Giudi iudicarie
il
iornale delle
MAGGIO 2016 - pag.
Mensile di informazione e di approfondimento
www.giornaledellegiudic a r i e . i t
ANNO 14 - MAGGIO 2016 - N. 5 - MENSILE
EDITORIALE
Dieci consigli per votare bene
Purtroppo, nonostante l’adesione ai referendum sia stata maggioritaria, i campanili sono rimasti in piedi più che mai e quindi è facile cadere in anacronistiche nostalgie e ridurre la tornata elettorale che ci attende ad una partita di calcio, verdi contro rossi, bianchi contro verdi, e rossi contro bianchi, dove la scelta degli amministratori dei nuovi Comuni la si demanda più alla demagogia populista che alla razionalità di chi aspira ad un governo della propria comunità capace ed efficiente. Ne va del futuro nostro e dei nostri figli. Quindi bisogna porsi di fronte alla scelta elettorale con pacatezza, serenità e responsabilità. Il lamentarsi dopo delle scelte sbagliate, non servirà a niente. Continua a pag. 8
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FONDATO NEL 2002 - Distribuito da
Firmatoilprotocolloperilrilanciodell’ospedale La Provincia si impegna a rafforzare i reparti e la dotazione di personale. Sacrificato il punto nascite A pagina 6
Elezioni austriache e preoccupazioni europee
di Adelino Amistadi Si avvicinano le elezioni amministrative dei sei nuovi Comuni delle Giudicarie formatisi dopo il referendum confermativo dei mesi scorsi. Elezioni particolarmente delicate se non altro perché vedranno per la prima volta votare elettori di paesi diversi impegnati a scegliere candidati non sempre conosciuti e, per gran parte estranei alla loro comunità d’origine.
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di Paolo Magagnotti Le elezioni presidenziali di domenica 24 aprile in Austria che hanno registrato una eccezionale avanzata di una forza politica ciecamente contro l’emigrazione e l’unità europea aggiunge una ulteriore, grave preoccupazione a risultati elettorali verificatesi nei mesi scorsi in altri Paesi dell’Unione europea.
Stanziati oltre 16 milioni per completare la rete
Comunità, maxi-piano perle ciclabili A pagina 8
Il dirigente Debiasi, l’assessore Zeni e il Presidente Butterini
Per la prima Messa da Vescovo
Giustino accoglie Don Lauro Tisi A PAGINA 5
Si vota dalle 7.00 alle 21.00
Comuni, l’8 maggio alle urne A LLE PAGINE 7 E 8
SCUOLA Progetto web sicuro al “Don Guetti” A pag 17 SPORT Iuri Filosi “vede” il Giro A pag 35 RUBRICA LEGALE Omicidi stradali, la nuova legge A pag. 26
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L’ex-deputato alla guida di Autobrennero
A22, Olivieri presidente
A PAGINA 13
Per approfondire la tecnica fast track
L’ortopedia di eccellenza si ritrova a Tione A PAGINA 8
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Rassegna Stampa
MAGGIO 2016
A cura della REDAZIONE
RASSEGNA STAMPA APRILE 2016
DALLE GIUDICARIE DALLAPROVINCIA Valle del Chiese - Alfio resterai sempre una persona meravigliosa, di cuore, generosa. Il carpentiere di Roncone stroncato da un infarto a 52 anni - Il personale medico-infermieristico ha tentato di rianimarlo per una quarantina di minuti ma per Alfio Pintossi non c’è stato nulla da fare. Il carpentiere di Roncone, che aveva 51 anni, è deceduto poco dopo a seguito di un infarto. Alfio Pintossi, che lascia la moglie Tea e i figli Walter e Giada, era un artigiano serio e molto conosciuto in tutta la valle. La sua morte lascia un vuoto incolmabile nella comunità. Esteriori - Apt Terme di Comano – Dolomiti di Brenta, tassa di soggiorno a 1,50 euro anche per chi affitta appartamenti: è scontro - La tassa di soggiorno divide i soci dell’Apt Terme di Comano – Dolomiti di Brenta. Nell’ultima assemblea dell’ente a tenere banco è stata proprio la discussione sulla nuova tassa introdotta dalla giunta provinciale anche per la categoria degli affittaappartamenti. L’Apt ha deciso di aumentare dai 0,70 cents approvati dalla giunta provinciale a 1,50 euro a persona l’incidere della tassa, un fardello piuttosto pesante per chi affitta appartamenti. Giudicarie - Cambiati alcuni Cap. Lo ha comunicato Poste italiane - Poste Italiane ha comunicato che a partire da lunedì 18 aprile 2016 ha aggiornato il Codice di Avviamento Postale dei nuovi comuni nati dalle fusioni. In particolare in Giudicarie Borgo Chiese: nuovo Cap 38083 Borgo Lares: nuovo Cap 38079 Pieve di Bono-Prezzo: nuovo Cap 38085 Ponte di Rendena: nuovo Cap 38094 Sella-Giudicarie: nuovo Cap 38087 Tre Ville: nuovo Cap 38095 Per garantire comunque il recapito della corrispondenza e dei pacchi i vecchi Cap resteranno in vigore per i prossimi sei mesi. Madonna di Campiglio - Chalet Fiat alla 5 Laghi gestioni sas di Roberto Maroni e Valeria Porru per 316 mila euro l’anno Aggiudicato alla società 5 Laghi gestioni sas di Roberto Maroni e Valeria Porru l’Albergo Bar Ristorante Dosson sul monte Spinale, di Proprietà della Comunità delle Regole Spinale e Manez, conosciuto ai più come Chalet Fiat. La Commissione ha valutato positivamente l’unica offerta presentata dai gestori “uscenti” attribuendo al progetto di gestione un punteggio di 46 punti su 60. All’apertura della busta economica si è vista confermata la base d’asta pari a 316 mila 201 euro + iva annuali, per sei anni dal 1 giugno 2016 al 31 maggio 2022 con la possibilità di ulteriore proroga per altri 3 anni.
Alfio Pintossi Debora Andreolli
Pinzolo - Cassa Rurale, l’assemblea, con quasi mille soci, riconferma il Presidente Roberto Simoni. Nominati consiglieri Claudio Collini e Riccardo Maturi - In un’assemblea con quasi mille presenze, mai successo nella lunga storia della Cassa Rurale di Pinzolo, è stato riconfermato per il terzo mandato il Presidente uscente Roberto Simoni e approvato il bilancio 2015. Eletti a consigliere Claudio Collini con 514 voti, Riccardo Maturi con 209 votiNel collegio sindacale, accanto al presidente Fausto Aldrighetti, votato per acclamazione, sono stati eletti Marco Polla (nuovo) con 280 suffragi e Cristina Binelli (riconfermata) con 241 preferenze. Tione - Enaip, l’alta formazione per la ristorazione incontra i migliori chef stellati - Continuano le collaborazioni dell’Alta formazione per la ristorazione, del Centro di formazione professionale dell’Enaip di Tione, con i più famosi chef italiani e stranieri. Una nuova straordinaria intesa del percorso di Alta formazione alberghiera, si è infatti concretizzata con il ristorante l’Osteria Francescana di Modena (uno dei pochi ristoranti con tre stelle Michelin), dello chef Massimo Bottura. Ristorante al secondo posto fra i migliori ristoranti del mondo nella classifica The World’s 50 Best Restaurant. Carisolo, la Pro loco anima della comunità. Eletto il nuovo Consiglio e approvato all’unanimità un bilancio da oltre mezzo milione di euro - L’assemblea, partecipata come da tradizione, sentite le relazioni ha approvato all’unanimità i bilanci e le proposte del Direttivo, che era in scadenza. Sono stati riconfermati Graziano Righi, Fabiana Povinelli, Barbara Pedretti, Gianpietro Morandi, Domenico Beltrami, Andrea Olivieri e Gabriele Chiodega, Nicole e Cristina. Il presidente verrà nominato dai consiglieri eletti nella prima riunione di consiglio. Il tutto lascia prevedere una riconferma di Graziano Righi.
Monte Bondone – Nuova tecnologia per misurare il manto nevoso in tempo reale - Sulle piste da sci del Monte Bondone si è appena conclusa la sperimentazione del dispositivo NeviMeter, progetto nato grazie al fondo Seed Money-FESR che permette di misurare lo spessore del manto nevoso in tempo reale. Si chiama NeviMeter ed è stato realizzato dalla startup trentina AlpiMetric. Un inverno ideale, quest’ultimo, per testare il nuovo sistema di misurazione: prima poca neve, che rendeva indispensabile distribuire al meglio i preziosi fiocchi sparati dai cannoni, poi nevicate abbondanti che hanno permesso di verificarne la tenuta in situazioni limite e per l’intero mese di marzo. Messo a punto il prototipo, AlpiMetric lavorerà nei prossimi mesi per perfezionare l’interfaccia del software per farsi trovare pronta a “conquistare” altre località sciistiche a partire dalla prossima stagione invernale. Trentino - Bermat e Brain: due startup trentine vincono “Car Innovation 2016” - Si è conclusa a Milano “Car Innovation 2016”, iniziativa che ha coinvolto le migliori startup che partendo dall’Italia vogliono realizzare business innovativo nel settore automotive, sviluppando progetti legati al mondo auto. A farla da padroni con il primo e secondo posto sul podio sono state due startup trentine, entrambe ospiti presso il Polo Meccatronica a Rovereto. Si tratta di Bermat, una piattaforma per la creazione di auto personalizzate che permette la scelta di design, finiture e performance e di Brain, che ha sviluppato un sistema di telemetria per motociclisti e sport legati ai motori. Rovereto - La multinazionale americana Watts sceglie il Polo Meccatronica per il suo primo centro di innovazione - Un altro grande gruppo industriale sceglie il Polo Meccatronica per avviare il proprio centro ricerche e innovazione. È Watts Water Technologies, colosso con quartier generale in America, nel Massachusetts, quotato alla borsa di New York, che in Europa fattura 405 milioni di euro e conta 2.600 dipendenti impiegati in 26 aziende. Tramite la sua società italiana, Watts Industries Italia, già presente con un proprio
Alpimetric il gatto che misura l’altezza della neve
stabilimento produttivo a Spini di Gardolo (Trento), il Gruppo ha scelto di concentrare a Rovereto le attività di ricerca e sviluppo per lo studio di prodotti innovativi nel campo degli impianti termosanitari. Una decisione presa in considerazione della notevole forza attrattiva del nuovo hub meccatronico realizzato da Provincia di Trento e Trentino Sviluppo, dove i ricercatori di Watts Industries potranno lavorare vicini a quelli di Bonfiglioli, Ducati Energia, Dana, ma pure a diverse startup innovative, potendo contare presto sui nuovi laboratori con macchinari di prototipazione rapida unici in Italia. Trentino - Via libera alle “Grandi salite del Trentino”. A breve la nuova cartellonistica - Via libera dalla Giunta provinciale alle “Grandi salite del Trentino”, luoghi dove si sono scritte alcune delle pagine più belle del ciclismo italiano. Le Grandi salite, in tutto 23, distribuite sull’intero territorio provinciale, saranno al tempo stesso un’attrazione turistica e una “palestra naturale” per i trentini. A breve verrà installata una cartellonistica omogenea che sarà collocata sui diversi tracciati (inizio salita, fine salita e progressive chilometriche/bichilometriche), e che sostituirà quella, diversa da luogo a luogo, eventualmente già esistente. Il progetto “Grandi salite del Trentino” è stato ideato da Accademia della Montagna e da Trentino Marketing per far conoscere le montagne trentine utilizzando principalmente la bicicletta. “La sfida è anche quella di riuscire via via ad individuare modalità innovative di governo del traffico - sottolinea l’assessore Gilmozzi . Andranno sperimentati ad esempio, anche nell’ottica di garantire sicurezza ai ciclisti, sistemi di mobilità a loro favorevoli, introducendo particolari modalità
di regolazione del traffico, e eventualmente parziali chiusure”. Per le Giudicarie sono 3 le salite inserite su un totale di 23: Madonna di Campiglio (km. 15,650); Passo Daone (km. 8,140); Passo Durone (km. 10,315). Provincia - Ad Apt e Pro loco l’anticipo sui finanziamenti 2016 - Sei milioni e 90 mila euro alle Apt, poco meno di 350.000 euro ai Consorzi pro loco: è l’ammontare dell’anticipo, pari al 35 % dei contributi ordinari concessi lo scorso anno, che la Giunta provinciale ha deciso di assegnare alle Aziende per il turismo e alle associazioni pro loco (Consorzi) per lo svolgimento delle attività di marketing turistico-territoriale negli ambiti di propria competenza. Provincia - Via libera in Giunta al disegno di legge La buona scuola trentina - Potenziamento dell’autonomia scolastica, qualificazione dell’offerta formativa, valorizzazione del personale, rafforzamento della valutazione, trasparenza e semplificazione della partecipazione. Sono questi i principali elementi di novità previsti dal disegno di legge, in materia di scuola, approvato a fine aprile dalla Giunta provinciale, con cui si procede all’armonizzazione dell’ordinamento provinciale con i principi vincolanti derivanti dalle disposizioni statali. Tra le novità il fatto che i docenti di ruolo dall’anno scolastico 2017/18 saranno assegnati a un ambito territoriale, l’organizzazione del tempo scuola su 5 giorni dall’anno scolastico 2018/19, la valorizzazione del merito dei docenti attraverso lo stanziamento di un apposito fondo di 2 milioni di euro e la predisposizione di una norma di attuazione del futuro sistema di reclutamento dei docenti del Trentino.
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Il saluto a
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Primo Piano
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Le sue prime parole da Vescovo: «dobbiamo avere fiducia reciproca ed operare per il bene comune»
Nella semplicità il suo tratto caratterizzante Nella cerimonia di Ordinazione in Duomo a Trento, Tisi ha da subito sottolineato quale sarà il suo modo di agire durante il Vescovado Testo di Francesco Brunelli foto di Maria Pia Bonapace Semplice mitria bianca, casula senza fronzoli e pastorale preso in prestito al museo diocesano: il nuovo Arcivescovo di Trento, monsignor Lauro Tisi, si è presentato in tutta la sua sobrietà alla comunità Cattolica trentina, accorsa festante nel Duomo di Trento per l’insediamento del nuovo pastore. La cerimonia di domenica 3 aprile, partecipata e seguita con palpitazione, ci ha consegnato un vescovo semplice nella forma ma estremamente profondo nella sostanza. Cinquantaquattro anni, orgogliosamente originario di Giustino, in Val Rendena, ha accolto con stupore la sua nomina: “quando sono stato convocato a Roma-ha detto nel saluto alla folla-non mi immaginavo certo mi ricevere tale incarico”. Anche perché succede assai raramente che un vicario vescovile, come è stato Tisi dal 2007 fino a poche settimane fa, succeda al proprio titolare di cattedra. Papa Francesco ci ha però abituato a rompere con la tradizione canonica, ed ha scelto lui come successore di San Vigilio. Toccanti le sue prime parole rivolte ai politici presenti (“dobbiamo avere fiducia reciproca ed operare per il bene comune”), così come emozionanti sono stati i suoi primi pensieri indirizzati ai numerosissimi fedeli accorsi in massa alla sua prima celebrazione (“nessuno si senta escluso, non all’altezza, non necessario”). Celebrazione che ha visto la presenza del vescovo uscente Luigi Bressan, il quale ha posto solennemente il Sacro Crisma sul capo di Tisi, nominandolo suo successore. Ad affidargli pastorale, anello e altri simboli di autorità episcopale, Bressan è stato affiancato dai coconsacranti Ivo Muser e Francesco Moraglia, rispettivamente vescovo di Bolzano-Bressanone e Patriarca di Venezia. Quasi trenta gli alti prelati presenti, tra cui il noto vescovo trentino Giancarlo Bregantini (di stanza a Campobasso); ben 290 i sacerdoti che hanno voluto dare il primo abbraccio al nuovo pastore della diocesi tridentina. I Preti compagni di ordinazione di Tisi-avvenuta nel
1987-hanno avuto un posto d’onore sull’abside della Cattedrale. Grande commozione soprattutto quando, prima dell’offertorio, Bressan ha simbolicamente ceduto la sede vescovile al neoeletto prelato, che è quindi entrato ufficialmente in carica tra gli scroscianti applausi della folla. Molto emozionati i famigliari, in prima fila, ma anche i numerosi giovani che hanno accompagnato monsignor Lauro nel suo tragitto tra il Palazzo Vescovile, in Piazza Fiera, e la Basilica. Palpabile l’entusiasmo della popolazione, accalcatasi nonostante l’ottimo servizio di sorveglianza. Il vescovo si è fermato ben volentieri a stringere mani, abbracciare fedeli e concedere fotografie o i più moderni selfie. L’arcivescovo ha indicato le tre priorità che connoteranno il suo percorso, ovvero “costruire relazioni all’interno delle comunità, dare prospettive ai giovani senza crescita, lavoro e futuro, e accettare la sfida dell’accoglienza delle migliaia di migranti”.
Mons Bressan e Mons. Tisi nel momento dell’Ordinazione
il Pontefice per la nomina, dando poi la sua completa “disponibilità a condividere le responsabilità che la storia ci mette davanti”.
Mons. Tisi festeggiato dai Fedeli al Duomo
Ha poi aggiunto che non sprecherà in alcun modo l’eredità spirituale del suo predecessore; e lo stesso Bressan è stato ringraziato anche dal Presidente della Provincia Ugo Rossi e dal sindaco di Trento Alessandro Andreatta. Il primo ha inoltre auspicato “un’alleanza etica tra istituzioni
religiose e civili per rinnovare il senso civico dei trentini”. Ha poi aggiunto come siano importanti, nei rapporti tra politica e Chiesa “la trentinità ed i valori dell’autonomia, che ci dicono, ad esempio, di accogliere chi si rifugia da noi”. La massima autorità della Città del Concilio ha ringraziato
Monsignor Tisi ha avuto un occhio di riguardo per i giovani, ai quali ha rivolto un wojtyliano “non abbiate paura”. E proprio alcuni ragazzi della Pastorale Giovanile hanno accolto il vescovo con canti e preghiere per poi accompagnarlo nel suo tragitto verso il Duomo. I componenti dell’oratorio di Selva di Levico hanno realizzato una splendida riproduzione del suo stemma ufficiale, con l’utilizzo di segatura colorata. Nell’effige che lo contrassegnerà nei documenti ufficiali l’ormai ex vicario ha voluto inserire un richiamo alla sua terra d’origine, disegnandovi una roccia a richiamarne le montagne. Il suo paese lo ha
accolto festante una settimana dopo, ma anche a Trento era presente una nutrita delegazione di “rendeneri”, con i prima fila la mamma Irene ed i fratelli Loris, Valerio e Iva. Oltre alla sua mamma biologica, l’episcopo ha avuto parole affettuose anche per la sua madre spirituale, ovvero la chiesa di Trento, alla quale si è affidato. “Prima di esserti padre, sento di essere tuo figlio; devo ringraziarti per quello che mi hai donato, perché mi fai sperimentare il perdono.”, ha detto. E con il suo timbro vocale ben udibile ha aggiunto “Sostienimi quando il mio passo si farà stanco!” Ma siamo sicuri che l’energia e il vigore che hanno sempre caratterizzato il cammino di don Lauro (“continuate a chiamarmi così”) non verranno mai meno.
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Bagno di folla inVal Rendena peril nuovoVescovo
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Don Lauro Tisi sceglie Giustino per la prima Messa e trova una comunità che si stringe con calore attorno a lui Testo di Denise Rocca - foto di Maria Pia Bonapace Il 16 aprile 2017 è una data che verrà a lungo ricordata a Giustino: la prima Messa del nuovo Arcivescovo di Trento, Don Lauro Tisi, che a Giustino ci è nato e cresciuto, si è svolta proprio nella chiesa del paese della Val Rendena. È stato un mese di festa e preparativi per la comunità di Giustino, che dalla notizia della nomina papale si è messa in moto per accogliere il nuovo Arcivescovo, e lui è andato oltre ogni aspettativa della sua gente in dichiarazioni, disponibilità, perfino simpatia, quella che dal serio e composto clero tutto sommato non ci si aspetta in un’occasione formale come una prima messa da alto prelato. E invece il Vescovo Lauro ha iniziato la sua domenica con in pranzo con i famigliari più stretti, poi si è avviato con passo atletico scortato da un corteo di autorità, associazioni e gente comune, verso il palco per lui allestito di fronte al comune, a pochi passi dalla chiesa, ha salutato uno ad uno i bambini della scuola, bacchettato gli amministratori durante l’omelia, è riuscito a stuzzicare l’orgoglio di appartenenza alla Val Rendena pur distanziandosi dal campanilismo tutto in una frase sola, si è commosso al ricordo del padre e ha commosso i famigliari citandoli e ringraziandoli uno a uno, infine è andato a trovare i malati. Poteva essere più perfetto il giorno del Vescovo Lauro nel suo paese natale? Niente buffet delle grandi occasioni, perché il nuovo Arcivescovo ha dato subito un segnale chiaro di vicinanza e condivisione della politica di Papa Francesco in tema di sobrietà: Anello e Croce, simbolo del suo vescovado, sono un regalo dei famigliari più stretti, dal valore soprattutto affettivo. E i suoi concittadini hanno deciso che il pane di S.Vigilio, simbolo di fratellanza e misericordia, era un bel modo per onorare le sue azioni, invece di fare grandi mangiate di cui nessuno ha davvero bisogno in questa parte di mondo. Si parla di oltre 1.500 persone accorse alla sua prima Messa, tutti i sindaci di Rendena lo hanno accolto, fascia tricolore in spalla, i bambini dritti e impettiti dietro ai cartelli con le lettere “Benvenu-
di Denise Rocca
to Arcivescovo”, e i cori, le bande, le pro loco e la gente comune fuori da ogni associazione ma che comunque non è voluta mancare, si sono tutti mobilitati per accogliere don Lauro, diventato vescovo Lauro senza aver perso un briciolo di spontaneità e familiarità in casa propria. Finalmente le sue attese prime parole, che hanno colto nel segno di una manifestazione piena dell’affetto e dell’orgoglio che si ha per qualcuno col quale si è condivisa la fanciullezza e, solo, può capire i ricordi semplici di quelle piccole gioie quotidiane che riempiono la vita di un paesino di montagna: «Ho scelto di non usare carta – ha detto dal palco monsignor Tisi ad una folla trepidante, diventata improvvisamente silenziosa – perché in famiglia non si va con le carte, così non ho preparato un discorso e se ci saranno errori pazienza». E poi, nella semplicità e grande empatia che l’Arcivescovo ha mostrato anche nella giornata della sua ordinazione ufficiale, ha scherzato: «Spero Giustino mi accolga quando mi inseguiranno con le pietre come S.Vigilio – ha detto scatenando una risata fragorosa - mi tengo quindi buona la mia Giustino, una comunità nella quale mi sono sempre sentito voluto bene e mai solo». Nell’omelìa un inno a Gesù di Nazaret e all’Umanità, un invito al perseguire nel
piccolo della vita terrena il bene, nelle cose semplici, negli sguardi agli altri, nei piccoli gesti quotidiani. Un invito che è arrivato ad una folla che non ha esitato ad applaudire nonostante la sacralità di una celebrazione, più e più volte. L’arcivescovo Lauro ha emozionato, scherzato, fatto piangere qualcuno e ridere qualcun altro: non dissacrante, ma popolare, semplice, carismatico. Pochi concetti, qualche metafora, limpidi: «Niente al mondo è più forte del perdono, non c’è bomba atomica che resista al perdono. Quando un uomo è in grado di chinarsi al proprio fratello, farsi prossimo, rendersi accessibile agli altri questo è umano. Mettersi su un palco, tenere le distanze dalla presenza all’altro quello è disumano […]quando ti tieni fuori dall’altro, non sei in grado di ascoltare, contaminarti con l’altro sei disumano e un pericolo pubblico. Questo Gesù ci dice che è umano non giudicare, ma integrare. […] Abbiate paura di quelli che si scandalizzano, abbiate fiducia invece in chi sa capire, comprendere e non scandalizzarsi». Fuori il pomeriggio è ancora lungo, e l’emozione della celebrazione segue il vescovo Lauro e la folla anche sul sagrato e poi nel paese: un giornata che ha avuto tanto in sentimenti umani e poco in formalità si chiude con un morso al pane di S.Vigilio, un semplice brindisi e una serie di abbracci, strette di mano, saluti, confidenze e ricordi al vecchio amico diventato oggi Arcivescovo.
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Sanità
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Nel giro di tre mesi – i tempi compaiono nel documento – si prospetta a Tione l’arrivo di personale medico a rafforzare e permettere di sfruttare a pieno le potenzialità del nosocomio locale nei reparti di Radiologia, Medicina e Ortopedia, oltre al ripristino della presenza dell’anestesista H24; parlando di lavori entro un anno, tempistica già stabilita ma che il documento ribadisce, il completamento del pronto soccorso e il trasferimento nella nuova ala del reparto di Ortopedia. Sul fronte di Ortopedia e Chirurgia c’è la promessa della specializzazione che nella nuova logica della sanità provinciale organizzata con un ospedale centrale – Hub – e quelli periferici – Spoke – come portatori di specializzazioni particolari, per le Giudicarie da più parti si era chiesto venisse seguita la vocazione del territorio sul traumatologico, visto il massiccio turismo invernale. I numeri confortano questa posizione: a Tione la metà dell’attività del pronto soccorso, circa 12mila ingressi annui nel 2015 sui 18mila che l’ospedale fa segnare ogni anno, si compone di interventi di tipo traumatologico. Così si ribadisce il mantenimento dell’operatività in ambito chirurgico per quanto riguarda mano, ginocchio e anca (per l’area ortopedica) e colecistectomia, chirurgia erniaria e chirurgia venosa (per l’area chirurgica). Si va verso la chiusura, invece, per il punto nascite di Tione: non si partorirà più a Tione, ma sta per entrare a regime un Percorso Nascita che permetterà alle mamme giudicariesi con gravidanze a basso rischio di essere seguite sul territorio e di fare i principali controlli in loco, mentre dall’effettiva
Firmato in Comunità di Valle dal presidente Butterini e dall’assessore provinciale Zeni
Ospedale, ecco il protocollo per il rilancio
Il documento prevede l’assegnazione di sei nuovi medici, il potenziamento dei reparti del Pronto Soccorso, dei reparti di Ortopedia, di Medicina e la presenza dell’anestesista H24. “Sacrificato” il punto nascite di Denise Rocca Sarà davvero il rilancio dell’ospedale di Tione? Dopo anni di rischi chiusura, problemi, ritardi e promesse cadute nel vuoto, la diffidenza è naturale, ma fra gli amministratori giudicariesi l’ottimismo e la fiducia per il
nuovo accordo sul futuro dell’ospedale di valle firmato a fine aprile con l’assessore provinciale alla sanità Luca Zeni e il direttore generale dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari Franco Debiasi, è palpabile.
Il dirigente Debiasi, l’assessore Zeni e il Presidente Butterini
chiusura si richiede la presenza dell’ostetrica anche nel turno di notte. “Nella sottoscrizione del protocollo intravedo – ha com-
mentato il presidente della Comunità delle Giudicarie Giorgio Butterini il sentire degli amministratori locali - più che la chiusura di una
vertenza che si trascina da mesi o forse anni, un nuovo inizio, ovvero una fase caratterizzata da un modo di far politica volto alla con-
certazione, all’adozione di scelte consapevoli in considerazione del contesto in cui ci ritroviamo ad agire e maturate in relazione agli
oggettivi bisogni del territorio”. Sul fronte infrastrutture: fra un anno terminano (non dovrebbe essere una novità, ma il documento lo ribadisce) la ristrutturazione e l’ampliamento del pronto soccorso (spesa prevista 2.164.000,00 euro); inoltre, anche la cucina dell’ospedale richiede il rinnovo (560.000 euro previsti) che dovrebbe completarsi a fine di quest’anno. Infine, l’adeguamento antincendio (450.000 euro) anch’esso da concludersi a fine anno. Il consigliere provinciale Mario Tonina ha parlato di “grande senso di responsabilità del territorio delle Giudicarie, in primis dei suoi amministratori, nel condividere un percorso per valorizzare l’ospedale di Tione attraverso il potenziamento di alcuni reparti strategici per il nostro territorio e non solo”. Quindi, fatto un passo di “responsabilità”, fra un anno esatto i giudicariesi si attendono il loro ospedale operativo, efficiente, sicuro, accogliente, adeguato alle esigenze della valle e dei suoi tanti ospiti.
Le reazioni politiche: «Con questo protocollo si garantisce il futuro della struttura di Tione»
«Una scelta di responsabilità per rafforzare l’ospedale» C’è soddisfazione fra i protagonisti della firma del protocollo per il rilancio dell’ospedale, a partire da Giorgio Butterini, presidente della Comunità delle Giudicarie. «Nella sottoscrizione del protocollo – spiega - intravedo, più che la chiusura di una vertenza che si trascina da mesi o forse anni, un nuovo inizio ovvero una fase caratterizzata da un modo di far politica volto alla concertazione, all’adozione di scelte consapevoli in considerazione del contesto e maturate in relazione agli oggettivi bisogni del territorio e criteri di sostenibilità. Pragmaticamente l’obiettivo era quello di anticipare le scelte per evitare di ricorrere tardivamente ai ripari. Partendo dal presupposto che il punto nascite di Tione versa in condizioni precarie da tempo, cosa che negli ultimi anni ha spinto molte donne giudicariesi a partorire altrove; che da mesi è inoperativo, in conseguenza dell’entrata in vigore della norma che regolamenta i turni di riposo dei medici; che il pronunciamento del Ministero rispetto ai punti nascita trentini presumibilmente non farà che formalizzare ciò che in sostanza è già accaduto, abbiamo eseguito un’accurata analisi dei servizi ospedalieri rilevandone i limiti, le criticità e, coinvolgendo, oltre che gli amministratori, anche il personale medico e paramedico. Tali approfondi-
menti ci hanno consentito di individuare una serie di azioni puntuali riguardanti interventi strutturali, ma soprattutto l’integrazione dell’organico specialistico con un significativo aumento del numero dei medici. Il protocollo rappresenta il recepimento formale di simili istanze, esplicitando azioni e tempi funzionali a garantire servizi ospedalieri efficienti, in riferimento a comparti imprescindibili come le Unità operative di pronto soccorso e medicina, ortopedia e radiologia e all’adozione di un modello innovativo per il percorso nascita. Non ultimo, ritengo che le scelte condivise con l’Azienda, l’Assessorato e i Sindaci rispecchino anche le aspettative dei Giudicariesi e dei tanti turisti, che pretendono giustamente la presenza di un presidio ospedaliero efficiente e qualificato nelle funzioni fondamentali. Il documento contempla, tra il resto, una puntuale indicazione dei tempi di concretizzazione delle azioni, che monitoreremo con incontri periodici con l’assessore e i tecnici dell’Apss». Soddisfatto anche il consigliere provinciale Mario Tonina, che con Butterini ha seguito e curato la stesura del protocollo: «La Politica – spiega - deve darsi delle priorità e una di queste è sicuramente la sanità, partendo sempre da
un concetto fondamentale e cioè che dobbiamo riuscire a garantire determinati servizi di qualità anche ai cittadini dei territori di montagna come il nostro, pena l’abbandono nei prossimi anni, delle valli periferiche. Con grande senso di responsabilità il territorio delle Giudicarie, in primis i suoi amministratori, il Presidente della Comunità Butterini e i Sindaci, insieme all’Assessore Zeni, negli ultimi mesi hanno lavorato per condividere un percorso che possa valorizzare l’ospedale di Tione attraverso il potenziamento di alcuni reparti strategici per il nostro territorio e non solo, in particolare Pronto Soccorso, ortopedia e traumatologia, medicina e radiologia. Ecco il motivo per il quale con la firma di questo Protocollo si è anche accettata la chiusura del punto nascite di Tione, garantendo allo stesso tempo un percorso di accompagnamento alla nascita e anticipando in questo modo quelle che saranno le decisioni che a breve la ministra Lorenzin adotterà. Dal momento in cui si rinuncia al punto nascite, ma allo stesso tempo si affiancano alle professionalità che già garantivano buoni risultati, l’ulteriore diponibilità di risorse umane e di adeguate attrezzature, sono certo che si potranno garantire ulteriori soddisfazioni in termini di prestazioni ai cittadini giudicariesi». (r.s.)
