 mesi nell’arco di un anno per due anni consecutivi;

un fatto storico, concreto e oggettivo, stabilito ancora allo sgretolamento dell’impero carolingio quando i vescovati di Coira, Bressanone e Trento divennero di nomina imperiale. Gli imperatori tedeschi a partire da Ottone III avevano identificato nella Valle dell’Adige la strada più veloce ed agevole per una discesa in Italia, verso la pianura padana e Roma, la città eterna dove risiedeva il papato. Per questo le nostre terre dovevano essere controllate da principi vescovi fedeli all’impero ghibellino tedesco. Paradossalmente l’autonomia trentina ha quindi una funzione diretta

FINITURE PORTE

Mentre infatti una parte della classe politica intende l’autonomia come un modo di ottenere semplicemente più risorse da Roma per le difficoltà politiche storiche che ha subito la regione dopo i danni delle due guerre mondiali con la presenza della minoranza tedesca e ladina in Alto Adige, dall’altra una seconda parte intende il termine “autonomia” come un concetto di autogoverno ideale. Una terza componente della classe politica e intellettuale in possesso di una cultura storica più radicata e profonda concepisce invece l’autonomia della regione trentina e altoatesina, come

Ascoltando i commenti della classe politica trentina, sud-tirolese e austriaca che hanno partecipato alla Giornata dell’Autonomia sia a Trento che a Merano, dove era presente anche il capo dello stato Giorgio Napoletano, emerge una serie di definizioni dell’autonomia che non sono organiche tra loro e che mostrano una carenza di conoscenza e riflessione su questa parola ormai mitica per la nostra terra.

DESIGN

Il recente riconoscimento del quinto premio internazionale “Alcide De Gasperi” all’ex premier socialista spagnolo Felipe Gonzales avvenuto il 5 settembre, anniversario della firma degli accordi presi a Parigi nel 1946 insieme a Karl Gruber gettando le fondamenta dell’attuale autonomia delle province di Trento e Bolzano, ha riacceso il tema sulla natura dell’autonomia trentina e sul suo significato.

RINGHIERE ARREDO URBANO

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CARTONGESSO


Attualità

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Rifiuti, ecco la nuova Tia Divisa in tre “voci”, fatta per scoraggiare i furbetti. Ottima la differenziata in Giudicarie, arrivata all’80% di Denise Rocca

Tre voci in fattura e qualcuna, perplessa, tra i residenti. Sta arrivando in questi giorni nelle case giudicariesi la prima bolletta sui rifiuti calcolata con il nuovo sistema a calotte. Sulla carta - ma oltre al formato tradizionale sarà possibile consultare tutto on line, a partire dai dettagli sugli svuotamenti effettuati - gli utenti si troveranno davanChi già pensava di poter risparmiare su quest’ultima abbandonando chissà dove i propri sacchetti per vedere un bello “0” alla voce svuotamenti, abbandoni i suoi propositi e si rassegni a rispolverare il proprio senso civico: è previsto un numero minimo fisso di svuotamenti, proprio per disincentivare i furbetti. Voci in bolletta, ma prima ancora che queste arrivino sotto gli occhi degli utenti, arrivano già le prime voci polemiche sulla nuova formula: agli uffici competenti sono già giunti mugugni e proteste. Tra queste, a Storo, quelle sulle Case da Mont: l’introduzione del “ticket-rifiuti” anche su queste è apparsa come un

inedito boccone amaro. Ma a metterci lo zucchero per mandarlo giù - dopo averne compreso la ratio - è l’assessore con delega alla filiera rifiuti della Comunità delle Giudicarie Daniele Tarolli: “Non è che prima non si pagasse, semplicemente ogni comune aveva il suo sistema di conteggio e in molti casi i costi venivano spalmati sulla comunità intera, quindi per esempio capitava che anche chi non l’aveva, pagasse per la Casa da Mont del vicino. Anche la divisione dei costi fra utenze domestiche e non domestiche non era particolarmente equa, i comuni decidevano più o meno arbitrariamente come distribuire il costo della raccolta rifiuti”.

ti un conto diviso in tre sezioni: una quota fissa, stabilita dalla Comunità, per le spese di gestione del ciclo dei rifiuti; un’altra per lo spazzamento strade e la manutenzione ordinaria che varierà da comune a comune e, infine, la quota calcolata in base al numero di utilizzi della chiavetta elettronica. Altro punto che sta facendo discutere i giudicariesi, la rimborsabilità dell’Iva: sono giunte in comunità oltre 1500 richieste di rimborso, ma la Comunità fa sapere che è impossibile farlo, poiché è stata regolarmente pagata allo stato e quest’ultimo non ha ancora previsto budget per un’eventuale restituzione. Se dunque i punti ancora critici non mancano, indiscutibilmente il nuovo sistema sta funzionando molto bene per quel che riguarda la differenziata: nelle Giudicarie ad agosto la raccolta ha fatto registrare una media dell’80%, ben lontana da quel 59% che era il dato peggiore di tutto il Trentino solo un paio di anni fa.

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Per contro, ciò che ancora non va - e il numero minimo di svuotamenti è stato previsto anche per contrastare il fenomeno - è il livello costante di abbandono dei rifiuti, contro cui la lotta è stata per questo intensificata: a Carisolo verranno montate a breve le telecamere per sorvegliare l’isola ecologia, stesso provvedimento che Comano Terme ha discusso, mentre a Pinzolo è stato attivato un servizio aggiuntivo di pulizia delle isole ecologiche che annualmente costa circa 70mila euro. Una lotta che costa: tanto a Pinzolo quanto a Carisolo questi costi non potranno che ricadere sulla bolletta, alla famosa voce “manu-

tenzione ordinaria”. “Mettere telecamere a guardare i rifiuti non è certo il modo che più mi piace di attingere alle casse comunali - si rammarica il primo cittadino di Carisolo Arturo Povinelli ma finché non si comincerà a rispettare le regole, tocca farlo”. “Si tratta solo di rispettare le regole - ribadisce Maurizio Polla, responsabile dell’ufficio tecnico della Comunità delle Giudicarie - e tutto per i cittadini sarebbe più semplice e meno costoso: aggiungere servizi su servizi per sorvegliare, controllare e ancora sorvegliare ha dei costi, che prima o poi dovranno ricadere sulla bolletta”. Per agevolare i corretti

comportamenti dei cittadini e non lasciare scuse agli incivili, anche la Comunità da parte sua sta potenziando il servizio: a Pinzolo durante i mesi turistici gli addetti agli svuotamenti delle isole ecologiche hanno raddoppiato i passaggi nelle isole ecologiche, in conferenza dei sindaci la scorsa sera è stata proposta l’aggiunta di un servizio di pronto intervento in caso di rottura delle calotte, mentre è in partenza il progetto per l’installazione di nuova cartellonistica. La speranza è che quella contro lo scarso senso civico non sia una battaglia contro i mulini a vento: a rimetterci, oltre all’ambiente, sarebbero in primis le tasche di tutti.

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Il dibattito

OTTOBRE 2012

Comunità, occorrono fatti e concretezza

Continua il dibattito sul futuro della Comunità di Valle. Prospettive e necessità dell’“ente di mezzo” Prima, però, bisogna porsi una domanda che forse non tutti tengono in considerazione: perché sono state create le Comunità di Valle? La prima risposta, forse la più scontata, è quella che soddisfa un’aspirazione antica ma sempre attuale: avvicinare le istituzioni ai cittadini, anche ai più lontani dal capoluogo, così da mettere in campo le politiche più tempestive ed efficaci a seconda delle necessità e delle peculiarità delle singole zone. Tuttavia esiste un’altra motivazione che molti ignorano ma che rende ancora più necessario il mantenimento delle Comunità: l’attuale crisi e il continuo prelievo di risorse trentine operato dal governo di Roma. La contrazione del bilancio provinciale, infatti, impone anche in Trentino una spending review incentrata sulla sostenibilità delle amministrazioni e delle loro politiche. In poche parole, se si vuole mantenere un elevato livello di servizi, bisogna iniziare a entrare nell’ordine di idee che ciò che ci si poteva permettere finora non sarà più pensabile nell’immediato futuro. Quali soluzioni, quindi? O si segue l’esempio nazionale dove con un colpo di spugna sono stati aboliti province e piccoli comuni, oppure i comuni vengono mantenuti delegando i servizi più onerosi alle Comunità che possono gestirli comprimendo i costi e impiegando personale maggiormente specializzato. Quest’ultima è, chiaramente, la scelta adottata dal PATT che considera le municipalità, anche le più piccole, dei presidi irrinunciabili che, però, vanno messe in rete il più possibile per poter restare al passo coi tempi e per riuscire a garantire un livello elevato di servizi e competenze indipendentemente dalle dimensioni. Stabilita, quindi, l’impor-

E

di Simone Marchiori*

ntrare in questo momento all’interno del dibattito che coinvolge le Comunità di Valle rischia di essere alquanto pericoloso. Esiste la concreta possibilità, infatti, di alimentare ulteriormente i fiumi di inchiostro che in questi mesi sono stati versati in merito a questo ente, rendendolo ancora più fumoso per la maggior parte dei cittadini e facendo passare alcune informazioni totalmente errate che lo fanno apparire come un carrozzone inutile. Tuttavia, proprio per le stesse motivazioni, è necessario mettere in campo una sorta di operazione verità che metta in risalto luci e ombre di una riforma (quella istituzionale che ha dato vita alle CdV) in cui il PATT ha da subito creduto e in cui crede ancora. tanza e l’imprescindibilità delle Comunità di Valle, bisogna fare i conti con i risultati fin qui raggiunti. Sarebbe insensato negare le difficoltà che sta incontrando questo ente e, per risolverle, bisogna assolutamente evitare la logica dello “scarica barile” avviando una riflessione seria e sincera che metta in luce limiti e punti di forza delle CdV ma, soprattutto, che fornisca al cittadino quello che più chiede in questo momento: fatti concreti e risposte in tempo reale a bisogni e aspettative. Il fatto che non sempre le Comunità riescano in questo proposito è dovuto a vari fattori: innanzitutto al clima di ostilità e sfiducia che alcuni partiti hanno montato ad arte già durante la campagna elettorale del 2010 e che ha portato i cittadini a non dare la fiducia necessaria a questo ente. In secondo luogo sta creando non poche difficoltà l’ambigua definizione del ruolo politico delle Comunità che a volte vanno a sovrapporsi ai comuni su determinate competenze. Ciò crea confusione e diffidenza da parte dei sindaci che dovrebbero vedere le CdV come alleati e non come concorrenti. Ma, soprattutto, il problema principale è dato dalla mancanza di coraggio di-

mostrata della Provincia che deve cedere ai territori le competenze previste dalla legge assieme alle risorse per poterle attuare; finora, infatti, si è assistito in più di un caso alla finta cessione di potere e alla destinazione di risorse di fatto già indirizzate togliendo alle Comunità ogni possibilità di intervento nelle scelte. Questo quadro, però, non deve essere visto come troppo disastroso. In questi anni, infatti, si è riusciti anche ad avviare importanti progetti e collaborazioni sovracomunali finora impensabili: si pensi, tanto per fare un esempio, ai Piani sociali di Comunità. Tuttavia, la sfida più importante è quella che si sta per giocare e, cioè, quella dei Piani territoriali di Comunità che segneranno le linee di crescita e sviluppo delle popolazioni per i prossimi anni. Anche per questo è necessario sanare al più presto i problemi e le criticità che affliggono le CdV, senza dimenticare che un fallimento di questi enti si ripercuoterebbe a cascata su ogni livello istituzionale e significherebbe la sconfitta dell’Autonomia. E, in questo caso, poco si potrebbe fare per contrastare la scure del governo che si è già

abbattuta sugli altri comuni italiani. Di fronte a questo scenario, il PATT ha riunito a Mezzolombardo tutti i suoi amministratori comunali e di comunità per elaborare delle linee di indirizzo dalle quali emergono alcuni punti fondamentali e non più derogabili. Il cardine di tutto il ragionamento è quello di stabilire in modo univoco il ruolo politico delle Comunità: fatta salva la centralità dei comuni, questi non dovranno temere un travaso del loro potere nei confronti delle CdV ma, semmai, le Comunità dovranno sempre più essere al servizio delle municipalità per creare una rete istituzionale forte e coesa capace di rispondere ad ogni tipo di necessità dei cittadini. Proprio per questo c’è bisogno di fiducia reciproca soprattutto nel caso della gestione associata obbligatoria di alcuni servizi, emblema di una Comunità da vedere come strumento al servizio di tutti nel quale le eccellenze gestionali e umane dei singoli municipi vengono valorizzate e messe a disposizione dell’intera valle. Restando in tema di definizione puntuale del ruolo delle Comunità va soddisfatta la domanda di chiarezza dei

cittadini, evitando sterili sovrapposizioni. Ecco perché la Provincia dovrà trovare il coraggio (in modo analogo a quello che ha consentito all’Autonomia provinciale di vedere la luce e di diventare un modello invidiato da tutto il mondo) di delegare parti anche consistenti del proprio potere ai territori con particolare riguardo alla competenza urbanistica che dovrà al più presto essere resa effettiva. Ciò consentirà di prendere scelte di crescita e sviluppo compatibili con le diverse esigenze dei vari territori. Inoltre la Provincia deve rendersi conto del cambiamento del quadro istituzionale: allo stato attuale le Comunità rappresentano gli interlocutori territoriali che vanno coinvolti ogni volta che si affrontano temi di rilevanza sovracomunale. Snobbare questo fatto significherebbe relegare le Comunità ad un ruolo marginale simile a quello dei vecchi Comprensori. E, sempre a proposito di Comprensori, per evitare assemblee mastodontiche va rivisto il meccanismo di elezione dei consiglieri, riducendoli in caso di numeri eccessivi. Questo procedimento, però, deve essere necessariamente accompagnato ad una ridefinizione

dei compiti interni all’ente: la sovrapposizione fra Conferenza dei Sindaci e assemblea su determinate questioni, infatti, svilisce il ruolo di entrambi gli organi. La soluzione migliore sarebbe quella di lasciare all’organo formato dai primi cittadini l’onere di gestire i servizi sovracomunali, mettendo nelle mani dell’Assemblea tutta la pianificazione e lo sviluppo strategico che necessitano di scelte prettamente politiche prese, però, con uno sguardo più globale e non legate all’ottica del campanile. In conclusione, il PATT non ignora le difficoltà che la riforma istituzionale ha comportato e non le vuole sottovalutare. Tuttavia c’è la consapevolezza che le sfide vanno affrontate e non rinviate: se si vogliono evitare misure drastiche come nel resto d’Italia è necessario credere nella riforma valorizzandone gli aspetti positivi e correggendone i difetti. La crisi impone di dimostrare come la nostra Autonomia, tanto attaccata, sia in grado di gestire al meglio le risorse. * Consigliere Patt della Assemblea delle Giudicarie con delega alle Politiche giovanili


Sanità

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A ortopedia, nell’ospedale di Tione

La nuova Tac “lancia” la “mini-invasiva” Con la nuova TAC “multi slice” aumenta la qualità e la sicurezza degli interventi protesici “a basso impatto” per il paziente

La nuova Tac di Tione

“La TAC – conferma il dott. Luigi Umberto Romano, primario del reparto di ortopedia – è certamente una strumentazione strategica per migliorare le nostre potenzialità operatorie e per fornire al paziente un servizio di primo livello, utilizzando al massimo le opportunità della chirurgia mini-invasiva”. Qual’è la reale importanza di una strumentazione come quella da poco attivata presso l’ospedale di Tione per il settore ortopedico? Questa nuova apparecchiatura, evoluzione moderna del vecchio modello in dotazione alla radiologia, ci permette di ricostruire perfettamente la forma dell’articolazione, elaborando un vero e proprio planning in 3D, ossia una ricostruzione volumetrica perfetta della situazione interna del segmento da operare. In questo modo l’ortopedico ha l’esatta percezione dello scenario nel quale si trova ad intervenire e dunque procedere con le tecniche mini-invasive, riducendo al minimo l’impatto sulla zona da operare. Inoltre ci è data la possibilità di prevedere, con precisione millimetrica, il modello e la taglia della protesi necessaria in quel paziente e per quella situazione, considerando anche la cinematica articolare (meccanismo di movimento) e la qualità dell’osso. Come funzionano di preciso le tecniche di operazione mini invasive?

Occorre fare una piccola premessa “storica”. L’orientamento del chirurgo è sempre stato rivolto in passato prioritariamente alla risoluzione del “problema clinico”, ricorrendo a tutti gli strumenti disponibili per raggiungere lo scopo con rapidità ed efficacia. Il problema dei danni collaterali conseguenti ad una chirurgia aggressiva, giustificata dalla necessità di essere veloci (anche per assecondare le limitate potenzialità delle tecniche anestesiologiche e l’alto rischio di infezioni) non rappresentava assolutamente una priorità. Questa filosofia chirurgica si traduceva – per semplificare - nell’aforisma: “grande taglio, grande chirurgo”, che per anni ha condizionato il modo di intendere la chirurgia di medici e pazienti. Forse anche per la mancanza di apparecchiature presenti all’epoca. Certo, bisogna riconoscere ai chirurghi dell’epoca la limitatezza di apparecchiature e strumenti a loro disposizione, basti pensare alle invenzioni più recenti anche la più elementare come il bisturi elettrico, la completa assenza dei mezzi diagnostici per immagine, ogni operazione chirurgica rappresentava per l‘operatore una sorpresa in assenza di RMN; TAC etc. che li obbligava ad esplorare e quindi ad allargare il loro campo di visione per essere certi e sicuri dell’efficacia del gesto chirurgico.

