Giugno 2017

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GIUGNO 2017 - pag.

Mensile di informazione e di approfondimento

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ANNO 15 - GIUGNO 2017 - N. 6 - MENSILE

EDITORIALE

Di doman non c’è certezza…

per la crescita del nostro territorio Le buone azioni che danno valore ������� ����������� al tuo����������� futuro ������� ����������� ����� ������� �����������

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FONDATO NEL 2002 - Distribuito da

Le opere del Fondo Unico Territoriale Le proposte dei comuni per il Fondo strategico sono nella fase finale A pagina 5

di Adelino Amistadi La politica nazionale è in un periodo di stasi confuso e aggrovigliato. Sono mille le cose da fare, i nodi in sospeso, le urgenze istituzionali, ma sembra che nessuno sappia cosa fare e da dove ripartire. La data del voto, il destino del Governo Gentiloni e soprattutto la legge elettorale sono i punti di domanda che sono sul tavolo in attesa di risposte. Ne sono interessati i mille e oltre parlamentari in attesa di riconferma. Sono passati poco più di cinque mesi dall’insediamento del Governo Gentiloni. L’attuale Governo nasce dalla sconfitta referendaria, e Gentiloni ha sin’ora camminato sul filo del rasoio, sostenuto da una maggioranza aleatoria e dai consigli del presidente Mattarella. Continua a pagina 4

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Teniamoci strette le nostre casse rurali

ACampiglio impianti aperti tutto l’anno

di Tiziano Salvaterra

A pagina 25 Sanità

Mancano anestesisti a Tione A PAGINA 7

Attualità

Incentivi alle ristrutturazioni

A PAGINA 32

SALUTE Riflessioni sui vaccini Pag. 24 ECONOMIA Stop alle tasse sul turismo Pag. 17 STORIA L’ospedale militare di Ponte Arche Pag. 35

Quando hai a che fare con una banca ti accorgi che sei entrato in un mondo del tutto particolare, certamente non ti trovi a tuo agio. Firme, carte, burocrazia, un linguaggio che spesso non si capisce, tempi lunghi se chiedi qualcosa, poca soddisfazione se porti denaro. Il sistema bancario ha subito, e sta subendo, profonde trasformazioni sotto il controllo deciso dell’Unione Europea, anche a seguito di comportamenti poco seri dei suoi dirigenti e la difficoltà di gestire gli effetti della crisi. A pagina 33

Attualità

Il super ambulatorio di Pinzolo A PAGINA 4

Attualità

In Sud Sudan con padre Guido

A PAGINA 10

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Rassegna Stampa

GIUGNO 2017

A cura della REDAZIONE

RASSEGNA STAMPA MAGGIO 2017

DALLE GIUDICARIE DALLAPROVINCIA

Debora Andreolli

L’Us Tione torna in Prima Categoria - Grande festa per la squadra di calcio del Tione per il ritorno in Prima categoria. Erika Eis, pronta a sbarcare a Fiavè con i krapfen. Investimenti importanti e nuovi posti di lavoro - L’azienda Erika Eis srl, vero e proprio fiore all’occhiello dell’imprenditoria locale in materia gastronomica, punta ad espandersi. L’impresa è nota per la produzione di gelati e prodotti dolciari a livello nazionale: si occupa del trasporto e del servizio catering inerente gelati, sorbetti, torte, croissant, krapfen (di cui è secondo produttore in Italia per quantità a livello con circa 10 milioni di pezzi prodotti nel 2016) e affini. La sede sociale è nelle Giudicarie Esteriori, in via don Guetti a Fiavè, anche se negli ultimi tempi, grazie anche ad una significativa ricapitalizzazione di oltre cinque milioni di euro, l’azienda, di concerto con il Comune ha deciso di spostare il fulcro della propria attività nel sito occupato precedentemente dal caseificio e che era adibito esclusivamente ad area di produzione lattiero-casearia. Per costruire una nuova cella frigorifera è stato necessaria una deroga al PRG comunale, concessa dalla Provincia Autonoma di Trento; la tanto attesa fumata bianca è arrivata, seppur con alcuni paletti. La Cassa Rurale Adamello – Brenta guarda al futuro con fiducia nonostante la perdita di 7,7 milioni di euro - 7,7 milioni di euro di perdita nell’esercizio 2016 per la Cassa rurale Adamello Brenta. Nonostante questo si guarda con fiducia al futuro in quanto questo dato è frutto di una politica prudenziale che ha svalutato pesantemente i crediti deteriorati e reso quindi più solida la

banca. “Abbiamo la consapevolezza di aver fatto ciò che si doveva fare, con trasparenza e senza far mancare la vicinanza ai nostri soci e al territorio. Oggi in parte paghiamo anche lo scotto delle operazione di pulizia sui crediti”, dichiara la presidente Monia Bonenti. “Abbiamo tutte le carte in regola per affrontare la riforma del credito cooperativo”. “La gestione ordinaria è molto positiva, con una redditività che si mantiene buona grazie alla forbice del 2,61%, sopra i livelli medi di sistema. Il margine di interesse è in miglioramento, le commissioni stabili, costi amministrativi e del personale in riduzione stabile da cinque esercizi. La Cassa Rurale nel 2016 ha erogato prestiti per oltre 35 milioni, l’attività con i soci è ulteriormente aumentata superando ampiamente il 60%. Confortanti i primi mesi di quest’anno” assicura il direttore Marco Mariotti. Roncone - Bande in festa, trecento musicisti in rappresentanza di sette formazioni strumentali del Chiese - Si sono esibite a Roncone, in zona lago, le bande di Roncone, Praso, Condino, Cimego, Castello, Pieve di Bono e Storo dando vita alla rassegna musicale Bande in festa. Una giornata di allegria all’insegna della musica animata da circa 300 musicisti che si sono alternati con la propria formazione prima di esibirsi tutti insieme nel concertone finale. Condino - Dalla valle del Chiese i robot per gli States - Soluzioni robotiche per l’industria, dalla Valle del Chiese agli Stati Uniti. La storia di Bm Group inizia a Condino

nel 1993 ma in breve tempo si allarga fino a contare 140 dipendenti e 4 sedi operative, a Borgo Chiese, Brescia, Verona, Padova, e la nuova arrivata negli Usa in Virginia. Prossima a festeggiare i 25 anni di attività, Bm Group, nata come Bm Elettronica, ha da poco costituito una società americana, la Bm Group Usa, «che avrà il compito di rispondere alla crescente richiesta di innovazione del mercato statunitense del metals - spiegano dall’azienda fondata e oggi diretta da Mirko Bottini -. A Houston, in Texas, la sede legale e a Chester, in Virginia, invece, quella operativa. È proprio qui che il personale italiano avrà il compito di formare e affiancare le nuove risorse selezionate in loco». Val Rendena - Tassa di soggiorno, il Comitato NO TASSA INGIUSTA conferma le sue richieste all’assessore Dallapiccola atteso a Pinzolo il 14 giugno - L’assemblea generale del Comitato NO TASSA INGIUSTA, «che si batte contro la tassa “patrimoniale” applicata agli appartamenti turistici della Val Rendena, che sostituisce malamente la tassa di soggiorno», si è riunita a Pinzolo presso la Casa della Cultura il 29 maggio 2017. Nell’occasione il Comitato ha ribadito le richieste che sottoporrà all’Assessore Dallapiccola nell’incontro che si terrà a Pinzolo il 14 giugno. In sintesi chiede di cancellare una tassa «iniqua e ingiusta» e di tornare ad una tassa di soggiorno a carico del turista come avviene per le strutture alberghiere.

Sfoglia il Giornale delle Giudicarie su www.giornaledellegiudicarie.it Si ricorda che è possibile sfogliare il Giornale delle Giudicarie sul sito www. giornaledellegiudicarie.it aggiornato ogni mese con le notizie più importanti che accadono in Giudicarie.

Avanzi di amministrazione: 70 milioni di euro dei comuni - La Giunta provinciale ha approvato la proposta di deliberazione con la quale vengono ripartiti tra i Comuni i 70 milioni di Euro di spazi finanziari assegnati dallo Stato. Grazie a questa assegnazione, i Comuni potranno utilizzare gli avanzi di amministrazione degli anni precedenti, altrimenti sostanzialmente bloccati, per realizzare opere pubbliche. Sono 155 i Comuni che hanno presentato domanda: tutte le richieste sono state soddisfatte, rientrando nell’ammontare complessivo disponibile. Si tratta di più di 370 interventi, per la stragrande maggioranza di piccole dimensioni e quindi cantierabili a brevissimo, con un’immediata iniezione di risorse per l’economia locale. Entro la fine dell’anno, infatti, tutti gli appalti dovranno essere avviati. Le opere che saranno finanziate riguardano principalmente la viabilità (109 interventi di manutenzione strade, parcheggi, marciapiedi, piste ciclabili, strade forestali per complessivi 19 milioni di euro), a cui si aggiungono 75 opere igienico-sanitarie (acquedotti, fognature e cimiteri per circa 13 milioni di euro), 29 interventi per l’illuminazione pubblica (circa 4 milioni di euro), 46 per l’arredo urbano (circa 10 milioni di euro), 16 per impianti sportivi (circa 3 milioni di euro), 14 interventi di acquisto di immobili e/o terreni (circa 4 milioni di euro), 65 interventi edilizi sul patrimonio comunale (circa 13 milioni di euro) e di 18 interventi di altro tipo (circa 4 milioni di euro). Entro il mese di settembre la Provincia effettuerà un primo monitoraggio per verificare l’effettiva spendibilità delle risorse. Percorso nascita in Trentino: online i racconti di mamme e operatori - Sono online i video che raccontano il Percorso nascita in Trentino, un modello di assistenza che accompagna la donna dall’inizio della gravidanza fino ai primi mesi dopo il parto e promuove il benessere della mamma, del neonato e della famiglia nel suo insieme, entrato in vigore in concomitanza con al chiusura dei punti nascita degli ospedali periferici, fra i quali anche

quello dell’ospedale di Tione. “Con il Percorso nascita – spiega l’azienda sanitaria - si valorizza l’esperienza della maternità, tutelando la naturalità dell’evento e facendo in modo che ogni donna possa essere al centro della propria gravidanza. Centrale è la figura dell’ostetrica, soggetto principale nell’assistenza della gravidanza fisiologica, che si prende cura della donna continuativamente instaurando un rapporto di fiducia e di conoscenza reciproca e che collabora con altri professionisti nelle situazioni in cui vi siano fattori di rischio”. I video con le testimonianze di mamme e ostetriche dedicate sono disponibili sul sito: www. ufficiostampa.provincia. tn.it/Media/Fonti/APSS Sai che c’è di nuovo? Whats… Pat - Per essere aggiornati sulle notizie di pubblica utilità o sui principali eventi in programma in Trentino? Da oggi puoi ricevere questo tipo di notizie direttamente sul tuo smartphone, attraverso il nuovo servizio Whats… Pat, attivato dall’Ufficio Stampa della Provincia autonoma di Trento. Iscriversi è semplice. Basta avere WhatsApp installato sul proprio smartphone, aggiungere e salvare nei contatti il numero +39 334 6452393. Una volta fatto, occorre inviare al numero salvato un messaggio WhatsApp con il testo “news”. Per cancellare l’iscrizione basterà inviare un messaggio allo stesso numero con testo “stop news”. Piccole-medie imprese: il Trentino ai primi posti per l’innovazione - Cerved e Confindustria hanno pubblicato il secondo Rapporto PMI (Piccole-medie imprese) Centro-Nord, una dettagliata analisi sulla situazione economicofinanziaria delle PMI del Centro-Nord, con dati per le singole regioni e province. Il rapporto analizza le performance delle piccole e medie imprese dal punto di vista della demografia di impresa, dei bilanci, delle abitudini di pagamento, del rischio di insolvenza. Il Trentino è primo per la presenza di startup innovative e secondo per le piccole e medie imprese innovative La seconda edizione del Rapporto PMI CentroNord fotografa lo stato di salute di 111 mila piccole

e medie imprese con sede nelle regioni del Centro e del Nord. I dati indicano che i segnali di ripresa evidenziati lo scorso anno si sono rafforzati, ma rimane ampia la distanza con i livelli pre-crisi, in particolare nel NordOvest e al Centro. Prosegue anche il rafforzamento patrimoniale delle PMI del Centro-Nord sopravvissute alla crisi, che evidenziano profili meno rischiosi rispetto al passato. Segnali positivi anche dalla demografia d’impresa: prosegue l’aumento delle nascite, spinte dalle Srl semplificate, e il calo delle chiusure di imprese a seguito di default o per scelta dell’imprenditore. Grazie a un’analisi sui registri ufficiali e con sistemi di ricerca semantica applicati ai siti di oltre 500 mila società sono state identificate oltre 16 mila imprese innovative nel Centro-Nord, molte delle quali non iscritte ai registri ufficiali. La concentrazione di innovazione nelle aree analizzate è ai livelli massimi nel Paese, con Trentino Alto-Adige e Piemonte che registrano, rispettivamente, la maggior presenza relativa di startup e PMI innovative. Secondo lo score di innovazione relativo alle startup, la prima provincia del Centro-Nord e d’Italia in termini di innovazione è Trento, che con 232 startup registra un indice di innovazione pari a 2,3, punteggio che esprime una concentrazione di imprese innovative più che doppia rispetto alla media italiana. Seguono Trieste (70) e Ancona (184), con un indice di innovazione rispettivamente pari a 1,63 e 1,26. La provincia del CentroNord con la maggiore concentrazione di PMI innovative è Torino, con 252 piccole e medie imprese innovative e un indice di innovazione di 0,93. Si conferma ai primi posti anche la Provincia autonoma di Trento, che si piazza seconda con 75 PMI e un indice di 0,90; chiude il podio Trieste (18 imprese, 0,59). Milano, la provincia con il numero più alto di PMI innovative, è in quinta posizione (0,4), mentre Roma, in cui la concentrazione di startup è inferiore alla media nazionale, registra invece un indice positivo per le PMI innovative (0,12).


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Primo Piano

GIUGNO 2017 La sperimentazione annunciata in Rendena a rischio

Un medico fisso alla Casa della Salute di Pinzolo di Denise Rocca Il problema, in sintesi, è che si doveva aprire un tavolo con i sindacati prima di attuare un progetto, seppure in un ambito limitato come Pinzolo. La reazione dei sindaci della Rendena alla richiesta di stop è stata immediata: una lettera nella quale si chiede a Provincia, Azienda sanitaria e Ordine dei Medici di andare avanti. «Mi preoccupa che d’accordo i sindaci, l’azienda e i medici di base – è intervenuto Michele Cereghini, sindaco di Pinzolo – considerando che si fa un progetto che va a migliorare un aspetto sanitario in un territorio che è stato penalizzato anche dal punto di vista dell’ospedale di Tione, siano contro i sindacati. Non solo non condivido questo parere negativo, e non conosco nel merito le posizioni del sindacalista, ma non capisco nemmeno quale sia la logica. Si parla di un servizio più ai cittadini che andava a creare un nuovo punto a Pinzolo continuativo senza andare a penalizzare gli ambulatori esistenti, come si fa ad essere contrari se le parti

E’ destinato a partire a Pinzolo il primo progetto pilota della cosiddetta Aggregazione funzionale territoriale: ovvero un servizio continuato da parte dei medici di base, che va ad aggiungersi al servizio già normalmente tenuto negli ambulatori sparsi nelle frazioni della Val Rendena, che garantisca sempre interessate invece lo condividono? ”. Entriamo nel merito della proposta, da dove nasce l’idea? “La sperimentazione di un modello innovativo di aggregazione tra medici che operano tutti in una sede unica riconoscibile alla popolazione, mantenendo anche gli ambulatori periferici – spiega il dottore Paolo Garbari, che si fa portavoce del gruppo di medici della Rendena - risponde al bisogno di garantire una facile accessibilità, la continuità dell’assistenza per le 24 ore, tenendo peraltro conto che nella stessa sede è presente il servizio di Continuità Assistenziale, l’integrazione della risposta tra professionalità mediche con la condivisione delle cartelle e anche altre professionalità”. Il mondo politico parla di maggiori servizi per un territorio già penalizzato dal punto di vista sanitario,

almeno così viene percepito da buna parte di cittadini e amministrazione, per le vicende che hanno coinvolto l’ospedale di Tione e per una viabilità difficile. Allo stato attuale, da un anno all’interno della Casa della Salute costruita con fondi dell’azienda e una partecipazione comunale da parte di Pinzolo di 400mila euro, sono attivi gli assistenti sociali, un ambulatorio

la presenza di un medico di base nella Casa per la Salute di Pinzolo. E’ tutto pronto, perfino gli orari, gli allacciamenti internet e del telefono, ma dalla Cisl Medici invece di una deroga per permettere la sperimentazione è arrivato lo stop per la mancata consultazione con i sindacati.

specifico per i prelievi che due volte alla settimana fornisce il servizio in loco, e un ambulatorio infermieristico. La novità con l’aggregazione funzionale è l’aggiunta di un servizio di medico di base attivo dalle 8 alle 12 e dalle 15 alle 19, dal lunedì al venerdì. Nella fascia “scoperta” (12-15) sarà comunque sempre presente un supporto amministrativo infermieristico. Questo nei

giorni feriali, mentre nei giorni festivi rimane il servizio di guardia medica. A coprire questo servizio costante giornaliero nel progetto di Aggregazione funzionale saranno gli stessi medici di base che già operano sul territorio della Val Rendena: 7 medici più un pediatra, che turneranno fra di loro. E’ previsto anche un supporto amministrativo per la segreteria. Lo scopo di questa aggregazione funzionale dei professionisti di base è allungare le ore di ambulatorio nelle quali è disponibile un medico di famiglia: concretamente, se un paziente poniamo di Giustino non ha quel giorno ambulatorio nel proprio paese, può recarsi nella Casa della Salute di Pinzolo dove troverà un medico di base che potrebbe non essere il suo abituale ma avrà accesso ai suoi dati via computer e fornirà assistenza. E’ stata

garantita dai professionisti la normale copertura degli ambulatori come è stata fino ad ora e l’ulteriore fornitura del servizio giornaliero presso la Casa della Salute che a sua volta è messa a disposizione a titolo gratuito dall’azienda sanitaria. “Circolano comunicati stampa scorretti e insinuazioni infondate secondo le quali aderiamo alla proposta per i nostri interessi – sottolinea Garbari -. Non siamo un gruppo di “favoriti”; siamo piuttosto un gruppo di medici motivati a collaborare tra di noi e pronti ad impegnarci, a rinnovarci. La contingenza storico-culturale e contestuale ce lo chiede: c’è una nuova struttura pronta e sottoutilizzata, c’è la volontà della Apss e soprattutto c’è la determinazione dei cittadini e dei sindaci a veder realizzato in tempi brevi un progetto migliorativo della qualità della assistenza. In questi ultimi giorni ho ricevuto consenso e sostegno da parte di colleghi trentini e da parte della popolazione, e questo rafforza la mia convinzione”.

L’EDITORIALE di Adelino Amistadi Continua dalla Prima Tutto sommato la sua azione s’è dimostrata efficace, serena ed attenta ai problemi più impellenti del Paese. Nel frattempo Renzi è ritornato in azione, sorretto da una bella vittoria alle primarie del Pd, ormai ha in mano il suo partito e si attendono i suoi primi passi per capire il rullino di marcia che intende perseguire. Nonostante gli attacchi e i tentativi di coinvolgerlo in scandali e polemiche, più che altro montature artificiose per indebolirlo, ha una gran voglia di rivincita. Ma come ha più volte dichiarato, Renzi non ha alcuna intenzione di toccare il Governo Gentiloni, l’amicizia fra i due ne garantisce la durata sino alla fine della legislatura. Ma restano da fissare il calendario e la scadenza. La partita se la giocheranno Renzi e il Presidente Mattarella. Iniziando dal nodo più complicato della nuova legge elettorale. Il Presidente della Repubblica suggerisce di armonizzare gli attuali sistemi di Camera e Senato, ma sarà difficile trovare una soluzione. Ogni partito, più che guardare al bene

Di doman non c’è certezza… comune, è interessato a difendere il bene proprio. Ognuno ha la sua ricetta, utile al proprio tornaconto. Sarà dura sbrogliare la matassa tra premi di maggioranza, liste, coalizioni,

soglie di sbarramento e, magari, modelli europei da importare. Di certo c’è che comunque vada il sistema sarà quello proporzionale e sarà quindi il Parlamento a scegliere

il nuovo Governo e non i cittadini come richiederebbe una seria riforma elettorale. Si tornerà al modello Prima Repubblica con l’aggravante che gli stessi partiti non sono

più quelli d’un tempo e quindi trovare le alleanze per una eventuale maggioranza non sarà per niente facile. Renzi sogna di replicare in Italia quanto è avvenuto in Francia, un testa a testa fra europeisti alla Macron e populisti alla Le Pen, riformismo contro l’antipolitica. Un po’ come successe alle ultime elezioni europee quando la battaglia elettorale vide una corsa a due, Grillo contro Renzi, con quest’ultimo vincitore con oltre il 40% dei voti degli Italiani. E così, in quest’ultimo periodo, Pd e M5s se le danno di santa ragione, con accuse e contro accuse, denunce e contro denunce, sui temi più delicati d’attualità: dall’immigrazione, ai vaccini, i rifiuti di Roma, le intercettazioni, firme false e così via. In Pratica Ren-

zi tende a ingaggiare un corpo a corpo con Grillo tagliando fuori le destre e l’ultra sinistra. Le due liste più forti che si contendono il primato. Ma non tutti sono d’accordo, a cominciare dai cinque stelle. Il M5s non è più il partito di tre anni fa, i grillini governano, seppur alla meno peggio, due grandi città, Torino e Roma, e Di Maio sta studiando da Primo Ministro. E poi c’è il centro destra. E’ diviso, non ha più una leadership condivisa ed indiscussa, anzi. Se però ritrova l’antica unità, l’alleanza tra Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e qualche altro spezzone centrista potrebbe essere ancora competitivo. Insomma, le incognite per il presente e per il futuro sono molte di più delle certezze. Speriamo in bene…


Primo Piano

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In un periodo in cui i cordoni della borsa in mano alla Provincia si fanno sempre più tirati – mentre, per contro, non diminuisce il numero delle opere ritenute importanti dai Comuni - l’assessore provinciale Carlo Daldoss ha introdotto la novità del piano strategico, un forziere assegnato a ciascuna Comunità e da gestire con criteri nuovi e originali. Semplificando e sintetizzando, nel caso della Comunità delle Giudicarie sono stati messi sul piatto 6 milioni di euro (una dote discreta se non ci fossero molte “spose” a contendersela). L’obiettivo è, infatti, quello di ripartire questa somma non a pioggia, ma tra le opere che, a livello condiviso dagli amministratori locali, siano state giudicate prioritarie o più meritevoli. Facciamo un passo indietro. Gli amministratori dei comuni della Comunità delle Giudicarie avevano presentato in una prima fase complessivamente 22 progetti. A questo punto è scattata la fase “partecipativa”, costituita da una serie di incontri durante i quali tali progetti sono stati pubblicamente presentati, analizzati e discussi da amministratori e portatori di interesse. Le serate (denominate WolrdCafè) si sono tenute a Comano, Caderzone e Pieve di Bono, tappe di un percorso partecipativo aperto a tutti gli abitanti della Comunità per condividere e individuare quali potessero essere gli interventi ritenuti maggiormente strategici per il futuro e lo sviluppo della Comunità. Le idee e i progetti sono stati di volta in volta illustrati e poi

approfonditi tra tutti i partecipanti. I presenti hanno inoltre per ciascuna serata valutato nel merito e votato quali, tra le proposte presentate, fossero a loro parere le più strategiche per il futuro della Comunità. Nel corso della serata di chiusura di mercoledì 26 aprile, a Tione, si è giunti quindi a una sintesi finale e ad una graduatoria degli otto interventi più importanti. In concreto al primo posto, dopo la valutazione finale da parte degli intervenuti, si è piazzato il progetto che prevede la manutenzione straordinaria, la sopraelevazione e l’ampliamento della piscina 3tre a Madonna di Campiglio, opera che da sola potrebbe assorbire totalmente il fondo (si ipotizza un costo attorno ai 10 milioni di euro), un piano ambizioso per il recupero

La novità del piano strategico

Le proposte dei comuni per il Fondo strategico sono nella fase finale

di un’area dismessa da decenni e da trasformare in impianto sportivo e servizio ricreativo di alta eccellenza. Tra gli altri progetti finalisti, citiamo l’ipotesi di interramento della strada presso la

Sibilla Cumana a Comano Terme per la creazione di un’isola pedonale come intervento ponte prima della ristrutturazione dello stabilimento termale (1,5 milioni limitatamente alla sola operazione sulla viabilità),

la sistemazione e riqualificazione dell’area Idroland a Bondone (2,5 milioni), la realizzazione di un campo da calcio con manto sintetico e relativi spogliatoi a Caderzone Terme (1 milione), la realizzazione di un parco faunistico a Giustino volto a valorizzare l’area dell’ex cava Maffei, un intervento sostanziale sulla viabilità a Breguzzo (4,5 milioni), la valorizzazione dell’area turistica a Boniprati (Castel Condino) e la sistemazione dell’accesso all’area agricola a est dell’abitato di Ragoli. In realtà il fondo strategico, arricchito dai fondi non spesi dai Comuni in precedenza, verrà ripartito tra i vari ambiti (Chiese, Rendena, Giudicarie Esteriori e Busa) e gli interventi richiesti, per essere realizzati, dovranno essere integrati da altre

forme di contribuzione. Nei prossimi due mesi toccherà quindi alla conferenza dei sindaci finalizzare un accordo di programma con la Provincia per definire il finanziamento delle opere effettivamente da realizzare, prima di passare alla progettazione definitiva. Resta, per ora, l’impatto di questa operazione nuova, con la quale l’assessore Daldoss ha voluto introdurre un modo diverso, non totalmente calato dall’alto, di condivisione e scelta nel dirigere risorse comunitarie. Da rimarcare che tale fondo è disponibile “una tantum” per ciascuna legislatura (l’attuale terminerà fa poco più di un anno, e ovviamente non sono mancati i maligni che hanno visto in questa operazione una mossa elettorale). Enrico Gasperi

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Attualità

GIUGNO 2017

Investimento da 60 milioni di euro a Campicioi per un 5 stelle di lusso

Al via il Lefay Resort Dolomiti L’edificio si articola in un corpo centrale all’interno del quale sono raccolte le aree comuni (reception, ristoranti, bar e spa) e corpi laterali su più piani dedicati alle suite e agli appartamenti. Nel suo complesso, il progetto si compone di 109 unità ricettive, di cui 84 suite a partire da 57 mq e 25 residenze gestite dal resort, due ristoranti, due sale meeting ed un’area Spa di oltre 5.000 mq comprensiva di piscine interne ed esterne, saune e cabine trattamenti. Il Sindaco Michele Cereghini, nel ringraziare il consiglio comunale per i provvedimenti adottati, si dichiara molto soddisfatto dell’obiettivo raggiunto di poter garantire alla proprietà di “cantierare” e pertanto avviare i lavori per la realizzazione del nuovo Resort già durante la primavera 2017 e dunque programmare l’apertura del nuovo complesso alberghiero per la stagione estiva 2019. “Sono convinto - dichiara Cereghini - che la realizzazione di questa importante struttura alberghiera è an-

Sono iniziati i lavori a Campicioi per il nuovo resort Alberghiero Benessere 5 stelle della Società Lefay Resort Dolomiti, che fa capo alla famiglia Leali. Investimento privato senza precedenti nella storia economica recente del Trentino: oltre 60 milioni di euro e la prospettiva di assumere un centinaio di dipendenti per la nuova struttura. Il progettista del Lefay Resort & Spa Dolomiti l’ar-

che e soprattutto frutto della sinergia fra la proprietà e il Comune di Pinzolo - che hanno lavorato “gomito a gomito” in questi due anni e che darà sicuramente lu-

stro al nostro Comune e all’intera ski-area di PinzoloMadonna di Campiglio”. Cereghini Parla di “partenariato pubblico-privato”: “riscrivendo e perfezionan-

chitetto Hugo Demetz, ha disegnato un edificio che si articola su più livelli fuori terra che seguono l’andamento naturale del terreno in modo tale da adattarsi il più possibile alla morfologia del luogo, inoltre la struttura reinterpreterà l’architettura tradizionale del luogo grazie all’utilizzo di materiali naturali, come pietra e legno, e la valorizzazione degli spazi verdi.

do i nuovi accordi con la proprietà rispetto alla convenzione firmata con la precedente Amministrazione e abbiamo disciplinato nel dettaglio i nuovi obblighi e

gli impegni in capo alla Società Lefay Resort Dolomiti. E’ stato un lavoro rilevante e impegnativo sia da parte dell’amministrazione che della struttura amministrativa, accompagnato da un costante e serrato confronto con la proprietà”. Il comune di Pinzolo incamererà in due rate, complessivamente 1.580.512,26 euro di oneri di urbanizzazione che destinerà ad opere pubbliche e grazie allo scomputo di un terzo di oneri ( cioè 790.256,12 euro) vedrà realizzata da parte della proprietà dell’albergo un’implementazione dell’acquedotto principale di Pinzolo e l’allargamento del tratto iniziale della Via Alpe di Grual per raggiungere la zona di Pra Rodont.

