Quotidiana 2011

Page 1



QUOTIDIANA 2011 L’ARTE CONTEMPORANEA A PADOVA 29 aprile — 9 luglio 2011 Palazzo Trevisan, Padova


GAI - ASSOCIAZIONE PER IL CIRCUITO DEI GIOVANI ARTISTI ITALIANI presidente Fiorenzo Alfieri Assessore alla Cultura e al 150° dell’Unità d’Italia della Città di Torino vice presidenti Roberto Alperoli Assessore alla Cultura, Turismo e Promozione della Città del Comune di Modena Gianluigi De Palo Assessore alla Famiglia, all’Educazione e ai Giovani del Comune di Roma segretario Luigi Ratclif segreteria Patrizia Rossello relazioni esterne e istituzionali Laura De Los Rios Amministrazione Paola Picca Garin Comunicazione e Progetti Speciali Marina Gualtieri Relazione con i soci GAI consiglio di presidenza Roberto Alperoli Vice Presidente (Assessore alla Cultura, Turismo e Promozione della Città del Comune di Modena) Ornella Corradini responsabile tecnico Gianluigi De Paolo Vice Presidente (Assessore alla Famiglia, all’Educazione e ai Giovani del Comune di Roma) Roberta Sorace responsabile tecnico

Fabio Losito Assessore alle Politiche Giovanili d el Comune di Bari Daniela Santospirito responsabile tecnico Roberto Pella Assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Biella Mario Schiapparelli responsabile tecnico Francesco Basile Consigliere delegato del Comune di Campobasso Gianna Spirito responsabile tecnico Alan Rizzi Assessore allo Sport e Tempo Libero del Comune di Milano Claudio Grillone responsabile tecnico Andrea Cernicchi Assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili del Comune di Perugia Loredana De Luca responsabile tecnico Alessandra Moretti Assessore all’Istruzione e alle Politiche Giovanili del Comune di Vicenza Maurizio Basso responsabile tecnico assemblea generale Comuni di Ancona, Asti, Bari, Biella, Bologna, Cagliari, Campobasso, Catania, Cremona, Ferrara, Firenze, Forlì, Genova, Lecce, Messina, Milano, Modena, Novara, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Pisa, Prato, Ravenna, Rimini, Roma, Salerno, Siracusa, Torino, Trento, Trieste, Udine, Venezia, Vercelli, Vicenza, Provincie di Siracusa,Teramo e Regione Piemonte

ISBN 978 88 6129 688 6 – Finito di stampare nel mese di aprile 2011


PROGETTO GIOVANI – QUOTIDIANA 11 sindaco di Padova Flavio Zanonato

allestimento Cooperativa Spazi Padovani

assessore alle Politiche Giovanili Claudio Piron

realizzazione audioguide RadioBue

capo settore Lorenzo Panizzolo

commissione selezione nazionale arti visive BJCEM 2011 M. L. Paiato e F. Zabarri - Ass. Yoruba - Bjcem Ferrara Eleonore Grassi - Bjcem Bologna Valentina Laterza - Bjcem Arci Nazionale

dirigente responsabile Fiorita Luciano supervisione Laura Gnan curatrici Q. Esposizione Teresa Iannotta Stefania Schiavon curatrice Q. Aperta Stefania Schiavon testo: Stefano Mazzoni organizzazione Giulia Furlanetto Stefania Schiavon redazione testi Q. Esposizione Alessia Candeo percorsi didattici Silvia Tolin Laboratori fuori classe Tania Giacomello segreteria amministrativa Corrado Zampieri traduzioni Giuliana Racco progetto grafico Matteo Bertin

stampa catalogo C.L.E.U.P – Cooperativa Libraria Editrice Università di Padova stampa materiali promozionali Grafiche Turato segnaletica: Veneta Advertising città GAI che hanno aderito all’iniziativa: Comune di Ancona: Marco Brutti Comune di Bologna: Giorgia Boldrini Comune di Ferrara: Leonardo Punginelli Comune di Forlì: Milena Vasumini Comune di Genova: Gianna Caviglia Comune di Messina: Enrica Carnazza Comune di Milano: Claudio Grillone Comune di Modena: Ornella Corradini Comune di Parma: Massimiliano Ravenetti Comune di Roma: Roberta Sorace Comune di Torino: Luigi Ratclif Comune di Udine: Valentina Pividori ringraziamenti Alan, Andreina Bardus, Famiglia Bastianello, Leonardo Benetollo – Pro Service, Franco Berti, Ing. Giorgio Carli, Claudia Fabris, Stefano Mazzoni, Antonella Meneghin, Francesco, Pasquale, Filippo Rigoni – Blue Steam, Walter Nicoletto e Francesco Giacobbe - Acegas Aps

media partner

Comune di Padova Politiche Giovanili



Questa edizione di Quotidiana è dedicata a Giacomo_Jeos che amava costruire e colorare.

*Lavoro, ricerca, studio, grande rigore e occhi che sorridono. Giacomo per noi è stato un artista promettente e una bella persona con cui collaborare. Giacomo Ceccagno 1978–2011







15

PRESENTAZIONI

31 32 34 36 38 40 42 44 46 48 50 52 54 56 58 60 62 64 66 68 70 72 74 76

Q ESPOSIZIONE Andrea Andolina Luca Armigero Filippo Berta Tania Brassesco & Lazlo Passi Norberto Rita Casdia Rita Correddu Nicola Crivellari Simona Da Pozzo Alberto Di Cesare Alessandro Fabbris Francesco Federici Cristina Gori Teodoro Lupo Alessandra Maio Marta Mancusi Isabella Mara Lorenzo Mazzi Fabio Roncato Claudia Rossini Massimo Vaschetto Apparati Effimeri Lemeh 42 Luca Lumaca

78

DIGITALIA

79

CURRICULA

103

Q APERTA Alex Bellan

107

Q A PAROLE


14


CLAUDIO PIRON assessore alle Politiche Giovanili Comune di Padova

ITA 17 anni dopo la prima edizione, Quotidiana, dimostra ancora una volta di essere una manifestazione viva e attenta a raccogliere gli stimoli e le esigenze che emergono dal territorio e dai giovani che vivono in esso, siano essi artisti, operatori culturali o semplici appassionati delle diverse forme della cultura contemporanea. Con grande soddisfazione diamo il via a Quotidiana 11 che da aprile a luglio lungo i suoi due mesi di apertura, sarà una occasione aperta alla città per incontrare e conoscere il lavoro di giovani artisti che contribuiscono quotidianamente a formare e ridefinire il nostro tessuto culturale su scala nazionale. Artisti, operatori culturali, project manager, designer, curatori sono soltanto alcune delle figure professionali che sono state coinvolte a diversi livelli e che rendono Quotidiana, una occasione unica nel suo genere di conoscere e sviluppare l’arte e la cultura contemporanee nella nostra città. La sua longevità dimostra ancora una volta la grande capacità della città di Padova e delle politiche giovanili in special modo di essere presenti con proposte culturali nonostante un panorama nazionale di crisi economica che colpisce soprattutto la promozione culturale e tutte le esperienze ad esse collegate. Quotidiana invece continua la sua azione di sviluppo e promozione delle culture contemporanee attraverso le sue diverse sezioni: Q. Esposizione, grazie alla pluriennale collaborazione con l’Associazione GAI, raccoglie il meglio della più attuale produzione artistica nazionale, dando l’opportunità a ventitrè giovani artisti non solo di mostrare il prodotto della propria creatività, ma anche di attivare nuove relazioni con colleghi, curatori, collezionisti; Q. Aperta, con gli interventi site specific all’aperto, nelle strade, si apre alla città con l’obiettivo di avvicinare l’arte contemporanea al passante distratto, ad un pubblico sempre nuovo ed eterogeneo; Q. a parole propone numerose e diverse occasioni di approfondimento, dal seminario alla tavola rotonda, passando per gli incontri con gli autori, attraverso il confronto e il racconto di giovani professionisti. Non mancano infine opportunità di mobilità internazionale per i nostri giovani artisti, occasioni di confronto necessarie per la crescita personale e artistica, l’ampliamento e lo scambio di orizzonti culturali. Anche quest’anno Quotidiana, in collaborazione con l’Associazione Internazionale della Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo, diventa ideale bacino di selezione attraverso cui individuare, grazie ad una commissione di livello nazionale, il giovane artista che rappresenterà l’Italia, nella disciplina arti visive, alla quindicesima edizione della manifestazione che si terrà il prossimo 15


autunno a Salonicco. Una manifestazione che è insieme sintesi e parte, per l’amministrazione, della volontà di mantenere e attivare sempre nuove collaborazioni di confronto con i diversi attori del panorama produttivo e culturale del territorio nazionale ed internazionale e per vivere con capacità progettuale il contesto in cui siamo inseriti. ENG 17 years after the first edition, Quotidiana proves once again to be a vital cultural event, carefully gathering together the stimuli and requests emerging form the territory and the young who live it, be they artists, culture workers or simply aficionados of the different forms of contemporary culture. With great satisfaction we launch Quotidiana 11 which, from April running through to July, will be an open occasion for the city to encounter and get to know the work of a number of young artists who contribute, on a daily basis, to the formation and redefinition of our cultural fabric on a national scale. Artists, culture workers, project managers, designers, and curators are just a few of the professional figures who have been involved at the different levels and have made Quotidiana a unique occasion for understanding and developing art and the contemporary culture of our city. The longevity of the event demonstrates the tremendous skills of the city of Padua and it youth politics workers, extraordinarily present with cultural proposals, despite the international outlook of economic crisis which strikes hardest at promotion of culture and the experiences connected with this. Instead, Quotidiana continues its effort of development and promotion of contemporary culture through its different sections: Q. Esposizione, thanks to the lasting collaboration with the GAI Association, gathers together the best of the newest national artistic production, giving opportunity to twenty-three young artists, not only to show the products of their own creativity, but also to enable knew relations with colleagues, curators, and collectors; Q Aperta, with plein-air site-specific interventions opens up to the city with the aim of bringing contemporary art to the distracted passer-by, to an ever new and heterogeneous public; Q. A Parole proposes numerous and diverse occasions for elaboration, from the seminar to the round table discussion, from encounters with the creators of the project through to the encounters and accounts of young professionals. And there is no lack of international mobility opportunities for our young artists – occasions of necessary confrontation for their personal and artistic growth and the exchange of cultural horizons. Again this year, Quotidiana, in collaboration with the International Association of the Biennial of Young Artists of Europe and the Mediterranean, becomes the ideal basin through which to identify, thanks to a commission of a national level, the young artists who will represent Italy in the visual arts discipline at the fifteenth edition of the Biennial which will be held this autumn in Thessalonica. For the city administration, Quotidiana is an event that is both synthesis and part of the will to maintain and enable new collaborations with the different agents of the productive and cultural panorama of the national and international territory, as well as to experience through skilled planning the context into which we are inserted. 16


DON ROBERTO RAVAZZOLO direttore Centro Universitario

ITA È con piacere che, per la seconda volta, il Centro Universitario di via Zabarella apre Palazzo Trevisan per la mostra d’arte Quotidiana. Oltre che sala studio frequentata da universitari di tutte le facoltà e polo culturale e spirituale legato alla Diocesi di Padova, il Centro è diventato in questi anni una sorta di Casa delle Muse, con mostre, concerti, serate di cinema o di poesia, presentazione di libri (su argomenti che spaziano dalla storia alla letteratura, dalla saggistica alla teologia). I cori e le danze, che le figlie di Mnemosyne vi intrecciano, vivono dell’apporto di chiunque. Benvenuti quindi gli artisti che espongono in questa edizione. Ci sono fasi della storia che si presentano contorte e intricate come il nodo di Gordio. Alessandro Magno l’ha sciolto con la spada. Se lasciassimo tale sfida all’arte? I lavori in mostra non restituiscono solo i segni di stagioni decadenti o scenari apocalittici. Parlano di uomini e donne che si mescolano, si spostano e spostano la terra della loro patria, creando situazioni di squilibrio e precarietà che non è facile comporre ma che rivelano anche voglia di lottare, di sintonizzarsi con il respiro delle cose, di scoprire cosa c’è al di là della polvere che tutto avvolge. Non è facile leggere senza inganno il volto del tu che mi consente di essere un io, a volte non è scontato neanche sentire il proprio volto, ma a chi è negato toccare la propria carne, avvertire delle emozioni, intuire tracce di coscienza? E da dove partire per risolvere l’enigma del senso, se non da queste percezioni? Che dire poi della parola? Si può pensare che, in una mostra d’arte, abbia lasciato il posto all’immagine, salvo ritrovarla tra le immagini, anzi scoprire che l’immagine è fatta di parole, parole semplici, che svelano eventi nodali della vita (lieti o tristi non importa), ma anche parole trascendenti, da ri-scoprire nel loro valore di comunicazione e rivelazione. Tutti i navigatori o marinai, sin dall’antichità, hanno potuto sperimentare le difficoltà che s’incontrano quando si deve ancorare la propria nave. La scelta del tipo di ancora ideale, per una sosta sicura, non è mai stata una cosa semplice, dato che la maggior parte delle volte non è conosciuto il tipo di fondale che c’è sotto la chiglia. Per chi attraversa il Mediterraneo, o semplicemente lo spazio che lo separa dagli altri, forse altro non serve che ancorarsi nella fiducia e aver voglia di vivere, secondo lo spirito di questo proverbio orientale: se anche si trovasse una persona così malvagia da voler strappare tutti gli alberi, ogni fiore e anche l’ultimo filo d’erba, chi può fermare la forza della primavera? 17


ENG For the second time and with great pleasure the Centro Universitario of via Zabarella opens the doors of Palazzo Trevisan to the Quotidiana art exhibition. Beyond serving as a study hall for university students of every faculty, as well as a cultural and spiritual hub connected to the Diocese of Padua, over recent years the centre has become a sort of House of the Muses, hosting exhibitions, concerts, evenings of cinema and poetry, as well as book presentations (on themes spanning the history of literature, theory and theology). The interweaving choruses and dances of the daughters of Mnemosyne are here made available to everyone. We warmly welcome the artists exhibiting in this year’s Quotidiana. There are moments in time that seem to be as contorted and intricate as the Gordian knot untangled by Alexander’s sword. What if we left this challenge to art? The artists in this exhibition return to us decadent seasons and apocalyptic secenarios. But they also tell of men and women who mix and move, transporting the ground of their homelands. They create situations of unbalance and precariousness that are difficult to compose. They reveal the will to fight, to merge onself with the breathing of things, and to discover what is beyond the dust coating everything. It is not easy to truthfully read the face of the other which, in turn, allows myself to be. Feeling one’s own face is not always a given, but who is denied the possibility of touching one’s own flesh, sensing emotions, intuiting traces of consciousness? From where should one begin solving the enigma of sense, if not from these perceptions? What to say then of words? One may believe that art exhibitions leave space only for the image, but here we discover that the image itself is made of a simple text revealing crucial moments in life (be they happy or sad), or transcendental scripts to be re-discovered through their communicative and revelatory values. Since antiquity, all seafaring men have experienced difficulty when anchoring ship. The choice of the ideal anchor for a safe stopover has never been easy, given that, for the most part, the type of floor under the keel is unknown. Whoever crosses the Mediterranean, or simply the space that separates it from others, perhaps only needs to anchor him or herself in the faith and the will to live according to the spirit of this Oriental proverb: even if there was someone so evil as to wish to tear up every tree, every flower, and even every blade of grass, who could stop the force of spring?

18


STEFANIA SCHIAVON curatrice Q11

Articolo 9 della Costituzione Italiana (1948) La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico artistico della Nazione. Articolo 27 della Dichiarazione Universale dei diritti umani (1948) 1. Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici. 2. Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore. ITA È questo il tempo in cui ogni esperienza culturale e ogni forma di attività o sapere legati ad essa dovrebbe recitare in apertura l’articolo 9 della nostra Costituzione e l’art.27 della Dichiarazione Universale dei diritti umani. Il titolo di esposizioni, pièce teatrali, film, concerti, video game, fumetti, libri, web dovrebbero essere anticipati da questi due articoli. I luoghi dove si elaborano i progetti, gli spazi in cui questi si realizzano, le botteghe, i laboratori, le aziende o le industrie in cui si lavorano i materiali o gli elementi della cultura dovrebbero recitare tali articoli sulle proprie pareti. Ovunque ci sia un nesso, una contaminazione con ciò che riteniamo culturale, dovremmo definire e concordare un richiamo, un’evidenza, un segnale che ce lo renda manifesto in modo semplice e diretto. Per abituare, per renderci conto, per prestare attenzione, per vedere e realizzare concretamente per assumere con il corpo che siamo fatti di e con questi principi. Come se si trattasse di cosa naturale quanto sapere che siamo fatti di acqua per l’85%, o che appena nasciamo cominciamo a respirare. Perché si tratta della nostra storia, della storia delle comunità umane e riguarda ciascuno di noi e ogni individuo, ogni persona è chiamata in causa. Perché «la creatività culturale, artistica, scientifica non è fine a se stessa. Essa è funzione della ricerca della verità nelle sue varie forme. E poiché la verità rende liberi, quello della creatività umana è un percorso di conquista e fruizione di tutte le libertà umane»1. La questione è fondamentale. Tuttavia è evidente che non si può prescindere dalla grave situazione in cui versa anche il nostro paese a causa della crisi del sistema economico e sociale globale. Proprio per questo non possiamo farci trovare impreparati o distratti e neppure rassegnati. E dunque, nel considerare 19

