Novembre 2014 gdg

Page 1



������������������������� ������������������������������ 



�������������� ������������������������������� 

Giudi iudicarie

il

iornale delle

NOVEMBRE 2014 - pag.

Mensile di informazione e di approfondimento

www.giornaledellegiudic a r i e . i t

1

����������������� ��������������������� ����������������������� ����������������� �������������������

������� ������� ����� �������

����������� ����������� ����������� �����������

�������������������

ANNO 13- NOVEMBRE 2014 - N. 11 - Mensile

REGIONE

Il giorno dei morti si apre la biblioteca... di Adelino Amistadi Ogni anno è un’emozione unica assistere alla S. Messa nel giorno della commemorazione dei morti quando la si celebra al cimitero. Il cimitero si riempie di gente, paesani e uomini e donne venuti da lontano per ricordare i propri morti, ci sono tutti, credenti, miscredenti, indifferenti, gente del paese, gente migrata nei paesi vicini, è il giorno del rimpatrio dell’intera comunità. Ci si ritrova fra amici di tutti i giorni, ma si salutano anche paesani che si vedono solo in quell’occasione. Magari il paese se lo sono dimenticati, ma nel giorno dei morti, alla Messa al cimitero non possono mancare, sono puntuali, con tutta la famiglia, moglie, figli e nipoti. A salutare i propri morti ci devono essere tutti. Almeno una volta all’anno. L’atmosfera non è delle più gioiose, c’è tanta tristezza, ma anche tanta serenità e lo sguardo rimane fisso sulle piccole foto appiccicate sulle lapidi che ci ricordano i nostri genitori, i nostri cari scomparsi non sempre al momento giusto, e torniamo ai ricordi di quando la vita aveva altri protagonisti e noi eravamo giovani spettatori stupiti di come, anche nella povertà, i nostri nonni sapessero seguire il sentiero irto della vita con le virtù e con i valori della tradizione cristiana, alla base del convivere civile di quei tempi. In quel poco tempo che dura la Messa, è come si sfogliasse il nostro libro dei ricordi, la mente gira attorno al passato, lo penetra, ci fa rivivere i momenti più belli accanto alle persone care, e quelli più tristi nell’accompagnarle all’ultima dimora. E poi dicono che i cimiteri non servono più. A pag. 8

Comuni,lacorsaallefusioniinextremis

Tanti i movimenti in Giudicarie per arrivare ad indire i referendum entro il 31 marzo prossimo, “congelando” le elezioni 2015 Alle Pagine 4 e 5

Pronto (soccorso) nel 2015? A pag. 6

In Trentino possibilità remotissima

Virus Ebola, no ad allarmismi

Le notizie intorno al virus Ebola fanno sempre più paura, poiché il virus ha lasciato i confini dell’Africa arrivando, assieme ad alcuni volontari che erano stati in Africa per curare le vittime dell’epidemia, fino alla Spagna e agli Stati uniti d’America.

Stanziati oltre 16 milioni per completare la rete

Comunità, maxi-piano perle ciclabili A pagina 8 Sfiora i 17 milioni di euro la cifra che, da diverse fonti, verrà investita per raccordare la rete di piste ciclabili che in anni recenti ha cominciato ad estendersi capillarmente anche nelle Valli Giudicarie. L’obiettivo è

quello di fare della rete di ciclabili della valle un percorso connesso e usufruibile da tutti gli ambiti e magari che si colleghi in maniera fluida con le aree limitrofe, il Garda in primis.

Pat, bilancio “magro” Risorse in calo per il 2015

A PAGINA 20

CINEMA Foresta di Ghiaccio al Festival di Roma A pag. 19 ATTUALITÀ Inaugurata la ristrutturata centrale di Roncone A pag. 18 SPORT Daniel, dall’incidente ai record A pag. 30 Volti delle Giudicarie in Viaggio. A pag 31

Casi circoscritti, ma che certo alimentano il timore nella gente e hanno dato vita anche ad alcuni spiacevoli e censurabili episodi di razzismo nei confronti di chi è africano e – dunque - “sospettato” di essere un potenziale portatore del virus. A pag. 6

Al 120° Congresso Sat di Spiazzo

Impegno costante per la montagna A pagina 15

Si è svolto domenica 19 ottobre a Spiazzo il 120° Congresso SAT intitolato “Montagne di guerra, montagne di pace. La montagna ferita. Nuove opportunità 100 anni dopo”. La manifestazione è stata incentrata sulle ferite che portano ancora le mon-

tagne trentine in seguito al primo conflitto mondiale.

La “guerra” delle centraline

Nel tratto di fiume Arnò tra Bondo e Breguzzo A PAGINA 11

- Lego


pag.

2

Rassegna Stampa

NOVEMBRE 2014

RASSEGNA STAMPA OTTOBRE 2014

A cura della REDAZIONE

DALLE GIUDICARIE DALLAPROVINCIA Tione - L’Agenzia delle Entrate trasloca. Ma resta a Tione. Troverà spazio nell’edificio dell’ex Tribunale - L’Agenzia delle Entrate resta a Tione. Tempo fa, il possibile trasferimento dell’ufficio, con i suoi 17 dipendenti, era più di un chiacchiericcio. I timori della paventata soppressione dell’Agenzia a favore del Capoluogo erano suffragati soprattutto dal decreto legge n. 87 del 27 giugno 2012, che confermava quanto era già stato inserito nel decreto legge del 6 dicembre 2011, nel capitolo dedicato alla riduzione di spesa di costi e apparati. In pratica, le anticipazioni delle linee guida della spending review del Governo Monti. Busa di Tione - Sette parrocchie per Don Fernando - Don Fernando Murari ha ora la responsabilità di sette parrocchie. Dopo il trasferimento di don Walter Sommavilla, la sua attività pastorale si estende anche a Saone, Bolbeno, Zuclo, Preore, Ragoli e Montagne. Da decano di Tione, il suo mandato comprende ora tutti i paesi della “Busa”. Un compito impegnativo, per cui sarà coadiuvato da don Emanuele Cozzi, un giovane sacerdote lombardo che insegna religione nell’Istituto Comprensivo di Tione. Comano Terme - Nella Comano Vallesalus 30milioni di passi che fanno risparmiare Una Valle da Camminare, il progetto di turismo sostenibile dell’Azienda per il Turismo Terme di Comano Dolomiti, finisce sulla televisione nazionale con l’iniziativa “Più cammini, meno paghi”. Un progetto di marketing territoriale realizzato con gli albergatori del territorio che premia gli Ospiti che scelgono il camminare come strumento di salute e benessere, ma anche come mezzo per scoprire un territorio ricco di bellezze da conoscere. Il tutto grazie ad un contapassi speciale che conta i passi fatti e regala uno sconto sul soggiorno negli hotel aderenti all’iniziativa. Quasi 30 milioni i passi compiuti da chi ha partecipato all’iniziativa.

Fiavè - Incidente mortale sul lavoro. Cristoforo Panizza muore dopo essere stato colpito da un verricello - Tragedia nei pressi del rifugio Misone sopra Fiavè. Un uomo di 51 anni, Cristoforo Panizza di Vermiglio, mentre stava lavorando nel bosco è stato colpito violentemente dal verricello che gli ha amputato gli arti e provocato la morte. L’uomo è stato trovato privo di vita da un raccoglitore di funghi che sentito lo schianto è accorso sul posto. Pieve di Bono - Ragazzo di 17 anni muore mentre si allena in bicicletta - Una valle ammutolita, attonita e incredula ha accolto la notizia che Timothy Porcelli, ha perso la vita dopo essere caduto a pochi chilometri da casa, mentre sotto gli occhi del padre si stava allenando in bicicletta, la sua grande passione. Quella stessa bicicletta che l’ha tradito, mentre scendeva sulla strada che da Por porta a Pieve di Bono. Val Rendena - Un’estate sottotono. Tra giugno e settembre -6,5% nelle presenze e -9,3% negli arrivi - L’estate a Madonna di Campiglio, Pinzolo e in Val Rendena si è conclusa con una leggera riduzione nei flussi degli arrivi e delle presenze. Elaborate le statistiche di settembre e in attesa della stagione invernale, arrivi e presenze dell’estate 2014 registrano un segno meno. Considerando una situazione generale del comparto turistico provinciale e nazionale in contrazione e una stagione estiva che di estate ha profumato poco, la stagione estiva 2014 ha avuto un calo relativo, con un -6,5% nelle presenze e -9,3% negli arrivi (giugno-settembre). La decrescita è stata registrata solo per gli arrivi e le presenze domestiche perché gli stranieri registrano invece un dato molto positivo, con un +1,3% negli arrivi e +15,2% nelle presenze, agosto è stato il mese top, con un +10,7% negli arrivi e +33,4% nelle presenze rispetto all’estate 2013.

I cattivi pensieri

di Eta Zeta

Confusione 1: Vediamo: gli animalisti sono individui che amano la natura e gli animali. Sono persone pacifiche che non torcerebbero un capello a nessuno. Che si fanno in quattro, per difendere un cucciolo, anche di coccodrillo. E, quelli che scrivono: se non fate quello che vogliamo noi, veniamo a Madonna di Campiglio, spacchiamo tutto, e vi roviniamo la stagione, come si chiamano? Confusione 2: “Come il rancio della naia”. Per l’assessore Borgonovo le risorse per il Pronto soccorso di Tione sono “Ottime e Abbondanti”. Peccato che il suo direttore Flor dica che non c’è il becco di un quattrino. Confusione 3: Donna pragmatica! Il pronto soccorso di Tione? Non PRONTO. Ma PRONTISSIMO. Tutti dicono che per ristrutturarlo ci vogliono (i soldi) e almeno TRE anni. Borgonovo Re assicura: sarà Pronto, anzi Prontissimo, entro il 2015. Ps: Nel qual caso Eta Zeta è disposto a ingoiare un gatto, con tutto il pelo. Tutti in bicicletta: La Comunità di Valle pensa al futuro dei giovani. Non avranno lavoro. Ma tempo libero sì. Cosa c’è di meglio, quindi, che investire 32 miliardi di vecchie lire, in piste ciclabili. “Pedala che ti passa!”

Provincia – Nuovo slancio al “Progettone” - “Il Progettone non si ridimensiona ma si rilancia”. Questo in sintesi il messaggio lanciato dal vicepresidente della Provincia e assessore allo sviluppo economico e lavoro Alessandro Olivi, in visita ai cantieri del Progettone alla casa di riposo di Nomi, al Centro di addestramento della Protezione civile (ex-polveriera) di Marco di Rovereto e a Riva del Garda, presso il villino Campi. Tre realtà molto diverse, un parco a disposizione degli anziani a Nomi, una struttura di 14 ettari destinata ad attività di formazione della Protezione civile ma che attualmente ospita anche un centinaio di profughi a Marco e una serie di infrastrutture anche ad uso turistico nella Busa. Provincia – Anticipo crediti, c’è anche Unicredit - Dopo il varo da parte della Giunta provinciale di uno specifico protocollo per anticipare ai fornitori i crediti certificati dalla Provincia e dai suoi enti strumentali, un nuovo istituto di credito va ad aggiungersi al novero degli intermediari finanziari che avevano già sottoscritto l’accordo. Si tratta di UniCredit che, per il tramite della propria societàprodotto UniCredit Factoring, ha aderito all’iniziativa ideata dalla Provincia autonoma di Trento per evitare che vincoli imposti dal Patto di stabilità, che pongono un tetto inderogabile ai pagamenti a fronte di investimenti effettuati, vadano ad incidere negativamente sulla liquidità delle nostre aziende. UniCredit potrà così erogare a quelle imprese, tra le circa 10 mila aziende seguite dalla banca in Trentino, interessate all’iniziativa la somma richiesta entro 15 giorni lavorativi dal ricevimento della domanda, applicando un tasso conveniente. Il plafond a disposizione è di circa 30 milioni di euro. Trento – Alla scoperta di Tridentum - Si è concluso sabato 25 ottobre il ciclo di visite guidate “Alla scoperta di Tridentum.

La città sotterranea”, itinerario archeologico nel centro di Trento, dal S.A.S.S. a Porta Veronensis e alla Basilica Paleocristiana per approfondire la conoscenza dell’antica Tridentum, la città fondata dai Romani duemila anni fa, definita splendidum municipium dall’imperatore Claudio nel 46 d.C. L’iniziativa è a cura dei Servizi Educativi dell’Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento e del Museo Diocesano Tridentino. Luogo simbolo di Tridentum, il S.A.S.S. svela al visitatore 1.700 mq di città romana in un allestimento affascinante e suggestivo, esito degli scavi archeologici effettuati in occasione del restauro e dell’ampliamento del Teatro Sociale. Trento – 80 anni di Aldo Moser - Giovedì 23 ottobre le Gallerie di Piedicastello hanno ospitato un incontro dedicato ad Aldo Moser, l’ex campione di ciclismo che nei mesi scorsi ha compiuto 80 anni, in occasione della chiusura della mostra “Il cavallo d’acciaio” dedicata alla storia e all’epopea del ciclismo dal 1885 ad oggi, tra cimeli, filmati ed un ricordo dei campioni trentini. Provincia – Trentino all’Expo 2015 tra ambiente, ricerca e prodotti - Il Trentino sarà ad Expo 2015 di Milano con tre elementi distintivi: le Dolomiti, destinazione turistica e area naturalistica tra le più suggestive al mondo; la ricerca, intesa come volano per l’innovazione e la crescita competitiva del territorio; ed i Prodotti, espressione del territorio e anello di congiunzione con il tema Expo 2015 dell’alimentazione sostenibile del pianeta. Tre i punti fissi fino ad ora raggiunti e attorno a cui si lavorerà per espandere la presenza del Trentino: la Settimana del Trentino presso il Padiglione Italia dal 10 al 17 luglio 2015, la Piazzetta Trentino, realizzata sempre all’interno del Padiglione Italia, dal 1 ago-

sto al 31 ottobre, e l’apertura durante i sei mesi di Expo dell’ufficio relazioni internazionali, per favorire accordi B2B tra le aziende del sistema Trentino e gli stakeholder internazionali. Dallapiccola ha, infine, annunciato per l’inizio di dicembre, presso il Muse, l’evento di presentazione del progettoTrentino Expo 2015. Trentino – I giovani ri-scoprono la montagna - Sono partiti in 100, con zaino, scarponi e giacca a vento, accompagnati dai loro insegnanti, alla ri-scoperta delle montagne. Le loro montagne, quelle che vedono tutti i giorni dalla finestra di casa, quelle dove spesso non prende lo smartphone ed alle quali non hanno mai pensato come ad un luogo delle emozioni. Sono gli studenti delle cinque scuole superiori trentine che, vincitrici del concorso promosso da Accademia della Montagna in collaborazione con Iprase e Dipartimento della Conoscenza della Provincia autonoma di Trento, hanno trascorso tre giorni in alcuni rifugi alpini, a contatto con i gestori e le guide alpine, dando corpo al progetto di avvicinare i giovani alla conoscenza ed alla cultura della montagna. Trentino – Daria Depretis alla Corte Costituzionale - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con decreto ha nominato ai sensi dell’art. 135 della Costituzione, Giudice della Corte Costituzionale la professoressa Daria de Pretis, dal 28 febbraio 2013 Rettrice dell’ateneo trentino. La professoressa de Pretis è ordinario di diritto amministrativo alla facoltà di Giurisprudenza. Insieme alla rettrice trentina il presidente della Repubblica ha scelto anche il professor Nicolò Zanon, ordinario di diritto costituzionale nell’Università degli Studi di Milano. La nomina è avvenuta in sostituzione dei Giudici Sabino Cassese e Giuseppe Tesauro, i quali cessano dalle loro funzioni il prossimo 9 novembre.


NOVEMBRE 2014 - pag.

Ristrutturate la vostra abitazione con il N° 1 in Europa: portoni da garage e porte d’ingresso Hörmann

Portone da garage automatico da

999 € *

Porta d’ingresso RenoDoor

da

1249 € *

Elemento laterale RenoDoor da

499 € *

Solo il meglio per la Vostra casa – I nostri servizi per modernizzarla: Consulenza tecnica qualificata

Sopralluogo per verifica dimensionale

Smontaggio e smaltimento ecologico

Montaggio a regola d’arte e molto altro ancora

3


pag.

4

NOVEMBRE 2014

Tutti alle fusioni Ultimi mesi dell’anno “caldi” su tanti fronti comunali. Ecco chi pensa ad una fusione “in extremis”

Se non è una “La folle corsa”, poco ci manca. Forse è un po’ troppo citare la nota canzone battistiana ma sta di fatto che – dopo che la provincia ha fatto prefigurare tagli draconiani ai comuni che non si “uniranno” - è scattata una corsa alle fusioni, impensabile solo due anni fa. Prima sono arrivate le unioni, confermate dai referendum, di tre comuni della Val del Chiese e di due delle Esteriori, che hanno dato vita rispettivamente ai nuovi comuni di Valdaone e di San Lorenzo-Dorsino. Negli ultimi due mesi, poi, la situazione ha subito una accelerata incredibile, portando prima al coronamento del percorso di fusione tra Condino-Castel CondinoCimego e Brione, poi di Pieve di Bono-Prezzo, entrambe da confermare e verificare nel sentiment della gente con il referendum del 14 dicembre, poi alla nascita di altri tentativi di fusione locale, tutti con un unico obiettivo: fare in fretta, tenendo d’occhio l’ultima data utile, ossia indire il referendum entro il 31 marzo 2015. Una corsa che consentirebbe alle amministrazioni di dribblare l’appuntamento elettorale del maggio prossimo e di restare in sella fino a fine 2015. Ecco allora arrivare nell’ordine le ipotesi di fusione tra: Breguzzo-Bondo-LardaroRoncone, Montagne-PreoreRagoli, Villa-Darè-Vigo, Bolbeno Zuclo. Partiamo da MontagnePreore-Ragoli, quella più avanzata, di cui si discute da maggior tempo e facilitata dalla comune appartenenza alla Comunità delle regole di Spinale-Manez. Una caratterizzazione identitaria che ha spinto i tre sin daci, Matteo Leonardi, Michela Simoni e Paolo Paletti a proseguire su questa idea, declinando gli inviti di altri comuni della Busa (Zuclo e

Bolbeno) ad allargare il progetto di fusione. Ma soprattutto declinando l’invito del sindaco di Tione Mattia Gottardi ad essere lungimiranti ipotizzando un percorso che porti ad un comune unico per la Busa. In una diversa direzione andava invece la riunione dei tre Consigli comunali il 20 ottobre a Ragoli, alla presenza del presidente del Consiglio delle autonomie Paride Gianmoena e il funzionario Alessandro Ceschi, per discutere degli aspetti tecnici della eventuale fusione. Una unione che lascerebbe “per strada” i comuni limitrofi di Zuclo e Bolbeno. Ecco allora che – seppure ancora i nuce – vi sono dei contatti fra i due paesi per stilare un orientamento, anche se si è ancora lontani dal parlare di fusione. Due le problematiche principali: in primis la scarsa consistenza demografica di una eventuale fusione a due (per la quale sono orientati di due sindaci) che porterebbe il nuovo comune a 700 abitanti circa, misura ancora

È vero, il panorama è cambiato e la situazione economica generale e di finanza locale impone razionalizzazioni ed un ripensamento in profondità del sistema attuale (vedi intervista a fianco); una tesi che non da oggi sostiene anche il Giornale delle Giudicarie.

insufficiente per le gestioni “razionali” ipotizzate dai tecnici provinciali. Il rischio è quello di precedere ad una fusione e successiva riorganizzazione di spazi e di uffici (comunque un processo non breve) e poi ritrovarsi tra due anni ad essere aggregati (obbligatoriamente e senza più capacità di contrattazione) a Tione. La seconda, molto più terra-terra, ma è il classico problema di “Campanile”. Con due comuni della stessa dimensione (350 abitanti ciascuno) quale sarebbe il “comune” e quale la “frazione”? E quale consiglio comunale è disposto a cedere? Il 13 ottobre, invece, c’è stato il primo importante incontro congiunto tra i consigli di Breguzzo, Bondo, Roncone e Lardaro. Alla presenza dell’assessore provinciale agli Enti Locali Carlo Daldoss si è trovata una certa condivisione (anche da parte delle opposizioni) sull’idea di fusione a quattro, con alcuni distinguo e perplessità solo da parte di

Werner Bonenti, sindaco di Lardaro. Sul tavolo, l’ipotesi di un sondaggio informale sulla popolazione da effettuarsi entro fine anno. Altro passaggi importanti dovrebbero saranno una serata in cui si riuniranno i rappresentanti (sindaco e un rappresentante della giunta) nella quale si dovrebbe dare il là alla redazione di un documento comune che va proprio nella direzione della fusione: anche in questo caso la prospettiva è quella di arrivare al voto entro la fine di marzo, “congelando” di fatto la legislatura fino a fine 2015. Sempre in Valle del Chiese, ma ormai sembra dopo le prossime elezioni, si inizia a parlare dell’unione di Storo con Bondone. In Val Rendena, invece, le cose si muovono molto più a rilento. Detto di Pelugo, dove il sindaco Stefano Galli ha chiuso la porta ad ogni ipotesi di fusione e dell’alta Val Rendena, dove si lavora (lentamente) sull’ipotesi Bocenago-Caderzone-Strembo, e di Massimeno-Giustino (con Pinzolo per ora spettatore e Carisolo che non ne vuole sapere) l’idea in stato più avanzato è quella che coinvolge i comuni di Darè, Vigo e Villa Rendena. Gli abboccamenti fra le giunte ci sono stati, se n’è parlato già diversi mesi fa, ma manca ancora un coinvolgimento diretto dei consigli comunali e – qualora non avvenisse già nelle prossime settimane – difficilmente vi sarebbero poi spazi e tempi per addivenire al referendum entro il 31 marzo 2015.

Primo Piano Il 14 dicembre doppio referendum in Valle del Chiese: si vota in 6 comuni

Pieve di BonoPrezzo con vista referendum Nelle sessioni di Consiglio comunale del 29 e del 30 settembre i paesi di Prezzo e Pieve di Bono hanno rispettivamente deliberato all’unanimità la fusione dei due comuni nel nuovo soggetto comunale Pieve di Bono-Prezzo. Ora la parola passa ai cittadini che in un referendum (lo deve ufficializzare la Regione, ma si può supporre che potrebbe avvenire sempre domenica 14 dicembre) dovranno confermare o meno la fusione. Se prevarrà il sì alla fusione, ecco allora che nascerà il nuovo comune di Pieve di Bono-Prezzo, un agglomerato di circa 1.590 abitanti con una superficie di 23 kmq. Nel corso della Giunta provinciale del 13 ottobre, su proposta dell’assessore agli Enti locali Carlo Daldoss, l’esecutivo ha espresso parere favorevole a tre progetti di fusione, con la costituzione di tre nuovi Comuni: quello di “Borgo Chiese” che raccoglierà le attuali amministrazioni di Brione, Castel Condino, Cimego e Condino; quello di “Pieve di Bono-Prezzo” e quello di “Dimaro Folgarida” mediante la fusione dei Comuni di Dimaro e Monclassico, trasmettendo poi gli incartamenti alla Regione, che indirà i referendum consultivi per il giorno di domenica 14 dicembre. Qualora gli esiti dovessero essere favorevoli, le nuove amministrazioni saranno istituite con legge regionale a far data dal primo gennaio 2016, per poi andare al voto nel maggio dello stesso anno. In quel caso i consigli comunali resterebbero in carica per l’intero 2015, per poi essere traghettate alle elezioni da un commissario. «Si tratta – spiega il sindaco di Pieve di Bono Attilio Maestri – del coronamento di un percorso di collaborazione che nei fatti esiste da diverse legislature e di una gestione amministrativa che abbiamo condiviso con il comune di Prezzo. Raffrontandoci con il Consorzio dei Comuni per una consulenza di tipo legale abbiamo approfondito questo percorso fino ad arrivare alla deliberazione dei Consigli comunali,passando ovviamente attraverso momenti di preventivo confronto con la popolazione». Il nome del nuovo comune sarà composto da quello dei due paesi, così come è accaduto per San Lorenzo e Dorsino. «Una scelta più rispettosa della storia e dell’identità di ciascun comune, premesso che questa non è una fusione per incorporazione, assieme alla giunta di Prezzo abbiamo condiviso di proporre il nuovo nome nel più banale e semplice “Pieve di Bono-Prezzo”, che tiene vivo per il momento il legame con i comuni estinti i cui rispettivi territori continueranno ad essere identificati formalmente con gli attuali nomi, con riferimento alla residenza per i documenti di cittadini e imprese come peraltro fissato dall’art. 127 della legge 7 aprile 2014 n. 56 (legge Delrio)». I prossimi passi?« Beh, stante la situazione che richiede una consistente contrazione del numero degli enti locali, i sindaci dell’ambito del Chiese hanno individuato, quale assetto ottimale per il futuro, la creazione di quattro comuni (con riferimento alle zone di Roncone, Pieve di Bono, Condino e Storo) da raggiungere attraverso progressive tappe che, tenuto conto delle difficoltà politico-amministrative, storico-culturali e di condivisione con la popolazione, avvicinino a questo traguardo». «Ora – conclude Maestri – siamo impegnati a svolgere capillare attività di informazione ai cittadini dei due comuni attraverso incontri specifici in modo da far comprendere e condividere la scelta della fusione».


Primo Piano

«Un nuovo assetto per gli enti locali trentini»

In fase di arrivo la riforma istituzionale. L’assessore Daldoss:«La legge mira ad avere comuni più strutturati, più efficienza, contenimento delle spese e qualità nei servizi» di Roberto Bertolini La riforma istituzionale, il cui iter sta giungendo alle battute finali, ci consegnerà un Trentino con meno comuni, Comunità “leggere” e funzionali al dialogo tra gli enti locali, servizi locali meno costosi e più organizzati. Questa la visione dell’assessore provinciale Carlo Assessore Daldoss, l’iter della riforma del sistema delle autonomie locali sta arrivando a conclusione. Quali sono i punti salienti? L’intento della riforma è quello di attuare un rinnovamento del sistema istituzionale trentino con l’obiettivo di portare l’esercizio delle funzioni amministrative ad un livello più vicino al cittadino. Si perseguiranno per questo nuove logiche nelle relazioni tra i diversi piani di governo, in un’ottica di sistema e di rete. Il nuovo assetto dei rapporti istituzionali sarà finalizzato al raggiungimento di un livello di semplificazione decisionale e alleggerimento istituzionale, valorizzando al contempo le peculiarità locali. Verranno perseguite politiche di contenimento della spesa pubblica, anche in un ottica di accorpamento delle funzioni amministrative dei singoli Comuni e di incentivazione per la fusione degli stessi. Tra gli aspetti strategici un ruolo fondamentale è rappresentato dalla finanza locale: il nuovo impianto organizzativo prevede in concreto la possibilità di delegare alle Comunità le scelte relative agli investimenti territoriali. Quale sarà il ruolo delle Comunità nel dopo-riforma? Scompare del tutto la “politica” da questi enti intermedi? Le Comunità avranno una funzione di raccordo tra Provincia e singole entità territoriali: diventeranno le sedi politiche di coordinamento di tutte quelle decisioni, di livello provinciale, che riflettono i propri effetti sulle entità territoriali. In tal modo risorse e strategie verranno differenziate a seconda delle peculiarità e delle esigenze di ciascun territorio. La politica giocherà ancora un ruolo fondamentale, nell’intento di far sintesi tra le diverse esigenze e istanze dei Comuni; ma la parte dei protagonisti spetterà ai

Daldoss, che nel primo anno di legislatura ha preso “di petto” la questione e attraverso il confronto e la condivisione con sindaci e Consiglio delle autonomie, sta per portare a casa una riforma importantissima, che delinea l’assetto del Trentino per i prossimi anni.

