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Elisabetta Agostini
from Visit Italy
Artroom
ELISABETTA AGOSTINI
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Elisabetta Agostini: agostini_elisabetta@libero.it photo by The Studio, Castelfranco Veneto (Treviso)
Vive e lavora a Castelfranco Veneto in provincia di Treviso, come professione si occupa di crescita personale “Life Coach – Trainer - Counselor “ da parecchi anni si dedica alla ricerca del Sé come apporto all’equilibrio corpo mente.
by Matteo Tornielli
Quando nasce la tua passione per l’arte? Ritengo che il mio approccio all’arte abbia origini lontane. Fin da bambina amavo uscire di casa per le mie passeggiate esplorative immersa nella natura, questo mi permetteva di stabilire non solo un contatto ma un dialogo con tutto ciò che mi circondava. Riuscivo a creare un mio mondo incantato e magico dove poter esprimere la mia parte più profonda e dar sfogo alla fantasia attraverso l’immaginazione. Oggi sono portata a pensare che l’arte sia entrata a far parte della mia vita da quel momento.
Come si evolve negli anni anche dal punto di vista artistico professionale? Negli anni ’90 disegno una collezione di vestiti puntando sui colori, anche questo mi permette di ri-trovare attraverso questa forma d’arte, il contatto con il mio Sé. Inizio a scrivere pensieri che negli anni si trasformano in poesie partecipando anche a qualche concorso. Inizio a leggere libri che toccano la sfera mistica-spirituale, segni e coincidenze-il linguaggio del corpo-il potere della mente, delle parole e dei pensieri-meditazione-yoga- fotografia. Letture, corsi di formazione ed esperienze hanno contribuito notevolmente a trasformare negli anni il percorso della mia vita, facendo diventare la mia ricerca un impegno che prendo con me stessa in tutti gli anni a seguire.
Il contesto dove sei nata e l’educazione ricevuta hanno in qualche modo condizionato il tuo modo di fare arte? Sono figlia di due genitori che hanno visto e in parte vissuto l’ultima guerra. Mia madre è stata particolarmente autorevole, talvolta autoritaria, mio padre estremamente permissivo ed amorevole. Le regole imposte da mia madre divennero negli anni a seguire per When was your passion for art born? I believe that my approach to art has distant origins. Since I was a child I loved to leave the house for my exploratory walks surrounded by nature, this allowed me to establish not only a contact but a dialogue with everything around me. As a result, I created my own enchanted and magical world where I could express my deepest part and give vent to the imagination through the imagination. Today I am inclined to think that art has become part of my life since that moment.
How has it evolved over the years also from a professional artistic point of view? In the 90s I designed a collection of clothes focusing on colors, this too allows me to re-find through this form of art, contact with my Self. I start writing thoughts that over the years turn into poems, even participating in some competitions. I start reading books that touch the mystical-spiritual sphere, signs and coincidences-the language of the body-the power of the mind, words and thoughtsmeditation-yoga-photography. Readings, training courses, and experiences have greatly contributed to transforming my life path over the years, making my research a commitment that I make with myself in all the years to follow.
Did the context where you were born and the education you received conditioned your way of making art in some way? I am the daughter of two parents who saw and partly lived the last war. My mother was particularly authoritative, sometimes authoritarian, my father extremely permissive and loving. The rules imposed by my mother in the following years became too strict 85
Fiori e farfalle in sinfonia_60×90-acrilico e tecnica mista su tela di cotone
for me, so I decided to leave home at the age of eighteen. I have always felt the great desire for independence throbbing in me. Just as I never immediately felt the sense of loneliness feeling alone, on the contrary, I found relief in that solitude, I felt it was an ally traveling companion. I believe that my roots have influenced my life path in an important way and significantly my artistic one.