La realizzazione della nuova struttura alberghiera sarà affidata: per le opere da scavo alle ditte Cunaccia Bruno srl di Strembo e Cunaccia Francesco ed Emanuele srl di Pinzolo; per le opere di consolidamento del versante alla ditta Micron srl con sede a Castel Ivano (TN); per le opere edili e di costruzione alla ditta Paterlini Costruzioni spa con sede in Brescia; per le opere di termoidraulica alla ditta Hollander Idrotermica srl con sede in Levico Terme; per le opere da elettricista alla ditta Monfredini Fausto srl con sede in Tione di Trento. “Sono orgoglioso di quanto abbiamo fatto – conclude il sindaco Cereghini – con l’apertura di questo cantiere segniamo un passo importante per la crescita della nostra località di Pinzolo e per l’intera zona turistica di Pinzolo-Madonna di Campiglio. Inutile poi ricordare che tutto ciò avrà notevoli ricadute sia immediate che future, in termini occupazionali e a livello turistico e di immagine”.

Gli Entacta parlano italiano Cinque giovani giudicariesi che sognano di diventare musicisti professionisti

In un’epoca in cui le persone fanno sempre più fatica ad uscire di casa per incontrarsi e trascorrere del tempo insieme, soprattutto per colpa di smartphone e social network, che paradossalmente isolano la gente più che avvicinarla, la musica continua a rappresentare come in passato una straordinaria occasione di incontro e di condivisione. Ed è proprio il desiderio di avvicinare la gente alla gente, i giovani ai giovani, ad ispirare i cinque componenti della neonata band “Entacta”. Il nome prende spunto da un farmaco antidepressivo (l’Entact appunto) usato per curare alcuni disturbi sociali; più o meno lo stesso effetto che il gruppo vorrebbe ottenere attraverso la sua musica. Il complesso è formato da cinque giovani giudicariesi, di età compresa tra i 19 e i 21 anni: Davide Troggio, di Ragoli, voce e front man del gruppo, Gianluca Ferretti (detto Gian) di Javrè, chitarra e seconda voce, Alexandro Povinelli (detto Steve) di Carisolo, chitarra solista,

Gianluca Beltrami (detto Meg) di Carisolo, bassista e Federico Olivieri (detto Zabro) di Pinzolo, batterista. Il progetto Entacta nasce tra settembre e ottobre dello scorso anno, anche se il primo impegno pubblico risale allo scorso 20 maggio, quando il gruppo si è esibito in occasione del “Ran-

dom Party” organizzato dall’associazione “Giovane Rendena”. Ma le ambizioni degli “Entacta” non si fermano certo qui: “Il primo concerto – spiegano i ragazzi – è stato per noi un punto di partenza, non di arrivo”. Il vero sogno della band è infatti quello di ottenere un contratto presso qualche casa discografica: un

sogno condiviso con molti altri giovani che come loro vorrebbero sfondare nel mondo della musica. Un’impresa non da poco, considerati i costi che bisogna sostenere, spesso e volentieri inaccessibili per le tasche della stragrande maggioranza delle giovani band emergenti. Non per questo, gli “Entacta” hanno

perso la fiducia di poter realizzare i loro progetti, forti delle tante “armi” a loro disposizione, a partire dallo stile frizzante e innovativo che caratterizza le canzoni da loro stessi scritte. “L’obiettivo – proseguono – è quello di proporre concerti con canzoni solo “nostre”, ma per il momento ci esibiamo anche in qualche cover”. Viaggiando controcorrente rispetto alla maggior parte delle altre band, gli “Entacta” hanno pensato di utilizzare l’italiano e non l’inglese per i testi dei loro brani, così da valorizzarne a pieno il significato. Una scelta coraggiosa che, almeno questa è la speranza dei ragazzi, potrebbe diventare il vero punto di forza del gruppo, portandolo a distinguersi nel panorama musicale nazionale. In attesa di palcoscenici più importanti, gli “Entacta” si esibiranno in diverse occasioni durante l’estate giudicariese e presto dovrebbero incidere il loro primo album. L’augurio è che sia il primo di una lunga serie. Umberto Fedrizzi


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Attualità

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A Vigo Rendena il Festival trentino del gelato artigianale Gelati dolci e salati, 17 e 18 giugno, si apre l’estate in Val Rendena

Il Festival vedrà protagonisti quindici produttori e maestri gelatai trentini insieme allo chef Riccardo Mosna che presenterà, durante alcuni show cooking, le fasi di lavorazione e produzione del gelato, oltre al suo originalissimo gelato dal gusto salato. L’evento si propone di valorizzare il latte trentino, proveniente dalle mucche che alpeggiano sulle nostre montagne, ma anche di ricordare la tradizione dei gelatai rendenesi che in passato emigrarono all’estero con la propria attività di produzione del gelato, soprattutto in Germania e Austria. L’evento, ideato e organizzato dalla Pro loco di Vigo Rendena, in collaborazione con il Comune di Porte di Rendena e l’Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rende-

Golosi gelati dai mille gusti saranno presentati, il 17 e 18 giugno prossimi, al parco “Al Sarca” di Vigo Rendena nella prima edizione di “Gelato in festa”, il Festival trentino del gelato artigianale che inaugurerà l’inizio della stagione estiva in

Val Rendena. Assaggi, laboratori, presentazioni di come si può fare il gelato, anche a casa, insieme a tante attività di animazione a misura di famiglia, caratterizzeranno il saporito week end di giugno. na, sarà un’occasione unica e gustosa, da non perdere, rivolta soprattutto alle famiglie e ai bambini Il programma. Si comincia sabato 17 giugno, alle 10.30, con l’inaugurazione del Festival e un gustoso rinfresco con il gelato salato. Tra le 14.00 e le 18.00, una serie di iniziative di animazione, tutte dedicate ai bambini, allieteranno il pomeriggio mentre per gli adulti si terranno due speciali show cooking a cura dello chef Riccardo Mosna: il primo, alle 15.00, sulla produzione di gelato con macchine artigianali, il secondo, alle 17.00, sul come produrre il gelato in casa.

Alle 18.00 “aperigelato” con la musica dal vivo dei “Marvi Group”. La conclusione della giornata è prevista alle 22.00. Ci sarà anche la possibilità di cenare sul posto. Si prosegue, poi, domenica 18 giugno a partire dalle 10.00 con l’apertura della seconda giornata del Festival. Alle 11.00 “aperigelato” accompagnato dalle note del Corpo musicale di Vigo-Darè e dalle 14.00 alle 18.00 tanti divertenti giochi per i bambini arrivati direttamente dal Ludobus. Protagonista, anche domenica, lo chef Riccardo Mosna che alle 15.00 presenterà lo show cooking sul gelato fatto in casa e alle 17.00 sarà goloso maestro in un laboratorio aperto a tutti. Alle 18.00 “aperigelato” e alle 22.00 chiusura del Festival. Possibilità, anche domenica, di cena in loco.

Sgravi alle famiglie numerose 1.2 milioni per contribuire a bollette e tariffe per famiglie dai 3 figli a carico in su

La giunta provinciale ha deliberato le risorse da assegnare all’Agenzia provinciale per l’assistenza e la previdenza integrativa: si tratta dei fondi necessari per erogare il contri-

buto sui costi di bollette e tariffe (acqua, luce, gas) a 6.200 famiglie numerose. Un aiuto, si legge nella delibera approvata dalla giunta provinciale, per “supportare, in via gene-

rale, la capacità di spesa delle famiglie e sostenere le famiglie numerose riconoscendo il valore collettivo dei figli in un contesto sociale fortemente caratterizzato da una preoccu-

pante crisi demografica”. Le richieste nel periodo dal 2011 al 2016 sono state in media oltre 6.000 all’anno: 36.000 famiglie hanno goduto dell’aiuto che si concretizza, facendo

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una semplice media matematica, in circa 200 euro a nucleo. I criteri di accesso agli aiuti prevedono: residenza continuativa in provincia di Trento da almeno 3 anni; almeno 3 figli a carico e un indicatore ICEF inferiore o uguale a 0,3529. Si considera a carico della famiglia il figlio che nell’anno di riferimento percepisce un reddito personale inferiore a 6.000 euro e il concepito, quando la data presunta del parto è determinata entro la fine dell’anno in cui il richiedente presenta domanda. Il contributo massimo è attribuito alle famiglie con un valore Icef pari o inferiore a 0,03, il contributo minimo va a chi ha un Icef di 0,3529. Il valore del contributo massimo è pari a 225 euro all’anno per la famiglia con 3 figli (minimo 125 euro); 375 euro all’anno per la famiglia con 4 figli (200 euro il mini-

mo); 445 euro all’anno per la famiglia con 5 e più figli (minimo 235 euro). La domanda va presentata all’Agenzia provinciale per l’assistenza e la previdenza integrativa (www. apapi.provincia.tn.it/) con le modalità stabilite per la «domanda unica» e nel periodo che va da luglio a dicembre con riferimento ai redditi e al patrimonio dell’anno precedente. Dal prossimo anno, il sistema di welfare per le famiglie cambierà volto, come già è stato anticipato nella finanziaria 2017: in sostanza l’aiuto per i costi energetici dei nuclei famigliari numerosi verrà assorbito all’interno del futuro assegno unico, destinato ad inglobare anche gli aiuti che oggi vanno all’assegno regionale, circa 35 milioni di euro, al reddito di garanzia (circa 14 milioni) e al sostegno all’affitto.


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Attualità

GIUGNO 2017 Il religioso ronconese scelse di fare il missionario a 10 anni

Il Sud Sudan di padre Guido Oliana L’occasione per farsi missionario è arrivata invece un po’ per caso sull’onda dell’intraprendenza dei sacerdoti dell’ordine comboniano a cui Padre Guido appartiene: “È venuto un nostro padre comboniano alle scuole di Roncone ed io ero ammalato. Ma mia sorella mi ha raccontato che il missionario le aveva dato un fogliettino. Su questo era scritto: “Se vuoi essere missionario dì sì e spediscimelo che ti vengo a trovare”. Guido ha trovato la cosa interessante e l’ha spedito. Il padre quindi è venuto ad incontrarlo. Aveva dieci anni ed è entrato nel seminario dei comboniani a Trento. Da sacerdote ha prestato la propria opera come missionario in Uganda e in Kenya. Ora lavora come insegnante di filosofia e teologia in Sud Sudan. La situazione politico-economica di questo paese è una delle peggiori in Africa, racconta. I problemi del Sudan sono iniziati cinquant’anni fa, nel ’64, quando i neri del sud incominciarono a chiedere l’indipendenza dal nord arabo. L’imposizione della lingua araba e il tentativo di islamizzare il sud non erano infatti benvisti dalla popolazione nera cristiana del sud, che si è ribellò organizzandosi in bande partigiane. In quel momento il governo arabo di Khartum espulse dal paese più di quattrocento preti e suore cristiani: “Quelli del nord non riuscivano a comprendere: i neri sono fatti per essere schiavi, si chiedevano, com’è che ora reagiscono. Forse, si sono risposti, è colpa dei religiosi cristiani”. In una nazione grande tre volte e più dell’Italia rimasero allora solo tredici preti. Solo poi, con gli anni ’70, il governo ha iniziato ad accettare nuovamente l’arrivo di un numero limitato di missionari. Il paese si ritrovò allora in una situazione di guerra civile. Il governo di Khartum bombardava continuamente le zone di guerra e milioni di neri del sud si trasferirono per ragioni di sicurezza al nord. Passarono gli anni e nel 2005 venne infine concordato il Comprehensive Peace Agreement, con il quale le diverse parti civili del Sudan si accordarono per un referendum da farsi nel 2011. Nell’occasione, più del 95% della popolazione locale votò per la secessione. Da allora il Sud Sudan ha raggiunto l’indipendenza e molti dei rifugiati nel Sudan del nord sono ritornati nella loro terra. “Il governo è cristiano. Non esiste però un concetto di nazione: quando si combatteva contro Khartum e gli arabi ci

di Mariachiara Rizzonelli

Incontrare Padre Guido e sentirlo parlare significa conoscere un sacerdote dal carattere pacato ma deciso, acculturato ma semplice nei modi, e una realtà del tutto particolare, il Sud Sudan, paese in cui lavora come missionario. Sacerdote dal 1978 racconta di aver sempre sentito il

si sentiva uniti; ora imperversano il tribalismo e i conflitti etnici tra gli stessi membri del movimento per l’indipendenza” spiega a buona ragione Padre Guido. La tribù di pastori nomadi Dinka, la più agguerrita contro il nord arabo, è infatti al potere, potere che inizialmente condivideva con alcuni membri di un’altra tribù contendente di pastori nomadi, i Nuer. Quest’ultimo gruppo nel frattempo è però passato all’opposizione, precipitando la situazione del paese nel disastro (nel 2013 v’è stata una nuova settimana di bombardamenti sulla città, con parecchi morti). Dopo un nuovo accordo concluso nel 2015 ogni parte è ora a capo di una propria milizia, con generali propri che guidano fronde di soldati in gran parte analfabeti, mancanti di qualsiasi ri-

desiderio di prendere i voti, un fatto più che frequente nella sua famiglia: “Nelle ultime generazioni abbiamo avuto più di quindici religiosi: missionari, di cui uno in Brasile, fratello di mia nonna, gesuita e compagno del Cardinal Martini, una sorella di mia mamma, e tanti altri preti e suore diocesani”. spetto per la dignità umana e affetti dalla fobia del nemico. Per cui, racconta Padre Guido, accadono continuamente episodi drammatici: “L’anno scorso una suora slava, dottoressa, ha portato di notte una donna a partorire all’ospedale; nel viaggio di ritorno all’una, ha incrociato il gruppo che doveva presiedere alla sicurezza della cittadina che invece le ha sparato, uccidendola. In una nostra missione nella stessa zona ancora un catechista e cinque persone sono state freddate dopo la messa con la scusa che erano in connessione con i ribelli”. L’economia intanto langue, non ci sono infrastrutture e la corruzione dilaga (gli stipendi medi si aggirano sui 15 euro al mese e in due anni il dollaro, che valeva 23 poun-

ds locali, ora ne vale 150). I pochi che si ribellano hanno vita dura e nel paese vige una censura serrata. Molti sudsudanesi sono quindi espatriati, soprattutto verso l’America, o sono ritornati in Uganda. “Vivere in questo contesto non è semplice”, ammette padre Guido. I Comboniani tra il resto sperimentano da vicino ogni sommovimento, poiché hanno sede vicino al palazzo presidenziale, ma anche se “il panico in alcune situazioni c’è, alla fine non è devastante – spiega padre Guido - è un po’ nel sangue dei comboniani il vivere queste situazioni di frontiera rimanendo vicini alla gente”. Non lamentiamoci quindi dell’attuale situazione sociale ed economica in Europa e in Italia, ricorda concludendo Padre Oliana: “Tutto sommato qui nei secoli e negli ultimi decenni è stato fatto un gran cammino; c’è comunque una certa stabilità che funziona. A partire dalle cose più elementari, come l’elettricità che c’è sempre, che noi non abbiamo”.


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Alla cerimonia di consegna dei diplomi 2016 la Lection Magistralis dell’ex ministro

Profumo ai diplomati del Guetti: “State dalla parte delle opportunità” Dopo l’esibizione della banda di Istituto diretta da Sara Maganzini, il saluto della dirigente Viviana Sbardella che ha sottolineato come fosse importante la cerimonia della consegna dei diplomi, che chiude 5 anni di scuola, in cui si entra poco più che bambini e si esce adulti, e si decide della propria vita. Sono seguite le raccomandazioni della dirigente: non smettere mai di studiare, imparare a ponderare, a riflettere, sviluppare le capacità di giudizio. Non ci si deve accontentare, non bisogna cercare solo conferme delle proprie opinioni, ma aprirsi, ricercare, non temere di sbagliare, perché è dagli errori che si può migliorare. Infine, non avere paura, aprir-

di Chiara Garroni “Dovete stare dalla parte delle opportunità, continuare a formarvi sempre, per non esser tagliati fuori da un mondo che cambia e si innova continuamente”. Questo in sintesi il messaggio della lectio magistralis “La trasformazione del lavoro col digitale” che Francesco Profumo ha tenuto ai giovani diplomatisi al mondo , andare anche lontano per imparare, e poi tornare, e fare in modo che tutti possano giovarsi della vostra esperienza. Dopo la dirigente è intervenuta la studentessa Ilaria Maestri, 100 e lode alla maturità 2016 al Guetti, che ha detto di provare un po’ di nostalgia per quella che è stata non solo scuola, ma anche palestra di vita, in cui sono nate amicizie e si sono affrontati anni di studio e diversi progetti didat-

tici importanti. “Il Guetti ci ha insegnato, ma ora viene il bello - ha concluso Ilaria - perché dobbiamo scegliere chi vogliamo diventare, e come”. Il saluto e l’augurio dei genitori è stato portato da Stefano Brunelli, vicepresidente del Consiglio delle Istituzioni, quello della Cassa Rurale Adamello Brenta grazie alla quale si realizza l’annuario della scuola, dalla presidente Monia Bonenti. Quest’ultima ha ricordato il suo esame di maturità, quando le fu cambiata la materia da portare all’orale, che comunque andò bene grazie a due giorni di studio intensissimo, ed al conseguente senso di orgoglio che ne scaturì. Monia Bonenti ha invitato i ragazzi a credere in se stessi , ma anche ad essere umili, impegnarsi e faticare, apprezzando quanto fanno i genitori, gli insegnanti, e a tutto quello che offre la nostra valle. Il professor Profumo ha esordito dicendosi contento di essere in una scuola, laboratorio continuo di conoscenza, e poi è entrato subito nel vivo dell’argomento del-

si nel 2016 all’Istituto Guetti di Tione. Il presidente della Fondazione Bruno Kessler, ed ex Ministro della Pubblica Istruzione del governo Monti, è stato l’ospite d’onore della cerimonia dello scorso 6 maggio, nell’auditorium della scuola superiore tionese gremito di ex studenti, che hanno ricevuto il diploma. le nuove tecnologie digitali che hanno cambiato il mondo, in modo rapidissimo. Molto efficace la doppia foto a confronto, con piazza San Pietro nel 2005 e nel 2013, all’elezione del papa. Nella seconda una selva di cellulari che tutti assieme fissavano l’attimo in cui il papa neo eletto si affacciava sulla folla festante, annullando la distanza fra evento e comunicazione dell’evento. Steve Jobs ha innescato una rivoluzione: ora ci sono 2 miliar-

di e mezzo di smartphone in questo mondo globalizzato. Molto significative anche le 2 foto a confronto in una fabbrica di automobili: nella seconda ci sono solo robot. Questi eventi non solo sono rivoluzionari, ma rapidissimi, e noi dobbiamo saperli gestire, e non subire. Ci sono effetti negativi, nel mondo del lavoro soprattutto, ma nascono anche nuovi lavori, e si deve rapidamente adattarsi e cogliere le occasioni. Il modello di

business analogico è distrutto, ora avanzano altri fenomeni. Quattro esempi: Uber, che comunque andrà avanti, Airbnb per prenotare alberghi e viaggi, Tripadvisor per cercare i ristoranti, Amazon per acquistare online (ora il 2% del commercio in Italia, il 27% in Cina). Ci piaccia o no, non possiamo stare fuori da questo mondo, bisogna stare dalla parte delle opportunità. Sempre più formazione, ed innovazione. Al termine il professor Profumo e la dirigente Sbardella hanno distribuito i diplomi ai ragazzi delle 11 classi quinte diplomatesi nel luglio del 2016, in un clima di festa, commozione, e giustificato orgoglio.

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POSSIBILITÀ DI FINANZIAMENTO


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Attualità

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Sergio Rassega dopo il diploma, arriva, da privatista, alla laurea in filosofia di primo livello

Laurearsi in filosofia a 81 anni Dopo aver ottenuto come privatista (studi per via telematica) il diploma di quinta ginnasio all’Istituto Resigno di Rocca Piemonte, si iscrive all’Università “Niccolò Cusano” di Zagabria e sceglie filosofia. Lui che ha sempre avuto da fare con la legge di “Ohm”, o cose del genere, comincia a studiare, sempre per via telematica, i grandi filosofi della storia da Socrate, Democrito, Platone, Eraclito, Talete, Ari-stotele e perfino Sant’Agostino, lui che con la chiesa c’azzecca poco. Sergio Rassega nasce nel 1936 a Tione; dopo le medie continua gli studi al”Piamarta” di Brescia e il suo carattere irruente e birichino si manifesta subito, tanto che il Vescovo di allora, Giacinto

Valida la scritta che campeggia sul “Dos Trento” “Non esiste l’impossibile” anche se Sergio Rassega alpino non è. Alla fine di marzo 2017, quasi allo scoccare degli 81 anni Sergio ha discusso la tesi all’Università di Bologna e ha ottenuto il Diploma di LauTredici, presente ad un richiamo di un suo superiore, chiamandolo benevolmente vicino a sé predisse quello che sarebbe diventato Sergio: “uomo dal multiforme ingegno”, e questo Rassega lo ha ampiamente dimostrato nella sua vita. Finiti gli studi a Brescia, per migliorare la sua posizione lavorativa, frequenta un corso alla Siemens di Milano; sostenendo poi l’esame davanti ad una commissione statale e venendo integrato nella stessa come dipendente. Di quel diploma di perito elettrotecnico viene

Il Giornale delle Giudicarie

mensile di informazione e approfondimento Anno 15 n° 6 giugno 2017 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Caporedattore: Denise Rocca Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Aldo Gottardi, Denise Rocca Hanno collaborato: Gianni Ambrosini, Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Giacomo Bonazza, Francesco Brunelli, Alberto Carli, Umberto Fedrizzi, Chiara Garroni, Enrico Gasperi, Marco Maestri, Mariachiara Rizzonelli, Alessandro Togni, Alberta Voltolini, Ettore Zampiccoli, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3286821545) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 30 maggio 2017 da Sie Spa - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129

rea di primo livello L5 in Filosofia. L’uomo Sergio che nella sua vita, sia per lavoro che per passione, ha sempre avuto a che fare con l’elettronica, a 78 ha cominciato a coltivare una vecchia passione di gioventù: gli studi classici. a conoscenza solo nel 2015, quando aveva già sostenuto gli esami da privatista della quinta ginnasio. Lavora per due anni alla Siemens di Milano, poi rientra in Trentino, sostiene un altro esame e viene ammesso all’insegnamento nelle scuole professionali Enaip di Storo e di Tione. In quel periodo lavora alla Cartiera di Condino come libero professionista: costruendo collegamenti elettrici ausiliari e quadri, venendo poi assunto dalla stessa

come elettricista manutentore. Rimane alla Cartiera di Condino per 12 anni: ritorna nel mondo della scuola come ausiliario. Parallelamente coltiva tutte le sue passioni: musica, riprese video, CB; radio amatore, è appassionato di trasmissioni, quando nel 1977 nasce “GB1 Radio Broadcasting”, la prima radio privata delle Giudicarie, si butta a capofitto in questa avventura sia come deejay, diventando caposcuola per tanti giovani intraprendenti conduttori, che come tecnico. Determinante il suo lavoro per lo sviluppo della stessa, curando i vari ponti di trasferimento e le dirette: la prima delle quali nel “Ferragosto Storese” del 1977 dal piazzale delle scuole medie di Storo, diretta con l’Orchestra di Francesco Borghetti, con la conduzione di Gianpaolo Capelli al mixer. Una cosa impensabile per quei tempi per una radio privata. Chiedendo a Sergio per quale motivo ha voluto raggiungere questo traguardo, così risponde: “prima di tutto per una mia soddisfazione personale, poi per i miei figli Yuri e Walter, che sono pluri-laureati, e infine per i miei nipoti”. Bravo Sergio: “Ad maiora”. (G.C)


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Le olimpiadi invernali cinesi guardano agli esperti della Rendena Nell’accordo Madonna di Campiglio consulente ufficiale per progettare impianti e piste

L’accordo, siglato presso l’ambasciata italiana, impegna il Trentino a sviluppare una strutturata cooperazione con la Cina per lo scambio tecnologico, industriale e di trasferimento di know how, finalizzata alla progettazione, realizzazione e gestione delle opere previste nel sito di Yanqing e altri due ski resort di nuova costruzione. «Andiamo a Pechino – ha spiegato il governatore Rossi - per siglare un accordo con il ministro del commercio cinese che prevede che la località di Madonna di Campiglio possa diventare consulente ufficiale per la progettazione di piste e impianti di risalita e per l’organizzazione delle Olimpiadi invernali di Pechino 2022. Per il Governo ci sarà anche il premier Gentiloni perché questa collaborazione ha una rilevanza molto forte». La firma da parte della delegazione politica trentina è finalizzata ad aprire la strada

Una cornice prestigiosa come il summit One belt, on road di Pechino, con la partecipazione di 29 fra capi di stato e di governo, istituzioni multilaterali e imprese da tutto il mondo, e la presenza del presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni, accompagnato dal sottosegretario per il commercio internazionale e l’attrazione degli investimenti Ivan Scalfarotto: è in questo contesto che si è svolta la missione del presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi e del vicepresidente di a un incarico agli esperti trentini che dovrà però poi essere siglato in una fase successiva se si troverò l’intesa. Trentino sviluppo rappresenterà e coinvolgerà l’intera filiera delle tecnologie, delle imprese e e delle competenze trentine sugli sport invernali. Una partita di grandissimo interesse, in un paese che rappresenta un mercato in enorme espansione. Una “nuova Via della Seta” l’ha definita il primo ministro italiano Gentiloni alla vigilia della partenza per Pechino. La prospettiva di lavoro è focalizzata in particolare sulla

realizzazione e gestione di tre aree di sky-resort. “Consideriamo questa firma come un primo importante passaggio per valorizzare il Trentino tanto sul piano economico e tecnologico che su quello dell’attrazione dei nuovi turisti cinesi - sottolinea il presidente Rossi -. Va tenuto presente infatti che portare la nostra competenza alle Olimpiadi invernali del 2022 significa anche mostrare cosa il Trentino sia in grado di fare in questo ambito in un paese dove, solo nei prossimi 10 anni, sono previsti 12 milioni di nuovi sciatori, parte dei quali po-

Trentino sviluppo Fulvio Rigotti in Cina, finalizzata a firmare un importante accordo con Beijing Enterprise Group - colosso cinese con numerose società quotate in borsa attive in settori come edilizia, gas, energie rinnovabili e grandi opere - e Molin sport - rappresentante degli investitori pubblici per i Giochi Olimpici invernali Beijing 2022 e titolare del mandato a individuare partner competenti per la progettazione e pianificazione degli allestimenti e delle opere necessarie. tenziali turisti. Si tratta di una straordinaria opportunità, per noi, di lavorare con una delle aree più importanti al mondo

sia sul piano economico che geopolitico, come dimostra il successo del summit di Pechino”.