Sindaci e alla loro capacità di raccordo e condivisione di logiche sovracomunali atte al perseguimento del bene comune. Cosa cambia nel rapporto tra Comunità e Comuni? L’obiettivo della riforma istituzionale è far sì che le Comunità di Valle possano diventare il luogo di confronto e supporto per gli enti territoriali, rappresentando al tempo stesso un sistema amministrativo in grado di perseguire i criteri di semplificazione decisionale e contenimento della spesa pubblica. L’ente diventerà il centro delle scelte strategiche e gestionali legate ai singoli territori. Proprio per questo, parte delle risorse disponibili per i futuri investimenti sovracomunali saranno messe in campo e gestite attraverso un fondo di finanza locale distinto non più su ambito comunale ma ad un livello più ampio di Comunità. I singoli territori dovranno diventare protagonisti della loro crescita economica, con l’individuazione di modelli di sviluppo efficaci e compatibili con le loro peculiarità. I Comuni potranno in questo modo giovarsi di una forma sovracomunale di raccordo per centrare gli obiettivi di sviluppo territoriale. Va da sé che ad un passaggio di autonomia decisionale debba corrispondere un alto grado di responsabilità degli amministratori locali. In questo nuovo ente i Sindaci saranno chiamati a decidere gli obiettivi e gli interventi strategici da dare al territorio, gestendo in modo collegiale le risorse economiche della Comunità Riduzione dei comuni, fusioni e gestioni associate. Come si immagina il Trentino tra cinque anni, quale assetto avranno gli enti locali? L’attuale contesto economico impone la necessità di attuare politiche di contenimento della spesa,

Carlo Daldoss

assicurando al contempo il mantenimento della qualità dei servizi offerti. Proprio per questo diventa necessario un progetto di riordino dei servizi comunali non solo di natura finanziaria, ma accompagnato da ipotesi di aggregazione e riduzione del numero dei comuni per dare forte impulso alle innovazioni dei processi di fornitura dei servizi. Un sistema di 217 Comuni per un totale di 531.000 abitanti si scontra con questa politica di razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica provinciale. Un cambio di rotta pare dunque non solo auspicabile, ma fortemente necessario. Il disegno di legge ha rivisto le modalità con le quali i comuni trentini sono tenuti a gestire in forma associata gran parte delle loro funzioni. Da sottolineare inoltre la centralità che stanno progressivamente assumendo, specie nei comuni di piccole dimensioni i processi di fusione, che già dal primo gennaio prossimo porteranno il numero dei comuni a 210, e le gestioni associate dei servizi e delle funzioni amministrative. Queste ultime rappresentano, tuttavia, solo un’alternativa di breve periodo rispetto agli indispensabili processi di fusione. Quali sono e da quali voci derivano i maggiori risparmi previsti dalla ri-

duzione del numero dei comuni e dalla riforma delle Comunità di Valle? La spesa pro-capite dei Comuni trentini è sicuramente superiore a valori rilevabili in territori comparabili al nostro, e tali effetti sono sicuramente amplificati dalla minore densità media dei comuni trentini. Proprio per questo sono necessari processi di contenimento della spesa pubblica, che non incidano altresì sul livello della qualità dei servizi erogati ai cittadini. Andrà fatto un riordino dei servizi comunali a carattere finanziario, collegando tale fine ad ipotesi di aggregazioni e riduzioni del numero di Comuni (e conseguentemente degli Amministratori), in modo da dare un forte impulso alle innovazioni dei processi di fornitura dei servizi. In questo periodo storico è necessario ottimizzare la capacità di programmazione in un’ottica di (necessario) contenimento della spesa. Per questo ritengo che sia fondamentale “fare squadra”, costituendo una massa critica ottimale per rispondere alla necessità di offrire servizi migliori ai cittadini e promuovere sinergie organizzative mediante la gestione associata di personale qualificato. Aumentare le dimensioni dei Comuni darà modo inoltre di ottimizzare le spese improduttive garantendo un recupero di risorse utili per attuare investimenti nei servizi primari.

NOVEMBRE 2014 - pag.

5

A Condino un comitato contesta..... il nome! Il sindaco Butterini: «Protesta capziosa, occorre maggior buon senso» Le Municipalità di Condino, Brione, Cimego e Castel Condino sono in procinto di unirsi sotto l’egida di Borgo Chiese: il nuovo comune potrebbe infatti nascere il 14 dicembre, quando i cittadini delle quattro borgate saranno chiamati ad esprimersi attraverso il referendum. La nuova istituzione prenderà corpo nel momento in cui si raggiungerà il quorum in tutte le comunità e naturalmente a prevalere saranno i voti favorevoli.

Giorgio Butterini

In maniera abbastanza sorprendente le maggiori resistenze si stanno registrando nel comune più grande, Condino dove pare stia per costituirsi formalmente un comitato “per il no”. Motivo? Non piace il nome! Il nuovo comune, fanno sapere i promotori, deve essere intitolato Pieve di Condino, altrimenti ci prodigheremo affinché nel referendum prevalgano i contrari. Chiediamo al sindaco, Giorgio Butterini un’opinione rispetto a queste posizioni: «Sinceramente, inizialmente pensavo si trattasse di uno scherzo, non potevo certo immaginare che, proprio all’interno del mio comune, destinato eventualmente a divenire capoluogo del nascente soggetto istituzionale, qualcuno potesse seriamente contrastare la fusione solo per la scelta di un nome, che è comunque frutto di un confronto aperto e attento tra gli amministratori, prescindendo da quelli che sono i contenuti sostanziali del progetto e soprattutto dal delicatissimo frangente in cui ci troviamo, che notoriamente impone razionalizzazioni a tutti i livelli. La posizione di alcuni miei concittadini ed i toni usati in qualche situazione mi amareggiano, ma contestualmente rimango sereno, nella consapevolezza che l’elettorato oggi è molto più maturo di quanto si possa immaginare; la gente ha piena consapevolezza del momento drammatico che viviamo e credo che l’esistenza di comuni così piccoli, oltre che risultare anacronistica, non possa che ripercuotersi sulla qualità dei servizi erogati». Quindi pensa che l’obiettivo sia alla portata? «Lo ripeto, sono fiducioso, ma nel momento in cui le cose non dovessero andare come auspicato, manterrei la serenità di chi si è prodigato responsabilmente e coscientemente per il bene della propria comunità; sono altrettanto consapevole del fatto che, in caso di insuccesso del referendum, gli amministratori di domani erediteranno una situazione molto, molto complicata. Insomma, per dirla gergalmente, le nostre comunità rischierebbero di mangiarsi le mani, dovendo gestire tutti i servizi municipali attraverso la Comunità di Valle oppure associandosi ai comuni più grandi; non tralascerei inoltre le oggettive difficoltà nella gestione dei bilanci economici, già fortemente messi alla prova dai progressivi tagli dei finanziamenti provinciali. Se la metà dei comuni trentini sta ragionando sulle fusioni sarebbe davvero paradossale mandarne a monte una che, in quanto deliberata dai rispettivi consigli comunali entro il 30 settembre, garantirebbe alle nostre comunità risorse aggiuntive per i prossimi vent’anni». (r.b.)


pag.

6

Primo Piano

NOVEMBRE 2014

La cronologia delle dichiarazioni e degli eventi desta preoccupazioni per il futuro della struttura. Verso un intervento ridimensionato

Pronto soccorso, restano gli interrogativi Però, si nicchia. Anzi, ogni giorno che passa, svaniscono le certezze sbandierate fino a ieri, da politici e responsabili dell’Azienda sanitaria trentina. Il nocciolo della questione è noto. Ne abbiamo già parlato diffusamente sulle pagine di questo giornale. Non a caso, nel numero scorso esternavamo le nostre preoccupazioni per il suo futuro. Su cui si rincorrono voci, smentite e rassicurazioni che non aiutano a comprendere le reali intenzioni dell’APSS. Per questo è necessario fare il punto della situazione. Anche a costo di ripetere cose già dette. Questa volta, per evitare di essere fraintesi, riporteremo spezzoni ufficiali di verbali e comunicati stampa emessi da Comunità di Valle, dal presidente della Provincia Ugo Rossi e dall’attuale responsabile della Sanità Donata Borgonovo Re. Perché di questa ricostruzione? Semplicemente per il fatto che, rileggendo attentamente i vari passaggi che riguardano il pronto soccorso di Tione, ci sono discordanze e dichiarazioni contrastanti che meritano di essere dipanate. 20 febbraio 2014 : Durante il sopralluogo al cantiere dell’ospedale (erano rappresentati Comunità, Comuni, Pat e Azienda sanitaria), il direttore di struttura dott. Vincenzo Cutrupi dichiara: “Non solo l’ospedale non verrà chiuso. Ma sta per essere potenziato”. E spiega che il pronto soccorso sarà trasferito provvisoriamente al piano terra della nuova ala, per permettere il rifacimento, ex novo, dell’esistente. In proposito, l’ingegner Giuseppe Comoreto conferma la consegna dei lavori dell’ala nord entro maggio. “E’ un passaggio importante – dice – non solo perché recuperiamo aree fondamentali per l’operatività dell’ospedale. Ma anche perché l’ultimazione dell’ala ci permette di guardare all’altro intervento necessario: l’ampliamento del pronto soccorso”. “Un intervento da 3 milioni e 400 mila euro – spiega -

A

di Ettore Zini

che punto è la ristrutturazione del pronto soccorso di Tione? La ridda di voci e di smentite su quella che si può definire la “reception” dell’Ospedale, merita un capitolo chiarificatore . Il problema non è di oggi. Da anni è avvertita l’esigenza di dare,

che consentirà di aggiungervi 160 metri quadrati, e avere spazi adeguati per l’attesa e il pronto intervento. I lavori interesseranno anche il piano interrato, dove saranno ricavati 400 metri per il magazzino. A gennaio partiranno i lavori. Per fine 2015, si pensa di vederne la fine”. 9 luglio: L’assessore Borgonovo Re, in occasione del Consiglio della salute che precede l’infuocato incontro con i sindaci, dove la responsabile della Sanità annuncia che il punto nascite verrà chiuso, conferma lo stanziamento di 15 milioni per il Presidio Ospedaliero. “Di cui – dice – 3.000.000 destinati al pronto soccorso, oltre a 400 mila euro che il Dipartimento sta per recuperare. E una seconda parte di finanziamento di 7,2 milioni, a disposizione”. Comunica che, di lì a poco, il pronto soccorso sarà trasferito al piano terra della nuova ala. E sarà completata l’ubicazione di altri reparti. “I lavori procedono – dice – e l’impegno da parte dell’APSS è confermato”. 22 luglio: In occasione del Tavolo di concertazione, il dott. Cutrupi dichiara:”Sono già stati fatti molti incontri sul territorio. E, ora si può definire la reale consistenza dell’opera di adeguamento dell’ospedale”. E aggiunge: “La ristrutturazione del Corpo C3 (ala nord) è terminata. Il 13 luglio, è iniziato il trasferimento dei reparti

nella nuova struttura. Compreso il pronto soccorso che godrà di spazi più adeguati. E, entro il 2015, con la sua ristrutturazione si completerà questa parte di opera”. A dargli man forte interviene l’ingegner Comoreto, responsabile dei lavori: “Per accelerare i tempi del pronto soccorso – aggiunge l’ingegnere – indiremo una trattativa privata estesa a 20 ditte. Il progetto è in fase di definizione. Ed entro il 2015 i lavori dovrebbero essere completati”. Fin qui, dunque, tutti confermano l’imminente ristrutturazione del vecchio pronto soccorso, di cui ci sarebbero anche i finanziamenti. 21 settembre: Il “Trentino” titola: “Pronto soccorso, mancano i soldi”. Nell’articolo si specifica che i Giudicariesi, oltre a dover probabilmente fare a meno del reparto di maternità, dovranno accontentarsi della sede provvisoria del pronto soccorso, poiché i 3,4 milioni promessi per il finanziamento dell’esistente, non ci sono più. Il piatto piange. E la direzione dell’U.O. sta pensando a trasformare, in “definitiva” la sistemazione “provvisoria”, dirottando parte dei fondi alla ristrutturazione delle cucine, bisognose di ammodernamenti. 21 settembre: Sull’argomento arriva una secca smentita del presidente della Provincia Ugo Rossi. Un comunicato a tutti gli organi di stampa dice te-

a quell’area, una sistemazione più dignitosa. Tanto che il suo recupero doveva essere il logico coronamento dell’adeguamento dell’intero presidio, avviato nel 2006, per cui sono già stati spesi 18,5 milioni (37 miliardi di lire). Adesso, alle parole dovevano seguire i fatti. stualmente: “Il pronto soccorso dell’ospedale di Tione non è in discussione. Lo assicura il presidente della Provincia Ugo Rossi che si augura che si abbassino i toni di una polemica fondata solo su ipotesi non vere”. “L’intervento sul pronto soccorso rientra come parte fondamentale di lavori di ristrutturazione dell’Ospedale di Tione – spiega Rossi – e gli stanziamenti previsti per questo intervento non sono mai stati ridotti. Si sta lavorando su ipotesi progettuali, non ancora su progetti, che potrebbero definire soluzioni diverse. Ciò, può aver generato qualche incomprensione, che però è destituita di fondamento”. “Il presidente Rossi – dice il comunicato – conferma che, se per l’ultimazione del progetto dovessero servire risorse aggiuntive, queste saranno messe a disposizione senza alcun dubbio, perché il Pronto soccorso è considerato un servizio strategico e irrinunciabile, sia per i residenti, che per i turisti”. 23 settembre: A firma dello stesso articolista, il “Trentino” titola: “Pronto soccorso al bivio: due ipotesi per il reparto. Rossi garantisce che ci saranno le risorse per il nuovo progetto. Ma c’è chi pensa di mantenere la soluzione provvisoria”. L’articolo riporta le dichiarazioni di Rossi. Ma conferma che non ci sono più le risorse originarie, scese a 1,8 milioni. Una disponibilità finanziaria non è più sufficiente a ampliare i vecchi spazi. 1° ottobre: Tavolo di concertazione tra i responsabili della Sanità e Comitato della Salute. E’ presente anche il direttore generale della Sanità dott. Luciano Flor che dichiara: “Il rifacimento del pronto soccorso non era inserito nel progetto originario di ristrutturazione dell’Ospedale. Agli inizi del 2013 l’Azienda sanitaria ha costruito un’ipo-

tesi progettuale per la ristrutturazione del reparto nella sede originaria, con un piccolo ampliamento. Quest’ipotesi di lavoro che costava 3,4 milioni, non è mai stata presentata in Provincia per il finanziamento”. “Esisteva però nel contempo – spiega il direttore – un finanziamento di 300 mila euro, previsto in una delibera sanitaria del 2012. La Provincia ha stanziato a sua volta, nel mese di ottobre, la cifra di 1,8 milioni di euro, portando la cifra a disposizione a 2.100.000 euro”. Flor chiarisce, che nella ristrutturazione dell’ospedale, al piano terra, è stato previsto di alloggiare un reparto di pronto soccorso temporaneo, utilizzando il finanziamento disponibile per la ristrutturazione di quella parte di Presidio. E che, quindi, i soldi rimasti per completare la ristrutturazione dell’ospedale ammontano a 1,8 milioni. “Su cui è necessario fare un ragionamento”. Ed ecco il ragionamento: ”Essendo il pronto soccorso nuovo e a norma, anche se provvisorio, appare opportuno apportare gli interventi necessari per rendere il reparto adeguato ai criteri di funzionalità previsti”. L’ipotetica costruzione di un nuovo pronto soccorso, nell’area dov’era precedentemente, richiederebbe – spiega il dott. Flor - comunque, non meno di tre anni e costi aggiuntivi. E comporterebbe di dover mantenere un pronto soccorso provvisorio con ingressi non dedicati, come avviene in questo momento. (Per meglio chiarire la situazione, è opportuno precisare che l’attuale pronto soccorso “provvisorio” è carente di spazi, è privo di camera calda all’ingresso e non ha una corsia preferenziale e regolamentare per le barelle del trasporto degli infermi. In più le autoambulanze, devono entrare o uscire in retromarcia ndr.). Ecco dunque la proposta di Flor:

“Essendo i fondi insufficienti per un nuovo pronto soccorso, si è ipotizzato di adeguare il “provvisorio”, predisponendo un ingresso dedicato, una camera calda per l’accesso delle autoambulanze e un nuovo ingresso pedonale”. “In tal modo – ha dichiarato il direttore – si avrà un pronto soccorso a norma e adeguato”. In più, precisa che quelle presentate, finora, sono solo ipotesi di lavoro. Che dovrebbero essere realizzate entro la fine dell’inverno. Dulcis in fundo: “Con la parte di finanziamento che sarà risparmiata- aggiunge Flor - sarà possibile realizzare altri interventi assolutamente necessari. Quali: la sistemazione della cucina e della viabilità interna del Presidio”. 17 ottobre: L’assessore alla sanità Borgonovo, in risposta a un’interrogazione dei consiglieri provinciali Civettini e Fugatti che chiedevano rassicurazioni sulla prima urgenza di Tione, scrive: “Le risorse per la ristrutturazione del Pronto soccorso dell’ospedale di Tione sono disponibili e sufficienti, come programmato, al momento dello stanziamento delle risorse stesse nel 2012. Non corrisponde al vero, quindi, che siano state destinate alla realizzazione di qualsivoglia altra struttura previste per l’ospedale di Tione”. E aggiunge: “Il pronto soccorso di Tione sarà ristrutturato entro il 2015, e la programmazione provinciale, al momento, non prevede che la struttura di Tione sia privata di alcuna funzione”. Ogni riferimento è reale e documentato. E ogni commento è superfluo.


Primo Piano

Trentasette miliardi di lire, pertrentasette posti letto

NOVEMBRE 2014 - pag.

7

Claudio Paternoster, infettivologo del Santa Chiara rassicura:«Vi sono gli strumenti per tenere sotto controllo la situazione»

Virus Ebola, niente allarmismi

L

e notizie intorno al d’America. Casi circoscritdi Roberto Bertolini virus Ebola fanno ti, ma che certo alimentano sempre più paura, poiché il virus ha lascia- il timore nella gente e hanno dato vita anche ad alto i confini dell’Africa arrivando, assieme ad alcuni cuni spiacevoli e censurabili episodi di razzismo nei volontari che erano stati in Africa per curare le vit- confronti di chi è africano e – dunque - “sospettato” time dell’epidemia, fino alla Spagna e agli Stati uniti di essere un potenziale portatore del virus.

Dunque, se abbiamo capito, quel pronto soccorso “provvisorio”, i giudicariesi dovranno sorbirselo vita natural durante. Non bastavano le ipotizzate privazioni di altri servizi , quali il punto nascite e le mammografie. Per gli abitanti della zona quegli ambulatori angusti, dimostratisi di primo acchito carenti e poco funzionali, nonostante odorino ancora di nuovo e di pittura fresca, d’ora in poi saranno la norma. A fronte di aspettative assolutamente diverse, ancora una volta si dovrà ingoiare il rospo di finanziamenti che non ci sono, o che non ci sono mai stati. Il ritornello ormai è conosciuto. Ma, non depone a favore dei responsabili della nostra Sanità, a cui qualche appunto bisognerà pur farlo. Anche perché, è davvero difficile comprendere le logiche di una politica sanitaria come quella attuata finora dall’APSS trentina, per l’ospedale di Tione, di cui, è bene precisarlo, ci stiamo occupando solo della parte strutturale e logistica. Riepiloghiamo. Per anni, si sbandierano imponenti interventi edilizi per ristrutturare il nosocomio. Si parte da una quantomeno discutibile dotazione di parcheggi addossati alla montagna (che senso ha aumentare i posti auto, se poi si tagliano i servizi?). Costo dell’opera, non noccioline, ma 5 milioni di euro. In lire, 10 miliardi. Poi si procede alla ristrutturazione del Corpo C e alla sua messa in sicurezza antisismica. Tra opere murarie e nuova impiantistica, si spendono altri 13 milioni e mezzo. Totale: 18,5 milioni di euro. Ciò, tra mille disagi e al passo di lumaca. Con i lavori sospesi non per mesi, ma per anni, per sopraggiunte difficoltà delle aziende appaltatrici, nonostante la dislocazione di ambulatori in disagevoli container esterni. Nel luglio 2014, l’ala viene consegnata. Al piano terra viene ricavato il pronto soccorso “provvisorio”. Ai piani superiori trovano posto 32 posti letto di medicina, 4 per il day hospital, più uno per l’osservazione. Al terzo piano, dove dovevano stare ambulatori e altri posti letto (si era parlato, per esempio, di continuità assistenziale, vale a dire stanze non dedicate solo ai degenti, ma anche a chi presta assistenza) sono stati dislocati gli uffici dei primari. In più, si viene a sapere che non essendoci più soldi, il pronto soccorso temporaneo diventerà definitivo. A conti fatti, dunque, quel po’ po’ di ristrutturazione, costata 37 miliardi del vecchio conio, dove pure le scale d’emergenza sono state rivestite in marmo, è funzionale a 37 posti letto. Mentre al posto di un pronto soccorso spazioso, razionale, in grado di soddisfare le esigenze di una zona che deve rispondere anche a uno dei bacini turistici più grandi del Trentino, ci si deve accontentare di un reparto posticcio. Che, a due mesi dall’inaugurazione, si dimostra inadeguato e necessario di interventi aggiuntivi. Insomma, tanto impegno ed esborso di risorse, per avere un ospedale che si dimostra sempre più un “gigante dai piedi di argilla”. Basta mettere in fila, del resto, le dichiarazioni ufficiali dei responsabili dell’Azienda e della giunta provinciale, per comprendere che qualcosa non quadra. Ma, che razza di programmazione è questa? (e.z.)

Diamo quindi uno sguardo oggettivo alla situazione. Al 25 ottobre i dati sull’attuale epidemia da virus ebola dell’Organizzazione Mondiale della Sanità parlano di 4.922 morti finora accertati a causa del contagio (la stima è comunque approssimativa, perché nelle aree rurali e nei piccoli villaggi dei paesi africani dove c’è l’epidemia è praticamente impossibile tenere traccia di tutti i casi di contagio) e 10.141 casi di contagio. Sono nove i paesi in cui si sono registrati dei casi di Ebola, ma sono attualmente sette quelli che sono ancora coinvolti, in maggiore o minore misura. Cinque di questi sono Guinea, Liberia, Sierra Leone, Spagna, Stati Uniti. A questi si devono aggiungere il Congo (dove le morti sono 49 ma dove l’epidemia è «estranea» a quella degli altri paesi africani: si tratta insomma di un’epidemia diversa, «un evento distinto e indipendente» dice l’OMS) e il Mali. E in Italia e in Trentino? Qual’è il reale pericolo e quali precauzioni e quali gli strumenti messi in

campo dalle autorità sanitarie per tenere sotto controllo la situazione? Lo chiediamo a Claudio Paternoster, responsabile della Sezione di Malattie Infettive dell’Ospedale S. Chiara di Trento e docente di Malattie Infettive presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Verona nel Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche, sede di Trento e nel Corso di Laurea in Igiene Dentale, sede di Ala. Dottore, che cos’è la malattia da virus Ebola? Come si trasmette? La malattia da virus Ebola è una patologia infettiva dovuta ad uno dei virus responsabili delle cosiddette “febbri emorragiche virali”. Il virus Ebola si trasmette per contatto diretto con fluidi biologici (sangue, vomito, urine, feci, liquido sminale e verosimilmente sudore) provenienti da un individuo malato, o attraverso soluzioni di continuo della cute o attraverso mucose non protette (occhi, naso, bocca). Chi è più a rischio? Gli individui maggiormen-

il dott. Claudio Paternoster

te a rischio son quelli provenienti dalle zone in cui è in corso l’attuale epidemia (Guinea, Liberia e Sierra Leone) e che hanno avuto un contatto diretto con un individuo malato negli ultimi 21 giorni (periodo massimo di incubazione della malattia). Quali sono i segni e i sintomi dell’infezione? Nelle fasi iniziali della malattia la sintomatologia non è specifica ed è caratterizzata da febbre, brividi, cefalea e malessere generale. Dopo alcuni giorni i sintomi si aggravano e compaiono vomito, diarrea, dolore addominale e fenomeni emorragici con grave disidratazione. Nei casi ad evoluzione sfavorevole il decesso avviene generalmente tra il 6° e il 16° giorno dall’inizio dei sintomi. Ci sono rischi concreti per l’Italia? e per il Trentino? Al momento in Italia non è stato documentato nessun caso di malattia da virus Ebola. Esiste un rischio teorico che un individuo con infezione in fase di incubazione possa arrivare in Italia dalle zone in cui è presente l’epidemia, principalmente per via aerea. Lo stesso discorso vale per la provincia di Trento. Quali sono le misure messe in campo a livello nazionale e a livello locale per monitorare la diffusione del virus. Il Ministero della saluta ha emanato precise Linee Guida di comportamento

per l’individuazione e la gestione di eventuali casi sospetti ed ha individuato due strutture in grado di gestire i casi confermati (l’Ospedale Spallanzani di Roma e l’Ospedale Sacco di Milano). Inoltre, come da indicazione ministeriale, anche la provincia di Trento sta elaborando una procedura per il controllo della malattia da Ebola, in modo da poter affrontare con sicurezza un eventuale caso sospetto, anche se questa possibilità al momento appare piuttosto remota. Gli ospedali italiani e trentini sono attrezzati per fronteggiare eventuali casi? Come già detto a livello nazionale sono state individuate due strutture di alta specializzazione in grado di gestire eventuali casi di malattia, una a Roma e l’altra a Milano, mentre tutti gli ospedali che dispongono di un reparto di Malattie Infettive devono essere in grado di gestire i casi sospetti nelle prime 24 ore, in attesa della diagnosi definitiva. Questa epidemia sconsiglia di viaggiare in Africa? Fino a quando gli organismi internazionali non dichiareranno conclusa la fase epidemica non è consigliato recarsi nelle regioni dell’Africa interessate dall’attuale epidemia di Ebola che sono la Guinea, la Liberia e la Sierra Leone.


pag.

8

Attualità

NOVEMBRE 2014

LaComunitàvarailmaxi-pianoperleciclabili Pronto un investimento di oltre 16 milioni di euro per potenziare la rete, un elemento ritenuto decisivo per far crescere il turismo

E’ la Comunità delle Giudicarie a guidare l’operazione, e dopo parecchi mesi di discussione è stato fatto un primo passo concreto con l’approvazione da parte della Conferenza dei Sindaci dell’Accordo di programma che destina le risorse derivanti dai canoni ambientali alle ciclabili. Stabilito di conseguenza anche lo stanziamento che compete alla Comunità, cioè i 12 milioni e 37mila euro che provengono da canoni ambientali e sovracanoni e dai due Bim del Chiese (1,5 milioni di euro) e del Sarca (2,5 milioni di euro). Il resto delle risorse verrà dalla Provincia per completare due tratte in Valle del Chiese. I tratti di raccordo coprono le intere Giudicarie: Ponte Arche – Ragoli; Fisto – Ches e Javré – Darè in Val Rendena; Sesena – Bolbeno – Bondo fra Busa di Tione e Valle del Chiese; Condino – Storo, Cimego – Condino, Sto-

di Denise Rocca

Sfiora i 17 milioni di euro la cifra che, da diverse fonti, verrà investita per raccordare la rete di piste ciclabili che in anni recenti ha cominciato ad estendersi capillarmente anche nelle Valli Giudicarie.

L’obiettivo è quello di fare della rete di ciclabili della valle un percorso connesso e usufruibile da tutti gli ambiti e magari che si colleghi in maniera fluida con le aree limitrofe, il Garda in primis.