Sanità
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Apss, c’è il nuovo direttore generale
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Paolo Bordon, 52 anni di Rovigo, individuato in una rosa di 100 per sostituire Luciano Flor alla guida dell’Azienda sanitaria Nominato fra una rosa di un centinaio di curriculum arrivati all’apposita commissione valutatrice, Bordon ha iniziato la sua carriera nel mondo sanitario nel 1996, quando fa parte del primo gruppo che costituisce l’Agenzia regionale della Sanità del Friuli Venezia Giulia prestando servizio nell’area dell’Economia sanitaria. Nel frattempo (1996 e 1997) frequenta un corso biennale in management in sanità presso la SDA Luigi Bocconi di Milano. Risale poi al 1998 il suo primo incarico dirigenziale presso l’Azienda per i Servizi Sanitari n. 6 Friuli Occidentale di Pordenone divenendo Responsabile del settore Economico finanziario continuando a collaborare con l’Agenzia regionale della Sanità e supportando l’Assessorato regionale nelle riunioni tecniche al Ministero Salute e alla Conferenza Stato Regioni in materia econo-
di Denise Rocca
U
n dottore in legge, esperto di amministrazione, alla guida della sanità trentina: la scelta di Paolo Bordon, cinquantaduenne originario di Rovigo, come nuovo direttore dell’Azienda mica. Il suo primo incarico di vertice arriva nel 2007, come Amministratore Unico del Centro Servizi Condivisi del FVG (Consorzio delle aziende sanitarie e ospedaliere che provvede alla centralizzazione degli acquisti di beni e servizi, gestione del Call Center SSR ed altre attività amministrative). Dal 2009 al 2013 è Direttore Generale dell’Azienda per i Servizi Sanitari n° 5 Bassa Friulana di Palmanova. Ed è quest’ultima esperienza che appare più vicina a quello che il Trentino sta al momento vivendo con la riorganizzazione ospedaliera: durante questo periodo Bordon sviluppa in maniera significativa la rete dei servizi domiciliari ed implementa la progettualità con accordi specifici con
Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento segna un cambio rispetto al passato se non altro per le competenze messe in campo. Non un medico, ma un amministratore. i comuni del territorio. Dal dicembre 2013 – traghettandola verso la nuova realtà dell’Azienda per l’Assistenza Sanitaria n 5 Friuli Occidentale di Pordenone - è Direttore Generale dell’Azienda ospedaliera S. Maria degli Angeli di Pordenone dove implementa il processo di riorganizzazione dei servizi ospedalieri in una logica Hub (ospedale di PN) e Spoke con i Presidi ospedalieri di S Vito al Tagliamento e Spilimbergo.
Paolo Bordon
«Paolo Bordon – ha precisato l’assessore provinciale alla Sanità Luca Zeni il giorno della sua nomina – è quello che ha le caratteristiche migliori per guidare l’Azienda in questo momento, a cui unisce una forte motivazione per un lavoro impegnativo e sfidante.
Si apre una nuova fase di rilancio della sanità trentina. Il nuovo direttore possiede una notevole capacità organizzativa, necessaria per questo incarico, vista la complessità della nostra azienda e del nostro territorio. Ha, inoltre, propensione all’innovazione, specie nel rapporto con il territorio, con attenzione alla cronicità, alle cure primarie, al rapporto col sociale e allo sviluppo di progetti legati a prevenzione e stili di vita. Ha dimostrato, inoltre, nel corso della sua carriera, capacità di creare squadra, unendo l’apertura a nuove professionalità alla valorizzazione di quelle presenti e propensione al dialogo e alla comunicazione nei rapporti con i cittadini, valorizzando il merito nelle scelte dei professionisti. Siamo certi che in tal modo saprà restituire nuove motivazioni agli 8000 operatori, vero cuore della sanità trentina».
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Sanità
MAGGIO 2016 Il 4 giugno un importante momento di confronto con il luminare Baldini
“Fast track”, fiore all’occhiello di ortopedia
La nuova tecnica di operazione e riabilitazione per gli interventi al ginocchio e all’anca rappresenta un’eccellenza dell’ospedale di Tione Il 4 giugno si terrà a Tione un significativo incontro sul tema, dal titolo “Ottimizzazione del percorso perioperatorio nel paziente ortopedico secondo la filosofia fast track”, con relatore principale il dottor Andrea Baldini, luminare in materia che ha iniziato l’applicazione di questa tecnica presso la Prima Clinica Ortopedica dell’Università degli Studi di Firenze – C.T.O. Policlinico di Careggi. Responsabile del progetto e “pioniere” della applicazione del fast track a Tione è il primario del reparto di ortopedia Luigi Umberto Romano. Dottor Romano, perché è importante il seminario del 4 giugno? Si tratta di un appuntamento significativo perché in esso i nostri operatori medici e paramedici potranno trovare un’occasione di ulteriore specializzazione sulle tematiche del fast track, una disciplina recente ed in continua evoluzione. La presenza del dottor Baldini è poi un motivo di grande interesse, essendo il principale esperto in Italia di questa tecnica. Ci spiega in che cosa consiste? Il fast track è un percorso complessivo di operazione e di riabilitazione post-intervento di protesi al ginocchio e all’anca, che permette di restituire al paziente la piena motricità in tempi più brevi, con minore dolore e con maggiore efficienza ri-
Fare medicina di eccellenza anche in un ospedale “di valle” di dimensioni contenute è possibile. Una riprova ce la offre ancora una volta il reparto di Ortopedia del nosocomio di Tione, che da un anno e mezzo propone un innovativo percorso di recupero dalle operazioni di protesi al ginocchio e all’anca, denominato fast track (corspetto alle tecniche classiche. In particolare il fast track prevede una “revisione” di tutti i passaggi sia a livello operatorio (ad esempio, pressione e tempi di uso del laccio emostatico, infiltrazioni, somministrazione di farmaci che limitano il sanguinamento) e del decorso postoperatorio, con una diversa gestione dei tempi e delle attività quali la permanenza a letto, il riposo funzionale prolungato di un articolazione, l’uso di cateteri e drenaggi; ad ogni “tappa” si guadagna qualcosa in efficienza ed efficacia, in capacità motoria e di riduzione dei tempi di non-autosufficienza del paziente. Con quali tecniche viene applicato? Come dicevo ci sono diversi step: in primis è prevista un’attività di coaching individuale nella fase preoperatoria, educando il paziente riguardo alla procedura chirurgica, ai suoi benefici, le complicanze possibili e le manovre atte alla prevenzione, alla gestione del dolore, alla riabilitazione. Poi una particolare attenzione alla terapia del dolore, unendo sia tecniche di postura antalgica, empatia con il paziente e te-
sia veloce). Gli obiettivi sono quelli di un pieno recupero dell’efficienza degli arti, più veloce e indolore rispetto ai decorsi post-operatori classici: un metodo all’avanguardia, già sperimentato con successo da dieci anni negli Stati Uniti e nei paesi del Nord Europa e che fonda le sue ragioni su una consolidata letteratura scientifica.
Luigi Umberto Romano
rapia farmacologica (anestesia locale postoperatoria in SO, utilizzo di elastomeri, terapia ad orari e al bisogno). Poi naturalmente è necessaria la capacità dell’ortopedico nella applicazione della chirurgia mini-invasiva, ossia destinata solo ai tessuti da operare, nella riduzione dell’utilizzo del laccio emostatico, di drenaggi, l’utilizzo di farmaci anti-sanguinamento (fattori che hanno ridotto dell’85% la necessità di emotrasfusione) e cateteri. Poi, nella fase successiva si lavora sulla postura postoperatoria da modificare ad orari: elevazione e flessione postoperatoria con graduale ritorno alla postura fisiologica dopo 3 ore dell’intervento; ripresa della
deambulazione al giorno zero e crioterapia (cura attraverso il ghiaccio).
fiche, facendo riferimento alla medicina basata sull’evidenza clinica, ossia sulle prove di efficacia, che si ottengono con i trial clinici randomizzati previsti dai protocolli del Ministero della sanità.
Una tecnica che rivede tante delle “certezze” dell’ortopedia classica. Sì, in questo senso si può dire che si tratti di una vera rivoluzione nel campo dell’ortopedia, e che ora si sta applicando anche alla chirurgia. Una rivoluzione – si badi bene – non legata a intuizioni estemporanee, ma basata su evidenze scienti-
Quali sono i vantaggi di questa tecnica? Le evidenze più robuste sono quelle sulla riduzione della durata dei ricoveri e morbilità postoperatoria (ossia i dolori, la ferita che “tira”, la difficoltà a
camminare, ecc.), il più veloce recupero del paziente che riduce i tempi di ospedalizzazione e di ritorno alle normali attività, la sua soddisfazione perchè diventa attore protagonista e consapevole e non passivo del proprio recupero. Ciò non toglie l’importanza della riabilitazione classica nelle cliniche a ciò preposte. Mi preme dire inoltre che “fast track” (che viene tradotto con “corsia veloce”, sull’esempio delle corsie dedicate negli aeroporti) non significa un trattamento sbrigativo, anzi l’obiettivo prioritario è quello di offrire prestazione di qualità in termini di sicurezza che di risultato, peraltro documentati da evidenze medico-scientifiche. Perché Tione riesce ad essere all’avanguardia in questo settore? Ritengo che anche in un ospedale di dimensioni contenute si riescano a garantire trattamenti di eccellenza grazie alla professionalità e all’impegno degli ortopedici e degli infermieri che lavorano con me nel reparto di Ortopedia. Tutto questo progetto è diventato possibile grazie all’Azienda sanitaria che l’ha recepito e a livello dipartimentale è diventato un progetto pilota localizzato a Tione; questi protocolli si adattano peraltro ai nuovi modelli assistenziali che nel caso specifico sono quelli del week surgery (no sabato e domenica) ossia la chirurgia programmata. (r.s.)
L’EDITORIALE di Adelino Amistadi Continua dalla Prima
Dieci consigli per votare bene
Così, senza pretesa alcuna, in modo sommesso, vorrei esprimere, in proposito, le mie personali riflessioni che ho riassunto in alcuni consigli agli elettori, come me, coinvolti in queste elezioni amministrative per compiere in modo proficuo ed utile il diritto-dovere di scegliere al meglio i nostri rappresentanti, per votare senza farsi troppo male. Naturalmente sono indicazioni valide nei confronti di tutti i candidati e di tutte le liste, senza distinzione di colore e di tendenza.
2. La persona che state per votare dovrebbe essere onesta e disinteressata. Considerate i suoi valori, i suoi comportamenti nella vita sociale, il suo modo di operare e collaborare con gli altri. Verificate che non abbia interessi personali o di clan da difendere o privilegiare andando in Municipio.
1. Abbiamo bisogno di persone competenti. Chi deve occuparsi della nostra Comunità deve sapere cosa l’aspetta, quali saranno i suoi compiti e le sue funzioni. Non è necessario che il candidat/a abbia chissà quale titolo di studio, ma che conosca la situazione attuale del nuovo Comune e quali responsabilità si assume se sarà eletto.
3. La capacità d’ascolto dovrebbe essere la terza caratteristica del candidato/a cui state per dare la vostra preferenza. Questo vale per tutti, ma in particolar modo per il candidato Sindaco che deve avere una notevole capacità d’ascoltare gli altri, le loro opinioni, le loro proposte, i loro suggerimenti. Deve avere esperienza, lungimiranza, serenità di giudizio e
l’orgoglio di sentirsi il Sindaco di tutti, maggioranza e minoranza. 4. Diffidate degli imbonitori e di chi si proclama infallibile. Un amministratore che sbraita, troppo sicuro delle sue posizioni, non ammetterà mai i suoi errori e non cercherà di correggerli. Chi pensa di avere sempre in tasca la verità non ha i requisiti per cercare con gli altri le vie d’uscita dalle difficoltà, che data la situazione politica attuale, saranno tante e difficili da sbrogliare. 5. Non scambiate il vostro voto con promesse di denaro, oggi di moda, o di favori personali. Oltre che essere un atto riprovevole, ricordate che di solito le promesse elettorali sono promesse di marinaio.
6. È meglio conoscere il candidato. Votare un candidato perché qualcuno ve lo consiglia o vi ricatta (esercitare il ricatto è anche penale) non è una cosa buona: potreste poi pentirvi di esservi fidati dei soliti mestieranti della politica di basso lignaggio. 7. Gli alberi si giudicano dai frutti. Per dare un giudizio ragionato, esaminate le azioni ed i comportamenti tenuti negli anni precedenti della persona che volete eleggere, per aver un’idea di quello che potrà fare se sarà eletto. Un poco di buono resta probabilmente tale anche se eletto, un impostore lo è per vizio, non migliora se eletto consigliere. L’elezione conferisce legittimità democratica, ma non fa aumentare da
un’ora all’altra intelligenza e capacità. 8. Dimmi con chi vai. Se un aspirante amministratore viene sponsorizzato da persone poco raccomandabili, pensateci bene prima di votarlo. Quello potrebbe avere a cuore i suoi interessi e quelli dei suoi amici, non certo l’interesse per il bene comune, per l’interesse di tutti. 9. Votare per un parente? Certo se il parente in questione è motivato, onesto, e capace. Si vota una persona per le sue competenze e per la sua correttezza: la parentela, da sola, non è sempre un buon criterio di scelta. Gli eletti dovrebbero essere quelli che sanno meglio amministrare la Comunità, al di là di tutto e di
tutti, le eventuali conseguenze per scelte sbagliate saranno dolorose per tutti, anche per chi li ha votati. 10. In politica come nella società sono di moda i voltagabbana. Cambiare opinione sulle cose è considerato da sempre segno di intelligenza, ma cambiare parte politica per squallido interesse, per ricoprire poltrone, per garantirsi laute indennità è segno di grettezza intellettiva e di mediocrità. Sono i più pericolosi, di solito sono inaffidabili, incapaci, indifferenti al bene comune, e pronti a vendersi per un piatto di lenticchie. Hanno faccia di bronzo e stomaco di ferro, da loro c’è da aspettarsi di tutto, ma niente di buono per la Comunità.
Politica
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Intervista al presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti
Verso ilTerzo Statuto di autonomia Un passaggio fondamentale per l’Autonomia del Trentino. Così viene definito il Terzo Statuto di autonomia, i cui tratti caratterizzanti saranno scritti nei prossimi mesi. In questi giorni sta per essere definita la composizione della Consulta, l’organo – formato
Il Giornale delle Giudicarie
mensile di informazione e approfondimento Anno 14 n° 5 maggio 2016 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Caporedattore: Roberto Bertolini Comitato di redazione: Matteo Ciaghi, Elio Collizzolli, Aldo Gottardi, Denise Rocca Hanno collaborato: Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Francesco Brunelli, Alberto Carli, Umberto Fedrizzi , Enrico Gasperi, Marco Maestri, Elisa Pasquazzo, Alessandro Togni, Alberta Voltolini, Ettore Zampiccoli, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3335988772) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 28 aprile 2016 da Sie Spa - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129
loro centralità la questione della Regione e quella delle competenze. Perché si è avvertita l’esigenza di superare il Secondo Statuto del 1972? Le ragioni per immaginare una riforma statutaria sono diverse. In primo luogo, la necessità di definire con precisione i confini delle competenze delle due Province rispetto allo Stato, dopo che la riforma costituzionale del 2001 li ha resi poco attuali, innescando un contenzioso continuo con la Corte Costituzionale. In secondo luogo, la riforma costituzionale in corso ci impone una rivisitazione dello Statuto, per garantire la nostra specificità rispetto all’ordinamento regionale comune. Infine, come già anticipato, per provare a immaginare un nuovo ruolo della Regione. Quali sono i nuovi significati dell’Autonomia che è necessario fissare nel Terzo Statuto? Non voglio anticipare un dibattito che, come stabilito dalla legge provinciale che la istituisce, prevede una forte autonomia della Consulta per lo Statuto speciale. Mi limito a dire che, a mio avviso, dovremo essere in grado di immaginare questo percorso come la riscrittura di un nuovo patto: non solo un nuovo patto con lo Stato, ma un nuovo patto tra le due Province e – al contempo – un nuovo patto dentro le nostre comunità, che
Bruno Dorigatti
saldi i principi di convivenza dentro un nuovo quadro europeo e dentro i grandi e impattanti flussi della modernità. Uno dei nodi è il ruolo della Regione: come pensa debba essere affrontato e quale dovrebbe essere il profilo dell’ente-Regione per il futuro? Io penso che la Regione debba essere la fondamentale cornice istituzionale dell’autonomia speciale di Trento e Bolzano, lo spazio dove si confrontano strategie di interesse comune: basti citare lo sviluppo industriale, la questione dei trasporti e della mobilità, l’università, le sinergie dei sistemi sanitari. Ma non solo: la Regione dovrà essere la casa comune che ci permette di guardare oltre i confini, in chiave concretamente euroregionale, per avere un ruolo chiave nel sistema di governance multilivello dell’Unione Europea. Nonostante se ne parli da molti mesi non sembra che
fra i cittadini vi sia la consapevolezza dell’importanza di questo dibattito. Occorre fare qualcosa per garantire maggiore coinvolgimento della gente? Purtroppo quella che viviamo non è una fase nella quale la politica e le Istituzioni godano di grande fiducia, e se anche il dibattito sulla riforma dello Statuto dovesse essere percepito come una questione tutta interna alla politica, la sua efficacia sarebbe ridotta ai minimi termini: per questo motivo dobbiamo valorizzare il fatto che si sia deciso di intraprendere un percorso partecipativo, che tenta di unire le forme tradizionali della rappresentanza e i più moderni modelli di partecipazione attiva dei cittadini. La prima proposta della Consulta sarà discussa per sei mesi con tutta la comunità trentina, usando strumenti informatici ma anche organizzando incontri, dibattiti, confronti sui territori, con la cittadinanza, con la so-
MEDENT ADRIATIC ROVIGNO / CROAZIA MEDENT ADRIATIC
cietà civile organizzata. Quali sono le prossime tappe e quali i tempi di approvazione del testo? La legge 1/16 prevede che la Consulta sia nominata dal Presidente del Consiglio provinciale, su designazione dei soggetti già citati: ora siamo in questa fase di raccolta delle designazioni. Il prossimo passaggio sarà la nomina della Consulta e del suo Presidente. La Consulta dovrà dunque produrre un progetto di riforma, anche in relazione ai processi di riforma costituzionale in corso. E dovrà farlo con un costante confronto con la Convenzione istituita in Südtirol. In centoventi giorni elaborerà questo documento preliminare, che sarà – come detto- sottoposto a un processo partecipativo. Alla fine di questo, la “palla” tornerà alla Consulta, che avrà altri 60 giorni per integrare il documento con quanto emerso dall’iter popolare. Il documento conclusivo sarà trasmesso al Presidente del Consiglio e a quello della provincia, il quale attiverà il procedimento disciplinato dal secondo comma dell’articolo 103 dello Statuto. Entro la fine del 2017 dovremmo aver concluso tutti i lavori della Consulta, ed entro la fine della legislatura auspicabilmente dovrebbe vedere la luce il testo coordinato della riforma statutaria. Sarà una sfida molto impegnativa, che imporrà un grande senso di responsabilità a tutti gli attori in gioco: se l’Autonomia è un bene comune, tutti dobbiamo sentirci in dovere di concorrere alla riscrittura del patto che la sostiene. (r.s.)
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una proposta di modifica statutaria. Questa proposta, dopo essere stata sottoposta ad un processo partecipativo che coinvolgerà l’intera comunità, dovrà intrecciarsi a livello di Consiglio regionale con quanto emerso dal percorso svolto in Südtirol. In questi mesi stiamo definendo, in modo aperto e trasparente, la composizione della Consulta, che sarà nominata auspicabilmente entro l’inizio di luglio. Sarà questo organismo a definire i contenuti prioritari, ma non ho dubbi che avranno una
da politici e rappresentanti della società civile – che dovrà materialmente discutere i vari passaggi e trovare un testo di sintesi. Ne parliamo con il presidente del Consiglio Provinciale Bruno Dorigatti, organo deputato a nominare la Consulta.
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Presidente Dorigatti, a che punto è la discussione sul Terzo Statuto di autonomia e quali sono i principali contenuti sui quali si sta dibattendo? l Consiglio provinciale di Trento, al pari di quello di Bolzano, ha deciso di intraprendere un percorso partecipato di riforma dello Statuto speciale per il Trentino – Alto Adige / Südtirol: con la legge provinciale 1/16 abbiamo dunque istituito una Consulta, composta da 25 persone in rappresentanza non solo del mondo politico, ma dell’università, dell’economia, del mondo del lavoro, dell’associazionismo, della cooperazione, delle minoranze linguistiche, che dovrà elaborare
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Verso le elezioni comunali
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Una tornata elettorale “speciale”, causata dalle fusioni dell’ultimo minuto, realizzate proprio a ridosso delle comunali dello scorso anno, che hanno fatto slittare in avanti per i nuovi comuni l’appuntamento elettorale. Solo le Giudicarie Esteriori, avendo completato due fusioni in tempi meno recenti e mantenendo Fiavè, Bleggio Superiore e Stenico ancora lontani da pensieri di accorpamenti amministrativi, non hanno elezioni in corso. E’ invece la Valle del Chiese, dei tre ambiti giudicariesi coinvolti da questa tornata, quella che promette maggiore battaglia elettorale: a Pieve di Bono – Prezzo Daniele Tarolli e una lista con diversi nuovi (in area Umberto Facchi) sfideranno la compagine dei due sindaci uscenti – Attilio Maestri e Celestino Boldrini – che si presentano invece con la forza dell’esperienza e di una fusione portata a compimento in accordo. A Sella Giudicarie ci sono tre liste, con Raffaele Armani che rientra sulla scena politica dopo qualche anno (è stato sindaco di Lardaro e presidente del Comprensorio C8), Franco Bazzoli a proporsi come sindaco dopo essere stato assessore con Erminio Rizzonelli nell’ultima legislatura ed essere presidente del Bim e Ivan Bazzoli che è invece a giocare il ruolo del volto nuovo (“lanciato” e accompagnato da Celeste Bazzoli) e
Conto alla rovescia per le elezioni comunali Nei sei comuni risultato delle fusioni si vota l’8 maggio. A Tre Ville e Porte di Rendena sindaci già designati, ma occhio all’affluenza
Dei sedici comuni chiamati a votare alle comunali dell’8 maggio 2016 sul territorio della Provincia di Trento, ben sei sono giudicariesi. Si tratta di 10.402 cittadini interessati dal risultato della tornata elettorale: 10 liste in totale, con i comuni di Porte di Rendena e Tre Ville che si presentano al voto con una lista cercare di trarre vantaggio – è da capire quanto - dalla spaccatura della maggioranza che sostenne sei anni fa Rizzonelli oggi però divisa fra Franco Bazzoli e Raffaele Armani. A Borgo Chiese, come si anticipava nell’ultimo numero, si è realizzata l’alleanza fra Roberto Spada e Remo Andreolli, con quest’ultimo ad appoggiare candidati sindaco Spada, contro Claudio Pucci. I risultati in Valle del Chiese sono ampiamente incerti alla vigilia, senza pronostici facili. Diversa la situazione nella Busa di Tione e in Val Ren-
unica. Il più piccolo dei comuni giudicariesi chiamato alle elezioni è il nuovo comune di Borgo Lares, con i suoi 707 abitanti – nato nella Busa di Tione dalla fusione di Bolbeno e Zuclo - il più popoloso è Sella Giudicarie – creatura di Roncone, Bondo, Breguzzo e Lardaro - con 2.918 cittadini.
Si vota domenica 8 maggio, dalle 7 alle 21 I cittadini sono chiamati alle urne domenica 8 maggio, dalle ore 7.00 alle ore 21.00. Esprimeranno la propria preferenza su schede elettorali di colore giallo, sulle quali compariranno il simbolo della lista a fianco del candidato sindaco e si potranno indicare fino a 2 preferenze per i candidati a consigliere. Occorre barrare il simbolo della lista prescelta, ma anche l’espressione dei due nomi di candidati consiglieri consegna automaticamente il voto alla lista a cui appartengono. Non è possibile il voto disgiunto, ossia per candidati consiglieri di liste diverse, o per un candidato sindaco e un candidato consigliere appartenenti a liste diverse. Le operazioni di spoglio con meno di 3 sezioni avverranno appena dopo la conclusione delle votazioni, la sera dell’8 maggio.
dena dove i giochi sono già quasi fatti: a Porte di Rendena corre con una lista unica Enrico Pellegrini, dopo che all’ultimo Jessica Pellegrino, unica degli altri aspiranti ad ancora in corso per preparare una squadra, non è riuscita a trovare il numero minimo di candidati che servivano per poter presentare una lista; solo una squadra, quella di Matteo Leonardi, anche per Tre Ville, che è però uno “squadrone” che avrà l’occasione e il tempo – includendo tutti e tre gli ex primi cittadini e molti esponenti delle tre maggioran-
ze uscenti con qualche nuovo innesto – di portare avanti quanto avviato dai precedenti, fusione compresa. Nei due paesi qualche patema d’animo lo crea – come spesso accade nei casi di lista unica – l’affluenza, dovendosi raggiungere il 50% di votanti perché l’elezione sia valida. A Borgo Lares all’ultimo minuto è arrivata anche la lista capitanata da Guido Perghem ad agitare un po’ le acque di un’elezione che pareva scorrere placida all’ombra della Madonna del Lares per Giorgio Marchetti, candidato sindaco di esperienza. Le premesse non sono comunque battagliere per Perghem, che fin dalla discesa in campo decisa a pochi giorni dalla presentazione delle liste ha parlato di collaborazione.