MeTe da leggere

Rubrica mensile a cura di viale Dante, Tione

Lavoro: la via dell’ autoimprenditorialità Il lavoro rappresenta sicuramente uno dei temi chiave con cui il mondo contemporaneo si trova a confrontarsi. Si parla di occupazione, di tassi di disoccupazione, di mobilità…e tutti cercano di trovare una ricetta che possa in qualche modo favorire l’occupazione ed il futuro lavorativo di tante persone. Il contesto contemporaneo è cambiato e non è più caratterizzato dalla crisi. Siamo entrati a tutti gli effetti in una nuova fase economica e sociale nella quale dobbiamo ritrovare nuovi equilibri, politiche e strumenti per gestire un contesto diverso da quello del decennio scorso. Il modello precedente, spesso caratterizzato dall'illusione della crescita infinita, ha sì permesso di raggiungere livelli buoni di ricchezza e di benessere economico ma ha portato con sé anche una serie di inefficienze e di sovrastrutture che oggi rappresentano delle “zavorre pesanti” da gestire. Enti che si ritrovano ad essere sovradimensionati nell'organico e nella retribuzione a fronte di livelli di produttività piuttosto bassi; un sistema produttivo pressato da un lato, dall'esigenza di ottimizzare la gestione delle risorse e dall'altro di aumentare la produttività. I settori tradizionali, che solitamente offrivano numerose

opportunità di lavoro, nel prossimo decennio non offriranno nessuna occasione di lavoro. L’ente pubblico dopo anni in cui ha offerto numerosi posti di lavoro si è trincerato dietro il blocco delle assunzioni e non c’è alcun indicatore di ripresa. Nel privato emerge in modo molto forte come alcuni settori tradizionali quali l’edilizia, la grande distribuzione e il credito non offriranno nei prossimi anni opportunità significative di lavoro. E allora? Quali altre prospettive di lavoro per il futuro? Il prossimo decennio, a parere di chi scrive, sarà caratterizzato da una crescita importante delle opportunità e di conseguenza delle esperienze di autoimprenditorialità. Ma cosa significa essere imprenditore di sé stesso? L’imprenditore è un cittadino che ha deciso (in forma individuale o di gruppo) di avviare un’attività produttiva investendo risorse proprie e assumendosi il rischio del buon esito dell’iniziativa. L’imprenditore è disponibile ad “investire del proprio” e ad “assumersi e gestire il rischio che ciò comporta”. Essere imprenditore oggi richiede livelli di professionalità sempre maggiore.

L’accordo siglato da Rossi e Rigotti con il chairman del Beijing Enterprise Group Qian Xu e il presidente di Molin Sport Yamo Yang, riconosce anche alla Trentino Sviluppo il ruolo di coordinatore e capo cordata delle competenze dell’Arco Alpino nel campo delle tecnologie e dell’industria collegata agli sport invernali e si impegna a redigere un documento tecnico volto a qualificare le principali aree di collaborazione e di coinvolgimento delle filiere d’imprese trentina e dell’arco alpino europeo in relazione a questo incarico. Una partita di grandissimo interesse, in un paese che rappresenta un mercato in enorme espansione e il boom cinese è testimoniato anche dalla doppia infilata di Olimpiadi – quelle del 2008 e ora anche quelle invernali del 2022 – che fanno di Pechino la prima sede di entrambe le rassegne a cinque cerchi. (R.G.)

di Luca Salvaterra Difficile immaginare un imprenditore privo, nel suo “bagaglio”, di adeguata professionalità e della disponibilità ad alimentarla continuamente (long life learning). Essere imprenditore è anche avere la capacità di relazionarsi con le persone e abilità nel tessere reti significative che permettano di intercettare le opportunità di lavoro. Infine, caratteristica fondamentale, è la responsabilità. Se questo è l’imprenditore ed il futuro sarà caratterizzato da autoimprenditorialità diventa fondamentale, per le nuove generazioni ma anche per chi sta cercando di riqualificarsi e rientrare in modo nuovo nel mercato del lavoro, lavorare sulle skills dell’imprenditore per riuscire a trovare un proprio spazio nel contesto socio-economico odierno. Nel fare ciò il singolo può anche avvalersi del sostengo di numerosi interventi di politica economica (in termini di finanziamenti, contributi, sgravi, …) a supporto della nuova imprenditorialità, diffusi sia a livello locale sia a livello nazionale. Le opportunità ci sono, e sono molte anche nelle nostre valli.

Quello che forse manca è la voglia di intraprendere una strada nuova che richiede di mettersi in gioco, di apprendere, di fare fatica alla ricerca di un futuro diverso dal presente. Le nostre valli però non hanno alternativa. Auspichiamo che il sistema produttivo locale cresca, ma non sarà mai in grado di supplire alla scomparsa di settori importanti che hanno trainato, in termini occupazionali, i decenni scorsi. La cultura dell’autoimprenditorialità deve crescere come deve crescere l’attenzione ed il sostegno di tutti (famiglie, opinione pubblica, istituzioni, banche) a coloro che, spesso con molta fatica e con qualche fallimento, cercano di trovare la loro strada attraverso l’esperienza imprenditoriale. E forse il tema dell’autoimprenditorialità, per svilupparsi, dovrà entrare in modo molto più forte anche nelle scuole, luogo privilegiato di formazione e di educazione delle giovani generazioni, attraverso il coinvolgimento con chi, in prima persona, vive l’esperienza dell’essere imprenditore.

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GIUGNO 2017 Energia sostenibile, recupero e sviluppo agricolo del territorio, abbellimento urbano

Il BIM del Chiese approva nuovi bandi periodo con interventi legati agli incentivi economici per le famiglie e la popolazione della Valle del Chiese”, sottolinea Severino Papaleoni, presidente del BIM del Chiese. “Abbiamo agito in continuità con il passato riprendendo in considerazione settori tradizionalmente curati dal BIM, ma le commissioni hanno cercato anche di aggiornare i nostri interventi e di riorientarli verso nuove opportunità ed esigenze, tenendo sempre ben presente l’obiettivo primario che ci proponiamo di raggiungere, ossia la promozione e il sostegno dello sviluppo del benessere della comunità del Chiese”. Casa, energia e territorio, quindi. I contributi relativi agli interventi per l’installazione di impianti di produzione di energia sostenibile e quelli per l’abbellimento urbano e la sicurezza sono pensati per fabbricati di tipo residenziale privato ubicati nel territorio dei Comuni del BIM del Chiese (Comuni di Sella Giudicarie per le frazioni di Bondo, Roncone e Lardaro; Valdaone, Pieve di Bono-Prezzo, Castel Con-

Importanti novità giungono dalle due recenti assemblee direttive del Consorzio dei Comuni del BIM del Chiese. Dopo il Regolamento per la concessione dei contributi e del patrocinio e il Regolamento e bando per gli incentivi allo studio (borse di studio e premi di studio) approvati nelle scorse settimane, infatti, sono ora stati deliberati tre nuovi regolamenti e i relativi dino, Borgo Chiese, Storo, Bondone e Ledro per la frazione di Tiarno di Sopra). In riferimento agli incentivi legati all’energia, saranno finanziabili impianti di solare termico, fotovoltaico e accumulo fotovoltaico, caldaie a condensazione e generatori di calore a biomassa, pompe di calore sia per la sola produzione di acqua calda sanitaria, sia nel caso di integrazione con impianto di riscaldamento ma anche impianti di ventilazione con recuperatore di calore e i distributori privati di metano per le autovetture. Per l’abbellimento e la sicurezza della casa, invece, sono contemplati lavori di scrostatura, intonacatura, tinteggiatura delle facciate esterne, la verniciatura di infissi, balconi e delle strutture lignee, la pulizia dei contorni in pietra di porte

e finestre; ancora, interventi di consolidamento e restauro di parti affrescate di rilevanza storico-artistica, ma anche la sostituzione dei serramenti esterni, di portoni e basculanti ivi compresi eventuali contorni, balconi, lattonerie, canali di gronda e scarico. Per quanto riguarda gli interventi su giardini e pertinenze, il bando si riferisce alle pavimentazioni e alla sistemazione di percorsi pedonali, formazione aiuole, recinzioni e cancelli, illuminazione, opere complementari e/o funzionali all’abbellimento del giardino e delle pertinenze, escluso l’acquisto di alberi e di fiori. Infine, per gli aspetti relativi alla sicurezza, i contributi potranno riguardare interventi di sostituzione o riqualificazione delle canne fumarie esistenti con

bandi, per la concessione di contributi per il sostegno di iniziative volte al recupero e allo sviluppo agricolo del territorio, all’abbellimento urbano e all’implementazione della sicurezza delle abitazioni, all’installazione di impianti di produzione di energia sostenibile. “Con queste recenti delibere a possiamo dire di aver concluso il quadro di ciò che intendevamo fare in questo primo canne fumarie certificate, l’installazione di dispositivi di sicurezza anticaduta su coperture (linee vita), ma anche l’installazione di impianti di allarme antifurto. L’obiettivo – come si evince dalla lunga serie di interventi ammessi a finanziamento – è quello di valorizzare l’immagine e gli aspetti architettonici attraverso il recupero del patrimonio edilizio esistente nei centri abitati, ma anche rendere più sicuri gli edifici sia dal punto di vista della prevenzione degli incendi che per la tutela delle persone e delle cose. Da ultimo il bando dedicato al territorio e all’agricoltura pensato per favorire e promuovere il recupero del territorio e l’attività rurale della Valle del Chiese contrastando, allo stesso tempo, un preoccupante fenomeno di degrado e

abbandono del nostro patrimonio ambientale e paesaggistico. In questo caso sono previste due diverse misure di finanziamento. Una per i soggetti privati (intesi come persone fisiche e associazioni di settore senza scopo di lucro); la seconda, invece, dedicata alle aziende iscritte nella Sezione II dell’archivio provinciale delle imprese agricole (il requisito dell’iscrizione deve sussistere al momento della presentazione della domanda). Sia per i privati che per le aziende sono previsti contributi per interventi di recupero e/o bonifica dei terreni finalizzati alla realizzazione di prato stabile, arativo, impianti di coltivazione e realizzazione degli stessi impianti di coltivazione; riservati a soggetti privati persone fisiche; Per i soli privati, invece, è previsto un intervento

a sostegno della realizzazione di progetti e iniziative di valorizzazione ambientale con finalità di sviluppo agricolo e rurale della Valle del Chiese particolarmente meritevoli. “Gli interventi messi in campo intendono promuovere forme di sviluppo e di valorizzare la Valle del Chiese perché diventi sempre più un territorio attento alla qualità della vita di chi vi abita, un territorio accogliente, attrattivo e interessante capace di aprirsi a nuove opportunità e di attrarre nuove economie di cui la valle ha bisogno, ponendo attenzione però al criterio della sostenibilità ambientale ed economica”, chiude il presidente Papaleoni. Chiunque fosse interessato a conoscere i dettagli dei bandi, le modalità per la presentazione delle domande e la scadenza delle stesse, potrà fare riferimento agli uffici del Consorzio dei Comuni del BIM del Chiese (0465 621048) oppure al sito http://www. bimchiese.tn.it.

I Comuni della Valle del Chiese, attraverso il Consorzio, mettono in condivisione le giuste risorse per lo sviluppo sociale, economico e culturale del nostro territorio attuato attraverso numerosi progetti: Sovracomunalità, Contributi, Piani di zonizzazione acustica, Certificazioni ambientali, P.R.I.C., P.A.E.S., Progetto Legno, Energie rinnovabili, E.S.C.O. BIM e Comuni del Chiese S.p.A., Centro Studi Judicaria, Consorzio Turistico ed Ecomuseo della Valle del Chiese, Case di riposo, Intervento 19, Fotovoltaici, Agricoltura, Filiera del legno, Piano giovani di zona, Borse di studio, Grest estivi, Sistema bibliotecario di valle, Lavagne LIM, Sport, SGM e Scuole materne.

CONTATTI: Via O. Baratieri, 11 - 38083 Borgo Chiese (TN) - tel. 0465/621048 - fax 0465/621720 segreteria@bimchiese.tn.it - bimchiese@bimchiese.tn.it - www.bimchiese.tn.it


Comunità delle Giudicarie

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Il nuovo piano sociale della Comunità delle Giudicarie

In questo processo che si concluderà entro l’anno in corso, sono coinvolti molti soggetti che rappresentano i comuni delle Giudicarie, i servizi sociali con il servizio edilizia abitativa e con il servizio istruzione della Comunità, i servizi sanitari della APSS, le cooperative sociali e di inserimento lavorativo, i servizi educativi e scolastici, le parti sociali, l’Agenzia del lavoro, le case di riposo, il credito cooperativo, il mondo profit, i Distretti famiglia, i Piani giovani senza dimenticare il modo del volontariato socio-sanitario e giovanile. Tutti questi soggetti formano il tavolo territoriale, al quale la legge provinciale in materia di welfare assegna compiti di consulenza e di collaborazione con gli uffici della Comunità, per arrivare entro il 2017 a delineare i contenuti e le azioni

Attraverso l’elaborazione del nuovo piano sociale, la Comunità è incaricata di delineare le priorità di intervento nelle politiche e nei servizi sociali dei prossimi quattro anni in Giudicarie. In un momento di grande mutamento e fragilità nella nostra società che si traduce in nuove situazioni di bisogno,

Il Comitato della Comunità delle Giudicarie

del Piano. Il percorso di pianificazione è stato avviato nel mese di febbraio 2017 con una prima riunione, aperta dall’assessore alle Politiche

sociali Michela Simoni, dove sono stati presentati i risultati delle azioni e dei progetti previsti dal precedente piano e le linee di indirizzo per quello nuovo.

approvare un nuovo piano sociale significa cercare di dare risposte adeguate ai bisogni emergenti delle famiglie e delle persone; significa anche verificare l’attuale sistema dei servizi sociali presenti sul nostro territorio per capire cosa c’è, cosa manca e cosa va rafforzato o rivisto. Lo scorso 22 maggio, presso la sede della Comunità, i componenti del tavolo territoriale, insieme ad altre persone coinvolte a vario titolo nei servizi di welfare locale, si sono ritrovati per un primo confronto sulle risorse e i servizi presenti sul territorio giudicariese. L’evento ha visto la partecipazione attiva di persone esperte nelle varie tematiche, che hanno presentato alcuni dati riguardanti ad esempio la situazione economica e occupazionale, il mondo della scuola e dei servizi educativi per bambini e ragazzi, l’edilizia abitativa pubblica e i servizi socio-assistenziali e sanitari. I

partecipanti, una quarantina di persone, hanno potuto portare la loro esperienza e il loro punto di vista riguardo ai quattro macro-temi trattati: l’educare, l’abitare, il lavorare e il prendersi cura. L’obiettivo di questo primo appuntamento è stato quello di costruire una base informativa comune, per poi capire quali sono i bisogni emergenti o prioritari a cui prestare attenzione e a cui dare risposta; l’incontro è stato anche un’occasione per favorire la conoscenza e il confronto tra i partecipanti, appartenenti a mondi diversi e in alcuni casi non direttamente collegati

all’ambito delle politiche sociali. Il prossimo passaggio di questo percorso prevede nelle giornate del 6 e 7 giugno alcuni laboratori dove, in gruppi di lavoro, si cercherà di individuare, per ogni area tematica, quali sono oggi le questioni e le problematiche sociali che richiedono una risposta prioritaria e quali sono le possibili azioni/progettualità concrete da mettere in campo. Nell’intento della Comunità di Valle, questo secondo piano dovrebbe fare leva su un ampio coinvolgimento della società civile in modo da garantire una partecipazione il più possibile allargata, favorire processi di integrazione e rete sul territorio e rafforzare l’alleanza tra i servizi pubblici e le risorse presenti nelle nostre comunità.

Intervento 19 – Lavori socialmente utili: la Comunità in aiuto dei lavoratori disoccupati Il progetto è gestito dalla Comunità delle Giudicarie in collaborazione con i Comuni di Sella Giudicarie, Borgo Làres, Tre Ville e Porte di Rendena – Attivato anche quest’anno il fondo straordinario per l’occupazione che interessa la maggior parte dei Comuni giudicariesi con l’assunzione complessivamente di quasi un centinaio di lavoratori Ad inizio aprile sono iniziati i lavori relativi all’Intervento 19 – “Progetti per l’accompagnamento all’occupabilità attraverso lavori socialmente utili” – per l’impiego di soggetti deboli in iniziative di utilità collettiva, in base ad un progetto attivato dalla Comunità delle Giudicarie in collaborazione dei Comuni di Sella Giudicarie, Borgo Làres, Tre Ville e Porte di Rendena, approvato in via preliminare da parte dell’Agenzia del Lavoro. Come precisato dall’Assessore al Lavoro della Comunità, Roberto Failoni, “si tratta di un impegno preso dalla Comunità di Valle con Comuni e Agenzia del Lavoro per salvaguardare i soggetti deboli, specie in un periodo delicato dal punto di vista socio-economico come l’attuale, in modo così di associare la necessità di dare prospettive lavorative a categorie sensibili con l’opportunità di realizzare opere di tipo ambientale qualificanti per il nostro territorio. Quest’anno, inoltre, è stato possibile aumentare di due settimane la durata del progetto, anticipando pertanto l’avvio dei lavori ad inizio aprile, cosa questa particolarmente apprezzata dai lavoratori”.

Soprattutto per alcune categorie, la crisi attuale continua a far emergere difficoltà a reinserirsi in un contesto lavorativo in cui la ricerca della competitività e della massima produttività diventa un fattore di sopravvivenza, in un mercato spietato che rende ancora più ostico l’inserimento di alcune fasce di popolazione. Crisi che si manifesta in tutta la sua entità specialmente per quanto riguarda il genere femminile e che trova riscontro anche nel numero degli iscritti alle liste dell’Intervento 19: dai 204 del 2012 si è giunti fino ai 442 del 2015, per poi attestarsi attorno ai 400 iscritti perché l’Agenzia del Lavoro ha apportato modifiche più “ristrettive” per l’inserimento nelle liste. Per l’anno in corso la Comunità delle Giudicarie ha affidato alla Cooperativa Lavoro, con sede in Borgo Làres, l’attuazione del progetto di intervento che prevede l’assunzione di 23 lavoratori disoccupati, per la durata di 7 mesi, da inizio aprile a fine ottobre, suddivisi in quattro squadre comunali impegnate nei Comuni sopra citati, per una spesa complessiva di circa 248.000 Euro (IVA inclusa),

coperta per il 70% dall’Agenzia del Lavoro e per la rimanente quota dai Comuni interessati. Attivato anche per quest’anno il fondo straordinario, che può contare su un budget di 350.000 Euro a carico del bilancio della Comunità, che ha consentito di assumere complessivamente una settantina di lavoratori nelle squadre gestite dai Comuni e dalle Apsp nell’ambito di tutto il territorio giudicariese. Hanno usufruito di questa opportunità “straordinaria”

i seguenti Comuni: Comano Terme con Bleggio Superiore: 7 operai; Comano Terme con Bleggio Superiore, Fiavé, Stenico, San Lorenzo Dorsino: 2 lavoratori per il progetto sociale; San Lorenzo Dorsino con Stenico: 5 operai; Sella Giudicarie per le frazioni di Roncone e Lardaro: 4 operai; Sella Giudicarie per le frazioni di Bondo e Breguzzo: 5 operai; Pieve di Bono-Prezzo: 1 operaio; Bondone: 4 operai; Storo: 13 operai; Borgo Chiese: 7 operai; Strembo con Bocenago e Caderzone: 4 operai; Spiazzo con Pelugo: 4 operai; Tione: 2 operai; Tre Ville: 2 operai; Porte di Rendena: 1 operaio; Apsp “P. Nicolini” di Pieve di Bono-Prezzo: 3 lavoratrici; Apsp “Rosa de Venti” di Borgo Chiese: 3 lavoratrici. “L’Intervento 19 – riferisce il Presidente della Comunità Giorgio Butterini – riguarda l’attuazione di progetti per lavori socialmente utili,

in considerazione del fatto che in tale ambito è possibile organizzare squadre di lavoratori in modo da permettere una positiva integrazione dei soggetti svantaggiati. Questo consente, in particolare, a Comuni e Comunità di occuparsi della manutenzione del verde pubblico e dell’arredo urbano che rappresenta il biglietto da visita per i nostri piccoli centri, anche in funzione della loro valorizzazione turistica. In tal modo viene data l’opportunità ai lavoratori di inserirsi, sia pure per un periodo ridotto, nel mondo del lavoro. Inoltre anche quest’anno, con l’intervento straordinario voluto dalla Comunità, si è cercato di dare un po’ di sollievo alle molte famiglie di lavoratori giudicariesi, per le quali la crisi di questi anni ha contribuito a minare la sicurezza occupazionale ed economica. Accanto ai lavori nel verde, non va dimenticato che sono stati attuati diversi progetti da parte delle Aziende per il servizio alla persona, anche con il finanziamento degli enti locali, che permettono tutta una serie di attività di animazione e di accompagnamento per migliorare la qualità della vita alle persone ospiti nelle Case di riposo”.


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Europa

GIUGNO 2017

Così l’ha definita Nicoletta Pirozzi, responsabile di ricerca dell’Area Europa dello IAI (Istituto Affari Internazionali), in Trentino per partecipare alla giornata dedicata all’Ue organizzata dal comune di Rovereto “Europa. Territorio per la Pace e Utopia necessaria”. Lady Pesc - ovvero colei che si occupa della Politica Estera e di Sicurezza Comune dell’Unione - dal 2014 è Federica Mogherini, prima di lei ci fu la britannica Lady Ashton dalla quale deriva il nomignolo di Lady Pesc. Il settore è stato la Cenerentola dell’Unione, almeno fino ad oggi quando potrebbe concretizzarsi in un elemento capace di tenere assieme un’Europa a rischio smantellamento. “In una situazione generale di mancanza di fiducia rispetto a cosa può fare l’Europa per i cittadini - ha spiegato Pirozzi - la domanda di sicurezza è rimasta molto alta come la percezione che proprio l’Europa sia il soggetto giusto per rispondere, è questo un elemento che può favorire una maggiore integrazione”. Istituita nel 1993 dal Trattato di Maastricht la Pesc è uscita rafforzata dal Trattato di Lisbona del 2007, che ha fornito all’UE la personalità giuridica per firmare trattati internazionali e un servizio diplomatico. Pesc significa anche lotta al terrorismo e sostegno in caso di calamità naturali:

E’ il ruolo dell’italiana Federica Mogherini

L’Europa al cospetto di Lady Pesc di Denise Rocca

Sono passati sessant’anni dalla firma dei Trattati di Roma, un anniversario dal sapore dolce amaro per l’Unione Europea che ha appena subito lo scossone Brexit, è chiamata a rispondere alla richiesta di sicurezza da parte dei suoi cittadini sul fronte del terrorismo globale, si trova ad affrontare la questione epocale dei flussi migratori che esiste infatti un meccanismo di aiuto immediato che costituisce un obbligo ad intervenire da parte di tutti gli stati membri dell’Ue a supporto dello stato colpito (vale anche per catastrofi naturali) sia con mezzi civili che militari. Può essere attivato in qualsiasi momento su richiesta dello stato: è questa la clausola alla quale ha fatto appello il presidente francese Hollande dopo gli attentati di Parigi del 2015. Clausola che non è stata attivata dal Bel Paese per il terremoto in centro Italia, invece, ritenendo “più opportuno attivare un’altra clausola che permette un aiuto finan-

“Non si può raccontare il nostro lavoro solo con i numeri. - ci dice Carlo Marchiori, comandante della Polizia locale delle Giudicarie - La maggior parte del tempo lo impieghiamo nel dare informazioni, rispondere alle richieste più varie, cercare di intervenire per far ragionare persone che si fanno dispetti, vicini di casa intolleranti, gente che mette in atto comportamenti poco civili, anche se non penalmente sanzionabili”. Ma poi un po’ di numeri ci vengono forniti, e ve li riportiamo, sapendo che sono solo la punta dell’iceberg di quanto viene fatto tutti i giorni dell’anno dal Corpo della Polizia locale delle Giudicarie. Da alcuni anni si lavora in forma associata tra i comuni della Busa di Tione (Tione di Trento, Tre Ville, compresa la frazione Palù Madonna di Campiglio, Borgo Lares), delle Giudicarie Esteriori (Comano Terme, Bleggio Superiore, Fiavè, San Lorenzo Dorsino, Stenico) e della Bassa Val Rendena (Porte di Rendena, Pelugo, Spiazzo, Caderzone Terme). Da quest’anno si aggiungerà anche il Comune di Bocenago: circa 19 mila residenti (metà di tutte le Giudicarie), 28 mila se si considerano i villeggianti. Oltre al comandante, ci sono 9 agenti, più il vicecomandante Paoli e due impiegate amministrative. Nel 2016 i giorni lavorativi sono stati 363, i turni 110 fino alle 22 o 24, 36 fino alle 2 o

ziario immediato” ha spiegato Pirozzi. Ora è stata stilata una nuova strategia internazionale in merito all’avanzamernto della Pesc che, diciamolo subito, non parla di

mai come oggi solcano il suo territorio. Eppure, proprio i nodi che ne minacciano l’esistenza potrebbero rivelarsi la “tempesta perfetta alla quale o si reagisce o si rischia di scomparire” per la nascita di una vera Politica di difesa europea, come auspicato agli albori dell’Unione dai padri fondatori.

quell’esercito europeo che i padri dell’Europa avevano in mente: “Questo non è un obiettivo percorribile al momento - conferma Nicoletta Pirozzi - ma quello che si sta

facendo è rafforzare la capacità di risposta dell’Ue garantendole delle forze militari fornite dagli stati membri che possano intervenire efficacemente e velocemente in caso di crisi internazionali. L’altra proposta è la creazione di un embrione di quartiere generale europeo permanente a Bruxelles che dovrebbe portare avanti missioni militari europee autonome”. Ad aiutare lo sviluppo della Pesc è l’idea di un’ “Europa a due velocità”, fino ad oggi auspicata più in tema economico. In termini tecnici si tratta della Clausola di Integrazione Differenziata, cioè andare avanti con

chi ci sta, detto brutalmente: concetto che è stato inserito anche nella dichiarazione di Roma del marzo scorso e prevede che un gruppo di stati membri possano, in alcuni settori specifici e la Pesc è uno di questi, unirsi su singoli obiettivi integrativi e perseguirli. Auspicata dalla tedesca Angela Merkel, appoggiata da Paolo Gentiloni che ha parlato di una “Schengen della difesa”, sostenuta da dichiarazioni analoghe di Francia e Spagna, la Pesc si fa più vicina. “Non escludo - ha detto Nicoletta Pirozzi - che il lancio di questo progetti di integrazione più profonda sulla difesa possa arrivare nei prossimi mesi se in Francia dovesse vincere Macron, il leader europeista. Lo sviluppo della Pesc è determinante per il futuro internazionale dell’Unione Europea”.