Operare arti e impiantare protesi ricercando la minore invasività possibile ed il minor disagio per il paziente, abbattendo inoltre i tempi di recupero. Questi gli obiettivi della chirurgia mini-invasiva, una tecnica operatoria che il reparto di ortopedia dell’Ospedale di Tione mette a dispoCon le nuove tecniche, che cosa cambia, invece? L’obiettivo diventa quello di curare la lesione (frattura, installazione di una protesi) arrecando il minor danno possibile ai tessuti circostanti, rispettando l’integrità dei muscoli, limitando allo stretto necessario l’incisione della pelle, la perdita ematica e, in ultima istanza, il dolore post-operatorio del paziente. Ma, soprattutto, ridurre drasticamente i tempi di recupero da parte del paziente. Una tecnica “gentile” e mirata, che – attraverso delle micro-incisioni – ci permette di lavorare solo sulla parte effettivamente interessata. Quali sono gli interventi che vengono eseguiti a Tione con questa tecnica? Quattro tipologie, che riguardano patologie e traumatologie molto diffuse: spalla, anca, ginocchio e piede. Interventi che – se eseguiti correttamente – possono restituire al paziente una piena mobilità. Attraverso piccole incisioni vengono introdotte le protesi (sempre più moderne e sicure, anche in questo campo si sono fatti grandi passi avanti), senza l’utilizzo della trazione dell’arto operato, tecnica utilizzata in altri ospedali ma che può avere effetti lesivi sui legamenti della caviglia e del ginocchio. Con la tecnica mini-invasiva teniamo indenni i muscoli e i tessuti sani, riduciamo i tempi di operazione e nelle fratture limitiamo davvero drasticamente i tempi di guarigione,

utilizzando al minimo i cosiddetti “mezzi di sintesi”, tipo chiodi, viti e fili metallici (così sovra-utilizzati fino a 10 anni fa) ricorrendo a sistemi di stabilizzazione meno invasivi. Quanti interventi di questo tipo vengono eseguiti a Tione? Nell’arco degli ultimi tre anni abbiamo eseguito oltre 300 impianti protesici maggiori e 200 interventi di correzioni delle deformità del piede (alluce valgo, dita a martello etc).

sizione dei propri pazienti ormai da cinque anni, ma che – attraverso la ricerca – va continuamente affinandosi e che grazie al nuovo macchinario Tac in funzione al nosocomio tionese da inizio settembre, ha ricevuto un forte impulso e nuove opportunità per perfezionarsi ulteriormente. Spesso nella percezione dei pazienti il grande ospedale offre più garanzie di quello di piccole dimensioni come quello di Tione. Qual è l’effettivo livello del nosocomio tionese? In altre parole: la gente può avere piena fiducia e farsi operare serenamente a Tione? Certamente sì. Spesso, è vero, il piccolo ospedale viene percepito dalla gente come qualcosa di “incompleto”, un grande pronto soccorso e poco più. In realtà – fatta salva la maggiore completezza di grandi ospedali come il Santa

Chiara, che possono mettere in campo praticamente tutti i reparti – per quanto riguarda l’Ortopedia l’Ospedale di Tione può fornire tutte le professionalità necessarie e la strumentazione adeguata alla maggior parte degli interventi. Con l’arrivo della nuova Tac, poi, siamo completamente “autonomi” anche nella definizione delle modalità e delle condizioni di intervento e possiamo certamente fornire un ottimo livello di sicurezza e di qualità operatoria. Roberto Bertolini

Lilt e Mese Rosa in Giudicarie: informazione e non solo Sabato 20 ottobre una importante serata dedicata alla prevenzione dei tumori femminili

In occasione del mese rosa, che partirà il primo ottobre in tutta Italia, la Delegazione LILT Valli Giudicarie, l’ITAS Assicurazioni Agenzia di Tione (Milanesi & Cereghini s.r.l.), il gruppo Thinking di Christian Bazzoli e con la collaborazione del Comune di Tione, hanno organizzato per la serata di sabato 20 ottobre all’auditorium delle scuole superiori di Tione un importante appuntamento, nell’ottica dell’informazione e della sensibilizzazione sui particolari temi per i quali la LILT da anni lavora. La Delegazione LILT Valli Giudicarie, fin dalla sua nascita nel 1989, ha sempre promosso attività ed incontri pubblici con medici ed esperti per informare la popolazione sulle attività di prevenzione, controllo ed assistenza nell’ambito della lotta ai tumori. Grazie ai recapiti di Pinzolo, Ponte Arche e Condino e alla sede di Tione, la Delegazione fornisce oltre allo sportello informativo, anche screening dermatologico e del cavo orale gratuiti, oltre ad un servizio psicologico per malati e loro parenti. Il tutto grazie all’operosità e all’impegno dei volontari, che ormai da anni lavorano per la salute ed il miglioramento della vita di tutti. Questa associazione, unitamente all’agenzia ITAS Assicurazioni di Tione nelle persone di Paolo Cereghini ed Alberto Milanesi, che oltre alla parte di sponsor sono anche attivisti della LILT, ha perciò organizzato (come ha sempre fatto negli ultimi anni in occasione del

Mese Rosa) uno spettacolo di grande impatto artistico ed emotivo. Lo spettacolo del 20 ottobre sarà infatti curato dal giovane Christian Bazzoli, già stilista ed organizzatore di eventi, che per l’occasione ha previsto una scaletta molto speciale: si partirà infatti con una sfilata delle sue ultime creazioni, seguite poi da un momento di danza con il corpo di ballo della sua compagnia “Thinking” e uno di canto con la giovane e talentuosa cantante giudicariese Arianna Dalle Mule. Sarà una serata di sfilate, balli e canto, ma con l’intento di sensibilizzare il pubblico: per questo saranno ricavati momenti centrali nella serata dedicati alla lettura di poesie e testi dedicate alle donne che hanno vissuto sulla propria pelle l’angoscia e la sventura della malattia, riuscendo però a superarla anche grazie all’aiuto dell’associazione. Durante la sfilata di moda sarà presente Barbara Pedrotti, che farà da madrina della serata e che indosserà per l’occasione uno speciale abito-scultura disegnato e creato appositamente per lei da Christian. Una serata importante, che oltre all’intrattenimento di alto livello, offrirà molti spunti di riflessione riguardo alle molteplici opportunità che il lavoro della LILT offre a tutti. L’appuntamento è per sabato 20 ottobre, ore 20:30 all’auditorium delle scuole superiori di Tione. Impossibile mancare. Aldo Gottardi


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Il personaggio

OTTOBRE 2012 L’INTERVISTA

Lo Sherlock Holmes delle piante

Marco Merli di Sclemo si è aggiudicato il premio “Battaglia” 2012 per aver trovato e catalogato nei boschi attorno ad Andalo una specie di salice, il Salix Aurita, unico in Italia Dove nasce la curiosità per le piante? Mi sono sempre piaciute la montagna e la natura. Verso i 25 anni ho cominciato ad occuparmene in modo costante, l’avessi capito prima avrei fatto studi appositi. Ora vado ogni sabato e domenica a fare ricerche sul territorio. Come ha imparato? Sono autodidatta. Se uno ha la passione, impara le cose, ma ci vuole continuità: per vincere un’olimpiade bisogna allenarsi tutti i giorni, così anche il botanico. Cosa l’appassiona della botanica? La ricerca in sé è affascinante. E’ molto bello quando si inizia l’escursione, è un po’ come andare in montagna, a volte e’ quasi più bello salire che arrivare in cima, e quando cerco una pianta ho un po’ questa sensazione. Mi piace affrontare l’enigma, non solo trovare quello che cerco. Com’è un’uscita tipo? Prima si decide a tavolino quello che si vuole andare a studiare, un’area geografica o una pianta specifica. Se vado in una certa area determino tutte le piante che vedo: tecnicamente si tratta di una cartografia floristica. Percorro fino a 3.000 km al mese. Parliamo del Salix Aurita, la sua scoperta, come ci è riuscito? Sono uno specialista di salici: ho fatto undici escursioni in Alto Adige cercandolo: nel 1911 c’era stato un avvistamento in Alto Adige, ma la mancanza di un erbario lasciava aperta la possibilità di errore, quindi il mio ritrovamento è il primo documentato in Italia.

A

di Denise Rocca

lpinisti, cacciatori, adepti del trekking e del nordic walking, estimatori delle mangiate nei rifugi, gli amanti della montagna sono tanti e diversi. Fra loro si aggira anche una specie rara, saranno una decina in Trentino, un po’ esploratori un po’ investigatori alla Sherlock Holmes: sono i floristi, impegnati a studiare e catalogare le diverse piante di un territorio, ne ricordano la storia e le caratteristiche, ricostruiscono le migrazioni di anno in anno, le

Cos’è un erbario? Un cartoncino bianco sul quale viene attaccato il campione di pianta pressato, protetto da una carta velina, e segnate le caratteristiche scientifiche. Il mio erbario ha circa 2.000 esemplari, e può durare anche 5 o 600 anni, basta avere l’accortezza di preservarlo dagli insetti: io lo metto a -20 gradi, in freezer, di tanto in tanto. Antichi erbari di pregio sono andati distrutti proprio per colpa degli insetti, una grande perdita perché da un erbario un esperto è in grado di capire tutte le caratteristiche di una pianta, come la vedesse dal vivo. Quali sono gli strumenti del florista? I libri anzitutto, scritti da specialisti, sono fondamentali. Nella mia biblioteca personale ne ho una cinquantina, ci sono testi anche molto costosi, ma ne vale la pena.

Marco Merli

Una buona lente di ingrandimento, perché tante piante si determinano da dettagli minuscoli, come i peletti ad esempio, che si vedono solo

modifiche da generazione a generazione. Quest’anno il premio Giorgio Battaglia è andato a uno di loro, Marco Merli, classe 1971 di Sclemo, nel Banale, che collabora con i botanici professionisti del museo civico di Rovereto. Lo fa per passione. Un hobby svolto a livello quasi professionale, che gli ha fruttato il “Battaglia” 2012 per aver trovato e catalogato nei boschi attorno ad Andalo una specie di salice, il Salix Aurita, unico in Italia. Lente d’ingrandimento in mano, una cinquantina di libri nella biblioteca di casa, gira i boschi trentini, ma anche del resto d’Italia e quando riesce pure all’estero, sempre in cerca di una perla rara: piante avvistate in passato e mai più riviste, o esemplari riusciti a sopravvivere in un territorio diverso da quello abituale, magari sviluppando caratteristiche nuove. con la lente. Un dispositivo Gps e delle cartine dettagliatissime della Provincia, infine una teca per raccogliere i campioni da studiare a casa. A volte può servire anche un microscopio, per studiare meglio i campioni, ma questo una volta a casa. Le coltivi anche, e tue piante? Preferisco trovarle e classificarle.

MUSEO CIVICO ROVERETO Da una ventina di anni la sezione botanica del Museo Civico di Rovereto raccoglie dati sul campo, confronta studi bibliografici e studia campioni da erbari, impegnata a dipingere un quadro completo della flora del Trentino. Oltre un milione sono i dati raccolti fino ad oggi, la grandissima parte di questi georeferenziati. E’ in sostanza la base informativa sulla quale si calibrano le azioni provinciali in materia di biodiversità floristica della Provincia di Trento. Sono stati pubblicati tre atlanti dagli esperti del museo: uno sulla flora del Parco Paneveggio e Pale di San Martino, uno su quella del Parco Adamello Brenta e aree limitrofe, e uno sulla flora del Monte Baldo, ma in cantiere c’è un atlante sulla flora del Trentino. Filippo Prosser, conservatore della sezione Botanica del museo, spiega: “In questi anni sono state trovate circa 200 specie nuove per il trentino e siamo riusciti a descrivere tre specie nuove in regione per il mondo scientifico: un Festuca austrodolomitica, la Primula Recubariensis (sulle piccole Dolomiti) e naturalmente la Gentiana Brentae”.

C’è qualche esemplare che si fa desiderare? Ho cercato invano per quattro anni una pianta in Val d’Algone, l’Erinus Alpinus, avvistato l’ultima volta a fine Ottocento. Pronto ad andare a caccia di altri Salix Aurita in Trentino? La pianta che ho trovato è femminile, fertile, significa che da qualche parte c’è anche il maschio, mi piacerebbe trovarlo. Ma i salici si fecondano sfruttando il vento, quindi potrebbe essere a parecchi chilometri di distanza. Come arriva una nuova specie in un territorio? Generalmente trasportata in modo involontario dalle persone. Le guerre mondiali, ad esempio, hanno portato piante dall’America. Anche nei campeggi sul lago di Garda sono arrivate piante portate dai turisti. Poi i cambiamenti climatici: l’innalzamento delle temperature, per esempio, permette a nuove specie di espandersi. La zona che la affascina di più? Le Pale di San Martino e Pa-

neveggio, quest’anno ci ho fatto 12 escursioni. Ma anche il Brenta meridionale, la zona del monte Baldo, da sempre fiore all’occhiello dei botanici perché essendo una montagna isolata era una delle zone più ricche di specie, assieme alle prealpi di Ledro, le uniche scoperte dal ghiaccio durante le glaciazioni. Alcune specie si sono salvate proprio perché non c’era il ghiaccio e anche ora troviamo piante eccezionali, rarissime. Il lago di Garda è bello perchè permette escursioni autunnali. D’inverno deve mancarle parecchio quest’attività di escursioni settimanali? L’inverno classifico quelle piante che magari ho trovato in estate e conservato nell’erbario ma non ero sicuro della classificazione. Compilo un diario scientfico personale, ho una cinquantina di schede morfologiche che ho riempito per le specie che non conosco ancora bene. Quando scrivo riesco a vedere differenze che non ero riuscito a cogliere prima. L’inverno è tempo di studiare, non smetto mai veramente di occuparmi di piante. Le scoperte che più le hanno dato soddisfazione? Il Salix Aurita, sicuramente, perché sono specializzato in salici. Come mai i salici? Quando una persona inizia un’avventura scientifica deve imparare tantissime nozioni, io ho studiato tutti gli arbusti e tra questi il Salix era terribilmente ostico, così me ne sono innamorato. Erbario nel freezer, libri a mo’ di pressa, ma competenze da professionista unite a una passione e curiosità infinite: tanto basta per una grande scoperta.


Cooperando

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La sfida dell’innovazione

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Le nuove tecnologie strumenti importanti per avvicinare la gente alla partecipazione E invece non passa anno che i cellulari cambiano. Nel tempo passano da mattonelle a piccolissime scatoline colorate super leggere, da far fatica a leggerci il numero di casa e poi tornano di nuovo ad essere ancora delle dimensioni di una mattonella. Quello che cambia è il nome, sempre più difficile da imparare - telefonino, smartphone, iphone - e le cose che si possono fare aumentano: oggi possiamo chiamare altri telefoni, mandare messaggi, scrivere email, scattare fotografie, navigare in internet, installare giochi, ascoltare musica. A breve il cellulare (chiamiamolo semplicemente cosi) ci consentirà anche di velocizzare i pagamenti con transazioni più comode per le persone e al contempo più rapide/sicure per le imprese; di potenziare la visibilità dell’offerta dei negozi che segnaleranno direttamente sul cellulare promozioni in corso; si potrà migliorare la fruizione dei servizi da parte dei cittadini e promuovere il territorio veicolando attraverso questo mezzo di facile ac-

di Alberto Carli Ricordo che erano gli anni Ottanta e al secondo anno di superiori ci portarono nel nuovissimo laboratorio informatico. C’erano una decina di Computer e sullo schermo nero cercavamo di imparare a inserire dei comandi a caratteri verdi.. era la prima volta che usavo un computer. Qualche anno dopo uno stru-

mento altrettanto utile e divertente iniziava a diffondersi: il cellulare. Mi ricordo abbastanza bene il mio primo telefono cellulare. Una mattonella, nero e con l’antenna ben in vista. Un concentrato di tecnologia che l’evoluzione tecnologica avrebbe a mio avviso impiegato molto tempo per superare.

cesso informazioni culturali, turistiche e congressuali; Insomma non facciamo in tempo ad abituarci alle novità tecnologiche che subito ne arriva una nuova. E infatti in pochi anni le cose sono cambiate tanto. L’innovazione corre rapida, rapidissima. Investe non solo gli apparecchi che ci permettono di fare quello che facciamo, ma anche il modo in cui ce lo fanno fare. E’ la sfida che l’innovazione ci pone davanti, quella di cambiare prospettiva nei suoi confronti e capire che non ci è richiesto di abituarci allo specifico telefono, alla specifica tv o allo specifico computer, ma che dobbiamo invece riuscire a superare gli oggetti specifici per toccare e affrontare direttamente il cambiamento. Un cambiamento su cui an-

zione al sistema cooperativo trentino, impegnato ad as-

che il mondo della cooperazione stà riflettendo, si stà confrontando cercando di individuare buone pratiche e nuove forme di organizzazione e di erogazione dei servizi per le persone utilizzando la tecnologia come strumento abilitante. In quest’ottica, un progetto che da qualche anno è attivo per i soci della cooperazione trentina è la carta in cooperazione; un progetto che di fatto rappresenta la versione moderna del “libretto” sul quale tutte le famiglie registravano gli acquisti in cooperativa e al cui saldo si provvedeva a fine settimana o a fine mese. Ma la Carta In Cooperazione non è una delle tante carte-fedeltà offerte gratuitamente dalle aziende della distribuzione, è un’iniziativa unica in Italia. E’il segno della partecipa-

sicurare vantaggi e tutela ai soci e alla comunità.

ALBERTO CARLI E’ nato a Trento il 6 Aprile del 1972. Laureato in Sociologia, indirizzo Comunicazioni e Mass Media presso l’Università degli Studi di Trento inizia la sua carriera professionale in Hertz Corporation presso l’Hertz Europe Financial Center di Dublino dove si trasferisce. Nel 2002 rientra in Italia e inizia la sua Collaborazione con DeltaDator Spa (da Giungo 2008 Dedagroup Spa) che continua ricoprendo diversi ruoli nell’ambito della Direzione Vendite fino a fine 2009. Nel 2004 fonda Computer Learning, società cooperativa operante nel settore della formazione ICT, di cui è tuttora Vice-Presidente. Nel 2010 fonda EduTech che fornisce soluzioni per la didattica e la multimedialità a Istituzioni educative e accademiche, ad Aziende ed Enti Pubblici, di cui è Amministratore Delegato. E’ membro del comitato Piccola Impresa di Confindustria Trento, consigliere di amministrazione del consorzio Health Innovation Hub e da Giugno 2012 consigliere di amministrazione della Federazione Trentina della Cooperazione.

Oggi la Federazione della Cooperazione sta sostenendo un rilancio di questa iniziativa anche per concretizzare l’azione di valorizzazione della funzione sociale (sancita dall’art. 45 della costituzione) e ridare alla persona la giusta centralità con l’obiettivo di permettere al socio di passare dallo stato di “socio di diritto” a “socio partecipativo”. In quest’ottica attraverso le potenzialità delle tecnologie digitali, potranno essere estesi i servizi attivi sulla carta in cooperazione, servizi che nel tempo probabilmente saranno spostati su strumenti diversi ( dalla carta al telefonino) e al cui sviluppo potranno concorrere le organizzazioni che sapranno meglio dialogare con il territorio e rispondere alle esigenze di innovazione in ottica di servizio alla persona. Credo si tratti di una sfida affascinante. Sicuramente si tratta di una sfida ineludibile.

“EVENTI D’AUTUNNO” La floricoltura Sirianni propone 3 meeting a tema dedicati alla decorazione floreale e non solo, con affermati maestri dell’arte decorativa pronti a dare consigli e a realizzare dal vivo le più belle e innovative composizioni. Sabato 20 ottobre dalle ore 15.00

“PROPOSTE D’AUTUNNO...e per i tuoi cari”

Nuove idee dai colori autunnali e per la festività di Ognissanti, proposte da Mara Furlani. Sabato 10 novembre dalle ore 15.00

“...ASPETTANDO IL NATALE”

Decorazioni per la casa, per dare un tocco originale al tuo ambiente. Proposte di Antonio Trentini. Sabato 24 novembre dalle ore 15.00

“L’ATMOSFERA DELL’AVVENTO”

Creatività e calore con le candele. Idee di Mara Furlani.