Sella Giudicarie, partita a tre tra Ivan Bazzoli, Raffaele Armani e Franco Bazzoli CANDIDATO SINDACO RAFFAELE ARMANI
CANDIDATO SINDACO IVAN BAZZOLI
nato a Roncone il 25/02/1949
nato a Tione il 20/02/1987
RBBL CIVICA FUTURA Molinari Giovanna Frank Silvana Mussi Francesca Pollini Gloria Rizzonelli Laura Bazzoli Celeste Bazzoli David Facchini Remo Fustini Omar Gazzaroli Daniele Giovannini Adriano Rossi Nicola Rubinelli Walter Viviani Paolo
Tione di Trento Koetzting (D) Tione di Trento Trento Tione di Trento Tione di Trento Tione di Trento Trento Trento Tione di Trento Tione di Trento Tione di Trento Breguzzo Tione di Trento
06/08/1958 06/11/1963 26/06/1979 10/06/1967 17/01/1994 15/01/1962 13/06/1980 14/07/1995 04/04/1993 16/09/1977 13/03/1976 16/10/1989 30/08/1959 02/09/1989
CANDIDATO SINDACO FRANCO BAZZOLI
ORIZZONTE COMUNE Amistadi Catia Maria Amistadi Daniele Amistadi Giacinto Bazzoli Ilario Bertoni Claudio Bonazza Luciano Bonazza Mara Bonenti Fabiola Facchini Stefano Frioli Ilda Giovanelli Mattia Monte Monica Mussi Anna Linda Valenti Gianluca Valenti Lorena
Tione di Trento Tione di Trento Roncone Tione di Trento Tione di Trento Breguzzo Tione di Trento Tione di Trento Roncone Bressanone Tione di Trento Tione di Trento Brescia Tione di Trento Tione di Trento
07/12/1957 19/03/1978 29/05/1956 17/06/1984 07/03/1986 22/01/1959 12/04/1993 14/05/1962 11/12/1960 23/10/1947 14/12/1991 13/09/1982 04/04/1960 01/06/1980 27/09/1970
nato a Tione il 06/05/1962
COSTRUIRE COMUNITÀ Amistadi Damiano Bianchi Luigi Bruno Bonazza Valerio Cosi Manuela Foresti Paola Franzoi Cristina Ghezzi Piero Molinari Susan Mussi Luca Mussi Fabiano Salvadori Frank Salvadori Nerio Valenti Loris Valenti Brunella Valenti Massimo
Tione di Trento 14/09/1963 Anfo - BS21/12/1948 Breguzzo 12/01/1954 Tione di Trento 22/03/1980 Tione di Trento 01/06/1976 Tione di Trento 14/04/1974 Ronciglione -VT- 07/08/1981 Tione di Trento 08/04/1985 Tione di Trento 17/07/1992 Tione di Trento 27/10/1986 Frankenthal (D) 01/12/1970 Roncone 02/05/1958 Lucerna (CH) 02/08/1973 Trento 22/05/1985 Tione di Trento 13/05/1963
Verso le elezioni comunali TREVILLE
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Borgo Lares, Perghem sfida Marchetti
CANDIDATO SINDACO
MATTEO LEONARDI Nato a Tione di Trento il 6/07/1982
PERCORSO COMUNE Bolza Sergio 25/07/70 Braghini Daniela 20/03/83 Fedrizzi Andrea 03/05/81 Fedrizzi Umberto 22/11/95 Ferrazza Michelle 26/09/91 Giovanella Aldo 29/03/64 Giovanella Luca 22/11/88 Leonardi Biagio 27/11/70 Paletti Paolo 24/01/60 Paoli Daniele 31/03/88 Serafini Tullio 27/09/71 Simoni Claudia 06/01/80 Simoni Michela 23/07/69 Zanetti Mario 27/11/91
PORTE DI RENDENA
CANDIDATO SINDACO
ENRICO PELLEGRINI Nato a Tione di Trento il 02/01/1979
CANDIDATO SINDACO GIORGIO MARCHETTI nato a Tione il 26/09/1958 ORIZZONTI COMUNI
INCONTRO
Bertolini Arianna Tione 26/04/85 Bertolini Roberto Tione 05/11/81 Bertolini Simonetta Tione 23/02/1991 Chemotti Silvia Tione 17/06/81 Chiodega Diego Tione 25/02/60 Collizzolli Silvana Tione 30/09/86 Franchini Girolamo Bolbeno 10/04/41 Manazzalli Giovanni Bolbeno 27/09/54 Marchetti Francesca Tione 06/01/83 Rivani Matteo Tione 19/06/81 Zoanetti Luca Tione 17/05/76
Zoanetti Beniamino Zuclo 18/10/60 Belforti Rossella Parma 29/11/67 Franchini Stefano Bressanone 12/05/67 Giovannini Michele Trento 21/11/70 Veltri Roberto Cosenza 06/07/75 Minghetti Sonia Bologna 22/02/56 Bondi Flaviano Trento 26/03/63 Lazzeri Fabio Trento 22/01/74 Girardini Maria Pia Tione 29/08/38
Pucci vs. Spada a Borgo Chiese CANDIDATO SINDACO CLAUDIO PUCCI nato a Verona il 28/11/1962 VALORE ALLA COMUNITÀ Belli Lara Condino 20/09/51 Bertini Efrem Tione 26/08/80 Bodio Fabio Trento 26/05/60 Corelli Giuliano Condino 14/01/71 Dapreda Fabio Tione 05/02/70 Faccini Cristina Tione 19/05/74 Faccini Michele Tione 22/12/89 Gnosini Katia Tione 11/11/76 Mazzocchi Luciano Tione 10/02/69 Poletti Michele Tione 28/07/87 Poletti Silvia Tione 23/01/78 Pretti Marina Peio 21/08/60 Tamburini Mirko Tione 15/08/76 Zulberti Alessandra Tione 09/02/80
CANDIDATO SINDACO ROBERTO SPADA nato a Tione il 12/05/1963 IDEE AL LAVORO LISTA CIVICAPER BORGO CHIESE
Pelanda Alessia Tione 27/03/96 Luchini Stefano Tione 24/11/84 Zulberti Adriana Rovereto 09/02/89 Bagozzi Alvaro Tione 04/10/71 Bodio Marco Tione 15/02/70 Butterini Alessia Tione 13/04/90 Butterini Giovanni Tione 10/09/80 Dell’OglioAngela T. S.Severo (FG) 14/10/65 Ferrari Efrem Trento 18/11/59 Gualdi Marta Tione 30/09/79 Leotti Giuseppe Tione 05/01/68 Pernisi Luca Tione 01/01/74 Rigotti Carmen Trento 27/03/67 Rosa Gianluca Tione 28/10/88 Sartori Andrea Tione 28/06/83
A Pieve di Bono-Prezzo Tarolli sfida Maestri CANDIDATO SINDACO ATTILIO MAESTRI nato a Tione il 16/01/1965
IDENTITA’ CONDIVISE Alberti Roberta 11/10/65 Cantonati Massimo 15/04/77 Chiappani Nicola 21/08/66 Chiappani Paola 26/09/77 Collini Bruna 09/10/53 Dallavalle Federico 17/03/86 Dorna Paolo 25/11/69 Dorna Riccardo 01/05/85 Faoro Giuliana 27/03/75 Pedretti Cristian 02/12/86 Pouli Christian 10/03/78 Scarazzini Franco 13/12/54 Simoni Claudia 03/07/72 Valentini Alberto 07/09/61 Viviani Ezio 24/09/56
CANDIDATO SINDACO GUIDO PERGHEM nato a Trento il 25/07/1963
IMPEGNO PER LA PIEVE
Armani Lorena Tione 12/08/62 Bazzoli Michele Tione 31/01/77 Boldrini Celestino Prezzo 14/09/52 Capelli Stefano Tione 10/10/90 Cosi Costantino Tione 04/09/65 Dras Monica Tione 04/03/73 Franceschetti Carlo Bezzecca 25/11/44 Franceschetti Paolo (Tola) Tione 02/11/62 Gilardoni Damiano Tione 04/08/78 Gnosini Bruno Tione 15/04/78 Maestri Mafalda Tione 17/09/62 Nicolini Alice (Gnosini) Tione 15/05/87 Nicolini Elio Pieve di Bono 22/05/55 Romanelli Renata Pieve di Bono 10/12/56 Rota Sergio Tione di Trento 23/01/67
CANDIDATO SINDACO DANIELE TAROLLI nato a Tione il 22/11/1973 RINNOVIAMO INSIEME
Armani Gresia Tione 09/06/92 Balduzzi Alessandra Tione 25/09/84 Collini Eleonora Tione 19/07/90 Endrizzi Martina Cles 24/09/84 Giovanelli Mariagrazia Tione 13/11/83 Nicolini Severina Pieve di Bono 29/02/48 Pace Rosanna Weilheim (D) 13/01/66 Scaia Silvana Tione 02/01/69 Baldracchi Ferdinando Pieve di Bono 10/03/43 Ceschinelli Fausto Tione 07/06/69 Facchini Emiliano Pieve di Bono 03/03/51 Franceschetti Luca Tione 27/10/77 Maestri Giancarlo Tione 25/03/69 Scaia Mattia Tione 04/04/92 Togni Michele Tione di Trento 23/01/69
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Porto Franco
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E invece un giorno dai una botta qui, un altro giorno una botta là e alla fine ci troviamo ad essere uguali a tutto il resto del Paese. E mica per niente a Roma c’è chi sostiene che questa Autonomia prima o poi l’Italia dovrebbe togliersela dalle palle. Ora, tanto per dare ad ognuno il suo, diciamo pure che le vicende Pedergnana, (il presidente del Patt defenestrato per aver alzato troppo un braccio col saluto fascista) e quella di Baratter, che forse con un pizzico di ingenuità firma patti preelettorali con gli Schuetzen sono piccoli peccati veniali, magari politicamente discutibili, ma tutto sommato senza colpe gravi. Con la vicenda di Telemedika l’affare invece si presenta più serio e permette di entrare nel groviglio di gestioni politiche e burocratiche discutibili. Come ognun sa la società Telemedika è sotto inchiesta per via di un discutibile procedimento svoltosi a “trattativa privata con confronto concorrenziale … per la fornitura delle apparecchiature … occorrenti al monitoraggio dei pazienti con patologie croniche degenerative…” da parte dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari della Provincia autonoma di Trento. Con determina del direttore del “Servizio programmazione acquisti logistica” dell’Azienda sanitaria il 17 ottobre 2012 sono stati invitati a presentare offerte cinque operatori economici, alcuni di calibro internazio-
E la chiamano autonomia Il trentino fra scandali e inchieste di Ettore Zampiccoli
Mettete assieme le vicende Pedergnana, Baratter, Telemedika. Mettete assieme le vicende Telemedika e Trento Rise, mettete assieme i teatrini di certe nomine importanti (Autostrada del Brennero tanto per fare l’ultimo esempio), aggiungete – così per fare un po’ di amarcord – i vitalizi d’oro e uno si chiede: nale. Con successivo provvedimento dello stesso direttore di data 6/11/2012, ossia dopo poco più di due settimane, veniva invitata alla procedura anche Telemedika S.r.l., con sede a Trento in via Innsbruck. Entro le ore 12 del 19 novembre 2012, termine previsto per la presentazione delle offerte, si erano fatti avanti tre società, fra cui Telemedika. Con determina del competente direttore, in data 5 dicembre 2012 veniva nominata la commissione giudicatrice incaricata della valutazione delle offerte. Con determinazione del 30 aprile 2013 dello stesso direttore, che aveva provveduto agli inviti e nominato la commissione giudicatrice, veniva determinata l’assegnazione della fornitura oggetto della trattativa privata con confronto concorrenziale a Telemedika,
società costituitasi pochi giorni prima della procedura in base alla quale ha ottenuto l’incarico. Nell’assegnazione del punteggio, pur essendo fresca di parto, Telemedika riesce a sbaragliare esperienze internazionali. Uno va a spulciare e scopre che nella società, tra i soci, c’è anche un signor Maurizio Bezzi, che è cognato del presidente della Provincia Rossi: o che coincidenza. Poi uno scava ancora un po’ e scopre che all’epoca della gara ora inquisita l’assessore alla sanità era proprio Rossi: o che coincidenza. Diceva il divo Giulio (Andreotti) che una coincidenza è una coincidenza, due coincidenze sono due coincidenze, tre coincidenze sono una prova. La magistratura ci dirà se ci son state altre coincidenze, ovvero se la gara è stata corretta e lineare. Ma restando intanto
ma qui siamo in qualche regione del Sud, magari nella “buttana Sicilia” come direbbe lo scrittore e sicilianissimo giornalista Pietrangelo Buttafuoco? No siamo in Trentino. Il Trentino dell’Autonomia che dovrebbe essere speciale, trasparente, efficiente, rigoroso, austro ungarica, senza macchia. su un piano esclusivamente e puramente politico questa vicenda non può non sollevare qualche perplessità soprattutto per le modalità di gestione della gara. E sono le stesse perplessità che emergono dalla complicata vicenda dell’inchiesta su Trento Rise e sui numerosi, milionari appalti che per anni sono girati attorno a questo ed altri nomi (Deloitte ecc.). Anche su queste vicende la Magistratura sta indagando e quindi attendiamo. In attesa dunque degli sviluppi giudiziari qualche considerazione politica crediamo possa essere lecita. Siamo in uno scenario dove le famose gare pubbliche, che dovrebbero essere trasparenti, proprio lineari e chiare a volte non sembrano. Magari ci vorrebbe un Cantone per controllare. Cantone è il magistrato che il Governo ha
messo a capo dell’anticorruzione e che va a spulciare proprio le gare pubbliche. Siamo in un contesto dove le nomine negli enti pubblici avvengono spesso per meriti politici (si pesca tra i trombati dell’uno o dell’altro partito) e non certo per la conclamata e sputtanata meritocrazia. Siamo forse in un contesto dove la famosa Autonomia talvolta sembra esser ridotta ad un paravento per favorire amici conoscenti? Non a caso il consigliere Claudio Cia ha presentato una originale interrogazione per sapere se posti importanti sono stati assegnati a parenti fino al secondo grado dei consiglieri provinciali e di uomini rappresentativi della cabina di regia della politica trentina. Ah certo poi si fanno convegni pensosi per
Valsabbina, utile a 8 milioni La Banca è presente nel basso Chiese e a Ledro con 1.800 soci e 3.200 clienti
«Nel corso dell’esercizio 2015 la Banca Valsabbina, con tre sportelli sull’area di Storo e altre sessanta filiali sparse tra Lombardia e Veneto, ha riscontrato nel suo complesso un utile netto di 8.062 milioni di euro rispetto ai 14 dell’anno prima. Tale riduzione non deve preoccupare, in quanto legata alla lievitazione dei costi operativi, per quanto versato dalla Banca (euro 4,8 milioni) a favore del Fondo per la risoluzione delle crisi delle quattro banche (“salasso” imposto da Bankitalia) e all’ombrello protettivo di garanzia dei depositanti». A fornire questi e altri riscontri sono stati Ezio Soardi e Renato Barbieri, rispettivamente presidente e direttore generale, in occasione dell’assemblea generale del 30 aprile al Palabanco di Brescia, considerato che a Storo l’assise di valle da due anni a questa parte non si tiene più. Presidente e direttore si sono addentrati nelle pieghe di bilancio confermando che il margine di interesse si attesta ad euro 54,7
La sede della Valsabbina a Storo
mln, in calo del 9,6 %, rispetto al 2014. I minori interessi passivi sulla raccolta hanno parzialmente compensato la riduzione degli interessi attivi, in particolare sul “portafoglio” titoli di proprietà, causato dalla riduzione dei rendimenti dei titoli di stato. L’utile netto, come anticipato, si attesta su 8,1 mln, in diminuzione del 42,4% rispetto all’esercizio precedente, il che consente
di proporre la distribuzione di un dividendo per azione di euro 0,12. Sulle filiali trentine a parlare sono Walter Piccini e il suo assistente Paolo Gesa. «Siamo a Storo e nel circondario oramai dal 1999, i soci sono oltre 1.800 e i clienti – valle di Ledro inclusa – si aggirano a quota 3.200. Poi anche in Trentino la banca non si discosta al resto del territorio, tant’è che a imprese e famiglie
resta vicina, con numerose nuove erogazioni di finanziamenti». Le commissioni nette ammontano ad euro 26,8 mln, con un incremento del 12,8%, grazie in particolare alle ultime performance del collocamento dei prodotti della Bencassicurazione e del risparmio gestito. La raccolta diretta risulta pari ad euro 3.125 mln, quella indiretta si attesta ad euro 1.432 mln e in crescita del 12 % mentre gli impieghi sono pari ad euro 2.780 mln. A conferma degli apprezzabili risultati economici e commerciali anche i soci totali sono aumentati passando da 39.532 a 40.129 come anche i conti correnti cresciuti da 70.523 a 72.394”. Su titoli e azioni Soardi & Barbieri hanno aggiunto: «Effettivamente non sono mancate nel corso dell’anno pressioni sul nostro titolo: un tema che del resto ha riscontrato ampia discussione anche all’interno del nostro stesso cda. Stiamo valutando le azioni più opportune per migliorarne la liquidità». Elisa Pasquazzo
chiedersi perché tanti giovani si staccano dalla politica. Ma se all’Autostrada ci metti un personaggio da museo anziché puntare su energie fresche che devono fare i giovani? Prendere il mitra ovviamente no, ma sputazzare sulla politica certamente sì. E gli esempi potrebbero continuare con tanto di citazione di società partecipate, figlie della Provincia e con i nominativi di amici del Patt e di Rossi messi qui è là, dall’Itea alla fondazione Mach, da qualche fondazione bancaria fino alla spartizione all’Autostrada del Brennero con due uomini, indicati rispettivamente dal Patt e dal Pd, che si alterneranno alla presidenza (146 mila euro l’indennità annuale per il presidente). Ci viene in mente solo un intervento di qualche mese di Antonio Scaglia, già preside di sociologia, che ammoniva sulla poca trasparenza che sta crescendo in Trentino. Sta crescendo nell’ente pubblico per non parlare poi di alcune Società partecipate dove il fumo spesso è denso e irrespirabile. C’è poi un altro aspetto: in tutto il bailamme di questi giorni quello che poi fa specie è stata la reazione del presidente Rossi che, di fronte ai vari casi (Pedergnana, Baratter, Telemedika) non ha trovato di meglio che gridare ai dossier, al killeraggio, a chissà quali disegni oscuri. Colpa dei giornalisti e dei magistrati? Non si è preoccupato di approfondire se caso mai ci fosse stato un illecito o meno, si è preoccupato in buona moneta solo della propria poltrona? Meglio avrebbe fatto ad annunciare interventi di pulizia e magari nuova regolamentazione delle procedure burocratiche o nuovi criteri nelle nomine pubbliche. Invece ha preferito intervenire su queste tre citate vicende dimostrando solo arroganza e supponenza. Forse è una dote che ha imparato da Dellai. E questo è un altro dato deprimente del modo di intendere l’Autonomia: non si governa, ma si comanda, non si guarda alla comunità ma alle piccole lobby che lambiscono piazza Dante. L’on. Cuperlo della minoranza Pd di recente ha detto: “Non sei un leader, usi l’arroganza del capo”. Ogni riferimento è puramente causale. E spiace perché pensavamo che con Rossi ci potesse essere una svolta. E’ proprio vero che di politica non ho mai capito nulla.
Attualità Un accordo che ha creato anche qualche polemica, definito da alcuni “spartizione” di poltrone a livello politico: in un ente che vede fra i suoi azionisti di maggioranza la Regione Trentino Alto Adige, la Provincia di Trento e quella di Bolzano, è chiaro che le nomine abbiano un sapore “politico” e la situazione politica attuale con il momento delicato della maggioranza di centrosinistra autonomista ha fatto il resto. In ogni caso, come hanno notato diversi commentatori, la competenza dei due soggetti in questione, Girardi ed Olivieri, è fuori discussione. Dunque Girardi sarà presidente per il primo anno e mezzo di mandato, mentre l’avvocato di Pinzolo per il secondo. Olivieri, un incarico importante: se l’aspettava? A dire la verità già quattro anni fa il mio nome era circolato fra quelli dei possibili presidenti, poi non se ne fece niente. In ogni caso si tratta di una nomina di grande prestigio che mi rende molto orgoglioso. Una nomina che dà visibilità anche alle Giudicarie, di solito non molto rappresentate ai piani alti delle società pubbliche. Direi certamente di sì. Al di là del mio nome, avere un giudicariese al vertice di una società di questa importanza è di certo un fatto significativo. Si pensi che Autostrada del Brennero Spa è società strategica con un bilancio sempre in attivo, con circa 1.000 dipendenti, fra cui molti giovani e persone di grande competenza. Inoltre è un collegamento viario imprescindibile fra Italia e Nord Europa e questo pone le basi per una forte regìa regionale sul futuro dei trasporti nel Trentino Alto Adige. D’altra parte, la storia dell’A22 è emblematica, perché fu avversata dai contadini e dalla sinistra; da lì si capiva che una certa sinistra non aveva visione di futuro. Già da Parlamentare si occupò di A22.
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Accordo sulla “staffetta”, l’avvocato giudicariese sarà alla guida del colosso Autobrennero da 1000 dipendenti
A22, Olivieri alla presidenza Chi conosce Gigi Olivieri sa che, oltre ad essere un legale di grande esperienza, è un uomo di grande determinazione. Ecco allora che, dopo essere stato nel 1985 il primo avvocato della Val Rendena, nel 1996 il primo Deputato giudicariese in Parlamento, sarà il primo rappresentante della nostra valle a diventare presidente di un ente pubblico di quelli che contano: Sì, ricordo che nel 1998 andammo dal presidente del Consiglio Romano Prodi per fare inserire in Finanziaria un comma che permettesse alla Commissione dei 12 di approvare una normativa tale per cui A22 potesse accantonare una quota annuale di utile in esenzione fiscale per realizzare il traforo ferroviario del Brennero. Il tutto pensando che il futuro delle merci sia in ferrovia, garantendo una linea ferroviaria efficiente, e tempi certi, anche per decongestionare le vie stradali dal traffico su gomma. Cosa ne pensa della “staffetta”? Non sono di certo entusiasta di questa soluzione, però per come si erano evolute le cose, è un approdo che garantisce equilibrio. Perché non andava bene nome di Girardi? Niente da dire sul nome. Però alcune nomine non sono state abbastanza condivise dal presidente Rossi, tanto che ad esempio è stato sostituito l’ingegner Armani per questioni di quota di genere. In secondo luogo la concertazione avrebbe dovuto portare al riequilibrio della governance, tipo scambiando i ruoli l’amministratore delegato (che ha un ruolo di operativo del presidente) al Trentino e presidente all’Alto Adige. Non si capisce peraltro perché tutte le figure apicali debbano essere solo dell’SVP e del Patt, visto che sono partiti locali,
l’A22 Modena-Brennero. La conferma è arrivata dall’assemblea dei soci di Autostrada del Brennero SpA nel pomeriggio del 28 aprile, anche se la scelta era già stata concordata a livello istituzionale nei giorni precedenti e parla di una staffetta fra Olivieri e l’avvocato Andrea Girardi, nell’ambito di un accordo fra Partito Demoratico e Patt per la presidenza dell’A22.
mentre c’è invece bisogno di uscire dai confini e dialogare con il livello nazionale, di cui il Pd si fa interprete. In questo contesto, il vicepresidente della Pat Olivi ed il Pd hanno pensato che questa componente politica debba essere partecipe nella gestione dell’A22: siccome non siamo stati coinvolti avevamo l’alternativa di subire per l’ennesima volta oppure far rispettare quello che è il primo partito del Trentino. Dunque ci siamo messi di traverso. Qui esce candidatura di Olivieri. Penso sia dovuta non solo al fatto di essere del Pd (anche perché rappresento la Provincia), ma per le mie competenze, a maggior ragione perché l’A22 non ha bisogno di tecnici, visto che ha personale e tecnici preparatissimi. Ha bisogno invece di politica e di visione. Questo perché A22 ha davanti un periodo impegnativo con scelte importanti da fare: in primis trasformarsi in società inhouse (per agganciare la proroga della concessione di 30 anni), dunque l’attuale componente del 16% privata deve essere acquisita dal pubblico (è già in atto la due diligence) e quindi va gestita questa transizione. Poi ci sono da realizzare il passante da Campogalliano a Sassuolo, la Carpi-Ferrara e la Ferrara-PortoGaribaldi. Senza dimenticare la tematica dello sviluppo della terza corsia, che è richiesta e si farà sotto Verona e di cui dobbiamo
Luigi Olivieri
ragionare anche in Trentino e pure in Alto Adige. Per questo Pd ha messo dei punti fermi, creando anche qualche fibrillazione. Si dice che la provincia l’abbia fatta presidente perché la smettesse di fare “casino” sulla vicenda ospedale. E’ un’interpretazione maliziosa? Io non smetto certo di richiamare l’attenzione sull’ospedale per questa nomina. In questo momento, rispettando l’impegno della nuova giunta della Comunità di Valle e del presidente Butterini, attendo di vedere il testo finale del protocollo di intesa sull’ospedale per giudicare. Va valutato se vi sarà un oggettivo rafforzamento del ruolo di questa struttura, soprattutto se ci sarà una visione chiara del futuro: se rinunciare ad ostetricia e punto nascita comporta il rafforzamento
di ortopedia, della medicina, della chirurga programmata, un pronto soccorso ristrutturato e degno di questo nome, un’attività ambulatoriale specialistica che assorba gran parte delle prestazioni della nostra gente, allora di certo valuterò positivamente il protocollo. Ritengo che la rete di ospedali sul territorio prospettata dal Piano sanitario provinciale abbia bisogno di un presupposto di mobilità, come il sistema sanguigno con il sangue che va e viene, dunque applicando appieno la norma che prevede la mobilità del personale sanitario nel raggio di 50 km. Anche i medici devono mettersi in testa che è meglio che viaggino loro piuttosto che tante persone e utenti. Dica la verità, si sente ancora un po’ assessore alla sanità della Comunità? Penso che me lo sentirò cu-
cito addosso per sempre, perché è un ruolo importante e perché abbiamo fatto una battaglia considerevole, ai tempi della Borgonovo Re e di Flor, in difesa del nostro ospedale. Olivieri “scomodo”. L’hanno forse nominata presidente di A22 per non farle fare il segretario del Pd, nel più classico “promoveatur ut amoveatur”? Ho un’età nella quale si riesce a capire quello che si può o non si può dare. Penso sarei un buon segretario del Pd, mi definisco una ”risorsa pubblica”, avendo rappresentato questo territorio per 10 anni in Parlamento. Oggi il Trentino ha bisogno di avere un Pd sappia essere contemporaneamente partito attento alle istanze locali e cosciente del suo ruolo nazionale, dimensione quest’ultima che Patt e Upt non hanno. Mi rendo conto che il Pd non lo sta facendo fino a fondo; un partito maturo deve saperlo fare, accettando le responsabilità del proprio ruolo, anche prendendosi le figure apicali nella politica e nei Cda delle società pubbliche. Inoltre il Pd del Trentino non ha ancora definito bene i confini della propria area politica, non può essere una casa senza regole, deve trovare sintesi e leadership. Dunque? Il mio limite è di essere una persona pragmatica, che non accetta fronzoli: per questo ho molti amici, ma sono anche una figura scomoda, che divide. Siccome oggi serve in primis l’unità del partito, ritengo che convergere sulla figura di Italo Gilmozzi sia importante perché ha capacità unificanti. Con vista sul 2018, pensando alla guida della Provincia. (r.s.)
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Attualità
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Poca affluenza al referendum del 17 aprile: minima a Bocenago (21%), massima a Castel Condino (34,6%)
Trivelle, anche in Giudicarie quorum lontano di Aldo Gottardi
Tanto si è parlato, tanto si è discusso, fiumi di parole e di inchiostro sono state spesi, ma alla fine tutto si è risolto in un quorum non raggiunto. All’alba di lunedì 18 aprile i risultati del Referendum per ottenere o meno la chiusura degli impianti estrattivi al termine prescritto della concessione, e non ad esaurimento giacimento, hanno mostrato una affluenza del 31,2%: insufficiente per validare i risultati, che davano la vittoria del Si (ovvero per fermare le trivelle al termine della concessione) per l’ 85,8% a fronte di 14,2% No. La Provincia di Trento si pone come risultati all’interno della media nazionale, con una affluenza del 32,4%, con vittoria del Si per l’83,7% dei voti su 16,3% di No. Anche nei Comuni delle Giudicarie, i risultati delle affluenze e delle percentuali di Si o No, confermano in generale quanto visto sopra. Vediamoli nel dettaglio:
COMUNE
AFFLUENZA %
SI %
NO %
Bleggio Superiore Bocenago Bondone Borgo Chiese Borgo Lares Caderzone Terme Carisolo Castel Condino Comano Terme Fiavè Giustino Massimeno Pelugo Pieve di Bono-Prezzo Pinzolo Porte di Rendena San Lorenzo Dorsino Sella Giudicarie Spiazzo Stenico Storo
26,7 21,0 26,5 29,0 28,4 27,1 23,6 34,6 25,3 30,3 25,8 34,6 32,0 28,6 24,3 27,5 24,8 23,3 26,9 32,5 27,9
81,4 80,3 80,6 72,3 68,2 79,6 80,0 63,9 83,2 80,1 75,5 81,8 80,7 72,7 75,0 76,1 77,7 79,7 73,1 79,5 78,9
18,6 19,7 19,4 27,7 31,9 20,5 20,0 36,1 16,8 19,9 24,5 18,2 19,4 27,3 25,0 24,0 22,3 20,3 26,9 20,5 21,1
Strembo Tione Tre Ville Valdaone
30,8 27,0 34,0 24,2
60,9 83,1 77,4 73,6
39,1 17,0 22,6 26,4
Un referendum “difficile”, sia per l’amaro che ha lasciato in bocca a diversi gruppi politici e non, sia per l’effettivamente controversa domanda alla quale venivano chiamati ad esprimersi gli elettori. Non raggiungendo il quorum, l’estrazione di petrolio e gas naturale continuerà fino ad esaurimento dei giaci-
menti, ad opera delle 21 piattaforme entro le 12 miglia marine dalla costa (circa 20 km). Questi 21 impianti già esistenti, solo i più vicini alle coste italiane e quindi rientranti nell’oggetto del referendum, sono compresi nelle 66 piattaforme totali presenti nei mari italiani, e secondo la legge non saranno costruiti nuovi impianti estrattivi.
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Il Saltaro delle Giudicarie Poco cambia per gli anziani, la primavera non è la loro stagione, rimangono infagottati, chissà, tira vento, meglio restare riparati. Uomini e donne, mamme e papà riscendono in campo, si torna al lavoro nei campi, in fabbrica si riprende vigoria, negli uffici c’è tutt’altra luce, il sole mattiniero, esondando in ogni dove, ricorda al mondo che è primavera, la stagione dell’amore, delle speranze, dei progetti, dell’avvenire. All’Orsolina la primavera da più fastidio che altro, non è più la sua stagione, lei le sue mutande di lana spessa fino al ginocchio se le tiene tutto l’anno mica vuol rischiare, l’Abele ritorna al bar sereno, per male che vada il ritorno a casa non sarà più cosi rischioso, può rimanerci fino a sera, e gustare del buon vino, era ora, per tutto l’inverno s’è dovuto accontentare del vino fatto in casa, puro aceto, che gli bruciava lo stomaco ad ogni sorso. Anche le sbornie sono diverse, con l’aceto, o quasi, la sbornia arriva tardi e ti concia come un appestato, un groppo di pelle bianca incancrenita nell’agire e nel parlare. La balla con il buon vino è tutt’altra cosa, è un rifiorire di musica, canzoni d’anteguerra, balli viennesi barcollanti, tanghi sbiascicati con la vecchia Teresa, tutto culo e poco altro, ah..la primavera! Solo l’Archimede, il dotto, lui ha fatto le commerciali, non la smette mai di parlare di politica. Ah, ma è fissato...lui la politica se la porta anche a letto e la sua vecchia l’ha sloggiato, quando arriva politicizzato (ubriaco) al massimo lo fa dormire sul canapè e buona notte. Eppure non dice cose sbagliate. Anzi. Secondo lui, statistiche alla mano, la primavera per la politica è come la grandine dell’estate. Anche quest’anno... quest’anno più che mai. Un casino! Un fermento a destra e a manca, non tanto a destra, che ormai quelli nel casino ci vivono da anni e si sono perfettamente adattati, ultimamente non sembrano fare altro. A parte il Borga, impettito, che sembra un Feldmaresciallo d’altri tempi, che sa quello che dice, c’è la lince, il Claudio Cia che si difende al meglio, anzi di solito attacca con cipiglio, per non dire del “civettuolo” Civettini, del volpino Fugatti, tutta gente che va per conto proprio, allo sbaraglio, ma poi c’è l’inossidabile Giovanazzi che ha perso i capelli a forza di pensare, pensare, pensare a se stesso s’intende, che ci riporta alle antiche usanze. Sul Bezzi, che Dio ci perdoni, stendiamo un velo pietoso. Quel che dice non sa di niente e non serve a niente, parola dell’Archimede, che le cose le sa e le dice con franchezza. Dall’altra, passando per il centro, cambiano le facce, non che migliorino, il Walter Viola, ad esempio, a detta dell’Orsolina che se
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IL SALTARO DELLE GIUDICARIE
La Primavera della politica Ahi la primavera! La natura che rinasce, i prati che si incendiano di colori, le piante che escono dal letargo con i primi fiori segno di buone produzioni, le lucertole che ti fanno compagnia, discrete, lungo le crepe dei muriciattoli di campagna, le anatre selvatiche che riocne intende, è un bel giovanotto, ma dalla bellezza un po’ stancante. Sarà perché dice sempre le stesse cose, con quel tono di voce che sembra un “borer” dei tempi antichi, quando era tutto lavoro e bestemmie, oh..ma lui le bestemmie non le dice, fa parte di CL. All’Archimede piace la Manuela Bottamedi, bella donna, intelligente, brava, dice di lei, è sempre cosi, l’Archimede vivrebbe di politica e di belle ragazze. La Manuela ha dimostrato di essere donna libera e non è poco. In quel mondo, la politica, è già tanto se sei libero d’andare a pisciare. È il metodo Dellai, o con me o contro di me. A quelli contro, la ghigliottina. Non conta la qualità, come nei conventi antichi, basta la quantità, anzi, di qualità meno ce n’è, meglio è, è fastidiosa, antipatica, insopportabile per un leader che si rispetti, un leader ha bisogno di tirapiedi e che rimangano proni, ovvio. Oggi, lassù, sul trono dell’onnipotenza c’è l’Ugo Rossi, mica uno qualsiasi. Che del Dellai è degno erede, non ha tutti le doti del suo predecessore, ma per fortuna, neanche tutti i vizi. Da un po’ di tempo è sotto tiro, sembra che abbia perso il controllo della sua brigata, pardon, della sua maggioranza. Persino il suo partito sembra impazzito, al suo interno ne combinano di tutti i colori, ma sono inezie, a detta del senatore, roba da poco, compresa quella cosetta combinata dal Baratter, l’ideologo del Patt, soldi, per quanto si legge sui giornali, in cambio di appoggio alle elezioni, sembra, ma nel Palazzo della Giustizia si è così sentenziato: Baratter è un peccatore, non si dovrebbero fare quelle brutte cose, ma, poverino, è ancora bambino, l’ha fatto ingenuamente. Che vada in pace. Orpo! A qualcuno per molto meno è andata peggio. E non parliamo del Presidente Patt appena eletto: via, fuori, scandalo, una sera, qualche anno prima, un po’ brillo, immagino, s’è irrigidito nel saluto fascista. L’ha fatta grossa secondo i moralisti di professione, così buoni e
comprensivi quando le scempiaggini le fanno personaggi del proprio clan. La storia del cognato del Presidente è ancora tanto confusa, che è meglio non parlarne, e allora tutti a chiedere un passo indietro e il Presidente quasi ci pensa, per un attimo però, conquistare una poltrona come quella non è stato fa-
cupano i loro spazi nei nostri laghi aspettando l’estate con i villeggianti e il companatico, e le ragazze che finalmente si tolgono camicioni, sciarponi, maglioni, giacconi da camionista ridando fiato agli occhi bramosi dei giovani spavaldi.
cile, abbandonarla prima del tempo, non se ne parla. E fa bene. Il senatore ha garantito per lui. Questo basta. Tutti zitti. C’è di peggio in giro. Che periodaccio...sembra abbia detto il Presidente. Il letame lo si spargeva nei prati a primavera, in politica lo si mantiene pronto per ogni stagione. Sorridono i
sodali di Giunta. Il vice Olivi è pronto, lui il Presidente lo farebbe alla grande. Ma non gliene va bene una. Ci arriva sempre vicino, ma mai che ce la faccia. Pazienza, il 2018 non è lontano, chissà che non tocchi a lui. Salvo non salti fuori qualcosa d’imprevisto. Già si mormora di nuovi leader, civici, fuori dalla melma dei soliti partiti. Non è la prima volta, ma poi tutto rientra, peccato! Cosi si va avanti, che è meglio. L’ass. Zeni continuerà nello sfacelo della Sanità, gioiello del Trentino, così si dice, se però chiedi un appuntamento per una visita medica in Giudicarie, te la danno dopo due mesi se va bene, quando a Brescia la puoi avere in dieci giorni. Poi si scopre che sono in molti a non fidarsi più dei nostri ospedali e se ne vanno fuori Provincia a farsi curare. Forse bisognerà intendersi sui gioielli. L’ass.ra Ferrari, novella Cogo, ma con ben altra faccia, continuerà a
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battagliare per le quote rosa, i gender, i diritti dei gay, delle lesbiche, dei trans e chissà quali altri, ha forse tempo di garantirsi la rielezione. E l’ass. Mellarini avrà tutto il tempo di sistemare le sue cose con Dellai, con soddisfazione d’entrambi, a Roma c’è posto per tutti. Anche se Dellai, come ogni primavera, lo si nota depresso, non sempre le cose gli vanno bene, mica è il padreterno. Faccia la cura Berlusconi: trapianti, lifting, pappa reale, e chissà quale altra diavoleria, e riprenderà come un cardellino. E con lui saremo anche noi felici e contenti. Ah..la primavera! La primavera della politica tremenda, urticante e sbalestrata passerà anche quest’anno, che faccia presto, i Trentini non possono sopportare ulteriormente i tormentoni dei loro politici, di rogne ne hanno già di proprie e sono sufficienti. Purtroppo, per bene che vada, per la gente non cambierà granché, continuerà nel suo tran tran, tutti i giorni, tutto l’anno, tanto, della politica così com’è messa, non gliene frega più niente a nessuno. Amen.