Sulle strade giudicariesi con la Polizia municipale Tante le liti e i problemi di convivenza fra vicini

4 di mattina, 5 quelli fino alle 6 di mattina. Nelle pattuglie di pronto intervento ci sono sempre almeno due agenti, e si collabora con le altre forze dell’odine. Sono ben 145 i chilometri di strade statali e provinciali controllate e da qualche tempo, assieme alla polizia locale della Val del Chiese, si utilizza il Targa System, strumento che rileva immediatamente se le auto sono assicurate, sottoposte a fermo giudiziario, o revisionate regolarmente. In un anno di lavoro, fino al dicembre 2016, sono state rilevate 61 auto prive di assicurazione, 58 circolavano anche se sottoposte a fermo giudiziario e tantissime quelle non revisionate. Gli interventi effettuati per incidenti in cui c’era almeno un ferito nell’anno 2016 sono stati 29. La maggior parte a Ponte Arche e Tione. I motivi dei sinistri sono stati la velocità eccessiva (11), la mancata precedenza (8), la guida in stato di ebbrezza (2), e sot-

to l’effetto di stupefacenti (1). Non si registrano punti particolarmente pericolosi nel territorio giudicariese. Le due criticità più rilevanti sono state risolte con la rotonda davanti alla Novurania a Tione, e con quella che si sta realizzando a Ponte Arche, in prossimità dell’incrocio vicino alla chiesa. Al numero telefonico 0465 343185, quello dell’ufficio tionese all’ultimo piano del municipio, sono arrivate

circa duemila chiamate nel 2016, solo in piccolissima parte per emergenze. L’orario di apertura al pubblico è dalle 9 alle 12 dal lunedì al venerdì, e fuori da questi orari avviene automaticamente il trasferimento di chiamata. Oltre al controllo delle strade sono molteplici le attività della polizia locale. Sempre nel 2016 sono stati effettuati 630 accertamenti anagrafici, 310 controlli ai mercati ed alle fiere, 90 verifiche di edi-

lizia abitativa ed urbanistica. Sono invece 55 le notizie di reato all’autorità giudiziaria (24 nei primi 4 mesi di quest’anno). Molto ampia anche l’attività educativa e di prevenzione. Cento le ore di educazione stradale nelle scuole, di ogni ordine, con specifici interventi mirati per l’ultimo anno delle superiori per la guida ai 18enni. Anche l’Università della terza età è stata coinvolta, con una interessante lezione su come ci si può difendere dalle truffe. Sottolineata la necessità di cercare di evitare di caderci, perché poi non solo è difficilissimo trovare il responsabile, ma è pressoché impossibile rivalersi su quest’ultimo, se individuato, per riottenere quanto sottratto. Oltre a non aprire mai la porta di casa a sconosciuti, è importante evitare sempre proposte di acquisti troppo convenienti, perché spesso si tratta di merce rubata. L’invito è di segnalare persone o veicoli

sospetti, ma anche le truffe ed i raggiri subiti, senza vergognarsi, perché ciò potrà almeno aiutare altri a proteggersi. All’avanguardia è la nostra polizia nel mondo di Internet: c’è un profilo Facebook, ed uno Twitter, rispettivamente seguiti da 1800 e 700 utenti. In Trentino solo altri due corpi di polizia locale possiedono un profilo Facebook, e sono quelle del Chiese e della val di Fassa, mentre per Twitter nel 2013 le Giudicarie sono state le prime a dotarsene, in Italia, dopo Ciampino. Vengono segnalati i tratti di strada ed i giorni in cui si effettua il controllo della velocità, e si danno informazioni su strade, normative ed utili suggerimenti. Per i servizi richiesti in occasione di gare sportive, o manifestazioni pubbliche in genere, c’è sempre la preziosa collaborazione dei volontari dei corpi dei Vigili del Fuoco. Chiara Garroni


Economia E’ corretto che gli albergatori se la prendano con i B&B quando è provato che questo settore rappresenta un volano di crescita ulteriore per il turismo di ogni località? Sono temi sui quali la società civile e la classe politica devono interrogarsi perché nonostante il settore sia percepito come il più ricco e importante, poi pochi conoscono il peso effettivo sull’intera economia provinciale e regionale. Leggendo i dati economici del prodotto interno lordo trentino sul sito (http:// www.statistica.provincia. tn.it) i dati ci mostrano come il valore aggiunto del settore alberghi e ristorazione ammonti a 1.087 mln di euro (dati 2015) pari al 6.4% del prodotto interno di tutto il Trentino. Per lo stesso settore, i dati della provincia di Bolzano parlano di un valore aggiunto di 1.943 mln di euro (dati 2013) pari all’11.4% dell’intero prodotto interno della provincia. In modo abbastanza evidente questi due dati ci mostrano, anche nel caso dell’economia altoatesina, come il settore turistico non sia affatto un settore primario ed eventualmente concorra in modo più allargato al valore aggiunto di altri settori come il commercio, i trasporti che complessivamente ammontano al 23.1% e al 25.9% delle due economie. Sono valori sensibilmente più bassi di quello che l’immaginario collettivo supponeva, soprattutto se raffrontati con il 22% per il trentino, e il 21% in provincia di Bolzano, del settore pubblico. Se la politica immagina il settore turistico come un settore da tassare, forse, prima di commettere ulteriori errori nel campo degli investimenti economici è meglio riflettere sulla

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Un turismo sotto l’assedio della politica di Marco Zulberti Le recenti proteste contro la tassa di soggiorno degli operatori turistici della Val Rendena, le discussioni sull’applicazione della tassa ai siti dei Bed&Breakfast, le critiche sulle nomine ai vertici delle varie APT e dei consorzi turistici, i dati sul fatturato degli impianti a fune saliti a 200 Mln di situazione effettiva delle due economie provinciali. Pensare di tassare qualsiasi attività che possa frenare, anche solo parzialmente, il settore turistico appare di fronte ai numeri e ai bilanci effettivi della spesa pubblica e al perdurare delle crisi finanziaria, un grave errore prospettico. Non ci si può più permettere di introdurre tassazioni o investimenti senza prima aver valutato l’effetto complessivo sui settori privati di ogni azione politica e amministrativa, in un momento come il mese di maggio che se un tempo, per il turismo di montagna, era un mese di bassa stagione e di consuntivi, oggi rappresenta invece il cuore di quella primaverile e l’anticamera di quella estiva. Oggi il turismo trentino non può più prescindere dalla programmazione anticipata degli eventi, dai comunicati stampa, dall’aggiornamento delle pagine internet con le immagini dei laghi, delle montagne, dei rifugi e dei sentieri. Non può più sottovalutare la rete delle prenotazioni

degli alberghi collegati in rete con le disponibilità e i prezzi delle camere e degli appartamenti, che devono essere aggiornati e pronti per essere ricercati, consultati e digitati dai milioni di turisti sia italiani che stranieri alla ricerca delle fresche località montane immerse nella natura dove passeranno le vacanze e i fine settimana estivi. In estinzione il turismo che prenotava tramite le agenzie di viaggi, oggi la massa si riversa su Google e sui siti specializzati dove però la concorrenza è spietata. Su Internet, infatti, non ci

euro, mostrano una situazione ricca di opportunità e energia, ma anche di contraddizioni che vanno attentamente analizzate.E’ corretto applicare nuove tasse ad un settore cruciale come quello del turismo? E’ giusto pensare di sottrarre redditività dove invece si dovrebbe investire?

sono solo i siti trentini e altoatesini, ma anche quelli della Val d’Aosta, della Svizzera, dell’Austria, della Baviera e oggi anche la Carinzia e la Slovenia. Il cliente italiano che vive nella canicola estiva della pianura padana non distingue se Madonna di Campiglio, la Val di Fiemme e Fassa o la Val di Sole e il Tonale sono trentine o altoatesine e pensa che si parli tedesco anche nel basso trentino. L’immagine esterna del Trentino rimane quella di un territorio che si trova comunque all’interno della regione

Alto Adige. Invece, non solo oggi il Trentino si è distaccato dall’Alto Adige, ma addirittura appare debole e frammentato al suo interno tra la rete delle Apt e quella dei Consorzi che fanno capo alle Pro loco, una situazione di debolezza che sul mercato del turismo globale dove ci si confronta con distretti come quello svizzero di St. Moritz o austriaco di Kitzbühel, determina una carenza che deve essere risolta a livello provinciale. Ecco perché la recente serie di critiche contro

le tasse di soggiorno impongono un’accelerazione nella programmazione economica del turismo trentino, che di fronte ad crisi industriale che sarà più evidente costringerà la nostra regione a sfruttare le sue incredibili bellezze naturali per creare un indotto che, partendo dall’agricoltura montana porti alla cura del territorio, dei paesi, dei boschi. Perfino la colorazione, conta e necessità di attenzione. In Alto Adige, ad esempio, hanno scelto una colorazione che richiama la montagna di un tempo con una gradazione che al massimo va dal grigio al bianco panna mentre in Trentino si è scelto di colorare liberamente i paesi, rompendone l’uniformità paesaggistica. Oltre ad una nuova sensibilità nel campo della tassazione e delle normative, per il turismo montano trentino sono necessarie quindi una più cosciente e profonda programmazione e organizzazione sul fronte della rete internet, e una rinnovata cura del paesaggio, simile a quella altoatesina, in modo da attirare quei milioni di turisti che vivendo nel caldo della pianura padana, molto spesso sfuggono dirigendosi in Svizzera e in Austria.


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Attualità

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Un nuovo statuto per la Federazione dei Vigili del Fuoco Dopo molte riflessioni, trovato l’accordo sulla nuova governance

Un passaggio molto importante per la Federazione che vede affermato, per la prima volta nella storia dell’istituzione, il ruolo primario dei Comandanti nell’elezione del Presidente, mentre in precedenza era indicato dal voto dei 13 ispettori distrettuali in veste di una sorta di “gradi elettori” elemento, questo, che aveva creato alcuni malumori nella base dei comandanti che richiedevano maggiore voce in capitolo. Una richiesta che si era fatta pressante negli ultimi anni, fino a sfociare, nell’assemblea del 1 luglio 2016 nella bocciatura della Relazione programmatica 2017 della Federazione, con conseguenti dimissioni dell’allora presidente, l’ingegner Alberto Flaim. Dall’altra parte dall’esterno è maturata la domanda di una regolamentazione dell’accesso alle cariche elettive della federazione, in particolare con attenzione al conferimento di incarichi pubblici per gli eletti; ecco allora che il Comitato guidato dall’ingegner Bertoldi (composto da tre Comandanti e tre Ispettori più Bertoldi) ha lavo-

D

opo consultazioni e riunioni con il gruppo di lavoro guidato dall’ingegner Roberto Bertoldi, l’Assemblea provinciale dei Comandanti dei Vigili del fuoco volontari, svoltasi il 2 maggio scorso al Centro congressi Interbren-

di ricomporre una situazione di stallo che investiva un’istituzione importante come la Federazione.

rato anche sul Codice deontologico (etico) che contiene le norme di comportamento del Vigile del fuoco volontario nel rapporto con l’Istituzione che rappresenta e con riguardo a possibili conflitti di interesse. Le nuove norme modificano inoltre le competenze del Consiglio direttivo che ora avrà il compito perlopiù di supportare il Presidente con l’espressione di pareri. E’ prevista poi, l’istituzione di

Elenco delle prestazioni Elettrocardiogramma Holter pressorio Holter cardiaco Misurazione pressione Autoanalisi del sangue (colesterolo, trigliceridi, glicemia) Autotest ricerca sangue occulto nelle feci

nero, ha approvato il nuovo statuto della Federazione con 141 sì, 57 contrari e 2 astenuti. Nel corso della serata disco verde anche per il codice etico, passato con 143 favorevoli, 46 contrari e 11 astensioni.

Autotest ricerca helicobacter pylori nelle feci Analisi della pelle e del capello Test intolleranze alimentari (recaller program) Intolleranza al lattosio Analisi acqua,olio,vino, terreno

un nuovo organo decisionale denominato “Comitato di presidenza” formato dal Presidente e da due Vicepresidenti dallo stesso nominati. Il Comitato assume in se tutte le competenze delle vecchia Giunta esecutiva e del Consiglio direttivo. Sono stati mesi di impegno e di mediazione, che hanno impegnato l’assessore provinciale alla Protezione civile Tiziano Mellarini, nel tentativo

Assessore, come giudica il risultato dell’assemblea del 2 maggio? Direi che si tratta del sunto di un lavoro di tessitura e di ricomposizione molto prezioso svolto dal team coordinato dall’ingegner Bertoldi con capacità e conoscenza delle tematiche legate all’ambiente dei Vigili del Fuoco. Poi c’è stato un altrettanto significativo impegno nella condivisione sul territorio del nuovo statuto, con tante serate nei vari distretti a confrontarci con la “base” dei Vigili del Fuoco volontari. Ci siamo attivati, nel pieno rispetto dell’autonomia del mondo dei Vigili del Fuoco volontari e del loro organismo di rappresentanza, per creare, attraverso il confronto ed il dialogo, le con-

dizioni acconce a riallacciare i rapporti per trovare insieme il migliore percorso per recuperare quella serenità e quello spirito di collaborazione che rappresentano pilastri importanti del mondo del volontariato pompieristico dai quali non è possibile prescindere Come è stato accolto il nuovo testo? Devo dire che nelle serate sul territorio ho sempre trovato tanti Vigili del Fuoco attenti e consapevoli dell’importanza del nuovo statuto. Anche se, lo devo sottolineare, in questi mesi di passaggi delicati per la Federazione, i Vigili del Fuoco volontari sul territorio hanno continuato la loro attività al servizio delle nostre comunità con immutato impegno e capacità. La Federazione è un organismo importante di rappresentanza dei corpi e di condivisione progettuale ma le sue vicende non hanno

riflessi sull’attività quotidiana dei 5.400 volontari e dei 1.200 allievi che ogni giorno si danno da fare sul territorio trentino. Cosa cambia ora per la Federazione? Come detto si tratta soprattutto di un cambio di governance, ossia dell’assetto amministrativo della Federazione, che risponde ad una esigenza – più volte esplicitata – da parte dei Comandanti di essere maggiormente coinvolti nella gestione dell’ente, una voglia di partecipazione che di certo possiamo giudicare positivamente. Allo stesso modo il Codice etico coglie un’esigenza di chiarezza e di trasparenza sui potenziali conflitti di interesse su incarichi pubblici da parte delle figure di governo del mondo dei Vigili del Fuoco volontari. Ora questo comparto ha dunque nuovi strumenti di autogoverno, con i quali progettare il futuro e la gestione quotidiana con senso di responsabilità per sostenere e rafforzare le attività sul territorio dei nostri Vigili del Fuoco volontari.

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Attualità

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Tecnologia e lingue, ma anche costanti rapporti con il mondo del lavoro

L’Upt di Tione fra professionalizzazione e lingue straniere Nonostante l’obiettivo comune dell’UPT, ogni sede si distingue con attività diverse. La sede di Tione, focalizzata sulla formazione professionale di accoglienza e promozione del territorio, propone le qualifiche di Operatore ai Servizi di Vendita (OSV) e Operatore dei Servizi d’Impresa (OSI), mentre i possibili diplomi da conseguire proseguendo il 4° anno sono Tecnico dei Servizi d’Impresa (TSI) e Tecnico Commerciale della Vendite (TCV). Con il 5° anno è possibile poi ottenere anche il “Diploma di Maturità nel settore dei Servizi Commerciali”, utile per poter accedere anche all’Università. Il Cfp-Upt di Tione, conciliando studio teorico e pratica, è riuscito ad accostare alle attività scolastiche progetti sia in Trentino che all’estero. I progetti didattici proposti, così come le attività improntate sull’uso dei media, della tecnologia e sul perfezionamento delle lingue straniere, anche quest’anno si

di Francesca Cristoforetti

Settant’anni di storia per l’Università Popolare Trentina. Fondata in Trentino subito dopo la tragedia della Seconda Guerra Mondiale con lo scopo di ricominciare a crescere culturalmente e professionalmente, l’UPT cominciò i primi corsi formativi nel 1946-1947 nella sede di Trento, per poi ampliarsi anche a Cles, Tione e Varone a partire dagli anni ‘60. Da allora la

sua crescita non si è mai fermata, sia a livello numerico, che come offerta formativa. Nel corso degli anni la Scuola per le Professioni per il Terziario è riuscita a rimanere al passo con i tempi, adattandosi alle nuove esigenze del mondo del lavoro, ma al contempo senza mai dimenticare la valorizzazione del proprio territorio d’origine.

sono rivelati utili da un punto di vista formativo e umano. Uno dei primi a cui ha aderito la scuola nel corrente anno accademico è stato il Progetto Legalità, organizzato il 16 dicembre 2016 dai Carabinieri di Riva del Garda sul tema del bullismo. Altro progetto altrettanto importante più da un punto di vista formativo, è stato quello co-finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto “Anticipare future professioni del turismo di Montagna utilizzando nuove didattiche e nuovi social network” per la promozione di una didattica più innovativa e tecnologica con lo scopo di salvaguardare il territorio montano e le

sue attività, in collaborazione con altri istituti professionali trentini. Per quanto riguarda le attività pratiche legate al mondo del lavoro, dal 30 settembre al 2 ottobre 2016 gli studenti hanno partecipato alla 17°

Edizione dell’Ecofiera di Montagna di Tione, 3 giornate organizzate dal Consorzio per il Turismo delle Giudicarie, in cui gli allievi hanno preso parte attivamente all’organizzazione dell’evento. Nel mese di maggio 2017

inoltre gli studenti hanno anche contribuito alla gestione della Fiera del Lavoro di Storo, un evento rivolto sia ad imprese di diversi settori che lavoratori. Ad aprile importante è stata anche la collaborazione al micro-evento “Saperi & Sapori” dove i ragazzi si sono messi in gioco in prima persona, promuovendo prodotti tipici locali. “La costante presenza dei ragazzi ad eventi di questo tipo è utile non soltanto per avere un riscontro esterno su ciò che si impara sui banchi di scuola – spiega il direttore Cfp-upt di Tione Claudio Nicolussi - ma è anche un buon modo per farsi conoscere”. L’Upt di Tione, accanto alla formazione professionale

pratica, ha inoltre incentivato la promozione delle conoscenze linguistiche e tecnologiche. Oltre alle certificazioni di lingua inglese e tedesca è stato infatti promosso il progetto Aisec, ovvero lezioni tenute da un neo laureato straniero, abilitato anche all’insegnamento di materie di sua competenza. In aggiunta ai viaggi d’istruzione, inoltre, a marzo l’UPT di Tione ha partecipato sempre attivamente alla Fiera Internazionale delle Imprese Simulate a Praga, conciliando pratica, capacità comunicative e conoscenze linguistiche. Si può quindi dire che il riscontro dei progetti sugli allievi è stato decisamente positivo: “La scuola – spiega Nicolussi - non deve essere autoreferenziale e il poter applicare le proprie conoscenze teoriche, ottenendo un riscontro dall’esterno e mettendosi in gioco, può rivelarsi soltanto una via utile per crescere sia a livello professionale che personale”.

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Attualità

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Una cosa estremamente seria e complessa. La Bandiera Blu è sinonimo di acqua pulita e pregiata: per rientrare nei rigidi parametri dell’assegnazione, le acque vengono costantemente monitorate e sottoposte a diversi controlli. I requisiti fondamentali sono l’assenza di condotti di acque reflue nei dintorni, spiagge prive di rifiuti e convenientemente arredate, un corretto accesso ai servizi, la possibilità di accedere a piste ciclabili, sentieri pedonali ed aree verdi. Il riconoscimento riveste una particolare importanza turistica che, se debitamente promossa e sfruttata, può di certo agevolare la presenza estiva nelle nostre zone. Ora toccherà alle amministrazioni comunali interessate l’esposizione di un’adeguata segnaletica per informare operatori e turisti della presenza della Bandiera Blu, così come dovrà essere maggiore l’attenzione alla pulizia delle spiagge e delle rive, il tutto verrà controllato periodicamente da una apposita Commissione. Nel 2017 il Trentino ha collezionato ben 10 “Bandiere Blu” da assegnare ai suoi migliori laghi. E’ stato confermato il lago di Caldonazzo, le rive del lago di Levico, il lago di Lavarone,il lago di Serraia e il lago delle Piazze di Bedollo. Le Giudicarie si sono fatte onore ed infatti per la prima volta il premio sarà dato anche al lago d’Idro, porto Camarelle, e al lago di Roncone. Il lago d’Idro, nella parte alta, nel comune di Bondone, entra finalmente nell’elite delle acque balneabili. Sono anni che il Comune è impegnato nella sua valorizzazione, messa sempre in dubbio dalla vulnerabilità delle acque, il livello quasi mai costante, dovendo fornire d’acqua gli agricoltori della pianura, e la provenienza da un grande fiume, il Chiese, traviato nel suo percorso, da grandi dighe e centrali. Comunque la co-

Sono 10 i laghi trentini che si fregiano del riconoscimento

Bandiera Blu a Roncone e Idro Per garantire la qualità delle acque nei laghi a vocazione turistica, per garantirne la balneabilità, la possibilità di tuffarsi e di goderle nel migliore modo possibile, evitando rischi di contaminazione e qualsiasi altro pericolo, da trent’anni la FEE (Foundation for Environmental Education) assegna il premio Bandiera Blu ai migliori bacini acquatici di oltre 49 Paesi della Comunità Europea. Severa e molto complessa la valutazione per l’assegnazione. Si tiene conto delle analisi sull’acqua condotte negli ultimi anni dalle Agenzie Provinciali in collaborazione con i Ministeri della Salute e dell’Ambiente e di altri 32 indicatori di valutazione. munità di Bondone ha saputo attrezzarsi di campeggi, aree camper, alberghi e ristoranti, noleggio barche e pesca organizzata. Quindi per il lago d’Idro una gran bella notizia: via libera ad ogni tipo di attività balneare, confortati da un ambiente spettacolare e dalla purezza dell’acqua a disposizione. Aspettarsi il premio Bandiera Blu anche per il lago di Roncone, non era per niente facile. La sua storia è piuttosto recente. Da secoli la zona del lago era stata in gran parte prosciugata per poter usufruire della terra particolarmente fertile. Agli inizi del secolo fino agli anni ‘70 i campi attorno al canneto erano ancora coltivati i cavoli capucci. Poi la zona fu via via abbandonata, ed il lago si trasformò in un canneto paludoso con qualche limitato specchio d’acqua che segnalava la potenzialità della zona e si comincia-

rono a studiare soluzioni al degrado sempre più palese. Fu durante l’amministrazione del sindaco Costantini che si riuscì a convincere la Provincia ad intervenire. La Provincia con un intervento di grande difficoltà, costoso e complesso, in pratica ha ridato al lago la sua forma originaria, bloccata nel suo

lavoro da un intervento del solito ecologista estraneo, che ha preteso che la parte a nord fosse risparmiata per poter costituire il solito biotopo. A lavori ultimati il lago si presentò molto bello, con la sua tipicità di laghetto alpino, sempre più apprezzato dalla comunità e dai turisti. Poi con l’Am-

ministrazione del sindaco Amistadi si concordarono con la Provincia alcuni lavori d’arredo. Innanzi tutto si pretese il controllo e la pulizia costante delle acque da parte della Provincia, per ottenerne la balneabilità che fu concessa dopo pochi anni, poi si iniziò con l’arredo della zona: la stradina circumlacuale, la spiaggia curata, le banchise in legno ed un parco giochi attrezzato di tutto punto(oggi un po’ tutto da aggiornare). Poi si cercò di recuperare il vecchio Bersaglio, per fornire ai turisti un luogo di ritrovo per la serenità del soggiorno e si progettò la pista ciclabile per unire i tre paesi confinanti non ancora fusi. Opere progettate e finanziate dal Bim con il presidente Amistadi e poi in seguito realizzate. A metà degli anni novanta il lago diventò un luogo d’attrazione invidiato da tutta la valle, e l’apoteosi

si ebbe con la prima “zatterata” sul lago, che davvero raccolse sulle rive, un gran moltitudine di persone da ogni zona della valle e turisti pieni d’entusiasmo e di apprezzamento per il lavoro fatto. Da allora il lago è sempre stato al centro delle attenzioni delle amministrazioni comunali che si sono succedute e che hanno portato, dopo una lunga serie di test brillantemente superati dall’attuale Amministrazione, all’ambito premio per la prima volta assegnato a Roncone. Ora tocca ai Ronconesi non farselo scappare. Purtroppo in quest’ultimo anno c’è in ballo un problema non da poco che potrebbe farci abbassare la bandiera in poco tempo. Per tutta l’estate scorsa, le acque del lago sono calate spaventosamente di livello. La causa, ormai accertata, è dovuta alla siccità dell’inverno precedente. Così com’è avvenuto per quasi tutti i laghi trentini. Quest’anno sembra tornata la serenità. La acque della primavera sembrano aver aggiustato le cose. Ma è certo che si dovrà intervenire e garantire al lago un flusso d’acqua costante per evitare annate come quella appena trascorsa. Ci stanno pensando, la cosa non è facile, speriamo che concludano quanto prima. G.V.

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Attualità

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La donazione al comune del centro Italia dalle Associazioni di volontari del trasporto infermi di Pinzolo Alta Rendena e di Castel Tesino

Una casa per Visso La casetta, di sessanta metri quadri – cucina, un piccolo soggiorno, due camere da letto e i servizi -, costata 60mila euro, è stata installata nella frazione di Aschio del comune di Visso per una famiglia di allevatori locali. Una sessantina i volontari dell’associazione di Pinzolo, una settantina quelli di Castel Tesino: con i fondi delle due realtà raccolti nel corso dell’anno, si sono po-

L’Associazione trasporto infermi di Pinzolo, con i colleghi di Castel Tesino, ha donato una casa al comune di Visso, in provincia di Macerata nelle Marche, pesantemente colpito dal terremoto in Centro Italia. “L’idea – spiega il presidente Tiziano Bonenti – ci è venuta quando c’è stata la scossa tuti coprire i costi per l’abitazione che, dopo l’incontro dei volontari con l’amministrazione di Visso nel mese di gennaio per valutare la situazione, proporre il progetto e capire lo stato delle

cose, è stata trasportata ad Aschio dalla ditta il primo febbraio scorso. Il tempo per la ditta di montarla e di organizzare un’inaugurazione e la benedizione del parroco locale, e Il 6 maggio c’è sta-

La prima assemblea diAgire Il movimento di Claudio Cia muove i primi passi ufficiali C’è una piccola novità nel panorama politico provinciale: il movimento “Agire”, fondato dal consigliere provinciale Claudia Cia, ha tenuto la sua prima assemblea. Il movimento si colloca senza ma e senza se nell’area del centro destra ed il fatto che si sia svolta un’assemblea democratica per la nomina del gruppo dirigente è già una novità, anche perché in quest’area c’è una certa allergia ai confronti fra gli iscritti (vedi ad esempio i meccanismi di Forza Italia dove le assemblee elettive sono merce rara). Il secondo aspetto è di carattere organizzativo: in poco più di un anno questo Movimento ha saputo radicarsi sul territorio in modo inaspettato. Ha un forte seguito tra i giovani e in tutte le zone del Trentino è presente con tanto di delegati e responsabili a vari livelli. Il terzo aspetto è la chiarezza degli obiettivi: onestà e moralità nella politica, trasparenza e meritocrazia nello studio e nel lavoro, necessità di politiche innovative per aprire prospettive di lavoro ai giovani, forte sostegno di politiche di welfare e appoggio pieno alla famiglia tradizionale,

di terremoto del 27 ottobre scorso. Per un ventennio una famiglia di Visso ha passato le vacanze in un albergo di Pinzolo e memori di questo abbiamo pensato che potevamo aiutare quel paese donando una casa”. A realizzare la struttura la Ille Bonafini di Pieve di Bono. ta la consegna ufficiale delle chiavi. Ad Aschio, frazione di Visso, dopo le scosse di terremoto dello scorso anno, sono ancora molte le famiglie che si trovano in condizioni di vita precarie: tra di loro molti allevatori che con il terremoto hanno perso ogni cosa. La famiglia terremotata grazie al modulo abitativo portato dai volontari trentini ha potuto lasciare l’alloggio di fortuna in cui si trovava e poter restare vicino e accudire gli animali, alloggiati nella stalla meno danneggiata della vicina abitazione. “Con la consegna delle chiavi di questo modulo abitativo – ha saluto i presenti il presidente del Trasporto Infermi di Pinzolo Tiziano Bonenti - siamo finalmente e felicemente

giunti all’atto conclusivo dell’impegno che ci eravamo assunti: rendere concreto e tangibile lo spirito di solidarietà che identifica il nostro e tutti i volontariati. Ci siamo sentiti vicini alle sofferenze e ai disagi degli

abitanti di questi luoghi/Visso non solo perché appartenenti ad un’Associazione di soccorso, ma anche perché condividiamo le stesse radici di gente della montagna, che ha vissuto in tempi non lontani il timore e spesso la realtà di un ambiente non sempre propizio. E’ anche in quest’ottica che esprimiamo l’augurio che la nuova casa sia un aiuto ed un incentivo nel lavoro dei nuovi proprietari”. (D.R.)

difesa dell’Autonomia, politiche nuove anche per l’immigrazione (immigrazione controllata). Un’altra novità: all’interno del movimento è stato costituito il gruppo “Trentini dal mondo”, un network che si prefigge di creare collegamenti e rapporti di collaborazione e confronto con i giovani trentini che, per ragioni varie ma soprattutto di lavoro, sono stati costretti o hanno scelto di cercare lavoro all’estero. Per la cronaca, coordinatore provinciale del Movimento Agire è stato eletto Claudio Cia. (E.Z)

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Porto Franco

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Su questa insensata proposta – e poi diremo perché insensata – le minoranze hanno fatto muro. Qualche consigliere della maggioranza ha fatto capire che non gliene importava più di tanto e quindi, dopo aver perso qualche giornata nei lavori del consiglio, il disegno di legge, che portava, tra le altre, le firme della consigliera del Pd Lucia Maestri, e dell’ex pipitino/ora Forza Italia Giacomo Bezzi, è finito al macero. Deo gratias. Naturalmente sono seguiti pianti e lai perché questi consiglieri di minoranza, brutti e cattivi, non hanno lasciato passare un provvedimento che avrebbe aperto le porte alla democrazia e – finalmente – valorizzato le donne. Si è detto, tra l’altro, che altre regioni italiani hanno già introdotto questa regola. Argomento insulso: non è che il provvedimento abbia una sua validità intrinseca solo perché altre regioni lo praticano. Ci possono essere o no Regioni che sbagliano? E poi che noi, Provincia autonoma, dobbiamo andare a prender lezioni da altre Regioni? Si è detto ancora: ma come la maggioranza non può far passare i propri programmi e le proprie leggi? Non può se non ha i numeri e la capacità e comunque non è detto – e la storia lo dimostra ampiamente – che le ragioni della maggioranza siano sempre giuste. In nome delle maggioranze spesso si è fatto strame della democrazia. E veniamo proprio a questo punto. La proposta Maestri/Bezzi poteva essere un contributo alla crescita della democrazia? Se per democrazia intendiamo la possibilità e la facoltà del cittadino/elettore di esprimere una propria convinzione o una propria scelta, diciamo che proprio non ci siamo. Ci spieghino i sapienti perché io cittadino nell’urna dovrei essere obbligato ad assegnare una preferenza ad un maschio e rispettivamente ad una donna. E se io volessi dare la preferenza a due donne, che ritengo più valide dei maschi, perché non potrei farlo? O viceversa? Questa catalogazione elettorale di fatto rappresenta un vulnus alla libera volontà del cittadino ed introduce un pericoloso precedente. Perché su questa scia non introduciamo allora l’obbligo di votare un candidato under 35 o uno over 60 (si parla tanto di quote rosa, perché non parliamo di quote giovanili o anziani). E in un domani, visto che siamo in una società aperta e senza pregiudizi, perché non introdurre l’obbligo di prevedere più preferenze in modo da co-

Il caso della doppia preferenza di genere

La democrazia? Meglio se pilotata di Ettore Zampiccoli C’è stato un gran parlare nei giorni scorsi sul disegno di legge che voleva introdurre anche il Trentino la “doppia preferenza di genere “nelle prossime elezioni provinciali. La proposta di legge prevedeva alcuni passaggi utili per garantire una maggior presenza nelle liste (e nel Consiglio) delle donne, come l’obbligo per i partiti di presentare liste col 50 per cento di candidati maschi e 50 per cento candidate donne. Fin qui tutto ok e comprensibile. Poi la proposta introduceva

un altro obbligo assai discutibile a proposito delle preferenze riservate all’elettore. La legge elettorale in vigore oggi in provincia di Trento prevede la possibilità di esprimere fino a tre preferenze (maschi o femmine che siano). Col disegno di legge proposto le preferenze sarebbero state ridotte a due ed obbligatoriamente l’elettore avrebbe dovuto esprimere un candidato uomo e uno donna, pena l’annullamento della seconda preferenza. stringere l’elettore a votare un candidato di un certo orientamento sessale piuttosto che un altro o di una determinata religione? La mia è una provocazione, ovvio, ma serve per sottolineare un concetto di democrazia che è diverso fa quello teleguidato dal Pd e dai compagni di strada. Almeno nell’urna non ci sia l’obbligo di dover seguire i diktat dei partiti, già asfissianti per se stessi. Noi rimaniamo dell’idea che l’elettore abbia

testa e ragionamenti sufficienti per decidere chi val la pena votare. Se ci sarà una candidata valida e capace state tranquilli che l’elettore la vota senza che sia la supervisione della Maestri e di Bezzi a doverlo decidere. L’essersi opposti a questa limitazione della libertà di scelta non è un essere contro il genere femminile, che merita tutto lo spazio politico necessario, ma contro le manovre di quei partiti che vogliono, ad ogni passo, introdurre un concetto di “libertà condizionata” per gli elettori, quasi che questi fossero dei bischeri da condurre per mano anche dentro la cabina elettorale, che è l’unico posto e occasione nella quale finalmente il cittadino dovrebbe sentirsi libero.