Nei tre pomeriggi animazione per bambini con creazione di lavoretti per Halloween-Natale e merenda. Le manifestazioni sono porte aperte, non serve alcuna prenotazione e l’entrata è libera a qualsiasi ora e senza impegno.

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A piedi per vivere meglio. A piedi per crescere meglio. A piedi per muoversi meglio. A piedi per riscoprire il territorio. A piedi per conoscere. Camminare fa stare bene e regala ben-essere. Le Terme di Comano, centro di cura e benessere naturale, celebrano la Giornata Nazionale del Camminare con un convegno a tema e con cammini alla riscoperta e conoscenza della valle. Appuntamento fissato per il 14 ottobre. Per tutti gli amanti del “camminare per star bene e conoscere” appuntamento d’obbligo domenica 14 ottobre alle Terme di Comano. L’occasione, unica per tutto il Trentino, la Giornata Nazionale del Camminare, do-

Conoscereilterritorio... camminando Il 14 ottobre alle Terme di Comano un appuntamento significativo per la “Giornata nazionale del Camminare”

veroso tributo ai molti appassionati dell’andar lento, quel passo dopo passo che non è solo uno svago salutista, ma uno strumento impagabile per rientrare in connessione con se stessi, prima, e col mondo esterno subito dopo.

La Giornata Nazionale del Camminare, organizzata da FederTrek e patrocinata dal Ministero dell’Ambiente, ha come obiettivo principale quello di promuovere e sostenere il camminare, un gesto così naturale che oltre

a consentire la scoperta e la conoscenza di un territorio, rappresenta soprattutto un’opportunità per modificare le proprie abitudini, apportando indubbi benefici psicofisici con ricadute positive sulla qualità della vita e sul

vivere quotidiano. L’adesione a questa giornata da parte delle Terme di Comano va nella direzione di rafforzare e consolidare un impegno verso un turismo sostenibile di benessere e salute, che partendo proprio dal centro termale vuole coinvolgere l’intera Valle delle Giudicarie. E il cammino, in questo contesto, diventa offerta complementare di salute, strumento per star bene. Il perché di un evento nazionale fatto di una miriade di piccoli e grandi iniziative come quelle in programma alle Terme di Comano, è un modo per iniziare sul serio a creare una rete che a partire dalla Giornata del 14 ottobre possa determinare in tutto il Paese una piena consapevolezza di quanto sia importante far entrare la mobilità pedonale nelle nostre abitudini quotidiane e nella pianificazione della mobilità sostenibile dei nostri territori. Camminare è una filosofia di vita, è un gesto di importanza fondamentale per il nostro equilibrio e per quello dei territori intorno a noi. La Giornata del Camminare lancia un messaggio chiaro: usare i piedi ogni volta che si può, perché a piedi si vive meglio, a piedi si cresce meglio, a piedi si riscopre e conosce meglio un territorio. Camminare per conoscere è un dunque un percorso ideale, ancor prima che geografico, alla scoperta di dettagli, particolari, atmosfere, emozioni che ogni luogo, avvicinato e conosciuto col passo lento del camminare, sa svelare. Ed è proprio alla filosofia dell’”andar lenti per star bene e conoscere” che ha fatto riferimento l’Azienda

Attualità per il Turismo delle Terme di Comano per organizzare le varie iniziative inserite nella propria Giornata Mondiale del Camminare. La mattina del 14 ottobre, al centro termale, si terrà l’incontro pubblico “Andar lenti: camminare fonte di salute e conoscenza” che vedrà l’intervento di qualificati relatori, fra i quali il dott. Marco Brazzo, chinesiologo che parlerà del cammino come evoluzione del benessere, Michele Dalla Palma, direttore della rivista Trekking&Outdoor, che racconterà dei suo tanti cammini attraverso il mondo e del cammino come mezzo per conoscere, il giornalista de L’Adige Luigi Zoppello che svelerà il suo trekking psicogeografico che l’ha portato a percorrere a piedi oltre 285 chilometri attraverso il Trentino. Durante la giornata saranno poi in programma due “speciali cammini” per mettere in viaggio corpi e menti alla scoperta e conoscenza di splendidi paesaggi naturali e delle storie che sanno evocare. Il primo, il Cammino della fede, un pellegrinaggio organizzato dalle Comunità Cristiane di Lomaso, Fiavè e Bleggio, partirà alle ore 8.00 dalla Chiesa di Dasindo per concludersi, dopo circa 15 chilometri, alla Pieve di Santa Croce con la celebrazione della Santa Messa alle ore 16.00. Il secondo, il Cammino dell’archeologia, di circa 6 chilometri, prevede la partenza da Fiavè alle ore 14.30 e la conclusione con visita al nuovo Museo delle Palafitte alle ore 16.30. Per entrambi la partecipazione è libera, senza iscrizione. In caso di pioggia entrambi i cammini saranno annullati. Due itinerari attraverso la splendida valle delle Giudicarie, che per natura, storia, usanze e realtà presenti è il luogo ideale per camminare. Attraversarla a piedi consente di viverne al meglio la natura, i luoghi, le loro storie e soddisfa la ricerca di ben-essere e salute di chi ci vive e di ci viene in vacanza. www.visitAcomano.it info@visitAcomano.it.

Il Giornale delle Giudicarie

mensile di informazione e approfondimento Anno 11 n° 10-ottobre 2012 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Caporedattore: Roberto Bertolini Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Matteo Ciaghi, Aldo Gottardi, Denise Rocca Hanno collaborato: Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Massimo Caldera, Silvano Capella, Marco Delugan, Alessandro Togni, Andrea Tomasini, Ettore Zampiccoli, Ettore Zini, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3335988772) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 27 settembre 2012 da Sie S.r.l. - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129


Attualità

Caccia che passione!

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In Giudicarie il fenomeno – seppur non più con i fasti del passsato - è ancora sulla breccia e sa coinvolgere pure i giovani

C

di Denise Rocca

accia, che passione! Arrivato settembre è giunto puntuale anche l’appuntamento, sempre controverso, con l’avvio della stagione venatoria, quest’anno in anticipo rispetto al solito, il 2 settembre. Una passione che molti cacciatori Quando è nata la sua passione per la caccia? Da piccolo quando mio papà mi portava con lui a vedere gli animali. A 6 o 7 anni ero già in giro per i boschi a osservare caprioli e camosci. Il primo animale che ha preso? Era un capriolo maschio nel bosco sotto casa mia. Avevo un braccio ingessato. Ingessato? Come ha fatto? Ho fatto una cinghia attorno al fucile e ho sparato, ovvio. Età? Avevo 16 anni, allora con la firma dei genitori si poteva prendere il porto d’armi e quindi la caccia. Mai avuto sensi di colpa per aver ucciso un animale? Sì, quando si preleva un piccolo. Ricordo una volta in cui ci sono rimasto particolarmente male, perché la femmina è rimasta lì a guardare il piccolo che avevo abbattuto. Abbattere i cuccioli, non è un controsenso? La femmina di capriolo fa

due piccoli, gli abbattimenti servono a limitare la specie. Nel 90 per cento dei casi uno dei due muore comunque, prelevandone uno l’altro ha maggiori probabilità di sopravvivere più forte. Qual è la parte che le piace di più delle spedizioni di caccia? Girare in montagna. Perchè quindi anche sparare, invece di limitarsi all’osservazione? Lo sparo è il momento che ogni cacciatore aspetta, è un coronamento, ma non quello più importante. Parliamo dei riti della caccia. Ce ne sono tanti. Quando un capo viene preso gli si mette in bocca un ramettino di abete, larice o una felce, quello che si trova intorno all’animale appena abbattuto, un segno di rispetto, come simbolo dell’ultimo pasto. Gli animali vanno eviscerati immediatamente, nel rispetto della carne che non deve andare a male, ma va mangiata. Il trasporto deve avve-

hanno ereditato dai genitori e ha smesso di essere prerogativa maschile grazie ad un gruppo crescente di agguerrite cacciatrici. Prova a descriverla, il rettore della sezione cacciatori del Bleggio Inferiore, Achille Onorati. nire nel rispetto dell’animale: il capo non va trascinato: il capriolo va nello zaino o a tracolla. Il cervo pesa molto, ma anche nel modo di trascinarlo, se non c’è alternativa, va fatto con la delicatezza e l’attenzione del caso. Un vero cacciatore non permette a nessuno di arrivare per primo sul capo abbattuto, lo recupera di persona. Fa tutto parte del rispetto per l’animale. Come si fa a parlare di rispetto se lo si ha appena ucciso? Vede, io ho seguito un certo numero di esemplari nei mesi precedenti all’apertura della caccia, alla ricerca del capo migliore, sia dal punto di vista del prelievo che dei trofei. Li ho studiati, seguiti, scoperto quando escono, rientrano, come si muovono. Questo e l’amore che io sento, poi la caccia prevede dei prelievi, è nella sua natura. E arrivando sulla spoglia del capo abbattuto sono contento di essere riuscito nel mio intento di aver prelevato il

capo giusto, gli porto però rispetto. E’ un insieme dell’equilibrio naturale. Qual è la preda che ricorda di più? Un capriolo maschio con 4 etti e mezzo di trofeo. Ci ho passato dietro tutta l’estate per prenderlo, ho fatto tre giorni sotto una pianta per aspettare che uscisse allo scoperto. Avevo 25 anni e una mattina, bagnato fradicio, l’ho preso. Oggi, col doppio degli anni, non lo farei più. La soddisfazione comunque non è assolutamente una questione di numeri, di quanti abbattimenti, è il tempo che impieghi a seguire il capo, curarlo, la fatica che si è fatta per andare a raggiungerlo. Non è noioso tutto questo attendere seduti in un bosco? Macchè. Sei lì, mimetizzato nel bosco, passa la gente e senti cose divertentissime: litigate, discorsi strani, scenette di tutti i tipi. E comunque la natura è spettacolare, a volte spietata. Ho visto un’aquila buttare giù da un dirupo un camoscio e dopo qualche ora tornare a mangiarlo. Non è un caso isolato, è l’unico modo che hanno per vincere su un camoscio, ma vederlo accadere è impressionante. Un’altra volta, una femmina di camoscio uccidere un piccolo. Non ho

Camosci in Movlina

mai capito il perchè, ma l’ha fatto uscire dal gruppo, preso per le corna e scaraventato giù dalle rocce. L’unica spiegazione che mi do è che fosse ammalato e rallentasse il gruppo. Camosci, caprioli, cervi, hanno comportamenti molto diversi? Il camoscio è un animale più facile da vedere, controllare e studiare, perchè è un curiosone. Scappa, ma poi torna sempre a controllare se ci sei ancora. Il capriolo scappa, ma fa brevi distanze, va nel bosco, si accuccia e ascolta, annusa in giro. Il cervo corre via, copre grandi distanze, è il più difficile da prendere perchè è imprevedibile rispetto agli altri due. Ha un olfatto strepitoso e un udito ancora migliore. Un capo indiano ha detto “Se cade una piuma nel deserto, l’aquila la vede, il cervo la sente e l’orso ne sente l’odore”. C’è differenza fra il vivere la montagna dei cacciatori e degli altri? C’è una notevole differenza. Gli escursionisti, per esempio, soprattutto i turisti, difficilmente vedono animali. Un po’ per gli orari in cui si muovono, sempre troppo tardi per avvistamenti, ma anche per la disabitudine a cercare indizi della presenza di animali nel bosco. Il cacciatore è in assoluto il mi-

glior conoscitore della fauna e della flora di un territorio, non ci sono guardie forestali che tengano. Amate gli animali, ma li uccidete. Non le pare un’ingiustizia uccidere per passatempo animali innocenti? Se non ci fossero i cacciatori ci sarebbe un aumento esponenziale dei capi, certo, ma si ammalerebbero, perchè non esistono più i predatori di un tempo. Per esempio, la rogna sarcoptica presente in Val di Fassa arriva da popolazioni di camosci troppo cresciute. L’unico modo per fermare un’epidemia così è uccidere tutti gli esemplari di un territorio, anche quelli sani, perché nel caso della rogna l’incubazione è molto lunga. Dei 600 stambecchi protetti nel parco di Paneveggio, se ne sono rimasti 50 sono tanti. Non sono stati i cacciatori, ma la rogna portata dai camosci. E dei bracconieri, che mi dice? Siamo arrivati, io credo, ad un punto in cui i cacciatori hanno capito che i bracconieri sono deleteri per tutti. Si viene tutti giudicati male, per colpa di pochi, incapaci di seguire le regole. La maggior parte dei bracconieri vengono segnalati alle guardie forestali proprio dalle sezioni.


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Attualità

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Scuola per Cavezzo, iniziati i lavori L’obiettivo della Comunità è dare ai ragazzi del comune modenese colpito dal terremoto una struttura prima dell’inizio dell’anno scolastico (in Emilia prorogato a fine ottobre)

S

ono partiti a fine settembre i lavori di realizzazione di un edificio scolastico nel comune modenese di Cavezzo, per sostituire quello danneggiato dal terremoto. Il progetto, promosso dalla Comunità delle Giudicarie, portato avanti dal comitato “Insieme, una scuola per Cavezzo” 702.059,74 euro il valore del contratto, che prevede una superficie totale dell’edificio scolastico di circa 1182 mq, dove alle classi per lo svolgimento delle lezioni sono affiancati un’aula multimediale, un laboratorio di informatica, due laboratori di chimica/ fisica e una biblioteca. La struttura potrà fregiarsi della certificazione Arca, marchio di qualità della filiera della costruzione in

raggiunge così l’obiettivo che si era prefisso. Per scegliere il soggetto esecutore dell’appalto, il direttivo del Comitato ha bandito una gara invitando le ditte Giudicariesi partner Arca (architettura-confort-ambiente), marchio della filiera della costruzione in legno in Trentino.

legno in Trentino che garantisce la durabilità, la sicurezza, contro il sisma ed il fuoco, il comfort, il risparmio energetico e la sostenibilità delle costruzioni in legno e porterà nella terra modenese un manufatto di eccellenza della produzione trentina. Per chi vuole fare una donazione per poter pagare la scuola è stato aperto un conto corrente dedicato presso la Cassa Rurale di Tio-

ne (IBAN IT 670080243566000 0004102760) dove tutti possono versare il proprio contributo Attualmente la raccolta fondi ammonta a 51.508,67 euro (di cui 11.560 euro da Comuni, 21.455 da enti organizzazioni non pubblici, 11.500, euro da imprese e società Casse Rurali e 6.992,19 euro da privati cittadini). Il Sindaco di Cavezzo Draghetti tra la Presidente Ballardini e il Vicepresidente Olivieri

L’INTERVISTA – Patrizia Ballardini

«Un’iniziativa forte, un grazie a tutti quelli che hanno partecipato» Presidente, a che punto è il progetto di costruzione della scuola per il comune di Cavezzo? Siamo giunti alla fase esecutiva. Tra le otto ditte Giudicariesi partner Arca invitate alla selezione competitiva per proporre un progetto per la realizzazione di una scuola in legno per i 250 ragazzi ha vinto l’appalto dei lavori la Ille Prefabbricati spa. Lunedi scorso abbiamo consegnato il cantiere ed ora l’impresa sta lavorando per rispettare i 40 giorni previsti dal protocollo per la realizzazione e la consegna dell’opera. Mi preme qui ringraziare tutti coloro che hanno dato il loro contributo, a partire dai Comuni delle Giudicarie, quindi il Bim del Sarca e del Chiese, la Comunità

Valsugana Bernstol, insieme ad altri enti pubblici e privati e tutti i privati cittadini che stanno versando somme piccole grandi sul conto aperto dal Comitato presso le Casse Rurali. Un’iniziativa di forte solidarietà. Come è nata e quale livello di condivisione ha trovato negli amministratori e negli operatori economici giudicariesi? È un’iniziativa che nasce dalla volontà di poter fare qualcosa di utile e di concreto per aiutare una popolazione colpita duramente da un evento catastrofico. Quando abbiamo incontrato Stefano Draghetti ci siamo trovati di fronte un sindaco che da un giorno all’altro ha dovuto dare risposta e prospettive di rinascita ad una

comunità distrutta dal terremoto, ad un giovane che si è trovato sulle spalle le ansie di 7.300 censiti colpiti ed impauriti da un terremoto che ha devastato le loro case, le loro aziende e i loro affetti. Impossibile rimanere insensibili, anche tenuto conto che Cavezzo, essendo stata colpita dalla seconda tragica scossa, imprevista quanto violenta, non è stato destinatario degli aiuti stanziati in ambito nazionale per le località colpite dalla prima scossa. Abbiamo cercato da subito tutte le strade percorribili per poterlo aiutare a risolvere una delle tante questioni aperte. Lui ci ha chiesto una scuola. É nato così il comitato “Insieme, una scuola per Cavezzo”.Partita dalla Comunità delle Giudicarie, l’iniziati-

va di solidarietà ha trovato l’adesione e l’appoggio dei Comuni delle Giudicarie che, nonostante il momento difficile per i bilanci comunali, hanno compreso l’importanza e la portata dell’intervento, dei Bim del Sarca e del Chiese, della Comunità Alta Valsugana e Bersntol e di altri soggetti pubblici e privati, non solo trentini, che hanno stanziato le prime risorse. Non è stato facile perchè mentre il Comitato doveva cercare ampi consensi doveva anche lavorare in tempi strettissimi per poter garantire la scuola entro ottobre. Ora si è cercato di sensibilizzare, tramite una campagna informativa, la popolazione giudicariese dalla quale ci aspettiamo arrivino le ultime risorse necessarie a

pagare i 702mila euro del costo dell’opera. Verosimilmente, quando è possibile ipotizzare l’inizio dell’utilizzo di queste strutture? Dopo l’aggiudicazione dell’appalto, il Comune di Cavezzo, a seguito di una ridefinizione complessiva degli spazi del nuovo polo scolastico, ha chiesto di effettuare alcune modifiche alla nuova costruzione. Il direttivo del Comitato e la ditta appaltatrice, con l’ausilio del tecnici della Comunità, hanno lavorato per cercare di accogliere le istanze dell’amministrazione comunale ed allo stesso tempo garantire la realizzazione dell’opera per l’inizio dell’anno scolastico. Se il comune di Cavezzo riusci-

rà a realizzare in tempi utili le opere di urbanizzazione dell’area nella quale a progetto completato sorgerà il centro scolastico con scuole materne, scuole elementari, scuole medie con relativa palestra, sarà raggiunto l’obiettivo di mantenere la promessa fatta dal comitato “Insieme, una scuola per Cavezzo” di consegnare la scuola per la metà di ottobre. Un traguardo importante, quasi impensabile all’inizio, reso possibile anche grazie al lavoro svolto dall’ufficio tecnico della Comunità delle Giudicarie, che ha messo a disposizione la propria competenza e i propri tecnici che si sono prestati in modo solidale per dar il via alla progettazione in tempi rapidissimi. Roberto Bertolini

