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Renato Doney
from Visit Italy
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RENATO DONEY E LA SUA SCELTA D’AMORE
Il noto cantante degli anni sessanta Renato di Giandomenico, in arte Renato Doney, scomparso da poco all’età di 87 anni a causa del Coronavirus, è il protagonista di una bellissima storia d’amore per la quale rinuncia ad esprimere il suo talento musicale, dedicandosi alla famiglia e diventando un grande imprenditore nel settore automobilistico.
by Giovanna Repossi
Di origini austriache, nato e vissuto in centro Italia, dopo gli studi di economia e di musica inizia la sua carriera artistica a Roma come cantante crooner vincendo nel 1956 il premio “migliore cantante dell’anno” della RAI Radiotelevisione Italiana conferito dall’allora Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. Si aggiudica lo stesso premio nel 1957 e costituisce un complesso musicale che immediatamente è chiamato ad esibirsi nei migliori locali romani dell’epoca, per lo più situati in zona Via Veneto, tra cui l'Harry's bar e il Caffè Doney, il primo passato alla storia per aver ospitato in più di un'occasione Frank Sinatra, che intratteneva i clienti del bar suonando al pianoforte, l'altro spesso frequentato da personaggi del calibro di Federico Fellini e Vincenzo Cardarelli, oltre che da intellettuali, attori, vip, personaggi in cerca di notorietà, il tutto immortalato dalle macchine fotografiche dei paparazzi. Siamo nei mitici anni Sessanta, in cui Via Veneto viene ribattezzata come la via del cinema, grazie al film “La Dolce Vita” di Fellini, luogo preferito dai più grandi attori americani di quel periodo, tra cui Elizabeth Taylor, Burt Lancaster e Ava Gardner. Renato Doney, con il suo gruppo, si esibisce con grande successo in serate musicali romane indimenticabili insieme ad artisti del calibro di Chet Baker, Giorgio Bracardi, Fred Bongusto, Nicola Arigliano e tanti altri. Dal 1961 al 1963 esegue performance musicali a Firenze, Milano e in Germania in varie città. Nel 1964 è chiamato ad esibirsi a Tunisi, in Africa, nell’occasione dell’inaugurazione istituzionale di alcuni alberghi cinque stelle lusso sulla costa del mediterraneo alla presenza dell’allora presidente della Repubblica Tunisina, Habib Bourghiba, conseguendo vari prestigiosi riconoscimenti e Of Austrian origins, born and lived in central Italy, after studying economics and music, he began his artistic career in Rome as a crooner singer, winning the "best singer of the year" award from RAI Radiotelevisione Italiana in 1956, conferred by the then President. of the Republic Giovanni Gronchi. He won the same prize in 1957 and set up a musical group that was immediately called upon to perform in the best Roman clubs of the time, mostly located in the Via Veneto area, including Harry's bar and Caffè Doney, the first story for having hosted Frank Sinatra on more than one occasion, who entertained the customers of the bar by playing the piano, the other often frequented by the likes of Federico Fellini and Vincenzo Cardarelli, as well as intellectuals, actors, VIPs, personalities in seeking notoriety, all immortalized by paparazzi cameras. We are in the legendary sixties, in which Via Veneto was renamed as the street of cinema, thanks to Fellini's film "La Dolce Vita", the favorite place of the greatest American actors of that period, including Elizabeth Taylor, Burt Lancaster and Ava Gardner. Renato Doney, with his group, performs with great success in unforgettable Roman musical evenings together with the likes of Chet Baker, Giorgio Bracardi, Fred Bongusto, Nicola Arigliano and many others. From 1961 to 1963 he performed musical performances in Florence, Milan and in Germany in various cities. In 1964 he was called to perform in Tunis, Africa, on the occasion of the institutional inauguration of some five-star luxury hotels on the Mediterranean coast in the presence of the then President of the Tunisian Republic, Habib Bourghiba, obtaining various pre- 65
