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La Coloniale
from Visit Italy
Spirits&Cigars
LA COLONIALE
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Abbiamo incontrato Alessandro Mario Segnini Bocchia Di San Lorenzo, patron di La Coloniale azienda emergenete nel panorama sigarofilo italiano, qualità e attenzione al dettaglio il DNA di questa azienda che ha, come spesso capita, una bella storia alle spalle....
Come nasce l'idea e l'azienda La Coloniale? Come siete arrivati, considerato che entrambi lavoravate in altri settori, alla produzione di sigari? In buona sostanza, un giorno eravamo nell'ufficio di Walter Consoli, mio attuale socio oltre che mio storico amico e stavamo decidendo cosa regalare ai nostri soci del Rotary Club di cui facciamo parte. Tra le varie opzioni c'è stata quella del:" visto che siamo sempre in Repubblica Dominicana, io in qualità di diplomatico, tu per interessi personali in loco, perchè non proviamo a fare dei sigari nostri? Prendiamo i migliori, li personalizziamo con una anilla particolare e li regaliamo!" L'idea ci è sembrata buona e siamo partiti: abbiamo fatto la scatola e tutti gli annessi e connessi, dopodiché abbiamo chiesto il parere ad una persona che lavorava da più di vent'anni nel settore ( purtroppo defunta lo scorso anno) Abbondanza che ci ha raccomandato di fare attenzione alle problematiche a cui saremmo andati incontro se avessimo perseverato in questo nostro progetto, non avevamo infatti minimamente considerato le severe leggi italiane al riguardo. Abbiamo quindi abbandonato questa strada ma la spinta che ci aveva dato questa idea era talmente grande che, sempre sotto consiglio di Abbondanza, abbiamo deciso, anche per praticità e semplicità di aprire una società. Detto fatto, ci siamo recati in Rep. Dominicana e dopo aver trovato il produttore giusto e con ben in mente il prodotto che volevamo ottenere abbiamo dato il via alla produzione. How was the idea and the company La Coloniale born? How did you get there, considering that you both worked in other sectors to produce cigars? Basically, one day we were in the office of Walter Consoli, my current member, as well as my historic friend and we, were deciding what to give to our members of the Rotary Club of which we belong. Among the various options, there was that of: "since we are always in the Dominican Republic, I, as a diplomat, you for personal interests on the spot, why don't we try to make our own cigars? We take the best, we customize them with a Nilla in particular and we give them away! " The idea seemed good to us and we left: we made the box and all the annexes and connected, after which we asked the opinion of a person who had worked for more than twenty years in the sector (unfortunately died last year). he recommended to pay attention to the problems that we would have encountered if we had persevered in this project of ours, in fact we had not at all considered the strict Italian laws in this regard. We, therefore, abandoned this path but the push that this idea had given us was so great that, always under the advice of Abbondanza, we decided, also for practicality and simplicity, to open a company. No sooner said than done, we went to the Dominican Republic and after finding the right producer and with the product we wanted in mind, we started production. 127