Condino (TN) tel. 0465.621440 www.legnocase.com


Attualità

Terme val Rendena, prevenzione d’autunno

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Convenzioni e agevolazioni per le cure termali per i residenti

O

rmai da anni le Terme Val Rendena operano nell’ambito della salute e del benessere offrendo il proprio servizio in primo luogo ai residenti delle Giudicarie. “Borgo della salute”, così viene definito il complesso A conferma di questo sta che tutte le cure sono convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale (S.S.N.).; con la prescrizione del proprio medico di famiglia ognuno ha diritto ad usufruire di un ciclo di cure termali l’anno. Tutto l’anno per coloro che necessitano di visite specialistiche senza attesa le Terme offrono una rinomata equipe di medici: un internista, un otorinolaringoiatra, una dermatologa, un ortopedico, una podologa, un chirurgo estetico, un medico vascolare e un osteopata. Tra le terapie applicate elenchiamo la magnetoterapia, la scleroterapia la crioterapia e la fototerapia oltre agli esami strumentali quali l’elettrocardiogramma, l’esame doppler, la spirometria, l’audiometria e l’impedenzometria. Le terme si propongono quindi come un vero e proprio punto di riferimento per la comunità delle Giudicarie.

con le acque termali delle Terme Val Rendena. Questa cure hanno trovato negli anni i più interessati fruitori nei bambini che sono particolarmente vulnerabili, anche per la frequentazione delle comunità (asilo nido, scuola materna ed elementare), alle forme che colpiscono nei mesi freddi. La prevenzione tramite cure inalatorie interessa tutto l’albero respiratorio, perché qui colpiscono le patologie cui il bambino tende naturalmente a ricadere in quanto immunitariamente ancora non ben protetto. I vantaggi di questo tipo di cura stanno nella sostanziale assenza di controindicazioni. Interessanti sono anche i risultati della balneoterapia, che si realizza con i semplici bagni in vasca, nelle affezioni dermatologiche, in primis nella dermatite atopica, specie nei primi anni di vita. Al fine di rafforzare l’azione e l’efficacia delle cure in vasca,

PREVENZIONE E’ diventata una consuetudine quella di eseguire nel periodo autunnale un ciclo di cure inalatorie come prevenzione verso le affezioni delle vie respiratorie che colpiscono nel periodo invernale. La prevenzione, specie delle malattie riguardanti l’apparato respiratorio, è molto importante e viene realizzata alle terme attraverso cure naturali eseguite

che ospita le Terme Val Rendena nel centro storico di Caderzone Terme. L’offerta del centro si basa su un elemento unico, raro e prezioso, da cui nascono tutte le cure e i trattamenti: l’acqua termale come “strumento terapeutico”. fino a chiusura della stagione termale (10 novembre), a tutti coloro che eseguono il ciclo di cura di balneoterapia per patologie dermatologiche, e nel caso ci sia l’indicazione medica, il ciclo di fototerapia abbinato ai bagni termali verrà erogato gratuitamente. AGEVOLAZIONI RESIDENTI COMUNI CONVENZIONATI L’offerta del centro, ormai di primo livello, ha spinto così molti comuni a stipulare con lo stabilimento una convenzione con l’intento di incentivare i propri residenti a fare ricorso alle cure ed ai servizi delle terme che producono effetti benefici per la salute fisica e psichica e per valorizzare altresì una preziosa risorsa locale e farne conoscere le molteplici sfaccettature. In particolare le Terme Val Rendena riservano ai residenti dei comuni convenzionati delle riduzioni tariffarie per tutta la

durata del 2012: - Dal 40% al 50 % di sconto sulle cure termali (INALAZIONI-BAGNI TERMALIIDROMASSAGGI TERMALI- CURA IDROPINICA) - Dal 15% al 20 % di sconto sugli ingressi al centro Wellness (PISCINA-SAUNE-CALIDARIUM-BAGNO TURCO ECC) - 20 % di sconto su corsi e particolari iniziative. (CORSI DI YOGA, CORSI DI NORDIC WALKING ECC) Tutti i servizi risultano molto apprezzati dato che la fetta degli utenti-residenti delle terme è andata crescendo in modo progressivo negli anni. CENTRO WELLNESS E CENTRO ESTETICOMASSAGGI Nell’ottica del benessere a 360 gradi oltre alla cura sono stati aggiunti 2 servizi che hanno innalzato ulteriormente il livello qualitativo delle terme: -il nuovo centro estetico e massaggi nella nuova palazzina progettata con l’idea precisa di creare un’atmosfera di puro confort con colori e profumi rilassanti. -il nuovo centro wellness completo di piscina con idromassaggio, sauna, bagno turco, calidarium, grotta di sale, sala relax, docce aromatizzate, sala tisaneria, cascata di ghiaccio e vasca refrigerante. Il personale delle terme è a

vostra disposizione tutto l’anno per offrire pacchetti relax e personalizzati secondo le vostre esigenze. Sono inoltre a disposizione i prodotti cosmetici della linea Thermae Veritas, e i prodotti e trattamenti della nuova linea termale che creano uno stretto legame tra terme e territorio; dalla combinazione di acqua termale, latte di razza rendena, fieno di S.Giluiano, farina di Storo, frutti di bosco, arnica e genziana sono nati infatti nuovi trattamenti naturali al servizio del benessere. L’orario continuato e le promozioni riservate ai locali sono un ulteriore motivo per convincersi a ritagliarsi un po’ di tempo per ritrovare il benessere fisico e mentale.

L’ACQUA DELLA TERME VAL RENDENA FONTE S.ANTONIO Le caratteristiche dell’acqua termale della Fonte S.Antonio la rendono ideale per il trattamento delle affezioni dermatologiche, delle vasculopatie periferiche, delle affezioni osteoarticolari e delle patologie dell’apparato respiratorio, come certificato dai decreti ministeriali (ministero della salute) del 26/02/1996, del 18/12/2000 e del 3/06/2004. Le stesse cure sono inoltre convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale viste le autorizzazioni dell’Azienda per i Servizi Sanitari della Provincia di Trento del 05/05/2004 e del 02/08/2004.

INFORMAZIONI UTILI CURE TERMALI APERTE FINO AL 10 NOVEMBRE 2012 CICLI CONVENZIONATI S.S.N. - 24 CURE INALATORIE, per sinusite cronica, faringite cronica, rinite allergica ecc. - 12 BAGNI TERMALI, per psoriasi, dermatite atopica, acne, eczema - 12 BAGNI TERMALI, osteoartrosi, cervicoartrosi, osteoporosi - 12 IDROMASSAGGI, insufficienza venosa, flebopatie - VENTILAZIONE POLMONARE, per bronchiti croniche - CURA IDROPINICA per calcolosi delle vie urinarie CENTRO ESTETICO APERTO DAL LUNEDI’AL SABATO CENTRO WELLNESS APERTO TUTTI I GIORNI www.fontevalrendena.it - www.wellnessvalrendena.it Tel. 0465.806069 - info@fontevalrendena.it

- centro wellness (aperto tutti i giorni)

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Il Saltaro delle Giudicarie

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Ma la notte fu una notte burrascosa, con il rimorso di trascurare avvenimenti che avrebbero potuto sconvolgere l’andamento delle cose terrene, il governo delle acque, le orbite astrali, quali le motivazioni per così grandi feste nell’empireo, sede d’ogni scienza e di ogni potere? Non potevo non saperlo, non potevo dormire nell’ignoranza di tali sovrumani misteri. La mia angoscia è stata poi confermata dalle campane d’ogni paese delle Giudicarie che hanno suonato a festa fin dal primo mattino, e la gente che scendeva nelle strade e sulle piazze cantando e gioendo, e gli animali nelle stalle che muggivano di gioia e i cani che abbaiavano consenzienti, mai tanto tripudio, sollazzo ed allegria hanno toccato gli animi dei giudicariesi, nella storia e nel tempo. A chiarire la faccenda e a blandire i miei turbamenti ci ha pensato l’Abele, amico fedele, e arguto osservatore, con gli occhi di lince che si ritrova ed un ghigno dei peggiori in circolazione. “Festeggia anche tu, amico mio, il miracolo di ieri sera, un miracolo grande come quello dei pani e dei pesci, non lo sai? Ieri sera, in Consiglio Regionale, i nostri politici si sono ridotti l’indennità, cosa incredibile...” m’ha detto l’Abele, e così ho avuto chiaro l’orizzonte. Sono davvero stati eroici nelle loro decisioni, chissà quanti pianti, beghe con le mogli che si sentiranno defraudate, conti e riconti fatti mille volte per non restare sul lastrico, come faranno a vivere con la paga in calo catastrofico? Me lo sto chiedendo e lo chiedo all’Abele che sull’argomento sembra essere informatissimo: “ Abele, amico mio, ai nostri consiglieri vada ogni nostra comprensione, poverini, ma di quanto l’hanno

IL SALTARO DELLE GIUDICARIE

Miracolo in Consiglio!! I Consiglieri provinciali si “tagliano” le indennità. Ma solo dal 2013

N

ottata di fuoco in paradiso. Fuochi artificiali, petardi, suono di trombe, legioni angeliche in subbuglio, uno svolazzare, garrulo e festoso, di anime felici. “Evviva, osanna nel più alto dei cieli!” cantavano stormi di cherubini in visibilio. Il vostro Saltaro, basito, non riusciva a capirne la ragione: “Che abbiano anticipato il Natale...? O forse la Pasqua...? Che abbiano deciso di passare ad un regime democratico anche ridotta?” “Di circa 500 euro, non prenderanno più 5.950 euro al mese, ma solo 5.200, davvero una stangata!” Il ghigno dell’Abele s’era fatto sfrontato. “Allora bisognerà subito intervenire, faremo una raccolta fondi per soccorrerli, non possiamo mica lasciarli morire di fame... storneremo un po’ di fondi che la Lia Beltrami manda in giro per il mondo e li convoglieremo nelle tasche semivuote dei nostri politici cosi arditi nel ridurre le loro indennità. C’è il pericolo che prendendo meno, lavorino meno, e così, povero Trentino!” E l’Abele scoppiò in una sghignazzata malandrina: “Tranquillo, caro Saltaro, che i nostri saranno stati arditi, ma mica scemi, loro continueranno a prendere i soldi di prima, la legge che han votato andrà in vigore per la prossima legislatura!” Cani dall’uva! Han fregato il mondo intero, i cieli e la terra, dopo più di un anno di discussioni e petizioni popolari, indignazioni, sfottò, condanne morali, appelli, dichiarazioni, la mon-

tagna ha partorito un topolino e per di più fedifrago. Han saputo salvare capra e cavoli: l’onore, per aver fatto finta di ridurre i loro proventi, e il loro contocorrente, che continuerà a rimpinzarsi come prima, poi chi vivrà, vedrà! Davvero demoniaci...occorreva discuterne per un anno? Ah, l’etica della politica, ancora una volta è stata profanata, e con il consenso di tutti, tre schede bian-

LETTERA /1

Giusto ricordare il prof. Chesi Con piacere e commozione ho trovato sul vostro giornale (il numero di settembre, ndr.) il “Ricordo del dott. Chesi”. Ho frequentato la scuola per infermieri presso l’Ospedale di Merano e, sebbene giovanissima, ho avuto fin da allora l’impressione precisa di aver trovato in lui, docente di chirurgia del nostro corso, una persona di eccezionali qualità umane e professionali. Viveva in ospedale e non di rado di notte si aggirava in corsia, se era a conoscenza di casi particolarmente gravi e si prodigava, non

trascurando di dare a noi allieve consigli e prescrizioni riguardo all’assistenza che dovevamo prestare. L’ho incontrato più di vent’anni fa, primario presso l’Ospedale di Tione e in quell’occasione ho avuto la fortuna di potergli parlare. Si ricordava di me e di mia sorella, anche lei allieva infermiera. Poi ho sempre chiesto notizie e due anni fa ho saputo che era ospite della Casa di riposo di Spiazzo. Pur temendo di non riconoscerlo e sicura di non essere riconosciuta, sono andata a trovarlo. L’ho invece riconosciuto e la sua affa-

bilità, il piacere che ha manifestato nel sentirsi ricordato a tanti anni di distanza, l’interesse umano contenuto nelle domande che mi rivolgeva mi hanno convinta di aver fatto bene a volerlo incontrare. Se n’è andato lasciando in chi l’ha conosciuto e in molti che hanno ricevuto da lui cure ed attenzione un vuoto sì, ma pieno di gratitudine e di grande stima. Quando ho appreso la notizia della morte ho pensato: Un angelo è passato sulla terra Gianna Borghesi – Storo

lassù nei cieli, tempio della teocrazia, somma e salvifica, da sempre e per sempre? Che sia stata annunciata la fine del mondo...?” Ridisceso frustrato fra i nostri monti che sono oasi di pace e di serenità per il mio stanco spirito, ho cercato di sciogliere la mente da pensieri e preoccupazioni e passare la notte inebriato dai miei atavici odori e dai consueti rumori di uno stomaco ieratico, ma terribilmente profano nei suoi sfoghi peteolenti.

che e due contrari, nel difendere i loro interessi sono tutti d’accordo, compresi chi della morale ne fa, a parole, una bandiera. Però, per lo meno, non rimettendoci niente, continueranno a lavorare come prima: questo è il punto, e le cose continueranno a peggiorare. Ma quel che più stupisce il vostro Saltaro è l’immenso gaudio che ha travolto l’intero empireo, angeli e anime

sante, le cose si sono chiarite nelle ore seguenti, si tratta di un caso di cattiva informazione. Come accade sempre più spesso. Il Saltaro celeste, che è una figura eterea di tutt’altra funzione e tutt’altra autorità, era stato mandato a visionare le prime pagine dei giornali locali, a tarda ora, in fase di stampa, per poter comunicare in alto, le notizie nella loro freschezza inchiostrata. “Per

bacco, che Iddio mi aiuti, la notizia è sconvolgente...corro a riferire!” sembra aver pensato il mio esimio collega. I giornali titolavano a caratteri cubitali: “Si ai tagli sulle indennità! Approvata la legge. E ancora: Tagliate le paghe dei politici!” cose mai sperate, era successo il miracolo, dopo mesi di melina, di tentennamenti era venuto fuori il lato migliore dei nostri politici, evviva, sono stati grandi. E la notizia si era sparsa come un baleno in ogni parte dell’empireo, in ogni valle, in ogni paese, grande e piccolo, così suonarono di loro iniziativa le campane, e festeggiavano le genti, tanta era la sorpresa. Finchè qualcuno non lesse per bene le cose e le chiarì in ogni luogo. Un anno per tagliare di 500 euro le indennità dei consiglieri che verranno, loro non perdono un centesimo e buona notte. E così rientrarono le feste, la gente ritornò alle loro miserie, si placarono frustrate per la loro dabbenaggine le schiere celesti, fu richiamato ad altra funzione il disattento Saltaro del cielo, ammutolirono i disoccupati, s’indignarono i pensionati, e sull’intero nostro Trentino discese la notte, più fonda, che più fonda di così, si muore. Che S.Vigilio, S.Romedio e la S.S. Madonna del Lares aiutino il Trentino, che ne ha davvero bisogno!

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Unainiziativa del MovimentoMariano Tre pullman dal Trentino alla scoperta del ‘vero’ Andreas Hofer nel contesto della Festa di Dio Padre

Abbiamo portato, sabato 25 Agosto, 160 trentini (molti giudicariesi) ad Innsbruck e al museo rinnovato tutto dedicato alla figura di questo personaggio ancora tutto da scoprire dai più. Ma chi era costui? Un brigante, come la propaganda napoleonica-bavarese jacobina ha voluto fare credere fino ad oggi, per demolire uno dei nemici più temuti dalla mentalità rivoluzionaria? Un eroe, come hanno sempre visto in lui i contadini tirolesi, insorti contro la propaganda francese che voleva imporre una ‘libertà’, una ‘eguaglianza’ e una ‘fraternità’ al prezzo della morte di chi non era d’accordo? Un profeta, che ha previsto con una lungimiranza strabiliante le conseguenze di uno scompiglio sociale, imposto da una minoranza estranea e autoproclamatasi ‘illuminata’, e non voluto dai suoi concittadini? Un martire, che è morto piuttosto che lasciare morire i suoi aguzzini? Il museo di Innsbruck trat-

ta la questione in modo più laicista che laica. Il nostro pellegrinaggio ha cercato di andare oltre, indagando il significato profondo della consacrazione al ‘Sacro Cuore’ correggendone una interpretazione territorialistica , nazionalistica e razzista per riportarla alla sua radice di universalismo cattolico. Un pellegrinaggio molto impegnativo, durante il quale sono state rinnovate le consacrazioni, sia all’Immacolata sotto i piedi dalla Madonna che troneggia nel centro della città, sia al Sacro Cuore sulla tomba del grande uomo onorata nella più bella Chiesa di Innsbruck. Offriamo di guidare gruppi desiderosi e di tornare ancora con chi vorrà fare con noi questa forte esperienza di fede e di approfondimento storico. Chi fosse interessato contatti don Bruno Armanini: 0465-674067; 3396117997. Per il Movimento Mariano, Michèle Leks e don Bruno Armanini.