Tell me about your parents. For several years I have searched in myself for my mother's idea of perfection, then discovering over time that perfection does not exist. From my mother I learned to sew to embroider, to discover the beauty of how thread on thread can create a work of art. Just as small pieces of fabric and recycled materials of wood and threads gave rise to theatrical constructions, scenes and atmospheres in miniature in balance between the real and the surreal. The characters of the papier-mâché nativity scenes through my little hands took shape under the vigilant maternal guidance aimed at perfectionism and made me love Christmas in a particular way. I couldn't wait since early November to give vent to my imagination by creating new figures. I have cultivated passion in the following years, perfecting with courses in window dressing and artistic creations me troppo strette e decido quindi a diciott’anni di andare via di casa. Ho sempre sentito pulsante in me il grande desiderio di indipendenza. Così come non ho mai sùbito il senso di solitudine sentendomi sola, anzi, trovavo ristoro in quella solitudine, la sentivo un’alleata compagna di viaggio. Ritengo che le mie radici abbiano condizionato in modo importante non solo il mio percorso di vita ma significativamente anche quello artistico.
Parlami dei tuoi genitori. Per parecchi anni ho cercato in me l’idea di perfezione di mia madre, scoprendo poi nel tempo che la perfezione non esiste. Da mia madre ho imparato a cucire a ricamare, scoprire la bellezza di come il filo su filo possa creare un’opera d’arte. Così come piccoli pezzetti di stoffa e materiali riciclati di legno e fili facevano nascere costruzioni teatrali, scene ed atmosfere in miniatura in equilibrio tra il reale e il surreale. I personaggi dei presepi di cartapesta che attraverso le mie piccole mani prendevano forma sotto la vigile guida materna volta al perfezionismo, mi hanno fatto amare in modo particolare il Natale. Non vedevo l’ora fin dai primi di novembre di dare sfogo alla mia fantasia creando nuove figure. Passione che ho coltivato negli anni seguenti perfezionando con corsi di vetrinistica e di creazioni artistiche di vario genere. Mio
padre mi ha insegnato l’amore, il lasciare andare, il vedere l’Oltre. Grande insegnamento di vita. “Vedi sempre tutto con gli occhi del cuor“ mi diceva... possiamo arrivare a spostare le montagne se ci crediamo e lo sentiamo nel cuore. Mi diceva inoltre che la pazienza, costanza e disciplina quotidiana nel dipingere mi avrebbero permesso di far vedere anche ad altri il mio mondo interiore. Unico posto dove ho sempre trovato rifugio e le risorse necessarie per superare tutte le difficoltà che ogni giorno la vita mi metteva davanti.
Oltre alla pittura hai coltivato altre passioni che ritieni ti siano servite per evolvere dal punto di vista pittorico? Ho sempre amato molto leggere, fin da bambina le mie letture preferite erano le fiabe che ancora oggi accompagnano diversi momenti della mia vita e attraverso i quali, a volte, anche la mia pittura prende forma. Una forma nascosta dove si intreccia il reale al surreale. Ricordo ancora quando disegnavo con pastelli e matite colorate il mio incantato mondo. Inizia così la mia prima forma di espressione per l’arte su carta.
Qual era il tuo intento, cosa volevi mostrare di te. Volevo lasciare attraverso il disegno e i colori, un segno visibile di tutto ciò che prendeva forma nella mia mente. Non ho una formazione artistica alle spalle, intraprendo studi ben lontani dalle mie aspirazioni personali.
Nel 2021 decidi di partecipare al “Premio Vittorio Sgarbi” e ad essere selezionata tra migliaia di partecipanti, cosa ti ha portato questa esperienza? In occasione del Premio Vittorio Sgarbi le mie sei opere selezionate per il progetto saranno pubblicate all’interno di una collezione di sei volumi a cura di Vittorio Sgarbi, e una di queste sarà esposta all’interno dell’evento espositivo inerente al progetto che si terrà ad Ottobre a Ferrara. La mia partecipazione a questo progetto mi ha dato modo di conoscere la dott.ssa Leonarda Zappulla, che dopo aver visto la mia produzione ha voluto propormi al Premio come artista selezionata da lei. L'affinità e il feeling instauratosi subito tra noi mi hanno dato modo di farle conoscere anche altro della mia produzione, e lei dopo averla vista non ha avuto un attimo di esitazione nel propormi un progetto in atto sempre col prof. Sgarbi, un progetto che prevede la narrazione degli artisti selezionati dalla Dott.ssa Zappulla proprio da parte del Professor of various kinds. My father taught me about love, letting go, seeing the Beyond. Great teaching of life. "You always see everything with the eyes of your heart" he told me ... we can move mountains if we believe in it and feel it in our hearts. He also told me that patience, constancy and daily discipline in painting would allow me to show my inner world to others as well. The only place where I have always found refuge and the necessary resources to overcome all the difficulties that life put before me every day.