How is this product born instead, which is an absolute peculiarity in today's slow-smoking landscape? The Colonial project, on the other hand, has a completely different story, it starts from an old passion of mine that of combining Italian tradition with Caribbean product then making a conical half-trunk of Italian style to which, instead of using usual Kentucky, creating a product that already exists on the market for years, we have combined other tobaccos! There is a proverb: bread is made with the flour that is there. The choice to produce in RD was very natural as it is the only place where we could have directly controlled all the processing phases having many more contacts and knowledge, which in Italy we could not have done absurdly, we would have had to use subcontractors. The same thing, if not worse, if it had to be done in Germany or France. Following the production from the seed to the finished cigar, we realized the impossibility of working only with Kentucky! We consider that it is a completely different Kentucky to what we are used to in Italy because ours is fermented twice and cured by fire while the other is cured with air, and this type of American origin would not have been enough for the Italian palate of consequently we have also decided to use local tobaccos, such as Criollo98 or Piloto etc. So we said, why don't we make a product that doesn't exist on the Italian market yet? Let's try! Il Coloniale is Our attempt successful despite some initial problems, as it was obvious that there were! We start from the assumption that ours is a proCome nasce invece questo prodotto che è, nel panorama del fumo lento odierno, un'assoluta particolarità? Il progetto Coloniale invece ha tutta un'altra storia, parte da un mio vecchio pallino quello di unire tradizione italiana con prodotto caraibico quindi fare un semitronco conico di foggia italiana a cui, invece di utilizzare il solito Kentucky creando un prodotto che c'è già sul mercato da anni, abbiamo unito altri tabacchi! Esiste un proverbio: si fa il pane con la farina che c'è. La scelta di produrre in RD è stata molto naturale in quanto è l'unico luogo dove avremmo potuto controllare direttamente tutte le fasi della lavorazione avendo molti più contatti e conoscenze, cosa che in Italia per assurdo non avremmo potuto fare, avremmo dovuto avvalerci di terzisti, stessa cosa se non peggio se fosse stata Germania o Francia. Seguendo appunto la produzione dal seme al sigaro finito ci siamo resi conto dell'impossibilità di lavorare solo con Kentucky! Consideriamo che è un Kentucky completamente diverso a quello a cui siamo abituati in Italia perchè il nostro è fermentato due volte e curato a fuoco mentre l'altro viene curato ad aria, e questa tipologia di origine americana non sarebbe stato sufficiente per il palato italiano di conseguenza abbiamo pensato di utilizzare anche tabacchi locali, tipo il Criollo98 o il Piloto ecc. Quindi abbiamo detto, perchè non facciamo un prodotto che sul mercato italiano ancora non c'è? Proviamo! Il Coloniale è Il nostro tentativo andato a buon fine nonostante qualche problema iniziale, come era ovvio che ci fossero! Partiamo dal presupposti che il nostro è un prodotto che non è nella tradizione Dominicana, loro infatti un bi tronco conico
o un semi tronco conico non sapevano neanche da che parte cominciare a farlo, ci è voluto oltre un anno prima di riuscire ad ottenere il sigaro che volevamo noi, adesso riteniamo, con le ultime spedizioni di aver centrato l'obiettivo. Altro sigaro che rispecchia la nostra idea iniziale è Ascaro che ha anticipato il Coloniale che si differenzia da quest'ultima tipologia per le forme più generose. duct that is not in the Dominican tradition, in fact, they did not even know where to start doing it with a bi-truncated cone or a semi-truncated cone, it took over a year to get the cigar that we wanted, now we believe, with the latest expeditions to have hit the target. Another cigar that reflects our initial idea is Ascaro which anticipated the Coloniale, which differs from the latter type for the more generous forms.
