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Giudi iudicarie

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DICEMBRE 2016 - pag.

Mensile di informazione e di approfondimento

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ANNO 14 - DICEMBRE 2016 - N. 12 - MENSILE

EDITORIALE

Che Natale è? di Adelino Amistadi Che si stia avvicinando il Natale non ci sono dubbi. Basta entrare in un supermercato. Ci sono panettoni d’ogni tipo impilati tanto da intasare le corsie. Nastri, lustrini d’ogni, bocce, boccette, stelle filanti, a disposizione di chiunque. La cassetta della posta poi è da qualche giorno impazzita. E’ sempre piena di offerte specialissime, sottocosto. Lettere con richieste d’aiuto di bambini di tutti i colori che chiedono pietà. I Pad, i Phone, cellulari delle ultime generazioni sono pronti per essere regalati. Perfino pubblicità di automobili con modelli irresistibili. Il tutto con gli auguri di Buon Natale in bella luce. Come se niente “fudesse”. Come se navigassimo nell’oro. Non ci fosse la crisi, non ci fossero centinaia di disoccupati, come se tutti ne avessero da spendere e da spandere. Continua a pag. 10

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FONDATO NEL 2002 - Distribuito da

“UnNatalechepensi allenuovepovertà”

A pagina 4

Lavoro, giovani, migranti nella riflessione dell’Arcivescovo Tisi al suo primo 25 dicembre da Episcopo

Tunisini od olive tunisine?

A pagina 4

LAVORI PUBBLICI Ecco l’accordo sul Lago d’Idro A pag. 8

di Paolo Magagnotti

COMUNITÀ DELLE GIUDICARIE Al via il piano sociale Alle pagine 6 e 7

L’epocale fenomeno delle migrazioni ha posto, con enorico ed ancora drammaticamente alta è la mortalità infantile.

ATTUALITÀ Biodigestore, tutto fermo A pag. 18

Referendum Costituzionale

Il 4 dicembre alle urne

A PAGINA 19

A pagina 9

A Campiglio bilancio positivo

Funivie, utile da record

A PAGINA 11

I nuovi sindaci/ Franco Bazzoli

“Impegno salvare il lago”

A PAGINA 19

Continua a pagina 22

TERMEDICOMANO Attesa per il restyling A pag. 11 I NUOVI SINDACI “Opere, servizi, senso di comunità” A pag . 16 ATTUALITÀ Biodigestore, il no del Comitato A pag. 13

Verso l’appuntamento del 4 dicembre

Referendum, fra sì e no

A LLE PAGINE 6-7-8

Butterini: “Vogliamo nostra stazione appaltante”

Fondo strategico per gli investimenti

ORARIO CONTINUATO DAL 1 AL 31 DICEMBRE

- Lego Augura alla Spettabile clientela Buon Natale e un Felice Anno Nuovo ... Augura alla Spettabile clientela Buon Natale e un Felice Anno Nuovo ...

A PAGINA 12


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Rassegna Stampa

DICEMBRE 2016

A cura della REDAZIONE

RASSEGNA STAMPA NOVEMBRE 2016

DALLE GIUDICARIE DALLAPROVINCIA Pelugo – Nella fontana c’è una bomba. Per fortuna è solo un falso allarme La notizia ha fatto balzare dalla sedia più di una persona: all’interno di una fontana del paese di Pelugo c’è una bomba della Grande Guerra! E nemmeno piccola, si è parlato di una granata da 149 o 150 mm. Il dubbio è venuto alla Sovrintendenza guardando la forma della parte sommitale, a ogiva… e passando il metal detector si è scoperta la presenza di metallo. È bastato per far scattare l’allarme. Una squadra di artificieri ha effettuato dei rilievi alla struttura, scoprendo che la temuta Andreolli bomba altro non era che Debora un semplice supporto metallico, utilizzato come armatura per la fontana, sulla cui sommità è stato modellato il cemento a forma di proiettile. La fontana potrà quindi proseguire pacificamente il suo percorso di restauri. (a.g.) Storo - Abbandona la cagnetta nelle campagne di Lodrone, denunciata una cinquaduenne. Rischia fino ad un anno e un’ammenda tra i 1000 e 10mila euro - La cagnetta, priva di microchip, era stata abbandonata lo scorso mese di giugno nelle campagne di Lodrone ma a distanza di tempo la polizia del Chiese ha individuato la proprietaria e l’ha denunciata. Qualora il tutto venisse confermato la cinquantaduenne di Ledro, S. C. rischia l’arresto fino ad un anno e un’ammenda che varia da 1000 a 10 mila euro. Saone, va a pescare e finisce in acqua. Novantenne elitrasportato al Santa Chiara di Trento - Scende da Tenno per pescare ma una volta giunto al Laghetto Gamberetto a Saone nel recuperare la trota finisce pure lui in acqua. Renato, novantenne con la passione per la pesca, è stato soccorso e poco dopo trasferito in elicottero al Santa Chiara di Trento. Fortunatamente se l’è cavata con uno spavento e una buona dose di raffreddore. Stenico - Rubano un bancomat e fanno acquisti per 1400 euro. Due donne, coinvolte anche in altri furti, arrestate dai carabinieri di Ponte Arche - I carabinieri della stazione di Ponte Arche

hanno fermato due donne, una 42enne vicentina, residente a Trento, disoccupata e pregiudicata, e una 22enne ucraina residente a Trento, disoccupata, incensurata. Sono accusate di un furto, realizzato a Stenico, a casa di 70enne del posto, che si è accorto del fatto solo quando ha verificato che dal conto corrente mancavano soldi. Ha così scoperto che qualcuno si era introdotto a casa, asportato il bancomat e prelevato 1.500 euro in contanti e fatto acquisti per quasi 1.400 euro.Le immagini estrapolate dai carabinieri di Ponte Arche hanno ricondotto le responsabilità di questi episodi alle due donne, che probabilmente si erano introdotte nella casa approffittando del fatto che i proprietari erano in giardino e avevano lasciato la porta aperta. Giudicarie - Progetto Web marketing Giudicarie: stanziati 42mila euro per le iniziative turistiche promosse attraverso la rete web - Nell’ambito del protocollo di intesa “Turismo Giudicarie 2020” siglato dalla Comunità delle Giudicarie con le Apt ed i Consorzi turistici il Comitato Esecutivo della Comunità ha recentemente concesso un contributo a tali agenzie turistiche per la realizzazione di una proposta progettuale

– Web Marketing 2016-2017 – che prevede l’utilizzo della rete Internet per la promozione congiunta delle iniziative turistiche in Giudicarie.Il costo di tale iniziativa, di cui capofila è l’Apt Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena, da attuarsi nei prossimi mesi sul mercato italiano e dell’area tedesca, è stato quantificato in 42.000 euro complessivi, dei quali 27.000 coperti dalla Comunità delle Giudicarie grazie ai fondi stanziati per l’attuazione del protocollo d’intesa “Turismo Giudicarie 2020” ed i rimanenti 15.000 euro a carico delle Apt e dei Consorzi Turistici giudicariesi. Parco Naturale Adamello Brenta- Al via il progetto con i commercianti - Il “progetto commercianti” è stato ufficialmente lanciato dal Parco Naturale Adamello Brenta: grazie all’appoggio di Confesercenti, Unione Commercio e Turismo, UCAS, Apt e amministrazioni comunali, il Parco ha incontrato in quattro serate, a Carisolo, Tuenno, Andalo e Comano Terme, una ventina di realtà commerciali locali che hanno risposto all’invito. “La proposta – spiega l’assessore Matteo Masè – è quella di riservare un angolo nei negozi, il cosiddetto “Corner del Parco”, dedicato alla vendita di prodotti e gadget del Parco”.

Provincia - Borse di studio: ISEE a 21.500 - Nel prossimo bando per il diritto allo studio la soglia ISEE sarà a 21.500, rispetto ai 20.000 precedenti. Il traguardo è stato raggiunto al termine del tavolo di lavoro composto dall’assessorato alla ricerca e università, dal Dipartimento alla conoscenza, dall’Università degli studi di Trento e dall’Opera Universitaria. Grazie al già annunciato stanziamento aggiuntivo di 1 milione di euro garantito dall’assessora all’università e dal presidente della Provincia di Trento e grazie alla presa in carico da parte dell’Università di oneri connessi alle politiche di internazionalizzazione, l’Opera universitaria sarà quindi in grado per il prossimo anno accademico di aumentare il numero dei beneficiari delle borse di studio rispetto alla soglia minima individuata dalla delibera dell’ottobre scorso. Provincia - Contratti pubblici: impegno a stanziare 12 milioni di euro per il rinnovo - E’ stato siglato a metà novembre dal Presidente della Provincia autonoma di Trento e i sindacati confederali un protocollo in materia di contrattazione pubblica. Sono tre i punti al centro del documento: lo stanziamento di 12 milioni di euro aggiuntivi sul bilancio 2018 per il rinnovo dei contratti collettivi pubblici che erano fermi dal 2009; l’impegno a riattivare il tavolo per la stipulazione del contatto unico delle società a controllo pubblico e l’impegno a sottoscrivere la modifica dell’accordo provinciale quadro sui comparti di contrattazione relativamente al personale dirigenziale dell’azienda provinciale per i servizi sanitari. Trentino – Accoglienza profughi, due attentati – Due attentati all’accoglienza ai profughi hanno fatto discutere l’opinione pubblica trentina: il primo, avvenuto nella notte del 28 ottobre a Soraga, in

Val di Fiemme alla casaalbergo della cooperativa Kaleidoscopio e Casl: i carabinieri della compagnia di Cavalese, giunti sul posto, hanno verificato che il fuoco era stato appiccato con del liquido infiammabile. Il secondo è accaduto il 16 novembre a Lavarone, dove è stato dato fuoco al portone d’ingresso di un edificio che a breve avrebbe dovuto accogliere 24 profughe dall’Africa subsahariana. “Sull’accoglienza dei profughi diciamo no alle paure e alle strumentalizzazioni -ha detto il presidente Ugo Rossi - il Trentino dell’Autonomia è altra cosa” Trentino - Natale 2016: l’albero trentino in partenza per Piazza San Pietro – L’albero di Natale che verrà donato al Vaticano e svetterà in Piazza San Pietro per tutte le festività Natalizie viene dalla Valsugana e precisamente dalla Val Campelle nel comune di Scurelle, ai piedi della catena montuosa del Lagorai. Si tratta di un abete rosso alto 25 metri, certificato PEFC. Dopo il taglio, avvenuto a metà novembre, oggi l’albero è stato trasportato a valle da un elicottero dell’Esercito Italiano con la collaborazione della Protezione Civile di Trento e poi adagiato sul Tir che lo trasporterà nei prossimi giorni su gomma nella capitale. Venerdì 9 dicembre in Piazza San Pietro a Roma ci sarà la cerimonia ufficiale di consegna ed accensione. Trento - Il fascino dell’antico Egitto al Castello del Buonconsiglio - Dopo il volume su Romanino, giovedì 17 novembre alle 17.30 è andata in scena presso il Castello del Buonconsiglio una serata dedicata all’Antico Egitto con la presentazione del nuovo volume “Dall’Egitto alle Alpi” sulla collezione del museo e a seguire visita guidata alla sezione egizia. Oggetto del libro la sezione egizia del Castello del Buonconsiglio, donata nella prima metà dell’Ottocento dal

trentino Taddeo Tonelli, ufficiale dell’Impero Austro Ungarico. Gli oggetti rispecchiano l’egittomania imperante all’epoca in tutta Europa e testimonia quel gusto collezionistico che spinse molti nomi eccellenti dell’aristocrazia, rapiti dal fascino delle civiltà del Nilo. Provincia - Open data Trentino ai primi posti in Europa - Una pubblica amministrazione sempre più accessibile. Sull’European Data Portal - EDP (http://www.europeandataportal.eu/mqa-service/ it) è disponibile da qualche settimana un “cruscotto” di riferimento sullo stato della qualità dei portali europei, costantemente aggiornato: ad oggi il catalogo dei dati aperti del Trentino (www.dati. trentino.it) si colloca al primo posto per accessibilità delle risorse e utilizzo di dataset machine-readable. Trentino - Passo avanti per la realizzazione della ciclopedonale lunga 140 Km attorno al lago di Garda - Un altro passo avanti verso il “sogno” di percorrere in bicicletta, quasi a pelo d’acqua in un ambiente di straordinario fascino, lungo un anello di 140 chilometri, l’intero lago di Garda: lo ha compiuto il 18 novembre la Giunta provinciale approvando il Protocollo d’intesa che sarà siglato con la Regione Veneto, la Regione Lombardia, il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) e il ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo (MIBAC) per la realizzazione del progetto “Garda by Bike”. Il protocollo consente alle tre amministrazioni regionali di vedersi riconoscere l’appartenenza della nuova infrastruttura al Sistema nazionale delle ciclovie turistiche e quindi di accedere ai finanziamenti dello Stato sulla Legge di stabilità 2016, che autorizza (art. 1 comma 640) la spesa di 17 milioni di euro sul 2017 e di 37 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017 e 2018.

Sfoglia il Giornale delle Giudicarie su www.giornaledellegiudicarie.it Si ricorda che è possibile sfogliare il Giornale delle Giudicarie sul sito www. giornaledellegiudicarie.it aggiornato ogni mese con le notizie più importanti che accadono in Giudicarie.


Primo Piano

DICEMBRE 2016 - pag.

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Il Bim del Chiese entro metà dicembre eleggerà i nuovi vertici. Papaleoni in pole

Prima lo Statuto, poi il presidente

L’attuale presidente del Bim del Chiese Franco Bazzoli

Il ricordo del politico trentino a 25 anni dalla scomparsa

Kessler, visione e pragmatismo


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Primo Piano

DICEMBRE 2016

«Un Natale che pensi alle nuove povertà»

Lavoro, giovani e migranti nella riflessione dell’Arcivescovo Tisi al suo primo 25 dicembre da Episcopo Questo è il suo primo Natale nel ruolo di Arcivescovo; con quale emozioni si accinge a questo passaggio? Con l’emozione di chi sa di essere stato chiamato a un ruolo più grande delle proprie possibilità. Al contempo con la fiducia di aver risposto alla chiamata del Dio di Gesù di Nazareth. Egli ha fatto della debolezza e della povertà il suo punto di forza. Nella stalla di Betlemme Dio capovolge ogni gerarchia umana. E questa sarà l’emozione più grande del mio Natale. Il 2016 è stato un altro anno delicato dal punto di vista sociale: quali riflessioni porta con sé questo Natale? A noi tutti è chiesto grande senso di responsabilità. Fin dall’inizio del mio episcopato, parlando ai politici, ho sintetizzato tre urgenze: il lavoro che non si trova o non è più garantito; i giovani, veri nuovi poveri della nostra società; i migranti, urgenza globale che tocca da vicino anche le nostre valli. Su questi tre aspetti chiamerò ancora la politica a un sussulto di visione profetica e di creatività. Ma la politica da sola può ben poco, se non è supportata dalla buona volontà di tutti, dalla disponibilità a rimettere in gioco i nostri privilegi acquisiti, per garantire maggiore giustizia sociale tra le generazioni. La disponibilità a rinunciare al proprio beneficio immediato, per conservare un deposito di fiducia per chi verrà dopo. Natale, come ogni nascita, è un investimento nel futuro. La Chiesa è sempre attenta agli aspetti sociali, in questo momento grande

Solo pochi mesi fa, il 3 aprile, Monsignor Lauro Tisi veniva ordinato Vescovo di Trento in una partecipata cerimonia nel Duomo. Originario di

Giustino, è un “giudicariese doc”: facciamo con lui qualche riflessione in occasione di questo suo primo Natale da Episcopo.

L’arcivescovo Don Lauro Tisi

attenzione è puntata sul fenomeno immigrazione: che cosa sta facendo la Chiesa trentina in questo senso? Abbiamo aperto le porte di molte nostre strutture, in particolare canoniche dismesse, in stretta sinergia con la pubblica amministrazione. La Chiesa sta cercando di testimoniare non un’accoglienza forzata, ma frutto di un cammino di maturazione e di condivisione. Per questo serve tempo, non tutti saranno subito allineati. Non dobbiamo però mai dimenticare due realtà storiche inconfutabili: anzitutto il fatto che anche noi siamo stati migranti. In secondo luogo, abbiamo una straordinaria tradizione di

ospitalità solidale. I trentini non tradiranno la loro storia. Si legge che sempre più spesso in questi anni di congiuntura economica la Caritas sta assistendo non solo stranieri, ma anche trentini. Come legge questo fenomeno? La povertà non ha carta d’identità o stato di famiglia. Alle nostre porte bussano sempre più volti insospettabili, finiti nel vortice di questa grande depressione, frutto, peraltro, dell’ubriacatura finanziaria dei decenni passati. La Chiesa, attraverso Caritas, tende la mano per provare a risollevare, almeno fin dove può. Invita però, lo ribadisco, anche

ad un sussulto di responsabilità che, talora, significa anche recuperare una sobrietà perduta.

Lei è Giudicariese: come vive il rapporto con la Sua terra da quando è divenuto Arcivescovo? Con la nostalgia di chi vor-

rebbe tornare un po’ più di frequente a incrociare tanti volti amati. E riassaporare l’aria della mia terra. Di cui spero di essere un testimonial abbastanza convincente. Ecco, direi che mi sento investito della responsabilità di raccontare alla Chiesa e alla comunità trentine il lato migliore della terra di Rendena e delle Giudicarie, la tenacia creativa, il senso di concretezza e la voglia di lavorare insieme. Ma soprattutto la consapevolezza delle nostre origini, la nostra storia di faticoso riscatto che non va mai dimenticata di fronte al benessere costruito dai nostri nonni e padri. Un messaggio di Natale per i lettori dei Giornale delle Giudicarie Siate orgogliosi delle vostre radici. I rami sono la parte visibile, le radici restano sotto traccia. Non accontentatevi del luccichio sfarzoso e di ciò che si impone spesso ai nostri occhi. Scavate nella realtà, cercate la profondità, coltivate l’interiorità. Lì troverete voi stessi e la vostra parte migliore. Nella quale si specchia anche Dio.


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Comunità delle Giudicarie

DICEMBRE 2016

Intervista all’assessore della Comunità Michela Simoni

Anziani, disagio sociale, emarginazione: le politiche sociali in Giudicarie Che bilancio farebbe oggi rispetto al suo incarico come Assessore alle Politiche sociali della Comunità delle Giudicarie? Ho assunto questo incarico da ormai più di un anno. L’ho accettato nella convinzione che occuparsi del benessere delle nostre comunità significhi soprattutto impegnarsi per la qualità della vita e delle relazioni e che non c’è “ricchezza” se qualcuno resta indietro o tagliato fuori. Pur venendo da un’esperienza come sindaco, ho dovuto investire tempo ed energie anche per conoscere il sistema complesso e articolato dei servizi e dei progetti che la Comunità, in collaborazione con il privato sociale, eroga e porta avanti a favore di tutte le fasce più deboli e in difficoltà della nostra popolazione: servizi a domicilio (SAD) per anziani, centri residenziali e semiresidenziali per persone disabili, centri di aggregazione per minori con fragilità in difficoltà e interventi educativi e riabilitativi individualizzati. Toccare con mano le tante situazioni di fragilità e bisogno di persone e famiglie che vivono accanto a noi e assumersi la responsabilità di dare delle risposte, ha sicuramente complicato la mia vita ma ha anche rafforzato le mie convinzioni sulle priorità dell’azione politico-amministrativa e mi ha arricchito molto sia dal punto di vista delle competenze che sul piano umano. Quali limiti e difficoltà ha incontrato? Per quanto riguarda gli aspetti più tecnico-amministrativi senz’altro il carico burocratico, le norme di riferimento che cambiano continuamente e la difficoltà a interagire con il livello provinciale che determina e condiziona la nostra azione sul territorio. Per non parlare della riduzione importante delle risorse a disposizione, che preoccupa molto rispetto al mantenimento del livello attuale dei servizi. Certo, il benessere di una comunità passa anche attraverso gli investimenti in infrastrutture, lavoro e sviluppo del territorio, ma senza qualità della vita più in generale, ritengo difficile immaginare una società in grado di rinnovarsi e

Una delle competenze più corpose e anche più gravose che la Comunità di Valle ha ereditato dal vecchio Comprensorio è quella delle politiche sociali. Situazioni di disagio, economico e psichico, emarginazione, terza età: tematiche

darsi prospettive per il futuro. In questo senso, sul piano più culturale, ho potuto verificare come le politiche sociali siano spesso considerate politiche di serie B con il rischio di aggravare l’isolamento e l’emarginazione. Molto spesso le situazioni più o meno gravi di disagio sociale sono esclusivamente sulle spalle delle famiglie, delle persone coinvolte e degli “addetti ai lavori”: il Servizio sociale della Comunità, gli altri Servizi socio-sanitari e il privato sociale (cooperative e associazioni che lavorano con le persone in difficoltà ed erogano servizi per conto della Comunità stessa). E gli aspetti positivi? Innanzitutto la professionalità del Servizio socio assistenziale della Comunità che è coinvolto quotidianamente nel dare risposte adeguate e mirate a situazioni di bisogno costantemente in crescita; mi riferisco ai responsabili del Servizio, alle assistenti sociali che operano sul territorio e anche al comparto amministrativo. Grande competenza e passione ho trovato anche nel privato sociale con i suoi operatori che si rapportano ogni giorno con situazioni di difficoltà e non va dimenticato l’apporto qualificato del volontariato socio-assistenziale, che costituisce un elemento fondamentale a supporto dei servizi. L’aspetto più positivo l’ho riscontrato nel lungo lavoro di confronto e collaborazione tra i vari soggetti che operano in Giudicarie,

troppo ampie da gestire a livello comunale, ma che hanno bisogno di una contestualizzazione territoriale che la Provincia delega alle Comunità. Approfondiamo la questione con l’assessore alla Comunità Michela Simoni.

Michela Simoni

promosso da anni con la regia della Comunità attraverso i tavoli di lavoro tematici del Piano Sociale (minori, anziani, volontariato...) dove si concretizza in progetti il processo di pianificazione sociale. Quali sono gli ambiti di intervento o i progetti che più l’hanno coinvolta? Difficile dirlo, perché credo che lasciarsi coinvolgere da qualsiasi ambito di bisogno sia il presupposto alla base di scelte anche innovative nell’ambito delle politiche sociali. Posso dire che ho seguito con particolare attenzione il Progetto “Domani”, costruito nell’ambito della pianificazione sociale da un gruppo di lavoro che riunisce periodicamente tutti i soggetti che in Giudicarie si occupano di disabilità. Negli ultimi mesi, in seguito alla proposta dell’Assessore Zeni di accorpamento delle APSP (Case di riposo), ci siamo concentrati con il Comitato e il Servizio socio assistenziale nell’approfondire tutti gli aspetti di questa

“ipotesi di riforma” che, se attuata, coinvolgerebbe tutte le politiche e gli interventi a favore della popolazione anziana, con una preoccupazione forte rispetto all’efficienza e alla sostenibilità del modello organizzativo proposto. Per questo stiamo promuovendo presso la Comunità un gruppo di confronto e di lavoro con tutte e sei le APSP delle Giudicarie, per cercare di condividere una posizione unitaria. Sarà altrettanto importante un momento di confronto specifico sul tema con le Amministrazioni comunali. In questa fase politica ed economica quali ritiene siano le priorità? Viviamo indubbiamente un momento di crisi non solo economica ma anche culturale che ha ripercussioni dirette sulla condizione sociale delle persone e delle famiglie. La graduale disgregazione del tessuto sociale delle nostre comunità amplifica il livello di isolamento ed emarginazione di tante persone che si trovano in difficoltà.

La crisi economica e del lavoro producono conflitti maggiori dentro le famiglie con sempre più bambini e ragazzi a subirne le conseguenze. Assistiamo inoltre all’emergere di nuovi e complessi bisogni, legati alla crisi delle relazioni e dei valori, che richiedono una nuova e più articolata capacità di risposta. Non dimentichiamo il progressivo invecchiamento della popolazione, con il conseguente aumento di bisogni socio sanitari. Tutto questo, a fronte di una contrazione costante delle risorse economiche disponibili. Con questo quadro, la priorità per il futuro, se vogliamo garantire la tenuta del sistema di welfare a cui siamo abituati, è lavorare con un nuovo approccio che vada a integrare il modello domanda-offerta di servizi in una logica di corresponsabilità diffusa; il benessere della comunità riguarda tutti, ognuno con i propri ruoli e le proprie competenze. Questo richiede un cambiamento di mentalità anche nella percezione del bisogno; la fragilità non è condizione che riguarda solo alcuni ma è dietro l’angolo per ciascuno di noi, con il diritto di ogni persona alla massima autonomia di vita possibile e alla massima integrazione sociale possibile. E cosa si sta cercando di fare in merito? La Comunità delle Giudicarie, con il servizio sociale e con l’apporto fondamentale del terzo settore, si sta muovendo da tempo per costruire sul territo-

rio una rete di confronto e collaborazione che sta già producendo esempi di sperimentazione di nuove politiche di welfare. Nell’ambito della disabilità lieve, ad esempio, è stata da poco aperta a Storo con il sostegno della Comunità una struttura “a bassa protezione”: si tratta di un appartamento che ospita persone disabili, oggi inserite in strutture residenziali e diurne, che possono sperimentare, con il supporto di operatori, un periodo di distacco dalla famiglia anche in vista di una futura autonomia di vita. Oltre a personalizzare gli interventi e de-istituzionalizzare le persone che non richiedono un’assistenza continuativa, tale progetto potrà produrre nel tempo anche un contenimento della spesa. Quest’anno è stato anche avviato un progetto di “Intervento 19 sociale”, realizzato grazie alla collaborazione con le Amministrazioni comunali. Attraverso una cooperativa sono state assunte alcune donne in difficoltà lavorativa che, in alcuni comuni, offrono servizi di accompagnamento, aggregazione sociale e sostegno per anziani soli ed emarginati con l’obiettivo di mantenerli il più a lungo possibile nella loro casa e nel loro contesto abitativo, allontanando la prospettiva di un inserimento in struttura. Continua inoltre da tempo il lavoro della Comunità per la costruzione di reti virtuose sul territorio che coinvolgano amministrazioni, privato sociale e volontariato; con il nuovo Piano sociale che partirà il prossimo anno ci si propone di allargare il confronto sui bisogni e le priorità di intervento anche a liberi cittadini, rappresentanti del mondo cooperativo e del mondo del profit. Investire sulla cultura della responsabilità, dell’inclusione sociale e del prendersi cura significa investire per rendere un territorio più civile dove diverse forme di esistenza possano convivere; significa aspirare a una società adulta che non ci chiede di essere tutti uguali ma rispetta e valorizza le sue fragilità e differenze.