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Economia
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Fin dai tempi più remoti diviene il luo¬go della conoscenza astro¬nomica e di fatale attrazione
L’uomo e la montagna, rapporto atavico di Marco Zulberti
La montagna ha offerto all’uomo le pietre, i minerali e i legnami con cui costruire i suoi primi rudimentali attrezzi e la sua dimora. Ma la montagna diviene anche il luogo di contatto con il cielo. È sul monte Ararat che si arena l’Arca di Noè, è sui monti della Mesopotamia che gli Ittiti scoprono il punto fermo della stella polare attorno a cui ruota l’universo; è sull’Olimpo che Zeus distribuisce agli uomini fortune e sciagure, ed è sul monte Sinai che Mosè riceve le tavole della legge.
Il rapporto tra uomo e la montagna è il rapporto tra finitezza e immensità. Mentre lo sguardo si alza sulle vette più lontane, l’uomo percepisce sia la propria fragilità sia lo sgomento della bellezza sublime. Nell’altezza della montagna egli coglie l’abbondanza della natura, ricca d’acque, di flora e fauna necessarie alla sua sopravvi-
venza. Antropologicamente attratto dall’altezza che lo ha sempre protetto dai pericoli, l’uomo è così salito sulla montagna, spesso ostile e pericolosa, trovandovi una ricchezza d’animali da pascolo, di uccelli, cacciagione e frutti, su cui non ha fondato solo la sua sopravvivenza, ma ha formato le prime comunità. Croce Domini, il Brennero, che ricorda Breno il re dei Longobardi, o il mitico Carlo Magno presso Madonna di Campiglio, la montagna racconta la sua storia. Che è quella di comunità remote, sperdute in mille ville e borghi, in cui trovarono rifugio eretici, perseguitati politici, pellegrini, monaci,
medici, viaggiatori, commercianti, minatori, cercatori di pietre preziose, esploratori, ora sostituiti da scalatori, sciatori e turisti. Paradossalmente, più l’uomo, nella sua esiguità, sale sulla montagna, più ne è esaltato. La montagna fin dai tempi più remoti diviene il luogo della conoscenza astronomica e ispirato. Così si spiega la fatale attrazione delle cime. Estratto dalla Rivista “I Borghi” gennaio 2016.
Giornale delle Giudicarie, distribuito dalla Cooperativa Lavoro
La montagna fin dai tempi più remoti diviene il luogo della conoscenza astronomica, e ispira quella che nella modernità sarebbe diventata la visione universale della scienza. E anche se oggi, con la conoscenza tecnologica, la montagna ha perso l’antico legame con l’uomo, nel nome delle montagne e dei suoi passi rimane il senso vero di questa relazione. Dal Monte Amiata ai Monti Metalliferi, dal Monte Bianco al Monte Rosa che rimandano ai colori dei ghiacciai e delle rocce, dall’Adamello, che ricorda Adamo, il «primo» dei monti, alla Paganella con i suoi collegamenti all’eresia ariana, dalla durezza e dal candore marmoreo della Marmolada fino a cime minori e poco note come la Rocca Pagana, le Quattro Sorelle, il Dos delle Strie, o passi come il
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Dal 1° gennaio 2016 Poste Italiane ha sospeso la distribuzione tramite Postazone, la tariffa per la spedizione di posta non indirizzata con la quale veniva recapitato, fra gli altri, anche il Giornale delle Giudicarie in tutte le utenze del nostro territorio. Si tratta di un provvedimento che ha creato non pochi problemi per una realtà come la nostra, che basa proprio sulla capillarità e sulla copertura delle Giudicarie, uno dei motivi del suo successo, che dura da 12 anni. Questo non significa certo che il Giornale delle Giudicarie abdichi dal proprio ruolo di informazione locale porta a porta. Come avrete avuto già modo di apprezzare, cambiano, invece, le modalità di spedizione, che sono state affidate ad una cooperativa locale e che avranno comunque bisogno di un po’ di tempo per essere completamente rodate. In ogni caso il Giornale delle Giudicarie continuerà ad essere distribuito in 16.500 a tutte le utenze giudicariesi. Da gennaio il Giornale delle Giudicarie viene distribuito dalla Cooperativa sociale Lavoro, con sede in località Copera a Zuclo. Per segnalare critiche, suggerimenti, disguidi nella spedizione è possibile chiamare il numero della cooperativa: 0465326420 oppure quello del Giornale delle Giudicarie, 0465322934, oppure via mail all’indirizzo: redazionegdg@yahoo.it.
Attualità
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Continua l’impegno della Comunità di Valle e delle Casse Rurali per i giovani delle Giudicarie
Progetto orientamento
“I risultati raggiunti lo scorso anno ci inducono a proseguire nella nostra azione e rafforzare la nostra vicinanza alle scuole delle Giudicarie”, spiega Giorgio Butterini, presidente della Comunità di Valle. Nel 2015, infatti, grazie al Progetto Orientamento sono stati organizzati 52 colloqui individuali, 11 laboratori di auto imprenditorialità della durata di 4 ore ciascuno rivolti alle scuole superiori ma anche 10 percorsi formativi a supporto dell’orientamento dedicati ai genitori, strutturati in due serate per ciascun intervento. “Abbiamo registrato una buona parteci-
La continua trasformazione del mercato del lavoro, la nascita di nuove professioni così come la ricerca da parte delle aziende di competenze sempre più specifiche, stanno imponendo una riflessione sulle politiche di crescita del capitale umano. Per questo i percorsi di formazione continua per chi è già inserito nel mondo del lavoro ma anche e soprattutto i progetti di orientamento a favore di quanti non lo pazione e sviscerato alcuni bisogni, ma quest’anno speriamo in un coinvolgimento ancora più forte”, aggiunge Andrea Armanini, Presidente della Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella. L’obiettivo per il 2016, infatti, è quello di riproporre le stesse azioni dello scorso anno cercando di ampliare, però, il numero dei destinatari.
Il “Progetto Orientamento” si articolerà così in tre azioni: 1. Sportello individualizzato per la gestione della carriera scolastica e lavorativa (attivo già dal 1 maggio) Aperto ai giovani dai 18 ai 30 anni – studenti, lavoratori, inoccupati o disoccupati – residenti nella zone operative delle Casse Rurali. Un aiuto per prepararsi
sono ancora – ovvero i giovani – assumono un’importanza strategica. Forti di queste convinzioni, la Comunità di Valle delle Giudicarie e le sei Casse Rurali del territorio hanno deciso di promuovere anche per il 2016 il Progetto Orientamento, individuando alcune azioni concrete rivolte all’orientamento e alla crescita personale e professionale dei ragazzi del territorio. all’incontro con le aziende, scrivere/revisionare il curriculum, pianificare un progetto professionale, valorizzare i propri punti di forza e conoscere le strategie per cercare lavoro. 2. Laboratori di Auto Imprenditorialità per istituti superiori Dedicato agli studenti delle classi quarte e/o quinte delle superiori, intende
fornire strumenti a supporto della scelte professionali o scolastiche. 3. Percorso formativo “Il ruolo dei genitori e degli insegnanti nell’orientamento” per scuole medie Pensato per genitori e insegnanti degli alunni delle classi terze della scuola media inferiore per offrire un supporto per la scelta delle scuole superiori.
costi saranno sostenuti dalla Comunità delle Giudicarie e dalle Casse Rurali Adamello Brenta, don Lorenzo Guetti, Pinzolo, Saone, Val Rendena e Giudicarie Valsabbia Paganella che coordina l’organizzazione dell’iniziativa. Il Progetto Orientamento è un segnale forte di impegno e attenzione nei confronti dei giovani del territorio e di sinergia territoriale tra enti. Un progetto di sistema e un’importante sfida per una comunità che vuole puntare sul capitale umano quale elemento primario per lo sviluppo sostenibile.
Difendersi dai pericoli del web Nel Progetto Web Sicuro dell’Istituto Don Guetti si educano i giovani ad una fruizione critica e responsabile di internet Come purtroppo è sempre accaduto nella storia, i grandi progressi tecnologici portano si grandi comodità, ma anche grandi pericoli. E soprattutto se a queste tecnologie ci si approccia senza una opportuna informazione, senza cioè capire dove finisce la “zona sicura” e dove inizia la “zona d’ombra”. Per fare luce su quelli che possono essere i rischi di un uso scorretto di Internet, partendo dai profili di social network fino agli smartphone, è stato creato nell’Istituto di Istruzione Lorenzo Guetti di Tione il “Progetto Web Sicuro”, per dare ai più giovani informazioni utili sul mondo informatico. Organizzato dai docenti IRC Ceranelli, Pellegrini e Trinchese (insegnanti di Religione), approvato e promosso dalla Dirigente scolastica Dott.ssa Viviana Sbardella, il Progetto si è rivolto alle classi seconde dell’Istituto nella giornata di lunedì 4 aprile. Il “Progetto Web Sicuro” ha visto come relatore Mauro Berti, Sovrintendente della Polizia di Stato, impiegato presso la Po-
lizia Postale e delle Comunicazioni per il Trentino-Alto Adige diTrento e responsabile dell’Ufficio Indagini Pedofilia, che ha illuminato i ragazzi su aspetti che nel loro quotidiano uso di smartphone e social network, forse ignoravano. Parla la Prof.ssa Liliana Gallazzini, referente del “Progetto Web Sicuro”: “Internet è entrato nella nostra vita quotidiana, e le nostre abitudini sono cambiate radicalmente. Tuttavia tanti sono i pericoli ai quali ora le nuove generazioni si espongono inconsciamente. Con “Web Sicuro”, grazie a Mauro Berti, abbiamo toccato tutti i possibili rischi che si possono incontrare, dal cyber bullismo, all’uso scorretto della propria identità e le conseguenze di queste azioni. L’obiettivo è quello di informare ma anche sensibilizzare i ragazzi per un uso responsabile della rete, cercando di indirizzarli su un utilizzo più consapevole delle nuove tecnologie. Con l’aiuto di slides che rappresentavano possibili situazioni su una qualsiasi piattaforma social
(come Facebook, Twitter, Instagram, ecc.) o anche applicazioni di messaggistica (come Whatsapp, Telegram, ecc.), Mauro Berti ha fatto capire loro che i pericoli si trovano a ogni angolo.” Partendo dalla tristemente nota piaga sociale del cyber bullismo, una nuova e subdola frontiera delle violenze psicologi-
che, si passa poi ad affrontare temi più sottili come “internet e cultura” o “identità nella rete” e “reputazione personale nella rete” cioè come curare la propria immagine sulle piattaforme social, informando i ragazzi che ogni immagine, commento o azione compiuta in internet rimarrà per sempre visibile a tutti (penalizzandoli anche, nel caso
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una azienda decida di visionare per una assunzione i loro profili social). Da tenere presente anche che le proprie informazioni personali, nel momento in cui accettano termini e condizioni per scaricare qualsiasi applicazione o programma, sono cedute automaticamente alle aziende o ai gestori di queste applicazioni, che da questo momento possono farne qualsiasi cosa. L’incontro si è concluso con una parte relativa alle responsabilità civili e penali legate a un uso improprio del Web, e che può fungere da corollario di tutti i punti precedenti. I docenti si sono dimostrati soddisfatti dell’iniziativa, fondamentale in tempi come questi, dove internet e gli smartphone rappresentano quasi una vita parallela. E’ opportuno quindi promuovere queste iniziative, per evitare che le vite di tanti giovani si trasformino in quelle di nuovi Faust, che in questo caso, in cambio della promessa di facilità di relazioni e attività, vendano la propria vita a un qualsiasi “Diavolo” informatico. Aldo Gottardi
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Politica
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Emanuele Bernardi, sindaco di Villa per tre legislature: «La politica è cambiata, in futuro un unico comune in Rendena»
«Le fusioni andranno avanti» Perché questa decisione? Ho deciso di non ricandidarmi perché ho ritenuto fondamentale favorire un ricambio generazionale con l’introduzione di auspicabili nuove idee e metodi di governo; non nascondo di aver ricevuto proposte di ricandidatura ( finalizzate alla prima conduzione delle problematiche- corpose- riferite alla neonata fusione degli ex Comuni di Villa, Darè e Vigo) ma ho riflettuto e declinato l’offerta: il mio obiettivo ( nostro obiettivo condiviso con gli amici ex Sindaci di Darè e Vigo che ringrazio per la costanza, la determinazione e l’aiuto concreto che mi hanno fornito in una situazione certamente non facile all’interno del mio Consiglio e anche della mia ex maggioranza..) era di portare a fusione i tre Comuni ( unica soluzione praticabile e non penalizzante che ci è stata “offerta” per consentire ancora un futuro di elevato livello alla nostra Comunità) . La gente ci ha dato ragione in maniera straordinaria: colgo l’occasione per ringraziare di cuore gli elettori che, ancora una volta ( se mai ce ne fosse ancora bisogno…) hanno dimostrato di avere visione più lungimirante di alcuni amministratori… Una scelta di certo significativa, se si pensa che è stato fra i principali fautori della fusione. Si, abbiamo colto al volo l’ultimo treno utile della nostra legislatura per consentire di costruire un Comune che possa rispondere correttamente alle esigenze – omogenee- del territorio, ma salvaguardando e valorizzando le specificità, la storia e l’identità propria di ogni paese, mantenendo caratteristiche di Ente al servizio del censita ma proiettando lo sguardo più avanti, non all’ombra del singolo campanile ma sopra ogni campanile, insomma cercando di gettare lo sguardo verso il futuro. Fusione di Porte di Rendena: un percorso giusto a posteriori? Cosa manca ancora per una reale unione? Sono fermamente convinto che il percorso effettuato, seppur in modo un po’ “affrettato” ( fretta dovuta alla scansione dei tempi “forzati” dettati dalla PAT attraverso la Legge) sia stato
Emanuele Bernardi, urbanista –pianificatore, autore di numerosi interventi urbanistici di carattere generale e particolare nei Comuni delle Giudicarie, lunga esperienza da sindaco a Villa inevitabile per garantire un futuro di livello a queste nostre Comunità; d’altronde, tutti i Comuni più piccoli del Trentino si stanno affrettando in questi mesi/ giorni a discutere della questione relativa alle possibili fusioni. E’ un aspetto ineluttabile cui dovranno adeguarsi anche gli scettici. Stante il perdurare della situazione di crisi economica stagnante, la scelta era ( ed è anche oggi) tra la prospettiva di fusione (con accesso anche a contributi regionali e provinciali da non sottovalutare) e l’obbligo (ex Lege) delle gestioni associate dei principali servizi comunali ( finanziario, tecnico, stato civile, ecc….) senza alcun contributo. Da tempo veniva suggerito ai Comuni di valutare la possibilità di razionalizzare la gestione territoriale e le risorse umane presenti oltre alle risorse finanziarie. Abbiamo scelto di proporre la fusione senza attendere passaggi intermedi che avrebbero solo aggravato la situazione e fatto slittare i tempi. Certo, ora inizia la
fase più difficile: amalgamare il tutto non è facile; l’iniziale “Start-Up” avrà senz’altro dei costi iniziali aggiuntivi da sostenere per “oliare” a dovere la macchina, ma successivamente una volta a regime il motore, vi saranno senz’altro ricadute positive sui censiti in termini di risparmio e razionalizzazione delle risorse. Spiace solo che Pelugo e Spiazzo ( contattate inizialmente si siano defilate e non abbiano colto compiutamente la nostra iniziale proposta). Senza entrare nello specifico delle elezioni, come vede il fatto che a Porte di Rendena vi sia solo un candidato, ma che anche in altri paesi (es. Tre Ville) vi sia una lista unica? Un’unica Lista ed un unico candidato Sindaco non sono mai un bene per la democrazia; d’altronde, credo (anzi sono certo) che anche i candidati sindaco in lista unica avrebbero preferito una leale competizione tra più candidati. Quindi, prendiamo atto dell’unico
Rendena (tre Legislature più una da vicesindaco), non si ricandida, a dispetto delle voci che la vedevano come possibile candidato sindaco di Porte di Rendena.
Emanuele Bernardi
candidato sindaco che si presenta e andiamo a votare dandogli fiducia. In generale come giudica le aggregazioni che si sono palesate nelle Giudicarie? Ve ne potranno essere altre o si tratta dell’assetto definitivo Credo che nel prossimo futuro, (a breve) considerata la situazione economica nazionale e le conseguenti ricadute su provincia e poi sui Comuni, dovranno inevitabilmente seguire molte altre fusioni in Trentino:
spero e credo che anche in Rendena si comprenda la necessità di fare questo passo, addirittura penso che la stessa nostra Valle abbia caratteristiche di omogeneità tali da prevedere (magari più avanti) un’unica Comunità. In cosa è cambiata la politica locale rispetto a quando ha iniziato il suo percorso da amministratore? E’ cambiata soprattutto nella burocrazia di ”lacci e lacciuoli” che continua
imperterrita ad imperversare - in barba alla declamata semplificazione- e nella la diminuita capacità di spesa ( risorse umane e finanziarie sempre di meno..). Quando ho capito che un terzo del bilancio provinciale annuale ( che ammonta a circa 4,5 miliardi di €)quindi circa 1,3 miliardi di € sono destinati al risanamento dello stato italiano, ho compreso che l’unica possibilità per i nostri Comuni di sopravvivere era il percorso che abbiamo intrapreso. Ed ora cosa farà e a cosa si dedicherà? Beh, spero di riprendere ad occuparmi della mia prima attività di pianificazione territoriale, ( attività che ho dovuto “obtorto collo” limitare negli anni); ora diventa indispensabile rivedere gli strumenti urbanistici per renderli omogenei ed in sintonia con il nuovo assetto urbanistico ed istituzionale dettato dalla PAT, oltre che garantire ai nostri territori un futuro all’insegna della sostenibilità paesaggistica; inoltre, se il nuovo Sindaco di Porte di Rendena lo riterrà opportuno, sarò sempre lieto di fornirgli aiuti e consigli.
Tonina interroga
Medici di base nel Chiese, risponde Zeni Questione medici di base nella Valle del Chiese. Il dottor Antolini medico stimato operante nel Basso Chiese, ha rassegnato al Distretto Sanitario le proprie dimissioni con decorrenza 1 maggio in quanto prossimo al pensionamento. Di conseguenza tutti i pazienti di quel medico dovranno necessariamente scegliere fra i medici di assistenza primaria inseriti nello stesso ambito, che tuttavia risultano essere prossimi alle limitazioni imposte dal massimale di pazienti loro concesso. Vi è comunque la possibilità di scegliere un altro medico da parte dei pazienti, ma ciò comporterebbe l’impossibilità di garantire un’adeguata assistenza a causa dell’eccessiva distanza tra lo studio del medico e il domi-
cilio dell’assistito anche in considerazione del fatto che non sarebbe sempre garantito il servizio di trasporto. Per questo il consigliere Mario Tonina ha interrogato l’assessore alla Sanità Luca Zeni per capire come intenda garantire, secondo
criteri di razionale organizzazione, l’accesso alle prestazioni sanitarie di base nelle aree periferiche anche rivedendo la dimensione degli ambiti territoriali. Zeni, nella sua risposta, ha spiega che dal primo maggio due medici di medicina generale apriranno un
ambulatorio secondario a Condino assicurando 2 ore cadauno di attività ambulatoriale. Nello specifico si tratta dei medici Rose Bugliari, che ha ancora 600 posti disponibili, e del dottor. Catizzone, con circa 1.000 scelte ancora disponibili. Ad oggi circa 1.000 pazienti del dottor Antolini hanno già effettuato una scelta, ne mancano 600. La soluzione, paventata da Tonina, di inserire un ulteriore medico nell’ambito non è percorribile da subito “perché richiede la modifica degli ambiti territoriali, il preventivo parere del Comitato aziendale dei medici di medicina generale e (…) determinerebbe una situazione di squilibrio rispetto agli altri ambiti territoriali.
Europa La fine della costruzione è prevista verso fine maggio, così come la reintroduzione dei controlli alla frontiera. I guardrail sono già stati smontati e a breve verrà modificata anche la segnaletica stradale in modo da riuscire ad incanalare il traffico in un posto di blocco, dove verrà allestito anche un centro di registrazione per gli immigrati. La parola utilizzata sui giornali austriaci è “Zaunbau”, quindi letteralmente “costruzione di un recinto”. Questa barriera ovviamente non bloccherà soltanto i migranti, ma tutti i mezzi e persone che vorranno passare il confine. Di conseguenza i disagi verranno creati a tutti. Innanzitutto il blocco potrebbe creare situazioni simili a quelle già presenti sul confine greco-macedone, quindi campi profughi sorti spontaneamente, che potrebbero ricrearsi dalla parte italiana del confine. Ormai da molti mesi veniamo sommersi da foto, video e immagini, in cui possiamo vedere con i nostri occhi quali sono state le conseguenze di muri e fili spinati in Europa. L’Austria era già stata fortemente criticata per le sue scelte: verso fine febbraio la chiusura del confine del Brennero, il limite massimo al numero di richiedenti asilo e ora la creazione di un muro. Molto probabilmente il governo austriaco ha preso quest’ultima decisione anche in base agli accordi di Bruxelles
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Se anche il Brennero chiude l’Europa rischia la caduta di Francesca Cristoforetti
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embra che i lavori per la costruzione del “muro” al Brennero siano iniziati già dall’11 aprile. Sembra perché nessuno nella zona del Brennero sa qualcosa di preciso, o comunque nessuno si sbilancia più di tanto a parlare esplicitamente. L’Austria non del 7 marzo, dove è stato organizzato un piano gestito da Frontex (agenzia europea per il controllo delle frontiere) e dalle autorità turche, che prevede il trasferimento di tutti i profughi che non accettano di farsi registrare o a cui viene respinta la richiesta d’asilo, dalla Grecia alla Turchia. È possibile quindi che molti migranti scelgano un’altra rotta per poter arrivare in Europa, ovvero sbarcare sulle coste italiane per evitare la rotta balcanica. Per paura quindi di un ingestibile flusso migratorio in Italia, il governo austriaco ha deciso di chiudere il Brennero anche fisicamente. Decisione che è stata presa nuovamente senza il consenso dell’UE e che porterà con sé anche conseguenze di tipo economico: il rallentamento
dei trasporti significa rallentare il circuito delle merci e degli scambi commerciali. Uno dei principali valori su cui si
parla né di muro né di filo spinato, ma di controlli. Però i lavori al valico per questa misteriosa struttura sono iniziati: Vienna sembra voler erigere una barriera lunga 250 metri, che dovrebbe comprendere autostrada e strada statale. fonda l’Unione, ovvero la libera circolazione delle merci, oltre che delle persone, si sta dissolvendo proprio come
molti dei suoi trattati, che vengono ormai sospesi e interrotti a proprio piacimento (ad esempio Schengen). Secondo
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i dati dell’Osservatorio Conftrasporto-Confcommercio sui Trasporti e la Logistica (in collaborazione con l’Isfort), in caso di chiusura del Brennero, la perdita costerebbe solo all’Italia 140 miliardi di euro l’anno in ambito di interscambio commerciale. Siamo in un momento in cui l’Europa sembra essere disposta a barattare la propria libertà, giustificando qualsiasi mezzo pur di arrivare a risolvere questa situazione. Guardiamo anche solo i miliardi di euro stanziati alla Turchia per gestire i migranti. Sembra che l’Europa abbia dimenticato che la Turchia è considerato ancora un paese “non libero” (secondo l’Organizzazione Freedom house), dove i diritti umani e la libertà di stampa (marzo 2016: repressione dei quotidiani anti-Erdogan Zaman e Today’s Zaman) non vengono ancora rispettati. Se l’Europa inizia a distruggere le sue stesse fondamenta, prima o poi rischia di cedere.
IL PUNTO di PAOLO MAGAGNOTTI
Elezioni austriache e preoccupazioni europee CONTINUA DALLA PRIMA Si è ripetuto per un certo aspetto in Austria l’affermazione dei Freiheitlichen di Jörg Haider alle politiche del 1999 che ebbe conseguenze spiacevoli a livello di Istituzioni europee. Certamente un voto popolare in un sistema democratico va rispettato. Ci mancherebbe altro. Non si può tuttavia esprimere profonda preoccupazione per ciò che la scelta elettorale austriaca può comportare per il Progetto europeo, il quale interessa tutti noi. È da temere purtroppo che questo voto crei sinergie con altre realtà ostili nei confronti di quella visione europea che animò i Padri fondatori nel secondo dopoguerra. È chiaro che questo è stato un voto per chiedere un rafforzamento della già dura posizione assunta dal governo austriaco nei confronti del fenomeno migratorio; un fenomeno che porrà certamente dalla parte sbagliata della storia coloro che pensano solo ad erigere muri e recinti invece di usare tutto il peso politico possibile perché si arrivi ad intese fra governi nazionali per poter dare alle Istituzioni europee la necessaria forza per la gestione equilibrata della questione. L’Austria ha una ricca è lunga tra-
Norbert Hofer, candidato di destra alle presidenziali austriache
dizione di convivenza tra popoli diversi. Una convivenza che ha trovato testimonianza anche nel Parlamento austriaco prima della Grande guerra. Un contesto multietnico e multilingue dal quale ha tratto molte ispirazioni anche il Padre italiano dell’Unione Europea Alcide De Gasperi, che nel 1911 venne eletto parlamentare trentino
a Vienna; ispirazioni che hanno servito alla elaborazione della sua lungimirante visione nel dar vita al Progetto di unità europea. Come riconoscimento all’Austria per la sua storica attenzione alla convivenza multilingue e multietnica tra popoli diversi l’Unione Europea ha istituito nel febbraio 2007 a Vienna il “Centro europeo di monitoraggio del razzismo
e della xenofobia”, ribattezzato in seguito “Agenzia dell’Unione Europea per i diritti fondamentali”. Quello che sta succedendo in Austria in questi giorni si presenta come una negazione di questa grande tradizione culturale, sociale e politica. In merito, per quanto riguarda la posizione del governo di Vienna, ho scritto nei giorni scorsi una lettera al cancelliere
Werner Faymann. Certamente dobbiamo considerare la legittima preoccupazione dei cittadini austriaci di fronte a robusti flussi migratori in un piccolo Paese, e comprensibile è anche la preoccupazione per la loro sicurezza. Pur considerando che nell’affrontare collegialmente la questione migratoria i governi più sensibili non trovano facili alleanze in molti partner europei, mi sarei aspettato dal governo austriaco una maggiore pressione nei vertici di Bruxelles per una soluzione europea. l’Austria è ammirata ed apprezzata in tutto il mondo per il suo cuore e patrimonio culturale. Un patrimonio che fa parte della grande storia europea e che non può degenerare in derive di miope chiusura di fronte ad eventi epocali della storia. Voglio sperare che il voto alle presidenziali austriache porti a riflettere maggiormente altri governi dell’Unione Europea a pensare di più alle prossime generazioni piuttosto che alle prossime elezioni. Così si comportava Alcide De Gasperi nel suo impegno in favore della rinascita dell’Italia e della costruzione di una nuova Europa.
