MEDICINA
DONNE SI AMMALANO DI PIÙ LE DONNE HANNO PIÙ REAZIONI AVVERSE STRESS E LAVORO IL CUORE DELLA DONNA LA VIOLENZA DI GENERE LE DONNE SI
Comune di Salizzole
Commissione Pari Opportunità
la medicina di genere la medicina di genere
COMUNE DI SALIZZOLE
Commissione Pari Opportunità LE DONNE SI AMMALANO DI PIÙ
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LE DONNE HANNO PIÙ REAZIONI AVVERSE
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STRESS E LAVORO
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IL CUORE DELLA DONNA
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LA VIOLENZA DI GENERE
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Cosa significa “medicina di genere”? È un termine che negli ultimi anni ricorre spesso nel linguaggio medico e intende la distinzione delle ricerche e delle cure in base al genere di appartenenza della persona, cioè femminile o maschile. Il fatto che si sviluppi lo studio della medicina di genere è molto importante, perché uomini e donne rispondono ai farmaci in maniera differente, hanno un sistema immunitario che non reagisce nel medesimo modo agli stimoli esterni e sono soggetti in misura diversa all’insorgenza di determinate patologie.
La Medicina di Genere La commissione per le pari opportunità di Salizzole vuole, con una breve relazione informativa, basata su ricerche on-line, far conoscere questa realtà alla cittadinanza, spiegando in modo semplice alcuni risultati concreti cui si è arrivati applicando la medicina di genere nella vita quotidiana delle persone. Si tratta di una prima pubblicazione introduttiva, cui seguiranno altre più specifiche sulle singole patologie.
LE DONNE SI AMMALANO DI PIÙ È noto che le donne vivono più a lungo degli uomini, ma in peggiori condizioni di salute, si ammalano di più ed usano di più i servizi sanitari, ma le loro patologie vengono spesso sottovalutate. Ma dove stanno le maggiori differenze in campo medico tra donne e uomini? Gli organi e gli apparati che sembrano presentare più differenze di genere sono il sistema cardiovascolare, il sistema nervoso e quello immunitario. È interessante sapere che, secondo i dati dell’indagine Istat del 2008, le malattie per le quali le donne presentano una maggiore prevalenza rispetto agli uomini sono: le allergie (+8%), il diabete (+9%), la cataratta (+80%), l’ipertensione
arteriosa (+30%), alcune malattie cardiache (+5%), tiroide (+ 500%), artrosi e artrite (+ 49%), osteoporosi (+736%), calcolosi (+31%), cefalea ed emicrania (+123%), depressione e ansietà (+138%), Alzheimer (+100%). Secondo i dati del ministero della salute il 6% delle donne soffre di disabilità (vista, udito, movimento) contro il 3% degli uomini, il 9% soffre di osteoporosi contro l’1% degli uomini, di depressione il 7.4% contro il 3% degli uomini. Ci sono poi malattie autoimmuni che colpiscono prevalentemente il sesso femminile, come ad esempio l’artrite reumatoide, che è una malattia autoimmune, ciò a conferma che ci sono differenze tra il sistema immunitario maschile e femminile. 1
LE DONNE HANNO PIU’ REAZIONI AVVERSE La medicina di genere permette di evidenziare anche le diverse risposte all’assunzione dei farmaci da parte dell’organismo maschile rispetto a quello delle donne che sembrano essere più soggette a reazioni avverse. Sarebbe importante che tale studio venisse approfondito in tempi ravvicinati, visto che il consumo dei farmaci da parte delle donne è percentualmente più elevato rispetto a quello degli uomini.