Comunità delle Giudicarie

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Focus

“Dentro” il Piano sociale delle Giudicarie La competenza per la pianificazione sociale è stata attribuita alle Comunità dalla legge provinciale sulle Politiche sociali del 2007. La Comunità, oltre alla gestione dei servizi socio-assistenziali consolidati (servizi domiciliari per le persone anziane, servizi diurni e residenziali per le persone disabili e per i minori…), ha la competenza e il compito di leggere, aggiornandoli periodicamente, i bisogni sociali del territorio e di verificare se gli interventi attivi rispondano in modo sufficiente a quei bisogni; nel tempo infatti, può essere necessario rafforzare o riqualificare alcuni interventi se non immaginare risposte nuove, a fronte del cambiamento dei bisogni stessi o della nascita di nuove istanze sociali. Questo è, in sintesi, il lavoro di pianificazione sociale: un processo continuo di analisi e gestione delle politiche di welfare, mirate al benessere della comunità, e dei servizi sociali che da tali politiche derivano. Attraverso la pianificazione, una volta verificati i bisogni e stabilite delle priorità di intervento si lavora, anche attraverso gruppi tematici, per individuare azioni e progetti che rispondano a tali bisogni. Nella nostra provincia, questo percorso è stato avviato a partire

Per le persone disabili

dall’anno 2011 in tutte le Comunità ed è stato costruito con l’intento di garantire la massima partecipazione. In Giudicarie, la Comunità ha cercato di coinvolgere nel processo di pianificazione sociale il maggior numero possibile di soggetti: le amministrazioni comunali, i servizi pubblici socio-sanitari, le scuole, l’Agenzia del lavoro e le organizzazioni del terzo settore e di volontariato presenti sul territorio. Lo strumento per definire metodi e contenuti della pianificazione delle politiche sociali è il Piano sociale. Esso deve far riferimento, oltre che alla specifica realtà territoriale e alla normativa di settore, anche al Piano provinciale per la salute, approvato lo scorso anno dalla Giunta provinciale. Il primo Piano sociale della Comunità è stato adottato nell’anno 2011 ed è stato successivamente aggiornato e prorogato, con scadenza a dicembre 2016. A partire dal mese di gennaio 2017, la Comunità dovrà costruire il nuovo Piano sociale attraverso un nuovo processo di coinvolgimento e partecipazione che dovrà tenere conto delle attuali caratteristiche del contesto socio-economico e dei cambiamenti in atto che impongono di pensare a politiche di welfare innovative e sostenibili.

I PROGETTI DEL PIANO SOCIALE 2011-2016 Le azioni previste nell’attuale Piano sociale sono molteplici; alcune sono state portate a compimento e hanno dato vita a servizi a favore delle persone e delle famiglie, altre sono ancora in fase di realizzazione. Descriviamo brevemente le più significative.

Progetto “Familiar…mente”: interventi individualizzati da parte di educatori professionali che affiancano a domicilio i genitori nei compiti educativi e di cura dei figli Per le famiglie

Per le persone in difficoltà personale, sociale o lavorativa

Il Progetto “Domani” è finalizzato ad accompagnare e sostenere le famiglie e le persone con disabilità nella costruzione di progetti di vita il più possibile inclusivi favorendo l’inserimento lavorativo, l’autonomia abitativa e il potenziamento dei servizi domiciliari e diurni di assistenza e cura. Nasce così la nuova struttura “a bassa protezione” di Storo finalizzata ad esperienze guidate di autonomia per le persone con disabilità lieve

Progetto “Accogliere: una proposta, una famiglia, una vita”: il progetto, avviato nell’anno 2016, ha coinvolto una ventina di famiglie e di persone singole, che si attiveranno, coordinate dal servizio sociale, per promuovere una cultura dell’accoglienza e realizzare interventi di accoglienza a favore di famiglie, minori e persone in difficoltà con il coinvolgimento della comunità di appartenenza

Iniziative per sensibilizzare la cittadinanza e i servizi sulle tematiche della ludopatia e del suicidio, al fine di contribuire alla prevenzione di questi fenomeni e di promuovere il coinvolgimento della comunità a sostegno delle persone coinvolte Servizi di sostegno e accompagnamento alle persone con fragilità nel percorso di orientamento e inserimento lavorativo in tutte le sue fasi. Il progetto si rivolge in particolare ai giovani in uscita dalla scuola con difficoltà nel trovare un’occupazione.

Per il volontariato

L’amministrazione di sostegno è un istituto giuridico sempre più utilizzato per la tutela di persone fragili; sono stati promossi iniziative e incontri per far conoscere tale figura e accompagnare gli amministratori di sostegno nei loro compiti di aiuto e tutela. Questa azione riguarda anche la popolazione anziana e altre situazioni di bisogno

Per le persone anziane

Per il volontariato Progetto “Spazio culturale” con UIL Pensionati e le Case di Riposo delle Giudicarie: grazie alla disponibilità di persone esperte che offrono il loro tempo in modo volontario, vengono organizzati, in collaborazione con gli animatori delle APSP, laboratori creativi, culturali, teatrali e simili a favore degli ospiti al fine di stimolare e valorizzare le loro competenze, potenzialità e interessi. Il progetto sta coinvolgendo tutte le Case di riposo delle Giudicarie e i centri diurni per anziani dislocati sul territorio

Progetto “Volontari in Rete”: le associazioni di volontariato socio-sanitario hanno costituito un gruppo Per avere informazioni sui progetti, della è possibile di lavoro permanente, con il coordinamento (n. telefonico Comunità; collaborano0465/339505). costantemente tra loro per far conoscere e potenziare l’apporto del volontariato sul territorio, migliorare il coordinamento tra le varie organizzazioni e sensibilizzare la popolazione verso l’attività di volontariato, con il coinvolgimento delle Scuole, il Centro per l’Impiego, i Comuni e altri soggetti istituzionali.

Per avere informazioni sui progetti, è possibile rivolgersi all’ufficio di piano presso la Comunità delle Giudicarie (n. telefonico 0465/339505)

Progetto “Vo volontariato so di lavoro per Comunità; coll conoscere e p territorio, mig organizzazioni l’attività di vo Scuole, il Cent istituzionali.

rivolgersi all’uffici


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Attualità

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Ecco, nel dettaglio, i contenuti dell’intesa. In primis la realizzazione del collegamento in galleria Trentino-Valvestino. il progetto prevede la costruzione di una galleria stradale a senso unico alternato che collega il territorio di Valvestino e Magasa con le Valli Giudicarie. Costo dell’opera 32.400.000 euro così coperti: 18.792.000 Fondo ex ODI, 6 milioni Provincia autonoma di Trento, 4 milioni Regione Lombardia, 1,5 milioni a testa per i Comuni di Magasa e Valvestino, 608.000 euro Fondo Comuni di Confine. Il collegamento sarà progettato e realizzato dalla Provincia autonoma di Trento. Poi c’è la sistemazione della strada comunale Bagolinopasso Maniva, di importanza turistica, con interventi di allargamento e realizzazione di piazzole di scambio, installazione di barriere di protezione nei tratti più esposti, rifacimento della pavimentazione, realizzazione di una rotatoria. Costo di progetto 3.800.000 euro coperti per 3 milioni dal Fondo Comuni di Confine e il rimanente da economie complessive. Importanti poi la revisione della viabilità principale lungo la bretella tangenziale di variante alla SS 669 realizzata a sud di Bagolino con rifacimento di due rotatorie e rettifiche di alcuni tratti in strettoia. Costo delle opere previste 1.600.000 euro a carico del Fondo Comuni di Confine (600.000 euro) e della Provincia di Brescia (1 milione). Sistemazione e messa in sicurezza del collegamento pedonale lungolago tra il paese di Anfo e la Rocca. Si prevedono la costruzione di un ponte pedonale a superamento della strada provinciale del Caffaro per collegare la zona lungolago, il percorso pedonale e i parcheggi esistenti con il compendio della Rocca, la messa in sicurezza della Batteria Statuto oggi ridotta ad un rudere, il consolidamento e la valorizzazione delle mura difensive sul lungolago, dei percorsi, zone a

Lago d’Idro: ecco l’accordo interregionale

Nuove regole per l’utilizzo dell’acqua del lago, nuove opere di regolazione idraulica, percorso ciclopedonale e collegamento in galleria con Valvestino nel documento approvato E’ stato approvato a metà novembre dalla Giunta provinciale lo schema di accordo tra la Provincia di Trento, la Regione Lombardia e la Provincia di Brescia per la valorizzazione dell’area vasta del lago d’Idro e per la gestione coordinata delle risorse idriche del bacino idrografico del fiume Chiese. L’accordo ha come scopi la riqualificazione, la salvaguardia ambientale, la sicurezza idraulica ed il prato con realizzazione anche di alcune aree pic-nic. Costo dei lavori 1.495.000 euro coperti da Fondo Comuni di Confine. C’è poi la realizzazione di un nuovo ingresso viario nel paese di Idro, intervento rientrante nella riqualificazione dell’intera area a vocazione turistica del lago d’Idro permettendo la soluzione al problema di viabilità provinciale della SP 237 del Caffaro. Provincia autonoma di Trento e Regione Lombardia concordano sulle modalità di regolazione del lago d’Idro derivanti dalla sperimentazione attuata e fissate nel Regolamento del 2002, regolazione per la quale i due enti si avvarranno di un Regolatore idraulico (nominato dalla Regione Lombardia in accordo con la Provincia di Trento). Nel periodo intercorrente dall’avvio dei lavori delle nuove opere di regolazione per le parti direttamente interferenti con i livelli idrici lacustri e la loro conclusione, il coordinamento tra l’utilizzazione idroelettrica de concessionario Alto Chiese e il Commis-

Il Giornale delle Giudicarie

mensile di informazione e approfondimento Anno 14 n° 12 dicembre 2016 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento

sario Regolatore per il lago d’Idro e il bacino del fiume Chiese, avverrà, nel periodo primavera-estate, sulla base di un protocollo operativo temporaneo. L’accordo pre-

potenziamento dell’attrattività turistica dell’intero comparto del lago d’Idro, obiettivi da perseguire attraverso tre tipologie di interventi e azioni: una serie di lavori sulla viabilità, il coordinamento della gestione della risorsa idrica d’interesse comune a Regione Lombardia e Trentino, la programmazione del percorso ciclopedonale ad anello sul periplo del lago d’Idro. vede l’impegno da parte della Regione Lombardia ad ultimare le opere entro la fine del 2020. Infine vi sono impegni programmatici per interventi di

fruibilità turistica: Regione Lombardia, Provincia di Brescia e Provincia autonoma di Trento si impegnano a promuovere il percorso ciclopedonale ad anello, lungo poco

meno di 24 chilometri, sul periplo del lago d’Idro. La nuova ciclopedonale andrà ad integrarsi con la rete trentina realizzata dalla Comunità delle Giudicarie e consentirà di incrementare la fruibilità del lago e delle sue rive potenziandone l’attrattività turistica. Costo di progetto 10.018.000 euro coperti dal Fondo Comuni di Confine. Si prevede che l’opera sarà ultimata entro il 2023.

Ponte Tanfurin, lavori ok Sono partiti lunedì 14 novembre i lavori per la messa in sicurezza del parapetto del ponte sul rio Tanfurin, al km. 97,650 statale 237 del Caffaro nel comune di Comano Terme, poco prima dell’ingresso nel centro abitato di Ponte Arche provenendo da Tione. Si tratta di un’opera di allargamento e consolidamento della sede stradale in corrispondenza del rio Tanfurin, dove verranno eseguiti i lavori di consolidamento del banchettone di fondazione della nuova barriera di sicurezza stradale, della nuova soletta a sbalzo per l’ancoraggio del parapetto originario all’esterno della nuova barriera di sicurezza stradale e l’installazione del nuovo parapetto. Un lavoro atteso da circa dieci anni, durante i quali la sede stradale è stata delimitata da barriere new jersey stradali in cemento, con un sensibile restringimento della carreggiata. La sistemazione è il risultato di

una recente interrogazione del consigliere provinciale Mario Tonina, che aveva sollecitato la Provincia ad attivarsi nella risoluzione della questione, superando anche le questioni relative alla conservazione di tipo

storico-architettonico dei vecchi parapetti del ponte. “C’è soddisfazione per questa opera – spiega Tonina – grazie all’assessore Gilmozzi per essersi attivato con tempismo”. r.s.

Il ponte sul rio Tanfurin prima dell’intervento

Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Comitato di redazione: Roberto Bertolini, Matteo Ciaghi, Elio Collizzolli, Aldo Gottardi, Denise Rocca Hanno collaborato: Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Francesco Brunelli, Alberto Carli, Umberto Fedrizzi , Enrico Gasperi, Marco Maestri, Elisa Pasquazzo, Alessandro Togni, Alberta Voltolini, Ettore Zampiccoli, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3335988772) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 28 novembre 2016 da Sie Spa - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129

Manuela Bottamedi

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Referendum

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Domenica 4 dicembre 51 milioni di italiani chiamati al voto per dire sì o no alla riforma costituzionale Gli elettori attraverso la loro espressione di voto, sceglieranno dunque se approvare o no l’intero testo della riforma costituzionale: non sarà dunque possibile votare solamente per alcune parti di testo. Due quindi le opzioni possibili: chi andrà a votare esprimerà il suo voto sbarrando il Sì (se è favorevole alla riforma costituzionale), o No (se intende bocciare il ddl Boschi). Per questo tipo di referendum non è necessario il quorum, a differenza ad esempio di quanto avvenuto per quello recente delle trivelle: vincerà semplicemente la scelta che otterrà la maggioranza dei voti. Va ricordato che si giunge al referendum sulla riforma Boschi/Renzi perché, durante il voto in Parlamento, non è stata raggiunta la maggioranza qualificata dei due terzi prevista dall’articolo 138 della Costituzione: questa soglia, infatti, è necessaria per modificare la Carta fondamentale senza poi dover passare attraverso la consultazione referendaria. Sulla scheda, il cui fac-simile riportiamo qui di fianco, l’elettore troverà il seguente testo/quesito: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del

Scocca l’ora del referendum

Domenica 4 dicembre ci sarà l’importante appuntamento con il referendum costituzionale, nel quale gli italiani andranno alle urne per dire Sì o No alla riforma costituzionale Boschi-Renzi. Sono chiamati al voto 51 milioni di italiani, di cui circa 3,5 residenti all’estero, bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?» Scomponendo il quesito, è possibile fare un breve carrellata delle tematiche incluse nella riforma, che – lo ricordiamo – vanno approvate in modo unitario e non “a pezzi”. La prima parte “Superamento del bicameralismo paritario” significa eliminare la parità sostanziale di funzioni di Camera e Senato, oggi titolari degli stessi poteri. La riforma affida alla sola Camera il compito di dare o

Roberto Daniela Angelo

Roberto D ennis Franco

Tony

Paolo

D iego

revocare la fiducia al governo e la gran parte delle leggi non dovrà passare dalla doppia lettura e approvazione di Camera e Senato. Il Senato rappresenterà le autonomie (regioni e comuni); vengono poi introdotte le “leggi a

che voteranno via posta nei giorni precedenti: sono circa 420.000 gli aventi diritto al voto trentini. I seggi saranno aperti dalle 7 alle 23 e i risultati dovrebbero arrivare già nelle prime ore del 5 dicembre, poiché lo spoglio inizierà subito dopo la chiusura del seggio elettorale.

data certa” per velocizzare il processo di approvazione di leggi importanti. “Riduzione del numero dei parlamentari” si riferisce alla previsione della riforma di cambiare l’assetto del Senato, passando dagli attuali

320 a 100 senatori, che saranno consiglieri regionali (74) e sindaci (21) più 5 di nomina del Presidente della repubblica. Il totale dei Parlamentari, Camera più Senato, passerebbe quindi con la riforma dagli attuali 945 a 730.

Il paragrafo “Contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni” si riferisce invece alla prevista eliminazione dell’indennità dei senatori (i 100 senatori avranno solo un rimborso spese, avendo già l’indennità da consigliere provinciale e sindaco), all’abolizione definitiva delle Province dalla Carta Costituzionale che completa la riforma Monti del 2012, l’eliminazione dei rimborsi ai gruppi politici dei Consigli regionali e tetto alle indennità dei consiglieri regionali. Il passaggio successivo “Soppressione del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro” si lega ancora al concetto di contenimento delle spese delle Istituzioni. Infine, la frase “Revisione del Titolo V della seconda parte della Costituzione” rimanda alla ridefinizione e chiarimento delle competenze esclusive dello Stato e di quelle delle regioni, con eliminazione delle cosiddette “competenze concorrenti”. (r.s.)

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Attualità

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Un passaggio che a buon titolo si può definire strategico per il percorso di realizzazione del Parco Fluviale della Sarca: in particolare, attraverso il protocollo condiviso dai Sindaci, dalle A.p.t., dalle Aziende Agricole, dall’Ecomuseo, dalle scuole e dagli altri portatori di interesse sul territorio delle Giudicarie Esteriori, è possibile finalmente dare piena operatività alle azioni che sono previste dal Piano di sviluppo del territorio per il prossimo quinquennio. Ecco allora che, attraverso l’impegno anche economico dei soggetti portatori di interesse e con la regia del BIM del Sarca, sarà possibile procedere con una serie di azioni condivise dai soggetti del territorio che avranno la finalità di promuovere il turismo sostenibile. Un’azione che partirà dalla valorizzazione delle peculiarità ambientali, storiche, culturali ed antropologiche della zona del fiume Sarca, in un’ottica che mira precisamente allo sviluppo economico ecocompatibile. In tutto questo il fiume Sarca rappresenta l’elemento centrale: grazie al fiume è possibile lo sviluppo di una flora e di una fauna ricca e varia in una complessa e pregevolissima biodiversità, ma anche la ripresa e lo sviluppo di quelle attività umane che hanno segnato la storia delle Giudicarie e dell’Alto Garda e che oggi concorrono a definire l’identità di questa terra.

Il Parco Fluviale della Sarca: un altro tassello importante E’ stata firmata martedì 22 novembre la Carta Europea dello Sviluppo Sostenibile

Una data che segna l’ennesima tappa importante nella realizzazione e nella crescita del progetto per il Parco Fluviale della Sarca. Nella suggestiva cornice del Castello di Stenico, i Sindaci, e gli Enti ed i Privati afferenti al Consorzio Bim del Sarca Mincio e Garda hanno firmato Infine il fiume garantisce anche, grazie alla produzione idroelettrica e ai sovracanoni che ne derivano, quelle risorse che oggi rappresentano una indispensabile ma concreta possibilità di sviluppo per le nostre valli. Tanti sono dunque i progetti e le idee in cantiere. Questo laboratorio di idee raggruppato all’interno della rete di riserva del fiume Sarca, coordinato dall’attività e dalla mediazione del Presidente Gianfranco Pederzolli, ha condiviso e permesso lo sviluppo lungo il percorso attraverso il coinvolgimento di tutti gli stakeholder locali: dai Comuni alle Associazioni, dagli Ecomusei alle

la Carta europea dello sviluppo sostenibile mettendo a disposizione all’interno della Rete delle Riserve del Fiume Sarca, con capofila il BIM del Sarca, un budget di quasi 3 milioni di euro per la realizzazione di progetti e di idee che valorizzino l’ambiente ed il territorio.

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A.p.t. Un nuovo modello di relazione che ha portato al risultato attraverso un percorso nato “dal basso”, e che tale genesi fosse il presupposto fondante per la riuscita del-

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l’iniziativa era chiaro fin dall’inizio. Oggi si è guadagnato quello che rappresenta il contenitore, ma anche la sintesi, di svariati Progetti che riguardano ambiti diversi, che per-

seguono tutti però l’obbiettivo centrale di una fruizione ecosostenibile dell’ambiente: dunque una biodiversità da vivere a piedi, con percorsi dedicati a cui sono destinati 852.000 Euro; in bicicletta, settore in continua crescita, con un investimento di 1.271.000 Euro; a tavola, attraverso l’offerta enogastronomica locale per 281.000 Euro; e poi, ancora, 268.500 Euro destinati all’opera di divulgazione e di sensibilizzazione attorno alla tematica dell’ecosostenibilità, ed altri 161.200 Euro per la valorizzazione delle acque dolci. Insomma, un programma

complesso ma assolutamente capace di stimolare investimenti e crescita. Un programma realmente strategico in cui il ruolo del Bim del Sarca Mincio Garda è fondamentale, tanto a livello di coordinamento quanto di sostegno finanziario: “Si tratta di un progetto a cui crediamo molto – spiega il presidente Gianfranco Pederzolli – e oggi, con la firma della Carta Europea dello sviluppo sostenibile poniamo un altro importante tassello nel percorso del Parco Fluviale della Sarca. Adesso è il momento di applicare nel concreto le idee progettate, e ritengo che questa iniziativa possa veramente rappresentare un’opportunità considerevole in termini di tutela, di valorizzazione ambientale e di sviluppo economico sostenibile”. r.s.

“Presepi a Pimunt” “Presepi a Pimunt” è un’idea che nasce dal desiderio di un residente di Pinzolo di valorizzare la località “Pimunt”, un luogo storico oggi abitato da due sole persone pur essendo ubicato in una zona particolarmente favorevole fra il comune di Carisolo e la località di S. Antonio di Mavignola lungo la statale che porta a Madonna di Campiglio. L’iniziativa è stata fatta propria da “Dolomiti’s Small Theatre” una cooperativa teatrale di Tione di Trento, che organizza e promuove eventi artistici e culturali legati al tema del teatro - natura. La mostra di presepi sarà aperta dalle ore 15,00 alle ore 19,00 nel periodo 23 dicembre 2016 giorno di inaugurazione al 6 gennaio 2017 giorno di chiusura Il programma prevede a) venerdi 23 dicembre ad ore 17 inaugurazione della mostra alla presenza delle autorità locali e provinciali alla quale tutta la popolazione residente e gli ospiti presenti sono invitati b) Venerdì 30 dicembre dalle ore 17:30 alle ore 19:00 Il GMA “Gruppo Musicale ArteGiovane” presenterà il concerto tematico di teatro-canzone “Uno sguardo dal Presepe”. Un gruppo di giovani si immagina di entrare in un Presepe ed osservare le figure di ieri e di oggi commentandole con monologhi e canzoni tratte dalla musica pop italiana ed internazionale. La scena è riempita da otto

coriste, quattro musicisti e una giovane attrice che fa da conduttrice. Un incontro fra passato e presente, dove musica, canto, coreografie, video, dialoghi e monologhi si fondono in un messaggio di solidarietà e pace. L’accesso prevede il pagamento di un ticket di 10 € a persona ed è riservato a 150 persone. c) Venerdì 6 gennaio giorno di chiusura della mostra dalle ore 17,30 alle ore 19,00 spettacolo teatrale per bambini legato al tema del Natale/ Epifania promosso da Dolomiti’s Small Theatre. Anche in questo caso l’evento è riservato a 150 persone (ingresso € 10). L’organizzazione in collaborazione con l’amministrazione comunale predisporrà un parcheggio ai piedi di “Pimunt” (piazzale di Davide Caola) mentre le persone con mobilità limitata saranno portate alla mostra e agli eventi con un servizio di trasporto dedicato. Durante tutto il periodo della mostra sarà possibile gustare, vin brulè, the caldo, assaggio di un prodotti tipici locale Dunque una nuova ed interessante idea che va a valorizzare un nucleo di abitazioni ormai dismesse che forse vale la pena di riprendere in mano data anche la felice collocazione geografica.


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In programma nuove azioni di promozione digitale per sostenere il turismo utilizzando le potenzialità di internet

La Comunità punta sul web marketing Pochi mesi fa vennero finanziati in compartecipazione con la PAT-Trentino marketing trasmissioni e spot televisivi programmati sulle reti RAI, Mediaset e su La7, mentre in autunno sono stati pubblicizzati congiuntamente i più importanti eventi gastronomici, raggruppati sotto l’egida di “Trentino Food Festival”. L’ultima iniziativa in ordine di tempo riguarda il finanziamento di un progetto di web marketing, che prevede l’utilizzo della rete internet per la promozione congiunta delle iniziative e delle opportunità turistiche in Giudicarie. La Comunità ha infatti concesso un contributo di 27.000 euro all’APT di Madonna di Campiglio, quale ente capofila del piano che si svilupperà anche nel 2017; le stesse agenzie di promozione turistica comparteciperanno economicamente all’ini-

D

a alcuni anni la Comunità delle Giudicarie ha intrapreso un percorso per dare linfa ad un ambizioso piano di sviluppo turistico condiviso dai quattro ambiti locali e volto a valorizzarne al massimo le peculiarità. Regolarmente vengono convocati dei momenti di confronto e proziativa con un investimento complessivo ed ulteriore di almeno 15.000 euro. Pe la realizzazione dell’intero progetto verrà affidato un incarico alla “Marketing 01” di Perugia, società altamente specializzata in campagne search (attraverso l’utilizzo di “parole chiave”), azioni display e marketing e video advertising. In termini sostanziali, verranno promosse una organica serie di azioni innovative, finalizzate a far emergere e quindi a “rendere visibile” il territorio delle Giudicarie nel mondo del web, con particolare riferimento al mercato italiano e agli

Stati di lingua tedesca; questo sistema di comunicazione consente monitoraggi molto precisi e puntuali, sia in riferimen-

grammazione comune tra gli amministratori ed i funzionari dell’istituzione e i rappresentanti di APT e Consorzi per individuare azioni in grado di promuovere il territorio giudicariese anche attraverso investimenti mirati e di una certa rilevanza economica.

to alle tendenze che ai risultati. Ovviamente verrà riservata specifica cura ad una diversificazione dei messaggi in relazione

alle specificità dei quattro ambiti, in considerazione del fatto che l’offerta turistica locale è molto stratificata con realtà già affermate ed altre in via di sviluppo. L’Assessore al turismo della Comunità delle Giudicarie, Roberto Failoni esprime soddisfazione per la qualità delle azioni sostenute dal suo ente e selezionate attraverso percorsi di concertazione sistematica: “Fino a pochi anni fa, anche in conseguenza di evidenti differenziazioni, pareva davvero utopico pensare di mettere intorno ad un tavolo i principali attori delle vallate locali, mentre oggi stiamo alimen-

tando con convinzione ed entusiasmo un progetto unitario, con l’obiettivo di qualificare sempre più l’offerta di stazioni conosciute come Campiglio, Pinzolo e Comano, ma anche con la prerogativa di rendere sempre più originali e quindi distintive le proposte degli ambiti emergenti come Chiese, Busa ed Esteriori: stiamo unendo conoscenze e risorse, ma anche creando proposte di soggiorno all’insegna della massima sinergia. Il fatto che Comunità, Trentino Marketing, APT e Consorzi stiano investendo risorse economiche in progetti comuni ci permette di effettuare scelte di oggettivo valore: la competitività del settore richiede infatti analisi e pianificazioni estremamente accurate, condizione necessaria per assumere decisioni strategiche molto ponderate” .