1 Antonio Papisca, Contro l’omologazione, Commento all’art. 27 della Dichiarazione Universale dei diritti umani, 2008 unipd-centrodirittiumani.it


che il momento è straordinario e richiede iniziative fuori dall’ordinario, il ruolo e il compito di ogni individuo non è marginale. Tanto più che lo stato di abbandono e l’impoverimento del sistema culturale italiano non nasce ora, affonda invece le proprie radici in tempi lontani. La crisi ha solo fatto precipitare una situazione già al collasso, che si barcamenava grazie ad artificiosi equilibrismi e ha reso manifesta anche all’opinione pubblica la latitanza della politica nazionale che ha considerato il patrimonio culturale italiano solo in termini di tutela dei beni o di sviluppo del turismo. La cultura italiana soffriva da tempo priva di strategia e prospettiva futura. Non è dunque possibile restare immobili a causa dell’eccezionalità degli accadimenti. Non ci sono giustificazioni o attenuanti. Come agire di fronte alla scelta delle priorità? Ce lo dobbiamo chiedere a livello individuale e poi metterci insieme, unirsi ma solo quando abbiamo capito che ognuno di noi ha voglia di portare qualcosa. Questa volta l’unione fa la forza partendo dall’uno e non perché si prende forza dal gruppo, ma nel gruppo si porta una forza in più. Si tratta cioè di responsabilità individuale e di fare ognuno la propria parte. È credere che quello che conta non è l’individuazione di una leadership forte, ma la costruzione di una base forte. È un ribaltamento di metodo che suona equivoco e disorienta perché non conosciuto ed estraneo. Ma la cultura non è nota a margine; è un processo dinamico che evolve, si modifica e dobbiamo stare al passo. Contribuisce a fare identità e in questo fare identità ognuno di noi può fare la differenza portando il proprio contributo contro ogni omologazione. Ho messo a fuoco e riordinato questi pensieri lavorando al progetto Q11. In parte per motivi pratici in parte per questioni di contenuti. Non è stato scontato vedere riconfermato il progetto nella sua complessità. Si è resa infatti necessaria una profonda riflessione sull’impostazione dell’impianto a partire dai vincoli budgetari. Non abbiamo deciso di fare solo di necessità virtù, e abbiamo optato per una scelta etica che sebbene vincolata dai tagli, si confrontasse in modo più serrato con i cambiamenti sociali, politici, ambientali del pianeta. Abbiamo cioè pensato di tornare in modo più diretto e stringente al territorio, con maggiore pertinenza, a quello che succede da noi, come luogo da cui ripartire. Gli avvenimenti che stiamo vivendo in queste settimane, in Giappone e nel nord Africa, lo evidenziano e ribadiscono il ruolo del locale nel definire gli scenari del globale, è nel protagonismo dei luoghi di appartenenza che maturano e si verificano le trasformazioni. Abbiamo dunque costruito un’edizione che tenesse conto dei punti di forza del territorio, delle sue eccellenze, ma anche delle sue fatiche e manchevolezze. Secondo queste riflessioni abbiamo definito gli invitati e gli appuntamenti di Q. a parole. Tutti under 40, veneti che lavorano nella cultura e che della professione culturale conoscono pregi e difetti. Sono nati o vivono in Veneto ma lavorano soprattutto altrove. Fuori da un territorio che non li riconosce, e non è in grado di individuarli, un territorio che di conseguenza si impoverisce progressivamente perdendo di identità. Il freelance copywriter & creative director trevigiano che va a vivere ad Amsterdam, la curatrice padovana a Rotterdam, l’esperta di fundraising con consulenze in giro per l’Italia, il designer che va alla Triennale di Milano con una personale ma nella propria città non si saprebbe dove metterlo… e via dicendo. Persone che vanno 20


ma anche persone che restano, e se lo fanno, cercando una dimensione culturale da costruire e valorizzare in Veneto, rischiano spesso di non poter fare il proprio lavoro e/o di doverne affiancare un altro che le garantisca. Pensando allo stare e alla città abbiamo, quindi, coinvolto per Q.aperta un artista padovano a cui è stata chiesta un’installazione site specific tra via Zabarella e via Altinate. E inattesa è arrivata la proposta di intervenire sullo storico cinema Altino, progettato nel 1946 dall’architetto Quirino De Giorgio, chiuso ormai da diversi anni. Un’installazione luminosa, un segnale di luce che fa riflettere su un pezzo di storia culturale della città e richiama, all’attenzione del passante, l’immagine del luogo che è stato. Persone che vanno, persone che restano e accanto a loro le persone che vengono. Come gli artisti di Q.esposizione che arrivano da tutta Italia. Arrivano, e i lavori sono le persone! Ogni lavoro presentato, ciascun progetto, cioè, racconta la persona che lo ha concepito e realizzato. Ognuno a se stante, (qualsiasi forzatura non potrebbe piegare i lavori presentati in questa edizione a un filo conduttore. Non c’è). Ognuno parla di sè, per sè, tra sè. Tuttavia non si tratta di un sè individualista, di un ortus conclusus. Questo sè riguarda la forza che è presupposto di ogni nuova partenza. La via non assorta e dispersiva ma efficace e mirata. Rappresentano la potenza del raccoglimento prima dello slancio, i lavori di questi artisti. Colgono il momento di massima tensione di un arco prima di scoccare la freccia. Dicono ognuno a proprio modo di sé e di quella forza che si porta nel gruppo. Come sanno farlo i linguaggi contemporanei, quando si ricerca con rigore e serietà, dicono il proprio tempo e più spesso anticipano i processi in corso. Così, in questo, caso non raccontano solo la decadenza di questi tempi, ma fanno di più prefigurando la fase immediatamente successiva. Non dicono come sarà ma che ci sarà. Evocano l’istante precedente alla presa di respiro, quell’impercettibile momento di apnea prima del fiato. Punti di forza, eccellenze, manchevolezze del territorio a questo abbiamo pensato mentre costruivamo Q11; ma anche prospettive. E così se per la scelta etica, di cui sopra, abbiamo sospeso Q. a convegno, e introduciamo, senza grandi proclami perché in via sperimentale, nonostante i tempi, un premio residenza grazie alla neonata collaborazione con la Fondazione olandese Nac. Un mese e mezzo a Rotterdam all’artista che verrà scelto per formarsi e dare conto di sè fuori d’Italia per poi tornare. In questa attraversata si procede, navigando a vista, ma si va avanti. Crisi significa anche opportunità, transizione. Non esistono certezze e non sappiamo cosa prevarrà; le soluzioni non sono a portata di mano: dobbiamo cercare la giusta combinazione tra lucidità e fantasia, dobbiamo tentare delle alternative in quanto esperimenti mentali e in quanto esperimenti reali. E, nel mezzo di un turbine, non può esserci nemmeno precisione: individuata la riva si tratta di far si che tutti gli sforzi immediati conducano verso di essa. Portandoci dietro e a fianco la Costituzione e la Dichiarazione Universale dei diritti umani. Sono tempi questi di resistenza fertile, generatrice.

21


Article 9 of the Italian Constitution (1948) The republic promotes cultural development and scientific and technical research. It safeguards natural beauty and the historical and artistic heritage of the nation. Article 27 of the Universal Declaration of Human rights (1948) 1. Everyone has the right freely to participate in the cultural life of the community, to enjoy the arts and to share in scientific advancement and its benefits. 2. Everyone has the right to the protection of the moral and material interests resulting from any scientific, literary or artistic production of which he is the author. ENG At this moment in time, every cultural experience and every related form of activity or knowledge should be introduced by article number 9 of the Italian Constitution and article 27 of the Universal Declaration of Human Rights. These two articles should precede the titles of exhibitions, theatre pieces, films, concerts, video games, comics, books and websites. The places where projects are developed, the spaces where they are created, the workshops, the laboratories, the companies or the industries, where the materials and elements of culture are produced, should have these articles inscribed on their walls. Wherever there is a connection, a contamination with what we believe to be cultural, we should apply a defined and agreed upon mark, an indication, a signal that shows this in a simple and direct way. To familiarize, to realize, to pay attention, to see and concretely understand, to accept with our own bodies that we are constituted of and with these principles. It must become natural, just like the knowledge that we are 85% made up of water, or that we begin breathing as soon as we are born. Because we are dealing with our history, the history of the human community, and this concerns each and every single one of us — every person in called into cause. Because cultural, artistic, and scientific creativity is not an end in itself. It is a function of the search for truth in various forms. And, since the truth is liberating, the path of human creativity is one of conquest and fulfillment of all human freedoms. It is a fundamental question. Nevertheless, it is clear that we cannot separate ourselves from the extremely grave situation resulting from the global economic and social crisis, which inevitably is also assailing our nation. Precisely for this reason, we cannot be unprepared or distracted, and we cannot afford to be resigned. And thus, considering that an extraordinary moment requires extraordinary initiatives, the role and task of each individual is not marginal. Even more so since the current state of abandon and impoverishment of the Italian culture system is not recent, rather its roots are sunk in distant times. The crisis has only degenerated a situation that was already collapsing, that was only managing to get by thanks to intricate balancing acts. It has also made the general public aware of the absconding of a national political system that considers Italian cultural heritage only in terms of protection of assets and development of tourism. Italian culture has long been suffering, deprived of future strategies and prospects. Due to the exceptional nature of the events, it is no longer possible to remain inactive. There are no justi22


fications or extenuating circumstances. How should one behave before the choice of priorities? This question must first be asked on an individual level. Only then can we come together, unite, after each one of us believes to truly desire to bring something. This time, the strength of the group draws from the single. And not because we become stronger in numbers, but because each person brings additional strength. It is about individual responsibility and everyone doing their own part. It is a belief that what counts is not the identification of a strong leadership, but the construction of a strong base. It is a procedural reversal that seems like a mistake, that is disorienting because it is new and unknown. But culture is not a marginal note; it is a dynamic process that evolves, modifying itself, and we must march in tune with it. It contributes to the creation of identity, and thus, each one of us can make a difference by making a personal contribution against standardization. While working on the Q11 project, I focused on and reordered these thoughts. In part for practical reasons, in part for reasons of continuity. It was not a given that the project would be reconfirmed in its entirety. Starting from budgetary restrictions, we became aware of the need for a deep reflection on the set up of the programme. But we did not just decide to make necessity a virtue. We opted for ethical choices which, though limited by the cuts, confronted global social, political and environmental changes in a coherent way. Therefore, we decided to return to a more direct and pressing reflection on the territory, giving greater weight to what starts from us, in the sense of a place from which to set out again. The events that we have been experiencing in recent weeks in Japan and in North Africa highlight and underline the role of the local in defining global scenarios. It is in the centrality of the places of belonging where transformations mature and occur. Hence, we have built up an edition that bears in mind the strong points of the territory, of its exceptional features, but also of its fatigues and failures. Following these considerations, we outlined the invitations and appointments of Q. a parole: all under 40 and working in culture, conscious of the positive and negative aspects of this professional field. They were born in Veneto but work elsewhere, away from a territory that does not recognize them and is unable to identify them – a territory which, consequently, is progressively impoverished and losing its own identity. The freelance copywriter and creative director from Treviso who lives in Amsterdam, the curator from Padua who resides in Rotterdam, the fundraising and consulting expert who moves throughout Italy, the designer with a solo show at the Triennale di Milano who cannot find space for his work in his own city, and so on. There are people who leave, but also people who remain. The latter do so by searching for a cultural dimension to construct and enhance, often risking not being able to do their work and/or having to combine it with another for financial support. Contemplating on remaining and the city, for Q.aperta we decided to invite an artist from Padua, asking him to create a site-specific installation between via Zabarella and via Altinate. To our surprise, he proposed to act on the historic cinema Altino, designed in 1946 by the architect Quirino De Giorgio, now closed for a number of years. A light intervention, an illuminated signal that opens a reflection on a piece of the city’s cultural 23


history and which allows passers-by to consider an image of the place it once was. People go, people stay, and also, people come – like the artists of Q.esposizione. They arrive from all over the country…and the works are people! Each work presented, each project, tells of the person who conceived and produced it. (No kind of forced concept could function as an umbrella term. There just isn’t one). Each one speaks of, for, and with him or herself. Nonetheless, it is not an individualistic self of an ortus conclusus. This self concerns the force required for each new departure. It is not a spellbound and dispersive journey, rather, it is effective and aimed. The work of these artists is the calm before the storm. They seize the moment of maximum tension of a bow before releasing its arrow. Each one speaks for him or herself in his or her own way – they each tell of themselves and of that power they bring to the group. Like all contemporary languages the works are able, when interrogated with rigour and seriousness, to speak of their own time and often anticipate the processes on the horizon. Analogously, they do not tell only of the decadence of our times, but also prefigure the immediately successive phases. They do not say how things will be, but what will be. They evoke the moment preceding the taking of breath, that imperceptible moment of apnea before inhalation. Strong points, exceptional features, and the failures of the territory: these were our concerns while developing Q11; but we also thought of prospects. And thus, if for ethical reasons related to the times we have suspended Q. a convegno, we are now introducing, without great proclamation due to its experimental state, a residency born of the new collaboration with the Dutch Nac Foundation: a month and a half in Rotterdam for a chosen artist to develop and demonstrate him or herself outside of Italy, and then to return. We continue our journey, navigating by sight, but we move forward. Crisis also means opportunity and transition. There are no certainties. We do not know what will happen; no solutions are within reach. We must search for a proper balance of clear thought and imagination. We must attempt alternatives insofar as mental experiments and real experiences. In the midst of a whirlwind there is no precision: once the shore has been identified, we must ensure that all available energies lead us forward. And we must always carry along with us and on us the Constitution and the Universal Declaration of Human Rights. These moments are fertile for generating resistance.

24


TERESA IANNOTTA curatrice Q Esposizione

ITA L’11 marzo ha inaugurato a Ferrara una bella mostra intitolata Unf(o)unded. Una mostra dal concept semplice eppure potente, una di quelle idee che vorresti avere avuto in un impeto di creatività e che non possono che farti stimare la persona che l’ha concepita. Una mostra che ha portato tantissimi grandi nomi dell’arte contemporanea in un piccolo museo storico, senza portarvi nessuna opera. Una mostra fatta di idee, immaginazione, parole. Nella fattispecie, delle parole di tanti curatori italiani, giovani e affermati, che per l’occasione hanno contribuito alla mostra con un’opera d’arte contemporanea solo attraverso una descrizione, permettendo al pubblico di vedere una mostra invisibile, eppure di altissima qualità. Un’operazione poetica eppure allo stesso tempo provocatoria, ma soprattutto una presa di posizione forte nei confronti della attuale situazione della cultura in Italia, che vede le proprie risorse economiche assottigliarsi sempre di più, rendendo difficile la realizzazione di progetti che fino ad un anno fa potevano crescere e svilupparsi nel contesto delle istituzioni pubbliche. Durante il discorso di apertura di Unf(o)unded, la curatrice della mostra ha sottolineato che, sebbene sembri un luogo comune quello secondo cui ci accorgiamo dell’importanza delle cose quando non ci sono più, in alcuni casi si tratta proprio della realtà. Sicuramente questo è uno dei casi in cui il luogo comune funziona, dal momento che ciò che viene a mancare in questo frangente sono le opere d’arte, o meglio i fondi perché queste opere possiamo mostrarle, diffonderle, esperirle. Perché cominciare il testo su una mostra parlando di un’altra mostra? Innanzitutto perché credo che questi siano i momenti in cui i legami si fanno più forti per necessità, a livello professionale, ma anche come sottili trame fatte di affinità, o della sensazione che in qualche modo si ha in mente la medesima meta verso cui camminare. Secondariamente perché credo profondamente nelle occasioni di incontro e confronto nella nostra professione, e la mostra Unf(o)unded è nata proprio in seguito ad un Forum Nazionale svoltosi a Padova nell’autunno del 2010. Una giornata in cui si sono discussi e affrontati temi difficili e talvolta scomodi, ma anche durante la quale sono emerse idee e spunti per collaborazioni future e progetti da fare crescere insieme. La promozione del lavoro dei giovani artisti e il supporto alla loro professione anche con mezzi limitati e mille difficoltà è ormai da molti anni la missione del G.A.I., 25


il circuito dei Giovani Artisti Italiani. Struttura che spesso rischia di essere ignorata a favore di realtà più visibili, così come spesso rischiano di passare sotto silenzio molte iniziative valide e coraggiose che il G.A.I. promuove. Uso la parola coraggioso perché penso che non si giochi sul sicuro e spesso non si cada sul morbido quando si decide di accompagnare nel loro percorso giovani artisti in alcuni casi ancora in fase di formazione, ma allo stesso tempo è un lavoro che dà soddisfazione e fa crescere entrambe le parti coinvolte. Gli obiettivi con cui è nata e cresciuta Quotidiana sono appunto il sostegno e la promozione dei giovani artisti, tramite una selezione che non si basa sul gusto personale dei curatori, ma che si pone come ricognizione della scena artistica italiana under 35. Proprio per questo motivo, anche quando i curatori restano gli stessi, Quotidiana muta ad ogni edizione in maniera del tutto sensibile. Mutano i temi, mutano le tecniche, ma soprattutto sono gli artisti a mutare in maniera consistente, ancor di più da quando la rassegna è diventata biennale. Rimangono saldi i criteri ai quali ci rifacciamo, tra i quali la maturità stilistica e le intuizioni che ricerchiamo nei lavori da esporre. Ci sono edizioni in cui la maggior parte dei lavori ha un forte indirizzo sociale, e altre in cui è una tecnica a prevalere sulle altre più che un indirizzo. In questa caratterizzazione influiscono fortemente le tendenze che l’arte attraversa, l’alternarsi di alcuni segni, ma anche la formazione degli artisti, le loro esperienze, l’aumento esponenziale di occasioni come le residenze all’estero e i corsi specializzati che oltre ad un programma didattico offrono una professionalizzazione del ruolo dell’artista. L’atmosfera che si respira osservando i lavori di questa Quotidiana è un forte senso di attesa e sospensione. Come se dopo tanto guardare fuori e dentro di sé, lo sguardo si fosse ad un certo punto fermato a mezz’aria, a seguire la scia di una nuvola di fumo nel cielo, o il paesaggio che scorre dietro ad un finestrino. Una specie di giusta distanza, quella dei lavori in mostra quest’anno, l’attesa di un nuovo mettere a fuoco, l’attenzione amorevole e talvolta maniacale per i dettagli, e allo stesso tempo quel tentativo di fare un passo indietro rispetto al proprio lavoro per guardarlo nella sua interezza. Sembra sospesa per un momento anche la necessità di parlare di ciò di cui parlano i mezzi di comunicazione tutti i giorni, la tendenza sembra piuttosto quella di ricostruire a partire dai frammenti lasciati dal passato. Sembrano restare per un momento fuori dalla porta anche i social network, gli avatar, perfino i telegiornali nell’ambito di questa mostra possono risultare fuorvianti e portarci in un’altra dimensione, fuori strada. E questo non per una forma di resistenza al presente, ma per una concezione nuova di esso, come seguire le tracce che portano ad un luogo per trovarvi poi qualcosa di nuovo e inaspettato. In questo senso ancora a distanza di qualche mese sento tutti questi lavori come nuovi e non ancora metabolizzati, ma soprattutto sembra che vi sia una sorta di uniformità, se così vogliamo chiamarla, quasi un rigore e un senso della misura che rende il gruppo di artisti selezionati molto compatto, come se non si avvertissero scosse nello scorrere i loro lavori uno dopo l’altro, nonostante le diverse provenienze, le diverse età, la formazione spesso eterogenea. Quotidiana sembra dipanarsi in modo molto fluido proprio per questo motivo, 26


come fosse la naturale evoluzione delle edizioni precedenti. Volgere lo sguardo verso la storia non è in questo caso un passo indietro, ma un modo diverso di procedere. Sempre più spesso gli artisti che partecipano a Quotidiana vivono, studiano e lavorano in un posto che non è quello da cui vengono. Alcuni vivono all’estero, altri – molti altri – vi hanno studiato o trascorso un periodo consistente della propria vita. Questa apertura si sente sempre più forte edizione dopo edizione, e prende la forma di una consapevolezza di sé ma anche di una naturale capacità di mettersi in discussione e di rimettere in discussione le geografie, gli equilibri, il tempo. Perfino il concetto di casa non è più quello dei nostri predecessori, ma diventa mutevole e sfuggente, e allo stesso tempo radicato in modo profondo proprio perché non scontato. Quotidiana offre allo spettatore tempi e luoghi altri, talvolta crudi e spogli, altre volte sognanti e inaspettati. Il tempo sospeso di un corpo che si mette in posa per una fotografia, il ritmo naturale di una pianta che cresce e il paziente gesto di una mano che cuce o di una penna che scrive infinite parole, questa è la cadenza che i lavori in mostra ci suggeriscono quando ci troviamo ad attraversarla. Sembra che le riflessioni sui mezzi di comunicazione e sulla velocità che fino a qualche anno fa ritornavano edizione dopo edizione abbiano in parte ceduto il passo a un ritorno alla lentezza, al lavoro manuale, al recupero di oggetti appartenuti al passato. Una Quotidiana assorta, quella di questa edizione, ma che sembra poter essere distolta dai suoi pensieri anche dal rumore di una forbice che taglia la carta. Una mostra che nel porci di fronte alla sincerità dei lavori esposti ci invita ad usarli come spunto di riflessione per questo tempo, quasi come fossero (citando il titolo di un disco di Paolo Benvegnù) piccoli fragilissimi film.