Lei ha parlato di prodotti (Ascaro, Coloniale, Rubesto) ho una curiosità: rispetto ad altre marche, voi lasciate "sedimentare" il prodotto con la conseguenza che a parità di tempo voi contate 3 referenze... è una scelta di Marketing o è il DNA dell'azienda? 3 che dovrebbero diventare 5 entro la fine dell'anno. Verrà lanciato un ammezzato con dei tabacchi che normalmente vengono utilizzati per dei Puros, ovviamente con la presenza di Kentucky, per dare l'idea una Rolls Royce su base Mini. Sicuramente fa parte del DNA dell'azienda preferiamo far uscire meno prodotti ma buoni che far uscire un prodotto imperfetto, fare un buco nell'acqua con conseguenti spese, ritrovarsi a non riuscire a venderlo, ritirarlo e dopo un anno far uscire lo stesso prodotto con un packaging diverso ed un nome diverso. Se un prodotto è sbagliato lo si ritira dal mercato e l'esperimento finisce lì, come è successo a noi due anni fa, abbiamo ritirato dal mercato 25/30 mila sigari dopo aver ricevuto da qualche tabaccaio delle richieste di spiegazioni e dopo una verifica ed esserci resi conto che non rispecchiavano le nostre aspettative. Con le conseguenti spese che ne sono derivate. You talked about products (Ascaro, Coloniale, Rubesto) I have a curiosity: compared to other brands, you let the product "settle" with the consequence that for the same time you count 3 references ... is it a Marketing choice or is it the company's DNA? 3 which should become 5 by the end of the year. A mezzanine will be launched with tobaccos that are normally used for Puros, obviously with the presence of Kentucky, to give the idea of a Rolls Royce based on Mini. It is certainly part of the company's DNA.We prefer to release fewer but good products than to release an imperfect product, make a hole in the water with consequent expenses, find ourselves unable to sell it, withdraw it, and release the same product with a different packaging and a different name after a year. If a product is wrong, it is withdrawn from the market and the experiment ends there, as happened to us two years ago, we have withdrawn from the market 25/30 thousand cigars after receiving requests for explanations from some tobacconist and after a verification and realizing that they did not meet our expectations with the consequent expenses that have arisen. 129
A curiosity about aesthetics: what history do the names and packaging have? Let's start with the Coloniale which is a bit like our first child. The idea came walking down the street. I saw an old shop sign that said "selling colonial products." Intrigued, I entered and it was even clearer that by colonial products we meant all that series of items that once came from the Colonies, therefore something not typical of the place, so we said we use the name Il Coloniale not to indicate the one who he goes to work in the territories conquered by the nation but intended as an overseas product and since the tobaccos are not national, it seemed perfect. How then to represent the Colonial? Let's remember that the settlers were those who went as farmers, agronomists and so on to work in the new territories so it was natural to imagine him with the classic clothing and the classic working lifestyle (hard, rough, very tied to the earth) that's where the Una curiosità sull'estetica: i nomi ed i packaging che storia hanno? Partiamo dal Coloniale che è un po' il nostro primo figlio. L'idea è venuta camminando per strada. Ho visto una vecchia insegna di un negozio che riportava la dicitura "vendita prodotti coloniali". Incuriosito sono entrato ed è stato ancora più chiaro il fatto che per prodotti coloniali si intendesse tutta quella serie di articoli che un tempo arrivavano dalle Colonie quindi un qualcosa di non tipico del luogo, allora abbiamo detto utilizziamo il nome Il Coloniale non ad indicare colui che va a lavorare nei territori conquistati dalla nazione ma inteso come prodotto d'oltremare e visto che i tabacchi non sono nazionali, ci sembrava perfetto. Come rappresentare poi il Coloniale? Ricordiamoci che i coloni erano coloro che andavano come contadini, agronomi e così via a lavorare nei nuovi territori quindi è stato naturale immaginarselo con il classico abbigliamento e il classico stile di vita da lavoratore (duro, grezzo, molto legato alla terra) ecco da dove è derivata la scelta del colore e dello stile.
Per quanto riguarda Ascaro è stato un po' un omaggio a quelli che sono stati i fedeli servitori d'Italia durante il periodo coloniale Italiano. Ascaro era quel soldato fedelissimo all'Italia che ha sempre servito il paese con umiltà e coraggio. L'unico che è uscito un po' della tradizione è Rubesto perchè volevamo rendere la forza di questo prodotto e fare in modo di citare, data la vicinanza con l'anniversario per i 700 anni di Dante Alighieri, il passaggio che c'è nella Divina Commedia quando si parla dell'"Archian Rubesto" che è un fiume. Non a caso avevamo riportato nel retro della scatola la spiegazione della parola Rubesto che poi è stato bocciato per le norme sopra citate.