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Attualità

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L’INTERVISTA

Artigiani, l’eredità di De Laurentis Il presidente non forza la mano per il terzo mandato. «Abbiamo dato visibilità e autorevolezza agli artigiani trentini» Presidente, un gesto di responsabilità - quello di ritirare la mozione per il terzo mandato - che le è pesato? No, mi è sembrato giusto farlo. Peraltro l’idea di un terzo mandato non era mia, ma è nata da tante aziende che ritengono che in questo momento c’è bisogno di stabilità. Pensiamo poi che sono passati quasi 30 anni dall’ultimo doppio mandato di un presidente; io non volevo cambiare lo statuto perché non è giusto farlo quando riguarda sé stessi, ma devo dire – e mi rende orgoglioso - che c’era una forte richiesta in questo senso, segno che tante aziende hanno apprezzato la gestione dell’associazione. Gli associati le riconoscono dunque di aver ben operato in questi due mandati. Pochi giorni fa un artigiano mi ha mandato questo Sms: “Io sono da 38 anni iscritto all’associazione, ma non mi ricordo il nome di altro presidente prima di lei”,

Roberto De Laurentis, iper-dinamico presidente dell’Associazione artigiani del Trentino, da aprile non sarà più il rappresentante di questa importante categoria produttiva. Terminati i due mandati, dovrà lasciare: la proposta di un cambio di statuto dell’Associazione, che segno che una qualche incisività c’è stata. Di certo è stata data grande visibilità al mondo dell’artigianato, cercando di rappresentarlo e tutelarlo sempre in ogni momento pubblico, dai piccoli eventi alla discussione della Finanziaria provinciale, sottolineando il ruolo di un artigianato che per tradizione “lavorava tanto ma aveva poca attenzione e visibilità”. Oggi c’è invece tanta attenzione della politica in termini di tutela, attenzione e risorse, rispetto al passato. Più visibilità ed una voce autorevole: questo è stato il tuo contributo alla causa degli artigiani? Abbiamo avuto molto di più che in passato in termini di risorse per il nostro mondo, risorse presenti nelle leggi finanziarie della Pat, equilibrando anche un’atten-

gli avrebbe permesso il terzo mandato non si farà: è stato proprio lo stesso de Laurentis a non voler forzare la mano, non volendo che fosse percepita come una norma “ad personam”. Però sono tanti quelli che gli chiedono di proseguire e che lo avrebbero sostenuto. ed eccellenze, che vive e lavora nelle valli e non solo nell’asta dell’Adige e che è importante continui a farlo anche nel futuro. Dall’altra ho avuto la possibilità di capire quanta miseria umana ci sia nei rapporti tanto con la politica che con le altre categorie. Si è trovato a governare gli anni difficili della crisi. Penso che qui si possa citare John Belushi, “quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare”. L’ho vissuta bene, perché comunque sono un imprenditore che ha vissuto gli stessi problemi e ciò mi ha dato la consapevolezza per interpretare al meglio le istanze e problemi del mondo economico. Oggi non puoi più essere a capo di un’associazione come questa fa-

Roberto De Laurentis

zione che nel passato c’era specialmente per altre categorie (come la Confindustria). In questi anni siamo diventati attori importanti a cui la politica guarda con attenzione, facendo proposte nei confronti propositive in modo preventivo, con senso di responsabilità.

Dunque a inizio aprile termina l’avventura alla presidenza: come giudica questo percorso? Dal punto di vista personale, è stata un’esperienza importante in tutti i sensi, perché mi ha dato l’opportunità di conoscere un Trentino fatto di gente in gamba

cendolo in modo parziale o nei ritagli di tempo: sai che devi sacrificare attività. Mi auguro che chi viene dopo di me si dedichi a tempo pieno all’associazione che ha 254 dipendenti, 17 sedi territoriali, erogando servizi per 19,5 milioni di euro; questa organizzazione ha bisogno di guida, di un leader, di uno che indichi la strada. Cosa lasci a livello di eredità all’associazione e a chi verrà dopo? Credo che abbiamo di sicuro tenuto alto un senso di appartenenza, tanto è che abbiamo avuto un calo di imprese limitatissimo anche durante la crisi, lasciamo una struttura che abbiamo potenziato (con tre nuove sedi, a Trento e Borgo Lares e Arco) e che funziona, un patrimonio immobiliare notevole ed un patrimonio di forza che fa la differenza. Per il resto aspetto mi giudichino gli altri, il tempo è galantuomo. r.s.

L’EDITORIALE di Adelino Amistadi

Continua dalla Prima Ma è questo il Natale? D’altronde è una festa che bisogna onorare, lo dice il calendario, ci avviciniamo ad essa con l’ansia di chi scala una montagna. Dobbiamo fare tutto quello che si è sempre fatto. Ne va del nostro prestigio. Così si spediscono gli auguri via SMS, e-mail o facebook, magari lo stesso testo copiato per tutti i nomi della rubrica. Comodo. Molto più comodo ed economico che scrivere una cartolina, perché quella bisogna comprarla, aggiungerci il francobollo, scriverla, attacca e imbuca...E poi i regali. Bisogna pensarci bene, non si può fare brutta figura. Il budget è quello che è, bisogna risparmiare. Ma facciamo un’eccezione, ne va di mezzo la faccia, potrebbero pensare che siamo scannati, meglio tagliare qualcosa d’altro. Allora facciamo il Presepio. Quello sì. Quello con i ciocchi di legno per capanna, il muschio raccolto in una mattinata rugiadosa, con le mani ghiacciate, rischiando geloni e raffreddori, Gesù Bambino, i Re Magi, bue, asinello, pastori e pecorelle. Ma si sa, quello è ormai fuori moda. Ai ragazzi non interessa quasi

Che Natale è?

più, per gli adulti s’è ridotto ad un impiccio, che sporca, che ti occupa mezza sala...poi c’è il gatto Ormai sono di moda “kit” onnicomprensivi, una piccola capanna con tutto dentro, da posare ovunque, occupa lo spazio di un palmo di una mano. Basta e avanza. Non c’è più la stella cometa, e i bimbi neanche conoscono quel “Tu scendi dalle stelle...”, di antica memoria. Tutta roba archiviata nel baule dei ricordi di chi oggi ha superato gli “anta”. Per il resto, i bambini ancora piccoli, già a novembre sparano: “Io ho già chiesto tante cose a Babbo Natale, allora voglio... voglio...”. Anche cose che il povero vecchio bardato di rosso neanche conosce e se anche le conoscesse, di certo non le metterebbe nel suo sacco. Povero Babbo Natale, che fa le veci di Gesù Bambino, che non può muoversi, piccolo com’è, nella sua culla, diciamolo, il mondo in cui si trova a lavorare non è certo un mondo ideale. Ci sono crisi, povertà, migrazio-

tristezza, fa freddo, non ne vale la pena. I genitori aspettano i figli che non sono ancora rientrati, i nonni sono stanchi e non si muovono.

Un Babbo Natale pensoso

ni, guerre, però lui rappresenta tutte le cose che si vogliono avere per Natale. Specialmente per i bambini, che aspettano il Natale per rinverdire il loro parco giochi. A poco valgono le belle parole della mamma che li invita a non essere esosi, loro, i bambini, insistono: la speranza e le illusioni sono sempre ultime a morire. Poi chi ha avuto troppo, apre i pacchi e archivia, magari con uno sbuffo e un “Tutto qui? Ma io volevo...” E chi ha avuto poco o niente,

alla fine, si rassegna “Si vede che mi sono comportato male... eh si...credo di sì...” guardando i genitori rattristati per non aver potuto fare di più. Anche i nonni sgarrano, anziché raccontare storie e filastrocche, chiedono con prudenza “Cosa ti ha portato Babbo Natale?” E festeggiano se c’è da festeggiare, o borbottano nostalgici, ai loro tempi ci si accontentava di poco. Alla Messa di mezzanotte i banchi sono mezzi vuoti, che

E’ Natale questo? Poi ci sono coloro che soffrono. Per loro il Natale è come l’aceto sulle vesciche. Fa un male cane. Per questo il Natale è temuto da molti di loro, perché non fa che aumentare la sofferenza e la malinconia, il vuoto di chi non c’è più, il lavoro perso, il domani senza grandi speranze, la famiglia che si sfascia, il respiro economico sempre più corto, gli zaini da portare sempre più pesanti. Ma è Natale, che possiamo fare allora? Rassegnarci e lasciarci soffocare dal consumismo e dalla tristezza? Distrarsi imprecando contro tutto e tutti e colpevolizzando il mondo intero? Rinchiudersi in noi stessi e odiare il genere umano? Non credo sia la soluzione migliore. Cerchiamo invece di rimetterci

in gioco, il Natale è l’occasione giusta, se ritroviamo serenità, convinzione, e soprattutto speranza. Le cose possono cambiare. Cambieranno. Dipende da noi. E il Santo Natale, festa della Rinascita, può essere l’inizio per chi ha voglia di ricominciare. Il mondo è pieno di miserie, di certo in gran parte stanno peggio di noi, per noi esistono grandi spazi da riempire, grandi progetti da realizzare, grandi mete da raggiungere. Nonostante la crisi, o proprio perché c’è la crisi. Purché si recuperi la fiducia in se stessi, e prevalga la consapevolezza della propria forza, la reciproca solidarietà, il coraggio dei montanari, la sfrontatezza dell’intelligenza, e l’umiltà creativa delle nostre radici. Dai che ce la facciamo! Che il Natale di quest’anno sia di buon augurio per ritrovare la voglia di superare le difficoltà e intraprendere le strade maestre del risveglio e della progettazione del nostro futuro. Auguri di buon Natale!!! Di cuore.


I nuovi sindaci/15

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I nuovi sindaci/15 – Matteo Leonardi

“Dalla fusione stimoli positivi ” Matteo Leonardi, sindaco di Tre Ville, ci parla dei primi mesi del nuovo comune nato dalla aggregazione di Ragoli, Preore e Montagne Matteo Leonardi è da maggio il primo sindaco del neo comune di Tre Ville, nato dalla fusione di Ragoli, Preore e Montagne. 34 anni, bancario, è stato nell’ultima legiFunivie, operatori turistici, Apt, Parco Naturale, per fare funzionare le cose al meglio e perché questa località sia sempre competitiva. Mi piace sottolineare che gli amministratori di Tre Ville e Pinzolo lavorano proficuamente assieme su Campiglio, attraverso la gestione delle tante opere sovracomunali, e perseguendo assieme obiettivi trasversali, indipendentemente dalla competenza catastale. Il lavoro che gli amministratori di Tre Ville e di Pinzolo sono chiamati a fare è quello di mantenere viva l’attenzione della Provincia su Madonna di Campiglio, riservando alla località la giusta attenzione e sostenendo con risorse adeguate gli importanti investimenti che si merita. C’è poi la parte di Tre Ville inserita nella “Busa”. Anche la zona Busa è stimolante, con problematiche e potenzialità totalmente diverse: in questo senso dobbiamo avere un occhio di riguardo all’imprenditorialità locale, che tiene vive le nostre comunità. Qui si ragiona a livello di comuni, Comunità di Valle e di Consorzio turistico, con progetti che mirano a sviluppare il territorio e creare fonti alternative di reddito per i residenti, in campo artigianale, agricolo e turistico, con la speranza di replicare gli esempi di quei giovani coraggiosi che guardano al futuro e che già stanno investendo in una propria attività. Il comune dal canto suo non sta fermo e promuove opere e investimenti

Matteo Leonardi

sul territorio, come, per esempio, le 4 gare che bandiremo entro fine anno. Quali? Una delle più importanti è quella del centro sportivo “Probo Simoni” di Preore, finanziato dalla Provincia sul fondo di riserva

proprio 15 giorni fa; un centro sportivo utilizzato dalla Virtus Giudicariese e dal Progetto Virtus, un’iniziativa indipendente dall’amministrazione ma che è motivo di orgoglio per tutta Tre Ville per il coinvolgimento di tanti giovani (oltre 300 bambini

tutte le estati) e di sicuro interesse sovracomunale. La struttura esistente (spogliatoi e sede) ha circa 50 anni ed è obsoleta: sarà dunque interamente demolita e ricostruita con ampliamento, con spogliatoi a norma e una sala riunioni per la società e per le attività del progetto Virtus: un lavoro da 431.000 euro. Poi c’è la sistemazione della strada che da Binio (la più alta in quota della frazione di Montagne) sale verso il passo Daone, con allargamento della carreggiata a monte e rifacimento dei muri di sostegno, un’opera da 210.000 euro che era stata progettata dall’ex-comune di Montagne. Infine sono in programma la sistemazione della Vasca dell’Acquedotto di Bolciana, nella parte alta di Ragoli per ca. 150.000,00 euro e la nuova illuminazione di via Fevri e via alla Sega a Madonna di Campiglio per ulteriori 170.000,00 euro. Chiuse le gare, entro fine dicembre, i lavori avranno inizio la prossima primavera.

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zione questa appartenenza tanto che prima che “frazionisti” ci sentiamo regolieri: per questo si può dire che le Regole rappresentino un importante elemento facilitatore della fusione. Dal punto di vista amministrativo la convivenza con l’ente Regole non crea sovrapposizioni con il comune, ciascuno opera nel proprio ambito di competenza collaborando quando la situazione lo richiede. E’ stato un elemento determinante anche per la scelta della “dimensione” e dei confini della fusione? Certamente: a questa fusione ci ho creduto da subito perché si basava su rapporti amministrativi e relazioni sociali positive e consolidate con i comuni di Preore e Montagne. Una aggregazione più ampia (es. con Zuclo e Bolbeno o con Tione) non ci convinceva. Sono certo che le fusioni devono avere un’anima, una logica, e non solo una norma di legge presa in modo estemporaneo. Quali sono i primi progetti su cui la nuova amministrazione si è impegnata? A livello di opere i primi mesi sono stati più burocrazia che cemento, se mi si passa il termine, nel senso che ci siamo impegnati in primis a uniformare tre diversi modi di amministrare, i regolamenti, la gestione delle utenze del nuovo comune e soprattutto a portare a termine i progetti avviati dalle scorse amministrazioni. E per il futuro? A Tre Ville partiamo da una buona base, che è il senso di appartenenza ad una comunità di cui dicevamo poco fa: un comune nuovo ci stimola sicuramente a sviluppare ancora di più questo senso di appartenenza e di identità che ci lega, con l’obiettivo, o la speranza, che entro il 2020, alla fine del nostro mandato, un cittadino di Tre Ville possa sentirsi davvero partecipe di questa nuova comunità. Il progetto amministrativo è quello di lavorare con lo stesso impegno ed attenzione in tutti gli ambiti del territorio, che presenta due contesti, quello della Busa e quello di Madonna di Campiglio. Proprio sulla questione Campiglio ha sempre posto l’accento. Sì, ritengo che Campiglio sia il motore dello sviluppo e dell’occupazione delle Giudicarie e del Trentino occidentale e dunque gli amministratori hanno il dovere di lavorare, in sinergia con gli attori del territorio come

slatura 2010-2015 l’ultimo sindaco di Ragoli e oggi guida il nuovo comune, di circa 1.450 abitanti e con l’importante “frazione” di Palù, a Madonna di Campiglio.

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Sindaco, come sono stati i primi mesi del nuovo comune di Tre Ville? Direi che la fusione si sta rivelando una scelta sicuramente positiva: il nuovo comune è partito con il piede giusto a livello di struttura e di uffici, grazie alla disponibilità e professionalità dei dipendenti e anche al buon lavoro preparatorio delle amministrazioni uscenti di Ragoli, Preore e Montagne. In particolare penso ai tanti incontri di condivisione dei passaggi pre e post fusione, di realizzazione del nuovo statuto e del nuovo stemma e di definizione dello spostamento degli uffici comunali nella sede di Ragoli. Gli uffici comunali sono dunque concentrati oggi nella sede di Ragoli? Sì, mentre a Preore, Montagne e Madonna di Campiglio restano uffici periferici con orario di sportello. Direi che questo nuovo assetto organizzativo è stato accolto ed assorbito in modo positivo dalla maggior parte dei nostri cittadini, ma in ogni caso stiamo monitorando con attenzione gli accessi agli sportelli (già dal primo gennaio 2016, con la gestione del commissario) per capire i flussi e renderci conto dell’effettivo utilizzo. Abbiamo sempre cercato di garantire l’apertura degli uffici nelle sedi periferiche anche nei giorni di ferie dell’incaricato e questo, con 3 sportelli periferici, a volte è piuttosto complesso. E’ un fatto che molti censiti anche di Preore e di Montagne si rivolgono comunque alla sede di Ragoli, sia perché le distanze non sono significative sia perché è forse più pratico che attendere gli orari di sportello nella frazione. Discorso a parte invece per Palù a Madonna di Campiglio, a trentatre km di distanza dalla sede municipale, dove già con il comune di Ragoli venivano realizzate delle aperture puntuali. Comunque stiamo lavorando parecchio sull’informatizzazione del comune, con tanta modulistica accessibile online, e che si può comodamente riconsegnare via mail: penso che in futuro questo processo sarà sempre maggiore. Per questo il privato ha sempre meno esigenza di recarsi personalmente in comune. Dal punto di vista amministrativo come è partita questa legislatura? Sono molto soddisfatto della “squadra”, perché c’è un positivo equilibrio tra elementi delle passate amministrazioni e giovani alla prima esperienza. Per creare il massimo coinvolgimento, anche in relazione alla nuova dimensione del comune, ho scelto una ripartizione ampia di incarichi ai consiglieri, conferendo loro deleghe importanti, anche quelle che storicamente erano riservate alla giunta. Dopo i primi mesi di consiliatura posso affermare che ci sono delle sorprese molto positive tra i giovani e importanti conferme da parte di chi già conoscevo. L’essere i tre comuni accomunati dalle Regole SpinaleManez ha aiutato la fusione? Certamente il contesto delle Regole è importante per questa comunità, che sente con convin-

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Attualità

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Trump, il pragmatismo alla Casa Bianca Rilancio della classe media e posti di lavoro in America: la sfida dell’uomo che ha scardinato il sistema Il primo era l’outsider, la seconda la favorita. Nei tre duelli TV abbiamo assistito a una tripletta di successi della Clinton. Preparata, calma, persino arguta, presidenziale insomma. Trump esagitato, scortese, offensivo, arruffone, impreparato su temi e dettagli. I sondaggi fino all’ultimo davano in testa la signora Clinton, i grandi giornali americani già immaginavano il titolo “It’s Hillary”. I finanziatori, quelli da assegni a svariate cifre, tifavano Hillary, Wall Street confidava in lei. Tutto andava dalla parte di Hillary, persino la storia che dopo il primo presidente di colore pareva aver disegnato la traiettoria della prima donna. Invece l’America ha dato un colpo di reni, ha rigettato le previsioni dei sondaggi, ha irriso l’intellighenzia e gli intellettuali, ha sfidato il politicamente corretto e dato fiducia a Trump. Uno che aveva corso per quasi per sbaglio, che per quegli strani sentieri contorti della politica si era trovato in tasca la nomination repubblicana benché osteggiato dal partito. La vittoria di “The Donald” è stata uno choc per milioni di persone, i giovani (e fra loro molti figli di papà) americani sono scesi in strada per protestare, contestare, esprimere un dissenso. Ma ben presto tutto è tornato nella norma. La democrazia americana ha anticorpi resistenti. Barack Obama, alfiere e baluardo della democrazia USA, chiudendo il vertice Apec ha invitato i leader dei Paesi del Pacifico a “dare una chance al suo successore”. Hillary Clinton, invecchiata di 10 anni nel giro di poche ore, inacidita e furiosa (la notte della disfatta, rivelano fonti conservatrici da prendere con il giusto distacco, avrebbe avuto una crisi di nervi,

di Alberto Simoni* Donald J Trump, re dell’immobiliare, tre mogli, cinque figli, un patrimonio stimato in 12 miliardi di dollari, è il 45° Presidente americano. Hillary Clinton, ex First lady, segretario di Stato del primo mandato aggredito due uomini dello staff, inveito contro tutti, Bill compreso, e quindi sarebbe stata sedata) ha riconosciuto la sconfitta e augurato a Donald di guidare l’America nel nome di tutti, vincitori e vinti. Che America quindi ci aspetta per i prossimi quattro anni? Anzitutto Trump non è un ideologico, farà quel che ritiene possa migliorare la vita degli americani, il ceto medio indebolito, i lavoratori della Rust Belt (fra Ohio e Michigan, i vecchi Stati industriali) che si sono visti, almeno nella narrativa di Trump non sempre aderente al vero, sfilare i posti di lavoro a causa delle regole della globalizzazione. I loro lavori sono emigrati in Messico, in Cina, in Vietnam, le loro fabbriche hanno chiuso. Le loro miniere di carbone e gli altiforni dell’acciaio chiusi. Riportare in America il lavoro, consentire alla classe operaia e alla classe media di tornare a spendere e investire per il futuro, è la chiave di volta per capire le ragioni della vittoria di Donald e la sua visione dell’America. Così si spiega la decisione di affossare subito il Tpp, il Trattato commerciale con 11 paesi del Pacifico; e allo stesso modo si capisce la crociata contro il Nafta, l’accordo con Canada e Messico in vigore ormai dal 1994, simbolo di una globalizzazione che - combinata con la crescita dell’hi-tech e la “spersonalizzazione” dei lavori - ha generato disoccupazione e garantito a migliaia di imprese profitti alti e impiego di manodopera a basso costo. Trump non affosserà la

globalizzazione, cercherà invece di ridare centralità agli americani, ai loro interessi, ai loro portafogli. Il suo consigliere, Bannon, accusato con tronfia presunzione dall’intellighenzia liberal di essere un suprematista bianco e in sintesi un “neonazista” candidamente dice di essere un “nazionalista economico”. Gli interessi dell’America vengono prima. Il resto si vedrà. Siamo dinanzi a un neo isolazionismo? Non nel senso classico del termine. Non siamo nell’800 quando l’allora presidente Monroe poteva dire agli europei: il continente americano è nostro, statevene alla larga. In cambio la sua America (per oltre 75 anni) non mise piede al di là dei due Oceani. Fu solo Theodore Roosevelt, non per niente definito il presidente dell’imperialismo americano (ma preferisco etichettarlo come colui che ha dato una visione da superpotenza agli Stati Uniti), a esplorare l’Asia (guerre delle Filippine) e poi a gettare le basi per l’impegno e le relazioni in Europa. Trump non sarà interventista, e nemmeno isolazionista. Per lui, post ideologico, pragmatico, gran venditore e scopritore di format televisivi, imprenditore con interessi e campi da golf in tutto il mondo, non valgo-

Preseglie

di Obama, senatrice dello Stato di New York, un patrimonio di gran lunga inferiore ma assai cospicuo, è arrivata a un passo dal rompere il soffitto di cristallo e essere così la prima donna a guidare l’America.