In addition to painting, have you cultivated other passions that you believe have served you to evolve from a pictorial point of view? I have always loved reading, since I was a child my favorite readings were the fairy tales that still today accompany various moments of my life and through which, at times, even my painting takes shape. A hidden form where the real is intertwined with the surreal. I still remember when I used to draw my enchanted world with crayons and colored pencils. Thus began my first form of expression for art on paper.
What was your intent, what did you want to show about yourself. I wanted to leave through the drawing and the colors a visible sign of everything that was taking shape in my mind. I have no artistic background, I undertake studies far from my personal aspirations.
In 2021 you decide to participate in the “Vittorio Sgarbi Award” and to be selected among thousands of participants, what did this experience bring you? On the occasion of the Vittorio Sgarbi Prize, my six works selected for the project will be published in a collection of six volumes curated by Vittorio Sgarbi, and one of these will be exhibited within the exhibition event inherent to the project to be held in October in Ferrara. My participation in this project gave me the opportunity to meet Dr. Leonarda Zappulla, who, after seeing my production, wanted to propose me to the Award as an artist selected by her. The affinity and the feeling immediately established between us gave me the opportunity to let you know more about my production, and after seeing it, she did not have a moment of hesitation in proposing a project in progress always with prof. Sgarbi, a project that foresees the narration of the artists selected by Dr. Zappulla by Professor Sgarbi. I do not know where this path will 87
lead me, but I am sure that the most authoritative voice of contemporary Italian criticism, the one who enchanted us and glued us to the TV talking about Giotto, Michelangelo and Caravaggio will soon talk about me and my production and this seems to me a wonderful new start.
What does represents beauty, according to you. I believe that beauty is contained in imperfection and that we must learn to find the courage to "be" rather than "appear". Without fearing the fear of judgment or letting us condition the path that the universe has destined for every being that vibrates on this earth. Beauty for me represents freedom.
Do you or have you felt the desire to isolate yourself over the years? If so, where did you find or do you find refuge? I find refuge in writing, reading, art also through harmonic music that finds its form of expression in colors. I transform the auditory into visual. Although I decided to leave for the Camino de Santiago de Compostela after the age of forty, I detached myself from everything for about two months.
What has the Camino de Santiago brought back to you? I learned adaptation, value small things, have a positive inner dialogue, face difficulties, and see the light every day, even when there is no sun outside. I began to observe the landscape as a work of art and again (as a child) I felt part of the whole. I recognize myself in the earth that I tread on, in the light breath that moves my hair, in the colors of the leaves and sunflowers, in the flow of water I see reflections of my many faces that were previously unknown Sgarbi. Non so dove mi condurrà questo percorso, ma sono certa che la voce più autorevole della critica contemporanea italiana, colui che ci ha incantati e incollati alla TV parlando di Giotto, Michelangelo e Caravaggio presto parlerà di me e della mia produzione e questo mi sembra un nuovo meraviglioso inizio.
Da che cosa è rappresentata per te la bellezza. Ritengo che la bellezza sia racchiusa nell’imperfezione e che dobbiamo imparare a trovare il coraggio di “essere” più che di “apparire”. Senza temere la paura del giudizio o di farci condizionare il cammino che l’universo ha destinato ad ogni essere che vibra su questa terra. La bellezza per me rappresenta la libertà.
Ti capita o ti è capitato negli anni di sentire il desiderio di isolarti? Se si, dove hai trovato o trovi rifugio? Trovo rifugio nella scrittura, nella lettura, nell’arte anche attraverso musica armonica che trova la sua forma d’espressione nei colori. Trasformo l’auditivo in visivo. Dopo i quarant’anni ho deciso di partire per il Cammino di Santiago di Compostela, mi sono staccata da tutto per circa due mesi.