ENG An impressive exhibition entitled Unf(o)unded opened on March 11 in Ferrara – an exhibition with a simple yet potent concept, one of those ideas that I would have liked to have myself had in an impetus of creativity, an idea that can’t help but make you admire the person who conceived it. An exhibition that brought many great names of contemporary art to a small historic museum, without even bringing a single work of art. An exhibition made of ideas, imagination, and words. In this case, the words were of the many Italian curators, both young and established, who, for the occasion, contributed a work of contemporary art only through its description, allowing the public to see an exhibition that, though invisible, was of extremely high calibre. It was a poetic operation and at the same time provocatory, but most of all, it was a strong stance-taking with respect to the current cultural situation in Italy. Economic resources are continuously dwindling, making it difficult to produce projects which, until last year could, could grow and develop within the context of public institutions. During the opening speech, the curator of the exhibition underlined that though it may sound like a stereotype to say that you only realizes what you’ve got when it’s gone, in some cases this really does apply. Surely this was one of those cases, since what was missing were the works of art, or rather, the funds necessary for these 27


works to be shown, spread and experienced. Why begin an exhibition text speaking about another show? First and foremost, I believe that these moments, by necessity, strengthen connections on a professional level, as well as the fine weaves of affinities, that is, the sensation that in some way we have the same destination in mind. Secondly, I truly believe in moments of encounter and confrontation in this professional field. The Unf(o)unded exhibition was born following a National Forum held in Padua in 2010 – a day when difficult, at times uncomfortable, arguments were discussed, but also many ideas for future collaborations and projects emerged. The promotion of the work of young artists and the support of their profession, though with limited means and infinite difficulties, has been for many years the mission of the G.A.I., the circuit of Young Italian Artists. It is a structure which often risks being ignored in favour of more visible realities. Likewise, the many valid and courageous initiatives promoted by the G.A.I. often risk passing in silence. I use the term courageous because I believe that one does not bet on a sure thing or land on soft ground when choosing to accompany young artists along their path – in some cases they are still in school – but nonetheless it gives great satisfaction and allows both parties to grow. The aims with which the Quotidiana project originated and developed are, in fact, the support and promotion of young artists through a selection that is not based on the curators’ personal tastes. Rather, it poses itself as a survey of the young Italian art scene. It is specifically for this reason that, even when the curators remain the same, Quotidiana alters with great sensitivity through each successive edition. The themes have changed in a consistent manner; even more so since the event has become biennial. The criteria we refer to remain solid, including stylistic maturity and intuition. There are editions when the works are strongly socially directed, and others in which technique prevails over orientation. This characterization is strongly influenced by the tendencies crisscrossing art, by the alternating of certain features, by the artist’s education and experiences, as well as the exponential increase in opportunities such as residencies abroad and specialized courses, which beyond being educational offer a strong professionalization. The atmosphere breathed while observing the works of this year’s Quotidiana is that of a strong sense of expectation and suspension. It is as though after a lengthy period of watching both inside and outside oneself, the gaze stopped in mid air to follow a trail of smoke in the sky, or the landscape passing by a car window. A kind of appropriate distance marks the works in this year’s edition, a waiting for a new focusing, the loving and sometimes maniacal attention to details, as well as that attempt to take a step back with respect to one’s own work, in order to be able to see it as a whole. It seems that, for a moment, the necessity to treat what the means of communication speak of every day has been suspended. Rather, the tendency is that of re28


constructing, starting from fragments left by the past. It seems that, for a moment, the social networks and the avatars remain outside, even television news programmes could be misleading, bringing us to another dimension, off track. But this is not a form of resistance to the present. Rather, it is a new conception of it – a following the tracks that lead to a place to then find something new and unexpected. Thus, even after a number of months, I still feel as if these works were new and not yet metabolized. But most of all, there appears to be a sort of uniformity, if we want to call it that, a kind of rigour and moderation that makes for a compact group of selected artists. Viewing one work after another, despite the differences of the artists’ backgrounds, ages and education, we do not feel jerked about. Quotidiana11 seems to fluidly unravel, seemingly the natural evolution of the preceding editions. Turning the gaze toward history is not, in this case, a step backward, but a different way of proceeding. Increasingly, the artists who participate in Quotidiana live, study, and work in places that are not their homes. Some of them live abroad; others – many – have studied or spent a considerable period of time in a foreign country. This openness is felt more strongly with each new edition, and an awareness of the self takes shape, along with the natural ability to question oneself and to re-question geographies, equilibriums and time. Not even the concept of home is the same as what it was for our predecessors. It has become changing, fleeting, and at the same time deeply rooted, precisely because it is not a given. Quotidiana11 offers other times and places – at times raw and bare, at others, dreamy and unexpected. The suspended time of a body posing for a photograph, the natural rhythm of a plant growing, and the patient gesture of a hand sewing or a pen writing infinite words. This is the rhythm suggested by the works on show. It seems as though the reflections on means of communication and speed, which until a few years ago returned again and again, have left space for a return to slowness, to manual work, to the recuperation of objects belonging to the past. It is a rapt Quotidiana, this edition, but it seems able to be distracted from its thoughts by the sound of scissors cutting paper. It is an exhibition that, in placing us before the sincerity of the exhibited work, invites us to use them as points of reflection for this time, almost as if they were (to quote the title of a Paolo Benvegnù album) piccoli fragilissimi film. *

*(tiny, very fragile films). 29


GAI – ASSOCIAZIONE PER IL CIRCUITO DEI GIOVANI ARTISTI ITALIANI

ITA GAI Associazione per il Circuito dei Giovani Artisti Italiani è un’associazione no profit che attualmente raccoglie 39 Amministrazioni pubbliche tra Comuni capoluogo di provincia, Province e Regioni, allo scopo di sostenere le nuove generazioni artistiche attraverso iniziative di promozione, produzione, mobilità internazionale e ricerca. Tramite una rete capillare di uffici e strutture presenti in tutte le regioni italiane, il GAI opera per documentare attività, offrire servizi informativi, organizzare iniziative di formazione e occasioni di visibilità, in rapporto con il mercato, a favore dei giovani che operano con obiettivi professionali nel campo dell’innovazione, delle arti visive, del design, del teatro, della danza, della musica, del cinema e video, della scrittura. www.giovaniartisti.it

ENG GAI Associazione per il Circuito dei Giovani Artisti Italiani is a non-profit association linking 39 public administrations of capitals of provinces, Provinces and Regions, with the aim of supporting the new generation of artists through initiatives of promotion, production, international travel and research. Thanks to a capillary network of offices and structures throughout Italy, the GAI works to document activities, offer information, organise events and provide visibility in the marketplace, in order to aid young people who want to work professionally in the fields of innovation, visual arts, design, theatre, dance, music, cinema and video, writing, and more. www.giovaniartisti.it

30


31


ANDREA ANDOLINA THE LINES OF CARS (2009) stampa fineart ai pigmenti di carbone su carta baritata Hanemuhle – 60x90 cm fine art print with charcoal pigments on Hanemuhle fibre-based paper

ITA Il percorso artistico di Andrea Andolina è legato alle esperienze di grafica, illustrazione e writing. In occasione di Q11, sperimenta le potenzialità figurative del linguaggio fotografico proponendo tre immagini di automobili d’epoca. La ricerca dell’artista insegue l’idea di un design essenziale. La luce scivola fluida sui profili delle auto, le cui linee armoniose sono valorizzate nel loro fascino ora sinuoso, ora squadrato. Così la percezione più familiare di un oggetto d’uso quale l’automobile rinasce nella rielaborazione fotografica di Andolina in una nuova dimensione creativa: da uno sfondo indistinto emergono sculture d’acciaio di cui risaltano i valori estetici formali. Una sensazione quasi fantasmatica, galleggiante, ambigua, accompagna la fruizione delle immagini. ENG Andrea Andolina’s artistic practice is connected to his graphic design, illustration and graffiti writing experience. On the occasion of Q11, he experiments with the figurative possibility of a photographic language through the proposal of three images of vintage cars. His research pursues the idea of essential design. Light slides fluidly over the outlines of the cars. The allure, sometimes sinuous, sometimes angular, of these harmonious lines is enhanced. Thus, through Andolina’s photographic reworking, the most familiar perception of a functional object, such as the car, is reborn in a new creative dimension: from an indistinct background, steel scupltures emerge, in which formal aesthetic values stand out. It is an almost ghostly sensation, floating, ambiguous, accompanied by the fruition of the images. 32


33


LUCA ARMIGERO

ITA L’artista sviluppa la sua ricerca all’interno della stimolante interazione tra immagine e testo. Il progetto presentato per Q11 è una scritta realizzata in stampa digitale su vinile adesivo, ricavata dal ritaglio dell’immagine di due occhi. La presenza ipnotica di questo sguardo guida lo spettatore in un’immersione all’interno delle parole. La frase offerta ad una nuova significazione è un’espressione corrente, dai tratti di un luogo comune, non attribuibile ad un autore preciso. Eppure proprio in virtù di queste caratteristiche appartiene a ciascuno, la sua apparente banalità risulta in realtà la condizione per cui diviene possibile condividere universalmente la sua veridicità. Si tratta di una frase fantasma che affiora con la stessa rapidità con cui il suo significato si svuota. La scelta di collocare il lavoro in un luogo di passaggio e perciò di inconsueta fruizione come lo scalone monumentale del palazzo contrasta ulteriormente con la più comune attitudine a sorvolare superficialmente le trame ed il contenuto di queste parole alla deriva. 34


NELLE PICCOLE COSE È RACCHIUSO L’UNIVERSO (2010) stampa digitale su vinile adesivo – 36x300 cm digital print on adhesive vinyl

ENG The artist develops his research within the stimulating interaction between text and image. The project presented for Q11 is a written text digitally printed on adhesive vinyl, obtained from a clip of an image with two eyes. The hypnotic presence of this gaze guides the specator into an immersion with the words. The phrase offers a new meaning and a corrente expression, of traits of stereotype, which is not attributable to a secific author. And yet, precisely because of this characteristic, it belongs to everyone, its apparent banality in reality results in her condition for which it becomes possible to universally share its truth. It is a ghostly phrase which crops up with the safe speed with which its meaning empties itself. The choice to place the work in a space of passage and therefore of unusual fruitions, such as the monumental stairway of the palace further contarsts with the most common tendency to superficially fly over the trame and the content of these drifting words. 35


FILIPPO BERTA DÉJÀ VU (2008) – video ALESSANDRO PELICIOLI MASSIMO BARBIERI ANNA COPPOLA GRETA AGRESTI (2010) – video CANZONETTE – TINY SONG (2008) – video

ITA Nei tre video proposti a Q11 l’artista indaga il concetto di dualismo nelle sue molteplici declinazioni: così Alessandro Pelicioli Massimo Barbieri Anna Coppola Greta Agresti sono i nomi di quattro identità nude offerte allo sguardo. Ritmicamente, in modo quasi snervante, appannano con il proprio respiro lo schermo di vetro davanti a loro, sfumando l’immagine del proprio volto. I nomi diventano una cifra vuota: cosa resta dell’identità primigenia di quei corpi? Qual è il loro vero ritratto? Il dualismo ispira anche Déjà vu: schieramenti speculari di gemelli animano una lotta di forze uguali e contrarie in un’incessante, necessaria eppure mai definitiva ricerca di equilibrio. Il confine tra immigrato e locale, due estremità di un comune contesto urbano, sembra prendere forma nel red carpet sul quale alcuni immigrati fischiettano due Tiny song della tradizione bergamasca. Il tappeto costituisce una linea tesa che distingue e differenzia gli attori sociali mentre apre la strada a forme imprevedibili di interazione. ENG In the three videos presented at Q11, the artist investigates the concept of dualism in its multiple declinations: thus Alessandro Pelicioli Massimo Barbieri Anna Coppola Greta Agresti are the names of four bare identities offered to the gaze. Rhythmically, almost unnervingly, the glass before them frosts with their breath, blurring the image of their own faces. The names become an empty code: what remains of the primogenous identity of the body? Which is their real portrait? Dualism also inspires Déjà vu: specular deployments of twins animate a battle of equal and contrary forces in an incessant, necessary, and yet never definite search for balance. The limit between immigrant and local – two extremes of a shared urban context – seems to materialize in the red carpet on which immigrants whistle two canzonettas in the Bergamasque tradition. The carpet constitutes an outstretched line which distinguishes and differentiates the social actors while opening the way for unpredictable forms of interaction. 36


37


TANIA BRASSESCO E LAZLO PASSI NORBERTO THE ESSENCE OF DECADENCE – SERIE (2010) remake of “Nuda Veritas”, Gustav Klimt – anno 1899 fotografia digitale – stampa Lambda su Gatorfoam bordato di nero 84x102 cm remake of “Nuda Veritas”, Gustav Klimt –1899 digital photography: lambda print on blackbordered gatorfoam

ITA L’atmosfera polverosa dell’atelier di un pittore decadentista si trasforma nella superficie fotografica, in essa rivivono l’immortalità delle modelle di Schiele, il mistero amaro delle donne di Klimt, le muse immobili di artisti di minor fama ed i loro sospiri. Animati dalla comune passione per l’estetica e lo spirito che permea il periodo Decadentista, Tania Brassesco e Lazlo Passi Norberto si sono confrontati con capolavori pittorici di maestri della fin de siècle. I loro remake fotografici sono il frutto di un paziente ed accurato studio alla ricerca di quel tempo perduto, sommerso, in cui non sarà difficile leggere i riverberi di quella malinconia, del tedio, di quella sensazione di un abisso incombente tra le trame della nostra società contemporanea… Una cura artigianale ha presieduto il lavoro di ricostruzione delle ambientazioni, degli arredi scenici oltre alla ricerca dei tessuti ed ha segnato il percorso di avvicinamento e immedesimazione di Tania nei personaggi. A Lazlo si deve la sapiente elaborazione degli scatti, dallo studio della luce alla post-produzione. ENG The dusty atmosphere of a decadent painter’s atelier is transformed on the photographic surface. Here, the immortality of Schiele’s models comes to life, as does the bitter mystery of Klimt’s women, not to mention the immobile muses of lesser-known fame – and their sighs. Moved by a common passion for the aesthetic and spirit which permeated the Decadent period, Tania Brassesco and Lazlo Passi Norberto measured themselves with the painted oeuvres of fin de siècle masters. Their photographic remakes are fruit of an accurate and patient study – immersed – in search of that lost time in which it is possible to sense the reverberations of that melancholy, that tedium, that sensation of a looming abyss in relation to our contemporary society… A careful craftsmanship concerning the reconstruction of the milieus and the scenic furniture, as well as a meticulous search for textiles, marks Tania’s process of approaching and identifying with the characters. Meanwhile, Lazlo is responsible for the skillful production of the shots – from the study of the light to the post-production. 38


39


RITA CASDIA MINIBABY (2009) video animazione su monitor lcd 7’ – legno dipinto di bianco – audio Antonio di Lillo video animation on LCD monitor, 7’ – whitewashed wood – audio Antonio di Lillo 30x36x32 cm

ITA La video-animazione di Rita Casdia mette in scena mondi emozionali con uno sguardo attento alle dinamiche generate dai legami affettivi e dalla sessualità. La struttura narrativa è soggetta ad un processo destrutturante apparendo spezzata, disarticolata, disinibita; in essa si condensano riferimenti al vissuto personale e onirico dell’artista, citazioni dall’iconografia classica ed elementi tratti dalla quotidianità. Nel video in mostra l’artista affronta le tematiche della crescita e della percezione di sé e di come esse traggano origine dai vissuti emotivi. La dimensione fisica della bambina, protagonista dell’animazione, si subordina a tali meccanismi in uno spazio di solitudine, decontestualizzato; il segno nero sullo sfondo bianco non lascia spazio a sfumature. Lo spettatore è chiamato ad avvicinarsi alla stanza in miniatura che contiene il video, a rimpicciolirsi di fronte ad una dimensione altra che alimenta il senso di straniamento del personaggio. ENG Rita Casdia’s video-animation stages emotional worlds with a careful gaze on the dynamics generated by affettivities and sexuality. The narrative structure is subjected to a destructuring process, appearing broken up, disarticulated, uninhibited; in this references to the artist’s lived and dream experiences are condensed, quotations form classical iconography and elements drawn from daily life. The video shows the artist faced with the themes of growth and the perception of the self and of how they originate from lived moments. The physical dimension of the child, protagonist of the animation, subordinates herself to such mechanisms in a space of solitude, decontextualizes: the black mark on the white background does not leave space for nuances. The spectator is called to approach the miniature room containing the video, and shrink before an other dimension which nurtures a sense of alienation from the character. 40