Donald Trump

no le categorie tradizionali della politica. Con le dovute cautele, potremmo definirlo un nazionalista, purché la mente di chi legge non cerchi richiami in Le Pen o Nigel Farage o non si faccia prendere dalla sindrome del “dove andremo a finire” paragonando il tycoon a losche e torve figure del ‘900 quando il nazionalismo più che economico era culturale e spirituale. The Donald in fondo ha vinto perché non è classificabile. Ha dato speranze, risposte (verificheremo negli anni se realistiche) a un elettorato stufo della politica tradizionale, dei suoi equilibrismi, di un establishment da criticare

Lavenone

Agnosine

Bagolino

in quanto establishment non perché incapace o capace. La colpa dell’establishment è essere altro dal popolo. Trump, che corre con le insegne del Partito repubblicano ma di fatto è il rappresentante di una destra alternativa, è percepito come il cavallo di Troia per rovesciare un sistema avvitato su sé stesso e ormai parco di risposte sui bisogni della gente. Se darà risposte, avrà cambiato non solo la destra USA ma anche l’America (e di riflesso il mondo). Altrimenti sarà un flop. Ecco perché Obama gli augura di fare bene. I britannici hanno votato per la Brexit sfidando la City e l’establishment; i grillini

Storo

Stenico

rappresentano (chissà ancora per quanto) una rabbiosa protesta; Le Pen in Francia non scende nei consensi. E altri esempi sarebbero persino più calzanti. Donald di tutto questo è l’apoteosi. Difficile prevederne le mosse sullo scacchiere internazionale. Bombarderà Isis? E dove? Andrà veramente d’accordo con Putin? Dipenderà tutto se l’intesa sarà vantaggiosa per gli interessi - economici in primis - americani. E come saranno i rapporti con l’Europa? Scoppiettanti. Trump non avrà mai il galateo istituzionale di Obama, Bush, Clinton e di tutti gli altri presidenti USA. Storceremo il naso spesso, sentendo le battute, il mondo con cui tratta i media, apostrofa le donne, ostenta l’oro della Trump Tower. Attenzione però a non far troppo i sofisticati e i raffinati. Gli eventi degli ultimi anni indicano che cittadini ed elettori, giovani vecchi e poco istruiti, operai e classe media inviperita per quella che viene percepita come l’invasione dei migranti, sono stufi del politicamente corretto, degli accordi segreti, del dire e non dire, dei banchetti succulenti di G8 G20 FMI ecc. Trump non spazzerà via queste regole, cercherà di prendere il meglio per applicarlo alla sua America. E il resto del mondo? Beh, si adegui. Parola di Trump. *Caporedattore Esteri de La Stampa

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Il Saltaro delle Giudicarie

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IL SALTARO DELLE GIUDICARIE

Il Trentino in crisi politica si attrezza con “Pic e Badil”

A Natale diventano tutti più buoni, c’è aria di festa, la gente si saluta con più garbo, i vigili urbani sono più clementi, le suocere sembrano panettoni con l’uvetta, e la natura silente osserva il genere umano per una volta tanto tranquillo ed in pace. Ovunque. Il Natale è una festa per tutti, per tutte le religioni e per tutte le etnie. Garantito. Anche i Saltari sono coinvolti nell’attesa, lassù vorrebbero vestirci con i colori sgargianti che più s’addicono a Natale, con stelle dorate e nastrini sul manto che ci protegge dal freddo e dalle malignità, ma il nostro Sindacato, il nostro sì che funziona!, si è ribellato, siamo gente d’onore, abbiamo la nostra età, non possiamo diventare dei pagliacci, già c’è Babbo Natale che fa ridere anche i gatti, noi no, rimaniamo seri, una festa la si può onorare anche con la serietà nel compiere il proprio dovere. Orpo! Sembra che il Gran Capo ci sostenga e questo ci riempie d’orgoglio. Del resto la troppa bontà ostentata in questo periodo, in mille casi ci sembra finta ed in gran parte farisaica. Pronti a baciarsi il giorno di Natale, pronti a pugnalarsi il giorno dopo. Certi ceffi, briganti per tutto l’anno, angioletti la Notte Santa, non mi convincono per niente. Ma quello che sta per finire è l’Anno della Misericordia. Crediamoci e perdoniamo. Questo vale anche per noi Saltari che di ogni giudicariese conoscono vita e morte, vizi e virtù, miracoli e ribalderie. Chiudiamo gli occhi, tappiamoci le orecchie, per non vedere, per non sentire, in questo periodo entriamo tutti in moratoria. Viva il Natale.

S’avvicina il Natale, aria di festa e giubilo nell’Empireo Celeste. Santi e Santesse tutte al lavoro per illuminare anche gli angoli più remoti di luci colorate e sfavillanti. Il Grande Capo è piuttosto scettico, nella sua divina umiltà, non ama lo sfarzo né tutta quella roba di plastica che ormai impregna ogni Presepio,

Quelli che invece sono insensibili ad ogni richiamo di pace e d’amore sono come al solito i politici. Con il Salvini, leghista più largo che lungo, pieno di boria e d’orgoglio, un parroco di campagna ha osato dire dal pulpito: “Basta smancerie, o siete cristiani o siete seguaci di Salvini! Non si può essere l’uno e l’altro...”. Parole sante, o quasi, Salvini alla pari del Cristo, anche lui messia di un mondo nuovo e di una salvazione spirituale e materiale indiscussa. Il suo pensiero, comprese le parolacce, gli insulti, le volgarità d’ogni tipo, ormai è diventato il vangelo dei salviniani, cosa vuole quel povero Parroco….mettersi contro il sol (si fa per dire) dell’avvenire? In Paradiso sono scanda-

lizzati, ma Papa Francesco prega per lui. Francesco è un grande Papa. Intanto in America trionfa Donald Trump, un miliardario, emulo di Berlusca, che ha promesso di spaccare mare e monti. Amico di Putin, vuoi vedere che s’allea con i Russi per far la guerra agli europei? Ma noi abbiamo l’appoggio dei cinesi, quelli ci faranno vincere, sono come le formiche, non sarà facile farli fuori tutti...Ma che dico, parlar di guerra in tempo di pace, Gesù Bambino potrebbe sobbalzare e farsi del male. Concediamo tregua anche a Trump purché almeno per questo mese faccia il bravo. E stia tranquillo, in Italia ha un sacco di fans. Salvini che vorrebbe diventare il Trump

per niente suo Figlio non è nato in una stalla, in una greppia, steso sul fieno arido del deserto, in compagnia di un bue e di un asinello, animali intelligenti, ma umili fra gli umili. “Che si celebri la nascita di Gesù, ma con un minimo di decenza… per Dio!”sembra dire ad ogni occasione.

italiano, ha la faccia per farlo, dice cose altrettanto volgari, ma non ha i soldi dell’americano, e poi noi non siamo americani. Più dritto sembra essere il Grillo nazionale, lui sì che è milionario, ed ha una faccia altrettanto truce, ma è piccolo di statura, al Trump non arriva neanche alla cintura delle braghe. Magari i grillini potrebbero vincere anche le elezioni in quanto a quel che si sente dire in questi giorni sembra che siano esperti in maneggio delle schede e delle firme, ma non raggiungeranno mai le vette del Trump e del suo staff. Bravo quel Trump, vuole costruire un muro di protezione lungo tutto il confine del Messico, ottima idea, sembra aver pensato il Salvini nazionale, peccato che sul

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mare non sia facile costruire i muri. Almeno così dicono gli esperti super partes. Il muro, anzi no, un muretto invece l’anno costruito quelli dell’UpT nella sede del loro partito per dividersi e vedersi il meno possibile, da una parte i dellaiani e dall’altra i conzattiani. Bene, ben fatto, i dellaiani però si lamentano. Per fortuna che ci ha pensato il Mellarini, il saggio. Ha buttato fuori dai piedi i conzattiani, e s’è rimesso nelle mani infide di chi fino a qualche mese fa voleva farlo fuori. Le braccia del Dellai sono sempre (quasi sempre) accoglienti...che ci sia sotto qualcosa? Mah...col tempo si vedrà, il tempo è galantuomo! La politica trentina, a quanto pare è in crisi. Liti e incomprensioni ormai crescono come la gramigna in ogni partito, nel Patt, nel Pd, basta leggere i giornali. Ma all’orizzonte c’è in procinto di decollare una cosa straordinaria, un nuovo partito che cambierà la storia del Trentino. La notizia è stata diffusa su WhatsApp di mezzo mondo, è arrivata anche a me e ve la propongo tale e quale per iscritto dato che su WhatsApp è fornita di sonoro e dei colori della vittoria. Sembra che questa proposta per un nuovo partito sia accarezzata un po’ da tutti, nel filmato appaiono sorridenti personaggi di spicco della politica trentina, la Cogo, il Panizza, Marino Simoni, Malossini,

Divina e Pacher che introducono il filmato alla grande. E poi, con voce possente, che non ammette repliche, l’annuncio ufficiale accompagnato da una scritta severa e convincente: P&B, è un nuovo movimento politico. P&B si tratta di una rivoluzione epocale. P&B...na roba che mente umana mai aveva ideato. Il tutto è confermato dalla severità delle parole dell’on. Dellai in giacca e cravatta: E’ indubbiamente un movimento straordinario, geniale, diventerà sicuramente patrimonio dell’umanità. Ed eccolo il partito: PIC & BADIL UN MOVIMENTO CHE NASCE DALLA TERRA Anche Mellarini serafico conferma: PIC & BADIL trasforma e rivitalizza il turista che diventa protagonista per aver tracciato il proprio sentiero nel bosco. E la voce con la scritta trionfante continua: PIC & BADIL è un movimento unisex Lo sottolinea la Caterina Dominici più convincente che mai: La risposta alla crisi? PIC & BADIL...e ci mettiamo anche le quote rosa: sapa e restel per una sinergia perfetta. La voce: PIC & BADIL, per un nuovo miracolo trentino. Molto convinto sembra essere anche l’ex consigliere Depaoli che sentenzia: PIC & BADIL è occupazione per tutti. E infine si va fuori confine: PIC & BADIL contro ogni conflitto etnico. Lo assicura il presidente Durnwalder con la sua classica parlata: Sono d’accordo perfettamente con gli amici di Trento, basta con le divisioni politiche...e come diciamo noi in Alto Adige, dove non arriva il pic, arriva il badil e dove non arriva il badil arriva il pic. Poi la chiusura solenne: A sinistra, al centro, a destra, davanti, de drio, de sora, de soto, de fianc...PIC E BADIL è il Trentino unito. Finalmente qualcosa di diverso, una speranza che nasce, un lumicino in fondo al tunnel, deve essere senz’altro una cosa seria con tutti i lavoratori con le ossa rotte che l’hanno confermata, AVANTI POPOLO! AVANTI PIC & BADIL!


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L’amministrazione di Borgo Lares, tramite il sindaco Giorgio Marchetti, esprime sempre maggiori perplessità sul progetto, sottolineando che dal punto di vista amministrativo si deve attendere la convocazione della nuova conferenza dei servizi provinciale chiamata a fare rilievi tecnici, per poi esprimere – a livello di consiglio comunale – un parere motivato e comprendente tutti i rilievi emersi che, al momento, sembra sempre più orientato sul binario del no. La serata informativa pubblica, organizzata a Zuclo il 2 novembre dal Comitato Busa Pulita ha registrato una folta partecipazione di pubblico proveniente da tutti i paesi della Busa; oltre 200 persone hanno ascoltato il dottor Cappelletti spiegare le criticità degli impianti di biodigestione, una presenza che ha confermato l’attenzione dell’opinione pubblica sulla questione. Lo stesso assessore provinciale all’ambiente Mauro Gilmozzi, in un’intervista al Corriere del Trentino ha confermato che – rispetto al prospettato biodigestore di Zuclo vi sono “problematiche e criticità non secondarie” aggiungendo poi che “l’indicazione che arriva dal Piano provinciale dei rifiuti è quella di concentrare in un unico impianto già esistente la raccolta dell’umido in Trentino”. L’impianto in questione è quello di Cadi-

Biodigestore, tutto fermo

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Si attendono i chiarimenti richiesti dalla conferenza dei servizi. L’idea si allontana, l’umido verso Cadino di Denise Rocca E’ un momento di riflessione e attesa in materia di biodigestore in Giudicarie: il Comitato Busa Pulita è quasi in dirittura d’arrivo verso la costituzione formale con la raccolta firme e la nomina di un direttivo, dopo che si era costituito informalmente per raccogliere velocemente le istanze di chi, alla notizia del possibile arrivo di un no, sul comune catastale di Faedo, gestito dalla trentina Bioenergia che recentemente ha conseguito la “bandiera verde” di Legambiente per come ha saputo inserirsi nel territorio. Ad aggiungere un capitolo alla questione, il consigliere provinciale giudicariese Mario Tonina, in quota Upt, che ha presentato un’interrogazione al consiglio provinciale in merito alla fattibilità dell’impianto di digestione anaerobica, pochi gorni fa. Tonina ha chiesto al consiglio di Bruno Dorigatti un aggiornamento sull’arrivo degli approfondimenti richiesti al privato, e soprattutto ha interrogato il consiglio chiedendo: “Se, come prevede il quarto Piano provinciale di gestione dei rifiuti, si darà preferenza per la copertura

biodigestore in valle, si è voluto attivare per osteggiare l’iniziativa; il privato è impegnato nella produzione di nuova documentazione sul progetto per rispondere alle numerose domande avanzate sia dagli uffici provinciali che dai comuni interessati dall’iniziativa, nonché dalla Comunità delle Giudicarie.

Discarica di Zuclo

del fabbisogno ancora esistente del trattamento della frazione organica dei rifiuti al potenziamento di impianti esistenti evitando, quindi, la creazione di nuovi impianti; se e come la Provincia intenda coinvolgere gli enti locali e la popolazione interessati al fine di addivenire ad una scelta condivisa, posto che l’eventuale realizzazione dell’impianto riguarda in primis gli abitanti del Comune coinvolto e di quelli limitrofi ed in particolare le frazioni di Saone, Preore e Montagne”. Un’interrogazione che chiede il coinvolgimento dei cittadini e delle amministrazioni, oltre a quella legittimata per catasto a dare un parere che è Borgo Lares, ma soprattutto rivendica un posizionamento provinciale verso il non incremento di impianti di questo tipo sul territorio.Stando alla posizione espressa da Gilmozzi, tutto fa credere che si vada nella direzione auspicata da Tonina (e dall’amministrazione di Borgo Lares) e che il biodigestore di Zuclo resti solo sulla carta.


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Turismo

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In crescita arrivi e presenza, l’ottimo autunno cancella la falsa partenza di un giugno piovoso

Valle del Chiese, estate ok +7,6% negli arrivi «Dal punto di vista climatico l’estate ha avuto un avvio decisamente negativo a cui ha fatto da contraltare il rilancio nel cuore della stagione - commenta Massimo Valenti, presidente del Consorzio Turistico Valle del Chiese -. I dati di autunno ci fanno capire quanta attrattività abbia la Valle del Chiese e le opportunità di ulteriore crescita grazie anche allo straordinario patrimonio di volontariato delle nostre Pro Loco, capaci di organizzare durante l’anno decine di eventi che rappresentano un fiore all’occhiello per la valle». L’inizio della stagione 2016 è stato caratterizzato dal maltempo con pesanti riflessi sui dati di giugno (-26% arrivi e -29,5% presenze) risultati maggiormente negativi rispetto ad altre aree del Trentino. Poi la tendenza si è invertita con il record storico negli arrivi (+3,1%) a Luglio e le buone performance di Agosto (+5,8% arrivi e +10% presenze), con un allungamento dei giorni di vacanza che appare ancor più significativo se valutato in termini di incidenza sui dati finali dell’estate e sulla redditività delle imprese ricettive. Sono seguiti i generosi aumenti di Settembre (+45,5% arrivi e +51,2% presenze) e di Ottobre (arrivi + 62,9% e +52,5% presenze), record per l’intero Tren-

È stata una estate decisamente positiva per il turismo in Valle del Chiese, le cui strutture ricettive hanno fatto segnare tra giugno e settembre una crescita del +4,6% di arrivi e di presenze. E con Ottobre si arriva a incrementi sul 2015 del +7,6% negli arrivi e del +6,3% nelle presenze. La Valle del Chiese si colloca così tra le aree più perfor-

manti d’autunno in Trentino, con aumenti percentuali superiori al 50% in entrambi i mesi finali. Trova conferma il lavoro di promozione svolto dal Consorzio Turistico in tema di destagionalizzazione, con il supporto degli operatori turistici e l’impegno delle Pro Loco nell’organizzare eventi legati al mondo rurale e gastronomico.

Escursione a forte Corno

tino. Nella ripartizione mensile degli arrivi nell’estate 2016 dopo Agosto (36%) e Luglio (28%) si colloca così Settembre (17%) davanti a Giugno (11%) e Ottobre

(8%). Di fatto la parte finale della stagione turistica vale quest’anno il 25% del dato totale e conferma un interessate trend verso la destagionalizzazione, con perfor-

mance addirittura a tre cifre nella parte alta della Valle. In generale viene confermata la bontà della promozione svolta dal Consorzio in sinergia con il Bim, la

Comunità di Valle e Trentino Marketing. Le promozioni televisive (Canale5, La7, Sereno Variabile, Bike Channel, Girovagando in Trentino e Sportoutdoor)

hanno garantito grande visibilità e il Consorzio è stato co-protagonista nella loro progettualità assieme alle due Apt di ambito e al Consorzio delle Giudicarie centrali. L’azione voluta dal presidente Giorgio Butterini e dall’assessore Roberto Failoni , e co-finanziata da Trentino Marketing, ha poi avuto una estensione autunnale social dedicata a Trentino Food Festival e ai Mercatini di Natale. Altrettanto positivo è il ritorno generato dai ritiri di calcio di luglio e agosto a Storo: Ac Pisa e Hellas Verona hanno garantito un ottimo risultato in termini di presenze turistiche e di visibilità sui media nazionali (Quotidiani, Radio e Tv) e sul Web, aumentando l’attrattività della nostra valle per le proposte di fine stagione. La valle del Chiese è presente sui led dello Stadio Bentegodi durante le partite dell’Hellas e usufruisce di azioni di promozione studiate con l’area Marketing della società, che altrimenti non ci saremo mai potuti permettere». Sono in aumento anche le presenze turistiche degli stranieri, che sfiorano il 30% degli arrivi. In prima fila vi è la Germania (22%) i cui ospiti hanno limitato il dato negativo di giugno e incrementato il risultato di settembre e ottobre. (r.s.)

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Con IN B

La prima serata di In Business

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Politica

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“Siamo partiti nel 2013 un po’ all’avventura – spiega Degasperi – abbiamo però da subito capito l’importanza di strutturarci sul territorio, cercando il coinvolgimento di tante persone. I risultati si sono visti alle ultime elezioni amministrative, nei comuni in cui ci siamo presentati siamo entrati in consiglio. Abbiamo dei nuclei forti, come l’Alto Garda e contesti in cui siamo più deboli dal punto di vista della presenza amministrativa; ma abbiamo comunque una serie di contatti ed attivisti che ci sono, ad esempio Valsugana dove non abbiamo molti consiglieri essendo presenti in consiglio comunale solo a Levico. L’aiuto degli attivisti che lavorano sul territorio è importante per portarci a conoscenza delle tematiche, come l’ambiente in Valsugana. In Giudicarie? Vale lo stesso esempio della Valsugana. In Giudicarie non siamo presenti con nostri esponenti nei consigli comunali, ma ci siamo come struttura sociale ed infatti abbiamo presentato diversi atti politici che riguardano questa zona: di recente ci siamo occupati del tunnel della Valvestino, della centrale teleriscaldamento di Valdaone, delle ciclabili del lago d’idro, della discarica di baritina di Darzo, ecc. Dunque una forte presenza sulle tematiche: perché sie-

“5 Stelle, partito di governo”

Filippo Degasperi, consigliere provinciale dei grillini, spiega l’evoluzione del movimento anche in Trentino Il Movimento 5 Stelle si è presentato per la prima volta in Trentino alle elezioni provinciali 2013: candidato presidente Filippo Degasperi. Con il 5,72% dei voti ha colto due consiglieri, lo stesso candidato presidente e Manuete in pochi nei consigli? E’ vero, non ci siamo formalmente nei consigli e per questo stiamo cercando di strutturarci: ma si tratta di un problema generale del Movimento 5 stelle perché, soprattutto nelle valli, le persone hanno paura di dichiararsi del M5S. Forse vi vedono più come movimento di protesta che di governo? Questa è una parte del problema, che abbiamo cercato di superare con un atteggiamento costruttivo e in Trentino non si può dire che il M5S non lo sia. Penso ai risultati del movimento in Consiglio provinciale, dove abbiamo lavorato con emendamenti, proposte di legge e mozioni in modo propositivo. L’altra questione è che le persone vedono ancora come un rischio associarsi a un

la Bottamedi, poi passata al Patte e oggi al Gruppo Misto. Degasperi ora lavora per strutturare il movimento sul territorio e consolidare l’idea che il M5S può essere anche partito “di governo” e non solo di protesta. le facciamo, quando critichiamo quelle degli altri lo facciamo in modo oggettivo, non basandoci sull’ideologia. Siamo anche stati a favore di mozioni e di legge portate dalla maggioranza e anche delle altre minoranze. In Trentino è da sfatare (e in parte ci siamo già riusciti) il mito del M5stelle solo di protesta.

Filippo Degasperi

movimento che si può definire rivoluzionario, anche se pacifico, in un territorio che è sempre stato conformista come il Trentino. Quindi l’obiettivo è quello di proporsi come reale alternativa di governo Lavoriamo per essere partito di governo: le proposte

Parlava dell’attività in Consiglio provinciale: quali sono i provvedimenti di cui andate maggiormente fieri? Le leggi provinciali hanno il loro peso: il fatto che sia stata approvata una legge provinciale che migliora il sistema delle scuole musicali su nostra proposta è positiva. Per le Giudicarie abbiamo fatto approvare l’ordine del giorno sul completamento delle ciclabili, un tema che ci sta a

cuore dal punto di vista dello sviluppo economico. L’altra legge positiva è quella sulla riduzione dell’addizionale Irpef regionale: da quel provvedimento la Provincia ha sempre confermato la rinuncia anche negli anni successivi ritenendo positivo l’approccio e aumentando l’esenzione. Ci parli del panorama politico trentino E’ un po’ banale e io rimprovero la scarsità di idee innovative: la politica in Trentino non fa che replicare dei modelli che sono noti da qualche decennio e che hanno anche funzionato, ma oggi serve qualcosa di diverso Cosa proponete? L’ente pubblico deve rimettere in ordine le priorità: chi governa ha priorità che non sono quelle del cittadino. Le

nostre sono: sanità pubblica, scuola, ambiente e invece chi governa taglia la sanità e acquista impianti di risalita anche se è chiaro che il collegamento non è diretto. Si spende troppo nelle scuole private, mentre per noi si deve puntare sulla scuola pubblica. Per quanto riguarda lavoro ed economia: i meccanismi della Pat cioè della raccolta delle imposte e redistribuzione a imprese selezionate non funziona. Non ha funzionato il lease back. Eliminiamo una quota di tassazione per tutti e togliamo i contributi, e anche il sistema di finanziamento delle imprese di Trentino Sviluppo. Vi siete anche impegnati sul no al referendum A prescindere da come andrà sono tra quelli che pensa che comunque il 5 dicembre sorgerà il sole, comunque: sono per il no perché quello ai trentini viene raccontato – che la clausola dell’intesa blinda l’autonomia - è un’evidente forzatura.

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Presentato sul prestigioso red carpet della capitale il tanto atteso film

Il film di Marco Maestri

le “Funne� al Festival del cinema di Roma

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Attualità

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Interessanti risultati emersi nel corso del convegno “La vite ai confini dell’impero” organizzato da Culturnova

Vino “doc” in Valle del Chiese? Si può Le note positive vengono appunto dalla massiccia partecipazione e dall’elevata qualità degli interventi andati in scena nel corso del convegno. Buone anche le prospettive future che iniziano a farsi molto interessanti per quanto riguarda i vitigni tipici della valle del Chiese. Tra i vari interventi istituzionali c’è stato anche quello di Franco Bazzoli, presidente uscente del Bim del Chiese ed attuale sindaco di Sella Giudicarie, il quale ha lanciato un chiaro appello ai vertici di “Culturnova” affinchè gli stessi procedano con l’affidamento della commercializzazione dei futuri prodotti alla cooperativa storese “Agri 90”. Diversi gli interventi delle autorità, tra i quali quello del presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti, cui è seguito l’intervento tecnico del professor Attilio Scienza. Nella sua articolata presentazione Scienza ha chiarito come la vite fosse presente nel Chiese fin dall’antichità, e come una serie di accadimenti, dalla “piccola

di Marco Maestri

Ottima risposta, sia in termine di presenze sia dal punto di vista strettamente tecnico, dal convegno “La vite ai confini dell’impero”, tenutosi nelle settimane

glaciazione” alla diffusione delle “malattie americane” della vite e all’apertura alla concorrenza dei vini italiani nel primo dopo guerra,

avessero finito con l’indebolirne la coltivazione quasi fino a farla scomparire. Il professor Scienza ha però concluso il suo intervento

scorse a Cimego. Gli organizzatori di “Culturnova” infatti hanno raccolto tanti buoni spunti e poche note negative.

evidenziando che non vi è alcuna ragione per cui non si possa produrre vino di qualità anche in Valle del Chiese. Rimane solo da in-

Il soggetto politico ispira

Il gruppo Agire delle Giudicarie

dividuare la strada migliore per trovare un prodotto di successo. Uno spunto lo ha dato sicuramente il viticoltore

moravo Bogdan Trojak che, partendo da zero pochi anni fa, ha saputo creare un movimento denominato Autentisté, formato da giovani vignaioli che cercano di sviluppare vini naturali con un minimo di ricorso alla chimica ottenendo grandi riscontri. La serie degli interventi istituzionali e tecnici è stato chiusa da Marco Stefanini della fondazione Mach che ha fatto il punto sui vitigni presenti in Valle del Chiese. Se per quanto riguarda il vino bianco le cose sono ormai avviate, con due vitigni selezionati, per il vino rosso, al momento, ne è stato individuato soltanto uno. Il convegno è stato quindi chiuso con una serie di dati dalla quale è emerso che gli ettari potenzialmente coltivabili a vite sono circa ottocento i quali potrebbero dar vita a prodotti unici. La data per la produzione vera e propria è fissata tra due anni e, a questo punto, l’obiettivo non ha modo di non essere centrato.


Il Ricordo Erano tempi diversi, ove la politica era molto più semplice e i rapporti fra le persone più sinceri. Grigolli che si era fatto le ossa all’Associazione Cattolica romana venne a Trento ed entrò subito nel Partito, operando con quello spirito che ha sempre caratterizzato la sua testimonianza, anche quando eletto consigliere provinciale divenne Presidente della Regione e poi della Provincia. La sua figura a noi giovani dava sicurezza anche perché il suo fare mite, ma convincente ci serviva per portare avanti le piccole battaglie di Sezione in periferia o i grandi scontri politici in Comitato Provinciale per la scuola negli anni ’60, per l’urbanistica subito dopo, per l’industrializzazione del Trentino e per una corretta gestione della nostra Autonomia. Succeduto nella gestione della Provincia a Bruno Kessler, un vulcano di idee, bisognava sistemare da un punto di vista amministrativo ed anche organizzativo quelle idee che resero il Trentino degli anni ’60-’70 una fucina di buona gestione della cosa pubblica. Giorgio Grigolli era un giornalista e fino alla fine scrisse i suoi pezzi di testimonianza della presenza del cattolico impegnato in politica, a volte con qualche difficoltà interpretativa, ma sempre finalizzato all’attuazione pratica del laicato politico supportato dal Vangelo. Era un uomo moderno, pur sembrando di altro

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L’omaggio all’ex-presidente della Provincia e della Regione scomparso l’8 novembre scorso

Giorgio Grigolli un amico della comunità In questi giorni ci ha lasciato un amico Giorgio Grigolli che nella comunità Rendena, Chiese e Banale era molto conosciuto e più volte aveva scritto sul Giornale delle Giudicarie. La richiesta che mi è giunta dalla redazione di ricordare Giorgio Grigolli

con un pezzo che ne descrivesse il suo ruolo e la sua testimonianza mi ha trovato subito disponibile, in quanto, andando indietro con gli anni, ricordo il giovane Grigolli, segretario del Partito, per le battaglie delle patate del Banale.