Attualità Autunno, tempo per far scorta di salute in vista dell’inverno, grazie alle antiche virtù dell’acqua termale di Comano, efficace anche nella cura delle affezioni respiratorie. Al via la speciale iniziativa riservata ai residenti della Comunità delle Giudicarie per l’effettuazione di un ciclo di cure inalatorie in settembre e ottobre “Acqua da respirare”. Patrocinata dalla Comunità di Valle delle Giudicarie, l’iniziativa vuole incentivare i residenti della Comunità ad effettuare, in settembre e ottobre, un ciclo di cure inalatorie tramite il Servizio Sanitario Nazionale (quindi con ricetta medica) o a pagamento (con uno speciale pacchetto a prezzo agevolato e riservato) alle Terme di Comano. Obiettivo curare e prevenire le affezioni delle vie respiratorie, al fine di superare l’inverno in completo benessere o comunque di soffrire solo di episodi infiammatori modesti per intensità e limitati per numero. A completamento dell’iniziativa l’omaggio a tutti quelli che effettueranno un ciclo di inalazioni di una confezione di Soluzione Nasale con l’acqua di Comano, indicata per l’igiene quotidiana del naso in caso di raffreddori. Per questo l’iniziativa è stata ufficialmente presentata dai vertici delle terme e dallo staff medico al gran completo, anche diversi componenti il Centro Studi delle Terme di Comano: il Presidente dott. Mario Cristofolini, il dott. Baldo Primario Pediatria Ospedale di Rovereto, il dott. Battaia Primario Medicina Ospedale di Rovereto, la dott.ssa Pace Primario Pediatria S. Chiara di Trento e il dott. Mira Direttore Clinica Otorinolaringoiatrica Università di Pavia. Presente anche l’Assessore alla Salute della Comunità di Valle, Luigi Olivieri. Scopo delle Terme di Comano è prima di tutto quello di erogare servizi di salute e

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Acqua…. da respirare per i giudicariesi

Le Terme di Comano lanciano una promozione per i residenti della Comunità di Valle delle Giudicarie per settembre e ottobre

benessere attraverso l’acqua termale e promuovere cor-

retti stili di vita. Con l’iniziativa Acqua da respirare

le Terme di Comano vogliono farlo in particolare nei confronti dei residenti della Comunità, che hanno l’occasione per fare una cura a condizioni vantaggiose. Fare un ciclo di inalazioni in autunno conviene ora ancora di più, sia per la salute che per il portafoglio. Ricca di sali di bicarbonato, calcio e magnesio, con una temperatura costante di 27°C, l’acqua delle Terme di Comano dalla rinomata specificità dermatologica, è indicata anche nella cura e prevenzione delle infiammazioni croni-

che e recidivanti delle vie aeree (sinusiti, faringiti o laringiti, bronchiti croniche) e dei disturbi di tipo allergico (rinite allergica e rinite vasomotoria). Le azioni svolte sulle mucose respiratorie sono anti-infiammatorie, di stimolazione per il sistema immunitario, detergenti. Le cure inalatorie riducono notevolmente la sensazione di ostruzione nasale, le crisi di starnuti e regolarizzano la secrezione mucosa. A comprovarlo numerosi lavori clinici elaborati negli anni dal Centro Studi delle Terme di

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Comano in collaborazione con vari centri universitari e ospedalieri di otorinolaringoiatria. Le ricerche hanno evidenziato che le acque di Comano, oltre a normalizzare la secrezione nasale, aumentano i livelli di IgA (anticorpi) della mucosa, ne migliorano il trasporto mucociliare (un sistema di difesa fisiologico) e la detersione. Le terapie termali sono ben tollerate da tutti i pazienti grazie alla particolare composizione dell’acqua di Comano, utilizzata da sempre come agente lenitivo sugli stati infiammatori di cute e mucose. Per questo l’acqua di Comano può essere impiegata con sicurezza anche nei soggetti particolarmente sensibili, come i bambini allergici, che non tollerano le cure inalatorie con le più comuni acque sulfuree o salsoiodiche e che in altre stazioni termali sono talora costretti a interrompere il ciclo curativo per la comparsa di una invalidante “crisi termale”.

Avis, 40 anni di solidarietà e aiuto L’Associazione Volontari italiani Sangue, la nota Avis, sezione Giudicarie Esteriori compie 40 anni. Quarant’anni di donazioni, iniziate nel 1972 per iniziativa del dottor Vincenzo Conte, allora medico di base al Bleggio, che lanciò l’idea di fonadare anche nelle Esteriori una sezione dell’associazione di volontari nazionali. Conte alloggiava all’albergo Serafini di S. Croce e proprio lì trovò in Umberto Serafini un convinto sostenitore, diventato poi il primo presidente della sezione. Le prime donazioni venivano fatte di domenica mattina, nell’ambulatorio della casa di riposo di S. Croce, poi si passò nella mansarda della casa dei comuni, a Ponte Arche, oggi trasformata in palazzina, fino al 1996, quando ci fu un nuovo trasferimento nell’attuale sede, l’edificio pluriuso di Ponte Arche. Vincenzo Conte tornò nella sua

Plaermo, nel 1977, lasciando in eredità il suo impegno ai dottori Massimo Monelli e Ruggero Gianetti, “due colonne dell’associazione” dice oggi il presidente Alfonso Sottini, anche lui socio della prima ora e in carica alla guida dell’associazione dal 1996. Anno in cui, entrò in vigore una legge nazionale in materia, la 107, imponendo i prelievi di sange per le

donazioni esclusivamente in centri ospedalieri, l’Avis Giudicarie Esteriori trasferì allora la propria attività al nosocomio di Tione. Oggi la sezione conta 393 iscritti attivi, e da inizio anno ha effettuato 350 donazioni. “Le donazioni sono aumentate negli ultimi anni – spiega Sottini - perchè c’è maggiore richiesta, ma abbiamo anche molti donatori giovani e nuovi

Condizioni di base per diventare donatore: Età: compresa tra 18 anni e i 60 anni (per candidarsi a diventare donatori di sangue intero), 65 anni (età massima per proseguire l’attività di donazione per i donatori periodici), con deroghe a giudizio del medico Peso: Più di 50 Kg Pulsazioni: comprese tra 50-100 battiti/min (anche con frequenza inferiore per chi pratica attività sportive) Pressione arteriosa: tra 110 e 180 mm di mercurio (Sistolica o MASSIMA), tra 60 e 100 mm di mercurio (Diastolica o MINIMA) Stato di salute: Buono Stile di vita: Nessun comportamento a rischio

entrati”. Una volta raccolto, tutto il sangue viene portato a Rovereto per la lavorazione e lo smistamento in Provincia di Trento, con una minima parte destinata anch a regioni limitrofe che hanno carenza di sangue. Nella giornata dei festeggiamenti, dopo la S. Messa e il concerto della Banda di San Lorenzo e Dorsino, sono stati premiati i donatori più assidui. E’ lunga la lista dei riconoscimenti - distinzioni di rame, argento, argento dorato, oro, oro con rubino e oro con smeraldo -, che ricordano gli anni di appartenenza all’associazione e il numero di donazioni effettuate. Fra i diversi premiati spicca Ottavio Luchesa, unico a ricevere la distinzione oro con smeraldo, destinata a coloro che fanno parte dell’Avis da 40 anni e hanno effettuato fra le 80 e le 100 donazioni. d.r.


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Porto franco

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Trentino marketing : con la fusione rilancio o flop peril turismo trentino? Nessuno spiega le ragioni di questa decisione ma vuolsi così colà dove si puote…e più non dimandare Perché nessuno, dall’ex assessore al turismo Marco Benedetti al potente Piero Degodenz che nel consiglio di amministrazione della Trentino Sviluppo rappresenterà le Apt e il turismo in senso lato, sa spiegare il perché di questa decisione. Candidamente Piero Degodenz ha dichiarato ad un giornale locale di non sapere nulla del nuovo percorso della TM ( Trentino Marketing ), né di aver capito quale sarà la nuova struttura. Un dibattito – come dicevo – è un po’ tardivo visto che l’annuncio dello scioglimento della T.M. nella Trentino Sviluppo è del gennaio scorso. Forse una decisione così delicata meritava forse un dibattito preventivo, che coinvolgesse tutte le componenti che concorrono all’economia turistica, dagli albergatori alle Apt. Meraviglia molto anche

di Ettore Zampiccoli Leggendo il dibattito, un po’ tardivo per la verità, che si è aperto dopo l’incorporamento della Trentino Marketing nella Trentino il silenzio dell’Asat, degli albergatori e delle Apt. Sul perché di questa decisione le ipotesi ed i tam tam sono parecchi e non ci addentriamo su questo terreno. Al di là delle chiacchiere e dei pettegolezzi, quello che interessa è tentare di capire se questa fusione sarà utile al turismo trentino. Abbiamo qualche dubbio, sempre pronti a ricrederci se qualcuno ci spiegherà meglio. Va detto innanzitutto nel resto del paese, dalla valle d’Aosta alla Puglia, si stanno valorizzando le strutture dedicate esclusivamente alla promozione del turismo, consapevoli del ruolo importante e delle ricadute economiche

sviluppo, mi soccorre una famosa terzina di Dante : “Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare”.

del settore sull’intera comunità. Invece qui in Trentino, un tempo già laboratorio del turismo, si tira una riga e si decide che di turismo si occuperà la Trentino Sviluppo, società che fino ad oggi si è dedicata ad operazioni industriali. Ma – come ha detto argutamente Natale Rigotti ex presidente dell’Asat – i capannoni non sono turisti. Un altro motivo di perplessità sta nel fatto che in questo momento il turismo trentino sta attraversando un momento di grossa difficoltà ( si parla di cali di redditività attorno al 20 per cento ) ed avrebbe bisogno immediato di strategie nuove e di obiettivi più incisivi rispetto alla crisi gene-

Una gita a Passo Resia Una località suggestiva per il ritrovo della “classe ‘47” Nei giorni scorsi i coetanei classe 1947 di Bondo e Breguzzo ed alcuni di Tione e Roncone hanno voluto festeggiare il bel traguardo raggiunto trascorrendo una bella giornata insieme al passo Resia in Alto Adige. Dopo l’immancabile foto di gruppo davanti al campanile emergente dal lago hanno visitato la vecchia abbazia di S.Maria a Burgusio vicino a Malles in Val Venosta fondata dai benedettini nell’anno 1150. Ma di sola storia non si vive, per cui poi hanno pensato bene di andare a sedersi in un caratteristico locale della bellissima cittadina di Glorenza per un lauto pranzo tirolese. Questo antico borgo risalente al sedicesimo secolo è circondato da alte mura e per entrare bisogna passare da una porta ad arco imponente. Nel pomeriggio

rale. Invece si trova a dover affrontare – come ha detto sempre Degodenz – …. una grossa scommessa e c’è da giurarci che anziché ai mercati alla TM, alias Trentino Sviluppo, saranno impegnati nei prossimi mesi a discutere tutti gli aspetti tecnici, sindacali, burocratici ed amministrativi che comporta una fusione di questo peso. Questa operazione non riguarda solo la TM ma apre anche altri fronti. Ad esempio quali saranno i rapporti di TM/ Trentino Sviluppo con le Apt ? e con gli albergatori ed altri operatori turistici ? Anche qui finora nulla è stato detto. Un dato è certo e assodato. Con l’incorporamento della TM in Trentino Sviluppo si chiude un’epoca e si deve prender atto che una serie di obiettivi, che erano stati sbandierati come vessillo di un modo nuovo di far politica turistica, alla prova dei fatti non hanno retto. Ci riferiamo, ad esempio, alle

modalità di finanziamento delle Apt ed ai famosi discorsi sulla loro privatizzazione, ricordando, en passant, che in nome di questo obiettivo, era stata varata attorno all’anno Duemila una riforma, quella firmata dall’allora assessore Benedetti, che avrebbe dovuto risolvere tutti i problemi. Ma il conclamato finanziamento dei privati alle Apt, è sempre stato modesto e sofferto. Per far fronte alle difficoltà di finanziamento delle Apt l’assessore Mellarini più volte ha proposto la famosa tassa di scopo, che però non è mai arrivata al traguardo. Ha lanciato poi l’operazione Irap ( con sgravi fiscali per i privati che finanziano le Apt ) che si è tradotta in un fiasco. Poi la conclamata commercializzazione, che forse doveva servire per portare qualche soldo alle Apt, è stata ed è fallimentare – come si riconosce in uno studio elaborato dalla Trentino School Manage-

ment- sia per le dimensioni del fatturato, sia per lo scarso appeal del prodotto offerto sia per la mancanza di competenze specifiche all’interno dei Soggetti preposti. Insomma, nonostante le canonizzazioni di regime, pare di poter osservare che alcune delle scelte fondamentali della politica turistica di questi anni non hanno raggiunto gli obiettivi prefissati. Forse anche per questo si è deciso di darci un taglio e riportare la TM in un’orbita diversa, ricominciando daccapo. Auguri. Restano tutti i problemi annessi e connessi, a cominciare dal finanziamento delle APT di ambito. Ma vuoi vedere per risolvere il problema introdurranno la famosa e famigerata tassa di soggiorno ? Quindi da una parte la TM/Trentino Sviluppo interamente finanziata e gestita dal pubblico. Dall’altra le APT finanziate dalla nuova imposta di soggiorno. Proprio come trent’anni fa.

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Attualità

Ex-Ille, questione infinita

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La Famiglia Cooperativa di Pinzolo ha presentato ricorso al Tar con le delibere pro-Poli Nel ricorso si contestano i 5800 metri quadrati concessa dalla Provincia al complesso, dei quali 1500 destinati a superficie di vendita: “Gli ulteriori 4.300 metri non trovano motivazione e non trovano motivazioni per la scelta di piano», si legge nel documento che prosegue contestando anche la legittimità

La questione dell’area Ex-ille arriva davanti al Tar: la coop l’aveva annunciato subito dopo il semaforo verde della Giunta provinciale alla variante al Prg comunale di Spiazzo, ora si è passati ai fatti. Contro la Provincia, il comune di Spiazzo, la Fiori del Brenta Srl e la F.lli Poli Spa, la Famiglia cooperativa di Pinzolo ha presentao ri-

della località scelta: “non si tiene in alcuna considerazione la collocazione del ma-

nufatto in un’area ad elevata pericolosità idrogeologica, sull’argine del Sarca”. E poi

corso, supportata da tutte le cooperative della Rendena, chiedendo di fatto l’annullamento delle delibere provinciali e comunali che allo stato attuale permettono al Poli di insediarsi nell’area Ex-Ille di Spiazzo con una superficie commerciale che, secondo le coop, è sproporzionata rispetto al reale fabbisogno del territorio.

la questione dei parcheggi “c’è contradditorietà nei numeri – recita l’esposto – si

passa nelle varie relazioni da 290 a 300, da ridurre a 210, per giungere a 256 nell’applicazione degli standard della variante al Prg”. I legali dello studio Roversi Monaco di Bologna, basano il ricorso su eccesso di potere e illegittimità. Nel documento si legge: “eccesso di potere per carenza, contraddittorietà e perplessità di motivazione; violazione di legge per violazione e falsa applicazione dell’articolo 5 della legge regionale 3/93; violazione di due articoli della delibera della Giunta provinciale 177/2011”. Nello specifico, viene contestata la valutazione della compensazione urbanistica che il Poli , portando a supporto una perizia divergente rispetto ai calco-

li presentati dal comune, e concludendo che «Il calcolo della compensazione,come riportato nella relazione tecnica dell’architetto Bortolotti [N.d.R il perito incaricato dalla coop], ammonta ad euro 2.329.285, ed è quindi di euro 729.285 superiore alla somma offerta, 1.600.000, a sfavore dell’Amministrazione pubblica». In estrema sintesi, secondo la Famiglia cooperativa di Pinzolo, la superficie commerciale concessa ai Poli nel complesso dell’Ex-Ille è sproporzionata alle reali esigenze commerciali dell’area, l’accordo non contiene quell’elemento di evidente vantaggio per il pubblico che un accordo di tale natura deve, per legge, avere, e non si sono nemmeno considerate le questioni ambientali. Se queste accuse hanno fondamento alcuno, lo deciderà il giudice del Tar nei prossimi mesi. d.r.


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Pagina utilità

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Il primo consiste nella perdita subita al proprio patrimonio (danno al veicolo, a cose quali indumenti o altro che il danneggiato aveva con sé al momento dell’occorso, alle spese mediche cui si è stati costretti a far fronte ecc..) oppure nel mancato guadagno, che può consistere ad esempio nei giorni di malattia in cui non si è potuto lavorare. A questo proposito va evidenziato che normalmente per il lavoratore dipendente non è previsto il risarcimento per mancato guadagno in quanto tale danno viene indennizzato dagli enti previdenziali (Inps e Inail), che provvedono a corrispondere al lavoratore la retribuzione nei giorni di assenza dal lavoro. Fanno eccezione gli straordinari svolti dal lavoratore, i buoni pasto non goduti, le trasferte o eventuali indennità che vanno invece conteggiati quale danno patrimoniale risarcibile. Diverso il caso del lavoratore autonomo, qui il danno viene risarcito se rigorosamente dimostrato, e va calcolato sulla base della dichiarazione dei redditi degli ultimi anni. Quanto al danno non patrimoniale, esso consiste nel danno biologico (la lesione del diritto alla salute) e nel danno morale (dolore fisico o psichico derivante dal fatto). In merito al risarcimento non sussistono preclusioni a che il danneggiato consegua prima la liquidazione del danno patrimoniale e poi quello del danno non patrimoniale. Ma vediamo le peculiarità dei due distinti tipi di danno e come è meglio comportarsi in caso di sinistro qualora ricorrano l’una o entrambe tali fattispecie. Poniamo il caso più frequente in cui a seguito del sinistro il veicolo abbia subito È quindi un dovere morale prima che obbligo di Legge, far identificare e registrare in anagrafe i propri cani, nei modi e nei tempi previsti dalla Legge. Tutti i cani debbono essere identificati e registrati in anagrafe provinciale entro i primi tre mesi di vita, e quando provengono da fuori provincia, entro un mese da quando se ne ha il possesso. L’identificazione avviene attraverso l’inserimento sottocute di un piccolo microchip, contenuto in una apposita siringa, nella regione della spalla sinistra; la registrazione consiste nella raccolta ed inserimento dei dati del cane e del proprietario, in un data base, consultabile sia via computer, che via sms con telefono abilitato, dal personale degli Uffici ed Enti preposti a vigilare ed intervenire per raccogliere e soccorrere i cani che ne abbiano necessità. In particolare l’accesso alla banca dati dell’anagrafe è

LEGGE/ L’esperto risponde

Sinistri stradali: il danno risarcibile a cura dell’ Avv. Francesca Zanoni - Fiavè Molto spesso gli studi legali si trovano ad affrontare casi di risarcimento danni derivanti da sinistri stradali. Infatti, non sempre da tali incidenti ne deriva il giusto risarcimento per il danneggiato, il quale di frequente tende ad accettare la liquidazione proposta dalla compagnia assicurativa senza conoscere le voci di danno dei danni (come detto trattasi di danno patrimoniale); in questo caso la legge prevede che il mezzo debba rimanere a disposizione del perito dell’assicurazione per almeno 8 giorni lavorativi. Consiglio comunque di scattare al veicolo delle fotografie da conservare (meglio se possibile dimostrarne la data); potrebbero sempre rivelarsi utili in caso di mancata perizia nei termini anzidetti o controversia. Diversamente da quanto avveniva in passato, poi, oggi non è più necessario che, una volta ottenuto il risarcimento dei danni al veicolo, il danneggiato trasmetta copia della relativa fattura all’assicurazione; pertanto non è più necessaria la prova dell’avvenuta riparazione del mezzo per ottenere il ristoro dei danni patiti. Va poi considerato il caso in cui la riparazione sia antieconomica, cioè allorquando il costo per il ripristino sia superiore al valore commerciale del mezzo; pur essendosi in qualche caso la giurisprudenza espressa

in senso contrario, la regola generalmente accolta è quella secondo cui la liquidazione del risarcimento va calcolata tenuto conto del valore di mercato del mezzo, aumentato delle spese di demolizione e di immatricolazione della nuova vettura, detratto il valore presumibile della vettura inservibile. E’ inoltre risarcibile il danno da fermo tecnico che solitamente va risarcito tenuto conto dei giorni lavorativi occorsi per riparare il veico-

ed i relativi importi di cui, invero, avrebbe diritto al ristoro. Il nostro ordinamento giuridico, anche a seguito di numerosi interventi giurisprudenziali sul punto, individua due tipi di danni risarcibili a seguito di un sinistro stradale: il danno patrimoniale ed il danno non patrimoniale.