TABELLA INTERVENTI PROGRAMMATI COSTO TRATTA LUNGHEZZA STIMATO PONTE ARCHE – PONTE PIA’ - RAGOLI 7060 m 5.539.000 € LIMARO’ – PONTE DEI SERVI TIONE – BOLBENO - BONDO

1050 m 9100 m

3.800.000 € 3.415.000 €

LARDARO - PIEVE DI BONO CIMEGO - CONDINO

986 m 1000 m

1.053.940 € 930.000 €

CONDINO LOC. CAMPO SPORTIVO - BICIGRILL CONDINO (BICIGRILL) – STORO

1650 m

1.072.250 €

2000 m

160.000 €

STORO – DARZO

1000 m

145.000 €

BAITONI

1400 m

168.000 €

JAVRE’ - DARE’

680 m

272.000 €

CHES - FISTO

1200 m

336.000 €

ENTE REALIZZATORE Comunità delle Giudicarie Pat Comunità delle Giudicarie Pat Comunità delle Giudicarie Comunità delle Giudicarie Comunità delle Giudicarie Comunità delle Giudicarie Comunità delle Giudicarie Comunità delle Giudicarie Comunità delle Giudicarie

L’EDITORIALE DI ADELINO AMISTADI

Il giorno dei morti si apre la biblioteca... Continua dalla Prima Ormai sembra trionfare la pratica delle estumulazioni, dieci anni bastano per rimuovere e poi, via...buttiamo via tutto, anche la memoria. È come avere una biblioteca in cui, per far posto a nuovi libri, si buttano via quelli vecchi. Direste: sarebbe una follia! I cimiteri dei nostri piccoli paesi sono biblioteche aperte, archivi della storia di una famiglia e, sommate le storie, di un intero paese. La trama della nostra storia la si ritrova fra le tombe, fra i sorrisi delle foto sbiadite che ci raccontano fatti e misfatti. Dai caduti in guerra, che sorridono perché neanche sanno per chi sono morti, ai giovani che si sono persi per strada troppo presto, falciati dall’imprudenza e dalla spavalderia, ai nostri padri che hanno perso la vita sul lavoro, stanchi e preoccupati per quel che hanno lasciato sulla terra, ai nonni che se ne sono andati “per farghe post ai fiòi e ai neodi...”, la storia che cambia la si legge in silen-

zio fra una tomba e l’altra, mentre prima di andarsene si da un’ultima occhiata alle tombe allineate, poi fino all’anno prossimo la biblioteca si chiude, si ha altro a cui pensare. Eppure, se solo fossimo meno pavidi e distratti, qualunque morte dovrebbe toccarci, riguardarci. La tomba sconosciuta alla quale passiamo accanto casualmente mentre cerchiamo quella di qualche parente, o di qualche amico, è lì a testimoniare che quelle quattro ossa

sotto terra appartengono a qualcuno che un giorno ha vissuto, qualcuno che non è solo una fotografia sbiadita, ma che è stato una persona reale, magari amica dei nostri genitori o dei nostri nonni, con le sue gioie, i suoi dolori, le sue fatiche, i suoi progetti, i suoi sogni, la sua vicenda terrena unica e irripetibile. Una vita che ha comunque lasciato qualche segno, che potrebbe esserci da monito, o da esempio, da insegnamento. Cimiteri come luoghi della

memoria, si dice anche. E mai definizione è stata così indovinata. E allora teniamoceli cari. I nostri Comuni sono tradizionalmente consapevoli di quanto sia importante il cimitero per chi muore, ma anche per chi resta, e di solito riservano loro cure, attenzioni e pulizie accurate, è un po’ essere riconoscenti verso chi se n’è andato dopo aver dato il suo contributo alla comunità, piccolo o grande che sia, è un po’ sdebitarci, sistemarci con la coscienza non sempre memore dei sacrifici fatti dai nostri nonni per noi e per le nostre famiglie, è un po’, scaramanticamente, posticipare per quanto possibile la nostra calata nella fossa, che sarà anche un luogo di riposo e di gioia, ma per quanto possibile vorremmo continuare a vivere pur fra le mille difficoltà della vita, le miserie del genere umano, la crisi che ci attanaglia, la casta di corrotti che ci accompagna, per riposare e gioire c’è sempre tempo: c’è tutta l’eternità.

ro- Darzo e Baitoni - lago d’Idro in Valle del Chiese. A questi si aggiungono, in accordo con la Provincia che si occuperà di finanziamento e realizzazione, il tratto di collegamento per le Esteriori dalle gallerie delle Sarche fino al Ponte dei Servi e il tratto Lardaro – Pieve di Bono che verrà realizzato in concomitanza con la variante. “Dal punto di vista finanziario – ha commentato a caldo l’assessore alla viabilità delle Giudicarie Gianpaolo Vaia – è uno degli interventi più importanti degli ultimi anni che va a beneficio dell’economia locale sia in fase realizzativa che per l’indotto futuro. Un beneficio per tutto il territorio che porterà anche ad un valido collegamento con gli altri territori confinanti”. Il raccordo più importante, ma anche tecnicamente complicato e costoso, è il Ponte Arche – Ragoli: 5,5 milioni di euro per la soluzione ipotizzata dall’ufficio tecnico della Comunità che alla fine ha prevalso sulle altre due alternative proposte. Al momento, perchè si tratta solo di una progettazione preliminare quindi cambiamenti possono ancora essere inseriti, l’intenzione è quella di arrivare direttamente a Ponte Arche operando a sbalzo a fianco della statale e recuperando la vecchia strada che va fino alla diga con l’attraversamento in concomitanza con la piazzola per gli elicotteri posta all’esterno della galleria, a quel punto immettendosi sull’antica via sotto la strada che dalle gallerie arriva fino al ponte di Ragoli. E da lì, il collegamento con la ciclabile della Rendena. Una proposta che ha raccolto il voto contrario del sindaco di Caderzone Terme Emilio Mosca: “un voto contrario non per il progetto ciclabili in sè che condivido – ha specificato Mosca – ma per la scelta tecnica, perchè secondo me si poteva utilizzare la via del Lisano fra le Esteriori e la Busa di Tione, risparmiando 2 milioni e mezzo, e a mio modo di vedere sarebbe stata anche una scelta più consona e piacevole anche dal punto di vista sostanziale e paesaggistico oltre che di diretto collegamento con il tratto di ciclabile che parte dal Ponte dei Servi”.

Altro dubbio sollevato è quello della manutenzione dell’ipotizzata ciclabile che collega le Esteriori e Ragoli: “passando per Ponte Pià la manutenzioen rimane in capo alla Provincia – prosegue Mosca – ma non è garanzia che la pista rimanga funzionale: a Pinzolo è chiusa perchè anti-economico metterla in sicurezza, ad esempio”. Le alternativepresentate per la erano due: usufruire del Durone e quindi salire verso il Bleggio da dove poi scendere verso il resto delle Giudicarie Esteriori, o sistemare la strada del Lisano che sale a Stenico, nel Banale. Il Lisano era delle due la più fattibile, ma il dubbio principale era di fatto tagliar fuori Ponte Arche con tutto il suo turismo termale che richiede pendenze meno impegnative e maggiore semplicità e celerità nel raggiungere la Busa di Tione e l’ormai rodata e conosciuta ciclabile della Rendena. Quindi ha prevalso il collegamento diretto con Ponte Arche attraverso Ponte Pià, sfruttando per buona parte la vecchia strada e creando una pista ex novo negli altri tratti, in particolare per arrivare da Ponte Arche alle gallerie. “Il Lisano – la spiegazione tecnica dell’ufficio della Comunità - sarebbe stata una strada promiscua, e non una ciclabile a norma di legge che prevede larghezze e soprattutto pendenze di un certo tipo. La larghezza standard di una corsia ciclabile è di 1,50 m per unico senso di marcia, per tenere conto degli ingombri di ciclista e bicicletta, dello spazio per l’equilibrio e di un accettabile margine libero. E’ riducibile a 1,25 m nel caso di due corsie contigue ed eccezionalmente e per tratti molto limitati la larghezza può essere ridotta a 1 metro. La pendenza media per permettere uan larga usufruibilità della ciclabile non supera il 2%, salvo deroghe per questioni tecniche e documentate”. Questione Esteriori a parte, le altre due tratte più costose del piano complessivo di raccordo delle ciclabili giudicariesi sono la Tione - Bondo, passando per Bolbeno e intercettando almeno in parte la strada che porta alla Madonna del Lares, e la Condino – Storo che prevede un attraversamento del fiume Chiese. Più ridotti invece gli interventi di raccordo con Baitoni e lo Storo - Darzo, al pari di quelli in Val Rendena di Ches – Fisto e Javré – Daré.


NOVEMBRE 2014 - pag.

STORO 0465.296040

PINZOLO GIOIELLERIA • OROLOGERIA • OTTICA

0465.502003

CONTROLLO VISIVO VISITA COMPUTERIZZATA APPLICAZIONE LENTI A CONTATTO LABORATORIO SPECIALIZZATO PER OGNI TIPO DI OCCHIALE

vedo meglio io

Mamma... Papà... lo sapete che esistono lenti specifiche per me? ALCUNE PROMOZIONI VALIDE FINO AL 30 NOVEMBRE* • con l’acquisto di 1 occhiale completo da bimbo 1 lente è in omaggio in più ricevi un buono acquisto di € 55,00 • occhiale completo a partire da € 99,00 • con l’acquisto di 1 occhiale progressivo lente in omaggio sul 2° occhiale • con l’acquisto di un occhiale completo trattamenti indurente/antiriflesso in omaggio • promozioni sull’acquisto di occhiali da sole di tutte le marche * LE PROMOZIONI NON SONO CUMULABILI

9


pag.

10

Politica

NOVEMBRE 2014

Si sono affrontati con manifestazioni parallele la Cgil a Roma e la Leopolda a Firenze, due modi di vivere la sinistra, la “minoranza dei reduci” e la maggioranza renziana, senza esclusione di colpi, fino a rischiare la collisione. Lo scontro per ora è stato evitato, anche perché Renzi può contare su un ampio consenso popolare, che gli garantisce l’immunità, ma se questo consenso dovesse diminuire, la vecchia sinistra chiederà subito il conto arrivando a quella rottura che ormai tutti gli opinionisti più accreditati danno per certa. Cos’è successo in sintesi. A Piazza S. Giovanni si sono ritrovate un milione di persone, sotto le bandiere della Cgil, a protestare contro il governo Renzi. Al di là delle polemiche sui numeri dove sembra che in effetti non fossero un milione, ma molto meno, (la polizia ha garantito che piazza S.Giovanni può contenere al massimo 160.000 persone, non di più) di cui il 65% dei manifestanti neanche iscritti alla Cgil (gli iscritti, che come noto, sono in massima parte pensionati, pubblici dipendenti e dipendenti di grandi aziende, tutta gente che non viene minimamente sfiorata dalla proposte del governo, forse per questo hanno preferito starsene a casa), il problema non sono i numeri, bensì i contenuti politici. A sfilare per le vie della città non c’era

Le due facce di lotta e di governo di una sinistra italiana che non cambia mai

PiazzaSanGiovannielaLeopolda S

di Adelino Amistadi

abato 25 ottobre è tornato a fare caldo, anzi caldissimo nella politica italiana. Quanto è avvenuto in questi giorni ha scompaginato la sinistra italiana, oggi al governo, e avrà effetti nel

soltanto la vecchia guardia della sinistra operaia, i duri del sindacato, c’era soprattutto la minoranza del Partito Democratico ostile a Renzi: c’erano la Rosy Bindi, Pippo Civati, Gianni Cuperlo e Stefano Fassina, accolti dalla leader cigiellina, Susanna Camusso, con baci e abbracci. Quanto è poi avvenuto nel corso del dibattito, con la Camusso che incita i suoi con slogan anti-Renzi e anti-governo alla presenza dei dissidenti pidiellini, è stato un vero e proprio guanto di sfida verso il Pd, guidato da Matteo Renzi. In questo senso, la giornata di sabato segna un passaggio forse di non ritorno: la sinistra non sarà più la casa “comune” di Pd e di Cgil. Ancora una volta è emersa nella piazza una delle caratteristiche della sinistra italiana che tanti danni a fatto a se stessa e all’Italia: la divisione, la voglia di distinguersi ad ogni

costo, l’incapacità di riconoscere le reciproche ragioni, l’incapacità di garantire una unitarietà di governo estremamente necessaria di questi tempi. Dall’altra, alla Leopolda, una vecchia stazione dei treni di Firenze, ristrutturata a sala per i grandi eventi, Renzi, di fronte a politici, imprenditori ed intellettuali

tempo difficilmente qualificabili, ma sarà comunque un punto di arrivo e di partenza per l’Italia del futuro.

d’ogni parte d’Italia, ha rimarcato la volontà d’andare avanti sulla propria strada, indifferente agli ostacoli, spesso più ideologici che di sostanza, che lo frenano nella sua azione innovativa. Nel discorso di chiusura di domenica 26, Renzi ha certificato con grande determinazione la nascita di un secondo Pd, un Pd a sua immagine e somiglian-

za. Con affermazioni quali “il posto fisso non c’è più”, “sarà bello capire se è più di sinistra restare aggrappati alla nostalgia o provare a cambiare il futuro”, “non ho paura di nuovi partiti a sinistra, le sinistre arcobaleno perdono e fanno perdere l’Italia”, Renzi ha segnato la definitiva cesura fra il suo Pd e l’altro Pd, quello dell’attuale minoranza in-

terna, quella dei D’Alema, dei Bersani, della Bindi, dei Fassina, Cuperlo e via dicendo: “non saremo un partito di reduci e non permetteremo a quella classe dirigente di riprendersi il Pd per riportarlo dal 41 al 25 per cento...”. Dunque pare evidente che Renzi abbia detto che per la minoranza interna non c’è più posto nel suo Pd, che a questo punto dovrebbe trarre le dovute conseguenze e abbandonare il Pd renziano per dare vita ad una nuova formazione politica. In tal modo dimostrerebbero coerenza con le loro idee oltre che rispettosi degli elettori che li hanno votati. Nonostante smentite e accomodamenti, quanto è successo in questi giorni, avrà notevole impatto sulle vicende italiane, sul futuro del governo Renzi e sulle scelte che sarà chiamato fare, Speriamo che la chiarezza che si sta profilando nel partito di governo, contribuisca a dare una maggiore concretezza e velocità alle azioni programmate da troppo tempo.

In una question-time di Tonina si è parlato di qualità ed efficacia della legislazione provinciale

Leggi senza regolamento, vuoto normativo Un problema posto dal consigliere Mario Tonina che, in una question time rivolta alla Giunta provinciale, ha sottolineato come questa situazione debba essere rivista perché rischia di essere un elemento di confusione, di contorsione burocratica e, in ultima istanza, un freno allo sviluppo. «Sappiamo – spiega Tonina - che la legge per essere operativa ha bisogno dei regolamenti di esecuzione. È evidente che la produzione normativa provinciale è cospicua e che sarebbe auspicabile fare uso delle leggi organiche di settore già esistenti, evitando di ricorrere ad un’ulteriore proliferazione di leggi. Sarebbe pertanto opportuno, una volta operata una verifica ricognitiva di tutte le leggi provinciali rimaste inattuate, per effetto della mancata adozione della corrispondente disciplina regolamentare, procedere

C

he succede alle leggi rimaste senza regolamento di attuazione? Alcune riescono comunque a dispiegare i propri effetti, altre (molte) rischiano di rimanere sulla carta, così come i propositi e gli obiettivi di chi ha contribuito a promuoverle e a scriverle. E dunque,

come incide questa situazione sulla qualità della legislazione provinciale? Una questione che sembra capziosa, ma non lo è affatto e che spesso incide negativamente sull’esito di procedure, provvedimenti, progetti oltre che sull’efficacia ed efficienza stessa della normativa. lavori pubblici, introdotto dalla L.P. 7 del 2012, in materia di indennizzi per le attività commerciali che subiscono dei danni a causa dell’esecuzione di lavori

al varo dei regolamenti o delle deliberazioni attuative. Diversamente si dovrà procedere all’abrogazione delle leggi provinciali o di singole disposizioni, a cui non si intende dare attuazione». Esempi di questa disfun-

zione normativa sono, fra le altre, la L. P. 11 del 2007 - Legge provinciale sulle foreste e sulla protezione della natura, per la quale manca, tra gli altri, il regolamento sul servizio di custodia forestale; l’art. 47 bis della L.P. 26 del ‘93 sui

pubblici e mancano anche ad es. i regolamenti per l’attuazione di diversi articoli della legge urbanistica provinciale 1 del 2008. La question time presen-

tata ha quindi lo scopo di favorire la massima semplificazione del quadro normativo provinciale ritenendo necessario operare in due direzioni: attuare le leggi organiche di settore già esistenti ed eliminare eventualmente quelle che non si ritengono più necessarie.

����������������� � ����� ���������������������������������� ��������� ��������

� �� ��� ��!"!�!��� #��� � $�% ��� ��������&�������'$�(���$����������$����)$������� ������������������������($��)$���&&*�'�+�,���-$�����*�����)$�)�� ���������������������������������������($���&�-����� ��$��'� �������������


Attualità Mentre finora, nei tratti intermedi, le acque sono state libere di correre. Da alcuni mesi, proprio lì, è scattata la febbre da sfruttamento. Grazie, alle nuove normative della Comunità Europea che permettono di concorrere alle derivazioni anche a concessionari privati, sulle scrivanie delle giunte comunali di Bondo e Breguzzo, ci sono quattro progetti che rispondono ad altrettante richieste di utilizzo delle acque dell’Arnò. Sono firmati dalla ditta Measure srl di Pinzolo e dall’ingegner Romano Menapace di Tassullo. Tutte e quattro però portano il timbro dello stesso progettista. Mirano a derivare le acque del torrente, in località Dispensa, in val Major e in località Roncaie. A queste se ne aggiunge una quinta in località Maltina di 857 metri. Quest’ultima è stata progettata, in fretta e furia, dal comune di Breguzzo, per evitare che i due privati potessero ipotecare l’intero tratto di fiume. Il progetto è dell’ingegner Paolo Palmieri di Trento. E nelle intenzioni di Breguzzo c’è, o meglio ci sarebbe, la gestione dell’impianto insieme a Bondo. Perché ci sarebbe? La risposta la da stesso sindaco di Breguzzo, Antonello Ferrari: “Non

NOVEMBRE 2014 - pag.

Le acque contese del torrente Arnò

Cinque i progetti di costruzione di centraline idroelettriche contesi tra i comuni confinanti di Bondo e Breguzzo di Ettore Zini E’ calato il gelo, tra i comuni di Bondo e Breguzzo. Il clima di dialogo avviato nei giorni scorsi con il progetto di fusione con Roncone e Lardaro, rischia di incresparsi per via di quattro, anzi di cinque centraline idroelettriche progettate sul torrente Arnò. Per anni le impetuose acque che scendono dai contrafforti dell’Adamello attraverso la val di Breguzzo sono state fonte

di reddito per due importanti derivazioni. Una a monte: la centralina d’Arnò, intitolata proprio in questi giorni all’ex sindaco Battista Costantini, di proprietà di Roncone e Breguzzo. E una a valle: la centrale del Bersaglio di Tione, gestita dall’Asm, la municipalizzata locale. Due progetti di sfruttamento, realizzati più di trent’anni fa, alle estremità del fiume.

11

do dal 1984 concessionario assieme a Roncone della centralina appena rinnovata, sa benissimo quali sono i vantaggi che un impianto di questo tipo può portare. Mediamente l’impianto di cui Breguzzo detiene quote per il 25% porta nelle casse comunali 350 mila euro l’anno. In annate piovose come l’attuale la produzione ha superato abbondantemente 7.000.000 di KWh. Quindi, anche gli introiti sono aumentati. Ha motivazioni da vendere, quindi, Breguzzo nel sollecitare i cugini del comune limitrofo a realizzare insieme il progetto per tentare di arginare, insieme, l’irruzione delle utenze private sul fiume. Anche perché, come dice giustamente Ferrari: “Se si deve penalizzare l’ambiente, è giusto farlo nell’interesse del pubblico. Non del privato”.

appena ci siamo resi conto delle intenzioni dei privati – racconta il primo cittadino – abbiamo subito chiesto un incontro con Bondo, perché è mostra intenzione, se una centralina si dovrà fare, concretizzarla con l’amministrazione di Bondo”. “Il loro sindaco però non ci ha dato risposta, nonostante gli sia stato chiesto esplicitamente di affrontare assieme

concessionario

VASTISSIMO ASSORTIMENTO GIOIELLERIA E ARTICOLI REGALO

Viale Dolomiti di Brenta Madonna di Campiglio - tel. 0465.442694

il problema”. Da qui il gelo. “Anche perché – spiega ancora Ferrari – non comprendiamo il perché di questo disinteresse”. Dal canto suo Giuseppe Bonenti, è molto evasivo. Alla domanda del perché non sono interessati al progetto, risponde con un emblematico: “Almeno, per ora”. Quasi sapesse di poter rientrare in corsa anche a tempo scaduto, o sapesse a priori che il suo comune può giocare carte alternative. Negli uffici comunali di Bondo, impera il no comment. I consiglieri si starebbero, però, ponendo il problema. Lo scorso 7 ottobre hanno fatto saltare il consiglio d’urgenza convocato ad hoc per le centraline. “Non avevamo sufficienti informazioni, per questo abbiamo richiesto di posticipare l’incontro”, dicono . I tempi per comunicare i pareri alla Conferenza dei Servizi di Trento sono scaduti il 2 ottobre. Ma, è stata concessa una proroga. Nei due comuni, però, non si parla d’altro. E se questo poteva essere un banco di prova in vista della fusione, l’inizio non è davvero dei migliori. Dall’altra parte del ponte Antonello Ferrari incalza: “Sarebbe un peccato lasciarci soffiare una risorsa così importante per la nostra comunità”. Breguzzo, essen-

��������������������� ���������� �������� ������������������������������� �������� �������������������� �������������� �������������������� �������������� �� �� ��

��������� � ���� ������������� �� ��� ��������� � ��������������������������� ��������� � ���� ���� ������������� ������������� �� �� ��� ��� ��������������������������� ��������������������������� �

� � � �!� � �� "� ��#�� $ ��� � � �� �� ��#�� $$ ��� ����� �#��"� � %%��#� � �� �!� �!� �� �� "����� ��#�������� ��� � � � %%��#� ������ ���� � �� �� �� �#�� �� $���� ��� ������ ������ ����� %%��#� �� �#�� ���� ������ � � � ���� � �� �� �� $ ��� ������ &#�� �'� ������% � � ���� � �� �� �� $ ��� ������ &#�� &#�� �'� �'� ������% ������% � � ��������� �� ��������� �� ������������ � �� ��"��#% �� ��������� ��"" ��� �� � �� ��"��#% �� ���""��� �� �� � �������������� ��"��#% �� �� ��"" ��"" ������������ �� ���������� ���������� � � ����������� ���"" ��������� �� �� �� ��%��! � ���"� ���� �� �� ���������� � ����������� ���"" ��������� �� �� � � �� ��%��! � �� ��%��! � � ���"� ���"� ���� ���� �� �� �� �� ���������� ���������� � � �

� �

CHIAMA SUBITO per avere la ��� ����������������������������������������������� ��� ����������������������������������������������� ����������������������������������� ���FORMULA ����������������������������������������������� “VIAGGIO GRATIS”!!!! ����������������������������������� ����������������������������������� Ai nuovi pazienti durante i lavori ��������� ����� ����������������� ��������� ����� ����������������� ��������� ����� ����������������� #$%����&��������������������&&���������� �����'� #$%� �����'� #$%����&��������������������&&���������� ���&��������������������&&���������� �����'� (��))���*�����)�������� +(��))���*�����)�������� (�� ��,��� ��� -" (��))���*�����)�������� �����"��.��"���� "�"����"�� + -" + (�� (�� ��,��� ��,�����-/��� ��� -"

� � !�"�� !�"��

��������������������������������������������������������������������������������������� ��������������������������������������������������������������������������������������� ���������������������������������������������������������������������������������������

�����"��.��"���� �����"��.��"���� ��-/ ��-/ "�"����"�� "�"����"��

�������000�12$2033 �������000�12$2033 www.dentistincroazia.com


pag.

12

Attualità

NOVEMBRE 2014

La Cham Paper punta su alti standard qualitativi per competere sui mercati internazionali: l’export vale ben l’85% del fatturato complessivo

Sicurezza, Ambiente, Formazione, Produttività e Qualità: i cinque pilastri della cartiera di Condino La Germania rimane lo standard da soddisfare in questo mercato, con la certezza che, raggiunta quella qualità gli altri seguiranno a ruota, ma la Cina per esempio non ha ormai nulla da invidiare in fatto di qualità. E in questo grande mondo globalizzato, la cartiera nostrana si occupa di produzioni speciali, e ha

C

inque pilastri per una filosofia che dura da cinquant’anni: sicurezza, ambiente, formazione, produttività e qualità. Cinque parole chiave che, assicurano in azienda, sono il segreto di una longevità che non è affatto scontata nel settore della carta, in difficoltà da diverso tempo. La Cartiera di Condino compie mez-

nel rapporto con i clienti uno dei suoi punti di forza, accanto ai cinque pilastri di una stella che l’ingegner Gerold Zuegg ha con

la sicurezza di una lunga esperienza illustrato ai tanti giunti a festeggiare i cinquant’anni dell’azienda. Formazione, anzitutto, che

zo secolo, una storia che si intreccia a doppio filo con la Valle del Chiese e dell’industrializzazione di quel pezzo di giudicarie, ma che ne rappresenta anche un solido presente che stringe i denti e naviga una contemporaneità globalizzata dove il battito d’ali di una farfalla in oriente provoca un uragano dall’altra parte del mondo. va a braccetto con la produttività e genera, manco a dirlo quella qualità che permette ad un piccola realtà italiana di stare sul mercato

“perché non è solo una questione di comprendere le formule, ma di capire il punto di vista del cliente – spiega Zuegg – ogni nostro operaio deve capire quanto un errore che appare insignificante o un ritardo fatto nella nostra produzione vada poi a incidere sul cliente e cosa significa per lui. Compreso questo, automaticamente la qualità del lavoro migliora”. Gli operai di Condino visitano le aziende dove finisce il frutto del loro lavoro e accolgono i clienti nello stabilimento di casa, in un affinamento continuo del proprio operato quotidiano che, se la differenza fra un lavoro fatto bene e uno mediocre la fanno i dettagli, nel concreto si rispecchia nella qualità del prodotto locale, che dalla Valle del Chiese finisce per l’80% sul mercato estero, un 15% su quello italiano e il restante 5% nei mercati extraeuropei. Se la qualità passa anche per uno stretto rapporto con i clienti, l’attenzione per l’ambiente è questione di instaurare una

cultura di fondo, parola di Gerold Zuegg che ha voluto per la cartiera gli standard più alti di certificazioni ambientali: “noi pretendiamo il rispetto di protocolli ambientali rigidi per tutti i nostri collaboratori, fornitori compresi, non solo all’interno dello stabilimento, questa struttura che mira a garantire l’ambiente è ciò che permette un salto di qualità. Io credo molto che se tutti facessero il proprio pezzettino, fatto bene, allora così si creerebbe una cultura ambientalista capace di produrre cambiamenti reali, ma solo le leggi non bastano, ci vogliono poi le persone che le facciano proprie e parte della loro quotidianità”. La voce sicurezza è da sempre cruccio di ogni impresa: “680 giorni senza un infortunio – spiega con un sorriso il responsabile di settore – ma il traguardo è quello dei 1000 giorni... poi l’asticella la sposteremo più in là ancora”. Lo spirito che spinge verso il futuro è tutto in questi traguardi spostati sempre un metro più in là, e la cartiera a forza di spostar traguardi se ne sta così, solida, sulle sponde del Chiese, da cinquant’anni. Denise Rocca


Attualità

NOVEMBRE 2014 - pag.

13

La nuova centrale a biomassa fornirà i due quinti dell’energia necessaria all’azienda, importanti per abbattere i costi di produzioni

Dalla partita dell’energia passa il futuro dell’azienda

Oggi sono 124 i dipendenti, molti di più quelli che nel corso di questo mezzo secolo hanno varcato i cancelli della fabbrica, cosi le celebrazioni per il cinquantesimo sono state anche l’occasione per la popolazione di mostrare un affetto orgoglioso per la cartiera accorrendo numerosissimi alla due giorni di festa organizzata dall’azienda. “Dire cartiera a Condino – commentano in diversi nel pubblico – è un po’ sempre stato come dire avere un posto nel pubblico, uno di quei posti sicuri che permettono di guardare al futuro”. Uno sviluppo per la valle che va oltre offrire posti di lavoro e la possibilità ai giovani di rimanere nella propria terra, ma è anche attivare collaborazioni virtuose che creano qualità di vita per chi vive sul territorio, così per esempio è questione di giorni per il collegamento fra la cartiera e la nuo-

di Denise Rocca Dire cartiera da cinquant’anni a questa parte significa anche dire lavoro e sviluppo per Condino e la Valle del Chiese, lo hanno sottolineato le tante autorità arrivate in valle per riconoscere il merito dell’azienda della Cham Paper Group di aver col-

tivato un legame solido con la valle e i suoi abitanti, dal presidente di Confindustria Trentina Paolo Mazzalai al vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi, e il primo cittadino di Condino Giorgio Butterini.

va piscina di Condino che sarà interamente riscaldata grazie alla produzione degli impianti industriali. Ed è sulla produzione di energia che si gioca anche la partita futura per la cartiera, industria energivora in un Paese dove mediamente il costo dell’elettricità per le industrie arriva ad essere anche di un 30% più elevato rispetto alle concorrenti straniere, con tutto quello che comporta in termini di competitività. Per ridurre i costi energetici nei progetti futuri della Cartiera, si prevede di realizzare una centrale a biomassa in grado di produrre circa i due quinti dell’energia richiesta dallo stabilimento. La materia prima sarà fornita dagli scarti boschivi, disponibili in abbondanza in Trentino ed attualmente ancora poco utilizzati. Al momento è in corso un approfondimento con la Provincia, le forze che devono congiungere per arrivare a realizzare la centrale a biomassa della cartiera sono parecchie, a partire dalla creazione di una filiera corta che riavvii la cura sistematica dei boschi nell’ottica di garantire una fornitura continua di materia prima all’impianto che la cartiera si impegnerebbe a realizzare a proprie spese, ma da Condino si guarda al futuro con l’ottimismo di chi ha appena compiuto cinquant’anni in forma.


pag.