Giorgio Grigolli

Dopo una lunga ristrutturazione è stato riaperto al pubblico il Castello

Finalm

Le vestigia di Castel Romano

tempo, che sapeva cogliere le istanze dei giovani e dei giovani amministratori che in Provincia trovavano sempre risposte ai quesiti operativi che la burocrazia sempre più galoppante, spesso creava. Ora Giorgio, che si trova in cielo accanto ai fratelli Franco e Riccardo, guarderà dall’alto le piccole scaramucce di quella DC che lui tanto amava, che con Flaminio Piccoli ed il gruppo doroteo era capace di interpretare i bisogni sempre in evoluzione delle singole comunità. Agli abitanti periferici del Chiese, della Rendena e del Banale come per quelli della Val di Fassa Giorgio Grigolli aveva un’attenzione particolare per cui è giusto che il giornale lo ricordi con particolare affetto e riconoscenza. Paolo Cavagnoli giornalista e amico


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La nostra Patria Europa

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USA ed Europa sotto lo stesso ombrello L’elezione di Trump apre nuovi scenari nei rapporti con l’Unione Europea

Jean-Claude Juncker

Com’è noto i suoi toni sono già cambiati e cambieranno ancora in termini più moderati nell’ “Inaugural Address” che pronuncerà il 20 gennaio in occasione del giuramento. Di certo non manderà tonnellate di cemento al confine con il Messico. Di certo non vorrà isolare quell’Europa dalla quale ha avuto origine l’America. Rimane tuttavia la mancanza di serietà nel promettere in campagna elettorale ciò che si sa di non potere o voler fare, ma solo per avere consenso. Purtroppo questo non è solo un vizio di Oltreoceano. Certo sarà che in un mondo sempre più interdipendente vi saranno delle variazioni nei rapporti internazionali che tutti ci riguardano, virate che per ora lasciano molti interrogativi e non poche incertezze. Per quanto riguarda i rapporti con l’Unione Europea, vari nostri esponenti di governo hanno già espresso preoccupazioni ed

di Paolo Magagnotti Fra qualche settimana alla Casa Bianca Washington le leve del comando della politica statunitense saranno dunque nelle mani di un uomo che prima di una campagna elettorale che non ha fatto onore all’America era del tutto sconosciuto alla politica. attese, con qualche espressione provocatoria senza che ve ne fosse la necessità. Rimane tuttavia fuori dubbio che Europa e Stati Uniti d’America dovranno collaborare in maniera aperta e leale; una collaborazione che non ha alternative senza pregiudicare gli interessi reciproci ed una già precaria stabilità internazionale. Agli Stati membri di un’Unione europea che li vede divisi più che mai e troppo spesso concentrati solo su orizzonti nazionali, il nuovo corso statunitense impone di rivedere loro miopi posizioni per concentrare più attenzione, sforzi e potere a livello europeo, per rendere l’Unione un interlocutore credibile ed efficace nell’interesse di tutti

Le sue affermazioni prima del voto, segnate talvolta da volgarità ripugnanti, non saranno certamente caratterizzate completamente da coerenza nell’esercizio del della grande responsabilità che gli è stata affidata dal sistema elettorale USA.

Donald Trump

i popoli d’Europa. Senza una forte coesione all’interno del Progetto europeo non saremo capaci di reggere alle difficili e sempre più pesanti sfide che ci stanno davanti. Nella società mondiale abbiamo ed avremo sempre più forze economiche

che vorranno operare al di fuori o comunque indebolendo apparati governativi nel perseguire loro interessi non sempre molto trasparenti; solo sistemi e organizzazioni governative forti e coese potranno far fronte a tali possibili deviazioni

preoccupanti per la comunità nazionale e soprattutto per i più deboli. Vi sono realtà, come l’approvvigionamento energetico e la difesa dell’ambiente che non consentono a nessuno di dire a casa mia faccio quello che voglio perché tutti abbiamo bisogno di tutti. Se, come sembra, il nuovo Presidente USA vorrà stabilire buoni rapporti di collaborazione con la Federazione Russa di Putin, non si vede come si possa essere contrari. In un mondo di divisioni e conflitti registrare sforzi e comportamenti ad ogni livello per sostituire ciò che divide con ciò che unisce non può che far piacere. “Come è bello veder la gente che va d’accordo” mi dissi a mia mamma nei

suoi ultimi giorni di vita. Certo è che se la cooperazione russoamericana dovesse comprendere o assecondare ulteriori ambizioni del Cremlino sull’Europa o non opporsi a che aerei russi continuino a massacrare popolazioni nel Medio Oriente difendendo dei criminali ci si dovrebbe opporre con ogni forza, una forza che solo un’Unione Europea forte può esercitare e non di certo governi europei che vanno ognuno per la propria strada. Nell’ottobre del 1985 mi trovavo negli Stati Uniti a Rock Springs ed in una conversazione sui alcuni aspetti della politica estera americana con il senatore dello Stato del Wyoming Prevedel, discendete di emigrati di Arsio, in Val di Non, egli mi disse che “Stati Uniti ed Europa debbono stare sotto lo stesso ombrello”; se quell’ombrello era utile oltre 30 anni fa, ora è più necessario che mai.

No ad una TV che illude di Francesca Cristoforetti

Una delle più grandi arti dei Mass media è da sempre quella di riuscire ad influenzare non solo i nostri pensieri e le nostre opinioni, ma anche il nostro stesso modo di agire nella vita quotidiana. Basti guardare come è cambiato il nostro modo di comunicare con i social media, le nuove forme tecnologiche dell’informazione, ma soprattutto come si sono evoluti i nuovi tipi di programmi televisivi, che si insidiano sottilmente nel nostro modo di vedere il mondo. C’è una grande differenza rispetto ai programmi TV di una volta, ovvero non esiste più una netta distinzione tra chi fa spettacolo e chi è spettatore. Se una volta i nostri nonni non si sarebbero mai identificati con i conduttori televisivi piuttosto che con gli attori del piccolo schermo, noi oggi siamo riusciti a superare queste barriera, diventando da spettatori ad attori veri e propri. Ognuno di noi ha oggigiorno la possibilità di farsi notare e farsi conoscere tramite qualsiasi tipo di spettacolo televisivo. La cosa che forse non è ben chiara, è

la sottile manipolazione culturale che ci sta dietro ogni tipo di show, ed è preoccupante vedere come non riusciamo a rendercene conto e come ormai essa sia è radicata nel nostro modo di pensare. I programmi televisivi di adesso promettono di renderci famosi in pochissimo tempo: audizioni e selezioni sulle nostre abilità, e non, ci permettono di diventare star in un secondo, cantando, ballando, cucinando, o addirittura mercificando un nostro difetto fisico che diventa uno spettacolo da mostrare al pubblico. Ancora più interessanti sono i programmi dove si mettono a nudo le vite private delle persone, spiandole in case o su isole deserte, tentando di scoprire i loro lati più “selvaggi”. Altri ancora invece fanno credere al pubblico che sarà la fortuna nel saper scegliere “il pacco” giusto la via più comoda per poter fare i soldi. Per ragioni di spettacolo ovviamente, in molti programmi, specialmente talent show, il tutto viene accompagnato da una buona dose di cinismo, che nella vita

Il palco di X-Factor

reale sarebbe al limite dell’accettabile e verrebbe condannato, ma che in questo mondo viene legittimato poiché fa “audience”. Anzi spesso ci fa quasi divertire e ci fa rimanere incollati alla TV ancora più tempo, perché la lite piuttosto che l’umiliazione pubblica del candidato che non sa cucinare o cantare è una bella distrazione. Qualsiasi tipo di programma televisivo ormai racchiude implicitamente messaggi, positivi o negativi che siano, che esprimono una determinata visione della realtà. Tempo fa si parlava di programmi “spazzatura”, mentre adesso se ne sente parlare molto

meno, non perché non esistono più, ma perché ora la TV spazzatura si riesce a camuffare più facilmente. Una volta questo genere di programmi, essendo pochi e non così diffusi come ora, erano molto più facili da individuare, mentre adesso vengono trasmessi su ogni canale coinvolgendo non solo attori, ma il pubblico stesso, che diventa il vero protagonista dello spettacolo. I limiti vengono oltrepassati e la gente aspira spesso a voler partecipare ad un talent show per poter diventare qualcuno o poter guadagnare qualche migliaio di euro senza il minimo sforzo, ma affidandosi alla casualità.

È giusto che le persone si facciano conoscere se hanno una qualche capacità, e la TV può essere uno strumento utile per questo. Senza fare moralismi inutili, non si tratta tanto di una critica ai contenuti dei programmi, quanto invece ai modi in cui vengono proposti e soprattutto ai messaggi subliminali che vengono lanciati. L’ostentazione di uno spettacolo spesso fatto di insulti e selezioni umilianti fino a che punto può essere accettato? O ancora peggio, è lecito presentare conduttori televisivi che si prendono gioco dei partecipanti, senza che questi se ne accorgano? In alcuni talent show spesso si fa passare la cattiveria, ovviamente studiata e concordata, come un qualcosa di legittimo, una sorta di ostacolo che una volta superato permetterà al partecipante di poter proseguire. È vero, è il mondo dello spettacolo, ed è tutta finzione. Però noi davanti alla TV ci passiamo del tempo, e non poco. Il confine tra la finzione e la realtà non è più così facile da distinguere, dato che ormai

noi stessi possiamo far parte di quel mondo, partecipando in prima persona. Certo, la colpa non è sicuramente solo dei produttori televisivi, che ci propongono un certo tipo di spettacolo, poiché se certi programmi aumentano di numero, è perché c’è un’ampia richiesta del pubblico nel volerli. Molti aspirano a farsi conoscere e diventare qualcuno attraverso queste trasmissioni, in cui giocano ruoli fondamentali sia l’apparenza che la fortuna, così come la vendita della propria dignità pur di potersi far notare a qualsiasi costo, spesso nemmeno per guadagno. Forse però bisognerebbe saper porre e sapersi porre dei limiti, e non accettare tutto ciò che si guarda senza una minima riflessione. Aspirando a questo tipo di mondo, che ormai prendiamo in considerazione come una possibile via di successo, stiamo davvero diventando attori protagonisti o stiamo solo diventando parte di un sistema che ci utilizza come oggetti da palcoscenico?


Attualità Lo chiediamo alla responsabile, Sara Marchiori: da dove nasce l’idea di AromatiCare? Dalla collaborazione tra la Cooperativa Il Bucaneve e il Centro di Socializzazione al Lavoro “La Bottega dei Mestieri” e dallo spazio e l’ambiente circostante, nonché dal pensiero che la lavorazione all’esterno di piante officinali potesse essere propedeutica allo sviluppo di prerequisiti lavorativi ed abilità manuali per i ragazzi e le persone delle due strutture. Chi coinvolge il progetto? Coinvolge attivamente i ragazzi delle due realtà nella coltivazione delle erbe officinali che avviene senza l’utilizzo di sostanze chimiche. Le erbe vengono poi trasformate in prodotti estetici di qualità. Il lavoro nel verde e la coltivazione, in particolare, consente ai ragazzi di avvicinarsi al mondo del lavoro ed apprendere l’importanza della costanza e della pazienza in un impegno quotidiano. Il ricavato dei prodotti verrà re-impiegato per sviluppare nuovi progetti all’interno delle due realtà. In cosa consiste l’iniziativa in questione? AromatiCare prevede la coltivazione e l’essicazione delle erbe officinali, tra cui calendula, menta citrata e menta piperita, melissa, ca-

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Le erbe officinali per… il sociale Due coop giudicariesi che si occupano di persone con disabilità e giovani che faticano ad inserirsi nel mondo del lavoro lanciano una linea di prodotti cosmetici naturali: AromatiCare Cooperativa il Bucaneve, Centro di socializzazione al lavoro “La Bottega dei mestieri” insieme per lanciare, in vista del Natale 2016, una linea di prodotti per la bellezza ricavati da prodotti naturali raccolti in loco e realizzati da persone con problemi di inserimento nel mondo del lavoro e con disabilità. Un modo per valorizzare risorse momilla, e di alcune piante da frutto come la rosa canina, le more e i mirtilli e la successiva trasformazione presso il laboratorio La Coda per il prodotto finito. Per la prima edizione, si sono sperimentate la crema alla calendula, la crema viso alle more, la crema mani calendula e more, lo stick labbra alla calendula e lo shampoo more e menta. Per quest’anno l’idea è quella di innovare alcuni prodotti, nei formati e nella composizione (più morbida e nutriente) con il mantenimento di alcuni di quelli precedenti. Quali obiettivi e finalità? Oltre allo sviluppo di abilità manuali e competenze

organizzative, nonché il lavoro sui pre – requisiti lavorativi con i ragazzi e le persone coinvolte nelle due Cooperative, il progetto è volto ad allargarsi sul territorio costruendo una rete con le aziende dello stesso. Le creme, gli shampoo, gli stick labbra della prima edizione potrebbero, in collaborazione con le realtà profit elevare la loro qualità, diventare prodotti che connettono il mondo sociale con il mondo aziendale. Oltre ad alcune erboristerie già coinvolte, come ad esempio, Le Nostre radici, si sta in questo periodo cercando di contattare altre realtà interessate alla collaborazione e alla

naturali della montagna, come le erbe officinali, tra cui calendula, menta citrata e menta piperita, melissa, camomilla, e di alcune piante da frutto come la rosa canina, le more e i mirtilli, per avviare al lavoro persone con difficoltà e anche per auto-finanziare le attività delle associazioni stesse, importanti attori nel campo sociale. sponsorizzazione anche dei nuovi prodotti della seconda edizione. Come e dove operate? Presso il Centro di Socializzazione al lavoro “La Bottega dei Mestieri” in località Giardini a Tione e presso la struttura della Cooperativa il Bucaneve a Bersone, dove, il terreno per la coltivazione delle erbe è di proprietà di un privato cittadino di Bersone che lo mette a disposizione della cooperativa in maniera gratuita. La Bottega dei mestieri e la Cooperativa il Bucaneve sono due realtà sociali che svolgono un ruolo importante nel socializzare persone che per vari motivi

(disabilità, emarginazione, problemi psicologici e psichici) presentano difficol-

Le creme di bellezza dalle erbe officinali

tà. I diversi laboratori (erbe officinali, piccole creazioni con materiale di riciclo, la falegnameria, l’assemblaggio ed il restauro), svolti in maniera individualizzata o in gruppo, sono i principali strumenti per accompagnare i ragazzi in un percorso di crescita personale e professionale, all’interno della Comunità. In particolare, AromatiCare è molto apprezzato dai ragazzi, specie le attività all’esterno; con la trasformazione dei prodotti hanno la soddisfazione di vedere che l’impegno e la fatica della raccolta, si può trasformare in un prodotto estetico di qualità che speriamo sarà apprezzato anche dai giudicariesi. Un regalo di Natale che oltre a far bene al corpo, aiuterà a sostenere l’attività delle due cooperative sociali giudicariesi.

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DICEMBRE 2016

Un primo anno dal rinnovato Consiglio che ha visto risultati concreti portati avanti con impegno, disponibilità e su base completamente volontaristica. Tra i più significativi preme segnalare il bando di gara per la realizzazione del logo della Fondazione che oggi è a tutti gli effetti parte della comunicazione Istituzionale e visibile anche sul nuovo sito internet (www. fondazionedonguetti.org); L’accordo con la Cassa Rurale Don Guetti per gli spazi della sede presso Larido, alla Quadra, nel Bleggio Superiore e la relativa inaugurazione; Il convegno sulle “Nuove Frontiere di Cooperazione: Cooperare in Comunità” tenutosi nel Luglio scorso con preziose testimonianze e che sta avendo riscontro tra alcuni giovani valligiani ansiosi di mettere in pratica le novità e le opportunità di questo nuovo approccio all’essere parte attiva della propria Comunità. Non da ultimo l’avvio di un progetto molto ambizioso, quello di rendere disponibile a tutti la cultura autentica originata da don Guetti. Il progetto “I frutti del cooperare. L’eredità di don Lorenzo Guetti attraverso un archivio virtuale”, finanziato dalla Fondazione Caritro e dalla Comunità di Valle delle Valli Giudicarie. La finalità del progetto è presto detta: andare a riscoprire, censire e a inventariare gli scritti di don Guetti e quelli direttamente riferibili alla nascita

Alla riscoperta del valore autentico delle parole

La Fondazione Don Guetti riflette sul significato autentico del termine “cooperazione” di Alberto Carli Il primo anno di attività del rinnovato Consiglio di amministrazione e del Presidente Fabio Berasi alla guida della Fondazione Don Lorenzo Guetti coincide con una serie di attività ed eventi di divulgazione culdella cooperazione in Trentino e renderli disponibili in formato digitale. In questo modo nascerà l’archivio virtuale della Fondazione Guetti, che metterà a disposizione di tutti – ricercatori, studenti, semplici cittadini – una serie di documenti autentici di grande valore storico. Un aspetto molto importante che preme porre in evidenza, è la necessità di avere la massima disponibilità da parte delle cooperative, affinché consentano l’accesso agli archivi da parte del personale della Fondazione, dotato di attestati professionali che garantiscono sulla scrupolosità tecnica dell’operato. Oltre a ciò, l’invito esteso a tutta la popolazione a segnalare eventuali lettere o qual si voglia tipo di documento storico, che possano essere censiti

e digitalizzati, fermo restando che la proprietà rimarrà in capo al privato detentore. Infine, con il nuovo anno è in piano un evento dal titolo Autonomia e Cooperazione, per che cosa? Il primo di una

MeTe da leggere

turale e di stimolo alla riflessione, anche critica, sull’uso e sull’esigenza di recuperare il significato autentico dei termini quali “cooperazione”, “responsabilità sociale”, “autonomia”.

serie di incontri, pensati nell’ottica di “dialogo tra autonomia e cooperazione” che la Fondazione Don Lorenzo Guetti sta organizzando e che nasce dalla volontà non tanto di dare risposte, ma di porre

delle domande. L’autonomia è uno dei principi cardine della cooperazione, il quarto secondo l’Alleanza Internazionale, fondativo e irrinunciabile; Perché il fondatore della cooperazione in Trenti-

no, don Lorenzo Guetti, lo ha voluto negli statuti? E perché un curato di campagna, come egli amava firmarsi, ha scelto la cooperazione e non un altro mezzo o un’altra formula per promuovere il riscatto sociale dei più poveri? E ancora, cosa ha dato la cooperazione all’autonomia del Trentino e cosa potrebbe darle in futuro? Un percorso quindi di stimolo alla riflessione sul legame tra il senso profondo dell’autonomia statutaria nelle cooperative e dell’autonomia politica e amministrativa del Trentino. Un primo anno dunque molto denso di attività che pone la Fondazione concretamente in linea con il suo obiettivo statutario e segna il primo passo di un viaggio alla scoperta delle nostre radici, non per fare esercizio di retorica o per restare aggrappati a retaggi ormai tramontati, ma per sapere volare lontano nella progettualità avendo ben presente dove siamo nati.

Rubrica mensile a cura di viale Dante, Tione

generare sulla qualità di vita della trovare strumenti e spunti di riflessione, madre, del padre, del bambino e, di ma anche consigli pratici per affrontare conseguenza, della società. In questo valli Giudicarie, non tanto da E’ di questo periodo la crescente in modo consapevole il tema tempo di trasformazione e intendersi come sostituto di un punto attenzione verso l’evento nascita, una dell’educazione affettiva e sessuale a riorganizzazione delle prestazioni nascita la cui chiusura si prospettava tematica strettamente connessa al 360°. Nell’ottica dunque di promuovere dedicate alla salute materno-infantile, da anni, bensì come soggetto in grado la salute nell’ambito del benessere nucleo base della società, la famiglia, è bene focalizzare l’attenzione sulle di sostenere questo delicato ma che coinvolge tutti i settori del famigliare, prioritario dev’essere priorità non solo in un discorso di passaggio attraverso attività e servizi, accogliere i bisogni delle famiglie, panorama circostante: dalla realtà l’intento dev’essere da un lato quello comunitaria, al mondo sociale, dalle sostenerne il disagio e favorire attività di salvaguardia delle realtà periferiche quali sono le Giudicarie, bensì in una di attivare energie nella direzione di istituzioni pubbliche, allo scenario sensibilizzazione che agiscano in prospettiva di efficienza ed efficacia, implementare e potenziare i servizi già supporto alle coppie il cui divenire (ed politico. Ma se ampliamo il focus entro che riconosca la famiglia come il attivi sul territorio in supporto al cui vengono considerate tutte le essere) genitori risulti un passaggio cardine fondante la società e in quanto periodo pre-concezionale e gravidico, complesso e pieno di ostacoli, dinamiche connesse a tale evento, tale destinataria di cure che ne tutelino dall’altro quello di focalizzare fortemente coinvolta è la componente sviluppando un approccio che possa l’integrità e supportino lo sviluppo. l’attenzione sulle questioni che, oggi genitoriale che risulta essere fin dai essere strumento per il sostegno e la Consapevoli dunque dell’importanza con particolare fermento, risultano primi mesi della gravidanza un tassello valorizzazione del singolo e della che anche nei territori periferici siano prioritarie per le famiglie; una fra tante famiglia. Promuovere il benessere della nei cui riguardi l’impegno del mondo tante e diverse le opportunità che l’educazione affettiva e sessuale. Un socio-sanitario sta implementando coppia nella sua globalità fin dal suo aiutano a garantire il benessere tema che dà un forte input per far sì pensieri e risorse. Diventare mamma e nascere, fortificandola e aiutandola a che genitori, insegnanti ed educatori, papà, vivendo il passaggio che porta divenire nucleo, significa attivare risorse famigliare, si rivela fondamentale affiancare alle progettualità abbiano occasioni di confronto e dall’essere coppia al viversi come che vadano a soddisfare i bisogni ma specialistiche altre attività di formazione per meglio capire come famiglia, è un avvenimento intrinseco anche a supportare gli interessi, con un alla storia dell’essere umano e in quanto parlare, spiegare ed educare, in approccio interdisciplinare che consenta assistenza alla gravidanza ed alla genitorialità, senza dimenticare che le un’ottica preventiva di comportamenti di comprendere e affrontare le tale naturale, ma allo stesso tempo azioni veramente vitali per una potenzialmente dannosi. Il viversi caratterizzato da aspettative, impegnative sfide del nostro prevenzione efficace, una crescita preoccupazioni, speranze, paure e gioie. “Tutto troppo presto”, come recita il tempo,dando il via a sinergie e sana del bimbo e la tranquillità dei titolo di un’opera di Alberto Pellai, noto collaborazioni fra mondo educativo, E sono proprio queste implicazioni genitori sono spesso azioni legate a medico e psicoterapeuta dell’età psicologiche ed emotive che richiedono sociale e sanitario. Questo nella buone pratiche, naturali, istintivamente evolutiva, risulta ora più che mai una un maggior impegno, tradotto nella convinzione sempre più crescente che facili e “a costo zero”, che trovano poi questione attuale, in quanto i ragazzi possibilità di accedere ad una rete di la promozione del benessere famigliare subiscono sempre più pressioni che li sia un obiettivo prioritario, in ragione dei conferma nelle evidenze scientifiche. servizi che ne supportino il naturale spingono a volere tutto e subito. divenire. In questo contesto in cui riflessi positivi che è in grado di di Elisa Vender L’esigenza si traduce nel rispondere al risulta particolarmente sentita la bisogno, sempre più urgente, di questione del Percorso Nascita nelle www.conmetepuoi.it - info@conmetepuoi.it - facebook/conMeTepuoi

Diventare mamma e papà


Attualità

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Sono i primi anni ‘80 quando la ramificazione tionese dell’associazione prende possesso dello stabile che da allora continuerà ad ospitarla fino ai giorni nostri, e da lì non si muove più: l’ubicazione è perfetta, piacevole, al centro del paese, ampia per ospitare i giovani con bisogni speciali dei quali l’associazione si occupa e con un bel giardino. All’intuizione e dalla generosità di Leonia Piovanelli, si aggiunge poi quella di Roberta Pellegrini e l’associazione, che era arrivata in Trentino nel 1965 sostenuta dalla determinazione di alcuni genitori e in Giudicarie nel 1976, negli anni cresce e si dota di personale professionale – psicologi, pedagogisti e coordinatori - per la cura dei suoi utenti e arrivare a proporre i progetti individuali e personalizzati di oggi. Furono 14, già nell’anno di fondazione, i ragazzi con disabilità inseriti nel centro tionese, a conferma di quanto fosse necessario un luogo di ritrovo con finalità educative per la vallata. Oggi la Fondazione Leonia Piovanelli e Roberta Pellegrini offre un servizio socio-educativo a 25 ragazzi con disabilità e un servizio residenziale a 10 persone prive del

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Dagli anni ottanta a fianco dei ragazzi con disabilità

Trent’anni di Anffas a Tione di Denise Rocca E sono trent’anni. Trent’anni di Fondazione Leonia Piovanelli, che prende il nome dalla benefattrice che affidò i suoi beni ai saggi del paese perché fosse dedicato al benessere collettivo della comunità. Una rosa blu, fiore raro e prezioso che indica la persona con disabilità, con il bocciolo rivolto

verso il basso per indicare una condizione di vita non sempre semplice, supportato da un tutore che sostiene lo stelo, metafora della forza delle famiglie che si danno reciproco sostegno, e racchiuso in un riquadro che rappresenta l’unità dell’associazione è il simbolo di Anffas.

nucleo famigliare o con genitori anziani. Con determinazione, nel corso di questi anni i presidenti Tasin – il primo – poi Simoni, Rossaro e l’attuale Battocchi hanno portato avanti le istanze dell’associazione con accanto la figura, importantissima, del genitore responsabile: proprio in questa figura il passaggio di consegne più recente, quello fra Frida Rossaro, da pochi mesi vicepresidente di Anfass trentino - “Ma ho sempre uno sguardo attento ai centri di periferia” assicura - a Claudia Morelli. Una famiglia molto ampia quella di Anfass, i

numeri sono altissimi in trentino: 745 le persone con disabilità seguite nei centri dell’associazione, dalla culla alla terza età, 449 i soci, 540 i collaboratori dei diversi ambiti di assistenza, 39 le sedi operative distribuite sul territorio provinciale, 1 milione e 800mila le ore annue di attività educative, riabilitative e di assistenza, 444 volontari per circa 28mila ore di impegno gratuito. In questo momento e per l’immediato futuro la Fondazione Leonia Piovanelli e Roberta Pellegrini è molto impegnata nel sogno di realizzare una seconda casa - che dovrebbe essere concretizzata a breve, confidano in associazione - sempre nel capoluogo giudicariese di Tione, sulla proprietà del giardino della Fondazione, destinata ad ospitare i ragazzi più gravi.