41


RITA CORREDDU

ITA La riscoperta dell’identità dei luoghi attraverso le forme espressive della cultura popolare e le trame di storie antiche e presenti anima la ricerca di Rita Correddu. Gli interventi dell’artista si pongono come accenti su realtà che appartengono al vissuto quotidiano e che diventano spazi e momenti di condivisione e confronto. Nascono così nuove proposte di monumento contemporaneo in cui la dimensione intima e collettiva possono incontrarsi. Via Roma 42. Il tempo non potrà mai distruggere ciò che l’affetto ha costruito è il racconto di un percorso che ha origine a Villasor, tra le case antiche di mattoni in terra cruda, i giardini fioriti dietro i portoni e la facciata incompleta di una casa. Nei piccoli fori di questa parete, l’artista ha piantato germogli di fiori e ne ha avuto cura. Ne deriva un omaggio alle mani degli uomini che hanno dato forma a quei mattoni con la stessa laboriosa cura con cui le donne impastavano il pane, per far rivivere nel presente la poesia di un’antica sapienza popolare. La voce calda di un poeta del paese accompagna le immagini che documentano l’esperienza, scandisce il tempo immobile e il silenzio del gesto artistico; le sue parole raccontano una fiaba nuova e reale. 42


VIA ROMA 42. IL TEMPO NON POTRÀ MAI DISTRUGGERE CIÒ CHE L’AFFETTO HA COSTRUITO (ANONIMO) (2010) – installazione: 4 stampe fotografiche 10x20 cm, poesia* (lettore mp3 e audio in cuffia), fiaba (stampa su carta) installation: 4 photographic prints 10x20cm, poem* (mp3 player with audio in headphones), fable (print on paper)

ENG The rediscovery of the identity of places through the expressive form of popular culture and the interweaving of ancient and contemporary history animate the research of Rita Correddu. The artist’s interventions pose themselves as accents on realities which belong to everyday experience and which become spaces and moments of sharing and encounter. Thus, new proposals of a contemporary monument emerge, in which intimate and collective dimensions can meet. Via Roma 42. Il tempo non potrà mai distruggere ciò che l’affetto ha costruito (Via Roma 42. Time can never destroy that which affection has built) is the tale of a journey which began in Villasor, among the ancient houses of raw earth bricks, blooming gardens behind the doorways and the incomplete façade of a house. The artist planted flower seeds in the small holes of this wall and cared for them. She pays homage to the hands of the men who gave form to the bricks with the same laborious care with which the women kneeded the bread, in order to relive in the present the poetry of ancient popular knowledge. The warm voice of a village poet accompanies these images which document the experience, measures the immobile time and the silence of the artist’s gesture; his words recount a new and real fable. 43


NICOLA CRIVELLARI

ITA Effetto Campanellino è un’espressione che descrive quei fenomeni che esistono solo perché le persone credono in loro. In che misura le informazioni che riceviamo dai mass-media possono influenzare la percezione della nostra realtà presente? La video-animazione di Nicola Crivellari presenta, con sottile ironia e spiccato gusto per l’assurdo, gli scenari futuribili e paradossali di un presente alternativo. Effetto Campanellino si serve di un linguaggio affine a quello giornalistico per informarci su avvenimenti appartenenti ad un futuro prossimo che sembra una verosimile emanazione dell’attuale momento storico. Il dettaglio della data innesca però un corto circuito tra la realtà e questo suo plausibile surrogato mediatico. Eppure gli strumenti a disposizione per svelare la finzione sono ancora una volta dei media. In che modo infatti possiamo apprendere qual è l’ora esatta e la data di oggi? Chi dà un volto alle nostre istituzioni, chi riferisce i risultati elettorali, le sentenze giudiziarie, le fluttuazioni economiche e altri eventi che possono risultare determinanti per le nostre scelte di vita? 44


L’EFFETTO CAMPANELLINO (2010) video HD, durata variabile video HD, duration variable

ENG Effetto Campanellino (The Tinkerbell Effect) describes those things that exist only because people believe in them. To what extent can the information we receive from mass-meda influence the perception of our present reality? Nicola Crivellari’s video-animation, with subtle irony and a marked taste for the absurd, portrays the paradoxical and hypothetical future scenarios of an alternative present. Effetto Campanellino uses a pseudo-jouralistic language to inform us of events belonging to a near future which seem to be a plausible emanation of the current historic moment. The detail of the date however triggers a short circuit bewteen the reality and this plausible media surrogate. And yet, the tools available for revealing the fiction are once again those of the media. In which way can we learn what is the exact hour and date of today? Who is the face of our institutions, who refers electoral results, legal sentences, economic fluctuations and other events which may determine the choices in our lives? 45


SIMONA DA POZZO

ITA Invertire le coordinate e aprire un varco dimensionale tra luoghi diversi è possibile: l’ubiquità trova un punto di accesso. L’opera video Exclave raccoglie le tracce di un percorso performativo che ha inizio a Pau (Francia). Qui l’artista ha prelevato una porzione di suolo su cui era passata quotidianamente durante l’anno della sua residenza artistica. Un contenitore trasparente mostra la composizione del suolo e le coordinate della sua ubicazione originaria così da permettere una costante ri-contestualizzazione dell’oggetto. Ha inizio il viaggio del primo Suolo Portatile. L’artista si è spostata in treno da Pau a Mosca passando per Parigi e Milano alla ricerca di un luogo in cui installare il suolo francese, coinvolgendo e facendosi consigliare dalle persone incontrate. A Mosca si aprirà una nuova fase del progetto: l’artista sceglierà un sito adatto ad ospitare la porzione di terreno francese e preleverà un campione di suolo russo da portare indietro nel viaggio di ritorno. Potrà così prendere forma ubiquity access points: un micro-consolato incastonato tra i marciapiedi della città. Simona Da Pozzo conquista frammenti di territorio che rende fruibili altrove, tendendo un filo conduttore, creando poli magnetici di attrazione, individuando nel senso di appartenenza legami sociali e territoriali. Il pubblico è chiamato a interagire con il Suolo Portatile: l’operazione si apre così alla riflessione su tematiche quali il sentirsi stranieri e l’integrarsi in un nuovo contesto. 46


EXCLAVE (2010) video, 15’ 34’’, HD, colore, stereo – Francia, Italia, Russia video, 15’ 34’’, HD, colour, stereo – France, Italy, Russia

ENG Inverting coordinates and opening a dimensional passage between different places is possible: ubiquity finds a point of access. The video work Exclave collects the traces of a performative journey which began in Pau (France), where the artist removed a piece of the ground upon which she walked daily during her year as an artist in residence. A transparent container shows the composition of the ground and the coordinates of its original location, allowing for a constant re-contextualization of the object. Thus, the journey of the first Portable Ground begins. The artist traveled by train from Pau to Moscow, passing through Paris and Milan, in search of a place where she could install the French ground, asking for advice from the people she met. In Moscow, a new phase of the project began: the artist chose a site suitable to host the portion of French ground and then took a sample of Russain soil to bring with her on her return journey. Therefore ubiquity access points take shape: a microconsulate set in the sidewalks of the city. Simona Da Pozzo conquers fragments of territory which she makes usable in other places, holding a thread, creating magnetic poles of attraction, identifying social and territorial ties concerning belonging. The public is called to interact with the Portable Ground: the operation thus opens reflections on issues, such as feeling foreign and the possibility of integrating within a new context.

47


ALBERTO DI CESARE

ITA Esistono cose necessarie e cose superflue è un assunto che permea il sistema economico occidentale. Spesso siamo indotti ad un consumo, uno scarto e un rinnovo ossessivi degli oggetti che ci circondano, sempre meno sensibili al respiro delle cose, al loro valore funzionale e relazionale. Oggetti tenta di sovvertire questa prospettiva. L’intervento di Alberto Di Cesare comincia con il recupero di oggetti di arredo e d’uso domestico presso isole ecologiche o discariche abusive, a cui segue il loro restauro. Quest’ultimo avviene in modo filologico, secondo un criterio di omogeneizzazione dei vari materiali e mantenendo la forma originale degli oggetti. L’artista si avvicina alla dimensione oggettuale con rispetto, tentandone il ripristino funzionale e lasciando – dove presenti – i segni di usura. La cura sottrae gli oggetti al loro status di rifiuti inermi e li restituisce a una dimensione sospesa. Negli oggetti così potremmo scorgere i riflessi della nostra simbiosi con loro, il paesaggio della nostra affezione nei confronti del mondo (M. Angelotti). Connesso alla fase espositiva l’intervento prevede il reinserimento degli Oggetti in case private. Chiunque desideri acquistarli potrà barattarli con oggetti propri ritenuti superflui. Ai nuovi possessori sarà chiesto di documentare con immagini gli Oggetti nei loro nuovi contesti. A regolare questo scambio non sarà una valutazione economica ma una ri-valutazione della loro funzione relazionale. 48


OGGETTI (2010) installazione, tecnica mista (oggetti d’arredo, immagini fotografiche) dimensioni ambientali variabili mixed media installation (pieces of furniture, photographs) – dimensions variable

ENG Necessary objects exist, as do superfluous ones is a theory which permeates the entire Western economic system. We are often induced into obsessive consumption, wasting and renewal of the objects surrounding us –increasingly less sensitive to the way things breathe, of their functional and relational value. Oggetti (Objects) attempts to subvert this perspective. Alberto Di Cesare’s intervention begins with the retrieval of everyday household furniture from non-recyclable waste depots or illegal dumps, after which he restores them. The latter occurs in a philological manner, following a criteria of homogenization of the various materials, maintaining the original form of the objects. The artist respectfully approaches a dimension of objecthood, attempting a functional restoration and leaving –where present– the signs of wear and tear. His treatment separartes the objects from their status of defenceless refuse and returns them to a suspended dimension. We, thus, can catch glimpses that reflect our symbiosis with them, the landscape of or affections in relation to the world (M. Angelotti). In connection with the exhibition phase, the intervention foresees the reinsertion of the Oggetti in private houses. Whoever wishes to purchase them can barter them with other objects that he or she considers superfluous. The new owners will be asked to photographically document the Oggetti in their new contexts. A re-evaluation of the functional relation, rather than an economic appraisal will regulate this exchange. 49


ALESSANDRO FABBRIS LINEAMENTI DI UNA ANALISI #1 (2010) pigmenti su acetati, pastelli su lucidi – 200x100 cm pigment on acetate, pastel on tracing paper ITA Le installazioni pittoriche di Alessandro Fabbris sono luoghi aperti di incontro e di negoziazione di significati, di rivelazione. Il segno pittorico che ricopre un ruolo centrale nella sua produzione artistica, si fa alfabeto linguistico, pigmento puro; struttura le partiture ritmico-musicali delle opere. Una sintassi di linee, punti e macchie si articola e si sovrappone sui supporti in acetato e carta da lucido dando origine a immagini composite che giocano sulla trasparenza e sulla prospettiva. Ne risultano teoremi delicati di pieni e respiri in un equilibrio precario che nega con forza la fissità definitiva del segno. Nella frammentazione di questo arcipelago pittorico affiorano tracce e riferimenti analitici a caratteristiche figurative tratte dalla storia dell’arte di cui l’artista coglie e astrae l’essenza. Alla tradizione pittorica infatti l’artista si approccia combinando uno studio accurato ad un’appassionata dedizione. Nella società contemporanea, dedita ad un uso e consumo compulsivo di icone persuasive, cos’è realmente un’immagine? Alessandro Fabbris riscopre in essa quella seduzione che suggerisce e non indica, capace di stimolare il pensiero e i sensi, di creare metafore illuminanti. (il testo è il risultato di un libero adattamento di testi critici della curatrice Olga Gambari) ENG The pictorial installations of Alessandro Fabbris are open spaces of encounter and negotiation of meaning, of revelation. The pictorial mark, which plays a central role in his artistic production, becomes a linguistic alphabet – pure pigment; it structures the rhythmical-musical score of the work. A syntax of lines, dots and blots articulating and overlapping itself on the surfaces of acetate and tracing paper, it gives life to composite images which play on transparency and perspective. Delicate theorems of fullness and breathing exist in a precarious equilibrium, vigorously denying the definitive fixity of the mark. In the fragmentation of this pictorial archipelago, analytic traces and references to figurative characteristics arise – the artist draws these from the history of art, and in turn abstracts their essence. In fact, Fabbris approaches the artistic tradition through a combination of accurate study and passionate commitment. In contemporary society, dedicated to compulsive use and consumption of persuasive icons, really, what is an image? Alessandro Fabbris recovers that seduction which does not indicate, but suggests, able to stimulate thought and the senses, to create enlightening metaphors. (this text is free adaptation of the critical writings of the curator Olga Gambari) 50


51


FRANCESCO FEDERICI

ITA Dato immediato della coscienza immerge lo spettatore in un flusso di immagini e suono non mediato da alcun indizio. Un indistinto fumo nero, sospinto in varie direzioni da correnti, copre gradualmente lo schermo. Si tratta forse di una visione dallo scenario di una catastrofe imminente o di uno scorcio di ciò che resta dopo la catastrofe stessa. Abbandonata ogni esigenza narrativo-rappresentativa, il video si offre allo spettatore attraverso un rapporto diretto, intimo e per una durata determinata dal fruitore stesso. Di fronte alla proiezione il pubblico potrà vivere un momento di concentrazione totale, un’esperienza libera dall’usuale scorrere del tempo. Chi guarda ha la possibilità di appropriarsi e di plasmare i significati della visione attraverso la propria dimensione personale. Ancora una volta, l’interazione aperta con lo spettatore si rivela un tratto saliente nella ricerca artistica di Francesco Federici. 52


DATO IMMEDIATO DELLA COSCIENZA (2010) video 4:3

ENG Dato immediato della coscienza immerses the spectator in a flux of images and sound unmediated by any clue. An indistinct black smoke, driven in various directions by currents, gradually covers the screen. It represents either a vision of a scenario of imminent catastrophe or a glimpse of what remains after the catastrophe itself. Abandoning every narrative-representative claim, the video offers itself to the spectator through a direct and intimate relationship, for a duration determined by the latter him or herself. Faced with the projection, the public may live a moment of total concentration, an experience free from the usual flow of time, thus allowed the possibility of appropriating and shaping the meanings of the vision through a personal dimension. Once again, open interaction with the spectator reveals itself to be a salient trait of Francesco Federici’s artistic research. 53


CRISTINA GORI

ITA Flow nasce da una riflessione sull’etimologia della parola Mediterraneo, dal latino mediterraneus: in mezzo alle terre. Il mare che lambisce le Terre, stabilisce con esse un legame fisico concreto: diventa un ponte tra loro. Il mare, quasi fosse il negativo fotografico dei territori emersi, appare un medium tangibile e palpitante. Cristina Gori sviluppa questa riflessione trasferendo il concetto di ponte in una dimensione più astratta: quella biochimica della sinapsi neuronale. L’artista immagina così un mare formato da una fitta rete di elementi cellulari in comunicazione tra loro, capaci di instaurare scambi energetici, ma anche culturali e generazionali tra culture e popoli vicini e lontani in un incessante scorrere linfatico. Cristina Gori, lega la sua ricerca artistica all’interesse per il dualismo natura/ artificio: le forme dei moduli che compongono l’installazione, così come l’uso del colore verde, sono cifre che rimandano a questo background. Imitati, ibridati e modificati con mezzi artificiali, questi elementi cellulari in feltro e ovatta sono tuttavia legati da sinapsi morbide, fisiche, non asettiche a suggerire che un’interazione feconda tra le Terre è possibile.