14

Il Saltaro delle Giudicarie

NOVEMBRE 2014

Attento a non farmi notare, avvolto nel mio mantello, il freddo, lassù, fuori dal Palazzo, è glaciale, ho registrato, parola più, parola meno, i loro ragionamenti, le botte e le risposte, i peccati, le preghiere, i rimorsi e le assoluzioni. Così funziona dalle mie parti, mica siamo più terrestri malnati e sgangherati come eravamo nei secoli passati, ora siamo truppe scelte dell’Empireo, un po’ come la C.I.A. per l’America, o il K.G.B. per la Russia di Stalin, oggi siamo attrezzati alle più eroiche avventure, il Saltaro vostro è ormai fra i grandi custodi della costumanza antica e dell’evolversi conveniente delle nuove stravaganti urbanità, e lungimirante precursore delle stramberie del futuro. Questo è il nostro lavoro sempre più impegnativo. Tornando a noi, che ogni tanto perdo il filo, il celeste consesso stava discutendo di gay, lesbiche, matrimonio gay, sposati male, divorziati, accompagnati, in linea con l’ultimo Sinodo voluto da Papa Francesco. Credendosi al sicuro, senza orecchi maldestri in ascolto, i convenuti ne avevano per tutti, parlavano col cuore in mano, comprensione, carità, solidarietà, amore fraterno, misericordioso, infinito, ma che cavolo tutti quei deviati centrassero con loro, erano in pochi a saperlo spiegare, la cosa andava per le lunghe e sembrava volgere al peggio, l’incomprensione era totale, finché il Decano fra i Santi, ricompose la dignità del convegno con parole dure e sagaci: “Basta, per Dio, che è il nostro padre e padrone, non tocca a noi occuparci di tali devianze che sono proprie della terra che abbiamo da tempo lasciato, c’è ben altro laggiù che non funziona, l’Italia è un ginepraio sull’orlo del precipizio, baldracche e pelandroni sprecano a più non posso e la gente patisce le pene dell’inferno, e quelli, come noi, a parlare di gay, lesbiche, e matrimoni vari, si occupino di chi non ha lavoro, di chi non arriva alla fine del mese, di chi si toglie la vita...basta parliamo di cose serie...” Il vice Decano, un omone etereo che sembrava un orso polare, va giù duro: “Ha ragione il nostro santo Decano, i problemi dell’Italia sono altri, e gravi, ardui, complessi, tanto gravi che abbiamo da tempo inviato a Roma a prendere possesso della situazione un nostro prediletto, quel Matteo Renzi, che tanto fa discutere, è opera nostra, l’abbiamo mandato laggiù a movimentare un po’ la politica italiana che è in letargo da vent’anni, e seppur dormiente, ne ha combinato di tutti i colori, il Matteo deve metterci rimedio, è un nostro boy scout, non deve

IL SALTARO DELLE GIUDICARIE

Renzi boy scout della Provvidenza!

C

he culo (sedere, pardon!) che ho avuto! Passando dal Palazzo dove si controllano le cose del mondo intero, lassù, nell’alto dei cieli, sentendo voci alterate, ma sempre solenni e ieratiche come si conviene all’ambiente, non ho potuto far a meno d’ascoltare la greve discussione fra gli angeli e

fallire...” “Già, riprende il Decano Capo, a proposito, ho sentito voci che si sta già cercando un avversario di Renzi, per farlo fuori e sostituirlo...cos’è sta storia? Chi osa toccare una creatura della Provvidenza tanto necessaria all’Italia, ingrata!” Alza la voce a quel punto l’incaricato degli affari italiani nell’ambito del consesso celeste, dev’essere napoletano, piccolo, capelli unti e bisunti, occhi furbi, e voce melensa: “Cari fratelli, l’evoluzione del caso Italia è continua, le problematiche sono complesse...” “Sei tu che sei complesso.. parli che sembri un frate della curia romana dei tempi dei Borgia, tuona il vice Decano, uomo al solito sbrigativo, ve la spiego io la situazione italiana, dato che la seguo per hobby e per diletto, tanto fa ridere. Intanto non so proprio perché si vada alla ricerca di un sostituto di Renzi... quello è neanche 8 mesi che ve l’abbiamo mandato, lasciatelo lavorare, in 8 mesi non si partorisce neanche un bambino, volete che cambi l’Italia e soprattutto gli Italiani?” Un coro di approvazione scuote l’aere. “Vorrei proprio sapere questi “seri avversari” chi siano, immagino, nuove armate Brancaleone, quelle di moda, i Cinque Stelle e i soliti nostalgici sinistri del Pd, tutta roba da buttare... credo che neanche si rendano conto del perchè si voglia sostituire Renzi nel pieno del suo lavoro. Hanno sempre avuto poche idee e quelle poche sempre ben confuse, fin dai tempi di Brezniev, loro ultimo maestro e “conducator”. Adesso vorrebbero scendere in piazza con la Cgil, ma per fare cosa? Sta’ Camusso dev’essere impazzita, una volta vuol scioperare per l’Art 18, poi cambia, adesso il problema è la legge di stabilità, ma non si è ancora certi che le cose stiano così, perché c’è soprattutto la dignità dei lavoratori da tutelare. Quelli che lavorano, s’intende, quelli iscrit-

i santi che governano gli affari delle anime e dei corpi dell’intero universo. Parlavano dell’Italia, nostra patria per forza, ne dicevano di cotte e di crude, volavano imprecazioni sante e parolacce al miele, ma erano stilettate micidiali al cuore di quei nobili personaggi.

Matteo Renzi, al tempo della militanza nei boy scout

ti al loro sindacato, quasi tutti dipendenti pubblici benestanti, sono quelli da tutelare! Dammi una mano a stare calmo, buon Dio che ci guardi da lassù, ma io queste cose proprio non le capisco... Ma poi chi ci potrebbe essere all’altezza della situazione? Non mi si tiri fuori ancora quel D’Alema, che trent’anni che gli Italiani lo mantengono sulla sua barca senza nessun costrutto, o il Bersani, buon uomo non c’è che dire, ma bolso come un cavallo rancido, lasciamolo riposare e che non rompa le palle (par-

don!)... Renzi stravince perché è bravo...” “Ma è di sinistra...viene dall’inferno!” osa interrompere il napoletano incaricato degli affari italiani nell’Empireo celeste. “Ma che caz..che cavolo dici? Mi perdoni il Signore, ma tu sei fuori del tempo...non c’è destra o sinistra che conti, qui c’è di mezzo il salvamento dell’Italia, qui c’è gente che muore di fame, c’è gente che non ce la fa più...e tu mi vieni a parlare di destra e sinistra? Signori miei il nostro incaricato è il classico burosauro da rottamare, è rimasto ai tempi di Fanfani, di Piccoli e di

Forlani, sarà meglio mandarlo in pensione, di affari italiani non ne capisce niente... Con il Berlusconi che sopravvive a suon di punturazze, il Grillo che è un gran “briccone”, miliardario di suo e super miliardario che sta per diventare con il traffico di 5 Stelle, il Salvini della Lega che sembra un ergastolano “stupratore” di torpide coscienze, quegli antipatici della sinistra Pd che sembrano vermi in attesa di invadere il morto, l’Alfano, boccuccia di rosa che non sa né di me, né di te... per non dire di Sel e Vendola, l’orecchiuto, che se si occupasse delle Puglie, incasinate peggio della Sicilia, farebbe tutto il suo dovere, non abbiamo altre soluzioni, non c’è niente da fare. Credo che i miei ragionamenti siano stati chiarificatori di una situazione tutta da sistemare. A Renzi in Italia non c’è alternativa, sta movimentando tutto il mondo politico anchilosato da trent’anni, e già questo è molto, poi lasciamolo lavorare, e potrebbe riservarci un sacco di belle sorprese, o ce la fa lui adesso, o non ce la farà nessuno e l’Italia finirà nella “monnezza” napoletana... e mi si perdoni da lassù il mio par-

lare sboccato ma sincero, come dev’essere il parlare di ogni persona dabbene. Amen” Il silenzio pervaso di ammirazione e condiscendenza invade il consesso. E il Decano dei Decani riassume quanto s’è detto e deciso: “Che Matteo Renzi sia un gran furbone, è indiscutibile, ma le basi sono solide e soprattutto sane. In un mondo politico asfittico, corroso dalle malefatte, stantio e puzzevole, fatto di invidie, poltrone, privilegi e ogni empietà davanti a Dio e agli uomini, Renzi è l’unico che parla di cose concrete, quelle che interessano alla gente. In Italia tutti sono sono impegnati da sempre a demolire quel che di nuovo appare, parlano da sempre di cambiamento e da sempre non cambia una virgola, e soprattutto le persone si perpetuano sugli scranni, senza produrre nulla, a spese abbondanti del popolo, cosi è bello vivere, ma è tragico dimenticarsi, che lo scopo della politica e dei politici è quello di fare cose utili e necessarie per il Paese. Matteo Renzi non fa altro che (cercare) di mettere in pratica ciò che in teoria tutti da sempre predicano, sentenziano, proclamano e non fanno. Tutti sono dei bei babbei (nel senso del bla-bla-bla-bla...), grandi imbonitori, ma solo Renzi fin’ora è riuscire ad impostare riforme rivoluzionarie che se le portasse in porto almeno in parte, salverebbe l’Italia dal pantano in cui è affogata. Che Iddio protegga l’Italia!”. Rasserenati e convinti gli astanti se ne sono tornati alle loro eteree dimore. Il Decano dei Decani s’è rivolto al cielo per relazionare le sue sante parole, ed io, il vostro Saltaro, fortunato che più fortunato non si può, plaude anch’esso condiscendente, a nome e per conto delle anime elette delle Giudicarie che sono molte più di quanto si creda. La Provvidenza assista Renzi e tutti coloro che fanno il loro dovere con onestà, rigore, e grande voglia di far bene, in ogni campo, ma sopratutto in politica, così sia nei secoli dei secoli , amen.


Attualità

NOVEMBRE 2014 - pag.

15

120° Congresso SAT a Spiazzo

La montagna ricuce le ferite della Guerra

Il presidente Ugo Rossi al Congresso Sat di Spiazzo

La Sat rilancia un fruizione della montagna rispettosa dell’ambiente e della memoria del Centenario della Grande Guerra di Claudia Brunelli A 10 anni di distanza dal Congresso tenutosi a Vigo Darè e 102 anni dopo quello del 1912, ecco che Spiazzo ospita nuovamente l’evento clou della SAT. Molti i presenti anche nelle serate antecedenti la giornata dedicata al congresso. Il programma del 120° Congresso SAT si è svolto infatti su più appuntamenti dall’11 al 19 ottobre. La manifestazione si è aperta con l’escursione delle varie sezioni in Val di Fumo sabato 11 ottobre ed ospitando, la sera stessa nel Teatro Parrocchiale di Spiazzo, lo spettacolo teatrale di Renato Morelli “Mia memoria, i dimenticati della Grande Guerra”. Un’ulteriore escursione si è svolta anche sabato 18 ottobre per raggiungere la Cima Durmont ed inaugurare il nuovo sentiero. Nell’arco della settimana dedicata al Congresso si sono poi susseguite una serie di serate sempre molto partecipate, come lo spettacolo teatrale di Emergency “Stupidorisiko, una geografia di guerra”, la serata dedicata all’attività della Commissione Storica SAT sul Corno di Cavento, un’altra rivolta all’alpinista giudicariese Elio Orlandi, agli alpinisti della Grande Guerra ed al concerto del coro SOSAT. Molto toccante è stata la premiazione dei soci cinquantennali di sabato 18 perché si è trasformata in una narrazione a più voci dell’esperienza dei soci in SAT. Insomma, una settimana ricca di eventi che si è conclusa in bellezza domenica 19 ottobre con la Santa Messa celebrata dall’arcivescovo di Trento, Monsignor Luigi Bressan, con l’accompagnamento del Coro Croz da la Stria. Dopo la sfilata dei congressisti e del corpo musicale di Vigo Darè,

Si è svolto domenica 19 ottobre a Spiazzo il 120° Congresso SAT intitolato “Montagne di guerra, montagne di pace. La montagna ferita. Nuove opportunità 100 anni dopo”. La manifestazione, che coincide con il centenario dello scoppio della Grande Guerra, è stata infatti incentrata sulle ferite che portano ancora le montagne trentine in seguito al primo conflitto mondiale. Questo evento terribile non solo ha prodotto un quasi totale spopolaci si è radunati presso il Teatro Parrocchiale di Spiazzo per i saluti delle autorità e per l’apertura della discussione sul tema principale di questo 120° Congresso: montagne di guerra e di pace. Di grande suggestione il filmato proiettato in apertura: un reportage del National Geographic a cura del fotografo Stefano Torrione il quale, presente in sala, ha speso profonde parole sul concetto di ghiaccio, un elemento che “conserva, mantiene e restituisce quando lo decide lui. L’uomo ha cercato di controllare la natura, la natura si è presa tutto ma poi ha mandato anche dei messaggi”. Guardando le significative immagini delle cime innevate e facendosi guidare dalla voce narrante di Torrione viene infatti spiegato che dai 2000 m in poi, a causa del riscaldamento globale, i ghiacciai hanno iniziato un’opera di restituzione di tutta una serie di insediamenti bellici, di alloggiamenti, di oggetti, fino alla restituzione drammatica di corpi e di resti della 1° guerra mondiale. Spesso, dunque, il ghiaccio riporta in superficie alcune testimonianze di una vita passata e tutti questi oggetti che tornano in superficie vengono paragonati da Torrione a dei relitti del mare per il loro color ruggine. Un contrasto

forte, che destabilizza, quello tra i metalli, i ferri e le ruggini dei barattoli, delle bombe e dei cannoni rispetto alla quiete, al silenzio ed al bianco del ghiacciaio. Una marcata antitesi che si ritrova anche nella contrapposizione tra bomba come strumento di morte e vita del paesaggio incantevole della montagna. “Le bombe inesplose sul ghiacciaio della Presanella sono un monito contro

mento delle nostre vallate, rimaste alle cure delle sole donne, bambini ed anziani in condizioni di grande miseria, ma alle alte quote ha anche lasciato segni indelebili che la natura non è riuscita a cancellare. Si tratta di muri, trincee, cannoni e bombe che diventano il simbolo della tragedia vissuta da un territorio e dalla sua gente oltre che ammonimento alle generazioni future per far sì che ciò non accada nuovamente. la guerra”, afferma Torrione. Le varie autorità presenti hanno poi preso parola per i saluti e le considerazioni del caso. Tra queste il Sindaco di Spiazzo Michele Ongari, l’Assessore alla Cultura della Comunità delle Giudicarie Paolo Pasi ed il Presidente PAT Ugo Rossi. Quest’ultimo ha ricordato come “commemorare i 100 anni della guerra non può che avere un significato di pace, si

deve quindi lavorare insieme per raggiungerla”. Ha aggiunto inoltre che “in questi anni la SAT ha aiutato il Trentino a costruire una cultura di pace ed anche una cultura identitaria. La SAT è parte integrante dell’identità culturale e storica del nostro Trentino. È necessario trasmettere alle nuove generazioni la cultura della pace. Questa è un’opportunità per capire che in quei luoghi

feriti possiamo trovare un’attenzione nuova al rispetto dell’ambiente ed alla promozione dei nostri territori”. Infine, assicurando sempre la piena collaborazione della Provincia con la SAT, ha lasciato spazio ai relatori del convegno: il Presidente SAT Carè Alto nonché componente della commissione storica della SAT Matteo Motter, Mauro Grazioli, Camillo Zadra ed il Presidente della SAT Claudio Bassetti. A seguire si è tenuto il pranzo aperto a tutti presso la palestra comunale con l’invito rivolto ai congressisti di riunirsi sempre così numerosi al prossimo Congresso.


pag.

16

Attualità

NOVEMBRE 2014

Pesca sportiva protagonista in Giudicarie La Comunità lancia un progetto di valorizzazione che amplia l’offerta turistica e guarda alla destagionalizzazione «La pesca apre a fine febbraio, e chiude a fine settembre, ed è quindi uno strumento privilegiato per puntare alla destagionalizzazione» conferma Redi Pollini, direttore del Consorzio per il Turismo Giudicarie Centrali: «Abbiamo cercato di rendere la pesca fruibile da una platea più ampia e di fornire ai pescatori le infor-

124 mila euro per potenziare la pesca nelle Giudicarie. È quanto ha stanziato la Comunità per dare attuazione alla proposta del Consorzio Giudicarie Centrali (capofila del progetto) e degli altri enti di promozione turistica presenti sul territorio per un progetto ampio e ambizioso, che guarda alla pesca sportiva come un possibile tassello rilevante mazioni necessarie in tempo reale, prime tra tutte la possibilità di sapere se le acque del fiume sono pescabili.

PROMOZIONE VALIDA FINO AL 30/11/2014

Puntiamo ad offrire un servizio che è novità assoluta per il Trentino e raramente riscontrabile in altre regioni

della proposta turistica delle Giudicarie. Come un possibile arricchimento di un’offerta che può essere ulteriormente impreziosita, puntando ad un turismo di nicchia in grado di valorizzare anche quella che oggi è definita “bassa stagione”’. Con una particolare attenzione ad uno sviluppo sostenibile del territorio. italiane, grazie al finanziamento della Comunità delle Giudicarie”. Per questo l’installazione

di sei webcam (4 sul Sarca e 2 sul Chiese) che daranno un’immagine costante e aggiornata dello stato dell’acqua anche tramite computer o smartphone ed una serie di piattaforme in zinco-legno affacciate, non solo su laghi come Cornisello, Strembo o Ponte Pià, ma anche lungo fiumi rigogliosi come Sarca e Chiese. Con l’obiettivo di facilitare l’esercizio della pesca ad anziani con problemi di deambulazione e a pescatori diversamente abili. Infine, brochure didattiche, filmati e strumenti digitali di informazione, in grado di permettere l’acquisto a distanza dei permessi di pesca e di localizzare l’itinerario del corso d’acqua tramite Gps. Tra i vari servizi offerti anche quello di poter acquistare i permessi di pesca on-line sul sito www.alto-

sarca.it quello di “staccare” in anticipo l’autorizzazione a pescare in esclusiva in un determinato tratto di fiume. Un progetto che sarà già attivo con l’anno prossimo, e che porterà nelle Giudicarie nuovi appassionati della pesca alla trota, del temolo e del salmerino alpino, resa possibile dalle acque cristalline che ancora oggi si possono trovare nel territorio giudicariese e che punta ad attrarre gli appassionati della pesca no kill. Sul piatto 550 mila euro. Una somma importante in quanto «il Turismo è, e si ritiene sarà anche in prospettiva, il settore trainante dell’economia giudicariese, in termini di flussi direttamente generati ed in termini di indotto, anche alla luce del delicato momento che sta attraversando l’economia». Risorse dunque messe a disposizione dalla Comunità delle Giudicarie per l’esercizio finanziario 2014 a supporto dell’economia e dello sviluppo sostenibile del territorio.


Attualità

NOVEMBRE 2014 - pag.

17

Turismo, arriva la riforma

Approvata del Consiglio provinciale prevede raccordo con il territorio sulla promozione e potenziamento della Guest Card. E più web

Maggiore ordine su compiti e funzioni verrà introdotto anche nel sistema delle Apt e dei Consorzi, che opereranno secondo una strategia condivisa a livello Trentino, occupandosi in particolare della valorizzazione delle risorse turistiche del proprio ambito. In conseguenza di questa maggiore definizione Trentino Marketing approverà un piano pluriennale e i finanziamenti provinciali agli enti della promozione d’ambito saranno concessi solo a fronte di attività inserite in strategie pluriennali coerenti con la programmazione provinciale. Il prodotto turistico dovrà essere costruito in funzione della sua successiva commercializzazione sui mercati. Per quanto riguarda la parte dell’innovazione, la proposta normativa prevede il passaggio dal portale web del Trentino ad uno strumento multi-piattaforma che garantisca l’interattività con il

C

oordinamento, semplificazione, innovazione. Queste la parole d’ordine alla base della legge di riforma del turismo trentino, settore portante dell’economia provinciale, approvata nelle sedute di metà ottobre dal Consiglio provinciale, su proposta della Giunta provinciale. La nuova normativa interviene innanzitutto

definendo con chiarezza il ruolo della società di marketing territoriale del Trentino, per quanto concerne le sue funzioni, la strategia pluriennale, la comunicazione “di marca”, l’innovazione di prodotto, i progetti trasversali, i rapporti con il mercato e la gestione della piattaforma Ict multimediale.

Unsettorestrategico:inventicinqueanni,+50% In venticinque anni il turismo in Trentino è cresciuto del 50%, passando da poco più di 10 milioni di presenze negli esercizi alberghieri ed extralberghieri a 15,5 milioni del 2013. Un turismo sempre più internazionale capace di mantenere inalterata o addirittura di aumentare la propria attrattività. Questa la fotografia che emerge dall’Annuario del turismo 2013, pubblicazione che presenta un ricco insieme di analisi e dati. “Il quadro, certamente positivo, che emerge dall’Annuario – ha commentato l’assessore Michele Dallapiccola – non deve farci dimenticare le problematiche che il settore sta vivendo, complice una stagione difficile dal punto di vista meteorologico, come quella appena conclusa”. Nel 1987 gli arrivi in Trentino negli esercizi alberghieri ed extralberghieri si attestaro-

no a 1.751.075 mentre le presenze furono 10.341.039. Nel 2013 i dati sono sensibilmente cresciuti, raddoppiati gli arrivi, saliti a 3.450.620 e aumentate, di un terzo circa, le presenze con 15.482.582. Spulciando fra i vari indicatori si evidenzia un sensibile aumento di turisti provenienti dall’estero, se si pensa che nel 1987 i turisti stranieri fecero registrare 2.506.992 presenze, numero quasi triplicate nel 2013, 6.366.262. In forte aumento anche le presenze turistiche che arrivano da fuori Europa, con 50.562 presenze registrate nel 1985 passate nel 2013 a 206.991. Il comparto diventa quindi sempre più internazionale. Più di un terzo delle presenze straniere proviene dalla Germania. Dagli anni duemila, però, risultano in forte crescita i paesi dell’Est Europa, in particolare la Polonia, la Repubblica Ceca e la Russia.

turista, utilizzando tutte le nuove tecnologie. L’attività di marketing sarà orientata verso progetti strategici su scala provinciale, tra questi verrà rafforzato il ruolo della Trentino Guest Card, che arricchirà la vacanza moltiplicando le opportunità per il turista ed indurrà gli operatori a fare sistema. La Card sarà unica quanto a piattaforma tecnologica ed organizzativa, ma declinabile per ambito, quanto ai contenuti di servizio. Sono state inoltre cancellate disposizioni che ora rappresentano solo un inutile aggravio burocratico considerato che si sono consolidati altri puntuali strumenti di informazione per i turisti. Nella corso della discussio-

L’assessore Dallapiccola

ne in aula è stato poi approvato un emendamento che precisa che è possibile per i gestori degli alberghi e delle altre strutture ricettive accompagnare i loro ospiti sul territorio per poter apprezzare al meglio il patrimonio ambientale e naturalistico senza il necessario ricorso a professionisti. Queste attività hanno sicuramente un carattere di completamento dell’ospitalità da parte del gestione per i propri ospiti, mentre è confermato il servizio professionale e qualificato degli accompagnatori di territorio per le offerte di conoscenza e di visita sul territorio più articolate e specialistiche.

sirianni

Fl ric l ura Loc. Spine, Retta di Saone - Bolbeno (Tn)

Che si fa sabato??? Vieni da noi!!!

��������������������������������������������������������������������������������������������������

�����������������������������������������

Presentazione delle ultime tendenze nel campo della decorazione, dell'oggettistica, del fai da te ����������������������������������������������������������������������������������������������������� ���������������������������������������������������������������������������������� ���������������������������������������������������������������������������������� E' gradita la prenotazione. Per tutto il pomeriggio potrai assaggiare lo squisito vino della Filanda de Boron di Tione, mentre i cuochi della Contea ti tenteranno con le frittelle di mele ed il vin Brulè

���������������������������������������������������������

��������������������������������������������������������� ��������������������������������������������������������������� Dimostrazione con INGRESSO LIBERO

�������������������������������������������������������

������������������������������������������������������������������������������������������������������� Per info e prenotazioni: 338 9196969


pag.

18

Attualità

NOVEMBRE 2014

In val di Breguzzo inaugurata la centrale di Val d’Arnò

La struttura è stata intitolata a Battista Costantini e migliorerà le prestazioni energetiche della vecchia turbina di Ettore Zini Trent’anni fa, amministratori e autorità erano saliti fino in val d’Arnò, per inaugurare un’avveniristica centralina idroelettrica realizzata in simbiosi tra i comuni di Roncone e Breguzzo. Domenica 19 ottobre, un’altra benedizione, ha propiziato il secondo taglio del nastro della stessa struttura: molto più moderna, più grande e soprattutto più ricca di contenuti tecnologici, in grado di migliorare le prestazioni dell’im-

La centralina, situata nella parte alta della valle di Breguzzo, a pochi metri dalle chiuse dell’Enel che dirottano parte delle acque dell’Arnò verso le condotte della centrale della Rocca, è stata costruita grazie alla lungimiranza di un amministratore di talento come Battista Costantini, sindaco di Roncone, dal 1974 al 1990 (“Cesarino” per i suoi censiti), a cui, sul frontespizio dell’impianto, è stata posta una lapide con dedica. “In occasione dell’inaugurazione di questo rinnovato impianto – si legge sulla lastra di marmo scoperta dai due figli Daniele e Rita – le amministrazioni comunali di Roncone e Breguzzo, in segno di gratitudine, intitolano la centrale d’Arnò a Battista Costantini che con impegno, tenacia e lungimiranza riuscì a realizzare quest’opera tanto importante per lo sviluppo economico e sociale delle nostre comunità”. Per le due amministrazioni un evento. Che ha richiamato sul posto numerosi abitanti dei due paesi e autorità locali e provinciali. Oltre al presidente

della giunta provinciale Ugo Rossi e ai consiglieri Tonina e Kaswalder, c’erano il senatore Fravezzi e il redivivo Dellai. Più sindaci, amministratori e personaggi di spicco della valle, venuti a festeggiare il rinnovo di questo impianto che capta le acque del rio Roddone e da un sostanzioso contributo economico ai due paesi dell’alta val del Chiese. Dopo la Messa celebrata da don Celestino Riz (c’erano la Banda sociale di Roncone e il Coro Cima Ucia), e i discorsi inaugurali dei sindaci Antonello Ferrari di Breguzzo e Erminio Rizzonelli di Roncone, il taglio del nastro, concesso a nove bambini delle due comunità. Nei ringraziamenti dei due primi cittadini, l’auspicio che la collaborazione decennale dell’impianto, possa sviluppare positive energie anche per la futura fusione tra i comuni di Bondo, Breguzzo, Roncone e Lardaro. “Ci auguriamo che il rapporto di collaborazione su cui stiamo lavorando – ha detto Rizzonelli - ci porti a diventare un tutt’uno, anche sotto il profilo amministrativo”. Nella

lista di quanti si sono prodigati per la realizzazione della centrale. Prima di tutti l’Esco.Bim del Chiese: per cui sono stati ringraziati il presidente Vigilio Nicolini e il direttore Mario Eccli. Più il Polo tecnologico per l’Energia di Trento per la progettazione e direzione lavori, la ditta Lombardi per la parte edilizia, la Zeco per le opere elettromeccaniche, l’Elettrotrento per i cablaggi, l’Asm di Tione per i collegamenti di potenza, le Carpenterie Giudicariesi per il taglio di condotta e le barriere acustiche. Sui dati tecnici si è soffermato l’assessore Bazzoli, che ha anche rivolto un appello alla Provincia sull’aumento dei MMV, deflussi minimi vitali, previsti solo nella nostra provincia. Un rilascio programmato che non ha uguali in Italia, la cui introduzione porterà per la centrale di Breguzzo e Roncone a una perdita di non meno di 100 mila euro l’anno e di decine di milioni a livello provinciale. “Un argomento su cui - ha spiegato Bazzoli – con i problemi odierni la politica dovrà fare una seria riflessione” . Costo

dell’opera: 2.720.000 euro, iva esclusa. Con ribassi che hanno permesso un risparmio di 300 mila euro. L’impianto, oltre a economizzare l’equivalente di 1.200 tonnellate di petrolio, garantisce una produzione media di 6,5 milioni di KWh l’anno, e l’utilizzo di risorse ambientali che altrimenti andrebbero perdute. E’ inserito in una struttura interrata nel fianco della montagna e, a differenza della precedente struttura esterna, ha ridotto al minimo impatto ambientale inquinamento acustico. E’ stata ricordata l’attrazione

pianto che, in un’annata d’eccezione come l’attuale, ha prodotto – l’ha detto l’assessore alle politiche energetiche di Roncone Franco Bazzoli - 7.000.000 di kWh di energia. Qualcosa come 1.3/1,4 milioni di euro. Che entrano nelle tasche dei comuni proprietari. Per il 75% a Roncone, e il rimanente 25% a Breguzzo. Ma che, in caso di fusione, verranno portati in dote al nuovo comune.

particolare della comunità di Roncone verso l’energia elettrica. Una delle prime in Trentino, a disporre di una propria centrale idroelettrica. L’Officina Elettrica di Roncone – ha ricordato l’assessore Bazzoli – ha avviato la sua attività produttiva nel 1898. Si era agli albori di quella che è comunemente riconosciuta come la seconda rivoluzione industriale. Basti pensare che la prima centrale idroelettrica a entrare in funzione in Trentino, fu quella di Ponte Cornicchio, nel 1890. Solo otto anni

prima. Ed era la prima anche su tutto il territorio dell’Impero Austro-Ungarico, di cui il Trentino allora era parte integrante. Fu con l’Officina Elettrica di Roncone che negli anni successivi furono illuminate anche le case di Bondo e Breguzzo. E fu grazie all’energia elettrica prodotta dal vecchio consorzio elettrico, rilevato negli anni ’50 dal Comune, che, in un periodo di generale povertà e forte emigrazione, sorsero diverse attività artigianali e commerciali in tutta la zona.