STRESS E LAVORO
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È noto che il lavoro familiare è il fattore principale di stress per il genere femminile e peggiora lo stress che si sviluppa nel lavoro fuori casa. Non è invece sempre vero il reciproco; anzi, talora il lavoro extra-familiare può fungere addirittura da fattore protettivo rispetto al valore stressante del lavoro familiare. La solitudine e l’insoddisfazione spesso sono grandi fattori di stress per chi lavora esclusivamente come casalinga.
st ress e lavoro Nonostante ciò, gli studi in campo medico sul collegamento tra patologie e stress lavorativo intendono per lavoro solo quello produttivo ed extra-familiare, ed ignorano invece tutte le conseguenze dello stress collegabili al lavoro “di casa”. In questo modo si è definita una solida tradizione che considera le patologie a maggior impatto tra la popolazione maschile, come le patologie cardiovascolari, in stretto collegamento con lo stress del “lavoro produttivo”. Al contrario le patologie a maggiore diffusione tra la popolazione femminile non vengono messe in relazione allo stress lavorativo, anzi, nella letteratura scientifica della psichiatria, a partire dall’800, la depressione ed in genere i disturbi psichici nelle donne (ansia, attacchi di panico, anoressia, ecc.) sono sempre stati visti in
stretto collegamento con le vicende biologico-ormonali (menarca, gravidanza e puerperio, menopausa) e considerati come tipica risposta patologica femminile alle avversità della vita, una incapacità a reggere gli eventi duri, in definitiva una risposta non dovuta ad evidenti fattori esterni di sovraccarico, pressione e stress, quanto piuttosto a fattori interni di debolezza e fragilità emotiva. Le patologie cardiache causate dallo stress sono state valutate soprattutto nel genere maschile e praticamente sconosciute nel genere femminile. Anche oggi si preferisce chiamare in causa fattori biologici ed ormonali (la caduta dello scudo protettivo ormonale in menopausa) piuttosto che valutare l’impatto delle variabili psico-sociali come lo
stress lavorativo e familiare. Infine anche per i tumori femminili ha prevalso una linea interpretativa legata più alla biologia ed all’attività riproduttiva che non ad altre cause ambientali e lavorative. Una sola concausa è stata associata alla patologia oncologica ed è la depressione, in quanto produttrice di un atteggiamento di passività ed inermità di fronte all’aggressione della malattia. Per queste patologie raramente si è fatto riferimento al carico di lavoro familiare o al doppio lavoro, nè si sono impostate ricerche che avessero un’ipotesi o un obiettivo di tal genere. L’idea di sforzo, di fatica, di energia umana presente nel concetto di lavoro è collegata alla centralità del lavoro produttivo considerando il lavoro familiare come non lavoro! 3
IL CUORE DELLA DONNA Perchè bisogna parlare oggi di un cuore al femminile? Nella medicina ufficiale il cuore biologico è sempre stato un organo pensato al maschile. La malattia cardiovascolare rimane, nella letteratura e nell’immaginario comune, la “malattia che rende la donna vedova”: ne deriva che la donna non ritiene la malattia di cuore una sua possibile malattia. La donna, tradizionalmente, vede e incontra come suo principale interlocutore l’ostetrico-ginecologo, come “curatore” delle sue possibili problematiche. Accetta (a partire dagli anni ‘70), l’impostazione “cieca” di mantenere con gli estrogeni la propria giovinezza, con il costo di un notevole aumento del cancro della mammella e dell’utero. Cresce anche la terapia anticoncezionale che vede, come grave effetto collaterale, la comparsa di casi di infarto del miocardio in età fertile, accanto a una preoccupante crescita di trombosi venosa profonda e di embolia polmonare in giovani donne. La mancanza di studi appropriati sulle donne, come la mancata misurazione dei vasi e delle arterie femminili, 4
più piccoli di quelle maschili, ha comportato fino a dieci anni fa, problemi nella pratica interventistica (angioplastica e by-pass coronarico), con tassi più elevati di insuccesso terapeutico e più elevato rischio di morte. Grazie agli studi effettuati sulle differenze di genere, ad oggi durante un ricovero per infarto in Cardiologia, un intervento precoce può riaprire i vasi in due modi: - sciogliendo il trombo occlusivo che ha ostruito l’arteria e causato il danno. Oggi i farmaci somministrati alla donna con infarto (trombolisi) vengono calibrati sulla superficie corporea, per cui non assistiamo più alle clamorose complicanze di circa dieci anni fa, quando la dose “maschile”, somministrata alla donna, causava emorragie nei vari distretti, soprattutto cerebrali; - oppure ancora la donna potrà beneficiare come l’uomo dell’apertura delle coronarie con il palloncino (angioplastica), senza pagare il prezzo di complicazioni vascolari periferiche e coronariche, dovute a cateteri e palloncini disegnati e realizzati per le arterie maschili, notoriamente di calibro maggiore e meno fragili di quelle femminili.
