2017 01 23, Orbecchi, LaStampa, Etica animale

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LA STAMPA LUNEDÌ 23 GENNAIO 2017

Genova, Elliott Erwitt a colori Noto soprattutto per i suoi scatti in bianco e nero, il fotografo statunitense Elliott Erwitt sarà a Genova (dall’11 febbraio al 16 luglio a Palazzo Ducale) nella mostra «Elliott Erwitt Kolor»: 135 immagini a colori selezionate personalmente dal fotografo e esposte per la prima volta in Italia.

GIORGIO IERANÒ

«A Il libro di Antonio Musarra Acri 1291. La caduta degli stati crociati è pubblicato dal Mulino (pp. 330, € 24)

Due assedi in 100 anni

Nell’assedio di Acri del 1189-91 i crociati guidati da Riccardo I d’Inghilterra, Filippo II di Francia, Guido di Lusignano, Robert de Sablé e Gérard de Ridefort erano riusciti a strappare la città al Saladino

Il vescovo francese Giacomo di Vitry, dopo una visita ad Acri nel 1616, restò indignato: la città gli era apparsa come una nuova Babilonia i cui abitanti avevano scordato la parola di Dio

Pochi decenni prima di Acri, anche Antiochia era stata ripresa dai musulmani. In una lettera al re Boemondo il sultano mamelucco Baybars (nell’immagine, a cavallo) citò compiaciuto «monaci, preti e diaconi sgozzati sull’altare»

bbiamo un’arma mortale contro i crociati». A pronunciare queste parole non è stato il feroce Saladino parlando di scimitarre e catapulte. La frase si trova in un documento recente dell’Isis. E «l’arma mortale» sono i camion da lanciare contro la folla, come a Nizza e a Berlino. Tirare in ballo le crociate è ormai un’abitudine dei terroristi: già Bin Laden parlava di guerra contro i «nuovi crociati». L’ombra dei crociati, insomma, continua a proiettarsi su di noi. La schiera di guerrieri e pellegrini, cavalieri e straccioni, predicatori e avventurieri che ha agitato per qualche secolo il Mediterraneo si staglia alle nostre spalle come un esercito di fantasmi. E pensare che, come ha scritto Franco Cardini, tra i maggiori esperti dell’argomento, i crociati non sapevano neppure di essere crociati: erano un po’ come il borghese gentiluomo di Molière, che scriveva in prosa a sua insaputa. La nozione delle crociate come fenomeno unitario è in larga parte un’invenzione postuma. Nasce come motivo propagandistico a partire dal Rinascimento, soprattutto per legittimare la lotta contro l’Impero ottomano. E viene poi rovesciata in «leggenda nera», triste vicenda di fanatismo e crudeltà, dall’Illuminismo francese. I regni d’Outremer

Gli storici discutono ancora su cosa siano state le crociate. Di certo, non furono solo una storia, luminosa oppure oscura, di fede, conquiste e massacri. Furono anche l’avventura di una civiltà nuova, quella degli Stati cristiani di Terrasanta, i regni di Outremer (Oltremare). Una civiltà composita e strana, in cui si mescolavano Oriente e Occidente, usi cristiani e costumi musulmani, dove i cavalieri crociati indossavano il burnus, la lunga veste di seta tipica degli arabi, e andavano in battaglia con la kefiah sopra l’elmo. Il libro di Antonio Musarra (Acri 1291. La caduta degli stati crociati, Il Mulino, pp. 330, € 24, con prefazione appunto di Cardini) è anche uno sguardo retrospettivo sul mondo di Outremer. Si parte dalla fine, dall’ultimo capitolo della storia dei regni crociati: la caduta di Acri, estrema roccaforte cristiana in Terrasanta (e oggi città inglobata nello Stato d’Israele). Nel 1191 i crociati avevano strappato Acri al Saladino, aggiungendo alla conquista il solito corredo di massacri. Cent’anni dopo, nel 1291, il sultano mamelucco Al-Malik al-Ashraf li ripagò con la stessa moneta. Acri fu riconquistata e i musulmani fecero strage dei cristiani. Pochi decenni prima la stessa sorte era toccata ad Antiochia: «Avresti dovuto vedere», scriveva compiaciuto il sultano Baybars al re Boemondo, «le tue chiese con le croci spezzate, e monaci, preti e diaconi sgozzati sull’altare». La riconquista musulmana metteva dunque fine all’esperienza di Outremer, che dura-

& Elzeviro MAURILIO ORBECCHI

L’etica animale tra ragione e sentimento

L

Acri 1291, così finisce la dolce vita dei cristiani d’Oriente Un libro racconta la caduta degli Stati crociati. Dietro le guerre di religione, trame politiche e interessi economici

I piaceri della carne

Questa «dolce vita» dei cristiani in Oriente non mancava di suscitare critiche. Quando, nel 1216, il vescovo francese Giacomo di Vitry sbarca ad Acri, resta sbalordito e indignato. La