54


FLOW (2010) installazione: feltro cucito a mano –misure variabili (c.a. 3x5 m) installation: hand-sewn felt – variable dimensions

ENG Flow began as a reflection on the etymology of Mediterranean, from the Latin mediterraneus: between lands. The sea laps against lands, establishing a physical and concrete connection with them: it becomes a bridge between them. The sea, almost as if it were a photographic negative of surfacing territories, appears as a tangible and pulsing medium. Cristina Gori develops this reflection by transferring the concept of bridge into a more abstract dimension: a biochemical one of neural synapse. The artist thus imagines a sea made of a dense network of cellular elements communicating amongst themselves, able to establish not only exchanges of energy, but also of culture and generational between culture and populations near and far in their incessant lymphatic flow. Cristina Gori connects her artistic research to the interest in a nature/artifice dualism: the form of the modules which compose the installation, just as the use of the colour green are cyphers which refer to this background. Imitates, hybridizes and modified with artificial means, these cellular elements in felt and ovatta are still connected by soft, physical, non aseptic sinapsi, suggesting that a fecund interaction with the earth is possible. 55


TEODORO LUPO

ITA La fotografia domina la produzione artistica di Teodoro Lupo. In particolare, a testimonianza dell’interesse dell’artista per la percezione dello spazio e per le modalità di relazionarsi ad esso, Q11 ospita la serie Staubfilm. La polvere delle finestre e delle vetrine fa da filtro tra l’obiettivo fotografico e l’interno di esercizi commerciali in disuso lungo le strade di Berlino. Le foto di Teodoro Lupo cercano in quei luoghi tracce di un passato ma soprattutto gli indizi di una trasformazione. Immagina una storia nuova oltre la patina dell’abbandono. Il fascino di questa possibilità di rinnovo sembra ispirare anche il percorso dell’artista stesso: la sua ricerca inaugura un nuovo corso aprendosi a diverse modalità espressive. Q11 raccoglie la sfida proponendo la scultura in gommapiuma Ever and over all. Dalla relazione con lo spazio, la riflessione artistica approda alla relazione tra le persone nello spazio delle loro interazioni. Forma e colore danno voce e plasmano queste suggestioni. Così l’oggetto scultoreo si fa metafora tridimensionale delle strutture e delle dinamiche dei rapporti interpersonali. 56


EVER AND OVER ALL (2010) gommapiuma, colore acrilico, legno, fascetta stringicavo – 100x100x100 cm foam rubber, acrylic paint, wood, tie-rap

STAUBFILM (2004) c-print su alu-dibond – 67x55 cm c-print on alu-dibond

ENG Photography dominates Teodoro Lupo’s artistic production. In order to give evidence of the artist’s interest in the perception of space and the manners with which one relates to this, Q11 hosts a series of Staubfilm. The dust on the display windows acts as a filter between the photographer’s lens and the inside of abandoned commercial activities along the streets of Berlin. In those spaces, Lupo’s photographs search for traces of a past, and most of all, for indications of a transformation. Imagine a new history beyond the gloss of abandon. The allure of this possibility of renewal seems to inspire the artist’s entire practice. His research sets out a new route, opening itself up to different expressive modalities. Q11 welcomes this challenge, proposing the foam rubber sculpture of Ever and over all. From the relationship with space, this artistic reflection reaches the relationship between the people in the space and their interactions. Form and colour give voice to and shape these suggestions. Thus, the sculptural object turns itself into a three-dimensional metaphor of the structures and the dynamics of interpersonal relationships. 57


ALESSANDRA MAIO MIMESIS (2010) installazione ambientale, carta, penna, compensato, binocolo – dimensioni variabili site-specific installation, paper, pen, plywood, binoculars – dimensions variable

ITA Dalla parete che sovrasta lo scalone monumentale di palazzo Trevisan affiora una cornice ovale di stucco. Incastonata nell’ovale prende vita Mimesis, l’immagine di una natura morta che sembra riproporre un brano della decorazione originale del palazzo ottocentesco; essa risulta così coerentemente integrata con la sua ambientazione da passare quasi inosservata. A risvegliare lo spettatore dal torpore di questa visione interviene un binocolo collocato sul parapetto. Come giustificare la presenza di questo oggetto? Cosa c’è da osservare? Attraverso il binocolo lo spettatore potrà accorgersi che l’immagine nella cornice non è dipinta: i tratti del disegno sono infatti ottenuti grazie alla scrittura. La sorpresa della scoperta saprà riattivare l’attenzione sulle parole che compongono le minuziose trame della natura morta. Con un’ironia quasi dispettosa, l’artista disattende le aspettative dello spettatore incuriosito che potrà leggere nel disegno solo le parole di una conta infantile sempre uguale a se stessa. La ricerca artistica di Alessandra Maio è caratterizzata dall’uso della scrittura nella sua funzione di significante. I segni della scrittura ordiscono una sorta di ricamo mentre le parole, ripetute come mantra, esprimono un senso di ossessione discreta ma sempre latente in ciascun individuo. ENG An oval stucco frame emerges from the walls towering over the monumental stairway of palazzo Trevisan. Set within, Mimesis – an image of a still life, seemingly consistent with the palazzo’s original nineteenth century decoration – takes form. So coherently integrated with its context, it passes almost unobserved. A pair of binoculars placed on the parapet serves to reawaken the spectator from the slumber of this vision. What justifies the presence of this object? What can be observed? Looking through the binoculars, one discovers that the image in the frame is not painted; rather, it is obtained through writing. This surprise draws attention to the words composing the delicate and intricate lines of this still life. The artist ironically disregards the expectations of the curious viewer, presenting the recurring singsong words of an infantile counting rhyme. Alessandra Maio’s artistic research is characterized by the use of writing in its function of signifier. The marks created by the text produce the effect of embroidery, while the words, repeated like a mantra, express a sense of discrete, yet latent, obsession belonging to everyone. 58


59


MARTA MANCUSI WE ARE ITALIANS (2009) stampa digitale, serie di 6 immagini 42x59,4 cm digital prints, series of 6 images

ITA La gestualità ha un’efficacia molto incisiva nella cultura italiana. Lo si può riscontrare quasi per gioco nelle stampe digitali realizzate da Marta Mancusi. Le immagini dai tratti essenziali ma immediati riflettono un percorso di sperimentazione delle potenzialità del segno grafico già avviato dall’artista nel campo dell’incisione. Le stampe si presentano come finestre di dialogo con il pubblico sollecitando il riconoscimento di alcuni gesti tipici ed il richiamo ai loro significati. Riconoscere un gesto con cui si ha familiarità permette di identificarsi appieno nel titolo della serie: We Are Italians. Allo stesso tempo questa operazione può sollevare incomprensione e curiosità da parte di fruitori stranieri. Un’evoluzione interessante dell’intervento dell’artista si è rivelata la possibilità di avviare un confronto con il pubblico. Quest’ultimo infatti è stato coinvolto in una sorta di traduzione degli stessi gesti nelle modalità espressive delle diverse culture di appartenenza. ENG Gestuality has a very incisive effectiveness in Italian culture. This can be found, almost playfully, in Marta Mancusi’s digital prints. The essential but direct strokes of the images reflect her experimentation on the potentialities of the mark, already developed in the artist’s previous engravings. The prints are presented as windows for a dialogue with the public prodding the recognition of certain typical gestures and a recollection of their meaning. Recognizing a familiar gesture allows one to identify fully with the title of the series: We Are Italians. At the same time, this operation may cause incomprehension and raise curiosity on the part of foreign observers. An interestng evolution of the artists’ intervention has revealed the possibility of setting off a comparison amongst the public involved in a sort of translation of these same gestures in the different modalities of different cultures. 60


61


ISABELLA MARA

ITA Tutto ha inizio con un viaggio: cinquemila chilometri percorsi da Milano verso l’Est Europa dei Balcani Occidentali, passando per Albania, Macedonia, Grecia, Montenegro, Bosnia, Croazia, Slovenia e infine tornando a Milano. Proprio al suo ritorno l’artista ha voluto dare forma alle memorie di quel viaggio: memorie di luoghi e di incontri, di speranze e di diversità, frammenti di quotidianità disegnati con ritagli di giornali. In particolare Isabella Mara rielabora il suo viaggio mediante il rapporto tra le persone e la propria casa e alla luce delle suggestioni di Francoise de Singly sul tema dell’identità. Affiora l’idea di una casa mobile, quasi una nave che può approdare gettando e issando l’ancora in porti diversi. L’imbarcazione è disponibile per il viaggio alla ricerca di una nuova dimora, di un’altra dimensione esistenziale, ma custodisce l’identità delle proprie origini. Le radici estratte dal terreno si inaridiscono e muoiono ma una casa mobile può continuare a vivere dentro ciascuno nonostante la spinta incessante del cambiamento, del mettersi in viaggio. Isabella Mara rappresenta e ricostruisce il suo viaggio in un album-sequenze di drawing-collage. A dare unità a questi frammenti è la volontà di salvaguardare l’intensità di un istante, di una miniatura della vita. 62


PASS-HOME (EAST/WEST EUROPE) (2010) 18 drawing-collage e disegno a china 21x29,7 cm – 180x120 cm 18 drawing-collages and india ink drawing

ENG Everything began with a trip: five thousand kilometres from Milan to the Eastern Europe of the Western Balkans, passing through Albania, Macedonia, Greece, Montenegro, Bosnia,Croatia, Slovenia and finally returning to Milan. Precisely when she returned, the artists wished to give form to the memory of the trip: memory of places and of encounters, of hopes and of differences, fragments of everyday life drawn with newspaper clippings. In particular, Isabella Mara reworked her journey through her relationship with people and her own house and in light of Francoise de Singly’s suggestions on the theme of identity. The idea of a mobile house crops up, almosta a ship which can dock throwing and hoisting the anchor in different ports. The imbaractio is available for the trip in search of a new dwelling, of another existencial dimension, but it guards the identity of its own origins. The roots extracted from the terrain dry up and die, but a mobile house can continue living within everyone despite the restless drive for change, for setting off on a voyage.

63


LORENZO MAZZI DILEMMA ALESSANDRINO (2010) installazione: cavo elettrico 120 m, lampadina installation: electric cable 120 metres, light bulb

ITA L’attimo teso prima di una risoluzione complessa rivive nell’installazione di Lorenzo Mazzi. Un robusto groviglio di cavo elettrico pende dal soffitto e alimenta la luce sfrigolante di una lampadina. L’ombra dell’intrico dialoga con l’ambiente espositivo dividendo le pareti in una zona superiore più buia ed una sottostante animata dallo sfarfallio della luce instabile; il loro confine è tracciato dal profilo frastagliato del nodo. La poetica dell’artista, legata in parte al proprio vissuto autobiografico, è sensibile alle situazioni dilemmatiche, segue la loro crescente complessità e l’accentuarsi della loro insostenibilità fino a sfiorarne il limite. Così intorno all’opera presentata aleggia una sorta di memento mori: di fronte ad un groviglio percorso da elettricità, una soluzione di tipo alessandrino si renderebbe fatale – e quindi impossibile – nel momento stesso in cui qualcuno la praticasse. ENG The strained moment before a complex resolution is relived in Lorenzo Mazzi’s installation. A thick tangle of electric cable hangs from the ceiling and feeds a crackling light bulb. The shadow of this intricate dialogue with the exhibition space divides the walls into a dark upper area and a lower zone animated by the flickering of the unstable light. The knot’s jagged silhouette marks the border. The artist’s vision, in part connected to his own personal experience, is sensitive to problematic situations. It follows their growing complexity and the stress of their own unsustainability, finally reaching a limit. A kind of memento mori lurks around the presented work: before a tangled electrical path, an Alexandrian solution would reveal itself to be fatal – and therefore impossible – the very moment someone practiced it. 64


65


FABIO RONCATO OKINOUMI (2010) tecnica mista (spray e adesivi su tela) – 100x200 cm tecnica mista (spray e stickers on canvas)

ITA Sono icone goffe quelle rappresentate da Fabio Roncato. Sono individui dalle proporzioni imponenti, colossali, incrostati di attributi e decorazioni gerarchiche, circondati da un’aura sacrale eppure esposti al rischio di sembrare ridicoli se estrapolati dal loro contesto. Si stagliano nella loro verticalità in previsione di un gesto violento, in attesa di combattere. Le trame ricche ed eterogenee della materia pittorica, oltre alla trattazione dei volumi delle figure, ripropongono caratteristiche tecniche della scultura, del graffitismo e della street-art appartenenti al background dell’artista. Nelle opere proposte tuttavia Fabio Roncato subordina la rappresentazione realistica ad una volontà quasi espressionista. L’artista attinge a figure archetipiche dell’immaginario, come metafore in cui far confluire la sua visione del sistema sociale: la città è un’arena in cui vige uno spirito competitivo senza eroismo. Qui gli atteggiamenti aggressivi e violenti, legati a spinte contingenti o indotte, sono talvolta dissimulati nel nome di ragioni di ordine superiore ma nulla hanno a che fare con la dignità delle lotte leggendarie. ENG Fabio Roncato portrays awkward icons: individuals with imposing, colossal proportions, encrusted with hierarchic features and decorations, surrounded by a sacred aura, yet exposed to the risk of seeming ridiculous if extrapolated from their context. They stand out by virtue of their verticality, awaiting a violent gesture, expecting to fight. The rich and heterogeneous threads of paint, aside from the treatment of the volumes of the figures, suggest the technical characteristics of sculpture, graffiti and street art, all part of the artist’s background. However, in these works, realistic representation is subjected to an almost expressionistic will. The artist draws from archetypal figures of fantasy as a metaphor in which his vision of the social system converges: the city is the arena of the competitive spirit. Here, aggressive and violent behaviour, connected to contingent or induced drives, are at times dissimulated in the name of superior order, but they have nothing to do with the dignity of legendary fights. 66


67


CLAUDIA ROSSINI

ITA * è il diario di un anno di risvegli. Quasi ogni giorno l’artista, appena sveglia, ha fotografato la veduta dalla finestra della sua casa mantenendo invariato il punto di vista e l’inquadratura. Claudia Rossini lega la sua ricerca artistica allo studio del paesaggio, inteso anche come immagine dell’altrove, spazio fuori dal sè, espressione dell’immaginario collettivo e luogo in cui agiscono le dinamiche della società. L’artista privilegia il mezzo fotografico ma è anche un’attenta osservatrice dell’orizzonte figurativo del web. Le operazioni di accumulo e archivio di immagini reperite in entrambi i canali risultano funzionali alla riattivazione della percezione oltre che materiali preziosi per documentare il divenire incessante di un’epoca. L’installazione fotografica presentata raccoglie 300 scatti corredati di data e ora e propone agli spettatori una sorta di allenamento visivo alle differenze. Il paesaggio familiare che appare quotidianamente alla finestra dell’artista, si rivela in costante mutamento anche solo per il variare dell’intensità e del colore della luce. L’asterisco che titola l’opera suggerisce come chiave di lettura dell’installazione le immagini stesse che la compongono e al contempo svela la struttura sottesa all’intervento: una moltiplicazione cronologica idealmente infinita. * sembra un invito a guardare con rinnovata meraviglia il mondo là fuori. 68


* (2009 > in corso) fotografia, stampa digitale opaca su pvc – 300 elementi 10x15 cm, 3.6x2.3 m photography, digital print on opaque pvc – 300 elements

ENG * is the diary of a year of awakenings. Almost daily, the artist photographed the view from her window, as soon as she woke up, maintaining the same point of view and framing. Claudia Rossini connects her artistic research to the study of landscape – also understood as the image of elsewhere, a space beyond the self, an expression of the collective imagination and the place where the dynamics of a society are played out. Rossini privileges the medium of photography, but she is also a careful observer of the figurative horizon of the web. Precious material for documenting the relentless becoming of an era, the operations of accumulation and archiving of images, obtained from both channels, also serve to reactivate perception. This photographic installation collects three hundred photographs, accompanied by the date and hour they were take, proposing a sort of visual training for spotting differences. The familiar landscape which constantly appears at the artist’s window reveals itself to be in a state of continuous change, even if only in the variation of the intensity of colour and light. The asterisk titling the work suggests a reading of the very images constituting the installation and, at the same time, reveals the underlying structure of the intervention: an ideally infinite chronological multiplication. * seems to be an open invitation to gaze with a renewed sense of wonder at the world out there. 69


MASSIMO VASCHETTO LILY E TOSHI (2010) olio su carta – 25,1x17,6 cm ciascuna oil on paper – 25,1x17,6 cm each

ITA Dal fondo nero emergono i ritratti di due giovani. Isolate in questo silenzio cromatico, le geometrie e l’armonia delle forme risultano valorizzate. Lily e Toshi nascono come lavori indipendenti e tuttavia sono legati dalla ricerca di un ideale di bellezza e di equilibrio che attraversa il percorso artistico di Massimo Vaschetto. Le figure sono ritratti di giovani ma l’attitudine psicologica che ne restituisce l’artista appare in contrasto con la loro età, comunemente associata a incertezza e instabilità: sono giovani silenti e consapevoli come se avessero già acquisito una compiuta maturità. I lineamenti dei volti richiamano in alcuni tratti l’Oriente e l’Africa. Si tratta di un riferimento all’entropia dei flussi migratori che sta trasformando la comunità globale e di cui l’artista è un affascinato osservatore. Massimo Vaschetto crede nella saggezza della gioventù, una saggezza istintiva eppure in grado di accompagnare scelte consapevoli, di sostenere l’impegno per un ideale e la determinazione nel conseguimento di obiettivi. ENG The portraits of two youths emerge from the black background. Isolated in this chromatic silence, the geometries and harmonies of the forms are enhanced. Lily and Toshi originate as independent works; nonetheless they are connected by a search for beauty and balance, present throughout Massimo Vaschetto’s artistic practice. The psychological attitude provided to them by the artist seems to be in contrast with their age – generally associated with uncertainty and instability. They are silent and aware youths, appearing to have already reached maturity. Their Asian and African-like traits reference the entropy of the migratory flows that are transforming global society, of which the artist is fascinated observer. Vaschetto believes in the wisdom of youth, an “instinctive wisdom” able to make aware choices, to support the striving for an ideal and the determination in following through with objectives. 70


71


SELEZIONE DIGITALIA

APPARATI EFFIMERI

ITA Lo scopo di Apparati Effimeri è modificare la percezione degli spazi e di ciò che contengono. Il collettivo interviene in modo non invasivo dando vita alle forme preesistenti: le architetture diventano così sia schermi attivi per le proiezioni video che i soggetti delle stesse. L’installazione video Cosmopolitan Opening è stata creata appositamente per l’inaugurazione dell’Hotel Cosmopolitan di Bologna nel 2009. Apparati Effimeri ha studiato gli interni dell’albergo, dalla struttura alle tappezzerie per creare un impianto scenico unico rielaborato in grafica 3D. 72


COSMOPOLITAN OPENING (2009) installazione video

ENG The aim of Apparati Effimeri is to modify the perception of spaces and what they contain. The group intervened in a non-invasive way, giving life to pre-existing forms: architectures thus become both active screens for the video projections and the subjects themselves. The video installation Cosmopolitan Opening was created expressly for the opening of the Hotel Cosmopolitan in Bologna 2009. Apparati Effimeri studied the interior of the hotel, from the structure to the tapestries, in order to create a single scenic system elaborated in 3D graphics. 73


SELEZIONE DIGITALIA

LEMEH42

ITA Inner Klange è stata commissionata nel gennaio 2010 dal Museo Internazionale della Musica di Bologna in partnership con il Comune di Bologna e Galleria L’Ariete artecontemporanea in occasione della mostra Love Me Fender. L’opera conduce lo spettatore in un viaggio ornirico alla ricerca dell’origine del suono.

74


INNER KLANGE (2010) animazione digitale 10’ – musica: Marco Scattolini – produzione: L’Ariete artecontemporanea digital animation 10’ – music: Marco Scattolini – production: L’Ariete artecontemporanea

ENG Inner Klange was commissioned in January 2010 for the International Museum of Music, Bologna, in partnership with the Municipality of Bologna, and Galleria L’Ariete artecontemporanea, on the occasion of the Love Me Fender exhibition. The work leads the spectator on a dreamlike journey through a search for the origin of sound.

75


SELEZIONE DIGITALIA

LUCA LUMACA

ITA Video commissionato da Libera rete nazionale anti mafie e Torino Sistema Solare. Statistiche raccolte informano che con un fatturato di 130 miliardi di euro l’anno Mafia S.p.a. è l’unica azienda italiana che non paga la crisi e che il 50% dei suoi utili provengono esclusivamente dal traffico di cocaina e altre droghe. Un mercato in continua espansione oggi maggiormente redditizio rispetto alle voci più tradizionali: tangenti, appalti, usura, racket, mercato di armi, rifiuti tossici, ecc..