Giornale delle Giudicarie, distribuito dalla Cooperativa Lavoro

monfredini

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Da circa un anno Poste Italiane ha sospeso la distribuzione tramite Postazone, la tariffa per la spedizione di posta non indirizzata con la quale veniva recapitato, fra gli altri, anche il Giornale delle Giudicarie in tutte le utenze del nostro territorio. Si tratta di un provvedimento che ha creato non pochi problemi per una realtà come la nostra, che basa proprio sulla capillarità e sulla copertura delle Giudicarie, uno dei motivi del suo successo, che dura da 12 anni. Questo non significa certo che il Giornale delle Giudicarie abdichi dal proprio ruolo di informazione locale porta a porta. Come avrete avuto già modo di apprezzare, cambiano, invece, le modalità di spedizione, che sono state affidate ad una cooperativa locale e che avranno comunque bisogno di un po’ di tempo per essere completamente rodate. In ogni caso il Giornale delle Giudicarie continuerà ad essere distribuito in 16.500 a tutte le utenze giudicariesi. Da gennaio dello scorso anno il Giornale delle Giudicarie viene distribuito dalla Cooperativa sociale Lavoro, con sede in località Copera a Zuclo. Per segnalare critiche, suggerimenti, disguidi nella spedizione è possibile chiamare il numero della cooperativa: 0465-326420 oppure quello del Giornale delle Giudicarie, 0465322934, oppure via mail all’indirizzo: redazionegdg@yahoo.it.


Attualità

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Sivrè in festa

Al via la Sagra di San Vigilio polazione della borgata di Tione ma delle Valli Giudicarie nel loro complesso. Nelle primissime edizioni e fino agli anni ’90 la sagra veniva festeggiata nella solo giornata del 26 giugno, festa di San Vigilio, mentre successivamente si è cercato di allargare a più giornate l’evento per ravvivare la frazione con l’inserimento di momenti culturali, ricreativi e culinari. La cucina, è il vero punto di forza della manifestazione tionese, con menù molto curati per soddisfare il palato. Da non dimenticare che il tutto viene servito direttamente ai tavoli e questo è un valore aggiunto reso possibile grazie all’impegno di tanti volontari, grandi e piccini. Si parte sabato 24 giugno al Teatro Tenda di Tione: alle 17 apre la festa con servizio bar e intrattenimento musicale, seguirà a partire dalle 18 l’ormai

T

orna a Tione , come ogni anno, dal 24 al 26 giugno la sagra di San Vigilio, che per tre giorni anima la frazione di Sivrè su iniziativa del “ Comitato San Vigilio”. Il Comitato, tradizionale “cena tirolese” con galletto alla brace e patatine, a seguire serata de-dicata ai giovani con musica con Dj. Domenica torna la gara podistica non competitiva per le vie del paese “2° Memorial Renzo Parisi e Paolo Armani”, con la collaborazione tecnica dell’Atletica Tione. Le iscrizioni aprono alle 8.15, in piazza C.Battisti. Accompa-

gnati dalla Banda Sociale di Tione, gli atleti sfileranno lungo il viale per raggiungere piazza Sivrè dove alle 10 partirà la competizione. Lo svolgimento della gara sarà su circuito cittadino con distanze diverse a seconda delle categorie e a tutti i partecipanti sarà offerto da parte del Comitato San Vigilio il pranzo e un premio.

presieduto da Giuseppe Salvaterra, ha come scopo fondante quello di mantenere la tradizione di una festa che da anni riveste un importante momento per l’aggregazione non solo della poAlle 17, in collaborazione con il gruppo Anastasia ci sarà la possibilità di visitare con una guida la chiesetta di San Vigilio in località Vat (ritrovo direttamente in loco). Sempre alle 17 partirà anche “la pizza in piaz-

za” , in collabo-razione con il ristorante-pizzeria “La Contea” di Borgo Lares: si sforneranno deliziose pizze con forno a legna per tutti. A seguire intrattenimento musicale. Lunedì 26 giugno al mattino ci

Comune di Tione

sarà la celebrazione della Santa Messa nella Chiesetta di San Vigilio e un buffet a seguire per un momento conviviale. Alle 17 apre il Teatro Tenda con servizio bar e cucina e, a grande richiesta, si ripropone la cena tipica a base di “polenta e cinghiale”, mentre ad al-lietare i partecipanti arriverà l’orchestra Paola Battista & Marvi Music Group.


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Salute

GIUGNO 2017 Salk e Sabin, i due vaccini per la polio nella Guerra Fredda

Una riflessione sulle vaccinazioni La smentita della correlazione fra vaccini e autismo teorizzata da Wakefield

Il mio compagno di banco mi chiese con un po’ di apprensione l’hai mangiato ? No, gli risposi, l’ho succhiato. Mah speriamo bene, fu la risposta. A distanza di tanti anni il ricordo è ancora vivido, come pure l’immagine della sorella di una mia amica, che anni prima dopo una febbre di qualche giorno cominciò a trascinare la gamba sinistra perché s’era ammalata di poliomelite. Ed è a tutti nota l’evoluzione e le scelte nel tempo fra il vaccino del dr. Sabin e quello del dr. Salk. Gli stati Uniti optarono per il vaccino Salk, che veniva somministrato tramite iniezione. Qualcuno giustificò la scelta col fatto che Salk era statunitense e Sabin polacco. I paesi dell’Est, Unione Sovietica in testa, fecero la scelta del vaccino Sabin. Non vi fu mai nessuna polemica fra i due scienziati. Nei primi anni Sessanta furono vaccinati milioni di bambini dei paesi dell’est. Il vaccino Sabin si dimostrò facile da somministrare, privo di effetti collaterali e assolutamente efficace. In Italia la vaccinazione contro la polio divenne obbligatoria nel 1963. Forse non tutti sanno che il dr. Sabin non brevettò mai la sua scoperta, né ricevette il premio Nobel, ma in vita “si giustificò” dicendo che il suo era un “regalo a tutti i bambini del mondo”. Un altro ricordo mi assale, più pregnante, più vivido, più sconvolgente e più intimo: quello di mio fratello Filippo. Aveva diciotto mesi e una sera morì di croup difterico. Sul comò della camera da letto dei miei c’è una sua foto, da sempre e sempre allo stesso posto. Mia madre mi ha sempre definito figlio “desiderato” visto che ero nato subito dopo a sostituire l’affetto perduto in modo così tragico. Io credo che la prima considerazione che sorge spontanea se ci ferma a riflettere sull’importanza dei vaccini è che “soffrono della loro grandezza “. Grazie allo studio, alla cooperazione, al sacrificio di uomini e donne di intelligenza e di levatura morale superiore, che hanno dedicato la loro vita alla

Gianni Ambrosini - oncologo

Un giorno di tanti anni fa, quando ancora si portavano i pantaloni corti e al papà si dava del lei, il professore di italiano ci disse di stare a digiuno per il mattino seguente, saremmo andati nell’ambulatorio del medico per la vaccinazione . E così fu. Ci mettemmo in fila per due e dopo un tragitto non molto lungo fummo ricevuti da una bella

signora bruna, l’infermiera, che uno alla volta ci fece entrare nell’ambulatorio. Ricordo ancora la scena : aprimmo la bocca un po’ fra lo stupito e il preoccupato e sulla lingua ci poggiò una zolletta di zucchero con sopra due gocce di un liquido giallo. Era la vaccinazione per la poliomelite. La vaccinazione del dr. Albert Sabin.

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scienza, abbiamo risolto problemi di salute che affliggevano da sempre il genere umano. La seconda considerazione è sul come molte volte le “notizie false” influenzano l’opinione pubblica causando prese di posizione, atteggiamenti e decisioni che generano grave e immotivato allarmismo. Mi riferisco alla presunta correlazione fra vaccinazioni e autismo che ha portato ad un crollo della fiducia nelle vaccinazioni dopo la pubblicazione su Lancet nel 1998 di un studio del dr. A. Wakefield che correlava l’autismo con il vaccino trivalente MMR (morbillo, parotite, rosolia). Studi successivi, indagini di ogni tipo e ben diciannove ricerche epidemiologiche hanno escluso ogni correlazione e nel 2004 un giornalista inglese del Sunday Times, B. Deer, ha perfino dimostrato conflitti di interesse: Wakefield aveva brevettato un suo vaccino per il morbillo. Conclusione: si è arrivati alla radiazione e i suoi colleghi, che avevano lavorato con lui, si sono tutti dissociati dalle conclusioni dello studio. La terza considerazione è su quel fenomeno statistico denominato “effetto gregge”. E’ quella protezione che una popolazione che ha sviluppato immunità (che si è vaccinata) contro un malattia offre anche a quella parte di popolazione che non è immune (perché non si è vaccinata). E’ intuitivo che maggiore è la popolazione vaccinata minore è la possibilità di ammalarsi perché l’agente infettante non trova ospiti da infettare e far ammalare. Il limite significativo è il 95%: se si scende sotto questo limite l’efficacia complessiva della vaccinazione diminuisce e aumenta il rischio di ammalarsi. Non entro nel merito delle responsabilità, ma si capisce facilmente che l’immunità di gruppo offre

vantaggi a chi si vaccina, a chi per qualche motivo non sviluppa delle difese ottimali e anche a chi per qualche motivo non può vaccinarsi. Immaginate cento persone pacifiche che devono difendersi da un gruppo numeroso e armato di trenta aggressori (non ce la fanno!); ma se gli aggressori sono solo cinque le cose cambiano. Come ultima riflessione: esiste la verità della scienza? E ancora. sappiamo comunicarla? Credo che la scienza non possa fornire delle verità assolute, e mi spiego: la scienza arriva a darci un certo grado di certezza che quantifichiamo con dei numeri, con delle percentuali ma non potrà mai darci delle risposte assolute. Se assumo degli antibiotici perché ho un infezione polmonare in quanti giorni guarirò? Guarirò senza che mi venga la diarrea perché ho modificato il microbiota del mio intestino ? E la febbre mi passa subito o dopo qualche giorno ? E potrei continuare con tante altre domande. E così parlando di vaccini possiamo affidarci agli esperti, e non fare il medico di noi stessi, e farci spiegare tutte le verità e i rischi che sono noti e conosciuti. Ma la decisione con tutti i dati a disposizione resta sempre condivisibile, soggettiva e in certi casi obbligata. Prendo ulteriori spunti dal New York Times, dall’editoriale intitolato populismo, politica e morbillo pubblicato il 2 maggio scorso: ” […] una grave epidemia di morbillo in Italia e in altri paesi europei potrebbe essere il risultato di un calo delle vaccinazioni favorito da affermazioni totalmente errate sui pericoli che comporta vaccinarsi. I vaccini sono uno dei più grandi successi della medicina, una difesa facile e sicura contro malattie come il morbillo, la polio, il vaiolo, la pertosse e il cancro al collo dell’utero […] Per chi è scettico nei confronti dei vaccini l’epidemia di morbillo dovrebbe suonare come un campanello d’allarme”.


Attualità Madonna di Campiglio prova a cambiare passo in direzione di una montagna da vivere 365 giorni all’anno. La logica di questa iniziativa è di arrivare ad avere, a rotazione, un impianto sempre in funzione. Così, i turisti pendolari che nei fine settimana arrivano a Campiglio per visitarne i punti di interesse quali il centro, piazza Righi e lo stadio dello sci dove si svolge lo slalom di Coppa del Mondo, potranno anche salire in quota e apprezzare gli spettacolari panorami sui paesaggi del Parco Naturale Adamello Brenta. Ad essere attivata il primo giugno, facilitando l’accesso degli escursionisti al versante dell’Adamello Presanella dove si trovano numerosi suggestivi sentieri, sarà la telecabina Pradalago con la contemporanea apertura del rifugio Pradalago 2100. Si potrà così godere della bellezza della fioritura primaverile, di passeggiate attraverso i pascoli alpini con vista spettacolare sulle Dolomiti Patrimonio dell’Umanità e di escursioni alla scoperta degli incantevoli laghetti alpini come il lago delle Malghette e il lago di Nambino. I più esperti potranno invece affrontare il famoso giro dei 5 Laghi. La novità si inserisce in un più ampio progetto strategico che vede, nell’estate 2017, il potenziamento dell’offerta trekking con la mappatura di nuovi percorsi, la realizzazione di nuove cartine al servizio del turista, la disponibilità, in ogni momento, di trovare su campigliodolomiti.it e l’applicazione outdoo-

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A Madonna di Campiglio l’estate inizia il primo giugno

Val Rendena, impianti aperti tutto l’anno Il progetto è sostenuto dall’Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena e Funivie Campiglio

Novità in arrivo, a Madonna di Campiglio, per le settimane tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate. Le funivie entreranno in funzione già il primo giugno e chiuderanno ad autunno inoltrato, il

ractive le tracce gps dei più bei sentieri tra Dolomiti di Brenta e Adamello Presanella. Parallelamente, arriva a compimento un ulteriore sviluppo del prodotto mountain bike declinato nell’insieme di tracciati, servizi e opportunità promosso sotto il nome di “BikeArea”: dalla Val di Sole alla Val Ren-

dena con al centro Madonna di Campiglio. Per chi sale in quota con le due ruote è disponibile 1 bike pass unico per tutti gli impianti di risalita; chi desidera vivere un’esperienza in sella alla bicicletta dalle Dolomiti al Garda e viceversa può utilizzare il comodo bicibus di collegamento con la Val di

5 novembre, secondo un progetto e un conseguente cronoprogramma voluti e sostenuti dall’Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena in collaborazione con le Funivie di Campiglio.

Sole e Riva del Garda. Una nota per chi ama l’adrenalina del downhill: tra poche settimane il Brenta Bike Park a Pinzolo-Doss del Sabion inaugurerà tre nuove piste in aggiunta al tracciato “Sfulmini”. E in autunno? Il progetto portato avanti da Funivie e Apt è volto a mantenere

aperti, a rotazione, gli impianti anche tutto il mese di settembre e a ottobre. Così, a Madonna di Campiglio, dopo il 17 settembre, data inizialmente fissata per la chiusura, si proseguirà con l’apertura tutti i giorni fino al primo ottobre, quindi tutti i weekend di ottobre e per tutta la durata del “ponte

dei santi” dal 28 ottobre al 5 novembre. Tra pochi giorni sarà reso noto il nome dell’impianto che rimarrà aperto. Dopo l’anticipo di apertura, il 17 giugno verranno attivati tutti gli impianti di risalita estivi di Madonna di Campiglio fruibili fino al 17 settembre. Quelli di Pinzolo, invece, saranno in funzione dal 24 giugno al 17 settembre mentre la Pinzolo Campiglio Express sarà attiva dal primo luglio al 3 settembre. Intanto si gioca d’anticipo con la funivia Pradalago che dal primo giugno sarà aperta dalle 8.30 alle 12.50 e dalle 14.00 alle 16.45 (ultima corsa). Contemporaneamente aprirà, dal primo al 9 e dal 13 al 16 giugno, anche il rifugio Pradalago 2100, punto d’appoggio e servizio bar per tutti gli ospiti in escursione sul versante AdamelloPresanella di Madonna di Campiglio.

Il Sipario d’Oro parla giudicariese Il premio della giuria e del pubblico per “Tribunali Giudicariesi” dello stenicense Giovanni Battista Sicheri Nella serata conclusiva del Sipario d’Oro, concorso teatrale giunto alla 36esima edizione decidendo di sdoppiare la manifestazione in Nazionale e Regionale, lo scorso 31 marzo, la giuria tecnica ha premiato come miglior spettacolo per il concorso regionale “Tribunali Giudicariesi”, scritto dallo stenicense Giovanni Battista Sicheri, interpretato da una compagnia di attori costituita per l’occasione e diretto dal regista Jacopo Roccabruna. Per il concorso nazionale si sfidavano quattro spettacoli rappresentativi del Teatro amatoriale italiano e sono proposti da compagnie vincitrici i più importanti festival nazionali. la sezione regionale invece, dove Tribunali Giudicarlesi ha vinto, vedeva in gara cinque eccellenze del teatro amatoriale trentino. “Il percorso che ci ha portato fino al

Sipario d’Oro è iniziato in sordina - spiega il regista Jacopo Roccabruna - con tutti i dubbi che derivano dallo scegliere di allestire uno spettacolo tutt’altro che “pop”, almeno nella teoria. L’inedito ottocentesco del Sicheri, infatti, si pone agli antipodi della commedia dialettale di grido: è uno di quei testi che si sceglie di fare più per sé che per il cachet”. Così si sono andati cercando gli attori che avrebbero messo a disposizione passione, esperienza, capacità e tempo per dare vita ad un lavoro difficile. Si è formata questa rete di collaborazione che coinvolge la Co.F.As., il GAD Città di Trento, il Filò della Val Rendena, la Filo San Genesio di Calavino, la Filo di Grumes, il Gruppo T.N.T. e la Filobastia di Preore.“Né è nato un cast serio ed affiatato - spiega Roccabruna - che ha affrontato il testo con

umiltà e dedizione, nonostante le difficoltà di un copione mantenuto in lingua originale, un italiano ottocentesco che richiede all’attore uno studio “parola per parola” per esprimere al pubblico la sua poetica musicalità”. Il debutto in scena della pièce è stato il preludio del successo inatteso che ha ricevuto, coronato dal Sipario d’Oro: “Dalla serata del debutto, il 28 novembre 2015 a Stenico, paese natale del Sicheri, - spiega Stefano Giacomini, della Filobastia di Preore - quindi nelle successive rappresentazioni, abbiamo scoperto un gradimento da parte del pubblico che andava oltre le nostre migliori aspettative. Replica dopo replica, siamo cresciuti forti del fatto che lo spettacolo funziona, la storia fa presa sullo spettatore e lo diverte, nel senso di “volgere altrove” il proprio sguardo, per riconoscersi,

come uomini, in una vicenda di duecento anni fa, che conserva tuttavia un sapore attuale e quotidiano, diventando oggi un paradigma della dualità tra la giustizia ideale e la sua applicazione, tra la moralità e l’onestà delle vittime e l’interessato strapotere degli amministratori corrotti”. E lo spettacolo funziona al punto che, oltre al riconoscimento della giuria tecnica, si è aggiudicato anche il premio per il gradimento del pubblico, riunendo il consenso delle due metà del cielo teatrale: il critico e lo spettatore. “Riuscire a convincere l’occhio esperto del professionista e ad emozionare l’animo profondo del pubblico - sottolinea Giacomini - è l’obbiettivo che ogni teatrante sempre insegue e raramente raggiunge”. Si godono un successo che è stato collettivo e ha avuto anche il merito, non

da poco, di portare in scena un testo ottocentesco complesso e inedito. “Complimenti e grazie, quindi, a tutti i nostri compagni di viaggio - concludono Roccabruna e Giacomini - dagli attori al commercialista. Grazie per la passione, l’impegno, le lacrime e l’amicizia che hanno arricchito il cammino insieme, a tratti difficile, ma sempre meraviglioso. Non potevamo uscire più soddisfatti da questa esperienza, ci auguriamo che i riconoscimenti ottenuti aiutino i Tribunali Giudicariesi ad emozionare altre platee nel corso delle prossime stagioni teatrali, vincendo lo stereotipo del “Ma elo da rider?” che domina le rassegne trentine. Perchè Tribunali Giudicariesi è da ridere, da piangere, da arrabbiarsi, da intenerirsi, ma soprattutto da riflettere”. (R.G.)


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Il Saltaro delle Giudicarie

GIUGNO 2017

Tutta gente per bene, gente dalla testa sulle spalle, ricca d’esperienza, gente in gamba. Sono le donne che non piacciono alla Gisella, nella sua osteria sono bandite, ma l’Orsolina non manca mai, s’intrufola fra i saggi e non si muove, e peggio ancora la Maestra Camilla, dalla puzza sotto il naso, e dal puzzo di piscio che emana ad ogni aprir di bocca. Di fronte a cotanto consesso, degno dell’antica Grecia, s’inchina il vostro Saltaro, e con lui si tolgono il cappello gli angeli e gli arcangeli, serafini e cherubini, tutti in ascolto, c’è solo da imparare. Il tema è la politica. Quella provinciale. Tutti i giorni ci sono novità. Ed anche per i saggi delle Giudicarie è dura venircene fuori, in quel di Trento sono tutti agitati, si sfiora la frenesia, che viene diffusa urbi et orbi in tutte le valli, ai portaborse in attesa di prebende, ai voltagabbana in attesa di un nuovo padrone e ai pisellini in carriera, spenta sul nascere. L’ex sindaco Filippo vorrebbe introdurre il discorso, tocca a lui per saggezza ed esperienza, ma fra Gandino lo interrompe un po’ sgarbato: “Aspetta un momento, prima di parlar dei nostri affari, porto io una notizia da Roma, osanna nel più alto dei cieli, sia lodato il Buon Dio, si sta aprendo una nuova era di grande pentimento e di risveglio per la nostra umanità….io che avevo perso ogni speranza, che volevo buttare il saio, disilluso, oibò!, avremo un esercito di nuovi francescani e un nuovo e più moderno san Francesco, povero ed umile come lui, Grillo ha detto che i 5 stelle sono i nuovi francescani e lui, il Beppe, il nuovo san Francesco, più fresco, più fronzuto, più moderno ed i suoi seguaci cambieranno l’Italia e il mondo. Oh, sono felice....” Basiti, i sodali si guardano l’un l’altro in