Cosa ha portato di nuovo in te il Cammino di Santiago? Ho imparato l’adattamento, a dar valore alle piccole cose, ad avere un dialogo interiore positivo, ad affrontare le difficoltà, a vedere la luce ogni giorno, anche quando fuori non c’è il sole. Ho iniziato ad osservare il paesaggio come opera d’arte e mi sono sentita nuovamente (come da bambina) parte del tutto. Mi riconosco nella terra che calpesto, nel lieve soffio che sposta i miei capelli, nei colori delle foglie e dei girasoli, nel flusso dell’acqua vedo riflessi i tanti
miei volti fin prima a me sconosciuti. Volti che catturo, fotografo nella mia mente e incorporo come esperienza. Forza e credo con la quale affronto la fatica dei novecento chilometri a piedi diventano forza di espressione incontaminata nelle mie opere dal mio ritorno in poi.
Cosa ti motiva a dipingere? La mia forte motivazione alla pittura nasce dal desiderio di imparare a rivolgere la nostra attenzione e i nostri pensieri ai nostri sogni, nonostante il dolore gli ostacoli o gli errori commessi. E racchiude l’intento di riuscire a creare la condizione adatta per permettere anche ad altri di vedere ciò che il più delle volte in quei momenti bui, i nostri occhi non vedono. Far arrivare un messaggio di speranza a tutti coloro che pensano di non essere degli artisti, noi tutti lo siamo, se solo ci permettiamo di fare tutto ciò che gli altri ci hanno fatto credere che non possiamo.
Questa pandemia ha contribuito in qualche modo ad un ulteriore cambiamento nelle tue opere? Mai come in quest’ultimo anno ho sentito un bisogno così forte di utilizzare la pittura come mezzo terapeutico. Durante questa pandemia mi sono ispirata alla necessità di vivere un senso di leggerezza, con le mie opere ho voluto esternare questo momento e cercare di trasformare la fatica in una sorta di “giogo” leggero, che consenta a me stessa e a tutti noi di guardare avanti con fiducia al futuro. In particolare in questo periodo utilizzo nelle mie opere dei colori molto accesi che hanno l’intento di voler “ri- svegliare gli animi” intorpiditi in un momento che sta mettendo tutti noi a dura prova.
L'arte per te era ed è una necessità di espressione vista la professione che fai e visto il tuo coinvolgimento a livello energetico sia con le persone sia tuo. Come ti aiuta l’arte nella vita quotidiana? L’arte mi armonizza. Mi mantiene la frequenza armonica, mi permette di guardare tutto ciò che mi circonda, persone comprese (quindi anche clienti), con gli occhi del cuore e non con gli occhi della mente. La mente è straordinaria per mentire a noi stessi.
Quando dipingi nell'arco della giornata? Quando ho dei momenti liberi, quando sento quel bisogno che nasce da un impulso, questo vale anche per quanto riguarda la to me. Faces that I capture, photograph in my mind and incorporate as experience. S trength and I believe with which I face the effort of nine hundred kilometers on foot become a force of uncontaminated expression in my works from my return onwards.
What motivates you to paint? My strong motivation for painting comes from the desire to learn to turn our attention and our thoughts to our dreams, despite the pain, the obstacles, or the mistakes made. And it contains the intention of creating the right conditions to allow others to see what our eyes do not see most of the time in those dark moments. To send a message of hope to all those who think they are not artists, we all are, if only we allow ourselves to do everything that others have made us believe we cannot.
Has this pandemic contributed in any way to a further change in your works? Never as in the past year have I felt such a strong need to use painting as a therapeutic means. During this pandemic, I was inspired by the need to experience a sense of lightness, with my works I wanted to externalize this moment and try to transform fatigue into a sort of light "yoke", which allows myself and all of us to look forward with confidence in the future. In particular, in this period I use very bright colors in my works that intend to "awaken souls" numb in a moment that is putting all of us to the test.