lo. In alcuni casi può comprendere anche le spese per il noleggio di una vettura sostitutiva. Può accadere che a seguito di un incidente stradale si riportino, oltre che i predetti danni patrimoniali, anche danni non patrimoniali che, come accennato, si sostanziano in danno morale e biologico. Mentre il danno morale si sostanzia in un turbamento dello stato d’animo del soggetto coinvolto, il danno biologico va inteso quale

danno all’integrità psico-fisica del danneggiato. Ogni volta in cui vi sarà una lesione all’integrità psicofisica di una persona, ricorrerà un’ipotesi di danno biologico, senza la necessità di ulteriori prove. Tale danno tiene in considerazione, senza alcun riferimento al reddito della persona, sia l’invalidità temporanea che quella permanente del danneggiato; laddove la prima va considerata quale impossibilità di utilizzare pienamente le proprie funzioni fisiche o psicologiche per un tempo determinato, mentre la seconda riguarda una diminuzione cronica, insanabile di una funzione psico-fisica e viene quantificata in percentuale (anche da una semplice frattura può derivare un’invalidità permanente che viene indicata in percentuale a seconda della gravità della menomazione e della recuperabilità della mobilità dell’arto). La prova dell’invalidità temporanea viene fornita dai certificati medici rilasciati dal medico curante, quella

Un chip peressere in regola L’anagrafe canina provinciale tutela i cittadini e i padroni dei cani a cura dell’Azienda sanitaria provinciale

La Legge che ha istituito l’anagrafe canina provinciale e che prevede l’identificazione dei cani attraverso l’applicazione di un piccolo microchip e la sua registrazione informatizzata, è una scelta di civiltà e responsabilità cui non ci si può sottrarre. Voluta a livello nazionale per combattere principalmente la piaga dell’abbandono e del randagismo canino, problema grave di alcune realtà del Sud d’Italia, si dimostra immediato via sms, anche nei giorni festivi e orari di chiusura degli uffici dei Comuni e della APSS, rivolgendosi alle Forze dell’ordine, VVFF, Servizio di Reperibilità veterinaria, che direttamente o per il tramite di chi in possesso di lettore di microchip, identificati cane e proprietario, possono immediatamente contattare quest’ultimo.

ogni giorno sempre più necessaria per poter riconsegnare cani smarriti o sfuggiti al controllo, ma anche per tutelare il benessere e la salute dei nostri amici a quattro zampe e di noi stessi (la possibilità di identificare correttamente i cani evita infatti a chi, malauguratamente, fosse stato morso, di doversi sottoporre ad interventi medici di profilassi, altrimenti opportunamente evitabili).

Si invitano i lettori ad inoltrare le più svariate domande sull’applicazione del diritto a casi concreti al seguente indirizzo redazionegdg@yahoo.it. Le risposte ai quesiti di maggiore interesse verranno pubblicate sui successivi numeri del Giornale delle Giudicarie. dell’invalidità permanente da un’apposita perizia o consulenza medico-legale. Le assicurazioni, solitamente, incaricano un proprio medico che sottopone il danneggiato ad accurata visita in esito alla quale, sulla base della perizia da questi fornita, viene formulata una proposta di liquidazione. Certamente il soggetto può sempre sottoporsi ad una visita medica presso un altro esperto di propria fiducia che, a sua volta rilascerà una propria valutazione circa i danni subiti da, eventualmente, porre a confutazione di quella in possesso della compagnia assicurativa. Personalmente in caso di lesioni di una certa entità consiglio sempre i miei clienti di eseguire tale ulteriore visita, che generalmente non comporta ingenti esborsi di denaro. Sulla base delle diverse valutazioni mediche svolte dei due specialisti le parti potranno, d’intesa, stabilire l’entità della liquidazione onde risolvere bonariamente ed in via stragiudiziale la controversi insorta; solo qualora non si riuscisse a trovare un punto d’incontro tra le parti sarà necessario, al fine di tutelare al meglio le proprie ragioni risarcitorie, dare avvio alla relativa azione giudiziaria atta a determinare esattamente responsabilità ed entità dei danni subiti. Applicazione del microchip e registrazione possono essere effettuati presso gli Uffici del Servizio Veterinario a Tione in Via Presanella n. 16, oppure rivolgendosi ad un Veterinario libero professionista di fiducia. L’onere a carico del proprietario per l’applicazione del microchip e per la registrazione, presso il Servizio veterinario, ammonta ad Euro 22,44. Qualora il cane sia già in possesso di microchip, perché proveniente da altra realtà, l’onere per la registrazione della variazione anagrafica o di proprietà ammonta ad Euro 11,22. Per ogni informazione, i Servizi Veterinari dell’APSS (0465-331490 / 0465-331496) ed i Veterinari LL.PP. sono a disposizione dei proprietari e dei cittadini, che sono invitati a considerare quanto, peraltro richiesto dalla Legge, non già un onere burocratico assurdo e ingiusto, ma come un dovere di civiltà e umanità, verso gli animali e i propri simili.


Società

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FuniviePinzolo,bilanciopositivo.Collegamentook Il presidente Masè: “Nonostante la poca neve la telecabina e la pista Tulòt sono state un forte elemento di dinamismo”

L Antonio Masè, presidente di Funivie Pinzolo

Dello scorso dicembre l’inaugurazione della telecabina e della pista Tulòt, punto di partenza del collegamento con le altre stazioni. L’esercizio chiuso al 30 aprile - abbraccia l’attività della stagione estiva 2011 e di quella invernale

2011/12 - presenta una perdita di 2.008.012 euro e sconta ammortamenti per 2.281.571 euro. Vi si possono scorgere “due aspetti”, ha spiegato il presidente Toni Masè: «Un elemento positivo, rappresentato dall’apertura del colle-

e società delle funivie di Pinzòlo, di Madonna di Campiglio e di Folgarida-Marilleva con i loro impianti di risalita sempre più moderni e ben 150 chilometri di piste attrezzate, rappresentano il motore e il volano del turismo invernale dello splendido comprensorio sciistico che si snoda dalla Val Rendéna alla Val di Sole attraverso Campo Carlo magno gamento, ed uno negativo, dovuto all’assoluta mancanza di neve e alle alte temperature che hanno comportato enormi problemi per tutte le stazioni con incassi in contrazione e costi in forte aumento» specie per l’innevamento.

Significativi i dati relativi al nuovo impianto. Ha registrato 95.136 passaggi, di cui 37.324 da Pinzòlo verso Campiglio, 51.560 da Patascóss verso Pinzòlo (21.820 provenienti da Madonna e 29.340 da Folgàrida) e 6.352 dal parcheggio del

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sui pendii innevati della Presanèlla e della Dolomiti di Brenta. Ai primi di settembre è toccata alla Spa Funivie di Pinzòlo, impegnata in quest’ultimo decennio in uno straordinario sforzo finanziario che ha portato prima al risanamento e al consolidamento dell’azienda ed ora al suo sviluppo. Colarìn. Fatti i conti e divise le quote dell’interscambio con le altre due società, il tutto ha portato un beneficio alle casse di Pinzòlo di ben 1.525.000 euro in più dell’anno precedente. In questo modo i proventi del traffico sugli impianti della società sono passati dai 3.770.015 euro del 2010/11 ai 4.808.442 euro attuali, aumento del 27,54% in controtendenza rispetto a tutte le altre stazioni sciistiche trentine. In questo contesto felicissima si è rivelata la scelta strategica di realizzare, a tempo di record, l’impianto di innevamento del Tulòt, che preleva direttamente l’acqua dalla Sarca. Ha consentito, sia pur con i dovuti costi, di innevare non solo la nuova pista, ma anche tutte le altre a monte, per le quali l’acqua sarebbe altrimenti mancata. Di rilievo poi il numero dei

dipendenti, passati, in tempo di crisi!, da 33 a 44 fissi, con un picco di 95 assunzioni in tempo di stagione. Infine l’informazione che Spa Funivie Pinzolo ha sottoscritto l’accordo con Leitner e altri per la gestione degli impianti di collegamento fino al dicembre 2032. Scontata l’approvazione e un certo qual compiacimento per i risultati raggiunti e le prospettive future. Il consiglio di amministrazione della società è costituito dal presidente Toni Masè, dal suo vice Willam Bonomi e dai consiglieri Marcello Andreolli, Enrico Beltrami, Valter Bonomi, Giorgio Marchetti, Roberto Serafini, Arturo Povinelli, Luigi Tisi, Luca Tomasini, Franco Valduga, Aldo Vanoli e Tiziano Zambotti. Giuseppe Ciaghi


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Arte

OTTOBRE 2012

Mario Colombelli: la riscoperta del reale

Il pittore lombardo, “adottato” da Lasino racconta scorci di Trentino Osservando la sua pittura accuratissima viene spontaneo affermare che, a muovere la personale vocazione superrealista, sia il “luogo originario della razionalità”, ed in questo senso la soluzione e il destino della sua arte pare appartenere ad un sistema percettivo nel quale convivono lucida determinazione, concentrazione ed intuizione. Un realismo radicale applicato con la precisione dei miniaturisti medievali e che trova familiarità con le esperienze dell’iperrealismo americano del quale rinverdisce la volontà di ampliare la normale percezione del mondo verso il quale ci si pone con sguardo di completa fedeltà. Nella “riscoperta del reale”, come avvenne anticamente per l’esperienza della pittura fiamminga, si esprime il canone assoluto della figurazione di Mario Colombelli e nella tecnica lenta del colore ad olio su tela, rivivono le spazialità

di Alessandro Togni La concezione di un’arte esplicitata nella precisa rappresentazione della realtà, la trasmissione il più possibile completa degli elementi oggettivi, dopo l’avvenuta percezione dei dati attraverso gli occhi dell’artista, sembrano essere i principi ispiratori dell’opera di Mario Colombelli, pittore e scenografo nato a Gorgonzola, formatosi presso l’Accademia di Brera a Milano, insegnante di storia dell’arte (per un periodo anche all’Istituto d’Istruzione Lorenzo Guetti di Tione) oggi residente e in attività a Lasino in provincia di Trento. unificate attraverso la luce, in una visione particolareggiata, incline alla classicità; la mostra di Mezzocorona allestita per il Settembre Rotaliano ne è stata una sostanziale e decisiva testimonianza, con grande favore del numerosissimo pubblico. Pure se sostenuta da un nitore di matrice apollinea, dal gusto per la precisione formale, nella perfezione dei dettagli, l’opera di Colombelli non sembra attingere elementi strutturali della storia passata e pure sembrano assenti le vanità gratificanti del trompel’oeil dove l’imitazione diviene formula seducente ma ingannevole. La scelta dell’artista inve-

ce si realizza con maggiore complessità intuitiva nella determinazione di una simulazione in “forma fredda” che non dispone per una comprensione del “calore dell’imperfezione” tipico della pittura più gestuale, ma per una manifestazione scenografica massimamente asettica dove ritroviamo elementi “più veri del vero” e quindi “sorprendenti”. Molte sono le modalità per una realizzazione pittorica così esaustiva e carica di conseguenze di estrazione colta. Le opere, composte con virtù ed attraverso una manualità di sicura esperienza, sono già naturalmente in grado di suggestionare la nostra osservazione me-

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diante una loro insita proprietà che dispone per la “magnificenza”, mentre siamo colti da uno stupore quasi estatico. Una delle principali complessità dell’opera di Colombelli risiede nella inevitabilità della nostra inclusione negli spazi rappresentati che si dimostrano in tutta la loro forza catalizzatrice e avvolgente. Attraverso prospettive multiple siamo immessi con intensità non solamente nel paesaggio figurato ma anche apparteniamo all’atmosfera che lo pervade e che solitamente pare non risentire di sentimenti d’inquietudine. Ecco quindi la grande potenza dell’arte che si manifesta nella sua sembianza, in questo caso sommamente simile, se non uguale, alla realtà ed in questo consesso fra vero ed immaginario, troviamo la luce a distribuire intensità visibili e soluzioni d’ombra, senza alcuna volontà selettiva, dentro una azione “democratica” che comprende le cose infinitamente piccole, quanto le cose immensamente grandi. Nella vastità del visibile ed in assenza quasi totale della prospettiva aerea quindi troviamo per il nostro occhio tutte le componenti dell’ambiente, sia questo di soluzione antropica o naturale, e l’interezza delle particolarità viene sostenuta significativamen-

te attraverso una tecnica fortemente connotata da sfumature e velature che per nulla fanno rimpiangere le riproduzioni della fotografia. Anzi! Nella loro conformazione stupefacente riemerge la nostra facoltà di immediatezza per l’osservazione che rende importante la capacità cerebrale, mentre trasmette informazioni al nostro occhio, per le azioni che compirà la nostra mano … Il gusto di riacquistare qualità smarrite … In molte opere di Mario Colombelli infine, troviamo un suggestivo dialogo in atto tra il paesaggio e la figura umana, quest’ultima spesso colta in momenti di sottolineatura riflessiva. Anche i luoghi di Mezzocorona vengono in questo senso “aggiustati” da presenze sensibili, come nel caso di “Palazzo della Vicinia” dove non solamente possiamo tornare a ritroso da una prospettiva lontanissima di montagne sovrastate da poche nubi in un mare di cielo sereno, ma anche soffermarci fra le squadrate ombre restituite dai volumi urbani, per salire fino al davanzale interno della camera rinfrescata dall’aria pulita, dove una pensierosa adolescente si riordina i biondi capelli. Naturalmente il centro della nostra attenzione diviene la solitaria figura in primo piano e tuttavia sen-

za accorgercene siamo istigati subito dopo a cercare elementi di comprensione anche in tutto lo spazio nel quale è ospitata. Spazio interno ed esterno ovviamente, luogo complessivo della nostra esistenza, non solamente composta di materie tridimensionali effettivamente toccabili, ma anche di sentimenti e frammenti psicologici talvolta assai nascosti e spesso rinvenibili solamente per mezzo di inflessioni e riferimenti comunicativi analogici ed inferenziali. Dentro e fuori in questo caso (ma alla stessa stregua sono risolte anche le opere “Avvolto di Palazzo Firmian”, “Finestra d’estate” ed “Interno”) diventano macro contenitori di interiorità dove silenziosità di pomeriggi estivi, piccoli gesti e leggere malinconie, sono anch’essi parte integrante di un paesaggio non esclusivamente visibile e dove il vento dell’emozione ancora, a discapito di tutte le maleducazioni del contemporaneo, riesce a navigare e raggiungerci. Natura, Storia ed Umanità. Ecco la sostanza dell’opera eccezionale di Mario Colombelli, un’arte espressa attraverso qualità formali indiscutibili, ma anche che si compone di una strategia poetica al limite dell’intensità sentimentale e romantica.

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Uno scorcio del lago di Toblino


Attualità

Il ghiacciaio dell’Adamello restituisce due soldati austro-ungarici

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di Silvano Capella

N

onostante siano passati quasi cento anni dalla fine del primo conflitto mondiale, che vide contrapposti proprio nelle nostre zone gli eserciti italiano e austro-ungarico, il continuo ed Il giorno 20 settembre 2011 fu ritrovato da un escursionista sul gruppo dell’Adamello, sulla Cima Crozzon di Genova a quota 3304 mt. nel comune di Spiazzo, il corpo quasi intatto di un militare con divisa austroungarica. Come avviene in questi casi,, la Soprintendenza ha inoltrato la segnalazione e la documentazione alla stazione dei carabinieri di Carisolo, competente per territorio, che ha provveduto all’espletamento delle procedure previste in caso di rinvenimento di resti umani. A seguito di autorizzazione, le operazioni di recupero secondo i criteri della metodologia archeologica, si sono svolte il giorno 23 settembre 2011. A questo hanno partecipato un funzionario della Soprintendenza, un geoarcheologo, due membri del soccorso alpi-

inesorabile scioglimento dei ghiacciai fa riportare alla luce non solo reperti ed armamenti bellici, ma spesso anche poveri resti di soldati rimasti sepolti sotto i ghiacci fino ai nostri giorni.

no dei carabinieri, una guida alpina della cooperativa guide alpine del Trentino, il presidente del comitato storico della Sat, il sindaco di Spiazzo e lo scopritore dei resti. Il trasporto in quota è avvenuto grazie alla collaborazione del nucleo elicotteri della Provincia Autonoma di Trento. Dopo la completa messa in luce dei resti, si è provveduto con la massima cautela, per evitare lacerazioni, a prelevarlo e elitrasportarlo al Pian di Bèdole, e da qui con l’ausilio dei Vigili del Fuoco di Pinzolo fino alla caserma dei carabinieri di Carisolo. Dopo l’espletamento delle necessarie formalità alla presenza dei rappresentanti dell’Alto Commisariato Generale Onoranze Caduti di guerra e dell’unità operativa di medicina necroscopica e anatomia patologica forense dell’ULSS

n° 6 di Vicenza, la salma è stata trasportata presso il laboratorio di quest’ultima per essere sottoposta agli accertamenti anatomopatologici utili alla definizione del profilo biologico. Inoltre a seguito di una segnalazione di un escursionista, si è provveduto il 22 agosto 2012 al recupero dei resti parziali di un altro soldato del Kaiser, sempre nella stessa zona. Dopo l’elitrasporto in quota, grazie sempre alla collaborazione del nucleo elicotteri della Provincia Autonoma di Trento, si è provveduto alla raccolta ed al recupero dei resti sparsi su una superficie piuttosto estesa. Le operazioni di recupero sono state condotte dal Presidente del Comitato Storico della Sat con l’ausilio di membri del soccorso alpino dei carabinieri, i quali hanno preso in consegna i resti e li hanno

depositati presso la caserma dei carabinieri di Carisolo. Anche in questo caso, grazie alla collaborazione dei vigili del fuoco di Pinzolo, i resti sono stati trasportati a Vicenza per le indagini necroscopiche. La Croce Nera austriaca, associazione che si occupa della cura e della manutenzione dei vari cimiteri militari sparsi su tutti i fronti di guerra, sta organizzando con la collaborazione del comune di Spiazzo, sul cui territorio sono state rinvenute le salme, e del comune di Bondo, ove sorge il maestoso cimitero di guerra costruito durante il conflitto su progetto di Padre Fabiano Barcatta, della Provincia Autonoma di Trento, e delle Compagnie Schuetzen di Roncone e Rendena, i solenni funerali militari, che in un primo tempo erano stati programmati per il

prossimo 13 ottobre, ma che poi, per motivi organizzativi, sono stati spostati alla prossima primavera. I due poveri soldati verranno comunque ricordati il prossimo 4 novembre durante la consueta Commemorazione dei Caduti che ogni anno le Compagnie Schuetzen di Rendena e di Roncone organizzano presso il cimitero Militare di Bondo. L’ammassamento delle Compagnie provenienti da tutto il Tirolo storico è previsto a Bondo alle ore 13,30 del 4 novembre 2012 davanti alle scuole elementari, dopo la rassegna da parte delle autorità a tutte le delegazioni schierate, partirà la sfilata per le vie del paese verso il piazzale della chiesa accompagnati dalle note del gruppo musicale Bohmische Judicarien, quindi verrà celebrata

la S.Messa nella chiesa di Bondo dal parroco don Celestino Riz. Al termine breve marcia fino al cimitero militare dove le autorità rivolgeranno ai presenti i discorsi di circostanza, quindi verranno benedette le corone mentre le compagnie Schuetzen di Roncone e di Rendena spareranno una salva d’onore con i fucili storici e gli artiglieri di Pinè e di Val di Ledro faranno tuonare tre cannoni storici ad avancarica, naturalmente caricati a salve, Durante la deposizione risuoneranno le meste note dell’Inno “Ich hatte ein Kamerade, io avevo un camerata”. In conclusione verranno ricordati tutti i caduti di guerra al suono del “Landesjmmne.” Al termine della cerimonia verrà offerto un piccolo ristoro ai presenti nella vicina sala nel municipio di Bondo.