IL SALTARO DELLE GIUDICARIE

Manovre in vista per l’an che vien Stiamo viaggiando verso l’estate. Era ora! Ne sono convinti i miei sodali riuniti come al solito nella osteria della Gisella, osteria d’altri tempi con ostessa antidiluviana. Ci sono tutti. L’Abele, il petera della situazione, l’Osvaldo Caccola, l’uomo con le palle, l’Archimede, il saggio, l’Arcadio, lavativo e perditempo, fra Gandicagnesco, chi ha dato da bere anzi tempo a fra Gandino? L’ex sindaco Filippo chiarisce : “Si è vero, è l’ultima trovata di Grillo, una delle sue solite sparate... manca solo che voglia, prima o poi, fare il Papa, quello con la faccia che ha….” Ma l’Orsolina non transige: “Voi dite quello che volete, ma a me il Grillo piace perché è uno sporcaccione, mi piace quando farfuglia, con lui addosso sfiderei i ghiacci del Polo Nord.” “Ehi...finiamola con queste scemenze, torniamo a bomba...c’è fermento in Provincia, si stanno preparando per il prossimo anno...la confusione regna sovrana, l’altra volta erano 23 le liste presentate, quante saranno nel 2018, una quarantina se vanno avanti così...oltre a quelle della volta scorsa, si sta assistendo allo spezzettamento dell’esistente...” apre Filippo con un saggio ragionamento che continua “….dal Patt si sono già staccate un paio di correnti, Autonomia Dinamica dell’Ottobre, e Autonomisti Popolari di Kaswalder….” “Ma guarda anche quelli lì, come

se l’autonomia fosse un salame da fare a fette…, per fortuna che c’è il Panizza che quando si mette, veste le braghe di corame anche ai cani, per dieci che se ne vanno, cento nuovi entreranno... da stare attenti agli immigrati...quello è capace di arruolare mezza Africa, pur di far numero...” ghigna sotto i baffi l’Osvaldo Caccola, fedelissimo del Kaswalder. “Poi c’è il Pd - continua Filippo - che dominerà a sinistra, ammesso che riesca a dominare, un bisticcio dietro l’altro ma quando c’è da confermarsi nelle loro poltrone, tutti diventano agnellini, zitti e mosca….” “Certo che sono una ghenga… tutta gente che la sa lunga, di questi quattro anni l’unica cosa che ricordo è il dimezzamento del nostro ospedale...poca roba, di fronte a quello che avrebbero voluto fare...” sbotta l’Archimede, il saggio, “...quelli pensano solo alle città ed alle poltrone, le periferie ciccia!!” E il Filippo: “Poi ci sarà il movimento 5 Stelle, nuovo di zecca, con saio e sacco da cerca, la Lega Nord che sem-

no del Bleggio, e l’ex sindaco Filippo, gran bevitore e storico delle nostre valli. La vecchia Gisella, dal sorriso macilento, è orgogliosa d’ospitare ancora una volta il cenacolo dell’ “intellighentia” giudicariese e si appresta a governare il convivio con fiaschi di buon vino debitamente annaffiato. bra voler trasferire la sua sede centrale a Catanzaro, e quel che rimane di Forza Italia con l’impavido Bezzi (hi,hi!) a rappresentarla...” “Che confusione, c’è anche il Cia con il suo “Agire”, a me piace quel ragazzo, è cosi solare, sereno...”osserva la maestra Camilla estasiata. Le piacerebbe un confronto stretto, stretto con questo Cia, ne potrebbero nascere scintille erotiche d’ogni colore, chissà, fin che c’è vita c’è speranza. “E Progetto Trentino? Sembra in disfacimento, o no?”, osa l’Abele. “Non è chiaro, sembra che cerchino altre sponde, altri lidi...sono curioso, ancora il Filippo, ...e poi c’è il Nerio Giovanazzi con il suo “Amministrare il Trentino”, lui si considera intramontabile ed indispensabile alla nostra terra, giusto che ci riprovi...” “Non dimentichiamo il Borga, a dir il vero il più coerente nel suo modo di far politica, duro, forte, chiaro, sempre coerente, mai saltimbanco…, interviene l’Evaristo che di Borga è grande estimatore, quello ci sarà senz’altro...” “Quello piace an-

che a me...non è come Grillo, più burroso e saporito, ma il suo portamento ghignoso e sfrontato, mi piace da morire, spilla virilità da tutti i pori...” sospira l’Orsolina sempre al limite della decenza. Filippo lascia concludere al dotto Archimede che lo sa fare meglio: “Come avete sentito, anche per la prossima volta avremo da divertirci, vecchi volponi che verranno a raccontarcela, e nuovi arrivi che sputeranno sentenze… triste è che nessuno di quelli che ci sono oggi in Consiglio, deciderà di starsene a casa, tutti vanteranno meriti, ma i più penseranno a perpetuare i privilegi, tutti pronti a cambiare strada, ma nessuno che voglia prendere la strada di casa….mah!, poi magari ci lamentiamo che le cose in Trentino non cambiano. Ma con gli stessi cuochi la minestra è sempre la stessa, servirebbe far pulizia e ricominciare daccapo, con gente capace, disinteressata, esperta e pronta a spendersi per il bene comune, più che per il proprio tornaconto. consoliamoci però, ci sono delle sorprese: il più sorprendente è il Daldoss, questo è uno stratega di classe, è venuto anche a Tione a presentare un piano strategico per cambiare le Giudicarie, Madonna...chissà cosa ci dirà...si chiedevano i sindaci….Dopo essersi consultato con il “gotha” della politica giudicariese a cena in quel di Breguzzo’ è venuto in comunità a farci la carità con i soldi nostri: 7 milioni da distribuire fra 36 Comuni, una miseria, 195 mila euro per Comune. Di strategico (?!?) niente di niente...una presa in giro...” chiarisce a scanso d’equivoci l’Archimede. “Quello di strategico ha solo la sua campagna elettorale...sta mettendo

insieme una lista ed è già al lavoro...sta raccogliendo il meglio in ogni comp re n s o r i o . . . G i u d i c a r i e comprese” conclude con un ghigno l’Osvaldo Caccola, che vede lontano. Ma l’Archimede non ha finito: “L’altra sorpresa è quella dei “civici”, dei sindaci tanto per capirci, che vogliono esserci al prossimo turno. Ne è leader Francesco Valduga, sindaco di Rovereto, persona carismatica, figlio del Valduga, personaggio di spicco e fra i migliori della DC d’un tempo. Con lui ci sono i sindaci dei maggiori Comuni trentini, compreso il sindaco di Tione Mattia Gottardi, ma di preciso si sa poco... c’è da aspettare. Ma sorpresa più bella, quella che cambierà il volto al Trentino, che stravolgerà le coscienze, che cambierà il clima, che bloccherà l’effetto serra, che porterà il Trentino alle porte del Paradiso, è la proposta del senator Fravezzi di costituire un nuovo partito, basta UpT, chiuso, partiamo con “Intesa Democratica”, la panacea di tutti i mali che ci affliggono dai tempi di Dellai, suo mentore... “Bella la trovata, da accettare subito, io ci sto, il Trentino ha trovato il suo leader...bell’uomo, fiero, capace, gran lavoratore, con santi protettori in ogni dove, chi meglio di lui può rappresentare la nostra identità di montanari orgogliosi della nostra storia, della nostra onestà, laboriosità, ed attaccamento alle nostre tradizione. Porca vacca... io ci sono...” irrompe l’Abele, e la Gisella chiude ogni ulteriore discorso con un paio di fiaschi di vino e dieci bicchieri, uno anche per lei, che s’è davvero stufata di sentire fregnacce d’ogni genere, messo così il “Trentino autonomo” è destinato a sparire. “E nel Chiese cosa sta succedendo?” chiede pieno d’ansia l’Osvaldo Caccola. Niente, garantisce il vostro Saltaro, con i Sindaci sono d’accordo anche tutti i Santi del Paradiso. Amen e così sia.


Società

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Il restauro per ritrovare un posto in società Alla Bottega dei Mestieri un artigiano professionista insegna ai ragazzi

E’ importante che ogni tassello trovi la sua giusta collocazione, che si conoscano le caratteristiche del periodo, i materiali usati e la tecnica necessaria. Per tutelare l’originale, il restauro di alta qualità ha bisogno di una tecnica ormai andata quasi totalmente in disuso: la tecnica della gomma lacca tirata a tampone. È uno dei metodi più antichi e difficili da praticare per la finitura dei mobili di pregio. Mentre per i mobili rustici si utilizza la tecnica della finitura a cera. Alla Bottega dei Mestieri, Centro di socializzazione al lavoro della cooperativa L’Ancora, oltre alla coltivazione delle erbe aromatiche è presente un laboratorio di falegnameria e di restauro guidato da Damiano Antolini. Damiano è un restauratore e artigiano professionista di ventennale esperienza che

U

n mobile antico è un esempio di una parte reale del passato che ha vissuto la sua storia ed è arrivato a noi. Ogni armadio, divano, letto, sedia, tavolo ha una storia; ha abitato le nostre case, è stato testimone muto delle vicende della nostra vita, ha nascosto segreti, ci

accompagna i ragazzi in un percorso di riscoperta del valore delle cose antiche e nel difficile compito di riportarle all’originale bellezza. La costanza e la stabilità di un impiego del mondo imprenditoriale all’interno di una cooperativa sociale, segna un approccio innovativo e unico sul territorio. L’acquisizione di competenze e prerequisiti lavorativi per ragazzi che vivono in condizioni di svantaggio avviene dunque, a tutti gli effetti, in un contesto lavorativo e non esclusivamente sociale, restituendo un senso di normalità e vicinanza con i coetanei. La nobile arte del restauro

PRIMA

si preoccupa di riportare vecchi mobili del passato a nuova vita, restaurandoli nel pieno rispetto del

sono mani che lo hanno curato e usato. Restaurare un mobile significa sì restituirne la bellezza originaria in termini materiali, ma significa anche – e forse soprattutto – ricomporne la storia, quella del territorio di appartenenza, dell’epoca, della gente e dei materiali.

DURANTE

DOPO

loro essere. Allo stesso modo, nel loro percorso presso la Bottega dei Mestieri, i ragazzi riscoprono

se stessi e, in un cammino di naturale e rispettosa integrazione, vedono valorizzati i loro punti

di forza e ricevono strumenti per orientarsi sulla strada del loro futuro personale e professionale. Nel lavorare con il restauro, inserendo le spine di legno, cercando i tasselli mancanti e ricomponendo in maniera organica l’oggetto da restaurare, sviluppano inoltre abilità di precisione, problem solving e creatività. Un processo virtuoso di economia civile che è solo all’inizio e non può che crescere. Gli arredi vengono restaurati sul territorio di appartenenza in un luogo in cui, sotto la guida di un’alta professionalità, alcuni ragazzi della comunità si sentono valorizzati all’interno di una rete di relazioni e di fiducia. Una comunità che si fa educante e accogliente della fragilità, che fa rete per educare con responsabilità diffusa.


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Arte

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Incursioni & Illuminazioni. Appunti sull’arte nelle Giudicarie

Geroglifici nostrani: la memoria incisa sulla pietra Senza voler scandagliare epoche troppo lontane, attinenti più all’indagine archeologica che alla storia dell’arte canonicamente intesa, basta percorrere le Giudicarie Esteriori, o Ulteriori che dir si voglia, - “ citra Duronum et Saxa Stenici ” (al di qua del Durone e dei Sassi di Stenico) - per incontrare evidenze storico-artistiche di assoluto rilievo, a partire dai plutei altomedievali di Vigo Lomaso, Stenico e Santa Croce, autentici reperti di memoria scolpita nella pietra. Sono questi ultimi, parapetti di pietra arenaria, estratta in loco, stupendamente istoriati a bassorilievo, che servivano a recintare la zona presbiterale nelle chiese di epoca longobarda e carolingia. Siamo tra l’VIII e il IX secolo (700-800 d.c.), ed anche la Judicaria Summa Laganensis viene a ricadere sotto l’egida del vescovo di Trento, non ancora principe, allontanandosi dalla storica influenza bresciana e divenendo oggetto del radicale riassetto ecclesiastico e territoriale carolingio che porterà alla nascita delle Pievi. Nel complesso pievano medievale di San Lorenzo di Vigo Lomaso, documentato dal 1200, presso il battistero, si possono ammirare le tre lastre provenienti dall’edificio paleocristiano preesistente: un apparato decorativo di grande raffinatezza ed eleganza, quasi un ricamo lapideo, probabilmente in origine policromo (colorato), dove motivi zoomorfi (figure di animali) e fitomorfi (elementi vegetali), dalla forte valenza simbolica, assieme all’immancabile croce finemente decorata e senza riferimento alla figura di Gesù Crocifisso, sono sapientemente incastonati dentro intrecci nastriformi e geometrie di sorprendente modernità. Una capacità di stilizzazione da far invidia ai più famosi designer contemporanei! Un’arte che viene da lonta-

di Giacomo Bonazza

Nel nostro viaggio ideale tra i tesori artistici giudicariesi è opportuno soffermarsi, per non risultare troppo estemporanei e nel rispetto di un minimo di ordine cronologico, su alcune

delle testimonianze più antiche dell’espressività locale che continuano a rappresentare, seppure silenti e spesso dimenticate, frammenti preziosi della nostra storia. ascrivibili anch’essi all’VIII secolo, provenienti da un luogo di culto molto antico e riutilizzati nell’ erezione della cappella romanica duecentesca: medesimo impianto decorativo e medesima magistrale sintesi tra l’elemento geometrico e quello floreale; tra motivi aniconici puri, come può essere il linguaggio astratto dell’intreccio, e la forza metaforica delle immagini tratte dal modo animale e vegetale. Stessi stile e contenuti dei pannelli di Vigo, con la prevalenza dell’elemento simbolico, l’assenza di immagini umane, e quel grado di astrazione tipico di una visione spirituale che fa del

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5 no, non esente da richiami orientali e stilemi bizantini, che certamente i maestri lapicidi dei plutei giudicariesi, di provenienza lombarda,

avevano assimilato dentro la più ampia koinè cristiana dell’Alto Medievo. Brescia longobarda con il suo Monastero di Santa Giulia non è lontana,

Foto 1- Pluteo di Stenico: cappella di S.Martino, castello, sec. VIII foto 2 - Pluteo di Stenico: cappella di S.Martino, castello, sec. VIII foto 3 - Pluteo di Vigo Lomaso: battistero chiesa di S. Lorenzo, sec. VIII foto 4 - Pluteo di Santa Croce: cripta chiesa dei Santi Dionisio, Rustico ed Eleuterio, sec. VIIII foto 5 - Lundo: arco di timpano, chiesa di S.Marcello, sec. IX

così come la Cividale dell’Altare del duca Ratchis, riferimenti imprenscindibili di una stagione artistica formidabile da meritare l’inserimento, dal 2011, nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità Unesco. Meno conosciute le nostre testimonianze rispetto a quei sommi capolavori; non inferiori a quelli, comunque, sul piano della qualità artistica. Stessa qualità che caratterizza pure i plutei rinvenuti nella cappella di San Martino presso il Castello di Stenico,

mistero e del trascendente le fonti di ogni raffigurazione. Il grappolo d’uva, presente su tutti i bassorilievi presi in considerazione, è tipicamente simbolo cristologico, oltre che di abbondanza e prosperità; l’uccello che becca il grappolo d’uva, rimanda alla simbologia eucaristica; le immagini stilizzate dei fiori, siano esse rosette o il fiore della vita ( rosa carolingia, sole delle Alpi, ecc.), hanno a che fare con il simbolismo dei numeri e la risurrezione di

Cristo, nuovo sole del mondo; la croce, nelle sue varianti greca, con i bracci uguali terminanti a triangoli, o monogrammatica, formata dalla combinazione delle lettere greche X (CHI) e P (RHO), abbreviazione del nome di Cristo, viene raffigurata come simbolo di vita e di regalità divina, inscritta nel cerchio, a sua volta simbolo del cielo, come nel quadrato, simbolo della terra. Altrettanto degni di nota il grande pluteo ( VIII sec.) dissotterrato nella cripta romanica della chiesa dei Santi Dionisio, Rustico ed Eleuterio a Santa Croce del Bleggio, “ornato con nastri bisolcati a bassorilievo che formano un intreccio di cerci e di rombi”(Ezio Chini) e i due capitelli coevi incorporati nella muratura esterna della chiesetta di San Silvestro, sopra Vigo Lomaso, riportanti una croce centrale circondata dai tipici simboli eucaristici dell’uva e dei tralci di vite, intagliati con rara perizia calligrafica che ancora oggi lascia stupefatti. Un poco più tardo, del IX secolo, l’arco di timpano conservato nella chiesa di San Marcello a Lundo, fino a qualche anno fa murato sopra il portale principale, con la sua incredibile decorazione a cesto e l’accentuato linearismo tipico dell’arte carolingia, bene indagato da Enrico Cavada, esperto di archeologia medievale, nel suo “Un documento cristiano in età carolingia” pubblicato sulla Strenna Trentina 2002. Di questa stagione anteriore all’anno Mille, che vede le Giudicarie esteriori conservarne i reperti più numerosi e di maggior pregio artistico a livello provinciale, sono da menzionare pure i frammenti scultorei di Premione - la piccola finestra murata sul muro esterno della chiesa di Santa Margherita e Santa Lucia - e il capitello di Seo. Altre testimonianze di elementi scultorei altomedievali sono stati rinvenuti, in questi ultimi anni, presso le pievi di Tione, chiesa di Santa Maria Assunta; di Spiazzo, chiesa di San Vigilio; e Pieve di Bono, chiesa di Santa Giustina, a riaffermare il ruolo primario che riveste la nostra valle agli albori della storia dell’arte trentina.


Attualità

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Rango, è tempo di attrazioni d’estate Uno dei “Borghi più belli d’Italia” con tante iniziative dell’Associazione Valorizzazione Rango Nel frattempo si sta compiendo anche un ricambio generazionale perché, da qualche anno, proprio ai mercatini si trova uno spazio particolare gestito da giovani e giovanissimi dell’associazione dove si producono effetti utili a “fare comunità”, ed inoltre dove è possibile acquisire sempre più coscienza e conoscenza dei patrimoni materiali ed immateriali di Rango, particolarmente delle bellezze urbanistiche ed architettoniche. “C’è entusiasmo e partecipazione – spiegano i vertici dell’associazione – che sia per piantare un fiore o animare la sagra o per “intervenire facendo” ai mercatini: la risposta è sempre esplicita e propositiva. Si! Le manifestazioni sono sempre sinceramente attese ed inoltre crescono sia nei numeri sia nella qualità delle proposte, sempre sostenute dalla volontà e dall’impegno di un bel numero di volontari. Volontari che vanno in avanscoperta sul

L’

Associazione Valorizzazione Rango attiva ufficialmente dal 2003, anche se l’idea è partita qualche anno prima, è realtà culturale e sociale importante per l’intero territorio giudicariese, costituita da una ventina di aderenti con il presidente Adriano Riccadonna. Le azioni perseguite vanno dalla valorizzazione e proterritorio nazionale in visita verso altri paesi dal fascino antico per stringere relazioni, aprire dialoghi e possibilità di sviluppo: Ostuni, Loco Rotondo, Alberobello, sono solo alcune delle località frequentate. Il consueto entusiasmo e la volontà positiva sono il vero motore dell’associazione, da tempo già all’opera per preparare nuove manifestazioni, che si preannunciano ricche di idee e di tante partecipazioni. Il 24 giugno scocca l’ora della bella e sensazionale “Notte Romantica”, ideata dal Club dei Borghi più Belli d’Italia al quale Rango aderisce. Una notte d’estate che circa 250 borghi in tutt’Italia contemporaneamente dedicheranno all’amore, alla

passione e ai sentimenti con creatività, estro e fantasia. La piazza, le vie e gli scorci di Rango saranno la magica scenografia per una notte dove le atmosfere della bellezza e dell’amore saranno respiro avvolgente e di fiaba. Nella giornata successiva, domenica 25 giugno, il

mozione del borgo bleggiano attraverso numerosi interventi di abbellimento del paese, a manifestazioni, eventi, incontri. In tanti anni di attività, con incontri settimanali per programmare e stare insieme, ecco nascere l’idea dei Mercatini di Rango che in quattordici anni hanno conquistato l’inverno valligiano diventandone l’evento di maggiore richiamo.

palcoscenico di Rango sarà occupato dall’arte. L’associazione infatti istituisce il Premio intitolato a Giulio Riccadonna (1920-1988) che, giunto alla sua quarta edizione, presenta “en plen air” lungo i percorsi più tipici e fra le abitazioni del centro, opere di pittura e scultura. Il concorso pre-

vede la partecipazione di circa 70 artisti locali, provinciali e italiani assicurando un interessante catalogo delle forme e dei contenuti d’arte, in grado di attrarre non solo appassionati e cultori ma anche di incuriosire i semplici visitatori. Nel contempo si tiene anche la terza estemporanea di pittura solitamente con una decina di artisti. Venerdì 21 luglio spazio alla musica: in ricordo dell’amico Ezio Brunelli appassionato di canto popolare è previsto il concerto con il Coro Cima Tosa, il Coro Castel Campo e il Coro Fiaschi. Nelle giornate di venerdì 28 e sabato 29 luglio l’impegno organizzativo produrrà la grande Festa di Piazza dedicata a piccoli e grandi

giudicariesi: “Associazioni in Festa nel Borgo di Rango” è certamente momento significativo per vivere un’estate in compagnia e con tanta allegria. Da non mancare infine l’evento fra storia e tradizione che nella giornata di sabato 5 agosto darà corpo alla rappresentazione della “Guerra Rustica” fra il Gruppo Antico Rango e i Gropi d’Anaunia. Non trascorreranno troppi giorni quando sul finire dell’estate l’impegno dell’associazione sarà rivolto all’organizzazione dei famosissimi e frequentatissimi Mercatini di Natale che già nei giorni di novembre avranno il loro fantastico avvio. Rango allora sarà ammantato di rosso, oro e argento; tutti i componenti dell’associazione Valorizzazione Rango e gli abitanti del Borgo saranno pronti per restituire ai visitatori gesti di ospitalità e momenti di benessere per il corpo e per la mente. Arrivederci!


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Rubrica Legale

GIUGNO 2017 L’avvocato risponde

Scontrarsi con un’auto senza assicurazione Buongiorno Mauro, purtroppo, secondo alcune stime, in Italia sono quasi 4 milioni i mezzi che viaggiano in Italia senza assicurazione. Facendo le proporzioni rispetto ai veicoli circolanti (circa 40 milioni) quasi un automobilista si dieci circola senza una polizza RC. In primo luogo, è opportuno ricordare che chi circola con un mezzo privo della regolare polizza infrange l’articolo 193 del Codice della strada ed è soggetto a una sanzione amministrativa che può variare da un minimo di 841 euro ad un massimo di 3.287 euro, nonché al sequestro del veicolo. Fortunatamente, sul nostro territorio i controlli e la prevenzione posti in essere dalle Forze dell’ordine e dai Corpi di Polizia Locale, compiono un’efficace attività anche dissuasiva ed il numero è leggermente inferiore alla media nazionale. In ogni caso il rischio di trovarsi in una situazione simile alla tua

Buongiorno Avv. Gottardi, la scorsa settimana, mentre andavo a Trento, sono stato coinvolto in un incidente, ove ho riportato traumi e rotture. Inoltre la mia macchina è completamente da buttare! Sono

non è così remoto. La responsabilità di risarcire in caso di incidente sarebbe in capo al soggetto che lo ha causato che, trovandosi senza assicurazione, dovrebbe rispondere con i propri beni e sostanze. Il più delle volte, ed anche nel tuo caso però, si tratta di persone con possibilità economiche limitate o che non possiedono alcun bene: in questi casi,

intentare una causa civile oltre ad avere tempi lunghi e costi non indifferenti avrebbe il fondato rischio di concludersi senza ottenere un risarcimento. Esiste, per casi simili al tuo, l’alternativa del Fondo di garanzia per le vittime della strada, che interviene anche quando il veicolo che ha causato il sinistro non viene identificato: il suo intervento

molto preoccupato perché ho saputo che il responsabile dell’incidente era senza assicurazione. Come mi risarcirà visto che è quasi nullatenente e senza assicurazione? Chi risponde dei danni? Grazie, Mauro è limitato al massimale di legge vigente al momento del sinistro. Il Fondo, amministrato dalla C.o.n.s.a.p. – Concessionaria per i servizi assicurativi pubblici – sotto la vigilanza del Ministero dello Sviluppo Economico, viene alimentato attraverso le quote di coloro che pagano regolarmente l’assicurazione del proprio mezzo: così facendo, contribuiscono al finanziamento con un’aliquota obbligatoria del 2,5% applicata a ogni contratto stipulato. La richiesta di risarcimento danni deve essere inoltrata tramite raccomandata all’Impresa designata competente per il territorio, che prov-

vederà a indennizzare il danneggiato solo nel caso ricorrano i presupposti, e alla C.o.n.s.a.p.. In tutti i casi in cui è richiesto l’intervento del Fondo, un’eventuale azione giudiziaria per il risarcimento dei danni può essere proposta solo dopo che siano trascorsi sessanta giorni dal momento della richiesta. La liquidazione, quindi, deve avvenire entro 60 giorni, salvo interruzioni dell’Impresa designata (ad esempio per richieste di integrazione documentale). Esistono anche dei casi in cui l’automobilista che sia stato coinvolto nel sinistro senza colpa abbia stipulato una polizza completa di garanzia collisione o mini

CURIOSITÀ DAL MONDO A Canton (Ohio USA) la legge impone di avvertire la polizia entro un’ora se si perde la propria tigre domestica.

kasko. In questo modo, l’assicurato potrà essere risarcito direttamente dalla propria compagnia per i danni materiali subiti dal proprio veicolo, a condizione che il mezzo con cui si è avuta la collisione venga identificato. La procedura quindi ti consentirà di ottenere il risarcimento sia dei danni materiali che dell’eventuale danno biologico e/o da invalidità in conseguenza del sinistro. Sono comunque a tua disposizione qualora ti permanessero dei dubbi a riguardo. Per approfondire o per fissare un colloquio su questo o su altri temi l’avv. Mattia Gottardi riceve presso il suo Studio in Tione di Trento, via N. Sauro n. 2, previo appuntamento, chiamando il numero 0465/324667 oppure 349/2213536 o scrivendo all’indirizzo mgottardi1@yahoo.it

Al Bettega torna il “Canarino d’Oro” A Condino anche il premio Fair Play, in memoria di Marco Pellizzari, per chi tiene il miglior comportamento in campo Dopo la realizzazione della rotatoria in località Sarche di Madruzzo, che ha fluidificato e reso più sicuro l’innesto della statale 45 Gardesana bis con la viabilità da e per le Giudicarie, il consigliere provinciale UpT Mario Tonina ha chiesto anche l’adeguamento della viabilità della S.S. 45 bis Gardesana occidentale all’altezza del bivio per Terlago. «Transitando all’altezza dell’intersezione tra la Gardesana occidentale e la S.P. 18 dei Laghi di Terlago e Lamar», ha spiegato Tonina «gli utenti provenienti dalle Giudicarie, da Riva del Garda e dalla Valle dei

Laghi e, in senso opposto, quelli provenienti da Trento, quotidianamente incorrono, indipendentemente dalle fasce orarie, in rallentamenti dei veicoli e in improvvise code che, seppur indicate in parte dalla segnaletica verticale, creano disagio e talvolta pericolo per la circolazione. Il tracciato stradale particolarmente tortuoso, la presenza di una curva quasi ad angolo retto proprio in prossimità del bivio per Terlago e la scarsa visibilità impongono infatti brusche frenate con conseguente rischio di tamponamenti». Spesso lunghe code si formano anche per chi,

proveniente da Terlago, cerca di inserirsi, con non pochi pericoli, sulla statale 45 bis, che in quel tratto è interessata mediamente dal passaggio di oltre 20.000 veicoli al giorno. Con un’interrogazione in Consiglio provinciale,

Mario Tonina ha chiesto all’assessore alle Infrastrutture Mauro Gilmozzi se la Provincia intende adottare interventi per rendere più sicura e fluida la viabilità con soluzioni in tempi brevi. In passato l’amministrazione comunale di Terla-

go aveva fatto presente che in quel tratto, molto trafficato, si vengono a creare situazioni di pericolo ed era stato chiesto al servizio Opere Stradali della Provincia di studiare dei correttivi. L’assessore Gilmozzi ha confermato che sono note alla Giunta le criticità di quel tratto stradale: la sistemazione del bivio di Terlago è già inserita nel «Secondo aggiornamento del piano di interventi per la mobilità». Sono stati effettuati gli studi e i rilievi necessari alla progettazione preliminare; sulla base di questi studi è in corso il perfezionamento dell’incarico di progettazione definitivo

ed esecutivo per arrivare ad appaltare i lavori nel 2018. «Sono convinto» conclude Tonina, «che un intervento di miglioramento di quell’intersezione viaria debba essere considerato prioritario e ne trarranno beneficio tanto i residenti e pendolari che quotidianamente si recano a Trento quanto i numerosi turisti diretti nell’Alto Garda, in Val di Ledro e nelle Valli Giudicarie. Anche con il calo delle risorse pubbliche, si possono comunque realizzare interventi utili per migliorare la viabilità esistente con alcuni precisi accorgimenti». Mariachiara Rizzonelli


GIUGNO 2017 - pag. L’assessore Poletti e il direttore Pardatscher tracciano un bilancio dell’attività

Aq di Marco Maestri

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Cooperando

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Banda Ultra Larga in tutte le Giudicarie entro il 2020 L’obiettivo è quello di poter garantire agli enti pubblici, alle scuole, agli alberghi e in generale a tutte le imprese oltre che ai cittadini, una “autostrada” su cui far transitare dati e informazioni digitali, senza code o rallentamenti. Insomma poter sfruttare tutte le opportunità offerte dal web, siano esse la possibilità di accedere a internet dalla smart tv per visualizzare video o filmati, oppure poter offrire il servizio di connessione internet a tutti gli ospiti di un albergo, poter garantire la gestione delle pratiche amministrative e al contempo le attività didattiche laboratoriali per una scuola, vendere o fornire servizi via web per un’impresa. Con il termine “banda larga” si definiscono i collegamenti sino a 20 Mbps (Megabit per secondo) mentre con il termine “banda ultra larga” si definiscono i collegamenti oltre i 30 Mbps. Per quanto riguarda le tecnologie, la tipologia di collegamento FTTC definisce i collegamenti in fibra ottica sino agli armadi di strada, che raccolgono i doppini telefonici che servono le abitazioni, e consentono servizi dai

I

di Alberto Carli

l 18 Maggio scorso alla sala della Comunità di Valle a Tione, si è tenuto un interessante e partecipato incontro sullo stato dell’arte della banda larga in Giudicarie. Un incontro organizzato per avvicinare e 30 ai 100 Mbps, mentre con il termine FTTB o FTTH si identificano i collegamenti in fibra ottica fino agli edifici o alle abitazioni, che consentono servizi dai 100 Mbps in su. In trentino i servizi a “banda larga” sono attivi su quasi la totalità del territorio da qualche anno (primo territorio italiano a garantire la completa copertura)ha spiegato Alessandro Zorer, il relatore dell’incontro, esperto di reti e telecomunicazioni e Presidente di Trentino Network, la società pubblica che ha realizzato oltre 1.000 kilometri di cavidotti con fibra ottica sul territorio provinciale. Nelle Giudicarie si è quasi arrivati al totale delle strutture pubbliche connesse in fibra FTTH, con servizi da 100 Mbps. Mancano ancora alcune scuole e per quelle la Provincia Autonoma di Trento ha stanziato un fondo dedicato di 10 milioni di euro per consentire di raggiungere tutti gli Istituti che

sono ancora sprovvisti. Inoltre la zona industriale di Tione è stata collegata in fibra da AGS per conto di Trentino Network e l’area di Storo è stata realizzata già da qualche anno in FTTH dal CEDIS. Negli ultimi mesi sono stati realizzati dei collegamenti dalla dorsale pubblica ai privati del settore alberghiero a Madonna di Campiglio e Pinzolo. Ma i progetti di completa-

aggiornare i cittadini, le imprese e gli enti pubblici sullo stato dell’arte della banda larga e dei relativi futuri investimenti previsti sul nostro territorio, da parte della Provincia Autonoma di Trento.

mento della copertura in banda ultralarga sono appena iniziati: sono in corso due grosse iniziative, una di carattere pubblico ed una di carattere privato. Sul fronte pubblico ulteriori investimenti sono in corso per il tramite del bando pubblicato ed in fase di aggiudicazione dalla società in-house del Ministero dello sviluppo economico (MiSE) Infratel Italia. In

particolare il bando riguarda la scelta di un concessionario che avrà mandato di realizzare e gestire all’ingrosso la rete verso i privati nelle aree più remote. Il tutto legato all’Accordo di programma sottoscritto nel luglio scorso tra la Provincia Autonoma di Trento e il MiSE per lo sviluppo della banda ultralarga in Trentino. Il medesimo accordo prevede 72 milioni di euro in investimenti per la realizzazione dell’infrastruttura sull’intero territorio, di cui oltre 47 milioni investiti dal Governo (fondo Sviluppo e Coesione) e oltre 25 milioni dalla Provincia (fondi FEASR e fondi provinciali). Il bando è in fase di aggiudicazione e si prevede che l’intervento di realizzazione inizi prima di settembre d quest’anno. Tramite tale intervento è prevista una copertura ad almeno 30 Mbps su tutto il territorio e ad almeno 100 Mbps al 50% degli utenti. Il secondo progetto è portato

avanti in autonomia da TIM, che recentemente ha dichiarato di avere rivisto i propri piani di investimento per l’erogazione dei servizi in banda ultralarga con l’obiettivo di “coprire” il 95% del territorio nazionale. Questa iniziativa ha effetto anche sul Trentino con una forte accelerazione dei comuni serviti. Attualmente TIM ha già iniziato l’intervento di collegamento FTTC a Tione. Le iniziative descritte vedranno la luce nel corso dei prossimi mesi e hanno una prospettiva di realizzo biennale. E’ quindi presumibile che il territorio sarà interamente servito alla fine del 2018 o nei primi mesi del 2019, in linea con gli obiettivi che la Provincia si era data nel 2016 attivando questa iniziativa. Soddisfazione e’ stata espressa dagli organizzatori dell’incontro in particolare dall’Assessore della Comunita di Valle Roberto Failoni e dal Consigliere Provinciale Mario Tonina, quest’ultimo autore di una recente interrogazione, finalizzata a e spronare gli investimenti su un ambito vitale per lo sviluppo futuro del nostro territorio.