Art for you was and is a necessity of expression given the profession you do and your involvement on an energetic level both with people and yours. How does art help you in daily life? Art harmonizes me. It keeps me the harmonic frequency, it allows me to look at everything around me, including people (therefore also customers), with the eyes of the heart and not with the eyes of the mind. The mind is extraordinary for lying to ourselves.
When do you paint throughout the day? When I have free moments, when I feel that need that comes from an impulse, this also applies to writing. 89
Leonarda Zappulla: Appassionata amante dell'arte, nella sua figura di critico e curatore riesce a sottolineare le qualità degli artisti contemporanei contribuendo all'affermazione degli stessi nel panorama culturale odierno: numerosi sono i talenti che da lei selezionati riescono ad emergere conseguendo premi, riconoscimenti e vendite. È periodicamente coinvolta in rassegne e conferenze nazionali e internazionali che le danno modo di presentare al mondo gli artisti che si affacciano oggi all'art system.
Sometimes the nights when I can't sleep, I paint, other times I write, or I do meditation.
The prize you are competing for is new to you, how do you think this thing can change, if it does, your relationship with art? Do you think it can become almost another job? I have no fear of this. Fear for me has a meaning of blocking, which towards all this, I do not feel. Quite the contrary, it represents a new road to take, a new motivational push that leads me to go further and I strongly believe that it will help me further open my 360 ° vision.
How is meditation intertwined with art technically, considering that in your case you go on impulse? Let's say I used an improper word in my answer to the previous question. Perhaps the most correct is push, a movement that starts from within. It may seem the same but I don't feel that way: impulse (as a word and as a concept) carries with it a component that I don't feel positive about. The impulse is an explosion that is triggered suddenly and could not always be positive, the push instead, I connect it to the wave motion, moves within us and grows slowly but inexorably and also feeds us on a spiritual level. As well as meditation.
If you win the prize, as we hope, would you feel compelled to take a different path? Maybe with exhibitions, catalogs, having to give more space to the structural part of the artistic world than the genuineness of the vibrational thrust? As a woman who has always felt free, the word obligation is not part of my being. However, surely I will want to continue to feel "guided" and do what it takes to be able to express myself in the best way. I will always want to convey what I do as long as it is in line with what I feel. Without ever forgetting that there is a reason scrittura. A volte le notti in cui non riesco a dormire, dipingo, altre invece scrivo, oppure faccio meditazione.
Il premio per cui sei in concorso è una novità per te, come pensi che questa cosa possa cambiare, se lo cambierà, il tuo rapporto con l'arte? Pensi possa diventare quasi un altro lavoro? Non ho nessun timore in merito a questo. Timore per me ha un significato di blocco, che verso tutto questo, non avverto. Tutt'altro, per me rappresenta una strada nuova da percorrere, una nuova spinta motivazionale che mi induce ad andare oltre e credo fortemente che mi potrà aiutare ad aprire ulteriormente la mia visione a 360°.
Come si intreccia la meditazione con l'arte tecnicamente, considerando che nel tuo caso vai ad impulso? Diciamo che ho usato una parola impropria nel mio rispondere alla domanda precedente. Forse la più giusta è spinta, un moto che parte da dentro. Può sembrare la stessa cosa ma non la sento così: impulso (come parola e come concetto) si porta dietro una componente che non sento positiva. L'impulso è un'esplosione che scatta improvvisamente e non sempre potrebbe essere positivo, la spinta invece, io la collego al moto ondoso, si muove all'interno di noi e cresce lenta ma inesorabile e ci alimenta anche a livello spirituale. Così come la meditazione.
Se vincessi il premio, come noi ci auguriamo, ti sentiresti obbligata ad intraprendere un percorso diverso? Magari con esposizioni, cataloghi, a dover dare più spazio alla parte strutturale del mondo artistico rispetto alla genuinità della spinta vibrazionale? In quanto donna che si è sempre sentita libera, la parola obbligo non fa parte del mio essere. Sicuramente vorrò continuare a sentirmi "guidata" e fare ciò che serve per potermi esprimere nel modo migliore. Vorrò sempre trasmettere quello che faccio purchè in linea con quello che sento. Senza mai dimenticarmi che a
Effetto Arte: Sandro Serradifalco è editore, critico e saggista, già direttore editoriale del gruppo Effetto Arte, che realizza mostre ed eventi nazionali ed internazionali in cui la cultura fa da padrona a 360°: grandi happening pubblici in cui le opere sono lo spettacolo nello spettacolo, spaziando tra arte, musica e letteratura in splendide vetrine tra Milano, Roma, Parigi, Budapest, New York e altre importanti capitali. Il successo non nasce dal nulla: occorrono idee, talento e i giusti mezzi per farsi notare nel mare della competizione globale.