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Cultura

OTTOBRE 2012 Dialogo sulle rive del Sarca e del Chiese/Nono colloquio

Le “carte di regola”, esempio ancora attuale In pieno autunno già si entra nel raccoglimento e nella riflessione. Finito il chiasso dell’estate si è portati ad intensificare i rapporti con gli altri e quasi a sentirsi più pacati nelle discussioni e nella diatribe: durante i mesi “caldi” le occasioni per vedere le cose da una él Bòcia - Cosa dici del “sogno” che ti ho raccontato il mese scorso? él Vècio - Lo chiedo a te: hai avuto riscontri o segnali particolari? él Bòcia - Mi hanno detto che ho avuto un bel coraggio ad inventarmi una conduzione amministrativa basata solo sugli amministratori locali, sui sindaci e non sui politici. él Vècio - E pensa che io invece, sempre sfogliando i miei vecchi libri, vedrei una rivoluzione ancora più incisiva e, naturalmente, non certo approvata da chi oggi vive di politica. él Bòcia – Mentre io sogno tu hai le visioni. Dai racconta cosa vedi, o meglio cosa prevedi? él Vècio - Più che visioni sono considerazioni personali che mi vengono spontanee mentre sfogliando le antiche pagine dalle quali emerge la sensazione che negli anni passati si pensava più in “concreto”, mentre oggi ho la chiara impressione che siamo nelle chiacchiere e nelle carte. él Bòcia - Ma questo è il frutto della democrazia evoluta, dei veti incrociati, del contrappeso delle decisioni, dei controlli, grazie alla tecnica e al progresso. él Vècio -Ma cosa vuoi parlare di “democrazia” quando ciascuno, a nome del popolo, parla soltanto di quello che “vogliono fare”e non di quello che “devono fare”. él Bòcia - Aspetta un attimo: avrai sentito che si stanno già muovendo con tanto di programmi circa quello che si ha intenzione di “costruire” dopo le prossime elezioni provinciali del 2013. él Vècio - Beh, questa l’è roba vècia: ad ogni elezione è la solita solfa; ma nessuno è nella possibilità di dire chiaro e tondo cosa e come lo farà. él Bòcia – Beh, non è possibile prevedere tutto! él Vècio - Per me non c’è nulla da prevedere perché le cose “da fare” sono davanti agli occhi di tutti: l’ordinaria amministrazione del “pubblico” a cui pare che nessuno pensi! él Bòcia - Ma nei programmi vi sono le “grandi” cose da fare! Ma con questa crisi vi sono opere sostenibili con

un futuro e opere dispendiose dalla scarsa utilità. él Vècio - Vedi dove si va a perdere la testa? Invece vi sono le cose quotidiane da affrontare, come la mancanza di lavoro, il consumo del territorio, le ingiustizie sociali, le difficoltà delle famiglie, il disagio dei giovani, l’assistenza ai vecchi, la viabilità da raddrizzare. él Bòcia - Se guardiamo a queste difficili realtà allora il “da farsi” è già pronto. Però si deve dire basta anche all’assistenzialismo parassita. Invece ahimè!!! él Vècio - Ma un tempo il “da farsi” era già davanti ai nostri vecchi quando scrivevano gli Statuti delle comunità. Avevano un’economia fondamentale da tenere in piedi ed un territorio da gestire, non potevano sprecare nemmeno un filo d’erba. Ogni articolo descriveva chiaramente quello che ognuno doveva fare, e immediatamente indicava anche la pena (multa in denaro sonante) a carico degli inadempienti (amministratori compresi). él Bòcia – Vorresti mettere le multe ai politici? Ah, questa è bella. Anche se di fatto sarebbe un ritorno al passato!! Ma chi, e quale popolazione, vuole questo o è capace di imporlo? él Vècio - Non si tratta di tornare al passato ma da imparare dal passato. Vedi anche la stesura delle leggi; una volta erano chiare e precise; oggi non sono che un cumulo di parole burocratiche che lasciano le cose come sono e impegolano il cittadino, il quale non le capisce e deve continuamente correre dagli avvocati o e dagli specialisti per portare a termine le loro pratiche. él Bòcia - Secondo me siamo in un vicolo cieco, dal quale sarà difficile uscirne. él Vècio - È vero che per uscire dai vicoli ciechi ci vuole coraggio ma anche preparazione a monte; perché, secondo me, occorre che gli uomini impegnati in politica e nella pubblica amministrazione devono trovare il tempo non solo per continuare soltanto ad incontrarsi in una serie infinite di “sedute” - e a fare dichiarazioni pubbliche alla radio ed ai giornali - nelle quali si chiacchiera e si

parte o dall’altra sono state tante e non erano superficiali. Con queste impressioni él bòcia risale così nelle prime fresche sere autunnali la serie di rampe che lo portano dal “vecchio maestro”. Ma ha sempre una nuova domanda da fare: stendono verbali o articoli. él Bòcia - Ma questo è ormai il modo di vivere la politica. él Vècio - Un bel zero! Sarò én vècio balordo, ma... penso ancora che bisogna avere tempo per “studiare” le antiche carte e “studiare insieme” con tanto di libri davanti, dai quali apprendere l’arte del buongoverno, in modo di gestire il “bene comune” e di mettersi al servizio della nostra gente imparando da quelli che hanno saputo portarci i nostri territori intatti fino a noi. él Bòcia – Io sarò un sognatore, ma tu adesso mi sembri un grande vecchio rivoluzionario. Bella coppia che siamo. Tu vorresti ribaltare il mondo: ma chi, quale uomo politico si può sobbarcare un cambiamento del genere? él Vècio - Certo; noi due sembriamo tagliati fuori da tutto e da tutti; per questo possiamo vivere le nostre illusioni. Ma anche qualcun altro che non ci dà ragione dovrà ammettere che la conseguenza del solo “chiacchierare” è il “ribaltamento” del mondo appunto perché non si trovano persone capaci di trovare e stendere regole idonee a risolvere i problemi. él Bòcia – Mi stai dicendo che si deve tornare alla “Carte di Regola”? él Vècio - Non proprio a quelle, sic et simpliciter, ma penso che i nòsi vèci avevano le idee chiare. I loro provvedimenti non li hanno chiamati leggi e regolamenti burocratici, ma “Carte di regola”, ossia un qualcosa da osservare e da fare immediatamente, giorno per giorno, in piena concordanza d’intenti e con la massima responsabilità personale: e ce l’hanno fatta non solo per ottocento anni dopo il Mille, ma già l’avevano imparato molto prima. él Bòcia - Come fai a dirlo? él Vècio - Beh! Ancora una volta sono i libri che lo dicono. él Bòcia - Per esempio? él Vècio - Proprio ieri ho aperto un vecchio libro del 1880 di Carlo Gambillo dal titolo “Il Trentino”. Egli scriveva che la forma di governo che aveva retto le Giudicarie era una forma che prevedeva un’estesa au-

tonomia per quanto riguarda l’amministrazione locale. el Bòcia - Non ho mai sentito questo autore, ma mi pare interessante. él Vècio - È lo stesso che ha scritto “La Valle di Rendena” nel 1882. el Bòcia - Cosa dice? él Vècio - Dice che la loro indipendenza era assicurata dal riconoscimento degli Statuti da parte dell’Autorità Suprema di allora e dal pieno assenso di tutti i “vicini”. él Bòcia – Tu continui troppo a parlare sempre delle antiche comunità autonome e libere di governarsi. Ma questo non è più possibile con la moderna giurisprudenza dello stato italiano. él Vècio – Certamente oggi le cose sono diverse, ma vorrei ricordare ancora Gambillo quando scrive che quell’antica forma di autonomia era fondamentalmen-

te democratica nel vero senso del temine, e della quale i Giudicariesi si mostrano ancor teneri; ossia una forma di autogoverno che aveva le sue origini ancora in epoche precedenti. el Bòcia – Non possiamo prendere tutto per oro colato. Anche se ciò che poteva riferirsi alle epoche precedenti va ritenuto un elemento tutto da verificare. él Vècio - D’accordo che tutto e sempre è da verificare; anche le nostre chiacchiere mensili. Ma ascolta l’ultima. él Bòcia – Che sia l’ultima perché devo proprio andare. Leggimela! él Vècio – È sempre il Gambillo che scrive: “I Giudicariesi furono meglio che gli altri Trentini in grado di difendere la libertà allodiale e la proprietà fondiaria suddivisa nel complesso degli

abitanti dai vincoli del sistema feudale e conservarono fino agli ultimi tempi intatto il regime popolare”. él Bòcia – Ma sei sicuro che parli di noi? Oggi mi sembra che siamo un attimo diversi dai nòsi vèci!!! él Vècio - Sono le sue parole esatte stampate del 1880! Ovviamente bisognerebbe avere la fortuna di avere fra di noi qualche “esperto” che verificasse ciò che viene tramandato per dare maggior sicurezza al presente. E questa volta él Bòcia se ne va pensieroso e mogio per la nuova scoperta: “I Giudicariesi di un tempo erano meglio di quelli di oggi?”. Mah! El bòcia avrà tempo fino a ottobre per pensarci sopra. A cura di Marco Zulberti e Mario Antolini

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Attualità

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Economia e turismo in crisi, ma non mancano le nuove iniziative imprenditoriali

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CHALET DA GINO - LA STORIA

Lo Chalet da Gino riparte dai giovani Thomas Beltramolli e Alessandro Collini, nuovi gestori dell’esercizio in val Genova Periodo di crisi, “di crisi nera” dicono alcuni ristoratori, ma non mancano le attività che riescono a trovare anche in un momento difficile le forze e gli stimoli per poter crescere e far bene. In un periodo in cui le attività tendono a chiudere, le saracinesche Così Alessandro Collini, 24 anni figlio di Maurizio Collini, noto albergatore di Pinzolo, diplomato come geometra ma con esperienza nell’albergo di papà, e il cugino Thomas Beltramolli, 22 anni diplomato come tecnico di ristorazione e con esperienza nell’albergo di mamma Cristina, si sono tuffati in questa avventura della gestione dello Chalet da Gino. Hanno sistemato al meglio il locale della sala da pranzo per poi dedicarsi ad accogliere con grande attenzione la clientela che oltrepassa le cascate di Nardis, per esplorare la Val Genova, “la massima attrattiva per il forestiero che viene a Pinzolo d’estate” come scriveva Giovanni Collini “Sardelllina” nel 1888, agli albori dello sviluppo turistico della Val Rendena, quando nella selvaggia valle erano

presenti solo il Rifugio Bolognini (dal 1874), nella piana di Bedole, e in quota, la Mandronhutte costruita dalla sezione dell’Alpenverein di Lipsia (1878) e il rifugio Lares dalla Sat (1882). I due ragazzi con grande entusiasmo si sono accerchiati di altri giovani e hanno scelto il 25enne Reny in cucina, chef di grande esperienza nonostante la giovane età, e hanno iniziato a promuoversi per attirare l’attenzione di residenti e turisti, per far sapere che lo chalet da Gino aveva cambiato gestione e offriva ottimi servizi e novità. Così hanno iniziato tramite facebook a coinvolgere gli amici e gli amici degli amici e il passaparola ha fatto il resto. Dopo la prima stagione il bilancio è positivo. Grande successo hanno avuto le cene tipiche su prenotazione del mercoledì

ad abbassarsi fa piacere dunque raccontare di un’attività che nasce dalla voglia di due giovani poco più che ventenni di ripercorrere la strada dei propri nonni e tuffarsi nel non facile mondo della ristorazione.

e gli aperitivi in terrazza. Senza dimenticare le feste di compleanno organizzate per amici e conoscenti con musica e divertimento fino a tarda notte. «È un grande impegno, non è facile rinunciare alla spensieratezza dei 20 anni… tutti i giorni devi essere presente e lavorare dalla mattina fino a tarda sera. Ma la passione per poter provare a gestire un locale nostro ci ha dato la voglia e l’entusiasmo di tuffarci

a capofitto in questa bella esperienza» commenta Thomas sorridente. «Siamo molto soddisfatti anche di come è andata la stagione, nonostante la congiuntura economica e una crisi che ha portato in valle meno presenze noi abbiamo lavorato bene, il che ci fa ben sperare per il futuro» aggiunge Alessandro dando appuntamento all’anno prossimo «quando ci saranno molte altre novità».

Per ripercorrere la storia dello Chalet da Gino bisogna fare un balzo negli anni 60 quando Gino Collini, proprietario dell’Hotel Alpina di Pinzolo, era un albergatore e ristoratore conosciuto e molto apprezzato per i matrimoni e le feste che organizzava con la moglie Ines, nella quali accompagnava con la sua fisarmonica e il suo carattere molto gioviale cerimonie e banchetti. «Il suo più grande sogno era quello di realizzare un ristorante in val Genova” ci dice la figlia Giuliana. “Dopo aver acquistato un pezzetto di terra in località Prà Olm nel 1964, nel 65 fece il progetto e iniziò i lavori nonostante non godesse più di buona salute. Riuscì a vedere solo la casa in costruzione e il tetto, lasciando a noi figli e alla moglie il compito di realizzare il suo sogno». Nel 1968 lo Chalet viene inaugurato e intitolato a Gino, passato già da due anni a miglior vita. Lo gestì per tre estati il marito di Giuliana, Giovanni Failoni, insieme al padre Roberto noto maitre d’hotel con grande soddisfazione. Poi fu la volta della gestione del fratello di Giuliana, Maurizio con la madre e la sorella Mariagrazia che lo tennero per 5 anni; dopodichè venne affittato per alcuni anni. Lo Chalet da Gino venne dato in proprietà a Mariagrazia che lo prese in gestione ma a soli 50 anni fu colpita da un male incurabile che non le lasciò scampo. La figlia e il marito di Mariagrazia, Rinaldo Pugnetti, non essendo interessati lo affittarono per altri 8 anni, poi vollero che ritornasse alla famiglia Collini, e così fu. Ora vi lavorano Thomas, nipote di Giuliana, e il cugino Alessandro, figlio di Maurizio.


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Sport

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Alla ripartenza alle 7 un sole tiepido ha scaldato le ossa dei circa 700 bikers inumidite dalla abbondante pioggia caduta incessantemente per tutto il pomeriggio del sabato, e ha accompagnato il Team guidato da Gianfranco Mariuzzo giro dopo giro fino al traguardo. Le 64 tornate percorse nell’arco delle 15 ore di gara effettive hanno garantito ai ragazzi dell’MTB Santa Marinella il Trofeo Memorial Giorgio Ducoli; niente hanno potuto infatti il Team Geopietra Zaina Biciclette e Trentina Moto Cicli giunti rispettivamente ad uno e due giri di distacco di fronte alla determinazione e alle accelerazioni portate dal Team leader della speciale classifica 24cup 2012. Tra tutte, quelle di Massimo Folcarelli, che si è aggiudicato il giro veloce con lo straordinario tempo di 12’27’’. Tra i solitari una battaglia all’ultimo sangue tra Alberto Zambelli e Morgan Pilley: alla fine ha avuto la meglio il ragazzo bresciano Zambelli che con 50 giri e oltre 310 chilometri percorsi ha superato anche moltissimi team andando a chiudere nella classifica generale al 24 posto. Al generosissimo australiano Pilley, che ha tentato invano di riacciuffare la testa della corsa nonostante i crampi, la gioia della vittoria della categoria Under, davanti a Stefano Bertanza e a Dario Maestri. Primo della categoria Junior, e terzo assoluto tra i solo, un ottimo

Grande successo per la manifestazione con atleti provenienti da tutta Italia

24 ore val Rendena Mtb: giù il sipario Sandro Ducoli: «Per noi è la decima ed ultima edizione. Se qualcuno vuole mettersi in gioco si faccia avanti»

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ittoria del MTB Santa Marinella Tonica Sport alla decima edizione della 24 ore Val Rendena valida come Va tappa del circuito nazionale endurance 24 Cup. Una competizione che ha visto Cristian Ragnoli del Nuvolera Bike: alle sue spalle a Simone Arici e ad Alessandro Filippini. Negli Over vittoria di Andrea Oreste Banchieri che è riuscito a staccare Lucio Maccarone e Guido Pizzorno. Tra le donne solitarie supremazia assoluta di Giuliana Massarotto al comando della gara dal primo all’ultimo giro. Sul secondo gradino del podio Margherita Beltramolli venuta in val Rendena dopo un periodo di pausa per festeggiare la decima edizione della 24 ore. Piazza d’onore per Ilaria Sambo. Tra le Miss successo di Ilaria Toso seguita da Elena Martinello e da Lucilla Rizzini. Infine nella 8 mista vittoria dei Gufi di Trento su Wonder Wo-

men e Fersen Triatlon, nella femminile da 8 MTB Santa Marinella Tonica Sport su Cicli Giuliani e Madame e tra le Special8, riservato alle associazioni non sportive, prima la Pro Loco Vigo Rendena davanti a Pro Loco Pinzolo Brenta Bikers e Croce Verde Orzinuovi. Assegnato in Val Rendena anche il campionato tricolore a squadre da 4 componenti Memorial Tiziano Polla: ad aggiudicarselo i bresciani del Team Nave Bike 24h che inanellando ben 55 giri hanno avuto la meglio del Team toscano della 6 ore della Lunigiana-asd Vertical e del Team Ciclopi. Per loro l’onore di vestire la maglia tricolore di-

tra i protagonisti il meteo, non proprio benevolo, che ha costretto gli organizzatori a sospendere dopo poco più di 9 ore la gara e a dare a tutti appuntamento al mattino. segnata da Keit azienda leader del settore dell’abbigliamento sportivo. Si chiude così un ciclo durato 10 anni che ha visto il C.O. guidato da Sandro Ducoli &C. garantire lo svolgimento puntuale di una manifestazione riconosciuta a livello nazionale e apprezzata dagli amanti delle ruote grasse. «Noi abbiamo vissuto con entusiasmo queste dieci edizioni cercando di dare sempre il massimo per regalare una gara ricca di emozioni - è il commento di Ducoli- ma per noi è l’ultima edizione, ora largo ai giovani...». La 24 ore val Rendena è diventata un patrimonio per la valle ed un appuntamento

che ha fatto conoscere la Val Rendena a migliaia di persone. Ma non solo, gli organizzatori hanno accumulato un “tesoretto” frutto di 10 anni

di lavoro composto da tutto ciò che può servire per allestire una manifestazione così importante: dall’impianto di illuminazione per circa 7 km di percorso alle transenne, dai gazebo ai generatori... Ma ci sarà qualcuno pronto a raccogliere questa preziosa eredità. È la nostra speranza, è la speranza di una valle che non molti lustri fa vide sfumare nel nulla un’altra splendida manifestazione, la 24 ore di fondo, che venne prima ceduta ad Andalo e poi fu perduta definitivamente. Ma ricordiamo: organizzare una 24 ore non è una cosa semplice, non si può improvvisare e ci vuole tempo e tanta passione. Questo il gruppo di Ducoli e C. ce lo ha sicuramente insegnato dedicando anima e corpo ad una gara tanto bella quanto faticosa, sia per chi la organizza sia per chi vi partecipa.