L’associazione di volontariato ha festeggiato il traguardo del decennio

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Tempo di festeggiamenti per la Croce Rossa Valle del Chiese che, nelle settimane scorse, ha tagliato il traguardo dei dieci anni di vita. Quest’anno l’ormai tradizionale annuale festa, tenutasi presso il rinnovato “Borel Hotel” di Pieve di Bono-Prezzo, ha avuto appunto un sapore diverso. Numerosi i partecipanti alla serata tra cui il nuovo presidente del comitato della Croce Rossa di Trento Claudio Spadaro, il coordinatore della sezione di valle Ettore Fornasari, il sindaco di Borgo Chiese Claudio Pucci ed una delegazione della Croce Rossa dell’Altogarda con cui la Croce Rossa della Valle del Chiese si trova spesso a collaborare. Nel corso dell’incontro il presidente Spadaro ha voluto esprimere la propria soddisfazione per la vitalità di azioni e l’unione riscontrata tra gli aderenti della locale sezione e la propria gratitudine verso tutti i volontari dell’associazione. Il sindaco Pucci, da parte sua ha ribadito di sentire come un onore quello di potere fornire una sede nel proprio comune all’associazione, ringraziando per il prezioso servizio che riesce a dispensare in tutto il territorio locale. Nel corso dell’incontro c’è stata anche l’occasione di premiare i soci anziani Elio Penasa, Celeste Gnosini e Manuela Pellegrini, che con generosità hanno pre-

stato la loro opera a favore di quanti erano nel bisogno. Il Comitato Provinciale di Trento, ha inoltre spiegato Spadaro, di cui fa parte anche la sezione della Valle del Chiese, assieme a quello della Val di Fassa e degli Altipiani, copre con il proprio servizio tutto il territorio trentino e attualmente conta 18 gruppi per un totale di più di duemila volontari. E molti sono gli ambiti in cui opera: quello sanitario, in cui rientrano molti servizi come quello sull’ambulanza ed a sostegno delle società sportive. Inoltre è disponibile in caso d’emergenza in collaborazione con la protezione civile. “Sono servizi in cui si richiede molto al volontario in termini di tempo e di energie. Ad esso si chiede di pensare al proprio servizio ponendosi la domanda: ‘Se si trattasse di un nostro parente quello che stiamo facendo sarebbe quello che vorremmo’?” ha sottolineato inoltre Spadaro nell’intento di far comprendere il livello di professionalità e coinvolgimento richiesto ai volontari della Croce rossa. Per meglio distribuire quindi il carico delle attività sui propri membri periodicamente la Croce Rossa della Valle del Chiese ha organizzato dei corsi di formazione per nuovi volontari che sono partiti proprio nelle settimane scorse. Marco Maestri


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Rubrica Legale

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Amministrazione di sostegno, uno strumento flessibile L’istituto giuridico consente una tutela delle situazioni di incapacità, anche temporanee Buongiorno, l’amministrazione di sostegno è uno strumento giuridico di protezione finalizzato a tutelare chiunque si trovi in condizioni di difficoltà psico fisica e ridotta capacità di autonomia. È il caso di sua madre: pur mantenendo buone capacità di relazione e di comprensione della sua situazione, non è più del tutto autosufficiente e abbisogna di qualcuno che si prenda cura di lei e provveda a compiere le azioni necessarie per la gestione dei suoi beni. La condizione necessaria per l’amministrazione di sostegno è che la persona interessata sia in grado di esprimere i propri bisogni, le proprie aspettative e aspirazioni al punto che il Giudice Tutelare e l’Amministratore non possono prescindere da esse: diversamente si dovrebbe pensare ad un procedimento di interdizione. È possibile che la domanda venga proposta al Giudice Tutelare direttamente dal beneficiario, oppure dal coniuge, dal convivente, da un parente sino al quarto grado o da affini sino al secondo grado. La medesima facoltà è riservata, al di fuori del nucleo familiare, anche al

Buongiorno Avvocato, purtroppo mia madre sta “perdendo colpi”! L’età avanza ed inizia a non essere più in grado di attendere alle normali cose quotidiane. Ho sentito più volte parlare tutore, curatore, PM oppure dai responsabili dei servizi socio sanitari. Si ricorre al Giudice Tutelare depositando un ricorso che deve essere più completo possibile per consentire al Giudice di provvedere in maniera puntuale e tempestiva: è necessario, infatti, dettagliare le residue capacità del beneficiario e, in particolare, le azioni che può svolgere in autonomia (es. gestione di piccole somme di denaro), quelle che è in grado di compiere con l’assistenza dell’Amministratore (es.

se vuole essere ricoverato presso una struttura di lungo degenza), quelle che non è in grado di compiere da solo (es. gestione di beni di proprietà, apertura e gestione di conto corrente, ecc.). Il Giudice Tutelare, successivamente convoca e sente il ricorrente, può sentire il beneficiario, i componenti il nucleo familiare ed eventuali altri soggetti coinvolti ed indicati in ricorso ed entro 60 giorni dalla data di presentazione del ricorso nomina, con decreto

della figura dell’amministratore di sostegno ma non so come funzioni in pratica…mi può aiutare? lettera firmata motivato immediatamente esecutivo, un amministratore di sostegno che può esser sia il “candidato” indicato nel ricorso, sia persona diversa. La scelta dell’amministratore di sostegno deve avvenire con esclusivo riguardo alla cura e agli interessi della persona del beneficiario. Il Giudice, generalmente, nomina l’amministratore indicato dal beneficiario (qualora sia egli stesso a proporre il ricorso) e, ove possibile, nella scelta preferisce i parenti e

affini più stretti anche se possono essere nominate, per ragioni di opportunità, anche persone estranee o enti. I compiti a cui deve provvedere l’amministratore di sostegno sono precisati nel decreto di nomina: può avere poteri sia di assistenza del beneficiario, sia in sostituzione allo stesso. L’incarico dell’Amministratore di sostegno può essere conferito a tempo determinato o a tempo indeterminato e cessa automaticamen-

CURIOSITÀ DAL MONDO In Danimarca, incollare capovolto un francobollo con l’effige del Re è considerato tradimento.

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te con la morte del beneficiario. In caso di gravi impedimenti segnalati al Giudice Tutelare, quest’ultimo provvede ad una nuova nomina. L’incarico è gratuito ma, in alcuni casi, in presenza di patrimoni consistenti o con difficoltà di amministrazione, il Giudice Tutelare può riconoscere all’Amministratore un’indennità. Per approfondire o per fissare un colloquio su questo o su altri temi l’avv. Mattia Gottardi riceve presso il suo Studio in Tione di Trento, via N. Sauro n. 2, previo appuntamento, chiamando il numero 0465/324667 oppure 349/2213536 o scrivendo all’indirizzo mgottardi1@yahoo.it


L’associazione

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Grazie al Gruppo Cantabont

il gruppo Cantabont

“Ho cominciato a suonare fin da ragazzo e la mia vita l’ho sempre dedicata alla musica. Cinque anni fa ho sentito il bisogno di condividere questa mia passione con amici e conoscenti del mio paese” dice Renato, “ negli ultimi anni ho notato la scomparsa dalla nostra comunità del canto popolare folkloristico, per capire quello che ballavano e cantavano i nostri padri e nonni nelle osterie. Molte le proposte di qualità da cori di montagna ben organizzati e tecnicamente di ottimo livello, ma quasi assenti le realtà popolari tradizionali e l’allegria delle compagnie che una volta si radunavano nelle stalle, nelle taverne e nei luoghi di ritrovo più vari. Ho notato che anche adesso, questo genere musicale è ancora molto radicato nel sociale delle nostre valli, bastano alcune persone che cantano per strappare ancora sorrisi e partecipazione quasi come ci fosse nel nostro dna

La musica popolare rivive a Bondo

Siamo a Bondo nel gennaio del 2011. Siamo con un grande appassionato di musica da sempre Renato Ghezzi, già musicista come maestro e fondatore della Corale San Barnal’allegria e la spensieratezza dei tempi passati...” Renato è una valanga di idee e progetti, ci accoglie nella sua casa di Pra de Bont tra spartiti e fisarmoniche, e ci racconta che in breve tempo ha raccolto intorno a lui gli amici di sempre, ma non solo, anche ragazzi del paese dal “canto facile”. “Abbiamo cominciato in quattro o cinque a casa mia, si è imbastito un programmino breve ma efficace scegliendo pezzi storici d’effetto come Piemontesina, Marina, Cara Rosina ecc.. Alcune canzoni tramandate oralmente non avevano praticamente testo.” intanto sul tavolo si ammucchiano fotografie di feste e manifestazioni dove un nutrito gruppo di persone con tanto di divisa si esibiscono sui palchi più disparati, dalle case di ri-

poso alle sagre paesane. “Il gruppo si è pian piano ingrandito ed ora è formato da diciassette componenti, tra i quali due chitarre, una fisarmonica, due armoniche a bocca, un cembalo. Ci esibiamo dove la nostra presenza è richiesta, soprattutto dove il bisogno di allegria e spensieratezza fa spesso la differenza. Quindi in tutte le case di riposo delle nostre valli e non solo siamo particolarmente presenti ed apprezzati, il tutto naturalmente senza nessun compenso economico. Per noi vedere i sorrisi, l’entusiasmo, la gioia del ricordo è lo stimolo che ci gratifica e ci da la carica. Il canto di oggi come di allora è un mezzo di comunicazione, di partecipazione, come dire... io sono, esisto, perché sono qui e canto con voi...” Ma Cantabont non ha solo,

ba fin dagli anni settanta, esponente della musica da ballo con il gruppo di liscio Miraggio nei momenti d’oro delle orchestre da piazza nelle nostre vallate. come si usa dire ora, una mission sociale volontaristica ma si occupa anche di una ricerca minuziosa di musiche e temi antichi, una riscoperta culturale e folkloristica di armonie, di canti orali ormai scomparsi e la riarmonizzazione di vecchi stornelli tipici della tradizione trentina e non solo. I canti sono poi riproposti con entusiasmo anche nelle numerose sagre e rievocazioni storiche come per esempio la Festa della Ciuìga di San Lorenzo in Banale, il Come Eravamo a Bocenago, la Festa del Canederlo a Vigo Rendena, il Tasta e Gusta di Bondo La festa della Musica a Ledro ed altre manifestazioni analoghe dove il gruppo viene richiesto di anno in anno. “Altri componenti di vari paesi confinanti si sono aggiunti al

primo gruppo di Bondo” dice ancora Renato. “formando un sodalizio ben consolidato, facciamo prove tutti i venerdì sera e cerchiamo di preparare un programma più adatto per il tipo di manifestazione a cui siamo invitati. Per il futuro siamo sempre alla ricerca di nuovi elementi soprattutto maschili, per mantenere il giusto equilibrio nelle voci, ma anche di nuovi musicisti con qualche strumento in più. “ Renato ci saluta cordialmente invitandoci alle numerose manifestazioni dove il Cantabont si esibisce però a patto che cantiamo con loro, perché come ci dice il maestro non c’è divertimento se non c’è partecipazione . “Grande impegno in questo periodo è stato dedicato all’incisione del nostro primo CD musicale, dal titolo

AMICI… CANTI e PAROLE, un lavoro impegnativo che è stato anche un pretesto per lavorare insieme, una raccolta di canzoni e armonie che speriamo vengano ascoltate ed apprezzate dalla nostra gente. Come maestro del gruppo mi sento di ringraziare chi mi aiuta e mi sostiene come il presidente Damiano Molinari, le instancabili segretarie Flavia Monfredini e Miriam Amistadi ed il tecnico del gruppo Loris Ghezzi. Colgo l’occasione per ringraziare anche tutti i miei coristi e musicisti. Senza di loro, ma sopraytutto senza il loro entusiasmo , non avremmo mai raggiunto questi obbiettivi. Un grazie anche al Comune di Bondo per la gentile concessione della sala prove ed ai vari sostenitori che ci hanno capito e che ci sostengono anche moralmente” Alberto Masè

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DICEMBRE 2016 A Madonna di Campiglio-Pinzolo, meeting con tutti i comitati del Vertical Up Tour

Vert Confermate due tappe sulla Tulot Audi Quattro: 28 gennaio 2017 e 20 gennaio 2018

Un momento della Vertical Up 2016

I giov Eleonora Bonafini, Mauro F


Sport

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Il 22 dicembre va in scena la 3Tre

ACampiglio la notte del grande sci Una 63a edizione ricca di storia e di significati, con il cinquantenario di Coppa del Mondo e i 40 anni del podio della Valanga Azzurra. La sfida dei fenomeni dello slalom in uno Ski Stadium ingrandito e rinnovato Ad accogliere questa 63a edizione sarà uno “Ski Stadium” rinnovato e ampliato: i lavori nella stagione estiva hanno infatti ingrandito l’area parterre, e portato ad oltre mille posti la Tribuna 3Tre. Lo slalom notturno di Madonna di Campiglio punta a superare le 16.000 presenze dell’anno passato, e per farlo ha puntato anche quest’anno sul “3Tre Tour”, il giro d’Italia promozionale che ha portato la 3Tre su grandi piazze come Roma e Milano e in diverse location in tutto il Trentino. Non sarà un’edizione qualsiasi anche per via di due importanti e affascinanti ricorrenze. La prima riguarda la Coppa del Mondo FIS, che festeggia i suoi primi 50 anni di storia proprio in questa stagione: Madonna di Campiglio fece parte del principale circuito mondiale già in quel 1966/67, quando ad imporsi fu il francese Guy Perillat.

L’evento è di quelli attesi un’intera stagione. Per il Trentino e per tutto lo sci italiano, la 3Tre di Madonna di Campiglio è come una religione che da oltre 60 anni si tramanda di generazione in generazione. E sarà così anche giovedì 22

dicembre, quando i grandi interpreti dei “rapid gates” si sfideranno sul pendio del Canalone Miramonti con l’obiettivo di aggiudicarsi lo slalom speciale notturno di Coppa del Mondo.

Ma non solo: quarant’anni fa, il 19 dicembre 1976, la “Valanga Azzurra” scriveva una delle sue pagine più belle e importanti, occupando i tre gradini del podio della 3Tre. A trionfare sul Canalone Miramonti fu il compianto Fausto Radici, davanti a Piero Gros e Gustav Thoeni. Se l’exploit della Valanga Azzurra rimarrà probabilmente irripetibile, la “Perla delle Dolomiti” spera di tornare ad emozionarsi per le imprese di un atleta di casa a undici anni dall’ultima volta. Il trentino Stefano Gross, l’esperto Manfred Moelgg, terzo classificato nel primo slalom stagionale a Levi (Finlandia) e Giuliano Razzoli, quarto lo scorso anno e in cerca di rivalsa dopo un grave infortunio al ginocchio, sono i tre principali indiziati per strappare a Giorgio Rocca

L’arrivo della 3Tre - Pentaphoto

3trecampiglio.it

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la palma di ultimo vincitore italiano sul Canalone Miramonti, reso ancora più insidioso e selettivo dall’inserimento di un cambio di pendenza nel tratto finale. Ancora una volta, però, i favori del pronostico sono per le grandi stelle straniere: dal vincitore della passata edizione, il norvegese Henrik Kristoffersen, al tedesco Felix Neureuther, campione nel 2014, passando per il fenomeno austriaco Marcel Hirscher, dominatore a Levi. Il programma della 3Tre 2016 si aprirà mercoledì 21 dicembre, quando alle 19.00 avrà luogo in Piazza Righi il sorteggio dei pettorali. Giovedì 22 dicembre i cancelli apriranno alle 16.30 in vista della prima manche, in programma alle 17.45, mentre la seconda e decisiva discesa andrà in scena a partire dalle 20.45. I biglietti per la 3Tre sono disponibili sul sito www.3trecampiglio.it e presso le biglietterie di Funivie Campiglio.


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Sport

DICEMBRE 2016 La società giudicariese è una fucina di giovani e di aggregazione sportiva

Il valore dello sport: Eurospar eASD Brenta Volley tra allenamenti e festeggiamenti L

’ASD Brenta Volley scende in piazza… e lo fa sia per celebrare i risultati di una stagione da incorniciare che l’inizio delle prime partite del 2016/2017. «Questa – ha spiegato il presidente del Brenta Volley, Stefano Parolari – per noi è stata un’ottima occasione per consolidare il gruppo e inaugurare la nuova stagione che ha preso il via qualche settimana fa». Ecco quindi che, ad ospitare l’evento è stato proprio il piazzale Eurospar che ha accolto gli atleti, le loro famiglie, gli allenatori e il direttivo. «Per quanto ci riguarda – ha sottolineato Robert Hillebrand, direttore di Aspiag Service Srl – abbiamo deciso di riconfermare il nostro appoggio a questa associazione perché sappiamo quanto sia importante investire nel territorio e nei giovani. Da sempre vogliamo essere di supporto alle famiglie e nello specifico al loro tempo libero». Un sostegno importante dunque che, come ha ribadito

Nei giorni scorsi infatti la società e uno dei suoi main sponsor, Eurospar, hanno proposto una serata all’insegna del divertimento e dello spirito di squadra che ha saputo “battere” anche la pioggia.

Investire nei giovani e nel territorio La scelta di Aspiag Service Srl a sostegno dell’AsD Brenta Volley per voce del direttore Robert Hillebrand

La prima squadra del Brenta Volley che ha militato in C

Parolari «è fondamentale per la nostra crescita, proprio per questo motivo abbiamo scelto di festeggiarlo assieme. Un supporto inoltre che è arrivato nel 2013 nel momento del bisogno e che ora è stato confermato anche per la prossima stagione. Abbiamo

chiesto una mano alla loro società e ce l’hanno dato. A nome di tutti li ringrazio e ringrazio anche gli allenatori, i genitori e ovviamente, i ragazzi per l’impegno e la loro presenza alla serata». Nove le squadre schierate in campo nei campionati del

Gli appuntamenti con il Minivolley Diffuso Un appuntamento settimanale con il Brenta Volley per coinvolgere i più piccoli e avvicinarli al mondo della pallavolo. È questo lo spirito con cui la società ha riproposto le attività del Minivolley Diffuso. ORARI E GIORNI DI ALLENAMENTO PREVISTI Under 12 - Maschile e Femminile Atleti/e coinvolti/e - Anno di nascita 2006 (dalla 5^ elementare). Allenatrice: Quarta Sabrina – Cell. 347 7492538 Allenamenti: Il Lunedì dalle 17:00 alle 18:30 presso la Palestra Scuole Superiori a Tione. Il Venerdì dalle 17:30 alle 19:30 presso la Palestra Scuole Elementari di Daré. Scuole Elementari (dal 2° al 4° anno) Allenatrice: Quarta Sabrina - Cell. 347 7492538 Allenatrice: Salvaterra Anna - Cell. 334 5057854 Allenamenti: Il Martedì dalle 18:30 alle 19:30 presso la Palestra Scuole Elementari di Caderzone. Il Mercoledì dalle 18:30 alle 19:30 presso la Palestra Scuole Superiori di Tione. Il Giovedì dalle 17:00 alle 18:00 presso la Palestra Scuole Elementari di Zuclo. Il Venerdì dalle 16:30 alle 17:30 presso la Palestra Scuole Elementari di Daré. Per favorire la massima partecipazione, indipendentemente dalla zona di provenienza e sulla base degli impegni in essere, è data possibilità di iscriversi e partecipare anche a più corsi settimanalmente. Periodicamente poi, tutti i partecipanti ai singoli corsi, si troveranno assieme in momenti di tornei e di animazione sportiva. Per le iscrizioni ci si può presentare nelle palestre agli orari sopra indicati, oppure visitare il sito internet www.brentavolley.it alla pagina documenti–iscrizioni.

2016/2017 tra cui quella che, grazie alle vittorie del 2015/2016, ha fatto il suo esordio in C giocando la sua prima partita in casa lo scorso 26 novembre. Anche se tra le parole d’ordine ci sono allenamento e preparazione, il Brenta Volley non si concentra solo su questo. «Una delle qualità importanti di questa associazione – ha commentato l’assessore allo sport del comune, Roberto Zamboni – oltre al fatto di coinvolgere circa 200 atleti, è che fa giocare e crescere tutti, senza fermarsi solo ai risultati ottenuti in partita». Un’occasione inoltre per annunciare una novità dal punto di “logistico”: «nei prossimi giorni – ha concluso il presidente Parolari – ci verrà consegnato il nuovo pullmino, che abbiamo potuto acquistare grazie al contributo del Bim».

Il direttore Robert Hillebrand.

Direttore, da quanto e perché avete scelto di investire in questa società? «Abbiamo iniziato questa sponsorizzazione tre anni fa perché volevamo investire nel territorio ed in particolare nei giovani. Questo perché sono proprio le famiglie ad utilizzare i nostri servizi e in questo modo sentiamo di

essere più vicini a loro e di poterli sostenere sia con una politica di prezzi competitiva che con interventi di questo tipo». Per voi quindi il collegamento con il territorio è un valore importante, giusto? «Certo, un esempio di questa politica è proprio che cerchiamo di avere collaboratori e dipendenti del posto. Questo ci permette di essere dei partner per il territorio. Lo abbiamo fatto anche per scelte importanti, come quando abbiamo deciso di investire in questo nuovo punto vendita curato dall’ingegner Massimo Dalbon». Come vedete i risultati raggiunti nella scorsa stagione dal Brenta Volley? «Logicamente fa sempre piacere vincere, ma indipendentemente da questo quello che ci interessa di più è poter essere di supporto alle famiglie e al loro tempo libero».


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Attualità

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L’unione fa la forza Far parte del nostro Gruppo significa condividere un’idea di fare azienda che vede il cliente al centro delle nostre attenzioni e ci spinge a crescere e migliorarci giorno dopo giorno Lavorare in Team significa mettere a fattor comune le competenze, motivazioni ed obbiettivi di un gruppo di lavoro che devono convergere verso un unico scopo: la soddisfazione del Cliente. Gruppo Mazzini srl, società di servizi che da oltre trent’anni offre competenza e Abbiamo già conosciuto il Gruppo nelle due pubblicazioni precedenti e ricordiamo che la società segue tutti i casi di decesso e gravi lesioni causati da incidenti stradali, sciagure aeree e navali, responsabilità medica, inquinamento e pubblica amministrazione, protetti da polizze infortuni e/o vita, conti correnti, finanziamenti e mutui, accaduti negli ultimi dodici anni risarciti parzialmente e/o non risarciti. “Un’azienda diventa e rimane leader solo tramite l’innovazione” sostiene il Presidente Davide Munaro “Imitare non ci interessa. Ascolta attentamente di cosa necessitano i clienti e poi rispondi con nuovi servizi che soddisfano o meglio anticipano le loro esigenze”. Per questo Gruppo Mazzini investe nel continuo rinnovamento, certo che la scienza e la tecnologia siano chiamate sempre più a soddisfare le esigenze e i bisogni dei nostri clienti, grazie a consulenti adeguatamente preparati sia nella tecnica sia nella comunicazione. L’Area Formazione di Gruppo Mazzini, propone infatti ai nostri Consulenti percorsi formativi personalizzati, necessari per gestire le complessità dei casi, affinando le capacità umane, tecniche, emotive e relazionali, al fine di dirigere le varie aree di intervento con strategia e controllo verso la soluzione del caso in esame. In questo modo il Consulente GRUPPO MAZZINI, riesce ad avere una visione completa di ogni tipo di scenario che il mercato gli sottopone per intervenire nell’immediatezza con lucidità, competenza, trasparenza e responsabilità. Infine con il programma Zero Spese, il cliente è protetto dalla garanzia che sosterrà dei costi solo ed esclusivamente alla soluzione dei problemi. Noi ci siamo, metteteci alla prova!! Le nostre sedi di zona: Gruppo Mazzini Arco TEL 0464.516031 CELL. 392.9550115 FAX 0464.515778 Gruppo Mazzini Porte di Rendena - Villa Rendena CELL. 349.0956560

professionalità ai propri clienti, da sempre crede nelle necessità di rendere accessibili a tutti i servizi riservati a pochi, mettendo a disposizione il professionista giusto per ogni esigenza, professionista che collabora in sinergia con tutti gli altri membri del Team, per offrire una consulenza puntuale e completa.