Una vita per lo studio e la geologia Ricordo di Bruno Parisi, docente universitario a Milano, ma sempre legato alle “sue” Giudicarie Classe 1921, era nato nel capoluogo lombardo, ma suo padre e sua madre erano originari di Bono, nel Bleggio Inferiore (attualmente nel comune di Comano Terme). Uomo di grande cultura, si affezionò allo studio della geologia grazie al professor Giuseppe Nangeroni, suo suocero e geologo a sua volta. Nangeroni ebbe un ruolo di grande protagonista nel rilancio della Commissione Scientifica della sezione milanese del Club Alpino Italiano, di cui Bruno Parisi era socio emerito, dopo averne fatto

Un grande studioso, un eccellente professore, un sublime geologo, ma soprattutto un uomo profondamente legato alle “sue” Valli Giudicarie, terra

d’origine dei suoi genitori. Tutto questo era Bruno Parisi, docente universitario milanese, scomparso il 12 ottobre scorso.

Bruno Parisi

parte per anni. Diplomatosi presso l’Istituto Magistrale Virgilio, e laureatosi con specializzazione in geologia presso la Facoltà di Magistero, Parisi aveva intrapreso la carriera accademica, diventando professore ordinario presso la rinomata Università Cattolica di Milano, oltre che presso l’ateneo di Brescia. Collaboratore del periodico “Azione Giovanile”, assieme al professor Giuseppe Lazzati, Parisi non

ha mai dimenticato le sue origini e, appena possibile, tornava in Giudicarie, dove aveva una casa, locata a Campo Lomaso. Profondo conoscitore delle Dolomiti ed esperto glaciologo, nonché collaboratore di importanti testate giornalistiche naturalistiche italiane e straniere (ha prodotto oltre 200 scritti), ed era anche socio attivo e sempre disponibile del Centro Studi Judicaria. Nel 2010 era diventato membro onorario dell’AIIG, l’Associazione Italiana degli Insegnanti di Geografia. Francesco Brunelli


Cinema

NOVEMBRE 2014 - pag.

19

La Valle del Chiese “sbarca” a Roma Presentata al Festival internazionale del Film la pellicola “La foresta di ghiaccio” girata in Val di Daone

«È una favola nera, un film sulla vendetta ambientato in un paesino di montagna del Trentino, in mezzo a una natura spettacolare» - ha detto il giovane regista Claudio Noce (al suo secondo lungometraggio, 5 anni dopo Good morning Aman con cui a Venezia vinse il premio FICE come miglior autore esordiente) durante la conferenza stampa prima della proiezione del thriller noir, insieme agli attori (Emir Kusturica, Ksenia Rappoport, Adriano Giannini, Domenico Diele) del film e ai produttori, all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Parlano i protagonisti: “L’esperienza più forte e bella la convivenza con la gente di lassù, cacciatori, uomini di montagna con cui abbiamo diviso capretti arrosto, polenta e bicchieri di grappa”. Un film ad alta quota, girato nella Valle del Chiese, con punte che arrivano a 3.400 metri d’altitudine, tra la Centrale elettrica di Cimego, i boschi di Roncone, le dighe di Bissina e Boazzo, l’altopiano di Boniprati. “Abbiamo girato al freddo, quello vero - ricorda Noce - e quello che si vede nel film è esattamente il freddo che pro-

di Roberto Bertolini Un noir ambientato in Val di Daone. Così si presenta la pellicola “La foresta di ghiaccio”, presentata il 24 ottobre al Festival internazionale del Film di Roma, in concorso nell’ambito della sezione competitiva “Cinema d’oggi”.

vavano realmente gli attori, e questo li ha aiutati molto ad entrare nell’ambiente. C’era un contatto con la natura molto forte e loro si sono adattati perfettamente al luogo”. “Desidero ringraziare il Trentino gli fa eco il produttore Andrea Paris - non solo per l’aiuto e il sostegno economico, ma proprio come territorio. Credo si tratti di location uniche, e per certi versi irripetibili”.

eurospin

Questa storia parla di vendetta, di amore e odio, di amicizia e tradimento, ma anche di senso di appartenenza - dice il regista- qualcosa che forse non ha più a che fare con i nostri giorni. Il “montanaro dagli occhi di ghiaccio”, Adriano Giannini, figlio del grande Giancarlo, durante la conferenza a stampa ammette: «Quando mi è stato proposto il ruolo non ero affatto convinto, quello che mi spaventava di più era dover lavorare insieme ad un cast di non professionisti. A parte i personaggi principali tutti gli altri sono uomini che vivono nel paesino in cui abbiamo girato». Il film uscirà, dalla durata di 100 minuti, nelle sale il 13 novembre e parteciperà alla 27edizione del Tokio International


pag.

20

Politica

NOVEMBRE 2014

Bilancio provinciale 2015: risorse in calo Dal prossimo anno si ripercuoteranno gli effetti negativi dei tagli delle entrate Statali

A

di Enzo Ballardini

rriva novembre e per la Provincia di Trento è tempo di bilanci di previsione per il prossimo anno. Questa volta non sarà un passaggio indolore e le avvisaglie si sono già fatte sentire da mesi. I giornali hanno riportato quasi giornalmente le vicende delle trattative con il Governo Renzi che si sono concluse da poche setIn questo modo la Provincia poteva far fronte alle proprie competenze su sanità, comuni, ambiente, tutela del paesaggio, economia e dopo il 2000 anche scuola, strade e ammortizzatori sociali. Non tutte le regioni a statuto speciale ricevono altret tanto, alcune hanno meno competenze e di conseguenza ricevono meno soldi. Al Friuli Venezia Giulia, ad esempio, ritorna solo il 60% delle tasse versate dai suoi cittadini, alla Sardegna invece il 75%, alla Sicilia addirittura il 100%. In questi ultimi anni lo Stato pressato dai problemi di Bilancio e obbligato a rispettare il patto di stabilità fissato dall’Unione Europea ha cercato di fare cassa tagliando i trasferimenti a tutte le Regioni ed in particolare a quelle speciali. Molti si sono chiesti se sia eccessiva la quota del 90 per cento che riceve il Trentino e se quindi risulti adeguata quella del 10 per cento di tasse che rimane allo Stato per la gestione in Trentino delle residuali sue competenze; forze dell’ordine, magistratura, difesa, corpo diplomatico, la mo-

neta, la previdenza, la politica estera. Fare i conti in una situazione complessa con competenze diverse con le altre Regioni, con territori non omogenei non è sicuramente facile e le opinioni sono molto divergenti. Certamente il Trentino ha una spesa procapite superiore alla media nazionale, addirittura, quattro volte maggiore del Veneto. Questo è un dato fuorviante perché in un territorio regionale non agisce solo la spesa regionale ma anche quella statale e quella di altri soggetti. Se la comparazione è fatta sommando l’ammontare di tutta la spesa pubblica riferita al territorio, allora, anche quella del Trentino risulta allineata a quella della media nazionale. Fino al Patto di Milano del 2006, nel quale è stata stabilita una riduzione di circa 500 milioni di euro annuali, non si può negare che abbiamo ricevuto di più di quanto ci aspettava. Successivamente i dati provinciali confermano che quanto ha ricevuto il Trentino per la gestione delle competenze assegnateli sia da ritenersi pressoché in pari,

anche se va detto senza alcuna compartecipazione alla restituzione del debito nazionale. Con il recente accordo di Roma, si legittimano le riduzioni avvenute proprio in questi ultimi anni e ciò in violazione dell’accordo di Milano e poi lo Stato pretende un ulteriore miliardo di euro per ogni anno, fino al 2017, oltre ai tre miliardi di euro quale quota stimata per il ritiro di tutti i ricorsi alla Corte Costituzionale della Provincia nei confronti dello Stato, in materia di violazione dell’ordinamento finanziario provinciale. Al Trentino viene chiesto di partecipare al risanamento del debito nazionale con il sacrificio di entrate proprie per oltre il trenta per cento. L’unica cosa positiva di questo accordo è che riguarda i prossimi dieci anni e quindi se verrà rispettato la Provincia avrà una maggiore sicurezza rispetto alle entrate future. Sempre che lo Stato non si rimangi l’accordo e proceda con ulteriori tagli. «Il 2015 sarà l’anno più difficile dal punto di vista delle entrate». aveva detto il pre-

sidente della Provincia, Ugo Rossi, dopo la riunione di giunta della settimana scorsa, e la presentazione del bilancio 2015 lo ha confermato. Non ci sono ancora dati precisi, ma il Bilancio dovrebbe calare di 120 milioni passando da 4.500 milioni di € a poco più di 4.380. Un calo di solo il 2,6% ma ben distante dalle cifre sopra indicate che potevano ipotizzare un calo di oltre 1 miliardo. Anche questi dati non contribuiscono a creare chiarezza in quanto si può presumere che il calo delle risorse statali sia stato controbilanciato dal recupero di fondi di riserva presenti in bilancio. Sembra infatti che la Provincia stia studiando la possibilità di recuperare la cifra di un miliardo congelata con il Patto di stabilità che non è stata utilizzata fino ad ora, ma la manovra non sarà facile. Lunedì 27 ottobre la giunta provinciale ha definito le linee guida della legge finanziaria con i contenuti principali del bilancio. Di certo, per il 2015 si prevede ancora un anno nero per il Prodotto interno lordo ( Pil ) in Trentino, appena sopra lo zero, contro le sti-

timane, con un calo considerevole dei trasferimenti Statali e grande preoccupazione per i vertici provinciali. Fino a pochi anni fa le entrate che pervenivano dallo Stato alla Provincia di Trento erano stabilite dallo Statuto di Autonomia approvato nel 1972 che stabiliva in 9/10 del gettito delle entrate tributarie dello Stato, riferibili al nostro territorio. me più ottimistiche di inizio anno, che davano addirittura un +1,5% sulla base delle quali si era definito il quadro dell’evoluzione delle entrate sul triennio per il bilancio della Provincia. Quindi le «entrate proprie», in prevalenza costituite da gettito da tributi, saranno indicate a bilancio con una cifra molto più bassa di quanto si sperava. Non sono ancora stati svelati tutti gli aspetti di questa complessa manovra. Sarà importante analizzare quali saranno i criteri che la Giunta ha stabilito per definire i tagli. Se procederà con un taglio lineare su tutti i settori oppure se si concentrerà solo su alcuni obiettivi di risparmio salvaguardandone altri. Sarà poi interessante all’interno dei singoli settori verificare come in concreto si attueranno i tagli previsti. Alcune anticipazioni di questi ultimi mesi come la ventilata chiusura del punto nascite e del servizio di mammografia negli ospedali periferici stanno creando molte preoccupazioni. Se i tagli verranno scaricati solamente sulle periferie dove il rapporto costi/utenti è superiore per evidenti motivi, le

conseguenze saranno pesanti e si ripercuoteranno proprio su quelle comunità più deboli che presentano maggiori problemi di sviluppo e di coesione sociale. Potremmo aver quindi un Trentino a due velocità, le Città e l’asta dell’Adige che potranno garantire l’attuale livello di servizi e le Valli con sempre maggiori difficoltà. Lo slogan che viene lanciato dal Presidente Rossi è che il Trentino deve tornare a crescere utilizzando la manovra finanziaria come strumento per premiare chi intende investire e le aziende più dinamiche. Una manovra che dovrà selezionare ad esempio gli investimenti che meglio sostengono lo sviluppo del territorio e la competitività delle imprese, in tutti gli ambiti (industriale, agricolo, turistico, culturale, cooperativo e così via). A dicembre con l’approvazione del Bilancio potremmo avere indicazioni precise sulle prospettive finanziarie ed economiche per il prossimo anno e verificare dove concretamente si concentreranno i tagli ed i sacrifici.

L’azienda giudicariese, da dieci anni, nel settore delle realizzazioni nel verde

Bios,specializzataingiardinaggioetappetierbosi Bios, in greco significa vita. In chimica, è il fattore di accrescimento delle piante. In Giudicarie,“Bios”è un’azienda giardinaggio. Cura parchi, giardini, tappeti erbosi. Ed è specializzata in impianti d’irrigazione. E’ sul mercato dal 2004. Fino a ieri aveva sede a Pieve di Bono, nella frazione di Agrone.Oggi i magazzini sono a Storo, nella zona industriale.“Ci siamo trasferitiqui – dicono Francesco Bolo-

gni e Gianni Monfredini – perché avevamo bisogno di spazi più ampi”. Loro sono i due titolari. Dieci anni fa hanno fatto una scelta importante. Un salto di qualità, che li ha proiettati in un’esperienza tutta nuova.Da dipendenti, sono diventati imprenditori di se stessi.” Artigiani. Orgogliosamente artigiani”, precisano. Perché, in quegli anni, per una ditta impegnata nei lavori del verde c’erano maggior

vantaggi a organizzarsi in cooperativa.“Siamo partiti in sordina, con davanti molte incognite – aggiungono - ma oggi, nonostante la crisi che ha colpito anche il nostro settore, siamo soddisfatti della scelta”. Da Pieve di Bono i clienti si sono allargati a macchia d’olio su tutta la zona. Ora, il bacino di utenza spazia dalla Rendena e alle Giudicarie Esteriori, fino a Riva e Malcesine.“Come in tutte le attività, il successo

richiede fatica e specializzazione”. Il quadro che dipingono della loro azienda, è di una ditta dinamica. Che sa stare al passo con i tempi. A dar man forte c’è anche la moglie di Francesco, Luigina ElenaArmani. Ha un master in parchi e giardini. Ed è grazie alla sua specializzazione, che l’azienda è cresciuta. Nella ditta, sta muovendo i primi passi anche Stefano, figlio di Gianni. Diplomato alla scuola agraria

di San Michele all’Adige. Sta studiando Architettura del paesaggio. E’ a lui che si guarda per il futuro. L’azienda dispone di un software di progettazione, che anticipa ai clienti i rendering delle nuove creazioni.In pratica, chi si rivolge a Bios, può vedere in anticipo il risultato finale gli spazi verdi in progettazione.Quest’anno ricorrono i dieci anni di attività. E anche le attrezzature a disposizione dell’azienda

hanno seguito di pari passo lo sviluppo aziendale. Sono lontani i tempi in cui Gianni faceva l’elettricista e Francesco il meccanico di precisione. La nuova attività ha aperto loro nuovi orizzonti. Vi hanno contribuito volontà e passione.Ma, anche i corsi di specializzazione in costruzione e manutenzione dei tappeti erbosi e potature ornamentali, seguiti alla Scuola Agraria del Parco di Monza. (zi.pu.)


Attualità

NOVEMBRE 2014 - pag.

21

Dopo le dimissioni di due consiglieri e del direttore la Federazione della Cooperazione ha richiesto il provvedimento alla Provincia

Pinzolo,Famigliacooperativacommissariata Nella seduta del 27 ottobre la Giunta provinciale ha revocato il presidente Ornello Binelli. Postal nuovo commissario

L’opportunità di questo provvedimento – ha spiegato la Provincia - si è resa evidente nel corso della revisione straordinaria della società cooperativa – non ancora conclusa – effettuata a seguito delle dimissioni del direttore e successivamente di due consiglieri, in contrasto con la presidenza di Ornello Binelli. La situazione venutasi a creare, che riguarda la governance della cooperativa e in particolare i rapporti tra presidenza e direzione e la divisione delle relative competenze gestionali, ha indotto la Federazione a chiedere l’intervento provinciale. La Famiglia Cooperativa di Pinzolo, fondata nel 1865, è la più grande del Trentino, con 24 milioni di euro di fatturato, molto solida ed economicamente sana, con un patrimonio di 8,4 milioni di euro. Conta 2.037 soci (al

È una delle Famiglie Cooperative con i conti più solidi, eppure non c’è pace per la coop di Pinzolo. Dopo le tensioni che precedettero lo scorso anno l’elezione del nuovo presidente Ornello Binelli, ecco che – nella seduta del 27 ottobre – la Giunta provinciale, su richiesta della Federazione Trentina della Cooperazione, e su proposta dell’assessore provinciale Tiziano Mellarini, ha adottato un provvedimento di revoca degli ammini2013) ed impiega 146 lavoratori in 12 punti vendita al dettaglio e ingrosso. Proprio le dimensioni e l’impatto economico e sociale della cooperativa sull’intera Valle Rendena, hanno motivato la richiesta di provvedimenti all’Autorità di Vigilanza (ovvero la Provincia autonoma di Trento) da parte dell’Autorità di revisione (Federazione trentina della Cooperazione). La gestione commissariale avrà durata di un anno, prorogabile per un ulteriore anno. Ornello Binelli conclude così la sua esperienza da

stratori e conseguente gestione commissariale. Commissario è stato nominato Maurizio Postal (che a maggio ha concluso il suo mandato di commissario al Cedis a Storo), attuale presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Trento e Rovereto; vice commissario è stato nominato Tullio Waldner, attuale responsabile della rete commerciale Sait. Dal provvedimento è stato escluso il collegio sindacale della Cooperativa.

Ornello Binelli

presidente del sodalizio pinzolero. Eletto a fine gennaio 2013 dopo alcuni mesi di stasi e polemiche, aveva percorso tutta la scala gerarchica in seno alla Famiglia Cooperativa partendo dal ruolo di garzone in gioventù, passando a funzionario, fino alla direzione della filiale di Campiglio, a dirigente con compiti formativi in Federazione, alla presidenza. All’epoca sbaragliò la concorrenza di Luciano Caola e Elisabetta Maturi Carnèra. «Sarò il presidente del dialogo e del confronto» - aveva detto durante il suo intervento. Oggi quelle parole sembrano distanti. Il nuovo commissario Postal dovrà procedere alla gestione ordinaria traghettando il sodalizio verso nuove elezioni dei vertici. Con un occhio alla concorrenza che il nuovo Poli di Spiazzo sta portando avanti con forza.


pag.

22

Cooperando

NOVEMBRE 2014

Numerosi gli spunti forniti dai relatori. Le banche cooperative hanno un ruolo significativo nel sistema del credito mondiale e in riferimento al numero di sportelli, concorrono per il 40 % del totale. Il vero elemento di differenziazione che viene sottolineato, e’ il diverso modo di agire, sia dal punto di vista dell’efficienza, che da quello sociale in virtù della vicinanza con il territorio. Ma come dovremmo pensare il ruolo delle bcc? Che governance devono darsi? Che comportamento dovrebbero avere? Nelle banche tradizionali l’obiettivo e’ massimizzare gli utili per garantire i migliori risultati alla proprietà. La vera differenza tra banche tradizionali e le bcc sta proprio in questo: nella proprietà. Recenti studi mostrano come la larga partecipazione alla governance (nelle nostre bcc sono i soci) diminuisca i rischi di tenuta delle banche. Le banche di credito cooperativo sono inoltre più efficienti delle banche tradizionali e riescono a generare un valore aggiunto fatto della conoscenza dei soci e dei clienti. La continua crescita del credito cooperativo, deriva anche da questo, dalla crescente consapevolezza delle persone che è meglio investire e fare gestire il proprio risparmio a organizzazioni mutualistiche, vicine alle persone e per questo più accessibili e controllabili. Le banche “normali” si

Banche del territorio: quale futuro?

Il ruolo del credito cooperativo nella crisi economica in atto. Se ne è parlato in un convegno a Trento di Alberto Carli

S

abato 25 ottobre scorso si è tenuto presso l’Universita di Trento, il convegno “biodiversità nel settore bancario e regolamentazione: la tradizione delle banche etiche e cooperative”, organizzato in occasione della 55esima riunione scientifica della Società Italiana degli Economisti in collaborazione con la Federazione della Cooperazione. Un parterre di relatori molto prestigioso si è alternato per discu-

muovono troppo nella direzione finanziaria, del trading, devono massimizzare gli utili e il credito tradizionale dei prestiti non paga a sufficienza. Le bcc sono in una fase delicata di rivisitazione del loro assetto organizzativo. Il sistema di incentivi e disincentivi che è determinato dal sistema regolativo europeo, diventerà sempre più pesante per le banche soprattutto per quelle di credito cooperativo che sono di piccole dimensioni. Ma perché ci deve essere un contesto favorevole alle bcc? Perché bisogna mantenere la

La sede di Cassa Centrale a Trento

biodiversità, cioè differenziare la regolamentazione a seconda delle diverse tipologie di banca? Una risposta fonita dal prof. Goglio dell’Universita di Trento

51° Pellegrinaggio in Adamello: atto finale

Si è concluso in grande stile l’impegno degli Alpini per il 51° Pellegrinaggio in Adamello, con il suggestivo evento organizzato nella serata di sabato 25 ottobre all’auditorium dell’Istituto Guetti di Tione. Tanti i mesi di preparazione e tanti gli attori di questa manifestazione che nemmeno il maltempo è riuscito ad adombrare, finendo con l’essere diventato uno degli eventi più significativi per le Sezioni Alpini organizzatrici, per quelle che vi hanno partecipato e per tutta la cittadinanza di Tione. Introdotti da Alessandro Togni, il Presidente dell’A.N.A Trento Maurizio Pinamonti, i Consiglieri del Comitato Organizzativo Dario Pellizzari, Domenico Ferrari e Franco Albertini, hanno dato vita a una serata ricca di bei ricordi e di ringraziamenti per tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita del raduno, premiati in questa occasione con la medaglia del Pellegrinaggio e da una immagine commemorativa che riassume i significati che hanno ispirato questo

evento: il santificato Papa Giovanni Paolo II durante la sua visita in Trentino e il Centenario della Grande Guerra. Nell’auditorium affollato presenziava anche il Sindaco di Tione Mattia Gottardi. Ad accompagnare il tutto non è mancato il coinvolgimento musicale grazie al Coro Re di Castello e al Coro Brenta, che si sono esibiti in alcuni tra i più famosi e coinvolgenti pezzi del repertorio corale alpino. Ma il gran finale è stata l’esibizione della Banda Sociale di Tione che, assieme al Coro Brenta, hanno proposto al pubblico, sotto la direzione del Maestro Tasin dell’opera “La Grande Guerra” musicata

tere sull’effetto che ha la regolamentazione europea sulle diverse tipologie di banche con particolare riferimento alle grandi banche tradizionali e a quelle di credito cooperativo: tra gli altri Gregory Udell, uno dei massimi esperti di sistemi bancari rurali (in America sono le Credit Union), Alessandro Azzi, Presidente di Federcasse, Giorgio Gobbi della Banca d’Italia e alcuni docenti universitari.

ed elaborata dallo stesso Tasin. L’opera, che riuniva cori, strumenti musicali della banda e supporti multimediali (voci fuori campo, proiezioni di foto e video), era stata riproposta in giugno ed aveva suscitato grande apprezzamento nel pubblico. Di grande impatto visivo e musicale, l’opera ha aiutato a ricordare, in questa occasione, anche la commemorazione per tutti coloro che hanno vissuto la guerra che cento anni fa insanguinò il nostro territorio. A concludere la serata, i due Cori, la Banda e tutto il pubblico hanno intonato l’Inno del Trentino e l’Inno d’Italia. Aldo Gottardi

sembra molto interessante: paradossalmente la crisi ha creato opportunità per le bcc che hanno visto aumentare il numero di soci. Il rischio di una regolamentazione

uguale a quella delle grandi banche e’ l’ibridazione stessa delle bcc, che potrebbero diventare troppo simili alle banche tradizionali, e nella peggiore delle ipotesi potrebbero trasformarsi. Un grande lavoro va fatto quindi dagli organi centrali per cercare di modificare i regolamenti, ma non sarà sufficiente. Si dovrà lavorare anche dentro al sistema, attuando un processo di autodeterminazione che limiti la concorrenza tra le bcc, ne aumenti l’efficienza e la competitività. Un grande sforzo dovrà essere fatto nel formare e preparare sia

i lavoratori ai nuovi ruoli e mansioni che dovranno necessariamente svolgere così come una classe dirigente preparata sia dal punto di vista finanziario che cooperativo. Si dovrà fare un lavoro culturale, anche nelle nostre Giudicarie, partendo dalle scuole fino alla produzione di ricerca scientifica che sempre più avvicini le persone al tema della gestione del credito, mirato a far conoscere il valore e le differenze del sistema cooperativo e di come questo si traduce in servizi e garanzie nel cercare di non lasciare soli nessuno. Forse qualche euro di conto corrente non dovrebbe essere la discriminante che fa scegliere fra una banca ed un altra, anche perché dobbiamo esserne consapevoli, se una banca mira alla massimizzazione del profitto, oggi, non fa più crediti.

Arte in musica e arte dipinta

La “premiata ditta” Famiglia Rigotti torna ad allietare con le migliori armonie della musica classica i grandi eventi culturali trentini. Mercoledì 3 settembre alle ore 18, il simpatico ma straordinariamente capace quintetto ha accompagnato l’inaugurazione della mostra personale del pittore autodidatta trentino Diego Bridi. Questa mostra raccoglieva le più recenti opere della sua vasta produzione artistica, in occasione del suo settantesimo compleanno. Bridi è un artista ormai affermato nell’area trentina avendo alle spalle una decennale carriera pittorica iniziata da ragazzo come autodidatta, e attraverso uno studio artistico costante e appassionato e la continua ricerca di una espressione figurativa personale, i suoi quadri hanno raggiunto una originalità compositiva e stilistica, che ne fanno decisamente un punto di riferimento nel panorama artistico della nostra regione. Ed è proprio in occasione di questa ricorrenza presentata da Nico Cicchelli alla quale era presente, oltre a una sessan-

tina di visitatori, anche l’Assessore al Decentramento e Biblioteche del Comune di Trento Renato Tomasi, che la Famiglia Rigotti si è esibita in un’altra riuscitissima performance musicale che ha lasciato tutti soddisfatti... con una sorpresa speciale per il pittore Bridi: il più piccolo componente della “Rigotti Family”, Elio, ha interpretato una divertentissima scenetta imitando con maestria e bravura un pittore all’opera. Il risultato del suo lavoro era appunto il ritratto dell’artista Diego che Elio gli ha donato.

La Famiglia Rigotti, che recentemente ha ricevuto un affettuoso plauso dal grande violinista italiano Uto Ughi, sta accompagnando sempre più spesso gli appuntamenti culturali trentini diventando una cornice ideale, fatta sia di bravura esecutiva ma anche veicolo di un messaggio di unione attraverso la passione comune, ed è forse questa la cosa che più fa apprezzare questa famiglia in musica. Aldo Gottardi


Questi prodotti sono venduti sottocosto ai sensi del DPR 218 del 06/04/2001. Le quantità riportate indicano il numero complessivo dei pezzi disponibili in tutti i nostri supermercati.

E H C R A M I D N GRA

O T T SO STO O C

OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA IL FRANTOLIO CARAPELLI

DAL 13 AL 22 NOVEMBRE 2014

Persone oltre le cose MOZZARELLA SANTA LUCIA TRIS GALBANI euro

125 g x3

2,29 €/kg 6,11

1L

euro

3,29

€/L 3,29

CAFFÈ QUALITÀ ROSSA LAVAZZA

250 g x2

euro

3,48

€/kg 6,96

Le fotografie hanno valore puramente illustrativo - Prezzi validi salvo errori tipografici - Fino ad esaurimento scorte.

NOVEMBRE 2014 - pag. LARS.it

23

CIMEGO

Centro Acquisti Loc. Sano


pag.