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A Tione, centro commerciale “all’aperto”
Investire sui negozi locali «Una scelta di rilancio dell’attività che ha un significato ulteriore – spiega la titolare, Ines Girardini – specie in questo momento di difficoltà dell’economia generale e del commercio in particolare, nel quale penso che si debbano anche dare dei segnali di fiducia nel futuro, accompagnando così anche la politica dell’amministrazione comunale di valorizzazione di Tione quale centro commerciale all’aperto. Forse in questi momenti di sfiducia in generale è più semplice abbassare la serranda, come alcuni hanno fatto, ma ritengo che le ragioni del commercio locale siano ancora significative e dunque valga la pena investire e migliorare l’offerta». Ecco allora che la prospettiva della gioielleria, che tratta anche orologeria e argenteria, è quella di investire sul territorio, radicando l’attività nel centro di Tione, scommettendo ancora una volta sulla capacità del Viale centrale
Dal 19 marzo la gioielleria “Ines Gioielli di Girardini Ines” di Tione ha aperto i battenti del nuovo negozio, trasferendo di circa 70 metri, sempre sul Viale Tre Novembre, dalla storica sede davanti alla Cassa rurale Adamello-Brenta nella nuova location a fianco del Catasto. Un nuovo moderno locale che del comune giudicariese (oltre un chilometro di lunghezza, con tante attività commerciali ai lati), di essere luogo a trazione e
vocazione commerciale. In effetti, complice la crisi, sono stati diversi i negozi a chiudere, ma va detto che si tratta di un trend gene-
soddisfa esigenze logistiche e di rinnovamento per un’attività che – se non può definirsi “storica” – è di certo fra quelle significative per il contesto commerciale di Tione, avendo da poco compiuto un quarto di secolo festeggiando i 25 anni di attività. rale, che colpisce anche altri centri, fra i quali la città di Trento. Per negozi che chiudono o si trasferiscono ve ne sono però al-
tri che aprono: a breve al posto della cartoleria New Things (sempre in via Tre Novembre) dovrebbe aprire una pizza al taglio.
«Giusto che il settore si evolva – conclude Ines Girardini – la speranza è che il tessuto commerciale di Tione sappia investire sul futuro rinnovandosi, anche per dare una prospettiva ai nostri figli, e, auspicando che la situazione economica nazionale possa migliorare, cogliere nuovi spunti di crescita».
Ines Girardini
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Promosso dalla Cooperativa di servizi culturali e artistici Dolomiti’s small Theatre
Parte a Tione il laboratorio permanente di teatro e comunicazione La Cooperativa Dolomiti’s Small Theatre, nata nel 2013 e guidata dall’attrice e regista Silvia Salvaterra, una laurea in Scienza della Comunicazione ed un diploma di attrice conseguito presso l’Accademia La Cometa di Roma e riconosciuto a livello ministeriale, si propone di colmare questa lacuna con l’apertura nel prossimo autunno di un Laboratorio permanente di Teatro e Comunicazione. Fino ad oggi l’attività della Cooperativa si è indirizzata su due versanti distinti ma complementari: - l’attività di produzione su teatro bambini e teatro di ricerca, - la formazione sul territorio presso scuole elementari e materne, presso alcune filodrammatiche, docenza al Teatro Portland di Trento, sostegno alla formazione di gruppi giovanili. A seguito di queste esperienze e delle richieste pervenute nel corso degli
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n quasi tutte le valli del Trentino accanto alla proposta formativa legata alla musica, ricoperta in primis dalle scuole musicale, si sono attivate nel corso degli ultimi 10 anni delle scuole di teatro e recitazione.
ultimi mesi, è nata la proposta di attivare un laboratorio permanente che si sviluppi in più direzioni sia con corsi in sede rivolti ad adulti e bambini sia con il potenziamento dell’offerta a favore delle realtà territoriali, al fine
di offrire competenze ed esperienze che possano condurre a migliorare le performance e la capacità di stare sul palco ma anche semplicemente di relazionarsi con l’altro. Perché l’offerta for-
In Giudicarie questa offerta risulta ancora mancante, anche se molteplici sono le attività teatrali che operano sul territorio sia nel mondo scolastico, che nelle filodrammatiche e nei progetti dei piani giovani.
mativa e di animazione culturale non riguarda solo il teatro ma, altresì, le tematiche legate alla comunicazione interpersonale o di gruppo, con particolare attenzione alla dizione, al linguaggio
verbale e non verbale, ai processi di relazione nelle organizzazioni e nei gruppi. Il corpo docente sarà coordinato dalla presidente della Cooperativa e comprenderà un numero di docenti con i quali la stessa ha intessuto nel corso degli anni attività di relazioni significative, sperimentandone le conoscenze, le competenze e la capacità didattica. In particolar l’attività didattica sarà articolata in più percorsi : - nel campo del teatro: per bambini dai 6 ai 10 anni in un approccio prevalentemente ludico e per ragazzi delle scuole medie con percorsi più impegnativi, per adulti in una logica legata all’avviamento al gioco teatrale - nel campo della comuni-
cazione: l’offerta riguarderà percorsi di public speaking, educazione alla voce, scrittura Saranno inoltre possibili lezioni individuali di Comunicazione e Dizione con la possibilità di acquisire strumenti per migliorare la fiducia in sé stessi e le proprie tecniche comunicative, al servizio di coloro che devono presentarsi di fronte ad un pubblico nei diversi aspetti o situazioni della vita: per passione (come un attore), per lavoro, per sfida… Infine viene data la disponibilità a supportare alla regia gruppi o realtà, che vogliono avviare una propria produzione teatrale e/o sostegno alla pedagogia teatrale e alla formazione di gruppi di lavoro. Maggiori informazioni si possono avere presso la sede a Tione in via Nazario Sauro 1 w ww. do l o m i t i sm al l theatre.it info@dolomitismallthe atre.it
“Giovane Rendena” per coinvolgere le nuove generazioni La neonata associazione si propone di diventare un punto di riferimento per i giovani della zona
È nata in Val Rendena una nuova realtà associativa che si è posizionata nell’ambito della promozione sociale: la Giovane Rendena è un’idea di Luca Campidelli, oggi il presidente, di Pelugo, iscritto al quinto anno di liceo scientifico al Guetti di Tione e del ventiquattrenne Luca Riccadonna. Entrambi sono stati rappresentanti d’istituto alle scuole superiori, poi Campidelli è oggi rappresentante nella consulta provinciale e vicepresidente del Consiglio Provinciale dei Giovani mentre Riccadonna è impegnato nell’amministrazione di Bocenago dove è consigliere di minoranza e presidente della commissione Statuto e Regolamenti. I due hanno avuto l’idea nell’aprile del 2015 e poco meno di un anno dopo la Giovane Rendena è nata con un terzo socio fondatore, Andrea Polla di Caderzone. L’obiettivo non è tanto di intenti o progettualità, quanto di metodo: “Non vogliamo sovrapporci agli enti già esistenti
– specifica Campidelli - ma collaborare per coinvolgere più giovani, magari ad eventi già presenti e portati avanti da altre associazioni,
anche in chiave turistica. Cercheremo la maggior collaborazione possibile, anche in futuro creando nostri eventi ma disponibili
a collaborare con gli altri”. Nel concreto? “Serate informative, eventi serali anche per il divertimento per rivitalizzare la vita giovanile della Val Rendena, progetti sportivi come le olimpiadi di Rendena, rafting, parapendio e canyoning – prosegue Luca Campidelli - ad esempio vorremmo arrivare a capire se un percorso di canyoning in Val Brenta sia una possibilità percorribile anche in chiave turistica”. Le ambizioni ci sono, a bussare alla porta dei sindaci sono già andati per presentarsi (e chiedere contributi) e una prova di associazionismo l’hanno fatta organizzando il carro di carnevale della Rendena. Il primo evento è in programma il 14 maggio, la Festa di Fondazione, al parco Masere di Pelugo. Completano il direttivo Andrea Marchi (segretario), Eleonora Cominotti (tesoriere), Matteo Martini (consigliere) e Mintha Visconti (consigliere). (d.r.)
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Attualità
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La rete, che copre tutto il Trentino, ha uno sportello anche a Tione, aperto dal lunedì al venerdì
Prontoserenità, sostegno e assistenza nelle situazioni di bisogno socio-sanitario Da qui l’esigenza di ripensare le modalità di erogazione delle prestazioni soprattutto con il coordinamento, l’appropriatezza e la personalizzazione degli interventi. Ecco la motivazione che ha portato allo studio di un progetto che sia in grado di dare alle nostre famiglie risposte rapide ed innovative nelle tematiche inerenti l’assistenza socio-sanitaria privata: il progetto Prontoserenità. Pronto Serenità si propone come la rete privata di sostegno alla famiglia attraverso l’organizzazione della gestione integrata di servizi di tipo socio-sanitario destinati. Il progetto è strutturato su base nazionale ed è già operativo da anni in molte delle regioni italiane. Non si pone in antitesi o peggio in concorrenza
Nelle nostre famiglie purtroppo arriva il momento in cui devono prestare assistenza ad un loro caro. Hanno un impellente bisogno di sostegno per affrontare la nuova impattante situazione e si trocon quanto erogato dal servizio pubblico, anzi vuole affiancarsi ad esso come suo giusto implemento, anche esercitando un ruolo di guida all’utente, qualora questi abbia diritto alla pubblica assistenza. Nella nostra regione il progetto è gestito da TRENTINO CURA, una rete di Cooperative Sociali operanti da decenni nell’abito dell’assistenza socio-sanitaria. Le Cooperative che la costituiscono già coprono con i propri operatori tutto il territorio della Provincia di Trento e parzialmente anche quello della Provincia di Bolzano e sono le cooperative sociali ANTROPOS, FAI e VA-
I PRINCIPALI SERVIZI DI PRONTO SERENITÀ Servizi domiciliari Servizio di assistenza domiciliare OSS/OSA
LES, mentre per tutte le Giudicarie i servizi sono prestati dalla Cooperativa Sociale ASSISTENZA di TIONE DI TRENTO. La famiglia può accedere al servizio attraverso i più svariati strumenti come il numero verde, internet o direttamente allo sportello più vicino (quello di Tione) dal quale riceverà in primis una reale presa in carico delle proprie esigenze al
vano da sole ad affrontare problematiche nuove cui non sono preparate. Basti pensare quanto sia difficile e faticoso avviare il processo di assistenza da parte dell’assistente familiare (badante). fine di definire, in collaborazione, un piano di assistenza personalizzato, che tenga conto dei bisogni assistenziali e che sia realizzabile in funzione delle reali necessità e possibilità economiche della famiglia. La famiglia quindi avrà un accesso personalizzato con un unico interlocutore che sarà anche responsabile della appropriatezza dei servizi.
Il sistema di assistenza ruota attorno a tre principali gruppi di offerta di prestazioni: - Attività di cura, intesa come assistenza diretta articolata nella tradizionale accezione di assistenza domiciliare, ospitalità in strutture e nella gestione delle assistenti familiari (badante); - Servizi di assistenza indiretta intesa come un mix di servizi innovati-
vi permessi dalle nuove tecnologie come teleassistenza, telecontrollo, domotica, e di interventi di tipo tradizionale come accompagnamento, consegna pasti a domicilio, gestione di spazi aggregativi e di servizio per anziani, ecc. - Servizi di cerniera intesi come interventi di formazione, inserimento, tutoraggio, tregua e sollievo. Tutti i servizi sono svolti da dipendenti e professionisti regolarmente abilitati e di provata esperienza.
COOPERATIVA SOCIALE ASSISTENZA DI TIONE DI TRENTO PRESENTAZIONE DEL PROGETTO SOCIO-SANITARIO
Interventi infermieristici Gestione interventi di emergenza Assistenza fisioterapica Stimolazione motoria e cognitiva Servizio trasporto persone Servizi di telesoccorso /telecontrollo Consegna farmaci e pasti a domicilio
Giovedì 19 maggio 2016 ad ore 20.30 S��� R������� G����� A����� B���� L���� (Z����) L������� C�����,19
Servizi residenziali e semi-residenziali Accesso privato occasionale o stabile presso Centro Diurno Accesso privato temporaneo o stabile presso Casa Soggiorno Anziani Servizi per la qualificazione dell’assistenza privata Servizi di selezione dell’assistente familiare (badante) Servizio di somministrazione assistente familiare Formazione controllo monitoraggio Intervento domiciliare con valenza formativa per il care giver privato Intervento domiciliare di sostegno psicologico Monitoraggio evoluzione dei bisogni assistenziali e del nucleo familiare Assistenza alla famiglia per ritaratura Piano Assistenziale Individuale Servizi domiciliari a bassa intensità assistenziale e minore contenuto tecnico Servizi domiciliari di relazione e accompagnamento Altri servizi su richiesta come pulizie, spesa, ecc. Preparazione del pasto domicilio Sito Internet: www.prontoserenità.it Numero Verde: 800 657585 Sportello di Tione di Trento Cooperativa Sociale Assistenza, via D. Chiesa, 2/a Tione di Trento Telefono 0465 322222 E-mail assistenza@trentinocura.it
Il futuro del welfare trentino e nuova sussidiarietà Interverrà sul tema
Roberto Pallanch Servizio Politiche Sociali della Provincia Autonoma di Trento
Attualità
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Contributi per recupero del territorio: il BIM del Chiese pubblica il nuovo bando Ne possono beneficiare le aziende iscritte nella Sezione II dell’archivio provinciale delle imprese agricole, privati, le associazioni senza scopo di lucro ed anche i Comuni, i Consorzi di Miglioramento Fondiario e le A.S.U.C. a patto che abbiano sede o ( nel caso dei privati) siano residenti nei Comuni riconosciuti all’interno del bacino imbrifero del Chiese alla data di istituzione del Consorzio.
E
’ con l’obiettivo di favorire e promuovere il recupero del territorio della Valle del Chiese ed in particolare delle aree di mezza costa nelle quali, negli ultimi tempi, si è registrato un
graduale abbandono delle attività agricole tipiche dei luoghi, con un conseguente degrado ambientale, che il Consorzio dei Comuni BIM del Chiese pubblica il nuovo bando. territoriale del Chiese e la ricomposizione dei fondi in unità colturali finalizzata all’economicità di lavorazione e produttività. Sarà premiata la professionalità degli operatori e la qualità dei prodotti, cosi come i progetti che intendono incentivare in particolare il recupero del territorio adiacente ai nuclei abitati in modo da migliorare l’aspetto ambientale, di prevenire il degrado ed eliminare condizioni di pericolo di incendi; un occhio di riguardo anche per gli interventi
Fra i criteri di priorità che saranno adottati nella valutazione degli interventi: la reintroduzione di colture già presenti in passato per soddisfare nicchie di mercato e caratterizzanti l’identità
che puntano l’accento sulla produzione biologica e la gestione sostenibile delle risorse locali che dunque mirano alla creazione di un distretto biologico della Valle del Chiese riconoscendo in ciò un elemento rilevante di promozione del territorio e delle sue peculiarità naturali, sociali ed economiche. Le domande dovranno pervenire alla sede del Consorzio dei Comuni BIM del Chiese, in via O. Baratieri, 11 — 38083 Borgo Chiese entro le ore 12.00 del giorno 29 settembre 2016. Per tutti i dettagli si rimanda alla modulistica scaricabile all’indirizzo www.bimchiese.tn.it .
Bambini e insegnanti in gita all’Ecomuseo! Il progetto didattico dell’Ecomuseo della Valle del Chiese fa il pieno con circa 200 giovani studenti iscritti Che si tratti della riserva naturale del lago d’Idro, dell’area protetta Palù di Boniprati, del percorso del legno del borgo di Praso, del sentiero etnografico di Rio Caino o ancora di una moderna segheria, ce n’è per tutti i gusti! Queste le mete locali che i bambini delle scuole primarie della Valle del Chiese stanno visitando in questi mesi grazie al progetto “In viaggio nell’Ecomuseo”. Un invito accolto con entusiasmo dai piccoli esploratori e dai loro insegnanti, affamati di storie antiche e nuove, curiosi di toccare con mano l’identità del territorio e imparare a conoscerlo per apprezzarlo ogni giorno di più. “Si tratta di un progetto molto importante per l’Ecomuseo, una proposta composita e variegata, che vuole consentire al mondo scolastico di vivere da vicino la natura e la cultura che la Valle del Chiese custodisce”, riferisce la Presidente Maddalena Pellizzari. Per l’anno scolastico in corso l’Ecomuseo ha proposto alle classi III, IV e V della primaria due tematiche: UOMO E BIOSFERA, dedicato all’approfondimento della conoscenza dei progetti di tutela e valorizzazione “Rete di riserve Alpi Ledrensi” e “Riserva della biosfera UNESCO” che vedono coinvolti , fra gli altri, anche i co-
muni di Storo e Bondone, e IL MONDO DEL LEGNO, incentrato invece sulla conoscenza della più duttile fra le materie prime locali. Le proposte didattiche dell’Ecomuseo prevedono un primo momento in aula presso i plessi scolastici di introduzione agli argomenti ed un secondo momento di
visita sul territorio a scelta fra le diverse opzioni proposte, ideate appositamente per integrarsi con i diversi programmi scolastici. Si tratta di attività totalmente gratuite per le scuole che comprendono anche il servizio di navetta, strutturate ed offerte dall’Ecomuseo grazie al sostegno
garantito dal Consorzio B.I.M. del Chiese e realizzate in collaborazione con numerosi partner, fra cui il tavolo di lavoro della Riserva della biosfera UNESCO “Alpi ledrensi e Judicaria”, l’aps filodrammatica La Büsier, la segheria Galante di Borgo Chiese, la soc. coop. Iniziative e sviluppo e gli accompagnatori di territorio della Valle del Chiese. Pur essendo ancora in pieno svolgimento, i dati parziali sul progetto già consentono di fare un primo bilancio positivo dell’iniziativa che sta registrando ottimi risultati in termini di partecipazione e apprezzamento. “È con piacere che possiamo testimoniare il feedback positivo degli insegnanti coinvolti che ci motivano a proseguire nel nostro lavoro di sensibilizzazione e promozione della cultura locale”, conclude la Presidente. “È anche grazie alla loro sensibilità rispetto alle tematiche care all’Ecomuseo (e quindi al territorio) che ai bambini è stato possibile offrire questa opportunità formativa. La positiva esperienza di questo anno scolastico non può che stimolarci nella riproposizione dell’iniziativa a settembre, pensando - perché no - ad una possibile estensione anche alla scuola secondaria di primo grado”.
I Comuni della Valle del Chiese, attraverso il Consorzio, mettono in condivisione le giuste risorse per lo sviluppo sociale, economico e culturale del nostro territorio attuato attraverso numerosi progetti: Sovracomunalità, Contributi, Piani di zonizzazione acustica, Certificazioni ambientali, P.R.I.C., P.A.E.S., Progetto Legno, Energie rinnovabili, E.S.C.O. BIM e Comuni del Chiese S.p.A., Centro Studi Judicaria, Consorzio Turistico ed Ecomuseo della Valle del Chiese, Case di riposo, Intervento 19, Fotovoltaici, Agricoltura, Filiera del legno, Piano giovani di zona, Borse di studio, Grest estivi, Sistema bibliotecario di valle, Lavagne LIM, Sport, SGM e Scuole materne.
CONTATTI: Via O. Baratieri, 11 - 38083 Borgo Chiese (TN) - tel. 0465/621048 - fax 0465/621720 segreteria@bimchiese.tn.it - bimchiese@bimchiese.tn.it - www.bimchiese.tn.it
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Cooperando
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Scuola- Lavoro: le cooperative entrano in classe L’iniziativa, promossa da Federazione e Provincia, vuole favorire l’inserimento nel mondo del lavoro dei ragazzi grazie ai tirocini
Gli studenti di una classe o di più classi potranno così costituire la propria Cooperativa, scegliendo, d’intesa con un’impresa cooperativa partner, il progetto concreto da sviluppare. Pianificare l’attività, distribuirsi i compiti, imparare ad affrontare i problemi strada facendo, verbalizzare le decisioni, stilare il bilancio finale dell’attività. I ragazzi con questo protocolla hanno da oggi la possibilità di misurare nel concreto quello che hanno imparato e le loro abilità, mettendo alla prova le proprie competenze trasversali e professionali. La Cooperazione fornirà supporto agli Istituti affinché le singole classi costituiscano delle Cooperative Formative Scolastiche, che opereranno come vere e proprie imprese cooperative simulate. Un approccio che comprende, oltre all’avvicinare gli studenti ai contesti produttivi e alle dinamiche del lavoro, un’opportunità straordinaria per educare i nostri ragazzi alla interdisciplinarietà, alla condivisione, alla partecipazione e anche all’assunzione di responsabilità. Come ha illustrato il presidente Fracalossi, l’idea alla base del progetto è sorretta da una rigorosa metodologia didattica basata su uno stile di apprendimento partecipativo, già collaudato a partire dalla terza classe della scuola primaria fino al biennio delle superiori, nella forma delle Associazioni Cooperative Scolastiche: “Gli studenti di oggi saranno i cooperatori e i cittadini del domani e quindi a scuola dovranno imparare ad esserlo concretamente,
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l mondo del lavoro, per tutti i ragazzi a pardi Alberto Carli in particolare quello tire dal terzo anno di cooperativo, entra a scuola, grazie al protocollo iscrizione a un Istituto tecnico, Liceo e Istituto Prosottoscritto lo scorso 8 Aprile fra il governatore del fessionale del Trentino. Gli studenti coinvolti nei tiroTrentino, Ugo Rossi, e Giorgio Fracalossi, presidente cini obbligatori a partire da quest’anno sono 4.105 e della Federazione trentina della Cooperazione. lo strumento attraverso il quale si attuerà sarà quello L’obiettivo è promuovere l’alternanza scuola-lavoro delle Cooperative Formative Scolastiche (CFS). mettendo in pratica le proprie competenze, con particolare riguardo a quelle trasversali. Ogni Cooperativa Formativa Scolastica avrà un’impresa di riferimento, che ‘commissionerà’ un progetto spe-
cifico da realizzare. La Federazione, tramite il proprio Ufficio Educazione e Cultura cooperativa, metterà inoltre a disposizione delle scuole un team multidisciplinare di esperti per la formazione e
l’affiancamento, una piattaforma on line che faciliterà il lavoro degli insegnanti in logica di comunità di pratica, un sistema di validazione delle competenze cooperative acquisite in ambiente non
formale, un campus cooperativo europeo per lo sviluppo dell’esperienza all’estero, in logica di trilinguismo, e altri supporti per gli studenti impegnati nei percorsi di alternanza scuola-lavoro”.
Il fishing in Alto Sarca in tour Presentare nei maggiori punti vendita del nord Italia le novità della pesca sportiva nelle Giudicarie Si appena concluso anche per la stagione di pesca 2016 il “direct promotion tour: Fishing in Alto Sarca”, nei giorni dal 13 al 16 aprile. Il direttore del Consorzio per il Turismo Giudicarie Centrali, Redi Pollini, il presidente dell’Associazione Pescatori Alto Sarca, Emilio Fedrizzi, il maggior Consulente italiano di pesca a mosca, Giorgio Cavatorti, ed il collaboratore dell’Associazione Stefano Fedrizzi, si sono recati, in tour, nei maggiori negozi di pesca del nord Italia al fine di pubblicizzare la pesca in Alto Sarca e tutto il territorio che attraversa. Un tour che ha riscosso un’ottima attenzione ed un’accoglienza calorosa, in quanto tutte questi grandi punti vendita già conoscono il fiume Sarca e lo considerano destinazione leader tra le migliori in Italia per la pesca alla trota, so-
prattutto per la tipologia a mosca, tra le tecniche maggiormente attente a non danneggiare i pesci e l’ambiente che li ospita. In ogni punto vendita sono state presentate le principali caratteristiche della nostra offerta di pesca,
le novità della stagione 2016, sono stati attivati contatti per organizzare corsi e gare di pesca, ed è stato allestito un corner dedicato con il materiale informativo e promozionale dell’Alto Sarca Trentino. I responsabili dei punti vendita
sono stati, inoltre, invitati, quali graditi ospiti, a trascorrere alcune giornate di pesca sul posto, nelle Giudicarie, pernottando in hotel e strutture convenzionate. Presso il BricoSport di Seregno, storico punto vendita della catena, con oltre 3.000 metri quadrati di area vendita, si è svolto un proficuo incontro con il direttore responsabile, supportato dai consulenti del Fly Angling Club Brianteo, in quanto particolarmente interessati ad una partnership con l’Alto Sarca per promuovere il settore della pesca a mosca a 360 gradi, nonché i soggiorni pesca in Alto Sarca – Trentino. Presentate fra l’altro le novità della pesca in Alto Sarca 2016, come le piazzole per pescatori disabili, la nuova APP pesca da scaricare, le casette ricovero/sosta sul fiume per pescatori.
Comunità
Detrazioni permensa scolastica su 730: si possono stampare le certificazioni on-line Com’è noto, con la dichiarazione dei redditi 2016, sarà possibile detrarre quanto pagato nell’anno 2015 per la mensa scolastica dei figli. I contribuenti potranno pertanto inserire nei modelli 730 e Unico tale spesa per poter usufruire di una detrazione del 19% su un importo massimo di spesa di Euro 400 per alunno. Al fine di permettere ai genitori di poter avere i dati necessari per tale detrazione senza doversi recare a Tione presso la sede della Comunità, l’Ufficio Istruzione ha predisposto la possibilità di scaricare, direttamente dal portale “Mensa Online”,
la certificazione relativa all’importo versato alla Comunità delle Giudicarie nell’anno 2015 per il servizio di ristorazione scolastica nell’ambito delle scuole primarie, secondarie, di primo grado e professionali delle Giudicarie. L’accesso al portale “Mensa Online” è possibile tramite il sito internet della Comunità delle Giudicarie – www.comunitadellegiudicarie.it – sezione “servizio per studenti”, oppure tramite il link https://etica-4.com/giudicarieportalegen/login.aspx, digitando le proprie credenziali comunicate precedentemente. Per stampare la certificazione sarà neces-
sario accedere alla sezione “pagamenti”, cliccare su “scarica dichiarazione 730” e dopo aver verificato la correttezza del codice fiscale dello studente cliccare nuovamente su “scarica dichiarazione 730”. Il certificato deve essere stampato e consegnato in sede di dichiarazione dei redditi. Per qualsiasi informazione l’Ufficio Istruzione della Comunità delle Giudicarie è a disposizione degli utenti al seguente indirizzo e-mail istruzione@comunitadellegiudicarie.it o tramite la sezione “contattaci” all’interno del portale dedicato ai genitori “Mensa Online”.