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CULTURA SOCIETA’ SPETTACOLI

Il Maresciallo degli Ospitalieri Guglielmo di Clermont difende le mura di Acri durante l’assedio del 1291, (dipinto di Dominique Papety, circa 1840)

va da due secoli. Nei regni di Terrasanta gli occidentali avevano imparato ad apprezzare i piaceri della vita (servizi igienici, tappeti, finezze architettoniche) che gli arabi avevano a loro volta ereditato dai bizantini. Scriveva il cronista Fulcherio di Chartres, morto intorno al 1127 a Gerusalemme: «Noi, che fummo occidentali, siamo diventati orientali. L’Italico e il Franco di ieri è divenuto un Galileo o un Palestinese. Chi laggiù era povero qui per grazia di Dio ha ottenuto l’opulenza; chi non aveva che qualche soldo qui possiede dei tesori; chi non godeva neppure di un modesto possesso qui si vede padrone di una città intera. Perché dunque tornare, dal momento che abbiamo trovato un tale Oriente?».

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città gli appare come una nuova Babilonia. I suoi abitanti sono dediti solo ai piaceri della carne, gli uomini hanno scordato la parola di Dio e si agghindano e si profumano come donne, prostituzione e omicidi sono all’ordine del giorno. Ma ai cristiani di Terrasanta non si rimproverava solo di essere viziosi. Erano frequenti anche le accuse di intelligenza con il nemico. Persino i Templari erano a volte giudicati troppo teneri con i musulmani. Qualcosa di vero doveva esserci. Nel XII secolo, l’emiro Osama ibn Mundiq non mancava mai di visitare a Gerusalemme quelli che chiamava «i miei amici Templari», i quali gli riservavano un angolo della loro chiesa perché potesse pregare Allah. I Templari, del resto, da bravi uomini d’affari quali erano, sorvolavano sulla religione dei loro clienti. Ciò che emerge dall’affresco di Musarra è che, sotto il velo della contrapposizione tra islam e cristianesimo, correvano anche altre tensioni. Scon-

tri intestini dividevano sia i musulmani sia i cristiani, in un complesso gioco diplomatico che vedeva stagliarsi sullo sfondo la nuova minaccia dell’impero mongolo. Un mondo complicato

Ospitalieri e Templari, franchi e italiani, genovesi e veneziani erano in perenne conflitto tra loro. Musarra ricostruisce nel dettaglio questi scontri che non di rado sfociavano in guerre sanguinose. Tra il 1256 e il 1258, per esempio, Acri diventa scenario di una battaglia tra genovesi e veneziani. Questi ultimi accusavano un capitano genovese, tale Barocio Mallone, di avere rubato loro una nave e decisero di risolvere la disputa a fil di spada. Insomma, dietro il paravento della guerra di religione c’era un groviglio inestricabile di trame politiche e interessi economici. Il Medio Oriente era allora un mondo assai complicato. Esattamente come lo è oggi. c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

a nascita dell’etica animale contemporanea viene fatta generalmente risalire agli Anni 70 del secolo scorso, quando, a Oxford, Richard Ryder usò per primo il termine specismo, coniato in analogia a razzismo per connotare negativamente il pensiero e l’atteggiamento di coloro che accettano l’uso degli animali nella sperimentazione e nell’alimentazione. Quasi contemporaneamente fu pubblicato il volume collettaneo Animal, Men and Morals, a cura di Godlovitch e Harris, che è ritenuto il manifesto del movimento di Liberazione animale, un’espressione introdotta da Peter Singer per indicare la sostanziale continuità tra le discriminazioni di colore e di genere negli uomini e quelle degli animali. Per Singer l’uguaglianza morale non deve dipendere dall’uguaglianza fattuale e pertanto gli animali devono essere liberati dalle catene dello sfruttamento così come lo furono gli schiavi. I filosofi Tom Regan e Gary Francione declinano l’uguaglianza tra umani e altri animali in maniera ancora più netta, tanto che a loro parere la ragione prescrive una radicale trasformazione del comportamento umano, a partire dall’alimentazione. Proprio contro questa prevalenza della ragione si è però sviluppata una corrente di teorici dell’etica animale, tra cui l’italiano Simone Pollo (Umani e animali: questioni di etica, Carrocci) e l’inglese Mary Midgley, che accusano di razionalismo i teorici della Liberazione animale, riprendendo la riflessione sentimentalista tipica dell’Illuminismo scozzese. Per questi autori, che pur marcano la necessità di una riflessione morale sul rapporto tra umani e animali, le emozioni, i desideri, i sentimenti sono altrettanto se non più importanti. E mentre la ragione tende all’uguaglianza, il sentimento crea differenze: i nostri figli non hanno la stessa importanza dei figli degli altri. Le preferenze sentimentali hanno radicate basi biologiche, tanto è vero che anche gli altri animali sociali favoriscono i propri figli come la propria specie. Per questo motivo ragionare astrattamente senza tenere conto dei sentimenti per i propri conspecifici è, secondo Pollo, inadeguato per non dire disumano. c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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