Viabilità: bivio di Terlago, più sicurezza e meno code

Dopo l’intervento a Sarche un altro nodo critico della viabilità nel Trentino Occidentale potrebbe essere sciolto a costi ridotti Dopo la realizzazione della rotatoria in località Sarche di Madruzzo, che ha fluidificato e reso più sicuro l’innesto della statale 45 Gardesana bis con la viabilità da e per le Giudicarie, il consigliere provinciale UpT Mario Tonina ha chiesto anche l’adeguamento della viabilità della S.S. 45 bis Gardesana occidentale all’altezza del bivio per Terlago. «Transitando all’altezza dell’intersezione tra la Gardesana occidentale e la S.P. 18 dei Laghi di Terlago e Lamar», ha spiegato Tonina «gli utenti provenienti dalle Giudicarie, da Riva del Garda e dalla Valle dei Laghi e, in senso oppo-

sto, quelli provenienti da Trento, quotidianamente incorrono, indipendentemente dalle fasce orarie, in rallentamenti dei veicoli e in improvvise code che, seppur indicate in parte dalla segnaletica verticale, creano disagio e talvolta pericolo per la circolazione. Il tracciato stradale particolarmente tortuoso, la presenza di una curva quasi ad angolo retto proprio in prossimità del bivio per Terlago e la scarsa visibilità impongono infatti brusche frenate con conseguente rischio di tamponamenti». Spesso lunghe code si formano anche per chi, proveniente da Terlago, cerca di inserirsi, con non pochi pericoli, sulla sta-

tale 45 bis, che in quel tratto è interessata mediamente dal passaggio di oltre 20.000 veicoli al giorno. Con un’interrogazione

in Consiglio provinciale, Mario Tonina ha chiesto all’assessore alle Infrastrutture Mauro Gilmozzi se la Provincia intende adottare interventi per

rendere più sicura e fluida la viabilità con soluzioni in tempi brevi. In passato l’amministrazione comunale di Terlago aveva fatto presente che in quel tratto, molto trafficato, si vengono a creare situazioni di pericolo ed era stato chiesto al servizio Opere Stradali della Provincia di studiare dei correttivi. L’assessore Gilmozzi ha confermato che sono note alla Giunta le criticità di quel tratto stradale: la sistemazione del bivio di Terlago è già inserita nel «Secondo aggiornamento del piano di interventi per la mobilità». Sono stati effettuati gli studi e i rilievi necessari alla progettazione preliminare; sulla base di questi studi

è in corso il perfezionamento dell’incarico di progettazione definitivo ed esecutivo per arrivare ad appaltare i lavori nel 2018. «Sono convinto» conclude Tonina, «che un intervento di miglioramento di quell’intersezione viaria debba essere considerato prioritario e ne trarranno beneficio tanto i residenti e pendolari che quotidianamente si recano a Trento quanto i numerosi turisti diretti nell’Alto Garda, in Val di Ledro e nelle Valli Giudicarie. Anche con il calo delle risorse pubbliche, si possono comunque realizzare interventi utili per migliorare la viabilità esistente con alcuni precisi accorgimenti».


Attalità

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18 opportunità di stage all’estero per giovani trai 20 e i 32 anni La Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella dà il via alla 4^ Edizione del progetto Interlabor Torna Interlabor, l’iniziativa promossa dalla Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella che si propone di dare l’opportunità a 18 giovani di fare una esperienza di stage lavorativo all’estero. La Cassa Rurale ha da sempre un occhio di riguardo al mondo dei giovani, promuovendo ormai da anni numerose iniziative volte sviluppare quelle competenze che possano favorire e agevolare l’ingresso nel mondo del lavoro. Come funziona Interlabor? “Il meccanismo è semplice”, spiega il Presidente Armanini. “La Cassa Rurale coinvolge le aziende locali con succursali all’estero affinché si rendano disponibili ad accogliere un ragazzo per un periodo fino a 6 mesi; una volta individuate mete e profili promuove un bando, raccoglie le candidature, con le aziende coinvolte seleziona i candidati ed infine supporta azienda e ragazzo per quanto riguarda gli aspetti burocratici connessi all’attivazione degli stage. Inoltre supporta il giovane con una borsa di studio mensile pari a 500 euro”. 19 i ragazzi che hanno partecipato alle edizioni precedenti. “Un’opportunità davvero impor-

tante per i nostri giovani” ribadisce il Vicepresidente Martinelli, “che offre un’occasione concreta per entrare nel mondo del lavoro o comunque per aggiungere quel tassello che fa la differenza nel proprio curriculum”. Una decina i ragazzi che nelle scorse edizioni sono entrati nel mondo del lavoro grazie ad Interlabor, mentre gli altri hanno visto aprirsi nuove strade anche a livello accademico. Per l’edizione 2017 sono 11 le mete proposte che “fanno il giro del mondo”: Europa (Germania, Inghilterra, Slovacchia e Austria, Polonia, Romania, Portogallo), Asia (Cina), Africa (Algeria), America (Stati Uniti e Colombia). I profili ricercati riguardano gli ambiti dell’economia, ingegneria, informatica, matematica, fisica, statistica, chimica e lingue. Interlabor si rivolge a giovani di età compresa tra i 20 ed i 32 anni laureandi o laureati in cerca di occupazione. Tutte le informazioni e le modalità di partecipazione sono reperibili sul sito www.prendiilvolo.it. Termine ultimo per inviare la propria adesione è il 30/07/2017.

IL PUNTO di Tiziano Salvaterra

Teniamoci strette le nostre casse rurali Continua dalla Prima Da una posizione di privilegio e di particolare attenzione, la banca è diventata una qualunque impresa che ha come obiettivo la massimizzazione del suo interesse, riducendo al minimo i rischi, cercando di salvaguardare se stessa: ne consegue che di fatto presta denaro a chi ha patrimoni e garanzie, offre praticamente nulla a chi deposita i propri risparmi, fa pagare i servizi. Una concezione lontana dalla visione della banca come soggetto di sviluppo della comunità, realtà che aiuta chi ha idee o esigenze finanziarie, che sta vicino alla gente e ai mondi vitali e supporta la comunità nel suo divenire. Anche le Casse Rurali sono entrate in questo vortice: in queste ultime settimane si sono celebrate le assemblee annuali e la stampa ha dato grande risalto ai fenomeni

di fusione, ai bilanci in perdita oppure a quelle Casse che hanno mostrato conti economici positivi. Questi dati non devono ingannare; il bilancio di una Banca è molto complesso e non sono pochi dati che possono dare l’idea di come realmente l’Istituto sta andando; troppe sono le variabili da tenere in considerazione, molte delle quali tecniche e giuridiche che chi non è nel settore e non si aggiorna sistematicamente fa fatica a comprendere. Dal 1987 mi interesso di mondo bancario, specie di Casse Rurali, e sistematicamente verifico l’impegno necessario a stare dietro alla normativa in continua evoluzione e modifica, semrpe in divenrie che sistematicamente interessa il settore. E’ vero che nel corso del tempo molte Casse Rurali si sono lasciate

tentare dalle tendenze nazionali perdendo talvolta la linea della propria identità ed anche ingenti somme di denaro, cosi come è vero che molti imprenditori sono giunti impreparati alla crisi e altri ne hanno approfittato. Tuttavia in questi ultimi mesi, anche a seguito della nuova normativa che impone la costituzione di gruppi nazionali di Casse Rurali, si è assistito ad una seria riflessione sul ruolo che que-

ste piccole banche possono avere nel sistema economico e finanziario nazionale nei prossimi decenni. Ed è emersa l’importanza dell’identità locale, di rimanere un punto di riferimento della comunità, della capacità di stare vicini alla gente. Purtroppo con le regole di un mercato che si è burocratizzato e chiede conto di quello che si fa in maniera anche eccessiva. Tuttavia, osservando il panorama

non solo nazionale, emerge che dobbiamo tenerci strette queste esperienze che da oltre un secolo garantiscono a tutti i cittadini di poter realizzare qualche sogno. Certo serve uno sforzo per migliorare la professionalità della classe dirigente e di governo, favorire il senso di appartenenza di operatori, amministratori e soci, il coinvolgimento e la democrazia interna, la rotazione delle cariche e l’attenzione alle realtà del territorio. Ma sono garanzia, a differenza delle banche nazionali ( che raccolgono da una parte e impiegano altrove), che quello che si risparmia in loco in loco lo si investe, elemento essenziale allo sviluppo. Questo è un aspetto strategico che solo le Casse Rurali, se ben gestite, possono garantire ed è un’ottima ragione per stare loro vicini.

E non facciamoci trascinare dalle piccole diatribe - fusioni si, fusioni no, con chi ci fondiamo... - il tempo troverà le soluzioni appropriate; diamo fiducia, cercando di scindere gli aspetti importanti dai dettagli, gli elementi di fondo dai particolari, e alla fine i vantaggi saranno in maniera diretta o indiretta per tutti. E la classe dirigente e chi governa le Casse Rurali, presti maggior attenzione a quanto accade sul territorio, tornando ad una gestione sobria ma capace di leggere i bisogni della gente, dimenticando interessi ed ambizioni personali, senza tentare fughe in avanti che nel breve fanno fare bilancio ma poi nel medio - lungo periodo determinano perdita in partecipazione, appartenenza, condivisione, fiducia e di conseguenza in competitività.


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GIUGNO 2017

Il generale Tullio Marchetti Traghettò le Giudicarie e Tione fuori dalla prima guerra mondiale di Mario Antolini Muson

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Memoria

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Sorgeva in quello che fu l’albergo termale e nel grande parco che si estende oggi nel complesso delle Terme di Comano

L’ospedale militare di Ponte Arche

Perché una lapide tombale qui? Chi era Nicola Caracciolo? Queste domande ci portano indietro a cento anni fa, quando proprio in questa pacifica area di riposo risuonavano lamenti di dolore, rantoli e preghiere e l’aria era impregnata dell’odore della morte. Nel 1917, con l’aumento dell’attività bellica in Giudicarie, iniziarono ad essere approntati servizi ed infrastrutture per accogliere e gestire un movimento sempre maggiore di uomini e mezzi. In questo anno di guerra nelle Giudicarie Esteriori, già fin dall’inizio della guerra bivio che portava da una parte al fronte della Val del Chiese e dall’altro al fronte dell’Alto Garda, Concei e Ledro, comparirono dapprima un aeroporto (in gennaio, a Campo Lomaso) e poi la stazione di arrivo della teleferica campale n°8 proveniente da Trento (nell’autunno), che sarebbe poi proseguita per Tione e Breguzzo. Insieme a questi nuovi ritrovati tecnologici per la guerra, furono preparate anche strutture per l’assistenza ai molti soldati feriti che giornalmente arrivavano dalle vicine prime linee. Posti di medicazione e di primo soccorso esistevano già all’interno dei reparti e nelle immediate vicinanze alla linea del fuoco (ad esempio a Tione), ma il sempre più crescente bisogno di un luogo più grande ed attrezzato fece si che, sempre nel 1917, si costruisse un ospedale da campo nel grande albergo delle Terme (edi-

di Aldo Gottardi Chi passasse oggi attraverso il parco delle Terme di Comano per una tranquilla passeggiata resterebbe senz’altro colpito dalla bellezza e dalla pace di quel luogo, dove il silenzio è rotto solo dal canto degli uccelli e dalle allegre risate dei bambini. Eppure in quell’oasi un elemento diverso cattura l’occhio del passante più attento, nelle ficio ora in disuso) e nel suo parco che si estendeva fino al nuovo Grand Hotel, dove vi era il cimitero. Denominato Feldspital 501, era un ospedale militare di media grandezza dotato di magazzini, uffici, alloggi e sale operatorie nelle quali i feriti venivano visitati e, a seconda della gravità della condizione, operati o inviati nel più grande ospedale di Trento. Toccante e terribilmente evocativa la descrizione di questi ospedali fatta da un lavoratore militarizzato giudicariese, ferito a Bondo e portato prima a Tione, poi a Ponte Arche ed infine a Trento: “Questo carnaio ingoiava questi miserabili miei fratelli, per essere poi sezionati di nuovo, ed il rimanente del suo corpo dopo un giorno o due venivano spediti nell’interno per dar luogo ad altri e morirvi. Se Dante avesse potuto essermi compagno occullare avrebbe agiunto qualche altro canto al suo Inferno, e non credo men dolloroso”. Nei letti dell’ospedale trovavano posto militari austroungarici, territoriali, lavoratori militarizzati e prigionieri di guerra, chi ferito sul campo, chi infortunato durante un lavoro o chi ammalato. Tra i molti ammalati, specialmente dalla primavera del 1918, ini-

ziarono a comparirne alcuni affetti da una letale e nuova malattia per la quale, in un’epoca dove gli antibiotici non erano stati ancora scoperti (la prima, la penicillina di Fleming, sarà utilizzata a partire dal 1928), non esistevano cure. Si trattava dell’influenza spagnola: una malattia che contrariamente al nome arrivò dagli Stati Uniti assieme al corpo di spedizione militare. Infuriò dapprima nelle trincee del fronte orientale, per poi seguire i movimenti

vicinanze del Grand Hotel: una lapide tombale. Accompagnata, poco distante, da un monumento ai caduti di tutte le guerre, questa lapide reca incise le parole: “Alla memoria/di/Caracciolo Nicola/Sergente Maggiore/nel 17° Regg. Bers./i superiori e colleghi/i compagni/che lo ebbero/carissimo/a ricordo posero”.

umani lungo le retrovie e nelle grandi città europee. Questa malattia aveva le caratteristiche iniziali di una comune influenza che velocemente degenerava in polmonite acuta con serie complicazioni, portando nella quasi totalità dei casi a morte per insufficienza respiratoria. A causa della censura nei quotidiani mondiali riguardo a questa epidemia (fatto che non successe nella neutrale Spagna, per la qual cosa l’influenza fu battezzata con il nome

di questa nazione) i dati sulla mortalità totale sono incerti, ma alcune stime portano a un numero compreso tra i 50 e i 100 milioni di morti nel mondo, specialmente tra i giovani. Anche il Feldspital 501, quindi, dovette fare i conti con questa nuova epidemia, spesso ricorrendo ad esperimenti o rimedi improvvisati, qualche volta a buon fine. Scriveva Celestina Serafini, di Villa Banale, impiegata come infermiera all’ospedale da campo di Ponte Arche: “Ammalatosi un altro prigioniero russo allora provarono a metterlo davanti alla bocca del forno con pastrano e coperte addosso e rhum. Tremava dal freddo lo stesso per la febbre, ma si salvò.” La grave situazione sanitaria non cambiò con la fine della guerra. Dopo la disperata ritirata delle stanche armate imperiali arrivarono le prime truppe italiane, che sullo stesso luogo di quello austroungarico installarono il loro ospedale militare: l’Ospedaletto da Campo N° 313. Qui furono ricoverati parecchi civili, soprattutto bambini, vittime di imprudenti maneggi di armi ed esplosivi abbandonati, ma anche militari italiani morti dopo la fine della guerra, a causa sempre

della terribile epidemia, che sarebbe imperversata fino al 1920. Morirà qui per febbre spagnola, il 29 novembre 1918, il ventiquattrenne Sergente Maggiore del 17° Reggimento Bersaglieri Nicola Caracciolo di Monopoli. E con lui morirono e furono sepolti qui i ventinovenni Andrea Della Valle e Giovanni Assogna, il diciannovenne Lorenzo Zucchini e il trentaseienne Vinceslao Colò, tutti soldati dello stesso Reggimento Bersaglieri, insieme al ventiquattrenne Giovanni Antonio Maffi del I° Reparto d’Assalto, al diciannovenne Adolfo Nardini del 69° Fanteria, al ventiseienne Pasquale Romano del 10° Artiglieria da Campagna, al ventunenne Luigi Tesei dell’82° Fanteria ed almeno altri dieci dei quali sto raccogliendo attualmente nomi ed informazioni. Le loro spoglie, insieme ad altre decine e decine già presenti durante la guerra, saranno esumate e traslate, nel 1935, all’Ossario di Castel Dante a Rovereto. Solo la lapide di Nicola Caracciolo rimase al suo posto, ora muta e silenziosa presenza in un ambiente oggi sereno e felice, la quale ci riporta alla mente tristi e dolorose storie di sofferenza di un periodo altrettanto triste e doloroso. NOTA: Si ringrazia il lavoro del Gruppo Ricerca e Studi Giudicariese per l’aver raccolto e conservato informazioni su questo ed altri aspetti della nostra storia.


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Giugno 1917 - Ripercussioni in Trentino e in Giudicarie

AVienna le accorate “denunce” Da parte sua il Perli, in questo mese stesso mese, sembra ancora più attento alla situazione conseguente allo stato di guerra ed ha pagine più intense su quanto sta avvenendo non solo in Giudicarie, ma per quanto avviene soprattutto altrove, soffermandosi a riportare pagine raccolte da quotidiani ed agenzie e riferentesi al Parlamento di Vienna; sono di notevole contenuto, ed oggi (2017) certamente del tutto sconosciuto sia ai Giudicariesi che ai Trentini. Nonostante la lunghezza (di spazio) del testo, mi auguro che la Redazione di questo mensile abbia l’accortezza e la disponibilità di pubblicarlo integralmente per l’importanza e la suggestione quanto ivi esposto. Di seguito la sequenza giornaliera del Diario Perli. «2 giugno 1917. L’Italia, dopo la perdita - dicono i giornali - di 180.000 uomini, ha sospeso la sua offensiva sull’Isonzo. Quindi anche la corrente primavera fu una delusione amara per l’Intesa. / Il nostro Imperatore [austroungarico] all’apertura del parlamento nella Hoffburg tenne un discorso e disse «di voler corrispondere al suo dovere giurando fedeltà alla costituzione e attenendosi ad una vera democrazia, ma che ciò nonostante si riserva per ora di portare il suo giuramento a quel tempo in cui le fondamenta della nuova Austria saranno condotte a termine». 3 giugno. Nella corrente settimana, di farina ne toccò soltanto un etto a ciascheduno per giorno. Povera gente! Si vedono dimagriti e sparuti. Come tenersi in piedi e proseguire i lavori campagnuoli? Lo scrivente è calato di peso 10 chilogrammi (da 72 a 62). / “Il Lavoratore” di Trieste, nel suo N° 559 del 19 maggio 1917, in un articolo intitolato “I responsabili” stampò: «Il capo dello stato maggiore Conrad von Hötzendorf, il ministro della guerra Krobatin, il ministro degli esteri Berchtold, il presidente dei ministri Stÿrgth, il presidente dei ministri ungherese Tisza: furono essi che, sebbene in grado diverso, promossero tre anni fa quella decisione, la quale, maturantesi già dal giorno degli avvenimenti in Saraievo, ebbe il suo definitivo compimento con la Nota alla Serbia». Indi il giornale addossa agli stessi, e soprattutto al Tisza (ora deceduto), la responsabilità della guerra presente: «Fu lui (il Tisza) a

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di Mario Antolini Musón

ra le pagine di storia trentina del mese di giugno 1917 spiccano le seguenti notizie: «9 giugno. Inizia la sanguinosa battaglia dell’Ortigara. / 19 giugno. Gli Alpini conquistano la vetta del Monte Ortigara a quota 2105. / 25 giugno. Gli modellare la decisione nella forma nota, che fu principalmente la sua volontà quella che si esplicò in tutto il modo di procedere di quei giorni dandogli la sua impronta». / Anche questa una confessione da tenerne conto. 7 giugno. Oggi, festa del Corpus Domini, alle 7½ antimeridiane, capitò, senza molta fretta, per la via fra il cimitero e la chiesa, un bel camoscio, che continuò la sua passeggiata fin a metà della piazza; poi voltò verso nord e sparì nelle campagne. Donde veniva e per dove andava non lo sapeva neppur lui. / Le donne lamentano la infecondità ovaria delle loro galline, attribuendone la causa alla miseria patita anche da esse nell’inverno. 14 giugno. Re Costantino di Grecia, tribulato dall’Intesa, abdicò a favore del suo secondogenito Alessandro, e partì per la Svizzera. / Il presidente dei ministri austroungarico Clam-Merlinic tenne al parlamento il suo discorso programma, che riassume nel moto: «Tutti d’un solo pensiero per l’Austria» e, quindi, via da qui le competizioni nazionali; mano all’opera per la restaurazione dell’Impero, che deve consolidarsi sulla esistenza storica della sua struttura, che trova la sua espressione nei rapporti fra lo Stato e le province, e nel bisogno d’un libero sviluppo nazionale e culturale quali popoli parificati. / Impossibile! 15 giugno. Tutt’oggi sul Carè Alto e verso il Mandrone il cannone lavorò incessantemente. Da qui si scorgeva lo scoppio delle granate italiane sulla nevaia del Carè Alto. 16 giugno. Gl’Italiani occuparono ieri il Crozzon e il passo di Cavento. La cosa pare incredibile, ma è pur vera. 17 giugno. Oggi dal pulpito ho dovuto pacificare la popolazione spaventata e irritata dalla falsa diceria che, cioè, in autunno il governo requisirà tutti i prodotti dei contadini. / Nelle famiglie tutto è esaurito; ognuno deve ingegnarsi a raccogliere erbe mangerecce per mescolarle con quel po’ di farina che riceve dal Comitato. / I Comuni, dietro prescrizioni dell’imperial regio veterinario distrettuale, macellano ogni

settimana capi di bestiame per distribuirne la carne: ai più poveri deve venir data gratis. / Si sospira l’arrivo delle patate e dei fagiuoli per sfamarsi. / Durante questi tre anni di guerra mai si udirono le solite allegre canzoni delle ragazze o d’altri nelle campagne e sui monti. Dovunque e sempre mesto silenzio. / Nel maggio ultimo scorso furono affondate 869.000 tonnellate di navi. 22 giugno. Il ministero Clam-Martinic rassegnò le sue dimissioni per l’opposizione irremovibile dei Polacchi, che negarono al presente ministero [austroungarico] il loro appoggio; perché? È forse la risposta agl’intrighi dei Tedeschi ancor prima dell’apertura del parlamento per assicurarsi il loro agognato predominio? Le cose là fuori piegano male. / Gl’Italiani tentano in questi giorni uno sfondamento nel settore dei Sette Comuni. Una lotta vivacissima da ambo le parti. / Le colombe rosse di Stoccolma pare che stiano per ritornarsene ai loro nidi natii spennacchiate e senza il ramoscello d’ulivo. Per maturare una pace, quale oggi è attesa da tutto il mondo, ci vuole ben altro che le teste di quattro energumeni. 24 giugno. Il sesto prestito di guerra chiusosi ai 22 del mese corrente annunciò di aver raccolto quasi 5 miliardi. Questa volta vi s’interessarono i Comandi militari sparsi qua e là richiamando al dovere patriottico specialmente i Comuni con un prestito di almeno 10.000 corone l’uno. Sarà l’ultimo? / Nell’Ungheria, nella Galizia, in Volinia, in Boemia eccetera si lamenta una straordinaria siccità, che rovinò le campagne; lo sappia-

Austriaci contrattaccano violentemente sull’Ortigara; gli Italiani abbandonano tutte le postazioni». E dall’estero: «27 giugno. La Grecia dichiara guerra alla Germania. / 27 giugno. La Grecia dichiara guerra agli Imperi centrali».