24

Attualità

NOVEMBRE 2014

New Drums si propone come scuola musicale “di nuova generazione”

A scuola di batteria È nata da qualche settimana in Giudicarie una nuova realtà didattica musicale, New Drums, che si propone come Scuola di batteria di nuova generazione. Ideata e coordinata da Carlo Salvaterra, batterista ed insegnante di Tione, la scuola nasce con l’intento di portare in Trentino un modello di insegnamento che fa riferimento alle esperienze didattiche americane. L’intento primario di New Drums è fornire una didattica moderna, e fatta su misura alle esigenze dell’allieVerrà inoltre sviluppato un sistema di lezioni attraverso i social media come Facebook, Skype e Youtube. Le proposte di New Drums sono pensate per bambini dai 9 anni, giovani ed adulti, ed è previsto un percorso didattico a livelli principiante, medio e avanzato. L’offerta didattica è struttu-

rata in: percorso scolastico, con lezione frontale individuale, a cadenza quindicinale e della durata di 60’; masterclass personalizzata, con una singola lezione frontale individuale, della durata di 90’ e su un tema proposto dall’allievo, senza obbligo di continuità; percorso per-

sonalizzato su richiesta, per singolo o gruppi Carlo Salvaterra, ideatore di questa nuova esperienza, è diplomato al CPM di Milano e al CDM di Rovereto ed ha studiato al Conservatorio di Trento e al Collective Music Institute di New York. Ha studiato con docenti di rinomata fama

Due giudicariesi campioni italiani di pesca a spinning Dal Sarca all’Aniene. Hanno dovuto andare a Subiaco, nel Lazio, sulle rive dell’Aniene, per aggiudicarsi il titolo nazionale di pesca a spinning da riva. Loro sono due giudicariesi doc. Ragazzi piuttosto schivi, con la passione della pesca. Sono Matteo Parolari di Roncone, di proNon sono nuovi a competizioni nazionali: Parolari, 28 anni in coppia con altri due membri del quartetto, con cui solitamente gareggia sotto i colori dell’Angler’s Club di Bolzano, aveva già conquistato un secondo posto agli “italiani”, senza però mai salire sul podio che conta. Salvadori , 21 anni, è invece un enfant prodige, under 23. Campione provinciale 2014 a Bolzano, e bronzo agli individuali nazionali sul fiume Brembo. Nei giorni scorsi, assieme al trentino Andrea Ferro e al bolzanino Arno Herman, tutti e due pluricampioni del mondo di spinning , i due giudicariesi si sono aggiudicati il campionato italiano di pesca a spinning 2014, sbaragliando altre 31 squadre e (128 i partecipanti) provenienti da tutte le regioni d’Italia. Terreno di gara il fiume Aniene, detto anche Teverone. Per due giorni hanno dovuto usare tutti i ferri del mestiere per avere ragione degli agguerriti concorrenti. Fino all’ultimo hanno lottato spalla a spalla con la perizia

fessione ricambista, e Simone Salvadori di Bondo, responsabile della locale famiglia cooperativa. Nella pesca alla trota sono dei maghi. Riescono a infilare un piattello o un’esca artificiale in una bacinella d’acqua. Figuriamoci nei piccoli anfratti dove si nasconde il pesce.

e l’imperturbabilità dei grandi campioni, contro il quartetto di Montello di Treviso e i campioni del posto dell’associazione pescatori dell’Alto Aniene. Alla fine hanno guadagnato il gradino più alto del podio e il gagliardetto tricolore 2014. A gara ultimata avevano totalizzato 162 catture: oltre centosessanta arpionaggi che gli hanno valso il titolo. Le esche: il classico piattello rotante, i minnow che simulano i pesci veri, e i siliconici di ultima generazione. Occorre un tocco fatato nel lancio e nei

movimenti di recupero. “E’ stata una grandissima soddisfazione, anche perché c’erano le lenze più titolate della Penisola”. Non sono molto loquaci i due neocampioni. “Purtroppo – si sono lamentati - il nostro è uno sport minore che difficilmente arriva agli onori delle cronache”. Per una volta vogliamo smentirli. Anche perché quando si diventa i più bravi d’Italia, con un oro al collo, e si indossa la maglia azzurra delle federazione Fipsas, uno spazio si riesce sempre a trovare. (e.z.)

come Kim Plainfield, Bruce Becker, Walter Calloni, Giorgio Zanier e Stefano Pisetta Inizia ad insegnare da giovanissimo e negli anni ha collaborato con le Scuole Musicali Trentine in progetti legati alla Musica Moderna, al mondo della Bande e nei corsi di Formazione e

vo; orario, sede della lezione e argomenti di studio vengono decisi sulle possibilità e i gusti di ogni alunno. Obiettivo della nuova scuola è di offrire un insegnamento attuale, essenziale e dai risultati duraturi nel tempo, divertendosi nell’impegnativo percorso dell’imparare. La scuola non avrà dunque un’unica sede, ma si appoggerà alle varie realtà musicali già presenti nelle Valli del Trentino, come associazioni culturali o enti giovanili. Solfeggio. Ha organizzato in Trentino Masterclass e Campus musicali con alcuni dei più importanti nomi internazionali e nazionali. Ha organizzato e presieduto, assieme al maestro Mogol, la Giuria per la scelta dell’Inno Ufficiale dell’Universiade di Trento 2013, ed è attivo nell’or-

ganizzazione di concerti ed eventi culturali in Trentino, attraverso la propria associazione ArteGiovane di Tione di Trento. È endorser e riferimento trentino per i marchi Sonor, Sabian ed Evans. Per info: www.carlosalvaterra.com salvaterracarlo@yahoo. com 333.4045296

Manuel Ferrari, pasticcere dell’anno Dalle cucine della scuola Enaip di Tione alla guida dell’Espresso come miglior pasticcere d’Italia. Non solo ristoranti e chef di talento, nella Guida ristoranti dell’Espresso 2015. Tra i cuochi stellati dell’edizione odierna, è Manuel Ferrari, trentaseienne

giudicariese di Breguzzo, il pasticcere dell’anno. E’ stato premiato alla “Leopolda” di Firenze, l’ex stazione ferroviaria trasformata in sala congressi, nell’ambito della manifestazione che ha premiato le eccellenze nazionali della guida.

Sotto i flash dei fotografi, visibilmente emozionato, è salito sul palco per ricevere dalle mani del direttore della Guida Enzo Vizzari, l’ambito premio che l’ha consacrato miglior pasticcere dell’anno. La sua fotografia spicca a pagina 51, della 37a edizione del vademecum dell’Espresso, dove sono annoverati 2.700 ristoranti italiani, di cui 412 top, premiati con uno, o più cappelli. Nel ristorante dove lavora - il Mistral del Grand’Hotel Villa Serbelloni, di Bellagio sul lago di Como - il giovane cuoco trentino è il “guru” della pasticceria. Il premio speciale assegnatogli riguarda manicaretti e dessert, di cui Ferrari è gran maestro. Originario di Breguzzo, in val del Chiese, ha iniziato la sua carriera tra i fornelli alla scuola Professionale Enaip di Tione. E’ nell’alberghiera del capoluogo giudicariese che ha imparato i primi rudimenti di cucina. Per poi intraprendere una carriera folgorante. Un paio di stagioni a Madonna di Campiglio, poi l’ascesa. Dall’ Palace Hotel di Saint Moritz, è finito all’Heston Blumenthal di Londra. Nel suo brillante curriculum, ci sono ristoranti stellati come Il Griso di Lecco e il Ciasa Salares di Badia, al 7° posto anche quest’anno tra i migliori ristoranti dell’Alto Adige. Da sedici anni, lavora al Grand Hotel Villa Serbelloni di Lecco, dove è il responsabile della pasticceria, sotto la sotto la guida dello stellatissimo chef Ettore Bocchia, massimo esperto italiano di cucina molecolare. A Villa Serbelloni, un cinque stelle tra i più prestigiosi d’Italia e un passato con ospiti di riguardo come l’imperatore Francesco I, il Kaiser Guglielmo e la regina Vittoria, dopo un inizio come chef di cucina,

ha scoperto la passione per la pasticceria. Giovedì, il premio come miglior pasticcere. “Una soddisfazione immensa – dice – soprattutto perché l’estro con dolci e creme è stata una scoperta tardiva”. Il dolce preferito? “Nessun dubbio: un dolce autunnale a base di marron glassè, crema di mascarpone e biscotto al caffè. Ricorda il Trentino. Ed è stato quello che mi ha permesso di vincere la selezione”. I segreti del successo? Estro, passione, ma soprattutto prodotti di altissima qualità. Della scuola di Tione, poi, ha un piacevole ricordo. “Il mio grande maestro di cucina Isidoro Sartori “Doro”, di cui ho tuttora un’infinita ammirazione. E’ stato lui a insegnarmi i primi segreti. Ed è stato lui a indirizzarmi qui. Per questo gli dico ancora grazie”. (e.z.)


Attualità

NOVEMBRE 2014 - pag.

A novembre e dicembre quattro serate di orientamento organizzate da Casse Rurali e Comunità delle Giudicarie

Giovani e lavoro al centro

Dopo il grande successo ottenuto con l’attivazione dello Sportello di Orientamento (in una sola settimana i 30 posti disponibili sono andati esauriti spingendo gli organizzatori ad accettare fino a 60 richieste di adesione), le Casse Rurali e la Comunità delle Giudicarie organizzano quattro serate di workshop Diverse le tematiche che si andranno ad affrontare e le domande cui si cercherà di dare risposta. Quattro momenti di pubblica condivisione, per riflettere su quali siano oggi le competenze chiave indispensabili a chi intende mettersi in proprio. A portare la loro testimonianza anche i giovani della porta accanto che si sono messi in gioco assecondando le loro passioni in campo professionale e imprenditoriale. Le serate, cui parteciperà come moderatore anche Marco Parolini, coach e

sul lavoro giovanile, grazie anche alla partecipazione di relatori esterni, su come muoversi e orientarsi in questo mondo in continuo cambiamento. In un contesto dove il lavoro è diventato “la priorità”, quattro occasioni per riflettere insieme sui cambiamenti in atto nel mondo del lavoro.

orientatore professionale JobTrainer, saranno anche l’occasione per chiedersi quale sia il modo migliore per fare marketing di se stessi sui social network, evidenziando cosa oggi si deve sapere e quello che non si deve assolutamente fare online. Spazio anche a momenti di analisi sia delle formule societarie speci¬fiche per l’avvio d’impresa, sia degli incentivi e degli strumenti oggi disponibili: incubatori, hub, acceleratori d’impresa, coworking. Insomma, un portfolio di consigli pratici e compatti. Utili a tutti.

BellaVal d’Ambiez, ma la strada.. . Gli operatori chiedono la sistemazione della via d’accesso alla località montana di Francesco Brunelli Hanno perso la pazienza, gli operatori turistici della Val d’Ambiez, magnifica valle a Sud del gruppo delle Dolomiti di Brenta. Sono scoraggiati, delusi e amareggiati per l’assordante silenzio della Provincia Autonoma di Trento e degli enti preposti alla Le condizioni della strada sono pessime, presentano un fondo stradale sconnesso e vi è un quantitativo spaventoso di buche pericolose, oltre che di dossi e protuberanze che intralciano il cammino di montanari e villeggianti. Tuttavia, non di rado i vertici politici che amministrano la provincia hanno avuto il “piacere” di provare sulla propria pelle lo stato della strada, l’ultima volta non più tardi di tre mesi fa, in occasione della consegna del Premio Uomo Probo. L’amministrazione comunale di San Lorenzo in Banale (con il Sindaco Gianfranco Rigotti e l’Assessore all’Ambiente Giuseppe Scrosati in prima linea, assieme al Presidente del Parco Naturale Adamello Brenta Antonio Caola) ha più volte richiesto l’intervento degli amministratori provinciali, già nella legislatura precedente. L’allora Assessore competente Tiziano Mellarini aveva avallato la richiesta del Parco Naturale Adamello Brenta, che copre il territorio della Val d’Ambiez, circa l’ammodernamento della strada, destinando un investimento di 300mila euro. Tuttavia, nonostante l’importo di euro per garantire uno stato almeno de-

tutela e alla valorizzazione della suddetta valle, riguardo allo stato della strada che collega la località Baesa, poco sopra San Lorenzo in Banale, a 860 metri d’altitudine, con il Rifugio Al Cacciatore, sito a 1850 metri sul livello del mare.

cente della strada sia in realtà inferiore, la realizzazione di tali migliorie viene continuamente rimandata a data da destinarsi. La messa a punto della strada ha riguardato solamente la porzione conclusiva del tragitto, ovvero quella che dal Pont de Paride si snoda fino al primo rifugio. Secondo gli esercenti, le già esigue risorse a disposizione sarebbero state dirottate verso altri progetti di secondario interesse. Questa presa di posizione ha quantomeno fatto suonare un campanello d’allarme in Piazza Dante a Trento; contattato dagli amministratori del centro giudicariese, il

Segretario particolare del governatore trentino Ugo Rossi ha promesso che girerà all’Assessore Provinciale all’Ambiente Michele Dallapiccola la richiesta recapitatagli e che lo stesso esponente dell’Esecutivo si recherà quanto prima a visionare l’effettivo stato della strada e decreterà i provvedimenti da attuare. Al momento di andare in stampa, la visita non è ancora stata effettuata, ma fra i protagonisti della vicenda c’è un cauto ottimismo riguardo al sopralluogo del componente della Giunta sulla via per la Val d’Ambiez.

25

Appuntamenti a Pinzolo,Tione, Condino e PonteArche VENERDI’ 7 NOVEMBRE 2014 – PINZOLO - C/ O CASA DELLA CULTURA – ORE 20.30 PENSA SE NON CI AVESSI PROVATO. Interventi Lorenzo Modena, fisico, startupper Libon, founder Openmove Federico Modica, Modix photographer VENERDI’ 21 NOVEMBRE 2014 – TIONE - C/O SALA SETTE PIEVI DELLA COMUNITA’ DELLE GIUDICARIE – ORE 20.30 SOCIAL REPUTATION. Interventi Michele Facci, psicologo, autore di Generazione Cloud Haidi Garulli, orientatrice professionale VENERDI’ 5 DICEMBRE – CONDINO – C/O SALA DELLE COLONNE DEL MUNICIPIO DI CONDINO - ORE 20.30 METTERSI IN PROPRIO E CREARSI IL LAVORO. Interventi Jari Ognibeni, business innovator, co founder incubatore Industrio Stefano Conte, partner Studio Degasperi Martinelli Lorenzo Modena, fisico, startupper Libon, founder Openmove Davide Donati, Direttore Generale Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella VENERDI’ 12 DICEMBRE 2014 – PONTE ARCHE - C/O TEATRO ORATORIO DON BOSCO – ORE 20.30 METTERSI IN PROPRIO E CREARSI IL LAVORO. Interventi Paolo Lombardi, business innovator, leader incubatore TechPeaks-TrentoRise Stefano Conte, partner Studio Degasperi Martinelli Lorenzo Modena, fisico, startupper Libon, founder Openmove Davide Donati, Direttore Generale Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella


pag.

26

Attualità

NOVEMBRE 2014

Gran successo alla serata “C.h.iave di Sol-idarieta’”

Con la generosità del pubblico presente, che ha donato all’Associazione ben 1.095 Euro, possiamo dare continuità ad alcuni progetti personalizzati a favore di minori con disabilità gravi e complesse che prevedono l’affiancamento di operatori formati nell’attività di potenziamento delle autonomie, assistenza e sollievo alle famiglie. Assieme ai nostri ragazzi e al coro, protagonista della serata è stata Gisella Zambito che con la sua voce prorompente ha spazzato via, almeno per un paio di ore, i pensieri e le preoccupazioni delle nostre famiglie presenti. Uno speciale ringraziamento va quindi a lei e agli altri artisti e collaboratori Jacopo Brunelli, Omar Guetti, Luca Poletti e Jacopo Salvaterra, oltre che alla Presidente delle Terme di Comano che ha messo a disposizione la sala e ha presenziato alla serata, a tutti i membri del coro Nuove Voci Giudicariesi che hanno accolto con entusiasmo i nostri ragazzi; all’associazione Ima.g.e. che con scatti e filmati hanno potuto immortalare i momenti più emozionanti del concerto, al Comune Terme di Comano, all’Azienda per il tuSabato 27 settembre 2014 si è svolta, nella splendida cornice della Chiesa Parrocchiale di Frassilongo resa disponibile dal dinamico don Laghi, la serata canora in memoria di Albino Laner, morto prematuramente lo scorso anno. Amministratore del Comune di Frassilongo, notissimo ristoratore dell’”Aquila Nera” di Kamauz, uomo impegnato nel volontariato e persona nota per la sua umanità ed eleganza nei rapporti, ha lasciato un vuoto immenso. Questo vuoto alcuni amici hanno inteso colmarlo almeno per qualche ora, attraverso un omaggio artistico alla famiglia. Il Presidente onorario del coro Carè Alto, il cav. Cesare Segatta, ha individuato proprio in questo rinomato Gruppo della Valle Rendena, il dardo artistico capace di comunicare direttamente ai cuori degli amici riuniti nella Chiesa di Sant’ Udalrico di Frassilongo, tutto l’affetto di

Venerdì 24 ottobre 2014 presso la sala congressi delle Terme di Comano, durante lo spettacolo musicale di beneficienza intitolato “C.H.iave di Sol-idarietà - omaggio alla grande grande grande Mina” abbiamo proprio avuto la sensazione che c’era “tanta gente che… canta(va) insieme a…noi!”. Questo è da intendersi non soltanto in senso lette-

rismo Terme di Comano, ai numerosi “sponsor” che con le loro donazioni ci hanno permesso di co-

prire i costi della serata e ultimi, ma non certo per importanza, alle persone che hanno partecipato

“ … zum zum zum. Stamattina la cantavo io soltanto, ma stasera già mi sembra di sentire chiaramente tanta gente che la canta insieme a me. Zum zum zum … !!!” Mina

rale – infatti i ragazzi e volontari del gruppo di Comunità Handicap delle Giudicarie Esteriori hanno timidamente accompagnato un frizzante coro Nuove Voci Giudicariesi nell’esibizione di Zum Zum Zum - ma desideriamo ringraziarvi perché ci siamo sentiti accolti, appoggiati e sostenuti dalle circa 230 persone presenti alla serata.

e ai ragazzi e volontari dell’Associazione che hanno dato un valore aggiunto alla serata.

Comunità Handicap, come la associate del consorzio Impresa Solidale, è però alla continua

Il Coro Carè Alto a Frassilongo in memoria di Albino Laner

MemorialAlbino Laner

una Comunità ancora oggi sgomenta per la perdita di questa grande persona. Il coro Carè Alto, splendidamente diretto dal pre-

ciso e meticoloso maestro Dario Bazzoli, ha incantato il pubblico interpretando un repertorio di sedici brani, per un attento

uditorio che riempiva la chiesa colma di intensa emozione. La conclusione del programma canoro con la

commovente interpretazione di un’apprezzatissima “Ave Maria” ha suggellato un incontro comunitario di spontanea vicinanza fisica e spirituale alla famiglia Laner, qui presente a partire dalla moglie Maria in tutte le sue scale generazionali. In un clima di estrema partecipazione e naturale convivialità la serata si è poi conclusa presso la sala generale della Caserma dei Vigili del Fuoco “Heinrich Pruner”, dove il Sindaco di Frassilongo Bruno Groff e il delegato del Sindaco di Vigo Rendena hanno portato il saluto delle rispettive Amministrazioni.

ricerca di nuovi volontari e persone che si avvicinino al nostromondo; per questo motivo, insieme alle consociate è stato ideato il progetto “Io voglio fare ” nel quale rientra anche la serata appena trascorsa. Il consorzio Impresa Solidale è costituito dall’associazione Comunità Handicap, dalla Coop. Sociale Il Bucaneve, dalla Coop. Sociale Lavori in corso e dalla Coop. Sociale L’Ancora che con “Io voglio fare” mirano ad una sensibilizzazione della comunità allargata alle tematiche del disagio e della disabilità. Il progetto, della durata di un anno, vedrà la sua conclusione a giugno 2015. Il prossimo appuntamento vede ospiti la filodrammatica San Genesio di Calavino e l’Associazione di volontariato Oasi Valle dei Laghi che metteranno in scena la rappresentazione teatrale “Na crociera de… sogno” di Gigliola Brunelli che vede coinvolti sul palco attori, ragazzi diversamente abili e volontari dimostrando che “insieme si può!” e che il confronto e la collaborazione tra diversità e peculiarità differenti producono ricchezza. Lo spettacolo narra di Rina una moglie e madre, che stressata da un marito a dir poco “zuzzurellone” e da due figli piuttosto “litigarelli”, sente il bisogno di evadere, almeno per una settimana, dalla consueta vita familiare ma, trattenuta da mille scrupoli, si limita a rifugiarsi, con la sua fantasia, in una “crociera…de sogno” e… L’appuntamento, da non perdere, è previsto per Sabato 22 novembre 2014 alle 20.45 presso la sala polifunzionale di Condino! Vi aspettiamo numerosi per divertirci insieme augurandoci che queste iniziative diventino quella “musica in testa”, parole di Mina, che ronzano nella mente facendoci soffermare a riflettere che anche “io voglio fare! Una volontaria di Comunità Handicap


Attualità Il gemellaggio con Chatte, di fatto, non è altro che il riconoscimento ufficiale di una relazione che dura da quasi cent’anni, cioè da quando, dopo la Grande guerra, che aveva distrutto il paese, numerose famiglie si videro costrette a cercare lavoro all’estero. Per alcune la meta fu la valle dell’Isère, poco oltre il Piemonte, ma comunque lontana: lì i migranti di Roncone hanno trovato lavoro, si sono adattati e si sono inseriti pian piano nel tessuto sociale, tanto che ancora oggi due consiglieri comunali di Chatte si chiamano Bazzoli. L’incontro con Offenberg è stato invece ricercato, dall’allora sindaco Adelino Amistadi, un po’ per soddisfare il bisogno di amicizia verso le comunità di lingua tedesca, che in qualche modo è diffuso nel sentire comune, e un poco anche per rispondere positivamente alle istanze di un Europa sempre più piccola, i cui abitanti non possono fare a meno di conoscersi. Nonostante gli approcci fra i rappresentanti delle Amministrazioni Comunali di Roncone e di Offenberg fossero in corso da alcuni anni, l’atto ufficiale di gemellaggio è stato sancito dai sindaci dei due comuni nell’estate del 2004, nell’ambito di un incontro molto partecipato, apponendo la firma su una pergamena, il cui testo, ricco di principi istituzionali e di buoni propositi, impegnava le due comunità non solo a conoscersi, ma anche a condividere cultura e amicizia. A dieci anni di distanza non poteva pertanto mancare il momento della ve-

NOVEMBRE 2014 - pag.

Roncone-Offenberg, un’amicizia lunga 10 anni

27

Pochi giorni fa è stato festeggiato il decennale del gemellaggio con la cittadina bavarese

N

on sono molti i paesi delle Giudicarie che intrattengono relazioni di gemellaggio con località di altri stati europei; Roncone, invece, espone al suo ingresso addirittura due targhe: gemellato con Chatte e gemellato con Offenberg, due

piccoli centri situati l’uno ad ovest, nella regione del Rodano, in Francia, e l’altro ad est, in Baviera, sulle rive del Danubio, quasi ai confini della Germania con la Repubblica Ceca, distanti entrambi da Roncone meno di seicento chilometri. dell’amicizia instauratasi fra alcune famiglie.

La stretta di mano fra i due primi cittadini

rifica dell’ottemperanza agli obiettivi allora indicati. Su iniziativa del Comitato Gemellaggi Senza Frontiere di Roncone, sabato quattro ottobre, in un incontro pubblico, tenutosi nell’accogliente e suggestivo parco del Centro Sociale per Anziani, con la presenza della Banda Sociale che ha intonato gli inni nazionali e l’inno d’Europa, i sindaci in carica nel 2004, Bortolo Bazzoli e Niko Walter, quelli

Alla cerimonia, che ha registrato la riconferma della volontà delle due Amministrazioni Comunali di continuare l’esperienza, hanno partecipato la delegazione di Chatte e quella di Brettheim, piccolo paese della Svevia, distante anch’esso poco meno di seicento chilometri da Roncone, gemellato con Chatte, il cui coro intrattiene da anni rapporti di amicizia con il coro “Cima Ucia” e che, per

coincidenza, era presente in quei giorni a Roncone, accompagnato dal sindaco Reiner Gross. Dopo gli interventi ufficiali due bambini hanno scoperto la targa e il simbolo dedicato alla ricorrenza, un cigno ligneo, situati nel parco del Centro Sociale per Anziani, poco distante dall’angolo del parco destinato alla memoria del decimo anniversario del gemellaggio fra Roncone e Chatte. Un cigno imponente, opera di un artista locale, un cigno che si presta a tante interpretazioni, ma che per chi lo ha scelto sta a rappresentare nient’altro che la bellezza, la bellezza di un amicizia, nata quasi per caso.

attuali, Erminio Rizzonelli e Hans-Jurgen Fischer, la presidente del Comitato Gemellaggi di Roncone, Simonetta Facchini e quello del Freundeskreis-Roncone di Offenberg, Werner Harteis, hanno rievocato le motivazioni e la validità della scelta di allora, le numerose iniziative programmate ed effettuate nel decennio, coinvolgenti associazioni e scolaresche, non trascurando di sottolineare l’importanza

Gemellaggio culturale perl’Istituto ComprensivoVal Rendena Dall’anno scolastico 200607 la scuola Primaria di Pinzolo, Istituto Comprensivo Val Rendena, promuove un gemellaggio linguistico-culturale con la Grundhauptschule di Murg in Germania. Lo scopo principale del Progetto è quello di favorire la conoscenza reciproca e lo scambio linguistico tra alunni delle due realtà scolastiche e tra i docenti di lingua tedesca e italiana appartenenti a contesti socioculturali diversi. Gli alunni della classe quarta della scuola primaria di

Pinzolo sono stati a Murg nella settimana dal 20 al 24 ottobre, hanno soggiornato presso la Jugendgaestehaus Hotzenwald di Herrischried ed hanno vissuto una bellissima esperienza all’estero accompagnati da due insegnanti Vanda Chiodega e Franca Maestri e da due genitori Iusca Collini e Paolo Pincelli. Durante la settimana alunni ed insegnanti italiani e tedeschi hanno condiviso momenti didattici, sportivi e culturali. Hanno effettuato la visita vicina città di Basilea in Svizzera e al

Vitra, rinomata azienda di Art Design produttrice di sedie e di originali articoli d’arredo presso la quale i bambini sono stati coinvolti in un’attività di laboratorio manuale.Inoltre hanno potuto trascorrere un momento nelle famiglie dei compagni tedeschi cenando con loro “assaporando” la cucina e cultura locali. Il Progetto coinvolge gli alunni e gli insegnanti delle due scuole che, nel corso dell’anno scolastico, scambiano materiale didattico proposto nelle due lingue ed hanno contatti epistolari. I

Si propone inoltre di offrire all’alunno l’occasione di intraprendere nuove amicizie e di vivere un’esperienza importante, di motivare l’utilizzo spontaneo della lingua, di creare legami sociali e culturali tra le due comunità utili a favorire il

processo di integrazione europea. Anche i bambini tedeschi avranno modo di vivere un’esperienza simile soggiornando a Pinzolo nel mese di maggio 2015. Il progetto è sostenuto economicamente dall’IC VAL

RENDENA, da un contributo regionale ed una parte è autofinanziata dall’attività che gli alunni della classe quarta svolgono con la cooperativa scolastica e dalla collaborazione delle famiglie.


pag.

28

Rubrica legale

NOVEMBRE 2014

In concreto, l’interessato potrà rivolgersi ad un avvocato il quale, sotto la propria responsabilità, dovrà procedere a redigere l’accordo tra le parti, che queste ultime dovranno sottoscrivere entro un tempo stabilito in sede di trattativa e comunque non inferiore a 30 giorni. Fatto ciò, l’avvocato certificata l’autenticità delle firme apposte, provvederà al deposito di tale documento presso l’Ufficiale di stato civile competente. A questo punto l’accordo raggiunto produrrà i medesimi effetti di una sentenza giudiziale. Attenzione, però! Possono ricorrere alla convenzione di negoziazione assistita solamente i coniugi che vogliano procedere in via consensuale (quindi solo dove le parti siano pienamente d’accordo su tutti gli aspetti personali e patrimoniali del caso) e che non abbiano figli minori oppure portatori di handicap grave ovvero maggiorenni incapaci o non economicamente autosufficienti. Altra strada prevista, oggi

Con la nuova normativa è possibile bypassare l’iter in Tribunale. Ma solo in via consensuale

Separazioni più semplici, ma solo se c’è l’accordo di avv. Francesca Zanoni

L

a riforma della giustizia ha previsto, tra le altre cose, la possibilità per i coniugi di separarsi, divorziare ovvero di modificare separazioni e divorzi già in atto, senza la necessità di intraprendere l’iter giudiziale davanti al Tribunale.

È infatti oggi possibile che i coniugi si dicano addio davanti ad una avvocato il quale dovrà curare la così detta convenzione di negoziazione assistita con cui le parti potranno definire il loro rapporto di coniugio.

“La Bottega dei mestieri” debutta in una nuova sede

“La Bottega dei mestieri”, centro di socializzazione al lavoro della Cooperativa Sociale L’Ancora, rappresenta un importante strumento di osservazione ed orientamento dei giovani con vulnerabilità sociale oltre che di accompagnamento al lavoro attraverso percorsi individualizzati per rafforzarne i prerequisiti lavorativi. Al suo interno ragazzi e ragazze hanno l’opportunità di sperimentarsi in attività di laboratori pratici (del legno, di cartotecnica, di assemblaggio, di informatica e di erbe officinali) al fine di acquisire abilità spendibili nel mondo del lavoro. Il 14 novembre verrà inaugurata la nuova sede, di proprietà del Comune di Tione e data in gestione alla Coo-

perativa L’Ancora, situata in Località Giardini.