tutto c'è un perchè e tutto corrisponde a un preciso segno che dobbiamo imparare a cogliere.
Abbiamo modo di fare una domanda anche alla dott.ssa Zappulla, può raccontarci questo nuovo progetto al quale ha deciso di coinvolgere Elisabetta e cosa è stato a farle selezionare lei tra gli artisti che proporrà al Professor Vittorio Sgarbi? Il progetto a cui ho coinvolto Elisabetta si chiama I Narratori del nostro tempo commentati da Vittorio Sgarbi, che ho avuto il piacere di realizzare in collaborazione al Gruppo Effetto Arte, guidato da Sandro e Pietro Serradifalco i quali mi hanno dato modo di coinvolgere gli artisti da me seguiti in tanti eventi in cui Vittorio Sgarbi ha fatto da ospite e giudice. Gli artisti che avrò modo di far conoscere a Vittorio verranno studiati mediante un metodo sociologico: loro stessi potranno fornirci le informazioni sulle proprie esperienze di vita vissuta, i viaggi, gli incontri, le letture e le loro passioni, tutto ciò che sedimentato nella loro memoria ha potuto influire sulla propria produzione rendendola unica e diversa dalle altre. Fornendo tutte queste informazioni a Vittorio e facendo vedere la produzione di ognuno, lui avrà poi modo di raccontarli commentandoli a favore di telecamera così da poter avere una tra le testimonianze più importanti di questo secolo e poter entrare nella storia che stiamo scrivendo in questi giorni per le generazioni future. Ho scelto Elisabetta perchè rappresenta benissimo il filone dell'arte astratta: nella sua produzione il colore fa da padrone diventando veicolo di emozioni, di momenti vissuti intensamente che si traspongono su tela ed empaticamente trasmettono a chi li osserva talvolta una grande energia positiva talaltra una profonda ricerca interiore. In questo senso lei è una grande narratrice delle sue esperienze e delle sue emozioni: la sua ricerca trasfigura le sensazioni più profonde in un processo creativo che prende le mosse dall'inconscio per divenire materia pittorica pura, e dunque pura espressione artistica. n for everything and everything corresponds to a precise sign that we must learn to grasp.
We also have the opportunity to ask Dr. Zappulla a question, can you tell us about this new project in which you decided to involve Elisabetta and what made you select from among the artists you will propose to Professor Vittorio Sgarbi? The project in which I involved Elisabetta is called The Narrators of our time commented by Vittorio Sgarbi, which I had the pleasure of creating in collaboration with the Effetto Arte Group, led by Sandro and Pietro Serradifalco who allowed me to involve the artists from followed me in many events in which Vittorio Sgarbi was a guest and judge. The artists that I will be able to introduce Vittorio will be studied using a sociological method: they themselves will be able to provide us with information on their own life experiences, travels, encounters, readings and their passions, everything that has settled in their memory was able to influence its production making it unique and different from the others. By providing all this information to Vittorio and showing everyone's production, he will then have the opportunity to tell them by commenting on them in favor of the camera so that he can have one of the most important testimonies of this century and be able to enter the history we are writing these days for future generations. I chose Elisabetta because she represents very well the trend of abstract art: in her production, color is the master, becoming a vehicle of emotions, of intensely lived moments that are transposed onto canvas and empathically transmit to those who observe them sometimes a great positive energy and sometimes a profound inner research. In this sense she is a great narrator of her experiences and her emotions: her research transfigures the deepest sensations in a creative process that starts from the unconscious to become pure pictorial matter, and therefore pure artistic expression. n 91