Sandro Ducoli, Fabrizio e Marco Polla, Sergio Mattiello, con Miss Val Rendena

Quaranta candeline perla Bocciofila Giudicariese Dalle prime partite, nel ’72 al bar “Cacciatore” fino ad oggi al Bocciodromo, storia di questo sodalizio tionese

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n successo annunciato per il grande avvenimento dei quarant’anni della Bocciofila Giudicariese: due giorni di festa e di attività all’insegna dello stare insieme e dello sport che, da passatempo di alcuni amici del paese, oggi è diventato un’ associazione che conta decine e decine di tesserati molti dei quali attivi nel circuito di competizioni nazionale ed internazionale. Una storia che inizia nel 1972, quando ancora il gioco delle boc-

ce nelle Giudicarie non godeva di una vera e propria organizzazione sportiva, e i soci bocciofili si trovavano a giocare presso i due campi scoperti del Bar Cacciatore di Tione, che sarebbe in seguito diventata la prima sede della nuova società “Bocciofila Giudicariese Tione”. E da allora divenne una storia sempre in evoluzione, dal primo gruppo di appassionati con il primo presidente Spirito Salvaterra (che rimase in carica dal 1972 al 1979) fino al gran numero di soci appassionati ed agonisti di oggi rappresentati

dall’attuale presidente Severino Pontirolli (in carica dal 2006), passando per i mandati di Gianantonio Antolini (1980), Gianni Salvaterra (1981) e Pietro Perottino (dal 1982, anno in cui la società si trasferì nella nuova sede a Sesena, al 2005). All’apertura dei festeggiamenti, sabato 8 settembre, oltre ai molti soci e simpatizzanti, erano presenti il sindaco di Tione Mattia Gottardi, il Presidente del CONI Provinciale Giorgio Torgler, per la federazione Italiana Bocce il Presidente del Comitato Provinciale Pietro Perottino (che in qualità di ex presidente della Bocciofila ha fatto pure gli onori di casa), alcune società bocciofile del Trentino, tutti i gestori del Bar Bocciodromo che si sono succeduti dall’apertura sino ad oggi, la banda sociale di Tione che ha allietato il pomeriggio e la signora Clorinda, proprietaria dell’ allora Bar Cacciatore, dove appunto è stata fondata la Società. In questa atmosfera, condita da un ottimo rinfresco preparato dal personale del ristorante La Contea, si sono ricordate le tappe fondamentali della storia della Società Bocciofila Tionese, so-

prattutto dopo il cambio di sede nel 1982, anno nel quale grazie anche ai propri campi privati la Bocciofila Giudicariese iniziò a partecipare attivamente e con successo alle competizioni nazionali ed internazionali, oltre a tutte le commemorazioni per gli anniversari della fondazione. Nella giornata di domenica 9, si sono ricordati durante la messa alla chiesa di Tione tutti i soci scomparsi, e a mezzogiorno presso il bocciodromo è stato offerto

l’aperitivo dagli attuali gestori del bar e a seguire il pranzo sociale. Durante il pomeriggio, e a conclusione del magnifico fine settimana, musica e balli in compagnia con l’orchestra di Bruno Dapreda....Ma non finisce qui! A breve, in ottobre, appuntamenti con la “festa autunnale del bocciofilo” e a novembre la gara a terne ad invito “memorial Gianantonio Antolini” e un’altra gara individuale. Aldo Gottardi


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La Posta

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LA POSTA

Ma questo Renzi, dove vuole arrivare? Forse troppo sbrigativo, ma la sua “rottamazione” dei dinosauri della politica è significativa

Adelino, ho circa la tua età ed assisto allibito alla vicenda politica di Matteo Renzi che vuol rottamare mezzo mondo. Largo ai giovani, questo è lo slogan di moda, e Renzi sembra esserne l’interprete più seguito. E’ vero che nei partiti, nelle banche, nella pubblica amministrazione, chi comanda è piuttosto su con l’età, ma credo che l’esperienza e la conoscenza non siano da buttar via, e per comandare occorre anche un certo polso. I giovani poi sembra brillino solo per arroganza e carrierismo, credi siano migliori di noi? Tu che ne dici, noi vecchi, siamo proprio da scartare? Giuseppe – Tione

Caro Giuseppe, faccio fatica ad ammetterlo, ma noi ormai siamo fuori gioco. Abbiamo fatto il nostro tempo, vantiamo e godiamo dei nostri meriti che non sono pochi e limitiamoci a dare qualche consiglio quando ce lo chiedono. In quanto a Renzi non credo ce l’abbia con tutti noi, la sua “rottamazione” è rivolta a quei politici che da tempo immemore siedono in Parlamento, lautamente pagati, relitti della storia, responsabili della profonda crisi in cui siamo precipitati. Qualche esempio eclatante esiste anche nel nostro Consiglio Provinciale. Dopodichè, credo, che in una società moderna e realmente democratica,

dovrebbe essere applicato un principio basilare: l’età non fa grado. E questo dovrebbe valere per i giovani e per chi giovane non lo è più. I giovani non possono pretendere, solo perchè giovani, di salire automaticamente nella scala sociale e politica, o professionale; cosi come quelli più attempati non possono pensare di occupare responsabilità e poltrone in eterno solo in virtù dell’anzianità di servizio. L’esperienza è certamente importante, talvolta un valore aggiunto determinante, ma lo è altrettanto, soprattutto in una società come quella attuale, la capacità di leggere i nuovi tempi che niente hanno a che fare

con i tempi dell’altro ieri. E’ necessaria, oggi più che mai,

una capacità di adeguarsi rapidamente ai cambiamenti,

ai mutamenti, cosa che riesce molto meglio ai giovani che a noi. I giovani portano slancio innovativo, vivono la realtà dell’oggi, sanno leggere nel futuro senza nostalgie fuorvianti. E sono migliori e più preparati di quanto lo eravamo noi alla loro età, credimi. Quindi della questione, (vecchi-giovani) che è vecchia anch’essa come il cucco, non facciamone una crociata, ma usiamo il buon senso: l’unico vero criterio nella scelta della nostra classe dirigente dovrebbe essere il merito, non la carta d’identità. E le cose in Italia andrebbero molto meglio. Adelino Amistadi

Variante PonteArche, storia di promesse “da marinaio” Una vicenda che si trascina da quasi 30 anni e che la Provincia tira per le lunghe Non se la prenda troppo con i giornali. Se succede qualcosa e magari qualcuno soffia sul fuoco, è normale che i giornali se ne occupino. Anche a me è sembrato che la cosa sia stata artificiosamente esasperata. In quel particolare periodo il traffico è davvero insopportabile per una stazione termale e l’Amministrazione comunale ha cercato di sperimentare un ripiego che, non lo nego, ha creato qualche disagio. Disagio da poco, a dir il vero. Ma come sempre accade, da buoni Italiani, gli abitanti della zona si sono divisi fra favorevoli e contrari in base ai loro interessi, com’è normale. Il problema, secondo me, sta a monte. Ormai le Terme di Comano Giorgio – Ponte Arche sono affermate e conosciute, GIORNALE DELLE edGIUDICARIE hanno assunto(140x78) un’imporSig. Amistadi, finalmente è finita la storia del blocco temporaneo della strada a Comano Terme. La vicenda ha occupato, per settimane, intere pagine di giornali ed era diventata davvero patetica. Il Comune ha sperimentato qualcosa di diverso nell’interesse della sua comunità e noi, viaggiatori, non abbiamo di certo perso il sonno dovendo adeguarci alla deviazione sulla strada del Banale. A me hanno dato fastidio le prese di posizione di personaggi più in cerca di visibilità che effettivamente interessati alla questione. Credo che, visto come stanno andando le cose in Italia, forse era meglio dedicarci a cose più importanti.

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tanza strategica non solo per la zona, ma per l’economia delle intere Giudicarie. E’ ovvio che il Comune voglia garantire agli ospiti un’oasi di tranquillità, il più possibile sicura, con la possibilità di organizzare manifestazioni culturali e folcloristiche a completamento dell’offerta. Così come si presenta oggi Ponte Arche, non credo sia il massimo per un soggiorno curativo e di totale relax e quindi è indispensabile intervenire per non vanificare i sostanziosi finanziamenti provinciali per qualificare ulteriormente la nostra stazione termale. Da qui l’imperiosa esigenza e la inderogabile necessità di una circonvallazione, ormai da anni promessa e mai realizzata. Se ci fosse stata e ci fosse una seria program-

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mazione da parte della Provincia, probabilmente quest’opera avrebbe dovuto avere l’assoluta priorità su ogni altra circonvallazione, essendo l’unica che risolverebbe, oltre ai problemi sopra menzionati, anche buona parte della viabilità per l’intera nostra comunità giudicariese, anche perchè da lì, volenti o nolenti ci passano tutti. La soluzione sta quindi nella circonvallazione, non c’è scampo e prima la faranno, meglio sarà per tutti. Ecco perchè sono apparse stonate alcune dichiarazioni di chi poteva, e può tuttora, impegnarsi in tal senso. Io ci avevo provato, ai miei tempi, ottenendo garanzie e promesse mai mantenute, allora la Provincia era impegnata nel progettare il sottopassaggio per le rane ed i rospi del

lago di Loppio, Ponte Arche poteva aspettare. Ora sembra che la nuova strategia provinciale punti tutto su Metroland per risolvere ogni problema, ma, francamente, io ne dubito e non poco. Credo sia un’ulteriore presa in giro. Tocca allora agli Amministratori locali ed ancor più alla Comunità di Valle occuparsi della faccenda che si riproporrà il prossimo anno negli stessi termini. E’ in queste situazioni che si misura la forza rappresentativa e l’utilità di un Ente e per la neocostituita Comunità di Valle potrebbe essere questa l’occasione buona per riscattarsi da un inizio incolore ed insapore e per ritrovare la strada che la legge costitutiva le ha assegnato. (a.a.)


Spazio aperto/lettere

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Sulla viabilità di Terme di Comano

Da alcuni mesi ormai, il Giornale delle Giudicarie viene distribuito in 15.450 copie a tutte le famiglie e le aziende delle Giudicarie con il servizio Postazone. Qualora non vi arrivasse, segnalatelo al postino della vostra zona.

Metroland? Meglio la Variante Da troppi anni le Terme di Comano stanno aspettando la realizzazione della variante che migliorerebbe completamente la viabilità in quella zona che per certi versi rappresenta un vero e proprio imbuto per chi giunge nelle Giudicarie dalle Sarche. Tale problematica è balzata, recentemente, agli onori delle cronache grazie alla chiusura Ferragostana, per i turisti, del centro di Ponte Arche che ha sollevato in maniera emblematica la necessità di addivenire ad una soluzione della questione quanto prima. Tale progetto, a quanto

pare, sembra avere finalmente concluso il proprio iter burocratico e quindi rientrare a pieno titolo tra le opere pubbliche che la Provincia intende finanziare ma…purtroppo la certezza che questo accada appare tutt’altro che scontata! Spero da Giudicariese prima, e da trentino poi, che siano solo delle notizie infondate quelle secondo le quali la sicurezza del finanziamento della variante in questione dipenda dai soldi che dovrebbero avanzare dal piano delle opere pubbliche che prevede, come progetto centrale, nientemeno che Me-

troland. Giunti a questo punto io mi domando: ma è possibile che la Provincia vada ad impegnare una quantità enorme di soldi pubblici (mi pare dai 3 ai 4 mld di €.!!!) su un’opera che oltre che risultare non indispensabile per il Trentino andrà a condizionare in maniera pesante tutti quei progetti che sono lì fermi da anni e che stanno aspettando inutilmente di essere finanziati per dare risposte concrete ad un territorio eterogeneo come il nostro?!?!? Responsabilmente mi sentirei, inoltre, di affermare che alla luce di questa profonda crisi che stia-

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mo attraversando, e che porterà pesanti tagli sul bilancio provinciale, che motivo c’è di realizzare un’opera così costosa e assolutamente inadatta per una realtà come la nostra? Va detto, poi, che il problema più grosso non è tanto la realizzazione di questo imponente progetto ma, una volta ultimato, le ingenti risorse che dovranno essere impiegate per la gestione e la manutenzione di un progetto di infrastrutturazione ferroviaria di tali dimensioni. Credo che sia assolutamente indispensabile che su Metroland venga fatta, al più presto, una seria

Questo spazio è aperto a tutti. Per richiedere la pubblicazione delle lettere scrivere a redazionegdg@yahoo.it. riflessione e che si proceda invece ad individuare quelle opere veramente necessarie di cui la viabilità del nostro territorio ha bisogno. Non opere faraoniche quindi ma ben mirate e soprattutto sostenibili. Se ciò non dovesse avvenire venga data almeno la possibilità ai trentini di decidere, magari attraverso un referendum, se veramente questa è un’opera indispensabile per il Trentino visto che,

in fondo, le risorse sono di tutti e non solo di chi vuole realizzare sogni anche sulla pelle di quelli che fanno fatica ad arrivare a fine mese…e non sono pochi credetemi… Pensiamo a queste persone e soprattutto impegniamoci a trovare delle soluzioni per dare anche a loro un futuro…ne hanno diritto! Massimo Caldera Bleggio Superiore

La competenza in politica non si improvvisa Occorre maggiore preparazione e responsabilizzazione delle figure dirigenti Scrivo con riferimento all’intervento di Adelino Amistadi nel numero di agosto del Giornale delle Giudicarie, a pagina 46, dedicato alla classe dirigente, in particolare burocratica. Figure capaci e competenti, come quelle auspicate, non si improvvisano, né per il carattere , né per la formazione professionale. Mi colpiva anni fa leggere come Socrate (almeno per quanto riportato dal discepolo Platone) insista sulla necessità di prepararsi per tempo alle diverse professioni. Mi sono chiesto più volte, anche in discussioni con amici, perché non si provi ad applicare - anche nei settori delle discipline giuridiche e politologiche, sia in fase di studio che operativa- tecniche di visualizzazione che sono confinate

nelle ricostruzioni sportive e conoscenze che vengono da discipline scientifiche, come la fisica. Inoltre bisognerebbe lavorare per aumentare la consapevolezza degli operatori e delle strutture, perché avvertano meglio quanto, nella loro quotidianità, pesino rispettivamente gli aspetti del dover fare, del poter fare, del voler fare, del saper fare. Si potrebbe avere un migliore contributo a comprendere come anche le migliori intenzioni possano trasformarsi nei momenti del confronto operativo tra figure politiche, che si muovono tendenzialmente in campo libero e funzionari che sono tenuti al rispetto di procedure per la garanzia dell’imparzialità e del buon andamento.

Non mancano anche oggi funzionari di valore nella pubblica amministrazione, ma è più facile trovarli all’interno di settori tecnici o ambiti specialistici. E’ più difficile incontrare funzionari con una robusta visione d’insieme della cosa pubblica e che siano nel contempo consapevoli che questi sono tempi difficili anche per la politica. Non esiste infatti più un ceto capace di ruminare problematiche e soluzioni all’interno delle segreterie dei partiti. Ho sentito di un consigliere provinciale che si è fatto addirittura scrivere una interrogazione all’interno degli uffici! Inoltre si denuncia generalmente il tradimento del politico eletto rispetto ai suoi elettori, quando cambia schieramento, ma non si ri-

flette sul fatto che anche per molti dei suoi elettori avviene la stessa cosa, per cui la forza del politico sembra derivare dall’essere sempre in sintonia con umori mutevoli, con un orizzonte quindi molto limitato. Un grave errore è stato fatto, almeno in Provincia, con l’aprire le possibilità di carriera solo in funzione della dirigenza. Si è ottenuto così un doppio effetto: sono state “dirottate” persone che non hanno attitudine né al comando su altre persone, né alla decisione, mentre si sono scoraggiati coloro che, consapevoli di avere attitudini diverse, si sono vista chiudere ogni prospettiva di carriera. Per fortuna almeno oggi appare meno visibile una ipocrisia degli ultimi anni, la continua insistenza sul-

l’importanza delle risorse umane, dietro la quale c’era quasi sempre un vuoto assoluto, probabilmente un discorso fatto solamente a fini di consenso politico. Uno degli aspetti che per quanto mi risulta è piuttosto peggiorato all’interno degli uffici, è l’informazione, specie dall’alto verso il basso: non corre, non viene fornita, non si capisce se per insipienza o per scelta. Emblema di tale situazione può essere considerato un alto funzionario, che, a quanto si dice, nelle riunioni trae quasi da sotto il tavolo il foglietto con i dati, consultandolo in modo quasi clandestino. Due ultime cose. L’approccio al cittadino come cliente ha costretto la pubblica amministrazione a fare i conti con le risorse, ma presenta anche molti pericoli, specie

per le situazioni di maggior disagio. Già si è visto quello che è avvenuto con le Poste e sta per avvenire con i trasporti, la sanità, la giustizia. Un aspetto più di fondo, che interessa in particolare chi per professione ha compiti di decisione, ma anche di formazione. Molti di costoro sono convinti di non poter assolutamente cambiare il loro modo d’essere o di fare. Questo lo si riscontra specie se si “attacca” qualcuno rispetto ad un suo comportamento. Eppure quanta parte della loro attività è rivolta al cambiamento (degli altri)? Incoerenza o perdita di tempo collettiva? Grazie. Cordialmente. Felice Nicolini Praso

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