mo dai soldati che arrivano da quelle parti. Qui le campagne sono abbastanza promettenti, ma se non arriva presto la pioggia sono perdute; ogni giorno sono tribulate dal vento e dal sole. Poveretti noi se ci fallissero! / Vi è qui un insolito movimento di militari che vanno e vengono di notte e dì. Che cosa ci sarà per aria? / L’ho indovinata. I deputati al parlamento [di Vienna] si sbottonano contro il governo sugli errori del passato durante la guerra. Eccovi qui qualche squarcio; è il deputato polacco socialista Daszynski: «L’irruzione in Galizia è stata l’irruzione della forca e dell’omicidio. Gli uni parlarono di 30.000 impiccati, altri dissero il doppio. S’impiccava senza coscienza di che si trattasse. Dei molti casi non ne voglio citare che uno solo. Un idiota, di cui il Comune voleva sbarazzarsi, fu mandato verso il regno di Polonia come battistrada. Ritornò con tre rubli in saccoccia, fu fermato dall’esercito germanico, e quando gli si rinvennero i tre rubli fu arrestato e impiccato immediatamente. Che ne dice il consigliere superiore delle forche, Heine? (Cortrei, deputato tedesco radicale, il giorno antecedente avea detto in pubblica camera, parlando d’impiccagioni: «Se ne sono impiccati troppo pochi»). S’egli dice che ne sono stati impiccati troppo pochi, noi ci rivolgiamo verso di lui, amico e beniamino del ministro delle ferrovie, col freddo disprezzo che si può avere soltanto per un uomo del suo stampo, e non prendiamo sul serio questo tedesco diventato selvaggio e degenerato in seguito alla mancanza di birra… eccete-

ra, eccetera». (Da “Il Lavoratore” del 18 giugno 1917, N° 576). / Il socialista Seitz in parlamento: «Stÿrgtk intrigò sistematicamente ad avvelenare i dissidi nazionali finché gli riuscì di seppellire il Parlamento e di erigere sulla sua tomba l’assolutismo, il miserabile assolutismo non di un autocrate illuminato, ma di una burocrazia inetta e prepotente. Dieci ministri si arrogarono di reggere da soli un grande Stato nell’êra storica della guerra mondiale... La loro impotenza di fronte all’Ungheria, la loro opposizione all’istituzione di un Ufficio centrale d’approvvigionamento, la domanda di un piano razionale per l’allevamento e l’utilizzazione del bestiame, il disservizio dei trasporti, tutta questa politica dello Stÿrkt ha inferto allo Stato ferite più profonde che non una battaglia perduta... Non voglio parlare delle forniture, dello sperpero di danaro (è un fatto questo, bisogna affermarlo, peggio che vergognoso), uno sperpero di denaro addirittura enorme. Di chi era quel denaro e dove andò a finire? Donde poi fu nuovamente incassato? Dello sperpero di viveri, di uomini... E cosa si fece quando le conseguenze di questo governo divennero evidenti? Regime eccezionale, sospensione delle Assise dei giurati, istituzioni di tribunali militari, internamenti, confinamenti e una censura obbrobriosa alla stampa e a tutta la stampa anche a quella onesta. Eccetera, eccetera». (Da “Il Lavoratore” di Trieste” 16 giugno 1917, N° 575). / «I deputati [trentini] Degasperi, Pittoni e consorti presentano una interpellanza al presidente dei ministri [austriaco] sulle persecuzioni di persone politicamente sospette. Immediatamente prima e dopo lo scoppio della guerra si procedette ad una serie di confinamenti e internamenti. Sacerdoti, medici, avvocati, docenti, possidenti, contadini, professionisti, uomini e donne d’ogni classe e di ogni età, vennero strappati ai loro affari e, senza alcun riguardo ai danni conseguenti, furono trascinati lontani. Come ciò sia stato proceduto senza criterio può dedursi anche solo dal fatto che - oltre i bambini

e qualche cretino - vennero condotti anche un cieco e tre sordomuti, i quali certo non potevano rappresentare un pericolo agl’interessi dello Stato. A nessuno vennero accennate le ragioni della misura presa contro di lui... Come delinquenti comuni vennero trattati e gettati in carcere, e di là al “campo di concentramento”. Indi espongono i modi inumani con cui furono ivi trattati dai guardiani, e ne riportano fatti specializzati fra i quali quello toccato al Principe Vescovo di Trento. Al 1° marzo 1916 una commissione politico-militare penetrava nella villa vescovile di San Nicolò presso Trento, e intimava a Sua Altezza il Principe Vescovo, in nome del Comando del fronte S. W., e senza accenno ai motivi della disposizione, un ordine di arresto nel senso che a lui e al suo seguito più stretto veniva applicato l’arresto di casa più rigoroso. Difatti alle uscite vennero piantonate le sentinelle militari coll’ordine di imporre l’obbedienza più ligia all’ordine di arresto, se occorresse, anche colle armi... Gli fu tagliata ogni relazione coll’esterno e impedito al Principe Vescovo perfino di ricevere a Pasqua il suo confessore per l’esercizio del suo ministero sacerdotale. Passarono così più di due mesi. Infine il Principe Vescovo venne condotto nell’interno, ove sotto il controllo della polizia che fruga la sua corrispondenza, attende ancor sempre da un anno che gli venga resa giustizia. La persecuzione di quest’uomo popolare e altamente benemerito della diocesi, cui non giovò nemmeno l’appellarsi alla sua posizione ecclesiastica e ai suoi rapporti in tal riguardo esistenti fra Chiesa e Stato, e al quale nonostante le postume e più diligenti ricerche intorno alla sua attività come Vescovo e sulla vita privata non si poté opporre nulla di concreto, ha fatto nella popolazione la più cattiva impressione, ed esige imperiosamente immediata soddisfazione». (Da “Il Lavoratore” di Trieste del 14giugno 1917, N° 3580). / Il Dottor de Gentili, il deputato della Valsugana al Parlamento di Vienna: «Eccelsa Camera! La nostra terra venne trattata - (parla della evacuazione nel maggio 1915) - venne trattata come terra di conquista. In fretta e in furia la popolazione venne costretta ad allontanarsi da molti paesi, anche da tali


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dei parlamentari trentini dove la evacuazione non sarebbe stata necessaria. Poche ore le furono concesse per prepararsi alla partenza; fu concesso di prender seco solo un piccolo fardello. In uno stato d’animo che ognuno si può immaginare ma non descrivere, gli evacuati furono stabbiati nei vagoni. Gli appartenenti ad una stessa famiglia credevano di poter condividere uniti i loro dolori e trovare in ciò un sollievo nella inaspettata e dura sventura. Ma non fu così. Ancor durante il viaggio ragazzi e adulti, che parvero adatti a prestazioni di guerra, furono strappati ai genitori e alle mogli. Le privazioni da essi subite durante il lungo viaggio formano un triste ricordo. Una parte di essi trovò la combinazione di una vita dolorosa in baraccamenti miseri e impreparati. Qui il deputato reclama pronti provvedimenti pei profughi. Il trattamento degli internati e confinati non occorre descriverlo. Basti accenna-

re, che in un accampamento d’internati. l’amministratore comunicò ad alcuni nuovi arrivati: “Miei signori, li rendo attenti, che loro sono senza diritti!”. E non si limitò solo alle parole. Ma alla popolazione italiana era riservata una sorte amara! Una somma d’illegalità venne perpetrata; per una serie di delitti contro diritti individuali di uomini e di cittadini deve qui qualcuno rispondere, davanti al mondo, davanti alla storia, davanti a Dio. La popolazione rimasta a casa in questi due ultimi anni visse sotto l’incubo del terrore. La paura di un internamento o confinamento dominava gli animi. La guerra offrì pure l’ambita occasione per promuovere la germanizzazione del paese, a cui da lungo tempo si aspirava. Qua e là si tentò di sostituire la lingua tedesca alla materna nella scuola e nella chiesa. Nel 1916 s’introdussero nomi tedeschi per Comuni italiani. Questa disposizione fu tanto poco

dettata dagli interessi militari e statali, che una disposizione sovrana la pose più tardi fuor di vigore, e fu invece tanto inspirata dallo spirito della germanizzazione, che nonostante la disposizione imperiale, questi nomi sono rimasti ancora in molti luoghi... Indi l’onorevole parla sul modo tenuto dagli organi del governo nell’ingrossare i prestiti di guerra, degli abusi contro il

clero, del maltrattamento dei soldati italiani, delle persecuzioni politiche concludendo con una energica protesta». (Dal “L’Eco del Litorale” del 22/6/1917, N° 443). 24 Giugno. L’agenzia telegrafica Wolff B. (organo ufficiale delle Centrali durante il corso della guerra) comunica che la preda dei sommergibili totale della navigazione nemica e neutrale

dal principio della guerra è di 8.638.500 tonnellate. / Finalmente ieri sera arrivò la sospirata pioggia accompagnata dallo scroscio indiavolato dei tuoni. / Il Comando militare invita la popolazione a raccogliere la foglia di gelso e i frutti (le more) dei gelsi. Quella vien pagata 5 corone al quintale, questi a 10 corone. / Durante tutto il corso della guerra l’Agenzia Wolff B. manda quasi ogni dì ai singoli uffici telegrafici i succinti rapporti degli avvenimenti al fronte, fedelmente riportati poi anche dai giornali; le fonti dalle quali ho preso e prendo le presenti mie note riguardanti le fasi e le cifre della guerra per terra, per mare e per l’aria. (Dalla “Reichsport” di Vienna e dalla“Anzeigad” d’In.....). / Coloro che videro i 1.800 prigionieri italiani arrivati a Trento dal settore dei Sette Comuni ieri l’altro, mi dicono che tutti portavano l’impronta di grandi sofferenze fisiche e morali, e vestiti molto laceri. / Emilio

Antolini fu Francesco Tomé, scrivendo dalla Russia a sua madre, la prega di mandargli biancheria e vestiti da cambiarsi. È ben difficile, però, che la spedizione arrivi alla sua destinazione, perché il disordine in quegli uffici postali è grande. Da questo fatto si capisce, che anche là fuori, in fatto di tessuti, vi è una penuria straordinaria. / Tanto da parte dei superiori ecclesiastici come militari ci è venuto l’invito di tener domani (festa del preziosissimo Sangue) una funzione religiosa in tutte le chiese per impetrare la pace. / È stato ricostituito un nuovo ministero di impiegati per evadere le urgenti necessità dello Stato, fra le quali quella dell’approvvigionamento. Sarebbe ora che il governo togliesse di mano ai pochi usurai arcimilionari, le popolazioni dagli stessi barbaramente smunte». Mario Antolini Musón


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Memoria/lettere

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Il generale Tullio Marchetti Traghettò le Giudicarie e Tione fuori dalla prima guerra mondiale Come cittadino italiano frequenta l’Accademia Militare a Modena, da cui esce, nel 1891, con il grado di sottotenente degli Alpini, subito coinvolto nell’attività del Servizio Informazioni Militari nel Trentino, tessendo una rete di fiduciari che monitoravano la situazione nelle Vallate trentine allora facenti parte dell’impero austroungarico. Nelle sue pagine biografiche si annota che nel 1912, in occasione di un’importante manovra militare austriaca, trovandosi egli a Bolbeno in licenza, venne invitato a ritornare in Italia ed accompagnato alla frontiera da due gendarmi. Ma, dal 1913 al 1914, è chiamato dall’esercito italiano a combattere in Libia nella guerra italo-turca e poi nel successivo lungo scontro con le milizie libiche. Il Marchetti ne ha lasciato memoria in un interessantissimo diario critico, da poco pubblicato da Luca Filosi («Tullio Marchetti, un Alpino in Libia tra 1913 e 1914», in “Studi Trentini - Storia”, A. 96/2017 1; pagg. 145-177). Durante il primo conflitto mondiale (1914-1918) si intensifica la sua attività di “spionaggio” a favore dell’Italia, che egli evidenzierà e descriverà dettagliatamente nei suoi due volumi: “Fatti, uomini e cose delle Giudicarie nel risorgimento” e

di Mario Antolini Muson Ricordare il generale Tullio Marchetti, a 62 anni dalla sua scomparsa, vuol forse dire dover rivolgersi a tanti lettori che, magari, non ne hanno sentito neppure parlare, tanto il presente sa dimenticare troppo facilmente il passato e coloro che l’hanno vissuto. Il personaggio general Marchetti - figura di primo pia“Luci nel buio”. Due volumi in cui risalta la figura del “militare” decisamente conscio e orgoglioso della sua divisa di Alpino italiano. Nelle sue pagine la prima guerra mondiale, vissuta dietro la prima linea, anche per quanto riguarda i fronti giudicariesi, presenta risvolti del tutto non conosciuti e quanto mai interessanti; peccato che si tratti di pubblicazioni ormai introvabili, ma che sarebbero tuttora utili, specie nelle scuole. La sua attiva partecipazione alle vicende dell’esercito come ufficiale, gli fu riconosciuta, tanto che scrisse: «Vidi, sperai, giocai a rimpiattino per venti e più anni nel servizio informazioni contro l’Austria; feci la guerra del 1915-1918, ma alla fine strinsi nel pugno la penna con la quale apposi la mia firma all’armistizio di Villa Giusti che definì l’indipendenza delle mie Giudicarie e del Trentino tutto». Nel 1920 fu collocato a riposo e riuscì ad realizzare il suo desiderio “di stabilirsi a Bolbeno”; nel 1926 venne

promosso Generale di Brigata in A.R.Q. e successivamente Generale di Divisione della Riserva. Questa parte militare del generale, facilmente, in parte è certo nota, mentre certamente è stato dimenticato il suo determinante intervento per la salvezza di Tione e delle Giudicarie alla fine della seconda guerra mondiale.

no nel panorama storico e politico della prima metà del Novecento in Trentino - nasce a Roma nel 1871, ma trentino di origine avendo la propria casa paterna a Bolbeno, che raggiungeva spesso anche prima dell’annessione all’Italia, e che è diventata la sua abitazione abituale negli ultimi decenni della sua vita.

Con l’esercito tedesco in fuga verso l’Austria e la Germania anche attraverso le Giudicarie, vi era in zona il pericolo di disordini ed anche di scaramucce con possibili morti e distruzioni. A Tione si era insediato un comitato del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) per cui il 27 aprile 1945 il podestà Alfiero Andreolli dava le dimis-

sioni da Podestà ed il giorno seguente si era autonominato Sindaco Albino Antolini Patalìn (dentista a Torino), non gradito però alla popolazione; ragione per cui lo stesso veniva invitato a lasciare la carica ed il 29, a voce di popolo, veniva riproposto come Sindaco ancora l’Andreolli che, tuttavia, riusciva a gestire il municipio per poco tempo. Data la delicata situazione instauratasi un po’ ovunque in quei giorni, il CLN invitava il gen. Marchetti (presente a Bolbeno) ad insediarsi come Sindaco ed a gestire il Comune di Tione - allora comprendente anche Bolbeno e Zuclo - con il supporto di una Giunta comunale. La sua autorevolezza, riconosciuta in tutto il territorio, fece sì che le Giudicarie superassero quel difficilissimo periodo storico senza alcun disordine e senza alcun danno. Anche questo - a mio parere - resta un gran merito che le nostre comunità dovrebbero riconoscergli. Io, negli anni Trenta, lo ricor-

do nelle sue quasi giornaliere passeggiate da Bolbeno a Tione, negli incontri che ho avuto con lui, la sua bonarietà anche se autorevole, ed i suoi continui rapporti con mio papà Alfredo, con i farmacisti Guido e Giulio Boni e con Fausto Albertini all’Hotel Tione, sempre pronto a familiarizzare piacevolmente con quanti incontrava, poiché era da tutti più che conosciuto, stimato e rispettato. Morì il 30 maggio 1955, a Bolbeno; le sue spoglie riposano nel locale cimitero. Personalmente ricordo di aver gestito, da cerimoniere, una riuscita manifestazione di ricordo e di omaggio in suo onore, tenuta sul piazzale della chiesa parrocchiale di Bolbeno gremito di pubblico. Lo ricordo con simpatia ed anche con un po’ di nostalgia, rimembrando come, in quel periodo, personaggi quali il general Marchetti, mons. Donato Perli arcipretedecano di Tione, il farmacista di Tione cav. Guido Boni, don Bortolo Ballardini parroco di Bolbeno, il prof. Filippo Parolari ospite fisso di Bolbeno, facevano spicco nel contesto comunitario e tutti li consideravano persone stimate, esemplari e di sicuro riferimento. Erano tempi diversi ed anche le persone - uomini e donne avevano un alcunché che non è stato possibile tramandare.

Il Parco questo sconosciuto Ci rivolgiamo agli Amministratori del Parco Naturale Adamello Brenta, in primis, ed ai Giudicariesi nostri concittadini, per sottoporre spunti di riflessione sullo sviluppo del Parco e sul suo percorso evolutivo. Facciamo un passo indietro: dopo la sua costituzione e un periodo difficile, vennero meno i costrasti iniziali e si mitigò l’indifferenza con la quale la gente locale considerava il Parco. Vi fu un graduale coinvolgimento dei cittadini che lentamente recepirono l’importanza di appartenere alla realtà del Parco, di identificarsi con il territorio e la sua evoluzione storico-sociale nel tempo. Ci troviamo ora a scrivere, perchè da molti cittadini giungono risposte dubbie sull’attuale percezione del Parco, sul suo operato in materia di salvaguardia ambientale, sul valore socio-economico e culturale che l’Ente, ad oggi, rappresenta per ognuno come naturale collegamento con il proprio passato, più o meno recente. Partiamo da un assunto: il Parco

ha come riferimento decisionale la popolazione che lo abita attraverso le persone loro rappresentanti. Questa considerazione, apparentemente logica, non trova più fondamento. C’è uno scollegamento chiaro e percepito tra il territorio ed il “Palazzo”, una carenza informativa allarmante che spesso, alla lunga, si traduce in conseguente disinteresse diffuso. C’è bisogno di una maggiore apertura verso l’esterno, c’è bisogno di amministratori convinti e motivati, responsabili del loro ruolo, chiamati ad un compito che deve essere portato avanti in nome di una collettività che nell’intero territorio del Parco si identifica. La responsabilità è diffusa e investe tutti noi, che dobbiamo essere coscienti del valore rappresentato dal Parco come motore di cultura, di conoscenza, di orgoglio comunitario. Il territorio ed i suoi luoghi, la loro ricchezza, l’importanza di un’ evoluzione comune nella conti-

nuità non sembrano, al contrario, essere ad oggi percepiti né come valore fondante della comunità né come parte della propria ed altrui esistenza di individui, come invece ci aspettavamo. Questo tema, questo campanello d’allarme, a nostro parere, dovrebbe rappresentare un’emergenza prioritaria per l’Ente Parco. Viceversa, notiamo da tempo come tale argomento sia sparito dall’ Agenda. La struttura Parco, per il suo non dialogare, non divulgare, non rendere partecipe la collettività delle proprie decisioni e scelte strategiche sta perdendo consapevolezza della propria missione, che è certamente protezione e divulgazione in ambito ambientale ma anche espressione di una conoscenza collettiva che va sparendo, motore di crescita per il territorio e narratore della nostra identità profonda verso l’esterno, volano di sviluppo sostenibile. Un altro elemento sul quale vorremmo porre l’attenzione è il rapporto con i giovani e le scuole, che deve passare attraverso il racconto del territorio nei con-

fronti delle nuove generazioni, sempre meno legate alle proprie radici. I nostri territori non possono mettere in secondo piano quest’aspetto; non può farlo il Parco che, al contrario, dovrebbe rappresentare una Guida, una fonte di ispirazione, uno stimolo all’apprendimento per ogni nostro giovane. Quello che notiamo è stato un graduale disimpegno in quest’ambito: si tratta certamente di una scelta sbagliata. La nostra ricchezza deve continuare ad essere condivisa, spiegata, anche insegnata, in modo che si diffonda consapevolezza attorno alla sua importanza, che se ne riconosca l’appartenenza comune. I rapporti con la Scuola devono intensificarsi e non limitarsi. È in periodi come questi che il lavoro sui giovani trova la sua massima efficacia. Ci allarma la mancanza di dibattito con le figure istituzionali che rappresentano il Parco e mancano inoltre informazioni ufficiali sulla nomina del Direttore, figura essenziale nella struttura ammi-

nistrativa del Parco. La mancanza di una figura di direzione, non ancora nominata dopo oltre sette mesi e più di attesa, crea sconcerto all’esterno anche per le non chiare motivazioni divulgate al momento delle dimissioni. Ci si chiede perché non ci siano comunicati ufficiali o incontri pubblici a sostegno delle scelte importanti che vengono prese, evitando sia dato spazio a supposizioni o voci esterne. Queste sono domande che attendono risposte, non solo a noi ma a tutti. Lo spirito che lega i cittadini al proprio BENE comune, come è il Parco, si misura dalla collaborazione e dalla condivisione di tutti per renderlo “unico” e “migliore” . Questo compito spetta ai politici, ai cittadini attivi ed agli amministratori, in primis ai rappresentanti dell’Ente. Vittorio Martini - Spiazzo Rendena Luisa Romeri – Spiazzo Rendena Vincenzo Zubani- Tione di Trento


Opinioni a confronto BOTTA E RISPOSTA

vilgiat@yahoo.it

A giugno chiudono le scuole, studenti e bambini finalmente liberi! Direi che dopo lunghi mesi di asilo, di scuola, di corsi vari, ne hanno sacrosanto diritto. Per la verità io sono dell’avviso che un po’ più di tempo libero dovrebbero poterselo permettere durante tutto l’anno, ma non tutti sono d’accordo. Le vacanze sono comunque attese e benvenute per tutti. E’ importante organizzarsi bene perché possano essere davvero di conforto allo spirito e al corpo. Gli studenti delle Superiori, di solito, giungono alle vacanze estive, con un programma già fitto di impegni da tempo discussi e condivisi: viaggi all’estero, gite in montagna, scottature al mare, con annessi e connessi, piccoli flirt e primi grandi amori compresi. E fanno bene. Tutte attività rilassanti e nel contempo interessanti, orientate ad una maggior apertura mentale,

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Le estati spensierate dell’infanzia

Piccoli guerrieri in libertà alla conoscenza di mondi diversi e all’avviamento alla vita fatta di innamoramenti e delusioni. Ai miei tempi l’estate, di chi aveva la fortuna di continuare gli studi, si riduceva a giornate di sfalcio e di raccolta del fieno nelle baite di montagna, sperando in una pioggia che permettesse una pausa e un rientro al paese per controllare se c’erano villeggianti carine di cui occuparsi. Più difficile, e non sembrerebbe, si prospetta l’estate per i più piccoli che di certo risultano essere i più penalizzati dai ritmi incasinati della vita d’oggi. Spesso i ragazzini in vacanza rischiano di essere stressati proprio dai loro genitori, che li caricano di nuovi impegni, o pretendono che giochino da soli, fuori da ogni pericolo, oppure, peggio ancora, costringendoli a starsene fermi a guardare la televisione se il tempo fa i capricci, o magari,

per un periodo, li costringono ad abbrustolirsi al sole come gli adulti pensando di far loro cosa gradita. Non esagero, a scene di questo tipo assisto ogni giorno e mi piacerebbe prendermela con i genitori che rovinano così le vacanze ai loro figlioli ed anche le loro. Da vecchio insegnante mi permetto alcuni suggerimenti che potrebbero essere utili per dare senso alle vacanze dei più piccoli. Portiamoli fuori, in mezzo alla natura, inviateli in campeggio, fate loro partecipare a gite in montagna, visitate parchi e riserve naturali di cui anche il Trentino è molto ricco. La natura è una delle cose più interessanti ed entusiasmanti, per i bambini. E al mare meglio soli, nelle colonie marine, che con papà e mamma a tenerli controllati. Tutte cose che daranno frutti in salute, in conoscenza, in nuove amicizie, in capa-

cità di socializzare e di affrontare sportivamente, ma responsabilmente, difficoltà e situazioni nuove senza la presenza iperprotettiva dei parenti. E quando bazzicano in casa cominciate a responsabilizzarli magari coinvolgendoli nell’andamento domestico e famigliare: andare a comprare il pane, dare una mano nelle pulizie, rifarsi il letto, riordinare la propria cameretta, dare assistenza alla mamma nell’orto o in giardino...non saranno di grande aiuto, ma di certo cresceranno nella corresponsabilità famigliare, nella visione di una vita diversa, maturandoli nel cuore e nella mente, evitando strade che li porterebbero a diventare i tanto deprecati “bamboccioni” attaccati alle gonne materne fino a cinquant’anni. Assecondiamo i loro desideri di “scoperta” e di “avventura” sollecitandoli a scoprire le tracce

Intercettazioni e segreto istruttorio Caro vecchio amico, che ne dici delle intercettazioni del dialogo di Matteo Renzi con suo Padre Tiziano….se ne parla più che del terremoto, devo dire che se avessero registrato qualche mia discussione con mio figlio sarei finito in prigione, ma erano solo esplosioni di preoccupazione e di rimprovero, niente di più.Ma quando c’è di mezzo Renzi le cose si fanno subito più complicate, deve esserci sotto qualcosa, tu che ne dici? Ezio Potevi risparmiarti il “vecchio”, bastava caro amico, ma ti perdono, te ne ho perdonate tante! In quanto alla vicenda che tiene banco un po’ su tutti i giornali ti posso garantire che mi ha stufato. Tutti i giorni qualcosa di nuovo, niente di nuovo, cose mezze inventate, cose che non si capisce come possano succedere. L’intercettazione, illegale, pubblicata da un giornale nazionale, di un colloquio privato fra padre e figlio, fra Matteo e Tiziano Renzi raggiunge il culmine di un andazzo

a dir poco surreale e per niente dignitoso della politica italiana. Renzi figlio in una telefonata dice al padre: “Babbo, dimmi la verità. Basta bugie. Quello che ti imputano l’hai fatto si o no? Ai giudici devi dire la verità...” Sono parole dolorose per un figlio, ma bellissime. Dolorose perché minano il rapporto di fiducia e d’amore fra padre e figlio, bellissime perché segnano l’ansia di un figlio verso suo padre in difficoltà. E in questo caso io sono dalla parte di Matteo Renzi. Qui si parla di un padre che, forse, potrebbe aver usato il prestigio del figlio per farsi bello, per aiutare in buna fede qualcuno. E chi non lo fa, l’avremmo fatto forse anche noi con un figlio Presidente del Consiglio. Tutto sommato trattasi del solito abusato millantato credito. Di certo Renzi figlio non ha mosso un dito per accontentare Renzi padre ed i suoi compagni. Su questo sono d’accordo anche le Procure che indagano. Allora perché tanto chiasso? Ho l’impressione che si voglia far fuori Renzi dalla politica, sono molti interessati alla sua defini-

tiva uscita, a cominciare dai suoi ancora potentissimi ex compagni di partito, Bersani, D’Alema e compagnia. Ecco perché le Procure debbono andare fino in fondo alla questione, ne va di mezzo la nostra democrazia. Non sono possibili queste continue e strumentali violazioni del segreto istruttorio. Non è la prima volta che succede. Mi verrebbe voglia di fare anch’io una telefonata ai Magistrati, che è poi quella che si stanno ponendo molti giornalisti: “Pronto? Vostro Onore mi permette una domanda? Ci dica la verità: chi viola costantemente il segreto istruttorio? Chi permette che stralci d’intercettazione finiscano in pasto ai giornali, con il disprezzo totale di ogni dignità? Non nascondiamoci dietro il velo della libertà d’informazione, queste soffiate velenose vengono dai vostri uffici, chi dirige tutto questo?” Fino ad ora le Procure non ci hanno dato risposte chiare.Ma la gente è davvero stufa di queste continue e vergognose commedie. Adelino Amistadi

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della nostra storia che sono numerosissime anche in Giudicarie, fate apprezzare i muretti che ancora sopravvivono immutati, in massi di granito, perfettamente disposti che neanche oggi saprebbero fare, e lavorati tutti e scalpello e martello, ma anche l’architettura di un vecchio rustico dove non c’è niente che non abbia una sua utilità, e le chiese, belle, antiche e stupende, costruite a mano con pietà dei nostri avi, oppure i nostri castelli, segni di una storia importante, i reperti archeologici, le palafitte, tutte cose, che se convenientemente raccontate, faranno strabiliare gli occhi ai ragazzini che non chiederanno di meglio. Io li porterei anche a visitare qualche laboratorio artigiano, in una falegnameria, un’officina meccanica, per esempio, sarebbe il primo incontro con il lavoro organizzato che non va mai

in vacanza. I vostri figli si divertiranno, vi faranno mille domande, sviluppando spirito di osservazione e capacità di ragionamento. E lasciamo loro del tempo davvero “libero”. Che possano giocare per strada, nei prati, in attività inventate lì per lì, in completa libertà. Non è “perdere tempo”, ve l’assicuro. E’ l’occasione perché i bimbi tornino a sognare, a fantasticare avventure in un mondo magico, a sentirsi protagonisti e padroni della loro vita, privilegi un po’ trascurati, ma impagabili per i ragazzi. Ricordiamo che l’impegno educativo dei genitori non va mai in vacanza: l’intelligenza, la volontà, l’educazione, la costanza, la responsabilità dei nostri figli vanno coltivate anche e soprattutto d’estate. Buona vacanze piccoli guerrieri! Adelino Amistadi

Giusta la Cassazione: gli stranieri si adeguino alla nostra cultura Caro Amistadi, come tu sai, la Cassazione ha emesso una sentenza secondo la quale gli stranieri devono adeguarsi alla nostra cultura. Finalmente una cosa giusta, ma tu pensi che servirà a qualcosa o tutto andrà avanti come prima? Filippo

La Suprema Corte è intervenuta sul caso di un indiano Sikh che pretendeva di girare armato di un lungo coltello, perché così prevede la sua religione. E bene ha fatto la Cassazione a prendere una decisione finalmente di buon senso: chi sceglie di vivere in un Paese che non è il proprio, deve rispettarne le leggi e la cultura senza voler imporre la propria. Una cosa talmente ovvia che non si capisce perché s’è dovuto aspettare così tanto tempo per arrivare ad una chiarificazione. Purtroppo qualcuno non sarà d’accordo, un malinteso senso dell’accoglienza ha permesso per il passato che venissero aboliti il Presepio a Natale nelle scuole o la benedizione d’inizio anno scolastico per non disturbare la sensibilità dei nostri immigrati. Apriamo pure le porte a chi fugge dalla fame e dalla guerra, ma una volta qui, si adeguino ai nostri valori e alle nostre tradizioni, se non altro per il rispetto che si deve a chi li ospita. (a.a.)


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GIUGNO 2017


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