Attualità
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Rifiuti urbani, rifiuti speciali e raccolta Rifiuti differenziata dell’organico urbani, rifiuti speciali e raccolta differenziata dell’organico Si confermano i trend degli ultimi anni; sono da affrontare alcune criticità del servizio di Fabiano Mussi La Comunità delle Giudicarie gestisce, per conto dei comuni delle Giudicarie, la raccolta, il trasporto e lo smaltimento
La Comunitàdei delle perterritorio conto dei sono essere considerate certamente buoneessere dal punto appositamente predisposte rifiutiGiudicarie urbani ed gestisce, assimilati sul di competenza. Le prestazioni della raccolta possono considerate comuni delle Giudicarie, la raccolta, il trasporto e lo di vista quantitativo: ne è un evidente indicatore la per le imprese e le ditte arbuone dal punto di vista ne è un evidente indicatore la percentuale di raccolta differenziata smaltimento certamente dei rifiuti urbani ed assimilati sul quantitativo: territo- percentuale di raccolta differenziata media raggiunta tigiane. L’invito a tutti (imrio di competenza. Le prestazioni della raccolta pos- negli ultimi anni, che si attesta poco oltre l’80%. prese e cittadini) dunque media raggiunta negli ultimi anni, che si attesta poco oltre l’80%. Questo risultato è il frutto di un lavoro costante, avviato è quello di porre massima rifiuti è un impegno costante attenzione all’aspetto dei oltre un decennio fa, che aveva dapprima come oggetto la riorganizzazione complessiva del servizio e attualmente la e consapevole che ci viene rifiuti prodotti nelle attività continua ottimizzazione. In primo luogo si è provveduto assieme ai Comuni, confermando il sistema di raccolta di richiesto, per sua contribuire di cantiere in quanto vige il insieme a rendere la vita di criterio della responsabilità prossimità, a razionalizzare il parco delle isole ecologiche stradali, adottando contenitori seminterrati più capienti, pur tutti i giorni più sostenibile del produttore e dei gestomantenendo sino alla conclusione del dal punto di vista ambien-la raccolta domiciliata per le grandi utenze non domestiche (alberghi, ristoranti…). Contemporaneamente ri fi tale ed economico. A questo corretto smaltimento, atè sviluppata la rete dei Centri di Raccolta Materiali. Infine, dal 2012 si è adottato il sistema di tariffazione puntuale, come proposito ci si vuole soffertraverso canali diversi dal imposto dalla normativa nazionale provinciale, installando le calotte volumetriche sui contenitori del rifiuto residuo. mare ora però su due aspetti servizio pubblico. diversi: la distinzione tra riUn altro aspetto su cui vale Nell’anno 2015 sono state raccolte 18.940 tonnellate di rifiuti di cui solo 3.120 smaltite in discarica. Le rimanenti 15.820 fiuti urbani e rifiuti speciali la pena soffermarsi, in quee la raccolta sono differenziata sto caso, è quello legato state conferite ad impianti di recupero. La maggior parte di questi rifiuti sono stati raccolti attraverso il circuito delle dell’organico e del verde lialla raccolta differenziata gnocellulosico. isole ecologiche stradali, ma sta aumentando anche il quantitativo dei rifiuti raccolti presso i CRM i quali, essendo della frazione umida (orLa distinzione tra i rifi uti urganico) e quella del verde presidiati, garantiscono una raccolta differenziata ottimale. L’invito pertanto, è che i CRM vengano sempre più utilizzati, bani e gli speciali è un pas(sfalci, potature, ramaglie). perché lìnella è possibile conferire anche tipologie di rifiuti particolari, che in passato - e purtroppo anche oggi talvolta -Le nondue raccolte sono sepasaggio fondamentale comprensione sulla struttura rate ed avvengono la prima erano correttamente gestiti e che non possono essere conferiti nelle isole ecologiche stradali. presso le isole ecologiche stradali, mentre la seconda presso i CRM. È stato verificato che molto spesso questa distinzione non viene adottata dagli utenti. Presso le isole ecologiche non è infrequente imbattersi, in questo periodo primaverile, in cassonetti colmi di erba, potature di siepi e alberi, o addirittura terra e pietre. Si potrebbe pensare ad una Figura 1: Andamento della carenza di contenitori, o riquantità di rifiuti raccolti dotte frequenze di raccolta. (RD e residuo) e percentuaIn realtà, l’attuale dotaziole di RD dal 2006 al 2015. ne di contenitori nelle isole ecologiche stradali è molto Figura 2: Produzione pro superiore rispetto a realtà capite di rifiuti urbani nelle simili o limitrofe, così come Giudicarie e percentuale di la frequenza della raccolta. raccolta differenziata, anno Figura 1: Andamento della quantità di rifiuti raccolti (RD e residuo) e percentuale di RD dal 2006 al 2015. Il problema piuttosto è che 2015. vi è una notevole quantità di rifiuti non conformi. Tra l’altro, questa distinzione ha una sua rilevanza economica: infatti, la gestione della frazione umida ha costi significativamente superiori a quella del verde, per cui vi è tutta la convenienza, seppur non evidente ad una prima impressione, a confePer quanto riguarda l’aspetrire correttamente il verde, to qualitativo dei rifiuti racgli sfalci, i fiori recisi , ecc… colti, invece, vi sono una seal CRM, e limitarsi agli scarrie di criticità, che rendono ti di cucina per la raccolta più difficoltosa e onerosa le differenziata dell’organico. gestione complessiva della Si dovrebbe anche evitare filiera. È noto il problema di conferire al CRM pietre Figura 2: Produzione pro capite di rifiuti urbani nelle Giudicarie e percentuale di raccolta differenziata, anno 2015. relativo all’elevato grado di dell’intero settore dei rifiu- della Comunità delle Giudi- tipologie tipicamente rac- ra come una gestione illecita e sassi, per non gravare ulimpurità della raccolta degli ti.Per La quanto norma defi nisce rifi u- carie è limitata soli rifiraccolti, uti colte nelleviisole di rifi uti, oltre procurare riguarda l’aspetto qualitativo deiai rifiuti invece, sonoecologiche una serie di criticità, cheche rendono più teriormente sul circuito. Un imballaggi in plastica e me- to urbano quel rifiuto che è urbani, ma attraverso l’ope- stradali e, alcune, presso un danno al servizio stesso e ulteriore problema che pone onerosa ledi gestione complessiva della filiera. il problema relativoperò all’elevato grado di impurità sulla della l’errata gestione da parte tallo. Questo è sì in parte difficoltosa prodotto eall’interno una razione di assimilazione sono È noto i CRM. È importante incidere negativamente dovuto all’ambiguità della abitazione domestica, cioè gestiti dal servizio pubblico sottolineare che sono assolu- tariffa di igiene ambientale. degli utenti dell’organico e deglidelle imballaggi plastica e metallo. Questo è sì in parte dovuto all’ambiguità della Le norma cheche definisce questa del verde riguarda anche la norma che definisce questa raccolta all’interno nostre in case anche alcuni rifi uti speciali, tamente esclusi dal servizio imprese li producono tipologia di rifiuto, limitan- tipologia di abitazione nell’ambito del ai in quelli per parte pubblico tutti i rifiuti prodotne sono e sono di rifiuto, limitandola soliparticolare “imballaggi”, mache in gran è attribuibile alla superficialità contitolari cui alcuni di noire-si fase di smaltimento, infatdola ai soli “imballaggi”, ma vivere quotidiano. Diversa- qualità e quantità sono com- ti nelle attività di cantiere, sponsabili della loro corretta ti gli impianti che ricevono in gran parte è attribuibile approcciano mente, sono uti speciali, parabili La concorretta i rifiuti separazione urbani. anche di tipologia compa-costante gestione. Lo smaltimento allarifiraccolta differenziata. dei se rifiuti è un impegno e consapevole cheinci questi materiali possono alla superficialità con cui indipendentemente dai ma- In pratica si tratta di carta, tibile con gli urbani. Il con- questo caso deve avvenire contestare i carichi per la richiesto, per contribuire a rendere la imbalvita di tutti i giorni più sostenibile dal punto di canali vista ambientale ed loro non conformità, con ulalcuni di noi si approcciano viene teriali di cui sono costituiti, insieme imballaggi in cartone, ferimento di questi rifiuti al tramite privati o atalla raccolta differenziata. quelli prodotti dalle attività laggi in plastica e metallo, servizio pubblico è una grave traverso i CRZ di Borgo La- teriori costi di gestione. A questo proposito imballaggi ci si vuoleinsoffermare su due aspetti tra rifiuti urbani e La corretta separazione dei economico. economiche. La competenza vetro, cioèora le però inadempienza che sidiversi: configu-la distinzione res e Carisolo, piattaforme Questo risultato è il frutto di un lavoro costante, avviato oltre un decennio fa, che aveva dapprima come oggetto la riorganizzazione complessiva del servizio e attualmente la sua continua ottimizzazione. In primo luogo si è provveduto assieme ai Comuni, confermando il sistema di raccolta di prossimità, a razionalizzare il parco delle isole ecologiche stradali, adottando contenitori seminterrati più capienti, pur mantenendo la raccolta domiciliata per le grandi utenze non domestiche (alberghi, ristoranti…). Contemporaneamente si è sviluppata la rete dei Centri di Raccolta Materiali. Infine, dal 2012 si è adottato il sistema di tariffazione puntuale, come imposto dalla normativa nazionale provinciale, installando le calotte volumetriche sui contenitori del rifiuto residuo. Nell’anno 2015 sono state raccolte 18.940 tonnellate di rifiuti di cui solo 3.120 smaltite in discarica. Le rimanenti 15.820 sono state conferite ad impianti di recupero. La maggior parte di questi rifiuti sono stati raccolti attraverso il circuito delle isole ecologiche stradali, ma sta aumentando anche il quantitativo dei rifiuti raccolti presso i CRM i quali, essendo presidiati, garantiscono una raccolta differenziata ottimale. L’invito pertanto, è che i CRM vengano sempre più utilizzati, perché lì è possibile conferire anche tipologie di rifiuti particolari, che in passato - e purtroppo anche oggi talvolta - non erano correttamente gestiti e che non possono essere conferiti nelle isole ecologiche stradali.
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Rubrica Legale
MAGGIO 2016 L’AVVOCATO RISPONDE
L’omicidio stradale è un reato Con la recente legge 41/2016 è stato inserito l’art. 589 bis del codice penale prevedendo una fattispecie di maggiore gravità rispetto all’omicidio colposo Buongiorno Giovanni, il tema del cosiddetto omicidio stradale e delle relative pene, è un tema che per anni è stato discusso in occasione di fatti drammatici legati ad incidenti stradali mortali in conseguenza di abuso di alcool o sostanze stupefacenti. Dopo anni di dibattiti parlamentari, con la legge 41/2016 è stato inserito l’art. 589 bis nel Codice penale, denominato appunto omicidio stradale. In realtà già l’art. 589 c.p., in relazione all’omicidio colposo, prevedeva una fattispecie legata alla violazione delle norme del Codice della Strada, punendo il colpevole con la pena della reclusione da 2 a 7 anni. Oggi, invece, l’omicidio stradale diventa un reato autonomo, che assume maggiore gravità in base ad alcuni fattori specifici: la pena previ-
Buongiorno Avvocato, ho sentito più volte parlare in televisione dell’omicidio stradale. sta quando la morte sia stata causata violando il Codice della strada (eccesso di velocità ad esempio), rimane da 2 a 7 anni come già previsto in precedenza; la pena aumenta sensibilmente da 8 a 12 anni di reclusione per chi provoca la morte di una persona sotto effetto di droghe o in stato di ebbrezza grave (con un tasso superiore a 1.5 g/l); infine una pena della reclusione da 5 a 10 anni se l’omicida si trova in stato di ebbrezza più lieve (tasso oltre 0.8 g/l) o abbia causato l’incidente dopo aver tenuto condotte pericolose (eccesso di velocità - oltre i 70 km/h in strada urbana e superiore di 50km/h rispetto alla velocità consentita in strada extraurbana - guida contromano,
sorpassi vietati, inversioni di marcia pericolose, ecc.). Nel caso il conducente provochi la morte di più persone oppure la morte di una persona e lesioni, anche lievi o lievissime, di un’altra persona o più persone, il limite massimo di pena stabilito è di 18 anni. La nuova norma prevede anche conseguenze gravi per coloro che omettono di fermarsi a prestare primo soccorso dopo l’incidente,
Di cosa si tratta? Grazie per la disponibilità. Giovanni stabilendo che in tal caso la pena non potrà mai essere inferiore a 5 anni per l’omicidio e a 3 anni di reclusione per le lesioni. Con la stessa legge, è stato inserito anche l’art. 590 bis che disciplina il meno grave caso di lesioni non mortali in conseguenza di un incidente stradale. Se per le lesioni derivante da una violazione del Codice della Strada le pene rimangono sostanzialmente invariate,
CURIOSITÀ DAL MONDO A Washington (USA) qualsiasi immobile in affitto che abbia al suo interno una toilette a pagamento, deve avere un ugual numero di toilette gratuite. Questa legge venne emanata dopo che lo speaker della Camera dei Rappresentanti dello Stato si trovò senza una moneta da dieci centesimi per pagare una toilette a pagamento.
sono stati previsti notevoli rialzi in caso di conducente sotto effetto di alcool o droghe. La legge prevede infatti, da 3 a 5 anni di reclusione per le lesioni gravi e da 4 a 7 per quelle gravissime. In ogni caso, se il conducente si trova in stato di ebbrezza lieve (sopra la soglia di 0.8 g/l ma inferiore ad 1.5 g/l) o se ha causato l’incidente per via di condotte pericolose scatta la reclusione da un anno e 6 mesi a 3 anni per le lesioni gravi e da 2 a 4 anni per quelle gravissime. Per particolari categorie di conducenti, quali camionisti, autisti di autobus e di mezzi pesanti in genere, in considerazione della maggiorazione di rischio derivante dalla
circolazione di tali mezzi, vengono applicate le pene più gravi anche con un tasso inferiore ad 1.5 g/l. Pesanti conseguenze sono state previste anche sulla revoca della patente di guida. Infatti, in caso di condanna o patteggiamento (anche con sospensione condizionale della pena), la patente viene automaticamente, che potrà essere conseguita dopo almeno 5 anni (nell’ipotesi di lesioni) e 15 anni (nell’ipotesi di omicidio). Il termine è aumentato nei casi più gravi: se il conducente dopo il sinistro è fuggito senza prestare le prime cure, non potrà riavere la patente prima di 30 anni dopo la revoca. avv. Mattia Gottardi 0465/324667 oppure 349/2213536 mgottardi1@yahoo.it
LIFE SKILLS È meglio una testa ben fatta che una testa ben piena Quando ci si imbatte per la prima volta nella teoria educativa delle Life Skills, viene spontaneo definirla semplice e ovvia da non meritare troppe attenzioni. La semplicità risiede nel fatto che le life skills non sono che un insieme di abilità esercitate quotidianamente: gestire le emozioni, affrontare un problema, prendere una decisione, comunicare in modo efficace, vivere le relazioni, affrontare lo stress, essere creativi, sviluppare pensiero critico, essere consapevoli ed empatici. I contesti educativi che offrono occasioni di sperimentare e di allenare le life skills sono i più disparati fin dalla nascita. La famiglia è il primo, ma più si cresce più si allargano i confini: dalle scuole dell’infanzia all’università, dalle squadre sportive ai gruppi di lavoro, da un gruppo di amici ristretto alla vita nella comunità. Viste le molteplici occasioni sembra quasi eccessivo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità vi abbia dedicato tanta attenzione evidenziando che Le Life Skills “giocano un ruolo importante nella promozione del
benessere mentale. La promozione del benessere mentale incrementa la nostra motivazione a prenderci cura di noi stessi e degli altri, alla prevenzione del disagio mentale e dei problemi comportamentali e di salute.” In realtà la preoccupazione dell’OMS ha un suo fondamento perché sebbene le esperienze che contribuiscono alla crescita di queste abilità siano moltissime tuttavia sembrano non bastare a renderci pienamente capaci perché spesso
lo fanno indirettamente e in modo non consapevole. Per fare un esempio banale ogni volta che si affronta un problema di matematica si mettono in atto alcuni schemi mentali che sono tipici del problem solving. Tuttavia il primo obiettivo nella risoluzione di un problema di matematica è arrivare al risultato. Questo tipo di apprendimento non si pone il fine di trasferire le competenze apprese dal contesto scolastico alla vita quotidiana. Per questo un ragazzo che ha
dieci in matematica non sempre riesce a rispondere a una situazione imprevista o nuova: perdere l’autobus, preparare il pranzo, organizzare una festa di compleanno. Quando invece si punta a rafforzare l’abilità di problem solving si propongono laboratori che non hanno lo scopo di risolvere una situazione, ma piuttosto di analizzare e interiorizzare le strategie necessarie ad affrontarla. Questa visione della crescita è in linea con la concezione della conoscenza offerta da Edgar Morin, filosofo e sociologo francese contemporaneo, che riprendendo una frase di Montaigne dice che è meglio una testa ben fatta piuttosto che una testa ben piena. Quando Morin teorizza la necessità di determinare un’attitudine generale a porre e trattare dei problemi, nel saperli organizzare e collegare, non fa alcun riferimento al temine problem solving, tuttavia evidenzia come nella società contemporanea avere gli strumenti necessari per affrontare e gestire la complessità sia diventata una priorità. Oltre ad essere complessa la società di
oggi si presenta anche incerta. I contesti e le situazioni cambiano così velocemente che ad ognuno è richiesto uno sforzo di adeguamento e di cambiamento continuo. Quest’ultima è una condizione che sollecita costantemente tutte le aree delle life Skills. Rivista in questo scenario la teoria delle LifeSkills assume un valore duplice: a chi si occupa di educazione può fornire dei riferimenti concettuali chiari, evitando da una parte un processo di semplificazione a cui spesso la cultura mediatica tende; inoltre può suggerire strategie, strumenti ed esperienze utili per rendere maggiormente sicuri e protagonisti bambini, ragazzi e adulti. La consapevolezza del nostro modo di agire, le variabili che entrano in gioco e le possibili alternative di scelta, influenzano direttamente la propria autostima. Sentirsi capaci di affrontare situazioni diverse è una delle chiavi del successo e del benessere personale. Per questo riservare del tempo a rafforzare le life skills è un’occasione preziosa per se stessi.
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Attualità
MAGGIO 2016
L’elenco delle onorificenze si arricchisce dunque di questo ulteriore riconoscimento, che si aggiunge alle premiazioni, in occasione dei festeggiamenti per S. Barbara il 5 dicembre 2015, per i 15 anni di servizio di Enea Bertoni ed i 35 di Augusto Gottardi, gratificato anche con la Fiamma d’Argento per i meriti conseguiti nel corso della sua lunga permanenza nel Corpo. Dopo l’ approvazione del rendiconto 2015, il Comandante Alberto Bertaso ha ricordato la notevole mole di lavoro dell’anno appena passato che si può sintetizzare in 120 uscite per interventi e 262 per altri impegni come servizi di vigilanza e prevenzione, addestramento e gare CTIF, corsi di formazione, manutenzione mezzi ed attrezzature, per un totale di 6613 ore. Se poi si aggiungono i servizi di sorveglianza notturni e domenicali in caserma, si raggiunge la considerevole cifra di 15.973 ore di attività. A questi numeri, già di per sé importanti, si devono sommare quelli relativi al Gruppo Allievi che, per bocca del suo Responsabile - Angelo Salvaterra - sono stati così riassunti: 640 ore per gli Istruttori e 2733 ore che i ragazzi hanno dedicato ad attività ginnica e preparatoria per le gare, alla partecipazio-
Nel corso dell’assemblea annuale onoreficienza per l’ex-comandante Armani
VVFF Tione, oltre 15mila ore di attività S
di Marco Maestri
i è svolta a fine marzo scorso presso la Caserma “G. Bondi” l’Assemblea generale del Corpo dei Vigili del Fuoco Volontari di Tio-
ne. In apertura, su proposta del Direttivo, l’Assemblea ha nominato all’unanimità membro onorario ne al Campionato provinciale ed a manifestazioni varie, alle lezioni teoricopratiche ed all’addestramento formale. In chiusura di relazione, il Comandante ha rimarcato il notevole impegno che i Vigili devono riservare per ottenere grandi risultati ed offrire così un importante servizio alla Comunità. Prestare la propria opera gratuitamente e con l’unico fine di operare nel superiore interesse dei propri concittadini, costituisce motivo di orgoglio e vanto per il Corpo che, quotidianamente, 24 ore su 24, si mette a disposizione della collettività.
l’ex Comandante Sergio Armani, accolto in sala dalla standing ovation e da un lungo applauso. Il Comandante Bertaso ha sottolineato l’eccezionalità di tale nomina, conferita solo in casi speciali ed a Vigili che abbiano svolto un ruolo fondamentale e molto importante nel Corpo.
la caserma di Vigili del fuoco volontari di Tione
Dopo la relazione del Comandante, il Sindaco Matti Gottardi ha ammes-
so in servizio attivo l’ex Allievo Giacomo Valentini che, superato il periodo
di prova, ha prestato il rituale giuramento. L’assemblea ha poi de-
signato il Capo Squadra Marco Zamboni come nuovo Capo Plotone, in sostituzione di Mattia Salvaterra che, dopo lunga militanza, in scadenza di mandato ha deciso di non ricandidare, preferendo lasciare spazio a colleghi più giovani. Quindi, si è proceduto alla nomina del Capo Squadra che dovrà sostituire Marco Zamboni e le urne hanno eletto il Vigile Nicola Fattori. In chiusura, il sindaco Gottardi - congratulandosi per le nuove nomine e ringraziando Mattia Salvaterra per il servizio svolto - ha riaffermato l’importanza per il territorio della presenza dei Vigili del Fuoco, Corpo che, per la sua indiscussa professionalità, avrà sempre la gratitudine di tutta la popolazione.
Vigili del fuoco, prove superate Tempo di manovre ed esercitazioni per i Vigili del Fuoco Volontari Giudicariesi
Nelle settimane scorse molti corpi dei Vigili del Fuoco Volontari delle Giudicarie, da quelli Chiesani a quelli Rendenesi, si sono cimentati in alcune esercitazioni per fortificare l’intesa d’intervento nel caso di necessità. Prima è toccato ai corpi dei Vigili del Fuoco Volontari, soccorritori e forze dell’ordine di Praso, Bersone, Daone, Pieve di Bono e Prezzo che, lo scorso 17 aprile, hanno effettuato un’operazione congiunta nei pressi della caratteristica location di Forte Corno, situato sopra l’abitato di Praso. In tutto un centinaio le persone che si sono cimentate in un grande manovra che si è concentrata sul recupero di dispersi e feriti in seguito ad un crollo. «La struttura – spiega il comandante dei Vigili del Fuoco Volontari di Praso – è naturalmente in sicurezza. Trattandosi di una struttura che viene utilizzata molto nella stagione estiva per le visite guidate, abbiamo pensato che fosse interessante compiere un’esercitazione qui. A Forte Corno c’è anche una parte dove l’accesso al pubblico è vietato proprio perché non è ancora sistemata. Abbiamo quindi ipotizzato l’evenienza che alcune persone si stacchino da un gruppo guidato e finiscano nella zona vietata rimanendo coinvolte nel crollo di una parte di struttura.» L’esercitazione, che è partita di prima mattina, ha visto concentrati una settantina di vigili del fuoco. Fin dalle sei del mattino era attiva la Croce Rossa della Valle del Chiese per truccare i volontari che
I Vigili del Fuoco Volontari di Praso, Bersone, Daone, Pieve di Bono e Prezzo
avrebbero fatto da “vittime”. Verso le ore 08 è arrivata la selettiva per i vigili di Praso e a seguire per quelli di Daone, Bersone, Pieve di Bono e Prezzo. Accanto ai Vigili del Fuoco e alla Croce Rossa anche cinque membri del soccorso alpino Valle del Chiese e i carabinieri della stazione di Pieve di Bono. «La manovra – conclude il comandante Aricocchi – è andato molto bene. Siamo soddisfatti del lavoro svolto perché c’è stato una buona intesta e collaborazione fra le forze e i corpi che hanno partecipato all’esercitazione.»
Una settimana più tardi, precisamente il 24 aprile, è toccato invece ai Vigili del Fuoco Volontari dei Corpi di Pelugo, Caderzone Terme, Strembo, Bocenago, Spiazzo, VigoDarè, Villa Rendena e Roncone. In questo caso, l’esercitazione consisteva nella simulazione di un incendio. La location scelta per l’occasione è stata Malga Barusela. L’allarme, partito alle ore 8, ha richiamato nella Caserma di Pelugo più di 160 volontari. Successivamente viene predisposta una condotta per pompare l’acqua del rio Bedù alla
malga: una condotta piuttosto complessa di quasi 2 chilometri che viene attivata grazie a 9 motopompe disposte in serie, per superare i quasi 300 metri di dislivello, con interposti 4 vasconi di accumulo. Viste le difficoltà di accesso al luogo dell’incendio, alcune motopompe della condotta sono portate in quota con l’ausilio dell’elicottero del Nucleo Elicotteri della Provincia Autonoma di Trento che, in prima battuta, ha trasportato anche alcuni Vigili del Fuoco che hanno attaccato l’incendio della malga. Durante l’esercitazione è stato simulato anche il recupero di un disperso all’interno della malga. L’esercitazione è stato organizzata dal Corpo dei Vigili del Fuoco di Pelugo ed è stata guidata dal comandante Gianpiero Pollini che si è avvalso dell’aiuto del caposquadra Claudio Bazzoli, responsabile della condotta, e del Vicecomandante Norman Campidelli, responsabile dello spegnimento dell’incendio della malga e del bosco. La simulazione ha coinvolto oltre 160 volontari tra Vigili del Fuoco, Nuvola Adamello e 118 di Pinzolo. Entrambe le esercitazioni si sono concluse con un pranzo in compagnia. Ottimi risultati dunque per i Volontari Giudicariesi che rappresentano una vera e valida risorsa per il nostro territorio ed a cui va un ringraziamento per la disponibilità, passione ed amore che mettono a disposizione dei propriopaesi. Marco Maestri
Mondo
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Aleksandr Prokhorenko, l’eroe di Palmira Aleksandr Prokhorenko ufficiale dell’esercito russo si è sacrificato eroicamente per sconfiggere il Califfato Fine marzo, l’esercito del Governo siriano sta ormai avendo la meglio sulle milizie dello Stato Islamico grazie anche all’aiuto militare russo, decisivo per la riconquista dell’entroterra siriano: sono gli ultimi atti della battaglia fra l’esercito siriano e i terroristi del Califfato. Aleksandr Prokhorenko - Specnaz - si trovava in avanscoperta alle porte di Palmira col pericoloso compito di individuare gli obbiettivi più importanti dei terroristi così da inviarne le coordinate all’aviazione russa per raderli al suolo. Ma il 24 marzo qualcosa andò storto, la posizione di Aleksandr divenne compromessa e presto si ritrovò circondato dai miliziani dell’ISIS: fu in quel momento che Prokhorenko decise di morire con dignità, da eroe. Al proprio comandante - con cui era in contatto - chiese infatti più volte di sacrificarlo autorizzando un raid sulla sua posizione così da poter colpire anche le decine di miliziani che lo avevano ormai circondato. Così successe. Non passò molto tempo che il suo gesto eroico si diffuse su tutti i media internazionali, divenne il “Rambo russo”, un vero eroe. Anche grazie al suo sacrificio, nei giorni immediatamente successivi l’esercito siriano è riuscito ad avanzare liberando la città di Palmira infliggendo così un duro colpo al Califfato. Qui i militari siriani hanno poi scoperto una fossa comune composta da almeno una quarantina di corpi, molti dei quali di donne e bambini, tutte vittime dello Stato Islamico uccise e sepolte a poche centinaia di metri dalle storiche rovine della città. Il pensiero dell’eroe di Pal-
M
di Michele Bella
entre dopo i tanti efferati massacri da parte di fanatici assassini vengono ripetute la solite frasi di circostanza, a poca distanza dalle rovine dell’antica città di Palmira un ragazzo si sacrifica eroicamente per sconfiggere concretamente chi sta uccidendo noi ed i nostri figli: si chiama Aleksandr Prokhomira, in quei suoi ultimi momenti di vita, andò inevitabilmente alla propria famiglia, a Ekaterina sua moglie e al bambino che, ancora in grembo, non avrà mai modo di conoscere. Aleksandr era un ragazzo 25enne della regione di Orenburg (2 milioni di abitanti) nel distretto federale del Volga al confine con il Kazakistan. Qui, nel paese di Gorodki - di cui era originario - Aleksandr ha vissuto la propria infanzia e sin da allora covava il sogno di diventare un militare. Del resto quella era una vocazione tutta famigliare, anche il suo giovane fratello Ivan ha deciso di seguire quei passi, gli stessi del padre e dei nonni. Diplomatosi con onore presso l’accademia aereonautica di Smolensk, il suo periodo lì è stato sempre pieno di soddisfazioni, era felice e onorato di vestire quella divisa. Finita l’accademia Aleksandr si è arruolato nell’esercito dove ha iniziato a servire sotto contratto. Sebbene di corporatura esile, la sua forza interiore era notevole, e presto entrò a far parte delle forze speciali russe, il massimo per chi sceglie la carriera militare, d’altra parte lo spirito militare lo aveva sin dall’infanzia, primeggiava in tutte le competizioni scolastiche ed era il primo ad esporsi e ad aiutare gli altri: i suoi genitori erano orgogliosi. Negli ultimi anni Aleksandr ha conosciuto Ekaterina, la ragazza che ha poi sposato. «Aleksandr era molto aper-
to, amava la vita… sembrava solo ieri quando hanno avuto il loro matrimonio un anno e mezzo fa. Non potete immaginare quanto era felice, era così innamorato», dicono gli amici al quotidiano Orenday. All’inizio Ekaterina non aveva alcuna idea o sentore che suo marito fosse diretto in Siria, per lungo tempo non sapeva dove fosse di preciso, Aleksandr non voleva metterla in agitazione. Katya (diminutivo di Ekaterina) era sicura che suo marito stesse servendo nella regione del Caucaso, solo in seguito scoprì che era stato inviato in Siria. Gli amici continuano il loro racconto straziante: «è un peccato che Sasha non potrà vedere il suo bambino, lo desiderava con tutto il cuore; Katya era preoccupata che Sasha non sarebbe riuscito a ritornare in tempo per la nascita; ora non ce la farà certamente…». Come nelle storie più tragiche, ora Katya
renko, ufficiale delle forze speciali russe. E’ importante conoscerlo. Il suo gesto non può essere strumentalizzato da nessuna politica ed ideologia. Aleksandr ha dimostrato, come tanti altri grandi uomini e donne del presente e del passato che l’amore per il bene comune può anche richiedere il sacrificio di se stessi.
dorme a fianco di una fotografia del suo amato Sasha (il diminutivo di Aleksandr). Il paese natio è in lutto. In casa dei suoi genitori è stata predisposta una foto di Aleksandr in una cornice nera af-
fianco ad una icona, come vuole la tradizione russa. Dicono che la madre non abbia smesso di piangere da quando ha saputo la tragica notizia, deve aver continuato fino a quando è finita l’attesa e ha ricevuto il corpo del figlio, che desiderava seppellirlo vicino a casa, nella sua terra. «È così difficile, praticamente impossibile descrivere il dolore dei genitori in parole. Insieme piangiamo la morte del nostro patriota, il suo nome rimarrà per sempre nei nostri cuori, diverrà immortale», ha affermato il Governatore della regione di Orenburg, Yuri Berg. «Ammiro l’eroismo di questo semplice ragazzo di provincia che è stato capace di porre la vita dei suoi commilitoni davanti alla sua», ha
commentato quindi un suo amico. I primi passi in questo senso ci sono già, presto si avrà l’intitolazione di una strada del suo paese natale di Gorodki in suo nome, lo stesso avverrà anche per la scuola che Aleksandr frequentò in gioventù. Da settembre, mese in cui è iniziata l’operazione delle forze speciali russe in territorio siriano in chiave anti-ISIS, Aleksandr Prokhorenko è la quinta vittima a cadere durante il proprio servizio. La sua storia, il suo gesto eroico e lo spirito di sacrificio che lo hanno contraddistinto difficilmente saranno dimenticati in Russia così come in tutto il mondo. Di fronte al male, al terrore che ha colpito più volte anche la nostra Europa, gesti come quello di Prokhorenko devono indurci a riflettere e a pensare che in realtà una speranza di vittoria del bene c’è ancora ma dobbiamo avere il coraggio di combattere come ha fatto lui.
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Attualità
MAGGIO 2016
Francesco Brunelli, 20enne di San Lorenzo, eletto nel corso del 26° congresso
Acli, un giudicariese nel Consiglio 20 anni, originario di San Lorenzo in Banale, studente universitario a Padova e collaboratore del nostro giornale e del quotidiano L’Adige, Brunelli ha ottenuto 78 preferenze in fase di congresso, voti che gli hanno permesso di andare a sedersi tra gli altri 19 delegati e i 10 consiglieri scelti tra i presidenti di circolo. Il Congresso ha visto approvata a larga maggioranza la tesi congressuale di Luca Oliver, presidente in pectore e già a capo del patronato ACLI. Oliver raccoglie l’eredità di Fausto Gardumi, che a sua volta avevo ricevuto il testimone da Arrigo Dalfovo, poi dimessosi per candidarsi in Consiglio Provinciale.
Le ACLI del Trentino tornano ad avere un rappresentante giudicariese nel Consiglio Provinciale: i delegati al 26° Congresso Provinciale (tenutosi domenica 17 aprile presso l’Aula Magna del Collegio Arcivescovile di Trento) hanno infatti eletto Francesco Brunelli nel massimo organo collegiale del movimento. Tornando a Brunelli, socio del circolo di San Lorenzo in Banale (il quarto più numeroso dell’intero territorio provinciale), va detto che la sua elezione è stata sorprendente, soprattutto per il diretto interessato che puntava ad arrivare tra i primi 3/4 non eletti. “Diciamo che il mio obiettivo era farmi conoscere all’interno del movimento, perché davanti a me avevo gente molto più preparata e che poteva
contare su un nutrito pacchetto di voti, soprattutto nella città di Trento, che registra un notevole numero di circoli e sezioni sul proprio territorio comunale.” A prodigarsi per la sua elezione il presidente del circolo sanlorenzino, Flavio Rigotti, che lo ha avvicinato all’associazione. “Ho potuto contare sui voti del mio circolo ma credo di aver raccolto consensi anche tra i delegati delle zone più periferiche
Francesco Brunelli
del Trentino, visto che il mio discorso è stato incentrato sull’importanza delle sezioni più recondite.” Come obiettivi il neoeletto consigliere ha indicato tre priorità: servizi, futuro e territorio. “Bisogna rendere accessibili a tutti i servizi che le Acli mettono a disposizione; è necessario poi che i giovani, architrave della società che verrà, siano valorizzati al meglio e che tutto il territorio venga coperto dalle opportunità che le Acli mettono a disposizione degli iscritti.” Iscritti che anche nel 2016 superano quota ventimila; in Giudicarie e Rendena sono aperti i circoli di San Lorenzo in Banale, Storo, Tione e Giustino. (r.s.)