76


MAFIA SPA (2009) 3’ 17’’ – regia e soggetto: Luca Lumaca – traccia sonora: Postal_m@rket 3’ 17’ – director and storyline: Luca Lumaca – sound track: Postal_m@rket

ENG This video was commissioned by Libera, the national anti-mafia network, and Torino Sistema Solare. Statistics inform us that with a turnover of 130 billion euros per year, Mafia S.p.a. is the only Italian company which is not paying for the crisis, and that 50% of its profits derive exclusively from the trafficking of cocaine and other drugs. A market in continuous expansion, today, narcotrafficking is even more lucrative with respect to more traditional activities, such as political corruption, subcontracting, usury, illegal rackets, the arms trade, toxic waste (mis)management, etc…

77


DIGITALIA Progetto di ricognizione sull’arte digitale italiana Survey project on digital art in Italy

ITA Digitalia è un concorso organizzato dall’Ufficio Progetto Giovani - Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Padova, in collaborazione con il circolo Arci Unwound, a cura di Dario Lazzaretto. Il progetto è stato organizzato per promuovere e offrire possibilità di sperimentazione alla ricerca artistica legata ai nuovi linguaggi e ai nuovi media. La selezione dei tre vincitori è stata operata da Paolo Rosa di Studio Azzurro; qualità, originalità e innovazione sono stati i criteri fondamentali di selezione dei lavori. Oltre alla premiazione e proiezione degli elaborati selezionati all’interno di serate dedicate nel corso del 2010, i lavori vincitori sono stati inseriti, in una sezione speciale, in Q. Esposizione. ENG Digitalia is a competition organized by the Ufficio Progetto Giovani – Council for Youth Politics of the city of Padua, in collaboration with Arci Unwound, curated by Dario Lazzaretto. The project was developed to promote and offer the possibility for experimentation in artistic research connected to new media and languages. The selection of the three winners was made by Paolo Rosa of Studio Azzurro; quality, originality and innovation were the fundamental criteria for the choice of the works. Aside from the awarding and projection of the selected works within the context of specific evenings, throughout 2010, the winning pieces were inserted in a special section of Q. Esposizione.

78


79


ANDREA ANDOLINA > p. 32 The lines of cars

ITA Andrea Andolina, diplomato grafico, si occupa di illustrazione, fotografia e writing. Vive e lavora a Padova. ENG Andrea Andolina holds a diploma in Graphic Design and works with illustration, photography and graffiti writing. He lives and works in Padua.

MOSTRE COLLETTIVE 2010

NUOVI SEGNALI – RistoEsu S.Francesco, Padova, a cura di Mara Carron, progetto di Guido Bartorelli, Giovanni Bianchi e Stefania Schiavon FESTIVAL VINTAGE writers del gruppo E.A.D. interpretano il vintage Centro culturale S. Gaetano, Padova NITRO WILD – Galleria Tu e l’arte, Padova SPIRITO DI VINO – Mostra internazionale di grafica umoristica, Palazzo Florio Università di Udine, a cura di Movimento turismo del Vino Friuli Venezia Giulia, ideazione evento Elda Felluga

2009

MOSTRA INTERNAZIONALE DI ILLUSTRAZIONE CONTEMPORANEA Salone degli Alabardieri – Cremona a cura di Associazione Culturale Tapirulan SCARPETTA D’ORO – mostra internazionale di illustrazione per l’infanzia, Scarpe da favola, Villa dei Leoni, Mira (VE), a cura del Politecnico Calzaturiero Acrib

PREMI 2009

UMORISMO E SATIRA – mostra di grafica nazionale, Ex macello, Dolo (VE) 1° classificato – albo d’oro

CONTATTI andotre@tiscali.it

80


LUCA ARMIGERO ITA Luca Armigero nato nel 1981, si è laureato in arti visive presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 2005/06 vince una borsa di studio presso il London College of Communications. Nel 2008 partecipa alla residenza d’arte presso il Centro Multiculturale d’Ungheria a Budapest, finanziato dall’HMC di Dallas. Vive e lavora a Lodi. ENG Luca Armigero, born in 1981, received an undergraduate degree in Visual Arts at the Accademia di Belle Arti di Brera. In 2005/06, he won a scholarship to study at the London College of Communications. In 2008, he participated in a residency programme at the Hungarian Multicultural Centre of Budapest, financed by the HMC in Dallas. He lives and works in Lodi. MOSTRE PERSONALI 2010

SOLO SHOW – Studio 14, Lucca, a cura di Riccardo Bonini

2009

FUORI DALLE MURA Start Milano ‘09 – Via Ventura, Milano, a cura di Placentia Arte

MOSTRE COLLETTIVE 2009

AIR ARTIST IN RESIDENCE EXHIBITION Ferencvarosy Gallery, Budapest, a cura di Beata Shzeky

2008

DINAMICHE TRANSITORIE Attic Studio Contemporary Art, Parma, a cura di Maura Lari ANTEPRIME. IL BELLO IN CRISI – Guido Iemmi Studio d’Arte, Milano ART LIVE – Chair and The Maiden Gallery, New York

2007

PITTURA IN-SENSIBILE Archivio Storico, Lodi, a cura di Maria Laura Gelmini EMERGENZA VERTIGINE Attic Studio Contemporary Art, Parma, a cura di Maura Lari TAG – Galleria Spazio In Mostra, Milano, a cura di Chiara Canali

CONTATTI luisarmis@email.it www.lucaarmigero.com

81

> p. 34 Nelle piccole cose è racchiuso l’universo


FILIPPO BERTA > p.36 Déjà vu

ITA Filippo Berta nato 1977, vive e lavora tra Bergamo e Milano. ENG Filippo Berta, born in 1977. Lives and works between Bergamo and Milan.

MOSTRE PERSONALI 2010

ELISEO CANNONE ALESSANDRO PELICIOLI ANNA COPPOLA GRETA AGRESTI Galleria Placentia Arte, Piacenza, a cura di Alessandra Pioselli

2009

ASSENZE #1 – NT Art Gallery, Bologna, a cura di Fabiola Naldi

MOSTRE COLLETTIVE 2010

MY FAVOURITE THINGS Galleria Contemporaneo, Mestre (VE), a cura di Sottobosco – An Art Platform

2009

F.A.B.S. FOUR ITALIAN ARTISTS @ THE NATIONAL BRUKENTHAL MUSEUM IN SIBIU – Brukenthal National Museum of Sibiu, Romania a cura di Eleonora Farina

2008

SAME DEMOCRACY – Galleria Neoncampobase, Bologna a cura di Marinella Paderni e Elvira Vannini

RESIDENZE 2010

FONDAZIONE MARCH Lago Studio Art Workshop, a cura di Silvia Ferri de Lazara

2009

FONDAZIONE SPINOLA BANNA PER L’ARTE Visiting Professor Peter Friedl – a cura di Gail Cochrane

PREMI 2008

PREMIO INTERNAZIONALE DELLA PERFORMANCE IV EDIZIONE, Galleria Civica di Arte Contemporanea, Trento

2007

PREMIO RICERCA ARTISTICA UMANITARIA giuria: Roberto Pinto, Gabi Scardi, Athoss Collura, Ornella Piluso

CONTATTI filippo.berta@gmail.com

82


TANIA BRASSESCO E LAZLO PASSI NORBERTO ITA Tania Brassesco, vive e lavora a Venezia. Attualmente è laureanda in Arti Visive e discipline dello spettacolo, indirizzo Pittura, presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Lazlo Passi Norberto, vive e lavora tra Padova e Venezia. Attualmente è laureando in Arti Visive e dello Spettacolo, presso lo IUAV di Venezia. Tania Brassesco e Lazlo Passi Norberto iniziano la loro collaborazione artistica nel 2009 lavorando al progetto The Essence of Decadence. ENG Tania Brassesco lives and works in Venice. She is currently enrolled in the Visual Arts and Theatre undergraduate degree programme, specializing in painting, at the Accademia di Belle Arti, Venice. Lazlo Passi Norberto lives and works between Padua and Venice. He is currently enrolled in the Visual Arts and Theatre undergraduate degree programme at the IUAV University, Venice. Tania Brassesco and Lazlo Passi Norberto began their artistic collaboration in 2009 working on the project The Essence of Decadence.

MOSTRE PERSONALI 2010

THE ESSENCE OF DECADENCE, LA FOTOGRAFIA INTERPRETA LA PITTURA DEL DECADENTISMO – In Paradiso Gallery, Giardini Biennale, Venezia, a cura di Marina Bertoldini

MOSTRE COLLETTIVE 2010

PREMIO CELESTE 2010 Fondazione Brodbeck, Catania, a cura di Julia Draganovic e Gabi Scardi PREMIO CELESTE 2010 The Invisible Dog Art Center, New York, a cura di Julia Draganovic and Mark Gisbourne

CONTATTI taniabrassesco@gmail.com lazlopassi@gmail.com

83

> p. 38 The essence of decadence


RITA CASDIA > p. 40 MiniBaby

ITA Rita Casdia nata nel 1977, dopo il diploma di laurea in pittura all’Accademia di Belle Arti di Palermo, consegue il diploma di laurea di secondo livello in progettazione visiva multimediale all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. Vive e lavora tra Milano e Messina. ENG Rita Casdia, born in 1977, after an undergraduate degree in painting at the Accademia di Belle Arti di Palermo, she obtained a Master’s degree in Visual Arts at the Accademia di Belle Arti di Brera, Milan. She lives and works between Milan and Messina.

MOSTRE PERSONALI 2009

BLANK SCREEN – Rising Mutiny Space, Napoli, a cura di NotGallery

2008

CRISS CROSS LOOP Galleria Nuvole Incontri d’Arte, Palermo, a cura di Raffaella De Pasquale

MOSTRE COLLETTIVE 2010

LET’S PLAY – Palazzo Pretorio, Cittadella (PD) a cura di Alessandra Borgogelli, Paolo Granata, Silvia Grandi, Fabiola Naldi C’È ANCORA LA NEBBIA? - CONCORSO GIOVANI TALENTI 2010 Museo di Treviglio (BG), a cura di Sara Fontana TO FIND A VIDEO Castello di Rivara, Torino, a cura di Carolina Lio e Francesca di Nardo

2009

AIRSWAP @ NOTGALLERY NOTgallery, Napoli, a cura di Airswap e Mara de Falco

2008

LETMEDRAWIT4U – NOTgallery, Napoli, a cura di Francesca Referza

CONTATTI ritacasdia@yahoo.it www.smarrite.it

84


RITA CORREDDU ITA Rita Correddu nata nel 1983, attualmente frequenta la Scuola di Specializzazione in Beni Storici Artistici, Università degli studi di Bologna. Ha partecipato al Workshop condotto da Luca Vitone, all’interno del progetto GAP Giovani per l’Arte Pubblica, Settore Cultura del Comune di Bologna. Ha frequentato la residenza d’artista Le Ville Matte – Arti Visive con visiting professor Giancarlo Norese e curatrice ospite Chiara Agnello. Vive e lavora a Bologna. ENG Rita Correddu, born in 1983, is currently enrolled in the Experimental School of Historic and Artistic Patrimony, University of Bologna. She participated in the Workshop held by Luca Vitone, within the progetto GAP Giovani per l’Arte Pubblica, Culture Section of the Municipality of Bologna. She attended the artist in residence programme Le Ville Matte - Arti Visive, with visiting professor Giancarlo Norese and guest curator Chiara Agnello. She lives and works in Bologna.

MOSTRE COLLETTIVE 2010

SUPERCALIFRAGILISTIC (MISTAKEN LANDSCAPES) THE SHOW Convento dei Capuccini, Villasor (CA), a cura di Chiara Agnello

2009

ICEBERG/09 – Sala Borsa, Bologna, a cura dell’Ufficio Promozione Giovani Artisti, Settore Cultura Comune di Bologna

PREMI 2010

CONCORSO LOST IN TRASLATION – ARTE E INTERCULTURA promosso da Connecting Cultures e Fondazione Ismu Patrimonio e Intercultura, Finalista

2009

PREMIO ICEBERG – concorso per giovani artisti dell’Emilia Romagna, vincitrice per la sezione arte pubblica

CONTATTI rita.correddu@tiscali.it

85

> p. 42 Via Roma 42


NICOLA CRIVELLARI > p. 44 L’Effetto Campanellino

ITA Nicola Crivellari nato nel 1981, consegue la laurea al Dams di Bologna. Inizia a lavorare nella produzione audiovisiva come montatore, designer ed animatore, partecipando a vari festival nazionali e internazionali tra i quali il Raindance Film Festival di Londra nel 2009. Vive e lavora a Padova. ENG Nicola Crivellari, born in 1981, obtained an undergraduate degree at the DAMS, Bologna. He began working in audiovisual production as an editor, designer and animator, participating in various national and international festivals, including the Raindance Film Festival in London, 2009. He lives and works in Padua.

MOSTRE COLLETTIVE 2010

NUOVI SEGNALI RistorESU S. Francesco, Padova, a cura di Ciro Bertini progetto di Guido Bartorelli, Stefania Schiavon e Giovanni Bianchi

FESTIVAL 2009

RAINDANCE FILM FESTIVAL – Londra, Selezione ufficiale VAL TIDONE MUSIC FILM FESTIVAL – Piacenza, Premio del Pubblico SARDINIA FILM FESTIVAL – Sassari, Miglior Corto Italiano

CONTATTI ncrive@gmail.com

86


SIMONA DA POZZO ITA Simona Da Pozzo, nata a Caracas, Venezuela nel 1977. Completa la propria formazione presso la Civica Scuola di Cinema e Nuovi Media di Milano. Consegue la laurea magistrale in Belle Arti (DNSEP) in Francia. Vive e lavora a Milano. ENG Simona Da Pozzo, born in Caracas, Venezuela in 1977, studied at the Civica Scuola di Cinema e Nuovi Media di Milano and obtained a Master’s degree in Fine Arts (DNSEP) in France. She lives and works in Milan.

MOSTRE PERSONALI 2010

UBIQUITY ACCESS POINT – Art Play Center, Mosca, a cura di S. Erkov 2ND DISPACEMENT, BIENNALE D’ARTE GIOVANE Mosca, a cura di D. Kamyshnikova

2009

STRAWBERRY FIELDS broadcast su Souvenirs From Earth European Cable, a cura di A. Crichton

2008

RETOUR SUR PERSIANE – le Bel Ordinaire, Billäre, a cura di F. de Maquinem PERSIANE Place de La Libération, Pau, a cura del Pôle Culturel Intercommunal SUOLI PORTATILI – le Bel Ordinaire, Espace d’art Contemporain, Billère, a cura di A Peau D’Ecran

MOSTRE COLLETTIVE 2010

LA PANTALLA Y EL MARCO – Bienal de Mérida, Venezuela, a cura di B. Villares LIBERTY – Museo Mmoma, Mosca, a cura di D. Kamyshnikova e S. Erkov AIRPORT – screening negli aeroporti tedeschi, a cura di A. Crichton IT HAS HAPPENED – Tptp space, Parigi, a cura di P. Tonda

CONTATTI simonadapozzo@mac.com www.simonadapozzo.net

87

> p. 46 Exclave


ALBERTO DI CESARE > p. 48 Oggetti

ITA Alberto di Cesare nato nel 1978, ottiene il diploma di Master triennale all’Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione Integrata di Roma. Consegue la Laurea triennale al DAMS di Bologna. Vive e lavora a Roma. ENG Alberto di Cesare, born in 1978, received a three-year Master diploma from the Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione Integrata, Rome, followed by an undergraduate degree at the DAMS, Bologna. He lives and works in Rome.

MOSTRE PERSONALI 2008

LUOGHI (D’AFFEZIONE) – VII Festival Internazionale di Fotografia di Roma Galleria Z2O, Roma

2007

CREDIAMO AI TUOI OCCHI Centro Italiano Fotografia d’Autore, Bibbiena (AR), a cura di R. Rossi

MOSTRE COLLETTIVE 2010

TRANSIENCE, IX FESTIVAL INTERNAZIONALE DI FOTOGRAFIA DI ROMA Galleria Z2O, Roma HERE WE ARE – IL LUOGO È SEMPRE SPECIFICO Padiglione d’Arte Contemporanea, Ferrara, a cura di M. Angelotti ZOOART – Giardini di Fresia, Cuneo, a cura di M. Sacchetto SHORT LIST_SPECIAL ITALIA Ex ospedale S. Agostino, Fondazione Fotografia, Modena, a cura di F. Maggia A WORLD WITHIN THE WORLD – UN MONDO DENTRO IL MONDO Fieramilanocity, Milano, a cura di J. Trolp ARTE FIERA, FIERA INTERNAZIONALE D’ARTE CONTEMPORANEA – Bologna

2009

OBIETTIVO TRENTINO – Rovereto Immagini, Mart, Rovereto FESTIVAL ICEBERG – Casa della fotografia, Bologna

CONTATTI alberto_dicesare@hotmail.com

88


ALESSANDRO FABBRIS ITA Alessandro Fabbris nato nel 1977, dopo la Laurea in pittura presso l’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino, consegue la Laurea specialistica in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo. Lavora a Torino. ENG Alessandro Fabbris, born in 1977, after a degree in painting from the Accademia Albertina delle Belle Arti, Turin, he completed a Master’s degree in Visual Arts and Theatre. He lives and works in Turin.