LA VIOLENZA DI GENERE Dal 2000 la massima autorità mondiale per la tutela della salute nel mondo, l’OMS, ha posto in evidenza il problema degli effetti che la violenza di genere ha sulla salute delle donne, come problema di estrema rilevanza mondiale. Il mondo sanitario, in un contesto generalizzato di lotta alla violenza contro le donne, è coinvolto specificamente nel combattere gli effetti ed i danni che la violenza comporta in termini di riduzione di benessere, salute e integrità psico-fisica della donna. La violenza contro le donne è un problema di salute pubblica. È ormai risaputo che le donne e le ragazze sono a rischio di violenza soprattutto nella famiglia, che la violenza non è solo sessuale, ma è anche economica, verbale, psicologica e fisica. La violenza ha serie conseguenze sulla salute fisica e psichica delle donne e dei loro figli. La salute delle vittime di violenza domestica e dei loro figli deve essere una priorità del sistema sanitario. Cambiamenti nei servizi tradizionali sono necessari per incontrare I bisogni delle donne vittime di violenza, i medici e gli operatori della sanità devono imparare a chiedere alle donne se subiscono violenza. Le donne devono incominciare a parlare della violenza per poter essere aiutate ad uscirne.
La violenza di genere e le conseguenze sulla salute fisica e sessuale ✘ Disturbi ginecologici ✘ Lesioni addominali e ✘ Infertilità toraciche ✘ Infiammazione pelvica ✘ Ecchimosi ✘ Complicazione in ✘ Dolore cronico gravidanza ✘ Disabilità e riduzione del ✘ Disfunzioni sessuali funzionamento fisico ✘ Malattie sessualmente ✘ Fibromialgia trasmesse, incluse ✘ Fratture HIV/AIDS ✘ Disturbi gastrointestinali ✘ Aborti in condizioni ✘ Sindrome dell’intestino precarie irritabile ✘ Gravidanze non volute ✘ Lacerazioni ed abrasioni ✘ Danni oculari La violenza di genere e le conseguenze psicologiche e comportamentali ✘ Disturbo post-traumatico ✘ Depressione ed ansia da stress ✘ Disturbi ✘ Disturbi psico-somatici dell’alimentazione ✘ Tentativi di suicidio e del sonno ✘ Fumo ✘ Sentimenti di colpa ✘ Inattività fisica ✘ Fobie ed attacchi di panico ✘ Abuso di alcool e di farmaci ✘ Bassa auto-stima 5
Comune di Salizzole
Commissione Pari Opportunità
Lo scopo è di sensibilizzare le donne sull’importanza di una medicina “al femminile”, soprattutto sulla necessità di curare e salvaguardare la propria salute, mettendosi in ascolto del proprio corpo, per difendere il proprio benessere. Cerchiamo di volerci bene, chiedendo il meglio per noi stesse, anche nelle cure e nelle medicine.
L’Assessore alla P.O. Dott.ssa Monica Tregnago
CONTATTI: Tel. 045 7100013 - Fax 045 7103111 e-mail: info@comune.salizzole.v r.it - pec: salizzole.v r@cert.ip-veneto.net sito: www.comune.salizzole.v r.it
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DI GENERE Questo libretto è un’altra tappa del percorso avviato dall’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Salizzole per promuovere la cultura di parità.