Nella assemblea del 7 aprile è stato rinnovato il direttivo
Pro loco di Strembo, Tomasina nuovo presidente Tempo di rinnovamenti per il direttivo della Pro Loco di Strembo, che riconferma una folta presenza di giovani al suo interno. Lo scorso 7 aprile, dopo l’Assemblea dell’Associazione, sono state definite le cariche, e il nuovo direttivo si è insediato ai posti di comando. Come detto, si tratta di un direttivo molto giovane (la maggioranza dei componenti è sui vent’anni), ma al tempo stesso molto navigato in fatto di associazionismo e di esperienze in Pro Loco. Ritroviamo infatti volti noti nella nuova composizione: al vertice troviamo Matteo Tomasina, già vice Presidente della Pro Loco Strembo da tre anni, che va a sostituire al ruolo di Presidente l’uscente Manuel Gritti, ora rappresentante del Comune in qualità di Assessore. Eleonora Bullo come Vice Presidente, Elena Fantoma come Segretaria e al ruolo di Consiglieri Luca Ducoli, Sandro Ducoli, Angela Grigorenco e Valentina Grigorenco. Senza poi contare circa una trentina di soci e volontari della Pro Loco, anche loro veterani delle scorse attività dell’Associazione, ma non mancano alcune new entry. Soddisfatto della nuova composizione del Direttivo, e motivato per i prossimi appuntamenti il nuovo Pre-
Matteo Tomasina
sidente Tomasina: “Sono felice per come la Pro Loco di Strembo si sia riconfermata una Associazione giovane ma al tempo stesso già esperta del lavoro che una Pro Loco richiede. Siamo motivati a ripetere i successi delle passate edizioni degli eventi organizzati, cercando sempre di migliorare per offrire servizi alla comunità e ai turisti. Importante in questo senso è il dialogo e la collaborazione con altre realtà associative a noi vicine. Le manifestazioni che la Pro Loco Strembo realizzerà nel prossimo futuro sono la collaudata festa estiva “Summer Night” in giugno, pensata principalmente per i giovani, con cena seguita da musica live e da DJ-set; sempre in estate, collaborando con altre Pro Loco della valle, si proporrà animazione estiva per bambini; a fine dicembre, la ormai famosa “Una sera tra i purcei”, un giro folcloristico e gastronomico tra gli scorci più vecchi di Strembo che come evento è cresciuto molto negli ultimi anni grazie all’aiuto di tutte le Associazioni della zona. “Per noi della Pro Loco di Strembo, lavorare a queste iniziative è un vero piacere, e la migliore ricompensa del nostro lavoro è vedere che tutti si stanno divertendo: basta a volte solo questo per ripagare gli sforzi”. Aldo Gottardi
Memoria
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La seconda linea di difesa austroungarica delle Giudicarie Nel 1918 fu eretta una trincea nella zona del Ballino di cui ancora oggi è possibile osservare le testimonianze nel sottobosco Già un mese prima della dichiarazione di guerra all’Impero asburgico, il 24 aprile 1915, l’Ufficio Informazioni della I° Armata italiana che faceva capo al Generale Tullio Marchetti originario di Bolbeno, notava intensi lavori di trinceramento e disposizione di mine attorno alle vie di comunicazione lungo la Valle del Chiese, in Val Rendena, e negli sbocchi verso il Bleggio, il tennese e il Lago di Garda: “Sul Passo di Durone, per il quale transita la carrareccia fra la conca di Tione, il Bleggio e Riva, sono state costruite trincee. (…) La strada Imperiale Tione-Trento è minata in alcune località nella gola della Scaletta, ove essa corre in una vera forra. (…) Al Corno (sulla riva occidentale del Lago di Molveno) sono stati costruiti trinceramenti. Trinceramenti sono stati costruiti presso il laghetto di Nembia (a sud del Lago di Molveno)”. E in un altro rapporto si legge: “La difesa del Passo di Campiglio viene fatta a metà percorso fra Campiglio e Pinzolo sulla linea: Sabion – Limoda – Malga Claemb, a cavallo della valle Sarca di Campiglio e della rotabile che la rimonta ”. Anche in questo caso si parla di nuove installazioni in trincee blindate coperte e semi-coperte al Doss del Sabion e a Limoda e di riadattamento del fortino napoleonico di Claemb (o Clemp) con l’aggiunta di altri sistemi difensivi. Con l’apertura delle ostilità anche sul fronte trentino e giudicariese, l’attività di trinceramento e di difesa delle strade e delle postazio-
A
di Aldo Gottardi
ll’indomani della dichiarazione di guerra del Regno d’Italia nei confronti dell’Impero Austro-Ungarico, all’epoca già impegnato sul fronte serbo e galiziano, i confini tra le due nazioni si mostravano pesantemente fortificati in funzione difensiva. Sia in campo italiano che austriaco a partire dalla seconda metà dell’Ottocento fino allo scoppio della Grande Guerra, lungo tutto il confine sorsero fortificazioni di diverse tipologie e funzioni, molte delle quali ancora oggi sopravvivono. Ma le esigenze di un nuovo tipo di guerra, che da
guerra d’impeto e di attacco si atrofizzò in una logorante guerra di posizione, richiesero ulteriori sistemi difensivi quali bunker in cemento e trincee. Tali sistemi, per noi più facilmente associabili alle prime linee direttamente sulla linea del fuoco, furono invece estese a difesa di ogni via di comunicazione, valico, o postazione logistica anche nelle seconde linee o in retrovia. E la loro costruzione proseguì per tutta la durata del conflitto, terminando solo con la fine della guerra seguendo il favorevole andamento dei rilievi nelle Giudicarie. 1916 un impianto di teleferica diretta alla Bocchetta dei Slavazi, per servire un ospedale da campo e alcuni baraccamenti di prima linea. A Castil le trincee formano una difesa a 360°, riuscendo a coprire la strada romana diretta verso Tenno, la rotabile proveniente da Tenno (nel caso anche di uno sfondamento nella zona di Campi) e garantendo una difesa ulteriore a tergo, nel caso di un aggiramento e di risalita
dal sottostante paese di Ballino. Il profilo di queste trincee appare ancora oggi molto chiaro nel sottobosco, sebbene cento anni di detriti e di fogliame ne abbiano ridotto notevolmente le dimensioni. Restano delle silenziose testimonianze di un tempo in cui la brutalità ha imperversato nelle nostre valli e ancor più impressionanti e sinistre risultano queste installazioni militari pur nel lor misero stato di conservazione in mezzo alla boscaglia ora alta, se si osservano da pochi metri di distanza fuori dalle ombre degli alberi. Restano ora, queste trincee, mute, a vigilare ciclisti e camminatori lungo il bel sentiero che porta a Tenno e più giù a Riva e i giovani ospiti della colonia estiva che sorge proprio li davanti.
Trincee segnalate
ni logistiche si fece sempre più massiccio anche nei fondovalle. E nulla sfuggiva al sempre vigile occhio della ricognizione aerea italiana, che fino all’installazione nell’autunno 1917 dell’aeroporto a Campo Lomaso poteva agire liberamente, disturbata solo dall’antiaerea posta sulle linee in quota o sull’azione di qualche caccia che sopraggiungeva (spesso tardivamente) dai più prossimi aeroporti di Gardolo e Romagnano. L’osservazione aerea, unitamente alle informazioni di spie e di disertori, andavano a riempire
le mappe e i dispacci degli uffici di informazione italiani di dettagli sulle azioni del nemico e sulla costruzione di infrastrutture. E’ dell’estate del 1918 la costruzione di un importante sistema di sbarramento di seconda linea all’altezza dell’abitato di Ballino, che doveva formare un baluardo a difesa della Val Lomasona e della via di comunicazione Trento-Tione nel caso di uno sfondamento dal settore Riva del Garda. Da un dispaccio dell’Ufficio Informazioni della I° Armata del 4 luglio 1918: “Quanto
al settore ovest Garda risulta da fotografie che la linea Dosso della Torta-Lomason è stata migliorata a sud di Ballino (regione Rio Secco-Castil) con lavori di trincee ora formanti un robusto sbarramento a cavallo della rotabile Ballino-Pranzo”. Lo sbarramento era formato da più linee trincerate di tipologia semplice (a linea retta) o a linea spezzata anti-schegge che correvano lungo il profilo del Rio Secco e intorno alla strada che inizia a salire verso l’abitato di Ballino, e sulle gibbosità del terreno in località Castil, dove tra l’altro sorgeva dal
Testimonianze di trincee al Ballino
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Centenario Grande Guerra
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8 maggio. Fronte occidentale: esplosione accidentale di un magazzino di granate a Fort Douaumont occupato dai Tedeschi: centinaia di soldati muoiono all’istante, altri investiti dalle onde di fuoco o asfissiati dal fumo negli stretti corridoi del forte. Altri ancora uccisi dai loro commilitoni che li prendono per nemici franco-africani all’attacco. Risultano 650, nel complesso, le vittime. 15 maggio. Fronte italiano: con un bombardamento a tappeto che non ha precedenti sul fronte italiano, l’esercito austriaco lancia una massiccia offensiva in Trentino. Le forze austroungariche lanciano una massiccia offensiva contro le posizioni italiane nella zona dell’Altopiano dei Sette Comuni, conquistando molto terreno ma non riuscendo a spezzare il fronte; l’azione termina il 27 giugno seguente, dopo che un contrattacco italiano ha portato alla riconquista di parte del terreno perduto. È l’inizio della battaglia degli altipiani o, come viene definita negli ambienti italiani, della Strafexpedition: la spedizione punitiva voluta dal capo di stato maggiore Franz Conrad von Hötzendorf con l’obiettivo di prendere alle spalle il grosso dell’esercito italiano sull’Isonzo e di obbligarlo a una ritirata, che potrebbe aprire agli Austriaci la pianura veneta, se non addirittura costringere l’Italia alla resa. Conrad è mosso da considerazioni strategiche, ma anche dall’intenzione di vendicare quello che ritiene un tradimento, ovvero il passaggio dell’Italia dalla Triplice alleanza all’Intesa. Conrad, che non aveva tutte le 16 divisioni ritenute indispensabili per l’attacco, in dicembre aveva chiesto aiuto di otto divisioni all’alleato tedesco, che gliele aveva negate, poiché Falkenhayn aveva bisogno di tutte le sue forze per Verdun, e riteneva comunque insufficienti 16 divisioni per mettere fuori combattimento l’Italia. Il generale austriaco ha deciso, quindi, di passare da solo all’offensiva con 14 divisioni, prelevate in parte dal fronte russo, in parte da quello dell’Isonzo, sostenute da 1.200 pezzi d’artiglieria. Successo iniziale travolgente per la Strafexpedition. Il successo iniziale dell’offensiva austriaca è travolgente. La difesa italiana è impostata male. In più, l’attenzione di Cadorna è stata tutta rivolta, fino a pochi giorni prima, alla preparazione di una grande offensiva per conquistare Gorizia. La linea su cui il generale Roberto Brusati aveva attestato la sua I.a armata, in particolare, era troppo avanzata: buona per un orientamento offensivo, non per resistere a un
Guerra 1914-18 mese per mese -- Maggio 1916
L’offensiva austriaca della “Battaglia degliAltipiani” Sul “Mare del Nord” la memorabile battaglia navale dello Jutland Per questa mensile pagina di ferite mai rimarginate di Mario Antolini Muson rievocativa del maggio 1916 sia in Italia che nel Mare nessuna parola introduttiva e nessun commento; del Nord. Non mancano, inoltre, altri dolorosi elenè più che sufficiente la trascrizione di alcuni rias- chi “morti” anche sugli altri fronti “occidentale” e suntivi documenti (da Internet) di due straordinari “mesopotamico”; con l’aggiunta di altre due cronae tragici eventi bellici, che hanno lasciato il segno che informative da Londra e da Trento.
La SMS Seydlitz semidistrutta in bacino di carenaggio dopo la battaglia
eventuale attacco, come aveva chiesto espressamente Cadorna. Brusati è stato rimosso l’8 maggio, dopo che dall’altra parte del fronte erano giunti segnali, a cui, peraltro, era stato dato scarso credito, di imponenti movimenti di uomini e mezzi, e dopo che Cadorna si era accorto delle falle sul fronte trentino. L’avvicendamento, comunque, è avvenuto troppo tardi perché il nuovo comandante della I.a armata, Guglielmo Pecori Giraldi, potesse arretrare le truppe su posizioni più forti e costituirsi una riserva. 18 maggio. Fronte italiano: Gli Austriaci dilagano sulla riva sinistra dell’Adige in val Lagarina, sulla riva sinistra dell’Adige. Dopo una strenua difesa, le truppe italiane ripiegano sul Coni Zugna, sul Pasubio e sul passo Buole. Fortissime le perdite. / Fronte mesopotamico: finisce la tragica marcia dei prigionieri inglesi di Kut. I soldati inglesi e indiani catturati a Kut hanno raggiunto Baghdad dopo una lunga marcia cominciata il 6 maggio e proseguita in condizioni estreme, spesso sotto il sole e senz’acqua. A molti sono stati rubati sin dai primi giorni gli stivali. Il trattamento delle guardie arabe è stato brutale: chi incespicava o cadeva veniva frustato o percosso con
manganelli e bastoni. Dei 2.500 soldati inglesi catturati a Kut, 1.750 morirono durante la marcia verso nord o negli spaventosi campi di prigionia dell’Anatolia. Dei 9.300 soldati indiani, le vittime in totale furono 4.250. 19 maggio. Trento: fucilato l’irredentista Damiano Chiesa, condannato per «alto tradimento alla Casa d’Asburgo e all’Impero austroungarico». L’irredentista Damiano Chiesa viene fucilato nel castello del Buonconsiglio, a Trento. Sottotenente dell’esercito italiano, volontario, è stato catturato dagli Austriaci il 17 maggio nella caverna che aveva costruito con i suoi soldati come riparo dall’artiglieria nemica sul Monte Zugna. / Londra: economie di guerra- La Gran Bretagna adotta l’ora legale -dal 20 maggio al 30 settembre - per risparmiare energia. 26 maggio. Fronte italiano: battaglia degli altipiani, italiani in ritirata. Prosegue con grande intensità la battaglia degli altipiani. Gli Italiani, respinti dagli Austriaci in Val Sugana, si ritirano fino a Ospedaletto. Assalti austriaci quotidiani, preceduti da violenti tiri di artiglieria, al Coni Zugna e al passo Buole. Gli uomini della 37.a divisione del generale Ricci-Armani resistono alla pressione au-
striaca. 28 maggio. Fronte italiano: gli Austriaci occupano Asiago. Dopo giorni di violentissimi combattimenti sull’altopiano di Asiago e un intenso bombardamento dell’artiglieria, gli Austriaci occupano Arsiero e Asiago. La resistenza italiana è ridotta all’ultima propaggine della conca di Asiago. Le «punizioni esemplari» del Comando supremo: il generale Cadorna, che ha spiegato lo sfondamento delle linee italiane sull’Altopiano di Asiago come la «conseguenza del cedimento di soldati di scarso valore», ordina la fucilazione senza processo di alcuni ufficiali e soldati del 141° reggimento di fanteria messi in fuga dagli Austriaci. È la prima di una lunga serie di «punizioni esemplari» emanate direttamente dal Comando supremo. 29 maggio. Fronte italiano: gli Austriaci minacciano la pianura vicentina. Le otto divisioni dell’XI.a armata austriaca attaccano sulla linea del Coni Zugna, del Pasubio e del Novegno, capisaldi italiani fra l’Adige e l’Àstico. Da Arsiero gli Austriaci minacciano la pianura vicentina. 31 maggio. Mare del Nord: battaglia dello Jutland, principale scontro navale della guerrra; la Hochseeflotte tedesca infligge molte per-
dite alla Grand Fleet del Mare del Nord, ma non riesce a spezzare il blocco navale britannico ai danni dei porti della Germania. Circa 250 navi da guerra tedesche e britanniche procedevano per rotte convergenti verso un appuntamento che i Tedeschi non si aspettavano, al largo delle coste danesi dello Jutland. Nessun mare aveva mai visto una concentrazione così massiccia di navi, di navi così grandi, così veloci e pesantemente armate. I Tedeschi si erano mossi all’alba dalla baia di Helgoland. L’ammiraglio Reinhard Scheer, che aveva preso il comando della Flotta d’alto mare nel gennaio di quell’anno, avrebbe voluto cogliere di sorpresa gli incrociatori da battaglia dell’ammiraglio David Beatty, che comandava la Battle Cruiser Fleet britannica, di stanza a Rosyth, uno dei porti di Edimburgo, nel caso questi si spingessero verso sud, in mare aperto. Non sapeva che, grazie alla decrittazione delle segnalazioni navali tedesche da parte dello spionaggio inglese, non solo gli incrociatori di Beatty erano effettivamente in movimento, ma che anche la Grand Fleet della Royal Navy, guidata da Sir John Jellicoe, aveva lasciato, già la sera del giorno precedente, la sua base di Scapa Flow, nel nord della Scozia, diretta verso sud. Sedici corazzate da una parte, ventotto dall’altra. La Flotta d’alto mare, partita dalla baia di Helgoland, era composta da 16 corazzate, 6 navi da guerra della generazione precedente, 5 incrociatori da battaglia, 11 incrociatori leggeri e 61 cacciatorpediniere. La Grand Fleet e la Battle Cruiser Fleet, che avevano lasciato Scapa Flow e Rosyth, contavano 28 corazzate, 9 incrociatori da battaglia, 8 incrociatori corazzati, 26 incrociatori leggeri, 78 cacciatorpediniere, una porta-idrovolanti e un dragamine. Entrambi i
contendenti disponevano di un numero imprecisato di sottomarini. In tutto, circa 250 navi e 25 ammiragli. La Battaglia dello Jutland può essere divisa in cinque fasi: nella prima la Battle Cruiser Fleet di Beatty intraprese una corsa verso sud per scontrarsi con la più debole flotta di incrociatori da battaglia tedesca (guidata dall’ammiraglio Hipper); poi una corsa verso nord quando, incontrate le corazzate tedesche, fece marcia indietro per portarle verso la Grande flotta di Jellicoe; poi due scontri tra corazzate, conclusi da un girare al largo dei Tedeschi, quando la maggiore potenza di fuoco degli Inglesi fu evidente; ed, infine, quando le corazzate tedesche fossero riuscite a trovare una via di fuga evitando la distruzione, un’azione notturna durante la quale le forze leggere delle due parti avrebbero cercato di infliggere danni almeno parziali con lanci di siluri. A picco tre grandi navi inglesi e una tedesca. Poco dopo le 14.30 il primo avvistamento tra due singole unità delle flotte leggere. Alle 15.45 i due gruppi di incrociatori da battaglia aprirono il fuoco. Prima l’Indefatigable poi la Queen Mary britanniche furono colpite in profondità, prendendo fuoco, esplodendo e affondando. Le navi di Beatty riuscirono, quindi, a infliggere pesanti danni agli inseguitori tedeschi mentre facevano rotta verso nord. Poco dopo le 18, le corazzate di Scheer capitarono, senza rendersene conto, sotto il fuoco di Jellicoe. I Tedeschi riuscirono ancora a colpire l’Invincible, che come l’Indefatigable e la Queen Mary esplose e affondò, ma la superiorità e la concentrazione dei cannoni da 380 millimetri della Royal Navy era tale che Scheer ordinò la ritirata. Dalle 22.30 in poi si successero altri scontri: Scheer tornò sui suoi passi e incrociò di nuovo la Grand Fleet, subendo altri terribili colpi e scomparve, ancora una volta, nell’oscurità. Poco prima delle 2 del primo giugno, la Pommern tedesca fu colpita e affondata da un cacciatorpediniere britannico.
Centenario Grande Guerra Nelle cronache provinciali trentine si trovano i seguenti appunti: «16 maggio. Inizia l’offensiva austriaca della Strafexspedition. Essa si concluderà il 16 giugno. In concomitanza con l’offensiva austriaca il comando italiano fa sgomberare la popolazione di alcuni paesi della Vallagarina e della Valsugana. - 15 maggio/24 luglio. Sul Pasubio, in 70giorni di furiosi combattimenti, tra morti e feriti gli Italiani perdono 147.730 uomini e gli Austriaci 82. - 15/19 maggio. Le truppe italiane sono costrette ad abbandonare le loro prime linee in Val Lagarina, in Valsugana e sull’altopiano di Folgaria. – 19 maggio. Damiano Chiesa, condannato per alto tradimento viene fucilato nella fossa del castello del Buonconsiglio a Trento. – 20 maggio. Incomincia la seconda fase dell’offensiva austroungarica in Trentino. – 23 maggio. Viene respinto il primo attacco austroungarico a Passo Buole. – 25-27maggio. Gli Italiani perdono il Cimone». In Giudicarie, dal Nòzzolo, sul fronte verso la Val di Ledro e la parte meridionale della Val del Chiese, sul suo diario il tenente austroungarico Felix Hecht annota: «Maggio. Mese delizioso! Che porterà? (…) Vado all’avamposto delle Taiàde in ricognizione; risalgo in teleferica, ma il carrello si è fermato tre volte battuto da violento fuoco del’artiglieria nemica [italiana]. – 5 maggio. Attacco italiano contro le postazioni austroungariche con alterne vicende di postazioni perse e poi riprese con pochi feriti e la cattura di 5 prigionieri italiani ma nessun ufficiale. / In Rendena la situazione del fronte glaciale si è fatta molto preoccupante. Gli Alpini hanno preso quasi tutte le nostre posizioni dal Crozzón Folgorìda al Passo di Cavénto con nostre gravi perdite. Vi sono stati inviati d’urgenza dei rinforzi soprattutto di artiglieria e si spera che la situazione pericolosa possa essere sbloccata. A Pinzolo è stato costituito un comando autonomo reso indipendente da quello di Bondo. – 7 maggio. Gli Italiani hanno già
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La “Strafexpedition” fa tremare anche le terre trentine Maggio 1916 - Ripercussioni in Trentino e in Giudicarie
«Pare che gl’Italiani tentino di entrare dal Tonale» scrive don Perli
Anche per il Trentino sudorientale comincia il rombo di guerra, lasciando fuori dalle “aspre battaglie” il fronte del Trentino sud-occidentale – le Giudicarie – dove continua, invece, solo l’afflusso di truppe e l’inesauribile allestimento dei due fronti giudicariesi, specie in Adamello, dove lo ripristinato l’avamposto dei Sacchi di Sabbia e lo stanno rafforzando. – 24 maggio. È in progetto un nostro colpo di mano anche contro l’avamposto nemico, italiano, tra le Taiàde e la quota 1534. È previsto un attacco di sorpresa con il posto di vedetta in val dei Molini. / Una compagnia di esploratori dei Kaiserjegär si trova ora in Val Genova ove il rifugio Mandrón è stato da noi perduto e la linea di difesa è stata arretrata a monte delle baite di Ragàda». Da queste brevi annotazioni si può evidenziare che sui fronti giudicariesi, in fatto di guerra, si tratta solo di “scaramucce” fra le truppe ferme in trincea, una di fronte all’altra. Ben altri drammi sui veri fronti di guerra dove le vittima cadono in continuazione ma che si contano a centinaia di migliaia. Dal diario Perli, invece, la ininterrotta sequenza di quei mesi in Giudicarie, che non passavano mai. «2 Maggio. In questi giorni arrivarono molti militari, che per lo più continuarono per la Rendena e di là sui monti di confine contro gl’Italiani e continuano ad avanzarsi lassù. Pare che gli Italiani tentino di entrare dal Tonale e da Col di Lana (Pusteria) per accerchiare il Trentino. / Viene agitata vivacemente la questione dei sottomarini fra Germania e Stati Uniti. - 13 Maggio. La suprema direzione della Croce
stillicidio degli scontri fra Alpini i italiani e Kaiserjäger austroungarici va intensificandosi. Ma anche nella valle del Chiese i continui leggeri scontri fra truppe austroungariche e Fanti italiani diventano sempre più frequenti, ma senza mai giungere a vere cruenti battaglie.
Immagini della Strafexpedition
Rossa in Vienna stabilì la I.a settimana del corrente maggio come “Settimana pro Croce Rossa” per una generale raccolta di denaro pei bisogni estesissimi dell’opera di soccorso ai soldati feriti e ammalati. In ogni paese si è istituito per l’occasione un apposito comitato, che qui a Tione girò il paese raccogliendo 600 corone, e alcune signorine spacciando fiori e cartoline su per le vie introitarono altre corone 600. / In quest’occasione comparve in Tione, per la prima volta, il cinematografo nel salone dell’Hotel Tione, diretto dalla Croce Rossa per scongiurare immoralità (il preside della Croce Rossa è lo scrivente). Nelle rappresentazioni si vede tutta
la moderna frivolezza e flacidezza. / Intorno a Verdun battaglie colossali e sanguinosissime. - 16 Maggio. Oggi bellissima giornata; si vedono i lavoratori sulla nevaia del Carè Alto (14 chilometri in linea d’aria) a far strade e buchi. Gli Italiani accedono al Mandrone per lo più per la valle di Fumo. / Quest’anno si tenta d’introdurre qui il papavero per goderne l’olio. - 17 Maggio. Oggi fui nel Banale e al Lomaso per raccogliere biancheria pro ospitali di Tione, Borzago e Pinzolo. - 22 Maggio. L’Austria iniziò l’offensiva contro l’Italia in Folgheria e Lavarone: i Sette Comuni, ed a quest’ora sono già presso Arsiero con un bottino di 23.000 prigionieri
e 174 cannoni. In segno di esultanza l’imperial regio Comando militare di Bondo ordinò per tre giorni l’imbandieramento dei paesi. - 26 Maggio. Innsbruck avvisa che in vista della scarsezza di farine ridurrà la razione ancora del 20 per cento a tutti, ma che manderanno patate delle quali ne arrivarono già 10 vagoni, 4 dei quali furono impiegati per la semina. Il popolo accetta, brontola e si rassegna. / La comunanza dei sessi nei lavori delle trincee e altrove, la mancanza dell’occhio dei genitori, l’anormalità delle condizioni sociali, l’avidità del denaro e il denaro stesso concorrono a demoralizzare la gioventù, a diffondere la sifilide nel corpo
e nell’anima. La fede posticcia dei tempi nostri non regge all’urto delle passioni aizzate dalle attuali circostanze! - 29 Maggio. Il telegrafo ci annunzia la morte di � Giacomo Antolini figlio di Davide Togno, bersagliere prov., decesso li 28 maggio 1916 a Viskouz (Ungheria). Requiescat! La morte ci ruba i migliori. / Ieri caddero in mano dei nostri Arsiero e Asiago. / La Croce Rossa nostra nella prima settimana di maggio raccolse in tutto il distretto politico 8.596 corone. E dall’autunno in poi 454 lenzuola, 463 asciugamani, 648 camicie, 232 federe, 128 paia-mutande, 145 paia di calze, 63 grembiali, 18 coperte, 25 cuscini, 323 fazzoletti, 16 flanelle di lana, 245 fascette ed altri 584 capi diversi. - 31 Maggio. Ieri ed oggi qui a Tione altra rassegna dei nati 1866 incluso il 1897 dei trascurati fin qui. Ne tennero abili 123 (distretto giudiziale nostro), tra i quali 18 da Tione. / In Francia continuano i titanici sforzi attorno a Verdun. / In questi giorni sempre pioggia e freddo». Un alternasi di informazioni mensili proprie di una situazione che ormai è sfuggita al controllo degli avvenimenti e delle stesse potenze che avevano iniziato le operazioni belliche, le quali si protraggono assai oltre i tempi previsti e dei quali nessuno sa ancora - nella primavera del 1916 - prevederne la fine. E pensare, difatti, che abbiamo ancora davanti altri trenta mesi da indagare e da “catalogare”! Mario Antolini Musón
. I TESORI DEL FIUME
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Attualità
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Nelle settimane scorse è arrivato il via libera dalla Provincia. A breve si parte
Valle del Chiese, al via il Piano giovani di Marco Maestri Il tavolo per la pianificazione progettuale del 2016 ha rimesso nel bando gli obiettivi biennali nati dal lavoro svolto direttamente con i giovani del territorio nel 2014, tra cui “Arte come espressione giovanile”, “Scuola e Lavoro” e “Nuove forme di prevenzione”. Anche per quest’anno, il Tavolo propone e sostiene il lavoro dello sportello “Giovani 2.0”, il progetto che ha ricevuto il maggior finanziamento (22’380,18 €), gestito dalla Comunità Murialdo e ritenuto dai promotori uno strumento indispensabile al fine di lavorare con e per i giovani del territorio. Attraverso numerosi incontro con il mondo associazionistico, i gruppi giovanili e i gruppi di lavoro locali, con il contributo delle operatrici della Comunità Murialdo hanno elaborato e condiviso con il Tavolo una serie di attività ed interventi distinti su diversi piani di azione Grandissimo successo per la mostra “Trofei di Caccia”. L’evento, organizzato per il 22, 23 e 24 aprile, si è tenuto, come l’edizione precedente, nella location caratteristica di Forte Larino di Lardaro, frazione del neonato comune di Sella Giudicarie. L’evento è stato organizzato dall’Associazione Cacciatori del Trentino – Distretto del Chiese, in collaborazione con i distretti limitrofi (Ledro, Giudicarie e Rendena) e con il patrocinio del Consorzio BIM del Chiese. La scelta di Forte Larino, cosi come l’anno scorso, si è rivelata azzeccata, attirando oltre ai tradizionali appassionati cacciatori anche moltissime famiglie che hanno potuto visitare il Forte austro-ungarico, recentemente recuperato e restaurato, ed effettuare anche visite guidate sui circostanti sentieri delle fortificazioni della grande guerra. La manifestazione si è aperta venerdì 22 aprile presso l’Auditorium del Centro Scolastico di Pieve di Bono con l’incontro
L’attesa è finita, finalmente si parte. I progetti sono stati finanziati e il Piano Giovani della Valle del Chiese è ai nastri di partenza. Ben dieci le iniziative che hanno ricevuto il finanziamento per una spesa tra cui: Comunicazione, Prevenzione e Valutazione. Una delle novità rispetto agli anni precedenti è che si è concluso il progetto di rete “Training for Job” che, in collaborazione con la Comunità delle Giudicarie, gli Istituti Scolastici della zona, i Piani Giovani Giudicarie e l’Agenzia del lavoro promuovevano i tirocini estivi. Dal 2016 tale progetto sarà direttamente gestito dagli istituti scolastici. I progetti approvati, alcuni dei quali sono già partiti nei giorni scorsi, trattano diverse tematiche e sono: “Talent School” dell’Associazione Quadrifoglio (finanziato per € 7’830,00), “In Vita nell’obiettivo” del Gruppo Giovani In Vita (finanziato per € 10’050,00), “I Confini di Arianna” promosso dal Comune di
Castel Condino (finanziato per € 10’500,00), “Cuore&Mente Pre…venite con noi!” dell’Oratorio di Storo (finanziato per € 11.986), “Mountain spirit” di Trentino Adventure (finanziato per € 4.970), un concorso letterario intitolato “Generazione Y” (finanziato per €
totale di 85’428 €, di cui 6’640 € coperti dalle entrate delle iscrizioni ed autofinanziamenti e 39’394 € (pari al 50 % della spesa totale) coperti dal contributo richiesto alla Provincia Autonoma di Trento.