Alessandro Franzoni Edoardo D’Amico, Tommaso Zanella


Memoria

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Dopo gli entusiasmi iniziali i lunghi combattimenti di posizione minano gli animi dei soldati al fronte

Questa guerra che “non piace più...” Il fronte giudicariese, dall’autunno 1916, si bloccò completamente. Frustrazione e insofferenza non ci misero molto ad impadronirsi dei cuori e delle menti dei soldati, soprattutto se paragonate a tutte le fanfare propagandiste al suono delle quali molti di loro avevano firmato l’arruolamento. La Grande Guerra non fu una guerra di tipo ottocentesco, una guerra che anche i provenienti dalle classi sociali più umili conoscevano, fatta da movimento, azione, velocità, che trasudava da ogni dove eroismo, anche nella morte. E invece, ora, l’eroismo non si trova più. Non più combattimenti in grande stile: la morte, grazie ad artiglierie e armi di precisione, può arrivare in qualsiasi momento e da lontano, senza vedere il proprio avversario. Si muore di malattie, per le proibitive condizioni meteorologiche e per le ancor più proibitive condizioni igieniche, spesso senza aver mai sparato un colpo. Si muore per le trappole seminate dal nemico, magari andandosene a spasso nelle retrovie. Ci si accorge che la vita e la morte in guerra non hanno i connotati retorici eroici coi quali i giovani soldati erano stati opportunamente educati nelle scuole militari e durante gli addestramenti. E così il morale e l’atteggiamento della truppa inizia a mutare. Un ottimo metro di giudizio per osservare questa disillusione sono i diari personali dei soldati impegnati in Giudicarie. Scrive con amaro sarcasmo il soldato Giulio Mazzera nel suo diario, già il 18 giugno 1915, osservando i rinforzi provenienti dalle file di volontari: “Stamattina sono arrivati al nostro

di Aldo Gottardi Le speranze italiane di un veloce sfondamento delle linee austriache e della conseguente occupazione di Vienna svanirono molto velocemente e tutto il fronte italoaustriaco, dalla Svizzera all’Istria, si bloccò in una estenuante guerra di posizione. Ancora di più sul fronte trentino, dove fin da subito l’Alto Comando italiano non ebbe previsto azioni in grande stile, ma solo il contenimento di Reggimento 225 volontari di Parma. Dirò più avanti se saranno sempre entusiasti della guerra.” Più salace e ancor più esplicito, il cappellano militare Don Primo Discacciati, di stanza a Storo, nel suo diario più volte da voce al malumore dei soldati. Un malumore al quale spesso e volentieri si aggrega. Scrive il 20 settembre 1917, riguardo a una manifestazione interventista che si stava svolgendo a Milano in quei giorni: “Settembre. Chissà che entusiasmo a Milano e quanti evviva alla Guerra! Il Corriere certamente ne andrà in giuggiole. I soldati augurano che cento aeroplani nemici vadino a bombardare la folla tanto per renderla più intimamente partecipe di quanto si prova alla fronte!” In entrambi i casi parole dure e pericolose, passibili di disfattismo e perseguibili giudiziariamente anche con pene severissime. E ancor più severe sarebbero state se episodi di fraternizzazione o contatti col nemico fossero stati attuati. Eppure, in certi casi, anche in divisa ci si ricordava di essere comunque persone dotate di sentimenti e umanità, al di là di ordini e imposizioni. Dal diario di Don Primo Discacciati del 17 aprile 1916: “E’ portato all’Ospedaletto un alpino ferito a una coscia da un frammento di granata. Proviene da Biacesa e narra cose curiose. Vivono in buona armonia con le vedette

austriache, le quali lanciano sassi sui loro ricoveri quando le bombarde stanno per iniziare il fuoco: quattro o cinque colpi ogni giorno. I nostri raramente colpiscono. Avevano fatto una piccola teleferica: i nostri mandavano pane agli austriaci, questi rimandavano liquori. Un capitano delle nostre guardie di finanza scoprì il gioco e lo fece cessare. Gli austriaci se la legarono al dito: domandarono la ragione della sospensione e saputo del capitano lo tennero d’occhio

eventuali contrattacchi austro-ungarici verso la pianura veneta e lombarda. Il tentativo del Generale Cavaciocchi di aggirare le difese fortificate di confine nemiche passando dal ghiacciaio dell’Adamello, evidentemente più facile sulla carta che nella pratica, approdò anch’esso in una assurda guerra di trincea sulle creste delle più alte montagne.

per qualche giorno, finché non riuscirono a scoprirlo mentre usciva dal suo baracchino e con una fucilata lo mandarono al Creatore. Se non ci fosse stato un tacito accordo in quel punto i nostri non potrebbero rimanervi più di un’ora sola: gli Austriaci sono in cima alle rocce, i nostri sotto, a meno di duecento metri, riparati da pochi sacchetti di terra.” Una guerra non più sentita o percepita dai soldati semplici, che iniziano a rifiutarla, anche a costo del tribunale militare. E anche da parte austriaca l’insofferenza e il rifiuto verso le dure condizioni di vita si manifestavano spesso. Scriveva lo Standschuetze Oswald Kaufmann nel suo diario dal fronte della Val Genova, nell’estate del 1918: “Dopo poco tempo, la mia compagnia si ribellò. E così invece di portare su alle prime linee le munizioni, qualche volta le abbiamo interrate nel bosco o sotto un sasso e li potrebbero trovarsi ancora oggi. Certo, non era facile giustificare un ritorno anticipato, ma siamo sempre riusciti ad infilarci di nascosto nelle nostre baracche, senza farci sentire dai nostri impomatati ufficiali e sottoufficiali”.

Manifestazione interventista nel 1917


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Centenario Grande Guerra

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Indagini meteorologiche dimostrano che l’inverno 1916/17 fu il più rigido e ricco di precipitazioni nevose degli ultimi decenni; la strada dello Stelvio restò sepolta da 10 metri di neve e più. / La lotta contro il maltempo, le tormente e il freddo e gli assideramenti diventò più importante della stessa lotta contro il nemico; i soldati erano impegnati allo spasimo a difendersi dalla neve. / Le valanghe fecero strage tra i soldati di tutti gli schieramenti che dovevano tenere le posizioni tra quelli che li dovevano rifornire passando coi muli per sentieri incredibili. / Il 13 dicembre una sola enorme valanga sulla Marmolada spazzò via 300 militari austriaci. / Migliaia i morti dalle valanghe tra il novembre e il dicembre 1916. / È vero: l’inverno 1916/17 è stato tosto sul Norditalia, ma viene spesso dimenticato quando si parla dei “Grandi Inverni” del passato. / Profonde depressioni a dicembre del ’16 sull’Europa Centrale e nel Sud-ovest sulle Alpi». Questo triste argomento dell’inverno terribile e disastroso e di infiniti disagi ci accompagnerà ancora durante i mesi che ci porteranno alla primavera del 1917; qui, ora, non ci rimane che continuare la sanguinosa sequenza degli avvenimenti iniziati nel luglio 1914 e che finiranno soltanto nel novembre 1918: un cammino di altri venti mesi! «1 dicembre 1916 - Fronte dei Balcani. Il generale Mackensen, alla testa delle truppe tedesche, entra a Bucarest. Il 25 novembre il governo romeno si è trasferito più a nord, a Iasi. / Londra. Downing Street via Asquith, arriva Lloyd George. Le critiche alla sua gestione della guerra hanno spinto il primo ministro britannico Herbert H. Asquith alle dimissioni. Gli succede il ministro della Guerra, David Lloyd George, anch’egli liberale, ritenuto l’uomo più adatto per condurre con energia la guerra. Al ministero della Guerra gli succede Lord Edward Derby, già direttore generale del reclutamento e sottosegretario alla Guerra. Il nuovo

Guerra 1914-18 mese per mese - Dicembre 1916

Un illusorio lampeggiar di “Pace” non frena le carneficine di Mario Antolini Muson Col mese di dicembre 1916 inizia da vita che le truppe hanno quello che nei documenti viene risubito nel corso dell’invercordato come “il tremendo inverno 1916/17”. Qui non se no 1916/17: interi battaglioni dispersi nelle tormente del ne riportano che brevi accenni: «Leggendo della grande Pasubio, gallerie scavate in metri di neve, valanghe, batguerra si rimane affascinati dai racconti della tremen- taglie rinviate in giugno per neve e fango. governo ha l’appoggio dei conservatori e di una parte dei liberali e dei laburisti. 3 dicembre - Vittoria degli imperi centrali nella battaglia di Bucarest; le forze romene iniziano una ritirata generale alla volta della Moldavia. 6 dicembre - La capitale romena Bucarest è occupata dagli imperi centrali. 11 dicembre – Valona. A picco la corazzata italiana “Regina Margherita”. La corazzata italiana Regina Margherita urta due mine posate nella rada di Valona da un sommergibile tedesco e cola a picco. Muoiono 678 uomini tra i quali il comandante, il capitano di vascello Giovanni Bozzo Gravina. 12 dicembre – Berlino. Il cancelliere tedesco propone un negoziato di pace. In un discorso al Reichstag il cancelliere tedesco Theobald von Bethmann Hollweg propone di avviare negoziati di pace con l’Intesa in un paese neutrale. / Parigi. Il generale Robert Nivelle nominato comandante delle forze francesi nel nord e nel nord-est del paese. 13 dicembre - Robert Nivelle sostituisce Joseph Joffre come comandante in capo dell’esercito francese. 18 dicembre - Fronte occidentale. Si conclude a Verdun la più grande battaglia della guerra. Anche la battaglia di Verdun, comincia-

ta il 21 febbraio per volere del capo di stato maggiore Erich von Falkenhayn, si conclude con un nulla di fatto. Negli ultimi tre giorni una massiccia offensiva ordinata dal nuovo comandante dei forti di Verdun, generale Charles Mangin, ha fatto guadagnare ai Francesi, che hanno anche catturato undicimila soldati nemici e 115 cannoni pesanti, gran parte del terreno perduto dall’inizio dell’offensiva tedesca. Del resto, Hindenburg ha spostato il suo obiettivo sulla Somme. Il cattivo esito della battaglia di Verdun è costato il posto a Falkenhayn, che dal 21 agosto non è più capo di stato maggiore. Lo ha sostituito Hindenburg. Simbolo della resistenza e dei sacrifici della Francia, Verdun fu la più grande battaglia della guerra, con circa 270.000 morti francesi e 240.000 tedeschi (contando feriti, malati e prigionieri ci si avvicina al milione di perdite da entrambe le parti); divenne il simbolo della resistenza e della vittoria della Francia, ma anche dei suoi spaventosi sacrifici. / Washington. Wilson rilancia il suo invito per un tavolo della pace. Il presidente americano Wilson accelera sulla sua proposta per trovare una soluzione al conflitto e chiede a ciascuna delle nazioni belligeranti di formulare le proprie condizioni per

Augura����������������� � ����� ���������������������������������� alla al Spettabile clientela Buon Natale e un Felice Anno Nuovo ... ����������������� � ����� ���������������������������������� ��������� �������� ��������� �������� � �� ��� ��!"!�!��� #��� � � �� ��� ��!"!�!��� #��� � $�% ��� ��������&�������'$�(���$����������$����)$�������

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La Campagna di Romania

la pace. Non si offre come mediatore ma si dice disponibile se necessario. Nel documento scrive fra l’altro che “gli Stati Uniti sono troppo orgogliosi per combattere”: una frase che irrita i governi, in guerra ormai da più di due anni. / Roma. L’Italia non crede alla proposta di pace tedesca. Il Parlamento italiano discute della proposta di pace tedesca. Aperture del socialista Turati, che ritiene sincera la richiesta del cancelliere Bethmann Hollweg, date le gravissime difficoltà in cui si trova la Germania. Altri la ritengono falsa e insidiosa. Cauto il governo: in Aula parla il ministro degli Esteri Sonnino, che avverte: non c’è un’iniziativa di pace con condizioni specifiche, ma solo una proposta generica di aprire negoziati. In più “il tono di vanteria e d’insincerità che caratterizza il proemio delle note nemiche non ispira certo alcuna fiducia che quelle tali misteriose condizioni di pace rispondano ai postulati richiesti”. Sonnino chiede che la Camera anziché esprimersi sulla proposta tedesca, con il rischio di manifestare anche una minima discrepanza dalla linea comune degli Alleati, dia al governo la forza e autorità occorrente per adoperarsi con massima efficacia per il trionfo della santa causa comune. La Camera approva la fiducia al governo con 352 voti contro 41 e 3 astenuti.

19 dicembre - Si conclude la battaglia di Verdun. I Francesi riconquistano una parte del terreno catturato dai Tedeschi prima di fermare la loro ormai inutile controffensiva, durata quasi dieci mesi. 21 dicembre - Londra. Il premier Lloyd George respinge la nota del presidente americano Wilson: «Riponiamo la nostra fiducia in un esercito imbattuto più che in una fede infranta». 22 dicembre - Roma. Fiducia rinnovata al governo Boselli. Il governo ottiene la fiducia anche del Senato: voto unanime dai 113 senatori presenti. Prima del voto è intervenuto il presidente del Consiglio Boselli: «Questo è un momento in cui bisogna avvalorare tutte le energie; e noi procureremo di farlo, dando tutta la nostra mente, tutte le nostre forze, tutto il nostro volere al supremo intento di quest’ora, all’intento della vittoria». / Potsdam (Germania). Il Kaiser Guglielmo II respinge la nota di Wilson: «Se vuole davvero la fine della guerra, il presidente americano non deve far altro che negare ai pirati inglesi crediti e munizioni». 23 dicembre - Fronte dei Balcani. Vittoria britannica nella battaglia di Magdhaba; gli Ottomani sono respinti dalla penisola del Sinai. / La disfatta della Romania. L’armata del generale Falkenhayn in Romania fa 10.000 prigionieri. La Germania, stretta dal bloc-

co navale britannico, ora ha a disposizione uno dei granai d’Europa per rifornirsi di viveri. Presi d’assalto da tre lati. I Romeni furono costretti a una completa ritirata verso la remota provincia orientale della Moldavia. La loro decisione di scendere in guerra fu disastrosa. Persero 310.000 uomini, quasi la metà come prigionieri, e quasi tutto il loro Paese. 25 dicembre - Pietrogrado. Lo zar Nicola II respinge la nota del presidente americano Wilson. 26 dicembre - Parigi. Nivelle, nuovo comandante in capo francese, vista la crescente opposizione parlamentare alla conduzione della guerra da parte del generale Joseph Joffre, il primo ministro francese Briand lo induce alle dimissioni. Joffre, pensionato, è nominato maresciallo di Francia (il primo dal 1870). Suo successore come comandante in capo è il generale Robert Nivelle. 30 dicembre - Le potenze dell’Intesa (gli Alleati) respingono ufficialmente la proposta di negoziati avanzata il 12 dicembre dal cancelliere tedesco Bethmann Hollweg. 31 dicembre - Roma. Nel 1916 oltre 58.000 italiani morti in battaglia. Nei dodici mesi di guerra del 1916 sono stati 58.630 i caduti italiani e 140.940 i feriti. / Fronte orientale. Alla fine dell’anno e del ventinovesimo mese di guerra l’esercito russo conta più di 9 milioni di uomini, quello tedesco 7 milioni, quello austriaco circa 5 milioni, il corpo di spedizione britannico quasi 1 milione 600.000». Un’altra lunga sequenza di vere e proprie “stragi” accresciute anche da una natura ostile - freddo e neve e valanghe - che si è accanita proprio su chi già si sentiva destinato a morire o per un colpo di fucile o di mitragliatrice, o sotto un bombardamento o in un letto di ospedale per le ferite riportate. Sequenze di guerra! Ed oggi - nel 2016 - continuiamo a “battagliare” gli uni contro gli altri (a tutti i livelli) ed incapaci di studiare e di imparare qualcosa di buono da ciò che è già terribilmente accaduto.


Centenario Grande Guerra Sulle stesse pagine Mognaschi annota: «L’inverno precoce si annuncia con fortissime nevicate con la conseguenza di impedire al militare di tagliare legna. D’autorità viene requisita la legna dei boschi privati intorno ai paesi. Bisognava sgomberare la massa nevosa lungo la strada erariale (statale e comunale), ma sembra che questo lavoro non sia molto gradito, per cui, come al solito, i Comuni pressati dai militari debbono intervenire. Il 17 dicembre 1916 il Capocomune di Breguzzo avvisa che tutti devono contribuire in quest’ora grave a dare alla patria mezzi e aiuto, con la clausola che alle persone femminili più abbienti è concesso di astenersi dai lavori più pesanti (tipo sgombero della neve) coll’obbligo però di versare una tassa di 4 corone al fondo dei poveri, ogni giorno che i meno abbienti devono lavorare. Tutti coloro che eventualmente si rifiutassero, verranno tosto denunciati e aggiudicati cittadini inutili e dannosi, piombando su di loro conseguenze terribili, le cui gesta potrebbero colpire il paese intero». Cose di guerra, ma avvenute proprio… a casa nostra! Commenta l’Autore: «Prosa molto efficace con buona pace per

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Dicembre 1916 - Ripercussioni in Trentino e in Giudicarie Anche in Trentino l’illusorio istante della possibile

Anche in Trentino l’illusorio istante della possibile “Pace” Invece continua la “fame” con la centellinata distruzione del poco cibo In riferimento al dicembre 1916 fra le annotazioni della stampa trentina trovo solo l’accenno alla “slavina staccatasi dalla Marmolada che seppellisce l’accampamento austriaco di Gran Poz uccidendo 300 soldati”, nonché la notizia che “Grigori J. Rasputin viene ucciso a Pietrogrado da un gruppo di aristocratici”. Invece una pagina dettagliata di quell’epoca ce l’ortografia e la grammatica, ma è la sostanza quella che conta». Nel frattempo, la penna silenziosa - ma oggi chiara voce di testimonianza - di monsignor Perli continua a vergare pagine e pagine sul suo “Diario”, sul quale, relativamente a questo mese di dicembre 1916, troviamo il suo impegno alla distribuzione delle derrate di guerra, che lo obbliga a fare la spola da Insbruck ad ogni paese delle Giudi-

carie per “distribuire” quel poco che via via viene concesso dal potere militare austroungarico. Nelle sue pagine anche l’istante illusorio della possibile ma ancora lontana “Pace”. «7 Dicembre 1916 - Finalmente, dopo più di un anno di silenzio, oggi fu suonata la nostra campana, o meglio tutte le campane ancora in vita dei nostri paesi per solennizzare la presa di Bucarest da parte dei nostri: furono suonate

la fornisce il Mognaschi - (nel suo “Bondo e Breguzzo nella grande Guerra”, ed. 1985) - riportando la storia del caporale Leone Salvini, da Villa Banale, il quale, era stato obbligato a scavarsi la fossa nella quale fu deposto dopo essere stato giustiziato come disertore, e sulla quale il 4 dicembre 1916 un abitante di Bondo piantò un alberello di noce che esiste ancora. tai il seguente specchietto ben armato di credenziali sui nostri prodotti del 1916. / Nell’elenco il primo numero indica il “paese di residenza”, il secondo numero gli “abitanti compresi i profughi”, il terzo numero “i quintali di grano, frumento e segale”, il quarto numero i “quintali di granoturco”, il quinto numero i “quintali di patate: Bocenago, ab. 552, q.li 31,71, q.li 13,86, q.li 379 - Bolbeno, ab. 411, q.li

dovunque con piacere, ma in pari tempo con diffidenza. Difatti, presto, subito dopo l’Intesa ha dichiarato di non accettare condizioni di pace finché resta in vita la Germania; anzi tale proposta, priva di specificate condizioni, fu ritenuta una manovra furbesca. / Il giorno di Santa Lucia le valanghe fecero qua e là molte vittime. Se ne staccò una su alla “Busa” di Cingledino che, riversandosi giù per il sottostante vallone,

Giornale delle Giudicarie, distribuito dalla Cooperativa Lavoro Dal 1° gennaio 2016 Poste Italiane ha sospeso la distribuzione tramite Postazone, la tariffa per la spedizione di posta non indirizzata con la quale veniva recapitato, fra gli altri, anche il Giornale delle Giudicarie in tutte le utenze del nostro territorio. Si tratta di un provvedimento che ha creato non pochi problemi per una realtà come la nostra, che basa proprio sulla capillarità e sulla copertura delle Giudicarie, uno dei motivi del suo successo, che dura da 12 anni. Questo non significa certo che il Giornale delle Giudicarie abdichi dal proprio ruolo di informazione locale porta a porta. Come avrete avuto già modo di apprezzare, cambiano, invece, le modalità di spedizione, che sono state affidate ad una cooperativa locale e che avranno comunque bisogno di un po’ di tempo per essere completamente rodate. In ogni caso il Giornale delle Giudicarie continuerà ad essere distribuito in 16.500 a tutte le utenze giudicariesi. Da gennaio il Giornale delle Giudicarie viene distribuito dalla Cooperativa sociale Lavoro, con sede in località Copera a Zuclo. Per segnalare critiche, suggerimenti, disguidi nella spedizione è possibile chiamare il numero della cooperativa: 0465-326420 oppure quello del Giornale delle Giudicarie, 0465322934, oppure via mail all’indirizzo: redazionegdg@yahoo.it.

Tregua di Natale

dalle ore 12 all’1 pomeridiane per ordine militare. Il nostro campanone pareva che, invece di festa, piangesse la perdita delle sue 4 sorelle. L’insolita voce delle campane commosse molti fino alle lacrime. In sulle prime il pubblico, che non ne sapeva il motivo, la riteneva annunzio di pace! / Quindi anche la Rumenia fu! / Il tempo continua a tribulare con acqua e neve. Le strade sono laghi di fanghiglia rimestata ogni dì dagli auti. 12 Dicembre - Oggi arrivai ad Innsbruck mandatovi da questo imperial regio Capitanato per mettere in chiaro e in sodo le nostre condizioni d’approvvigionamento che, a quanto pare dai fatti, là fuori ci credono in mezzo all’abbondanza d’ogni ben di Dio, e ci por-

70,22 q.li 60,45, q.li 153 Bondo, ab. 641, q.li 78,57, q.li …, q.li 438 - Breguzzo, ab. 640, q.li 58,68, q.li (… e così arrivando fino alla Z di Zuclo, ndr.) Quindi del grano complessivo toccano 11,9 chilogrammi per ogni abitante e delle patate 43,50 chilogrammi compresovi la quota per la semina. La Luogotenenza, accertata della realtà, ci accordò tosto sei vagoni di farine ed uno di zucchero. / Nel frattempo una straordinaria nevicata arrestò la ferrovia sul Brennero, e fui obbligato a fermarmi in Innsbruck più del bisogno. 12 dicembre - Pax? La sera del 12 del mese corrente, ad Innsbruck, il telegrafo diffuse la notizia che le “Centrali” offersero la pace alla “Intesa”. La notizia destò stupore e fu accolta

si gettò nei prati di Novàl investendovi cinque fienili asportandoli e sperdendoli, in uno dei quali trovavasi in quel momento Zamboni Carlo dottor Giambón, di qui, a mettere al sicuro un po’ di fieno. Un picchetto di soldati ricercatolo tantosto non fu possibile trovarlo. Suo figlio Giovanni è prigioniero in Russia. 28 dicembre - Uomini e donne sono obbligati dal militare a sgomberare le strade dalla neve e nettarle dal ghiaccio per renderle atte alle corse degli auti. / In Rumenia i nostri continuano l’avanzata. / Ai 16 del mese corrente si è chiuso il 4° prestito di guerra per favorire il quale si sono prestati con zelo i gendarmi ed altri. / Anche Wilson, presidente degli Stati Uniti s’interessa per la pace met-

tendo a base della stessa che ogni popolo sia libero di scegliersi quel governo e quella forma di governo che ben crede. / Alla proposta di pace fecero buon viso anche i neutrali d’Europa fuorché la Spagna, la quale dichiarò di non interessarsene perché non è ancora giunta l’ora opportuna. / L’Intesa, finora, non ha dato ancora risposta alla nota delle Centrali, ma ognuno, dopo il discorso violento di Lord Georgy, la prevede negativa». Proprio di quell’inverno 1916/17 rigido e nevoso ho trovato traccia nel diario di Oswald Kaufmann, che si trovava sul Càdria, nel Chiese, e che già ho citato nel numero precedente; scrive: «In una giornata rigida d’inverno, durante una tempesta di neve, noi stavamo giocando a carte e abbiamo sentito urlare. Abbiamo aperto un po’ la porta ma all’inizio non siamo riusciti a capire chi era in pericolo. Per Dio! Era il sottotenente Batscheider che veniva a fare un’ispezione al settore 1; stava là, immerso nella neve fino alla cintola in un posto minacciato dalle valanghe; non riusciva né ad andare avanti, né a tornare indietro; urlava come un ossesso e chiedeva aiuto. Bene! abbiamo pensato noi nascosti dietro alla porta, il diavolo non verrà certamente a prenderti; devi soffrire ancora cinque minuti e forse verrà giù una slavina e ti porterà via! Io e Albert siamo ritornati a giocare a carte ed abbiamo lasciato quel povero disgraziato a dibattersi nella neve; maltrattare quell’animale ha procurato a me e ad Albert un grande piacere. Alla fine, però, abbiamo deciso di andarlo a prendere; siamo usciti e abbiamo fatto finta di vederlo solo allora e con corde e assi ci siamo dati da fare come se stessimo per salvare la vita a un angelo. Come era diventato mansueto quell’animale! La sua faccia e le sue mani erano già congelate e piene di neve; penso che se avessimo aspettato ancora un po’ lui sarebbe sicuramente morto. Per una volta eravamo riusciti a compiere la nostra piccola vendetta! Abbiamo avuto, in quell’anno, un inverno


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Attualità

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Il futuro è di casa Nasce a Storo a Condino CEDIS-TV

La società E-buildings è da pochi giorni operativa nella nuova sede di Via Roma 55 a Condino (Borgo Chiese). I tre soci esercitano sin dal 2002 la loro attività nel settore della vendita e assistenza computer e software gestionali per negozi e aziende, ma il loro settore principale è la domotica ovvero le tecnologie che ser-

I locali affittati alla E-buildings sono situati nella parte storica del negozio Capelli Videotecnica che vende elettrodomestici da più di 40 anni e che ora si è trasferita nella parte dell’immobile recentemente ristrutturato. Da Capelli Videotecnica

vono a migliorare la qualità della vita nella casa, negli uffici, negli alberghi e nelle fabbriche. Praticamente la domotica rende gli apparecchi e gli impianti (che siano attrezzature per la climatizzazione, per il gas, l’energia, la sicurezza, ecc. ecc.) intelligenti e autonomi attraverso un computer, un tablet o uno smartphone.

troverete tv, video, hi-fi, cellulari, piccoli e grandi elettrodomestici mentre la parte computer verrà gestita da E-buildings. I due negozi (E-buildings e Capelli Videotecnica) costituiranno un polo altamente informatizzato e grazie alla loro sinergia renderanno

le case degli abitanti della Valle del Chiese più confortevoli e automatizzate. E-buildings, inoltre, per le aziende fornisce un servizio di riparazione e messa in sicurezza sia dei computer sia dei macchinari di produzione.