MOSTRE PERSONALI 2007

ANATOMIA DI UN PROCESSO NARRATIVO Galleria Arte Giovane - Palazzo del Collegio, Asti, a cura di Giulio Lucente

2004

L’IMPERIO DELLA LUCE – Pieve di San Pietro, Settimo Torinese (TO) a cura di Renato Galbusera e Antonio Dall’Igna (in collaborazione con la Galleria d’Arte Wunderkammer di Torino)

MOSTRE COLLETTIVE 2008

IN SEDE – VIVA IL DISEGNO! – Settore Divisione Servizi Culturali della Città di Torino, Torino, a cura di Francesco Poli

2007

NUOVI ARRIVI – L’ARTE COME ESISTENZA. LA VITA COME OPERA D’ARTE Accademia Albertina, Torino, a cura di Olga Gambari GEMINE MUSE – Forlì, a cura di Maria Rita Bentini VERNICE ART FAIR, CONFINI a cura dell’archivio Giovani Artisti Italiani di Forlì, Forlì

CONTATTI alfabbris@libero.it www.alessandrofabbris.com

89

> p. 50 Lineamenti di una analisi #1


FRANCESCO FEDERICI > p. 52 Dato immediato della coscienza

ITA Francesco Federici nato nel 1986 a Carrara (MS). Vive e lavora tra Pisa e Venezia. Ha conseguito la laurea in Cinema e Immagine Elettronica (Università di Pisa) ed è iscritto al Corso di Laurea Magistrale in Produzione e progettazione delle arti visive (Università IUAV di Venezia). Svolgerà il secondo semestre presso la Utrecht Graduate School of Visual Art and Design. ENG Francesco Federici, born in Carrara (MS) in 1986, lives and works between Pisa and Venice. He received an undergradutae degree in Cinema and Electronic Image (University of Pisa) and is enrolled in the Master’s degree programme in Visual Arts at the IUAV University, Venice. He is currently studying at the Utrecht Graduate School of Visual Art and Design.

MOSTRE COLLETTIVE 2010

CHI È IL MIO PROSSIMO? Magazzini del Sale (S.a.L.E.-Docks), Venezia, a cura di Marco Bertozzi OGNI LIMITE HA UNA PAZIENZA a cura di Cesare Pietroiusti e Filipa Ramos, Gervasuti Foundation, Venezia

FESTIVAL ADOTTA UN DOC, FESTIVAL DI SANTARCANGELO Rimini, direzione artistica di Enrico Casagrande/Motus LIBERARTI, FESTIVAL MULTIARTE – Montaione (FI) CONTATTI f.federici@hotmail.it

90


CRISTINA GORI ITA Cristina Gori, nata nel 1976, si diploma in Fenomenologia delle Arti Contemporanee all’Accademia di Belle Arti di Venezia con la tesi In–Naturale. Sue opere sono presenti in Collezioni e Fondazioni Private per l’Arte Contemporanea. Vive e lavora tra Venezia e Udine. ENG Cristina Gori, born in 1976, graduated in Phenomenology of Contemporary Art at the Accademia di Belle Arti, Venice, with a thesis titled In–Naturale. Her works are present in private collections and foundations for contemporary art. She lives between Venice and Udine.

MOSTRE PERSONALI 2010

DAL NERO – Galleria L’Occhio, Venezia, a cura di E. Donaggio

MOSTRE COLLETTIVE 2010

GEMINE MUSE – Vetrine dei negozi di via Altinate e via Zabarella, Padova a cura di T. Iannotta CONTEMPORARY ART FESTIVAL - EMERGENZA ARTE Villa Farsetti, S. Maria di Sala (Ve), a cura di C. Lio

2009

MOVIMENTAZIONI - INTERCULTURA NELLA GIOVANE ARTE ITALIANA Sala Dogana, Palazzo Ducale, Genova, a cura di M.Starnini GARGLING SKY – Municipality Gergeri, Heraklion, Atene a cura di C. Vathianaki, P. Kasda, P. Chirouze L’ANIMA DEL SUONO - PARDES PER L’ARTE CONTEMPORANEA Villa Donà delle Rose, Mirano (VE), a cura di M. L. Trevisan

2008

OLYMPIC FINE ARTS – International Exhibition Center Forbidden City - TaiMiao, Pechino, a cura di F. Jiao IL CORPO NUDO. THE NAKED BODY – Galleria Narciso, Torino

CONTATTI cristina.gori@libero.it www.ac-art.net/sitocri

91

> p. 54 Flow


TEODORO LUPO > p. 56 Staubfilm

ITA Teodoro Lupo nato nel 1975. Si laurea in Conservazione dei Beni Culturali a Udine con una tesi sulla Mission Photographique de la DATAR. Vive e lavora a Berlino. ENG Teodoro Lupo, born in 1975, graduated in Conservation of Cultural Patrimony in Udine with a thesis on the Mission Photographique de la DATAR. He lives and works in Berlin.

MOSTRE PERSONALI 2007

VON HIER AN BLIND Kernot Art Gallery, Parigi, a cura di Alberta Pane e Eleonora Mayerle DA QUI COME CIECO – Jarach Gallery, Venezia, a cura di Antonello Frongia

2006

BERLINBRUSSELS (con Gianluca Eulisse) Spazio Antonino Paraggi, Treviso, a cura di Marco Zanta

MOSTRE COLLETTIVE 2010

THE BELLY OF AN ARCHITECT Jarach Gallery, Venezia, a cura di Jacopo Jarach e Giampaolo Abbondio SPECIAL ITALIA Fondazione Cassa di Risparmio, Modena, a cura di Filippo Maggia

2009

IL CIELO IN UNA STANZA – GC. AC, Monfalcone (GO), a cura di Andrea Bruciati

2007

CLOSE TO DARK – Jarach Gallery, Venezia, a cura di Daniele de Luigi

2006

PRE/VIEW – Jarach Gallery, Venezia, a cura di Antonello Frongia

2005

RADICI D’ACQUA Chiostri di San Domenico, Reggio Emilia, a cura di Daniele de Luigi

ARTISSIMA – Con Jarach Gallery, Art Verona e Miart CONTATTI teolupo@gmail.com www.teolupo.com

92


ALESSANDRA MAIO ITA Alessandra Maio è nata a Bologna nel 1982 dove vive e lavora. Ha conseguito il Diploma di Accademia di Belle Arti di Bologna nel 2005 e la Laurea specialistica di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università di Bologna nel 2008. ENG Alessandra Maio, born in Bologna in 1982, received a diploma from the Accademia di Belle Arti, Bologna in 2005 and a Master’s Degree in Contemporary Art History from the University of Bologna in 2008. She lives and works in Bologna.

MOSTRE COLLETTIVE 2011

WAITING FOR LOVE / WRITING OF LOVE Spazio Blue, a cura di Simona Gavioli

2010

PREMIO ARTE LAGUNA 2009 – Tese di San Cristoforo, Venezia ART AND THE CITY – SpazioBlue, Bologna, a cura di Simona Gavioli FABULART, IL SENTIERO DELLE FIABE Palazzo d’Accursio, Bologna, a cura di Simona Gavioli

2009

10 PERSONELLE CONCEPTION Galleria Art to Design, Bologna a cura di Alessandro Betocchi e Nicolò Riguzzi L’ÉCOLE DEL RUSCO – Piazza Liber Paradisus, Bologna

2008

PROFILO D’ARTE – Museo della Permanente, Milano

CONTATTI alessandra.maio@email.it www.alessandramaio.com

93

> p. 58 Mimesis


MARTA MANCUSI > p. 60 We Are Italians

ITA Marta Mancusi nata nel 1985. Dopo la laurea di primo livello in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, consegue il diploma di Master in illustrazione e grafica presso l’Accademia di Arte, Architettura e Design (VŠUP) di Praga. A gennaio 2011 ha trascorso un periodo di Residenza presso il centro d’arte la Rectoria di Barcellona. Ha realizzato le illustrazioni per i libri O Garfo dua vezes Perdido e Hora de Ir per il gruppo artistico/casa editrice Dulcineia Catadora di San Paolo del Brasile. Vive e lavora a Padova. ENG Marta Mancusi, born in 1985, after her undergraduate degree in Painting at the Accademia di Belle Arti di Venezia, she received a Masters diploma in Illustration and Graphic Design at the Academy of Art, Architecture and Design (VŠUP) in Prague. In January 2011 she was an artist in residency at La Rectoria Art Centre in Barcelona. She illustrated the books O Garfo dua vezes Perdido and Hora de Ir for the artists group/ publishing house Dulcineia Catadora (San Paolo, Brazil). She lives and works in Padua. MOSTRE PERSONALI 2010

WAITING ROOMS Kosmos cafè, Monaco di Baviera, a cura di Christian Bullman

2007

HEAVY PIN UP – Prince Albert Pub, Londra

MOSTRE COLLETTIVE 2010

TRANSART – Centro d’arte La Rectoria, Barcellona VA KLAUZURA – VA atelier, Praga, a cura di Milena Dopitová e Hana Smela DIPLOMKY Atelier Ilustrace, Praga, a cura di Juraj Horvath e Michaela Kukovicová

2009

KLAUZURA – Galleria 207, Praga, a cura di Conrad Armstrong e Noam Darom VA KLAUZURA – VA atelier, Praga, a cura di Milena Dopitová e Hana Smela ART SEMESTR Atelier Ilustrace, Praga, a cura di Juraj Horvath e Michaela Kukovicová ZOOM IN – Galleria VŠUP, Praga, Curata da Milena Dopitová

CONTATTI maman.ink@gmail.com – www.ma-man.com 94


ISABELLA MARA ITA Isabella Mara nata nel 1977, vive a Milano. Laurea in decorazione, Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. Nel 2009/10 partecipa a La Squola, corso di formazione avanzata, Centro Studi Santagata (Ebla) & Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, Biella. ENG Isabella Mara was born in 1977, she lives in Milano. She recieved an undergraduate degree in Decoration at the Accademia di Belle Arti di Brera, Milan. In 2009/10 she particpated in La Squola, an advanced course with Centro Studi Santagata (Ebla) & Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, Biella.

MOSTRE PERSONALI 2010

GIORNATEICONTATÈ – Palazzo Ferrero, Biella, a cura di G. Guida

2009

FIXING FASHION FORMAT – performance, Guru Lab, Parma

2006

IN&OUT: IL GIORNO DOPO – RadioPopolare, Milano

MOSTRE COLLETTIVE 2009

COMO CONTEMPORARY CONTEST Pinacoteca Civica (Pal. Volpi), Como

2008

A PORTRAIT BY KATIE JANE Galleria MariaKapel, Hoorn (NL), a cura di C. Hemelryk ECOISMI – galleria Contemporaneamente, Milano, a cura di Y. Durishti

2007

11° PRAGUE QUADRIENNAL OF SCENOGRAPHY – Praha (CZ), a cura di R. Hunt PREMIO MORLOTTI – Museo Granata Braghieri, Imbersago, a cura di A. Mari

RESIDENZE 2008

13ISOLATION – progetto residenza c/o Oostereiland Prison, Hoorn (NL) I’M A SPECIAL GUEST – Residenza d’artista c/o HoteMariaKapel, Hoorn (NL)

CONTATTI info@isabellamara.com www.isabellamara.com 95

> p. 62 Pass-Home (East/West Europe)


LORENZO MAZZI > p. 64 Dilemma alessandrino

ITA Lorenzo Mazzi, nato a Verona nel 1985 dove vive e lavora. Laurea triennale in Economia e Gestione delle Arti presso Università Cà Foscari, Venezia. Attualmente iscritto al corso di laurea specialistica in Progettazione e Produzione delle Arti Visive presso Università IUAV, Venezia. ENG Lorenzo Mazzi, born in Verona in 1985, lives and works in Verona. He received an undergraduate degree in Arts Management from Cà Foscari University, Venice. He is currently enrolled in the Master’s degree programme in Visual Arts at the IUAV University, Venice. MOSTRE PERSONALI 2009

SCENA 1: INTERNO GIORNO Palazzetto Tito, Fondazione Bevilacqua la Masa, Venezia, a cura di Rosario Sorbello, workshop a cura di Gloria Moure BOXES – galleria Apart, Roma, a cura di Chiara di Stefano workshop curato da Cornelia Lauf

MOSTRE COLLETTIVE 2011

NONO MOVIMENTO – performance Roma, a cura di Marta Ferretti in So Exotic, a cura di Chiara Vigliotti, in Reload a cura di Gian Maria Tosatti

2010

SE DIO VUOLE. UNA MOSTRA SORPRENDENTEMENTE SPIRITUALE Trastevere 259, Roma, a cura di Rosario Sorbello

2009

OGNI LIMITE HA UNA PAZIENZA. ESPERIENZE NON LINEARI DEL TEMPO Fondazione Gervasuti, Venezia workshop a cura di Cesare Pietroiusti e Filipa Ramos

ESPERIENZE CURATORIALI 2010

IRUKANDJI – Collegio Armeno Moorat-Raphael, Venezia evento a cura di Michelangelo Corsaro, Marta Ferretti, Nina Fiocco, Giulia Gabrielli, Gaia Martino, Lorenzo Mazzi

CONTATTI lor.ma@libero.it www.lorenzomazzi.it 96


FABIO RONCATO ITA Fabio Roncato nato nel 1982, vive e lavora a Milano. Ha lavorato a Padova nello studio dello scultore Renato Petrucci. Si trasferisce a Milano nel 2002. È cofondatore dello spazio TheBag e nel 2008 lavora presso lo studio di D. Reimondo. Nel 2009 si diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera. ENG Fabio Roncato, born 1982, lives and works in Milan. After working in Padua in the studio of the sculptor Renato Petrucci, he moved to Milan in 2002, and co-founded the space TheBag. In 2008 he began working at the studio of D. Reimondo and in 2009 he received a degree in painting from the Accademia di Belle Arti di Brera.

MOSTRE PERSONALI 2010

LA CITTÀ DELLE BESTIE Galleria Tindaci, Padova, a cura di D. Biondani

2009

L’ESTETICA DELLO SCONTRO Galleria Accademia Contemporanea, Milano, a cura di A. Del Guercio

MOSTRE COLLETTIVE 2010

ITALIAN FACTORY – First Gallery, Roma, a cura di C. Canali TERZO RINASCIMENTO Palazzo Ducale, Urbino, a cura di A. Cruciani e G. Zanotto

2009

STREETART.IT – Entrepot, Principato di Monaco, a cura di D. Boeri PREMIO GHIGGINI ARTE GIOVANI Galleria Ghiggini, Varese, a cura di E. Ghiggini

2008

VUOTE A RENDERE – Galleria Arte2, Milano, a cura di F. Guerisoli SOLD OUT .URBAN & RECYCLING STYLE – Limbiate, Milano, a cura di C. Canali

2007

ITALIAN MASTERS – galleria d’arte Crewest a Los Angeles STREET ART SWEET ART Live Painting nei giardini del Padiglione d’arte Contemporanea, Milano

CONTATTI fabiobsk@hotmail.com www.berse.it 97

> p. 66 Okinoumi


CLAUDIA ROSSINI > p. 68 *

ITA Claudia Rossini, nata nel 1986, si è diplomata presso l’Accademia di Belle Arti e laureata in Progettazione e Produzione delle Arti Visive presso lo IUAV di Venezia. Vive e lavora a Venezia. ENG Claudia Rossini, born in 1986, received a diploma from the Accademia di Belle Arti and a Master’s degree in Visual Arts from the IUAV University, Venice. She lives and works in Venice. MOSTRE PERSONALI 2010

SOUVENIRS nell’ambito del festival Art&Co, Villa Contarini, Padova a cura di Chiara De Cristian, Fondazione March [Catalogo]

MOSTRE COLLETTIVE 2010

MY FAVOURITE THINGS - L’ARCHIVIO SOTTOBOSCO IN MOSTRA galleria Contemporaneo, Mestre, a cura del collettivo Sottobosco INVENTING VENICE – mostra di fine workshop diretto da Lewis Baltz Fondazione Buziol, Venezia IN BETWEEN ARADA TRA – mostra di fine workshop diretto da Antoni Muntadas, MSGU Tophane-i AMIRE CULTURE CENTER – Istanbul, a cura di Chiara Vecchiarelli [C]

2009

REAL PRESENCE – MkM, Belgrado, a cura di Dobrila Denegri e Biljana Tomic VENEZIA_ATLANTE – vincitrice del concorso QCoffe Flash Fondazione Querini Stampalia, Venezia OPEN#1 – Magazzini del Sale, Venezia, a cura del collettivo Sale Docks

CONTATTI clod.rossini@gmail.com www.claudiarossini.com

98


MASSIMO VASCHETTO ITA Massimo Vaschetto nato nel 1980. Vive e lavora a Torino.

> p. 70 Lily e Toshi

ENG Massimo Vaschetto, born in 1980, lives and works in Turin.

MOSTRE COLLETTIVE 2009

NUOVI SEGNALI – RistorESU San Francesco, Padova, a cura di Giulia Gottardo, progetto di Guido Bartorelli, Stefania Schiavon e Giovanni Bianchi

2007

91MA MOSTRA COLLETTIVA Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia (progetto grafico)

CONTATTI massimonk@gmail.com

99


APPARATI EFFIMERI > p. 72 Cosmopolitan Opening

ITA Apparati Effimeri lavora nel campo del Visual Design. Il progetto nasce a Bologna nel 2008. Il collettivo sperimenta la possibilità di creare nuovi legami tra la passata storia della visione e le tecniche e gli approcci contemporanei dell’arte visiva. ENG Apparati Effimeri, founded in Bologna in 2008, operates in the field of Visual Design. The group experiments with the possibility of creating new bonds between the past history of vision and the techniques and approaches of contemporary visual art. MOSTRE TETRAGRAM FOR ENLARGMENT per Itinerario Festival, Rocca Malatestiana Cesena COSMOPOLITAN OPENING per Cosmopolitan Hotel, Bologna URBAN REFLEX per GLOW, International Forum of Light in Art and Architecture, Eindhoven PARHELIC per EVENT: Dunhill House Hong Kong Opening, Hong Kong L’EFFIMERO PERMANENTE per White Night Florence, Firenze PESSIONE, per Bacardi, Torino ANTICA ILLUSIONE, per Marca Corona 1741, Sassuolo PARSIFAL, per La Monnaie Opera House, Bruxelles

CONTATTI info@apparatieffimeri.com www.apparatieffimeri.com

100


LEMEH42 ITA Lemeh42 è un giovane e prolifico studio creativo italiano nato nel 2007. I fondatori dello studio hanno compiuto studi artistici e umanistici. Lo studio, con sede in un ameno e quanto mai sconosciuto paesino della campagna marchigiana, realizza animazioni 2D e illustrazioni. ENG Lemeh42 is a prolific, young Italian creative studio opened in 2007. The founders of the studio studied both Art and Humanities. Based in a quaint and almost unknown small town in the countryside of the Marche region, Lemeh42 produces 2D animation and illustration.