Per questa giornata verrà proposto un ricco program-

ma. In mattinata, dalle ore 10 presso la Comunità di Valle, si terrà il seminario di approfondimento dal titolo “Laboratori virtuosi per affrontare la vulnerabilità”, momento di riflessione diretto principalmente agli operatori del settore. Nel pomeriggio l’evento si sposterà in Loc. Giardini a Tione dove, alle 14.30, ci sarà l’inaugurazione ufficiale della nuova Bottega dei mestieri. Seguirà la possibilità di visitare la struttura e di confrontarsi con gli operatori al fine di conoscere le attività proposte. Dal punto di vista operativo, per facilitare l’accesso alla struttura, dalle ore 13.45 da Località Polin sarà attivo un bus navetta. Per info: labottega@lancora.it - www.impresasolidale.tn.it

non ancora entrata in vigore, è quella di poter procedere alla separazione o al divorzio (ovvero alle loro modifiche) davanti all’ufficiale di stato civile. È una procedura “fai da te”, nel senso che le parti dovranno procedere autonomamente a stabilire le condizioni di separazione senza l’ausilio di un avvocato. Sarà ovviamente necessario recarsi presso l’Ufficiale di stato civile competente il quale riceverà le dichiarazioni dei coniugi; verrà poi compilato e sottoscritto l’accordo che produrrà gli stessi effetti dei procedimenti giudiziali. Anche per poter ricorrere all’Ufficiale di stato civile sarà necessario che

le parti siano in accordo sulle condizioni e non dovranno avere figli minori o maggiorenni incapaci o non economicamente sufficienti ovvero portatori di handicap grave. È poi stato stabilito un ulteriore limite per le procedure eseguite direttamente all’anagrafe: l’accordo sottoscritto presso l’anagrafe, infatti, non potrà contenere patti di trasferimento patrimoniale (quindi inerenti ad esempio alla suddivisione dei conti correnti cointestati, ovvero la casa familiare o l’auto, ecc..). In tali casi l’unica strada, oltre a quella classica del Tribunale è quella di procedere alla negoziazione assistita davanti ad un avvocato. Avv. Francesca Zanoni – Ponte Arche (TN) http:// avvocatofrancescazanoni.wordpress.com/

Il Giornale delle Giudicarie

mensile di informazione e approfondimento Anno 12 n° 11 novembre 2014 Editore: Associazione “Il Giornale delle Giudicarie” via Circonvallazione, 74 - 38079 Tione di Trento Direttore responsabile: Paolo Magagnotti Caporedattore: Roberto Bertolini Comitato di redazione: Elio Collizzolli, Matteo Ciaghi, Aldo Gottardi, Denise Rocca Hanno collaborato: Adelino Amistadi, Mario Antolini Musòn, Enzo Ballardini, Claudia Brunelli, Francesco Brunelli, Alberto Carli, Arianna Foglio, Elisa Pasquazzo, Alessandro Togni, Alberta Voltolini, Ettore Zampiccoli, Ettore Zini, Marco Zulberti Per la pubblicità 3356628973 o scrivere a sponsorgdg@yahoo.it Il giornale è aperto a tutti. Per collaborare si può contattare la redazione (3335988772) o scrivere a: redazionegdg@yahoo.it Direzione, redazione via Circonvallazione, 74 - 38079 - Tione di Trento Stampato il 30 ottobre 2014 da Sie Spa - Trento Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 1129

UNI EN ISO 9001

Attestazione SOA Cat. OS3 - Class. V Cat. OS28 - Class. V

dal 1959 SRL tel. 0465 806035 - www.masetermoimpianti.it


NOVEMBRE 2014 - pag.

La Val del Chiese ricorda la Grande Guerra

Per il centenario in programma tante iniziative dall’8 al 10 agosto nello scenario dei Forti

29

Forte Corno


pag.

30

Attualità

NOVEMBRE 2014

Donne e impresa, come I funghi “tirano” conciliare famiglia e lavoro Una tematica centrale per la nostra economia. Se n’è parlato in una serata organizzata dall’associazione Artigiani di Trento di Arianna Foglio Un velo rosso steso su una poltrona, occupa il posto di una delle tante donne vittime di violenza. E’ questo il simbolo dell’incontro tutto al femminile, organizzato poche settimane fa dall’Associazione Donne Impresa Trento. Prima che un uomo decidesse di porre fine

Circa 250 le artigiane attive, presenti sul territorio delle Giudicarie, ma solo 5, presenti alla serata svoltasi il 10 ottobre nella sede dell’Associazione Artigiani di Trento, che punta i fari su donne e lavoro, per capire quali siano i problemi delle imprese femminili, e le soluzioni per poterli risolvere. Le imprese rosa hanno una maggior difficoltà di accesso al credito, e sono soggette a tassi di prestito più elevati rispetto a quelle maschili, nonostante la percentuale di fallimenti sia inferiore. Ci si chiede quale sia il segreto dei paesi in cui, l’alta percentuale di aziende gestite da donne va di pari passo all’alto tasso di natalità. Una risposta la si trova nella giusta conciliazione tra famiglia e lavoro, e nella promozione della cultura a favore delle donne. Il tema della conciliazione familiare e della cultura al femminile aprono la serata con l’attrice Manuela Fischietti, che con il suo spettacolo teatrale “No kids-stato di gravidanza”, stravolge gli standard sulla visione della maternità e delle esigenze femminili. Quello che ne esce è una donna bipolare, che alterna pensieri imposti dalla società a sentimenti propri, e fa riflettere sulla fragilità di un ruolo, a cui la cultura ha addossato un carico di responsabilità eccessivo. S’interroga sui condizionamenti religiosi e su quelle che invece sono

alla sua vita, ad occupare quel posto, in qualche parte del mondo, c’era una donna. All’appuntamento intitolato “Una serata tra noi artigiane”, quel velo sostiene la campagna di Posto Occupato, affinché la quotidianità non ne cancelli il ricordo.

le sue reali esigenze. L’attrice porta alla luce una donna non scontata, che davanti ad un test di gravidanza positivo, non salta di gioia ma trema di paura, perché si sente isolata da una società che incornicia la gravidanza come un’esperienza esclusivamente splendida. La donna tutta pappe e pannolini, lotta con la donna che non vuole rinunciare al suo lavoro e alla sua vita privata. Un mix di esigenze che renderebbero la donna soddisfatta, se solo smettesse di cercare una perfezione che non esiste. Essere geneticamente predisposte non le rende per forza anche preparate, e lo spettacolo, tra ironia e serietà, sprona le donne a fare la scelta migliore per se stesse, senza avere paura dei giudizi. Secondo la Fischietti il giusto equilibrio lo si trova nell’essere donne e madri “sufficienti”, senza adottare modelli di madri che generano inadeguatezza. Dal teatro alla realtà il passo è breve, e l’associazione Donne Impresa in collaborazione con il Comitato per l’imprenditoria femminile (CIF) dal 2008 ad oggi, ha studiato idee utili alle donne moderne, che impediscano loro di scendere a compromessi con una realtà che le vede ancora come le principali dirigenti familiari. Le donne con potenzialità imprenditoriali, che non vogliono rinunciare a nessun ruolo, oggi possono affidarsi a pro-

getti ed aiuti vincenti. Hanno la possibilità di iscriversi a corsi formativi per realizzare nuovi progetti d’impresa, che si terranno nei mesi di ottobre e novembre, ma proseguiranno anche nel 2015. Possono contare su un accordo firmato tra CIF, camera di commercio di Trento, Confidi e Cassa centrale banca che favorisce l’accesso al credito mediante la concessione di finanziamenti a condizioni agevolate. Le iniziative finanziabili riguardano gli investimenti aziendali, il potenziamento dei debiti a breve termine in debiti a medio-lungo termine e l’apertura di credito in conto corrente per le ordinarie necessità di gestione. Possono inoltre affidarsi al registro Comanager per trovare una figura che le sostituisca in caso di maternità o gravi problemi familiari, con la prospettiva futura che la sostituzione si

estenda anche per malattia e gravidanza a rischio. La presidente dell’associazione Donne Impresa Flavia Angeli, la coordinatrice del CIF Claudia Gasperetti e l’ assessora alle pari opportunità Sara Ferrari presenti all’incontro, si stanno impegnando per creare pacchetti ad hoc specifici, che aiutino giovani e donne a diventare soggetti produttivi. Per favorire il loro equilibrio sociale si riparte dalla scuola, con l’insegnamento dell’educazione alla relazione di genere, per evitare in futuro sbilanciamenti tra il ruolo femminile e quello maschile. E con un’istruzione più indirizzata, che aiuti i giovani a fare una valutazione consapevole e non obbligata nei confronti delle proprie scelte scolastiche, perché il loro ruolo in società non sia predeterminato.

Grande interesse per la Mostra micologica all’interno di Ecofiera

La notizia è che i funghi riscuotono un grande successo e non solo quelli commestibili. Anzi. Forse, quelli maggiore oggetto di attenzione e quasi di timore, sono quelli velenosi e addirittura mortali. La Mostra micologica realizzata in seno all’Ecofiera, con stand a igloo posto in Piazza cesare Battisti a Tione, davanti al municipio, ha fatto il pieno di visitatori, suscitando curiosità ed interesse, grazie a ben 330 specie raccolte e classificate dal Gruppo Micologico Don Giovanni Corradi di Daone. I micologi Alberto Ferretti, Felice Dorna, Giuseppe Graziani, coadiuvati da un folto gruppo di volontari, hanno setacciato i boschi giudicariesi nelle giornate precedenti l’Ecofiera (i primi giorni di ottobre) riuscendo a trovare un numero impressionante di specie, puntualmente ripulite e classificate all’interno dello stand. Fra queste si potevano ammirare un Cortinarius volvatus Smith, molto raro e solitamente afferente all’area del sud pacifico; una new entry, il Lyophyllum daonense (Ruini), classificato per la prima volta da Sergio Ruini, micologo di Varese edal nome che omaggia la Valle di Daone, dove è stato trovato la prima volta e ora ritrovato nella parte orientale dei Pirenei. Si presenta con un cappello di 3-9 cm, poco carnoso, convesso ma molto presto depresso al centro, flessuoso, liscio, secco. Per il momento il Lyophyllum daonense è stato raccolto solamente nel Trentino in Italia e al Berguedà in Spagna. Poi, accanto a queste particolarità, solito successo per porcini, amanite e funghi nostrani, che hanno catalizzato le domande dei visitatori, accanto allo stupore per quante specie commestibili abitino i nostri boschi. La micologia, grazie al lavoro del Gruppo Micologico Don Giovanni Corradi si conferma passione non solo per chi ama mangiare i funghi, ma anche per chi vuole conoscere e vivere la natura attraverso un’altra prospettiva.


Attualità Vicini alle famiglie, vicini ai ragazzi. Tutti devono poter studiare. Rientra in questa logica l’iniziativa portata avanti della Comunità delle Giudicarie di sostenere le famiglie con Assegni di studio e con Facilitazioni di viaggio per gli studenti. «In un momento di difficoltà e di incertezza come quello che stiamo attraversando anche piccoli interventi possono diventare indispensabili per sostenere i bilanci familiari» sottolinea la Presidente della Comunità delle Giudicarie Patrizia Ballardini. «Se guardiamo al futuro delle nostre terre, sostenere la formazione dei nostri ragazzi diventa prioritario. Per questo abbiamo deciso, senza indugio, di confermare l’impegno già preso negli anni scorsi e di consolidare l’iniziativa a sostegno delle famiglie». Inoltre «con queste

NOVEMBRE 2014 - pag.

A sostegno delle famiglie, a sostegno degli studenti La Comunità delle Giudicarie ha emesso i bandi per l’anno 2014/2015 per gli assegni di studio e le facilitazioni di viaggio iniziative cerchiamo di colmare alcune carenze di offerta formativa proprie di un territorio periferico come quello giudicariese agevolando gli spostamenti verso scuole che non hanno sede in Giudicarie» aggiunge l’assessore Flavio Riccadonna. «Un investimento importante

dal punto di vista finanziario per la Comunità delle Giudicarie, tenuto conto che oggi sono oltre 500 gli studenti della nostra Comunità che frequentano corsi che non sono attivi in Giudicarie e sono iscritti ad istituti di Trento, Rovereto, Riva del Garda, S. Michele all’Adige

o fuori provincia, ma anche e soprattutto perché ci consente di differenziare la formazione e con questa le professionalità e le competenze presenti sul nostro territorio, contribuendone quindi alla sua crescita». Un’iniziativa che sostiene le famiglie, a partire da quelle con i

I volti delle Giudicarie “in viaggio”

La mostra itinerante promossa dalla Comunità delle Giudicarie dopo l’esposizione a Tione in occasione dell’Ecofiera, inizia il suo viaggio dall’antica Pieve del Bleggio, a Santa Croce Un racconto fotografico che attraversa le Giudicarie e che le narra, in un viaggio sul territorio giudicariese a partire dalle antiche sette pievi, luoghi di storico significato comunitario. Un viaggio per immagini, che parla di esperienze comuni, di passaggi storici, di paesaggi in parte mutati, di volti e di valli. Il percorso espositivo si compone di immagini significative e brevi testi che restituiscono il mosaico prezioso e multiforme delle Giudicarie. La mostra itinerante “Paesaggi, volti, valli. Le Giudicarie in viaggio” ha iniziato in ottobre il suo viaggio e da Tione si è spostata alle dolci vallate delle Giudicarie Esteriori. Dopo aver sostato sul sagrato dell’antica Pieve del Bleggio, a Santa Croce, nelle prime due settimane di novembre farà tappa alla Pieve del Lomaso, a Vigo, dal cui terrazzo si domina tutta la Piana. La mostra all’aperto Il percorso espositivo itinerante si inserisce dentro un quadro di continuità progettuale che la Comunità di valle delle Giudicarie ha intrapreso nel corso del 2011 con il progetto «Le Giudicarie raccontano le Giudicarie». Il percorso culturale ha preso vita a partire da un incontro con gli storici locali, nel luglio 2011, quando la Comunità ha posto al centro la riflessione sull’identità e sul ruolo che questa può avere per costruire il futu-

31

ro di un territorio vasto e complesso come quello delle Sette Pievi. Il confronto è proseguito nei mesi successivi, nell’ambito del Piano Territoriale di Comunità, coinvolgendo anche Annibale Salsa, antropologo di fama internazionale, per dare un contributo con l’occhio dello scienziato ‘forestiero’, ed ha quindi visto, ad oggi, altre tre tappe cruciali: la costruzione, pubblicazione e distribuzione a tutte le famiglie del libro di Mario Antolini ‘Le Giudicarie’ (primavera 2013); la conviviale con gli storici locali sul tema (settembre 2013); il coinvolgimento delle Associazioni Culturali delle Giudicarie, dando la possibilità a ciascuna di contribuire con un tassello al mosaico volto a rappresentare il nostro territorio (da dicembre 2013, con momento di incontro e presentazione dedicato nell’aprile 2014). «Le Giudicarie costituiscono un meraviglioso angolo della catena alpina, protetto da aspri promontori che ne disegnano quasi integralmente i confini, incuneato tra uno dei ghiacciai più estesi delle Alpi ed il più grande lago italiano. Valli con uno straordinario patrimonio ambientale, arricchito e plasmato nei secoli da una popolazione che ha vissuto ed ha sviluppato una complessa, dinamica e plurale identità, a partire anche dalle relazioni, talvolta critiche, tra le diverse comunità che la compongo-

no». Così sintetizza l’affresco la Presidente Ballardini, che prosegue: «Le Giudicarie sono un territorio composito, nel quale più ambiti si affiancano e si integrano, dove le differenze rappresentano un potenziale ancora inespresso, piuttosto che il limite talvolta ancora percepito. Un territorio complesso ed una comunità ruvida e talvolta scontrosa, ma al tempo stesso mosaico affascinante e prezioso. Una terra che si può apprezzare ed amare nella sua unicità solo attraverso la conoscenza oltre il quotidiano superficiale. Ora un nuovo momento di riflessione e di condivisione, attraverso una mostra che ‘va incontro’ ai Giudicariesi a partire dalle Sette Pievi - ha aggiunto Patrizia Ballardini - con il coinvolgimento dei nostri storici ed anche dei gruppi culturali locali. Uno scambio di preziosi, a volte inediti frammenti culturali , per rendere storia ed attualità ancora più patrimonio di tutti». Ogni totem espositivo propone la riflessione su un tema chiave: la storia dalle origini ai giorni nostri, l’emigrazione, la società di un tempo, il paesaggio, le diverse economie preindustriali e l’economia di oggi; il tutto dentro una trasversalità di vicende comuni ai Giudicariesi e talvolta distintive. La mostra è stata pensata per stare all’aperto, negli spazi pubblici dove la gente si incontra, a disposizione di tutti senza

orari di apertura e chiusura in un contesto quotidiano. Il viaggio sul territorio della mostra itinerante, dopo la sosta alla Pieve del Lomaso, riprenderà la prossima primavera a Tavodo, alla Pieve del Banale, per poi andare in Rendena e nel Chiese, così da proporre un lavoro culturale che fa uscire dagli scaffali le ricerche, i contenuti, le fotografie e li fa diventare patrimonio collettivo. In occasione dell’esposizione della mostra itinerante nelle Pievi di Bleggio e Lomaso, venerdì 14 novembre alle ore 20.30 presso il nuovo teatro di Larido, avrà luogo la proiezione del docufilm “Viaggio in Giudicarie”, alla quale seguirà un incontro con gli storici giudicariesi Mario Antolini, Graziano Riccadonna e Giorgio Corradi dell’associazione “Don Guetti – Ieri, oggi, domani”.

redditi più bassi, ma che premia anche il merito andando a valorizzare l’impegno degli studenti che ottengono nel loro percorso di studi buoni risultati. Gli assegni di studio Si tratta di contributi in denaro che la Comunità eroga agli studenti residenti in Giudicarie, promossi al termine dell’anno scolastico precedente, con un’età non superiore ai 20 anni, e che appartengono ad un nucleo familiare la cui situazione reddituale e patrimoniale, sulla base dell’indicatore ICEF, non superi determinati limiti. L’assegno può arrivare fino ad un importo di 3.500,00 €, e viene concesso a sostegno delle spese, con un minimo di 50,00 €, relative a tasse di iscrizione e frequenza, libri di testo, trasporti, mensa, convitto e alloggio. Al fine del riconoscimento delle spese di convitto ed alloggio, deve essere valutata la distanza della scuola dal luogo di residenza, tenuto conto delle obiettive difficoltà di trasporto. Per quanto riguarda invece le spese relative a libri di testo, trasporti e mensa, esse sono riconosciute solamente per la frequenza di percorsi di istruzione non attivati sul territorio provinciale, in quanto esse godono già di importanti agevolazioni nella nostra Provincia. L’assegno è concesso presentando agli uffici della Comunità la dichiarazione ICEF e la documentazione delle spese sostenute, ed

è determinato tenendo conto, in pari misura, della condizione economica famigliare e del merito scolastico. Le facilitazioni di viaggio Le facilitazioni di viaggio sono contributi destinati agli studenti delle superiori e della formazione professionale, nei casi di impossibilità di fruizione del servizio di trasporto pubblico. La facilitazione è ammessa se il percorso non coperto da servizio pubblico è superiore a 3 chilometri e viene concessa sia che il trasporto venga effettuato con i mezzi del genitore, sia a mezzo vettore. I bandi per la concessione dei benefici ed i relativi moduli sono disponibili presso i Comuni delle Giudicarie ed il ‘Servizio Istruzione’ della Comunità delle Giudicarie, a Tione, oppure sono scaricabili dal sito Internet della Comunità www. comunitadellegiudicarie.it. Per fruire di queste opportunità, gli interessati, muniti della “domanda unica 2014” (ICEF), devono completare il modulo raccolta dati e presentarsi personalmente presso il ‘Servizio Istruzione’ della Comunità delle Giudicarie per la compilazione a mezzo di supporto informatico, richiedendo un appuntamento entro il 14 novembre p.v. (prenotazione al numero: 0465/339512). Le domande dovranno essere presentate entro le ore 12.00 di venerdì 5 dicembre 2014.

Lunedì 14.30-17.00 e Giovedì 8.30 - 12.30

numero verde 800364364

family@comunitadellegiudicarie.it


pag.

32

Sport

NOVEMBRE 2014

Quando hai conosciuto questo sport? Sì, pratico questo sport fin da quando ero piccolo, inizialmente, come tutti i ragazzi, volevo praticare calcio, poi ho deciso di praticare nuoto nonostante avessi il terrore dell’acqua. Hai scelto tu o è uno sport “di famiglia”? Questo sport mi è stato consigliato da mia sorella, poiché anche lei lo praticava ed è stata lei a trasmettermi questa passione. Ti senti di aver sacrificato qualcosa per raggiungere i tuoi obiettivi? In questo sport bisogna saper dire “no” a molte cose. Alcune volte non posso uscire con gli amici o andare a divertirmi, ma penso che il nuoto sia la mia più grande passione e sono del parere che, l’attività che io pratico sia una scelta e non un sacrificio e i risultati che ottengo siano frutto di lavoro e impegno. Quindi, no, non penso di aver sacrificato qualcosa per raggiungere i miei obiettivi. Qual’è il risultato che ti ha dato maggiori soddisfazioni? Quest’anno è stato un anno particolare, sono successe moltissime cose che hanno bloccato i miei sogni e desideri, a dicembre, mentre ero in gita scolastica a Bolzano, mi sono fratturato tibia, perone e malleolo, dottori e infermieri continuavano a

Dall’incidente ai record La storia di Daniel Giordani, giovane nuotatore giudicariese, che dopo un doloroso infortunio ha trovato la forza di riscattarsi e di inseguire il suo sogno sportivo di Aldo Gottardi

Ritorna l’appuntamento con i giovani atleti giudicariesi: questo mese incontriamo Daniel Giordani, classe 1998 e il suo mondo: il nuoto. Atleta della Brenta Nuoto, durante lo scorso inverno si è rotto tibia e perone, ma si è ripreso e allenato duramente in vista delle gare di Lignano in calendario ad inizio giugno.

ribadirmi che non avrei più potuto ambire ai gradini più alti del podio nella mia specialità: la rana. Queste parole mi hanno demoralizzato molto ed è stato in quel momento che ho voluto dimostrare a tutti chi ero e sono veramente. Dopo mesi di fisioterapia ho ricominciato

a entrare in acqua e solo grazie al grandissimo aiuto di Lisa Cosi e la mia squadra sono riuscito a rimettermi in gioco. Quando ormai il peggio sembrava essere passato, il destino ha giocato un altro brutto scherzo a me e a quasi tutta la Brenta Nuoto:

Sulla strada per Lignano è stato coinvolto in un grosso incidente, del quale hanno parlato anche i media nazionali. Nonostante questi importanti ostacoli, Daniel si è ripreso un’altra volta e si è guadagnato l’accesso alle finali nazionali di Roma dove ha battuto in più momenti i record provinciali e regionali trentini. il pullman sul quale ci trovavamo diretto ai Campionati Italiani di nuoto CSI si è capovolto e ha portato numerosi danni. Io fortunatamente non mi sono fatto nulla, ma per molti miei compagni di squadra sono stato momenti a dir poco terribili. La paura è stata tanta, avevo il timore di perdere diversi miei compagni di squadra, così involontariamente, mi sono prestato ad aiutare i soccorsi. Questi piccoli gesti mi sono serviti per ringraziare di cuore coloro che, nel momento del bisogno, mi hanno aiutato. Questa esperienza è stata molto dolorosa, ma ha reso la squadra molto più unita e pronta a lottare contro qual-

siasi problema. Dopo numerosissimi allenamenti ho potuto partecipare nuovamente ai Campionati Italiani a Roma ad agosto. I risultati che ho ottenuto sono stati veramente ottimi, né io, né il mio allenatore Luca Maria Mariotti potevamo immaginarci delle prestazioni simili: con le mie due gare (100 e 200 rana) sono riuscito a battere numerosi record provinciali sia della mia categoria, ma anche delle categorie in cui c’erano ragazzi più grandi di me. Sia nei 100 rana (1’4”99) che nei 200 (2’21”59) mi sono classificato quinto su tutta Italia. Un vero e proprio successo. ..e riguardo all’ultimo ri-

sultato cosa ci vuoi dire? I 100 e 200 rana fatti ai Campionati Italiani di Roma sono stati i due risultati più soddisfacenti in tutta la mia carriera, la stagione 2014 si è conclusa con queste due gare. Il cammino è ancora lungo e c’è ancora molto da migliorare, per arrivare a obiettivi molto più importanti. Cosa consigli a chi voglia avvicinarsi al tuo sport? Il nuoto è uno sport fantastico, sentirsi l’acqua scorre su tutto il corpo ti fa sentire libero. E’ uno sport che scarica le tensioni e i pensieri. Come ho detto prima, questo sport non è un sacrificio ma una scelta, uno stile di vita. Lo stile Brenta Nuoto, è uno sport fatto di scelte, soddisfazioni, energia e impegno. Non c’è una fascia d’età alla quale consiglio di praticare quest’attività, come in tutti gli impegni bisogna sapersi organizzare e avere costanza.


Associazioni

NOVEMBRE 2014 - pag.

Da 14 anni fra le popolazioni che soffrono

33

L’Onlus tionese Afrika Rafiki è impegnata in Kenia grazie all’attività di tanti volontari

A

frica Rafiki, l’associazione onlus tionese impegnata a favore delle popolazioni povere del Kenia, vuol farsi conoscere meglio. Quattordici anni di attività in terra africana hanno permesso di dare alla gente, soprattutto ai bambini

“Un impegno – conferma il presidente Sergio Armani – che, ogni anno, porta molti giudicariesi a offrire la loro opera direttamente sul posto e che, anche ora, vede impegnata l’associazione a sostenere i lavori del dispensario medico di Mugunda”. “Questo – dice Maria Molinari, segretaria dell’associazione – non è che l’ultimo di 14 anni di impegno, a favore di queste popolazioni. A cui, finora, oltre al contributo diretto dei nostri volontari impegnati di persona a costruire case e acquedotti, abbiamo portato contributi finanziari per oltre due milioni di euro”. Ciò, spiegano i responsabili di Africa Rafiki, grazie anche alla generosità di Regione e Provincia che non

hanno lesinato contributi. Parte del denaro raccolto, però, viene da iniziative organizzate nelle nostre valli. Ed è per sensibilizzare altre persone ai nuovi progetti dell’associazione (60 iscritti e molti simpatizzanti), che nei prossimi

delle baraccopoli di Nairobi, aiuti materiali di ogni tipo: dalla costruzione di dispensari medici (il primo, in legno a Suswa a ovest della capitale keniota), alla realizzazione di asili, scuole e progetti rivolti a persone affette di aids. giorni Africa Rafiki organizza, a Tione, tre importanti incontri. Obiettivo, manco dirlo: fare proseliti e raccogliere fondi, per continuare a aiutare questa gente bisognosa. Il programma spiega Armani è articolato su tre manife-

stazioni: due a novembre, e una a ridosso di Natale. Sarà un momento importante, confermano gli organizzatori, dove sarà nostra cura mostrare le numerose iniziative attuate finora. Che di esperienze, in terra africana, l’onlus tionese ne abbia da raccontare, è fuor di dubbio. In quasi tre lustri, i suoi associati oltre a raccogliere fondi con iniziative che hanno coinvolto Comuni, Provincia e associazionismo locale, hanno effettuato trasferte periodiche per concretizzare i progetti concordati con Padre Franco Cellana, il missionario originario della valle di Ledro, da cui trae origine il progetto di Africa Rafiki. E’ dall’amicizia nata tra il missionario trentino,

impegnato nella sua opera di evangelizzazione nelle poverissime regioni sud africane, e i vigili del fuoco di Tione che è sbocciata questa importante collaborazione. Africa Rafiki è il nome odierno dell’associazione. In lingua locale sta per Amici dell’Africa, o Africa amica. Ma all’origine, il gruppo si identificava semplicemente come “Associazione giudicariese amici di padre Franco”. E’ da questo incontro che sono partiti i primi aiuti verso il continente nero. Dapprima invio di medicinali e derrate di prima necessità. Poi l’impegno sul posto, con la realizzazione delle prime baracche di legno e lamiera, nella cintura urbana di Nairobi. Per arrivare a progetti sempre

più impegnativi. Fino alla concretizzazione di importanti dispensari, scuole e strutture ospedaliere. Una vera manna, per quelle popolazioni assediate da fame, sporcizia e malattie. Oggi, Africa Rafiki è una realtà consolidata. In cui Padre Franco ripone un’immensa fiducia. Grazie ai volontari giudicariesi, ha potuto portare un messaggio concreto di speranza, in mezzo a tanta miseria e povertà. Per questo, a quasi tre lustri dalla fondazione, Africa Rafiki vuole ampliare i suoi orizzonti. Spera di convincere altre persone a dare lo loro disponibilità, verso gli “assistiti” dal sacerdote trentino. Ettore Zini

Come nasce Africa Rafiki Una storia cominciata a Torino, nel Centro grandi ustioni....