Quali sono i nuovi progetti e qual è l'espansione dell'azienda? Quella che non è una novità è la volontà di voler proseguire con gli ammezzati (anche se i nostri sono più 3/4 che ammezzati) come dicevo prima, sempre puntando sull'alta qualità dei tabacchi e con fascia sottofascia e ripieno (nostro marchio di fabbrica) e poi un intero con dei tabacchi particolari che non sono usati normalmente nella produzione nazionale perchè di solito si usano per la nobiltà del tabacco, senza dimenticare una certa percentuale di Kentucky che ci sarà sempre, ma non posso anticipare altro se non lo slogan: "Il coloniale si mette in lungo".
In Italia il movimento del fumo lento resta di fatto una nicchia, anche se sono nate altre realtà oltre la vostra... come vede lei il futuro rispetto a questo tema? Cominciamo col dire che altri produttori che si sono affiancati a quella che io definisco sua maestà il Toscano sono dei protagonisti a tutto tondo sia Ambasciatore Italico sia Nostrano Del Brenta sia Mastro Tornabuoi hanno fatto un eccellente lavoro perchè non hanno nulla, se non la tradizione, da invidiare al Toscano quindi li ritengo degli ottimi prodotti. Noi siamo gli ultimi arrivati sia come tempo sia come esperienza ce la mettiamo tutta e sono certo che riusciremo a colmare la distanza che ci divide da questi protagonisti del fumo lento nazionale. Per quanto riguarda i consumatori italiani è vero che siamo un po' indietro ma solo a livello di numeri perchè se guardiamo il palato, il consumatore italiano è abbastanza esigente quindi non si accontenta di far bruciare qualsiasi foglia in bocca. Sa cosa vuole e non mancherà di ottenere soddisfazione nel proseguo del tempo. Per quanto ci riguarda, con i nostri tempi ovviamente, la nostra intenzione è di lanciare prodotti particolari sempre fatti a mano cosa che ci tengo a specificare, sempre nuovi che non vanno a replicare ciò che di buono già c'è. n choice of color and style is derived. As for Ascaro it was a bit of a tribute to Italy's faithful servants during the Italian colonial period. Ascaro was that loyal soldier to Italy who always served the country with humility and courage. The only one who has come out a little of the tradition is Rubesto because we wanted to make the strength of this product and make sure to mention, given the proximity to the 700th anniversary of Dante Alighieri, the passage that is in the Divine Comedy when we talk about the "Archian Rubesto" which is a river. It is no coincidence that we reported the explanation of the word Rubesto on the back of the box, which was then rejected due to the rules mentioned above.
What are the new projects and what is the expansion of the company? What is not new is the desire to continue with the mezzanines (even if ours are more 3/4 than mezzanines) as I said before, always focusing on the high quality of tobaccos and with underwrapping and filling (our brand of factory) and then a whole with particular tobaccos that are not normally used in national production because they are usually used for the tobacco nobility, without forgetting a certain percentage of Kentucky that will always be there, but I can't anticipate anything other than the slogan : "The colonial goes long".
In Italy, the slow smoking movement remains in fact a niche, even if other realities have sprung up besides yours ... how do you see the future with respect to this issue? Let's start by saying that other producers who have faced what I call his majesty the Toscano are all-round protagonists both Ambasciatore Italico and Nostrano Del Brenta and Mastro Tornabuoi have done an excellent job because they have nothing, if not tradition, to be envied by the Tuscan so I consider them excellent products. We are the latest arrivals both in terms of time and experience, we give it our all and I am sure that we will be able to bridge the distance that divides us from these protagonists of national slow smoking. As far as Italian consumers are concerned, it is true that we are a little behind but only in terms of numbers because if we look at the palate, the Italian consumer is quite demanding so he is not satisfied with letting any leaf burn in his mouth. He knows what he wants and will not fail to get satisfaction over time. As far as we are concerned, with our times of course, our intention is to launch particular products that are always handmade, which I want to specify, always new that do not replicate what is already good. n 131