PRINCIPALI ESPOSIZIONI 2011

ARTEFIERA – Galleria L’Ariete, Bologna, presentazione del dvd Wool & Water

2010

ARTEFIERA – Galleria L’Ariete, Bologna MIART - MILAN ART FAIR Galleria L’Ariete, Milano, presentazione del dvd NewItalians ARTVERONA – Galleria L’Ariete, Verona presentazione dei dvd The Scriptorium Trilogy #01 and Wool & Water

2009

ART VERONA Galleria L’Ariete, Verona, presentazione del dvd Possible Cities ART BASEL MIAMI, THE VERGE ART FAIR by Gitana Rosa Gallery e Fedele Spadafora, Miami, a cura di Maurizio Pellegrin e Heather Van Uxem, Study on human form and humanity #01

PREMI 2010

DIGITAL GRAFFITI – Alys Beach, Florida WEST VIRGINIA MOUNTAINEER SHORT FILM FESTIVAL Morgantown, West Virginia, USA SOLOFRA FILM FESTIVAL – Solofra, Italy

CONTATTI lemeh42@gmail.com www.lemeh42.indivia.net

101

> p. 74 Inner Klange


LUCA LUMACA > p. 76 Mafia SpA

ITA Luca Lumaca nato a Modena nel 1978. Dal 1998 si occupa di fotografia. Dal 2001 crea videoclip musicali. ENG Luca Lumaca was born in Modena in 1978 and has worked with photography since 1998. Since 2001 he has created music videos.

PRINCIPALI ESPOSIZIONI 2011

TRICK – Museo nazionale scienza e tecnologia, Milano

2010

FESTARTE VIDEOART – Macro, Roma VIDEOART YEARBOOK – Chiostro Santa Cristina, Bologna

2009

PREMIO CELESTE – Fabbrica Borroni, Milano

2008

AMSTERDAMFILMFESTIVAL – De Balie, Amsterdam LOOP – Antic Teatre, Barcellona

2007

CASTELLI ANIMATI – Cinecittà, Roma FUTUREFILMFESTIVAL – Palazzo Re Enzo, Bologna

2006

ANIMA DIGITALE – Fortezza da Basso, Firenze QUOTIDIANA06 – Museo Civico al Santo, Padova BIENNALE ADRIATICA ARTI NUOVE – Palazzina Azzurra, San Benedetto

2005

MILANOFILMFESTIVAL – Castello Sforzesco, Milano FLASH ART FAIR – ATA Hotel, Milano

2004

GEMINE MUSE – Piazza Grande, Modena ENTER PREMIO CASOLI – Barbara Behan Contemporary Art, Londra

2003

BJCEM – Biennale giovani artisti del Mediterraneo, Atene FOREVER YOUNG – Galleria G7, Bologna

2000

QUOTIDIANA00 – Galleria Civica, Padova

CONTATTI info@lucalumaca.com – www.lucalumaca.com 102


103


ALEX BELLAN REFLUX – intervento site specific di Alex Bellan, nato ad Adria nel 1981 a cura di Stefania Schiavon testo di Stefano Mazzoni cinema Altino, via Altinate

104


ITA Le opere di Alex Bellan sono caustiche metafore della nostra condizione. Si sviluppano manipolando e compromettendo il valore d’uso di oggetti quotidiani, fino a mettere in questione il rapporto dell’uomo con le cose. Ma questo suo ultimo intervento muta la percezione di un luogo senza modificarne l’aspetto esteriore. Il Cinema Altino rimane lo stesso, un luogo abbandonato e inaccessibile, la cui insegna rivolge ai passanti un invito che non è più in grado di soddisfare. Bellan interviene proprio all’interno dell’insegna, inserendovi delle lampadine abbaglianti che si accendono a intervalli irregolari. Lo scoppio violento alla loro massima intensità invade la via come un lampo prolungato, percepibile anche a distanza, e tale da rendere del tutto impossibile la lettura delle lettere che ne compongono la scritta. Allo stesso tempo, il riflesso della luce investe l’interno dello spazio attraverso le vetrate, evidenziando gli spazi vuoti e le loro potenzialità. L’installazione interessa specificamente la storia recente del luogo su cui interviene. Da un lato tenta di illuminarne la condizione paradossale di spazio di cui si riconosce il valore storico-culturale, ma che non appare più in grado di trovare una propria collocazione. Dall’altro, non propone alcuna soluzione. Sottolinea cinicamente una disperata situazione di stallo, in cui ogni possibilità di redenzione è finora rimasta disillusa. Spente troppo a lungo, le lettere dell’Altino si ribellano al fuoco incrociato delle altre insegne luminose, riaccendendosi così violentemente da farsi illeggibili. Pretendono un’attenzione che non possono ricevere. E il loro estremo tentativo di riaffermare la propria identità, finisce per farla scomparire del tutto. Stefano Mazzoni

105


ENG Alex Bellan’s works are caustic metaphors of our contemporary condition. They develop by manipulating and compromising the value of everyday objects until man’s relationship with these is called into question. And yet his latest intervention changes the perception of a place without modifying its exterior nature. The Cinema Altino remains the same - an abandoned and inaccessible location whose sign addresses the passers-by with an invitation it can no longer uphold. Bellan intervenes precisely within that sign, inserting blaring light bulbs that switch on at irregular intervals. The violent blast at maximum intensity invades the street like a prolonged bolt of lightning. Perceptible even at a distance, the flash makes the letters composing the text it completely impossible to read. Simultaneously, the reflected light assails the cinema’s interior via the window, highlighting the empty spaces and their untapped potential. The installation is specifically concerned with the recent history of the site of intervention. On the one hand, it attempts to illuminate the paradoxical condition of a space recognized for its historical-cultural value yet seemingly unable to locate itself. On the other, it denies any solution, cynically stressing the desperate situation of stasis in which every possibility of redemption has, until now, remained illusory. Spent too long, the Cinema Altino’s letters rebel against the crossfire of the other illuminated signs, coming to life so violently as to become illegible, demanding an attention they cannot receive. And this extreme attempt to reaffirm an identity ultimately results in its completely disappearance. Stefano Mazzoni

106


107


Q. A PAROLE ITA Incontri, riflessioni, punti di partenza: un modo per ragionare sulle forme e le professioni culturali attraverso l’esperienza di giovani operatori, artisti e autori che vivono in Veneto ma lavorano altrove. ENG Meetings, reflections, points of departure: a way of thinking about cultural forms and professions through the experience of young culture workers, artists and authors who live in Veneto but work elsewhere.

SEMINARI FUNDRAISING PER LA CULTURA: POSSIBILI STRATEGIE DI SOSTENIBILITÀ PER LE ORGANIZZAZIONI NON PROFIT DEL SETTORE CULTURA a cura di Marianna Martinoni Marianna Martinoni ITA Responsabile comunicazione e fundraising docente di The Fund Raising School – AICCON. Svolge attività di consulenza nel settore della comunicazione e del fundraising per le organizzazioni non profit, in particolare del settore culturale. Ha collaborato, tra le altre, con goodwill, società di consulenza strategica per il fundraising e la progettazione del territorio secondo il modello del distretto culturale evoluto. Nel 2005 è stata coautrice del primo libro sul fundraising per la cultura in Italia, a cura di Pier Luigi Sacco. www.culturalab.org ENG Director of Communications and Fundraising, professor of The Fund Raising School – AICCON. She is involved in activities of counselling in the field of communications and fundraising for the organization of non-profit activities, particularly in the culture sector. Among her collaborations, she has worked with goodwill – a company engaged in the strategic counselling for fundraising and territorial planning following the model of the evolved cultural district. In 2005 she co-penned the first book of fundraising for culture in Italy, edited by Pier Luigi Sacco. www.culturalab.org. 108


WHAT GOES AROUND COMES AROUND workshop di animazione a cura di Kensuke Koike Kensuke Koike ITA Artista nato a Nagoya nel 1980, vive e lavora tra Venezia e Sempas, in Slovenia. Si diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia e si laurea in arti visive presso lo IUAV di Venezia. Tra le mostre personali ricordiamo Aliens’ Lounge, alla Virgil de Voldere Gallery di New York. Partecipa alle maggiori fiere d’arte internazionali tra cui Arco Madrid, PULSE New York, Artissima Torino. Collabora da anni con la galleria Perugi artecontemporanea. www.kensukekoike.com ENG Artist born in Nagoya in 1980, he lives and works between Venice and Sempas, Slovenia. He graduated from the Accademia di Belle Arti, Venice and received a graduate degree from the IUAV University, Venice. He has had numerous solo shows, including Aliens’ Lounge at the Virgil de Voldere Gallery, New York, and has participated in many international art fairs, such as Arco Madrid, PULSE New York and Artissima Turin. For years he has collaborated with the galleria Perugi artecontemporanea. www.kensukekoike.com

INCONTRI MARCO MANCASSOLA, SCRITTORE ITA Nato a Vicenza nel 1973, vive e lavora tra Padova e il mondo. Ha studiato Filosofia a Padova, ha lavorato come redattore per una casa editrice. Nel 2001 pubblica il suo primo romanzo, Il mondo senza di me (Pequod, ripubblicato nel 2003 negli Oscar Mondadori). Nel 2007, a New York, lavora al romanzo La vita erotica dei superuomini (Rizzoli La Scala 2008). Il suo ultimo libro, edito da Einaudi, si intitola Non saremo confusi per sempre. www.marcomancassola.com ENG Writer born in Vicenza, he lives between Padua and the world. He studied Philosophy in Padua and worked as an editor for a publishing house. In 2001 he published his first novel, Il mondo senza di me (Pequod, republished in 2003 in the Oscar Mondadori series). In 2007, he went to New York where he worked on the novel La vita erotica dei superuomini (Rizzoli La Scala 2008). His latest book Non saremo confusi per sempre is published by Einaudi. www.marcomancassola.com 109


NONOGIORNO, MARCHIO DESIGN ITA È un nuovo marchio del design italiano nato dalle diverse esperienze dei tre fratelli Ruffato. Nonogiorno, pensato fin dall’inizio come progetto eco-compatibile, crea pezzi unici di design e complementi d’arredo in metacrilato e acciaio. ENG A new trademark in Italian Design, Nonogiorno draws from the varied experiences of the Ruffato brothers. Nonogiorno, conceived from the start as an eco-friendly project, creates unique pieces of design and household objects in plexiglass and steel.

VALENTINA CROCI, DOCENTE DI STORIA DEL DESIGN ITA Laureata in Architettura all’Università IUAV di Venezia, si specializza con un master in storia dell’architettura presso l’University College di Londra. Attualmente lavora come giornalista freelance per ATCasa, BagnoDesign, Compasses, Ottagono. Insegna Storia del design presso NABA Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Nel 2010, con Porzia Bergamasco, ha pubblicato Design in Italia - l’esperienza del quotidiano, edito da Giunti. ENG Professor of History of Design. After graduating in Architecture at the IUAV University, Venice, she received a Master’s degree in Architecture History at the University College of London. She currently works as a freelance journalist for ATCasa, BagnoDesign, Compasses, and Ottagono, and teaches History of Design at the NABA Nuova Accademia di Belle Arti, Milan. In In collaboration with Porzia Bergamasco, she published Design in Italia - l’esperienza del quotidiano (Giunti 2010).

JOEVELLUTO, DESIGN E COMUNICAZIONE ITA Studio associato di industrial design e comunicazione fondato a Vicenza nel 2002. Dal 2004 svolge attività di didattica e visiting professor presso Scuola Italiana Design (PD), Naba (MI). Nel 2005 presenta il libro Salefino: nuovi sapori dal design italiano, Editrice Abitare Segesta. Nel 2011 è presente alla Triennale Design Museum di Milano con funcooldesign, mostra personale a cura di Oliviero Toscani. www.joevelluto.it 110


ENG Associated studio of industial design and communication founded in Vicenza in 2002. The studio has been involved in educational activities including workshops at the Italian School of Design (PD) and NABA (MI) since 2004. In 2005, the studio produced the book Salefino: nuovi sapori dal design italiano published by Abitare Segesta. In 2011 the studio presented funcooldesign, a solo show curated by Oliviero Toscano at the Triennale Design Museum, Milan. www.joevelluto.it

TAVOLA ROTONDA CREARE ALTROVE Giovani talenti della cultura veneti che hanno deciso di andarsene, di restare, di tornare. Intervengono: Babilonia Teatri, Bruno Bonisiol, Anna Fantelli, Teresa Iannotta, JoeVelluto, Antenna Lab, Marianna Martinoni, Superfluo, Stefano Tamiazzo. Moderano: Camilla Seibezzi e Stefania Schiavon ITA Una riflessione sulla situazione culturale a Padova/Veneto/ Italia. Molti professionisti della cultura che nascono e vivono in questo territorio spesso non vengono riconosciuti per la propria professionalitĂ e si spostano a lavorare in luoghi piĂš accoglienti. Queste migrazioni creative impoveriscono progressivamente il nostro territorio. ENG A reflection on the cultural situation of Padua/Veneto/Italy. Many culture professionals who are born and live in this territory are not recognized for the quality of their own professionalism and they move to more welcoming places. These creative migration impoverishing gradually our territory.

111


Negli ultimi dieci anni hanno partecipato a Quotidiana:

1999 Francesco Arena Alvise Bittente Matteo Daffi Matilde Domestico Vito Ferro Alberto Forni Cristina Ghelfi Ilaria Gibertini Cecilia Guastaroba Mariangela Guatteri I ragazzi dalle facili illusioni J.Oni 31068 Michiko Kawata Simone Lucietti Roberta Macrì Marotta - Russo Alfio Messina Roberto Mora Daniele Pario Perra Albert Samson Stefania Spallanzani Corrado Tamburini Carlo Zanni Gabriele Zanverdiani Elisabetta Zappaterra 2000 Alessandro Balsamo Roberto Bastianoni Alvise Bittente Marina Bolmini C.J. Pollution Loredana Catania Michele De Marchi Simone Falso Chris Gilmour Paul Journey 112

Maura Lari Lorenza Lucchi Basili Luca Lumaca Marco Memeo Sandrine Nicoletta Sissi Cristina Pavesi Vedran Perkov Sara Piovesan Carmelo Pugliatti 2001 Anselmi/Cavallari Vittorio Apa Daniele Bacci Barbara Barbantini Letizia Bellavoine Francesca Blasi Max Boldrin Anna Lisa Bondioli Fedra Boscaro Simone Cesarini Vanessa Chimera Andrea D’Aurizio Daniela Di Gennaro Luca Di Gregorio Fasso/Zanotto Haruka Fujita Annalisa Furnari Daniele Geminiani Federico Guerri Franco Menicagli Christian Niccoli Chiara Pirito Laura Pugno Nicola Renzi Alvise Renzini Gianfranco Silvestrin Manuela Sonzogno Zimmer Frei 2002/2003 Paolo Angelosanto Carmen Cardillo

Giuliano Carli Arianna Carossa Manuele Cerutti Silvia Chiarini Anna De Manincor Nicola Evangelisti Francesco Finotti Alessandra Ghirardelli Emma Innocenti Chiara Lampugnani Dario Lazzaretto Michela Lorenzi Caterina Ongaro Alessio Pancanti Pao Sandra Raccanello Gian Luca Ranno Paola Risoli Gaia Zebellin Alessia Zuccarello 2004 Enrico Abrate Amae Artgroup Alessandra Baldoni Valerio Berruti Valentina Biasetti Yari Biscardi Lorenza Boisi Fabio Bonetti Gianluca Bronzoni Caretto/Spagna Pietro D’Angelo Fabrizio Del Moro Annaclara Di Biase Virginia Eleuteri Serpieri Silvia Ferri Federico Gay Luger Ilaria Giaconi Leonardo Greco Joys Luca Christian Mander Milena Nicosia


Salvatore Raimondo Anna Rispoli Elisabetta Romersi Andrea Salvatori Mirko Saracino Carlo Vedova Diego Zuelli 2005 Alessandro Ambrosini Giorgio Andreotta Calò Nicole Bandini Renato Barbato Mela Boev+Yu Elena Cailotto Lorenzo Casali Claudia Cavallaro Valentina Chiffi Damiano Colacito Daniele D’Acquisto Andrea Facco Angelo Formica Filippo La Vaccara Davide Le Grazie Filippo Leonardi Daniela Manzolli Alessandro Mocciaro Damiano Nava On-ice Collective Elisa Rossi Luca Saini Eli Sterz Studio X Chiara Tagliazucchi Nico Vascellari Sebastiano Zanetti 2006 Alice Andreoli Francesca Banchelli Alex Bellan Daniela Bozzetto

Licia Brunelli Vesna Bursich Silke de Vivo Andrea Filippi Rivkah F. Hetherington Kensuke Koike Luca Lumaca Camilla Micheli Portage Gianfranco Pulitano Michele Putortì Gabriele Rigamonti Silvia Sbordoni Laura Serri Francesco Scarfone Stefano Testa Davide Zucco 2007 Felipe Aguila Marco Bacci Carlotta Balestrieri Manuela Balint Capozza/Fedeli Daniela D’Andrea Giulio del Vecchio Martina Dinato Ilaria Ferretti Nicola Genovese Michela Guatto Jebe Renato Leotta Stefano Lupatini Cristina Mandelli Claudio Marcon Greta Matteucci Enrico Morsiani Benedetta Panisson Chiara Pellegrini Gabriele Pesci Serena Piccinini Racco/Burquel Gianluca Russo

Nordine Sajot Maria Lucrezia Schiavarelli Testa&Piana 2009 Elisabetta Alazraki Aspra.mente Francesco Bertelè Elena Brazzale Marcella Campa Alessandro Cardinale Samantha Casolari Giulia Casula Claudia Collina Antonio Guiotto Cinzia Laurelli Rocca Maffia Lidia Meneghini Alessandra Messali Claudio Prestinari Luca Ruberti Fausto Sanmartino Fabrizio Sartori Natalia Saurin Marco Strappato Enrico Tealdi Ettore Tomas Gian Maria Tosatti [Hotel de la Lune] Lucia Veronesi Debora Vrizzi

113


Progetto Giovani - Area Creatività Centro Culturale Altinate / San Gaetano via Altinate, 71 – 35121 Padova T. +39 049 8204795 F. +39 049 8204747 E. pg.creativita@comune.padova.it www.progettogiovani.pd.it

ISBN 978 88 6129 688 6 Finito di stampare nel mese di aprile 2011 presso C.L.E.U.P – Cooperativa Libraria Editrice Università di Padova Sc




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.