4.949),”Comuni-chiamo 2. Consulte in azione!” (Finanziato per € 3.794), “Fly Spirit – Corso di Avvicinamento al Volo” promosso da Trentino Adventure (finanziato per € 1.408) e “Back to our future. Viaggio nel tempo fra i nostri “social network” e quelli dei nostri nonni” promos-
so dalla Società Americana di Storo (finanziato per €7.560). «Voglio ringraziare – afferma il referente del Piano Giovani della Valle del Chiese – chi da anni ci sostiene e crede nella forza della Politiche Giovanili: il Bim del Chiese, la Cassa Rurale Adamello Brenta e
la Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella. Non dimentichiamo inoltre tutte le associazioni, oramai storiche, che ogni hanno propongono progetti. Mi rivolgo – prosegue il referente del Piano Giovani – a tutti quei gruppi giovanili che partecipano al nostro Piano Giovani mettendo a disposizione tempo, risorse e strumenti per investire nelle politiche giovanili, partecipando attivamente al Tavolo di lavoro. Un ringraziamento finale va a tutti i referenti comunali che a seguito delle molteplici fusioni e delle ormai imminenti elezioni comunali, lasceranno il nostro Tavolo lasciando spazio a nuove persone. Un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno aiutato a costruire, proporre ed investire nelle politiche giovanili al fine di agevolare la strada dei nostri giovani ispirata ad un futuro migliore.»
Grande successo per la mostra e gli eventi andati in scena a Forte Larino
I trofei di caccia fanno il pieno di visitatori
pubblico sul tema “Armi e Sicurezza”. Durante l’incontro ci sono stati alcuni interventi di esperti, magistrati e Autorità di Pubblica Sicurezza. La giornata di sabato 23 aprile è cominciata all’alba, alle ore 06:00, con la manifestazione promozionale “Prove su quaglie liberate”, una gara amatoriale di Cani da Ferma. Per l’occasione gli organizzatori hanno allestito il Campo di gara in prossimità di Forte Larino. Qualche ora dopo è andata in scena l’apertura della mostra. Nel pomeriggio c’è la gara di tiro a segno, curata
dal “Gruppo Tiratori delle Giudicarie”. Successivamente si è tenuta la presentazione dei
dati di gestione venatoria dei distretti faunistici a cura del tecnico faunistico Michele Rocca. A seguire la premiazione dei trofei e l’estrazione dei premi tra i partecipanti all’incontro “Armi e Sicurezza”. Il tutto è stato accompagnato con intrattenimento gastronomico e musicale a cura del gruppo tipico “Antichi Valori”. Nella
mattinata di domenica, giornata conclusiva dell’evento, si svolta la gara di tiro a segno e la Santa Messa animata dal Coro Re di Castello di Valdaone, cui è seguito il pranzo per tutti presso il tendone predisposto per l’occasione. Nel tardo pomeriggio è andato in scena il concerto della Banda Sociale di Roncone ed il tutto si
è concluso con l’estrazione della “Grande lotteria della Mostra”. Come l’anno scorso la mostra ha riscosso un grande successo richiamando a Forte Larino moltissimi visitatori. All’organizzazione dell’evento hanno contribuito anche l’amministrazione comunale di Sella Giudicarie, la Sezione Cacciatori di Roncone – Lardaro, il Consorzio Turistico Valle del Chiese, le Pro Loco di Lardaro e Roncone, i Vigili del Fuoco Volontari di Roncone e Lardaro, la Compagnia Schuetzen e dai Carabinieri in congedo del Chiese. Insomma la testimonianza dell’ottima riuscita della manifestazione sono i moltissimi visitatori che si sono recati a Forte Larino e se l’antico detto “non c’è due senza tre” sarà rispettato, appuntamento al prossimo anno. (m.m.)
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Iuri, sei alla tua seconda stagione da professionista. Cosa è cambiato rispetto alla prima? Rispetto al primo anno, dove ho avuto bisogno di conoscere bene tutti i meccanismi della categoria e dove ho sentito il grande cambio di ritmo che c’è tra le due categorie, sono partito subito al massimo. Mi sono allenato duramente anche nei mesi cosiddetti di riposo e adesso è il momento di raccogliere quanto seminato Tra le diverse gare di quest’anno hai partecipato per il secondo anno consecutivo al Giro del Trentino. Come valuti l’andamento della gara e quali differenze ci sono state rispetto all’anno scorso? Quest’anno il ritmo, dettato forse anche dalla diversa tipologia di tappe, era altissimo. Sicuramente c’è stato un dispendio di energie maggiore rispetto allo scorso anno. Io venivo da una settimana dove, a causa dell’influenza, non ho potuto allenarmi con regolarità. Come squadra abbiamo fatto un’ottima crono nella prima tappa. Personalmente ho provato a buttarmi in fuga nella penultima tappa ma il gruppo con i big non ci hanno lasciato molto spazio.
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Il Giro d’Italia è realtà perIuri Terminato il Giro del Trentino, si avvicina il grande appuntamento della Corsa Rosa per il ciclista di Praso di Marco Maestri Continua la grande avventura di Iuri Filosi, giovane ciclista di Praso che si appresta a partecipare per la prima volta alla corsa a tappe più prestigiosa, il Giro d’Italia. In questa stagione Filosi, in sella alla bici del team “Nippo Vini Fantini” guidata dal capitano Damiano Cunego, sta disputando diverse gare di livello internazionale, ultima delle quali il Giro del Trentino. Infatti, se nella prima stagione nei professionisti c’è
voluto il tempo necessario per abituarsi ai ritmi della categoria, quest’anno il giovane ciclista chiesano è riuscito ad ottenere buoni piazzamenti. Ora, pochi giorni dopo il Giro del Trentino, dove nella penultima tappa lo ha visto andare in fuga poi ripresa a pochi chilometri dal termine, e a pochi giorni dall’ormai imminente inizio della corsa rosa lo abbiamo incontrato per fare un primo bilancio della stagione.
Come ti senti fisicamente? Fisicamente sto abbastanza bene. Anche al giro del Trentino sono riuscito a restare nel gruppo e le gambe rispondevano abbastanza bene. Ora arriva il Giro d’Italia. Sono confermate le voci che ti danno come partecipante alla corsa rosa? Si, salvo imprevisti dell’ultimo minuto prenderò parte al giro d’Italia. Una grande opportunità per me. Ora sono qualche giorno a Francoforte, dove disputerò una gara e poi farò gli ultimi allenamenti prima del Giro.
Iuri Filosi in azione al Giro del Trentino
Cosa rappresenta per te poter partecipare ad una gara così importante? È una grossa opportunità.
Lavoro duramente ogni giorno per poter partecipare a gare di questo prestigio. Sicuramente cor-
rere al fianco di grandi ciclisti sulle strade della nostra penisola sarà stimolante.
Quali obiettivi ti poni per la corsa a tappe più prestigiosa? Hai qualche tappa che preferisci? Il primo grande obiettivo sarà quello di terminare il Giro. Saranno tre settimane durissime dove la gestione delle energie sarà fondamentale. In questo tipo di gare si deve vivere alla giornata, pensando una tappa alla volta. Se poi le gambe risponderanno bene e i big lasceranno qualche spazio proverò a buttarmi in qualche fuga. Sarà fondamentale arrivare alla terza settimana in forza per poi affrontare le grandi tappe alpine. Ci sono diverse tappe belle ma credo che una delle più affascinanti possa essere l’arrivo sull’Altopiano della Paganella, a Andalo. Ed allora, dopo questo breve incontro, non ci resta che augurarti buona fortuna consapevoli che, grazie alla tua determinazione e passione potrai raggiungere grandi traguardi.
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fatto in Trentino
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L’A.S.D. Brenta Volley organizza l’edizione 2016 della Festa Provinciale del Minivolley
I migliori pallavolisti in erba aTione il 28 e 29 maggio Un appuntamento di peso anche per quanto riguarda i numeri visto che, al Centro sportivo di Sesena, sono attesi dai 600 agli 800 pallavolisti. «Per noi questo è un appuntamento importante – sottolineano – e vi invitiamo a partecipare numerosi, certi che trascorreremo insieme una splendida giornata di sport, in compagnia di tanti amici, in un contesto ambientale invidiabile. Si tratta infatti di una grande opportunità che l’A. S.D. Brenta Volley punta a condividere con tutto il territorio delle Giudicarie. Le gare si apriranno domenica alle 9:30 e proseguiranno fino alle 17 «le società interessate – aggiungono gli organizzatori – potranno iscriversi entro il 15 maggio scrivendo a minivolley@fipav.tn.it». Non solo pallavolo però «nella giornata di domenica – proseguono – proporremo alcuni momenti di intrattenimento: dalle 10 alle 16:30 ci sarà la possibilità
Un weekend all’insegna dello sport e del divertimento. Sono queste le premesse con cui Tione si sta preparando al finesettimana del 28 e 29 maggio che, grazie all’A.S.D. Brenta Volley, lo vedrà ospitare l’edizione 2016 della Festa Provinciale del Minivolley. «L’A.S.D. Brenta Volley – spiedi utilizzare gratuitamente la bici a pedalata assistita (E-Bike) lungo la pista ciclabile. Inoltre, sempre alle 10, è in programma una visita all’azienda vinicola Filanda de Boron mentre, nel pomeriggio, dalle 14.30 verranno proposte delle visite guidate alla Chiesetta di San Vigilio». Una bella occasione anche per festeggiare assieme a sportivi e supporter i risultati ottenuti dall’associazione durante il campionato 2015-2016. «L’idea di poter ospitare a Tione tale manifestazione – ammettono i responsabili – ci ha entusiasmato fin dall’inizio non solo perché rappresenta un’opportunità turistica per la nostra valle, ma soprattutto perché è il riconoscimento di anni di crescita sportiva del nostro movimento pallavolistico
che ci vede ora inseriti, anche a livello organizzativo, nelle manifestazioni promosse dalla Federazione Provinciale della Pallavolo Trentina». Non mancano poi i motivi per complimentarsi con gli atleti dell’associazione «oramai – commentano
gano i responsabili dell’associazione – ha ottenuto dalla Fipav Trentina il prestigioso incarico di organizzare questo evento e questo per noi è un onore ed un prestigio. Inoltre, tale manifestazione è accompagnata dalle Finali del Campionato Under 12 che ospiteremo nello stesso giorno».
– possiamo sciogliere tutti gli indugi e informare del raggiungimento di 4 finali! Tutte meritate e di grande valore per il nostro movimento. Finali giunte al termine di una difficile e impegnativa stagione sportiva. Ognuna unica, speciale e di valore per l’ASD
Brenta Volley e per gli atleti coinvolti. Un ringraziamento quindi agli atleti e agli allenatori per questi importanti risultati». Ed è proprio uno di questi incontri quello per cui è cominciato il conto alla rovescia ovvero la Finale del Campionato Serie DM
- Eurospar Tione «dopo la seconda sfida con l’US Villazzano, che i nostri ragazzi hanno meritatamente vinto per 3 a 0, le quattro vittorie nette ci hanno portato dai quarti di finale alla finale del Campionato. Un risultato bellissimo che ha dato grande entusiasmo a tutto il gruppo e che ora si troverà di fronte il Volano Volley». La partita di andata si giocherà domenica 8 maggio alle 18 presso la palestra dell’Istituto Guetti di Tione. La speranza è quella di condividere l’appuntamento con tutti i tifosi e non solo «vi aspettiamo numerosi – concludono – per dare sostegno alla squadra e per tifare con noi». I prossimi appuntamenti saranno poi con le squadre dell’A.S.D. Brenta Volley in finale nel Campionato Under 13M - Eurospar Tione, nel Campionato Under 15F - Pizzeria La Contea e nel Campionato Under 14F - Eurospar Tione.
Dopo le dimissioni di tre consiglieri
Penasa confermato alla presidenza del corpo bandistico di Pieve di Bono
La Pro Loco di San Lorenzo in Banale cambia volto. L’associazione di promozione e valorizzazione del paese delle Esteriori ha infatti visto dimettersi tre consiglieri (il vicepresidente Michele Bosetti, Fabrizio Paoli e Denise Orlandi) e il segretario esterno senza diritto di voto Alberto Bosetti. Mancanza di tempo e motivazione sono i punti salienti delle lettere di remissione dell’incarico, giunte nel direttivo convocato per il 20 aprile. Il presidente Alessandro Ranica, ha accettato le dimissioni poiché esse erano irrevocabili e si è quindi proceduto alla surroga dei consiglieri uscenti: entrano nell’organo direttivo Luigina Orlandi e l’ex presidente dell’associazione Gianfranco Rigotti. Al momento di andare in stampa non è ancora invece emerso il nome di chi sostituirà Bosetti come nuovo segretario, e nemmeno chi occuperà la poltrona di vicepresidente. La Pro Loco cambia ulteriormente fisionomia a pochi mesi dal suo insediamento (giugno 2015); prima delle defezioni annunciate pochi giorni fa, a settembre dello scorso anno, aveva lasciato anche Massimiliano Gionghi, che per un paio di mesi aveva ricoperto il ruolo di presidente prima di cederlo a Ranica. Luigi Cornella gli era subentrato come consigliere. L’associazione sta pianificando gli eventi per il periodo estivo, anche se l’evento prossimo di maggior interesse sarà il transito di una compagnia di auto d’epoca alla fine di maggio. L’evento clou dell’estate sarà ancora la festa del patrono, San Lorenzo. Ovviamente la manifestazione principiale per quanto concerne l’autunno resterà la Sagra della Ciuiga, che ogni anno attira sempre una considerevole cifra di visitatori nel borgo delle Esteriori. Borgo che, ricordiamolo, è inserito nel Club dei più belli d’Italia, grazie alla sua semplice ma pittoresca architettura rurale.
Nuovo direttivo per la Banda Musicale di Pieve di Bono. Era molta l’attesa prima dell’assemblea ordinaria, tenutasi nelle scorse settimane, per le nuove nomine del Consiglio Direttivo del corpo bandistico che riunisce una trentina di persone, provenienti dai vari paesini dell’intera conca Pievana, appassionate di musica. Tra i punti all’ordine del giorno discussi nel corso dell’assemblea convocata dal presidente uscente Matteo Penasa, vi erano l’approvazione del bilancio relativo all’esercizio 2015 e l’elezione del nuovo Consiglio Direttivo che sarà in carica per il triennio 2016 – 2019. Alla presidenza, come era largamente prevedibile, è stato confermato Matteo Penasa. La carica di Vice Presidente sarà ricoperta da Stefano Bugna, uno dei nuovi entrati nel direttivo, mentre la figura di segreteria sarà ricoperta da Silvia Santorum. «Voglio ringraziare in primis – afferma il presidente Penasa – Barbara Pollini e Chiara Rota che hanno lasciato il direttivo, a cui va il sentito ringraziamento per la totale disponibilità e passione profusa in questi anni a servizio della Banda.» La Banda Musicale di Pieve di Bono, che come ormai da diversi anni sarà diretta dalla bacchetta del maestro Sandro Rota, è già al lavoro per la preparazione dei molteplici eventi che nel corso dell’anno propone tra cui il tradizionale “Concerto d’estate”. L’evento clou del periodo estivo da sempre riscuote grande interesse e con molta probabilità si terrà tra la fine di luglio e l’inizio di agosto. «Inoltre – conclude il presidente Penasa – voglio dare il benvenuto ai nuovi che sono entrati nel direttivo, Stefano Bugna e Jessica Bugna, e fare i migliori auguri a tutti i componenti del nuovo direttivo con l’auspicio e la speranza di poter raggiungere gli obiettivi prefissati lavorando con passione al servizio della nostra associazione.» Il nuovo direttivo è composto dalle seguenti persone: Matteo Penasa (Presidente), Stefano Bugna (Vice Presidente), Silvia Santorum (Segretaria), Sandro Rota (Maestro), David Bugna, Jessica Bugna e Clara Zontini. (m.m.)
Pro loco di San Lorenzo: “Note nuove” cambia il direttivo nel direttivo della banda
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Opinioni a confronto
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BOTTA E RISPOSTA
Sono i giovani d’oggi, manca forse un po’di spirito di iniziativa
Una generazione che sembra rassegnata
vilgiat@yahoo.it
Caro Adelino, sono una nonna di due nipoti, 18 e 15 anni, che seguo con molto amore mentre i loro genitori sono al lavoro. Sono impegnata a seguirli nella loro istruzione, formazione e li seguo con interesse nei loro sogni. Quello che noto, nonostante la mia premura, in loro e nei loro amici, nella
loro generazione insomma, è che mi sembrano rassegnati, apatici, quasi indifferenti al mondo, di certo meno vivaci di quanto lo fossimo noi alla loro età…. Carlotta
Anch’io noto una grande diversità tra la nostra generazione e quella dei nostri figli. Abbiamo vissuto tempi diversi, loro non hanno conosciuto la miseria del dopoguerra, la contestazione del ‘68, la guerra fredda, il muro di Berlino: non sono cresciuti come noi con i telegiornali
che ogni giorno ci raccontavano di lotte sindacali e terroristi che gambizzavano a destra e a manca. Noi siamo cresciuti dovendoci arrangiare in ogni campo, in un clima di contestazione continua: bisognava criticare tutto e tutti. Oggi a loro pensano i genitori, in appoggio ci
Attenzione al tasso alcolemico!
Sig. Amistadi, mi hanno ritirato la patente qualche giorno fa mentre tornavo da Verona. Avevo bevuto un paio di bicchieri di vino gustando qualche pasticcino, ma al controllo, la mia alcolemia ha toccato lo 0,65 e ho dovuto subirne le conseguenze. Ho consultato amici esperti che mi hanno spiegato come l’alcolemia non è per tutti pericolosa allo stesso modo. C’è chi può bere di più senza pericolo e chi di meno, comunque la legge italiana è estremamente severa e non considera la soggettività degli effetti sul mantenimento dei riflessi in relazione al tasso di alcool nel sangue, che rimane un problema individuale. Adesso poi, con l’entrata in vigore della legge sull’omicidio stra-
dale, la norma, così com’è, diventerà una spada di Damocle su ogni persona alla guida di un automezzo. Tu che ne pensi…. Enzo Amico mio, mi sono informato, in effetti il tasso alcolemico fissato dalla legge allo 0,5 è troppo severo, almeno per una buona percentuale di persone. Ma la legge non può rincorrere le caratteristiche psicofisiche di ogni individuo, fissa un limite, e tutti vi si devono attenere. Possiamo immaginare che se non fosse così, e il tasso alcolemico fosse calcolato in base a categorie o “ad personam”, ci riempiremmo
di norme e di eccezioni alla norma che consentirebbero scappatoie di ogni genere e la legge, valida nelle sue motivazioni, ne sarebbe svilita e resa inutile. La sua lettera però mi suggerisce altre riflessioni. Ci sono ragazzi, anche da noi, che con estrema facilità si procurano droghe d’ogni genere il cui uso li trasforma in bestie umane. Pensiamo a quanto successo a Roma. Due trentenni, con una semplice telefonata, si sono procurati cocaina per 1500 euro, poi si sono strafatti e così conciati hanno ucciso un loro compagno d’avventura, dormendo poi con il suo cadavere accanto. La vicenda ha destato in tutto il Paese molto clamore. Ma nessuno s’è chiesto come mai una sostanza cosi devastante si possa facilmente procurarsela senza grandi problemi. E questo che c’entra? Voglio solo dire che è giusto vigilare anche sul bicchiere di vino in più bevuto durante una cena con amici, o continuare lanciare allarmi sull’eccessivo consumo di grassi rosse, o sull’aria inquinata delle città, tutto bene. Ma credo che ci siano emergenze sociali molto più gravi che stiamo sottovalutando e che meriterebbero da parte dello Stato e dalla società molta più attenzione di quella che hanno. Adelino Amistadi
sono i nonni, e i nostri figli (quando non ci sono deviazioni di altro genere!) passano il tempo su Facebook, e se noi ci opponiamo ci investono, spesso, con parole sgarbate. Hanno tutto, ma non si sentono appagati. E non sempre si muovono per dare un senso alla loro giovinezza. Non pre-
tendo, è ovvio, che siano uguali a noi. No di certo. Un po’ di più attivismo, un po’ d’ambizione, un più marcato spirito critico, non sarebbe male. Dovrebbero rendersi consapevoli che i genitori, e men che meno la nonna, non saranno sempre lì a soccorrerli. E’ la vita. (a.a.)
Se i regolamenti dimenticano la pietà
Ciao Adelino, tu che se sei attento a quel che succede nel mondo e in Italia in particolare, l’hai sentita questa? E’ paradossale, ma indicativa di come siamo fatti noi italiani: un padre è stato multato mentre portava dei fiori sulla pista da sci dov’era appena morto suo figlio. Ne è venuto fuori un can can mediatico notevole, ma il colmo è stato assistere allo scarica barile delle responsabilità fra sindaco e polizia locale. Davvero una totale mancanza di buon senso, come al solito, da parte di chi il buon senso lo dovrebbe usare quotidianamente. Alberto Roba da pazzi. Mi consola un po’ il fatto che le nostre piste non c’entrano, così come la nostra polizia locale, il fatto è avvenuto a Cortina. Una così triste e grottesca vicenda non fa altro che confermare quello che penso caratterizzi il nostro essere italiani: la squallida tendenza a nascondersi dietro i formalismi per violare ogni regola di buon senso e di rispetto umano, e la nostra certificata attitudine al gioco dello scarica barile. Una cosa del genere dovrebbe essere punita se non altro per essersi ingiustamente accaniti con un padre che già aveva pagato un prezzo alto con la perdita del figlio. Ma sembra tutto sia finito nel dimenticatoio. Speriamo che qualcuno abbia almeno la dignità di vergognarsi. (a.a.)
Le beghe politiche hanno stancato Egr. Amistadi, non so se anche tu come me ti annoi quando leggi ogni giorno sui giornali le beghe, beghine dei nostri politici in quel di Trento. Si beccano a colpi di interviste, se ne dicono di tutti i colori, su temi che non interessano a nessuno, e dimenticano le tante questioni sospese da cui dipende per gran parte la nostra vita. A me sembrano patetici oltre che inutili… Franco Caro amico, hai perfettamente ragione, credo anch’io che a volte i nostri politici, nessuno escluso, non si rendano conto di quali siano i problemi della gente, e di ciò che la gente abbi-
sogna. Il vizio diffuso nei palazzi romani si è ormai consolidato anche da noi. Anche i nostri, spesso e volentieri si parlano addosso. Tizio dichiara e Sempronio risponde, poi si inserisce Caio e la discussione si apre nel mare della pretestuosità e delle inanità. Se la cantano e se la suonano, indifferenti ai problemi che la la gente vorrebbe fossero affrontati e risolti con urgenza. Abbiamo assistito alle vicende dei Congressi dei partiti egemoni in Trentino. Iniziando da quello dell’UpT con la “rissa” fra i dellaiani e gli antidellaiani, un capitolo pietoso con protagonisti barbosi, a dir poco. Per passare a quello del PATT, ancora più scomposto e rissoso, finito a birra e wurstel, con uno strascico di faide interne e lotte
fratricide al limite della decenza. Infine da mesi si discute sul prossimo Congresso del Pd, di certo il più pirotecnico di tutti. Il PD sembra godere nel farsi del male anche quando non ce ne sarebbe bisogno. La diatriba su come farlo, la scelta dei candidati alla segreteria, le correnti, gli accomodamenti, i renziani e i vecchi volponi, la data, i partecipanti, ha del surreale. Una cosa è certa, se chiedessimo a cento persone della strada quanto siano state interessate a tutte queste vicende, forse cinque o sei saprebbero di cosa stiamo parlando. Tutte le altre ci riempirebbero di improperi, noi e i Tizio, Caio e Sempronio della politica sempre più politicante e sempre meno attenta ai problemi che affliggono giornalmente la nostra quotidianità. (a.a.)
L’azienda
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L’Azienda in grado di rendere accessibili a tutti, i servizi ad oggi riservati a pochi
Superare i problemi con attenzione e razionalità con il supporto di Gruppo Mazzini «In sostanza – aggiunge – la forza del nostro team è quella di sostenere e aiutare le persone coinvolte con lucidità e competenza, perche siamo consapevoli che, in situazioni come queste, sia veramente difficile riuscire ad affrontare con razionalità tutte le problematiche che ne derivano». Gruppo Mazzini è una società concepita secondo i più moderni criteri di gestione del Cliente e dei servizi, concretizzandosi in un lavoro sinergico ed integrato di un’ampia rete di professionisti ( medici, legali, notai, periti, commercialisti, consulenti del lavoro, fiscalisti e tributaristi, avvocati civilisti e penalisti) per una gestione completa ed organica del progetto piuttosto che del problema sottoposto dal nostro maggior azionista: il Cliente. È stata creata un’area manager che funge da
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ucidità e competenza. Sono queste le parole d’ordine con cui Gruppo Mazzini affronta quotidianamente temi difficili quali incidenti stradali, infortuni sul lavoro o durante attività sportiva e ancora responsabilità medica e malattie interlocutore unico e che coordina tutti i professionisti coinvolti nella soluzione del caso riducendo le tempistiche e aumentando le potenzialità di succes-
so, annullando quindi i problemi legati ad una polverizzazione di professionisti spesso sordi e scoordinati nella soluzione del problema. “Altro aspetto importan-
professionali. «La nostra attenzione – spiega Francesca Alberti, consulente del Gruppo per l’ambito delle Giudicarie – è rivolta alla tutela di tutti i casi, siano essi di decesso o lesioni gravi, che possono coinvolgere singoli o famiglie».
te del programma offerto da Gruppo Mazzini è che il Cliente è protetto dalla garanzia che sosterrà dei costi solo ed esclusivamente alla soluzione del problema, in
Maggiore attenzione per gli anfibi! Lettera al giornale
Nelle nostre valli, nello specifico la valle del Chiese, nei nostri paesi molte sono le associazioni, i circoli, i gruppi culturali e i cori che prendono spunto da fiumi, montagne, fiori etc. per darsi il proprio nome e il proprio logo, facendo trasparire una particolare sensibilità nei riguardi delle bellezze naturali e degli elementi della fauna e della flora che ci circondano. Io ritengo che questa sensibilità non traspaia nei fatti e nelle scelte, sia delle singole persone sia delle amministrazioni pubbliche e anche di chi dovrebbe essere preposto alla salvaguardia, alla cura, alla protezione del nostro ambiente naturale. Vi chiederete quale sia l’argomento che mi fa prendere in mano carta e penna, anzi il moderno computer, per lanciare a tutti, ma soprattutto a chi di dovere, il mio grido d’allarme, la mia indignazione, il mio disappunto; prima in qualità di cittadina, poi in quella di persona attenta alle sofferenze e al dolore di tutti gli esseri viventi ma in particolare degli animali. In questo periodo rimango allibita e impotente nel vedere centinaia di an-
fibi, in questo caso rane e rospi, che vengono sistematicamente schiacciati sulle nostre strade nella più completa indifferenza. Questa situazione fa emergere una contraddizione rispetto alla premessa e un dubbio mi assale che diventa quasi certezza, che sia la mia valle l’unica in tutto il Trentino ad essere così apatica e insensibile a questa strage? Nell’ultimo periodo sono venuta a conoscenza di animali uccisi le cui pelli sono state ritrovate su cippi stradali o in prossimità di abitazioni e che dire di tutti gli animali che vengono investiti
sulle nostre strade. Questa situazione oltre ad essere deprecabile dal punto di vista personale è anche onerosa e rischiosa per tutti noi cittadini. So che in altre parti del nostro territorio (vedi lago d’Ampola, lago di Loppio, lago d’Idro, lago di Levico) sono state predisposte delle barriere a protezione dell’annuale migrazione nuziale delle rane e dei rospi anche e soprattutto con la fattiva partecipazione di volontari sensibili, disponibili e preparati. Cosa facciamo noi per impedire questa mattanza? La mia denuncia accorata vuole essere di stimolo agli amministratori, in questo momento di fibrillazione politica, nel prendersi a cuore questo problema, che è anche un aspetto d’immagine e credibilità per la nostra valle, affinché nel loro prossimo mandato: sollecitino, considerino e propongano soluzioni anche partendo da una serie d’incontri conoscitivi con esperti di questa realtà che già hanno affrontato questa “migrazione dimenticata”. Anche se non posso promettere che salvando un rospo salveremo un principe. Tiziana Franzoi
caso contrario tutte le spese rimarranno a carico della società“. Ascolto, competenza, flessibilità e tempestività sono punti di forza con cui Gruppo
Mazzini insieme ai suoi collaboratori e consulenti affronta quotidianamente temi difficili e progetti pronti a diventare realtà. Metteteci alla prova.
Lettera al giornale
Alla Fiera di San Giuseppe pochi parcheggi (e molte multe) Visita alla fiera di San Giuseppe a Trento, 20 marzo 2016. Arrivati a Trentoi alle 12.30 abbiamo girato circa due ore per trovare un parcheggio a pagamento a 2 euro l’ora (non solo noi), peraltro creando inquinamento e agitazioni varie nei confronti del Corpo dei vigili urbani (molti) che non si sono impegnati nel cercare un rimedio, ma piuttosto a dare multe in ogni occasione. Potevano proporre il Lungo Adige che è sempre stato un parcheggio (per emergenza) e tante altre possibilità che per i Vigili sono state invece motivo di multe: dovevano fare cassa? Anche per il piazzale (Sanseverino) dove ci sono parcheggiate le giostre (dalla fine di febbraio), si potrebbe vedere di trovare un’altra soluzione per la normale viabilità. E’ stato confermato un afflusso di gente del 20% in più rispetto al 2015 (cioè 20.000 persone); impegnarsi a collaborare con i cittadini ed essere tolleranti non era possibile? Eravamo in una corsia di incanalamento e dopo essere scesi dalla macchina tante volte per entrare nei parcheggi per trovare un posto è arrivato il Vigile e mi ha dato euro 82 di multa per mancanza della cintura (mi sono giustificato dicendo che ero appena risalito in macchina); aggiungo che sono una persona anziana. Questa è stata l’accoglienza che hanno riservato agli automobilisti e al pubblico della fiera. Non possiamo di certo farne positiva pubblicità. Un abitante delle Giudicarie
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MAGGIO 2016