stigious awards and earning a contract millionaire for a twoyear tour in Lebanon, which would never have happened. In fact, in September 1964 he returned to Rome to attend the wedding of his sister Teresa, and on that occasion he met again, after more than twenty years, his distant cousin Olga Maria Vitocco, also one of the guests at the wedding ceremony. A deep love immediately arises between the two, an almost uncontrollable passion, to the point that Renato Doney leaves his artistic career, with initial disapproval from relatives and friends, and gets married in January 1965 with his beloved Olga Maria, starting a business in the automotive sector. He dedicates himself to his family in a total way, and the "great love" becomes the leitmotif of his entire existence, it is unthinkable for him to part with his beloved for trips connected to his artistic career, which would take him away from his family even for years . From this union were born Marco Eugenio Di Giandomenico (1965), a well-known writer, critic and artistic curator, professor at the Brera Academy of Fine Arts in Milan, and Francesca Di Giandomenico, surgeon. Olga Maria fell ill with an incurable disease in 1994 and for almost eighteen years he looked after her with extreme dedication until her death in 2012. In 2016, his son Marco Eugenio conceived and organized in Milan, at the La Triennale theater, with the Civica Jazz Band directed by Enrico Intra, a show entitled "Thinking about the Blues Brothers, from Count Basie to James Brown", on the occasion and in overture of the Musical Blues Brothers, directed by Chiara Noschese. Renato Doney, at the age of eighty-two, after more than half a century, returns to the stage performing some classic pieces, with an intact vocal line, a mix between Tony Bennett and Frank Sinatra, with almost confidential tones, like a crooner of the best tradition US. Collect a great success with critics and audiences. For him it is the last swan song, a sort of conclusion to a beautiful life, dedicated to a love that passed away prematurely. In 2020 Renato Doney falls ill with Covid and after five months of a therapeutic ordeal, he ends his days on March 22, 2021. Shortly before dying he says that he wants to reunite with Olga Maria, his great love of a life of him. A story that is worth telling in an era in which so many values are fading and in which the "extraordinary" can only be found in wonderful "ordinary lives". n guadagnando un contratto milionario per una tournée di due anni in Libano, che poi non sarebbe mai avvenuta. Infatti, nel settembre del 1964 torna a Roma per partecipare al matrimonio della sorella Teresa, e in quell’occasione rincontra, dopo più di vent’anni, la lontana cugina Olga Maria Vitocco, anch’essa tra gli invitati alla cerimonia nuziale. Tra i due nasce immediatamente un amore profondo, una passione quasi incontrollabile, al punto che Renato Doney lascia la sua carriera artistica, con inziale disapprovazione da parte di parenti e amici, e convola a nozze a gennaio del 1965 con la sua amata Olga Maria, iniziando un’attività imprenditoriale nel settore automobilistico. Si dedica alla famiglia in maniera totale, e il “grande amore” diventa il leitmotiv di tutta la sua esistenza, per lui è impensabile separarsi dalla sua amata per viaggi collegati alla sua carriera artistica, i quali lo porterebbero lontano dalla famiglia anche per anni. Da questa unione nascono Marco Eugenio Di Giandomenico (1965), noto scrittore, critico e curatore artistico, docente all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, e Francesca Di Giandomenico, medico chirurgo. Olga Maria si ammala di un male incurabile nel 1994 e per quasi diciotto anni lui la accudisce con dedizione estrema fino alla morte che avviene nel 2012. Il figlio Marco Eugenio nel 2016 concepisce e organizza a Milano, presso il teatro La Triennale, con la Civica Jazz Band diretta da Enrico Intra, uno spettacolo dal titolo “Pensando ai Blues Brothers, da Count Basie a James Brown”, nell’occasione e in overture del Musical Blues Brothers, diretto da Chiara Noschese. Renato Doney, a ottantadueanni compiuti, dopo più di mezzo secolo, torna sul palcoscenico eseguendo alcuni pezzi classici, con una linea vocale intatta, un mix tra Tony Bennett e Frank Sinatra, con toni quasi confidenziali, a mo’ di un crooner della migliore tradizione statunitense. Riscuote un grande successo di critica e di pubblico. Per lui è l’ultimo canto del cigno, una sorta di conclusione di una vita bellissima, dedicata a un amore scomparso prematuramente. Nel 2020 Renato Doney si ammala di Covid e dopo cinque mesi di calvario terapeutico, finisce i suoi giorni il 22 marzo del 2021. Poco prima di morire afferma che vuole ricongiungersi con Olga Maria, il suo grande amore di una vita. Una storia che vale la pena di raccontare in un’epoca in cui tanti valori si scolorano e in cui lo “straordinario” può solo trovarsi in meravigliose “vite ordinarie”. n