Come nasce Africa Rafiki? Le basi di questa amicizia, sfociata in un importante progetto di solidarietà verso le missioni di Padre Franco, nascono nel centro Grandi Ustioni di Torino. Lì, il vigile del fuoco Angelo Salvaterra viene ricoverato per curare i danni procuratigli dal fuoco di un incendio sui monti di Storo. Anche il missionario frequenta il centro. Anche lui è un ustionato. Scaturisce un’amicizia con i pompieri di Tione, poi con altri amici. Nasce il gruppo Amici di Padre Franco. L’impegno? S’inizia con una raccolta di fondi a favore dei diseredati delle periferie di Nairobi. La missione del sacerdote trentino è un avamposto che abbisogna di tutto. Ogni bene di prima necessità è una grazia piovuta dal cielo. Da Tione partono capi di abbigliamento, derrate alimentari, medicinali. Poi c’è l’impegno sul campo. I volontari toccano con mano le necessità spicciole di quella gente. Le baraccopoli sono fatte di fango e cartone. Sono popolate per l’80% da bambini che vivono nell’indigenza assoluta. Prende corpo, così, il primo progetto: la costruzione di baracche più confortevoli. Poi l’impegno si allarga. Alcuni medici giudicariesi prestano le prime cure. Mancano scuole, asili, ospedali. Si parte dal Westlands di Nairobi, negli slums di Suswa, Deep Sea e Masai. Vengono costruiti i primi ambulatori dove si somministrano farmaci e si provvede a disinfestazioni periodiche di scabbia. Qui

i volontari si scontrano con l’ostilità di chi è subentrato ai colonizzatori inglesi. Non è facile superare l’arroganza degli chief locali, una sorta di signorotti investiti di autorità, e lo strapotere di agguerrite bande criminali. Ma, i canali di scarico vengono realizzati. E la vita nei bassifondi è meno critica. I servizi igienici sono determinanti per contrastare le malattie. Successivamente, l’opera dei volontari si sposta a Kahawa West. Dove si sostiene finanziariamente il progetto “Oasis of Hope” a favore di un gruppo di 150 persone affette da Aids. Negli anni seguenti sono numerose le opere che impegnano i volontari giudicariesi.

Provincia di Trento e Regione non lesinano contributi. E l’associazione riesce a concretare opere davvero importanti. A Westlands si costruisce il primo dispensario medico in muratura. A Kahawa, si mettono in opera le fognature per la scuola primaria del Vendramini Educational Center. Si avviano i lavori per costruzione nursery school di Kamae. Lo stesso si fa a nord del paese, a N’Doyo Wasin. Si offre sostegno al piccolo ospedale di Archer’s Post, e si contribuisce alla comunità dei fratelli di Madre Teresa, a Isiolo. Anche la prima scuola è una grande conquista. Per i bambini delle baraccopoli, l’istruzione è

inaccessibile. E la piccola struttura messa in piedi a Deep Sea, ottiene un successo strabiliante. La lista di quanto ha saputo fare Africa Rafiki in terra africana si allunga ogni anno di più. Dietro a ogni iniziativa c’è la regia di Padre Franco. Con lui si concordano gli interventi. E si collabora con altre organizzazioni. Con “World Friends” - un’associazione italiana che ha tra i suoi fondatori il dott. Gianfranco Morino di Asti, da 20 anni impegnato in Kenia – per esempio, si contribuisce alla realizzazione del “Neema Hospital”. Una struttura sanitaria polifunzionale, realizzata per garantire l’accesso ai servizi sanitari a chi vive nelle fatiscenti baracche ai margini delle città. L’impegno dei volontari trentini si rivolge anche ad altri distretti. Gli interventi sono condensati in un volume intitolato: “Dieci anni sui sentieri del Kenya”. E c’è pure un periodico semestrale che racconta l’impegno africano. Da quel lontano 28 settembre del 2000, la disponibilità dell’associazione è immutata. “E’ indescrivibile la gioia che si prova nel vedere il sorriso di quei bambini” dice uno dei volontari impegnati sul posto. Oggi, Africa Rafiki cerca forze nuove. Per iscriversi è sufficiente compilare un modulo e versare una quota di partecipazione. Ma, soprattutto rendersi disponibili a donare un po’ del proprio tempo libero a persone molto meno fortunate di noi. (e.z.)


pag.

34

Centenario Grande Guerra

NOVEMBRE 2014

Novembre2014–Ormai noncisifermapiù Centenario Prima Guerra Mondiale - Mese per mese

1° novembre. La Russia dichiara formalmente guerra all’Impero Ottomano. Quindi si segnala la “Battaglia di Coronèl”: una squadra navale tedesca infligge una bruciante sconfitta alla Royal Navy affondando due incrociatori al largo delle coste del Cile. - 2 novembre. La Serbia dichiara guerra all’Impero Ottomano. Segue la “offensiva Bergmann”: i Russi attaccano gli Ottomani sul fronte del Càucaso, ma sono respinti per il 16 novembre seguente. - 3 novembre. Il Montenegro dichiara guerra all’Impero Ottomano; mentre unità navali britanniche bombardano i forti ottomani posti a protezione dello Stretto dei Dardanelli.

«3 Novembre. La Turchia dichiara la guerra alla Triplice intesa, e proclama la guerra santa a difesa del Corano, e s’inizia la guerra turco-russa nelle province del Sinai e presso il Mar Nero. - 25 Novembre. Il Clero del decanato a favore della Croce rossa devolve d’ora in poi per 6 mesi l’1 per cento mensilmente sulla sua congrua; Tione pro Croce rossa raccolse 500 corone e altre 25 corone furono raccolte in chiesa pro albero del Natale ai soldati. / Le ragazze continuano ad approntare filacci pei feriti, e si fa raccolta al detto scopo di biancheria. Charitas urget nos. / Fu indetto il I prestito di guerra. La popolazione non ne capisce il significato, ma qualcuno vi dà del denaro per pigliarsi il 5½ per cento d’interesse. / Ieri ed oggi si fa qui la leva di coloro che fra l’età

di Mario Antolini Muson

L

a sequenza inarrestabile degli avvenimenti bellici del 1914, di mese in mese si sta spargersi ovunque a macchia d’olio su sempre nuovi fronti di combattimento non ha tregua. La cronologia dettagliata dei mesi autunnali del 1914

continua ad inanellare incessantemente solo notizie di battaglie e di vittime. Dopo un secolo si inorridisce ancora al solo leggere la sequenza di quegli avvenimenti che oggi giudichiamo addirittura assurdi ed incomprensibili.

Contemporaneamente si ha il bombardamento di Yarmouth: prima incursione navale tedesca lungo le coste dell’Inghilterra. -5 novembre. Francia e Regno Unito dichiarano guerra all’Impero Ottomano. Inizia, quindi, la terza invasione austroungarica della Serba, le cui forze si ritirano lentamente. Nel contempo i Britannici sono sconfitti dai Tedeschi nella battaglia di Tanga (Tanzania): primo importante scontro terrestre della campagna dell’Africa

nica ai danni degli Ottomani nella “battaglia di Bassora” (oggi in Iraq) sul fronte della Mesopotamia: la città di Bassora è occupata dal contingente angloindiano. - 22 novembre. La prima battaglia di Ypres (Belgio) si conclude con una sconfitta dei Tedeschi. Nel contempo ha termine la “corsa al mare”: sul fronte occidentale entrambe le parti si attestano sulle posizioni raggiunte sistematicamente dietro un complesso sistema di trincee; la guerra

Orientale Tedesca. - 6 novembre. Sbarco di Fao: truppe anglo-indiane prendono terra ad Al-Faw, nell’odierno Iraq; si apre così la campagna della Mesopotamia.- 11 novembre. Grande offensiva russa in Slesia (Europa centrale). - 18 novembre. La “battaglia di Capo Sarych”: inconcludente scontro navale tra Russi e Tedeschi nelle acque del Mar Nero.- 21 novembre. Vittoria britan-

di movimento si trasforma in guerra di posizione. L’Europa e il Mondo stavano ormai attuando, senza forse esserne totalmente consci, quello che lo scrittore A. J. P. Taylor, in “In Flanders Fields”, scrisse sulla follia e l’inutilità di quel conflitto: «Gli uomini di Stato erano sopraffatti dall’immensità degli eventi. Anche i generali lo erano. Tutti annaspavano più o meno vanamente. Nessuno si domandò perché si

combattesse quella guerra: i Tedeschi avevano iniziato la guerra allo scopo di vincerla; gli Alleati la combatterono per non perderla. Vincere la guerra era il fine ultimo». Ma in quei primi mesi di guerra nessuno sapeva ancora dove si sarebbe andati a finire. Ed infatti, Alberto Mognaschi, riferendosi allo stesso periodo alla fine del 1914, scrive: «Lontano il tremendo conflitto segue il suo corso: i Francesi, aiutati dagli Inglesi, bloccano l’avanzata dei Tedeschi sulla Marna dando luogo ad una estenuante guerra di trincea. Sul fronte russo gli eserciti austroungarici combattono cruentamente con alterna fortuna».

Le ripercussioni in Giudicarie di quell’ancora angoscioso novembre Nelle pagine di Mons. Perli si rivive la drammaticità dei momenti che ormai coinvolge anche le nostre valli Per i Giudicariesi continua la sequenza cronologica del “Diario” di mons. Perli. Sulle pagine vergate nel mese di

dai 24 ai 36 anni non furono tenuti abili pel campo finora. Tione ne diede 25 di abili. / S’incomincia a sentire il bisogno di organizzarsi collettivamente per assicurare i generi alimentari alla popolazione. A tale scopo si è costituito in Trento un apposito “Comitato regionale d’approvvigionamento”. I Comuni del distretto, raccoltisi qui, deliberarono di mettere insieme 20.000 corone e passarle al Comitato regionale di Trento per la provvista di granoturco. Il granoturco salì a 48 corone per quintale, la farina di frumento a 60 posta qui, le patate a 36, i fagiuoli a 44. / Ogni Comune proibì la esportazione di generi alimentari dal proprio territo-

rio». Circa le operazioni di guerra il gen. Marchetti ha lascato scritto: «Ai primi successi, nell’autunno 1914 seguì la tragica ritirata dalla Polonia sul San e sui Carpazi, che segnò il primo macello della nostra gioventù, al quale si addizionò quello di Gorlice nella primavera successiva del 1915. Non a torto Galizia ed i Carpazi si ricordano con terrore come il più vasto cimitero di guerra di Trentini. Le notizie dei rovesci, per quanto nascoste, trapelavano, specie a mezzo della stampa italiana; perciò se ne vietò l’introduzione in Trentino e si stabilì la censura epistolare. In conseguenza fiorì il contrabbando dei giornali che, in Giudicarie, penetrarono, da parecchie vie, nel circondario di Tione, soprattutto dal Càffaro». Alberto Mognaschi, in “Bondo e Breguzzo nella Grande Guerra”, annota: «2014. L’anno volge al ter-

novembre 1914 si trovano e si leggono le annotazioni che qui, di seguito, vengono riportate. mine. La situazione creatasi con lo stato di guerra viene descritta a chiare lettere dal Capitanato di Tione: “Il rincaro dei viveri subentrato in seguito alla mobilitazione, la diminuita possibilità d’approvvigionamento per la sottrazione di buona parte di animali e mezzi di

trasporto, malgrado che da parte dello Stato vengano assegnati abbondanti sussidi per le famiglie dei richiamati e venga provveduto dalla carità privata e pubblica in singoli casi occasionali, possono cagionare un certo disagio economico; che alla sua volta, essendo assente

dal paese una considerevole della popolazione più vigorosa, influisce sulla perpetrazione di creati contro la scurezza delle proprietà”. Tutto vero eccettuato, per noi, il rischio dei furti allontanato, più che dalla Gendarmeria, dalla coscienza e dalla rettitudine delle nostra gente». A cura di Mario Antolini Musón


Serod Lo ha reso noto

Fun

NOVEMBRE 2014 - pag.

35


pag.

36

Arte

NOVEMBRE 2014

Il logo voluto dalla Sezione di Vigo Rendena per il 120° Congresso SAT

Un’mmagine di pace per le montagne della guerra S

di Alessandro Togni

eguendo il solco storico tracciato dalla Società Alpinisti Tridentini, la Sezione Carè Alto di Vigo Rendena presieduta con impegno e passione da Matteo Motter, ha organizzato e realizzato a Spiazzo Rendena il 120° Congresso SAT, quest’anno intitolato “Montagne di guerra, montagne di pace”. La montagna ferita. Nuove opportunità 100 anni dopo”.

Precedentemente, per l’ideazione e la definizione grafica finale di un logo, che riassumesse le intensità drammatiche della guerra, ma anche proponesse i contenuti di valore e di bellezza della montagna, viene chiamato Paolo Dalponte, artista giudicariese ricono-

sciuto a livello nazionale ed internazionale, capace nella sua ricerca di integrare tipologie visive di chiara origine figurativa, ma anche di aggiungere e fare dialogare elementi e tratti di derivazione surreale. Peraltro già dieci anni orsono la medesima sezione

per l’organizzazione del 110° Congresso SAT tenuto in paese, a Vigo Rendena, aveva richiesto una sua elaborazione iconografica con il disegno della chiesetta costruita dai prigionieri russi sull’Adamello. Oggi ecco la nuova immagine ad interpretare categorie di pensiero e sentimenti in una sorta di visione dal classico nitore, dove la “Gentiana acaulis” non solamente appare nella sua forma a corolla tubolare pentalobata, ma anche diviene metafora per il tempo futuro.

Un fiore gentile che cresce nei giorni di primavera inoltrata, piccola perla gemmata come goccia caduta dal cielo mentre punteggia di cobalto le radure prative dei monti abitati dal silenzio e dalla beatitudine. Come tutti i fiori, un fiore di pace, naturalmente. E nella versione “dalpontiana” ancora di più questa meraviglia della natura assurge a simbolo di “attraversamento”, in virtù di quella che l’autore definisce una “metamorfosi vegetale”: trasformando le tragedie della guerra rap-

Naturalmente la data del 2014 esigeva forti rimandi umani e rimembranze culturali rivolte al centenario della Grande Guerra 1914-1918, ed in questo senso anche l’immagine ufficiale per promuovere ed accompagnare l’incontro satino richiedeva esplicite simbologie e riferimenti utili a sottolinearne gli intenti di rispettosa memoria. presentate dal filo spinato posto come fosse radice, in divenire, ecco emergere in tutta la sua maestosità il fiore della pace. La genzianella nella sua “esplosione” di vita è quindi pensata e voluta come forma propositiva e positiva, equazione naturale di armonia, speranza che introduce ai giorni della civiltà del domani, mentre il filo spinato, elemento dal volto ostico e drammatico, nella sua essenza e nella sua emanazione di guerra, ribadisce il segno di un passato al quale dobbiamo

rivolgere attenzione, memoria e sensibilità ma dal quale dobbiamo rinfrancarci. Allora erano le frontiere ad interrompere gli attraversamenti, oggi lungo i sentieri delle nostre montagne regna la grandiosità del creato dove, ancora, persistono arrugginiti i fili spinati della violenza e della morte, ma anche dove piccole genzianelle, stelle blu d’universo continuano a nascere nella bellezza della natura, nostre amiche nella solennità della Pace.


Attualità

NOVEMBRE 2014 - pag.

37


pag.

38

La posta

NOVEMBRE 2014

LA POSTA

vilgiat@yahoo.it

CaraCgil,caraCamusso,ilmondoècambiato Ma il sindacato sembra non averlo capito e continua a proporre i vecchi slogan, mentre il mondo corre

Caro Adelino, non riesco a trattenermi. Sono rimasto allibito da come la Cgil ha definito l’incontro con il Governo: un incontro surreale. Non si è accorta la signora Camusso, leader della Cgil, che il mondo è cambiato e che certi riti, certe forme ricattatorie usate fino a ieri, oggi non contano più. La minaccia di uno sciopero generale, poi, è quanto di peggio possa capitare all’Italia in questo momento, porterebbe ad una perdita di non so quanti milioni oltre ad una pessima figura rispetto agli altri Stati, molto più prudenti in fatto di scioperi, ma soprattutto non sarà capito dalla stragrande maggioranza degli Italiani che

non capirebbe come in un periodo così nero, quando bisognerebbe tutti insieme rimboccarsi le maniche per dare una mano a rimettere in sesto le nostre finanze, ci sia chi, irresponsabilmente, incroci le braccia ed aspetti che il lavoro cada dal cielo. Sono indignato.... Adriano Caro lettore, io ho il massimo rispetto per i sindacati a cui sono orgogliosamente ancora iscritto (Cisl), ma sentir dire che l’incontro con il governo Renzi sia stato “surreale”, un po’ mi ha sorpreso, perché reputo Susanna Camusso una

persona intelligente. Per me sono molte altre le cose “surreali” che sono uscite da quell’incontro. L’idea di uno sciopero generale, per esempio, come sempre si crede che facendo sfilare qualche centinaia di migliaia di persone possa intimorire il governo tanto da fargli cambiare idea. Spesse volte è successo in Italia per il passato, ma oggi non è più così. Il presidente Renzi ha chiaramente detto proprio in questi giorni: un Governo non è tenuto a trattare la formazione delle leggi con i Sindacati, si deve ascoltarli, ma non scendere a patti con loro, le leggi si fanno in Parlamento.

Sembrerebbe un’eresia per come le cose sono andate per il passato, a sinistra poi, si è gridato allo scandalo. Ma in realtà Renzi ha detto finalmente una cosa giusta e di corretto funzionamento democratico. Non è accettabile che sindacati e associazioni di categorie, portatori di interessi di parte, si sostituiscano ai Parlamentari regolarmente eletti dal popolo. Quello che io ritengo “surreale” in questo Paese è soprattutto il potere di veto che per troppi anni in Italia la Cgil ha potuto esercitare nei confronti del Governo e del Parlamento, qualunque fosse. (a.a.)

Troppa burocrazia per rifare un tetto...

Egr. Amistadi, ho dovuto in questi giorni riparare un tetto in una casa di montagna, non è stata una cosa facile, anche si trattava di cambiare solo la lamiera usurata. Ho dovuto presentare il progetto in Comune, dopo averlo mandato per l’approvazione alla Commissione Urbanistica di Valle, firme e contro firme, e finalmente ho avuto il via ai lavori. La cosa non mi è costata poco, fra una cosa e l’altra, progetto e carteggi vari, ho speso circa 3.400 euro su una spesa complessiva di 12.000 euro. Un vero imbroglio, a parlar bene. Fino a qualche tempo fa bastava

portare la foto di quello che si voleva sostituire e tutto finiva in una giornata, ma in Trentino c’è sempre qualcuno che si diverte a complicare le leggi al limite dell’imbecillità. Ma quel che più mi ha fatto incazzare è poi stato un mio amico che dovendo fare lo stesso lavoro, seppur in grande su un’intera casa, mi ha confermato che lui l’avrebbe comunque fatto senza permesso di nessuno. Cosi come fanno in molti. Io ci sono rimasto male, ho fatto la figura del salame, per eccesso di zelo. Claudio del Chiese

Lei ha fatto il suo dovere. Come dovrebbero fare tutti. Anche a me è successo più o meno la stessa cosa, così mi sono convinto che aveva ragione quello scrittore di cui purtroppo non ricordo il nome (Prezzolini forse?) che diceva che per lo Stato ci sono due categorie di cittadini: i furbi e i fessi. Purtroppo ho la sensazione che anche lei come me siamo inseriti di diritto nella seconda categoria. Ma tutto sommato ne sono orgoglioso. (a.a.)

Perché le buone notizie non fanno... “notizia”?

Caro Adelino, leggo continuamente di liti, separazioni, risse nelle piazze, beghe d’ogni tipo, ogni tanto ci penso, ma non trovo motivazioni particolari, insomma non ti sembra che in questo mondo si litighi parecchio. O forse sembra che sia così perché le buone notizie non interessano a nessuno? Angela A dir il vero si è sempre litigato molto anche per il passato, quasi sempre per cose che avevano a che fare con la sopravvivenza. Ricordo le beghe in paese per un confine, per l’invasione di un pascolo, per un passaggio nei casoni dove alloggiavano le nostre famiglie, pieno di proprietà strampalate e diritti d’ogni tipo. Erano però liti dovute alla necessità di difendere quel poco che si aveva. Oggi invece si litiga spesso per ripicca, arroganza, prepotenza, c’è molta più cattiveria nelle beghe di oggi. D’altronde oggi il mondo è molto più stressato. Lavoriamo sette mesi per pagare le tasse, poi le assicurazioni, le fideiussioni, poi il collaudo per la macchina, l’acqua, la luce, il telefonino, il consorzio, l’asilo, la badante della nonna. Viviamo stanchi, sale l’adrenalina e si litiga, è anche un modo per sfogarsi. E allora? Francesco d’Assisi, dopo aver sperperato e litigato con mezzo mondo per meta della su vita, nell’altra metà ha sperperato con gli uomini, ha dato loro tutto, anche a chi non voleva, ha sperperato gioia, luce, amore. Impariamo da lui, sperperiamo anche noi. Litigheremo di meno. Tanto cosa ci costa? (Post Scriptum: talvolta mi stupisco della mia saggezza, si vede che sono stato in seminario...!) Adelino Amistadi

Vendita autoveicoli nuovi ed usati di tutte le marche Valutazione e ritiro usato s.r.l.

Servizio di officina, carrozzeria e revisioni ministeriali

s.r s.r.l. APERTO DAL LUNEDÌ AL SABATO

via Nazionale, 181 38080 VILLA RENDENA (TN) Tel. 0465/322507 - fax 0465/328906 info@autorendena.it


La posta

pag.

18

NOVEMBRE 2014 - pag. NOVEMBRE 2013

39

I 44 milioni della biblioteca La pittura “gent usateli per la sanità a Tione

Tionese di nascita è

Felice Squeo

Ora il costo di 10.000 euro a nato probabilmente è il costo di un intero reparto diviso sul numero dei nati, che a Tione attualmente non è davvero alto. Ma lo sa chi fornisce queste cifre che è da anni che la nostra popolazione è quella che è e che la nostra Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia è stata sottoposta a una costante attività di indebolimento che non le ha fatto bene, vuoi a causa del forte turn over di professionisti che scelgono mete più comode, vuoi perché in parte si sono lasciate volutamente le cose andare così (a Tione manca un primario stabile da anni ormai e anestesista e ginecologo, per scelta tecnica dell’Azienda, erano chiamati al parto solo su reperibilità)? Ciò, va detto, è successo a discapito di chi da

G

entile direttore sappiamo che i tempi sono cambiati, sappiamo che le finanze della Provincia Autonoma di Trento non sono più quelle di anche solo sei anni

sempre lavora con sicura professionalità in questo reparto. Ora che la situazione potrebbe cambiare in meglio, dopo la decisione da parte dei

vertici della direzione dell’Azienda Sanitaria di mettere in essere un protocollo per cui ad ogni parto devono assistere obbligatoriamente

Grazie tante, Maestra Ida

Cara maestra Ida, ho avuto il piacere di conoscerti nel 2008, in settembre, proprio quando mio figlio ha incominciato ad andare all’asilo. Fin dall’inizio sei stata gentile, disponibile, ed accogliente. Col passare del tempo sei diventata per noi un punto di riferimento

importante e ci hai aiutato molto nel momento del bisogno. Proprio per questo vogliamo farti gli auguri più sentiti di una lunga e serena pensione, con il nostro più sincero ringraziamento Una famiglia di Bondo

Grazie al personale dell’ospedale Un grazie di cuore al reparto Ostetricia Ginecologia Maternità dell’ ospedale di Tione , presso il quale sono stata ricoverata una settimana per un delicato intervento. Le mie paure, le mie ansie, le mie preoccupazioni -data la mia età non più giovane-erano più che comprensibili forse, ed erano più a carattere psicologico che non fisico, dettate da quel senso di timidezza che un’ educazione di altri tempi ci ha imposto. Grazie però, al

personale operativo che ho trovato in quel reparto sono riuscita ad affrontare ed a superare tutto. Alla dott.Gottardi, al dott. Capobianco, alla Capo Sala Angelita, ed a tutto lo staff medico ed infermieristico -pur non citando i nomi senza esclusione alcuna- che cooperano e collaborano insieme, io devo dire grazie, un grazie di cuore per la vostra professionalità, disponibilità, cortesia ed in particolare la vostra “umanità” dimostrata. Il mio augurio

per ognuno di voi, è che possiate continuare nella vostra missione così preziosa e così importante, anche per tutti coloro che chi come me, non entrano lì solo per la gioia della nascita di un bimbo , ma anche per ragioni diverse e difficili da affrontare ed accettare, che però grazie a persone come voi e al vostro aiuto si riesce a superare. Una stretta di mano ad ognuno di voi un saluto caro. A.N.

di Alessandro Togni

Durante la prima settimana di Felice Squeo nasce a Tione nel 1943, in Brevine, nella casa del nonn mammografie TrentoGiuseppin fa e cheespone tutti sono a fare uno da sforzo settembre le sue chiamati opere “el parolòt”, papà per Giacomo Squeo di Bari ea mamma (con costo del viaggio a contribuire a contenere le spese, ma vederci buttati presso il Centro Studi JudicaUn tionese oggi residente a Castelrotto (BZ) che si appassiona alla p carico dell’utente), più in prima pagina solo perché veniamo al mondo nelle ria di Tione, anche se in verità dopo il pensionamento avvenuto nel 2002, diventando artista, pr semmai quella di “Freizeitkunstl fare ci sembra troppo. seguito fondatore e vicepresidente aGiudicarie suggerire per questa soludell’associazione partorire a Trento le zione “affettuosa” è stato il (Arte sotto lo Sciliar di Castelrotto). sia l’anestesista sia il mamme giudicariesi? «tutte» le donne perché cugino professore e fotografo Ma a Tione cosa rimaginecologo, con la qualinon si fanno sessanta o Udalrico Gottardi (omonimo tà nonno) quindiche della sicurezza del in forma di “re- settanta chilometri in ne? Siamo disposti a ricertamente aumentata, galo” ha definito e organizzato macchina in travaglio, nunciare a qualcosa ma ecco che cipersi“festeggiare” dice che, per bella che sia, da non a tutto! con Judicaria non da fare. Bondone o Campiglio Avete idea del terribile ilinsomma, traguardo del 70°ècompleanCosta troppo. Da fare fino al Santa Chiara), o avanti e indietro che già no di Felice, e il suo ritorno invece, dice,L’esposizioè sicura- in elicottero nei casi più per mille motivi siamo nella cittàsinatale. mente chiudere. ne con un allestimento pulito e gravi (costo al minuto costretti a fare? Altro A parte il fatto che la di un elicottero Agusta: che comodità sotto casa. raffinato si componeva di una Avete idea dei costi per gente, non solo i sindaquarantina di acquerelli delica- 140 euro). ma tuttafra le nature gente morte, delle E è appena fra ancora: presenza e ci assenza mante- una famiglia? tici, e riposanti, Giudicarie, non ne può stato che la colore sede A questo proposito avrei nendosidetto fra vibrazione paesaggi e nudi femminili. più di sentire una settidel nuovo Pronto SoccorUna pittura concepita e voluta e “luminosità del vuoto”… un consiglio da impartimanamanifestazione un comunicato in so da provvisoria divenE così accade anche nelle re a chi decide: evitiamo come e tradupositivo, e l’altra ancora terà stabile, che non ci di costruire una nuova zione delle armonie della natu- opere tranquillizzanti di Felisono i finanziamenti per un che comunicato inverifi negatira, si occupa di care ce Squeo, dove il gioco delle costosissima ed in fondo unolibere nuovo; il inutile biblioteca da 44 vo, ci si chiede se chi ha costruirne macchie lasciate di trace produrre stati d’animo legati fatto i conti abbia anche che va ancora bene, mealla tradizione, sia in relazione ciare le parti della natura sem- milioni a Trento e recucalcolato quantoin costeche l’attuale Pronto bra trovare compimento solo periamo i giusti finanalle scelte formali ordine glio Soccorso sia al top, poi ranno i viaggi in amalla figurazione ottocentesca quando il bianco della carta ziamenti per un po’ di se all’inondaziopiù avanti sanità nelle Valli! bulanza Tione per le vedremo riesce a sfuggire di esplicitoda sapore pittoresco, donne giudicariesi che ad averne uno ne emozionante delle tonalità, sia nelle evaporazioni impres- riusciamo nuovo. partoriranno a Trento sionistiche che informano di tante volte acute ed inebrianti, Mariachiara Rizzonelli si polverose chiede eperché (con infermiere e medico in altricicasi dimes- Lettera pubblicata sul ulteriori e più attuali sugge- Ma a bordo? Comunque ciò decisione, più se come fossero attraversate da quotidiano L’Adige del 9 stioni psicologiche. L’acque- questa ottobre 2014 quella di spostare le varrà praticamente per una malinconia interiore. rello è tecnica sempre in bilico

��������

���������� Auguriamo Buone Feste e Buon Anno a tutti e ringraziamo coloro che in questi due anni di Pizzeria e in questi sette anni di Agritur sono venuti a trovarci

P �����������

�������� ������������������ ���������������� ����������������� ��������������������


pag.

40

NOVEMBRE 2014


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.