Dopo 112 anni di vita il Consorzio Elettrico di Storo offre ai propri Soci un nuovo servizio: CEDIS – TV Dopo 112 anni di vita il Consorzio Elettrico di Storo offre ai propri Soci un nuovo servizio: CEDIS – TV. Il Consorzio, nato nel 1904 per produrre e distribuire energia elettrica nella valle del Chiese e in parte della val di Ledro, negli ultimi dieci anni ha notevolmente incrementato la propria attività attraverso una rete di telecomunicazioni in fibra ottica sulla quale distribuisce servizi di banda larga, telefonia e IPTV nel proprio territorio sociale (comuni di Storo e Bondone e una parte del comune di Ledro) E riguarda proprio la IPTV l’ultima offerta per i propri Soci ovvero la creazione di un canale televisivo dedicato al territorio

sociale che partirà, si auspica, entro fine anno. Il canale sarà visibile attraverso il servizio di IPTV diffuso oggi da CEDIS ma si intende anche renderlo disponibile, gratuitamente, attraverso internet in maniera che tutti i conterranei in giro per il mondo possano conoscere ciò che accade sul nostro territorio e che le aziende locali possano farsi conoscere in giro per il mondo. È stato raggiunto un accordo con la ditta Capelli srl la quale gestirà operativamente il canale. Verranno diffusi tutti i filmati attualmente a disposizione del CEDIS e il canale sarà a disposizione delle associazioni e degli enti del territorio per mandare in onda propri filmati o servizi.

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Sport

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Nella stagione sciistica di Borgo Lares arriva anche il self timing, per cronometrare la propria discesa

Molte le novità per l’impianto sciistico più basso d’Italia Grazie ad ingenti sforzi anche quest’anno la ski area presenta infatti interessanti novità che mirano, come sempre, ad un continuo e costante miglioramento del servizio offerto. Si parte dall’introduzione di due nuovi generatori di neve di ultima generazione che contribuiranno a garantire il perfetto innevamento del centro sci anche con temperature marginali. Nessuna stazione sciistica ormai può prescindere da un efficiente impianto di innevamento programmato e anno dopo anno a Borgo Lares sono riusciti a costruire un modello davvero unico che ha davvero pochi eguali anche a livello nazionale. Perseguendo la politica intrapresa da diversi anni ormai, anche il Noleggio sci si rinnova ancora, grazie all’acquisto di circa 200 nuovi paia di sci e scarponi marchiati Atomic, una delle firme più gloriose e vincenti all’interno del pa-

Si preannuncia l’ennesima stagione ricca di novità, per l’impianto sciistico più intraprendente del Trentino, genorama sciistico mondiale. La volontà, in questo caso, è quella di offrire all’utente materiali di qualità a prezzi contenuti, e, a testimonianza della bontà di questa strategia, basti citare gli oltre 600 noleggi stagionali staccati nell’ultima stagione invernale, quella che ha sbriciolato ogni record. Piatto forte del prossima stagione invernale è costituito senza dubbio dal nuovo impianto di cronometraggio fisso (il cosiddetto “self timing”) che permetterà ai più competitivi di misurare le proprie performance cronometriche anche negli allenamenti infrasettimanali. Con l’introduzione dello sci notturno si sentiva infatti l’esigenza - soprattutto da parte degli atleti della categoria “Masters” - di poter crono-

stito, come ben sapete, da oltre cinquant’anni, dalla Pro Loco locale, l’ormai celebre Pro Loco di Bolbeno.

Un cannone sparaneve in azione

metrare le proprie discese e per questo motivo la Pro Loco di Bolbeno ha investito in questa direzione, sicura di incontrare il favore anche delle molte squadre agonistiche giovanili che scelgono Borgo Lares per i propri allenamenti. Una non-novità, ma che, come sempre, vale sempre la pena sottolineare, sarà infine lo straordinario lavoro dei tanti volontari della Pro loco di Bolbeno, dello Sci Club Bolbeno e delle tante altre associazioni che collaborano per la riuscita delle varie manifestazioni: è solo grazie a loro se questo vero e proprio “miracolo” che non ha eguali in tutta Italia, continua a rinnovarsi di anno in anno, migliorandosi sempre più e contribuendo a creare quello spirito di comunità che anche in futuro rappresenterà sicuramente l’arma vincente di questa piccola grande stazione sciistica.


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Attualità

DICEMBRE 2016 Successo per l’attività imprenditoriale dei fratelli Paolo e Claudio Collini

In val Rendena la birra Slow Food Con i nuovi impianti di produzione molte le varietà proposte, dalle birre chiare alle scure nel segno della qualità La risposta all’intraprendenza dei due fratelli è stata fin da subito ottima, e unitamente a una buona risposta da parte dei consumatori (la commercializzazione dei prodotti avviene per il 90% nella provincia di Trento) sono arrivati anche dei riconoscimenti: per ricordare solo i più recenti, nell’aprile scorso la Brenta Bräu “Weizen” ha ottenuto il riconoscimento Slow Food “Birra Quotidiana” nella Guida alle birre d’Italia 2017, nel giugno scorso la loro birra Brenta Bräu Weizen è stata premiata come terza classificata nella categoria di riferimento al Concorso nazionale Cerevisia promosso dal BaNAB (Banco Nazionale di Assaggio delle Birre) e in ottobre con il

Una realtà tutta “rendenera”, giovane ma già matura: è il Val Rendena Birrificio dei fratelli Paolo e Claudio Collini. Fondata nel 2012 grazie ad una comune passione per il settore e alla volontà di conservare una tradizione di famiglia (entrambe le nonne si sono dedicate in passato alla produzione artigianale di birra), dal 2015 la produzione trova un nuovo “quartier generale” nella sede di Pinzolo, dotata di nuovi e tecnologicamente avanzati impianti di produzione che permettono oltre a un aumento della produzione, anche molte più varietà di birra, dalle chiare alle scure, e la nuova Birra di Natale 2016, già disponibile.

Premio Cerevisia 2016. Una attività iniziata con passione e tradizione

e che grazie a queste qualità sta ricevendo il giusto premio. Prosit!!

I Comuni della Valle del Chiese, attraverso il Consorzio, mettono in condivisione le giuste risorse per lo sviluppo sociale, economico e culturale del nostro territorio attuato attraverso numerosi progetti: Sovracomunalità, Contributi, Piani di zonizzazione acustica, Certificazioni ambientali, P.R.I.C., P.A.E.S., Progetto Legno, Energie rinnovabili, E.S.C.O. BIM e Comuni del Chiese S.p.A., Centro Studi Judicaria, Consorzio Turistico ed Ecomuseo della Valle del Chiese, Case di riposo, Intervento 19, Fotovoltaici, Agricoltura, Filiera del legno, Piano giovani di zona, Borse di studio, Grest estivi, Sistema bibliotecario di valle, Lavagne LIM, Sport, SGM e Scuole materne.

CONTATTI: Via O. Baratieri, 11 - 38083 Borgo Chiese (TN) - tel. 0465/621048 - fax 0465/621720 segreteria@bimchiese.tn.it - bimchiese@bimchiese.tn.it - www.bimchiese.tn.it


Società

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Borse di studio intitolate a Renzo e Giancarlo Cazzolli

Nasce la Fondazione Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella Tutto trova origine nelle disposizioni di ultima volontà della benefattrice Signora Raffaella Rigotti di Ponte Arche la quale nel testamento esprimeva la volontà di istituire delle borse di studio per gli studenti meritevoli e bisognosi delle Giudicarie Esteriori. La Signora Rigotti disponeva quindi che a gestire queste borse di studio fosse “la nostra Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella”, riconoscendo quindi alla nostra Cassa questo importante compito. Nelle volontà della Signora Rigotti si indicava che le borse di studio si realizzassero con il ricavato dalla vendita di un immobile commerciale sito in Rione Mercato a Ponte Arche (ex Famiglia Cooperativa, cartoleria Riccadonna). Dopo una serie di verifiche la Cassa Rurale ha deciso di costituire una Fondazione nomi-

I

l 26 ottobre scorso il Presidente della Cassa Rurale Andrea Armanini ha costituito avanti al notaio Luigi D’Argenio di Riva la

Officina Comano: un successo di partecipazione firmatoAssociazione GiovaneJudicaria

“Fondazione Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella – Borse di studio Renzo e Giancarlo Cazzolli”.

Giancarlo e Renzo Cazzolli e la Sig.ra Raffaella Rigotti

L’avevamo accennata nello scorso numero del Giornale, ma questa volta si torna a parlare solo di lei: Officina Comano. Frutto delle vulcaniche menti dell’Associazione Giovane Judicaria, questo ambizioso progetto si è concretizzato in due incontri-discussione su come coniugare tematiche e problematiche legate all’occupazione giovanile nelle nostre valli con la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale. Nello spazio gentilmente offerto dall’Azienda Consorziale delle Terme di Comano, sa-

bato 12 e 26 novembre un nutrito gruppo di ragazzi delle Giudicarie ha risposto all’appello dell’Associazione, partecipando alle attività di Officina Comano che comprendevano un primo momento di presentazione e discussione di temi “caldi”, in base ai quali poi ci si sarebbe divisi in tavoli di lavoro, ognuno con una precisa tematica da sviluppare. Il tutto sotto la capace direzione dei ragazzi dell’Associazione Giovane Judicaria, che fungevano da registi e moderatori delle discussioni.

Le idee emerse nel primo incontro, seppur ancora da perfezionare, indicano già interessanti scenari di un possibile sviluppo futuro per l’imprenditoria giovanile e per nuove vie di promozione del territorio. Idee originali e “giovani”, che dimostrano l’utilità e il successo di Officina Comano soprattutto per i momenti di aggregazione e di discussione tra coetanei e conterranei, oggi paradossalmente più difficili da attuare che in passato, che conservano ancora tutta la loro potenza creativa.

nando Presidente il consigliere della Cassa Rurale Rino Rocca, vicepresidente Elena Andreolli, in rappresentanza del Gruppo Operativo Locale delle Giudicarie, e Salvaterra Franca, in rappresentanza degli eredi. Segretario della Fondazione è stato nominato il Direttore della Cassa Rurale, Davide Donati. La Fondazione provvederà ad intestarsi i beni che poi dovrà realizzare per costituire i fondi per l’erogazione delle borse di studio. Con le risorse della Fondazione sarà quindi possibile sostenere percorsi di studio di livello secondario, universitario e post universitario, a favore di ragazzi ritenuti meritevoli. La Fondazione andrà a disciplinare le modalità di erogazione delle borse di studio in un apposto Regolamento che sarà definito nei prossimi mesi. Nel secondo e ultimo incontro programmato per sabato 26 novembre si sono tirate le somme e si è valutata l’effettiva efficacia delle idee proposte. Ma forse l’obiettivo di Officina Comano e dell’Associazione Giovane Judicaria è già stato raggiunto: creare la consapevolezza che non solo l’unione fa la forza, ma che la vera forza sta nelle idee e nella loro condivisione attraverso momenti di discussione e dialogo, aggregazione e socializzazione. Aldo Gottardi

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Arte

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A Judicaria Arte 2016, dal 17 dicembre al 14 gennaio presso il Centro studi Judicaria

Scenari dal futuro con Alessandro Togni di Aldo Gottardi

Un viaggio tra realtà extraterrestri, mondi futuristici ed energie ancora sconosciute, pop culture e cinema di fantascienza anni settanta e ottanta. Questa è (anche) l’arte di Alessandro Togni, grafico, artista e critico d’arte, ospitata dal 17 dicembre al 14 gennaio nelle sale espositive del Centro Studi Judicaria, in occasione dell’undicesima edizione di Judicaria Arte, presentata per l’occasione dalla critica d’arte Nicoletta Tamanini e dallo storico Graziano Riccadonna. Una produzione artistica fuori dagli schemi quella di Alessandro Togni, che già dagli anni ‘70, fresco di studi artistici, a fianco di opere più “tradizionali” inizia un percorso artistico all’insegna della sperimentazione e di una ricerca che si può definire “scientifica” sulla resa artistica dei materiali, presentata in questa occasione come mostra antologica. I materiali che l’artista utilizza sono infatti di volta in volta scomposti, modificati, mescolati, distorti, anche con l’uso della computer grafica, andando poi a formare le matrici e gli elementi base delle sue opere. Nascono così, dall’unione di elementi sintetici e moderne tecniche informatiche, fantasmagorie caleidoscopiche, geografie di mondi lontani, galassie e nebulose, ritratti futuristici ed extraterrestri, tanto che, guardandoli, non si può non percepire una atmosfera squisitamente kubrickiana alla “2001: Odissea nello spazio” o richiami al mondo del pop, sia in chiave artistica warholiana, sia musicale con dediche (neanche troppo nascoste) allo scomparso David Bowie.

Nel corso della mostra sarà interessante e curioso osservare, nel ciclo decennale delle opere presentate che coprono un arco di quarant’anni, le sperimentazioni dell’autore su diversi aspetti del mondo della scienza. E’ degli anni Settanta, ad esempio, una indagine quasi di “archeologia extraterrestre” sulle forme e colori di oggetti misteriosi, mentre negli anni Ottanta esplode la vera anima scientifica dell’artista, sopra descritta. Gli anni Novanta rappresentano un decennio che cerca di costruire un ponte tra l’arte tradizionale e

pre grazie alle tecniche informatiche, ora diventando degli elementi di pura energia, macchinari fantastici ma possibili nelle loro geometrie e nei loro movimenti regolari, ma anche figure più inquietanti, oscure, forse pericolose ma sicuramente sconosciute. L’artista/scienziato Alessandro Togni nella sua produzione ha spaziato e sperimentato, rappresentato e immaginato realtà futuriste ed extraterrestri e ora, come un nuovo Prometeo dell’arte, ci riporta il risultato finale di questo viaggio tra mondi (e stili) lontani.

“UNTITLED” - 1979 - acquerelli e inchiostro di china su carta

i mondi extraterrestri: fanno la loro comparsa colori a tempera e smalti, sempre descrivendo forme e realtà “altre”. L’inizio del Duemila vede l’ingresso massiccio della computer grafica nelle opere di Togni, nuovo strumento per aumentare le possibilità rappresentative degli elementi e dei materiali già utilizzati in passato. E in quest’ultimo decennio di attività dell’artista, le opere hanno visto un’ulteriore evoluzione sem-

“X MUMMY” – 2012 pellicola domopak trattata

“GALAXY” – 1982 – pellicola fotografica trattata


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Opinioni a confronto

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BOTTA E RISPOSTA

Meno tasse, protezionismo e isolazionismo, lotta all’immigrazione clandestina e al terrorismo: come riuscirà a mantenere le promesse elettorali?

vilgiat@yahoo.it

Come spesso accade gli amici del bar, dopo la consueta partita a briscola, entrano in discussioni di alto profilo che di solito coinvolgono anche me. Questa volta sono interessati a saperne di più su Donald Trump, il nuovo presidente degli Stati Uniti. Non sanno spiegarsi come Trump possa aver vinto le elezioni americane, matto come un cavallo, certo molto più simpatico della Clinton che sembrava una vecchia dispotica, presuntuosa ed arrogante, ma lui, il Trump con quei capelli colorati di rosso ruggine e quella faccia da porcellone, di certo non pensavano che ce l’avrebbe

E ora, che cosa farà Trump?

fatta. Questa era l’opinione di tutti miei sodali che se la ridevano bellamente. E adesso che succederà, quello ne combinerà di tutti i colori? La domanda era palese nei loro occhi rivolti verso di me in attesa di risposta. Loro mi considerano un esperto di cose americane perché sanno che l’America l’ho frequentata per parecchi anni. Spiacente di deludervi, amici miei, un conto è la campagna elettorale, fatta di colpi bassi, di insulti, di bugie e di proclami al limite, altro conto è essere presidente degli Stati Uniti d’America. E Trump sarà anche rozzo fin che si

vuole, ma non è di certo stupido. Già il giorno dopo, nel suo primo discorso appena eletto, ha usato toni morbidi e concilianti, ha dato segnali di distensione, ha voluto su-

bito incontrare il presidente uscente Obama in un colloquio molto cordiale. L’uomo è un pragmatico, sono sicuro che si muoverà con molta cautela, meno tasse,

La dura scelta del percorso scolastico Siamo preoccupati, nostro figlio alla fine di quest’anno scolastico finirà le scuole medie e, volendo proseguire gli studi, dovrà scegliere per le superiori. Liceo o istituto tecnico? E dopo che farà all’Università? E’ una domanda che ci facciamo tutti i giorni e, vista la situazione di crisi che sembra non finire mai, non sappiamo che pesci pigliare… Una famiglia del Chiese E’ un problema non da poco che si pone ogni anno ai molti genitori con figli che non sanno quale strada scegliere per la loro formazione. Io inizierei col dire che i pesci se li do-

vrebbero pigliare innanzi tutti i ragazzi interessati alla scelta. Dovrebbero, magari aiutati dai genitori, soppesare le proprie capacita scolastiche, la preparazione ricevuta, la predisposizione allo studio, la passione per le materie scientifiche o umanistiche. Non necessariamente si devono continuare gli studi superiori, ci sono ottime scuole professionali in ogni settore che garantiscono l’apprendimento di un mestiere, spesso molto ricercato nel mondo del lavoro. Purtroppo, talvolta, sono i genitori che più insistono nel volerne la continuazione, anche contro i desideri dei figli. Così come non è detto che dopo le superiori ci

sia per tutti l’Università. Ma tornando a bomba, ho letto da qualche parte che c’è anche in Italia un gran bisogno di figure specializzate. Secondo Confindustria ogni anno restano vuoti centinaia di posti relativi a figure tecniche nelle nostre aziende. Quindi le opportunità non mancano. L’apprendimento poi delle lingue resta una grande opportunità nel mondo sempre più globalizzato. Così come la nostra cultura rimane fortemente legata alla conoscenza del greco e del latino. L’importante è essere convinti della scelta che si fa, comunque vada lo studio aiuta a crescere, il resto poi verrà.(a.a.)

protezionismo e isolazionismo, lotta all’immigrazione clandestina e al terrorismo, questo è quanto ha promesso durante la campagna elettorale. Come attuerà queste politiche è tutto da vedere. Dipenderà molto da coloro che gli stanno accanto, personaggi che già hanno suscitato un sacco di polemiche. Per gli Europei, stando ai primi passi, non dovrebbe cambiare molto. Il commercio con il Nord America è per le nostre aziende, quelle italiane in particolare, un elemento fondamentale della nostra economia. Ma lo è anche per l’America. L’interesse comune è di andare

avanti senza eccessivi strappi. Infatti le Borse, anche europee, stanno andando alla grande a conferma che i dubbi, le paure del giorno dopo, sono state superate dalle lucide analisi degli economisti. Trump sarà un presidente anomalo per le pose, per la tracotanza e per la sfrontatezza insite nel suo carattere, ma il metodo, più o meno, sarà ancora quello che ha garantito agli Americani duecento anni di democrazia e di libertà. Compresa l’amicizia con gli Europei di cui, seppur alla lontana, sono figli. Adelino Amistadi

Vaccinazioni, polemica rischiosa Caro Adelino, non ho capito la polemica di questi giorni sull’utilità delle vaccinazioni per i nostri bambini. Sono rimasta impressionata dall’allarme dei pediatri che invitano le mamme a vaccinare i propri figli. Io l’ho sempre fatto, non capisco perché tante discussioni… Milena, mamma di due bambini Non me ne intendo molto, ma ho consultato alcuni medici, amici miei, i quali mi hanno garantito che vaccinarsi sia non solo utile, ma indispensabile perché, come ha anche detto il Presidente Mattarella “..le vaccinazioni sono essenziali per estirpare malattie pericolose e per evitare il ritorno di altre, debellate per il passato...”. Purtroppo oggi ci sono sempre più genitori che invece di seguire le indicazioni del medico seguono le indicazioni della rete... Si proprio così, credono più a quanto viene scritto sui vari siti internet che ha quello che dicono gli scienziati. Una cosa è certa: di malattie si continua a morire, di vaccini no. E per quei genitori che preferiscono farsi ingannare dalla medicina alternativa, forse servirebbe un vaccino speciale, quello contro la mala informazione e contro l’ignoranza. (a.a.)

Il ricordo dei defunti

Oggi, anche da noi è sempre più diffusa la cremazione dei nostri cari dopo la morte. Quando è morto mio marito, a 78 anni, ho fatto cremare e le ceneri me le sono portate in casa in un vaso di porcellana. La Chiesa però ha deciso di vietare di tenere in casa le ceneri del defunto. Io non sono d’accordo. Una signora dispiaciuta Ho letto anch’io e riporto fedelmente. La Chiesa ai fedeli e a chi si riconosce tale prescrive

“che i defunti vengano seppelliti in cimitero o in altro luogo Sacro…. La conservazione delle ceneri in luogo Sacro può contribuire a ridurre il rischio di sottrarre i defunti alla preghiera e al ricordo dei parenti e della comunità Cristiana. In tal modo si evita la possibilità di dimenticanze e mancanze di rispetto, che possono avvenire soprattutto una volta passata la prima generazione, nonché pratiche sconvenienti o superstiziose”. Questa è la legge della Chiesa,

legittima, con motivazioni temporali e spirituali più che valide. Io concordo pienamente, che ne farebbero i miei bisnipoti delle ceneri del loro avo, che magari neanche l’hanno mai sentito nominare, minimo minimo, finirebbero nel water (pardon!). Naturalmente chi non riconosce l’autorità della Chiesa può tranquillamente tenere le ceneri dei propri defunti in casa perché lo Stato non lo vieta. Ma io ci penserei...non è così bello come si pensa. (a.a.)


Le Lettere

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La testimonianza

Grazie a tutto il personale dipendente della Casa di Riposo S. Vigilio di Spiazzo In questi mesi di degenza, e ancora di più nelle ultime settimane, abbiamo vissuto la professionalità del personale e le amorevoli attenzioni che le sono state assicurate. Standole vicino ci hanno aiutati a farla sentire sempre amata; anche una semplice carezza o un complimento riuscivano a darle quel sorriso sincero che non ha mai smesso di regalarci nel corso della sua vita. Non è semplice vedere la propria mamma, nonna, sorella, zia o amica, lon-

Noi figli, con i nostri famigliari, vogliamo esprimere il nostro più sentito grazie alla direzione, ai medici, alle suore e a tutto il personale dipendente della Casa tana da quelle mura domestiche dove ha trascorso la maggior parte della propria vita; ma loro le sono stati vicini come una grande famiglia, confortandola, curandola non solo fisicamente ma anche moralmente. Il nostro pensiero ed il nostro Grazie vanno in particolare alla professionalità dimostrata, ma soprattutto alla grande umanità che

di Riposo S. Vigilio di Spiazzo, per tutte le attenzioni, le cure e l’affetto che hanno saputo dare alla nostra cara mamma.

Casa di riposo Spiazzo

caratterizzava ogni singolo gesto: un semplice sorriso, un saluto veloce ma quotidiano, una battuta al volo, una parola affettuosa, una preghiera, un caffè inaspettato offerto a noi famigliari in momenti difficili… Il loro compito è fondamentale e allo stesso tempo difficilissimo: accompagnare i propri pazienti ed i loro famigliari, rassi-

curandoli nel dubbio, sostenendoli nella fragilità, facendo loro ritrovare il sorriso, ma soprattutto riconoscendo la loro identità come persone. Il nostro augurio è che continuino a rimanere così, perché malati e familiari, nella loro fragilità, hanno più bisogno di sensibilità e calore umano che di farmaci e medicine. Grazie ancora. Famiglia Scandolari Giacomo e Marcella

Famiglie e nido si incontrano per condividere una mattinata all’insegna dei diritti dei bambini Il 20 novembre ricorre l’anniversario della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia ONU (1989). Per l’occasione il gruppo di lavoro del nido d’infanzia di Sella Giudicarie ha progettato un momento speciale dedicato a tutti i protagonisti del nido d’infanzia: le famiglie, i bambini e il personale del nido. Nella mattinata del 17 novembre genitori, nonni, parenti e bambini hanno vissuto alcuni momenti di gioco progettati a partire dai “Diritti naturali dei bambini” proposti da Gianfranco Zavalloni. Le proposte sono state allestite sia negli

spazi interni del nido che nel giardino e sono state incentrate in particolare su diritto alla lettura, al dialogo, all’ozio, all’utilizzo delle mani. È stata un’occasione molto partecipata in cui le famiglie hanno potuto condividere un’esperienza di gioco vissuta abitualmente dal proprio bambino nella quotidianità della giornata al nido. La scelta di aprire le porte del nido alle famiglie durante la giornata educativa si fonda sulla concezione che i genitori sono, insieme ai loro figli e al personale, protagonisti attivi nel servizio stesso. I diversi momenti in cui nido e

famiglia si incontrano sono moltissimi, fondamentali per costruire insieme un’alleanza in vista di un unico fine: la crescita e lo sviluppo del bambino in tutte le dimensioni. Il nido come servizio educativo si fonda sulla concezione di un bambino che fin dall’inizio della sua vita è competente, in relazione con gli altri e con il mondo che lo circonda, una persona soggetto di diritto. Festeggiare i diritti dell’infanzia è stato un modo per dare spazio a questo valore e condividerlo con le famiglie e la comunità in cui il nido è inserito.


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